Come riportato dall’Hollywood Reporter, un giudice
federale degli Stati Uniti ha confermato la posizione dello United
States Copyright Office (USCO) secondo cui l’arte interamente
prodotta dalle Intelligenze artificiali non può essere protetta da
copyright negli Stati Uniti. La decisione del giudice distrettuale
statunitense Beryl Howell arriva in un momento in cui l’uso
dell’intelligenza artificiale nella creazione di sceneggiature è
una delle principali questioni che la Writers Guild of America
(WGA) sta rinfacciando agli studios di Hollywood con lo sciopero che sta bloccando l’intera
industria.
L’arte realizzata dalle AI è infatti
un’opera prodotta da un processo di apprendimento automatico
dell’intelligenza artificiale, il che significa che un
computer/macchina ha appreso informazioni, come il lavoro passato e
lo stile di altri artisti, descrizioni di personaggi e immagini,
generando una nuova immagine a partire da quella conoscenza
appresa. La conoscenza immessa nella macchina proviene quasi sempre
dagli esseri umani, che spesso immettono anche nella macchina
specifiche istruzioni guida per la realizzazione del prodotto
artistico.
Ma l’effettiva creazione finale è
generata dal computer/macchina. Nel 2022, dunque, l’USCO ha negato
la protezione del copyright a Stephen Thaler e al
suo dipinto generato dall’intelligenza artificiale (attraverso
Midjourney), dal titolo “A Recent Entrance to
Paradise“. Thaler ha a quel punto fatto causa
al Copyright Office e la sentenza ora emessa è il risultato di
quella causa. L’attuale posizione dell’USCO rimane dunque quella
per cui gli esseri umani non hanno un effettivo controllo sull’arte
prodotta dalle AI.
Uno strumento come Midjourney genera
infatti immagini in modo imprevedibile. Di conseguenza, gli utenti
non sono gli ‘autori’ ai fini del copyright delle immagini generate
dalla tecnologia e, come dichiarato dall’USCO, “a causa della
notevole distanza tra ciò che un utente può richiedere a Midjourney
di creare e il materiale visivo che tale strumento effettivamente
produce, gli utenti non possiedono un controllo sufficiente sulle
immagini generate per essere trattati come la “mente principale”
dietro di esse”.
Tale sentenza potrebbe entrare ora
nel dibattito in corso tra gli
sceneggiatori e gli studios, anche se quanto dichiarato dal
giudice federale si applica ad ora unicamente all’arte visiva. Il
copyright potrebbe invece essere assegnabile, ad esempio, ad una
sceneggiatura che è stata scritta da un’AI e poi riscritta da un
essere umano. Quindi gli studios di Hollywood potrebbero ancora
spingere per l’uso delle AI senza preoccuparsi di perdere la
protezione del copyright.
Barbie è rimasto
saldamente al primo posto del box office per quattro settimane
negli Stati Uniti, ma alla fine è stata spodestato da
Blue
Beetle (qui la recensione), il nuovo
film DC dedicato al primo supereroe latinoamericano. Tuttavia, il
film DC non ha battuto di molto il lungometraggio di Greta Gerwig. Come
riportato da Comicbook.com, il film diretto
da Angel Manuel Soto ha infatti debuttato con
risultati al di sotto delle aspettative, nonostante le recensioni
positive di critica e pubblico. Nel suo primo fine settimana,
Blue Beetle ha incassato appena 25 milioni di dollari,
quando inizialmente si prevedeva ne avrebbe guadagnati 30.
Questo segna l’apertura più bassa
per un film DC al box office da quando Wonder Woman
1984 è stato rilasciato nel 2020, in un momento
però giustificato dalle note difficoltà. Il film con protagonista
Gal Gadot aveva
infatti guadagnato solo 16,7 milioni al botteghino durante il suo
weekend di apertura a causa della pandemia. La precedente uscita DC
al cinema, The
Flash, ha invece incassato 55,1 milioni di
dollari al botteghino nel weekend di apertura di giugno. Tuttavia,
il film ha poi avuto un enorme calo nel suo secondo fine settimana
ed è ora considerato uno dei più grandi flop di film a fumetti di
tutti i tempi.
Blue Beetle potrebbe non aver avuto un buon
inizio, ma le sue recensioni positive potrebbero probabilmente
aiutarlo a superare The
Flash negli incassi complessivi. Il film, come noto, vede
Xolo Maridueña nel ruolo del protagonista e il suo
alter ego, Jaime Reyes, il quale mentre cerca di trovare il suo
scopo nel mondo, si ritrova inaspettatamente in possesso di
un’antica reliquia della biotecnologia aliena: lo Scarabeo. Quando
lo Scarabeo sceglie improvvisamente Jaime come suo ospite
simbiotico, gli viene conferita un’incredibile armatura dotata di
poteri straordinari e imprevedibili, cambiando per sempre il suo
destino.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue Beetle è un personaggio
immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti
d’America da diverse case editrici a partire dal 1940. Tale
supereroe ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato”
nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite
Earths insieme a un certo numero di altri
personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in
seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha
mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari
dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine.
È diventato un membro
della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics. Soto (“Charm City
Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di
Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”),
basata sui personaggi DC. Al fianco di Xolo
Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo Adriana
Barraza(“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo
della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar
(“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre,
Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga
di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna
Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in
quello di Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film
di “Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax.
Il Premio Oscar
Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man
Walking”) come Victoria Kord e George Lopez
(le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo
zio Rudy. Nel cast anche Belissa Escobedo
(“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo
della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén
(“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott.
Sanchez. Blue Beetle è disponibile nelle sale italiane a
partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Il prossimo film sui supereroi di
quest’anno, The Marvels, dovrebbe
essere un’epica convergenza di narrazioni, dove si intrecciano le
storie di Captain Marvel, la Kamala Khan della serie
Disney+Ms. Marvel e Monica Rambeau,
proveniente da WandaVision. I tre
distinti personaggi uniranno le forze per affrontare i minacciosi
piani della rivoluzionaria Kree di Zawe Ashton. Il
posizionamento strategico del film all’interno della Fase 5
dell’MCU funge inoltre da allettante
accenno alle avventure che ci attendono e ai potenziali ritorni
futuri dei personaggi.
In un’intervista esclusiva con la
rivista Total Film, la regista
Nia DaCosta ha acceso la speculazione sul
potenziale per un terzo film di Captain Marvel all’interno del Marvel Cinematic Universe. Dopo
questo secondo film con protagonista la supereroina di Brie Larson, la
DaCosta sembra infatti aver già puntato gli occhi sul futuro,
affrontando le intriganti possibilità oltre l’imminente rilascio in
alcune conversazioni avute con il capo dei Marvel Studios, Kevin
Feige.
Da queste conversazioni sembrano
essere emersi un miscuglio di intuizioni sulle possibili future
apparizioni dei personaggi di The Marvels. “Ho proposto a Kevin
17 versioni di ciò che può accadere con tutte queste donne, –
ha affermato la regista – e perché e come, e questo e quello. E
lui dice, ‘Okay, ragazza’, e a volte penso di avere davvero un
prossimo film tra le mani dopo questo. E poi altre volte penso
invece ‘oh, hanno questo piano completamente diverso di cui non
faccio parte.‘”
In mezzo a queste incertezze, la
DaCosta rimane però fiduciosa e immagina i personaggi principali
del film, Captain Marvel, Kamala Khan e Monica
Rambeau, progredire insieme come unità all’interno dell’MCU. Esprimendo la sua fiducia
nella loro chimica, ha infatti dichiarato: “Perché sono davvero
fantastici insieme“. Tuttavia, la realizzazione di un
Captain Marvel 3 dipenderà
molto probabilmente dall’accoglienza critica e commerciale di
The
Marvels.
The Marvels, la trama
Nel film Marvel StudiosThe
Marvels, Carol Danvers alias Captain
Marvel deve farsi
carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi
compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un
rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della
sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli
della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora
un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve
fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare
l’universo come “The
Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci saranno
anche Iman Vellani(Ms.
Marvel, che vedremo
anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo
modifiche, arriverà in sala il 10 novembre
2023.
Ad un mese dalla sua uscita nei
cinema italiani,
Barbie, diretto da Greta
Gerwig con
Margot Robbie e
Ryan Gosling nei panni dei protagonisti, continua a
mantenere il primo posto nei Box office nazionali. Nel solo fine
settimana il film ha incassato €228.501 a fronte di un totale di 29
milioni di euro.
Al secondo posto ritroviamo
una nuova uscita della settimana: si tratta di
Blue Beetle, action movie basato sul personaggio della
DC Comics, nei cinema dal 17 agosto. La pellicola incassa €130.716
nel week end a fronte di un totale di poco più di 500 mila
euro.
Terzo classificato è
Shark 2-l’abisso, film horror nelle sale dal 3 agosto,
che ha raggiunto un incasso di €118.744 su un totale di più di 4
milioni e mezzo di euro.
Box office: il resto della
classifica
Al quarto e quinto posto si
stabiliscono
I peggiori giorni ed
Elemental; I peggiori giorni, commedia di
Edoardo Leo e Massimiliano Bruno,
nelle sale dal 14 agosto, ha incassato €62.881 nel fine settimana.
Elemental invece, cartone Disney Pixar nei cinema dal 21 giugno,
incassa €41.651 a fronte di un totale di 6 milioni e mezzo di
euro.
Scende all’ottavo posto
Indiana Jones ed il quadrante del destino, quinto ed
ultimo capitolo della serie cinematografica d’avventura con
Harrison Ford; l’incasso del week end è di €20.466 a
fronte di un totale di poco più di 6 milioni di euro dalla sua
uscita nei cinema il 28 giugno.
Ultime due pellicole in classifica
sono Passages,
nei cinema dal 17 agosto, e
Ruby Gillman la ragazza con i tentacoli, nelle sale
dal 5 luglio. Passages incassa al suo primo week end €13.526,
mentre Ruby Gillman, film d’animazione, raggiunge un guadagno di
€9.083 su un totale di poco più di un milione di euro dalla sua
prima uscita.
Taika Waititi vuole che Thor
affronti un nemico più potente di sua sorella
Hela, che schiaccia il Mjölnir.Sebbene non ci sia “Thor 5” in
fase di sviluppo, Waititi ha rivelato (viaScreenrant) nel libro “Thor: Love and Thunder’ The Official
Movie Special” di Titan cosa farebbe se gli fosse data
l’opportunità di dirigere un nuovo film di “Thor”
franchise con Chris Hemsworth dei Marvel Studios.
“Cosa gli resta da
fare? Deve essere qualcosa che sembri continuare con
l’evoluzione del personaggio, ma comunque in un modo molto
divertente e dandogli ancora cose contro cui confrontarsi che
sembrano costruire sugli ostacoli che deve superare“
Ha detto Taika Waititi. “Non credo che
possiamo avere un cattivo più debole di Hela. Sento che
dobbiamo fare un passo avanti e aggiungere un cattivo che sia in
qualche modo più formidabile“.
Cate Blanchett ha recitato in
Thor: Ragnarok del 2017 nei panni di Hela, la dea
asgardiana della morte che distrugge il martello di Thor Mjölnir e
conquista Asgard. Insieme a un nuovo nemico, Waititi vuole anche
introdurre “bestie, mostri e alieni sempre più stravaganti e
pazzi” provenienti da vari mondi che rimangono fedeli alle
origini mitologiche del dio del tuono.Ha aggiunto:
“C’è un elemento divertente in [Thor] e ha una
casualità e una sorta di spavalderia in lui quando visita questi
mondi e incontra questi alieni che non penso che otterresti quando
si tratta di un terrestre che viaggia nello spazio. esplorando
l’universo.”
Mentre il regista di
Thor: Ragnarok e “Thor:
Love and Thunder” sembra determinato a continuare le avventure
di Thor in un altro film a sé stante, l’attore Chris
Hemsworth ha
confermato a giugno che il suo ritorno alla Marvel non è al momento nei suoi
piani. “Non voglio continuare a farlo fino a quando le
persone non saranno così esauste da alzare gli occhi al cielo
quando mi vedranno apparire sullo schermo nei panni di quel
personaggio“, ha detto Hemsworth a Entertainment
Weekly. “Se un pubblico vuole vederlo, e se c’è qualcosa
che crediamo sia eccitante e divertente, allora fantastico. Mi
è piaciuto poter reinventare quel personaggio un paio di
volte. Non ho ancora la risposta, ma mi piacerebbe provare a
[capire] come possiamo farlo di nuovo e mantenerlo un po’
imprevedibile“.
Ron Cephas
Jones, l’attore vincitore di un Emmy noto per
il suo ruolo di William Hill inThis Is
Us della NBC, è morto. Aveva 66
anni.“L’amato e pluripremiato attore Ron Cephas
Jones è deceduto all’età di 66 anni a causa di un problema
polmonare di vecchia data“, ha confermato
Variety grazie alla conferma di un rappresentante
di Jones .
“Durante tutto il corso della sua
carriera, il suo calore, la sua bellezza, la sua generosità, la sua
gentilezza e il suo cuore sono stati percepiti da chiunque abbia
avuto la fortuna di conoscerlo“, ha continuato la
dichiarazione. “Ha iniziato la sua carriera al Nuyorican
Poets Cafe e il suo amore per il palcoscenico è stato presente per
tutta la sua carriera, inclusa la sua recente interpretazione
nominata al Tony e vincitrice del Drama Desk Award per il suo ruolo
in ‘Clyde’s’ a Broadway“.“La bellezza
interiore e l’anima di Ron erano evidenti al vasto pubblico dalla
sua performance vincitrice di numerosi Emmy in ‘This is
Us’. Lascia sua figlia Jasmine Cephas Jones“, ha concluso
la dichiarazione.
Jones ha interpretato
il padre biologico di Randall Pearson (Sterling K. Brown), William
Hill in “This Is Us”. Ha ottenuto quattro nomination agli Emmy
per la sua interpretazione, due delle quali ha vinto come miglior
attore ospite in una serie drammatica nel 2018 e nel 2020. Anche la
figlia di Jones, Jasmine, ha ottenuto la sua prima vittoria agli
Emmy per l’eccezionale interpretazione in una breve commedia o
serie drammatica. nel 2020, rendendo la coppia il primo duo
padre-figlia a vincere gli Emmy nello stesso anno.
Nel maggio 2022,
Jones ha
parlato
con Variety del
suo ritorno nei panni di William per il penultimo episodio di
“This Is Us“. “Alla fine, la cambusa, che
significa la fine, è quando William è proprio lì. E ha questo
bellissimo piccolo monologo in cui vedi il viso di William
illuminarsi con questa idea che la fine è una specie di inizio”, ha
detto della sua scena finale. “E questo è un po’ l’argomento
del monologo, solo che i finali possono essere belli. Se li
accetti per quello che sono, non sono sempre tristi, possono essere
molto belli. Sono questi piccoli pezzi di lui durante
l’episodio, dove senti così tanto William senza che lui dica
molto. Era tutto molto visivo e bello, quasi come un film
muto, per certi versi”.
Oltre a “This Is Us”, i crediti
televisivi di Jones includono la serie Apple+ “Truth Be
Told”, in cui interpretava il padre di Poppy, Lukather
“Shreve” Scoville, “Law & Order: Organized Crime”
e “Looking for Alaska”. Ha interpretato l’amico di Pop Bobby
Fish nella serie Marvel “Luke Cage” ed è apparso in
“The Get Down” e “Mr. Robot.”È anche apparso in
film come “Dolemite Is My Name”, “Dog Days”, “Across the
Universe”, “He Got Game”, “Sweet and Lowdown”, “The Holiday
Calendar” e “Half Nelson”.
Mentre James Gunn sta riavviando l’universo, ha
recentemente scelto nuovi attori per sostituire il
Superman di
Cavill e
Amy Adams nei panni di Lois Lane. I suoi
nuovi attori sono David Corenswet nei panni di Clark
Kent/Superman e Rachel Brosnahan nei panni di Lois
Lane. Nel dicembre 2022, James Gunnha
twittato: “Nelle fasi iniziali, la nostra
storia si concentrerà su una parte precedente della vita di
Superman, quindi il personaggio non sarà interpretato da Henry Cavill“.Tuttavia, in
un recente post di
Threads , Gunn ha chiarito: “Non ho mai
realizzato un film sul ‘giovane Superman’, solo un film di
Superman!” Sembra che Gunn voglia partire da zero,
raccontando la propria storia senza il bagaglio di tutte le puntate
del DC
Extended Universe che l’hanno preceduta.
Di cosa parlerà Superman:
Legacy?
“Superman:
Legacy racconta la storia del viaggio di Superman per
riconciliare la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana
come Clark Kent di Smallville, Kansas“, recita la sinossi
ufficiale del film. “È l’incarnazione della verità, della
giustizia e del modo americano, guidato dalla gentilezza umana in
un mondo che vede la gentilezza come antiquata“.
Superman:
Legacy farà parte della prima lista
di DC Studios per il suo DC
Universe riavviato, che si chiama Chapter One: Gods and Monsters. Il film sarà
scritto e diretto dal regista di
Guardiani della Galassia,
The Suicide SquadJames Gunn, che è stato assunto per diventare
co-CEO dei DC Studios nel novembre 2022.
Il film vedrà protagonista
David Corenswet (Hollywood, The
Politician) nei panni di Clark Kent/Superman e dalla
vincitrice del Golden Globe Rachel Brosnahan (The Marvelous Mrs.
Maisel) nei panni di Lois Lane. Il casting per il prossimo Lex
Luthor è attualmente in corso, con Alexander e Bill
Skarsgård che si dice siano nella rosa dei candidati che
potrebbero potenzialmente interpretare il cattivo della DC.La produzione dovrebbe iniziare all’inizio del 2024, proprio
sulla buona strada per la sua uscita nelle sale attualmente
programmata per l’11 luglio 2025.
La sigla ufficiale di
apertura di One
Pieceè stata rivelata, con Netflix che condivide la traccia che prende il nome
con uno speciale riferimento all’anime originale. La sigla di
apertura, intitolata “Wealth Fame Power”, presenta una colonna
sonora esplosiva per accompagnare la prossima serie
live-action. Il nome della canzone è anche un riferimento
all’anime originale, in quanto “ricchezza, fama, potere”
sono le prime tre parole menzionate nella narrazione iniziale di
One
Piece. L’adattamento di One
Piece di Netflix dovrebbe essere presentato in
anteprima sul servizio di streaming il 31 agosto 2023. Ascolta la
sigla di apertura live-action di One
Piece qui sotto:
Tutto quello che sappiamo sulla serie tv One Piece
Tratta dalla serie manga più
venduta della storia del Giappone e scritta da Eiichiro Oda,
One
Piece è un’impareggiabile avventura leggendaria
ambientata in alto mare. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero
da sempre alla ricerca di una vita libera. Luffy abbandona il suo
villaggio per intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del
leggendario tesoro ONE
PIECE e diventare il re dei Pirati! Tuttavia, per trovare
l’inestimabile premio Luffy dovrà assoldare la ciurma dei suoi
sogni, trovare una nave, scandagliare in lungo e in largo il vasto
mare azzurro, seminare i Marine e farla in barba a temibili
rivali.
Iñaki Godoy (Monkey D. Luffy),
Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e
Taz Skylar (Sanji) interpretano l’avventura piratesca live action
ONE PIECE, ideata in collaborazione con Shueisha e prodotta da
Tomorrow Studios con Netflix. Matt Owens e Steven Maeda ricoprono
il ruolo di sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunner. Anche
Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements si occupano della
produzione esecutiva. Il cast confermato in precedenza include
Vincent Regan, Ilia Isorelýs Paulino, Morgan Davies, Aidan Scott,
Langley Kirkwood, Jeff Ward, Celeste Loots, Alexander Maniatis,
McKinley Belcher III, Craig Fairbrass, Steven Ward e Chioma
Umeala.
È stato rivelato
che The Peripheral 2 non si farà, la secondo
stagione è stato cancellata da Prime Video
nonostante fosse stato ordinato in precedenza. Una seconda stagione
per la serie drammatica thriller di fantascienza è stata
ordinata lo scorso febbraio. Deadline ha
riferito che la cancellazione è il risultato della durata degli
scioperi WGA e SAG-AFTRA in corso. Il noto sito americano ha
anche notate che potrebbero esserci più serie in situazioni simili,
in particolare se l’interruzione del lavoro va oltre il Labor
Day.
Quando è stata ordinata la seconda stagione
di The Peripheral?
L’adattamento della serie è stato
scritto da Scott B. Smith, che è stato produttore esecutivo e
showrunner. I creatori di Westworld Jonathan Nolan e Lisa Joy
sono i produttori esecutivi, insieme a Steven Hoban, Athena Wickham
di Kilter Films e il regista Vincenzo Natalie.
INVERSO – The Peripheral racconta la storia di
Flynne Fisher (Chloë
Grace Moretz), una giovane donna che cerca di tenere insieme i
pezzi della sua famiglia disastrata in un angolo dimenticato
dell’America futura. Flynne è intelligente, ambiziosa e
predestinata. Non ha futuro, finché il futuro non bussa alla sua
porta. INVERSO – The Peripheral, tratto dal romanzo dal grande
autore William Gibson, offre uno sguardo affascinante e
allucinatorio sulla sorte dell’umanità e su ciò che verrà.
Il figlio del regista del
film Disney del 1937 Biancaneve
e i sette naniha criticato duramente
l’imminente remake live-action che la Disney ha messo in produzione
e che è tutt’ora in fase di lavorazione.Come molti di
voi già sapranno il 2024, la Disney rilascerà Biancaneve,
un remake live-action del loro classico film d’animazione. Il film
vedrà protagonisti Rachel Zegler (West Side Story, Shazam! Fury
of the Gods) nei panni di Biancaneve e Gal Gadot (Wonder Woman, Fast & Furious) nei panni della
Regina Cattiva. Il film ha suscitato polemiche sulla sua
decisione di scegliere un’attrice latina nel ruolo principale e
persone non piccole per interpretare i personaggi che erano nani
nel materiale originale.
David Hand,
figlio del regista che ha diretto il film originale del 1937
(chiamato anche David Hand), ha criticato il nuovo
film. Ha detto
in un’intervista con il Telegraph chesuo padre
e Walt Disney si sarebbero “rivoltati nella tomba“,
definendolo “un insulto” al film
originale. “È un concetto completamente
diverso, e non sono assolutamente d’accordo con esso, e so che
anche mio padre e Walt sarebbero molto in disaccordo. È una
vergogna [che lo studio stia] cercando di fare qualcosa di nuovo
con qualcosa che ha avuto un così grande successo in
precedenza. I loro pensieri sono così radicali
ora. Cambiano le storie, cambiano il processo di pensiero dei
personaggi. Stanno inventando nuove cose per svegliarsi e io
non sono interessato a niente di tutto ciò. Trovo francamente
un po’ offensivo [quello che] potrebbero aver fatto con alcuni di
questi film classici“.
Cosa sappiamo sul remake di Biancaneve?
Il nuovo film di Biancaneve sarà
diretto da Marc Webb e vedrà protagoniste
Rachel Zegler,Gal
Gadot, Andrew Burnap e Martin Klebba. La
pellicola è un adattamento Live Action della classica fiaba su una
bellissima giovane principessa che, mentre viene perseguitata da
una regina gelosa, cerca rifugio a casa di sette nani nella
campagna tedesca. Il film uscirà il 22 marzo 2024.
Per quanto il MCU sia un franchise pieno
di film divertenti, vivaci e pieni di humor, negli ultimi anni ha
assunto sfumature sempre più oscure, tetre e drammatiche,
restituendo al suo pubblico continui eventi pieni di sofferenza.
Pensiamo, ad esempio, a progetti come Avengers:
Endgame, WandaVision,
Spider-Man:
No Way Home o, addirittura, Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
quest’ultimo di stampo horror. Sono pellicole che, in qualche modo,
hanno segnato una nuova inclinazione per il Marvel Cinematic
Universe, sempre più propenso ai toni dark. Di conseguenza,
considerato l’andamento preso dal franchise, sono aumentati anche i
momenti più cupi e tristi. Vediamo quali sono
stati quelli più impattanti.
La visione di Tony Stark
Quando nel 2015 uscì Avengers:
Age of Ultron, il MCU non si preoccupò solo
di affrontare l’estinzione dell’umanità e scavare negli angoli più
oscuri del passato di Tony Stark/Iron Man nella produzione
di armi, ma ci tenne anche a regalare al pubblico alcuni
approfondimenti sui processi di pensiero proprio degli Avengers.
Quando nel film
Scarlet Witch invade la loro mente, questo diventa l’escamotage
perfetto per mettere in rilievo il loro subconscio, mostrando allo
spettatore le loro paure. Per Tony Stark si tramutò nel
vedere ciascuno dei suoi amici ucciso in battaglia
mentre la Terra veniva invasa dal Leviatano. È per tale ragione che
il supereroe progetta Ultron, per impedire che egli sia l’unico
sopravvissuto della sua squadra.
L’episodio tragico dell’infanzia di
Marc Spector
Un altro momento molto cupo del
MCU risiede nella serie tv
Moon Knight, uscita su Disney+ nel
2022, che ha al centro Marc Spector. Nell’episodio 5, intitolato
“Asylum”, il protagonista e Steven Grant si riuniscono nel Duat e
cominciano ad indagare sul loro passato e sulla loro infanzia.
Assistendo a un momento dell’infanzia di Spector, Grant scopre che
questi aveva un fratello minore, di nome Randall. Da piccoli, i
fratelli si divertivano a giocare in una caverna, fin quando un
giorno a causa della pioggia non ne rimasero intrappolati, evento
che causò l’annegamento di Randall. Marc aveva
iniziato a incolparsi per l’accaduto, così come sua madre, la quale
è poi diventata il catalizzatore delle sue altre personalità, tra
cui per l’appunto Steven.
La morte di Gamora
Fra le scene più dolorose e cupe del
MCU c’è la morte
di
Gamora per mano di
Thanos in Avengers:
Infinity War, una ferita che per molti fan è ancora
aperta. Il rapporto padre-figlia era stato esplorato prima di
allora anche in altri film, ma è solo in questa pellicola che viene
approfondito meglio, con degli inserti sul loro passato. Fra questi
va menzionato il flashback dell’invasione di
Thanos sul pianeta in cui vive Gamora e del suo rapimento. Le
immagini vanno inevitabilmente a rafforzare il loro legame,
gettando una luce sul vero affetto che il Titano prova per la
figlia adottiva. Quando i due, quindi, vanno a Vormir per
impossessarsi della Pietra dell’Anima, Thanos si rende conto di
dover sacrificare lei per completare la sua missione. Sebbene
Gamora gli dica che non funzionerà mai poiché la loro relazione non
è basata sull’amore, il fatto che Thanos ottenga la Gemma
dell’Anima dopo averla buttata giù dal dirupo dimostra invece
esattamente l’opposto.
Scarlet Witch e il dolore riversato
sui cittadini di Westview
Quando su Disney+ debuttò
WandaVision,
i fan di una delle coppie più travagliate del MCU ne erano entusiasti,
soprattutto perché lo show inizialmente si presentava come un
progetto originale, in cui all’interno gli eventi erano mostrati
sottoforma di sitcom. Nel corso dello show, WandaVision ha poi rivelato la sua vera natura,
svelando al suo pubblico che quello a cui stava assistendo era solo
un mondo falso creato da Wanda Maximoff per poter vivere
serenamente con Visione e i suoi figli. Il problema però è che per
essere lei felice, Wanda aveva intrappolato in questa realtà
fittizia i cittadini di Westview, che in realtà stavano solo
soffrendo in quelle condizioni. Quando poi Agatha Harkness riesce a
liberare gli abitanti da quell’incantesimo, questi affrontano
Scarlet Witch per chiederle di essere liberati. Lei di tutta
risposta li mette a tacere con violenza, e il suo dolore ad
un certo punto avvolge l’intera città. Questo, quasi
sicuramente, avrà avuto un effetto negativo duraturo su di loro,
rendendo il momento uno dei più cupi del Marvel Universe.
La storia di Natasha Romanoff
Tra le storie più
dolorose del MCU c’è poi quella
di
Natasha Romanoff, alias Black Widow. Del suo passato si ha un assaggio in
Avengers:
Age of Ultron, a causa dell’invasione della mente da parte
di Scarlet Witch. Il pubblico in quell’occasione inizia a
comprendere chi sia davvero la supereroina: la Romanoff era
stata cresciuta come assassina, trafficata dal Generale Dreykov e
sottoposta a un’isterectomia involontaria per sterilizzarla. Ecco
perché nel film del 2015, Natasha si riferisce a se stessa come un
“mostro”, e ne capiamo ancora meglio le ragioni in Black Widow, film che è poi andato ad approfondire
meglio questo aspetto, mostrando nel dettaglio il suo orribile
passato in cui è anche presente una sorella surrogata, Yelena
Belova.
Iron Man e la morte dei suoi
genitori
Fra i film del MCU più intensi c’è anche
Captain America: Civil War, in cui gli Avengers
vengono messi l’uno contro l’altro a causa dei controversi Accordi
di Sokovia. Seppur la pellicola si porti sulle spalle una storia
generale molto pesante, il momento probabilmente più cupo lo
troviamo verso la fine, quando viene fatto vedere a Tony Stark il
filmato delle telecamere a circuito chiuso della morte dei
suoi genitori per mano del Soldato d’Inverno. Dopo aver
capito che Steve Rogers sa che il suo amico d’infanzia ha ucciso i
suoi genitori, Stark in preda all’ira si scontra con lui. Questa è
la scena più forte e violenta che il pubblico si ritrova ad
assistere, poiché è evidenziato il tradimento dell’uno verso
l’altro.
Scarlet Witch spaventa i suoi
figli
WandaVision
si era concluso con Wanda Maximoff che aveva abbracciato il suo
destino di Scarlet Witch. Questa evoluzione ha poi portato agli
eventi di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, in cui
l’eroina/villain tenta di privare America Chavez delle sue
capacità. Alla fine, Chavez dà a Wanda ciò che desidera, e questa
si ritrova sulla Terra-838. È in quell’occasione che la donna si
trova faccia a faccia con la sua variante e i suoi figli,
spaventando questi ultimi, i quali credono che lei sia una strega
cattiva. La loro paura fa capire a Wanda quanto i suoi modi siano
sbagliati, ma nonostante il raggiungimento di questa
consapevolezza, la scena è comunque straziante e al tempo stesso
cupa, poiché il desiderio di Wanda di rivedere i suoi figli si
tramuta in un terribile e angosciante momento.
Iron Man versione zombie
Anche Spider-Man:
Far From Home, che ha fatto da epilogo alla Saga
dell’Infinito del MCU, non è esente da
momenti molto cupi. Il film si costruisce interamente su ciò che
avviene a Peter Parker dopo la morte del suo mentore, Tony
Stark/Iron
Man. Nel film,
Spider-Man si scontra con Quentin Beck, alias Mysterio, il
quale ha la capacità di creare svariate illusioni. Una di queste
illusioni assume la forma di un Iron Man
zombificato che esce dalla sua tomba per terrorizzare
Peter, segnando la triste consapevolezza che il suo mentore è
effettivamente morto e non può più salvarlo.
La vendetta di John Walker
In Avengers:
Endgame, Steve Rogers aveva passato il testimone a Sam
Wilson, per farlo diventare il nuovo
Capitan America. Quando questi decide di non accettare, a
ricevere la carica del supereroe è John Walker, il quale viene
introdotto in The Falcon and the Winter Soldier. Sentendosi
insignificante rispetto agli altri super-soldati, Walker ad un
certo punto usa il siero del super-soldato degli Spaccabandiera per
aumentare i suoi poteri. Ma, dopo la morte del suo amico e compagno
Lemar Hoskins, Walker uccide uno dei membri del gruppo usando lo
scudo di
Capitan America come arma. Questo è senza dubbio uno dei
momenti più brutali e al tempo stesso cupi del MCU, soprattutto perché il
simbolo della pace e dell’eroismo in questo caso è utilizzato per
commettere un omicidio.
La morte di Loki
Concludiamo il nostro viaggio nei
momenti più cupi del MCU con una scena che,
dell’intero franchise, è forse quella più inaspettata e triste.
Parliamo della morte di
Loki in Avengers:
Infinity War, che il pubblico si trova a dover
“sopportare” proprio all’inizio del film. In quella sequenza,
vediamo
Thanos invadere la nave asgardiana e Loki tentare di impedire
che il Titano folle possa acquistare la gemma dello spazio. Le
cose, però, per il Dio dell’Inganno finiscono male, in quanto
Thanos lo uccide all’improvviso senza sforzarsi neanche troppo,
mostrandoci tutto il dolore e la sofferenza di Loki. Seppur esista
ancora nel Marvel Universe una variente di
Loki, la storia dell’originale si conclude nel più triste e brutale
dei modi, diventando uno degli eventi più strazianti.
Il cast di Demeter – Il risveglio di Dracula è al comando
di un nuovo ed entusiasmante film horror che riporta
Dracula alla ribalta nel genere horror. Ispirato a
una breve sezione del romanzo di Bram Stoker, il
film di André Øvredal racconta di una
nave, la Demeter, in viaggio verso Londra.
Tuttavia, all’insaputa dell’equipaggio, Dracula viene trasportato
in una cassa attraverso i mari e si sveglia durante il viaggio per
banchettare con l’equipaggio. Si tratta di un’impostazione
entusiasmante per un film horror che scuote la formula dei film sui
vampiri introducendo elementi dei moderni franchise di mostri
claustrofobici come Alien, e il cast di Demeter – Il risveglio di Dracula è l’ensemble
perfetto che dà vita a questo racconto.
Corey Hawkins/Clemens
Corey
Hawkins è il protagonista di Demeter – Il risveglio di Dracula nel ruolo di
Clemens. Clemens è un medico che si unisce al
viaggio della Demeter per passare da Carapathia a Londra; è un uomo
interessato a imparare il più possibile sul mondo e ha una naturale
vena eroica, desideroso di aiutare le persone in difficoltà. Mentre
il resto dell’equipaggio è consumato dalla paura e dal dolore,
Clemens cerca di escogitare il piano per fermare
Dracula. Anche se è l’unico sopravvissuto della Demeter, Clemens
giura di non fermarsi davanti a nulla per uccidere la creatura.
Aisling
Franciosi si unisce al cast di Demeter – Il risveglio di Dracula nel ruolo di
Anna, una clandestina a bordo della nave
consapevole più di chiunque altro del pericolo al quale andranno
incontro. Viene dallo stesso villaggio in cui si trova il castello
di Dracula ed è stata morsa dal vampiro e usata come fonte di
sangue per il viaggio. Dopo che Clemens la salva
apparentemente con una trasfusione di sangue, Anna
si unisce a lui nel tentativo di uccidere Dracula. Purtroppo, ha
già iniziato a trasformarsi in vampiro e accetta il suo destino
venendo bruciata alla luce del sole quando la nave raggiunge la
riva.
Aisling Franciosi
è un’attrice italo-irlandese il cui ruolo di punta è stato quello
di protagonista nell’acclamato film horror
The Nightingale. Ha anche interpretato Lyanna
Stark ne Il Trono di
Spade, con le sequenze di flashback che rivelano il
segreto di Jon Snow come
Targaryen. Sarà poi protagonista del film
biografico Rothko, interpretato anche da Aaron Taylor-Johnson e Russell Crowe.
Liam Cunningham – Capitano
Eliot
In Demeter – Il risveglio di Dracula,
Liam Cunningham è il capitano
Eliot, comandante della nave titolare. Come in
Dracula di Bram Stoker, il diario del capitano è la prova del
massacro avvenuto a bordo della nave. Eliot è un leader razionale
che si preoccupa della sicurezza del suo equipaggio, ma la perdita
di suo nipote per mano di Dracula lo rende molto vulnerabile e più
esposto ai pericoli. Mentre si ricompone per l’ultima battaglia
contro Dracula, Eliot viene
ucciso.
Liam Cunningham è
uno dei volti più riconoscibili del cast di
Demeter. L’attore irlandese è noto soprattutto per
aver interpretato Davos Seaworth, uno dei più
stretti alleati di Jon Snow in Game of
Thrones dopo essere stato introdotto nella seconda
stagione. La carriera di Cunningham è costellata
da una varietà di ruoli diversi con film come The Guard
con Brendan Gleeson e Don Cheadle e il cult horror Dog
Soldiers. Il prossimo progetto che lo vedrà riunirsi con i
creatori di Game of
Thrones, D.B. Wiess e David
Benioff, sarà Il
Problema dei Tre Corpi.
David Dastmalchian – Wojchek
David
Dastmalchian interpreta Wojchek nel
cast di Demeter. Wojchek è il primo ufficiale del
Capitano Eliot a bordo della
Demeter. Antagonista minore in alcuni momenti del
film, Wojchek è una persona cupa e diffidente che ha un grande
legame con la nave, che considera la sua casa. Sebbene aiuti gli
altri eroi a combattere contro Dracula nel momento culminante,
viene ucciso durante il processo.
Altro nome noto del del cast di
Demeter, David Dastmalchian è un attore americano
che si è fatto notare per il suo memorabile ruolo di uno dei
seguaci del Joker ne Il cavaliere oscuro di Christopher
Nolan. In seguito è diventato una presenza fissa nel
genere dei supereroi, interpretando Kurt nei film
di Ant-Man
del MCU e recitando come
Polka-Dot Man in
Suicide Squad di James
Gunn. Dastmalchian ha lavorato con Denis
Villeneuve in
Prisoners, Blade Runner
2049 e Dune.
Recentemente ha anche collaborato con Nolan nel
cast stellare di
Oppenheimer.
Javier Botet – Dracula
Javier
Botet si aggiunge al cast di Demeter – Il risveglio di Dracula nel ruolo di
Dracula. Nel corso degli anni sono stati molti gli
attori che hanno interpretato Dracula, ma mentre personaggi del
calibro di Bela Lugosi e Gary Oldman lo hanno interpretato come un
seducente gentiluomo, l’interpretazione di Botet dell’iconico
personaggio è più mostruosa e lo sentiamo parlare solo una volta
durante il film. Il finale del film del 2023 vede Dracula arrivare
in Inghilterra e travestirsi da umano.
Diventato rapidamente un pilastro
dei film horror moderni, Javier Botet è un attore
spagnolo che ha molta esperienza nell’interpretare mostri sullo
schermo. Con la sua altezza che supera i due metri e una
corporatura snellissima, ha interpretato le creature The Crooked
Man in The Conjuring 2, “Hobo” in
It e Niña Medeiros nei film di
[REC].
Il cast di supporto
Woody Norman nel
ruolo di Toby: Toby è il giovane nipote del
capitano Eliot che stringe un legame precoce con
Clemens. Purtroppo, nel momento più buio del film,
il ragazzo viene morso da Dracula e brucia alla
luce del sole mentre il suo corpo viene sepolto in mare. Norman è
un attore relativamente nuovo che ha trovato il suo ruolo di punta
nel film drammatico
C’mon C’mon, al fianco di Joaquin Phoenix. Recentemente ha recitato nel
film horror Cobweb e prossimamente sarà visto al fianco di
Chris Pratt e Millie Bobby Brown in The Electric
State.
Stefan Kapičić nel
ruolo di Olgaren: Olgaren è
l’unica vittima di Dracula a essere risparmiata e
si trasforma gradualmente in un vampiro, finendo per bruciare alla
luce del sole dopo essere stato legato all’albero della nave.
Kapičić è un attore tedesco forse più noto per
aver dato la voce a Colosso in
Deadpool. È apparso anche in
Better Call Saul nel ruolo di Caspar, un
membro della squadra di costruzione di Werner
Ziegler. È confermato che tornerà a vestire i panni di
Colosso in Deadpool
3.
Nikolai Nikolaeff
nel ruolo di Petrofsky: Petrofsky
è un membro ostile dell’equipaggio che litiga con
Clemens all’inizio, ma che ottiene la sua
rivincita come prima vittima umana di Dracula sulla nave.
Nikolaeff è un attore australiano che è apparso in
ruoli minori in diverse serie televisive di alto profilo, tra cui
Daredevil,
Fargo e Stranger
Things.
Jon Jon Briones
nel ruolo di Joseph: Joseph è un membro
dell’equipaggio sopraffatto dalla paura che tenta di lasciarsi alle
spalle i suoi compagni rubando una scialuppa di salvataggio, per
poi essere ucciso quando Dracula lo insegue.
Briones è un attore e cantante filippino che è
apparso in diversi progetti di Ryan Murphy come
Ratched, American
Horror Story e American Crime Story. Recentemente
ha recitato al fianco di Brian Tyree Henry e
Kate Mara nella serie Class of 09.
Martin Furulund
nel ruolo di Larsen: Larsen è un altro membro
dell’equipaggio di Demeter che viene brutalmente ucciso da
Dracula dopo la morte di
Petrofsky. Furulund è un attore norvegese che è
apparso in alcune commedie dark di spicco del suo paese, tra cui
Headhunters con Nikolaj Coster-Waldau e
In Order of Disappearance con Stellan Skarsgard.
Chris Walley nel
ruolo di Abrams: Abrams è un
altro membro dell’equipaggio che viene ucciso da Dracula nel
momento culminante di Demeter – Il risveglio di Dracula. Walley è un
attore irlandese che ha recitato nel film cult Young
Offenders e nel suo spinoff televisivo. È apparso anche nel
film di guerra 1917 di
Sam Mendes, vincitore di un Oscar.
Dopo un’attesa lunga quasi dieci anni, i fan
di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo hanno la
possibilità di dare un primo sguardo al teaser trailer della serie
Disney+ basata sui romanzi di Rick Riordan. La
serie arriverà con i primi due episodi sulla piattaforma il
prossimo 20 dicembre.
Tutto
quello che c’è da sapere sulla serie tv Percy Jackson e gli
dei dell’Olimpo
“La serie live-action racconta
la fantastica storia del semidio moderno di 12 anni, Percy Jackson,
che sta appena venendo a patti con i suoi nuovi poteri
soprannaturali quando il dio del cielo Zeus lo accusa di aver
rubato il suo maestro fulmine“, si legge. la
sinossi. “Ora Percy deve attraversare l’America per
trovarlo e riportare l’ordine nell’Olimpo.”La serie Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo
vedrà Walker Scobell nei panni del semidio
protagonista, Leah Sava Jeffries nei panni di
Annabeth Chase, Aryan Simhadri nei panni di Grover
Underwood, Dior Goodjohn nei panni di Clarisse La
Rue, Charlie Bushnell nei panni di Luke Castellan,
Virginia Kull nei panni di Sally Jackson,
Glynn Turman come Chiron, Megan
Mullally come Mr. Dodds, Olivea Morton
come Nancy Bobofit e Timm Sharp come Gabe
Ugliano.
La serie Percy Jackson e
gli dei dell’Olimpo è diretta da James
Bobin da una sceneggiatura co-scritta da Rick Riordan e
Jon Steinberg, basata sul primo capitolo di Riordan della sua
fortunata serie di libri Le Cronache del Campo Mezzosangue. Il
cast aggiuntivo include Jason Mantzoukas nei panni
di Dioniso, l’ex superstar della WWE Adam Copeland
nei panni di Ares, Jay Duplass nei panni di Ade,
Lin-Manuel Miranda nei panni di Hermes,
Timothy Omundson nei panni di Efesto, Toby
Stephens nei panni di Poseidone e il compianto
Lance Reddick nei panni di Zeus. I produttori
esecutivi sono Riordan, Bobin, Steinberg, Dan Shotz,
Rebecca Riordan, Bert Salke, Monica Owusu-Breen, Jim Rowe e Ellen
Goldsmith-Vein, Jeremy Bell e DJ Goldberg del Gotham
Group. Anche 20th Television sta producendo.
Sono ora disponibili il trailer, il
poster e le immagini del divertentissimo sequel 20th Century
Studios Gli amici delle vacanze 2. Il
film riunisce lo sceneggiatore e regista de Gli amici delle
vacanze Clay Tarver e le star
John Cena, Lil Rel Howery, Yvonne Orji e Meredith
Hagner con i nuovi co-protagonisti Carlos Santos,
Ronny Chieng, Jamie Hector e Steve Buscemi. Prodotto da
Todd Garner e Stuart Besser, Gli amici delle vacanze 2
arriverà il 25 agosto in esclusiva su Disney+ in Italia, su Hulu negli Stati
Uniti e su Star+ in America Latina.
Questo divertentissimo sequel prende
il via qualche mese dopo la fine de Gli amici delle
vacanze e vede la coppia di neosposi composta da Marcus
(Howery) ed Emily (Orji) invitare i loro disinibiti amici Ron
(Cena) e Kyla (Hagner), anch’essi sposati da poco e con un bambino,
a unirsi a loro per una vacanza. Marcus si è aggiudicato un
viaggio tutto pagato in un resort dei Caraibi e il suo scopo è
quello di incontrare i proprietari del resort e fare un’offerta per
un contratto di costruzione per un hotel di loro proprietà a
Chicago. Ma quando Reese (Buscemi), il padre detenuto di Kyla,
viene rilasciato da San Quentin e si presenta senza preavviso al
resort nel peggior momento possibile, le cose vanno fuori
controllo, mandando all’aria i piani di Marcus e trasformando il
viaggio perfetto degli amici in un caos totale.
Il produttore di Assassinio a
Venezia (A Haunting in Venice), James
Prichard, ha lasciato intendere che il detective di
Kenneth Branagh, Hercule Poirot, potrebbe
potenzialmente tornare in molte altre avventure future. Segnando
ufficialmente la terza volta che Branagh interpreta l’iconico
detective belga di Agatha Christie, Assassinio
a Venezia è l’ultimo capitolo di una trilogia
cinematografica iniziata con
Assassinio sull’Orient Express del 2017.
Allontanandosi da alcune delle opere più note di Christie,
quest’ultimo film è basato sul romanzo Poirot e la strage degli
innocenti del 1969 e sostituirà l’ambientazione londinese
originale del libro con la città italiana.
Parlando con Total Film
(via GamesRadar+), Prichard ha
rivelato che ci sono molte opportunità per il franchise che
Kenneth Branagh dirige e interpreta di
continuare dopo l’imminente uscita di Assassinio
a Venezia. Citando l’ampio catalogo di storie di
Poirot di Christie, il produttore ha rivelato che “ne faremo
sicuramente un altro” se Branagh e lo sceneggiatore
Michael Green si sentiranno inclini a continuare.
“Se Ken vuole fare di più e Michael vuole scrivere di più, ne
faremo sicuramente un altro. C’è ancora molto materiale da
raccontare, quindi non rimarremo senza ispirazione”.
Assassinio
a Venezia è ambientato nella misteriosa Venezia
del secondo dopoguerra alla vigilia di Ognissanti, dove Hercule
Poirot, ormai in pensione e vivendo in un esilio autoimposto nella
città più affascinante del mondo, partecipa con riluttanza a una
seduta spiritica in un palazzo fatiscente e infestato. Quando uno
degli ospiti viene assassinato, il detective viene catapultato in
un sinistro mondo di ombre e segreti, costretto nuovamente a dover
risolvere il caso prima che qualcos altro di spiacevole possa
accadere.
Il film, come già riportato, è
diretto da Kenneth Branagh con una sceneggiatura del
candidato all’Oscar Michael Green
(Logan). I produttori sono Kenneth Branagh, Judy
Hofflund, Ridley Scott e Simon
Kinberg, con Louise Killin, James
Prichard e Mark Gordon come produttori
esecutivi. Un brillante ensemble interpreta un cast di personaggi
indimenticabili, tra cui Kenneth Branagh, Kyle Allen
(Rosaline), Camille Cottin (Call My
Agent), Jamie Dornan
(Belfast), Tina Fey (30 Rock),
Jude Hill (Belfast), Ali
Khan (6 Underground), Emma Laird
(Mayor of Kingstown), Kelly Reilly
(Yellowstone), Riccardo
Scamarcio (L’ombra di Caravaggio) e la
recente vincitrice dell’Oscar Michelle Yeoh
(Everything Everywhere All at Once).
Il regista di Suicide Squad, David Ayer,
concorda sul fatto che i tatuaggi del suo Joker siano stati una
cattiva idea dopo aver parlato della scelta creativa per il film
del 2016. Tutte le volte che Batman è stato immaginato in
live-action, Joker è sempre stato al suo fianco, apparendo in
numerosi progetti DC nel corso dei decenni. Una delle sue
incarnazioni più recenti è stata il Joker di Suicide Squad, interpretato da
Jared
Leto nel 2016, quando la Task Force X ha esordito
al cinema.
Tuttavia, il Joker di Jared Leto
in Suicide Squad ha sempre generato delle
opinioni contrastanti, principalmente per alcuni dei cambiamenti al
suo look, rispetto a un’immagine più legata alla rappresentazione
classica del personaggio. Uno degli aspetti più discussi è stata la
decisione di riempire Joker di tatuaggi, e soprattutto la parola
“Danneggiato” sulla fronte.
Quasi otto anni dopo l’uscita del
film, il regista di Suicide Squad concorda con il
pubblico sul fatto che non è stata una delle scelte migliori per il
suo Joker. David Ayer ha usato la piattaforma
X (ex
Twitter) per affrontare il fatto che mentre è
il titolare del “l’idea del tatuaggio al 100%”, ammette di
rimpiangere la scelta che “ha creato acrimonia e
divisione“. In effetti, inizialmente Ayer aveva pensato di far
scrivere sulla fronte di Joker “Beato” invece di “Danneggiato”, ma
alla fine il regista ha riconosciuto che “non tutte le idee sono
buone”.
Il Blue
Beetle al cinema dal 17 agosto (distribuito dalla
Warner Bros.) è il cinecomic
adatto per la lunga estate calda i cui strascichi precedono
l’inizio del grandi festival internazionali. Tra gli evidenti
ammiccamenti all’audience teen e il tentativo di rinnovare
l’Universo tematico della concorrente della Marvel, la scelta dello Xolo
Maridueña del Cobra Kai di Netflix come
primo supereroe latino della DC è la chiave del film del
portoricano Ángel Manuel Soto (La granja, Charm
City Kings). Nel quale la vera protagonista è la famiglia
Reyes, e i tanti attori sudamericani impiegati, dalla nonna
Adriana Barraza (Rambo: Last Blood,
Thor) a mamma Elpidia Carrillo (la
saga di Predator) e papà Damián
Alcázar (Narcos, Le cronache di Narnia – Il
principe Caspian), oltre alla bella Jenny Kord
interpretata dalla modella brasiliana Bruna
Marquezine (God Save the King),
sullo schermo figlia della perfida Victoria affidata a una molto
divertita
Susan Sarandon.
Jaime Reyes è il Blue
Beetle
C’è tutta la famiglia –
nonna compresa – ad aspettare il ritorno dagli Stati Uniti del
neolaureato Jaime Reyes, ma la Palmera City che il ragazzo aveva
lasciato non è quella che sperava di ritrovare. Pieno di
aspettative e aspirazioni, pronto a mettersi in gioco e trovare il
suo posto in un mondo nuovo (oltre a realizzare il suo sogno di una
piscina a sfioro), Jaime viene inaspettatamente in contatto con
un’antica reliquia, uno scarabeo che si rivela essere un manufatto
alieno, un congegno biotecnologico d’avanguardia che lo sceglie
come ospite simbiotico e gli ‘dona’ un’incredibile armatura dai
poteri straordinari. Quelli necessari a contrastare i piani delle
industrie Kord, sul punto di lanciare la produzione in larga scala
dei suoi esoscheletri da combattimento.
Dagli aracnidi della Marvel ai coleotteri della DC
Comics il passo non è breve, ma è sicuramente un merito del film e
dei suoi realizzatori quello di esser riusciti a evitare la sorte
dei vari Batgirl,
Black Canary, Deathstroke, Lobo o The Atom e degli altri scomparsi progetti
che avrebbero dovuto popolare l’ormai defunto DCEU. Forse anche
proprio per l’essere nata come opera a “medio budget” che avrebbe
dovuto avere tutt’altra destinazione, televisiva in questo
caso.
Eppure, per quanto
quella di Xolo Maridueña si confermi una scelta ideale per
il prodotto realizzato e il pubblico identificato come riferimento
principale, l’apparizione dell’ex Miguel Diaz del Cobra Kai di Netflix avrebbe
avuto miglior fortuna – e forse platea più adeguata – sulla HBO Max
prevista inizialmente. Nonostante, per altro, molti dei
lungometraggi del genere arrivati in sala non possano vantare una
squadra come quella assemblata mettendo insieme un direttore della
fotografia come Pawel Pogorzelski
(Midsommar,
Hereditary),
una costumista candidata all’Oscar come Mayes C.
Rubeo (Jojo Rabbit e i film di
Thor), Kelvin McIlwain
(The Suicide
Squad, Aquaman)
come supervisore agli effetti visivi e Craig
Alpert (Deadpool 2,The Lost
City) al montaggio.
Un ‘fumettone’ con un messaggio
sociale
Siamo lontani da alcuni
dei film citati – e probabilmente dall’Aquaman e
il regno perduto di James Wan che
lo seguirà il prossimo 20 dicembre – in questa celebrazione
dell’anima latina e messicana spesso discriminata al di là del
muro tanto fortemente voluto da Donald Trump. Una parte fondante
degli Stati Uniti che però anche qui viene rappresentata in maniera
piuttosto fanciullesca e bonaria, pur offrendo l’opportunità di
inserire temi come immigrazione, speculazione e sfruttamento
imperialista, violenza e impunità, insieme soprattutto
all’importanza delle radici. Fin troppo presenti, visto il
presenzialismo dei vari Reyes (su tutti lo zio Rudy di
George Lopez e la spesso eccessiva sorella della
Belissa Escobedo di Hocus Pocus 2) al fianco del loro
eroico rampollo, e tali forse da indebolire il risultato finale,
nonostante l’aiuto dato sul piano narrativo e action.
Macchiette, a tratti,
delle quali non si sentiva effettivamente il bisogno e che ci
auguriamo – per il film – possano incontrare il gusto degli
spettatori cui si rivolge, ma anche che non impediscano al
Blue Beetle di tornare in prossimi capitoli di
questo Universo esteso. Per scoprire davvero le potenzialità di
questo supereroe, ormai più consapevole di sé e del proprio ruolo,
una volta chiusa la parentesi tutta ‘salsa’ e ‘abuelos’, gadget
alla TMNT e combattimenti tra i Power Rangers e Machete, nella
quale si assiste persino al recupero del cattivissimo Carapax di
Raoul Trujillo e ci si commuove per la citazione (che in pochissimi
ormai coglieranno) del Chapulin Colorado, indimenticabile
parodia degli eroi mascherati che andava in onda sulla tv messicana
negli anni ’70.
Va a
Sergio Castellitto il Premio Pietro Bianchi 2023,
riconoscimento che i Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI)
assegnano tradizionalmente al Lido, quest’anno per la sua 47.ma
edizione, ad una personalità eccellente del cinema italiano. E
d’intesa con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il
Bianchi è quest’anno un omaggio ad uno dei nostri attori più
amati che ha firmato anche come autore alcuni dei film più
interessanti degli ultimi anni e non solo: icona della grande
fiction di cui è stato un vero leader nell’epoca in cui lo
sceneggiato cominciava a trasformarsi verso la nuova serialità,
Sergio Castellitto continua a conquistare il pubblico con il suo
talento, ma anche con la grande passione e l’impegno che siglano da
oltre quarant’anni un rapporto speciale con la stampa e soprattutto
con un pubblico che non ha mai tradito.
“Eccellente nei ruoli
drammatici e ironico nella tradizione della migliore commedia
italiana, Castellitto è tra gli attori più eclettici e certamente
disponibili a lasciarsi andare anche alla sperimentazione, sia
nella recitazione che come autore” si legge nella motivazione
del Premio che sigla tra cinema e fiction oltre cento
interpretazioni alle quali si aggiunge l’avventura della regia,
come autore di sette titoli tra i quali film che hanno conquistato
anche un posto importante nel cinema e un’eco internazionale.
Con dieci candidature ai
Nastri d’Argento e altrettante ai David di Donatello,
Castellitto – che dai Giornalisti Cinematografici ha avuto anche un
Nastro d’Argento speciale e nel 2007, tra pochissimi talenti
italiani, il Nastro europeo ricevuto durante il Festival
di Cannes – è tra i più premiati dai Giornalisti tra gli attori
italiani. Sei Ciak, tre Globi d’Oro e il prestigioso
Premio Flaiano per il teatro completano un palmarès
al quale si aggiungono anche due riconoscimenti istituzionali della
Presidenza della Repubblica. Al suo talento va anche il merito di
aver reso più vicini al pubblico molti protagonisti della storia,
della cultura e dell’eccellenza italiana nel mondo: da Enzo Ferrari
a Padre Pio fino al Generale Dalla Chiesa e al Boccaccio, e ancora
guida nella Commedia dantesca con Avati: un ‘Virgilio’ appassionato
e capace di trasmettere al pubblico emozione e curiosità nella
tradizione più alta della Cultura italiana. Un impegno e un talento
al quale la stampa cinematografica quest’anno rivolge il suo
affettuoso ‘grazie’ a Venezia.
Già ai tempi di Fiore gemello, nel 2019, avevamo lasciato
Laura Luchetti al lavoro su una storia – come la
descrisse lei – “molto bella, che voglio trattare con rispetto,
perché si basa su una novella italiana”, come quella
liberamente tratta dal romanzo del 1940 di Cesare Pavese che
in questi giorni arriva nelle nostre sale, prima a Roma – con una
serie di anteprime nei cinema Giulio Cesare, Greenwich e
Quattro Fontane – e poi in tutta Italia, a partire dal 24
agosto, distribuito da Lucky Red. La bella
estate è, per usare le sue stesse parole, “la storia di
una verginità che si difende” nella quale la giovane Yile
Yara Vianello (Corpo
celeste) e la Deva Cassel figlia di
Monica Bellucci e Vincent Cassel
sono le due facce di una femminilità che emerge come assoluta
protagonista, con i suoi timori e un incontenibile desiderio di
libertà.
La
bella estate di Yile Yara Vianello
Torino, 1938. A Ginia (la
Vianello), che si è appena trasferita in città dalla campagna, il
futuro nel capoluogo piemontese sembra offrire infinite
possibilità. Divisa tra il lavoro in un atelier di moda e la
condivisione della casa con l’apprensivo fratello operaio, come
tutte le ragazze della sua età sogna di innamorarsi. Magari del
giovane pittore che conosce frequentando la Torino più
bohémien, ambiente nel quale la conduce Amelia
(Deva Cassel), poco più grande di lei, ma molto
più sensuale e provocante. La ragazza è diversa da tutte le persone
che Ginia abbia mai conosciuto in vita sua, e pronta a scuotere le
sue certezze. Divisa tra il senso del dovere e la scoperta di un
desiderio che la confonde, Ginia è travolta da emozioni cui non sa
o non osa dare un nome. Fino a che, alla fine di una estate “bella”
e sorprendente, finalmente si arrende ai propri sentimenti,
celebrando il coraggio di essere se stessa.
Una donna moderna nella
Torino del secolo scorso
Ripartire da Pavese è
sempre una buona scelta, e una regista come Laura
Luchetti sicuramente non manca della sensibilità
necessaria a rendere una vicenda ambientata alle soglie della
Seconda guerra mondiale facilmente comprensibile e condivisibile
anche a un pubblico più giovane e moderno, poco attratto
dall’adattamento in sé. D’altronde non sarà difficile rivedersi
nella storia di questa ragazza “libera” in cerca di una
identità e di una strada, desiderosa di innamorarsi, ma pronta
a sbagliare e imparare, ed empatizzare con lei.
Grazie alla notevole
interpretazione della Vianello, ben affiancata dall’esordiente
suddetta figlia d’arte (prossimamente nella serie Il gattopardo e che sostiene di non aver mai visto i
film di mamma Bellucci e papà Vincent), ma soprattutto a una regia
tanto attenta ai dettagli quanto capace di spaziare tra diversi
palcoscenici e contesti, gestendo bene stacchi e cesure, nel
rispetto dei suoi personaggi, dell’ambiente in cui si muovono e di
una pulizia formale non consueta.
Forse troppa, ché a
tratti si ha l’impressione che lo spaesamento della giovane appena
arrivata dalla campagna – alle prese con la città, gli uomini, le
convenzioni e l’arte, ma anche con desideri nuovi, e possibilità,
anche per le donne, per le quali sembrava addirittura impossibile
sognare – sia fin troppo patinato e che lo scavo psicologico resti
piuttosto didascalico, forse condizionato dall’origine letteraria,
una possibilità poco sfruttata.
Il dramma d’epoca, sotto
una superficie di sartine e operai, da documentario su quel piccolo
mondo antico diventa racconto di un rapporto particolare, nella
quale da vittime del sessismo imperante e dei ruoli tradizionali
Amelia e Ginia si scoprono a vicenda. Attraverso strappi e sgarbi,
sempre rischiando, in un gioco di simmetrie e un’alternanza di
punti di vista, che supera l’elegia dell’innocenza più evidente. Lo
sguardo dell’altra, più che dell’artista, e l’esempio – ora
positivo, ora negativo – creano la possibilità di una presa di
coscienza e di una espressione di sé nella quale molte spettatrici
di oggi troveranno qualcosa che le riguarda.
Disney+ ha annunciato che il 18 agosto
arriveranno sulla piattaforma streaming sei film di Spider-Man™,
dando accesso ai fan ad ancora più contenuti Marvel, tutti in un unico posto.
Saranno disponibili i primi film di Spider-Man™:
Spider-Man™(2002),
Spider-Man™ 2 (2004),
Spider-Man 3 (2007), The Amazing
Spider-Man™(2012), The Amazing
Spider-Man™ 2: Il Potere di Electro (2014) e Spider-Man:
Homecoming (2017).
Spider-Man™
(2002) – Disponibile
dal 18 agosto 2023
Peter Parker, adolescente ordinario,
si trasforma in uno straordinario supereroe dopo essere stato
accidentalmente morso da un ragno radioattivo. Quando il suo amato
zio viene ferocemente ucciso durante una rapina, il giovane Peter
giura di usare i suoi poteri per vendicare la sua morte.
Definendosi “Spider-Man”, comincia a liberare le strade dal
crimine, entrando in conflitto con il malvagio “Green Goblin”.
Spider-Man™
2(2004)– Disponibile dal 18
agosto 2023
In Spider-Man 2™, Tobey
Maguire torna a vestire i panni del mite Peter Parker, che si
destreggia nel delicato equilibrio della sua doppia vita di
studente universitario e di combattente del crimine sovrumano. La
vita di Peter si complica ulteriormente quando affronta una nuova
nemesi, il brillante Otto Octavius che si è reincarnato nel
maniacale e multi-tentacolare “Doc Ock”. Quando Doc Ock rapisce MJ,
Spider-Man deve tornare in azione e l’avventura raggiunge nuove
emozionanti vette.
Spider-Man™
3(2007)– Disponibile dal 18
agosto 2023
Peter Parker ha finalmente la
ragazza dei suoi sogni, Mary Jane Watson, e New York è in preda
alla Spider-mania! Ma quando uno strano simbionte alieno fa
diventare nero il costume di Spider-Man, i suoi demoni più oscuri
vengono alla luce cambiando Spider-Man dentro e fuori. Spider-Man
si trova a combattere la battaglia della sua vita contro un
terribile mix di nemici: il letale Uomo Sabbia, Venom e New Goblin,
oltre che contro il nemico che è dentro di lui.
The Amazing
Spider-Man™(2012)– Disponibile
dal 18 agosto 2023
Un Peter Parker adolescente è alle
prese con crisi liceali e incredibili crisi sovrumane nei panni del
suo alter-ego Spider-Man.
The
Amazing Spider-Man™ 2: Il Potere di Electro(2014)– Disponibile dal 18 agosto
2023
È bello essere Spider-Man, ma ha un
prezzo: solo Spider-Man può proteggere i suoi concittadini di New
York dai terribili nemici che minacciano la città. Con la comparsa
di Electro, Peter deve affrontare un avversario molto più potente
di lui. E con il ritorno del suo vecchio amico Harry Osborn, Peter
si rende conto che tutti i suoi nemici hanno una cosa in comune: la
OsCorp.
Un giovane Peter Parker/Spider-Man
inizia a sperimentare la sua nuova identità da super eroe. Peter
torna a casa, dove vive con la zia May, sotto l’occhio vigile del
suo nuovo mentore Tony Stark. Peter cerca di tornare alla sua
normale routine quotidiana, ma quando appare l’Avvoltoio, tutto ciò
a cui Peter tiene maggiormente viene minacciato.
In occasione del cinquantesimo
anniversario della morte di John
Ford (31 agosto 1973), uscirà il 1° settembre 2023
“Il mondo secondo John Ford“, libro
che Alberto Crespi ha dedicato al leggendario regista
americano, edito da Jimenes Edizioni.
“Il mondo secondo John Ford”
non è un saggio di pura critica cinematografica né una biografia,
ma piuttosto un viaggio appassionato e appassionante
nell’immaginario fordiano, un racconto in prima persona che regala
una miriade di spunti di riflessione, curiosità, collegamenti e
suggestioni e, soprattutto, svela l’ineffabile poetica che segna
l’opera del regista.
In questo volume, Alberto
Crespi ha scritto una vera e propria lettera d’amore a
John
Ford e al suo cinema, seguendo un percorso tematico
che parte da “Ombre rosse” e, traendo spunto dai nove
passeggeri della diligenza, dagli indiani e dalla Monument Valley,
tocca undici tappe.
In questo suo cammino Crespi entra
ed esce dai film di Ford senza scrupoli di genere, critici o
cronologici e offre al lettore le chiavi per comprendere come il
regista ha interpretato il mondo e come, di conseguenza, lo ha
raccontato nel suo cinema: un cinema nel quale si ride e si piange
allo stesso tempo; un cinema nel quale l’avventura, il West, la
storia, la violenza, le frontiere si mescolano sempre con l’ironia
sommersa, il senso della famiglia e della comunità, il dolore della
perdita e il passaggio di consegne da una generazione
all’altra.
Questa è la quarta volta che
Hayao Miyazaki
partecipa al festival spagnolo, ma è la prima volta che partecipa
alla selezione ufficiale. In precedenza ha partecipato alla
manifestazione nella sezione Velodrome con La città
Incantata e Ponyo e in Perlak con
Si alza il vento. Altri due film Ghibli sono stati
selezionati per la Perlak: La storia della Principessa
Splendente (2013) di Isao Takahata e
La tartaruga rossa (2016) di Michael Dudok
de Wit.
Il film è ispirato al libro
How Do You Live?, titolo originale del film, ma
piuttosto che essere un adattamento del libro stesso, è il libro
che appare effettivamente nel film in possesso di Maki. Il film
sembra condividere molti temi importanti cari a Miyazaki, come il
sentimento contro la guerra, l’idea di un mondo fantastico che
esiste accanto al nostro e le difficoltà di essere un bambino,
rendendolo una degna conclusione (?) della sua carriera
cinematografica.
Il lungometraggio animato disegnato
a mano è il primo lungometraggio del regista Miyazaki in 10 anni. E
a firmare la colonna sonora è stato chiamato un collaboratore di
lunga data di Hayao Miyazaki,
Joe Hisaishi. In una rottura con la tradizione, lo
Studio Ghibli ha distribuito il film in Giappone senza alcuna
promozione, materiale di marketing o descrizione del film,
consentendo al pubblico di scoprire il film da solo.
Barbie
di Greta Gerwig ha superato i 537,5 milioni di
dollari al botteghino nazionale, superando il box office casalingo
di Il cavaliere Oscuro, il film di
Christopher Nolan del 2008 che deteneva il record
in casa Warner Bros. (536 milioni di dollari).
E i record non si fermano qui.
Secondo le proiezioni di incasso, nei prossimi giorni, Barbie supererà il film d’animazione della Universal
The Super Mario Bros. Movie ($ 574 milioni)
diventando il film con il più alto incasso del 2023 negli USA. Di
questo passo, Barbie, che ha appena raggiunto $ 1,2 miliardi a
livello globale, potrebbe anche eclissare l’incasso di Mario in
tutto il mondo ($ 1,35 miliardi).
È stata una corsa sfrenata quella di
Barbie, che è rimasto il film n. 1 per quattro fine settimana
consecutivi. Dopo 17 giorni nelle sale, è diventato il film della
Warner Bros. che più velocemente (e l’ottavo nei 100 anni di storia
dello studio) è entrato a far parte del club da 1 miliardo di
dollari. Potrebbe anche superare Harry Potter e i Doni
della Morte: Parte 2 del 2011 ($ 1,34 miliardi) come il
maggior incasso di tutti i tempi dello studio.
Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul
film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga
dalla Terra), Issa Rae (The Photograph –
Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea
Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e
Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex
Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu
Arya (The Umbrella Academy) e il premio
Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
Il MCU è un bacino sempre
pieno di novità e sorprese. Da quando è stato avviato sotto l’egida
di Kevin Faige, qualsiasi prodotto uscito dal suo
grembo è stato caratterizzato da uno specifico tono o da un mix di
registri. Quelli che più hanno spiccato nel tempo e che trovano
conferma nei film fino a questo momento realizzati – sia i top che
i flop – sono: l’umorismo e il dramma. In realtà, il Marvel Cinematic
Universe è partito con uno stampo humor grazie
a Iron Man, primo film del filone, nel quale il pubblico
è subito venuto a contatto con un supereroe fuori dal comune,
divertente al punto giusto e con la battuta sempre pronta. Seppur
con il tempo il MCU si sia lasciato andare
di più alle sfumature seriose, l’humor ha sempre cercato di essere
presente, a volte cadendo con tutte le scarpe in diverse
parentesi di idiozia pura e assurdità. A quanto pare la
prossima pellicola Marvel, The
Marvels, ci darà più attimi di questo tipo, il che fa
suppore che la storia avrà degli inserti molto bizzarri e
stravaganti. Rispetto a quanto detto, ripercorriamo insieme
tutti i momenti più sciocchi e strambi che il
MCU ci ha regalato
fin’ora, in attesa degli altri film.
Veb e i buchi – Ant-Man & The Wasp:
Quantumania
È stato detto spesso nel corso del
tempo che i primi due film di Ant-Man non sono stati un grande
successo nell’universo del MCU e, confrontandoli con
altri, si può dire che abbiano avuto un destino anche infausto. Una
scossa è però poi arrivata con Ant-Man and the Wasp: Quantumania, pellicola che ha
aperto la Fase 5 del Marvel Universe, e che alla fine ha
dato (seppur di poco) una svolta tonale al franchise, puntato di
più su elementi di bizzarra fantascienza.
Il film non solo ha inserito le
diverse versioni di Kang il Conquistatore, ma ha anche introdotto
differenti creature del Regno dei Quanti. Fra le poù strane specie
c’è Veb, una massa senziente che si schiera contro
Kang. Di questo essere non è strano solo il design visivo, ma anche
la sua ossessione per i buchi. Non avendo orifizi propri, Veb è
interessato a contare quanti buchi hanno le altre creature viventi.
Tutta questa situazione confluisce in un momento molto sciocco in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, quando Veb viene
colpito più volte e subisce gravi danni fisici. La reazione della
creatura però è alquanto divertente, in quanto invece di morire o
soffrire, Veb grida eccitato perché finalmente ha dei buchi.
La testa di carota – Guardiani
della Galassia Vol. 3
L’ultimo capitolo della trilogia de
I Guardiani della Galassia del
MCU è stato quello più
drammatico e malinconico, perché ha segnato da una parte lo
scioglimento del gruppo di eroi e dall’altra ha portato alla luce
il passato doloroso del futuro leader
Rocket. Nonostante questo, in Guardiani
della Galassia Vol. 3 non mancano momenti più stupidi e
leggeri, ed uno di questi è inserito nella scena dell’infiltrazione
dei Guardiani nella Orgocorp.
Ad un certo punto, al fine di
ottenere informazioni per salvare la vita di Rocket,
Quill,
Gamora e
Nebula prendono un ostaggio mentre sono circondati dalle
guardie. Prima di mostrarglielo, Gamora suggerisce di uccidere
una delle guardie lì presenti, che ha la forma di una
carota. Seppur non sia strano vedere un alieno dalla pelle
arancione, questo si avvicina molto più a un vegetale dei cartoni
animati, il che rende tutto abbastanza bizzarro.
She-Hulk e il twerk con Megan Thee
Stallion – She-Hulk: Attorney At Law
La serie She-Hulk: Attorney At Law, da quando ha fatto il suo
debutto su Disney+, non ha mai nascosto la sua natura
comica, e lo show sin da subito ne ha confermato gli intenti.
Nonostante Jenn Walters debba affrontare diverse sfide lungo il
cammino dovute al suo essere Hulk, questo non le impedisce di
prendere la sua vita, alcune volte, con estrema leggerezza.
A dimostrazione di quanto detto, la
serie mostra alcuni momenti molto sciocchi e divertenti al tempo
stesso, e quello più memorabile è quando la performer Megan Thee
Stallion visita l’ufficio di Jenn. Ad un certo punto, le due donne
iniziano a ballare e concludono la loro performance con un
twerking in una scena post-credits.
Quando Hulk ha trattato Loki come
un giocattolo – The Avengers
Nella squadra degli Avengers del
MCU ci sono alcuni
supereroi più seri di altri che invece, nonostante il loro essere
incredibilmente forti e maestosi, si prestano molto di più per gag
e momenti esilaranti. Fra questi c’è proprio
Hulk che, quando non combatte, regala delle sequenze
decisamente divertenti al suo pubblico.
Da menzionare è la scena presente in
The Avengers, quando il supereroe verde affronta
Loki nella Avengers Tower. Mentre lui è intento a parlare del
suo incredibile potere come dio, Hulk lo afferra per una
gamba e lo inizia a sballottolare come una bambola di
pezza. La battuta di Hulk “Dio insignificante” rende la scena
ancora più sciocca.
Bao, il dio dei ravioli – Thor:
Love and Thunder
Tutti i film stand-alone di
Thor hanno avuto come focus principale quello di approfondire
meglio la mitologia degli dei nel MCU, e Thor: Love and
Thunder ha alzato di parecchio l’asticella, inserendo una
scena molto particolare: quella della Città dell’Onnipotenza.
Questo luogo, dove ci sono ovviamente gli dei, ospita esseri
provenienti da altri pantheon dell’universo, tanto che l’incontro
con Zeus ha camei di divinità conosciute, come per esempio
Dioniso.
Non ci sono però solo divinità
mitologicamente famose, ma anche alcune del tutto originali: alcune
di esse sono rappresentate come entità maestose, altre invece come
assurde. Quella più sciocca è Bao, il Dio
dei ravioli, che non è altro che un cartoonesco bao bun su
un cucchiaio sovradimensionato.
Pizza Poppa è bloccato mentre si
colpisce da solo – Doctor Strange nel multiverso della follia
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è il primo
horror movie del MCU. Seppur ci sia una
grande prevalenza di scene terrificanti, il film è anche ricco di
momenti in cui umorismo e orrore, tipici di Sam Raimi, si
miscelano, costruendo momenti memorabili. Fra le battute di questo
stampo presenti nella pellicola, quella più sciocca ha come
protagonista Bruce Campbell, collaboratore di lunga data del
regista. L’attore interpreta Pizza Poppa, un venditore ambulante
che affronta Strange e America Chavez per aver rubato la pizza dal
suo carrello.
Nonostante Pizza Poppa abbia ragione
sul fatto che Chavez abbia commesso un furto, Strange lo punisce
ugualmente, costringendo l’uomo a spruzzarsi la senape in
faccia e poi a prendersi ripetutamente a pugni. Seppur sia
triste essere spettatori di un atto così spregevole da parte dello
stregone verso un semplice ambulante, la scena è molto sciocca. Nel
post-credits del film il pubblico poi rivede rivede Pizza Poppa nel
momento in cui l’incantesimo si spezza e lui che urla “È
finita!“.
L’essere con la testa di broccolo –
Ant-Man & The Wasp: Quantumania
Torniamo di nuovo ad Ant-Man & The Wasp: Quantumania. Come dicevamo
all’inizio, il film ha più scene sciocche che strappano una risata.
Un’altra degna di essere menzionata è quella che vede come
protagonista Hank Pym, il padre di Hope van Dyne, nonché entomologo
e fisico.
Ad un certo punto della storia,
l’uomo si trova a riflettere sulle gravi conseguenze che un
universo microscopico ha su tutto ciò che pensava di conoscere,
quando ad un certo punto una creatura lo coglie alla sprovvista. Le
sue parole sono proprio:”Oh, m***a, quel tipo sembra un
broccolo!“. E non c’è niente di più vero, in quanto la
testa dell’essere assomiglia a un broccolo… solo
che ha una grande quantità di occhi!
Un agente dello SHIED gioca a
Galaga – The Avengers
Facciamo di nuovo un balzo indietro,
riavvolgiamo il nastro e riprendiamo di nuovo il film The Avengers. Quando i Vendicatori si incontrano per
la prima volta, come molti ricorderanno, nessuno di loro riesce a
creare una sintonia con il gruppo. Quella tensione creatasi
all’inizio va però placandosi quando il team sale bordo
dell’elivelivolo dello SHIELD.
In quel momento,
Tony Stark – fra i personaggi più irriverenti e spiritosi del
MCU – fa un commento
sciocco, inaspettato e anche fuori luogo. Dando brevemente ordini
all’equipaggio, Stark fa notare che uno degli agenti dello
SHIELD, invece di impegnarsi sul lavoro, sta
giocando a Galaga. In quel momento, la pellicola non
mostra l’immagine dell’atto, ma solo dopo le sue parole verranno
confermate.
Stark e la battuta su Hulk e Black
Widow – Avengers: Age Of Ultron
Avengers:
Age of Ultron, rispetto al suo predecessore, non ha avuto
l’accoglienza che sperava per una serie di stonature presenti al
suo interno. Il MCU, come spesso si è
detto, di errori ne ha fatti tanti e alcune sub-trame riguardanti
alcuni personaggi sono state etichettate come superficiali oppure
pesanti per la trama. Fra queste vi è la love story mai realmente
approfondita fra Bruce Banner (Hulk) e Natasha Romanoff (Black Widow), che ha fatto storcere il naso a
molti.
All’interno di qualche pellicola
sono state inserite alcune scene che sembravano preparare la coppia
per un futuro romantico, ma la battuta di
Tony Stark durante il combattimento dei Vendicatori a Sokovia
su di loro, in Avengers:
Age of Ultron, è particolarmente sciocca e immatura.
Chiedendosi perché i due supereroi non siano ancora al loro posto,
Stark dice a Natasha: “Romanoff, è meglio che tu e Banner non
giochiate a nascondere le zucchine”.
Il ballo del Barone Zemo – The
Falcon and the Winter Soldier
Un’ultima scena divertente da
menzionare è quella che vede come protagonista il Barone Zemo. Il
personaggio fa il suo debutto nel MCU in Captain America: Civil War come colui che cerca in
tutti i modi di mettere Tony Stark contro Steve Rogers e Bucky
Barnes. Seppur il suo piano all’inizio funzioni, Zemo viene poi
catturato vivo e messo in prigione da Black Panther.
Il Barone è in seguito ritornato in
The Falcon and the Winter Soldier, con il compito di
aiutare Sam Wilson e Bucky a rintracciare un nuovo lotto di siero
per super-soldati. Nonostante lo show si impianti su un tono molto
serio, c’è un momento abbastanza sciocco in cui si vede
Zemo ballare in un club di Madripoor. La Marvel, sfruttando la popolarità
del filmato, ha persino pubblicato una versione di un’ora per i fan
del Marvel Cinematic Universe.
Arriva oggi al cinema il nuovo film
del regista Ira Sachs, Passages,
presentato al Sundance Film Festival 2023, un
dramma romantico interpretato da Franz Rogowski,
Ben Wishaw e Adèle
Exarchopoulos. Lo stile europeo di Sachs
(statunitense d’origine) trova qui il suo massimo compimento dal
punto di vista registico e narrativo. Dopo il suo ultimo film,
Frankie, girato in Portogallo con un cast
proveniente da entrambe le sponde dell’oceano, il regista di
Love is strange ritorna alle sue location europee e ai
suoi attori di diverse nazionalità, ma addentrandosi in una
tematica più vicina al cuore del suo lavoro.
La trama: anime di passaggio
In Passages,
Sachs rivisita il concetto di triangolo amoroso e
lo fa presentandoci come personaggi un regista tedesco, suo marito
inglese e la sua nuova amante francese. Tomas
(l’inimitabile Franz Rogowski) è un regista un po’
prepotente che incontriamo mentre dirige l’apparente ultima scena
del suo film e maltratta pesantemente le comparse. Già alla festa
di fine riprese è un po’ scontroso con Martin
(Ben
Whishaw), il suo partner, perché il ragazzo non ha voglia di
ballare. Per caso finisce a ballare con Agathe
(Adèle Exarchopoulos), una ragazza estranea al
mondo del cinema ma che sa chi è lui.
Una cosa tira l’altra e
Tomas finisce per passare la notte con
Agathe, tornando a casa la mattina dopo e
raccontando l’accaduto a Martin. E mentre il
marito prende il fatto con una certa naturalezza (“ti succede
sempre alla fine delle riprese“, gli dice), lui preferisce
fare le valigie e andarsene. Bisognoso di compagnia ed egocentrico
al massimo, Tomas finisce per partire con
Agathe. Poco dopo, si separa da
Martin e va a vivere con la donna, in modo
permanente. Il suo ex, nel frattempo, sta già frequentando uno
scrittore francese che entrambi conoscono. Quando Tomas lo scopre,
entra in crisi e non riesce ad accettare di essere dimenticato così
rapidamente.
Passages: né vincitori né vinti
Le complicazioni si accumulano e
nascono da alcune rivelazioni e svolte narrative, ma
Sachs tende a tralasciare i momenti più
melodrammatici, preferendo mostrarci i dialoghi, gli incontri, i
momenti di intimità tra i personaggi. Come è consuetudine nei suoi
film, non ci sono eroi o cattivi in Passages.
Sebbene sia chiaro che Tomas è un grave
egocentrico e che rientrerebbe nella generica categoria delle
personalità tossiche, Sachs non lo presenta come
un mostro. Ancora più semplice è identificarsi con le sue due
“vittime”, che non hanno quasi alcun rapporto tra loro, tranne che
per una scena chiave, che deciderà in più di un modo il destino
della vicenda.
Il mondo del cinema da cui proviene
Tomas è più che altro accennato, fa
prevalentemente da sfondo a un paio di sequenze e discorsi, ma
serve a capire che tipo di persona è Tomas e il
modo in cui si aspetta che gli altri stiano ai suoi ordini o
tollerino i suoi capricci. Martin è un artista che
sembra avere successo nel suo lavoro, cosa che
Tomas sembra non sopportare. Diverso è il caso di
Agathe, una maestra che, tranne in alcuni momenti,
si lascia più che altro trasportare dalle circostanze.
Non è necessariamente il dialogo il
fulcro del dramma, ma i comportamenti dei personaggi: possono
parlare inglese, tedesco o francese, ma la lingua non andrà a
inficiare ciò che succede o dovrà accadere. La regia di
Sachs è discreta, generalmente in funzione degli
attori e dei loro movimenti. In questo, che è il suo film più
francese in assoluto (le ambientazioni, le strade e gran parte
della logica delle situazioni ricordano i film di Philippe
Garrel, François Truffaut o Jean
Eustache), Sachs non modifica questo
modus operandi, ma aggiunge alcune scene che attirano l’attenzione
– un ballo, una scena di sesso, una corsa veloce in bicicletta per
le strade di Parigi – e che alterano il tempo e il ritmo del
film.
Un destino a tre lame
Che cosa trasforma una relazione
funzionale in una disfunzionale? L’amore consiste nell’accettare
l’altro così com’è o nel pretendere che l’altro assecondi i nostri
capricci e desideri? È impossibile pensare a una relazione d’amore
senza dinamiche di potere? È necessario porre dei limiti perché una
relazione funzioni? Queste sono alcune delle domande esplorate in
Passages, il nuovo lavoro di Ira
Sachs: un’esperienza breve e dolorosa, su tre persone che
non sanno di amare e non possono amare. Sachs è un esperto nel
sottolineare con umanità gli aspetti e le differenze all’interno di
una relazione di coppia che portano alla formazione di crepe,
spesso irreparabili (come si può vedere anche nel suo film
Little Men). La sceneggiatura, co-scritta da
Sachs e dal suo costante collaboratore
Mauricio Zacharias, ci mostra tre persone che si
dirigono inevitabilmente verso un destino in cui i loro cuori
saranno irrimediabilmente spezzati e non possono (o non vogliono)
fare nulla per evitarlo.
Il regista potrebbe non scegliere di
specificare le correlazioni tra la sua vita personale e i suoi film
ma, anche in questo arazzo fittizio, siamo attratti dai personaggi
perché sono come noi, o perché noi siamo/eravamo loro. Sulla carta,
Tomas è molesto e incredibilmente tossico, ma
l’interpretazione di Rogowski ci invita a prestare
attenzione al desiderio che si cela dietro il suo volto arcigno e i
suoi commenti acidi. Whishaw rifiuta il ruolo di
partner a lungo sofferente, sapendo di avere il potere decisivo
fino alla fine – qualunque sia il destino che li attende.
Passione tossica
Con questa premessa quotidiana e
riconoscibile, Ira Sachs costruisce un dramma
romantico (o anti-romantico, a seconda di come lo si guardi) che si
concentra sugli alti e bassi emotivi dei membri di questo trio
impossibile, evidenziando l’esercizio di potere intrinseco che
esiste in ogni relazione che manca del necessario equilibrio. In
questo caso, Tomas, artista egoista ed egocentrico
abituato a dettare i movimenti degli attori dei suoi film, crede di
poter trasformare anche nella vita reale gli altri in burattini. In
realtà, questo comportamento vampirico è dovuto al suo bisogno di
attenzioni affettive e alla paura della solitudine che lo
attanaglia, motivo per cui usa le persone che lo circondano a
proprio vantaggio.
Una parte fondamentale del successo
del film di Ira Sachs è il modo in cui la
fotografia di Josée Deshaies (moglie di
Bertrand Bonello e collaboratrice abituale dei
suoi film) aggiunge texture cinematografiche ruvide a un’intimità
cruda che aveva bisogno di quel realismo sporco, senza rinunciare
alla bellezza dei corpi e delle anime nude. Perché l’amore fa male,
e il trio alterna momenti di passione ad amare discussioni che li
portano a lasciarsi.
Passages non cerca
di reinventare il dramma romantico – tutt’altro. È un film che
percorre strade già conosciute, ma lo fa con un’onestà fino
all’osso e, soprattutto, con un’empatia per i protagonisti che è
tanto sorprendente quanto gradita. Sarebbe fin troppo facile
trasformare questa storia in un racconto di vittime e carnefici, ma
Sachs evita abilmente le accuse. In circostanze
come queste, nessuno mostra necessariamente il suo lato
migliore.
Apple Original Films ha annunciato
che Fingernails – Una diagnosi d’amore, l’atteso
film interpretato da
Jessie Buckley,
Riz Ahmed,
Jeremy Allen White e Luke Wilson e
già selezionato al Toronto International Film Festival, uscirà il 3
novembre su Apple
TV+.
Anna e Ryan hanno trovato il vero
amore. È stato dimostrato da una nuova e controversa tecnologia.
C’è solo un problema: Anna non è ancora sicura. Poi accetta un
posto in un istituto di sperimentazione amorosa e incontra
Amir.
Fingernails – Una diagnosi
d’amore è il secondo lungometraggio e il primo film in
lingua inglese del visionario regista/scrittore/produttore Christos
Nikou, il cui debutto alla regia è stato l’acclamato “Apples”.
Il film è scritto da
Christos Nikou con Stavros Raptis
e Sam Steiner ed è prodott, oltre allo stesso
Nikou, da Cate Blanchett, Andrew
Upton e Coco Francini per Dirty Films e
Lucas Wiesendanger per FilmNation Entertainment. Il film è prodotto
esecutivamente da Glen Basner, Milan
Popelka, Alison Cohen e Ashley
Fox della FilmNation Entertainment insieme a Kevin
Lafferty e Jerome Duboz.
Dal 2019 a oggi molte
cose sono cambiate, e anche il Passages con cui
Ira Sachs (I toni dell’amore – Love is Strange,
Little Men) torna nelle nostre sale è molto diverso dal
Frankie con Isabelle Huppert che tanta impressione aveva fatto al
Festival
di Cannes di quell’anno. Presentato al Sundance Film Festival e
poi alla Berlinale – dopo le apprezzate anteprime speciali di
inizio mese –
dal 17 agosto Mubi e Lucky Red ci offrono uno sguardo moderno
non privo di ironia sulla battaglia dei sessi.
Prodotto da Saïd Ben Saïd
(Elle, Bacurau) e Michel Merkt (Vi presento Toni
Erdmann), in Passages si intrecciano desideri e nevrosi
di Ben Whishaw, ma soprattutto della coppia composta da
Franz Rogowski (visto di recente in Freaks Out di Gabriele Mainetti e il
Disco Boy di Giacomo Abbruzzese) e la splendida e
indimenticabile protagonista del La vita di Adele premiato con la Palma d’oro
nel 2013, Adèle Exarchopoulos. Loro la chiave di quello che
lo stesso regista definisce “un film di attori”, ai quali si è
affidato per ottenere qualcosa che non avrebbe mai potuto essere
nella sceneggiatura.
Anche per quel che
riguarda sensualità e istinto, due elementi che – insieme alle
scene di sesso che arricchiscono il film e i rapporti tra i
personaggi – non sono molto piaciuti alla censura. Intanto a
quella statunitense, che ha vietato il film ai minori di 17 anni.
Una decisione che il regista – fondatore dell’organizzazione
Queer|Art – ha definito “pericolosa” per il suo combattere
“la possibilità che esista un immaginario LGBTQ+” e alla
quale Mubi –
considerandola “inaspettata” e “deludente” – ha risposto
distribuendo il film negli Stati Uniti senza rating.
Un film tanto attuale
da esser stato visto come un manifesto della tanto decantata
fluidità?
Secondo la mia
esperienza, l’importante è l’impatto che il film ha sul pubblico.
Poi, quanto a quel che ci veda il pubblico, c’è una frase famosa
che dice che se vuoi mandare un messaggio, devi usare la Western
Union. Io non volevo mandare messaggi, ma sicuramente un film, una
sceneggiatura, possono essere costruiti, strutturati, interpretati
e letti in diversi modi. Ed è altrettanto certo è che questo
aspetto ci sia, anche se la mia intenzione non era di fare un film
a tema. In generale parlerei di un cambiamento generazionale. C’è
stato questo passaggio che forse oggi ci permette di vedere le
relazioni e i rapporti umani, sentimentali e sessuali, in un nuovo
modo, diverso, nel quale le differenze sono consentite.
Tre attori ben
orchestrati grazie anche a tre personaggi ben costruiti, come sono
nati?
Ho costruito il film su
Rogowski, dopo averlo visto nell’Happy End di Haneke, e l’ho
iniziato a scrivere durante il primo lockdown. Un periodo nel quale
ho provato un grande senso di insicurezza. Non ero sicuro che il
cinema potesse sopravvivere e ho sentita la necessità di lavorare a
un film che avrei voluto vedere, e del genere che avrei voluto
vedere se il cinema fosse sopravvissuto. Un film di attori, che
anche si prendesse dei rischi. Proprio in quel periodo avevo visto
l’ultimo film di Visconti, L’innocente, e mi aveva ispirato, non
solo per la struttura del racconto. Da regista, da uomo di potere,
ho sofferto della mancanza di controllo sul mio mondo, il mio
ambiente, e in qualche modo mi sentito connesso con Giancarlo
Giannini, ma tutti noi abbiamo continuato a sentirci ispirati dal
film, anche durante l’intero processo creativo.
Ma non solo per
Giannini, giusto?
Il sentimento che mi ha
provocato Franz Rogowski è lo stesso che avevo provato per Laura
Antonelli. Pur essendomi sempre identificato come omosessuale, e
avendo una storia sentimentale in questo senso, sentire queste
sensazioni nei confronti del personaggio da lei interpretato è
stato molto interessante. Anche come regista, visto che
quell’eccitazione mi portava in una diversa direzione. Ho pensato a
cosa succederebbe se la mia ispirazione, la mia musa erotica
cambiasse. Durante la lavorazione io avevo 55 anni, ma i
protagonisti sono molto più giovani, non c’è il tema dell’identità
omosessuale, oggi forse c’è un approccio diverso, una differenza
generazionale che in qualche modo rende il film – ambientato al
giorno d’oggi – molto attuale.
La fascinazione per
Rogowski ha condizionato anche la natura del personaggio?
Sin dalla sequenza
iniziale del film c’è sicuramente qualcosa di me stesso nella sua
posizione, nel suo potere, c’è la mascolinità, il mio essere
bianco, ma nei personaggi c’è sempre anche molto di quel che
mettono loro. Anche perché io evito di fare prove per non
bloccarli, per dar loro un ambiente creativo, perché loro stessi si
scoprano, anche se questo significa correre dei rischi. Il suo
Tomas è un uomo di potere, che finisce a terra, ma il modo in cui
lo fa ha una sua coreografia. Ed è curioso perché Frank aveva
pensato di fare il ballerino all’inizio della sua carriera, e anche
se oggi dice di non saper ballare il suo corpo è come un’opera
d’arte, una scultura, con cui lui sa di poter trasmettere
qualcosa.
Un uomo di potere che
vediamo tanto attento ai dettagli, quanto talmente egoista da
ignorarli…
C’è una coerenza nel
personaggio, che è quella di esser costantemente mosso dal
desiderio. C’è un gap tra quello che ha e quello che vorrebbe
avere, dall’inizio alla fine. Una costante, in un soggetto guidato
sempre dal piacere. La mia stessa intenzione, come regista, era di
dare qualcosa al pubblico, in qualche modo di dargli piacere,
attraverso i diversi elementi del film, dai colori alla fisicità
degli attori, in ogni scena. Qualcosa che mostra la ricerca fatta e
la concentrazione sui dettagli.
Piacere e fisicità che
tornano anche nelle scene di sesso, anche quelle molto curate nei
dettagli, quasi delle coreografie, nonostante l’amore omosessuale
sembri ancora un tabù…
Per esperienza so che non
si può scrivere completamente una scena di sesso per gli attori,
sono loro che devono interpretarla, è nelle loro mani. Puoi creare
una situazione, nella quale loro si muoveranno, è il mio lavoro è
metterli a loro agio, che sentano fiducia e rispetto, e poi
lasciare alla loro improvvisazione, al movimento dei loro corpi che
esprima quello che avrei dovuto descrivere sulla pagina in maniera
dettagliata. Loro possono fare col corpo tutti i paragrafi di una
scena. Qualcosa che non avrei potuto fare, tanto che mentre li
dirigo sono anche un osservatore, divento pubblico e provo quel che
prova lo spettatore.
Quanto al tabù, noi
viviamo con la convinzione che tutto vada avanti, che il progresso
si muova in una precisa direzione, che con il tempo le cose
migliorino, anche grazie a una cultura che ci rende sempre più
aperti, ma in realtà, per fare il film, io sono dovuto tornare
indietro agli anni ’70 e ’80, a Chantal Akerman, ad Accattone, a
Visconti, indietro a un periodo nel quale eravamo meno repressi
anche per ricordarmi cosa era possibile raccontare con le immagini.
Tornare a quel periodo mi ha consentito di creare delle scene nelle
quali non ci fosse la vergogna.
Michael Cera si
riunisce con Sex Bob-Omb – questa volta in forma animata – per
l’imminente anime di NetflixScott Pilgrim Takes Off. La serie di otto episodi
è diretta dallo studio di animazione Science Saru
e segue la storia del personaggio del titolo che suona il basso
durante la sua battaglia tra le band e contro gli ex di Ramona.
La nuova serie Netflix segue la
commedia d’azione romantica di Edgar Wright del
2010
Scott Pilgrim Vs The World, basata sulla serie di
graphic novel di Bryan Lee O’Malley.
I personaggi animati di
Scott Pilgrim Takes Off sono doppiati quasi
interamente dagli attori del film del 2010. Questo include Mary Elizabeth
Winstead come Ramona, Kieran Culkin
come Wallace Wells, Chris Evans
come Lucas Lee, Jason Schwartzmen come Gideon
Graves, Satya Bhabha come Matthew Patel, Brie Larson
come Natalie V. “Envy” Adams, Aubrey Plaza come
Julie Powers, Ellen Wong nei panni di Knives Chau
e Anna Kendrick
nei panni di Stacey Pilgrim.
Il regista originale di Oldboy, Park Chan-wook,
rivela come si è sentito guardando il
remake di Spike Lee del 2013. Basato
liberamente su un manga giapponese, Oldboy di Park racconta la storia di un uomo
misteriosamente imprigionato per 15 anni, che dopo aver ottenuto la
libertà, parte per una sanguinosa ricerca di vendetta contro i suoi
sconosciuti carcerieri. Acclamato dalla critica al momento della
sua uscita nel 2003 (come si evince dal suo punteggio dell’82% su
Rotten Tomatoes), Oldboy è stato sostenuto da artisti del
calibro di Quentin Tarantino e in un primo tempo
il suo remake è stato affidato a Steven Spielberg che avrebbe
diretto Will Smith nel ruolo principale. Alla fine
il remake di Oldboy è stato diretto da Spike
Lee con Josh Brolin nei panni del
protagonista.
Ora, 20 anni dopo l’uscita
dell’originale Oldboy, il regista Park
Chan-wook ha rivelato come si è sentito guardando il
remake del suo film a
opera di Lee (tramite Inverse). Pur lodando Lee e
definendolo un regista di grande influenza, Park ammette anche che
è stato strano guardare una nuova versione del film a cui ha dato
vita.
“Prima di tutto sono stato molto
onorato che sia stato realizzato da un regista che rispetto e da
cui sono stato personalmente influenzato. Guardando il film, mi è
sembrato molto inquietante perché è la storia che ho creato io, ma
è diversa. È quasi come un volto familiare, ma anche molto nuovo
allo stesso tempo… Hai presente quando vai nei parchi di
divertimento e c’è la sala degli specchi e vedi i tuoi riflessi
contorti in questi strani specchi? È stata un’esperienza divertente
simile a qualcosa del genere.”
C’è da aggiungere che il commento di
Park è anche molto diplomatico, dal momento che se il suo Oldboy è considerato un capolavoro della
cinematografia mondiale, il remake di Spike Lee è
uno dei punti più bassi della prestigiosa e ricca filmografia del
regista americano.
Tuttavia, tramite X, @DiscussingFilm ha diffuso le prime quattro foto
ufficiali dal film, dopo un leak di altre immagini dei giorni
passati.
Le quattro immagini mostrano il protagonista del film, uno stormo
di uccelli, un misterioso oggetto fluttuante e un airone
decisamente bizzarro, in pieno stile Miyazaki,
fornendo un allettante primo assaggio di quello che il film
sarà.
Il
ragazzo e l’airone (The Boy and the Heron) ha
debuttato in Giappone il 14 luglio 2023, dove è stato distribuito
con una minuscola campagna di marketing, lasciando i fan
completamente all’oscuro di cosa sarebbe stato il film che stavano
per vedere. Da allora il film ha raccolto enormi elogi e debutterà
al Toronto International Film Festival a settembre.
1 di 4
Le immagini condivise non danno
grandi suggerimenti su quello che sarà la storia del film, ma per
adesso sappiamo che The Boy and the Heron racconterà la storia
di Mahito Maki, un ragazzino che scopre una misteriosa torre
abbandonata che lo mette in contatto con un fantastico nuovo mondo
insieme a un airone parlante. Maki è chiaramente presente nella
prima immagine, mentre abbraccia un personaggio femminile il cui
volto è oscurato, mentre l’airone è presumibilmente lo stesso
raffigurato nell’immagine finale.
Il film è ispirato al libro
How Do You Live?, titolo originale del film, ma
piuttosto che essere un adattamento del libro stesso, è il libro
che appare effettivamente nel film in possesso di Maki. Il film
sembra condividere molti temi importanti cari a Miyazaki, come il
sentimento contro la guerra, l’idea di un mondo fantastico che
esiste accanto al nostro e le difficoltà di essere un bambino,
rendendolo una degna conclusione (?) della sua carriera
cinematografica.