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Alessandro Siani: 10 cose che non sai sull’attore

Alessandro Siani: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre attore comico di origini napoletane, Alessandro Siani è da molti considerato l’erede di Massimo Troisi, anche se è questo un paragone che non piace al diretto interessato. Nel corso della sua carriera, ad ogni modo, Siani si è distinto come protagonista di alcune delle commedie di maggior successo degli ultimi anni, e dal 2013 ha anche intrapreso una fortunata carriera da regista. Ha così potuto dar vita a storie sue, poi particolarmente apprezzate dal grande pubblico. Diviso tra cinema e televisione, Siani è tutt’oggi uno dei nomi di punta del panorama comico italiano.

Ecco 10 cose che non sai di Alessandro Siani.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Alessandro Siani Il giorno più bello del mondo

Alessandro Siani: i suoi film

10. È stato protagonista di celebri commedie. Siani debutta sul grande schermo con il film Ti lascio perché ti amo troppo (2006), per poi conoscere ulteriore popolarità grazie a Natale a New York (2006) e Natale in crociera (2007). Recita poi in La seconda volta non si scorda mai (2008), ma è con Benvenuti al Sud (2010), che si consacra, recitando accanto a Claudio Bisio. A seguire prende poi parte a La peggior settimana della mia vita (2011), con Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi, e il sequel Benvenuti al Nord (2012). È poi protagonista dei film Il principe abusivo (2013), con Sarah Felberbaum, Si accettano miracoli (2015), Mister Felicità (2017) e Il giorno più bello del mondo (2019).

9. È anche regista, sceneggiatore e produttore. Sin dal suo debutto con Ti lascio perché ti amo troppo, Siani si è cimentato anche nell’attività di sceneggiatore. Nel 2013 ha invece debuttato alla regia con il film Il principe abusivo, seguito poi da altre tre regie cinematografiche, di cui è stato anche sceneggiatore. Attualmente è al lavoro sul suo nuovo film, Chi ha incastrato Babbo Natale?, previsto per l’inverno del 2021. In qualità di produttore, invece, ha contribuito alla realizzazione di Troppo napoletano (2016) e La fuitina sbagliata (2018).

8. Ha lavorato anche come doppiatore. Nel 2011 Siani ha debuttato anche come doppiatore per il noto film Pixar Cars 2, dove ha dato voce al personaggio di Francesco Bernoulli, una Ferrari 150° Italia proveniente appunto dal Bel Paese. Nel 2015, invece, partecipa al doppiaggio italiano del film d’animazione Il piccolo principe, dando voce al personaggio del Vanitoso, il quale in originale vanta l’interpretazione di Ricky Gervais.

Alessandro Siani e Il giorno più bello del mondo

7. Ha realizzato la sua personale favola. Il giorno più bello del mondo, ultimo film diretto e interpretato da Siani, è la storia di Arturo Meraviglia, un impresario teatrale che ritrova il gusto per il suo mestiere in seguito all’incontro con un bambino con poteri speciali. Siani, per la sua quarta regia, ha dichiarato di aver sempre voluto dare nuove forme alla favola, e ha cercato allo stesso tempo di costruire una storia meno basata sull’interpretazione e più su di una struttura solida, attraverso cui poter dar vita alle emozioni che gli interessava raccontare.

6. Si è affidato a numerosi effetti speciali. Per poter dar vita, e rendere credibile, il potere speciale del bambino protagonista, Siani ha raccontato di essersi affidato agli effetti speciali del cinema. Ve ne sono infatti moltissimi all’interno del suo ultimo film, anche dove non si notano. L’attore e regista desiderava infatti sfatare il mito che in Italia non si possano fare film con effetti speciali, e il suo lavoro è stato così minuzioso da poter raggiungere nuovi risultati in tale campo.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Alessandro Siani instagram

Alessandro Siani: la sua vita privata con moglie e figli

5. È estremamente riservato. L’attore è notoriamente restìo a condividere dettagli sulla propria vita privata e famigliare. È tuttavia noto il suo legame con una donna, conosciuta ancor prima di diventare famoso al cinema. I due sembra si siano sposati nel 2008 e hanno in seguito avuto due figli. Siani è stato avvistato in diverse occasioni in compagnia della famiglia, ma tenta continuamente di sfuggire all’intrusione della popolarità nel suo privato.

Alessandro Siani è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo ufficiale seguito da 237 mila persone. All’interno di questo, con circa 200 post, è solito condividere immagini relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche foto di curiosità a lui legate, come anche di luoghi da lui visitati o serate di gala a cui ha preso parte. Nei suoi post più recenti lo si può ad esempio vedere in compagnia di celebri personalità come Diego Maradona e Nino D’Angelo.

3. Utilizza il social per promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo, inoltre, l’attore condivide con i propri follower immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano anche numerosi dietro le quinte, curiosità e anche notizie relative alla sua fortunata attività teatrale. Così facendo, Siani permette ai suoi follower di rimanere continuamente aggiornati sui suoi progetti attuali o futuri.

Alessandro Siani a teatro

2. Ha dato vita a numerosi spettacoli di successo. Siani è noto per la sua fervida attività teatrale, incominciata ben prima di quella cinematografica. Divenuto famoso grazie al palcoscenico, l’attore non ha negli anni mai abbandonato tale forma di spettacolo, a cui si dichiara legato in modo indissolubile. I suoi primi spettacoli furono Fiesta e Tutti Bravi, rispettivamente del 2004 e del 2005. Dal 2009 fino al 2011 ha invece portato in scena Più di prima, seguito da Sono in zona (2011-2013). Negli ultimi anni si è invece dedicato all’adattamento teatrale di suoi film come Il principe abusivo (2015) e Felicità tour (2019).

Alessandro Siani: età e altezza

1. Alessandro Siani è nato a Napoli, il 17 settembre del 1975. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

Tinto Brass: 10 cose che non sai sul regista

Tinto Brass: 10 cose che non sai sul regista

Considerato il maestro del cinema erotico italiano, Tinto Brass si è affermato nel corso della sua carriera come regista originale e provocatorio, capace di sfidare tanto il buoncostume quanto le istituzioni. Con i suoi film, non tutti appartenenti al genere erotico, ha infatti costruito un immaginario ancora oggi lucido nelle menti dei suoi spettatori, incantati dalla grazia con cui il regista milanese ha saputo trattare temi spesso tabù. Ancora oggi, nonostante si sia pressocché ritirato, Brass rimane una figura emblematica, che ha saputo a modo suo raccontare l’Italia e l’italianità dei suoi tempi.

Ecco 10 cose che non sai di Tinto Brass.

Parte delle cose che non sai sul regista

Tinto Brass libri

Tinto Brass: i suoi film

10. Ha scritto e diretto celebri lungometraggi erotici. Brass debutta alla regia con il lungometraggio Chi lavora è perduto (1963), incentrato sul disagio giovanile. Si trova poi a dirigere film di vario genere come Il disco volante (1964) e Yankee (1966), per poi tornare su registri più intimi con Col cuore in gola (1967), L’urlo (1968) e Nerosubianco (1969). Il suo cinema vira poi sull’erotico a partire da Salon Kitty (1975), a cui seguiranno celebri titoli come Caligola (1979), con Helen Mirren, Action (1979). La chiave (1983) è il titolo che gli dà maggior fama, e in seguito a questo girerà altri noti film erotici come Miranda (1985), Capriccio (1987), Paprika (1991), Così fan tutte (1992), L’uomo che guarda (1994), Fermo posta Tinto Brass (1995) e Monella (1998). A partire dal nuovo millennio dirige invece Tra(sgre)dire (2000), Senso ’45 (2002), Fallo! (2003) e Monamour (2005).

9. È anche produttore, montatore e attore. Nel corso della sua carriera Brass si è divertito a ricoprire diversi ruoli sul set, non limitandosi così alla regia e alla sceneggiatura. In molti dei suoi film è infatti possibile vederlo in più o meno brevi cameo, che divennero così una sua caratteristica ricorrente. Brass, inoltre, desiderava poter avere il pieno controllo sulle proprie opere, e per ciò ricoprì anche il ruolo di montatore, svolgendo tale attività per molti dei suoi titoli, assicurandosi così che assumessero la forma da lui desiderata. Negli anni, inoltre, Brass è stato anche produttore, in particolare della serie intitolata Tinto Brass Presents Erotic Short Stories.

8. Gli fu offerta la regia di un celebre film. I primi film di Brass raggiunsero una certa notorietà anche al di fuori dei confini nazionali, e in particolare il regista ha ricordato di come Nerosubianco piacque molto negli Stati Uniti, a tal punto che la Warner Bros. lo contattò per dirigere il film Arancia Meccanica. In quel periodo, tuttavia, Brass era impegnato a terminare il film L’urlo, che per via della censura dovette subire diversi rimaneggiamenti con conseguenti ritardi nella distribuzione. Preferendo dedicarsi a tale progetto, egli perse così l’incarico e il film venne poi affidato al celebre Stanley Kubrick.

Tinto Brass e i suoi libri

7. Ha scritto diversi libri. Brass non ha mai nascosto anche uno spassionato amore per la letteratura. Non solo diversi dei suoi film sono tratti da opere letterarie, ma Brass stesso si dedicò negli anni alla scrittura di alcuni libri, prevalentemente di carattere saggistico. Tra questi si ricordano Donne fatali, Neo Noir, del 1995, Monella, la storia di un’iniziazione amorosa, del 1998, ed Il cinema secondo Brass, del 2005. Nel 2006 ottiene grande notorietà il suo Elogio del culo, seguito poi da Elogio della donna erotica nel 2008. Nel 2014 scrive invece Madame Pipì insieme alla moglie.

6. Il suo Elogio del culo ha avuto molto successo. Composto da circa 30 pagine, il libretto Elogio del culo ottenne particolare successo al momento della sua uscita, facendo crescere il proprio prezzo di vendita. All’interno di esso, attraverso la forma letteraria del dialogo, il regista introduce alle virtù, non solo estetiche, della parte anatomica in questione. Partendo così dal conflitto tra erotismo e pornografia, il regista giunge alla formulazione di quella che può essere definita una vera e propria poetica, ritrovabile poi in tutto il suo cinema.

Parte delle cose che non sai sul regista

Tinto Brass moglie

Tinto Brass e Milo Cotogno

5. Ha fatto debuttare al cinema il noto attore. Brass è noto per aver scoperto, con i suoi film, molte attrici poi divenute particolarmente celebri. Egli, tuttavia, fu anche il primo ad assegnare un ruolo cinematografico all’attore Lorenzo Branchetti, meglio noto per aver interpretato il folletto Milo Cotogno nel programma per bambini Melevisione. Branchetti, infatti, prese parte al film Senso 45, rilettura in chiave erotica del racconto di Camillo Boito. Qui egli interpreta la parte di un soldato.

La Tinto Brass Street Band

4. Esiste una band dedicata a lui. Che Tinto Brass sia ormai entrato a far parte dell’immaginario comune è cosa ormai nota, e lo conferma l’esistenza di una band intitolata proprio in suo onore. La Tinto Brass Street Band, attiva dal 2012, è un noto gruppo musical che attinge le proprie fonti d’ispirazione dal sound del jazz di New Orleans. Il loro album d’esordio, inoltre, è intitolato proprio Monella, come uno dei più celebri film del regista milanese.

Tinto Brass: chi è sua moglie

3. Ha avuto un lungo matrimonio. Nel 1957, a Venezia, Brass sposa Carla Cipriani, da lui conosciuta durante l’adolescenza. Il loro matrimonio durerà più di quarant’anni, permettendo loro di collaborare insieme in più occasioni. La Cipriani, infatti, si è distinta come sceneggiatrice di alcuni dei film del marito, tra cui Monella e Fallo!. La sua attività tuttavia non si limitava solo a ciò, ma svolse anche ruoli legati alla produzione. Brass ha infatti sempre sostenuto che dietro i suoi più grandi successi vi sia il lavoro di sua moglie, vera mente e fonte d’ispirazione per i film realizzati.

2. Si è sposato una seconda volta. Il matrimonio con la Cipriani finisce nel momento in cui lei viene a mancare, nel 2006. A diversi anni di distanza, nel 2017, Brass si sposa una seconda volta con la psicanalista e attrice Caterina Varzi. La loro cerimonia di unione si svolge all’interno della villa romana del regista e viene annunciata poco dopo. Ad oggi la coppia non ha dato voce a particolari notizie nei loro confronti, preferendo mantenere un velo di riservatezza a riguardo.

Tinto Brass: dove è nato

1. Tinto Brass è nato a Milano, Italia, il 26 marzo del 1933, da una famiglia gorizia di remote origini austriache.

Fonte: IMDb

Uma Thurman: 10 cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman: 10 cose che non sai sull’attrice

Icona degli anni Novanta, l’attrice Uma Thurman vanta nella sua carriera una serie di film e personaggi che da soli le bastano per ottenere una fama e una riconoscibilità unica. Celebre per la sua grinta e il suo carisma, l’attrice ha infatti preso parte a titoli estremamente popolari, collaborando con registi che le hanno permesso di maturare come interprete.

Oggi la Thurman è celebrata come una delle più dotate attrici della sua generazione, ancora protagonista di film di successo in cui non manca di dare continuamente prova della propria versatilità. A rimanere particolarmente memorabili, tuttavia, sono i personaggi a cui ha dato vita per alcuni film di Tarantino.

Ecco 10 cose che non sai su Uma Thurman.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1987 con il film Laura, per poi ottenere particolare successo grazie a titoli come La grande promessa (1988), Le relazioni pericolose (1988), con John Malkovich e Le avventure del barone di Munchausen (1988). Recita poi in noti titoli come Henry e June (1990), Lo sbirro, il boss e la bionda (1993), e Cowgirl – Il nuovo sesso (1993). Con Pulp Fiction (1994), di Quentin Tarantino, ha modo di consacrare la propria carriera. Con la popolarità acquisita, prende parte a Batman & Robin (1997), Gattaca – La porta dell’universo (1997), I miserabili (1998), Accordi e disaccordi (1999), Kill Bill: Volume 1 (2003) e Kill Bill: Volume 2 (2004), La mia super ex-ragazza (2006), Bel ami (2012), con Robert Pattinson, Quello che so sull’amore (2012), Nymphomaniac (2013), Il sapore del successo (2015), La casa di Jack (2018) e Nonno questa volta è guerra (2020), con Robert De Niro.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. L’esordio sul piccolo schermo avviene invece nel 2002, quando recita nel film Gli occhi della vita. Successivamente, torna a recitare in televisione per il film My Zinc Bed – Ossessione d’amore (2008), e per le serie Smash (2012), The Slap (2015), con Peter Sarsgaard, e Imposters (2017-2018). Nel 2019 ha invece recitato nella serie Chambers, di genere thriller e distribuita su Netflix. Attualmente invece è impegnata nelle riprese della nuova serie intitolata Suspicion, dove ricopre il ruolo della protagonista, una donna d’affari a cui viene misteriosamente rapito il figlio.

8. Ha ottenuto una nomination all’Oscar. Il ruolo di Mia Wallace, protagonista femminile di Pulp Fiction è quello che più di ogni altro ha permesso all’attrice di raggiungere un enorme successo all’interno dell’industria. Grazie ad esso, inoltre, l’attrice ha ricevuto la sua prima e unica nomination al premio Oscar come miglior attrice protagonista. Pur non vincendo il premio, la Thurman ha avuto modo di consolidare la propria popolarità, dando vita da quel momento ad una ben più solida carriera cinematografica, ricevendo numerose richieste di partecipazione a film poi rivelatisi grandi successi.

Uma Thurman in Kill Bill

7. Fu l’ispirazione per i due film. Parlando con Tarantino sul set di Pulp Fiction, l’attrice ebbe modo di condividere con lui i propri gusti cinematografici e i due iniziarono così a dar forma all’idea che poi venne sviluppata nei due film di Kill Bill. Tarantino, infatti, ha più volte raccontato di come il personaggio de La Sposa, venne basato interamente sul carattere e sull’aspetto della Thurman, la quale dal canto suo contribuì arricchendo il personaggio di dettagli. Al momento delle riprese, inoltre, l’attrice si scoprì incinta ma Tarantino preferì rimandare il tutto piuttosto che trovare un’altra attrice per la parte.

6. Fu costretta a girare una pericolosa scena. Nel 2018 l’attrice, ricordando il set di Kill Bill, affermò di essere stata costretta dal produttore Harvey Weinstein a girare personalmente una pericolosa scena dove un’auto si schianta contro un albero. L’attrice, tuttavia, affermò che il regista Tarantino non aveva colpe a riguardo e che anzi sostenne la sua causa andando a ricercare le riprese di tale momento. L’evento andò così ad intaccare la già compromessa situazione di Weinstein, e svelò un infelice retroscena dal set del film.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman Kill Bill

Uma Thurman e Quentin Tarantino

5. È la musa del regista. Benché il loro ultimo film insieme risalga al 2004, l’attrice e il regista Quentin Tarantino hanno sempre mantenuto negli anni un solido rapporto, iniziato grazie al film Pulp Fiction. Tarantino raccontò infatti di essere rimasto stregato dalle qualità dell’attrice, e che desiderava fare di lei la sua musa. Fu proprio grazie al regista che la Thurman ottenne quelli che sono ricordati come i ruoli più celebri della sua carriera. Ancora oggi i due non mancano di riunirsi in occasione di eventi particolari, dimostrando il buon rapporto che lì lega al di là del cinema.

Uma Thurman: chi è suo marito

4. È stata sposata con noti attori. Ad oggi l’attrice si è sposata per due volte tra gli anni Novanta e i primi del Duemila. Il primo matrimonio risale infatti al 1990, quando la Thurman sposa l’oggi premio Oscar Gary Oldman. La loro storia d’amore dura però soltanto fino al 1992, e fa posto alla più duratura relazione con l’attore Ethan Hawke. I due, conosciutisi sul set di Gattaca, decisero poi di sposarsi nel 1998. In quello stesso anno ebbero poi la prima figlia, Maya Hawke, mentre nel 2002 nacque il secondo figlio. La coppia divorziò poi nel 2005.

Uma Thurman e sua figlia

3. Sua figlia ha seguito le sue orme. La prima figlia dell’attrice, Maya, è oggi una promettente attrice, già comparsa nella terza stagione della popolare serie Stranger Things e nel nuovo film di Tarantino, C’era una volta a… Hollywood. La Thurman, a tal proposito, si è dichiarata particolarmente entusiasta della carriera intrapresa dalla figlia, la quale sembra avere tutte le carte in regola per affermarsi al pari dei genitori. L’attrice protagonista di Pulp Fiction ha inoltre affermato che al momento non vi è stata occasione di recitare insieme alla figlia, ma che è questo un desiderio che sperano entrambe di realizzare quanto prima.

2. La figlia l’ha motivata in difesa dell’ambiente. Di recente Maya Hawke ha guadagnato molti consensi sui social con un post dove criticava le generazioni precedenti e i loro sprechi a danno dell’ambiente. In tale messaggio, inoltre, la giovane attrice accusa anche i suoi stessi genitori. Sembra infatti sia stata proprio la figlia a far nascere nella Thurman il desiderio di contribuire nella protezione dell’ambiente. Ha così iniziato a prendere parte a gala benefici, sostenendo attivamente diverse organizzazioni per la salvaguardia ambientale e della vita animale.

Uma Thurman: età e altezza

1. Uma Thurman è nata a Boston, nel Massachusetts, Stati Uniti, il 29 aprile del 1970. L’attrice è alta complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Terminator: Salvation, McG rivela che esiste una versione più “dark”

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Nel corso degli anni, ci sono stati numerosi tentativi di dare nuova vita al franchise di Terminator, e nessuno di loro è riuscito davvero a reggere il confronto con i primi due film. Anche se Terminator: Dark Fate di Tim Miller è stato accolto con maggiore entusiasmo rispetto agli sforzi passati, si è comunque rivelato un flop al botteghino, mettendo nuovamente in dubbio il futuro della saga.

Uno di quegli “sforzi passati” è stato Terminator: Salvation del 2009. Nonostante un cast stellare che includeva Christian Bale, Sam Worthington e Bryce Dallas Howard, il film viene ancora oggi ricordato come uno degli episodi meno memorabili dalla saga. Durante una recente intervista con CBR, il regista McG ha rivelato che esiste una versione alternativa di Salvation, diversa dal taglio arrivato nelle sale, che probabilmente i fan apprezzerebbero di più.

“È interessante perché mi sento come se avessimo fatto davvero bene con Terminator ma, alla fine, è chiaro che abbiamo sbagliato per via della reazione dei fan fan e questa cosa mi ha davvero spezzato il cuore. Adesso, stranamente, penso che il film stia invecchiando meglio”.

“E c’è anche un taglio diverso”, ha continuato il regista. “Esiste la mia versione di quel film e ci sono alcune persone online che parlano di volerla vedere. Ed è altrettanto interessante! Ma penso di aver capito molte cose. Ovviamente penso che anche Jonathan Nolan, che alla fine non è stato accreditato tra gli sceneggiatori, abbia fatto del suo meglio. Forse il taglio che ho di quel film nascosto è la risposta. È più oscuro! (ride). Non lo so, questo spetta ai fan dirlo.”

Distaccandosi dai film precedenti, Terminator: Salvation è ambientato nel 2018 e si concentra sulla guerra tra la rete di macchine Skynet e l’umanità, mentre i militari rimasti nel mondo si sono organizzati per formare la Resistenza per combattere contro le macchine assassine di Skynet. Nel film Bale veste i panni di John Connor.

DCEU: i team-up tra eroi (e tra villain) che vorremmo vedere

DCEU: i team-up tra eroi (e tra villain) che vorremmo vedere

Sappiamo ormai da diverso tempo che in The Flash il personaggio di Barry Allen “collaborerà” non soltanto con il Batman di Michael Keaton ma anche con quello di Ben Affleck. Ma quali altri team up sarebbe bello vedere all’interno del DCEU? ComicBookMovie ne ha ipotizzati ben 10:

Freccia Verde/Lanterna Verde

Lanterna Verde e Flash rappresentano un’accoppiata iconica, ma un team-up altrettanto famoso è quello composto da Lanterna Verde e Freccia Verde. Nel corso degli anni, i due personaggi sono stati protagonisti di una serie di avventure insieme grazie ai fumetti di Neal Adams, che potrebbero rappresentare un’ottima base per un film.

Onestamente, è un peccato che la serie Arrow non abbia mai esplorato questa strada, ma con la serie ormai giunta al termine, sembra inevitabile che presto vedremo una nuova Freccia Verde sullo schermo. Se ciò dovesse accadere, questo team-up sarebbe incredibile  (soprattutto se il DCEU dovesse utilizzare l’iterazione di John Stewart).

Superman/Shazam

Il futuro del Superman di Henry Cavill non è ancora del tutto chiaro, ma Shazam! ha confermato che, nell’universo condiviso, l’Uomo d’Acciaio ha incontrato il supereroe. Con l’arrivo nelle sale di Black Adam, uno scontro tra lui e Shazam sembra inevitabile, ma la Warner Bros. ha bisogno di lanciare anche l’eroe kryptoniano nel mezzo.

Sarebbe un crossover senza precedenti. Inoltre, l’esplorazione della vulnerabilità di Superman alla magia si tradurrebbe senza ombra di dubbio in una nuova interessante rappresentazione del personaggio, che forse non abbiamo mai visto prima. Anche se ci sarebbero ben tre personaggi da gestire, molti fan vorrebbe che anche al cinema venisse approfondita quella fantastica dinamica tra Superman e Shazam, come già fatto egregiamente nei fumetti.

Cacciatrice/Power Girl

Nella versione “New 52” di Earth-2, Batman, Superman e Wonder Woman vengono massacrati da Darkseid quando questi invade la Terra. In quella run, Cacciatrice era la figlia di Batman e Catwoman (che serviva come Robin). Parallelamente, Power Girl era conosciuta come Supergirl sul suo pianeta, ma entrambe hanno adottato nuove identità quando si sono ritrovate nell’universo DC principale.

Questo retroscena potrebbe essere racconta in un film – le differenze tra le varie realtà sarebbero affascinanti da esplorare – o magari essere completamente cambiato (abbiamo già incontrato una Cacciatrice in Birds of Prey), ma mettere insieme questi due personaggi potrebbe dare vita ad un film dal potenziale enorme. Inoltre, esplorare la loro dinamica sarebbe parecchio divertente.

Batgirl/Nightwing

Joel Schumacher ha cercato, senza successo, di esplorare ulteriormente l’universo di Batman nei suoi film degli anni ’90, nonostante anche Tim Burton e Christopher Nolan hanno tralasciato molti degli alleati del Crociato Incappucciato nelle rispettive iterazioni. Con un po ‘di fortuna, ora le cose cambieranno.

Al momento non sappiamo se la Warner Bros. abbia dei progetti su Nightwing, mentre pare che un film dedicato a Batgirl sia in lavorazione, con la versione del Batman di Bruce Wayne destinata a fungere da mentore. Associare questi due personaggi sembrerebbe una mossa intelligente, sia perché sono stati coinvolti in una relazione sia perché sono ex compagni di Batman che ora cercano di lasciarsi alle spalle la sua ombra. I giochi basati su Arkham hanno accennato brevemente a questa dinamica e per un ipotetico film ci sarebbero anche molti fumetti a cui potersi ispirare.

Superman/Wonder Woman

Alcuni anni fa, la DC Comics decise – generando diverse controversie – di far esplorare a Superman e Wonder Woman una relazione romantica, sebbene fosse qualcosa che non durò particolarmente a lungo. Questa storyline potrebbe essere il perfetto team-up per il già pianificato Wonder Woman 3 da Patty Jenkins.

Non abbiamo mai visto la dinamica tra questi due personaggi esplorata davvero a fondo sullo schermo, e sebbene ciò potrebbe cambiare nella Snyder Cut di Justice League, la loro relazione merita di essere esplorata con maggiore dovizia di particolari.

Flash/Lanterna Verde

Circa dieci anni fa, eravamo tutti entusiasti all’idea di vedere la Lanterna Verde di Ryan Reynolds collaborare con Bradley Cooper, all’epoca considerato per il ruolo di Flash. Inutile dire che quel progetto non ha mai visto la luce, ma questo non significa che non potrà accadere di nuovo.

Hal Jordan e Barry Allen sono buoni amici e hanno intrapreso molte collaborazioni nel corso degli anni. Chissà, forse durante il suo viaggio attraverso il Multiverso, il Velocista Scarlatto di Ezra Miller potrebbe incontrare la versione di Reynolds di Lanterna Verde? Sarebbe inaspettato e sicuramente divertente.

Joker/Lex Luthor

Considerato l’attuale assetto del DCUE, sembra improbabile che Jared Leto o Jesse Eisenberg tornino nei panni del Joker e di Lex Luthor, ma siamo quasi certi che i due personaggi verranno riavviati tra non molto. Quando ciò accadrà, si spera che i due villain possano condividere lo schermo.

Essendo i più grandi nemici di Batman e Superman, è impossibile non essere entusiasti alla prospettiva che il Clown Prince del Crimine e Luthor formino un’alleanza per eliminare i migliori eroi del mondo.

Deadshot/Harley Quinn

Abbiamo già avuto un assaggio di questo team up nel Suicide Squad di David Ayer, e sappiamo che Daeadshot non si riunirà con Harley Quinn nell’atteso The Suicide Squad di James Gunn. È un vero peccato e speriamo che le cose possano cambiare in un futuro non troppo lontano.

Rivisitare l’intesa che questi due attori hanno dimostrato in Focus potrebbe dare vita ad un grande successo al botteghino per la Warner Bros. Non siamo sicuri su quale possa essere la premessa di questo ipotetico film, ma Suicide Squad di Ayder avrebbe dovuto esplorare una possibile storia d’amore tra di loro, quindi potrebbe essere certamente un buon punto di partenza.

Flash (DCEU)/Flash (Arrowverse)

Uno dei momenti migliori di “Crisis on Infinite Earths” è arrivato quando Ezra Miller ha fatto un’apparizione a sorpresa nel ruolo dell’iterazione del Velocista Scarlatto del grande schermo. L’incontro con il Barry Allen della tv significa che la versione cinematografica ora sa che il Multiverso esiste.

Con il Flash di Miller che viaggerà attraverso il Multiverso nel film in arrivo nel 2022, avrebbe senso se questi due si riunissero, anche se solo per breve tempo. Onestamente, è un’opportunità troppo succosa per lasciarsela scappare!

Batman/Robin

La prospettiva di un altro team up tra Batman e Robin è sicuramente allettante, soprattutto dopo il film del 1997 di Schumacher. Anche il franchise di The Batman (ammesso che ci saranno dei sequel) potrebbe reinventare senza sforzo la loro dinamica.

Che si tratti di esplorare la relazione del Crociato Incappucciato con il primo Robin (Dick Grayson, che in seguito diventerà Nightwing), con Jason Todd (che alla fine “muore” e ritorna nei panni del malvagio e violento vigilante Cappuccio Rosso) o, cosa ancora più interessante, con suo figlio Damian Wayne, sarebbe fantastico da vedere e una scelta con cui i fan sarebbero certamente d’accordo. 

Mulan: i guadagni del live action, oltre le polemiche

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Mulan: i guadagni del live action, oltre le polemiche

Il live action di Mulan ha incassato 33,5 milioni di dollari soltanto nel primo weekend d’uscita su Disney+. Il film di Niki Caro sarebbe dovuto arrivare nelle sale lo scorso Marzo, ma a causa della pandemia di Covid-19 è stato prima posticipato a Luglio e poi ad Agosto. Alla fine, la Casa di Topolino ha optato per un’uscita esclusiva – e a pagamento – direttamente sulla piattaforma di streaming.

Come riportato da MediaPost, l’acquisto del live action attraverso il servizio ha fruttato alla Disney ben 33,5 milioni di dollari soltanto nel primo weekend d’uscita. Samba TV, una società che si occupa di monitorare gli acquisti degli utenti, ha stimato che il film è stato visto da circa 1,12 milioni di spettatori negli Stati Uniti. Inoltre, la richiesta di Mulan ha aumentato notevolmente anche i download generali della piattaforma, che sono saliti a oltre il 68%.

Al momento non sappiamo se questi standard saranno mantenuti e se l’operazione Mulan potrà, alla fine, considerarsi un vero successo per la multinazionale o soltanto un passo falso. Nonostante il film sia stato accolto generalmente bene dalla critica internazionale, ci sono state numerose polemiche che ne hanno affossato l’immagine nelle ultime settimane, con diversi movimenti che hanno inneggiato al boicottaggio della pellicola.

Le polemiche nate attorno a Mulan

Come sappiamo, infatti, Mulan arriverà al cinema nei paesi in cui Disney+ non è disponibile. Tra questi figura anche la Cina, dove il film è atteso nelle sale a partire dall’11 Settembre. Come si legge sul New York Times e su Indiewire, le proteste nei confronti del film hanno iniziate a farsi piedi dopo l’arresto (e il successivo rilascio su cauzione) dell’attivista hongkonghese Agnes Chow, che in molti hanno sempre indicato come “la vera Mulan” per via delle sue lotte contro l’estensione dell’egemonia del Partito Comunista Cinese nell’ex protettorato britannico.

Ancora, il film è stato ampiamente criticato perché la Disney ha inserito nei titoli di coda del film alcuni ringraziamenti alle autorità cinesi, in particolare alle autorità della provincia dello Xinjiang, regione che ha ospitato gran parte della produzione del film. Come si legge sul Guardian, la polemica è nata dal fatto che quella zona ospita alcuni “campi di detenzione” dove le autorità del Partito Comunità Cinese si starebbero rendendo complici di un genocidio demografico ai danni dell’etnia turcofona di religione islamica degli Uiguri.

Le Sorelle Macaluso, recensione del film di Emma Dante #Venezia77

A sette anni dalla partecipazione al festival con Via Castellana Bandiera che portò la protagonista Elena Cotta a vincere la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, torna in concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia la regista palermitana Emma Dante. Lo fa, ancora una volta, con una storia di donne, quella di cinque sorelle: Le Sorelle Macaluso.

Tratto da una pièce teatrale diretta dalla stessa Dante, il film approfondisce la storia che tanto successo ha avuto già sulla scena. La trasposizione cinematografica riduce le sorelle da sette a cinque e, il tempo e lo spazio trovano nel linguaggio filmico una dimensione più simbolica e dilatata. La storia si sviluppa attraverso un arco temporale ampio, suddivisa in quella che potremo considerare, sempre rifacendoci al teatro, una struttura in tre atti.

Il primo atto de Le Sorelle Macaluso

Ogni atto si svolge in un momento diverso della vita delle Macaluso, il primo dovrebbe essere ambientato nell’estate del 1985 o al massimo del 1986 compatibilmente al riferimento esplicito a Ritorno al futuro di Robert Zemeckis, il film che Maria, la seconda delle sorelle, dovrebbe andare a vedere con un’amica in un’arena all’aperto. Le Sorelle Macaluso è un film pieno di dettagli, sono proprio quelli i riferimenti a cui lo spettatore deve aggrapparsi per lasciarsi trascinare nella vita delle protagoniste.

Si parte già dai primi minuti, quando le tre sorelle più piccole, non ancora ben caratterizzate (difatti di loro ci vengono mostrate solo le mani e le braccia) stanno provando a fare un buco in una parete. La luce penetra il buio e si alza il sipario sulla storia; la prima parte è caratterizzata proprio dalla luce, quella calda dell’estate. Le cinque sorelle sono quasi pronte per andare al mare quando ricevono una visita imprevista. Il signor Cangelosi si rivolge a loro per un ordine imprevisto di 80 pezzi. Antonella e Katia guidano i due giovani aiutanti del compratore al piano superiore, la soffitta, dove le sorelle hanno allestito una voliera piena di colombe bianche. La macchina da presa ci svela questo luogo incanto, quasi fuori dal tempo, a fare compagnia ai volatili un quadro carillon di un clown, la cui melodia scandirà i momenti cruciali del film nonché quelli di passaggio, un grande Pinocchio di legno e un cavallo bianco a dondolo. Proprio i toni del bianco ma anche quelli dell’azzurro e del suddetto giallo dominano questa prima parte che risulta essere quella più potente.

le sorelle macaluso recensioneCompletato l’ordine, le sorelle possono finalmente andare al mare, nella passeggiata verso il Charleston di Mondello la regista ne approfitta per presentare e caratterizzare i personaggi. Le ragazze si muovono accompagnate dalla parole della canzone Inverno di Franco Battiato, il motivo trascinante sembra quasi celare il testo del brano che di lì a poco risulterà profetico. Emma Dante sembra disseminare indizi (la sirena dell’ambulanza, l’uovo, la Barbie che galleggia) suggestionando il pubblico e preparandolo in un qualche modo ad un colpo di scena. La potenza degli indizi, però, verrà apprezzata a pieno solo nel momento in cui tutto risulta più chiaro.

Secondo atto, 20 anni dopo

Per il secondo atto abbiamo una data precisa, è il 12 ottobre 2015, lo scrive la dottoressa del laboratorio dove Maria lavora, ancora una volta l’ambientazione temporale è veicolata dal suo personaggio, su un sacchetto di plastica in un cui ha appena repertato un cuore, anche questo simbolo metaforico. Da un lato è riferito alla stessa Maria che cercherà proprio in questa seconda parte di tenere unita la famiglia dopo il colpo di scena iniziale, dall’altro ad esso è strettamente legato suggerendoci che un corpo senza un cuore è ormai una carcassa senza vita,  come il rapporto tra le sorelle è vuoto in assenza del collante che prima le teneva unite. Sono distanti, arrabbiate, se “ne fottono” l’una dell’altra. La terza parte è ambientata in un futuro prossimo in cui ritroviamo le sorelle ormai anziane.

I tre momenti che la Dante sceglie di mostraci sono tutti associati ad un momento di dolore, ad una perdita. La divisione non è netta il tempo scorre come il fiume che porta al mare, attraverso gli oggetti, i mobili, i volti. Lo stesso personaggio è interpretato in ogni sezione da una nuova interprete che eredita gestualità, cadenza, espressioni della sua versione più giovane. Il casting è eccellente, lo spettatore ha la sensazione di osservare sempre la stessa persona invecchiare nel corso della vicenda. Il lavoro è collettivo, nessuna interpretazione emerge sull’altra sono tutte sapientemente bilanciate.

Nel film anche il sonoro sembra un personaggio aggiunto, alle bellissime musiche della prima parte si contrappongo i ticchettii della seconda e lo scrosciare delle onde della terza. Risaltano la musica del carillon che attraversa ogni sezione e la canzone Meravigliosa Creatura di Gianna Nannini che è l’unica spettatrice della verità fin dall’inizio e ci guiderà nello svelamento finale.

Il film della Dante tocca il cuore mostrandoci le dinamiche familiari senza fronzoli, dall’impalcatura teatrale trapela verità e non finzione e forse anche stavolta la Dante riuscirà a collezionare un “ricordo” da Venezia.

Thor: uno degli sceneggiatori non aveva mai letto un fumetto

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Zack Stentz, uno degli sceneggiatori del primo Thor diretto da Kenneth Branagh, ha rivelato che prima di iniziare a scrivere il film non sapeva assolutamente nulla dei fumetti originali basati sui personaggi della mitologia nordica. Nel primo film il Dio del Tuono veniva bandito da Asgard e mandato sulla Terra dopo aver riacceso una guerra dormiente. Venne privato dei suoi poteri e del suo amato Mjolnir, costretto a scoprire il vero eroe nascosto dentro di sé. Parallelamente, suo fratello Loki progettava di sottrargli il trono.

Stentz aveva lavorato alla sceneggiatura del film insieme ad Ashley Miller (con cui aveva già collaborato in precedenza) e a Don Payne. Sia Stentz che Miller hanno firmato per scrivere il film dopo che Branagh era stato ingaggiato verso la fine del 2008. Thor è arrivato nelle sale nel 2011 come parte della Fase 1 dell’Universo Cinematografico Marvel, consolidando il successo di Chris Hemsworth e Tom Hiddleston nei panni rispettivamente del Dio del Tuono e del Dio dell’Inganno. 

Adesso, è stato proprio Zack Stentz a rivelare via Twitter un particolare che forse potrebbe mandare su tutte le furie i puristi dei fumetti: lo sceneggiatore, infatti, ha rivelato che non sapeva assolutamente nulla dei fumetti di Thor quando è stato assunto per scrivere il primo film, aggiungendo però che Miller era una grande esperta del personaggio. Stentz ha poi aggiunto che per prepararsi meglio al suo lavoro, si è gettato a capofitto nella lettura dei fumetti di Stan Lee, Jack Kirby, Walt Simonson e J. Michael Straczynski, e ha anche seguito un corso universitario dedicato alla mitologia norrena. 

Il successo di Thor all’interno del MCU

Nonostante le scarse conoscenze di Stentz, alla fine il ritratto di Thor nel primo film non è stato così disastroso. Certo, i primi due film del franchise dedicato al Dio del Tuono non sono i più apprezzati dell’intero universo condiviso, ma il film del 2011 ha comunque contribuito a lanciare il MCU e a trasformare il Dio del Tuono in uno dei personaggi più popolari e amati della saga. Dopotutto, è l’unico personaggio ad avere ben quattro avventure in solitaria all’attivo, con Thor: Love and Thunder che dovrebbe arrivare nei cinema nel 2022.

Hunger Games: Josh Hutcherson vorrebbe tornare nel prequel

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Hunger Games: Josh Hutcherson vorrebbe tornare nel prequel

Il franchise cinematografico di Hunger Games, basato sulla saga letteraria di Suzanne Collins, è uno dei più amati dell’ultimo decennio. Adesso, per la gioia di tutti i fan delle avventure di Katniss Everdeen e dell’universo di Panem, la saga si prepara a tornare nuovamente sul grande schermo, con l’annuncio che la Lionsgate porterà al cinema il romanzo prequel, The Ballad of Songbirds and Snakes, uscito lo scorso Maggio.

Tra i personaggi più amati della tetralogia cinematografica originale, oltre all’eroina interpretata da Jennifer Lawrence, c’è sicuramente anche il Peeta Mellark di Josh Hutcherson, il figlio del fornaio che ha gareggiato al fianco di Katniss e con il quale la protagonista, alla fine, decide di costruire una famiglia. Nonostante l’arco narrativo del personaggio si sia concluso, è stato proprio Hutcherson a rivelare che amerebbe essere coinvolto nuovamente nel franchise.

ET riporta che Josh Hutcherson è aperto ad un possibile ritorno nell’universo di Hunger Games, anche nell’atteso prequel della saga originale. Quando è stato chiesto all’attore se avrà un ruolo nel nuovo film, lo stesso ha ammesso – trattandosi di un prequel – di non esserne sicuro, ma anche sottolineato che sarebbe disponibile “al 100%” a tornare. L’attore ha anche rivelato di non conoscere i dettagli sulla trama del prequel, se non che racconterà degli eventi che hanno preparato il terreno a ciò che abbiamo visto nei film usciti al cinema tra il 2012 e il 2015.

Hutcherson ha anche spiegato che amerebbe tornare a lavorare con i colleghi del cast originale, ricordando con particolare affetto l’esperienza avuta sui set della saga originale. L’attore ha raccontato di essere ancora in contatto sia con Jennifer Lawrence sia con Liam Hemsworth (interprete di Gale Hawthorne). Naturalmente, per i fan sarebbe una gioia poter rivedere sul grande schermo tutti e tre gli interpreti, ma considerata la trama di The Ballad of Songbirds and Snakes, è altamente improbabile che ciò accada.

La trama del prequel di Hunger Games

Ambientato circa 64 anni prima dei fatti raccontati nella trilogia di Hunger Games, il romanzo prequel segue, infatti,  un diciottenne Coriolanus Snow (il personaggio interpretato da Donald Sutherland nella tetralogia cinematografica), che alla fine si erge a diventare il sovrano autoritario della nazione distopica di Panem.

Anne Hathaway per Lockdown di Doug Liman

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Mentre il prossimo film di Doug Liman sarà ambientato nello spazio e vedrà protagonista Tom Cruise, il regista è stato scelto per dirigere Lockdown, un nuovo progetto a basso budget che vede Anne Hathaway in fasi finali di contrattazione.

Steven Knight ha scritto la sceneggiatura e P.J. van Sandwijk sta producendo il progetto con Alison Winter. Van Sandwijk sta già collaborando con Liman, producendo il film che girerà nello spazio con Cruise.

Le fonti descrivono il film, che avrà un budget inferiore ai 10 milioni di dollari, come un incrocio tra un film di rapina e una commedia romantica ambientato sullo sfondo del blocco della pandemia. Gli AGC Studios di Stuart Ford stanno finanziando completamente il progetto.

Le riprese del film inizieranno entro la fine di settembre. Ci sono diversi ruoli chiave e sembra che Cillian Murphy potrebbe interpretarne uno, ma non ci sono ancora notizie chiare in merito. Con i nomi di Liman, Hathaway e Knight, il film si presenta già con un pacchetto invitante nonostante il basso budget e la velocità di preparazione del progetto.

Fonte: THR

Halle Berry ancora sugli scontri con Bryan Singer sul set di X-Men

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Halle Berry ha interpretato Tempesta in ben quattro film della saga degli X-Men, con il regista Bryan Singer al timone di ben tre degli episodi in cui è apparsa l’attrice premio Oscar. Non è un segreto che, sui set dei film, Berry si sia scontrata più volte con il regista, e adesso la stessa è tornata nuovamente sull’argomento in una recente intervista con Variety in occasione della promozione del suo debutto dietro la macchina da presa, il film Bruised, che debutterà in anteprima al Toronto Film Festival.

“Bryan non è una persona facile con cui lavorare”, ha ammesso Berry. “Tutti conosciamo la sua storia, non c’è bisogno che io ne parli ancora. Tutti sanno cosa ha dovuto affrontare nelle sua vita”. “Molto spesso sono stata davvero arrabbiata con lui”, continua l’attrice. “Abbiamo litigato e spesso, a causa della frustrazione, mi è scappata anche qualche parolaccia. Il fatto è che prendo il mio lavoro molto seriamente e quando viene compromesso in qualche modo, perdo la testa. Allo stesso tempo, però, provo molta compassione per le persone che lottano contro qualcosa nella loro vita, e Bryan è sicuramente una di queste.”

“A volte, proprio a causa delle lotte e delle sfide che stava affrontando, non era sempre presente. Era come se non fosse realmente sul set. E penso che sia normale arrabbiarsi se ti trovi sul set di un film degli X-Men a Banff, in Canada, a temperature bassissime, magari ti stai anche congelando, e vedi che il tuo regista non è concentrato.”

I problemi personali di Bryan Singer e le accuse mosse ai danni del regista sono note a tutti. Così come non è la prima volta che emergono dettagli circa il suo comportamento poco professionale sul set dei film della saga di X-Men. L’ultimo film diretto dal regista è stato Bohemian Rhapsody, che ha comunque avuto una produzione molto travagliata: i lavori sul film, infatti, non sono stati portati a compimento da Singer, il quale venne licenziato e sostituito dal collega Dexter Fletcher. Al momento non sappiamo se il regista tornerà mai a dirigere un film.

Tolo Tolo dal 10 settembre in DVD e Blu-Ray

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Tolo Tolo dal 10 settembre in DVD e Blu-Ray

Tolo Tolo, il quinto film di Checco Zalone, che per la prima volta in carriera ricopre anche il ruolo di regista, arriva in DVD e Blu-Ray a partire dal 10 settembre. Il film racconta la storia di Checco, che non compreso da madre patria, trova accoglienza in Africa. Ma una guerra lo costringerà a far ritorno percorrendo la tortuosa rotta dei migranti. Lui, Tolo Tolo, granello di sale in un mondo di cacao.

Tra i contenuti extra del film, capace di incassare più di 45 milioni di euro al box office italiano, si ricordano il videoclip “Immigrato” e il backstage delle riprese, durate circa 9 mesi, dal primo ciak in Kenya, passando per il deserto del Marocco e Malta, fino ad arrivare in Italia.

Sempre a partire dal 10 settembre, in occasione dell’arrivo in Home Video di “Tolo Tolo”, sarà disponibile in DVD lo speciale cofanetto con tutti i cinque grandi successi cinematografici di Checco Zalone (“Quo Vado”, “Che bella giornata!”, “Cado dalle nubi”, “Sole a catinelle”, in aggiunta alla novità “Tolo Tolo”). Nello stesso giorno, sempre in DVD, in arrivo anche le edizioni speciali dedicate alla comedy italiana con il Cofanetto Ficarra e Picone, il Cofanetto Aldo, Giovanni e Giacomo, il Cofanetto Fabio De Luigi e la Comedy Collection.

Star Wars IX: Daisy Ridley conferma che Rey doveva essere una Kenobi

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Una delle più grandi svolte narrative di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker riguarda il legame di parentela tra il personaggio di Rey e quello dell’Imperatore Palpatine, svolta che non tutti i fan hanno apprezzato. Neanche la decisione del personaggio di assumere, alla fine del film il cognome “Skywalker” è stata presa molto bene da una certa fetta di pubblico, ma a quanto pare i piani iniziali per il destino dell’eroina erano molto diversi.

Ospite dello show di Jimmy Kimmel, è stata proprio Daisy Ridley – interprete di Rey nella trilogia sequel della saga di Star Wars – a confermare che inizialmente l’idea era quella di legare in qualche modo il suo personaggio a quello di Obi-Wan Kenobi. “All’inizio la Lucasfilm stava accarezzando l’idea di un collegamento con Obi-Wan. Ci sono state diverse versioni circa le origini di Rey. Poi, ad un certo punto, è diventata semplicemente figlia di nessuno.”

In realtà, voci del genere erano circolate ancor prima dell’uscita nelle sale de Il Risveglio della Forza, mentre il piano di rendere Rey figlia di “nessuno” è stato reso ufficiale con Gli Ultimi Jedi di Rian Johnson. È interessante notare come l’idea di imparentare Rey con Palpatine fosse in continua evoluzione, e probabilmente la decisione finale è stata presa già quando il film era entrato ufficialmente in produzione, come fatto intuire anche dalla stessa attrice. “Siamo arrivati all’Episodio IX. J.J. mi aveva proposto il film e aveva detto: ‘Sì, Palpatine sarà tuo nonno’. Ed io esclamai: ‘Fantastico’. Poi, due settimane dopo, aveva cambiato di nuovo idea: ‘Non ne siamo davvero sicuri…’. È andata avanti così per un po’. Quindi, anche mentre stavamo girando, non ero sicura di quale sarebbe stato il suo destino.”

Daisy Ridley sul futuro di Rey nella saga di Star Wars

Naturalmente, nel corso dell’intervista è stato chiesto all’attrice della possibilità di tornare nei panni di Rey, ma Ridley non è stato in grado di fornire una risposta definitiva. L’attrice è ancora molto legata al personaggio ed è chiaro che le piacerebbe tornare ad interpretarlo, ma al tempo stesso è consapevole che L’Ascesa di Skywalker abbia ufficialmente chiuso il suo arco narrativo.

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Claudia Gerini: 10 cose che non sai sull’attrice

Claudia Gerini: 10 cose che non sai sull’attrice

Considerata come una delle più talentuose interpreti della sua generazione, Claudia Gerini si è affermata negli anni grazie alle tante commedia in cui ha ricoperto ruoli di rilievo. Con il tempo, ha però dimostrato anche notevoli capacità drammatiche, che le hanno permesso di compiere il salto di qualità all’interno della cinematografia nazionale. Attiva tanto al cinema quanto in televisione, la Gerini continua così ancora oggi ad essere una delle icone del nostro cinema.

Ecco 10 cose che non sai di Claudia Gerini.

Claudia Gerini compagno

Claudia Gerini: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film Roba da ricchi (1987), dove recita accanto a Lino Banfi. La consacrazione però arriva grazie a Carlo Verdone, che la rende protagonista dei suoi film Viaggi di nozze (1995) e Sono pazzo di Iris Blond (1996). Successivamente, recita in titoli come Fuochi d’artificio (1997), Tutti gli uomini del deficiente (1999), e La passione di Cristo (2004), di Mel Gibson. Confermata la propria popolarità, recita poi in Non ti muovere (2004), di Sergio Castellitto, La sconosciuta (2006), Grande, grosso e… Verdone (2008), Com’è bello far l’amore (2012), con Fabio De Luigi, Una famiglia perfetta (2012), Reality (2012), Tutta colpa di Freud (2014), con Marco Giallini, L’esigenza di unirmi ogni volta con te (2015), John Wick – Capitolo 2 (2017), con Keanu Reeves, Ammore e malavita (2017), A casa tutti bene (2018), di Gabriele Muccino, Dolceroma (2019), Non sono un assassino (2019), e Hammamet (2020).

9. Ha preso parte a note serie televisive. Agli inizi della propria carriera, la Gerini alterna l’attiva al cinema con quella in televisione, dove recita in diversi film. Tra questi si annoverano Gioco perverso (1993), Sotto la luna (1998), e Francesca e Nunziata (2001). Si fa poi apprezzare come protagonista della serie 48 ore (2006), con Adriano Giannini. In seguito, torna sul piccolo schermo per Le segretarie del sesto (2009), Labyrinth (2012), Ricette e ritratti d’attore (2015), e Suburra – La serie, distribuita da Netflix, dove dal 2017 recita nel ruolo di Sara Monaschi accanto all’attore Alessandro Borghi.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attrice ha ricevuto numerosi importanti riconoscimenti da parte dell’industria, che ha così sottolineato il suo talento e la sua versatilità. Ad oggi, infatti, la Gerini vanta ben sei nomination ai David di Donatello, e ha infine vinto il premio nel 2019, come miglior attrice non protagonista per Ammore e malavita. Allo stesso modo, ha ricevuto sei nomination ai Nastri d’argento, e pur non avendo qui mai vinto le è stato conferito il Premio Nino Manfredi per i suoi ruoli nei film A casa tutti bene e Ammore e malavita.

Claudia Gerini in Non è la Rai

7. Ha partecipato al celebre programma televisivo. Nel 1991, ancor prima dei suoi primi grandi successi cinematografici, la Gerini ebbe modo di farsi ulteriormente conoscere partecipando al programma Non è la Rai, all’epoca condotto da Enrica Bonaccorti. Qui la Gerini, in qualità di ragazza partecipante, ebbe modo di affermarsi grazie ad esibizioni di ballo, canto o intrattenimento vario. Il programma, infatti, si rivelò per lei un ottimo trampolino di lancio. Le permise di affermarsi come una delle più apprezzate ragazze della sua edizione e diede prova delle sue grandi capacità.

Claudia Gerini è su Instagram

6. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network con un proprio profilo personale, seguito da 314 mila persone. All’interno di questo, l’attrice è solita condividere post di vario genere. Sono infatti presenti immagini legate alla propria quotidianità, come momenti di svago, luoghi visitati o post che la ritraggono in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche diverse curiosità a lei legate, ma grande importanza l’hanno i post relativi al proprio lavoro. La Gerini è infatti solita condividere immagini promozionali dei propri film o che ne anticipano la lavorazione.

Claudia Gerini instagram

Claudia Gerini: suo marito e la figlia

5. È stata sposata una sola volta. Ad oggi l’unico matrimonio della Gerini risale al 2002, quando convolò a nozze con Alessandro Enginoli, di professione dirigente finanziario. La coppia rimase insieme fino al 2004, anno in cui divorziarono. In tale periodo diedero però alla luce la loro unica figlia Rosa. La coppia, molto riservata, ha poi sempre cercato di mantenere un certo riserbo sulla propria vita privata, evitando di condividerne dettagli e tantomeno i motivi della loro separazione.

4. Sua figlia sta seguendo le sue orme. Oggi la figlia Rosa è poco più che adolescente, e sembra intenzionata a voler seguire la madre nel mondo dello spettacolo. Questa, che condivide una grande somiglianza con la madre, è infatti già stata tra i protagonisti della recente serie L’Aquila – Grandi Promesse. E proprio per le caratteristiche in comune con la madre, ha avuto l’occasione di interpretare la versione adolescente del personaggio ricoperto dalla Gerini nel film L’esigenza di unirmi ogni volta con te.

Claudia Gerini: chi è il suo compagno

3. Ha un nuovo amore. Dopo aver divorziato dal marito, l’attrice ha avuto una relazione con Federico Zampaglione, noto per essere il cantante della band Tiromancino. I due sono stati legati dal 2005 al 2016, ed hanno avuto quella che è la seconda figlia dell’attrice. Soltanto di recente, invece, la Gerini ha rivelato il suo nuovo amore. Si tratta di Simon Clementi, imprenditore, conosciuto durante una vacanza. La loro relazione, inizialmente tenuta segreta, è stata descritta dall’attrice come una delle migliori cose successele nell’ultimo periodo.

Claudia Gerini: oggi

2. Ha numerosi progetti in cantiere. Ad oggi l’attrice sembra essere più prolifica che mai, e sono infatti diversi i film in cui sarà possibile vederla recitare prossimamente. Tra questi si annoverano l’atteso Diabolik con Luca Marinelli, la commedia Burraco fatale, Lasciarsi un giorno a Roma, diretto da Edoardo Leo, e poi l’annunciato Anna Rosenberg, dove interpreterà la protagonista, e infine sarà anche in Per tutta la vita, con Carolina Crescentini.

Claudia Gerini: età e altezza

1. Claudia Gerini è nata a Roma, Italia, il 18 dicembre del 1971. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Wonder Woman 1984 e Black Widow potrebbero slittare ancora

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Wonder Woman 1984 e Black Widow potrebbero slittare ancora

L’emergenza Covid-19, lo sappiamo, non è stata ancora arginata e negli Stati Uniti ci sono ancora tantissimi cinema che non hanno riaperto, in città quali New York, Los Angeles e San Francisco. Adesso, un nuovo report di Deadline suggerisce che l’attesissimo Wonder Woman 1984, proprio sulla scia dell’attuale situazione legata al Coronavirus, potrebbe essere nuovamente posticipato.

Stando a quanto leggiamo nel report della fonte, la Warner Bros. potrebbe decidere di far slittare il cinecomic tra Novembre e Dicembre (ricordiamo che il sequel era inizialmente atteso per lo scorso 5 Giugno ed è stato poi rimandato prima al 14 Agosto e poi al 2 Ottobre). La domanda che viene da porsi adesso è un’altra: se il film di Patty Jenkins dovesse essere davvero posticipato alla fine dell’anno, che ne sarà di Dune di Denis Villeneuve? È presto detto: l’altro attesissimo titolo della WB potrebbe slittare dal prossimo 18 Dicembre direttamente al 2021.

Come sottolinea la fonte, Tenet potrebbe essere la causa del possibile nuovo ritardo di Wonder Woman 1984: considerato che la Warner Bros. vuole che il film di Christopher Nolan abbia il maggior successo possibile al botteghino nazionale, è probabile che voglia attendere la riapertura dei cinema nelle restanti città degli Stati Uniti (che dovrebbero riaprire tutti entro la fine del mese), continuando così a focalizzarsi sulla distribuzione del film di Nolan, mettendo da parte – per ora – il film di Jenkins.

Sempre nel report della fonte viene menzionato anche un breve aggiornamento – non confermato dalla Disney – secondo qui anche l’attesissimo Black Widow potrebbe essere ancora una volta posticipato, e non uscire più a Novembre. Se così dovesse essere, nulla esclude che alla fine la WB decida di spostare WW84 semplicemente da Ottobre a Novembre.

A sole tre settimane dall’uscita del sequel con Gal Gadot nei cinema, l’eventuale ennesimo rinvio sarebbe sicuramente una decisione dell’ultimo minuto e quasi certamente sconvolgerebbe i fan dei fumetti. Tuttavia, potrebbe trattarsi di decisioni molto più ponderate di quanto si pensi, dal momento che né l’ultimo trailer di Wonder Woman 1984 né il primo trailer di Dune riportano una data di uscita ufficiale. Vi terremo aggiornati.

Laura Antonelli: 10 cose che non sai sull’attrice

Laura Antonelli: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre attrice italiana degli anni Settanta e Ottanta, Laura Antonelli raggiunse grande notorietà grazie alla sua versatilità come interprete. Si trovò infatti a percorrere generi diversi della cinematografia nazionale, passando dalla commedia erotica al dramma e fino al film d’autore. Con la sua femminilità, la Antonelli è diventata una vera e propria icona, capace di far sognare intere generazioni di spettatori. Ancora oggi, inoltre, viene ricordata come uno dei nomi di maggior rilievo del genere che l’ha resa celebre.

Ecco 10 cose che non sai di Laura Antonelli.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Laura Antonelli marito

Laura Antonelli: i suoi film e la televisione

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice intraprende la propria carriera cinematografica recitando nel film Il magnifico cornuto (1964), e in seguito prende parte a titoli come Le sedicenni (1965), La rivoluzione sessuale (1968), Le malizie di Venere (1969), Il merlo maschio (1971), e Trappola per un lupo (1972). Il film che la consacra è però Malizia (1973), cult del cinema erotico di quegli anni. Successivamente, prende parte ad altre  note pellicole come Sessomatto (1973), Mio Dio, come sono caduta in basso! (1974), Divina creatura (1975), con Michele Placido, L’innocente (1976), Letti selvaggi (1979), Passione d’amore (1981), di Ettore Scola, Casta e pura (1981), Viuuulentemente mia (1982), Sesso e volentieri (1982), con Gloria Guida, La gabbia (1985), Grandi magazzini (1986), con Lino Banfi, Roba da ricchi (1987), con Paolo Villaggio, L’avaro (1990) e Malizia 2mila (1991).

9. Ha preso parte ad alcuni prodotti per la TV. Nel 1988 la Antonelli compie il suo debutto in un’opera televisiva, prendendo parte alla miniserie Gli indifferenti, composta di due episodi e basata sull’omonimo romanzo di Alberto Moravia, con la colonna sonora curata dal premio Oscar Ennio Morricone. L’anno seguente ricopre invece il ruolo di Carmen Milkovic nella miniserie Disperatamente Giulia, composta da sei episodi e tratta dall’omonimo romanzo di Sveva Casati Modignani. Grazie a tali titoli, l’attrice consolida la propria popolarità anche sul piccolo schermo, confermandosi un’attrice particolarmente amata.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. La Antonelli non vantava soltanto un favore di pubblico, ma anzi diversi furono i riconoscimenti che la critica e l’industria le tributarono nel corso degli anni. L’attrice arrivò infatti a vincere due Globo d’oro come miglior attrice rivelazione per Malizia, nel 1974, e come miglior attrice per Mio Dio, come sono caduta in basso!, nel 1975. Sempre per il suo ruolo in Malizia le venne poi assegnato anche il Nastro d’argento come miglior attrice. Nel 1981 ha invece vinto il David di Donatello alla miglior attrice per il film Passione d’amore.

Laura Antonelli: il marito e il figlio

7. Si sposò molto giovane. L’attrice è stata negli anni molto riservata circa la propria vita privata, evitando di condividere con la stampa dettagli a riguardo. Si sa però che si sposò molto giovane, all’età di 24 anni con Enrico Piacentini, di professione antiquario. Il loro matrimonio, tuttavia, fu di breve durata e senza figli. Celebre è poi l’intensa storia d’amore che ha legato la Antonelli al celebre attore francese Jean-Paul Belmondo, conosciuto sul set del film Gli sposi dell’anno secondo, e durata dal 1972 al 1980, ovvero negli anni di maggior successo per l’attrice.

6. Ha adottato un figlio. Se della vita sentimentale dell’attrice non si sa molto, ancora meno sono le notizie riguardanti il figlio da lei adottato. Questi sembra chiamarsi Germano, ma di lui non è dato sapere molto altro. Sembra che negli ultimi anni abbia vissuto un turbolento rapporto con la madre adottiva, tuttavia mai realmente chiarito. Nonostante le diverse relazioni amorose, infine, la Antonelli non ha mai avuto un figlio che fosse nato proprio da lei.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Laura Antonelli biografia

Laura Antonelli: la sua biografia

5. Fu esule durante la Seconda Guerra Mondiale. Nata a Pola, città istriana all’epoca italiana, l’attrice si ritrovò ad essere una profuga, insieme alla sua famiglia, durante l’esodo istriano, conseguenza della sconfitta italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Insieme ai parenti, la Antonelli si trasferì così a Napoli, dove, dopo aver frequentato le scuole superiori si diplomò presso l’Istituto superiore di educazione fisica. Sarà proprio questa materia che la futura attrice si ritroverà ad insegnare a Roma, prima di dar vita alla propria carriera nel mondo dello spettacolo.

4. Ottenne successo grazie a Malizia. Dopo neanche un decennio di ruoli più o meno di rilievo, l’attrice venne scelta dal regista Salvatore Samperi per essere la protagonista dell’erotico Malizia. Il film si rivelò un successo straordinario, con un incasso di oltre 6 miliardi di lire, e permise alla Antonelli di diventare una vera e propria icona. Il suo cachet passò da 4 a 100 milioni di lire, facendo di lei una delle celebrità più pagate dell’epoca. Lei, tuttavia, affermò di non aver mai compreso del tutto il motivo per cui piacesse tanto, ritrovando in sé tanti difetti.

3. Ebbe problemi con la giustizia. Sfortunatamente, la carriera dell’interprete si interruppe nel momento in cui, nel 1991, venne ingiustamente accusata di spaccio di stupefacenti, essendone stati ritrovati nella sua villa. Ci vollero 9 anni perché l’attrice venisse assolta dalla Corte d’appello, che la riconobbe consumatrice ma non rivenditrice. Una modifica nella legge a riguardo, infatti, non prevedeva più il consumo come un reato. Ciò, tuttavia, finì con il segnare irrimediabilmente la carriera dell’attrice.

Laura Antonelli e la sua conversione

2. Si era riavvicinata alla fede religiosa. Negli ultimi anni della sua vita l’attrice visse profondi crisi personali, che la portarono ad allontanarsi del tutto dal mondo dello spettacolo. Ad aiutarla significativamente in tale periodo fu il suo riavvicinamento alla fede e alla pratica religiosa. La frequentazione di luoghi sacri, così, le permise di ritrovare un certo equilibrio, che le permise di vivere in una discreta tranquillità gli ultimi anni della sua vita.

Laura Antonelli: la morte e i funerali

1. Laura Antonelli nacque a Pola, il 28 novembre del 1941, ed è deceduta a Ladispoli, il 22 giugno del 2015. L’attrice morì per un infarto nella sua abitazione, all’età di 73 anni. I funerali si tennero pochi giorni dopo, nella chiesa di Santa Maria del Rosario, dalla Antonelli molto frequentata. All’evento erano presenti centinaia di persone, tra cui i numerosi amici e colleghi conosciuti nel corso della sua carriera.

Fonte: IMDb

Virna Lisi: 10 cose che non sai sull’attrice

Virna Lisi: 10 cose che non sai sull’attrice

Elogiata come una delle più grandi interpreti italiane della storia, Virna Lisi è ancora oggi una delle poche a poter vantare una carriera internazionale, costellata di grandi collaborazioni e prestigiosi riconoscimenti. Nel corso della sua lunga attività, l’attrice ha infatti preso parte ad una gran varietà di titoli, che le hanno permesso di cimentarsi con generi e contesti sempre diversi. Eccellendo in ogni suo ruolo, la Lisi ha così avuto modo di costruire una fama pressocché immortale.

Ecco 10 cose che non sai di Virna Lisi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Virna Lisi: i suoi film e la televisione

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice iniziò a recitare per il grande schermo nel corso degli anni Cinquanta, prendendo parte a titoli come Le diciottenni (1955), Lo scapolo (1955), con Alberto Sordi, La donna del giorno (1956), e Totò, Peppino e le fanatiche (1958). Raggiunta la popolarità, recitò in film come Un militare e mezzo (1960), con Terence Hill, Sua Eccellenza si fermò a mangiare (1961), Eva (1962), Come uccidere vostra moglie (1965), Signore & signori (1966), Il segreto di Santa Vittoria (1969), con Anna MagnaniLa statua (1971), Zanna Bianca (1973), Al di là del bene e del male (1977), La cicala (1980), La donna giusta (1982), Sapore di mare (1983), con Isabella Ferrari, I ragazzi di via Panisperna (1989), Buon Natale… buon anno (1989), La Regina Margot (1994), Va dove ti porta il cuore (1996), di Cristina Comencini, e Latin Lover (2015).

9. Ha preso parte a molti sceneggiati televisivi. Nel corso della sua lunga carriera, l’attrice non si è fatta sfuggire l’occasione di recitare anche per la televisione, recitando in molti sceneggiati di grande successo. Tra i più noti si citano Orgoglio e pregiudizio (1957), I masnadieri (1959), Una tragedia americana (1962), Philo Vance (1974), … e la vita continua (1984), Cristoforo Colombo (1985), I misteri della giungla nera (1991), Passioni (1993), Deserto di fuoco (1997), Le ali della vita (2000), Piccolo mondo antico (2001), Il bello delle donne (2001-2003), I ragazzi della via Pal (2003), Caterina e le sue figlie (2005), L’onore e il rispetto (2006), Caterina e le sue figlie 2 (2007), Fidati di me (2008), Il sangue e la rosa (2008), Caterina e le sue figlie 3 (2010) e Madre, aiutami (2014).

8. Ha rifiutato ruoli in celebri film. Come capita spesso agli attori, anche la Lisi è nota per aver rifiutato ruoli in celebri film, prevalentemente di produzione statunitense. Nei primi anni Sessanta, infatti, le venne offerto il ruolo della bond girl in A 007, dalla Russia con amore, con Sean Connery, ma lei rifiutò, dichiarando in seguito di essersene però pentita. Nel 1968, invece, le fu assegnato il ruolo della protagonista nel film Barbarella, ma l’attrice rifiutò la parte stufa di interpretare il ruolo della bionda sexy e svampita. Il ruolo fu così affidato a Jane Fonda, che divenne famosa grazie a tale titolo. Avrebbe inoltre dovuto recitare in Cuore sacro di Ferzan Özpetek e Immaturi, ma rinunciò per via di altri impegni.

Virna Lisi: i suoi premi

7. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. A diversi anni dal suo debutto, la critica ha iniziato a considerare molto di più le interpretazioni della Lisi, accorgendosi della grande attrice che era. Fu così, che ella iniziò a ricevere alcuni dei maggiori onori da parte dell’industria, ottenendo premi e nomination a livello internazionale. La Lisi, infatti, vanta ben due David di Donatello, per i film La cicala e Sapore di mare. Negli anni è poi stata candidata altre quattro volte, ottenendo nel 2009 il premio alla carriera. Molti di più sono stati i Nastri d’argento vinti, ben 6, ma il premio più prestigioso è stato senza dubbio il Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes per La regina Margot, a cui seguì il Premio César come attrice non protagonista.

Virna Lisi: il suo patrimonio

6. Era un’attrice molto pagata. Come sottolineato, la carriera dell’attrice è stata lunga e ricca di successi. Avendo lavorato tanto in Italia quanto in Francia e negli Stati Uniti, la Lisi ha potuto raggiungere una fama internazionale, cosa che ha ovviamente fatto crescere il proprio cachet. Avendo inoltre lavorato sino alla fine dei suoi giorni, l’attrice ha avuto modo di raccogliere un patrimonio stimato di circa 5 milioni di euro. Una cifra che ancora oggi la rende una delle interpreti italiane più pagate di sempre.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Virna Lisi patrimonio

Virna Lisi: il marito, il figlio e i nipoti

5. Ha avuto un lungo matrimonio. Il 25 aprile del 1960, nella chiesa di San Cesareo de Appia a Roma, la Lisi sposò l’architetto Franco Pesci. Sulla loro vita famigliare, l’attrice ha sempre mantenuto un certo riserbo, evitando che i riflettori del mondo dello spettacolo diventassero invadenti. È comunque noto che i due rimasero insieme fino alla scomparsa di lui, avvenuta nel 2013, nell’anno del loro 53esimo anniversario. Sembra inoltre che la Lisi rifiutò le avances del cantante e attore Frank Sinatra, dichiarandosi estremamente fedele al marito.

4. Ha avuto un figlio. Nel 1962 la Lisi, insieme al marito, diedero alla luce il figlio Corrado. Per potersi dedicare a lui, l’attrice decise di prendersi diverse pause dalle scene, tornando però poi al cinema e in televisione su suggerimento del marito. Nel 1993, infine, è diventata nonna per la prima volta di Franco, il primo dei suoi tre nipoti. Nel 2002, infatti, il figlio Corrado diede alla luce i gemelli Federico e Riccardo. La Lisi ha sempre indicato la propria famiglia come la cosa più importante per lei, e di cui infatti si è più volte presa cura.

Virna Lisi: età, altezza e morte dell’attrice

3. Si ammalò gravemente. Il 18 dicembre del 2014, l’attrice si spense nel sonno, ad un mese di distanza dall’aver scoperto di avere un cancro ai polmoni. Aveva 78 anni. Per lei venne proposta la camera ardente in Campidoglio a Roma, ma il figlio Corrado rifiutò preferendo dar luogo a dei funerali in forma privata, nel rispetto della riservatezza che ha sempre caratterizzato la madre. In seguito alla sua scomparsa, venne istituito il Premio Virna Lisi, assegnato alle attrici italiane che si sono distinte anche all’estero.

2. Virna Lisi è nata ad Ancona, nelle Marche, l’8 novembre del 1936, ed era alta complessivamente 168 centimetri. Il suo funerale si è celebrato nella chiesa di San Roberto Bellarmino, nel quartiere Parioli dove abitava. Oggi l’attrice riposa nel cimitero di Prima Porta di Roma, accanto al marito.

Virna Lisi: le frasi più belle dell’attrice

1. Sono celebri alcune sue frasi. Riservata ed estremamente brillante, l’attrice è negli anni diventata celebre, oltre che per le sue interpretazioni, anche per le numerose frasi da lei pronunciate, con cui riflette sulla propria carriera o la vita in generale. Attraverso queste è certamente possibile conoscere di più della Lisi e del suo pensiero. Ecco pertanto alcune delle sue frasi più celebri.

  • “Spogliarsi troppo non serve mai: la vera ricchezza è possedere le cose e non mostrarle.”
  • “Mi hanno sempre detto che sono algida. In realtà dentro sono un’Anna Magnani.”
  • “E’ arrivata l’età delle rughe? Pazienza. Le rughe rappresentano il passato di ciascuno, e fanno parte della vita.”
  • “Ho fatto la bella per molti anni e interpretare una brutta è stata una goduria.”
  • “Sono sempre stata orgogliosa di essere un’artista, ma anche una casalinga, una moglie e una madre e ora anche nonna.”

Fonte: IMDb

 

Raz Degan: 10 cose che non sai sull’attore

Raz Degan: 10 cose che non sai sull’attore

Diventato celebre come modello per note riviste come Vogue, Elle e Glamour, Raz Degan si è in seguito distinto come personalità poliedrica dello spettacolo italiano, recitando tanto al cinema quanto in televisione. Negli anni si è poi cimentato anche nella regia e nella produzione, ricoprendo così sempre più ruoli all’interno dell’industria. Degan è poi diventato celebre anche per la sua partecipazione a noti programmi della televisione italiana.

Ecco 10 cose che non sai di Raz Degan.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Raz Degan Stuart

Raz Degan: i suoi film e le pubblicità

10. Ha recitato in noti lungometraggi. Degan debutta sul grande schermo nel 1996 con il film Squillo, un giallo di cui è protagonista. Successivamente, compare in Coppia omicida (1998), con Raoul Bova, e Titus (1999), con Anthony Hopkins e Jonathan Rhys-Meyers, dove ricopre il ruolo di Alarbo. Nel 2004 è invece Dario III in Alexander, con Colin Farrell. Torna poi in Italia per recitare in Centochiodi (2007), Albakiara – Il film (2008), e Barbarossa (2009). È poi Zaief nel film francese Special Forces – Liberate l’ostaggio (2012), mentre la sua ultima apparizione sul grande schermo risale al 2012, con la commedia Omamamia.

9. È stato protagonista di note pubblicità. Prima di diventare attore di cinema e televisione, Degan divenne piuttosto celebre grazie ad una serie di spot televisivi in cui apparì come protagonista. Tra queste si annoverano la pubblicità per la Polaroid, dove interpretava un cantante rock, e quella per il bagno schiuma Pino Silvestre. A renderlo famoso è però lo spot per l’amaro Jägermeister, grazie al quale ottiene estrema popolarità e può intraprendere una più fruttuosa carriera.

8. Ha diretto e prodotti alcuni programmi televisivi. Nel 2017 Degan distribuisce, dopo cinque anni di lavorazione, il documentario The Last Shaman, da lui diretto, scritto e prodotto. Nel 2018, invece, è autore e conduttore del programma Raz and the tribe, dove in ogni episodio si reca presso una diversa tribù indigena per vivere secondo i loro usi e costumi. Tale programma, come anche il documentario, viene trasmesso sul canale Sky Atlantic, e vede tra i partecipanti anche l’attore Luca Argentero.

Raz Degan a L’isola dei famosi

7. Ha vinto il celebre reality. Nel 2017 Degan guadagna nuova popolarità nel momento in cui partecipa al reality show L’isola dei famosi. Il suo periodo di permanenza va dal 31 gennaio al 12 aprile, e grazie al favore di pubblico riesce infine ad arrivare all’ultima puntata dove, con l’89% di preferenze al televoto, vince contro il modello Simone Susinna. Tale vittoria conferma nuovamente il grande favore di pubblico di cui da sempre Degan gode, merito anche della sua schiettezza e del suo amore per la natura e la vita avventurosa.

6. L’esperienza è stata per lui insolita. A distanza di tempo dalla sua vittoria, Degan ha raccontato di quanto quello trascorso sull’isola sia stato per lui un periodo piuttosto strano. L’attore si è infatti dichiarato poco soddisfatto dall’esperienza avuta con i suoi compagni di viaggio, mentre ha particolarmente apprezzato la possibilità di vivere per un lungo periodo a contatto con la natura nuda e cruda, da lui sempre amata. Degan è infatti noto per aver girato il mondo, spesso in condizioni estreme, alla ricerca di un rapporto più intimo con l’ambiente.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Raz Degan Instagram

Raz Degan e Paola Barale

5. Ha avuto una lunga storia con la celebre showgirl. Nel 2002 l’attore conosce Paola Barale, showgirl divenuta nota grazie a programmi come La ruota della fortuna e Tutti x uno. Da quel momento i due intraprendono una relazione molto chiacchierata, che, seppur con diverse crisi va avanti fino al 2015, anno in cui i due annunciano di voler prendere percorsi differenti. Nel corso degli anni, tanto Degan quanto la Barale hanno però ricordato con gioia il periodo trascorso insieme, pur riconoscendo le varie differenze che li ponevano in contrasto.

Raz Degan e Stuart

4. Ha una nuova compagna. Di recente si è riacceso un particolare interesse nei confronti della vita privata dell’attore, e il motivo di ciò è stato un post su Instagram con cui Degan rivelava di avere una nuova compagna. L’attore, però, ha mantenuto un discreto riserbo nei confronti di questa sua nuova storia d’amore. Solo di recente, poi, nel corso di un’intervista televisiva, ha rivelato che lei si chiama Stuart, non fornendo però altre informazioni. Degan si è poi limitato a dichiarare di star vivendo con lei un periodo particolarmente felice della propria vita.

Raz Degan è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo ufficiale seguito da 380 mila persone. All’interno di questo è solito condividere immagini relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche foto di curiosità a lui legate, come anche di serate di gala o eventi a cui ha preso parte. Grande importanza l’anno però le immagini dei viaggi da lui compiuti, dalle popolazioni incontrate e dagli spettacoli della natura in cui si è imbattuto.

2. Utilizza il social per promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo, inoltre, l’attore condivide con i propri follower immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Sono poi particolarmente presenti i post che lo ritraggono impegnato nelle premiere dei suoi film, come The Last Shaman, progetto a cui l’attore ha dedicato anni e anni di lavoro. Seguendo il suo profilo, dunque, si può rimanere sempre aggiornati sulla sua attività.

Raz Degan: età e altezza

1. Raz Degan è nato a Sde Nehemia, un kibbutz situato nella parte nord di Israele, il 25 agosto del 1968. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Venezia 77: in concorso Nuevo Orden di Michel Franco

Venezia 77: in concorso Nuevo Orden di Michel Franco

Sarà presentato oggi in concorso a Venezia77 Nuevo Orden diretto da Michel Franco con protagonisti Naian González Norvind Diego Boneta, Mónica del Carmen, Fernando Cuautle, Darío Yazbek, Roberto Medina, Patricia Bernal, Lisa Owen, Enrique Singer, Eligio Meléndez, Gustavo Sánchez Parra.

Nuevo Orden propone una visione distopica del Messico, che tuttavia si discosta solo leggermente dalla realtà. La disparità sociale ed economica è attualmente sempre più diffusa e insostenibile. Non è la prima volta che un simile scenario si presenta nel Paese e i governi corrotti hanno sempre risposto con violenza dittatoriale a qualsiasi forma di protesta. Questo film vuole essere un monito: se la diseguaglianza non viene risolta civilmente e se le voci del dissenso vengono messe a tacere, ne deriva il caos.

Nuevo Orden, la trama

In questo affascinante dramma distopico ricco di suspense, uno sfarzoso matrimonio dell’alta società viene mandato a monte da una rivolta inaspettata, scaturita dal confitto sociale che dà il via a un violento colpo di stato. Attraverso gli occhi della solidale giovane sposa e dei domestici che lavorano per e contro la sua abbiente famiglia, Nuevo Orden descrive a rotta di collo la caduta di un sistema politico e la nascita di uno ancora più angosciante.

Anna Magnani: 10 cose che non sai sull’attrice

Anna Magnani: 10 cose che non sai sull’attrice

Da sempre celebrata come una delle attrici più importanti e talentuose della storia, Anna Magnani ha fatto del proprio volto un marchio di fabbrica unico, divenuto tanto un simbolo del cinema italiano quanto della romanità. Protagonista di alcuni tra i più grandi capolavori del cinema nazionale, la Magnani ha ricevuto riconoscimenti da ogni parte del mondo, venendo apprezzata tanto per la sua femminilità quanto per la sua grinta unica.

Ecco 10 cose che non sai di Anna Magnani.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

https://www.cinefilos.it/cinema-news/2020/morto-ennio-morricone-451564

Anna Magnani: la sua filmografia

10. Ha recitato in celebri film del cinema italiano. La Magnani inizia la propria carriera nel corso degli anni Trenta, prendo parte a diversi film con ruoli di contorno. Il primo grande successo arriva grazie a Teresa Venerdì (1941), di Vittorio De Sica. Da quel momento acquista sempre maggior popolarità con film come L’avventura di Annabella (1943), Campo de’ fiori (1943) e Roma città aperta (1945), di Roberto Rossellini, che la consacra. Successivamente, ricopre ruoli importanti in Il bandito (1946), L’onorevole Angelina (1947), L’amore (1948), Bellissima (1951), La carrozza d’oro (1952), Siamo donne (1953). Con La rosa tatuata (1955), inizia anche la sua carriera internazionale, seguita da Selvaggio è il vento (1957) e Pelle di serpente (1959). Torna poi in Italia per Risate di gioia (1960), Mamma Roma (1962) e Roma (1969), di Federico Fellini.

9. Ha vinto il premio Oscar. Ormai celebre in Italia come all’estero, la Magnani viene chiamata a recitare nel film La rosa tatuata, scritto appositamente per lei da Tennesse Williams. Per l’attrice si trattò della prima prova di carattere internazionale, e il risultato fu clamoroso. Nonostante le difficoltà linguistiche, la Magnani diede vita ad una performance unica, che la portò nel 1956 a vincere il premio Oscar per la miglior attrice protagonista. Ottenendo tale riconoscimento, è diventata la prima attrice non di lingua a inglese a vincere il prestigioso premio. La Magnani venne poi nuovamente nominata nel 1958 per il film Selvaggio è il vento.

8. Recitò anche per la televisione. Nel corso della sua carriera, la Magnani non si era mai lasciata conquistare dalla televisione, da lei guardata sempre con sospetto. Cambia tuttavia idea nel 1971, quando accetta di recitare in un ciclo di tre piccoli film intitolato Tre Donne, la cui colonna sonora originale venne composta da Ennio Morricone. Dato il successo del progetto, la Magnani prese parte ad un successivo film intitolato Correva l’anno di grazia 1870, dove recita insieme a Marcello Mastroianni. Il titolo, per una sfortunata coincidenza, andò in onda proprio nel giorno della morte dell’attrice.

Anna Magnani canta ‘O surdato ‘nnamurato

7. Ha reso famosa la celebre canzone napoletana. Nel primo dei film che compongono il ciclo di Tre Donne, intitolato La sciantosa, la Magnani interpreta Flora Bertuccioli, diva ormai anziana e sul viale del tramonto che si ritrova a cantare per i soldati al fronte. Nel momento in cui si ritrova davanti a tale pubblico, però, si rende conto della loro difficile situazione. Rifiuta pertanto di cantare la marcia militare e intona piuttosto ‘O surdato ‘nnamurato. La versione cantata dalla Magnani del celebre brano napoletano è così divenuta una delle più celebri, ancora oggi ricercata e ascoltata.

Anna Magnani a Furore

6. Ha reso celebre una località della Campania. Nel 1948 l’attrice è protagonista assoluta del film ad episodi L’amore. Il secondo dei due, intitolato Il miracolo, è stato ambientato al Fiordo di Furore, alle porte della Costiera Amalfitana. Considerato uno dei luoghi più belli da visitare in Campania, questo è stato così reso ulteriormente celebre e ricercato per via della presenza lì della Magnani. L’attrice, inoltre, all’epoca viveva una burrascosa storia d’amore con Rossellini, regista del film, e le loro vicende in quei luoghi sono ancora oggi tramandate da quanti ebbero modo di incontrarli.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

https://www.cinefilos.it/cinema-news/2020/morto-ennio-morricone-451564

Anna Magnani: la sua vita privata e il figlio

5. Ebbe un figlio da un suo collega. Nel 1942 l’attrice diede alla luce il suo unico figlio, Luca, avuto dalla sua relazione con l’attore Massimo Serato, il quale però la abbandona nel momento in cui scopre della gravidanza. La Magnani, però, non si lascia abbattere da ciò, e anzi riesce ad imporre il proprio cognome al figlio, portando avanti una tradizione di famiglia. Infatti, anche sua madre Marina fece lo stesso con lei, dando vita ad un raro caso di genealogia matrilineare protrattosi per tre generazioni.

4. È nota la sua relazione con Roberto Rossellini. Recitando nel film Roma città aperta, la Magnani ha modo di conoscere il regista Roberto Rossellini, considerato uno dei padri del Neorealismo. Tra di loro nasce così una relazione sentimentale, considerata una delle più importanti per le vite di entrambi. Il loro rapporto li porta così a lavorare nuovamente insieme per il film L’amore, ma si interrompe bruscamente nel momento in cui Rossellini lascia la Magnani per l’attrice Ingrid Bergman. Tuttavia, verso il finire della vita di lei, i due si riavvicinano. Rossellini, infatti, fu presente accanto alla Magnani sino al momento della sua morte.

Anna Magnani: la malattia e la morte

3. Si ammalò gravemente. L’attrice si è spenta a Roma il 26 settembre del 1973, all’età di soli 65 anni, per via di un tumore al pancreas contro il quale aveva combattuto nel periodo precedente. La sua morte ha commosso il mondo intero, e numerosi sono stati i tributi nuovamente a lei dedicati, dove veniva esaltata la sua forza di carattere e il suo indiscusso talento. La Magnani oggi riporta nel piccolo cimitero di San Felice Circeo, in provincia di Latina, nei pressi della sua villa del Circeo.

Anna Magnani: le rughe

2. Il suo volto era motivo d’orgoglio. La Magnani, contrariamente a molte attrici del suo tempo, rifiutò sempre di ritoccare il proprio viso, facendo di esso un vero e proprio vanto. Dimostrando un coraggio ancora oggi raramente eguagliato, la Magnani non ha mai accettato che le proprie rughe venissero considerate un segno di bruttezza, indicando invece in esse la forza della propria espressività e delle proprie emozioni. Celebre è inoltre la sua frase “lasciatemi tutte le rughe, non me ne togliete neanche una. Ci ho messo una vita a farmele venire”.

Anna Magnani: le frasi

1. Le sono attribuite celebri citazioni. La Magnani è sempre stata una donna dalle forti passioni, che ha saputo perfettamente racchiudere in frasi divenute oggi iconiche. Oltre al celebre aforisma riguardante le rughe, si annoverano diverse altre citazioni in grado di raccontare perfettamente l’attrice e il suo animo. Ecco di seguito alcune delle frasi più celebri della Magnani.

  • “È così ingiusto morire, dal momento che siamo nati.
  • “Ho capito che ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori.”
  • “Il fatto è che le donne come me si attaccano soltanto agli uomini con una personalità superiore alla loro: e io non ho mai trovato un uomo con una personalità capace di minimizzare la mia.”
  • “L’importante è non avere le grinze al cervello. Quelle in faccia prima o poi t’aspettano al varco.”

Fonte: IMDb

Meg Ryan: 10 cose che non sai sull’attrice

Meg Ryan: 10 cose che non sai sull’attrice

Affermatasi negli anni Ottanta e Novanta grazie ai film romantici a cui ha preso parte, l’attrice Meg Ryan è ancora oggi una vera e propria icona, simbolo di storie che hanno fatto sognare generazioni e generazioni di spettatori. Brillante, carismatica e ricca di talento, la Ryan vanta dunque una carriera ricca di successi, che le hanno permesso di collaborare con alcuni dei maggiori attori e registi di Hollywood. Ruolo dopo ruolo, ha consolidato il proprio status all’interno dell’industria, dando vita a personaggi femminili ancora oggi insuperati.

Ecco 10 cose che non sai di Meg Ryan.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Meg Ryan oggi

Meg Ryan: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo con il film Ricche e famose (1981), per poi ottenere subito grande popolarità grazie a Top Gun (1986), con Tom Cruise, Salto nel buio (1987) e Harry, ti presento Sally… (1989), con cui si consacra agli occhi del pubblico e dell’industria. Da quel momento recita così in popolari titoli come The Doors (1991), Insonnia d’amore (1993), con Tom Hanks, Amarsi (1994), French Kiss (1995), Innamorati cronici (1997), City of Angels – La città degli angeli (1998), con Nicolas Cage, C’è posta per te (1998), Avviso di chiamata (2000), di Diane Keaton, Kate & Leopold (2001), con Hugh Jackman, In the Cut (2003), Il bacio che aspettavo (2007), The Women (2008), con Annette Bening, e Ithaca – L’attesa di un ritorno (2015).

9. È anche regista e produttrice. Nel corso della sua carriera la Ryan ha deciso di non distinguersi soltanto per la sua attività d’interprete, desiderando cimentarsi anche come regista e produttrice. L’occasione di debuttare dietro la macchina da presa arriva nel 2015 con il film Ithaca – L’attesa di un ritorno. Ad oggi si tratta dell’unica attività da regista per la Ryan. Maggiore è invece il numero dei film da lei prodotti, alcuni dei quali la vedono anche come protagonista. Tra questi si annoverano French Kiss, Northern Lights, Lost Souls – La profezia e Prima o poi mi sposo, con Jennifer Lopez.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Con una carriera ricca di successi, l’attrice vanta ad oggi tre nomination ai Golden Globe come miglior attrice per i film Harry, ti presento Sally…, Insonnia d’amore e C’è posta per te. Per il primo di questi titoli è stata inoltre candidata al David di Donatello come miglior attrice straniera. Ha poi ricevuto una nomination anche ai Sag Awards per il film Amarsi, e ai Saturn Awards per City of Angels. Pur non riportando vittorie, la Ryan ha avuto comunque modo di affermarsi come una delle più apprezzate interpreti della sua generazione, e nel 1994 è stata eletta donna dell’anno e votata come una delle 50 persone più belle del mondo dalla rivista People.

Meg Ryan in Top Gun

7. Ha intrapreso una relazione sul set del film. Uno dei primi grandi titoli a cui l’attrice ha partecipato è senza dubbio Top Gun. Qui, nel ruolo di Carole, la Ryan ha intrapreso una relazione con l’attore Anthony Edwards, che nel film interpreta il copilota Nick “Goose” Bradshaw. I due mantennero la loro storia piuttosto riservata e lontana dai riflettori, ma la cosa non durò comunque molto. Dopo solo un anno i due resero noto il fatto di essersi separati, cosa forse causata dall’incontro della Ryan con l’attore Dennis Quaid, poi divenuto suo marito.

Meg Ryan in C’è posta per te

6. Ha lavorato in una vera libreria per prepararsi al ruolo. In uno dei titoli più famosi della sua carriera, C’è posta per te, l’attrice recita nel ruolo di Kathleen Kelly, la quale gestisce una piccola libreria per bambini ereditata dalla madre. Per prepararsi a tale ruolo, l’attrice, su suggerimento della regista Nora Ephron, decise di andare a lavorare in una vera libreria di New York per prendere dimestichezza con il mestiere e potersi calare meglio nei panni del suo personaggio. La libreria, dove la Ryan ha lavorato per circa una settimana, è la Books of Wonder, situata nel cuore di Manhattan.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Meg Ryan Tom Hanks

Meg Ryan e Tom Hanks

5. Hanno recitato insieme più volte. La carriera della Ryan si è più volte incrociata con quella del premio Oscar Tom Hanks, e i due hanno così avuto modo di recitare insieme in alcuni classici degli anni Novanta. Il primo di questi titoli è Joe contro il vulcano, commedia dove i loro personaggi finiscono con l’innamorarsi perdutamente. Cosa molto simile avviene anche in Insonnia d’amore, dove i loro personaggi intraprendono una struggente relazione a distanza. Il loro terzo film è poi C’è posta per te, e anche in questo caso finiscono con il dar vita ad un’insolita coppia.

4. Ha voluto l’attore per il suo primo film da regista. Nel 2015 la Ryan decide di debuttare alla regia del suo primo film, Ithaca. Per l’occasione, l’attrice affermò il desiderio di circondarsi di colleghi che fossero anche amici fidati, con i quali avrebbe potuto sentirsi rassicurata nel corso di quella nuova avventura. Fu così che la Ryan chiamò proprio Hanks, per fargli ricoprire un ruolo di rilievo nel film. I due ebbero così modo di riunirsi dopo più di quindici anni dal loro ultimo film insieme.

Meg Ryan: marito e figlio

3. Era sposata con un noto attore. Sul set del film Salto nel buio, nel 1987, l’attrice ebbe modo di conoscere il collega Dennis Quaid. I due strinsero da subito un profondo legame, intraprendendo una solida relazione sentimentale. Dopo diversi anni, i due sembravano pronti al matrimonio, ma la Ryan affermò che avrebbe sposato l’attore solo se questi si fosse disintossicato da droga e alcol. Per amore, Quaid si sottopose così a tale riabilitazione, e i due arrivarono così a sposarsi il 14 febbraio del 1991. Tuttavia, nel luglio del 2001 la coppia ha annunciato il loro divorzio.

2. Suo figlio ha seguito le sue orme. Dal matrimonio con Quaid l’attrice ha dato alla luce, nell’aprile del 1992, il figlio Jack. Crescendo, questi decise di seguire le orme dei genitori e diventare a sua volta un attore. Debuttò nel 2012 nel film Hunger Games nel ruolo di Marvel. È poi nota anche la sua collaborazione con la madre, la quale l’ha voluto nel suo film d’esordio alla regia, Ithaca, dove gli ha affidato il ruolo di Marcus Macauley.

Meg Ryan: età, altezza e cosa fa oggi

1. Meg Ryan è nata a Faifield, nel Connecticut, Stati Uniti, il 19 novembre del 1961. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri. Recentemente, l’attrice ha confermato la sua intenzione di ritirarsi dalla recitazione, e negli ultimi anni le sue apparizioni si sono infatti di molto diradate. Oggi, la Ryan è principalmente concentrata sulla sua nuova carriera da regista e sceneggiatrice.

Fonte: IMDb

Venezia 77, oggi fuori concorso Run Hide Fight

Venezia 77, oggi fuori concorso Run Hide Fight

Sarà presentato oggi fuori concorso a Venezia77 Run Hide Fight, il film diretto da Kyle Rankin e prodotta da Dallas Sonnier e Amanda Presmyk. Protagonisti sono Thomas Jane, Radha Mitchell, Isabel May, Eli Brown, Olly Sholotan, Treat Williams, Barbara Crampton, Britton Sear, Cyrus Arnold, Catherine Davis e Joel Michaely.

Ho scritto Run Hide Fight per affrontare la mia paura e impotenza di fronte alle sparatorie di massa. Il mio intento non è mai stato quello di sfruttare il dolore di qualcuno, ma quello di dar vita a un confronto civile sulle armi in America. Il film non è concepito né a favore né contro le armi, in modo da incoraggiare un dialogo anziché una divisione, soprattutto tra amici che hanno visioni opposte su un tema complesso come questo. Spero che guardando il film, il pubblico pensi a quali scelte farebbe e chi vorrebbe essere se si trovasse nella posizione di Zoe. In definitiva, il film vuole essere emotivamente vero e lasciare agli spettatori un ricordo che sembri quasi il loro.

Run Hide Fight, la trama

Zoe Hull, diciassettenne, ha delle questioni irrisolte. Non ha ancora superato la recente morte di sua madre e talvolta le parla come se fosse ancora viva. Non sopporta suo padre, un ex-militare, per la sua apparente mancanza di emozioni, ma ogni giorno indossa la sua giacca dell’esercito come fosse un’armatura. Il suo migliore amico, Lewis, le ha appena chiesto di accompagnarlo al ballo di fine anno, perché vorrebbe che la loro relazione diventasse qualcosa di più di quanto lei sia in grado di gestire. Tutto ciò che Zoe vuole è passare le poche settimane conclusive del suo ultimo anno di scuola e andarsene al college per cominciare una nuova vita. Invece, la sua scuola viene attaccata da quattro studenti nichilisti e armati, che hanno intenzione di trasformare il loro assedio nella peggior sparatoria scolastica della storia. Gli assassini prendono velocemente il controllo della situazione e puntano le armi contro i sopravvissuti per radunarli insieme, trasformando una sparatoria in un sequestro di ostaggi e tenendo la polizia a debita distanza. Il capobanda, Tristan, registra gli eventi in diretta livestream, ottenendo la fama mondiale che desidera. Utilizzando le tecniche che il padre le ha insegnato, Zoe riesce a fuggire, ma rischia la vita per tornare all’interno della scuola. Senza avere un piano, guidata dall’istinto, salva chi può, fino a rendersi conto di essere pronta non solo ad aiutare gli altri a fuggire e nascondersi, ma ad affrontare gli assassini e combattere.

Julie and the Phantoms: recensione della nuova serie Netflix

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Julie and the Phantoms: recensione della nuova serie Netflix

Arriva su Netflix il 10 settembre Julie and the Phantoms, una nuova serie musicale a target giovanile che si avvale di un nome di grande fama e prestigio: Kenny Ortega. Per chi non conoscesse il regista e coreografo, si tratta della mente dietro al successo planetario di High School Musical e Descendants e che qui si ritrova ad aver a che fare con musica, scuola e adolescenti. La serie è ispirata ad un prodotto brasiliano, Julie and the Phantoms, è stata creata Dan Cross e Dave Hoge (I Thunderman), diretta da Kenny Ortega, Paul Becker (Descendants, Mirror Mirror), Kristin Hanggi e Kabir Akhtar, mentre le coreografie sono state curate da Ortega stesso e Paul Becker.

Julie and the Phantoms la storia

La storia parte dal 1985: i Sunset Curves, il chitarrista e compositore Luke, interpretato da Charlie Gillespie, il batterista Alex, interpretato da Owen Patrick Joyner, e il bassista Reggie, interpretato da Jeremy Shada, sono una band emergente, che perde tragicamente la vita in un incidente. Saltiamo poi in avanti, fino al 2020, e siamo con Julie (Madison Reyes), una ragazzina orfana di madre, che per il dolore della perdita non riesce più a coltivare la passione che la legava proprio alla mamma: la musica. In un momento di sconforto, mentre rovista tra le cianfrusaglie della madre, in garage, trova in CD dei Sunset Curves; inserendo il CD nel lettore, quella che sembra essere una magia fa materializzare i tre ragazzi nel suo garage: sono fantasmi. Scopriamo poi che Julie è l’unica che può vederli e che, quando suonano tutti insieme, lo diventano magicamente visibili a tutti, come fossero il gruppo di sfondo e Julie la frontgirl. Con la complicità della sua più cara amica, Julie fonda la sua band: Julie and the Phantoms.

La serie si sviluppaseguendo le declinazioni che assumono la passione per la musica e l’importanza dell’amicizia, entrembi i temi diventano fondamentali per la protagonista che impara anche a conoscersi meglio attraverso questo buffo terzetto di fantasmi adolescenti. Sarà infatti la musica e il sostegno di questi nuovi insoliti amici a permetterle di trovare il coraggio di superare la morte della madre e soprattutto di trovare la propria voce.
Non mancano, come ogni serie a terget giovanile, le linee narrative romantiche, i personaggi stereotipati, come la reginetta un po’ bulla o il belloccio stupido. Tuttavia la nostra protagonista rifugge dagli schemi e dai cliché. Julie non è la classica emarginata imbranata, è una ragazza volitiva, amata, caparbia, il suo abbigliamento è vivace e vistoso, non ha problemi a farsi riconoscere e quando trova la propria voce diventa un vero e proprio vulcano.

La colonna sonora di Julie and the Phantoms

A fare da pilastro a tutta la serie c’è naturalmente la colonna sonora. Scritta e prodotta dalla DJDTP, la colonna sonora funge da vero e proprio strumento narrativo, utilizzando molte canzoni come device narrativi, grazie alle quali la storia procede o, in altri casi, attraverso le quali la storia si spiega. Anche i generi spaziano nell’ambito di ritmi orecchiabili più o meno cool, dal pop rock commerciale, che rappresenta meglio la musica di Julie al K-pop in salsa occidentale, per Carrie, la reginetta della scuola. Tutte le canzoni sono fatte per entrare nella testa dei giovani spettatori e non uscirne mai più.

Una vera e propria apoteosi dei buoni sentimenti, Julie and the Phantoms è un prodotto di ottima qualità nel genere musicale per i più piccoli, è scritto con sufficiente arguzia e promette di mietere parecchie vittime, soprattutto tra il pubblico femminile.

Spaccapietre, recensione del film del Fratelli De Serio #Venezia77

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Si intitola Spaccapietre il nuovo film dei Fratelli De Serio, selezionato nel Concorso di Giornate degli Autori, unico italiano in gare, che si fregia di una delle migliori interpretazioni di Salvatore Esposito e dell’esordiente e fulgido talento di Samuele Carrino.

Giuseppe è uno spaccapietre, come suo nonno e suo padre prima di lui, lavora in una cava, ma, quando rimane ferito ad un occhio e lo perde, non può più occuparsi della famiglia; così tocca alla moglie uscire e lavorare. Fa la bracciante, sfruttata e sottopagata, in condizioni così precarie che la sfibrano e la uccidono. Così Giuseppe si trova a doversi occupare da solo e menomato di un bimbo, Antonio, vivace e dolce, che sogna di fare il paleontologo perché è appassionato di dinosauri. Alla sua vecchia cava non lo possono riassumere, così l’uomo si rivolge ai datori di lavoro di sua moglie: sarà l’inizio d un incubo. Giuseppe e Antonio diventano anche loro braccianti, e toccano con mano la difficoltà e la sofferenza, la bassezza in cui sono spinti a vivere coloro che non possono fare altro che questo lavoro, reso brutale da chi possiede quelle terre in cui loro sudano e talvolta muoiono.

Salvatore Esposito è il cardine di Spaccapietre

Gianluca e Massimiliano De Serio raccontano una realtà cruda, brutale, cattiva, sembrano voler puntare il dito contro certe realtà che esistono realmente, ma sembrano anche offrire allo spettatore un monito, un avvertimento, un invito alla compassione. Cardine solido intorno a cui ruota tutto il film è Salvatore Esposito. Il ragazzone di Gomorra – La Serie è diventato un uomo, ora è credibile anche nei ruoli di padre e il suo Giuseppe è davvero il cuore della storia.

Una roccia agli occhi del figlio, un uomo spezzato a quelli degli spettatori, il protagonista della storia cerca di costruire intorno a suo figlio, sua unica ragione di vita, un piccolo universo parallelo. Il lavoro diventa un gioco, la madre morta una presenza angelica che tornerà, la passione per la paleontologia una vero obbiettivo da perseguire. Giuseppe continua a dedicare ad Antonio le attenzioni e i momenti di dolcezza che costituivano la loro quotidianità, prima che tutto andasse in pezzi, e nonostante l’inferno in cui entrambi sono scivolati, prova con tutte le sue forze a conservare la purezza del figlio.

Samuele Carrino, promettente giovane talento

Il piccolo Carrino non sfigura certo accanto ad un sempre più maturo e credibile Esposito. Il suo Antonio è sveglio, attento, consapevole eppure sempre ottimista, non si permette mai di far capire al padre quanto soffre, accoglie sempre con ottimismo le sue storie e cerca nel suo modo semplice e fanciullesco, di dare leggerezza al padre. E i fratelli De Serio riescono a mettere in quadro tutta questa ricca e disperata umanità condendola con polvere sudore e fatica, tutto ciò che sentono i due protagonisti.

Non c’è speranza o redenzione in Spaccapietre, solo sofferenza che a volte sembra anche fine a se stessa, accanimento che se da un lato sembra gratuitamente crudele, dall’altro è senza dubbio una possibilità di rimanere all’erta ed essere consapevoli di ciò che accade tutti i giorni, mentre siamo distratti ad andare avanti con le nostre banali e comode vite.

Dune: Denis Villeneuve e il suo cast per una Q&A sul film

Dune: Denis Villeneuve e il suo cast per una Q&A sul film

Uscirà e sarà spettacolare. Presentato in anteprima mondiale l’attesissimo trailer di Dune il film di Denis Villeneuve, è stato accompagnato da un Q&A con tutto il cast collegato via zoom. Le primi immagini colpiscono subito per la spettacolarizzazione, rendendo subito l’idea di ciò che ci aspetta, una pellicola in cui la palette di colori è fondamentale, con la sabbia a fare da protagonista, il fuoco e gli splendidi costumi degli attori. Il suono è potente, un crescendo minaccioso si alterna ad una musica di speranza mentre a piccole dosi ci vengono presentati gli attori di questa storia che avrà ben due film.

Questa è la prima delle grandi novità emerse durante l’incontro, la conferma ai rumors che davano per certa la notizia della seconda pellicola. A confermarlo è proprio il regista “ho deciso sin dall’inizio di fare due film, sin da quando abbiamo parlato del progetto questa era una delle mie condizioni. Il libro ha una storia troppo complessa e piena di avvenimenti che non si potevano raccontare in una sola pellicola. Devo dire che sono stati subito tutti d’accordo.” Che la storia sia epica si sa, il libro uscito nel 1965 per mano di Frank Herbert fu un successo senza precedenti, tant’è che nel 1984 David Lynch ne fece un film, di altrettanto successo.

“È una storia semplice in realtà, ma racchiude in se tantissime cose. Il libro è ricco di elementi di narrazione, sono affascinato dal racconto di questi umani che devono imparare il loro destino per cambiare il mondo. Mi sono sentito come chiamato in causa, dovevo fare questo film è tutto una questione di fato e destino, come Dune.” Denis Villeneuve è un fan del romanzo di vecchia data, l’acclamato regista di Arrival e Blade Runner 2049, è abituato a doversi confrontare con la pressione, questa volta poi ci sono così tante persone ad attendere questo film che la curiosità è ancora di più: “Certo che si avverte la pressione, quando ho fatto Blade Runner sentivo di dover portare rispetto al lavoro di Ridley Scott, qui è la stessa cosa per Lynch ma sono più fiducioso perché sono stato un grande sognatore da piccolo e conservo questo aspetto del mio carattere. So cosa vuole chi aspetta questo film.”

La pellicola con protagonista, fra gli altri, il lanciatissimo Timothée Chalamet, uscirà il 17 dicembre e il regista non ha dubbi riguardanti il giovane attore: “È uno dei migliori della sua generazione. Avevo bisogno di qualcuno che avesse un grande talento che sostenesse il film, ma allo stesso tempo che fosse giovane. Nella pellicola vive moltissime vite ma rimane fresco, è straordinario. Timothée ha un carisma fuori dal comune che si associa a qualcosa di romantico nel suo viso, ed è solo nei suoi 20 anni, è tutto ciò di cui avevo bisogno.”

Dal canto suo Chalamet  ha dichiarato che all’inizio non è stato facile approcciarsi a questo film: ”Sono entrato a far parte di un film così importante, con un cast di attori straordinari e anche se mi sono sentito subito protetto e supportato mi sono sentito intimorito ma anche ispirato. Denis è così bravo in quello che fa, ognuno nel cast è incredibile in quello che fa e vuole dare il meglio di se per il bene del progetto. Poi girare nel deserto della Giordania ha sicuramente aiutato ad immergermi in una realtà suggestiva, l’ambiente che ti circonda entra a far parte di te ed è come un quadro.”  

Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa, sarà distribuito da Warner Bros.

La storia di Olaf: dal 23 ottobre il nuovo corto su Disney+

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La storia di Olaf: dal 23 ottobre il nuovo corto su Disney+

Cosa è successo a Olaf dal momento in cui Elsa lo ha creato mentre cantava “All’Alba Sorgerò” e costruiva il suo palazzo di ghiaccio e quando Anna e Kristoff l’hanno incontrato per la prima volta nella foresta? E come ha imparato ad amare l’estate? Le inedite origini di Olaf, l’innocente e profondo pupazzo di neve amante dell’estate che ha fatto sciogliere i cuori nel film di animazione premio Oscar del 2013 Frozen – Il Regno di Ghiaccio e nel suo acclamato sequel del 2019, vengono rivelate nel nuovissimo cortometraggio dei Walt Disney Animation Studios, La Storia di Olaf.

Il corto segue i primi passi di vita di Olaf, alla ricerca della sua identità sulle montagne innevate nei pressi di Arendelle. La Storia di Olaf è diretto da Trent Correy (animation supervisor di Olaf in Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Dan Abraham (story artist veterano, autore degli storyboard della sequenza musicale di “Da Grande” di Olaf in Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e prodotto da Nicole Hearon (associate producer di Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle e Oceania) con Peter Del Vecho (produttore di Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle).

“È un’idea che ha iniziato a prendere forma quando lavoravo come animatore del primo Frozen”, ha detto il regista Trent Correy. “Io e Dan Abraham siamo così grati ed entusiasti di aver avuto l’opportunità di dirigere questo corto, lavorando con i nostri incredibili colleghi dei Walt Disney Animation Studios”.

Nella versione italiana del corto l’attore e regista Enrico Brignano presta ancora una volta la propria voce a Olaf, mentre l’attrice e cantante Serena Autieri e l’attrice, cantante e conduttrice televisiva Serena Rossi tornano ad interpretare rispettivamente le sorelle Elsa e Anna.

Il corto animato dei Walt Disney Animation Studios La Storia di Olaf arriva in esclusiva su Disney+ dal 23 ottobre 2020.

The Mandalorian 2: prime foto e data d’uscita su Disney+

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The Mandalorian 2: prime foto e data d’uscita su Disney+

Sono state diffuse le prime immagini ufficiali e la data d’uscita su Disney+ di The Mandalorian 2. La serie arriverà sulla piattaforma il prossimo 30 ottobre! Ecco di seguito le immagini:

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare The Mandalorian e altre produzioni originali

The Mandalorian 2

The Mandalorian 2 è la seconda stagione della serie tv The Mandalorian live  action basata sull’universo di Star Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma streaming Disney+.

Ambientata nell’universo di Guerre stellari dopo le vicende de Il ritorno dello Jedi e prima di Star Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del Primo Ordine, The Mandalorian racconta le difficoltà di un pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.

La serie è prodotta e scritta da Jon Favreau (già produttore de Il Re Leone e delle saghe di Avengers e Iron Man). Nel cast anche Gina Carano (DeadpoolFast and Furious); Carl Weathers (Apollo Creed nella saga di Rocky), Nick Nolte (Cape FearIl Principe delle maree), Emily Swallow (SupernaturalLe regole del delitto perfetto), Taika Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo Rabbit), Giancarlo Esposito (Fa’ la cosa giustaBreaking Bad) e Omid Abtahi (24HomelandStar Wars: The Clone Wars).

The Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi, racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A interpretarlo Pedro Pascal (Game of ThronesNarcos).

Hopper/Welles, la recensione del film di Orson Welles #Venezia77

Hopper/Welles, la recensione del film di Orson Welles #Venezia77

Si fa sempre un gran parlare della Magia del Cinema, ma in un momento in cui il solo poter raccontare una Mostra del Cinema sembra un miracolo vedere resuscitati due nomi come quelli citati dal titolo appare davvero come il più riuscito degli incantesimi. L’Hopper/Welles presentato a Venezia tra i Fuori Concorso non è altro che la ripresa della conversazione svoltasi nel 1970 tra un trentacinquenne Dennis Hopper e Orson Welles durante una serata passata insieme dai due tra sigarette e gin tonic a parlare di società, rivoluzioni e soprattutto – e imprescindibilmente – cinema.

Impossibile non pensare immediatamente all’incontro tra Alfred Hitchcock e François Truffaut (raccontato in un celebre libro e nel documentario di Kent Jones, presentato al Festival di Cannes nel 2015). Un incontro diverso e più strutturato di questo, che da subito prende una piega molto particolare e rivela rapidamente uno squilibrio tra le forze in campo. Da un lato il regista di Easy Rider, autore di uno degli esordi più sorprendenti della Nuova Hollywood ed ex giovane ribelle, dall’altro il grande Maestro di Quarto Potere, qui anche regista del documentario realizzato durante le travagliate riprese del suo ultimo L’altra faccia del vento (The Other Side of the Wind) e il complicato montaggio di Fuga da Hollywood (The Last Movie) di Hopper.

Orson Welles, genio e grande burattinaio

Difficile relegare una personalità come quella di Welles a un cliché, figurarsi se una tale occasione poteva vederlo semplice spettatore, intervistatore, regista. Hopper, sullo schermo, lo definisce un Party, ma la sua pare più una speranza malriposta, forse dettata dalla disperazione di trovarsi sotto il fuoco di fila di una controparte dialettica di rara entità, una personalità strabordante, che fuoriesce dallo schermo e si materializza davanti alla macchina da presa, che pure non lo mostra mai. Un colosso con il quale ogni scambio sembra destinato a diventare tenzone, ogni incontro uno scontro. Ed è interessante scoprire i diversi orientamenti, o le letture dello spettacolo offerto: quello che per The Wrap è una sorta di Talk Show, per Screen diventa una conversazione intima e rivelatrice… e forse la lettura più condivisibile arriva da IndieWire, che ne parla come di “brain candy for cinephiles“.

Un dolcetto, un piccolo ‘treat‘, una chicca per i più nostalgici di due grandi ormai scomparsi. E perché no per il gusto voyeuristico che non pochi proveranno nel poter superare il limite, e nel vedere una tale celebrità in difficoltà davanti a un Mito più grande di lei. Che si offre con una generosità rara e del quale è possibile intuire l’umanità – per quanto venata di sadismo, ma piuttosto divertito (e divertente) – come poche altre volte. Welles è saccente, pretestuoso, scorretto, incalzante, poco conciliante e tutto sommato ospitale… ma è il suo modo di essere, non solo regista. Il timone è nelle sue mani, prevalere è inevitabile. Anche se forse avrebbe potuto mostrare maggior indulgenza, almeno verso gli spettatori, condensando ulteriormente il materiale raccolto con buona pace di qualcuno degli argomenti trattati.

Intrigante, ma per cinefili pazienti

Interessante la fase di riscaldamento dei due ‘pugili’, con scambi sul ruolo del regista ‘Dio’ o ‘Mago’ e con le citazioni di tanto cinema a noi vicino – da Visconti e Buñuel, a L’anno scorso a Marienbad e 8 e 1/2 – o i diversi punti di vista sul montaggio, per uno straziante mutilazione della propria creatura per l’altro cinica eliminazione del superfluo e di tutto ciò che non permette di vederne il meglio. Purtroppo prima ancora di entrare nel vivo, la dinamica del confronto si rivela nella sua completezza. E purtroppo non cambia molto nel suo procedere. I momenti migliori – al netto del piacere intellettuale per ragionamenti tanto taglienti – sono forse quando Hopper spezza la monotonia e si mostra meno passivo. Ma è tutta una tattica. Welles gode nell’incastrare l’altro, costretto a stare al gioco. Lo forza, lo imbocca e poi ne distorce le risposte. Una provocazione continua che a tratti porta a empatizzare con la vittima della serata.

Non si fraintenda, Hopper sarà pure un pugile incapace di uscire dall’angolo in cui è stato chiuso, ma non è certo uno sparring partner. La sua storia e la sua carriera parlando da sole, eppure in questo frangente non si ha mai l’impressione che possa sorprenderci e assestare un colpo. Forse il difetto più grave del documentario, che rischia di diventare noioso ai più. Se non esasperante. In attesa del colpo di grazia si passa dall’analisi psicanalitica alla politica, con Hopper che di volta in volta si trova a vestire i panni del ‘rivoluzionario da festa in piscina’, del ‘impegnato confuso’, del teledipendente pigro, del buon americano nostalgico, del politico da Reader’s Digest o dell’artista di rottura per colpa di una madre dispotica e di un padre assente (in realtà agente dei servizi segreti in Cina). Sul filo di lana arriva l’ultima battuta, la definitiva schiacciata dell’indiscusso dominatore, che chiude i giochi: “Le rivoluzioni le fa chi legge, non chi guarda la tv!”. Game. Set. Match.

Dune: il trailer italiano ufficiale del film di Denis Villeneuve

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Dune: il trailer italiano ufficiale del film di Denis Villeneuve

La Warner Bros ha diffuso il primo trailer italiano ufficiale di Dune, film di Denis Villeneuve che riporta in sala il romanzo di Frank Herbert, già raccontato da David Lynch.

CORRELATE:

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 Dicembre 2020.

Creators – The Past, dall’8 ottobre al cinema

Creators – The Past, dall’8 ottobre al cinema

Artuniverse in collaborazione con 30 Holding è lieta di annunciare che il kolossal Sci-Fi made in Italy Creators – The Past arriverà finalmente nei cinema italiani a partire dall’8 ottobre 2020.

Una scelta, quella di approdare direttamente in sala dopo i difficili mesi vissuti dal comparto cinematografico a causa dell’emergenza Covid-19, fortemente voluta dalla casa di produzione e distribuzione del film e attraverso la quale vuole dare un chiaro segnale di sostegno e supporto alle sale cinematografiche e agli esercenti che hanno deciso fin da subito di credere in un film tutto italiano ma dal respiro decisamente internazionale come Creators – The Past, un film che può essere fruito al meglio solo in una sala cinematografica.

Nel cast di Creators – The Past spiccano infatti talenti del calibro di William Shatner, Gérard Depardieu, Bruce Payne e altri importanti nomi del panorama cinematografico internazionale.

Il doppiaggio vanta le più grandi voci italiane del cinema hollywoodiano quali: Giancarlo Giannini, Luca Ward, Maria Pia Di Meo, Mario Cordova ed altri. CREATORS – THE PAST, lungometraggio già vincitore di 28 Awards e nato dall’estro creativo di Piergiuseppe Zaia, è il primo capitolo di una trilogia a cui si affianca l’omonimo romanzo Creators – The Past scritto dalla sceneggiatrice e attrice Eleonora Fani insieme a Gea Mizzani Corio. Oltre alle musiche originali di grande atrmosfera, il film è arricchito da una colonna sonora, edita da Universal Music Publishing Ricordi Srl/Studio Lead Srl, in Dolby Atmos di grande impatto epico sinfonico che vanta ben 75 temi originali, scritti dal compositore e regista Piergiuseppe Zaia con la presenza di eccellenti voci tra cui il giovane talento kazako Dimash Qudaibergen, considerato in tutto il mondo una delle voci più belle del pianeta, e il soprano italiana Adriana Damato.

Elementi sinergici che collaborano all’unisono per esprimere tutte le potenzialità di un progetto a lungo termine che porterà alla realizzazione del più grande universo Sci-fi mai prodotto in Italia. Una sfida tutta italiana non solo per quanto riguarda le prestigiose location (Valle d’Aosta, Canavese, Biellese, Venezia, Ivrea, Lago Maggiore, Lago d’Orta), ma anche per quanto riguarda la realizzazione degli effetti speciali che appaiono per più di due terzi del lungometraggio.

L’attesa è finita, venite a scoprire il misterioso universo di CREATORS – THE PAST nei cinema italiani a partire dall’8 ottobre 2020.

Un imponente allineamento galattico si sta realizzando ed i suoi effetti influenzeranno ogni forma di vita nel cosmo. Otto Dei governano e dirigono l’universo: sono i Creators. In un’epoca lontana, essi forgiarono uno strumento che avrebbe custodito il sapere divino della creazione: la Lens; otto Lens per otto Creatori. Ognuno di loro diede vita ad un sistema stellare, racchiudendone i segreti e la chiave della sua essenza all’interno della Lens stessa. A distanza di anni alcuni pianeti e le loro creature cominciarono ad uscire dal disegno divino a cui erano predestinati. Ora è tempo per il Concilio Galattico di riunirsi e decidere le sorti dei cieli ma serve il potere di tutte le Lens per governare l’universo e le sue leggi. Il nostro pianeta sta andando alla deriva e il Reggente della Terra non volendosi conformare agli obiettivi del Concilio non si presenta all’appello e nasconde la Lens nella dimensione umana. Questo scatenerà una corsa contro il tempo in una battaglia galattica all’ultimo sangue tra chi auspica il ritorno all’ordine stabilito dai Creators e chi, invece, vuole costituire un ordine nuovo.

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