Di recente i fan di Star
Wars hanno discusso a lungo del fatto che Leia, pur
essendo una Skywalker, non è mai diventata un Cavaliere Jedi, pur
dimostrando (ne Gli Ultimi Jedi è evidente) una
connessione con la Forza.
Adesso Star Wars #40 ha
risposto alla domanda che tutti si pongono, durante un dialogo tra
Luke e Leia nel nuovo numero della storia a fumetti, ambientata tra
Una Nuova Speranza e L’Impero Colpisce Ancora. Lo scrittore
Kieron Gillen ha messo i tre eroi (Luke, Leia e
Han) a lavoro insieme alle ultime forze di Saw Gerrera. Dopo aver
distrutto una trivella che l’Impero ha portato su Jedha per minare
e raccogliere i rimanenti cristalli Kyber, Luke decide di far
visita al sito che ospitava il vecchio tempio Jedi, ma Leia lo
richiama, dicendogli che la loro missione non è finita e si
arrabbia con lui perché abbandona la missione per “degli affari
da Jedi“, chiamandolo irresponsabile.
Allora Luke le spiega che per lui è
importante conoscere queste cose di Jedi, come le chiama lei,
allora Leia replica, raccontando: “Ti ho mai detto le ultime
parole che mio padre mi ha rivolto? Era un incontro per una
missione.”
Poi segue un flashback in cui
vediamo Leai e Bail Organa, suo padre, o almeno quello che lei
crede essere suo padre e che l’ha effettivamente cresciuta. Mentre
la Ribellione è prossima alla Battaglia di Scarif (raccontata in
Rogue One), Bail spiega a Leia i suoi piani e il
suo compito: prendere in consegna i piani e mettersi in contatto
con Obi-Wan Kenobi.
Star Wars: Leia
doveva essere il primo padawan di Luke
“Questa è la cosa più importante
che ti abbia mai chiesto, la più importante che abbia mai chiesto a
chiunque”. Quando Leia gli chiede se non ci sia qualcuno di
più indicato, lui replica: “Non c’è nessuno migliore. Mi fido
di te più di ogni altra persona, non c’è niente che non puoi
affrontare.”
Tornando al presente, nel fumetto,
Leia dice a Luke: “Non lo abbiamo capito all’ora, ma ma era
l’incontro che ha ridefinito tutta la mia vita. Ogni volta che
dubito, penso a quel momento. Lui si fidava di me per finire questa
cosa, e io lo farò.”
Tuttavia Luke rimane della sua idea
e dei suoi desideri di far visita al tempio, spiegando che per lui
è importante dicendo: “Sento che devo farlo”. Al che Leia
risponde che anche lei “sente quella stessa necessità”, ma
che crede sia più importante il dovere. “Non possiamo essere
tutti dei sognatori”, gli dice.
Ecco le immagini dal fumetto:
Insomma Leia ha effettivamente
scelto l’impegno politico, il dovere, rispetto alla via dei Jedi,
per cui era comunque adatta, visto che sentiva anche lei il
richiamo della Forza.
In queste scelte differenti risiede
la bellezza dei due gemelli Skywalker.
Lo scorso Novembre i media
americani avevano riportato la notizia circa la morte di uno dei
personaggi principali del franchise di X-Men dopo
gli eventi di X-Men: Dark Phoenix, il nuovo capitolo in
arrivo nelle sale il 2 novembre 2018. Voce tra
l’altro confermata da una foto che mostrava il Professor X e altre
figure ai piedi di una lapide in un cimitero.
Speculazioni a parte, ecco quali
mutanti potrebbero effettivamente dire addio all’universo degli
X-Men, e chissà magari tornare sotto nuove vesti
nel futuro immaginato dalla Disney dopo l’accordo con la Fox:
Nightcrawler
Il nuovo
Nightcrawaler ha debuttato in X-Men:
Apocalypse ed è sembrato un personaggio molto più
complesso dello spazio a lui effettivamente riservato nel film.
Sarebbe interessante vederlo ancora nel franchise, anche se
bisognerà aspettare gli sviluppi della trama e gli eventi di Dark
Phoenix.
Quicksilver
Forse il personaggio più
divertente ed eclettico del nuovo franchise, il
Quicksilver di Evan Peters ha
avuto poco più che due lunghi camei negli ultimi film degli
X-Men. Sarebbe un peccato non poterlo vedere in
azione anche nel futuro, tuttavia i suoi poteri non sembrano
neanche lontanamente capaci di contrastare Phoenix.
Mystica
In origine non era prevista
la presenza di Jennifer Lawrence in X-Men:
Dark Phoenix, ma l’attrice ha deciso di fare un passo
indietro spinta dall’attaccamento al film e dal rispetto per i fan.
La sua morte, per mano di Jean Grey, è quanto mai
verosimile in previsione dell’addio alla saga della Lawrence, così
da chiudere definitivamente la storyline quasi decennale del
personaggio.
Magneto
Magneto è,
insieme a Mystica, Professor X e Bestia, uno dei personaggi
principali del riavvio del franchise con First
Class, dunque una sua eventuale morte lascerebbe spazio ai
nuovi mutanti apparsi tra Giorni di un futuro
passato e Apocalypse. Inoltre i suoi
poteri potrebbero non essere sufficienti per contrastare l’impeto
di Phoenix in uno scontro diretto.
Il film è diretto
da Simon Kinberg e vede nel
cast Michael Fassbender, Jennifer
Lawrence, Nicholas
Hoult,James McAvoy, Alexandra Shipp, Sophie
Turner, Tye Sheridan e Kodi Smit-McPhee.
Si unisce al cast anche Will Traval.
L’immortale storia di
Stephen King, quella raccontata in
IT, ha trovato il suo primo adattamento
cinematografico nel 2017, un adattamento di grande successo
economico, che pur non avendo soddisfatto a pieno i fan del
romanzo, ha fatto felici le casse della Warner
Bros.
Sia il film che il romanzo
condividono il celebre prologo in cui il piccolo Georgie esce di
casa con la sua barchetta di carta e va, ignaro, incontro al suo
destino tragico.
Le premesse delle storie sono tutte
lì, dove nascono e risiedono orrore, paura e vendetta.
Tuttavia c’è chi vuole dare una
possibilità al fratelli minore di Bill, come @MEdwardsVA che ha realizzato questo video,
un finale alternativo e felice per Georgie e la
sua barchetta.
The people who made IT (2017) actually made
a joke version of the Pennywise/Georgie scene. I don't think I've
ever heard of a film doing a joke version of a scene and actually
keeping it as a deleted scene. pic.twitter.com/RQhoHhFwiU
Oltre a Bill
Skarsgard (che interpreta Pennywise) nel cast del
film figurano anche Jaeden Lieberher, Finn Wolfhard,
Sophia Lillis, Jack Dylan Grazer, Wyatt Oleff, Chosen
Jacobs e Jeremy Ray
Taylor.
Dopo la rinuncia
di Cary Fukunaga (True
Detective) con Will
Poulter pronto a
incarnarePennywise, la regia è stata
affidata
ad Andy Muschietti (La
Madre). Dan Lin, Roy Lee, Seth
Grahame-Smith e David
Katzenberg produrranno l’adattamento che segue quello
televisivo degli anni Novanta
conJohn
Ritter eTim
Curry.
Possiamo finalmente dichiarare
chiusa la diatriba sui pantaloni indossati da Kylo
Ren in Star
Wars: Gli Ultimi Jedi, oggetto di scherzi, parodie e
quant’altro sul web da quando il film è sbarcato nelle sale lo
scorso 13 dicembre. Il suo originale ma un po’ fuori tempo modello
a vita alta sembra aver così scandalizzato i fan da meritare la
risposta del costumista Michael Kaplan che ha così
replicato:
“Il mondo di Star
Wars non è il nostro mondo. Kylo Ren non è un hipster che indossa
jeans attillati. Pensate a Errol Flynn e alla sua freddezza
spavalda come punto di partenza. E nascondete
quell’ombelico!“
Proprio qualche settimana fa era
partita sui social una Kylo Ren Challenge, dove
chi partecipava avrebbe dovuto fotografarsi a torso nudo con un
pantalone uguale a quello indossato dal personaggio di Adam
Driver nel film. Un modo simpatico per ridere della
faccenda senza prendersi troppo sul serio.
Durante l’Ace Comic-Con, parlando
con ComicBook.com, Anthony
Mackie, l’attore che interpreta Falcon nel
Marvel Cinematic Universe,
ha spiegato che in Avengers: Infinity War sono
stati coinvolti almeno 40 eroi.
“C’è stato un giorno in cui
eravamo sul set e dovevamo girare la scena che vedete nel trailer,
quella in cui tutti corriamo verso la battaglia, tutti insieme, ed
eravamo circa 40 supereroi. Mi sono guardato a destra e c’erano Tom
Holland e Dave Bautista. Li ho visti nell’angolo, e Tom era alto
quanto una gamba di Dave, non so di cosa stessero parlando, ma
Bautista ha fatto una mossa in aria, calcio pungo, e ho pensato che
lo avrebbe ucciso!”.
Al suo fianco, Chris
Evans, che occupa il centro dell’attenzione nella scena,
ha confermato: “Quel giorno è stato molto divertente, me lo
ricordo [ridacchia tra sé]… vedrete. È stata una grande
giornata, con un sacco di persone grandiose.”
Cosa accadrà in quella scena che già
solo dal trailer ha entusiasmato il pubblico?
Avengers: Infinity
War, i Vendicatori divisi in tre schieramenti
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel
Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta
sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli
Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a
sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos
prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta
fine all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto da
Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal
25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i
Vendicatori contro Thanos
Nel cast torneranno tutti gli eroi
protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel
Marvel Cinematic Universe, da Iron
Man (2008) e Black Panther (2018).
Il giovane protagonista di
Chiamami col tuo nomeTimothée
Chalamet è solo l’ultima delle celebrità americane ad
esporsi per il movimento Time’s Up in difesa delle
vittime femminili di abusi e violenze, decidendo di donare tutto lo
stipendio del film girato con Woody Allen proprio
a questa associazione. L’attore, che la scorsa estate ha lavorato
con il regista newyorkese, ha risposto così alle innumerevoli
domande della stampa circa il suo coinvolgimento professionale con
Allen (di recente accusato di ripetute violenze ai danni della
figlia Dylan Farrow).
Di seguito le parole di Chalamet
pubblicate sul suo profilo Instagram:
“Quest’anno ha
cambiato il mio modo di vedere e sentire tante cose; è stata
un’educazione entusiasmante e, a volte, illuminante. Ho scelto
progetti dal punto di vista di un giovane attore che cerca di
seguire le orme degli attori più esperti che ammiro. Ma sto
imparando che un buon ruolo non è l’unico criterio per accettare un
lavoro – il che mi è diventato molto più chiaro negli ultimi mesi,
avendo assistito alla nascita di un potente movimento intento a
porre fine all’ingiustizia, alla disuguaglianza e soprattutto, al
silenzio.“
“Mi è stato chiesto
in alcune recenti interviste sulla mia decisione di lavorare con
Woody Allen“, ha poi aggiunto, “Non sono in grado di
rispondere direttamente alla domanda a causa di obblighi
contrattuali. Ma quello che posso dire è questo: non voglio trarre
profitto dal mio lavoro nel film e, a tal fine, donerò il mio
intero stipendio a tre enti di beneficenza: TIME’S UP, The LGBT
Center a New York, e RAINN.“
Nei giorni scorsi anche Greta
Gerwig, che ha diretto Chalamet in Lady Bird, aveva dichiarato che
non avrebbe più lavorato con Woody Allen in futuro.
Vi ricordiamo
che Timothée Chalamet sarà presto nelle
nostre sale con il nuovo film di Luca Guadagnino,
Chiamami col tuo nome, insieme ad Armie
Hammer.
Tom Cruise è noto
per i suoi folli stunt, occasioni che lo mettono in condizioni
estreme e che gli vengono offerte sempre più spesso dai tanti film
action in cui è coinvolto. Tra questi ovviamente c’è
Mission Impossible 6, che l’attore sta ancora
girando e per cui si è di nuovo offerto di mettere a rischio la sua
incolumità per realizzare in prima persona i salti acrobatici
richiesti a Ethan Hunt.
Arrivano da US Magazine
nuove immagini in cui Cruise, non pago di essersi già infortunato
la caviglia nei mesi scorsi sul set del film, torna a sfidare la
forza di gravità calandosi da una finestra, in corsa. Ecco le
immagini.
Proprio a causa di questi stunt, la
produzione si è interrotta per sei settimane, nel corso del 2017,
ma Tom Cruise sembra incrollabile e continua il
suo percorso professionale che, ormai, sembra diventata una gara di
resistenza.
A dirigere il film è stato
richiamato Chris McQuarrie, che ha già
diretto Cruise in Mission Impossible Rogue
Nation.
La produzione
di Mission Impossible
6 comincerà con ogni probabilità nella primavera
2017. Confermati nel cast per adesso ci sono, insieme
a Tom Cruise, Rebecca Ferguson, Jeremy Renner, Sian
Brooke, Henry Cavill, Alec
Baldwin e Simon Pegg.
Come annunciato ieri dallo stesso
James Gunn, Guardiani della Galassia:
Volume 3 arriverà nelle sale nel 2020 e molto
probabilmente la scia degli eventi lasciati da Avengers:
Infinity War e Avengers 4 influiranno sul
futuro dei personaggi. Nel frattempo, sembra proprio che
Chris Pratt abbia già pensato a qualche idea per
il terzo capitolo del franchise, in particolare sullo sviluppo del
prossimo villain. Questa la traduzione del suo ultimo Tweet rivolto
al regista e sceneggiatore:
“Può il cattivo del
Volume 3 essere un ragazzo che ha una scatola di cartone piena di
serpenti, sì o no? Se è no allora, che ne dici di una manciata di
serpenti con lui che dice: che razza di serpenti? E poi c’è lui che
ci lancia i serpenti?“
La proposta di Pratt non sembra così
malvagia, dal momento che il suo personaggio nel film, Star Lord,
ha la fobia dei rettili. Vedremo se questa sarà presa in
considerazione da Gunn o se sarà scartata del tutto. In fondo
esistono decine di ottimi villain nei fumetti di Guardiani
della Galassia, e ci sarebbe solo l’imbarazzo della
scelta.
Vi ricordiamo che i Guardiani della
Galassia appariranno in Avengers: Infinity War,
nelle sale dal 25 aprile 2018, e che James
Gunn tornerà a scrivere e
dirigere Guardiani della Galassia Vol. 3, con
al suo fianco i protagonisti del film, presumibilmente, a seconda
di come si svilupperanno le varie storyline in Avengers 3 e 4.
Nonostante abbia fatto parte
dell’universo di Star
Wars per la durata di un solo film, La
Minaccia Fantasma, Liam Neeson sembra
possibilista in merito all’eventualità di tornare a interpretare il
Maestro Jedi Qui-Gon Jinn.
Durante la promozione di
L’Uomo sul treno – The Commuter, Neeson ha
commentato la possibilità di uno spin-off con Yahoo Movies UK:
“Questa è la prima volta che sento una cosa del genere. Nessuno
si è messo in contatto con me, ma so che nell’universo di Star Wars
tutto è possibile.”
Neeson ha poi continuato: “Nel
primo film, La Minaccia Fantasma, sono morto, ma sapete che i Jedi
possono tornare e fare cose del genere, ma nessuno si è messo in
contatto con me. Vedremo.”
Maestro di Obi-Wan
Kenobi, Qui-Gon è stato il primo ad avvertire qualcosa di
speciale nel piccolo Anakin Skywalker, portandolo
con sé per fargli seguire l’addestramento Jedi. Tuttavia, nell’arco
della stessa storia, il Maestro trova la morte per mano di
Darth Maul, sotto gli occhi impotenti di Obi-Wan,
che poi riesce a vendicarlo.
Uno spin off su Qui-Gon
Jinn si unirebbe alla storia dei ribelli che hanno rubato
i piani della Morte Nera, vista in Rogue One: A Str Wars
Story, a quella sulla giovinezza di Han Solo che vedremo
in Solo: A Star Wars Story, e a quella annunciata
su Obi-Wan Kenobi.
Tra gli altri nomi che potrebbero
essere protagonisti di uno spin off ricordiamo Boba
Fett e Yoda, ma non ci sono ancora stati annunci ufficiali
da parte della Lucasfilm.
Due giorni fa si era diffusa la
voce, non confermata ovviamente, di una possibile uscita
dall’universo cinematografico DC di The Batman
diretto da Matt Reeves, alla quale poteva seguire
anche l’allontanamento di Ben Affleck dal ruolo
(pur rimanendo il crociato di Gotham nei prossimi titoli del
DCU, come Suicide Squad 2 ad
esempio).
A questo rumour se ne è aggiunto un
altro, diffuso dal sito Revenge of the fans, secondo cui
Affleck potrebbe essere sostituito nel nuovo standalone da
Jake Gyllenhaal (uno dei nomi già citati tempo
fa).
“Gyllenhaal è probabilmente
Batman. Affleck non è ancora del tutto fuori dai piani dell DC,
perché ha ancora un contratto da onorare, eppure la produzione è ai
ferri corti con lui. Se Affleck tira troppo il filo, Gyllenhaal
entra in gioco.“, queste le parole del sito.
La situazione appare sempre meno
chiara man mano che si procede con le speculazioni. Sarà davvero
possibile avere due diversi Batman nel futuro della Warner Bros?
Ben Affleck lascerà il costume dell’Uomo Pipistrello ad un altro
attore? Ma soprattutto, come verrà giustificato l’addio?
James Cameron continua a lavorare senza sosta
al suo progetto di portare al cinema i sequel di
Avatar, nella forma di due dittici che
proseguiranno la storia di Jake Sully e Neytiri e
dei loro figli ed eredi.
Ospite allo show AMC
Visionaries, James Cameron ha spiegato
perché i suoi sequel di Avatar sono così
impegnativi e perché è necessario tanto tempo per realizzarli:
“Penso che la lezione che ho
imparato dal primo film devo applicarla anche a questi nuovi film.
Più è fantastico e immaginario è il mondo in cui ambiento la
storia, più è di un altro mondo e più bisogna raggiungere i margini
di quello che è possibile in termini di ciò che puoi immaginare
sullo schermo, più deve essere solido e concreto nelle relazioni e
nell’essere realistico. E quindi spero di riuscire a fare questo
con i nuovi film.”
Ha poi continuato: “Non importa
quanto tu lo rivesta con scenografia e effetti visivi. Se la storia
non funziona, se non connetti i personaggi, semplicemente non
funzionerà.”
La storia nei sequel di
Avatarracconterà dunque di Jake Sully
(Sam Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) e dei loro figli che sono impegnati a vivere la
loro vita su Pandora e ad affrontare i conflitti con l’umanità.
Avatar
2debutterà il 18 dicembre
2020, seguito dal terzo capitolo il 17
dicembre 2021. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 20 dicembre
2024 e 19 dicembre 2025.
Chris Evans e
Sebastian Stan sono stati protagonisti di un
incontro con i fan in vista della promozione di Avengers:
Infinity War, e in questa occasione, Evans sembra aver
confermato una teoria molto cara ai fan.
L’attore ha firmato autografi ai
fan, e, in particolare sul gadget di Mary Schulte (uno scudo di
Captain America), ha lasciato intendere che la
teoria più accreditata sul film, secondo cui Steve Rogers diventerà
Nomad nel film, è effettivamente giusta.
Di seguito potete infatti vedere lo
scudo in questione, su cui Chris Evans ha scritto,
sotto alla sua firma, Cap e Nomad. Sulla parte destra dello scudo
invece si legge la firma di Sebastian Stan con
Winter Soldier e a seguire “Sono con
Nomad“.
Non si tratta di una conferma
ufficiale, ma senza dubbio è un buon indizio:
Avengers: Infinity
War, i Vendicatori divisi in tre schieramenti
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto da
Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal
25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i
Vendicatori contro Thanos
Nel cast torneranno tutti gli eroi
protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel
Marvel Cinematic Universe, da Iron
Man (2008) e Black Panther (2018).
Tutti i soldi del
mondo di Ridley Scott ha fatto parlare
moltissimo di sé, forse non per le ragioni “giuste”. Il film è
stato al centro dell’attenzione per i reshoot che hanno
“sostituito” Kevin Spacey con Christopher
Plummer, all’indomani delle accuse di molestie ricevute da
Spacey.
Tutti i soldi del
Mondo: Michelle Williams pagata meno
dell’1% rispetto a Mark Wahlberg per i
reshoot
Successivamente il polverone si è
alzato intorno alla diversa retribuzione che Michelle
Williams e Mark Wahlberg hanno ricevuto per partecipare a
questi reshoot. I due sono rappresentati dalla stessa agenzia, per
cui la notizia ha fatto molto scalpore, dal momento che la Williams
ha incassato meno dell’1% rispetto a quanto avuto da Wahlberg.
Di ieri invece la notizia che
Wahlberg ha deciso di donare alla #TimesUp la cifra, 1,5 milioni, a
nome della Williams stessa. Non si è fatta attendere la replica
dell’attrice. Secondo quanto riporta The Wrap,
Michelle Williams si è congratulata con
Wahlberg per la sua donazione all’associazione. L’attrice ha anche
lodato Anthony Rapp, la prima persona a sollevare
le accuse contro Kevin Spacey.
Mark Wahlberg dona
il compenso dei reshoot di Tutti i soldi del Mondo
alla #Timesup
“Oggi non si tratta di me, le
mie compagne attrici sono state al mio fianco e si sono alzate in
piedi per me, i miei amici attivisti mi hanno insegnato ad usare la
mia voce, e gli uomini più potenti in carica, hanno ascoltato e
hanno agito. Se immaginiamo veramente un mondo equo, ci vuole lo
stesso sforzo e sacrificio. Oggi è uno dei giorni più indelebili
della mia vita a causa di Mark Wahlberg, della WME e di una
comunità di donne e uomini che condividono questo
risultato.”
La dichiarazione molto diplomatica
della Williams stride con la comica di SNL, Aidy
Bryant, che ha dichiarato: “Certo, era cosa giusta da
fare, ma sarebbe stato meglio se non fosse passata un’intera
settimana di gogna mediatica per farla.”
Ecco un nuovo spot tv di
Black Panther in cui ci viene mostrato l’entourage
del Re di Wakanda, T’Challa. Ovviamente si tratta
del Dora Milaje.
Okoye (Danai
Gurira), Nakia (Lupita Nyong’o) e Ayo
(Florence Kasumba) sono le guerriere appartenenti
al Dora Milaje che conosciamo. Mentre Okoye sarà la leader del
gruppo, Nakia è una fiera guerriera che sembra rappresenterà anche
un love interest per T’Challa (Chadwick
Boseman).
Per quanto riguarda invece Ayo,
abbiamo visto già il personaggio in Civil War,
dove però era accreditata semplicemente come ufficiale della
sicurezza personale del principe.
Di seguito la prima sinossi del
film: Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di
Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e
tcnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per
prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio
nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano
e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in
un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in
pericolo.
Ryan
Coogler scriverà e dirigerà Black
Pantherche seguirà la storia di T’Challa, il re
guerriero di Wakanda, da dove era stata interrotta in Captain America Civil
War.
Non è ancora chiaro quali altri
personaggi parteciperanno alla storia, anche se sembra una buona
possibilità che nel film ci sia anche Ulysses Klaw, che ha esordito
in Avengers Age of Ultron con il volto
di Andy Serkis. Inoltre sembra ci possa
essere spazio anche per Everett Ross, visto sempre
in Civil War con il volto
di Martin Freeman.
Chadwick
Bosemaninterpreta il protagonista, T’Challa, già
visto in Captain America Civil War. Nei ruoli
principali del film ci saranno, oltre a Boseman,
Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman,
Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest
Whitaker e Andy Serkis. Nei
ruoli di comprimari compariranno invece Letitia
Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K.
Brown e John Kani.
Black
Pantherarriverà al cinema il 16 Febbraio del
2018.
Dolores O’Riordan,
la cantante irlandese nata a Limerick, leader di The Cranberries, è morta a Londra all’età di 46
anni. L’agenzia della cantante, la Associated
Press, aveva già dichiarato che sarebbe stata a Londra per
una breve seduta di registrazioni.
I Cranberries
hanno raggiunto il successo negli anni ’90, con le hit
Linger e Zombie. Il debutto risale al 1993 con
l’album “Everyone Else Is Doing It, So Why Can’t
We?” che raggiunse la prima posizione della classifica del
Regno Unito e Irlanda e la numero 18 della Billboard 200 Album
Chart USA. I Cranberries hanno venduto circa 40
milioni di dischi in tutto il mondo.
La band si è separate nel 2003 per
poi tornare insieme nel 2009 per un tour in Nord America,
esibendosi anche in Europa e America Latina.
La O’Riordan scriveva le canzoni del
gruppo insieme a Noel Hogan, chitarrista del gruppo. Nel 2007 ha
pubblicato due album da solista, Are You
Listening? e No Baggage.
Nel 2017 aveva annunciato che
soffriva di un disturbo bipolare. Sulle cause della morte non si
hanno ancora dettagli.
Nel 2006 ha firmato la colonna
sonora di Cambia la tua vita con un click,
film con Adam Sandler.
Le foto dal set di Avengers
4 che state per vedere potrebbero creare non pochi dubbi
nella testa dei fan Marvel: cosa ci fanno
Captain America, Iron Man e
Ant-Man insieme? O meglio, cosa ci fanno i tre
supereroi insieme nel passato? A suggerire l’ambientazione
temporale sono il costume indossato da Steve Rogers, il look di
Tony Stark e soprattutto le macerie di New York, il che ci riporta
indietro agli eventi del primo Avengers.
Non c’è ragione apparente del perché
anche Ant-Man si sia unito alla squadra, dal
momento che nel film non ve ne era traccia. Che sia questo
l’ennesimo indizio sugli sbalzi temporali a cui assisteremo in
Avengers? Nel frattempo, date pure uno sguardo
alle immagini rubate dal set.
Avengers 4 è
ancora un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo
ma non sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa
parlerà il film. Le dichiarazioni di Kevin
Feige in merito hanno reso molto chiaro il fatto che
il titolo ufficiale del film rappresenta spoiler
per Avengers Infinity War, per cui non sarà
rivelato fino all’uscita al cinema del film che conclude la Fase 3
dei Marvel Studios.
Ecco il secondo teaser trailer di
Ghost
Stories, il film horror co-diretto da Andy
Nyman e Jeremy Dyson, con protagonisti
Martin Freeman, Alex Lawther e Andy
Nyman.
Il film arriverà ad Aprile 2018
nelle nostre sale, distribuito da Adler
Entertainment.
Sinossi di Ghost Stories
Il professor Goodman è un docente
di psicologia che non crede ai fenomeni soprannaturali.L’arrivo di
una misteriosa lettera che contiene informazioni su tre casi mai
risolti lo porterà a imbarcarsi in un viaggio alla scoperta di ciò
che non può essere spiegato razionalmente.
Un nuovo spot promozionale di
Disneyland Paris potrebbe aver rivelato l’aspetto definitivo del
costume indossato da Iron Man in Avengers:
Infinity War, l’epico cinecomic prodotto dai
Marvel Studios in arrivo
ad Aprile nelle sale. Già nei trailer avevamo avuto una piccola
anteprima, ma non è chiaro se questa armatura sarà effettivamente
nel prossimo film o addirittura farà la sua comparsa in
Avengers 4.
Nel frattempo, ecco il video dove
potete dare una fugace occhiata al costume di Tony Stark:
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel
Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta
sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli
Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a
sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos
prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta
fine all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto
da Kevin Feige. Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Michael
Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio,
dal 25 aprile in Italia.
Soltanto pochi giorni
fa Todd McFarlane ci aveva aggiornati sullo
stato della produzione di Spawn, trasposizione
cinematografica dell’omonimo fumetto creato dallo stesso
McFarlane per la Image Comics, dichiarando che la
sceneggiatura è pronta e che il team era al lavoro sul budget e
sulla scelta degli attori protagonisti.
Uno dei commenti più interessanti
però riguarda il paragone azzardato con altre due pellicole uscite
negli ultimi anni, entrambe protette dall’etichetta r-rated per i
contenuti vietati ai minori e il linguaggio esplicito, ovvero
Deadpool e Logan,
con McFarlane convinto che “Spawn sarà molto, ma molto più
scorretto di quei due film. Deadpool aveva qualche nudo e un paio
di scene davvero forti, ma rientrava nei canoni del vietato ai
minori di tredici anni“.
“Quando parlo di r-rated,
intendo poco divertimento e contenuti per adulti. Perché chi
leggeva da adolescente i fumetti di Spawn, come ho fatto io, ora ha
trentacinque anni, ed è come se il pubblico fosse cresciuto con
me“.
Nel
1997, Spawn ha già avuto un adattamento
cinematografico, diretto da Mark A.Z. Dippé. Dippé ha anche
partecipato alla stesura della sceneggiatura, mentre McFarlane ha
svolto il ruolo di produttore esecutivo.
Tra gli interpreti si
ricordano Michael Jai White nel ruolo di Al
Simmons/Spawn, John Leguizamo nella parte del
Clown/Violator e Melinda Clarke in quella di Jessica
Priest.
Attesi dai fan ma anche dagli
addetti ai lavori, sono arrivati a Milano oggi, per presentare
The
Post, il regista Steven
Spielberg, e gli interpreti Meryl Streep e Tom Hanks, un
trio delle meraviglie per gli appassionati del cinema
hollywoodiano, un totale di otto premi Oscar.
Il film racconta la battaglia che
il Washington Post portò avanti, rivendicando il
diritto di pubblicare i Panama Papers (documenti
secretati in cui si rivelavano le verità sulla guerra in Vietnam,
taciute agli americani dalle quattro amministrazioni precedenti,
atteggiamento perpetrato da Nixon) dopo che il Governo bloccò
le pubblicazioni già in atto del New York Times.
Un film sulla libertà di stampa,
sull’importanza di tenere fede alla propria missione di
giornalisti, ma anche un film su una delle donne più straordinarie
del ‘900, Kay Graham, che diventando proprietaria
dell’allora piccolo giornale locale, riuscì a trovare la sua voce e
a dare al suo giornale la fama di cui gode adesso, facendolo
diventare uno dei più importanti portavoce del Watergate.
The Post – il trailer
The Post, l’importanza della
libertà di stampa
E proprio in merito ai rapporti tra
stampa e Governo, Steven Spielberg non le manda a
dire: “La stampa libera è il guardiano della democrazia.
Questa è una verità incontrovertibile. Se guardiamo a posteriori i
fatti del 1971 quando Nixon ha cercato di negare questo diritto di
pubblicare e diffonde i Pentagon Papers e addirittura ci è
voluta una sentenza della Corte Suprema, in quanto la corte
d’appello, meno importante, aveva di fatto impedito al New York
Times di proseguire con la pubblicazione, questo è stato un atto
inaudito.
Era la prima volta che accadeva
dalla Guerra Civile Americana. Oggi ci troviamo ancora ad osservare
la minaccia reale, per quello che riguarda la libertà di stampa e
questo fa sì che ci sia una rilevanza assolutadi quei fatti
avvenuti nel 1971. Io la storia l’ho scoperta grazie alla
sceneggiatura di Liz Hannah e Josh Singer nel 2017. Questa
inversione causale di numeri è assolutamente attuale.”
La stampa americana ha accolto il
film con favore
“Da parte della stampa abbiamo
avuto tantissimo sostegno e manifestazioni di supporto al film
– ha ammesso Spielberg – una stampa che quotidianamente deve
respingere gli attacchi subiti dall’amministrazione, che deve
lottare contro la disinformazione, che troppo spesso vede adottare
etichette facili, come fake news nel momento in cui una storia che
viene pubblicata non piace al Presidente. Ma il film ha incontrato
consensi al di là del messaggio politico e della difesa della
libertà di stampa. Lo ha fatto soprattutto per la figura di
Kay Graham, questa donna
così meravigliosamente interpretata da Meryl Streep, una donna che
si è trovata ai vertici della sua professione, con una grande
difficoltà nel trovare una voce che le permettesse di farsi avanti
e di farsi valere in un mondo, nella professione e nella società,
governato dagli uomini.
Finché in un momento così
cruciale questa voce l’ha trovata, mettendo tutti al loro posto.
Credo che il nucleo emotivo della storia riguardi proprio questa
figura di donna che riesce a trovare una voce. Devo dire anche che
per la prima volta nella mia carriera mi sono trovato a ritrarre un
rapporto umano complesso come quello che è esistito davvero tra la
signora Graham e Ben Bradlee. Ho avuto una enorme fortuna
nell’avere Tom e Meryl per interpretarli.”
The Post è dedicato a Nora
Ephron
Meryl Streep,
amica della regista e sceneggiatrice
scomparsa, ha commentato la dedica speciale del film: “Nora
è stata colei che ci ha portati a lavorare insieme. Tom non lo
conoscevo bene, ma lui e Nora erano molto amici, così come lo
eravamo io e lei. È stato grazie a lei che abbiamo avuto
l’opportunità di lavorare insieme e di conoscerci. È stato positivo
il fatto di poterci conoscere sul set. Nora è stata una grandissima
fonte di ispirazione e mi piacerebbe molto se lei potesse essere
qui, a commentare il film e il momento attuale, che stiamo vivendo.
Credo che nessuno meglio di lei potrebbe parlarne in maniera più
divertente ma anche pungente, di come avrebbe potuto fare
lei.”
La sceneggiatura del film era
precedente alle elezioni di Trump
“La prima versione dello
script, scritta da Liz Hannah, è stata comprata da Amy Pascal sei
giorni prima delle elezioni presidenziali (novembre 2016, ndr).
Pensavamo che potesse essere un nostalgico sguardo indietro
rispetto a dove le donne erano effettivamente arrivate, dal momento
che tutti immaginavamo che di lì a poco avremmo avuto il primo
Presidente donna. Era una cosa che tutti quanti davano per
scontato. Poi c’è stato l’esito delle elezioni e dopo, un aumento
di ostilità nei confronti della libertà di stampa, un aumento di
attacchi nei confronti delle donne, comportamenti che si
verificavano al vertice del nostro Governo. Quindi il film si è
trasformato in una riflessione su quanta strada non abbiamo
fatto.”
Kay Graham è una donna che impara
il coraggio
“Questa storia nasce dal grande
scoraggio di Daniel Ellsberg, una persona che
aveva lavorato per il Governo e per il Dipartimento di Stato, un
soldato e poi un giornalista che aveva deciso poi di lottare contro
la legge per lo spionaggio e di trafugare i documenti che era
riuscito a far arrivare al New York Times. Tutto è cominciato con
un atto di coraggio, perché con questa pubblicazione gli americani
sono venuti a conoscenza di cose tremende, ovvero che ben quattro
amministrazioni avevano mentito al popolo americano e che il quinto
Presidente coinvolto stava facendo di tutto per sopprimere la
libertà di stampa. Ed è stato l’atto di coraggio di questa donna, a
capo di questo giornale. Era una donna che sentiva di non essere al
suo posto.
La rappresentazione della
redazione del Post è accurata, all’epoca non c’erano donne, al
massimo segretarie. C’erano solo maschi bianchi. In un certo senso
la Graham sfida Nixon e prende questa decisione così importante,
pur non essendo ancora consapevole del suo potere. È stata poi una
donna che è stata capace di vincere un premio Pulitzer con la
propria autobiografia, insomma una delle donen più importanti dello
scorso secolo. Un’icona. Quindi, per rispondere alla domanda, il
coraggio si può imparare, e Kay lo ha imparato, ma noi non lo
insegnamo abbastanza alle nostre ragazze. Ben Bradlee, così
meraviglisamente interpretato da Tom Hanks, è stato un uomo di
grandissimo coraggio, spietatamente coraggioso, ha deciso e
accettato di rischiare tutto, pur di raccontare la
verità.”
Tom Hanks, mirabile interprete
dell’impetuoso Ben Bradlee
“Ben Bradlee era
una bestia – ha dichiarato invece l’attore alla sua ennesima
collaborazione con Spielberg – Nel giungo del 1971, il
Washington Post era in diretta concorrenza con il Washington Star,
che era all’epoca il quotidiano numero 1 di Washington DC. L’idea
che il New York Times potesse avere una storia che invede il Post
non aveva, teneva sveglio Ben Bradlee di notte, questa cosa lo
faceva impazzire.Una delle scene più divertenti del film è quella
in cui tutti stanno leggendo il Times e lui dice ‘Siamo gli ultimi
a sapere le cose a casa nostra’. Era una scena molto divertente da
fare perché mostrava tutta la passione ma anche il senso di sfida
che guida il personaggio per tutto il film.”
“Il Post era all’epoca il
secondo giornale di Washington – ha aggiunto Spielberg –
ma Ben Bradlee aveva una tale fame e un tale appetito che
questa spinta lo ha alimentato tanto al punto di spingerlo a
sfidare il New Yorks Times che allora come ora era il più grande
quotidiano degli Stati Uniti. È stato questo suo appetito, questa
sua fame a spingerlo a cercare di immaginare un futuro grandioso
per il Washington Post, facendo emergere lui come il giornale che
si meritava Ben Bradlee come direttore. Questo suo modo di essere,
durante il Watergate, lo ha spinto a togliere tutti i freni, tanto
da convincere Kay Graham, il suo editore, a credere che il Post
potesse diventare un grande quotidiano, cosa che è accaduta con la
pubblicazione dello scandalo Watergate che ha portato alle
dimissioni di Nixon.”
#TimesUp, Meryl Streep: “L’aria è
cambiata”
Meryl Streep ha
commentato, come da attese, il movimento Time’s Up e il fermento a
Hollywood: “Non so perché ci è voluto tutto questo tempo, ma
per qualche motivo l’aria è cambiata, non solo a Hollywood, ma in
ogni posto di lavoro. C’è stata questa grande apertura perché i
grossi nomi di Hollywood sono stati chiamati in causa, ma le donne
hanno sempre lottato in ogni ambiente di lavoro. Solo quando è
stata coinvolta Hollywood, le cose si sono mosse. Prevedo che ci
sarà qualche passo indietro, ma poi si continerà, si ripartirà e
sono molto ottimista. Questi sono momenti molto
interessanti.”
Chiamato in causa sulla disparità
di trattamento tra uomo e donna, Steven Spielberg
è stato illuminante. Il regista ha spiegato che nel corso della
storia le donne hanno “dimostrato più volte di avere la forza
per spezzare lo stampo in cui gli uomini le costringono”.
L’esempio è la Seconda Guerra Mondiale, quando con gli uomini al
fronte, le donne divennero titolari dell’indistria e del Paese,
salvo poi tornare in cucina alla fine della Guerra, senza ricevere
credito per quella pagina di storia che loro stesse avevano
contribuito a chiudere.
“Io non ho la competenza giusta
per poter fornire delle risposte esaustive e corrette, ma in base
agli esempi che riporta la Storia mi sento di dire che il problema
è principalmente degli uomini. Sono loro che non hanno ancora
mostrato la volontà di controllarsi, di riuscire a comportarsi in
maniera adaguata, ad accettare un NO come risposta. Finché gli
uomini non sono in grado di accettare un NO, questa lotta di potere
continuerà. Io mi auguro anche che il film sia un piccolissimo
passo, possa essere un’ispirazione per molte donne, che possano
trovare il coraggio di far sentire la propria voce.”
Manca ancora qualche mese all’uscita
nelle sale di Avengers: Infinity War forse il
titolo più atteso nella storia del Marvel Cinematic Universe perché
vedrà riuniti sullo schermo per la prima volta, quasi tutti gli
eroi di casa Marvel in un’epica battaglia contro Thanos. Tra questi
tornerà ovviamente anche il Captain America di
Chris Evans, che in una recente intervista
(durante l’Ace Comic con) ha avuto modo di lodare l’incredibile
lavoro della produzione e rassicurare i fan sul film:
“La cosa più bella di questo
film è che finalmente mi sono sentito parte dell’esperienza. Non so
come spiegarlo, ma nei primi film dei Marvel Studios era come se
tutto stesse succedendo a qualcun’altro. Con Infinity
War ho totalmente cambiato punto di vista, è tutto più
grande ed eccitante, sono lì e appartengo al film, e poi diciamoci
la verità: la Marvel non sbaglia un colpo. Non l’ha mai fatto e non
lo farà mai. Non so davvero come facciano, non esiste una sola mela
marcia in questo universo. Vi posso assicurare che hanno fatto
centro, di nuovo.“.
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel
Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta
sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli
Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a
sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos
prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta
fine all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto
da Kevin Feige. Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Michael
Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio,
dal 25 aprile in Italia.
Benedetta
Follia apre in testa al box office italiano, seguito
da Jumanji e Come
un gatto in tangenziale. Un film italiano torna a
dominare la il box office nostrano. Si tratta di
Benedetta Follia, che apre con 3,5
milioni di euro incassati in oltre 670 sale a disposizione. Il
nuovo film di Carlo Verdone registra la media per sala più alta
della classifica, pari a 5200 euro.
Jumanji – Benvenuti nella
Giungla scivola in seconda posizione
incassando 1,6 milioni al suo secondo weekend e arrivando a quota
7,8 milioni. Come un gatto in tangenziale regge
saldamente al terzo posto con 1.190.000 euro, superando il tetto
degli 8 milioni.
Wonder conferma la quarta posizione della scorsa
settimana con 1.114.000 euro e arriva a ben 10,3 milioni
globali. Coco scende
al quinto posto con 1 milione di incasso per un totale di 9,2
milioni. Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
esordisce con 862.000 euro in 168 copie e ottiene la seconda media
per sala più alta della classifica, pari a 5100 euro.
Mark Strong ha
confermato di essere entrato a far parte del cast di
Shazam! nei panni dei cattivo dottor
Sivana. L’attore britannico ha anche confermato che ha
accettato il ruolo perché ha un conto in sospeso con la
DC.
Nel 2011, Strong prese parte al
progetto cinematografico fallimentare di Green
Lantern nei panni di Sinestro, e adesso torna a
interpretare il villain nel film diretto da David F.
Sandberg con Zachari Levi e atteso per il
2019.
Confermando il ruolo e parlando
delle motivazioni che lo hanno spinto ad accettare il film,
Mark Strong ha detto: “Interpreto un malefico
bastardo chiamato Dottor Sivana, hanno sempre i migliori
personaggi, i più divertenti da interpretare. Ero Sinestro in Green
Lantern, che pensavo fosse un buon film, ma non è stato così quindi
penso di avere un conto in sospeso con la DC, lì interpretavo un
personaggio abbastanza cattivo e doveva solo peggiorare nel secondo
film, ma non l’abbiamo mai fatto. E adesso spero di averne la
possibilità in Shazam! Lo spero.”
Zachary Levi sarà
l’eroe del titolo, mentre Asher Angel sarà
Billy Baston, il ragazzino capace di trasformarsi
in un supereroe adulto, Shazam appunto, soltanto
pronunciando la parola, acronimo di nomi di grandi eroi del
passato: Solomon, Hercules, Atlas, Zeus, Achilles e
Mercury.
Shazam sarà diretto
da David F. Sandberg (Annabelle:
Creation) e si baserà su una sceneggiatura scritta da
Henry Gayden e Darren Lemke.
Il film che farà parte
dell’Universo Cinematografico DC dovrebbe
esserepronto per debuttare al cinema nell’aprile 2019.
Le riprese cominceranno il prossimo febbraio.
Prima che Tom
Holland venisse annunciato al mondo come il nuovo
Spider-Man del grande schermo, si è tenuto un
lunghissimo processo di provini e audizioni per trovare il Peter
Parker perfetto per gli scopi di SONY e
Marvel Studios.
Impegnato in una stagione dei premi
che lo vedrà trai protagonisti, Timothée
Chalamet ha dichiarato di aver sostenuto anche lui il
provino per Spider-Man: Homecoming.
L’attore ha un piccolo ruolo in
Lady Bird di Greta Gerwig, film
che ha già vinto due Golden Globes (alla Migliore
attrice in una commedia e al Miglior film commedia). Tuttavia è il
ruolo da protagonista in Chiamami col tuo nome di
Luca Guadagnino che farà parlare di lui. Il
giovane Chalamet ha già vinto il premio per migliore attore a
New York e Los Angeles, dalle associazioni di critici, oltre ad
aver avuto una nomination ai Globes, ai Critics
Choice (premi in cui è stato battuto da Gary
Oldman) e ai Screen Actors Guild Awards,
i cui vincitori verranno annunciati nel prossimo mese.
Il film è un racconto di
formazione, anche romantica, in cui Chalamet recita insieme a
Armie Hammer. Parlando con THR, il giovane
attore di appena 22 anni ha dichiarato di aver sostenuto anche lui,
tra gli altri, il provino per il ruolo da protagonista in
Spider-Man: Homecoming, tre anni fa.
“Ho letto due volte le battute
e sono andato nel panico più totale – ha dichiarato Chalamet –
ho chiamato il mio agente, Brian Swardstrom, e gli ho
detto ‘Brian, ci ho pensato e credo che dovrei provarci di nuovo,
andare lì e leggere di nuovo le battute’ e lui mi ha raccontato la
storia di Sean Young e di come, nel tentativo di diventare
Catwoman, ha spaventato tutti, presentandosi ai cancelli dello
studio con il costume.”
Adesso che il successo dei due film
a cui ha partecipato lo ha reso un nome noto, Timotheé è
consapevole che dovrà combattere un po’ meno per i suoi ruoli e
dovrà sostenere meno audizioni.
“Onestamente, la parte che
preferisco di quest’anno, a parte recitare in altri film e andare
in giro a parlare di Chiamami col tuo nome, è non dover più
costantemente sostenere audizioni.”
E infatti il futuro, per il giovane
attore, è davvero roseo, considerato che ha già finito di girare il
nuovo film di Woody Allen, A Rainy Day in New
York.
Il ruolo di
Spider-Man gli avrebbe senz’altro conferito la
fama che ogni giovane attore cerca, ma forse non gli avrebbe
consentito di avere la possibilità di fare delle esperienze così
stimolanti dal punto di vista artistico.
Mancano circa tre mesi all’uscita in
sala di Avengers: Infinity War, e si continua a
parlare del film che sarà senza dubbio un enorme successo per i
Marvel Studios.
I fan dei fumetti più accaniti
aspettano con grande curiosità anche di vedere quali saranno i vari
update alle tute da combattimento degli eroi protagonisti, e
soprattutto aspettano di soddisfare la loro curiosità, dopo un
piccolo assaggio avuto nel trailer: Spider-Man sarà Iron
Spider come nei fumetti?
Alla fine di Spider-Man:
Homecoming, abbiamo visto Tony Stark mostrare a Peter
Parker la tuta di Iron Spider e nel trailer abbiamo visto quello
stesso costume indossato in battaglia da Peter stesso. Che si
tratti del costume che abbiamo visto anche nei fumetti?
Stando alle prime immagini che
rubate ai set LEGO del film, sì. Screen Rant ha diffuso delle foto
che raffigurano i set LEGO del film e tra le varie mini figure,
spicca anche quella di Iron Spider. La foto non è molto
dettagliata, ma a un primi sguardo sembra che i disegni del costume
siano proprio quelli che vengono dalle pagine.
Avengers: Infinity
War, i Vendicatori divisi in tre schieramenti
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel
Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta
sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli
Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a
sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos
prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta
fine all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto da
Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal
25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i
Vendicatori contro Thanos
Nel cast torneranno tutti gli eroi
protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel
Marvel Cinematic Universe, da Iron
Man (2008) e Black Panther (2018).
Fin dalla fine
di The
Avengers (2012), sappiamo che
Thanos è il super cattivo del MCU e
il suo potere è legato alle Gemme dell’infinito. Da allora, i film
hanno rivelato la posizione di ognuna di esse, e manca all’appello
solo la Gemma dell’Anima, ormai, che potrebbe nascondersi nel
Wakanda (e vedremo quindi in Black Panther).
In merito al loro potere e alla loro
provenienza, c’è ancora molto mistero. Come funzionano
esattamente? Cosa succede quando sono riunite? Chi le ha
create? Perché erano quasi tutti nascosti sulla Terra, e non
in un posto più sicuro? Negli ultimi sei anni, queste domande
hanno afflitto i fan. Oggi cerchiamo di rispondere ad alcune di
esse, approfondendo la loro storia.
Le Gemme
dell’Infinito hanno iniziato a comparire nei fumetti a
partire dai primi anni ’70. Semplicemente essere in possesso di una
Gemma garantisce al suo possessore un potere
inimmaginabile. Mettere insieme tutte le Gemme trasforma il
possessore in un dio, capace di fare quasi tutto.
Ecco 10 segreti delle Gemme
dell’Infinito
1La Gemma dell’Anima ha al suo interno
un intero Mondo
La Gemma dell’Anima è stata la prima ad apparire
in Marvel Premier #1 (1972) di Roy Thomas e Gil
Kane. Venne utilizzata per creare Adam Warlock. Indossando la gemma
sulla sua fronte, Warlock ha scoperto che era capace di rubare le
anime degli esseri viventi che incontrava. E poi la Gemma ha
assorbito anche Adam stesso.
Dentro la Gemma, Adam ha scoperto un intero
mondo al suo interno. Lì ha scoperto anche Gamora e Pip il troll.
Adam Warlock è rimasto lì fino agli eventi del Guanto
dell’Infinito, quando Silver Surfer e Drax sono entrati nella
Gemma. Dopo la loro fuga da quel mondo, hanno poi tutti contribuito
a sconfiggere Thanos. Successivamente, le Gemme sono rimaste in
possesso di Adam.
Avengers 4 segnerà
molto probabilmente l’addio di Robert Downey Jr.
(e non solo) al suo ruolo di Iron Man, ma in
merito al suo abbandono e a un eventuale sostituto per il futuro
del MCU, Chris
Evans, interprete di Steve Rogers, non ha
dubbi: RDJ è insostituibile.
“Questo è un gioco da ragazzi
per Downey. Lui è un ragazzo magnifico, e così pieno di talento,
con tanta esperienza, e così di supporto… Lui è sempre stato nel
mio angolo e mi sono sempre sentito supportato. Lui porta davvero
tutti nel gruppo e si assicura che tutti si sentano benvenuti,
soprattutto nell’ultimo film… Lui ha aperto le sue braccia a ognuno
di noi, e, sembra così frivolo da dire, ma lui ci ha resi una
famiglia e niente di tutto ciò sarebbe mai accaduto senza di
lui.”
Avengers 4:
potrebbe davvero essere un film sui viaggi nel tempo
Avengers 4 è ancora
un grande mistero. Il film sarà diretto dai Fratelli Russo ma non
sappiamo ancora da chi sarà composto il cast né di cosa parlerà il
film. Le dichiarazioni di Kevin Feige in merito
hanno reso molto chiaro il fatto che il titolo ufficiale del film
rappresenta spoiler per Avengers Infinity War, per
cui non sarà rivelato fino all’uscita al cinema del film che
conclude la Fase 3 dei Marvel Studios.
Starz via
EW ha rivelato le prime scene di Outlander
4, l’attesa quarta inedita stagione di Outlander
che arriverà nel corso dell’anno.
Per aiutare a riempire il vuoto fino a quando Claire e
Jamie torneranno in autunno , Starz trasmetterà una lunga
anticipazione della quarta stagione
di Outlander questa domenica. La prima
occhiata speciale invece è qui di seguito:
Secondo le prime indiscrezioni i fan vedranno l’azione
riprendere nelle colonie americane, dove i produttori hanno detto
che lo show avrà luogo. La stagione è basata
su Drums of Autumn , il quarto
volume della fortunata serie di libri di Diana Gabaldon. La
produzione è attualmente in corso in Scozia.
Sophie Skelton (Brianna) e
Richard Rankin (Roger), insieme a Lauren Lyle (Marsali) e Cesar
Domboy (Fergus), dovrebbero tornare nella quarta stagione
di Outlander
per riprendere quei ruoli. Il tema della nuova stagione sarà
“Home”.
“Nelle ultime tre stagioni,
Jamie e Claire non sapevano dove avrebbero vissuto”, ha
dichiarato a EW il produttore esecutivo Matthew B.
Roberts. “Non piangono mai i loro destini. Ora stanno
arrivando in quel posto che possono chiamare casa. Ma il
significato di casa è diverso per ognuno di noi. Questo è ciò
che scopriremo nella stagione 4.”
Outlander 4 è la quarta stagione della serie tv
Outlander
creata da Ronald D. Moore per il canale
americano Starz.
Outlander 4
Nella quarta stagione di
Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata da Caitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
Durante l’Ace Comic-Con,
Sebastian Stan, in compagnia di Chris
Evans e Anthony Mackie, ha svelato di
aver condiviso con Hugh Jackman alcuni pensieri
sull’eventuale entrata nel MCU di
Wolverine.
“Recentemente è accaduto che ero
seduto al fianco di Hugh Jackman. Non riuscivo a pensare a cosa non
strane da chiedergli, e così gli ho detto ‘Ti vedrò presto?’. E lui
mi ha detto un paio di cose che non riferirò. Tuttavia, mi sento
come se presto finirò nei guai con qualcuno.
Gli ho fatto questa domanda
perché continuo a pensare che Logan possa essere o no l’ultima
apparizione di Wolverine, e qualsiasi cosa lui mi abbia detto, ci
sta pensando e gli è passato per la testa. Quindi non saprei cosa
dire.”
Sebastian Stancommemora la morte dei genitori
di Tony Stark
Stan tornerà nel Marvel
Cinematic Universe in Avengers: Infinity
War, dove insieme ai suoi amici Vendicatori, sarà
impegnato a salvare la Terra dalla minaccia di Thanos e a impedire
al Titano Pazzo di collezionare le Gemme dell’Infinito.
L’attore è anche protagonista, in
questa stagione cinematografica, di una delle più belle sorprese di
quest’anno, I, Tonya, il
biopic su Tonya Harding interpretato da
Margot Robbie. L’attore nel film è Jeff
Gillooly, ex marito di Tonya e suo complice nell’incidente subito
da Nancy Kerrigan.
L’attore compare anche in un breve
cameo in Logan Lucky,
l’ultimo esaltante film di Steven Soderbergh.
Continuano ancora i rumors su
The Batman, il film standalone dedicato al
Cavaliere Oscuro con Matt Reeves alla regia e
(forse) Ben Affleck al comando del cast.
Ultima in ordine di tempo è la voce
che vorrebbe il nuovo film sul Crociato di Gotham essere un film
esterno all’universo condiviso della DC Films,
alla stregua dell’annunciato film sulle origini di Joker.
Questo potrebbe voler dire che,
mentre Ben Affleck potrebbe rimanere a
interpretare l’Uomo Pipistrello nei film appartenenti all’Universo
(Flashpoint e Suicide Squad 2, i
due film in programma), il film di Matt Reeves
potrebbe avere un Batman nuovo di zecca, magari quel
Joaquin Phoenix che lo stesso Gary
Oldman si era augurato.
The
Batman sarà prodotto da Ben
Affleck e Geoff Johns che
firmano anche la sceneggiatura. Nel
cast J.K. Simmons sarà Jim Gordon e Joe
Manganiello sarà Deathstroke. Alla
regia Matt Reeves.