Parlando della sua carriera durante
la serie “Screen Talk” del London Film
Festival, riportata da Variety, Jennifer Lawrence ha discusso delle difficoltà
che sono derivate dalla fama che ha raggiunto dopo The
Hunger Games.
L’uscita del film tratto dai romanzo
di Suzanne Collins ha coinciso più o meno con la
vittoria agli Oscar dell’attrice. I due eventi combinati sono stati
una vera e propria esplosione nella vita, pubblica e privata, di
Lawrence.
“Penso di aver perso il senso
del controllo. Tra l’uscita di “The Hunger Games” e la vittoria
dell’Oscar [per Il Lato Positivo del 2012], sono diventata una tale
merce che ho sentito come se ogni decisione fosse una grande,
grande decisione di gruppo. Quando rifletto ora, non riesco a
pensare a quegli anni successivi, [perché c’è stata] solo una
perdita di controllo”.
In effetti, anche dall’esterno,
l’attrice è diventata un faro catalizzatore per l’attenzione
mediatica e per le produzioni hollywoodiane che se la sono contesa
fino a che lei stessa non si è concessa una pausa. Ora, con molta
più esperienza e consapevolezza, Jennifer Lawrence sembra pronta a riprendere
in mano la sua carriera.
Nel
corso di Romics 2022 (edizione autunnale), sul palco del Movie
Village, è stato svelata la locandina ufficiale del film
Space Monkeys, visionaria opera prima del regista
Aldo Iuliano. Il film è prodotto da Freak
Factory in coproduzione con Rai Cinema che fotografa la
Generazione Z alle prese con la scoperta dei propri
sentimenti.
I
giovani attori del cast annunciati finora sono SOUAD
ARSANE, attrice francese rivelazione ai
César 2019,HAROUN FALLprotagonista della serie Netflix “Zero“.
Durante l’evento al
Romics è stata svelata anche un’altra giovane attrice del film
Space Monkeys: AMBROSIA CALDARELLI, appena
approdata su
Paramount+ nella serie Circeo come protagonista.Gli altri due protagonisti del film saranno
svelati prossimamente.
Space Monkeys è stato scritto daSeverino
Iuliano, Alessandro
Giulietti, Aldo Iuliano, diretto da Aldo
Iuliano, una produzione
Freak Factory con Rai Cinema,
produzione esecutiva Freak
Factory, produttore esecutivo
Andrette Lo Conte. Firma la regia
l’esordienteAldo Iuliano, con la fotografia di Daniele Ciprì, il
montaggio diMarco Spoletini, le musiche diEnrico Melozzi, le scenografie di Paki Meduri, i
costumi di Francesca
Sartori eMara
Masiero.
Nel cast, oltre ai membri ancora da
annunciare, ci sono Soaud
Arsane, Haroun Fall Milesi
eAmbrosia
Caldarelli.
Space Monkeys, foto dal film
1 di 6
Space Monkeys, il poster
FREAK FACTORYè lacasa di produzione cinematografica di
Andrette Lo Conte, produttrice indipendente che in
questi anni ha fatto parlare di sé per aver prodotto il film La
Partita, approdato su Netflix mondo.
Freak Factory è una realtà giovane,
innovativa, e sempre al passo con i tempi: nel 2017 produce Penalty
del regista Aldo Iuliano, cortometraggio pluripremiato a livello
internazionale, vincitore del Globo d’Oro 2017, del premio miglior
corto SIAE “I love GAI – giovani autori indipendenti” alla 74esima
Mostra del cinema di Venezia, arrivato Elegible per gli Oscar 2018.
Subito dopo produce il film La Partita, con un cast di livello come
FRANCESCO PANNOFINO, Giorgio Colangeli, Simone Liberati, ALBERTO DI
STASIO, Gabriele Fiore, Lidia Vitali. Il film è uscito nel 2020
come Original Netflix in tutto il mondo esclusa l’Italia e si e’
classificato in Top Ten tra i film più visti su Netflix per 10
giorni.
Collabora poi con registi e sceneggiatori di fama come
Nicola Guaglianone, Fausto Brizzi, Marcello Macchia (Maccio
Capatonda). Si appresta ora ad uscire con Space
Monkeys, opera prima di Aldo Iuliano di
alto livello artistico con un cast tecnico di eccezione: la
fotografia è firmata da Daniele Ciprì, il montaggio da Marco
Spoletini, la scenografia da Paki Meduri, i costumi da Francesca
Sartori, la musica da Enrico Melozzi, il parrucco da Daniela
Altieri, il suono da Giuseppe Tripodi. Il cast artistico è composta
da giovanissimi attori già noti ad un pubblico internazionale
grazie alla loro partecipazione nelle serie Netflix più importanti
del momento. Ora Freak Factory fa un passo in avanti aprendo una
nuova start up che sioccuperà di
animazione e di effetti speciali. L’obiettivo è quello di formare
un’azienda in grado di competere sul mercato internazionale
integrando le nuove tecnologie e l’artisticità innata nel nostro
paese. La mission nasce dall’esigenza di narrare e sperimentare
attraverso sistemi visivi inediti nuovi paradigmi sociali, fondendo
la poetica ed il potenziale dei nuovi software.
Grazie
alla nuova socia Arianna Capra in questa nuova avventura Freak
Factory avviera’ un percorso che non solo vuole rappresentare una
novità nel mondo dell’entertainment ma anche nell’imprenditoria: e’
infatti una società al 100 per cento gestita da professioniste
donne. Un segnale chiaro di rottura, un nuovo punto di
vista.
Netflix rilascia il trailer di Mercoledì,
l’attesissima nuova serie tv dalla mente del visionario Tim Burton, che sarà disponibile il 23
novembre in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Il 31
ottobre, l’iconico regista sarà in Italia in occasione
dell’anteprima europea del 1° episodio della serie a Lucca Comics & Games 2022.
Il trailer è stato
rilasciato in anteprima al New York Comic Con 2022 sabato 8 ottobre
durante un attesissimo panel a cui hanno partecipato Jenna
Ortega, Gwendoline Christie, Luis Guzman e gli showrunner
Al Gough e Miles Millar, oltre a un ospite a
sorpresa: il celebre attore comico Fred Armisen, che fa il suo
ingresso nel cast di Mercoledì nel ruolo dello Zio Fester.
https://youtu.be/Ajsh20j5GD0
La serie Mercoledì,
in 8 episodi è un mystery con toni investigativi e soprannaturali
che ripercorre gli anni di Mercoledì Addams come studentessa presso
la Nevermore Academy, descrivendo i tentativi di controllare i suoi
poteri paranormali, di sventare una mostruosa serie di omicidi che
terrorizzano la comunità locale e di risolvere il mistero che ha
coinvolto i suoi genitori 25 anni prima… tutto ciò mentre esplora
nuove e complicate relazioni alla Nevermore.
Nel ruolo della
protagonista Mercoledì Addams
ci sarà Jenna Ortega, affiancata da Gwendoline
Christie (preside Larissa Weems), Jamie McShane
(Sheriff Galpin), Percy Hynes White (Xavier Thorpe), Hunter Doohan
(Tyler Galpin), Emma Myers (Enid Sinclair), Joy Sunday (Bianca
Barclay), Naomi J Ogawa (Yoko Tanaka), Moosa Mostafa (Eugene
Ottinger), Georgie Farmer (Ajax Petropolus), Riki Lindhome (Dr.ssa
Valerie Kinbott), e Christina Ricci (Marilyn Thornhill). A
interpretare gli altri iconici membri della famiglia Addams saranno
invece
Catherine Zeta-Jones (Morticia Addams), Luis Guzmán (Gomez
Addams) e Isaac Ordonez (Pugsley
Addams).https://youtu.be/Ajsh20j5GD0
Presentato in anteprima al
New York Comic Con 2022, il teaser di Wolf
Pack offre un primo sguardo alla nuova avvincente
serie Paramount+ Original che segue un gruppo
di adolescenti le cui vite cambiano per sempre quando un incendio
in California risveglia una terrificante creatura soprannaturale.
Il branco di lupi è interpretato da Sarah Michelle
Gellar,
Rodrigo Santoro, Armani Jackson, Bella Shepard, Chloe Rose
Robertson e Tyler Lawrence Gray.
Trasmetti in streaming la premiere della serie di Wolf Pack il 26
gennaio, esclusivamente su Paramount+.
https://www.youtube.com/watch?v=uXvJUhjV3KA
La serie è basata sulla serie di libri di
Edo Van Belkom, che segue un ragazzo e una ragazza adolescenti che
assistono all’emergere di una creatura soprannaturale durante un
incendio in California. Feriti durante il caos, i due, insieme
ad altri due adolescenti, si rendono conto di essere stati morsi da
un lupo mannaro.
Wolf
Pack fa parte dell’accordo pluriennale di Davis con
gli MTV Entertainment Studios, e attualmente sta lavorando a doppio
servizio per la Paramount+, scrivendo e producendo anche il film
“Teen Wolf”. Oltre a Davis, Joe Genier, Mike Elliott e Karen
Gorodetzky sono i produttori esecutivi di Capital Arts. Jason
Ensler, Gellar e Christian Taylor sono anche produttori
esecutivi.
Wolf
Pack è una nuova serie televisiva americana
soprannaturale per adolescenti sviluppata da Jeff
Davis per Paramount+, basata sull’omonimo libro del
2004.Wolf Pack Pack in streaming uscirà il 23 febbraio 2023
su Paramount+
Wolf Pack: trama e
cast
La serie è basata sulla serie di libri di
Edo Van Belkom, che segue un ragazzo e una ragazza adolescenti che
assistono all’emergere di una creatura soprannaturale durante un
incendio in California. Feriti durante il caos, i due, insieme
ad altri due adolescenti, si rendono conto di essere stati morsi da
un lupo mannaro.
“Wolf Pack” fa parte dell’accordo
pluriennale di Davis con gli MTV Entertainment Studios, e
attualmente sta lavorando a doppio servizio per la Paramount+,
scrivendo e producendo anche il film “Teen Wolf”. Oltre a
Davis, Joe Genier, Mike Elliott e Karen Gorodetzky sono i
produttori esecutivi di Capital Arts. Jason Ensler, Gellar e
Christian Taylor sono anche produttori esecutivi.
In Wolf
Packprotagonisti sono
Sarah Michelle Gellar nel ruolo di Kristin Ramsey,
Rodrigo Santoro nel ruolo di Garrett Briggs,
Armani Jackson nel ruolo di Everett Lang,
Bella Shepard nel ruolo di Blake Navarro,
Chloe Rose Robertson nel ruolo di Luna Briggs e
Tyler Lawrence Grey nel ruolo di Harlan Briggs.
Nei ruoli ricorrenti troviamo Bailey Stender,Insegui Liefeld,Hollie Bahar,Lanny Joon,Rio Mangini,Stella Smith,Zack Nelson,James Martinez,Amy Pietz,Bria Brimmer,John L. Adams e
Sean Philip Glasgow.
Lo spettacolo sarà presentato in anteprima
il 26 gennaio negli Stati Uniti e in Canada, mentre Regno Unito,
Australia e America Latina lo riceveranno il giorno successivo, il
27. Le date delle prime per altri mercati internazionali
arriveranno in un secondo momento. Guarda il teaser trailer
qui sotto.
” Ti sei mai
immaginato sul Trono di Spade? ” Con la morte di
Re Viserys (Paddy Considine), è quasi ora che
inizi la Danza dei Draghi in House
of the Dragon e sembra che l’episodio della
prossima settimana vedrà finalmente Alicent Hightower
(Olivia
Cooke) prendere la sua fatidica decisione che darà il
via alla tanto attesa Guerra Civile dei Targaryen e in sostanza
dannazione a tutte le persone coinvolte.
Come rivela il promo di House of
Dragon, la vedremo prendere una decisione esecutiva – con il
sostegno di suo padre Otto (Rhys
Ifans) e Criston Cole (Fabien Frankel) – di mettere
suo figlio maggiore Aegon II (Tom Glynn-Carney) sul Trono di Spade,
con la falsa pretesa che fosse l’ultimo desiderio di Viserys.
Non entreremo in spoiler su ciò che accadrà subito dopo, ma diremo
che Rhaenyra (Emma
D’Arcy), che è via a Dragonstone in attesa della
nascita del suo sesto figlio, e Daemon (Matt
Smith) lo faranno essere tutt’altro che elettrizzato
quando viene a sapere della notizia infida. Quindi, preparatevi
tutti, è tempo di guerra! Dai un’occhiata alla nuova anteprima
dell’episodio nove, intitolato “The Green Council”, di seguito:
House of the Dragon, la serie
tv
House
of the Dragon è l’annunciato prequel ambientato poche
centinaia di anni prima degli eventi di “Game
of Thrones” e racconta la storia di House
Targaryen. Dovrebbe andare in onda nel 2022. HBO ha dato allo show
un ordine di 10 episodi, con il casting iniziato durante l’estate.
Martin ha co-creato la serie con Ryan Condal, con
lo spettacolo basato sul libro di Martin “Fire &
Blood“. Miguel Sapochnik e Condal saranno
co-showrunner e produttori esecutivi insieme a
Martin e Vince Gerardis.
Sara Lee Hess sarà anche scrittrice e produttrice
esecutiva. Sapochnik dirigerà anche il pilota e gli episodi
aggiuntivi. In precedenza ha diretto sei episodi di “Game of
Thrones”, tra cui “Hardhome”, “Battle of the Bastards” e “Winds of
Winter”.
In dieci episodi girati nel Regno
Unito, House of the
Dragon vanta un grande cast che include fra
i protagonisti Paddy Considine,
Matt Smith,
Olivia Cooke,
Emma D’Arcy, Steve Toussaint, Eve Best, Fabien Frankel, Sonoya
Mizuno,
Rhys Ifans. Nel cast anche Milly Alcock,
Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Emily Carey, Harry Collett, Ryan
Corr, Tom Glynn-Carney, Jefferson Hall, David Horovitch, Wil
Johnson, John Macmillan, Graham McTavish, Ewan Mitchell, Theo Nate,
Matthew Needham, Bill Paterson, Phia Saban, Gavin
Spokes, Savannah Steyn.
Co-creatore e produttore esecutivo
della serie George R.R. Martin; co-creatore, co-showrunner,
produttore esecutivo e sceneggiatore Ryan Condal; co-showrunner,
produttore esecutivo e regista Miguel Sapochnik; produttore
esecutivo e sceneggiatrice Sara Hess; produttori esecutivi Jocelyn
Diaz, Vince Gerardis, Ron Schmidt; registi Clare Kilner, Geeta V.
Patel; regista e co-produttore esecutivo Greg Yaitanes. Tratto dal
romanzo “Fuoco e Sangue” di George R.R. Martin.
“Mai un momento di
noia.” Questo è un annuncio fatto dal Capitano
Michael Burnham di
Sonequa Martin-Green nel primo trailer di Star
Trek: Discovery5, la quinta stagione
della serie di successo Star
Trek: Discovery. Questa anteprima ha debuttato
durante un panel per lo spettacolo al New York Comic Con sabato, e
c’è molto da fare per i fan di questo franchise spacchetta qui.
La star della Umbrella
Academy Callum Keith Rennie, Eve Harlow di
Agents
of SHIELD e Elias Toufexis di Shadowhunters sono a
bordo per la prossima stagione della serie Paramount+. Rennie interpreterà il Capitano
Rayner della Flotta Stellare, un uomo che si dice stia lottando per
passare da un periodo di guerra a un tempo di pace. Nel
frattempo, si dice che Moll di Harlow e L’ak di Toufexis siano ex
corrieri ora dall’altra parte della legge.
Nella quinta stagione, il capitano
Burnham e l’equipaggio della USS Discovery scoprono un mistero che
li porta in un’avventura epica attraverso la galassia alla ricerca
di un antico potere la cui stessa esistenza è stata deliberatamente
nascosta per secoli. Ma ci sono anche altri a caccia… nemici
pericolosi che cercano disperatamente di reclamare il premio per se
stessi e non si fermeranno davanti a nulla per ottenerlo. Con così
tanta incertezza che circonda il futuro di questo franchise sul
grande schermo, è bello avere uno show televisivo come questo di
cui essere entusiasti. La Paramount Pictures ha dei piani per
un altro film di Star Trek, anche se la recente
perdita del regista Matt Shakman (che ha invece deciso di
dirigere Fantastici
Quattro per i Marvel Studios) ha ovviamente riportato un po’
indietro il progetto.
La prossima quinta stagione di
Star
Trek: Discovery è attualmente in produzione
a Toronto, in Canada. Non abbiamo una data di uscita confermata, ma
sappiamo che sarà presentato in anteprima su Paramount+ nel
2023.
“Tutto è portato a
questo…”Prime Video ha rilasciato un trailer
esteso per il finale di stagione della prossima settimana de
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere e, nel mezzo dell’azione epica, promette
agli spettatori che “tutto sarà rivelato”. Sì, sembra che Sauron
finalmente farà sentire la sua presenza, poiché vediamo le tre
misteriose sacerdotesse, l’Abitante, l’Asceta e il Nomade, che
annunciano l’arrivo del Signore Oscuro.
Sarà Halbrand? Lo
straniero? O un personaggio che non abbiamo ancora
incontrato? Molti spettatori rimangono convinti che sarà il
neo incoronato Re delle Terre del Sud, ma questo teaser sembra
decisamente puntarci nella direzione del “gigante” compagno di
viaggio di Harfoot. Altrove nel promo, vediamo Gil-Galad e
Celebrimbor discutere degli anelli titolari e intravedere
brevemente la loro creazione. Se hai familiarità con le opere
di Tolkien o anche con la trilogia Il
Signore degli Anellidi
Peter Jackson , avrai una buona idea di come andrà a finire, ma lo
spettacolo ha già apportato alcune modifiche significative alla
tradizione, quindi potremmo essere in serbo per una sorpresa o
due.
È uscito su NetflixMr. Harrigan’s Phone,
l’adattamento cinematografico del racconto di Stephen King “Il telefono del signor
Harrigan”, diretto da John Lee Hancock e
prodotto (anche) dal poliedrico Ryan Murphy. Una
combo perfetta fra scrittore (King) e produttore (Murphy) di quel
genere tanto affascinante quanto macabro: l’horror.
La pellicola si presenta come un
horror-movie, in cui – in teoria – l’elemento chiave è il
paranormale e gli eventi sinistri, con uno smartphone, oggetto
simbolo dell’attuale generazione – che unisce il vecchio e il
nuovo.
Mr. Harrigan’s Phone, la trama
Il giovane Craig (Jaeden
Martell), dopo l’incontro in chiesa con il multimilionario
signor Harrigan (Donald
Sutherland), inizia a lavorare nella villa dell’uomo
come suo lettore di libri. Mentre l’adolescenza – e la crescita –
del ragazzo, vanno di pari passo con l’invecchiamento del suo
“datore di lavoro”, fra i due si instaura un forte legame.
Non appena Craig arriva al liceo, il
padre gli regala uno smartphone, novità fra i giovani, e il ragazzo
decide di fare lo stesso dono al signor Harrington. Quando
quest’ultimo muore, Craig decide di infilare il telefono nella sua
bara, come ultimo atto d’affetto. Quello stesso oggetto continuerà
ad essere il mezzo con cui i due amici si sentiranno, seppur
l’anziano sia sepolto sotto terra…
Il coming of age in una trama non
strutturata
Mr. Harrigan’s
Phone non è il tipico film di Ryan Murphy, padre di
American
Horror Story e del più recente Dahmer. E non è neppure la tipica short-story
del maestro del brivido Stephen King. La sua impronta si vede
semplicemente nella base della storia, un coming of age simile a
quello di IT, che però non si erge su una trama lineare. Il
filo conduttore del film è un telefono su cui si mantiene in piedi
tutto lo scarso world-building. Craig lo usa per parlare
con il signor Harrigan sia prima che dopo la morte. E poi? Poi il
nulla. Manca di profondità. Manca di esplorazione dei contenuti e
delle dinamiche.
L’unico elemento positivo, che si
rifà a quelle pellicole sinistre tratte dai libri di King, è
questo: morte e vita che si incontrano, si sfiorano e poi si
mescolano, invadendo l’una la sfera dell’altra. Momenti brevi, ma
essenziali. La suspense è debole, ma è l’unica che rimane. Il resto
cade – purtroppo – nell’abisso del vuoto.
La storia manca di trama
solida, di turning point decisivi e soprattutto
di un climax nel terzo atto, perdendosi nelle
sequenze e nelle scene che si sbriciolano in quanto
struttura. Il finale di Mr. Harrigan’s Phone
sembra arrivare all’improvviso, ma alla base non ha delle
progressioni logiche per cui comprenderlo a pieno. Mancano le
legature fra un atto e l’altro, i fili conduttori reali che
sorreggono una sceneggiatura in quanto tale. C’è solo il testo e il
sottotesto: quello che si vede nelle immagini e quello che non si
vede, quello che Craig non dice. Ma neanche questo è forte.
Il leitmotiv di
Mr.Harrigan’s Phone, ossia il contatto di Craig
con Harrigan, è talmente debole da incepparsi come un nastro della
pellicola. Non c’è ritmo calzante, c’è solo una lentezza di eventi
talmente estenuante da perdere sin da subito la concentrazione.
L’unica cosa che rimane da dire è che si poteva sicuramente
sviluppare meglio la trama. E che non è stata resa giustizia al
racconto breve di Stephen King.
Il 13 ottobre arriva
UTAMA – Le terre dimenticate, lungometraggio del
regista
Alejandro Loayza Grisi che affronta i problemi derivanti dal
cambiamento climatico. Il film è distribuito al cinema da Officine
Blu, prodotto da tre paesi differenti: Bolivia, Francia e
Uruguay.
Attraverso la sofferenza di una
terra arida, con una patina giallastra che ne rimarca la siccità,
il giovane Grisi porta al cinema una storia comune a
tutti e su cui tutti dovrebbero riflettere: i rischi e
le conseguenze irreversibili del cambiamento
climatico.
UTAMA- Le terre dimenticate, la trama
Nella terra secca dell’Altiplano
boliviano, vivono Virginio (José Calcina) e Sisa
(Luisa Quispe), due anziani quechua la cui vita
sembra essersi fermata in quella routine che tutti i giorni,
accuratamente, ci tengono a rispettare. Lui porta al pascolo i suoi
lama, lei va a prendere l’acqua al villaggio e si occupa delle
faccende domestiche.
Ma quando quel bene primario,
l’acqua, viene a mancare, la coppia si ritrova alle prese con la
più grande piaga del mondo: il cambiamento climatico. L’arrivo del
nipote Clever (Santos Choque) che invita i suoi
nonni ad abbandonare il villaggio per trasferirsi in città, innesca
una serie di scontri fra lui e Virginio, legato alla sua terra e
alle origini.
L’urlo di una terra che soffre
In UTAMA- Le terre
dimenticate viene restituita in termini filmici sia la
denuncia che il grido assordante di un pianeta che fatica ad andare
avanti. Che arranca. Soffre. Chiede di essere aiutato. Il
cambiamento climatico è la più grande sconfitta della società e
Loayza Grisi la mostra con una macchina da presa che non si
permette di filtrare la realtà in nessun modo. Ce la restituisce
nuda e cruda, senza inganni ma con scene dall’impatto
visivo forte, che non lasciano scampo alla durezza di un
luogo abbandonato e privo di vita. Gli abitanti del villaggio
disperso nel nulla sono soli, come sola è la coppia di indigeni,
Virginio e Sisa, in luogo desolato e dai tratti aridi, senza alcun
segnale di ripresa.
Non c’è speranza, solo il vuoto di
quelle immagini spente (che molto ricordano i film western)
enfatizzato da un montaggio classico attento ai dettagli, talmente
intenso da lasciare inermi. Quello che si fa strada è il tormento.
Scava in profondità, nei meandri dell’anima, e lo fa per punire lo
spettatore e ricordargli che la colpa non è del luogo, ma dell’uomo
che di esso se ne è impossessato con imprudenza mosso solo dalla
brama di potere.
Il rifiuto della modernizzazione
In uno scontro fra “vecchio” e
“nuovo”, fra mondo arcaico e industrializzato, si erge la storia di
UTAMA – Le terre dimenticate contrassegnata
dalla sofferenza di un uomo, Virginio, disposto a morire pur di non
concedersi all’urbe e a ciò che non conosce. Rifiuta di
aggregarsi alla massa che volta le spalle, per necessità,
al proprio villaggio. Lotta con le unghie e con i
denti pur di rimanere fedele alla sua casa. Al suo posto sicuro.
Alla sua cara vecchia amica, la terra, che seppur si sia
trasformata a causa della siccità, non vuole tradire. Lei è già
stata tradita e massacrata. Virginio non vuole che la storia si
ripeta. Non vuole essere come tutti gli altri.
La partita si gioca proprio qui,
diventando questo il corpus di tutto il film fino al climax finale:
un uomo che crede nel suo rapporto con la natura, di cui si fida
ciecamente, e un giovane ragazzo fermamente convinto che sia il
mondo industrializzato a costituire l’unico presente e futuro in
cui davvero si possa vivere bene. Non considerando che è proprio
quest’ultimo il carnefice, responsabile della rovina di quel posto
tanto amato da suo nonno.
UTAMA – Le terre
dimenticate mette in scena due generazioni che si
scontrano. Una che vuole progredire nella modernizzazione, l’altra
che invece è attaccata alle tradizioni, alla cura delle piccole
cose e a ciò che resta semplice. Un film che tocca le corde del
cuore e le strappa di proposito, con l’ultima scena dal silenzio
assordante che richiama all’attenzione per un ultimo avvertimento:
bisogna invertire la rotta subito. Dopo potrebbe
essere troppo tardi per rimediare.
Una delle più popolari saghe
fantascientifiche di sempre è quella di Star
Trek, nata ben prima della sua rivale Star
Wars. Tutto ebbe infatti inizio nel 1966 con l’omonima
serie televisiva, a cui hanno poi fatto seguito numerose altre
serie e ben tredici film per il cinema. Nel 2009 ha poi preso via
il reboot della saga con un lungometraggio intitolato semplicemente
Star Trek, seguito poi
nel 2013 da Into Darkness – Star
Trek. Nel 2016 è infine arrivato il terzo capitolo di
questa nuova trilogia, Star Trek: Beyond
(qui la recensione), ambientato
qualche anno dopo le vicende del secondo film, puntando dunque a
nuove avventure.
Il film è diretto non più da
J. J. Abrams,
passato ad occuparsi di Star Wars: Il risveglio della
forza, bensì da Justin Lin, noto per aver
diretto diversi capitoli della serie di Fast & Furious. Sotto
la sua guida, questo nuovo capitolo si è concentrato su di un
ritorno all’esplorazione delle meraviglie dell’universo,
presentando naturalmente nuovi pericoli e minacce da debellare.
Tornano tutti gli attori principali dei precedenti due
lungometraggi, più alcune notevoli new entry che hanno impreziosito
il film, caratterizzato naturalmente da grandi effetti speciali e
da un trucco candidato al premio Oscar.
Pur se apprezzato dalla critica, il
film non ottenne il successo sperato, anche per il fatto di essersi
scontrato con blockbuster come Jason Bourne e Suicide Squad nella conquista del box
office. L’insuccesso economico non toglie però nulla al suo valore,
che tutti i fan della serie non hanno mancato di apprezzare. Prima
di intraprendere una visione del film, sarà utile approfondire
alcune delle sue principali curiosità. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Star Trek: Beyond, la trama del film
Dopo alcuni anni passati ad
esplorare lo spazio profondo con la sua USS Enterprise, il capitano
Kirk decide di fare domanda per una promozione a
vice ammiraglio, tenendo però il suo fidato equipaggio all’oscuro
di ciò. Nell’attesa di avere una risposta, che potrebbe portarlo a
dare una scossa alla sua vita altrimenti divenuta monotona,
Kirk, Spock e gli altri membri
dell’Enterprise ricevono un messaggio d’aiuto da un’aliena di nome
Kalara. Nel tentativo di aiutarla, però, si
accorgeranno troppo tardi di essere caduti nella trappola del
crudele Krall.
L’alieno, da tempo all’inseguimento
dell’Enterprise, è infatti desideroso di entrare in possesso di una
misteriosa reliquia, chiamata l’Abronath, che Kirk aveva recuperato
in una precedente missione. Con la loro iconica astronava andata
distrutta, l’equipaggio si ritrova bloccato sul pianeta Altamid,
alla mercé del nemico. Per Kirk questa sarà la missione più
difficile e pericolosa di sempre, durante la quale dovrà rivalutare
il proprio ruolo nel tentativo di salvare le persone a lui care.
Solo cooperando tutti insieme potranno superare le tecnologie
avanzate di Krall, sconfiggendo lui e i suoi piani malvagi.
Star Trek: Beyond, il cast
del film
Ad interpretare il capitano Kirk vi
è ancora una volta l’attore Chris Pine,
dichiaratosi particolarmente entusiasta delle nuove sfumature
caratteriali che emergono dal suo personaggio in questo film.
Accanto a lui, nei panni del fidato Spock, vi è l’attore Zachary Quinto.
In questo film l’attore ha avuto modo di rendere un sentito omaggio
a Leonard Nimoy, interprete originale di Spock
nonché suo grande amico, scomparso nel 2015. L’attore Simon Pegg
torna a sua volta nel film interpretando il tecnico dell’Enterprise
Montgomery Scott. Pegg ha inoltre lavorato alla sceneggiatura del
film. Anche Karl Urban ha
ripreso il ruolo del dottor Leonard McCoy, pur se inizialmente non
interessato a partecipare al progetto.
L’attrice Zoe Saldana
torna ad interpretare la tenente Nyota Uhura, mentre Anton
Yelchin è Pavel Chekov. L’attore è poi tragicamente
deceduto in seguito ad un incidente un mese prima dell’uscita del
film. Compaiono poi gli attori John Cho nei panni
di Hikaru Sulu e Sofia Boutella
in quelli della temibile Jaylah. Idris Elba interpreta
invece il principale antagonista, Krall. L’attore è stato attratto
in particolare dal fatto che questi è un villain originale, mai
apparso prima nel corso della saga. Infine, l’imprenditore
statunitense Jeff Bezos, fondatore di Amazon.com,
compare nella pellicola in un cameo, interpretando un ufficiale
alieno della Flotta Stellare.
Star Trek: Beyond, il
sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Nonostante i guadagni non
particolarmente entusiasmanti del film, la Paramount ha deciso di
dar vita anche ad un quarto capitolo di questa serie reboot.
Inizialmente sembrava che questo potesse essere basato su di
un’idea di Quentin Tarantino, grande fan della
saga, che avrebbe potuto anche ricoprire il ruolo di regista. I
piani per dar vita ad un nuovo film sono però poi proseguiti verso
altre direzioni, con il regista Matt Shakman
assunto per dirigere il film, il quale aveva una data d’uscita
fissata al dicembre 2023. L’uscita dal progetto di Shakman
nell’agosto del 2022 ha tuttavia rimesso in discussione il futuro
del progetto.
Nell’attesa di sapere se un sequel
ci sarà o no, è possibile fruire di Star Trek:
Beyond grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
8 ottobre alle ore 21:30 sul canale
TV8.
I cosiddetti legal thriller
sono certamente una delle sottocategorie più affascinanti di quel
vasto e sfaccettato genere che è il thriller. Numerosi sono i
titoli che nel corso degli anni hanno fatto la fortuna di questo,
portando le storie di avvocati, processi o questioni legate al
mondo giudiziario a ritagliarsi il proprio posto di rilievo nel
mercato cinematografico. Titoli come Il rapporto Pelican,
The Judge,Michael Clayton e
Il cliente sono solo alcuni
dei titoli più famosi. Tra questi si annovera anche Un
alibi perfetto, scritto e diretto nel 2009 da
Peter Hyams, specializzato in realtà nel genere
della fantascienza.
Per l’occasione egli decide dunque
di cimentarsi con un genere nuovo, dando vita a quello che è un
remake del film L’alibi era perfetto, diretto nel 1956 dal
celebre regista austriaco Fritz Lang, autore di
capolavori del cinema come Metropolis e M – Il mostro
di Düsseldorf. Adattando ad un contesto contemporaneo le
tematiche e le vicende, il regista confeziona così una vicenda
particolarmente complessa e intricata, che fa dei propri colpi di
scena uno degli elementi di forza. Come solito in questi film,
anche in Un alibi perfetto si gioca con la legge, con i
suoi intrighi e con la facilità con cui è possibile
manipolarla.
Nonostante diversi elementi di
interesse, il film manco di ottenere però un particolare successo,
venendo anzi ad essere quasi del tutto ignorato. Pur al netto dei
suoi difetti, rimane un’opera da riscoprire, anche solo per poterla
confrontare con l’originale, ad oggi ancora celebrato e studiato.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Un alibi perfetto: la trama del film
Protagonista del film è C.J.
Nicholas, un giornalista che, per non essere licenziato,
decide di scrivere un’inchiesta che favorisca una svolta nella sua
carriera. Nel tentativo di attirare quante più attenzioni
possibile, decide di dimostrare come dietro i successi del
procuratore distrettuale Mark Hunter ci sia in
realtà la corruzione e la falsificazione delle prove. Facendosi
aiutare dal suo assistente Corey, decide dunque di
farsi arrestare per l’omicidio di una prostituta, così da poter
agire dall’interno. Procurandosi il fascicolo del caso, Nicholas
riesce a dar vita ad una serie di prove che lo fanno passare come
il principale accusato.
Quando inizia il processo, l’accusa,
rappresentata da Hunter, sostiene di aver trovato del sangue di
C.J. sul luogo del delitto. È allora che l’uomo si scaglia contro
il procuratore, sostenendo che l’uomo ha falsificato le prove.
Essendo l’accusato, naturalmente, nessuno gli crede. L’unica cosa
che può provare la sua innocenza e la colpevolezza di Hunter è un
video segreto registrato da Corey. Questi, tuttavia, è stato ucciso
da Merchant, un detective corrotto. Per il
giornalista, dunque, la situazione si complica enormemente,
rischiando di rimanere bloccato nel tranello da lui stesso
architettato.
Un alibi perfetto: il cast del film
Protagonista del film, nei panni del
giornalista C.J. Nicholas, vi è l’attore Jesse
Metcalfe. Recentemente visto in Hard Kill, ma noto in
particolare per le serie Desperate Housewives e
Dallas, l’attore si è preparato a questo ruolo
approfondendo quanto più possibile l’iter dei processi, al fine di
poter sapere sempre a che punto si trova il suo personaggio. Nei
panni del suo collega Corey Finley, invece, si ritrova l’attore
Joel David Moore, noto per le serie
Forever e Bones e per essere stato Norm Spellman
nel film Avatar. Amber Tamblyn, infine, è
Ella Crystal, dipendente di Hunter con cui C.J. intraprende una
relazione.
Nei panni del controverso
procuratore Mark Hunter, vi è invece il premio Oscar Michael
Douglas. L’attore, noto per le sue interpretazioni di
personaggi spregiudicati e caratterialmente forti, ha costruito il
suo Hunter seguendo proprio queste caratteristiche. Egli si è
inoltre preparato approfondendo la professione di avvocato, al fine
di poter essere realistico nei suoi modi di fare. Pur non essendo
il vero protagonista della vicenda, è Douglas ad avere le maggiori
attenzioni all’interno del film. Sono poi presenti Orlando
Jones, noto per la serie TV MADtv, nei panni di
Ben Nickerson, mentre Lawrence P. Beron è il
detective Alex Merchant. Sharon K. London
interpreta invece il giudice Sheppard.
Un alibi perfetto: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Un alibi
perfetto è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili Cinema, Infinity+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di sabato 8 ottobre alle ore
21:00 su Iris.
Con Licantropus
(Werewolf
by Night), disponibile dal 7 ottobre su
Disney+, il Marvel Cinematic
Universe continua a esplorare il lato più sovrannaturale e
spettrale dell’universo, portando alla ribalta in meno di un’ora di
materiale mostri e personaggi dell’angolo più oscuro dei fumetti
Marvel, primo fra tutti
Jack Russell, un licantropo costretto a
trasformarsi in lupo mannaro durante la notte di luna piena e le
due notti che la circondano. La regia del mediometraggio è stata
affidata al compositore Michael Giacchino, che
debutta più concretamente alla regia dopo aver lavorato a
Star Trek: Short Treks e Monster
Challenge.
È una notte buia e tenebrosa quella
di
Werewolf by Night dei Marvel Studios. In questo speciale della Casa
delle Idee, Gael García Bernal è il protagonista nel ruolo
di Jack Russell, un esperto assassino che si
riunisce con altri membri della sua gilda nella tenuta di
Ulysses Bloodstone, il leader della confraternita
recentemente scomparso. Lì, gli aspetta una proposta alquanto
interessante dalla moglie Verussa (Harriet
Sansom Harris): avranno tempo una notte per dare la caccia
a un mostro che libereranno nel terreno della casa e, chi ci
riuscirà, erediterà la posizione di leader e la pietra del sangue,
capace di indebolire e controllare alcune creature. Tuttavia,
quello che nessuno di loro sa, è che Jack è un assassino così bravo
perché forse è proprio più mostro di tutti gli
altri.
Con
Werewolf by Night, Giacchino
confeziona un omaggio assoluto al cinema horror classico in ogni
aspetto, da quello narrativo a quello formale. Sembra che il
mediometraggio sia diretto da un fan incondizionato dei celebri
film sui mostri Universal, riportandoci ogni
secondo con la mente a un’epoca in cui il cinema era capace di
trasferire la paura partendo soprattutto dalla messa in
scena. Sicuramente, la garanzia di un budget consistente ha
permesso a Giacchino di sperimentare e inoltrarsi
in una dimensione creativa inedita per l’MCU, di cui speriamo questo
progetto sia solo l’inizio.
In
Werewolf by Night tutto è atmosfera e, dunque,
contribuisce a rinvigorire un immaginario pressochè alieno al mondo
Marvel, se lasciamo da
parte la breve incursione nel registro orrorifico – e non proprio
riuscitissima – di Sam Raimi con Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Un
impressione labirinto esterno, ibrido completamente singolare tra
un palazzo e una foresta, dà manforte a una narrazione che esplora
il tema dell’identità connessa al nostro retaggio culturale e
sviscerata attraverso ciò che gli altri vorrebbero noi fossimo e la
nostra vera inclinazione, sia questa senziente o più puramente
animalesca.
Il ritmo di
Werewolf by Night è elettrizzante e condiziona
perfino la messa in scena, paradossalmente vivacissima a dispetto
del bianco e nero che ne caratterizza la fotografia: si mantiene un
certo tipo di sensibilità vintage, eppure, non senza perdere mai il
dinamismo caratterizzante i cinecomics, quello che unisce l’eroismo al
carisma, e incarnato perfettamente da Gael Garcìa Bernal, che ci conquista
specialmente quando ci lascia percepire la sua mostruosità latente,
piuttosto che a trasformazione compiuta; quando chiede scusa ancor
prima di attaccare e la sua brutalità viene mostrata solo come un
gioco di ombre sul muro,
Elsa Bloodstone
(Laura Donnelly) – che ci riporta alla mente
Jessica Jones, non solo per questioni esttiche ma
anche caratteriali – sembra essere la controparte perfetta per il
Jack Russell che Giacchino porta
sullo schermo. Si butta a capofitto in un’esplosione orrorifica,
tra asce e flotti di sangue che schizzano sullo schermo, perchè è
lei stessa vittima di un orrore che vuole ostracizzare. Il suo
personaggio è forse quello che suscita più domande – ma anche
quello che ha più possibilità di ripresentarsi in altri progetti
del MCU, se
alla scuderia horror della Marvel dovesse essere concesso più
spazio d’azione in futuro. Ma forse la sorpresa più grande di tutte
è Harriet Sansom Harris nel ruolo di
Verusa, la vedova di Ulissyes nonché
“sacerdotessa” della serata, che offre un’interpretazione sopra le
righe che conferisce all’intera vicenda un’enorme energia
teatrale.
In sostanza, lo speciale
MarvelWerewolf
by Night è sia un’ottima soluzione per coloro che
desiderano una “pausa” dal canone del MCU, sia un buon
modo per entrare nella stagione del terrore con un’interpretazione
sopra le righe. A differenza di molti film Marvel, non è del tutto
autoreferenziale, anzi, siamo davanti a un progetto che punta,
finalmente, all’esterno: alla storia dell’horror di Hollywood, ai
mostri della Universal e alla sperimentazione.
Negli ultimi anni l’attore
Liam Neeson si è affermato come uno dei grandi
interpreti dei thriller d’azione. Da Io vi troverò a
La preda perfetta, da
L’uomo sul treno – The
Commuter fino a Run All Night, questi
si è distinto per presenza scenica e grandi abilità con il genere.
Un altro titolo appartenente a questa categoria è
Unknown – Senza identità, diretto nel
2011 da Jaume Collet-Serra, qui alla sua prima di
quattro collaborazioni con Neeson e noto anche per i film
Orphan e Jungle Cruise. Anche in questo caso i
due danno vita ad un racconto ricco di suspence e ritmo.
Scritto da Oliver
Butcher e Stephen Cornwell, il film è
basato sul romanzo Fuori di me, dello scrittore francese
Didier Van Cauwelaert. Si tratta del primo suo
libro ad ottenere un adattamento sul grande schermo, rinnovando
dunque la sua popolarità come autore di libri di genere.
Unknown – Senza identità vanta inoltre location come la
città di Berlino, il ponte Oberbaumbrücke, la galleria Neue e
numerosi altri siti turistici particolarmente celebri della
capitale tedesca. Accolto in modo variegato dalla critica, il film
si è poi affermato come un buon successo, con un incasso di 136
milioni a fronte di un budget di 40.
Un film di grande impatto dunque,
che prossimamente avrà anche un sequel sotto forma di serie
televisiva, con Neeson coinvolto come produttore. Per gli amanti
del genere, si tratta dunque di un titolo da non perdere. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Unknown – Senza identità:
la trama del film
Protagonista del film è il dottor
Martin Harris, il quale si reca a Berlino assieme
alla moglie Elizabeth per partecipare a un
convegno scientifico sulle biotecnologie. Mentre stanno per
raggiungere l’hotel, l’uomo si accorge che manca all’appello una
delle sue valigie: così prende in fretta e furia un taxi per
tornare in aeroporto a recuperare la borsa. Tuttavia, prima che
possa arrivare a destinazione, Martin rimane coinvolto in un
incidente stradale che lo fa precipitare da un ponte in un fiume.
La tassista Gina, dopo averlo messo in salvo, si
dà alla fuga, mentre il dottore viene portato d’urgenza in
ospedale, dove rimane in coma per quattro giorni.
Al suo risveglio, Martin ha
difficoltà a ricordare chi sia, ma poi finalmente i ricordi
tornano. Il dottore si precipita quindi nell’albergo dove lo
attende la moglie, ma con sua grande sorpresa qualcuno ha preso il
suo posto e persino Elizabeth sembra non riconoscerlo. Convinto di
non essere pazzo, Martin si mette sulle tracce di Gina, l’unica che
ha assistito all’incidente e che può aiutarlo a provare la sua
identità. Ben presto, egli si troverà coinvolto in una vicenda più
complessa del previsto, che lo vede al centro di un complotto
impensabile eppure particolarmente concreto.
Unknown – Senza identità:
il cast del film
Come anticipato, nel ruolo del
protagonista Martin Harris vi è l’attore Liam Neeson.
Avendo già recitato in ruoli e film simili, l’interprete non ha
avuto alcun problema a rendere particolarmente credibile il suo
personaggio. Per poter eseguire le complesse scene previste, però,
Neeson ha dovuto sottoporsi a diverse settimane di allenamento
fisico. Così facendo ha potuto raggiungere la forma ideale
richiesta per non dover essere sostituito eccessivamente da
controfigure. Neeson si è in particolare detto affascinato dal
ruolo per via della situazione paradossale in cui viene posto il
personaggio e di ciò che si rende necessario per uscirne.
Accanto a lui, nel ruolo della
misteriosa Gina, vi è l’attrice Diane Kruger,
nota per Bastardi senza gloria e Oltre la notte.
Anche lei, come Neeson, si è allenata molto al fine di eseguire
anche le scene più complesse. January Jones,
celebre per essere stata Betty Draper in Mad Men, è invece
Elizabeth Harris, la moglie del protagonista. Compaiono poi anche
Aidan Quinn nei panni di Martin B. e il celebre
attore svizzero Bruno Ganz in quelli di Ernst
Jurgen. Completano il cast gli attori Frank
Langella nei panni di Rodney Cole e Sebastian
Koch in quelli del professor Bressler.
Unknown – Senza identità:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Unknown – Senza identità grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 8 ottobre alle ore 21:25
sul canale Rete 4.
Vi siete mai chiesti se esista
davvero una cucina
come quella di Hell’s Kitchen? O se i piatti
lanciati da Carlo
Cracco a Masterchef siano solo
un’imitazione grottesca di quello che accade nelle cucine stellate?
Bene, The Bear prende la volgarità e
l’aggressività dei più celebri programmi di cucina (da quello di
Gordon Ramsey a Cucine da
Incubo) e ci costruisce attorno una storia. Lo show
Disney+creato
da Christopher
Storer e firmato FX è un
racconto satirico e graffiante, ricco di tutto ciò che serve in
cucina: è tagliente, amaro, colorato e… invitante!
The Bear: ascesa,
caduta e risalita di un grande chef
Carmen
Berzatto (Jeremy White) è un giovane e
talentoso chef: parlano di lui le più importanti riviste di cucina
e ha addirittura lavorato al Noma, il celebre
ristorante stellato danese. In seguito alla morte del fratello
Michael, Carmen abbandona la sua carriera per
sostituirlo al The Original Beef of Chicagoland, la tavola
calda di famiglia. Lo chef piomba in una cucina lurida e
sgangherata, in cui manca l’organizzazione e i dipendenti sono
svogliati e arroganti. Nonostante ciò, Carmen prova a
migliorare il metodo di lavoro. Per prima cosa, assume
Sydney (Ayo Edebiri), una giovane chef
brava almeno tanto quanto lui. Inizia così una lunga guerra civile
a The Original Beef: gli innovatori
ambiziosi Carmen e Sydney si scontrano
costantemente con una brigata conservatrice, guidata dal gestore (e
cugino di Carmen) Richie (Ebon
Moss-Bachrach).
Il lato gangster
di The Bear
The Bear è
una serie che parla di cucina: ricette, ingredienti, preparazioni,
passione, talento. Tuttavia, nello show c’è anche un importante
lato grottesco e gangster.
Per prima cosa, l’ambientazione: siamo in un quartiere di Chicago,
periferico e malfamato. The Chicago Beef non è un posto
tanto più accogliente: slot machine che attirano nerd e ludopatici,
cucina sudicia, macchinari decadenti. C’è un lato
sporco nella serie che contamina gli ambienti e i
personaggi. I quartieri e le location sono squallidi
e nessun personaggio è totalmente buono, anzi: tutti parlano
in modo scurrile, agiscono con rabbia e arroganza.
Il cast di The
Bear
Come in un gangster movie
che si rispetti, anche in The Bear non
può mancare il richiamo allo scontro tra immigrati e… il rimando
alla malavita. Il protagonista e il cugino hanno origini italiane
e, come sappiamo bene, nell’immaginario stereotipato l’Italia si
lega perfettamente tanto alla cucina quanto alla mafia. Anche
gli altri personaggi, in particolare i membri della brigata, sono
emblematici: provengono tutti da paesi diversi e, nell’insieme,
danno allo show caoticità e colore. La serie cita quindi
inevitabilmente alcuni cult movie e attinge a piene mani all’immaginario
generato da questi, ma usa brutalità, scurrilità e crudezza in un
contesto diverso: la cucina. Il tutto è condito da
una buona dose di satira. Dal rabbioso cugino
Richie alla sudamericana Tina, i tratti dei
personaggi sono portati all’estremo, diventando allo stesso tempo
metafora e parodia di una ben specifica categoria.
Una nota di merito va a Ayo
Edebiri, l’interprete di Sydney: l’attrice si
cala nei panni di una chef giovane, ambiziosa e testarda, pronta ad
affermarsi in cucina seppur ancora titubante e inesperta nel mondo
degli affari. Il suo personaggio è speculare a quello del
protagonista Jeremy White: i due condividono una
storia molto simile e si alternano nel guidare l’azione.
Sydney e Carmen, come d’altronde il resto del
cast, sono molto testardi e funzionano bene solo quando vanno
d’accordo. Con un rosa di personaggi simile, The
Bear è uno show fatto principalmente di contrasti e
lotte, scontri che superano divisioni sociali o cariche lavorative.
Un’avvincente guerriglia tra pari.
Caoticità ai fornelli (e in
regia)
Tutta la caoticità
di The Bear è resa perfettamente dalla
fotografia e dal montaggio. Immagini parziali, sghembe e iper
saturate, unite in sequenze rapide formano collage variopinti e
avvincenti. The Bear prende il dietro le quinte, i
tempi che precedono e seguono l’apertura del locale e li porta al
centro dell’azione: smonta e rimonta la catena di montaggio di una
cucina, ne mostra gli ingranaggi, i problemi produttivi e,
soprattutto, il lato umano.
In conclusione, The
Bear è una serie originale e appassionante, che si serve
del tema della cucina per parlare di lavoro, famiglia, soldi,
morte. Affronta temi visti e rivisti, ma le modalità narrative e
rappresentative sono tutt’altro che ordinarie.
In un’intervista con GQ,
Christian Bale ha spiegato che molti dei ruoli che ha
accettato sono stati inizialmente offerti a Leonardo DiCaprio, che è sempre il primo a cui
tutti i registi offrono i ruoli di alto profilo.
E Bale non è l’unico in fila dietro
DiCaprio. L’attore di Amsterdam
ha detto che tutti i migliori talenti di Hollywood aspettano che
DiCaprio passi il ruolo di una sceneggiatura interessante. Bale ha
però aggiunto che non ha mai preso le decisioni di casting che
hanno favorito DiCaprio come un insulto.
“Guarda, fino ad oggi, qualsiasi
ruolo che qualcuno ottiene, è solo perché l’ha passata lui prima.
Non importa quello che qualcuno ti dice. Non importa quanto sei
amico dei registi. Tutte quelle persone con cui ho lavorato più
volte, gli hanno offerto prima ognuno di quei ruoli. Giusto? Una di
quelle persone me l’ha detto davvero. Quindi, grazie, Leo, perché
letteralmente può scegliere tutto ciò che fa. E buon per lui, è
fenomenale.
Sai quanto gli sono grato di
avere un dannato ruolo? Voglio dire, non posso fare quello che fa
lui. Non vorrei nemmeno l’esposizione che ha lui. E lo fa
magnificamente. Ma sospetterei che quasi tutti quelli della sua età
a Hollywood debbano la loro carriera al fatto che lui abbia
rinunciato a qualsiasi progetto che hanno preso gli
altri.”
La schiettezza di
Christian Bale è disarmante ma anche le parole di
stima totale che ha espresso per l’illustre collega dimostrano la
sincerità delle sue parole e la totale mancanza di alcuna
invidia.
Durante il suo talk show diurno,
The View (tramite
EW), Whoopi Goldberg ha detto alla sua ex co-star
di Sister Act, Kathy Najimy, che
Sister Act 3 non sarebbe mai stato avviato
senza Hocus Pocus 2.
L’attrice ha rivelato che finalmente
“avrà una sceneggiatura alla fine del mese”, e ha
riconosciuto che Hocus Pocus 2, l’ultimo sequel di
Najimy distribuito su Disney+ lo scorso 30 settembre, quasi
30 anni dopo Hocus Pocus, è il principale motivo
per la produzione di Sister Act 3.
“Ci è voluto un po’ di tempo, ma
sta succedendo. Penso che tutti voi abbiate contribuito a questo
grazie al fatto che è stato riportato indietro Hocus
Pocus. Alla fine hanno detto: ‘Potremmo anche rimettere
quelle suore là fuori e vedere se hanno ancora qualcosa da
dire.'”
Prodotto da Tyler
Perry, Sister Act 3 è ancora avvolto per lo più nel
mistero, trama, titolo ufficiale e data d’uscita sono ancora
sconosciuti. Per ora, sembra che Goldberg sia soddisfatta dei
progressi compiuti dalla produzione. Anche se la lista del cast per
il terzo film deve ancora essere annunciata, si può sperare che le
suore preferite dai fan Madre Superiora (Maggie
Smith), Suor Maria Raberta (Wendy
Makkena) e Suor Maria Patrizia (Kathy
Najimy), si uniranno a Deloris/Suor Maria Claretta mentre
lei intraprende un capitolo della sua vita.
In una nuova intervista con
ComicBook, Destin Daniel Cretton ha confermato
che dirigerà
Avengers: The Kang Dynasty. Presente al New York Comic
Con per promuovere il suo prossimo show Disney+American Born
Chinese.
Verso la fine dell’intervista,
l’outlet ha chiesto a Cretton se fossero vere le notizie secondo
cui dirigerà Avengers 5. Il regista di Shang-Chi e la leggenda dei
Dieci Anelli, che sta anche sviluppando
Shang-Chi 2 e una serie Disney+ di Wonder Man
per i Marvel Studios, ha confermato il suo ultimo
progetto dicendo: “È vero? Penso di sì [ride]”.
Il capo dei Marvel Studios Kevin
Feige ha
annunciato Avengers:
The Kang Dynasty durante l’ampia presentazione
dell’azienda al San Diego Comic-Con di sabato, identificando il
film come parte della conclusione in due parti della Multiverse
Saga, allo stesso modo in cui Avengers:
Infinity War del 2018 e Avengers:
Endgame del 2019 hanno concluso la Infinity
Saga.
Destin Daniel
Cretton dirigerà il film da una sceneggiatura di
Jeff Loveness. Avengers:
The Kang Dynasty, che debutterà il 2 maggio 2025. Il
seguito, Avengers:
Secret Wars, uscirà solo sei mesi dopo, il 7 novembre
2025.
Un nuovo film di M. Night Shyamalan arriverà nelle sale tra due
anni, poiché la Universal ha annunciato che il nuovo thriller senza
titolo del regista de Il Sesto Senso uscirà nel
2024.
Grazie al suo film d’esordio, le
aspettative sul lavoro di M. Night Shyamalan sono sempre state
alte, soprattutto in merito ai colpi di scena conclusivi che
caratterizzano quasi tutte le sue opere. Dopo essere riuscito a
soddisfare per lo più queste aspettative, la sua carriera è
diventata un po’ più traballante dopo un periodo difficile che
includeva The Happening, The Last Airbender e
After Earth. Gli ultimi anni hanno visto Shyamalan
tornare a essere più forte agli occhi del pubblico con film quali
Split e
Old che hanno dato agli spettatori motivi per
essere di nuovo entusiasta del prossimo film del regista.
Oltre a lavorare alla sua serie
originale di Apple
TV+Servant, negli ultimi anni il regista ha
lavorato a stretto contatto con la Universal Pictures per portare
nuovi film nelle sale. Ciò includeva la conclusione di un accordo
con la Universal per la produzione e distribuzione di due nuovi
film entro il 2023. Il primo film di questo accordo è diventato
Old del 2021, che è stato pesantemente
ritardato a causa del COVID-19.
Shyamalan sta attualmente finendo il
suo secondo lungometraggio di quell’accordo, Knock at the Cabin, un adattamento del libro
horror apocalittico The Cabin at the End of the World. È
interpretato da
Dave Bautista, Jonathan Groff,
Rupert Grint e altri e uscirà nei cinema a
febbraio.
Come annunciato da Deadline, la
Universal Pictures ha ora stabilito che la partnership dello studio
con M. Night Shyamalan continuerà. Un nuovo film
del regista di Philadelphia è stato ufficialmente aggiunto al
calendario delle uscite dello studio per il 5 aprile
2024.
Durante una recente apparizione al
Jimmy Kimmel
Live! per discutere del suo fumetto BRZRKR, Keanu Reeves ha parlato del personaggio
Marvel che gli piacerebbe
interpretare.
Sebbene scherzando sia più adatto
per il ruolo del protagonista nel suo fumetto, Reeves ha condiviso
il suo interesse nel dare vita a Ghost Rider sul
schermo, in termini decisamente entusiastici: “Il me bambino di
10 anni lo vorrebbe tanto, penso che probabilmente vorrebbe essere
Ghost Rider.”
Guillermo del Toro
difende Martin Scorsese alla luce di un saggio molto
critico sulla persona del regista newyorkese. Il primo è un regista
messicano i cui film più acclamati dalla critica includono
Il labirinto del Fauno e La forma dell’acqua, vincitore del premio
Oscar per il miglior film, anche se ha anche diretto i vertici di
Hollywood come Blade II, Hellboy e Pacific Rim. Il film più recente di Del Toro è
Nightmare Alley, mentre è in arrivo un film in
animazione stop-motion su Pinocchio.
Scorsese è un regista altrettanto
abile e una leggenda nel mondo del cinema. La sua filmografia
include molteplici collaborazioni con
Robert De Niro e Leonardo DiCaprio, molte delle quali sono
ampiamente considerate dei capolavori. Apparentemente, i suoi film
non sono per tutti dato che la rivista The Critic ha
recentemente pubblicato un saggio di Sean Egan che
criticava Scorsese definendolo un “talento irregolare” la cui
“fama, prestigio e autoindulgenza” come regista ha “svilito il suo
talento”. L’autore afferma che Taxi Driver “manca
di slancio o morale”, Toro Scatenato è “un brutto
film” e The Wolf of Wall Street e The Irishman sono “dolorosamente lenti”.
Ora, Guillermo del
Toro è andato su Twitter per criticare il saggio come
“offensivo, crudele e malintenzionato” poiché è disseminato di
“concezioni sbagliate, imprecisioni sciatte e aggettivi ostili non
supportati da una logica reale”, sottolineando che questo tipo di
contenuti ha un costo altissimo in termini morali.
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innacuracies and hostile adjectives not backed by an actual
rationale is offensive, cruel and ill-intentioned. This article
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Parlando con CBR al New York Comic Con del
2022, Todd McFarlane ha spiegato che la tendenza
di Hollywood a trasformare film basati sui fumetti ben accolti dal
pubblico in franchise potrebbe giocare a vantaggio di
Spawn. Un universo cinematografico guidato da Spawn
sarebbe popolato dai personaggi della Image Comics, con
cui McFarlane ha collaborato per decenni.
“Image Comics e il fumetto Spawn
celebrano quest’anno il loro 30° anniversario. Quindi, ho oltre 300
personaggi nel mio universo. Ancora una volta, non sono tutti
uguali a Spawn, ma esistono. Penso che ci sia un modo per
espandersi da Spawn nell’universo di Spawn? Sì. L’espansione è
iniziata con i miei personaggi e c’è una progressione naturale che
potrebbe arrivare a Hollywood, la risposta è sì… a patto che
possiamo lanciare Spawn nel mondo, per cominciare.”
Il nuovo film dedicato
a Spawn avrà come protagonista il premio
Oscar Jamie
Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo. Del cast
dovrebbe far parte anche Jeremy
Renner nei panni di Twitch
Williams. Greg Nicotero, truccatore
di The Walking
Dead, si occuperà del trucco e degli effetti
speciali. Il film sarà prodotto da Jason
Blum e dalla sua Blumhouse Productions.
In una recente intervista con
GQ,
Christian Bale ha detto che sarebbe stato “più
che contento” di ritirarsi dalla recitazione. Il 48enne ha spiegato
la sua posizione, dicendo che ci sono interessi al di fuori della
recitazione che vorrebbe perseguire, e afferma che tende a godersi
i momenti in cui non deve fingere di essere qualcun altro.
“Più che contento: fottutamente
estatico. Sono sempre stato deciso a “Quando finirà? Questo deve
finire.” Mi piace fare cose che non hanno nulla a che fare con i
film. E mi ritrovo molto felice a non giocare a travestirmi (da
qualcun altro), a non fingere di essere qualcun altro per molto
tempo”.
L’attore, già premio Oscar per
The Fighter, è sicuramente uno dei più amati del
panorama contemporaneo di Hollywood, grazie al suo temperamento
schietto e schivo, ma anche alla sua più amata interpretazione,
quella di Batman nei film di Christopher
Nolan, per molti ancora inarrivabile.
Lo vedremo a breve in Amsterdam
di David O. Russell, che lo ha diretto proprio
nella interpretazione che gli è valsa l’Oscar e in American Hustle.
Attenzione, l’articolo contiene
spoiler sul Daredevil di She-Hulk: Attorney At
Law
L’ossessione per gli scontri nei
vicoli o nei corridoi di Daredevil fa già parte del canone del
Marvel Cinematic Universe grazie
all’episodio 8 di She-Hulk: Attorney at Law. Una volta
che è stato rivelato che il Matt Murdock di Charlie Cox sarebbe tornato nel MCU anni dopo la fine di
Daredevil di Netflix, non ci restava che scoprire quanto
sarebbe stato diverso da quello che già conoscevamo. L’amata serie
ha offerto al pubblico uno sguardo completo sulla vita di Matt
Murdock e ha fornito al MCU l’opportunità di continuare
alcune delle cose migliori che aveva realizzato con il personaggio.
Il costume di Daredevil sarà pure diverso in She-Hulk, ma il personaggio, nel passaggio
al MCU, ha mantenuto la sua ossessione
più cool.
La serie Netflix
Daredevil si è costruita una reputazione per aver
incluso incredibili combattimenti nei corridoi che sono stati
principalmente fatti in una singola ripresa. I Marvel Studios non hanno perso tempo a
confermare che l’ossessione del combattimento nel corridoio di
Daredevil è un canone del MCU, poiché già in She-Hulk lo
vediamo in azione in una location del genere. Matt sottolinea anche
di aver eliminato gruppi di cattivi milioni di volte in passato,
spiegando che combattere i cattivi da solo nei corridoi è una
specie di “cosa sua”. Il combattimento nel corridoio che segue
questa dichiarazione in She-Hulk dimostra che i
combattimenti brutali non sono solo una parte della visione di
Netflix del personaggio. Anzi, la scena funge quasi da promessa:
l’MCU conterrà più scene di
combattimento nel corridoio di Daredevil in futuro.
La buona notizia è che tutti i
segnali indicano che i Marvel Studios sanno che Daredevil
del MCU deve continuare a combattere
nei corridoi. È un aspetto dello show Netflix che è ancora venerato
grazie alle impressionanti acrobazie e alla coordinazione del
combattimento necessarie per portarle a termine. Dal momento che
l’episodio 8 di She-Hulk ha già stabilito che
Daredevil partecipa anche ai combattimenti in
corridoio nel MCU, si spera che la Marvel continui la tendenza in
Daredevil:
Born Again e che Matt Murdock di Charlie Cox continui ad avere scene
d’azione memorabili in spazi ristretti.
Cambiando l’attore di Blade da
Wesley
Snipes a Mahershala Ali nell’imminente film della
Marvel, il personaggio avrà
probabilmente punti di forza e di debolezza completamente diversi
rispetto a quanto già visto.
Blade di
Wesley
Snipes era un personaggio fisicamente molto
forte, con scene di combattimento corpo a corpo costanti ispirate
alla storia di Snipes con le arti marziali e come eroe di film
d’azione. Mahershala Ali non ha lo stesso
background, ma è un attore eccellente di per sé, il che potrebbe
portare a una visione meno fisica, ma più interessante del
personaggio.
Mahershala Ali è
noto agli spettatori dei fumetti per il suo ruolo di Cottonmouth
nella prima stagione di Luke Cage e per la voce di
Aaron Davis in Spider-Man: Into The
Spider-Verse. Entrambi i personaggi sono complessi ed
emotivamente impegnativi, e Ali offre interpretazioni molto
credibili. Mentre Ali è attratto dalla complessità, i personaggi di
Wesley Snipes degli anni ’80 e ’90 erano molto più
diretti. Il Blade dell’MCU potrebbe non essere in grado di
competere con queste intense sequenze d’azione, anche se il
pubblico potrebbe apprezzare una lettura più diretta del
personaggio.
Le riprese dovrebbero iniziare
provvisoriamente a novembre, con il tanto atteso film sui supereroi
già fissato per la data di uscita del 3 novembre 2023, ma ora non è
chiaro se la produzione o la data di uscita verrà posticipata o
meno. Oltre ad Ali, Delroy Lindo (Da 5
Bloods; Malcolm X) e Aaron
Pierre (Krypton; Mufasa: Il
re leone) sono stati recentemente scelti nel film, in
ruoli che al momento non sono stati rivelati. Secondo le loro
fonti, anche la sceneggiatura è in fase di revisione. La
sceneggiatura originale è stata scritta da Stacy
Osei-Kuffour (Watchmen;The
Morning Show ) e Tariq, ma ha subito diverse
riscritture nei mesi successivi, con Beau DeMayo
(The
Witcher; Moon
Knight ) incaricato di scrivere la bozza più
recente.
Del nuovo Blade e
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il Blade di Ali, come noto, ha già
avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si
può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Con il periodo di riprese annunciato, è solo
questione di tempo prima che inizio ad arrivare ulteriori notizie
sul film, sia per quanto riguarda il cast sia per quanto riguarda
il look del protagonista e dell’opera in sé.
Nicholas Hoult è in trattative per unirsi
all’ensemble del prossimo film di Robet Eggers,
Nosferatu,
prodotto da Focus Features. Bill Skarsgard è stato
scelto per interpretare il personaggio principale, con
Lily-Rose Depp in trattative per recitare nel
film. Eggers dirige e scrive la sceneggiatura. Jeff
Robinov, John Graham, Robert Eggers, Chris Columbus ed Eleanor
Columbus sono i produttori.
Eggers scriverà, dirigerà e
produrrà la nuova interpretazione del classico cinematografico, che
segue la storia, ambientata nella Germania del 19° secolo,
dell’ossessione tra una giovane donna sedotta da un incantesimo
(Depp) e l’antico vampiro della Transilvania (Skarsgard) che la
perseguita, portando orrore con lui. Il film Focus Features è
prodotto da Jeff Robinov, John Graham, Eggers, Chris
Columbus e Eleanor Columbus.
Nel 2017, Variety ha riferito in
esclusiva che Eggers stava progettando il suo film su Nosferatu
– dopo il film muto del 1922 di Murnau e il remake
del 1979 diretto da Werner Herzog – con
Anya Taylor-Joy, che ha collaborato con il regista
nel loro rivoluzionario indie The Witch e,
all’inizio di quest’anno, ha recitato nella sua epopea vichinga
The Northman.
Dopo che il COVID-19 ha ritardato
la produzione di The Northman, anche i piani per
Nosferatu sono
cambiati, il che ha portato una miriade di conflitti di
programmazione, inclusa l’uscita di Harry Styles dal progetto a marzo dopo che era
stato brevemente contemplato nel cast al fianco di Taylor-Joy.
Ora, con Skarsgard e Deep in
trattative per recitare nel film, sembra che i pezzi di questo
Nosferatu stiano
per mettersi insieme. La pellicola segnerà la prima volta che
Eggers lavora con la coppia di attori, anche se il fratello
maggiore di Skarsgard, Alexander Skarsgard, ha
recitato in The Northman. Per Hoult, sarà la prima
volta in cui reciterà per Eggers.
Michael
Mann, candidato quattro volte all’Oscar, porta sulle
strade e sui circuiti d’Italia le riprese del suo nuovo attesissimo
film Ferrari,
interpretato dal candidato all’Oscar
Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari, dalla
vincitrice dell’Oscar Penélope Cruz nel ruolo di Laura Ferrari, da
Shailene Woodley nel ruolo di Lina Lardi, da
Patrick Dempsey nel ruolo del pilota di auto
da corsa Piero Taruffi, da Jack O’Connell nel
ruolo del pilota di auto da corsa Peter Collins, da Sarah
Gadon nel ruolo di Linda Christian e da Gabriel
Leone nel ruolo del carismatico Fon De Portago.
Per le riprese di
Ferrari
Mann ha selezionato una illustre squadra di collaboratori come il
direttore della fotografia Premio Oscar Erik
Messerschmidt, la scenografa candidata all’Oscar
Maria Djurkovic, e ha affidato i costumi a Massimo
Cantini Parrini – due volte candidato agli Oscar – e il montaggio a
Pietro Scalia, vincitore di due Premi Oscar.
credit Lorenzo Sisti
Mann dirige il
film la cui sceneggiatura è firmata da Mann stesso e da Troy
Kennedy Martin la sceneggiatura sua e di Troy Kennedy Martin (The
Italian Job), basata sul libro di Brock Yates, “Enzo Ferrari – The
Man and the Machine”. Mann produce il film con la sua società Moto
Pictures insieme a P.J. van Sandwijk e John Lesher, oltre a John
Friedberg, Lars Sylvest, Thorsten Schumacher, Gareth West e Thomas
Hayslip, con l’importante supporto dei produttori Andrea Iervolino
e Monika Bacardi tramite la loro produzione esecutiva ILBE e il
supporto del produttore esecutivo Niels Juul.
Ferrari
è ambientato nell’estate del 1957. L’ex pilota Ferrari è in crisi.
La bancarotta ha messo in ginocchio l’azienda che lui e sua moglie
Laura hanno costruito dal nulla dieci anni prima. La loro relazione
è messa a dura prova dalla perdita di un figlio e dal
riconoscimento di un altro. Ferrari decide così di colmare le varie
perdite cui la vita l’ha messo di fronte scommettendo tutto su una
gara automobilistica che per 1000 miglia avrebbe percorso tutta
l’Italia: la leggendaria Mille Miglia.
Con orgoglio Michael Mann gira in Italia e porta con
sé la passione per i personaggi intensi che uniscono le immagini in
movimento alla potenza tipica della Ferrari, creando un’esperienza
cinematografica epica, ambientata nel rischioso e pericoloso mondo
delle corse automobilistiche degli anni Cinquanta.
Il veterano del cinema
Clint Eastwood è noto, oltre che come
attore, per aver diretto numerosi film di grande successo o impatto
culturale. La maggior parte di questi sono racconti di genere
western, come Gli spietati, o poliziesco,
come L’uomo nel mirino.
Negli ultimi anni ha invece intrapreso un percorso di riflessione
sulla società statunitense con opere biografiche come American Sniper e
Richard Jewell. In
mezzo a questi film così attaccati al reale, si ritrova però anche
un vero e proprio unicum, ovvero un film che sfocia nel fantastico
e nell’ultraterreno. Si tratta di
Hereafter (qui la recensione), scritto da
Peter Morgan e uscito al cinema nel 2010.
Prodotto, tra gli altri, anche da
StevenSpielberg, il film si
presenta dunque come un’opera molto diversa da quelle a cui
Eastwood ha abituato il suo pubblico. Il regista, in particolare,
fu attratto tanto dalle tematiche trattate quanto dal modo in cui
eventi reali venivano riproposti nel racconto per divenire parte di
qualcosa di più grande. Ad oggi questo rimane l’unico titolo di
questo genere nella filmografia di Eastwood, poi proseguita con i
già citati film biografici. Pur avendo ottenuto pareri critici
contrastanti, Hereafter si è comunque affermato come un
buon successo di pubblico, guadagnando oltre cento milioni di
dollari.
Di particolare fascino, oltre alla
presenza di Eastwood alla regia, vi sono poi gli effetti speciali,
candidati anche al premio Oscar nella relativa categoria. Ancora
oggi è probabilmente un’opera meno nota del regista, che merita di
essere riscoperto in tutta la sua bellezza e complessità. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Hereafter: la trama del film
Hereafter racconta tre
storie parallele di persone geograficamente distanti tra loro ma
accomunate dal desiderio di poter comprendere il mistero
dell’aldilà. La prima storia ha per protagonista la giornalista
televisiva francese Marie LeLay, la quale durante
un servizio in Thailandia viene coinvolta da un devastante tsunami.
Salvata dai soccorsi, Marie ritorna in vita dopo essere passata
attraverso uno stato di pre-morte, in cui ha avuto una visione
dell’aldilà. Tornata a Parigi, l’esperienza quasi mortale non fa
che interferire con il suo lavoro, spingendola a scrivere un libro
sull’accaduto. Nel frattempo, a Londra, i gemelli adolescenti
Jason e Marcus si prendono cura
della madre eroinomane.
Quando un terribile incidente toglie
la vita a Jason, Marcus si ritrova però strappato alla sua
quotidianità per essere dato in affido. A San Francisco, invece,
vive George Lonegan, sensitivo fin da bambino
capace di contattare i morti semplicemente toccanto un parente del
defunto. Cercando una tregua da quella che ormai considera una vera
e propria maledizione, George si prenderà una vacanza per visitare
la Fiera del Libro di Londra. Lì il suo destino si incrocierà in
modo inaspettato con quello di Marie e di Marcus. Tutti e tre
dovranno ora arrivare ad una maggior comprensione di quell’aldilà
tanto temuto.
Hereafter: il cast del
film
Per il ruolo del sensitivo George
Lonegan, Eastwood considerò da subito l’attore Matt Damon, con
il quale aveva già lavorato in Invictus – L’invincibile.
Damon, tuttavia, stava per iniziare le riprese del film I guardiani del destino
e pertanto suggerì ad Eastwood alcuni altri attori come
alternativa. Il regista fu però irremovibile e riorganizzò le
riprese di Hereafter così da permettere a Damon di poter
partecipare al suo film. Per il ruolo, poi, l’attore si documentò
molto sull’attività di coloro che affermano di poter comunicare con
l’aldilà, al fine di comprendere meglio quel mondo e poter essere
più credibile in tale ruolo. Nel film, poi compare l’attrice
Bryce Dallas
Howard nei panni di Melanie, amica di George.
L’attrice belga Cécile de
France, recentemente vista nelle serie The Young
Pope e The New Pope, interpreta invece la giornalista
Marie LeLay. Lo tsunami in cui rimane coinvolta nel film è quello
reale verificatosi nel 2004 in Thailandia (e a cui è stato dedicato
anche il film The Impossible).
L’attrice si è documentata molto su quel evento drammatico, al fine
di poter comprendere meglio cosa voglia dire sopravvivere ad una
cosa del genere. Per i ruoli dei giovani Marcus e Jason, invece,
sono stati scegli gli esordienti Frankie e
George McLaren, fratelli anche nella realtà.
Completano poi il cast gli attori ThierryNeuvic nei panni di Didier, fidanzato di Marie,
Lyndsey Marshal in quelli di Jackie e Jay
Mohr nel ruolo di Billy, fratello di George.
Hereafter: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Hereafter grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di venerdì 7 ottobre alle ore
21:00 sul canale Iris.
L’Occhio senza
palpebra è una definizione che è diventata simbolica e
rappresentativa di Sauron in persona, nella mitologia condivisa
trai fan di Tolkien e il fatto che Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere 1×07 si intitoli proprio
The Eye,
l’occhio appunto, è indicativo di quello che vuole portarci a
scoprire: l’identità di Sauron.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×07, cosa
succede
Per arrivare alla
rivelazione che, vi tranquillizziamo, non viene svelata in questo
episodio, bisogna però percorrere ancora della strada. All’indomani
della grande Battaglia per le Terre del Sud, gli schieramenti
raccolgono i superstiti, ormai all’ombra di quello che è
inequivocabilmente il Monte Fato.
La montagna vulcanica
ruggente e minacciosa ha coperto di cenere e fuoco l’aria delle
terre a meridione della Terra di Mezzo, delineando un territorio
preciso e ben noto. All’interno di queste terre ormai abbandonate
dalla luce del sole, gli orchi di Adar sono in grado di muoversi
liberamente, senza mantelli elmi o altre protezioni dagli “orribili
salubri raggi solari” e, allo stesso modo, i numenoreani
superstiti, guidati da Elendil e dalla regina reggente Miriel,
cercano di radunarsi in un luogo sicuro, per sfuggire alla coltre
minacciosa.
Per gli uomini la
battaglia è persa e, mentre Galadriel ritrova con Theo la strada
verso l’accampamento, a nord, nel ventre di Kazhad-dum, Durin IV
deve trovare una via tra la fedeltà al suo popolo e il volere di
suo padre il re, Durin III e la devozione verso Elrond,
quest’ultimo “gioca sporco” facendo leva proprio sui sentimenti
duri come la roccia dell’amico nano. Anche su questo fronte, la
battaglia, più tattica e mentale, è ancora aperta. Intanto, nelle
pianure centrali, la dolce e volitiva Nori fa un incontro
inaspettato, si confronta con il suo futuro e fa una scelta
coraggiosa in nome dell’affetto che nutre per lo Straniero.
Peter Mullan (King Durin III), Robert Aramayo (Elrond), Owain
Arthur (Prince Durin IV)
Dopo i fasti
dell’episodio precedente, Udun, The Eye ci riporta a un
livello meno concitato di storia e azione, in cui dopo l’esplosione
della battaglia, le pedine si devono riposizionare per il gran
finale. Non siamo sull’orlo di un’altra battaglia, ma siamo più
dalle parti della grande rivelazione, mentre i vari protagonisti e
le storyline parallele si preparano alla pausa che ci sarà tra la
prima e la seconda stagione, entrata in produzione a Londra.
Il sapore di questo
episodio di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere è quello del citazionismo, della nostalgia, della
rievocazione. Sono molti i momenti in cui viene ricalcata l’opera
di Peter Jackson, e non solo, come è stato fino a questo momento,
nella riproposizione di un look o di un’inquadratura, ma anche
nelle dinamiche trai personaggi, nelle loro decisioni di fare una
cosa invece di un’altra, proprio nel modus di affrontare
determinate situazioni che vengono poste davanti ai loro passi.
Dopo l’egregio lavoro
fatto con l’episodio 6, Charlotte Brändström si
conferma capace di portare avanti i personaggi che, purtroppo, non
sono riusciti, non tutti almeno, a insediarsi nel cuore dello
spettatore. Perché se da una parte è vero che Galadriel è l’eroina
che tutti vogliamo, Nori e la sua famiglia sono la casa che tutti
desideriamo, e Durin e Elrond rappresentano l’aspetto comico e
politico dell’intera storia, e tutti questi personaggi hanno delle
motivazioni chiare e comprensibili, tutti i personaggi umani sono
invece lasciati a margine dell’approfondimento psicologico.
Markella Kavenagh (Elanor ‘Nori’ Brandyfoot), Lenny Henry (Sadoc
Burrows),
Quando gli orchi hanno più spessore degli uomini
Halbrand, Bronwyn, tutti
gli uomini del Sud, Miriel e Elendil sono pedine di un gioco che
non si è curato di dare loro spessore e credibilità, con il
risultato che non capiamo davvero perché Miriel abbraccia la causa
di Galadriel, perché Halbrand dovrebbe essere riconosciuto come Re
dagli uomini del Sud, perché Bronwyn diventa leader della
resistenza? Sono domande che ci poniamo di fronte a un flusso
narrativo che non ha altra giustificazione se non quella di dover
procedere per forza in quel modo.
Non si può dire lo
stesso invece degli orchi, di Adar che li guida. Come abbiamo detto
anche nella recensione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
1×06, questi orchi, cattivi, osceni nella loro
deformità e nelle loro intenzioni, sono comunque raccontati come
creature viventi che hanno uno scopo e un desiderio, per quanto
possa essere nefasto, e questo li rende compresi e capiti,
nonostante siano sempre comunque respinti dai popoli liberi della
Terra di Mezzo.
Quello che ci aspetta
nel finale di stagione è facilmente intuibile: potremmo avere
qualche conferma in più su chi è Sauron, su quale sarà il suo
percorso per adempiere al suo oscuro obbiettivo, soprattutto come
l’alleanza tra elfi e uomini potrà provare a contrastare una
battaglia che, lo sappiamo bene, sarà vinta soltanto
temporaneamente. Per colpa degli uomini, di nuovo.
L’attrice Kate
Jackson sembra essersi ormai definitivamente ritirata
dalle scene, ma la popolarità acquistata negli anni Settanta le
permette di essere ancora oggi ricordata come una vera e propria
icona. Nella sua lunga carriera ci sono diversi titoli,
principalmente per la televisione, che l’hanno resa celebre, dando
prova di tutte le sue qualità come attrice.
Ecco 10 cose che non sai su Kate Jackson.
Kate Jackson: i suoi film e le serie TV
1. È nota per le sue serie
TV. L’attrice ottiene una prima popolarità recitando nel
ruolo di Daphne Harridge nella soa opera Dark Shadows
(1970-1971). In seguito recita in A tutte le auto della
polizia (1972-1976), per poi consacrarsi grazie al ruolo di
Sabrina Duncan in Charlie’s Angels (1976-1979). In seguito
ha recitato in modo ricorrente nella serie Top Secret
(1983-1987), per poi comparire in alcuni episodi di serie come
Ally McBeal (1997), Sabrina, vita da strega
(2002), Squadra emergenza (2004) e Criminal Minds
(2007).
2. Ha recitato anche per il
cinema. La Jackson ha inoltre avuto l’occasione di
recitare anche per il cinema, apparendo nei film La casa delle
ombre maledette (1971), Limbo (1972), Inferno in
Florida (1977), Diabolico imbroglio (1981) e
Making Love (1982), ricordato come uno dei primi film
hollywoodiani ad affrontare il tema dell’omosessualità e del coming
out. In seguito ha recitato in Seduttore a domicilio
(1989), Errore di giudizio (1999) e Larceny
(2004).
3. È stata anche regista e
produttrice. Nel corso della sua carriera l’attrice non si
è occupata solo di recitazione, ma in alcune occasioni ha anche
ricoperto il ruolo di regista e produttrice. Ha infatti diretto due
episodi della serie Top Secret, dove recitava anche. In
particolare ha diretto nel 1986 gli episodi Unfinished
Business e The Pharoah’s Engineer. Nel 1999 ha invece
diretto l’episodio The Womanizer, della serie Dead
Man’s Gun. Come produttrice si è invece occupata dei film
televisivi Topper (1979), Child’s Cry (1986) e
Morte sottozero (1996). Ha poi co-prodotto la serie
Top Secret (1983).
Kate Jackson in Charlie’s Angels
4. Ha suggerito il titolo
della serie. Inizialmente la serie si sarebbe dovuta
chiamare “Alley Cats“. Tale termine tuttavia si scoprì
avere un significato dispreggiativo nei confronti di alcune
tipologie di detective. I produttori si decisero così a cambiarlo e
chiesero consiglio anche alle attrici protagoniste. La Jackson,
dopo aver visto una foto di alcuni angeli nell’ufficio del
produttore Aaron Spelling, suggerì Charlie’s Angels come
titolo. Il resto è storia.
5. Era la protagonista di
maggior rilievo. Nella serie l’attrice interpretava il
personaggio di Sabrina Duncan, recitando accanto a Jaclyn
Smith nei panni di Kelly Garrett e Farrah
Fawcett in quelli di Jill Munroe. La Jackson era però la
più apprezzata delle tre, tanto da ottenere anche due nomination ai
premi Emmy. In quanto più nota, l’attrice era anche pagata il
doppio rispetto alle sue colleghe. Quando la Jackson abbandonò la
serie dopo la terza stagione, gli ascolti di questa calarono
drasticamente e Charlie’s Angels non ebbe più il successo
di prima.
6. Le fu impedito di
accettare un ruolo molto importante. Divenuta popolare
grazie alla serie, Kate Jackson era stata scelta per interpretare
Joanna Kramer in Kramer contro Kramer
(1979). Le riprese del film interferivano però con quelle della
serie. Fu richiesto un permesso speciale per aggirare questo
problema, ma la cosa non venne accettata. La Jackson fu così
costretta a rinunciare alla parte e ciò l’ha spinta a diventare
ostile sul set della serie, cosa che l’ha infine portata ad essere
licenziata. La Jackson afferma ancora che se avesse avuto il ruolo
in Kramer v. Kramer, avrebbe potuto avere una carriera
come Meryl Streep,
attrice che ha poi ricoperto il ruolo di Joanna Kramer.
Kate Jackson: la sua vita privata,
il marito Tom Hart e il figlio Charles Taylor
7. Ha avuto diverse
relazioni con celebrità. Nel corso della sua vita la
Jackson ha intessuto relazioni sentimentali con personalità come
gli attori Edward Albert, Dirk
Benedict, Nick Nolte e Warren
Beatty. Nel 1978 ha poi sposato l’attore Andrew
Stevens, dal quale divorzia però nel 1981. Mentre era in
vacanza ad Aspen, in Colorado, nel 1989, la Jackson ha incontrato
Tom Hart, il proprietario di una baita nello Utah,
e la coppia si è sposata nel 1991. I due hanno però poi divorziato
nel 1993.
8. Ha adottato un
figlio. Nonostante le diverse relazioni e i diversi
matrimoni, l’attrice non ha mai avuto un figlio nato da uno di
questi legami. Dopo il divorzio da Tom Hart, nel 1995 l’attrice ha
deciso di adottare un bambino di nome Charles Taylor
Jackson. Sulla vicenda l’attrice ha però mantenuto grande
riserbo, evitando di condividere come la cosa si sia svolta. Ancora
oggi sia la Jackson che il figlio ormai cresciuto mantengono un
profilo di vita lontano dalla notorietà.
Kate Jackson: oggi
9. Si è ritirata dalle
scene. A partire dal 2009 l’attrice si è ritirata dalle
scene e da quel momento non è più comparsa né in televisione né ad
altri eventi di gala. Uno dei motivi dietro tale scelta sarebbe la
causa intentata nel 2010 contro il suo manager, il quale l’avrebbe
condotta alla bancarotta. Non ci sono dunque notizie su cosa faccia
oggi l’attrice, uscita ormai da ogni radar.
Kate Jackson: età e altezza dell’attrice
10. Kate Jackson è nata a
Birmingham, Alabama, Stati Uniti, il 29 ottobre del 1948.
L’attrice è alta complessivamente 1.77 metri.