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Grease – Brillantina: Danny e Sandy di nuovo insieme!

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Grease – Brillantina: Danny e Sandy di nuovo insieme!

A 41 anni dall’uscita di Grease – Brillantina, Danny Zucko e Sandy Olsson sono di nuovo insieme. I due personaggi iconici, protagonisti del film di Randal Kleiser, uscito nel 1978, furono interpretati da John Travolta e Olivia Newton John, che in occasione della prima tappa del Meet ‘N’ Grease, hanno vestito di nuovo i panni dei due personaggi.

È la prima volta che i due interpretano di nuovo Danny e Sandy e ci aspettiamo che lo faranno anche durante le altre due tappe dell’evento, in tre città della Florida (West Palm Beach, Tampa e Jacksonville), che prevede la proiezione con la versione sing-a-long del film (ovvero il film con i testi delle canzoni in sovrimpressione, così che tutto il pubblico possa cantare).

Ecco le foto condivise da John Travolta sul suo account Instagram:

Anna Karina: morta la musa della Nouvelle Vague

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Anna Karina: morta la musa della Nouvelle Vague

Si è spenta all’età di 79 anni Anna Karina, una delle muse della Nouvelle Vague. A darne notizia è stato il suo agente che ha riferito che l’attrice danese soffriva da tempo di un tumore che l’ha uccisa.

Fu compagna e attrice per Jean-Luc Godard, con il quale lavorò in Le petit soldat (1960), La donna è donna (1961), Questa è la mia vita (1962), Band à part (1964), Agente Lemmy Caution, Missione Alphaville (1965), Il bandito delle undici (1965), Una storia americana (1966).

Al fianco di Serge Gainsbourg, Anna Karina portò avanti anche la carriera di cantante, che accostò a quella di attrice, con un discreto successo. Questo contribuì a fare di lei una vera e propria icona viva ancora oggi.

Avengers: Endgame, lo script rivela l’ultimo straziante pensiero di Tony Stark

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Mentre cresce l’attesa in merito alle prossime uscite dell’universo cinematografico Marvel, continuano ad arrivare curiosità sull’ultimo epico capitolo Avengers: Endgame

A maggio, come molti di voi già sapranno con l’uscita di Black Widow prenderà il via ufficialmente la Fase 4 e la nuova era continuerà con il film sugli Eterni. Tuttavia è ancora Avengers: Endgame a catalizzare l’attenzione soprattutto in vista del lancio di Disney Plus che in Italia avverrà nei primi mesi del 2020.

Ebbene, oggi  Brandon Davis ha condiviso un altro taglio della sceneggiatura che ha rivelato un cut che non è presente nella scena della morte di Tony Stark. Infatti da come possiamo vedere nella scena ormai divenuta iconica, Tony si lasciava ad alcun pensieri finali che non sono presenti nella versione che abbiamo visto al cinema, sebbene sia in linea con il personaggio di Stark. Dopotutto, come Iron Man, Tony è sempre stato gravato dall’idea che era sua responsabilità mantenere il mondo al sicuro mentre cercava di mantenere un impegno con la sua famiglia, e Endgame  lo vede sacrificare tutto ciò che ha amato per garantire un futuro per l’umanità.

Naturalmente, come spesso accade al cinema ci sono stati molti cambiamenti alla sceneggiatura del film durante lo sviluppo, quindi non è del tutto sorprendente scoprire che  questo particolare momento è stato tagliato. Dopotutto gli sceneggiatori inizialmente pensavano di lasciare vivere Tony Stark e hanno anche rimosso una scena che lo mostra nell’aldilà .

Avengers: EndgameAvengers: Endgame

Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Avengers: Endgame è il film sui supereroi più atteso di tutti i tempi. Il cast vede Robert Downey Jr. nel ruolo di Iron Man, Chris Evans nel ruolo di Captain America, Mark Ruffalo nel ruolo di Bruce Banner, Chris Hemsworth nel ruolo di Thor, Scarlett Johansson nel ruolo di Vedova Nera, Jeremy Renner nel ruolo di Occhio di Falco, Brie Larson nel ruolo di Captain Marvel, Paul Rudd nel ruolo di Ant-Man, Don Cheadle nel ruolo di War Machine, Karen Gillan nel ruolo di Nebula e Danai Gurira nel ruolo di Okoye. Il film vede inoltre il ritorno di Gwyneth Paltrow nel ruolo di Pepper Potts, Jon Favreau nel ruolo di Happy Hogan, Benedict Wong nel ruolo di Wong e Tessa Thompson nel ruolo di Valchiria. Josh Brolin interpreta ancora una volta il famigerato antagonista del film, Thanos.

Il film Marvel Studios Avengers: Endgame è diretto dai registi vincitori dell’Emmy Award Anthony e Joe Russo a partire da una sceneggiatura originale scritta da Christopher Markus e Stephen McFeely. Kevin Feige è il produttore del film, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo, Trinh Tran, Jon Favreau, James Gunn e Stan Lee sono i produttori esecutivi.

La squadra creativa dei registi Anthony e Joe Russo comprende inoltre il direttore della fotografia Trent Opaloch (Avengers: InfinityWar, Captain America: Civil War), lo scenografo Charles Wood (Avengers: Infinity War, Matrix), i montatori Jeffrey Ford, ACE (Avengers: Infinity War, Captain America: Civil War) e Matthew Schmidt (Avengers: Infinity War, Captain America: The Winter Soldier), la costumista candidata a tre premi Oscar® Judianna Makovsky (Avengers: InfinityWar, Captain America: Civil War), il visual effects supervisor candidato all’Oscar Dan DeLeeuw (Avengers: InfinityWar, Captain America: Civil War), lo special effects supervisor candidato all’Oscar Dan Sudick (Avengers: Infinity War, Black Panther) e la stunt coordinator Monique Ganderton (Avengers: Infinity War, Atomica Bionda).

Basato sulla serie di fumetti Marvel pubblicata per la prima volta nel 1963, Avengers: Endgame è il proseguimento delle epiche avventure cinematografiche raccontate in Iron Man, L’Incredibile Hulk, Iron Man 2, Thor, Captain America – Il Primo Vendicatore, The Avengers, IronMan 3, Thor: The Dark World, Captain America: The Winter Soldier, Guardiani della Galassia, Avengers: Age of Ultron, Ant-Man, Captain America: Civil War, Doctor Strange, Guardiani della Galassia Vol. 2, Spider-Man: Homecoming, Thor: Ragnarok, Black Panther, Ant-Man and The Wasp, Avengers: Infinity War, Captain Marvel e l’acclamato Spider-Man: Far From Home.

Jamie Foxx: 10 cose che non sai sull’attore

Jamie Foxx: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre per il suo ritratto del musicista Ray Charles, l’attore Jamie Foxx ha da quel momento continuato ad affermare la propria fama, partecipando a film di successo arricchiti dai personaggi da lui interpretati. Capace di sfoggiare tanto sfumature comiche quanto drammatiche, Foxx si è negli anni affermato grazie alla sua versatilità, elemento che gli ha permesso di ottenere anche ottimi riscontri di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Jamie Foxx.

Jamie Foxx: i suoi film

1. Ha recitato in lungometraggi di successo. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1992, con il film Toys – Giocattoli, per poi recitare anche in Ogni maledetta domenica (1999) e Alì (2001). Nel 2004 diventa celebre per i suoi ruoli nei film Collateral e Ray, ricevendo nomination agli Oscar per entrambi e vincendo come miglior attore con il secondo dei due. Forte della fama ottenuta, l’attore recita poi in importanti film come Jarhead (2005), Miami vice (2006), Dreamgirls (2006), Il solista (2009), Appuntamento con l’amore (2010), Parto col folle (2010), Come ammazzare il capo… e vivere felici (2011) e Django Unchained (2013), con cui riconferma la propria celebrità. Negli ultimi anni l’attore ha poi avuto ruoli di rilievo nei film The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro (2014), Annie – La felicità è contagiosa (2014), Baby Driver – Il genio della fuga (2017), Robin Hood – L’origine della leggenda (2018) e Il diritto di opporsi (2019), dove recita accanto all’attore Michael B. Jordan.

2. Ha recitato anche in televisione. Agli inizi della sua carriera l’attore ha recitato nel ruolo di George nella serie Roc (1992-1993), per poi affermarsi con un ruolo di rilievo nella serie In Living Color (1991-1994). Qualche anno più tardi l’attore è protagonista della serie The Jamie Foxx Show (1996-2001). Successivamente l’attore concentra invece la sua produzione nella carriera cinematografica.

3. Ha ricoperto il ruolo di produttore. Negli anni l’attore è stato anche produttore per alcuni dei progetti a cui ha preso parte o verso cui nutriva un semplice interesse. Tra questi si annoverano le serie The Jamie Foxx Show, Laffapalooza, From G’s to Gents, In the Flow with Affion Crockett e White Famous.

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Jamie Foxx: la sua vita privata

4. È stato fidanzato con una celebre attrice. Nel 2013 l’attore intraprende una relazione con l’attrice Katie Holmes, all’epoca fresca di divorzio dal marito Tom Cruise. La loro relazione è tuttavia stata resa nota soltanto nell’estate del 2017. I due si sono poi separati nell’agosto del 2019.

Jamie Foxx in Ray

5. Ha suonato realmente i brani al pianoforte. L’attore è rinomato per essere anche un talentuoso pianista, a tal punto da aver eseguito personalmente i brani al pianoforte presenti nel film, senza ricorre all’utilizzo di controfigure.

6. Ha indossato delle lenti che lo rendevano quasi del tutto non vedente. Per riuscire a calarsi meglio nel ruolo del musicista non vedente Ray Charles, l’attore si è avvalso dell’utilizzo di alcune particolari lenti a contatto che gli limitavano in modo massiccio la vista. Per sopperire a tale mancanza, l’attore ha inoltre preso lezioni di Braille, per riuscire a calarsi ancor di più nel ruolo.

Jamie Foxx in Django Unchained

7. Consigliò il ruolo da protagonista ad un suo amico. Originariamente il ruolo del celebre Django era stato scritto da Quentin Tarantino per l’attore Will Smith, il quale tuttavia rifiutò. Foxx, venuto a conoscenza del progetto, consigliò allora all’amico Idris Elba di accettare la parte. Tuttavia, dopo un colloquio con il regista, fu proprio Foxx ad essere scelto, merito anche della sua pregressa esperienza nell’equitazione.

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Jamie Foxx: il suo fisico

8. È noto per il suo fisico possente. Nel film Django Unchained l’attore appare più volte svestito, sfoggiando un fisico particolarmente scolpito e possente. Dopo essere apparso in tali vesti, l’attore ha potuto aggiungere anche tale aspetto di sé ai motivi della sua celebrità.

Jamie Foxx: il suo patrimonio

9. È un attore particolarmente ricco. Grazie ai suoi ruoli in film di successo, e ai numerosi premi vinti nel corso della carriera, Foxx detiene ad oggi un patrimonio stimato di circa 100 milioni di dollari.

Jamie Foxx età e altezza

10. Jamie Foxx è nato a Terrell, in Texas, Stati Uniti, il 13 dicembre 1967. L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Abigail Spencer: 10 cose che non sai sull’attrice

Abigail Spencer: 10 cose che non sai sull’attrice

Nota per i suoi ruoli televisivi, l’attrice Abigail Spencer ha saputo dar vita a personaggi di rilievo in alcune delle più note serie TV degli ultimi anni. Con la fama acquisita ha potuto debuttare anche al cinema, prendendo parte ad alcuni film di successo. Ad oggi l’attrice è in cerca del ruolo che possa consacrarne la carriera, e nel frattempo si può godere gli apprezzamenti ricevuti da parte della critica.

Ecco 10 cose che non sai di Abigail Spencer.

Abigail Spencer: i suoi film

1. Ha recitato in diversi lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo nel 2001 con il film Campfire Stories. Successivamente prende parte a Truth and Dare (2003), Jekyll (2007) e In My Sleep (2010). Nel 2011 ottiene un ruolo di rilievo nel film Cowboys & Aliens (2011), per poi recitare in Una spia non basta (2012), Chasing Mavericks (2012), The Haunting in Connecticut 2: Ghosts of Georgia (2013) e in Il grande e potente Oz (2013). Negli ultimi anni è apparsa al cinema nei film This Is Where I Leave You (2014), The Forger (2014) e Bastardi insensibili (2015).

2. È nota per i ruoli televisivi. La Spencer è particolarmente nota per i suoi ruoli televisivi, in particolare nelle serie La valle dei pini (1998-2000), Angela’s Eyes (2006), Mad Men (2009), Hawthorne – Angeli in corsia (2010), Childrens Hospital (2010-2012), Burning Love (2012-2013), How I Met Your Mother (2007 e 2014), True Detective (2015), Rectify (2013-2016), Timeless (2016-2018), Suits (2011-2019), Grey’s Anatomy (2017-2019) e Reprisal (2019).

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Abigail Spencer – in the SundanceTV original series “Rectify” – Photo Credit: James Minchin

Abigail Spencer è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo seguito da 536 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche numerose immagini promozionali dedicate ai suoi progetti da interprete.

Abigail Spencer ha un ex marito

4. È divorziata.  L’attrice sposò Andrew Pruett nel 2004. Nel 2008 la coppia diede vita al loro unico figlio. Nel febbraio del 2012 annunciano la separazione per incompatibilità con i rispettivi stili di vita, giungendo poi al divorzio nel 2013.

Abigail Spencer al Royal Wedding

5. Era tra gli invitati al matrimonio reale. Nel maggio del 2019 si svolge il matrimonio tra il principe Harry e l’attrice statunitense Meghan Markle. La Spencer figura tra gli invitati al matrimonio, in quanto amica della sposa. L’abito sfoggiato quel giorno è inoltre stato indicato come uno dei più belli visti al matrimonio.

Abigail Spencer in How I Met Your Mother

6. Ha interpretato un personaggio divenuto celebre. Pur comparendo soltanto in due episodi della serie How I Met Your Mother, l’attrice è rimasta celebre per aver interpretato una delle fiamme di Ted Mosby, nota come Blah Blah, poiché il protagonista non riusciva a ricordare il suo nome ma soltanto il suo essere logorroica.

Abigail Spencer in True Detective

7. Ha interpretato un personaggio nella seconda stagione. Nella seconda stagione della serie antologica, l’attrice ricopre il ruolo di Gena, moglie del personaggio di Ray, interpretato dall’attore Colin Farrell. L’attrice ha definito il suo personaggio non come una vittima ma come una sopravvissuta ai terribili eventi che circondano la sua storia nella stagione.

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Abigail Spencer in Suits

8. È tornata nella serie a distanza di tempo. L’attrice ha annunciato che sarebbe tornata a recitare in Suits dopo anni dall’ultima apparizione. La Spencer ha così ripreso il ruolo di Scottie, vecchia compagna di studi del protagonista Harvey, con il quale condivide una lunga storia d’amore.

Abigail Spencer in Grey’s Anatomy

9. Ha partecipato alla celebre serie medical drama. L’attrice ha ricoperto il ruolo della dottoressa Megan Hunt nella celebre serie, salvo poi allontanarsi dalla trama centrale e ricomparire nella quindicesima stagione della serie.

Abigail Spencer età e altezza

10. Abigail Spencer è nata a Gulf Breeze, in Florida, Stati Uniti, il 4 agosto 1981. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

Il terzo omicidio al cinema dal 19 Dicembre

Il terzo omicidio al cinema dal 19 Dicembre

Debutterà dal 19 Dicembre il thriller Il terzo omicidio diretto dal pluripremiato regista giapponese Hirokazu Kore’eda.

Il terzo omicidio: trailer

La trama del film Il terzo omicidio

Shigemori, un avvocato di successo, assume la difesa di Misumi, un uomo di mezza età accusato di aver brutalmente ucciso e derubato il pro- prio capo. Il presunto assassino aveva già scontato una lunga pena de- tentiva per un duplice omicidio di cui si era macchiato 30 anni prima. Le possibilità di Shigemori di evitare la condanna a morte per il suo assistito sono poche, dato che l’uomo ha già ammesso chiaramente la propria colpevolezza.

Mentre approfondisce il caso, ascoltando le testimonianze dei cono- scenti di Misumi, dei familiari della vittima e dello stesso indiziato, Shige- mori inizia a dubitare che l’uomo sia davvero colpevole.

Il terzo omicidio è un dramma processuale ricco di suspense. Da dove ha tratto l’ispirazione?

In primo luogo, volevo rappresentare in modo corretto il lavoro di un legale. Poi, quando ho parlato con gli avvocati e con il supervisore le- gale di Father and Son, tutti mi hanno detto: «La corte non è il luogo dove stabilire la verità». Mi dissero che nessuno può conoscere la ve- rità. Ho pensato che fosse un argomento interessante e ho sentito di voler fare un lm di genere forense in cui la verità non viene rivelata.

Durante la stesura della sceneggiatura è incappato in molti passi falsi…

In passato, ho realizzato lm da una prospettiva in cui i personaggi non venivano giudicati. In altre parole, ho lmato senza una prospetti- va onnisciente. Tuttavia, i lm di suspense e i drammi processuali non funzionano senza una prospettiva di questo tipo. Nonostante questo, non ne volevo adottare una, perciò ho lottato con questo con itto.

Hirokazu Kore’eda: il pluripremiato regista giapponese

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È nato il 6 giugno 1962 a Tokyo. Dopo la laurea alla Waseda University nel 1987, Hirokazu Kore’eda è entrato nella TV Man Union dove ha diretto diversi programmi di documentari vincitori di vari premi. Nel 2014 ha lanciato la sua casa di produzione BUN-BUKU.

Del 1995 è il suo debutto come regista di lm con Maborosi – tratto dal romanzo di Miyamoto Teru, vincitore del Premio Osella al 52° Festival di Venezia – una storia dalle tinte fosche e inquietanti che vedeva nel cast l’allora emergente attore Asano Tadanobu. Segue un altro racconto dalla cornice fantastica, After Life (1998), ambientato in una sorta di limbo tra cielo e terra. Il lm viene distribuito in oltre 30 nazioni e porta Hirokazu Kore’eda all’attenzione internazionale.

Nel 2001, Distance, imperniato sull’elaborazione del lutto da parte di un gruppo di persone divenute loro malgrado conoscenti, è stato selezionato in competizio- ne al Festival di Cannes. Il protagonista del suo quarto lavoro Nessuno lo sa (2004), il tredicenne Yagira Yūya, ha raccolto grande attenzione come il più giovane attore ad aver ricevuto il premio per la miglior interpretazione nella storia del Festival di Cannes. Il lm è ispirato a un fatto di cronaca (una madre che abbandona improv- visamente i propri gli per scappare con un uomo) che scosse il Giappone negli anni ‘90.

Hirokazu Kore’eda: tutti i suoi film

Nel 2006, Hana, un lm di samurai sul tema della vendetta, è stato il suo primo lm in costume. Nel 2008, Kore-eda ha presentato Still Walking; il lm, in parte autobiogra co, vede la partecipazione della star giapponese Abe Hiroshi, con cui formerà un sodalizio artistico, e verte su una riunione di famiglia nella provincia giapponese. Nel 2009, con Air Doll, presentato a Un Certain Regard al 62° Festival di Cannes, Kore-eda opera la sua prima incursione nel mondo dei manga trattan- do il tema della solitudine e delle fantasie sessuali dei giapponesi. Nel 2011, con I Wish, il regista torna a dirigere, dopo Nessuno lo sa, un gruppo di attori bambini, questa volta con una storia più solare che ruota attorno ai fuochi d’arti cio. Il lm ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura al 59° Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián.

Nel 2012, ha debuttato come regista di una serie tv in Going Home che vede ancora una volta nel cast il dato Abe Hiroshi. Father and Son (2013), vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, ha ricevuto il Premio del Pubblico ai festival di San Sebastián, Vancouver e San Paolo e ha segnato un nuovo record di incassi, nella lmogra a del regista, in diverse nazioni. La vicenda ruota attorno a due famiglie che vengono a contatto quando si scopre che i rispettivi gli sono sta- ti scambiati per errore alla nascita. Nel 2015 è nuovamente in concorso al Festival di Cannes con Little Sister, nuovamente tratto da un manga, che ha ricevuto vari Japan Academy Award tra cui quello per Miglior Film e Miglior Regia, così come il

Premio del Pubblico al Festival di San Sebastián. Nel 2016, Ritratto di famiglia con tempesta, di nuovo con Abe Hiroshi questa volta nella parte di un detective priva- to, ha esordito nella sezione Un Certain Regard al 69° Festival di Cannes. Nel 2017 il regista collabora per la prima volta col celebre attore Yakusho Kōji nel dramma processuale Il terzo omicidio, presentato in concorso al Festival di Venezia. A Can- nes, Kore-eda è stato insignito della Palma d’oro con il lm Un affare di famiglia, mentre nel 2019 ha aperto il Festival di Venezia con la sua prima co-produzione internazionale, Le verità, girato in Francia e con un cast che vanta Catherine De- neuve, Juliette Binoche ed Ethan Hawke. La storia verte sul rapporto altalenante tra una madre, diva del cinema, e la glia sceneggiatrice.

Hirokazu Kore’eda è stato anche produttore per giovani registi giapponesi. Kakuto, diret- to da Iseya Yūsuke, ha debuttato all’International Film Festival Rotterdam nel 2003. Wild Berries, dello stesso anno, è stato scritto e diretto da Nishikawa Miwa, il cui se- condo lungometraggio, Sway, è stato mostrato alla Semaine de la critique di Can- nes nel 2006. Il documentario Ending Note: Death Of Japanese Salesman (2011), rmato da Sunada Mami, ha raccolto consensi di pubblico a livello internazionale. Kore-eda Hirokazu è stato recentemente insignito del premio Cineasta Asiatico dell’Anno al Busan International Film Festival del 2019.

Villetta con ospiti: il nuovo film di Ivano De Matteo

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Villetta con ospiti: il nuovo film di Ivano De Matteo

Arriverà al cinema il 30 Gennaio dal Villetta con ospiti, il nuovo film di Ivano De Matteo con protagonisti Marco Giallini e Michela Cescon.

Il primo è tratto da un soggetto e sceneggiatura di IVANO DE MATTEO e VALENTINA FERLAN ed è prodotto da MARCO POCCIONI, MARCO VALSANIA, una coproduzione italo-francese RODEO DRIVE con RAI CINEMA e LES FILMS D’ICI, ed è distribuzione da  ACADEMY TWO 

Nel cast oltre ai due citati ci sono anche MASSIMILIANO GALLO, ERICA BLANC, CRISTINA FLUTUR, MONICA BILLIANI, TIBERIU DOBRICA e con BEBO STORTI e con la partecipazione di VINICIO MARCHIONI.t

Di giorno le nostre signore e i loro mariti ostentano pubblica virtù ai tavolini dei caffè. Poi, di notte, la commedia scivola nel noir ed esplode il lato oscuro della provincia in un susseguirsi di meschinità e violenze.

La trama del film Villetta con ospiti

Ventiquattr’ore per raccontare una splendida famiglia borghese e una ricca cittadina del nord Italia.  Di giorno le nostre signore e i loro mariti ostentano pubblica virtù ai tavolini dei caffè. Poi, di notte, la commedia scivola nel noir ed esplode il lato oscuro della provincia in un susseguirsi di meschinità e violenze.

I sette vizi capitali incarnati dai sette protagonisti si palesano ai nostri occhi quasi con innocenza. Nessuno è accusabile di nulla anche se, tutti insieme, si macchieranno del peggiore dei peccati.

Danny Aiello: morto l’attore di Fa’ la cosa giusta

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Danny Aiello, che ha recitato ne Il Padrino – Parte II, Stregata dalla Luna e soprattutto Fa’ la cosa giusta, si è spento all’età di 86 anni giovedì in una struttura medica del New Jersey a seguito di una malattia improvvisa.

La sua morte è stata confermata dal portavoce Tracey Miller, che ha rilasciato questa dichiarazione: “È con profondo dolore che riferiamo che Danny Aiello, amato marito, padre, nonno, attore e musicista, è morto ieri sera dopo una breve malattia. La famiglia chiede privacy in questo momento. Gli accordi di servizio saranno annunciati in un secondo momento.”

La svolta cinematografica di Aiello arrivò nel 1973 con un ruolo secondario nel film drammatico sul baseball Bang the Drum Slowly, con Robert De Niro. Un ruolo importante arrivò l’anno seguente quando interpretò il mafioso Tony Rosato nel film premio Oscar Il Padrino – Parte II.

Oltre a ben quattro film con Woody Allen, Danny Aiello è ricordato per C’era una volta in America (1984), Harlem Nights (1989), Hudson Hawk (1991), Ruby (1992), Léon: The Professional (1994), 2 Days in the Valley (1996), Lucky Number Slevin (2006).

La sua interpretazione del testardo Sal in Fa’ la cosa giusta di Spike Lee ha riscosso un successo ancora maggiore, ottenendo nomination per un Golden Globe e un Oscar.

Sorry We Missed You, trailer del nuovo film di Ken Loach

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Sorry We Missed You, trailer del nuovo film di Ken Loach

Ecco il trailer italiano di Sorry We Missed You, il nuovo film di Ken Loach presentato al Festival di Cannes 2019 e in arrivo in Italia il prossimo 2 gennaio distribuito da Lucky Red.

Leggi la recensione di Sorry We Missed You

In merito a come è nata l’idea di un film come Sorry We Missed You, il regista ha rivelato:  Quando abbiamo finito Io, Daniel Blake, ho pensato “Chissà, forse questo è il mio ultimo film”. Ma quando eravamo andati ai banchi alimentari per svolgere le nostre ricerche per quel film, ci eravamo resi conto che molte delle persone che li frequentavano avevano un impiego, part time o con contratti a zero ore. È un nuovo tipo di sfruttamento.

La cosiddetta gig economy (il modello economico basato sul lavoro accessorio), i lavoratori autonomi o a chiamata dalle agenzie, la precarietà dell’impiego, sono temi che hanno continuato a caratterizzare le ininterrotte conversazioni quotidiane tra Paul [Laverty] e me. E pian piano è emersa l’idea che forse valeva la pena di fare un altro film, non esattamente complementare a Io, Daniel Blake , ma comunque legato al primo.”

Sorry we missed you: trama

Newcastle. Ricky e la sua famiglia combattono contro i debiti dopo il crack finanziario del 2008. Una nuova opportunità? appare all’orizzonte grazie a un furgone nuovo che offre a Ricky la possibilità? di lavorare come corriere per una ditta in franchise. Si tratta di un lavoro duro, ma quello della moglie come badante non e? da meno. L’unita? familiare e? forte ma quando entrambi prendono strade diverse tutto sembra andare verso un inevitabile punto di rottura.

1984: perché sembra essere l’anno preferito da Hollywood?

1984: perché sembra essere l’anno preferito da Hollywood?

A giudicare da alcuni titoli che arriveranno in sala e sul piccolo schermo (o che abbiamo già visto di recente), Hollywood sembra ossessionata dall’anno del Signore 1984. Basti pensare a Wonder Woman 1984, oppure ad American Horror Story 1984, che non solo sono ambientati in quell’anno ma lo portano scritto anche nel titolo, a mo di dichiarazione d’amore.

Ma cosa ha in particolare questo anno? Insieme a WW84 e AHS 1984, altri film e serie TV recenti ambientate nel 1984 includono Black Mirror: Bandersnatch, il film biografico su Gary Hart del regista Jason Reitman, The Front Runner, la stagione 2 di Stranger Things e la stagione 5 di The Americans. Parti di Bohemian Rhapsody, Motley di Netflix Anche il film biografico di The Dirt, Terminator: Genisys e Cobra Kai sono ambientati nel 1984.

Infatti, Terminator: Genisys ricrea scene dell’originale The Terminator di James Cameron, uscito nel 1984, mentre Cobra Kai è un sequel diretto di The Karate Kid del 1984 , con Johnny Lawrence (William Zabka) che raccontava anche gli eventi del film dal suo punto di vista, dipingendo Daniel LaRusso (Ralph Macchio) come il vero cattivo.

Uno dei motivi principali che legano Hollywood agli anni ’80 in generale è la nostalgia. Ma questo potrebbe valere per l’intero decennio, mentre qui si parla di un anno in particolare!

Mentre il 1984 sembra un “periodo più semplice” rispetto al 2019, un anno a cui si guarda appunto con nostalgia e con una semplicità romantica, si è trattato di un anno molto tumultuoso. A causa della guerra fredda, l’Unione Sovietica ha boicottato le Olimpiadi estive del 1984 tenutesi a Los Angeles. Il 1984 ha visto una controversa elezione presidenziale in cui Ronald Reagan ha vinto un secondo mandato su Walter Mondale, il virus dell’AIDS è stato scoperto e reso pubblico, il primo ministro indiano Indira Gandhi è stato assassinato e la minaccia della guerra nucleare è caduta sul mondo. Il 1984 non ha avverato l’oscura profezia che George Orwell aveva fatto nel suo romanzo (1984, appunto), ma quell’anno è stato un periodo spaventoso, a modo suo, e molti film e serie TV ambientati nel 1984 riflettono sicuramente quella sensazione di terrore e disagio.

1984 – l’ossessione di Hollywood

Eppure, il 1984 è stato anche un anno significativo per la cultura pop che ha creato molti franchising duraturi. Ghostbusters, Gremlins e The Terminator sono stati proiettati per la prima volta quell’anno e continuano a lasciare il segno una generazione dopo; Ghostbusters: Legacy di Jason Reitman promette di essere la vera continuazione del franchise mentre James Cameron stesso è tornato finalmente a produrre un sequel di The Terminator, Terminator: Destino Oscuro, diretto da Tim Miller.

I giocattoli di Transformers e l’annesso cartone animato sono arrivati ​​nel 1984, Hulk Hogan (che presto sarà interpretato da Chris Hemsworth in un film biografico) è diventato campione della WWE e ha contribuito a cambiare per sempre il wrestling professionale, Bruce Springsteen ha pubblicato il suo iconico album Born In The USA e Apple ha presentato in anteprima il famigerato spot ispirato a George Orwell che annunciava il personal computer Macintosh.

Il 1984 è un periodo molto antecedente allo sviluppo di internet e dei social media, in cui nessuno aveva uno smartphone e le persone non erano costantemente connesse, il che offre maggiori opportunità ai cineasti di oggi che ambientano le loro storie in quel periodo di incorporare mistero e tensione nella loro narrazione. La tecnologia del 1984 era lungimirante ma ancora primitiva per gli standard odierni, e la fantascienza si appoggiava ancora più sulla “finzione” che sulla “scienza”.

E, grazie in gran parte al romanzo di Orwell, il 1984 porta con sé un’aura minacciosa che lo separa dagli altri anni del decennio. In realtà, il 1984 è un terreno fertile per film e serie TV avvincenti per tutti, e Hollywood sta raccogliendo con intelligenza i benefici di quel fatidico anno.

Avengers: Endgame, il look di Ronin, dell’armatura di Rescue e del costume inedito di Vedova Nera nei nuovo concept

Continuano a fioccare concept art relative ad Avengers: Endgame in cui scopriamo il processo creativo dietro ad alcune scelte estetiche del film. Soprattutto, scopriamo come i filmmaker sono arrivati a raggiungere i risultati che abbiamo visto sul grande schermo in merito ad armature, pettinature e scenografie.

In particolare ecco di seguito quattro serie di concept art che ci mostrano la messa a punto del look di Rescue, alias Pepper Potts con indosso l’armatura ideata da Tony Stark per difenderla, l’aspetto di Ronin, il nuovo alter ego vendicativo di Clint Barton, i diversi modelli di tute per il viaggio nel tempo e infine la scelta del costume e del look per Vedova Nera:

Rescue

Le tute per il viaggio nel tempo

Ronin

Il look di Vedova Nera

DCEU: 10 errori di continuity nei film che nessuno ha notato

DCEU: 10 errori di continuity nei film che nessuno ha notato

La storia del DCEU è stata parecchio travagliata: non soltanto ha dovuto fare i conti con l’eredità lasciata da Christopher Nolan e dalla sua trilogia de Il Cavaliere Oscuro, ma anche e soprattutto con i maggiori consensi che è riuscito a raccogliere – soprattutto in termini di incasso – l’Universo Cinematografico Marvel.

Fortunatamente, dall’uscita di cinecomic come Aquaman, Shazam! e soprattutto Joker, sembra che il DCEU si stia lentamente avviando verso una nuova e gloriosa fase. Ciononostante, i titoli dell’Universo DC contengono errori non soltanto a livello di storia e di tono, ma anche a livello di continuity.

Abbiamo raccolto di seguito 10 errori di continuity nel DCEU che forse non avete mai notato:

Il mistero dell’autobus 6370

L’Uomo d’Acciaio ha portato sullo schermo una nuova incarnazione dell’amatissimo eroe kryptoniano. Superman si è ritrovato al centro di un film alimentato da profonde questioni; un film che ha abbracciato un tono più oscuro e che alla fine è emerso come una pellicola decisamente più matura rispetto ai film del passato.

Zack Snyder è riuscito a regalare al pubblico un film di Superman molto diverso dal solito, ma è innegabile che al suo interno ci siano presenti alcuni errori abbastanza palesi. Ad esempio, durante la battaglia di Metropolis, un autobus targato 6370 viene distrutto; più tardi, quello stesso autobus riapparirà in un parcheggio.

La ferita di Zod

Una delle sequenze memorabili de L’Uomo d’Acciaio doveva essere la sequenza di apertura su Krypton, ma così non è stato! Durante il combattimento tra Jor-El e il generale Zod, quest’ultimo subisce un colpo che gli provoca una ferita sul volto; nelle scene successive, a causa di un lavoro di montaggio non particolarmente accurato, la ferita tenderà ad apparire e scomparire.

Problemi di archiviazione

Dire che Batman v Superman: Dawn of Justice abbia letteralmente diviso il pubblico è un mero eufemismo. Le scelte creative, insieme al risultato finale, hanno provocato disappunto tra i fan, nonostante ci sia una grossa fetta di pubblico innamorata della visione dell’universo creato da Zack Snyder.

In una scena del film vediamo Diana ricevere una email da Bruce Wayne in cui l’uomo la mette al corrente che è venuto a conoscenza del mondo dei Metaumani. Nella scena, la dimensione totale dell’allegato e-mail è di 24 MB; tuttavia, quando l’allegato si apre, la dimensione totale di ogni singolo file contenuto al suo interno è pari a 800 MB… di gran lunga maggiore!

Il barattolo magico 

Il rapporto tra la Senatrice Finch e Lex Luthor è uno dei più strani all’interno del DCEU. Ogni volta che li abbiamo visti insieme, c’era sempre una strana tensione, con il pubblico che spesso si è sentito a disagio.

Ecco perché anche la morte della Senatrice Finch doveva apparire agli occhi dello spettatore come altrettanto strana: prima che un’esplosione la uccidesse, le venne consegnato un bicchiere contenente dell’urina con sopra scritto “Tea alla Pesca della Nonna”. Stranamente, il barattolo appare sigillato da un coperchio in alcuni frangenti, mentre in altri è “magicamente” assente.

Alterare la storia

Batman v Superman e Wonder Woman sono collegati tra loro grazie alla foto scattata a Diana e al suo esercito durante la Prima Guerra Mondiale. Chi avrebbe mai immaginato che questa foto avrebbe scatenato una delle più grandi critiche che siano mai state rivolte al DCEU?

Purtroppo, la foto presenta un grande errore di continuity. Nell’immagine, infatti, Diana ha una tracolla per il suo lazo posta sul lato destro; quando la foto viene effettivamente scattata, però, appare sul suo lato sinistro.

Una questione di unghie

Con la sua Harley Quinn, Margot Robbie ha finalmente portato sul grande schermo uno dei personaggi più amati dell’universo di Batman. Dopo anni di racconti a fumetti, è arrivata al cinema un’iterazione in carne ed ossa della Mattacchiona che i fan hanno letteralmente adorato: non a caso, la performance della Robbie in Suicide Squad è stato uno degli elementi più apprezzati del film di David Ayer.

Sfortunatamente, anche in merito ad Harley Quinn sono stati commessi alcuni errori di continuity, che riguardano il costume e il trucco. Ad esempio, nella scena del film in cui la supercriminale controlla il telefono, vediamo che un’unghia è dipinta, mentre nella sequenza immediatamente successiva non lo è.

Il nome misterioso

Un altro personaggio molto amato di Suicide Squad è stato sicuramente quello di Amanda Waller, interpretato da Viola Davis, nonostante non si tratti di un supereroe o di un membro del gruppo di mercenari.

Nella scena in cui la Waller si trova a cena con i consiglieri militare per decidere chi saranno i membri della Squadra Suicida, uno dei militari seduti al tavolo viene identificato come Ammiraglio MacKensie. Nei titoli di cosa però, il nome dell’attore che interpreta il personaggio è stato sostituito con quello di qualcuno di nome “Olsen”…

Errori legati alla slow-motion 

Justice League è quel film che molti fan hanno addirittura paura di menzionare. La controversa relazione nata tra Zack Snyder e la Warner Bros., e tra lo stesso regista e i fan, è stata al centro di un enorme dibattito, attivo ancora oggi a causa della “Snyder-Cut”, ossia la versione del film com’era stato inizialmente concepito dal regista.

Era inevitabile che tutti i problemi legati alla produzione e alla post-produzione del film avrebbero avuto un’effetto devastante sul prodotto finale. In una scena, infatti, The Flash utilizza i suoi poteri per salvare tutti: la scena in questione è stata realizzata in slow-motion. Prima di quella scena, Wonder Woman aveva cercato di raccogliere con la mano sinistra la sua spada; quando The Flash entra in azione e si avvicina per toccarne la punta con un dito, vediamo che Diana la brandisce con la mano destra.

Tutta colpa dell’oro

Per molti fan Aquaman ha rappresentato un vero e proprio riavvio del DCEU, nonostante anche Wonder Woman avesse raccolto numerosi consensi, soprattutto tra i fan. Cionostante, anche il cinecomic di James Wan presenti un errore di continuity: in una scena, un soldato paga Black Manta per il suo lavoro, lanciandogli una borsa d’oro; quando vediamo Black Manta nel frame successivo, l’oro è stato già posizionato alle sue spalle.

Lo zaino funzionale

Shazam! è uno dei film di supereroi più divertenti di sempre. L’energia del protagonista, i colori vivaci e lo stile tipicamente anni ’80 hanno fatto sì che il film con Zachary Levi conquistasse il cuore dei fan. Purtroppo, però, neanche questo titolo è privo di errori di continuity: quando Billy si trasforma nel suo alter ego adulto, strappa accidentalmente lo zaino: più avanti, però, ritroviamo lo stesso zaino che non sembra aver subito alcun danno.

Fonte: Screen Rant

Avengers: Endgame, uno spettacolare concept della A-Force all’attacco

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È stato un momento rapidissimo nel corso della battaglia conclusiva di Avengers: Endgame, eppure quello in cui la A-Force si schiera contro le truppe di Thanos e va all’attacco è stata una delle scene più applaudite del film dei Fratelli Russo.

La squadra di eroine Marvel si unisce intorno a Captain Marvel, giunta in soccorso di Spider-Man che stringe il Guanto dell’Infinito. La scena in questione ha dato adito a molte speculazioni in merito all’eventualità che la Marvel stia sviluppando un film sulla squadra al femminile, ipotesi corroborata da molte delle attrici coinvolte nella scena.

Ecco di seguito il concept spettacolare di Andy Park che ha messo al centro dell’azione Captain Marvel, circondandola con le altre eroine, da sinistra verso destra: Nebula, Valchiria, Gamora, Wasp, Nakia, Scarlet Witch, Mantis, Rescue, Shuri e Okoye.

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Per quanto riguarda invece il tenerissimo personaggio del mondo di Star Wars, sappiamo senza dubbio che è un ottimo espediente per Lucasfilm e Disney per vendere milioni di pupazzetti, soprattutto nel periodo che precede il Natale. Inoltre, il personaggio gioca molto con la malinconia e soprattutto con il desiderio dei fan, delusi dagli ultimi film della saga, di riappropriarsi dei propri eroi e personaggi che hanno costruito la nostra memoria collettiva.

Martin Scorsese suggerisce di non guardare The Irishman sullo smartphone

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Poco prima dell’arrivo di The Irishman su Netflix, Martin Scorsese aveva rilasciato un’intervista al noto giornalista americano Peter Travers durante il quale aveva affrontato una questione particolare spinosa: è possibile fruire della visione di un prodotto audiovisivo attraverso lo schermo di uno smartphone?

All’epoca dell’intervista, Scorsese aveva dichiarato: “Non ci ho mai pensato. Negli ultimi 20 anni ho fatto film sia per la televisione che per il cinema, in termini di dimensioni dello schermo, intendo… ma mai per il telefono. Non saprei neanche come fare. Mi piacerebbe, ma non so come si fa. È una cosa che non capisco. Sono consapevole che ci sono film concepiti anche per quel tipo di dispositivo, ma mi sento di suggerire, se qualcuno dovesse avere voglia di guardare un mio film o il film di qualsiasi altro regista, di non guardarlo su un telefonino. Guardatelo su un iPad… un iPad grande, almeno!”. 

Le dichiarazioni di Martin Scorsese sono balzate nuovamente all’attenzione negli ultimi giorni, quando Ryan Reynolds – in occasione della promozione di 6 Underground, il nuovo film di Michael Bay disponibile sempre su Netflix da oggi – ha avuto modo di commentarle alle pagine di Variety. La star di Deadpool avrebbe dichiarato: “Dovresti poter guardare quel che c***o ti pare su qualsiasi c***o di dispositivo che ti pare. È così che vanne le cose”. 

A quanto pare, però, le parole dell’attore sono state totalmente fraintese! È stato infatti lo stesso Reynolds a riprendere l’articolo di Variety sul proprio profilo Twitter e a specificare – sempre con la tradizionale ironia che lo contraddistingue – che le sue dichiarazioni non erano nella maniera più assoluta una risposta a quelle di Scorsese: “Più che altro stavo parlando delle preferenze del pubblico”, ha scritto Ryan Reynolds su Twitter. “Non volevo mancare di rispetto a Martin Scorsese, Variety! Ma sono comunque emozionato per quella che credo sarà l’unica volta che il mio nome e quello di Scorsese appariranno insieme sui titoli dei giornali.”

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Serata conclusiva della due Giorni Venticinque anni Senza/Con Gian Maria Volonté

Venticinque anni fa, il 6 Dicembre del 1994, Gian Maria Volonté finiva l’esperienza terrena nella città di Florina, in Grecia, mentre si trovava sul set del film “Lo sguardo di Ulisse” di Theo Angelopoulos. Il suo funerale si svolge a Velletri, dove risiedeva; le sue spoglie riposano, come da sua volontà, sotto un albero nel piccolo cimitero de La Maddalena, in Sardegna. Venerdì 13 Dicembre, per rendere il doveroso omaggio all’immenso patrimonio artistico e d’impegno civile che è nostro compito custodire e vitalizzare, nello spazio culturale Brancaleone torna l’appuntamento romano di “Io sto con Volonté” rassegna itinerante nata nel 2008 e dedicata all’attore.

Per questa edizione 2019 è stata scelta la location del Brancaleone nel quartiere Tufello, sito in un municipio che da qualche tempo è protagonista di una nuova sferzata culturale grazie all’impegno costruito da esperienze nate basso come Grandecomeunacittà, Astracult  e divenute punto di riferimento e di fruizione culturale di un’intera comunità. Sarà un momento di aggregazione popolare per celebrare il più grande attore italiano per quanto donato alla collettività, un appuntamento di riattivazione della memoria, ringraziandolo per aver messo il suo straordinario talento d’attore al servizio dell’impegno civile, con la caparbietà e un’attitudine alla verità della narrazione che gli ha permesso insieme a Petri, Montaldo ecc. di essere elemento di spicco della rivoluzione culturale degli anni Settanta; ciò in un paese che con l’affievolirsi delle avanguardie di lotta non ha esitato a presentargli il conto, spingendolo dagli anni ‘80 a cercare lavoro all’estero.  Ancora oggi i suoi personaggi sono attuali e utili per decifrare l’anima di una collettività nel pieno di una crisi sociale e di una perdita di memoria.

Questo 2019, in cui ricorre il venticinquesimo anniversario della scomparsa di Volonté, è un solco importante nel nostro paese: quest’anno, infatti, sono passati cinquant’anni dalla strage di Piazza Fontana e dall’omicidio  dell’anarchico Pinelli, particolare sincronismo rammentato in “Tre ipotesi sulla morte dell’anarchico Pinelli”, unico documento cinematografico esistente che ripercorre con esatta verità la storia dell’omicidio del Pinelli, avvenuto il 16 dicembre 1969 nella questura di Milano.

Venerdì 13 dicembre il pubblico sarà accolto dalla mostra fotografica “Gian Maria Volonté, il personale e il politico” a cura di Marco Geppetti che, insieme alla MGMC, gestisce l’archivio dello storico fotografo Marcello Geppetti.  A seguire la presentazione libro di Giovanni Savastano “Gian Maria Volonté, Recito Dunquesono”

Seguirà la proiezione in Anteprima Nazionale del cortometraggio indipendente dedicato a Volonté  intitolato “I Giochi” testo di Christian Raimo, idea scenica e interpretazione di Alessandra Magrini, regia e montaggio video di Valentina D’amore e Stefano Torreggiani, produzione LabTv.

A seguire incontro partecipato con: Antonio Medici, coordinatore della scuola “Gian Maria Volonté”, saggista e direttore del premio Zavattini; Christian Raimo, scrittore e ideatore del fenomeno culturale “Grandecomeunacittà”; Federico Fiume, attore bambino nel film di Elio Petri “La classe operaia va in paradiso”; Giovanni Savastano, autore del libro “Gian Maria Volonté, recito dunque sono”; Artisti 7607 realtà di  fondamentale importanza per i diritti  degli artisti; Astracult. Nel corso della serata saranno proiettate alcune delle esperienze cinematografiche indipendenti del nostro cinema, da cui è possibile intuire le radici del pensiero e l’origine dell’impegno politico da cui scaturisce il grande cinema politico degli anni 70. “Tre ipotesi sulla morte dell’anarchico Pinelli” è uno short-film del 1970 diretto da Elio Petri e Nelo Risi, prodotto da Silvio Clementelli.. L’appuntamento proseguirà dando spazio alle giovani generazioni di cineasti che “sotto il segno di Volonté” portano avanti il difficile percorso dell’arte indipendente. Per l’occasione sarà proiettato il promo, in anteprima nazionale, di “12/12 Piazza Fontana” (2019) di Matteo Bennati e Maurizio Scarcella, e “Dimenticata Militanza” Premio Zavattini 2016 di Patrizio Partino. A seguire andrà in scena il reading musicale “Io sto con Volonté”, scritto e interpretato da Alessandra Magrini con Antonio Carboni alla chitarra.

Programma:

* ore 18:00 mostra fotografica “Gian Maria Volonté, il personale e il politico” a cura di Marco Geppetti che, insieme alla MGMC (Marcello Geppetti Media Company – Lens Forward), gestisce l’archivio dello storico fotografo Marcello Geppetti, uno dei maggiori fotografi del ‘900.

* ore 19:00 presentazione libro di Giovanni Savastano “Gian Maria Volonté, Recito Dunque sono”

* ore 20:30 proiezione di “Dimenticata Militanza” di Patrizio Partino (2016, 15’), Premio Zavattini – 2016

* ore 21:00 incontro con:
· Antonio Medici, saggista e direttore del premio Zavattini;
· Christian Raimo, scrittore, assessore alla cultura del Municipio III e attivista di Grande come una città;
· Artisti 7607, Federico Fiume (attore bambino nel film di Elio Petri: “La classe operaia va in paradiso”),   Alessandra Magrini attrice, curatrice di “Io sto conVolonté”
· Giovanni Savastano, autore del libro “Gian MariaVolonté, recito dunque sono”;
· Matteo Bennati e Maurizio Scarcella registi di “12/12 – Piazza Fontana”;
· Patrizio Partino regista di “Dimenticata Militanza”
· Astracult

* ore 22:30 Christian Raimo introduce “Tre ipotesi sulla morte dell’anarchico Pinelli”, unoshort-film del 1970 diretto da Elio Petri e Nelo Risi, prodotto da Silvio Clementelli.

* ore 23:00 proiezione di “12/12 Piazza Fontana” (2019) di Matteo Bennati e Maurizio Scarcella, e “Dimenticata Militanza” Premio Zavattini 2016 di Patrizio Partino.

Reading musicale “Io sto con Volonté”, scritto e interpretato da Alessandra Magrini con Antonio Carboni alla chitarra , con la partecipazione di Federico Fiume.

Avengers: Endgame, il cameo tagliato di un villain del MCU

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Avengers: Endgame, il cameo tagliato di un villain del MCU

Proprio ieri vi abbiamo mostrato dei concept che mostravano un incontro alternativo tra Hulk e l’Antico in Avengers: Endgame, e non sorprende che un film con una storia produttiva così complessa, continui a riservare sorprese.

Adesso abbiamo la possibilità di sbirciare una pagina dello script del film che invece ci mostra che nel film era previsto un cameo di Dormammu, il villain di Doctor Strange che, nella sua prima apparizione nel 2016 non era stato troppo amato dai fan.

Nello script si legge che l’Antico del 2012, in Endgame, avrebbe dovuto mostrare a Hulk un futuro possibile attraverso lo spostamento della Gemma del Tempo. Questo futuro possibile avrebbe dovuto mostrare Dormammu e avrebbe anche potuto aiutare a mostrare tutte le ramificazioni degli spostamenti delle Gemme nel corso della storia.

Sicuramente, nonostante il risultato generale eccellente, c’è qualcosa in più che si può fare con i villain del MCU, qualcosa che potrebbe portare alla luce, sul grande schermo, altre figure del calibro di Loki oppure, ovviamente, dello stesso Thanos.

Ecco lo script!

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Per quanto riguarda invece il tenerissimo personaggio del mondo di Star Wars, sappiamo senza dubbio che è un ottimo espediente per Lucasfilm e Disney per vendere milioni di pupazzetti, soprattutto nel periodo che precede il Natale. Inoltre, il personaggio gioca molto con la malinconia e soprattutto con il desiderio dei fan, delusi dagli ultimi film della saga, di riappropriarsi dei propri eroi e personaggi che hanno costruito la nostra memoria collettiva.

Fonte

Star Wars: il miglior duello con le spade laser tagliato da Episodio III

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A quanto pare, George Lucas avrebbe tagliato il miglior duello con le spade laser mai visto all’interno della saga di Star Wars da Episodio III – La Vendetta dei Sith.

A sganciare la bomba è stato Nick Gillar – coordinare degli stunt e delle coreografie dei combattimenti della trilogia prequel di Star Wars – in una recente intervista con Entertainment Weekly.

Gillar ha parlato dei migliori scontri presenti all’interno dei tre film della trilogia diretta da George Lucas: ad un certo punto, lo stunt-man ha rivelato di nutrire un po’ di risentimento nei confronti di una battaglia con le spade laser tagliata dal montaggio finale di Episodio III che, a suo dire, sarebbe stata in assoluto la più epica della saga.

Secondo quanto rivelato da Gillar, nel film avremmo dovuto assistere ad un combattimento particolarmente complesso tra Obi-Wan Kenobi e le guardie del Generale Grievous. Gillar ricorda che Ewan Mcgregor si allenò tantissimo per riuscire ad imparare la difficile coreografia, dal momento che nella scena in questione doveva essere da solo ad affrontare le guardie.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, leggi la recensione

Gillar ha spiegato che quando arrivò il momento di girare la scena, George Lucas si rese conto di essere fortemente in ritardo sulla tabella di marcia: così, visto che lo scontro non era davvero importante ai fini della trama, il regista decise di tagliarlo.

La soluzione finale, come ricordato anche da Gillar, fu quella di far usare la Forza a Obi-Wan, mettendo fuori gioco le guardie attraverso un container che veniva sganciato su di loro: “Era lo scontro più complicato su cui avessimo mai lavorato”, ha spiegato Nick Gillar. “George mi disse: ‘Mi dispiace, farò schiacciare le guardie da un container’.”

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Tenet: Christopher Nolan vuole spingere il cinema oltre i suoi confini

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In attesa delle prime immagini ufficiali di Tenet, Aaron Taylor-Johnson – tra i membri del cast del film – ha parlato dell’attesissima ultima fatica cinematografica di Christopher Nolan in una recente intervista con Collider.

Ovviamente, la star di Godzilla e Animali Notturni non ha potuto rivelare alcun dettaglio in merito alla trama di Tenet, limitandosi a raccontare il lavoro sul set e spiegando che Christopher Nolan sta letteralmente allargando gli orizzonti del cinema con il suo lavoro:

“Amo i film di Christopher Nolan”, ha spiegato Aaron Taylor-Johnson. “Quando c’è stata l’opportunità di ottenere una parte nel film, sono stato il primo ad alzare la mano e a dire ‘Fatemi provare!’. Mi sento veramente fortunato a far parte del cast di Tenet. John David Washington (il protagonista del film, NdR) è un attore incredibile, fenomenale… un ragazzo meraviglioso e genuino. Diventerà una star! Robert Pattinson (altro co-protagonista del film, NdR) è grandioso, brillante. Ho amato lavorare con lui”.

“Per quanto riguarda Nolan”, continua Taylor-Johnson “lavorare con lui significa lavorare con una leggenda. Significa avere la possibilità di osservare come funziona la sua mente, che tipo di regista è. Il modo in cui lavora è semplicemente straordinario. È uno che non si risparmia mai e con Tenet sta certamente provando a spingere il cinema oltre i suoi confini. Lo fa ricorrendo a concetti elevati e fantascientifici. Il lato cinematografico del suo lavoro rimane qualcosa di davvero straordinario da guardare. È stato un vero onore, oltre che un piacere, essere al suo cospetto e lavorare in questo film. Non posso dire di più!”

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La Warner Bros ha annunciato che sono iniziate le riprese di Tenet, che ora è ufficialmente il titolo del prossimo film segreto di Christopher Nolan. Lo Studio ha anche aggiunto che Michael Caine, Kenneth BranaghDimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy si sono uniti al cast, guidato da John David Washington insieme a Robert Pattinson Elizabeth Debicki.

Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Per questa volta, la colonna sonora del film di Christopher Nolan sarà composta da Ludwig Göransson, vincitore del premio Oscar per la colonna sonora di Black Panther.

Tenet, una produzione Warner Bros. Pictures, per la regia di Christopher Nolan, è un film epico d’azione che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Nolan dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà realizzato con un mix di IMAX e pellicola in 70mm. Il cast internazionale coinvolto è formato da John David Washington al fianco di Robert Pattinson, Elizabeth DebickiDimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, con Michael Caine e Kenneth Branagh. Tenet è prodotto da Christopher Nolan ed Emma Thomas, con Thomas Hayslip in veste di produttore esecutivo. Il team creativo di Nolan che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore degli effetti visivi Andrew Jackson. Musiche ad opera del compositore Ludwig Göransson. Warner Bros. Pictures distribuirà Tenet in tutto il mondo.

David Benioff e D.B. Weiss: dopo l’addio a Star Wars, arriva un film su Lovecraft

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Dopo aver abbandonato l’universo di Star Wars – il duo artistico avrebbero dovuto sviluppare una nuova trilogia -, David Benioff e D.B. Weiss, creatori di Game of Thrones, hanno finalmente trovato il loro prossimo progetto cinematografico.

Stando a quanto riportato da Deadline, infatti, David Benioff e D.B. Weiss si occuperanno della realizzazione di un thriller/horror ancora senza titolo basato su Lovecraft, graphic novel di Hans Rodionoff. Il film sarà sceneggiato da Phil Hay (Destroyer) e Matt Manfredi (Ride Along 2).

I dettagli sulla trama non sono stati ancora svelati, ma stando alle prime indiscrezioni la storia ruoterà attorno ad una serie di interrogativi come “Cosa accadrebbe se H.P. Lovecraft avesse raccontato la verità durante tutti i suoi anni di attività? E se tutti i mostri partoriti dalla sua mente fossero reali?”. Il film sarà ambientato nel 1920 ed ingloberà al suo interno anche il mito di Cthulhu, creatura immaginaria ideata proprio dallo scrittore statunitense.

Pare che Benioff e Weiss fossero in trattative con la Warner Bros. per sviluppare il progetto da diversi anni, ma gli impegni con Game of Thrones non li hanno mai permesso di iniziare ufficialmente a lavorare sul progetto. Tra i produttori esecutivi figura anche Karyn Kusama, regista di AEon Flux e Destroyer.

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Black Widow: quale sarà il ruolo di Yelena nel MCU?

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Black Widow: quale sarà il ruolo di Yelena nel MCU?

L’attrice Florence Pugh, che nell’attesissimo Black Widow interpreterà Yelena Belova, non diventerà la nuova Vedova Nera nel MCU.

Nei fumetti, il personaggio di Yelena ha seguito lo stesso programma di addestramento di Natasha Romanoff. All’inizio, Yelena è stata la concorrente diretta di Natasha, avendo ottenuto risultati migliori nel programma della Red Room e prendendo il suo posto quando Natasha decise di lasciare l’organizzazione; più tardi, quando Natasha morì, Yelena assunse ufficialmente l’identità di Vedova Nera.

Dopo l’uscita del primo trailer di Black Widow, molti fan hanno iniziato a speculare sul fatto che il personaggio di Yelena interpretato dalla Pugh potesse diventare la nuova spia dopo la tragica morte di Natasha in Avengers: Endgame.

Ebbene, in una recente intervista con UPROXX, è stata la stessa Florence Pugh ad affrontare la questione. All’attrice è stato infatti chiesto se Black Widow servirà per passare il titolo di Vedova Nera da Natasha a Yelena. Questa la risposta dell’attrice:

“No. In realtà già da quando stavamo girando il film, non c’era niente di tutto ciò in programma. Quando stavamo girando non mi è sembrato assolutamente che fosse un film basato su un passaggio di testimone.”

L’attrice – che vedremo prossimamente anche in Piccole Donne – ha poi dichiarato che spera che il film renderà giustizia alla storia di Natasha, essendo consapevole che i fan dell’assassina biopotenziata hanno atteso per tantissimi anni un film interamente dedicato al personaggio.

LEGGI ANCHE – Black Widow: gli eventi del film cambieranno la prospettiva su Natasha in Infinity War e Endgame

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker: Kylo Ren incontra Palpatine nella nuova clip

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Un enorme spoiler sulla trama di Star Wars – L’Ascesa di Skywalker è stato rivelato grazie ad una nuova clip tratta dal film di J.J. Abrams. La clip ha come protagonista il personaggio di Kylo Ren interpretato da Adam Driver.

ATTENZIONE: SEGUONO SPOILER!

L’ultima clip di Star Wars – L’Ascesa di Skywalker ci mostra Kylo Ren che arriva su un oscuro pianeta che sembra ospitare il nascondiglio dell’Imperatore Palpatine. Ben Solo brandise la spada laser e Darth Sidious rivela al ragazzo di essere l’artefice dietro le voci nella sua testa che lo hanno sempre tormentato, mentre lo sentiamo assumere prima l’identità del Leader Supremo Snoke e poi quella di Darth Vader.

Ciò conferma che il Leader Supremo Snoke non era altri che Palpatine e che la forza oscura generata dall’elmo distrutto di Darth Vader ne Il Risveglio della Forza non era Anakin Skywalker ma bensì il malvagio Sith che anni prima aveva portato il nonno di Kylo al Lato Oscuro della Forza.

Potete ammirare la clip di seguito:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=63&v=BoOrt05GxuA&feature=emb_title

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Richard E. Grant anticipa un grande plot twist

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Fonte: ComicBookMovie

Naomi Watts: 10 cose che non sai sull’attrice

Naomi Watts: 10 cose che non sai sull’attrice

Apprezzata attrice hollywoodiana, Naomi Watts si è costruita una fama grazie alla sua partecipazione ad alcuni remake di successo, prendendo poi parte a film che le hanno permesso di esprimere tutto il suo potenziale. Tra le più apprezzate della sua generazione, la Watts ha saputo reinventarsi attraverso ruoli completamente differenti l’uno dall’altro. Ancora oggi l’attrice è indicata come una delle migliori della sua generazione.

Ecco 10 cose che non sai di Naomi Watts.

Naomi Watts: i suoi film

1. Ha recitato in film molto famosi. L’attrice esordisce al cinema nel 1991 con il film Flirting, e negli anni seguenti prende parte a pellicole come Matinee (1993), Tank Girl (1995) e Padrona del suo destino (1998). Raggiunge una prima notorietà quando il regista David Lynch la sceglie per il ruolo di protagonista nel film Mulholland Drive (2001), e con The Ring (2002) e 21 grammi (2003) consacra la sua fama. Negli anni prende così parte a film particolarmente celebri come King Kong (2005), Il velo dipinto (2006), La promessa dell’assassino (2007), Funny Games (2007), Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010), J. Edgar (2011), The Impossible (2012), Comic Movie (2013), Two Mothers (2013), Birdman (2014), Giovani si diventa (2014), St. Vincent (2014), La foresta dei sogni (2015), The Divergent Series: Insurgent (2015), The Divergent Series: Allegiant (2016), Il libro di Henry (2017), Ophelia (2018), e Luce (2019).

2. È celebre anche per i suoi ruoli televisivi. Nel 1991 l’attrice intraprende anche la sua carriera televisiva recitando nella serie Home and Away. La Watts prende poi parte alla serie Sleepwakers (1997-1998) e ai film TV Inferno a Grand Island (1996), Il Natale più bello della mia vita (1998) e Mulholland Dr. (1999). Nel 2017 recita nella serie Gypsy e nello stesso anno ricopre il ruolo di Janey-E Jones nella serie Twin Peaks: il ritorno (2017). Nel 2019 è invece tra le protagoniste della serie The Loudest Voice, dove recita accanto all’attore Russell Crowe.

3. Si è distinta come produttrice. Nel corso degli anni l’attrice ha ricoperto anche il ruolo di produttrice, in particolare per i film Il velo dipinto, Funny GamesTwo Mothers. L’attrice ha inoltre prodotto la serie Gypsy.

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Naomi Watts è su Instagram

4. Ha un account personale.  L’attrice è presente sul social network Instagram, dove ha un proprio profilo personale seguito da 1,2 milioni di persone. All’interno di questo la Watts è solita condividere fotografie realizzate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, ma non mancano anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Naomi Watts e Liev Schreiber

5. Ha avuto una lunga relazione sentimentale con l’attore. I due attori si erano incontrati per la prima volta al gala annuale sui costumi al Metropolitan Museum of Art nel 2005. Dopo essere rimasti in contatto, i due si sono poi rincontrati, ufficializzando la loro relazione. La coppia ha poi avuto due figli, rispettivamente nel 2007 e nel 2008. Nel 2016, dopo undici anni di relazione, i due si separano, rimanendo in ottimi rapporti e continuando a crescere insieme i loro figli.

Naomi Watts e Heath Ledger

6. È stata fidanzata con l’attore. Dal 2002 al 2004 l’attrice ha avuto una relazione con l’attore Heath Ledger. Nonostante il loro rapporto sia durato poco, la Watts ha affermato di ricordare con grande affetto la sua storia d’amore con l’attore, poi tragicamente scomparso nel 2008.

Naomi Watts in The Ring

7. È stata protagonista del remake del film horror. Tra i ruoli che hanno reso celebre l’attrice vi è quello di Rachel Keller, del film horror The Ring, remake dell’originale giapponese. Il film ha ottenuto ottimi riscontri di pubblico, divenendo uno dei film horror più famosi del genere, e permettendo all’attrice di conquistare grande popolarità.

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Naomi Watts in King Kong

8. Ha avuto un incidente sul set. Durante le riprese del film diretto da Peter Jackson, l’attrice cadde da un’elevata altezza dentro ad un fosso, spaventando l’intero cast e la troupe. Fortunatamente la Watts non ha riportato ferite, ringraziando per ciò le sue conoscenze di yoga.

Naomi Watts in Twin Peaks

9. Non ha avuto un proprio copione della serie. L’attrice, che ha preso parte alla terza stagione di Twin Peaks, ha affermato che il livello di segretezza riguardo la trama era tale da non aver ricevuto un proprio copione, ma dovendosi invece presentare a casa del regista David Lynch per poter leggere le proprie battute.

Naomi Watts età e altezza

10. Naomi Watts è nata a Shoreham, in Inghilterra, il 28 settembre 1968. L’attrice è alta complessivamente 164 centimetri.

Fonte: IMDb

Shazam 2 è ufficiale, annunciata la data di uscita

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Shazam 2 è ufficiale, annunciata la data di uscita

Shazam 2 è ufficiale! La Warner Bros. ha infatti annunciato la data di uscita del sequel del cinecomic DC con protagonista Zachary Levi, che arriverà nelle sale americane il 1 aprile 2022!

Al momento Shazam 2 non sembra avere concorrenti diretti nella data scelta dalla major per la release: c’è da dire, però, che il film arriverà al cinema una settimana prima del sequel di Spider-Man: Un Nuovo Universo e di un misterioso film evento targato Universal che farà il suo debutto l’8 aprile 2022.

Lo scorso aprile abbiamo appreso che sarà Henry Gayden ad occuparsi ancora una volta della sceneggiatura del sequel, con David F. Sandberg (Annabelle 2: Creation) pronto a tornare dietro la macchina da presa. Le riprese del sequel dovrebbero partire all’inizio del 2020.

LEGGI ANCHE – Shazam!, recensione del film con Zachary Levi

Shazam! è uscito nelle sale lo scorso 3 aprile. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans e Djimon Hounsou.

La sinossi: Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana. 

Fonte: ComingSoon.net

Matteo Garrone presenta Pinocchio, il suo sogno realizzato

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Matteo Garrone presenta Pinocchio, il suo sogno realizzato

Un progetto lungo quattro anni e finalmente in sala, a partire dal 19 dicembre, ma desiderato da una vita. Matteo Garrone ha presentato alla stampa romana il suo Pinocchio, ennesima rivisitazione della fiaba di Collodi ma vero e proprio sogno realizzato per il premiato regista di Dogman che, affidandosi agli spettatori, regala ai suo fan la sua ultima opera.

“Il pubblico dirà se ne è valsa la pena realizzare questo sogno. Siamo convinti di aver fatto del nostro meglio – spiega Garrone, in conferenza stampa – Ho disegnato questa storia a sei anni e Pinocchio mi accompagna da allora. Come registra era difficile resistere alla tentazione, ho avuto la fortuna di avere dei compagni di viaggio straordinari. Mi hanno aiutato a fare un film con una sua leggerezza e ironia.”

Il regista, noto per il tono fiabesco con cui affronta anche la realtà più cruda (Reality) si era già spinto nel campo della propto-fiaba, ma non aveva mai toccato così da vicino il genere: “Ho iniziato con ‘Il racconto dei racconti’ a esplorare un territorio magico, ma questo film ha una storia a sé per il legame che ho con il libro di Collodi. Sono felice e riconosco ogni fotogramma di questo film come un mio film. Ho cercato di fare un’opera popolare, che potesse arrivare a tutti come fa il capolavoro da cui è tratto. Questo è stato il grande sforzo che abbiamo fatto, volevamo far riscoprire questo grande classico tanto vivo nell’immaginario collettivo in ognuno di noi.”

Come la sua storia ci insegna, Matteo Garrone non è mai troppo lontano dalle suggestioni pittoriche che lo affascinano: “Sono partito dalle origini di Pinocchio, dai disegni di Enrico Mazzanti che è stato il primo illustratore. Quei disegni li sono stati i punto di partenza. Ho messo nella fotografia e nel paesaggio la pittura dei Macchiaioli, ma anche tanto del Pinocchio di Comencini. Ci sono anche degli aspetti di Tim Burton che è un regista che ammiro tanto, anche se quelli verso di lui non erano omaggi premeditati. Volevamo sorprendere e incantare il pubblico, su questo aspetto devo ringraziare Massimo Ceccherini che oltre per la Volpe mi ha aiutato tantissimo anche nel rendere più comiche altre situazioni con il resto dei personaggi.”

Sulla lettura che invece ha dato alla storia classica, Matteo Garrone si tiene stretto a quelli che sono i legami naturali più autentici e primordiali: “La chiave di lettura più spontanea è che siamo di fronte alla storia d’amore tra un padre a un figlio. I gesti e gli sforzi che fa per ritrovarlo sono un potentissimo atto d’amore, così come il bambino che comprende la forza della redenzione e dell’amore per il padre. Se vogliamo andare più in profondità è anche una storia universale perché racconta il cedere di un bambino verso le tentazioni, credo tutti lo abbiamo provato qualche volta e tutti ci possiamo riconoscere in Pinocchio.”

pinocchioOltre al citato Massimo Ceccherini, che, oltre a co-firmare con Garrone la sceneggiatura, nel film interpreta la Volpe al fianco di Rocco Papaleo-il Gatto, il cast è impreziosito da Robert Benigni che, dopo la sua personale incursione nella fiaba di Pinocchio, ora interpreta Geppetto, e da Gigi Proietti, nei panni di Mangiafuoco.

L’attore premio Oscar da sempre legato al racconto di Collodi, ha detto: “Pinocchio è la nostra storia, è come il sole ed è davanti a noi ogni giorno. All’interno ci sono tutti gli insegnamenti di vita che si possono immaginare. In questo film c’è la bellissima storia d’amore del padre per il figlio, se ci pensate Geppetto è il padre più famoso del mondo al pari di San Giuseppe ed entrambi sono falegnami. Sono due padri adottivi di figli che risorgono, il racconto è quasi evangelico. Garrone, che considero uno dei più grandi registi di tutti i tempi, riesce davvero a rendere le sue immagini sullo schermo come un quadro dei macchiaioli in questo film, racconta già con le sole immagini. Lui sa far emozionare, commuovere e divertire. Questo Pinocchio è un regalo per il mio cuore e per quello di tutti gli italiani. È per tutti, dai 4 agli 85 anni”.

Pinocchio di Matteo Garrone arriverà al cinema il 19 dicembre, in tempo per le vacanze di Natale, e sarà distribuito da 01 Distribution.

Michelle Monaghan: 10 cose che non sai sull’attrice

Michelle Monaghan: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Michelle Monaghan potrà non essere un nome particolarmente familiare, ma negli anni si è costruita una solida carriera partecipando a numerosi film d’azione, commedie e thriller ad alta tensione. Celebre anche per i suoi ruoli televisivi, come quello nella prima stagione della serie True Detective, la Monaghan si è negli anni guadagnata le attenzioni di critica e pubblico, che l’hanno seguita nel crescere della sua filmografia, apprezzandone la versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Michelle Monaghan.

Michelle Monaghan: i suoi film

1. Ha recitato in numerosi lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2002 con il film L’amore infedele. Negli anni successivi la sua popolarità cresce grazie alla partecipazione a film come The Bourne Supremacy (2004), Mr. & Mrs. Smith (2005), Mission: Impossible III (2006), Gone Baby Gone (2007), Lo spaccacuori (2007), Trucker (2008) e Un amore di testimone (2008). L’attrice si fa ulteriormente notare con i suoi ruoli in Somewhere (2010), Parto col folle (2010) e Source Code (2011). Negli ultimi anni ha invece partecipato ai film La formula della felicità (2014), Pixels (2015), Boston – Caccia all’uomo (2016) e Mission: Impossible – Fallout (2018).

2. È celebre per i ruoli televisivi. Dopo aver recitato in alcuni episodi delle serie Young Americans (2000), Law & Order – Unità vittime speciali (2001) e Boston Public (2002-2003), l’attrice è divenuta celebre per il ruolo di Maggie Hart nella prima stagione della serie True Detective (2014). Dal 2016 al 2018 è invece tra i protagonisti della serie The Path, dove recita accanto all’attore Aaron Paul.

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3. Ha ricoperto il ruolo di produttrice. Nel corso della sua carriera l’attrice si è cimentata anche come produttrice, una prima volta per il film Trucker e in seguito per la serie The Path.

4. Ha ricevuto nomination a importanti premi per i suoi ruoli. Per il suo ruolo nella serie True Detective l’attrice è stata nominata come miglior attrice non protagonista ai premi Satellite Awards e Golden Globe.

Michelle Monaghan è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,1 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia della propria famiglia o dei propri amici. Non mancano tuttavia anche immagini e video promozionali dei suoi progetti da interpreti.

Michelle Monaghan: la sua vita privata

6. È sposata e ha dei figli. Nel 2000, durante un party, l’attrice conosce Peter White, grafico australiano. I due si sono sposati poi cinque anni dopo, nel 2005. La coppia ha poi avuto due figli, nati rispettivamente nel 2008 e nel 2013.

Michelle Monaghan e la Fiorentina

7. Sostiene la squadra di calcio italiana. Nel febbraio del 2019 l’attrice ha fatto sapere tramite i propri profili social di aver assistito ad una partita della squadra di calcio Fiorentina contro l’Inter, seduta in Curva Fiesole con tanto di sciarpa viola, simbolo della squadra toscana.

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Michelle Monaghan in True Detective

8. Sedurre il protagonista è stata la cosa per lei più difficile. Nella serie l’attrice interpreta la moglie del personaggio di Woody Harrelson. Desiderosa di liberarsi del proprio infelice matrimonio, la donna sedurrà poi Rust Cohle, interpretato da Matthew McConaughey. L’attrice ha dichiarato che la scena si è rivelata particolarmente difficile da girare, per via dell’alto tasso erotico. Tuttavia con l’aiuto del collega le riprese sono andate per il meglio.

9. Ha accettato subito il ruolo. Gli ideatori Cary Fukunaga e Nic Pizzolato proposero il ruolo all’attrice, che non appena ebbe letto la sceneggiatura di alcuni episodi accettò la parte, pur non sapendo ancora alcuni dei risvolti narrativi del suo personaggio.

Michelle Monaghan età e altezza

10. Michelle Monaghan è nata a Winthrop, in Iowa, Stati Uniti, il 23 marzo 1976. L’altezza complessiva dell’attrice è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Cube – Il Cubo: 10 cose che non sai sul film

Cube – Il Cubo: 10 cose che non sai sul film

Diretto nel 1997 dal regista di origini italiane Vincenzo Natali, Cube – Il cubo è diventato negli anni un piccolo cult, a cui è seguito un sequel e un prequel. Di genere thriller, l’opera si è inoltre guadagnata un suo buon seguito di fan, attratti dalla sua struttura e dai colpi di scena. Il film è inoltre diventato fonte di ispirazione per quei film basati su sadici giochi in cui i personaggi devono trovare la soluzione agli indovinelli proposti per riuscire a sopravvivere, come il caso esemplare della saga Saw.

Ecco 10 cose che non sai su Cube – Il cubo.

Cube – Il cubo: la trama del film

1. È strutturato su pochi ambienti. Protagonisti del film sono un gruppo di persone che, senza ricordarsi come vi siano giunti, si ritrovano intrappolati in un cubo dal quale sembra esistere solo una via d’uscita, mentre ogni altra conduce ad una fine atroce.

2. I personaggi vengono sottoposti a sfide sempre più difficili. Nel procedere degli enigmi, i protagonisti si troveranno alle prese con un sempre maggiore livello di difficoltà, che li costringerà a ponderare bene le loro scelte prima di addentrarsi oltre, rischiando la morte.

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Cube – Il cubo: il cast del film

3. È composto da attori poco noti. Per la sua natura di piccolo film indipendente, il film non ha potuto permettersi l’utilizzo di attori di richiamo, ma si è avvalso di alcuni interpreti divenuti poi celebri in seguito al film. Tra questi si hanno Maurice Dean Wint, Nicole de Boer, David Hewlett e Wayne Robson.

4. Il cast ha odiato una sequenza in particolare. Gli attori del film hanno dichiarato di aver particolarmente gradito la sequenza girata nella stanza di colore bianco, mentre quella meno apprezzata è stata quella nella stanza di color rosso, sia per la difficoltà che richiese per le riprese quanto per la sua natura particolarmente violenta.

5. Il regista voleva girare il film in ordine cronologico. Inizialmente il regista programmò le riprese secondo un ordine cronologico, ma tuttavia costretto ad abbandonare tale idea per via della difficoltà riscontrata nel funzionamento delle porte dei cubi.

Cube – Il cubo è in streaming

6. È disponibile in streaming. Per gli appassionati del film, o per chi desiderasse guardarlo per la prima volta, sarà possibile farlo grazie alla sua presenza su alcune popolari piattaforme streaming. Tra queste vi sono Chili, Apple iTunes e Netflix. Per riprodurre il film basterà noleggiarlo, acquistarlo o semplicemente sottoscrivere un abbonamento alla piattaforma di riferimento.

Cube – Il cubo: esiste un sequel

7. È stato realizzato un sequel del film. Nel 2002 viene realizzato un sequel del film intitolato Il cubo 2 – Hypercube. Il film ripropone pressoché la medesima struttura, solo con nuovi personaggi e nuove trappole da superare. La grande novità è data dalla diversa ambientazione, dove si introduce la quarta dimensione e l’iperspazio.

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Cube – Il cubo: il trailer del film

8. Ha attratto numerosi spettatori. Il film ha conquistato la curiosità di numerosi spettatori grazie al suo trailer, dove vengono brevemente presentati i personaggi e il contesto in cui si muovo. Non vengono tuttavia mostrati i numerosi pericoli a cui sono sottoposti, generando così curiosità negli spettatori, desiderosi di sapere come proseguiranno le avventure dei protagonisti.

Cube – Il cubo: il finale del film

9. Ha un finale inaspettato. Tra le cose che maggiormente hanno conquistato il pubblico vi è il finale del film, dove la vera natura dei protagonisti viene a svelarsi, generando un susseguirsi di situazioni inaspettate, che accentuano di conseguenza la crescente cupa atmosfera del film.

Cube – Il cubo: le recensioni del film

10. Ha ricevuto critiche generalmente positive. Sull’aggregatore statunitense di recensioni Rotten Tomatoes, il film riporta una percentuale di gradimento dei critici del 63%. Questi lodano in particolare la sceneggiatura e la messa in scena, funzionali alla tensione del film. Più alto è invece la percentuale di gradimento da parte degli spettatori, stabilita al 76%.

Fonte: IMDb

 

 

 

 

The Irishman: la storia vera dietro al film di Martin Scorsese

The Irishman: la storia vera dietro al film di Martin Scorsese

Disponibile su Netflix dal 27 novembre, The Irishman è il nuovo film del regista premio Oscar Martin Scorsese, che torna per l’occasione a lavorare con i suoi attori feticcio Robert De Niro e Joe Pesci, e dando vita alla sua prima collaborazione con Al Pacino. Il film, costato all’incirca 200 milioni di dollari, è tratto dal romanzo I Heard You Paint Houses, di Charles Brandt. Basato sulla vita del sicario Frank Sheeran, il film attraversa numerosi decenni di storia americana per dar vita ad una lunga odissea nel mondo della criminalità organizzata.

Ispirato ad una storia vera, e con personaggi realmente esistiti, il film non è ovviamente fedele in modo dettagliato alla realtà degli eventi narrati. Alcuni aspetti vengono raccontati tradendo una certa accuratezza in nome dell’intrattenimento cinematografico. Di seguito si riporteranno una serie di domande basate sul film, e che rispondono a quanto di differente c’è tra il film e i fatti a cui è ispirato.

Frank Sheeran ha davvero confessato sul suo letto di morte di aver ucciso Jimmy Hoffa?

Stando alla vera storia dietro The Irishman, Frank Sheeran ha effettivamente rivendicato la responsabilità della morte, nel 1975, del sindacalista Jimmy Hoffa. Prima di morire di cancro, Sheeran raccontò la sua storia a Charles Brandt, che l’ha riportata poi nel pagine suo libro di saggistica del 2004, intitolato I Heard You Paint Houses. Il libro è poi diventato la base per il film diretto da Martin Scorsese.

Frank Sheeran è realmente stato in prigione?

L’FBI accusò Sheeran di associazione a delinquere e strozzinaggio, venendo condannato a 32 anni di prigione. Dopo nove anni, l’avvocato Charles Brandt ottiene la libertà condizionale per Sheeran, ormai settantunenne, per motivi medici. È così che Brandt, che avrebbe poi scritto il libro, è divenuto amico di Sheeran.

Robert De Niro assomiglia al vero Frank Sheeran?

A parte i capelli lisci e un po’ di peso in eccesso, De Niro, alto all’incirca 178 centimetri, non condivide una grande somiglianza con l’irlandese Frank Sheeran, il quale era invece alto 195 centimetri. Tuttavia De Niro, noto principalmente come attore italoamericano, condivide con Sheeran delle origini irlandesi, ereditate da parte di suo padre.

Frank Sheeran ha davvero sviluppato le sue capacità di sicario durante il servizio nella seconda guerra mondiale?

Stando alle dichiarazioni di Sheeran, egli prese parte a numerose esecuzioni di prigionieri di guerra tedeschi durante i suoi lunghi 411 giorni sul campo. Alcuni di questi vengono descritti nel libro I Heard You Paint Houses di Charles Brandt. Sheeran raccontò che se anche un soldato tedesco si fosse arreso dopo aver ucciso uno dei suoi amici più cari, la resa non lo avrebbe comunque salvato dall’essere ugualmente giustiziato.

In un caso, la sua unità si imbatté in una corriera militare tedesca che trasportava cibo e acqua sulle montagne Harz. Dopo aver permesso alle donne di fuggire, lui e i suoi compagni mangiarono ciò che volevano, sporcando il resto con i propri rifiuti. Dopo di che, racconta Sheeran, ordinarono ai rimanenti tedeschi di scavare le proprie tombe, dove poi li giustiziarono e seppellirono. Sheeran afferma di non aver avuto esitazioni nel fare ciò che doveva fare. La sua capacità di porre fine alla vita altrui in modo freddo e spietato divenne la più grande caratteristica nel momento in cui divenne un sicario della mafia.

Sheeran confessò a Brandt che gli ordini ricevuti dai suoi comandanti nell’esercito non erano poi tanto diversi da quelli che gli furono dati in seguito dai capi criminali. “Era proprio come quando un ufficiale ti diceva di riportare un paio di prigionieri tedeschi dietro la linea e di fare una cosa rapida. Semplicemente facevi quello che dovevi fare.

Frank Sheeran era una figura popolare nell’ambiente criminale?

Date le sue origini irlandesi e non italiane, Sheeran non era incline a divenire una figura centrale in ambiente criminale, ma era anzi un personaggio “periferico” in quel di Philadelphia. Sheeran viveva inoltre a Scranton, in Pennsylvania, città per lo più estranea all’attività mafiosa.

Come ha fatto Frank Sheeran a conoscere Jimmy Hoffa?

Dopo essere stato dimesso dall’esercito nell’ottobre 1945, esattamente il giorno dopo aver compiuto venticinque anni, Frank Sheeran trovò lavoro come camionista. Per guadagnare dei soldi extra, inizia a commettere piccoli crimini. I suoi sforzi criminali hanno in seguito attirato l’attenzione dei capi della mafia Russell Bufalino e Angelo Bruno. Bufalino, che era il capo della nota famiglia criminale Bufalino, prese Sheeran sotto la sua ala e divenne il suo mentore. Fu proprio Bufalino a mettere in contatto Sheeran con il sindacalista Jimmy Hoffa, che supervisionava il sindacato i cui membri includevano camionisti come Sheeran. I due divennero amici intimi, con Hoffa che si avvaleva di Sheeran per protezione personale e omicidi di quanti ostacolavano il loro cammino.

Frank Sheeran si era sposato due volte?

La storia di Sheeran lo vede sposarsi un prima volta con un’immigrata irlandese di nome Mary, poco dopo il ritorno dalla seconda guerra mondiale. I due hanno a lungo vissuto in Pennsylvania, dando alla luce tre figli. La coppia divorziò poi nel 1968. Nel film di Scorsese Mary è interpretata dall’attrice Aleksa Palladino. Sheeran sposò poi  una donna di nome Irene, interpretata nel film da Stephanie Kurtzuba.

Che cosa significa il titolo del libro “I Heard You Paint Houses“?

Il titolo del libro, “I Heard You Paint Houses“, è una metafora che si riferisce all’assassinio di un malcapitato. La “vernice” in questione altro non è che il sangue della vittima che schizza sul pavimento e sulle pareti. Come visto nel film, queste furono probabilmente anche le prime parole che Jimmy Hoffa pronunciò a Frank Sheeran, tramite una telefonata. Sheeran avrebbe poi menzionato gli “schizzi di vernice” anche durante la sua confessione per l’omicidio di Hoffa.

Si potrebbe facilmente presumere che questa espressione faccia parte del gergo criminale. Tuttavia, non lo è. In effetti, sembra che non ci sia traccia della frase “ho sentito che dipingi case”, se non nel libro di Charles Brandt. Di conseguenza, è lecito chiedersi se in realtà tale espressione sia mai stata realmente detta. Brandt sostiene che i mafiosi della famiglia criminale Bufalino nella Pennsylvania nord-orientale hanno il loro specifico gergo. Fu probabilmente l’agente letterario Frank Weimann a scegliere tale frase per il titolo del libro.

Qual è stato il motivo della mafia per uccidere Jimmy Hoffa?

Frank Sheeran era molto fedele al suo mentore, il boss della mafia di Philadelphia Russell Bufalino. Quando Bufalino e altre figure della criminalità organizzata si schierarono contro di Hoffa, Sheeran non poté non stare al fianco di Bufalino, tradendo di fatto la sua amicizia con Hoffa. Quando Jimmy Hoffa andò in prigione nel 1967 per manipolazione della giuria, tentata corruzione e frode, Hoffa installò al suo posto un debole di nome Frank Fitzsimmons come presidente del sindacato International Brotherhood of Teamsters .

Sebbene Hoffa esercitasse ancora un proprio potere dalla prigione, Fitzsimmons era ora responsabile del fondo pensioni degli Stati centrali dei Teamsters, un fondo da miliardi di dollari. Sotto Hoffa, i prestiti concessi dal fondo erano legittimi, il che significa che ci si assicurava che fossero garantiti e rimborsati nel fondo. I Fitzsimmons, al contrario, fecero dei cattivi prestiti alla mafia che non furono mai rimborsati.

Una volta uscito di prigione, Hoffa intendeva mettere le mani sui registri della Cassa pensione e rendere noti tutti i crediti che Fitzsimmons aveva accumulato. Hoffa progettò anche di candidarsi nuovamente come il presidente dei Teamsters contro Fitzsimmons nel 1976, un’elezione che probabilmente avrebbe vinto. Se Hoffa avesse riprso il controllo del fondo pensione, la mafia avrebbe perso la sua gallina dalle uova d’oro. Colpire direttamete Hoffa era dunque un modo quasi garantito per risolvere il problema.

Quante persone hanno ucciso il vero Frank Sheeran?

Charles Brandt, autore del romanzo, afferma che Sheeran confessò di aver ucciso all’incirca 25-30 persone. Tuttavia, Sheeran non riusciva a ricordare un numero esatto. Tuttavia non esistono prove concrete per dimostrare che Frank Sheeran abbia mai ucciso realmente una sola persona.

Sheeran è anche l’unico ad aver sostenuto che Hoffa abbia commesso un omicidio. L’unica prova di Brandt a riguardo sono alcune citazioni dello stesso Hoffa, noto per il suo carattere irascibile, il quale sembra aver affermato di voler uccidere diverse persone, tra cui John F. Kennedy, suo fratello Bobby e altri. Tuttavia, non ci sono prove che Hoffa abbia mai effettivamente concretizzato tali dichiarazioni.

Cosa ha motivato Frank Sheeran a confessare la storia secondo cui avrebbe ucciso Jimmy Hoffa?

La ragione più logica per cui Frank Sheeran avrebbe confessato sul letto di morte di aver ucciso Jimmy Hoffa era che si trovava al verde e desiderava lasciare dei soldi alla sua famiglia. È ovvio che trasformare la sua storia di vita in un libro avrebbe potuto permettergli di fare ciò. Il libro di Charles Brandt divenne infatti un bestseller del New York Times e l’autore vendette in seguito i diritti cinematografici al regista Martin Scorsese.

Tuttavia è bene aggiungere che Sheeran aveva anche precedentemente affermato di non aver ucciso Jimmy Hoffa. Nel 1995, dichiarò infatti al Philadelphia Daily News, di non aver avuto nulla a che fare con quel caso, e nel 2001 indicò Sal Briguglio come l’assassino.

Qual è stato il motivo per cui il film ha richiesto un budget di circa 200 milioni di dollari?

Ad aver fatto lievitare il budget del film sono stati gli effetti speciali necessari per permette ad Al Pacino, Robert De Niro e Joe Pesci di sembrare più giovani di 30 anni. L’Industrial Light & Magic ha gestito il processo di invecchiamento. Netflix ha acquisito il film dopo che diversi studi di produzione si sono ritirati a causa del budget crescente. The Irishman è ad oggi il film più costoso della carriera del regista Martin Scorsese.

Fonte: HistoryVSHollywood

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Baz Luhrmann dirigerà l’adattamento di The Master and Margarita

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Baz Luhrmann dirigerà l’adattamento di The Master and Margarita

Con il biopic su Elvis Presley attualmente in fase di pre-produzione, Baz Luhrmann ha nel frattempo già trovato il suo prossimo progetto cinematografico: si tratta dell’adattamento del romanzo The Master and Margarita, fantasy con venature soprannaturali dello scrittore e drammaturgo russo Michail Bulgakov.

Il romanzo originale, edito in Italia col titolo “Il maestro la Margherita”, si contraddistingue per lo spiccato contenuto satirico e racconta delle persecuzioni politiche inflitte a uno scrittore e drammaturgo definito il “Maestro” e al suo amore Margherita Nikolaevna da parte delle autorità sovietiche degli anni ’30. È stato pubblicato per la prima volta tra il 1966 e il 1967.

A proposito del progetto, Baz Luhrmann ha dichiarato: “Sento un’incredibile connessione con la storia raccontata in The Master and Margarita. A lungo ho cercato di ottenere i diritti su questo romanzo straordinario. Sono eccitato all’idea di avere finalmente l’opportunità di realizzare un mio adattamento di quest’opera rivoluzionaria.”. Luhrmann svilupperà il progetto insieme alla sua società, la Baz & Co.

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In attesa di nuovi dettagli sul progetto, ricordiamo che il regista sarà impegnato a breve con le riprese del sopracitato biopic dedicato a Elvis Presley, che vedrà Austin Butler (C’era una volta a Hollywood) nei panni delle leggenda del Rock’n’Roll e Tom Hanks (Un amico straordinario) in quelli del suo manager, il Colonnello Tom Parker. Le riprese del film partiranno a febbraio 2020 e si svolgeranno in Australia, città natale di Luhrmann.

Fonte: Deadline

Justice League: ecco Henry Cavill con il costume nero di Superman

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Zack Snyder ha fatto la gioia dei fan di Justice League nelle ultime ore, quando attraverso il suo account Vero ha finalmente condiviso un’immagine mai vista prima del tanto chiacchierato costume nero di Superman che Henry Cavill avrebbe dovuto indossare nel film.

A sciogliere i dubbi di alcuni fan che hanno pensato che l’immagine in questione provenisse in realtà dal backstage de L’Uomo d’Acciaio, è stato lo stesso Snyder, che nei commenti sotto l’immagine ha rivelato che nella versione originale del film, Cavill avrebbe dovuto indossare proprio il costume nero.

Più o meno un anno fa, il costumista Michael Wilkinson aveva spiegato che Snyder “era  estremamente rispettoso dei fumetti e voleva una rappresentazione del personaggio fedele all’originale, ed infatti tradizionalmente il costume era nero nel momento della rinascita“.

Di recente, sempre su Vero, Zack Snyder aveva confermato l’esistenza della versione ribattezzata #SnyderCut del film (esistenza messa in discussione dallo stesso Henry Cavill), postando un’immagine che ne confermava anche la durata: 214 minuti, quindi circa tre ore e mezza.

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Nelle ultime settimane sono emersi ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata” di Justice League, con Snyder che ha spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati da varie interferenze con lo studio:

“Partivamo con l’idea che una minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman v Superman […]

Sarebbe stata una lunga storia da raccontaresaremmo finiti in un futuro a distanza dove Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a Bruce…

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