Outlander 6 è
l’annunciata sesta stagione della serie Outlander
creata da Ronald D. Moore per il canale americano Starz. La serie racconta le avventure
della viaggiatrice nel tempo Claire Beauchamp Randall Fraser.
Staz oggi annuncia l’inizio della lavorazione
della sesta stagione con un teaser promo.
https://www.youtube.com/watch?v=5k0rqgtkk9Y
Outlander 6: quando esce e dove vederla in streaming
Outlander 6 uscirà nel 2021 e sarà disponibile in streaming su
Starplay.
Outlander 6: la trama e il cat
La trama della sesta stagione e i dettagli non sono stati ancora
rivelati.
Nella sesta stagione
di Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata daCaitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Janet “Jenny”
Fraser Murray (stagione 1-in corso), interpretata
da Laura Donnelly, Ian Murray (stagione
1-in corso), interpretato da Steven
Cree, Roger Wakefield (stagione 2-in corso),
interpretato da Richard Rankin, Brianna
“Bree” Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso),
interpretata da Sophie Skelton, Lord
John William Grey (stagione 3-in corso), interpretato
da David Berry, Marsali MacKimmie Fraser
(stagione 3-in corso), interpretata da Lauren
Lyle,Claudel “Fergus” Fraser (stagione 3-in corso),
interpretato da César
Domboy e Capitano Raines (stagione 3-in corso),
interpretato da Richard Dillane.
Anthony e Joe Russo
hanno aggiornato in merito al live action di
Hercules attualmente in sviluppo alla Disney,
progetto che è stato in cantiere per un bel po’ di tempo. Potrebbe
volerci ancora un po’ di tempo prima dell’arrivo ufficiale del film
sul grande schermo, ma sembra che i lavori stiano procedendo nella
giusta direzione. Negli ultimi anni, i fratelli Russo hanno
raggiunto il successo grazie alla loro collaborazione con i
Marvel Studios, per il quale hanno diretto
film come
Captain America: The Winter Soldier, Captain
America: Civil War,Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame.
Sono anni ormai che la Disney è
impegnata nella realizzazione di adattamenti in live action dei
suoi classici d’animazione più famosi. Cenerentola, La bella e la bestia, Il re leone e
Aladdin sono solo alcuni degli adattamenti sfornati dalla
Casa di Topolino e arrivati al cinema nell’ultimo decennio.
Nonostante l’enorme successo al botteghino, non sempre questi film
sono riusciti a conquistare il favore della critica. Tra i prossimi
live action in arrivo figurano La
sirenetta, Cruella, Pinocchio, Peter Pan & Wendy e,
ovviamente, il sopracitato Hercules.
Durante una recente intervista
all’interno del podcast
Lights Camera Barstool, sono stati proprio Anthony e Joe Russo ad
aggiornare in merito al live action di Hercules. I
due fratelli hanno confermato che il progetto è ancora vivo e
vegeto e che il loro obiettivo è quello di realizzare qualcosa di
potenzialmente enorme. Ad ogni modo, il film è ancora in fase di
sviluppo, quindi bisognerà attendere per avere degli aggiornamenti
concreti in merito alla trama e alle eventuali differenza con il
classico originale. Tuttavia, Joe Russo ha comunque condiviso la
direzione che lui e suo fratello intendono intraprendere.
“La sceneggiatura sarà pronto
tra circa una settimana. Ci abbiamo dedicato molto tempo e
attenzione. È un film che era davvero importante per me e per i
miei figli. Lo guardavano sempre da piccoli e quindi c’è un forte
legame emotivo. La nostra intenzione è quella di osservare e capire
come poter costruire l’universo e come poterlo espandere.
Naturalmente, ci sono diverse opportunità a livello di narrativa.
Penso che il pubblico voglia qualcosa di nuovo e al tempo stesso
avvincente. Vogliamo regalare loro qualcosa di cui potranno parlare
anche negli anni a venire. La nostra missione è permetterli di
vivere quell’esperienza. Ma è ancora presto per parlarne in maniera
approfondita.”
Tutto quello che c’è da sapere su Hercules
Hercules è il
primo film di animazione Disney basato sulla mitologia greca e
racconta le avventure di Eracle, che viene però chiamato con il suo
nome latino Hercules, concentrandosi principalmente non tanto sulle
famose dodici fatiche quanto sulla meno nota Gigantomachia.
Al momento non sappiamo né chi
dirigerà il film né gli attori che saranno chiamati ad interpretare
gli iconici personaggi del classico originale. Il film, a
differenza di Lilli e il Vagabondo e Mulan,
dovrebbe essere destinato alla sala e non a Disney+, e sarà
prodotto anche da Jeffery Silver(Il re
leone, Tron: Legacy) e Karen
Gilchrist (Il re leone, The Mandalorian).
Come già accaduto per La
bella e la bestia, Aladdin e per l’attesissimo La
sirenetta, anche la colonna sonora del live action
di Hercules sarà composta da brani già
presenti nel classico originale e da nuove canzoni.
La LucasFilm ha annunciato di aver
licenziato Gina Carano attrice della sua scuderia e
trai protagonisti di The
Mandalorian, sin dalla prima stagione dello show. La
serie, amatissima dai fan, ha dato anche ulteriore notorietà
all’attrice ex sportiva che interpreta il ruolo di Cara Dune.
Nonostante l’accoglienza riservata
alla serie e al personaggio, la Lucasfilm non ha potuto fare a meno
di licenziare l’attrice dopo che ha pubblicato sui suoi social
altri commenti discutibili, questa volta a sfondo antisemita. Dopo
aver pubblicamente sostenuto l’inutilità delle
mascherine contro la diffusione del COVID-19 e aver
sponsorizzato teorie cospirazioniste riguardanti i brogli
elettorali delle elezioni presidenziali
USA 2020, l’attrice ha fatto pesanti dichiarazioni riguardanti
l’Olocausto.
Su una storia che ha condiviso su
Instagram si legge: “Gli ebrei sono stati picchiati per le
strade, non dai soldati nazisti ma dai loro vicini… anche dai
bambini. Poiché la storia è modificata, la maggior parte delle
persone oggi non si rende conto che per arrivare al punto in cui i
soldati nazisti potevano facilmente radunare migliaia di ebrei, il
governo ha fatto in modo che i propri vicini li odiassero
semplicemente per il fatto di essere ebrei. Com’è diverso
dall’odiare qualcuno per le loro opinioni politiche?”
Attraverso un comunicato stampa, la
Lucasfilm ha immediatamente preso le distanze dall’attrice:
“Gina Carano non è attualmente impiegata da Lucasfilm e non ci
sono piani per lei in futuro. Dopotutto, i suoi post sui social
media che denigrano le persone in base alle loro identità culturali
e religiose sono abominevoli e inaccettabili.” Di seguito
alcune sue storie.
Ambientata nell’universo di Guerre
stellari dopo le vicende de Il
ritorno dello Jedi e prima di Star
Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure
di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova
Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa
l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini
dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie.
Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del
Primo Ordine, The Mandalorian racconta
le difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno
della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La
serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del
Mandaloriano.
La
serie è prodotta e scritta da Jon
Favreau (già produttore de Il Re
Leone e delle saghe
di Avengers e Iron Man). Nel cast
anche Gina
Carano (Deadpool, Fast
and Furious); Carl Weathers (Apollo
Creed nella saga di Rocky), Nick
Nolte (Cape Fear, Il Principe delle
maree), Emily
Swallow (Supernatural, Le regole
del delitto perfetto), Taika
Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo
Rabbit), Giancarlo
Esposito (Fa’ la cosa
giusta, Breaking Bad) e Omid
Abtahi (24, Homeland, Star
Wars: The Clone Wars).
The
Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è
la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi,
racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando
nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un
guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio,
guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A
interpretarlo Pedro
Pascal (Game of
Thrones, Narcos).
La Snyder Cut di Justice
League risolverà finalmente un mistero legato a
Batman v
Superman: perché il Crociato di Gotham aveva la carta
del Joker attaccata sull’impugnatura del suo fucile. Il taglio del
cinecomic ad opera di Zack Snyder farà finalmente il suo debutto il
prossimo 18 marzo su HBO Max. Grazie a dei finanziamenti
aggiuntivi, il regista è stato in grado di girare del nuovo
materiale per la sua versione, inclusa una scena che vedrà il
ritorno del Joker di Jared
Leto già visto in Suicide Squad.
L’iterazione del Joker ad opera di
Leto nel film di David Ayer è stata oggetto di numerose
polemiche. Il personaggio è stato il protagonista della campagna
marketing del film prima del suo arrivo nelle sale, ma di fatto il
ruolo dell’iconico supercriminale all’interno della storia è stato
alquanto insignificante. Lo stesso Ayer ha ammesso che il
personaggio è stato letteralmente “maltrattato” durante la
post-produzione e che la maggior parte delle scene con protagonista
Leto sono state eliminate dalla versione cinematografica.
In seguito all’uscita di
Suicide Squad, tutti erano pronti a scommettere che Leto
non sarebbe mai tornato nel DCEU nei panni del Joker, nonostante
nei piani iniziali della WB ci fossero diversi progetti incentrati
proprio sul villain. Ecco perché la notizia del coinvolgimento
dell’attore premio Oscar nella Snyder Cut ha colto tutti
di sorpresa. Dalle prime immagini diffuse online, sappiamo che
l’iterazione del Joker di Leto nella Snyder Cut sarà molto
diversa da quella vista in precedenza sul grande schermo. Ora,
veniamo a conoscenza di un altro dettaglio importante: la versione
di Snyder risolverà un grande mistero legato a Batman v
Superman.
La scena del Joker nella Snyder Cut di Justice League
Parlando con
Vanity Fair,
Zack Snyder ha rivelato alcuni dettagli a proposito della scena
che vedrà coinvolti il Joker di Jared Leto e il Batman di Ben Affleck. Il regista aveva già rivelato che
il Clown Principe del Crimine interagirà con il Cavaliere Oscuro
all’interno della linea temporale del Knightmare, e che fra i due
personaggi ci sarà un vero e proprio confronto in cui il Joker
proverà ad analizzare la figura di Batman. Inoltre, Snyder ha
aggiunto che proprio questa scena servirà a sciogliere un grande
mistero legato alla scena presente in Batman v Superman in cui si vede la carta
del Joker attaccata sull’impugnatura del fucile del Crociato di
Gotham.
“La cosa bella della scena è
che è Joker che parla direttamente a Batman di Batman. È Joker che
analizza Batman su chi è e cosa è. Secondo me, era questo che i fan
dell’universo DC si meritavano. Voglio dire, non abbiamo mai visto
insieme il Joker di Jared Leto e il Batman di Ben Affleck. Non mi
sembrava giusto che saremmo riusciti a superare questa incarnazione
dei due personaggi senza vederli almeno una volta insieme. La scena
spiegherà perché Bruce, in Batman v Superman, aveva la carta del
Joker attaccata sul suo fucile.”
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Shazam! il
film diretto da David F. Sandberg sulla storia delle origini
dell’omonimo supereroe DC interpretato da Zachary
Levi da giovedì 11 febbraio torna con la
nuova speciale collezione in edizione limitata Comic Art
Steelbook in 4K UHD, impreziosita dai nuovi visual
disegnati rispettivamente da Jim Lee e Joëlle Jones.
David F.
Sandberg (“Annabelle: Creation”) dirige Shazam!
della New Line Cinema, la storia delle origini dell’omonimo
supereroe DC interpretato da
Zachary Levi (dalla serie televisiva “Chuck”) al
fianco di Asher Angel (“Andi Mack” in TV), nel
ruolo di Billy Batson, e Mark Strong (i film “Kingsman”) in quello del
Super-Cattivo, il Dr. Thaddeus Sivana. Peter Safran (“Aquaman”, “The Conjuring” e “Annabelle”) è il
produttore del film.
Tutti abbiamo un
supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per farlo
uscire fuori. Nel caso di Billy Batson (Angel), basta pronunciare
una sola parola – Shazam!
– per far sì che uno scaltro quattordicenne in affidamento si
trasformi in un adulto, il Supereroe Shazam (Levi), per gentile
concessione di un anziano mago. Essendo ancora un ragazzino
nell’animo – dentro un corpo sovrumano – Shazam si diverte in
questa versione adulta di se stesso, facendo ciò che qualsiasi
adolescente farebbe con dei superpoteri! Può volare? Ha una vista a
raggi X? Può lanciare dei fulmini dalle mani? Può saltare i test
delle lezioni di studi sociali? Shazam si propone di testare i
limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino.
Ma avrà bisogno di imparare a dominare rapidamente questi poteri,
per combattere le forze del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana (Strong).
Fanno parte del cast di
Shazam!”
anche Jack Dylan Grazer (“IT”), nei panni di
Freddy, il migliore amico di Billy, grande appassionato di
supereroi e parte della famiglia adottiva che include Mary,
interpretata da Grace Fulton (“Annabelle:
Creation”); Darla, interpretata da Faithe Herman
(“This is Us” in TV); Eugene, interpretato da Ian
Chen (“Fresh Off the Boat” in TV); e Pedro, interpretato
da Jovan Armand (“Hawaii Five-O” in TV).
Cooper Andrews (della serie TV “The Walking Dead”)
e Marta Milans (“Killer Women” in TV) sono i
genitori adottivi Victor e Rosa Vasquez, mentre il candidato
all’Oscar Djimon Hounsou (“Blood Diamond –
diamanti di sangue”) è il Mago.
Il film, seppur sempre
ambientato nell’universo DC, sorprende con un proprio tratto
distintivo nell’ironia e con il suo essere incentrato sulla
famiglia, la sceneggiatura è di Henry Gayden, da una storia di
Gayden e Darren Lemke. Shazam!
è stato creato da Bill Parker e C.C. Beck.
Jeffrey Chernov, Christopher Godsick, Walter Hamada, Geoff Johns,
Adam Schlagman, Richard Brener, Dave Neustadter, Dany Garcia, Hiram
Garcia e Dwayne Johnson sono i produttori
esecutivi.
Il team creativo che
ha collaborato con Sandberg include il direttore della fotografia
di “Annabelle: Creation” Maxime Alexandre, la scenografa Jennifer
Spence, la montatrice Michel Aller e la costumista Leah Butler.
Cosa c’è di più spaventoso di
qualcosa che non puoi vedere? Qualcosa che arriva con il favore
delle tenebre diffondendosi in modo inarrestabile e letale? Sono
queste le domande alla base del film It Comes at
Night, scritto e diretto nel 2017 da Trey
Edward Shults, e affermatosi come uno dei più affascinanti
titoli horror recenti. Giocando sull’assenza di una minaccia
fisica, questo lascia crescere l’orrore dentro lo spettatore, il
quale alla fine si sentirà invaso da sentimenti incontrollabili e
primordiali. Suggestivo e particolarmente adeguato all’attuale
periodo storico, caratterizzato dalla diffusione di virus
contagiosi, il film è infatti un vero e proprio gioiello senza
tempo.
L’idea per il film nacque nel
regista in seguito al suo bisogno di metabolizzare la scomparsa del
padre. Nel farvi assumere forma, Shults ha poi fatto affidamento su
diverse opere, dalle quali ha potuto trarre più o meno ispirazione.
In particolare, egli ha citato il dipinto Il trionfo della
morte, di Pieter Bruegel, il quale ricorre spesso all’interno
del film. Nonostante questo sia ambientato in un contesto
post-apocalittico, il regista ha preferito non guardare nessun
titolo di questo genere, desideroso di dar vita ad una propria
versione della fine del mondo. Di particolare influenza furono però
i film Shining e La notte
dei morti viventi. Per sviluppare i rapporti tra i personaggi,
Shults ha invece tratto ispirazione dai film di John Cassavetes e
Paul Thomas Anderson.
Accolto in modo estremamente
positivo dalla critica, il film mancò però di ottenere un
particolare successo di pubblico. It Comes at Night è
infatti arrivato ad un guadagno di soli 20 milioni di dollari. Si
tratta di un film poco noto, che merita tuttavia di essere
riscoperto e celebrato come uno dei più affascinanti realizzati di
recente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
sua spiegazione generale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
It Comes at Night: la trama del
film
La vicenda del film si svolge in un
mondo dove una malattia altamente contagiosa e letale ha sconvolto
la società. Protagonista è Paul, il quale insieme
alla moglie Sarah e al figlio
Travis, vive da eremita nella loro casa immersa
nei boschi. Qui sembrano essere al sicuro, isolati da tutto e
tutti. La loro tranquillità viene però interrotta dall’arrivo di un
uomo, Will, di sua moglie Kim e
del loro figlio Andrew. I tre chiedono ospitalità,
essendo anche loro in fuga dai centri abitati, dove è più facile
contrarre la malattia. Pur se inizialmente diffidente, Paul decide
di accogliere la famiglia. Per loro ha così inizio una convivenza
insolita, destinata ben presto a degenerare nel momento in cui
spaventose verità verranno alla luce.
It Comes at Night: il cast del
film
Nel film sono presenti alcuni noti
attori del panorama statunitense, a partire da Joel Edgerton,
interprete di Paul. L’attore, noto per i suoi ruoli in
Warrior e Loving, è stato tra i
primi ad entrare a far parte del cast, affascinato dal progetto.
Sua mogli Sarah è invece interpretata da Carmen
Ejogo, attualmente nota per il ruolo di Seraphina Picquery
nei film di Animali fantastici e dove
trovarli. A dar vita al loro figlio Travis è l’attore
Kelvin Harrison Jr.. Già apparso anche in 12 anni schiavo, questi
ha ottenuto grandi lodi proprio per It Comes at Night,
venendo anche candidato come miglior attore esordiente a diversi
premi. Christopher Abbott, noto per la serie
Girls, è invece presente nei panni di Will, mentre
l’attrice RileyKeough,
recentemente vista in Le strade del male, è
Kim.
It Comes at Night: la spiegazione
del film
A rendere particolarmente il film è
la consapevolezza di non sapere contro chi o cosa ci si sta
scontrando. L’orrore qui messo in scena non ha particolari forme
fisiche, ma assume più che altro i connotati di pensieri, sogni,
suggestioni e sensazioni capaci di scuotere irrimediabilmente
l’animo dei personaggi. Ciò è sottolineato anche dal fatto che, al
termine del film, non viene realmente spiegato cos’è che “arriva di
notte”. Si parte dunque da numerosi misteri volutamente lasciati
senza soluzione, dimostrando di come la mancata risposta possa
essere più spaventosa anche di una riposta negativa. La storia non
viene infatti raccontata da un punto di vista onnisciente, bensì da
quello dei personaggi protagonisti. Lo spettatore, dunque, è
portato a saperne quanto ne sanno loro, e non di più.
Per questo risulta difficile capire
realmente chi infetti chi. Le teorie più gettonate vogliono che sia
Travis a dare il via al tutto, anche se lo stesso modo in cui
questi avrebbe contratto la malattia non viene mai realmente
chiarito. Come ha dichiarato anche il regista, infatti,
l’importante non sta in quello che sembra essere il principale
mistero del film, ovvero cosa arrivi di notte, bensì nel modo in
cui questo influisce sul rapporto tra i personaggi. La vera
minaccia diventa dunque la paranoia, l’insinuarsi di questa nella
mente dei protagonisti e nelle relazioni anche tra famigliari
stretti. Sentimenti che oggi particolarmente noti e diffusi, e alla
luce dei quali si potrebbe guardare il film sotto occhi diversi,
comprendendolo di più.
It Comes at Night: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di It Comes
at Night grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti
disponibile nei cataloghi di Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 10 febbraio alle ore
23:10 sul canale Rai 4.
Regista poliedrico e capace di
passare con naturalezza da un genere ad un altro, il tedesco
Tom Tykwer ha negli anni realizzato film come
Lola corre, Profumo – Storia di un assassino e Cloud Atlas. Tra i suoi
titoli più apprezzati si ritrova anche il thriller d’azione The
International, distribuito al cinema nel 2009. Incentrato
sugli scandali legati alla banca IBBC degli anni Ottanta, il film
va ad illustrare attraverso una storia di finzione i complessi
meccanismi che legano il potere finanziario a quello politico. Da
queste tematiche nasce dunque un’opera densa di adrenalina e colpi
di scena, che non manca di entusiasmare anche i meno avvezzi al
genere.
Lo sceneggiatore Eric
Warren ideò tale storia dopo aver maturato un certo
interesse per gli scandali bancari degli anni Ottanta e Novanta, e
decise di trattare tale tematica con una storia ambientata proprio
in quegli anni. Con l’arrivo di Tykwer alla regia, il film acquisì
invece una connotazione contemporanea, andando così a sottolineare
come tali vicende possono facilmente replicarsi anche nel mondo
odierno. Girato in diverse location, tra cui New York, Istanbul,
Berlino, Lione, il Lussemburgo e Milano, ognuna di queste viene
ritratta nel film con tonalità di colore diverso. Alla città
italiana è spettato l’ocra.
Presentato al Festival di Berlino,
The International ricevette buone recensioni da parte
della critica, ma mancò di ottenere un soddisfacente successo al
box office. A fronte di un budget di 50 milioni di dollari, il film
arrivò infatti ad incassarne appena 60. Ad oggi risulta essere un
film particolarmente sottovalutato, che merita di essere riscoperto
anche per via dell’importanza delle sue tematiche. Prima di
intraprenderne una visione, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità ad esso relative.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
The International: la trama del
film
Protagonista del film è
Louis Salinger, agente dell’Interpol americana, il
quale si ritrova coinvolto in un delicato caso che rischia di
compromettere gli equilibri internazionali. Egli deve infatti
indagare su una famosa banca, la Bank of Business and Credit,
apparentemente coinvolta nel traffico illegale di armi. Attraverso
queste, la banca avrebbe infatti la possibilità di controllare un
vero e proprio conflitto nello Stato africano della Liberia. Ad
aiutare Salinger nel compito di portare alla luce la verità vi è il
Vice Procuratore Distrettuale di New York Eleanor
Whitman. Smascherare i loschi traffici della banca in
questione, però, sarà tutt’altro che semplice, e numerosi saranno
gli ostacoli sul loro percorso.
The International: il cast del
film
Ad interpretare l’agente Louis
Salinger vi è l’attore Clive Owen.
Questi si è dichiarato particolarmente attratto dal progetto, in
particolare per via della sua atmosfera. Questa gli ha infatti
ricordato quella certa paranoia che si manifestava in molti film di
spionaggio degli anni Settanta. Un clima che qui si fonde con
tematiche di rilievo internazionale e buone dosi di azione vera e
propria. Proprio per la presenza di queste, per assumere i panni
del personaggio Owen si trovò a doversi sottoporre ad una
considerevole preparazione fisica. In particolare, egli rimase
sbalordito dalla sequenza della sparatoria all’interno della
ricostruzione del Guggenheim Museum. L’attore descrisse questa come
una delle scene più straordinarie da un punto di vista coreografico
a cui aveva mai preso parte.
Accanto a lui, nei panni di Eleanor
Whitman vi è l’attrice Naomi Watts.
Celebre per film come King Kong e The Impossible,
questa decise a sua volta di mettersi in gioco il più possibile,
evitando di ricorrere a controfigure salvo in alcuni casi. L’attore
tedesco Ulrich Thomsen, recentemente visto nella
serie The New Pope, interpreta invece il presidente della
IBBC Jonas Skarssen, mentre il candidato all’Oscar Armin
Mueller-Stahl è il suo superiore Wilhelm Wexler.
Brian F. O’Byrne, infine, interpreta il sicario
della IBBC, che darà non pochi problemi ai due protagonisti. Data
l’ambientazione italiana, il film vanta anche la partecipazione di
tre attori italiani. Si tratta di LucaBarbareschi, nei panni di Umberto Calvini,
fabbricatore d’armi. Alessandro Fabrizi è
l’ispettore Alberto Cerutti, mentre Luca Calvani è
Enzo Calvini, figlio di Umberto.
The International: i riferimenti
alla realtà, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Pur essendo un film di fiction, con
uno svolgimento narrativo grossomodo originale, The
International va alcuni riferimenti a persone o eventi
realmente avvenuti, e divenuti lo spunto di partenza per gli
autori. In particolare, il personaggio di Umberto Calvini ricorda
Roberto Calvi, banchiere italiano ucciso a Londra
nel 1982 in circostanze ancora oggi sospette, che hanno nel tempo
portato a sospettare l’omicidio anziché il suicidio. Ancor di più
si fa riferimento allo scandalo relativo alla Bank of Credit and
Commerce International (BCCI). Questa negli anni Ottanta venne
individuata come fonte di riciclo di denaro per operazioni
illegale, come il finanziamento di guerre civili. Un evento che
portò alla sua chiusura nel 1991.
È possibile fruire di The
International grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 10 febbraio alle ore
21:10 sul canale Paramount
Channel.
Nel cast anche Jenna Ortega, Julian
Lerner, Everly Carganilla, H.E.R., Nat Faxon, Molly Sims, Fortune
Feimster, Arturo Castro. Yes
Day è prodotto da Lawrence Grey, Ben Everard,
Daniel Rappaport, Nicole King Solaka, Jennifer Garner.
Produttori esecutivi: Mark Moran, Miguel Arteta,
Adam Marshall, Justin Malen. Direttore della
Fotografia: Terry Stacey. Scenografie:
Doug Meerdink. Costumi: Susie Desanto.
Montaggio: Jay Deuby. Musiche:
Mike Andrews.
Yes Day, la trama
In Yes Day Stanchi
di dover dire sempre “no” a figli e colleghi, Allison e Carlos
decidono di concedere ai loro tre bambini il “giorno dei sì”, in
cui saranno i più piccoli a dettare le regole per 24 ore. Queste
vicende porteranno inaspettatamente la famiglia a vivere
un’avventura mozzafiato a Los Angeles che li farà riavvicinare più
che mai.
Dopo numerosi rinvii e
decisioni davvero difficili da parte di Warner Bros, anche Wonder
Woman 1984 arriva al pubblico informato digitale. Il
25 dicembre scorso, negli Stati Uniti, il film è arrivato in
contemporanea in alcuni cinema selezionati e su HBO Max, facendo
seguito alla decisione che la Studio ha preso in merito alla
distribuzione di tutti i film ad alto budget che erano previsti per
il travagliato 2020. Adesso, anche in Italia, il film con Gal Gadot sarà disponibile sia per il noleggio
e che per l’acquisto dal 12 febbraio su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e
Infinity.
La trama di Wonder Woman 1984
La storia, come
suggerisce il titolo, è ambientata nel cuore degli anni ’80,
preceduta da un prologo che svolge a Themyscira e vede protagonista
una giovanissima Diana che partecipa ai giochi in onore di Asteria,
l’Amazzone che, con il suo sacrificio, permise alle sue sorelle di
ritirarsi al sicuro sull’isola del paradiso. Durante le gare, la
piccola Diana è tentata di imbrogliare, per aggirare degli ostacoli
lungo la sua strada e vincere la competizione, ma viene ostacolata
da Antiope, che dà alla piccola principessa l’insegnamento che
diventerà il filo rosso intorno al quale si svolgerà la storia:
nessun eroe nasce dalla menzogna, solo nella verità risiede il
valore di un vero eroe.
Ci spostiamo poi nei
coloratissimi Eighties, in un centro commerciale, in cui
una banda di improbabili criminali stanno tentando un furto in una
gioielleria. L’intervento di Diana, nelle sembianze di Wonder Woman, sventa la rapina ma fa venire alla
luce anche un traffico illecito di reperti archeologici, che
vengono prontamente sequestrati dalla polizia e consegnati allo
Smithsonian Institution, il musei nel quale lavora proprio Diana
Prince, in qualità di esperta di archeologia. L’istituto ha appena
assunto una nuova topologa, geologa e cripto-zoologa, Barbara Ann
Minerva, che goffamente fa amicizia con Diana e da subito resta
affascinata da questa donna incredibilmente bella, sicura e
indipendente. Dal canto suo, la nostra protagonista trova in
Barbara una amica inaspettata; dopotutto la sua vita si dipana
lentamente in giornate tutte uguali, divise tra lavoro e atti di
eroismo con il costume di Wonder Woman, e per ogni giorno che
passa, Diana non smette di pensare a Steve Trevor, il suo grande
amore, morto per salvare il mondo e aiutarla a sconfiggere la
minaccia di Ares nel primo film del 2017.
Parallelamente,
assistiamo all’ascesa di Max Lord, un rampante uomo d’affari senza
scrupoli, che cerca un misterioso talismano molto antico, che sia
Barbara che Diana hanno già incrociato a loro insaputa. L’oggetto
misterioso metterà in contatto queste tre figure che,
inevitabilmente, arriveranno a scontrarsi fino ad un esito
inaspettato.
Patty Jenkins torna a
raccontare l’Amazzone di Themyscira
A raccontare questa
seconda avventura cinematografica dell’Amazzone di Themyscira torna
Patty Jenkins, che aveva fatto un buon lavoro con
il primo capitolo e che adesso fa una scelta molto coraggiosa,
andando contro corrente e tornando ai primordi del genere,
modellando il suo Wonder
Woman 1984 sul Superman di
Richard Donner. La storia viene quindi spogliata
di sovrastrutture, scontri action con il piede calato
sull’acceleratore, riferimenti articolati alla realtà, da ogni
complessità contenutistica e visiva, e diventa una storia
semplicissima, con una trama molto lineare e dei sentimenti messi
in campo tanto puri e assoluti da risultare poco
credibili.Wonder
Woman 1984 proprio per questo richiede allo spettatore
uno sforzo fortissimo di partecipazione, di sospensione
dell’incredulità.
Spogliare la storia di
sovrastrutture permette al film di semplificare il suo approccio al
cinecomic, riportandolo da una parte alle origini dei film di
genere, e dall’altra ad omaggiare un modo di fare fumetto che
raccontava eroi puri che riuscivano a sconfiggere i loro nemici più
con gli ideali che con calci e pugni. Naturalmente il film non
ricalca nessuna storia in particolare della storia editoriale di
Wonder Woman, e pure i personaggi nuovi, Barbara Ann Minerva e Max
Lord, sono liberamente tratte dalle storie a fumetti.
Allo stesso modo, la
regia di Patty Jenkins si asciuga, si concede
pochi virtuosismi e resta incollata ai personaggi, assecondandone
proprio questa purezza e questo asservimento assoluto ai propri
desideri. E questo vale sia per i cattivi, Barbara che desidera
essere come Diana e Max che vuole il petrolio (dopotutto è un
classico villan degli anni ’80), che per l’eroina, completamente
accecata dall’amore e dal rimpianto, che ha come unico desiderio
quello di stare ancora una volta con il suo Steve.
Il cast di Wonder Woman
1984
Le new entry di
Wonder
Woman 1984 riescono con un discreto risultato a fare la
loro parte nel corso dei 150 minuti del film: Pedro Pascal conferisce una buona dignità al
suo cattivo, che più di ogni altra cosa desidera il potere, ma che
poi riesce ad aggrapparsi, grazie all’intervento di Diana, al
residuo di umanità che lo tiene ancorato alla realtà; Kristen Wiig, pur apparendo fuori dalla sua
confort zone, è una Minerva affascinante e sufficientemente
assetata di potere, anche se i suoi momenti migliori sono quelli
precedenti alla trasformazione. Con loro anche Chris Pine riesce in un compito non semplice,
quello di interpretare un uomo fuori dal proprio tempo in un modo
divertente e leggero, ma non per questo frivolo, e rinnova la
straordinaria alchimia con la splendente protagonista.
Su tutti però svetta
Gal Gadot, superba in ogni istante del film,
di una bellezza divina e austera, ma anche capace di illuminare
ogni cosa con un sorriso. La sua grande eleganza e presenza
scenica, unità alla purezza del suo sguardo fanno di lei una Diana
perfetta, foriera di messaggi di pace e di amore, e per un attimo,
vedendola a schermo (quello piccolo purtroppo), non possiamo fare
altro che credere che la bontà, la verità e l’amore possano da soli
bastare a rendere il mondo un posto migliore.
Il film paga pegno per quello che
riguarda l’aspetto visivo. Gli effetti non sembrano sviluppati al
meglio, anche se riescono a valorizzare, soprattutto grazie ad
alcune trovate di regia, i momenti in cui vero protagonista della
scena è il lazzo di Estia, che in questo film
brilla (letteralmente) in più di una sequenza.
Wonder Woman
1984 è sicuramente un film che va capito e accolto per
la sua coraggiosa scelta di tornare alle origini del genere, quando
le storie erano più semplici e dirette e gli eroi puri.
Patty Jenking, e la sua principessa amazzone
Gal Gadot raccolgono la sfida dei grandi
blockbuster di supereroi e provano a offrire al genere una nuova
strada da percorrere, che poi si mette in scia con quanto fatto in
casa Warner da Shazam!
Dopo la conferma
della presenza di Chris Pine in Dungeons
& Dragons, anche Michelle
Rodriguez e di Justice
Smith entrano nel cast del film diretto da
Jonathan Goldstein e John
Francis Daley e adattamento cinematografico del gioco
di ruolo più famoso del mondo.
Naturalmente, il nuovo film basato
su Dungeons
& Dragons ha subito gli effetti del Covid 19:
inizialmente previsto per lo scorso novembre, il film è stato
posticipato a Maggio 2022. Ricordiamo che il popolare gioco di
ruolo fantasy era già stato adattato per il grande schermo nel 2000
da Courtney Solomon. Quel film, caratterizzato da una produzione
alquanto travagliata, si rivelò un fiascho al box office,
nonostante la presenza nel cast di attori quali
Jeremy Irons, Marlon Wayans e Thora
Birch.
Tutto quello che sappiamo su Dungeons & Dragons
Dungeons
& Dragons sarà diretto da Jonathan
Goldstein e John Francis Daley,
che in precedenza hanno diretto Game Night e
scritto Spider-Man: Far From
Home. I produttori esecutivi includono Allan Zeman e John
Middleton, e la sceneggiatura è stata scritta da David Leslie
Johnson e Lindsay Beer.
Paramount Pictures e Hasbro
dovrebbero cercare un grande attore di serie A come protagonista
nel film, con Will Smith, Josh Brolin, Chris Pratt,
Vin Diesel, Matthew McConaughey, Jamie Foxx, Joel Edgerton, Dave
Bautista, Jeremy Renner, o Johnny
Depp nella lista dei loro
desideri.
Numerosi altri attori appassionati
di Dungeons & Dragons hanno anche
espresso interesse ad apparire in un film, tra cui Joe
Manganiello e Ember Moon, WWE
Superstar. Mentre nessun attore è stato ancora
annunciato, Dungeons & Dragons arriverà
nei cinema a Maggio 2022.
David Yates,
regista di Animali Fantastici, è ancora
intenzionato a dirigere il quarto e il quinto capitolo della saga
spin-off del ben più popolare franchise di Harry
Potter. Yates è stato al timone della serie da quando
ha debuttato per la prima volta nel 2016 e, nonostante tutte le
controversie che ci sono state negli ultimi anni (legate in
particolare alla figura di J.K. Rowling e a quella di Johnny Depp), pare che il regista britannico
non sia per nulla intenzionato a fare marcia indietro.
La saga di Animali
Fantastici è sempre stata destinata ad offrire qualcosa di
completamente nuovo a tutti i fan del Wizarding World partorito
dalla mente di Rowling. Il primo capitolo,
Animali Fantastici e dove trovarli, è stato un successo al
botteghino, nonostante i fan abbiano reagito al film con sentimenti
contrastanti. Con il secondo capitolo,
I Crimini di Grindelwald, la serie è entrata ufficialmente
nel vivo, ma sfortunatamente il sequel non è riuscito a raggiungere
il successo finanziario del suo predecessore. Ora, il terzo
capitolo dovrebbe arrivare nelle sale nel 2022, nonostante abbia
già resistito a tutta una serie di problematiche, legate non solo
alla dipartita di Johnny Depp dal franchise, ma anche ai
numerosi rinvii causati dalla pandemia di Covid-19.
Tuttavia, David
Yates sembra essere una vera e propria costante
all’interno del franchise. Sebbene ci siano stati alcuni
cambiamenti durante la produzione della serie, Yates è rimasto
comunque fedele alla costruzione dell’universo dinamico di
Animali Fantastici, continuando a lavorare a stretto
contatto con J.K. Rowling. Fino ad ora, non è mai stato
chiarito se Yates avrebbe continuato o meno ad occuparsi della
regia di tutti e cinque i capitoli del franchise programmati fin
dall’inizio. Ma ora, in una nuova intervista con
Collider, è stata
Katherine Waterston, interprete di Tina Goldstein, a
chiarire una volta per tutte che Yates si è impegnato per dirigere
l’intera serie, confermando così il suo nome alla regia anche del
quarto e del quinto capitolo.
“Penso che dovrebbe dirigergli tutti
lui. Penso che sia molto interessante. Lavora a stretto contatto
con J.K. Rowling da moltissimo tempo. Pochissime
persone hanno contatti con lei, perché conduce una vita riservata.
Quindi non posso davvero immaginare come potrebbe funzionare il
franchise in in altro modo, sinceramente.”
Durante la medesima intervista, la
Waterston ha anche commentato il recente ingresso nel cast della
saga di Mads Mikkelsen, chiamato a sostituire Depp nel
ruolo di Gellert Grindelwald a partire dal terzo episodio: “Ho
conosciuto Mads a Venezia, quest’estate. Non l’avevo mai incontrato
mai e mi sono divertita moltissimo con lui. È una persona davvero
adorabile. Ma era prima che venisse scelto per la parte. Non
abbiamo nessuna scena insieme nel film, quindi non so cosa
significhi lavorare con lui sfortunatamente. Chissà, forse un
giorno lo faremo..”
È arrivato a
mezzanotte, ora italiana, l’atteso annuncio che NOTTURNO di Gianfranco Rosi è nelle short list
agli Academy Awards® tra i candidati a Miglior Documentario. Un
ulteriore traguardo nella corsa alla più prestigiosa delle
statuette che avrà il suo prossimo step il 15 marzo, data in cui
saranno rese note tutte le nomination.
«Notturnodi Gianfranco Rosi si
afferma in una competizione molto difficile dove gareggia la grande
diversità del cinema di tutto il mondo
– dichiara Paolo Del Brocco,
amministratore delegato di Rai Cinema. È il suo sguardo
universale sulle guerre, la sua intensità e la sua personale
visione di cinema che riesce ancora una volta a farsi intendere ad
ogni latitudine.
Nelle storie
dimenticate delle vittime e in quelle individuali di sopravvivenza
Gianfranco Rosi mette sempre al centro l’uomo, può mostrarci i
confini tra la vita e la morte, tra la vita e l’inferno, può
calarsi nell’orrore della guerra e nella semplice quotidianità di
chi tenta di ricucire la propria esistenza, nel suo cinema
scorgeremo sempre la verità e l’intimità dell’animo umano. È questa
la forza di Notturno, è questo che spinge le sue storie oltre ogni
confine.
Ora ci aspetta
un percorso ancora molto duro, la qualità degli altri titoli in
gara è straordinariamente alta, ma la candidatura anche nella
categoria del Miglior Film ha contribuito a dare maggiore
visibilità in un anno in cui fare campagna è stato particolarmente
difficile. Notturno si è battuto contro 238 documentari, molti dei
quali americani, per Rai Cinema è un onore essere ancora una volta
al fianco di Gianfranco Rosi e Donatella Palermo».
Aggiunge la
produttrice Donatella
Palermo: «Notturno ha avvicinato
noi occidentali alla comprensione del Medioriente. Una volta visto
il film, i volti e le parole dei bambini, delle donne restano per
sempre nel cuore degli spettatori. È come se i protagonisti del
film avessero affidato a Gianfranco il mandato di far conoscere al
mondo la loro storia, le sofferenze patite e l’ingiustizia subita.
Per questo, per tutti loro oggi sono felice per questo
passo avanti nel cammino di Notturno.
In questi mesi,
dall’anteprima veneziana ad oggi Notturno è
stato visto da tantissime persone. Ha avuto pagine e pagine di
giornali in tutto il mondo e l’endorsement sentito e appassionato
di grandi personalità. E la designazione italiana è stata
fondamentale anche per arrivare alla long list del Documentary
Award, per la visibilità e l’attenzione che ha dato al
film».
Presentato in
anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia,
il film è poi passato nei maggiori festival internazionali,
da Toronto a Londra,
da Chicago a New
York, da San
Paolo a Busan,
da Tokio all’IDFA
di Amsterdam (dove Rosi è stato ospite
d’onore con una personale a lui dedicata), ottenendo ovunque un
grande consenso.
Il film di Rosi,
che è da poco uscito in Nord America distribuito
dalla SUPER LTD – NEON (la stessa che ha
portato agli
Oscar Honeyland e Parasite) è
anche tra i cinque titoli scelti – unico film italiano – come
Miglior Film Indipendente Internazionale ai BIFA –
British International Film Awards, e ha ricevuto
il Nastro d’Argento dell’anno 75 per il
Cinema del reale.
Molte le lodi
arrivate dalla critica internazionale: la prestigiosa firma del NEW
YORK TIMES A.O. Scott ne ha scritto come «Il devastante e
sorprendentemente delicato film di Rosi sulla guerra e la
sopravvivenza in Medio Oriente, che vale la pena cercare»;
definito come «ipnotico, Notturno sfida la mente e premia
l’occhio. Le qualità del film sono chiare come il giorno» da
Ben Croll per INDIWIRE; per ROLLING STONE Notturno “è tra i
dieci migliori film visti a Toronto”. Per THE WRAP è “Una
delle opere più contemplative sulla guerra”. Per David Katz di
THE FILM STAGE “Il documentario straordinario conferma
ulteriormente la padronanza di Gianfranco Rosi dello stile da lui
scelto”. Mentre su THE GATE, Andrew Parker scrive
“Silenziosamente incendiario. Rosi è un maestro nel catturare
immagini profonde che parlano della condizione umana, e il suo
ultimo, Notturno, non fa eccezione…”. Per Pat Mullen per POV
MAGAZINE “Gianfranco Rosi dimostra perché è un Maestro. Uno dei
documentari di punta non solo del Toronto International Film
Festival, ma dell’anno”. Secondo A. Katrin Titze di EYE FOR
FILM “La macchina da presa di Rosi lascia che la luce e i
paesaggi, le case in frantumi e l’umanità fratturata parlino da
soli”. E ancora “Notturno colpisce e impatta
enormemente” per Dustin Chang di SCREENANARCHY.
Notturno è una produzione 21Uno Film
– Stemal Entertainment con Rai Cinema e Istituto Luce –
Cinecittà, con il contributo di Dg Cinema e Audiovisivo –
Mibact e con il supporto di Eurimages, e in coproduzione
con Les Films D’Ici con Arte France Cinéma e
con No Nation Films – Mizzi Stock Entertainment con
Medienm Board e Dhoa Film Institute.
È distribuito in
Italia da 01 Distribution. Le vendite internazionali sono di
The Match Factory che lo ha venduto tra gli altri paesi in Austria,
Belgio, Olanda, Lussemburgo, Slovenia, Croazia, Serbia, Portogallo,
Polonia, Svizzera, India, Giappone, Taiwan, Regno Unito, Turchia,
tutti i paesi dell’America Latina e in America del Nord.
L’indagine su qualunque cosa sia
accaduta durante la post-produzione di Justice
League si è ufficialmente conclusa, ma tutto ciò che
sappiamo in merito è soltanto che sono state prese delle “misure correttive” da parte di Warner Media.
Geoff Johns lavora ancora per la DC Comics, oltre
ad essere collegato a numerosi progetti in qualità di autore e
produttore; lo stesso vale anche per Jon Berg,
nonostante il loro coinvolgimento nelle future storie del DCEU non
sia stato del tutto chiaro.
Nel frattempo Ray Fisher, interprete di Cyborg nel cinecomic
di Zack Snyder, che per primo si è pubblicamente
schierato contro Johns, Berg e, soprattutto, contro Joss Whedon, non sembra ancora aver superato
definitivamente quanto accaduto sul set di Justice
Leaguedurante la post-produzione. Sebbene l’attore
continui a non rivelare dettagli ulteriori, allo stesso tempo
continua ad usare i suoi canali social per chiedere un maggiore
senso di responsabilità.
Il capo della DC Films,
Walter Hamada, sembra essere ancora l’oggetto
delle sue apparenti frustrazioni: Fisher, infatti, via
Twitter, ha nuovamente chiesto che Hamada si scusi con tutti
coloro che sono stati coinvolti nelle indagini su Justice
League. I sentimenti dell’attore riguardo al dirigente
della Warner Bros. hanno già portato alla cancellazione del suo
personaggio da The Flash di Andy Muschietti. C’è inoltre la
possibilità che tutta la vicenda possa in qualche modo gettare
un’ombra anche sull’arrivo della Snyder Cut di
Justice
League, nonostante il palese (e giustificato) entusiasmo
dei fan.
Se Fisher e altri membri del cast
sono stati trattati in maniera decisamente non professionale
durante le riprese del film, come sostenuto più volte da Fisher (e
come lasciato intendere anche dal collega Jason Momoa), allora si tratta indubbiamente
di un problema serio. Tuttavia, pare che lo stesso sia stato
definitivamente affrontato, almeno dal punto di vista di
WarnerMedia, che proprio di recente aveva dichiarato che
era giunto il momento di “andare avanti”, mettendo una sorta di
punto definitivo sulla questione.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Il tema della morte è sempre stato
uno degli argomenti più discussi in relazione ai fumetti Marvel e, naturalmente, alla
controparte cinematografica, ossia il MCU. Soprattutto negli
ultimi anni, sembra essersi un po’ perso il significato che un
evento così tragico possa assumere all’interno dell’arco narrativo
di una determinata storia o di un determinato personaggi: spesso
nei fumetti, i fan hanno assistito a resurrezioni che avevano poco
senso e che privavano la narrativa di un aspetto drammatico
fondamentale, togliendo di conseguenza credibilità a qualsiasi
personaggio.
Tuttavia, è innegabile quanto
l’Universo Cinematografico Marvel abbia affrontato il tema
della morte in maniera decisamente più seriosa. A parte coloro che
sono scomparsi in seguito allo Snap di Thanos in Avengers: Infinity War,
nessuno è davvero morto e tornato poi dall’aldilà, fatta eccezione
per Gamora (ma in questo caso la questione è abbastanza delicata,
essendo la versione del personaggio attualmente in vita nel
MCU totalmente diversa).
James
Gunn ha ucciso il personaggio di Yound (intepretato da
Michael Rooker) in Guardiani della Galassia Vol.
2, spezzando il cuore a tutti i fan del personaggio.
Ora, attraverso il suo account
Twitter, il regista e sceneggiatore ha spiegato perché, dal suo
punto di vista, la morte è un concetto che deve necessariamente
avere un significato all’interno del MCU e, di conseguenza, essere
qualcosa di permanente. “Per me c’è una differenza tra morti
veramente significative e morti causate da colpi di scena… quelle
in cui qualcuno sembra morto e poi, in realtà, non lo è”, ha
spiegato Gunn. “Se scegli consapevolmente di fare morire dei
personaggi, come Yondu o Tony Stark… riportarli indietro equivale a
fare della narrativa scadente.”
La morte avrà un peso in Guardiani
della Galassai Vol. 3?
Il pensiero di Gunn è assolutamente
condivisibile e in linea con quello del presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, che in passato
aveva più o meno usato parole simili quando si era ritrovato a
discutere della morte all’interno dell’Universo Cinematografico
Marvel. Ora, la vera domanda è:
Gunn ucciderà qualcosa dei personaggi principali nell’attesissimo
Guardiani della Galassia Vol.
3? Al momento è impossibile dirlo, ma lo stesso
regista ha già dichiarato di aver pianto molto durante la stesura
dello script, quindi è molto probabile che il nuovo film dedicato
alle avventure di Star Lord & co. ci riservi più di un momento
emozionante.
Uno dei più grandi misteri di
WandaVision riguarda il personaggio di
Mefisto. Nei fumetti, si tratta di uno dei principali antagonisti
dei Vendicatori, che ha svolto un ruolo cruciale nelle vite di
Scarlet Witch e Visione. I numerosi easter egg presenti all’interno
della serie Disney+ suggeriscono che il diabolico
personaggio potrebbe fare il suo ingresso nello show e quindi
celarsi dietro quanto sta accadendo nella vita dei protagonisti.
Screen Rant ha raccolto 10 teorie legate al possibile
coinvolgimento del potete e spietato signore supremo
dell’Inferno.
Dottie è Mephisto
Il personaggio di Dottie
Jones è una delle figure più misteriose della città di Westview.
Nell’episodio quattro, è uno dei residenti che Jimmy Woo non è
stato in grado di identificare, e le sue apparizioni finora
sembrano indicare che sia collegata ad una storia molto più ampia.
Una delle teorie più accreditate è che Dottie, che controlla la
comunità di Westview, sia in realtà proprio Mefisto.
Lo strano mantra di Dottie secondo
cui “è tutto per i bambini” la collega inevitabilmente al
diabolico personaggio, che nei fumetti ha giocato un ruolo chiave
nelle vite dei figli di Wanda. Nella serie limitata del 1985, “The
Vision and the Scarlet Witch”, infatti, Wanda utilizzava
inconsapevolmente dei frammenti dell’anima di Mefisto per creare
Thomas e William.
Lo SWORD non è lo SWORD
Un utente di Reddit ha
suggerito che il logo dello SWORD non sia in realtà quello della
celebre organizzazione. Questa teoria si basa sull’iconografia
demoniaca, dove una croce capovolta rappresenta spesso il satana
biblico. Mefisto non è necessariamente Satana nei fumetti Marvel, ma in un certo senso
interpreta quel ruolo.
Tuttavia, questa teoria ha meno
trazione alla luce dell’episodio quattro, in cui lo SWORD si è
rivelato essere un’autentica organizzazione sulla scia dello
SHIELD, sebbene non direttamente collegata ad esso. Non dobbiamo
dimenticare, però, che in WandaVision tutto sembra apparentemente possibile…
Ghost Rider
Mefisto è già apparso in
una serie di film live action. Il personaggio, infatti, è presente
in entrambi i film di Ghost Rider intepretati da Nicolas
Cage: nel primo film è stato interpretato da Peter Fonda, mentre
nel sequel, Spirito di Vendetta, aveva le sembianze di
Ciaran Hinds.
Considerato che numerosi personaggi
di film non appartenenti al MCU potrebbero potenzialmente
apparire nel futuro del franchise grazie all’introduzione del
Multiverso (come dimostrato anche nello sconvolgente finale del
quinto episodio), allora è assolutamente possibile che anche
Mefisto possa seguire lo stesso percorso.
Doctor Strange
Mefisto potrebbe fare il
suo ingresso nel MCU grazie a Doctor Strange. Si tratta di uno degli
antagonisti ricorrenti nei fumetti dedicati allo Stregone Supremo,
e anche se Mefisto potrebbe non apparire effettivamente in
WandaVision, tutti gli indizi sembrano comunque portare ad
una sua eventuale apparizione, magari proprio in
Doctor Strange in the Multiverse of Madness.
Sappiamo che Wanda Maximoff avrà un
ruolo importante in quel film, che potrebbe affrontare le
conseguenze di quanto accaduto a Westview. Se sarà davvero così,
allora Doctor Strange potrebbe essere la chiave per illuminare la
vera minaccia che si nasconde in quel sobborgo.
La vera mente dietro Infinity
War
Un utente di Reddit ha
suggerito che Mefisto, in realtà, è sempre stato presente nel
MCU e che sia proprio lui la mente
dietro lo Snap. L’ambiziosa teoria postula che proprio il Teschio
Rosso di Captain America: Il primo vendicatore fosse in realtà
Mefisto sotto mentite spoglie. Alla fine, sarebbe stata proprio la
sua esperienza come guardiano della Gemma dell’Anima a condurlo
verso l’evoluzione in diavolo che raccoglie le anime, al pari di
quanto accade nei fumetti.
È una teoria complessa che si basa
su alcune interessanti osservazioni sul ruolo delle anime nel
MCU e che potrebbe tranquillamente
entrare in gioco anche nel MCU.
The Falcon and the Winter
Soldier
Ci sono alcuni suggerimenti
interessanti in
WandaVision riguardanti Mefisto. Ci sono stati anche
alcuni avvistamenti nella prossima serie Marvel che debutterà su Disney+, ossia
The Falcon and the Winter Soldier. Nonostante il debutto
sia previsto soltanto a marzo, alcuni fan particolarmente attenti
hanno già notato un simbolo unico su alcune giacche nei filmati dal
backstage.
Sembra che la faccia rossa di un
diavolo sia decorata proprio sulle giacche. È possibile che questa
figura sia Mefisto, ma c’è anche un’altra possibilità: Ogun, un
maestro giapponese di arti marziali e nemesi di Wolverine.
Il legame con Loki
Mefisto ha fatto un’altra
sorprendente apparizione sullo sfondo di una breve scena presente
nel primo trailer della serie Loki, in arrivo
questa primavera su Disney+. Quel personaggio con le corna
tipiche del diavolo rosso sembra certamente Mefisto, un’altra prova
che il personaggio potrebbe essere una parte importante della Fase
4 del MCU.
Loki ha tradito molte persone nel
MCU, e questa versione esistente
ora nel MCU non è neanche lontanamente
illuminato come quella che è morta per mano di Thanos. È possibile,
quindi, che Loki possa impegnarsi in una sorta di patto con
Mefisto.
Señor Scratchy
Mefisto potrebbe già essere
a Westview. Nel secondo episodio di
WandaVision, Agnes, che potrebbe effettivamente
essere la maga Agatha Harkness, presenta Wanda a un coniglio. Il
nome del coniglio è Señor Scratchy. Questo nome all’apparenza
innocuo è un gioco di parole che sta in realtà per Mr. Scratch,
nome alternativo di lunga data per il diavolo.
Agnes fa anche un altro potenziale
riferimento a Mefisto quando Dottie Jones dice al comitato di
pianificazione di Westview che “Il diavolo è nei
dettagli”. Questo spinge Agnes a dire: “Non è l’unico
posto in cui si trova”.
Agnes è Mefisto
La connessione tra Agnes e
Mefisto potrebbe non essere del tutto tangenziale. Agnes sembra
infatti avere una conoscenza pratica di ciò che sta accadendo a
Westview: inoltre, proprio come Dottie, neanche lei è stata
identificata da Jimmy Woo come un residente standard della
cittadina.
Agnes appare sempre come una sorta
di disturbatore nei momenti salienti della serie, come quando Wanda
e Visione discutono della possibilità di “creare” i loro figli, o
quando Wanda scopre l’elicottero giocattolo nel secondo episodio.
Inoltre, nel terzo episodio, sembra essere molto preoccupata
dall’arrivo di Monica Rambeau…
Il marito di Agnes è Mefisto
Agnes potrebbe anche non
essere Mefisto: tuttavia, è probabile che ad esserlo sotto mentite
spoglie sia suo marito. Finora, Agnes ha fatto numerosi riferimenti
a suo marito Ralph, ma ancora non l’abbiamo visto. Nei fumetti,
Agatha Harkness non aveva un marito, ma ha spesso cospirato con
Mefisto.
Dopo che Wanda ha scoperto la verità
sulla creazione dei suoi figli, Agnes ha cancellato i suoi ricordi
per aiutarla a riprendersi dal trauma. Successivamente li ha
ripristinati, il che alla fine ha portato ad alcuni dei momenti più
devastanti di tutta la storia del MCU.
La seconda parte mai realizzata di
Justice League 2 avrebbe rivelato
come il Joker ha ucciso Robin. Quando il Batman di Ben Affleck è stato introdotto in Batman v
Superman, era chiaro che il personaggio aveva attraversato
diversi momenti difficili. La versione di Affleck di Bruce
Wayne era un Batman parecchio affranto che si è ritrovato a
dover riflettere sugli ultimi tumultuosi anni in cui ha agito come
vigilante di Gotham City. Naturalmente, Batman è stato nuovamente
coinvolto in un conflitto globale che lo ha visto riunire una
squadra di metaumani per fermare la conquista del mondo da parte di
Steppenwolf.
In Batman v
Superman è stato rivelato che Bruce tiene in mostra
un vecchio vestito di Robin nella sua Batcaverna supertecnologica.
Il costume in questione, però, è imbrattato da alcune scritte
gialle, un chiaro riferimento al coinvolgimento del Joker in quanto
sia accaduto a Robin. Ora, in una recente intervista con
Vanity Fair (la stessa in cui ha svelato i dettagli della scena
del Joker di Jared Leto nella
Snyder Cut di Justice League), è stato
proprio Snyder a rivelare che il suo sequel di Justice League mai
realizzato avrebbe esplorato la morte di Robin e la relazione di
lunga data tra Joker e Batman.
Snyder ha citato la morte di Robin
come l’evento più traumatico accaduto a Bruce, oltre naturalmente
alla morte dei suoi genitori. Il regista era interessato ad
esplorare questa complessa dinamica nel sequel di Justice
League, che era nei piani originale della Warner Bros.
prima che Snyder abbandonasse la produzione a causa di una tragedia
familiare. Snyder ha spiegato che in quel film avrebbe anche
rivelato come il Joker ha bruciato Villa Wayne, attraverso alcuni
flashback.
“Ho sempre voluto esplorare la
morte di Robin”, ha detto Snyder. “E se ci fosse stato un
sequel di Justice League, che ovviamente non ci sarà, mi sarebbe
piaciuto raccontare la cosa attraverso una serie di flashback.
Volevo che il pubblico sapeva come era morto Robin, come il Joker
l’aveva ucciso e come aveva dato fuoco a Villa Wayne. Inoltre,
volevo che si andasse ancora più in profondità al rapporto tra lui
e Bruce. Nei miei piani iniziali c’era la volontà di mostrare
perché erano arrivati a quel punto… perché lo aveva ferito in un
modo in cui probabilmente nessuno aveva mai fatto. Oltre a perdere
i suoi genitori, è stata probabilmente la perdita personale più
significativa della sua vita.”
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Tom Holland ha affermato di non sapere di cosa
parla
Spider-Man 3. L’attore ha debuttato nel MCU,
nei panni di Peter Parker, in Captain America: Civil War del 2016. Da allora, quella
di Holland è diventata una delle iterazioni dell’Uomo Ragno
preferite dai fan, ma col tempo il giovane attore si è anche
guadagnato la fama di colui che ha spesso anticipato – durante le
interviste – alcuni dettagli chiave relativi ai film dell’universo
condiviso.
Ovviamente, la Marvel è nota per la segretezza che
aleggia attorno ad ognuno dei suoi progetti, quindi è chiaro quanto
una personalità come Holland possa essere ritenuta “pericolosa”
(anche dagli stessi attori e dai creativi che lavorano per la Casa
delle Idee). Tuttavia, pare che Holland abbia fatto un importante
lavoro su sé stesso e abbia imparato, nel corso degli anni e anche
in base all’esperienza, a controllare ciò che può effettivamente
rivelare e cosa no in merito ai progetti che lo vedono
coinvolto.
Ad esempio, di recente l’attore era
stato parecchio criptico sul coinvolgimento di Tobey Maguire e Andrew Garfield in
Spider-Man 3, di cui si parla ormai da mesi, senza che
però i Marvel Studios abbiano mai confermato la cosa
in via ufficiale. In base a quanto dichiarato dall’attore, la
Marvel non gli ha detto se le due
precedenti iterazioni cinematografiche dell’Uomo Ragno saranno
effettivamente nel film. Poco dopo, però, Holland ha dichiarato con
assoluta (e apparente) certezza che né Maguire né Garfield saranno
nel film.
Pare quindi che Holland abbia
sviluppato una vera e propria saggezza mediatica, avendo imparato a
mitigare con astuzia tutte le informazioni che riguardano i film
dei Marvel Studios. Addirittura, in una
recente intervista con
Esquire, in cui gli è stato ovviamente chiesto di parlare di
Spider-Man 3, l’attore ha ammesso di non sapere nulla
del film: “Onestamente, non ho idea di quale sia la trama del
film. E sono otto settimane che sto girando.”
Naturalmente, è alquanto
improbabile che Tom Holland non sappia, neanche a grandi
linee, di cosa parla Spider-Man 3. È decisamente
più probabile che l’attore abbia imparato la lezione, e quindi
abbia imparato a “giocare2 durante le interviste per evitare di
incappare in dichiarazioni che potrebbero rivelare troppo sulla
trama dei film. Sappiamo che Spider-Man 3 sarà
legato al concetto di Multiverso, quindi è logico che i Marvel Studios vogliano mantenere
il più assoluto riserbo sulla storia e, soprattutto, sugli
eventuali colpi di scena (incluso, ovviamente, il possibile ritorno
di personaggi appartenenti ad altri franchise).
Il regista James Gunn ha rivelato che la morte di Gamora
è la sua scena preferita di Avengers: Infinity War. Il
regista e sceneggiatore ha scritto e diretto i primi due capitoli
del franchise di Guardiani
della Galassia, i cui personaggi sono diventati in
breve tempo i preferiti dai fan. Questo è uno dei motivi per cui la
tragica scomparsa di Gamora per mano di Thanos è stata straziante
per molti di loro.
Dopo i due film a loro interamente
dedicati, i Guardiani della Galassia hanno
finalmente incontrato i più potenti eroi della Terra in
Infinity War, proprio mentre la minaccia di Thanos
diventava sempre più imminente. Gamora conosceva il luogo segreto
in cui era custodita la Gemma dell’Anima: sfortunatamente, a
differenza delle altre Gemme dell’Infinito, quella dell’Anima
richiedeva un sacrificio per essere acquisita. Nonostante il
tentativo di Gamora di convincere il padre adottivo a non
ucciderla, il titano pazzo era così motivato a raggiungere il suo
obiettivo che alla fine uccise l’unica persona che aveva mai amato
veramente.
Per quanto triste sia stato quel
momento, James Gunn ha rivelato che in realtà si tratta
della sua scena preferita di Avengers: Infinity
War. In una serie di tweet in cui ha risposto ad alcune
domande dei fan, Gunn ha spiegato che prima che i registi
Anthony e Joe Russo decidessero
di inserire la morte di Gamora nel film, è stato consultato al
riguardo. “Sicuramente non era stato pianificato. Non faceva
parte dei miei piani uccidere Gamora”, ha spiegato Gunn.
“Ma sono stato consultato prima che venisse presa qualsiasi
decisione definitiva. Quindi, in un certo senso, non è stata una
cosa totalmente fuori dal mio controllo. Anzi, ad essere sinceri, è
la mia scene preferita di Infinity War.”
Il futuro di Gamora nel MCU
Dopo la morte di Gamora in
Infinity War, il personaggio è stato riportato in vita in
Avengers:
Endgame. Tuttavia, quella versione del personaggio che
ora esiste nel MCU è del 2014, il che significa
che non ricorda il suo tempo con i Guardiani della Galassia,
inclusa la sua relazione con Star-Lord. In sostanza, è una persona
completamente diversa.
Sarà interessante capire come tutto
questo verrà affrontato nell’attesissimo Guardiani della Galassia Vol. 3, che Gunn sta
attualmente scrivendo e che dovrebbe arrivare nelle sale nel 2023.
Il regista ha già anticipato di aver pianto molto durante la sthe
ha pianto molto scrivendo la storia per il trio; se questa sia
un’indicazione o meno del futuro di Gamora è sconosciuta, ma
aspettatevi che il prossimo film di successo sia emozionante.
I dettagli dell’attesissima scena
con Batman e Joker nella
Snyder Cut di Justice
League sono stati finalmente rivelati. Tra poco
più di un mese, il tanto atteso taglio del cinecomic ad opera di
Zack Snyder farà finalmente il suo debutto su
HBO Max. Il film, che durerà ben 4 ore, sarà quello che il regista
statunitense aveva pensato di realizzare prima di abbandonare il
progetto nel 2017.
La
Snyder Cut sarà molto diversa dalla versione
cinematografica, dal momento che introdurrà trame alternative e
diversi nuovi personaggi: alcuni sono stati anticipati dallo stesso
Snyder, come Martian Manhunter (Harry Lennix) e Darkseid (Ray
Porter), mentre i reshoot dello scorso anno hanno rivelato, con
enorme sorpresa, che nel film ci sarà anche il Joker di Jared Leto.
Leto ha interpretato il ruolo
dell’iconico cattivo DC in Suicide Squad del 2016. Si è discusso a lungo
del suo look e sul suo approccio al ruolo, ma il taglio
cinematografico del cinecomic – per stessa ammissione del regista
David Ayer – non è riuscito a rendere giustizia alla vera
interpretazione dell’attore premio Oscar. Nessuno si aspetta di
rivedere Leto nei panni del Joker nel DCEU, motivo per cui la
notizia del suo coinvolgimento nella
Snyder Cut è stata ancora più sorprendente. Da allora, i
fan non hanno fatto altro che continuare a chiedersi in che modo il
Clown Principe del Crimine sarebbe stato coinvolto nella storia del
nuovo taglio di Justice League: ora, finalmente, quei dettagli
sono stati resi noti…
Il Joker al centro di una sequenza
onirica nella Snyder Cut di Justice League
Intervistato da
Vanity Fair (che ha anche diffuso in esclusiva
le nuove immagini del Joker di Jared Leto che vi abbiamo
mostrato ieri), Zack Snyder ha spiegato quale sarà la scena in
cui vedremo l’iconico villain. Come spiegato dal regista, il Joker
non apparirà nel presente, ma in una scena flashback che si
collegherà direttamente alla linea temporale di Knightmare, il
futuro distopico alternativo in cui la Terra è caduta nelle mani di
Darkseid.
Si tratterà, quindi, di una vera e
propria sequenze onirica in cui il Joker si confronterà con il
Batman di Ben Affleck. Snyder ha spiegato che il Joker
rappresenterà una sorta di “Fantasma del Natale che deve ancora
venire, che fornisce motivazione attraverso il terrore”. Poi
ha aggiunto: “La cosa bella della scena è che il Joker parla
direttamente a Batman di Batman. È Joker che analizza Batman su chi
è e cosa è. Sapevo che questa era la cosa che i fan dell’universo
DC si meritavano. Il Joker di Leto Joker e il Batman di Ben Affleck
non si sono mai davvero incontrati. Non mi sembrava giusto, dunque,
che avremmo superato questa incarnazione di Batman e Joker senza
vederli finalmente insieme.”
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Il network americano
ABC ha diffuso promo e trama di Big Sky
1×09, il nono episodio dell’annunciata nuova serie tv
Big
Sky.
In Big Sky 1×09
che si intitolerà “Let It Be Him” Mentre bussa alle porte e cerca
indizi, Cassie si trova inaspettatamente faccia a faccia con
Ronald; Merilee prende una decisione che cambia la vita che
mette nelle sue mani il destino di lei e di Rick.
In Big Sky 1×09 protagonisti sono Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni
di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn
nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie
Kennedy, con John Carroll Lynch nel ruolo di Rick Legarski e Ryan
Phillippe nel ruolo di Cody Hoyt. Guest star è Patrick
Gallagher nei panni dello sceriffo Tubb.
Big Sky in
streaming è disponibile su Star, il nuovo
canale per adulti di Disney+.
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David E.
Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà
lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di
CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross
Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television
Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.
La serie racconta degli
investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze
con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due
sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota
autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le
uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo
per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita.
Big
Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
La regista di
Watchmen,Nicole Kassell, è stata
incaricata di dirigere il nuovo adattamento cinematografico
dell’amato romanzo per bambini americani di L. Frank
Baum,Il mago di Oz, per la New Line.
Kassell ha recentemente vinto un DGA
Award per la regia di serie drammatica e un Emmy come produttore
esecutivo per l’adattamento di Watchmen, per la
HBO. Kassell è stata un l’architetto della serie, ha diretto tre
dei nove episodi, incluso il pilot.
La scelta di Kassell è il risultato
di una lunga selezione da parte della New Line per trovare un
regista visionario capace di dare una nuova veste alla storia di
Baum, che già molte volte è stata riletta al
cinema, in tv, in varie forme e da diversi punti di vista.
L’adattamento più famoso e di
successo de Il mago di Oz è ancora, a oggi, quello datato
1939, con protagonista la diciassettenne Judy
Garland, diretta da Victor Fleming.
L’heist movie è da sempre
un sottogenere particolarmente apprezzato al cinema. Attraverso il
racconto di spericolate rapine e della loro organizzazione
maniacale, si possono infatti dar luogo a racconti particolarmente
ricchi di tensione, dove in ogni momento la sfida tra successo e
fallimento è quantomai incerta. Cosa succede però quando un
racconto di questo tipo non nasce per il cinema, ma trae spunto
proprio dalla realtà? Un brillante esempio a riguardo è il film del
2018 American Animals, incentrato su una
reale rapina avvenuta nel 2004 alla Transylvania University di
Lexington.
Ad essere oggetto di furto non sono
però preziosi gioielli o grandi quantità di denaro, bensì dei libri
particolarmente antichi e preziosi. A dirigere questa insolita
vicenda vi è il regista Bart Layton, qui al suo
primo lungometraggio di fiction. Egli aveva infatti già realizzato
nel 2012 un documentario dal titolo L’impostore. Tale
modalità di racconto ritorna, seppur in modo parziale, anche in
American Animals. Il regista alterna infatti la
ricostruzione tramite attori alle interviste ai veri protagonisti
della rapina. Si crea così un continuo dialogo tra ciò che
realmente accadde e come il cinema riadatta tale vicenda.
Presentato con successo al Sundance
Film Festival, American Animals venne accolto in maniera
estremamente positiva dalla critica e dal pubblico, affascinati
dall’originalità del racconto. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
American Animals: la trama del
film
Protagonisti del film sono
Spencer e Warren, due amici
conosciutisi e cresciuti insieme all’interno dell’università di
Lexington. Da sempre concentrati sugli studi, questi aspirano a
poter vivere avventure più grandi e straordinarie, come quelle che
si vedono nei film. Nel tentativo di dare una svolta alla loro
vita, inizieranno ad organizzare una rapina ai danni proprio
dell’istituto che li accoglie. L’obiettivo sono alcuni rarissimi
libri antichi che, nonostante il loro enorme valore, vengono
conservati nella biblioteca come fossero libri qualunque. Per
riuscire nel colpo, e rivendere con successo tali opere, i due
avranno però bisogno anche dell’aiuto di altri compagni. Si
uniscono così il contabile Eric e lo sportivo
Chas. Ben presto, la loro impresa diventerà più
grande e imprevedibile di quanto potessero immaginare.
American Animals: il cast del
film
Per dar vita ai quattro
protagonisti del film, il regista si è avvalso di interpreti
giovani ma promettenti, alcuni dei quali sono oggi indicati come i
migliori della loro generazione. Il primo di questi è Evan Peters,
che ricopre il ruolo di Warren. L’attore è noto in particolare per
i suoi numerosi ruoli all’interno della serie American Horror
Story, come anche quello di Quicksilver in alcuni dei più
recenti film dedicati agli X-Men. Ad interpretare Spencer è invece
il giovane e talentuoso Barry Keoghan, divenuto
celebre grazie a film come Il sacrificio del cervo
sacro e Dunkirk. Blake Jenner,
celebre per aver interpretato Ryder Lynn nella serie Glee,
è invece il volto dello sportivo Chas.
Jared Abrahamson,
noto in particolare per la serie NetflixTravelers, è invece l’interprete di
Eric. Pur interpretando persone realmente esistenti, ai quattro
attori è stato categoricamente vietato di incontrare queste. Il
regista voleva infatti evitare che potesse generarsi un certo
rapporto tra di loro, e che le interpretazioni dei personaggi
venissero influenzate da queste. Nel film è inoltre presente
l’attore tedesco Udo Kier, celebre per la sua
collaborazione con il regista Lars Von Trier, che dà vita al
personaggio di Mr. Van Der Hoek. Come accennato, sono poi presenti
interviste ai veri protagonisti della vicenda, come anche ai loro
conoscenti, amici e famigliari.
American Animals: la vera storia
dietro il film
Il film di Layton si apre con una
curiosa quanto precisa didascalia: Questo film non è tratto da
una vera storia, è una storia vera. Il regista dichiara
infatti da subito l’intento tanto di dar vita ad una ricostruzione
di quanto avvenuto quanto di ripercorrere fedelmente la reale
vicenda. Questa si svolge nel dicembre del 2004, quando quattro
studenti della Transylvania University di Lexington decidono di
sottrarre alla biblioteca alcune edizioni originali di volumi
rarissimi. Tra questi vi era anche Birds of America, di
John James Audubon. Una copia di questo era stata venduta pochi
anni prima per un valore di 12 milioni di dollari. Desiderosi di
replicare tale fortuna, il gruppo inizia a pianificare nei dettagli
il furto. Questo si verifica però più complesso del previsto, a
causa del peso dei volumi scelti e della mancanza di via di uscita
sicure.
Costretti a lasciarsi alle spalle
alcuni dei libri inizialmente frugati, i quattro riescono infine a
lasciare l’edificio, nascondere la refurtiva e tornare in aula come
se nulla fosse. Accortisi della sparizione dei libri, l’Università
ha subito avvertito le autorità, che hanno intrapreso delle ferree
indagini. In breve, grazie ad una serie di email, l’FBI è
riuscito a risalire all’identità dei quattro giovani, arrestandoli.
Accusati di furto di opere culturali di grande valore, il gruppo
venne condannato a ben sette anni di prigione. Divenuti ormai delle
celebrità, i quattro ricevettero la visita di diversi produttori e
registi durante la loro prigionia. Soltanto Layton riuscì però a
convincerli sulla bontà del film che voleva realizzare su di loro.
Ottenuto il loro benestare, questi iniziò a lavorare al progetto,
avvalendosi della collaborazione dei veri ladri di questa
vicenda.
American Animals: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
American Animals grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV e
Chili Cinema. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 9febbraio alle
ore 21:20 sul canale Rai 4.
Nella prefazione al suo romanzo
L’ombra dello scorpione, Stephen King si domanda curioso se
di tale opera si realizzerà mai un film. La risposta, positiva,
lascia però poi spazio alla consapevolezza che le trasposizioni
cinematografiche dei romanzi finiscono sempre per avere uno strano
effetto riduttivo. Un effetto che Josh Boone e
Benjamin Cavell, autori della miniserie tratta
proprio da tale romanzo, sembra abbiano voluto ad ogni costo
evitare. Come riscontato anche nei primi due episodi (qui la recensione), e in seguito
con il terzo e il quarto (qui la recensione),
The Stand si misura continuamente con la
necessità di comprimere quasi mille pagine in nove episodi da
un’ora l’uno, finendo però con il dar vita a non pochi
pasticci.
Rilasciata con cadenza settimanale
sulla piattaforma streaming Starz Play, questa
manifesta infatti la volontà di presentare quanti più eventi
possibili di quelli narrati nel libro. Per far ciò, si avvale nei
primi quattro episodi di una serie di salti temporali che finiscono
inevitabilmente con lo stordire lo spettatore. Fortunatamente, a
partire dal quinto episodio tale struttura viene abbandonata in
favore di una linea narrativa indirizzata ora di gran corsa verso
il gran finale. Nei due nuovi capitoli, disponibili rispettivamente
il 31 gennaio e il 7 febbraio, si avrà infatti modo di entrare nel
vivo della storia, con la possibilità di appassionarsi di più ai
personaggi e alle loro azioni.
The Stand: Quando meno è più
Se nei primi quattro episodi sono
stati presentati i personaggi e gli eventi che li hanno portati ad
incrociare i loro percorsi, a partire dal quinto episodio hanno
inizio i primi segnali dell’imminente battaglia conclusiva tra Bene
e Male. Un evento, però, a cui la serie e lo spettatore non arriva
preparato a dovere. Per il modo in cui sono stati presentati i
protagonisti e gli eventi, ben pochi di questi riescono ad avere il
peso che dovrebbero all’interno della serie. Tali mancanze si
ripercuotono dunque inevitabilmente sull’intera narrazione, e non
lasciano molte possibilità di rimedio agli episodi ancora mancanti
all’appello.
Nonostante ciò, con i due nuovi
episodi, intitolati rispettivamente Paura e delirio a New
Vegas (ovvio il riferimento al film del 1998 con Johnny Depp) e
La veglia, la serie compie un decisivo quanto auspicato
passo in avanti. La speranza maturata era infatti quella che la
serie potesse infine raggiungere una maggior semplicità,
guadagnandone in forza narrativa. Ciò fortunatamente si verifica
ora, dove si abbandona l’alternanza tra passato e presente per
concentrarsi unicamente su quest’ultimo. I benefici sono evidenti,
dalla maggior chiarezza nell’esposizione degli eventi al maggior
rilievo assunto dai personaggi.
The Stand: Il fascino del
Male
Ovviamente, si risente della
compressione di quanto sino ad ora visto. Ma il maggior respiro che
i due nuovi episodi permettono di prendere era un risultato non
così scontato. Permane però, in generale, una certa superficialità
nella scrittura. Questa manca di far assumere al tutto quel valore
in più di cui un racconto di questo genere avrebbe senz’altro
bisogno per rendersi memorabile. Di storie post-apocalittiche ne è
pieno tanto il cinema quanto la televisione, ed è difficile stupire
uno spettatore tanto abituato a questo genere di contesti ed
elementi. Il romanzo di King vi riesce per la grande cura riposta
nei dettagli, elemento che qui continua a mancare, e
presumibilmente mancherà sino alla fine.
Se però si riesce a superare quella
sensazione di già visto, specialmente dopo una serie come The
Walking Dead, con i due nuovi episodi si potrà però ritrovare
in The Stand alcuni momenti di particolare fascino. Questi
sono perlopiù legati al malvagio Randall Flagg di Alexander
Skarsgård. Proprio per la sua natura criptica, che non
necessita di eccessivi chiarimenti, egli risulta il personaggio più
affascinante della serie. È infatti difficile non riconoscere che
Skarsgård sia stata la miglior scelta possibile per la parte. Egli
è capace di mostrarsi tanto seducente quanto minaccioso. Così
facendo, rende concreto quel sentimento secondo cui forse, per una
volta, il Male è davvero più convincente del Bene.
Mancano dunque tre episodi alla
conclusione di The Stand, questa sgangherata
miniserie, le cui ambizioni non sono riuscite a compiersi, ma che
ha trovato nell’attuale periodo il momento perfetto per andare in
onda. Tre episodi in cui è lecito aspettarsi un progressivo
incremento del ritmo, nella speranza che tutti i nodi possano
infine essere sciolti dopo una presentazione tanto
ingarbugliata.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Fenix
Entertainment ha siglato un accordo importantissimo:
la società ha infatti acquisito i diritti di trasposizione
cinematografica di due romanzi
di MarcoFranzoso, uno
degli autori più apprezzati del nostro panorama letterario
italiano, editi entrambi da Mondadori: L’Innocente,
premio Mondello 2018, e Le parole lo sanno, ultima
fatica dell’autore uscita a marzo 2020.
Dai due
romanzi FenixEntertainment realizzerà
due film per il cinema che saranno i titoli di punta del
2022: Le parole lo sanno sarà una produzione di
alto profilo, verrà firmato nella regia da un accreditato regista
di fama mondiale e vedrà la partecipazione di un cast artistico
internazionale; L’innocente sarà un’operazione
altrettanto prestigiosa, perché costituirà il debutto dello
scrittore veneto dietro la macchina da presa. In entrambi i casi,
Franzoso collaborerà alla sceneggiatura.
Fenix Entertainment ha scelto di
puntare su un prezioso scrittore italiano apprezzato anche
all’estero, proprio per tenere fede a uno degli assunti
fondamentali della filosofia societaria: promuovere attraverso il
cinema, la televisione e la musica i più grandi talenti del nostro
paese, e portarli all’attenzione del pubblico internazionale.
«Sono davvero felice di questa
nuova acquisizione» dichiara l’Amministratore Delegato della
società Riccardo Di Pasquale. «Marco
Franzoso è un colto e raffinato autore italiano di respiro
internazionale. Questo tipo di progettualità è molto importante per
la nostra Società perché, come già dichiarato altre volte, Fenix
vuole presidiare l’intera catena di realizzazione del film: dalla
ricerca della storia giusta allo sviluppo, dalla produzione alla
commercializzazione. La forza dell’opera letteraria di Franzoso è
l’universalità delle storie che racconta, e le nostre produzioni
sottolineeranno questo aspetto: i suoi libri sono ambientati in
Italia, ma i temi che affrontano sono di tutti e di ogni luogo ed
epoca».
Netflix Italia ha diffuso il trailer
ufficiale di Notizie dal
mondo, l’atteso film che vede protagonista l’attore
Premio Oscar
Tom Hanks.
Netflix e Universal Pictures hanno
l’onore di presentare
Tom Hanks in Notizie dal mondo, una storia commovente
scritta e diretta da Paul Greengrass, che
collabora di nuovo con la star per la prima volta dai tempi di
Captain Phillips – Attacco in mare aperto, candidato agli
Oscar come Miglior film nel 2013.
Cinque anni dopo la fine della
Guerra civile, il capitano Jefferson Kyle Kidd (Hanks), veterano di
tre guerre, si sposta di città in città raccontando storie vere e
condividendo le ultime notizie su presidenti e regine, faide
epiche, catastrofi terribili e avventure mozzafiato da ogni angolo
del globo. Nelle pianure del Texas il suo destino si incrocia con
quello di Johanna (Helena Zengel, Systemsprenger), una bambina di
10 anni catturata dalla tribù dei Kiowa sei anni prima e allevata
come una di loro. Johanna, ostile verso un mondo che non conosce,
sta per essere riconsegnata agli zii contro la propria
volontà. Kidd accetta controvoglia di consegnare la bambina
ai legittimi custodi. Durante un viaggio di centinaia di miglia
attraverso l’implacabile natura selvaggia, i due protagonisti
affrontano insieme incredibili sfide lanciate da forze umane e
naturali, mentre sono alla ricerca di un luogo che entrambi possono
chiamare casa.
Notizie dal
mondo è diretto da Greengrass (franchise di Bourne,
United 93), coautore insieme a Luke Davies (Lion – La strada verso
casa) anche della sceneggiatura, tratta dal bestseller candidato al
National Book Award di Paulette Jiles. Il film è prodotto da Gary
Goetzman (franchise di Mamma Mia!, Greyhound – Il nemico
invisibile), Gail Mutrux (The Danish Girl, Donnie Brasco) e Gregory
Goodman (22 luglio, 8 Mile). I produttori esecutivi sono Steven
Shareshian e Tore Schmidt.
Ilsuccesso
planetario a 23 annigrazie al ruolo dell’artista
squattrinato Jack Dawson interpretato inTitanic(1997)
fu, per sua stessa ammissione, “una secchiata d’acqua gelida” e
diede il via a quel delirio collettivo ribattezzato all’epoca
“Leomania”.
OggiLeonardo
DiCapriosi conferma una tra le stelle
più fulgenti, chiacchierate e “ricercate” del firmamento di
Hollywood.
Così, mentre il suo volto compare sui tabloid di tutto il mondo che
cercano di capire se con Camila Morrone arriverà all’altare, e
mentre il pubblico lo aspetta inDon’t Look Updi Adam McKay insieme a
Jennifer Lawrence e nei nuovi progetti del suo mentore
Martin Scorsese,sulla piattaforma di ARTE.TV in
italiano, in streaming gratuito e sottotitolato in
italiano,arriva il nuovo documentario “Leonardo DiCaprio: Most
Wanted!”.
Con la regia diHenrike Sandner(Germania, 2020) e coprodotto
da ARTE e Broadview TV, ildocumentario ripercorre la carriera di un
giovane attore diventato non soltanto unmostro sacro della settima
artemaanche un cittadino impegnato nella lotta
contro i cambiamenti climatici.
Attraverso
estratti di film, filmati e interviste d’archivio, approfondimenti
con critici cinematografici e giornalisti come Katja Nicodemus, Tim
Cogshell e Brigitte Steinmetz e registi che lo hanno diretto come
Michael Caton-Jones e Agnieszka Holland, Henrike Sandner dipinge un
vero e proprio ritratto di Leonardo DiCaprio, a partire dai suoi
esordi.
Incoraggiato dai suoi genitori, Leonardo DiCaprio è apparso in
giovane età in diverse serie americane e, poco più che ventenne,
già affiancava Robert De Niro sul set diThis Boy’s Life, diretto da Michael
Caton-Jones. Il ruolo secondario accanto a Johnny Depp
inWhat’s eating Gilbert
Grapegli è
valso immediatamente la sua prima nomination agli
Oscar.
Ma
ilsuccesso mondiale arriva sulla prua
delTitanic, film cult di James
Cameron, con cui a 23 anni Leo acquisisce lo status di superstar:
addirittura, i parrucchieri in Afghanistan offrono ai clienti
l’acconciatura ispirata a quella del protagonista Jack
Dawson.
Ma
DiCaprionon vuole essere solo una meteora,
vuole affermarsi e mostrare il suo talento: per questo ricerca
ruoli più maturi e registi classici, sta lontano dai vizi in cui
tutti si aspettano che cada un artista così giovane e di successo e
proprio in quest’otticavieta la circolazione diDon’s plum, un cortometraggio
in bianco e nero in cui compare anche Tobey Maguire, girato nel
1995 e ambientato in un sudicio diner della periferia di Los
Angeles.
Arriva
così all’incontro e alsodalizio con i suoi
maestri,Martin Scorsesein primis, di cui diventa
l’attore preferito negli anni 2000: per lui interpreta l’irlandese
Amsterdam Vallon (Gangs of New
York), l’imprenditore e aviatore Howard Hughes (Aviator), lo spregiudicato broker
Jordan Belfort (The Wolf of Wall Street). Si
getta a capofitto nelle scene, con tempismo e controllo, abilità e
tecniche impeccabili, e conquista i più grandi registi, da Steven Spielberg aQuentin Tarantino, passando
perChristopher Nolan. Nel 2016, il
suo lavoro viene finalmente premiato con l’Oscar al miglior attore
protagonista perThe Revenantdi Alejandro González
Iñárritu, in cui viene messo al centro ilcomplesso rapporto tra uomo e
natura.
Un
tema che a DiCaprio è decisamente caro: dal 1998, anno in cui fonda
laLeonardo DiCaprio Foundation, la
superstar si impegna infattiin difesa dell’ambiente, scendendo
in piazza per protestare per la politica climatica devastante degli
Stati Uniti, cercando alleati forti per la tutela del clima,
producendo documentari a proposito della salvaguardia
dell’ambiente. Nel 2014 è diventato ambasciatore ONU e più
recentemente si è rivolto al nuovo Presidente degli Stati Uniti
d’America, Joe Biden, con una lettera, firmata anche da Mark
Ruffalo e Natalie Portman, in cui pone al centro dell’attenzione il
problema ambientale.
Dal
documentario di Sandner emerge così un Leonardo DiCaprio che sa
farsi “medium” e lasciar entrare lo spirito dei suoi personaggi.
Solo loro, però:il Leo privato è come un territorio
inesplorato, inaccessibile. Star del cinema da oltre 35
anni, DiCaprio preferisce far parlare di sé per i suoi ruoli e per
il suo impegno ambientale.Puntando
all’immortalità.
Con il suo pardo dalle linee
futuristiche che omaggia la magia del cinema in pellicola, il
designer svizzero Luciano Baragiola si è aggiudicato il primo posto
del concorso per la realizzazione del nuovo manifesto del Locarno
Film Festival. Al bando hanno risposto quasi mille progetti
provenienti da tutti i continenti e realizzati da grafici, artisti,
illustratori e appassionati tra i 6 e i 74 anni, confermando
l’attenzione internazionale e intergenerazionale di cui gode il
Festival, e il desiderio di partecipazione della sua
community.
Nato dalla volontà di coinvolgere in
maniera sempre più attiva la community del Locarno Film Festival,
il concorso internazionale per il nuovo manifesto è stato lanciato
il 26 ottobre 2020 e ha visto la partecipazione di 901
progetti provenienti da 85 Paesi da tutti i
continenti. Un successo che conferma l’attenzione
internazionale di cui gode il Festival e un desiderio di
partecipazione diffuso anche dal punto di vista anagrafico, visto
che i partecipanti hanno un’età compresa tra i 6 e i
74 anni.
Dopo un’attenta e lunga selezione, dovuta alla straordinaria
adesione riscossa dal bando, la giuria – composta dalle direzioni
del Festival, coadiuvate da Michele Jannuzzi (brand consultant),
Fabienne Merlet (responsabile marketing) e dal team grafico – ha
scelto il manifesto della 74esima edizione del Festival.
Il progetto selezionato è opera di Luciano
Baragiola, designer multidisciplinare attivo a Lugano con
lo studio favon.io, e in diverse altre realtà nazionali e
internazionali, da Lucerna a Milano. Nel 2018 ha collaborato con
l’Università della Svizzera italiana (USI), partecipando
attivamente alla creazione della nuova sede de L’ideatorio, mentre
da gennaio 2019 collabora con la Hochschule Design & Kunst di
Lucerna. L’immagine, oltre a figurare sulla cartellonistica del
Festival, ne ispirerà i materiali promozionali e informativi,
cartacei e digitali.
Il concetto del manifesto
vincitore trae ispirazione dalle origini del cinema e in
particolare da quell’intuizione che è alla base della nascita della
settima arte: la rapida successione di 24 fotogrammi al secondo
che, da oltre 125 anni, “inganna” l’occhio umano regalandogli
l’illusione del movimento. Il pardo dalle linee essenziali e
futuristiche di Baragiola è stato così scomposto in 24 parti, per
rappresentare l’immagine cinematografica e raccontare, al contempo,
la direzione del Locarno Film Festival: una manifestazione che
avanza decisa verso il futuro e l’innovazione, portando con sé la
traccia profonda delle proprie origini e della storia del
cinema.
A tutti coloro che hanno voluto
mettersi in gioco per costruire insieme l’identità della prossima
edizione, verrà offerto un accredito a Locarno74, e con esso la
possibilità di continuare a essere parte della comunità del
Festival.
La 74esima edizione del Locarno Film Festival si terrà
dal 4 al 14 agosto 2021. Il team del Festival
sta lavorando, nel pieno e rigoroso rispetto delle norme sanitarie,
nell’ottica di realizzare un’edizione completa della
manifestazione. Qualora le stesse norme lo imponessero, il Festival
si riserva la possibilità di apportare delle modifiche
organizzative, che verranno comunicate a tempo debito ai media e al
pubblico.
Daisy Ridley ha un legame personale con il
personaggio di Rey interpretato nella trilogia sequel di Star Wars. Ridley ha fatto il suo debutto come
Rey nel 2015 neIl
risveglio della forza. La sua storia è notevolmente simile
a quella di Luke Skywalker, suo futuro mentore: sola sul pianeta di
Jakku, Rey è uno spazzino che viene travolto in una battaglia per
salvare la galassia. Lungo la strada, scopre il suo vero lignaggio
e trova una nuova famiglia che la porta ad accettare chi è.
Il viaggio di Rey è uno degli
aspetti più amati della trilogia sequel di
Star Wars, che alla fine si è rivelata parecchio
controversa. Ne Gli
ultimi Jedi, il lignaggio di Rey sembrava essere stato
rivelato, con Kylo Ren che dice a Rey che i suoi genitori, in
realtà, non sono nessuno. Alla fine, ne L’ascesa
di Skywalker, viene rivelato che Rey è una
Palpatine. Questa svolta è sconcertante per Rey, che da sempre
aveva lottato con il bene e il male dentro di lei mentre cercava un
senso di appartenenza all’universo.
Ora Daisy Ridley ha rivelato che questa
ricerca di appartenenza stava avvenendo sia davanti che dietro la
telecamera. Nel nuovo libro “Star
Wars: The Age of Resistance” (via
Digital Spy), l’attrice ha rivelato che la ricerca di Rey per
una famiglia e un senso di comunità attraverso il suo lignaggio era
qualcosa che l’attrice stava cercando parallelamente nella realtà.
Ridley spiega che il cast e la troupe di
Star Wars sono diventati come una famiglia nel tempo,
ed essendo il franchise così incentrato proprio sul concetto di
famiglia, è diventato una pietra miliare dell’esperienza di Ridley
mentre lavorava alla saga.
“La famiglia è l’essenza di Star
Wars. Il concetto di famiglia è stato trasposto ovunque. Anche sul
set sembravamo essere una famiglia. È c’era questa sensazione di
legame, ovunque. Rey sta cercando di trovare il suo posto in questo
mondo nello stesso modo in cui io stavo cercando di trovare il mio
posto nel mondo. Le somiglianze erano davvero incredibili. Perché
mi sono sentita davvero ben accolto, e per gli altri intorno a me
sembrava essere davvero importare come mi sentivo. Di conseguenza,
questo si è tradotto nel viaggio di Rey. All’improvviso c’erano
queste persone a cui importava di lei, mentre stava trovando il suo
posto nel mondo.”
Il futuro della saga di Star
Wars
Di recente è stato
confermato Rogue
Squadron, primo film ad arrivare nelle sale dopo la
conclusione della saga degli Skywalker. Il film, diretto
da Patty Jenkins (regista
di Wonder
Woman), verrà distribuito nelle sale a dicembre
2021.
Oltre a Rogue
Squadron, sappiamo che a Rian
Johnson, regista de Gli
Ultimi Jedi, è stata affidata la scrittura di una
nuova trilogia basata su nuove storie e nuovi personaggi, ma su
quel progetto non si hanno aggiornamenti da diverso tempo. In
passato, anche ai creatori di Game of
Thrones,David
Benioff e D.B. Weiss, era
stato affidato lo sviluppo di una trilogia parallela:
sfortunatamente, il duo ha deciso poi di abbandonare il
progetto.
Attenzione, l’articolo contiene spoiler
sulla quinta puntata di WandaVision, disponibile dal 5 febbraio su
Disney+.
Il quinto episodio di WandaVision ha lasciato i fan in un vero e
proprio stato di shock: alla fine dell’episodio in questione,
infatti,
appare la versione di Quicksilver dell’universo degli X-Men targato
FOX, quella ciò interpretata da Evan Peters.
Ciò ha ovviamente scatenato tutta una serie di speculazioni da
parte dei fan sul futuro del MCU in relazione al Multiverso.
Quicksilver potrebbe rappresentare
solo il primo passo di un piano molto più ampio che alla fine
porterà questi due universi cinematografici a collegarsi. Se sarà
davvero così, allora è possibile che ci siano diversi altri
personaggi del franchise dedicati ai mutanti pronti ad adattarsi
perfettamente alla narrativa impostata dallo show con protagonisti
Scarlet Witch e Visione. Ecco quindi che
Screen Rant ha raccolto 10 altri X-Men della Fox che potrebbe
apparire nella serie Disney+.
Jean Grey
Anche se Dark
Phoenix non è stato in grado di rendere giustizia al
personaggio, omettendo una serie di dettagli cruciali in merito
alla sua storia, ad oggi Jean Gray è già apparsa sullo schermo per
ben due volte. In entrambe le iterazione, la Fenice ha preso il
sopravvento e Jean è diventa più pericoloso che mai.
Esistono diversi molti parallelismi
tra Jean e la stessa Wanda. Non solo avrebbe molto senso per lo
show una sua eventuale apparizione, ma l’incredibile potere della
Fenice Nera potrebbe rappresentare a tutti gli effetti un metodo
per viaggiare tra realtà diverse.
Magneto
Magneto è, canonicamente,
il padre di Pietro e Wanda nei fumetti, anche se il MCU non ha ancora adottato questo
approccio ai personaggi, in parte perché la Disney, in precedenza,
non possedeva i diritti su Magneto. Ora però che un nuovo Pietro è
ufficialmente in pista, anche Magneto potrebbe tranquillamente fare
ritorno.
I fan aspettano ormai l’arrivo del
maestro del magnetismo nel MCU da un po’ di tempo, con diversi
attori ben noti che sono stati suggeriti come nuovi interpreti
dell’iconico personaggi. Tuttavia, sarebbe molto intrigante vedere
Michael Fassbender tornare nella parte e incontrare una sua figlia
proveniente da un’altra linea temporale che – sostanzialmente – non
ha mai avuto.
Logan
Logan è da tempo la star
dell’universo degli X-Men. È apparso in una vasta gamma di film
della FOX e i fan hanno visto crescere il personaggio, dalle
origini fino alle sue ultime battute. Tuttavia, c’è sempre voglia
di vederne (e saperne) di più a proposito di Wolverine.
Se c’è un personaggio che i fan
hanno sempre voluto vedere nel MCU, è il ritratto del mutante
dagli artigli d’adamantio da parte di Hugh Jackman. L’attore è
quasi insostituibile nel ruolo e WandaVision potrebbe essere il posto migliore per
coinvolgerlo ancora una volta. D’altronde, Logan ha una lunga
storia con il tentativo di aiutare i mutanti spezzati a guarire
lentamente se stessi…
Blink
Blink è uno dei mutanti
meno usati nei live-action, ma ha contribuito molto al Mutant
Underground in The Gifted. In grado di creare portali e
teletrasportarsi tra i vari luoghi, verso la fine della serie
sembrava che Blink aprisse una spaccatura in un altro mondo.
Quel filo della trama è stato
lasciato aperto grazie alla cancellazione dello show, ma con la
serie in arrivo su Disney+ a livello internazionale
(grazie a Star), è possibile che possa essere impiegata per
collegare il personaggio al MCU. Dopotutto, Blink fornirebbe la
spiegazione perfetta di come le persone possono viaggiare tra i
mondi.
Deadpool
L’ultima volta che Deadpool
è stato visto sullo schermo, stava proprio giocando con il tempo.
Dopo anni passati a sviluppare un ipotetico film, il personaggio è
finalmente arrivato sul grande schermo. Ora, con la conferma che
arriverà nel MCU grazie a Deadpool 3, Wade Wilson sta andando sempre più
forte tra i fan.
È possibile che la
sua intromissione nella timeline possa portarlo a entrare
nell’universo condiviso. Dal momento che WandaVision sembra esplorare il Multiverso, questo
potrebbe essere un ottimo posto per introdurre Deadpool per la
prima volta in questa versione dell’Universo Marvel.
Emma Frost
Emma Frost
non è stata un personaggio utilizzato in modo coerente sullo
schermo, ma porta comunque molto alla storia degli X-Men. Essendo
uno dei leader più altamente profilati dell’Hellfire Club, la sua
storia potrebbe effettivamente collegarsi a WandaVision in maniera ottimale.
Nei fumetti, poiché
Scarlet Witch è un potente mutante, l’Hellfire Club ha cercato di
manipolarla in passato. È possibile che stiano provando a farlo di
nuovo, per creare una nuova ondata di mutanti attraverso il
MCU, in modo che possano salire al
potere ancora una volta.
Cable
Proprio come Deadpool, è
molto probabile che anche Cable si farà strada verso il MCU. Ovviamente, questo creerà un
po’ di confusione, poiché Josh Brolin ha anche interpretato il
principale villain della Saga dell’Infinito, ossia Thanos. Potrebbe
essere necessario apportare alcune modifiche al personaggio
affinché si adatti a questo nuovo universo.
Il pubblico lo ha già visto saltare
attraverso le linee temporali e cercare di cambiare la realtà con
la sua tecnologia futuristica. Forse Wanda potrebbe essere
l’ennesima minaccia che è stato incaricato di fermare per
proteggere la cronologia del MCU?
Bishop
Bishop è apparso in
Giorni di un futuro passato, ma il ruolo che gli è stato
assegnato è stato insignificante. La versione a fumetti di Bishop è
molto più potente e sempre più importante nella lotta per
Mutantkind.
Come leader della resistenza, Bishop
è talvolta usato come guardiano per gli estranei per capire la
profondità del problema dei mutanti e quanto sia difficile per loro
sopravvivere. Potrebbe essere un personaggio prezioso da portare in
WandaVision come introduzione a un mondo più
ampio.
David Haller
Grazie ad innumerevoli
episodi di qualità che hanno composto la serie Legion,
David Haller è diventato uno dei personaggi più famosi di FOX. Il
celebre show ha avuto una conclusione soddisfacente, anche se
potrebbe avere enormi ramificazioni per il futuro.
In Legion, i personaggi
hanno discusso della possibilità di un Multiverso e di altri mondi.
Non è mai stato possibile esplorarlo completamente, anche se Haller
si adatterebbe davvero bene a WandaVision e al più grande MCU. Sarebbe più scioccante se
queste due realtà non fossero legate insieme.
Magik
The New Mutants è
stato ripetutamente posticipato, al punto che quando è stato
finalmente rilasciato, non avrebbe mai potuto essere davvero
all’altezza del clamore che aveva inizialmente generato. Uno dei
pezzi forti del film è stato il debutto sul grande schermo di
Magik.
Con Anya Taylor-Joy in definitiva
ascesa grazie alla sua interpretazione ne La regina degli
scacchi, sarebbe forse una buona inclusione per il MCU. Inoltre, i magici parallelismi
tra Magik e Wanda creerebbero un conflitto interessante se le due
si trovassero faccia a faccia.