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The Impossible: la vera storia dietro al film con Naomi Watts

The Impossible: la vera storia dietro al film con Naomi Watts

Nel corso della sua storia il cinema si è sempre rivelato il mezzo prediletto per raccontare eventi realmente accaduti, riuscendo a trasmettere tutta una varietà di emozioni e sensazioni altrimenti irraggiungibili. È esattamente ciò che accade con il film The Impossible (qui la recensione), diretto nel 2012 dallo spagnolo Juan Antonio Bayona, e incentrato sulla vera storia di una famiglia colpita, divisa e messa a dura prova dallo tsunami abbattutosi da uno tsunami sulle spiagge della Thailandia. Un film catastrofiche ripercorre quelle drammatiche ore con quanto più realismo possibile, coinvolgendo lo spettatore in una vera e propria prova di resistenza.

Per raccontare un dramma universale di questo genere, il regista sceglie di non affidarsi ciecamente agli effetti speciali di computer grafica, aspirando invece a girare le complesse sequenze in un set con vera acqua. La grande sfida fu dunque quella di ricostruire uno tsunami in miniatura, attraverso il quale poter aiutare anche gli stessi interpreti nella loro performance. La ricerca di realismo ha così portato il film ad ottenere quei sentimenti e quella verità necessarie per appassionare e commuovere un vasto pubblico.

Fu così che al momento del suo arrivo in sala The Impossible si affermò come un grande successo al box office. A fronte di un budget di circa 45 milioni di dollari, questo arrivò ad incassarne oltre 198 in tutto il mondo. Allo stesso tempo, il film ricevette ottime considerazioni da parte della critica, partecipando e vincendo in diverse competizioni cinematografiche, tra cui i prestigiosi premi Goya, considerati gli Oscar spagnoli. Prima di vedere il film può certamente essere utile essere a conoscenza della vera storia a cui questo si ispira, e che si potrà ritrovare di seguito insieme anche ad altre curiosità.

The Impossible: la trama del film

Protagonista del film è la famiglia Bennett, composta da Maria, Henry, Lucas, Simon e Thomas. Questi si recano in un resort thailandese per trascorrere insieme le vacanza natalizie. Tutto sembra procedere per il meglio, fino a quando la mattina del 26 dicembre un violentissimo tsunami travolge l’intera isola, distruggendo il villaggio e sperdendo quanti vi si trovavano dentro. Maria e il figlio maggiore Lucas vengono brutalmente separati dagli altri tre membri della famiglia, per i quali temono ora il peggio. Divisi dalla devastazione e dalla morte, ha così inizio per i membri della famiglia un vero e proprio calvario, durante il quale cercheranno disperatamente di non soccombere ma affermare il proprio desiderio di sopravvivenza. Sarà questo e l’amore reciproco a permettere loro di potersi ricongiungere.

The Impossible cast

The Impossible: il cast del film

Nel raccontare la storia dei reali sopravvissuti allo tsunami, il regista decide di non voler assegnare una chiara nazionalità ai protagonisti, permettendo così al film di poter avere carattere universale. Per tale motivo si decise allora di ricorrere ad alcuni noti interpreti di Hollywood, grazie ai quali il film avrebbe potuto raccogliere ulteriori attenzioni. Nel ruolo di Maria Bennett, dunque, si trova l’attrice Naomi Watts, candidata al premio Oscar come miglior attrice per la sua interpretazione. La Watts ha raccontato di essersi preparata a lungo per dar vita al suo personaggio, incontrando anche la vera donna a cui questo si ispira. Nel ruolo del marito Henry Bennett vi è invece l’attore Ewan McGregor, il quale a sua volta ha dovuto prepararsi fisicamente per poter sostenere quanto richiesto per il personaggio.

Ad interpretare il figlio maggiore Lucas c’è l’attore Tom Holland. Oggi estremamente popolare grazie al ruolo di Spider-Man, The Impossible fu il primo film per il cinema per lui, dove dimostrò un talento naturale per la recitazione. Nel ruolo di Thomas Bennett vi è invece Samuel Joslin, mentre il piccolo Simon Bennett è interpretato da Oaklee Pendergast. Molti degli altri ruoli secondari presenti nel film sono interpretati dai veri superstiti dell’evento, i quali accettarono di partecipare per contribuire a portare nel film ulteriore realismo. L’intero cast dovette prepararsi al film trascorrendo molto tempo a contatto con l’acqua, raggiungendo così la forma fisica e psicologica per poter rendere credibile l’evento catastrofico al centro del film. Tale preparazione è stata poi da loro descritta come particolarmente logorante.

The Impossible: la vera storia dietro al film

I veri protagonisti della vicenda narrata nel film sono i coniugi spagnoli María Belón e Enrique Álvarez. Questi si trovavano in un resort thailandese per trascorrere le vacanze natalizie con i tre figli di 10, 8 e 5 anni. La mattina del 26 dicembre un violento tsunami si abbatte però su di loro, travolgendoli e portando distruzione ovunque. María fortunatamente riuscì a mettersi in salvo aggrappandosi ad un albero, per poi individuare suo figlio maggiore poco distante da lei e raggiungerlo a nuoto. Durante tale impresa la donna finì però con il rimanere gravemente ferita a causa delle macerie. Con il placarsi della situazione, la donna ebbe così modo di ricongiungersi con il figlio, accorgendosi però della profonda ferita riportata alla gamba. I due venero poi tratti in salvo e portati in ospedale, dove ricevettero le cure adeguate.

Nel frattempo, suo marito Enrique era riuscito a ricongiungersi con i figli più piccoli. Dopo averli lasciati al sicuro iniziò a ricercare sua moglie e il primogenito girando tutti gli ospedali del luogo. L’uomo, che iniziava a temere di averli persi per sempre, riuscì infine a ritrovarli e ricongiungersi con loro. Quando le condizioni di María si stabilizzarono la donna venne trasferita altrove, per poi essere dimessa e pronta per tornare a casa. Ancora oggi la famiglia si ritiene incredibilmente fortunata per essere riuscita a ritrovarsi senza aver perso nessuno dei suoi membri. Lo tsunami di quel giorno, infatti, ebbe degli esiti devastanti. In un solo colpo persero la vita oltre 200 mila persone tra la Thailandia, l’Indonesia, lo Sri Lanka e molti altri paesi del sud-est asiatico.

The Impossible: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Impossible è infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno 24 aprile alle ore 21:15 sul canale Cielo.

Fonti: IMDb, Mirror

Guida turistica per innamorarsi: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Perdersi è spesso l’unico modo per ritrovarsi e viaggiare andando contro pregiudizi, limiti e soprattutto contro il già noto è il miglior modo per riuscire ad ottenere nuove consapevolezze. Il cinema ci ricorda spesso del grande potenziale che ogni viaggio può avere su di noi, con film come (tanto per citarne alcuni) Into the Wild, Mangia prega ama, Wild, I sogni segreti di Walter Mitty o Un’isola per cambiare che hanno magnificamente reso questo concett. Ad essi si aggiunge ora anche Guida turistica per innamorarsi, disponibile dal 21 aprile sulla piattaforma di streaming Netflix.

Diretto da Steven K. Tsuchida, noto principalmente per essere stato regista di serie TV, il film porta gli spettatori in Vietnam, alla scoperta di un paese troppo spesso legato al cinema a tutt’altra tipologia di storie ed eventi. Qui sono invece la ricchezza delle sue tradizioni, dei suoi sapori e dei suoi colori a farla da padrono, nonché a fare da sfondo ad una storia d’amore che vuole insegnare proprio che, uscendo dai percorsi prestabiliti, ci si può imbattere in sorprese capaci di rivelarsi particolarmente importanti per la propria crescita come esseri umani.

La trama e il cast di Guida turistica per innamorarsi

Protagonista del film è Amanda Riley, una professionista del settore dei viaggi che dopo che la sua relazione romantica di cinque anni finisce inaspettatamente, decide di accettare un lavoro che la porti lontano da casa, così da distrarsi e ritrovare un proprio equilibrio. Il suo compito diventa dunque quello di andare in “missione segreta” per ottenere informazioni sul settore turistico del Vietnam. Amanda arriva nel paese asiatico giusto in tempo per la celebrazione del capodanno lunare vietnamita Tết, e presto intraprende un viaggio alla scoperta di sé, innamorandosi della sua guida turistica vietnamita, Sinh. I due, decideranno poi di dirottare il tour bus per sperimentare la vita e l’amore in modi non convenzionali.

Ad interpretare la protagonista, Amanda, vi è l’attrice Rachael Leigh Cook, vista anche in Love, Guaranteed e He’s All That, ma meglio nota per aver dato voce al personaggio di Tifa Lockhart per i videogiochi Kingdom Hearts II, Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII, Crisis Core: Final Fantasy VII e Dissidia 012 Final Fantasy. Accanto a lei, nel ruolo della guida Sinh, vi è invece Scott Ly (Animal Kingdom, FBI: Most Wanted). Recitano poi nel film anche Ben Feldman (As Above, So Below, The Perfect Man) che interpreta John, Missi Pyle (Taking Chances, A Cinderella Story: Once Upon a Song) che incarna Mona, e Nondumiso Tembe (True Blood, NCIS: Los Angeles) che impersona Dom Fisher.

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Le location di Guida turistica per innamorarsi

Le riprese di Guida turistica per innamorarsi hanno avuto luogo in varie città del Vietnam, come Ho Chi Minh City, Da Nang, Hội An, Hanoi e Hà Giang. Ciò fa di questo il primo film Netflix ad essere realizzato in tale paese. Nello scegliere il Vietnam, la sceneggiatrice Eirene Tran Donohue ha spiegato che “quasi non ci sono film americani ambientati in Vietnam che non riguardino il trauma della guerra. È stato davvero importante per me per raccontare una storia sulla vita attuale. Una che fosse piena di gioia, amore e festeggiamenti. Volevo cambiare la conversazione sul Vietnam, per evidenziarlo come un paese moderno e fiorente le cui storie meritano di essere raccontate”.

Tra le città poc’anzi citate, Ho Chi Minh City, precedentemente nota come Saigon, è la più grande del Vietnam e dove Amanda atterra per iniziare il suo viaggio. È anche sede del famoso mercato di Ben Thanh, dove Sinh istruisce Amanda sulla corretta etichetta di negoziazione quando cerca di acquistare una sciarpa di seta. Hội An è invece una città storica situata sulla costa centrale del Vietnam, che presenta incantevoli canali che si possono individuare quando Sinh e Amanda si fermano per esprimere un desiderio durante una passeggiata serale dopo una giornata trascorsa alla scoperta dell’antica città.

Il gruppo fa anche visita alla Fujian Assembly Hall, dove assistono a una sbalorditiva prova per una danza del leone da eseguire per il Tet. Ha Giang, provincia sulle rive del fiume Lo nella regione settentrionale del Vietnam, è stata invece la location del villaggio natale di Sinh e Ahn, dove il gruppo finalmente celebra il Tet come ospite della nonna, interpretata da Nsưt Lê Thiện. L’avventura si conclude infine ad Hanoi, la capitale del Vietnam, nota per la sua architettura secolare e un crogiolo di influenze del sud-est asiatico, cinese e francese. È qui che la protagonista comprende infine di non volere più la sua vecchia vita, abbracciando invece quella nuova.

Il trailer di Guida turistica per innamorarsi e come vederlo su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Guida turistica per innamorarsi unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonti: IMDb, CinemaBlend, Netflix

Un altro ferragosto: al via le riprese del nuovo fil di Paolo Virzì

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Inizieranno domani, martedì 25 aprile, sull’isola di Ventotene le riprese di Un altro ferragosto, il nuovo film di Paolo Virzì prodotto da Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema. Seguito dell’acclamato Ferie d’Agosto del 1996, film cult che valse a Paolo Virzì il David di Donatello come Miglior Film, Un altro ferragosto vede il ritorno a Ventotene delle due famiglie di villeggianti, i Molino e i Mazzalupi.

Nel film Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel. E Gigio Alberti, Agnese Claisse, Paola Tiziana Cruciani, Claudia Della Seta, Emanuela Fanelli, Lorenzo Fantastichini, Liliana Fiorelli, Raffaella Lebboroni, Milena Mancini, Maria Laura Rondanini, Ema Stokholma, Lele Vannoli, Silvio Vannucci e con l’amichevole partecipazione di Rocco Papaleo. Da una storia di Paolo Virzì e Carlo Virzì, la sceneggiatura è firmata da Francesco Bruni, Carlo Virzì e Paolo Virzì 

La trama di Un altro ferragosto

In una sera d’agosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta.Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malato, per regalargli un’ultima vacanza in quel luogo per lui così caro. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.

Un altro ferragosto sarà girato interamente sull’isola di Ventotene, storica location di Ferie d’Agosto. Il film uscirà nelle sale cinematografiche prossimamente distribuito da 01 Distribution. Dichiarazione di Paolo Virzì: Finora ci avevo pensato solo per scherzo, tante volte, quasi tutte le volte che finivo un film, “Adesso torniamo a Ventotene e diamo un seguito alla commedia di quelle due famiglie”. Scrivevo nuovi copioni che poi buttavo, o mettevo da parte. Tante cose mi trattenevano ed ero giunto alla conclusione che a Ventotene ci sarei tornato solo in gita. Invece stavolta sta succedendo davvero, chissà perché proprio adesso, nel duemilaventitré. Credo di averne intuito il motivo, ma voglio esplorarlo meglio durante le giornate e le nottate di riprese che ci attendono. Confesso di essere emozionato, incontrare di nuovo i personaggi di quel vecchio film mi diverte e un po’ mi spaventa. Rimpiangere quelli che non ci sono più – ma che in qualche modo ci saranno – mi commuove. Riunire la gloriosa banda degli interpreti, mescolandola ai nuovi formidabili ingressi, mi elettrizza. Ringrazio gli amici ma soprattutto i produttori che mi hanno persuaso, con ostinazione struggente, a tornare qui.

Mare Fuori torna a COMICON Napoli!

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Mare Fuori torna a COMICON Napoli!

Dopo il successo dell’evento del 2022 che ha registrato il tutto esaurito, la serie Rai Mare Fuori torna a COMICON Napoli! Venerdì 28 aprile, alle 13:30, presso l’Auditorium del Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare, gli interpreti della serie Giovanna Sannino, Antonio D’Aquino, Raiz, il regista Ivan Silvestrini e la Direttrice della Fotografia Francesca Amitrano incontrano il pubblico e presentano il progetto “La cultura rompe le sbarre”.

Mare Fuori, coprodotta da Rai Fiction e Picomedia, è la serie italiana che ha appassionato il pubblico young adult italiano e internazionale risultando tra le più apprezzate degli ultimi anni. La terza stagione ha debuttato sulla piattaforma RaiPlay il 1 febbraio ed è stata trasmessa in prima serata su Rai2 dal 15 dello stesso mese. Con risultati travolgenti: “Mare Fuori 3” su RaiPlay al 1 marzo ha totalizzato 110 milioni di visualizzazioni, con 47 milioni di ore viste, pari ad un ascolto medio device di 3,7 milioni. Complessivamente, tra tv e online, l’intera serie viaggia dunque sui 5 milioni di ascolto medio e le visualizzazioni on demand non accennano a fermarsi.

La serie nasce da un’idea di Cristiana Farina ed è scritta con Maurizio Careddu per la regia di Ivan Silvestrini e si svolge all’interno di un IPM – Istituto penale minorile che diventa una bolla in cui i ‘ragazzi interrotti’ hanno la possibilità di comprendere chi sono e cosa vogliono oltre le mura di cinta del carcere.

A partire dalla serie, nell’ambito del progetto sociale di Rai Per la Sostenibilità-ESG dal titolo “La cultura rompe le sbarre”, è stato realizzato un workshop con alcuni ragazzi dell’Istituto penale minorile di Nisida. Tre giorni di musica e di lavoro insieme al cantante Raiz, volto della serie, e al musicista Pier Paolo Polcari. Il laboratorio ideato e organizzato dalla Rai, dal titolo “Fuori conTesto”, con la decisiva collaborazione della Direzione dell’Istituto, ha voluto coinvolgere i “ragazzi dentro” nella presentazione della terza stagione di “Mare Fuori”, in un gioco di specchi tra realtà, finzione e narrazione. Un progetto educativo di Servizio Pubblico in cui un gruppo di ragazzi di Nisida ha scritto il testo di una canzone per dare voce alla loro esperienza di vita. Emozioni, passo dopo passo e libertà sono gli aspetti che hanno voluto mettere al centro. La musica, come spesso accade con ogni forma artistica, è riuscita a coinvolgere i ragazzi, in un clima di empatia ed entusiasmo per far emergere emozioni, sofferenze, sogni, desideri, paure. La canzone “Giorno dopo giorno”, scritta ed interpretata dai ragazzi di Nisida affiancati da Raiz e Polcari, parla di muri e celle, di luce che non c’è e di aquile che non volano più, ma anche di sogni che non si spengono e di un futuro che nasce dall’aver imparato a guardarsi dentro.

“La sceneggiatura era spazzatura”: Russell Crowe ricorda la sua esitazione a recitare in Il gladiatore

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L’attore Russell Crowe ha fornito un sincero ricordo delle sue esitazioni iniziali riguardo all’accettare il ruolo di Massimo Decimo Meridio in Il gladiatore di Ridley Scott. Il film, vincitore in totale di cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior attore per la performance di Crowe, è ampiamente considerato ancora oggi come uno dei migliori film dell’attore ed è stato determinante nel riaccendere l’interesse di Hollywood per le epopee storiche. Nonostante questo successo, la produzione originale del film è notoriamente stata afflitta da problemi, molti dei quali derivanti da una sceneggiatura incompiuta che ha richiesto più riscritture anche mentre le riprese erano in corso.

Crowe è tornato a parlare proprio di quei problemi di sceneggiatura, affermando che: “la sceneggiatura era spazzatura, assoluta spazzatura. Aveva tutte queste strane sequenze. Una di queste riguardava i carri e come famosi gladiatori avevano accordi di sponsorizzazione per l’olio d’oliva e cose del genere, ed è tutto vero, ma non sarebbe mai andato bene per gli spettatori moderni, avrebbero detto: “Che cazzo è tutto questo?“. “Ho pensato più volte che forse la mia migliore opzione fosse semplicemente salire su un aereo e andarmene da lì”, ha aggiunto poi Crowe. “Sono state le mie continue conversazioni con Ridley a darmi fiducia“, ha concluso l’attore.

Come noto e già riportato poc’anzi, il film si è poi rivelato un grande successo, riuscendo a rimediare o nascondere alle mancanze della sceneggiatura. Dopo oltre vent’anni, si attende ora il sequel ufficiale, con il ritorno di Scott come regista, il quale seguirà Lucius Verus, interpretato da Paul Mescal, figlio ormai adulto dell’imperatrice romana Lucilla. Anche il due volte vincitore del premio Oscar Denzel Washington è stato confermato in un ruolo non rivelato, mentre sembra che Barry Keoghan interpreterà il controverso imperatore romano Geta. Ricordiamo che Crowe non sarà presente in esso, ma l’attore è attualmente al cinema con il film L’esorcista del Papa.

Fonte: ScreenRant

La casa – Il risveglio del male: la star del film rivela qual è stata la scena più disgustosa da girare

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Ora che La casa – Il risveglio del male (qui la recensione) è arrivato al cinema, la star del film Alyssa Sutherland, ha rivelato quale è stata per lei la scena più disgustosa tra quelle previste nell’ultimo capitolo dell’amato franchise horror La casa. Nel corso di un’intervista, la Sutherland ha infatti affermato che: “la cosa più disgustosa per me è stata il vomito. Ho avuto molti problemi con quella scena. Era disgustoso. Odio vomitare. A chi non fa schifo? Non credo di essere l’unica“. Quella descritta dall’attrice è certamente una scena controversa, che però per molti potrebbe non essere la più disturbante del film.

La casa – Il risveglio del male vede infatti la Sutherland nei panni di Ellie, una mamma single che si riunisce con la sua sorella Beth, interpretata da Lily Sullivan, dopo che quest’ultima scopre di essere incinta e si rivolge alla famiglia per chiedere aiuto. Quando un terremoto fa crollare le fondamenta del condominio di Los Angeles in cui vive Ellie, una nuova versione dell’iconico Necronomicon, meglio conosciuto come il Libro dei Morti, viene alla luce. Da questo si sprigiona un demone malvagio che trasforma gli umani in mostri immortali decisi a uccidere chiunque si trovi sul loro cammino.

Nel corso di questa follia horror sono molte le scene disgustose con cui lo spettatore deve confrontarsi. Naturalmente, per sua sensibilità alla cosa, per la Sutherland girare scene che includono vomito è stato particolarmente ostico. In generale, il film non è adatto ai deboli di stomaco ma sta trovando ampio successo tra i fan della saga. Come già anticipato, se La casa – Il risveglio del male dovesse ottenere buoni risultati al box office, il regista Lee Cronin ha già pronte delle idee per dei sequel con cui portare avanti il racconto.

Fonte: CBR

Aquaman e il Regno Perduto: un primo teaser poster del film è stato avvistato al CinemaCon

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Con il CinemaCon che ha ufficialmente avuto inizio a Las Vegas iniziano anche ad arrivare alcune prime novità riguardo alcuni film molto attesi. Tra queste ha attirato l’attenzione un misterioso teaser poster di Aquaman e il Regno Perduto, il film sequel di Aquaman interpretato da Jason Momoa. Come si può vedere, questo primo poster non rivela molto, anche se sembra richiamare un pezzo di concept art condiviso tempo addietro dal regista James Wan, in cui un misterioso mostro potrebbe essere visto apparentemente congelato all’interno.

Il poster potrebbe dunque più che altro contenere un indizio sul ciò che c’è da aspettarsi dal nuovo film. Certo, ci sono state voci secondo cui Aquaman e il Regno Perduto ha ricevuto pareri negativi durante le proiezioni di prova e ciò avrebbe portato allo slittamento della data d’uscita, dal 17 marzo al 21 dicembre di quest’anno. Un tempo che servirebbe dunque a correggere le imperfezioni del film. Al momento non sembrano esserci ulteriori rinvii in vista e il fatto che del materiale promozionale è stato mostrato al CinemaCon lascia ipotizzare che anche un trailer sia in dirittura d’arrivo.

Al momento, di Aquaman e il Regno Perduto sappiamo che l’attuale sinossi recita: “Quando un antico potere viene scatenato, Aquaman deve stringere una difficile alleanza con un improbabile alleato per proteggere Atlantide e il mondo dalla devastazione irreversibile”. Oltre a Momoa, nel sequel, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. Di seguito, ecco il poster visto al CinemaCon:

https://twitter.com/DiscussingFilm/status/1650339048442015744?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1650339048442015744%7Ctwgr%5E9eb0d65257535ecc40fa500c5dcd8221032aad02%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Faquaman%2Faquaman-and-the-lost-kingdom%2Faquaman-and-the-lost-kingdom-first-teaser-poster-for-dceu-sequel-spotted-at-cinemacon-a202875

Fonte: ComicBookMovie

La Sirenetta: una nuova bambola della Mattel rende omaggio ad Halle Bailey

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Mancano poche settimane all’arrivo in sala del film live-action della Disney La sirenetta e con esso arrivano anche nuovi giocattoli di accompagnamento. A riguardo, è stato finalmente reso disponibile una nuova bambola di Ariel con le fattezze dell’attrice Halle Bailey, protagonista del film. Realizzata dalla Mattel, la nuova bambola è di circa 33 centimetri dalla testa alla coda. Snodabile, questa presenta infatti una coda da sirena color ombré con scintillanti elementi glitterati. Si tratta di una bambola dunque particolarmente elaborata, che permette di potersi confrontare ulteriormente con una gradita variante di quella originale e a tutti nota.

Per quanto riguarda il film, il pubblico sta aspettando con impazienza questa versione reinventata della fiaba classica. Dato che un aggiornamento alla storia classica era atteso da tempo, l’ultimo lungometraggio di Rob Marshall mostrerà finalmente la storia di Ariel con una mentalità contemporanea, il che significa nuove canzoni, trame e temi. Ciò che è realmente in serbo per gli spettatori sarà però noto solo quando il film arriverà nei cinema, ma a giudicare dalle immagini rivelate, dai trailer e dai teaser, il tutto promette di essere altrettanto magico e surreale.

Come noto, La sirenetta è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata agli Oscar Melissa McCarthy (Copia originaleLe amiche della sposa) nel ruolo di Ursula. Il film sarà al cinema dal 26 maggio. Di seguito, ecco la bambola realizzata dalla Mattel che rende omaggio alla Bailey:

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Fonte: Collider, Mattel

Beau ha paura: Joaquin Phoenix suggerisce agli spettatori di “non assumere funghi allucinogeni”

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Arriverà nelle sale italiane dal 27 aprile il nuovo film di Ari Aster, Beau ha paura. Questo nuovo lungometraggio del regista di Hereditary e Midsommar ha già genereato forte curiosità e interesse verso quella che sembra essere una storia piuttosto folle. Le prime reazioni in arrivo dagli Stati Uniti hanno infatti confermato tale sensazione definendolo “il progetto più sfrenato del regista“. Stando alla sinossi rilasciata, il film segue il personaggio titolare, interpretato da Joaquin Phoenix, un uomo ansioso che, dopo la morte di sua madre, decide di tornare a casa, incontrando una serie di incidenti surreali e soprannaturali lungo la strada.

Proprio Phoenix ha ora scherzosamente avvisato gli spettatori di non guardare Beau ha paura se si sono ingeriti funghi allucinogeni. “Mi è stato detto da qualcuno dell’esistenza di una sfida tra amici, dove si assumono funghi allucinogeni e si va a vedere questo film“, ha detto Phoenix nel corso di un’intervista. “E volevo solo fare un annuncio di servizio pubblico e dire di non fare una cosa del genere, non prendete funghi prima di vedere questo film.” Phoenix ha poi però aggiunto: “Ma se lo fate, almeno filmatevi. Ma, seriamente, non fatelo”.

Come dimostrato dal trailer, il film sembra a tutti gli effetti essere un’esperienza visiva particolarmente affascinante, dove si mescolano tecniche di ripresa diverse tra live action e animazione. Non resta dunque che aspettare ancora qualche giorno l’arrivo in sala del film, per poter poi scoprire quanto folle di suo possa risultare, anche senza l’assunzione di funghi allucinogeni. Scritto, diretto e prodotto da Ari Aster, Beau ha paura presenta Joaquin Phoenix nel ruolo del titolo affiancato da un cast che include Nathan Lane, la candidata all’Oscar e al Golden Globe Amy Ryan, con l’attrice nominata al Golden Globe Parker Posey  e la vincitrice di Grammy Patti LuPone.

Fonte: Deadline

Book Club – Il Capitolo Successivo, il trailer ufficiale

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Book Club – Il Capitolo Successivo, il trailer ufficiale

Ecco il primo trailer ufficiale di Book Club – Il Capitolo Successivo, diretto da Bill Holderman, con Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen. Il film arriverà al cinema l’11 maggio, distribuito da Universal.

L’attesissimo sequel segue le nostre quattro migliori amiche preferite nel viaggio tra ragazze che non hanno mai compiuto, con l’intento di portare il loro club del libro in Italia. Quando le cose vanno fuori controllo e alcuni segreti vengono rivelati, la vacanza rilassante si trasforma in un’avventura attraverso il paese che capita una volta nella vita.

La casa – Il risveglio del male: il regista svela le sue idee per possibili sequel

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Con La casa – Il risveglio del male (qui la recensione) attualmente al cinema, il regista Lee Cronin ha ora condiviso alcune idee piuttosto ambiziose per degli eventuali sequel. Il nuovo film, come noto, passa dall’ambientazione nei boschi dei quattro film precedenti a un contesto cittadino, proponendo la storia di due sorelle il cui ricongiungimento viene brutalmente interrotto dalla fuoriuscita di un demone da un libro maledetto. Evento che scatena un’ondata di violenza, sangue e morte.

Quando, intervistato da SlashFilm, al regista è stato chiesto del futuro del franchise, Cronin ha dunque rivelato alcune potenziali storie, una delle quali include un prequel che vede un prete combattere contro un’ondata di massa di Deadites in stile John Wick. “Ciò che mi ha guidato è l’idea che le forze del male non possono davvero essere distrutte. Quindi quelle forze possono prevalere e continuare ad andare avanti. Questo è un possibile percorso. Ma c’è anche una seconda trama, cento anni nel passato, con un prete che combatte cento morti, in stile John Wick“, ha raccontato Cronin.

La sfida che mi era stata posta era spostare il quadrante con questo mondo, – ha continuato poi il regista – aprire il mondo in un modo diverso. Spero di aver avuto successo nel farlo. In realtà ho lasciato alcune porte aperte per tornare in quel contesto. Ma volevo mostrare ai fan che capisco questo mondo narrativo, capisco dove è stato, ma anche qui c’è il cambiamento, ecco la goccia dell’ago, ecco dove andremo. Andremo da qualche altra parte“. Cronin ha poi condiviso anche circa quattro idee più specifiche per dei sequel, la maggior parte delle quali si collega specificamente al nuovo film.

I suoi due follow-up diretti sarebbero storie che seguono Beth  e Kassie in viaggio dopo gli eventi del nuovo film, così come una che spiega le conseguenze della furia dei Deadites nel condominio stesso, con protagonista un squadra di pulizie che tenta di ripulire il sangue e i corpi e si imbatte in nuovi demoni. Le altre due idee sono invece più autonome, con una storia che esplora la storia del Libro dei Morti, rivelando l’esistenza di tre volumi del Naturom Demonto. L’ultima, invece, vedrebbe il male tornare nei boschi, ambientazione ormai iconica dei primi film. Non resta che attendere per scoprire quale di queste storie si concretizzerà sul grande schermo, portando avanti la saga di La casa.

Fonti: ScreenRant, Variety

Guardiani della Galassia Vol. 3 è il miglior film Marvel da Avengers: Endgame, secondo le prime reazioni online

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Sono finalmente arrivate le prime reazioni sui social media per Guardiani della Galassia Vol. 3, capitolo conclusivo della trilogia diretta da James Gunn in arrivo nelle sale italiane il 5 maggio. Per Gunn, questo sarà anche l’ultimo progetto del Marvel Cinematic Universe, essendo ormai entrato completamente nell’universo DC per la Warner Bros. Discovery. Mentre dunque Guardiani della Galassia Vol. 3 deve ancora uscire in molte parti del mondo, il film è stato presentato in anteprima a Parigi e coloro che hanno assistito alla proiezione hanno potuto ora dare un proprio feedback, rigorosamente privo di spoiler.

Sin dal primo film, Guardiani della Galassia è stato uno dei franchise di maggior successo per i Marvel Studios. Basato su personaggi che il pubblico mainstream non conosceva nemmeno prima del 2014, Star-Lord e il suo team sono diventati rapidamente tra i preferiti dai fan nell’MCU. Tale apprezzamento è rimasto inalterato anche con Guardiani della Galassia Vol. 2 e sembra che anche questo Vol. 3 sia destinato ad un eguale successo. Tra i pareri emersi su Twitter spiccano infatti quelli che lo definiscono “il miglior film Marvel da Avengers: Endgame“. Di seguito, ecco alcuni dei pareri più entusiasti sul film:

https://twitter.com/ian_sandwell/status/1649873206155816960?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1649873206155816960%7Ctwgr%5E7b1c5205f7986f895a8d0b88a8f607592b05571b%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fguardians-galaxy-3-first-reactions-social-media%2F

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In attesa di poter vedere il film, anche alla luce di questi pareri, ricordiamo che la sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film sarà al cinema dal 5 maggio.

Fonte: ScreenRant

“Quel capitolo è concluso”, Scarlett Johansson dà una risposta schietta al suo futuro nel MCU

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L’attrice Scarlett Johansson ha fornito una risposta decisamente schietta alle domande su di un suo possibile ritorno nel Marvel Cinematic Universe come Black Widow. La Johansson, che è stata una delle principali protagoniste dell’MCU, debuttando come Black Widow in Iron Man 2 nel 2010, ha interpretato il ruolo fino al suo film da solista, Black Widow, del 2021, che si è configurato come una storia prequel che ha introdotto la possibile sostituzione nell’MCU di Natasha Romanoff con sua sorella Yelena Belova, interpretata da Florence Pugh. Come noto, Black Widow ha sacrificato la propria vita in Avengers: Endgame, ed è lì che il suo arco narrativo si è concluso.

Parlando con la collega e co-protagonista dell’MCU Gwyneth Paltrow su The goop Podcast, la Johansson è stata ora abbastanza chiara sul fatto che il suo tempo come Black Widow sia a tutti gli effetti giunto al termine.“Ho finito. Quel capitolo è concluso. – ha dicharato l’attrice – Ho fatto tutto quello che dovevo fare. Inoltre, tornare e interpretare un personaggio ancora e ancora, nell’arco di un decennio, è un’esperienza così unica”. Sembra dunque che la Johansson sia piuttosto decisa a non tornare nei panni di tale personaggio e c’è già chi sostiene che i contrasti legali intercorsi tra l’attrice e la Disney possano aver contribuito a questa sua decisione.

Ai fan non resta dunque che voltare pagina come fatto da Scarlett Johansson, abbracciando però l’ingresso nell’MCU di Yelena Belova, che come confermato dalla scena post-credits di Black Widow è pronta ad unirsi alla squadra nota come Thunderbolts. Il film dedicato a questo gruppo, descritto come “la Suicide Squad della Marvel”, presenterà infatti la Belova interpretata da Florence Pugh affiancata da Bucky Barnes (Sebastian Stan), l’agente degli Stati Uniti (Wyatt Russell), Taskmaster (Olga Kurylenko), Red Guardian (David Harbour) e Ghost (Hannah John-Kamen). La Belova, dunque, potrebbe a tutti diventare la nuova Black Widow dell’MCU.

Fonte: ScreenRant

Wonder Woman: Ana de Armas non intende sostituire Gal Gadot nel ruolo

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Mentre su AppleTv+ è disponibile il suo nuovo film da protagonista, Ghosted, l’attrice Ana de Armas ha pubblicamente smentito alcune voci e speranze emerse negli ultimi tempi in rete. Durante la promozione del film, infatti, la de Armas ha risposto alle domande più cercate dagli utenti su Internet per l’intervista a WIRED. Una di queste domande recitava: “Ana sarà la prossima Wonder Woman?. “Beh, credo che Gal Gadot stia facendo un ottimo lavoro”, ha detto la De Armas. “Penso che dovrebbe continuare a farlo“.

L’attrice ha dunque smentito diplomaticamente quanti teorizzavano il suo assumere il ruolo di Wonder Woman, ereditandolo da Gal Gadot. Con il nuovo DC Universe sotto la guida dei co-presidenti dei DC Studios James Gunn e Peter Safran, la cui lista del capitolo 1 include la serie Max Original Paradise Lost ambientata a Themyscira, casa delle Amazzoni e il luogo di nascita di Wonder Woman, in molti si sono chiesti se ad interpretare la supereroina sarebbe stata ancora la Gadot o se si avrebbe avuto una nuova attrice. Se quest’ultima sarà la scelta di Gunn e Safran, la de Armas pare non sarà però quell’attrice.

L’attrice israeliana Gadot ha, come noto, interpretato la principessa Diana di Themyscira da Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016, riprendendo il ruolo in Wonder Woman e Justice League, Wonder Woman 1984 e, con un breve cameo, in Shazam! Furia degli Dei. Con l’attuale conferma che non ci sarà un terzo film interamente a lei dedicato, rimane tuttavia incerto il futuro di Wonder Woman, la quale però sembra essere parte dei piani di Gunn per i suoi progetti DC. Resta da vedere se sarà ancora la Gadot a ricoprire il ruolo e il sostegno a riguardo di un’attrice come la de Armas potrebbe fare la sua parte.

Fonte: CBR

Lilo & Stitch: uno dei personaggi principali avrebbe già subito un recasting

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Ancor prima che il film iniziasse il suo periodo di riprese, sono emerse controversie sul casting di uno dei personaggi principali del remake live action della Disney di Lilo & Stitch. Sebbene la Disney non abbia confermato ufficialmente il casting originale per la parte, è stato ampiamente diffuso che Kahiau Machado avrebbe assunto il ruolo dell’interesse amoroso di Nani e amico di Lilo, ovvero David. Machado sarebbe dunque dovuto apparire accanto al cast del film che include Courtney B. Vance nei panni di Cobra Bubbles, Zach Galifianakis nei panni dell’agente Wendy Pleakley, Chris Sanders nei panni della voce di Stitch, Sydney Agudong nei panni di Nani e Maia Kealoha nei panni di Lilo.

A solo una settimana di distanza dalla notizia che Machado avrebbe interpretato David, la Disney ha però ufficialmente operato un recasting per il ruolo, affidato ora a Kaipot Dudoit. Sembrerebbe che, dopo che a Machado è stato assegnato il ruolo, il processo di controllo della Disney ha scoperto dei precedenti post sui social media dell’attore, in cui ha avrebbe espresso diversi insulti razzisti. Sarebbe dunque dipesa da ciò la scelta della Disney e non dalle critiche emerse online circa la pelle molto più chiara di Machado rispetto alla sua controparte animata.

Come noto, Lilo & Stitch ha fatto la storia come il primo lungometraggio d’animazione ambientato alle Hawaii ed è stato elogiato per il suo ritratto autentico della cultura indigena. La scelta di Machado (ma anche quella della Agudong) ha invece sollevato diverse critiche proprio per via della mancata fedeltà a quella cultura. Ora che un nuovo interprete è subentrato nel film, però, resta da vedere come questo sarà accolto e come proseguiranno i preparativi per il film.

In attesa di nuovi aggiornamenti a riguardo, ricordiamo che il remake live-action di Lilo & Stitch è stato sviluppato per la prima volta nel 2018. Pubblicato originariamente nel 2002,  Lilo & Stitch è il 42esimo film d’animazione della Disney. Il film è stato ben accolto e da allora è stato uno dei film preferiti da molti, con Stitch che è diventato rapidamente un’altra mascotte iconica della Disney. Dan Lin e Jonathan Eirich di Rideback produrranno il remake, mentre Ryan Halprin di Rideback sarà il produttore esecutivo del nuovo film.

“Lilo è una ragazza hawaiana solitaria che adotta un piccolo e brutto ‘cane’, che lei chiama Stitch”, recita la sinossi del film d’animazione originale. “Stitch sarebbe l’animale domestico perfetto se non fosse in realtà un esperimento genetico che è fuggito da un pianeta alieno ed è precipitato sulla Terra. Attraverso il suo amore, la sua fede e la sua fede incrollabile nell’ohana, il concetto hawaiano di famiglia, Lilo aiuta a sbloccare il cuore di Stitch e gli dà la possibilità di prendersi cura di qualcun altro.

Fonte: ScreenRant

The Gangster, the Cop, the Devil: trama e cast del film coreano

The Gangster, the Cop, the Devil: trama e cast del film coreano

Con la consacrazione a livello mondiale del film Parasite di Bong Joon-Ho, il cinema coreano sta ora conoscendo una nuova popolarità presso spettatori fino a questo momento ignari della grandezza di tale cinematografia. Sono tante le opere provenienti dalla Corea distintesi nel corso di questi ultimi anni, e tra le più recenti vi è The Gangster, the Cop, the Devil. Opera seconda di Lee Won-tae, il film ha raggiunto popolarità internazionale per la sua commistione di generi, affermandosi come un’affascinante crime noir di grande originalità.

La storia, liberamente ispirata ad un fatto reale, ha per protagonisti un serial killer, un criminale e un poliziotto. Questi ultimi due finiranno per unire le loro forze nel tentativo di smascherare il nemico comune. Questa alleanza verrà ovviamente messa continuamente a dura prova, e da ciò prenderà vita un racconto che fa del proprio tono cupo e ricco di suspence il proprio punto di forza. Presentato al Festival di Cannes, The Gangster, the Cop, the Devil ha così facilmente attratto su di sé numerose attenzioni, divenendo un nuovo importante rappresentante del cinema coreano.

Accolto con grande favore della critica, che ha lodato il suo intreccio narrativo come anche la regia e le interpretazioni, il film si è poi dimostrato anche un grande successo al box office. Ad oggi, ha infatti guadagnato oltre 25 milioni di dollari a livello globale. Tale successo ha naturalmente attratto anche Hollywood e l’attore Sylvester Stallone, che ha annunciato l’intenzione di realizzare un remake americano di tale film. Il film di Won-tae rimane però unico anche e soprattutto per il suo forte legame con gli usi e le tradizioni del suo paese. Prima di vedere il titolo, infatti, può essere utile conoscere alcune curiosità ad esso legate.

The Gangster, the Cop, the Devil: la trama del film

Il film si apre nella città di Cheonan, dove il mafioso Jang Dong-Soo è uno degli uomini più potenti, a capo di una delle principali gang del luogo. Eppure, anche lui, nonostante il suo prestigio, non sembra essere immune agli attacchi di uno psicopatico serial killer di nome Kang Kyun-Ho. Questi organizza infatti diversi colpi per far fuori il boss, non riuscendo però a portare a termine il proprio obiettivo. Con l’ultimo tentativo, tuttavia, ci è andato particolarmente vicino, facendo finire Dong-Soo su un letto d’ospedale. Il timore di essere prima o poi ucciso convince il mafioso a stringere un’inaspettata alleanza con Jung Tae-Seok, agente di polizia giovane ma già noto per la sua spietata lotta contro il crimine.

Pur provenendo da mondi e ideologie opposti, i due uomini si trovano a dover deporre le armi da guerra per combattere un nemico comune. Il killer continua infatti a seminare il terrore per la città, e fermarlo quanto prima è l’unico modo per prevenire il peggio. L’alleanza tra Dong-Soo e Tae-Seok, però, sarà continuamente minata dalla loro diversa provenienza. I due dovranno allora prima di tutto imparare a fidarsi l’uno dell’altro, concentrandosi sul fatto di avere un comune obiettivo. Il mafioso desidera infatti vendicarsi per quanto subito, riaffermando il proprio status di boss, mentre il secondo spera di catturare il killer per poter ottenere una promozione. La caccia ha dunque inizio, ma stabilire chi sia realmente la preda è meno facile del previsto.

The Gangster, the Cop, the Devil cast

The Gangster, the Cop, the Devil: il cast del film

Ad interpretare i tre protagonisti vi sono tre interpreti coreani di grande popolarità, scelti per il loro carisma e la capacità di conferire molteplici sfumature ai loro personaggi. Nei panni del mafioso Jang Dong-Soo troviamo Mo Dong-seok, divenuto celebre a livello internazionale già per i film Il buono, il matto, il cattivo e Train to Busan. L’interprete, che sarà tra i protagonisti del prossimo film Marvel Gli Eterni, ha raccontato di essersi preparato al ruolo approfondendo le dinamiche della malavita coreana. Ha poi cercato di costruire la personalità del proprio personaggio ispirandosi anche a figure simili già portate sul grande schermo dal cinema coreano.

Il giovane Kim Sung-kyu è invece l’interprete del serial killer Kang Kyung-ho. Sung-kyu è principalmente noto come cantante del gruppo musicale Infinite, celebre per il genere noto come K-pop. Per lui si è trattato del primo grande ruolo cinematografico, dove ha potuto sfoggiare buone doti drammatiche. Grazie a questo film, infatti, egli è ora nel pieno di un’attiva carriera cinematografica e televisiva. Infine, nei panni del poliziotto Jung Tae-Suk vi è l’attore Kim Mu-yeol. Questi è diventato celebre nel proprio paese grazie a numerosi film di vario genere, tra cui The Scam e A Muse. Con The Gangster, the Cop, the Devil ha però avuto modo di ottenere grande popolarità anche al di fuori dei confini nazionali.

The Gangster, the Cop, the Devil: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Gangster, the Cop, the Devil grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 22 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Citadel: i Fratelli Russo, Richard Madden, Priyanka Chopra Jonas e Stanley Tucci presentano a Roma la serie Prime Video

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Presentato in pompa magna a Roma, Citadel è il nuovo ambiziosissimo progetto di Prime Video. No, non parliamo semplicemente di serie tv, perché quella prodotta da Anthony e Joe Russo, gli stessi del Marvel Cinematic Universe, è un unicum tentacolare che, oltre ad essere un enorme investimento per lo streamer, è anche una creatura a più teste che vede in cantiere già due spin-off, uno italiano (con Matilda De Angelis) e uno indiano, e una storia internazionale, in cui ciò che accade in una parte del mondo ha conseguenze in un’altra, proprio come se si trattasse del mondo vero, in cui tutti siamo connessi.

Citadel: di cosa parla?

Un mondo in pericolo, stretto nella morsa di una guerra tra spie che vede fronteggiarsi da una parte Manticore, una organizzazione segreta malvagia che mira ad armare le potenze mondiali per favorire i conflitti, e Citadel, un’organizzazione segreta che mette insieme le migliori spie del mondo, senza una bandiera nazionalista ma con un solo scopo: garantire la sicurezza degli abitanti della Terra.

A dare volto ai protagonisti della serie ci sono Richard Madden, Priyanka Chopra Jonas e Stanley Tucci, tutti presenti al grande evento di Roma, in compagnia dei Russo Brothers.

Per Stanley Tucci è stato davvero una gioia accettare un progetto così globale e ambizioso: “Ho amato la sceneggiatura e la complessità del mio ruolo. La profondità dei personaggi e l’enormità del progetto erano incredibili. Poi sono da sempre fan dei Fratelli Russo, degli altri attori che erano già coinvolti nel progetto, e quindi ho pensato perché non farlo?” Dopotutto la passione per le spie di Tucci è proprio un suo punto caratteristico: “Ho sempre guardato tutti i film di Bond e per me ancora adesso sono una cosa eccitante da aspettare, quando ne arriva uno nuovo al cinema. Li ho guardati tutti con i miei figli ed ero molto felice di diventare anche io una spia. Il mio personaggio, Bernard Orlick, è molto particolare, anche per il genere di spionaggio. Di solito ci sono ruoli specifici in questo tipo di storie:  c’è il leader, poi il ragazzo tecnologico, poi quello che lavora sul campo. Il mio Bernard fa tutte e tre le cose insieme e ho pensato che fosse un bel modo di innovare il cliché di genere.”

Priyanka Chopra Jonas non è nuova ai ruoli action e infatti si è detta molto a suo agio a interpretare la super spia di Citadel, Nadia Sinh: “Mi piaceva moltissimo l’idea che questa storia fosse raccontata attraverso personaggi complessi. Nadia ha una dualità rispetto alla sua personalità e in base agli eventi, che vive, si manifestano diverse parti di lei. È stato divertente scavare in questo personaggio e poi è stato bello lavorare con i Fratelli Russo e costruire questo mondo con loro. È bello lavorare con chi ammiri e condividere l’ambizione di questa serie così internazionale. Era una possibilità imperdibile far parte di una serie internazionale, da molti punti di vista. E poi il mio personaggio è splendido perché è una spia davvero in gamba in un mondo, quello dei film di spionaggio, che tradizionalmente è fatto solo da uomini.”

Protagonista maschile della storia è Richard Madden, che si è trovato a vestire anche lui i panni di una spia che vive però due realtà differenti. A causa di eventi traumatici, il suo personaggio è da una parte la spia migliore del mondo e dall’altra un uomo qualunque con una moglie e una figlia, questa dualità lo spingerà a vivere in maniera molto particolare le sue due vite: “E’ stato davvero incredibile creare qualcosa di così internazionale con Citadel. Creare un mondo con tutte le versioni possibili degli eventi era una prospettiva eccitante. E poi mi sono confrontato con una difficoltà molto stimolante, per un attore, dovevo interpretare due ruoli contemporaneamente: ero un personaggio con due lati differenti e da attore è difficile ma è eccitante, dovevo separare ogni volte due identità nella stessa persona, che reagisce al mondo in base alle sue due esperienze di vita. Si tratta di una spia molto diversa da James Bond. Se anche Bond perde, ogni tanto, è comunque un uomo tutto d’un pezzo, da benissimo chi è e come si deve comportare, mentre il mio personaggio vive questa dualità che lo rende davvero complesso da interpretare eppure straordinariamente stimolante.”

Anthony e Joe Russo, produttori di Citadel per Prime Video

A produrre Citadel per Prime Video sono stati chiamati Anthony e Joe Russo, due figure di riferimento per l’industria che hanno dichiarato quanto fosse interessante potersi occupare di un progetto di tale grandezza. “Ci muoviamo all’interno di un genere codificato – ha detto Joe – ma possiamo sovvertirne le regole e inventare. Il cosa davvero unica di Citadel è che dietro al prodotto c’è una comunità internazionale di storyteller che lavorano allo stesso progetto intorno al mondo.”

Per Anthony serviva “la storia giusta per poter utilizzare un impianto narrativo che potesse essere così capillare in tutto il mondo e avesse queste potenzialità. Per noi, il punto di maggiore innovazione è stato quello di coordinare una produzione internazionale e mettere insieme una squadra di spie che collabora per sconfiggere i cattivi.” Un po’ come se le spie fossero degli Avengers che devono salvare il mondo? “Non proprio, il mondo delle spie è fatto di persone normali che hanno delle skill particolari e che affrontano la quotidianità insieme una vita complicata. Ma ci sono delle connessioni con i supereroi. C’è un legame, ma forse più nel fatto che raccontiamo storie che hanno effetto in tutto il mondo, così come abbiamo fatto per la Marvel.”

Citadel arriverà su Prime Video a partire dal 27 aprile, mentre sono già in lavorazione due spin-off, uno indiano e un altro italiano.

Matthew McConaughey e Woody Harrelson potrebbero essere fratelli biologici, si aspetta il test del DNA

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Woody Harrelson è impegnato nel tour promozionale di White House Plumbers, una nuova limited series HBO di cui è protagonista e ha risposto inevitabilmente a delle domande scaturite da una recente dichiarazione dell’amico e collega Matthew McConaughey, secondo il quale i due potrebbero essere fratelli biologici.

Harrelson ha confermato la notizia durante un’intervista a “The Late Show With Stephen Colbert“. Matthew McConaughey aveva raccontato che durante una vacanza in Grecia con le rispettive famiglie, la madre di quest’ultimo aveva dichiarato che aveva conosciuto il papà Woody Harrelson. E quel “conosciuto” detto dopo una pausa significativa, aveva fatto insospettire i due. A quanto sembra, le tempistiche corrisponderebbero alla nascita di Matthew e a un periodo di crisi in cui i suoi genitori si erano allontanati.

Beh, dirò solo che c’è una certa veridicità in quel pensiero – ha dichiarato Woody Harrelson – perché abbiamo parlato con Ma ‘Mac, la madre legittima di Matthew, e lei ce lo ha fatto sapere una volta … Voglio dire, è pazzesco. Eravamo in Grecia a guardare la squadra statunitense vincere la Coppa del Mondo e stavamo fecendo dei discorsi molto profondi, dicendo qualcosa sui rimpianti. E ho detto: “Sai, è strano che mio padre non abbia rimpianti”. E conosco Ma’ Mac da molto tempo, e lei dice: “Conoscevo… tuo padre”. E sono state le pause che ho trovato un po’ inquietanti… o interessanti. ‘Conoscevo tuo padre.’” La versione di Harrelson coincide con il racconto che Matthew McConaughey ha fatto a Kelly Ripa qualche giorno fa in cui entrambi gli attori hanno confermato che la rivelazione di Ma’ Mac era “piena di insinuazioni“.

Come ha detto McConaughey nella sua versione della storia, “il padre [di Woody] era in licenza nello stesso momento in cui mia madre e mio padre erano al loro secondo divorzio”. Harrelson ha confermato che i due aspettano un test del DNA per chiarire questa faccenda.  I due attori sono amici di lunga data e hanno recitato insieme in EDtv e True Detective. Attualmente stanno pianificando una reunion sullo schermo con la serie comedy di Apple TV+ Brother From Another Mother, in cui reciteranno come versioni fittizie di se stessi mentre trasferiscono le loro famiglie sotto lo stesso tetto in un ranch del Texas.

“Vogliamo fare un test [del DNA], ma per lui è una questione molto più importante”, ha detto Harrelson. “Voglio dire, si sente come se stesse perdendo un padre. Ma io cerco di fargli capire che in realtà non sta perdendo un padre, ma ne sta guadagnando un secondo e anche un fratello!”.

“E’ un po ‘più facile per Woody dire: ‘Dai, facciamo [test del DNA]’, perché qual è la posta in gioco per lui?” McConaughey ha detto all’inizio del mese. “È un po’ più difficile per me perché mi sta chiedendo di correre il rischio di dire: ‘Aspetta un attimo, stai cercando di dirmi che mio padre potrebbe non essere mio padre dopo 53 anni in cui ci ho creduto?’ E’ una posta alta in gioco”.

Che la vicenda si riveli vera o falsa, risulta quantomeno propizio per la promozione che la notizia che i due siano fratelli di madre diversa, sia uscita fuori proprio alla vigilia della produzione della serie, Brother From Another Mother.

Io e mio fratello: interviste ai protagonisti

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Io e mio fratello: interviste ai protagonisti

Ecco le nostre intervista ai protagonisti di Io e Mio Fratello. Ecco cosa hanno raccontato del film il regista Luca Lucini, e i protagonisti Denise Tantucci, Cristiano Caccamo, Greta Ferro, Teresa Mannino e Claudio Colica.

Io e mio fratello, leggi la recensione

Io e mio fratello, la trama

Sofia (Denise Tantucci) è la pecora nera della famiglia. Ha 28 anni, è una sciupafemmine e ha lasciato la Calabria, sua terra d’origine, per trasferirsi a Milano, dove vive con il suo coinquilino Alessandro (Claudio Colica). Mauro (Cristiano Caccamo) è il fratello di Sofia. Affidabile e amorevole, al contrario di Sofia con la quale è sempre in guerra, non ha lasciato la Calabria e porta avanti l’azienda di famiglia. Sofia e Mauro non sono solo sorella e fratello, hanno anche un’altra cosa in comune: Michela (Greta Ferro), primo e unico amore di Sofia, che però sta per sposare proprio Mauro. Quando Sofia si rende conto che sta per perdere la donna della sua vita, decide di tornare a casa, in Calabria. Ma il ritorno di Sofia romperà ogni equilibrio e in un susseguirsi di situazioni tragicomiche, i due fratelli saranno costretti a guardarsi davvero in faccia e a scegliere chi voler essere da grandi… Tra amori passati e ritrovati, storie di amicizia, famiglia e fratellanza, Luca Lucini torna sul set con una commedia romantica e ricca di intrighi.

La famiglia dei diamanti, recensione della serie thriller su Netflix

Dal 21 aprile, sarà disponibile su Netflix la serie tv di produzione fiamminga La famiglia dei diamanti, realizzata dai creatori della serie campione d’incassi FAUDA, Rotem Shamir e Yuval Yefet. Muovendosi nel territorio del thriller poliziesco, la serie analizza come un’influente famiglia di trafficanti di diamanti con sede ad Anversa tenterà di scampare una clamorosa rovina, sfruttando tattiche illegali e forza bruta. Nel cast del progetto, Casper Knopf nel ruolo di Tommy McCabe, Kevin Janssens nel ruolo di Noah Wolfson, il protagonista della serie, Marie Vinck nel ruolo di Gia Wolfson, Robbie Cleiren nel ruolo di Eli Wolfson, Janne Desmet nel ruolo di Rivki Wolfson, Yona Elian nel ruolo di Sarah Wolfson, Ini Massez nel ruolo di Adina Glazer e Els Dotterman nel ruolo di Jo Smets.

La famiglia dei diamanti, la trama della serie

Questa nuova serie tv sarà una gioia per gli occhi dei fan delle serie crime-thriller, in cerca di qualcosa di inedito da visionare sulla piattaforma. La trama de La famiglia dei diamanti ruota attorno a una famiglia ebrea ultraortodossa, i Wolfson, e al loro impero commerciale: la famiglia ha infatti l’azienda di diamanti più longeva di Anversa e nel corso degli anni ha acquisito un notevole potere nella zona. Tuttavia, c’è una minaccia che incombe per i Wolfson: a causa di alcune decisioni sbagliate prese dall’erede dell’impero commerciale Eli, vedono infatti crollare la propria posizione di rilievo e prestigio.

Il primo episodio della serie si concentra sul ritorno di Noah Wolfson, il figlio ribelle ed ormai estraneo alla superpotenza aziendale, ad Anversa. Si tratta di un ritorno forzato, ma che smuove l’intera trama della serie: il figlio minore dei Wolfson, Eli, si è suicidato per motivi apparentemente sconosciuti ed è ritenuto responsabile di aver fatto precipitare l’impero della famiglia in un debito enorme. Noah dovrà dunque disperatamente cercare di salvare l’attività dei Wolfsons e proteggere l’eredità e l’onore della famiglia.

Scopriamo come a Eli piacesse scommettere in affari loschi e le sue decisioni sbagliate hanno quasi distrutto l’impero faticosamente costruito dalla famiglia. A questo punto, alla presunta azione salvifica di Noah, che dovrebbe risollevare le sorti dell’azienda, si lega il desiderio del protagonista di scoprire il motivo della morte del fratello, indagando su come l’azienda sia arrivata a questo punto di non ritorno.

La famiglia dei diamanti (Netflix)

Il significato del nucleo familiare

Proprio sviscerando le dinamiche familiari dei Wolfson, La famiglia dei diamanti catturerà maggiormente l’attenzione degli spettatori, trascinandoli lungo un sentiero narrativo in cui retaggio culturale e religioso, credenze e obblighi si intersecano. Le numerose restrizioni che vigono in queste famiglie e la “fame di libertà” che ne deriva hanno mosso le azioni dei fratelli. Noah cerca disperatamente di salvare l’eredità e l’onore della sua famiglia, ma rimane anch’egli invischiato nel mondo del crimine proprio per il suo desiderio inconscio di evadere, non sottomettersi nuovamente ai dettami intransigenti che lo hanno fatto scappare già una volta.

Alla connotazione così specifica della serie Netflix, che sceglie come punto di partenza il microcosmo di una comunità ebraica isolata, si aggancia tuttavia una sorta di universalità, di tematiche e rapporti mostratici, che ricalca in toto gli archetipi del genere crime, cercando volontariamente di non sfuggire agli aspetti più commerciali, e per questo appetibili, di progetti simili. In questo senso, non siamo di fronte a una produzione che si distingue in maniera significativa dalle tante altre presenti sulla piattaforma, ma che sfrutta gli archetipi di storie già scritte e lette, sempreverdi dal punto di vista dell’appeal che hanno sul pubblico.

Il thriller è nel dramma

I valori e le restrizioni religiose e le usanze della comunità dettano ogni azione e svolta ricca di suspense della serie. Il rapporto di Noah con la sua famiglia estranea, il ruolo delle donne negli affari, il calendario delle festività e il modo in cui l’intera famiglia tratta Tommy sono esplicitamente modellati dal contesto ebraico della serie e contribuiscono a rendere le dinamiche familiari e gli intrighi della comunità ancora più entusiasmanti, per una visione senza troppe pretese.

Nel complesso, la serie estende in maniera ottimale le dinamiche del thriller alla sfera familiare, accelerando il ritmo in base alle conseguenze che il continuo mantenimento di segreti e rancori porta con se. La trama centrale dell’industria dei diamanti dà ai personaggi motivazioni specifiche, ma non scorre in maniera particolarmente fluida: alcuni episodi si trascinano e denotano un grado di azione decisamente minore rispetto alle storyline più vincenti. Tutto sommato, La famiglia dei diamanti potrebbe coinvolgere gli spettatori soprattutto grazie al suo convincente impianto da dramma familiare e la specificità di raccontare questa storia con al centro una famiglia ebrea chassidica.

The Night Agent: le domande senza risposta della prima stagione

The Night Agent: le domande senza risposta della prima stagione

La serie tv di genere thriller spionistico di Netflix The Night Agent ha fatto un buon lavoro nel risolvere la maggior parte delle questioni lasciate in sospeso, ma ci sono ancora alcune domande che i fan si pongono mentre ci si sta preparando per la seconda stagione, tra cui: che fine farà la relazione emergente tra Peter Sutherland (Gabriel Basso) e Rose Larkin (Luciane Buchanan) ora che Peter è stato nominato Night Agent dal Presidente Travers (Kari Matchett)?

Quale sarà il nuovo ruolo dell’agente dei servizi segreti Chelsea Arrington (Fola Evans-Akingbola) come parte della scorta del Presidente? Collider ha quindi pensato di rispondere a queste domande mentre The Night Agent continua la sua corsa di successo mantenendosi nella top 10 degli show televisivi sul servizio di streaming.

Che ne sarà della relazione tra Peter e Rose?

Rose e Peter the night agentC’è voluto un po’ di tempo, ma dal momento in cui Rose ha chiamato il numero di The Night Action e Peter Sutherland ha risposto al telefono, si è capito che tra loro c’è chimica. Quando Peter accetta di aiutarla a scoprire cosa è successo alla zia e allo zio assassinati e diventa la sua guardia del corpo, il loro rapporto continua a progredire e imparano a fidarsi completamente l’uno dell’altro. Verso gli ultimi episodi, è diventato molto evidente che i due erano pronti a portare la loro relazione al livello successivo e, alla fine della stagione, sono diventati ufficialmente una coppia. Tuttavia, proprio quando Peter viene promosso Night Agent, i due sono costretti a separarsi.

In ogni caso, abbiamo la netta sensazione che Peter e Rose si riuniranno in qualche modo già nella Stagione 2. Peter sarà tornato dalla sua missione top secret come Night Agent e tornerà da Rose negli Stati Uniti o Rose lo raggiungerà ovunque il suo lavoro lo porti: funzionano troppo bene sia come coppia che come squadra nel lavoro. The Night Agent ha fatto un ottimo lavoro nel trovare due attori con una chimica perfetta e scrivere due personaggi impeccabili. Negli ultimi mesi si è assistito a una serie di thriller di spionaggio targati Netflix, come Treason e The Recruit, che non hanno sviluppato la chimica tra i loro protagonisti con lo stesso aplomb.

Qual è il primo incarico di Peter come Night Agent?

peter the night agentL’ultima scena della prima stagione vede Peter salire a bordo di un piccolo jet privato, aprire un computer portatile e ricevere istruzioni su dove e cosa farà durante il suo primo incarico come Night Agent ufficiale che lavora per il programma Night Action. Il cliffhanger ci lascia quindi a chiederci dove potrebbe finire all’inizio della seconda stagione. Dopo essersi lasciato alle spalle Rose e aver ripulito il suo nome, sta infatti iniziando un nuovo capitolo della sua carriera. Si spera che gli showrunner facciano di questo la genesi della trama della prossima stagione e che Rose si unisca a lui in qualche modo, oppure che torni a casa indenne e con un po’ di esperienza alle spalle da poter sfruttare per qualsiasi crisi nazionale si verifichi in seguito.

Come cambierà il ruolo di Chelsea in POTUS Detail?

chelsea the night agentChelsea Arrington prende molto sul serio il suo lavoro di agente dei servizi segreti. È giusto che sia così, perché il suo compito di proteggere beni preziosi che potrebbero essere usati come leva contro gli Stati Uniti è estremamente importante. Le ci è voluto un po’ di tempo per avvicinarsi all’agente Erik Monks (D.B. Woodside), che riteneva un anello debole e troppo vecchio stile dopo essere tornato da un periodo di disintossicazione. Sebbene fosse in posizione defilata quando le è stato assegnato il compito di proteggere Maddie Redfield, la figlia del vicepresidente, nella seconda stagione si assumerà una responsabilità molto più grande, visto che anche lei ha ottenuto una promozione. Inoltre, farà parte del più grande piano dei Servizi Segreti: lavorare per garantire la sicurezza del Presidente Travers.

Come abbiamo visto nella prima stagione, i servizi segreti del Presidente hanno fatto cilecca e, se non fosse stato per la tenace determinazione di Peter, il Presidente Travers sarebbe stato ucciso perché dei furfanti avevano piazzato una bomba a bordo del Marine One, pronta a esplodere non appena le ruote si fossero alzate. Speriamo di vederla portare la sua professionalità e la sua esperienza nella sorveglianza presidenziale e che non si verifichino più simili incidenti. Da non sottovalutare anche la possibilità che i creatori dello show riportino il personaggio di Maddie nella prossima stagione e continuino a sviluppare l’affiatato legame che si era creato tra i due mentre Arrington era sotto scorta.

Cosa succederà a Diane Farr?

A capo dello staff del presidente vi è Diane Farr, uno dei personaggi e degli aspetti migliori della serie, interpretato da Hong Chau. Per tutta la prima stagione è stato difficile capire quali fossero i suoi interessi, chi stesse veramente sostenendo e chi stesse cercando di abbattere. A volte, sembrava che fosse completamente d’accordo con Rose e Peter nello smascherare gli assassini della zia e dello zio di Rose, per poi cambiare idea e tradirli per coprire il coinvolgimento suo e del Vicepresidente nell’attentato alla metropolitana descritto nella sequenza di apertura della serie. È bravissima a convincere lo spettatore della sua lealtà, per poi fare un rapido dietrofront e lasciarci a bocca asciutta. Alla fine, però, il suo gioco è terminato e la sua fortuna si è esaurita a Camp David, quando viene finalmente smascherata per i suoi doppi affari che conduce e per il tentativo di incastrare Peter. Ci piacerebbe molto vederla confrontarsi con questa caduta e tornare in qualche modo nella seconda stagione, o magari alle prese con il carcere. Senza alcun dubbio, il suo personaggio è uno dei più avvincenti e ben recitati dello show.

E il Vicepresidente Redfield?

Abbiamo lasciato il personaggio più spregevole per ultimo: il violento e traditore Vicepresidente Redfield. Il pubblico di The Night Agent si augura che gli venga inflitta la pena di morte per aver partecipato a diversi tentativi di assassinio e per essere stato un pessimo genitore per Maddie, che ha incolpato della morte della sorella da bambina. Sì, ha cercato di scusarsi per i maltrattamenti subiti dalla figlia alla fine della stagione, ma il danno era già stato fatto. Dai fan della serie è stato definito “uno dei personaggi più stronzi, deplorevoli ed egocentrici che abbiamo visto in TV negli ultimi tempi”: una descrizione piuttosto eloquente.

Run All Night: trama e cast del film con Liam Neeson

Run All Night: trama e cast del film con Liam Neeson

L’attore Liam Neeson è oggi conosciuto in particolare per i suoi tanti thriller d’azione, dove fornisce sempre prove d’attore di grande livello. Tra i più recenti si trova Run All Night, diretto dal regista spagnolo Jaume Collet-Serra, con cui Neeson aveva già collaborato per Unknown – Senza identità e Non-Stop. Anche in questo caso si tratta di un film particolarmente dinamico, come suggerisce il titolo stesso, andando a raccontare della corsa contro il tempo di un sicario e del suo tentativo di sfuggire alla morte promessa da un pericoloso boss mafioso.

La storia originale è scritta da Brad Ingelsby ed è prodotta dalla Warner Bros., dichiaratasi particolarmente entusiasta dell’intrattenimento fornito dalla storia. Run All Night, il cui sottotitolo italiano è Una notte per sopravvivere, si basa infatti sulla scarsità di tempo a disposizione del protagonista per dar vita ad un crescendo emotivo di grande impatto. Arricchito da un grande cast, il film si è da subito imposto come uno dei film del suo genere di maggior attrattiva del suo anno, il 2015. Pur se accolto da un parere critico diviso a metà tra il positivo e il negativo, il film si è poi confermato come un discreto successo al box office.

A fronte di un budget di circa 50 milioni di dollari, Run All Night è infatti riuscito ad incassarne più di 70 a livello globale. A favorire tale risultato è certamente la presenza di Neeson, divenuto una vera e propria garanzia per i film di questo tipo. Prima di lanciarsi nella visione di questo, però, è certamente utile conoscere alcune curiosità ad esso legate. Proseguendo nella lettura si potranno infatti scoprire ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast e alle piattaforme dove è possibile ritrovare il film in streaming. Con un approfondimento di questo tipo, si potrà essere pronti ad una visione come si vede del film in questione.

Run All Night: la trama del film

La vicenda del film si apre nella città di Brooklyn, dove Jimmy Conlon è un ex cecchino noto con il nome di Il Becchino. Ormai avanti con gli anni, l’uomo sembra però essersi ritirato a vita privata, circondato dai sensi di colpa e dall’alcol. Egli è infatti costretto ad affrontare da solo il brutto rapporto che ha sempre avuto con il figlio Mike, il quale si è allontanato da lui per poter vivere in pace con la propria famiglia. Nel momento in cui Mike finisce con il cacciarsi in grossi guai, però, per Jimmy sembra presentarsi l’occasione di riallacciare i rapporti con lui aiutandolo ad uscire dalla sua brutta situazione. Ciò che Jimmy non sa ancora, però, è che alle calcagna del figlio c’è Shawn Maguire, il suo vecchio boss e partner nel mondo criminale.

Per il cecchino arriva dunque il momento di scegliere da che parte stare, se aiutare suo figlio o colui che lo ha cresciuto e introdotto nel mondo a cui appartiene. Se la scelta sembra per Jimmy abbastanza ovvia, altrettanto lo sono le conseguenze. L’uomo e suo figlio si trovano così a vivere una notte di fuga, nel tentativo di rimanere in vita e risolvere i loro guai. A complicare la loro situazione, però, ci si mette di mezzo anche l’astuto e inarrestabile detective John Harding. Questi ha dalla sua numerosi conti in sospeso con Jimmy, e non vede l’ora di poterlo acchiappare e consegnare alla giustizia. Basterà una sola notte a cambiare la vita di questi personaggi, i quali con il sorgere del sole non saranno più gli stessi di prima.

Run All Night cast

Run All Night: il cast del film

Come anticipato, nel ruolo del protagonista Jimmy Conlon vi è l’attore Liam Neeson. Avendo già recitato in ruoli e film simili, l’interprete non ha avuto alcun problema a rendere particolarmente credibile il suo personaggio. Per poter eseguire le complesse scene previste, però, Neeson ha dovuto sottoporsi a diverse settimane di allenamento fisico. Così facendo ha potuto raggiungere la forma ideale richiesta per non dover essere sostituito eccessivamente da controfigure. Nel ruolo di suo figlio Mike Conlon si trova invece l’attore Joel Kinnaman, divenuto celebre l’anno prima grazie al film RoboCop. Anche lui, come Neeson, si è cimentato in diverse acrobazie e scene complesse, dando ulteriormente prova delle sue buone qualità per tale genere.

Ad interpretare il pericoloso boss criminale Shawn Maguire vi è invece il candidato all’Oscar Ed Harris. L’attore, che già in passato aveva interpreto personaggi spietati, ha qui fornito una nuova convincente interpretazione. Per risultare ulteriormente realistico, inoltre, Harris si dedicò ad approfondire il codice d’onore dei criminali irlandesi, tentando di riproporlo fedelmente nella sua costruzione del personaggio. L’attore Boyd Holbrook, che aveva già avuto modo di collaborare con Neeson in La preda perfetta, interpreta qui il figlio di Maguire, Danny. Nei panni del detective Harding, invece, si ritrova l’attore Vincent D’Onofrio, celebre per il personaggio di Palla di Lardo nel film Full Metal Jacket. Nel film si ritrova anche un breve cameo di Nick Nolte nei panni di Eddie Conlon, fratello di Jimmy. L’attore aveva inizialmente un ruolo più ampio nel film, ma con il montaggio molte delle sue scene sono state tagliate.

Run All Night: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Run All Night è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 21 aprile alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

La casa: tutti i film della saga e l’ordine di visione

La casa: tutti i film della saga e l’ordine di visione

La maggior parte dei franchise horror, indipendentemente da quanto possano essere popolari, vantano sempre almeno un passo falso. Anche grandi successi come Venerdì 13, Nightmare  e Halloween hanno uno o più film che non eguagliano gli originali e il loro successo. Lo stesso non si può dire per la serie Evil Dead, in Italia nota come La casa. Nessuno dei capitoli di essa è davvero considerabile “brutto”. Andando con ordine, ciò che il regista visionario Sam Raimi ha realizzato con il film originale del 1981 è a dir poco straordinario. Lavorando con un budget di meno di mezzo milione di dollari e in condizioni di lavoro tutt’altro che desiderabili, ha realizzato La casa.

È questo un film cha sfidato tutte le probabilità ed è diventato un classico di culto istantaneo, guadagnandosi persino una brillante recensione dall’acclamato romanziere horror Stephen King. Quel film si è poi rapidamente evoluto in un nome familiare tra tutti gli appassionati di horror, diventando nel tempo un franchise affermato con due sequel, un remake, una serie televisiva e un reboot. L’arrivo di La casa – Il risveglio del male (qui la recensione) ha ora permesso anche a nuove generazioni di spettatori di scoprire questa imprescindibile saga horror. Nell’andare alla sua scoperta, ecco di seguito tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

La casa: l’ordine di visione della saga

Rispetto ad altre saghe, in cui l’ordine di uscita in sala non sempre corrisponde a quello cronologico del racconto, per La casa le due cose coincidono quasi del tutto. I primi tre film sono dunque da vedere nell’ordine in cui sono usciti e a seguire c’è la serie televisiva Ash vs. Evil Dead, uscita però dopo il remake La casa, del 2013. Quest’ultimo, in quanto remake, rappresenta un caso a parte, senza dunque una precisa collocazione temporale rispetto alle restanti opere della saga. Il nuovo film, La casa – Il risveglio del male, è invece concepito come un reboot ma presenta anche elementi da sequel, collocandosi dunque dopo la trilogia e la serie. Ecco dunque, per riepilogare, l’elenco per ordine di uscita e ordine cronologico:

Ordine di uscita

  1. La casa (1981)
  2. La casa II (1987)
  3. L’armata delle tenebre (1992)
  4. La casa (2013)
  5. Ash vs. Evil Dead (2015-2018)
  6. La casa – Il risveglio del male (2023)

Ordine cronologico

  1. La casa (1981)
  2. La casa II (1987)
  3. L’armata delle tenebre (1992)
  4. Ash vs. Evil Dead (2015-2018)
  5. La casa – Il risveglio del male (2023)
  6. La casa (2013)

La casa: i film e la serie che compongono la saga

La casa (1981)

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In La casa si offrono spaventi costanti ed effetti speciali impressionanti, nonostante il suo budget incredibilmente minimo. Protagonista è Ashley Williams (Bruce Campbell). Ash, insieme alla sua fidanzata Linda (Betsy Baker), alla sorella Cheryl (Ellen Sandweiss), al migliore amico Scott (Richard DeManicor) e alla fidanzata di Scott, Shelly (Theresa Tilly), sono tutti diretti a una piccola vacanza in una baita abbandonata nel boschi. Una volta arrivati, non ci vuole molto per scoprire il Necronomicon, un libro rilegato in pelle umana e scritto con sangue umano. Una volta recitato il testo, il gruppo rilascia inconsapevolmente il demone Kandarian, che isola lentamente i cinque adolescenti e li trasforma in orribili demoni simili a zombi noti come Deadites. Il gruppo dovrà lottare per poter sopravvivere alla notte.

La casa 2 (1987)

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Sebbene l’importanza di La casa non possa essere sottovalutata, il suo sequel, La casa 2 è spesso indicato come il preferito dei fan. Il film riprende esattamente da dove si era interrotto l’originale, con Ash, unico sopravvissuto, ancora impegnato a respingere il demone Kandarian. Forse uno dei motivi principali per cui La casa 2 è uno dei preferiti dai fan è il modo in cui mantiene gli elementi horror dell’originale, includendo però anche momenti di sottile farsa e umorismo dark. Ad esempio, un secondo Ash sta ridendo scherzosamente insieme ai mobili senzienti in tutta la cabina e poi usa una motosega per tagliarsi la mano infetta. Molti attribuiscono anche al film il merito di aver trasformato Ash nell’icona dell’orrore che è oggi.

L’armata delle tenebre (1992)

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Dopo un film horror al 100% e un sequel che bilancia horror e umorismo, con L’armata delle tenebre Raimi abbandonò quasi completamente gli elementi horror e andò invece nella direzione di una commedia d’azione in piena regola. Coloro che vogliono una sana porzione di spaventi non li troveranno qui, ma il film è ancora un’opera fantastica e alla moda, per non parlare del suo essere estremamente divertente da guardare. In essa si ritrova Ash trascinato in un portale che lo riporta indietro nel tempo al Medioevo. Armato della sua mano con la motosega, del suo potente fucile “boomstick” e del know-how dell’era moderna, Ash completa la sua evoluzione da impiegato S-Mart in un eroe uccisore di Deadite.

Ash vs Evil Dead (2015-2018)

 

Nel 2015 è stata realizzata la prima e ad ora unica serie della saga. In essa, composta da 3 stagioni e 30 episodi, Ash è un uomo ormai invecchiato. Nonostante abbia salvato un’intera civiltà in L’armata delle tenebre egli sta ancora vivendo i suoi giorni come un umile dipendente di S-Mart. Ciò cambia quando Ash decide di sballarsi con un’amica finendo con il leggere le maledizioni dal Necronomicon che rilasciano di nuovo il demone Kandarian sulla Terra. Ora tocca ad Ash, a due dei suoi colleghi di S-Mart Pablo (Ray Santiago) e Kelly (Dana DeLorenzo) e alla misteriosa cacciatrice di Deadite Ruby (Lucy Lawless) impedire a queste forze demoniache di causare l’apocalisse.

La casa – Il risveglio del male (2023)

La Casa - Il Risveglio del Male

Diretto da Lee Cronin, La casa – Il risveglio del male segna la prima volta che una nuova storia di La casa entra nei cinema ad un decennio dal precedente film, e sebbene questa volta Ash Williams non sia coinvolto nella trama, è stato confermato che il sequel ha luogo nella continuità della trilogia originale e di Ash vs Evil Dead, figurando però allo stesso tempo come reboot, da cui dovrebbero dunque partire nuovi racconti. Questa nuova avventura incentrata sull’orrore porta infatti il franchise fuori dal bosco, spostandosi ora in una città popolata, dove l’ex madre di famiglia Ellie (Alyssa Sutherland) viene trasformata in un Deadite da un nuovo Necronomicon. Ora tocca alla sorella di Ellie, Beth (Lily Sullivan), fermare la sorella posseduta e salvare i nipoti innocenti e spaventati.

La casa (2013)

La-casa-2013

 

Qui è dove le cose si fanno davvero complicate. Il regista Fede Alvarez vede il suo La casa non come un remake bensì come un sequel, il che sarebbe confermato dal cameo nei titoli di coda di Bruce Campbell e altri membri dei film originali. È dunque possibile che il film possa essere considerato parte della serie originale, ma ufficialmente questo è ancora considerato un remake disconnesso dagli altri film. Questo non vuol dire che non valga la pena di essere visto, in quanto è un rifacimento piuttosto sensazionale, con un’enfasi sugli effetti pratici che lo rende un degno membro del franchise. Qui, la tossicodipendente Mia (Jane Levy) viene portata in una capanna dai suoi amici per aiutare a sconfiggere la sua dipendenza, ma tutto va in tilt quando trovano il famigerato Libro dei Morti e scatenano nuove forze del male.

Inseparabili – Dead Ringers, la recensione della serie con Rachel Weisz

Il rifacimento di un’opera già esistente dovrebbe, idealmente, rendere evidenti da subito i motivi che giustifichino l’urgenza della sua realizzazione. Nel migliore dei casi, un remake dovrebbe ad esempio aggiornare le tematiche del suo predecessore ai tempi correnti, trovando così il proprio posto nell’attuale panorama culturale. Se è vero che purtroppo ciò non sempre avviene, Inseparabili – Dead Ringers, la nuova mini-serie di Prime Video, è invece un caso di rifacimento che aggiorna i discorsi proposti dal film omonimo del 1988, proponendoli anche da un punto di vista differente nonché, probabilmente, più idoneo.

L’originale di cui si parla è Inseparabili, firmato da David Cronenberg e con Jeremy Irons nel doppio ruolo dei due gemelli protagonisti. Un film che rifletteva, come spesso avviene nella filmografia del regista canadese, sulla mutazione del corpo e sulle sue possibili derive. Ma la serie, con protagonista ora l’attrice premio Oscar Rachel Weisz, può essere vista non solo come un remake del film, ma anche come un nuovo adattamento del romanzo da cui anche il film è tratto, ovvero Twins, di Bari Wood e Jack Geasland, a sua volta ispirato alla vite e alla morte dei rispettabili gemelli Marcus, entrambi ginecologi, ritrovati morti in circostanze misteriose.

L’importanza di sottolineare lo sguardo che Inseparabili – Dead Ringers rivolge tanto al film quanto al romanzo si spiega nel momento in cui la serie si dimostra essere, come suggerito in apertura, non una mera riproposizione di quei racconti, ma una raccolta della loro eredità più importante da aggiornare poi alla contemporanea sensibilità nei confronti del corpo della donna, del processo di gravidanza e della mutazione genetica. I sei episodi di cui Alice Birch è showrunner, portano dunque avanti questo racconto, che tra elementi thriller, splatter e tanto erotismo non si rivela esente da imperfezioni ma riesce ad avere forse anche per questo un proprio fascino.

Inseparabili – Dead Ringers, la trama della serie

Protagoniste della serie sono Elliot e Beverly Mantle (entrambe interpretate da Rachel Weisz), gemelle che condividono tutto: droghe, amanti e il desiderio di fare ogni cosa, incluso spingersi oltre i limiti dell’etica medica, pur di sfidare pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza sanitaria delle donne. I loro obiettivi si rivelano però più difficili del previsto da raggiungere, ostacolati tanto da dinamiche esterne quanto interne. Il rapporto tra le due gemelle può infatti essere definito tanto stretto da diventare ossessivo e possessivo e nel momento in cui Beverly intraprende una relazione con l’attrice Genevieve (Britne Oldford), questo inizierà rovinosamente a sgretolarsi, mettendo a rischio ogni cosa.

Inseparabili-Rachel-Weisz

Dalla parte delle donne

Alla luce di quanto fin riportato, la prima cosa da notare è come la decisione di fare di Elliot e Beverly due gemelle invece che due gemelli risulti particolarmente funzionale nonché coerente con gli intenti del racconto. Per raccontare le esigenze delle donne in maternità come anche la volontà di offrire loro un’assistenza sanitaria priva di pregiudizi, era necessario uno sguardo femminile, che grazie alla presenza di una showrunner donna e di una doppia protagonista donna emerge in modo chiaro e netto. Non che questo renda Inseparabili – Dead Ringers meglio del film di Cronenberg, ci mancherebbe. Semplicemente, le due opere hanno intenti e obiettivi differenti, e la serie cerca le modalità più consone per portare a compimento i propri.

Una ricerca che non sempre si compie ma che anzi in più di un’occasione sembra accontentarsi di risposte poco esaustive. Questo può essere dipeso anche dalle molte dinamiche in gioco, che spostano l’attenzione ora sulla ricerca delle due gemelle ora sulla morbosità del loro rapporto. Alla fine, pur se queste due linee narrative sono teoricamente interconnesse tra loro, è la seconda indicata a prevalere, il che porta la serie a risultare piuttosto sbilanciata. Non aiuta poi il fatto che si alternino episodi più dinamici ad altri più statici, i quali pur se importanti narrativamente possono risultare più difficili da digerire.

Il conflitto tra apparenza e sostanza

Quello che in fin dei conti caratterizza la serie non è altro che il classico conflitto tra apparenza e sostanza. Inseparabili – Dead Ringers ambisce ad affrontare questioni importanti, come l’autonomia del corpo, i diritti riproduttivi, la salute materna fisica e psicologica, la dipendenza psicologica, l’influenza della maternità sull’identità. Non tutto ciò trova lo spazio adeguato a potersi esprimere al meglio, contribuendo nel generare i problemi poc’anzi accennati. In questo caos, si fa dunque maggiormente notare l’estetica della serie, composta di geometrie che vorrebbero suggerire un controllo che invece alle due protagoniste sfugge, una predominanza del colore rosso (amore, certo, ma anche sangue e violenza) e virtuosismi nei movimenti di macchina che rendono il tutto più ammaliante.

Naturalmente non può bastare questo a rendere interessante una serie, ed ecco perché fortunatamente si può contare sulla presenza di un’attrice straordinaria come la Weisz, capace di caratterizzare distintamente le due gemelle e costruendo sulla propria interpretazione il maggior valore della serie. È l’evoluzione che mette in scena delle due gemelle a rapire le attenzioni, riuscendo perfino a farle diventare incarnazioni di quelle tematiche e di quelle mutazioni che la serie vorrebbe affrontare. Molto di quanto bisognava dire, viene così implicitamente detto attraverso di loro e allora sì che, vista così, la serie acquisisce un senso che altrimenti stenta ad esprimere.

Io e mio fratello, la recensione del film di Luca Lucini

Io e mio fratello, la recensione del film di Luca Lucini

Il suo viaggio continua, con il Milano-Roma al quale sta già lavorando e che promette di riportarlo nella Capitale, dove nel 2004 iniziò tutto con Tre metri sopra il cielo, ma l’ultima tappa del percorso di Luca Lucini è quella del più recente Io e mio fratello, dal 21 aprile su Prime Video. Un ritorno a casa particolare che ci porta da Milano ad Altomonte, in Calabria, in compagnia del ben assortito cast di una commedia romantica scritta con Marta e Ilaria Storti e nella quale si mescolano tradizione e contemporaneità, individualismo e comunità, famiglia e amori di vario genere.

Io, lei e mio fratello

Tutto nasce dall’urgenza di Sofia (Denise Tantucci) di tornare a casa, al Sud. Pecora nera di una famiglia di viticoltori della provincia di Cosenza, si è trasferita da qualche anno a Milano, dove vive con il suo coinquilino Alessandro (Claudio Colica) e continua a passare da una conquista all’altra. Sempre con il rimpianto del suo grande amore, l’amica Michela (Greta Ferro) che ora sta per sposarsi con Mauro (Cristiano Caccamo), suo fratello.

Affidabile e “predestinato”, dopo la morte del padre (Marco Leonardi) è stato lui a portare avanti l’azienda di famiglia insieme all’esperto Bernardo (Nino Frassica) e a rimanere al fianco della madre (Lunetta Savino). Che ora si trova al centro dell’organizzazione di un matrimonio che Sofia cerca di boicottare, tentando di far innamorare di nuovo di sé la radiosa Michela. Una missione che scatenerà una serie di reazioni a catena che coinvolgeranno tutti, anche l’irrequieta e originale zia Tecla (Teresa Mannino), arrivata per l’occasione.

Una questione di famiglia

Nomi interessanti e di sicura presa sul grande pubblico, come si vede, danno vita a un intreccio piuttosto elementare, arricchito da ricami capaci di suggerire spunti e possibilità senza confondere o distogliere l’attenzione dalla trama principale. Quella che inizia come la storia della giovane scavezzacollo farfallona e irrisolta, promettendo gag da emigrata sullo sfondo della citylife meneghina, diventa quindi occasione per offrire alla regione Calabria una vetrina alla quale non tutti sono abituati, talmente abituati – come sottolineato dallo stesso regista – a vederla solo come terra di malaffare e ‘ndrangheta. Ma soprattutto per raccontare una contemporaneità che va oltre le app e i luoghi comuni (che pure non mancano), e nella quale trovano uno spazio importante le tradizioni e la comunità.

E l’amore, ovviamente. Etero, omo e familiare, tanto per citare i più evidenti sin dalla sinossi, nella quale non era possibile – né opportuno – dettagliare di più, lasciando alla scoperta in streaming dei contrasti e le piccole grandi sorprese messe in scena da Lucini. Del quale attendiamo il Le mie ragazze di carta (con Maya Sansa, Giuseppe Zeno e di nuovo Cristiano Caccamo) visto al Bif&st da lui definito “la prima storia che sento veramente mia” e nel quale si racconta il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza di tre adolescenti e quello dal mondo della campagna al mondo della città.

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L’individualismo non basta, il futuro è comune

Come anche in questo Io e mio fratello, dove la scelta su cosa voler essere o fare ‘da grandi’ torna, come sappiamo tutti, e continua a tornare, anche a distanza di anni. Perché le occasioni arrivano quando arrivano, a volte, le scelte portano rimpianti e dubbi, e altre scelte. Merito del regista aver evitato di lasciar troppo spazio alle scelte meno ‘etiche’, alla confusione, le bugie e i segreti, trovandone invece per un esempio di amore ‘maturo’ che regala forse il momento più commovente del film (insieme alla nostalgia legata alla figura paterna).

Che rimodula lo stereotipo della sceneggiata meridionale – che a tratti fa capolino, evidentemente impossibile da non citare – in un finale se non originalissimo e di rottura, un po’ diverso da quel che avrebbe potuto essere e che spezza una lancia in favore della libertà, nelle sue varie declinazioni vero fil rouge di tutta la storia. Ma soprattutto rilancia il fallimento dell’individualismo dilagante, vero ‘morto che cammina’ del nostro vivere quotidiano, che – per quanto in molti ci si ostini a far finta di non vederlo o ammetterlo – non ha altra speranza che nell’essere comune, e condiviso (non sui social).

Juan Carlos. La caduta di un re: la nuova docu-serie Sky Original

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Juan Carlos. La caduta di un re è la nuova docu-serie Sky Original, presentata in anteprima mondiale al Festival di Cannes, che racconta l’ascesa e la caduta dell’ex re spagnolo Juan Carlos I, in arrivo in esclusiva su Sky Documentaries e in streaming solo su NOW dal 21 maggio alle 21.15.

La serie, in quattro parti, ripercorre il regno di re Juan Carlos I, per molti anni considerato un eroe spagnolo, celebrato in tutto il mondo per aver riformato la Spagna con i suoi valori moderni, progressisti e democratici. Ha guidato il suo paese dalla dittatura franchista alla monarchia parlamentare, trasformando la Spagna in un moderno stato europeo e diventando il sovrano spagnolo più popolare della storia.

Re Juan Carlos aveva una regina fedele, una famiglia amorevole, rispetto internazionale, amici nelle alte sfere e sudditi fedeli; aveva tutto ciò che un re può desiderare. Allora, come ha fatto un venerato monarca a subire una caduta così drastica da essere costretto ad abdicare nel 2014 e infine a fuggire in esilio nel 2020?

L’avvincente documentario propone interviste esclusive ad amici intimi, giornalisti e sostenitori del Re, oltre che alla sua ex amante, Corinna zu Sayn-Wittgenstein. Tra gli altri intervistati l’ex agente dei servizi segreti José Manuel Villarejo, il biografo Jaime Peñafiel, l’ex presidente della banca Mario Conde e l’ex marito di Corinna zu Sayn-Wittgenstein, Philip Adkins.

Juan Carlos. La caduta di un re parte per una caccia internazionale attraverso Londra, Monaco, Ginevra, Abu Dhabi e New York per scoprire come Juan Carlos sia arrivato alla sua enorme fortuna e rispondere alle domande sui suoi affari finanziari, sui suoi lucrosi legami e sul suo presunto coinvolgimento in casi di corruzione globale.

La serie mostra come una fatidica battuta di caccia in Botswana abbia rivelato la storia d’amore segreta del Re con la compagna, Corinna zu Sayn-Wittgenstein, e abbia dato il via a una serie di eventi che hanno scosso profondamente la monarchia spagnola e fatto sgretolare il castello di carte. C’è poi l questione del perché Juan Carlos abbia trasferito la somma di 65 milioni di euro sul conto di Corinna poco prima della fine del suo regno.

Christian Beetz, coautore, produttore, Gebrueder beetz Filmproduktion: “Quando abbiamo iniziato a produrre questa serie investigativa sul re Juan Carlos I di Spagna, non eravamo consapevoli dell’entità e della portata dello scandalo reale, finanziario e politico. Poco alla volta si è dipanata una rete di intrighi, avidità e giochi di potere, che affondano le loro radici nei circoli più alti della società spagnola e che ancora oggi sono protetti dal servizio segreto spagnolo CNI. È una storia straordinaria e che abbiamo cercato di raccontare senza timori o favori”.

The Flash: il cameo dall’Arrowverse è stato rivelato e non è quello che ci si aspettava

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Come già rivelato, la prima proiezione ufficiale di The Flash avrà luogo al CinemaCon la prossima settimana, ma alcuni possibili spoiler sul film hanno già iniziato a circolare online, provenienti presumibilmente da una proiezione di prova finale. Non è però un segreto che il film includerà alcuni grandi cameo, ovviamente, e diverse fonti affidabili hanno ora parlato di un personaggio dell’Arrowverse che sembra comparirà in scena. Da subito in molti hanno ipotizzato che, se un personaggio di quell’universo avesse dovuto partecipare al film, quello sarebbe idelamente stato il Flash interpretato da Grant Gustin nella serie The Flash. Ma pare che non sarà lui ad avere un cameo nel film.

Alcuni rumor riportano infatti che sarà Teddy Sears a comparire nel film, presentandosi come Jay Garrick, un personaggio che ha interpretato brevemente nella serie TV prima che la sua vera identità come il malvagio Hunter Zolomon, anche noto come Zoom, fosse rivelata. La notizia ha generato una certa sorpresa, soprattutto considerando che John Wesley Shipp sarebbe stato la scelta più logica, dopo aver recitato nei panni del supereroe più veloce del mondo in uno show televisivo di breve durata negli anni ’90, prima di presentarsi come il vero Jay su The CW.

Ad ogni modo, sembra che quello di Sears sarà un cameo particolarmente breve e ininfluente nella storia del film. La sua, se confermata, dovrebbe dunque essere unicamente un’apparizione a sorpresa, che dovrebbe contribuire a rendere il film un viaggio divertente per i fan di lunga data dell’Universo DC sul grande e piccolo schermo. Per scoprire se tale comparsa avverrà davvero nel film, non resta che attendere la sua uscita in sala il 23 giugno 2023.

The Flash, come noto, sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due, e vedrà Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League. Egli viaggerà indietro nel tempo per impedire l’omicidio di sua madre. Tuttavia, dopo aver alterato la linea temporale, Barry Allen si ritrova intrappolato in una realtà alternativa senza metaumani. Per sistemare le cose, si allea con un vecchio Batman (Michael Keaton) e con la naufraga kryptoniana Supergirl (Sasha Calle) per salvare la nuova linea temporale dalle forze del generale Zod (Michael Shannon) e tornare nel suo universo.

Fonte: ComicBookMovie

Perry Mason: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY

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Perry Mason: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY

Rilasciato oggi il trailer ufficiale in italiano della seconda stagione di Perry Mason, l’apprezzatissima serie HBO prodotta da Robert Downey Jr e Susan Downey sulle origini dell’avvocato penalista più di successo della storia della TV. A impersonarlo torna il vincitore dell’Emmy Award Matthew Rhys.

La serie andrà dal 14 maggio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. questa serie drammatica HBO ripercorre le origini del celeberrimo e amatissimo avvocato penalista Perry Mason.

https://youtu.be/qhq_CixYHbk

La seconda, avvincente stagione del raffinato noir HBO basato sulle opere di Erle Stanley Gardner torna con un cast ricchissimo in cui spiccano Chris Chalk (Paul Drake), Juliet Rylance (Della Street), Eric Lange (Gene Holcomb), Justin Kirk (Hamilton Burger), Diarra Kilpatrik (Clara Drake), Katherine Waterston (Ginny Aimes), Shea Whigham (Pete Strickland), Hope Davis (Camille Nygaard), Fabrizio Guido (Rafael Gallardo), Peter Mendoza (Mateo Gallardo), Onahoua Rodriguez (Luis Gallardo),Jee Young Han (Marion Kang), Sean (Sunny Gryce), Tommy Dewey (Brooks McCutcheon), Paul Raci (Lydell McCutcheon),Jen Tullock (Anita St. Pierre), Wallace Langham (Melville Phipps) e Mark O’Brien.

La serie è diretta dai regesti Fernando Coimbra (Narcos), Jessica Lowrey (Halo), Marialy Rivas (LaJauría), e Nina Lopez-Corrado (Agents of S.H.I.E.L.D.).

La trama della seconda stagione di Perry Mason

La seconda stagione riprende con Perry nella morsa del sistema legale di Los Angeles all’apice della Grande Depressione. Insieme all’assistente fuoriclasse Della Street e al duro ex poliziotto Paul Drake, l’ex investigatore privato si guadagna la fama di assumere clienti che pochi oserebbero difendere. Mesi dopo che il processo Dodson ha scosso la città, Perry si sta riabituando alla vita da avvocato quando un caso di omicidio di alto profilo lo porta di nuovo in pista. Mentre il procuratore distrettuale si reca da una coppia di fratelli della desolata Hooverville, Perry viene spinto al centro di una vasta cospirazione e costretto a fare i conti con ciò che significa veramente essere colpevoli.

Fantastici Quattro: ecco le attrici in lizza per il ruolo di Sue Storm secondo alcuni rumor

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Tra i progetti più attesi della Marvel vi è il nuovo film di Fantastici Quattro, attualmente previsto per la Fase 6. Ci sono ancora pochissime notizie riguardo tale progetto ma il principale mistero rimane quello legato a chi interpreterà i quattro protagonisti. Negli ultimi mesi sono stati ipotizzati diversi nomi, senza però che i Marvel Studios fornissero mai una conferma o una smentita. Stando però ad alcuni recenti rumor, i nomi delle attrici in lizza per il ruolo di Sue Storm sarebbero ora stati rivelati.

Secondo tali voci, ad ora non confermate, la star di Mission: Impossible – Fallout Vanessa Kirby sarebbe attualmente in cima alla lista dei Marvel Studios per il ruolo. L’attrice ha anche recitato in Fast & Furious: Hobbs & Shaw ed è stata candidata agli Oscar per Pieces of a Woman. Altre attrici ufficialmente in lizza per interpretare la Donna Invisibile nell’MCU sarebbero poi Mila Kunis (Family Guy), Allison Williams (M3GAN) e Jodie Comer (The Last Duel). È bene notare che quasi tutte queste attrici erano già state ipotizzate tempo addietro dai fan.

Secondo quanto riferito, il casting per Fantastici Quattro è iniziato a febbraio e sarebbe inoltre stato riferito che “l’obiettivo è prima scegliere Sue Storm e costruire il resto della squadra a partire da quella scelta“. Il regista di WandaVision Matt Shakman sarà al timone di Fantastici Quattro, e mentre si vocifera di molti nomi per Reed Richards, incluso Adam Driver, nessuno è stato ancora scelto ufficialmente e non sono ancora circolate voci per quanto riguarda la Torcia Umana e la Cosa. Galactus e Silver Surfer dovrebbero fungere da principali antagonisti. Come noto, il film è previsto nelle sale per il 14 febbraio 2025.

Fonte: ComicBookMovie

Guardiani della Galassia Vol. 3, un nuovo spot del film promette un “lieto fine”

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I Marvel Studios hanno rilasciato un nuovo spot per Guardiani della Galassia Vol. 3, che ironicamente promette un “lieto fine” alla trilogia del Marvel Cinematic Universe dello sceneggiatore e regista James Gunn. Finora, i trailer del film sono stati divertenti, ma si sono anche dimostrati fortemente malinconici (e potenzialmente tragici). Sebbene anche questo nuovo spot sia pieno di emozioni, i toni si spostano qui verso luoghi più spensierato e persino, in qualche modo, trionfanti.

Per quanto riguarda l’umorismo, questo finisce infatti con una nota ironica, con il narratore che invita gli spettatori a iniziare la loro estate con un “lieto fine” sulla scena di Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt) che fissa con desiderio Nebula (Karen Gillan), che però rifiuta preventivamente e violentemente qualsiasi potenziale flirt. Il promo passa quindi a una scena in cui Rocket (Bradley Cooper) dichiara: “Hai dei problemi, Quill“. Per i fan risulterà però difficile credere a questa promessa di lieto fine, sia perché il film sarà l’ultimo dedicato ai Guardiani, sia perché da tempo circolano voce su eventi tragici che potrebbero avvenire nel film.

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita infatti quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film sarà al cinema dal 5 maggio. Di seguito, il nuovo spot pubblicato:

https://twitter.com/Guardians/status/1649165231711727617?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1649165231711727617%7Ctwgr%5Ea4f6b00d1f7a9f01a0eee1376b66cd305882a59a%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.cbr.com%2Fguardians-of-the-galaxy-3-happy-ending-promo%2F

Fonte: CBR

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