Il regista Shawn
Levy ha confermato che Deadpool 3 non sarà il
titolo ufficiale del prossimo trequel del MCU. Inoltre chiarisce che gli
eventi di Logan di James Mangold sono
canonici.
Quando è stato annunciato che
Hugh
Jackman avrebbe ripreso il ruolo di Wolverine per
il terzo film di Deadpool, i fan
dell’interpretazione dell’attore australiano dell’iconico eroe
degli X-Men erano comprensibilmente eccitati, ma c’era anche una
certa preoccupazione che gli eventi del film di James
Mangold,Logan,
sarebbero stati ignorati.
Si trattava certamente una
possibilità, soprattutto se i Marvel Studios avessero pianificato
di avere Jackman nei panni di Wolvie per più di un film (non
sappiamo ancora cosa c’è in cantiere dopo Deadpool 3), ma il regista
Shawn Levy ha ora chiarito che il suo il film non
scarterà o ricollegherà tutto ciò che accade a Logan, inclusa la morte del protagonista.
“Ho sempre detto che non vedo
l’ora che esca Deadpool 3 perché tutto ciò che voglio fare è
rilasciare interviste insieme a Ryan in cui
parliamo della nostra venerazione per il film Logan”, ha
spiegato Levy al Post Credit Podcast di BroBible.
“Logan è canonico. Adoriamo Logan. Voglio che il mondo sappia
che, in qualità di produttore e regista, tutti noi condividiamo un
profondo amore e rispetto per Logan, per ogni aspetto di come è
stato realizzato e per tutti gli eventi che hanno luogo in quel
film.”
In un’intervista separata con The
Wrap, Levy ha confermato che Deadpool 3 non sarà
il titolo finale del film. “No, non c’è ancora il titolo. A
volte lo chiamo Deadpool vs Wolverine o Deadpool e Wolverine o
Deadpool 3 con Wolvie: abbiamo alcuni titoli di cui abbiamo
parlato, ma ragazzi, è difficile.”
Deadpool 3 sarebbe dovuto
uscire nei cinema il 3 maggio 2024, ma lo sciopero SAG-AFTRA in
corso probabilmente causerà un ritardo. Anche se nulla è stato reso
ufficiale, gli operatori ritengono che il film verrà posticipato a
luglio.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i
film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato
da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
Nel film saranno poi presenti anche
personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come
Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera
che anche altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck. L’attrice Jennifer Garner
sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque
a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn
Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld,
confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente
dei Marvel Studios, Kevin
Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà
un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo
renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione
matura.
Una combinazione di immagini
promozionali trapelate e del
trailer di metà stagione ha dato adito ad alcune speculazioni
in merito a quello che sarà il nuovo ruolo del Dio dell’Inganno
alla fine della Stagione 2 di Loki.
Con solo due episodi da scoprire,
teorie e speculazioni su come finirà la serie sono presenti su
tutti i social media. Durante il fine settimana, sono emerse alcune
illustrazioni promozionali che mostravano il nuovo costume del
Dio dell’Inganno e, dopo il trailer di metà
stagione di ieri, alcuni fan stanno iniziando a mettere insieme i
pezzi di questo puzzle.
Come si può vedere nel post qui
sotto, quei viticci verdi di energia che fluiscono in tutto il
Multiverso sembrano emanare da Loki e dal suo nuovo costume.
L’Asgardiano sembra essere nella
Cittadella di Colui che Rimane alla Fine dei Tempi
(guardate le crepe luminose sui gradini), suggerendo che il
fratello adottivo di Thor alla fine prenderà il posto di Kang come
sovrano non di una singola linea temporale sacra, ma dell’intera
linea temporale e del Multiverso. Sarebbe una mossa azzardata ma a
suo modo sensata per i Marvel Studios dare a un
personaggio così amato un ruolo così importante.
Se questo dovesse confermarsi vero,
sarà anche una forte indicazione che Loki sarà una parte cruciale
di
Avengers: The Kang Dynasty e Avengers:
Secret Wars. Non dimentichiamoci che Colui che
Rimane voleva che Loki prendesse il suo posto dopo essersi
stancato di tenere d’occhio la Sacra Linea Temporale. Quel
desiderio ora sembra destinato a diventare realtà, anche se Loki
non sarebbe Loki se non facesse le cose a modo suo.
Sembra che i fan Marvel non abbiano ancora
dimenticato i commenti di Martin Scorsese sui film dei
Marvel Studios. E se non lo hanno fatto i fan,
possono mai averlo fatto le persone che quei film li hanno
materialmente fatti? Ecco che ora è Joe Russo a
prendere in giro il regista di
Killers of the Flower Moon, prendendolo di mira perché
i film a cui lui ha lavorato sono stati dei veri successi al
botteghino, mentre l’ultimo di Scorsese non è stato altrettanto
visto in sala.
In un nuovo video sul profilo Tik
Tok della figlia Francesca, Martin Scorsese ha presentato la sua
nuova Musa, il cagnolino Oscar. In risposta, Joe
Russo ha pubblicato a sua volta un video con il suo cane,
che si chiama… Box Office.
Ma Scorsese non ha dovuto replicare
al collega Russo, perché il mondo sembra essersi schierato dalla
sua parte, attaccando, qualche volta anche in maniera violenta, il
regista di Endgame. Joe DaMarco di Toonami e di
Warner Bros. Discovery, ha replicato a Joe Russo rispondendo al
video: «Ha preso milioni da Netflix per fare tutto quello
che voleva e se ne è uscito con The Grey Man. Marty ne ha
presi milioni da Netflix e Apple per fare The Irishman e
Killers of the Flower Moon. So di quali film la gente parlerà tra
20 anni». E a lui ha fatto seguito anche lo sceneggiatore
Louis Petizman: «Tra 50 anni nessuno saprà chi
è Joe Russo».
La replica più pesante arriva però
dall’account ufficiale del BeyondFest di Los Angeles:
«Siamo onesti: Joe Russo è un ricco stron*o che ha vinto
la lotteria quando Kevin Feige lo ha tirato fuori dall’ombra e
lo ha preso con sé».
Il celebre regista Paco
Plaza – seguendo l’enorme successo delle saghe di The
Conjuring e The Nun – realizza Sorella
Morte (titolo originale:
Hermana Muerte), il nuovo inquietante catholic
horror disponibile dal 27 ottobre su Netflix.
Prequel del suo Veronica del 2017, il
film approfondisce l’ambigua e angosciante storia che si cela
dietro lo strano personaggio di Sorella Narcisa, o
meglio conosciuta come Sorella Morte.
Sorella Morte è
scritto da Jorge Guerricaechevarria (Il giorno della
bestia, Hasta el cielo) e interpretato dalla
talentuosa giovane attrice e modella spagnola Aria
Bedmar (In
Silenzio).
Trama Sorella Morte
Nella Spagna
postbellica degli anni Quaranta, una speciale bambina –
dotata di poteri extrasensoriali – diviene famosa in tutto il Paese
come la “niña santa” dopo aver visto la
Vergine Madre. Dieci anni dopo, la bambina diventata una giovane
novizia dal nome Sorella Narcisa, raggiunge un ex
convento, trasformato dopo la guerra in un collegio femminile, in
cui si accinge a prendere i voti perpetui mentre insegna lingue e
scienze al posto della scomparsa Sorella Inès. Ma
orribili e oscuri segreti circondano la scuola e
si manifestano alla giovane come fenomeni inquietanti: sedie che
cadono, strani disegni sui muri e incubi indicibili. Giorno dopo
giorno, gli speciali poteri di Narcisa riemergono mostrandole
l’orribile e atroce verità nascosta tra quelle
mura.
L’inquietudine di una religione oscura
Poche cose al mondo fanno terrore
tanto quanto la storia e l’iconografia della religione
cattolica declinata in
chiave horror e demoniaca. E questo Plaza – co-regista
di uno dei più grandi franchising horror soprannaturali sugli
zombi, la saga REC – lo sa bene e sceglie
questa volta di sperimentarlo. Senza troppa fatica, Sorella
Morte trascina sullo schermo gran parte delle
contraddizioni e delle ipocrisie religiose, dando vita a
circa 90 minuti di ansia, angoscia, disagio e
paranoia.
Sorella Morte | In foto l’attrice Aria Bedmar nei panni della
protagonista, Sorella Narcisa
Per rendere più semplice e lineare
la narrazione, Plaza si avvale di una struttura
episodica e suddivide il film in tre
capitoli intitolati “La bambina santa”, “Se
scrive il tuo nome, sei maledetta” e “La Sorella
Soccorro”. Nonostante i continui jumpscare e la
profonda tensione psicologica, la storia procede per gran parte del
film con un ritmo lento e teso che incalza con
violenza solo nell’ultima parte.
Regia e fotografia cooperano nel
costruire una tetra e inquietante atmosfera retta
da un intenso simbolismo, religioso e non: riti,
preghiere e agiografie miscelate, come se non bastasse, anche a un
agghiacciante e suggestivo gioco di mani e sguardi. Gli
occhi, in particolar modo, sono elevati da Plaza a
elementochiave per la
comprensione della misteriosa Sorella Morte in
Veronica: quegli stessi occhi che all’inizio del film sono
in grado di ammirare l’impossibile finiscono poi per diventar
ciechi, forse peccatori di aver visto fin troppo. Inoltre, tanti
sono i punti di riflessione che Plaza e
Guerricaechevarria seminano in questa pellicola, come per esempio:
il complesso e doloroso momento storico della guerra civile
spagnola, la dolorosa omertà di cui spesso sono intrise le mura dei
luoghi di culto, le tremende antinomie che affliggono la
religione.
Una favola orrorifica di vendetta e (probabile)
redenzione
Paco Plaza è, senz’altro
per molti, un grande maestro dell’horror spagnolo.
E ciò lo riconferma Sorella Morte, un
prequel esaustivo, incisivo e solido che non mira
tanto a spaventare, quanto piuttosto ad agitare e turbare
fortemente. Rappresentando una favola orrorifica di
sanguinosa e “sacra” vendetta, il cineasta valenziano
gioca con i sentimenti più bui del pubblico che, in alcuni momenti,
finisce anche per immedesimarsi nella protagonista. Il pubblico
cade vorticosamente, così, nel riflesso di
Narcisa, sprofondando in un drammatico mare di
dolore, dubbi e collera.
Al di là dell’eccessiva lentezza
iniziale e di qualche stonatura narrativa, la pellicola di Plaza
colpisce nel segno, catturando lo sguardo attento dello spettatore
e regalandogli un’ora e mezza di tormentata
irrequietezza.
Quella che è cominciata oggi nel
capoluogo di provincia toscano si preannuncia un’edizione del
Lucca Comics & Games
davvero insolita. Nei giorni passati ha tenuto banco la polemica
legata alle dichiarazioni di Zerocalcare in
cui il fumettista dichiarava la sua impossibilità, per conflitti
etici e morali, di partecipare alla fiera.
Dopo il forfait di molti altri
artisti e fumettisti che sarebbero dovuti essere alla fiera, arriva
l’annuncio, da parte dell’organizzazione del Lucca Comics &
Games che neanche Asaf e Tomer Hanuka, i due artisti
autori del poster dell’edizione 2023, saranno presenti.
Lucca Comics & Games, pur
rammaricandosi della decisione di Asaf e Tomer Hanuka di non essere
presenti a Lucca, desidera esprimere la più profonda e sentita
vicinanza a loro e a tutti gli artisti che non potranno essere
presenti.
Lucca Comics & Games è un luogo di inclusione e libertà
espressiva e compirà ogni sforzo perché l’incontro in programma dal
1° al 5 novembre rappresenti un arricchimento per tutta la comunità
che vorrà partecipare agli eventi, ai progetti e alle iniziative
educative in programma.
Le parole di Asaf e Tomer
Hanuka: “Abbiamo iniziato a lavorare col team di Lucca Comics &
Games circa un anno fa. È stata una splendida esperienza con tutti
i membri del team che abbiamo incontrato in questa efficiente e
calorosa organizzazione. Di gran lunga la migliore che abbiamo
avuto in venticinque anni di lavoro in questo settore. Abbiamo
accettato questo incarico con grande entusiasmo per dare il nostro
miglior contributo alla nostra comunità allargata di artisti e
appassionati. Ci siamo sentiti considerati e supportati in ogni
passo di questo percorso. Tuttavia, dobbiamo con tristezza
condividere la nostra decisione: non presenzieremo a Lucca Comics &
Games.
La nostra presenza a Lucca e le
nostre attività rischierebbero di essere oggetto di eccessiva
attenzione afferente alla questione internazionale, oscurando la
dimensione artistica, che invece è stata ed è il centro del nostro
percorso con questa manifestazione e il suo gruppo di lavoro. Non
ci sentiamo di spostarci da una zona di guerra vera verso una zona
di conflitto mediatico. Questo interferirebbe con la felicità di
incontrare tanti amici, fan e colleghi.
Abbiamo deciso di fare un passo
indietro e lasciare che l’arte parli per se stessa.
In attesa di tornare quanto
prima a riabbracciare Lucca Comics & Games, dobbiamo continuare a
credere nella speranza. Viviamo tutto questo insieme. E, in questa
parte del mondo, non ci possiamo permettere molto altro”.
Tutte le donne e gli uomini di
Lucca Comics & Games si uniscono ad Asaf e Tomer Hanuka, che ci
hanno regalato una meravigliosa rappresentazione del nostro
festival, la bandiera dei nostri valori. L’invito è di andare a
vedere la loro bellissima mostra insieme a tutte le straordinarie
esposizioni degli artisti del festival.
Il cane è il migliore amico
dell’uomo, ed è stato più volte protagonista anche al cinema di
celebri film a lui dedicati. Da
titoli per famiglie come Belle & Sebastien ai
classici Disney come Lilli & vagabondo, dai film d’autore
come L’isola dei cani a
pellicole più drammatiche come Hachiko – Il tuo migliore
amico, sono numerosi i film che hanno dedicato agli amici a
quattro zampe storie commoventi e ricche di emozioni, che non
mancano mai di affascinare il grande pubblico. Uno degli ultimi
titoli di questo filone è Attraverso i miei
occhi, diretto nel 2019 da Simon
Curtis (meglio noto per Marilyn e Woman inGold).
Scritto da Mark
Bomback (sceneggiatori di film come Godsend – Il male è rinato,
Die Hard – Vivere o morire
e The War – Il pianeta delle
scimmie), che si è qui cimentato con un genere per lui
inedito, il film è l’adattamento cinematografico di L’arte di
correre sotto lapioggia, romanzo scritto da
Garth Stein e pubblicato nel 2009. Questo si è in
breve affermato come uno dei maggiori best seller del suo anno,
rimanendo in classifica per 40 settimane. Inevitabile dunque che
Hollywood si interessasse al libro, facendone un nuovo caso capace
di emozionare, proponendo nuove dinamiche tra umano e cane, uno dei
rapporti più solidi che ci possano essere.
Affermatosi come un discreto
successo di critica e pubblico, Attraverso i miei occhi è
dunque un racconto che diverte, coinvolge e commuove, facendo
riscoprire quei piccoli valori spesso trascurati ma fondamentali
per la vita. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Attraverso i miei occhi
Il film racconta la storia del
pilota da corsa Danny, vista però attraverso gli
occhi del suo cane, il Golden Retriever Enzo. Tra
i due è stato subito feeling e sin da cucciolo Enzo ha imparato le
lezioni di vita del suo proprietario, vivendo passo dopo passo
accanto a lui: lo ha visto correre in pista, insegnare a nuovi
piloti e innamorarsi di Eva. Enzo è il migliore
amico, il compagno ideale nonché il testimone di nozze di Danny. I
due insieme hanno affrontato le gioie e i dolori, cercando di
sorridere sempre senza mai abbattersi. Pur se il loro rapporto non
fa che consolidarsi, i due devono però fare i conti anche con le
novità non sempre liete che la vita presenta loro.
Al di là delle sconfitte da un punto
di vista professionale, Danny dovrà infatti sperimentare la
malattia, la morte e il dolore che questa lascia, affrontando
momenti molto difficili. Mentre Danny cerca di superare i tristi
eventi e i conseguenti ostacoli, il suo fedele amico sarà sempre
pronto, a suo modo, a ricordargli che non deve smettere di
combattere. Rimanendo al suo fianco, Enzo lo porterà a credere di
nuovo in se stesso. Anche se la loro forte amicizia non può durare
per sempre, il sentimento nato da questa sarà invece
indistruttibile, continuando ad ispirare del bene ancora e
ancora.
Attraverso i miei occhi: il libro e il cast del
film
I diritti del libro sono stati
acquistati dalla Disney, che ha poi deciso di produrre il film
tramite la recentemente acquisita 20th Century Fox. Il romanzo di
Stein, tuttavia, presentava una serie di elementi un po’ forti per
il tipo di pubblico che i produttori avevano in mente. Nel libro,
infatti, Denny è falsamente accusato di stupro da una ragazza
minorenne innamorata di lui. Nel film questo personaggio e la
relativa vicenda vengono completamente omessi e i problemi legali
di Denny vengono sostituiti da suo suocero che lo accusa di
aggressione dopo una caduta. Allo stesso modo viene taciuto
l’orientamento sessuale di Mike e Tony, che nel libro sono invece
dichiaratamente una coppia.
Per quanto riguarda il cast del
film, invece, nei panni di Danny vi è l’attore Milo
Ventimiglia, celebre per la serie This Is Us.
Ad interpretare Eve, la sua compagna e poi moglie, si ritrova
Amanda
Seyfried, attrice celebre per Mamma mia e
Letters to Juliet. La piccola Zoe, figlia di Danny e Eve,
è interpretata da Ryan Keira Armstrong, mentre per
la sua versione adolescente vi è Lily
Dodsworth-Evans. Gli attori Kathy Baker e
Martin Donovan interpretano invece Trish e
Maxwell, i genitori di Eve. Infine, a dare voce al cane Enzo vi è
in lingua originale il premio Oscar Kevin Costner,
qui al suo primo ruolo come doppiatore. Per la lingua italiana,
invece, si può ascoltare Gigi Proietti,
qui al suo ultimo ruolo come doppiatore.
Attraverso i miei occhi:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Attraverso i miei occhi grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 31 ottobre alle ore 21:20
su Canale 5.
Sono numerosi i film dedicati alle
battaglie per i diritti della popolazione afroamericana che si sono
svolte negli Stati Uniti tra gli anni Sessanta e Settanta. Molti di
questi lungometraggi ripercorrono le gesta dei leader di quei
movimenti di ribellione, come Malcolm X, dedicato
all’omonimo attivista, o Selma – La strada per la
libertà, incentrato sulla marcia guidata da Martin
Luther King per richiedere il diritto di voto agli
afroamericani. Un altro film, più recente, che racconta
brillantemente di quel periodo è Judas and the Black
Messiah (qui la recensione), diretto nel
2021 dal regista Shaka King, qui al suo secondo
lungometraggio.
King, anche sceggiatore insieme a
Will Berson, ha descritto l’idea iniziale del film
come The Departed – Il bene e il
male (il film diMartin
Scorsese premiato agli Oscar) nel contesto del
COINTELPRO (Counter Intelligence Program). La volontà era infatti
quella di raccontare una vicenda realmente accaduta ma dal punto di
vista dell’infiltrato che portò all’abbattimento di un carismatico
leader della comunità afroamericana. Si tratta di un episodio forse
meno noto di quel periodo di scontri, ma che racconta altrettanto
efficacemente la tensione vigente in quegli anni.
Accolto in modo molto positivo,
Judas and the Black Messiah è divenuto uno dei film più
importanti del suo anno, guadagnando anche sei nomination al premio
Oscar (tra cui quella per il Miglior film) e vincendone poi due:
Miglior attore non protagonista e Miglior canzone. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla storia
vera. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Daniel Kaluuya LaKeith Stanfield in Judas and the Black
Messiah
La trama e il cast di Judas and the Black Messiah
Il film è ambientato nel 1968, anno
che vide accese diverse proteste, tra cui quella degli
afroamericani per i diritti civili. In questo periodo così
delicato, durante il quale le manifestazioni spesso sfociano in
atti di violenza, diventa capo delle Pantere Nere dell’Illinois il
giovane attivista Fred Hampton. Il gruppo si
schiera contro la polizia, accusata di usare ingiustificatamente la
violenza verso gli afroamericani. Hampton viene dunque presto
avvertito dal governo americano come una minaccia e l’FBI decide
così di intervenire, facendo infiltrare tra le file delle Pantere
Nere, uno dei suoi uomini, William O’Neal.
Quest’ultimo non è un vero e proprio
agente, ma un semplice cittadino nero che aveva avuto diversi
problemi con la legge, soprattutto a causa dei suoi furti, e al
quale l’FBI propone di far cadere ogni accusa, purché diventi un
agente di controspionaggio e fornisca informazioni su Hampton. Dopo
essersi unito alle Pantere Nere, O’Neal fa rapidamente carriera
all’interno del gruppo, nonostante viva nella costante ansia di
essere scoperto. Ben presto però lo stesso infiltrato si ritroverà
affascinato dalle parole del carismatico leader, una sorta di
Messia nero, nei confronti del quale lui sarà ha però il ruolo di
Giuda.
Ad interpretare Fred Hampton vi è
l’attore Daniel Kaluuya,
il quale per la sua interpretazione ha poi vinto il premio Oscar
come miglior attore non protagonista. LaKeith
Stanfield, interpreta invece William O’Neal e ha
dichiarato in un’intervista di aver avuto bisogno di intraprendere
un percorso di terapia dopo tale ruolo. Anche lui è stato poi
nominato all’Oscar nella medesima categoria di Kaluuya, facendo
così di Judas and the Black Messiah il primo film con
due attori neri candidati al premio. Completano poi il cast
Jesse Plemons nel ruolo di Roy Mitchell,
Dominique Fishback in quelli di Deborah Johnson e
Martin Sheen come J. Edgar Hoover, capo
dell’FBI.
Judas and the Black
Messiah: la vera storia dietro il film
Come anticipato, Judas and the
Black Messiah è basato sugli eventi realmente accaduti che
portarono all’assassinio di Fred Hampton nel 1969.
Hampton era un carismatico organizzatore e attivista, divenuto poi
presidente dell’Illinois Black Panther Party. Fondata nel 1966, era
questa un’organizzazione politica che si opponeva al razzismo e
alla brutalità della polizia e che gestiva anche iniziative
comunitarie come un programma di colazione gratuita per gli
scolari. In seguito alla sua nomina e alle sue prime battaglie
politiche, Hampton divenne il bersaglio della sorveglianza dell’FBI
come parte di un programma chiamato Cointelpro.
Gli obiettivi di questo includevano
“prevenire la coalizione di gruppi militanti nazionalisti
neri” e “prevenire l’ascesa di un ‘messia’ che potesse
unificare ed rafforzare il movimento militante nazionalista
nero”. J. Edgar Hoover, il primo direttore
dell’FBI, considerava lo stesso Black Panther Party “la più
grande minaccia alla sicurezza interna del paese”. Per cercare
di tenere d’occhio le azioni di Hampton e trovare il modo di
neutralizzarlo, l’FBI reclutò William O’Neal, il
quale era stato arrestato per essersi spacciato per furto. L’FBI
gli promise che se fosse diventato un informatore e si fosse
infiltrato nel Black Panther Party a Chicago, le sue accuse di
crimine sarebbero state ritirate.
O’Neal si unì dunque alle Pantere
Nere nel novembre 1968 e divenne il capo della sicurezza locale. Si
è poi guadagnato la fiducia di Hampton a tal punto da poter agire
come sua guardia del corpo. In seguito, ha fornito all’FBI
informazioni sull’appartamento di Fred Hampton, informazioni che
hanno poi permesso un raid delle forze dell’ordine. Il 4 dicembre
1969, infatti, prima dell’alba, 14 agenti di polizia fecero
irruzione nella residenza di Hampton al 2337 di West Monroe Street.
Sono stati sparati più di 80 colpi. Hampton e Mark Clark, anche lui
membro del Black Panther Party, sono entrambi deceduti.
L’FBI ha fatto irruzione
nell’appartamento di Hampton nel tentativo di prenderlo di mira con
il pretesto di sequestrare armi che credevano le Pantere Nere
stessero conservando lì. Ciò si basava appunto sulle informazioni
ricevute dall’informatore dell’FBI William O’Neal e dall’agente
speciale dell’FBI Roy Mitchell. La morte di Fred Hampton durante il
raid ha però portato molti a credere che si trattasse di un
assassinio coordinato da parte dell’FBI e del dipartimento di
polizia di Chicago e che la possibile presenza di armi fosse solo
un pretesto per potersi introdurre nell’abitazione. O’Neall
sviluppò poi sensi di colpa per l’accaduto e il 16 gennaio del 1990
decise di suicidarsi facendosi investire da un auto.
Il trailer di Judas and the
Black Messiah e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Judas and the Black Messiah grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 31 ottobre alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
A un mese dall’uscita nelle sale
italiane, Plaion Pictures svela il trailer italiano di
Silent Night – Il silenzio della vendetta, atteso
action movie dai produttori di John Wick e diretto dal leggendario maestro John
Woo.
Con il suo stile inconfondibile,
John Woo torna a Hollywood dopo cult come Face/Off,
Nome in codice: Broken Arrow e Mission: Impossible
II, realizzando un revenge movie adrenalinico in cui l’azione
conta letteralmente più delle parole. Il trailer si apre sulle
iconiche note natalizie di Carol of the Bells, che presto
esplodono in una travolgente variazione dell’Inno alla
gioia. Un’esplosione musicale che va di pari passo con le scene
mozzafiato, in cui a farla da padrone sono effetti speciali,
sparatorie e inseguimenti da urlo che si susseguono in un racconto
dal ritmo sincopato, anticipando un’esperienza cinematografica
unica e imperdibile, da godersi appieno sul grande schermo.
Ispirato dai capolavori e dai
successi recenti del genere,
Silent Night – Il silenzio della vendetta porta
l’action a nuovi livelli, grazie alla geniale messa in scena del
suo regista, che torna nuovamente a sfidare se stesso e il pubblico
dopo aver rivoluzionato il cinema action grazie ai suoi
indimenticabili lavori hongkonghesi quali A Better Tomorrow
e The Killer, che hanno influenzato generazioni di cineasti,
fra cui Quentin Tarantino. Intenso protagonista di questa pellicola
100% action è Joel Kinnaman. Già apprezato in
noti action movie come Robocop (2014) e nel ruolo di Rick Flag in
Suicide
Squad e The Suicide Squad – Missione suicida, Kinnaman è
il volto senza voce protagonista di questa spietata storia di
vendetta ambientata durante la notte di Natale, tutt’altro che
calma e che si tingerà di rosso per portare a compimento la
terribile missione punitiva di un padre tormentato a cui è stato
tolto il dono più prezioso – il proprio figlio – cambiando per
sempre la sua vita e quella della sua famiglia. Nel cast anche
Scott Mescudi, in arte Kid Cudi (X – A Sexy Horror
Story), e Catalina Sandino Moreno (Maria Full of
Grace).
Dopo aver visto il trailer italiano
del film, l’attesa del Natale acquisterà un senso tutto nuovo.
Diretto da John Woo,
Silent Night – Il silenzio della vendetta, sarà
nei cinema dal 30 novembre in anteprima mondiale
distribuito da Plaion Pictures.
La trama
Ancora in lutto per la morte del
giovane figlio, rimasto ucciso nel fuoco incrociato di uno scontro
fra bande, proprio il giorno di Natale, il padre decide di uccidere
i colpevoli la notte di Natale dell’anno successivo. Ferito a sua
volta durante l’inseguimento degli assassini e ormai muto, l’uomo
si addentra nei bassifondi criminali per compiere con ogni mezzo la
sua silenziosa vendetta verso chi gli ha strappato suo
figlio.
Da domani, mercoledì 1° novembre,
saranno disponibili su Disney+ gli ultimi 4 episodi
de I Leoni di Sicilia. Per
l’occasione, debutterà sulla piattaforma streaming anche
I Leoni di Sicilia – Il Making Of, il
dietro le quinte della nuova serie originale italiana
Disney+.
Questo contenuto esclusivo mostrerà
al pubblico alcuni momenti della realizzazione della saga familiare
diretta da Paolo Genovese e tratta dall’omonimo bestseller di
Stefania Auci, con interviste inedite al cast
artistico e tecnico della serie.
Dal regista Paolo
Genovese, che ne è anche produttore creativo, la serie in
otto episodi è prodotta da Francesco e
Federico Scardamaglia per Compagnia Leone
Cinematografica e da Raffaella Leone e
Marco Belardi per Lotus Production, una società
Leone Film Group. ILeoni di Sicilia è una serie
scritta da Ludovica Rampoldi e Stefano
Sardo.
I Leoni di Sicilia è
l’avvincente storia della famiglia Florio. I fratelli Paolo e
Ignazio sono due piccoli commercianti di spezie fuggiti da una
Calabria ancorata al passato e in cerca di riscatto sociale. In
Sicilia s’inventano un futuro, dove a partire da una bottega
malmessa danno vita a un’attività florida che il giovane figlio di
Paolo, Vincenzo, con le sue idee rivoluzionarie, trasformerà poi in
un impero. Tuttavia, a travolgere la vita di Vincenzo, e quella di
tutta la famiglia, è l’arrivo dirompente di Giulia, una donna forte
e intelligente, in contrasto con le rigide regole della società del
tempo. I Leoni di Sicilia è un’epopea fatta di amore,
famiglia, successi, guerre e rivoluzioni, che si svolge nella
Sicilia dell’Ottocento fino all’Unità d’Italia del 1861.
La serie è interpretata da Michele Riondino nel ruolo di Vincenzo Florio,
Miriam Leone in quello di Giulia Portalupi,
Donatella Finocchiaro in quello di Giuseppina,
Vinicio Marchioni nei panni di Paolo Florio,
Eduardo Scarpetta nel ruolo di Ignazio Florio
(figlio di Vincenzo), Paolo Briguglia in quello di
Ignazio Florio, Ester Pantano nel ruolo di
Giuseppina giovane e Adele Cammarata in quello di
Giovanna D’Ondes.
I Leoni di Sicilia è stata
presentata in anteprima alla diciottesima edizione della
Festa del Cinema di Roma alla presenza del cast e
del regista Paolo Genovese. La serie ha debuttato lo scorso 25
ottobre su Disney+ in Italia con i primi quattro
episodi, mentre i restanti quattro saranno disponibili da domani,
mercoledì 1° novembre. I Leoni di Sicilia è disponibile su
Hulu negli Stati Uniti, su Star+ in America Latina e su Disney+ in tutti gli altri
territori.
La end credit song
di tutti gli otto episodi della serie è
“Durare”, il singolo di
Laura Pausini, l’artista italiana più premiata del
mondo: una potente ballad dedicata all’amore che scorre insieme
alle varie tappe di due vite che si fondono in una sola. Il
brano è inoltre disponibile anche nella sua versione spagnola,
intitolata “Durar”, selezionando l’audio degli episodi in
spagnolo.
Genvid Entertainment e Konami
Digital Entertainment trasmetteranno in streaming la premiere di
SILENT HILL: Ascension, serie interattiva
di Genvid, questa notte alle 2:00 CET. Prima della premiere, Genvid
sarà online per un evento pre-show, condotto da Greg Miller e Kinda
Funny, durante il quale i fan di SILENT HILL potranno riunirsi,
prepararsi alla serie in arrivo e chiacchierare con i creatori
della serie. Il pre-show della premiere inizierà alle 1:30 CET ed è
disponibile nell’app SILENT HILL: Ascension, su
Ascension.com e sui canali YouTube e Twitch di Kinda Funny.
I fan possono installare
SILENT HILL: Ascension e registrare un
account gratuito sul proprio dispositivo mobile o su Ascension.com.
Mentre la serie vera e propria non inizierà prima delle 2:00 CET,
la prima decisione può già essere presa e avrà un impatto
sull’esito delle scene iniziali della live, condizionando il
destino di uno dei personaggi, Rachel Hernandez.
Inoltre, prima dell’inizio della
live, i fan potranno guardare SILENT HILL: Ascension –
The Essentials per capire come funziona la serie. Il
video spiega come il pubblico prenderà le decisioni quotidiane e
come queste scelte influenzeranno la storia attraverso enigmi e
altri elementi. Inoltre, sottolinea che le scelte saranno
disponibili per un minimo di 24 ore, in modo che i fan di tutto il
mondo possano partecipare senza bisogno di essere presenti in
live.
“Il pubblico sperimenterà
SILENT HILL: Ascension per la prima volta questa notte e non
abbiamo idea di quali scelte farà o di come tutto si
evolverà”, ha dichiarato Jacob Navok, CEO di Genvid. “È un
momento perfetto per Halloween, in cui, nel corso dei prossimi
mesi, il pubblico darà forma a questa serie horror unica nel suo
genere. Ciò che accadrà questa notte segnerà il futuro di questi
nuovi personaggi di SILENT HILL”.
La prima decisione: SILENT
HILL: Ascension segue le complesse vite di due famiglie in
pericolo, in cui troviamo la già citata Rachel Hernandez –
un’accolita mistica, madre e leader della comunità che eseguirà un
rituale su un nuovo membro del culto, Joy Cirelli, in cerca di
guarigione spirituale. Quando le cose volgeranno inevitabilmente al
peggio, cosa dovrebbe dire Rachel a Joy? Di: a) finire il
giuramento b) scappare! o c) chiedere pietà? Sarete voi a
decidere! Tornate ogni giorno per prendere decisioni sempre più
difficili, che determineranno quale di questi personaggi
sopravviverà fino alla fine della storia.
“Ci siamo impegnati molto per
creare la storia delle famiglie Johansen e Hernandez, collaborando
con Konami Digital Entertainment per espandere la lore di SILENT
HILL in modi sempre più intriganti”, ha dichiarato Stephan
Bugaj, Chief Creative Officer di Genvid Entertainment. “Creare
una storia in cui le scelte collettive del pubblico determineranno
il finale canonico non è mai stato fatto prima”.
Dopo la premiere, i fan potranno
tornare in qualsiasi momento sull’applicazione mobile o su
Ascension.com per guardare le ultime scene on-demand, risolvere
enigmi e partecipare alle decisioni sulla storia (quasi tutte le
decisioni saranno aperte per 24 ore o più). Oppure, ogni giorno
alle 3:00 CET, potrete assistere in diretta allo svolgersi degli
eventi e partecipare a sequenze interattive con il resto del
pubblico, determinando il destino a lungo termine dei personaggi
principali.
“La giornata di oggi è speciale
perché SILENT HILL: Ascension è il primo progetto della
resurrezione del franchise SILENT HILL”, ha dichiarato Motoi
Okamoto, produttore della serie SILENT HILL presso Konami Digital
Entertainment. “Sono molto orgoglioso di questo progetto come
produttore della serie SILENT HILL e sono sicuro che vi
piacerà”.
Sebbene SILENT HILL:
Ascension sia un’esperienza gratuita, i fan potranno
personalizzare il modo in cui appaiono nella chat, nelle
classifiche e nei camei speciali all’interno della serie. Ogni
giorno, all’interno dell’applicazione, si terrà un concorso di
camei in cui i vincitori potranno far apparire i personaggi da loro
creati all’interno di sequenze cinematografiche o scene d’azione
interattive.
Come offerta speciale a tempo
limitato, Genvid ha realizzato il Founder’s Pack di SILENT
HILL: Ascension. Il Founder’s Pack sarà disponibile fino al 14
novembre e includerà personalizzazioni esclusive per il profilo,
come l’icona del Fondatore, la cornice del Fondatore e una cornice,
un’emoji e un adesivo a tema. Il Founder’s Pack include anche un
Season Pass che consente ai fan di sbloccare oltre 100 livelli di
ricompense e Punti Influenza e ulteriori cosmetici esclusivi. Il
Founder’s Pack e il Season Pass saranno disponibile al prezzo di
€22,99. Il Season Pass sarà valido per il resto della stagione di
SILENT HILL: Ascension o per circa 6 mesi di contenuti
dall’acquisto.
Federico Moccia,
autore di iconici film rivolti ai giovani come Tre metri sopra
il cielo e Scusa ma ti chiamo amore, è il regista di
Bro, un cortometraggio realizzato in
collaborazione con Motorola e prodotto da Orange
Pictures e Adler Entertainment che sarà proiettato a
Lucca Comics & Games, la manifestazione casa della
cultura pop, venerdì 3 novembre alle ore 16.00 presso
il Cinema Centrale della città, in compagnia degli attori e
di Federico Moccia.
Bro coinvolge 4
ragazzi e 4 ragazze nel pieno dell’adolescenza, un
gruppo di giovani 16/17enni che vive la continua evoluzione di
amori, delusioni, entusiasmi, tradimenti lasciando tracce della
propria quotidianità nelle chat, nei social e nei video e cerca di
trovare un senso a quel magma di emozioni e avvenimenti veloci
tipici dell’adolescenza. Tutte le esperienze dei protagonisti
passano infatti dallo smartphone – rigorosamente Motorola –
che viene vissuto in modo simbiotico e quotidiano, un’appendice
fondamentale del proprio corpo.
Abbiamo incontrato
Federico Moccia a Milano, in occasione della prima
presentazione del cortometraggio.
-Qual era la
mission di questo cortometraggio e come ha preso forma la
storia?
Volevo far vedere
come si potessero raccontare le storie di questi giovanissimi che
sono legati totalmente, a volte rimanendone asserviti altre volte
cavalcandolo, al telefonino. Mi piaceva il poter pensare di
raccontare dal loro punto di vista, rendendoli non solo
protagonisti ma anche operatori e registi. Quindi oltre a recitare
dovevano anche curare l’inquadratura. Quando ne ho parlato con il
produttore della Orange, Andrea Maffini, gli ho dato alcuni appunti
per esporgli la mia idea e insieme abbiamo deciso di realizzare
Bro, con l’aiuto di Adler Entertainment e Motorola.
-In pochi minuti
si mettono in scena diverse situazioni, dalle futili a quelle molto
serie e tragiche, che possono toccare gli adolescenti. Ci sono
stati dei ragazzi che hanno svolto il ruolo di consulenza per il
linguaggio e la messa in scena delle situazioni?
Bro è come se fosse
un trailer al contrario di un film che poi dovresti avere voglia di
vedere. Ho cercato di mettere in scena le situazioni più diverse
che si possono trovare all’interno di questa serie di giovanissimi,
o all’interno di questo film. Quando ho preparato queste scene, ho
realizzato dei provini e lui ho rivisti insieme agli attori che poi
sono stati scelti per interpretare i rispettivi personaggi.
Confrontandomi con loro, ho modificato e cambiato le battute,
perché mi piace molto che gli attori parlino come se non fossero
condizionati dalla finzione, ma non c’è stata una vera e propria
consulenza. Sono loro stessi a essere involontariamente consulenti
con il loro racconto costante che fanno di sé sui social.
-Il corto mette
in evidenza, quasi sempre, l’utilizzo virtuoso dei cellulari come
strumenti di comunicazione tra gli adolescenti. Lei pensa che la
tecnologia venga ancora vista come strumento o come status da
raggiungere?
La tecnologia si è
spostata e mi piacerebbe che fosse asservita all’utilità, e non che
ci sia una dipendenza dai social. Non mi piace questo. Immagino la
tecnologia come uno strumento, un’emanazione del giovane di oggi,
perché il telefonino è anche il veicolo dei ricordi, delle foto,
dei momenti passati, il video. È qualcosa che ti aiuta a
condividere quello che vivi.
Ci sarà sempre un posto per le
storie di viaggio nel tempo ben fatte all’interno del genere
fantascientifico. Il nuovo thriller di NetflixBodies (qui la
recensione) è basato sulla graphic novel della DC Vertigo
di Si Spencer e copre un arco di tempo che parte dai giorni nostri
e arriva fino al 1890, per poi proseguire fino al 2053. La serie è
ambientata a Londra e nel cast ritroviamo attori quali Amaka Okafor, Shira Haas,
Stephen Graham (Rocketman),
Jacob-Fortune Lloyd (la
regina degli scacchi) e Kyle Soller (Anna
Karenina).
Si tratta di una premessa
affascinante che inizia con il sergente Shahara Hasan, che si
imbatte nel corpo nudo e morto di un uomo misterioso che giace in
una stradina, Longarvest Lane. Il corpo sembra essere apparso dal
nulla e presenta una ferita da proiettile all’occhio sinistro e uno
strano segno simile a un tatuaggio sul polso. Altri tre detective
si imbattono nello stesso corpo, tutti in periodi temporali
diversi. È una di quelle serie che inizia con un’idea così
sconcertante che non si può fare a meno di guardarla tutta d’un
fiato. Prima di parlare del meraviglioso colpo di scena finale,
analizziamo un po’ la serie in sé.
1La scena finale: varco per una seconda
stagione di Bodies
Nella sequenza finale di
Bodies, il pubblico vede Shahara
Hasan salire su un Uber. Affannata, dice subito
all’autista di portarla a Spencer Street. “What a Difference a
Day Makes” suona dolcemente alla radio e Hasan chiede
all’autista di alzare un po’ il volume. Lei guarda fuori dal
finestrino e dice: “A volte mi sento come se l’intera città
stesse per ribollire. Che esploda. Mi fa preoccupare per il futuro.
Capisce cosa intendo?”. L’autista risponde: “So
esattamente cosa vuoi dire”.
Segue un’inquadratura ravvicinata dello
specchietto retrovisore che mostra quella che sembra essere
Iris Maplewood, l’agente di polizia del 2053 che
ha inseguito Mannix nel 1890 per interrompere il loop; fa una pausa
e la chiama per nome. Shahara ha uno sguardo di stupore e di
consapevole familiarità. È un grande colpo di scena che presuppone
che Iris sia riuscita in qualche modo ad arrivare nell’anno 2023,
mentre avrebbe dovuto scomparire quando il loop è stato interrotto,
essendo originaria dell’anno 2053. È una bella conclusione tra i
due personaggi principali e lascia la porta aperta per altre
stagioni di Bodies.
Beffarda, divertente, pungente,
elementare e prevedibile. Approdata lo scorso 20 ottobre su
Netflix,
Old Dads segna l’esordio alla regia del celebre
comico e attore statunitense Bill Burr, conosciuto
al pubblicotudum soprattutto per i suoi
stand-up comedy. Burr – che ha lavorato alla sceneggiatura per
circa due anni insieme all’amico Ben Tishler – ha
raccontato di essersi ispirato ad un momento cruciale della sua
vita: quando nel 2017, all’età di cinquant’anni circa, è diventato
padre per la prima volta.
Trama Old Dads
Jack Kelly
(Bill Burr), Connor Brody
(Bobby
Cannavale) e Mike Richards
(Bokeem Woodbine) sono tre migliori amici che
hanno in comune gli affari e il fatto di essere dei “neopapà” alla
soglia dei cinquant’anni. Jack ha problemi a gestire la sua
profonda collera; Connor è succube e spaventato dalla sua
fredda e severa moglie; e Mike – che non aspettava altro che
godersi i frutti del suo duro lavoro – si sente perso quando scopre
che la giovane compagna è incinta. Ma le loro vite iniziano ancor
più a complicarsi quando, dopo aver venduto a malincuore l’azienda
di abbigliamento vintage che hanno fondato, si ritrovano a dover
affrontare un’improvvisa crisi lavorativa e
familiare. Una serie di sfortunati eventi li porterà una
sera in un casinò di Palm Desert in cui – tra glitter, strippers e
alcol – recupereranno il coraggio e la determinazione per
rimettere le cose a posto.
Tra politically incorrect e realtà da
capogiro
Burr traduce tanto di sé in questa
commedia che, con una gran bella dose di sarcasmo e
cliché, cerca di raccontare le profonde difficoltà
e contraddizioni di una società che cambia troppo
velocemente. Old Dads dà, dunque, voce alla generazione X
e ai suoi maldestri tentativi di sopravvivere in
un mondo che non riescono più a comprendere e accettare. Un
mondo ipersensibile e contraddittorio dove il confine tra
ciò che è giusto e sbagliato diviene sempre più labile e
incoerente. È così che la scomoda e brutale comicità di
Burr diviene espressione di un “politically
incorrect” che – senza alcuna reale intenzione di ferire –
tenta di testarne i limiti e sollecitare alla riflessione.
«Jack Kelly è fondamentalmente
una versione potenziata di tutto il buono, il brutto e il
cattivo che c’è in me. Guardando il film ci sarà una parte
di pubblico a cui piacerà il mio personaggio, mentre un’altra
penserà che Jack sia un idiota che ha bisogno di aiuto. Ma
nonostante tutto, Jack è semplicemente un essere
umano. Rappresenta quella parte di me che ogni giorno, in
modo testardo e stupido, cerca di essere la miglior persona
possibile» – ha spiegato Burr della sua
interpretazione.
In questa lotta generazionale e al
politicamente corretto predomina il tema della genitorialità,
declinato in particolar modo nell’esperienza della
paternità. Old Dads racconta con ironia e
comicità le sfide di crescere ed educare un figlio al
giorno d’oggi. Genitori cresciuti negli anni ’60-’70, in un’epoca
più semplice, temperata e lenta, si ritrovano ora a dover preparare
i figli per un mondo in continua e delirante evoluzione che persino
loro stessi non hanno ancora compreso del tutto. Jack, Connor e
Mike incarnano, in modo tenero e bizzarro, quel
“principio della paternità” per cui ogni
padre fa del suo meglio per preparare i propri figli al mondo.
Tanto odiata dalla critica quanto amata dal
pubblico
Pur essendo arrivata in testa alla
classifica della Top10 Netflix,
conquistando anche il pubblico oltreoceano, l’opera prima di Bill
Burr non ha riscosso lo stesso successo tra la critica
americana, raggiungendo ad oggi su Rotten
Tomatoes un infelice 26% di voto positivo.
Senza troppe pretese né aspettative,
Old Dads intrattiene e diverte il pubblico a tal punto da
far scivolare in secondo luogo le evidenti pecche,
come: la poca caratterizzazione dei personaggi secondari, una trama
priva di acme e grande emozione, una sceneggiatura confusa che osa
troppo poco per essere memorabile.
Sì, Old Dads è
l’ennesima commedia irriverente sulla genitorialità che
poteva essere molto più emblematica e incisiva. Ma, se la si valuta
come il “primo esperimento cinematografico” di Bill Burr, risulta
semplice accettarla e apprezzarla, pregi e difetti annessi.
Sono stati rivelati alcuni nuovi
dettagli molto interessanti sul modo in cui il Wolverine di
Hugh Jackman
entra in scena in Deadpool 3, incluso il modo in
cui l’iconico mutante artigliato si inserirà all’interno della Saga
del Multiverso.
Sappiamo che la produzione è al
momento in stato di fermo a causa dello sciopero degli attori a
Hollywood, ma le foto dal set hanno suggerito che lui e Wade Wilson
si ritrovano nel Vuoto ad un certo punto, mentre è da un po’ che
sentiamo voci su Deadpool 3 che segnerà la prima
apparizione della TVA al di fuori di Loki.
Si dice che “Deadpool 3 parla
della TVA che raccoglie le versioni PRIME di ciascun eroe per
creare un esercito multiversale per combattere i Kang. E hanno
scelto di reclutare Wolverine di Hugh Jackman, ma lui non è
completamente d’accordo”.
Questo non solo offre uno spaccato
del futuro di Logan nel MCU, ma ci dà un’idea più chiara di dove si
sta dirigendo la Saga del Multiverso. Dopotutto abbiamo già sentito
parlare di piani per un nuovo Guardiani del Multiverso da mettere
insieme, con Spider-Man di Tom Holland, ad
esempio, che si dice sia il “primo” Peter Parker.
È una premessa avvincente e che fa
davvero capire quanto sarà importante il debutto nel MCU del
Mercenario Chiacchierone per il futuro di questo mondo condiviso.
Inoltre, vedremo Wolverine e Deadpool intraprendere un viaggio nel
Multiverso, un viaggio che siamo sicuri sarà pieno di sorprese.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i
film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato
da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
Nel film saranno poi presenti anche
personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come
Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera
che anche altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck. L’attrice Jennifer Garner
sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque
a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn
Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld,
confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente
dei Marvel Studios, Kevin
Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà
un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo
renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione
matura.
Sorella
Morte è il film horror spagnolo distribuito
da Netflix che racconta
di Sorella Narcisa, una suora che, dopo aver
scoperto di possedere dei poteri spirituali, diventa insegnante in
una scuola femminile cattolica. Qui scoprirà però ben presto che
tale luogo è infestato dallo spirito di una giovane suora defunta,
Sorella Socorro. Mentre Sorella Narcisa entra
dunque a conoscenza della storia della scuola, scoprirà oscuri
segreti tenuti nascosti dalla Madre Superiora e da
Sorella Julia che hanno a che fare con quanto
accaduto a Socorro, la quale ora è dunque in cerca di vendetta.
Scritto e diretto da Paco Plaza, il
film è un prequel del film di Plaza del 2017, Verónica, e
racconta il retroscena della suora cieca vista in quel titolo,
ovvero Sorella Narcisa aka “Sorella Morte”.
1Il finale di Sorella Morte e
come l’eclissi anticipa Verónica
Il
finale di Sorella Morte fa poi un salto in avanti in
un’aula moderna dove una Sorella Narcisa molto più anziana viene
presentata a una classe di sole ragazze tra cui l’attrice spagnola
Sandra Escacena, che riprende il ruolo di Verónica
dal film Verónica del 2017, dove originariamente si
presentava Sorella Narcisa come “Sorella Morte.” È
interessante notare che in Verónica, Narcisa dice di
essersi accecata perché stava cercando di impedirsi di vedere “le
ombre”. In Sorella Morte, Narcisa perde la vista fissando
l’eclissi per troppo tempo, ma ciò accade prima che lei veda
effettivamente Socorro, e questa non sembra dunque essere la sua
motivazione.
In
Verónica, Narcisa è molto più burbera e anche un po’
sarcastica rispetto a Sorella Morte, quindi è anche
possibile che stesse mentendo a Verónica su cosa è successo ai suoi
occhi e perché. Che la versione della storia di Narcisa o gli
eventi visti in Sorella Morte siano presi come il suo vero
passato non fa differenza per la trama di Verónica, anche
se è strano che Sorella Morte affronti il singolo elemento
del retroscena di Narcisa stabilito in Verónica, deviando
però da quanto originariamente dichiarato, anche se forse Paco
Plaza fornirà più chiarezza sui retroscena di Narcisa se deciderà
di continuare ad espandere questo universo narrativo.
Aggirarsi per le strade di una
dormiente e ricca Parigi; saltare da un tetto all’altro come un
felino; trovare il giusto ingranaggio per irrompere in uno dei
musei più importanti d’Europa rimanendo invisibili. Una descrizione
che nella storia della criminalità riconduce a Vjeran Tomic, non un
ladro gentiluomo come Lupin, ma di certo uno di quelli astuti e
intelligenti, che verrà per sempre ricordato come colui che ha
messo a punto il “furto del secolo”. Qualcuno lo ha soprannominato
Spider-Man e il nuovo documentario targato Netflix
diretto da Jamie Roberts, Vjeran Tomic
– Lo Spider-Man di Parigi ci dimostra subito il
perché: un uomo che riesce a scalare gli alti palazzi della città
francese con agilità – e soprattutto facilità – senza accusare la
minima fatica non può che lasciare perplessi, increduli e pure
piacevolmente meravigliati.
Quasi come se fosse davvero un
ragno, una creatura bizzarra, quasi chimerica. Questo ladro è
riuscito nel 2010 a rubare ben cinque quadri di valore nel Museo
d’Arte Moderna di Parigi, fra cui un Picasso e un Modigliani, ad
oggi ancora dispersi. Come ha fatto lo spiega lui stesso nel
docufilm, una storia di strategia e ingegno, che lascia tanto
basiti quanto colpiti da un personaggio che, nel sentirlo parlare,
si ammanta di quel fascino malandrino ma al tempo stesso quasi
buono che diventa difficile non simpatizzare per lui. Pur,
attenzione, condannando tutte le sue azioni illecite. Dalla prima
all’ultima.
Vjeran Tomic – Lo Spider-Man di
Parigi: dentro la storia del ladro
È il 2010 quando al Museo d’Arte
Moderna di Parigi la Polizia scopre essere stati rubati cinque
quadri dal valore inestimabile. Un vero atto di violenza, una
violazione del patrimonio artistico di tutta l’Europa. Le
telecamere interne del Museo hanno rilevato la presenza di
qualcuno, incappucciato e mascherato, per cui è impossibile capire
chi sia. Addirittura è complicato distinguerne il sesso. Quell’uomo
non è altro che Vjeran Tomic, soprannonimanto Spider-Man per la sua
capacità di arrampicarsi sui palazzi di Parigi e saltare da un
tetto all’altro. Sono acrobazie, le sue. Abilità che non si
incontrano molto spesso. Da quel furto, considerato un vero e
proprio colpo grosso, si ripercorre tutta la vita dell’uomo: la sua
vita in Bosnia, il suo periodo con i nonni, la malattia della madre
e le prime rapine quando era piccolo. Un’esistenza passata a
rubare, in particolare ai ricchi, diventata come lui stesso ammette
un’ossessione. Una dipendenza. La storia di Tomic è fatta di
difficoltà ad adattarsi, di famiglia disfunzionale, passato
burrascoso, ma anche di compiacimento verso le sue azioni che lui
stesso spettacolarizza, e che nel profondo però nascondono solo il
bisogno di essere apprezzato e considerato.
Dal punto di vista di Tomic
Il racconto dell’accaduto in
Vjeran Tomic – Lo Spider-Man di Parigi è
dei più peculiari: a narrare, come fosse uno dei più grandi Maestri
dell’imbroglio, è lo stesso Tomic. Che davanti alla macchina da
presa, la quale cattura ogni sua percettibile sfumatura espressiva,
si sente a proprio agio, soddisfatto dello spettacolare furto
commesso mentre rivela i suoi “trucchi del mestiere”. Non è la
prima volta che in un documentario sia lo stesso protagonista a
dialogare con lo spettatore di sé, ma quando si tratta di un
criminale è inevitabile provare all’inizio un po’ di straniamento.
Eppure Tomic, pur riavvolgendo il nastro dei suoi reati ma anche
della sua stessa vita, appare come una persona dietro la cui forza
apparente giace una certa fragilità
esistenziale.
Inoltre, pur invadendo la loro
privacy e non pentendosene, si dimostra attento alla sue vittime.
Esordisce con un disprezzo nei confronti dei ricchi, gli stessi che
all’inizio della sua “carriera da ladro” colpisce, infiltrandosi
nelle dimore dei quartieri d’elité parigini. Ma comunque sottolinea
di non aver mai avuto intenzione di fare del male a qualcuno e mai
ne ha fatto. Tutto questo non lo rinfranca dalle violazioni
perpetrate sia nelle case che al Museo, ma ci fornisce un quadro
generale di una persona che, pur ossessionata dalle rapine, sa che
le sue azioni sono condannabili. È lucida e presente a se stessa.
Tanto da ammettere le sue colpe una volta che la Polizia –
anch’essa stupita dalla sua trasparenza e dignità – lo arresta per
i furti dei quadri.
Un abile Spider-Man
Vjeran Tomic – Lo
Spider-Man di Parigi, per farci entrare ancora di più
in quel che è stato il grande colpo al Museo, ripercorre con una
ricostruzione accurata e ricca di dettagli ogni momento che ha
scandito la dinamica. In un avvincente montaggio a incastro vengono
mostrate le scene recitate e ben ricostruite, la voce di Tomic che
le segue e avvolge per spiegare il suo piano d’irruzione e gli
inserti testimoniali della Polizia che ha svolto indagini e
inchiesta. Il docufilm non scade mai nel ripetitivo, ma lì dove è
necessario riempire, la scelta ricade – oltre che sul passato di
Tomic e la sua complessa situazione familiare – sul mostrarci come
l’uomo ha fatto nel tempo a entrare furtivamente nelle case delle
persone.
Con una action cam,
Vjeran Tomic – Lo Spider-Man di Parigi ci
porta sui tetti della città insieme al ladro, ci fa vivere le sue
spericolate acrobazie, mentre lui stesso ci racconta quanti anni ha
impiegato per affinarne la tecnica. Entrare nel folle mondo di
Tomic e conoscerlo dal suo punto di vista risulta perciò essere
interessante, in primis per comprendere meglio cosa si cela dentro
menti criminali simili. L’unica nota sprecata di tutto il
documentario è la testimonianza dei derubati, un contraltare
perfetto per restituirci una doppia visione della stessa realtà, i
quali però non hanno avuto il giusto spazio all’interno della
storia come in realtà avrebbero meritato.
Due giornate dedicate alla musica
per cinema e allo sviluppo del progetto CAMPUS –
Musica e suono per il cinema, il percorso di alta
formazione ideato e diretto da Gianfranco
Cabiddu e realizzato in collaborazione
con Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia
Scuola Nazionale di Cinema, e con il supporto
della Fondazione Sardegna
Film Commission.
Venerdì
17 e sabato 18 novembre si
chiude a Cagliari la
17^ edizione di Creuza de Mà, per un
approfondimento fatto dimusica, incontri e
dibattiti arricchito da uno spettacolo di Silent
Music (il cinema muto musicato dal vivo) e dalla
masterclass più concerto del premio
Oscar Nicola Piovani, in collaborazione con
CeDAC.
Progetto CAMPUS –
Musica e suono per il cinema – Il progetto è
diventato, negli anni, un elemento centrale per Creuza
de Mà, uno sguardo rivolto alle generazioni di cineasti e
compositori di domani. Gli allievi selezionati, che hanno la
possibilità di partecipare a progetto CAMPUS,
andranno a interagire con docenti qualificati, professionisti del
settore ed esperti di cinema attraverso workshop, seminari,
proiezioni e sessioni di lavoro pratiche nel corso delle quali
andranno ad operare sulle componenti di suono e musica per il
cinema.
«CAMPUS – spiega
il direttore artistico Gianfranco
Cabiddu – non è il corollario di scuola
estiva, ma un percorso articolato, biennale, che distende le sue
tappe didattiche e lavorative lungo tutti i mesi invernali e che in
questi anni ha dato i suoi pregevoli frutti: da 5 anni le musiche
dei corti CSC dei giovani registi sono state concepite, maturate e
lavorate, e infine realizzate all’interno di
questo percorso didattico, incentrato soprattutto
sull’incontro umano tra giovani talenti nelle diverse discipline e
affermati maestri. Un momento didattico molto prezioso
– aggiunge Cabiddu – che
ha completamente trasformato la natura di festival: un appuntamento
che da evento di spettacolo svela la sua natura
di visione didattica
innovativa. Non è un caso che stiamo sviluppando
questo percorso didattico tra Cagliari e l’isola di Carloforte,
perché la Sardegna è terra di musicisti, è terra di compositori, ma
soprattutto è un’isola. L’isola ha questa particolarità: bisogna
sceglierla, ci si deve arrivare, e quando si arriva le barriere si
infrangono».
Il programma –
La versione autunnale di Creuza de
Mà prende il via venerdì 17
novembre a partire
dalle 10 nell’aula magna
del Conservatorio, con la
masterclass La musica applicata al
cinema, un incontro condotto
da Gianfranco
Cabiddu e Pivio (Presidente
ACMF), con i compositori
DanieleFurlati e PasqualeScialò.
A seguire un dialogo a più voci con Angelina
Zhivova, autrice del libro La musica nel
cinema di animazione sovietico (Edizioni
Fondazione Levi, 2023). Un’affascinante immersione nella musica per
film d’animazione della Russia del secolo scorso, con un focus sul
genio di Dimitri Shostakovic. In programma gli interventi dei
professori Roberto Calabretto (Fondazione
Levi, Università Di Padova) e del maestro Daniele
Furlati della Cineteca di Bologna.
L’appuntamento è rivolto in esclusiva agli allievi del CAMPUS ed
agli auditori del Conservatorio Pierluigi da Palestrina.
A chiudere il programma della prima
giornata, alle 21 all’Auditorium del
Conservatorio, appuntamento con Silent Movie – il
cinema muto musicato dal vivo. Un concerto degli
allievi compositori di
progetto CAMPUS come esito finale del
percorso di composizione per immagini sui film muti, tenuto dai
maestri PasqualeScialò e DanieleFurlati,
nel corso del quale 10 compositori musicheranno dal vivo i filmati
forniti da Museo del Cinema di
Torino, Cineteca
Nazionale e Cineteca di
Bologna. Un appuntamento di importanza cruciale, che vede
coinvolti in prima persona i giovani studenti e studentesse del
CAMPUS e rappresenta una tappa fondamentale di
questo percorso formativo.
Creuza de
Mà prosegue poi sabato 18
novembre, con una giornata interamente dedicata
a Nicola Piovani. Il primo appuntamento è in
programma alle 17, nell’aula magna del
Conservatorio, per un incontro dal titolo La
musica applicata al cinema. A guidare la
conversazione con il premio Oscar sarà
il compositore e musicologo Riccardo Giagni.
Anche in questo caso i primi interlocutori saranno gli allievi del
CAMPUS, che avranno quindi la possibilità di ascoltare e dialogare
con il maestro Piovani. L’appuntamento è rivolto in esclusiva agli
allievi del CAMPUS ed agli auditori del Conservatorio Pierluigi da
Palestrina.
La due giorni autunnale del festival
si chiude infine alle 21, quando
all’Auditorium del Conservatorio andrà in scena Note a
margine, un concerto speciale
con NicolaPiovani al
pianoforte, accompagnato
da MarinaCesari al
sax, MarcoLoddo al
contrabbasso e
VittorinoNaso al
percussioni. Una produzione Fondazione Musica per
Roma, promossa da Creuza de
Mà in collaborazione
con CeDAC. Note a
margine è una sorta di racconto autobiografico
commissionato a Nicola Piovani dal Festival di
Cannes, uno spettacolo in cui Piovani condivide con il
pubblico esperienze, ricordi ed emozioni di
oltre quaranta anni di carriera. Sulla scia
di memorie e aneddoti, il Maestro ripercorre alcuni grandi incontri
che hanno segnato il suo percorso, da Federico
Fellini – ricordato con affetto per le piccole manie e per
la maestria di regista – ai fratelli Taviani; da
VincenzoCerami a
RobertoBenigni, per un racconto
fatto di leggerezza e sincerità. Esperienze di vita tra musica,
cinema e teatro che Piovani accompagna con le note del suo
pianoforte, insieme al sassofono, percussioni e al contrabbasso.
Raccontare in musica aiuta a capire il senso del racconto di
Piovani, il quale ha sottolineato: «Non ricordo un solo momento
della mia vita in cui non ci sia stata la musica».
A impreziosire l’esibizione anche
una serie di video di scena che integrano il racconto con
immagini di film, spettacoli e, soprattutto, il potere
evocativo dell’illustrazione di Milo
Manara – con cui Piovani ha collaborato in più
occasioni – la cui sensualità e poesia trasporta il
pubblico a ricostruire, con la fantasia, mondi
immaginari che nascono dall’incontro tra diversi linguaggi.
Il film horror Poltergeist si trasformerà in una serie tv.
Presso gli Amazon MGM Studios è infatti in via di sviluppo una
serie basata sul cult diretto da Tobe Hooper e
prodotto da Steven Spielberg. A darne notizia per
primo è stato Variety.
Nessuno sceneggiatore è attualmente
associato al progetto. Darryl Frank e
Justin Falvey saranno i produttori esecutivi per
conto di Amblin Television. Amblin ha prodotto il film originale
del 1982, con Steven Spielberg che ha ideato la
storia, co-scritto la sceneggiatura e prodotto. Non ci sono
dettagli sulla trama da condividere in questo momento, oltre al
fatto che la serie sarà ambientata nel mondo del film.
Poltergeist è incentrato sulla famiglia
Freeling, che si trasferisce in una nuova casa e scopre che è
infestata da un’orda di fantasmi. Dopo che i fantasmi hanno rapito
la loro giovane figlia, i Freeling lavorano con un parapsicologo e
un medium spirituale per liberare la figlia e sfuggire ai
fantasmi.
Il film originale si è rivelato un
grande successo al box office. Ha incassato circa 121 milioni di
dollari in tutto il mondo contro un budget dichiarato di 10,7
milioni di dollari. È stato anche nominato per tre Academy Awards:
migliori effetti visivi, miglior montaggio degli effetti sonori e
migliore colonna sonora originale.
Seguirono due sequel nel 1986 e nel
1988. Zelda Rubinstein, che interpretava la medium
Tangina Barrons, e Heather O’Rourke, che
interpretava Carol Anne Freeling, furono gli unici membri del cast
ad apparire in tutti e tre i film. Un reboot è stato distribuito
nel 2015 ma non ha avuto lo stesso successo.
Se il progetto di Amazon MGM
Studios andasse avanti, si tratterebbe della seconda serie tv
ambientata nel mondo di Poltergeist. La serie
Poltergeist: The Legacy è andata in onda su
Showtime per tre stagioni e poi ha visto la sua quarta e ultima
stagione uscire su Sci-Fi Channel nel 1999. La serie raccontava di
un gruppo di esperti del paranormale che proteggeva l’umanità dai
pericoli soprannaturali.
Questa notizia segna anche l’ultimo
tentativo da parte di Amazon di adattare la nota IP MGM da quando
ha acquisito lo storico studio. Il braccio streaming del colosso
della vendita al dettaglio online è già al lavoro su nuovi progetti
basati su proprietà come “Robocop”, “Legally Blonde”, “Barbershop”
e altro ancora.
Disney+ ha annunciato oggi che venerdì 3 novembre alle 14:45
presso il Cinema Astra, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo sarà
protagonista di un panel virtuale alla 57ª edizione di
Lucca Comics & Games.
Durante l’evento verranno mostrate clip in anteprima e saranno
inoltre presenti in collegamento il co-creatore della serie,
produttore esecutivo e showrunner Jon Steinberg e
il produttore esecutivo Dan Shotz.
Percy Jackson è impegnato in una
pericolosa avventura. Fuggendo da mostri e ingannando gli dèi, deve
viaggiare attraverso l’America per restituire il fulmine del dio
Zeus e impedire una guerra. Dopo aver perso sua madre, Percy trova
rifugio al Campo Mezzosangue, un santuario per i figli dei semidei.
Una volta scoperto di essere anch’egli un semidio, deve dimostrare
il suo valore e affrontare le sue origini fronteggiando le insidie
alla ricerca degli avversari nell’oltretomba. Con l’aiuto dei suoi
compagni d’avventura, Annabeth e Grover, il viaggio di Percy lo
condurrà più vicino alle risposte che cerca: inserirsi in un mondo
in cui si sente fuori posto, se rivedrà sua madre e se potrà mai
scoprire chi è destinato a essere.
Basata sulla saga di libri
best-seller della Disney Hyperion del pluripremiato autore Rick
Riordan, edita in Italia da Mondadori, Percy Jackson e gli dei
dell’Olimpo è interpretata da Walker Scobell
(Percy Jackson), Leah Sava Jeffries (Annabeth
Chase) e Aryan Simhadri (Grover Underwood). Creata
da Rick Riordan e Jon Steinberg, Percy Jackson e gli dei
dell’Olimpo vede tra i produttori esecutivi Steinberg e Dan Shotz,
insieme a Rick Riordan, Rebecca Riordan, Ellen
Goldsmith-Vein di The Gotham Group, Bert Salke, Jeremy
Bell e D.J. Goldberg di The Gotham Group, James
Bobin, Jim Rowe, Monica Owusu-Breen, Anders Engström e
Jet Wilkinson.
L’epica serie debutterà mercoledì 20
dicembre 2023 su Disney+ con i primi due episodi,
seguiti da nuovi episodi ogni settimana.
Spider-Man: No Way Home del 2021 ha riunito tutte e
tre le versioni cinematografiche live-action di Spidey, così come
molti dei loro cattivi. I personaggi di Tobey
Maguire e di Andrew Garfield sono infatti
comparsi nell’universo dello Spider-man di
Tom Holland, tuttavia, sembra che quest’ultimo avrebbe
dovuto far visita ad alcuni momenti chiave della storia delle
versioni di Maguire e Garfield. Il concept artist Phil Saunders ha recentemente
condiviso la concept art creata per il film che mostra Spidey di
Holland e Doctor Strange (Benedict
Cumberbatch) in visita negli altri universi di
Spider-Men.
Nel post, Saunders ha scritto:
“Una delle prime idee per l’inseguimento di Spidey e del Dr.
Strange attraverso il multiverso era di farli combattere sulla
fonte dell’incantesimo (in questa prima versione, il Libro di
Vishanti) attraverso scene dei film precedenti. Ho avuto un paio di
giorni per giocare con quell’idea, prendendo le immagini dei film e
dipingendoci sopra Spidey e Doc.” Nel film, Spider-Man e
Doctor Strange combattevano tra loro. Tuttavia, nella scelta
finale, invece di rivisitare momenti dei film precedenti, la lotta
si è concentrata maggiormente sullo sfoggio dei poteri del Dottor
Strange.
Una delle immagini realizzate da
Saunders mostra Spider-Man e Doctor Strange
combattere in una gabbia da wrestling, con Bonesaw McGraw (siamo
ovviamente nel mondo di Tobey-Spiderman). Un altro concept art dal
mondo di Maguire mostra il signor Ditkovitch e sua figlia Ursula.
In Spider-Man 2 e Spider-Man 3 di
Sam Raimi, il signor Ditkovitch era il padrone di
casa di Peter, che chiedeva sempre del suo affitto. Altri due
concept, ambientati nell’universo di Garfield, mostrano Oscorp,
dove Doc Conners ha cercato di rilasciare un gas e trasformare
tutti in lucertole come lui. Un altro concept art mostra la torre
dell’orologio, dove Spider-Man di Garfield non è riuscito a salvare
Gwen Stacy.
Dopo il successo di
Spider-Man: No Way Home, i fan sono ansiosi di
vedere cosa succederà al personaggio di Holland. Sony e Marvel stanno sviluppando un quarto
film di Spider-Man del MCU. Questa volta, però, Peter si troverà in
un mondo in cui nessuno ricorda la sua esistenza, grazie
all’incantesimo del Dottor Strange. Per quanto riguarda invece il
Peter Parker animato, Jake Johnson tornerà sul
grande schermo nel terzo film di Spider-Verse, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse.
Il cast di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del
serpente ha raggiunto un accordo provvisorio con
SAG-AFTRA per promuovere il film, mentre lo sciopero organizzato
dalla gilda continua a resistere. Secondo Variety, il cast del prossimo
prequel sarà in grado di promuovere l’uscita del film con le
interviste e con il materiale appena registrato per i canali dei
social media dello studio. Recentemente si vociferava che lo
sciopero potesse finire nelle prossime settimane, ma non è stato
così, e l’accordo ad interim permetterà al cast di promuovere il film
prima della data di uscita prevista per il 15 novembre.
Anni prima di diventare il
tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è
l’ultima speranza per il buon nome della sua casata in declino:
un’orgogliosa famiglia caduta in disgrazia nel dopoguerra di
Capitol City. Con l’avvicinarsi della decima edizione degli Hunger
Games, il giovane Snow teme per la sua reputazione poiché nominato
mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del miserabile
Distretto 12. Ma quando Lucy Grey magnetizza l’intera nazione di
Panem cantando con aria di sfida alla cerimonia della mietitura,
Snow comprende che potrebbe ribaltare la situazione a suo favore.
Unendo i loro istinti per lo spettacolo e l’astuzia politica, Snow
e Lucy mireranno alla sopravvivenza dando vita a una corsa contro
il tempo che decreterà chi è l’usignolo e chi il serpente.
I
protagonisti sono l’attore emergente inglese
Tom Blyth,
Rachel Zegler di West Side Story e
Hunter Schafer della serie
Euphoria. Nei ruoli comprimari l’attrice Premio
Oscar e vincitrice di un Golden Globe, di un Emmy Award e di ben
due Tony Award
Viola Davis, la star de Il trono di spade e
vincitore di un Golden Globe
Peter Dinklage e Jason
Schwartzman.
“Siamo tutti completamente
devastati dalla perdita di Matthew. Eravamo più che semplici
colleghi. Siamo una famiglia. C’è così tanto da dire, ma in questo
momento ci prenderemo un momento per piangere ed elaborare questa
perdita insondabile”, hanno scritto Jennifer Aniston,
Courteney Cox, Lisa Kudrow, Matt LeBlanc e David
Schwimmer in una dichiarazione a People. “Col tempo diremo di
più, come e quando potremo. Per ora, i nostri pensieri e il nostro
amore sono rivolti alla famiglia di Matty, ai suoi amici e a tutti
coloro che lo hanno amato in tutto il mondo”.
Anche alcuni dei partner di scena di
Matthew Perry nello show hanno reso omaggio. Maggie
Wheeler, che ha interpretato Janice, la fidanzata di
Chandler nelle prime quattro stagioni di Friends,
ha scritto su Instagram: “Che perdita. Mancherai al mondo,
Matthew Perry. La gioia che hai portato a così tante persone nella
tua vita troppo breve continuerà a vivere. Mi sento davvero
benedetta da ogni momento creativo che abbiamo condiviso”.
Paget Brewster, la
Kathy di Friends, che usciva con Chandler nella stagione 4, si è
rivolta a X per scrivere: “Sono molto triste di sentire parlare
di Matthew Perry. È stato adorabile con me in Friends e ogni volta
che l’ho visto nei decenni successivi. Per favore, leggete il suo
libro. Aiutare era la sua eredità. Ma non riposerà in pace… È già
troppo occupato a far ridere tutti lassù”.
Perry ha recitato in
Friends per 236 episodi in 10 stagioni, dal 1994
al 2004. La sua interpretazione di Chandler fonde un mix di
dolcezza e sarcasmo che lo hanno reso uno dei preferiti dai fan e
un’icona della cultura pop. Friends è stato
nominato per 62 Primetime Emmy Awards e ha vinto come miglior serie
comica nel 2002. Nel 2021, il cast è tornato insieme per lo
speciale di Max Friends: The Reunion.
Oltre alla sua famiglia Friends, altre star di
Hollywood come Mira Sorvino, Josh Charles e
Selma Blair hanno reso omaggio a Perry,
ricordandolo come “un’anima dolce e tormentata” e un “grande
attore”.
Continua a crescere il cast
dell’annunciato prossimo film Eden di Ron
Howard, precedentemente annunciato
come Origin of
Speciesche inizierà la produzione in
Australia il mese prossimo. Il film ha appena
aggiunto due dei nomi più richiesti del momento ad Hollywood, che
si aggiungono a quelli già annunciati
diJude
Law, Ana
de Armas e Daniel
Brühl.Si uniscono al progetto la
candidata all’Oscar
Vanessa Kirby eSydney
Sweeney che hanno
sostituitoAlicia
Vikander eDaisy
Edgar-Jonesnel cast dopo che le ultime
due sono state costrette ad abbandonare per conflitti di
programmazione.
Eden inoltre vedrà
ancora una voltaHans
Zimmercollaborare con Ron Howard per la
colonna sonora del film, e sarà la decima volta che Howard e Zimmer
collaborano, una partnership che dura da oltre 30 anni e risale
aBackdraftdel
1991.
Di cosa parla “Eden” di Ron
Howard?
Secondo quanto riferito,
Eden è radicato in una storia vera, traendo
ispirazione da due prospettive distinte sullo stesso
incidente. I creatori del film lo hanno presentato come un
“racconto cupamente comico di omicidio e sopravvivenza, ambientato
attorno a un gruppo di personaggi eclettici che abbandonano la
civiltà per le Galapagos. Sono tutti alla ricerca della risposta a
quella domanda sempre urgente che affligge tutti noi: Qual è il
senso della vita”. Aggiungendo che il film “esplora la
condizione umana in modi inaspettati, assurdi, divertenti, sexy, ma
soprattutto elettrizzanti e pieni di suspense“.
Negli ultimi 15 anni, Ron
Howard ha tentato di raccontare storie particolare. Il suo
interesse è nato durante una visita alle Isole Galápagos, dove si
sono verificati i fatti realmente accaduti. Poco prima dello
scoppio della pandemia, ha unito le forze con lo
scrittore Noah
Pink , noto per il suo
lavoro
su Tetris, per
dare vita a questa storia.
Il film
è l’ultima storia vera adattata da Howard, dopo
l’apprezzato Thirteen
Livesdello scorso anno, che
documentava la storia di una squadra di calcio di una scuola
tailandese rimasta intrappolata in una serie di caverne
sotterranee, e gli audaci tentativi salvataggio compiuti dai
soccorsi. Il film prodotto da Amazon è uscito nell’agosto dello
scorso anno.
Tuttavia, ormai sono passati un paio di giorni dal debutto di
quel contenuti e alcuni fan hanno dato un’occhiata più da vicino al
filmato e hanno portato alla luce una rivelazione alquanto
sorprendente. Sentiamo il cattivo
dire: “Ci sarà sempre altro per finire il
mio lavoro” e si scopre che questa è in
realtà una nuova linea di dialogo mai sentita prima
nell’MCU.
Il resto del contenuto è
ovviamente preso dai precedenti film degli
Avengers, e sebbene
sia possibile che i Marvel Studios abbiano riciclato alcune delle
battute di Josh Brolin che non erano presenti
in Infinity
Wared Avengers:
Endgame, anche questo solleva alcune
domande interessanti.
Alla fine, la speculazione
qui è che il cattivo di Kree, Dar-Benn, stia cercando di riprendere
da dove Thanos aveva interrotto. È possibile che
fosse una discepola del Titano Pazzo o semplicemente una credente
nella sua missione di spazzare via metà della vita nell’universo?
Precedenti spot televisivi hanno suggerito che abbia intenzione di
commettere un genocidio di massa sui pianeti che
Carol Danvers ha chiamato casa, anche se non siamo sicuri di
come quella missione si colleghi a Thanos a meno che non siano
state apportate ulteriori modifiche durante le
riprese.
Inoltre è stato recentemente
riferito che i Marvel Studios hanno aggiunto un cameo che
probabilmente avrà ramificazioni significative in Multiverse Saga in film come Deadpool
3, Avengers:
The Kang Dynasty e Avengers:
Secret Wars. Anche un altro recente spot
televisivo ha confermato i piani per la comparsa di un
Asgardiano.
Dunque potrebbe davvero
essere un flashback con Dar-Benn e Thanos al confronto (prima della
sua morte, ovviamente) il che rappresenterebbe un altro enorme
cameo per un film che, finora, sembra in gran parte non interessare
a molti fan. Al momento sono tutto speculazioni dunque non resta
che aspettare di vedere il film. Puoi rivedere questo nuovo
spot televisivo perThe Marvelsqui sotto.
The Marvels, la trama
Nel film Marvel StudiosThe
Marvels, Carol Danvers alias Captain
Marvel deve farsi
carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi
compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un
rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della
sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli
della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora
un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve
fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare
l’universo come “The Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The Marvels
The
Marvels, il sequel con protagonista il premio
Oscar Brie
Larson, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci saranno anche Iman Vellani(Ms.
Marvel) e Teyonah Parris (Monica
Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale. Il
film arriverà in sala il 8novembre
2023.
Foto credit: Gage Skidmore from
Peoria, AZ, United States of America, CC BY-SA 2.0 , attraverso
Wikimedia Commons
Prima che i
Marvel Studios
lanciassero l’MCU con
Iron Mandel 2008, la maggior parte dei film Marvel erano
distribuiti da studi come 20th Century Fox e Sony
Pictures.Alcuni si sono rivelati degli
ottimi prodotti –Spider-Man e X-Men– altri decisamente no.
Daredevil,I Fantastici
Quattro,Ghost
Rider,Blade:
Trinity…le a lista potrebbe
continuare ancora. Anche dopo il lancio dell’MCU, i Marvel Studios
non hanno avuto accesso a molti dei suoi personaggi più popolari,
lavorando solo su quelli che allora erano un gruppo di supereroi
della C-List con personaggi come Capitan America,
Thor e Iron Man.
Fino alla fusione Disney/Fox,
Kevin Feige ha dovuto guardare anche la
produzione dei pessimi film dei
Fantastici Quattro e degli
X-Men e mentre ora può usare
Spider-Man, il dirigente non ha il potere di
impedire alla Sony di andare avanti con lo sviluppo di film
comeVenom e Morbius .
Nel recente libro
pubblicatoMCU: The Reign of Marvel
Studios, Kevin Feige ha riflettuto sul tentativo dei
Marvel Studios appena formati di dare forma a quei film Marvel non
MCU.“Abbiamo suggerito ma non hanno
ascoltato”, ricorda. “Non
avevamo il controllo. Lo odiavo.”
Questa è forse la risposta
più schietta che abbiamo sentito da Kevin Feige rispetto a quei film ed apprendere
il fatto che “odiasse” non essere direttamente coinvolto nel
processo creativo è molto significativo. Il presidente dei Marvel
Studios, David Maisel, ha ricordato di essersi sentito altrettanto
disilluso nel non avere accesso a così tanti personaggi famosi
quando venivano distribuiti quei deludenti film Marvel degli anni
2000.
“Il tuo personaggio è
in un limbo e qualcun altro lo
controlla”, dice. “Quando
stipuli un contratto cinematografico per una licenza, stai
congelando l’animazione, stai congelando molte altre cose. Stai
consegnando i tuoi bambini a qualcuno e non succede
nulla.”
Mentre Daredevil,
Ghost Rider, The Punisher e una manciata di altri
personaggi tornavano lentamente a casa, lo scrittore Craig Kyle
racconta agli autori del libro che il piano di Kevin Feige era sempre stato quello di
riacquisire le proprietà svendute dalla Marvel
Entertainment quando la società stava affrontando la
bancarotta negli anni ’90.
“Dal momento in cui
sono arrivato alla Marvel, Kevin ha detto ad Avi [Arad] che
dovevamo riprenderci i diritti. Avi era in una situazione in cui
rappresentava tutta la Marvel. Era il volto dei Marvel Studios.
Kevin era lì per realizzare grandi film. Quello non poteva essere
una garanzie finché non avremmo avuto l’effettivo controllo sul
processo”
Grazie alla Disney, Feige è
riuscito in gran parte nel suo obiettivo. La Marvel Television
non esiste più, ecco perché avremo Daredevil:
Born Again. Come notato, anche i
Fantastici
Quattro e gli
X-Men si stanno lentamente unendo al MCU, mentre un accordo con
Sony ha permesso a Feige di controllare e utilizzare Spider-Man
come vuole.
Si ritiene che il film Aquaman
e il Regno Perdutoabbia subito
cambiamenti significativi nel corso di più cicli di riprese, il che
significa che potremmo non sapere mai come avrebbe dovuto essere
originariamente il sequel.
Il ruolo della star di Game
of Thrones e Uncharted,
Pilou Asbæk, è stato a lungo un mistero per la
rete anche se in precedenza era stato riferito che l’attore noto
per aver interpretato Euron Greyjoy avrebbe vestito i
panni di Mongo, il tiranno sovrano di
Necrus, la “Città Nera”. Ha un grande disprezzo per gli
abitanti della superficie, che secondo lui non hanno posto sotto le
onde, quindi probabilmente possiamo immaginare perché avrebbe un
problema con Arthur Curry che governa su Atlantide (dopo tutto
l’eroe è per metà umano).
Tuttavia, la pagina
Reddit r/DCEULeaksha condiviso
alcune informazioni da “fonti verificate” che sostengono che Asbæk
interpreterà il ruolo del fratello di re Atlan. Si dice che la loro relazione dovrebbe rispecchiare quella di
Arthur Curry e Orm, suggerendo che apparirà solo nei
flashback.
Atlan era il re di
Atlantide prima che la nazione fu sommersa
sott’acqua, durante il periodo della prima invasione della Terra da
parte di Darkseid. Condusse il suo esercito sulle
coste per aiutare nella battaglia contro Darkseid,
ed era una delle tre persone a cui era affidata la sicurezza delle
Scatole Madri. Arthur ha scoperto i suoi resti e il Tridente
in Aquaman.
Nei fumetti, il fratello di
Atlan è Orin I e, con il passare degli anni,
l’incrocio di popoli atlantidei e non atlantidei è stato visto da
lui come una sfrontatezza. Alla fine prese il potere di
Atlantide e ferì Atlan nel colpo di stato, seguito poco dopo da una
guerra.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa
volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il
potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e
malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm,
l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per
stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da
parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la
famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione
irreversibile.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 20 dicembre.
David Robert
Mitchell e Maika Monroe si riuniscono per
They Follow, il sequel del film horror cult del
2014, It Follows. Neon, lo studio premio Oscar
dietro Parasite, co-produrrà il film e lo
distribuirà a livello nazionale. Lo studio lo presenterà agli
acquirenti internazionali all’American Film Market di quest’anno.
Le riprese principali sono fissate per il 2024.
Mitchell ritorna sia come
sceneggiatore che come regista per il sequel. La Monroe riprenderà
il ruolo principale di Jay Height che ha già interpretato in
It Follows. Il sequel riunisce la squadra di
realizzatori con il CEO di Neon Tom Quinn. La precedente società
del dirigente indipendente, Radius, ha distribuito It Follows nelle sale, dove ha incassato
l’impressionante cifra di 15 milioni di dollari a livello nazionale
con un budget ridotto.
Good Fear Content co-produrrà con
Neon. Mitchell è produttore insieme a Jake Weiner
e Chris Bender di Good Fear Content, insieme ai
produttori originali di It Follows, David
Kaplan, Erik Rommesmo, Rebecca Green e Laura
Smith.
L’impronta mancata di David Yates, la chimica tiepida tra Chris Evans ed Emily Blunt si fondono il Pain Hustlers –
Il business del dolore, su Netflix dal 27
ottobre. Tratto da una storia vera il film pone al centro lo
scandalo farmaceutico con protagonista una piccola società che
abusa delle prescrizioni di fentanil anche a pazienti che non ne
hanno bisogno. La società in questione era la Insys, una società
fondata dal miliardario John Kapoor, come si vede anche durante i
titoli di coda del film. Kapoor promuoveva il prodotto oppioide
Subsys, un farmaco antidolorifico molto forte, originariamente
usato per la terapia del dolore. In realtà si basava su un farmaco
generico, ma Insys gli ha applicato un sistema di somministrazione
spray che gli ha permesso di promuoverlo come un prodotto di
qualità superiore. Nel film, il farmaco oppioide venduto si chiama
Lonafin e la società si chiama Zanna.
Pain Hustlers – Il business del
dolore, la trama
Liza Drake (Emily
Blunt) è una madre single che ha appena perso il lavoro e tutte le
speranze. L’incontro casuale con il rappresentante farmaceutico
Pete Brenner (Chris Evans) la convince a
intraprendere un percorso allettante dal punto di vista economico,
ma dubbioso dal punto di vista etico quando scopre di essere
coinvolta in pericolose attività illegali. Alle prese con un capo
sempre più incontrollabile Andy Garcia, la salute sempre più in
declino della figlia, interpretata da Chloe Coleman e una crescente
consapevolezza dei danni causati dall’azienda per cui lavora, Liza
è obbligata a valutare le proprie scelte.
Pain Hustlers – Il business del
dolore tra tempi comici poco azzeccati e chimica tiepida tra i
due protagonisti racconta dell’industria farmaceutica, un modo
descritto come Wall Street all’ora di punta.
Sesso, droghe, party e raggiri: tutti alla Zanna sono pronti a
svendersi al migliore offerente pur di guadagnare. Chris Evans smaliziato nei panni di un maschio
alfa truffatore ed Emily Blunt, mamma single intraprendente che
riesce a farsi largo in questo mondo con astuzia e
intelligenza.
In modo meno solido rispetto ai film
precedenti, David Yates cerca di lasciare la sua traccia
in Pain Hustlers – Il business del dolore. Il risultato è
un film che cerca di porre l’attenzione sul tema della
speculazione, utilizzando l’espediente del mockumentary e di voci
fuori campo, e che si concentra poco sull’importanza e sulle
persone che sono morte per overdose causata dal farmaco e più sul
mondo patinato dell’industria.
Al sicuro
Il successo e il
denaro arrivano praticamente subito: le persone da manipolare sono
malleabili perché deboli dalla malattia e lucrare sul dolore sembra
davvero facile. Ma quando hai successo e potere ne vuoi ancora e
ancora, così Pete cambia strategia e decide di far vendere il
farmaco anche in casi di patologie diverse. La conseguenza è una
overdose generale: pazienti come zombie fuori dalla sala d’aspetto
del medico in cerca di una prescrizione. Qui il film dopo averci
portato sul tetto del mondo insieme ai suoi protagonisti, inizia a
farci vedere il lento declino di quest’ultimi e l’ambivalenza dei
temi trattati viene descritta da Liza. Scissa tra la sua attività
di rappresentante farmaceutica e la sua famiglia,
sua figlia che soffre di attacchi epilettici e ha bisogno di
cure.
Da un lato un sistema sanitario che
si venderebbe agli sciacalli pronti a prescrivere
ricette per farmaci scelti durante un party in piscina, dall’altra
il vero sistema sanitario che ti prosciuga – se non hai
l’assicurazione – ma che lavora per il bene del paziente. Sarà
infatti da Liza che partirà la mobilitazione per smantellare questa
specie di associazione a delinquere. Nonostante la collaborazione
con la polizia per aiutare le indagini, Liza sarà comunque
costretta a scontare una pena, meno salata rispetto a Pete. E se
lei ne uscirà realmente pentita da tutta l’orribile situazione, in
prigione Pete continuerà a vendere il suo motto e
sé stesso.
I Marvel Studios hanno
rilasciato il trailer di metà stagione di Loki
prima che il penultimo episodio arrivi su Disney+ questo giovedì ed è
pieno di entusiasmanti anticipazioni.
Dopo gli eventi catastrofici dell’episodio
della scorsa settimana, sembra che il dio dell’inganno viaggerà
nel tempo per trovare i suoi amici della TVA… nelle loro vite
passate. Come previsto, Mobius una volta era un
venditore di moto d’acqua (Casey sembra essere stato prigioniero),
quindi come può questa banda disordinata sperare di aggiustare il
Time Loom in modo che il Multiverso possa continuare a vivere?
Tom Hiddleston è tornato nel ruolo del dio del
male nella seconda stagione di Loki,
insieme alle star della prima stagione come
Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Tara Strong e
la nuova aggiunta Ke Huy Quan.
Eric Martin è il capo sceneggiatore e
produttore esecutivo della seconda stagione. Hiddleston è anche
produttore esecutivo insieme al capo dei Marvel Studios Kevin Feige
e Stephen Broussard, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad
Winderbaum, Kevin R. Wright, Justin Benson e Aaron Moorhead e
Michael Waldron. Trevor Waterson è co-produttore
esecutivo. Benson & Moorhead, Dan Deleeuw e Kasra Farahani
sono stati i registi della stagione. I nuovi episodi di Loki
debuttano giovedì alle 21:00 ET/18:00 PT su Disney+.
Il primo capitolo del nuovo
universo DC intitolatoGods and
Monsters, sembra essere l’occasione
perfetta per resuscitare il truffatore/mago di Liverpool preferito
dai fan,John
Constantine.Tuttavia, in
una nuova intervista per promuovere il suo prossimo
prequel di Hunger
Games, il regista Francis Lawrence ha
dichiarato che lui,
Keanu Reeves e Akiva Goldsman hanno attualmente il
controllo del detective stregone della Vertigo Comics.
“Constantine
2 è stato ovviamente ostacolato dallo sciopero degli
sceneggiatori “, ha
dichiarato Lawrence aGameSpot. ” E
abbiamo dovuto superare un sacco di ostacoli per riprendere il
controllo del personaggio, perché altre persone avevano il
controllo delle cose su Vertigo. Ma ora noi abbiamo il
controllo.”“Keanu, Akiva Goldsman e
io abbiamo avuto incontri e abbiamo discusso di come pensiamo che
sarà la storia, e ci sono altri incontri che devono avvenire – la
sceneggiatura deve essere scritta – ma spero davvero che potremo
realizzare Constantine 2 e realizzarne una vera versione
R. “
Nel settembre
2022, è stato inaspettatamente rivelato che un
sequel del filmConstantine del 2005 era in
lavorazione.Tuttavia, nel marzo 2023,
Keanu Reeves espresse dubbi sul fatto che un sequel di
Constantine sarebbe andato avanti dopo la decisione della Warner
Bros di riavviare il loro universo condiviso di
supereroi. “Non so se succederà… so che sto
interpretando un Constantine diverso da quello del fumetto, sai, e
mi metto un po’ nei guai per questo. Non so se lo farei.”
hai un bell’aspetto da bionda. Spero di riuscirci, ma non lo
so.”