Nella battaglia culminante di
Shazam! Furia degli Dei (qui la recensione), in sala dal
17 marzo, il supereroe Shazam sacrifica la propria
vita per fermare la malvagia dea Kalypso e il suo
drago. Per onorare la sua caduta in battaglia, al protagonista
viene data una sepoltura degna di un Campione. È a quel punto,
tuttavia, che fa la sua comparsa in scena Wonder
Woman, interpretata da Gal Gadot.
Grazie ai propri poteri, la dea ripara il bastone magico, grazie al
Shazam viene riportato in vita.
Dopo aver visto il cameo di questo
importante personaggio, tuttavia, alcuni spettatori si sono chiesti
se la performance dell’attrice sia stata realizzata attraverso la
sovrapposizione del volto dell’attrice sul corpo di una
controfigura. Le voci si sono fatte più insistenti dopo che
l’attrice e modella Taylor Cahill ha pubblicato
una sua foto dal set con indosso il costume di Wonder Woman,
affermando “il segreto è ora svelato! Sono così grata
per questa straordinaria opportunità di essere stata la
controfigura di Wonder Woman, alias Fake Wonder Woman!”. La
possibilità di aver assistito dunque ad un finto cameo ha fatto
infurirare i fan, ai quali ha risposto lo stesso regista del
film.
David F. Sandberg,
infatti, ha chiarito tramite Twitter che “abbiamo
girato la scena con Taylor per capire quale copertura avremmo avuto
bisogno di ottenere con Gal, dato che non poteva arrivare ad
Atlanta. È sempre il corpo di Taylor nella scena in cui ha il volto
del mago. Non c’è assolutamente nessun deepfake in corso. Quando
vedete Gal, è lei al 100%. “Questo è l’approccio che abbiamo
adottato in Shazam! per Superman. Prima gira con una
controfigura, poi ottieni la copertura richiesta con Cavill. Solo
che la seconda parte non è mai accaduta in Shazam!”.
We shot the scene with Taylor to figure out
what coverage we then needed to get with Gal since she couldn’t
make it to Atlanta. It’s also Taylor’s body with the wizards head
on it. There is absolutely no deepfaking going on. When you see Gal
it’s 100% her.
Il film The Batman
è uscito nelle sale lo scorso marzo, incassando oltre 770 milioni
di dollari a livello globale, ottenendo anche recensioni
estremamente positive. Dato questo grande successo, è poi stato un
sequel dal titolo The Batman – Parte 2, che sta
andando avanti ai DC Studios come progetto facente parte
dell’Elseworlds, ovvero quei lungometraggi non legati al principale
universo narrativo del DC
Universe. Riguardo tale seguito, mentre è noto che Robert
Pattinson tornerà ad interpretare il cavaliere oscuro
e che Andy Serkis
riprenderà il ruolo del fidato Alfred, sembra che anche altri due
attori del primo film riprenderanno i rispettivi ruoli nel
sequel.
L’insider Daniel
Richtman ha infatti riferito che Paul Dano e
Colin Farrell avrebbero
entrambi firmato per riprendere i rispettivi ruoli, ovvero Edward
Nashton alias L’Enigmista e Oswald Cobblepot alias
Il Pinguino. Se per quest’ultimo, protagonista
anche di una serie spin-off attualmente in fase di riprese, era
prevedibile il ritorno, è la presenza di Edward Nashton, villain
principale del primo film, a sorprendere. L’ultima volta che lo
abbiamo visto, il serial killer amante degli enigmi era stato
imprigionato nell’Arkham Asylum, dove aveva trovato un nuovo
inaspettato alleato nel Joker di Barry
Keoghan.
Data l’introduzione di quest’ultimo
nelle scene conclusive del film, in molti pensano che potrebbe
essere proprio Joker il villain principale del film, con
L’Enigmista come suo possibile aiutante. Ad oggi non ci sono però
certezze a riguardo e anche lo stesso coinvolgimento di Dano e
Farrell deve ancora essere confermato da fonti ufficiali. Per
Keoghan, invece, ancora non si è parlato della sua presenza in
The Batman – Parte 2, per quanto questa è da tutti
auspicata. Non resta dunque che attendere maggiori informazioni a
riguardo, sapendo che il film è attualmente previsto in
sala per il 3 ottobre 2025.
Il 28 corrisponde dunque a Man of Steel, il 29 a
Batman v Superman, e
infine il trenta è associato alla Zack Snyder’s Justice
League (qui la recensione), sotto la
quale è riportata la dicitura IMAX. Per quanto
molti fan adorerebbero che #RestoreTheSnyderVerse si concretizzasse
presso i DC Studios, questi stanno come noto
riavviando il franchise con un nuovo Batman e Superman, e probabilmente anche
una diversa Wonder Woman. James
Gunn, chiamato a dirigere il tutto, ha detto di aver
incontrato Snyder, anche se presumibilmente il regista non farà
parte dei piani futuri della DC.
Tuttavia, lo studios potrebbe aver
trovato un modo per assicurarsi che Snyder possa lasciare
l’Universo DC in modo positivo. Grazie a quest’ultimo post
rilasciato da Snyder, infatti, si può presumere che il regista stia
confermando che la Zack Snyder’s Justice League
riceverà un’uscita al cinema in IMAX dal 28 aprile al 30 aprile. I
fan speravano da tempo di poterlo guardare sul grande schermo,
quindi questa notizia sarà sicuramente accolta con favore. Non è
noto, attualmente, se tale distribuzione riguarderà solo il
territorio degli Stati Uniti o verrà estesa anche ad altri mercati
del mondo. In attesa di scorprilo, a questo link si può ritrovare il post
condiviso da Snyder.
Mentre continuano le riprese a New
York City di Daredevil:
Born Again dei Marvel Studios, un’altra foto dal
set è stata pubblicata online e quest’ultimo scatto ci offre uno
sguardo migliore sulla star Charlie Cox mentre indossa gli occhiali
distintivi dell’avvocato crociato Matt Murdok. Cox è stato ripreso
mentre girava una scena con la co-protagonista Nikki M.
James (The Book of Mormon), che
sembra interpretare un collega di Matt.
Ci sono già alcune speculazioni sul fatto che potrebbe essere stata
scelta per interpretare Foggy Nelson con un cambio di
genere, ma è difficile prevedere un allontanamento così importante
dal canone precedentemente stabilito. Dunque è probabile che sia un
nuovo personaggio. Ancora nessun segno di Cox vestito come
l’uomo senza paura, ma la sicurezza sul set sarà probabilmente
molto più ristretta per qualsiasi sequenza che coinvolga il costume
di Daredevil, che si dice abbia subito una riprogettazione
dall’ultima volta che abbiamo visto il personaggio in
She-Hulk:Attorney
law.
Our best look at Charlie Cox & Nikki M.
James on the set of “DAREDEVIL: BORN AGAIN”. pic.twitter.com/crAQ7wki1X
— Daredevil: Born Again Updates (@DDBAupdates)
March 19, 2023
Daredevil:
Born Again è descritto come un revival di 18 episodi
della serie Netflix originale, andata in onda per tre stagioni.
Vedrà il ritorno delle star principali Charlie Coxe
Vincent D’Onofrio mentre riprendono i rispettivi ruoli
di Matt Murdock/Daredevil e Wilson Fisk/Kingpin.
Jon Bernthal tornerà nei panni di Frank
Castle/The Punisher. E’ molto probabile che non vedremo nulla di
Daredevil:
Born Again fino al Comic-Con del prossimo anno,
anche se abbiamo la sensazione vedremo molte foto dal set di New
York che ci permetterò di avere piccole anteprime della serie! Cox
è chiaramente impegnato a interpretare un nuovo
Daredevil per l’MCU e, se si
devono credere alle voci recenti, potrebbe andare direttamente da
Born
Again a Spider-Man
4.Daredevil:
Born Again debutterà su Disney+ nel 2024.
L’ideatore di
Hellboy, Mike Mignola,
ha affermato di nutrire grandi speranze per l’imminente reboot cinematografico del demoniaco
supereroe. Hellboy: The Crooked Man,
questo il titolo del nuovo film in lavorazione, potrebbe infatti
essere secondo Mignola il miglior adattamento cinematografico del
fumetto, pubblicato per la prima volta nel 1993. Nel tempo, il
popolare personaggio per metà demone è stato portato al cinema in
tre film live-action, interpretato inizialmente da Ron
Perlman nel 2004 con Hellboy e nel 2008 con
Hellboy: The Golden Army,
mentre successivamente il ruolo è passato a David
Harbour nel reboot Hellboy del 2019.
All’inizio di quest’anno è dunque
stato annunciato che Millennium Media avrebbe
realizzato un nuovo film dedicato al personaggio di Mignola, questa
volta con la star di Deadpool 2Jack Kesy
nel ruolo del protagonista. Rivelando di aver letto di recente una
nuova bozza della sceneggiatura, Mignola ha affermato di essere
stato lieto di scoprire che il regista Brian
Taylor intende affrontare Hellboy: The Crooked
Man come un vero e proprio film horror. “La sua intenzione
è quella di fare un film dell’orrore, quindi sarà carino. Sarà
interessante. – ha dichiarato Mignola – Ieri ho letto la
nuova bozza della sceneggiatura e sì, sarà sicuramente vietato ai
minori”.
“È la prima sceneggiatura di
Hellboy che ho letto e mi ha fatto dire: “Oh, è un film
dell’orrore”, che è quello che volevo. Taylor non ha una
reputazione come regista di film horror, ma finora, abbiamo avuto
due registi di film dell’orrore che hanno realizzato i film di
Hellboy e non abbiamo mai ottenuto un film dell’orrore”.
Mignola ha poi continuato a parlare del progetto affermando che
“per anni abbiamo detto, se hai intenzione di fare un film di
Hellboy, fallo piccolo. E la storia perfetta con cui farlo è la mia
preferita, ‘The Crooked Man’. Penso che sia una delle cose migliori
che abbia mai scritto. È magnificamente illustrato da Richard
Corben ed è una storia solida che non coinvolge un milione di
personaggi diversi”.
“Tutti sono stati d’accordo fin
dall’inizio, ‘Sì, vogliamo fare quello.’ Dal punto di vista del
budget, va bene perché è una storia che ne richiede uno contenuto.
Non è l’origin story di Hellboy, non è Hellboy che salva il mondo,
non è enorme. È una sottile, oscura, piccola storia dell’orrore
popolare”. Parole che fanno dunque ben sperare per questo
nuovo progetto dedicato all’amato personaggio. Sulla base del
fumetto a cui si ispira, il film, che dovrebbe essere girato nei
prossimi mesi, vedrà Hellboy bloccato nell’Appalachia rurale degli
anni ’50 con un agente del BPRD alle prime armi. Lì scoprono una
piccola comunità infestata dalle streghe, guidata da un diavolo
locale con un inquietante legame con il passato di Hellboy:
The Crooked Man.
La prima stagione di The
Last of Us si è conclusa domenica scorsa con
un potente finale, ma la serie acclamata dalla critica è già stata
rinnovata per più episodi e il co-creatore Neil
Druckmann ha ora condiviso quella che sembra essere una
delle prime illustrazioni promozionali per la seconda stagione di
The Last of Us. Se hai giocato
a The
Last of Us Part II, saprai come noi che questo
artwork anticipa l’introduzione di Abby Anderson, un
personaggio alquanto controverso che finisce per diventare il
protagonista secondario del gioco (o il suo principale
antagonista, a seconda della tua prospettiva).
Abby è un’imponente e formidabile
membro del WLF (Washington Liberation Front), ossessionata
dall’idea di rintracciare Joel colpevole di aver ucciso
suo padre (il medico che si stava preparando a operare Ellie nel
finale di stagione). La seconda stagione non ha ricevuto una data
ufficiale per l’atteso debutto, ma l’attrice di Ellie Bella Ramsey ci ha dato un’idea approssimativa
di quando aspettarci altri episodi mentre parlava con Jonathan Ross
nel suo show: “Ci vorrà un po’”, ha confermato la
star di Game
of Thrones. “Penso che probabilmente
gireremo alla fine di quest’anno, o all’inizio del prossimo. Quindi
probabilmente sarà la fine del 2024, l’inizio del 2025”.
Dai un’occhiata al poster, ispirato a un momento chiave del secondo
gioco, qui sotto.
No TLoU on HBO tonight. But Season 2 is
already on its way! Endure & survive! pic.twitter.com/87bKKCDBeO
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray
Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è
Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include
anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn
Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene
nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i
produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione
Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.
L’episodio della scorsa settimana
di The
Flash è stato molto leggero per Barry (Grant
Gustin) e Iris (Candice
Patton), che stavano festeggiando le loro recenti notizie della
gravidanza, quindi, lo show ha spostato i riflettori sui principali
attori di supporto della storia come Cecile (Danielle Nicolet) e
Allegra (Kayla Compton), che si trovano nel bel mezzo di un mistero
tutto da decifrare.
L’episodio ha riportato in vita la
cattiva della quarta stagione Becky Sharpe (Sugar Lyn Beard), che è
stata resuscitata a causa degli eventi di Crisis on Infinite
Earths, e ha visto i suoi poteri portafortuna trasformarsi in
qualcosa da temere. Con Cecile e Allegra a lavoro sul caso, la
coppia riesce a trovare il vero colpevole e cancellare il nome di
Becky.
Altrove, Chester (Brandon McKnight) e Mark (Jon Cor) hanno
continuato ad aiutare Khione (Danielle
Panabaker) a comprendere i suoi poteri e determinare di cosa è
veramente capace. Tuttavia, quando eseguono alcuni test, scoprono
che non è un metaumano ma in realtà qualcosa di molto di più.
Il settimo episodio di The
Flash tornerà nelle prossime settimane e
quando ciò accadrà il Team Flash vedrà un altro volto familiare di
ritorno mentre Dreamer (Nicole Maines) farà visita a Iris, per
chiederle il suo aiuto! Di seguito trama e nuovo promo per
l’episodio sette, intitolato “Wildest Dreams”:
La trama dell’episodio
Nel settimo episodio di The
FlashIris
(Candice Patton) riceve la visita di Nia Nal (guest star Nicole
Maines), poiché ha bisogno dell’aiuto di Iris. Quando Iris e Nia
cadono in un sogno concitato ed esplorano diverse possibilità per
le loro vite, Barry (Grant Gustin), Chester (Brandon McKnight),
Allegra (Kayla Compton) e Cecile (Danielle Nicolet) cercano
disperatamente di aiutarli. Nel frattempo, Mark (Jon Cor)
intrattiene Khione (Danielle Panabaker) ma hanno idee molto diverse
su cosa sia divertente, provocando in Khione la sensazione che Mark
stia cercando di darle qualcosa di diverso da quello che si
aspetta. Jesse Warn ha diretto l’episodio scritto da Kristen Kim e
Jeff Hersh Carson (#907).
Da tempo si vocifera su una
possibile serie spin-off pensata per Disney+ basata sul franchise di
successo dei Marvel Studios
Black Panther, ma oggi finalamente arrivano i primi rapporti,
che confermano che tutto questo sta accadendo ma in maniera un po’
diversa da quanto precocemente riferito.
Durante l’ultimo episodio del
podcast The Hot Mic, Jeff Sneider di Above the Line ha condiviso
una voce secondo cui Ryan Coogler e la Disney si
erano incontrati sullo sviluppo di una serie, ma che sarebbe stata
effettivamente animata e non un progetto live-action come pensavano
molti fan. Sneider ha detto che la serie
potrebbe essere intitolata The Golden
City, un riferimento alla città immaginaria
di Birnin Zana, che è la capitale del Regno di
Wakanda.
Sneider non ha menzionato
molto altro sullo spettacolo, né ha detto se questo avrebbe
sostituito o meno la serie precedentemente annunciata che si
sarebbe concentrata su Dora Milaje. Prima della
notizia di una serie animata, le voci suggerivano che fosse in
lavorazione una serie con protagonista Danai Gurira, con l’attrice che aveva
suggereto qualcosa ma in un modo molto timido durante
un’apparizione digennaio
in The Late Show con Stephen
Colbert. “Stephen”, disse l’attrice Gurira.
“Mi è stato detto che posso gentilmente alludere a questa
possibilità. Quindi, sto alludendo gentilmente. Solo
delicatamente.”
Kit Harington,
star associata inevitabilmente a Game of
Thrones e al personaggio di Jon Snow, ha recentemente
recitato nel film del Marvel
Cinematic UniverseEternals, dove ha
interpretato Dane Whitman, un personaggio con un
misterioso passato familiare. La scena post-credits del film ha poi
anticipato il potenziale futuro di Harington nel MCU
facendo scoprire a Dane la Lama
d’ebano, che potrebbe portarlo a diventare il personaggio
noto come Black Knight. Come poi anticipato,
Harington è entrato a far parte dell’atteso Blade,
il film dedicato al vampiro che sarà interpretato da MahershalaAli, dove dovrebbe appunto assumere
ufficialmente il ruolo di Black Knight.
Sembra però ora che questo suo
personaggio potrebbe avere un ruolo molto ridotto all’interno del
film. Nuovi rumor riguardanti il film, che sta attraversando una fase
produttiva particolarmente problematica, suggeriscono infatti
che, dopo alcune riscritture della sceneggiatura, Whitman e la lama
d’ebano potrebbero avere poco o addirittura nessun ruolo nel film.
L’insider Jeff Sneider ha infatti affermato che
“con Blade le cose sono migliorate un po’ ora, il film ha preso
forma, la sceneggiatura di cui ho sentito parlare è di circa 87
pagine, più snella e più cupa e hanno eliminato le parti
superflue“.
Sneider ha aggiunto che “quello
che hanno tagliato, ho sentito dire, è il collegamento tra Blade ed
Eternals attraverso il Black Knight di Kit
Harington. Black Knight in effetti sembra non essere più coinvolto
nelle faccende di Blade“. Se queste parole dovessero essere
confermate, si tratterebbe di una doccia gelata per i fan di
Harington, che attendevano di ritrovare l’attore nei panni di un
supereroe in Blade. Viene da chiedersi se il
ridimensionamento di Black Knight sia la conseguenza delle riscritture richieste da Ali. Ad
ogni modo, per avere maggiori dettagli non resta che attendere
l’avvicinarsi della data d’uscita del film, previsto in sala per il
6 settembre 2024.
All’inizio di quest’anno, dopo
l’uscita in sala di Avatar – La via
dell’acqua, sono iniziate a circolare voci sull’esistenza
di una versione incredibilmente estesa di Avatar 3, il prossimo atteso
capitolo della saga di James Cameron.
Ora un nuovo rapporto suggerisce che proprio questa versione estesa
del film potrebbe essere distribuita come miniserie. Stando a
quanto riportato da alcuni insider, infatti, Cameron avrebbe preso
in considerazione l’idea di portare a terminare gli effetti visivi
non solo per la versione che sarà rilasciata nelle sale
cinematografiche, ma anche per l’intero primo montaggio del film,
della durata attestata di circa 9 ore.
L’obiettivo sarebbe poi quello di
rilasciare tale versione su Disney+ come serie limitata, dopo
l’uscita della versione cinematografica del film. Non ci sono
ancora prove concrete che Cameron deciderà davvero di proseguire su
questa strada, ma in un’era in cui vengono rilasciati sempre più
spesso le versioni estese dei film, non è troppo assurdo pensare
che possa accadere lo stesso ad Avatar 3. Allo stato
attuale, non si sa molto di questo atteso terzo capitolo, se non
che oltre a portare avanti la storia della famiglia Sully vedrà
l’introduzione di più Na’vi nel film, come quelli del Popolo della Cenere.
“Per mostrare culture diverse da
quelle che ho già mostrato, il fuoco sarà rappresentato dal ‘Popolo
della cenere'” – ha affermato Cameron – “Voglio rivelare i
Na’vi da un’altra prospettiva perché, per il momento, ho mostrato
solo i loro lati positivi. Nei primi film ci sono esempi umani
molto negativi ed esempi Na’vi molto positivi. In Avatar 3 avremo
l’opposto”. L’ipotetica miniserie di 9 ore potrebbe dunque
ampliare ulteriormente l’esplorazione di questo nuovo popolo, dei
suoi usi e costumi. Una notizia particolarmente entusiasmante,
dunque, per la quale si attendono eventuali altre conferme. Nel
mentre, ricordiamo che Avatar 3 è atteso
al cinema per il dicembre del 2024.
Paramount+, il servizio VOD del colosso
Paramount ha annunciato tutte le uscite di Aprile 2023. Da
segnalarvi GREASE: RISE OF THE PINK LADIES, dal 7 aprile,
GEORGE & TAMMY, con Jessica Chastain e Micheal Shannon, dal 27
aprile, SMILE, con Bacon, Jessie T Usher e Kyle Gallner, dal 6
aprile, THE QUEST FOR TONEWOOD, dall’8 aprile, THE GAME S1-2, con
Wendy Raquel Robinson, Vaughn W Hebron, Adriyan Rae, Hosea Chancez
e Coby Bell, dal 20 aprile.
1MIKE JUDGE’S BEAVIS & BUTT-HEAD
S1
Disponibile dal 13 aprile –
Il ritorno trionfale di Beavis e Butt-Head, due ragazzi adolescenti
a cui piacciono le cose cool e non amano le cose che fanno
schifo.
YONDER
Disponibile dall’11 aprile –
Jaehyun riceve un invito dalla sua defunta moglie in un luogo
chiamato Yonder, un luogo creato sulla base dei ricordi della
moglie. Jaehyun accetta l’invito e a Yonder si riunisce con l’amore
della sua vita. Gli interpreti di questa serie sudcoreana sono:
Shin Ha-kyun e Han Ji-min.
La
library di Paramount+ si arricchisce anche di altri k-drama:
SAVE ME, un oscuro culto religioso, mascherato
da una pacifica chiesa pastorale, porta scompiglio tra gli ignari
membri della comunità; SIGNAL, comunicando tramite
un walkie-talkie che trascende il tempo, un profiler criminale del
2015 e un detective del 1989 uniscono le forze per affrontare
crimini e ingiustizie e VOICE, che segue i
dipendenti di un emergency call center e le squadre di spedizione
mentre cercano di aiutare le vittime utilizzando solo ciò che
sentono durante le loro richieste di aiuto. Due agenti di polizia
uniscono le forze per diventare la “squadra del tempo d’oro” e
risolvere i casi che si verificano in tempo reale.
Vi
segnaliamo infine alcuni cambiamenti. QUEEN OF THE UNIVERSE
S2, precedentemente annunciato per aprile, arriverà in
Italia su Paramount+ dal 3 giugno. Anche YELLOWJACKESTS,
atteso dal 24 marzo e
RABBIT HOLE, atteso dal 27 marzo, arriveranno
prossimamente su Paramount+.
In una recente intervista, l’attore
Liam Neeson ha
raccontato di come, dopo essere stato nominato all’Oscar per la sua
interpretazione in Schindler’s List del
1993, sia stato contattato dalla produttrice di Eon Film
Barbara Broccoli per assumere il ruolo
dell’Agente 007. Neeson si era detto interessato
ad interpretare il ruolo dell’iconico James
Bond, ma alla fine ha rifiutato su sollecitazione
della sua compagna, l’attrice Natasha Richardson,
che ha minacciato di non sposarlo se avesse accettato il lavoro.
“Ed era seria! – ha spiegato Neeson – “Dai, ci sono
tutte quelle ragazze meravigliose in vari paesi che vanno a letto e
si alzano dal letto. Sono sicuro che gran parte della sua
affermazione si basava su questo!“.
Neeson non ha però mai considerato
l’aver rifiutato il ruolo come uno sbaglio della sua carriera,
perché farlo gli ha permesso di concretizzare la storia d’amore che
sognava da sempre. Nel 1994 ha infatti sposato la Richardson e i
due sono poi rimasti insieme fino alla tragica scomparsa di lei per
via un incidente sugli sci, nel 2009. Alla fine, fu Pierce
Brosnan ad assumere il ruolo di James Bond, interpretando
l’agente in quattro film (Goldeneye, Il domani non
muore mai, Il mondo non basta e La morte può
attendere) dal 1995 al 2002. Gli successe come Bond
Daniel Craig, che interpretò il
personaggio in cinque film nel corso di sedici anni.
Craig ha poi salutato l’Agente 007
con No Time to Die del 2021. Attualmente, la Eon Films sta
cercato il suo sostituto e ancora non ci sono indizi concreti
su chi sarà il prossimo James Bond. Per Neeson, ad ogni modo,
le occasioni per cimentarsi con ruoli action non sono mancate. Dopo
Schindler’s List, ha infatti interpretato ruoli in altri
franchise di successo, tra cui Ra’s al-Ghul in Il cavaliere
oscuro, Qui-Gon Jinn in Star
Wars: Episode I – La minaccia fantasma e Bryan Mills nella
trilogia di Taken.
Shazam! Furia degli
Dei (qui la recensione) è reduce da
uno dei weekend di apertura più bassi, in quanto a guadagni, che
l’Universo DC abbia mai visto. Il film, uscito nelle sale il 17
marzo, diretto da David F. Sandberg con Zachary Levi
nei panni del suo supereroe Shazam, è il seguito del film del 2019
Shazam!, il quale si era a sua volta affermato come una
delle uscite DCU con prestazioni inferiori rispetto agli altri
titoli, guadagnando solamente 365,9 milioni in tutto il mondo a
fronte di un budget di 100 milioni. Una cifra però per la Warner
Bros. per decidere di dar vita ad un sequel.
Stando ai primi risultati del box
office statunitense, nel suo weekend di apertura questo secondo
capitolo ha ora dato vita ad un incasso di soli 30,5
milioni di dollari, ottenuti attraverso 4.071 sale, con
una media per sala dunque di appena 7.492 dollari. A livello
globale, il sequel ha invece incassato altri 35 milioni, portando
il suo totale a 65,5 milioni, lontano però dal coprire il budge
di 125 milioni di dollari. Questo infelice
risultato rende Shazam! Furia degli Dei il terzo peggior
weekend di apertura dell’intero franchise, davanti solo alle
uscite, colpite però dalla pandemia, di Wonder Woman
1984 e The Suicide Squad, entrambe, inoltre,
rilasciate su HBO Max contemporaneamente alla loro uscita in
sala.
Le performance al di sotto delle
aspettative di Shazam! Furia degli Dei e Black
Adam rappresenta un grosso problema per il futuro di
questi franchise, che potrebbero non ottenere ulteriori film. Come
noto, sia Sandberg che Levi hanno affermato che il futuro di Shazam nel DC Universe
dipenderà dai risultati al box office di questo sequel.
Nell’attesa di scoprire a che cifre il film riuscirà ad arrivare,
si guarda ora a The
Flash, che potrebbe prosperare sul suo utilizzo
del suo multiverso, similmente a come accaduto a Spider-Man: No
Way Home. Il film, atteso in sala per il 23
giugno sarà un momento estremamente importante per il DC
Universe, ora alle soglie di un completo rinnovamento.
Il merchandising relativo al film
The
Flash si è già offerto agli sguardi dei fan, svelando una
linea di oggetti da collezione, abbigliamento e articoli assortiti
a marchio multiverso che si collegano al film che uscirà nei cinema
a giugno. Particolarmente apprezzata è però stata l’ondata di
personaggi Funko Pop, alcuni dei quali presentano
alcune anticipazioni rispetto al ruolo di essi nel film. Proprio un
nuovo Funko Pop ha ora “smascherato” l’anziano Bruce
Wayne interpretato da MichaelKeaton, chiamato a riprendere il ruolo di
Batman a circa trent’anni dall’ultima volta in cui
ha indossato tale costume.
“È stato stranamente e
ironicamente facile. Un po’ emozionante, un vero e
proprio flusso di ricordi” –ha affermato Keaton parlando dell’opportunità di
riprendere il ruolo che lo ha reso celebre –“Senza rivelare nulla, fondamentalmente la prima inquadratura –
non dell’intero film, ma dell’introduzione di Batman – è così bella
che quando abbiamo proseguito e abbiamo iniziato a parlare di un
paio di inquadrature e gli angoli, ho detto “whoa, questo è grande.
Questo è fantastico”. Non intendevo nemmeno per me personalmente,
ma le immagini, sono fantastiche”.
È difficile comprimere trent’anni
(più due) di carriera musicale in un racconto di sole due ore. È
chiaramente una sfida, che Marco Salom ha accettato ben volentieri
con Ligabue. 30 anni in un giorno,
docufilm che racconta il concerto di Campovolo
tenutosi il 4 giugno 2022. Uno spettacolo che ha raccolto più di
100.00 fan da tutta Italia alla Rcf Arena. Posto molto speciale per
Luciano da quell’oramai lontano 2005, quando la rockstar decise di
celebrare proprio lì il suo quindicesimo anno di attività.
Non immaginandosi che quel concerto
avrebbe segnato il record europeo di spettatori paganti per un
artista singolo. Un successo che lo ha lanciato verso alte vette,
continuate a cavalcare con tenacia e grande carisma. Perché non
basta sapere cantare, bisogna anche saperci fare. Ligabue.
30 anni in un giorno uscirà nelle sale cinematografiche in
un release speciale dal 20 al 22 marzo,
distribuito da Vision Distribution.
Ligabue. 30 anni in un giorno, la
sua storia attraverso la musica
Non è la prima volta che Salom
mette la sua regia al servizio della musica con il re del rock. Nel
2011 aveva già diretto, oltre a una serie di videoclip musicali, il
docufilm Ligabue Campovolo – Il film 3D, netta espressione
della stima verso il cantautore e il suo repertorio artistico.
Dodici anni dopo, per celebrare i trent’anni di carriera di
Ligabue, il regista ha tracciato una linea sullo schermo di quella
che è stata la sua vita fin qui battuta, dalla nascita dei testi
alle esibizioni in stadi e arene. E non poteva scegliere
scenografia migliore di Campovolo, palcoscenico in cui le canzoni
di Luciano si sono sempre ben coniugate, per esplodere davanti a un
parterre gremito di gente.
Liguabue. 30 anni in un
giorno parte dal concerto, dalle sensazioni di Ligabue
prima dell’evento, per ripercorrere a ritroso il cammino compiuto
fin ora. Sono le parole di Luciano, in apertura, a saldarsi sulle
immagini di città deserte, molto evocative, nelle quali non c’è
suono né rumore, solo un profondo e incolmabile silenzio. È da
quella vita messa in stand by che Ligabue ricomincia, schiacciando
sul tasto play – il suo spettacolo – in un misto fra paura e
desiderio di respirare di nuovo la musica a pieni polmoni. La sua
voce risuona subito nell’aria, quel timbro graffiante ben
riconoscibile, mentre davanti a sé una platea strepitante lo
acclama emozionata. Partendo dalla scaletta di Campovolo, colonna
sonora della sua vita e del docufilm stesso, Luciano
comincia a tratteggiare la sua storia, facendoci entrare
nella tenuta di campagna “Lusiana”, centro da cui i ricordi, gli
aneddoti e le confessioni a cuore aperto si ramificano.
Fil rouge del documentario rimane
lo spettacolo e la sua preparazione, attimi in cui il regista
riesce a fotografare con la cinepresa l’agitazione e la smania
prima, e il senso di liberazione poi, del cantante. A questi si
alterna l’unica intervista che Ligabue ha concesso a Marco Salom,
insieme agli interventi dei suoi collaboratori, amici e artisti,
dalle band che hanno suonato con lui fino a Loredana Berté, Elisa e
Francesco De Gregori. Ognuno di loro aggiunge un tassello al puzzle
della sua carriera artistica, quella di un autore le cui fibre del
corpo sono fatte di note e melodie, di passioni poi strimpellate
alla chitarra. È dunque chiaro l’intento di Ligabue mentre ci
facciamo traghettare in quell’universo sonoro. Il suo è un
voler tenere traccia, data l’occasione,
dell’eredità che sta lasciando al futuro che
verrà. E il cinema, da sempre bacino di storie e memorie, sembra
rivelarsi il medium perfetto sopra cui imprimere tutto il suo
percorso.
Non cambierei questa vita con
nessun’altra
In Ligabue. 30 anni in un
giorno sono due le inquadrature primarie: Ligabue e il
pubblico. Il docufilm non si pone soltanto l’obiettivo di
raccontarci una grande storia, ma vuol essere anche un
ringraziamento da parte del cantautore ai suoi fan. “Dio ha
creato la musica per unire le persone”, si sente dire in
Elvis. E nei tournage della platea sembra quasi che
queste parole trovino la loro trasposizione materiale. La
musica, lo dice Ligabue stesso, è uno dei
motori principali della vita. Come lo è l’amore ricevuto
da parte dei suoi fan, i quali non smettono di seguirlo ovunque lui
vada. Davanti a lui ci sono cuori che battono all’unisono, piedi
che ballano allo stesso ritmo della sua musica, sorrisi e lacrime
che confermano il bene provato e la gioia d’esserci. Insieme.
Un’esperienza personale che in
questo caso, proprio come al cinema, diventa collettiva. Che si
trasferisce dal pubblico al palco e viceversa e unisce gli
individui in un’esperienza sensoriale indimenticabile. Ecco perché,
proprio come la strofa del ritornello della canzone, Ligabue non
cambierebbe la sua vita con nessun’altra. A un certo punto il testo
dice “Abbiamo vinto noi”. Vinto lui assieme a loro. Tutti
loro contro il dolore, l’angoscia, la paura, la privazione della
musica. Un’incredibile celebrazione della vita, in cui si evince la
gratitudine di Ligabue verso ogni singolo fan, senza il quale
niente sarebbe mai stato possibile.
Ligabue. 30 anni in un
giorno diventa un cerchio che si chiude, ma un altro che
si apre. Un commemorare ciò che è stato e un festeggiare quel che
sarà. Una ripartenza a tutto tondo, perché non bisogna mai
dimenticare che… “niente paura, ci pensa la vita, mi han detto
così.” La vita ci ha pensato. E ci ha portato ad animarci di
nuovo davanti a focosi concerti e straordinarie narrazioni.
Ex-CIA officer Claire Stenwick
(JULIA ROBERTS) and former MI6 agent Ray Koval (CLIVE OWEN) are
spies-turned-corporate operatives in the midst of a clandestine
love affair in the caper Duplicity, from writer/director Tony
Gilroy.
Il regista e sceneggiatore
Tony Gilroy ha negli anni dato vita ad alcuni dei
thriller più sofisticati e affascinanti in circolazione. Titoli
come Michael Clayton,Rapimento e riscatto o
la saga di Jason Bourne sono tutti
frutto della sua penna. Nel 2009, però, Gilroy ha deciso di
macchiare tale genere anche con punte di commedia, dando vita ad un
apprezzato film quale Duplicity. Per questo, che
lo vede impegnato anche come regista, ha chiamato alcuni tra i più
noti interpreti del cinema statunitense, tra cui una premio Oscar
come protagonista. Prende così vita un film che si muove tra i
generi, pronto a fornire agli spettatori una storia avvincente.
Girato tra New York, le Bahamas e
Roma, il film presenta inoltre la particolarità di non avere una
storia raccontata in ordine cronologico. Questa procede invece per
salti temporali avanti e indietro nel tempo, rendendo gli eventi
più intricati e allo stesso tempo svelando doppi giochi e le reali
intenzioni di alcuni dei personaggi. Come suggerisce il titolo,
infatti, il film si gioca tutto su di un doppio gioco che ha il
fine di confondere e stimolare l’attenzione. Non si tratta però di
un incomprensibile opera cervellotica, ma al contrario tale
struttura è utilizzata anche per sottolineare una certa comicità
negli eventi.
Apprezzato da critica e pubblico,
Duplicity è arrivato a guadagnare circa 18 milioni di
dollari in tutto il mondo, come anche diversi premi
cinematografici. Per gli amanti dei thriller imprevedibili e ricchi
di sorprese, questo è certamente un titolo ancora oggi imperdibile.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Duplicity: la trama del film
Protagonisti del film sono gli
agenti segreti Ray Koval e Claire
Stenwick. Entrambi appartenenti al mondo dello spionaggio,
ma facenti parte di multinazionali rivali, i due hanno un passato
in comune piuttosto imbarazzante, ma a distanza di anni si
ritrovano a dover entrare nuovamente in contatto per carpire l’uno
informazioni dall’altro. L’agenzia Burkett & Randle per cui lavora
Claire, infatti, sembra pronta a lanciare sul mercato un prodotto
rivoluzionario. Ray ha dunque il compito di scoprire quale sia
questo prodotto e portare alla sua agenzia, la Equikrom, la formula
segreta. Tuttavia, ciò che i loro rispettivi datori di lavoro non
sanno, è che i due stanno in realtà dando vita ad un doppio
gioco.
Ray e Claire, infatti, sono in
realtà amanti, pronti a scoprire insieme quale sia questo prodotto
segreto per rivenderlo nel proprio interesse personale. Ha così
inizio un intricato gioco di spionaggio, con i due costretti a
dover sempre mantenere l’ambiguità su ciò che fanno, nel tentativo
di ingannare tutti coloro che devono essere ingannati. L’attrazione
tra i due rischierà però di compromettere ogni cosa, rivelando al
mondo il doppio inganno di cui si stanno macchiando. Con il momento
della verità sempre più vicino, i due si troveranno a dover mettere
in discussione ogni cosa, anche il loro amore.
Duplicity: il cast del film
Protagonista del film, nei panni di
Claire Stenwick, è l’attrice premio Oscar JuliaRoberts. Attratta dalla sceneggiatura, dal suo
intreccio e dalla complessità del personaggio, questa si disse da
subito disponibile ad accettare il ruolo. Si è poi preparata a
questo studiando l’attività delle spie di questo tipo, cercando
però di esaltare anche i lati più involontariamente comici di
Claire. La premio Oscar è poi stata particolarmente apprezzata per
la sua interpretazione. Accanto a lei, nei panni di Ray Koval vi è
invece l’attore Clive Owen.
Questi aveva già lavorato con la Roberts per il film
Closer. Proprio grazie a quella esperienza precedente i
due attori hanno avuto modo di sfoggiare qui un’ottima chimica di
coppia, che ha fatto poi la fortuna del film.
Insieme al loro nel film si
ritrovano poi diversi altri noti nomi del cinema. Nei panni del
capo della Burkett & Randle, Howard Tully, vi è infatti l’attore
Tom Wilkinson, il quale aveva già lavorato con
Gilroy per Michael Clayton. Tra gli altri più famosi film
a cui ha partecipato si annoverano Shakespeare in Love,In
the Bedroom e BatmanBegins.
Ad interpretare Richard Garsik, direttore della Equikrom, vi è
invece Paul Giamatti.
Questi è noto per i suoi ruoli in Cindarella Man, La versione
di Barney e The Truman Show. Altri noti nomi presenti
nel film sono quelli di Denis O’Hare nei
panni di Duke Monahan, Thomas McCarthy in quelli
di Jeff Bauer e Ulrich Thomsen in quelli del
personaggio noto come Lo Svizzero.
Il trailer di Duplicity e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Duplicity è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV,Chili Cinema,
Google Play, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 18
marzo alle ore 21:00 sul canale
Iris.
I contenuti audiovisivi sui serial
killer sono oggiggiorno molto popolari: un sondaggio ha rivelato
che quasi due terzi degli adulti americani (e quasi l’80% dei
millennial) ne sono fan. Lo Strangolatore di Boston di Hulu sarà
sicuramente l’ultimo della lista dei film del genere da vedere,
disponibile su
Disney+ per l’Italia dal 17 marzo 2023. Il famigerato assassino
ha in gran parte evitato di essere oggetto di contenuti mediatici
e, infatti, l’unico progetto sul caso degno di nota è stato il film
The Boston Strangler del 1968, con Tony
Curtis e Henry Fonda.
È interessante notare che l’uomo
dietro i “Silk Stocking Murders” resta in qualche modo
nell’ombra anche in questo progetto, che si concentra
principalmente sulle giornaliste Loretta
McLaughlin (Keira
Knightley) e Jean Cole
(Carrie Coon) e su come hanno lottato per
informare le donne di Boston attraverso una serie di articoli
sull’assassino. Ma chi si nascondeva effettivamente dietro questo
terrificante soprannome? Scopritelo con noi in questo articolo.
1Tutte le vittime dello Strangolatore di
Boston
Tutte le vittime dello Strangolatore di Boston
Spesso, i progetti audiovisivi di true crime o
che vogliono raccontare la storia dei più terribili serial killer,
tendono a “dimenticarsi” le vittime della vicenda, per concentrare
ogni sforzo produttivo sulla rappresentazione attoriale e narrativa
del villain. Nonostante il
film disponibile su Disney+ abbia come fulcro tematico la
storia dello Strangolatore di Boston, è giusto e
doveroso onorare le vittime innocenti della malvagità del killer.
Ricordiamo:
Anna Slesers, 55 anni, sarta, ritrovata il 14
giugno 1962.
Mary Mullen, 85 anni, pensionata, ritrovata il
28 giugno 1962.
Nina Nichols, 68 anni, fisioterapista,
ritrovata il 30 giugno 1962.
Helen Blake, 65 anni, infermiera, ritrovata il
30 giugno 1962.
Ida Irga, 75 anni, pensionata, ritrovata il 19
agosto 1962.
Jane Sullivan, 67 anni, infermiera, ritrovata
il 21 agosto 1962.
Sophie Clark, 20 anni, tecnico ospedaliero,
ritrovata il 5 dicembre 1962.
Patricia Bissette, 23 anni, receptionist,
trovata il 31 dicembre 1962.
Mary Brown, 69 anni, pensionata, ritrovata il
6 marzo 1963.
Beverly Samans, 23 anni, musicoterapeuta,
ritrovata il 6 maggio 1963.
Evelyn Corbin, 58 anni, impiegata presso
l’impianto di illuminazione Sylvania, ritrovata l’8 settembre
1963.
Joann Graff, 23 anni, artista e insegnante di
scuola domenicale, trovata l’11 novembre 1963
Mary Sullivan, 19 anni, impiegata presso i
grandi magazzini Filene’s, trovata il 4 gennaio 1964.
Il film TheFlash sarà un evento piuttosto importante
per il DC
Universe, essendo chiamato a proporre le nuove
direzioni che lo studio intende proseguire da ora in avanti. In
attesa di poterlo vedere in sala a giugno, arriva la notizia che la
star di Hollywood Tom Cruise ha
avuto la fortuna di poter assistere ad un’anteprima del film. In
questo, come noto, Ezra Miller interpreta Barry
Allen alias Flash, che intraprende un’avventura multiversale che lo
porterà ad incontrare versioni alternative di eroi e cattivi
esistenti nel vecchio DCEU, nonché il debutto di nuovi
personaggi.
Cruise, secondo alcune fonti, si
sarebbe interessato a tutto ciò che The
Flash promette, chiedendo di poterlo vedere in anteprima.
Una richiesta che l’amministratore delegato della Warner Bros.
Discovery, DavidZaslav, avrebbe
dunque accolto. A seguito di una proiezione privata, sembra ora che
Cruise abbia particolarmente amato la pellicola DC, chiamando anche
il regista, Andy Muschietti, per congratularsi con
lui. Secondo quanto riferito, Cruise avrebbe inoltre affermato che
The
Flash è “tutto ciò che vuoi in un film” e che
“questo è il tipo di film di cui abbiamo bisogno ora“.
La DC Universe, come noto, ripone
grandi speranze in The
Flash e l’opinione di Cruise fa ora ulteriormente ben
sperare per il film. Alla luce di quest’ulteriore parere nei
confronti del film, non resta che attendere il suo arrivo in sala,
per scoprire se le parole di Cruise siano condivisibili. Ricordiamo
che The
Flash arriverà al cinema il 23 giugno
2023. Il film sarà diretto da Andy
Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due.Ezra
Miller tornerà a vestire i panni del Velocista
Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of
Justice e in Justice League.
Aladdin è stato uno dei
maggiori successi cinematografici del 2019, incassando oltre un
miliardo di dollari al botteghino mondiale, affermandosi come uno
dei remake in live-action della Disney più apprezzati, pur non
vantando una particoolare originalità. Proprio per via di questo
successo, un sequel inizialmente intitolato
Aladdin 2 è stato confermato non molto tempo fa,
come anche la conferma del ritorno di Will
Smith, ma è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che
si è sentito parlare di questo progetto. Il protagonista,
Mena Massoud ha ora fornito un proprio parere su
tale sequel, sorprendendo però quanti si aspettavano aggiornamenti
positivi.
Nonostante sia sempre rimasto
fiducioso riguardo ad Aladdin 2, Massoud, rispondendo alla
domanda di un fan su Twitter, ha ora affermato che l’effettiva
realizzazione del film è “molto improbabile a questo
punto“. Alcuni hanno espresso la loro delusione nei commenti,
con un utente che ha persino considerato l’originale come il
miglior remake Disney live-action. L’attore non ha fornito maggiori
dettagli a riguardo, ma è noto che, nostante l’entusiasmo iniziale
della Disney per questo progetto, i lavori per il suo sviluppo sono
andati particolarmente a rilento, ufficialmente per via della
ricerca di una storia adeguata.
Le controversia riguardante WillSmith, interprete del Genio nel film, agli
Oscar del 2022 sullo schiaffo a Chris Rock è stata poi vista come
un ostacolo a tale sviluppo, anche se il regista Guy Ritchie ha
assicurato che Smith non sarebbe stato sostituito come Genio, ma
anzi affermato nel febbraio del 2023 che ci sono diverse idee pronte per
essere sviluppate. Di certo ad ora c’è però che dal momento
dell’annuncio di questo sequel, sono molti pochi i passi in avanti
fatti verso la sua realizzazione. Non resta che attendere per
scoprire se la situazione si sbloccherà o Aladdin 2 finirà
definitivamente nel cassetto dei progetti abbandonati.
Una particolare categoria di film
molto amata è quella che mescola il genere thriller con elementi
soprannaturali o sci-fi. Film come Looper, Predestination o Déja vù – Corsa contro il
tempo, nei quali alle indagini del protagonista si
uniscono o oppongono forze misteriose, che rendono l’intera vicenda
più complessa, ma naturalmente anche molto più avvincente. Un
titolo particolarmente riuscito a tal proposito è Don’t
LetGo, diretto nel 2019 da
Jacob Aaron Estes, fattosi notare grazie al film
Mean Creek e, in seguito, l’horror TheRing 3, da lui però solo sceneggiato.
Con Don’t Let Go, da lui
anche scritto, si offre dunque un nuovo racconto che unisce la
possibilità dei viaggi nel tempo alla comunicazione con i defunti,
il tutto con l’obiettivo di risolvere un complicato caso prima che
questo diventi irreversibile. A produrre un simile opera vi è la
Blumhouse Productions di Jason
Blum, la casa di produzione dietro ai successi di
Paranormal Activity, Scappa – Get Out,La notte del giudizio e
numerosi altri celebri film horror o thriller. Passato piuttosto in
sordina, il film sta però ora godendo di un forte successo grazie
alla sua presenza nel catalogo di Netflix.
Qui, infatti, si trova attualmente
al 3° posto nella Top 10 dei film più visti in
Italia. Il motivo è presto detto: si tratta di un film
capace di offrire ottimo intrattenimento e colpi di scena
avvincenti, il tutto impreziosito da interpretazioni di grandi
attori. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
utile approfondire alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo
nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi
alla trama, al cast di attori ed
altro ancora, come le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Don’t Let Go
Protagonista del film è il detective
della omicidi Jack Radcliffe, uno zio molto
solidale con Ashley, sempre presente quando lei
chiama. Egli ha un ruolo molto importante nella vita della ragazza,
perché sua madre è molto impegnata e suo padre
Garret, fratello di Jack, ha invece uno stile di
vita da gangster. Una sera, Jack riceve una chiamata breve e
confusa da una spaventata Ashley. Precipitandosi presso la sua
abitazione, trova Garret, la madre di Ashley e Ashley, così come il
cane della famiglia, tutti uccisi. La polizia giudica
frettolosamente il caso un omicidio-suicidio ad opera del
capofamiglia.
Nonostante la consolazione del suo
partner Bobby, a cui è stato assegnato il caso,
Jack non può non darsi la colpa per quanto avvenuto. Due settimane
dopo, tuttavia, egli inizia a ricevere chiamate dal telefono di
Ashley, anche se la linea è stata disconnessa. Quando risponde, è
proprio Ashley a parlargli, come se non fosse successo nulla di
male. Jack si rende ben presto conto che, in qualche modo, sta
comunicando con una Ashley del passato. La stessa ragazza al
telefono, infatti, è ignara del suo destino e non sa di star
parlando con il Jack in futuro. Per il detective, questa può essere
l’unica occasione per salvare l’adorata nipote dal suo triste
destino.
Il cast di Don’t Let Go
Ad interpretare Jack Radcliffe vi è
l’attore David Oyelowo, noto per aver interpretato
Martin Luther King in Selma – La strada per la
libertà, ma anche per i film A United Kingdom –
L’amore che ha cambiato la storia e Nelle pieghe del tempo.
Come rivelato dall’attore, originariamente il ruolo del
protagonista era stato scritto per un attore bianco, ma ciò è stato
cambiato nel momento in cui si è ritenuto che Oyelowo sarebbe
potuto essere perfetto per tale ruolo. Accanto all’attore, nel
ruolo di sua nipote Ashley vi è invece l’attrice Storm Reid,
divenuta celebre grazie alla serie Euphoria e recentemente
vista anche nell’episodio Left Behind della serie
The Last of Us.
L’attrice, qui al suo primo film di
genere thriller sci-fi, ha descritto l’esperienza come
particolarmente importante all’interno della sua carriera. Per lei
è stato fonte di grande crescita, per via dell’essersi trovata a
gestire scene d’azione, complessità emotiva del personaggio e gli
spetti più cupi della storia. Fanno poi parte del cast gli attori
Mykelti Williamson nel ruolo di Bobby Owens,
collega di Jack, Shinelle Azoroh in quelli di
Susan Radcliff, madre di Ashley e il candidato all’Oscar
Bryan Tyree Henry in quelli di Garret Radcliff,
padre di Ashley. Alfred Molina,
infine, interpreta Howard Keleshian, capo di Jack.
Don’t Let Go e altri film simili
Se si è apprezzato Don’t Let
Go e la sua caratteristica di un protagonista abilitato a
comunicare con una persona cara su di una differente linea
temporale, ci sono anche altri film simili che si possono
recuperare per una visione. Don’t Let Go ha infatti
una premessa simile a quella di Frequency – Il futuro è in
ascolto (2000), interpretato da Jim Caviezel
e Dennis Quaid, che narra le vicende di un uomo
che, mentre cerca di individuare un serial killer, riesce a
mettersi in contatto, tramite una ricetrasmittente, col padre morto
trent’anni prima. Il film ha poi ricevuto anche un adattamento
televisivo con la serie Frequency (2016), dove una persona
del presente ha la capacità di salvare un parente nel passato
grazie all’uso del cellulare, diversamente dalla ricetrasmittente
utilizzata per il film.
Il trailer di Don’t Let Go
e dove vedere il film in Streaming
È possibile fruire di
Don’t Let Go grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Tim Vision e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video.
Vi è mai capitato di provare la
sensazione che il tempo passi più veloce di quello che sembra?
Questo è quello che succede a Dante il personaggio principale nel
film Era Ora, presentato in anteprima alla Festa
del Cinema di Roma 2022 e ora disponibile in streaming su Netflix. Questa
commedia romantica è un remake dell’australiano Come se non
ci fosse un domani – Long Story Short, del 2021 e diretto
da Josh Lawson con per protagonista il britannico Rafe Spall.
Questo adattamento per la regia di Alessandro Aranadio non vuole
essere solo un semplice rifacimento dell’originale ma una versione
italiana, che punta sul talento dell’attore romano Edoardo Leo,
che torna a farsi dirigere dal regista dopo il successo dellla
commedia del 2018 Io c’è.
La trama di Era Ora
Dante e Alice (Barbara
Ronchi) si sono conosciuti, per caso a causa di un bacio e
uno scambio di persona, durante una Festa di Capodanno del
2008. Dopo due anni nel 2010 li
ritroviamo fidanzati che convivono in una casa dove hanno appena
traslocato da poco, piena ancora di scatoloni da disfare e con un
bagno senza porta. Questo però non è un giorno qualunque per
Dante, ma è il suo quarantesimo
compleanno ma come ogni mattina è di fretta e deve correre
in ufficio. Alice invece vive la giornata più
tranquillamente, anche grazie alla fortuna di lavorare come
illustratrice di libri, lei è decisamente la più sognatrice, una
disegnatrice del suo destino e la più giocosa della coppia, tanto
che per la sera organizza al compagno un festa a sorpresa con tutti
i suoi amici. Dante la mattina dopo i festeggiamenti dei suoi 40
anni, si risveglia, un anno dopo, nel 2011 e
scopre di essere bloccato in un loop
temporale.
Il protagonista di Era
Ora all’inizio non capisce, anzi pensa di vivere un
episodio di precoce alzheimer, malattia che invece ha colpito e
soffre il padre che vive in una casa di riposo. Dante si sente
sperduto e soprattutto incapace di fermare questo strano gioco del
destino che gli ha riservato. Intanto passano i giorni, anzi gli
anni per lui, e si ritrova padre di una bellissima bambina che si
chiama Galadriel, come l’elfa della Terra di Mezzo
de Il Signore degli Anelli. Nel frattempo cambia il rapporto con la
fidanzata Alice, i due dopo anche il tentativo di
una terapia di coppia si lasciano e Dante si ritrova in un vortice
senza una via di uscita. Ma per fortuna nulla è perduto, anche
grazie alla sempre presente figura del miglior amico
Valerio, il protagonista capisce gli sbagli e
finalmente inizia a godersi la sua vita. Alla fine di Era
Ora l’uomo riesce a ristabilire l’equilibrio temporale e
la sua vera realtà cioè quella dell’amore per Alice e per sua
figlia.
La casa di Dante e Alice
Dopo i mesi passati tra le mura di
casa, in quel primo lockdown nella Primavera del 2020, abbiamo
scoperto tutti l’importanza della nostra abitazione, anche come
luogo che rispecchia noi come persone e il nostro essere interiore.
Questo avviene anche in Era Ora, gli spettatori
capiscono e forse anche prima del protagonista, che è cambiato
qualcosa, che è passato del tempo proprio dall’arredamento
dell’appartamento di Dante e Alice. Nei primi anni della convivenza
la casa è piena di luce che entra dai finestroni
sul giardino, è colorata e molto femminile, con l’arrivo di
Galadriel appaiono anche i giochi e nel momento della separazione
il salotto e la cucina si trasformano e diventano più funzionali,
con mobili minimali e freddi che rispecchiano l’involuzione di
Dante che vive solo e pensa solo al lavoro.
Era Ora come una
favola contemporanea
Il quarto
lungometraggio diretto da Alessandro
Aranadio porta sullo schermo uno dei problemi della nostra
società, il tempo che passa e non si riesce mai a trovare il
momento per godersi lentamente e insieme qualcosa di bello, come ad
esempio una semplice colazione. Dante è un uomo che rispecchia
fedelmente le ossessioni contemporanee e come
l’incomunicabilità in una coppia porta prima o poi ad una
separazione anche se ci si ama veramente. Questo film possiede una
parte fantasy, dosata molto bene da risultare uno
dei punti di forza ma anche un vero omaggio alla commedia americana
cult degli anni Novanta come Ricomincio da capo,
dove il protagonista finiva, anche lui, in un circolo
temporale.
Dante però non vive lo stesso giorno
all’infinito, ma ogni giorno è un anno che va avanti, suo padre
intanto muore, la figlia cresce e quindi deve sprigarsi e capire
come risolvere l’incubo in cui è intrappolato. La recitazione di
Edoardo Leo e Barbara Ronchi sono
il punto fermo di un racconto ripetivo ma sempre mutevole, come i
numerosi personaggi che ruotano intorno alla coppia durante i 109
minuti del racconto. Era Ora è una favola
contemporanea, una commedia romantica che parla di sentimenti, dei
rimorsi e del tempo, quello che passa come gli anni senza che c’è
ne accorgiamo.
Mescal ricoprirà il ruolo
principale di Il
Gladiatore 2 che continua gli eventi del kolossal
vincitore dell’Oscar, e anche Ridley Scott tornerà
a dirigere e produrre. Il Gladiatore ha vinto
cinque Academy
Awards ed è stato nominato in 12 categorie nel 2000. il ruolo
sarà senza dubbio il più importante nella carriera in rapida ascesa
di Paul Mescal da quando ha recitato in
Normal People nel 2020.
L’attore interpreterà Lucius, il
figlio Lucilla nell’originale, poiché il sequel sarà ambientato
anni dopo che Maximus Decimus Meridius ha incontrato la sua fine a
seguito di una battaglia nel Colosseo contro Commodo
(Joaquin Phoenix).
Non è ancora noto quale ruolo
occuperà Denzel Washington nella sua prima reunion
con Scott dai tempi di American Gangster, ma
sembra che le riprese del film cominceranno a giugno, quindi
sapremo presto più dettagli sul progetto ancora misterioso.
Barry Keoghan
interpreterà invece una versione fittizia del vero imperatore
romano Geta, secondo il sito di intrattenimento
Giant Freakin Robot. Conosciuto anche come Publio Settimio Geta,
l’imperatore governò Roma tra il 209 d.C. e il 211 d.C. ed era noto
per il suo temperamento furioso. Si ritiene quindi che Keoghan
interpreterà il cattivo del film.
Keoghan deve ancora confermare il
suo ruolo nel sequel de Il Gladiatore e, sebbene
ci siano pochi dettagli noti sul blockbuster, le riprese dovrebbero
iniziare all’inizio di giugno. Il sequel uscirà a un quarto di
secolo di distanza dall’originale che ha incassato 460 milioni di
dollari al botteghino.
Lance Reddick, il
prolifico attore che ha interpretato il personaggio di Charon in
tutti e quattro i film di John Wick ed è stato
regular in serie come The Wire,
Fringe e Bosch, tra dozzine di
altri ruoli che hanno attraversato un quarto di secolo,
si è spento all’età di 60 anni.
Il suo rappresentante di Portrait PR
ha confermato la notizia, dicendo che è l’attore morto per cause
naturali ma senza fornire altri dettagli. Lance
Reddick aveva rilasciato delle interviste per l’imminente
John Wick 4 con Keanu Reeves proprio questa
settimana. Sarebbe dovuto apparire anche nello spin-off del
franchise, Ballerina.
Il suo ruolo più famoso è forse
quello di Cedric Daniels in Ballerina,
drama della HBO ideato e scritto da David Simon. Sebbene all’epoca
non fosse un successo straordinario, la serie è diventata tra le
più acclamate e influenti del 21° secolo. Apparso in tutti i 60
episodi, il personaggio di Reddick è una forza in ascesa nel
dipartimento di polizia di Baltimora ed è promosso da tenente a
maggiore a commissario durante le sue cinque stagioni.
Reddick ha poi preso parte a
Ballerina
della Fox nei panni di Phillip Broyles, un agente speciale della
Homeland Security che gestiva la divisione Fringe che indagava su
fenomeni inspiegabili e terrorismo. È apparso nella maggior parte
dei 100 episodi della serie creata da J.J. Abrams, Roberto
Orci e Alex Kurtzman, andato in onda dal
2008 al 2013. Sono seguiti molti altri spot televisivi per Reddick
dopo la conclusione di Fringe, tra cui The Blacklist,
Wilfred e un arco narrativo su
Intelligence. Poi è arrivato il turno di John
Wick.
Lance Reddick ha
recitato nel primo film del franchise del 2014 nei panni di Charon,
il concierge del Continental Hotel di New York che lavora spesso
con il personaggio di Keanu Reeves. È apparso in
tutti i film di Wick, incluso il capitolo quattro, che arriverà a
breve al cinema. Avrebbe ripreso il suo ruolo di Charon per
Ballerina,
il film spin-off di John Wick con Ana de Armas.
Lance Reddick lascia sua moglie, Stephanie, e i
loro figli Yvonne e Christopher.
Si è appena conclusa nella
suggestiva cornice di Monopoli la ventitreesima edizione del
Sudestival, primo e unico festival di cinema italiano in Puglia
che si svolge in inverno, progetto dell’Associazione Culturale
Sguardi, fondato e diretto da Michele Suma. Il festival,
afferente all’Apulia Cinefestival Network e all’AFIC, viene
realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la
Scuola promosso da MIC e MIM, grazie anche al sostegno della Città
di Monopoli, del Comune di Polignano a Mare, della città di Fasano
e col patrocinio della Città Metropolitana di Bari, del Comune di
Bari, dell’Università degli Studi di Bari e del Conservatorio “Nino
Rota” di Monopoli.
Il primo e unico festival di cinema
italiano in Puglia a svolgersi in inverno, divenuto in ben ventitrè
edizioni il punto di riferimento per le opere prime e seconde della
produzione nazionale di qualità, ha contato quest’anno sei sezioni
e dodici premi, arricchendosi con il progetto Sudestival School,
vincitore del bando Piano Nazionale Cinema e Immagini per la
Scuola (MIC e MIM), e includendo una retrospettiva dedicata a
Mattia Torre, senza dimenticare il gemellaggio con il Golden
Apricot Yerevan International Film Festival, che si tiene dal 2004
ogni anno nella capitale armena.
Nella serata conclusiva di venerdì
17 marzo, presso il Teatro Radar di Monopoli, si sono svolte le
premiazioni delle diverse sezioni a cura delle Giurie presenti. La
Giuria Cinema Nazionale, presieduta da Pedro Armocida e
composta da Roberto Silvestri, critico cinematografico e
conduttore di Hollywood Party su Radio3, Viviana Del Bianco,
direttrice N.I.C.E., Paolo Di Paolo, scrittore, e
Esmeralda Calabria, montatrice, ha assegnato il prestigioso
FARO D’AUTORE della Città di Monopoli per il miglior lungometraggio
a Amanda di Carolina Cavalli.
A premiare il miglior documentario
con il PREMIO “ALBERGO DIFFUSO” la Giuria Nazionale Doc presieduta
da Antonella Gaeta, sceneggiatrice e giornalista, con
Michele Sancisi, scrittore, autore e giornalista SKY, e
Anna Maria Pasetti, critica cinematografica del Fatto
quotidiano, che ha decretato vincitore Umberto Eco – La
biblioteca del mondo di DavideFerrario.
La Giuria Giovani del Sudestival,
nata ventitré anni fa grazie all’impegno del Polo Liceale
“Galilei-Curie” di Monopoli, che quest’anno conta oltre 600
studenti tra gli Istituti superiori coinvolti di Monopoli e Fasano,
ha assegnato il PREMIO “FONDAZIONE PUGLIA” per il miglior lungometraggio a
Acqua e anice di Corrado Ceron. Il PREMIO
SUDESTIVAL SCHOOL – finanziato da AGE (Associazione Italiana
Genitori) – per il miglior corto è andato a When you wish
upon a star di Domenico Modafferi e
quello di miglior doc SUDESTIVAL SCHOOL – finanziato da AGE – a
Peso Morto di Francesco Del Grosso. Sono stati
assegnati entrambi dalla Giuria Giovani.Anna Frank e il diario
segreto di Ari Folman si è invece
aggiudicato il PREMIO GIURIA KIDS SUDESTIVAL SCHOOL per il
miglior film d’animazione.
Il PREMIO GIURIA DEL PUBBLICO
“ARCADIA” per il miglior lungometraggio è andato a I
pionieri di Luca Scivoletto, mentre il PREMIO CD
D’ARGENTO “GIANNI LENOCI” è stato assegnato a Bruno
Falanga per la colonna sonora di Per
niente al mondo di Ciro
D’Emilio, grazie alla Giuria composta dal regista
documentarista Francesco Conversano (presidente), dal
maestro Giampaolo Schiavo, direttore del Conservatorio “Nino
Rota” di Monopoli, e dai maestri Paolo Carlomè e Admir
Shkurtaj, docenti di composizione, e Paolo Vivaldi,
docente di Composizione per la Musica applicata alle immagini. Il
PREMIO APULIA FILM COMMISSION “CARLO DELLE PIANE” alla miglior
sceneggiatura è stato assegnato ad Andrea Magnani per
La lunga corsa.È stato ancora Peso
Morto di Francesco del Grosso ad aggiudicarsi il PREMIO
GIURIA SNCCI come miglior Doc, grazie alla giuria composta da
Ignazio Senatore, Irene Gianeselli e Marco Lombardi.
Il PREMIO “MASSERIA SANTA TERESA”
per la miglior attrice del Sudestival 2023 è stato assegnato ex
aequo a Stefania Sandrelli per Acqua e
anice di Corrado Ceron e a Benedetta
Porcaroli per Amanda di Carolina Cavalli. Infine, ma non
meno importante, il PREMIO SUDESTIVAL 2023 “ECCELLENZA DEL SUD” è
andato all’attrice Bianca Nappi, presente in sala e madrina
dell’intera manifestazione.
Keira Knightley torna protagonista e lo fa con
Lo strangolatore di Boston, un film targato
20th Century Studios scritto e diretto da Matt
Ruskin. Il film ha debuttato il 17 marzo 2023 su Star
all’interno di Disney+ in Italia e qualche settimana
fa abbiamo incontrato il cast protagonista del film per raccontare
l’esperienza di aver portato al cinema una storia così misteriosa e
intrigante, che si concentra sulla sequenza di omicidi efferati
avvenuti negli anni ’60 a Boston, solo a danno di donne.
Knightley è Loretta
McLaughlin e con lei, nel cast che ha partecipato
all’incontro c’erano anche Carrie Coon (nel ruolo
di Jean Cole), Alessandro Nivola
(nel ruolo del detective Conley), Chris
Cooper (nel ruolo di Jack MacLaine) e
ovviamente Matt Ruskin che ha dichiarato:
“Sono cresciuto a Boston e avevo sempre sentito parlare de Lo
Strangolatore di Boston, ma non sapevo davvero nulla del caso. Poi,
diversi anni fa, ho iniziato a leggere tutto quello che potevo e ho
scoperto questo caso di omicidi differenti, tutti però
apparentemente collegati, un caso incredibilmente stratificato che
era pieno di colpi di scena. E, per molti versi, si rivelava anche
un racconto su quella che era la città a quell’epoca. E così, sono
stato completamente preso dal caso. E quando ho scoperto
l’esistenza di queste giornaliste, Loretta McLaughlin e Jean Cole,
ho scoperto che erano state tra le prime a collegare i diversi
omicidi. Sono state loro a dare il nome al serial killer, lo
Strangolatore di Boston, nel loro primo reportage. Così ho pensato
che potevano essere il giusto punto di vista con cui raccontare il
caso.”
Lo Strangolatore di Boston,
Keira Knightley a caccia del mostro
A interpretare Loretta
McLaughlin è stata chiamata Keira Knightley che, come Ruskin, aveva
sentito parlare del serial killer che dà il titolo al film ma non
conosceva nessuno dei dettagli legati alla storia vera dello
Strangolatore di Boston: “Sono arrivata al film partendo dalla
meravigliosa sceneggiatura di Matt. E ho pensato che fosse un modo
davvero interessante di raccontare la storia di un serial killer,
ma attraverso il punto di vista di queste due giornaliste. E il
fatto che in realtà sono state due donne a dare visibilità a un
caso così importante mi ha spronata a volerlo
raccontare.”
Al suo fianco, Carrie
Coon, nel ruolo di Jean Cole, che segue
la collega: “Sì, quella è stata la parte più scioccante per me,
ovvero che queste donne siano state così parte integrante della
risoluzione del caso e del costringere i dipartimenti di polizia a
condividere informazioni. E i loro nomi non sono mai stati
menzionati, associati a questo caso. È stato davvero scioccante per
me. E poi, le loro storie di come sono diventate giornaliste, come
individui, erano storie molto avvincenti e molto commoventi.
Certamente in queste storie riecheggiava la vita delle donne del
mio mondo, del Midwest. Mia madre era un’infermiera. Una delle mie
nonne era un’insegnante e l’altra era una casalinga. E quelle erano
le opportunità disponibili per le donne, a parte la segretaria.
Quindi la lotta di Jean per diventare giornalista è stata molto
commovente per me. E poi, ovviamente, avevo visto Il
coraggio di lottare, che Matt aveva realizzato, e penso a
lui come a un regista davvero, profondamente morale. E sapevo che
il suo interesse era raccontare questa storia femminista.”
Queste due donne, purtroppo
un’anomalia per il loro tempo, erano circondate da un mondo di
uomini, di cui faceva parte Jack MacLaine,
interpretato da Chris Cooper. “Quello che mi è
piaciuto del mio personaggio è che all’inizio dice a Loretta che le
vittime degli omicidi di cui lei vuole raccontare non erano
nessuno, e alla risposta di Loretta, che gli dice che quelle
persone in realtà erano lettori del suo giornale, si mette in
allarme, come un campanello che gli suona in testa. È stata solo un
piccolo appunto veloce, ma penso che abbia sortito l’effetto
desiderato. E queste donne, sai, a volte vincono, a volte perdono.
Devono cavarsela da sé e sicuramente il mio personaggio a volte non
è la persona più gentile al mondo rispetto al loro lavoro, altre
volte è una figura di mentore. Si commettono degli errori, e a
volte reindirizzo Loretta là dove non è conoscenza di alcuni
problemi legati alla burocrazia, ad esempio contea diversa,
procuratore distrettuale diverso. Quindi Jack ha svolto anche le
funzioni di insegnante per lei.”
Dalla parte della polizia, invece,
c’è il detective Conley, interpretato da
Alessandro Nivola: “Penso che il personaggio
sia incazzato dal fatto che il dipartimento di polizia non si possa
avvalere di tecniche di psicologia forense più all’avanguardia che
possano permettergli di collegare questi omicidi. Sta affrontando
il conflitto di tradire il suo dipartimento da una parte, mentre
dall’altra la vergogna che sia la stampa a portare avanti le
indagini e non la polizia. E quindi accetta di incontrare questa
giornalista, e lo fa perché è totalmente ossessionato dal caso, e
l’unica altra persona che incontra totalmente ossessionata dal caso
è lei. E questo li fa sentire fatti della stessa pasta, forse è
anche attratto da lei e prova piacere a incontrarla.”
Arrow 8 è l’ottava
e ultima stagione della serie tv Arrow ideata
da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew
Kreisberg per la DC Entertainment e
il network The
CW.
Arrow 8: uscita e dove vederla in
streaming
L’ottava stagione di
Arrow è andata
in onda dal 15 ottobre 2019 al 28 gennaio 2020 sul network
The CW. Arrow 8 un
streaming è disponibile su Prime
Video.
Arrow 8: trama e cast
Nell’ottava e ultima stagione, il
Monitor recluta Oliver per aiutarlo nella sua missione per
prevenire l’ imminente crisi . William, Connor Hawke e Mia
viaggiano misteriosamente nel tempo dal 2040 all’odierna Star City.
Durante la crisi, Oliver si sacrifica e diventa lo Spettro per
fermare l’ Anti-Monitor . Dopo la loro battaglia finale, nasce un
nuovo universo a costo della vita di Oliver. Si è poi riunito con
Felicity in una “dimensione paradisiaca”, nella scena finale
della serie.
Amanda Seyfried e Julianne
Moore in Chloe - Tra seduzione e inganno
Prima di realizzare apprezzati film
come Devil’s Knot – Fino a prova
contraria e The Captive –
Scomparsa, il regista Atom Egoyan ha
portato sul grande schermo nel 2009 il lungometraggio Chloe
– Tra seduzione e inganno, remake del francese
Nathalie…, scritto e diretto nel 2003 da Anne
Fontaine. Si tratta di un opera in bilico tra i due valori
proposti dal sottotitolo italiano, a cui si aggiungono la passione,
l’ossessione e una costante atmosfera erotica. Tutto ciò rende
questo film un thriller particolarmente ricco di colpi di scena,
reso memorabile dai suoi intrecci narrativi e dalle pulsioni
provate dai personaggi.
Per dar vita a tutto ciò, Egoyan ha
scelto di rendere questo un film ricco di specchi e pareti
riflettenti, strumenti attraverso cui sottolineare la differenza
che intercorre tra la realtà e la menzogna. L’inganno diventa
dunque un elemento ricorrente, che dona al tutto un’atmosfera
imprevedibile nei suoi risvolti. Pur se poco apprezzato dalla
critica, Chloe – Tra seduzione e inganno è stato un
autentico successo commerciale, affermandosi addirittura come il
maggior guadagno nella carriera del regista. A dirsi soddisfatta
del risultato finale è stata anche la stessa Fontaine, regista
dell’originale, che ha trovato qui sviluppate una serie di
dinamiche non presenti nel suo film.
Interpretato da celebri attori, tra
cui una premio Oscar, Chloe – Tra seduzione e inganno è il
titolo perfetto se si è alla ricerca di un film simile a pellicole
come Knock Knock e
Il ragazzo della porta
accanto. Thriller erotici che hanno fatto della loro
ambiguità un punto di forza. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Julianne Moore e Liam Neeson in Chloe – Tra seduzione e
inganno
La trama di Chloe – Tra
seduzione e inganno
Protagonista del film è
Catherine, una donna che lavora come ginecologa e
conduce una vita tranquilla e apparentemente perfetta, nonostante
qualche diverbio col figlio Michael in piena
adolescenza. A darle maggiori preoccupazioni, tuttavia, sono alcuni
strani comportamenti di suo marito David. Sempre
più sospettosa nei suoi confronti, Catherine scopre un giorno, sul
telefono del marito, un messaggio ricevuto da una delle sue
studentesse e una foto che li ritrae insieme. La cosa la preoccupa
ulteriormente, spingendola a credere che David la tradisca. Per
esserne sicura decide di ingaggiare Chloe,
un’escort incaricata di sedurre l’uomo e provarne la fedeltà.
Catherine non immagina neppure che presto si ritroverà intrappolata
in un vortice di desiderio sessuale, che metterà in pericolo tutta
la sua famiglia.
Il cast del film
L’attrice premio Oscar Julianne Moore
interpreta il ruolo della protagonista Catherine, scritto
appositamente per lei dalla sceneggiatrice Erin Cressida
Wilson. Nel ruolo della giovane e affascinante escort
Chloe, invece, vi è Amanda
Seyfried, interprete celebre per i film Mamma mia!, Lovelace e Mank. Inizialmente,
tuttavia, l’attrice non era intenzionata ad accettare la parte,
poiché si sentiva a disagio nel dover apparire nuda e dar vita ad
alcune scene di sesso. Dopo aver parlato con alcuni amici, però,
cambiò idea e si concentro su ciò che rende Chloe un personaggio
unico e ricco di sfumature. Ancora oggi è una delle sue
interpretazioni più apprezzate.
Nei panni di David, il marito di
Catherine, vi è invece l’attore Liam Neeson.
Durante le riprese, purtroppo, la moglie di Neeson ha avuto un
brutto incidente mentre sciava, morendo qualche giorno dopo.
L’assenza dell’attore da quel momento in avanti ha obbligato la
sceneggiatrice a modificare parzialmente la trama del film,
dovendosi dunque discostare dalla trama del film originale. In
ultimo, nel ruolo di Michael, figlio di Catherine e David, si
ritrova l’attore Max Thieriot, noto per serie
come Bates Motel e SEAL Team. Completano il
cast gli attori R.H. Thomson nei panni di Frank e
Nina Dobrev in quelli di Anna.
Il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di
Chloe – Tra seduzione e inganno grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Now, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento tra queste, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video.
Shazam! Furia degli
Dei (qui la recensione), interpretato
da Zachary Levi, è
finalmente uscito nei cinema di tutto il mondo, svelando nuovi
villain e offrendo ai propri spettatori numerosi colpi di scena,
come anche una vera e propria necessità del protagonista di
maturare e prendere consapevolezza delle proprie capacità. Se del
finale del film abbiamo parlato
qui, ipotizzando anche in che modo questo può anticipare il
futuro del supereroe nel DC
Universe, ulteriormente significative a tal riguardo sono
naturalmente le due scene post-credits che il film contiene.
Se fino a prima dell’uscita
di Shazam! Furia degli Dei non era chiaro se e
quale ruolo Shazam avrebbe potuto avere nel nuovo DCU, le due scene
presenti alla fine dei titoli di coda tolgono ora qualche dubbio a
tal proposito. Certo, non è dato sapere se le scene sono state
concepite prima del subentro di James
Gunn e Peter Safran alla guida del DC
Universe o siano state realizzate successivamente, proprio in
funzione dei piani futuri per tale divisione. Ad ogni modo, ecco la
descrizione delle due scene. Inutile dire che quanto segue contiene
importanti spoiler.
1Cosa anticipano queste scene sul futuro
di Shazam e del DC Universe?
Fino a quando non saranno svelati
ufficialmente i piani per il futuro di Shazam, è
difficile fare previsioni sul ruolo che egli avrà nel DC Universe.
Un eventuale terzo film a lui dedicato dipenderà, come già
dicharato dallo stesso regista e da Zachary Levi,
dai risultati di questo secondo film al box office. Alla luce,
delle due scene post-credits si può in ogni caso provare a fare
alcune ipotesi. Per quanto riguarda la prima, nonostante il fatto
che Dwayne Johnson abbia
dichiarato di non aver alcun interesse a far incrociare il suo
Black
Adam con Shazam, il tentativo di Amanda
Waller di portare quest’ultimo nella Justice
Society sembra far immaginare che proprio con
questa si relazionerà in futuro Shazam, anche se attualmente è
difficile immaginare in che modo.
La
seconda scena post-crediti, però, suggerisce che Shazam sarà
impegnato per un po’ con la minaccia rappresentata da Sivana e
Mister Mind. La collaborazione tra due dei maggiori antagonisti di
Shazam sembra porre le basi per la squadra malvagia nota come
Monster Society of Evil. Si tratta di una delle
prime squadre di supercriminali dei fumetti ad avere come membri
quei cattivi che un supereroe aveva combattuto in precedenza. Prima
di questo, le squadre di supercriminali erano composte da cattivi
creati appositamente per specifiche storie. La Monster Society è
composta invece da tutti i principali nemici che Shazam ha
affrontato nel tempo. È dunque molto probabile che Mister Mind sia
attualmente impegnato a metter su tale gruppo, con l’obiettivo di
sconfiggere il supereroe e governare il mondo.
Secondo Variety, Showtime sta
attualmente sviluppando un adattamento in serie del thriller
fantascientifico Gattaca
della Sony Pictures del 1997. Il progetto proviene dai
creatori di Homeland,Alex Gansa
e Howard Gordon.
La serie Gattaca sarà
creata e prodotta esecutivamente da Gansa, Gordon e Craig
Borten, con Gansa che sarà anche showrunner. Il progetto è
prodotto anche da Sony Pictures Television per
Showtime. Ulteriori dettagli sulla trama e
sui personaggi sono ancora tenuti nascosti.
“Ethan
Hawke, Uma Thurman, Alan Arkin e
Jude Law sono i protagonisti di questo avvincente
thriller fantascientifico su un uomo fin troppo umano che osa
sfidare un sistema ossessionato dalla perfezione
genetica. Hawke interpreta Vincent, un ‘In-Valid’ che assume
l’identità di un membro dell’élite genetica per perseguire il suo
obiettivo di viaggiare nello spazio con la Gattaca Aerospace
Corporation”, si legge nella sinossi
dell’originale. “Tuttavia, una settimana prima della sua
missione, Vincent finisce trai sospettati per un’omicidio commesso.
Con un implacabile investigatore sulle sue tracce e il collega di
cui si è innamorato che inizia a sospettare il suo inganno, i sogni
di Vincent si disfano costantemente. Nessuno del DNA “preordinato”
che gli garantirà il successo. Nel disperato tentativo di
realizzare il suo sogno di esplorare lo spazio, Vincent assume
l’identità di un atleta geneticamente superiore (Jude
Law). Evitando di essere individuato utilizzando i
marcatori genetici dell’atleta, Vincent diventa una stella nascente
al Gattaca Aer”
Nonostante sia stato una delusione
al botteghino con un incasso interno di oltre $ 12 milioni contro
il suo budget dichiarato di $ 36 milioni,
Gattaca è stato ben accolto dalla critica
grazie alla sua stimolante storia di fantascienza. L’imminente
adattamento di Showtime non è il primo tentativo di Sony Pictures
Television di adattare il film in una serie. Nel 2009, lo
studio ha provato a sviluppare un dramma procedurale poliziesco
basato sul classico cult del 1997
L’imminente serie The
Penguin della HBO ha aggiunto nuovi volti al suo
cast, con
Variety che ha annunciato che Michael Zegen, James
Madio e Scott Cohen sono stati tutti scelti per ruoli
ricorrenti nello spin-off di The
Batman. I tre si uniscono a un cast già ricco di star,
che includerà artisti del calibro di Colin Farrell, che riprenderà il ruolo
di Oswald “The Penguin” Cobblepot, Cristin Milioti, Rhenzy
Feliz, Michael Kelly, Shohreh Aghdashloo, Deirdre O’Connell e
Clancy Brown.
Al momento HBO Max non ha rivelato
dettagli in merito ai ruoli che andranno ad interpretare Madio e
Cohen. Tuttavia, Variety riporta che Michael Zegen
interpreterà il ruolo di Alberto Falcone, figlio di
Carmine Falcone, interpretato da John Turturro in The
Batman. Nel mondo di DC Comics, Alberto è anche
accreditato come The Holiday Killer nell’iconica storia di
Batman The Long Halloween, anche se non è
noto se Zegen apparirà nel prossimo sequel di The
Batman.
Ambientata nel mondo di
The
Batman del 2022 , la serie HBO Max si concentrerà
su Oswald Cobblepot. The
Penguin sarà basato sui personaggi DC creati da
Bob Kane e Bill Finger. È stato scritto da Lauren LeFranc, che
è anche la showrunner. I primi due episodi saranno diretti da
Craig Zobel.
Il dramma limitato sarà basato sui
personaggi DC creati da Bob Kane e Bill Finger. È stato
scritto da Lauren LeFranc, che è anche la showrunner. I primi
due episodi saranno diretti da Craig Zobel. La prossima serie
The
Penguin sarà prodotta da Dylan Clark e Matt Reeves di
The
Batman, Farrell, LeFranc, Daniel Pipski, Adam
Kassanand e Rafi Crohn. È un progetto congiunto tra 6th e
Idaho, DC Entertainment, Dylan Clark Productions e Warner Bros.
Television.