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L’Uno: recensione del film di Paolo Carenzo

L’Uno: recensione del film di Paolo Carenzo

Si apre comunicando una serie di misure straordinarie il film L’Uno, diretto da Paolo Carenzo, Alessandro Antonacci, Stefano Mandalà e Daniel Lascar. Queste prevedono un coprifuoco generalizzato a partire dal tardo pomeriggio e il divieto di dar vita ad assembramenti anche all’interno delle proprie abitazioni. Tutto ciò perché nella storia raccontata c’è una minaccia, di origine ignota e che potrebbe colpire tutti senza distinzioni. Un contesto simile, anche solo un anno fa, sarebbe potuto essere quello di un film di fantascienza. Oggi, invece, quella presente nel film è una vicenda che trova un riscontro fin troppo simile all’attuale contesto mondiale, dove la pandemia di Covid-19 è una realtà consolidata. Ed è necessariamente in rapporto a questo che il film va considerato, essendo un brillante esempio di come il cinema può metaforicamente trattare tale virus senza parlarne esplicitamente.

La vicenda de L’Uno ha per protagonista non un virus, bensì un oggetto volante non identificato. Da quattro mesi questo è presente nel cielo, ma lì è rimasto, immobile, silenzioso. Una presenza indesiderata che influisce molto più di quel che potrebbe sembrare sulle vite di tutti, e in particolare di sei personaggi. Questi sono Marta (Elena Cascino), Tommaso (Matteo Sintucci), Giulio (Stefano Accomo), Claire (Anna Canale), Cecilia (Alice Piano) e Marco (Carlo Alberto Cravino). Questi si ritrovano a casa dei primi due per trascorrere insieme la notte di Capodanno. Costretti a rimanere chiusi qui, senza possibilità di contatti con l’esterno, i sei ragazzi dovranno necessariamente fare i conti con sé stessi, con chi li circonda, con i propri ricordi e i propri rimorsi. È forse questa la minaccia più grande portata dall’Uno, mettere ognuno dinanzi alla propria realtà dei fatti?

Fare i conti con sé stessi

Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale della compagnia ContraSto, il film L’uno diventa disponibile agli spettatori nel momento più ideale. Dal 23 novembre questo è infatti noleggiabile sulla piattaforma Chili, in attesa di una futura distribuzione in sala. Aspettare oltre poteva infatti rischiare di far passare il momento giusto, che invece andava colto data l’involontaria attualità di quanto narrato. E quella qui raccontata appare come una storia ora particolarmente scottante, che sottolinea una volta di più il bisogno in questo momento di “stop” di dar vita a riflessioni sul proprio Io e sul proprio rapporto con il mondo. Tematiche più spaventose di quello che potrebbero apparire, ma che proprio per questo è necessario affrontare.

Chiusi dentro casa, senza possibilità di grande socialità, si è costretti a fare i conti con sé stessi, lasciando cadere tutte le maschere che quotidianamente si indossano. Se il palcoscenico di un teatro è il luogo ideale per questa storia dall’unico ambiente, ancor di più sembra esserlo il cinema. Tramite il mezzo della finzione per eccellenza si può così giocare nel dar vita a quei contrasti e quegli elementi che comunicano il non detto dei personaggi. Attraverso i colori e le luci, in particolare, si evidenza l’instabilità dei personaggi che fingono sicurezza, e il loro grande bisogno di affetto pur negandolo.

L’Uno appare dunque null’altro se non il pretesto per costringere i personaggi in un non-luogo che diventa via via più claustrofobico, straniante. Qui, lentamente, ciò che si sospetta finisce con il venire allo scoperto. L’idealizzazione di sé stessi lascia spazio ad un’umanità in cui è possibile immedesimarsi, con i personaggi che svelano fragilità, paure, vizi e virtù. Con il minimo, il film riesce così a far compiere un percorso avvincente, divertente, commovente e inquietante. Perché nel momento in cui ci si svela, occorre poi necessariamente fare i conti con la realtà. Un dettaglio a cui i personaggi forse non sono pronti, e forse non lo siamo neanche noi.

L'Uno Recensione

Tra cinema e teatro

Nel raccontare tutto ciò, i registi e gli attori decidono di avvalersi delle possibilità offerte dal mezzo cinematografico, senza però rinunciare all’impostazione teatrale. Come già accaduto per Favola con Filippo Timi, infatti, la regia mira a rimanere distante, quasi riproducendo la separazione che c’è tra il palcoscenico e la platea. Tale scelta potrebbe facilmente risultare sgradita a primo impatto, ma con un po’ di abitudine si rivela invece funzionale al racconto. Allo stesso modo la recitazione degli attori rimanere di stampo teatrale, ben diversa da quella cinematografica, creando un cortocircuito che in questo caso non sempre convince, pur considerando la grande bravura degli interpreti.

Ed è proprio merito alla loro chimica in scena che L’Uno riesce, nonostante i propri limiti, a risultare particolarmente coinvolgente. La staticità data dall’impostazione teatrale viene infatti quasi a passare in secondo piano grazie alla dinamicità offerta dagli attori e dal loro muoversi e agitarsi nello spazio. L’esperimento appare dunque riuscito, e ciò che lo spettatore di oggi ne ottiene è un’opera che riesce ad inserirsi perfettamente nel suo contesto storico. Questo avviene probabilmente anche perché le tematiche trattate non erano a noi poi totalmente estranee, ma anzi si agitavano nell’aria già da un po’.

Diego Armando Maradona è morto: ecco il cinema che lo ha raccontato

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Si è spento a 60 anni Diego Armando Maradona. Campione della nazionale di calcio dell’Argentina e amatissimo e in Italia, a Napoli, dove ha militato conquistando due scudetti, il calciatore è stato una di quelle figure larger than life, che il cinema stesso ha celebrato più volte.

Amando a Maradona

Amando a Maradona è un film documentario del 2005 diretto da Javier Vázquez. Il film è uscito in Argentina il 22 dicembre 2005 e nel 2006 (in date diverse) nel resto del mondo.

Maradona – La Mano de Dios

Maradona – La mano de Dios è un film del 2007 diretto da Marco Risi, incentrato sulla vita del calciatore argentino Diego Armando Maradona. Questo film è riconosciuto come d’interesse culturale nazionale dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo italiano, in base alla delibera ministeriale del 26 settembre 2005.

Maradona di Kusturica

Maradona di Kusturica (Maradona by Kusturica) è un film documentario del 2008 diretto da Emir Kusturica, presentato il 20 maggio 2008 fuori concorso al 61º Festival di Cannes. Originariamente il titolo avrebbe dovuto essere Maradona – El pibe de oro. Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 30 maggio 2008.

Maradonapoli

Il film documentario del 2017 è diretto da Alessio Maria Federici e, forse più di ogni altro, racconta il mito di Maradona con gli occhi degli italiani che lo hanno amato di più.

Diego Maradona

Diego Maradona è un documentario del 2019 diretto da Asif Kapadia, che narra le vicende del celebre calciatore Diego Armando Maradona nei suoi anni al Napoli.

È stata la mano di Dio

Si tratta del progetto di Paolo Sorrentino le cui riprese si sono appena concluse. Si tratterà di “un film intimo e personale, un romanzo di formazione allegro e doloroso” con sullo sfondo la permanenza di Maradona al Napoli. Lo vedremo su Netflix.

Toni Servillo e Silvio Orlando nella prima foto del nuovo film di Leonardo Di Costanzo

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La prima immagine di scena del terzo film di Leonardo Di Costanzo  – titolo ancora in definizione – ha come protagonisti Toni Servillo Silvio Orlando ritratti dal fotografo di scena Gianni Fiorito.

È la prima volta insieme su un set per i due grandi attori, attualmente impegnati nelle riprese, che si stanno svolgendo in Sardegna nell’ex carcere di Sassari, incombente sfondo del film che narra le vicende di alcuni agenti e pochi detenuti, gli ultimi rimasti di un carcere in dismissione, che aspettano di essere trasferiti. A poco a poco, le regole, scritte e non, sembrano avere sempre meno senso, e quella degli uomini in attesa diventa una nuova, fragile, comunità.

Il film è prodotto da tempesta / Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema in coproduzione con Amka Film Productions (CH), RSI Radiotelevisione Svizzera / SRG SSR, con il sostegno del MIBACT DG cinema, dell’Ufficio federale della cultura (UFC) di Eurimages e il sostegno della Sardegna FIlm Commission. Sarà distribuito in Italia e all’estero da Vision Distribution (crediti non contrattuali) Sul set del film, tempesta, sta adottando EcoMuvi, l’unico disciplinare europeo di sostenibilità ambientale interamente certificabile per la produzione audiovisiva.

Rakuten TV: tutte le novità di dicembre 2020

Rakuten TV: tutte le novità di dicembre 2020

È tempo di feste su Rakuten TV che a dicembre ha preparato sorprese di ogni genere per far felice tutto il suo pubblico, tra attesi successi cinematografici e intriganti nuove serie tv. A partire dal 15 dicembre sarà disponibile sulla piattaforma, anche nella versione 4K HDR la pellicola al cardiopalma Tenet, ultimo successo del regista Christopher Nolan. Dallo studio Disney Pixar arriva l’ultimo successo Onward. Ambientato in un mondo popolato di creature fantasy dove però la magia non è più di uso comune, la pellicola è un’esperienza magica da vivere sotto le Feste insieme a tutta la famiglia. Il film è disponibile su Rakuten TV in 4K HDR. Ma non finisce qui: dopo il clamoroso successo al botteghino di After, ecco approdare su Rakuten TV il sequel After 2 che ha incassato 4.2 milioni di euro nelle sue 7 settimane di programmazione e 2.2 milioni di euro solo nel primo weekend.

A partire dal 4 Dicembre, e in offerta esclusiva dal 4 all’8, arriva su Rakuten TV anche The Gentlemen, ultimo film diretto da Guy Ritchie, che con le sue sequenze d’azione adrenaliniche è pronto a gettare il pubblico tra narcotrafficanti, imperi del crimine, miliardari e gangster. In arrivo anche il film Marvel The New Mutants, primo film del genere supereroistico dalle tinte più horror. Dal regista Claudio Noce, arriva su Rakuten TV anche Padrenostro. Il film, ambientato in una Roma “sospesa” del 1976, nel pieno del periodo degli anni di piombo, ha visto Pierfrancesco Favino vincere, grazie alla sua straordinaria interpretazione, la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla 75ma edizione della Mostra internazionale del cinema di Venezia. E ancora ecco il 24 Dicembre Dreambuilders la fabbrica dei sogni, film d’animazione perfetto proprio per le atmosfere natalizie.

La galleria dei cuori infranti, racconta invece l’idea di una giovane ragazza che, dopo la fine della sua ultima relazione, decide di aprire una galleria dove le persone possono lasciare piccoli ricordi delle loro storie passate. A dicembre approderanno su Rakuten TV anche Balto e Togo – La leggenda, che narra sotto una nuova luce la famosa storia dei due husky che hanno attraversato l’Alaska per consegnare una preziosa medicina, e Notturno, documentario del regista di Fuocammare Gianfranco Rosi, girato nelle zone calde di Siria, Libano e Iran e scelto dall’Anica per rappresentare l’Italia nella categoria che premia il Miglior Film Internazionale alla 93esima edizione degli Academy Awards.

STARZPLAY

Arriva su Starzplay – disponibile in SVOD su Rakuten TV – una delle serie TV più attese dell’ultimo periodo: No Man’s Land. Il racconto unisce thriller e spionaggio per trascinare lo spettatore negli aspetti meno conosciuti della guerra civile siriana. Qui Antoine, interpretato da Felix Moati, partirà alla ricerca di sua sorella, data per morta, per poi venire coinvolto tra le fila dei guerriglieri curdi..

AVOD

Grandi novità anche nella sezione FREE di Rakuten TV, che continua ad ampliare il suo catalogo con molti contenuti di intrattenimento gratuiti e grandi classici del cinema contemporaneo. Questo mese da segnalare in particolare due film con il grandissimo genio della commedia Will Ferrell: il cult Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy, che racconta in maniera inedita e irriverente il mondo del giornalismo con l’attore nei panni dell’iconico presentatore dalla giacca bordeaux Ron Burgundy; e Blades of Glory, un ritratto del pattinaggio su ghiaccio maschile pieno di gag demenziali e irresistibili. Ma le novità sono molte altre.

PROMO

Sul fronte delle promozioni, da segnalare alcune novità perfette per passare il Natale con i propri film preferiti. Dal 7 dicembre al 3 gennaio ecco la Disney Winter Promo, che porta sulla piattaforma tantissimi film Disney, tra novità e grandi classici, per godersi l’atmosfera natalizia in famiglia con tanti titoli come Frozen 2, Il Re Leone, A Christmas Carol, Aladdin e molti altri. Dal 4 al 28 dicembre, invece, ecco arrivare la Winter Promo, una speciale offerta di film da vedere con tutta la famiglia: tra grandi classici e uscite recenti, i titoli perfetti per accendere la magia delle Feste sono tantissimi, da Paddington 2 a 10 giorni senza mamma, ma anche Alio – Un’avventura tra i ghiacciTi presento SofiaLa banda dei Babbi Natale e molti altri.

After 2 in esclusiva su Prime Video

After 2 in esclusiva su Prime Video

Amazon Prime Video ha annunciato oggi che l’attesa storia d’amore young-adult After 2 con Josephine Langford, Hero Fiennes-Tiffin e Dylan Sprouse sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in Italia, Francia, Regno Unito e Spagna. After 2 arriva su Prime Video poche settimane dopo la sua uscita nei cinema in Italia, Regno Unito e Spagna e in anteprima assoluta in Francia. I clienti Prime in Italia, Francia e Regno Unito potranno vedere il film dal 22 dicembre, mentre in Spagna sarà disponibile dal primo gennaio.

After 2 è l’adattamento del romanzo bestseller Un cuore in mille pezzi. After: 2, sequel a sua volta del caso editoriale After. La serie ‘After’ è composta da cinque libri. A seguito del successo del primo film After, arrivato al primo posto del box office in 17 paesi, e sollecitati dai ferventi “Afternators” che attendevano nuovi film della serie, i produttori si sono messi subito al lavoro su After 2, questa volta con l’autrice dei libri Anna Todd, affiancata da Mario Celaya in questo suo esordio come sceneggiatrice.

La storia segue Hardin Scott (Hero Fiennes-Tiffin) e Tessa Young (, Hero Fiennes-Tiffin e Dylan Sprouse sarà disponibile in esclusi) alle prese con le conseguenze della fine del loro rapporto. Mentre Hardin cade nella trappola di alcune cattive abitudini, Tessa, armata di una rinnovata autostima, riesce ad avere lo stage dei suoi sogni presso la casa editrice Vance. Alla Vance cattura l’attenzione del suo affascinante nuovo collega Trevor (Dylan Spouse),  esattamente il tipo di ragazzo che fa per lei. È intelligente, simpatico, carino e responsabile, ma Tessa non riesce a togliersi Hardin dalla testa. Dopo tutto è lui l’amore della sua vita. Anche con tutte le loro incomprensioni e difficoltà, Tessa non può reprimere la spinta che sente verso Hardin. Le piacerebbe uscire da quella situazione, ma non è così semplice. Attraverso i momenti felici e quelli più duri, i litigi e le rappacificazioni, Hardin e Tessa lotteranno per stare insieme, anche se l’universo dovesse mettersi contro di loro.

“Siamo entusiasti di portare agli Afternators questo attesissimo nuovo film dalla serie ‘After’,” ha commentato Chris Bird, Head of Content for Europe, Amazon Prime Video. “È una grande opportunità per i clienti Prime in Italia, Spagna, Francia e Regno Unito per scoprire il secondo film di questo fenomeno young-adult globale.”

After 2 vede protagonisti Josephine Langford, Hero Fiennes Tiffin e Dylan Sprouse. Con loro nel cast anche Shane Paul McGhie, Candice King, Charlie Weber, Khadijha Red Thunder, Inanna Sarkis, Pia Mia, Samuel Larsen, Louise Lombard, Rob Estes, Dylan Arnold, Selma Blair e Karimah Westbrook. Il film è diretto da Roger Kumble e prodotto da Nicolas Chartier, Eric Lehrman, Andrew Panay, Jennifer Gibgot, Anna Todd, Aron Levitz, Courtney Solomon, Mark Canton e Brian Pitt. L’executive producer è Jonathan Deckter. 

After 2 si unisce alle migliaia di serie e film già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui il documentario FERRO e lo show Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, entrambi Amazon Original  di produzione italiana,  le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi come Borat – seguito di film cinema, Jack Ryan di Tom ClancyGuava Island di Donald Glover, Troop Zero, The BoysHomecoming, tutti disponibili in più di 240 paesi nel mondo senza costi aggiuntivi per i membri Prime, che possono godere anche della consegna il giorno successivo, di musica in streaming e molto altro. Altre serie Amazon Original italiane annunciate e in produzione sono Bang Bang Baby,Vita da CarloDinner ClubEverybody Loves Diamonds, LOL: Chi ride è fuori e la seconda stagione di Celebrity Hunted – Caccia all’uomo.

Maradona: le verità nascoste questa sera su SKY

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Maradona: le verità nascoste questa sera su SKY

Nel giorno della sua scomparsa, National Geographic propone  la storia di Diego Armando Maradona, il più grande giocatore di calcio di tutti tempi. Un’icona mondiale riconosciuta non solo per il suo talento con il pallone ma anche per il carattere diretto, arrogante, poco avvezzo alle regole. Un uomo dotato di un talento divino che spesso, però, si è trovato a vivere in suo personale inferno. Maradona: le verità nascoste sarà in onda su National Geographic (Sky, 403) questa sera, mercoledì 25 novembre, alle 20:55 (e in replica giovedì 26 alle 22.55 e venerdì 27 alle 21.55). Un viaggio tra le pieghe più controverse del Diez, un percorso che racconta l’animo più oscuro di Maradona.

Lo speciale ricostruisce gli anni di carriera più controversi e affascinanti di Diego Armando Maradona attraverso le parole di chi gli è stato vicino e lo ha conosciuto in prima persona.

A raccontare le sua storia, tra gli altri, l’amico Ciro Ferrara, il figlio Diego Armando Sinagra, l’eterno nemico, Joseph Sepp Blatter, l’ex compagno di squadra Abel Balbo, il fisioterapista “amuleto” Salvatore Carmando, e il suo personal trainer e motivatore Fernando Signorini che lo ha allenato è sostenuto durante quasi tutta la sua carriera.

Maradona: le verità nascoste è prodotto da Stand By Me per National Geographic.

LE TESTIMONIANZE

Ciro Ferrara

Napoletano, eredita da Maradona la fascia di capitano.

Solo per lui, nel 2004, Maradona rompe l’esilio tornando a Napoli dopo oltre dieci anni: Ciro sta per appendere gli scarpini al chiodo e lo vuole per la sua partita di addio al calcio.

Ferrara racconta il Maradona compagno di spogliatoio, il Maradona che torna di notte e sveglia tutto il palazzo ma anche il Diego capace di gesti d’amicizia incredibili e affetto incondizionato.

Dice di Maradona:

Giochi a calcio, ti diverti ma le tensioni sono sempre tante e Diego riusciva sempre a stemperarle con qualche battuta “non preoccuparti Ciro, tu fai il tuo. Dai la palla a me e poi ci penso io” diceva.

Abel Balbo

Calciatore della nazionale argentina 1990-1994

Dopo l’amara delusione di Italia ‘90, Abel Balbo fatica a trovare spazio nella Seleccion argentina. E’ il 1994 e la squadra rischia un’incredibile eliminazione nelle qualificazioni al mondiale. Balbo e Maradona, rientrato in forma dopo la squalifica per droga, vengono richiamati a furor di popolo per lo spareggio contro l’Australia. È proprio uno scambio Balbo – Maradona, con assist del Diez e gol del centravanti, a portare la nazionale argentina al Mondiale.

Ma dopo il famoso gol di Maradona alla Grecia con esultanza davanti alla telecamera, la competizione si chiude per l’Argentina con la squalifica di Maradona e l’eliminazione per mano della Romania agli ottavi.

Dice di Maradona

Ogni volta che Diego arrivava in Nazionale, in qualsiasi momento, era sempre il leader. Arrivava nello spogliatoio prima della partita e l’atmosfera cambiava, perché Diego era una persona che influenzava tutti, i suoi compagni di squadra, gli arbitri, condizionava anche gli avversari.

Joseph Blatter

Presidente della Fifa 1998 – 2015

Dal Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici del 1972 e 1976 all’ingresso nella FIFA, Joseph Blatter è una delle menti dietro l’esplosione mediatica e monetaria del calcio mondiale.

Blatter interviene in favore di Maradona nel 1992, quando l’argentino non riesce a trovare un accordo con il Napoli per sciogliere il contratto che lo lega ancora alla società di Corrado Ferlaino.

È lui a spingere per portare Maradona ai mondiali del 1994, ed è sempre lui a prendere la decisione di squalificare El Diez dopo i risultati dell’antidoping.

Dice di Maradona

E’ stato una star per i giovani che ballavano, bevevano e…[fa un gesto per indicare chi fa uso di cocaina ndr] Forse un po’ era una stella, una primadonna.

Corrado Ferlaino

Presidente del Napoli Calcio 1969-2000

Tra conti correnti senza copertura, contratti depositati per finta, voli privati e mille rilanci, Ferlaino è l’ideatore e il trionfatore assoluto dell’Operazione San Gennaro che, nel 1983, porta a Napoli il più forte calciatore del mondo. E’ lui a dover gestire la “bomba” Maradona tra eccessi e colpi da maestro, fino ai giorni della squalifica per doping e il divorzio dal club.

Dice di Maradona:

E’ stato un genio del calcio e come tutti i geni era sregolato. Quando era al Barcellona viveva con molti argentini, la sera uscivano, andavano nei locali e si azzuffavano.

In campo insegnava calcio. Era uno spettacolo

Diego Armando Sinagra

All’alba del 20 settembre 1986, una ragazza di nome Cristina Sinagra dà alla luce un bambino, lo registra col nome di Diego e indica come padre Diego Armando Maradona.

El Diez, in procinto di sposarsi con Claudia Villafane, si rifiuta di riconoscere il bambino. Per anni Diego jr tenta invano di stabilire un contatto con Maradona fino ad una mattina di maggio quando, a 17 anni, scopre che suo padre si trova in Italia. Si precipita a Fiuggi e, senza farsi riconoscere, si intrufola sul campo dove El Diez sta giocando a golf. All’inzio Maradona lo fa cacciare dai bodyguard, ma quando si accorge che si tratta del figlio che non ha mai visto, lo fa richiamare.

Dice di Maradona:

A volte mi fermo e penso: sono il figlio di Diego Armando Maradona, del più grande giocatore del mondo e di una persona che nessuno dimenticherà mai.

Fernando Signorini

Preparatore atletico personale di Maradona 1983-1994

Conosce Maradona nel 1983 a Barcellona. Da allora diventa il suo preparatore personale e studia per lui un allenamento personalizzato, che lo aiuti a “restare in forma senza annoiarlo”.

È lui che deve occuparsi del fisico del campione martoriato dai colpi dei difensori e rimetterlo in piedi dopo le notti brave.

Dice di Maradona

Tutto quello che voleva era giocare a calcio, divertirsi e farlo nella maniera migliore. Diego era solo un ragazzo di Villa Fiorito, un ragazzo meraviglioso. Dopodiché Maradona fu solo il prodotto che dovette inventarsi per essere all’altezza di ciò che desiderava da sé stesso. 

Pedro Pablo Pasculli

Calciatore della nazionale argentina 1984 – 1987

Ex calciatore argentino, ha militato in Italia con il Lecce ed è diventato campione del mondo nel 1986.

Conosce Maradona da giovanissimo, quando i due si impongono come veloce coppia gol dell’Argentinos Junior: Diego inventa e Pasculli finalizza. Si ritrovano nel 1984 quando Diego è a Napoli e Pasculli gioca nel Lecce. Si sentono spesso, e passano insieme le lunghe trasvolate intercontinentali per rispondere alle convocazioni della Nazionale

Dice di Maradona

Semplicemente amava il calcio, come lo amavamo noi. Nel suo quartiere, Villa Fiorito, la gente lo conosceva. Lo chiamavano Pelusa. Gli tiravano una palla e lui si metteva a giocare con gli altri bambini per strada.

Domenico “Mimmo” Carratelli

Ha collaborato con Roma, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport-Stadio, Il Mattino, di cui è stato responsabile della sezione sportiva, nonché del Guerin Sportivo, di cui è stato vicedirettore. Ha scritto il libro “Caro Diego…”.

Dice di Maradona:

Credo che Diego Armando Maradona sia stato uno dei 3 personaggi di fine ‘900: Kennedy, Papa Wojtyla e Diego Armando Maradona. 

Salvatore Carmando

Massaggiatore del Napoli Calcio

Salernitano, fisioterapista figlio d’arte, approda al Napoli nel 1976 dove per oltre trent’anni cura i muscoli della prima squadra.

Negli anni ‘80 diventa amico e “porta-fortuna” di Maradona che prima di ogni partita, gli bacia la fronte in un gesto tra l’affettuoso e lo scaramantico.

Maradona si fida solo di lui, dalla prima volta in cui il massaggiatore ha messo le mani sui suoi muscoli, Diego lo vuole sempre con sé.

Il rapporto tra i due è talmente stretto che Carmando è uno dei pochi che, nel ritiro di USA ’94, ha accesso nella stanza di Maradona dopo la conferma della positività all’antidoping.

Dice di Maradona

Tutti i ragazzi gli volevano bene. Lo ascoltavano ma anche lui li ascoltava loro, chiedeva la loro opinione.

MCU, Fase 4: 10 modi in cui gli eroi principali potrebbero “migliorare”

Ci sono diversi nuovi eroi davvero eccitanti che si uniranno al MCU nella Fase 4, dagli Eterni a Moon Knight, fino ad arrivare a Shang-Chi. Tuttavia, anche molti degli eroi che abbiamo imparato a conoscere e ad amare torneranno per i vari sequel destinati al grande schermo e per i vari progetti destinati a Disney+. Naturalmente, è molto interessante vedere dove la storia porterà questi personaggi. Con Avengers: Endgame che ha chiuso ufficialmente la Saga dell’Infinito, la Fase 4 sarà molto importante per stabilire il futuro del MCU. Ciò significa – come sottolineato da Screen Rant – che i principali eroi dell’universo avranno un’opportunità unica per migliorare in futuro…

Hulk – Lasciar vincere Banner

Sebbene il personaggio non abbia più avuto alcun film in solitaria dal 2008, Hulk è rimasto uno dei personaggi più popolari del MCU. Ha attraversato un arco narrativo molto interessante nel corso della Fase 3, quando Bruce Banner e Hulk litigavano su chi fosse veramente al comando.

Avengers: Endgame sembrava aver stabilito una sorta di tregua tra i due personaggi grazie all’introduzione di Smart Hulk. Tuttavia, sarebbe bello vedere finalmente Banner avere la possibilità di vivere una vita normale. È l’unico eroe i cui poteri sono stati una maledizione, quindi vederlo trovare una cura sarebbe davvero una vittoria per lui.

Ant-Man – Un’avventura più “grande”

Ant-Man è uno degli eroi più piccoli del MCU, sia in termini di dimensioni che in termini di avventure. Le sue avventure da solista, insieme a The Wasp, hanno sempre rappresentato un bel cambio di ritmo rispetto alle epopee gigantesche del passato. Ma ora sembra il momento giusto per consentire ad Ant-Man di passare al livello successivo.

Sappiamo che Kang il Conquistatore sarà in Ant-Man 3. Un cattivo così grande potrebbe consentire ad Ant-Man di uscire dal suo status di eroe di serie B e mostrare al mondo che è un vero Vendicatore.

Stard Lord – Affrontare i propri errori

I film dei Guardiani della Galassia hanno sempre riguardato la squadra, anche se Star-Lord è sempre stato la star. Sebbene sia un eroe divertente e spesso impertinente, riesce anche ad essere pericolosamente arrogante. Molti fan imputano ancora al suo errore in Avengers: Infinity War la causa della vittoria di Thanos.

Anche se il terzo film della serie metterà fine a questa versione della squadra così come abbiamo imparato a conoscerla, Star-Lord dovrebbe affrontare le conseguenze delle sue azioni. Forse quell’errore colossale gli avrà permesso di maturare in modo significativo…

Spider-Man – Nessun mentore

La relazione tra Peter Parker e Tony Stark è stata una delle cose più commoventi del MCU. Tony è stato un mentore per Peter sin dall’inizio e la sua morte è stata devastante per il giovane arrampicamuri.

In Spider-Man: Far From Home, Mysterio è intervenuto per ricoprire il ruolo di mentore e Doctor Strange sembra farà lo stesso nel terzo sequel. Nonostante sia un giovane eroe, Spider-Man ha bisogno di essere in grado di stare da solo e di prendere decisione da eroe in completa autonomia prima che il suo viaggio nel MCU finisca.

Occhio di Falco – Una degna conclusione

Occhio di Falco non ha mai goduto di grande stima tra i fan, in quanto può essere difficile concepire un ragazzo che utilizza le frecce “utile” come gli altri Vendicatori. Anche se non ha mai avuto il suo film in solitaria, sarà comunque protagonista di una serie Disney+ che pare ruoterà attorno all’addestramento di Kate Bishop come nuovo Occhio di Falco.

Il MCU ha provato a reinventare Occhio di Falco più volte, ma sembra che sia ora di lasciare che la storia dell’eroe finisca. La serie può consentire a qualcun altro di portare avanti l’eredità di Occhio di Falco e consentirgli di ritirarsi per diventare il padre di famiglia che dovrebbe essere. Sarebbe anche importante farlo affrontare, e forse cercare di fargli espiare, alcune delle decisioni più difficili e anche controverse che ha preso durante il suo periodo di lutto.

Scarlet Witch – Renderla una minaccia

Dopo aver affrontato Thanos in Avengers: Endgame e averlo quasi ucciso, sembra che Scarlet Witch si sia ufficialmente imposta come uno degli eroi più potenti del MCU. La vedremo prossimamente nell’intrigante serie Disney+ WandaVision, prima di unirsi a Stephen Strange nell’attesissimo sequel Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Nei fumetti, Scarlet Witch è davvero molto potente e talvolta quel potere riesce anche a sfuggire al suo controllo. Sarebbe interessante se la vera minaccia nel sequel di Doctor Strange fosse proprio Wanda e Stephen Strange si trovasse a dover impedire ai suoi poteri di distruggere tutto.

Thor – Non ignorare il suo trauma

Uno degli aspetti più interessanti di Avengers: Endgame è stata la sconvolgente trasformazione di Thor. Dopo aver fallito nell’uccidere Thanos e aver perso la maggior parte del suo popolo, Thor subisce un crollo e si allontana dall’eroe che tutti conoscevamo.

Sebbene la versione di Taika Waititi di Thor sia molto comica, sarebbe bello vederlo continuare ad esplorare l’incredibile trauma che il Dio del Tuono ha vissuto e come continua a far fronte al suo stato mentale.

Captain Marvel – Mostrare le sue debolezze

Quando Captain Marvel è stata introdotta grazie al suo film in solitaria, è diventato chiaro che sarebbe stata una risorsa nella lotta contro Thanos. Una volta scoperti i suoi veri poteri, è diventata un essere onnipotente che poteva affrontare chiunque.

Anche se questo ha dato vita ad un emozionante terzo atto nel suo primo standalone, sarebbe molto meno interessante vedere un supereroe totalmente divino per un intero film. Captain Marvel 2 dovrebbe perciò mostrare come il personaggio può essere sconfitto e spiegare cosa la rende vulnerabile. Sarà molto più divertente, in questo caso, fare il tifo per lei…

Doctor Strange – Il suo dilemma come eroe

Anche se il primo film da solista di Doctor Strange è stato eccitante, il personaggio è diventato molto più interessante in Avengers: Infinity War ed Avengers: Endgame. Non solo abbiamo visto molti dei suoi poteri come stregone, ma quei film hanno anche introdotto il suo interessante dilemma come eroe.

Strange spiega a Tony che è responsabile del salvataggio della realtà, il che significa che se ha bisogno di sacrificare una vita, lo farà. Alla fine, Strange è disposto a condurre Tony alla verso la sua inevitabile morte, perché sa che garantirà la vittoria. Questo è un approccio affascinante ad un supereroe e sarebbe bello vederlo lottare con questa responsabilità.

Vedova Nera – Dare un significato alla sua morte

Dopo essere stata introdotta nella Fase 1 ed essere diventata un membro iconico dei sei originali Avengers, Vedova Nera avrà finalmente il suo film in solitaria. Dato che è morta in Avengers: Endgame, Black Widow sarà un prequel ambientato prima di Avengers: Infinity War.

Dal momento che molti fan hanno ritenuto che la sua morte in Avengers: Endgame non fosse il finale che il personaggio meritava, si spera che lo standalone aiuterà a ricontestualizzare quel momento. Si spera che i fan possano capire meglio il suo personaggio, il suo passato e perché quel sacrificio era così importante per lei.

Intesa Sanpaolo al fianco del Torino Film Festival

Intesa Sanpaolo al fianco del Torino Film Festival

Intesa Sanpaolo rinnova la collaborazione con il Torino Film Festival come Main Sponsor dell’edizione numero 38 e conferma il proprio sostegno al settore dello spettacolo in un anno in cui il mondo della cultura, del cinema e delle arti creative sono stati particolarmente colpiti. Con 143 film, dei quali 74 lungometraggi, 15 mediometraggi e 54 corti, il @torinofilmfestival 2020 si svolge interamente in streaming sulla piattaforma MYmovies fino a domenica 28 novembre.

La manifestazione di quest’anno, interamente online, dà spazio al cinema femminile.

Con 143 film, dei quali 74 lungometraggi, 15 mediometraggi, 54 corti, dal 20 al 28 novembre si tiene la 38esima edizione del Torino Film Festival. La manifestazione – che vede Intesa Sanpaolo nel ruolo di Main Sponsor e di presenting partner della serata inaugurale – quest’anno è interamente in streaming sulla piattaforma di MYmovies e riserva un’attenzione particolare alla parità di genere.

Il festival, che ha una giuria tutta al femminile, si apre con il film “Sin Señas Particulares” opera prima della regista messicana Fernanda Valadez che ha come protagonista una donna e che è stata girata con una troupe femminile. Inoltre, nel selezionare i film del concorso Torino38, la principale sezione competitiva del festival dedicata ai lungometraggi internazionali, si è prestata particolare attenzione alla politica del “50/50 by 2020” lanciata dal Toronto Film Festival. Per la prima volta viene infatti riservato uno spazio equo alle produzioni realizzate da registe donne e a quelle realizzate da registi uomini. Allo stesso modo, la nuova sezione competitiva Torino 38 Corti presenta 12 cortometraggi, 6 dei quali realizzati da registe.

Helmut Newton: The Bad and The Beautiful, la recensione #TFF38

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Helmut Newton: The Bad and The Beautiful, la recensione #TFF38

Dopo il passaggio al Tribeca Film Festival e quello al 38° Festival di Torino (nella selezione Fuori Concorso), Helmut Newton: The Bad and The Beautiful dovrebbe arrivare anche nelle sale italiane, grazie a Movies Inspired, non appena sarà possibile far piani a lungo termine in merito alle uscite al cinema.

Il film documentario, diretto da Gero von Boehm, è meglio definibile come una lettera d’amore che il mondo dell’arte, della moda e del cinema, attraverso alcune delle sue rappresentanti che hanno lavorato con Newton, scrive al fotografo tedesco, vera e propria icona della fotografia, che ha contribuito a forgiare un immaginario e un modo di raccontare società e costumi attraverso il corpo stesso della donna.

Proprio attraverso il corpo della donna, sempre bellissima e statuaria, Newton ha esplorato la sua idea di racconto, tenendosi sempre lontano, a suo dire, da arte e buon gusto, due parole che, nella fotografia, “sono brutte”. Operando in tutto il mondo, dall’Australia a Singapore, passando per Los Angeles, dove è morto in un tragico incidente d’auto nel 2004, partendo dall’Europa, dov’è nato e cresciuto, vivendo un momento storico della Germania che lo ha forgiato molto più profondamente di quanto lui stesso fosse disposto ad ammettere.

L’uomo delle contraddizioni

Helmut Newton è l’uomo delle contraddizioni, cresciuto nella liberale Repubblica di Weimar, da adolescente si trova a fare i conti con l’ascesa di Hitler e il cambiamento radicale della sua condizione di ebreo a Berlino. Nonostante questo, conserverà sempre una grande ammirazione e fascinazione per il lavoro di Leni Riefenstahl, la regista del regime. Fuggito da Berlino per rimanere in vita, amava tornarci, nonostante per lui rappresentasse il simbolo di una vita nel posto in cui si è nati negata dalla Storia.

Questa contraddizione si riverbera in ogni suo scatto, le sue foto sono attraenti e respingenti, sensuali e fastidiose, le sue donne appaiono potenti e vittimizzate. Nulla, nella fotografia di Helmut Newton, è banale e tutto è frutto di un’immagine che era già presente nella testa del fotografo e che viene stimolata e tirata fuori da un contesto, un corpo, un momento preciso del suo processo creativo.

Helmut Newton: The Bad and The Beautiful recensioneHelmut Newton e le donne

Helmut Newton: The Bad and The Beautiful è un racconto del fotografo attraverso filmati casalinghi, interviste a lui e alla moglie, Newton June (alias la fotografa Alice Springs), ma soprattutto alle donne che lui ha fotografato e raccontato attraverso la sua lente. Grace Jones, Charlotte Rampling, Isabella Rossellini, Anna Wintour, Claudia Schiffer, Marianne Faithfull, Hanna Schygulla, Nadja Auermann e la moglie stessa sono la voce di questo documentario. Nel film è presente anche un acuto scambio con Susan Sontag, che lo definisce misogino, proprio per come sembra rendere oggetti sessuali le sue donne.

Tuttavia, ognuna delle donne intervistate che hanno lavorato con lui a diversi livelli, hanno parlato di quanto fosse bello, sicuro, divertente posare per Helmut, Rossellini parla di ironia, Schiffer di trasformazione, Jones di potere del quale si sente investita a posare per lui.

Insomma, sembra chiaro che, per quanto le critiche del tempo siano state ingenerose con lui e con il suo senso trasgressivo per l’immagine, è altrettanto chiaro che nella sua bolla professionale, Helmut Newton era un uomo che trattava le sue donne come oggetto di studio, di indagine. Per quanto si ostinasse a guardarne solo l’aspetto esteriore e le misure delle modelle che avrebbe scelto, riusciva poi a raccontarle sempre in una maniera profonda, introspettiva, a volte dolorosamente onesta.

Emblematico è infatti il suo primo incontro con Grace Jones; la cantante racconta che dopo il primo provino, lui la mandò via perché aveva il seno troppo piccolo per il suo standard, ma poi la chiamò, ricordandosi solo dopo che l’aveva mandata via per il seno piccolo. E andò così per tre o quattro volte, fino a che fu chiaro che Newton voleva fotografare quella donna, e che le dimensioni del seno erano secondarie. Ancora una contraddizione. I ritratti di Grace Jones (con Dolph Ludgren) firmati da Newton sono ad oggi una rappresentazione potentissima del corpo della cantante e della sua forza.

Helmut e June

Per quante modelle possa aver fotografato in vita sua, l’unica vera musa di Newton fu sua moglie, anche lei fotografa, anche lei coinvolta in Helmut Newton: The Bad and The Beautiful. Helmut era l’artista, la testa matta, il creativo, ma June era la proprietaria di Helmut, in un certo senso. La sua opinione aveva un peso enorme nel suo lavoro e nonostante la relazione potesse essere turbolenta di tanto in tanto, è stata il punto fisso imprescindibile nella carriera del fotografo, così come nella vita. È stata scattata da June l’ultima foto di Helmut, mentre, dopo l’incidente a Los Angeles, era intubato, in ospedale. Era il 2004, sarebbe morto dopo poco.

Le sue immagini sovversive e provocatorie della donna sono state al centro del suo lavoro, la sua leggerezza e la sua ironia una cifra distintiva dell’approccio alla sua opera, e forse proprio per questo tutte le donne che hanno lavorato con lui ne ricordano l’estrema gentilezza e professionalità, ma anche questa misteriosa ispirazione che compariva all’improvviso e si impossessava di occhio e dita, e Helmut scattava, consegnando istanti all’eternità.

Helmut Newton: The Bad and The Beautiful è un ritratto intimo e divertente dell’uomo e del fotografo, non ci azzarderemo a definirlo artista, a lui non piacerebbe. Lontano dalle etichette, resta però l’importanza di un lavoro, scatti, sguardi e immagini, che con l’occhio di oggi potrebbero contribuire in maniera costruttiva al discorso sull’empowerment femminile che passa attraverso la sua forma. Negli anni post rivoluzione sessuale, Settanta e Ottanta, Helmut Newton è riuscito a portare avanti un’idea del corpo femminile che ancora oggi ha portata rivoluzionaria.

Shameless 11: trailer dall’undicesima stagione

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Shameless 11: trailer dall’undicesima stagione

Il canale americano Showtime ha diffuso il trailer di Shameless 11, l’attesa undicesima e ultima stagione di Shameless.

 

Shameless 11

L’ultima stagione di SHAMELESS vede la famiglia Gallagher e il South Side a un bivio, con i cambiamenti causati dalla pandemia COVID, dalla gentrificazione e dall’invecchiamento per riconciliarsi. Mentre Frank (William H. Macy) affronta la sua mortalità e i suoi legami familiari negli anni del crepuscolo indotti da alcol e droghe, Lip (Jeremy Allen White) lotta con la prospettiva di diventare il nuovo patriarca della famiglia. Gli sposi Ian (Cameron Monaghan) e Mickey (Noel Fisher) stanno cercando di capire le regole e le responsabilità di una relazione impegnata mentre Deb (Emma Kenney) abbraccia la sua individualità e maternità single. Carl (Ethan Cutkosky) trova un’improbabile nuova carriera nelle forze dell’ordine e Kevin (Steve Howey) e V (Shanola Hampton) lottano per decidere se vale la pena combattere per una vita difficile nel South Side.

SHAMELESS 11 è interpretato dal candidato all’Oscar e vincitore dell’Emmy e del SAG Award William H.Macy, Jeremy Allen White, Ethan Cutkosky, Shanola Hampton, Steve Howey, Emma Kenney, Cameron Monaghan, Christian Isaiah, Noel Fisher e Kate Miner. Creata da Paul Abbott, la serie è prodotta da Bonanza Productions in associazione con John Wells Productions e Warner Bros.Television. Sviluppata per la televisione americana da John Wells, la serie è prodotta da Wells, Nancy M. Pimental, Joe Lawson, Iain MacDonald e Michael Hissrich.

Avengers: Infinity War, l’iconica scena di Doctor Strange ricreata in stile fumetto

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L’iconica e stravagante scena di Doctor Strange in Avengers: Infinity War è stata trasformata in un classico fumetto Marvel grazie ad una nuova fan art. Lo Stephen Strange di Benedict Cumberbatch si è unito per la prima volta al MCU in Doctor Strange del 2016, un’introduzione visivamente impressionante alle arti mistiche. Il personaggio è stato generalmente ben accolto dal pubblico e da allora Cumberbatch è apparso in altri tre film del MCU. Prossimamente lo vedremo sia in Spider-Man 3 sia in Doctor Strange in the Multiverse of Madness

Il consenso generale riservato a Doctor Strange era dovuto al fatto che si trattava di una solida storia di origine. Tuttavia, non è stato fino ad Avengers: Infinity War del 2018 che il personaggio è diventato un vero MVP all’interno del MCU, poiché ha dimostrato di essere una parte vitale delle numerose scene di battaglia del film. Tra Doctor Strange e Infinity War, le abilità magiche di Stephen sono migliorate notevolmente, e ciò è stato particolarmente evidente all’interno del cinecomic dei fratelli Russo. Le mosse di Doctor Strange hanno creato alcune immagini sorprendenti che sono rimaste impresse nelle mente degli spettatori per molto tempo, come la scena in cui ha creato più versioni di se stesso.

Quel particolare momento è stato ricreato come un classico fumetto Marvel dall’artista John Black. Utilizzando la rappresentazione originale del fumetto di Doctor Strange, Black ha visualizzato la scena dalle molte braccia del personaggio in modo colorato. Il momento sembra che possa tranquillamente adattarsi alle pagine di un fumetto.

Le infinite possibilità “visive” di Doctor Strange

Il fatto che la fan art sia così bella è anche una testimonianza di quanto possano essere fantastiche le immagini con protagonista Doctor Strange. Il film di Scott Derrickson è stato particolarmente elogiato per i suoi effetti speciali e le immagini stravaganti che erano un perfetto omaggio ai lavori originali di Steve Ditko. Le scene di battaglia di Infinity War hanno alzato la posta in gioco con quelle immagini, e si spera che Multiverse of Madness continuerà a fare lo stesso. Con un personaggio potente come Doctor Strange, le possibilità sono infinite.

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in EndgameDoctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.

Glenn Close sull’Oscar a Gwyneth Paltrow: “Non ha senso”

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In occasione della promozione del suo nuovo film, Elegia americana, Glenn Close ha ricordato l’Oscar vinto da Gwyneth Paltrow nel 1999 come migliore attrice protagonista per Shakespeare in Love. Diretto da Ron Howard, Elegia americana è disponibile da ieri su Netflix e, nonostante le critiche feroci da parte della stampa a stelle e strisce, sarà quasi sicuramente uno dei grandi protagonisti della prossima stagione dei premi, almeno per quanto riguarda le due protagoniste della pellicola (oltre a Glenn Close, nel film recita anche Amy Adams).

Glenn Close è universalmente riconosciuta come una delle più grandi attrici viventi, eppure, nonostante le sette candidature, non ha mai vinto un Oscar. Alla 71esima edizione degli Academy Awards, Gwyneth Paltrow venne nominata come migliore attrice protagonista per Shakespeare in Love insieme a Fernanda Montenegro (Central do Brasil), Cate Blanchett (Elizabeth), Meryl Streep (La voce dell’amore) ed Emily Watson (Hilary and Jackie). Quell’anno fu proprio Shakespeare in Love a dominare la cerimonia di premiazione, portandosi a casa ben sett statuette, incluse quella a miglior film.

Sono in molti a sostenere che l’Oscar alla Paltrow sia stata una vera e propria ingiustizia e che il trionfo di Shakespeare in Love sia stato soltanto frutto dell’enorme lavoro di campaigning messo in atto dalla Miramax Films. A quanto pare, però, non sono solo i fan a pensarla così, ma anche Glenn Close, che questa settimana è stata intervistata dal programma Popcorn with Peter Travers di ABC News, proprio in occasione della promozione di Elegia americana

Un estratto da quell’intervista ha iniziato a fare il giro del web nelle ultime ore. Nel breve filmato, diffuso online via Twitter, si è parlato di Oscar e di possibili candidature, e Glenn Close ha commentato la vittoria della statuetta da parte della collega Gwyneth Paltrow, vittoria che “non ha alcun senso” secondo l’attrice di Attrazione fatale e Le relazione pericolose. Close ha inoltre specificato che quell’anno l’Oscar sarebbe dovuto andare “all’incredibile” Fernanda Montenegro per il suo ruolo in Central do Brasil. 

Il controverso trionfo di Shakespeare in Love agli Oscar

Il lavoro di Montenegro in Central do Brasil venne lodato da molti all’epoca. Anche la sua nomination entrò nella storia: ad oggi, infatti, rimane l’unica interprete brasiliana ad essere stata candidata come migliore attrice protagonista. Il trionfo di Shakespeare in Love agli Oscar del 1999 è sempre stato accompagnato da numerose controversie, a causa del coinvolgimento di Harvey Weinstein nel film. Durante la cerimonia di premiazione, la vittoria della pellicola di John Madden nella categoria miglior film è stata una sorpresa per molti, dal momento che il favorito era considerato Salvate il Soldato Ryan di Steven Spielberg (senza considerazione che tra i candidati c’era anche La sottile linea rossa di Terrence Malick). Ad oggi, la vittoria di Shakespeare in Love come miglior film rimane una delle più controverse della storia dell’Academy.

Big Sky 1×03: promo e trama dall’episodio

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Big Sky 1×03: promo e trama dall’episodio

Il network americano ABC dopo le anticipazioni ha diffuso promo e trama di Big Sky 1×03, il terzo episodio dell’annunciata nuova serie tv Big Sky in arrivo questo autunno.

In Big Sky 1×03 che si intitolerà “The Big Rick” sempre alla ricerca delle ragazze scomparse, Cassie si insospettisce maggiormente nei confronti di Legarski dopo una minacciosa conversazione tra i due. Nel frattempo, Grace riesce a fare progressi nella ricerca della libertà delle ragazze. Merilee supplica Legarski di aprirsi emotivamente prima che sia troppo tardi, e Helen finalmente affronta Ronald sul suo comportamento sempre più strano in un nuovissimo episodio di “Big Sky” che debutterà il 1 dicembre su ABC

In Big Sky 1×03 protagonisti sono Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, con John Carroll Lynch è Rick Legarski e Ryan Phillippe è Cody Hoyt.

Le guest star sono Brooke Smith nei panni di Merilee Legarski, Gage Marsh nei panni di Justin Hoyt, Jeffrey Joseph nei panni di Joseph Dewell e Gabriel Jacob-Cross nei panni di Kai Dewell.

Big Sky 1×03

Big Sky è la nuova serie tv creata da David E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.

La serie racconta degli investigatori privati ​​Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, Valerie Mahaffey come Helen Pergman con John Carroll Lynch come Rick Legarski e Ryan Phillippe come Cody Hoyt.

The New Mutants: sistemato un errore presente nei titoli di coda

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The New Mutants: sistemato un errore presente nei titoli di coda

Con l’uscita in home video di The New Mutants, è stato finalmente corretto un errore nei titoli di coda del film in riferimento ad uno dei creatori del team di supereroi, ossia Bob McLeod. Diretto da Josh Boone, The New Mutants segue un gruppo di adolescenti mutanti i cui poteri in fase di sviluppo sono più una maledizione che una benedizione. Originariamente previsto per aprile del 2018, The New Mutants ha subito più di due anni di ritardi, prima di arrivare finalmente nelle sale lo scorso agosto, nel bel mezzo di una pandemia globale.

The New Mutants è stato un flop al botteghino, con un incasso mondiale di soli 45,8 milioni di dollari, anche se non sorprende date le circostanze in cui è stato distribuito. Ora, grazie all’uscita in home video, coloro che non sono stati in grado di vedere il cinecomic di Boone nei cinema (soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria), avranno finalmente la possibilità di vedere l’ultimo film dell’era degli X-Men sotto l’egida della 20th Century Fox.

Una persona che di sicuro non è rimasta indifferente a The New Mutants è l’artista Bob McLeod, che ha co-creato il team di supereroi insieme a Chris Claremont nel 1982. Quando The New Mutants è uscito nelle sale, McLeod ha criticato una serie di modifiche apportate ai personaggi, incluso il controverso casting del supereroe afro-brasiliano Sunspot (che nei fumetti ha la pelle scura, ma nel film è stato interpretato dall’attore brasiliano dalla pelle chiara Henry Zaga). Inoltre, nel mirino delle lamentele di McLeod, sono finiti anche i titoli di coda del film, in cui il suo nome è stato scritto male, ossia “Bob Macleod”. In merito alla questione, McLeod aveva dichiarato sui social: “Negli ultimi tre anni non si sono neanche disturbati a controllare l’esatta ortografia del mio nome. Si tratta di una cosa non potrà essere risolta. Resterà nel film per sempre.”

Anche se adesso è troppo tardi per un cambio di casting o di design in merito ai personaggi di The New Mutants, lo stesso non si può dire per il cambio del cognome di McLeod, dal momento che la Disney, attraverso una soluzione abbastanza economica, è riuscita a sistemare il problema del “nome sbagliato”. Come riportato da Bleeding Cool, infatti, nell’edizione home video di The New Mutants, il nome di McLeod è ora scritto in maniera corretta nei titoli di coda, dove è stato ringraziato insieme a Chris Claremont e a Bill Sienkiewicz.

L’omaggio di The New Mutants a Bill Sienkiewicz

Sebbene non fosse uno dei creatori originali dei Nuovi Mutanti (ha co-creato il personaggio di Illyana Rasputin, ossia Magik), l’arte di Sienkiewicz ha avuto un’influenza importnate sul film. Sienkiewicz è noto per essere l’artista dietro l’arco narrativo di Demon Bear da cui The New Mutants ha tratto ispirazione, oltre ad aver creato ad hoc un poster promozionale del film. Parlando con Screen Rant, Boone ha spiegato: “Sapevo solo che l’arte di Bill Sienkiewicz era incredibile. Sembrava diversa da qualsiasi cosa avessi mai visto in un fumetto quando ero bambino negli anni ’80. Molto più vicina all’arte di Vertigo, molto più vicina all’arte oscura della DC che stava uscendo in quel momento. Volevamo solo dare vita alla sua opera d’arte. Ecco da dove è nata l’idea.” 

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

Unbreakable compie 20 anni: il ricordo di M. Night Shyamalan

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Unbreakable compie 20 anni: il ricordo di M. Night Shyamalan

M. Night Shyamalan ha condiviso un’immagine dal backstage di Unbreakable – Il predestinato per festeggiare il 20° anniversario dell’uscita del film, arrivato per la prima volta nelle sale nel 2000. Shyamalan ha raggiunto il successo internazionale grazie a The Sixth Sense – Il sesto senso, in cui ha diretto per la prima volta Bruce Willis, che sarebbe poi tornato a lavorare con il regista proprio in Unbreakable

Il film non raggiunse il medesimo successo de Il sesto senso; tuttavia, nel corso degli anni è stato ampiamente rivalutato e da molti considerato una sorta di precursore del genere supereroistico che sarebbe poi esploso circa 10 anni più tardi. Nel 2019, con l’uscita del sequel/crossover Glass, Shyamalan ha portato a compimento una vera e propria trilogia che include, oltre ad Unbreakable, anche Split del 2016: nella scena post-credits di quest’ultimo, infatti, abbiamo ritrovato il David Dunn di Willis, che in Glass si sarebbe poi riunito con il Kevin Wendell Crumb di James McAvoy protagonsita di Split e con l’Elijah Price di Samuel L. Jackson, partner di David in Unbreakable

Ora, M. Night Shyamalan ha voluto celebrare il 20 ° anniversario dell’uscita di Unbreakable – Il predestinato (22 novembre 2000) con una foto condivisa attraverso il suo account Twitter ufficiale. L’immagine mostra un giovane Shyamalan sul set del film con le sue due figlie. La didascalia rivela che la figlia maggiore è ora una musicista, mentre la figlia minore ha appena finito di dirigere due episodi della seconda stagione della serie Apple TV+ Servant, prodotta e diretta proprio da Shyamalan. 

Old, il prossimo film di M. Night Shyamalan

Il post non serve solo come promemoria della lunga carriera di M. Night Shyamalan, ma è anche una sorta di annuncio del debutto di sua figlia, Ishana Night Shyamalan, come regista di serie tv. Ishana è stata anche regista di seconda unità nel film di prossima uscita di Shyamalan, l’attesissimo Old, adattamento della graphic novel francese “Sandcastle” di Pierre Oscar Levy e Frederik Peeters.

Il cast del film annovera Gael Garcia Bernal, Eliza Scanlen, Thomasin McKenzie, Aaron Pierre, Alex Wolff, Vicky Krieps, Abbey Lee, Nikki Amuka-Bird, Ken Leung, Rufus Sewell, Embeth Davidtz e Emun Elliott. Shyamalan sarà ancora una volta produttore, sceneggiatore e regista del film. I dettagli della trama sono segreti, ma sembra che possiamo aspettarci una storia interconnessa con i suoi film precedenti. L’uscita è al momento fissata per il 23 giugno 2021.

Riverdale 5: ecco i poster ufficiali

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Riverdale 5: ecco i poster ufficiali

Il network americano The CW ha diffuso i primi poster ufficiali di Riverdale 5, l’attesissima quinta stagione della serie Riverdale creata da Roberto Aguirre-Sacasa

Riverdale 5

Riverdale 5 è la quinta stagione della serie tv Riverdale sviluppata dal direttore creativo di Archie Comics, Roberto Aguirre-Sacasa per il network americana The CW.

In Riverdale 5 protagonisti sono i personaggi Archibald “Archie” Andrews (stagione 1-in corso), interpretato da K. J. Apa. Giovane studente di Riverdale che cerca di seguire la sua passione musicale senza deludere il padre allo stesso tempo. Elizabeth “Betty” Cooper (stagione 1-in corso), interpretata da Lili Reinhart.  Veronica Lodge (stagione 1-in corso), interpretata da Camila Mendes. Sofisticata e audace ragazza appena trasferitasi da New York con la madre dopo che uno scandalo finanziario ha travolto la sua famiglia. Jughead Jones (stagione 1-in corso), interpretato da Cole Sprouse. Migliore amico di Archie, intelligente e che indossa sempre un cappello grigio. Hermione Lodge (stagione 1-in corso), interpretata da Marisol Nichols. Madre di Veronica, con la quale si è appena trasferita in città dopo l’arresto del marito Hiram Lodge, al centro di uno scandalo finanziario. Cheryl Blossom (stagione 1-in corso), interpretata da Madelaine Petsch. Sorella gemella di Jason, è una ragazza ricca e manipolatrice, tra le più popolari della città. Josie McCoy (stagione 1-in corso), interpretata da Ashleigh Murray. Una delle studenti della città, nonché cantante del gruppo Josie and the Pussycats. Figlia del sindaco. Alice Cooper (stagione 1-in corso), interpretata da Mädchen Amick. Madre di Betty ed editrice del giornale locale della città. Hiram Lodge (stagione 2-in corso), interpretato da Mark Consuelos.

Star Wars: perché Anakin e Luke non possono essere considerati Maestri Jedi

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Il canone di Star Wars ha finalmente rivelato ciò che rende un Maestro Jedi tale e, sorprendentemente, né Anakin né Luke Skywalker sembrerebbero avere le qualità necessarie. Nella tradizione, l’Ordine Jedi è governato dal Codice Jedi e, sebbene i suoi precetti siano famosi, la verità è che il Codice è un documento molto più ampio che disciplina ogni aspetto della condotta Jedi, fornendo una struttura all’Ordine nel suo insieme.

Il Codice Jedi è una specie di “documento vivente”, su cui ogni generazione di Jedi lascia il segno. Senza dubbio il Maestro Yoda, l’anziano e venerato Gran Maestro Jedi, ha avuto un enorme impatto nel plasmarlo nel corso dei suoi 900 anni. All’epoca della trilogia prequel, il Codice Jedi aveva stabilito sei ranghi di Jedi, che andavano dall’Iniziato al Gran Maestro. Tutti questi ranghi sono esposti in “The Star Wars Book” della Lucasfilm, di recente pubblicazione, con contributi di Pablo Hidalgo, Dan Zehr e Cole Horton: sorprendentemente, sembra che né Anakin Skywalker né suo figlio Luke si siano mai qualificati per il grado di Maestro Jedi.

Secondo “The Star Wars Book”, un Maestro Jedi è un Cavaliere che ha preso e addestrato un Padawan al Cavalierato. È ragionevole presumere che i Padawan chiamino il loro mentore “Maestro” in parte come segno di rispetto, in parte come espressione di fiducia per il fatto che saranno guidati fino al punto in cui avranno completato le Prove Jedi. Questa rivelazione ha implicazioni significative per la tradizione di Star Wars, perché significa che né Anakin né Luke dovrebbero essere giustamente considerati Maestri, dal momento che i loro Padawan non sono mai diventati Cavalieri.

Anakin e il passaggio al lato oscuro in Star Wars

In effetti, questo aggiunge un ulteriore tassello alla storia di Anakin Skywalker e al suo passaggio al lato oscuro, raccontato in Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith. Una delle cause del conflitto tra Anakin e il Consiglio Jedi era se Anakin fosse qualificato o meno per essere considerato un Maestro: il Consiglio, infatti, credeva di non avere il controllo delle sue emozioni ed era vulnerabile all’influenza di Palpatine. Per Anakin, tuttavia, la riluttanza del Consiglio gli avrebbe ricordato il fatto che il suo Padawan, Ahsoka, lasciò l’Ordine Jedi, essendo stato deluso dal Consiglio. Queste vecchie ferite sarebbero state riaperte dalla sua breve riconciliazione con Ahsoka appena prima dell’Assedio di Mandalore, come raccontato nella settima stagione di Star Wars: The Clone Wars. I membri del Consiglio Jedi avevano ragione, ma hanno sottovalutato l’esplosione di emozione che covava nell’animo di Anakin.

Nel frattempo, non è noto se Luke Skywalker si sia mai considerato un Maestro Jedi, ma certamente ha permesso ad altri di chiamarlo così. Secondo il libro “The Rise of Kylo Ren” di Charles Soule, Ben Solo era il primo apprendista di Luke e nessuno dei suoi successivi studenti era diventato un cavaliere prima che Palpatine distruggesse il tempio Jedi di Luke. Quindi, secondo il Codice Jedi, anche Luke Skywalker non può essere considerato un Maestro. Stranamente, sua sorella Leia ha più pretese di essere un Maestro Jedi di Luke o Anakin, perché ha addestrato Rey per un anno prima degli eventi di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, con Rey che è diventato davvero un cavaliere Jedi.

Brittany Murphy, chi è? curiosità sull’attrice di Ragazze Interrotte

La storia di Hollywood è piena di star del cinema e della televisione che hanno lasciato questo mondo troppo presto. Entrare a far parte del mondo dello spettacolo non è sempre facile e a volte, fama e ricchezza, posso arrivare a distruggerti. Tra disordini alimentari, depressione e dipendenza da alcol, droghe e farmaci vari, troppe star nel corso degli anni sono cadute in una spirale senza risalita. Oggi vi parliamo di una delle attrici più promettenti che Hollywood abbia mai ospitato, Brittany Murphy, strappata alla vita a soli trentadue anni.

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Brittany Murphy, ripercorrendo la sua purtroppo breve ma intensa carriera.

Brittany Murphy film e serie tv: gli inizi della sua carriera

Nata il 10 novembre del 1977 ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti, Brittany Anne Bertolotti è figlia dell’irlandese Sharon Murphy e dell’italo-americano Angelo Bertolotti. I coniugi divorziano quando Brittany ha solo due anni e la piccola viene affidata alle cure della madre. Solo successivamente, la ragazza decide di cambiare il suo nome da Brittany Anne Bertolotti a Brittany Anne Murphy.

Dopo aver cambiato città diverse volte, Brittany e la madre si stabiliscono a Burbank, in California, dove la ragazza può finalmente dedicarsi alla sua passione per la recitazione e il canto. La sua carriera nel mondo dello spettacolo, infatti, comincia molto presto. Grazie a una sua entusiasmante esibizione all’età di nove anni nel musical Les Misérables, a soli tredici anni, Brittany ha già un manager che la rappresenta e cura la sua immagine.

Il suo primo vero ingaggio nel mondo dello spettacolo risale al 1991 quando Brittany ottiene una parte nella serie tv per ragazzi Un Professore Alle Elementari. Grazie a quel primo ruolo televisivo, Brittany continua la sua scalata e, negli stessi anni partecipa alle serie Kids Incorporated (1992), Parker Lewis (1992), Famiglia Cercasi (1993), Frasier (1994), Sister Sister (1994-1995), Crescere che Fatica! (1995), Marshal (1995), SeaQuest (1995), Murder One (1995) e Nash Bridges (1996).

Contemporaneamente, Brittany Murphy comincia anche a muovere i primi passi sul grande schermo. Negli anni novanta la vediamo in moltissimi film poi diventati cult di genere come Ragazze a Beverly Hills (Clueless, 1995), Falling Sky (1998), L’angelo del Male (1998), Bella da Morire (1999) e Ragazze Interrotte (1999).

Brittany Murphy in Ragazze Interrotte: un cult anni ’90

Nel 1999, l’uscita del film Ragazze Interrotte fece un bel po’ di rumore. Adattamento del diario di Susanna Kaysen, La Ragazza Interrotta, il film affronta il tema dei disturbi mentali da un inedito punto di vista.

Figlia dell’economista Carl Kaysen, professore del MIT e primo consigliere del presidente Kennedy, Susanna nel 1967 viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico a causa della sua depressione. Durante il suo soggiorno, apprende invece di essere affetta da disturbo borderline della personalità, una condizione medico psichiatrica che influenza il comportamento di una persona.

Tra le caratteristiche di questa patologia ci sono paura del rifiuto e dell’abbandono, instabilità nelle relazioni interpersonali e instabilità anche nella percezione di sé e del proprio comportamento. Le persone affette da questo disturbo presentano anche repentini cambi d’umore con conseguenti scatti d’ira seguiti da un terribile stato depressivo. In aggiunta, inoltre, a questi comportamenti si possono manifestare autolesionismo, manie suicide, disordini sessuali e abuso di sostanze. [fonte: Wiki]

Segnata profondamente dalla sua permanenza in clinica, durata diciannove mesi, Susanna decide successivamente di mettere nero su bianco la sua esperienza nell’autobiografia pubblicata nel 1993. Il libro ha poi ispirato il film, diretto da James Mangold, con Winona Ryder, Angelina Jolie, Brittany Murphy, Elisabeth Moss, Woopi Goldberg e Vanessa Redgrave.

Ragazze Interrotte, trama e personaggi

E’ il 1967 quando Susanna Kaysen (Winona Ryder), viene ricoverata nel reparto psichiatrico del Claymoore Hospital. Da tutti definita come una ragazza normale e con la passione per la scrittura, Susanna nasconde invece molto bene i suoi problemi. Molto debole e insicura, nonché costantemente in conflitto con i suoi genitori, una sera la ragazza decide di buttar giù un flacone intero di aspirine con della vodka. Salvata per un pelo da suo padre e sua madre, Susanna finisce al Claymoore.

Durante la sua permanenza scopre di soffrire di disturbo borderline della personalità, malattia spesso definita come ereditaria. Nonostante la ragazza continui la sua terapia e tenga aggiornati i suoi genitori, capisce presto di dover affrontare il suo percorso di guarigione da sola. I suoi infatti rifiutano di essere associati ad una malattia mentale, informazione che trascinerebbe il nome di famiglia nel fango.

In ospedale quindi, sola e abbandonata dai genitori, Susanna non può far altro che interagire con le sue compagne di viaggio. C’è Lisa (Angelina Jolie), una sociopatica dal carattere dominante, Georgina (Clea DuVall), bugiarda patologica, Daisy (Brittany Murphy), ricca e viziata, Janet (Angela Bettis) che soffre di anoressia e Polly (Elisabeth Moss) ustionatasi durante l’infanzia.

Nonostante le ragazze siano tutte affette da disturbi differenti e abbiano personalità assai diverse tra loro, riescono a trovare il modo per comunicare, affrontando insieme quella difficile avventura.

Nel film Brittany Murphy interpreta Daisy Randone, una ragazza ricca, infantile e assai viziata, vittima purtroppo degli abusi del padre. A causa dei traumi relativi al suo passato e presente, Daisy soffre di autolesionismo, disturbo ossessivo compulsivo, bulimia e relativa dipendenza da lassativi e valium. Completamente succube del padre e non in grado di affrontare il mondo, Daisy finirà per togliersi la vita.

Brittany Murphy in 8 Mile: film sulla vita di Eminem

Grazie al successo di Ragazze Interrotte e non solo, la carriera di Brittany Murphy sembra andare a gonfie vele. Negli anni successivi la vediamo in tantissimi film tra i quali ricordiamo Trixie (2000), Cherry Falls – Il Paese del Male (2000), I Marciapiedi di New York (2001), Il Sogno di Una Estate (2001), Don’t Say a Word (2001), I Ragazzi della Mia Vita (2002), Spun (2002) e infine 8 Mile (2002).

Quest’ultimo film – che i trentenni di oggi ricorderanno con nostalgia -, diretto da Curtis Hanson, è ispirato alla vera storia di Eminem, famoso rapper e cantante statunitense. Con 8 Mile, Eminem racconta della sua lunga e impervia scalata al successo, dal bassifondi di Detroit fino alla vetta delle classifiche mondiali.

La storia inizia nel 1995 a Detroit e più specificamente sulla 8 Mile Road, la strada più malfamata della città e che divide in un certo senso il quartiere bianco da quello nero. Jimmy Smith Jr. (Eminem), detto B-Rabbit, ha una grande passione per l‘hip hop e, nonostante sia uno dei pochi ragazzi bianchi in un quartiere nero, cerca in tutti i modi di sfondare nel mondo della musica. Ma la vita per Jimmy non è affatto facile.

Con una sorellina piccola, un avviso di sfratto e una madre alcolizzata – interpretata da Kim Basinger – innamorata di un uomo violento, il ragazzo cerca di restare a galla e di usare il suo talento per uscire dal ghetto. Jimmy quindi si iscrive a una sfida di freestyle per tentare di superare il suo imbarazzo, affrontando i suoi sfidanti e il suo pubblico ostile.

Nel film Brittany Murphy interpreta Alex, una ragazza che Jimmy incontra nella fabbrica dove lavora e che diventerà successivamente la sua fidanzata.

Brittany Murphy e Eminem: una breve storia d’amore

Grazie ai mesi passati a lavorare insieme al film 8 Mile, Brittany Murphy e Eminem, nel 2002, cominciano a frequentarsi e tra loro nasce una bellissima storia breve ma intensa. Nato in maniera assai spontanea, il loro amore è durato quanto un battito d’ali eppure per entrambi, quel periodo passato insieme è stato indimenticabile.

Nonostante la loro storia non abbia funzionato, i due sono rimasti comunque in buoni rapporto e il loro affetto reciproco non è mai svanito. Anche dopo la morte improvvisa di Brittany, Marshall (vero nome di Eminem), non sembrava darsi pace. In un’intervista rilasciata un anno dopo la scomparsa della Murphy, il rapper ha ricordato la sua ex con molto affetto, puntando il dito verso quel sistema hollywoodiano malato che finisce con lo ‘schiacciare’ i più deboli.

“E’ folle che non ci sia più perchè, un tempo, ervamo molto vicini e lei era davvero una bella persona. E’ folle quando vedi tutto quello che accade, non solo a lei, ma in generale a Hollywood con le persone che lavorano in campo musicale, con gli attori…con le persone famose. Le persone famose che muoiono di overdose sono sempre di più […] quando sei famoso, i dottori ti baciano il c**o perchè amano la celebrità. [Basta una telefonata] Ci sono dottori pronti a darti qualunque cosa solo perché sei quello che sei”. [fonte: MTV]

Brittany Murphy in Sin City

Dopo il successo di 8 Mile, la carriera di Brittany continua e negli anni duemila la vediamo spesso sul grande schermo. Sono di questo periodo i film Oggi Sposi…Niente Sesso (2003) – con Ashton KutcherLe Ragazze dei Quartieri Alti (2003), Tutte le Ex del Mio Ragazzo (2004), Sin City (2005), Neverwas – La Favola Che Non C’è (2005), Fuga dal Matrimonio (2006), Amori e Altri Disastri (2006), The Dead Girl (2006), The Ramen Girl (2008), Deadline (2009) e Across The Hall (2009).

Tra tutti questi titoli, quello che spicca per importanza è senza dubbio Sin City, film scritto e diretto da Robert Rodriguez, Frank Miller e Quentin Tarantino. Tratto dall’omonimo fumetto di Miller, il film è diviso in tre episodi ognuno dei quali è dedicato a una delle tre storie originali dell’opera. La trilogia è composta da Un Duro Addio, Quel Bastardo Giallo e Un’Abbuffata di Morte. Inoltre, all’inizio e alla fine del film, si fa riferimento a un quarto raconto di Miller, dal titolo Il Cliente Ha Sempre Ragione.

Il film si svolge nell’oscura e violenta Sin City e segue le storie di alcuni dei suoi personaggi più corrotti e depravati. Il poliziotto John Hartigan (Bruce Willis) da otto anni ormai insegue il terribile killer e pedofilo Roark Junior (Nick Stahl) che continua a mietere vittime. Una delle ultime a cadere nella sua rete è la piccola Nancy Callahan, rapita da Roark. Nonostante le sue indagini siano ostacolate dal collega Bob (Michael Madsen) e dagli scagnozzi di Roark, Hartigan farà di tutto per proteggere la ragazzina e riportarla a casa.

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Durante la sua missione di salvataggio, Hartigan si addentra sempre di più nel mondo corrotto di Sin City, facendo la conoscenza di alcuni discutibili personaggi, legati loro malgrado a Roark. Tra questi c’è Nancy (Jessica Alba), sorvegliata speciale della famiglia Roark, la cui vita s’intreccerà con quella di Hartigan. Ancora, tra gli abitanti di Sin City c’è Marv (Mickey Rourke), un uomo pericoloso e sfigurato, accusato di aver ucciso la prostituta Goldie (Jamie King), vittima invece del killer cannibale Kevin Roarl (Elijah Wood).

Dall’altro capo della città c’è invece Dwight (Clive Owen) che, per difendere l’onore della sua ragazza Shellie (Brittany Murphy), finirà col farsi un letale nemico. L’uomo che continua a insidiare Shellie è Jackie Boy (Benicio del Toro), un ex poliziotto corrotto, pericoloso e in contatto con i peggiori criminali della città. Ad avere un ruolo fondamentale in questa faida è Gail (Rosario Dawson), a capo delle Girls of Old Town, un gruppo di prostitute che si autogestiscono e hanno il controllo sulla città.

Nel film Sin City, Brittany Murphy interpreta Shelley, una cameriera del bar Kadie’s, nonché fidanzata occasionale di Dwight McCarthy. Dopo la sua burrascosa relazione con Jackie Boy, violento e pericoloso, la ragazza cerca conforto tra le braccia di Dwight, finendo però con lo scatenare una guerra tra i peggiori criminali di Sin City. [fonte: Fandom]

Brittany Murphy, una morte inaspettata

La carriera di Brittany procede spedita, tra film, serie tv e doppiaggio eppure qualcosa del suo comportamento comincia a destare preoccupazioni. Nel corso degli anni, per via soprattutto del suo lavoro, l’attrice affronta tantissime trasformazione fisiche, cambiando il suo aspetto per entrare nella parte. Tuttavia, i fan e i media, cominciano a notare nella ragazza un’enorme e improvvisa perdita di peso che alcune voci attribuiscono a disordini alimentari e a una possibile dipendenza dalla cocaina.

Le accuse dei media vengono però smentite dall’attrice che nega di soffrire di dipendenza da droghe o di disturbi alimentari. Quel periodo per lei è molto felice; la sua carriera infatti va a gonfie vele e nella sua vita pare ci sia un nuovo amore. Nel 2007, Brittany Murphy sorprende tutti e sposa la sceneggiatore Simon Monjack. Ma la sua felicità non è destinata a durare.

Il 20 dicembre del 2009, Brittany Murphy viene trovata senza vita nella vasca da bagno della sua casa di Los Angeles. Nonostante l’intervento tempestivo dei paramedici che provano più volte a rianimarla, l’attrice viene portata al Cedars-Sinai Mediacl Center dove viene dichiarata morta per arresto cardiaco. Data la giovane età della Murphy (32 anni) e la presenza di vomito accanto al suo corpo senza vita, la polizia di Los Angeles avvia un’inchiesta per morte sospetta. Viene quindi eseguita pochi giorni più tardi un’autopsia e un esame tossicologico che portano alla luce una serie di problemi. Le cause del decesso infatti pare siano state molteplici; Brittany era affetta da una grave polmonite, non curata, aggravata da una forte anemia e da un’intossicazione da farmaci.

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Il mistero però si infittisce quando, cinque mesi dopo la morte di Brittany, anche suo marito Simon Monjack viene ritrovato senza vita della stessa casa. Le indagini della polizia quindi cominciano ad andare in direzioni diverse. C’è chi prende in considerazione che i due coniugi facessero uso di sostanze stupefacenti mentre i genitori di Brittany spingono le indagini della polizia verso un sospetto avvelenamento.

Su entrambi i corpi di Brittany e Simon, sono predenti altissimi livelli di metalli pesanti e sui capelli della ragazza vengono addirittura ritrovate tracce di veleno. Inoltre, dalle autopsie sono state rinvenute anche tracce di spore di una particolare muffa tossica di cui Simon si era lamentato con il costruttore della casa.

Ma se per i genitori di Brittany si tratta di omicidio, queste teorie e le prove scientifiche recuperate non portano da nessuna parte. Ancora oggi infatti la morte di Brittany Murphy e di suo marito sono avvolte nel mistero.

Fonte: Wiki, IMDB, MTV, Fandom

Spider-Man: per Scott Derrickson tutti i film fanno parte del MCU

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Scott Derrickson, regista di Doctor Strange, afferma che tutti i film di Spider-Man realizzati fino ad oggi fanno parte del MCU. L’Universo Cinematografico Marvel è stato lanciato nel 2008 ed è diventato il più grande franchise dell’ultimo decennio. La popolarità dei film Marvel è legata allo sforzo dei Marvel Studios di raccontare un’ampia storia attraverso più film. Nonostante gli errori di continuity e i buchi di trama, il MCU è riuscito a mantenere abbastanza solida la propria linea narrativa e a determinare con chiarezza le proprietà che fanno parte dell’universo condiviso.

Le cose potrebbero iniziare a cambiare con l’avvio della Fase 4 del MCU, dal momento che la Disney è ora proprietaria dei franchise di X-Men e dei Fantastici Quattro, oltre al fatto che condivide i diritti sul personaggio di Spider-Man insieme alla Sony. Sappiamo che la Fase 4 inizierà ad esplorare le infinite possibilità del Multiverso, qualcosa che era già stato anticipato in Doctor Strange del 2016. Tuttavia, soltanto con l’arrivo del sequel Doctor Strange in the Multiverse of Madness e di altri titoli della Fase 4, il Multiverso verrà completamente esplorato e ciò ha naturalmente suscitato tutta una serie di speculazioni su ciò che accadrà in futuro.

Una delle teorie più accreditate è quella secondo cui il MCU userà il Multiverso per connettere in maniera retroattiva i vecchi franchise Marvel con l’universo condiviso. Ad esempio, Sony ha realizzato cinque film live action di Spider-Man (oltre a Venom e ad altri spin-off in arrivo) che non fanno tecnicamente parte del MCU… o almeno così pensavamo! Scott Derrickson, regista del primo Doctor Strange, ha affermato in maniera alquanto scherzosa in un recente scambio di battute via Twitter, che tutti i film di Spider-Man sono, di fatto, collegati al MCU.

La dichiarazione di Derrickson è avvenuta in risposta a Duncan Jones, regista di Moon, che ha usato una GIF di Spider-Man: Un Nuovo Universo per descrivere la sua personalità. Tuttavia, il tweet originale richiedeva l’utilizzo di una GIF del MCU e ciò ha portato i fan a sottolineare l’errore da parte di Jones. Dal momento però che Un Nuovo Universo coinvolge proprio il Multiverso, Jones ha chiesto “aiuto” a Derrickson, il quale ha dato per “buona” la scelta della sua GIF, sottolineando appunto che tutti i film dedicati all’Uomo Ragno realizzati fino ad oggi fanno parte del MCU.

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in EndgameDoctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.

Chaos Walking: il trailer con Tom Holland e Daisy Ridley

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Chaos Walking: il trailer con Tom Holland e Daisy Ridley

Ecco Tom Holland e Daisy Ridley nel trailer di Chaos Walking, adattamento del primo libro della trilogia scritta da Patrick Ness, rivolta a un pubblico Young Adult. Le due giovani star sono i protagonisti del film e si confrontano con Mads Mikkelsen, nei panni del villain.

Chaos Walking sarà basato sul primo romanzo di una trilogia scritta da Patrick Ness ambientata in un mondo in cui non ci sono donne e le persone possono ascoltare e vedere i pensieri degli altri in una sorta di streaming continuo, chiamato Noise (rumore). La sceneggiatura sarà firmata nientemeno che da Charlie Kaufman. Alla regia Doug Liman (Edge Of Tomorrow).

Un primo tentativo di adattare il romanzo di Ness per il grande schermo risale al 2013 e prevedeva addirittura la regia nientemeno che di Robert Zemeckis, il quale avrebbe voluto concentrarsi sul primo volume della trilogia, The Knife of Never Letting Go, affidando la sceneggiatura a Charlie Kaufman, mentre ora pare che Chaos Walking porterà firma dello script di Jamie Linden (Money Monster). Alla produzione sono chiamati Doug Davison e Ali Shearmur, mentre Zemeckis dovrebbe comunque rimanere a bordo del progetto anch’esso come produttore.

Baby Boss 2 – Affari di Famiglia: trailer ufficiale italiano

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Baby Boss 2 – Affari di Famiglia: trailer ufficiale italiano

Baby Boss 2 – Affari di Famiglia, nel sequel della commedia campione d’incassi di DreamWorks Animation nominata agli Oscar, i fratelli Templeton – Tim (James Marsden, noto per il franchise di X-Men) e il suo fratello minore Baby Boss Ted (Alec Baldwin) – sono diventati adulti e si sono allontanati. Tim è un papà e marito pantofolaio a tempo pieno. Ted è un CEO di fondi speculativi. Ma un nuovo baby boss dall’approccio innovativo e dall’atteggiamento positivo li riunirà e sarà d’ispirazione per un nuovo affare di famiglia.

In Baby Boss 2 – Affari di Famiglia Tim e sua moglie, Carol (Eva Longoria), la vera capofamiglia, vivono nella periferia con la loro super-intelligente figlia Tabitha (Ariana Greenblatt, Avengers: Infinity War) e l’adorabile nuova bambina Tina (Amy Sedaris, BoJack Horseman – Netflix). Tabhita, che è la migliore della sua classe al Centro Acorn per Bambini Dotati, idolatra suo zio Ted and vorrebbe diventare come lui, ma Tim, ancora in contatto con la sua iperattiva immaginazione giovanile, è preoccupato che lei si stia impegnando troppo a discapito di un’infanzia normale.

Quando la piccola Tina rivela di essere (SORPRESA!) un agente segreto tra i migliori della BabyCorp in missione per scoprire gli oscuri segreti della scuola di Tabhita e del suo misterioso fondatore Dr. Edwin Armstrong (Jeff Goldblum), i fratelli Templeton si trovano riuniti nei modi più inaspettati e sono portati a rivalutare il significato di famiglia e a scoprire cosa conta veramente. Lisa Kudrow e Jimmy Kimmel riprenderanno i loro ruoli come genitori di Ted e Tim. Ereditando il successo del primo film, che ha guadagnato più di 500 milioni di dollari nel Mondo, Boss Baby 2 – Affari di Famiglia è diretto nuovamente da Tom McGrath e prodotto da Jeff Hermann (Kung Fu Panda 3).

Oscar 2021: Notturno di Gianfranco Rosi rappresenterà l’Italia

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Oscar 2021: Notturno di Gianfranco Rosi rappresenterà l’Italia

La Commissione di selezione per il film italiano da designare agli Oscar®, istituita dall’ANICA lo scorso luglio su incarico dell’ “Academy of Motion Picture Arts and Sciences”, riunita davanti a un notaio e composta da Nicola Borrelli, Simone Gattoni, Paolo Genovese, Carlo Poggioli, Cristina Priarone, Gloria Satta, Baba Richerme ha votato “ Notturno” di Gianfranco Rosi quale film che rappresenterà l’Italia alla 93ma edizione degli Academy Awards nella selezione per la categoria “International Feature Film Award”.

Notturno” concorrerà per la shortlist che includerà i dieci film internazionali selezionati dall’Academy e che sarà resa nota il 9 febbraio 2021. L’annuncio delle nomination (la cinquina dei film nominati per concorrere al premio) è previsto per il 15 marzo 2021 mentre la cerimonia di consegna degli Oscar® si terrà a Los Angeles il 25 aprile 2021.

ARFestival: «Quel che non è riuscito a fermare la pandemia, lo sta fermando Palaexpo!»

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A seguito delle decisioni di Palaexpo, l’ARFestival, all’indomani di una edizione 2020 all’insegna del #Qualcosaltro, ha diffuso il seguente comunicato stampa:

“Senza bisogno di andare a scomodare l’immenso patrimonio italiano di Maestri riconosciuti in tutto il mondo come Pratt, Mattotti, Pazienza, Crepax, Manara, Giardino, Toppi e tanti altri, in un momento – di questo già complicato 2020 – in cui anche i grandi media nazionali diventano megafono del linguaggio del Fumetto contemporaneo e dei suoi protagonisti (Josephine Yole Signorelli in arte Fumettibrutti sulla copertina di 7 del Corriere della Sera sulle tematiche di parità di genere e transessualità, Zerocalcare «ultimo intellettuale» sulla copertina de L’Espresso, Zuzu già autrice della sigla de L’Assedio di Daria Bignardi ora testimonial di Gucci su Grazia), è proprio di questo mese l’azione con cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – attraverso la sua Direzione Generale Creatività Contemporanea – riconosce e INCLUDE formalmente il Fumetto tra le discipline di cui già si occupa (arte contemporanea, architettura, fotografia, videoarte e arti applicate, moda, design) siglando quella che è de facto la prima Convenzione quadro dello Stato italiano con un intero settore professionale, rappresentato ufficialmente dall’Associazione di categoria RIFF – Rete Italiana Festival di Fumetto di cui lo stesso ARF! è socio fondatore insieme a Comicon di Napoli, Etna Comics di Catania, Lucca Comics & Games e Treviso Comic Book Festival, cioè un settore che ogni anno in Italia è capace di coinvolgere oltre un milione di presenze, con un indotto economico e una ricaduta sui territori di oltre 300 milioni di euro.

Eppure, paradossalmente, martedì 17 novembre abbiamo ricevuto unilateralmente, come ennesima comunicazione “a fatto compiuto” (cioè senza alcuna volontà di dialogo o confronto), la notizia che l’Azienda Speciale Palaexpo – ente pubblico di Roma Capitale in giunta Raggi a meno di 6 mesi dalle prossime elezioni amministrative, che dipende dall’Assessorato alla Crescita Culturale guidato da Luca Bergamo* – dal 2021 esclude il nostro Festival da tutte le attività del Mattatoio (ex MACRO Testaccio), mettendoci alla porta da quella che è stata la nostra casa sin dal 2016, cioè da prima che subentrasse il nuovo CdA.

*[questioni che avevamo già esternato allo stesso Luca Bergamo lo scorso 14 ottobre 2019, quando Palaexpo ci tolse La Pelanda e noi chiedemmo semplicemente una convocazione – mai concessa – per l’istituzione di un possibile tavolo di lavoro in cui confrontarsi su formazione, didattica e arti visive, cioè quelle “nuove linee di indirizzo” del Mattatoio in cui una manifestazione come ARF! rientrerebbe pienamente].

L’Azienda Speciale Palaexpo, nella persona del suo Presidente Cesare Maria Pietroiusti, ci comunica via mail – nero su bianco – che non rientriamo più nella loro «visione del contemporaneo» (cioè l’esatto contrario di quanto sta sostenendo la DG Creatività Contemporanea del MiBACT) con tutta una serie di burocratismi degni del miglior conte Mascetti in Amici miei, che quantomeno denota una buona conoscenza di Mario Monicelli.

E questo, nonostante ARF! nelle sue 4 edizioni al Mattatoio [1] abbia prodotto una serie di mostre straordinarie come quelle dedicate a Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Milo Manara, Gipi, Zerocalcare, Guido Crepax, Jordi Bernet, Danijel Zezelj, Attilio Micheluzzi, il Mickey Mouse della Glénat o la celebrazione dei 70 anni di Tex + [2] abbia offerto indimenticabili Lectio Magistralis con la presenza di ospiti di massimo prestigio quali Altan, Tanino Liberatore, Josè Muñoz, Angelo Stano, Riccardo Mannelli o Paolo Eleuteri Serpieri + [3] abbia espresso vere opportunità di lavoro (oltre 10.000 portfolio ricevuti in 5 anni dagli autori esordienti per più di 1.000 colloqui professionali fissati con le case editrici) così come [4] vera cultura di pace e rispetto dei diritti umani al fianco di partner solidali come Emergency, Cesvi, Dynamo Camp, Amnesty International e UNHCR + [5] abbia accolto un pubblico di oltre 60.000 visitatori totali da tutta Italia, compresa [6] una coloratissima moltitudine di bambini nella propria Area Kids a ingresso gratuito, che ogni anno offre 18 laboratori creativi con le docenze delle migliori firme del panorama nazionale, costantemente SOLD OUT a ogni edizione!

>>> Senza nemmeno considerare i 66.309 euro donati all’INMI Lazzaro Spallanzani proprio in questi ultimi 6 mesi grazie al libro a fumetti COme Vite Distanti (vincitore del Premio Boscarato 2020), realizzato da ARF! durante l’emergenza sanitaria Covid-19, che ne ha fatto (cit:) «la più grande raccolta fondi mai realizzata dal Fumetto italiano» attraverso l’unione, il talento e la generosità dei suoi protagonisti: gli autori, i partner e i lettori <<<

Ma tutto questo a Palaexpo e al suo artista/presidente Pietroiusti (ora “coordinatore del tavolo di programmazione”) non interessa!

Non rientriamo nel loro «cambiamento di paradigma» all’interno di «una specifica visione curatoriale» che ora dipende da «un complesso meccanismo decisionale» che comprende per l’appunto questa «visione strategica di analisi qualitativa» (?) che prenderà forma e si incentrerà su «una complessa e articolata sequenza di eventi» che siano «coerenti con la proposta culturale del nuovo Mattatoio».

Una visione, insomma, che al di là della propria astratta arbitrarietà (nella gestione di un bene pubblico della città, non di una galleria privata) rimane chiara soltanto a se stessa, alla propria voce autoreferenziale.”

In coda al comunicato, la direzione di Arf Festival indice una conferenza stampa per giovedì 26 novembre alle 12.00, la prima delle controffensive del nostro Festival”, si annuncia. Queste conferenze “basate su una verità oggettiva (scripta manent alla mano, nero su bianco), sui risultati concreti raggiunti in questi anni e – perché no? – anche sull’ironia, un’arma che ci contraddistingue da sempre: sì, perché saranno anche un paio di momenti in cui strapperemo un sorriso che – insieme a tutti i giornalisti che si accrediteranno – ci condurranno alle future mosse di una fiera manifestazione indipendente che in sole 5 edizioni ha posizionato il proprio brand tra le eccellenze italiane del settore.

MCU: i 10 migliori momenti frutto dell’improvvisazione

MCU: i 10 migliori momenti frutto dell’improvvisazione

Con un universo cinematografico grande quanto il MCU, sarebbe facile presumere che tutti i film si attengano rigorosamente ad una sceneggiatura e che non ci sia spazio per alcun tipo di “sorpresa”. Tuttavia, anche nel MCU gli attori hanno avuto spesso l’opportunità di offrire il loro contributo ed improvvisare/cambiare delle scene che stavano girando. Da piccoli e semplici cambiamenti estetici ad importanti dialoghi totalmente improvvisati, gli attori che sono apparsi nel MCU si sono concessi davvero di tutto. Screen Rant ha raccolto i 10 migliori momenti improvvisati – quindi non presenti in sceneggiatura – del MCU:

Un curioso Nick Fury

In base a ciò che sappiamo grazie a Spider-Man: Far From Home, allo stato attuale la super-spia Nick Fury si trova intrappolata nello spazio insieme agli alieni. Ma quando ha incontrato per la prima volta Carol Danvers in Captain Marvel (2019), non aveva idea che gli alieni fossero reali. Fury lo ha imparato a proprie spese quando uno degli Skrull ha impersonato Coulson e lo ha attaccato.

Più tardi, Fury assisterà all’autopsia dello Skrull, e non riuscirà a mettere da parte la sua curiosità. Dà infatti un’occhiata alle… parti intime dello Skrull! Samuel L. Jackson ha improvvisato la “sbirciatina” di Fury sotto il lenzuolo che copriva il cadavere, e ai creatori è piaciuto talmente tanto che alla fine hanno deciso di tenere quel momento nel film.

Tony Stark è Iron Man

A differenza dei fumetti, dove Iron Man nasconde la sua vera identità e finge di essere la guardia del corpo di Tony Stark, nel MCU il miliardario filantropo non mantiene segreta la sua attività di supereroe. In effetti, confessa di essere Iron Man già nel finale del primo film.

Gran parte dei dialoghi in Iron Man (2008) sono stati improvvisati, ma uno dei momenti più importanti è stato quando Robert Downey Jr. ha esclamato: “Io sono Iron Man”. La battuta è stata un’idea dello stesso Downey Jr. ed è rimasta con Tony Stark fino a Avengers: Endgame (2019), dal momento che ha detto la stessa identica cosa pochi istanti prima di schioccare le dita e sconfiggere Thanos una volta per tutte.

La morte di Spider-Man

In Avengers: Infinity War (2018) abbiamo visto morire molti personaggi, ma la morte di Spider-Man è stato uno dei momenti più tragici, che ha fatto piangere più di uno spettatore. Ma quello che il pubblico potrebbe non sapere è che Tom Holland e Robert Downey Jr. hanno improvvisato la scena e i dialoghi.

Sapevano solo che Spider-Man sarebbe morto: tutto il resto dipendeva da loro. La battuta divenuta ormai iconica di Holland: “Non voglio andare!”, è stata frutto dell’improvvisazione del giovane attore.

L’amicizia tra Iron Man e Spider-Man

Peter Parker e Tony Stark hanno costruito una delle amicizie più iconiche del MCU, soprattutto perché Tony era una sorta di figura paterna per Peter. Oltre alla scena della morte di Spider-Man, ci sono stati anche altri momenti improvvisati dai due attori. Uno di questi è quando Peter chiede un abbraccio in macchina e Tony risponde: “Non è un abbraccio. Ti stavo solo aprendo la porta.”

È stato Robert Downey Jr. ad improvvisare la battuta. Ed è stato sempre l’attore ad esortare Tom Holland a farsi da parte quando il giovane co-protagonista ha dimenticato di fare spazio per Downey Jr. mentre parlano nella camera di Peter. Downey Jr. va a sedersi, Holland si dimentica di spostarsi e Downey Jr. salva la situazione dicendo: “Mi siederò qui, quindi muovi la gamba”.

Il mistero di Gamora

A proposito di battute iconiche, Drax ha alcune delle battute più divertenti nei film dei Guardiani della Galassia. Ma la sua battuta migliore, di gran lunga, è arrivata in Avengers: Infinity War, e non era nemmeno prevista dalla sceneggiatura!

Quando Star-Lord chiede “Dov’è Gamora?” e Iron Man risponde con un confuso “Chi è Gamora?”, la reazione di Drax li coglie entrambi di sorpresa: “E io ne ho una ancora migliore. Perché è Gamora?”. “Perché”, davvero… questa è la domanda.

Un’insolita amicizia

Occhio di Falco e Quicksilver hanno una relazione di amore-odio in Avengers: Age of Ultron (2015). All’inizio, Quicksilver è contro i Vendicatori e si prende gioco di Occhio di Falco. Ma alla fine, salva gli salva la vita sacrificando la sua. Prima che ciò accadesse, tuttavia, Quicksilver ha fatto impazzire Occhio di Falco.

E Jeremy Renner lo ha dimostrato considerando la possibilità di sbarazzarsi di Quicksilver nel seguente monologo improvvisato: “Nessuno lo saprebbe. Nessuno. L’ultima volta che l’ho visto, Ultron era seduto su di lui. Sì, ci mancherà. Quel piccolo bastardo veloce, mi manca già”. Se qualcuno può dar vita ad un’amicizia con una bugia, quello è senza dubbio Occhio di Falco.

È molto tempo che non ci si vede

Quando Thor e Captain America si riuniscono in Avengers: Infinity War, non si vedono in realtà da alcuni anni. Si incontrano a Wakanda, dove Thor riappare dal nulla e si unisce alla battaglia contro le forze di Thanos.

Il dialogo tra Thor e Captain America è stato improvvisato, ma potrebbe benissimo avvenire tra due amici che si sono persi di vista per un po’: Steve Rogers chiede a Thor se ha un nuovo taglio di capelli e il Dio del Tuono fa notare che il capitano ha copiato la sua barba.

Tony Stark ama il suo Shawarma

Quasi tutti i film del MCU hanno una o più scene post-credit. Ma raramente abbiamo visto i Vendicatori al centro di una scena in cui erano impegnati a… mangiare. La famosa scena dello Shawarma era basata su una battuta improvvisata da Robert Downey Jr.

Dopo che Iron Man ha lanciato la bomba nello spazio e ha perso i sensi, afferma che gli piacerebbe mangiare dello Shawarma quando si sveglia. Ciò ha portato alla scena post-credit che è stata girata più tardi rispetto al resto di The Avengers (2012).

Quasi tutto Thor: Ragnarok

Thor: Ragnarok (2017) è uno dei film più divertenti del MCU, forse perché quasi tutto, circa l’80% del film, è stato improvvisato dagli attori. Uno di questi esempi è la scena “Chiedi aiuto” tra Thor e Loki, una strategia intelligente su come confondere e sconfiggere i loro nemici.

Loki non è molto contento, ma alla fine Thor riesce a farcela. E c’è anche Jeff Goldblum, aka il malvagio Gran Maestro, che ha improvvisato la maggior parte dei suoi dialoghi.

Le scene che non sono finite nei film

Infine, ci sono due scene improvvisate che non sono entrate nei film, ma entrambe sono esilaranti e includono dei baci. In Avengers: Age of Ultron (2015), Chris Evans voleva provare a dare un bacio, ma considerando che Tony Stark e Steve Rogers discutono per la maggior parte del film, la scena è finita nei bloopers.

E in Avengers: Endgame, Stark bacia Peter Parker sulla guancia una volta che si sono riuniti invece di abbracciarlo. È stato un momento da papà per Stark ma, ancora una volta, i creatori hanno deciso per una diversa interpretazione della scena.

Anya Taylor-Joy: “Non sono abbastanza bella per essere una star”

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Anya Taylor-Joy: “Non sono abbastanza bella per essere una star”

È un periodo decisamente proficuo per Anya Taylor-Joy, l’attrice e modella americana di origini argentine che si è fatta conoscere al grande pubblico grazie a film quali The Witch di Robert Eggers e Split di M. Night Shyamalan. Quest’anno l’abbiamo vista in Emma di Autumn de Wilde e anche in The New Mutants di Josh Boone, mentre più di recente è stata protagonista de La regina degli scacchi, acclamata miniserie Netflix da poco “eletta” la più vista del popolare servizio di streaming.

In una recente intervista con The Sun, l’attrice si è lasciata andare ad una serie di dichiarazioni alquanto particolari circa il suo aspetto fisico. Dotata di una bellezza magnetica e certamente fuori dal comune, Anya Taylor-Joy ha ammesso di nutrire dei forti dubbi sulla sua immagine. “Non mi sono mai considerata bella e credo che non mi considererò mai tale”, ha spiegato. “Non credo di essere abbastanza bella da poter recitare. Lo so che può sembrare patetico e il mio ragazzo mi ha già avvertito che la gente penserà di me che sono una stron*a a dire certe cose, ma davvero: ho sempre pensato di avere un aspetto strano.”

L’attrice ha raccontato di non rivedere mai i suoi film e ha anche raccontato di un episodio alquanto spiacevole avvenuto durante la visione del sopracitato Emma, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Jane Austen arrivato quest’anno direttamente in digitale nel nostro Paese: “Non mi piace andare al cinema a vedere i film in cui recito. Devo vederli prima. La cosa bella del farlo da sola è che non sono costretta a vedere la mia faccia sul grande schermo. Quando ho visto Emma ho avuto un vero attacco di panico, perché ho pensato di essere la prima attrice brutta ad aver interpretato quel personaggio, ed era assurdo, perché la prima battuta che Emma dice nel film è proprio: ‘Sono bellissima, intelligente e ricca’.”

Sempre nel corso dell’intervista, Anya Taylor-Joy ha rivelato anche di aver avuto un’infanzia difficile e di essere stata vittima di bullismo, ma ha anche ricordato il fortuito incontro con Sarah Doukas, fondatrice dell’agenzia di moda Storm Model Management, che dopo averla incontrato per caso ad Harrods, a Londra, le offrì un contratto come modella. Alla fine dell’intervista, l’attrice ha anche ammesso che, al di là delle sue convinzione, adesso ha accettato l’immagine che gli altri possono avere di lei: “Mi sono costretta nella vita ad accettare i complimenti”, ha spiegato. “Se oggi qualcuno mi dice che sono bella, lo ringrazio.”

I prossimi progetti di Anya Taylor-Joy

Di recente abbiamo appreso che Anya Taylor-Joy sarà la protagonista del prequel di Mad Max: Fury Road incentrato sul personaggio di Furiosa. Il prequel sarà diretto ancora una volta da George Miller e vedrà l’attrice recitare al fianco di Chris Hemsworth e Yahya Abdul-Mateen II. Tra i suoi prossimi progetti figurano anche Last Night in Soho di Edgar Wright (che arriverà al cinema il prossimo anno) e The Northman, il nuovo horror di Rogert Eggers, con cui tornerà a lavorare dopo The Witch

Justice League Snyder Cut: come cambieranno i poteri di Flash e Cyborg

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Zack Snyder continua a sviscerare dettagli su cosa i fan dovranno aspettarsi dalla Snyder Cut di Justice League, soprattutto su come sarà diverso il suo taglio dalla versione cinematografica di Joss Whedon uscita nelle sale nel 2017. Questa volta, il regista ha fatto luce sia su Flash che su Cyborg, spiegando nel dettaglio come i loro poteri saranno rappresentati nella versione del cinecomic in quattro parti in arrivo il prossimo anno HBO Max.

Parlando del Velocista Scarlatto, Snyder non è d’accordo con la visione di Barry Allen che usa la sua super velocità per trasportare le persone da un posto all’altro (come visto anche nella versione cinematografica di Whedon), perché non crede che sia così che funzionino i suoi poteri. “Non mi piaceva, e non mi piace, che Barry sia in grado di spostare le persone. So che molte persone hanno amato questo aspetto, ma a me semplicemente non piace. Va bene, penso che sia bello quando le persone lo fanno: semplicemente, io non lo farò”, ha rivelato Snyder in uno speciale sul canale YouTube di Vero (via CBM). “Se prendi qualcuno e puoi dire che è protetto dalla Forza della Velocità… questo, sai, dipende dall’interpretazione. Mi sembra che se afferri qualcuno alla stessa velocità con cui si sta muovendo… potresti letteralmente strappargli un braccio. Flash si muove così velocemente che potrebbe letteralmente strappare via la carne dal corpo di qualcuno. Ecco perché deve stare molto attento con gli umani quando si trova nella Forza della Velocità.”

Per quanto riguarda Cyborg, Snyder ha chiarito che Victor Stone – e di riflesso il pubblico – non è ancora del tutto sicuro di come funzionano i suoi poteri in questa fase. “Francamente, non credo che sappiamo ancora quali siano i poteri di Cyborg”, ha ironizzato il regista. “Se guardi a cosa sono capaci di fare queste Scatole Madri, ossia creare e distruggere il mondo… penso che quello che Cyborg è in grado di fare, sia davvero solo la punta dell’iceberg rispetto a ciò che è possibile per lui in futuro.”

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Gremlins 3: Chris Columbus promette che le creature non verranno ricreate in CGI

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Era da un po’ di tempo che non si avevano aggiornamenti su Gremlins 3, il tanto chiacchierato terzo capitolo della saga fantasy/horror iniziata nel lontano 1984. Sono anni, ormai, che si parla di un possibile terzo film, ma ad oggi nulla è stato ufficializzato. Il primo film, diretto da Joe Dante, incassò all’epoca della sua uscita in sala circa 212 milioni di dollari e generò anche un sequel, uscito diversi anni dopo (Gremlins II – La nuova stirpe, del 1990, diretto sempre da Dante).

Sebbene non ci siano ancora piani concreti per un terzo film di Gremlins, ultimamente ci sono state molte conversazioni sul ritorno del franchise sul grande schermo. Parlando di recente con Collider, Chris Columbus, ideatori del soggetto e autore della sceneggiatura del primo film, ha parlato delle sue idee per un possibile Gremlins 3, che comprende anche l’impiego di animatronics al fine di realizzare le creature del film, esattamente come fu per il film originale.

“Mi piacerebbe farlo. Ho scritto una sceneggiatura, quindi sì… esiste una sceneggiatura per un ipotetico terzo film. In questo momento stiamo risolvendo alcuni problemi relativi ai diritti, quindi stiamo solo cercando di capire quando sarebbe il momento migliore per realizzarlo. Lo farei ancora allo stesso modo, utilizzando pupazzi tangibili, non creati attraverso la CGI. Forse abbiamo avuto… avevamo una scena in stop-motion nel primo Gremlins, ma non credo che userei molta CGI in Gremlins 3.”

I Gremlins originali vennero creati attraverso l’impiego di animatronics ideati dallo stesso Columbus. Nonostante le sfide tecniche che la loro ideazione comportò, il team degli effetti speciali portò a compimento un lavoro meraviglioso, riuscendo a donare personalità ai bizzarri, perfidi ma al tempo stesso adorabili mostriciattoli, aiutando il pubblico ad empatizzare con le creature. Naturalmente, creare delle creature così strane oggi sarebbe molto più facile utilizzando la CGI, ma almeno Columbus non pensa che la computer grafica possa necessariamente offrire un risultato finale migliore.

In effetti, gran parte del fascino dei film originali deriva proprio dal fatto che le creature sono state realizzate attraverso l’impiego di pupazzetti meccanici; in base alle sue dichiarazioni, è palese che Columbus pensi che il fascino dell’epoca debba essere preservato anche per un eventuale terzo film.

Gli Eterni introdurrà il primo supereroe sordo del MCU

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Gli Eterni introdurrà il primo supereroe sordo del MCU

L’attrice Lauren Ridloff ha condiviso di recente il suo entusiasmo nei confronti di Makkari, il personaggio che interpreterà nell’attesissimo Gli Eterni, il cinecomic Marvel in uscita il prossimo anno. Attraverso il personaggio di Makkari, il MCU affronterà per la prima volta il tema della disabilità: si tratta, infatti, del primo supereroe sordo all’interno dell’universo condiviso.

Gli Eterni racconterà del gruppo di esseri immortali del titolo, originariamente creati dai Celestiali. Lavoreranno insieme per proteggere gli umani dai Devianti, le loro controparti malvagie. Oltre al ricco cast e alla quantità enorme di personaggi, Gli Eterni si distinguerà dal resto del MCU anche per un altro interessante particolare: la storia, infatti, coprirà un arco di 7.000 anni, un periodo di tempo decisamente molto più lungo rispetto alla maggior parte dei moderni film di supereroi.

In origine, Gli Eterni sarebbe dovuto arrivare nelle sale proprio questo mese. Tuttavia, la pandemia di Coronavirus ha costretto la Marvel a cambiare drasticamente tutto il calendario delle uscite relativo ai prossimi due anni. Adesso, il film uscirà in sala il 5 novembre 2021. Lauren Ridloff aveva già rivelato che le riprese aggiuntive del film sono già state effettuate. Il suo personaggio, Makkari, è degno di nota per diversi motivi. Il primo è che nei fumetti il personaggio è un uomo: Ridloff interpreterà, dunque, un’entusiasmante versione gender bender dello stesso. Makkari è anche dotato di una straordinaria velocità e sarà il primo supereroe sordo del MCU.

In un’intervista con Scott Davis sul canale YouTube di HeyUGuys (tramite MovieWeb), Lauren Ridloff ha condiviso il suo entusiasmo proprio in merito alla possibilità di interpretare Makkari, in particolare per quanto riguarda la rappresentazione al cinema dei non udenti. Sono più elettrizzata che sopraffatta all’idea che mi sia stata data l’opportunità di rappresentare la comunità dei non udenti. Sono molto entusiasta per questo… il fatto di portare quella trama all’interno del MCU. Penso che ci sia molto spazio per raccontare più storie del genere.”

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Star Wars: Kathleen Kennedy sostiene John Boyega dopo le critiche alla saga

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La star della trilogia di sequel di Star Wars, John Boyega, ha dichiarato di aver ricevuto una telefonata dal presidente della Lucasfilms, Kathleen Kennedy, riguardo le sue critiche al trattamento dei personaggi e degli attori di colore da parte dello studio. In passato Boyega, che ha interpretato Finn, l’ex Stormtrooper ribelle, sensibile alla forza, ha criticato il trattamento riservato a Finn all’interno della saga.

Sebbene Boyega, il primo attore di colore a recitare in un ruolo da protagonista nel franchise, fosse assai presente nel materiale promozionale, il suo personaggio non è stato sfruttato a pieno nella trilogia sequel. Nonostante il suo potenziale, l’ultimo capitolo – L’Ascesa di Skywalker – non dedica il tempo necessario ad approfondire l’arco narrativo di Finn. Il suo conflitto personale è stato affrontato principalmente nel primo episodio della trilogia, Il Risveglio della Forza.

Tuttavia, Boyega ha ampliato le sue critiche anche agli archi narrativi inesistenti di altri personaggi, come la Rose Tico di Kelly Marie Tran o il Poe Dameron di Oscar Isaac.  Grazie alla grande visibilità che è in grado di donare ad un attore un franchise come Star Wars, John Boyega ha usato la sua esperienza unica per trasformarsi in uno degli attivisti più “accesi” di Hollywood. Adesso Deadline riporta che in una conversazione con la BBC, Boyega ha spiegato di aver ricevuto supporto da Kathleen Kennedy, attraverso una conversazione “onesta e trasparente” su molte delle denunce che ha fatto contro Lucasfilms e Disney.

John Boyega e la conversazione “onesta e trasparente” con Kathleen Kennedy su Star Wars

Sebbene Boyega sia andato avanti, tiene ancora molto a cuore la possibilità di influenzare il cambiamento all’interno degli studi e nell’industria, basandosi proprio sulla sua esperienza negativa. Boyega ha parlato dell’importanza di una forte rappresentanza, al di là del fan service e della trasparenza che diventa la norma. “Penso che questo tipo di conversazioni… è vero, può sembrare che tu stia cercando soltanto di salvare la tua carriera, ma ora la cosa fantastica è che si tratta di un tipo di conversazione a cui tutto hanno accesso. Ora le persone possono esprimersi al riguardo, sapendo che ogni personaggio che amiamo, specialmente in questi grandi franchise come Marvel e Star Wars, li amiamo per i momenti che vengono loro dati. Li amiamo per quei momenti. Sono momenti eroici che tutti questi produttori decidono per questi personaggi, quindi dobbiamo vederli nei nostri personaggi, che posso essere anche neri e di altre culture.” 

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Lo Squalo: l’ultimo modello impiegato sul set è stato esposto in un museo

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L’unico modello di squalo meccanico sopravvissuto, utilizzato durante la realizzazione del film Lo Squalo, è stato esposto presso il nuovo Academy Museum of Motion Pictures (via Bloody Disgusting). Uscito nel 1975 e diretto – all’epoca – da un giovane e prodigioso regista di nome Steven Spielberg, Lo Squalo è incentrato sulla caccia di un grande squalo bianco mangiatore di uomini che terrorizza l’immaginaria cittadina balneare di Amity Island.

Lo Squalo è diventato uno dei film più popolari nella storia del cinema, non solo perché all’epoca divenne la pellicola con il maggior incasso di sempre, ma anche perché ha stabilito un modello da seguire, tanto in termini di narrativa quanto di estetica, all’interno dell’industria in merito all’uscita dei blockbuster estivi. Inoltre, il film ha permesso a Spielberg di affermarsi come uno dei registi più influenti di Hollywood e ancora oggi, dopo 45 anni, è considerato un cult senza tempo, dal fascino inalterato.

Gran parte di quel fascino risiede soprattutto nella travagliata produzione de Lo Squalo, considerata tra le più disastrose di sempre. Alcuni report hanno sempre sottolineato l’inesperienza di Spielberg e la sfiducia del team produttivo nei suoi confronti, tanto che sul set si iniziò a scherzare con il titolo del film e a chiamarlo ironicamente “Flaws” (ossia, “Difetti”, un gioco di parole con l’originale “Jaws”, ossia “Mascelle”). Inoltre, è ben nota l’insistenza di Spielberg nell’aver voluto usare squali meccanici, cosa che durante le riprese ha anche portato alla distruzione di tre dei modelli impiegati o al loro semplice affondamento nell’oceano.

Adesso, il quarto e ultimo modello di squalo meccanico impiegato durante la realizzazione de Lo Squalo è stato esposto nell’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles, che verrà inaugurato ad aprile 2021. Dopo essere sopravvissuto per decenni in una discarica di Hollywood, diversi protesisti e artisti degli effetti speciali hanno restaurato il modello in fibra di vetro di “Bruce” (così vennero chiamati i modelli di squalo dalla produzione durante le riprese), ad oggi l’oggetto più grande dell’intera collezione esposta nel museo, che sarà sospeso a mezz’aria. Il modello era così grande da non entrare negli ascensori della struttura: è stato trasportato e fatto passare attraverso le vetrate.

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