Ecco un nuovo trailer ufficiale ed
esteso di Downton
Abbey: Il Gran Finale, il terzo e ultimo film della
serie cinematografica basata sulla serie televisiva in costume
della PBS creata da Julian Fellowes. Il film uscirà nelle sale
italiano l’11 settembre.
La trama e il cast
di Downton Abbey: Il Gran Finale
Questo nuovo capitolo segue la
famiglia Crawley e il suo personale all’inizio degli anni ’30.
Quando Mary si ritrova al centro di uno scandalo pubblico e la
famiglia deve affrontare difficoltà finanziarie, l’intera famiglia
deve fare i conti con la minaccia del disonore sociale. I Crawley
devono accettare il cambiamento mentre il personale si prepara a un
nuovo capitolo con la prossima generazione che guiderà Downton
Abbey verso il futuro.
Simon Curtis torna
alla regia dell’ultimo capitolo dopo aver diretto Una Nuova Era.
Fellowes ha scritto tutti e tre i film.
Il cast familiare torna anche per
Downton Abbey: Il Grand Finale, che include
Michelle Dockery,Hugh Bonneville, Laura
Carmichael, Jim Carter, Raquel Cassidy, Brendan Coyle,
Michelle Dockery, Kevin Doyle, Michael Fox, Joanne Froggatt,
Paul Giamatti, Harry Hadden-Paton, Robert James-Collier, Allen
Leech, Phyllis Logan, Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Lesley
Nicol,
Dominic West, Penelope Wilton, Joely Richardson, Paul
Copley e Douglas Reith.
Nel cast del franchise compaiono
anche Joely Richardson, Alessandro Nivola, Simon Russell Beale e
Arty Froushan. I produttori sono Gareth Neame, Fellowes e Liz
Trubridge. Nigel Marchant è il produttore esecutivo.
James Gunn è un
regista spesso controverso, con un gran senso dell’ironia e della
satira, a volte un po’ sopra righe e che spesso gli ha causato
qualche problema. Tuttavia, Gunn è un ottimo regista e un
eccellente sceneggiatore, capace di captare e dare vita a tante
sfumature dei suoi personaggi e facendoli amare dalla gran parte
del pubblico, tanto da trovare dei fan che lo hanno sostenuto anche
nel periodo di distaccamento da casa Disney e dal suo licenziamento
avvenuto in quattro e quattr’otto.
2. James Gunn è anche
sceneggiatore e produttore. Il lato registico si interseca
molto con il lavoro di sceneggiatore e produttore, ruoli svolti per
film come Scooby-Doo (2002), L’alba dei morti
viventi (2004), Scooby-Doo
2 (2004), The
Belko Experiment (2016), oltre ai tre film dei
Guardiani della Galassia, a The Suicide Squad e
alle serie Peacemaker e Creature
Commandos. Come solo produttore, Gunn si è invece occupato
dei film LolliLove (2004), Doggie Heaven
(2008), PG Porn (2008-2009), l’horror Brightburn – L’angelo del
male (2019) e i due Avengers: Infinity War
(2018), Avengers: Endgame
(2019) e Joker:
Folie à Deux(2024). Ha inoltre scritto e prodotto il
suo Superman.
James Gunn rilancia il DCU come capo dei DC Studios
3. Ha assunto un ruolo molto
importante. Gunn e il frequente partner di produzione
Peter Safran avevano consigliato David Zaslav, l’amministratore
delegato della neonata Warner Bros. Discovery, durante la ricerca
di un nuovo responsabile della DC Films. Il duo ha impressionato
Zaslav che ha deciso di nominarli co-presidenti e amministratori
delegati della DC Films, ribattezzata “DC Studios”, con il
controllo dei film, dei progetti di animazione e televisivi basati
sui personaggi della DC Comics. I due hanno assunto la loro
posizione il 1° novembre 2022 e James Gunn supervisiona ora gli
aspetti creativi del franchise rinominato DCU.
James Gunn regista di Super – Attento crimine!!!
4. Ha diretto un suo
personale film di supereroi. Prima di diventare celebre
grazie a Guardiani della Galassia, Gunn aveva già diretto
un suo personalissimo film di supereroi. Si tratta della commedia
Super – Attento crimine!!!. In alcune interviste Gunn ha
dichiarato di aver iniziato a lavorare sulla sceneggiatura del film
nel 2002, ma che ebbe problemi a produrlo perché ritenuto troppo
violento ed esoterico. Questo uscì poi nel 2010, andando incontro
ad uno scarsissimo successo. Con il tempo, però, i fan lo hanno
riscoperto permettendogli di divenire uno scult del
genere.
James Gunn e i Guardiani della
Galassia per la Marvel
5. Ha accettato di dirigere
il film per il personaggio di Rocket. James Gunn ha
affermato più volte che Rocket era un grande, se non il principale,
motivo per cui voleva realizzare questo film. Quando poi è stato
confermato che il film era un successo di pubblico, Gunn ha
pubblicato online una lettera di ringraziamento sincera,
ringraziando in particolare tutti per aver permesso a un procione
di renderli un po’ più umani. In Guardiani della Galassia vol. 2, inoltre, Gunn ha
dedicato l’ultima inquadratura del film proprio a Rocket.
James Gunn ha diretto The Suicide Squad
6. James Gunn si è dedicato
alle run originali. Per realizzare il seguito del
fortunato Suicide Squad, Gunn – che aveva già
realizzato la sceneggiatura e a cui pare sia stato affidato
l’intero progetto – si è ispirato alle run originali dei fumetti DC.
Pur rendendo omaggio alla storie di Jon Ostrander
e Kim Yale, che furono pubblicate negli ’80, Gunn
ha però apportato alcune modifiche, inserendo personaggi non
presenti nei fumetti di quella serie, come Bloodsport e Harley
Queen.
James Gunn è il regista di Superman
7. Ha realizzato un film
“politico”. Nel riportare al cinema Superman, Gunn ha deciso di
ispirarsi non solo ad alcuni precisi fumetti dedicati al
personaggio, ma anche a quelle che ritiene essere caratteristiche
fondanti dell’America. “Voglio dire, ‘Superman’ è la storia
dell’America”, ha spiegato Gunn. “Un immigrato che è
arrivato da altri luoghi e ha popolato il Paese, ma per me è
soprattutto una storia che dice che la gentilezza umana di base è
un valore e qualcosa che abbiamo perso”. “Parla
della gentilezza umana e ovviamente ci saranno degli idioti che non
sono gentili e lo troveranno offensivo solo perché parla di
gentilezza. Ma che si fottano“, ha aggiunto il regista.
James Gunn, Twitter e il licenziamento dalla Disney
8. Ha avuto problemi per
vecchie affermazioni. Nel luglio 2018 sono riemerse
alcune battute controverse che Gunn ha pubblicato su Twitter tra il
2008 e il 2012 e che coinvolgevano temi come l’11 settembre,
l’AIDS, lo stupro e altri argomenti simili. Il riemergere di queste
affermazioni ha però portato a pensare che qualcuno abbia voluto
“incastrarlo” per le sue posizioni politiche anti Trump. In ogni
caso, in seguito alle critiche sollevatesi, la Disney ha interrotto
i legami con Gunn, privato così della possibilità di dirigere
Guardiani della Galassia Vol. 3. Gunn si è poi scusato
pubblicamente per le sue parole e grazie al sostengo di molte
personalità dello spettacolo, è infine stato reintegrato nel suo
ruolo di regista per il film Marvel. In quel lasso di tempo, ha
però diretto The
Suicide Squad.
James Gunn ha un fratello attore
9. Suo fratello recita
spesso nei suoi film. James Gunn ha un fratello, Sean Gunn, attore e collaboratore ricorrente
nei suoi film. Sean è noto per aver interpretato
Kraglin nella saga dei Guardiani
della Galassia e per aver prestato il corpo al personaggio
di Rocket Raccoon durante le riprese. Ha anche avuto un ruolo
significativo in The
Suicide Squad, dove ha interpretato
Weasel, e tornerà nell’universo DC come
Maxwell Lord nel film Superman
diretto proprio da James. La loro collaborazione testimonia un
rapporto artistico stretto e continuo all’interno dei progetti più
importanti del regista.
La moglie di James Gunn
10. È sposato con
un’attrice. James Gunn è sposato con l’attrice
Jennifer Holland dal 2022. I due si sono
conosciuti nel 2015 grazie a un amico in comune e da allora hanno
iniziato una relazione sia personale che professionale. Jennifer ha
recitato in diversi progetti diretti o prodotti da Gunn, tra cui il
ruolo di Emilia Harcourt in The
Suicide Squad (2021) e nella serie spin-off Peacemaker
per HBO Max. La loro collaborazione riflette un’intesa artistica
solida, con Holland spesso coinvolta nei progetti dell’universo DC
guidato ora proprio da James Gunn.
James
Gunn firma con Superman non solo
l’avvio del nuovo corso del DC
Universe, ma anche uno dei film più sorprendenti e riusciti
dedicati all’Uomo d’Acciaio. Tanto per cominciare, per fortuna,
Gunn dà per scontato che lo spettatore conosca già Clark Kent,
Krypton e la Fortezza della Solitudine, e si concentra invece su
ciò che secondo lui conta di più: chi è Superman oggi e
cosa rappresenta in un mondo smarrito, polarizzato e
sfiduciato. Il risultato è un’avventura che mescola con
sapienza il tono scanzonato dei fumetti originali e la grande
tradizione cinematografica del personaggio, con un
Superman solare, positivo, profondamente umano, ma
mai ingenuo.
Un Superman luminoso,
umano e sorprendentemente attuale
David Corenswet, nuova incarnazione del
Big Blue, convince dal primo istante. La sua è una
performance magnetica, capace di restituire tutta la bontà e la
speranza che Superman incarna, senza però scadere nella caricatura
o nel buonismo facile. La sua vulnerabilità è reale e toccante,
così come la sua forza morale. Sin dalla scena iniziale, che lo
vede sconfitto, sanguinante e abbattuto tra i ghiacci artici
(sequenza vista anche nei trailer promozionali, non stiamo
spoilerando nulla!), si capisce che siamo davanti a un
Superman diverso: saldo nei suoi ideali, ma che
matura nel corso della storia e sceglie con sempre maggiore
consapevolezza la sua umanità. Corenswet brilla nel ruolo, con
un’interpretazione che ricorda il fascino gentile
di Christopher Reeve, ma con una sensibilità
moderna che lo rende irresistibile e credibile, nonostante la
reintegrazione di quei mutandoni rossi… faranno sorridere e
discutere, ma dopo i primi secondi, nessuno ci presterà più
attenzione. Persino loro, in questo film, sono la scelta giusta nel
posto giusto.
Accanto a lui, spicca la
sempre brillante
Rachel Brosnahan nei panni di Lois
Lane, una giornalista determinata e disillusa,
perfettamente a suo agio tra le insidie del giornalismo
contemporaneo e le complicazioni sentimentali che il suo legame con
Clark inevitabilmente comporta. La chimica tra i due attori è
palpabile, e le loro schermaglie verbali regalano alcune delle
scene più riuscite del film, contrapponendo cinismo e speranza,
pragmatismo e idealismo. Una coppia cinematografica
irresistibile.
Nicholas Hoult, un
Lex Luthor memorabile e spaventosamente attuale
Ma il vero asso nella
manica di Superman è Nicholas Hoult, che offre una delle
interpretazioni più straordinarie e inquietanti mai viste per Lex
Luthor (e nella sua carriera, in generale). Il suo Luthor è un
magnate della tecnologia, freddo, calcolatore, un miliardario che
ricorda in modo evidente alcune delle figure più controverse della
nostra epoca (Elon, ci stai leggendo?). Hoult è semplicemente
perfetto: elegante, feroce, ironico, il suo Lex è un villain che
incarna il peggio della nostra contemporaneità, tra delirio di
onnipotenza e manipolazione mediatica.
La sua visione distorta
del mondo, mascherata da apparente razionalità e desiderio di
progresso, si scontra frontalmente con la purezza morale e senza
compromessi di Superman. E la cosa più inquietante
è che, in diversi momenti del film, le sue motivazioni appaiono
quasi plausibili, almeno in superficie. Hoult costruisce un Luthor
affascinante e terrificante al tempo stesso, che non si limita a
essere l’antagonista di turno, ma si fa portavoce di un’ideologia
pericolosa e fin troppo familiare, con chiari echi anti-Trumpiani
che James Gunn inserisce con intelligenza in tutto
il film.
Il conflitto tra Superman
e Luthor non è solo fisico, o meglio muscoli contro cervello, come
loro stessi dicono, ma profondamente politico e morale: rappresenta
lo scontro tra due visioni opposte del futuro, tra l’egoismo
travestito da pragmatismo e l’altruismo genuino. Il film non ha
paura di affrontare tematiche complesse come il potere della
disinformazione, il ruolo dei social media e la deriva autoritaria
di certi leader mondiali. Eppure, tutto questo viene raccontato con
leggerezza e umorismo, senza mai appesantire il ritmo o sacrificare
lo spettacolo.
Krypto, l’alleato che
tutti (o quasi) vorremmo
Un altro elemento che
rende Superman una visione sorprendente è
il ruolo di Krypto, il super-cane compagno di avventure del
protagonista. Lontano dall’essere una semplice mascotte o un
elemento comico, Krypto è un personaggio a tutto tondo, con una
personalità ben definita e un ruolo fondamentale nella storia. La
sua lealtà incrollabile e il suo coraggio, spesso temerario, lo
rendono un elemento imprescindibile nella narrazione, capace di
strappare risate ma anche momenti di autentica tenerezza. È il
simbolo perfetto di quel legame affettivo che, pur nella cornice
fantascientifica e avventurosa del film, resta profondamente
umano.
Come già fatto nei suoi
Guardiani della Galassia,
James Gunn costruisce una storia che parla di scelte e
di identità, dove ogni personaggio si trova davanti a un bivio
morale. Superman, in particolare, viene messo di fronte alla
domanda più antica e complessa: cosa significa davvero essere
umano? La sua è una battaglia non solo per la giustizia, ma per il
diritto alla speranza, per la possibilità di scegliere la bontà
anche quando il mondo intorno (e la propria predestinazione) spinge
nella direzione opposta. Questo Superman non è mai un dio distante,
ma un uomo che lotta ogni giorno per mantenere la propria fede
nell’umanità, con tutti i suoi limiti e contraddizioni, nonostante
sia uno straniero in terra straniera, un alieno, o, per usare un
termine più attuale, un “immigrato”.
Irresistibili poi i personaggi che
formano la Justice Gang (semmai il nome dovesse poi essere
confermato!). Guy Gardner, Mr. Terrific e
Hawkgirl hanno dei ruoli di varia importanza ma
hanno tutti il loro momento di gloria. E se con il trattamento di
Superman Gunn si è dimostrato intelligente e al servizio del
personaggio, questi tre supereroi danno la possibilità al regista
di essere scorretto e divertirsi un po’ con i superpoteri e le
abilità di ognuno di loro, rendendoli un perfetto contraltare che
stempera la bontà e la correttezza di Superman.
La scelta, la
speranza e il ritorno della purezza supereroistica
Tra sequenze d’azione
spettacolari e momenti di riflessione intima, il film riesce a
bilanciare perfettamente il tono leggero e scanzonato dei fumetti
classici con un sottotesto più adulto e sofisticato. Ci sono
citazioni sottili e omaggi commoventi alla storia cinematografica
del personaggio, ma il film guarda sempre avanti, costruendo una
visione moderna, accattivante e incredibilmente necessaria di
Superman.
Il messaggio di fondo è
chiaro e potente, onesto, senza mai risultare retorico: in un mondo
diviso, c’è ancora spazio per la gentilezza, per il sacrificio e
per la speranza. Questo Superman è un inno alla positività,
alla possibilità di scegliere il bene senza
cinismo, e proprio per questo risulta così rivoluzionario
in tempi cupi come i nostri. Tradendo leggermente le origini
classiche del personaggio dei fumetti, Gunn riesce a trasformare il
dilemma di Superman nella contrapposizione atavica tra natura e
cultura, in ua riflessione sull’esistenza e sul potere della scelta
e dell’autodeterminazione.
James
Gunn firma così un film divertente e emozionante, con un
cast perfettamente assortito e un protagonista destinato a lasciare
il segno. Un’opera che non solo inaugura il DCU, ma che dimostra
come ci sia ancora un immenso bisogno di eroi luminosi, puri e
umani. Superman è tornato, e mai come questa volta ci
serviva davvero.
Apple
TV+ ha rinnovato la serie drammatica di spionaggio
dalla comicità dark Slow Horses per una settima
stagione che sarà composta ancora una volta da sei episodi.
Vincitrice di Emmy e BAFTA Award, la serie è basata sui romanzi di
successo di Mick Herron e vede
Gary Oldman nei panni dell’intrattabile e trasandato
Jackson Lamb, che guida una banda di reietti
dell’MI5 soprannominati “slow horses” (cavalli lenti), tra cui
River Cartwright (Jack Lowden),
Roddy Ho (Christopher Chung),
Louisa Guy (Rosalind Eleazar) e
Catherine Standish (Saskia
Reeves), i quali finiscono coinvolti in intrighi
investigativi che mettono in pericolo la Gran Bretagna.
La sesta stagione era stata
annunciata poco dopo la conclusione della messa in onda della
quarta e ora, ancora prima della premiere della
quinta stagione prevista per il 24 settembre, arriva l’annuncio
del rinnovo per una stagione 7. Come riportato da Variety, questa futura stagione
sarà adattata per la televisione e prodotta da Ben
Vanstone, con Robert McKillop alla regia.
Non resta a questo punto che attendere di poter vedere la quinta,
per avere un’idea più precisa di che piega sta prendendo la
narrazione e di cosa possiamo aspettarci dalle future stagioni.
Nella quinta stagione di
Slow Horses, tutti si insospettiscono quando il
nerd tecnologico Roddy Ho ha una nuova, affascinante fidanzata;
quando una serie di eventi sempre più bizzarri si verificano in
tutta la città, tocca agli Slow Horses capire come il tutto sia
collegato. D’altronde, Lamb sa che nel mondo dello spionaggio
valgono sempre le regole di Londra: coprirsi le spalle.
Slow Horses è stata
celebrata come “senza dubbio la migliore serie di spionaggio vista
in televisione”, “uno spy thriller epico”, “assolutamente
brillante” e “dannatamente bello”. Le prime quattro stagioni
complete di “Slow Horses”, ora disponibili in streaming su Apple
TV+, hanno ottenuto un punteggio Certified Fresh, mentre due
stagioni hanno ricevuto un rating del 100% su Rotten Tomatoes. La
terza stagione ha ottenuto nove nomination ai Primetime Emmy Award,
con una vittoria per “Outstanding Writing for A Drama Series”.
La serie è prodotta per Apple TV+ da See-Saw Films
e adattata per la televisione da Will Smith. Jamie Laurenson, Hakan
Kousetta, Julian Stevens, Iain Canning, Emile Sherman, Douglas
Urbanski, Gail Mutrux, Will Smith e Graham Yost sono i produttori
esecutivi della serie. Saul Metzstein, che ha ottenuto una
nomination agli Emmy per la regia di una serie drammatica per la
terza stagione di Slow Horses, torna a dirigere la
quinta stagione.
Il finale di Bad
Boys For Life(qui
la recensione) vede Mike Lowrey, interpretato
da Will Smith, confrontarsi con il proprio
passato, mentre Marcus Burnett, interpretato da
Martin Lawrence, decide del proprio futuro.
Insieme, mettono fine a una lunga serie di omicidi che porta poi
alla realizzazione di Bad Boys:
Ride or Die. A 17 anni di distanza da Bad Boys II di Michael
Bay, i registi Adil El Arbi e
Bilall Fallah sono riusciti a rivitalizzare il
franchise a lungo inattivo con questo terzo film. Questo inizia con
la figlia di Marcus che ha un bambino con il suo fidanzato storico.
Marcus ripensa così alla sua vita, in particolare alla violenza che
l’ha caratterizzata, e decide di ritirarsi.
Nel frattempo, un assassino spara e
quasi uccide Mike per vendicarsi di un caso su cui egli ha lavorato
decenni prima, che ha portato all’incarcerazione della madre del
tiratore, Isabel Aretas. C’era anche un legame più
profondo tra Isabel, Mike e il tiratore, Armando
Armas. Marcus si unisce così nuovamente al gruppo per
un’ultima missione con il suo migliore amico. I due si recano in
Messico per un confronto finale con Isabel
(Kate del Castillo) e Armando
(Jacob Scipio), affiancati dai membri della nuova
iniziativa AMMO (Advanced Miami Metro Operations) della polizia di
Miami.
Cosa succede nel finale di Bad Boys
For Life
Il finale di Bad Boys For
Life vede Mike e Marcus recarsi a Città del Messico per
assicurare Isabel e Armando alla giustizia, con il supporto degli
ex membri dell’AMMO di Miami. Mike incontra Isabel per la prima
volta all’interno dell’Hidalgo Palace, usando se stesso come esca.
Tuttavia, quando Marcus viene catturato e le apparecchiature di
sorveglianza dell’AMMO vengono distrutte e disattivate, l’AMMO si
infiltra nell’edificio e scoppia una sparatoria tra Mike, Marcus,
l’AMMO e Isabel e gli scagnozzi di Armando. Isabel e Armando
cercano di fuggire a bordo di un elicottero, ma quando Marcus spara
al pilota, l’elicottero si schianta contro l’edificio ed esplode al
primo piano.
Il tutto culmina con una lotta tra
Mike e Armando, mentre Marcus elimina rapidamente Isabel nella
stanza sopra. Mike segue il consiglio dato da Marcus all’inizio del
film di “penetrare l’anima [di Armando] con il suo cuore”.
Piuttosto che sparare e uccidere Armando, Mike cerca di aggirare la
violenza che usa di solito e fa un ultimo tentativo per dimostrare
ad Armando che non è la persona che pensava fosse, né la persona
che Isabel lo aveva dipinto. E funziona, perché Armando si mette in
mezzo quando Isabel sta per sparare a Mike e viene ferito a sua
volta. Grazie a Mike e Marcus, Armando sopravvive e viene poi
imprigionato a Miami per i suoi numerosi omicidi.
Il piano malvagio di Isabel
Aretas
Mike non era solo la persona che
aveva messo Isabel in prigione più di 25 anni prima, ma aveva anche
spezzato il suo cuore e l’aveva tradita. Ai suoi occhi, era un
traditore che l’aveva abbandonata. Vederlo soffrire dopo tutti
questi anni era la vendetta che desiderava. Secondo lei, sparargli
sarebbe stato un atto di misericordia. Ma quando finalmente arrivò
il momento di uccidere Mike, Isabel voleva che fosse Armando a
farlo e a dirgli il loro messaggio segreto, “hasta el fuego”. In
quel momento, prima della sua morte, Mike avrebbe capito tutto.
In apparenza, il piano di Isabel era
semplice ma crudele. Voleva che Mike provasse il dolore che lei
aveva provato durante gli anni trascorsi in prigione. Per portare a
termine il suo piano, Isabel fece credere a suo figlio che si stava
vendicando per suo padre, morto in prigione a causa delle indagini
di Mike. Voleva che tutti coloro che erano coinvolti nel caso,
dall’investigatore della scientifica al giudice, morissero, con
Mike come ultimo. Era una vendetta per il cartello Aretas e una
vendetta personale per Isabel. L’ultima persona a morire doveva
essere il mentore più vicino a Mike.
La morte del capitano Howard
Poco prima della sua morte, il
capitano Howard ripeté a Mike ciò che Marcus gli diceva da mesi:
andare in pensione. A quel punto era chiaro che Mike non era la
persona “a prova di proiettile” che pensava di essere; la leggenda
di Mike Lowrey stava lentamente svanendo. E se avesse continuato a
spingersi oltre nelle indagini, ci sarebbero state delle
conseguenze; qualcuno sarebbe morto. Sfortunatamente, quel qualcuno
è proprio il capitano Howard, che non solo faceva parte delle
indagini iniziali sul cartello Aretas, ma era anche la persona
responsabile di aver avviato Mike sulla sua strada. Mike era come
un figlio per il capitano Howard, quindi costringere il figlio a
vedere la sua figura paterna morire davanti ai suoi occhi era il
colpo più basso che Mike potesse infliggere.
La storia delle origini di Mike
Lowrey
Prima di Bad Boys For
Life, l’unico aspetto della storia di Mike Lowrey che
precedeva il primo film Bad Boys era che si era
diplomato all’accademia di polizia ed era diventato un agente della
narcotici con Marcus Burnett. Il film rivela che il capitano Howard
ha fatto uscire Mike dall’accademia in anticipo e gli ha assegnato
un incarico sotto copertura all’interno del cartello Aretas. È
diventato l’autista di Isabel e alla fine si è innamorato di lei.
Avevano pianificato di fuggire insieme, ma quando Mike ha capito
che lei era una “killer a sangue freddo”, l’ha denunciata insieme
al resto dei membri del cartello.
Quando Mike si sta riprendendo dalle
ferite da arma da fuoco e Rita lo affronta a casa sua, lui
pronuncia la frase “Hasta el fuego”. Rita non sapeva cosa
significasse, ma Mike la usò come scusa per voler tornare sul campo
e risolvere l’indagine da solo. In seguito si scopre che “hasta el
fuego” è una frase che Mike e Isabel hanno inventato insieme e che
si dicevano l’un l’altro, quasi come una promessa di stare insieme
a prescindere da tutto. “Hasta el fuego” non ha una traduzione
diretta in spagnolo, ma il significato più vicino è “fino al
fuoco”.
“Hasta el fuego” ha quindi chiuso il
cerchio della storia di Mike e Isabel. Promettendo di stare insieme
fino al fuoco, hanno realizzato quel significato alla lettera, con
Rita che ha sparato a Isabel e lei che è caduta nel fuoco ed è
morta in fondo al Palazzo Hidalgo. Isabel ha reso Mike Lowrey la
persona amante dei vestiti e delle auto sportive che è oggi. Ma
dandogli un figlio e costringendolo indirettamente ad assumersi la
responsabilità delle sue azioni, lo ha anche trasformato
inavvertitamente nella persona che Marcus voleva che fosse, una
persona disposta a sistemarsi e a rinunciare alla violenza.
Il finale a sorpresa di Bad Boys
For Life
I due avevano quindi pianificato di
scappare insieme prima che Mike rinunciasse a Isabel nelle sue
indagini; lui avrebbe rinunciato a tutto per lei e lei avrebbe
rinunciato a tutto per lui. Ma Mike non sapeva che lei era incinta
di un mese. Il loro figlio nacque otto mesi dopo mentre lei era in
prigione, e quel figlio è Armando. Mike capì tutto quando Armando
disse “hasta el fuego”. Lasciare che Armando si vendicasse su Mike
era una giustizia poetica per Isabel.
Sebbene Mike non avesse il tempo né
i mezzi per fare immediatamente un test del DNA, sapeva che Armando
era suo figlio perché il marito di Isabel, il leader del cartello
Aretas, era sterile. Una volta giunto a questa conclusione, Mike
pensa ad Armando come a una versione di se stesso che ha preso una
brutta piega, ma in realtà sono simili sotto molti aspetti:
entrambi sono attratti dalla violenza, ma desiderano ardentemente
il rapporto padre-figlio che non hanno mai avuto. Mike non sapeva
che Armando fosse suo figlio, e la persona che Armando credeva
fosse suo padre morì in prigione quando lui era solo un
bambino.
Il futuro di AMMO per Bad Boys
Scoprendo che Booker
Grassie era il trafficante che forniva ad Armando i
proiettili P90 personalizzati, Mike ha dimostrato che i suoi metodi
investigativi vecchio stile funzionano ancora. Ma quando è andato
al dipartimento per riferire le sue scoperte, AMMO ne era già a
conoscenza. In modo indiretto, Bad Boys For Life
mette in evidenza i vantaggi delle tattiche della vecchia scuola e
quelli della tecnologia all’avanguardia. Mike e Marcus sono stati
salvati numerose volte dai membri dell’AMMO e dalle loro
sofisticate attrezzature.
Sebbene avrebbero potuto
potenzialmente affrontare da soli il resto del cartello Aretas,
come avevano fatto con altre organizzazioni criminali in
Bad Boys e Bad Boys II, è ovvio
che ci sono dei vantaggi nel lavorare con una squadra così
attrezzata. Naturalmente, l’AMMO viene chiusa a un certo punto del
film, ma con Rita come nuovo capitano della polizia, è logico che
lei ricostituisca l’AMMO e tutti i suoi membri. Senza di loro, Mike
potrebbe non essere stato in grado di seguire il suo intuito che
Isabel fosse dietro tutto e che Armando fosse suo figlio.
Marcus rientra nella polizia di
Miami alla fine di Bad Boys For Life
I primi due film di Bad
Boys erano incentrati principalmente su Marcus e la sua
famiglia, quindi è logico che Bad Boys For Life
ribalti la trama e si concentri sulla famiglia di Mike, anche se
lui non sapeva che fosse la sua famiglia fino all’atto finale.
Mentre Mike affrontava le conseguenze delle sue azioni, Marcus
voleva espiare tutta la violenza che aveva causato nella sua
carriera di poliziotto e detective. Ecco perché promise a Dio che
non avrebbe più portato violenza nel mondo se Dio avesse dato a
Mike una seconda possibilità.
Tuttavia, Marcus ha avuto
un’illuminazione durante l’inseguimento in auto con Mike e Zway-Lo:
era essenzialmente un strumento di Dio. Come detective, proteggeva
il mondo. Quindi, anche se poteva scegliere di non fare del male a
nessuno, era nella sua natura essere un “cattivo ragazzo” per tutta
la vita. Lasciare solo il suo migliore amico ha quasi ucciso Mike,
e questo non era qualcosa con cui era disposto a fare i conti in
pensione. Il titolo Bad Boys For Life non è solo
parte del mantra di lunga data di Mike e Marcus, ma è anche un
codice secondo cui vivono e continueranno a vivere.
Come Bad Boys For Life prepara il
sequel
Il finale di Bad Boys For
Life lascia molte porte aperte per il sequel, Bay
Boys: Ride or Die. Innanzitutto, la morte del capitano
Howard ha avuto un ruolo fondamentale nel nuovo film. Dopo la morte
di Howard, viene accusato di essere un poliziotto corrotto e poi le
persone che lo hanno incastrato cercano di coinvolgere Mike e
Marcus, rendendoli ricercati. Questo porta alla formazione della
squadra AMMO in questo film. Come previsto, si sono riuniti nel
sequel per aiutare Mike e Marcus a riabilitare il loro nome e
trovare i veri colpevoli.
Tuttavia, il collegamento più
importante tra il finale di Bad Boys For Life e
Bad Boys: Ride or Die è arrivato con la scena
post-credits del terzo film. In essa Mike va da Armando e gli
chiede se vuole fare qualcosa di buono per ridurre la sua pena.
Sebbene questo non sia ciò che accade in questo film, Mike va ad
aiutare Armando a fuggire quando si rende conto che le persone che
lo stanno cercando daranno la caccia anche a suo figlio. Armando
aiuta poi di nuovo suo padre e, alla fine del film, Mike lascia che
suo figlio fugga per vivere in pace.
Un Duca
all’improvviso è una commedia romantica leggera e sognante
diretta da Kevin Fair, che si
inserisce nel filone dei cosiddetti “romance regali”, un genere
molto amato dal pubblico televisivo e delle piattaforme streaming.
Il film segue le dinamiche classiche delle commedie sentimentali
ambientate nel mondo aristocratico: un uomo comune che scopre di
avere legami con la nobiltà, un castello come sfondo, un’identità
da ridefinire e l’incontro con qualcuno che lo cambierà per sempre.
In perfetto stile Hallmark, il film è costruito
per offrire leggerezza, sogno e buoni sentimenti.
Tra equivoci, giochi di ruolo e
sentimenti che sbocciano contro ogni previsione, il film costruisce
così una favola moderna ambientata tra il mondo ordinario e quello
aristocratico, sempre con il tono spensierato e garbato tipico di
questo tipo di produzioni. La pellicola richiama atmosfere
familiari a chi ha amato film come Un principe tutto mio,
Il diario di una principessa o Un amore regale. Ma ciò che distingue Un Duca
all’improvviso è la sua capacità di giocare con i ruoli
tradizionali, mettendo al centro personaggi che – pur calati in un
contesto da favola – mostrano incertezze, esitazioni e fragilità
molto reali.
Il protagonista, riluttante a
vestire i panni del duca, diventa così lo specchio di un desiderio
di autenticità che si scontra con le aspettative imposte dalle
convenzioni sociali e familiari. Nel prosieguo dell’articolo,
andremo a svelare alcune curiosità sul film, tra cui aneddoti sulle
riprese, dettagli sul cast e retroscena narrativi che rendono la
visione ancora più divertente per gli appassionati del genere. Una
guida perfetta per chi vuole tuffarsi nell’atmosfera romantica del
film conoscendo qualcosa in più su ciò che si cela dietro la
favola.
Emilie de Ravin e Andrew W. Walker nel film Un Duca
all’improvviso
La trama di Un Duca all’improvviso
Il film racconta la storia di
Johnny Payne (Andrew W. Walker),
un meccanico di Philadelphia più a suo agio sotto il cofano di una
Mustang che in una relazione stabile. Tra un frullato proteico e
una birra al pub, la sua vita scorre tranquilla fino all’arrivo di
Prudence Thorp (Emilie de Ravin),
raffinata consigliera di un antico ducato inglese. Prudence gli
rivela che il padre che non ha mai conosciuto è in realtà
William (Simon Coury), Duca di
Glasswick, ora gravemente malato e privo di eredi diretti.
Cresciuto dalla madre Dottie, ex musicista che lo
ha soprannominato “Cash” in onore di Johnny Cash, Johnny fatica ad
accettare l’idea di ereditare un titolo nobiliare da un uomo che lo
ha abbandonato.
Tuttavia, spinto dalla curiosità e
da un biglietto aereo in prima classe, decide di partire per
l’Inghilterra e affrontare il passato. A Glasswick, tra castelli,
tè delle cinque e rigide convenzioni sociali, Johnny si sente un
pesce fuor d’acqua. Lì conosce Allistair
Covington-Breed (Fiach Kunz), cugino snob
e ambizioso che da sempre brama il titolo ducale. Mentre Allistair
trama alle sue spalle, Johnny accetta di restare almeno fino al
tradizionale Ballo di Glasswick, dove Prudence spera di fargli
cambiare idea sull’eredità. Tra segreti di famiglia, documenti
scomparsi e vecchie ferite da sanare, Johnny comincia a vedere quel
mondo sotto una nuova luce.
Il cast del film
Il cast di Un Duca
all’improvviso è guidato da Andrew W.
Walker e Emilie de Ravin, due volti molto
noti al pubblico televisivo. Walker, che interpreta Johnny
Payne, è un veterano dei film Hallmark, Walker è
conosciuto per i suoi ruoli in titoli come Bottled With
Love, My Secret Valentine e Three Wise Men and a
Baby. Con il suo fascino carismatico e lo stile spontaneo,
porta autenticità al personaggio, perfetto per una commedia
romantica con sfumature regali. Accanto a lui, Emilie de
Ravin interpreta invece Prudence Thorp.
L’attrice è nota soprattutto per i suoi ruoli cult in Lost
(come Claire) e Once Upon a Time (nel ruolo di Belle), ed
è qui protagonista femminile in una storia di identità, cuore e
seconde possibilità.
Completano il cast Simon
Coury nei panni del rigido Duca William di
Glasswick, Fiach Kunz nel ruolo del
raffinato Allistair Covington-Breed, e
Jade Jordan come la fidata Annie.
Tra gli altri nomi troviamo Elizabeth Moynihan nel
ruolo di Lady Eleanor, mentre Jimmy Walker,
Michael James Ford, Ali Hardiman
e Eva-Jane Gaffney, che danno vita a un insieme di
personaggi che arricchiscono il tono fiabesco del film con ironia,
sentimento e piccoli colpi di scena. Il cast, ben assortito,
contribuisce a costruire quell’atmosfera romantica e leggera che
rende il film perfetto per gli amanti delle commedie sentimentali a
sfondo regale.
Andrew W. Walker e Emilie de Ravin in Un Duca
all’improvviso
Le location del film
Per quanto riguarda le location,
Un Duca all’improvviso è stato interamente
girato in Irlanda, principalmente nella contea di Dublino. Le scene
ambientate nel sontuoso “Glasswick Castle” sono state realizzate
all’incantevole Luttrellstown Castle Resort, un
maniero del XV secolo con interni eleganti e un vasto parco che
ricreano perfettamente l’atmosfera regale del film. Il castello
diventa così lo scenario delle grandi svolte narrative e dei
momenti romantici Le riprese esterne, tra campi e boschi, si sono
svolte invece nel pittoresco villaggio di
Glencullen, ai piedi delle Dublin Mountains,
utilizzato per evocare l’idilliaco paesaggio inglese di
campagna.
Un Duca all’improvviso è tratto da una
storia vera?
La risposta più semplice è che no,
Un Duca all’improvviso non è tratto da
una storia vera. Si tratta di una commedia romantica immaginaria
costruita intorno al classico cliché del “commoner diventa nobile”.
Tuttavia, esistono casi reali che ricordano vagamente la trama del
film. Ad esempio, nelle monarchie europee moderne, non è raro che
persone comuni scoprano legami di parentela con aristocratici mai
conosciuti. Anche matrimoni inaspettati tra persone di umili
origini e nobiltà – per amore o destino – sono documentati: si va
da relazioni genuine fino a scandali ufficiali, come accaduto tra
membri della nobiltà britannica e cittadini stranieri.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7 ottobre alle ore 21:30
sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
I film sui supereroi sono oggi una
realtà ben consolidata nell’industria cinematografica mondiale,
merito anche dei successi ottenuti nell’ultimo decennio dal
Marvel Cinematic Universe.
Andando più indietro nel tempo, però, il film Superman (qui la recensione) del 1978 è
considerato il capostipite di tale tipologia di opere
cinematografiche, essendo stato il primo prodotto di questo ad
essere realizzato con notevoli mezzi e ad ottenere un ottimo
successo di critica e pubblico. Diretto da Richard Donner,
regista anche di I Goonies e della
saga di Arma Letale, il film ha dunque il merito di
aver portato sul grande schermo il supereroe per antonomasia.
Dopo diverse false partenze,
numerose riscritture della sceneggiatura e lunghe ricerche per il
giusto regista (tra i papabili vi furono anche George
Lucas e Steven Spielberg), il film riuscì infine a
prendere vita, portando sul grande schermo una rilettura del
personaggio che alternava elementi fantastici ad altri più
realisti. All’interno del film, inoltre, sono stati inseriti
numerosi simboli e risvolti narrativi che permettono di accostare
la figura di Superman a quella di Gesù Cristo. Per
Donner, infatti, era interessante il modo in cui i riferimenti
cristiani permettevano di rielaborare in modo nuovo le tematiche
alla base del racconto di Superman.
Il successo fu totale: oltre 300
milioni di dollari incassati e ben quattro nomination agli Oscar,
con il trionfo poi nella categoria “Migliori effetti speciali”. Per
tutti gli appassionati di film sui supereroi, dunque,
Superman è senza ombra di dubbio un titolo
imprescindibile. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e ai
suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Christopher Reeve e Gene Hackman in Superman
La trama
di Superman
Nel lontano pianeta Krypton lo
scienziato Jor-El, membro del Consiglio Supremo, è
certo che la fine di Krypton si stia avvicinando. Gli esponenti del
Consiglio decidono però di non dar credito alle sue intuizioni. A
questo punto Jor-El decide di costruire una piccola astronave in
cui poter salvare il figlio neonato Kal-El.
L’astronave, destinata ad essere inviata in un mondo molto lontano
chiamato Terra, ha appena il tempo di essere lanciata nello spazio
che il pianeta esplode, proprio come predetto dallo sventurato
scienziato. L’astronave si schianta poi in un campo di grano a
Smallville, in Kansas. Trovato dai coniugi
Jonathan e Martha Kent, che lo
adottano dandogli il nome di Clark, il bambino
crescendo inizia a manifestare dei poteri soprannaturali che lo
rendono diverso dai suoi coetanei.
Più si intensificano i suoi
straordinari poteri, più aumenta in Clark il desiderio morboso di
scoprire le sue vere origini. L’occasione per indagare sul suo
passato si presenta quando Clark trova la “Fortezza della
Solitudine”. Qui ha modo di accedere alle memorie in essa
custodite, venendo finalmente a conoscenza della sua storia. Clark
finalmente comprende qual è la sua missione: aiutare l’umanità
nella lotta perpetua contro le forze del male, senza interferire
però nella sua storia. Da questo momento in poi egli deciderà di
vestire i panni di Superman, supereroe che vola ovunque ci sia
bisogno di lui, ostacolando le malevole intenzioni del suo acerrimo
nemico, il criminale megalomane Lex Luthor.
Il cast di attori
Ad interpretare il ruolo di Superman
vi è l’attore Christopher
Reeve, il quale poinché era ancora sconosciuto ai più
non vide il suo nome particolarmente pubblicizzato in relazione al
film. Al momento di dover interpretare il personaggio, l’attore per
risultare credibile aveva bisogno di acquisire una notevole massa
muscolare. Per riuscirvi, chiese l’aiuto di DavidProwse, noto culturista e attore. Questi aveva
infatti dato corpo al personaggio di Darth Vader nella trilogia
originale. Grazie al suo aiuto, Reeve riuscì ad essere in perfetta
forma per il ruolo. Per le scene dove Superman viene ripreso mentre
si libra in aria grazie alla sua capacità di volare, l’attore
decise di ispirarsi al movimento degli alianti, di cui era un
esperto pilota, per rendere più credibile il volare del
personaggio.
Nel ruolo di Jor-El, padre di
Superman, vi è invece il due volte premio Oscar Marlon Brando.
Per la sua partecipazione Brando si accordò con i produttori e
ottenne un faraonico compenso per recitare per pochi minuti,
consistente in circa 19 milioni di dollari. Gene Hackman è
invece Lex Luthor. Quando gli fu
proposto tale ruolo, però, egli si dimostrò riluttante ad
accettare. Temeva infatti che tale personaggio e tale film
avrebbero compromesso la sua carriera di attore serio. Dopo che
ebbe saputo che anche il grande Marlon Brando aveva firmato per un
ruolo, però, si decise a prendervi parte. Nel film sono poi
presenti gli attori Margot Kidder nei panni di
Lois Lane e Phyllis Thaxter in quelli di Martha
Kent. Terence Stamp interpreta invece il Generale
Zod.
Christopher Reeve e Margot Kidder in Superman
I fumetti a cui il film si ispira
Per quanto riguarda le ispirazioni,
il film Superman trae spunto da numerosi fumetti classici
dell’era d’oro e d’argento. Ad esempio, la scena in cui Superman
solleva un camion richiama la storica copertina di Action
Comics #1 (1938), mentre l’origine su Krypton e l’arrivo sulla
Terra sono ripresi da Superman #1 (1939). L’estetica
cristallina del pianeta natale, invece, trae spunto dalle
reinterpretazioni visive degli anni ’70, in particolare da
Superman #233 di Denny O’Neil e Curt Swan. Anche il tema
dell’identità segreta e dell’amore per Lois Lane si rifà a
Superman’s Girl Friend Lois Lane, mentre l’umorismo di Lex
Luthor richiama le sue versioni silver age.
I sequel di Superman e le altre versioni
del personaggio
Dato il successo del film, furono
realizzati ben tre seguiti. Superman
II, uscito nel 1980 questo vide il ritorno di
Luthor come antagonista, a cui venne affiancato il Generale Zod con
un ruolo più ampio. Il film fu un grandissimo successo e spinse a
dar vita a Superman
III, uscito nel 1983. A causa dell’assenza di
diversi attori dei due primi film, questo terzo capitolo suscitò
meno interesse e non ottenne il successo sperato. Venne ad ogni
modo realizzato un quarto capitolo, intitolato Superman
IV. Caratterizzato da un budget molto ridotto,
questo film fu segnato da evidenti limiti tecnici e negli effetti
speciali, cosa che lo ha portato ad essere considerato il peggiore
della serie. Nel 2006 è poi invece stato realizzato Superman
Returns, costruito per essere un sequel del
secondo film, dove il protagonista è interpretato da
Brandon Ruth.
Dopo Superman
Returns, il personaggio è tornato sul grande schermo
nel 2013 con L’uomo d’acciaio, diretto da Zack
Snyder e interpretato da Henry Cavill. Il film presentava una versione
più cupa e moderna di Superman, ponendo le basi per un nuovo
universo cinematografico DC. Il personaggio è poi apparso in
Batman v Superman: Dawn of Justice
(2016) e Justice League (2017), progetti
ambiziosi ma accolti con reazioni contrastanti. Dopo anni di
incertezza, James Gunn ha annunciato una nuova ripartenza:
il film Superman,
del 2025, è un reboot con David Corenswet nel ruolo dell’eroe,
promettendo un tono più luminoso e classico.
Il trailer
di Superman e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di
Superman grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple
iTunes, Tim Vision, Prime Video e Now. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 8 luglio alle ore
21:10 sul canale TwentySeven.
Eagle Pictures ha rilasciato il trailer ufficiale
di Locked – In Trappola, il nuovo
thriller psicologico ad alta tensione che arriverà nelle sale
italiane il 20 agosto
2025. Il film si preannuncia come un’esperienza
claustrofobica e intensa, in cui lo spettatore sarà trascinato in
un vortice di sospetti, manipolazioni e verità nascoste.
Il
protagonista è un uomo ordinario che si ritrova improvvisamente
intrappolato in una situazione senza via d’uscita: bloccato
all’interno di un ambiente chiuso, costretto a confrontarsi con sé
stesso, con i propri fantasmi e con chi, all’esterno, sembra avere
il controllo sul suo destino. Il trailer, serrato e dal ritmo
incalzante, suggerisce un gioco psicologico inquietante, in cui
nulla è come sembra e ogni scelta può essere fatale.
Locked – In Trappola si
inserisce nella tradizione dei thriller minimalisti, dove lo spazio
ristretto diventa teatro di tensione crescente e introspezione
forzata. Il film punta tutto sull’atmosfera opprimente, sul lavoro
degli attori e su una regia capace di costruire suspense attraverso
sguardi, silenzi e piccoli dettagli.
L’identità del protagonista e i motivi che lo hanno condotto alla
“prigionia” sono volutamente lasciati nell’ombra dal trailer,
alimentando il mistero e la curiosità. Sarà lo spettatore, passo
dopo passo, a ricostruire la verità insieme al protagonista.
Con Locked – In
Trappola, Eagle Pictures porta nelle sale italiane un film che
promette di tenere con il fiato sospeso fino all’ultimo fotogramma.
Appuntamento fissato: dal
20 agosto al cinema.
Il prossimo ritorno di Denis
Villeneuve ad Arrakis è ufficialmente intitolato Dune –
Parte Tre. Secondo alcune indiscrezioni, il film
sarebbe inizialmente stato chiamato “Messia di Dune”, in riferimento al libro di Frank
Herbert del 1969 da cui il film trarrà la sua trama,
seguendo Paul “Muad’Dib” Atreides mentre assume il ruolo di
imperatore. Su Rentrak, il film è però ora elencato come
Dune –
Parte Tre.
Come riportato da Variety, il film includerà anche
sequenze girate con telecamere Imax. Tuttavia, Dune – Parte
Tre non sarà interamente girato con telecamere Imax,
seguendo le orme di Odissea
di Christopher Nolan, che è il primo e finora
unico film prodotto in questo modo. In un’intervista alla CNBC, il
CEO di Imax Richard Gelfond sembrava suggerire che
il prossimo capitolo sarebbe stato girato interamente con le
telecamere proprietarie dell’azienda, ma sembra che si sia espresso
male.
Le riprese di Dune – Parte
Tre inizieranno a breve, con Timothée Chalamet e Zendaya che riprenderanno i loro ruoli. Anche
Jason Momoa ha confermato che tornerà per il
nuovo, dopo aver recitato nel primo ma non essere apparso nel
sequel, in quanto il suo personaggio moriva nel primo film. Nel
terzo, tuttavia, il suo Duncan Idaho tornerà come clone e avrà un
ruolo particolarmente importante. Non resta a questo punto che
attendere l’ufficialità dell’inizio delle riprese e di poter avere
qualche prima immagine dal set.
In precedenza, parlando con la
rivista Time, Villeneuve ha confermato che Dune 3
sarà basato sul secondo romanzo della serie di Frank Herbert,
“Messia di Dune“. Il regista ha diviso il primo romanzo in
due metà per adattarlo in due film. Ma il terzo film coprirà
Messia di Dune nella sua interezza.
In Dune – Parte
Tre, tratto dal romanzo Messia di Dune di Frank
Herbert, possiamo aspettarci una narrazione molto più intima e
politica rispetto all’epica espansiva di Parte Due. Dopo
aver conquistato Arrakis e assunto il ruolo di Imperatore, Paul
Atreides dovrà affrontare le conseguenze del jihad scatenato in suo
nome e il peso del potere assoluto. Il film esplorerà la
disillusione di Paul, i suoi dubbi morali e le macchinazioni di chi
vuole distruggerlo dall’interno. La storia si muoverà dunque tra
intrighi religiosi, crisi identitarie e visioni profetiche, aprendo
un nuovo capitolo più cupo e riflessivo nell’universo di
Dune.
Leggi anche tutti gli approfondimenti su Dune – Parte
Due:
Il trailer di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello
dell’Infinito. Il film, diretto da Haruo
Sotozaki, è il primo capitolo della trilogia
cinematografica che rappresenta l’arco finale e il culmine della
popolare e pluripremiata serie anime shonen. La saga di
Demon Slayer, campione d’incassi in tutto
il mondo, è tratto dal manga di Koyoharu Gotoge, che con oltre 150
milioni di copie è tra i primi dieci più venduti della storia.
Demon Slayer ha inizio
quando Tanjiro Kamado, un ragazzo la cui famiglia è stata uccisa da
un demone, si unisce al Demon Slayer Corps per far tornare umana la
sorella minore Nezuko dopo che questa è stata trasformata in un
demone.
Nell’aprile 2019, la serie anime
televisiva Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba ha debuttato con
Unwavering Resolve Arc, seguito dall’uscita del
lungometraggio Mugen Train nell’ottobre 2020, dalle serie
televisive Mugen Train Arc e Entertainment District
Arc nell’ottobre 2021, da Il villaggio dei forgiatori di
katana Arcnell’aprile 2023 e infine dal capitolo
cinematografico Verso L’Allenamento Dei Pilastri uscito
nel 2024.
Demon Slayer: Kimetsu
no Yaiba Il Castello dell’Infinito sarà al cinema
dall’11 settembre distribuito da Eagle Pictures.
Le
prime reazioni a Superman
sui social media sono uscite oggi, e possiamo dire che sono per lo
più positive. Sebbene il film non stia ricevendo il riscontro
unanime che alcuni si aspettavano, sembra comunque che il regista
James
Gunn abbia prodotto un successo. Le recensioni saranno
più eloquenti, ma ci sono ancora molti dettagli interessanti da
ricavare da queste prime impressioni.
Ecco cosa CBM ha scoperto sul film e cosa
dobbiamo aspettarci, prima di vederlo in sala da domani, 9
luglio.
È il film di Superman che molti fan
aspettavano
L’Uomo d’Acciaio e i film dello
“SnyderVerse” sono seguiti hanno una fanbase devota, ma la maggior
parte dei fan DC sembra concordare sul fatto che il mondo abbia
bisogno di un Superman un po’ più
ottimista.
Joss Whedon ce ne
ha dato un assaggio nella sua versione altrimenti disastrosa di
Justice League. Tuttavia, sembra che
Gunn abbia realizzato un film che abbraccia la gioia intrinseca di
questo personaggio, al posto di quella che era una versione in gran
parte cupa di Zack Snyder.
“Superman ci ricorda che Clark
Kent è sempre stato un faro di speranza e della bontà che può
esistere in questo mondo”, si legge in un verdetto. Un altro
afferma che questa è “l’uscita cinematografica più vibrante,
ottimista e incentrata sui personaggi dell’eroe da quando Richard
Donner dirigeva la serie”. Un critico forse riassume al meglio
la situazione promettendo un “viaggio senza sosta, pieno di
umorismo, azione ed emozioni“.
Ci sono alcuni problemi
evidenti
Superman
sta ricevendo molti elogi, ma non è certo perfetto, a giudicare da
queste prime reazioni. È stato definito “un disastro,
narrativamente e per il suo tono” e “un film [che]
purtroppo cede sotto una trama contorta e spesso sciocca”.
Anche gli effetti visivi sono stati
criticati, anche se questo è meno sorprendente, dato che i film DC
della Warner Bros. sono sempre stati un po’ incerti su questo
fronte (basta guardare Flash e Black
Adam per averne la prova). In effetti, potrebbe
esserci un po’ troppa CGI, con un critico che sostiene che
raggiunga i “livelli Marvel”. Un
Superman troppo buffo e sciocco, a quanto pare è
un argomento di discussione. Ad alcuni è piaciuto il tono bizzarro
e ad altri no, quindi potrebbe dipendere da cosa ci si aspetta da
un film di supereroi. Tuttavia, ci sono cose peggiori per questo
genere che essere “divertente, vibrante [e] idiosincratico”.
Sebbene sarebbe ingiusto definire
David Corenswet uno “sconosciuto”, non è certo
un nome familiare e porta con sé ben poco in termini di bagaglio
per Superman. Tuttavia, proprio come la scommessa
di Gunn ha dato i suoi frutti quando ha scelto Chris Pratt per il ruolo di Star-Lord,
sembra che lo stesso si possa dire di Corenswet. “David
Corenswet brilla di sincerità e forza“, ha scritto un critico,
mentre un secondo ha sottolineato: “Corenswet ha quella
scintilla eroica“.
Anche il Lex Luthor di Nicholas Hoult viene elogiato, così come la
Lois Lane di
Rachel Brosnahan. Purtroppo, sebbene lei e Corenswet
abbiano molta alchimia, c’è chi ha ritenuto che il loro tempo
condiviso sullo schermo fosse troppo limitato.
La critica peggiore al
Superman di Corenswet non sembra nemmeno
riguardare la sua interpretazione, ma riguarda più il modo in cui è
scritto il personaggio. “David Corenswet interpreta un Superman
dolce e fanciullesco, che viene costantemente preso a calci nel
sedere; sarebbe meglio come protagonista in un film di Dudley
Do-Right”, ha affermato un post.
È di nuovo Flash?
L’idea che i
critici siano “pagati” dagli studios è un mito perpetuato da chi
cerca disperatamente un motivo per cui l’opinione di qualcuno non
corrisponde alla propria.
Tuttavia, negli ultimi anni gli
studios hanno dato priorità agli account dei fan e agli influencer
rispetto ai veri critici, ed è qui che si insinuano alcuni dubbi
(gli eventuali punteggi di Rotten Tomatoes raramente coincidono con
le lodi pubblicate su X). Le citazioni che abbiamo usato qui
provengono da critici, ma alcuni dei verdetti estremamente positivi
riportano inevitabilmente alla mente ricordi del 2023.
Prendete Erik Davis
di Fandango, ad esempio. Ora lavora per un’azienda che vende
biglietti per il cinema, quindi, per quanto sia giustamente
rispettato, è raro che dica qualcosa di negativo su un film.
Ciononostante, gli studi cinematografici si assicurano spesso che
le dichiarazioni entusiastiche di Davis siano in primo piano nel
marketing, e nel 2023 ha definito Flash uno dei “migliori film
di supereroi mai realizzati“.
Quel post è stato poi cancellato, ma
ha portato alcuni a mettere in discussione la sua affermazione
secondo cui Superman è “il film di supereroi
perfetto e un inizio fantastico per i nuovi DC Studios“.
Ancora una volta, Davis è bravissimo in quello che fa, ma questo è
un esempio tanto valido quanto altri per attendere le recensioni
complete. Questo vale per la Marvel, la DC o qualsiasi altro film
in uscita.
Abbraccia i fumetti
Guy Gardner, Hawkgirl e Mister Terrific in Superman
Concludiamo questa analisi con una
nota positiva. I migliori film di supereroi abbracciano i fumetti,
ed è esattamente quello che Gunn sembra aver fatto con
Superman.
Tra le indicazioni preferite ci
sono: “La visione di James Gunn è un fumetto che prende vita”,
“è sfacciatamente fumettistico” e “sembra un fumetto o
Justice League Unlimited sullo schermo”. Sembrano commenti
incoraggianti.
Ovviamente, dobbiamo anche
sottolineare che alcuni critici hanno ammesso che l’approccio di
Gunn potrebbe non funzionare per tutti. Questo potrebbe essere
problematico se significa che gli spettatori abituali rimarranno
confusi o infastiditi dalla storia della Silver Age del regista, ma
per i fan, sembra una vittoria.
“Il Superman di James Gunn
sembra che abbia buttato tutti i fumetti di Superman e la sua
intera filmografia in un frullatore e abbia fatto una purea”,
ha scritto un critico. Lasceremo a voi decidere se questo sia un
bene o un male.
I Marvel Studios hanno iniziato ad
alzare la posta in gioco con la campagna marketing di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, e il
Baxter Building è appena stato messo in vendita su
Zillow (un’azienda statunitense che gestisce un’importante
piattaforma online per il mercato immobiliare)!
Con 4 camere da letto e 4 bagni, la
proprietà di circa 415 metri quadrati (4.444 piedi quadrati) è in
vendita per la strabiliante cifra di 4.444.444 dollari. Oltre a
offrire uno sguardo più da vicino agli straordinari set costruiti
per il film, l’annuncio rivela anche un nuovo aspetto del
Baxter Building in questa realtà parallela, con lo
skyline di New York, l’Excelsior Launch Pad e tutto il resto
(qui il
video).
Ecco la descrizione ufficiale della
casa della Prima Famiglia Marvel:
Questa straordinaria residenza fonde un design senza tempo con
le ultime innovazioni di ReedTech. I residenti godono di uno spazio
abitativo adattabile che può adattarsi alle loro esigenze. Possono
“accendere il fuoco!” con il barbecue interno della cucina
high-tech e ricevere aiuto immediato in casa dal loro assistente
robotico H.E.R.B.I.E. Godetevi viste mozzafiato sulla città,
inclusa la rampa di lancio dove i Fantastici Quattro si preparano
per la loro prossima missione cosmica. Potreste persino vedere la
Torcia Umana illuminare il cielo!
Le residenze costituiscono solo una parte del Baxter Building.
Laboratori e officine all’avanguardia si estendono su più piani,
offrendo a Reed Richards e al suo team lo spazio necessario per
sperimentare innovazioni pionieristiche nel campo della robotica,
dell’aeronautica e oltre. Alla base dell’edificio si trova il
quartier generale della Future Foundation, dove i Fantastici Quattro, in
particolare l’impareggiabile diplomatica Sue Storm, promuovono una
nuova era audace. La loro missione: fornire energia pulita e
promuovere il progresso scientifico in tutto il mondo.
Il cast di I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è stato oggi a
Parigi, in Francia, per promuovere il film. Nel comunicato stampa
diffuso da Disney/Marvel Studios, il nome di John
Malkovich è nuovamente incluso insieme al resto del cast.
Il suo nome è stato assente da altri recenti spot pubblicitari (e
persino da spot televisivi), il che ha portato a ipotizzare che il
suo ruolo di Red Ghost fosse stato tagliato dopo
proiezioni di prova. Ora, possiamo presumibilmente attribuirlo a un
errore o al fatto che il suo ruolo fosse così marginale da non
meritare di essere menzionato.
L’attore è apparso brevemente nel
teaser, ma come il resto del cast di supporto, non è stato
certamente al centro dell’attenzione del marketing.
Il film Marvel Studios I
Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima
famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic
(Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon
Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile
mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la
forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la
Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus
di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già
abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una
questione molto personale.
Il film è interpretato anche da
Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne
e Sarah Niles. I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da
Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant
Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.
Ci sono alcuni momenti fondamentali
nella storia di ogni supereroe che sarebbe quasi impossibile non
rappresentare quando si mostra la loro origine sullo schermo, ma
quando un personaggio è abbastanza importante da meritarsi un
reboot (a volte più di un reboot), rivedere queste scene in
questione può iniziare a risultare un po’ ripetitivo.
Batman, Spider-Man
e Superman sono tre dei
personaggi dei fumetti più popolari e conosciuti di tutti i tempi,
ed è probabilmente lecito supporre che la maggior parte delle
persone, anche chi non legge fumetti, sia a conoscenza degli eventi
che li hanno portati a diventare gli eroi che conosciamo oggi.
Abbiamo davvero bisogno di rivedere quelle sequenze “di origine”?
James Gunn pensa di no.
Al regista di Superman è stato chiesto di nominare
tre momenti che semplicemente non dovremmo mai più vedere in un
film di fantascienza/cinecomic durante un’intervista con il
Times.“Non ho bisogno di vedere perle in un
vicolo quando i genitori di Batman vengono uccisi. Non ho bisogno
di vedere il ragno radioattivo che morde Spider-Man. Non ho bisogno
di vedere il piccolo Kal arrivare da Krypton a bordo di un piccolo
razzo.”
A dire il vero, l’ultima trilogia di
Spider-Man della Sony Pictures non ci ha riportato
al fatidico giorno in cui Peter Parker fu morso da un ragno (anche
se il Peter di Tom
Holland lo ha menzionato durante una conversazione con
Ned Leeds), e The Batman di Matt
Reeves ha fatto solo un vago riferimento alla morte dei
genitori di Bruce Wayne. Superman: The Movie,
Superman Returns e L’uomo d’acciaio hanno tutti
mostrato quel razzo a dimensione di neonato che sfrecciava verso la
Terra, quindi è comprensibile che Gunn abbia deciso di prendere
un’altra direzione con il suo reboot del DCU!
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion,
Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de
Faría, Wendell Pierce,
Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell. Il film sarà al cinema dal 9
luglio distribuito da Warner Bros.
Pictures.
“Superman”, il
primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a
volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da
Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato,
con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.
Produttori esecutivi di
“Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e
Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del
lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della
fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista
Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al
compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy
(“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).
Scarlett Johansson è diventata l’attrice, in assoluto,
che ha generato i più alti incassi di sempre a Hollywood. Come
previsto, nonostante le recensioni contrastanti e negative,
Jurassic World – La Rinascita si è rivelato un
enorme successo, incassando già la strabiliante cifra di
318 milioni di dollari al botteghino globale dopo sei
giorni dall’uscita. Secondo The Numbers, questo ha fatto
balzare Scarlett Johansson dal terzo al primo posto, superando i
suoi colleghi di lunga data dell’MCU, Samuel L.
Jackson e Robert Downey Jr., nella
classifica delle star con gli incassi più alti di sempre.
Jackson (Nick Fury) era il
precedente detentore del primo posto, con un incasso totale di 14,6
miliardi di dollari. Downey Jr. (Tony Stark) era subito dietro di
lui con 14,3 miliardi di dollari, ma
Scarlett Johansson è ora la regina indiscussa del botteghino
con 14,8 miliardi di dollari.
Molti dei titoli di maggior incasso
di Johansson provengono dal suo periodo nei panni di Natasha
Romanoff/Vedova Nera nel Marvel Cinematic Universe, tra cui
Avengers: Endgame (2,7 miliardi di
dollari), Avengers: Infinity War (2
miliardi di dollari), The Avengers (1,5 miliardi
di dollari), il primo sequel Age of Ultron (1,4
miliardi di dollari), Captain America: Civil War
(1,1 miliardi di dollari), Captain America: The Winter
Soldier (714 milioni di dollari) e Iron Man
2 (621 milioni di dollari). Ci sono stati anche altri
grandi successi, come Il libro della giungla (951
milioni di dollari), Sing (631 milioni di dollari)
e Lucy (457 milioni di dollari).
Sebbene non sia ancora stato
annunciato un sequel diretto, si vocifera che la Universal Pictures
stia già pianificando un seguito di La Rinascita e voglia che Johansson riprenda
il suo ruolo.
I Wonder
Pictures è lieta di presentare il trailer e il poster
italiani di
The Smashing Machine di Benny
Safdie con
Dwayne“The Rock” Johnson e
la candidata all’Oscar® Emily Blunt, nelle sale
italiane dal 19 novembre 2025 distribuito da I
Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection in collaborazione
con WISE Pictures.
Il regista
Benny Safdie – qui al suo debutto “da solista”
dopo aver segnato lo scenario del cinema indipendente statunitense
insieme al fratello Josh con film cult come Diamanti
grezzi – mette in scena una grande storia di agonismo
e umanità ispirata alla vita della leggenda degli sport da
combattimento Mark Kerr, un film intenso ed
emozionante ricco di combattimenti spettacolari e incredibilmente
realistici, capaci di restituire tutta la fisicità e la tensione
emotiva del ring. In un mondo che ci chiede sempre di vincere,
quella di Kerr è una grande vicenda di amicizia, d’amore e di presa
di coscienza del proprio potenziale e dei propri limiti.
Nella parte del
protagonista, Dwayne Johnson, dopo un percorso
artistico che lo ha incoronato come star indiscussa dei film action
e comedy, si cimenta per la prima volta in un ruolo drammatico a
tutto tondo e offre un’interpretazione intensa e personale, che lo
lancia di diritto tra gli interpreti da tenere d’occhio nella
prossima awards season. Gli fa da contraltare
l’interpretazione esplosiva e viscerale di Emily Blunt – perfetta sparring
partner di Johnson sin dai tempi di Jungle Cruise,
che ha cementato l’intesa artistica tra i due attori – nel ruolo di
Dawn, moglie di Kerr.
Tratto da una
travolgente storia vera, The Smashing
Machine racconta l’intensa parabola di Mark
Kerr, celebrato campione di lotta libera, Vale Tudo e MMA,
un fighter che ha fatto la storia degli sport da
combattimento, al punto da guadagnarsi recentemente un posto nella
prestigiosa UFC Hall of Fame. Incontro dopo
incontro, battaglia dopo battaglia, sfida dopo sfida, il film ci
porta oltre le luci della ribalta, oltre i trionfi sportivi, per
raccontare Kerr dentro e fuori dal ring, esplorando il caos emotivo
e le contraddizioni di un uomo destinato a diventare una
leggenda.
Prodotto da
A24, The Smashing Machine uscirà nelle
sale italiane dal 19 novembre distribuito da
I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection in
collaborazione con WISE Pictures.
Dal 6 al 16 agosto
2025, Locarno tornerà a essere il cuore
vibrante del grande cinema internazionale, accogliendo una
programmazione ricca e variegata: dalle proposte più audaci e
sperimentali al grande cinema popolare. I concorsi offriranno uno
sguardo originale su nuove forme narrative, mentre sulla Piazza
Grande si alterneranno storie umane intense e toccanti, illuminate
dalla presenza di grandi star internazionali. Con la sua 78ª
edizione, Locarno si conferma una vetrina aperta a tutti i
linguaggi e immaginari del cinema contemporaneo.
Giona A. Nazzaro, direttore
artistico del Locarno Film Festival: “I film della
78esima edizione rappresentano quanto di vivo, necessario e audace
respira nel cinema contemporaneo, oggi. Un cinema tutto al presente
indicativo, privo di qualsiasi nostalgia e proiettato tutto in
avanti, verso un futuro aperto, mobile, inclusivo, da immaginare
insieme, nuovamente. Un cinema giocoso e pericoloso, che si assume
molti rischi, ma anche un cinema che non dimentica di ridere e di
irridere, e di interrogare la storia in tutti i suoi aspetti.
Cinema necessario, dunque, da scoprire nel buio della sala
cinematografica, per ritrovare il senso profondo del piacere e del
senso di appartenere a una comunità. Film pensati per la sala
cinematografica e per l’esperienza collettiva, davanti allo
schermo. Il cinema, ancora una volta, è ora. Tutto in
avanti”.
14 film, incluse 4 prime mondiali e
2 prime internazionali, saranno presentati in Piazza Grande, lo
straordinario cinema all’aperto di Locarno, in grado di ospitare
ogni sera migliaia di spettatori.
Nel Concorso Internazionale 17 film
provenienti da tutto il mondo e presentati in prima mondiale
competono per il Pardo d’Oro. Qui trova spazio il meglio del
panorama cinematografico contemporaneo: qui autori affermati e
talenti emergenti, forme classiche e sperimentali tracciano i nuovi
territori dell’arte cinematografica.
Il Concorso Cineasti del Presente,
lo spazio dedicato agli autori di oggi e al cinema di domani,
comprende 15 film: opere prime o seconde, tutte in prima
mondiale.
Fuori Concorso è il laboratorio
creativo in cui prendono forma nuove visioni e si riscrivono i
linguaggi del cinema: una sezione non competitiva che funge da
laboratorio di contaminazione tra tutti i generi immaginabili e le
diverse forme di narrazione. La sezione comprende 14 film, di cui
12 prime mondiali e una prima internazionale.
Prospettive inedite sulla storia del
cinema con 15 film: una sezione diversificata che contiene classici
appena restaurati e film poco conosciuti.
All’interno della missione del
Locarno Film Festival, Pardi di Domani rappresenta un pilastro
fondamentale: favorisce il dialogo fra tradizioni e generazioni e
sostiene i cineasti che contribuiranno a definire il futuro del
linguaggio cinematografico. L’edizione di quest’anno presenta 40
prime mondiali, provenienti da tre concorsi e 25 paesi diversi, e
traccia una panoramica delle possibili direzioni del cinema di
domani. Attraverso il Concorso Nazionale e Internazionale, il
Festival sostiene lo sviluppo di nuovi talenti, offrendo loro
visibilità e un accesso privilegiato al contesto professionale
internazionale. Il Concorso Corti d’Autore propone opere
straordinarie che ci ricordano quanto il formato breve possa essere
una preziosa fonte di ispirazione anche per gli autori
affermati.
Pochi festival internazionali
possono vantare rilevanza culturale pari a quella delle celebri
retrospettive del Locarno Film Festival, che ormai da anni
contribuiscono in modo determinante al dibattito mondiale sul
cinema di ieri. Che si tratti di studi completi del corpus di un
grande autore – i quali offrono la possibilità di assorbire la
complessità della produzione artistica di un cineasta nella sua
interezza – oppure di una riconsiderazione non canonica di cinema
nazionali o case di produzione, la ricca Retrospettiva è un
appuntamento amatissimo da cinefili, studiosi, professionisti e
grande pubblico. Quest’anno non fa eccezione: con “Great
Expectations” il Festival rende omaggio al cinema britannico
postbellico, riunendo pellicole restaurate in digitale e copie
provenienti dalla collezione del BFI National Archive – che
quest’anno festeggia il suo 90° anniversario.
Una selezione dedicata al pubblico
dei più giovani, un viaggio iniziatico nel mondo del cinema, grazie
a una selezione di film dedicati a bambini e ragazzi, con 4 prime
mondiali e 2 internazionali e immersioni nel mondo dell’animazione,
tra cui la prima svizzera di Mary Anning, chasseuse de fossiles
(2025), il nuovo film d’animazione di Marcel Barelli, premiato
quest’anno con il Locarno Kids Award presentato dalla
Mobiliare.
Nel primo anno di un ciclo
quadriennale dedicato a 42 paesi del continente africano, Open
Doors offrirà una panoramica delle più interessanti produzioni
indipendenti della sua attuale regione di riferimento. Quest’anno
saranno presentati 8 lungometraggi e 5 cortometraggi.
La Semaine de la Critique presenta 7
lungometraggi documentari in prima mondiale o internazionale,
selezionati dall’Associazione Svizzera dei Giornalisti
Cinematografici.
Una selezione di 10 lungometraggi e
2 corti che rappresentano il meglio della produzione elvetica,
scelta da una commissione di rappresentanti delle Giornate di
Soletta, dell’Accademia del Cinema Svizzero e SWISS FILMS.
Netflix annuncia
che “Il Mostro”, la serie tv in 4 episodi diretta
da Stefano Sollima, creata da Leonardo Fasoli e
Stefano Sollima, che racconta Il Mostro di Firenze, arriverà solo
su Netflix dal 22 ottobre, in concomitanza con il 10°
anniversario dell’arrivo del servizio in Italia.
La serie tv, una
produzione The Apartment – società del gruppo Fremantle – e
AlterEgo, prodotta da Lorenzo Mieli, Stefano Sollima e Gina
Gardini, vede tra i suoi interpreti Marco Bullitta, Valentino
Mannias, Francesca Olia, Liliana Bottone, Giacomo Fadda, Antonio
Tintis e Giordano Mannu.
La trama di Il
Mostro
Otto duplici omicidi.
Diciassette anni di terrore. Sempre la stessa arma. Una beretta
calibro 22. Una delle più lunghe e complesse indagini italiane sul
primo e più brutale serial killer della storia del Paese: il Mostro
di Firenze. Questa storia è stata ricostruita sulla base dei
procedimenti e delle indagini ancora in corso. In una storia dove i
mostri possibili, nel corso del tempo e delle indagini, sono stati
molti, il nostro racconto esplora proprio loro, i possibili mostri,
dal loro punto di vista. Perché il mostro, alla fine, potrebbe
essere chiunque.
CREDITS:
Data
di uscita: dal 22 ottobre solo su Netflix
Regia
di Stefano Sollima
Una
Produzione The Apartment – società del gruppo Fremantle – e
AlterEgo
Prodotto da Lorenzo Mieli, Stefano Sollima e Gina Gardini
Una
serie creata da Leonardo Fasoli e Stefano Sollima
Cast:
Marco Bullitta, Valentino Mannias, Francesca Olia, Liliana Bottone,
Giacomo Fadda, Antonio Tintis e Giordano Mannu.
L’attesissimo Superman
diretto da James Gunn sta per arrivare al cinema, pronto
a inaugurare una nuova era per l’universo cinematografico DC. Con
un tono più luminoso e umano rispetto alle precedenti incarnazioni,
il film promette di restituire al grande schermo un Uomo d’Acciaio
ricco di speranza, emozione e modernità. Il cast, ricco di volti
noti e nuove promesse, interpreta invece una gamma di personaggi
iconici dell’universo DC, alcuni dei quali al debutto
cinematografico. In vista dell’uscita, e per prepararsi al meglio
alla visione in sala, ecco allora una guida completa al cast e ai
personaggi del film.
Il cast e i personaggi protagonisti
di Superman
David Corenswet interpreta Superman
/ Kal-El / Clark Kent
David Corenswet è il nuovo attore incaricato
di dare vita a Clark Kent/Kal-El
in un progetto live-action, dopo star del calibro di Christopher Reeve e Henry Cavill. Nell’iterazione della DCU, il figlio più famoso di Krypton possiede i
suoi soliti poteri, tra cui la vista calorifica, la capacità di
volare, la super forza, l’invulnerabilità, la super velocità e la
vista a raggi X, tra gli altri. Si tratta però di un supereroe già
maturo, equilibrato e cresciuto in una famiglia amorevole. Non
siamo di fronte a una classica origin story, ma a un eroe che cerca
il suo posto nel mondo, bilanciando altruismo e umanità.
Corenswet si è fatto un nome nella
serie NetflixThe Politician, ma è apparso anche
in film come The Greatest Hits di Hulu e ha recitato nei
film Pearl e Twisters,
oltre che in alcune popolari serie TV, tra cui Hollywood, Lady in the Lake e We Own This
City. Questo ruolo rappresenta il suo debutto da protagonista
in un grande franchise, dando corpo a un Superman energico, empatico e
moderno. Di Superman, Corenswet ha detto: “Rispetto a Batman e
Spider-Man, Superman non viene descritto come un personaggio con
grandi conflitti interiori. Se è invincibile, cosa c’è in gioco?
Tutte le cose importanti. Puoi essere la persona più equilibrata e
ben intenzionata del mondo, ma le persone continueranno a morire.
Non puoi salvare tutti per sempre“.
Lex Luthor e Clark Kent in Superman
Nicholas Hoult interpreta Lex Luthor
Nicholas Hoult, che secondo quanto riferito
avrebbe accettato il ruolo di Lex Luthor nel
novembre 2023 prima che la sua partecipazione fosse annunciata
ufficialmente pochi giorni dopo, interpreterà uno dei nemici più
iconici di Superman. Nonostante il teaser del film suggerisse la
possibile apparizione di un altro grande cattivo, Luthor sarà
indubbiamente il cattivo principale del film.
Gli spettatori britannici
riconosceranno immediatamente Hoult dal film commedia-drammatico
del 2002 About a Boy e dalla serie televisiva per
adolescenti Skins di Channel 4. Da allora, Hoult ha
interpretato una versione più giovane del personaggio Marvel Hank McCoy/Bestia nella
seconda serie di film X-Men della Fox e ha recitato in
numerosi altri progetti, tra cui
Renfield, Warm Bodies, Tolkien,
Giurato
numero 2 e The
Menu.
Rachel Brosnahan interpreta Lois Lane
Nota soprattutto per aver
interpretato Miriam “Midge” Maisel nella serie Prime VideoLa fantastica signora Maisel,
Rachel Brosnahan interpreterà la combattiva
giornalista Lois Lane in questo film. In
Superman non sarà più una damigella in pericolo,
poiché Brosnahan interpreterà il personaggio in modo più grintoso e
proattivo rispetto alle versioni precedenti.
Nonostante la sua pluripremiata
interpretazione nella suddetta serie originale Amazon TV, Brosnahan
ha recitato anche in Spie sotto copertura,
Manhattan e The Amateur, tra le altre produzioni.
La vedremo prossimamente nella seconda stagione di Presunto innocente su Apple
TV+, dove Brosnahan è stata recentemente annunciata come
protagonista della serie antologica poliziesca.
Lois Lane in Superman
Nathan Fillion interpreta Guy Gardner / Lanterna Verde
Guy Gardner, uno
dei tanti personaggi DC ad assumere l’alias di Lanterna Verde –
individui dotati di un anello verde che conferisce varie abilità a
chi lo indossa – sarà interpretato da Nathan Fillion. È uno dei tre Lanterna Verde
confermati per apparire in questo franchise cinematografico,
insieme a John Stewart di Aaron
Pierre e Hal Jordan di Kyle
Chandler, che saranno introdotti nella serie TV Lanterns
della HBO.
Famoso soprattutto per aver
interpretato Malcolm “Mal” Reynolds in Firefly, Fillion è apparso
in numerose altre serie TV e film di successo. Nella sua brillante
carriera, è anche noto per aver interpretato Richard Castle in
Castle e in The Rookie della ABC, T.D.K in
The Suicide Squad, diversi personaggi nella
serie di film Guardiani della Galassia e per aver
doppiato personaggi in varie serie TV animate e nella serie di
videogiochi Halo. Fillion tornerà a vestire i panni di
Gardner nella seconda stagione di Peacemaker, in arrivo su
HBO Max alla fine di agosto.
Edi Gathegi interpreta Michael Holt / Mister Terrific
Il vero nome di Mister
Terrific è Michael Holt, che farà la sua
prima apparizione dal vivo proprio in Superman.
Edi Gathegi interpreterà Holt, uno dei tre
individui dotati di superpoteri che compongono la Justice
Gang, di proprietà dell’azienda. Per quanto riguarda
Mister Terrific, è uno scienziato diventato supereroe che usa sfere
fluttuanti, note come T-spheres, per creare proiezioni olografiche,
hackerare altre macchine ed emettere scariche di energia. È anche
incredibilmente intelligente (ha 14 dottorati di ricerca nella DC
Comics) e ricco.
In sostanza, ha le finanze e la
potenza di fuoco pari a quelle del più famoso vigilante miliardario
Bruce Wayne/Batman. Edi Gathegi ha recitato in diversi episodi e/o
stagioni di For All Mankind di Apple, The
Blacklist della NBC, Proof della TNT e The Family
Tools della ABC. Alcuni spettatori potrebbero riconoscerlo
anche da X-Men – L’inizio e The
Harder They Fall.
Guy Gardner, Hawkgirl e Mister Terrific in Superman
Il terzo e ultimo membro della
Justice Gang, Hawkgirl – il cui
vero nome è Kendra Saunders è interpretato da
Isabela Merced. Hawkgirl ha una delle storie
più complicate di tutta la DC Comics. In sostanza, però, Saunders è
l’ultima reincarnazione di Shayera Hol, membro di una razza aliena
conosciuta come i Thanagariani. Terza detentrice del mantello di
Hawkgirl, Saunders possiede i ricordi dei suoi antenati, Hol e
Shiera Sanders. È anche un’eroina riluttante e cinica, quindi
aspettiamoci che entri in conflitto con il più idealista Superman.
Per quanto riguarda le abilità, può volare, è un’esperta
combattente e possiede le solite abilità sovrumane.
Vista l’ultima volta nel ruolo di
Dina nella seconda stagione di The Last of Us, la stella di Merced è in
ascesa grazie alle sue interpretazioni nello spin-off di
Spider-Man, Madame Web, Alien: Romulus, Dora e la città
perduta e Instant Family. Il mese prossimo
apparirà anche in un cameo nella seconda stagione di
Peacemaker.
Anthony Carrigan interpreta Rex
Mason / Metamorpho
Metamorpho è è un
archeologo in grado di alterare gli atomi del proprio corpo per
modificarne la forma e la consistenza e creare qualsiasi elemento
desideri, divenendo così suo malgrado un supereroe. Il suo aspetto
è considerato mostruoso da alcuni, e l’attore Anthony
Carrigan ha dichiarato al DC Studios Podcast di sentirsi
“maledetto” dal suo potere. “Per me era davvero importante…
[che] questo personaggio in particolare avesse questo vero e
proprio pathos”, ha spiegato.
“E a differenza di molti
supereroi, lui non è entusiasta del fatto di esserlo. Si sente
maledetto da ciò che ha. E quindi ho davvero dato qualcosa in più a
questo personaggio, e questo ha davvero acceso la scintilla”.
Il ruolo che ha portato Anthony Carrigan al
successo è stato quello di Noho Hank nella serie HBO
Barry. È anche noto per aver interpretato Victor Zsasz in
Gotham su Fox e Kyle Davies in The Forgotten su
ABC.
Rick Flag Sr. in Superman
Frank Grillo interpreta Rick Flag Sr
Rick Flag Sr è,
ovviamente, il padre di Rick Flag interpretato da Joel Kinnaman (visto l’ultima volta in
The Suicide Squad del 2021). È direttore
dell’organizzazione governativa ARGUS e in passato ha gestito i
Creature Commandos su ordine di
Amanda Waller. I fan dei fumetti riconosceranno
Frank Grillo nel ruolo del cattivo di
Capitan AmericaBrock Rumlow, alias
Crossbones, apparso sia in The Winter Soldier che in Civil
War. È noto anche per The Shield, Prison Break,Tulsa King e per la saga di La notte del
giudizio.
María Gabriela de Faría interpreta Angela Spica / The
Engineer
Maria Gabriela De
Faria interpreta Angela Spica/The
Engineer, membro di The Authority, una
squadra di antieroi dell’universo Wildstorm/DC Comics che non esita
a ricorrere a misure estreme per salvare la situazione. Spica è
solitamente raffigurata con un corpo dalle capacità multiformi e
vari superpoteri grazie al suo sangue arricchito di naniti.
Tuttavia, mentre la sua controparte DCU è anch’essa dotata di
nanotecnologia, questa funge da armatura, consentendo a Spica di
creare varie armi e conferendole abilità sovrumane.
Attrice venezuelana che ha recitato
in varie telenovelas, de Faria non sarà un nome familiare a molti.
Ha recitato come guest star in alcune serie in lingua inglese, tra
cui Deadly Class, The Moodys e Animal Control, ma
la sua imminente apparizione in Superman è il suo
ruolo internazionale più importante fino ad ora.
Il cast e i personaggi secondari
di Superman
Pruitt Taylor Vince e Neva Howell
interpretano Pa Kent e Martha Kent
Pa e Martha
Kent sono i genitori adottivi di Superman sulla Terra. Non
è chiaro quanto sarà importante il loro ruolo nel film, ma dalle
immagini che abbiamo visto sappiamo che condivideranno alcune scene
commoventi con il protagonista kryptoniano.
Tra i crediti cinematografici di
Pruitt Taylor figurano Mississippi
Burning e JFK, mentre quelli televisivi includono
The Mentalist, Murder One, True Blood, Murder One, Stranger
Things, Bird Box, Beautiful Girls e The
Blacklist. Superman segnerà il suo ritorno
sullo schermo dopo quattro anni: l’ultima sua apparizione risale al
2021 in Crime Story.
Tra i film di Neva
Howell ricordiamo Diario di una schiappa – Portatemi a
casa!, La
truffa dei Logan e My Fellow Americans, ma
anche Beckinfield, The Edge of Sanity e The
Resident.
Pa e Clark Kent in Superman
Skyler Gisondo interpreta Jimmy Olsen
Jimmy Olsen è il
fotografo del Daily Planet, che diventa un caro amico di Clark Kent
e Lois Lane. Talmente caro, infatti, che il personaggio è stato
protagonista di una sua serie di fumetti dal titolo Superman’s
Pal Jimmy Olsen.
Ad oggi, Skyler
Gisondo è noto soprattutto per il suo lavoro in The
Righteous Gemstones della HBO, Santa Clarita Diet di
Netflix e nella serie di film Una notte al museo. Ha anche
recitato in un ruolo secondario nel film Licorice
Pizza di Paul Thomas Anderson, candidato
a diversi premi.
Wendell Pierce interpreta Perry White
Perry White è il
caporedattore del Daily Planet e il capo di Clark Kent, Lois Lane e
dei loro colleghi della testata. Conosciamo Wendell
Pierce in quanto è recentemente apparso nel film MCU
Thunderbolts*, dove ha interpretato un
politico statunitense incaricato di interrogare Valentina Allegra
de Fontaine, interpretata da Julia Louis Dreyfus.
Tra gli altri suoi crediti figurano The Wire, Suits e
Chicago PD.
Lois Lane, Jimmy Olsen e Cat Grant in Superman
Beck Bennett interpreta Steve Lombard
Steve Lombard è un
giornalista sportivo del quotidiano di Metropolis, il Daily Planet.
Prima di questo film, Beck Bennett ha fatto parte
del cast di Saturday Night Live per otto stagioni. Tra i
suoi film ricordiamo Bill & Ted Face the Music, Angry Birds –
Il film 2 e Zoolander
2.
Mikaela Hoover interpreta Cat Grant
Cat Grant è una
giornalista del Daily Planet. Tra i film interpretati dall’attrice
Mikaela Hoover figurano Guardiani della Galassia, The Belko Experiment e Super, mentre tra le
serie TV figurano Lucifer della Fox, The Guest
Book della TBS e The League della FX.
Sara Sampaio interpreta Eve Teschmacher
Eve Teschmacher è
l’assistente di Lex Luthor. In genere, Teschmacher è anche
l’interesse amoroso di Luthor, ma questa versione del personaggio è
stata modificata per renderla anche un’influencer sui social media.
Per Sara Sampaio, modella
portoghese, Superman è il suo debutto
cinematografico come attrice.
Con
il sostegno produttivo di Cate Blanchett e una narrazione
fortemente autobiografica, Shayda segna l’intenso esordio alla regia della
cineasta iraniano-australiana Noora Niasari. Ambientato nella Melbourne del 1995,
il film segue le vicende di una donna iraniana fuggita da un
matrimonio abusivo e rifugiatasi in un centro di accoglienza per
donne maltrattate, insieme alla figlia di sei anni. Una storia
personale che diventa riflessione universale su violenza,
maternità, cultura e libertà, raccontata con uno sguardo delicato
ma penetrante.
Una fuga raccontata con pudore e
tensione costante
Sin dalle prime scene, Shayda mette lo spettatore in uno stato di allerta.
L’inquadratura stringe sui volti, gli spazi chiusi e protetti
diventano prigioni emotive, il formato quadrato (4:3) aumenta la
sensazione di oppressione. La protagonista del titolo (interpretata
da una straordinaria Zar
Amir-Ebrahimi) è sempre in fuga, anche quando
apparentemente al sicuro. Ogni azione, ogni decisione, è
accompagnata da uno strato invisibile di ansia. La violenza che ha
subito non viene mai mostrata esplicitamente, ma è costantemente
percepibile nel suo modo di muoversi, di parlare, di interagire con
la figlia e con gli altri.
La regia di
Niasari evita qualsiasi sensazionalismo e racconta tutto con
pudore, scegliendo l’osservazione paziente e rispettosa dei gesti
quotidiani. Persino l’ex marito Hossein, pur temibile, non è
rappresentato come un mostro bidimensionale, ma come un uomo
ambiguo, capace di manipolazioni affettive e sociali.
Un ritratto intimo e politico
Ciò che distingue Shayda
da altri film sul tema della violenza domestica è la sua capacità
di allargare il campo senza perdere l’intimità del racconto. Il
nemico non è solo l’individuo, ma un sistema culturale e patriarcale che
sopravvive al di là dei confini geografici. Anche dopo essere
fuggita dall’Iran, Shayda continua a subire le pressioni della sua
comunità in esilio, che la giudica e la isola per aver osato
chiedere il divorzio. L’autonomia femminile viene vista come una
colpa, e perfino il diritto alla custodia della figlia è messo in
discussione.
Niasari affronta tutto questo senza mai trasformare Shayda in una
vittima passiva. Anzi, la protagonista è mostrata come una donna
determinata, capace di affermare la propria identità culturale
senza piegarsi alle imposizioni più oppressive. La celebrazione del
Nowruz, il
Capodanno persiano, diventa simbolo di rinascita personale e di
trasmissione consapevole delle radici alla nuova generazione.
Zar Amir-Ebrahimi e Selina Zahednia: un legame che commuove
Il cuore emotivo del film è il rapporto tra Shayda e la piccola
Mona,
interpretata con dolcezza e autenticità da Selina Zahednia. Il loro legame è
fatto di sguardi, abbracci, gesti quotidiani che diventano atti di
resistenza. In mezzo alla paura e all’incertezza, madre e figlia
costruiscono uno spazio affettivo in cui è ancora possibile
sorridere, ballare, raccontarsi favole.
Zar Amir-Ebrahimi, già premiata come miglior attrice al
Festival di Cannes 2023 per
Holy Spider, regala
qui una performance ancora più sottile e intensa. Ogni emozione si
legge nei suoi occhi, nel modo in cui trattiene il respiro o
sorride per rassicurare la figlia. Anche la bambina riesce a
restituire con naturalezza lo smarrimento e la confusione di chi
vive un dramma senza comprenderlo fino in fondo. La scena in cui
Shayda le insegna i significati degli oggetti legati al Nowruz è
uno dei momenti più belli e significativi del film: un dialogo tra
culture, generazioni, dolore e speranza.
Una regia empatica, mai invadente
Lo stile di Shayda è
coerente con il suo contenuto. La regia non impone mai la propria presenza, ma si
mette al servizio del racconto. Il lavoro sul sonoro è essenziale,
quasi minimalista, e accompagna con discrezione le emozioni dei
personaggi. Anche le musiche tradizionali e i momenti danzati non
sono mai coreografici, ma spontanei, parte integrante della
vita.
La sceneggiatura, ispirata all’infanzia della regista, è asciutta e
ben calibrata. Ogni scena ha un senso, un respiro, una risonanza
emotiva. Niasari costruisce un’opera prima matura e personale, che
non chiede
compassione, ma invita alla comprensione e al rispetto per
un vissuto troppo spesso taciuto o banalizzato.
Shayda è un’opera sulla
maternità come gesto politico, sulla libertà come conquista
quotidiana, sulla possibilità di rinascita anche quando tutto
sembra perduto. Con uno sguardo attento e pieno di amore, Noora
Niasari firma un esordio che lascia il segno. E ci ricorda, con
delicatezza e forza, che la resistenza femminile passa anche – e
soprattutto – dai gesti più piccoli.
Il Superman
di James Gunn, atteso al cinema il
9 luglio 2025, ha debuttato alla prima mondiale
lasciando il segno. I primi feedback – provenienti da anteprime
stampa e fan – esaltano un mix esplosivo di umorismo, emozione e
azione “spettacolare”, sostenendo che si tratta “di un Superman per
tutti”.
Sul fronte delle recensioni, Germain Lussier di Gizmodo l’ha definito “un’esaltante
corsa senza pause, piena di ottimismo e imprevedibile ironia. Non
abbiamo mai visto una DC così”.
Anche Perri Nemiroff di Collider ha espresso un giudizio
caloroso: “Superman mi ha reso così felice. Azione travolgente,
momenti di leggerezza, e un’umanità del protagonista che spinge a
fare del bene. David Corenswet incarna tutto
questo”.
Anche Brandon Davis di ComicBook.com ha mostrato grande entusiasmo:
“Superman è una celebrazione portata sul grande schermo, carico
di speranza e completezza. Corenswet è nato per questo
ruolo”. John
Dottson di My Cosmic
Circus scrive invece che “Superman è un
vincitore. Ho delle critiche da muovere ai livelli Marvel della CGI. Ma James
Gunn ha realizzato un film sui supereroi spettacolare e
colorato, con personaggi straordinari. Per me, Mr. Terrific ha
rubato la scena. Corenswet e Brosnahan brillano: potrei guardare un
intero film solo per vedere la loro chimica”.
Positivo è anche il parere di Grace
Randolphdi Beyond The
Trailer: “Questo è il MIGLIOR film di #Superman
mai realizzato finora. Quando James Gunn si fa da parte e lascia
che sia il suo lavoro a parlare, il risultato è incredibile. Non è
perfetto, ma ci va molto vicino e mi ha convinto a credere nel #DC
di Gunn.” “Il Superman di James Gunn è il perfetto film di
supereroi e un’ottima partenza per il nuovo DC Studios. È grande,
luminoso, emozionante, pieno di speranza e non perde mai il senso
di meraviglia. Vederlo è stato come strappare le pagine di un
fumetto e divorare la sua immaginazione selvaggia e
caotica”, sono invece le parole diErik
Davis di Fandango.
Accanto ai elogi, emergono però anche critiche più sfumate:
JoBlo.com sottolinea che: “non è affatto un
disastro (ha alcuni momenti fantastici), ma non è all’altezza delle
aspettative. Stranamente, il film ha trascurato un personaggio
fondamentale: Lois Lane e, sorprendentemente, Clark Kent. Molto
Superman, poco Clark”. “Si intravedono sprazzi di un #Superman
sincero, pieno di speranza e ottimismo, simile al classico Action
Comics, ma purtroppo il film crolla sotto il peso di una trama
contorta e spesso assurda. Tuttavia, le interpretazioni di
Corenswet, Brosnahan, Hoult e Gathegi sono fantastiche, e Krypto è
davvero il migliore!”, è invece il parere
di Nicola
Austindi Empire.
Queste voci, tutte raccolte a caldo dopo la proiezione, evidenziano
un film che punta su
colori, emozione e ottimismo, segnando un cambio di rotta netto
rispetto alle versioni più cupe del passato. Le critiche
costruttive – circa qualche eccesso di CGI o poco focus su Clark
Kent – confermano che Superman di Gunn non mira
solo al facile appeal commerciale, ma vuole ridefinire il supereroe
classico con un approccio fresco e ben studiato.
Tutto quello che sappiamo su
Superman
Superman
è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da
James Gunn, con
David Corenswet nei panni di Superman/Clark
Kent e inaugurerà la fase intitolata “Dei e Mostri“. Il film
racconterà un Clark Kent già adulto, alle prese con il delicato
equilibrio tra la sua identità kryptoniana e quella umana, in un
mondo in cui l’umanità fatica a fidarsi di figure straordinarie.
Secondo quanto anticipato, non si tratterà di una storia di
origini, ma piuttosto di un ritratto di Superman nel momento in cui
cerca il suo posto nel mondo come giornalista al Daily
Planet e come eroe capace di ispirare speranza.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion,
Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de
Faría, Wendell Pierce,
Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell. Questi attori porteranno sul grande schermo
personaggi come Lois Lane, Guy
Gardner,
Hawkgirl, Metamorpho, Lex
Luthor e Mister Terrific.
Con il suo stile inconfondibile,
James Gunn trasporta il supereroe nel nuovo universo DC, con una
miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti,
consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una
profonda fiducia nella bontà del genere umano. Il tono del film
sarà molto diverso rispetto alle precedenti versioni più cupe: Gunn
ha dichiarato che Superman sarà colorato, pieno di
emozione e con un protagonista cresciuto in un ambiente familiare
sano e amorevole, elemento che influenzerà profondamente la sua
personalità.
Il film non solo rilancia l’iconica
figura dell’Uomo d’Acciaio, ma getta anche le basi narrative e
tematiche per l’intero universo condiviso DC, fondendo umanità,
epica e introspezione morale in un racconto di rinascita
mitologica.
Il film sarà al cinema dal 9
luglio distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Il DCU di
James Gunn sta finalmente prendendo forma con il
debutto della sua versione di Superman.
Sul tappeto rosso della prima mondiale di lunedì, lo sceneggiatore
e regista ha raccontato a Deadline come ha adottato un
approccio più “leggero” al supereroe della DC Comics,
tornando al “colore e alla gioia” delle sue origini.
“In un certo senso, è più
leggero. Ma nel film ci sono anche molti elementi pesanti”, ha
spiegato Gunn, facendo seguito all’interpretazione più cruda e cupa
di Zack Snyder nel ruolo in L’uomo
d’acciaio (2013), Batman v. Superman: Dawn of Justice (2016) e Justice League (2017). “Ma il personaggio stesso è
più leggero”.
Il capo della DC Studios ha definito
Clark Kent “una rarità tra le rarità”, spiegando che
“proviene da una famiglia non disfunzionale, ha genitori che lo
amano, sta crescendo in una famiglia amorevole con il sostegno e la
presenza emotiva dei suoi genitori, ed è il risultato di tutto ciò.
E penso che sia un ragazzo piuttosto equilibrato proprio per
questo. Tuttavia, ha anche i suoi difetti”. Gunn ha poi
aggiunto: “Ma ho amato i colori e la gioia dei fumetti che mi
piacevano da bambino e volevo infondere questo sentimento nel
film”.
Superman
è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da
James Gunn, con
David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent
e inaugurerà la fase intitolata “Dei e Mostri“. Il film
racconterà un Clark Kent già adulto, alle prese con il delicato
equilibrio tra la sua identità kryptoniana e quella umana, in un
mondo in cui l’umanità fatica a fidarsi di figure straordinarie.
Secondo quanto anticipato, non si tratterà di una storia di
origini, ma piuttosto di un ritratto di Superman nel momento in cui
cerca il suo posto nel mondo come giornalista al Daily
Planet e come eroe capace di ispirare speranza.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion,
Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de
Faría, Wendell Pierce,
Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell. Questi attori porteranno sul grande schermo
personaggi come Lois Lane, Guy
Gardner,
Hawkgirl, Metamorpho, Lex
Luthor e Mister Terrific.
Con il suo stile inconfondibile,
James
Gunn trasporta il supereroe nel nuovo universo DC, con una
miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti,
consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una
profonda fiducia nella bontà del genere umano. Il tono del film
sarà molto diverso rispetto alle precedenti versioni più cupe: Gunn
ha dichiarato che Superman sarà colorato, pieno di
emozione e con un protagonista cresciuto in un ambiente familiare
sano e amorevole, elemento che influenzerà profondamente la sua
personalità.
Il film non solo rilancia l’iconica
figura dell’Uomo d’Acciaio, ma getta anche le basi narrative e
tematiche per l’intero universo condiviso DC, fondendo umanità,
epica e introspezione morale in un racconto di rinascita
mitologica.
Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito
da Warner Bros. Pictures.
Mentre Supermansi
prepara a spiccare il volo al cinema, sembra proprio che il
Batman di Matt Reeves sia pronto
per emergere nuovamente dall’ombra. Sul tappeto rosso della prima
mondiale di Superman di lunedì, lo sceneggiatore,
regista e co-CEO dei DC Studios James Gunn ha confermato ai giornalisti di
aver letto la tanto attesa sceneggiatura di Reeves per The
Batman – Parte II. “È grandiosa”, ha detto ora Gunn, dopo che
Reeves ha
condiviso una foto della copertina della sceneggiatura
completata il mese scorso, con il simbolo di Batman.
In precedenza, dopo che Gunn
aveva difeso i ritardi di The Batman – Parte
II, che al momento uscirà in sala il 1° ottobre 2027 dopo
un rinvio di un anno, Reeves ha dichiarato a gennaio 2025 che il
sequel sarà girato quest’anno. “Stiamo realizzando qualcosa che
è il seguito della storia, ma spero che il pubblico ne rimanga
sorpreso”, aveva affermato. Con la sceneggiatura pronta e a
quanto pare già approvata da Gunn, è dunque lecito aspettarsi che
questa promessa venga mantenuta e che già nel corso dell’autunno
possano avere inizio le riprese.
Tutto quello che sappiamo su
The Batman – Parte II
The
Batman – Parte II è uno dei film più attesi del nuovo
panorama DC, ma il suo percorso produttivo non è stato privo di
ostacoli. Inizialmente previsto per ottobre 2025, il sequel diretto
da Matt Reeves è stato rinviato al 1°
ottobre 2027, alimentando speculazioni sul futuro del
progetto. I ritardi sono stati giustificati da esigenze legate alla
scrittura della sceneggiatura e al calendario riorganizzato della
DC sotto la nuova guida di James Gunn e Peter Safran,
che stanno ristrutturando l’intero universo narrativo. Nonostante
ciò, Reeves ha confermato che le riprese inizieranno entro
il 2025, e Gunn ha recentemente letto la sceneggiatura,
definendola “grandiosa”, un segnale incoraggiante per i fan.
Sul fronte del cast, è confermato il
ritorno di Robert Pattinson nei panni di Bruce
Wayne/Batman, all’interno dell’universo narrativo alternativo noto
come “Elseworlds”, separato dal DCU principale. Dovrebbero tornare anche Jeffrey Wright come il commissario Gordon e
Andy Serkis nel ruolo di Alfred. I rumor più
insistenti ruotano attorno alla possibile introduzione di
Harvey Dent/Due Facce e Clayface (che avrà inoltre un film tutto suo)
come villain principali, anche se nulla è stato ancora
ufficializzato. C’è chi ipotizza un ampliamento del focus sulla
corruzione sistemica di Gotham, riprendendo i toni noir e
investigativi del primo capitolo, con Batman sempre più immerso in
un mondo in cui la linea tra giustizia e vendetta si fa
sottile.
Per quanto riguarda la
trama, le indiscrezioni suggeriscono un’evoluzione
psicologica per Bruce Wayne, alle prese con le conseguenze delle
sue azioni e un Gotham sempre più caotica, anche dopo gli eventi
della serie spin-off The Penguin con Colin Farrell (anche lui probabile membro del
cast). Alcune fonti parlano di un possibile scontro morale con
Harvey Dent, figura ambigua per eccellenza, o di un Batman
costretto a confrontarsi con i limiti del suo metodo. Al momento,
tutto è però ancora avvolto nel riserbo, ma la conferma della
sceneggiatura completa e approvata lascia ben sperare per l’inizio
delle riprese entro l’autunno e per un sequel che promette di
essere ancora più cupo, ambizioso e introspettivo.
Reeves spera naturalmente che il suo
prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo.
The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance
al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il
mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste
recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione
dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli
Oscar. Nel frattempo, Reeves ha espanso la serie DC
Elseworld con la già citata serie spin-off di Batman,
The Penguin, disponibile su Sky e NOW, per
l’Italia.
Il produttore esecutivo di
Rick e Morty, Scott Marden,
rivela come
James Gunne Zack
Snyder si siano uniti alla serie per delle apparizioni
speciali. Gunn è attualmente co-presidente e CEO di DC Studios e ha
scritto e diretto il prossimo film di Superman.
Snyder ha diretto la precedente incarnazione di Superman, dirigendo
L’Uomo d’Acciaio, Batman v Superman: Dawn of
Justice e Justice League di Zack Snyder.
In un’intervista con
Variety, Marden racconta come Gunn e Snyder siano apparsi
nei panni di se stessi nell’episodio 7 dell’ottava stagione,
“Ricker Than Fiction“. L’episodio, scritto da Rob
Schrab, ruota attorno a Rick e Morty che
affrontano Gunn su come il loro franchise preferito, Maximum
Velocitree, stia andando a rotoli. Gunn incontra poi Snyder
alla Warner Bros. e discutono di Superman. Marden racconta
di come entrambi fossero d’accordo e abbiano riso delle battute
fatte a loro spese. Nonostante fossero nel bel mezzo delle riprese
di Superman, Gunn ha subito accettato il cameo e
ha rapidamente ottenuto l’approvazione della Warner Bros.
Sono stati molto sportivi.
Entrambi hanno in qualche modo lasciato intendere che questo è il
programma che guardano quando hanno tempo libero. Quindi erano
entusiasti di poter far parte di questo mondo, e non c’è stata
alcuna resistenza o irritazione. Anzi, hanno riso di qualsiasi cosa
gli abbiamo lanciato contro. Probabilmente, francamente, ci sono
state anche più frecciatine e battute più stupide, cose che avremmo
potuto usare. L’unica cosa che hanno fatto è stata riderci
sopra.
Ci siamo detti, se dovessimo
fare un film e fare una satira su Hollywood, dovremmo includere
anche i nostri capi. Così abbiamo iniziato a pensare alla Warner
Bros. Chi sarebbe stato adatto per il ruolo del cattivo? James
Gunn sembrava un’ottima scelta.
Eravamo tutti abbastanza sicuri
che, ogni volta che Schrab avesse contattato Gunn, sarebbe stato al
milione per cento a metà delle riprese di “Superman“.
Ma non solo ha risposto subito di sì, ma credo che abbia anche
fatto un’offerta alla Warner Bros. lo stesso giorno. Avevamo
persone della nostra produzione che dicevano: “Com’è possibile che
James Gunn, Zaslav e tutti questi sappiano già di
questo episodio?” Non pensavamo che le cose sarebbero andate così
velocemente.
Penso che Gunn abbia chiamato
delle persone per assicurarsi che non rovinasse nulla. E sembra che
abbia ottenuto il via libera abbastanza rapidamente. Entrambi si
sono presentati e sono stati davvero molto sportivi. Sono molto Da
nerd orgoglioso, idolatro entrambi. Hanno una libertà creativa che
pochissime persone a Hollywood hanno per fare grandi cose.
Marden ha anche rivelato che il
co-creatore di Rick e Morty, Dan Harmon, ha
aggiunto il dialogo di Superman alla sceneggiatura per cercare di
rendere l’episodio degno di entrambi i registi per dei cameo.
Quando ha saputo che erano a
bordo e che sarebbero entrati, si è quasi fatto scrocchiare le
nocche e voleva assicurarsi che l’episodio fosse all’altezza e
degno di loro, dovendo recitare quelle battute.
Negli otto anni trascorsi dalla fine
della serie, le voci sulla quinta stagione di
Sherlock non hanno mai smesso di circolare. Per
chi ha visto la serie quando è andata in onda originariamente, ogni
stagione di Sherlock è rimasta impressa nella
mente dei fan.
I nuovi fan, tuttavia, in genere
rimpiangono di non essere stati presenti al culmine della serie,
quando è andata in onda. Sebbene ci siano molte serie TV che gli
spettatori vorrebbero vedere tornare, Sherlock è
sicuramente una delle più richieste.
Tuttavia, nonostante alcune voci di
corridoio circolate di recente, il co-creatore di
Sherlock e attore di Mycroft Holmes, Mark
Gatiss, ha apparentemente fornito una risposta
definitiva: la quinta stagione non si farà (tramite
Collider). In definitiva, Gatiss riteneva che l’eredità
della serie contasse da sola e che anche la sua età avesse giocato
un ruolo nella sua decisione.
No. Ci abbiamo provato e abbiamo
fatto centro con Benedict e Martin. Voglio dire, non c’è… che senso
avrebbe? Lo rifaresti e basta. E a dire il vero, sai, l’anno
prossimo compirò 60 anni. È incredibile… È bello riconoscere quanto
sia stata una serie meravigliosa, ma è anche bello andare
avanti.
Mark Gatiss tornerà al cinema dal 23
luglio con I Fantastici Quattro: Gli
Inizi, nei panni di Ted
Gilbert.
Lux Pascal è la
sorella di Pedro Pascal. La trentatreenne è membro della
comunità LGBTQ e una donna transgender che ha ottenuto il suo primo
ruolo da protagonista in Miss Carbón di Netflix. Diretta da Agustina Macri e
interpretata da Pascal e Paco León, la
coproduzione ispano-argentina racconta l’avvincente storia vera di
Carla Antonella Rodríguez, la prima minatrice in una regione in cui
il lavoro minerario era tradizionalmente riservato agli uomini.
Guardando al suo potenziale futuro a
Hollywood, l’attrice formatasi alla Juilliard non vede l’ora di
unirsi al fratello nel MCU nei panni di Jean Grey, membro
degli X-Men. “Mi sento così legata a lei, sia fisicamente che
mentalmente”, ha spiegato Pascal, “e a come diventa Fenice
perché è corrotta dal mondo”. Parlando della condivisione
dello schermo con suo fratello, ha aggiunto: “Sarebbe
bellissimo poter finalmente partecipare alle conversazioni che
avevamo quando io ero bambina e lui era un giovane adulto, e
sognavamo entrambi di film. Mi piacerebbe molto.”
Pedro Pascal ha spesso lottato per sua
sorella, scontrandosi con la retorica anti-trans dell’autrice di
Harry Potter J.K. Rowling. Come ci si potrebbe
aspettare, Lux è grata per tutto ciò che il suo ex fratello ha
fatto per lottare per i suoi diritti. “Soprattutto ora, c’è
sicuramente una pressione per le ragazze come me a vivere in
segreto, nel senso che non parliamo della nostra identità”, ha
detto. “Mi sono sempre chiesta: sarò più rispettata
nell’industria se nascondo chi sono? [Pedro]
dice: ‘Alla fine, devi solo essere te stessa, ed è allora che il
mondo inizia davvero a unirsi per te'”.
Ha qualche possibilità di
interpretare Jean Grey? È stato recentemente riportato che
Kevin Feige ha “detto ai colleghi di
avere un piano decennale per gli [X-Men]”, e il film sta
rapidamente iniziando a prendere forma, quindi il cast potrebbe
essere presto pronto. Michael Lesslie
(Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del
serpente) e il regista Jake Schreier
(Thunderbolts*) sono stati scelti per
portare una nuova squadra di mutanti nel MCU.
Parlando del futuro degli
X-Men, il presidente dei Marvel Studios Kevin
Feige ha dichiarato l’anno scorso: “Penso che vedrete che
questo continuerà nei nostri prossimi film con alcuni personaggi
degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia
di Secret Wars ci condurrà davvero in una nuova era di mutanti e
degli X-Men”.
“Ancora una volta, [è] uno di
quei sogni che si avverano. Finalmente abbiamo di nuovo gli
X-Men”. Leggendo tra le righe, sembra che la “Saga dei
Mutanti” sia alle porte, mentre ci stiamo dirigendo verso la
conclusione della Saga del Multiverso in corso.
Il 2025 segna uno degli anni più
importanti nella storia dell’eredità mediatica di Superman, poiché
l’Uomo del Domani è finalmente pronto a tornare protagonista al
cinema con un suo film quest’estate, come parte della timeline
DCU. L’ultima versione cinematografica di
Superman che il mondo ha visto è stata l’incarnazione di Henry Cavill nella timeline dei film DCEU,
iniziata con L’Uomo d’Acciaio di Zack
Snyder nel 2013. Il Superman di Cavill è stato spesso
descritto come una delle interpretazioni più cupe del personaggio,
e questo è spesso stato un argomento controverso quando si parla
dell’icona DC.
In una nuova intervista con GQ, il nuovo Superman, David Corenswet ha affrontato i suoi vecchi
commenti di una precedente intervista con Entertainment Weekly nel
novembre 2019, dove aveva parlato della versione più cruda che
Cavill aveva interpretato nella serie di Snyder. In quell’occasione
l’attore aveva affermato: “Mi piacerebbe vedere qualcuno fare
una versione allegra e retrò [di Superman]. Adoro l’interpretazione
cupa e grintosa di Henry Cavill, ma mi piacerebbe vedere il
prossimo essere molto luminoso e ottimista”.
Ora, con GQ, Corenswet ha
approfondito ciò che intendeva dire, condividendo quanto segue su
Cavill e il Superman di Snyder: “Penso che sia la cosa meno
interessante che avrei potuto dire. Semplicemente perché con un
personaggio fantastico come Superman, vuoi che grandi artisti,
scrittori e attori ne esplorino tutte le possibilità“.
“L’unico modo per renderlo noioso è continuare a fare sempre la
stessa cosa. E così, proprio come Chris Nolan ha preso Batman e ha
fatto qualcosa di più cupo e realistico con il personaggio, Zack
Snyder e Henry Cavill hanno esplorato un lato di Superman che non
era mai stato esplorato sul grande schermo”.
“Quindi, quello che volevo dire
è che lo stavano facendo molto bene ma che mi sarebbe piaciuto
vedere il prossimo film andare nella direzione opposta e mostrare
l’altro lato.Allo stesso modo, dopo i film di Batman di
Chris Nolan e dopo Matt Reeves e Robert Pattinson, ci sono molte persone che
si chiedono: “Dov’è il nostro Batman divertente, esagerato e
fantastico?”. Come noto, quando si parla di Superman nel DCEU
e nello Snyderverse, molti potrebbero aver considerato
l’interpretazione di Cavill del personaggio più cupa rispetto alle
precedenti.
Ma questo non significa
necessariamente che sia un aspetto negativo, e i commenti di
Corenswet suggeriscono che egli sia d’accordo con questa idea,
poiché fa riferimento al modo in cui Superman viene costantemente
reinterpretato nel mondo dei film live-action e dei cartoni
animati. Alla fine, Superman è un personaggio in continua
evoluzione con il tempo, poiché la narrazione è in costante
crescita e cambiamento nella TV e nel cinema. Dal commento di
Corenswet, è evidente che ha capito come Snyder e Cavill stessero
adottando questo approccio con Superman, mostrando la leggenda
della DC in un mondo più realistico.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion,
Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de
Faría, Wendell Pierce,
Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell. Il film sarà al cinema dal 9
luglio distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Superman, il primo
film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare
nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner
Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James
Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC
reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione,
ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla
compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere
umano.
Produttori esecutivi sono
Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina
da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori
fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la
scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il
compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming
(“The Last of Us”), ai montatori William Hoy
(“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).
Il finale alternativo di Io
sono leggenda spiegava molto di più sugli infetti rispetto
alla versione cinematografica, era molto più fedele al romanzo di
Richard Matheson del 1954 e rendeva il resto del film molto più
profondo. Questa differente conclusione è stata rivelata per la
prima volta nell’edizione in DVD del film con Will Smith e ben presto è stata considerata la
versione migliore. Il finale alternativo è poi diventato stato così
popolare che il prossimo Io
sono leggenda 2 non seguirà l’originale, ripartendo
proprio da questa diversa conclusione per costruire un nuovo
racconto.
Tuttavia, questo significa che molti
ora vogliono sapere cosa succede nel finale alternativo di
Io sono leggenda e perché non è stato utilizzato.
Nonostante sia stato adattato più volte in passato, un aspetto del
libro da cui è tratto che non è mai stato adattato fedelmente è la
conclusione. La fine del romanzo I Am Legend vede
Robert Neville morire per mano sua e rivela che
gli infetti sono intelligenti. Inoltre, essi temono e detestano
Neville perché ha ucciso molti membri della loro specie. Mentre la
versione cinematografica ha tradito questa conclusione di grande
impatto, il finale alternativo rimane molto più fedele a questa
conclusione.
La spiegazione del finale
alternativo di Io sono leggenda
Uno dei motivi per cui il finale
alternativo di Io sono leggenda è stato reso
canonico è perché, a differenza della versione cinematografica,
Will Smith sopravvive. In esso, infatti,
Robert Neville scopre che gli infetti sono autocoscienti,
possiedono un certo grado di intelligenza e, cosa più importante,
hanno sentimenti. La rivelazione che sconvolge Neville è che gli
infetti (che nel libro sono chiamati Darkseekers) hanno paura di
lui. La violenza mostrata dagli infetti nei confronti di Robert è
dunque, dal loro punto di vista, una necessità.
Gli infetti, simili a vampiri,
attaccano la sua casa non per ucciderlo, ma per salvare uno di
loro. Il loro assalto è quindi una missione di salvataggio per
liberare la donna infetta che Neville ha rapito come cavia. Il peso
morale degli implacabili esperimenti dell’uomo per trovare una cura
al virus è il punto focale del finale alternativo di Io
sono leggenda. Rendendosi conto che le creature sono
ancora intelligenti, hanno una forma di comunicazione e hanno
sviluppato una propria società, Neville lascia che la sua cavia si
ricongiunga con i suoi simili.
Non lo dice mai ad alta voce, ma
sembra rendersi conto di essere diventato un mostro anche per i
Darkseekers (proprio come nel libro). Tuttavia, è proprio questa
consapevolezza che permette al personaggio di Will Smith di
sopravvivere nel finale alternativo. Nel finale originale, invece,
Neville si sacrifica per salvare i sopravvissuti appena scoperti,
Anna ed Ethan. Tuttavia, nel finale alternativo, i Darkseekers,
riuniti con i loro simili catturati, semplicemente si allontanano.
Neville prende quindi la cura e si dirige verso il Vermont come un
uomo cambiato, con Anna ed Ethan al seguito.
Perché il finale alternativo non è
stato utilizzato
Il finale alternativo di Io
sono leggenda non è stato utilizzato nel montaggio finale
per diversi motivi. Il montaggio cinematografico ha apportato
diverse modifiche rispetto alle prime bozze, inclusa una versione
in cui il cane di Neville sopravvive. Alla fine, il finale
definitivo è stato scelto in base alla reazione del pubblico, che
ha risposto in modo più favorevole allo scenario in cui “Will Smith
muore”. Il finale cinematografico è stato controverso tra i fan del
romanzo di Richard Matheson, che hanno ritenuto
che non riuscisse a cogliere tematicamente ciò che rendeva il
finale del libro così toccante.
La narrazione della versione
cinematografica può essere più vicina al romanzo Io sono
leggenda per quanto riguarda la morte di Robert Neville,
ma si può sostenere che manchi il punto filosofico di una storia
che riguarda più la moralità che gli zombie. Anche se il finale
alternativo è ancora a suo modo lontano dal libro, è molto più
vicino allo spirito della storia, poiché Neville scopre di non
essere così virtuoso come pensava. Sfortunatamente, come rivelato
dal regista Francis Lawrence, il motivo per cui il
finale è stato cambiato in quello più eroico visto nei cinema è
stato il fatto che il pubblico di prova ha reagito in modo
estremamente negativo a un finale che dipinge Neville come il
cattivo.
Io sono leggenda 2
seguirà il finale alternativo
Da quando è stato annunciato
Io sono leggenda 2 con il ritorno di Will Smith insieme al nuovo membro del cast
Michael B. Jordan, sono sorte molte domande.
Dato che Robert Neville è morto alla fine del film visto al cinema,
sarebbe stato difficile immaginare il ritorno di Smith senza che si
tratti semplicemente di scene flashback (forse attraverso i video
da lui registrati). Tuttavia, rendendo il finale alternativo di
Io sono leggenda quello canonico, non ci sono
complessità narrative per la presenza di Robert Neville nel sequel.
Il sequel continuerà dunque la storia dove si è interrotta la
versione cinematografica, mostrando cosa ha fatto Robert dopo
essere sopravvissuto a Manhattan e fuggito con la cura.
Sebbene il finale alternativo di
Io sono leggenda spieghi come Smith ritorna per il
sequel, lascia ancora molte domande a cui il sequel dovrà
rispondere. Se Neville aveva la cura, l’ha data al resto dei
sopravvissuti o ai mutanti infetti, o ha capito che dovevano essere
lasciati soli nelle vite che si erano costruiti? C’è anche la
questione della provenienza della tensione tra specie, dato che nel
nuovo finale gli infetti non sono rivelati come una minaccia
irrazionale. Forse Neville diventa il loro protettore contro gli
altri esseri umani che non li capiscono. Tuttavia, potrebbe essere
interessante se il film puntasse su Smith come cattivo e Jordan
come eroe che gli impedisce di uccidere gli infetti.
Quello di Io sono
leggenda è uno dei finali alternativi più famosi di
sempre
Ci sono molti film con finali
alternativi, ma pochi sono così famosi o significativi come
Io sono leggenda. Il fatto che il sequel seguirà
il finale alternativo e che il film sia stato ripubblicato in
streaming con il nuovo finale è più o meno senza precedenti.
Tuttavia, ci sono stati diversi altri finali alternativi degni di
nota che hanno raggiunto livelli simili di notorietà. Ad esempio,
la director’s cut di The Butterfly Effect cambia
completamente il finale del film del 2004 di Eric
Bress e J Makye Gruber. Uscito lo stesso
anno in cui il film è arrivato in DVD, il finale alternativo vede
il protagonista che viaggia nel tempo, Evan (Ashton
Kutcher), andare incontro a un tragico destino.
Invece di alterare semplicemente gli
eventi in modo che gli amici che mette in pericolo non lo
incontrino mai, Evan torna indietro nel tempo fino al momento in
cui era nel grembo materno. Quindi procede a strangolarsi con il
proprio cordone ombelicale. È un finale incredibilmente cupo che è
diventato immediatamente oggetto di discussione, e ancora oggi
molti credono che il suicidio di Eric nel grembo materno sia il
finale della versione cinematografica di The Butterfly
Effect. Tuttavia, non tutti i finali alternativi hanno
guadagnato una reputazione grazie ai miglioramenti percepiti
rispetto all’originale, come I Am Legend o The Butterfly
Effect.
Il film Clue di
Jonathan Lynn del 1985, basato sull’omonimo gioco
da tavolo, ha utilizzato finali alternativi per cambiare l’esito
della trama della commedia. Il film è uscito nelle sale con tre
finali alternativi per riprodurre l’esperienza del gioco da tavolo.
Ciascuno dei tre finali alternativi ha un membro del cast diverso
come colpevole e contiene anche uno o due omicidi in più durante la
grande rivelazione. Uno rivela addirittura che il personaggio di
Tim Curry, Wadsworth il maggiordomo, era un agente
sotto copertura dell’FBI. Tuttavia, mentre il finale di The
Butterfly Effect e Clue sono diventati argomenti di
discussione, nessuno dei due ha influenzato un potenziale franchise
allo stesso modo del finale originale di Io sono
leggenda.
La candidata all’Oscar Lily Gladstone (Killers of the Flower
Moon) è un’altra new entry nella rivisitazione di
The Thomas Crown Affair di Amazon MGM Studios, che
sarà diretta e interpretata da Michael B. Jordan.
Non si sa ancora nulla sul ruolo che
Gladstone interpreterà. Il premio Oscar Kenneth Branagh è un’altra new entry nel cast.
Jordan e Taylor Russell sono i protagonisti del
cast del film, le cui riprese inizieranno quest’estate e la cui
uscita nelle sale cinematografiche è prevista per il 5 marzo
2027.
Mentre i dettagli della trama sono
ancora segreti, sia il film originale del 1968 della United Artists
che il remake del 1999 della MGM erano storie di rapine incentrate
su un uomo ricco e in cerca di emozioni forti che orchestra una
rapina ad alto rischio solo per la sfida, per poi ritrovarsi
invischiato in un complesso gioco del gatto e del topo con un
brillante investigatore.
Come riportato in precedenza,
Drew Pearce ha scritto la sceneggiatura di
The Thomas Crown Affair, con Wes Tooke e Justin
Britt-Gibson che hanno scritto una bozza precedente, basata sul
film originale. Patrick McCormick e Marc Toberoff della Toberoff
Productions saranno anche i produttori, con Alan Trustman, autore
dell’originale del 1968, in qualità di produttore esecutivo.
Da quando è diventata la prima
nativa americana ad essere nominata all’Oscar come migliore attrice
per il suo ruolo da protagonista in Killers of the Flower
Moon di Martin Scorsese,Lily Gladstone è apparsa nel film Apple
di Erica Tremblay Fancy Dance, nel dramma indipendente di Morrisa
Maltz Jazzy e in Under the Bridge di Hulu. Attualmente, può essere
vista recitare nell’aggiornamento di Andrew Ahn su The Wedding
Banquet per Bleecker Street. Altri progetti imminenti includono il
thriller d’azione di Mark Pellington Lone Wolf, con Bryan Cranston,
e la commedia indipendente stellare In Memoriam dello scrittore e
regista Rob Burnett. È rappresentata da Authentic, IAG e McKuin
Frankel Whitehead LLP.
Il film del 1998 Patch
Adams è basato sulla storia vera del medico che ha
cambiato per sempre la medicina, unendo umorismo e profonda
umanità. Si porta così sullo schermo la storia di quest’uomo che
scopre la sua vocazione nella medicina dopo un periodo tumultuoso
della sua vita. Il vero Adams è infatti pioniere di un approccio
unico all’assistenza sanitaria, che enfatizza l’umorismo, l’empatia
e il legame personale. In sostanza, il film, con Robin Williams nel ruolo di Hunter
“Patch” Adams, offre importanti lezioni sul potere
trasformativo della compassione e dell’umorismo in campo
medico.
Conosciuto come Patch
Adams, questi è dunque un medico e attivista sociale i cui
metodi non convenzionali nell’assistenza sanitaria hanno suscitato
cambiamenti e discussioni significativi. Il film, pur prendendosi
alcune libertà creative, cattura l’essenza dell’approccio
rivoluzionario di Patch Adams alla medicina, sottolineando la sua
fede nel potere curativo della risata e dell’empatia nella cura dei
pazienti. Questa narrazione basata su fatti reali fornisce un
affascinante sfondo alla rappresentazione cinematografica, offrendo
una visione dell’impatto profondo che la filosofia di un uomo può
avere sulle pratiche mediche tradizionali.
Il periodo di Patch Adams in un
ospedale psichiatrico
Il viaggio di Patch Adams nel mondo
della medicina è iniziato con il suo ricovero volontario in un
ospedale psichiatrico. Alle prese con la depressione e pensieri
suicidi, Adams cercò aiuto e si trovò esposto alla cruda realtà del
sistema sanitario. La sua esperienza in ospedale fu illuminante,
poiché assistette a un approccio freddo e clinico alla cura dei
pazienti, in cui l’elemento umano sembrava essere stato
completamente dimenticato. Questo incontro plasmò profondamente la
sua visione dell’assistenza sanitaria, mettendo in evidenza le
carenze di compassione e comprensione all’interno del sistema.
Fu proprio tra le mura dell’ospedale
psichiatrico che Adams immaginò un tipo diverso di pratica
sanitaria. Si rese conto del profondo impatto che l’empatia e il
sostegno emotivo potevano avere sui pazienti. Questa consapevolezza
non riguardava solo il trattamento delle malattie, ma anche il
contatto con i pazienti a livello umano. Questa esperienza gettò le
basi per i suoi futuri impegni in campo medico, dove avrebbe
sostenuto un approccio più compassionevole e incentrato sul
paziente.
Monica Potter e Robin Williams in Patch Adams
Il Gesundheit! Institute di Patch
Adams
Dopo la sua esperienza trasformativa
e la successiva laurea in medicina, Patch Adams fondò il
Gesundheit! Institute. Questa struttura non era
solo un ospedale, ma una visione di ciò che poteva essere
l’assistenza sanitaria. Funzionava come un ospedale comunitario
gratuito incentrato su un’assistenza olistica e incentrata sul
paziente. In un’epoca in cui l’assistenza sanitaria era spesso
impersonale e strettamente clinica, il Gesundheit! Institute
rappresentava un faro di pratica rivoluzionaria, integrando le cure
mediche tradizionali con approcci alternativi. L’istituto ha
funzionato come una “casa” comune dal 1971 al 1984 e aveva sede
nella proprietà personale di Adams nella zona rurale del West
Virginia.
Da allora, il Gesundheit! Institute
si è ampliato. Nel 2016, l’istituto ha progettato di costruire un
ospedale comunitario con 44 posti letto che offrisse assistenza
sanitaria olistica gratuita a chiunque lo desiderasse. La struttura
includerà un programma di insegnamento che ospiterà 120 membri del
personale, che vivranno insieme in un ecovillaggio comunitario
(tramite IC). Il Gesundheit! Institute è stato rivoluzionario nella
sua filosofia. Il suo obiettivo era quello di trattare i pazienti
non solo come casi clinici, ma come individui con bisogni emotivi,
psicologici e spirituali. L’istituto ha adottato metodi non
convenzionali, tra cui l’uso dell’umorismo e dell’arte, per creare
un ambiente curativo che trascendesse gli aspetti fisici della
medicina.
La filosofia medica di Patch
Adams
Al centro della filosofia medica di
Patch Adams c’è l’idea di trattare i pazienti con empatia e
stabilire una connessione autentica. Contrariamente alle pratiche
dei centri medici convenzionali, orientate all’efficienza e basate
su protocolli rigidi, Adams sosteneva un approccio medico più
olistico. Credeva nel potere dell’interazione personale e del
sostegno emotivo nel processo di guarigione, sostenendo un sistema
sanitario che guardasse oltre i sintomi alla persona che li
manifestava. Questo approccio sfida il modello medico
convenzionale, proponendo che un’assistenza sanitaria efficace
implichi la comprensione e la risposta a uno spettro più ampio di
bisogni umani. I metodi di Adams sottolineano la necessità di un
sistema sanitario che bilanci il trattamento scientifico con la
compassione e il legame umano.
Robin Williams in Patch Adams
L’impatto sul settore
sanitario
I metodi e la filosofia di Patch
Adams hanno avuto un impatto significativo sul settore sanitario,
incoraggiando un approccio più umanistico alla medicina. La sua
enfasi sulla guarigione della persona, e non solo sul trattamento
della malattia, ha ispirato gli operatori sanitari ad adottare un
approccio più incentrato sul paziente. Questo cambiamento ha
portato a una maggiore attenzione all’empatia, alla compassione e
ai bisogni emotivi dei pazienti, mettendo in discussione il
tradizionale modello sanitario impersonale e procedurale. L’impatto
della filosofia di Adams è evidente nel modo in cui l’assistenza ai
pazienti viene sempre più affrontata nella formazione e nella
pratica medica, ma soprattutto nel modo in cui il sistema sanitario
ha accolto la “clown care”.
La clown care, nota anche come
clownerie ospedaliere, è un programma nelle strutture sanitarie che
è diventato popolare negli anni ’80. Questi clown medici sono
appositamente formati e fanno parte di ospedali di tutto il mondo
che aiutano a sollevare il morale dei pazienti, e Patch Adams è
considerato il primo clown medico in assoluto. L’impegno di Patch a
favore di un sistema sanitario compassionevole non solo ha
influenzato gli attuali medici, ma ha anche ispirato le future
generazioni di professionisti sanitari a considerare il benessere
olistico dei loro pazienti attraverso la clown care, segnando un
cambiamento significativo nell’etica del campo medico.
I suoi metodi hanno suscitato
alcune polemiche
I metodi non convenzionali di Patch
Adams e la sua critica alle pratiche mediche tradizionali sono però
stati oggetto di lievi critiche da parte della comunità medica.
Alcuni studi rivelano che l’umorismo e gli approcci olistici
mancano del rigore scientifico e delle prove tipiche delle pratiche
mediche convenzionali. La ricerca ha rivelato potenziali problemi
legati alla clown therapy, tra cui la gravità delle condizioni
mediche del paziente, il suo livello di sviluppo, il momento e il
contesto. Tuttavia, lo stesso studio rivela anche molti risultati
positivi, che superano di gran lunga quelli negativi. Il dibattito
sui metodi di Adams evidenzia la sfida più ampia di bilanciare
un’assistenza innovativa e incentrata sul paziente con i protocolli
e le pratiche consolidate della professione medica.
Robin Williams in Patch Adams
Il vero Patch Adams è apertamente
critico nei confronti del film
Nonostante la popolarità del film
Patch Adams, il vero dottor Adams ha espresso
critiche significative nei confronti del film. Era particolarmente
deluso dal fatto che il film avesse dato la priorità alla commedia
piuttosto che a una rappresentazione fedele dei suoi metodi e della
sua filosofia. Adams riteneva che il film, pur essendo divertente,
non riuscisse a rappresentare accuratamente la profondità e la
serietà del suo approccio all’assistenza sanitaria, in particolare
per quanto riguarda la sua attenzione alla giustizia sociale e alla
salute della comunità. Secondo il famoso critico Roger
Ebert, il vero Patch Adams una volta gli disse: “Odio
quel film”. Patch Adams ha anche criticato il film per non
aver portato benefici al suo ospedale reale, il Gesundheit!
Institute.
Nonostante il successo commerciale
del film, che ha incassato 202 milioni di dollari in tutto il
mondo, solo una piccola parte dei profitti è infaatti stata
destinata a sostenere l’Istituto o la sua missione di fornire
assistenza sanitaria olistica gratuita. Adams sperava che il film
avrebbe aumentato la consapevolezza e raccolto fondi per la sua
causa, una speranza che è rimasta in gran parte insoddisfatta,
portando alla sua insoddisfazione per il risultato del film.
Durante un discorso nel 2010, Adams ha dichiarato: “Il film
prometteva di costruire il nostro ospedale. Nessuno dei profitti
del film è mai arrivato a noi, e quindi, dopo 40 anni di lavoro,
stiamo ancora cercando di costruire il nostro ospedale”.
Patch Adams lavora ancora nel
settore sanitario
Dopo il film Patch
Adams, il medico rimane una figura dinamica nel settore
sanitario. Continua a sostenere la riforma sanitaria, sottolineando
l’importanza di un sistema compassionevole e incentrato sul
paziente. La sua attività di advocacy si concentra sulla necessità
di un modello sanitario che dia priorità al libero accesso alle
cure mediche e adotti metodi di trattamento olistici. Il lavoro
continuo di Adams è una testimonianza del suo impegno a cambiare in
meglio il panorama sanitario. Nel 2016, Adams ha rivelato che tiene
ancora conferenze 300 giorni all’anno e che “lo fa da oltre 30
anni in 81 paesi, diffondendo i semi di una rivoluzione d’amore che
ravviva la comunità e un appello a porre fine al
capitalismo”.
Low Tide, film del
2019 scritto e diretto da Kevin McMullin, è un thriller
indipendente che mescola atmosfere da racconto di formazione con
tensioni da noir adolescenziale. Ambientato in una cittadina
costiera del New Jersey durante un’estate afosa e sospesa nel
tempo, il film racconta la storia di un gruppo di ragazzi che, tra
furti occasionali e giri loschi, si imbatte casualmente in un
tesoro nascosto. La scoperta innesca una spirale crescente di
sospetti, tradimenti e violenza che mette alla prova i legami di
amicizia e le regole morali di un gruppo già fragile e
instabile.
Con una regia misurata e attenta ai
dettagli, McMullin costruisce un racconto che si regge su atmosfere
dense, paesaggi crepuscolari e dialoghi asciutti. I protagonisti,
adolescenti ai margini della legalità, si muovono in un contesto
familiare disfunzionale e in una comunità che sembra abbandonata a
se stessa, dove gli adulti sono assenti o inefficaci. Il film
affronta temi classici del coming of age – la fine dell’innocenza, la lealtà, il
desiderio di fuga – e li rielabora in chiave tesa e oscura,
lasciando emergere un realismo quasi brutale nelle dinamiche tra i
personaggi. Il tono è sospeso tra il dramma psicologico e il
thriller, con richiami a opere come Stand by Me e Mud, ma con un’anima più cupa e disillusa.
Low Tide ha
ricevuto consensi per la sua scrittura solida e per le
interpretazioni convincenti, in particolare quelle dei giovani
protagonisti. Ma il vero punto di forza del film è la sua capacità
di trasformare una semplice caccia al tesoro in un’esplorazione
morale della crescita e del tradimento. Nei prossimi paragrafi,
analizzeremo nel dettaglio il finale del film, svelando come si
conclude il conflitto tra i personaggi e quale significato lascia
dietro di sé questa storia apparentemente semplice ma fortemente
simbolica.
La trama di Low
Tide
Il film ha per protagonisti un
gruppo di adolescenti formato da Alan
(Keean Johnson), suo fratello minore
Peter (Jaeden Martell) e i loro
amici Red (Alex Neustaedter) e
Smitty (Daniel Zolghadri).
Insieme, trascorrono le calde giornate svaligiando le case dei
ricchi che si trovano lì per le vacanze. Sono piccoli furti che
permettono loro di scorrazzare per il luna park e uscire con le
ragazze.
Una notte, però, entrano in una
vecchia casa isolata e lì, Alan e Peter trovano un sacco pieno di
monete d’oro. I due fratelli non diranno nulla agli altri
componenti del gruppo, tenendo il tesoro per sé. Red, il leader
della banda, ha però dei sospetti ma nessuno sa che in realtà quel
bottino nasconde un segreto e ben presto la polizia si metterà
sulle loro tracce. Per loro, avrà così inizio un’avventura
inaspettata.
La spiegazione del finale
Nel terzo atto di Low
Tide, la tensione tra i protagonisti raggiunge il punto di
rottura. Il segreto riguardante la scoperta del sacchetto di monete
d’oro non regge a lungo, i sospetti crescono e l’amicizia tra i
quattro amici si sgretola rapidamente. Red, il più instabile del
gruppo, si convince che Alan lo abbia tradito, e la loro rivalità
esplode in un confronto carico di tensione e minacce. Le dinamiche
del potere e della fiducia vengono così stravolte, e i legami
affettivi si trasformano in paura e autodifesa. La svolta
definitiva arriva quando Alan decide di agire in modo autonomo e
proteggere non solo sé stesso, ma anche il fratellino Peter, dalla
spirale di violenza innescata da Red.
In una mossa decisiva, lo uccidono
quando questi tenta di ucciderli. Gettano poi il suo corpo
nell’oceano e hanno ancora le monete d’oro con loro. Mary, intanto,
convince la sua famiglia a non sporgere denuncia contro di loro per
il furto. Tuttavia, il finale è amaro: Peter è traumatizzato
dall’uccisione di Red, il rapporto di Alan con Mary è probabilmente
distrutto dopo essere stato messo a dura prova e i fratelli
potrebbero avere difficoltà a evitare i sospetti della polizia. Per
quanto riguarda Smitty, ci sono invece accenni al fatto che
potrebbe voltare pagina e lasciarsi alle spalle quella brutta
vicenda.
Il finale di Low
Tide racchiude dunque in sé la sintesi dei temi principali
del film: la perdita dell’innocenza, la tensione tra lealtà e
sopravvivenza, e il difficile passaggio dall’adolescenza all’età
adulta. Alan, inizialmente parte di un gruppo in cerca di
adrenalina e appartenenza, comprende progressivamente che per
proteggere chi ama e avere una possibilità di futuro, deve tradire
le regole non scritte della fratellanza. La sua reazione nei
confronti di Red non è solo fisica, ma anche simbolica: è l’uscita
definitiva da un mondo tossico, dominato da un maschilismo
aggressivo e dalla violenza latente.
Nel congedarsi da quel microcosmo
degradato, Alan compie l’unico atto davvero morale del film:
abbandonare ciò che lo legava a un’identità precaria e scegliere di
costruirne una nuova. Il finale, pur lasciando aperte alcune
domande, non cerca la consolazione facile. Al contrario, sottolinea
che ogni crescita comporta un costo, e che diventare adulti
significa spesso fare scelte dolorose, rinunciando a legami pur di
affermare un principio. In questo senso, Low Tide
è un racconto di formazione atipico e spietato, che rifugge ogni
romanticismo e ci restituisce un ritratto lucido e malinconico del
passaggio alla maturità.