Netflix mostra le prime immagini di
Emily in Paris
4, l’attesa quarta stagione di Emily in Paris, che
sarà
disponibile in due parti, i primi 5 episodi dal 15 agosto 2024,
gli ultimi 5 dal 12 settembre 2024.
Secondo la costumista
Marylin Fitoussi, “Emily sta davvero emergendo, affermandosi,
diventando molto più forte con uno stile che reinterpreta i codici
della moda parigina. E il nostro motto era ovviamente divertirci,
ma anche correre il massimo rischio”.
1 di 5
Emily in Paris 4: trama
e cast della quarta stagione
Dopo i drammatici eventi
del matrimonio fallito tra Camille e Gabriel, Emily è sconvolta:
prova forti sentimenti per due ragazzi diversi, ma ora Gabriel
aspetta un figlio dalla sua ex, e le peggiori paure di Alfie su lei
e Gabriel sono state confermate. In agenzia, Sylvie è costretta ad
affrontare uno spinoso dilemma del suo passato per il bene del suo
matrimonio, e il team dell’Agence Grateau deve affrontare
cambiamenti di personale. Mindy e la band si preparano per
l’Eurovision, ma quando i fondi finiscono sono costretti a
risparmiare. La chimica tra Emily e Gabriel è innegabile mentre
lavorano insieme per raggiungere una stella Michelin, ma due grandi
segreti minacciano di mettere a rischio tutto ciò che hanno
sognato.
Nel cast di
Emily in Paris
4 protagonisti Lily
Collins (Emily Cooper), Philippine Leroy-Beaulieu (Sylvie
Grateau), Ashley Park (Mindy Chen), Lucas Bravo (Gabriel), Camille
Razat (Camille), Samuel Arnold (Julien), Bruno Gouery (Luc),
William Abadie (Antoine Lambert), Lucien Laviscount (Alfie)
Paramount+
e SHOWTIME hanno annunciato oggi altri series regular per
Dexter: Original Sin, la nuova serie
drammatica originale in 10 episodi che racconta la storia del
serial killer preferito dagli americani in
addestramento.
James Martinez (Love Victor),
Christina Milian (Falling Inn Love), Alex
Shimizu (The Blacklist) e Reno Wilson
(Mike & Molly) si uniscono ai membri del cast già annunciati
Christian Slater, vincitore del Golden Globe,
nel ruolo di Harry Morgan, Patrick
Gibson nel ruolo di Dexter Morgan e Molly
Brown nel ruolo di Debra Morgan. La produzione inizia oggi
a Miami, con il ritorno del candidato agli Emmy® Clyde Phillips
(Dexter,
NURSE JACKIE) come showrunner e produttore esecutivo.
I quattro attori interpretano i membri del Dipartimento di
Polizia di Miami. Martinez presta il volto ad Angel Batista, un
detective emergente della Omicidi che guida con il cuore; Milian
vestirà i panni di Maria LaGuerta, la prima donna detective della
Omicidi di Miami Metro; Shimizu sarà Vince Masuka, un analista
forense che condivide avidamente la sua esperienza e che non vede
l’ora di “imporsi” sul suo nuovo tirocinante, Dexter Morgan;
Wilson infine interpreta Bobby Watt, partner e confidente di lunga
data di Harry.
Ambientato a Miami nel 1991, DEXTER: ORIGINAL
SIN è la serie nella quale il pubblico vedrà Dexter (Gibson)
nel suo passaggio da studente a serial killer vendicatore. Quando i
suoi impulsi sanguinari non possono più essere ignorati, Dexter
dovrà imparare a canalizzare la sua oscurità interiore.
Con la guida del padre Harry (Slater), adotterà un
codice che lo aiuteà a trovare e uccidere le persone che meritano
di essere eliminate dalla società con un solo scopo: non finire nel
mirino delle forze dell’ordine. Una sfida particolare quindi per il
giovane Dexter che inizierà uno stage di medicina legale presso il
Dipartimento di Polizia di Miami.
Martinez ha recentemente lavorato in Love,
Victor e Wolf Pack.Tra i suoi ruoli passati
figurano House of Cards, One Day at a Time, Tell Me a Story,
CSI, Unforgettable, Elementary e il pilot Guilt by
Association.
I ruoli passati di Milian
includono Resort to Love, Step Up: High Water, Falling Inn Love,
Soundtrack, The Oath, Bring It On, Family Guy, Grandfathered, Be
Cool e Love Don’t Cost A Thing.Prossimamente, Christina ha in
programma l’uscita di Meet Me Next Christmas e Body
Language, entrambi lungometraggi di cui è protagonista e
produttrice.
Shimizu è noto per il suo ruolo ricorrente nella
serie di successo The Blacklist e sarà presente nella
prossima serie di Taika Waititi Interior Chinatown. Tra gli
altri ruoli di rilievo figurano The Terror, S.W.A.T. e
The Outcasts.
Wilson ha debuttato in televisione nel Cosby
Show e da allora ha recitato in numerose serie televisive, tra
cui Good Girls, Mike & Molly, Heist, Blind Justice, The Hoop
Life, Fatal Attraction e Bel-Air.
Clyde Phillips, SHOWTIME Studios e Counterpart
Studios sono produttori esecutivi, tra i quali figurano anche Scott
Reynolds (Jessica Jones), Michael C. Hall (DEXTER), Mary Leah
Sutton (Resident Evil), Tony Hernandez (Emily in Paris) e Lilly
Burns (Russian Doll), mentre la serie è prodotta da Robert Lloyd
Lewis (The Lincoln Lawyer). Michael Lehmann (Heathers) è il
produttore esecutivo della regia.
L’italiana I Wonder Pictures ha acquisito i
diritti italiani di tre nuovi titoli di A24, tra
cui l’atteso The Smashing Machine di Benny
Safdie con
Dwayne Johnson ed
Emily Blunt. La mossa consolida il rapporto in corso tra lo
studio indie statunitense e il crescente distributore italiano.
I Wonder Pictures,
di proprietà e gestita dal fondatore del Biografilm Festival
Andrea Romeo, ha un rapporto di lunga data – anche
se non esclusivo – con A24, avendo distribuito con
successo altri loro titoli come “The
Zone of Interest”, “The
Whale” di Darren Aronofsky e “Everything
Everywhere All at Once”.
Oltre a The Smashing
Machine, i nuovi titoli di I Wonder Pictures in uscita in
Italia nel 2025 comprendono anche l’horror di Marc Anthony
Green, Opus, con John Malkovich e Ayo Edebiri, e il film per famiglie di
Isaiah Saxon, The Legend of Ochi,
con Willem Dafoe, Finn Wolfhard ed Emily
Watson.
“Amiamo i film di A24 e ci
sentiamo rispecchiati nelle storie che raccontano e nel modo in cui
le raccontano”, ha dichiarato Romeo in un comunicato. Il capo
di I Wonder Pictures ha poi aggiunto che “oltre a condividere
una grande affinità” con A24 in termini di tipi di film
prodotti, le due società hanno “una perfetta sinergia” in
termini di “procedure e obiettivi” e condividono “una
forte armonia tra i rispettivi team di lavoro” che si “riflette nei
risultati finali”.
Tutto quello che sappiamo su The
Smashing Machine, prodotto da A24
Annunciato nel 2023, The
Smashing Machine sarà prodotto da
Dwayne Johnson, dalla Seven Bucks Productions di Dany
Garcia, dalla Out for the Count di Safdie, da Eli Bush e da David
Koplan. “The Smashing Machine è un dramma basato sulla storia
di Mark Kerr, il leggendario lottatore di MMA dell’era dell’UFC
senza esclusione di colpi, all’apice della sua carriera“, si
legge nella descrizione del film. “Lotta con la dipendenza, la
vittoria, l’amore e l’amicizia nell’anno 2000“.
Johnson ha dichiarato a Variety a
proposito del film nel gennaio 2024: “Benny vuole creare e
continua a spingersi oltre i limiti quando si tratta di storie
crude e reali, personaggi autentici e a volte scomodi e
sorprendenti. Sono a un punto della mia carriera in cui voglio
spingermi in luoghi in cui non mi sono mai spinto in passato. Sono
a un punto della mia carriera in cui voglio fare film che contano,
che esplorano un’umanità ed esplorano la lotta [e] il dolore“.
The Smashing Machine non ha ancora una data di
uscita da parte di A24 ma è previsto in sala per
il 2025.
Sono passati più di dieci anni
dall’uscita nelle sale di Before Midnight, il terzo film della
cosiddetta Trilogia Before, diretta da
Richard Linklater, che ha portato avanti la storia
di Jesse (Ethan
Hawke) e Celine (Julie Delpy) dopo i
film Before Sunrise – Prima dell’alba e
Before Sunset – Prima del tramonto. Anche se il
film si concludeva con la coppia che rimaneva insieme, quella
potrebbe non essere stata la fine della storia. Parlando con
ComicBook.com a sostegno del suo
nuovo film Hit
Man, Linklater ha infatti detto “mai dire
mai” quando gli è stato chiesto riguardo un quarto film.
“Mai dire mai. Voglio dire,
abbiamo superato il periodo di nove anni, ma non siamo stati troppo
preziosi al riguardo. Sai, è come se fosse una cosa arbitraria
all’inizio. Lo faremo quando avrà senso, quando quei personaggi
avranno qualcosa da dire“, ha detto, riferendosi al fatto che
i tre film sono usciti tutti a distanza di nove anni l’uno
dall’altro. “Forse avrà senso quando quei personaggi saranno
più vecchi. Non è così urgente, ma non credo che sparisca mai
l’idea di farlo. Quindi, chi lo sa? Chi diavolo lo sa. Di certo per
ora non c’è nulla sulla lavagna”.
Linklater è noto per il suo forte
interesse sul tempo che scorre e il modo in cui cambia la vita
delle persone. Il suo capolavoro artistico
Boyhood girato nell’arco di 12 anni ci mostra il
crescere di un ragazzo da 6 ai 18 anni, mentre attualmente il
regista è impegnato nelle riprese di Merrly We Roll
Along, che si estenderanno nel corso di 20 anni.
Sebbene dunque per ora non ci siano programmi per un
quarto Before, non si può escludere che questo arrivi prima o
poi, per raccontare una nuova fase nella vita dei suoi
protagonisti.
La Trilogia Before
è una serie di tre film diretti da Richard
Linklater con protagonisti Ethan Hawke e Julie
Delpy. Il primo film, Before Sunrise – Prima dell’alba del 1995,
vede Jesse (Hawke), uno studente americano in viaggio per l’Europa,
e Celine (Delpy), una studentessa francese in visita ai parenti,
incontrarsi su un treno diretto a Parigi e poi passare la notte in
giro per Vienna, innamorandosi nel frattempo. Alla fine del film,
le loro strade si separano, ma decidono di incontrarsi di nuovo in
futuro.
Nel 2004 arriva così Before
Sunset – Prima del tramonto, che ritrova i personaggi nove
anni dopo, un pomeriggio a Parigi, dove lo scrittore Jesse, ormai
sposato, incontra Celine mentre promuove il suo libro che racconta
la storia del loro periodo a Vienna. I due passano il pomeriggio a
parlare del fatto che non si incontreranno più ma, alla fine del
film, Jesse sceglie di rimanere a Parigi con Celine.
Infine, in Before Midnight del 2013 li ritroviamo ancora
nove anni dopo, quando sono ormai una coppia con due figlie gemelle
in vacanza in Grecia. I due finiscono per litigare sul desiderio di
Jesse di trasferirsi a Chicago per stare più vicino al figlio
maggiore, Hank, e finiscono per esaminare nuovamente la loro
relazione. Il film è stato poi candidato al Premio Oscar nella
categoria Miglior sceneggiatura originale.
Il primo trailer di Venom: The Last Dance è stato davvero
notevole. È un film su Venom, certo, e anche se
sembra una conclusione “epica” della trilogia, ci sono segni dei
soliti problemi.
Sony Pictures non è mai riuscita ad
afferrare questo personaggio, ma Venom è
stato un successo nel 2018 e Venom: La
furia di Carnage ha ottenuto buoni risultati
nonostante sia uscito negli ultimi mesi della pandemia
COVID-19.
Questo ha dato allo studio un falso
senso di fiducia e la convinzione che, a prescindere da ciò che
dicono i fan e la critica, la direzione strampalata in cui hanno
portato questo franchise sia quella giusta. In questo articolo,
individuiamo i momenti del trailer che evidenziano gli errori che
la Sony ha già commesso con Venom: The Last Dance.
Il protettore letale
Goofball
Venom: La furia di
Carnage è stato un miglioramento rispetto al suo
predecessore del 2018, ma anche con la regia di
Andy Serkis, la sceneggiatura (e la classificazione
PG-13) ha deluso Cletus Kasady.
Tuttavia, il film ha posto le basi
per far sì che Eddie Brock diventi il Protettore Letale
dei fumetti in una terza uscita, promettendoci una versione del
personaggio che i fan attendono di vedere sullo schermo dai tempi
di Spider-Man 3. Nel trailer di Venom: The Last Dance, ma è subito
messo in ombra da una commedia sciocca e da Venom che mangia teste
in una battaglia senza sangue.
Da qualche parte nel Multiverso, c’è
un film su Venom in cui Eddie Brock dà la caccia ai criminali e
dispensa giustizia letale, bilanciando i suoi impulsi più oscuri e
il desiderio di essere un eroe.
Invece, abbiamo… questo tizio.
Nel multiverso della
mediocrità
Forse c’è una spiegazione per
questo, ma come per Morbius, sembra che questa scena sia stata
pensata per eccitare i fan alla prospettiva che Venom: The
Last Dance si svolgerà nel MCU.
I trailer del film del vampiro
vivente hanno fatto pensare allo Spider-Man di Tobey Maguire e all’Avvoltoio del MCU, solo
che il primo è stato assente dal montaggio finale e il secondo è
stato inserito nella scena post-credits più “debole” mai
girata.
Questa sequenza è forse intesa come
una sorta di retcon di Spider-Man: No Way Home? Se è così, non ha
alcun senso, ma onestamente pensiamo che sia proprio questo il suo
scopo. Inoltre, non crediamo che il cattivo di Chiwetel Ejiofor possa saltare da una realtà
all’altra.
Venom ha confermato
in precedenza di essere a conoscenza dell’esistenza del Multiverso
e ne segue un altro stupido accenno…
Il ritorno del dottor Curt
Connors?
Sì, quella nel trailer è la star di
The Amazing Spider-Man e Spider-Man:
No Way Home,
Rhys Ifans. E sì, abbiamo sentito che interpreta
davvero il dottor Curt Connors (e che la madre, la figlia
e il bambino avvistati altrove sono la sua famiglia).
Potrebbe essere una variante
stravagante del mondo di Eddie, ma è molto più probabile che sia il
Curt di No Way
Home che, come l’Avvoltoio, è stato mandato a casa
nella realtà sbagliata.
A meno che non si voglia far credere
che questo sia il mondo di
The Amazing Spider-Man… cosa che potrebbe benissimo
essere grazie ad alcune retcon. Probabilmente è quello che la Sony
vuole farci credere per creare entusiasmo per il trequel.
Il suo braccio potrebbe essere
ricresciuto grazie alla cura che gli Uomini Ragno hanno fatto e, se
avremo Venom-Lizard, tutto sarà perdonato. Se
Rhys Ifans è stato scritturato per un personaggio
a caso nonostante abbia interpretato Connors in precedenza, questo
dimostra quanto sia sprovveduta la Sony.
C’è troppo da fare
Se Venom: The Last Dance è caotico e
disordinato come il primo trailer, siamo nei guai.
Abbiamo un’agenzia governativa
segreta che raccoglie i Simbionti, la Tossina, l’invasione degli
Xenofagi (alieni mangiatori di Simbionti) e quella che sembra una
storia piuttosto banale di Venom che protegge una famiglia. E,
naturalmente, le già citate anticipazioni sul Multiverso.
Kelly Marcel non ha dimostrato di
essere una buona scrittrice con Venom e Venom: The Last Dance, quindi il fatto che si
metta dietro la macchina da presa per fare il suo debutto alla
regia è una decisione… unica da parte della Sony.
Dopo essersi sbarazzata di Carnage
nel secondo film di Venom – una decisione che lascia perplessi –
Knull o addirittura Toxin e un Cletus Kasady resuscitato sarebbero
stati un modo forte per concludere la trilogia. Invece, stiamo
ricevendo un po’ di tutto e azzarderei l’ipotesi che la maggior
parte non funzionerà.
Più cattivi simbionti e un cast
sprecato
Stiamo cercando di non fare troppe
ipotesi, ma è ovvio che i simbionti entreranno in gioco prima o
poi. Se questo significhi una versione di The Jury posseduta dagli
alieni o il debutto di cattivi come Phage e Scream è difficile da
dire in questa fase; l’azione Simbionte contro Simbionte è comunque
il massimo dell’inventiva che questo franchise sembra in grado di
esprimere.
Poi c’è il cast. Dopo essere stato
sprecato dai Marvel Studios per la maggior parte del tempo,
Chiwetel Ejiofor sembra interpretare un generico
militare e Juno Temple una scienziata poco convincente. Con un po’
di fortuna, diventerà Scream e potrà divertirsi un po’. Conoscendo
la Sony, si tratterà solo di una scena o due.
Se vi sono piaciuti Venom e
Venom: La
furia di Carnage, è probabile che questo trequel vi
piacerà. Se vi piacciono i bei film, però, preparatevi a un brutto
momento al cinema…
Diretto da Adrian Panek,
I colori del male: Rosso è il nuovo
thriller polacco di Netflix
e tratto dall’omonimo romanzo di Malgorzata
Oliwia. Dopo Mister Car e i templari,
Operazione Soulcatcher e L’amore dimenticato si tratta di nuovo lungometraggio
polacco a raggiungere in poco tempo le vette di Netflix. Il motivo è da ritrovarsi anche nel loro
riprendere generi tipicamente americani per adattarli ai canoni
delle proprie cinematografie. I colori del male:
Rosso non fa eccezione, proponendo un puro thriller
investigativo.
Sulla scia di grandi film di questo
genere come
Seven oZodiacprende
dunque vita un film che conduce gli spettatori all’interno di un
caso che sembra incrociare passato e presente e che si svelerà
pezzo dopo pezzo grazie alla presenza di alcuni flashback. Si
assiste così ad un vero e proprio percorso non lineare che porta a
galla una serie di intrecci e risvolti difficilmente prevedibili ma
che regalano infine grande intrattenimento. Non sorprende infatti
che I colori del male: Rosso sia divenuto
rapidamente uno dei film più visti su Netflix.
Per gli appassionati di questo
genere, dunque, si tratta di un film da non perdere. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a I colori del male: Rosso. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Una scena di I colori del male: Rosso. Copyright: Przemo
Paczkowski
La trama e il cast di I colori del male:
Rosso
Una spiaggia di Tripla Città, in
Polonia, diventa un luogo del delitto a seguito di una drammatica
scoperta. Il mare riporta infatti a galla il corpo di una giovane
ragazza per la quale si sospetto un omicidio. L’indagine è condotta
da un procuratore ambizioso e tenace, Leopold
Bilski, ma anche la madre della vittima, il giudice
Helena Bogucka, è coinvolta nelle indagini. Ben
presto, però, le loro scoperte iniziano a farsi scomode e a far
emergere il volto di una vicenda più tragica del previsto.
Ad interpretare Leopold Bilski vi è
l’attore Jakub Gierszal, attore polacco già visto
anche nei film All That I Love – Tutto quello che amo
(2009) e Dracula
Untold (2014). Accanto a lui, nel ruolo di Helena Bogucka
vi è invece Maja Ostaszewska, vista anche
in Schindler’s
List e ne Il pianista, mentre Zofia
Jastrzębska interpreta Monika Bogucka, la ragazza
assassinata. Andrzej Konopka è Tadeusz
Dubiela, amante di Helena, mentre Jan
Wieteska è suo figlio Mario . Completano il cast
Przemysław Bluszcz nel ruolo di Łukasz
Kazarski “Kazar”, Andrzej Zieliński in quelli
di Waldemar Mila e Wojciech Zieliński in
quelli di Roman Bogucka, padre di Monika.
La spiegazione del finale del film
All’inizio di I colori
del male: Rosso, si pensa che quell’omicidio possa essere
opera di uno psicopatico che non conosceva personalmente la
vittima, Monika, ma l’aveva uccisa per
divertimento. Bilski, però, scopre poi che 15 anni prima c’era
stata un’altra vittima, Zaneta Kaleta, che era
stata uccisa in modo simile alla nuova ragazza. Il suo fidanzato,
Jakubiak, fu accusato del crimine e la cosa più
interessante è che è uscito da poco di galera dopo aver scontato
tutta la sua pena. Così, i sospetti ricadono subito su di lui, che
però si proclama innocente.
Capendo di non avere nulla affinché
gli si possa credere, Jakubiak si uccide, ma non prima di suggerire
a Bilski di andare al Club del Cantiere Navale e di parlare con le
persone che vi lavoravano. Il locale – dove lavorava Monika – è di
proprietà di un uomo di nome Kazarski Lukasz, il
quale si scopre abusava della ragazza. Questo perché Monika aveva
assistito a un omicidio compiuto dal boss, ma la sua denuncia è
stata raccolta da un poliziotto corrotto, che fa dunque decadere la
cosa.
A quel punto, però, si scopre che
anche Roman, il padre di Monika, lavorava con
Kazarski e può dimostrare che è stato quest’ultimo ad uccidere la
figlia proprio per evitare che rivelasse ciò che ha visto. Con le
prove dalla sua, Bilski è pronto ad arrestare Kazarski, il quale
però nel frattempo si è dileguato. Tuttavia, Bilski riusce a
trovare un braccialetto fatto di pelle umana e a collegare Kazarski
all’omicidio di Zaneta Kaleta. Kazarski non aveva paura di
ammettere i suoi crimini, ma ripeteva costantemente di non avere
nulla a che fare con l’omicidio di Monika.
Una scena di I colori del male: Rosso. Copyright: Przemo
Paczkowski
Il finale di I colori del
male: Rosso rivela che Kazarski ha detto la verità e non
ha ucciso Monika. Mentre Bilski continua le sue indagini, Helena si
trova a casa del suo amante TadeuszDubiela, il medico che ha eseguito le autopsie, e
lì vede l’anello di rubini della figlia. Il figlio Mario
Dubiela lo aveva lasciato intenzionalmente perché voleva
che Helena sapesse cosa era successo. A quel punto, capì però che
non poteva più nascondere la verità e così vengono confessati i
crimini di padre e figlio. Si scopre infatti che è stato Mario ad
uccidere Monika, di cui era infatuato.
Una serà tentò di possederla fino a
diventare violento quando lei ha cercato di opporre resistenza.
Mario non aveva intenzione di ucciderla, ma il suo attacco d’ira
finì con il trasformarsi in un omicidio. A quel punto, avendo
sabuto che Jakubiak era appena uscito di prigione decise di farne
il capro espiatorio con l’aiuto del padre. Mario dice dunque ad
Helena che era stato tutto un incidente. Nel frattempo, anche
Bilski capisce che dietro l’omicidio c’era Mario, ma prima di
arrivare a casa sua, Tadeusz si è già tolto la vita.
Mario, invece, decide di
costituirsi alla polizia. Il rimorso, il senso di colpa e la
sensazione di essere stato così malvagio nei confronti di una
persona per cui provava dei sentimenti non gli permettevano più di
vivere in pace. Alla fine, dopo che la giustizia è stata fatta e
l’indagine si è conclusa, Bilski è andato a incontrare la sua
famiglia e, come aveva promesso a Helena, ha abbracciato forte sua
figlia, perché probabilmente si è reso conto di quanto tutto sia
fragile nella vita e che nulla può essere dato per scontato.
Il trailer di I colori del
male: Rosso e dove vederlo in streaming
I colori del male: Rosso in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Durante una sessione di domande e
risposte su Twitter nel 2020, lo showrunner di
The
Boys Eric Kripke ha dichiarato
che la sua idea approssimativa per l’intera serie dello show
includeva “cinque stagioni in totale”. Ma la serie è stata
recentemente rinnovata per la quinta stagione e la parola “finale”
non si vede da nessuna parte nel comunicato stampa di
Prime
Video! Ora Kripke ha modificato la sua previsione
originale.
Lo showrounner ha spiegato a
Inverse che ha imparato a non
considerare più le stagioni come qualcosa di granitico, visto che
possono cambiare: “Qualcuno me lo ha fatto notare e io ho
pensato: ‘Hai ragione. È ridicolo. Devo tenere la bocca chiusa’. E
così farò”. Kripke potrebbe non sapere quando finirà
The Boys, ma sa come si concluderà la storia.
“Non puoi costruire uno
spettacolo incentrato su queste due forze di Homelander e Butcher
che si avvicinano lentamente l’una all’altra senza portare la cosa
al culmine”, dice in un’intervista separata con Empire. “Ogni volta che si
verifica l’ultimo episodio, so cosa succede.”
La quarta stagione sarà presentata
in anteprima tra poco più di una settimana, quindi sarà
interessante vedere se i pezzi sul tabellone si avvicineranno
ulteriormente l’uno all’altro, quando il finale andrà in onda.
La trama della quarta
stagione di The Boys
Nella quarta
stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria
Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo
di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a
cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di
Becca sia il suo ruolo di leader dei The
Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie.
La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare
un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo
tardi.
Il cast di The
Boys vede protagonisti
Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T.
Usher, Laz Alonso,
Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie,
Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la
quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean
Morgan.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer
si annoverano anche Seth Rogen, Evan Goldberg, James
Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Phil Sgriccia, Craig
Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter, Paul Grellong, David Reed,
Meredith Glynn e Michaela Starr. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures.
Disney/Marvel Studios hanno dato il via
alla presentazione di Deadpool e
Wolverine del CinemaCon con un divertente PSA
“Silenzia i tuoi cellulari” in cui il Mercenario
Chiacchierone e il Mutante con lo scheletro di
Adamantio invitano il pubblico a silenziare il cellulare
in sala.
Una versione più breve e di scarsa qualità è trapelata on-line
all’inizio di questo mese, ma ora il tutto è arrivato
online.
Il teaser inizia con Wade Wilson che
tenta di dire a Logan quali personaggi debutteranno in
Avengers: Secret Wars, ma ogni
volta che ci prova, viene interrotto dallo squillo di un cellulare.
Alla fine, il mutante notoriamente scontroso spinge via il
Mercenario Chiacchierone e rompe lui stesso la
quarta parete.
“Ehi, amico, sei in un cinema,
non nella casa di cura di tua nonna: spegni il tuo fottuto
telefono!” Deadpool poi risponde menzionando che Wolvie
parlando in questo modo fa vibrare il suo “cazzo”. Poi aggiunge:
“Bella rottura della quarta parete, non pensavo di avercela con
te!”. La clip termina con Logan che dice a Wade di “chiudere
la bocca” – con un’ultima parolaccia ad hoc.
Deadpool e
Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna
l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico
Marvel (con un rating decisamente diverso rispetto ai primi due
capitoli). Soprannominandosi “Marvel Jesus”,
Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito
dalla Time Variance Authority, i manager del
multiverso visti l’ultima volta in Loki, e si
ritrova nello stesso mondo dei Vendicatori.
Sebbene il suo volto non si veda nel
trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di
X-Men al MCU. Diretto da Shawn
Levy, il film comprende anche Emma Corrin,
Morena Baccarin, Rob Delaney,
Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.
I primi due episodi di
The Acolyte: La Seguacesono ora in streaming su Disney+ e l’ultima
serie live-action di Star
Wars di Lucasfilm inizia sicuramente con il botto. La premiere
inizia con la misteriosa guerriera mascherata Mae (Amandla
Stenberg) che entra in una taverna e sfida a duello il
Maestro Jedi Indara (Carrie-Ann
Moss). Abbiamo visto diversi momenti del loro scontro nei
vari trailer e spot televisivi, ma l’esito dello scontro è stato
scioccante e inaspettato.
Incapace di avere la meglio su
Indara in un combattimento leale, Mae sceglie di barare e lanciare
una delle sue lame contro il barista, e quando il suo avversario
Jedi usa la Forza per fermare l’arma prima che lo colpisca,
l’assassino del Lato Oscuro approfitta della sua distrazione,
lanciando un altro coltello nel petto di Indara, uccidendola
all’istante.
Durante un’intervista con EW, la showrunner Leslye
Headland ha spiegato la decisione di uccidere il
personaggio interpretato probabilmente dal nome più importante
dello show durante la primissima scena. “La verità è che
volevo solo creare un’apertura fredda. Penso che sia lo
sceneggiatore televisivo che è in me, a creare un’apertura fredda
da cui vieni scioccato.”
“Non per paragonarmi
affatto a Vince Gilligan”, continua, “ma l’apertura fredda
di Breaking Bad è una delle migliori aperture fredde di sempre.
Quindi ogni volta che mi siedo per scrivere qualcosa, dico: ‘Bene,
io non sarò in grado di superarlo, ma nel mio show, qual è la
versione di quella scena?’ E sembrava che il meglio che potevo
inventare fosse uccidere Carrie-Anne Moss. Mi dispiace.”
Il mistero che circonda l’assassino
di Indara viene rivelato poco dopo, quando apprendiamo che Stenberg
sta effettivamente interpretando il doppio ruolo, Mae e
Osha. “Le considero come yin e yang”, dice della
coppia. “Questo è stato davvero importante per me. E abbiamo
alcune di quelle immagini nello show. Yin e yang sono state anche
immagini importanti nell’universo di Star Wars attraverso Gli
Ultimi Jedi e The Clone Wars. E adoro quel tipo di parte del
fascino di Star Wars”.
The
Acolyte: La Seguace è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che
interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del
franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era
dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri
emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Evangeline Lilly conferma che si ritirerà
dalla recitazione… Sembra che il tempo dell’attrice nei panni di
The Wasp nel MCU sia quindi giunto al termine.
Lilly ha condiviso un post su Instagram confermando che ha intenzione
di “allontanarsi” da Hollywood nel prossimo futuro. Ha
incluso un video del 2006 che la vedeva parlare delle sue
aspirazioni future, tra cui ritirarsi dalla recitazione per fondare
una famiglia e concentrarsi sul lavoro umanitario. Ora, sembra che
stia realizzando quel sogno.
“Sono così piena di gioia e
contentezza oggi mentre vivo la mia visione. Lode a Dio, mi sento
così grata per le mie benedizioni”, ha scritto Lilly nel post.
“Allontanarsi da quella che sembra la scelta più ovvia
(ricchezza e fama) può sembrare spaventoso a volte, ma entrare nel
proprio dharma sostituisce la paura con l’appagamento. Potrei
tornare a Hollywood un giorno, ma, per ora, è qui che
appartengo.”
Evangeline
Lilly è un volto molto amato del MCU. Ant-Man and The Wasp: Quantumania ha ricevuto
recensioni in gran parte negative, ma ha posto le basi affinché
Scott Lang e Hope Van Dyne fossero i protagonisti principali nella
saga del Multiverso e, più specificamente, nei prossimi film dei
Vendicatori. Con le riprese del prossimo Avengers che inizieranno
nel prossimo anno o due, sembra improbabile che Lilly lasci la
pensione per interpretare The Wasp. Il lato
positivo è che Ant-Man può ancora fare squadra con sua figlia
Cassie!
“Ho intenzione di dire che
potrebbe essere il momento per un film indipendente su Wasp”,
ha detto Lilly alla première di Ant-Man and the Wasp: Quantumania l’anno
scorso. “Questi
film sono un impegno“, ha aggiunto in seguito quando le è
stato chiesto del suo futuro nell’MCU. “C’è molto da fare, e ho
due figli a casa. Ogni volta che arriva quella chiamata, faccio un
respiro profondo e dico: ‘Whoa, sono pronto per questo? Sono
disposto a farlo di nuovo?’ ogni volta che lo faccio.”
Lilly si è unita per la prima volta
all’MCU in Ant-Man del 2015 ed è stata scelta per
il ruolo di Hope dal regista originale Edgar
Wright (ha anche considerato di lasciare il progetto
quando Wright si è separato dai Marvel Studios). È tornata in
Ant-Man and The Wasp del 2018 e poi è stata messa
da parte fino all’atto finale di Avengers: Endgame.
Dopo l’uscita del
primo trailer di Venom: The
Last Dance, Tom
Hardy ha preso parte ad un’intervista con
Forbes, e l’attore ha avuto
alcune cose interessanti da dire sul Sony’s Spider-Man
Universe (SSU) e sul fatto che Spider-Man
non si è ancora presentato nel franchising.
Tom Hardy ha
iniziato condividendo la sua eccitazione per quello che viene
pubblicizzato come l’ultimo film solista di Venom. “Sono così
entusiasta perché siamo diventati molto più grandi. Kelly [Marcel]
e io lavoriamo con Tom Rothman e Sanford [Panitch] e il loro team
Sony ormai da 7-8 anni. Abbiamo iniziato, come se inizialmente
[Venom] fosse solo Eddie Brock e nessuno sapeva cosa avremmo fatto.
Poi è arrivato il secondo [film, Venom: La Furia di Carnage] –
abbiamo scritto il secondo, l’abbiamo lanciato, diretto, messo
insieme la squadra – è stato grandioso! Quella è stata un’enorme
scuola.”
L’attore ha continuato commentando
come sono stati percepiti i film, in parte a causa della mancanza
di un certo Amichevole Arrampicamuri di Quartiere. “La gente ci
avrebbe giudicato, sai? L’Universo Marvel sotto la gestione di [Kevin]
Feige sta andando così bene. Spider-Man è andato al campo di Feige
alla Marvel. Ne abbiamo uno [alla Sony]! Per me e Kelly, è così, è
importante lavorare con tutto ciò che possiamo per sfruttare questa
opportunità. Quindi, per il terzo adesso, Kelly lo sta dirigendo,
sta scrivendo – sono legato a questo progetto fisicamente, e
qualunque cosa ti serva, noi ci abbiamo pensato.”
Quando Hardy dice “ne abbiamo uno”
si riferisce a un accampamento o a uno Spider-Man? Questo potrebbe
significare che il SSU alla fine introdurrà la
versione di Spider-Man di Andrew Garfield? Voci
precedenti sostenevano che questo fosse il piano per Madame
Web prima di una profonda revisione della
sceneggiatura.
Oppure sta insinuando che Venom sia
lo Spider-Man del SSU? Ciò suggerirebbe che Tom Hardy abbia
intenzione di restare nei panni di Eddie Brock ancora per un po’,
anche se The Last
Dance è il capitolo finale di questa trilogia.
Tutto quello che sappiamo
su Venom: The Last Dance
Venom: The Last Dancesegue i successi
al botteghino consecutivi di Venom: La furia di
Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a
livello globale) e Venom
del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly
Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e
scriverà il trequel.
Tom Hardy ha
menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare
molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna
di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il
timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati
del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti
appoggio.”
A parte il ritorno di Tom Hardy nei
panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante
e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è
stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in
ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock
nei titoli di coda di
Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro
quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che
include
Morbius, Kraven Il
Cacciatore e Madame
Web, tra gli altri – potrebbe comparire in
Venom: The Last
Dance.
Elliot Page
(precedentemente noto come Ellen Page) è l’attore
noto per film come
Juno,
Inception, X-Men – Giorni di un futuro passato e, più
recentemente, per la serie
The Umbrella Academy. La sua carriera nel mondo della
recitazione è iniziata abbastanza presto e la sua è una gavetta di
certo non indifferente. Tra film commerciali e non, Elliot
Page è stato in grado di farsi amare da una grande fetta
di pubblico. Lo stesso pubblico che l’ha sostenuto a pieno quando
l’attore ha fatto coming out qualche anno fa e ha annunciato il suo
cambio di genere, dando inizio ad una nuova fase della sua
vita.
Ecco, allora, dieci cose che
forse non sapete su Elliot Page.
Elliot Page: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Elliot Page approda al cinema nel
2003 con Touch & Go e Love That Boy. Nel 2005
gira Mouth to Mouth e Hard Candy, e l’anno
successivo recita in X-Men – Conflitto
finale. In seguito, recita in An American Crime
(2007),
Juno (2007) – che gli conferisce grande notorietà –
Whip It (2009),
Inception (2010), To Rome with Love (2012) e X-Men – Giorni di un futuro passato (2014). Tra gli
ultimi film da lui interpretati vi sono Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza (2015),
Tallulah (2016), The Cured (2017), My
Days of Mercy (2017), con Kate Mara, Flatiners: Linea mortale
(2017).
2. Ha preso parte ad alcune
note serie TV. Oltre che sul grande schermo, Page ha
recitato anche per la televizione, iniziando con il film per la TV
Pit Pony (1997) e alla serie omonima che venne poi
realizzata due anni dopo. Recita poi in alcune serie, come
Trailer Park Boys (2001-2002) e Rideau Hall
(2002) e in alcuni film TV, come Abbandonata dal destino
(2003) e I Downloaded a Ghost (2003). In seguito prende
parte alla serie ReGenesis (2004) e al film Tilda
(2011). Torna poi sul piccolo schermo nel 2019 per la miniserie
Tales of the City e la serie originale NetflixThe
Umbrella Academy.
Elliot Page protagonista di Juno insieme a Olivia
Thirlby
3. Ha contribuito alla
caratterizzazione del suo personaggio. Nel popolare film
Juno Page interpreta una sedicenne che rimane incinta dopo
il suo primo rapporto sessuale, decidendo di tenere il bambino.
All’epoca delle riprese, l’attore ha contribuito in più modi alla
caratterizzazione del suo personaggio. Ad esempio, ha ideato
l’acconciatura con la coda di cavallo e una lunga frangia ai lati
del viso, mentre ha suggerito Kimya Dawson e The Moldy Peaches come
gusti musicali preferiti di Juno. Per la sua interpreatazione, ha
poi ricevuto la nomination agli Oscar come Miglior attrice.
4. Ha avuto una relazione
sul set con la sua collega. Sul set di
Juno Page conosce l’attrice Olivia
Thirbly, oggi nota anche per la serie Y – L’ultimo
uomo e il film Oppenheimer. Tra le due, come ha narrato Page nella
sua autobiografia Pageboy, è nata una relazione segreta
che le ha portate in più occasioni a ricercare occasioni in cui
incontrarsi privatamente. L’esperienza, però, sembra essere durata
unicamente per il tempo trascorso sul set del film.
Elliot Page ha recitato con
Leonardo DiCaprio in Inception
5. È stato uno dei suoi
primi ruoli “da adulta”. In
Inception Page recita accanto a Leonardo DiCaprio nel ruolo di Arianna, la
giovane architetto a cui è affidato il ruolo di progettare gli
scenari onirici. Nonostante all’epoca delle riprese l’attore avesse
ormai 23 anni, quello di Arianna è stato uno dei primi personaggi
adulti interpretati. Prima di esso, infatti, aveva interpretato
quasi sempre ruoli di adolescenti, anche per via del suo viso che
gli permetteva di dimostrare diversi anni in meno a quelli
effettivamente posseduti.
Elliot Page contro The Last of Us
6. Ha accusato gli ideatori
del gioco di aver copiato le sue fattezze. Quando è stato
svelato l’aspetto del personaggio Ellie del videogioco The Last of Us, in molti hanno
notato una certa somiglianza con Elliot Page, tra cui lo stesso
attore. Page ha dunque poi accusato gli ideatori di aver copiato le
sue fattezze senza permesso. Poco dopo, l’aspetto del personaggio
di Ellie è stato rivisto rispetto all’incarnazione originale e
Naughty Dog ha dichiarato che le modifiche sono state apportate per
rendere il personaggio più simile all’attrice che lo interpreta,
Ashley Johnson.
Elliot Page è su Instagram
7.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 6 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad
oggi pubblicato 170 post, tutti relativi alle sue attività come
attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini
relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei
suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle
sue attività.
Elliot Page era Ellen Page
8. Prima era nota come Ellen
Page. Il giorno di San Valentino del 2014, l’attrice
all’epoca conosciuta come Ellen Page ha deciso di fare
coming out. Nel 2020, poi, ha annunciato di essere transgender,
comunicando il cambio di nome in Elliot e chiedendo che la sua
persona venga declinata con pronomi maschili o neutri. Tramite i
propri social ha poi dichiarato: “Più mi tengo vicino
e abbraccio pienamente chi sono, più sogno, più il mio cuore cresce
e più prospero. A tutte le persone trans che ogni giorno si
occupano di molestie, disgusto di sé, abusi e minacce di violenza:
ti vedo, ti amo e farò tutto il possibile per cambiare questo mondo
in meglio”.
Elliot Page e Emma Portner
9. Quando era ancora Ellen,
era sposata con Emma Portner. Ellen Page ha sempre avuto
una vita sentimentale riservata: tuttavia, di lei si sappiamo che
nel gennaio del 2018 si è sposata con Emma
Portner, una ballerina. Da quel momento le due hanno però
continuato a condurre una vita molto riservata, condividendo solo
di tanto in tanto alcune foto insieme sui social. Dopo l’annuncio
della transizione di genere, nel 2021 Elliot Page ha però rivelato
di aver avviato le pratiche di divorzio da Emma, con la quale però
è rimasta in ottimi rapporti.
Elliot Page: età e altezza
10. Elliot Page è nato il 21
febbraio del 1987 a Contea di Halifax, Canada. L’attore è
alto complessivamente 1,55 metri.
Ecco un nuovo trailer
per Inside
Out 2, nelle sale italiane dal 19 giugno, che dà
il benvenuto a nuove Emozioni nella mente di Riley, ora
adolescente. A Gioia (voce originale di Amy
Poehler), Rabbia (voce originale di Lewis
Black), Tristezza (voce originale di Phyllis
Smith), Paura (voce originale di Tony
Hale) e Disgusto (voce originale di Liza
Lapira), si aggiunge un gruppo di Emozioni perfettamente
adatto all’età dell’adolescenza. Tra queste, il nuovo trailer
presenta: Nostalgia!
Il film Disney e Pixar Inside
Out 2 torna nella mente dell’adolescente Riley proprio quando
il quartier generale viene improvvisamente demolito per far posto a
qualcosa di completamente inaspettato: nuove Emozioni! Gioia,
Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta di tutti
gestiscono da tempo un’attività di successo, non sanno come
comportarsi quando arriva Ansia. E sembra che non sia sola.
Inside Out 2 è diretto da Kelsey Mann e prodotto da
Mark Nielsen, con una colonna sonora di Andrea Datzman.
Le immagini in bianco e nero
(che potete vedere qui) ci
offrono un’altra occhiata a Sam Wilson (Anthony Mackie)
nei panni di Capitan America, Rosa Salazar nei
panni di Diamondback, membro della Serpent Society, e a Giancarlo Esposito che negli ultimi
giorni sembra essere il centro dell’attenzione dei fan Marvel di
tutto il mondo.
I fan hanno
speculato sull’identità del misterioso personaggio dell’attore
di The
Mandalorian e The Boys da
quando si è scoperto che
si era unito al MCU e, nonostante le foto dal set siano state
alquanto rivelatrici sul costume che indossa Esposito durante le
riprese, non si è ancora arrivati a una conclusione ufficiale
sull’identità del suo personaggio.
Tutto quello che si sa per certo è
che è alle prese con un antagonista e, in base alla sua gamma di
armi, si può dire che è più che probabile che sia un mercenario di
qualche tipo senza superpoteri. Questo dettaglio restringe il campo
delle ipotesi plausibili. Si è ipotizzato che il personaggio
di Giancarlo Esposito possa essere
Bushman di Moon Knight, ma lo scooper MTTSH non crede che sia
così.
Probabilmente bisognerà
aspettare del tempo per un teaser trailer, ma le prime foto
ufficiali del film sono state diffuse un paio di settimane fa. Le
immagini mostravano Anthony
Mackie nei panni di Sam Wilson equipaggiato con
l’iconico scudo di vibranio di Steve Rogers, e la nostra nuova
Sentinella della Libertà che incontrava il presidente Ross, con il
volto di Harrison Ford, che incaricherà Wilson
di riformare i Vendicatori.
Nel filmato proiettato al CinemaCon il mese scorso, Ross dà il
benvenuto a Wilson alla Casa Bianca per lodarlo per il suo eroismo
passato, ma presto scoppia il caos quando una musica diffusa attiva
alcuni agenti assassini dormienti, tra cui
Isaiah Bradley di Carl Lumbly, che tentano di
eliminare il Presidente.
“Aveva più senso che fosse più
un film d’azione di spionaggio realistico piuttosto che un film di
alieni e aeroplani che attraversano portali e cose del
genere”, ha detto Mackie in una recente intervista.“Anche
se ho recitato in così tanti film e ho visto tutto, l’opportunità
per Sam di affermarsi davvero come una vera star d’azione e tra gli
Avenger arriva con questo film.”
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della
dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in
coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari.
Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia
rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi
piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Thomas Shelby tornerà in un film
dedicato ai Peaky Blinders, appena annunciato da Netflix. Il
Premio OscarCillian Murphy tornerà nei panni del
temibile gangster nel film Peaky Blinders di
Netflix, diretto da Tom Harper (“Heart of Stone”,
“Wild Rose”), che ha diretto gli episodi della prima stagione nel
2013.
“Sembra che Tommy Shelby non
avesse finito con me… È molto gratificante collaborare nuovamente
con
Steven Knight e Tom Harper sulla versione cinematografica di
‘Peaky Blinders’. Questa è una cosa per i fan”, ha detto
Cillian Murphy.
“Quando ho diretto ‘Peaky
Blinders’ per la prima volta più di 10 anni fa, non sapevamo cosa
sarebbe diventata la serie, ma sapevamo che c’era qualcosa
nell’alchimia del cast e nella scrittura che sembrava esplosivo.
“Peaky” è sempre stata una storia sulla famiglia – e quindi è
incredibilmente emozionante riunirsi con Steve e Cillian per
portare il film al pubblico di tutto il mondo su Netflix”, ha
aggiunto Harper.
Il seguito della saga, ambientato
nelle strade senza legge di Birmingham nel 1900, è stato scritto
dal creatore della serie, Steven Knight, che
coprodurrà insieme a Murphy, Caryn Mandabach e
Guy Heeley. I produttori esecutivi includono
Harper, David Kosse, Jamie Glazebrook, Andrew
Warren e David Mason.
“Sono sinceramente entusiasta
che questo film stia per realizzarsi”, ha detto Knight.
“Sarà un capitolo esplosivo nella storia di ‘Peaky Blinders’.
Senza esclusione di colpi. Pieno di “Peaky Blinders” in
guerra.” I dettagli della trama e gli ulteriori casting
rimangono nascosti. Il film entrerà in produzione entro la fine
dell’anno e sarà realizzato in associazione con BBC Film.
Sembra che Shawn Levy stia programmando di rimanere
nell’universo cinematografico Marvel ancora un po’.
Levy, che ha diretto Deadpool &
Wolverine in arrivo quest’estate, è stato preso
di mira dalla Marvel per dirigere il prossimo film collettivo del
franchise, Avengers
5.
Destin Daniel
Cretton, che ha diretto Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli nel
2021, avrebbe dovuto dirigere il quinto film
Avengers, ma
si è ritirato nel novembre 2023. Quel film, che è previsto per
maggio 1, 2026, attualmente non ha nemmeno un titolo.
Originariamente si chiamava Avengers:
The Kang Dynasty, ma quel titolo è stato accantonato
dopo che Jonathan Majors, scelto per il ruolo del
cattivo viaggiatore nel tempo Kang il
Conquistatore, è stato condannato per aver aggredito e
molestato la sua ex ragazza. Dopo questo Avengers senza
titolo, il prossimo sarà Avengers:
Secret Wars, previsto per il 7 maggio 2027.
Deadpool &
Wolverine di Levy, che riunisce gli iconici supereroi
interpretati da Ryan Reynoldse
Hugh
Jackman nell’universo X-Men della
Fox, uscirà nei cinema il 26 luglio. Sarà il primo film di
“Deadpool” distribuito dalla Disney dopo aver acquisito la 20th
Century Fox, e segna il primo film MCU classificato come
R. Per non parlare del fatto che porterà ufficialmente i
mutanti di Fox nella corretta sequenza temporale dell’MCU, cosa che
i fan chiedono a gran voce sin dall’acquisizione.
Levy ha già lavorato con Reynolds
nel film d’avventura per famiglie del 2022 The Adam
Project (che includeva gli attori Marvel Mark
Ruffalo e Zoe Saldaña) e Free
Guy del 2021 (che aveva riferimenti che ammiccavano a
Capitan America e Hulk). Ha anche
lavorato con Jackman nel film d’azione del 2011 Real
Steel.
Si è svolta la scorsa notte la
cerimonia di premiazione dei Gotham TV Awards,
corrispettivi dedicati alla tv dei
Gotham Independent Film Awards, assegnati ogni anno dalla
Independent Filmmaker Project.
Trai vincitori di questa stagione,
spiccano Baby Reindeer di Netflix e Andrew Scott che, sempre per Netflix, ha
recitato in Ripley, tra le serie più acclamate degli
ultimi mesi. Di seguito tutta la lista dei vincitori:
Breakthrough Comedy Series
“Bodkin” “Colin From Accounts” — WINNER
“Gen V”
Breakthrough Drama Series
“Black Cake”
“Fallout” “Mr. & Mrs. Smith” — WINNER
“The Curse”
“X-Men ‘97”
Breakthrough Limited Series “Baby Reindeer” — WINNER
“Ripley”
“The Sympathizer”
“Shōgun”
“Under the Bridge”
Breakthrough Nonfiction Series
“Black Twitter: A People’s History” “Jerrod Carmichael Reality Show” — WINNER
“Life on Our Planet”
“Murder in Boston: Roots, Rampage & Reckoning”
“STAX: Soulsville, U.S.A”
Outstanding Performance in a Comedy Series
Robyn
Cara, “Bodkin”
Siobhán Cullen, “Bodkin” Harriet Dyer, “Colin From Accounts” —
WINNER
Kaya Scodelario, “The Gentlemen”
Jaz Sinclair, “Gen V”
Kristen Wiig, “Palm Royale”
Outstanding Performance in a Drama Series
Nathan Fielder, “The Curse”
Walton Goggins, “Fallout”
Mia Isaac, “Black Cake”
Emma Stone, “The Curse” Zine Tseng, “3 Body Problem” — WINNER
Outstanding Performance in a Limited Series
Richard Gadd, “Baby Reindeer”
Lily Gladstone, “Under the Bridge “
Ambika Mod, “One Day”
Tobias Menzies, “Manhunt”
Andrea Riseborough, “The Regime”
Hiroyuki Sanada, “Shōgun”
Anna Sawai, “Shōgun” Andrew Scott, “Ripley” — WINNER
Hoa Xuande, “The Sympathizer”
Ji-young Yoo, “Expats”
A partire dal 5 giungo,
Disney+ ci
riporta in una
galassia lontana lontana con The Acolyte: La
Seguace, nuova
mini serie ambientata nell’universo di Star
Wars che, come accaduto raramente dal 2015 a oggi,
porta il franchise in territori nuovi e inesplorati, sfidando la
sacralità della teologia starwarsiana e provando a dare
nuova linfa vitale a questo mondo. Da quando la Disney ha rimesso
mano a Star Wars con Il Risveglio della Forza, due soli prodotti
sono riusciti ad avere il coraggio di tracciare percorsi
alternativi a quelli disegnati da George
Lucas.
Vitalità e flessibilità per
ottenere longevità
Il primo è stato
Gli Ultimi Jedi di Ryan Johnson, che,
per quanto contestato dal pubblico, è riuscito a spostare
l’attenzione dagli eroi Jedi predestinati, cercando di veicolare un
messaggio nuovo, ovvero che la Forza può agire attraverso chiunque
e non ci sono legami di sangue o di stirpe che determinano il
destino degli eroi, chiunque può diventarlo. Il secondo prodotto
che ha osato camminare fuori dai binari canonici è stato Andor
di Tony Gilroy. Anche qui si è assistito a una
decostruzione della predestinazione e il racconto
di fantascienza è diventato un dramma politico dove le azioni
collettive hanno molto più valore del singolo atto eroico. Entrambi
i prodotti non sono stati trai più amati o seguiti, ma sicuramente
hanno dimostrato una vitalità e una flessibilità che la volontà di
longevità del brand richiede per poter andare avanti.
The Acolyte: La Seguace è completamente
indipendente
The Acolyte: La
Seguace si differenzia profondamente da entrami questi
prodotti che abbiamo citato, tuttavia li eguaglia nella volontà di
raccontare storie che sono totalmente indipendenti dai
grandi personaggi del franchise e che pur incastrandosi
alla perfezione nella continuity di Star Wars, ne
rifuggono ogni schema e struttura già raccontata in questi lunghi
anni. La serie, creata da Leslye Headland di
Russian Doll, condivide con i predecessori
citati la volontà di dare la propria interpretazione alla
tradizione sacra.
Nei primi
quattro episodi messi a disposizione della stampa, The
Acolyte: La Seguace trova l’equilibrio tra gli elementi
classici della tradizione di Star Wars che gli
conferiscono un fascino identitario e intramontabile e i nuovi
elementi aggiunti al canone, personaggi, pianeti e circostanze.
Così facendo dimostra di aver appreso una lezione importante: non è
necessario riciclare parti della narrativa principale per rendere
avvincenti le sue avventure periferiche.
Una storia completamente
originale
Ambientato un secolo
prima del crollo della Repubblica in una sorta di prequel
dei prequel di George Lucas, The
Acolyte: La Seguace si apre come un mistero. La Maestra
Jedi Andara (Carrie-Ann
Moss) si confronta con una guerriera (Amandla
Stenberg) che nutre un rancore personale contro di lei e contro
altri tre maestri Jedi. Dopo il loro scontro, ci viene introdotta,
in un altro contesto, la meccanica navale Osha (anche lei
Stenberg), un ex apprendista Jedi che aveva lasciato l’ordine sei
anni prima. Osha non sembra il tipo che aggredisce qualcuno come ha
fatto la guerriera misteriosa, ma i Jedi inviati a indagare la
identificano subito come sospetta.
Ma questo primo mistero
viene presto svelato. A quanto pare la serie avrà ben altro da
raccontare che non il segreto che lega la meccanica navale ex Jedi
con la guerriera misteriosa.
Mettersi in discussione e
perdonarsi
La cosa davvero
interessante di The Acolyte: La Seguace è che per
quanto possa essere ricchissimo e denso di riferimenti e rimandi a
cose che già conosciamo, riesce a sovvertire e capovolgere ogni
cosa che pensavamo di conoscere, mostrando i personaggi sotto una
luce nuova. Persino le nostre nozioni sui Jedi e la concezione
binaria della Forza verranno messe in discussione.
Il concetto di colpa e
fallibilità ha sempre accompagnato le trilogie originali, e anche
in questa serie c’è una forte componente che riflette sul senso di
colpa, di perdita e di smarrimento. Semi narrativi che sono sempre
stati presenti dentro al franchise: addirittura Luke Skywalker
divenne così disilluso dal lavoro della sua vita che giurò che
l’ordine sarebbe morto con lui. Eppure The Acolyte
sembra imparare dalla sua contemporaneità e predica l’indulgenza e
la clemenza, prima di tutto verso se stessi.
Per quanto ambientato in
un periodo storico in cui i Jedi non sono mai stati così forti e
centrati anche come ordine, The Acolyte: La
Seguace non si dilunga in scene d’azione a colpi di Forza
e predilige inoltre i combattimenti corpo a corpo, con dinamiche e
coreografie ispirate fortemente alle arti marziali e al cinema
wuxia. Il tutto immerso in atmosfere molto legate al franchise
originale (il primo episodio si apre in una taverna!) che, nelle
mani di Leslye Headland diventano punto di
partenza e ambientazione perfetta per raccontare anche di
fallimento e dolore, emozioni che dovrebbero portare al Lato
oscuro, ma che sono anche estremamente umane e degne di essere
valorizzate, capite e elaborate.
Kate McKinnon e
Andy Samberg si
sono uniti al cast di The Roses di Jay
Roach, con Olivia Colman e
Benedict Cumberbatch. Ncuti Gatwa, Sunita
Mani, Zoë Chao, Jamie Demetriou e Belinda
Bromilow completano il cast del film, la cui produzione
inizierà questo mese. Scritto da Tony McNamara,
The Roses è una rivisitazione del classico del
1989 La Guerra dei Roses, basato sul romanzo di
Warren Adler.
Il film segue la coppia formata da
Theo (Benedict
Cumberbatch) e Ivy (Colman), con carriere di successo,
figli fantastici e una vita sessuale invidiabile. Ma sotto la
facciata della famiglia perfetta si nasconde una polveriera di
competizione e risentimento che si accende quando i sogni
professionali di Theo crollano.
“‘The Roses’ è una storia
incredibilmente divertente, straordinaria e allo stesso tempo
profondamente umana”, ha dichiarato il presidente di
Searchlight Matthew Greenfield annunciando il
progetto. “Con Jay al timone e Benedict, Olivia e Tony, abbiamo
un team da sogno che dà vita a tutto ciò”.
La 20th Century Fox aveva prodotto
l’adattamento originale del romanzo “La guerra dei Roses” nel 1989,
diretto da Danny DeVito e interpretato da
Michael Douglas e Kathleen
Turner. Il film ha vinto numerosi premi e ha ottenuto una
nomination ai BAFTA e tre ai Golden Globe, inclusa quella come
miglior film.
Questo nuovo lungometraggio, però,
si discosta notevolmente dall’originale, attenuando alcune delle
scene più crude e strazianti in favore di un racconto altrettanto
brutale ma più “digeribile” da un pubblico occidentale. Tale
rifacimento è poi stato accolto da critiche principalmente
negative, che evidenziavano l’inferiorità rispetto all’originale
coreano. Andando oltre un giudizio qualitativo, però, è
interessante notare le varie differenze esistenti tra i due
film.
Per gli appassionati del film di
Park Chan-wook o in generale di
film thriller diversi dal solito, questo remake è dunque un
titolo da non perdere e in questo articolo approfondiamo dunque le
differenze con l’originale coreano. Proseguendo
qui nella lettura sarà poi possibile ritrovare anche dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori presenti in Oldboy. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è Joe
Doucett, il quale dopo una notte a base di alcol
svegliandosi scopre di essere stato misteriosamente sequestrato e
rinchiuso in una stanza di un finto Motel. Dopo 20 anni di
inspiegabile reclusione, Joe viene poi improvvisamente rilasciato
ma con una missione: ha solo poche ore di tempo per risalire
all’identità del sequestratore e per scoprire la motivazione della
sua prigionia. Se non sarà in grado di risolvere l’enigma sua
figlia Mia verrà uccisa.
Ad interpretare Joe vi è l’attore
Josh Brolin, il quale per comprendere al
meglio la natura del suo personaggio, ha intrattenuto lunghi
colloqui con degli ex condannati a morte ingiustamente e, al
contempo, si è allenato per le sequenze di combattimento. Fanno poi
parte del cast
Elizabeth Olsennel ruolo di Marie Sebastian,
Sharlto Copley in quello di Adrian Doyle
Pryce e Samuel L. Jackson in quello di Chaney.
Michael Imperioli è Chucky, mentre
Pom Klementieff è Haeng-Bok. Infine, Lance
Reddick interpreta Daniel Newcombe.
Le differenze tra il film di Spike Lee e l’originale
coreano
Per quanto riguarda le differenze
esistenti tra i due film, è bene partire dal fatto che entrambi si
basano sulla misteriosa prigionia del protagonista e la successiva
ricerca di chi l’ha organizzata. Ma mentre nel film di Park
Chan-wook questa è di 15, nel film di Spike
Lee viene estesa a 20. Successivamente, quando viene
liberato, al protagonista del film coreano vengono concessi cinque
giorni per scoprire l’identità del suo sequestratore, mentre nel
film statunitense Joe ha a disposizione solo 46 ore.
L’adattamento di Lee, poi, presenta
un retroscena iniziale molto più esteso rispetto a
quello del film coreano. In questa prima parte ci viene dunque
descritto minuziosamente il protagonista e il suo problema con
l’alcol, la sua vita ormai al collasso e i problemi che lo
affligono. Nell’originale, invece, questa parte è molto più breve e
si passa rapidamente al rapimento del protagonista.
Successivamente, la prigionia dei due personaggi si svolge
grossomodo in maniera simile, ma la principale differenza sta in
ciò che scrivono sui fogli loro forniti.
Nell’Oldboy del
2003 il protagonista scrive un diario dettagliato di ciò che ha
passato nel corso di diversi anni, mentre nel remake del 2013
Joe scrive lettere a sua figlia Mia. Prima di
essere rinchiuso, Joe non era un buon padre e le sue lettere sono
piene di rimpianti, desideri e richieste di perdono per non essere
mai stato presente per lei. Poco dopo che il protagonista del film
del 2003 viene liberato, si svolge una delle sequenze più
memorabili del film, quella del combattimento in piano sequenza nel
corridoio.
Mentre nel film coreano tale scena
è effettivamente girata in un’unica ripresa,
nell’Oldboy del 2013 questa – seppur presenti dei
long take – è composta da più inquadrature.
Inoltre, qui la sequenza si svolge su più livelli
e Joe sembra subire meno danni del protagonista coreano. Il
coltello, ad esempio, viene conficcato nella sua schiena alla fine
del combattimento, mentre nell’originale il protagonista viene
pugnalato più a metà.
Il remake sceglie poi di
accennare solamente alcuni degli elementi più memorabili
dell’Oldboy del 2003. In esso, il protagonista mangia un
polpo vivo, che viene invece solo fissato da Joe nel remake. Il
venditore ambulante da cui Joe compra la papera di gomma indossa
ali d’angelo, che fanno riferimento al regalo di compleanno che il
protagonista coreano fa alla figlia. Infine, sempre nell’originale
il protagonista si taglia la lingua con un paio di forbici, mentre
nel remake è la lingua di Chucky, il migliore amico di Joe, a
subire tale sorte.
Di fondamentale importanza sono
invece le modifiche riguardanti le motivazioni della
prigionia del protagonista e il finale. Il motivo per cui
il protagonista coreano viene imprigionato è la voce da egli sparsa
sull’incesto tra quello che diverrà il suo carcieriere e la
sorella, la quale per la vergogna si è poi tolta la vita. Il
protagonista, dunque, è vittima di una vendetta di cui
sostanzialmente non sapeva nulla. Nel remake, invece, Joe viene
incarcerato in quanto ritenuto responsabile della distruzione della
famiglia di Adrian Doyle Pryce, il cui padre abusava di lui e di
sua sorella.
In entrambi i casi, la vendetta si
completa nel momento in cui il protagonista scopre che la donna con
cui ha avuto un rapporto sessuale è in realtà sua figlia e che il
tutto è stato orchestrato dal suo carceriere. A questo punto, nel
film coreano il protagonista si ipnotizza nel tentativo di
dimenticare l’orrore commesso inconsciamente, anche se rimane il
dubbio se sia effettivamente riuscito o meno nell’intento. Nel
remake, invece, un Joe altrettanto orripilato decide di donare il
denaro ricevuto alla figlia dicendole addio per sempre mentre si fa
rimprigionare per il resto della sua vita.
Il trailer di
Oldboy e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Oldboy grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Oldboy in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 4
giugno alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Tra i tanti film per cui
l’attore Tim
Roth è conosciuto (tra i più recenti si citano
The Hateful
Eight, Sull’isola
di Bergman e Sundown),
ce ne è uno meno noto uscito nel 2018, in cui l’attore assume i
panni di un truffatore colombiano travestito da prete in fuga dalle
autorità. Si tratta di Padre, diretto da Jonathan Sobol (anche
regista di Guida alla morte per principianti, The Art of the
Steal – L’arte del furto e Il fornaio) è questo un
poliziesco con elementi
comici reso interessante non solo dalla presenza di Roth ma
anche da quella di altri noti attori.
Padre (il cui
titolo originale è The Padre) è dunque un’opera
che mescola più generi, configurandosi anche come road
movie e buddy movie, puntando su una certa genuinità
dei sentimenti e sulle interpretazioni dei suoi protagonisti. In
Italia è stato brevemente distribuito in sala, ma senza riscontrare
particolare successo. Ecco perché ora il suo passaggio televisivo è
l’occasione ideale per riscoprire questo piccolo ma appassionante
film, che pur sapendo in alcune occasioni di già visto riesce a
coinvolgere ed intrattenere.
Per gli appassionati del genere si
tratta quindi di un titolo da non perdere per diversi motivi, dalla
già citata presenza di noti attori ad un racconto con interessanti
premesse. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Padre. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama e al
cast di attori, fornendo anche le indicazioni
disponibili riguardo le location dove si sono svolte
le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Padre
Protagonista del film è la
sedicenne colombiana Lena, che rimasta senza
genitori non desidera altro che raggiungere la sorella negli Stati
Uniti. Il visto, però, è costoso e per guadagnare abbastanza soldi
la ragazza decide di collaborare con le forze dell’ordine per
incastrare e catturare il piccolo truffatore in fuga di nome
Padre. L’uomo è doppiamente ricercato da
Nemes, membro della Corte di giustizia degli Stati
Uniti, e dall’ufficiale di polizia locale
Gaspar.
Accortosi della trappola in cui
vogliono farlo cadere, Padre, rispolvera le sue abilità da
criminale e ruba un’auto per fuggire, ignaro però che nei sedili
posteriori è nascosta l’adolescente che aveva contribuito alla sua
quasi cattura. Lena, infatti, pensa che lui possa aiutarla a
raggiungere il Minnesota e tra i due nasce un forte legame di
amicizia tanto che insieme progettano una grande rapina, poco
consapevoli di quanto la legge sia influente e difficile da
depistare.
Il cast del film e le location dove è stato girato
Ad interpretare la giovane Lena vi
è Valeria Henríquez, la quale ha ricevuto una nomination al
Canadian Screen Award come miglior attrice per la sua
interpretazione in questo film. Accanto a lei, nel ruolo di Padre,
vi è il celebre attore Tim Roth, noto per i film
Le iene,
Pulp Fiction o La leggenda del pianista sull’oceano. Nel ruolo di
Nemes, il membro della Corte di giustizia, vi è invece Nick
Nolte, noto invece per i film Cape Fear – Il promontorio della paura e Warrior.
Sia Roth che Nolte, che recitano
qui insieme, hanno in precedenza interpretato gli antagonisti in
due diversi film dedicati al
supereroe Hulk. Nolte è infatti stato il villarin
dell’Hulk
di Ang Lee, mentre Roth ha interpretato il nemico
del gigante verde in
L’incredibile Hulk del 2008. Completa poi il cast di
Padre l’attore Luis Guzmán nel
ruolo di Gaspar. Quest’ultimo è ora noto per il ruolo di Gomez
Addams nella serie NetflixMercoledì.
Per quanto riguarda le location,
sappiamo che il film è stato girato in Colombia,
ma purtroppo non sono state fornite precise indicazioni sui luoghi
in cui si sono effettivamente svolte le riprese. Proprio riguardo
l’ambientazione Colombiana, però, c’è un errore all’interno del
film: all’undicesimo minuto si vede un’auto della polizia senza
contrassegni, la cui targa ha caratteri neri su sfondo giallo, con
laq sequenza corretta di tre lettere e tre numeri, ma dovrebbe
riportare anche “Colombia” in basso.
Il trailer di
Padre e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Padre grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di:
Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 4
giugno alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
La
commedia romanticaGemelli cucina e amore – da
non confondere con
Amore, cucina e curry – , diretta da Jonathan Wright (già
regista di Natale a Londra) arriva su Rai 2 per offrire un
racconto che tra pietanze prelibate e buoni sentimenti non deluderà
gli appassionati di questo genere. Come noto, i film e le serie
dedicate al mondo della cucina sono aumentati notevolmente, ma in
questo film prodotto dalla Hallmark il
principale degli ingredienti è, come suggerisce il titolo,
l’amore.
La Hallmark, per chi non lo sapesse,
è una produzione televisiva specializzata in particolare in
pellicole di genere sentimentale, dove si raccontano dunque storie
di personaggi che il più delle volte si trovano a compiere percorsi
articolati e imprevedibili prima di cascare definitivamente l’uno
nelle braccia dell’altro. Altri titoli della Hallmark
particolarmente noti sono Sognando Parigi,
Un amore in fondo al
mare, Tra le onde delle Hawaii e Un
Natale spettacolare (molti dei film natalizi della
Hallmark
si possono ritrovare su Prime Video).
Con questo lungometraggio in
programma sulla Rai, però, si entra nel mondo dell’alta cucina,
dove tra ricette, fornelli ed equivoci non mancherà di fare
capolino anche l’amore. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Gemelli cucina
e amore. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
location dove si sono svolte le riprese. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Gemelli cucina
e amore
Protagonista del film è
Josh, un cuoco che lavora nella cucina di un
piccolo ristorante. Quando però il fratello gemello
Julian, acclamato chef di Malta, si infortuna,
Josh decide di “sostituirlo” pur di prendere parte ad una delle
competizioni culinarie più importanti. Qui conosce
Meg, l’organizzatrice dell’evento che, convinta di
conoscere il fratello Julian, in realtà si sta innamorando di Josh.
Naturalmente, gli imprevisti non tarderanno ad arrivare.
Il cast e le location dove è stato
girato il film
Ad interpretare i gemelli Josh e
Julian vi è l’attore Jeremy Jordan, noto per il
ruolo di Winn Schott nelle serie Supergirl e The Flash. Jordan si è qui trovato a
confrontarsi non solo con la sfida di interpretare due personaggi,
ma anche quella di uno dei due che finge di essere l’altro, dovendo
pertanto dar vita ad un’interpretazione nell’interpretazione. Nel
ruolo di Meg, l’organizzatrice dell’evento, vi è invece l’attrice
Jessica Lowndes. Completano il cast Callum
Blue nel ruolo di Henri Vermeiren e Edward De
Gaetano in quelli di Etienne Leduc.
Colin Azzopardi, tra i produttori
del film ha organizzato e curato tutta la parte delle riprese a
Malta, spiegando a Newsbook che: “Abbiamo utilizzato diverse
location a Malta, ma la location principale era all’interno e nei
dintorni del Phoenicia Hotel, che è stato estremamente accomodante
durante la realizzazione del film”, ha raccontato Azzopardi.
Altre location sono state Merchant’s Street e
Upper Barakka Gardens a La
Valletta, e Palazzo Parisio a
Naxxar.
Il trailer di Gemelli
cucina e amore e dove vederlo in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
martedì 4 giugno alle ore 21:20
sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
L’attore candidato all’Oscar
Elliot Page ha firmato per narrare e produrre
esecutivamente Second Nature, un documentario che
sfata i miti sulla sessualità e il genere nel mondo animale,
rivelando che esistono molti più comportamenti omosessuali,
genitorialità e fluidità di genere di quanto la maggior parte delle
persone creda.
“Il comportamento omosessuale in
natura è uno dei segreti meglio custoditi. È assolutamente
ovunque”, osserva uno degli esperti scientifici del film nel
teaser del film. “I delfini fanno sempre sesso omosessuale. I
pinguini si accoppiano anche con membri dello stesso sesso… Molti
uccelli acquatici sono gay”. Un’anteprima di una versione di
un’ora del film sarà proiettata al Frameline Film Festival di San
Francisco alla fine di questo mese. La versione completa del
lungometraggio è in produzione e uscirà in un secondo momento.
Second Nature,
diretto da Drew Denny, esplora “le oltre 1500
specie animali che adottano comportamenti sessuali e genitoriali
omosessuali, cambiano sesso, formano matriarcati e altro
ancora”, secondo un comunicato. “Il film sfata i miti
dannosi sul sesso e sul genere, seguendo la pioniera trans Dr. Joan
Roughgarden e le rivoluzionarie scienziate, BIPOC e immigrate che
affrontano una feroce opposizione per correggere la
situazione”.
Elliot Page, i cui crediti includono
Juno,
Inception,The
Umbrella Academy e X-Men – Giorni di un futuro passato, lo
scorso giugno ha pubblicato un libro di memorie bestseller
intitolato Pageboy che esplorava la sua carriera a Hollywood e il
viaggio transgender. Sarà onorato con il Trailblazer Award di
Frameline durante una cerimonia che si terrà il 22 giugno.
“Che gioia e che onore è stato
raccontare questo bellissimo, divertente, illuminante e stimolante
documentario”, ha detto Page in una dichiarazione fornita a
Deadline. “Second Nature rivela l’intero spettro della vita e
come, quando si tratta di genere e sessualità in natura, la
diversità sia infinita. Ho imparato così tanto e sono entusiasta
che lo faranno anche gli altri.”
È disponibile, sui canali di
20th Century Studios, il trailer ufficiale di
Alien:
Romulus, il nuovo capitolo del franchise inaugurato
dal capolavoro di fantascienza di Ridley Scott. Questo capitolo è però diretto
da Fede Alvarez, che ha lavorato sotto la
supervisione e la produzione di Scott stesso.
Il film Alien:
Romulus è interpretato da
Cailee Spaeny (Priscilla),
David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is
Easy), Archie Renaux (Tenebre e
ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn
(Aftersun) e Aileen Wu. Alien:
Romulus è diretto da Fede Alvarez (La
casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo
stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues
(L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi
creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.
Nel film, stando alla sinossi ad
oggi riportata, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre
rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si
ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante
dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire
che quel male possa diffondersi. Il film è atteso in sala a partire
dal 16 agosto.
Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon),
che ha diretto l’originale Alien
e ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus
e Alien:
Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di
Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez,
Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor
(Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori
controllo) sono i produttori esecutivi.
Durante una chiacchierata con
Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la
Spaeny aveva rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi
dell’Alien
originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra
il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno
portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che hanno
costruito quegli xenomorfi sono venute a costruire i nostri. Quindi
vedere il progetto originale con le persone originali che hanno
lavorato a questi film per più di 45 anni e che hanno fatto parte
della loro vita è stato davvero incredibile“. Sappiamo ora che
il nuovo capitolo si svolge prima di entrambi questi film.
A produrre il film c’è naturalmente
anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien,
Ridley Scott,
che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien:
Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo
all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del
film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le
quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una
stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film
si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus
e Alien:
Covenant, che hanno rappresentato le origini degli
Xenomorfi così come li si conosce.
Da quando la star di
The Mandalorian e The Boys,
Giancarlo Esposito, ha confermato di essere stato
scelto per un ruolo misterioso nel MCU, le speculazioni si sono
scatenate su chi potrebbe interpretare. L’attore ha confermato che
avrebbe debuttato in un film prima di apparire in una serie TV
Disney+ e le foto dal set di
Captain America: Brave New World hanno rivelato che il
suo progetto per il grande schermo è proprio il film che vedrà
protagonista Anthony
Mackie.
Esposito è stato arruolato per le
riprese aggiuntive e un
primo sguardo al suo personaggio senza nome lo ha mostrato in
equipaggiamento tattico con diversi coltelli e quella che sembra
essere un’ascia.
In genere,
una foto dal set del genere chiarirebbe chi sta interpretando
un attore; ma allo stato attuale delle cose, non abbiamo certezza
di chi possa essere. Ma magari si possono fare delle
congetture.
Una nuova voce che circola online
suggerisce che Giancarlo Esposito interpreterà il cattivo di
Moon
Knight, Bushman. L’esistenza del
personaggio è stata confermata nella prima stagione dello show ed è
logico che sia lui il prossimo nemico di Marc Spector/Steven
Grant/Jack Lockley in seguito alle voci su un secondo lotto di
episodi che stanno andando avanti per la serie con
Oscar Isaac.
Degno di nota è anche il
fatto che i Marvel Studios abbiano arruolato lo sceneggiatore di
Moon Knight
Matthew Orton per scrivere le riprese aggiuntive di
Captain America: Brave New World.
Bushman, il cui vero nome è
Raoul Bushman, è un supercriminale e
principalmente un avversario di Moon
Knight. Creato da Doug Moench e Bill Sienkiewicz, è
apparso per la prima volta in Moon Knight n. 1 degli anni ’80.
Bushman è un ex mercenario e soldato
con un passato nella guerriglia. Riconoscibile dal viso tatuato e
dai denti aguzzi, è noto per la sua brutalità e abilità di
combattimento. Il cattivo ha avuto un ruolo cruciale nell’origine
di Moon
Knight; durante un’operazione in Egitto, tradì e
abbandonò Marc Spector credendolo morto. Spector fu resuscitato dal
dio egiziano della luna Khonshu e assunse il ruolo di Moon Knight
per cercare vendetta contro Bushman.
Anche se ci aspettavamo un Bushman
diverso dal punto di vista fisico rispetto a Giancarlo Esposito, questa è una
possibilità intrigante e ci sono innumerevoli ragioni per cui
potrebbe incrociare la strada con Capitan America.
La Warner Bros. ha pubblicato il
trailer completo del sequel di
Beetlejuice – Spiritello porcello di Tim Burton, Beetlejuice Beetlejuice, la
scorsa settimana, dandoci un primo assaggio di diversi nuovi
personaggi, incluso il brillante Wolf Jackson di Willem Dafoe. Adesso, grazie a
Empire Magazine, possiamo ammirare l’inquietante
personaggio nelle nuove foto dal film:
Tutto quello che sappiamo su
Beetlejuice Beetlejuice
Il
visionario filmmaker Tim Burton e l’attore candidato all’Oscar
Michael Keaton tornano a fare squadra per
Beetlejuice
Beetlejuice. Keaton torna nel suo ruolo iconico
accanto alla candidata all’Oscar Winona Ryder (Stranger Things, Piccole
donne) nel ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy
Catherine O’Hara (Schitt’s
Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz. Si
aggiungono al cast le new entry Justin Theroux (Star
Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, The Leftovers),
Monica Bellucci (Spectre, i film di
Matrix), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto
in un lungometraggio, la candidata agli Emmy
Jenna Ortega (Mercoledì, Scream VI) nel ruolo della figlia
di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Povere Creature!, Van Gogh –
Sulla soglia dell’eternità).
Burton
dirige il film da una sceneggiatura di Alfred
Gough & Miles Millar
(Mercoledì).La
squadra creativa di Burton che ha lavorato dietro le quinte include
il direttore della fotografia Haris Zambarloukos
(Shark 2 – L’abisso, Assassinio sull’Orient Express) e
diversi suoi collaboratori storici come lo scenografo Mark
Scruton (Mercoledì), il montatore Jay
Prychidny (Mercoledì), la costumista premio Oscar
Colleen Atwood (Alice in Wonderland, Sweeney
Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street), il supervisore
creativo degli effetti delle creature e del trucco speciale
vincitore del Premio Oscar Neal Scanlan
(Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, Charlie e
la fabbrica di cioccolato), il compositore Danny Elfman
(Big Fish, The Nightmare Before Christmas, Batman), e il
Premio Oscar per le acconciature e il trucco Christine
Blundell (Topsy-Turvy
Sotto-sopra).
Guardiani della Galassia Vol. 2 ha introdotto
i Guardiani “originali”, una squadra composta da
Sylvester Stallone come Stakar Ogord,
Ving Rhames come Charlie-27, Michelle
Yeoh come Aleta Ogord, Miley Cyrus come
Mainfraime e Michael Rosenbaum come Martinex.
Quando il sequel è uscito al cinema
nel 2017, l’aspettativa era che il regista James
Gunn avrebbe supervisionato una serie di progetti
cosmici per i Marvel Studios, creando un Marvel
Cosmic Universe. Anche se non è mai stato chiaro fino a che punto
siano andati avanti questi piani, questi sono stati interrotti a
seguito del licenziamento di Gunn da parte della Disney. Alla fine,
come sappiamo, la House of Mouse ha ripreso con sé il regista per
il Vol. 3, ma a quel punto molte cose erano cambiate, e
James Gunn non era più interessato al possibile
Marvel Cosmic Universe, dato che dopo aver accompagnato in sala
Guardiani della Galassia Vol. 3, si è lanciato
nell’avventura dei DC Studios.
Michael
Rosenbaum è un buon amico di Gunn e i fan sperano che
Martinex potesse assumere un ruolo più importante nel trequel o
addirittura in un potenziale spin-off guidato da Ravagers.
Sfortunatamente, il ruolo dell’attore nel film era poco più di un
cameo.
“Voglio dire, il ruolo avrebbe
dovuto essere molto più grande. Hanno tagliato molto”, ha
detto Michael Rosenbaum a ComicBook.com del suo
ruolo limitato nel MCU. “Beh, avresti dovuto vedere, era
scritto nella sceneggiatura, si potevano vedere i poteri di
Martinex, che erano davvero fantastici.” Nonostante abbia
ottenuto solo quello che si è rivelato un ruolo molto minore nel
franchise dei Guardiani della Galassia, non c’è
rancore da parte dell’attore. “È stato divertente. Per me è
come se lavorassi con i miei amici e vengo pagato, sono in un
grande film Marvel, la vita potrebbe fare peggio”, ha aggiunto
Rosenbaum. “Sai cosa intendo? Sono molto grato.”
Ecco il trailer italiano di
La memoria dell’assassino, il film di e con
Michael Keaton, il quale dirige e recita al
fianco di James Marsden e Al Pacino. Distribuito in Italia da Eagle
Pictures, il film arriverà nelle sale il prossimo 4 luglio.
La memoria dell’assassino
– la trama
John Knox (Michael
Keaton), è un sicario a cui è stata diagnosticata una
malattia irreversibile che gli fa perdere progressivamente e
rapidamente la memoria. Il figlio Miles (James
Marsden), con cui ha rapporti tesi, chiede
improvvisamente il suo aiuto: ha commesso un terribile crimine, e
chiede a Knox di farne sparire le prove. Aiutato da un amico fidato
(Al
Pacino), affrontando l’acuta detective Ikari
(Suzy Nakamura), Knox, cercherà di risolvere la
situazione in una lotta contro il tempo e il ticchettio della sua
mente in rapido deterioramento.
Nonostante la recente revisione
della CW, The Chosen passerà ancora una volta alla
rete broadcast dopo l’acquisizione delle prime tre
stagioni nel giugno 2023. Ciò fa seguito a una lunga
battaglia legale, annunciata dal creatore Dallas
Jenkins a marzo, che ha visto una disputa tra
Angel Studios e The Chosen, LLC.
Nonostante le aspettative che la
quarta stagione andasse in onda sulla CW, le suddette complicazioni
legali hanno lasciato i fan nell’incertezza sul futuro della serie
in streaming, e questo annuncio sarà probabilmente accolto da molti
con un sospiro di sollievo. The Chosen si aggiunge
al rinnovo della
stagione 7 di All-American e di Penn & Teller: Fool Us nella
stagione 11 su The CW.
The Chosen è una serie che rompe i
limiti
La prospettiva di affrontare una
delle storie più antiche e importanti del mondo è a dir poco
scoraggiante: The Chosen è la prima serie multi-stagione sulla vita
di Gesù Cristo. Inizialmente senza successo, la pandemia del 2020
avrebbe visto lo show guadagnare rapidamente popolarità, anche se
molte importanti testate ne ignoravano l’esistenza. Poi la serie è
approdata in streaming, con Netflix, Peacock e, infine, la CW che ne hanno
compreso il potenziale. Ormai una serie amata da milioni di
persone, ogni stagione sembra superare la precedente in termini di
portata e performance, con la quarta che ha ricevuto molti elogi
dalla critica, tra cui Michael John Petty di Collider, che ha
dichiarato:
“La fotografia, i costumi, la
produzione e la scenografia elevano questa serie ben oltre
l’etichetta sprezzante di “basata sulla fede” con cui viene spesso
archiviata. Non si è badato a spese per far sembrare The Chosen una
serie in streaming a grande budget ambientata nel I secolo d.C., e
il valore della produzione non ha fatto che aumentare nel
tempo“.
Inoltre, Shahar Isaac, che forse ha
avuto più da fare nella scorsa stagione che nei tre episodi forniti
per la recensione, si è dimostrato un protagonista forte e
complesso, in grado di sorprenderci ancora oggi. Simon Peter è
probabilmente il personaggio più complesso di The Chosen, pieno di
contraddizioni interne e di una spavalderia da testa calda – ma
dopo l’impressionante finale della terza stagione (“Sustenance”),
Isaac svela un lato diverso del futuro apostolo, ricordandoci che
c’è ancora molto in serbo per Peter in futuro”.
La quarta stagione di The Chosen è disponibile
per la visione tramite l’app The Chosen ed è stata ufficialmente
acquisita da The CW. Le stagioni 1-3 di The Chosen sono
disponibili sulle seguenti piattaforme:
Fino ad ora, Jordan
Peele (Scappa
– Get Out,
Noi,
Nope) ha lavorato solo a suoi progetti originali,
evitando i franchise più importanti. Tuttavia, era destinato a
dirigere per la Warner Bros. l’adattamento di
Akira a un certo punto, e anche se le cose non
hanno funzionato, il fatto che fosse in lizza suggerisce che
sarebbe disposto a partecipare a un film di un grosso studio, se le
circostanze dovessero piacergli. Una particolare proprietà dei
Marvel Studios potrebbe dunque aver
catturato l’interesse di Jordan Peele?
Secondo Jeff
Sneider nell’ultima edizione della sua newsletter, Peele
ha incontrato lo studio per prendere potenzialmente il timone di un
prossimo film dell’MCU. Sneider non nomina il progetto, ma ha
indicato di sapere di cosa si trattava. Ovviamente ci sono numerose
possibilità, ma la teoria più popolare sembra essere il riavvio
degli X-Men.
Scappa – Get Out di Jordan Peele
Una recente voce afferma che lo
studio sta cercando un POC per dirigere il progetto, e anche se
potrebbe sembrare un po’ troppo presto che qualcuno che possa
entrare formalmente in trattative, sappiamo che uno sceneggiatore è
stato ufficialmente arruolato nella persona di Michael
Lesslie. (The Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e del serpente; Assassin’s
Creed del 2016).
La Marvel sarebbe capace di dare a
Jordan Peele la libertà di dirigere questo film
(qualunque cosa risulti essere) a modo suo senza alcuna
interferenza? Lo speriamo sicuramente, ma altri cineasti hanno
espresso una certa frustrazione nel dover lavorare entro i confini
del sistema MCU.
La regista di
The
Marvels Nia DaCosta – che Peele ha ingaggiato per
dirigere il riavvio di Candyman – ha parlato
apertamente della collaborazione con la Marvel l’anno scorso.
“A volte eri in una scena e pensavi, ‘Che diavolo significa
tutta questa merda?'”, ha detto a Vanity Fair, prima di
aggiungere che The Marvels è “una produzione di Kevin Feige, è il suo film [ …] Ho provato ad
entrare con la consapevolezza che alcuni di voi passeranno in
secondo piano”.
In ogni caso, la Marvel incontra
molti registi, quindi nulla è determinato. Ma se Peele dovesse
prendere il timone di un prossimo film del MCU, a quali personaggi
potrebbe essere più adatto?