Dwayne
Johnson ha diffuso un’immagine dietro le quinte dal
set di Black
Adam, confermando che la lavorazione del prossimo film
DC è ripresa. Dopo aver subito enormi ritardi nella produzione da
quando la Warner Brothers ha confermato che Black
Adam , il progetto dovrebbe finalmente essere presentato in
anteprima nell’ottobre 2022. Black
Adam segue la storia di Teth-Adam (Johnson)
durante i suoi giorni da schiavo nell’immaginario paese
nordafricano di Khandaq. oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate).
Le riprese di Black
Adam sono iniziate nell’aprile 2021 e sono proseguite
fino all’agosto dello stesso anno anche se il progetto è vivo dal
2014. Tuttavia, il film ha subito ritardi legati alla pandemia di
Covid-19 e agli impegni di Dwayne
Johnson su altri progetti come Jumanji: The
Next Level nel 2019 e il mega-successo di
NetflixRed Notice nel 2021. Dato che
le riprese del progetto sono terminate 2021, la post-produzione di
Black
Adam è ora in corso, dunque queste riprese fanno
parte di un re-shoot previsto come accade in genere per questi
grandi film.
La foto mostra Johnson di nuovo sul
set con il regista Jaume Collet-Serra e uno dei
principali montatori degli effetti visivi. Oltre a rimuginare su
una serie di complicate riprese del film che il team cerca di
realizzare durante la giornata di lavoro, Dwayne
Johnson nella didascalia fa un accenno alla sua dieta
intensa e al regime di esercizio fisico che ha dovuto affrontare
peri prepararsi alle riprese delle sequenze, dicendo che “si
sente bene e ….”. Guarda l’immagine e il post completo qui
sotto:
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
La serie di successo
Moon
Knight ha terminato la sua corsa nel migliore dei
modi e mentre ci prepariamo a rivedere il personaggio nel futuro,
oggi arriva un’interessante curiosità sul finale della serie.
Infatti il regista Mohamed Diab ha rivelato che la serie prevedeva
anche un finale alternativo a quello andato in onda. Dando per
scontato che voi lettori conosciate la serie, andiamo subiti a
svelarvi la curiosità
Mohamed Diab, il regista del finale
di Moon
Knight, ha detto a Comic Book che
il finale della serie una volta sembrava molto diverso da come si è
rivelato. Mentre il piano originale prevedeva gli eventi del
finale che si svolgevano tutti in un unico luogo, Diab spiega che
le sue intenzioni erano quelle di aumentare
l’ambientazione nel Cairo. Ecco le sue parole:
“Ricordo che il modo in cui
l’intera sequenza d’azione alla fine è stata scritta era ambientata
completamente all’interno della camera degli dei, tutta… E ho
pensato: ‘No, vorrei vedere il Cairo di notte.’ Voglio vedere
qualcosa fuori, qualcosa che continua a svilupparsi di nuovo. Tutti
stavano partecipando. Quindi, è molto difficile prendersi il merito
a meno che non mi ricordi con precisione. Quindi, non mi ricordo,
ma mi piace. E adoro le persone che hanno visto nell’episodio
tre Il Cairo di giorno e quanto sia diverso dalla prospettiva che
la gente conosce del deserto e di quell’ambientazione e di come
appare di notte, che è un’altra bellezza. Mi piace molto di più
questo.”
Considerando quanto sia centrale in
Moon
Knight la cultura egiziana, la decisione di Diab di
mostrare al pubblico maggiori sequenze al Cairo ha senso.
La camera degli dei è un luogo importante per Moon
Knight ed è ancora presente nel finale, ma spostarsi
all’esterno al Cairo vero e proprio consente al finale di aumentare
la propria portata e lo aiuta a renderlo più epico contribuendo in
maniera considerevole a rendere la serie più autentica. Molti
spettatori di Moon
Knight potrebbero non avere familiarità con
Cairo, quindi il finale si prende il suo tempo per mostrare un po’
della città quando Marc/Steven si alleano con Layla (May Calamawy)
per sconfiggere Harrow.
Moon Knight
Moon
Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy.
Mohamed Diab e il team di Justin Benson &
Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy
Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito,
Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy
Slater e Oscar Isaac sono gli executive
producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e
Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.
Marvel StudiosMoon
Knight, è la nuova serie serie originale live-action
Marvel Studios che debutterà dal 30 marzo in
esclusiva su Disney+.
La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio
di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi
provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo
dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il
mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si
avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse
mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei
dell’Egitto.
Moon
Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy.
Mohamed Diab e il team di Justin Benson &
Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy
Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin
Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad
Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar
Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis,
Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i
co-executive producer.
The Batman, diretto da Matt
Reeves con Robert Pattinson nel ruolo di Batman/Bruce
Wayne, disponibile dal 19 maggio in DVD, Blu-Ray, 4K Ultra HD
e Steelbook 4K Ultra HD per Warner Bros. Home Entertainment.
Al fianco di Robert
Pattinson, recitano nei panni di personaggi famosi e
famigerati di Gotham, Zoë
Kravitz (“Animali fantastici: i crimini di
Grindelwald”, “Mad Max: Fury Road”) nel ruolo di Selina
Kyle; Paul
Dano (“Love & Mercy”, “12 anni schiavo”) nel
ruolo di Edward Nashton; Jeffrey
Wright (i film di “Hunger Games”) nel ruolo di
James Gordon del GCPD; John
Turturro (i film di “Transformers”) nel ruolo di
Carmine Falcone; Peter
Sarsgaard (“I magnifici 7”, “Black Mass –
L’ultimo gangster”) nel ruolo del Procuratore Distrettuale di
Gotham, Gil Colson; Barry
Keoghan (“Dunkirk”) nel ruolo dell’Ufficiale Stanley
Merkel; Jayme Lawson (“Farewell Amor”) è
la candidata sindaco Bella Reál, con Andy
Serkis(i film “Il pianeta delle scimmie”, “Black
Panther”) nel ruolo di Alfred; e Colin
Farrell (“Animali fantastici e dove
trovarli”, “Dumbo”) in quello di Oswald Cobblepot.
Dal making of con il cast e la
troupe alle scene eliminate, dal commento del regista Matt Reeves
fino all’anatomia delle scene di inseguimento con la Batmobile: le
versioni home video di The Batman contengono oltre due ore
di imperdibili ed esclusivi contenuti speciali.
E dal 19 maggio, per Warner Bros.
Games, finalmente disponibile la Comic Edition di Batman:
Arkham Asylum, l’attesa edizione esclusiva in tiratura
limitata del primo capitolo della saga sviluppata da Rocksteady
Studios e pubblicata da Warner Bros. Interactive. Realizzata per
l’Italia in collaborazione con Panini e disponibile in esclusiva da
GameStop, la Comic Edition di Batman: Arkham
Asylum conterrà l’edizione Game Of The Year
del gioco per PlayStation4 insieme a un poster con un’illustrazione
del fumettista Carlos D’Anda e il comic book “La strada per
Arkham”.
Nel comic book i lettori saranno
chiamati a scegliere quali azioni far intraprendere al protagonista
nel corso della storia raccontata originariamente negli albi
“Batman: Arkham Origins” (2014) di Adam Beechen e “Batman Arkham
Asylum: Road to Arkham” (2009) di Alan Burnett e Carlos D’Anda, in
cui vediamo un Batman alle prime armi, ancora inesperto e troppo
spesso impulsivo, diverso dal personaggio maturo protagonista delle
avventure attualmente pubblicate in Italia.
America Latina, terzo film di Damiano e Fabio
D’Innocenzo, arriva in prima tv domenica 8 maggio alle
21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Presentato
in concorso alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, il film vede nel cast Elio Germano, Astrid Casali,
Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba,
Federica Pala, Filippo Dini e con
la partecipazione di Massimo Wertmüller.
AMERICA LATINA è prodotto da Lorenzo
Mieli per THE APARTMENT, società del
gruppo FREMANTLE e VISION
DISTRIBUTION, in co-produzione con LE
PACTE, in collaborazione con SKY.
La trama
Latina: paludi, bonifiche, centrali
nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il titolare di uno
studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile,
pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa
immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna
nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie
Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la
seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità,
la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla
correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che
irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in
cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita.
AMERICA LATINA– Domenica 8
maggio in prima tv alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su
N0W e disponibile on demand.
Toni Servillo è uno
di quegli attori che sta contribuendo a cambiare il volto del
cinema italiano grazie alla sue incredibili interpretazioni.
L’attore, che ha anche una carriera teatrale solida alle spelle, ha
dato dimostrazione del suo talento recitativo sin da subito, della
sua versatilità e dell’accuratezza del proprio lavoro.
Ecco dieci cose da sapere su
Toni Servillo.
Toni Servillo: i suoi film
1. I film e la
carriera. La carriera cinematografica dell’attore inizia
nel 1992, quando debutta sul grande schermo in Morte di un
matematico napoletano (1992), per poi proseguire con
Rasoi (1993), Teatro di guerra (1998), L’uomo
in più (2001), Le conseguenze dell’amore (2004) e
Sabato, domenica e lunedì (2005). In seguito, lavora in
La ragazza del lago (2007), Lascia perdere,
Johnny! (2007), Gomorra (2008), Il
divo (2008), Gorbaciof (2010), Noi credevamo
(2010), Una vita tranquilla
(2010), È stato il figlio (2012) e Bella addormentata
(2012). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Viva la libertà (2013),
La grande bellezza
(2013), Le confessioni (2016),
Lasciati andare (2017),
La ragazza nella nebbia
(2017), Hitler contro Picasso e gli altri (2018), Loro (2018), 5 è il numero perfetto
(2019), Qui rido io (2021),
È stata la mano di Dio
(2021) e Ariaferma (2021).
2. È un doppiatore affermato
ed anche sceneggiatore. Nel corso della sua carriera
l’attore si è cimentato con il doppiaggio. Infatti, ha prestato la
propria voce per film come L’uomo che piantava gli alberi
(1987), Incidenti (2005), Il pianto della statua
(2007), Non chiederci la parola (2008), L’ultima
salita – La Via Crucis di Bernardino Simoni a Cervero (2009),
Deserto rosa. Luigi Ghirri (2009), Il piccolo
principe(2015), Il libro della
giungla(2016), Zanna
bianca (2018) e La famosa invasione degli orsi
in Sicilia (2019). In quanto sceneggiatore, invece, ha
partecipato alla stesura dello script del film Rasoi.
3. È la voce di alcuni
audiolibri. Se dovesse capitare di andare in qualche
libreria, fisica o online, e si trova un audiolibro con la voce di
Servillo, è tutto normale. L’attore, infatti, si è prestato per la
lettura de I dolori del giovane Werther (2006), Il
giorno della civetta (2009), Hanno tutti ragione
(2010), Il Gattopardo (2012) e Il giorno del
giudizio (2016).
Toni Servillo: chi è sua
moglie
4. È sposato da molti
anni. L’attore si è sposato nel 1990 con la collega
Manuela Lamanna, dalla quale ha avuto due figli:
infatti, nel 1996 è diventato padre per la prima volta di
Eduardo, mentre nel 2003 è nato il suo secondo
figlio, Tommaso.
5. Ha dovuto rinunciare a
diverse cose. Per poter perseguire la sua carriera
teatrale e cinematografica, l’attore ha dovuto fare tanti sacrifici
(cosa che continua a fare), di cui uno in particolare: non aver la
possibilità di potersi godere la famiglia come vorrebbe.
Toni Servillo in La grande
bellezza
6. Ha trovato un grande
senso a questo film. L’attore ha dichiarato di trovare ne
Le grande bellezza la metafora di un paese che perde
costantemente opportunità, mentre Roma, con la sua bellezza, mostra
il fatto che c’era una volta qualcuno che ne approfittava.
7. La sceneggiatura è
capitata per caso. Pare che tra l’attore e il regista
Paolo Sorrentino, che sono molti amici nella vita
reale, ci sia l’usanza di porgere le nuove sceneggiature sempre nei
momenti più improbabili. Questo è successo anche per questo film,
tanto che Sorrentino lo avrebbe chiamato di punto in bianco per
dirgli di leggere la sceneggiatura appena conclusa.
Toni Servillo in Qui rido
io
8. Ha interpretato un
celebre commediografo. Il principale ruolo da protagonista
nel 2021 Servillo lo ha avuto nel film Qui rido io, dove
si racconta la storia del celebre commediografo romano Eduardo
Scarpetta, dalla sua attività teatrale alla battaglia legale contro
Gabriele D’Annunzio riguardante il diritto d’autore. Per questo
film, Servillo si è preparato studiando approfonditamente
Scarpetta, cercando però di darne una sua interpretazione evitando
dunque di incorrere in una semplice imitazione.
Toni Servillo e il suo ultimo film del 2021
9. In un anno ha recitato in
tre film. Il 2021 è stato un anno particolarmente
importante per Servillo, che si è trovato ad essere tra i
protagonisti di tre film particolarmente apprezzati da critica e
pubblico. Si tratta di Qui rido io, È stata la mano di Dio
e Ariaferma. In quest’ultimo, presentato fuori concorso a
Venezia, l’attore interpreta Gaetano Gargiulo, un poliziotto
penitenziario chiamato a gestire la difficile situazione di alcuni
detenuti in procinto di essere trasferiti ma senza ancora il
permesso di lasciare il carcere.
Toni Servillo: età e altezza
10. Toni Servillo è nato il
9 agosto del 1959ad Afragola, in
Campania. La sua altezza complessiva corrisponde a 181
centimetri.
Gli Stati
Uniti contro Billie Holiday era uscito negli USA già
l’anno scorso. E la protagonista interpretata dalla cantante
Andra Day era stata candidata come miglior
attrice protagonista sia agli Oscar del 2021 che ai Golden Globe,
aggiudicandosi il titolo ai Globe, e lasciando un’indelebile
traccia sul suo già ben ricco curriculum di artista soul.
Diretto da Lee
Daniels, ispirato al romanzo Chasing the Scream di
Johann Hari e sceneggiato dalla scrittrice
Suzan-Lori Parks, Gli Stati Uniti
contro Billie Holiday è il quinto lungometraggio del
regista di Filadelfia, dopo opere come
Precious del 2009 e The
Paperboy del 2012, dove la durezza della realtà nelle
sue pieghe più infime e dolorose, si snoda dentro storie vere e
senza pietà, ma nelle quali la bellezza dell’umano viene fuori in
tutta la sua naturalezza.
Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, la trama
Billie Holiday
(Andra
Day) è stata una delle più grandi cantanti jazz, che
ha iniziato la sua carriera folgorante e devastante, alla tenera
età di quindici anni, dopo avvenimenti che solo una donna
afroamericana vissuta negli Stati Uniti degli anni ‘30 e ‘40 può
raccontare.
La storia inizia con
un’intervista che Billie rilascia in uno stato già avanzato della
fragilità della sua salute, e parte così ripercorrendo prima i
vaghi e apparenti fasti della sua fama, per poi scendere giù, negli
alti e bassi dei tunnel dei suoi abissi interiori. Holiday e la sua
voce incantevole lasciano a bocca aperta donne e uomini di ogni
estrazione e posizione, nonostante quelli siano tra gli anni più
intensi del Ku Klux Klan che non tarda a farne subire i suoi
effetti.
Nel 1939 nel celebre
night club Café Society a New York, al termine della sua
esibizione, Billie canta Strange Fruit, un pezzo scritto un
paio di anni prima da Abel Meerpol, un poeta membro del Partito
Comunista Americano che compose le parole proprio dopo un ennesimo
episodio di linciaggio di un afroamericano da parte delle autorità
negli Stati Uniti del sud.
La scelta di Holiday
decreta l’inizio delle persecuzioni che subirà fino al termine
della sua vita, da parte del Governo USA nella persona
dell’ispettore Harry Anslinger (Garrett
Hedlund). Lei, coraggiosa, fiera e decisa a portare
avanti una lotta contro le più aberranti violazioni dei diritti
umani, in un tempo in cui i neri venivano considerati esseri umani
di serie B, usa il suo corpo, la sua voce e cerca il riscatto alle
sue ferite affettive, mentre la dipendenza dall’uso di droghe
leggere e pesanti iniziava a lacerarla e ad essere usata contro di
lei.
Andra Day è molto
convincente
Lee
Daniels sviluppa l’evoluzione della storia di un’artista
lasciando che sia l’attrice
Andra
Day a fare tutto, con la sua presenza scenica, il suo
volto consumato e sdrucito, insieme alla perfezione della sua
silhouette avvolta in abiti luccicanti, per non parlare della sua
incredibile voce. L’impatto del viso della protagonista, piegato,
tradito è a volte quasi fastidioso nella sua ostinazione tanto
credibile, in particolare quando entra in relazione con i suoi
salvatori e gli aguzzini: l’attore Trevante Rhodes che interpreta
l’agente Jimmy Fletcher, i fedeli membri della sua band
(Tyler James Williams, Da’Vine Joy Randolph), o
uno dei suoi tre ignobili mariti John Levy (Tone
Bell).
Il flusso del racconto è
emotivo, doloroso, ma chiaro e spietato, anche quando è imperfetto
e fatica un po’ a mostrare i personaggi che si muovono tra loro e
all’interno dei fatti, perché è tutto sempre a favore di Billie
Holiday, del suo mondo interiore che è continuo riflesso di quello
esteriore. Come l’attrazione gravitazionale di un pianeta, la
protagonista cattura e assorbe tutto in sé, senza fare sforzi
particolari ma limitandosi – si fa per dire – ad emanare la
sofferenza che si prova nel non essersi mai sentite al posto
giusto, ma avendo lottato fino all’ultimo perché il mondo potesse
diventarlo per altri, quel posto giusto.
Linea d’Ombra Festival 2022, XXVII edizione, annuncia
ufficialmente le date. Il festival si terrà dal 22 al 29
ottobre, naturalmente a Salerno, e contestualmente
all’appuntamento la direzione artistica, nelle persone di
Giuseppe D’Antonio e Boris Sollazzo, ha annunciato
anche il tema di quest’anno.
Linea
d’Ombra Festival 2022 parlerà quest’anno di CONFLITTI. Una scelta
fatta prima di tutto sulla base di quello dobbiamo tutti prepararci
a fronteggiare in questo lungo processo che sarà la post pandemia.
Tenendo bene a mente che i conflitti non sono mai fini a sé stessi
e che lo scontro e la decostruzione di un modello portano sempre
alla trasformazione e alla novità.
Conflitti
è un altro tassello di un processo di ricostruzione avviato da
tempo dal festival e che nel corso delle due edizioni svolte nel
pieno del Covid, ha subito un’accelerazione dettata dalle
necessità. Un conflitto anche questo, con la pandemia e la gestione
della stessa, del rapporto tra evento artistico e collettività. Un
percorso che spiegano gli stessi direttori artistici.
«Il
concept del festival è un tratto caratteristico di Linea d’Ombra
che ha sempre cercato parole chiave che raccontassero l’etica,
l’estetica, l’evoluzione di un’arte al contempo classica e
modernissima e soprattutto capace di intervenire sulla realtà.
Negli ultimi tre anni abbiamo deciso di concentrarci sul qui e ora,
agendo però anche di prospettiva. Ecco il motivo della scelta di
parole d’ordine ambiziose come “Domani” e “Crisi”. Di fronte allo
scenario che si è aperto davanti a noi dal 2020 in poi sentivamo il
bisogno, la necessità, anche il dovere, di riflettere su un mondo
in radicale cambiamento. Di questa trilogia, prima del tragico
conflitto in Ucraina, l’ultimo capitolo non poteva che essere
dedicato ai conflitti.
Il conflitto è stato motore di ogni rivoluzione:
politica, artistica, sociale, espressiva. È stato via via
considerato qualcosa che doveva far paura, e il risultato è che ci
troviamo in un mondo inetto di fronte a tutti quei confronti
necessari alla crescita umana, antropologica, creativa. Questi
Conflitti li metteremo in scena, li analizzeremo, con dibattiti e
film, dedicheremo loro una retrospettiva. Quando scegliemmo
“Conflitti” come prisma attraverso il quale proiettare Linea
d’Ombra non ne avremmo mai immaginato l’immediata e dolorosa
attualità. Ma questo accentua la nostra responsabilità
nell’affrontarlo nel modo più alto (e altro)
possibile.»
Ci sarà
modo di parlare di tutto questo a Linea d’Ombra Festival 2022, che
nel frattempo ha già aperto la selezione per i suoi concorsi
Passaggi d’Europa, LineaDoc, CortoEuropa, VedoAnimato e
VedoVerticale. I cineasti e le produzioni che vogliono iscrivere le
loro opere lo possono fare attraverso la piattaforma Filmfreeway
all’indirizzo https://filmfreeway.com/lineadombrafestival
Linea
d’Ombra Festival XXVII edizione è un’iniziativa realizzata con il
contributo e il patrocinio della Direzione generale Cinema e
audiovisivo – Ministero della Cultura, della Regione Campania con
la Film Commission Regione Campania, del Comune di Salerno. Main
Sponsor: Fondazione Cassa Rurale Battipaglia – Banca Campania
Centro, Nexsoft S.p.A. Altro ente sostenitore: Fondazione Cassa di
Risparmio Salernitana.
Sono ufficialmente aperte le
prevendite di Top
Gun: Maverick. Emozionante,
adrenalinico, commovente, questa nuova avventura cinematografica
che arriva a distanza di 36 anni dalla prima e la più attesa di
quest’anno e arriverà nelle sale italiane dal 25 maggio.
Le prevendite coinvolgeranno le
maggiori catene di distribuzione cinematografica in Italia, basterà
consultare il sito https://www.topgunilfilm.it/,
cercare la sala più vicina e prenotare il biglietto. Il pubblico
italiano avrà inoltre la possibilità di vederlo in anticipo grazie
alle esclusive anteprime
che si terranno
il 21 e 22 maggio in tutti i cinema
italiani che parteciperanno all’iniziativa.
Top Gun: Maverick, il
film
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Luca Marinelli è
uno degli attori italiani che sta contribuendo a cambiare il volto
del cinema italiano, grazie alle sue intense ed incisive
interpretazioni. L’attore, che ha già alle spalle diversi anni di
carriera, ha dimostrato sin da subito di avere un enorme talento
per la recitazione, entrando subito nel cuore degli spettatori.
2. Ha lavorato in diversi
progetti televisivi. Oltre ad aver prestato la propria
opera per il cinema, l’attore ha lavorato spesso anche in progetti
dedicati per il piccolo schermo. Infatti, è apparso per la prima in
I Cesaroni (2008), per poi apparire in Provaci ancora
prof! (2008), Butta la luna (2009), Maria di
Nazaret (2012) e Trust – Il rapimento Getty
(2018).
3. Ha vinto diversi
premi. Nel corso della sua carriera, l’attore ha vinto dei
premi importanti. Infati, nel 2015 ha vinto il Premio Pasinetti al
miglior attore per Non essere cattivo,, mentre nel 2016 e
2017 ha vinto un Ciak d’oro al Miglior attore non protagonista per
Slam – Tutto per una ragazza, Lasciali andare e
Lo chiamavano Jeeg Robot. Inoltre, ha vinto due Nastri
d’argento nel 2016, un premio Persol e uno al miglior attore non
protagonista per Lo chiamavano Jeeg Robot, mentre per lo
stesso film e categoria ha vinto un David di Donatello nel
2016.
Luca Marinelli: chi è la sua
fidanzata
4. È fidanzato da molti
anni. L’attore si è fidanzato nel 2012 con la collega
Alissa Jung. I due si sono conosciuti sul set
della miniserie Maria di Nazaret, in cui interpretavano
rispettivamente Giuseppe e Maria. La coppia vive da diverso tempo a
Berlino.
Luca Marinelli non è su
Instagram
5. Non ha un profilo
social. L’attore non possiede nessun profilo Instagram,
forse per non mettere sotto i riflettori la sua vita privata,
particolari della sua vita che evidentemente vuole lasciare da
parte. Tuttavia, ha un account Twitter che utilizza qualche volte
per comunicare con i suoi fan, anche se in realtà non viene
aggiornato da diversi mesi a questa parte.
Luca Marinelli in Lo chiamavano
Jeeg Robot
6. Non sa fare il
cattivo. L’attore ha dichiarato di non essere in grado di
fare il cattivo e, per interpretare Lo zingaro, ha cercato di
ricordare cosa lo ha spaventato da piccolo, anche se cercava di
rendere il suo personaggio in maniera romantica. Così facendo ha
costruito un personaggio formidabile, affermatosi come uno dei
maggiori punti di valore di tutto il film.
7. Si sono ispirati da una
cantante famosa per la scena della canzone. Dopo aver
visto un video di Anna Oxa a Sanremo, l’attore si è ispirato a lei
per girare la scena della canzone dello Zingaro, di fatto
ispirandosi alle cantanti anni ’80 in generale e realizzando una
performance memorabile.
Luca Marinelli è Fabrizio De
André
8. Era terrorizzato
dall’interpretare il cantautore. L’attore ha rivelato di
essere rimasto pietrificato quando gli hanno proposto il ruolo, ma
si è avvicinato a questo piano piano, leggendo la sceneggiatura e
confrontandosi con Dori Ghezzi, moglie di De
André. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha frequentato per diverso
tempo lo studio di registrazione, cercando di rielaborare lo stile,
il timbro e le canzoni del cantautore italiano, cercando di dare
una sua interpretazione.
Luca Marinelli in Diabolik
9. Ha interpretato il
celebre personaggio dei fumetti. Nel dicembre del 2021
Marinelli è tornato al cinema da protagonista indossando il costume
di Diabolik, celebre personaggio dei fumetti a cui egli ha ridato
vita. L’attore, che ha studiato a lungo la parte, non tornerà però
ad interpretare il personaggio nei due sequel già annuncianti, in
quanto già occupato con altri progetti e lavori.
Luca Marinelli: età e altezza
10. Luca Marinelli è nato il
22 ottobre del 1984a Roma, nel Lazio. La
sua altezza complessiva corrisponde a 180 centimetri.
Dopo Jodie Foster nel 2021, l’attore premio Oscar
Forest Whitaker sarà l’ospite d’onore alla
cerimonia di apertura del 75° Festival di Cannes, che sarà
trasmessa in diretta da France Télévisions e Brut. Dopo
Jeanne Moreau, Bernardo Bertolucci, Manoel de Oliveira,
Jean-Pierre Léaud, Agnès Varda e Alain
Delon, Whitaker sarà il nuovo
destinatario della Palma d’oro onoraria, che rende omaggio a un
vivace percorso artistico, una personalità rara nonché una persona
impegnata attivamente per le cause umanitarie su questioni di
attualità chiave.
In questa occasione, For the
Sake of Peace, diretto da Christophe
Castagne e Thomas Sametin e prodotto da
Forest Whitaker, sarà proiettato in proiezione
speciale mercoledì 18 maggio.
“34 anni fa, partecipare a
Cannes per la prima volta ha cambiato la mia vita e mi ha
assicurato di aver preso la decisione giusta di dedicarmi alla
ricerca della connettività nell’umanità attraverso il cinema. È
sempre un privilegio tornare a questo bellissimo festival sia per
proiettare il mio lavoro, sia per essere ispirato da molti dei più
grandi artisti del mondo – e mi sento incredibilmente onorato di
essere celebrato come parte dell’importante 75° anniversario del
Festival.” Ha dichiarato ForestWhitaker.
Ecco un nuovo affascinante trailer
di House
of the Dragon, la serie HBO che racconta le vicende
precedenti a quelle a cui abbiamo assistito in Game of
Thrones.
House
of the Dragon, l’attesissima serie HBO, debutterà su
Sky e in streaming su NOW il 22 agosto, in contemporanea assoluta
con la messa in onda della tv via cavo americana, in tutti i
territori in cui Sky è presente. Tratta dal romanzo “Fuoco e
sangue” di George R.R. Martin, la serie, di cui vengono rilasciate
oggi le nuove immagini, è ambientata 200 anni prima degli eventi
citati ne “Il Trono di Spade” e racconta la storia della Casa
Targaryen.
I fan, ma anche quanti vogliano
arrivare preparati all’appuntamento di agosto senza aver ancora mai
visto la serie madre, possono recuperare tutte le stagioni de
Il
Trono di Spade on demand su Sky e in streaming su
NOW.
In dieci episodi girati nel Regno
Unito, House
of the Dragon vanta un grande cast che include
fra i protagonisti Paddy Considine, Matt Smith, Olivia
Cooke, Emma D’Arcy, Steve Toussaint, Eve Best, Sonoya Mizuno,
Fabien Frankel, Rhys Ifans.
Anche l’ultimo episodio di Moon
Knight è uscito su Disney+. Dopo sei puntate, la
prima stagione della serie si è conclusa, lasciando lo spettatore
con un sacco di domande. L’ultimo episodio di Moon
Knight è ricco di
personaggi e di avvenimenti: Marc Spector, Steven Grant, Arthur
Harrow, le divinità egizie, Moon Knight si alternano
sulla scena, passando dall’ospedale psichiatrico, all’Egitto fino
all’Aldilà.
Forse non basa una visione per
cogliere tutti i particolari presenti nel
finale di stagione di Moon Knight. Proprio per
questo, ecco 15 dettagli che forse non siete riusciti a cogliere,
ma che rivelano qualcosa di più sulla serie!
Ammit è un coccodrillo
Per prima cosa, quando all’inizio
del sesto episodio di Moon KnightArthur
Harrow permette a Ammit di manifestarsi, la divinità
assume l’aspetto di un coccodrillo. Questo dettaglio è preso dalla
mitologia egizia: nell’antichità, la dea è sempre stata
rappresentata come una creatura composta da una testa di
coccodrillo, le zampe anteriori di leone e quelle posteriori di
ippopotamo.
La questione psichiatrica
in Moon Knight
Nei fumetti di Moon
Knight scritti da Jeff Lemire,
Ammit, prima di mostrarsi nel suo aspetto autentico,
assume sembianze umane e si spaccia per il terapista di
Marc. Similmente, nella serie Arthur
Harrow, avatar terrestre di Ammit, è il ”doc” del
reparto psichiatrico in cui Marc/Steven vengono
rinchiusi.
Piccola cimice
Quando Khonshu, una volta
scoperto che Marc è morto, cerca di convincere
Layla a diventare il suo nuovo avatar, la chiama
“formichina.” Questo è probabilmente il modo della
divinità di fare appello al cuore di Layla:
quando era ancora vivo, il padre la chiamava spesso “piccolo
scarabeo.”
Il rapporto tra Marc e Steven
La scena del sesto episodio in cui
Marc lascia i Campi di Iaru per raggiungere Steven, è molto
simile ad un episodio narrato nei fumetti di Moon
Knight. Nella Marvel Comics, accade che
Marc si trova faccia a faccia con Steven e
Jake Lockley nel deserto. Qui Marc, impaurito,
chiede agli altri due di non abbandonarlo.
La barca di Taweret
Forse ad alcuni la barca su cui
Marc e Steven incontrano Tawaret può
sembrare famigliare. In effetti, la nave non compare per la prima
volta nel quinto episodio di Moon Knight, ma è già
presente, anche se in scala ridotta, nel
primo: è l’imbarcazione che si trova nell’acquario del pesce
Gus.
L’eroe egiziano
Nella serie, Layla diventa
l’avatar di Taweret. Questa trasformazione prende
ispirazione dal supereroe dei fumetti MarvelScarlet Scarab. Nei fumetti, il personaggio Abdul
Faoul si fa chiamare Scarlet Scarab ed è uno dei
primi eroi egiziani della Marvel, similmente a
Layla nell’MCU.
Scarlet Scarab o piccolo
scarabeo?
Il supereroe di Layla non
si lega solo ad Abdul Faoul, ma anche al soprannome che il
padre ha attribuito alla figlia. Tutto, attorno a Layla,
fa riferimento all’insetto: dall’appellativo ”piccolo scarabeo”,
allo scarabeo metallico che la donna trova sul cadavere di
Marc, fino al costume da Scarlet Scarab.
Ancora
scarabei in Moon Knight
Sempre parlando del costume di
Layla quando diventa l’avatar di Tawaret,
possiamo vedere che la tuta presenta uno scarabeo al centro. Questo
è sia un riferimento all’eroe dei fumetti Scarlet
Scarab, ma è anche un richiamo al costume di Tawaret
negli episodi 4 e 5 di Moon Knight.
L’incredibile performance di Oscar
Isaac, il protagonista di Moon Knight
Il protagonista indiscusso di
Moon Knight è Oscar Isaac. L’attore interpreta abilmente le
duplici vesti di Marc e di Steven, riuscendo a
creare due personaggi simili ma perfettamente distinguibili.
Un esempio della performance di
Isaac è nella scena in cui Marc e
Layla si riuniscono: prima che Steven prenda il
controllo del corpo di Marc, l’attore fa un cenno con la
testa, così da distinguere e separare i due personaggi.
Un QR
code in Moon Knight
Come per il quinto episodio di
Moon Knight, anche nel sesto è presente un QR
code. Nella scena post-credits, è possibile vedere il codice sopra
un poster del reparto psichiatrico in cui Arthur Harrow è
ricoverato.
Se scantinato, il codice permette di
accedere al sito per ricevere gratuitamente il fumetto Numero
1 di Moon Knight: Acts of Evil (2019). Nel giornalino
è narrata la lotta tra il mercenario e Kang il Conquistatore. Ricordiamo che Kang è
apparso per la prima volta nell’MCU
in Loki, e tornerà in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Sienkiewicz Psychiatric
Hospital
Sempre nella scena post-credits,
mentre Arthur viene portato fuori, è possibile leggere il
nome dell’ospedale: si chiama Sienkiewicz Psychiatric
Hospital. Il nome omaggia l’artista dei fumetti Bill
Sienkiewicz. Bill è tra gli autori che ha
contribuito a dare alla prima serie a fumetti di Moon
Knight il suo aspetto distintivo: a lui si devono i toni
scuri e gli aspetti grintosi del protagonista.
Khonshu in total white
Quando Arthur incontra
Khonshu all’interno della limousine, si può vedere che il
dio indossa un abito bianco. Questo dettaglio fa cenno ai fumetti
di Moon Knight di Jeff Lemire del
2016, dove appunto Khonshu è vestito di bianco. Come
abbiamo già visto, il fumetto ha fortemente ispirato la serie TV
per molti aspetti, dai costumi al ricovero di Marc in un
reparto psichiatrico.
Jacke Lockley nel finale
di Moon Knight
Finalmente, nel finale di stagione
compare Jake Lockley. Nei fumetti di Moon
Knight, Jake è il terzo personaggio di
Marc, dopo a se stesso e Steven. Come la scena
post-credits mostra, Jake è la versione più
violenta di Marc: è infatti Lockley che
uccide spietatamente Harrow.
Jake e la limousine
Inoltre, il fatto che
Jake guidi la limousine di Khonshu è un sottile
cenno alle origini del personaggio dei fumetti. Nella
Marvel Comics, Jake Lockley è un
tassista, abilità utile quando deve assumere l’identità
di Moon Knight. Ciò gli permette infatti di
conoscere dal perfettamente le strade di New
York.
SPKTR
Fino alla fine, la serie
Moon Knight è citazionistica: la limousine di
Khonshu e Jake è presa direttamente dall’omonima
serie a fumetti scritta da Warren Ellis,
Declan Shalvey e Jordie
Bellaire.
La limousine è il principale mezzo
di trasporto utilizzato da Mr. Knight nei
fumetti. Steven Grant è infatti un
milionario. Non è quindi un caso se nella serie la targa
presenta la scritta “SPKTR” ossia Spector. La Season 1
di Moon Knight si conclude così, unendo
in un’inquadratura tutte le personalità del protagonista della
serie. Chissà cosa ci rivelerà la
prossima stagione...
Prodotto da Lucky
Red con Rai Cinema e in collaborazione
con Sky Cinema, che lo trasmetterà poi sui propri
canali a partire dal 23 maggio, il film
La donna per me è il ritorno alla regia
di Marco Martani,
meglio noto come sceneggiatore di commedie come Femmine contro
maschi, Se Dio vuole e La mafia uccide solo
d’estate. Questa sua nuova pellicola, da lui anche
scritta, è una commedia romantica che con leggerezza e umorismo
vuole affrontare il tema della paura davanti a un impegno di vita
importante com può esserlo il matrimonio. La storia, infatti, parte
dalla domanda “cosa faresti se ti potessi togliere qualsiasi dubbio
prima di prendere la decisione più importante della tua vita?”.
Protagonista è Andrea
(Andrea Arcangeli), un ragazzo di trent’anni alla
vigilia del matrimonio con Laura (Alessandra
Mastronardi), conosciuta all’università e con cui da
allora ha costruito la sua vita. A partire da alcuni dubbi
dell’ultimo momento, però, trasformano l’esistenza di Andrea che,
ogni giorno, si risveglia in una vita diversa, in un sé stesso
diverso e in universi paralleli in cui Laura non è mai stata la sua
compagna. Avendo modo di sperimentare le tante declinazioni che la
sua vita avrebbe potuto prendere, Andrea comincerà però a capire
cosa desidera davvero, trovandosi a dover tentare quanto prima di
tornare alla sua realtà.
Tra fantasy e commedia
romantica
Presentato in anteprima a Roma, il
film viene raccontato dal regista Marco Martani,
dalla co-sceneggiatrice Eleonora Ceci e dagli
interpreti Andrea Arcangeli, Alessandra
Mastronardi, Eduardo
Scarpetta e Francesco Gabbani
(assenti sono Stefani Fresi e
Cristiano
Caccamo, anche loro tra i protagonisti del film). Ad
aprire la conferenza stampa vi è proprio Martani, che racconta di
come “torno alla regia dopo Cemento armato, che era del 2007.
Questa lunga pausa è dovuta dal fatto che sono una persona alla
continua ricerca di stimoli e lavorare ad un progetto da
sceneggiatore e poi da regista è una cosa che mi spaventa, che
richiede un impegno duplice che non sempre sono pronto a
prendermi”.
“Per La donna per me invece
sentivo di voler portare avanti questo lavoro, – continua
Martani – perché mi offriva stimoli continui. Sentivo la voglia
di vedere come potesse prendere vita quello che avevo scritto,
senza delegare questa operazione ad un altro. In La donna per me
c’è molto dei miei interessi come autore e come persona, oltre al
fatto che la storia è ambientata nella mia Spoleto. Si trattava
dunque di un progetto pensato a lungo e fortemente voluto, che
infine ha preso vita proprio come desideravo”.
La parola passa poi alla
co-sceneggiatrice, che racconta di come La donna per me
“è un film con idee e domande molto universali. Ci siamo
ispirati a quelle commedie anglosassoni che mescolano il realismo
con un velo di fantasia. In particolare a film come Il
giorno della marmotta, Palm Spring e
Questione di
tempo. È nata così la storia di un ragazzo che ha
effettivamente la possibilità di sperimentare tutti i suoi dubbi
fino a scegliere di voler tornare alla sua realtà.”
La parola agli attori
Protagonista del film, come
accennato, è Andrea Arcangeli. “Sono uno che
di solito fa fatica a leggere le sceneggiature, – confessa
l’attore – ma questa scorreva e trasmetteva bene tutto il suo
senso, raccontando una dimensione molto umana in cui davvero tutti
possono ritrovarsi. Ciò ci ha permesso di adottare una chiave di
lettura molto naturale”. “La versione di me più complessa da
interpretare? – continua Arcangeli –Sicuramente quella del
trapper Strazio, perché richiedeva diverse ore di trucco al giorno
e poi mi obbligava a dar vita ad una personalità molto diversa da
me.”
“Il film è stato un vero regalo,
– afferma poi la Mastronardi – che personalmente mi ha
permesso di sperimentare con sfumature diverse dello stesso
personaggio. Di Laura dovevo mantenere le stesse caratteristiche
ogni volta, trovando però delle differenze significative che
distinguessero le varie versioni. Inoltre, si tratta di un film che
per me è un esperimento molto riuscito, che dimostra che anche noi
possiamo fare questo tipo di film”.Eduardo
Scarpetta, reduce dalla vittoria ai David di Donatello,
afferma invece che “il progetto mi ha affascinato per il suo
essere un divertente commedia corale, che mi permetteva di
misurarmi con elementi da commedia pura.”
Il film segna inoltre il debutto
come attore di Francesco Gabbani, cantante
vincitore del Festival di Sanremo. “Per me è stata
un’esperienza nuova, – ha affermato Gabbani – che mi ha
richiesto l’acquisizione di nuove consapevolezze e mi ha fatto
capire quanto sia davvero difficile essere controllatamente
spontanei. La mia difficoltà è infatti stata quella di risultare
spontaneo ma di controllare me stesso e tutto ciò che accadeva
intorno”. “Abbiamo scelto Gabbani dopo aver visto il
videoclip di Viceversa, – spiega il regista – perché lì
dava prova di un’espressività davvero notevole che ci ha fatto
venire voglia di metterlo alla prova.”
La donna per me,
direttamente su Sky
In conclusione di conferenza stampa,
Martani riflette sull’attuale situazione cinematografica in Italia,
dove molti sono i film che saltano il passaggio in sala per
approdare direttamente a visioni casalinghe, e La donna per
me è tra questi. “Da sceneggiatore, ma anche da regista,
non sento il bisogno di preoccuparmi dove il film verrà visto. Non
modifico il mio modo di scrivere o di concepire la messa in scena
in base allo schermo su cui poi sarà visto il film. Naturalmente
sarebbe bellissimo che tutti i film trovino il loro posto in sala
con tanti spettatori a guardarli. Ma la situazione è delicata,
quindi io posso solo limitarmi a realizzare il film migliore
possibile. Al resto ci penseranno i produttori e i
distributori.”
Con un post sui suoi canali social,
Mark Ruffalo ha commemorato il primo decennio
dall’uscita di The Avengers al cinema. Per
l’occasione, l’attore ha scelto l’iconico momento in cui la squadra
degli
Original Six si schiera contro i Chitauri in occasione della
Battaglia di New York.
Karen
Gillancondivide una foto dal
suo ultimo giorno sul set di Guardiani della Galassia Vol.
3, e commenta lo scatto dicendo che con questo film dice
addio al personaggio di Nebula. Commentandone la grande
complessità, l’attrice si dice grata a James
Gunn che l’ha messa in condizione di poter
interpretare quel personaggio.
Mentre si avvicina sempre di più
l’uscita di Jurassic
World – Il dominio, in sala dal 2 giugno,
Chris Prattprova ad insegnare a
Sam Neill come si domano i velociraptor. Ecco di
seguito il video!
In Jurassic
World – Il dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla
Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in
tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e
determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i
predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le
creature più temibili della storia.
Durante un’intervista con
AP, Taika Waititi ha dato alcune informazioni
in più in merito a quello che accadrà al Dio del Tuono in
Thor: Love and
Thunder, la prossima avventura Marvel del personaggio interpretato
da Chris
Hemsworth e che lui ha scritto e diretto.
Secondo Waititi, per Thor si
tratterà di gestire una crisi di mezza età: “Thor sta solo
cercando di capire il suo scopo, cercando di capire esattamente chi
è e perché è un eroe o se dovrebbe essere un eroe. Immagino che
potresti chiamarla una crisi di mezza età.”
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli
dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di
Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex
fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor,
brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come
Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura
cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il
macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Durante lo Star
Wars Day, il 4 maggio, JJ Abrams ha
condiviso un’immagine di un regalo che Carrie
Fisher gli fece durante la lavorazione di Star Wars: Il Risveglio della Forza.
Il regista e produttore ha firmato
il primo e terzo capitolo della trilogia sequel di Star Wars, ed è
stata una delle ultime persone in assoluto a lavorare con
Carrie Fisher, prima che
l’attrice morisse nel 2016.
Ora, in occasione del May
the Fourth, Abrams ha condiviso l’immagine di un regalino
che Carrie gli fece durante la loro collaborazione:
Alla premiere mondiale di Top
Gun: Maverick
Tom Cruise, atteso protagonista del film, si è
presentato in elicottero. Da attore spericolato e dotato di molte
skills, Cruise ha pilotato l’elicottero fino a una pista
posizionata accanto al palco dove si stava svolgendo la
presentazione dell’atteso sequel del film di Tony
Scott.
Ecco di seguito il video, condiviso
da THR presente all’evento. Vedremo il film anche al Festival di
Cannes, l’evento che celebrerà anche la carriera di
Tom Cruise con un incontro e una retrospettiva sulla
sua carriera.
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Quando Kevin Feige annunciò la Fase 4, era già
chiaro, ma adesso lo è di più, con dati e fatti alla mano. Per
agevolare il discorso, ecco di seguito uno stralcio di ciò che si
scriveva qui nel 2019:
“Abbiamo scoperto che sarà il
primo film con toni horror della storia dei Marvel
Studios, che si intitolerà Doctor Strange in the
Multiverse of Madness e che vedrà protagonista
Benedict Cumberbatch e Elizabeth
Olsen. Nelle parole di Kevin Feige, il
personaggio della Olsen, già protagonista della serie WandaVision, si troverà
alla fine della serie stessa in contatto con Strange, e vedremo il
proseguimento della sua storia nel film con Cumberbatch. Questo
vuol dire che quello scambio unilaterale di informazioni che ha
caratterizzato il monologo dei film in relazione alle serie Marvel
nelle prime tre Fasi, diventa adesso un dialogo, uno scambio
bilaterale. Nodi narrativi, rivelazioni, importanti avvenimenti non
saranno più relegati al grande schermo, ma potranno verificarsi e
svolgersi anche sul piccolo schermo, nelle serie tv, come
suggerisce la già annunciata presenza di Kate
Bishop, nuova Occhio di Falco, nella serie tv Hawkeye dedicata a Clint
Barton (che vedrà il ritorno di Jeremy Renner).”
(Qui
l’articolo completo: Fase 4: la “morte” del Marvel Cinematic
Universe)
Quella che era una argomentata congettura si è rivelata una verità:
è impossibile capire bene Doctor Strange nel Multiverso della
Follia senza aver prima visto WandaVision,
proprio perché adesso lo scambio tra cinema e tv è bilaterale e i
due mezzi si informano e si cambiano a vicenda, e non, come
accaduto per la Infinity Saga, in cui la tv
semplicemente reagiva e si allineava a ciò che accadeva al
cinema.
Il malcontento che serpeggia in un
piccolo ma convinto schieramento di fan è per questo
ingiustificato: sapevamo che questo momento sarebbe arrivato e
Feige ce l’ha detto dal primo momento. WandaVision,
ma anche What
If…?, fanno parte di quella produzione televisiva
fondamentale per capire ciò che avverrà a breve, così come, in
misura solo suggerita, è fondamentale aver visto Loki
per avere un’idea di dove Clea (nella
scena post credits) porterà Strange e di come quel viaggio, con
ogni probabilità, porterà a sua volta a Ant-Man and the
Wasp: Quantumania.
È morto il MCU in quanto
esperienza Cinematografica, ma il Marvel Universe è in continua
espansione e Doctor Strange nel Multiverso della
Follia raccoglie
il testimone dei precedenti mesi ricchi di film e serie tv
ad ambientazione Marvel. Si tratta di un vero e proprio turning
point per la più grande scommessa produttiva nel mondo
dell’audiovisivo a cui la storia contemporanea ha assistito.
E quindi, sì, prima di entrare in
sala a vedere Doctor Strange nel Multiverso della
Follia,
fate un ripasso di WandaVision e
di What
If…? senza snobbarne la natura da piccolo schermo, ma
considerandoli a tutti gli effetti dei capitoli importanti del
grande libro che Kevin Feige e la sua squadra
continuano a scrivere.
Campari – l’iconico aperitivo italiano nonché, per il
primo anno, partner ufficiale del Festival
de Cannes– sarà presente
alla 75a edizione
della rinomata rassegna cinematografica, che quest’anno
avrà luogo dal 17 al 28 maggio. Campari ha
scelto il tema delle “Grandi
Storie” come fil rouge di una
serie di attività ed eventi immersivi che prenderanno vita nel
corso dell’anno, proprio a partire dal Festival di Cannes. Oltre a
rafforzare lo storico legame del brand con la Settima Arte, questa
collaborazione conferma ancora una volta l’autentica e
inestinguibile vocazione del brand a rendere onore a elementi
come creatività, personalità e “Red
Passion” che ognuno possiede dentro di sé.
Sin dalla propria
fondazione, Campari ha sfidato le convenzioni del Cinema. La storia
d’amore con il Grande Schermo nasce, infatti, negli anni Venti del
secolo scorso, quando il brand ne fa il mezzo privilegiato per
esprimere la propria Red Passion, oltre al proprio estro intrigante
e misterioso, avviando collaborazioni esclusive con
illustri artisti, come nello spot del 1984 di
Federico Fellini. Una prolifica avventura proseguita fino ai
giorni nostri con Campari Red Diaries, una
serie di cortometraggi diretti e interpretati da leggende del
calibro di Sorrentino, Clive Owen, Zoe Saldana, Ana De Armas e
molti altri. Una tradizione che si rinnova anche quest’anno. Nel
corso del Festival di Cannes, il brand darà vita
a un’iconica Campari Lounge, che trasporterà
i visitatori nel proprio universo rosso. Questo
luogo, situato nel prestigioso Palais des
Festivals, rappresenterà un punto focale
della kermesse e farà da cornice a numerosi
eventi ed esperienze. Non solo: qui sarà possibile scoprire e
sorseggiare il Campari, ingrediente
principe di alcuni dei cocktail più famosi e bevuti al mondo, come
il classico Negroni o Campari Spritz. La natura
unica di Campari, con il proprio colore rosso acceso e
l’inimitabile gusto, stimola i sensi attraverso una coinvolgente
esperienza visiva e gustativa. Ogni cocktail è una creazione
intramontabile, in grado di raccontare una storia straordinaria,
grazie alla versatilità del prodotto e a un’infinita serie di
possibilità che ne derivano.
Gli ospiti della
Lounge potranno assaporare cocktail sapientemente
preparati e serviti da Camparino
in Galleria, lo storico bar
aperto da Davide Campari nel 1915 in Galleria Vittorio Emanuele II,
a Milano. Apprezzato fin da subito dagli avventori del capoluogo
meneghino, il locale è diventato sinonimo dell’aperitivo e nel 2015
ha festeggiato il proprio Centenario. A seguito di un progetto di
restauro, il locale ha riaperto i battenti al pubblico nell’autunno
del 2019 con un’identità aggiornata e una nuova carta di cocktail e
specialità appositamente pensata per riaffermare lo status di vera
e propria istituzione nel campo della mixology e
dell’innovazione gastronomica. Il nuovo Camparino in Galleria oggi
occupa orgogliosamente il 27° posto nella
classifica World’s 50 Best Bars 2022.
Durante lo
svolgimento del Festival, Campari organizzerà una serie di
appuntamenti esclusivi e inediti per invitare i propri ospiti a
lasciarsi ispirare e trasportare dalle grandi storie, che saranno
svelate sui social media del brand nel corso delle due settimane e
in occasione di un evento speciale che si terrà il 21
maggio, nel cuore della Croisette. “Campari è
profondamente convinta che le grandi storie siano un’espressione
senza tempo fatte di creatività e passione, che si uniscono in un
viaggio imprevedibile, oltre ogni aspettativa” –
Commenta Julka Villa, responsabile Global Marketing di
Campari Group: “Siamo incredibilmente entusiasti di
intraprendere questo percorso con il Festival di Cannes, che
rappresenta il punto d’incontro e la celebrazione per eccellenza
del talento narrativo. Considerato l’ormai solido legame tra
Campari e il Grande Schermo, la presenza al Festival di Cannes
rappresenta un nuovo, emozionante passaggio per tenere vivo il
nostro rapporto con questo magico mondo. Non vediamo l’ora di
accogliere i nostri ospiti alla Campari Lounge a partire dal 17
maggio”.
Dopo Drive My Car, un nuovo, intenso road
movie per la Tucker Film: il 5
maggio arriva al cinema Noi due (Here We
Are), firmato dall’israeliano Nir
Bergman e coprodotto dall’italiana
Rosamont. A viaggiare attraverso Israele – in
bici, in pullman, in treno – sono un padre e il figlio ventenne. Un
giovane uomo, speciale e complicato, che deve fare i conti con un
disturbo dello spettro autistico. E con la prima (grande) scelta
della propria vita…
Noi due, la
trama
Tel Aviv. Oggi. Aharon, ex
disegnatore di talento ed ex marito di Tamara, ha rinunciato alla
carriera e ai legami per dedicarsi totalmente al figlio Uri. È una
dimensione parallela ed esclusiva, quella dentro cui camminano
assieme, fatta di complicità e di abitudini incrollabili, di
giornate rassicuranti e sempre uguali. Uri, per Ahron, è ancora un
bambino, un bambino che ama la pasta a forma di stella, i pesci del
suo acquario e “Gloria” di Umberto
Tozzi, ma Tamara sa che il tempo ha bussato alla porta:
Uri, piccolo adulto, ha bisogno di aprirsi lentamente al mondo.
Agli altri. Alla condivisione di nuovi riti e di nuovi spazi. Una
prospettiva, la “nuova casa”, che spezza il cuore del padre e
terrorizza il figlio. Accettare il trasferimento in un centro
specializzato o tentare di fuggire, maldestramente, negli Stati
Uniti?
Selezionato a Cannes e
premiatissimo in patria, Noi due affronta
il tema dell’autismo con la tenerezza leggera di una commedia on
the road e l’intensità poetica di un dramma familiare, mettendo in
campo un cast luminoso (a cominciare dai due straordinari
protagonisti: Shai Avivi e Noam
Imber) e alternando, senza strappi, commozione e sorrisi.
Una riflessione a tutto campo sull’amore, sulla libertà e sulle
fragilità che abitano dentro ognuno di noi.
Grazie alle immagini in
movimento, il ricco mondo fantasy creato da J.R.R. Tolkien con la saga de
Il Signore degli Anelli ha conosciuto una
notorietà inaudita. Da Lo Hobbit alla trilogia di film Lord of the
Rings, le trame della carta stampata sono state esplorate in
profondità. Va detto però che l’ampia saga di
Tolkien contiene una serie di interessanti storie
ed eventi che ancora non sono stati portati in live-action.
Con l’arrivo della serie prequel
The Rings of Power su Prime Video, si aprono nuove possibilità
di racconto. Lo show si svolge migliaia di anni prima che
Bilbo trovi l’Unico Anello, in un tempo noto come
Seconda Era. La Seconda Era (in tutto sono tre le
Ere che Tolkien delinea nelle sue opere) si estende per 3.441 anni:
gli eventi che potrebbero essere narrati nella serie sono quindi
innumerevoli. In questo arco temporale ci sono un sacco di scene
che i fan si augurano di vedere finalmente sullo schermo…
La creazione del tutto
L’origine dell’intero mondo
in cui è ambientata la saga del Il Signore degli
Anelli si lega alla Musica degli Ainur. Gli
Ainur sono spiriti angelici plasmati dalla mente
dell’entità suprema di Eru Ilúvatar, l’Uno. La
composizione musicale creata dagli Ainur è d’ispirazione
per Eru negli creazione dell’universo (Eä) e
della Terra, Arda, al cui interno si trovano
Valinor, Númenor e la Terra di
Mezzo.
Si dice che la musica che ha
permesso la nascita del mondo di Tolkien fosse
bella, anche se uno degli Ainur ha aggiunto note
dissonanti che hanno dato origine al male del mondo. La scena di
questa creazione musicale sarebbe interessante da vedere sullo
schermo: oltre ad essere potenzialmente molto scenografica,
potrebbe spiegare molto agli spettatori che non hanno letto le
opere di Tolkien.
La storia di Beren e Lúthien
Nella saga de Il
Signore degli Anelli, la storia di Beren e
Lúthien è molto simile a quella di Aragorn e
Arwen. Lúthien è un elfo e Beren è un uomo, i due
devono quindi superare innumerevoli difficoltà per riuscire a stare
insieme. Alla fine, la loro storia si conclude in tragedia, poiché
Lúthien, per non essere mai separata dal suo amore,
sceglie la vita da mortale.
La storia di Beren e
Lúthien si svolge durante la Prima Era e
difficilmente verrà inserita nella serie The Rings of
Power. Tuttavia, dal momento che i due personaggi fanno
parte dell’albero genealogico elfico di Elrond e
Galadriel, potrebbero almeno essere menzionati.
La storia di Eärendil e Elwing
Un’altra storia d’amore
avvincente raccontata nella saga de Il Signore degli
Anelli è quella tra Eärendil ed
Elwing. Dopo il loro matrimonio, i due hanno
affrontato un grosso pericolo. Divenuto un grande navigatore,
Eärendil ha navigato assieme ad Elwing alla volta
di Valinor dove ha coraggiosamente chiesto aiuto per
gli Elfi e per gli Uomini – ormai quasi completamente dominati da
Morgoth. Il loro coraggio è stato riconosciuto dai
Valar che hanno accettato di aiutarli.
In aggiunta, Eärendil ed
Elwing hanno concesso ai loro discendenti la
possibilità di scegliere se essere un elfo o un uomo. Anche se
la maggior parte della storia della coppia si svolge durante la
Prima Era, essi sono i genitori di Elrond e
potrebbero quindi essere citati in The Rings of
Power.
Galadriel rifiuta di tornare a
Valinor
Sempre nella Prima
Era, gli elfi che vivono a Valinor si ribellano
perché sono desiderosi di viaggiare nella Terra di Mezzo.
Tra i ribelli c’è anche Galadriel, che ha l’ambizioso
desiderio di governare nella Terra di Mezzo. In seguito
alla ribellione, agli elfi viene proibito di tornare nel luogo,
fino a quando, grazie all’azione coraggiosa di Eärendil ed
Elwing, le creature sono invitate a
tornare. Galadriel però non fa ritorno.
Stando al trailer di Rings
of Power, sembra che Galadriel sarà un
personaggio principale nella serie. Ciò significa che probabilmente
le ribellioni descritte nella
saga de Il Signore degli Anelli saranno viste
sullo schermo, anche se è solo attraverso dei flashback.
Elros prende il trono a
Númenor
Abbiamo detto che i
Valinor hanno concesso
a Eärendil, Elwing e ai loro
discendenti la possibilità di scegliere se vivere come elfi o come
uomini. Il loro figlio Elrond ha scelto di
rimanere un elfo, ma Elros ha
preferito diventare un umano. Elros e la sua stirpe
riescono a vivere molto più a lungo rispetto agli uomini normali.
Inoltre, il Valar cede quindi a Elros la città di
Númenor, permettendogli di governarla come re.
L’ascesa e la caduta di
Númenor avvengono durante la Seconda Era, quindi
i fan dei libri de Il Signore degli Anelli vedranno quasi
sicuramente questi eventi nella serie prequel.
Il regno di Durin a Moria
Nella
saga de Il Signore degli
Anelli, Gandalf conduce la Compagnia
attraverso le miniere di Moria, una città un tempo
occupata dai Nani e guidata da Durin.
Anticamente, i Nani, scavando troppo in profondità,
scoprirono Balrog, il cosiddetto Flagello di
Durin. Balrog è l’essere che causa la rovina del
regno nanico, costringendo i superstiti ad abbandonare per
sempre la roccaforte che da allora prese il nome
di Moria.
Questi eventi non sono mai stati
visti sullo schermo ma sal momento che i Nani giocheranno
una parte rilevante nella storia di The Rings of
Power, i fan possono immaginare che Moria
farà parte della trama dello show.
Sauron costruisce Barad-Dûr
Barad-Dûr, la
torre sormontata
dall’occhio fiammeggiante di Sauron, è un’immagine
fondamentale de Il Signore degli Anelli. La fine
de Il ritorno del re mostra il crollo della torre dopo la
distruzione dell’Anello, ma The Rings of
Power potrebbe offrire al pubblico la possibilità di
vedere la costruzione della torre.
Sappiamo dai libri che
Sauron costruisce Barad-Dûr nella Seconda
Era. Sul grande schermo, la torre in fase di costruzione
apparirà sicuramente come una struttura imponente emozionante per i
fan.
La forgiatura dell’Unico
Anello
I fan dei libri sanno che
Sauron, dopo la costruzione di Barad-Dûr, aiuta
gli elfi a forgiare gli Anelli del Potere. Dopo averli sparsi tra i
popoli della Terra di Mezzo, Sauron torna a
Mordor e crea il suo Unico Anello in grado di
influenzare e controllare gli altri.
Il film La Compagnia dell’Anello descrive la vicenda, ma non
mostra il processo della creazione. Magari, la serie The
Rings of Power darà al pubblico la possibilità di
vedere l’Anello mentre viene forgiato…
Elrond costruisce Rivendell
Rivendell è uno
dei luoghi più mozzafiato della Terra di Mezzo. La
trilogia de Il Signore degli Anelli è
riuscita a creare un posto ancora più incredibile di quello
descritto sulla carta, andando oltre l’immaginazione di
Tolkien. La valle è piena di strutture elfiche e
cascate: è la città che ogni fan della saga vorrebbe visitare.
Dal momento
che Elrond durante la Seconda Era
instaura Rivendell come roccaforte contro Sauron,
speriamo di vedere il processo che porta alla creazione del luogo
in The Rings of Power.
L’Apparizione dei Nazgûl
I Nazgúl sono
parte integrante della storia di Frodo e ogni fan de
Il Signore degli Anelli conosce il momento
iconico in cui il Re del Nazgúl viene annientato da
Éowyn di Rohan. Prima di questo evento, i Nazgúl
erano i Signori degli Uomini e avevano ricevuto gli
Anelli del Potere da Sauron.
Il pubblico non ha mai visto queste
vicende sullo schermo, ma esse potrebbero creare un argomento
interessante nella trama di The Rings of
Power. Guardare questo popolo, che si presenta come
buono e giusto, lentamente trasformarsi nelle creature meschine che
il pubblico conosce sarebbe molto eccitante.
Il network americano
ABC ha diffuso le anticipazioni di Big Sky
2×18, il diciottesimo episodio della
seconda stagione della serie tv Big
Sky.
In Big Sky 2×18 che si intitolerà
“Catch a Few Fish” In una lotta tra testa e cuore, vengono
prese le risoluzioni finali mentre Jenny lavora per trovare Travis
prima che raggiunga un pericoloso punto di non ritorno; nel
frattempo, Ren e Jag trovano un nuovo legame familiare e decidono
insieme come gestire il padre ora che ha superato un limite
serio. Dopo aver ricevuto una sorprendente sorpresa da
Scarlett, Cassie cambia per sempre il corso della sua ricerca di
giustizia. Più tardi, con Tubb fuori servizio per il momento,
un nuovo sceriffo arriva in città; e dopo aver conosciuto a
fondo Cassie e Jenny, sembra che possa restare per un po’… nel
finale della seconda stagione di “Big Sky”, che andrà in onda negli
USA giovedì 19 Maggio su ABC. In Italia la serie è disponibile su
Star,
canale per adulti di Disney+.
Big Sky 2 è la
seconda stagione della serie tv Big
Sky creata da David E. Kelley
per il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner
della prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big
Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew
Gross, Paul McGuigan, CJ Box e Gwyneth
Horder-Payton, ed è prodotto da 20th Television. 20th
Television fa parte dei Disney Television Studios, insieme a ABC
Signature e Touchstone Television. Big Sky in
streaming è disponibile su Star, il nuovo
canale per adulti di Disney+.
Nella seconda stagione quando i
detective privati Cassie Dewell e Jenny Hoyt si riuniscono per
indagare su un incidente d’auto fuori Helena, nel Montana, scoprono
presto che il caso potrebbe non essere così semplice come sembra.
Mentre svelano il mistero dell’incidente, i loro mondi si
scontreranno con una banda di adolescenti ignari, un volto
civettuolo del passato di Jenny e un feroce outsider deciso a
trovare risposte.
La serie racconta
degli investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt
uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny
Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un
camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono
che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono
correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra
donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti
Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
ATTENZIONE
– L’articolo contiene spoiler su Doctor Strange nel Multiverso
della Follia
Come ogni film Marvel Studios che si rispetti,
anche Doctor Strange nel Multiverso della
Follia ha delle scene post credits che gettano un
ponte verso l’avventura successiva. In questo caso, le scene sono
due, una mid-credits, che è quella più interessante, e una post,
che è buffa ma porta grande così la firma di Sam Raimi.
La descrizione delle scene post
credits di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
La prima scena si apre con Strange
che, vestito di tutto punto, esce dal suo Sanctum
Sanctorum e fa un giro per le strade di New York,
d’improvviso viene fermato, una donna bionda e bellissima,
chiaramente proveniente da un altro mondo lo ferma e lo ammonisce
del fatto che ha commesso un’incursione, per questo deve andare con
lei in un altro Universo. Con un’arma affilata opera uno squarcio
in aria, verso un altro mondo, che a giudicare da quello che si
vede è il regno Quantico. Lui la guarda con sguardo di sfida e,
mentre si apre il terzo occhio sulla sua fronte, eredità
dell’avventura con il Darkhold, le prende la mano e attraversa lo
squarcio. La donna è Clea, e ha il volto di… Charlize Theron!
La seconda scena è quella più buffa
delle due, un omaggio di Sam Raimi al suo attore
feticcio e amico Bruce Campbell. Nel corso del film, Campbell
interpreta un venditore di pizza balls in uno degli universi in cui
Stephen e America finiscono per caso. In questa occasione, America
prende dal carretto da street food dell’uomo delle palline di pizza
senza pagarle, solo per scoprire dopo che avrebbe dovuto farlo (non
in tutti gli universi il cibo si paga!). Così Strange lo strega e
lo costringe a auto-picchiarsi, ridendo con America che
l’incantesimo svanirà in tre settimane circa. Bene, alla fine dei
titoli di coda, vediamo il personaggio di Bruce Campbell che, dopo un ultimo pugno,
assiste alla fine dell’incantesimo che lo aveva colpito e,
guardando in macchina proferisce un metatestuale “E’ finito!”.
L’omaggio è chiaramente a La Casa 2 e a
L’Armata delle Tenebre di Sam
Raimi!
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Nonostante questo, il film è subito
dei leak, che però non modificheranno certo l’esperienza in
sala. Per Kevin Feige, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
un cerchio completo da quando, nel 2002, da giovane produttore,
lavorò con Sam Raimi a
Spider-man.
“Per me è surreale
questo cerchio che si chiude con Mister Raimi – ha dichiarato
Feige – Ero un giovane produttore che si sentiva fortunato
anche solo a stare nella stessa stanza con lui, e ora sono un
produttore affermato che si sente fortunato anche solo a stare
nella stessa stanza con lui.”
Sam
Raimi è stato davvero il centro tematico intorno al quale
ha gravitato il film da un certo momento in poi: “C’erano
all’epoca già tanti film Marvel in produzione, e Kevin forse era
coinvolto in tutti, gli X-Men e gli altri Marvel con Avi
Arad, c’è sempre stato un progetto per i film tratti dai
fumetti Marvel, e all’epoca mi sentii molto fortunato ad ottenere
quel lavoro e dirigere Spider-Man, personaggio che ho sempre amato.
E poi è diventato uno dei primi film del MCU.”
Cosa è cambiato da allora a oggi,
nel lavorare in un film di supereroi?
“La tecnologia è
cambiata e tutto è diventato più semplice – continua Raimi –
Ma credo che la cosa che mi ha aiutato di più è stato Zoom, ero
capace di parlare contemporaneamente con tanti reparti. Ma ti posso
dire quello che non è cambiato, quello di avere grandi attori a
disposizione, come tutti i presenti, e sapere che sono capaci di
connettersi con l’umanità all’interno dei loro personaggi, perché è
quello l’elemento con il quale il pubblico si rispecchia. Conoscono
il personaggio molto bene ed è bello vedere la conoscenza che
questi attori hanno dei loro personaggi, perché in questo film loro
si scontrano con il Multiverso, e nel Multiverso ti trovi ad
affrontare degli specchi e altre versioni di te. E loro sanno
cambiare una piccola parte del loro personaggio per regalarci
un’intera nuova prospettiva sul ruolo.”
Benedict Cumberbatch torna a essere il protagonista di
un film Marvel tutto suo, dopo qualche incursione collettiva, e ha
le idee chiare su chi è Strange e su cosa deve diventare alla fine
del film: “Lui è una specie di outsider, nonostante la sua
prominenza nel MCU ora. Credo che quello che vedremo in questo film
sarà interessante, perché da una parte vedremo la sua umanità, come
ha detto Sam Raimi, ma entreremo anche a fondo nel suo regno
mistico, quello dello stregone. Si tratta di autoesaminarsi e di
scoprire le sue colpe e le sue debolezze, ma anche trovare i suoi
punti di forza. Si tratta per lui di specchiarsi e di
riconoscersi.”
Dopo il trionfo di
WandaVision,
anche Elizabeth Olsen torna a vestire i panni di
Wanda/Scarlet Witch: “Questa esperienza è stata molto diversa
rispetto a tutti i film che ho fatto prima di WandaVision.
Ora ho preso una strada per una narrazione più radicata nella
sincerità, nell’amore, nella perdita, e dopo WandaVision posso
diventare qualsiasi cosa e ora posso finalmente farla diventare una
donna. Spero che con questo film la gente riesca a vedere
l’accettazione di sé per lei, per quello che è, ovvero questa donna
mitica. In questo film ha molta più chiarezza il suo
viaggio.”
New entry nel franchise
è Xochitl Gomez che interpreta la giovane e
potente America Chaves. Lo scopo di Gomez nell’entrare in questo
nuovo mondo era uno soltanto: “Sono molto felice di essermi
unita al MCU, con tutte queste persone che mi guardano le spalle!
Una cosa era importante per me, è che sono in un film molto cupo,
adulto, e per certi versi pesante, e così volevo essere sicura che
l’America fosse quello giovane, resiliente. Ma succedono cose da
pazzi, quindi è un po’ difficile. Credo che abbia aiutato davvero
il fatto che lei abbia 14 anni, più giovane di quanto non sia mai
stata nei fumetti. E questo aiuta lo scopo, una grande intuizione
della sceneggiatore Michael Waldron.”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Nelle sale da poche ore,
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è stato
vittima di leak e spoiler, che hanno rivelato anzitempo la presenza
di alcuni cameo nel film. In occasione della presentazione del film
alla stampa mondiale, Kevin Feige ha commentato questo
fenomeno degli spoiler sui cameo e ha concluso che seppure sarebbe
bello che non ci fossero, il suo compito è quello di rendere il
film valido anche se alcune cose vengono accidentalmente
rivelate.
“Devi essere certo che
l’esperienza stessa funzioni, indipendentemente da ciò che è stato
rovinato e cosa no. Noi facciamo il miglior lavoro possibile, ma le
persone stanno diventando brave a diffondere queste cose, a rubarle
e spargere in giro, per rovinare l’esperienza in sala. Con No Way
Home abbiamo dimostrato che anche sapere delle cose non ha rovinato
l’esperienza. Quindi continueremo a fare del nostro meglio per fare
dei film che possano essere avvincente, che si sappiano o no cose
che succederanno.”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Nel corso della sua lunga carriera,
l’attore Dustin Hoffman ha recitato in alcuni tra
i più acclamati e memorabili film della storia del cinema. Da
Il laureato a
Kramer contro Kramer, da Il
maratoneta a Rain Man – L’uomo della pioggia. Il
due volte premio Oscar ha inoltre spaziato attraverso vari generi,
distinguendosi anche nella commedia. Tra i suoi film più ricordati
vi è infatti anche Tootsie, film del 1982
diretto dal celebre Sydney Pollack, dove
l’umorismo si unisce al romanticismo, dando vita ad un racconto
tanto bizzarro quanto dolce sul riscatto e sulla necessità di
essere sé stessi per poter avere successo.
Indicato come uno dei migliori cento
film statunitensi di tutti i tempi, e una delle migliori cento
commedie americane di sempre, Tootsie si affermò come uno
dei maggiori successi del suo anno e dell’intero decennio. A fronte
di un budget di 21 milioni di dollari, questo arrivò a guadagnarne
oltre 177 in tutto il mondo. Il merito è da ritrovarsi nella sua
solida sceneggiatura, nella regia e specialmente nelle
interpretazioni dei protagonisti, capaci di tirar fuori tutto
l’umorismo e la tragicità dai propri personaggi. Il film è poi
arrivato ad ottenere ben 10 nomination ai premi Oscar, comprese
quelle per il miglior film e i migliori attori.
Ancora oggi Tootsie è
ricordato per la sua commistione di assurdità e serietà delle
situazioni, proponendo riflessioni sociali e sul sessismo ancora
oggi di grande attualità. Si è così affermata come un’opera capace
di distaccarsi dal suo tempo per parlare anche al pubblico di oggi.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Tootsie: la trama del film
La vicenda del film si svolge a New
York, dove vive Michael Dorsey. Egli è un valido e
preparato attore di teatro, con grandi capacità ma dotato anche di
un brutto carattere. Proprio a causa dei suoi maniacali
perfezionismi interpretativi, egli entra spesso e volentieri in
conflitto con registi e produttori. Ciò lo porta progressivamente a
non ottenere più ruoli importanti, vedendosi costretto a lavorare
come cameriere per guadagnarsi da vivere. Nel disperato tentativo
di recitare ancora, egli decide infine di presentarsi ad un provino
per un personaggio femminile travestito da donna, facendosi
chiamare Dorothy. La sua performance stupisce
tutti, tanto da permettergli di ottenere il ruolo.
Quella che sembrava essere per lui
la svolta diventa invece ben presto una vera e propria condanna.
Michael è infatti costretto a dover continuare a fingere di essere
una donna, incappando in una serie di problematiche. Tra queste vi
è anche l’incontro con la dolce Julie Nichols,
un’attrice della serie per cui sta lavorando, di cui si innamora
perdutamente. Tra la difficoltà di mantenere il suo segreto e la
necessità di continuare ad avere una vita privata e sentimentale
stabile, Michael sarà chiamato a fare una serie di scelte, che lo
porteranno a cambiare inevitabilmente come persona.
Tootsie: il cast del film
Interessatosi da subito al ruolo,
Dustin Hoffman
promosse attivamente la realizzazione del film. Da sempre noto per
la sua dedizione ai personaggi, anche in questo caso egli condusse
approfondite ricerche per prepararsi ad interpretare Michael e
Dorothy. Per prima cosa egli ha guardato più volte il film Il
vizietto. Successivamente ha visitato il General Hospital,
poiché il ruolo interpretato nei panni di Dorothy era quello di una
direttrice d’ospedale. Per prepararsi ai panni femminili, Hoffman
si è inoltre sottoposto a diverse ore di trucco, ma l’aspetto più
complesso fu il trovare la giusta voce per il personaggio. L’attore
decise infine di dotarla di un accento del sud, poiché ciò gli
permetteva di ottenere una voce più femminile. Per il suo ruolo
egli è stato candidato all’Oscar come miglior attore.
Nei panni di Julie Nichols, la
collega di cui Michael si innamora, vi è la celebre attrice
Jessica Lange. Questa, che veniva da una serie di
film drammatici, ebbe non poche difficoltà a modulare l’intensità
della recitazione ai toni di una commedia. La sua interpretazione
fu però poi estremamente apprezzata, portandola a vincere il premio
Oscar come miglior attrice non protagonista. Ad interpretare Sandy,
aspirante attrice amica di Michael, vi è invece Teri
Garr. Il personaggio era stato scritto appositamente per
lei, e portò l’attrice ad essere a sua volta nominata al premio
Oscar. Nel film è poi presente l’attore Bill Murray nei
panni di Jeff Slater, coinquilino e collega di Michael.
Dabney Coleman è Ron Carlisle, il regista della
serie, mentre Doris Belack è Rita Marshall, la
produttrice. Charles Durning, infine, interpreta
Leslie Nichols, padre di Julie.
Tootsie: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Tootsie
è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 maggio alle ore
21:30 sul canale La7 D.
In un momento di rivalsa per i
personaggi femminili al cinema, il film The Wife –
Vivere nell’ombra (qui la recensione) rappresenta
il compiersi di quell’indipendenza tanto reclamata. Uscito in sala
nel 2017, il film è diretto dal regista svedese Björn
Runge, e trova il suo primo motivo di pregio
nell’interpretazione da protagonista dell’attrice Glenn
Close, qui nei panni di una donna che dopo aver a
lungo vissuto nascosta dietro il marito, noto scrittore, decide di
prendersi ciò che le spetta, uscendo allo scoperto in tutto il suo
valore.
Il film è l’adattamento del romanzo
The Wife, scritto e pubblicato nel 2003 da Meg
Wolitzer, autrice di numerosi romanzi più volte tradotti
anche sul grande schermo. Interessatasi al progetto, la Close
spinse a lungo affinché questo prendesse vita. Al momento della sua
uscita in sala, questo si affermò come un buon successo, arrivando
ad un guadagno complessivo di circa 18 milioni di dollari a livello
globale. Tale risultato è un ulteriore simbolo dell’interessamento
del pubblico verso le tematiche qui trattate, particolarmente
attuali e necessitanti di quanta più condivisione possibile.
Apprezzato dalla critica, The
Wife – Vivere nell’ombra è stato definito come uno dei film
più affascinanti e importanti della sua stagione. Non sorprende
dunque che si sia poi affermato come uno dei principali
protagonisti della sua stagione, con l’attrice protagonista
candidata a molteplici prestigiosi premi. Prima di addentrarsi
nella visione di un film del genere, è però bene conoscere alcune
curiosità ad esso legate. Proseguendo nella lettura si potranno
infatti scoprire alcuni dettagli relativi al cast, come anche le
differenze che intercorrono tra il film e il romanzo da cui è
tratto.
The Wife – Vivere
nell’ombra: la trama del film
Protagonista del film è Joan
Castleman, moglie fin troppo devota che ha speso
quarant’anni della sua vita a gioire dei successi del marito
Joe, affermato scrittore, da molti definito come
il più grande di sempre. Per amore, la donna ha infatti sempre
sacrificato sé stessa per poter lasciare a lui tutti i riflettori
del caso. Nel momento in cui a Joe viene conferito il prestigioso
premio Nobel per la letteratura, il riconoscimento più grande per
uno scrittore, Joan decide però di dire basta. Mentre intraprende
il viaggio verso Stoccolma, la donna ripensa infatti a tutti gli
anni trascorsi e al segreto su cui si basa il successo del marito.
Un segreto che però ora Joan sembra pronta a svelare, portando alla
luce sconvolgenti verità.
The Wife – Vivere
nell’ombra: il cast del film
Vero cuore del film è l’attrice
Glenn Close, che nei panni di Joan Castleman dà
vita a quella che è stata definita come una delle interpretazioni
migliori di tutta la sua carriera. L’attrice si era interessata
alla storia già nei primi anni duemila, ritrovando in questa molto
di sua madre. La Close, infatti, ha dichiarato di aver voluto dar
vita a questo film anche in suo onore. Spinta da questo desiderio,
l’attrice ha così riposto nel suo personaggio un grande carico
emotivo, cercando di ispirarsi proprio alla madre e al suo
atteggiamento nei confronti della vita. Tale interpretazione ha poi
fatto guadagnare all’attrice la sua settima nomination al premio
Oscar, non riuscendo però poi a vincere l’ambita statuetta. Ad
interpretare il personaggio di Joan da giovane, la Close ha inoltre
voluto sua figlia Annie Starke, con la quale aveva
già collaborato per alcuni film.
Per il personaggio di Joe Castleman,
invece, l’attrice aveva chiesto a Gary
Oldman di ricoprire tale ruolo. L’attore, tuttavia,
era già impegnato su un altro set e non poté accettare. Al suo
posto è stato scelto Jonathan Pryce, recentemente
candidato all’Oscar per il suo ruolo in I due papi.
Questi, insieme alla Close, diede vita a numerose settimane di
prove private prima di prendere parte alle riprese. Ciò gli permise
di sviluppare la grande chimica di coppia poi sfoggiata nel film.
L’attore Christian
Slater, noto per la serie Mr. Robot, ha
invece interpretato il biografo Nathaniel Bone, che decide di
scrivere un libro proprio sulla vita di Joe Castleman. Max
Irons, figlio del premio Oscar Jeremy
Irons, dà invece vita al personaggio di David
Castleman, figlio di Joe e Joan. L’attrice candidata all’Oscar
Elizabeth McGovern, invece, ricopre il ruolo di
Elaine Mozell.
The Wife – Vivere
nell’ombra: le differenze tra libro e film
Nel processo di adattamento del
romanzo, durato circa quattordici anni, si sono rese inevitabili
alcune modifiche su quanto narrato. Ciò, come sempre, viene attuato
per poter rendere più cinematografica la storia contenuta nel
libro. Molto spesso, infatti, le parole utilizzate in un libro non
possono essere riportate in immagini sul grande schermo, e hanno
perciò bisogno di alcune reinterpretazioni. Tra le più evidenti
modifiche attuate vi è quella della rinuncia alla voice over che
accompagna la narrazione del libro. Pur se potenzialmente
utilizzabile anche in un film, gli autori hanno preferito affidare
alla Close e al suo volto tutto ciò che c’era da dire sui pensieri
del personaggio, senza però pronunciarli esplicitamente. Dal
racconto in prima persona del libro, dunque, si passa ad un
racconto più oggettivo nel film.
Proprio per questa capacità
dell’attrice, si è deciso di ritardare la confessione del suo
segreto, che nel libro è dichiarato sin da subito. Ciò ha permesso
di costruire un più marcato velo di dramma e mistero,
particolarmente utile per generare un maggior coinvolgimento nello
spettatore, che aspetta trepidante di scoprire cosa nasconda Joan
dietro il suo volto. Ulteriori modifiche hanno poi visto la
ridefinizione di alcuni rapporti tra i personaggi, come quelli tra
i due coniugi o tra loro e l’unico figlio. La scrittrice ha poi
dichiarato come sia rimasta sorpresa nel vedere che il premio vinto
da Joe che nel libro è chiamato Helsinki Prize, diventi qui
addirittura il prestigioso premio Nobel. Una modifica che consente
di alzare la posta in gioco, ponendo il personaggio sotto un’ottica
ancor più gloriosa.
The Wife – Vivere
nell’ombra: il trailer e dove vedere il film in streaming
Per gli appassionati del film, o per
chi dovesse ancora vederlo, è possibile fruire di The
Wife – Vivere nell’ombra grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione
mercoledì 4maggio alle
ore 21:25 sul canale Rai 1.
Anna Foglietta è
una di quelle attrici che sta contribuendo a fare la storia del
cinema italiano degli ultimi anni, soprattutto grazie alle sue
performance così intense ed espressive. L’attrice, che prima di
praticare professionalmente questa attività ha svolto altre
mansioni, è riuscita a dimostrare sin da subito di essere una
professionista del settore, molto versatile e ricca di
espressività.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Anna Foglietta.
Anna Foglietta: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attrice è iniziata
nel 2006, quando appare per la prima volta sul grande schermo in
Sfiorarsi, per poi recitare in un episodio di 4-4-2 –
Il gioco più bello del mondo (2006), Solo un padre
(2008), Se chiudi gli occhi (2008), I mostri oggi
(2009) e The American (2009). In
seguito, recita in Nessuno mi può
giudicare (2011), Ex – Amici come prima!
(2011), L’amore è imperfetto
(2012), Colpi di fulmine (2012), Mai Stati Uniti (2013),
Tutta colpa di Freud
(2014) e St@lker (2014). Tra i suoi ultimi film, vi sono
Confusi e felici
(2014), Noi e la Giulia (2015),
La prima volta (di mia
figlia) (2015), Perfetti sconosciuti (2016), Che vuoi che sia
(2016), Il contagio (2017), Il premio (2017),
Diva! (2017), Un giorno all’improvviso
(2018), Genitori quasi perfetti (2019), Il talento del
calabrone (2020), D.N.A. – Decisamente Non Adatti
(2020), Si vive una volta sola (2021), Trafficante di virus
(2021) e Blackout Love (2021).
2. Ha lavorato in diverse
serie tv. Oltre ad aver prestato la sua attività attoriale
per il cinema, l’attrice ha lavorato spesso anche in progetti
destinati al piccolo schermo. Infatti, è apparsa in La
squadra (2005-2007), Distretto di polizia
(2007-2009), Il commissario Rex (2011), Ragion di
Stato (2015), La mafia uccide solo d’estate
(2016-2018), il film TV Storia di Nilde (2019) e la
miniserie Alfredino – Una storia italiana (2021).
3. Ha vinto diversi
premi. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha vinto
diversi premi che l’hanno aiutata a renderla famosa agli occhi del
pubblico. Infatti, nel 2016 ha vinto un Nastro d’argento speciale
per Perfetti sconosciuti, mentre nel 2019 ha vinto il
Nastro d’argento per la Miglior attrice protagonista per il film
Un giorno all’improvviso. L’attrice vanta inoltre quattro
candidature ai David di Donatello, dove non è però ancora riuscita
a riportare una vittoria.
Anna Foglietta e il marito Paolo
Sopranzetti
4. È sposata da diversi
anni. L’attrice si è sposata per la prima volta nel 2010
con Paolo Sopranzetti, un consulente finanziario.
I due sono insieme da allora e non si sono più lasciati. Molto
riservati circa la loro vita privata, i due coniugi non sono soliti
lasciarsi andare a momenti di sfoggio di ciò che fanno, preferendo
tenere la loro quotidianità un affare solo loro.
5. Un amore che arriva dal
liceo. Prima di frequentarsi e poi sposarsi, la coppia si
conosceva già dai tempi del liceo, ma non si erano mai avvicinati
più di tanto. Dopo tanti anni, è stato grazie ai social se si sono
rimessi in contatto e hanno approfondito quella storia che, in
realtà, era a suo modo iniziata anni prima.
Anna Foglietta e i figli Lorenzo,
Nora e Giulio Sopranzetti
6. È madre di tre
figli. Dall’unione con il suo attuale marito, l’attrice è
diventata madre di tre figli: infatti, nel 2011 è diventata madre
per la prima volta di Lorenzo, mentre nel 2013 è
nata Nora e nel 2014 il suo ultimo figlio,
Giulio. La Foglietta cerca continuamente di
evitare che la sua popolarità possa portare ad una sovraesposizione
mediatica dei figli, preferendo dunque che questi possano crescere
lontani dall’invasività di tali strumenti.
Anna Foglietta è su Instagram
7. Ha un profilo
social. L’attrice possiede un proprio account Instagram
che è seguito da 353 mila persone. Sulla bacheca sono molte le foto
che la vedono protagonista tra momenti lavorativi e di svago con
colleghi e amici, lasciando spazio anche a momenti nostalgia.
inoltre, l’attrice utilizza il social anche per il sostegno di
diritti umanitari: di recente, è scoppiata una piccola polemica, in
quanto il social le avrebbe rimosso un post contro il Governo
italiano per il caso della nave Diciotti.
Anna Foglietta in Perfetti
sconosciuti
8. Non lavorerebbe in un
sequel. Secondo l’attrice, un sequel di Perfetti
sconosciuti non sarebbe possibile. Al di là dei problemi che
potrebbero riguardare la trama, secondo l’attrice sarebbe meglio
non tornare per il semplice fatto di non voler rovinare
l’interpretazione del film originale.
Anna Foglietta in Tutta colpa
di Freud
9. È una delle protagoniste
del film. Nel film di grande successo Tutta colpa di
Freud, l’attrice recita nel ruolo di Sara Taramelli, una donna
lesbica che torna dagli Stati Uniti decisa a diventare etero dopo
l’ennesima delusione amorosa. Ad aiutarla nel suo percorso di
scoperta di sé vi è il padre Francesco, di professione psicanalista
e interpretato dall’attore Marco
Giallini.
Anna Foglietta: età e altezza
10. Anna Foglietta è nata il
3 aprile del 1979a Roma, nel Lazio. La
sua altezza complessiva corrisponde a 175 centimetri.