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House of the Dragon 2: ecco perché avremo meno episodi

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House of the Dragon 2: ecco perché avremo meno episodi

L’head of drama di HBO, Francesca Orsi, ha rivelato perché il numero di episodi della  di House of the Dragon 2 è inferiore a quello della prima. In una recente intervista, Orsi ha spiegato che la sezione centrale della seconda stagione era “una specie di “calpestando” la narrazione”, portando alla compressione del conteggio degli episodi.

C’erano alcune domande sulla forma narrativa della seconda stagione. La stavamo sviluppando con Ryan Condal e [EP] Sara Hess, e ci siamo resi conto che stavamo in qualche modo calpestando la narrazione nel mezzo della stagione“, ha spiegato Orsi (tramite Deadline). “Quindi è sembrato molto più rigoroso, più urgente avere un giusto arco emotivo per i nostri personaggi se abbiamo compresso la stagione. E poi questo ha definito anche il modo in cui avremmo dato il via alla terza stagione”.

Nella prima stagione, la serie ha organizzato con successo un programma di affiancamento e tutoraggio sul set per apprendisti di produzione. Ora che sono in corso le riprese della seconda stagione, House Of The Dragon ha aperto ancora una volta le sue porte al programma WBD Access Directors Shadows, dando così a due registi emergenti, B Welby ed Ebele Tate, la possibilità di affinare le proprie capacità e imparare da una delle migliori troupe del settore.

Nel cast della seconda stagione  Matt SmithEmma D’ArcyOlivia Cooke, Eve Best, Steve Toussaint, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e Rhys Ifans. Fra gli attori della prima stagione che tornano nel cast dei nuovi episodi anche Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e Matthew Needham.

I crediti della seconda stagione: co-creatore e produttore esecutivo George R.R. Martin; co-creatore, showrunner e produttore esecutivo Ryan Condal; produttori esecutivi Sara Hess, Alan Taylor, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Loni Peristere, Vince Gerardis. Tratto dal bestseller di George R.R. Martin “Fuoco e Sangue”.

Terminator: il nuovo film sarà molto più ispirato all’intelligenza artificiale

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James Cameron sta lavorando a un nuovo film di Terminator. Tuttavia, il regista prevede di far crescere la tecnologia nel mondo dell’IA prima di finirlo. Parlando durante una recente apparizione alla conferenza Dell Tech World, Cameron ha rivelato che in realtà sta scrivendo un nuovo film di Terminator, e lo è da circa tre mesi. Tuttavia, Cameron ha detto che non ha intenzione di finirlo fino a quando non vedrà come la crescita dell’IA si scuoterà.

La notizia è una sorpresa per molti. Quando ha discusso l’ultima volta della possibilità di un nuovo Terminator, Cameron ha detto di non essere sicuro se ci fosse un altra storia da raccontare. Tuttavia, James Cameron ha detto che se avesse realizzato un nuovo film di Terminator, sarebbe stato più incentrato sul “lato AI” delle cose. “Se dovessi fare un altro film di Terminator e magari provare a lanciare di nuovo quel franchise, che è in discussione ma nulla è stato deciso, farei molto di più sul lato dell’intelligenza artificiale rispetto ai robot cattivi impazziti“, ha rivelato Cameron durante un’apparizione sul podcast Smartless di Wondery e Amazon .

In precedenza, si diceva che Terminator: Dark Fate del 2019  fosse l’inizio di una nuova trilogia. Tuttavia, il film è stato un fallimento al botteghino, il che ha comportato la cancellazione dei piani per i film futuri.

Un Matrimonio Mostruoso: trailer della nuova commedia italiana

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Un Matrimonio Mostruoso: trailer della nuova commedia italiana

01 Distribution ha diffuso il trailer della nuova commedia italiana Un Matrimonio Mostruoso, un film di Volfango De Biasi con Massimo Ghini, Paola Minaccioni, Ilaria Spada, Ricky Memphis, Cristiano Caccamo, Emanuela Rei, Maurizio Mattioli, Elisa Di Eusanio, Claudio Greg Gregori, Paolo Calabresi e con Sara Ciocca, Vincenzo Sebastiani, Irene Girotti, Mattia Lucentini.

Prodotto da Fulvio e Federica Lucisano una produzione Italian International Film con Rai Cinema. Dal 21 Giugno al cinema

La trama del film

Non è sempre vero che se ne vanno i migliori. É passato a miglior vita Nando, capofamiglia del clan Cornicioni. Sembra che, per una tragica fatalità, sia finito in una doccia di cemento a presa rapida. Il triste evento ha riunito la famiglia umana di Luna, figlia di Nando, e quella mostruosa del marito Adalberto. I parenti, affranti, ignorano che Nando non è nell’aldilà ma in un lontano paradiso fiscale. L’unica a sapere è sua moglie Stella, abbandonata senza un soldo e alla ricerca di un modo per saldare i debiti del “defunto” marito. Stella decide di approfittare della crisi matrimoniale tra il consuocero Vladimiro e Brunilde, riuscendo a scalzare nel cuore del vampiro la strega. Ma Brunilde non si dà per vinta… è pronta a tutto per salvare il suo secolare matrimonio.

The Boogeyman: recensione del film di Rob Savage

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The Boogeyman: recensione del film di Rob Savage

Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, David Cronenberg, George A. Romero. E ancora Rob Reiner, Bryan Singer, Frank Darabont, Andy Muschietti. Alla lunga lista di cineasti confrontatisi con la trasposizione cinematografica di un’opera letteraria di Stephen King si aggiunge oggi anche il nome di Rob Savage (Host, 2020). Il titolo selezionato è quello di The Boogeyman, racconto del 1973 comparso in uno dei numeri della rivista Cavalier di quell’anno e successivamente pubblicato nella raccolta “Night Shift”. Un progetto dalla gestazione lunga e travagliata: scritto da Scott Beck, Bryan Woods e Mark Heyman, interrotto nel 2019 – nel corso del processo di acquisizione della 20th Century Fox da parte di Disney – inizialmente pensato per la piattaforma streaming Hulu e infine affidato alla distribuzione cinematografica.

The Boogeyman: la trama

Libero adattamento, omaggio o sequel spirituale? Il The Boogeyman di Rob Savage è un prodotto di non scontata collocazione artistica. Il regista sceglie di abbandonare l’unità di luogo della controparte letteraria, sostituendo lo studio psichiatrico del racconto originale con l’abitazione del dottor Will Harper (Chris Messina), all’interno della quale il terapista vive assieme alle figlie Sadie (Sophie Thatcher), di sedici anni e Sawyer (la piccola Vivien Lyra Blair). Sconvolte dalla recente perdita della madre, le due ragazze faticano ad elaborare il lutto, e l’inadeguato sostegno del padre – anch’egli emotivamente provato – ostacola ogni possibilità di dialogo.

Lester Billings (David Dastmalchian), protagonista dell’opera su carta, è invece un semplice incursore; autore di una sortita silenziosa e traumatica. Portatore malato di un’entità maligna destinata a sconvolgere l’esistenza della famiglia Harper.

the boogeyman David DastmalchianUn problema di realtà

“Cominciavo a dirmi: forse, se pensi a lungo a una cosa, e ci credi, diventa reale. Forse tutti i mostri di cui avevamo paura da ragazzini, Frankenstein, il Lupo Mannaro, Mammona, forse erano tutti reali. Tanto veri e concreti da uccidere i bambini che si credeva fossero morti in fondo a una cava, o annegati nel lago, o che non erano stati trovati più… Forse…”

“Forse” sussurrava King. “È reale!” esclama invece Rob Savage. E il problema di The Boogeyman è, innanzitutto, un problema di realtà, di concretezza eccessiva.Laddove il racconto del romanziere mirava infatti a suggerire, sottovoce, l’orrore – inoltrandosi nei disturbati meandri mentali di Lester Billings per fluttuare lungo il confine (sottile) tra verità e degenerata psicosi – il film del cineasta britannico agisce invece agli antipodi concettuali del suo autografo. L’ambiguità che sottendeva l’originale lascia dunque il posto a un progressivo “realizzarsi” del mostro, che lungi dal rimanere confinato nella prigione di parole o vaneggiamenti di un pazzo (o presunto tale), assume al contrario forma corporea, uscendo dell’oscurità – simbolica – che dovrebbe abitare.

the boogeyman sophie tatcherThe Boogeyman: buio e confusione

Tra sprazzi di complicazioni adolescenziali, rapporti padre-figlia/e e sedute di analisi, The Boogeyman vaga confuso, al buio, alla ricerca di una identità propria, appesantito forse da una controparte cartacea a cui sente di dover rendere giustizia e dalla quale, al contempo, prova a distaccarsi.

Il film di Savage, dopo un incipit di indubbia valenza, inizia difatti a perdersi, a girare a vuoto, disorientato. Sembra tentare la via dello psico-horror alla Babadook, ma la mancata elaborazione del lutto, tematica centrale all’interno del fortunato esordio di Jennifer Kent del 2014, finisce per risultare uno strumento più che altro accessorio, senza riuscire mai ad elevarsi a principale focus della narrazione.

The Boogeyman, dopo aver sondato diverse strade, si accontenta così di imboccare il sentiero più semplice e prevedibile, trasformando il conflitto in una ben poco originale caccia al mostro. Una caccia ad un alien visto e rivisto, dal design fin troppo riconducibile a quello delle orripilanti creature di A Quiet Place – alla cui sceneggiatura, insieme a John Krasinsky, sono non a caso accreditati anche Scott Beck e Bryan Woods.

Il risultato finale, purtroppo, è un prodotto che fatica ad uscire dell’anonimato del panorama horror convenzionale. Un’opera che all’atavica nictofobia meravigliosamente tratteggiata da King sostituisce un canovaccio per lo più indeciso e fondato sul cadenzato riproporsi di jumpscare. Un film a chiara vocazione mainstream a cui la performance di una incantevole Sophie Thatcher – una delle sfortunate Yellowjackets della applaudita serie Showtime – non può bastare a lasciare il segno.

Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi, recensione

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Non fatevi condizionare dal titolo molto esplicito perché Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi è una commedia per tutti. Questo film svedese, distribuito da Netflix, è un racconto al femminile con per protagonista una donna in carriera che alla soglia, dei tanto temuti quarant’anni, deve rivoluzionare la sua vita quasi perfetta.

La trama di Quando ho smesso di …

Hanna (Katia Winter) è una donna svedese di trentanove anni, sempre più vicino al suo compleanno e quindi ai quaranta, che lavora e con una famiglia ma che sente il bisogno di avere un secondo figlio per sentirsi completamente realizzata. La commedia si apre proprio con la protagonista felice che balla per le vie della città e raggiunge il suo compagno Morten (Jesper Zuschlag) per passare una serata romantica in una ristorante costoso. Purtroppo l’uomo invece non è per niente soddisfatto, non vuole procreare una nuova creatura e soprattutto è stanco che Hanna guadagna più di lei. Inutile dire che la donna le proverà tutte per compiacerlo, anche dimettersi, di punto in bianco, dal suo facoltoso impiego per trascorrere più tempo con Morten e il loro bambino Eli (Amadeus Durmaz). Purtroppo però Hanna ha perso troppo tempo e nel momento che si licenzia il compagno la lascia e la manda via pure di casa.

Da qui Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi diventa un insieme di scene tragicomiche in cui la protagonista, prima di tutto, non trova una nuova sistemazione e un letto per dormire. Inizia a chiamare chiunque e alla fine finisce per farsi ospitare da un’amica, del tempo del liceo, che gli offre il letto a castello nella camera che appartiene al figlio adolescente. Hanna disoccupata e demoralizzata conosce per caso in un bar la cameriera Liv (Vera Carlbom) una giovane ragazza, senza peli sulla lingua, che donerà alla donna lezioni di vita e Hanna si porta a casa, della famiglia che l’ha ospita, un ragazzo appena conosciuto. Ovviamente viene immediatamente sbattuta fuori dalla villa e si rifugia da sua madre, che per fortuna, è felice di riavere la figlia con se.

Intanto la protagonista ormai al punto più basso della sua vita, si rimbocca le maniche per riprendersi tutto ciò che ha perso, anche il suo amato lavoro e inizia a scoprire se stessa. Su consiglio, della sua ormai migliore amica Liv, Hanna abbandona il fardello, i tabù e i sensi di colpa e inizia a masturbarsi per il suo piacere personale. Inutile dire che la donna ritrova, in tutti i sensi e finalmente, la serenità e la via alla soluzione dei suoi problemi lasciando stare relazioni romantiche e uomini che la vogliono solo usare quindi decide di rimanere single, anche quando Morten la supplica di tornare insieme. Attraverso il suo viaggio alla scoperta di sé, Hanna trova la felicità con se stessa. Alla fine del film che si conclude la festa di compleanno dei quarant’anni, organizzata a sorpresa da Liv con l’aiuto  della madre di Hanna, la donna ritroverà la sua famiglia e anche i suoi amici di sempre.

L’amore e il piacere per se stessa

Questa commedia svedese è una divertente storia di benessere incentrata sulle donne. Un film che è il risultato di quello che ci hanno insegnato in questi ultimi tempi molte sceneggiatrici donne, in primis Phoebe Waller-Bridge con la sua Fleabag, dove le protagoniste non sono più devote alla perfezione. Le nuove donne sono antieroine irresistibili, che non rinunciano alla loro femminilità e sono sempre più simili alle loro normali spettatrici. Una delle scene che più spiega questo in Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi e quando Hanna, alla scrivania, ascolta il suo audiolibro al lavoro, accidentalmente il bluetooth delle cuffie della donna si connette agli altoparlanti dell’ufficio. In quanto tale, i colleghi scoprono involontariamente le abitudini di lettura ma la protagonista sceglie di ammetterlo ed elenca comicamente i benefici della masturbazione li sul posto di lavoro. 

Questo film svedese co-sceneggiato da Marie Christin Magdu con e diretto da Erika Wasserman, regista al suo primo lungometraggio, riesce a gestire benissimo anche le scene più imbarazzanti, tipo quella in cui Liv spiega con una pizza come è fatta effettivamente una vagina, evitando di risultare volgari o di pessimo gusto per gli spettatori a casa davanti allo schermo.

Arnold Schwarzenegger omaggia Bruce Willis: “sarà sempre ricordato come una grande star”

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Poco più di un anno dopo che la famiglia di Bruce Willis ha annunciato il ritiro dalla recitazione dell’attore. Dopo oltre 40 anni passati a recitare in film del calibro di Die Hard, Il sesto senso, Unbreakable e Pulp Fiction Willis ha infatti rivelato nel marzo 2022 di soffrire di afasia, un disturbo del linguaggio causato da un danno cerebrale che colpisce la capacità di comunicare di una persona. A distanza di poco più di un anno da quell’annuncio, l’attore Arnold Schwarzenegger ha ora omaggiato il collega, spendendo alcune toccanti parole per lui.

Mentre parlava con CinemaBlend per promuovere la sua serie Netflix Fubar, ad Arnold Schwarzenegger è infatti stato chiesto del ritiro di Bruce Willis. L’attore, che ha condiviso lo schermo con Willis nel film I mercenari, ha dichiarato che: “Penso che sia una persona fantastica. Penso che sarà sempre ricordato come una grande, grande star. E un uomo gentile. Capisco che nelle sue circostanze, dal punto di vista della salute, ha dovuto ritirarsi. Ma in generale, sai, non ci ritiriamo mai veramente. Noi eroi d’azione ci ricarichiamo“.

La star di Terminator ha dunque rivolto un profondo rispetto e ammirazione per l’eredità duratura che il suo amico ha creato nel settore, dove ha lasciato un segno indelebile nel genere d’azione. Più di recente, la famiglia di Bruce Willis ha rivelato che una diagnosi più specifica ha fatto emergere una demenza frontotemporale nell’attore, condividendo però anche un commovente video in cui Willis festeggia il suo compleanno con le persone a lui più care. Anche se sembra improbabile che Willis torni a recitare come spera Schwarzenegger, è comunque commovente il suo rispetto e sostegno nei confronti dell’iconico Willis.

Succession 4×10, la spiegazione del finale: chi è il nuovo CEO?

Succession 4×10, la spiegazione del finale: chi è il nuovo CEO?

Succession si è ufficialmente conclusa, dando tutti i suoi personaggi e le sue storyline principali una fine coerente. Succession 4×10 è stato oggetto di molte speculazioni, con i fan che hanno discusso sulla classifica del potere alla Waystar Royco e su quale fratello Roy finirà per succedere a Logan Roy come amministratore delegato della società. Fortunatamente, tutte queste domande e altre ancora hanno trovato risposta, con Succession 4×10 che ha finalmente rivelato il vero significato dell’amato show della HBO.

La quarta stagione di Succession ha chiuso la sua corsa. La trama principale incentrata sui tentativi dell’amministratore delegato della GoJo Lukas Matsson di acquistare la Waystar Royco e sui successivi tentativi dei fratelli Roy di impedirlo è stata portata a termine. Nel finale della quarta stagione di Succession sarebbe potuto accadere di tutto, e la serie ha trovato il modo di risolvere ogni possibilità nel modo perfetto. Dopo la recensione ecco la spiegazione del finale di Succession 4×10.

Perché Lukas ha scelto Tom come nuovo CEO della Waystar

Succession 4x10 Alexander Skarsgård, Kieran Culkin

Con un colpo di scena a sorpresa in Succession 4×10 Tom è stato scelto da Lukas Matsson come nuovo amministratore delegato della divisione americana di Waystar Royco. Matsson aveva inizialmente scelto Shiv, ma ha deciso di scartarla dopo che la sua utilità si è esaurita a causa delle nuove conoscenze politiche di Matsson.

La motivazione principale di recensione , tuttavia, è stata una vignetta politica che ritraeva Shiv e Matsson come due marionette con la prima che controllava il secondo. Questo ha portato Matsson a scegliere qualcuno di più mite e malleabile: Tom Wambsgans. Il test finale di Matsson per Tom consisteva nel dirgli in faccia che voleva fare sesso con sua moglie. La reazione di Tom lo ha convito a sceglierlo.

Perché Shiv ha votato a favore dell’accordo (e contro Kendall)

Succession 4x10 Sarah Snook

Dopo aver scoperto che sarebbe stata sostituita, si è quasi ribellata Shiv a Matsson e ha votato contro l’accordo. Tuttavia, alla fine la sua decisione ha cambiato nuovamente le carte in tavola. Shiv sapeva che Kendall non era in grado di gestire la Waystar Royco, non essendo chiaramente adatto al lavoro. Shiv sapeva anche che, a causa dei loro conflitti passati, Kendall l’avrebbe probabilmente estromessa dalla società alla prima impasse.

Shiv sapeva anche, egoisticamente, che, dal momento che Tom era destinato a diventare amministratore delegato, avrebbe comunque avuto un ruolo importante in Waystar Royco se l’accordo fosse andato in porto, il che avrebbe portato al suo voto.

Roman rinuncia a Kendall e alla Waystar

Succession 4x10 Kieran Culkin

Roman è sempre stato facilmente influenzabile, ma fin dall’inizio è stato chiaro che non aveva fiducia nella leadership di Kendall alla Waystar Royco. Roman ha esitato prima di votare contro l’accordo, salvo poi ritirare il suo sostegno a Kendall dopo che Shiv ha esposto le sue ragioni contro il fratello maggiore.

Roman è il primo ad accettare che il loro piano è una causa persa, e si accorda con Shiv solo per evitare che Kendall soffra in futuro. Roman è chiaramente sconvolto dall’esito della votazione, che sembra rovinare la sua posizione alla Waystar Royco. Tuttavia, sa che rinunciare è meglio che tentare di salvarla invano.

Chi è ancora con Waystar Royco dopo Succession 4×10?

Succession 4x10 Matthew Macfadyen, Nicholas Braun

Con Tom e Lukas Matsson al comando di Waystar Royco, si prospettano diversi tagli al personale. Tom dice a Greg che Frank e Karl sono fuori, il che significa che il loro tempo alla Waystar Royco è breve. Tom è anche incredibilmente sprezzante nei confronti di Hugo, potenzialmente licenziabile a causa della sua collusione con Kendall. Tom afferma chiaramente che Greg è al sicuro nell’azienda, così come Shiv Roy. Inoltre, Tom afferma di voler parlare con Gerri e Karolina, il che significa che hanno buone possibilità di rimanere.

Kendall e Roman avranno probabilmente la possibilità di rimanere in Waystar con ruoli minori, ma non si sa se accetteranno. Come previsto da Lukas Matsson all’inizio della quarta stagione di Succession, sembra che la maggior parte del personale della Waystar sia fuori, mentre il personale più giovane rimarrà.

Il vero significato della passeggiata di Kendall verso il fiume

Succession 4x10 la spiegazione del finale

Dopo aver perso l’azienda, Kendall si incammina tranquillamente verso il fiume, e questo momento sottile dice molto sul personaggio. Innanzitutto, Kendall Roy non muore, come si era ipotizzato prima di Succession 4×10. Tuttavia, la perdita dell’azienda da parte di Kendall è chiaramente il momento decisivo della sua vita, come spiega lo showrunner Jesse Armstrong nella conclusione dell’episodio.

Kendall è seguito anche da Colin Stiles, il che significa che ha ancora un sostegno se ne ha bisogno. Dopo il finale di Succession, Kendall è probabilmente destinato a ricadere in una spirale, e la scena del fiume mostra quanto sarà distante e perso senza Waystar Royco.

Il matrimonio di Shiv e Tom

Succession 4x10 Matthew Macfadyen, Sarah Snook

Il matrimonio di Shiv e Tom è stato un punto focale della quarta stagione di Succession, e sembrava che tutto fosse finito prima del finale della serie. Succession 4×10 indica che Shiv e Tom non divorzieranno, ma non avranno nemmeno un matrimonio felice.

La decisione di Shiv di stare con Tom sembra più un accordo d’affari, con lei che lo fa solo per assicurarsi un posto alla Waystar Royco. Anche se Shiv e Tom si tengono per mano mentre si allontanano, è chiaro che non c’è felicità nei loro occhi.

Shiv ha comunque vinto

Justine Lupe, Alan Ruck, Sarah Snook, Jeremy Strong, Kieran Culkin

Anche se Shiv non è l’amministratore delegato, ha comunque vinto la lotta all’eredità del padre. In quanto moglie di Tom, Shiv avrà comunque un ruolo importante nel futuro di Waystar Royco. Considerando quanto Shiv sia manipolatrice e quanto Tom sia un po’ troppo debole, Shiv potrebbe finire per avere ancora più influenza del marito.

Inoltre, Shiv è incinta del figlio di Tom. Ciò significa che la posizione di amministratore delegato della Waystar sarà ancora legata alla stirpe dei Roy, soddisfacendo i desideri di Logan. Inoltre, il fatto che Tom sia l’amministratore delegato soddisfa i desideri di Lukas e del presidente Mencken di avere un amministratore delegato uomo, anche se è Shiv a dirigere le cose.

Il vero significato della fine di Succession 4×10

Kieran Culkin, Sarah Snook, Jeremy Strong

Succession 4×10 è un episodio tragico così come tutta la serie che esplora i temi dell’avidità, dell’orgoglio e del trauma generazionale. La famiglia Roy è costantemente dilaniata dai vari interessi della Waystar Royco, con i tre fratelli Roy che si rivoltano sempre l’uno contro l’altro al primo colpo.

Questo è un aspetto che Connor Roy e lo zio Ewan sottolineano costantemente nel corso della serie. Tuttavia, non riescono a salvare i fratelli Roy. Alla fine della quarta stagione di Succession, Roman è debole e distrutto, Shiv ha una relazione infelice e Kendall ha perso tutto, diventando tutti come Logan Roy nella loro ricerca del potere.

Guardiani della Galassia Vol. 3, le migliori canzoni del film

Guardiani della Galassia Vol. 3, le migliori canzoni del film

Grazie ai gusti musicali di James Gunn, il franchise dei Guardiani della Galassia vanta probabilmente le migliori canzoni del MCU. La colonna sonora di Guardiani della Galassia Vol. 3, nelle sale dal 5 maggio 2023, è composta da 17 canzoni pop pubblicate tra il 1974 e il 2018, integrate per dare il tono e l’atmosfera perfetti alla storia, mentre Peter Quill e i suoi compagni si adattano alla vita su Knowhere.

Con la colonna sonora disponibile in CD e download digitale dal 3 maggio 2023, è giunto il momento di analizzare le migliori canzoni utilizzate in Guardiani della Galassia Vol. 3. Dai Redbone ai Radiohead, quasi tutti i generi musicali trovano un loro spazio nel film.

“Creep” (1992) – Radiohead

La traccia di apertura di Guardiani della Galassia Vol. 3 presenta un’interpretazione acustica dell’iconica “Creep” dei Radiohead, una struggente canzone alternative rock degli anni ’90 che ben si sposa con il senso di isolamento e alienazione dei supereroi Marvel nella vasta distesa di Knowhere. I Guardiani sono sempre stati degli outisiders ribelli nel MCU, e iniziare il film con “Creep” è un ottimo modo per stabilire i dubbi dei personaggi sull’essere così lontani da casa. Inoltre, per una storia così emozionante su un Guardiano morente e sulla ricerca di cure adeguate, iniziare con una canzone lenta e più rilassata come “Creep”, in contrasto con l’apertura in levare dei precedenti film di GOTG, rafforza i temi più pesanti del film.

“Since You Been Gone” (1976) – Rainbow

Guardiani della Galassia Vol 3James Gunn ha un vero talento nello scegliere canzoni rock anni ’70 che incarnano perfettamente l’atmosfera della squadra Marvel alla moda. Ecco allora “Since You Been Gone” dei Rainbow, una potenza sonora che non solo è perfetta per il tono del film, ma ha anche un testo che commenta direttamente i punti salienti della storia di questo. Per esempio, il verso “We all fly away together, into the forever, and the beautiful sky” è una descrizione appropriata di come i Guardiani affrontano la tragica e tormentata storia di Rocket. Tra l’entusiasmante hit dei Rainbow e “I’m Always Chasing Rainbows” di Alice Cooper, Gunn è riuscito a sottolineare musicalmente l’esplosione di colori cosmici dello scenario visivo del film.

“In The Meantime” (1996) – Spacehog

Guardiani della Galassia Vol. 3
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

Per collegarsi ulteriormente al tema cosmico, “In The Meantime” degli Spacehog offre una tregua rilassata e rilassante subito dopo l’intenso brano dei Rainbow. Il brano proviene dall’album “Resident Alien”, che a sua volta riesce a fare da sfondo perfetto al periodo di esplorazione della Contro-Terra da parte del Guardiano all’inizio del film. Il ritmo rilassante di questa canzone dà al pubblico una tregua dall’azione precedente e si adatta perfettamente al paesaggio sonoro più ampio a cui Gunn mira. Secondo Songfacts, lo scrittore Royston Langdon ha spiegato il significato della canzone, affermando che “è il mio tentativo di raggiungere le persone. Utilizza una sorta di metafora di una ricerca interiore o mondiale per la fine dell’isolamento, e l’accettazione di se stessi è lì dentro“.

“Reasons” (1974) – Earth, Wind & Fire

Provando a eleggere la canzone più bella in assoluto del film, “Reasons” degli Earth, Wind & Fire è difficile da battere. La ballata soul R&B concede le sue vibrazioni romantiche e sensuali grazie all’intonazione in falsetto di Phillip Bailey. Anche se il testo di una potenziale storia di una notte non commenta il film in modo così diretto come le altre canzoni, dal punto di vista sonoro “Reasons” si inserisce perfettamente nella soundtrack del film. Gunn ha sempre inserito nell’universo di GOTG splendide canzoni R&B per accompagnare le avventure di una delle prime squadre di supereroi Marvel, e c’è qualcosa di ancora più elementare nella classica canzone degli Earth, Wind, & Fire.

“Do You Realize??” (2002) – The Flaming Lips

Poche canzoni in Guardiani della Galassia Vol. 3 catturano la grande essenza celestiale dello spazio esterno e la cruda vulnerabilità umana più di “Do You Realize?” dei Flaming Lips. La canzone è triste, dolorosa, edificante e affermativa allo stesso tempo, adattandosi perfettamente ai temi del dilemma di Rocket nel film. Secondo Flaminglips.com, il frontman Wayne Coyne ha avuto l’idea per la canzone: “Ogni volta che analizzo le realtà scientifiche di ciò che significa vivere qui sulla Terra, in questa galassia che gira intorno al sole e vola nello spazio, mi prende un colpo di terrore!!! Mi viene ricordato ancora una volta quanto sia precaria la nostra intera esistenza“. Come se Gunn fosse consapevole della citazione, la canzone parla del conflitto principale del film in modo più articolato del dialogo. È la canzone perfetta per il film.

“This Is The Day” (1983) – The The

La migliore canzone del gruppo meno famoso in Guardiani della Galassia Vol. 3 è chiaramente “This Is The Day” dei The The. Da solo, il brano synth-pop new wave è senza tempo e estremamente orecchiabile. Se contestualizzato nella storia sentimentale di GOTG 3, diventa ancora più speciale. Al di là del sound commovente in sé, i versi aggiungono pathos alla storyline Rocket. Il ritornello azzeccato di “You peel back the curtains/And the sun burns into your eyes/You watch a plane flying/Across a clear blue sky/This is the day, your life will surely change/This is the day when things fall into place” è sufficiente a far scorrere le lacrime.

“No Sleep Till Brooklyn” (1987) – Beastie Boys

Guardiani della Galassia Vol. 3 Adam WarlockUn gioco di parole su “No Sleep ‘til Hammersmith” dei Motorhead, l’anthemica jam da concerto “No Sleep Till Brooklyn” dei Beastie Boy è l’unico gruppo hip-hop presente nella colonna sonora di Guardiani della Galassia Vol. 3. La canzone rap dal sapore metal è stata uno dei maggiori successi dei Beastie Boys negli anni ’80 e aggiunge un sacco di brio e spavalderia ai popolari personaggi Marvel. La canzone descrive l’estenuante periodo di tournée della band e la loro ostinata ricerca di tornare a casa “integri”. In un certo senso, la descrizione si applica anche al periodo trascorso dai Guardiani su Knowhere e al loro disperato tentativo di tornare a casa sani e salvi. La canzone ha anche vibrazioni da rocker ribelle che sottolineano la mancanza di rispetto per l’autorità e il senso di anarchia di Star-Lord.

“Dog Days Are Over” (2009) – Florence + The Machine

Spiegazione finale Guardiani della Galassia Vol 3Se c’è una canzone nel film che farà venire i brividi a tutto il pubblico, si tratta sicuramente di “Dog Days Are Over” di Florence + The Machine. Eterea, angelica ed estremamente commovente, i cambiamenti pulsanti di tono e ritmo della canzone percorrono l’intera gamma di espressioni emotive per diventare un momento di celebrazione emozionante quando risuona verso la fine del film. Al di là della voce magistrale di Florence Welch, la canzone parla del potere della libertà e della possibilità di trovare finalmente la salvezza, sentimenti verso i quali i personaggi tendono nel film. Più che la scelta del brano in sé, sono la tempistica e la collocazione del brano nel film a rappresentare una scelta semplicemente perfetta.

“Badlands” (1978) – Bruce Springsteen

Knowhere Guardiani della Galassia Vol 3Quando il Boss parla, le orecchie si drizzano. In Guardiani della Galassia Vol. 3, la punkeggiante “Badlands” di Bruce Springsteen, che fa venire la pelle d’oca, si diffonde alla fine del film e scandisce l’azione in modo da iniettare energia positiva e commentare la posizione di Quill. Nonostante il ritmo sostenuto e la frenetica energia punk-rock alla The Animals, “Badlands” trasmette la rabbia e l’amarezza di un giovane uomo nei confronti del mondo e il desiderio di migliorare la propria posizione nella vita. Naturalmente, i Guardiani trascorrono gran parte del loro tempo nel film in una sorta di badlands, rendendo ancora più toccante la fine del loro viaggio durante la canzone.

“Come & Get Your Love” (1974) – Redbone

Guardiani della Galassia Vol. 3 rocket
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

In quello che è diventato l’inno ufficioso dell’intero franchise di GOTG, è impossibile omettere “Come and Get Your Love” dei Redbone. La canzone che ha dato il via a GOTG Vol. 2 chiude il cerchio per concludere Guardiani della Galassia Vol. 3, regalando agli spettatori una calda e familiare dose di funk soul che è diventata sinonimo dello swag di Star-Lord. A parte l’orecchiabilità del brano in levare, il senso ciclico di chiusura conferito dall’utilizzo della musica è un modo geniale per legare tutto insieme. Inoltre, data un’esperienza emotiva così estenuante, concludere il film con un’atmosfera felice, piacevole e positiva ha una qualità terapeutica che permette a tutti di sapere che le cose andranno bene per i Guardiani della Galassia.

Rock Dog 3: trailer del film in arrivo su SKY e NOW

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Rock Dog 3: trailer del film in arrivo su SKY e NOW

E’ stato diffuso il trailer dei Rock Dog 3, divertente film d’animazione targato Sky Original, e terzo capitolo delle avventure del mastino tibetano amante della musica Bodi, personaggio basato sul romanzo grafico cinese Tibetan Rock Dog. Il film sarà in esclusiva da mercoledì 14 giugno su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.

La trama di Rock Dog 3

Dopo aver girato il mondo, Bodi si prende una pausa e torna al suo villaggio, dove ora pecore e lupi vivono in armonia. Quando scopre che il gruppo femminile K-9 non sa chi sia la leggenda del rock Angus Scattergood, sente il dovere di partecipare al concorso musicale “Batti il mio ritmo” per ispirare una nuova generazione di rock star. Ma, dopo essersi unito allo spettacolo, Bodi si rende presto conto di aver fatto il passo più lungo della gamba, ritrovandosi a essere da un giorno all’altro una celebrità della tv.

ROCK DOG 3 in esclusiva da mercoledì 14 giugno su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.

Fantastici Quattro: gli attori protagonisti potrebbero essere stati finalmente svelati!

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Da mesi ormai si susseguono i rumor su chi interpreterà la prima famiglia della Marvel nell’atteso film Fantastici Quattro. Nel corso di questo tempo numerosi interpreti sono stati indicati come favoriti per i ruoli di Mr. Fantastic, Donna Invisibile, Torcia Umana e La Cosa. I Marvel Studios, tuttavia, non hanno mai rilasciato conferme ufficiali riguardo a chi ha o non ha effettivamente partecipato al processo di casting. Nelle ultime settimane, però, il cerchio si è ristretto e sembra che il team di interpreti sia ad un passo dall’essere ufficializzato. Questi potrebbero presumibilmente essere annunciati in occasione del Comic-Con di San Diego, che si svolgerà a luglio.

Secondo un insider affidabile (e un certo numero di altri che da allora sono intervenuti per affermare di aver sentito la stessa cosa), il cast principale dei Fantastici Quattro sarebbe già ufficiale presso i Marvel Studios. Adam Driver, già favori da diverse settimane, dovrebbe interpretare Reed Richards/Mister Fantastic, mentre Margot Robbie sarebbe stata scelta per interpretare Sue Storm/Invisible Woman. Il candidato all’Oscar Paul Mescal sarebbe l’interprete di Johnny Storm/Torcia Umana, mentre Daveed Diggs si trasformerà nel sempre possente Ben Grimm/La Cosa.

Driver è, ovviamente, meglio conosciuto per aver interpretato Kylo Ren nella trilogia del sequel di Star Wars, mentre Robbie ha trascorso gli ultimi anni interpetando Harley Quinn del DCEU. Mescal non è ancora una grande star da blockbuster, ma sembra destinato a mettersi in tale direzione essendo il protagonista dell’annunciato sequel del Il gladiatore. Per quanto riguarda Diggs, il suo ruolo da protagonista è arrivato grazie al musical teatrale Hamilton e da allora ha recitato in Snowpiercer e La sirenetta. Tutto ciò non è ancora stato confermato dai Marvel Studios, ma l’insistenza con cui questi nomi continuano ad uscire tra i favoriti lascia pensare che potrebbero proprio essere questi i protagonisti di Fantastici Quattro.

The Flash: un nuovo promo mostra la potenza di Supergirl

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The Flash: un nuovo promo mostra la potenza di Supergirl

In attesa di poterlo vedere al cinema dal 15 giugno, un nuovo promo del fil The Flash mette in mostra la potenza di Supergirl e i suoi superpoteri kryptoniani. Condiviso su Twitter dall’account @FlashFilmNews, il promo vede Supergirl (interpretata dall’attrice Sasha Calle) chiedere al Flash Barry Allen (Ezra Miller) perché l’ha salvata dalla prigionia. In risposta alla sua domanda: “Perché mi hai aiutato?” Barry risponde: “Perché avevi bisogno di aiuto“. Il resto del promo mostra Supergirl che vola, affronta soldati kryptoniani e distrugge una statua con un solo respiro, rivelandosi dunque un personaggio più potente di quanto sino ad oggi dichiarato.

Sulla base del promo e di altri filmati rilasciati dal film, sembra che The Flash stia incorporando elementi del Superman di Flashpoint nel personaggio di Supergirl. In Flashpoint della DC Comics, Superman è infatti cresciuto in cattività nel sottosuolo e lontano dalla luce del sole. Visto sia nei fumetti principali Flashpoint che Flashpoint: Project Superman, questo Superman non ha mai guadagnato il suo pieno potere fino a quando non è stato salvato da Flash e altri eroi. Proprio quello che sembra dunque qui succedere a Supergirl, la quale potrebbe dunque godere di un arco narrativo particolarmente avvincente all’interno del film.

The Flash: la trama e il cast del film

In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

Quentin Tarantino critica le uscite in streaming: “Nessuno sa nemmeno che il film è lì”

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Il regista Quentin Tarantino ha recentemente criticato il modello di distribuzione in streaming, sostenendo che impedisce ai film di “entrare nello spirito del tempo“. L’autore premio Oscar ha infatti preso di mira la strategia di streaming utilizzata da aziende del calibro di Netflix in un’intervista con Deadline. “Beh, ho sempre pensato che i film dovrebbero essere realizzati per l’uscita nelle sale“, ha dichiarato. “E alla fine arrivano in televisione. Ne ho visti molti in quel modo. Probabilmente farò il mio prossimo film, The Movie Critic con la Sony perché sono gli ultimi ad essere assolutamente, totalmente, impegnati nell’esperienza teatrale”.

“Non si tratta di alimentare la loro rete di streaming. – ha continuato poi Tarantino parlando della Sony – Giudicano il successo di un film dai culi che occupano le poltrone del cinema. E giudicano il successo dai film che entrano nello spirito del tempo, non facendo un grande film costoso per poi metterlo su una piattaforma di streaming. Nessuno sa nemmeno che è lì. Voglio dire, e non sto prendendo in giro nessuno, ma a quanto pare per Netflix, Ryan Reynolds ha guadagnato 50 milioni in questo film e 50 milioni in quel film e 50 milioni nel prossimo film per loro. Non so cosa siano quei film. Non li ho mai visti. Tu?”, ha concluso Tarantino.

Non è la prima volta che Tarantino critica lo stato attuale dell’industria cinematografica. Nel novembre 2022, l’acclamato regista, i cui crediti di sceneggiatore e regista includono film entrati nello spirito del tempo come Le iene, Pulp Fiction e Bastardi senza gloria, si è lamentato del fatto che il Marvel Cinematic Universe fosse responsabile del presunto declino dell’importanza delle star del cinema a Hollywood. Detto questo, i giorni di Quentin Tarantino come membro di alto profilo del mondo del cinema potrebbero purtroppo volgere presto al termine. Secondo quanto riferito da egli stesso, il suo prossimo film, The Movie Critic, sarà il suo ultimo come regista.

Cosa sappiamo di The Movie Critic

Il prossimo lungometraggio di Quentin Tarantino si intitola dunque The Movie Critic e le riprese sono previste per questo autunno a Los Angeles. Tuttavia, il regista e sceneggiatore ha messo a tacere le voci secondo cui il film sarebbe incentrato sulla famosa critica cinematografica Pauline Kael. Le informazioni sono state fornite dallo stesso Tarantino durante un evento di domande e risposte. Il film, come confermato da Tarantino, sarà però ambientato nel 1977, un periodo che ha fatto una grande differenza nella storia del cinema.

Il titolo del nuovo film di Tarantino suggerisce anche che la trasformazione in atto in quella Hollywood sarà vista attraverso gli occhi di un esterno, colpito da ciò che vede arrivare sul grande schermo. Quentin Tarantino ha infatti anticipato che “The Movie Critic è basato su un ragazzo realmente esistito, ma non è mai stato veramente famoso, e scriveva recensioni di film per un giornale porno. Tutte le altre cose erano troppo sdolcinate per essere lette, ma poi c’era questa rivista che aveva una pagina di film davvero interessante”, ha spiegato Tarantino.

“Ha scritto di film mainstream ed è stato il critico di seconda serie. Penso che sia stato un ottimo critico. Era cinico come l’inferno. Le sue recensioni erano un incrocio tra il primo Howard Stern e quello che potrebbe essere Travis Bickle se fosse stato un critico cinematografico” The Movie Critic potrebbe dunque sfoggiare un tono malinconico e romantico sulla falsariga del titolo precedente di Tarantino, C’era una volta a… Hollywood. Al momento, tuttavia, non si hanno maggiori informazioni, né sulla trama né sul cast, ma per il protagonista è alla ricerca di un attore trentacinquenne.

Succession 4×10: il mare dei fratelli Roy è pieno di squali

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Succession 4×10: il mare dei fratelli Roy è pieno di squali

Succession 4×10, Roman Roy: “Noi non siamo niente. Queste sono solo putt**ate”

La famiglia, la vita ruota intorno a questo nucleo composto da legami di sangue. La famiglia, fonte di conflitto e di gioia. In Succession 4×10 la famiglia è importante: in realtà lo è dall’inizio della serie. Lo dicono i primi minuti di ogni episodio che dal 2018 a oggi, con l’ultimo episodio, dà inizio alle fantastiche avventure dei fratelli Roy: la sigla. Vediamo frammenti di una storia, un passato che non c’è più, in cui i quattro fratelli – Connor, Kendall, Shiv e Roman – giocano e aspettano solo che il padre li raggiunga mentre lui, invece, è sfuggente. Le cose in quarta stagione vanno diversamente: se prima della morte di Logan Roy i figli fanno per ottenere una vendetta, adesso vogliono solo una fetta della sua eredità. La chiave, però, del loro comportamento è la stessa: cercare di essere all’altezza del padre, cercare di compiacerlo e di renderlo fiero. Anche da morto.

È quello che per una vita cerca di fare Kendall: lo tradisce, cerca di raggirarlo e adesso vuole a tutti i costi bloccare l’accordo con la GoJo pur di sedersi a quella scrivania, da solo. Quando si è al potere si è sempre soli e “il fratello maggiore” cerca in tutti i modi di ottenere questo ruolo: “Questa è l’unica cosa che so fare altrimenti muoio”. A differenza di Kendall, Roman capisce già in Succession 4×09, con largo anticipo cosa succederà Lui, l’anima più fragile della famiglia, il figlio più piccolo. Per tutta la vita ha cercato di raggiungere la vetta, mentre i fratelli lo mandavano al tappeto di proposito. Mentre cercava in tutti i modi un briciolo dell’amore del padre, alla fine forse lo ottiene.

Ancora più diversa è Shiv. Determinata come il padre, ma l’unica figlia non potrà mai ottenere un posto di rilievo all’interno di questa enorme eredità di Logan Roy. Shiv, infatti, impara a fare un passo indietro, è bravissima a farlo. Si mette da parte, lo ha sempre fatto. Prima con il padre, poi con Tom e anche con Lukas Matsson. Non perché preferisce essere l’ombra alle spalle di un uomo potente ma perché sa che non può fare altro. Così ancora una volta Succession 4×10 sconvolge e rimescola il concetto di famiglia, dove una cena che vede i Roy tutti riuniti in un momento di placida convivialità familiare diventa un momento per stringere accordi, per suggellare alleanze. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo: Shiv, Roman e Kendall scoprono il raggiro di Matsson: vuole escludere Shiv come CEO.

Credo che tocchi a me

Succession 4x10 Kieran Culkin, Sarah Snook, Jeremy Strong

In Succession 4×10 lo schema si ripete. Non è mai stata una battaglia tra i tre fratelli contro tutti: l’eredità di Logan Roy è sempre stato un problema di famiglia. È una corsa tra i tre fratelli, per vedere chi per primo riesce ad arrivare alla vetta, a questo surrogato di amore, cavilli burocratici e alleanze politiche. Quante volte abbiamo sentito questa frase pronunciata da Kendall: “Credo che tocchi a me”. Dopo Connor, il fratello maggiore tra i Roy ne fa una questione di vita o di morte. Cose se senza questo accordo, senza questa vittoria la sua vita sia relegata a una balaustra, un precipizio, dal quale guardare tutto dall’altro, magari entrarci dentro, buttarsi e vedere come va. Fin dalla prima stagione, fin dal primo attacco di cuore del padre che quasi lo mette ko, Kendall cerca in tutti i modi di sedersi a quella fott***ssima sedia.

È un ciclo che si ripete, ma nell’intermezzo ne sono successe di ogni. I figli sono cresciuti, hanno più consapevolezza, non più maturità però. È il problema che si poneva anche Logan durante la sua vita, a chi affidare l’eredità che per oltre vent’anni è stata tra le sue mani. Non doveva per forza essere una cosa di famiglia, ecco perché non trovando nessuno (e forse per stuzzicare i suoi figli) Logan si è affidato ai freddi fiordi svedesi per svendere la sua azienda. “Credo che tocchi a me”, Kendall ci crede ma trova ogni volta l’opposizione dei fratelli. Diventa una gara, un braccio di ferro a tre dove si ritorna al passato, a pezzi di memoria non molto confusi dove chi più va a ritroso nel tempo potrà ottenere il posto al vertice, nella vetta. “A me l’ha promesso a sette anni”, sempre Kendall. Tutti vittime, ancora una volta, di un giochino del grande e perverso Logan Roy.

Potevi essere tu se non fossi stato così fragile, Roman. Potevi essere tu se non fossi stata una donna incinta, Shiv. Quindi il vincitore è chi ha – apparentemente – meno problemi. Il più – apparentemente – lucido tra i fratelli. Kendall si pone al vertice, con l’approvazione del fratello, ripercorrendo le orme del padre ma trovando – apparentemente – forza dai legami della sua famiglia. Così per la prima volta Succession 4×10 ci mostra un teatrino familiare insolito dove i tre fratelli sono d’accordo su chi prenderà – apparentemente – le redini della compagnia.

Il mare pieno di squali

Succession 4x10 Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin

Quasi un lungometraggio di un’ora e mezza questa Succession 4×10. Quando siamo alla fine del primo atto le cose si mettono bene per i tre fratelli. Forse, dopo tanto parlare, dopo il doppio gioco di Shiv e la caduta di Roman, trovano un modo per fermare l’accordo sigillando tutto con un bagno a mare. Un metaforico bagno a mare, perché la scrittura di questa serie così magistralmente composta, ci ricorda perché siamo qui, perché siamo arrivati a questo punto, in questo determinato momento. “Buttiamoci, facciamolo tutti insieme”, ma il mare è pieno di squali e Roman ne è terrorizzato: e allora come affrontare un semplice e metaforico bagno a mare: insieme come una famiglia. Sembra troppo romantico, perfino per Succession. Perfino per un finale di una serie che gioca al doppio gioco fin dal suo pilot.

Il mare è pieno di squali ma questi non vanno uccisi, non vanno recintati e bloccati sul nascere, bisogna nuotare insieme a loro. In Succession 4×10 i nostri squali solo Tom, Matsson e anche Gregg. Quest’ultimo più volte tirato in ballo dalle teorie dei fan in questo finale, avrà la sua resa dei conti e come durante una svendita al migliore offerente Tom farà l’offerta più alta, comprandolo. Non perché ci tenga a lui, ma per sottolineare il suo gioco di forza.

Il lavoro di squadra avvera i sogni

Succession 4x10 Matthew Macfadyen, Sarah Snook

Se il lavoro di squadra avvera i sogni mai come in Succession 4×10 vediamo che non è così. Mark Mylod, dirige ancora una volta dopo il precedente episodio una scrittura di Jesse Armstrong ed entrambi giocano al doppio gioco fino alla fine. Tutti vengono smascherati.

Roman vede per la prima volta le cose con lucidità, tutto quello che sta succedendo non conta nulla. I litigi, il doppio gioco, i tradimenti, le bugie, nulla in confronto alla vita. Come se avesse avuto una qualche rivelazione mistica al funerale del padre: sa di non essere pronto per la guida dell’azienda, sa che il fratello non è pronto ma pur di incoraggiarlo e ricevere un po’ di amore Roman avrebbe fatto carte false. Shiv, invece, sale sul carro dei vincitori, letteralmente. Si mette ancora una volta un passo indietro. Lascia che siano gli altri a festeggiare, non c’è posto per lei in questo mondo popolato da uomini che cercano continuamente un ideale di supremazia. In Succession 4×10 si oppone al voto e così facendo favorisce Tom, andando contro Kendall.

Succession 4x10 Kieran Culkin

Kendall viene messo di fronte al suo più grande shock e viene inchiodato dai fratelli, li supplica, li insulta, gli mette le mani addosso: si trasforma nella versione più brutale di Logan Roy, quello di cui Roman ha più paura ma quello che Shiv non teme. Kendall toglie la maschera e così come nella prima stagione esce sconfitto dalla stanza del board: l’accordo con la Gojo si farà e Tom diventerà CEO, ereditando quella sedia magica, la sedia di Logan Roy. Subisce ancora una volta quello shock: esce catatonico dalla stanza e il pubblico lo conosce, sa cosa vuol dire. Ha fallito su tutto: con sua moglie, con i suoi figli, con la sua carriera. La sua vita è stata un fallimento completo, e lo sa. È questo che l’ha spinto più volte sull’orlo del precipizio, letteralmente.

E così ci troviamo alle battute finali, in silenzio. Solo le onde del mare accompagnano le scene. C’è una balaustra, un parabordo, questa volta dell’Hudson. Kendall si avvicina, lo guarda, riflette. Poi, gli volta le spalle, si siede e forse per un attimo pensa a riposarsi, pensa “Forse non è poi così male, questa vita” e sospira, come più volte lo abbiamo visto fare durante questi episodi. Un sospiro mozzato, che non è mai del tutto liberatorio, non lo è neanche questo ultimo. E mentre lo fa sappiamo che sta per parlare.

Dungeons & Dragons: L’onore dei Ladri, un sequel è improbabile dato il risultato al box office

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Il recente adattamento fantasy della Paramount Pictures e della eOne, Dungeons and Dragons: L’onore dei ladri (qui la recensione) ha ricevuto recensioni molto positive dalla critica (attestandosi attualmente al 91% su Rotten Tomatoes, con un altrettanto impressionante punteggio di pubblico del 93%), ma nonostante tale calorosa accoglienza e un discreto weekend di apertura, il film non è poi riuscito ad affermarsi come sperato al botteghino. Ora che ha terminato il suo percorso in sala, è stato confermato che l’incasso si attesta ad un deludente risultato di 93 milioni di dollari a livello nazionale e di 207 milioni di dollari a livello globale, a fronte di un budget di 150 milioni di dollari.

Considerando i costi pubblicitari e altre eventuali spese effettuate dagli studios di produzione, le possibilità che un sequel ottenga il via libera sono pressocché nulle. L’annunciata serie spin-off di Paramount+ sarebbe ancora in fase di sviluppo e se dovesse concretizzare c’è dunque la possibilità che qualcosa possa essere salvato e il franchise andare avanti. Difficilmente però verrà dunque realizzato un nuovo lungometraggio, che dati i risultati ottenuti dal primo film difficilmente potrebbe garantire guadagni maggiori. Un’incertezza che, come noto, è sufficiente affinché gli studi di produzione coinvolti decidano di non procedere nella sua realizzazione.

Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri

Ricordiamo che il film live-action di  Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri è stto scritto e diretto dal  duo Jonathan Goldstein e John Francis Daley. Il film è interpretato da Chris Pine (Wonder Woman 1984), Michelle Rodriguez (Fast X), Justice Smith (Detective Pikachu), Hugh Grant (Quattro matrimoni e un funerale), Sophia Lillis (It film), Chloe Coleman (My Spy) e la star di Bridgerton Regé-Jean Page. Il film di è coprodotto e cofinanziato da Hasbro, eOne e Paramount Pictures. eOne gestisce la distribuzione nel Regno Unito e in Canada, mentre Paramount distribuisce nel resto del mondo. Il film è anche prodotto da Brian Goldner e Jeremy Latcham di Hasbro come parte del suo accordo con eOne, il braccio di intrattenimento di Hasbro.

Fonte: ComicBookMovie

La sirenetta, debutto da 163,8 milioni di dollari al box office globale

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Uscito finalmente al cinema, La sirenetta (qui la recensione) ha appena superato il suo primo weekend di programmazione, riportando un guadagno al botteghino statunitense di 95,5 milioni di dollari, secondo un rapporto di Deadline, mentre ha incassato 68,3 milioni di dollari al botteghino internazionale, portando il totale globale del film a 163,8 milioni di dollari per questo suo primo fine settimana. Si prevede ora che il film raggiunga i 117,5 milioni di dollari a livello nazionale a partire da domani, completando il lungo weekend in bellezza, almeno negli Stati Uniti.

Stando a quanto riportato dallo stesso Deadline, seppur le aspettative iniziali prevedevano che La sirenetta si appoggiasse maggiormente al botteghino nazionale, i risultati al box office internazionali non avrebbero invece soddisfatto le stime fatte poco prima dell’uscita del film. In Italia, come riportato da Cinetel, il film ha incassato al 28 maggio la cifra di 4.272.409 milioni di euro, per un totale di presenze pari a 577.683. Nella sola giornata di domenica ha incassato 1.168.230 milioni di euro. Risultati soddisfacenti per quanto riguarda il box office italiano, che vanno dunque ad unirsi ad un guadagno internazionale forse al di sotto delle aspettative ma comunque con il potenziale di crescere ulteriormente nelle prossime settimane.

La sirenetta, la trama e il cast del film

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Il film è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di Ursula.

La Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è il produttore esecutivo.

Transformers: Il risveglio, Unicron potrebbe essere il principale cattivo per più film

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Transformers: Il risveglio uscirà nelle sale il 7 giugno e sarà un adattamento live-action della serie Transformers: Beast Wars, tra le preferite dei fan. Il film seguirà la sequenza temporale impostata dal prequel Bumblebee, spostandosi nella Brooklyn del 1994 con Anthony Ramos e Dominique Fishback a guidare il cast di umani I fan possono anche aspettarsi di vedere alcuni dei loro Autobot preferiti, tra cui Optimus Prime, Bumblebee, Mirage, Arcee, Wheeljack, Scourge e Nightbird. Di recente, il regista Steven Caple Jr. ha invece parlato con Den of Geek dell’inclusione di Unicron, l’eterno arcinemico di suo fratello gemello Primus. Conosciuto anche come Lord of Chaos, il cattivo Unicron è un divoratore di pianeti che farà il suo debutto proprio con questo nuovo film.

Nell’intervista, Caple Jr. ha rivelato che spera che Unicron diventi il principale cattivo anche per i futuri film del franchise. “Ho introdotto Unicron“, ha dichiaraato Caple Jr., “stavo morendo dalla voglia che Unicron si presentasse in un film live-action, e ad essere onesti voglio che sia nei prossimi due o tre film, un cattivo davvero potente“. Ha poi aggiunto: “Sento che abbiamo trascorso molto tempo sulla Terra, e sarebbe interessante vedere cos’altro c’è là fuori, ci sono diversi Transformer e diversi pianeti, e abbiamo solo bisogno del veicolo giusto e della squadra giusta per fallo davvero… Sento che questo è stato il fondamento di quello, di qualcosa di veramente speciale.

Se il film otterrà il successo necessario e ulteriori lungometraggi venissero a quel punto prodotti, Unicron potrebbe dunque essere confermato come villain anche di questi, andando dunque a rappresentare una minaccia simile a quella che Thanos ha rappresentato per il Marvel Cinematic Universe. Stando a come presentato sino ad oggi, Unicron dovrebbe infatti affermarsi come il più grande cattivo apparso nella saga cinematografica dei Transformers, una minaccia apparentemente insuperabile per i protagonisti, i quali stavolta saranno dunque messi veramente a dura prova. Non resta allora attendere l’arrivo in sala del film, per scoprire davvero quanto Unicron possa essere pericoloso.

Tutto quello che sappiamo su Transformers: Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts)

Diretto da Steven Caple Jr., Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts) si baserà su una sceneggiatura scritta da Joby Harold, Darnell Metayer, Josh Peters, Erich Hoeber e Jon Hoeber, e basato su una storia di Joby Harold. Il film è inoltre ispirato sempre alle action figure Transformers di Hasbro. Della produzione si occupano Lorenzo di Bonaventura, Tom DeSanto e Don Murphy, Michael Bay, Mark Vahradian, Duncan Henderson. Con  Steven Spielberg, Brian Goldner, David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Brian Oliver, Bradley J. Fischer e Valerii An che figurano come produttori esecutivi.

Protagonisti di Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts) sono Anthony Ramos, Dominique Fishback, Tobe Nwigwe, Peter Cullen, Ron Perlman Peter Dinklage, Michelle Yeoh, Liza Koshy, John DiMaggio, David Sobolov, Michaela Jae Rodriguez, Pete Davidson, Cristo Fernández. Il fim sarà distribuito in Italia da Eagle Pictures.

Fonte: ComicBook

Arnold Schwarzenegger disposto ad entrare nell’MCU, ma ad una condizione

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La star del franchise di Terminator Arnold Schwarzenegger, attualmente su Netflix con la serie action Fubar, si è detto disposto ad unirsi all’universo cinematografico della Marvel, svelando però anche la sua unica condizione perché ciò avvenga. In un’intervista con Men’s Health, Schwarzenegger ha infatti parlato della possibilità di fare un film MCU prima della fine della sua lunga carriera a Hollywood, qualora i Marvel Studios fossero interessati a renderlo partecipe di tale imponente universo narrativo proprio come fatto per il suo amico Sylvester Stallone, presente in Guardiani della Galassia Vol. 2 e Vol 3 con un cameo.

Per Schwarzenegger, però, c’è un requisito semplice ma significativo che andrebbe soddisfatto: “deve essere il giusto ruolo!“, ha detto l’attore. Ricordiamo che l’ex Terminator non è estraneo al mondo dei supereroi, avendo interpretato il malvagio Dr. Victor Fries alis Mister Freeze nel film del 1997 Batman & Robin. La scorsa estate erano poi emersi dei rumor secondo cui Schwarzenegger eraa stato preso in considerazione per interpretare Titanium Man nel MCU e apparire nel prossimo film di Armor Wars, con James “Rhodey” Rhodes alias War Machine di Don Cheadle. La notizia, però, si è poi rivelata infondata.

Considerando la stazza che ancora oggi Schwarzenegger possiede, sarebbe bello poterlo vedere in un ruolo da minaccioso villain in un progetto Marvel, ma l’attore non ha parlato di suoi contatti con i Marvel Studios e dunque al momento non ci sarebbero piani affinché ciò avvenga. Ora che Schwarzenegger ha però reso pubblico il proprio interesse ad unirsi all’MCU, il presidente Kevin Feige potrebbe effettivamente farsi avanti per coinvolgere l’attore, proponendogli un ruolo che questi possa ritenere giusto. Per i fan di Schwarzenegger e dell’MCU, dunque, non resta che attendere per scoprire se in futuro si creeranno i pressuposti per questo incontro.

Fonte: CBR

Avatar 3: Sigourney Weaver rivela che il film non è ancora del tutto completo

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Nonostante il regista James Cameron abbia inizialmente confermato che Avatar 3 era vicino al completamento, i nuovi commenti della star Sigourney Weaver suggeriscono che il terzo film della saga non sarebbe invece così vicino all’essere completo come si pensava inizialmente. Parlando con Screen Rant, alla Weaver è infatti stato chiesto dello stato di Avatar 3 dopo che la collega Zoë Saldaña, interprete di Neytiri, ha confermato che c’era ancora del lavoro da completare sul prossimo blockbuster. La Weaver ha confermato l’affermazione della Saldaña, affermando che Cameron sta effettivamente cercando di perfezionare ciò che ha piuttosto che filmare nuove scene, suggerendo però che a un certo punto potrebbero rendersi necessarie riprese aggiuntive.

So che a gennaio tornerò e probabilmente farò alcuni pickup, non credo che ci siano scene completamente nuove da girare“, ha detto l’attrice. “Penso che ci sarà da migliorare ciò che [James Cameron] ha ottenuto ora che si sta avvicinando al montaggio, perché ha sempre troppo materiale. Ama girare. Non saprei nemmeno indovinare cosa potremmo dover fare, ma penso che forse si tratti di tornare indietro di un paio di momenti e dargli alcune riprese che non ha ottenuto nel modo in cui voleva“. Come noto, Avatar 3 è stato girato subito dopo Avatar: La via dell’acqua e nel 2020 Cameron ha affermato che questo terzo film era quasi completo. Dato il noto perfezionismo di Cameron e la grande quantità di lavoro richiesto da questi film, sembra però che i lavori sul terzo non siano del tutto conclusi.

Come noto, attualmente sono previsti altri tre film del franchise, con Avatar 3  programmato provvisoriamente per il 20 dicembre 2024, Avatar 4 fissato per il 18 dicembre 2026 e Avatar 5 il 22 dicembre 2028. Con Avatar: La Via Dell’Acqua, l’esperienza cinematografica ha raggiunto nuove vette: con il film Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione. Interpretato da  Sam WorthingtonZoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet, il film si è affermato come un successo straordinario. Resta ora da vedere se i lavori ancora in corso su Avatar 3 rischieranno di far slittare la sua uscita in sala o se, come più probabile, Cameron abbia tutto sotto controllo e porterà a termine il film nei tempi previsti.

Superman: Legacy, nel film ci sarà uno dei più grandi cattivi della DC?

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Mentre continua il processo di casting per Superman: Legacy, nuovi rumor suggeriscono che uno dei cattivi più iconici di Superman potrebbe fare il suo debutto sul grande schermo proprio in questo film scritto e diretto da James Gunn. Secondo DanielRPK e Umberto Gonzalez di The Wrap, il villain noto come Brainiac sarà infatti presente in Superman: Legacy. Creato dallo scrittore Otto Binder e dall’artista Al Plastino, Brainiac è apparso per la prima volta in Action Comics n. 242 del 1958 come nemico di Superman. Il supercriminale, solitamente raffigurato come un androide extraterrestre dalla pelle verde e calvo, è un noto membro della Legion of Doom, il che lo rende un cattivo della Justice League e della famiglia Superman.

Brainiac è stato già adattato più volte al live-action e all’animazione, ma non è mai apparso in un film per il cinema. Se i rumor circa la sua presenza nel primo film del nuovo DC Universe dovessero rivelarsi fondati, Brainiac compirà dunque anche il suo debutto sul grande schermo, dove potrebbe rivelarsi una minaccia particolarmente importante per il supereroe protagonista. Ad ora però non ci sono conferme e in generale ancora non è noto chi sarà effettivamente il villain del film. Fino ad oggi si è però parlato di una probabile presenza di Lex Luthor, con alcuni rumor che suggeriscono però la presenza di una particolare versione del personaggio, ovvero Apex Lex Luthor.

Tutto quello che sappiamo su Superman: Legacy

Superman: Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”.

Fonte: CBR

Guardiani della Galassia Vol. 3: le dieci maggiori implicazioni del finale

Guardiani della Galassia Vol. 3 conclude in modo emozionante l’attuale capitolo della storia dei Guardiani nel Marvel Cinematic Universe. Mentre la squadra affronta il cattivo Alto Evoluzionario, molti degli archi caratteriali dei Guardiani giungono a una conclusione soddisfacente e anche strappalacrime.

Sebbene Guardiani 3 sia stato concepito soprattutto come un capitolo conclusivo per la squadra, esso accenna anche al futuro del franchise e al suo cast di personaggi amati. Infatti, diversi dettagli cruciai dell’atto finale del film potrebbero fornire informazioni su cosa aspettarsi dai Guardiani della Galassia nel prossimo MCU.

I Guardiani hanno raggiunto il loro pieno potenziale

Spiegazione finale Guardiani della Galassia Vol 3Il franchise dei Guardiani della Galassia è iniziato come film di supereroi sulla famiglia ritrovata, in quanto ogni personaggio ha trovato un’appartenenza nella sua nuova squadra. Tuttavia, il terzo film espande il posto dei Guardiani nel MCU e stabilisce Knowhere come loro nuova base. Con Knowhere a disposizione, i Guardiani iniziano a realizzare il loro pieno potenziale.

Ora i Guardiani della Galassia sono molto di più di semplici eroi in fuga. Sono veri e propri eroi che compiono azioni concrete per rendere il loro angolo di galassia un posto migliore. I rifugiati trovano una casa su Knowhere, dove i Guardiani li tengono al sicuro, proteggendoli da pazzi come l’Alto Evoluzionario.

Adam Warlock è qui per restare

Adam Warlock AvengersGuardiani della Galassia Vol. 3 introduce finalmente l’Adam Warlock di Will Poulter nel Marvel Cinematic Universe. Sebbene il personaggio abbia un tempo limitato su schermo nel film, è evidente nelle ultime scene che è solo l’inizio per il personaggio nel MCU.

La scena dei titoli di coda ha rivelato che Adam Warlock è uno dei personaggi che si uniranno alla formazione inedita dei Guardiani della Galassia capeggiata da Rocket Raccoon. In giro per la galassia con la sua nuova famiglia, il personaggio di Adam Warlock potrà seguire qualche storyline della Marvel Comics mentre si prepara a lasciare il segno nel MCU.

Gamora è una Ravager, non una guardiana

Guardiani della Galassia Vol. 3Il film che chiude la trilogia affronta le conseguenze di Avengers: Infinity War e Endgame, che hanno visto la Gamora originale morire ed essere sostituita da una versione di lei in una realtà alternativa. Mentre gli altri Guardiani cercano di riconquistare Gamora e avvicinarla alla loro causa, alla fine accettano che non è più la stessa persona che conoscevano un tempo, permettendole di tornare tra i Ravagers.

Gli ultimi momenti del film mostrano Gamora che si riunisce ai Ravagers, che la accolgono calorosamente come se fosse un membro della famiglia. Anche se questa versione di Gamora non è riuscita a sentirsi a casa con i Guardiani, è bello sapere che ha trovato una nuova famiglia nei Ravagers.

Il regno dell’Alto Evoluzionario continua?

Alto EvoluzionarioL’Alto Evoluzionario di Chukwudi Iwuji è un cattivo minaccioso in Guardiani della Galassia Vol. 3, ossessionato dall’idea di sbloccare i prossimi stadi dell’evoluzione con ogni mezzo necessario. Sebbene i Guardiani riescano a sconfiggere il cattivo e a distruggere la sua nave ammiraglia, la morte dell’Alto Evoluzionario non viene mai confermata nel film.

È una semplice regola empirica nei film di supereroi: se il pubblico non vede fisicamente la morte di qualcuno, quasi certamente è ancora vivo. Per questo motivo, non sarebbe sorprendente se l’Alto Evoluzionario tornasse in film futuri, magari scontrandosi con altre squadre di supereroi del MCU, come i Vendicatori o gli X-Men.

Mantis ha bisogno di ritrovare se stessa

MantisNegli ultimi minuti di Guardiani della Galassia Vol. 3, Mantis rivela ai suoi compagni di squadra di aver deciso di mettersi in proprio. Sentendosi come se avesse sempre ascoltato ciò che le dicevano gli altri, Mantis ritiene di dover trovare se stessa durante le sue avventure in solitaria.

La partenza di Mantis lascia intendere che potrebbe ancora avere un futuro nel MCU. The Marvels, la prossima avventura spaziale del franchise, è in programma tra pochi mesi e potrebbe riprendere la storia di Mantis dall’ultimo film dei Guardiani. Al contrario, la Marvel potrebbe decidere di adattare l’essenziale storyline di Mantis, Celestial Madonna, in un altro progetto, magari un film solista incentrato sul personaggio.

Nessuno è andato via per sempre

Guardiani della Galassia Vol 3Gran parte dell’attesa che ha preceduto Guardiani della Galassia Vol. 3 era focalizzata su quale degli amati personaggi sarebbe morto prima dei titoli di coda del film. In una brillante sovversione delle aspettative del pubblico, tuttavia, il film si è concluso senza uccidere nessuno dei personaggi principali, scelta che ha indicato che ognuno di loro potrebbe apparire in futuri progetti del MCU.

Sebbene alcuni membri del cast siano stati abbastanza chiari sulla loro intenzione di ritirarsi dai ruoli del MCU dopo Guardiani 3, resta il fatto che nessuno di questi personaggi è necessariamente scomparso per sempre. La porta è lasciata aperta per il ritorno di ognuno di loro quando sarà il momento giusto, e il film lascia anche diversi indizi su quali Guardiani potrebbero apparire di nuovo presto.

I nuovi Guardiani della Galassia

Rocket RacoonL’ultimo film del MCU di James Gunn si chiude con la nomina di Rocket a nuovo leader dei Guardiani della Galassia. Questo filone della trama viene rivisitato durante la scena mid-credits, dove Rocket viene mostrato alla guida di una squadra tutta nuova, che comprende Groot, Kraglin, Adam Warlock, Cosmo e Phyla-Vell.

Sebbene questo film fosse destinato a chiudere questo capitolo dei Guardiani della Galassia del MCU, è probabile che questa nuova squadra apparirà in qualche forma nei film futuri. Anche se la formazione sarà molto diversa da quella a cui sono abituati i fan, non sarebbe sorprendente se un quarto film dei Guardiani della Galassia seguisse la nuova squadra di Rocket nelle sue continue avventure.

La prima apparizione di Quasar nel MCU

La scena mid-credits di Guardiani della Galassia Vol. 3 conferma che uno dei bambini salvati dalla nave dell’Alto Evoluzionario si chiama Phyla. Questa ragazza si unisce ai nuovi Guardiani della Galassia di Rocket Raccoon, mostrando i suoi nuovi superpoteri, probabilmente derivati dagli esperimenti dell’Alto Evoluzionario. Questo nuovo personaggio sembra essere un cenno diretto a Phyla-Vell, uno dei numerosi personaggi che hanno indossato il mantello di Quasar nei fumetti Marvel.

Questo segna la prima apparizione di Quasar nel MCU solo alcuni mesi dopo Ant-Man and the Wasp: Quantumania aveva falsamente anticipato l’arrivo del personaggio con il Quaz di William Jackson Harper. L’iterazione Phyla-Vell di Quasar nei Marvel Comics è più strettamente associata ai Guardiani della Galassia rispetto al suo predecessore, il che indica che potrebbe essere una parte importante della squadra del MCU.

La forma finale di Groot

La scena a metà dei titoli di coda di Guardiani della Galassia Vol. 3 mostra una versione molto diversa di Groot, che sembra essere cresciuto a dismisura. In piena altezza, Groot sovrasta tutti gli altri in quella che potrebbe essere la sua forma finale. Inoltre, le scene precedenti hanno lasciato intendere che un Groot completamente cresciuto potrebbe anche essere in grado di pronunciare frasi complete.

La trasformazione di Groot lascia intendere che diventerà uno dei Guardiani della Galassia più forti nelle loro continue avventure. Il nuovo aspetto del personaggio, inoltre, ricorda da vicino il suo design nei fumetti Marvel Comics, suggerendo che ha davvero raggiunto la sua forma finale.

Il leggendario Star-Lord tornerà

Il leggendario Star-Lord Guardiani della Galassia Vol 3Il finale di Guardiani della Galassia Vol. 3 vede Peter Quill tornare sulla Terra e riunirsi con suo nonno decenni dopo la loro separazione. Una scena post-credit rivisita il tempo trascorso insieme prima di promettere che “Il leggendario Star-Lord” tornerà, indicando che il tempo di Chris Pratt nel MCU è tutt’altro che finito.

Non è chiaro quando il pubblico potrà aspettarsi il ritorno di Quill nel MCU, ma sembra molto probabile che apparirà di nuovo prima della fine della Saga del Multiverso. Sebbene un’apparizione in Avengers: Secret Wars sembra inevitabile, è anche possibile che Quill riceva un proprio film da solista, magari intitolato The Legendary Star-Lord.

In silenzio: recensione della miniserie con Arón Piper

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In silenzio: recensione della miniserie con Arón Piper

Se state cercando su Netflix una serie che per tutta la sua durata vi lasci con il fiato sospeso In silenzio è la scelta giusta. Questa nuova miniserie è incentrata sul personaggio di Sergio Cisar interpretato da Aròn Piper, diventato famoso con il ruolo di Ander Muñoz fin dalla prima stagione del teendrama Élite. Nel numeroso cast di questo thriller psicologico, diviso in sei parti, però c’è anche un altro talento del liceo Las Encinas, infatti spicca il nome anche di Manu Rìos, visto proprio in questi giorni sul red carpet del Festival di Cannes per Strange Way of Life il cortometraggio di Pedro Almodóvar.

La trama di In silenzio

In silenzio comunque non è la solita serie spagnola ma un racconto cupo, sobrio e ipnotico dove si studia la personalità di un ragazzo che è stato accusato di aver ucciso entrambi i genitori. La serie parte proprio da questo avvenimento dove vengono mostrati il cadavere di una donna e poi di un uomo che sono precipitati dal balcone dell’ultimo piano di una palazzina di un quartiere benestante di una contemporanea città spagnola che non viene mai rivelata ma che sembra Bilbao. Subito viene indagato e arrestato Sergio il figlio adolescente che non farà resistenza e mai collaborerà con la giustizia. Negli anni successivi, passati in detenzione nel carcere minorile, il ragazzo si chiude in un mutismo e mai rivelerà le motivazioni del crimine e se veramente è stato lui a commettere il duplice omicidio.

Dopo sei anni, grazie anche alla sua buona condotta Sergio, soprannominato da tutti come “L’assassino del balcone”, esce dalla prigione e torna a vivere nella casa, quella dell’omicidio, ora sua essendo l’unico erede. Oltre a indossare alla caviglia un’apparecchio elettronico, che segna ogni suo postamento, il ragazzo non sa che è anche sorvegliato 24 ore su 24, con delle telecamere e dei microfoni nascosti nell’appartamento, da una psichiatra di nome Ana (Almudena Amor) e dal suo team di investigatori, che desiderano studiare se sia un pericolo per la società. L’operazione segreta nel frattempo essa stessa è supervisionata dal vicecommissario Cabrera (Aitor Luna), che come si svela fin dall’inizio, è corrotto ed è stato mandato a sabotarla.

In silenzio recensione serie tv netflix
Cr. LANDER LARRAÑAGA/NETFLIX © 2022

Il taciturno giovane intanto non passa le sue giornate sdraiato sul divano e recluso nella casa del mistero, anzi viene inserito in un programma di recupero, affidato a un pastore evangelico, molto ambiguo, che lo fa lavorare in una serra. Il primo episodio si chiude con la presentazione di Marta (Cristina Kovani) un’addetta alle vendite di un negozio in centro città ma cosa più importante è una delle tante ammiratrici di Sergio. La dottoressa Ana non perderà tempo e chiederà aiuto alla ragazza che accetterà la missione anche rischiando la sua relazione con il suo fidanzato Eneko (Manu Rìos) che gestiste un’agenzia immobilare.

Gli ulteriori cinque episodi, senza svelare troppo la trama piena di colpi di scena, evidenziano varie dinamiche come quella dell’abuso emotivo, la manipolazione, l’isolamento e il disprezzo di sé che prova il protagonista su se stesso. Sergio già dal primo incontro con Marta si apre e racconta che l’unica ragione della sua vita è ritrovare la sorella minore Noa, data in adozione dopo la morte dei facoltosi genitori. La qualità della trama non annoia mai, anzi ti fa desiderare sempre di più capire chi è veramente Sergio, del perchè Ana è ossessionata dal suo paziente e perchè sembra che i due protagonisti, di questo perverso gioco tra schermi e videoregistrazioni, hanno sempre di più cose in comune. Alla fine Noa si rivelerà come la soluzione all’intricato caso che finisce con un vero e proprio salto nel buio del ragazzo e della sua psichiatra che finalmente si incontreranno di persona. 

Non la solita miniserie spagnola

In silenzio è un prodotto seriale con un cast eccellente che per chi ha familiarità con le varie produzioni spagnole di Netflix riconoscerà volti noti e non parlo solo i due giovani attori di Élite. Quelli che spiccano di più, anche merito dei ruoli con più sfumature, sono quello del silenzioso Sergio e di Ana. L’attrice Almudena Amor è impeccabile nel mostrare la sua vera natura della psichiatra, quella ancora più malata del ragazzo che vuole capire e curare.

Per concludere anche se la miniserie è piuttosto cupa fin dall’inizio, viene mostrata sia la corruzione nella polizia che nella setta religiosa, c’è qualche speranza per i personaggi man mano che lo spettacolo procede e lo vediamo con il personaggio di Marta o di Greta (Aria Bedmar) l’unica donna, oltre alla psichiatra che fa parte del team degli investigatori. In silenzio è una miniserie che si svela lentamente, capitolo per capitolo, un’esperienza visiva così eccezionale anche merito della regia uniforme dei registi Gabe Ibáñezna, Esteban Crespo e Aitor Gabilondo.

Festival di Cannes: le foto dal red carpet di chiusura

Festival di Cannes: le foto dal red carpet di chiusura

Si è conclusa la 76esima edizione del Festival di Cannes, e dopo avervi rivelato tutti i premiati di questa edizione 2023, ecco tutte le foto dal red carpet di chiusura con il cast del film Elemental che chiuderà la Kermesse.

Pixar Animation Studios ha svelato i primi dettagli del suo 27esimo lungometraggio, Elemental, che arriverà nel 2023. Diretto da Peter Sohn (Il viaggio di Arlo, cortometraggio Parzialmente nuvoloso) e prodotto da Denise Ream (Il viaggio di Arlo, Cars 2), il film segue le vicende di un’insolita coppia, Ember e Wade, in una città i cui abitanti sono fuoco, acqua, terra e aria, e vivono insieme. L’“ardente” giovane donna e il ragazzo “che segue la corrente” stanno per scoprire qualcosa di fondamentale: quanto hanno davvero in comune.

Elemental è un film originale ispirato all’infanzia di Peter Sohn a New York. “I miei genitori sono emigrati dalla Corea all’inizio degli anni Settanta e hanno costruito un frequentato negozio di alimentari nel Bronx”, ha affermato il regista. “Eravamo una delle tante famiglie che si erano avventurate in una nuova terra con sogni e speranze, in un unico crocevia di culture, lingue e piccoli bellissimi quartieri. Questo è quello che mi ha portato a Elemental”.

La nostra storia è basata sui classici elementi: fuoco, acqua, terra e aria”, ha aggiunto Sohn. “Alcuni elementi si mescolano tra loro, altri no. E se questi elementi fossero vivi?”.

XO, Kitty: recensione della nuova serie Netflix

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XO, Kitty: recensione della nuova serie Netflix

Dopo la trilogia di To all the boys (To All the Boys I’ve Loved Before, To All the Boys: P.S. I Still Love You, To All the Boys: Always and Forever), approda nella nota piattaforma streaming la serie spin-off XO, Kitty. Ispirata anch’essa alla trilogia di libri della scrittrice americana Jenny Han, la serie è il primo spin-off di un film originale Netflix. Xo, Kitty è formata al momento da una sola stagione di dieci episodi, ognuno da circa trenta minuti. Nel cast ritroviamo alcune figure già presenti nei film: la giovane Anna Cathcart interpreta nuovamente il ruolo di Kitty, in questo caso come protagonista. John Corbett (il mio grosso grasso matrimonio greco) interpreta il padre di Kitty. Tra le figure nuove nel cast si ricorda Choi Min-young, nei panni di Dae-heon Kim.

Xo, Kitty: un divertente dramma adolescenziale

La serie si concentra sul personaggio di Kitty, vivace sorella minore di Lara Jean, protagonista dei film. Essendo la più piccola delle tre figlie, Kitty non ha grandi ricordi della propria madre, morta quand’era piccola, e desidera sapere di più su di lei.  Per questo motivo decide di fare richiesta alla Kiss, un prestigioso liceo privato internazionale di Seul. Oltre questo, Kitty vuole andare alla Kiss per stare finalmente con Dae, ragazzo conosciuto anni prima in una vacanza in Corea.

XO, Kitty. (L to R) Sang Heon Lee as Min Ho, Anna Cathcart as Kitty Song Covey, Choi Min-yeong as Dae in episode 110 of XO, Kitty. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Qui la giovane protagonista scoprirà pian piano molti intrighi che riguardano la madre: Kitty ritrova un braccialetto nominativo dell’ospedale coreano nel diario della madre. Quest’ultima, durante il suo periodo alla Kiss, sembra aver avuto un bambino, quindi Kitty va alla ricerca del suo fratello scomparso.

Contemporaneamente, una volta arrivata alla Kiss, Kitty scopre che Dae in realtà sta con Yuri, una ricca ragazza coreana. Pur sembrando fin da subito la relazione tra i due come una mera cosa di facciata, il rapporto tra Kitty e Dae diventa sempre più complicato.

Tra feste, punizioni e triangoli amorosi, il periodo trascorso alla Kiss porterà Kitty a crescere ed a vivere dei cambiamenti importanti sul proprio essere.

I classici cliché dei teen drama

Xo, Kitty presenta tematiche ed intrecci narrativi molto simili ad altre serie o film su adolescenti: di conseguenza, se si è alla ricerca di qualcosa di diverso da guardare, di originale, questa non è esattamente la serie adatta. Detto questo, ciò non significa che la serie in sé non sia piacevole da vedere: semplicemente riporta molti cliché.

Gli intrecci riguardanti gravidanza nascoste, i triangoli amorosi, sono tutte tematiche molto ricorrenti in tanti altri teen drama. Un elemento differente in Xo,Kitty rispetto ad altre serie simili è la ricerca di una qualche forma di collegamento con la madre defunta: Kitty desidera conoscere la madre a modo suo, cercando di avere con lei una sorta di contatto diretto, anche ora che non c’è più.

Un altro tema ricorrente nei vari film e serie adolescenziali è  il rapporto conflittuale con i genitori. A questo proposito diventa molto interessante il paragone tra la relazione tra Yuri e sua madre Jina e tra Kitty e suo padre: mentre Jina opprime la figlia cercando di fare quello che crede che sia meglio per lei, il padre di Kitty si dimostra sempre aperto al dialogo, anche alla fine quando Kitty gli rivela una sua grande scoperta di se.

In XO, Kitty si va anche ad approfondire la cultura e la tradizione coreana. Questo si nota sia in maniera indiretta dalla stessa scuola: qui si hanno strutture nuove, futuristiche ma anche semplici, vengono garantiti dei sobri dormitori anche agli studenti. Ed inoltre durante gli episodi vengono narrate feste tradizionali coreane e viene data la possibilità agli studenti della Kiss di esibirsi in balli tipici nello spettacolo di fine anno.

Una serie LGBT friendly

Xo, Kitty porta all’attenzione dello spettatore la comunità LGBT, attraverso vari avvenimenti e personaggi. In particolare, si nota come questi orientamenti sessuali vengano percepiti dalla cultura coreana, ancora parzialmente chiusa sotto questo aspetto. La stessa Jina non riesce ad accettare che la figlia sia lesbica, e Yuri sente di dover nascondere la sua omosessualità dalla famiglia e dal mondo, tanto da avere un finto fidanzato, Dae.

Un altro personaggio attraverso il quale si può instaurare nel pubblico una certa riflessione sulla scoperta che vivono gli adolescenti della propria sessualità riguarda Kitty. Senza fare alcuno spoiler al lettore, si nota come la protagonista riesca alla Kiss a conoscere meglio il proprio orientamento sessuale  e, di conseguenza, se stessa.

Festival di Cannes 2023: il palmares. L’Italia a bocca asciutta

Festival di Cannes 2023: il palmares. L’Italia a bocca asciutta

Dopo dieci emozionanti giorni di proiezioni, conferenze, code, pioggia, star e red carpet, si è conclusa l’edizione del Festival di Cannes 2023, la numero 76 per la kermesse francese. In un mondo del cinema che continua a raccontare il mondo, a volte trasfigurandolo e altre volte rendendolo a più chiaro a noi che ci viviamo dentro, la giuria presieduta da Ruben Ostlund ha dovuto scegliere i suoi vincitori.

Purtroppo nessuno degli italiani in gara, ben tre, Alice Rohrwacher, Marco Bellocchio e Nanni Moretti, ha portato a casa un premio.

Ecco tutti i vincitori del Festival di Cannes 2023

Concorso

Altri Premi

  • Camera d’Or: “Inside the Yellow Cocoon Shell,” Thien An Pham
  • Short Films Palme d’Or: “27,” Flóra Anna Buda.
  • Short Films Special Mention: “Fár,” Gunnur Martinsdóttir Schlüter
  • Golden Eye Documentary Prize: Four Daughters E The Mother Of All Lies
  • Queer Palm: Monster

Un Certain Regard

  • Un Certain Regard Award: “How to Have Sex,” Molly Manning Walker
  • Jury Prize: Asmae El Moudir, “Hounds”
  • Best Director Prize: “The Mother of All Lies,” Asmae El Moudir
  • Freedom Prize: “Goodbye Julia,” Mohamed Kordofani
  • Ensemble Prize: “The Buriti Flower,” João Salaviza, Renée Nader Messora, cast and crew
  • New Voice Prize: “Omen,” Baloji

Quinzaine des Réalisateurs

  • Europa Cinemas Label: “Creatura,” Elena Martín
  • Society of Dramatic Authors and Composers Prize: “A Prince,” Pierre Creton

Semaine de la critique

  • Grand Prize: “Tiger Stripes,” Amanda Nell Eu
  • French Touch Prize: “It’s raining in the house,” Paloma Sermon-Daï
  • GAN Foundation Award for Distribution: Pyramide Films, “Inshallah a boy”
  • Louis Roederer Foundation Rising Star Award: Jovan Ginić, “Lost Country”

Banel e Adama, recensione del film di Ramata-Toulaye Sy – Cannes 76

In un illustre concorso internazionale come quello del Festival di Cannes, c’è anche spazio per un’opera prima: Banel e Adama, della regista franco-senegalese Ramata-Toulaye Sy. Il film, pur non convincendo sotto ogni aspetto, è una delle sorprese di questa edizione del Festival cinematografico.

Banel e Adama: l’amore nel Senegal delle regole

Un giovane appena entrato nell’età adulta racconta una leggenda appresa durante l’iniziazione che lo porterà alla carica di capo villaggio, ereditata dal padre e dal fratello maggiore, entrambi morti prematuramente. Questa storia è proprio come la coppia che dà il titolo al film: isolata, come se fosse fuori dal mondo, ma governata da codici rigorosi. Banel (Khady Mane) sposa Adama (Mamadou Diallo) dopo la morte del fratello maggiore, secondo una tradizione che obbliga le donne a diventare le mogli di una famiglia, passando da un fratello all’altro secondo i capricci della vita, ma anche della morte.

Queste regole così ferree e imprescindibili che sostanziano la vita della comunità ci vengono introdotte fin dall’inizio, con i due coniugi che si pongono come ribelli in sfida alla tribù per la loro volontà di rifiutare titoli e obblighi, e per il loro desiderio di costruirsi una vita lontano dal villaggio. Banel rifiuta tutto, anche la maternità, più in generale il suo destino di donna, condannata a essere solo un grembo per perpetuare la stirpe dei capi a cui appartiene Adama. Il piano dei due amanti è chiarissimo: rifiutare il titolo di capo, costruire una casa alla periferia del villaggio di sabbia e tentare di conquistare la libertà tanto desiderata vivendo fuori dalla comunità.

Un viaggio tragico immerso nella superstizione

Molto interessante è una seconda dimensione che Banel e Adama introduce: quella della superstizione e del modo in cui i segni e il mondo vengono interpretati alla luce dei divieti sfidati. Le case di sabbia sono considerate maledette e le azioni di Adama profanano la tradizione, portando siccità, morte e distruzione in questa piccola e fragile area nella savana. Il susseguirsi di problemi che intervengono, portando a un cambiamento nell’atteggiamento del giovane marito, contribuirà a far precipitare il film nella tragedia. Adama, che prima si ergeva con orgoglio davanti ai genitori e ai coetanei, ora si inchina e scompare gradualmente dalla vista di Banel. Lo status quo e le tradizioni riprendono il controllo delle sue azioni, con grande disperazione della donna che pensa solo a lui e non vuole più aspettare di trasferirsi nella loro nuova casa. L’impazienza si trasforma quasi in follia: Banel è pronta a fare qualsiasi cosa pur di non adempiere ai ruoli assegnati dal suo status di donna al servizio delle famiglie del villaggio.

Una delle soprese di Cannes 76

Banel e Adama si affida quasi esclusivamente alla sua estetica così precisa e alla performance dell’attrice protagonista, Khady Mane, luce dell’intera narrazione, del resto lineare e anche programmatica. Molto complessa e decisamente femminista, l’evoluzione della sua Banel è davvero interessante: con il progredire della storia, diventa inquietante nel suo opporsi alle tradizioni e alle convenzioni della comunità. Le usuali tappe del viaggio dell’eroe – desiderio di fuga, seguito da una rinuncia e da un esito fatale – non permettono al film di elevarsi al di sopra della bellezza delle sue inquadrature. Perso nei suoi passaggi sublimi, quasi da cartolina, Banel e Adama dimentica di dare corpo alla sua storia e ai suoi personaggi, che sono la sua ragion d’essere.

Girato interamente in lingua fulani, Banel e Adama resta comunque una delle sorprese del Festival di Cannes 2023: anzitutto, in quanto unica opera prima presentata in concorso, ma anche per la capacità della regista di costruire un racconto tragico e sfruttare in maniera sapiente l’estetica dei paesaggi africani per raccontare il viaggio interiore dei suoi protagonisti. Certo, al film manca la profondità e la portata emotiva che gli avrebbero permesso di andare oltre la sua cornice ben definita, ma Banel e Adama non è affatto un film fallimentare.

… altrimenti ci arrabbiamo!: tutte le curiosità sul film con Bud Spencer e Terence Hill

Celebre coppia del cinema italiano e non solo, Bud Spencer e Terence Hill hanno girato tra gli anni Settanta e Ottanta diversi film divenuti popolarissimi a livello internazionale. Dal western Lo chiamavano Trinità… fino al poliziesco Miami Supercops (I poliziotti dell’8ª strada), passando per Pari e dispari, Io sto con gli ippopotami, Chi trova un amico trova un tesoro e tanti altri. Uno dei loro titoli più amati, da grandi e piccoli, è però … altrimenti ci arrabbiamo!, diretto nel 1974 da Marcello Fondato. Commedia d’azione, questo vanta gag, battute e sequenze ancora oggi iconiche, tanto note quanto omaggiate.

Pur se privo di particolari trovate di regia o di messa in scena, … altrimenti ci arrabbiamo! vanta numerose acrobazie, corse d’auto e, soprattutto, le celebri scazzottate di cui Spencer e Hill erano grandi maestri. Il film si affermò come il maggior successo economico tra tutti i film della coppia e li consacrò a stelle del cinema mondiale. Prima di intraprenderne una visione, però, sarà utile approfondire alcune curiosità relative a questo. Qui sarà possibile ritrovare dettagli relativi alla trama, al cast e a molto altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

… altrimenti ci arrabbiamo!: la trama, il cast di attori e la dune buggy

Protagonisti del film sono Ben e Kid, rispettivamente un meccanico ed un camionista, accomunati dalla passione per le corse automobilistiche. Da sempre amici ma rivali, i due si ritrovano a vincere insieme una competizione, ottenendo come premio una dune buggy rossa con la capotte gialla nuova di zecca. L’agognata vettura, però, viene distrutta nel momento in cui una banda di sicari al servizio del Capo, mette a ferro e fuoco il luna park dove i due amici si erano recati. In risposta a quell’affronto, Ben e Kid decideranno di recarsi personalmente dal responsabile dell’accaduto, richiedendogli come risarcimento un’identica dune buggy. Se la loro volontà non verrà rispettata, si arrabbieranno e non ci sarà pace per nessuno.

Come anticipato, ad interpretare Ben e Kid vi sono rispettivamente Spencer e Hill. I due, come noto, divertirono molto a realizzare questo film, apportandovi anche proprie idee. Il celebre balbettìo effettuato da Spencer durante la scena del coro dei pompieri, ad esempio, è una sua trovata. Accanto a loro, nel ruolo del criminale noto come il Capo, vi è l’attore inglese John Sharp, mentre il suo braccio destro Attila è interpretato da Deogratias Huerta. Di particolare rilievo, inoltre, è la presenza del film dell’attore Donald Pleasence, nel ruolo del Dottore del Capo, ma celebre in particolare per essere stato Sam Loomis nella saga di Halloween. In ultimo, Manuel de Blas è il killer Paganini, mentre Luis Barbero è il gentile Geremia.

Protagonista del film è ovviamente anche la dune buggy, qui assunta a pomo della discordia della vicenda. Tale vettura, destinata alla marcia su sabbia, si caratterizza per il suo aspetto sbarazzino, divenuta un simbolo del divertimento estivo. In Italia le prime dune buggy apparvero sul finire degli anni Sessanta, ma è stato proprio … altrimenti ci arrabbiamo! ad averle rese popolarissime. Nella metà degli anni Settanta, infatti, a Roma venne fondata dal pilota di autocross Adriano Gatto la Puma s.r.l. con sede sulla via Tiburtina, la quale iniziò a produrre una propria linea di dune buggy molto simili al “Deserter”. Queste sono poi quelle utilizzate all’interno del film.

... altrimenti ci arrabbiamo! canzone

… altrimenti ci arrabbiamo!: dove è stato girato e la colonna sonora

Per quanto riguarda le location del film, come anche altri film di Spencer e Hill, anche … altrimenti ci arrabbiamo! è caratterizzato da località di differenti paesi. Le scene con il luna park, ad esempio, sono state girate a Madrid e più precisamente nei pressi dello Stadio Vicente Calderòn. Sempre nella capitale spagnola, al numero 17 di Calle de Postas, subito fuori da una porta di Plaza Mayor, si trova l’Hotel “Petit Palace Posada del Peine”, la cui entrata rappresenta nel film l’entrata del locale del Capo. La scena dell’inseguimento in moto, invece, è stata girata nel Lazio, nel bosco di Manziana. La scena iniziale di autocross è stata girata a Poggio San Romualdo, una frazione di Fabriano, in provincia di Ancona.

Ad essersi occupati della colonna sonora del film, invece, sono stati i fratelli Guido e Maurizio De Angelis, anche noti come fondatori del gruppo Oliver Onions. In attività dal 1963, questi hanno firmato la colonna sonora di diversi film di Spencer e Hill, ma anche di innumerevoli altri titoli. Per … altrimenti ci arrabbiamo!, in particolare, il gruppo compose il brano Dune Buggy, utilizzato per ben sette volte nel corso della pellicola. Come il film, anche questo conobbe un estremo successo commerciale, rimanendo nella top ten per oltre diciassette settimane e risultando il più venduto del 1974 in Italia. Anche all’estero tale brano ottenne ampi riconoscimenti, vantando una distribuzione estera in paesi come Cile, Messico, Francia, Spagna, e Germania.

… altrimenti ci arrabbiamo!: il remake, il trailer e dove vederlo in streaming e in TV

Dopo anni di speculazioni, nel 2022 è arrivato al cinema un remake del film. Diretto dagli YouNuts!Altrimenti ci arrabbiamo si propone in realtà più come un reboot che come un vero e proprio remake, modificando alcuni particolari dell’originale per dar vita ad un omaggio di quel cult. Ad interpretare i due protagonisti, qui, sono gli attori Edoardo Pesce ed Alessandro Roja. Christian De Sica, invece, compare nei panni del villain principale, mentre Alessandra Mastronardi è Miriam, intrigante e pericolosa donna che aiuterà i due protagonisti. Naturalmente, grande protagonista è anche in questo caso la mitica dune buggy rossa con la capotte gialla nuova di zecca.

È possibile fruire di … altrimenti ci arrabbiamo! grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 27 maggio alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Shrek 2: trama, personaggi e doppiatori del film

Shrek 2: trama, personaggi e doppiatori del film

Quando nel 2001 il film Shrek arrivò nei cinema di tutto il mondo, l’animazione cinematografica cambiò per sempre. Con l’uscita dei successivi tre sequel, quello di Shrek diventa un vero e proprio fenomeno globale, dando vita ad uno dei franchise animati più redditizi di sempre. Grazie ai suoi numerosi riferimenti alla cultura di massa, come anche l’utilizzo di una comicità scorretta e cinica, si è affermato come un vero e proprio apri pista per i numerosi imitatori venuti negli anni a seguire. Nel 2004 è dunque arrivato al cinema il primo dei sequel, intitolato Shrek 2 e diretto da Andrew Adamson, Kelly Asbury e Conrad Vernon.

Il celebre orco verde protagonista del film è basato dell’omonimo libro illustrato del 1990 di William Steig, poi riadattato per permettergli di assumere i connotati richiesti dal mezzo cinematografico. Ulteriore fonte di ispirazione per questo sequel è però stato anche il film del 1967 Indovina chi viene a cena. Per questo nuovo capitolo, inoltre, sono state sviluppate tecniche d’animazione ancor più accurate, che hanno permesso al film di raggiungere un livello successo in quanto a resa grafica. Ancor più del suo predecessore, Shrek 2 si affermò poi come un autentico successo, guadagnando oltre 900 milioni di dollari in tutto il mondo.

Ad oggi, questo è il tredicesimo film d’animazione dal maggior incasso di sempre, nonché il più redditizio della sua serie. Seguito poi anche da Shrek Terzo e da Shrek e vissero felici e contenti, rimane uno dei preferiti del grande pubblico, che vi ritrovano tutti gli elementi già visti nel precedente più diverse gradite novità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Shrek 2: la trama del film

Dopo gli eventi del primo film, Shrek e la principessa Fiona sono ora felicemente sposati e si godono il loro viaggio di nozze. Al loro ritorno, tuttavia, li aspetta la richiesta dei genitori di lei di incontrare il principe che l’ha coraggiosamente salvata. I due reali rimangono però sconvolti nello scoprire che la figlia abbia deciso di non spezzare l’incantesimo che l’ha resa un’orchessa, sposando per di più un vero orco. Da quel momento in poi, comincia una vera e propria sfida piena di tensione tra Shrek e il Re Harold.

Questi, che aveva sempre desiderato che la figlia sposasse un vero principe, finisce con il chiedere l’aiuto della Fata Madrina, la quale proverà in tutti i modi a far finire il matrimonio della principessa per darla invece in sposa a suo figlio, il vanitoso principe Azzurro. La cosa si rivela però più complessa del previsto, e così viene organizzato un piano per uccidere Shrek. Reclutato a tal fine, il Gatto con gli stivali finirà però con il diventare amico dell’orco, e li aiuterà nello sventare i malvagi piani della Fata. Per Shrek sarà a questo punto fondamentale dare ulteriore prova del suo valore, tanto per Fiona quanto per i genitori di lei.

Shrek 2 doppiatori

Shrek 2: i personaggi e i doppiatori del film

Una delle punte di diamante dei film sono i numerosi celebri attori che si sono avvicendati nel doppiaggio dei personaggi principali e più apprezzati della saga. Voce originale dell’orco Shrek è il comico Mike Myers. Questi, particolarmente legato al personaggio, decise di conferire al personaggio un marcato accento scozzese. Tale scelta è motivata dal fatto che questo gli ricordava il modo in cui sua madre gli leggeva le favole. Iconico è poi il ruolo svolto dall’attore Eddie Murphy, il quale ha reso celebre il personaggio di Ciuchino grazie alla propria interpretazione. Conclude il trio di protagonisti la principessa Fiona, la quale sfoggia la voce dell’attrice Cameron Diaz.

I genitori di Fiona, re Harold e la regina Lillian, hanno invece le voci dei celebri John Cleese, membro dei Monty Python, e della premio Oscar Julie Andrews. Antonio Banderas è la voce di Gatto con gli stivali, e ha doppiato il personaggio anche per le versioni in lingua spagnola del film. Altri noti doppiatori sono Jennifer Saunders per la Fata Madrina e il cantautore Tom Waits per il personaggio di Capitan Uncino. Per il doppiaggio italiano, invece, Renato Cecchetto, Nanni Baldini e Selvaggia Quattrini sono le voci di Shrek, Ciuchino e Fiona. Giorgio Lopez doppia re Harold, mentre Francesco Prando è il principe Azzurro. Massimo Rossi, infine, dà voce al Gatto con gli stivali.

Shrek 2: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Shrek 2 è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video, Now e Tim Vision. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 27 maggio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

The Final Destination 3D: trama, cast e curiosità sul film horror

Nel 2000 al cinema esce il film Final Destination, primo capitolo di una pentalogia che si è imposta come un cult sia per le sue tematiche, legate alla predestinazione e all’inevitabilità della morte, quanto per diverse sequenze entrate nell’immaginario collettivo. Diretto da James Wong, noto anche come regista della serie X-Files, il film ha conquistato da subito un grande seguito di fan, che hanno reso tale pellicola sempre più celebre nel corso degli anni. Dopo i primi due sequel, nel 2009 è poi arrivato al cinema The Final Destination 3D (qui la recensione), diretto stavolta da David R. Ellis, il quale aveva già firmato la regia del secondo capitolo.

Dopo il successo di Final Destination 3, per questo nuovo titolo della serie si decise di puntare sulla tecnologia del 3D, in quel momento particolarmente diffusa e in voga. Per il regista e i produttori, però, questa avrebbe dovuto significativamente aggiungere qualcosa di nuovo al film e alla sua storia, non fungendo dunque da mero effetto speciale per sorprendere gli spettatori. Questa novità non impedì però al film di essere accolto in modo piuttosto freddo dalla critica. Il pubblico però premiò The Final Fantasy 3D, portandolo ad un guadagno di circa 186 milioni di dollari.

Tale successo spinse poi a dar vita ad un nuovo film, Final Destination 5, arrivato nel 2011. Questo, però, è stato concepito e realizzato come un prequel al primo capitolo della serie. Ciò rende di fatto The Final Destination 3D l’ultimo titolo secondo la cronologia degli eventi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Final Destination 3D: la trama del film

Il film ha inizio durante una corsa di auto, quando Nick O’Bannon ha una terribile visione: per via di un incidente, quasi tutta l’arena sarà distrutta uccidendo moltissime persone, tra cui lui, la sua fidanzata Lori e i due amici Hunt e Janet. Terrorizzato che ciò possa accadere davvero, riesce a convincere i ragazzi del suo gruppo e qualche altra persona a uscire. Non appena fuori, la tragedia che Nick aveva previsto avviene davvero. Il gruppo di fortunati scampati alla morte, però, si troverà ad aver soltanto ritardato ciò che è inevitabile. Quella di Nick, infatti, è stata solo la prima di una lunga serie di visioni sul destino dei sopravvissuti di quel giorno.

Tra questi vi è Carter, un uomo che voleva rientrare in arena per salvare sua moglie, ma a cui George, la guardia, lo ha impedito. Mosso dal desiderio di vendicarsi, questi muore vittima del suo stesso piano. Il giorno seguente anche Samantha, un’altra sopravvissuta, muore a causa di un incidente quantomai impensabile e imprevedibile. A poco a poco, dunque, la morte sembra trovare il modo di andare incontro a tutti i superstiti al disastro dell’arena, nei modi più cruenti e sanguinari possibili. Per Nick e i suoi amici, dunque, ha inizio una sfida che non sembra poter essere vinta in alcun modo.

The Final Destination 3D cast

The Final Destination 3D: il cast del film

Protagonista di questo capitolo, nel ruolo di Nick O’Bannon, è l’attore Bobby Campo, divenuto celebre proprio grazie a tale film ma noto anche per aver interpretato Seth Branson nella serie tv Scream. Accanto a lui, nel ruolo della fidanzata Lori Milligan vi è invece l’attrice Shantel VanSanten, nota prevalentemente per le serie One Tree Hill, The Flash e Shooter. Gli amici di Nick, Hunt e Janet, sono invece interpretati da Nick Zano e Haley Webb. Il primo è noto per il ruolo di Vince nella serie Le cose che amo di te, mentre la Webb è celebre come Jennifer Blake in Teen Wolf.

Nel ruolo di George, la guardia dell’arena dove si svolge la corsa d’auto di inizio film, vi è l’attore Mykelti Williamson, divenuto estremamente celebre per aver recitato nel ruolo di Bubba, l’amico afroamericano di Forrest Gump nell’omonimo film. Samantha Lane è invece interpretata da Krista Allen, conosciuta per serie come Baywatch, Il tempo della nostra vita e A proposito di Brian. Per questo stesso ruolo si era proposta anche l’attrice Ashley Tisdale, senza però riuscire ad ottenerlo. Infine, Carter Daniels è interpretato da Justin Welborn.

The Final Destination 3D: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Final Destination 3D è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 27 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

John Wick: Capitolo 5 e 3 Spin-off in sviluppo per Lionsgate

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John Wick: Capitolo 5 e 3 Spin-off in sviluppo per Lionsgate

Dopo oltre due mesi dall’uscita nelle sale di John Wick: Capitolo 4, il dirigente di Lionsgate Joe Drake ha confermato che lo studio ha iniziato a lavorare su John Wick: Capitolo 5, che è attualmente nelle prime fasi di sviluppo. Durante l’ultima chiamata sugli utili di Lionsgate (via Comicbook), Drake ha parlato del futuro del franchise di successo, rivelando che il team creativo ha altri tre progetti di John Wick in fase di sviluppo.

Ora ci stiamo muovendo attraverso quel franchise, non solo nello spazio dei videogiochi AAA, ma osservando quale cadenza regolare degli spin-off, la televisione fa davvero crescere quell’universo in modo che ci sia una cadenza costante di un franchise che c’è un chiaro appetito dal pubblico”, ha detto Drake. “Ciò che è ufficiale è che, come sai, Ballerina è il primo spin-off che uscirà il prossimo anno. Siamo in fase di sviluppo su altri tre, tra cui [John Wick: Capitolo 5] e inclusa la serie televisiva, The Continental, che andrà in onda presto. E così, stiamo costruendo il mondo e quando arriveranno quei cinque film, sarà organico – sarà cresciuto organicamente da come stiamo iniziando a raccontare quelle storie. Ma puoi fare affidamento su una cadenza regolare di John Wick.

Questa rivelazione di John Wick: Capitolo 5 arriva dopo che il regista di John Wick: Capitolo 4 Chad Stahelski ha confermato che lui e la star principale Keanu Reeves non stanno sicuramente dicendo di no all’opportunità di raccontare di più sulla storia dell’assassino protagonista. Prima di questo, Stahelski aveva precedentemente dichiarato che stavano pianificando di prendersi una pausa dal franchise.

Il franchise di John Wick raggiunge il miliardo di dollari

John Wick: Capitolo 4 ha incassato in tutto il mondo oltre 428 milioni di dollari al botteghino, rendendolo il film di John Wick con il maggior incasso. Questo risultato ha permesso al franchise di raggiungere il miliardo di dollari al botteghino mondiale. John Wick (Keanu Reeves) trova una via per sconfiggere la Grand Tavola. Ma prima di guadagnare la libertà, Wick deve affrontare un nuovo nemico che ha potenti alleanze in tutto il mondo e ha mezzi tali da tramutare vecchi amici in nuovi nemici.

John Wick: Capitolo 4 è stato diretto da Stahelski da una sceneggiatura co-scritta da Shay Hatten e Michael Finch, che subentrerà al creatore del franchise Derek Kolstad. Il quarto episodio è interpretato da Reeves, Lance Reddick, Ian McShane, Rina Sawayama, Shamier Anderson, Bill Skarsgard, Clancy Brown, Hiroyuki Sanada e Donnie Yen.

Thunderbolts: produzione sospesa a causa dello sciopero della WGA

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La produzione del prossimo film Marvel Thunderbolts che avrà come protagonista un gruppo di cattivi nel Marvel Cinematic Universe è stata sospesa. Secondo Deadline , la Marvel ha sospeso la produzione del film. Questa sospensione arriva solo tre settimane prima dell’inizio delle riprese  che avrebbero dovuto partire ad Atlanta. Secondo il rapporto, la produzione di Thunderbolts riprenderà dopo la fine dello sciopero WGA. Questo è l’ultimo progetto Marvel ad essere ritardato, poiché in precedenza abbiamo segnalato che la pre-produzione di Blade era stata sospesa e la produzione della serie Wonder Man Disney+ a Los Angeles era stata interrotta.

Quando uscirà il film di Thunderbolts?

Thunderbolts  era precedentemente programmato per arrivare nelle sale il 26 luglio 2024, come parte della Fase 5. A seconda della durata dello sciopero, potrebbe perdere quella data ed essere ricollocato altrove nel calendario del 2024. Tuttavia, non è stata ancora annunciata una nuova data poiché la situazione è ancora in divenire.

Durante il panel dei Marvel Studios al D23, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha svelato il roster di Thunderbolts il cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ Agente statunitense (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry.

Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato. Thunderbolts uscirà nelle sale il 26 luglio 2024. Jake Schreier (Robot and Frank, Dave) dirigerà Thunderbolts, che si baserà su una  sceneggiatore scritta dallo sceneggiatore di Black Widow Eric Pearson.

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