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Romulus II – La guerra per Roma: recensione dei primi due episodi della seconda stagione

Roma è un cucciolo di lupa, ma crescerà e divorerà tutto ciò che la circonda. È un monito quello che apre la seconda stagione di Romulus (qui la recensione della prima stagione), la serie ideata da Matteo Rovere a partire dal suo film Il primo re. Se nella prima stagione si erano seguiti i processi che hanno portato alla formazione dei protagonisti e della mitica città, in questa seconda il cuore narrativo è invece rivolto alla volontà di Roma e i suoi abitanti di ottenere i giusti riconoscimenti, difendere i propri confini e prosperare in un territorio quanto mai selvaggio e brutale. Con Romulus II – La guerra per Roma, si entra dunque nel vivo dell’epico racconto concepito da Rovere.

Rincontriamo dunque i protagonisti lì dove li avevamo lasciati. Wiros e Yemos sono i re di Roma, un co-reggenza che genera non poche confusioni in chi è abituato a relazionarsi con un solo sovrano, specialmente considerando che Yemos è un ex schiavo. La nascita della nuova città, in particolare, va molto poco a genio a Titos, re dei Sabini, tanto giovane quanto crudele, il quale non tarderà a lanciare una violenta sfida per la supremazia. Ora che la guerra sembra dunque inevitabile, Roma e il suo popolo dovranno dimostrare di essere all’altezza delle voci sul loro conto.

Aria di guerra a Roma

L’atmosfera su cui si apre Romulus II è dunque un’atmosfera particolarmente cupa, con uno scontro che si comprende essere inevitabile e che rappresenterà il climax della stagione. Con i due episodi mostrati in anteprima nel corso della Festa del Cinema di Roma si entra quindi all’interno di una serie di giochi di potere che rendono i rapporti tra tutti i personaggi particolarmente tesi. Lo scontro vero e proprio, infatti, arriverà probabilmente non prima degli ultimi episodi, in attesa dei quali le due fazioni dovranno però armarsi e prepararsi alla guerra, ricercando alleati o le giuste strategie per poter sperare di vincere.

La Roma di Wiros e Yemos è infatti isolata, essendosi inimicata tutti i popoli circostanti. È una città appena nata e già apparentemente condannata ad una sconfitta certa. È dunque compito dei due re trovare il modo per scongiurare tale esito, dimostrando di non aver dato vita ad un mero fuoco di paglia. Si parla dunque di onore, di bisogno di superare le aspettative e affermarsi contro tutto e tutti. I primi due episodi di otto appaiono particolarmente concentrati nel trasmettere tutto ciò, densi di eventi realmente significativi allo sviluppo tanto del racconto quanto della psicologia dei personaggi.

A spiccare in particolare è però il Titos interpretato dal giovane Emanuele Di Stefano, attore apparso anche in La scuola cattolica e Il filo invisibile. Il suo re è un giovane capriccioso e viziato e che proprio per ciò può rivelarsi più pericoloso di quanto la sua fisicità esile lascerebbe immaginare. Bastano due episodi a Titos per ambire dunque ad essere la vera star di questa stagione. Accanto a lui, degne di nota sono anche le interpretazioni di Andrea Arcangeli nei panni di Wiros e di Marianna Fontana in quelli della guerriera Ilia.

Romulus-II-recensione

Romulus II e quella crescente cura per i dettagli

L’impressione, dunque, è che tutti questi giovani personaggi si troveranno in questa stagione ad un bivio, che li porterà a crescere e prendere percorsi di vita tutt’altro che indolori. Le loro interpretazioni sono certamente aiutate anche da una maggiore cura nelle scenografie, nei costumi e nel trucco. Ancora una volta Romulus si dimostra una serie ambiziosa da questo punto di vista, che trova proprio nella sua estetica un elemento di forte vanto. Tutti questi elementi combinati insieme sono poi ovviamente funzionali per trasmettere quel senso di arcaicità che tanto contribuisce al fascino della serie.

Tra riti pagani, messe propiziatorie e sacrifici agli dèi, Romulus II si preannuncia ancor più violenta, barbarica, con sequenze d’azione che non si risparmiano neanche sui dettagli più crudi. Matteo Rovere, che dirige i primi due episodi, sembra dunque aver voluto puntare ancor più in alto rispetto a quanto fatto con la prima stagione. D’altronde, per quanto la meta di questa serie possa essere tutto sommato anticipabile, è il percorso nel mezzo che può regalare sorprese interessanti. Tra affascinanti descrizioni del contesto e personaggi sempre più carichi di emotività, ci sono tutte le premesse per poter assistere a qualcosa di molto forte.

Django – La serie: recensione del western di Francesca Comencini

Django – La serie: recensione del western di Francesca Comencini

Django – La serie, con la direzione artistica di Francesca Comencini, regista dei primi quattro episodi, è un progetto internazionale ambizioso, coproduzione Italia – Francia e Sky Original, cast stellare e variegato, che un primo risultato lo ha già prodotto. In occasione della presentazione al pubblico, infatti, la direttrice artistica della Festa del Cinema, Paola Malanga, unitamente alla presidente della giuria del concorso principale, Marjan Satrapi, hanno consegnato a Noomi Rapace, che di Django è l’antagonista, il Premio alla Carriera  – Progressive Lifetime Achievement Award, dedicato alle figure che, “pur avendo iniziato la loro carriera non da molti anni, hanno già lasciato il segno”, ha spiegato Malanga. Nel ringraziare per il premio ricevuto, di cui si è detta onorata, Noomi Rapace ha voluto così lanciare il proprio messaggio di solidarietà alle donne iraniane che stanno dando vita alle proteste di questi giorni: “Ho solo tre parole da dire: donna, vita, libertà”.

La trama di Django – La serie

New Babylon è una città americana, nata in un cratere nel 1872. Accoglie tutti, affinché tutti siano liberi e uguali. John Ellis, Nicholas Pinnock, ne è la guida. Qui arriva Django, Matthias Schoenaerts, in cerca degli assassini della sua famiglia. Vi trova sua figlia Sarah, Lisa Vicari, che credeva morta. Poco lontano da New Babylon si trova Elmdale City. Le due città sono rivali, quanto lo sono le concezioni di chi le guida. John Ellis accoglie chi ne ha bisogno, senza giudizi morali. Così trovano rifugio a New Babylon prostitute, galeotti e soprattutto neri, altrove discriminati. A Elmdale, invece, tutti obbediscono alla signora Thurman, Noomi Rapace, acerrima nemica di Ellis, fervente cattolica con zelo moralizzatore, che per le sue convinzioni non esita a mettersi a capo di una confraternita. Una sorta di corpo speciale di giustizieri, che si propongono di far rispettare i principi in cui credono, con qualunque mezzo. Django si troverà al centro della lotta fra le due città e troverà il modo di farsi accogliere a New Babylon, per stare vicino a sua figlia e tentare di recuperare il rapporto con lei, che ritiene il padre responsabile dello sterminio della loro famiglia.

Django - La serie noomi rapace

Da Gomorra a Django con un cast internazionale

Dopo aver diretto con successo alcuni episodi di Gomorra – La serie, Francesca Comencini torna a lavorare sulla serialità. Stavolta, ispirandosi liberamente al western di Sergio Corbucci, Django, che fu un vero cult. Per quest’avventura, che la regista ha pensato come omaggio al western, ma anche rivolta all’oggi, Comencini fa certamente tesoro dell’esperienza di Gomorra e porta con sé parte di quel team. La serie in dieci episodi è infatti creata e scritta da  Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli. Con loro, Francesco Cenni, Michele Pellegrini e Max Hurwitz. Alla regia – Comencini dirige i primi quattro episodi – anche  David Evans Downtown Abbey – e Enrico Maria ArtaleRomulus – La serie. Per quel che riguarda gli attori, oltre ai nomi succitati, troviamo Jyuddah James, Benny O. Arthur ed Eric Kole, che interpretano i figli di John Ellis, ma vi sono anche diverse presenze italiane: da Vinicio Marchioni, a Franco Nero, che compare in un cameo, a Manuel Agnelli.

Stile e ritmo in Django – La serie

È stata certo una bella sfida adattare uno spaghetti western degli anni Sessanta, già oggetto di rifacimenti e omaggi, al linguaggio moderno della serialità. Comencini l’ha condotta con grande perizia, dandogli una veste nuova, adatta ad un pubblico giovane e internazionale. Come per altre grandi produzioni seriali nostrane della storia recente – basti pensare a Gomorra e Romulus – la spettacolarizzazione è un aspetto molto presente. Serve a portare quel tipo di pubblico dentro la storia, per poi fidelizzarlo grazie all’approfondimento delle vicende dei singoli personaggi. Dunque, sfide, sparatorie, scene cruente non mancano. Si privilegiano i primi piani molto stretti e c’è molta attenzione ai dettagli. L’ambientazione americana è ricreata in Romania in modo molto accurato e con un efficace lavoro di scenografie e costumi, per rendere tutto il più verosimile possibile. La regista sa destreggiarsi bene in questo campo, dominando anche le scene d’azione, cui riesce a conferire il giusto ritmo.

Django - La serie lisa vicari

La forza delle donne

A sorpresa, ma forse non troppo, visto che dietro la macchina da presa e alla direzione artistica del progetto c’è una donna, la vera forza di Django – La serie, sono proprio le figure femminili. Comencini punta convintamente su di loro. I personaggi femminili sono quelli che colpiscono, lasciando il segno nello spettatore, restando impressi per coraggio, forza d’animo, anche spietatezza, come nel caso della Signora Thurman interpretata da Noomi Rapace, ma non senza le loro fragilità. Così anche per la talentuosa Lisa Vicari, che interpreta Sarah, la figlia di Django. Sono loro, più che Matthias Schoenaers o Nicholas Pinnock, le vere protagoniste di questa storia, simboli dell’eterna lotta tra bene e male, sebbene non vi sia una visione così rigidamente manichea. Il Django di Schoenaers Un sapore di ruggine e ossa, The Mustang – sbiadisce al confronto. Anche questo, forse, un segno dei tempi.

Dopo il Django di Corbucci e quel tributo eccentrico e appassionato che è stato Django unchained di Quentin Tarantino, un film culto dell’era western italiana si rinnova ancora, assumendo  una forma più congeniale a questi tempi. Prodotto da  Cattleya, Atlantique, Sky Studios e Canal+, Django – La serie, sarà visibile in esclusiva su Sky dal 2023 e in streaming solo su NOW.

The Watcher: recensione della serie Netflix

The Watcher: recensione della serie Netflix

Ryan Murphy continua a galoppare verso il successo della serialità e lo fa con The Watcher, mini-serie true crime basata sulla reale storia della famiglia Broaddus, che nel 2014 acquistò una casa nel New Jersey iniziando a ricevere strane lettere da una persona che si firmava “L’Osservatore”.

Dopo il successo di Dahmer, che aveva conquistato il podio di Netflix, anche The Watcher riesce ad ottenere un punteggio da capogiro e si piazza immediatamente, come il suo “predecessore”, fra le serie più viste sulla piattaforma streaming. Indice che la firma di Murphy, insieme a Ian Brennan, lascia sempre il segno.

The Watcher, la trama

Dean (Bobby Cannavale) e Nora (Naomi Watts) Brannock si trasferiscono insieme ai figli nel New Jersey a seguito di un investimento dell’uomo per l’acquisto di una suggestiva e antica casa: la 657 Boulevard. Sin dal loro arrivo nella cittadina, i coniugi sono oggetto di giudizio e osservazione da parte dei loro singolari vicini, i quali non apprezzano molto la loro presenza in quell’abitazione.

Non appena la famiglia Brannock inizia a prendere confidenza con la casa, alcune lettere sinistre iniziano ad arrivare nella cassetta della posta, infrangendo come un vaso di vetro la loro placida quotidianità. Il mittente è sconosciuto, si fa chiamare l’Osservatore. La disperata ricerca della sua identità inonderà di disperazione e paranoie la vita dei Brannock, rompendo anche il precario equilibrio che hanno con gli abitanti del loro vicinato.

The Watcher mia farrow

Ossessione e avidità, il vero baricentro del true crime

The Watcher a primo impatto può sembrare una serie tv ibrida: un thriller che si modella con l’aggiunta di componenti horror. Seppur la trama abbia dettagli simili al genere, l’orrore non si riscontra nei jump scare o nella presenza di elementi sovrannaturali, bensì nell’avidità e nell’ossessione insita nei personaggi. Sono queste caratteristiche a costituire la cifra dominante della trama, e a muovere i protagonisti all’interno della scacchiera nell’incessante tentativo di farli cadere. Di fargli compiere quella mossa sbagliata che decreterà la conclusione di ogni cosa. Quello che l’Osservatore sottolinea spesso, sin dalla prima lettera, è proprio l’avidità, una costante di tutti i proprietari della 657 Boulevard. E questa avidità è madre dell’ossessione di tenere a tutti i costi una casa problematica, ma talmente bella e costosa da non potervi rinunciare.

Partendo dall’Osservatore, ci si addentra in una profondità molto più oscura, il vero abisso, che è quello della finzione. Colui che guarda la famiglia Brannock è un occhio che diventa Lo sguardo di una società improntata sull’apparenza della ricchezza, nonostante questa non sia supportata da un’economia familiare stabile. Dean Brannock è la rappresentazione massima di un uomo che vuole essere ciò che non può, e che sprofonda nella dissennatezza non appena cerca di farlo. Eccole lì, quindi, avidità e ossessione. Due facce della stessa medaglia che portano su un piatto il fulcro di The Watcher: la doppiezza del genere umano.

Una struttura narrativa fragile

Murphy ha impiegato ben poco a sistemare l’incidente scatenante nello sceneggiato, tanto da fondersi con l’incipit. L‘arrivo delle lettere, infatti, aggancia immediatamente lo spettatore, sia in termini di emotività che di razionalità. Subito si chiede: cosa farà ora la famiglia Brannock? Un espediente narrativo costruito in maniera semplice ma efficace, che provoca una scissione in chi osserva: vuole sapere, ma ha l’ansia di saperlo. La spina dorsale impiantata nella storia – ossia il desiderio profondo e lo sforzo del protagonista per ripristinare l’equilibrio nella propria vita – è affidata quasi in toto a Dean. È lui il primo a venire inghiottito dai misteri della casa e dalle inquietanti lettere che ogni giorno trova nella cassetta della posta. Beat dopo beat il protagonista si consuma nel vano tentativo di rincorrere una verità che viene continuamente nutrita di indizi volti a depistarlo.

In un découpage molto classico, la macchina da presa inizia progressivamente ad essere quell’osservatore non desiderato che si infila non solo nella vita del personaggio, ma anche nella sua mente. Ne capta i pensieri, le ossessioni, le follie. Quasi quanto Dean, anche Nora comincia a brancolare nel buio e nella disperata ricerca di stanare il colpevole. I figli rimangono presenze marginali nell’evolversi della trama, privi di personalità ma anche di parti cruciali nella sceneggiatura. Un elemento di troppo, ma di cui alla fine non ci si accorge neppure se non per quelle poche volte che il padre mostra una morbosa gelosia nei confronti della figlia. Il problema però arriva dopo.

I primi episodi sono, in termini narrativi, strutturalmente furbi, e riescono a far progredire la storia con un ritmo incalzante e veloce. La tensione è palpabile. Murphy la scatena facendo credere allo spettatore di aver risolto lui stesso il caso, deve solo aspettare di vederlo. E seppur vengano inserite sequenze e sotto-trame fatue che annichiliscono i personaggi, l’attenzione rimane alta fino alla fine poiché la tecnica del mostrare è ipnotizzante. Ma quando i titoli di coda compaiono, e si riavvolge il nastro per ripercorrere tutta la trama, quello che resta è il vuoto totale. La “chiusura” di The Watcher è indecifrabile. Ciò che disturba è aver dato troppi elementi inutili e pochi indispensabili per poter davvero apprenderne l’intreccio. I protagonisti sono stati trascinati con forza all’episodio conclusivo, e sono stati sgonfiati di qualsiasi loro caratteristica e motivazione. Quando la carne si lascia per troppo tempo sulla brace, rischia di carbonizzarsi.

Lo “sbriciolamento di trama” di The Watcher si nasconde fino all’ultimo. Murphy è stato maestro nel non permettere di abbandonare la storia, perché stregati dal suo stile, facendo credere che il “bello dovesse ancora arrivare”. E non arriva mai. Ma è proprio questa la bravura dei registi di un certo spessore: continuare a tenere incollato lo spettatore seppur il prodotto non stia più eccellendo. È pur vero però che sarebbe stato meglio fermarsi qualche puntata prima.

INVERSO – The Peripheral: recensione della serie Prime Video con Chloë Grace Moretz

A colmare almeno in parte tale lacuna arriva INVERSO – The Peripheral, serie prodotta da Amazon Prime Video che vede protagonisti Chloë Grace Moretz e Jack Reynor, con il supporto prezioso di Eli Goree, Gary Carr, Chris Coy e soprattutto T’Nia Miller.

INVERSO – The Peripheral – la trama

Difficile, quasi impossibile riassumere la storia dello show, tanto complessa e articolata si rivela la trama dell’adattamento da Gibson. Al centro della storia ci sono i due fratelli Flynne (Moretz) e Burton Fisher (Reynor), i quali attraverso un meccanismo di (presunta) realtà virtuale si trovano coinvolti in un intrigo più grande di loro, un gioco di potere che coinvolge criminali, assassini, marchingegni  che posseggono il potere di trasferire la mente di una persona non soltanto in un corpo diverso, ma anche in un altro tempo.

Diviso in due ambientazioni molto precise e antitetiche tra loro, INVERSO – The Peripheral possiede almeno in parte quello che la fantascienza e in generale ogni prodotto fantastico dovrebbe avere, ovvero una messa in scena che si fa metafora capace di diventare specchio del nostro tempo. Da una parte c’è l’America rurale, che stenta a sbarcare il lunario, dove le uniche soluzioni per tenere lontana la fame della povertà sono l’esercito o il crimine; dall’altra invece la Londra elegante e ricca dove si muovono coloro che controllano denaro e potere, e di conseguenza la vita degli altri. Molti altri.

Un’America rurale nello scenario sci-fi

Se quest’ultimo setting serve principalmente a fornire a INVERSO – The Peripheral l’estetica del prodotto sci-fi e l’azione più spettacolare, è la prima a costituire il cuore pulsante dell’operazione. I giovani personaggi che hanno dato tutto o quasi alla patria, usciti dall’ennesima guerra devastati nell’anima quanto nel corpo, rappresentano in filigrana piuttosto chiaramente quello che è successo negli Stati Uniti negli ultimi vent’anni, a partire dall’invasione di Afghanistan e successivamente Iraq. Anche se alla lontana, e ovviamente con le dovute proporzioni, lo show si riallaccia a quella rappresentazione del Paese rurale e sull’orlo del baratro che molto bene è stata esposta negli ultimi anni da alcuni film indipendenti, primo tra tutti Un gelido inverno di Debra Granik.

INVERSO - The Peripheral Chloe Grace MoretzINVERSO – The Peripheral racconta gli stenti, la durezza della vita, le decisioni prese perché non se ne possono scegliere altre di strade: dietro la confezione sci-fi, la serie lo espone in maniera sorprendentemente profonda. Peccato che tale lucidità nello sguardo traslato sul presente non sia purtroppo supportata dalla parte “virtuale” che vede Londra come teatro principale: in questo caso il divertimento propriamente legato al genere è garantito, ma al tempo stesso proprio tale conformità rende lo spettacolo più lieve, forse addirittura superficiale. Tale dualità incide sulla riuscita complessiva del progetto che vede coinvolti Jonathan Nolan e Lisa Joy, anche se bisogna ammettere che il contrasto creato dai due universi si sviluppa con discreta energia propositiva.

I protagonisti sono il punto forte

Il punto però veramente forte di INVERSO – The Peripheral sono i due protagonisti, sorprendentemente affiatati e capaci di mostrare tutte le pieghe di un rapporto fratello/sorella profondo anche se contrastato, cementato dal dolore e dalle difficoltà. La Moretz fornisce la prova migliore da anni a questa parte, mentre Reynor conferisce al suo personaggio un carisma e una stringatezza a tratti davvero impressionanti.

Buon prodotto di fantascienza, sviluppato con intelligenza e attenzione all’estetica della confezione, INVERSO – The Peripheral offre uno spettacolo perfetto per chi cerca intrattenimento adulto e non scontato. E per coloro che cercano un prodotto capace di gettare uno sguardo non preconcetto al mondo che stiamo vivendo dietro la lente del genere, questo show può riservare più di una sorpresa.

Acapulco 2: recensione della serie Apple Tv+

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Acapulco 2: recensione della serie Apple Tv+

Quanto erano mancate le pareti rosa shocking del resort più amato del Messico e quanto è confortante tornare a Las Collinas per Acapulco 2, la seconda stagione della serie Apple TV+ che, dopo una prima stagione travolgente in cui ha sfoggiato location, personaggi e storie semplici ma genuine, arriva sulla piattaforma con un secondo ciclo in cui non solo rivediamo i personaggi che abbiamo amato, ma ne continua le vicende con un piglio energico, andando in profondità e mantenendo allo stesso tempo quello spirito di leggerezza e di “vacanza” che è diventato marchio distintivo della serie creata da Austin Winsberg, Eduardo Cisneros e Jason Shuman.

Acapulco 2, dove eravamo rimasti?

Le storie raccontate in Acapulco 2 prendono le mosse esattamente da dove si era conclusa la prima stagione: è il primo giorno dell’anno 1985 e tutti si stanno riprendendo da una notte folle. Maximo ha litigato con Don Pablo e ha scoperto che, Julia, la donna che ama è ora promessa sposa di Chad, figlio della sua datrice di lavoro e per questo, per certi versi, suo superiore. Inoltre, l’atmosfera a casa non è delle più distese tra la madre, Nora, e la sorella, Sara, che faticano a gestire il loro rapporto e un grande segreto che la seconda tenta di nascondere alla prima. L’ambizione di Maximo lo spingerà a fare cose impensate, mentre intorno a lui tutti i suoi amici e conoscenti sembrano attraversare dei momenti di cambiamento e presa di coscienza, eventi che cambieranno per sempre le sorti di tutti.

Mai cambiare una formula vincente. Questo deve essere stato il criterio guida degli showrunner di Acapulco 2 che ripropone lo stesso schema della prima stagione, arricchendo però la portata con qualche nuovo personaggio e dando profondità agli archi narrativi dei personaggi. E se Maximo è il carattere più “in vista” e più soggetto a contrastare le maree avverse, anche gli altri personaggi si addentrano in territori sconosciuti e acque ignote che rischiano di agitarsi moltissimo.

Acapulco 2 cast

Più in profondità, più lontano

Ogni personaggio, in Acapulco 2, avrà la sua piccola tempesta da affrontare, anche con discrete difficoltà. Sara dovrà imparare a lottare per se stessa e per la consapevolezza di sé, mentre Nora dovrà imparare ad accettare il cambiamento e la diversità, scegliendo l’amore sopra ogni altra cosa. Julia si troverà a compiere una scelta imprevista mentre Chad scoprirà che il cammino davanti a sé è tutto da scoprire. Insomma, nessuno viene lasciato indietro, e mentre Maximo è comunque il nostro narratore onnisciente, che conduce la storia dal presente, gli altri personaggi acquistano sempre più spazio e spessore, con il protagonista che spesso resta in secondo piano per dare precedenza a tutti gli altri.

Questa alternanza al timone della serie arricchisce i punti di vista e rende la narrazione ancora più briosa e avvincente. Così come Las Collinas è un rifugio di pace e tranquillità, anche Acapulco 2 si conferma una serie confortevole, quasi, un prodotto feeling good che ci concede una piccola fuga dalla realtà, un luogo popolato da personaggi simpatici e da situazioni tragicomiche che non ci spaventa affrontare. Una fuga, senza pretese e senza troppe ambizioni, ma proprio per questo onesta, da una quotidianità monotona.

Il corsetto dell’imperatrice: recensione del film con Vicky Krieps

Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2022 nella sezione Un Certain Regard, da qualche mese Il corsetto dell’imperatrice mantiene alta la sua reputazione nel circuito dei Festival di cinema, soprattutto per quanto riguarda l’interpretazione della splendida Vicky Krieps, qui nei panni dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria, moglie di Francesco Giuseppe I, conosciuta ai più semplicemente come Sissi.

Il corsetto dell’imperatrice: una vita “ristretta”

Il destino da cui Sissi avrebbe voluto sfuggire – era stata scelta come propria sposa dall’imperatore Francesco Giuseppe, che avrebbe dovuto sposare la sorella Nenè – è il fulcro tematico del film di Marie Kreutzer, regista austriaca che guarda con occhio disincantato dal punto di vista storico, ma non esente da rielaborazioni favolistiche, la storia del suo Paese.

Il titolo del film si ispira a uno degli accessori più infelicemente utilizzati da Sissi soprattutto negli ultimi anni di vita: il corsetto, rigorosamente strettissimo a sottolinearne il punto vita, il fisico scolpito dai rigidi allenamenti e dalla dieta pressante cui si sottoponeva l’Imperatrice, cercando di riposizionare il suo esercizio del potere dalla sfera sociale a quella privata. Il film della Kreutzer è forse il primo in assoluto a togliere vita al personaggio di Sissi, a volerne mostrare le pieghe nell’animo, quelle che gli studi storici hanno sempre messo in evidenza ma i prodotti audiovisivi hanno voluto accuratamente non considerare, scegliendo di romanticizzare la relazione tra Elisabetta e Francesco Giuseppe.

La Sissi de Il corsetto dell’imperatrice non si perde nella lettura, non impara, sa già le lingue, non si entusiasma per niente; non ha più un ruolo – ma riflette nella sua persona la decadenza di un Impero – non si reca più in Ungheria, non è stimata dal popolo.

Il corsetto dell'imperatric Vicky Krieps

Uno sguardo che è prigione ma anche desiderio

Nelle nuove idee audiovisive di biopic, quali i recenti Blonde e Spencer, c’è sempre un eccesso di emozione, che sia paura, ribellione, angoscia, depressione: nella rielaborazione di Kreutzer, c’è solo apatia. Tutti i personaggi parlano allo stesso modo, non vi è colonna sonora – se non qualche aggiunta musicale lontana da ogni caratterista sulla scena – e che intima agli spettatori di andarsene via, di non fermarsi ad ascoltare la storia di una donna che non voleva essere più guardata – a dispetto del culto della bellezza da cui Sissi era diventata ossessionata e del suo desiderio inconscio di bramare lo sguardo altrui su di sè, piegando il concetto di vanità esteriore alla necessità di sentirsi compresi.

La Hofburg – residenza della coppia imperiale per gran parte dell’anno e che Sissi considerò sempre una prigione – assume ne Il corsetto dell’imperatrice i connotati dell’ospedale psichiatrico: quelli a cui fa visita spesso, che cerca di sostenere anche economicamente; c’è qualcosa che la attira nella condizione di isolamento dei pazienti, che le ricorda l’anomia dei palazzi che abita, in cui le aspirazioni e gli obiettivi tanto privati quanto sociali rimangono indeterminati e l’ormai limitatissimo vigore del potere imperiale assume concretezza.

Una storia che non esiste

Quella di Marie Kreutzer è una Sissi che non viene mai chiamata così: è una “semplice” Imperatrice, il cui ruolo socio-politico è stato ridotto a mera performance; mancano i tratti tipici della sua persona, la vitalità e l’ardore con cui studiava e imparava. Non è mai in un posto fisso, eppure non visita mai quelli che erano notoriamente il suo rifugio o, se vi si reca, ne calpesta il suolo in punta di piedi, senza essere effettivamente presente dal punto di vista psicologico.

Siamo di fronte a un personaggio totalmente scollegato da ogni affetto e location che le è stata imposta: non riesce mai a stabilizzarsi sul minimo livello di contatto affettivo, neanche con i figli, appena con le damigelle – che piegherà a sua immagine e volontà. Nella sceneggiatura de Il corsetto dell’imperatrice, non verranno mai espressamente dichiarati i disturbi alimentari e psichici di cui Elisabetta soffriva e le violenze che imponeva a se stessa: sono flagelli che rimangono paradossalmente suggeriti, che lo spettatore deve silenziosamente cogliere, arrivando ad accettare che Sissi non riuscirà mai a esplicitarli nè ai personaggi sulla scena nè a noi fruitori della storia che vorrebbe solo fosse sua, senza nessun disturbatore esterno.

Un corsetto che, a dispetto delle piaghe sul corpo, più viene stretto meno dolore provoca: essere Imperatrice non è un compito per tutti e chi non lo hai mai desiderato in primo luogo decide di disfarsene così. Sissi stringe, si autoflagella, rende pressante ogni circostanza per lasciare andare tutto; si butta a capofitto nel mare dell’anonimato, dove può mimetizzarsi e delegare la scrittura della sua storia a noi spettatori, senza indicazioni chiare. Inventiamo, prendiamo in giro, riscriviamo: questo è ciò che avrebbe voluto Sissi e che a Elisabetta è sempre stato negato.

Mammals: recensione della serie Prime video

Mammals: recensione della serie Prime video

Attesa sulla piattaforma streaming per l’11 novembre, Mammals è una breve serie tv formata da una sola stagione di sei episodi da venti minuti l’uno: breve ma intensa. Scritta dall’inglese Jez Butterworth (Le Mans ’66) e diretta da Stephanie Laing (Love life), la serie è una commedia dai tratti drammatici, tendenti al paradosso. Nel cast ritroviamo James Corden (Into the woods) nel ruolo di Jamie, Melia Kreiling (Tyrant, i guardiani della galassia) come Amandine, Sally Hawkins (La forma dell’acqua, Spencer) e Colin Morgan (Merlin) nei panni di Lue e Jeff.

Mammals: la storia di una coppia (im)perfetta

Jamie ed Amandine sono una normale coppia sposata: vivono una esistenza normale a Londra con una figlia, Greta, e sono in dolce attesa. Tutto però inizia a precipitare quando Amandine perde il bambino: nell’organizzare una piccola cerimonia per il piccolo mai nato, Jamie si ritrova il cellulare della moglie, e qui inizia a scoprire tutti i segreti della sua amata. Prima il misterioso Paul, poi Dave, ed infine Jason: Jamie scopre tutta una fitta rete di tradimenti di Amandine, grazie all’aiuto di Jeff, suo cognato. Il rapporto tra i due diventa sempre più teso fino a rompersi definitivamente.

Parallelamente, anche Jeff vive dei problemi di coppia con Lue, sua moglie e sorella di Jamie. Quest’ultima, in una situazione di insoddisfazione, si rifugia in un mondo di fantasia: scoperta una biografia di Coco Chanel, finisce per calarsi completamente nella vita della stilista, arrivando ad immaginarsi al suo fianco. Vivendo questa illusione, trascura totalmente Jeff arrivando a considerarlo solo un “muppet”, ovvero una sorta di pupazzo, di stupido. La realtà problematica di queste due relazioni finirà per intrecciarsi.

Mammals James Corden
Jamie e Jeff che discutono su una panchina

Mammals: l’amore impossibile

Serie come Mammals ci permettono di vedere dall’interno tutti i complicati meccanismi che regolano un rapporto di coppia, con tutta la sua serie di bugie e tradimenti, reali o solamente immaginati. Arrivati all’ultimo episodio, con il discorso di Amandine, si finirà per mettere in discussione l’idea stessa di relazione monogama: la dimensione amorosa, familiare finisce per distaccarsi dalla sfera prettamente sessuale. Delle relazioni extraconiugali prettamente fisiche possono essere considerati come tradimento?  Alla fine, anche il più moralista finisce per macchiarsi di questo “peccato”, che si tratti della vita reale o semplicemente di fantasie.

Analizzando le vicende, è facile riscontrare un classico cliché culturale: Amandine, colei che tradisce e professa un amore più libero, è francese. Uno spettatore poco attento potrà considerare questa come una semplice coincidenza, ma se ci si riflette questo elemento deriva dal pregiudizio per cui i francesi vengono considerati poco fedeli e molto liberi dal punto di vista sessuale ed amoroso.

Mammals nel totale è una serie con un ritmo molto spedito, breve e facile da seguire; anche la presenza di un sottofondo musicale teso ed incalzante aiuta a creare uno stato di suspense e di mistero in tutta la storia.

Nei primi episodi si ritrovano anche alcune scene molto forti ed espressive: la prima rappresenta Lue nel bosco, dove trova un cervo morente e con una sola mossa da fine alle sue agonie. La seconda scena, invece, riguarda sempre Lue, questa volta intenta a fare il bagno in un lago nel bosco, con il suo vecchio vestito da sposa indosso. Questa particolare scena è molto affascinante perché richiama un po’ l’immagine di locandina del film di Lars Von Trier Melancholia, in cui è raffigurata la protagonista interpretata da Kirsten Dunst nell’acqua con l’abito da sposa.

Quattro personaggi a confronto

Mammals ruota tutta attorno a quattro personaggi principali: Jamie ed Amandine da una parte, e Jeff e Lue dall’altra. Tutti e quattro si rivelano essere ben diversi da ciò che sembravano ad un primo sguardo.

Jamie dal primo episodio ci viene mostrato come un marito molto innamorato e fedele, così da essere profondamente sconvolto dal comportamento della moglie; Amandine è dipinta fondamentalmente come uno spirito libero, una donna che svolge praticamente una doppia vita, quella della madre di famiglia e quella senza limiti della persona indipendente che è.

Anche Jeff sembra essere un uomo molto interessato alla propria famiglia, preoccupato per il progressivo allontanamento della moglie da lui e dalla realtà familiare in generale. Lue invece è l’unica protagonista per cui è reso chiaro dal primo episodio il suo stato d’animo: si tratta di una sorta di insoddisfazione per la realtà, per il marito, che la porta a chiudersi in sé stessa. In  tutti e quattro i personaggi si rivelerà una parte oscura, segreta.

Marina Squerciati: 10 cose che non sai sull’attrice

Marina Squerciati: 10 cose che non sai sull’attrice

Di origini italiane, l’attrice Marina Squerciati si sta facendo notare per i suoi ruoli televisivi, dove ha già dato prova di buone capacità nell’adattarsi a ruoli e contesti diversi. Apparsa anche al cinema, l’attrice si è dimostrata pronta nel fare il grande salto, in attesa di un ruolo che possa consacrarne la carriera.

Ecco 10 cose che non sai su Marina Squerciati.

Marina Squerciati carriera

1. I film. Il debutto cinematografico dell’attrice avviene nel 2006 con il film Hold. Successivamente prende parte al film E’ complicato, dove recita accanto a Meryl Streep e Alec Baldwin. Prende poi parte a Frances Ha (2012), Sparks (2013), La preda perfetta (2014) e Central Park (2016).

2. Le serie TV. Particolarmente ricca è invece la sua carriera televisiva, che vanta partecipazioni alle serie Criminal Intent (2009), The Good Wife (2010), Blue Bloods (2011), Gossip Girl (2011-2012), The Americans (2013), Law & Order: Unità Speciale (2011-2015), Chicago Fire (2014), Chicago Med (2015), Chicago Justice (2017) e Chicago P.D., dove dal 2014 ricopre il ruolo di Kim Burgess.

Marina Squerciati social network

Marina Squerciati Social Network

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo personale verificato, seguito da 481 mila persone. All’interno di questo è possibile trovare fotografie scattate in momenti di svago o durante le pause sui set a cui l’attrice prende parte.

4. Ha un profilo su Twitter. L’attrice è inoltre attiva anche sul social network Twitter, dove ha oltre 120 mila followers. Qui la Squerciati è solita condividere aggiornamenti sui propri progetti, ma anche rilasciare notizie sulla propria vita privata o esprimere la propria opinione su notizie di attualità.

Marina Squerciati vita privata

5. E’ sposata. L’attrice è sposata con Eli Kay-Oliphant, che non ha a che fare con il mondo dello spettacolo. Verso la fine del 2016 l’attrice prende una pausa dalla serie Chicago P.D. per via della maternità, e nel febbraio 2017 la coppia dal alla luce la loro prima figlia. La nascita viene annunciata dall’attrice sul suo profilo Twitter.

Marina Squerciati Chicago P.D.

6. Ha interpretato il ruolo in più occasioni. L’attrice è celebre per il ruolo dell’agente Kim Burgess, tra i protagonista della serie Chicago P.D., dove recita accanto all’attore Jason Beghe. L’attrice ha poi ripreso il ruolo anche in altre serie ambientate nello stesso universo narrativo, ovvero Law & Order: Unità Speciale, Chicago Fire, Chicago Med e Chicago Justice.

Marina Squerciati kim burgess

7. All’inizio le era più facile ricoprire il ruolo. Nelle prime stagioni della serie l’agente Kim Burgess ha un carattere più mite, che si indurisce con il progredire della sua carriera nella polizia di Chicago. Per l’attrice risulta complesso calarsi nel nuovo carattere del personaggio, mentre si trovava più in sintonia con il modo di fare gentile delle prime puntate, poiché è quello che ha anche lei nella vita di tutti i giorni.

8. Non sa come evolverà il suo personaggio. L’attrice si è dichiarata stupita ed entusiasta dell’arco narrativo del suo personaggio, affermando tuttavia che non sa quali ulteriori strade questo intraprenderà. Gli sceneggiatori infatti tengono in gran segreto i futuri risvolti della serie, affinché anche gli attori possano vivere di volta in volta questa crescita.

Marina Squerciati patrimonio

9. Chicago P.D. è stata la sua fortuna. L’attrice ha ormai raggiunto un buono status grazie ai suoi ruoli cinematografici e televisivi, ma è con la serie Chicago P.D. che ha raggiunto degli ottimi guadagni, raggiungendo un patrimonio stimato di circa 2,5 milioni di dollari.

Marina Squerciati età e altezza

10. Marina Squerciati è nata a New York, Stati Uniti, il 30 aprile 1984. L’altezza complessiva dell’attrice è di circa 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Jesse Lee Soffer: 10 cose che non sai sull’attore

Jesse Lee Soffer: 10 cose che non sai sull’attore

Noto principalmente per i suoi ruoli televisivi, l’attore Jesse Lee Soffer si è nel corso degli anni costruito una solida carriera, che gli ha permesso di diventare un volto noto e di misurarsi con ruoli e contesti sempre diversi. In attesa della consacrazione definitiva, il grande pubblico può apprezzarlo nelle diverse serie di successo dove figura tra i protagonisti.

Ecco 10 cose che non sai di Jesse Lee Soffer.

Jesse Lee Soffer carriera

1. I film. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio a soli otto anni, nel 1993, con il film Matinée. Successivamente ottiene ruoli di rilievo in Ritrovarsi (1994), La famiglia Brady (1995), e Il ritorno della famiglia Brady (1996), dove interpreta il ruolo di Bobby Brady. Dopo una pausa di circa dieci anni, in cui si è dedicato a terminare gli studi, l’attore torna al cinema con Il mio sogno più grande (2007) e In Time (2011), dove recita al fianco di Justin Timberlake.

2. Le serie Tv. Parallelamente l’attore porta avanti la sua carriera televisiva, comparendo nelle serie Due gemelle e una tata (1998), Sentieri (1999), Così gira il mondo (2004-2010), The Mentalist (2011), The Mob Doctor (2012-2013), Chicago Fire (2013), Chicago P.D. (2014-in corso), Law & Order – Unità vittime speciali (2014-2015), Chicago Med (2015).

Jesse Lee Soffer social network

Jesse Lee Soffer social network

3. Ha un account su Instagram. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo verificato, seguito da 828 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma numerose sono anche le foto promozionali dei progetti a cui l’attore prende parte.

4. E’ attivo anche su Twitter. L’attore è inoltre molto attivo sul suo profilo Twitter, dove è seguito da oltre 200 mila persone. Qui Soffer è solito condividere news riguardo i suoi progetti, ma anche esprimere il suo parere riguardo notizie di attualità. Molto spesso, inoltre, risponde alle domande dei fan circa le loro curiosità.

Jesse Lee Soffer vita privata

5. Ha frequentato sue colleghe. Dal 2014 al 2016 l’attore ha avuto una relazione con la collega Sophia Bush, conosciuta sul set di Chicago P.D., terminata poi in modo amichevole. Dal 2018 al 2019 ha invece frequentato l’attrice Torrey DeVitto, conosciuta sul set di Chicago Med.

Jesse Lee Soffer Chicago P.D.

6. Ha interpretato il ruolo in più occasioni. Nella serie l’attore interpreta il ruolo del detective Jay Halstead. Soffer ha poi ripreso tale personaggio per apparire anche in alcune puntate delle serie Chicago Fire, Chicago Med e Law & Order – Unità vittime speciali, tutte appartenenti allo stesso universo narrativo.

jesse lee soffer jay halstead

7. Non ha usato controfigure. Stando a quanto dichiarato dall’attore, per le scene d’azione presenti nella serie non ha fatto ricorso ad una controfigura, ma le ha affrontate egli stesso. Tale notizia è stata poi confermata dai produttori dello show, i quali hanno aggiunto che l’attore si allena ogni giorno per mantere un’ottima forma fisica proprio per affrontare le sfide del set.

Jesse Lee Soffer premi e nomination

8. E’ stato nominato agli Emmy. Per il suo ruolo nella soap opera Così gira il mondo, l’attore è stato nominato come miglior giovane attore in una serie drammatica rispettivamente negli anni 2006, 2007 e 2008, tuttavia non ha mai riportato vittorie.

Jesse Lee Soffer patrimonio

9. Il suo patrimonio è cresciuto negli anni. Grazie ai suoi numerosi ruoli televisivi, l’attore ha ad oggi affermato il proprio status, ottenendo ottimi guadagni. In particolare la serie Chicago P.D. ha segnato la sua fortuna, facendogli raggiungere un patrimonio stimato di circa 6 milioni di dollari.

Jesse Lee Soffer età e altezza

10. Jesse Lee Soffer è nato a Ossining, nello Stato di New York, Stati Uniti, il 23 aprile 1984. L’altezza complessiva dell’attore è di 178 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Missy Peregrym: 10 cose che non sai sull’attrice

Missy Peregrym: 10 cose che non sai sull’attrice

Ancora poco nota al grande pubblico, l’attrice Missy Peregrym ha comunque negli anni costruito una carriera televisiva degna di nota, con partecipazioni a serie di successo che le hanno permesso di misurarsi con ruoli e generi sempre diversi. L’attrice è oggi uno dei nomi su cui puntare, in attesa di un ruolo che possa consacrarne le qualità.

Ecco 10 cose che non sai sull’attrice.

Missy Peregrym carriera

1. I film. La carriera cinematografica dell’attrice si compone per ora di soli due ruoli, essendo lei attiva principalmente in televisione. Il suo debutto avviene ad ogni modo nel 2006, con il film Stick It – Sfida e conquista, dove interpreta la protagonista Haley Graham. Successivament prende parte al film Backcountry (2014).

2. Le serie TV. Negli anni l’attrice ha preso parte a numerose serie di successo, e tra queste si annoverano Dark Angel (2002), Black Sash (2003), Smalville (2004), Life as We Know It (2004-2005), Heroes (2007), Reaper – In missione per il Diavolo (2007-2009), Rookie Blue (2010-2015), Law & Order – Unità vittime speciali (2017), Van Helsing (2017-2018) e FBI, dove dal 2018 interpreta l’agente Maggie Bell.

missy peregrym instagram

Missy Peregrym vita privata

3. Ha sposato Zachary Levi. Nel 2014, l’attrice sposa alle Hawaii il protagonista del film Shazam!. La notizia sorprende in quanto la loro relazione era stata tenuta segreta. Tuttavia i due divorziano l’anno seguente.

4. Si è sposata una seconda volta. Dopo aver divorziato da Levi, l’attrice ha sposato in seconde nozze l’attore australiano Tom Oakley. La cerimeonia si è svolta a Los Angeles nel 2018.

Missy Peregrym Instagram

5. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 140 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago con amici o colleghi. Non mancano anche foto tratte dal dietro le quinte dei set a cui l’attrice partecipa.

Missy Peregrym FBI

6. Il ruolo le ha permesso di mostrare nuove qualità. L’attrice si è dichiarata entusiasta del ruolo, il quale le ha permesso di mettersi in mostra come protagonista e di mostrare aspetti di sé che ancora non si erano rivelati. La sua presenza diventa così il vero cuore e motore della serie, e l’attrice ha modo di mostrare tanto il lato emotivo quanto quello più battagliero del personaggio.

missy peregrym fbi

7. Cerca di calarsi il più possibile nel ruolo. L’attrice ha dichiarato che quello di FBI è il set più fatico su cui si sia mai trovata. Le lunghe giornate di riprese e le numerose sequenze d’azione mettono a dura prova la sopportazione dell’attrice, che ha tuttavia trovato il modo di riutilizzare questo stress per rendere meglio la sua interpretazione del personaggio. Ciò le permette infatti di trasmettere in modo ancor più realistico la fatica e la tensione provate da un agente dell’FBI in uno qualunque dei propri giorni di lavoro.

Missy Peregrym Stick It

8. Ha dovuto allenarsi per il ruolo. In Stick It, il suo debutto cinematografico, l’attrice interpreta una teenager ribelle forzata a prendere parte al competitivo mondo della ginnastica. L’attrice tuttavia non aveva mai praticato tale sport, e ha dovuto passare diverse settimane ad allenarsi duramente per ottenere la forma fisica richiesta per le riprese.

Missy Peregrym patrimonio

9. Ha raggiunto ottimi guadagni. Grazie ai suoi numerosi ruoli televisivi, e in particolar modo grazie alla serie FBI, l’attrice ha consolidato i propri guadagni, raggiungendo un patrimonio stimato di circa tre milioni di dollari.

Missy Peregrym età e altezza

10. Missy Peregrym è nata a Montreal, in Canada, il 16 giugno 1982. L’altezza complessiva dell’attrice è di 166 centimetri.

Fonte: IMDb

Billy Brown: 10 cose che non sai sull’attore

Billy Brown: 10 cose che non sai sull’attore

Noto in particolare per la sua partecipazione a celebri serie TV, Billy Brown è negli anni divenuto un volto noto del piccolo schermo, affermandosi anche grazie alla versatilità dimostrata nel tempo. Con una buona parte di pubblico ormai sua fan, è lecito aspettarsi una continua scalata al successo per l’attore, che vive attualmente un momento particolarmente prolifico. Ecco 10 cose che non sai su Billy Brown.

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Billy Brown: le serie TV e i film

10. Ha recitato in celebri serie televisive. L’attore debutta sul piccolo schermo con un ruolo marginale in As Told by Ginger (2000-2003), e dopo essere comparso in titoli come E-Ring (2005-2006), Dirt (2007-2008), Californication (2009) e Criminal Minds (2007-2010), recita in un ruolo di maggior rilievo in Lights Out (2011). Negli anni successivi conferma la propria popolarità partecipando a serie come Dexter (2011-2012), con Michael C. Hall, The Following (2013), Hostages (2013-2014), Sons of Anarchy (2012-2014), con Charlie Hunnam, per poi divenire celebre con il ruolo di Nate Lahey in Le regole del delitto perfetto (2014-2020), con Viola Davis.

9. Ha recitato anche per il cinema. Meno ricca, la filmografia per il cinema dell’attore vanta comunque diversi titoli significativi, come Geronimo (1993), che segna il debutto sul grande schermo dell’attore, Il Mondo Perduto – Jurassic Park (1997), con Jeff Goldblum, Cloverfield (2008), La terrazza sul lago (2008), Corsa a Witch Mountain (2009) e Star Trek (2009) di J. J. Abrams, con protagonista Chris Pine.

8. Si è distinto come doppiatore. Grande appassionato di videogiochi, l’attore ha in diverse occasioni ricoperto il ruolo di doppiatore per titoli come Jet Set Radio (2000), Terminator 3: Rise of the Machines (2003), Star Wars: Knights of the Old Republic II – The Sith Lords (2004), The Matrix: Path of Neo (2005), e Star Wars: The Force Unleashed (2008). Ha inoltre partecipato alla serie animata Adventure Time, doppiando il ruolo del Re Vampiro.

Billy Brown è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, anche se il suo account risulta piuttosto inattivo. Con soli 1.382 followers, questo presenta soltanto 6 post, di cui l’ultimo risale al settembre del 2019. Brown non sembra per tanto intenzionato ad usufruire della piattaforma per condividere proprie novità personali o lavorative.

Billy Brown è sposato?

6. È molto riservato. Nonostante negli ultimi anni sia diventato sempre più celebre in ambito televisivo, l’attore è riuscito a mantenere un velo di mistero sulla sua vita privata e sentimentale. Sembra certo che egli non sia sposato, ma non è possibile stabilire se viva attualmente una relazione o meno, e il suo silenzio sui social network non aiuta ad avere informazioni a riguardo.

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Billy Brown in Dexter

5. Ha recitato nella sesta stagione della celebre serie. Nel 2011 l’attore entra a far parte della serie Dexter, apparendo per la prima volta nel ruolo del detective Mike Anderson nell’episodio Smokey and the Bandit. Ha recitato in un totale di 12 episodi, comparendo per l’ultima volta in Are You…?. Il suo personaggio, detective della omicidi, viene trasferito da Chicago a Miami, dove si troverà ad interagire con il protagonista.

Billy Brown: il suo fisico

4. Si è fatto notare per la sua forma fisica. Nella serie Le regole del delitto perfetto l’attore si è in più occasioni fatto notare per essere apparso a torso nudo, sfoggiando un fisico ai limiti dello scultoreo. Brown è infatti sempre stato attento alla propria forma fisica, allenandosi duramente per poter soddisfare i ruoli da lui ricoperti.

Billy Brown: il suo workout

3. Per i suoi allenamenti si ispira ad un noto attore. L’attore ha dichiarato che durante i propri allenamenti è solito concentrarsi molto sul lavoro da svolgere. Il suo modello a tal riguardo è l’attore ed ex wrestler Dwayne Johnson, noto per la sua devozione all’allenamento fisico.

Billy Brown: il suo patrimonio

2. È un attore molto pagato. Grazie ai suoi ruoli in celebri serie TV, l’attore ha avuto modo di raggiungere un patrimonio di tutto rispetto, stimato intorno ai 2 milioni di dollari. Data la presenza sempre più fissa di Brown in televisione, è lecito aspettarsi un incremento di tale somma.

Billy Brown: età e altezza

1. Billy Brown è nato a Inglewood, in California, Stati Uniti, il 30 ottobre 1970. L’attore è alto complessivamente 189 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Aja Naomi King: 10 cose che non sai sull’attrice

Aja Naomi King: 10 cose che non sai sull’attrice

Nota per i suoi ruoli televisivi, l’attrice Aja Naomi King ha nel giro di pochi anni dimostrato un talento degno di nota, tanto da fa scommettere in molti su di un suo roseo futuro. Apparsa anche al cinema in alcuni noti lungometraggi, l’attrice continua a guadagnare apprezzamenti da parte della critica e del pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Aja Naomi King.

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Aja Naomi King: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2011 con un ruolo nel film Damsels in Distress – Ragazze allo sbando, per poi apparire in Four (2012), 36 Saints (2013) e Professore per amore (2014), dove recita accanto agli attori Hugh Grant, Bella Heathcote e J. K. Simmons. Si fa poi notare grazie al suo ruolo nel film The Birth of a Nation (2016), e di nuovo nel film Sempre amici (2017) con gli attori Bryan Cranston e Kevin Hart.

9. Ha preso parte a note produzioni televisive. Maggiormente nota per i suoi ruoli televisivi, l’attrice inizia a farsi notare recitando in alcuni episodi delle serie Blue Bloods (2010), Person of Interest (2012), The Blacklist (2013), con James Spader, Emily Owens, M.D. (2012-2013), Deadbeat (2014) e Black Box (2014). Conquista poi fama internazionale grazie al ruolo di Michaela Pratt nella serie Le regole del delitto perfetto (2014-2019), con protagonista Viola Davis.

Aja Naomi King è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da un milione di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere diverse tipologie di foto ritraenti momenti di svago, luoghi visitati o le cerimonie di gala a cui ha preso parte. Non mancano inoltre anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Aja Naomi King e Alfred Enoch

7. Si vocifera di una relazione con il collega. Da anni si parla di una storia d’amore nata sul set della serie Le regole del delitto perfetto, ovvero quella tra l’attrice e il collega Alfred Enoch. Particolarmente riservati, i due non hanno mai confermato tali voci, ma non hanno neanche smentito una loro relazione. In più occasioni sono stati infatti visti comparire insieme ad eventi di gala.

6. I loro personaggi non hanno avuto storie d’amore. Di solito quando si sente parlare di possibili amori nati sul set, è perché spesso anche i personaggi interpretati dagli attori coinvolti hanno una relazione presente in sceneggiatura. Nel caso della King e di Enoch, invece, i rispettivi personaggi compiono percorsi separati, ognuno con le proprie storie e vicissitudini.

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Aja Naomi King: le sue origini

5. È cresciuta in America. Nonostante siano ignote le origini dei genitori o dei nonni dell’attrice, è certo che la King possiede pure radici americane, essendo nata e cresciuta a Los Angeles. Alcuni tratti somatici, così come anche il suo primo nome, hanno tuttavia tratto più volte in inganno i suoi fan.

Aja Naomi King in The Birth of a Nation

4. Era favorita per i premi Oscar. Per la sua interpretazione del personaggio Cherry in The Birth of a Nation, l’attrice ha ricevuto alcune delle lodi più lusinghiere della sua carriera. In molti scommettevano su una sua sicura nomination agli Oscar, ma con il film caduto nell’ombra anche la performance dell’attrice è stata in breve oscurata da quella di altre interpreti.

Aja Naomi King in Le regole del delitto perfetto

3. Lo considera il ruolo della sua vita. Per l’attrice ottenere una parte di rilievo nella serie è stata la vera occasione per lanciare la propria carriera. Il suo provino è avvenuto tramite Skype, con la qualità audio e video non sempre ottima, ma ciò non le ha impedito di convincere i produttori ad assegnarle la parte.

2. Ha ricevuto preziosi insegnamenti da Viola Davis. La King ha affermato che tra le cose che più le rimarranno impresse della serie vi è il lavoro svolto con l’attrice Viola Davis. Questa è era solita raccontare le proprie esperienze, così da fornire alla giovane attrice degli esempi da poter seguire nella sua carriera.

Aja Naomi King: età e altezza

1. Aja Naomi King è nata a Los Angeles, in California, Stati Uniti, l’11 gennaio 1985. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Jack Falahee: 10 cose che non sai sull’attore

Jack Falahee: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Jack Falahee ha all’attivo ancora pochi titoli nella sua filmografia, eppure grazie ad alcuni titoli televisivi di successo è riuscito ad affermarsi come volto ormai riconoscibile. Con la serie Le regole del delitto perfetto, dove recita tra i protagonisti, ormai alle porte, l’attore sembra essere pronto per farsi scoprire in ruoli che possano portare alla luce nuovi aspetti del suo talento. Ecco 10 cose che non sai di Jack Falahee.

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Jack Falahee: i film e le serie TV dove ha recitato

10. Ha recitato in una popolare serie televisiva. La carriera dell’attore ha inizio in televisione nel 2012, quando prende parte ad un episodio della serie Submissions Only. Successivamente recita in The Carrie Diaries (2013) e nel film televisivo In fuga per amore (2013). Ottiene maggior popolarità grazie al ruolo di Charlie McBride in Twisted (2014), e con la visibilità raggiunta ottiene il ruolo di Connor Walsh in Le regole del delitto perfetto (2014-2020), dove recita accanto agli attori Viola Davis, Billy Brown e Aja Naomi King. Recita inoltre anche nella serie Mercy Street (2016-2017).

9. Ha preso parte ad alcuni film per il cinema. Ancora volto sconosciuto per il pubblico della sala cinematografica, l’attore ha negli avuto modo di prendere parte a piccoli film, per lo più non distribuiti in Italia, come Hunter (2013), Tokarev (2014), dove recita accanto a Nicolas Cage, Blood and Circumstance (2014), Slider (2014), Lily & Kat (2015), Campus Code (2015), Cardboard Boxer (2016), We Are Boats (2018), The Song of Sway Lake (2018) e Berserk (2019).

Jack Falahee è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 1,4 milioni di persone. All’interno di questo, con oltre duemila post, Falahee è solito condividere fotografie varie, ritraenti momenti di svago, luoghi visitati, curiosità dai set frequentati o ancora immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

7. Condivide sul social le sue esibizioni da musicista. Sul suo account Instagram l’attore è inoltre solito condividere gli ultimi aggiornamenti riguardanti il suo duo musicale, chiamato Diplomacy, del quale è il cantante. Diversi sono infatti i video e le immagini dove è possibile ascoltare le loro prove o le loro esibizioni.

Jack Falahee: le GIF a lui dedicate

6. I fan gli hanno dedicato numerose GIF. Divenuto ormai una celebrità del piccolo schermo, l’attore ne ha acquisita ulteriore sul Web, dove numerosi spettatori hanno realizzato e pubblicato GIF con lui protagonista. Queste vengono usate principalmente per descrivere stati d’animo e per rivedere in loop alcune delle espressioni più celebri dell’attore all’interno della serie. È infatti possibile trovarne una gran quantità, anche da poter scaricare.

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Jack Falahee in Le regole del delitto perfetto

5. Inizialmente era stato scartato. Spinto da un suo amico, l’attore si presentò all’audizione dei casting di Le regole del delitto perfetto, ma non superò la prima fase di selezione. Tuttavia, i produttori decisero in seguito di apportare delle modifiche al personaggio di Connor, riaprendo così i casting. L’attore si presentò nuovamente, e stavolta riuscì a convincere i produttori di poter incarnare i nuovi aspetti del personaggio che essi cercavano.

4. Ha una sua precisa scena preferita. L’attore ha dichiarato di essere particolarmente fiero del lavoro svolto nella serie, ma che la sua scena preferita non è una che lo vede coinvolto. Si tratta invece di quando Annalise, interpretata da Viola Davis, è davanti allo specchio a togliersi il trucco, le ciglia e la parrucca. Una scena intensa che ha particolarmente colpito l’emotività dell’attore.

3. Ha dichiarato di essere etero. Nella serie, il personaggio ricoperto dall’attore è di orientamento omosessuale. Falahee si è detto stupito di quanti si preoccupassero di sapere se anche lui fosse o meno gay, affermando che queste non dovrebbero essere le vere domande da porsi. L’attore si è comunque dichiarato etero, affermando però di essere un convinto sostenitore dei diritti LGBT.

Jack Falahee e l’Italia

2. Ha origini italiane. L’attore ha dichiarato essere particolarmente affascinato dai modi di fare italiani, ritrovandovi una certa teatralità a cui si ispira per la sua recitazione. Falahee ha inoltre due nonni nati e tutt’ora residenti in Italia, il che conferisce anche a lui delle origini legate al Bel Paese. Nonostante abbia ammesso di non esservi ancora mai stato, l’attore ha promesso di compiere quanto prima un viaggio alla scoperta delle meraviglie della penisola.

Jack Falahee: età e altezza

1. Jack Falahee è nato a Ann Arbor, in Michigan, Stati Uniti, il 20 febbraio 1989. L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Robbie Amell: 10 cose che non sai sull’attore

Robbie Amell: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Robbie Amell si è negli anni distinto per il suo dividersi con successo tra cinema e televisione, dove ha avuto modo di prendere parte a titoli di successi accanto noti attori o registi. Maturato come interprete, ha potuto sfoggiare buone doti interpretative ed una versatilità che gli ha permesso di guadagnare le attenzioni di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Robbie Amell.

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Robbie Amell: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in note serie televisive. Dopo aver costruito una prima notorietà partecipando a titoli come Runaway – In fuga (2006) e La mia vita con Derek (2006-2008), diventa celebre per il personaggio di Jimmy Madigan in True Jackson, VP (2008-2011). Successivamente ricopre il ruolo di Fred nei film Scooby-Doo! – Il mistero ha inizio (2009) e Scooby-Doo! La maledizione del mostro del lago (2010). Ottiene poi ruoli in alcuni episodi di celebri serie come How I Met Your Mother (2011), con Cobie Smulders e Jason Segel, Alcatraz (2012), Pretty Little Liars (2012), 1600 Penn (2013), Zach Stone Is Gonna Be Famous (2013), The Tomorrow People (2013-2014), The Flash (2014-2017), con Grant Gustin, X-Files (2016-2018) e Una serie di sfortunati eventi (2018-2019).

9. Ha recitato in film per il grande schermo. Parallelamente alla carriera televisiva, l’attore ha avuto modo di partecipare ad alcune note commedie, che gli hanno permesso di affermarsi anche al cinema. Il debutto avviene con Il ritorno della scatenata dozzina (2005), per poi recitare in American Pie Presents: Beta House (2007), Se mi guardi mi sciolgo (2008), The Hunters – Cacciatori di leggende (2013), L’A.S.S.O. nella manica (2015), Una vita da gatto (2016), con Kevin Spacey, La babysitter (2017), Se ci conoscessimo oggi (2018) e Code 8 (2019), dove recita con suo cugino Stephen Amell.

8. Ha ricevuto nomination ad un noto premio. Tra i più celebri lungometraggi a cui l’attore ha preso parte vi è la commedia L’A.S.S.O. nella manica. Per il suo ruolo in questo Amell ha guadagnato la nomination come miglior attore ai Teen Choice Award nel 2015, oltre alla nomination per il miglior bacio condivisa con la co-protagonista Mae Whitman.

Robbie Amell è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 1.7 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o di sua moglie. Non mancano poi anche foto di eventi a cui ha preso parte o immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Robbie Amell: chi è sua moglie

6. È sposato. Nel 2008 diventa nota la sua frequentazione con l’attrice Italia Ricci, conosciuta sul set del film American Pie Presents: Beta House. Dopo alcuni anni, nell’agosto del 2014, la coppia annuncia il loro fidanzamento ufficiale, arrivando poi a sposarsi nell’ottobre del 2016. Particolarmente riservati, i due hanno rilasciato pochi annunci pubblici riguardo la loro vita di coppia, e uno di questi è stato per la nascita del primo figlio, nel settembre del 2019.

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Robbie Amell in Scooby-Doo

5. Si è ritrovato molto nel personaggio interpretato. Nei due film televisivi dedicati a Scooby-Doo rilasciati tra il 2009 e il 2010, l’attore ha ricoperto Fred, leader del gruppo di investigatori protagonisti. L’attore ha affermato di aver ritrovato nel personaggio diversi tratti caratteriali riconducibili a sé stesso, come il desiderio di essere una guida e di capire le necessità di chi gli sta intorno.

4. Temeva sarebbe stato criticato per il suo look. Notoriamente, il personaggio di Fred è biondo, mentre l’attore è castano. Amell era preoccupato che il pubblico si sarebbe lamentato per questa differenza, ma si fidò dei produttori che volevano dare un tono di novità al personaggio. Alla fine, gli spettatori apprezzarono la resa finale, colpiti maggiormente dall’interpretazione dell’attore che dai suoi capelli.

Robbie Amell in Una serie di sfortunati eventi

3. Ha recitato nella seconda stagione della nota serie. L’attore si è fatto notare come guest star in Una serie di sfortunati eventi, dove ha recitato in tre episodi nel ruolo di Kevin, fenomeno da baraccone reclutato dal conte Olaf per aiutarlo nei suoi malvagi piani. Il personaggio ha la caratteristica di essere ambidestro, e si afferma per un carattere particolarmente malvagio.

Robbie Amell in The Flash

2. Tornerebbe volentieri nella serie. In The Flash l’attore ha interpretato Ronnie Raymond, ingegnere creduto morto in seguito ad un incidente ma che tornerà facendosi conoscere con il nome di Firestorm, capace di rimodulare la struttura atomica e molecolare di ciò che lo circonda. Presente nella serie soltanto per dieci episodi, Amell ha dichiarato di essersi particolarmente divertito nell’interpretare il personaggio, e che tornerebbe volentieri a vestirne i panni qualora gli venisse chiesto.

Robbie Amell: età e altezza

1. Robbie Amell è nato a Toronto, in Canada, il 21 aprile 1988. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Matt McGorry: 10 cose che non sai sull’attore

Matt McGorry: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Matt McGorry fa parte di quella generazione di giovani interpreti affermatisi come uno dei nuovi volti di punta della televisione americana. Negli ultimi anni si è infatti fatto notare in alcune popolari serie TV che gli hanno permesso di accrescere la propria popolarità, arrivando ad ottenere ruoli di sempre maggior rilievo.

Ecco 10 cose che non sai di Matt McGorry.

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Matt McGorry: i suoi film e le serie TV

10. È noto per alcune celebri serie televisive. Dopo aver intrapreso la propria carriera da interprete recitando in alcuni episodi di serie come Onion SportsDome (2011), Una vita di vivere (2011) e Person of Interest (2011), l’attore ottiene un piccolo ruolo in Gossip Girl (2012), per poi ottenere maggior popolarità recitando nelle serie CollegeHumor Originals (2010-2015) e Orange Is the New Black (2013-2015), dove ricopre il ruolo di John Bennett accanto alle attrici Natasha Lyonne, Laura Prepon e Taylor Schilling. Ottiene poi ulteriore fama grazie al ruolo di Asher Millstone in Le regole del delitto perfetto (2014-2019), dove condivide la cena con Viola Davis, Billy Brown e Aja Naomi King.

9. Ha recitato in film per il cinema. Meno rilevante è la carriera cinematografica dell’attore, che negli anni ha preso parte a titoli poco noti, come Thursday (2006), Ratter: Ossessione in rete (2015), How He Fell In Love (2015), Loserville (2016), Step Sisters (2018) e Death of a Telemarketer (2020).

8. È anche produttore. Ultimamente l’attore si sta distinguendo per la sua volontà di ricoprire anche altri ruoli oltre a quello dell’interprete. Nel 2017 ha infatti prodotto due episodi del talk show Man Enough, dove alcuni attori hollywoodiani vengono fatti cenare insieme mentre parlano di vari aspetti del proprio lavoro. Nel 2020 è invece il produttore esecutivo del film Death of a Telemarketer, a metà tra la commedia e il thriller.

Matt McGorry è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, dove possiede un profilo seguito da 1.8 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie ritraenti momenti di svago quotidiani, luoghi visitati, curiosità generali o il dietro le quinte dei set a cui prende parte. Non mancano infatti anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Matt McGorry: la sua vita privata

6. È molto riservato. Negli anni l’attore ha più volte ribadito la sua volontà di non mischiare vita privata e vita lavorativa, tenendole al contrario ben distinte. McGorry è così stato abile nel lasciar traspare il minor numero possibile di indizi sulla propria vita privata, a tal punto che non è possibile stabilire se attualmente sia sentimentalmente impegnato o sia single.

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Matt McGorry: il suo fisico

5. Era un bodybuilder. L’attore si è in diverse occasioni fatto notare anche per il suo fisico possente. Prima di diventare un attore, infatti, ha lavorato come bodybuilder, arrivando anche a vincere alcuni concorsi. Oggi, abbandonata quell’attività, McGorry non possiede più il fisico di un tempo, ma continua comunque a mantenersi in allenamento.

Matt McGorry in Orange Is the New Black

4. Ha subito diversi infortuni durante le riprese. Nel ruolo di Jeff Bennet, membro dello staff del penitenziario dove si svolge la serie, l’attore ha dichiarato di essersi infortunato in diverse occasioni durante le riprese della seconda stagione. Infortuni che, anche se non specificati, non si sono rivelati gravi a tal punto da costringere la produzione a prolungati periodi di stop.

3. Ha abbandonato la serie. Mentre girava Orange Is the New Black, l’attore prendeva contemporaneamente parte a Le regole del delitto perfetto. Nel momento in cui quest’ultima serie ha iniziato a guadagnare sempre più successo, McGorry ha tuttavia abbandonato l’altra, spinto anche dal maggior rilievo ricoperto nella serie con Viola Davis.

Matt McGorry in Le regole del delitto perfetto

2. Ha confermato le sorti del suo personaggio. Nell’ultimo episodio della quinta stagione, il personaggio interpretato dall’attore va incontro ad un destino inaspettato per la maggior parte dei fan della serie. In molti hanno pertanto pensato si trattasse di un escamotage per tenere con il fiato sospeso fino alla sesta stagione, ma attraverso il proprio account Twitter l’attore ha dichiarato che ciò che si vede è ciò che realmente accade.

Matt McGorry: età e altezza

1. Matt McGorry è nato a New York, Stati Uniti, il 12 aprile 1986. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Charlie Weber: 10 cose che non sai sull’attore

Charlie Weber: 10 cose che non sai sull’attore

Volto noto della televisione, l’attore Charlie Weber si è negli anni conquistato una discreta fama recitando per alcune popolari serie TV. Grazie a queste ha potuto mettere in mostra le proprie doti recitative, grazie alle quali ha avuto modo di ottenere anche ingaggi per il cinema.

Ecco 10 cose che non sai di Charlie Weber.

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Charlie Weber: i film e le serie TV

10. Ha recitato in popolari serie TV. L’attore ottiene una buona popolarità sin dal suo debutto in televisione, avvenuto con la serie Buffy l’ammazzavampiri (2000-2001), dove ha recitato nel ruolo di Ben nel corso di 14 episodi. In seguito, dopo essere apparso in progetti come Streghe (2001), Everwood (2003-2004), Veronica Mars (2006), con Kristen Bell, CSI: Miami (2007), Reaper – In missione per il diavolo (2009), Dr. House – Medical Division (2010), con Hugh Laurie e Jesse Spencer, Underemployed – Generazioni in saldo (2012-2013) e 90210 (2013), ottiene grande popolarità recitando nel ruolo di Frank Delfino in Le regole del delitto perfetto (2014-2019), accanto agli attori Viola Davis, Billy Brown e Aja Naomi King.

9. Ha preso parte a film per il cinema. Grazie ai suoi ruoli televisivi, l’attore ha potuto ottenere la visibilità necessaria per poter prendere parte anche ad alcune produzioni cinematografiche. Tra queste si annoverano i lungometraggi Il club dei cuori infranti (2001), The Kiss (2003), Cruel Intentions 3 – Il fascino della terza volta (2004), Mordimi (2010), parodia del film Twilight, Jarhead 3 – Sotto assedio (2016), Caccia alla spia (2017), e l’atteso After 2 (2020), con protagonisti Josephine Langford e Hero Fiennes-Tiffin.

Charlie Weber è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 676 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie ritraenti momenti di svago, luoghi visitati, curiosità dai set dove ha lavorato, ma anche copertine di riviste di moda dove ha figurato o immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Charlie Weber: chi è sua moglie

7. È stato sposato. Nel 2015 l’attore sposa la fidanzata di vecchia data di nome Giselle, di cui non si hanno tuttavia ulteriori informazioni. Particolarmente riservata, la coppia evita infatti di condividere dettagli della propria vita sentimentale con la stampa o con i media. Tuttavia, dopo soli nove mesi di matrimonio annunciano la separazione e il divorzio, citando come causa alcune differenze inconciliabili.

6. Ha una relazione con una collega di set. Sul set della serie Le regole del destino perfetto Weber conosce l’attrice Liza Weil, la quale ricopre il ruolo di Bonnie Winterbottom. I due, soliti recitare a stretto contatto, sono poi stati fotografati anche insieme fuori dal set, scatenando numerose voci riguardo ad una loro relazione sentimentale, confermata poi dai due stessi attori.

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Charlie Weber in Buffy l’Ammazzavampiri

5. Ha recitato nella celebre serie con vampiri. L’attore, agli inizi della sua carriera, ha debuttato nell’episodio Fuori di testa, il quarto della quinta stagione della serie Buffy. Qui interpreta Ben, alter-ego buono di un malvagio demone. Nel corso della stagione verrà rivelato come l’unico modo per sconfiggere tale entità sia quella di uccidere lo stesso ragazzo, attraverso cui il demone può compiere le sue atrocità.

Charlie Weber in After 2

4. Avrà un ruolo nel nuovo film per ragazzi. Dopo il successo del film After, un sequel è in arrivo al cinema nel 2020. Qui reciterà anche Weber, che andrà a ricoprire il ruolo di Christian Vance. Questi è il vero padre biologico del personaggio di Hardin Scott, e avrà all’interno del film un ruolo chiave per il ragazzo e i giovani protagonisti.

Charlie Weber in Streghe

3. Ha recitato in un episodio della serie. Ancora semi sconosciuto, nel 2001 l’attore recita nell’episodio A Knight to Remember, sesto episodio della quarta stagione della serie Streghe. Qui Weber interpreta un principe che, tramite un incantesimo delle protagoniste, viene riportato in vita nel XXI secolo, con tutti i guai che questo salto d’epoca porterà inevitabilmente con sé.

Charlie Weber in 90210

2. Ha avuto un ruolo speciale. Tra i ruoli più noti dell’attore vi è quello di Mark Hooland nella quinta stagione della serie teen 90210. Qui il suo personaggio è il proprietario di un food truck, che rintracciato da un investigatore privato viene messo in contatto con i suoi genitori. Da questa scoperta partirà un processo attraverso cui il personaggio avrà modo di conoscere ulteriormente sé stesso in base alle proprie radici.

Charlie Weber: età e altezza

1. Charlie Weber è nato a Jefferson City, nel Missouri, Stati Uniti, il 20 settembre 1978. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Karla Souza: 10 cose che non sai sull’attrice

Karla Souza: 10 cose che non sai sull’attrice

Direttamente dal Messico, l’attrice Karla Souza ha intrapreso la propria carriera nel paese di nascita per poi sbarcare trionfalmente a Hollywood, dove è entrata a far parte del cast di una nota serie TV. Grazie a questa ha potuto ulteriormente mettersi alla prova, guadagnando le attenzioni di pubblico e critica.

Ecco 10 cose che non sai di Karla Souza.

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Karla Souza: i film e le serie TV

10. È diventata celebre grazie ad una serie americana. Dopo aver ottenuto una iniziale notorietà grazie alla soap opera Verano de amor (2009), l’attrice ottiene un ruolo anche nella serie Los Héroes del Norte (2010-2011), per poi trasferirsi negli Stati Uniti e conquistare il ruolo di Laurel Castillo nella serie Le regole del delitto perfetto (2014-2019), dove recita accanto agli attori Viola Davis, Billy Brown e Aja Naomi King. Prossimamente la si vedrà recitare in alcuni episodi della serie El Presidente.

9. Ha recitato in alcuni film per il cinema. Nel corso degli anni l’attrice ha avuto modo di prendere parte ad alcuni lungometraggi per il grande schermo. Girati per la gran parte nella sua terra natìa, molti di questi risultano inediti in Italia, ma sono un ottimo modo per scoprire nuovi aspetti del talento dell’attrice. Tra questi si annoverano i titoli From Prada to Nada (2011), Suave patria (2012), Instructions Not Included (2013), Che colpa ne ha il bambino? (2016), Todos queremos a alguien (2017) e The Jesuit (2020).

Karla Souza è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 4 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago quotidiano, in compagnia della propria famiglia o di amici, ma vi sono anche post attraverso cui la Souza esprime il proprio pensiero su temi d’attualità, come le lotte per le pari opportunità alle donne.

7. Attraverso il canale promuove il suo lavoro. Su Instagram l’attrice è però solita condividere anche immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano, a tal proposito, anche foto tratte da eventi di gala a cui ha preso parte, magari insieme ad i suoi colleghi di set.

Karla Souza e Marshall Trenkmann

6. È sposata. Nel 2013 l’attrice annuncia il fidanzamento con Marshall Trenkmann, estraneo al mondo dello spettacolo e di cui pertanto non si hanno molte notizie. La coppia si è inoltre dimostrata particolarmente riservata nel corso degli anni, e tra i pochi annunci pubblici vi è quello del matrimonio avvenuto nel maggio del 2014, a cui hanno partecipato numerosi colleghi dell’attrice.

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5. Ha avuto una figlia. Con il marito dà vita nel 2018 alla prima figlia, chiamata Gianna. Tenendo fede al proprio desiderio di riservatezza, la coppia si è assicurata che la bambina non venisse esposta in modo pericoloso ai media. Nonostante la maternità, inoltre, l’attrice è riuscita a mantenere i propri impegni lavorativi, continuando a prendere parte alla serie di cui è tra i protagonisti.

Karla Souza in Le regole del delitto perfetto

4. Non credeva di riuscire ad ottenere il ruolo. Dopo aver costruito una carriera in Messico, l’attrice decise di lasciare tutto per tentare la fortuna ad Hollywood. Quando seppe dei casting per la serie Le regole del delitto perfetto, decise di tentare la sorte presentandosi per uno dei ruoli ancora disponibili, convinta che nessuno l’avrebbe scelta in quanto sconosciuta. Venne tuttavia piacevolmente smentita, ottenendo la parte di Laurel.

3. È una guest star dell’ultima stagione. La quinta stagione della serie sembra segnare un capitolo conclusivo per l’arco di trasformazione del personaggio dell’attrice. La Souza ha infatti affermato che non avrebbe fatto parte in modo completo della sesta ed ultima stagione, ma apparendo bensì come guest star soltanto in alcuni episodi.

2. Ha bruciato lo script del finale di stagione. Nell’ultima puntata della terza stagione un incendio segna la tragica fine di uno dei protagonisti. Sconvolta dal risvolto narrativo, l’attrice ha dichiarato di aver bruciato il proprio copione una volta averlo finito di leggere, per evitare che qualcun altro potesse leggere in anticipo l’avvenimento.

Karla Souza: età e altezza

1. Karla Souza è nata a Mexico City, in Messico, l’11 dicembre 1985. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Shemar Moore: 10 cose che non sai sull’attore

Shemar Moore: 10 cose che non sai sull’attore

Modello e attore televisivo, Shemar Moore si è negli anni conquistato la propria notorietà partecipando a note serie TV, confrontandosi con generi diversi e dando così prova della propria versatilità. Ad oggi l’attore è noto specialmente per il ruolo di Derek Morgan in Criminal Minds. Ecco 10 cose che non sai su Shemar Moore.

Shemar Moore criminal minds

Shemar Moore: le serie TV in cui ha recitato

10. Ha preso parte a note produzioni televisive.  L’attore inizia la propria carriera recitando nel ruolo di Malcolm Winters nella popolare soap opera Febbre d’amore (1994-2019). Prende parte anche ad alcuni episodi di serie come Chicago Hope (1998), Tris di cuori (1999) e Birds of Prey (2002-2003). A partire dal 2005, e fino al 2017, ricopre il ruolo di Derek Morgan nelle serie Criminal Minds, con cui raggiunge il massimo della popolarità. Dal 2017 è invece tra i protagonisti di S.W.A.T., dove ricopre il ruolo di Daniel Harrelson.

9. Ha ricoperto il ruolo del produttore. Per la serie in cui attualmente recita, S.W.A.T., l’attore ha anche ricoperto il ruolo di produttore. Si è occupato di tale aspetto per ben 55 episodi, dimostrando così grande interesse nel progetto. Nel 2016 figurava invece tra i produttori esecutivi del film per il cinema intitolato The Bounce Back, di cui era anche il protagonista.

8. Ha doppiato un noto supereroe DC. A partire dal 2014 l’attore è la voce del personaggio Cyborg, noto supereroe DC e membro della Justice League. Moore ha infatti doppiato il personaggio per i film d’animazione Justice League: War (2014), Justice League: Throne of Atlantis (2015), Justice League vs. Teen Titans (2016), The Death of Superman (2018), The Death and Return of Superman (2019) e Justice League: Apokolips War (2020).

Shemar Moore: moglie e figli

7. Non è sposato. Ad oggi l’attore non ha contratto nozze, ed attualmente sarebbe single. Recentemente aveva però reso nota la sua relazione con l’attrice Anabelle Acosta, nota per il suo ruolo nella serie Quantico. I due sono apparsi per la prima volta insieme durante la cerimonia dei premi Grammy nel 2018. Al gennaio del 2019, tuttavia, i due hanno interrotto la relazione.

6. Vorrebbe essere un uomo di famiglia. Nonostante attualmente non sembri essere impegnato sentimentalmente, l’attore non ha nascosto il desiderio di diventare un marito e un padre. Moore ha infatti dichiarato di aspettare la donna giusta con cui evolvere e condividere la propria vita.

Shemar Moore swat

Shemar Moore in Criminal Minds

5. Ha ideato molte delle battute del suo personaggio. All’interno della serie è facile imbattersi in momenti in cui l’attore condivide la scena con l’attrice Kirsten Vangsness, la quale ricopre il ruolo di Penelope Garcia. In tali scene, i due sono soliti punzecchiarsi con diverse battute. Queste derivano dal reale modo di parlarsi dei due attori al di fuori del set, i quali condividono un’ottima amicizia.

Shemar Moore in S.W.A.T.

4. Si è allenato per maneggiare le armi. Una cosa che di certo non manca all’interno della serie S.W.A.T. sono le armi. Ve ne sono di ogni tipo e dimensione. Moore ha dichiarato che proprio per la loro importanza, era necessario che gli attori si sottoponessero ad alcune esercitazioni mirate proprio a prendere dimestichezza con le armi. Per sua fortuna, la partecipazione a Criminal Minds lo aveva già in parte preparato a ciò.

3. Ha potuto mostrare un nuovo lato di sé. Stando a quanto affermato dall’attore in alcune interviste, la serie S.W.A.T. gli ha permesso non solo di misurarsi con un ruolo da protagonista, ma anche di mostrare inediti aspetti di sé. Il personaggio di Daniel Harrelson presenta infatti diverse sfumature, che hanno consentito all’attore di dar vita ad una più ampia gamma di emozioni.

Shemar Moore: il suo fisico

2. È solito tenersi in forma. Per poter gestire i suoi ruoli action, l’attore non manca di allenarsi costantemente, così da rimanere in forma e poter dar vita alle numerose sequenze action previste dalle serie in cui recita. La ginnastica da lui compiuta gli ha così permesso di ottenere un fisico particolarmente scolpito, di cui si è avvantaggiato per la sua carriera da modello.

Shemar Moore: età e altezza

1. Shemar Moore è nato a Oakland, in California, Stati Uniti, il 20 aprile 1970. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

Robert Finster: 10 cose che non sai sull’attore

Robert Finster: 10 cose che non sai sull’attore

Attualmente divenuto noto per il suo ruolo da protagonista nella serie Freud, l’attore Robert Finster, partito dall’Austria, si sta lentamente facendo notare all’interno dell’industria statunitense. Pur avendo ancora pochi titoli all’interno della sua filmografia, Finster sembra infatti avere tutte le carte in regola per affermarsi come interprete. Ecco 10 cose che non sai di Robert Finster

Robert Finster fidanzata

Robert Finster: la filmografia dell’attore

10. È il protagonista di una serie TV. Dopo aver recitato in alcuni prodotti televisivi austriaci, l’attore ottiene un’iniziale notorietà recitando in alcuni episodi della serie Walking of Sunshine (2019) e SOKO – Misteri tra le montagne (2019). La vera notorietà arriva però grazie alla serie Netflix Freud, dove l’attore ricopre il ruolo del celebre Sigmund Freud alle prese con un misterioso omicidio, al suo fianco l’attrice Ella Rumpf.

9. Ha recitato in alcuni film cinematografici. Il debutto cinematografico avviene per l’attore con il film austriaco Krieg, thriller ambientato all’interno di un misterioso bosco dove un uomo dovrà confrontarsi con uno sconosciuto nemico. Finster torna poi al cinema con Kaviar (2019), di genere commedia, dove l’attore ricopre il ruolo del personaggio di nome Don.

Robert Finster non è su Instagram

8. Non possiede un account personale. Attualmente l’attore non è presente sul social network Instagram, ma è qui è invece possibile trovare una fan page seguita da 25,7 mila persone. All’interno di questa vengono continuamente pubblicate foto dell’attore, il più delle volte colto durante le pause dal set della serie Freud. Non mancano poi anche aggiornamenti circa i suoi progetti.

Robert Finster: chi è la sua fidanzata

7. È molto riservato. Ancora relativamente sconosciuto ai più, l’attore ha pertanto potuto mantenere piuttosto riservata la propria vita privata. Non si hanno infatti notizie sul suo stato sentimentale, e l’assenza dai social network dell’attore non contribuisce a rispondere alla domanda se sia fidanzato o meno.

Robert Finster: dove vive

6. Risiede in una nota capitale europea. Anche se attualmente sta conoscendo una fama più internazionale, l’attore è ancora ufficialmente residente a Vienna, in Austria. Qui è solito dedicarsi ad alcuni dei suoi hobby, come lo snowboard e la guida di moto.

Robert Finster Freud

Robert Finster è Freud

5. È il suo primo ruolo da protagonista. Con la serie Freud, l’attore ricopre per la prima volta nella sua carriera il ruolo da protagonista. La serie è il primo progetto congiunto tra Netflix e la casa di produzione austriaca ORF. Queste, nel ricercare il giusto attore, hanno selezionato alcuni dei migliori interpreti dell’Austria, e infine Finster è risultato il più idoneo sia per somiglianza che bravura attoriale.

4. Ha praticato l’ipnosi. Per poter comprendere meglio il personaggio e il suo mondo, l’attore ha affermato di essersi sottoposto a diverse sedute di ipnosi. Finster ha così avuto modo di sperimentare tale pratica così da poterla replicare con più realismo durante la recitazione.

3. È attratto dall’aspetto dark della serie. Durante le riprese l’attore ha potuto realmente rendersi conto dell’atmosfera sinistra e irrazionale del progetto, e ciò lo ha attratto sempre di più permettendogli di entrare ancora meglio nella mente del personaggio. Per Finster, Freud è la diretta espressione della mente del protagonista, che rende complicato capire quale percorso si sta seguendo.

2. È intimorito dal successo della serie. L’attore ha affermato che il pensiero che la serie di cui è protagonista potrà essere vista in tutto il mondo va oltre ogni sua immaginazione, e che una simile consapevolezza può portare a montarsi la testa. Per questo Finster ha dichiarato che il suo obiettivo è cercare di reprimere questo pensiero e concentrarsi invece sul proprio lavoro.

Robert Finster: età e altezza

1. Robert Finster è nato a Bruck an der Mur, in Austria, il 10 marzo 1984. L’attore è alto complessivamente 182 centimetri.

Fonte: IMDb

Ella Rumpf: 10 cose che non sai sull’attrice

Ella Rumpf: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice francese Ella Rumpf ha ancora pochi titoli all’attivo nella sua filmografia, ma in breve tempo ha saputo affermarsi per la sua partecipazione a film e serie TV di buon successo. Ad oggi la Rumpf è considerata uno dei volti più promettenti della sua generazione, nonché uno dei nomi su cui scommettere per il futuro della recitazione. Ecco 10 cose che non sai di Ella Rumpf.

Ella Rumpf instagram

Ella Rumpf: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in film per il cinema. La grande occasione per l’attrice arriva nel 2016, quando viene scelta per ricoprire il ruolo di Alexia, una delle protagoniste del film horror Raw – Una cruda verità. Il film le permette di raggiungere una buona notorietà, che la porterà a recitare anche nei lungometraggi L’ordine divino (2017) e Tiger Girl (2017), di cui è protagonista. Prossimamente reciterà invece nel film Beast (2020), ricoprendo un ruolo di rilievo.

9. Ha preso parte ad una nota serie TV. Nel 2020 l’attrice raggiunge ulteriore popolarità recitando nella serie Netflix Freud, accanto all’attore Robert Finster. Qui la Rumpf ricopre il ruolo di Fleur Salomé, protagonista femminile della storia. Tornerà a recitare per il piccolo schermo nell’attesa serie Tokyo Vice, con protagonista Ansel Elgort.

8. Ha ricevuto un importante riconoscimento. In occasione del Festival Internazionale di Berlino l’attrice viene premiata come Shooting Star, ovvero come astro nascente del panorama cinematografico. Questo premio le permette ancor di più di porre su di sé i riflettori di tale settore, imponendosi all’attenzione dei produttori.

Ella Rumpf è su Instagram e Twitter

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 35,3 mila persone. All’interno di questo la Rumpf è solita condividere diverse fotografie, da quelle scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, a quelle ritraenti luoghi da lei visitati. Non mancano ovviamente anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

6. Ha un profilo su Twitter. L’attrice è presente anche sul noto social network, dove ha tuttavia un numero più esiguo di follower, attualmente pari a 1,7 mila. Su Twitter la Rumpf è tuttavia solita condividere post riguardanti i suoi progetti, ma anche curiosità o notizie di attualità.

Ella Rumpf Freud

Ella Rumpf: chi è il suo fidanzato

5. È molto riservata. Con la crescente popolarità degli ultimi anni l’attrice ha cercato di non mischiare vita privata e vita sentimentale, cercando di tenere quest’ultima il più riservata possibile. Anche se presente su diversi social network, la Rumpf non ha infatti mai rilasciato informazioni a riguardo, rendendo attualmente difficile stabilire se sia fidanzata o meno.

Ella Rumpf in Freud

4. È la protagonista femminile della serie. All’interno della serie Netflix Freud, l’attrice ricopre il ruolo di Fleur Salomé, giovane ragazza che venuta a conoscenza delle doti mediche di Freud chiederà a questi aiuto per poter uscire dallo stato di possessione che la perseguita. Attraverso il suo processo di ipnosi, verranno così svelati alcuni dei principali misteri che avvolgono la storia narrata nella serie.

3. Ha stretto un ottimo rapporto con il protagonista. Al momento delle riprese della serie l’attrice ha fatto la conoscenza di Robert Finster, attore austriaco che ricopre il ruolo di Sigmund Freud. Con lui l’attrice ha da subito stretto un’ottima sintonia, ma i due hanno anche stabilito di non parlarsi troppo per mantenere la distanza prevista dai loro rispettivi personaggi.

2. Ha affrontato molte sfide durante le riprese. Freud è una serie ricca di mistero, e spesso agli stessi attori non era chiaro quali strade si stessero percorrendo. La Rumpf ha infatti affermato di essersi più volte sentita disorientata e sorpresa, e che ogni scena da girare era una sfida per via dell’imprevedibilità del progetto. Questo è stato tuttavia anche l’aspetto più stimolante del lavorare alla serie.

Ella Rumpf: età e altezza

1. Ella Rumpf è nata a Parigi, in Francia, il 4 febbraio 1995. L’attrice è alta complessivamente 167 centimetri.

Fonte: IMDb

Jesse Williams: 10 cose che non sai sul’attore

Jesse Williams: 10 cose che non sai sul’attore

Noto attore televisivo, Jesse Williams ha raggiunto la notorietà grazie alla sua partecipazione alla serie Grey’s Anatomy. Negli anni ha poi ampliato la propria filmografia recitando anche per film cinematografici, al fianco di importanti attori e registi. Ecco 10 cose che non sai di Jesse Williams.

Jesse Williams fisico

Jesse Williams: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri serie TV. Williams esordisce sul piccolo schermo recitando in alcuni episodi di serie come Law & Order – I due volti della giustizia (2006), Greek – La confraternita (2008) e Beyond the Break – Vite sull’onda (2006-2009). Il vero successo arriva però grazie al ruolo del dottor Jackson Avery nella serie Grey’s Anatomy, dove dal 2009 recita accanto ad attori come Chandra Wilson e James Pickens Jr..

9. Ha preso parte a film cinematografici. L’attore debutta sul grande schermo nel 2008 con il film 4 amiche e un paio di jeans 2, con le attrici America Ferrera e Blake Lively. Successivamente recita in Brooklyn’s Finest (2009), con Richard Gere, e Quella casa nel bosco (2012), con Chris Hemsworth. Nel 2013 è poi il reverendo James Lawson nel film The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca, che vanta un cast comprendente attori come Robin Williams, Forest Whitaker, Vanessa Redgrave e Alan Rickman.

Jesse Williams è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 5,7 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, ma molte sono anche le curiosità o le immagini promozionali dei progetti a cui Williams prende parte.

Jesse Williams: chi è sua moglie

7. È stato sposato. Nel 2012 l’attore annuncia le nozze con Aryn Drake-Lee, con cui era fidanzato già da tempo. I due danno alla luce anche due figli, ma nel 2017 annunciano il divorzio, senza fornire motivazioni ufficiali. Da quel momento Williams ha prima avuto una relazione con l’attrice Minka Kelly, nota per la serie TV Fryday Night Lights, mentre attualmente frequenta la ballerina Taylour Paige.

Jesse Williams in Detroit

6. Ha recitato per un videogioco. Nel 2018 Williams si presta come attore per il videogioco Detroid: Become Human, dove ricopre il personaggio di Markus. Ambientata nel 2038, la storia ruota intorno alle vicende di tre diversi Android, uno dei quali è quello interpretato dall’attore, il quale è caratterizzato dall’essere un avanzatissimo prototipo di assistente militare.

Jesse Williams Greys Anatomy

Jesse Williams in Grey’s Anatomy

5. Recita nella nota serie televisiva. L’attore compare per la prima volta nel ruolo di Jackson Avery nell’episodio Invasione della sesta stagione. Inizialmente era previsto come guest star, ma a partire dalla settima stagione diventa membro fisso del cast principale. Inizialmente il suo personaggio viene descritto come il bello senza cervello, ma nel corso della storia questi farà del suo meglio per migliorare come medico.

4. Stava per lasciare la serie. Per via di un attuale impegno nel suo primo spettacolo teatrale a Broadway, l’attore temeva di dover lasciare la serie, impossibilitato a gestire entrambe le cose. Per venire incontro alle sue esigenze, tuttavia, i produttori riorganizzarono il calendario delle riprese così da permettergli di poter prendere parte ad entrambi i progetti, continuando così a recitare nella celebre serie.

3. È particolarmente fiero del suo personaggio. Williams ha affermato di essere particolarmente legato al suo personaggio per via del suo essere un semplice essere umano. L’attore ha infatti insistito affinché questi venisse costruito in modo semplice, libero da stereotipi e con la capacità di sbagliare e apprendere dai propri errori.

Jesse Williams: il suo fisico

2. È appassionato di sport. Da sempre l’attore è noto per la sua prestanza fisica, che in più occasioni gli ha fatto guadagnare le attenzioni del pubblico. Williams, infatti, è solito allenarsi in modo costante, anche per via della sua grande passione verso lo sport. In particolare, è un grande appassionato di baseball, e nel corso degli anni ha avuto modo di sfoggiare le sue doti partecipando a diverse partite di beneficenza.

Jesse Williams: età e altezza

1. Jesse Williams è nato a Chicago, nell’Illinois, Stati Uniti, il 5 agosto 1981. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Caterina Scorsone: 10 cose che non sai

Caterina Scorsone: 10 cose che non sai

Nota attrice televisiva, Caterina Scorsone si è negli anni guadagnata una buona fama partecipando a popolari serie televisive che le hanno permesso di affermarsi presso il grande pubblico. Apparsa anche sul grande schermo, la Scorsone ha potuto dar prova di possedere una buona versatilità, raggiungendo un notevole status all’interno dell’industria. Ecco 10 cose che non sai di Caterina Scorsone.

Caterina Scorsone figli

Caterina Scorsone: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri serie televisive. Nota per i suoi ruoli per il piccolo schermo, negli anni l’attrice ha preso parte a serie come Piccoli brividi (1995-1998), The Associates (2002) e Missing (2003-2006), di cui è protagonista. Successivamente recita in Crash (2008-2009), Castle (2009), Private Practice (2010-2013) e Grey’s Anatomy, dove dal 2010 ricopre il ruolo della Dr. Amelia Shepherd, recitando accanto agli attori Chandra Wilson e James Pickens Jr.

9. Ha partecipato a film per il cinema. L’attrice debutta sul grande schermo con il film College femminile (1998), con protagonista Kirsten Dunst. Successivamente appare anche in Il terzo miracolo (1999), con Ed Harris, Fuori controllo (2010), con Mel Gibson, e The Novembre Man (2014), con Pierce Brosnan e Olga Kurylenko.

Caterina Scorsone è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 2,5 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, con amici o colleghi, ma anche foto di luoghi da lei visitati. Non manncano poi anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Caterina Scorsone ha origini italiane

7. È figlia di un italiano. Come il nome e il cognome dell’attrice può suggerire, pur essendo nata a Toronto la Scorsone ha origini italiane. È infatti figlia di Bruno Antonio Scorsone, divenuto noto per essere il direttore esecutivo dell’organizzazione The Good Neighbours. In più occasioni l’attrice ha espresso il proprio amore verso il Bel Paese, da lei visitato in più occasioni.

Caterina Scorsone: marito e figli

6. È sposata. Nel 2009 l’attrice sposa Rob Giles, membro della band The Rescues, con cui si frequentava già da tempo. La coppia ha poi dato alla luce la loro primogenita nel 2012. Pochi anni dopo, nel 2016 annunciano invece la nascita della secondogenita, mentre tramite il proprio account Instagram nel dicembre del 2019 annuncia la nascita della terza figlia.

Caterina Scorsone Grey's Anatomy

Caterina Scorsone in Grey’s Anatomy

5. È tra le protagoniste della serie. Dopo essere comparsa in diverse occasioni come guest star della serie Grey’s Anatomy, l’attrice è stata annunciata come nuovo membro del cast fisso a partire dal 2014. Qui ricopre il ruolo della dottoressa Amelia Shepard, sorella del noto personaggio Derek Shepherd, interpretato dall’attore Patrick Dempsey fino all’undicesima stagione.

4. Il suo personaggio è stato adattato alle esigenze dell’attrice. Durante il set del serie, l’attrice è rimasta incinta del secondo e poi del terzo figlio. Per permetterle di continuare a recitare finché possibile, il suo personaggio è stato adattato a queste esigenze, seguendo una linea narrativa che prevedeva anche la sua gravidanza.

3. Ha interpretato il ruolo anche per uno spin-off. L’attrice ha inizialmente interpretato il ruolo anche per la serie Private Practice, spin-off di Grey’s Anatomy, comparendo nella terza stagione. Divenuto popolare, il suo personaggio è poi stato promosso a protagonista della serie principale a partire dal 2014.

Caterina Scorsone e sua figlia Arwen

2. Porta sua figlia con sé sul set. Dopo aver dato vita alla terza figlia, nel dicembre del 2019, l’attrice ha subito ripreso a lavorare nella celebre serie, portando con sé la neonata. La Scorsone ha infatti affermato che il set di Grey’s Anatomy è come una seconda famiglia per lei, ed è un ambiente che supporta la donna tanto nel lavoro di interprete quanto in quello di mamma.

Caterina Scorsone: età e altezza

1. Caterina Scorsone è nata a Toronto, in Canada, il 16 ottobre 1981. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

Jennifer Carpenter: 10 cose che non sai sull’attrice

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Jennifer Carpenter: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre per il suo ruolo nella serie televisiva Dexter, l’attrice Jennifer Carpenter si è distinta anche sul grande schermo, comparendo in alcuni noti film degli ultimi anni. Grazie a ciò ha potuto conquistare il favore della critica e del pubblico, costruendosi un proprio status all’interno dell’industria audiovisiva. Ecco 10 cose che non sai di Jennifer Carpenter.

Jennifer Carpenter Dexter

Jennifer Carpenter: i suoi film e le serie TV

10. È nota per i suoi ruoli televisivi. Tra i primi ruoli dell’attrice, e senza dubbio quello che le ha permesso di diventare popolare, vi è quello di Debra Morgan nella serie Dexter, dove recita dal 2006 al 2013 accanto all’attore protagonista Michael C. Hall. Successivamente partecipa ad un episodio della serie The Good Wife (2011), per poi ricoprire un ruolo di maggior rilievo nella serie Limitless (2015-2016).

9. Ha recitato in film per il cinema. L’attrice debutta sul grande schermo con il film People Are Dead (2002), per poi comparire in D.E.B.S. – Spie in minigonna (2004), Last Days of America (2005) e The Exorcism of Emily Rose (2005), con cui ottiene una buona notorietà. Successivamente continua ad apparire in film come Battle in Seattle (2007), Quarantena (2008), Faster (2010), con Dwayne Johnson, Solo per vendetta (2011), con Nicolas Cage, Gone (2012), con Amanda Seyfried, The Factory – Lotta contro il tempo (2012), The Devil’s Hand (2014), Cell Block 99 – Nessuno può fermarmi (2017), con Vince Vaugh, e Dragged Across Concrete (2018), con Mel Gibson.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Grazie al suo ruolo nell’acclamata serie Dexter, l’attrice ha ricevuto quattro nomination agli Screen Actors Guild Awards per il miglior cast di una serie televisiva drammatica, una nomination ai Critics Choice Television Awards come miglior attrice non protagonista, e ben otto nomination agli Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films, vincendo il premio come miglior attrice non protagonista nel 2009.

Jennifer Carpenter è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 107 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano però anche curiosità varie e immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Jennifer Carpenter: chi è suo marito

6. Ha sposato un suo collega. A gran sorpresa, poiché la loro relazione non era mai stata ufficializzata, nel dicembre del 2008 l’attrice annuncia il matrimonio con l’attore Michael C. Hall, suo collega nella serie Dexter, dove interpretano due fratelli. Tuttavia, la loro unione non dura a lungo, e a fine 2010 i due si separano per divorziare poi ufficialmente nel 2011. Nonostante ciò, sono rimasti in buoni rapporti e hanno continuato a lavorare insieme.

Jennifer Carpenter Emily Rose

Jennifer Carpenter in Dexter

5. Aveva una battuta ricorrente. Nel corso delle otto stagioni che compongono la serie, l’attrice pronuncia la parola “fuck” per un totale di 996 volte, molte più di qualunque altro suo collega. Infatti, il suo personaggio è noto all’interno della serie per pronunciare più imprecazioni anche dei protagonisti maschili. Tale conteggio è stato eseguito dai fan dell’attrice, accortisi della ricorrenza di tale battuta.

4. Era particolarmente legata al suo personaggio. L’attrice ha sempre dichiarato di essere rimasta molto affezionata al ruolo, e in particolare è lieta di aver potuto portare in televisione un personaggio femminile lontano dai soliti stereotipi, e che anzi aiuta ad infrangerli in favore di una maggior varietà di ruoli per attrici sul piccolo schermo.

Jennifer Carpenter è Emily Rose

3. Convinse subito il regista ad affidarle il ruolo. Nel film The Exorcism of Emily Rose, l’attrice interpreta proprio la donna del titolo, posseduta dal demonio. Al momento del suo provino, l’attrice risultò così convincente che anche il regista si spaventò per la sua performance, decidendo di affidarle subito il ruolo. A colpirlo in particolare fu l’espressione di lei definita “l’urlo silenzioso”.

2. Si è preparata in un modo insolito. Per riuscire ad interpretare una ragazza in piena possessione demoniaca, l’attrice ha passato numerose ore chiusa in una stanza piena di specchi, provando differenti posture del corpo ed espressioni del volto, per trovare quella che potesse risultare più spaventosa per l’occasione. Questo lavoro sulla fisicità le ha permesso di evitare che si ricorresse ad effetti speciali, potendo eseguire da sé le tremende contorsioni richieste.

Jennifer Carpenter: età e altezza

1. Jennifer Carpenter è nata a Louisville, in Kentucky, Stati Uniti, il 7 dicembre 1979. L’attrice è alta complessivamente 174 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Paige Spara: 10 cose che non sai sull’attrice

Paige Spara: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Paige Spara vanta ancora solo pochi titoli nella propria filmografia, ma questi le sono bastati per ottenere una buona notorietà all’interno dell’industria. In particolare, è nota per il suo ruolo nella serie The Good Doctor, dove negli ultimi anni ha ricoperto il ruolo che l’ha resa popolare. Ecco 10 cose che non sai di Paige Spara.

Paige Spara Instagram

Paige Spara: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in un nota serie TV. Dopo essere comparsa per la prima volta sul piccolo schermo con la serie Kevin From Work (2015), dove ricopriva il ruolo di Audrey, l’attrice è diventata nota per il personaggio di Lea Dilallo in The Good Doctor (2017-in corso), serie di genere medical drama dove recita accanto al protagonista Freddie Highmore.

9. Ha preso parte a film per il cinema. Il debutto cinematografico per l’attrice avviene con un piccolo ruolo nel film 40 sono i nuovi 20 (2017), con protagonista Reese Witherspoon. Qui la Spara ha ricoperto il ruolo di una barista. È poi apparsa anche nel film comico She’s in Portland (2020), nel ruolo di Mallory.

Paige Spara è su Instagram

8. Ha un account personale L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 241 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere foto ritraenti momenti di svago, ma anche piccole curiosità quotidiani o luoghi da lei visitati. Non mancano inoltre anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

7. Condivide il suo profilo con suo particolare compagno di viaggio. La descrizione del profilo dell’attrice riporta che questo è in particolare dedicato alle avventure che la Spara vive insieme al suo fedele cane di nome Sal. Numerose sono infatti le foto che li ritraggono insieme a casa o in giro in diverse situazioni, dando vita ad una vera e propria coppia da social network.

Paige Spara: la sua vita privata

6. È molto riservata. Nel corso degli anni l’attrice ha evitato ogni fuga di notizie circa la sua vita privata. La Spara cerca infatti di mantenere ben separate vita lavorativa e sentimentale, e nulla si sa riguardo quest’ultima. Anche visitando il profilo Instagram dell’attrice non è possibile ritrovare alcun indizio di una probabile relazione o frequentazione.

Paige Spara The Good Doctor

Paige Spara in The Good Doctor

5. È tra le protagoniste della serie. In The Good Doctor l’attrice ricopre il ruolo di Lea Dilallo, interesse amoroso del protagonista. I due personaggio instaureranno un turbolento percorso che li porterà prima ad essere distanti, poi coinquilini e infine una vera e propria coppia. Il personaggio era inizialmente soltanto ricorrente nella prima stagione, ma entra a far parte del cast principale a partire dalla seconda stagione.

4. È stata difesa da alcuni fan. Durante la terza stagione della serie il rapporto tra i due personaggi protagonisti si fa più intenso sfociando nella relazione. Tuttavia, quando Shaun espone i propri sentimenti, Lea si dice non pronta, lasciandolo con il cuore spezzato. Numerosi spettatori sono rimasti delusi da tale risvolto, attaccando il personaggio. Una buona parte di fan ha però preso le difese dell’attrice e del personaggio, elogiandone la consapevolezza dei suoi limiti.

3. È entusiasta dell’episodio in questione. La puntata dove i due personaggi arrivano ad un punto di svolta emotivo è stata diretta da Freddie Highmore, che recita anche nel ruolo di Shaun. L’attrice ha dichiarato di essere stata particolarmente contenta che ci fosse lui dietro la macchina da presa per quell’occasione, poiché vivendo dall’interno il conflitto tra i due personaggi Highmore era la persona giusta per esaltarne il rapporto tramite la regia.

2. Ammira molto il suo personaggio. L’attrice ha dichiarato di essere particolarmente entusiasta di poter interpretare e crescere con questo ruolo, poiché ritiene che Lea si stata scritta per figurare come un normale essere umano, con tutti i suoi pregi e difetti. Portare in scena tali fragilità è per la Spara un’occasione che non avviene spesso.

Paige Spara: età e altezza

1. Paige Spara è nata a Washington, in Pennsylvania, Stati Uniti, il 9 agosto 1989. L’attrice è alta complessivamente 156 centimetri.

Fonte: IMDb

Giacomo Gianniotti: 10 cose che non sai sull’attore

Giacomo Gianniotti: 10 cose che non sai sull’attore

Naturalizzato canadese, l’attore Giacomo Gianniotti è oggi celebre come attore televisivo statunitense, grazie alla sua partecipazione a note serie TV. Apparso anche in alcuni titoli cinematografici, l’interprete ha potuto dar prova di una buona versatilità, conquistando le attenzioni e l’affetto di numerosi spettatori Ecco 10 cose che non sai di Giacomo Gianniotti.

Giacomo Gianniotti moglie

Giacomo Gianniotti: i suoi film e le serie TV

10. Recita in una celebre serie televisiva. Dopo aver inizialmente recitato per il piccolo schermo in alcuni episodi di serie come Medicina generale (2010), Beauty and the Beast (2013), Cooper (2013), e Reign (2014), ottiene maggior notorietà grazie al ruolo di Leslie Garland in I misteri di Murdoch (2013-2014), per poi comparire anche in Selfie (2014). Recita poi anche in Marilyn: la vita segreta (2015) e Backpachers (2015). La consacrazione avviene però grazie a Grey’s Anatomy, dove dal 2015 ricopre il ruolo del dottor Andrew DeLuca, recitando accanto ad attori come Ellen Pompeo, Patrick Dempsey, Chandra Wilson, Jesse Williams, Caterina Scorsone e James Pickens Jr. Nel 2018 recita anche in alcuni episodi di Station 19, con Jaina Lee Ortiz.

9. Ha preso parte a film per il cinema. Nel corso della sua carriera l’attore compare anche in alcuni film per il grande schermo. Il primo di questi è La bomba (1999), con Alessandro GassmannRocco Papaleo.  Ottiene poi il ruolo di Sam Stoller in Race – Il colore della vittoria (2016), dove recita accanto agli attori Jason Sudeikis, Jeremy Irons e William Hurt. Nel 2018 è invece tra i protagonisti dei film indipendenti Azzurro, Edging e Acquainted. Nel 2019 è invece Kris in The Cuban.

8. Ha ricoperto il ruolo di produttore. Recentemente Gianniotti ha lasciato i soli panni dell’interprete per ricoprire anche quelli del produttore. Lo ha fatto in particolare per i film Azzurro e Acquainted, di cui è protagonista. Si tratta di due film indipendenti, nei quali l’attore credeva a tal punto da mettersi in gioco in tale ruolo affinché venissero realizzati.

Giacomo Gianniotti è su Twitter

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Twitter con un profilo che vanta un totale di oltre 116 mila follower. All’interno di questo l’attore è solito ricondividere informazioni suoi progetti da interprete, come anche video e immagini legate a tale mestiere. Non mancano però anche curiosità condivise con i propri fan o propri pensieri sui fatti di attualità.

Giacomo Gianniotti: chi è sua moglie

6. È sposato. Nell’aprile del 2019 l’attore sposa la fidanzata Nichole Gustafson, truccatrice conosciuta sul set del film Azzurro. I due hanno organizzato la cerimonia a in Italia, e più precisamente a Villa Pocci, sulle sponde del lago di Castel Gandolfo, nel comune di Marino. All’evento hanno preso parte amici e collaboratori, arrivanti sin dagli Stati Uniti e dal Canada.

Giacomo Gianniotti Greys Anatomy

Giacomo Gianniotti è italiano

5. È nato in Italia. Come il nome e il cognome possono suggerire, Gianniotti è nato in Italia, a Roma. Sin da quando era giovanissimo, tuttavia, la famiglia si è trasferita però a Toronto, in Canada, dove Gianniotti è cresciuto ottenendo poi la cittadinanza. Prima di trasferirsi, però, aveva avuto una piccola parte all’età di dieci anni nel film La bomba.

Giacomo Gianniotti non è il doppiatore di sé stesso

4. Non doppia i propri ruoli per l’Italia. In molti si sono chiesti se, dato che l’attore parla un perfetto italiano, fosse lui a doppiare sé stesso per l’Italia nei ruoli ricoperti. In realtà così non è, e a prestargli la voce per la serie Grey’s Anatomy è stato Marco Vivio, meglio noto per essere il doppiatore di Chris Evans e Chris Pine. Giannotti ha tuttavia espresso il desiderio di poter un giorno fare da doppiatore per sé stesso.

Giacomo Gianniotti in Grey’s Anatomy

3. È diventato membro fisso del cast. L’attore è entrato a fare parte della celebre serie a partire dalla dodicesima stagione. Inizialmente il suo ruolo era classificato come “guest star”, ma infine ha acquisito sempre più spazio divenendo parte del cast principale. Ad oggi l’attore è apparso in circa 119 episodi.

2. La sua prima scena è stata particolarmente difficile. La prima scena che all’attore fu chiesto di girare prevedeva la sua uscita da un’ambulanza e numerose battute da dire in breve tempo, il tutto in un’unica ripresa. Per Gianniotti la paura di sbagliare era molta, ma grazie al supporto del regista e del cast lì presente ha saputo dimostrare le sue doti riuscendo in quanto richiesto.

Giacomo Gianniotti: età e altezza

1. Giacomo Gianniotti è nato a Roma, Italia, il 19 giugno 1989. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Sullivan Stapleton: 10 cose che non sai sull’attore

Sullivan Stapleton: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Sullivan Stapleton si è distinto negli anni per i suoi ruoli da duro in celebri film e serie TV. Passando con naturalezza dal grande al piccolo schermo, Stapleton è infatti riuscito a costruirsi una discreta fama e un buon seguito, che gli permettono ancora oggi di lavorare a pieno ritmo all’interno dell’industria. Ecco 10 cose che non sai di Sullivan Stapleton.

Sullivan Stapleton moglie

Sullivan Stapleton: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in alcune celebri serie TV. Nel corso della sua carriera l’attore ha conquistato una crescente popolarità partecipando ad episodi di serie come Neighbours (1998), Blue Heelers – Poliziotti con il cuore (1996-2003), The Secret Life of Us (2003-2005), con Joel Edgerton, Rush – Corsa all’oro (2008) e Satisfaction (2007-2009). È poi diventato noto grazie al ruolo del sergente Damien Scott nella serie Strike Back (2010-2018) e di Kurt Weller in Blindspot (2015-2019).

9. Ha preso parte a noti film. Dopo aver debuttato sul grande schermo con il film River Street – La frode (1996), l’attore partecipa a film come Al calare delle tenebre (2003), I ragazzi di dicembre (2007), con Daniel Radcliffe, The Condemned – L’isola della morte (2007), con Rick HoffmanAnimal Kingdom (2010), con Ben Mendelsohn e Guy Pearce, The Hunter (2011), con Willem Dafoe e Sam Neill, Gangster Squad (2013), con Sean Penn, e 300 – L’alba di un impero (2014), dove è protagonista accanto all’attrice Eva Green e Rodrigo Santoro. Nel 2017 torna al cinema con Renegades – Commando d’assalto.

Sullivan Stapleton è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 318 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, di luoghi da lui visitati o di momenti quotidiani in compagnia di famigliari o amici. Non mancano inoltre anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Sullivan Stapleton: chi è sua moglie

7. Ha sposato una sua collega. Sul set della serie Neighbours l’attore conosce Carla Bonner, con la quale intraprende una relazione sfociata poi nel matrimonio, tenuto per lo più lontano dai riflettori. Particolarmente riservati, i due evitano infatti di condividere dettagli della propria vita sentimentale. Tuttavia, annunciano nel 2007, dopo due anni e mezzo di unione, di essersi separati.

6. Ha una nuova compagna. Attualmente Stapleton frequenta l’attrice Alexis Kelley, nota per essere apparsa in serie come Master of None e Blacker. I due hanno in più occasioni confermato la propria relazione tramite alcuni post sui rispettivi profili Instagram. Nonostante ciò, anche loro si sono dimostrati attenti a cosa condividono, evitando di attirare troppo i riflettori sulla propria vita privata.

Sullivan Stapleton 300

Sullivan Stapleton in 300 – L’alba di un impero

5. Ha interpretato un celebre condottiero. Nel film 300 – L’alba di un impero, sequel del celebre 300 con Gerard Butler, l’attore ricopre il ruolo di Temistocle, politico e militare ateniese realmente vissuto tra il 530 e il 459 a.C. Il personaggio viene in particolare raffigurato nel corso della dura guerra che contrappose la Grecia alla Persia, guidata dal re Serse.

4. Ha firmato un contratto per più film. Nell’accettare il ruolo di protagonista del film, l’attore firmò un contratto che lo prevedeva come protagonista non solo di quel film, ma anche di un potenziale sequel. Il finale aperto lascia infatti spazio ad un terzo capitolo della trilogia. Ad oggi, tuttavia, non si hanno notizie in merito e per ora la produzione di un terzo capitolo non sembra essere in atto.

3. Ha dovuto perdere peso per il film. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, all’attore è stato chiesto di perdere circa dieci chili di grasso e muscoli, poiché dando vita ad un ateniese era necessario che risultasse più asciutto fisicamente. Gli ateniesi erano infatti notoriamente più esili rispetto agli spartani da un punto di vista fisico. Stapleton ha comunque dovuto esercitarsi per sfoggiare addominali scolpiti, richiesti per la parte.

2. Non si aspettava che il film fosse così dialogato. Nell’assumere il ruolo di Temistocle l’attore pensava che avrebbe dato vita per la maggior parte a scene di guerra e lotta, prevedendo dunque poche battute da dover recitare. Invece, poiché il suo personaggio è anche un noto politico, molte sono le scene di dialogo e contrattazione politica presenti nel film.

Sullivan Stapleton: età e altezza

1. Sullivan Stapleton è nato a Melbourne, Australia, il 14 giugno 1977. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Greg Germann: 10 cose che non sai sull’attore

Greg Germann: 10 cose che non sai sull’attore

Noto per aver preso parte ad alcune tra le più celebri serie degli ultimi anni, l’attore Greg Germann è oggi membro fisso di Grey’s Anatomy, grazie alla quale ha potuto consolidare la sua fama sul piccolo schermo. Negli anni Germann non ha però mancato di recitare anche per il cinema, recitando in alcuni popolari film.

Ecco 10 cose che non sai di Greg Germann.

Greg Germann Ally McBeal

Greg Germann: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri serie TV. L’attore ottiene una prima notorietà in televisione grazie alle serie Vietnam addio (1989-1990), Per amore della legge (1994-1995) e Ned and Stacey (1995-1997). Diventa poi popolare grazie al ruolo di Richard Fish in Ally McBeal, dove recita dal 1997 al 2002. Successivamente prende parte ad alcuni episodi di serie come Desperate Housewives (2006), con Eva LongoriaCSI: Scena del crimine (2009), House of Lies (2012), con Don CheadleLe regole del delitto perfetto (2014), con Viola Davis, e Limitless (2015-2016), con Jennifer CarpenterOttiene un ruolo di maggior rilievo grazie a C’era una volta (2016), dove è Ade, e Compagni di università (2017-2019), con Cobie Smulders. Dal 2017 ricopre invece il ruolo del dottor Thomas Koracick in Grey’s Anatomydove recita accanto agli attori Ellen Pompeo, Chandra Wilson James Pickens Jr. 

9. Ha preso parte ad alcuni film per il cinema. L’attore debutta sul grande schermo nel 1985 con il film Prostituzione, per poi recitare in La bambola assassina 2 (1990), Ancora una volta (1991), Sotto il segno del pericolo (1994), con Harrison Ford, Sweet November (2001), con Keanu Reeves, Ritorno dal paradiso (2001), Joe Somebody (2001), Friends with Money (2006), con Jennifer Aniston, Quarantena (2008), Colpi da maestro (2012)  e Duri si diventa (2015), con Will Ferrell e Kevin Hart.

8. Ha partecipato al doppiaggio di un noto film. Nel 2008 l’attore esordisce nel mondo del doppiaggio con il film d’animazione Bolt – Un eroe a quattro zampe. 48° Classico Disney, il film è incentrato su un cagnolino di nome Bolt che, dopo essere stato la star di una serie televisiva, si convince di avere dei superpoteri. Qui Germann dà voce all’agente di polizia presente nel film, recitando la sua parte accanto a John Travolta, che dà invece voce al protagonista.

Greg Germann: chi è sua moglie

7. Ha sposato un’attrice. Germann si è sempre dimostrato molto protettivo nei confronti della propria vita privata. Di questa si sa infatti molto poco. È noto, tuttavia, il suo matrimonio con l’attrice Christine Mourad, con la quale ha anche recitato nel film Friends with Money. I due hanno anche dato alla luce una figlia, nata nel 1997.

Greg Germann è Ade

6. Ha interpretato il dio degli inferi. L’attore è comparso per la prima volta in C’era una volta a partire dal dodicesimo episodio della quinta stagione. Qui ha portato in scena il personaggio di Ade, noto dio degli inferi che cerca di sfruttare a suo vantaggio ognuno degli altri personaggi. L’attore ha affermato di aver particolarmente apprezzato il personaggio, poiché non viene raffigurato come totalmente cattivo, ma è invece dotato di lati umani che lo rendono particolarmente tridimensionale.

Greg Germann Greys Anatomy

Greg Germann in Ally McBeal

5. Ha recitato in ogni episodio della serie. Germann è uno dei soli tre attori ad aver recitato in tutti i 112 episodi della serie. Qui ha ricoperto il ruolo di Richard Fish, uno degli avvocati che recluta la giovane protagonista per il proprio studio legale.

4. Non crede nel reboot della serie. Anche su ufficialmente conclusasi nel 2002, le voci intorno alla serie non hanno mai smesso di generare dibatti. Il principale di questi vedrebbe un reboot della serie sempre prossimo alla messa in produzione. Germann si è tuttavia dichiarato scettico a riguardo, affermando che non c’è bisogno di aggiungere nulla a quanto già raccontato poiché ritiene la serie perfetta così com’è.

Greg Germann in Grey’s Anatomy

3. È diventato parte del cast principale. Dopo essere comparso come guest star nelle stagioni 14 e 15 di Grey’s Anatomy, l’attore ha indossato il camice in modo continuo a partire dalla sedicesima stagione, riprendendo così il ruolo del dottor Thomas Koracick e divenendo parte del cast principale della serie. Ad oggi l’attore ha recitato in un totale di 43 episodi.

2. Il suo personaggio ha acquisito sempre più importanza. Volto relativamente nuovo della serie, l’attore ha espresso soddisfazione per il percorso che gli sceneggiatori hanno scritto per il suo personaggio, e che lo ha portato ad ottenere sempre più rilevanza all’interno della storia. Nel corso della sedicesima stagione, infatti, Koracick diventerà il capo del reparto di chirurgia.

Greg Germann: età e altezza

1. Greg Germann è nato a Houston, Texas, Stati Uniti, il 26 febbraio 1958. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Camilla Luddington: 10 cose che non sai sull’attrice

Camilla Luddington: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice cinematografica e televisiva, Camilla Luddington è negli anni divenuta celebre per i suoi ruoli in importanti titoli, come la serie Grey’s Anatomy. È inoltre conosciuta per essere la voce di un noto personaggio dei videogiochi, che ha permesso alla Luddington di estendere il proprio raggio d’azione all’interno dell’industria audiovisiva. Ecco 10 cose che non sai di Camilla Luddington.

Camilla Luddington Grey's Anatomy

Camilla Luddington: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri serie televisive. L’attrice debutta sul piccolo schermo recitando in un episodio della serie The Forgotten (2010), per poi acquistare ulteriore notorietà partecipando a CSI – Scena del crimine (2010), The Defenders (2011), Amici di letto (2011) e Californication (2012), dove recita nel ruolo di Lizzie. Nello stesso anno è in True Blood, dove ricopre il personaggio di Claudette condividendo la scena con l’attore Alexander Skarsgård. Dal 2012 ad oggi è invece divenuta celebre per il ruolo della dottoressa Jo Wilson in Grey’s Anatomy, dove recita accanto agli attori Ellen Pompeo, Chandra Wilson, James Pickens Jr., Jesse Williams e Caterina Scorsone.

9. Ha partecipato ad alcuni film per il cinema. Il primo ruolo cinematografico, seppur minore, per l’attrice arriva grazie al film Behaving Badly (2009), ma nel 2014 recita nel ruolo di June Abbott, protagonista di The Pact II, accanto all’attrice Caity Lotz. Nel 2017 recita invece nel film Quello che veramente importa, dove ricopre la parte di Cecilia.

8. È anche doppiatrice. Nel 2017 l’attrice viene scelta per dar voce al personaggio di Zatanna nel film d’animazione Justice League Dark, dove recita anche l’attrice Rosario Dawson, la quale ha prestato la voce a Wonder Woman. Dopo aver partecipato al doppiaggio anche di un episodio della celebre serie Robot Chicken (2019), la Luddington torna a ricoprire il ruolo di Zatanna nel film Justice League Dark: Apokolips War (2020), a cui partecipa anche l’attore Shemar Moore nel ruolo di Cyborg.

Camilla Luddington è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 3,3 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate durante momenti di svago o nel corso della propria quotidianità. Non mancano però anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete o che la ritraggono nel corso di eventi di gala.

Camilla Luddington: chi è suo marito

6. È molto riservata. L’attrice ha sempre affermato che non le piace condividere troppi dettagli riguardanti la propria vita privata, ma non ha mancato di rendere noto il proprio matrimonio con l’attore Matthew Alan. Questi è inoltre comparso nell’episodio ventiduesimo della tredicesima stagione di Grey’s Anatomyrecitando accanto alla moglie nel ruolo di David Fisher. La coppia annuncia poi, nel marzo del 2017, la nascita della prima figlia, mentre a fine 2019 rendono nota la seconda gravidanza dell’attrice.

Camilla Luddington Kate Middleton

Camilla Luddington è Tomb Raider

5. Ha dato voce al celebre personaggio. Nel 2013 l’attrice viene scelta per doppiare il personaggio di Tomb Raider nel nuovo videogioco a lei dedicato. La performance piacque tanto ai produttori quanto ai videogiocatori, che permisero al titolo di diventare un grande successo. Sull’onda di ciò, fu realizzato un sequel videoludico, intitolato Rise of the Tomb Raider (2015), dove l’attrice ha nuovamente dato voce alla protagonista.

4. Il personaggio è stato adattato alle sembianze dell’attrice. Per la prima volta nel franchise di Tomb Raider, le movenze del personaggio sono state basate sui reali movimenti dell’attrice che vi prestava anche la voce. La Luddington ha infatti dato vita ad una performance in motion capture per reandere più realistico il personaggio, il cui volto è inoltre stato formato sulle fattezze dell’attrice.

Camilla Luddington è Kate Middleton

3. Ha interpretato la celebre duchessa. Nel 2011 l’attrice interpreta Kate Middleton nel film televisivo William & Kate – Una favola moderna. Per interpretare tale ruolo l’attrice ha seguito alcuni particolari corsi per “diventare una principessa”, imparando i modi e i toni con cui i reali sono soliti esprimersi. Pur se generalmente accolto in modo negativo, il film ha permesso all’attrice di ottenere grande popolarità.

Camilla Luddington in Grey’s Anatomy

2. Ha raggiunto un ruolo centrale nella serie. L’attrice era comparsa in qualità di guest star nel corso della nona stagione della serie. Dato l’apprezzamento di pubblico nei confronti del suo personaggio, la Luddington è divenuta un membro fisso del cast a partire dalla decima stagione, dando così vita in modo più approfondito alla storia di Josephine Karev, il personaggio da lei ricoperto. Ad oggi l’attrice è comparsa in circa 188 episodi.

Camilla Luddington: età e altezza

1. Camilla Luddington è nata ad Ascot, in Inghilterra, il 15 dicembre 1983. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Kirstie Alley: morta a 71 anni l’attrice di Senti chi parla

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Kirstie Alley: morta a 71 anni l’attrice di Senti chi parla

Kirstie Alley, che ha vinto un Emmy per Cin Cin, ha recitato in numerosi film tra cui la trilogia di Senti chi parla, famosissima in Italia, e ha continuato a dirigere Veronica’s Closet e ad apparire in numerosi show senza sceneggiatura, è morta di cancro, stando a quanto riferisce un post ufficiale sui suoi account social. Aveva 71 anni.

Alley ha ottenuto cinque nomination consecutive agli Emmy come attrice protagonista dal 1988 al 1993 per aver interpretato Rebecca Howe in Cin Cin, essendosi unita alla commedia della NBC alla sua sesta stagione dopo che la star originale Shelley Long se n’è andata. Ha vinto l’Emmy nel 1991. Alley ha anche vinto un Emmy per il suo ruolo da protagonista nel telefilm del 1994 David’s Mother ed è stata nominata nel 1998 per il suo ruolo da protagonista in Veronica’s Closet della NBC. Ha anche ricevuto una nomination agli Emmy per un ruolo secondario nella miniserie del 1997 L’Ultimo Padrino.

Cabinet of Curiosities: recensione della serie di Guillermo Del Toro

Cabinet of Curiosities di Guillermo del Toro (2022) è l’attesa serie curata dal regista de Il Labirinto del Fauno e La forma dell’acqua, il cui nome è da sempre uno dei “marchi” potenti del settore horror. In questo caso, tuttavia, Del Toro non ha diretto nessuno degli otto mediometraggi che compongono l’antologia di Netflix, che ha debuttato la settimana prima di Halloween dal martedì al venerdì, con una strategia inedita per la piattaforma.

Alla maniera di un Hitchcock in “Alfred Hitchcock Presents“, ma senza il suo umorismo nero e contagioso – o, meglio, alla maniera di un Rod Serling in “Mistero in galleria” – Guillermo del Toro ha scelto otto storie per la prima stagione di questa serie di sua creazione, introducendoci in ogni episodio al mobile antico del titolo, da cui estrae un oggetto legato alla storia che ci sta per raccontare.

Cabinet of Curiosities è un ritorno alle antologie classiche dal sapore vintage, in cui la mano di Del Toro – anche se da lontano – ha un riscontro visivo innegabile. Come nella sua micro-antologia Scary Stories to Tell in the Dark, predominano la fotografia scura, le scenografie elaborate e, inoltre, la maggior parte degli episodi incorpora qualche creatura, proprio quelle figure ambigue e inquietanti a cui Del Toro ha dedicato gran parte della sua filmografia.

Un frame di Cabinet of Curiosities

Cabinet of Curiosities: la trama degli otto episodi

Ad aprire l’antologia Cabinet of Curiosities è Lotto 36, basato su uno script originale di Guillermo del Toro. Racconta la storia di un uomo che cerca di non annegare nel suo mare di debiti. Un giorno, egli nota un magazzino pieno di oggetti misteriosi e crede che questa sia l’unica via d’uscita che porrà fine ai suoi problemi una volta per tutte. È diretto da Guillermo Navarro (Il padrino di Harlem). Il secondo episodio è invece I ratti del cimitero, che segue un ladro di tombe che mette gli occhi sulle ricchezze del nuovo arrivato nel cimitero, ma per metterci le mani sopra deve prima affrontare un labirinto di tunnel e… alcuni topi. Basato su un racconto di Henry Kuttner, è diretto da Vincenzo Natali (The Strain).

Passiamo poi a L’Autopsia, uno degli episodi più scioccanti della serie in cui un medico legale dovrà mettersi al lavoro su un gruppo di minatori morti in un’esplosione causata da un sospetto serial killer. Ma questa autopsia non sarà come se l’aspettava. L’episodio è diretto da David Prior (The Empty Man). Uno dei titoli più suggestivi dell’antologia è senza dubbio L’Apparenza, diretto da Ana Lily Amirpour (A Girl Walks Home Alone at Night), favola dark sugli standard di bellezza a cui le donne sono talvolta inutilmente sottoposte.

Il modello di Pickman e I sogni nella casa stregata sono gli episodi resi disponibili quest’oggi, entrambi adattamenti di racconti del celebre scrittore americano H. P. Lovecraft. Il primo è diretto da Keith Thomas e racconta la storia di uno studente d’arte che sembra avere visioni demoniache quando vede i dipinti di Crispin Glover. Il secondo parla di un giovane che appartiene a una società spirituale ed è ossessionato dall’idea di accedere all’aldilà per ricongiungersi con l’amata sorella defunta. Questo proposito si trasforma in una missione suicida, poiché il protagonista è costretto a trasferirsi nella casa di una strega; è diretto da Catherine Hardwicke (Twilight).

Dovremo aspettare venerdì 28 ottobre per goderci quello che la critica internazionale considera il miglior episodio della serie: La Visita. Panos Cosmatos dirige questa storia ambientata nel 1979, quando uno scienziato, uno scrittore e un produttore musicale sono invitati a incontrarsi a casa di un misterioso miliardario, che vive con un medico esperto di siringhe. L’ottavo e ultimo episodio è invece Il brusio, diretto da Jennifer Kent (Badabadook). Segue una coppia di ornitologi che finisce in una casa isolata in riva al mare, dove gli spettri che li perseguitano li costringeranno a confrontarsi con qualcosa di ancora più terrificante: i loro stessi demoni.

Cabinet of CuriositiesSviscerare l’orrore

Uno dei punti più sorprendenti dell’antologia Cabinet of Curiosities sono le diverse variazioni lessicali e metaforiche dell’orrore che ci presenta: una selezione basata sulla particolare visione che il creatore ha dell’oscurità spirituale e delle sue conseguenze. La produzione va addirittura oltre: esplora la natura del bene, del male, dell’oscurità e della bellezza con un’esecuzione brillante che garantisce alla serie uno sguardo insolito su più generi contemporaneamente, che è allo stesso tempo un viaggio emotivo in luoghi oscuri abitati dalle inquietudini collettive.

Cabinet of Curiosities fa tutto questo tramite un’eloquente esplorazione del terrore come emozione: cos’è la bontà o il male, chi sono i veri mostri in un mondo cinico sembrano essere i quesiti alla base degli episodi. Si tratta di ossessioni comuni all’opera del regista, che in questa antologia assumono una nuova forma. Non manca nulla in questa esplorazione di come il tempo, la condizione umana, gli errori e le virtù individuali, creino un mondo simile al soprannaturale. Tuttavia, è bene notarlo, la qualità degli episodi è piuttosto altalenante e passiamo da quelli in cui queste tematiche vengono sviscerate al meglio e innervano anche il tessuto scenografico, a quelle che sembrano aggrapparsi a tropi ormai obsoleti del genere e non sfruttano adeguatamente il minutaggio concessogli.

Naturalmente, tutti i temi sono accomunati dall’inquietudine e da alcuni “spazi vuoti” che non vanno necessariamente colmati. Cabinet of Curiosities non è un’antologia facile da capire e questo sembra essere l’intento di Guillermo del Toro. Per la maggior parte, ciò che viene presentato è concettualmente valido e il cast di ogni episodio offre interpretazioni credibili. Detto questo, la qualità disomogenea delle storie dimostra che nemmeno Del Toro è riuscito a sfuggire alle insidie tipiche della maggior parte delle antologie horror.

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