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Scarface: la storia vera, 10 curiosità, frasi dal film e dove trovarlo in streaming

Il classico di Brian De Palma, il classico dei gangster e della cocaina, Scarface è uno dei film più amati dai cinefili e non solo. L’abbiamo visto e rivisto (ed è sempre come la prima volta), e siamo in attesa di notizie del reboot. Ma cosa è successo dietro le quinte di questo vero e proprio fenomeno? Cosa non sapete sul film?

Scarface di Brian De Palma è basato su una brutale storia vera

Ancora oggi è uno dei film più citati nella storia del cinema moderno. Chiunque abbia mai sentito le battute “Saluta il mio piccolo amico” o “Per una carta verde, lo farò a pezzi per bene”, sa che provengono dal capolavoro del 1983 Scarface, l’epico contributo del regista Brian De Palma al genere gangster. Il film racconta l’ascesa e la caduta di Tony Montana, un rifugiato dell’esodo cubano di Mariel del 1980 che scala i gradini insanguinati della malavita della droga per diventare il “Re della Cocaina” di Miami. Al Pacino, la cui interpretazione folle e scatenata del maniacale Montana gli valse una nomination ai Golden Globe del 1984, fu così convincente che alcuni spettatori credettero che la storia dell’orribile e letale boss del narcotraffico riguardasse una persona reale. E in effetti lo era.

Scarface di Brian De Palma è in realtà un remake

Ciò che sorprende, però, è la scoperta che il Tony Montana di Scarface non è affatto basato sulla vita di un moderno signore del naso. No, Tony Montana è ispirato al famigerato racket, pappone e boss del crimine degli anni ’20 e ’30 Al Capone. Per capire come il temutissimo Capone, che mangiava sigari e indossava la fedora, si sia trasformato in Montana, che sniffava cocaina e brandiva l’M16, è necessario fare un viaggio nel mondo del cinema di un tempo.

Scarface di De Palma è in realtà un remake dell’omonimo film del 1932 diretto da Howard Hawks e Richard Rosson con Paul Muni nel ruolo di Tony Camonte, il giovane di umili origini che scala i ranghi illeciti fino a diventare il più grande despota del contrabbando di Chicago. La sceneggiatura del film, scritta da Ben Hecht, derivava dal romanzo Scarface del 1930 dell’autore di pulp fiction Armitage Trail, che era una storia poco velata dell’ascesa all’infamia di Al Capone. Il soprannome di Capone era “Scarface”, un fatto che Trail (pseudonimo di Maurice Coons) aveva senza dubbio appreso vivendo a Chicago negli anni Venti e frequentando personaggi della malavita associati a Capone durante le ricerche del suo libro.

Nel film del 1932, Tony Camonte diventa il capo di un’associazione di contrabbandieri, che era la principale attività illegale del vero Capone, anche se la prostituzione, il gioco d’azzardo, il traffico di droga, l’estorsione e l’omicidio erano solo un piccolo campione delle sue altre “attività secondarie”. Una sequenza particolarmente memorabile del film è un montaggio di Camonte e dei suoi scagnozzi che compiono un massacro dei suoi nemici in tutta la città, una chiara allusione al Massacro di San Valentino del 1929, un evento violento orchestrato da Capone che eliminò sette dei suoi rivali. Anche se considerata scioccante per l’epoca, la versione di Scarface del 1932, ostacolata dal Codice Hays di Hollywood, era limitata nella sua capacità di rappresentare la vera violenza sinonimo del nome di Capone.

Al Pacino ha visto un’opportunità per un remake

51 anni dopo, Al Pacino assiste a una proiezione del film del 1932. “Sono andato a vedere quel film e dopo ho chiamato (il produttore) Marty Bregman”, ha ricordato Pacino durante una sessione di domande e risposte del 2011 sulla realizzazione del film del 1983. “Ho detto: ‘Penso che potremmo fare questa cosa. Qui c’è un remake‘”. Ma una nuova versione di Scarface avrebbe avuto bisogno di una storia con un taglio contemporaneo, ed è qui che entra in scena lo sceneggiatore Oliver Stone. Nel film originale, Tony Camonte è un poveraccio che viene dalla parte sbagliata della strada e che supera le sue misere circostanze per emergere come uno dei boss mafiosi più importanti del mondo.

Stone ha avuto l’idea di ambientare la versione aggiornata di Scarface sullo sfondo degli eventi reali della flottiglia cubana del 1980 dalle isole Mariel agli Stati Uniti. Si diceva che una parte significativa degli immigrati che arrivavano in quel periodo fossero ladruncoli e altri individui senza legge, e Stone pensò che avrebbe avuto senso che Tony Montana, la nuova versione del protagonista, fosse tra quelli inviati dal dittatore comunista Fidel Castro, dando al film un senso di rilevanza e accessibilità in tempo reale. Ed è così che Al Capone, alias Tony Camonte, alias Tony Montana, è diventato un immigrato cubano.

I personaggi di ‘Scarface’ sono basati sui compagni di Al Capone nella vita reale

Scarface 1983 La caduta di Tony Montana non ha nulla a che vedere con quella di Al Capone

Sebbene la versione di Scarface di De Palma sia incentrata sul traffico di droga, la storia di Tony Montana riecheggia quella di Capone, in particolare nel racconto di come Montana rimanga invischiato nel suo universo peccaminoso. Capone, che da giovane era entrato a far parte di una banda di strada all’inizio del 1900, fu preso sotto l’ala di Frankie Yale, un immigrato italiano che presiedeva un cartello criminale dell’epoca della Prima Guerra Mondiale e che si dedicava a una serie di racket, tra cui la prostituzione e l’estorsione. Fu Yale a fare da mentore a Capone e ad aiutarlo a fare carriera nella sottocultura della malavita.

In Scarface, Frankie Vale è Frank Lopez (Robert Loggia), il commerciante d’auto/trafficante di cocaina per il quale Montana commette un omicidio in cambio dello status di straniero legale non residente. Lopez ricompensa Montana con una serie di altri lavori che comportano sparatorie e smembramenti, assicurando così il posto di Montana nell’aberrante impresa commerciale di Lopez. L’amico di Montana durante le sue imprese, Manny Ribera (Steven Bauer), è probabilmente basato sul braccio destro di Capone, Frank Nitti, cugino di primo grado di Capone che servì fedelmente il boss mafioso e che intervenne per mandare avanti le attività criminali dopo che Capone fu imprigionato nel 1932.

Oltre al cugino Frank, Capone mise insieme un gruppo di lacchè per assisterlo e proteggerlo man mano che il suo potere e la sua influenza crescevano. Alcuni dei più noti nella cerchia di Capone erano formidabili teppisti come William White, Murray Humphreys, Marcus Looney, Charles Fischetti e William O’Donnell, che contribuirono a orchestrare alcuni dei più sanguinosi esercizi di influenza e vendetta di Capone. In Scarface, questi scagnozzi sono riuniti in due personaggi principali, Ernie (Arnaldo Santana), l’ex guardia del corpo di Lopez e Nick il Maiale (Michael P. Moran), l’amico di lunga data di Montana che diventa uno dei suoi uomini più duri. Sfortunatamente, sia Lopez che Nick trovano il loro destino alla fine del film, in una rivisitazione a base di droga del massacro di San Valentino di Capone.

I personaggi femminili di ‘Scarface’ sono in gran parte fittizi

Scarface personaggi femminili

Sebbene gli eventi e i personaggi di Scarface di De Palma siano strettamente allineati al mondo di Al Capone, le storie delle donne nella vita di Tony Montana sono in gran parte romanzate e coincidono a malapena con le figure femminili della vita di Capone. In Scarface, Montana ha una sorella, Gina (Mary Elizabeth Mastrantonio), sulla quale è ferocemente protettivo e che inizia una storia d’amore con Manny, il confidente di Montana. Capone proveniva da una famiglia numerosa, composta da sei fratelli e due sorelle, una delle quali morì prima del suo primo compleanno. L’unica sorella sopravvissuta di Capone, Mafalda, non partecipò molto alla vita del fratello, evitando del tutto i suoi intrecci criminali. In Scarface, Gina viene uccisa da un sicario che vuole colpire Montana, cosa che ovviamente non è mai accaduta nella vita di Capone. Poi c’è la fidanzata (e poi moglie) di Montana, Elvira (Michelle Pfeiffer), l’amante dell’ex mentore di Montana, Lopez.

In Scarface, Montana arriva in America da single e sottrae Elvira al suo viscido benefattore, ma nella vita reale Al Capone aveva una moglie, Mae, che sposò all’età di 19 anni, dalla quale ebbe un figlio e con la quale rimase fino alla morte nel 1947. È ampiamente accettato che Capone abbia avuto una serie di relazioni extraconiugali durante il suo matrimonio, ma il fatto che abbia avuto un’unica amante a lungo termine rimane in discussione. Alcuni storici hanno scritto che Capone teneva nascosta una ragazza di 15 anni in un appartamento di Chicago, mentre un’altra storia stravagante riguarda una misteriosa fidanzata francese di nome Vera (da cui la somiglianza con il nome “Elvira” in Scarface), il cui fantasma oggi infesta una casa di Halifax, in Florida. Qualsiasi scappatella Capone possa aver intrapreso con donne diverse dalla moglie, sembra che sia stata discreta e priva dei drammi descritti in Scarface.

La caduta di Tony Montana non ha nulla a che vedere con quella di Al Capone

Un’altra libertà che Scarface si prende è la rappresentazione della caduta definitiva del protagonista. Il film termina con una frenesia di quasi sei minuti di montagne di cocaina bianca, seni nudi, sciamano in stile sandinista e migliaia di proiettili sparati in mezzo a un mare di moquette di velluto rosso e scale a chiocciola, che culmina con il tuffo finale di Montana in una piscina coperta davanti a una sgargiante scultura placcata in oro con la scritta “Il mondo è tuo”. Un bel contrasto con la vera fine della vita di Capone. Nel 1931, Capone fu condannato per il reato poco elegante di evasione fiscale. Dopo essere stato imprigionato ad Alcatraz, fu rilasciato nel 1939 a causa di complicazioni di salute dovute alla sifilide (il che dà credito alla convinzione che Capone avesse molte fidanzate nel corso della sua vita).

L’unico vero parallelo tra la morte di Capone e quella di Montana è che entrambi morirono nelle loro case in Florida: Montana in una vampata di fuoco e Capone per un attacco di cuore nel 1947. Ironia della sorte, la morte di Capone assomiglia di più a quella di un altro mafioso del cinema di finzione, il Don Vito Corleone di Marlon Brando che, ne Il Padrino, soccombe per un arresto cardiaco nel suo giardino. Ma una morte tranquilla non sarebbe stata sufficiente in Scarface, un film ricordato soprattutto per la sua intensa e prolungata violenza.

Forse l’aspetto più interessante di Scarface, sia dell’originale del 1932 che della versione del 1983, è l’incredibile influenza e la forza di resistenza del famigerato Al Capone, un uomo così abominevolmente immerso nell’illegalità e nella corruzione da aver ispirato un romanzo e due film e da essere rimasto nella coscienza pubblica fino ad oggi. Non si può fare a meno di chiedersi cosa avrebbe pensato Capone della sua rappresentazione da parte di Paul Muni nel film originale, così come della sua reincarnazione da parte di Pacino come signore della droga cubano nel remake. Conoscendo i modi crudeli e nefasti di Capone, è probabile che ne sarebbe stato lusingato e divertito.

Ecco 10 curiosità su Scarface, le frasi migliori del film, e dove vederlo in streaming.

Scarface: le curiosità

1. Steven Spielberg ha diretto un’inquadratura del film. Brian De Palma e Spielberg sono amici di lunga data, fin dalla metà degli anni Settanta, e hanno l’abitudine di visitare i set dell’altro. Quando si stava girando l’attacco iniziale dei Colombiani alla casa di Tony Montana alla fine del film, Spielberg era nei paraggi, e De Palma decise di lasciargli dirigere l’inquadratura ripresa dal basso nella quale vediamo gli aggressori entrare nella casa.

2. Per poco, Scarface non è stato diretto da Sidney Lumet. Sidney Lumet, il regista di La parola ai giurati e di Quel pomeriggio di un giorno da cani, fu inizialmente coinvolto nel progetto in qualità di regista. Stando a quanto raccontato da Al Pacino a Empire Magazine, Fu Sidney Lumet a pensare di raccontare cosa stesse succedendo allora a Miami, il che ha ispirò Bregman. “Lui e Oliver Stone si misero insieme e produssero una sceneggiatura che aveva molta energia ed era scritta molto bene. Oliver Stone scriveva su cose che avevano a che fare con cose che stavano succedendo nel mondo. Era in contatto con quell’energia, e quella rabbia”. A quanto pare, però, a Lumet la sceneggiatura non piaceva: “Dirò solo che Sidney non capiva la mia sceneggiatura, mentre Bregman voleva proseguire in quella direzione con Al” ha raccontato Oliver Stone.

3. E, per poco, De Palma non ha diretto Flashdance al posto di Scarface. Quando il produttore Martin Bregman offrì a Brian De Palma l’opportunità di dirigere Scarface, questi era impegnato nelle riprese dell’oramai classico Blow Out. Inizialmente, De Palma accettò l’offerta, ma decise poi di rifiutarla, perché era troppo impegnato. Infatti, aveva allora deciso di dirigere Flashdance, sperando che il produttore del film gli desse poi il via per realizzare il suo progetto di un film sull’omicidio di Yablonski. De Palma lavorò per due settimane alla pre-produzione di Flashdance, prima di andarsene. Fu allora che Bregman gli offrì di nuovo Scarface. Il resto è storia.

Scarface è un gangster movie

4. All’epoca di Scarface, Oliver Stone stava combattendo la dipendenza da cocaina. Purtroppo, all’epoca della stesura del film, Oliver Stone aveva a che fare con la cocaina in prima persona: sapeva benissimo cosa la droga possa fare a chi la usa. Per liberarsi della dipendenza, Stone lasciò il proprio Paese, e finì di scrivere il copione lontano dall’accesso alla droga. “Mi trasferii a Parigi e uscii dal mondo della cocaina, perché quello era un altro dei miei problemi” ha raccontato, “Prendevo cocaina, non in modo estremo o al punto di diventare distruttivo, come accade ad alcune persone. Sicuramente, però, stavo diventando mentalmente stantio. Mi sono trasferito lontano da L.A. con mia moglie e mi sono trasferito in Francia per entrare in un altro mondo e vedere le cose diversamente. E ho scritto la sceneggiatura (di Scarœface) interamente, fott***mente sobrio”.

5. La scena della motosega di Scarface è ispirata ad un evento reale. Oliver Stone, per scrivere Scarface, ha passato diversi mesi a Miami in compagnia della polizia locale con lo scopo di fare delle ricerche. E a quanto pare, fu attratto da un caso particolarmente sanguinoso. Nel 1980, un importante giro di contrabbando guidato da Mario Tabraue (il quale diventò la principale fonte di ispirazione per il personaggio di Tony), fece a pezzi un uomo di nome Larry Nash con una motosega, dopo aver scoperto che questi era un informatore per il Bureau of Alcohol, Tobacco, and Firearms. Tabaraue fu poi arrestato dal FBI nel 1987 durante la cosiddetta “Operazione Cobra”: all’epoca, il suo giro di contrabbando valeva oltre 75 milioni di dollari.

Al Pacino in Scarface

Al Pacino Scarface

6. Tutta quella “cocaina” ha causato dei problemi alle vie nasali di Al Pacino. In Scarface, Tony prende tanta cocaina. Tantissima. Anche se, per molto tempo, circolò la voce che la sostanza utilizzata sul set fosse davvero cocaina, si trattava probabilmente di latte in polvere (De Palma, però, non ha mai confermato la cosa in modo ufficiale). Ma non vuol dire che non abbia dato problemi ad Al Pacino. Dopo Scarface, per anni, l’attore ha avuto “delle cose lassù. (…) Non so cosa sia successo al mio naso, ma è cambiato”.

7. E il naso di Al Pacino, in Scarface, non fu l’unica cosa che subì dei danni. Durante le riprese infatti, l’attore è stato accidentalmente ferito da una scheggia di un piatto lanciato da Michelle Pfeiffer. Ma c’è di peggio: durante le prove per la scena finale del film, dopo aver sparato parecchie volte con l’arma di scena, Al Pacino ha accidentalmente afferrato la canna bollente, e la sua mano si è incastrata. Le bruciature erano così gravi che non fu in grado di lavorare per due settimane.

8. La performance di Al Pacino in Scarface è stata ispirata da Maryl Streep. Mentre Tony Montana, il volgare, violento gangster di Scarface non ha molto in comune con l’attrice più amata di Hollywood, Al Pacino l’ha in realtà citata come una delle influenze principali per il ruolo. Ciò che l’ha ispirato è stata la sua interpretazione in La scelta di Sophie: a detta dell’attore, infatti, la sua attenzione ai dettagli nell’interpretazione di un personaggio proveniente da un altro Paese è eccezionale.

Scarface in streaming

Dove trovare il film completo? Scarface in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Scarface streaming

9. Non il primo Scarface: il film del 1932. Il film di De Palma, infatti, è un remake piuttosto libero dello Scarface del 1932, che parla anch’esso dell’ascesa e della caduta di un gangster americano. Il produttore del film del 1983, Martin Bregman, vide lo Scarface del 1932 in televisione, e pensò che l’idea potesse essere resa in modo un po’ più moderno. Il film di De Palma, poi, è stato dedicato al regista e allo sceneggiatore del film originale, ovvero Howard Hawks e Ben Hecht.

10. In Scarface, ci sono tantissime parolacce. Secondo il Family Media Guide, che ha il compito di monitorare la volgarità, i contenuti a sfondo sessuale e la violenza nei film, in Scarface la parola f**k compare ben 207 volte, ovvero all’incirca 1.21 volte al minuto. Nel 2014, Martin Scorsese ha battuto il record con The Wolf of Wall Street, nel quale la parola è stata pronunciata ben 506 volte.

Scarface: le frasi famose

  • Un giorno scoprirai che il problema più grosso non è di portare qui la roba, ma come riuscire a spendere tutti questi soldi! (Tony Montana)
  • Chi ti credi di essere… In cinque anni, non ti sei fatto vivo neanche una volta… Cinque anni… Tutto ad un tratto spunti fuori e ci metti in mano un po’ di soldi e credi di comprare il mio rispetto. T’illudi di potermi comprare con i gioielli? Che ti credi di poter venire a casa mia con i tuoi soldi, con i tuoi vestiti sgargianti e con i tuoi modi da sbruffone e prendermi in giro? […] Sono una che dice quello che pensa, Antonio! Gina io l’ho tirata su come Dio comanda… e non ti permetterò di rovinarmela! Non mi servono i tuoi soldi! Tieniteli, io me la guadagno la vita! (Madre di Tony Montana)
  • Io credo che noi andremo molto d’accordo, continueremo a fare affari per parecchio tempo. Ricordati soltanto, e te lo dico una volta sola, non mi fregare, Tony. Non provare mai a fregarmi. (Sosa)
  • Ordine? Tu dai a me un ordine? Amigo, l’unica cosa a questo mondo che conta davvero sono le palle, tu ce l’hai le palle? Eh? (Tony)
  • Lo sai che significa capitalismo? Fregare la gente. (Tony Montana)
  • Lo sai cosa sei diventato, Tony? Sei diventato un profugo cubano, milionario che non sa dire altro che ha un sacco di soldi e che tutti lo fregano. (Elvira)
  • Ma vaffanculo, Manny!! Chi ha costruito tutto questo? Tony, ecco chi! E di chi mi fido? Di me! Di chi cazzo ti puoi fidare? Di nessuno, ecco di chi. Andate tutti al diavolo, io non ho bisogno di nessuno, non mi serve lui, non mi serve lei. Che vadano a fanculo, non ho bisogno di nessuno. (Tony Montana)
  • È tutto qui? Si riduce tutto a questo, Manny? Mangiare, bere, scopare, fumare, sniffare. E dopo? Dimmelo. E dopo? Arrivi a cinquant’anni e ti ritrovi una pancia come un barile. Ti vengono due zizze come una balia, ma con i peli di sopra. Ti ritrovi un fegato mezzo disintegrato a forza di mangiare questa roba di merda e diventi come queste mummie del cazzo che stanno qua dentro. E si riduce a tutto questo? È per questo che ho lavorato? Dimmelo. Che stronzo! (Tony Montana)
  • Che avete da guardare? Siete solo una manica di coglioni. Sapete perché? Perché non avete il fegato per stare dove vorreste stare. Voi avete bisogno di gente come me. Vi serve la gente come me, così potete puntare il vostro dito del cazzo e dire: «Quello è un uomo cattivo». Be’? E dopo come vi sentite, buoni? Voi non siete buoni. Sapete solo nascondervi, solo dire bugie. Io non ho questo problema. Io dico sempre la verità, anche quando dico le bugie. Coraggio, augurate la buona notte al cattivo, coraggio. È l’ultima volta che lo vedete un cattivo come me, ve lo dico io. Forza, fate passare l’uomo cattivo. Attenti sta arrivando il cattivo! Meglio che vi fate da parte! (Tony Montana)
  • Salutatemi il mio amico Sosa! – Say ‘hello’ to my little friend! (Tony Montana)

Fonti: Mental Floss, IFC

Film di gangster: i migliori titoli da vedere assolutamente

Film di gangster: i migliori titoli da vedere assolutamente

I film di gangster fanno parte di quel particolare genere cinematografico che tratta di criminalità organizzata e, più precisamente, di malavitosi di umili origini che nel tempo si fanno strada in un contesto sempre ricco di insidie e pericoli. Questa tipologia di film, nati già intorno agli anni Trenta, ha sempre conosciuto un certo successo tra il grande pubblico. Il merito è di personaggi memorabili e ricchi di sfumature, storie indimenticabili e atmosfere cupe al passo con l’evoluzione degli Stati Uniti. Senza ovviamente dimenticare le innumerevoli sequenze di grande violenza, tra eccessi e realismo, entrate nella storia del cinema.

La stagione migliore dei gangster americani è però quella che vede registi come Martin ScorseseBrian De Palma realizzare alcuni dei principali capolavori di questo genere. Nel tempo il gangster movie si è però rinnovato così come è cambiata la figura stessa del gangster. Negli anni Novanta Quentin Tarantino offre ad esempio una nuova visione di questo genere, tra postmodernismo e iperrealismo. I film di gangster rimangono dunque ancora oggi un genere apprezzatissimo sia dal pubblico che dalla critica, che spesso si intreccia con storie di mafia e storie vere. Di seguito, ecco i migliori film di gangster da vedere assolutamente.

I migliori film di gangster americani da vedere

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Nel corso della storia sono stati realizzati numerosi film di gangster, ma ce ne sono alcuni più di altri affermatisi come autentici capolavori, che hanno stabilito una volta per tutte le regole di tale genere. Qui di seguito, si propongono venti tra i migliori film di gangster americani da vedere assolutamente. Titoli che coprono un arco temporale che va dagli anni Sessanta sino ad oggi, ognuno con le proprie caratteristiche e i propri elementi di pregio.

  • Gangster Story di Arthur Penn (1967). Clyde Barrow, un piccolo truffatore, cerca di rubare una macchina ed incappa nella figlia del proprietario, un’insoddisfatta ragazza di provincia, Bonnie Parker. La loro carriera criminale si evolve rapidamente, da piccoli furti ad una rapina in banca, ma le tensioni tra la coppia e gli altri membri del loro gruppo, possono però portare seri problemi.
  • Il padrino di Francis Ford Coppola (1972). Il primo capitolo della celeberrima e imperdibile trilogia, parla della famiglia criminale italo-americana di Don Vito Corleone. Il figlio di questi, Michael, si unisce con riluttanza agli affari di famiglia, ritrova coinvolto in un inevitabile serie di violenza e tradimenti. Capolavoro del genere, il film è interpretato da attori del calibro di Marlon Brando, Al Pacino, James Caan e Robert Duvall.
  • Mean Streets di Martin Scorsese (1973).Charlie Cappa, un ragazzo di Little Italy, deve farsi strada nell’ambiente violento che lo circonda, ma non riesce a fare a meno della compagnia di Johnny Boy, un giovane scapestrato e senza scrupoli. Questo è stato il primo grande gangster movie diretto da Scorsese, che ha poi realizzato nel corso della propria carriera numerosi film dedicati a questi personaggi e le loro storie.
  • Scarface di Brian De Palma (1984). Dopo aver ottenuto la sua Green Card in cambio dell’omicidio di un ufficiale del governo cubano, Tony Montana diventa uno dei più grandi signori della droga di Miami, in controllo di quasi tutto il traffico di cocaina che passa per la città. Spietato, uccide chiunque gli metta i bastoni tra le ruote. Ma il suo declino sarà inevitabile, a causa della pressione della polizia in aumento, le guerre con i cartelli di droga colombiani e la propria paranoia.
  • C’era una volta in America di Sergio Leone (1984). Nel 1968, l’anziano David Aaronson ritorna a New York, dove aveva fatto carriera negli anni Venti e Trenta nelle organizzazioni criminali della città. La maggior parte dei suoi amici, tra cui il partner Max, sono morti da tempo. Ma per David, il suo passato ha lasciato qualcosa di aperto. I flashback raccontano la storia dell’uomo a partire dalla sua infanzia in povera famiglia del Lower East Side di New York, fino la sua ascesa. Una storia di violenza, tradimenti, e rimorsi.
  • Gli intoccabili di Brian De Palma (1987). Dopo aver costruito un impero di contrabbando di alcol, il leggendario boss Al Capone governa Chicago con un pugno di ferro. L’agente Eliot Ness cerca di rovesciare Al Capone, ma anche i suoi migliori sforzi falliscono a causa della corruzione diffusa tra la polizia. Ma Ness è determinato a vincere, e recluta un gruppo di poliziotti d’elite che non vengono toccati da corruzione o paura.
  • Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese (1990). L’ascesa e il declino di un giovane uomo che passa la propria vita nelle organizzazioni malavitose. Conduce una vita lussuosa, ma sembra essere ignaro dell’orrore e dolore che provoca e ben presto dovrà scontrarsi con tutta la violenza del mondo di cui è diventato un protagonista.
  • Le Iene di Quentin Tarantino (1992). A seguito di una rapina andata male, i membri di una banda iniziano a sospettare l’uno dell’altro perchè sembra che qualcuno abbia parlato più del dovuto. Esordio col botto per Quentin Tarantino, che dà qui vita ad un’opera tanto particolare quanto complessa, dove la figura del gangster viene continuamente stravolta.
  • Pulp Fiction di Quentin Tarantino (1994). Vincent Vega e Jules Winnifield sono due killer dalle inclinazioni filosofiche. Una storia fatta di fili intrecciati. Ci sono il gangster Marsellus Wallace e la moglie attrice Mia, c’è il boxer in difficoltà Winston Wolfe, e un paio di rapinatori nevrotici, Ringo “Zucchino” e Yolanda “Coniglietta”.
  • Carlito’s Way di Brian De Palma (1994). Appena uscito di prigione, Carlito Brigante è deciso a laciare la vita criminale, ma verrà presto risucchiato nella malavita di New York. Rientrerà in contatto con la ballerina Gain, la sua ragazza, e finirà per rimanere imbrogiato nei loschi affari dell’amico Dave Kleinfeld, che è anche il suo avvocato. Quando Carlito e Kleinfeld entrano in conflitto con il gangster Benny Blanco, le cose si fanno pericolose.
  • Casinò di Martin Scorsese (1995). Sam Rothstein, l’allibratore preferito del boss di Kansas City, viene nominato direttore di un Casinò a Las Vegas. Lì si innamora di una prostituta dalla quale ha una figlia e s’infatua a tal punto della donna da depositare a suo nome 25.000 dollari.
  • Donnie Brasco di Mike Newell (1997). Negli anni Settanta Joe Pistone, agente dell’FBI, decide di chiedere l’aiuto di un vecchio amico criminale, Lefty Ruggiero, per infiltrarsi in una cosca mafiosa col nome di Donnie Brasco. Il film riunisce due grandi attori quali Al Pacino, veterano di questo genere di film, e Johnny Depp.
  • Blow di Ted Demme (2001). La vera storia di George Jung che diventa, negli anni Settanta, il punto di riferimento negli USA per il traffico della cocaina colombiana per conto di Pablo Escobar. L’inarrestabile ascesa lo porta ad avere tanti soldi ma altrettanti nemici.
  • Era mio padre di Sam Mendes (2002). Durante la Depressione, un criminale accompagnato dal figlio più grande cerca vendetta dopo che la famiglia è stata uccisa. Il film, candidato a 6 Oscar, è interpretato da due giganti del cinema come Paul Newman e Tom Hanks.
  • Gangs of New York di Martin Scorsese (2003). Amsterdam Vallon è un giovane immigrato irlandese appena uscito di prigione. Una volta uscito, decide di vendicare l’omicidio di suo padre, e si mette in cerca dell’assassino, un potente gangster alla guida di un gruppo anti-immigrazione di nome William Cutting. La vendetta può essere ottenuta solamente infiltrandosi nella cerchia di Cutting, e comincia il proprio viaggio e la propria lotta per la sopravvivenza, e per trovare un posto per gli irlandesi nella società di New York del 1860.
  • The Departed di Martin Scorsese (2006). Il poliziotto di Boston Billy Costigan si infiltra nell’organizzazione criminale di Frank Costello. Mentre lavora per conquistare la fiducia del boss, un gangster di nome Colin Sullivan si infiltra nella polizia. Quando entrambe le organizzazioni scoprono di avere delle talpe tra di loro, Billy e Colin dovranno aiutarsi a vicenda per salvarsi. Protagonisti del film un cast davvero d’eccezione: Jack NicholsonLeonardo DiCaprioMatt Damon,  Mark Wahlberg, Alec BaldwinVera Farmiga Martin Sheen.
  • American Gangster di Ridley Scott (2007). Frank Lucas si guadagna da vivere come autista di uno dei gangster più famosi di Harlem. Dopo la morte del proprio boss, Frank usa la propria ingenuità e senso degli affari per diventare uno dei boss criminali più potenti della città. Nel frattempo, il poliziotto veterano Richie Roberts si accorge che qualcosa sta cambiando nella struttura delle organizzazioni criminali della città, ed è deciso a portare il gangster di fronte alla giustizia.
  • La promessa dell’assassino di David Cronenberg (2007). Una ostetrica indaga sulla pista tracciata da un diario di una giovane madre russa morta per complicazioni legate al parto. Un autista della criminalità russa, Nikolai, la aiuterà nelle indagini. L’uomo, il cui obiettivo era diventare un membro importante del clan, si troverà ben presto ad essere tradito da questo, ricercando dunque vendetta.
  • Nemico Pubblico di Michael Mann (2009). Nell’America piegata dalla Grande Depressione, un uomo fuori dal comune riesce ad attirarsi il favore e l’attenzione dell’opinione pubblica: John Dillinger, qualificato dalle autorità statunitensi come Nemico Pubblico Numero Uno. Johnny Depp interpreta Dillinger, in un film che rfilette tanto sulla figura del gangster quanto sull’operato delle istituzioni statunitensi.
  • Gangster Squad di Ruben Fleischer (2013). Los Angeles 1949, la città è nelle mani del crimine. Il boss mafioso Mickey Cohen è diventato la figura più potente del mondo della malavita californiana ed intende espandere il proprio impero. Ad interpretare questo spietato personaggio vi è il due volte premio Oscar Sean Penn.

Film di gangster italiani

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Anche l’Italia ha i suoi gangster. Talvolta questi si confondono con la mafia, ma il più delle volte sono invece organizzazioni criminali autonome, composte da pochi uomini che agiscono senza scrupoli unicamente per il proprio tornaconto. Tra storie vere e altre inventate, ecco alcuni dei migliori film di gangster italiani.

  • La leggenda di Al, John e Jack di Massimo Venier (2002). New York, 1959. Un noto esponente della malavita organizzata commissiona a tre gangster l’eliminazione di un certo Frankie. Questi sono però tipi decisamente curiosi e, come se non bastasse, uno di loro, perde la memoria in seguito ad un avvenimento traumatico. I due colleghi di avventure, John e Jack, tentano di salvare l’amico smemorato, che punta a porsi in rocambolesche circostanze senza senso minimo del pericolo.
  • Romanzo criminale di Michele Placido (2005). La storia della Banda della Magliana e del suo dominio incontrastato a Roma, sullo sfondo degli anni Ottanta in Italia, tra stragi, mafia, tangenti, strategia del terrore e consumismo. Venticinque anni trascorsi tra loschi affari, commercio di droga, violenza, con il commissario Scialoia ad indagare sulle tracce degli spietati criminali con l’intento di fermarli.
  • Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido (2010). Rinchiuso in carcere scontando una condanna all’ergastolo per i crimini commessi, il vecchio Renato Vallanzasca rinvaga i ricordi di una giovinezza trascorsa come capo di un’associazione criminale conosciuta come la Banda della Comasina, la quale imperversò negli anni Settanta a Milano tra rapine, sequestri, omicidi ed evasioni.
  • Anime Nere di Francesco Munzi (2014). La storia di tre fratelli calabresi, figli di un pastore dell’Aspromonte, legati in vario modo alla malavita. Luigi, il più piccolo dei tre, è un trafficante internazionale di droga. Rocco vive a Milano, sposato con una bambina, ed è imprenditore grazie al denaro sporco. Il terzo fratello si illude ancora di poter vivere con i frutti della terra, mentre il figlio, solamente ventenne, è già nel giro mafioso.
  • Suburra di Stefano Sollima (2015). Nell’antica Roma, la Suburra era il quartiere dove il potere e la criminalità segretamente si incontravano. Dopo oltre duemila anni, quel luogo esiste ancora. Perché oggi, forse più di allora, Roma è la città del potere: quello dei grandi palazzi della politica, delle stanze affrescate del Vaticano e quello, infine, della strada, dove la criminalità continua da sempre a cercare la via più diretta per imporre a tutti la propria legge.

Film di gangster su Netflix

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Su Netflix si possono ritrovare diversi film originali dedicati ai gangster. Da titoli italiani a quelli più classici di produzione statunitense. Non mancano però soprattutto lungometraggi meno noti ma interessanti da scoprire per entrare in contatto con nuovi modi di raccontare i gangster. Ecco allora alcuni dei migliori film di gangster su Netflix.

  • Ferry di Cecilia Verheyden (2021). Prima di dar vita ad un impero della droga, Ferry Bouman torna nella sua città natale dove una vendetta farà vacillare la sua lealtà e un amore cambierà tutto. Gangster movie tra tradizione e modernità, questo film distribuito da Netflix offre tutto quello che si può desiderare da questo genere di racconto.
  • How I Became a Gangster di Maciej Kawulski (2020). Un ambizioso gangster si fa strada poco alla volta nei ranghi della malavita di Varsavia cercando di diventare famoso, e alla fine riesce a fare il colpo grosso. Film di produzione polacca, è questo un inedito gangster movie su personaggi apparentemente simili ma distanti dal canone statunitense.
  • The Irishman di Martin Scorsese (2019). La storia di Frank Sheeran, veterano di guerra e camionista, divenuto un sicario al soldo della malavita di Filadelfia e assoldato per uccidere il popolare sindacalista Jimmy Hoffa. Interpretato da Robert De Niro, Joe Pesci e Al Pacino, il film di Scorsese è un’opera crepuscolare sul mondo della mafia, epico e malinconico, dove i personaggi sono tutti destinati a scontrarsi con la morte.
  • Lo spietato di Renato De Maria (2019). Santo Russo, giovane dal duro carattere, cresce nella Milano da bere degli anni Ottanta divenendo uno dei più ambiziosi criminali della ‘ndrangeta, che gestisce il malaffare in città. Ad interpretare il protagonista vi è Riccardo Scamarcio, magnificamente calato nei panni del gangster.
  • The Outsider di Martin Zandvliet (2018). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, un prigioniero di guerra statunitense rimane in Giappone e viene introdotto ai rituali per diventare membro di un’organizzazione criminale locale. In questo atipico film di gangster, Jared Leto interpreta il protagonista, che si ritroverà a dover sopravvivere in un territorio straniero e ostile.

Film di gangster recenti

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Come dimostrano i numerosi film di gangster usciti in anni recenti, è questo un genere che continua a vantare un certo fascino e l’attenzione di ampie fasce di pubblico. La figura del gangster è evoluta nel corso del tempo, dimostrando di poter avere ancora molto da dire sulla nostra società. Ecco di seguito i migliori film di gangster recenti.

  • I molti santi del New Jersey di Alan Taylor (2021). Il giovane Anthony Soprano si aggira per le strade di Newark proprio mentre le bande rivali iniziano a sfidare la famiglia criminale DiMeo. Lo zio Dickie Moltisanti, coinvolto nei tumulti dell’epoca, ha una grande influenza sul nipote e lo introdurrà ad un mondo pericoloso. La pellicola, prequel della celebre serie televisiva I Soprano (1999-2007), utilizza le rivolte di Newark del 1967 come sfondo per narrare le tensioni tra la comunità italoamericana e quella afroamericana.
  • Capone di Josh Trank (2020). Gli ultimi giorni del famigerato criminale Al Capone che, ormai vecchio e in vittima della demenza senile, rivive il proprio passato attraverso ricordi violenti, confusi e tormentati. A dare volto a Capone, vi è il camaleontico attore Tom Hardy.
  • The Gentlemen di Guy Ritchie (2019). Mickey Pearson è un espatriato americano che si è arricchito costruendo un impero basato sullo spaccio di marijuana a Londra. Ben presto, si ritrova coinvolto in una guerra contro chi vuole impadronirsi del suo dominio.
  • La fratellanza di Ric Roman Waugh (2017). Un padre di famiglia e uomo d’affari di successo uccide il suo migliore amico in un incidente d’auto. Condannato al carcere, viene inviato in un carcere di massima sicurezza, dove intraprende la strada della violenza, divenendo un criminale spietato.
  • The Infiltrator di Brad Furman (2016). Robert Mazur, agente dell’FBI, vive per cinque anni sotto copertura durante la guerra al Cartello di Medellin negli anni Ottanta. L’operazione ha lo scopo di catturare i vertici del traffico di droga tra Sudamerica e Stati Uniti.
  • La legge della notte di Ben Affleck (2016) Durante il proibizionismo americano il veterano della Prima Guerra Mondiale Joe Coughlin, figlio del capo della polizia di Boston, rifiuta il genitore e decide di dedicare la propria vita al contrabbando di alcol.
  • Black Mass – L’ultimo gangster di Scott Cooper (2015). Il dramma narra la storia vera di un’alleanza che diventa incontrollabile. Boston, anni 70, l’agente FBI John Connolly convince il gangster irlandese James Bulger a collaborare con il dipartimento per eliminare un nemico comune: la mafia italiana. Ad interpretare il pericoloso Bulger, vi è Johnny Depp, nuovamente alle prese con un gangster realmente esistito.
  • Legend di Brian Helgeland (2015). I gemelli Kray sono due famigerati gangster, artefici di un vasto impero criminale nella Londra degli anni 60. Il loro legame viene però minato dalla gelosia per una donna e dalle violente lotte di potere che si scatenano all’interno dell’organizzazione. In un crescendo di follia e atrocità, le vicende dei due fratelli lasciano emergere i controversi eventi storici che ne permisero l’ascesa.

I 10 migliori film di gangster degli ultimi 10 anni, in ordine di importanza

Il fascino dello stile di vita dei fuorilegge ha sempre incuriosito il pubblico. Si tratta di storie divertenti che contengono sesso, violenza e storie di moralità ricche di temi, che contengono le conseguenze dell’attività criminale e al tempo stesso forniscono una visione della condizione umana. Registi come Brian De Palma e Martin Scorsese hanno preso questo genere e lo hanno portato ai massimi livelli, dando ai gangster movie una casa nel cuore della gente.

Un gangster movie perfetto ha personaggi avvincenti con motivazioni complesse, una trama ben ritmata e piena di tensione, dialoghi autentici e una rappresentazione vivida dell’ambientazione e dell’epoca, che offre al pubblico una nuova prospettiva sulla storia e sul funzionamento del mondo. Negli ultimi dieci anni, i film di gangster hanno conosciuto una sorta di rinascita e, sebbene la maggior parte di essi sia piuttosto buona, solo pochi sono degni di essere accostati ai grandi film di tutti i tempi.

  • The Drop (2014) – Nell’ultimo ruolo di James Gandolfini, l’attore interpreta Marv, il proprietario di un bar che funge da luogo di consegna per le transazioni illegali di denaro da parte di mafiosi e criminali locali. Ma quando il bar viene rapinato, il barista Bob (Tom Hardy) si trova coinvolto in una rete di cospirazione. Gli aggressori costringono Bob a confrontarsi con il suo passato e lo tengono sulle spine mentre cerca di prendere le decisioni migliori per proteggere se stesso e la sua famiglia. La narrazione fa eccellere questo film, riempiendolo di colpi di scena meticolosi dal momento in cui il bar viene derubato a quando il pubblico viene a conoscenza di identità segrete e dei motivi di personaggi innocui. Mantenendo un ritmo lento che permette di svelare gradualmente i segreti e di far emergere i conflitti, The Drop aggiunge profondità e suspense alla storia, aiutando gli spettatori a rimanere coinvolti fino al finale.
  • The Infiltrator (2016): The Infiltrator è basato sull’autobiografia di Robert Mazur ed è interpretato da Bryan Cranston nel ruolo di Mazur, un agente speciale della Dogana degli Stati Uniti. Ambientato negli anni ’80, quando la guerra alla droga stava raggiungendo il suo apice, il film vede Mazur andare sotto copertura come riciclatore di denaro per infiltrarsi nella rete di narcotraffico del signore della droga colombiano Pablo Escobar. L’interpretazione di Cranston è il fulcro del film, che ritrae Mazur con avvincente autenticità, mentre rimane moralmente combattuto dalle azioni che deve intraprendere. Circondato dall’atmosfera di suspense del mondo del narcotraffico, L’infiltrato tiene lo spettatore sul filo del rasoio e lo immerge nelle possibilità che potrebbero accadere. Cranston crea empatia con questo personaggio, creando un rapporto diverso con lo spettatore che altri film di gangster non hanno.
  • La furia di un uomo – Wrath of Man (2021): Basato sul film francese Cash Truck del 2004, La furia di un uomo – Wrath of Man vede Jason Statham nei panni di H, una misteriosa e abile guardia giurata assunta da una società di camion blindati di Los Angeles. Il background di H è avvolto nella segretezza, mentre si dimostra un formidabile protettore delle spedizioni di denaro della società. Alla fine, si trova coinvolto in un gioco mortale di vendetta e scopre la verità dietro una rapina che ha causato la morte di suo figlio. L’ira dell’uomo affronta la vendetta con intenso gusto, mettendo in mostra lo stile caratteristico di Guy Ritchie di una violenza grintosa e veloce. Tuttavia, per alcuni spettatori in cerca di sviluppo dei personaggi, il film potrebbe risultare insufficiente, in quanto i personaggi secondari sono poco sviluppati e le motivazioni di H non sono del tutto approfondite. Tuttavia, questa sembra più che altro una scelta creativa, e le emozioni sono tante anche altrove, alla ricerca di una narrazione più profonda e dell’esplorazione dei personaggi attraverso le coreografie dei combattimenti e la rabbia di H.
  • Legend (2015) – Questo affascinante film di gangster vede Tom Hardy nel doppio ruolo dei gemelli Ronald e Reginald Kray, famigerati gangster dell’East End londinese negli anni ’50 e ’60. Il film mostra il loro impero criminale e il modo in cui controllavano i locali notturni, le bische e il racket delle estorsioni, mentre si intrattenevano con celebrità e politici. Legend mantiene il fascino oscuro di uno stereotipato film sulla criminalità organizzata, approfondendo al contempo le complesse relazioni dei fratelli Kray e l’impatto che le loro attività criminali ebbero su coloro che li circondavano. Offrendo un ritratto elegante della malavita londinese, Legend è sostenuto dall’interpretazione di Hardy, che deve possedere personalità e motivazioni contrastanti.
  • The Outfit (2022) – Ambientato nel mondo del crimine organizzato, The Outfit segue un esperto sarto (Mark Rylance) che gestisce un negozio di abiti su misura a Chicago. Quando Leonard si trova invischiato in una situazione pericolosa che coinvolge una donna misteriosa e un gangster violento, deve usare tutte le sue abilità di astuzia per navigare nell’infido mondo sotterraneo e proteggere se stesso e la sua attività. The Outfit esplora i temi della lealtà, del tradimento e della sopravvivenza, mentre il protagonista si trova invischiato in un gioco mortale di gatto e topo in cui nulla è ciò che sembra. Con un’atmosfera intensa, The Outfit è un’avvincente rivisitazione di un genere classico che si eleva dove altri cadono. La trama permette inevitabilmente al pubblico di immedesimarsi nel personaggio di Rylance perché si trova in una situazione che sarebbe potuta capitare a chiunque nel posto sbagliato al momento sbagliato.
  • The Gangster, The Cop, The Devil (2019) – Il thriller d’azione sudcoreano “Il gangster, il poliziotto, il diavolo” è un’improbabile collaborazione tra un gangster incallito e un determinato detective della polizia che si uniscono per rintracciare un feroce serial killer che prende di mira i membri di una gang. Quando un gangster sopravvive al suo aggressore, forma un’alleanza scomoda per cercare vendetta, che porta all’esplorazione dei confini sfumati tra bene e male, mentre il trio affronta i propri demoni mentre insegue il nemico comune. Il mix perfetto di azione, crimine e dramma fa di The Gangster, The Cop, The Devil uno dei film di gangster più interessanti degli ultimi tempi. L’improbabile alleanza crea una dinamica avvincente, portando avanti la narrazione con una tensione e un intrigo che non mancheranno di appassionare gli amanti del genere. Grazie al ritmo serrato e alle sequenze veloci di Won-Tae Lee, The Gangster, The Cop, The Devil diventerà rapidamente uno dei film preferiti dagli spettatori.
  • 1981: Indagine a New York (A Most Violent Year) – Ambientato a New York durante l’inverno del 1981, A Most Violent Year segue Abel Morales (Oscar Isaac), un immigrato determinato che cerca di far crescere la sua attività di vendita di gasolio per riscaldamento e allo stesso tempo di navigare nell’ambiente sempre più violento e corrotto della città. Abel deve affrontare le minacce di concorrenti rivali, violenti dirottamenti e un procuratore distrettuale aggressivo, e deve affrontare scelte difficili per proteggere la sua famiglia e la sua attività. I dilemmi morali di Abel sono la punta dell’iceberg. A Most Violent Year offre un ritratto sfumato della città, catturando il degrado urbano e il fascino del sogno americano. Con una trama avvincente, personaggi complessi, una regia attenta e le migliori interpretazioni di Isaac e Jessica Chastain, A Most Violent Year è un’esperienza cinematografica emozionante che alza la posta in gioco a ogni atto.
  • Sicario (2015) – Sicario segue l’agente dell’FBI Kate Macer (Emily Blunt), che viene reclutata da una task force governativa guidata da un misterioso agente. Man mano che viene coinvolta nelle operazioni della task force, si trova in conflitto morale ed etico con se stessa per il lavoro che deve svolgere. Il film offre un ritratto teso della brutalità del traffico di droga e di quanto gli individui e i governi siano disposti a fare per combatterlo. Avvincente e ricco di spunti di riflessione, Sicario ritrae le lotte di potere all’interno dei cartelli che operano lungo il confine tra Stati Uniti e Messico attraverso una narrazione toccante, una fotografia sorprendente e il miglior lavoro della carriera di Emily Blunt. Approfondendo i meccanismi interni di queste organizzazioni e descrivendo le loro tattiche di lotta per le dispute territoriali, Sicario racconta una storia avvincente che mostra le complessità dell’attuale guerra alla droga.
  • Black Mass (2015) – Basato sul libro di Dick Lehr e Gerard O’Neill, Black Mass vede protagonista Johnny Depp nel ruolo del famigerato gangster di Boston James “Whitey” Bulger. Il film racconta la sua ascesa al potere come leader della Winter Hill Gang e le sue alleanze con l’FBI come informatore. Nel corso del film, il pubblico assiste al regno di terrore di Bulger su South Boston negli anni ’70 e ’80, osservando come il suo impero criminale si intrecci con le forze dell’ordine. La trasformazione di Depp nel famigerato gangster è ipnotica e cattura sia il suo carisma che la sua spietata brutalità. I personaggi di supporto, interpretati da Benedict Cumberbatch e Joel Edgerton, aggiungono profondità alla complessa rete di relazioni e tradimenti che sono così pertinenti alla storia. Confondendo efficacemente i confini tra forze dell’ordine e criminalità, Black Mass è un’esperienza avvincente e impegnativa al tempo stesso.
  • The Irishman (2019) – Attraversando diversi decenni, The Irishman segue la vita di Frank Sheeran (Robert De Niro), un camionista che diventa un sicario per la famiglia criminale dei Bufalino. Il film mostra il coinvolgimento di Sheeran nel crimine organizzato e la sua stretta relazione con il leader sindacale Jimmy Hoffa (Al Pacino), offrendo una nuova prospettiva su eventi storici chiave come la scomparsa di Hoffa. Meditazione sulla moralità e sullo scorrere del tempo, The Irishman si eleva grazie alla regia del re del genere poliziesco, Martin Scorsese, e alle interpretazioni stellari del suo cast, tra cui l’atteso ritorno di Joe Pesci. Come potente esplorazione della malavita e riflessione sulle scelte che le persone fanno e che condizionano il resto della loro vita, The Irishman è una vera e propria epopea cinematografica che continuerà a essere uno dei film di gangster più ricordati.




The Good Doctor: il finale di serie è ancora più straziante di quanto volessimo

The Good Doctor non ha mai avuto paura di mostrare momenti davvero strazianti. Non passa episodio senza che i pazienti del St. Bonaventure Hospital debbano affrontare alcune delle più strazianti situazioni di vita o di morte. Ma come molti drammi medici (tra cui E.R. e Grey’s Anatomy), la serie ha anche una storia di medici che si trovano in situazioni di pericolo di vita. The Good Doctor, che ha debuttato sulla ABC nel 2017, è ora alla sua settima e ultima stagione. Sebbene gli spettatori abbiano capito fin da subito che nessun personaggio principale sarebbe stato completamente al riparo dalle catastrofi, molti spettatori speravano che l’ultima stagione avrebbe offerto più momenti di guarigione.

Ora che il dottor Shaun Murphy (Freddie Highmore) e Lea (Paige Spara) hanno il loro bambino, il dottor Aaron Glassman (Richard Schiff) si è ripreso dalla sua malattia cerebrale e la dottoressa Morgan Reznick (Fiona Gubelmann) e il dottor Alex Park (Will Yun Lee) si sono riuniti, sembrava che i personaggi potessero finalmente avere un po’ di pace. Tuttavia, ora che The Good Doctor è giunto all’ottavo episodio della stagione, è diventato chiaro che gli sceneggiatori non hanno intenzione di terminare la serie senza invocare qualche grave tragedia lungo il percorso.

Chiunque abbia visto le prime sei stagioni della serie sapeva che il cuore spezzato era il nome del gioco per tutti i personaggi. Il dottor Neil Melendez (Nicholas Gonzalez) ha subito una morte scioccante dopo essere stato gravemente ferito in un terremoto alla fine della terza stagione. Un altro dei membri del St. Bonaventure è morto in modo devastante quando l’infermiera Deena Petringa (Karin Konoval) ha contratto il COVID-19 nella quarta stagione. Questa perdita è stata particolarmente dura per i personaggi dello show e per il pubblico, poiché la pandemia ha colpito ancora molto da vicino per molti. Non tutte le situazioni calamitose si sono concluse con la morte, come l’accoltellamento della dottoressa Audrey Lim (Christina Chang) nella quinta stagione. Ma questi eventi allarmanti hanno rafforzato nel pubblico la convinzione che nessuno dei loro personaggi preferiti sarebbe stato al riparo dalla sfortuna.

Una morte non necessaria nell’ultima stagione di The Good Doctor

Dopo tutte le tragedie che si sono susseguite nel corso degli anni nella serie, ci si aspettava che forse la stagione 7 avrebbe offerto un po’ di respiro ai suoi personaggi principali. Invece di lasciare che i dottori vivessero in pace, gli sceneggiatori hanno deciso di uccidere un personaggio principale a soli cinque episodi dalla fine della serie. Il dottor Asher Wolke (Noah Galvin) è stato uno dei personaggi preferiti dai fan fin dalla quarta stagione, cresciuto come ebreo ortodosso ma allontanatosi dalla sua comunità e dalla sua religione quando ha capito di essere gay. Ha instaurato una delle relazioni più dolci della serie quando ha iniziato a frequentare l’infermiere Jerome Martel (Giacomo Baessato) nella quinta stagione.

Nell’episodio 5 dell’ultima stagione, mentre cercava di aiutare uno dei suoi pazienti, Asher ha stretto amicizia con un rabbino, che gli ha permesso di ricollegarsi alla sua fede ebraica. Mentre accompagnava il rabbino alla sua sinagoga, Asher ha affrontato due uomini che stavano compiendo atti di vandalismo nell’edificio e ha proclamato con orgoglio la sua ebraicità (e ha anche ammesso di essere gay). Mentre Asher si allontanava trionfante, è stato brutalmente aggredito dagli uomini ed è morto tra le braccia del rabbino. Il colpo di scena più triste e straziante è stato che Jerome era seduto in un ristorante ad aspettare Asher per potergli chiedere di sposarlo.

È stato scioccante vedere un personaggio amato ucciso così vicino al finale dello show. Molti spettatori hanno sostenuto che Asher avrebbe potuto essere sconfitto e sopravvivere (il che avrebbe potuto comunque fornire allo show un sacco di drammi e trame da esplorare). Invece, lo show è caduto in un tropo televisivo comune, chiamato Bury Your Gays, in cui ai personaggi LGBTQ+ viene negato il lieto fine, di solito con la loro morte. In un periodo in cui l’odio per le persone LGBTQ e l’antisemitismo sono in aumento, la morte di Asher è stata allarmante. The Good Doctor ha avuto l’opportunità di offrire a un personaggio gay ed ebreo una relazione sana e un lieto fine, ma ha deciso di ucciderlo per motivi drammatici.

The Good Doctor sembra avere in serbo altri colpi al cuore

Con il pubblico ancora provato dalla morte di Asher, è stato sorprendente apprendere che per questi personaggi ci saranno ancora più difficoltà. L’ultimo episodio in onda il 14 maggio riporterà in scena l’amato personaggio della dottoressa Claire Browne (Antonia Thomas). Claire ha lasciato lo show dopo la quarta stagione, ma è ricomparsa nella quinta stagione per due episodi. Tuttavia, invece di essere una felice riunione, uno sneak peek di quell’episodio rivela che a Claire verrà diagnosticato un cancro al seno. Questo sembra solo un altro duro attacco da parte degli sceneggiatori. Invece di riportare Claire come amica di Shaun e di aggiornare gli spettatori sui risultati ottenuti nella sua carriera da quando ha lasciato la St. Bonaventure, sarà solo un altro personaggio il cui benessere è definito da una tragedia.

Oltre ai problemi di salute, i telespettatori hanno notato anche i molti elementi di disagio che si sono verificati nella stagione 7. Nell’episodio 7, il dottor Glassman, un tempo strenuo e rispettoso delle regole, decide di trattare in modo non etico una sua ex paziente (una giovane donna tossicodipendente che gli ricorda la figlia morta, Maddie). Shaun e Lea devono affrontare la preoccupazione che anche loro figlio, Steve, possa essere affetto da autismo. Sebbene ci siano stati alcuni momenti di spensieratezza (l’amicizia tra il dottor Jordan Allen e il dottor Jared Kulu, il fidanzamento tra Morgan e Park, ecc.), nell’ultima stagione della serie i personaggi hanno affrontato soprattutto una serie di eventi traumatici.

Ovviamente, The Good Doctor non è una commedia e non è mai stata una serie particolarmente allegra. Ma c’è sempre stata una corrente di speranza che ha attraversato l’intera serie. Fin dal primo episodio e per tutto il suo percorso di medico, Shaun ha affrontato innumerevoli battaglie e ne è uscito vincitore grazie alle sue capacità che derivano in parte dalla sua neurodivergenza. Gli spettatori non hanno mai dubitato che Shaun e i suoi collaboratori sarebbero stati in grado di salvare la situazione. L’ultima stagione della serie avrebbe dovuto essere uno sguardo trionfale su quanto i personaggi hanno fatto e su quanto sono cresciuti. Invece, il pubblico trattiene il fiato in attesa di vedere quali altre tragedie si abbatteranno su questi personaggi prima che le loro storie si concludano definitivamente. Speriamo che gli ultimi due episodi della serie offrano molta più gioia (e molto meno dolore).

The Good Doctor in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Demon Slayer, spiegazioni: Chi sono gli Hashira?

Demon Slayer, spiegazioni: Chi sono gli Hashira?

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba è andato in onda per la prima volta nel 2019, ma ha brillato davvero durante la pandemia di Covid, quando il mondo intero è stato costretto a rimanere confinato nelle proprie case. Con una perdita esponenziale di vite e mezzi di sostentamento, molte persone guardavano al giovane Tanjiro Kamado, che era anche alla ricerca di una cura per la sua sorellina, Nezuko, proprio come tutti coloro che aspettavano un vaccino per combattere l’imperversare della pandemia. Tanjiro e i suoi amici e mentori, gli Hashira, si ergevano come fari di speranza, ispirando tutti coloro che guardavano l’anime a non arrendersi mai.

Sebbene il mondo abbia sconfitto la pandemia più di una volta, il viaggio di Tanjiro sta diventando sempre più insidioso. Tuttavia, con l’aiuto degli Hashira del Corpo degli Ammazzademoni, potrebbe imparare abbastanza per farcela. Spesso considerati i più forti dell’intera milizia dei Demon Slayer, gli Hashira svolgono un ruolo cruciale nella trama dell’anime. Non solo possiedono le mosse e le tecniche più appariscenti, ma sono anche una fonte di ispirazione e di conoscenza. Chi sono gli Hashira? Come sono nati? Cerchiamo di rispondere ad alcune di queste domande nelle prossime sezioni.

Che cosa sono le Hashira?

demon slayer hashira

Il termine Hashira si traduce direttamente in “pilastri” in giapponese. Il termine Cacciatrice di Demoni si riferisce alle Cacciatrici di Demoni di grado più elevato del Corpo delle Cacciatrici di Demoni. Sono anche tra i più forti e spesso i più esperti tra tutti gli uccisori di demoni e spesso guidano le unità in battaglia contro i demoni assetati di sangue. Sono secondi solo al capo del Corpo delle Cacciatrici di Demoni, Kagaya Ubuyashiki, la cui famiglia ha ricoperto la carica e mantenuto l’organizzazione per secoli.

A ogni Hashira viene assegnato un territorio da pattugliare, in genere per conoscere meglio i demoni che vi abitano e affinare la propria abilità di spadaccino. Inoltre, vengono inviati in missione solo se il personale di grado inferiore non è in grado di portarle a termine.

Tutti gli Hashira sono maestri di diversi stili di respirazione, alcuni dei quali sono stati addirittura inventati. Il carattere giapponese (o kanji) di Hashira è composto da nove tratti (柱), e si dice che questo sia il motivo per cui ci sono nove Hashira all’inizio della serie. La scritta “Distruttore di demoni” è incisa in giapponese (惡鬼滅殺) sulle armi di ogni Hashira.

L’origine di Hashira

La prima generazione di Hashira, nota anche come Generazione d’Oro, nacque durante l’Era Sengoku. Dopo un millennio di moderati successi contro i demoni di Muzan, un talentuoso uccisore di demoni di nome Yoriichi Tsugikuni si unì al corpo quando un demone uccise sua moglie. Era il più forte uccisore di demoni e un praticante della tecnica del Respiro del Sole, che riuscì a sfiorare l’uccisione del Re Demone. Yoriichi è nato con il marchio dell’uccisore di demoni, che assomiglia a una voglia e si attiva solo in determinate circostanze. Aveva il potere di condividere il marchio con pochi eletti, noti come Hashira.

Una volta attivato, il marchio fornisce all’utilizzatore forza, resistenza, agilità, velocità e una maggiore capacità di respirazione. Uno dei requisiti per risvegliare il marchio è la capacità di sopportare circostanze che mettono a repentaglio la vita, in particolare una frequenza cardiaca superiore a 200 battiti al minuto (BPM) e una temperatura corporea superiore a 39 gradi Celsius (102,2 gradi Fahrenheit), che sono spesso considerate letali. Tuttavia, l’attivazione del marchio comporta un rischio proprio: la durata di vita di una persona si riduce a soli 25 anni circa.

La maggior parte dell’attuale generazione di Hashira ha attivato i propri marchi di Uccisore di Demoni, con le sole eccezioni dell’Hashira del Fuoco Kyojuro Rengoku, dell’Hashira del Suono Tengen Uzui e dell’Hashira degli Insetti Shinobu Kocho.

Yoriichi Tsugikini è stato anche il progenitore delle tecniche di respirazione, trasmettendo le conoscenze alla prima generazione di Hashira, che avrebbe sviluppato e padroneggiato le proprie tecniche di respirazione.

Come si diventa Hashira in Demon Slayer?

Come si diventa Hashira in Demon Slayer

Finora nella serie sono noti solo due metodi per raggiungere il grado di Hashira, ed entrambi sono estremamente pericolosi e difficili. Il Corpo degli Ammazzademoni può essere suddiviso in dieci gradi in base al livello di potenza: Mizunoto, Mizunoe, Kanoto, Kanoe, Tsuchinoto, Tsuchinoe, Hinoto, Hinoe, Kinoto e Kinoe. La prima via può essere tentata solo dopo aver raggiunto il grado di Kinoe, dimostrando la propria abilità nell’uccidere i demoni uccidendo almeno 50 demoni o riuscendo in qualche modo a uccidere un membro dei Dodici Kizuki.

Il secondo approccio richiede di diventare Tsuguko (apprendista) di un Hashira, il che richiede un talento straordinario. Si può fare domanda per diventare Tsuguko ed essere messi alla prova dagli Hashira selezionati, oppure essere scrutati dagli stessi Hashira, se li ritengono degni. Uno Tsuguko può prendere il posto di un Hashira solo se l’Hashira in questione muore o si ritira. Un Hashira può scegliere di ritirarsi quando vuole.

Il lavoro necessario per ottenere ognuna di queste vie richiede circa cinque anni di allenamento, anche se ai più dotati potrebbero bastare due o tre anni. Finora ci sono state due eccezioni di questo tipo, l’Hashira di Foschia Muichiro Tokito e l’Hashira di Pietra Gyomei Himejima, che sono riusciti a diventare Hashira in pochi mesi grazie alla loro pura eccellenza.

Chi sono gli Hashira di oggi?

Ora che conoscete la storia, è il momento di guardare alla generazione attuale. Ecco tutti gli Hashira che abbiamo incontrato finora nell’anime Demon Slayer. Se non siete ancora al corrente della serie, vi consigliamo di fare degli spoiler.

Hashira dell’acqua Giyu Tomioka

Giyu Tomioka è il primo Hashira che Tanjiro incontra e che viene presentato agli spettatori nella prima stagione dell’anime Demon Slayer. Giyu si è allenato con il precedente Hashira dell’Acqua Sakonji Urokodaki e ha imparato la tecnica della Respirazione dell’Acqua. Il suo stile di Respirazione d’Acqua consiste in 11 forme, ognuna progressivamente più letale della precedente.

Love Hashira Mitsuri Kanroji

Alla disperata ricerca di un marito che fosse più forte di lei, Mitsuri decise di unirsi al Corpo delle Cacciatrici di Demoni. Tuttavia, considerando la sua incredibile prestanza fisica, non fu un compito facile. Completò con successo l’addestramento sotto la Fiamma Hashira Kyojuro Rengoku. Sviluppò il proprio stile di respirazione, la tecnica del Respiro dell’Amore, sulla base del Respiro della Fiamma di Rengoku.

Serpent Hashira Obanai Iguro

Prima di diventare il Serpente Hashira, Obanai Iguro era un tragico adolescente a cui la famiglia aveva tagliato la bocca da un orecchio all’altro per farlo assomigliare a un serpente come parte di un sacrificio rituale a un demone. Obanai è parzialmente cieco, ma grazie al suo stile di respirazione serpentesca e al suo serpente domestico Kaburamaru, riesce a compensare questa mancanza ed è quasi inarrestabile.

Sound Hashira Tengen Uzui

Tanjiro, Nezuko, Zenitsu e Inosuke hanno lavorato con Tengen nell’arco del Distretto dei divertimenti. Era alla disperata ricerca di salvare le sue mogli, tenute prigioniere. Tengen è uno dei personaggi più forti della serie e le sue abilità sono ineguagliabili. Purtroppo è stato costretto a ritirarsi dopo aver rischiato di morire contro Daki e Gyutaro.

Wind Hashira Sanemi Shinazugawa

Pur apparendo spavaldo e impulsivo, Sanemi Shinazugawa è il più abile utilizzatore dello stile del vento della sua generazione. È anche uno degli spadaccini più influenti e abili dell’intera milizia dei Demon Slayer. Il suo stile di Respirazione del Vento è spesso paragonato al primo Hashira del Vento, che apparteneva all’Età d’Oro del corpo dei Demon Slayer.

Stone Hashira Gyomei Himejima

Gyomei Himejima è il gigante gentile del corpo dei Demon Slayer, ma è altrettanto spietato in battaglia. È anche il più anziano dell’attuale generazione di Hashira, nonostante abbia attivato il suo marchio di Cacciatore di Demoni. Gyomei viene spesso definito l’Hashira più forte, nonostante sia completamente cieco dalla nascita, e si è guadagnato il rispetto dei suoi compagni grazie alla sua immensa forza e alla sua abilità nell’usare la tecnica del Respiro di Pietra.

Mist Hashira Muichiro Tokito

Muichiro Tokito è probabilmente secondo solo a Gyomei in termini di forza grezza. È uno dei pochissimi individui che appartengono alla linea di sangue Tsugikuni ed è stato uno dei più veloci a salire al grado di Hashira. Nonostante sia uno degli Hashira più giovani, la tecnica di respirazione della nebbia di Muichiro lo rende facilmente una forza con cui fare i conti.

Insect Hashira Shinobu Kocho

Sebbene fisicamente non sia la più forte, Shinobu Kocho è la più veloce tra tutte le Hashira. Il suo atteggiamento dolce spesso nasconde il suo carattere irascibile e l’intenso odio per i demoni. I suoi attacchi consistono in una serie di pugnalate che infliggono punture velenose ai suoi avversari, rese più forti dalla sua tecnica di respirazione degli insetti.

Flame Hashira Kyojuro Rengoku

Primo Hashira a recitare in un film e primo a guidare la squadra di Tanjiro, Flame Hashira Rengoku è forse il più ispirato tra tutti gli Hashira. Nonostante la sua tragica infanzia, ha mantenuto il suo atteggiamento allegro e il suo volto sorridente fino alla fine e ha tenuto testa a un Tre di rango superiore, Akaza, senza attivare il suo marchio di uccisore di demoni.

Flower Hashira Kanae Kocho

Sorella maggiore di Insect Hashira Shinobu Kocho, Flower Hashira Kanae era nota per il suo atteggiamento dolce. Nonostante fosse una cacciatrice di demoni, sognava un mondo in cui demoni e umani coesistessero pacificamente. La sua morte per mano di Doma, di rango superiore 2, ha spinto Shinobu a giurare vendetta contro tutti i mostri mai esistiti.

Gli Hashira portano le loro insegne sulle mani, poiché sono un gruppo distinto di uccisori di demoni. Questi simboli sono legati allo stile di respirazione che praticano e rappresentano. Tanjiro, Nezuko e i loro amici lavoreranno a stretto contatto con gli Hashira nella quarta stagione di Demon Slayer.

Demon Slayer, guida ai personaggi: chi si unisce a Tanjiro in Hashira Training Arc

Demon Slayer stagione 4 è una parte fondamentale della serie, la cui uscita è prevista per il 12 maggio 2024. L’arco dell’Addestramento degli Hashira approfondisce l’intenso addestramento degli Hashira e del resto del Corpo dei Demoni, preparandoli alla battaglia finale contro Muzan.

Questa stagione copre i capitoli 128-136 del manga, mentre il film copre già i capitoli 128 e 129, oltre ad alcune scene aggiunte nell’anime. Ciò significa che l’anime potrebbe andare oltre il capitolo 136, fino all’arco della Battaglia Finale, ecco cosa c’è da sapere sul cast principale di Demon Slayer: L’arco dell’addestramento di Hashira.

Tanjiro Kamado

Tanjiro Kamado

“Per dissipare i rimpianti di coloro che sono stati uccisi, per impedire che appaiano altre vittime, brandirò senza sosta la mia lama contro i Demoni, e questo è un dato di fatto”. – Tanjiro

Tanjiro Kamado, incarnazione della resilienza e della gentilezza, è in missione per restituire alla sorella minore (Nezuko) la sua umanità. Il suo cammino è costellato da numerose sfide, ma attraverso queste prove stringe legami indissolubili con i suoi compagni, Zenitsu e Inosuke. Sono stati i primi a unirsi a lui in questo viaggio, formando un gruppo affiatato che ispira un senso di compagnia. L’incrollabile determinazione di Tanjiro nel salvare sua sorella da una maledizione e nello sconfiggere il signore di tutti i demoni, Muzan, è davvero stimolante. Tanjiro è stato il primo spadaccino a brandire una lama nera dopo secoli, un fatto che solleva molte domande intriganti.

Chi è Tanjiro? Perché è lui a possedere la Lama Nera e qual è il suo legame con il respiro del Sole? Questi misteri, anche se parzialmente svelati, promettono una comprensione più profonda, probabilmente in questa stagione. Le allusioni al ballo con il padre in sogno e il potenziale legame con il respiro del Sole non fanno che aumentare l’enigma che circonda Tanjiro e la sua famiglia, e lo stesso vale per la sorella: perché è stata in grado di conquistare il Sole?

Nezuko Kamado

Nezuko Kamado

Nezuko Kamado, la sorella minore del nostro protagonista, Tanjiro, è una figura centrale dell’Arco di addestramento. Come Tanjiro, è una sopravvissuta al massacro della loro famiglia, ma ha la maledizione di essere un demone, che la fa soffrire di più. Tuttavia, persevera, proteggendo il fratello in modo unico e crescendo maggiormente attraverso la sofferenza. Il suo viaggio è segnato dalla lotta per riconquistare la sua umanità di demone e dalla sua capacità di conquistare il Sole, che la rende l’unico obiettivo dell’antagonista principale, Muzan. La sua trasformazione e la sua resilienza sono aspetti fondamentali dell’Arco di addestramento.

Zenitsu

Zenitsu

Zenitsu, uno dei due studenti dell’ex Hashira del Tuono, Jigoro Kuwajima, è un personaggio che subisce una crescita significativa nell’Arco dell’addestramento. La sua paura e il suo fastidio iniziali sono in netto contrasto con il suo coraggio e la sua affidabilità successivi. Si fa avanti per proteggere Nezuko insieme a Inosuke quando Tanjiro non può farlo, a testimonianza della sua crescita. Il contributo di Zenitsu a molte battaglie, come quella di Daki e Gyutaro, è fondamentale per l’arco del Distretto dei divertimenti, a testimonianza degli insegnamenti del suo mentore, Jigoro Kuwajima.

Inosuke

Inosuke Hashibira Demon Slayer

Inosuke è il combattente più flessibile di tutti i Demon Slayer, non solo il combattente più flessibile ma anche il pensatore più flessibile della squadra. A volte riesce a tenere insieme il gruppo con la sua comicità poco ortodossa, che a prima vista può risultare strana, ma che a pensarci bene è la più onesta del gruppo, il che credo sia dovuto al fatto che non fa molto parte della civiltà umana. Come Zenitsu, Insouke ha avuto un ruolo fondamentale nella battaglia di Tanjiro e Nezuko. Fa squadra con Zenitsu per tenere occupata una delle lune superiori a Daki. Inosuke è il libero pensatore della squadra e, a sua volta, è il più rumoroso del gruppo, nel bene e nel male.

Genya Shinazugawa

Genya Shinazugawa

Genya Shinazugawa è stato accennato quando Tanjiro ha affrontato le prime prove per diventare un cacciatore di demoni nella prima stagione. Ma ha avuto un ruolo considerevole nell’arco del Villaggio degli Spadaccini. Grazie alla capacità di consumare i demoni e di ottenere la loro capacità di resistenza e di guarigione, è stato in grado di aiutare Tanjiro nella sua battaglia contro Hantengu e le sue sei emozioni: Rabbia (Sekido), piacere (Karaku), dolore (Aizetsu), gioia (Urogi), odio (Zohakuten) e risentimento (Urami).

Nel corso dell’arco, vediamo Genya in difficoltà fisica e mentale a causa di suo fratello, Sanemi Shinazugawa, e del loro passato, accennato durante l’arco del Villaggio degli Spadaccini; la loro storia verrà ampliata un po’ di più durante l’arco del Traning di Hashira, concentrandosi sul passato tra Genya e il suo Sanemi e spiegando perché Sanemi mostra così tanto disprezzo verso Genya.

Durante l’arco di addestramento degli Hashira, approfondiremo la conoscenza degli Hashira e del loro regime di addestramento con il resto degli uccisori di demoni. Questo include gli Hashira dell’Amore, Mitsuri, Hashira dell’Acqua, Giyu, Hashira del Serpente, Obanai, Hashira del Suono, Tengen, Hashira del Vento, Sanemi, Hashira della Nebbia, Muichiro, Hashira degli Insetti, Shinobu e Hashira della Pietra Gyomei.

Demon Slayer in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Gaia Girace: 10 cose che non sai sull’attrice

Gaia Girace: 10 cose che non sai sull’attrice

Negli ultimi anni, sono poche purtroppo le serie tv italiane che sono riuscite a distinguersi dalla massa e a lasciare il segno. Una di queste è senza dubbio L’Amica Geniale, divenuta un vero e proprio fenomeno mediatico. Grazie a questa serie abbiamo potuto conoscere alcuni dei talenti italiani emergenti della recitazione come Gaia Girace, piccola grande interprete di una delle due protagoniste.

Scopriamo quindi tutto quello che c’è da sapere su Gaia Girace e la sua promettente carriera.

Gaia Girace: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in note serie TV. Poco dopo aver iniziato a frequentare la scuola di recitazione, nel 2018 ha sostenuto il suo primo provino per il ruolo della protagonista Lila Cerullo nella serie televisiva L’amica geniale. L’attrice ha dunque iniziato così la sua carriera, recitando in questa serie dal 2018 al 2022 per un totale di 22 episodi. In seguito ha recitato nella miniserie francese Diane de Poitieres (2022), mentre nel 2023 è una delle protagoniste della serie The Good Mothers, dove recita accanto a Micaela Ramazzotti e Valentina Bellè.

2Ha preso parte ad altri importanti progetti. Oltre ad aver recitato in serie televisive, però, la Girace si è distinta anche per aver partecipato ai cortometraggi I santi (2021) e A Future Together (2021), quest’ultimo diretto dal celebre regista tedesco Wim Wenders. Nel 2023 è invece protagonista del suo primo film, Girasoll, dove interpreta Lucia, una giovane rinchiusa nel manicomio di Aversa, che svilupperà una forte amicizia con una delle infermiere.

Gaia Girace in L’amica Geniale

3. Era determinata ad ottenere il ruolo. Riguardo al suo provino per la serie, la Girace ha dichiarato: “Anche se quello era il mio primo provino, fare l’attrice era il mio sogno: ci tenevo tantissimo, volevo essere scelta […] Ho letto il primo libro dopo essere stata presa. La scrittura della Ferrante mi ha dato emozioni fortissime per l’originalità della storia, per lo stile, la cura dei dettagli. In una parola: magia”. Il desiderio di ottenere quel ruolo si è dunque concretizzato, dando alla Girace l’occasione di portare avanti una carriera da attrice.

Gaia-Girace-Margherita-Mazzucco

4. La seconda stagione è stata molto difficile per lei. Le riprese della seconda stagione de L’Amica Geniale sono state piuttosto dure per l’attrice. A sconvolgere gli equilibri creatisi, c’è infatti stato l’ingresso di una nuova regista, Alice Rohrwacher – sorella di Alba Rohrwacher, voce narrante della serie – che ha sostituito a fasi alterne Saverio Costanzo dietro la macchina da presa. Inizialmente pare che Gaia non riuscisse ad adattarsi bene al cambio di regia e stile. Alla fine, però, ha saputo allinearsi con la regista e trovare insieme a lei il modo di proseguire il racconto del suo personaggio.

Gaia Girace e Margherita Mazzucco

5. Sono diventate grandi amiche. Passando tante ore insieme sul set di L’amica geniale, come spesso accade, le piccole Lenù e Lila sono diventate grandi amiche anche nella vita reale. Le attrici Gaia Girace e Margherita Mazzucco si sono infatti conosciute sul set e tra loro pare sia stato un colpo di fulmine da cui si è poi consolidata un’autentica amicizia. Eppure il loro incontro è stato puramente casuale. Mentre Gaia, decisa a ottenere una parte nella serie, è stata subito scelta per interpretare Lila, Margherita, invece, si è presentata al penultimo giorno di casting ed è stata chiamata circa un mese più tardi.

Gaia Girace in The Good Mothers

6. Ha interpretato un personaggio importante nella serie. In The Good Mothers, serie adattamento dell’omonimo romanzo di Alex Perry e basato su fatti realmente accaduti, l’attrice interpreta Denise Cosco, figlia di Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della ‘ndrangheta. Un personaggio delicato da interpretare quello di Denise, ancor di più perché ispirato ad una persona realmente esistente. La Girace tuttavia non ha avuto modo di incontrare tale persona, dovendosi dunque basare per la propria interpretazione unicamente su articoli e interviste.

Gaia Girace è Caterina de Medici

7. Ha interpretato la celebre nobildonna. Un’altro ruolo per cui la Girace si è distinta è quello di Caterina de Medici, da lei interpretata nella miniserie francese Diane de Poitiers, dedicata all’omonima una donna vissuta nel XVI secolo, che fu l’amante ufficiale del re Enrico II di Francia. In mezzo ad un cast composto prevalentemente da attori francesi, l’attrice ha dunque avuto modo di interpretare un personaggio italiano, cimentandosi con una nuova prova attoriale particolarmente importante.

Gaia-Girace-The-Good-Mothers

Gaia Girace ha un fidanzato?

8. È single. Come da lei dichiarato in alcune interviste, l’attrice è attualmente single. Ad ogni modo, è questo un aspetto della propria vita che la Girace intende comprensibilmente mantenere il più privato possibile, dunque anche quando avrà una relazione di questo tipo, non ci saranno messaggi particolari che lo renderanno noto.

Gaia Girace è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 210 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 80 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

 

 

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Gaia Girace: età e altezza

10. Gaia Girace è nata a Vico Equense, Campania, il 21 ottobre 2003. L’attrice è alta complessivamente 1,70 metri.

Fonti: IMDb, Instagram

Margherita Giusti racconta il suo The Meatsellers al BBF42: “L’animazione mi ha salvata”

La formazione come animatrice, la fondazione del collettivo Muta Animations durante il periodo della pandemia, lo sviluppo del documentario animato The Meatsellers e l’incontro con Luca Guadagnino, la partecipazione alla Mostra del Cinema di Venezia e infine il David di Donatello per il Miglior cortometraggio. È questo il percorso artistico compiuto fino ad oggi da Margherita Giusti, classe 1991, che ospite al Bellaria Film Festival svela i sogni, le speranze e le paure vissute in questi anni tanto intensi che l’hanno però ora portata ad essere guardata come una delle nuove voci dell’animazione italiana.

Il suo The Meatsellers è la storia vera di Selinna Ajamikoko, una ragazza nigeriana che sogna di diventare una macellaia come sua madre. Per esaudire il proprio desiderio si imbarca in un lungo viaggio verso l’Italia, pieno di atrocità e bestialità. Si costruisce così una storia raccontata tramite il colore, il sangue, il corpo e i tagli. Un viaggio animato che accompagna la voce di Selinna e guida gli spettatori in quella ricerca di identità che caratterizza l’essere umano.

Mi sono diplomata al Centro Sperimentale insieme a due colleghe, Elisabetta Bosco e Viola Mancini, realizzando un breve documentario animato. – racconta Margherita Giusti Una volta completati gli studi volevo realizzare delle pillole di animazione incentrate su storie di donne che si emancipano tramite il lavoro. È così che ho conosciuto Selinna Ajamikoko, sulla cui esperienza ho poi concepito The Meatsellers. Inizialmente il progetto doveva coinvolgere anche altre donne, ma Selinna è emersa come un personaggio troppo forte, che meritava uno spazio maggiore“.

A quel punto mi occorreva trovare una produzione e ho deciso di mandare quello che avevo a Luca Guadagnino, che aveva già visto il mio film di diploma. Io volevo solo una consulenza, chiedergli come avrebbe agito. Lui però ha apprezzato molto il progetto e si è offerto di produrlo con la sua Frenesy Film Company. In pochi pensano all’animazione in questa maniera. Luca è stato un vero coach. A quel punto ho potuto iniziare a lavorare sull’animazione insieme alle mie colleghe del collettivo Muta Animation”.

Il collettivo Muta Animations

Muta Animation nasce perché io, Elisabetta Bosco e Vera Mancini, abbiamo fatto il nostro film di diploma insieme e volevamo continuare a lavorare come gruppo. – racconta Margherita Giusti – Quando siamo partire purtroppo è scoppiato il covid e ognuna era a casa propria. Facevamo una call una volta ogni tot giorni e piano piano abbiamo deciso il nome, poi il logo e così via. Ognuna di noi è specializzata in cose diverse. Quest’anno però abbiamo chiamato anche Elisa Bonandin, che ha fatto sempre con noi un altro corto di diploma, e siamo sempre state tutte insieme“.

Non siamo tutte registe, abbiamo ruoli diversi rispetto all’animazione, ma in qualche modo funzioniamo, anche se poi alla fine non siamo nulla ancora, quattro freelancer insieme”. Aggiunge però che: “C’è il sogno di aprire uno studio, solo che è un po’ complicato, perché per sopravvivere ognuna di noi attualmente lavora anche ad altro. Però è piaciuto molto avere a disposizione un team per The Meatseller. Con Muta c’è la possibilità di sviluppare dei progetti che diano lavoro anche ad altre persone. Questo per me resta il sogno. Poi vedremo, speriamo“.

L’animazione in Italia

Impossibile non chiedere alla giovane animatrice un suo parere sullo stato dell’animazione in Italia, ancora troppo spesso trattata come un prodotto esclusivamente per un pubblico di bambini. “In Italia abbiamo maestranze bravissime, ma che lavorano all’estero per grandi Studi come Disney e purtroppo qui non sono riconosciute. In Italia non esiste un sistema produttivo che funzioni veramente per l’animazione e credo per questo di essere stata molto fortunata“.

La regista aggiunge però anche che: “Credo comunque che ci sia una maggiore apertura nei confronti dell’animazione. Il fatto che Luca Guadagnino volesse produrre un’opera d’animazione è indicativo, e anche Zerocalcare con la sua serie ha aiutato. Secondo me la richiesta del pubblico è forte, perché arriva da fuori. Anche il mondo del fumetto ha avuto un’esplosione negli ultimi dieci anni. Piano piano arriveremo, ma il problema è prima di tutto economico. L’animazione costa troppo per il nostro cinema“.

Io tendenzialmente faccio 2D. Mi è piaciuto molto lavorare sulla carta, è una cosa che vorrei continuare a fare. Ma se mi sposto sul lungometraggio è difficile che il pubblico sia disposto a seguire il tipo di sperimentazione adoperato per The Meatsellers. Ad ogni modo, è pieno di donne nell’animazione, soprattutto quella 2D. Forse perché è un mondo più chiuso e sereno rispetto ai set normali“. Margherita Giusti racconta poi che: “Ho fatto 6 anni come aiuto regista e sono stata davvero male. Ero molto giovane, intorno ai 20 anni. L’animazione mi ha salvata”.

Certo, è un ambiente competitivo, ma più sano rispetto al set. Io principalmente ho fatto fiction e quelli sono set dove non si riesce a imparare reciprocamente. Nell’animazione invece ti senti sicura perché è un ambiente protetto. In realtà è un peccato che le donne non si sentano troppo sicure sul set, ma credo che anche questa cosa stia cambiando. Il punto è ch spesso le ragazze sul set non hanno punti di riferimento“.

Guardando al futuro

Quando le viene chiesto di cosa la aspetta ora nell’immediato futuro, Margherita Giusti racconta: “Ora Luca vuole che non mi sieda sugli allori ma continui a lavorare. Svilupperemo un lungometraggio insieme. Il problema è che, appunto, si tratta di animazione, quindi ci vorrà molto tempo. Una storia però c’è già, non posso dire molto ma non sarà un altro documentario. Sicuramente sara in 2D, è la tecnica a cui sono legata e che non ho intenzione di abbandonare“.

Wind River: la spiegazione del finale, chi ha ucciso Natalie?

Wind River: la spiegazione del finale, chi ha ucciso Natalie?

Taylor Sheridan potrebbe essere conosciuto soprattutto per Yellowstone, ma si è fatto un nome con le sue brillanti sceneggiature di Sicario e Hell or High Water, e ha dimostrato di essere un regista con il suo debutto alla regia nel 2017, Wind River. Come molti progetti di Sheridan, Wind River mescolava l’attualità politica con un elemento di mistero neo-noir, in modo da essere allo stesso tempo molto divertente e sorprendentemente riflessivo. Sebbene il mistero che Sheridan presenta in Wind River sia un mistero, le sue motivazioni più serie per il film sono evidenti dalle statistiche sui crimini reali che incorpora alla fine.

Di cosa parla Wind River di Taylor Sheridan?

Wind River è un giallo ambientato nella riserva indiana Wind River del Wyoming. Dopo che il corpo dell’adolescente indigena Natalie Hanson (Kelsey Asbille) viene ritrovato congelato in mezzo alla natura selvaggia, l’FBI invia l’agente Jane Banner (Elizabeth Olsen) per scoprire il colpevole della sua morte. L’unico problema è che l’area della riserva è enorme e solo pochi agenti delle forze dell’ordine sono in grado di pattugliarla. Sarebbe quasi impossibile per un’estranea come Jane fare una ricerca adeguata da sola, quindi decide di lavorare con l’agente locale del Servizio Pesca e Fauna Selvatica Cory Lambert (Jeremy Renner). Lambert è un esperto segugio e ha vissuto nella riserva per tutta la vita; tuttavia, le motivazioni che lo spingono a seguire il caso sono più personali di quanto Jane non creda inizialmente.

Lambert è un amico intimo del padre di Natalie, Martin (Gil Birmingham), e promette all’uomo in lutto che troverà giustizia per l’omicidio della figlia. Sebbene l’empatia di Lambert nei confronti di Martin sia in qualche modo intrinseca, gli viene anche ricordata una tragedia simile nella sua vita. Anche la figlia di Lambert è stata uccisa solo pochi anni prima; forse, aiutare Jane a risolvere l’omicidio di Natalie gli permetterà di superare il dolore che prova per aver deluso sua figlia. Lambert e Jane sono vigili nella loro ricerca, ma il giovane agente dell’FBI comincia a rendersi conto che i problemi della riserva sono più complessi di alcuni omicidi irrisolti; si tratta di una crisi che minaccia la vita di innumerevoli donne indigene la cui morte non è mai stata indagata adeguatamente dalle autorità legali.

Durante la ricerca di indizi su Natalie, Lambert e Jane scoprono il cadavere in decomposizione del fidanzato più anziano di Natalie, Matt (Jon Bernthal). Matt lavorava come guardia di sicurezza presso un sito di trivellazione locale e, sebbene fosse molto più vecchio di Natalie, non sembra essere responsabile del suo omicidio. Tuttavia, questo non impedisce a Lambert e Jane di recarsi dall’ex datore di lavoro di Matt per cercare ulteriori indizi. Questo li porta a un confronto con gli amici di Matt, tra cui il suo inquietante collega Pete Mickens (James Jordan). Quando i colleghi di Matt chiariscono che non hanno intenzione di andare giù senza combattere, Jane e Lambert devono difendersi usando la forza letale.

Natalie riceve giustizia in Wind River?

wind river elizabeth olsen

Mentre lo stallo tra Lambert, Jane e i colleghi di Matt è il culmine dell’azione di Wind River, Sheridan utilizza una sequenza di flashback per rivelare i dettagli della morte di Natalie. Dopo una discussione con Matt, Natalie era tornata nella sua roulotte. Questo purtroppo ha attirato l’attenzione degli altri colleghi di Matt, tra cui Pete. Ubriachi e pronti alla violenza, Pete e gli altri trivellatori hanno violentato Natalie prima di picchiare Matt a morte. Natalie era riuscita a fuggire, ma non era in grado di farlo per molto tempo. Natalie ha tentato di attraversare la gelida natura selvaggia da sola, finendo per morire congelata prima che le autorità potessero trovarla.

Lambert, Jane e il capo tribù locale Ben Shoyo (Graham Greene) guidano le loro forze in uno scontro a fuoco con i colleghi di Matt, compreso il suo capo Curtis (Hugh Dillon). L’ingaggio non è privo di conseguenze: Shoyo e molti dei suoi uomini vengono uccisi. Tuttavia, Lambert riesce a salvare Jane all’ultimo minuto, eliminando senza pietà i restanti scagnozzi di Curtis. Pete rimane l’unico sopravvissuto del gruppo e, da codardo qual è, tenta di fuggire nella natura. Intuendo un’opportunità, Lambert lo segue per fare un po’ di giustizia di frontiera.

Lambert segue Pete nella natura selvaggia e lo costringe a sopravvivere nello stesso modo in cui è sopravvissuta Natalie: in mezzo al freddo e con solo abiti leggeri per proteggersi. Lambert osserva che questo è il modo in cui Natalie e sua figlia sono state uccise e che Pete non possiede la stessa forza d’animo che avevano loro. Pete fa un tentativo di contrattare per la propria vita, ma non è interessato a Lambert. Anche se Lambert è soddisfatto che la morte di Natalie sia stata risolta, questo non rende la situazione meno cupa. Il film è chiuso da una struggente scena finale in cui Lambert e Martin piangono insieme. Entrambi gli uomini possono aver trovato giustizia alla fine, ma vivranno il resto della loro vita senza i figli a cui tenevano di più.

Wind River è basato su una storia vera?

Wind River basato su una storia vera

Sheridan utilizza questo momento per accennare ad alcuni dei temi più importanti del film. Sebbene la storia di Wind River sia originale, è ispirata a una crisi reale che non ha ricevuto l’attenzione necessaria. In una scheda del titolo viene rivelato che le donne native americane scomparse sono l’unico gruppo demografico che non viene registrato nei registri ufficiali. Il numero di donne native americane scomparse non è noto, ma la crisi è diventata particolarmente pericolosa nei siti delle riserve come quella del Wyoming, che sono poco protetti dalla polizia e dagli ufficiali della difesa federale.

Wind River è uno dei film più cupi di Sheridan, ma anche uno dei suoi più importanti. Il film ha dimostrato che, oltre a creare un mistero avvincente, Sheridan poteva usare il suo potere di narratore per sensibilizzare su una crisi in corso che colpiva in modo sproporzionato una popolazione selezionata. A volte può non essere facile da guardare, ma Wind River è una visione assolutamente indispensabile sia per i fan di Sheridan che per i detrattori.

Wind River è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Rick Moranis ha rifiutato la partecipazione a Ghostbusters – Minaccia glaciale

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Ghostbusters – Minaccia Glaciale doveva inizialmente contenere un cameo dell’attore Rick Moranis, ma la star ha rifiutato la possibilità di apparire nel film.

Parlando con ScreenRant, l’attore Ernie Hudson – che riprende il ruolo di Winston Zeddemore nel film – ha rivelato che i responsabili del film non sono riusciti a convincere Rick Moranis a tornare nel film come Louis Tully, che aveva interpretato nei primi due film.

Non so perché. Non ho avuto una conversazione personale“, ha detto Hudson. “Ho parlato con Ivan Reitman prima della transizione, che so aver passato molto tempo a cercare di convincere Rick. So che gli altri ragazzi gli hanno parlato e non sono sicuro del perché, lui ha semplicemente detto di no“.

Ernie Hudson ha anche aggiunto che sa che a Moranis sono stati offerti più soldi per apparire rispetto a lui, e che se gli fosse stato chiesto di aiutare a reclutarlo, lo avrebbe fatto.

So che gli hanno offerto più soldi di quelli che hanno offerto a me. E se avessi pensato che andare a casa sua avrebbe fatto la differenza, ci sarei andato“, ha detto Hudson. “Perché mi piacerebbe vederlo. E non solo in Ghostbusters, ma penso solo che sia un talento incredibile . . . Mi piacerebbe rivederlo se ci fosse un modo possibile, sapete?“.

Rick Moranis si è ritirato dalla recitazione nel 1997 per poter dedicare più tempo alla crescita dei suoi due figli da vedovo. Non è più apparso in un film live-action dal 1997, Honey, We Shrunk Ourselves, anche se ha firmato per apparire nel prossimo film della Disney, Shrunk, al fianco di Josh Gad.

Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la trama e il cast del film

In Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.

Il nuovo film, seguito di Ghostbusters: Legacy e diretto da Gil Kenan, anche autrice della sceneggiatura insieme a Jason Reitman, è il quinto film della saga e vede molti dei membri superstiti del cast originale (tra cui Bill Murray, Ernie Hudson, Dan Aykroyd e Annie Potts) riunirsi con il cast presentato dal precedente film (Finn Wolfhard, Mckenna Grace, Carrie Coon, Paul Rudd e Logan Kim). A loro si uniscono i nuovi arrivati  Kumail Nanjiani Patton Oswalt. sarà al cinema dall’11 aprile distribuito da Eagle Pictures.

Grendel: Jeff Bridges e Dave Bautista nel cast del nuovo adattamento di Beowulf

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Jeff Bridges e Dave Bautista sono stati scritturati per Grendel, un nuovo adattamento live-action di Beowulf prodotto dalla Jim Henson Company.

Secondo The Hollywood Reporter, Jeff Bridges interpreterà il mostro protagonista in Grendel, che sarà presentato al mercato cinematografico al Festival di Cannes questo mese, mentre Dave Bautista  interpreterà Beowful.

La Creature Shop di Jim Henson si occuperà della realizzazione delle creature pratiche e del design di Grendel, mentre la regia è affidata a Robert D. Krzykowski. Grendel è basato sull’omonimo romanzo del 1971 di John Gardner.

Chi altro reciterà in Grendel insieme a Jeff Bridges e Dave Bautista?

Oltre a Jeff Bridges e Dave Bautista, Grendel è interpretato da Bryan Cranston (Breaking Bad) nel ruolo di Re Hrothgar, Sam Elliott (A Star Is Born) nel ruolo del Drago, Thomasin McKenzie (Last Night in Soho) nel ruolo della Regina Wealhtheow e Aidan Turner (Lo Hobbit: La battaglia delle cinque armate) nel ruolo di Unferth.

Il film racconta “la storia del leggendario mostro al centro del poema epico Beowulf che si fa avanti per raccontare la sua versione di questa storia avvincente”, secondo la descrizione di The Hollywood Reporter.

Krzykowski ha scritto anche la sceneggiatura di Grendel ed è produttore insieme a Brian Henson e Vince Raisa per The Jim Henson Company, Jay Glazer, Dennis Berardi e Jon D. Wagner. Bridges, John Sayles, Tamara Birkemoe e Joe Jenckes della Ashland Hill Media Finance sono tutti produttori esecutivi.

Grendel rappresenta tutto ciò che amo del cinema. Il folle capolavoro di John Gardner affronta in modo intelligente ciò che significa essere umani attraverso l’occhio selvaggio di un mostro“, ha dichiarato Krzykowski. “È un onore lavorare con un gruppo così straordinario di narratori, che cercano tutti di portare al pubblico qualcosa di meraviglioso e inaspettato“. Grendel sarà il secondo film di Krzykowski dopo L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot del 2018, interpretato anche da Elliott e Turner.

And Just Like That: la serie sequel di Sex and the City inizia la produzione della terza stagione

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È ufficialmente iniziata la produzione della terza stagione di And Just Like That, sequel dell’iconica serie Sex and the City, con il ritorno di Sarah Jessica Parker nei panni di Carrie Bradshaw. Max ha comunicato la notizia attraverso la sua pagina ufficiale X (ex Twitter), condividendo una foto del set con Jessica Parker mentre entra nella nuova stagione.

La terza stagione di And Just Like That segnerà, naturalmente, la continuazione della storia di Carrie, Charlotte York Goldenblatt (Kristin Davis) e Miranda Hobbes (interpretata da Cynthia Nixon) mentre affrontano la vita dei loro 50 anni. Potete vedere l’immagine del set qui sotto:

Chi fa parte del cast di And Just Like That Stagione 3?

Oltre ai tre protagonisti principali, gli altri membri del cast di And Just Like That che dovrebbero tornare per la terza stagione sono Evan Handler nel ruolo di Harry Goldenblatt, Mario Cantone nel ruolo di Anthony Marentino, David Eigenberg nel ruolo di Steve Brady, Cathy Ang nel ruolo di Lily Goldenblatt, Sarita Choudhury nel ruolo di Seema Patel, Sebastiano Pigazzi nel ruolo di Giuseppe, Nicole Ari Parker nel ruolo di Lisa Todd Wexley e John Corbett nel ruolo di Aidan Shaw.

È stato confermato che l’attrice Rosie O’Donnell, vincitrice di un Emmy, si unirà al cast della terza stagione interpretando un personaggio di nome Mary. Purtroppo, in precedenza era stato riferito che Sara Ramirez e Karen Pittman non sarebbero tornate per la prossima stagione. Le star interpretavano rispettivamente Che Diaz e Nya Wallace. La serie è scritta, diretta e prodotta esecutivamente da Michael Patrick King.

Il nuovo capitolo dell’innovativa serie HBO segue Carrie, Miranda e Charlotte mentre affrontano il viaggio dalla complicata realtà della vita e dell’amicizia dei loro 30 anni alla realtà ancora più complicata della vita e dell’amicizia dei loro 50 anni”, si legge nella sinossi di And Just Like That. Le prime due stagioni di And Just Like That sono disponibili in streaming su Max e NOW. Non è ancora stata fissata una data di uscita per la terza stagione.

Grace Caroline Currey protagonista del remake di The Breed di Wes Craven

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Il regista di Nightmare – Dal profondo della notte (A Nightmare on Elm Street), L’ultima casa a sinistra e Scream, Wes Craven, è stato responsabile di alcuni dei film, dei personaggi e dei momenti più iconici del cinema dell’orrore, ma è stato anche l’artefice di una serie di fallimenti, uno dei quali sta per essere rifatto.

Wes Craven non ha diretto The Breed del 2006, ma è stato produttore del film e ha reclutato il suo assistente alla regia di Nightmare – Dal profondo della notte Nick Mastandrea, per dirigerlo. Il film è incentrato su due fratelli e i loro amici che si recano in una baita su un’isola ereditata dallo zio recentemente scomparso per trascorrere un weekend di relax. Il gruppo viene assediato da cani geneticamente potenziati, allevati per uccidere attraverso una struttura di addestramento abbandonata sull’isola.

The Breed non è stato accolto bene (per usare un eufemismo), ottenendo un punteggio del 27% dalla critica su Rotten Tomatoes. Ora, Variety riporta che i fratelli Nathan e Griff Furst sono pronti a dirigere un remake, con l’attrice di Fall e Shazam! Fury of the Gods Grace Caroline Currey nel ruolo principale.

Il progetto viene descritto come una “rivisitazione non convenzionale del classico cult di Wes Craven”, incentrato sul personaggio di Currey, Violet, “un’icona ribelle e cazzuta in missione per cercare cani abbandonati su un’isola remota, che porta a un completo terrore adrenalinico“.

I Furst produrranno insieme attraverso la loro società, la Curmudgeon Films. Il film sarà co-prodotto e finanziato dalla Daro Film Distribution, che ne detiene anche i diritti internazionali.

Recentemente la Currey ha interpretato la protagonista del thriller d’avventura della Lionsgate, Fall, diretto da Scott Mann, che segue due temerari scalatori, Becky (Currey) e Hunter (Virginia Gardner), che decidono di scalare la torre televisiva B67 – e rimangono bloccati proprio in cima. Ha interpretato anche Mary Marvel/Mary Bromfield nel sequel del supereroe Shazam! Fury of the Gods, ma è improbabile che riprenda il ruolo dopo l’avvento del nuovo DCU.

Shawn Levy rivela perché ha accettato Deadpool & Wolverine e perchè ha rinunciato a The Wolverine del 2013

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Shawn Levy ha una lista impressionante di crediti a suo nome, tra cui Una notte al museo, Free Guy e Stranger Things. Deadpool & Wolverine sarà il suo film più grande, ma non è la prima volta che un progetto della Marvel finisce nel mirino del regista.

Shawn Levy ha lavorato con Hugh Jackman in Real Steel e con Ryan Reynolds in Free Guy e The Adam Project, il che significa che era già buon amico di entrambi gli attori. Tuttavia, prima che Ryan Reynolds gli proponesse di dirigere l’allora Deadpool 3, Levy aveva già rifiutato la possibilità di occuparsi di The Wolverine del 2013!

Sul set di The Adam Project, Ryan mi chiese se avrei preso in considerazione l’idea di fare Deadpool 3“, racconta a Empire Online. “E ricordo che mi disse: ‘So che mi dirai di no, ma ho intenzione di provare a convincerti’. E la mia risposta è stata: ‘Non ho intenzione di dire di no, stai scherzando? È un sì duro e immediato, signore!”“.

Quando stavamo girando Real Steel, Hugh stava cercando di fare The Wolverine e mi ha chiesto se volevo farlo“, aggiunge Levy. “E io, come un idiota, ho risposto: ‘No’. Perché all’epoca pensavo: ‘Beh, è la quinta volta che interpreti il personaggio, sto facendo film originali eccetera’. E me ne sono pentito profondamente per anni“. “E così, quando si è ripresentata l’occasione, grazie a Dio ero abbastanza vecchio e saggio da cogliere al volo l’opportunità“.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Lucasfilm: un dirigente svela perché George Lucas ha definito OBI-WAN KENOBI “una delle sue cose preferite” dell’era Disney

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Da quando ha venduto la Lucasfilm alla Disney per l’enorme cifra di 4 miliardi di dollari, George Lucas ha lasciato che la Casa del Topo facesse ciò che voleva di Star Wars. Certo, ha visitato il set di The Mandalorian e ha espresso alcune considerazioni sui sequel, ma non è stato coinvolto creativamente.

Negli ultimi anni la Disney è tornata a molte delle sue più grandi creazioni, sia con un “Baby Yoda“, sia con Ahsoka Tano di The Clone Wars, sia colmando le lacune tra La vendetta dei Sith e Una nuova speranza arruolando Ewan McGregor per l’Obi-Wan Kenobi di Disney+.

Durante un’intervista con il podcast Full of Sith, Pablo Hidalgo – un dirigente della Lucasfilm incaricato di mantenere il canone del franchise – ha confermato che Lucas era un grande fan di quest’ultima serie.

All’inizio c’è stata una conversazione con George [Lucas] su quali fossero i suoi pensieri e se, onestamente, fosse d’accordo o meno con l’intero concetto, e lui era favorevole al cento per cento“, ha spiegato. “E ho sentito dire che è una delle cose che preferisce di Star Wars“. Per quanto riguarda il motivo per cui Lucas ha apprezzato così tanto Obi-Wan Kenobi, Hidalgo ha aggiunto: “Perché riconosce molto di quello che ha fatto nei prequel, fondamentalmente portato avanti e celebrato in un modo che sono sicuro lo ha sorpreso“.

Con altri 10 anni di distanza tra la battaglia di Obi-Wan con Darth Vader e la morte dello Jedi sulla Morte Nera, molti fan di Star Wars sono ottimisti sulla possibilità di realizzare una seconda stagione che colmi ulteriori lacune e magari rivisiti la rivalità del Maestro Jedi con Maul.

A marzo, McGregor ha confermato di essere ancora in attesa di una chiamata. “La verità è che ho parlato per anni di dovermi coprire per fare la stagione di Obi-Wan, ho dovuto mentire su questo e non sto mentendo su questo ora”, ha detto. “Non lo so. Non c’è stata nessuna telefonata da parte della Lucasfilm o della Disney che mi abbia detto: ‘Facciamone un’altra‘”.

Warner Bros. fa marcia indietro dopo aver fatto togliere da YouTube il film dei fan de Il Signore degli Anelli: Hunt for Gollum

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È di ieri la notizia che Andy Serkis dirigerà e interpreterà Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, un nuovo film che mira a riportare l’iconico franchise nelle sale. Il progetto è prodotto da Peter Jackson, ma se la premessa suona familiare, probabilmente è perché un cortometraggio del 2009 realizzato dai fan – anch’esso intitolato The Hunt for Gollum – ha accumulato milioni di visualizzazioni su YouTube negli ultimi dieci anni e mezzo. Fino a oggi, cioè.

Diretto da Chris Bouchard, il film, della durata di 39 minuti, è molto ambizioso e ha ricevuto molti apprezzamenti alla sua uscita. Ambientato durante l’atto iniziale de La Compagnia dell’Anello, il cortometraggio elabora la caccia di Aragorn a Gollum ed è presumibilmente la stessa storia che verrà raccontata nel prossimo film della Warner Bros.

Probabilmente in risposta ai fan e alle testate giornalistiche che hanno sottolineato le somiglianze, lo studio ha colpito il video con un attacco di copyright e lo ha fatto rimuovere da YouTube (era lì prima dell’annuncio e, all’ultimo conteggio, era stato visto più di 13 milioni di volte).

La Warner Bros. non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, ma un messaggio sul sito web recitava: “Questo video contiene contenuti della Warner Bros. Entertainment, che lo ha bloccato per motivi di copyright”.

La risposta alla notizia di un film che ruota attorno a Gollum è già stata piuttosto tiepida, ma questo ha fatto incavolare molti fedeli fan del Signore degli Anelli. Il film, costato 5000 dollari, è stato presentato in anteprima allo Sci-Fi-London Film Festival nel 2009 e ha persino una sua pagina su Wikipedia.

È una cosa da sfigati“, ha esclamato un frustrato utente di Redditor (via IGN). Questi avidi non possono fare a meno di accaparrarsi ogni centesimo, come Smaug“. Il video aveva già 13 milioni di visualizzazioni, ed era pacificamente esistente per tutti questi anni“.

La Warner Bros. deve essersi resa conto di aver fatto un passo falso perché ha fatto marcia indietro e ha rimosso il copyright (restituendo al film il suo posto legittimo su YouTube). Lo studio ha dichiarato che si è trattato di un errore, ma molti non se la bevono; in ogni caso, Bouchard è contento.

La versione ufficiale de Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum uscirà nel 2026. “Yesssss, Precious. È arrivato il momento di avventurarmi ancora una volta nell’ignoto con i miei cari amici, gli straordinari e incomparabili guardiani della Terra di Mezzo Peter, Fran e Philippa“, ha dichiarato Andy Serkis alla notizia. “Con Mike e Pam, e il team della Warner Bros che parteciperà alla missione, insieme alla WETA e alla nostra famiglia di cineasti in Nuova Zelanda, è tutto troppo delizioso“.

È un onore e un privilegio tornare nella Terra di Mezzo con il nostro buon amico e collaboratore, Andy Serkis, che ha un conto in sospeso con quel fetente – Gollum!“. Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens hanno aggiunto. “Come fan di lunga data della vasta mitologia del Professor Tolkien, siamo orgogliosi di lavorare con [i responsabili cinematografici della WBD] Mike De Luca, Pam Abdy e l’intera squadra della Warner Bros. per un’altra epica avventura!“.

ECCO il fina film:

X-MEN: si dice che i Marvel Studios abbiano ristretto la ricerca di scrittori a questi due nomi

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Si dice che i Marvel Studios siano molto vicini all’annuncio di uno o più sceneggiatori per l’atteso film sugli X-Men, e forse sappiamo quali sono gli sceneggiatori scelti da Kevin Feige e co. per scrivere il reboot.

Secondo Jeff Sneider (fonte molto attendibile) nell’ultimo episodio di The Hot Mic, Rafe Judkins e Michael Lesslie sono in lizza per scrivere la sceneggiatura. L’autore ritiene che questi due siano i finalisti per l’incarico, ma fa notare che altri scrittori potrebbero essere ancora in lizza.

Judkins ha lavorato in precedenza ad Agents of S.H.I.E.L.D. e al film di Tom Holland Uncharted, e più recentemente è stato lo showrunner dell’adattamento di Amazon di La ruota del tempo. Lesslie, invece, ha scritto la sceneggiatura di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente (The Hunger Games: The Ballad of Songbirds & Snakes) e del film di Assassin’s Creed del 2016.

Molti fan speravano che lo studio riassumesse l’ex showrunner di X-Men ’97 Beau DeMayo per lavorare alla sceneggiatura del film live-action, ma non sembra molto probabile.

Per quanto riguarda un potenziale regista, Sneider non ha sentito parlare di nessun incontro, anche se sostiene la recente voce secondo cui la Marvel starebbe cercando un POC per dirigere il progetto. Ritiene che sia ancora troppo presto per avere dei colloqui, e se lo studio è interessato al regista di Black Panther Ryan Coogler, il regista non è stato contattato formalmente.

Kevin Feige aveva assicurato ai fan che un reboot era in cantiere poco dopo l’acquisizione degli asset della 20th Century Fox da parte della Disney nel 2019, ma fino a poco tempo fa non c’era stato alcun aggiornamento ufficiale. Secondo alcune voci, problemi contrattuali avrebbero impedito ai Marvel Studios di introdurre nel MCU nuovi attori nei panni di personaggi mutanti affermati come Wolverine, Ciclope, Tempesta, ecc.

Si dice che se la Marvel volesse fare un reboot della squadra utilizzando gli stessi personaggi del franchise della Fox prima del 2025, personaggi del calibro di Simon Kinberg, Bryan Singer e co. avrebbero come minimo diritto a crediti e compensi, e potrebbero anche avere un certo grado di controllo creativo.

Non abbiamo idea se questo sia vero, ma spiegherebbe perché dal 2019 c’è stato un silenzio radio su tutto ciò che riguarda gli X-Men e perché gli unici personaggi mutanti affermati che abbiamo visto nel MCU da allora sono il Professor Xavier (Patrick Stewart) in Doctor Strange nel Multiverso della follia e Bestia (Kelsey Grammer) in The Marvels. Anche Hugh Jackman tornerà a vestire i panni di Logan in Deadpool & Wolverine nel corso dell’anno.

Ciò non impedisce tuttavia alla Marvel di far debuttare nuovi eroi e cattivi mutanti senza alcun legame con i film precedenti, come abbiamo visto quando Kamala Khan è stata riconvertita in mutante nel finale di stagione di Ms. Marvel. Un recente rumor ha inoltre affermato che l’eroe israeliano Sabra sarà introdotto come mutante in Captain America: Brave New World.

Venom: The Last Dance, il regalo fatto alla troupe rivela apparentemente il sinistro villain del threequel

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Le riprese di Venom: The Last Dance sembrano essere concluse e a poco più di cinque mesi dall’arrivo nelle sale, speriamo che un primo sguardo ufficiale sia vicino. La Sony Pictures avrebbe bisogno di una vittoria dopo i flop di Morbius e Madame Web, ma solo il tempo ci dirà se il threequel di Venom sarà in grado di dargliela. Dopotutto, la maggior parte dei fan non si aspetta molto da Kraven il cacciatore, un film recentemente posticipato al 13 dicembre.

Ora è stato rivelato un primo sguardo al regalo della squadra di stuntman e potrebbe rivelare il grande cattivo di Venom: The Last Dance. Come potete vedere nel post di X qui sotto, il verde è stato utilizzato per il “3” del logo del film, mentre tre fendenti verdi sono visibili anche sul volto inconfondibile del simbionte.

Guardando ai fumetti, dobbiamo credere che questo sia un riferimento a Lasher. Apparso per la prima volta sulle pagine di Venom: Lethal Protector #4 del 1993, è un figlio di Venom, creato dai tentativi della Life Foundation di replicare il successo del simbionte Venom.

L’ospite umano di Lasher è Ramon Hernandez, un mercenario che ha ricevuto il simbionte insieme ad altre quattro persone, formando una squadra dotata di superpoteri con il compito di proteggere la società.

Sebbene il personaggio non sia così noto come Carnage, ad esempio, non sarebbe la prima volta che la Sony sceglie un simbionte relativamente oscuro dai fumetti da contrapporre a Eddie Brock. Nel primo film si è scontrato con Riot, un cattivo altrettanto sconosciuto al grande pubblico. Naturalmente, mentre questo merchandising punta a Lasher, potremmo vedere anche Scream, Agony e Phage.

Chiwetel Ejiofor (Doctor Strange) ha ottenuto un ruolo da protagonista nel threequel, anche se al momento non si sa chi interpreterà; la teoria più diffusa in rete è che sia stato scritturato per il ruolo del generale Orwell Taylor di The Jury. Anche Juno Temple (Ted Lasso) e Clark Backo (Letterkenny) sono saliti a bordo del threequel in ruoli misteriosi.

Oltre a tornare nel ruolo di Eddie Brock, Tom Hardy ha anche co-scritto la storia di Venom: The Last Dance con la regista Kelly Marcel, prima di scrivere la sceneggiatura. Prodotto da Amy Pascal, Avi Arad, Matt Tolmach e Hutch Parker, il film arriverà nelle sale il 25 ottobre. ECCO LA FOTO POSTATA SU X:

Il corvo: curiosità, spiegazione e storia vera sul film con Brandon Lee

Oggi considerato tanto un film di culto quanto un film maledetto, Il corvo, distribuito al cinema nel 1994, viene in particolare ricordato per la tragica morte del protagonista Brandon Lee. Il suo stile e i suoi temi hanno però permesso alla pellicola di affermarsi anche al di là di tale evento, venendo particolarmente apprezzato da critica e pubblico. Il suo successo diede vita ad un vero e proprio franchise, che include tre sequel e una serie televisiva.

La storia è tratta da quella dell’omonimo fumetto, pubblicato tra il 1988 e il 1989 da James O’Barr. Questi vi lavorò per metabolizzare la scomparsa della sua fidanzata, evento che venne riproposto nella trama dell’opera. Le atmosfere cupe permisero al titolo di diventare un grandissimo successo, attirando l’attenzione della casa di produzione Miramax. Questa acquisì i diritti dell’opera, dando così vita alla sua trasposizione cinematografica, diretta da Alex Proyas, autore di film come Io, Robot e Gods of Egypt.

La morte di Lee finì naturalmente con il rallentare la produzione, costringendo ad una revisione all’ultimo di diverse pagine della sceneggiatura. Ciò che non si perse, fortunatamente, fu il carattere simbolista del film. Questo si rivelò infatti una delle principali chiavi di successo del film. Gli spettatori, infatti, rimasero affascinati dalla malinconia suscitata e descritta in modo tanto velato quanto d’effetto. Film maledetto o meno, Il corvo rimane ancora oggi un brillante esempio di cinema dark, in bilico tra la vita e la morte.

Il corvo: la trama e il cast del film

La vicenda è incentrata sulla vendetta di Eric Draven (Brandon Lee), divenuto, in seguito alla sua morte, guardiano della dimensione che collega il mondo dei vivi a quello ultraterreno. Un anno prima, la sua promessa sposa Shelly Webster (Sofia Shinas), venne aggredita e uccisa da una banda di criminali. Grazie alla sua nuova natura sovrannaturale e ai poteri del corvo, Eric è ora in cerca dei responsabili, per ucciderli senza pietà. La possibilità di ricongiungersi alla sua amata nell’aldilà, infatti, è ciò che sprona il vendicatore a compiere la sua missione. La sua ricerca, tuttavia, si rivelerà complessa, ostacolata da deprecabili personaggi appartenenti al mondo della criminalità e da terribili verità.

A ricoprire il ruolo del soprannaturale vendicatore è Brandon Lee. Non tutti erano però entusiasti della sua scelta. L’autore del fumetto, infatti, temeva che egli non fosse idoneo alla parte, e che il film avrebbe finito per rivelarsi un insuccesso. Quando incontrò l’attore con il trucco applicato in volto, tuttavia, dovette ricredersi, trovandolo perfetto. Il segreto del successo di tale trucco fu che ad applicarlo sul suo volto fu lo stesso Lee. Tale operazione gli fu suggerita dal regista, affermando che in tal modo avrebbe acquisito un aspetto più realistico e meno preciso.

L’attore era poi particolarmente affascinato dal ruolo e dalle sue caratteristiche. Per prepararsi al giusto mood, decise di visitare numerosi cimiteri e ascoltò molte canzoni del gruppo The Doors facenti riferimento alla morte. Inoltre, per ottenere un aspetto trascurato ed emaciato si sottopose ad una dura dieta. Con questa arrivò a perdere ben 18 chili, risultando così ancor più vicino alla natura del personaggio. Il ruolo permetteva poi all’attore di distaccarsi dalle sue precedenti interpretazioni, sempre legate alle sue abilità con le arti marziali. Sfortunatamente, Il corvo, pur rendendolo famoso in tutto il mondo, fu l’ultimo film della sua vita.

Il corvo: la morte di Brandon Lee

Il corvo morte Brandon Lee

Sono ancora molti i nodi non sciolti intorno alla tragica morte di Lee. Tutto ebbe inizio quando, il 31 marzo del 1993, l’attore venne ferito erroneamente da un colpo di pistola. Questa era tenuta dall’attore Michael Massee, che interpretava Funboy, durante la scena in cui il personaggio di Lee torna nella sua abitazione per ricordare il momento della sua morte. Secondo le ricostruzioni successive, l’incidente avvenne per via di una concatenazione di sfortunati eventi, come anche della negligenza dei membri della troupe addetti al controllo e alla preparazione delle armi da fuoco.

Questi, avendo bisogno di proiettili inerti per una scena, li costruirono togliendo innesco e polvere da sparo da veri proiettili invece che comprarli già pronti. Per errore, uno dei proiettili non venne però privato dell’innesco e il revolver venne lasciato carico anche dopo la scena. Quando il grilletto della pistola fu successivamente premuto, l’innesco rimasto ebbe abbastanza forza da spingere comunque l’ogiva fino a metà canna, inceppando l’arma. Al momento della scena fatale, la pistola era caricata con proiettili a salve, ma quando venne esploso il colpo, l’ogiva precedentemente incastrata nella canna venne sparata contro lo stomaco di Brandon.

Ciò portò alla morte dell’attore, il quale fu anche sottoposto ad una lunga e vana operazione di salvataggio. A Lee mancavano soltanto tre giorni al termine delle riprese del film. La pellicola, dopo un periodo di stop, fu infine completata grazie all’utilizzo di controfigure e di un parziale riutilizzo delle riprese svolte sino a quel momento. L’utilizzo della computer grafica, infine, aiutò nel rendere tutto il più naturale possibile, evitando di evidenziare la sostituzione dell’attore. A rendere ancor più inquietante la vicenda, vi è il fatto che come il personaggio da lui interpretato, anche Lee era prossimo alle nozze, le quali dovevano avvenire in seguito alla fine delle riprese del film.

Il corvo: le differenze con il fumetto, i sequel

Il corvo film differenze fumetto

Pur mantenendo la trama generale del fumetto a cui è ispirato, il film presenta naturalmente diverse differenze da questo. Molti degli eventi sono infatti stati riadattati affinché assumessero una natura più cinematografica. Tra questi vi è quello relativo alla morte del protagonista. Nel fumetto ciò avviene in seguito ad un’aggressione casuale, mentre nel film questa è premeditata. In particolare, poi, diversi personaggi subirono radicali trasformazioni, tra cui Sarah, aiutante del protagonista, che contrariamente alla pellicola nel fumetto è invece completamente trascurata e disillusa.

Dato il grandissimo successo del film, si decise in seguito di realizzare ben altri tre sequel. Il primo, Il corvo 2, uscì al cinema nel 1996, seguito poi da Il corvo 3 – Salvation, nel 2000, e da Il corvo – Preghiera maledetta, nel 2005. Ognuno di questi presenta un diverso protagonista e diverse vicende, sempre legate però alla mitologia e alle tematiche dell’opera letteraria. Tra i film non vi è però alcun legame di continuità. Inoltre, a differenza dell’originale, questi sequel si rivelarono dei grandi insuccessi tanto di pubblico quanto di critica. Recentemente, è però stato confermato un nuovo adattamento del fumetto, diretto da Rupert Sanders e con Bill Skarsgard nel ruolo principale. L’uscita di questo film è prevista per il 2024.

Il corvo in streaming, ecco dove vedere il film

Per gli appassionati de Il corvo, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Il film è infatti presente su Chili, Prime Video e Now. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo.


Fonte: IMDb

Lauren Graham: la star di Una Mamma per Amica tornerà in TV

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Lauren Graham: la star di Una Mamma per Amica tornerà in TV

I fan di Una Mamma per Amica (Gilmore Girls) gioiscano. Lauren Graham sta ufficialmente tornando in televisione in una commedia sul posto di lavoro per la piattaforma di streaming Tubi. Lauren Graham è stata la madre single preferita di tutti nella serie della WB andata in onda dal 2000 al 2007. La serie è stata così popolare che Una Mamma per Amica (Gilmore Girls) ha ottenuto un revival su Netflix, intitolato A Year In a Life. Lorelai e Rory (Alexis Bledel) sono tornate per affrontare i problemi della fase successiva della loro vita. Il ruolo di Lorelai Gilmore della Graham è stato caratterizzato dalla sua prontezza di spirito, cosa che potrebbe contribuire alla sua prossima serie.

Prevista per il 2025, The Z-Suite affronta il tema della divisione generazionale in un’agenzia pubblicitaria boutique di New York. La serie seguirà un cambiamento nella leadership quando l’amministratore delegato Monica Frazier (Lauren Graham) viene improvvisamente licenziata e i dipendenti Gen-Z si ritrovano al comando. Monica deve risalire la china aziendale, nonostante abbia fondato l’azienda. In una dichiarazione rilasciata dopo l’annuncio della serie, Lauren Graham ha lodato il nuovo concept. Ha detto:

Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura di ‘The Z-Suite’ ho risposto alla visione fresca e divertente di Katie O’Brien sul posto di lavoro. Il personaggio di Monica è intelligente, forte e piacevolmente un po’ folle. Sono entusiasta di lavorare con il team di Tubi, che sta ampliando la sua serie di originali e continuando la sua ascesa nello spazio dello streaming“.

Durante l’afflusso di piattaforme di streaming, Tubi deve ancora trovare il suo spazio come marchio. Altre piattaforme come Hulu, AppleTV+ o Prime Video hanno diverse serie di punta che le distinguono. Tubi potrebbe competere con le piattaforme di streaming se trovasse la serie giusta. Essendo un’icona televisiva molto amata, Lauren Graham potrebbe attirare molti spettatori sulla piattaforma di streaming basata sulla pubblicità. Adam Lewinson, Chief Content Officer, è convinto che The Z-Suite abbia le carte in regola per essere un concorrente di questo tipo. Ha dichiarato:

The Z-Suite” continua la traiettoria di Tubi come casa per storie originali che attraversano la cultura. Questa serie originale punta i riflettori sulle lacune comiche nella comunicazione, nello stile e nel comportamento delle generazioni nella forza lavoro, il che la rende una storia molto rilevante e universale che siamo entusiasti di raccontare insieme all’incredibile talento di Lauren Graham, Katie O’Brien e del team“.

Se la serie avrà l’umorismo e la risonanza emotiva di Lauren Graham in Gilmore Girls, potrebbe diventare un concorrente in futuro. L’idea di The Z-Suite è forte, e nessun’altra serie ha ancora sfruttato con successo questo netto divario generazionale in televisione.

Tubi sa che gli spettatori vogliono programmi originali

In un mondo pieno di reboot e remake, Tubi sa che il pubblico è affamato di nuovi show. Lo streamer ha recentemente condotto un sondaggio per capire cosa cercano i Millenials e i Gen Z in una serie TV, giungendo alla conclusione che il pubblico desidera in larga misura una programmazione originale piuttosto che una IP già nota. Questo interesse si riflette nel fatto che show come The Office e Gilmore Girls rimangono così popolari, con il pubblico che ha recentemente riscoperto Sex and the City e, naturalmente, Suits che ha raggiunto la vetta della classifica di streaming anni dopo la fine della serie. Tubi ha chiaramente preso a cuore lo studio, se spettacoli come The Z-Suite sono un’indicazione!

TUBI non è disponibile per il mercato Europeo.

Il Corvo: nuovo poster e una featurette in vista della riedizione per il 30° anniversario

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Il nuovo film sul Corvo The Crow, interpretato dall’attore di IT Bill Skarsgård, prenderà il volo a giugno, ma i fan dell’adattamento originale degli anni ’90 di Alex Proyas della graphic novel di James O’Barr avranno presto la possibilità di vedere il film sul grande schermo, probabilmente per la prima volta almeno negli USA.

Il CORVO tornerà nelle sale per celebrare il suo 30° anniversario il 1° giugno e abbiamo un nuovo poster con il compianto Brandon Lee nei panni di Eric Draven e una nuova featurette con filmati e interviste dietro le quinte. Il Corvo è ora disponibile in 4K Ultra HD. Date un’occhiata ai nuovi promo qui sotto.

La featurette

Brandon Lee è rimasto ucciso in un tragico incidente durante le riprese del film nel 1993, e recentemente sono emersi nuovi dettagli sulla serie di errori davvero scioccanti che hanno portato alla morte dell’attore.

Il trailer:

Il regista Dwight H. Little, che ha lavorato con Lee in Rapid Fire, ha pubblicato un libro di memorie intitolato Still Rolling: Inside the Hollywood Dream Factory, e un capitolo si concentra su ciò che accadde il giorno in cui Lee morì. Sebbene alcuni di questi fatti fossero già di dominio pubblico, Little è riuscito a scoprire alcune nuove informazioni e le sviste commesse potrebbero farvi scuotere la testa.

Tutti i dettagli dell’edizione Ultra HD 4K de Il Corvo

Celebra il 30° anniversario dell’emozionante classico cult IL CORVO disponibile da oggi per la prima volta in 4K Ultra HD™ grazie a Paramount Home Entertainment e Plaion Pictures. Recentemente rimasterizzato, IL CORVO è acquistabile in due versioni SteelBook™, una Blu e una Nera, in edizione limitata in 4K Ultra HD™ + Blu-ray™, ognuna con un artwork esclusivo, che includono contenuti bonus inediti e legacy. Sia l’edizione limitata Steelbook “Blu” che l’edizione limitata Steelbook “Nera sono impreziosite da 3 card e un poster esclusivi.

Uscito nelle sale il 13 maggio 1994, IL CORVO ha affascinato il pubblico e la critica con la sua estetica gotica, l’azione mozzafiato e la performance di Brandon Lee, tutti elementi al centro della fantasia di vendetta del regista Alex Proyas.  Il film, che ha avuto un successo straordinario al box office, ha generato un appassionato interesse di culto che ha dato vita a tre sequel, una serie televisiva, un videogioco, giocattoli e romanzi.  Basato sull’omonima saga a fumetti di James O’Barr, IL CORVO è un thriller ricco d’azione, con uno stile ipnotico e una bellezza visiva straordinaria.

Entrambe le versioni SteelBook 4K Ultra HD™ + Blu-ray Disc™ de IL CORVO includono un nuovissimo documentario in tre parti creato per il 30° anniversario e intitolato “Ideare il  Corvo”.  Il nuovo documentario è un affascinante approfondimento con il leggendario production designer Alex McDowell, che parla di tutti gli aspetti della progettazione del classico del 1994, nonché della sua esperienza di lavoro con il visionario regista Alex Proyas e con la compianta star del film, Brandon Lee.

Inoltre, per la prima volta su disco, entrambe le versioni includono una conversazione con la leggenda di Hollywood, Edward R. Pressman, che ha parlato della sua prolifica carriera in occasione della pubblicazione da parte di Sideshow Collectibles di una statuetta in edizione limitata de IL CORVO.

I contenuti bonus nuovi e legacy, inclusi solo nella versione in 4K Ultra HD™, sono elencati di seguito:

  • Ideare il CorvoNOVITÀ!
    • Angels All Fire: Birth of the Legend
    • On Hallowed Ground: The Outer Realm
    • Twisted Wreckage: The Inside Spaces
  • Intervista con Edward R. PressmanNOVITÀ!
  • Commento audio del regista Alex Proyas                                                        
  • Commento audio del produttore Jeff Most e dello sceneggiatore John Shirley        
  • Dietro le quinte                                          
  • Ritratto di James O’Barr                                                                                     
  • Scene estese
    • The Arcade Bombing
    • The Funboy Fight
    • The Shootout at Top Dollar’s
  • Scene eliminate                                      
  • Trailer                             

IL CORVO è disponibile da oggi in due versioni SteelBook, una blu e una nera, in edizione limitata in 4K Ultra HD + Blu-ray Disc™.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Stagione 4: cosa c’è da sapere in vista dell’arco di addestramento di Hashira

L’arco del Villaggio degli Spadaccini ha conquistato il mondo e ha ricordato a tutti perché Demon Slayer è uno dei migliori show della televisione. Con la prossima stagione già imminente, è ora di guardare a ciò che verrà. L’arco dell’Addestramento di Hashira sarà la trama più importante della serie fino ad ora, poiché Tanjiro e i suoi amici si preparano al successivo incontro con Muzan Kibutsuji.

Mentre stiamo lentamente raggiungendo le fasi finali della serie, i fan di tutto il mondo aspettano di vedere cosa riserverà la prossima stagione. Certo, potreste aver letto il manga anni fa, ma vedere questa serie prendere vita grazie alle splendide animazioni di Ufotable rende la serie degna di essere guardata, anche se sapete già cosa succederà alla fine. Se non riuscite ad aspettare il prossimo arco narrativo o volete sapere quando vedrete tornare i vostri personaggi preferiti, non preoccupatevi. Ecco tutto quello che sappiamo su Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Stagione 4.

Quando uscirà Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba

Demon Slayer andrà in onda su Crunchyroll il 12 maggio 2024, diversi mesi dopo la prima teatrale del primo episodio. L’arco di addestramento di Hashira ha debuttato nel febbraio 2024 con grande successo. Si spera che il ritorno della serie a maggio possa continuare.

La quarta stagione di “Demon Slayer” ha un trailer?

Il trailer di Demon Slayer ci presenta nuovamente la leggendaria Hashira. Diverse inquadrature del trailer sono tratte dal primo episodio della stagione e la data di uscita è confermata.

Cosa ci si aspetta dalla quarta stagione di Demon Slayer?

Cosa ci si aspetta dalla quarta stagione di Demon Slayer

L’arco dell’Addestramento degli Hashira si svolge subito dopo la storia del Villaggio degli Spadaccini. In questo arco, Tanjiro, Zenitsu e Inosuke si allenano con gli Hashira per diventare più forti e sconfiggere Muzan Kibutsuji.

Gli Hashira spingeranno i giovani guerrieri al punto di rottura. Il loro allenamento è rigoroso, ma saranno sempre pronti alla sfida. Questo arco narrativo preparerà il terreno per la battaglia finale e chiederà: Tanjiro sarà in grado di fermare Muzan Kibutsuji e salvare sua sorella Nezuko? Non vi spoileriamo nulla, ma sappiate che questo arco presenta alcuni dei momenti più avvincenti e di azione sbalorditiva di tutta la serie Demon Slayer.

La quarta stagione di “Demon Slayer” è la stagione finale?

La quarta stagione di Demon Slayer stagione finale

Scritto da Koyoharu Gotouge, Demon Slayer presenta 11 archi narrati in 23 volumi. La decima stagione di Demon Slayer è l’arco dell’addestramento di Hashira. Anche se non è stato confermato nulla, non è certo che la prossima stagione sarà l’ultima della serie. L’arco finale sarà probabilmente riservato a una stagione a sé stante.

Demon Slayer è una serie manga concisa rispetto ai suoi predecessori come Naruto, Dragon Ball e One Piece: supera i 600 capitoli (e One Piece ha superato i 1.000 numeri ed è ancora in corso). Dato che Demon Slayer conta solo 206 capitoli e che l’arco di formazione di Hashira è il penultimo, sappiamo che questi ultimi due archi saranno i migliori.

Dove posso guardare Demon Slayer?

È possibile vedere in streaming tutte le stagioni di Demon Slayer in giapponese e in inglese su Crunchyroll. Le stagioni precedenti della serie sono disponibili anche su Hulu e Netflix. Se volete recuperare o rivivere i vostri momenti preferiti, guardate Demon Slayer utilizzando il link qui sotto.


Qual è la storia di Demon Slayer?

Koyoharu Gotouge è un mangaka giapponese noto soprattutto per aver creato la popolare serie Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba. La serie segue la storia di Tanjiro Kamado, un giovane ragazzo che diventa un cacciatore di demoni dopo che la sua famiglia viene uccisa e sua sorella trasformata in un demone. La serie è stata apprezzata per l’azione, i personaggi e lo stile artistico. È stata anche un successo commerciale, con oltre 150 milioni di copie in circolazione.

Gotouge è nato nella prefettura di Kumamoto, in Giappone, nel 1989. Ha iniziato a disegnare manga in giovane età e si è ispirato a vari manga, tra cui Hirohiko Araki (JoJo’s Bizarre Adventure), Masashi Kishimoto (Naruto), Tite Kubo (Bleach) e Hideaki Sorachi (Gintama). Demon Slayer è stato pubblicato per la prima volta su Weekly Shonen Jump nel 2016 e si è concluso nel 2020. La serie è stata successivamente adattata in una serie anime, che è diventata un fenomeno mondiale.

L’anime Demon Slayer ha debuttato nell’aprile 2019, conquistando il mondo. La prima stagione racconta il viaggio di Tanjiro e la perdita che lo porta a diventare un cacciatore di demoni. La seconda trama è stata adattata in un lungometraggio, Demon Slayer: Mugen Train. Anche se è stato distribuito durante la pandemia COVID-19, Mugen Train ha fatto di Demon Slayer uno dei più grandi anime del mondo, dopo aver guadagnato ben 507,1 milioni di dollari al botteghino.

Demon Slayer è spesso lodato per l’azione, i personaggi e lo stile artistico. La serie ha avuto successo commerciale, con oltre 150 milioni di copie in circolazione. Proprio come i suoi idoli Araki, Kishimoto, Kubo e Sorachi, Gotouge ha creato una serie che resisterà alla prova del tempo. Che sia attraverso il manga o l’anime, Demon Slayer è diventata una serie che ha catturato i cuori dei fan di tutto il mondo.

Godzilla e Kong: in sviluppo un nuovo film, ingaggiato lo sceneggiatore

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Legendary Pictures e Warner Bros. Discovery hanno trovato lo sceneggiatore per il prossimo film dell’universo di Godzilla-King Kong dopo Godzilla e Kong – Il nuovo impero.

Secondo un recente rapporto di THR, Dave Callahan (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli) è stato incaricato di scrivere il prossimo film del “MonsterVerse“. Sebbene non si sappia ancora nulla del film, esso seguirà il recente Godzilla e Kong – Il nuovo impero, che ha riscosso un grande successo al botteghino e ha dimostrato che la mostruosa coppia è ancora un’attrazione enorme.

Con Callahan a bordo, non è chiaro quale sarà il futuro del progetto ancora in fase di sviluppo. Secondo THR, il regista Adam Wingard non ha ancora deciso se tornare al franchise, nonostante la Legendary lo desideri. Adam Wingard ha ancora in programma di realizzare il suo prossimo film, Onslaught con la A24, prima di decidere quale sarà la sua prossima mossa.

Dopo l’uscita all’inizio di quest’anno, Godzilla e Kong – Il nuovo impero ha incassato poco meno di 555 milioni di dollari al botteghino globale, diventando il secondo film con i maggiori guadagni nel MonsterVerse, subito dopo Kong: Skull Island del 2017 (568 milioni di dollari).

Di cosa parla Godzilla e Kong – Il nuovo impero?

“L’epica battaglia continua! Il Monsterverse cinematografico della Legendary Pictures fa seguito all’esplosiva resa dei conti di “Godzilla vs. Kong” con una nuovissima avventura che contrappone l’onnipotente Kong e il temibile Godzilla a una colossale minaccia sconosciuta nascosta nel nostro mondo, che mette in discussione la loro stessa esistenza – e la nostra”. Godzilla e Kong – Il nuovo impero approfondisce la storia di questi Titani e le loro origini, nonché i misteri dell’Isola del Teschio e oltre, scoprendo la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati per sempre all’umanità”.

Godzilla e Kong – Il nuovo impero è diretto e prodotto da Adam Wingard da una sceneggiatura scritta da Terry Rossio, Simon Barrett e Jeremy Slater. L’ultimo capitolo è interpretato da Rebecca Hall, Brian Tyree Henry, Dan Stevens, Kaylee Hottle, Alex Ferns e Fala Chen.

House of the Dragon – stagione 2: l’incredibile dietro le quinte dai nuovi episodi

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La guerra è all’orizzonte per la HBO. Manca poco più di un mese alla première di House of the Dragon 2, l’attesissima seconda stagione di House of the Dragon e oggi il canale ha diffuso un incredibile Behind the Scenes, dietro le quinte, che mostra le atmosfere, i set e il lavoro dietro questa attesissima seconda stagione.

Basata sul libro Fire & Blood di George R.R. Martin, questa serie in arrivo si svolge 300 anni prima degli eventi de Il trono di Spade (Game of Thrones) e racconta la storia della Casa Targaryen.

Cosa aspettarsi dalla seconda stagione di House of the Dragon?

Westeros è sull’orlo di una sanguinosa guerra civile con il Consiglio Verde e quello Nero che combattono rispettivamente per Re Aegon e la Regina Rhaenyra. Poiché ciascuna delle due fazioni ritiene di essere la legittima sede del Trono di Spade, i trailer del Verde e del Nero riflettono queste due prospettive in metà separate ma complementari della stessa storia. Per il pubblico mondiale, ‘Tutti devono scegliere’ da che parte stare per Casa Targaryen, mentre il regno si frammenta nella seconda stagione“, si legge nella sinossi.

La seconda stagione di House of The Dragon

In otto nuovi episodi, la seconda stagione di House of the Dragon vede nel cast i già protagonisti della prima Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Eve Best, Steve Toussaint, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e Rhys Ifans. Nei nuovi episodi tornano anche Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e Matthew Needham.

New-entry nel cast della nuova stagione: Abubakar Salim (sarà Alyn di Hull), Gayle Rankin (Alys Rivers), Freddie Fox (Ser Gwayne Hightower), Simon Russell Beale nei panni di Ser Simon Strong, Clinton Liberty nel ruolo di Addam of Hull, Jamie Kenna che interpreterà Ser Alfred Broome, Kieran Bew nei panni di Hugh, Tom Bennett in quelli di Ulf, Tom Taylor sarà Lord Cregan Stark e Vincent Regan interpreterà invece Ser Rickard Thorne.

I crediti della seconda stagione: co-creatore e produttore esecutivo George R.R. Martin; co-creatore, showrunner e produttore esecutivo Ryan Condal; produttori esecutivi Sara Hess, Alan Taylor, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Loni Peristere, Vince Gerardis. Tratto dal bestseller di George R.R. Martin “Fuoco e Sangue”.

I fan, ma anche quanti non abbiano ancora mai visto la prima stagione o Il trono di Spade (Game of Thrones) e vogliano arrivare preparati all’appuntamento di giugno, possono rivedere o recuperare la prima stagione diHouse of the Dragon nonché tutte le stagioni della serie dei record on demand su Sky e in streaming su NOW.

Station 19 7×08: promo e anticipazioni dall’episodio

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Station 19 7×08: promo e anticipazioni dall’episodio

Il network americano ABC dopo la messa in onda del settimo episodio ha diffuso il promo e la trama di Station 19 7×08, il settimo inedito episodio di Station 19 7, l’annunciata settima e ultima stagione di Station 19, spin-off della serie di Shonda Rhimes Grey’s Anatomy.

In Station 19 7×08 “Ushers of the New World” che si intitolerà “Ushers of the New World” La Stazione 19 usa la sua clinica per curare i richiedenti asilo che sono stati trasportati da fuori dallo Stato. Nel frattempo, Natasha riceve una visita dalla sorella e Vic riceve una notizia sorprendente.

Tutto quello che sappiamo su Station 19 7

Station 19 è lo spin-off di Grey’s Anatomy.  La fine di Station 19 solleva speculazioni sulla possibilità che George e Spampinato tornino in Grey’s Anatomy  la prossima stagione, se il medical drama verrà rinnovato per la stagione 21 come previsto. George era un series regular di Grey’s Anatomy prima di lasciarlo nel 2017 per contribuire alla conduzione dello spin-off Station 19. Dopo aver recitato in Grey’s Anatomy, Stefania Spampinato ha iniziato a recitare in Station 19 nella terza stagione prima di diventare series regular nella stagione successiva.

Ambientata a Seattle, la serie si concentra sulle vite degli uomini e delle donne della stazione dei vigili del fuoco 19 di Seattle. Ha come protagonisti Jaina Lee Ortiz, Jason George, Gray Damon, Barrett Doss, Alberto Frezza, Jay Hayden , Okieriete Onaodowan, Danielle Savre, Miguel Sandoval, Boris Kodjoe , Stefania Spampinato, Carlos Miranda, Josh Randall, Merle Dandridge e Pat Healy. McKee, Shonda Rhimes, Betsy Beers e Paris Barclay sono i produttori esecutivi della serie. È prodotto da Shondaland e ABC Signature, con McKee che funge da showrunner per le prime due stagioni, successivamente sostituito da Krista Vernoff a partire dalla terza stagione.

Grey’s Anatomy 20×08: promo e anticipazioni dall’ottavo episodio

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Grey’s Anatomy 20×08: promo e anticipazioni dall’ottavo episodio

Il network americano ABC dopo la messa in onda del settimo episodio ha diffuso il promo e la trama di Grey’s Anatomy 20×08, l’ottavo inedito episodio di Grey’s Anatomy 20, l’attesa ventesima stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 20×08 che si intitolerà “Blood, Sweat and Tears” Owen e Teddy hanno il giorno libero ma incontrano un civile ferito. Monica chiede l’aiuto di Amelia per un’operazione su un giovane paziente. Gli specializzandi completano i loro registri di procedura, consentendo loro di tornare in sala operatoria.

Tutto quello che sappiamo su Grey’s Anatomy 20

La ventesima stagione di Grey’s Anatomy uscirà il 14 marzo 2024 su ABC. In Italia Grey’s Anatomy 20 debutterà su Disney+.

Il drama è reduce da una 19a stagione di trasformazione, con il ritiro di Ellen Pompeo, l’uscita di Kelly McCreary e l’ingresso di cinque nuovi personaggi principali, interpretati da Harry Shum Jr., Adelaide Kane, Alexis Floyd, Niko Terho e Midori Francis. La transizione ha avuto successo, con il ritorno di tutti e cinque i nuovi membri del cast in Grey’s Anatomy 20.

Creata da Shonda Rhimes, Grey’s Anatomy proviene dalla Shondaland di Shonda Rhimes e dalla ABC Signature, parte dei Disney Television Studios. Il cast di Grey’s Anatomy comprende Ellen Pompeo, Chandra Wilson, James Pickens Jr., Kevin McKidd, Kim Raver, Camilla Luddington, Caterina Scorsone, Kelly McCreary, Harry Shum Jr., Adelaide Kane, Midori Francis e Niko Terho.

9-1-1 7×08: trailer dall’ottavo episodio

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9-1-1 7×08: trailer dall’ottavo episodio

Il network americano della ABC ha diffuso il trailer di 9-1-1 7×08, l’ottavo inedito episodio della settima stagione di 9-1-1

9-1-1 7×08 che si intitolerà “Step Nine” andrà in onda la prossima settimana sulla ABC negli USA, in Italia su Disney+.

 

Tutto quello che sappiamo su 9-1-1 7

La data di uscita di 9-1-1 7 potrebbe essere intorno alla primavera del 2024. All’inizio di maggio 2023 è stato riferito che la Fox ha cancellato 9-1-1 dopo sei stagioni e che la stagione 7 sarebbe stata ripresa dalla ABC. Craig Erwich, presidente del Disney Television Group, ha dichiarato:

Dai creatori Ryan Murphy e Brad Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip/Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1 esplora le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia, paramedici e vigili del fuoco che si trovano nei luoghi più situazioni spaventose, scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono cercare di trovare un equilibrio tra il salvataggio di coloro che sono più vulnerabili e la risoluzione dei problemi della loro vita. La serie provocatoria vede protagonisti la candidata all’Oscar e all’Emmy Award Angela Bassett (“American Horror Story”, “What’s Love Got to Do with It”) e l’attore nominato all’Emmy Award e al Golden Globe Peter Krause (“The Catch”, “Six Foot Under “).

Grazie alla spinta creativa di Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear, così come al talento del cast, 9-1-1 è stato uno dei drammi più significativi e originali della televisione di rete nelle ultime sei stagioni, e siamo onorati di portarlo nello stimato gruppo di serie della ABC“.

9-1-1 è la serie tv creata da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear con Angela Bassett, Peter Krause, Oliver Stark, Aisha Hinds, Kenneth Choi, Rockmond Dunbar, Connie Britton, Jennifer Love HewittRyan Guzman, Corinne Massiah, Marcanthonee Jon Reis, Gavin McHugh e John Harlan Kim.

Fire Country 2×10: promo e anticipazioni dal finale di stagione

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Fire Country 2×10: promo e anticipazioni dal finale di stagione

Il network della CBS ha diffuso il promo e le anticipazioni di Fire Country 2×10, il decimo episodio e gran finale di stagione di Fire Country.

In Fire Country 2×10 “I Do” Gabriela si prepara a percorrere la navata il giorno del suo matrimonio, mentre Bode riceve una notizia sorprendente nel finale della seconda stagione.

Tutto quello che c’è da sapere su Fire Country

Fire Country è una serie televisiva statunitense drammatica d’azione creata da Max Thieriot, Tony Phelan e Joan Rater e prodotta da Jerry Bruckheimer per la CBS, con protagonista Thieriot. La prima stagione è stata trasmessa il 7 ottobre 2022. Il 6 gennaio 2023 la serie è stata rinnovata per una seconda stagione, che ha debuttato il 16 febbraio 2024. Nel marzo 2024 la serie è stata rinnovata per una terza stagione.

Nella serie tv Bode Donovan è un giovane detenuto dal passato tormentato. Sperando di redimersi e di abbreviare la sua pena, si offre volontario per il California Conservation Camp Program, in cui i detenuti assistono il California Department of Forestry and Fire Protection, noto come Cal Fire. Finisce per essere assegnato alla sua città natale, nella California del Nord, dove deve lavorare a fianco di ex amici, altri detenuti e vigili del fuoco d’élite per spegnere gli enormi incendi che affliggono la regione.

In Fire Country protagonisti sono Max Thieriot nel ruolo di Bode Donovan (alias Bode Leone), un pompiere detenuto in cerca di redenzione. Kevin Alejandro nel ruolo di Manny Perez, padre di Gabriela e capitano dei vigili del fuoco. Jordan Calloway nel ruolo di Jake Crawford, ex fidanzato di Riley e Gabriela e vigile del fuoco. Stephanie Arcila è Gabriela Perez, figlia di Manny e vigile del fuoco in prova. Jules Latimer nel ruolo di Eve Edwards, vigile del fuoco con Jake sotto il comando di Vince. Diane Farr nel ruolo di Sharon Leone, madre di Bode e Riley, moglie di Vince e capo della divisione Cal Fire. Billy Burke nel ruolo di Vince Leone, padre di Bode e Riley, marito di Sharon e capo battaglione dei vigili del fuoco.

Young Sheldon 7×13 “Funeral” / 7×14 “Memoir”: il promo del finale di serie

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Il network americano CBS ha diffuso i promo di Young Sheldon 7×13 e Young Sheldon 7×14, che sarà anche il finale della serie spin-off di The Big Bang Theory Young Sheldon.

YOUNG SHELDON termina la sua corsa di sette anni con un imperdibile finale di serie in due episodi. Jim Parsons e Mayim Bialik riprendono i loro ruoli di Sheldon Cooper e Amy Farrah Fowler in un’indimenticabile ora di televisione, nel finale di serie di YOUNG SHELDON, giovedì 16 maggio sulla CBS.

“Parte 1” – YOUNG SHELDON conclude la sua corsa di sette anni con un imperdibile finale di serie in due episodi. Jim Parsons e Mayim Bialik riprendono i loro ruoli di Sheldon Cooper e Amy Farrah Fowler in un’ora indimenticabile di televisione, nel finale di serie di YOUNG SHELDON, giovedì 16 maggio (8:00-8:30 PM, ET/PT) su CBS Television Network, e in streaming su Paramount+ (in diretta e on-demand per Paramount+ con abbonati a SHOWTIME, o on-demand per gli abbonati a Paramount+ Essential il giorno successivo alla messa in onda dell’episodio)*.

Lo spin-off di Young Sheldon della CBS

Dopo il finale di serie di Young Sheldon, seguirà un altro spin-off intitolato Georgie & Mandy’s First Marriage. Creata da Chuck Lorre, Steven Molaro e Steve Holland, la nuova sitcom è incentrata sui personaggi di Montana Jordan e Emily Osment, che crescono la loro giovane famiglia in Texas affrontando le sfide dell’età adulta, della genitorialità e del matrimonio. L’uscita della commedia è prevista per il prossimo autunno, nell’ambito della stagione televisiva 2024-2025 della CBS.

“È stato un privilegio trascorrere gli ultimi sette anni con Sheldon e la famiglia Cooper e ora questo meraviglioso viaggio continuerà con Georgie e Mandy”, ha dichiarato Amy Reisenbach, dirigente della CBS, in un comunicato. “Chuck ed entrambi gli Steves hanno fatto un lavoro magistrale nello sviluppare questi personaggi e nell’intrattenere generazioni di fan con storie coinvolgenti e commoventi portate in vita da Montana ed Emily. Attendiamo con ansia il prossimo capitolo di questo amato universo”.

S.W.A.T. 7×13: promo dal finale di stagione “Twenty Squad”

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S.W.A.T. 7×13: promo dal finale di stagione “Twenty Squad”

Il network americano della CBS ha diffuso il promo e la trama di S.W.A.T. 7×13, il tredicesimo episodio e gran finale della settima stagione di S.W.A.T.

 In S.W.A.T. 7×13 che si intitolerà “Twenty Squad”  la squadra S.W.A.T. affronta il loro avversario più letale di sempre quando una violenta cellula di estremisti cerca di vendicarsi facendo saltare in aria mezza Los Angeles, uccidendo potenzialmente migliaia di persone.

Tutto quello che c’è da sapere su S.W.A.T.

“La serie S.W.A.T.  segue Daniel ‘Hondo’ Harrelson (Shemar Moore), un sergente della S.W.A.T. nato e cresciuto a Los Angeles, che guida una squadra tattica d’élite che è l’ultima fermata delle forze dell’ordine a Los Angeles”, si legge nella sinossi. “Diviso tra la lealtà verso la comunità in cui è cresciuto e i suoi fratelli in blu, Hondo lavora per colmare il divario tra i suoi due mondi mentre è alle prese con la nuova paternità insieme a sua moglie Nichelle”.

Completano la Squadra 20 David “Deacon” Kay, padre di famiglia e ufficiale esperto, Victor Tan, da poco single e desideroso di assumere un ruolo di leadership nella squadra, e Zoe Powell, una nuova arrivata che sta cercando di trovare il suo posto nella squadra. Infine, il comandante Robert Hicks supervisiona tutta la Metro S.W.A.T. Guidata da Hondo, la 20-Squad abbraccia le proprie differenze e lavora insieme per salvare vite e proteggere la propria città in un mondo sempre più problematico”.

Basata sull’omonima serie del 1975 e sul film del 2003, S.W.A.T. è prodotta esecutivamente dagli showrunner Andrew Dettmann e Shawn Ryan. La serie è interpretata anche da Jay Harrington, David Lim, Patrick St. Esprit, Rochelle Aytes e Anna Enger Ritch. Oltre a guidare il cast, Moore è anche produttore esecutivo insieme a Justin Lin, Neal H. Moritz, Marney Hochman, Pavun Shetty, Billy Gierhart e James Scura.

28 anni dopo uscirà a giugno 2025

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28 anni dopo uscirà a giugno 2025

28 anni dopo di Danny Boyle arriverà sul grande schermo la prossima estate. Sony Pictures ha programmato il tanto atteso progetto per il 20 giugno 2025.

Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson e Ralph Fiennes saranno i protagonisti del sequel di “28 giorni dopo” e “28 settimane dopo”. I dettagli della trama sono ancora tenuti nascosti e la sceneggiatura è stata scritta da Alex Garland. Farà parte di una prossima trilogia, per la quale Nia DaCosta è in trattative per dirigere il secondo film.

Boyle e Garland stanno producendo, così come i produttori originali Andrew Macdonald e Peter Rice. Anche Bernie Bellew sta producendo. Anche Cillian Murphy tornerà come produttore esecutivo, ma al momento non gli è stato assegnato il ruolo di protagonista. 28 anni dopo  è uscito nel 2002 e vedeva protagonista uno sconosciuto Murphy nei panni di un corriere in bicicletta che scopre il rilascio di un virus contagioso al risveglio dal coma. Boyle ha diretto il film, mentre Garland ha scritto. Il seguito, “28 settimane dopo”, è stato distribuito nel 2007.

“Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto essere coinvolto perché quel film ha cambiato tutto per me e provo un grande affetto per quel film e per quei ragazzi Alex [Garland] e Danny [Boyle]”, ha detto Cillian Murphy a Variety a febbraio. “Non guardo mai i miei film, tranne quello. È sempre trasmesso nel periodo di Halloween e durante la pandemia le persone mi inviavano costantemente clip. E l’ho mostrato ai miei figli. Ed è davvero attuale, anche se ha qualcosa come 23 anni ormai. Quindi sono davvero entusiasta di riunire la band per realizzare questo film”.

Cosa sappiamo su 28 anni dopo? 

I dettagli sulla trama di 28 anni dopo  sono ancora sconosciuti, ma il periodo suggerisce che si svolgerà 28 anni dopo il primo film, dunque all’incirca nel 2030, il che significa che il racconto potrebbe anche essere più orientato verso la fantascienza che non verso il semplice l’horror vero e proprio. Danny Boyle, il cui ultimo film è stato la commedia romantica del 2019 Yesterday, dirigerà il primo film della prevista trilogia di 28 anni dopo. Alex Garland, che ha diretto film come Ex Machina, Annihilation e, più di recente, Civil War è incaricato di scrivere i film.