Si è spento all’età di 68 anni il
regista e attore toscano Francesco Nuti, da tempo
malato. Lo rende noto la figlia Ginevra, sua tutrice legale dal
2017, assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale
sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo
periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde
di Roma, dove era ricoverato. Nuti, come noto, era stato costretto
al ritiro a seguito di un incidente verificatosi il 3 settembre del
2006, quando cadendo violentemente dalle scale della propria
abitazione sbatté la testa entrando in coma. Ne uscirà il 24
novembre di quello stesso anno, ma non sarà mai più lo stesso, reso
incapace di movimenti autonomi e di parlare.
Si interruppé così la sua carriera
di popolare regista e attore, che negli anni Ottanta lo aveva reso
una delle personalità dello spettacolo più celebri del panorama
italiano. Con film come Io, Chiara e lo scuro (1982),
Casablanca, Casablanca (1985), Tutta colpa del Paradiso
(1985), Stregati (1986) e Donne con le gonne
(1991). Nello stesso periodo si dedica anche alla musica,
partecipando nel 1988 al Festival di Sanremo con la canzone Sarà
per te, in seguito incisa anche da Mina, e,
duettando con Mietta, col brano Lasciamoci
respirare, composto dal cantautore Biagio
Antonacci ed inciso poi nel 1992.
Negli anni Novanta visse invece una
fase discendente, con film meno fortunati come
OcchioPinocchio (1994), Il signor Quindicipalle
(1998) e Caruso, zero in condotta (2001). Il suo ultimo
film è invece Concorso di colpa (2005), per il quale
ricopre il solo ruolo di attore. Seguono anni difficili,
caratterizzati dalla depressione, dall’incidente e dalla
riabilitazione, che tuttavia non sarà sufficiente per riprendere le
attività nel mondo del cinema. Il regista e attore lascia dunque in
eredità alcune delle più brillanti commedie italiane del suo tempo,
dove con grande sensibilità e sagacia esplorava varie tematiche,
tra cui in particolare i rapporti tra uomini e donne.
Dopo l’anteprima di ieri
in occasione della tappa del concerto VASCO LIVE a Bologna,
Netflix
annuncia Vasco Rossi – Il Supervissuto. Nel teaser
trailer un assaggio della nuova docu-serie, in 5 episodi, che
fornirà un accesso senza precedenti alla rockstar più amata
d’Italia: Vasco Rossi.
Vasco Rossi – Il
Supervissuto è stata girata, in gran parte, durante i due
anni di pandemia, un momento di inaspettata pausa dai soliti,
innumerevoli impegni della rockstar, un’occasione unica per trovare
il tempo di guardarsi indietro e ripercorrere i momenti più
importanti della sua carriera e della sua vita.
La serie segue Vasco nei
luoghi più importanti per lui, da Zocca, sua città natale, a Los
Angeles e, attraverso interviste, materiali d’archivio e
testimonianze di chi lo ha accompagnato in questi anni, ripercorre
la sua e le molte storie che stanno dietro alle sue indimenticabili
canzoni.
Scritta da Igor Artibani
e Guglielmo Ariè, insieme a Pepsy Romanoff, anche regista della
docuserie, Vasco Rossi – Il Supervissuto è prodotta da Solaris
Media di Guglielmo Ariè e Azzurra Ariè in collaborazione con la
casa di produzione Except di Maurizio Vassallo e Pepsy
Romanoff.
Il fine settimana appena concluso
ha portato delle sale grandi cambiamenti, con nuove uscite e
pellicole presenti nei cinema da mesi che abbandonano la scena.
Trasformers – il risveglio conquista il primo posto in
classifica, dopo la sua uscita il sette giugno scorso. Si tratta
del settimo film della serie Trasformers, sequel di Bubblebee e
secondo prequel della saga. Con €278.370 incassati nel solo
weekend, arriva ad un totale di €1.134.581.
Continua a mantenere un certo
numero di presenze anche La sirenetta, live action del noto cartone
Disney, guadagnando €264.852, al netto di più di dieci milioni di
euro di incassi totali dalla sua uscita il 24 maggio.
Al terzo posto nel box office
abbiamo Spider-Man: Across the Spider-Verse, secondo
capitolo della serie di film con il noto supereroe Marvel come protagonista. Gli
incassi del fine settimana arrivano a €250.852, su un totale di più
di quattro milioni di euro di incassi totali dal suo arrivo nelle
sale l’uno giugno.
Box office: il resto della
classifica
Al quarto e quinto posto ritroviamo
rispettivamente Fast X, decimo film della saga Fast and
Furious con
Vin Diesel e Jason Momoa, con un incasso di €75.164 nel
solo weekend ed oltre 11 milioni di euro in totale, e Rapito, pellicola italiana di impronta storica
diretta da Marco Bellocchio, il quale incassa €48.631 nel
fine settimana e poco più di un milione di euro in totale.
Il sesto e settimo film per incassi
nello scorso weekend sono due new entry, approdate nei cinema
l’otto giugno. Il sesto è Blu e Flippy- amici per le pinne, cartone
animato che racconta l’amicizia tra un bambino ed un delfino, il
quale guadagna nel fine settimana €33.944 a fronte di €79.145
totali. Il settimo è
Mindcage- mente criminale, un thriller poliziesco che
ha incassato €31.541 a fronte di un totale di €100.363.
All’ottavo posto abbiamo The Boogeyman, horror adattamento
cinematografico del racconto Il baubau di Stephen King, con
un incasso di €29.560. Il nono e decimo film per incassi sono
rispettivamente Denti da Squalo, arrivato l’otto giugno al
cinema, con un incasso del fine settimana di € 25.904, e
Guardiani della Galassia Vol.3, film Marvel al
cinema dal 3 maggio, che incassa soli €17.316, al netto però di un
guadagno totale di quasi undici milioni!
Un nuovo aggiornamento sul
film Venom
3 è stato diffuso, offrendo una prima
anticipazione sul periodo per cui la Sony Pictures starebbe
pianificando di rilasciare al cinema il prossimo terzo film solista
di Venom. Dopo aver ricevuto il via libera nell’aprile 2022,
Venom 3 sta infatti facendo
progressi costanti verso la sua uscita nelle sale, con
Kelly Marcel che dirigerà la pellicola dopo aver
scritto i primi due film della serie. La star Tom Hardy ha anche
recentemente rivelato di essere profondamente impegnato nella
preparazione e nella pre-produzione del sequel simbiotico,
lasciando molti fan a chiedersi quanto tempo ci vorrà prima che
Eddie Brock e la sua controparte aliena tornino in azione.
Variety ha ora rivelato che Sony
Pictures sta pianificando l’uscita di Venom
3, il terzo film della trilogia simbiotica Sony con
Tom Hardy, per
un’uscita in sala nell’ottobre 2024. La nuova
arrivata del franchise di VenomJuno Temple,
che si unisce al cast dopo la sua partecipazione alle tre stagioni
su Ted
Lasso di Apple
TV+, ha infatti rivelato che le riprese inizieranno “molto,
molto presto” e che ne è “entusiasta“. Ciò avviene
dopo che un rapporto di un insider aveva rilevato che le riprese si
sarebbero svolte in Inghilterra da giugno a settembre, sebbene non
vi sia ancora una data di inizio confermata.
A Tom Hardy e
Juno Temple si unisce anche Chiwetel
Ejiofor, che ha anche la sua esperienza con la
Marvel dopo aver interpretato il
barone Mordo nell’MCU. Molti si chiedono cosa avrà in serbo
Venom 3 per l’attore.Venom 3, in ogni caso, dovrebbe
continuare in gran parte la storia dell’Eddie Brock di Hardy, che
sta ancora lottando per lavorare a fianco del simbionte, ormai
diventato un punto fermo della sua vita. Dopo la conclusione di
Venom: La furia di
Carnage, il secondo film della trilogia
attualmente incompleta, Eddie è stato brevemente trascinato nel
multiverso per un cameo in Spider-Man: No Way
Home, venendo però riportato alla sua realtà durante
una delle scene post-credits, lasciando però una traccia del
simbionte in quell’universo.
Durante la Star
Wars Celebration svoltasi all’inizio di quest’anno, abbiamo
appreso che Daisy Ridley
riprenderà il suo ruolo di Rey per un film di Star
Wars ancora senza titolo, diretto dalla regista
Sharmeen Obaid-Chinoy, che sarà ambientato
quindici anni dopo gli eventi di L’ascesa di Skywalker.
I dettagli sono stati pochi e rari da allora, ma ora potremmo
sapere quale attore è in linea – o almeno viene corteggiato dallo
studios di produzione – per interpretare l’antagonista del film.
Secondo l’affidabile insider @MyTimeToShineHello, la star di
Thor: Ragnarök e LutherIdris Elba
sarebbe in lizza per un ruolo da villain.
Non è chiaro se questo significhi
che è effettivamente in trattativa o sia solo la persona a cui la
Lucasfilm è interessata per tale ruolo. Elba ha fatto parte di
diversi importanti franchise, tra cui l’MCU e Star Trek, nel corso degli
anni, quindi probabilmente era solo una questione di tempo prima
che venisse preso in considerazione per fare un viaggio nella
Galassia Lontana Lontana. La storia del film, come anticipato, è
ancora per lo più nascosta, ma sappiamo che Rey sarà una potente
maestra Jedi che gestisce una sua accademia di addestramento.
La presidente della Lucasfilm
Kathleen Kennedy ha descritto la linea temporale
in cui si svolge il film come l’era del “Nuovo Ordine
Jedi“. Come noto, anche altri due film di Star
Wars sono stati confermati durante la Celebration, con il
produttore esecutivo di The MandalorianDave
Filoni che dirigerà una storia ambientata nella timeline
della Nuova Republica e che servirà come culmine dei vari show
Disney+. Mentre il progetto del regista
James Mangold (Logan, Indiana Jones e il
Quadrante del Destino) sembra racconterà la storia del primo
Jedi che abbia mai esercitato la Forza. Per quanto riguarda il film
con Rey, non resta che aspettare per scoprire se davvero Idris Elba
assumerà o meno tale ruolo.
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Sebbene siano coinvolte linee
temporali alternative, The Flash è tecnicamente
ambientato nell’universo DC stabilito dai film di Zack
Snyder, e il regista Andy Muschietti ha
recentemente confermato che il suo film “onora” ciò che è accaduto
fino ad ora nel DC
Extended Universe costruito da Snyder. “Mi piacerebbe che
Zack guardasse questo film. Penso che abbiamo onorato la parte del
film che ha creato in termini di personaggi e caratterizzazioni. E
cast. Quindi, penso che gli piacerebbe“, ha spiegato il
regista.
Non è noto se Snyder abbia già visto
il film o meno, ma Muchietti ha ora rivelato di aver contattato il
regista della Justice League per rassicurarlo che
The
Flash rispetterà in pieno il mondo che ha contribuito a
creare. “Ho parlato con Zack“, racconta ora Muschietti a
Total Film. “Ma non era per
parlare di tecnica o narrativa o altro. Volevo solo allungare la
mano e dire: ‘Ehi.’ Perché non ci siamo mai incontrati prima, e
volevo solo dirgli che avremmo rispettato le cose che ha fatto
prima“. “L’uomo d’acciaio ovviamente è fondamentale
per questo film perché la grande minaccia di Zod sulla Terra è una
grande svolta in questa storia”, aggiunge poi Muschiett.
“Ed è qualcosa che la maggior
parte dei fan della DC conosce molto bene, ed è una delle grandi
cose che possono formare la narrazione di questo film“, ha
concluso Muschietti. Anche se può sembrare difficile da credere
visto quanto tempo è passato e il recente riavvio del DC Universe,
molti fan sperano ancora di vedere lo “SnyderVerse” ripristinato in
una qualche forma. Mentre le possibilità che ciò accada sono ormai
praticamente inesistenti, The Flash lascia (in qualche
modo) la porta aperta per altre storie ambientate nell’era
precedente.
TheFlash, quello che sappiamo sul film
The Flash uscirà
al cinema il 15 giugno 2023 distribuito
da Warner Bros Italia. In esso i mondi si
incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare
indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il
tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il
futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale
Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a
cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire
dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un
kryptoniano imprigionato. In definitiva, per salvare il mondo in
cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per
Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio
sarà sufficiente per resettare l’universo?
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of
Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron
Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The
Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y
tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey
Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”,
“Sweetheart”), Antje Traue (“King of
Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
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La superstar della WWE Seth
Rollins è stata vista per la prima volta sul set di
Captain America: Brave New
World il mese scorso, e all’epoca si è
ipotizzato che potesse essere tra gli attori che interpretano i
membri della malvagia Serpent Society. Un insider
affidabile ora sembra aver confermato la cosa, rivelando (tramite TheRingReport.com) che
Rollins assumerà il ruolo di Cobra. Si dice anche
che il wrestler professionista abbia terminato le riprese dopo aver
perso un paio di settimane di Monday Night RAW, suggerendo inoltre
che il film stesso potrebbe essere vicino alla conclusione (il che
spiegherebbe il recente post sui social media di Anthony
Mackie).
Ci sono stati un paio di Cobra
nell’Universo Marvel, anche se immaginiamo che
Rollins potrebbe interpretare una fusione dell’originale,
Klaus Voorhees, e suo nipote Piet
Voorhees. Mentre il primo ha guidato il gruppo per un
certo periodo, quel ruolo dovrebbe andare a Diamondback, quindi i
Marvel Studios probabilmente prenderanno in prestito di più dalla
seconda versione del personaggio. Questi è un mercenario che ha
acquisito le sue capacità sovrumane dopo essere stato iniettato con
lo stesso veleno irradiato che ha trasformato suo zio.
Captain America: Brave New World, quello che sappiamo
sul film
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la serie
Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New
World è indicato come uno dei titoli più importanti della
Fase 5.
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Spider-Man: Across the Spider-Verse esplora
ulteriormente la timeline di Gwen Stacy, partendo
da ancor prima degli eventi del primo film fino ad arrivare alla
fine del sequel. È interessante notare che il secondo film si apre
proprio con il personaggio di Gwen, esplorando
maggiormente gli elementi accennati dal suo predecessore. Di
conseguenza, alcune scene di Spider-Man: Across the Spider-Verse si
svolgono prima del primo film e potrebbero confondere chi non ha
molta familiarità con quel capitolo.
Mentre i fan più accaniti di
Spider-Man: Un nuovo universo seguiranno
la timeline di Gwen con relativa facilità, il complesso arco
caratteriale che il personaggio attraversa deriva da momenti
vissuti prima, durante e dopo il primo film. Detto questo, ecco
spiegato ogni punto della linea temporale di Gwen dall’inizio di
Spider-Man: Un nuovo universo alla fine di
Spider-Man: Across the Spider-Verse.
Gwen Stacy acquisisce i poteri e
diventa Spider-Woman
Across
the Spider-Verse definisce i poteri di
Gwen. Come è consuetudine per le varianti di
Spider-Man provenienti da altri universi, i poteri di Gwen derivano
da un ragno radioattivo. Nel suo universo, le sono stati conferiti
i poteri di Peter Parker, che era il suo migliore amico. Gwen vive
come la Spider-Woman di quell’universo, aiutando a
combattere il crimine e riuscendo a mantenere una relazione con
Peter, zia May e suo padre, il capitano di polizia George
Stacy. Tutto questo avviene prima di Spider-Man: Un nuovo
universo, con un evento traumatico nella vita di Gwen che porta a
quel film e al suo sequel.
Peter Parker diventa Lizard e viene
ucciso da Gwen Stacy
Sebbene Spider-Man: Un nuovo universo abbia rivelato
che Gwen ha perso Peter Parker
nel suo universo, il film non rivela con precisione come ciò sia
avvenuto. Come nel caso di Miles che perde lo zio
e delle innumerevoli varianti di Peter Parker che perdono lo zio
Ben, la perdita di Peter da parte di Gwen è stata uno dei
catalizzatori della sua trasformazione in Spider-Woman. In Spider-Man: Across the Spider-Verse, tuttavia,
la morte di Peter nell’universo di Gwen viene messa a fuoco
nell’atto iniziale del film.
Nell’universo di Gwen, Peter diventa
inavvertitamente Lizard, un celebre cattivo
dell’Uomo Ragno dei fumetti e il primo di molti Easter eggs di
Spider-Man: Across the Spider-Verse. Partendo
dalle buone intenzioni di voler aiutare e diventare speciale, Peter
si trasforma nel cattivo, perdendo se stesso nel processo. Peter,
nei panni di Lizard, attacca la scuola di Gwen durante il ballo di
fine anno, costringendo Spider-Woman ad
affrontarlo. Dopo un breve combattimento, Gwen uccide Lizard
schiacciandolo con dei detriti. Il cattivo si trasforma nuovamente
in Peter Parker, permettendo a Gwen di rendersi conto di essere
inconsapevolmente responsabile della morte di Peter.
George Stacy ricerca
Spider-Woman
Mentre
Gwen tiene Peter tra le braccia,
piangendo la morte del suo migliore amico, George Stacy entra nella
scuola. Il capitano vede Spider-Woman sopra il cadavere di Peter e
presume che sia lei la responsabile della sua morte. Anche se in un
certo senso è vero, Gwen non intendeva uccidere Peter perché non
sapeva che fosse Lizard. In ogni caso, George
Stacy tenta di arrestare Spider-Woman, che fugge,
riflettendo sull’opportunità di rivelare al padre la sua vera
identità.
Questo dà il via a una caccia
all’uomo in tutta la città per trovare
Spider-Woman, che continua per mesi dopo la morte
di Peter. In effetti, Gwen è ancora ricercata all’inizio di
Spider-Man: Across the Spider-Verse, il che
significa che la caccia a Spider-Woman per volere di George Stacy è
in atto da oltre un anno. Pochi mesi dopo la morte di Peter, Gwen
viene involontariamente trasferita nell’universo di Miles, dando il
via agli eventi di Spider-Man: Un nuovo
universo.
Gwen viaggia nell’universo di Miles
Morales
Spider-Man:
Un nuovo universo spiega come Gwen,
Peter B. Parker, Penni Parker,
Peter Porker e il Peter Parker di
Spider-Man Noir siano stati trasferiti
nell’universo di Miles. Dopo che il Peter Parker che Miles
conosceva è entrato in contatto con il super-collisore di Kingpin,
il suo DNA di Spider-Man ha trascinato questo gruppo di
Spider-People nell’universo suo e di Miles, compresa Gwen Stacy.
Questo avviene in un tempo imprecisato dopo la morte di Peter
nell’universo di Gwen, il che significa che la caccia all’uomo di
George Stacy era ancora in corso al momento della scomparsa di
Gwen.
Gli eventi di Spider-Man: Un nuovo universo si susseguono e
Gwen stringe amicizia con Miles per la prima volta
dopo la morte di Peter. Dopo la fine di Un nuovo
universo, Gwen viene rispedita nel suo e la vediamo triste
dopo aver perso non solo Peter, ma anche Miles e gli altri nuovi
amici che aveva trovato durante il primo film. Il tutto è aggravato
dalle continue ricerche di suo padre, inconsapevole che
Spider-Woman sia sua figlia Gwen.
Gwen Stacy viene catturata dalla
polizia e rivela la sua identità al padre
Poiché Spider-Man: Un nuovo universo conferma che
Miles è stato Spider-Man per un anno e quattro
mesi, è lecito supporre che questo sia il tempo che Gwen trascorre
nel suo universo dopo il primo film. Continua a bilanciare la sua
vita con il padre, il suo dolore per Peter e Miles e la lotta al
crimine come Spider-Woman. All’inizio del primo atto di Spider-Man: Across the Spider-Verse, Gwen
combatte una variante rinascimentale dell’Avvoltoio, provocando un
nuovo conflitto con il padre.
Dopo aver messo alle strette Gwen,
George le spara un colpo di avvertimento e le dice di alzare le
mani. Gwen, rendendosi conto di non riuscire a comunicare con il
padre come Spider-Woman, si toglie la maschera e
gli rivela la sua vera identità. Gwen supplica il padre, insistendo
sul fatto che non ha ucciso Peter Parker consapevolmente, prima che
George tenti di arrestarla con apprensione. Fortunatamente per
Gwen, l’incontro con Jessica Drew/Spider-Woman e
Miguel O’Hara/Spider-Man 2099 le permette di
sfuggire al giudizio del padre.
Gwen si unisce alla
Spider-Society
Ascoltando le suppliche
di Gwen al padre, Jessica Drew
prova simpatia per Gwen. Implora Miguel di prendere in
considerazione l’idea di permettere a Gwen di unirsi alla
Spider-Society, un gruppo di Spider-People
provenienti da tutto il multiverso e dediti a proteggere la sua
stessa esistenza. Alla fine Miguel accetta, permettendo a Gwen di
partire con il duo ed evitare l’arresto da parte del padre. Questo
dà il via alla vera e propria trama di Spider-Man: Across the Spider-Verse, con Gwen
che lavora come principiante alla Spider-Society per mesi.
Anche se molte delle avventure di
Gwen subito dopo l’ingresso nella Spider-Society
non vengono mostrate, Spider-Man: Across the Spider-Verse la vede
riunirsi con Miles dopo essere stata inviata nel suo universo per
tenere sotto controllo La Macchia. Questo
costringe Gwen a fare i conti con se stessa, con i suoi rapporti
con il padre e con Miles e, proprio come l’arco narrativo di Miles,
a scoprire cosa significhi veramente essere una Spider-Woman di
fronte all’opposizione della Spider-Society. Non è
chiaro come si risolveranno questi archi narrativi, ma visto che
Spider-Man: Beyond the Spider-Verse uscirà nel 2024,
Spider-Man: Across the Spider-Verse prepara
magistralmente il gran finale sia per Miles che per Gwen Stacy.
La
terza stagione di Ted Lasso conclude la serie di
successo di Apple TV+
con
Jason Sudeikis nei panni dell’AFC Richmond, che cerca di
vincere la Premier League. L’ultima stagione di Ted
Lasso ha bilanciato una varietà di storie nel corso della
sua durata, con Ted, Rebecca Welton (Hannah Waddingham), Roy Kent
(Brett Goldstein), Jamie Tartt (Phil Dunster), Keeley Jones (Juno
Temple) e Nathan Shelley (Nick Mohammed) che hanno tutti ricevuto
archi narrativi di rilievo. Dopo aver visto i personaggi crescere
insieme e individualmente nel corso di tre stagioni, oltre ad aver
dato a altri ruoli più importanti negli ultimi episodi, il finale
della terza stagione di Ted
Lasso aveva molto da spiegare prima che gli spettatori
dovessero dire addio. L’AFC Richmond ha cercato di vincere la
Premier League per tutta la terza stagione, e l’episodio 11
della terza stagione di Ted Lasso li ha lasciati in una
posizione in cui potevano realizzare questo sogno nell’ultima
settimana di gioco.
Ha anche lasciato gli spettatori
con il fiato sospeso quando Ted dice di avere una notizia da
condividere con Rebecca, il che indicava chiaramente che avrebbe
deciso di lasciare la squadra dopo questa stagione. La sua
decisione finale, il ritorno di Nate all’AFC Richmond e altro
ancora significano che il finale della terza stagione di Ted
Lasso ha spiegato molto delle recenti vicende dei personaggi,
lasciando però aperta la porta per il proseguimento di alcune di
esse.
Ted Lasso lascia ufficialmente
l’AFC Richmond dopo essere arrivato secondo
Non c’è dubbio che il finale della
terza stagione di Ted Lasso segni la fine della storia di
Ted, che conferma fin dall’inizio di aver deciso di
lasciare l’AFC Richmond al termine della stagione. Questa
decisione è maturata nel corso della terza stagione, durante la
quale Ted ha lottato ripetutamente con il fatto di non essere
presente per suo figlio Henry. Tutto, dalla decisione di Zava di
ritirarsi per stare con la sua famiglia alla visita della madre di
Ted per dirgli che Henry gli manca, è stato utilizzato per
preparare l’inevitabile conclusione. Nemmeno l’offerta di Rebecca
di renderlo uno degli allenatori più pagati nello sport fa cambiare
idea a Ted.
Ted fa tutto il possibile per
mantenere la promessa di riportare l’AFC Richmond in Premier League
e vincere il campionato, ma alla fine la squadra arriva seconda.
Questo nonostante la squadra abbia vinto una partita emozionante
contro il West Ham, perché il Manchester City ha vinto lo
spareggio. Mentre Ted si chiede se sia pazzo a lasciare l’AFC
Richmond dopo aver quasi vinto la Premier League (e aver ottenuto
la qualificazione alla Champions League), alla fine rimane fedele
alla sua decisione di tornare a casa per stare con la sua famiglia.
La terza stagione di Ted Lasso si conclude con Ted che torna
in Kansas ad allenare la squadra di calcio di Henry, concludendo in
modo appropriato la sua storia.
Perché Rebecca decide di
rimanere all’AFC Richmond (e di venderlo ai tifosi)
La maggior parte del finale della
terza stagione di Ted Lasso lascia gli spettatori a
chiedersi quale sarà il futuro di Rebecca, che inizia a considerare
la possibilità di vendere l’AFC Richmond. Questo in parte perché ha
chiuso la faida con Rupert ed è interessata a esplorare il mondo e
a trovare se stessa. La tentazione di guadagnare 2 miliardi di
dollari vendendo l’intero club è forte, ma Rebecca alla fine decide
di rimanere all’AFC Richmond. Tuttavia, non mantiene più il
controllo totale della squadra. Invece di vendere il 49% a un altro
ricco investitore, decide di vendere quelle quote ai tifosi, dando
ai fan più accaniti una piccola quota di proprietà.
Rebecca avrebbe potuto inizialmente
decidere di lasciare l’AFC Richmond insieme a Ted, ma la sua
decisione di restare è perfettamente comprensibile. Questo perché
ha finalmente iniziato a considerare l’AFC Richmond come la sua
famiglia, non solo un investimento, una squadra di calcio o un modo
per tormentare il suo ex marito. Il cambiamento nella sua
prospettiva è evidente quando Baz, Jeremy e Paul la definiscono la
mamma che non hanno mai avuto, per quanto lei tenga all’AFC
Richmond e ai tifosi.
Rebecca capisce chiaramente di aver
trovato una famiglia nell’AFC Richmond, quindi essere presente per
il club e ricambiare il suo affetto è più importante per lei.
Chi diventa l’allenatore
dell’AFC Richmond dopo l’addio di Ted Lasso
L’addio di Ted all’AFC Richmond nel
finale della terza stagione di Ted Lasso significa che deve
essere nominato un nuovo allenatore. Invece di lasciare il futuro
del club nel mistero, Rebecca annuncia ufficialmente che Roy è il
nuovo allenatore dell’AFC Richmond, in sostituzione di Ted. Roy
viene scelto per assumere la carica anche se Beard rimane e Nate
entra nuovamente a far parte dello staff tecnico. Non vengono
mostrati tutti gli effetti dell’allenamento di Roy all’AFC
Richmond, anche se è chiaro che lui, Beard e Nate continueranno
alcune delle tradizioni di Ted, tra cui riattaccare il cartello
“Believe” riparato.
Roy è una scelta ovvia per
diventare allenatore dell’AFC Richmond dopo l’addio di Ted. Si è
fatto avanti durante tutta la stagione per aiutare il club,
dimostrando la sua capacità di ottenere il meglio dai giocatori con
il modo in cui ha allenato Jamie e ha stretto amicizia con lui. Roy
ha anche dimostrato di saper gestire le responsabilità della
conferenza stampa dopo che Rebecca gli ha chiesto di farlo. Anche
se Beard avrebbe potuto essere un ottimo allenatore, è senza dubbio
più adatto a essere il braccio destro di Roy. Nel frattempo, Nate
come allenatore avrebbe potuto funzionare dopo il successo al West
Ham, ma è chiaro che preferisce stare un po’ più nell’ombra.
Il finale di Ted Lasso di
Rebecca avvera tutte le previsioni dei sensitivi
Il finale della terza stagione di
Ted Lasso ha spiegato come tutte le previsioni dei sensitivi
di Rebecca potessero avverarsi. La previsione più importante che
non si era ancora avverata era che Rebecca avrebbe avuto una
famiglia e sarebbe diventata madre. Entrambe queste previsioni si
sono rivelate accurate in diversi modi. Rebecca considera l’AFC
Richmond come la sua famiglia, con i tifosi che la vedono in
qualche modo come una madre. Anche se questo avrebbe potuto essere
sufficiente a spiegare le previsioni del sensitivo, l’incontro di
Rebecca con l’uomo di Amsterdam cambia nuovamente la risposta.
Il ricongiungimento tra Rebecca e
il personaggio di Matteo Van De Grijn significa che lei è sul punto
di trovare la sua vera famiglia e diventare madre. Alla fine
vengono mostrati insieme al barbecue della famiglia Higgins,
confermando che Rebecca e l’uomo hanno intrapreso una relazione
dopo essersi incontrati di nuovo. Dato che anche lui ha una figlia,
Rebecca diventerà la sua matrigna se si sposeranno. Basandosi su
come finisce la storia di Rebecca nella terza stagione di Ted
Lasso, lei non dubiterà più dell’affidabilità della sensitiva
di sua madre.
La squadra femminile dell’AFC
Richmond di Keeley prepara un potenziale spin-off
Nel finale della terza stagione
viene preparato un potenziale spin-off di Ted Lasso grazie a
Keeley, che propone a Rebecca di fondare una squadra femminile
dell’AFC Richmond. Anche se le avventure di Keeley alla KJPR
potrebbero essere degne di uno spin-off a sé stante,
l’anticipazione che Rebecca e Keeley stanno per fondare una squadra
femminile all’AFC Richmond è un’altra possibilità entusiasmante.
Sarebbe un’occasione per Keeley, Rebecca, Higgins e gli altri di
tornare, ma con dinamiche e obiettivi completamente diversi. Al
momento non è stato annunciato nulla di ufficiale, ma questo è un
modo in cui la serie potrebbe continuare anche dopo la fine della
terza stagione di Ted Lasso.
Cosa succederà tra Keeley, Roy
e Jamie?
Uno dei più grandi misteri rimasti
alla fine della terza stagione di Ted Lasso è cosa succederà
tra Keeley, Roy e Jamie. L’intera stagione ha esplorato le
conseguenze della rottura tra Roy e Keeley, che ha visto Keeley
intraprendere una relazione con Jack mentre Roy e Jamie diventavano
amici. Dopo aver mostrato tutti e tre andare d’accordo e uscire
insieme nell’episodio 11 e Roy e Keeley tornare insieme in
precedenza, sembrava che la serie fosse diretta verso una
risoluzione in cui il finale della terza stagione di Ted
Lasso spiegava che Roy e Keeley erano ufficialmente tornati
insieme e Jamie era un grande amico di entrambi. Invece, le loro
relazioni sono rimaste più ambigue.
Roy e Jamie finiscono per litigare
durante il finale su chi dei due dovrebbe stare con Keeley,
lasciando che sia lei a scegliere tra loro, ma la cosa si ritorce
contro di loro. Sorprendentemente, il finale della terza stagione
di Ted Lasso non chiarisce se Keeley finirà con uno dei due.
Sembra che tutti e tre i personaggi siano ancora amici nei momenti
finali, ma non ci sono evidenti scintille romantiche. Il
suggerimento è che ognuno di loro si sta concentrando su se stesso
e sulla propria vita, con la promozione di Roy, Jamie che si
ricongiunge con suo padre e Keeley alla guida della KJRP che li
tiene troppo occupati per pensare all’amore.
Il finale di Ted Lasso dimostra
che non si è mai trattato di Ted
Uno dei grandi insegnamenti del
finale della terza stagione di Ted Lasso è che la serie non
ha mai riguardato davvero Ted. Il suo percorso da allenatore di
football americano alla ricerca di un posto come allenatore di
calcio europeo è stato in un certo senso il punto focale della
serie. Tuttavia, Ted Lasso è sempre stato più interessato a
esplorare le vite degli altri personaggi e a mostrare come le loro
interazioni con Ted li aiutano a cambiare. Ha vissuto una crescita
personale nel corso della serie, ma è ingiusto dire che la serie
Apple
TV+ fosse incentrata esclusivamente sulla sua storia.
La serie stessa dimostra nel finale
che Ted Lasso era in realtà incentrato sullo sviluppo di una
famiglia all’AFC Richmond. Rebecca si trasforma da proprietaria
vendicativa a proprietaria premurosa nel corso della serie, mentre
la rivalità tra Roy e Jamie diventa la base di una grande amicizia.
Se c’era qualche dubbio che l’attenzione della squadra fosse ciò
che Jason Sudeikis e il resto degli sceneggiatori della serie
volevano per Ted Lasso, il finale lo spazza via. Tra i
giocatori che riparano il cartello “Believe” e Trent Crimm che
cambia il titolo del suo libro da “The Lasso Way” a “The Richmond
Way”, l’intenzione è chiara.
Il finale della terza stagione
di Ted Lasso significa che la quarta stagione non potrà esserci (ma
potrebbe esserci uno spin-off sull’AFC Richmond)
La terza stagione è la fine della
serie principale, secondo tutte le indicazioni, e il finale rende
impossibile una
quarta stagione di Ted Lasso. Il ritorno di Ted a casa dalla
sua famiglia e il suo adattamento alla sua nuova/vecchia vita
significano che i suoi giorni all’AFC Richmond sono finiti. Una
serie chiamata Ted Lasso senza di lui non funzionerebbe, e
l’idea di una quarta stagione incentrata su Ted e la squadra di
calcio di suo figlio non è così entusiasmante. Apple TV+ potrebbe
invece realizzare uno spin-off dell’AFC Richmond che continui le
trame lasciate in sospeso nel finale della terza stagione di
Ted Lasso.
L’attore del film Black Panther: Wakanda
Forever, Tenoch Huerta,
interprete di Namor, è stato
accusato di essere un violento predatore sessuale dalla musicista e
attivista Maria Elena Rios in una serie di post
sui social media. In questi la Rios è partita spiegando la sua
rottura con l’organizzazione Poder Prieto, un gruppo antirazzista
in Messico, e la sua rabbia per il fatto che il gruppo avrebbe
pubblicato un podcast che la coinvolgeva sul loro sito Web dopo che
si era separata dal gruppo (e poi non l’aveva pagata per
questo).
Quando il gruppo ha poi contestato
l’account di Rios (sostenendo di non avere alcun coinvolgimento con
la produzione del podcast e di avere semplicemente pubblicato un
collegamento ad esso sul suo sito Web), la Rios li ha poi accusati
di proteggere Huerta, scrivendo che “quando ho lasciato il loro
gruppo ho chiarito loro che proteggono il violento predatore
sessuale Tenoch Huerta“. Ma chi è la Rios? Si tratta di una
rinomata sassofonista in Messico, diventata più nota per il suo
attivismo dopo che un ex fidanzato ha assunto due uomini nel 2019
per gettarle dell’acido in faccia. Grazie al suo lavoro di
attivista ha così iniziato ad associarsi con Poder Prieto.
La Rios ha dunque ora scritto sui
propri social “è molto difficile parlare dell’abuso emotivo e
dell’abuso di potere di un predatore sessuale come Tenoch Huera,
che è amato nel mondo per aver interpretato un personaggio
cinematografico. Affascinante in apparenza, il grande tratto
distintivo di un narcisista più una buona dose di
vittimizzazione“. Ha anche dato alcune risposte generali alle
domande che le persone le avevano rivolto, “‘E perché non hai
denunciato?’ Dicono quelli che vivono in un paese maschilista, dove
la giustizia è irraggiungibile, dove quasi ti ammazzano e ancora
non ti credono o la giustizia arriva. E no, non voglio essere
famosa, e no, non voglio soldi perché so lavorare“. Al
momento, Huerta non ha ancora risposto pubblicamente alle
affermazioni della Rios.
Dopo il film Doctor Strange nel
Multiverso della Follia, Elizabeth Olsen
è attualmente in una fase di pausa dall’universo cinematografico
Marvel e la cosa sembra non
dispiacerle affatto. Durante una conversazione della serie
“Actors on Actors” di Variety, la Olsen è infatti
stata molto onesta sul fatto di non sentire la mancanza dei suoi
giorni come Scarlet Witch. “Sono passati quasi
10 anni da quando la interpreto. E ho adorato farlo. Penso che il
motivo per cui non chiamo Kevin Feige ogni giorno con nuove idee
sia perché sono davvero orgogliosa di ciò che siamo riusciti a
fare. Penso che “WandaVision” sia stata un’opportunità davvero
sorprendente“.
La Olsen ha poi aggiunto: “Se
qualcuno mi dicesse che sono stato licenziata dai Marvel Studios,
mi sentirei comunque orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato. E
ora sto davvero solo cercando di capire come trovare altri film e
personaggi in modo che la mia carriera diventi meno incentrata
sulla Marvel“. L’attrice dunque, al momento, non ha idea di
quando o se tornerà nell’universo cinematografico Marvel nei panni
di Wanda Maximoff/Scarlet Witch, un personaggio che interpreta dal
2015 in “Avengers: Age of Ultron“. Wanda
è stata vista l’ultima volta, come già accennato, nel film 2022 in
“Doctor Strange nel Multiverso della Follia“.
In quel film si era affermata come
la villain di turno, dopo essere stata corrotta dal libro di
stregoneria, il Darkhold, ed essere stata consumata dal suo
desiderio di riabbracciare i figli. Alla fine del film, presa
consapevolezza dei propri errori, si lascia schiacciare da un
edificio in fase di crollo. Non ci sono prove del fatto che sia
effettivamente morta, specialmente considerando i suoi immensi
poteri, ma per ora non sembrano esserci piani per il suo ritorno.
Kevin Feige ha però anticipato che ci sono ancora
molte storie legate al personaggio da raccontare e che è dunque
estramamente probabile che lo si vedrà tornare in scena, se la
Olsen lo vorrà.
Jennifer
Lawrence è pronta a interpretare di nuovo la ragazza
in fiamme. La vincitrice dell’Oscar afferma di essere disposta a
tornare al franchise di Hunger
Games dopo essere diventata un nome familiare
proprio per il suo ruolo di Katniss nei quattro film. “Oh, mio
Dio – totalmente!” ha affermato la Lawrence, durante
un’intervista con Variety, alla domanda se sarebbe
stata interessata o meno a riprendere il ruolo. “Se mai Katniss
potesse tornare nella mia vita, ci starei al 100
percento.“
Come noto, infatti, la saga è pronta
a proseguire con un film prequel di prossima uscita dal titolo
Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e del serpente, interpretato da
Viola Davis, Rachel Zegler,
Tom Blyth, Peter Dinklage,
Jason Schwartzman e Hunter
Schafer. Il film racconta l’ascesa al potere di Coriolanus
Snow per diventare presidente di Panem e l’uscita nelle sale è
prevista per il 17 novembre. Se il film dovesse avere successo e
dovessero essere realizzati anche ulteriori film, non è da
escludere che Katniss possa tornare in scena, facendosì così
perfetto anello di congiunzione tra i film prequel e la saga
originale.
In attesa di scoprire se ciò accadrà
in futuro, la Lawrence ha comunque un nuovo film in arrivo, la
commedia irriverente Fidanzata in
affitto. Al cinema dal 21 giugno, questa vede la
Lawrence nei panni di un’autista di Uber di 32 anni che, rimasta
senza auto, viene assunta da una coppia benestante (Matthew
Broderick e Laura Benanti) per
frequentare il loro figlio di 19 anni (Andrew Barth
Feldman) e aiutarlo a uscire dal suo guscio prima che
inizi a frequentare l’università. In cambio otterrà l’auto che le
occorre, ma naturalmente il compito si rivelerà più difficile del
previsto.
Si è verificato un incidente sul set
del film Il gladiatore 2 che ha causato
diversi feriti tra i presenti sul set. Secondo Variety, sei membri della crew
hanno dovuto ricevere trattamenti medici, mentre altri quattro sono
stati ricoverati in ospedale. In una dichiarazione, un portavoce
della Paramount Pictures ha sottolineato che in ogni caso nessuno
ha “subito ferite mortali“, dopo che una sequenza di
acrobazie non è andata a buon fine. La dichiarazione continua poi
con: “I team di sicurezza e servizi medici completi in loco
sono stati in grado di agire rapidamente in modo che coloro che
sono stati colpiti ricevessero immediatamente le cure
necessarie“, prima di promettere che “sono tutti in
condizioni stabili e continuano a ricevere le cure“.
Tutti i membri dell’equipaggio
colpiti dalla cosa sarebbero stati curati per ustioni, secondo un
individuo a conoscenza della produzione. Altri due membri
dell’equipaggio sono invece stati curati localmente e poi dimessi.
L’incidente, sempre secondo tale fonte, è avvenuto verso la fine
della giornata di riprese. Nessun membro del cast è invece rimasto
coinvolto nella cosa. Il portavoce della Paramount ha
aggiunto: “Il benessere del cast e della troupe è della massima
importanza per noi e abbiamo rigorose procedure di salute e
sicurezza in tutte le nostre produzioni. Continueremo a monitorare
la situazione e a prendere tutte le precauzioni necessarie mentre
riprendiamo la produzione”.
Il gladiatore 2, tutto quello che sappiamo sul
film
Come ormai noto, un sequel di Il
gladiatore (attualmente noto solo come Il gladiatore 2) è a tutti gli
effetti in lavorazione, con Ridley Scott che torna
alla regia del film che vedrà protagonista Paul Mescal nei
panni di Lucius, ma anche il ritorno di Connie
Nielsen nei panni di Lucilla e Djimon
Hounsou in quelli di Juba. Vi sono però anche gli ingressi
del premio Oscar Denzel
Washington, la star di The MandalorianPedro Pascal e
l’attore di Stranger ThingsJoseph Quinn.
Fred Hechinger ricopre invece il ruolo
dell’imperatore Gela, ottenuto dopo che Barry Keoghan
ha dovuto rinunciarvi per via di altri impegni. Fanno poi parte del
cast anche la star di Moon Knight, May
Calamawy e Derek Jacobi, che
riprenderà il ruolo di Gracchus dal primo film.
Al momento non sono noti dettagli
sulla trama, ma è possibile immaginare che tra Lucius, il figlio
dell’amante di Massimo, Lucilla, e Geta possa generarsi uno scontro
al pari di quello tra Massimo e Commodo visto nel primo film. Non
resta dunque che attendere che le riprese di Il gladiatore 2 abbiano
inizio, così da poter ricevere maggiori dettagli a riguardo come
anche le prime foto in costume dei protagonisti. Ricordiamo che
Russell Crowe non
sembra essere coinvolto in alcun modo nel progetto,
specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo moriva al
termine del primo film. Ad ora, questo sequel è atteso in sala per
il 2024.
Michael Shannon ha precedentemente rivelato di
essere stato “un po’ confuso” quando ha ricevuto l’offerta di
unirsi a The
Flash in una rincarnazione del suo ruolo di Generale
Zod da L’Uomo
d’Acciaio (Man of Steel). Ora, l’attore ha rivelato
che quei sentimenti complicati non sono stati esattamente risolti
durante la realizzazione del nuovo film DC. In una nuova
intervista con Collider,
Michael Shannon è stato onesto sulla
premessa dell’attraversamento multiverso di “The
Flash” e sulla sua insoddisfazione per l’arco
narrativo di Zod nel film.
“Non mentirò, non è stato del tutto
soddisfacente per me, come attore. Questi film multiverso sono
come qualcuno che gioca con delle action figure“, ha detto
Shannon. “È come, ‘Ecco questa persona. Ecco quella
persona. E stanno combattendo!’ Non è proprio la
situazione di studio approfondito del personaggio che onestamente
pensavo fosse ‘Man of
Steel‘.
Shannon ha rivelato che sentiva che
“The
Flash” era “tutto incentrato su Ezra
[Miller]“. Zod era “praticamente lì per presentare
una sfida” alla star del film. “Penso solo che Ezra sia un
interprete e un attore affascinante. Non vedo l’ora di vedere
questa performance”, ha detto Shannon. “È una grande
sfida. Non voglio rivelare nulla, ma ciò che Ezra deve fare in
questo film è piuttosto folle. Penso che [loro] siano pronti
per il compito.
Dopo la confusione iniziale di Michael Shannon sull’offerta di unirsi a
“The Flash” –
dopotutto, il collo del suo personaggio è stato spezzato da
Superman in “Man
of Steel” – l’attore ha reso prioritaria la benedizione di
Zack Snyder per tornare a interpretare
Zod. Snyder ha diretto Shannon in “Man
of Steel“, che ha dato il via al suo universo DC. “Ero
titubante [a tornare] perché non ero davvero felice di quello che è
successo a Zack Snyder in tutto quell’affare“, ha detto
Shannon. “Ne ho parlato con [il regista di The Flash] Andy
Muschietti e gli ho detto: ‘Andy, guarda, voglio solo avere la
benedizione di Zack su questo perché non mi sento bene senza
quello.’ E Zack, a suo merito, è stato molto
comprensivo. Mi ha dato la sua benedizione e sono andato a
farlo”.
Il film
The Flash uscirà
al cinema il 15 giugno 2023 distribuito da Warner
Bros Italia. In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of
Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron
Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The
Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y
tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey
Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Barbie è
attualmente destinata a superare Oppenheimer
nel suo weekend di apertura al botteghino, almeno negli USA.È risaputo nella comunità cinematografica che due grandi film
usciranno lo stesso giorno quest’estate: Barbie,
la commedia fantasy diretta da Greta
Gerwig, e Oppenheimer,
il thriller storico diretto da Christopher Nolan, sono entrambi in arrivo in
uscita il 21 luglio 2023. Molti fan hanno scherzato su quale
dovranno vedere per primi.
Secondo le prime proiezioni
al botteghino di Puck (tramite World of
Reel ), Barbie dovrebbe
guadagnare $ 45-55 milioni nel suo weekend di apertura, che è più
dei $ 30-35 milioni previsti da Oppenheimer.
Entrambi i film hanno un budget di $ 100 milioni. L’apertura
più alta di Barbie era prevedibile, poiché ha una valutazione
PG-13, lasciandola aperta a un pubblico più ampio rispetto
all’Oppenheimer
con rating R. Il passaparola iniziale e la risposta della critica
serviranno anche come fattori nel modo in cui questi due film
comporteranno al botteghino.
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La
La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End
of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”), Kate
McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”,
“Yesterday”), Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the
World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga
dalla Terra”), Issa Rae (“The Photograph – Gli
scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman
(“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i
film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno”).
Oppenheimer
uscirà al cinema in Italia il 23 agosto 2023. Distribuito da
Universal Pictures. Il film è stato girato in 70 mm con telecamere
Imax e il trailer che Nolan ha condiviso alternava scene in bianco
e nero e scene a colori con un design di produzione impeccabile. Un
Cillian Murphy dall’aspetto scarno e con in
testa un fedora è un duplicato esatto di Oppenheimer,
e ha l’aria di un distruttore di mondi. Con a capo Murphy, che è un
fedelissimo di Christopher Nolan, il cast del film si
presenta davvero ricchissimo di star. Ci sono anche
Matt Damon nei panni del generale Leslie Groves,
Robert Downey Jr. nei panni di Lewis Strauss, un
membro della Commissione per l’energia atomica, ed Emily Blunt nei panni della moglie di
Oppenheimer, Katherine. Il cast include anche
Rami Malek e Florence Pugh.
È stata una dura battaglia,
ma alla fine Optimus Prime ei suoi amici robot sono riusciti a
superare
Spider-Man: Across the Spider-Verse di Sony al
botteghino americano. Per Deadline,
Transformers:
Il Risveglio ha guadagnato $ 60,5 milioni nel suo
primo weekend di debutto, abbastanza per battere il secondo fine
settimana di $ 50,5 milioni (-54%) di Spidey.
Entrambi i film stanno
accumulando grandi numeri all’estero. Transformers è arrivato a un
totale di $170,5 milioni, di cui solo $40 milioni provengono dalla
Cina. L’incasso globale di Spider-Man è salito a $ 225,5 milioni e
l’atteso sequel ha già superato i $190,2 milioni lordi globali
dell’originale.
Transformers ha anche
incassato 6,4 milioni di dollari da 399 schermi Imax.Mentre Transformers:
Il Risveglio non riesce a vantarsi dei record e
impallidisce rispetto ai precedenti film di Michael Bay, la sua
apertura segna almeno un enorme salto rispetto al magro bottino di
$21,6 milioni di
Bumblebee e dimostra che c’è ancora amore per il franchise
d’azione. La serie può tornare al suo antico splendore al
botteghino, soprattutto considerando l’elegante
svolta del film che potrebbe potenzialmente portare Optimus e i
suoi amici in un regno completamente diverso.
Il pubblico ha assegnato a
Transformers un A-, il che, si spera, significa che molti
torneranno nelle prossime settimane e spingeranno il sequel del
robot alla gloria al botteghino. Sulla sua strada, tuttavia, ci
sono The
Flash e
Indiana Jones e il quadrante del destino, per non
parlare di Mission
Impossible, Barbie e Oppenheimer.
È un’estate impegnativa, gente!
È uscito un nuovo trailer per il
prossimo documentario su Stan
Lee su Disney+, che mostra in
anteprima la storia in arrivo sull’uomo dietro alcuni dei più
grandi personaggi dei fumetti della storia.
Diretto dall’acclamato regista
americano David Gelb, Stan Lee si concentrerà sulla figura che ha
rivoluzionato l’industria dei fumetti. Il trailer mostra la storia
di Lee nel mondo dei fumetti e lo mostra anche sul set di una
varietà di film dei Marvel Studios. Dai
un’occhiata al nuovo trailer di
Stan Lee:
Lee è nato il 28 dicembre 1922, con
il documentario che celebra il centenario della sua
nascita. La sinossi non rivela troppo sul film, anticipando
semplicemente che celebrerà “100 anni di sogno. 100 anni di
creazione. 100 anni di Stan Lee.” Lee è meglio conosciuto come
il co-creatore della maggior parte dei personaggi principali alla
genesi dell’Universo Marvel. Ciò include i Fantastici Quattro,
Spider-Man, Iron Man, Thor, Doctor Strange e altri. Negli
ultimi tre decenni, è apparso in 37 film, l’ultimo dei quali è
stato Avengers:
Endgame del 2019 .
Il regista di Secret
Invasion Ali Selim ha definito la serie “un film
di sei ore” e ha già discusso della possibilità di una seconda
stagione della serie Marvel Cinematic Universe.
Nell’ultimo numero diSFX
Magazine , Selim ha definito Secret
Invasion “un film di sei ore a sé stante”, poi ha
dichiarato che gli piacerebbe realizzare una seconda stagione della
serie.
“Quando finirà, spero che
ti sentirai sazio e completo“, ha dichiarato
Selim. “E dato che la Marvel lo fa in modo eccellente, ti
viene anche da pensare ‘Oh, potrebbe andare in questa
direzione.’ Nick Fury è vivo e continua a combattere, non
credo sia un allarme spoiler. E ci sono alcuni personaggi che
non sono più con noi e alcuni personaggi che vivono per vedere
un’altra sfida. Mi piacerebbe vedere quella sfida diventare la
seconda stagione”.
Secondo Deadline, il
vincitore del Golden Globe Hugh
Grantè
in trattative per il ruolo principale nel prossimo film horror di
A24 Heretic. Il
progetto proviene dagli sceneggiatori di A Quiet Place Scott Beck e Bryan
Woods. Questo segnerebbe il primo progetto horror di Grant in
tre decenni da Night Train to Venice del 1993. Cinque anni
prima, aveva anche recitato in The Lair of the White Worm
di Ken Russell.
Di
cosa parla Heretic?
Heretic sarà
scritto e diretto da Beck e Woods. Il duo di registi ha
recentemente collaborato al thriller fantascientifico 65 con protagonista Adam Driver. Beck e Woods sono stati anche
produttori esecutivi dell’adattamento cinematografico della 20th
Century Studios di
The Boogeyman basato sull’omonimo romanzo di Stephen King (ora nelle sale). Secondo quanto
riferito, il progetto seguirà la storia di “due giovani donne
di fede che vengono attirate in un gioco del gatto e del topo nella
casa di un uomo eccentrico“.
Hugh Grant
di recente ha recitato nel film campione d’incassi a
sorpresa della Paramount Pictures,
Dungeons & Dragons: L’onore tra i ladri. Lo vedremo presto
in Warner Bros.’ prequel
musicale Wonka,
che sarà incentrato sulle origini del proprietario della fabbrica
di cioccolato dal romanzo di Roald Dahl del 1964 Charlie and the
Chocolate Factory. Inoltre, l’attore di Quattro Matrimoni e un
funerale reciterà accanto a Kate Winslet nella prossima miniserie della
HBO The Regime.
In una recente intervista
con Collider, il
produttore di Madame
WebLorenzo
di Bonaventura ha parlato dell’imminente spin-off di
Spider-Man di Sony Pictures. Il produttore lo
ha descritto come “un diverso tipo di film in
quell’universo”.Originariamente previsto per l’uscita
nel 2023, l’attesissimo film arriverà nelle sale il prossimo anno,
il 16 febbraio 2024.
Di Bonaventura ha anticipato
che il film live-action di Madame Web non sarà un normale
film Marvel, in quanto “non
è un film d’azione” ma piuttosto “più un
thriller”. Perché? Il complicato set di abilità del
personaggio titolare “non favorisce un pezzo d’azione”.Nonostante ciò, il produttore di successo ha promesso che il
film diretto da
Dakota Johnson sarà ancora
“familiare al pubblico in termini di universo in cui sta
recitando”.
La sua incarnazione originale della
Marvel Comics, Cassandra Webb, è ritratta come
una donna anziana ed è apparsa per la prima volta in The
Amazing Spider-Man #210 nel 1980. Con il suo arrivo sul grande
schermo, il personaggio si unirà all’universo cinematografico dei
personaggi Marvel gestito dalla Sony, che attualmente include film
come Venom, Venom: La furia di Carnage e Morbius. La Sony ha
però in cantiere anche Kraven il
Cacciatore con la star Aaron Taylor-Johnson.
Atteso in sala per il 16 febbraio2024, Madame Web deve ancora mostrarsi con un
primo trailer o immagini ufficiali e c’è dunque molta attesa a
riguardo, per un film che a quanto pare avrà una forza femminile
indiscutibile.
Madame Web
vede nel cast
Dakota Johnson nel ruolo da protagonista, con
Adam Scott,
Emma Roberts,
Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim,
Mike Epps e Zosia Mamet al suo fianco.
S.J. Clarkson (The Defenders)
dirige Madame
Web da una sceneggiatura degli sceneggiatori di
MorbiusMatt Sazama e
Burk Sharpless. Il film dovrebbe arrivare nelle
sale il 16 febbraio 2024.
Il finale della serie
Apple
TV+ di Ted
Lasso è andato in onda settimane fa con un grande
successo concludendo lo show con la sua
terza stagione. Tuttavia, la star Nick Mohammed ha già
anticipato un potenziale spin-off di Ted
Lasso.
Cosa ha anticipato Nick Mohammed su
Twitter?
All’inizio di questa settimana,
l’account Twitter ufficiale di Apple TV ha twittato una foto dei
personaggi di Ted
LassoCoach Beard (Brendan Hunt), Roy Kent
(Brett Goldstein) e Nathan “Nate” Shelley (Mohammed) in piedi nello
spogliatoio dell’AFC Richmond. Una didascalia per la foto
diceva “odora di potenziale“, che i fan hanno considerato
una sorta di suggerimento per gli spettacoli futuri.
Unendosi al divertimento, Mohammed
ha citato il tweet con un’emoji con labbra chiuse. Per chi non lo
sapesse, la fine di Ted Lasso vede l’allenatore
titolare lasciare l’Inghilterra e tornare a casa in America.
Tuttavia, l’allenatore Beard rimane in Inghilterra, con Roy Kent
nominato nuovo allenatore dell’AFC Richmond.
Sebbene i fan adorerebbero vedere
una serie spin-off di Ted Lasso, lo stesso Mohammed ha affermato di
essere diffidente nei confronti di una serie appena all’inizio di
questo mese. Parlando con GamesRadar+, Mohammed ha detto che
dovrebbe essere una storia abbastanza buona, con altre persone
disposte a tornare, perché lui possa tornare.
“Sono diffidente nei confronti di uno spin-off, ad essere onesti”,
ha detto Mohammed. “Non
fraintendetemi, se tutti gli altri fossero d’accordo e lo
facessero, e la storia fosse intrigante e interessante, sarei
aperto, ovviamente. Ma,
in particolare con Nate, abbiamo raccontato una storia vera con
lui, quindi non vorrai fare qualcosa di scadente.
Ci era riuscito Gaslit con un tone of voice inedito,
e Infiltrati alla Casa Bianca – White House
Plumbers replica quel successo cercando un punto di vista
non ancora esplorato. Ma facciamo un passo indietro. Come si
racconta una delle pagine più chiacchierate, studiate, esplorate
della storia degli Stati Uniti d’America con una prospettiva
differente?
Parliamo del Watergate, soggetto di
tantissimi prodotti di indagine, di intrattenimento, per il cinema
e per la tv, e parliamo della nuova serie HBO, dall’11 giugno in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Con un tono molto
simile a quel talento di Adam McKay di La
grande scommessa e Vice – L’Uomo
nell’Ombra, la serie si dimostra in grado di maneggiare
con grande perizia e spirito critico gli aspetti sociali, politici
ed economici dell’evento che è chiamato a raccontare.
Infiltrati alla Casa Bianca
– White House Plumbers, la trama
Infiltrati alla Casa Bianca
– White House Plumbers porta il pubblico dietro le quinte
dello scandalo Watergate, seguendo le vicende dei sabotatori
politici di Nixon, E. Howard Hunt (Woody
Harrelson) e G. Gordon Liddy (Justin
Theroux), che accidentalmente riuscirono a rovesciare
la presidenza che stavano tanto zelantemente cercando di
proteggere… e insieme ad essa le loro famiglie. Si parte dal 1971,
quando la Casa Bianca assume Hunt e Liddy, rispettivamente ex CIA e
ex FBI, per indagare sulla fuga di notizie dei Pentagon Papers.
Se Gaslit aveva raccontato il Watergate dal punto
di vista di Martha Mitchell, Infiltrati alla Casa Bianca lo fa
attraverso Hunt e Liddy, interpretati da Woody Harrelson (True Detective, Hunger
Games) e Justin Theroux(Six
Feet Under, Joker), inedita coppia comica che instaura dal
primo shot in cui li vediamo insieme una chimica scoppiettante. La
brillante scrittura affronta con disincanto una pagina di storia
che sconvolse il mondo politico, riportando i fatti con una nota di
leggerezza e sarcasmo che dà modo agli spettatori di rileggere con
ironia una vicenda complessa che fece crollare il mito
dell’invulnerabilità della Casa Bianca. E Harrelson e Theroux fanno
il resto, con il secondo, forse perché dal talento meno
investigato, che è davvero una piacevole sorpresa nella messa in
scena di questo nostalgico del Terzo Reich alle prese con un
compare annoiato e a tratti malinconico.
Nel cast anche
Lena Headey (già indimenticata Cersei de Il Trono
di Spade) e Judy Greer (Californication,
Mad Love) rispettivamente nei panni di Dorothy Hunt e Fran
Liddy.
Domhnall Gleeson (Anna Karenina) interpreta
invece il consulente legale della Casa Bianca, John Dean, mentre
Toby Huss (Blonde) veste i panni dell’agente della CIA
James McCord.
La tv si conferma dunque uno spazio
in cui poter dare voce a grandi storie, a indagine, a studio e
sperimentazione, in questo caso di punti di vista, un luogo in cui
il racconto vero e proprio è ancora al centro dell’attenzione. Se i
cinema, in queste settimana in particolare, sono invasi dai
blockbuster (sempre siano lodati, in questo lungo momento
post-pandemia di crisi della sala), la televisione è ancora luogo
sicuro, di interesse, di crescita, di informazione, di rischi. E
Infiltrati alla Casa Bianca – White House
Plumbers si guadagna a pieno titolo il suo posto in
un’offerta seriale delle piattaforme che è sempre più ricca, varia
e interessante.
Una bussola che punta verso ciò che
più si desidera. Due forbici al posto delle mani, che potano alberi
e acconciano capelli. Un cappello a cilindro, chiave di una follia
palese. Una fabbrica di cioccolato. Prima ancora di pensare ai
personaggi iconici appartenenti a film diventati cult, quando
sentiamo i loro nomi, pensiamo all’attore che li ha interpretati:
Johnny Depp. Poliedrico, enigmatico,
ribelle e con una forza centripeta che fa convergere
sempre tutto verso di lui prima ancora che sulla storia, l’attore
di Owensboro, che in tre decenni ci ha regalato personaggi
memorabili, spegne oggi sessanta candeline.
Fra i
divi di Hollywood più magnetici ma anche problematici,
Johnny Depp si porta in spalla una carriera
costellata di grandi successi (tralasciando qualche battuta
d’arresto negli ultimi anni), guadagnandosi un posto in prima fila
fra le stelle maggiormente volute dalle produzioni
cinematografiche. Il merito del suo successo, però, non va
ricondotto solamente al suo carattere indecifrabile e al suo essere
un sex symbol, che ha suscitato (ovviamente!) l’interesse in tutti,
ma alla sua capacità di entrare dentro i panni di personaggi molto
diversi fra loro con estrema facilità non risultando mai stonato o
fuori posto.
A questi Johnny
Depp ha dato parte di sé, costruendo come un puzzle dei
caratteri che quasi sembrano rappresentarlo. E allora, per i suoi
sessant’anni, gli rendiamo omaggio tracciando una linea dei
suoi personaggi più emblematici, quelli che ne portano le
sue diverse sfumature e a cui l’attore si è sentito maggiormente
legato e, in alcuni casi, riflesso.
Johnny Depp… una vita accanto a
Tim Burton
Innanzitutto, se pensiamo a
Johnny Depp e ai suoi personaggi, il collegamento
con Tim Burton è inevitabile. Un attore e un
regista eccentrici, alternativi potremmo dire, che forse proprio
per la loro natura da outsider sono riusciti a fortificare un
sodalizio che oramai dura dal 1990, anno in cui
Burton scelse il giovane Depp per vestire i panni di
Edward in Edward mani di forbice. La loro, però, non è mai stata
solo un’intesa artistica confinata nei margini del cinema.
Quell’amicizia nata al bar del Bel Age Hotel a Los Angeles ha fatto
sì che i due artisti diventassero l’uno il pilastro della vita
dell’altro nella quotidianità lontana dai riflettori. Se dunque
dobbiamo parlare di maschere indossate da Johnny
Depp e personaggi in cui l’attore si è calato sentendosi a
suo agio, non possiamo che iniziare proprio da
Tim Burton e dal loro rapporto.
Oltre ad averlo lanciato nel
firmamento delle stelle hollywoodiane, il regista ha messo a punto
dei personaggi diventati icone cinematografiche dopo che Depp ha
dato loro pelle e carisma per portarle in vita: Edward,
Willy Wonka, il Cappellaio Matto, fino a Victor Van Dot, a
cui Depp ha prestato la voce, rimanendo comunque memorabile. Ogni
protagonista è una storia piena di fascino, raccontata e messa in
moto dall’espressività di Depp e dalla fantastia dark gotica di
Burton. L’attore
è sempre stato in grado di plasmare sullo schermo le visioni
surreali dell’amico, e questo in qualche modo ha esaltato
anche l’intesa fra i due. Ma per spiegare la chimica e la scintilla
fra i due alfieri dell’estrosità, dobbiamo obbligatoriamente
affidarci alle parole dell’attore in merito alla loro conoscenza:
“Noi due ci eravamo capiti. Eravamo d’accordo sulla bellezza
perversa del bricco del latte a forma di mucca, sull’attrazione
estetica per l’uva di plastica e sulle raffinatezze e l’impatto
visivo delle immagini di Elvis disegnate sul velluto. (…) Avevamo
provato il reciproco rispetto che si prova per una persona che
senti non essere estranea.”
Quelle quattro tazze di caffè che
lui e Tim Burton hanno bevuto mentre si confrontavano sullo script
di Edward mani di forbice, a cui sono seguiti poi altri
sette film insieme, hanno fatto diventare Johnny
Depp l’attore feticcio del regista, iniziandolo a una
carriera stellare e riconoscibile. Oltre a scrivere un pezzo
davvero incredibile della storia del cinema, se si considera che
molti film che li vede lavorare insieme sono definiti dei classici.
Perciò, se ad oggi Johnny Depp è uno dei divi più
acclamati e desiderati, volto di alcuni dei personaggi più belli
che ci portiamo nel cuore, è merito – soprattutto – del suo grande
amico Tim Burton.
Edward mani di forbice, il suo
primo vero personaggio
Prima di diventare
Edward mani di forbice, Johnny Depp lavorava
ad una serie televisiva in Canada, per la quale non provava
particolare entusiasmo. Per contratto era obbligato a fare sempre
le stesse cose, ma l’alternativa a quell’impiego era rimanere al
verde e beccarsi una denuncia per aver strappato il contratto con
la produzione. Il periodo precedente il film con
Tim Burton era uno di quelli critici per Depp, tanto che quando
gli si presentò il copione del film e lesse la storia, scoppiò a
piangere. Edward era il primo, vero, personaggio che
l’attore sentiva suo senza neppure averlo ancora messo in
scena. E alla fine si è rivelato essere una parte di lui,
uno specchio in cui riflettersi.
Nel racconto di
Burton,
Edward è l’opera rimasta incompleta di uno scienziato. Una
creazione alla mostro di Frankestain, il cui risultato è un uomo al
cui posto delle mani si ritrova forbici gigantesche. Quando entra
in contatto con la società americana, qui dal regista stereotipata
all’ennesima potenza, Edward deve guadagnarsi la fiducia degli
altri, farsi valere, dare modo al suo prossimo di non avere timore,
per quanto poi sia respinto. Edward è un incompreso, ma anche un
fuoriclasse. Uno di quelli che non si può capire fino in fondo e
che è vittima di pregiudizi, incarcerato nell’etichetta. Questa
descrizione racconta un po’, ad oggi, quello che Johnny
Depp ha passato di recente con il “sistema-Hollywood” che
non ci ha pensato due volte a condannarlo a una damnation memoriae
preventiva, all’indomani delle accuse dell’ex moglie
Amber Heard: fuori dalla saga di
Animali fantastici (Warner
Bros) e da quella di Pirati dei
Caraibi (Disney),
senza nemmeno aspettare la conclusione del processo che ha visto
gli ex coniugi coinvolti.
Ma tornando a quel tempo, Depp si
sentiva come Edward.
Era Edward. Non era soddisfatto, cercava di farsi conoscere,
era – e tutt’ora è – enigmatico, stravagante, un po’ chiuso. E si
sentiva perso. Ma soprattutto, Edward gli ricordava la sua
infanzia, come dice lo stesso attore: “Anch’io mi ero sentito
strano e ottuso mentre diventavo grande. Rimasi colpito da quella
storia che divenne per me un’ossessione. Come avrei potuto
convincerlo che Edward ero io?”, e quando Depp ottenne il
ruolo, quello che pensò fu: “quel ruolo non era soltanto una
svolta nella mia carriera, era un pezzo di libertà. Libertà di
crescere, sperimentare, imparare ed esorcizzare quello che avevo
dentro.”
Willy Wonka e il Cappellaio
Matto
Nel curriculum di Johnny
Depp, sempre associati al regista
Tim Burton, ci sono poi altri due personaggi iconici – Willy Wonka e il Cappellaio Matto – che, seppur siano
diametralmente opposti, hanno un comune denominatore che li rende,
per quella sfumatura, simili: la stravaganza con un pizzico di
follia. Sicuramente fra i due quello davvero matto da legare è il
Cappellaio Matto, ma anche Willy Wonka ha quella sana dose di
stranezza fascinosa da poterlo accostare al personaggio de Le
Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Parliamo di
questi due personaggi non solo perché nascono da penne brillanti,
il primo citato da quella di Roal Dahl, il secondo da quella di
Lewis Carroll, ma perché Johnny Depp attraverso il suo eclettismo
è riuscito a dare a entrambi un tono e una verve tali da
potenziare al massimo la loro natura già di per sé
magnetica e curiosa.
L’attore è riuscito a far diventare
concreti due character che già nelle pagine dei loro autori erano
riusciti a prorompere nella storia, e nel “materializzarli” sullo
schermo Depp ha dato loro una parte di sé che potesse
caratterizzarli al meglio rendendoli unici: la sua intrigante
ambivalenza. Willy Wonka soprattutto e il Cappellaio Matto sono già
di per sé personaggi ambigui, misteriosi, indecifrabili. Proprio
come Johnny Depp, da sempre uomo di difficile
comprensione. La sua firma è incisa e indelebile
nell’interpretazione che dà di loro, e se ci pensiamo
bene, tolti gli strati di trucco sia da uno che dall’altro, quello
che potrebbe rimanere è proprio Depp, senza filtri. Nel caso del
Cappellaio Matto la somiglianza è ancor più evidente nel carattere
generale, ed è stato lo stesso attore a innescare questa
riflessione dicendo questo di lui: “Ho scelto di guardare il
Cappellaio da questa prospettiva e di vederlo come una persona
danneggiata, fisicamente ed emotivamente. Al contrario della follia
con cui viene solitamente identificato ho scelto di esplorare tutti
i lati della sua personalità: egli è in grado di passare da una
totale leggerezza ad una rabbia molto pericolosa che poi si
trasforma in tragedia e depressione.”
Se si analizzano queste parole, è
evidente che il Cappellaio Matto condivida con Johnny
Depp una vita fatta di altalene emotive, e forse Depp
non ha dovuto poi così tanto sforzarsi per interpretarlo
proprio perché lo rispecchiava. Era quell’amico da
abbracciare e aiutare, perché attraversava le sue stesse
difficoltà. Non sono sconosciuti i momenti di sofferenza e degrado
in cui è caduto l’attore negli anni, basti pensare alla condizione
infelice in cui si trovava prima degli anni Novanta. O quando sfogò
tutta la sua rabbia mettendo a soqquadro la suite in cui era con
l’ex fidanzata Kate Moss e poi fu arrestato. O
ancora, la suddetta terribile vicenda legale con l’ex moglie Heard.
Tutti momenti bui personali che si sono alternati a momenti di
grande successo professionale, trai film con Tim Burton, il
successo planetario di Pirati dei
Caraibi che lo ha reso una vera star
internazionale, e una serie di film che ne hanno fatto apprezzare
le doti di interprete sensibile ed elegante, anche lontano dalle
maschere. Un’esistenza turbolenta, che ha reso Johnny
Depp molto criptico e per certi versi un uomo discreto che
cerca di trovare la gioia in piccole cose, come la sua
Hollywood Vampires, la band con la quale suona in
giro per il mondo. O come Alice per il Cappellaio. Qualcosa che
cerca di farti stare in equilibrio… per quanto possibile.
Figliolo, sono capitan Jack
Sparrow, comprendi?
Una bussola che punta in direzione
dei propri desideri. Una nave piratesca chiamata “La Perla Nera”.
Un tricorno in pelle sbiadito dal sole battente dei Caraibi. Frasi
apparentemente senza senso. Un Capitano comico. Parliamo di
Jack Sparrow, il personaggio più
divertente e iconico che Johnny Depp
abbia interpretato nella sua carriera. Quello più amato e
remunerativo. Quasi idolatrato. Quello da cui l’attore non si è mai
realmente separato, ma anzi continua ad essergli attaccato in
maniera viscerale. Johnny Depp è Jack Sparrow, e
l’uno non può esistere senza l’altro. Concludiamo
questo viaggio nei personaggi maggiormente rappresentativi
dell’attore proprio con lui, il pirata dal grande cuore.
Per interpretare il protagonista
della saga piratesca più amata di sempre, Pirati dei
Caraibi per l’appunto, Depp non ha avuto margini
di manovra o limiti, ed è stato libero di modellarlo in base alla
visione che aveva di lui, del tutto strana ma simpatica. Seppur ad
un certo punto abbia dovuto appendere cappello e bussola e lasciare
il ruolo per cause di forza maggiore (ricordiamo che è stato
allontanato dalla Disney che non voleva essere associata a un
molestatore quando fu accusato dall’ex moglie di abusi domestici),
Jack Sparrow non ha mai smesso di esistere grazie soprattutto al
fatto che l’attore ci ha messo molto del suo nello strambo
pirata. Non dovendo sottostare alle “linee guida” di un
romanzo, ma semplicemente alla volontà di fare un film per famiglie
che avesse, quindi, personaggi divertenti, Depp ha potuto dare al
Capitano della Perla Nera alcune sue caratteristiche.
Jack Sparrow è infatti solo
apparentemente burbero, facilmente giudicabile per la sua
sfrontatezza e la sua ubriachezza, che parla a vanvera e a volte
non si capisce quello che dice. Ma in realtà, guardando oltre,
questo personaggio è buono, leale ai suoi compagni, in fondo
generoso e molto spassoso. È, soprattutto, davvero intelligente e
non si fa abbindolare, seppur sembri uno sciocco che farfuglia. Se
il suo pirata è così, è perché Johnny Depp gli ha
dato un taglio caratteriale che gli appartiene, nel quale si
riconosce e può riflettersi. È lui, in versione piratesca. E
soprattutto, proprio come Jack Sparrow, Johnny
Depp nel suo tortuoso percorso che lo ha visto
barcamenarsi fra una Hollywood che chiedeva la sua testa e
un’instabilità – mentale – palese, non ha mai smesso di camminare a
testa alta, cercando sempre di non perdere la sua preziosa dignità.
E così Johnny ha dato a Jack tutto quello che aveva: sarcasmo,
ribellione, bontà, enigma.
L’attore però non ha conferito al
pirata solo parte del suo carattere, bensì si è curato anche della
sua estetica a seconda dei suoi gusti personali, ispirandosi a uno
dei suoi cantanti preferiti, Keith Richard, che in
Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo ha vestito
proprio i panni del padre di Sparrow. Venendo ripagato, per tutto
questo, con amore e fedeltà. Johnny Depp, perciò,
arriva ai suoi sessant’anni portandosi dietro un bagaglio
importante di maschere e personaggi che hanno contribuito a
renderlo la persona che è ora. In essi si è ritrovato, con essi si
è capito meglio, ha stabilito un ponte fra lui e loro, e fra loro e
il pubblico. Johnny Depp deve ringraziare i suoi
personaggi per averlo arricchito. E i suoi personaggi devono
ringraziare Johnny Depp per averli fatti
brillare.
La storia di
Spider-Man: Across the Spider-Verse, film arrivato nelle
sale italiane il 1 giugno, e sequel di Spider-Man: Into the
Spider-Verse, porta il pubblico alla conoscenza di nuovi
Spider-Man, tutti diversi fra loro. Fra quelli che più hanno
colpito, sia per l’estetica che per il carattere, è sicuramente
Spider-Punk, lo Spider-Man
anarchico, che in questa nuova narrazione rappresenta una
versione dell’Uomo Ragno molto rock, con una chitarra sulle spalle
e il gilet borchiato, guadagnandosi subito numerosi apprezzamenti.
Spider-Punk è un ribelle, in lotta per la libertà,
e con una personalità piena di fascino e magnetica, tanto che è
impossibile non provare per lui una simpatia. Ma chi è,
davvero, Spider-Punk?
Spider-Punk, ossia Hobart “Hobie”
Brown
Lo
Spider-Man della Terra-138, che abbiamo
imparato a conoscere come Spider-Punk, nel suo
pianeta si fa chiamare con il vero nome, ossia Hobart
“Hobie” Brown. È lo Spider-Man anarchico, creato dalla
penna Dan Slott e dalla matita di Olivier Coipel, che ha fatto la
sua prima apparizione in Amazing Spider-Man #10 nel 2015.
Inizialmente, questa versione di
Spider-Man super rock era destinata al design di Spider-UK, ma
Dan Slott era talmente affezionato al personaggio realizzato, che
decise di trasformarlo in uno a sé stante.
Spider-Punkcombina lo stile punk rock
inglese con il classico costume di
Spider-Man, dandogli un aspetto più trasgressivo ma,
allo stesso tempo, determinato.
Hobie è diventato
Spider-Punk quando era un adolescente senzatetto,
dopo essere stato morso da un ragno radioattivo generato da uno
scarico illegale di rifiuti. In seguito all’acquisizione dei suoi
poteri, Hobie si è poi trasformato in un eroe con una missione
specifica: combattere per la libertà. Fondando, successivamente,
l’Esercito del Ragno, pronto per lottare contro la dittatura
fascista con a capo Ozzy Osborn. Spider-Punk è
dotato dei classici poteri dei ragni, quelli che siamo abituati a
vedere nel normale Spider-Man, ed è anche una vera rockstar che
suona in una band.
Tra l’altro, Hobie è anche grande
sostenitore della Gwen Stacy di Terra-138, un’altra musicista molto
famosa sul suo pianeta. Nell’universo principale di Terra-616,
Hobie è un personaggio che, prima di diventare un eroe, è stato un
cattivo. In questa Terra, prende il mantello di Prowler, un
personaggio usato dallo zio di Miles Morales, Aaron Davis, in
Spider-Man: Into the Spider-Verse.
Terra-138: cosa accade?
L’America della Terra-138 di
Spider-Punk è gestita dalle corporazioni.
L’atmosfera non è delle più tranquille e distese e a livello
sociale c’è molta povertà, ingiustizia e forze di polizia
militarizzate. L’amministratore delegato della Oscorp di Terra-138,
Ozzy Osborn, è Presidente degli Stati Uniti, indi per cui ha potuto
basare la sua politica governativa su un regime totalitario, per
poter avere il controllo su tutti. La Oscorp è poi responsabile
della creazione di Variable Engagement Neuro-sensitive Organic Mesh
(V.E.N.O.M.), un potenziamento simile a un simbionte sfruttato
dalle forze armate di Osborn.
La Terra-138 è, inoltre, molto più
violenta e aggressiva rispetto alla 616, e
Spider-Punk, che ha un atteggiamento “da tosto”, è
riflesso del suo mondo. Se Spider-Punk è definito
l’Uomo Ragno anarchico c’è anche un motivo preciso: lui è a capo di
tutti i ribelli che lottano per la libertà negata da Osborn, e che
sono quindi contro il fascismo da lui generato. Quando scende in
piazza per le rivolte, questo gruppo di combattenti sfrutta il
potere della musica punk rock per generare forti onde sonore
destabilizzanti contro i poliziotti. Nella storia di Spider-Punk su
Terra-138, questo riesce alla fine a sconfiggere Osborn
uccidendolo con la sua chitarra elettrica.
Spider-Punk in Spider-Man: Across
the Spider-Verse
Il pubblico incontra al cinema
Spider-Punk, ossia Hobart Brown, per la prima volta, grazie a
Spider-Man: Across the Spider-Verse, che nella
versione originale è doppiato da Daniel Kaluuya, il quale non è
sconosciuto alla Marvel, avendo
vestito i panni di W’Kabi in Black Panther. Nel film, vediamo
Spider-Punk consigliare più volte Miles Morales, e
quando quest’ultimo è interrogato da Spider-Man 2099, i commenti
contro il governo e i suoi detentori, accompagnati dal suo essere
sempre distaccato, sono umoristicamente motivanti.
Miles vede
Spider-Punk come una fonte d’ispirazione dalla
quale attingere, e riceve da quest’ultimo alcuni insegnamenti sul
fare la cosa giusta e sul doversi ribellare.
Spider-Punk diventa un elemento essenziale nella
storia, basti pensare che nel momento in cui l’amica Gwen è
bloccata nel suo stesso universo, è proprio lui a mandarle la
tecnologia necessaria per aiutarla. Spider-Punk è
un personaggio continuamente in lotta, sempre pronto ad aiutare
l’altro e che va avanti proprio grazie al suo temperamento ribelle
e bellicoso.
I Transformers sono tornati
con Transformers
– Il Risveglio,
settimo capitolo dell’amata saga action
fantascientifica basata sui giocattoli e serie animate
della Hasbro. A dirigere il nuovo film, nel quale
vengono introdotti nuovi Trasformers sia come alleati che come
nemici, è Steven Caple Jr., con il veterano
Michael Bay in veste di produttore. Transformers – Il Risveglio è introdotto nel
franchise come
primo capitolo di una nuova trilogia e, in quanto tale, ha una
storia ricca di nuovi villain, manufatti e possibili – e
incredibili – crossover.
Oltre a inserire alcune
interessanti novità nel mondo dei Transformers, il film
sgancia un’informazione-bomba poco prima dei
titoli di coda: questi non sono gli unici a combattere contro
l’oscurità e il male. Ma cosa significa, questo, per i Transfomers
e il loro mondo? Per capirlo, analizziamo il
finale e capiamo quali potrebbero essere le ripercussioni
sul futuro del franchise.
La Chiave Transwarp: cosa
rappresenta?
Alcuni secoli prima degli
eventi mostrati in Transformers – Il Risveglio, il
pianeta natio dei Maximals era stato colpito da
Unicron, Dio oscuro dei Transformers che si nutre di corpi
celesti ricchi di Energon per rimanere in vita. Il pianeta era
finito nel suo mirino poiché i Maximal avevano il compito di
proteggere la Chiave Transwarp, un artefatto
mistico capace di generare portali attraverso lo spazio e il tempo.
Unicron voleva la Chiave per potersi spostare nello spazio e andare
alla ricerca di nuove terre da mangiare, spingendo così i Maximal a
sacrificarsi – e con essi il loro pianeta – per salvare l’universo
da questa grossa minaccia.
Apelinq, loro leader, aveva però
deciso di restare per poter contrastare Scourge, che fra i
servitori di Unicron è quello maggiormente pericoloso e letale.
Nello stesso momento, Optimus Primal aveva guidato i
Maximal attraverso un portale spazio-temporale, con lo
scopo di poter mettere al sicuro la Chiave Transwarp e impedire a
quest’ultimo di impossessarsene. Il Dio era così rimasto
intrappolato vicino al pianeta dei Maximals, nutrendosi della loro
casa, pur consapevole che sarebbe morto di fame per sempre se non
fosse riuscito ad avere la Chiave. Ordinando poi a Scourge e ai
suoi Terrorcons di cercarla in tutto l’universo per trovarla.
I Maximal, che dovevano proteggere
la Chiave, si erano rifugiati sulla Terra, e una
volta arrivati lì l’avevano divisa a metà, per poi nasconderla ai
due lati opposti del pianeta. Siamo ora nel 1994, nel tempo di
Transformers – Il Risveglio, quando
l’archeologa Elena Wallace si imbatte nella Chiave Transwarp e la
attiva senza neppure volerlo, portando da una parte i Terrorcons
sulla Terra, dall’altra i Maximals e gli Autobots a unirsi per
sconfiggere Unicron.
Maximals e Autobots: sconfitte e
morti
In
Transformers – Il Risveglio il cuore del
racconto è un’avventura itinerante che vede
protagonisti gli Autobot e i loro alleati in
missione per trovare la seconda metà della Chiave Transwarp.
Optimus Prime ha bisogno della Chiave per ricondurre gli Autobot su
Cybertron, nella speranza di avere un finale in cui i Decepticon,
da quella guerra, ne escono sconfitti. Gli Autobot, come svela lo
stesso Prime, sono rimasti sulla Terra per sette anni senza poter
andare via, dagli eventi di Bumblebee, i quali si svolgono nel1987.
Quando i Terrorcons uccidono
Bumblebee,
impadronendosi della prima metà della Chiave Transwarp , per Prime
la missione diventa ancora più urgente e prioritaria. Ma la sua
ricerca della Chiave fa sì che la Terra, a quel punto, si trasformi
in un obiettivo di Unicron da annientare. A quel punto, Elena e
l’ex soldato Noah Diaz credono che l’unico modo per
risolvere la questione sia neutralizzare la Chiave,
intrappolando per l’eternità il Dio in un angolo remoto dello
spazio. Così i due, insieme agli Autobot, stringono un’alleanza –
poco solida – che si protrae per gran parte del film.
Anche i Maximals, nella lotta
contro i Terrorcons, non hanno la meglio. Unicron nel frattempo ha
bisogno che tutti i suoi sudditi gli siano fedeli e per far sì che
questo avvenga, corrompe le loro anime, legandole alla sua volontà.
Con lo stesso potere, Scourge attacca la Maximal Airazor,
sconquassandole la mente, tanto che quest’ultima tradisce i suoi
compagni e, alla fine, viene uccisa da Primal. L’abbattimento di
Airzaor crea il momento perfetto per i Terrocons per sottrarre loro
la seconda metà della Chiave Transwarp.
La guerra di Unicron
Nella battaglia
conclusiva di Transformers – Il
Risveglio, Scourge – che ha causato la morte di un
Maximal – riesce a utilizzare la Chiave Transwarp per aprire un
portale e far arrivare Unicron sulla Terra. Ma essendo il Dio
veramente molto ingombrante, questi richiede del tempo per essere
aperto, dando modo agli altri di attaccare i Terrorcons e salvare
il pianeta. Ogni incomprensione e differenza fra umani,
Autobot e Maximal viene accantonata, e uniscono le
loro forze per sconfiggere il male più grande: l’oscurità,
in questo caso rappresentata da Unicron. Tutte le fazioni capiscono
però che distruggere la Chiave non è una strada percorribile,
poiché l’esplosione che ne deriverebbe creerebbe un evento di
risucchio tale da annientare tutti quelli che lo circondano.
Così il gruppo di eroi sceglie di
sfruttare un vecchio codice di sicurezza per
spegnere la macchina di Scourge. Gli umani, utilizzando
piccoli condotti, possono giungere al pannello di controllo della
Chiave Transwarp, mentre Autobot e Maximal attaccano la base dei
Terrorcons, creando un diversivo. Purtroppo però il piano non va a
buon fine a causa di Unicron che usa il portale spazio-temporale
per mandare rinforzi ai Terrorcons. Non solo: Scourge non lascia la
sua postazione, rimanendo vicino al pannello di controllo.
A quel punto non c’è più
alternativa: per far sì che Elena e Noah abbiano modo di
disattivare la Chiave Transwarp, Mirage combatte da solo contro
Scourge, ma quest’ultimo è decisamente troppo potente, e lo
abbatte. Mirage, però, non muore, e utilizza ogni componente del
proprio corpo per realizzare un’armatura da combattimento per Noah,
trasformandolo in un guerriero che ora può affrontare i Terrorcons.
Altri rinforzi arrivano da Bumblebee, che viene rianimato quando la
Chiave si riattiva, potendo così combattere accanto ai propri amici
e aiutarli. I Terrorcons vengono
neutralizzati, ed Elena può inserire il codice di
uccisione sul terminale di controllo della Chiave.
Poco prima di morire, però, Scourge
riesce a distruggere il terminale: l’arrivo di Unicron non si può
più evitare. Mentre tutto sembra stare per avere un epilogo
disastroso, Prime ordina la ritirata, sacrificandosi nel tentativo
di fare a pezzi da solo la Chiave Transwarp. Demolita la
Chiave, il portale si chiude e con esso Unicron viene
imprigionato nello spazio, ma anche Prime viene risucchiato dal
portale. Noah, però, con l’aiuto di Primal, riesce a salvarlo,
evitando che vengano distrutti. Con la Chiave Transwarp fuori
gioco, Autobot e Maximal non possono più lasciare il
pianeta perché non hanno altre soluzioni. In ogni caso
Optimus Prime è consapevole di un possibile ritorno di Unicron,
considerato che non è morto, e vuole comunque, in ogni caso,
proteggere la Terra insieme a Primal.
In arrivo un crossover?
Prima dello scorrere dei
titoli di coda, un’ultima scena di Transformers – Il
Risveglio, preannuncia un crossover molto
interessante, atteso da moltissimo tempo dai fan di tutta
la saga. Nelle
ultime immagini, vediamo Noah – rientrato a New York – cercare
un’occupazione come agente di sicurezza. Nell’ultimo colloquio che
svolge, l’intervistatore gli svela di essere membro di
un’agenzia governativa segreta alle prese con una guerra
in cui cercano di impedire che il mondo venga annientato. Vorrebbe
che Noah e i suoi nuovi amici ne entrassero a far parte e, in
cambio, per aver salvato il mondo, loro si occuperebbero delle
spese mediche del fratello minore di Noah per sempre, dandogli le
cure di cui ha bisogno.
In seguito, un frame mostra un
biglietto da visita che è stato dato a Noah nel colloquio, in cui
si legge il nome dell’agenzia: G.I. Joe. Questa è
un’altra linea di giocattoli Hasbro, che ha una storia molto
intricata con i Transformers. Hasbro aveva provato a debuttare con
un franchise interamente dedicato ai personaggi dei G.I. Joe e, non
riuscendo a far andare in porto la cosa, ha deciso con Paramount di
inserirli nell’universo dei
Transformers, portando quindi in sala un crossover.
Più volte il cinema si è dimostrato
precursore di tematiche ed eventi poi divenuti di grande attualità.
Attraverso il suo racconto e le sue infinite possibilità, la
settima arte ha infatti avuto modo di immaginare il mondo e le
società del futuro, dimostrando una precisione spesso sconvolgente.
Uno dei titoli più affascinanti facenti parte di questo filone è
Nemico pubblico, thriller del 1998
diretto dal regista Tony Scott. Al centro di
questo si affronta il mondo dello spionaggio e della sicurezza
nazionale e privata. Tematiche che oggi sono parte integrante del
XXI Secolo e che qui trovano un loro primo campo di indagine.
In seguito agli eventi dell’11
settembre 2001, e alle rivelazioni fatte da Edward
Snowden, Nemico pubblico è infatti stato
riscoperto come opera che aveva in un certo senso previsto quanto
sarebbe accaduto, come anche il sempre più decisivo ruolo svolto
dalle intercettazioni. Si tratta dunque di una sorta di
rielaborazione in chiave più contemporanea del capolavoro del
1974 La conversazione, avente non a caso lo stesso
attore protagonista del film del 1998. Apprezzato per la qualità
della sua scrittura, per l’intreccio narrativo e le interpretazioni
dei protagonisti, ancora oggi è indicato come uno dei più brillanti
thriller degli ultimi decenni.
Le caratteristiche sin qui esposte
non potevano infatti far passare inosservato il film, da subito
accolto con grande interesse. Sin dal suo debutto, infatti,
Nemico pubblico si rivelò infatti un enorme successo. A
fronte di un budget di 90 milioni di dollari, questo arrivò ad
incassarne circa 250 in tutto il mondo. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
Nemico pubblico: la trama del film
Ambientato a Baltimora, il film vede
Thomas Brian Reynolds, capo di una sezione della
National Security Agency, ordinare l’uccisione di un rappresentante
del congresso non disposto a farsi corrompere. L’omicidio viene
però ripreso da una videocamera installata dal ricercatore
Daniel Zavitz, il quale si rende conto
dell’importanza del filmato in suo possesso. Da subito questi si
ritrova inseguito dagli agenti di Reynold, i quali hanno il chiaro
compito di farlo fuori. Prima di essere ucciso, Zavitz riesce
fortuitamente ad incontrare un suo vecchio amico. Si tratta di
Robert Clayton Dean, procuratore legale da sempre
impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori. Questi non
sospetta minimamente che l’incontro con l’amico Daniel lo ha reso
parte di un pericoloso gioco di potere.
Dean si ritrova infatti
inspiegabilmente interrogato dai servizi segreti, ma non sa nulla
di ciò che questi desiderano sapere. La sua conoscenza sulla
questione cambierà nel momento in cui scoprirà che prima di morire
Zavitz gli ha lasciato la registrazione del pericoloso video nella
busta dei regali per i suoi figli. In breve, la vita di Dean viene
sconvolta, e l’uomo si trova a dover risolvere la questione perché
le cose tornino alla normalità. Per riuscirci, si avvarrà delle sue
conoscenze, come anche dell’aiuto di Edward Lyle,
detto Brill. Ex agente del NSA, questi si offre di
aiutare Dean a svelare il complotto che rischia di far tremare
l’intera sicurezza nazionale.
Nemico pubblico: il cast
del film
Ad interpretare il ruolo dell’agente
in pensione Edward Lyle è il premio Oscar Gene Hackman.
Questi, che aveva già recitato in un film simile come La
conversazione, rifiutò il ruolo svariate volte, non convinto
dalla trama. Alla fine, fu solo una chiamata diretta del regista
che lo convinse ad accettare la parte. Il personaggio da lui
interpretato, inoltre, è considerato da alcuni essere lo stesso del
film del 1974, solo con un altro nome. Hackman, però, non ha mai
rivelato la sua opinione a riguardo. Nonostante sia indicato come
uno dei protagonisti, inoltre, l’attore fa la sua comparsa nel film
soltanto a quasi un’ora dall’inizio. Sono poi presenti gli
attori Jon Voight nei panni di Thomas
Brian Reynolds, mentre Gabriel Byrne è
il falso Brill.
Vero protagonista del film è però il
personaggio di Robert Clayton Dean. Originariamente, per questo
ruolo erano stati presi in considerazione gli attori Mel
Gibson e Tom Cruise. Ad ottenere la
parte, però, fu Will Smith.
Questi fece di tutto pur di far parte del film soltanto per la
possibilità di recitare accanto ad Hackman. La chimica nata tra i
due è stata poi indicata come una delle cose più memorabili del
film. Accanto a Smith, nei panni di sua moglie, si ritrova
l’attrice Regina King, attualmente nota per essere
la regista del film One Night in Miami. Nel film sono poi
presenti diversi attori oggi noti, qui alle loro prime esperienze.
Tra questi si annoverano Jack Black nei panni di
Fiedler e Seth Green in quelli di Selby. Daniel
Zavitz è invece interpretato da Jason Lee.
Nemico pubblico: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Nemico pubblico grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video, Disney+ e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di giovedì 10 febbraio alle ore
21:25 su canale Nove.
Se un incontro ravvicinato del III°
tipo corrisponde al contatto con extraterrestri o UFO, il
cosiddetto incontro del IV° tipo descrive esperienze di rapimento
subite dagli umani da parte di soggetti alieni. Proprio questo
secondo tipo di situazione è alla base del film del 2009
Il quarto tipo (qui la recensione), dove si
mescola fantascienza, horror e mistero. Scritto e diretto da
Olatunde Osunsanmi, celebre anche per titoli
“simili” come Falling Skies e Star
Trek: Discovery, questo lungometraggio porta gli
spettatori a vivere un’esperienza che tenta di proporre in chiave
documentaristica episodi la cui veridicità rimane ancora oggi di
difficile classificazione.
Il film è infatti a suo modo un
mockumentary che si offre come la drammatica rievocazione di eventi
veri accaduti a Nome, in Alaska. Affascinato dall’argomento,
Osunsanmi ha dunque condotto numerose ricerche a riguardo,
convincendosi di voler trattare l’argomento con un linguaggio
cinematografico che rendesse difficile distinguere il vero dal
falso, lasciando dunque allo spettatore il compito di credere o
meno a quanto visto. Al di là di ciò, obiettivo evidente del film è
anche quello di utilizzare la vicenda dei rapimenti alieni come
base di partenza per un horror che si distingua rispetto ad altri
titoli di questo genere.
Pur se accolto in modo tiepido
dalla critica e dal pubblico, negli anni Il quarto
tipo è diventato un titolo piuttosto ricercato,
specialmente dagli appassionati di fantascienza e di paranormale.
Pur con i suoi difetti, è infatti un film che offre un’interessante
rilettura di situazioni ad ogni modo realmente verificatesi. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia dietro
al film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
Il quarto tipo: la trama e il cast
del film
Protagonista del film è la
psicologa Abbey Tyler, la quale si occupa di
trattare pazienti affetti da disturbi del sonno. Il più delle
volte, questi sono causati da traumi avvenuti nel passato. C’è però
un elemento comune che torna continuamente nel racconto di ognuno
dei suoi pazienti. Tutti affermano infatti di aver visto un gufo
bianco osservarli di notte. Quando si imbatte in Tommy
Fisher, un nuovo problematico paziente che afferma questa
stessa cosa, Abbey inizia a comprendere che c’è qualcosa di strano
e decide di indagare. Più va a fondo nei traumi di Fisher, però,
più vedrà emergere realtà spaventose, inimmaginabili. La stessa
dottoressa avrà modo di sperimentare tutto ciò sulla propria
pelle.
Ad interpretare la dottoressa Abbey
Tyler vi è l’attrice Milla Jovovich,
rimasta particolarmente colpita dalla storia. All’inizio del film,
la Jovovich informa il pubblico che interpreterà un personaggio
basato su una persona reale di nome Abigail Tyler e che il film
conterrà filmati d’archivio della vera Tyler. La “Abigail Tyler”
vista nel filmato d’archivio è in realtà interpretata da
Charlotte Milchard e, in vari punti del film, le
scene del filmato d’archivio e le relative rievocazioni drammatiche
vengono presentate fianco a fianco. Nel ruolo di Tommy Fisher vi è
invece l’attore Corey Johnson, mentre
Elias Koteas è il dottor Abel Campos. Completano
il cast Hakeem Kae-Kazim nei panni del dottor
Awolowa Odusami e Will Patton in quelli dello
sceriffo August.
Il quarto tipo: la vera storia dietro al film
Per quanto il film costruisca un
racconto ispirandosi a vere testimonianze e sulla definizione di
“incontro del IV° tipo”, quella presentata nel film non è
propriamente una storia realmente accaduta. Il quarto
tipo, d’altronde, è classificabile come mockumentary, ovvero
un racconto realizzato con i mezzi espressivi del documentario per
dare sensazione di verità in quanto si mostra. In realtà è però
un’opera di finzione camuffata sotto questo stratagemma. Il
contenuto del racconto, tuttavia, trova delle basi in vere
testimonianze di persone che affermano di essere state vittime di
rapimenti alieni. Nella vera Nome, cittadina dell’Alaska, sono
infatti diverse le persone scomparse nel corso degli anni e di cui
non si sono più avute notizie.
Le interviste ingannevoli presenti
nel film hanno però fatto arrabbiare le famiglie delle vere persone
scomparse a Nome, in Alaska, per aver banalizzato la loro perdita.
Melanie Edwards, vicepresidente di Kawerak Inc.
(un’organizzazione che rappresenta i popoli indigeni dell’Alaska),
ha descritto il film come “insensibile ai familiari delle
persone scomparse a Nome nel corso degli anni“. La Universal
ha però rifiutato di discutere del film con quell’organizzazione o
con i giornalisti locali. Per evitare ulteriori fraintendimenti, i
titoli di coda del film non includono la solita sezione con la
scritta “Gli eventi e le persone raffigurati in questo film
sono fittizi...” né quella riportante “Il film è basato su
eventi reali…“.
Il quarto tipo: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Il quarto tipo grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 9 giugno alle ore 21:15
sul canale Italia 2.
Il quarto tipo in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
Universal Pictures ha diffuso il
trailer ufficiale di Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco
3, il film che chiude la trilogia della storia d’amore e
di famiglia di Toula (Nia Vardalos) e Ian
(John Corbett).
Dalla scrittrice e regista
Nia Vardalos, il fenomeno mondiale Il Mio
Grosso Grasso Matrimonio Greco torna al cinema con una
nuova avventura. Unisciti ai Portokalos in una riunione di famiglia
in Grecia per un viaggio commovente ed esilarante, ricco di amore e
di colpi di scena. Opa!
Diretto da Joel
Zwick, Il mio grosso grasso matrimonio
greco segue Fotoula “Toula” Portokalos (Vardalos), una
giovane donna greco-americana che si innamora del non greco Ian
Miller (John Corbett). Caratterizzato da un cast
di supporto stellare che include il defunto Michael
Constantine nei panni del padre di Toula Windex, Gus e
Lainie Kazan nei panni della madre di Toula,
Maria, l’affascinante film ha generato una serie TV sequel di breve
durata e un sequel del 2016,
Il mio grosso grasso matrimonio greco 2.
Le prime notizie di un terzo adattamento sono arrivate a giugno del
2022.
A dimostrazione che la storia a
volte può essere più incredibile della finzione, Infiltrati
alla casa bianca – White House Plumbers, la nuova
miniserie HBO con Woody Harrelson (True Detective, Hunger
Games) e Justin Theroux(Six Feet Under,
Joker), racconta in modo lucido e dissacrante gli eventi meno
noti che hanno portato a uno dei più grandi scandali della politica
americana, il Watergate. Creata dai vincitori degli Emmy Awards
Alex Gregory and Peter Huyck (Veep), e diretta da David
Mandel (Veep), la serie sarà disponibile in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dall’11 giugno
(data a partire dalla quale i cinque episodi saranno proposti uno
alla settimana tutte le domeniche su Sky Atlantic).
Infiltrati alla casa bianca
– White House Plumbers porta il pubblico dietro le quinte
dello scandalo Watergate, seguendo le vicende dei sabotatori
politici di Nixon, E. Howard Hunt (Woody Harrelson) e G. Gordon
Liddy (Justin Theroux), che accidentalmente riuscirono a rovesciare
la presidenza che stavano tanto zelantemente cercando di
proteggere… e insieme ad essa le loro famiglie. Si parte dal 1971,
quando la Casa Bianca assume Hunt e Liddy, rispettivamente ex CIA e
ex FBI, per indagare sulla fuga di notizie dei Pentagon Papers.
La serie affronta con disincanto
una pagina di storia che sconvolse il mondo politico, riportando i
fatti con una nota di leggerezza e sarcasmo che dà modo agli
spettatori di rileggere con ironia una vicenda complessa che fece
crollare il mito dell’invulnerabilità della Casa Bianca.
Nel cast anche
Lena Headey (già indimenticata Cersei de Il Trono di
Spade) e Judy Greer (Californication, Mad Love)
rispettivamente nei panni di Dorothy Hunt e Fran Liddy.
Domhnall Gleeson (Anna Karenina) interpreta invece il
consulente legale della Casa Bianca, John Dean, mentre Toby Huss
(Blonde) veste i panni dell’agente della CIA James
McCord.
Diretta e prodotta da David Mandel;
creata, scritta e prodotta da Alex Gregory e Peter Huyck;
produttori esecutivi Frank Rich, David Bernad, Gregg Fienberg,
Justin Theroux, Woody Harrelson, Len Amato e Ruben Fleischer. Una
co-produzione HBO con wiip, produttori esecutivi Paul Lee, Mark
Roybal and Nne Ebong.
Nella versione italiana del nuovo
film Disney e Pixar Elemental,
il cantante Mr.Rain interpreta il brano originale “Per
sempre ci sarò”, di cui ha curato anche l’adattamento. Il
pubblico potrà ascoltare parte della canzone durante il film e
l’intero singolo nei titoli di coda del lungometraggio d’animazione
che arriverà il 21 giugno nelle sale italiane. “Per sempre ci sarò”
è ora disponibile sulle piattaforme digitali Link
Spotify.
La colonna sonora originale del
film, che include il singolo “Per sempre ci sarò” e le musiche
originali composte e dirette da Thomas Newman, sarà disponibile dal
16 giugno sulle piattaforme digitali.
Nel film, il brano “Per sempre ci
sarò” contribuisce a dar vita a uno straordinario viaggio
attraverso Element City in cui la brillante ragazza di Fuoco,
Ember, e il ragazzo di Acqua che “segue la corrente”, Wade, si
rendono conto che forse non sono poi così diversi. Nella versione
originale del film, il brano “Steal the Show” è interpretato dal
cantautore, produttore e polistrumentista multi-platino Lauv che ha
lavorato sul singolo con il compositore Thomas Newman – che ha
firmato le colonne sonore dei film Pixar Alla ricerca di Nemo, WALL•E
e Alla ricerca di Dory – e con l’autore Michael
Matosic.
Elemental
è un nuovo lungometraggio originale ambientato a Element City dove
gli elementi – Fuoco, Acqua, Terra e Aria – vivono insieme. La
storia introduce Ember, un’“ardente” giovane donna, la cui amicizia
con un ragazzo di nome Wade, divertente e sdolcinato, mette alla
prova le sue convinzioni sul mondo in cui vivono.
Nella versione italiana del film,
prestano le proprie voci Valentina Romani nel
ruolo di Ember, una brillante ragazza di Fuoco sulla ventina con un
grande senso dell’umorismo che ama la sua famiglia ma che a volte
si infiamma facilmente; Stefano De
Martino nel ruolo di Wade, un attento ed empatico
ventenne di Acqua che non ha paura di mostrare le proprie emozioni,
che sono difficili da non notare; Serra
Yilmaz nel ruolo della mamma di Ember, Cinder;
e Hal Yamanouchi nel ruolo del padre di
Ember prossimo alla pensione, Bernie. Inoltre, Francesco
Bagnaia, pilota motociclistico e campione del mondo in
carica di MotoGP, interpreta uno speciale cameo nel ruolo di
“Pecco”.
Elemental
è diretto da Peter Sohn e prodotto da Denise Ream p.g.a., mentre
Pete Docter è il produttore esecutivo. La sceneggiatura è di John
Hoberg & Kat Likkel e Brenda Hsueh, con un soggetto di Sohn, Hoberg
& Likkel e Hsueh. Elemental arriverà
il 21 giugno nelle sale italiane, insieme al nuovo cortometraggio
Pixar L’Appuntamento di Carl.