Ora, la star John Cena ha condiviso un’altra foto sulla sua pagina
Instagram, e questa ha un’aletta. Sembra proprio che si tratti
dell’elmetto dal nome esilarante “Scabbia per tutti”, che secondo
Smith “farebbe venire la scabbia a tutti nel raggio di un miglio,
tranne, ovviamente, a chi indossa l’elmetto”.
“Peacemaker esplora la storia del personaggio che
John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore
esecutivo James
Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso
che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone
debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama della
seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che
Frank Grilloriprenderà il ruolo di Rick Flag
Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker
di suo figlio Rick Jr. (Joel
Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.
Gunn, Peter Safran
e Matt Miller sono i produttori esecutivi di
Peacemaker.
Anche il produttore esecutivo John Cenae il produttore consulente Stacy
Littlejohn sono coinvolti nella produzione dello show. Nel cast si
ritrovano anche Sol Rodríguez nei panni di Sasha
Bordeaux, Tim Meadows nei panni di Langston Fleury
e David Denman in un ruolo misterioso. La serie
arriverà nella seconda metà del 2025.
La HBO ha appena rilasciato il trailer ufficiale di Dune:
Prophecy
dopo un panel ricco di star al New York Comic-Con. È stato inoltre
rivelato che la serie di sei episodi debutterà domenica 17 novembre
alle 21:00 ET/PT.
Se non conoscete i libri di Dune di
Frank Herbert, potreste avere difficoltà a dare un senso a ciò
che vedete qui. C’è comunque una grande quantità di intrighi
politici, con i riflettori puntati soprattutto sulle misteriose
origini della Bene Gesserit.
Parlando con Screen Rant oggi, il produttore esecutivo Allison
Schapkey ha spiegato come questa iterazione del gruppo differisca
da quella che abbiamo visto nei film di Dune di
Denis Villeneuve.
“Penso che quando si vedono le Bene Gesserit nei film, prima di
tutto, si vede davvero il loro volto in avanti. Coltivano una tale
mistica, un tale mistero. E sono là fuori, spietati, decisi e
potenti, e cercano di giocare ogni angolo e di manipolare ogni
possibile risultato. E sono molto in potere”.
“E credo che nella nostra serie si assista, come ho detto, alla
nascita di questa realtà e si veda il dietro le quinte di
un’organizzazione del genere. E penso che Valya Harkonnen prenderà
una giovane istituzione che è fragile, che è sotto attacco per
certi versi, e la farà crescere e la proteggerà e combatterà per
assicurarne la sopravvivenza. E il modo in cui questo accade è il
modo in cui siamo diversi, ma anche in cui parliamo alla Bene
Gesserit più tardi, quando sarà nel suo pieno potere”.
Dune: Prophecy è innegabilmente intrigante e ha un
aspetto adeguatamente epico, anche se manca l’immagine
cinematografica e spettacolare a cui ci ha abituato Villeneuve con
Dune e Dune:
ParteDue.
Tuttavia, questa serie prequel è una cosa a sé stante, quindi
sarebbe meglio non fare troppi paragoni. Per il momento, potete
guardare il nuovo lungo trailer della prossima serie HBO nei player
sottostanti.
Tutto quello che sappiamo su Dune: Prophecy
Dall’ampio universo di Dune, creato dall’acclamato autore Frank
Herbert, e 10.000 anni prima dell’ascesa di Paul Atreides, Dune:
Prophecy segue due sorelle Harkonnen mentre combattono le forze
che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la favolosa setta
che diventerà nota come Bene Gesserit.
La serie è ispirata al romanzo Sisterhood of Dune,
scritto da Brian Herbert e Kevin J. Anderson.
Il cast di Dune: Prophecy comprende Emily Watson,
Olivia Williams, Travis Fimmel, Jodhi May, Mark Strong, Sarah-Sofie
Boussnina, Josh Heuston, Chloe Lea, Jade Anouka, Faoileann
Cunningham, Edward Davis, Aoife Hinds, Chris Mason, Shalom
Brune-Franklin,
Jihae, Tabu, Charithra Chandran, Jessica Barden, Emma Canning e
Yerin Ha.
Alison Schapker è showrunner e produttore esecutivo. Diane
Ademu-John ha co-sviluppato la serie e funge da produttore
esecutivo. Anna Foerster ha prodotto e diretto diversi episodi, tra
cui il primo.
Sara (Emma
Roberts) non ha ancora paura dei fantasmi quando la
incontriamo per la prima volta in Abandoned – La fattoria
maledetta, film dell’orrore che affronta temi pesanti come
la depressione post-partum, la malattia mentale e l’abuso. Sara e
suo marito Alex (John Gallagher
Jr.) si trasferiscono dalla grande città con il loro
neonato Liam (Marie May) nella speranza di
iniziare una nuova vita lontano dal frastuono della vita urbana.
Dopo aver trovato la casa in cui desiderano stabilirsi, l’agente
immobiliare rivela un evento orribile avvenuto 40 anni prima
nell’abitazione. Nonostante la natura macabra del lontano passato
della casa, Sara e Alex procedono con l’acquisto concentrandosi sul
futuro della loro famiglia.
A volte, Abandoned – La
fattoria maledetta si presenta più come un dramma
psicologico che come un horror puro, ma in ogni caso Sara è alle
prese con l’idea che i suoi sentimenti verso il figlio e l’idea di
essere madre non sono in linea con quanto si aspettava, cosa con
cui si può facilmente empatizzare. Il conflitto interiore con cui
sta lottando non fa dunque che aumentare le sue ansie, ma anche il
suo interesse a scoprire cosa è successo alla famiglia che viveva
in quella casa quattro decenni prima. Reale presenza di fantasmi o
semplice psicosi? In questo articolo proponiamo una spiegazione del
film e del suo finale.
Una relazione distante
Non tutto è rose e fiori nella nuova
vita di genitori. Fin dall’inizio, vediamo Sara e Alex che cercano
di vedere la casa che alla fine acquisteranno mentre il loro figlio
Liam piange inconsolabilmente. È chiaro che i nuovi genitori, in
particolare Sara, sono un po’ frustrati per le coliche di Liam. Ciò
che potrebbe non essere del tutto evidente, tuttavia, è che c’è già
una frattura tra Sara e suo marito, anche se non vogliono
riconoscerlo. Il film è piuttosto chiaro riguardo alla depressione
post-partum di Sara. E c’è già la sensazione che ne soffra da molto
prima di incontrare i personaggi all’inizio del film.
Quando Alex parla con l’agente
immobiliare, si riferisce costantemente a se stesso al singolare
prima di correggere il suo linguaggio usando la parola “noi”. È un
lapsus freudiano che suggerisce al pubblico l’idea che Sara sia già
piuttosto distante. È silenziosa e non dice molto finché non è il
momento di prendere una decisione. Quando Alex si reca in casa per
firmare i documenti con l’agente immobiliare, si sfoga un po’
dicendo che la vita di città non è “andata bene” per la coppia,
almeno da quando è nato il bambino. Questo è il primo importante
indicatore che qualcosa ha messo un cuneo tra la coppia, che si
aggrava solo con il passare del tempo.
Cortesia di Vertical Entertainment
La fredda realtà della depressione
post-partum
Nel corso di Abandoned – La
fattoria maledetta, Sara lotta per legare con suo figlio.
Spesso sente che il suo pianto costante e il suo rifiuto di
allattare sono un segno che non hanno un legame. Sara appare spesso
imbronciata nelle interazioni con il marito e di solito è distante,
sembra vivere nella sua testa. La sua fissazione per gli omicidi
avvenuti nella casa appena acquistata indica il suo bisogno di
distrarsi dalle proprie difficoltà.
Un dettaglio che gli spettatori
potrebbero non notare inizialmente è la sua mancanza di cura di sé.
La maggior parte delle forme di depressione spesso inducono chi ne
è affetto a perdere di vista i propri bisogni. Nel corso del film,
passano diversi giorni e Sara non si cambia nemmeno i vestiti. La
si vede addirittura andare a dormire con gli abiti da giorno. Le
tipiche routine igieniche vengono trascurate. Sara porta anche un
elastico al polso e spesso lo fa scattare quando è sovrastimolata o
si sente ansiosa. Questo meccanismo di coping è spesso utilizzato
da coloro che lottano contro la depressione o l’ansia per mantenere
i piedi per terra.
Una storia di orrori e spargimenti
di sangue
“Beh, sembrerà peggio di
com’era”, dice l’agente immobiliare mentre si prepara a
svelare la terribile verità sulla storia della casa. Quando la
verità viene svelata, la frase che l’agente immobiliare ha dato in
pasto alla coppia è una vera e propria frottola. Il doppio omicidio
è esattamente orribile come sembra. Inizialmente, l’agente
immobiliare racconta che una giovane ragazza ha ucciso il suo
bambino e suo padre prima di porre fine alla propria vita. Quando
lo strano vicino Renner (Michael
Shannon) entra nella vita della coppia, espone gli
orribili dettagli. Il patriarca, Robert Solomon (Justin
Matthew Smith), ha aggredito sessualmente la propria
figlia Anna (Addy Miller) in diverse occasioni
dopo la morte della moglie.
Renner rivela che Anna aveva un
fratello e che la madre è morta in seguito a complicazioni del
parto. L’agente immobiliare informa poi Sara che Renner è in realtà
il fratello ancora in vita di Anna. Sembra un dettaglio che avrebbe
dovuto divulgare al momento della vendita della casa. Renner ha
cambiato nome e si è trasferito vicino a casa per elaborare il
lutto in solitudine. Sara chiede a Renner se ci sono stati altri
bambini. Con uno strano colpo di scena, lui rivela che in realtà i
bambini erano tre. Confusa, Sara chiede perché gli altri due non
erano nei rapporti. Ma poi si rende conto che sono ancora
all’interno della casa. Sara arriva a credere che si stiano
nascondendo dietro l’armadio e che i ragazzi abbiano rubato le loro
cose.
Cortesia di Vertical Entertainment
I sentimenti di Sara nei confronti
del figlio neonato
Forse uno degli aspetti più
inquietanti di Abandoned – La fattoria maledetta è
il pianto costante di Liam e l’incapacità di Sara di consolarlo.
Ciò aggrava la sensazione di disagio per il tumulto interiore di
cui Sara soffre insieme alla natura surreale delle sue
allucinazioni. Spesso mostra erroneamente un certo grado di
trascuratezza mentre viene trascinata nella sua psicosi
allucinogena – una condizione che in seguito si rivela essere la
causa principale dei suoi problemi, secondo il suo medico. Questo
ci porta a chiederci perché Liam si rifiuti di legare con la
madre.
Quando in seguito Alex chiama
qualcuno per aiutarla a curare Sara, lei condivide il suo stato
d’animo attuale, dicendo: “Tutti mi dicevano quanto sarebbe
stato euforico tutto questo. Che avrei provato un amore mai provato
prima. Non sento nulla di tutto ciò. E sono imbarazzata. Poi lo
guardo e mi sento colpevole, risentita e triste”. Sara
desidera disperatamente i sentimenti che le erano stati promessi,
ma questi le sfuggono continuamente. Rifiuta i farmaci per poter
continuare ad allattare, l’unica cosa che, secondo lei, crea una
sorta di legame tra lei e Liam. Alla fine il medico le consiglia di
prendere un antipsicotico, ma lei non lo fa.
Il caso dei maiali malati
Alex non riceve molta attenzione in
questo film, ma ha un filo conduttore minore. Essendo un
veterinario che vive in una zona rurale, deve recarsi da ogni suo
cliente per valutare la salute del bestiame e degli altri animali.
Questo, ovviamente, lascia a Sara molto tempo per stare da sola con
i suoi pensieri e con Liam. In un caso particolare, sta cercando di
diagnosticare un problema con l’ultima cucciolata di maiali di un
allevatore. Per eseguire i test, Alex suggerisce che il padre dei
maiali dovrà essere analizzato, il che richiederebbe
l’eutanasia.
Dopo aver eseguito alcuni test sul
padre deceduto, Alex riferisce all’allevatore che la madre è
purtroppo la responsabile dell’infezione. Per questo motivo, è
necessario interrompere la cucciolata e la madre per non causare
un’ulteriore diffusione dell’infezione. Questo momento sembra avere
un grande effetto su Alex, soprattutto per il parallelo che si può
tracciare tra le condizioni dei maiali e la sua vita domestica.
Diventa più amareggiato nei confronti di Sara a causa della
tensione che la sua lotta mentale sta esercitando sulla famiglia.
Ora lo vede come una possibile infezione che si diffonde nella sua
famiglia, proprio come la situazione della madre maiale e della sua
stessa prole. Questo aumenta la sua insistenza affinché Sara si
faccia curare.
Cortesia di Vertical Entertainment
Il trauma di Renner
Dal momento in cui incontriamo
Renner, è facile capire che c’è molto che ribolle sotto la sua
superficie inquieta, ma tranquilla. Michael Shannon fa un lavoro ammirevole nel
trasmettere un trauma che si è a lungo incancrenito nella psiche di
Renner. Ciò che si è lasciato alle spalle è un uomo privo di
felicità che sembra vivere in uno stato di perenne dolore. È
comprensibile, considerando tutto quello che ha passato. Ha
sofferto il senso di colpa per essere stato accusato di aver
causato la morte di sua madre. Il livello di danno psicologico che
può causare a un giovane ragazzo è incalcolabile. Poi ha sopportato
le azioni efferate del padre nei confronti della sorella ed è
rimasto solo come unico sopravvissuto alle violente conseguenze che
ne sono derivate.
Renner afferma di essersi trasferito
vicino alla casa della sua infanzia in età adulta semplicemente per
poter elaborare il lutto a modo suo. Cambiò il suo nome in modo da
nascondere alla gente del posto la sua identità di ragazzo
sopravvissuto. Tuttavia, il cambio di nome non ha ingannato nessuno
e tutti sanno che Renner è il fratello di Anna. Ma è attraverso il
trauma di Renner che Sara riesce a trovare una soluzione con suo
figlio. Anna non ha mai avuto voce in capitolo su ciò che le è
accaduto. Tutto le è stato imposto dal padre violento. Ai suoi
occhi, i figli non erano suoi, ma erano un doloroso ricordo di ciò
che il padre le aveva tolto. Sara, invece, alla fine capisce che
Liam è suo. “Tu sei mio”, dice quando viene minacciata dall’idea
che lui possa essere portato via da lei.
Salute mentale e farmaci
Che si creda davvero che le
infestazioni si verifichino o che sia tutto nella testa di Sara è
irrilevante quando si tratta di un fatto assoluto: Sara soffre di
una grave depressione post-partum. Non c’è dubbio che sia così e il
suo terapeuta, il dottor Carver (Paul Schnieder),
la diagnostica come tale. Sulla base delle azioni riferite da Sara,
come lasciare per errore il figlio in cima a una rampa di scale,
Carver ritiene che la depressione di Sara si sia trasformata in
psicosi allucinogena. Le prescrive degli antipsicotici per aiutarla
a gestire le immagini o i suoni che potrebbe sperimentare.
Naturalmente, come abbiamo già detto, Sara rifiuta i farmaci.
Insiste per poter allattare e si
rende conto che i farmaci metterebbero fine al tempo che condivide
con suo figlio. Sara ritiene che sia l’unico momento in cui si
sente vicina a lui. Tuttavia, c’è un commento reale sulla necessità
della medicina moderna. Nei momenti finali del film, nonostante
l’ambientazione “felice”, si ha comunque la sensazione che la lotta
di Sara non sia mai stata del tutto superata. Anche se affrontare i
suoi sentimenti è fondamentale, la malattia mentale è una battaglia
costante che richiede la cura di sé. Il rifiuto di Sara di prendere
le medicine e di confrontarsi con i suoi sentimenti (fino al terzo
atto) è la ragione stessa per cui l’intera sequenza di eventi di
questo film si verifica.
Cortesia di Vertical Entertainment
Ossessione o allucinazioni?
Questo ci porta alla domanda più
importante di Abandoned – La fattoria maledetta.
La casa è veramente infestata o tutto è visto attraverso la lente
della psicosi di Sara? In definitiva, il film è incentrato sulla
depressione di Sara. L’orrore è solo uno sfondo che completa i suoi
sentimenti di madre. C’è un motivo per cui Alex non voleva che
l’agente immobiliare rivelasse i tragici eventi accaduti nella
casa. Sapeva che Sara, nel suo stato, si sarebbe fissata su questo.
E così è. Spesso vede immagini fantasma di Robert Solomon, l’autore
degli abusi in questa situazione. Allo stesso tempo, è paralizzata
dal senso di colpa per la sua inadeguatezza come madre. Si trova in
un territorio completamente nuovo, fisicamente ed emotivamente, e
Sara sente di non essere legata a suo figlio nel modo in cui
dovrebbe esserlo.
Il principale indizio che questa
storia è basata esclusivamente sulla mente di Sara è che Alex non
sperimenta mai nessuna delle presunte infestazioni. Sara vede altre
apparizioni man mano che scopre di più su ciò che è accaduto. È
talmente rapita dagli eventi che si svolgono davanti a lei da
credere che ciò che sta vedendo sia reale. Infatti, nel momento in
cui Renner indica che gli altri due bambini erano ancora in casa,
la donna fa immediatamente il collegamento con l’idea che i bambini
siano ancora vivi e che siano la causa di tutti i rumori che ha
sentito dietro l’armadio. Tuttavia, Renner stava insinuando che il
padre li avesse uccisi e nascosti in casa. Queste visioni spettrali
sono tutte allucinazioni.
Confrontarsi con i sentimenti di
Sara
Negli ultimi istanti del film, Liam
viene apparentemente portato via da Sara e lei insegue un bambino
nella stanza dove un tempo un armadio copriva un passaggio.
Entrando nella stanza, Sara vede che l’armadio ha un buco sul retro
che conduce a un’intercapedine. Scopre che tutti gli oggetti
scomparsi, tra cui un camioncino e la foto del matrimonio di Alex e
Sara, si trovano in questo spazio. Poi emergono due ragazzi
selvaggi che rappresentano i due bambini di cui Renner ha parlato.
Uno tiene in braccio il piccolo Liam. Questi ragazzi sono
chiaramente frutto della mente di Sara, poiché è impossibile che
siano vivi.
La tragedia è avvenuta 40 anni fa,
quindi sarebbero adulti se fossero riusciti in qualche modo a
sopravvivere nella intercapedine per tutti questi anni. Sara
afferma di non essere affatto come Robert, ma il ragazzo che tiene
in braccio Liam ribatte che lo è e che ha visto Sara fare del male
a Liam. A quel punto lo schermo si oscura e ritroviamo poi Sara con
Liam in braccio e con una rinnovata visione della maternità.
Naturalmente, questa sequenza era semplicemente il subconscio di
Sara che la incriminava per la sua percepita negligenza nei
confronti del figlio. Dopo aver raggiunto la felice risoluzione che
lei è adeguata e Liam è il suo bambino, dal punto di vista emotivo,
possiamo anche vedere che il furgone e la foto sono assenti
dall’intercapedine come se non fossero mai stati lì.
Cortesia di Vertical Entertainment
Per sempre felici e contenti….
Dopo questa svolta emotiva, Alex
torna a casa in fretta e furia, preoccupato di essere stato via
troppo a lungo. Vede che Sara ha preparato la colazione e gli
assicura che “è finita”. Ha superato i suoi sentimenti di
disperazione e di vuoto nei confronti del figlio e ha trovato un
rinnovato senso di scopo nella maternità. Gli ultimi minuti del
film ritraggono Sara e Alex che vivono la loro vita migliore come
una coppia felice che cresce il piccolo Liam, ormai diventato un
bambino. In giardino, vediamo che Renner è diventato un caro amico
di famiglia della coppia e lancia una palla da baseball come se
avesse appena finito di giocare a palla con il piccolo Liam.
Sara e Alex raggiungono Liam
sull’altalena del grande albero. Mentre ondeggiano avanti e
indietro, Sara sembra avere uno sguardo inquieto. Nell’ultima
inquadratura, si vede subito che appoggia il braccio sulla pancia
incinta, probabilmente preoccupata che tutto ricominci ancora una
volta con la nascita del secondo figlio. La verità è che non esiste
una cura semplice per le malattie mentali, soprattutto per la
depressione. Tuttavia, sono disponibili metodi di trattamento e di
gestione per aiutare coloro che hanno a che fare con queste lotte a
vivere la migliore qualità di vita possibile e a mitigare i
sintomi.
L’attesissimo sequel horror Smile 2 è finalmente arrivato
e sicuramente fa un passo avanti rispetto al
film originale del 2022. Lo sceneggiatore/regista Parker Finn
torna a dirigere questo seguito, che segue la pop star Skye Riley,
interpretata da Naomi Scott, star di
Aladdin del 2019, mentre parte per un tour mondiale.
Tuttavia, gli eventi iniziano presto a sfuggire al controllo e la
ragazza viene perseguitata da un’entità soprannaturale.
Il film è un’emozionante montagna russa, piena di allucinazioni
e incubi che potrebbero lasciare il pubblico a grattarsi la testa e
a chiedersi cosa sia esattamente reale. Non temete però, siamo qui
per aiutarvi con la nostra guida al finale di Smile 2, che analizza
tutte le vostre domande principali, tra cui chi muore, cosa succede
a Skye Riley e altro ancora.
Naturalmente, quanto segue contiene importanti spoiler su Smile
2, quindi tornate indietro se non avete ancora visto il film. E se
state discutendo se valga la pena di andare al cinema, date
un’occhiata alla nostra recensione di Smile 2 per il verdetto
completo.
Il finale di Smile 2 spiegato
Smile 2 Naomi Scott – Paramount Italy
L’atto finale di Smile 2 non solo è incredibilmente brutale, ma
non è chiaro cosa sia esattamente un’allucinazione e cosa stia
realmente accadendo, mentre la maledizione soprannaturale si
impossessa sempre più della nostra protagonista Skye Riley. In
effetti, da questo momento in poi tutto è aperto
all’interpretazione se sia reale o meno, mentre gli eventi si
susseguono a spirale.
Le cose vanno di male in peggio quando Skye viene ricoverata in
un centro di riabilitazione, dove ha una tesa discussione con la
madre. Vediamo la madre apparentemente posseduta dalla maledizione
e pugnalarsi a morte con un pezzo di vetro rotto. Tuttavia, vediamo
Skye coperta di sangue con in mano il frammento. È stata quindi lei
a uccidere la madre, impossessandosi del mostro stesso?
Sembra proprio di sì e così Skye scappa dal centro benessere,
prendendo una pistola e provocando una bella scenata. Incontrando
la sua amica Gemma, le due rubano un’auto e si dirigono verso il
luogo in cui si trova Morris, l’uomo che prima aveva chiesto a Skye
di aiutarlo a uccidere la maledizione una volta per tutte.
Tuttavia, ancora una volta le cose vengono stravolte quando Skye
riceve una telefonata da Gemma, mentre la sua amica è
presumibilmente seduta accanto a lei. Gemma si rivela
un’allucinazione del mostro e cerca di far precipitare il
veicolo.
In qualche modo Skye riesce a raggiungere il magazzino dove si
era incontrata con Morris e iniziano a prepararla per fermare
temporaneamente il suo cuore, facendola morire per un tempo
sufficiente a uccidere la maledizione. Tuttavia, mentre Morris si
allontana per andare a prendere qualcosa, Skye si trova faccia a
faccia con il mostro, che appare come un doppio della pop star.
Il mostro travestito da Skye la droga e Skye si risveglia sul
palco durante la prima serata del suo tour mondiale. Vediamo sua
madre tra il pubblico. La sua morte precedente era solo
un’allucinazione? Non è chiaro.
Una Skye confusa incontra poi il mostro che scardina la sua
disgustosa mascella e la assorbe completamente. Sentiamo il
pubblico urlare in mezzo ad altri rumori violenti, mentre le scene
finali mostrano il corpo di Skye sul pavimento e il microfono che
le esce dalla testa. È chiaro che il mostro ha assunto il controllo
totale e ha costretto Skye a pugnalarsi a morte usando il
microfono.
È una conclusione sconvolgente, ma c’è qualcosa che la segue?
Consultate il nostro articolo sulla scena post-credits di Smile
2 per sapere se vale la pena di restare in sala anche dopo i
titoli di coda.
Non è chiaro cosa sia reale e cosa sia un’allucinazione per
tutto il terzo atto di Smile 2, mentre la maledizione inizia a
prendere completamente il sopravvento. In qualche modo, Skye si
ritrova sul palco per il primo concerto del suo tour mondiale, ma
la maledizione si impossessa completamente del suo corpo, mentre
vediamo il mostro accanto a lei (in tutta la sua ignobile
gloria).
Apre la mascella per assorbire Skye e completa il suo lavoro,
costringendola a pugnalarsi a morte sul palco con il suo sfarzoso
microfono. Vediamo il corpo senza vita di Skye che giace lì con il
microfono che le esce dalla testa, confermando brutalmente la sua
fine.
Chi muore in Smile 2?
In Smile 2 ci sono molti morti, il che sembra giusto, dato che
una minacciosa maledizione soprannaturale si sta scatenando.
Il primo personaggio degno di nota a incontrare una fine
violenta è il detective della polizia Joel di Kyle Gallner, che ha
visto la maledizione trasmettersi a lui durante le scene finali del
film originale. Viene completamente distrutto da un’auto durante
una brutale scena d’apertura, che è un’incredibile sequenza di un
solo colpo.
Anche Lewis, lo spacciatore di Lukas Gage, muore all’inizio del
film: la maledizione gli fa fracassare il cranio con un peso.
Questa è la morte crudele di cui Skye è testimone e che porta la
maledizione a trasmettersi a lei.
A proposito di Skye, la maledizione si impossessa
momentaneamente del suo corpo mentre si trova al centro di
riabilitazione, nelle scene che precedono l’atto finale. Sebbene
all’inizio possa sembrare che la madre si stia pugnalando a morte
con un pezzo di vetro rotto, si scopre che Skye lo ha fatto mentre
era posseduta.
Tuttavia, la madre potrebbe non essere morta, poiché vediamo il
suo volto tra la folla durante l’ultima esibizione di Skye alla
fine del film. Si tratta di un’allucinazione o della scena
dell’ospedale? È praticamente lasciato allo spettatore il compito
di interpretare gli eventi, dato che i confini tra realtà e incubi
si fanno sempre più labili.
Una cosa certa, però, è che Skye incontra il suo destino proprio
alla fine, quando si ritrova sul palco, durante la prima esibizione
del suo nuovo tour mondiale. Con la maledizione che prende il pieno
controllo, usa il microfono per pugnalarsi a morte davanti a tutta
la folla.
Cosa succede alla maledizione?
Smile 2 Ray Nicholson – Paramount Italy
Come viene rivelato nelle scene finali di Smile 2, Skye aveva
completamente allucinato la sua visita a Morris oppure il loro
tentativo di fermare temporaneamente il suo cuore per eliminare la
maledizione era stato interrotto dal mostro.
Con Skye che non sa cosa sia reale e cosa sia un incubo, anche
il pubblico rimane in attesa della verità. Quello che è certo è che
i tentativi della coppia di porre fine alla maledizione alla fine
sono falliti.
Invece, le cose peggiorano molto, molto, molto, quando la
maledizione si impossessa completamente di Skye, facendo sì che la
popstar si uccida sul palco davanti a una folla di migliaia di
persone (anche in modo piuttosto brutale, usando il suo microfono
per pugnalarsi a morte). La maledizione si trasmette a tutte le
persone che assistono alla morte violenta di Skye, che, come
abbiamo già detto, sono migliaia.
Ciò significa che la maledizione è ora incredibilmente
dilagante, e che probabilmente si diffonderà a macchia d’olio data
l’enorme quantità di persone colpite. Il che, sì, non è affatto una
buona notizia…
Ci sarà uno Smile 3?
Il finale sconvolgente del film vi lascerà sicuramente
desiderare un film Smile 3, che è stato organizzato in modo preciso
durante gli scioccanti momenti conclusivi. La morte violenta di
Skye è testimoniata da migliaia di spettatori durante la prima
esibizione del suo tour mondiale, il che significa che, in teoria,
la maledizione è stata trasmessa a ciascuno di questi
individui.
Con un trequel, la maledizione può essere più dilagante e
diffusa, con un numero maggiore di persone colpite rispetto al
passato. Forse questo potrebbe incoraggiare un gruppo a unirsi per
porre finalmente fine agli orrori, uccidendo la maledizione una
volta per tutte. Sarebbe certamente appropriato per un film
conclusivo di una trilogia forte.
Naturalmente, però, queste sono solo le nostre teorie, con lo
sceneggiatore/regista Parker Finn che si tiene strette le carte per
quanto riguarda il prossimo film della serie Smile, che si tratti
di Smile 3 o di qualcos’altro.
Parte da un reale fatto di cronaca
Luca Barbareschi per dar vita alla sua nuova
regia cinematografica, la quinta dopo il recente The
Penitent. Nello specifico, quella per cui nel 2015 il
governo greco valuto la possibilità di risolvere la crisi economica
che affligeva il Paese vendendo alcune isole dell’Egeo. L’idea non
andò mai in porto, ma giustamente Barbereschi non ha potuto fare a
meno di chiedersi cosa sarebbe potuto accadere se invece la
compravendita si fosse verificata. Nasce così Paradiso in
vendita, presentato in concorso alla Festa del
Cinema di Roma, dove la Grecia è sostituita dall’Italia e
i compratori di turno – naturalmente – non possono che essere i
francesi.
Scritto da Brando
Cugia, Valerio Cugia, Damiano
Bruè e Lisa Riccardi (con gli ultimi
due autori non solo del soggetto ma anche della sceneggiatura), il
film si propone dunque come una piacevole commedia che sembra
ricordare titoli come Giù al Nord o il suo remake italiano
Benvenuti al Sud, quantomeno per l’elemento dello
“straniero” che arriva in un territorio lontano per usi e costumi
con l’obiettivo di cambiarlo, finendo ovviamente con l’esserne
cambiato lui. Si aggiungono però qui anche tutta una serie di
riflessioni non solo sulle meraviglie naturali di cui l’Italia
dispone, ma anche di come troppo spesso non vengano adeguamente
valorizzate.
La trama di Paradiso in vendita
In Paradiso in
vendita, dunque, per superare una profonda crisi
finanziaria, il governo italiano decide di vendere ai francesi
Filicudi, una delle magnifiche isole delle Eolie,
il cui nome antico è Phoenicusa. Il Governo francese spedisce
sull’isola François (Bruno Todeschini), soprannominato Richelieu.
Dietro la promessa del suo governo di farlo diventare presto
Ministro, il grande stratega cercherà di acquisire, nell’ombra,
tutte le proprietà degli isolani a costo di manipolazioni,
negoziazioni, compravendite e lottizzazioni. Ma la bellezza non si
può comprare, e François lo scoprirà a proprie spese scontrandosi
contro gli isolani e il loro sindaco MarianaTorre (Donatella
Finocchiaro).
Bruno Todeschini in Paradiso in vendita. Ph: F. Di
Carlo
Scontro tra culture diverse
“Questa non è una storia
d’amore. Non è la storia di due pesciolini innamorati persi nel
mare ma è la storia di uno squalo che aveva perso l’anima!“.
Su queste parole si apre Paradiso in vendita, dove
lo squalo non può che essere François – interpretato da un
Bruno Todeschini strepitoso, comico e tragico allo
stesso tempo -, un uomo disposto a tutto pur di portare a termine i
propri compiti, senza guardare in faccia nessuno né stringere alcun
vero legame. “Adieu”, saluta sempre, divincolandosi
da ogni possibile trappola del cuore. Una personalità dunque arida,
frequentatrice dei palazzi del potere e sempre pronta a mascherarsi
dietro il bene della sua Patria per portare avanti invece il
proprio.
Sottrarre con l’inganno le
proprietà degli abitanti di Filicudi è dunque per lui solo la copia
di un compito già portato a termine innumerevoli altre volte.
Naturalmente, però, non ha fatto i conti con il fattore italiano ed
è così che ha inizio un divertente scontro tra culture diverse.
Particolarmente coinvolgenti sono le sequenze in cui François tenta
di sostituire i formaggi italiani con quelli francesi, il pesce con
le escargot, l’Odissea con I tre moschettieri di
Dumas, e così via. Si ripropone dunque l’eterna rivalità tra
Francia e Italia, compresa di insulti basati sugli stereotipi (ma
che sono poi davvero così lontani dalla realtà?) e tentativi di
sopraffazione identitaria.
Lentamente François si lascia
vincere da quella vita lenta – e oggi più che mai desiderabile –
che si ritrova in certe realtà d’Italia apparentemente fuori dal
tempo. L’arretratezza che Filicudi dimostra si rivela infatti
tutt’altro che un elemento negativo, in quanto porta chi ne fa
esperienza a ritrovare un legame con il territorio e le persone
altrimenti perduto, specialmente tra le vie di caotiche e grigie
metropoli come può esserlo Parigi (perlomeno per come viene
mostrata, con ambienti rigidi e severi in totale contrasto con
l’aspetto selvaggio e rigoglioso dell’isola).
Bruno Todeschini in Paradiso in vendita. Ph: F. Di
Carlo
Riscoprire la bellezza che già esiste
Nel far ciò, il film procede su
binari che ben conosciamo e che puntualmente ci portano a tutte le
tappe tipiche di questa tipologia di racconti, talvolta con
cambiamenti piuttosto repentini e difficilmente digeribili (si veda
il brusco passaggio da odio ad amore degli isolani nei confronti
del protagonista). Tra i tentativi di François di ingraziarsi
gli isolani, conquistare la loro fiducia, tradirla e poi
riconquistarla stavolta per davvero, Paradiso in
vendita potrebbe risultare piuttosto prevedibile negli
obiettivi a cui giungerà, ma grazie ad una serie di elementi per
costruiti (come le sequenze a cui si accennava poc’anzi) sa offrire
risate che vanno sempre di pari passo ad un commento sociale
piuttosto importante.
Il film, come riportato anche dallo
stesso Barbareschi, punta infatti ad offrire una riflessione su
come l’Italia possieda paesaggi e realtà di straordinaria bellezza,
che troppo spesso vengono però trascurate se non anche danneggiate.
Che sia per costruire inutili ponti o portare un “progresso”
disumanizzante, la volontà di trasformare Filicudi – qui emblema di
ogni possibile bellezza territoriale – non è di certo fatta in suo
favore, bensì per chi ci lucrerà sopra. Ed è una volontà inutile,
in quanto non è necessario creare valore in un territorio del
genere che già di suo lo possiede e che pertanto andrebbe solo
valorizzato.
Barbareschi si lascia dunque alle
spalle l’austerità e l’atmosfera cupa di The
Penitent per realizzare un’opera che propone tutt’altre
tonalità, divertento e magari nutrendo negli spettatori quel
sentimento di collettività e di cura per il bene comune che tanto
andrebbe riscoperto. Di certo, Barbareschi fa scoprire un nuovo
lato di sé, con cui sembra volersi scrollare di dosso una serie di
pregiudizi per dimostrarsi invece leggero e divertito, capace così
di divertire proponendo quella che lui stesso definisce “una
commedia romantica ma anche tradizionalmente politica“.
The Good Liar è un film drammatico del 2019 basato
sull’omonimo libro e diretto da Bill Condon. Il film è incentrato
su un truffatore che cerca di depredare un’ingenua vecchia vedova
di tutte le sue ricchezze. Il film è interpretato da
Helen Mirren e
Ian
McKellen nei ruoli principali, e oh, che piacere vederli
recitare. Il film non è un granché, ma è affascinante vedere la
chimica che i due mettono tra i loro personaggi. La trama presenta
numerosi colpi di scena e una narrazione non lineare che solleva
alcune domande. Ecco il riassunto della trama e il finale del film
The Good Liar; spoiler in arrivo.
Il passato di Hans Taub e Lili Schröeder
Hans Taub era un giovane tedesco che dava ripetizioni di inglese
a una famiglia; Lili era la sua studentessa. Un giorno le sorelle
di Lili prendono in giro Hans, che si vendica baciando una delle
sorelle. Poi sale al piano di sopra e aggredisce sessualmente Lili.
Hans viene cacciato di casa dal padre delle ragazze, non sapendo
cosa ha fatto a Lili.
Hans denuncia il padre di Lili, che viene ucciso dai nazisti e
la loro casa viene sequestrata. La madre di Lili si suicida,
lasciando le sorelle a cavarsela da sole. Un giorno, una bomba
uccide le sorelle e Lili cresce sola e maltrattata dagli invasori
della guerra.
Alla fine, Lili si trasferisce in Inghilterra, si fa una
famiglia e invecchia senza mai dimenticare o perdonare Hans Taub.
Nel frattempo, Hans si stanca di stare in Germania e vuole
ricominciare da capo. Durante una delle missioni di Hans con un
ufficiale britannico di nome Roy Courtnay, i due vengono colpiti da
un nazista che stanno cercando di arrestare. Mentre Hans non viene
ferito mortalmente, Roy Courtnay viene colpito al volto. A causa
della loro somiglianza facciale, Hans coglie l’occasione per
assumere l’identità di Roy e si trasferisce in Inghilterra, mentre
Hans Taub viene dichiarato morto.
Chi è Steven?
Molti anni dopo, il compagno del nipote di Lili, che si dà il
caso sia un eccellente ricercatore, scopre che Hans ha assunto
l’identità di Roy e si trova ora in Inghilterra. Scoprono inoltre
che Hans è un truffatore e che per vivere truffa le persone e non
esita a uccidere quando viene affrontato.
Continuerò a chiamare Lili e Hans con il loro vero nome,
ma..:
Roy Courtnay = Hans
Taub
Betty McLeish = Lili
Schröeder
Steven e Lily organizzano un piano
Lily si finge Betty, una vecchia e ingenua vedova ricca, e si
iscrive a un portale di incontri per anziani. Come previsto, Hans
la avvicina al portale e cerca di conquistare la sua fiducia. Lily
lascia che Hans pensi che la stia ingannando. Steven si finge il
sospettoso nipote di Lili. Il complice di Hans, Vincent, cerca di
convincere Lily a mettere insieme i suoi risparmi con quelli di
Hans per poterla svuotare. Il primo tentativo non va a buon fine
perché Lili chiede tempo per pensarci.
Più tardi, Lili finge un ictus e il suo amico arriva fingendosi
un medico, dicendo che non sopravviverà a lungo se questi eventi
medici continuano a verificarsi. Questo piccolo fattore di empatia
permette a Lili di convincere Hans ad accettare di andare a
Berlino, dove altrimenti sarebbe stato riluttante a venire.
A Berlino, Steven si unisce a loro per mostrargli la città.
Porta Lili e Hans nel luogo in cui è stato ucciso il vero Roy
Courtnay. Steven cerca di mettere Hans alle strette raccontando la
storia di come Hans abbia assunto l’identità di un altro uomo. Lo
fa per depistare “Roy” e fargli ammettere che la sua identità era
falsa. Ora, io credo che Hans non sia un nazista, ma che abbia
abbandonato il suo posto e falsificato la sua identità (inoltre, è
un immigrato clandestino). Hans voleva semplicemente lasciare la
Germania e ricominciare da capo. Tuttavia, se le autorità lo
venissero a sapere, i crimini da truffatore di Hans verrebbero
svelati e porterebbero al suo arresto. Lili accetta la spiegazione
di Hans e si comporta come se fosse disgustata da Steven per essere
troppo ficcanaso, e chiede di lasciare Berlino per tornare a
casa.
Il giorno prima, Lili visita di nascosto la sua vecchia casa e
sale in camera sua per accedere a uno scomparto segreto sul
pavimento e tirare fuori il suo medaglione con una ciocca di
capelli di Hans che è stata catturata il giorno in cui l’ha
aggredita. Questi capelli sono la prova del DNA che Roy è in realtà
Hans Taub.
Il conto congiunto
Questo evento dà ad Hans un senso di vittoria su Steven. Sente
che, nonostante la sua vera identità, Lili si fida pienamente di
lui. Tornata in Inghilterra, Lili accetta di depositare i suoi
fondi su un conto comune con Roy. In privato, Vincent suggerisce ad
Hans di lasciare un po’ di denaro per Lili, poiché crede
sinceramente che si tratti di una donna malata di nome Betty. Hans
è avido e non è d’accordo: vuole prendere tutto il patrimonio di
Lili, senza lasciare nulla per le sue necessità mediche.
Vincent crea un conto comune, ma Lili esita a trasferire tutti i
suoi fondi. Vedendo ciò, Hans trasferisce tutto il suo patrimonio
netto come simbolo di fiducia. In seguito, Lili trasferisce tutto
quello che ha. In questa scena, Lili cerca di convincere Hans a
trasferire tutti i suoi soldi e il motivo per cui si comporta come
se esitasse è per convincere Hans a fare il passo più lungo della
gamba.
Roy lascia Betty
Anche se questo viene rivelato solo più tardi nel film, Steven
incontra Vincent e lo minaccia di una pesante causa legale. Vincent
è impotente e le restituisce tutti i soldi di Lili. Sul conto
comune rimangono ora solo i fondi di Hans. Nel frattempo, Hans fa i
bagagli e prende il suo tastierino di sicurezza e lo mette nella
borsa. Con il pretesto di andare a incontrare il figlio separato,
Hans lascia Lili. A quel punto, Lili sfila il tastierino dalla
borsa di Han. Per un breve momento, alla stazione ferroviaria, Hans
sembra volersi fermare e rimanere con Lily. Sembra che si sia
innamorato di Betty (Lili). Ma questo è solo perché Lili si è
comportata così bene. Lei vuole punirlo e lo esorta ad
andarsene.
A casa sua, Hans si accorge che la sua chiave elettronica non è
con lui e Vincent è irraggiungibile. Frustrato, torna a casa di
Lily, dove lei lo aspetta in una casa svuotata.
Il finale di The Good Liar spiegato
Il finale di The Good Liar rivela che Betty è Lili, la ragazza
che Hans (Roy) ha violentato in passato e che poi ha denunciato il
padre, facendo naufragare la vita di Lili. Lili si vendica
ritirando ogni centesimo che Hans possiede e lasciandolo con un
debito di 100.000 dollari che deve a una delle persone che ha
truffato in precedenza. I due uomini che Hans ha incrociato si
presentano chiedendo i loro soldi. Quando Hans si rifiuta, lo
picchiano a sangue. Il trauma fisico è così intenso da provocare un
ictus che lascia Hans paralizzato e in ospedale per il resto dei
suoi giorni.
Il finale di The Good Liar rispetto al libro
Il libro Il buon bugiardo afferma che Roy (Hans) era davvero un
nazista e che aveva finto la sua identità per fuggire. Il
personaggio di Vincent, nel libro, si rivela essere un ebreo.
Quando Lili e Steven avvicinano Vincent con le prove che Roy è in
realtà Hans Taub, un nazista, Vincent si infuria e cambia
schieramento, contribuendo a far cadere Roy.
Una cosa però mi disturba. Lili dice ad Hans che è andata a casa
sua a Berlino e ha recuperato il medaglione con i suoi capelli. Non
so a cosa possa servire. Tutto ciò che i funzionari possono fare è
associare quei capelli a una persona di nome Roy (o a nessuno). Non
sono sicuro che esista un record di DNA per Hans Taub. I capelli
non possono fare nulla per confutare l’identità di Roy. Se si
tratta solo di verificare che Roy è Hans, l’hanno fatto confessare.
Non sono sicuro del motivo per cui Lili ha tirato fuori il
lucchetto nella scena finale.
Il finale di The
Gentlemen (qui
la recensione) è ricco di colpi di scena e c’è molto da svelare
in uno dei migliori film di Guy Ritchie mai realizzati. Esso rappresenta
un ritorno alla forma per Ritchie, come dimostra l’accoglienza
positiva di The Gentlemen, e lo vede tornare ad occuparsi della
scena criminale britannica. Ma, come di consueto, Ritchie ci
consegna una trama che a volte può essere difficile da seguire,
soprattutto quando vengono fatte certe rivelazioni. Il cast di
personaggi di The Gentlemen contribuisce ad
aumentare il caos, con diverse trame a volte difficili da seguire
su cui concentrarsi.
Mickey Pearson (Matthew
McConaughey) sta cercando di vendere il suo vasto
impero di erba a Matthew Berger (Jeremy
Strong), che sta lavorando segretamente con un membro
del sindacato criminale asiatico Occhio Asciutto (Henry
Golding) per minare l’affare facendo irruzione nelle
piantaggioni di erba di Mickey. Nel frattempo, l’investigatore
privato Fletcher (Hugh
Grant) ricatta il braccio destro di Mickey, Raymond
(Charlie
Hunnam), per ottenere informazioni sull’operazione di
Mickey. Il finale di The Gentlemen si sviluppa
verso un finale ricco di colpi di scena che svela la verità in modo
divertente, anche se confuso, e che necessita di un
approfondimento.
Matthew McConaughey e Michelle Dockery in The Gentlemen. Foto di
Christopher Raphael
Come finisce il film The
Gentlemen
Al centro di uno dei migliori film
di Guy Ritchie c’è il commercio di erba gestito
da Mickey. In seguito ai problemi che la sua attività ha avuto,
Mickey e Berger si incontrano nuovamente per concludere l’affare.
Tuttavia, Berger afferma che il furto ha compromesso non solo una
delle sedi, ma tutte e 12, e riduce la sua valutazione del valore
dell’azienda da 400 a 130 milioni di dollari. Alla fine, Mickey non
vende l’azienda a Berger dopo aver capito le sue intenzioni e lo
rinchiude in un congelatore fino a quando non lo pagherà si
taglierà elimina un chilo di carne dal suo corpo.
Nel frattempo, Ray si incontra di
nuovo con Fletcher, che crede di essere sul punto di ricevere i 20
milioni di dollari che ha chiesto. Invece di ricevere i soldi,
però, Fletcher scopre di essere stato ingannato da Ray per tutto il
tempo. Ray rivela di aver spiato Fletcher e di aver avuto bisogno
di lui per rivelare ciò che sapeva sulla collaborazione tra Occhio
ASciutto e Berger. Con la sua vita minacciata, Fletcher rivela
un’altra informazione pertinente: i gangster russi stanno venendo
ad assassinare Mickey e Ray dopo un alterco che ha portato alla
morte del figlio di un gangster russo.
Il russo paga Fletcher per sapere
quando e dove potrà vendicarsi di Mickey e Ray. I russi rapiscono
dunque Mickey dopo che si è incontrato con Berger, mentre altri
stanno andando a casa di Ray. La sorpresa arriva quando Coach
(Colin
Farrell) uccide i due che vengono a prendere Ray,
mentre i ragazzi di Coach uccidono quelli che prendono Mickey,
anche se non è intenzionale, perché volevano uccidere proprio
Mickey. Nel finale di The Gentlemen, Mickey fugge,
i piani di Berger vengono sventati e Ray rintraccia Fletcher che è
intanto fuggito dal pericolo.
Colin Farrell e Charlie Hunnam in The Gentlemen. Foto di
Christopher Raphael
Il piano di Berger e Occhio
Asciutto
Un aspetto chiave rivelato nel
finale di The Gentlemen è il piano di Occhio
Asciutto e Berger per eliminare Mickey. Nel grande schema delle
cose, Berger vuole lavorare con Occhio Asciutto per ridurre il
valore degli affari di Mickey, con il presunto accordo che prevede
che Occhio Asciuto sia il suo secondo in comando. Quest’ultimo
riesce a farlo convincendo i ragazzi di Coach a rubare a Mickey, ma
le sue azioni non sono state approvate da Lord George (Tom
Wu), il capo del sindacato criminale asiatico.
Se tutto fosse andato secondo i
piani, Berger avrebbe acquisito l’attività dell’erba per molto meno
di quanto valga in realtà, mentre Occhio Asciutto avrebbe ottenuto
il potere che cercava disperatamente. Invece, egli cambia il piano
dopo aver ucciso Lord George e minaccia Berger di farsi da parte
mentre assume il potere. Occhio Asciutto si offre quindi di
acquistare lui stesso l’attività di Mickey, che rifiuta. Questo lo
porta ad aggredire la moglie di Mickey, Rosalind (Michelle
Dockery), ma Mickey lo coglie sul fatto e lo uccide.
Il corpo di Occhio Asciuto viene poi usato per intimidire Berger e
indurlo a fare come dice Mickey.
Il piano di Fletcher
Per quanto riguarda Fletcher, il suo
obiettivo è quello di farsi pagare un sacco di soldi per le
informazioni che ha appreso. Inizialmente era stato ingaggiato da
Big Dave (Eddie Marsan), che era
interessato a pagare per le informazioni, ma Fletcher aveva
previsto diversi piani di emergenza. Per cominciare, trasforma le
informazioni sull’operazione di Mickey e sulla malavita britannica
in una sceneggiatura che spera di vendere. La sceneggiatura e tutti
i documenti, le foto e le altre registrazioni vengono offerti a Ray
per 20 milioni di dollari. Ray dice loro che hanno 72 ore per
accettare l’offerta.
Big Dave è un altro piano di
emergenza per Fletcher, ma Ray convince Coach a rapire Big Dave e a
ricattarlo con un video in cui fa sesso con un maiale. Senza
concorrenza, a Fletcher non resta che vendere a Ray, ma Ray riesce
comunque a rubare tutte le sue informazioni. Questo elimina le
possibilità di Fletcher di guadagnare la “doppia bolla”, poiché è
già stato pagato dai russi per le informazioni in modo da poter
uccidere Mickey e Ray. Fletcher scappa quando vengono a prendere
Ray e cerca un’ultima volta di ottenere i suoi soldi proponendo la
sua sceneggiatura a uno studio cinematografico.
Hugh Grant e Charlie Hunnam in The Gentlemen. Foto di Christopher
Raphael
Il sindacato del crimine asiatico
ha un nuovo misterioso leader
Un filo lasciato in sospeso nel
finale di The Gentlemen è la sorte del sindacato
criminale asiatico. Lord George ne era a capo e la loro operazione
di distribuzione della droga aveva il potere di molti, compreso
Occhio Asciutto. Una volta morto Lord George, però, Occhio Asciutto
ha preso il controllo dell’organizzazione. Ma il suo regno è durato
a lungo, dopo che Mickey lo ha ucciso verso la fine del film. Non
si torna mai a esplorare lo stato del sindacato criminale dopo
questi eventi, lasciando il pubblico all’oscuro di chi sia ora a
capo dell’operazione. Con tutto quello che è successo e che in gran
parte è legato a Mickey, la sua pace potrebbe essere di breve
durata se il nuovo leader volesse vendicarsi.
Chi è ancora vivo alla fine del
film?
Quando The
Gentlemen si conclude, ci sono ancora un discreto numero
di personaggi principali vivi e vegeti. Mickey e Rosalind vengono
mostrati insieme, ma non si sa se uno dei due abbia rinunciato alla
sua vita precedente. Ray è ancora in piedi e riesce a rintracciare
Fletcher, che è vivo quando scorrono i titoli di coda, ma potrebbe
non esserlo a lungo. Anche l’allenatore e i suoi ragazzi
sopravvivono e hanno fatto pace con Mickey e Ray. Anche Big Dave è
presumibilmente ancora vivo. Il film non conferma però il destino
di Berger, ma sembra che sia abbastanza intelligente da fare ciò
che deve per sopravvivere.
The Gentlemen
prosegue con una serie di sequel
Il finale di The
Gentlemen ha aperto la porta a un sequel. Tuttavia, invece
di un lungometraggio sequel, il film di Guy
Ritchie è stato trasformato in una serie televisiva. La
serie The Gentlemen non è però un sequel diretto, ma è
ambientata nello stesso universo e racconta una nuova storia.
Sfortunatamente, nessuno del cast del film ritorna o fa dei camei,
il che significa che alcuni dei destini sconosciuti dei personaggi
rimangono tali. Tuttavia, visto il successo e la popolarità della
serie, la seconda stagione potrebbe iniziare a far incrociare i
personaggi del film con quelli della TV.
Il New York Comic-Con sta iniziando a scaldarsi e, prima che i
panel inizino, i Marvel Studios hanno svelato un nuovo
murale che ritrae diversi eroi e cattivi del MCU.
Non sappiamo ancora chi darà la voce a H.E.R.B.I.E., ma si
ipotizza che possa essere Natasha Lyonne, il cui ruolo nel prossimo
reboot non è ancora stato confermato (diremmo che è più probabile
che interpreti Alicia Masters, ma non si sa mai).
Guardate il banner completo qui sotto, insieme ad alcune foto
ravvicinate di H.E.R.B.I.E. e Red Hulk.
Il New York Comic-Con sta iniziando
a scaldarsi e prima che i panel prendano il via, i Marvel Studioshanno svelato un nuovo murales
che mette in risalto diversi eroi e cattivi del MCU. Sebbene sia apparso brevemente
nel trailer trapelato, lo striscione ci offre un primo sguardo vero
e proprio a H.E.R.B.I.E., il robot di
The Fantastic
Four: First Steps. Non sappiamo ancora chi darà la
voce a H.E.R.B.I.E., ma si ipotizza che possa essere Natasha Lyonne, il cui ruolo nel prossimo
reboot non è ancora stato confermato (diremmo che è più probabile
che interpreti Alicia Masters, ma non si sa mai). Di seguito, ecco
l’aspetto del personaggio:
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul Walter
Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Spider-Man 4 sta
finalmente iniziando a prendere forma, con il regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelliDestin Daniel Cretton apparentemente pronto a
dirigere il film. Si ritiene che gli sceneggiatori di Spider-Man:
No Way Home, Chris McKenna ed
Erik Sommers, stiano scrivendo la sceneggiatura. A
seconda di chi si sceglie di credere, ci troveremo di fronte a
un’avventura di strada con Daredevil o a un’enorme epopea
multiversale con Venom, l’Amazing Spider-Man di Andrew
Garfield e l’amichevole Spider-Man di quartiere di
Tobey Maguire.
In una nuova intervista, Tom Holland ha parlato della situazione del
film, le cui riprese dovrebbero iniziare l’anno prossimo per
un’uscita nell’estate del 2026. Sebbene i lavori stiano procedendo
bene, non sembra che la sceneggiatura sia al punto giusto.
“Abbiamo una creatività, un pitch e una bozza, che è
eccellente”, ha rivelato. “Ha bisogno di lavoro, ma gli
sceneggiatori stanno facendo un ottimo lavoro. L’ho letta tre
settimane fa e mi ha davvero acceso un fuoco dentro. Io e Zendaya
ci siamo seduti a leggerlo insieme e in alcuni momenti ci siamo
messi a saltellare per il salotto, come se questo fosse un vero
film degno del rispetto dei fan”.
Come ci si potrebbe aspettare,
Holland non ha svelato nulla di concreto sui piani di Marvel Studios e Sony Pictures per
Spider-Man 4 – non ci aspettavamo esattamente che
menzionasse Venom, per esempio – ma ha ribadito il suo interesse
nel portare Miles Morales nel MCU. “Se fossi abbastanza
fortunato da portare in qualche modo Miles Morales nel mio Universo
Spider-Man e nel MCU, mi piacerebbe fare per un
giovane ragazzo quello che Robert Downey Jr. ha fatto per me”,
ha detto Holland.
Una nuova trilogia è l’occasione
perfetta per portare Miles nell’ovile e per fargli prendere il
posto di Peter Parker come Spider-Man principale del MCU (dopotutto, quando Holland avrà
finito con un’altra trilogia, probabilmente avrà interpretato
Spidey per quasi un decennio e mezzo). Non resta a questo punto che
attendere maggiori informazioni sul film, per scoprire cosa esso
potrebbe presentarci o meno.
Precedenti indiscrezioni hanno
affermato che Tom Rothman della Sony e
Kevin Feige, capo dei Marvel Studios,
hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di
Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di
ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman,
invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No
Way Home riportando Tobey Maguire e
Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.
Più di recente, abbiamo sentito che
entrambi gli studios si sono accordati su una storia
prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche
se il film viene ancora descritto come un “evento di livello
Avengers”. Si dice anche che Spider-Man 4
vedrà Parker unire le forze con Venom per combattere Knull, che
sarà introdotto in Venom: The
Last Dance.
Oltre a Tom
Holland,Zendaya dovrebbe
riprendere il suo ruolo di MJ in Spider-Man
4. Si dice che Sydney
Sweeney interpreterà Black Cat,
mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’OnofrioePaul Rudd appariranno
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Si ritiene però che Holland sia
“sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe,
per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei
panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in
uno o entrambi i prossimi film degli Avengers.
Gli sceneggiatori di No
Way Home, Chris McKenna e Erik
Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Attualmente,
per dirigere il film, si parla regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelliDestin Daniel Cretton, che sarebbe in trattative
per il ruolo.
Spider-Man 4 non ha
ancora una data di uscita confermata.
Con il tradimento di
Oz Cobb in primo piano nella mente di Sofia Falcone,
quest’ultima sta facendo un’offerta per la malavita di Gotham City…
e vuole il Pinguino morto! Oz, nel frattempo, cerca di raccogliere
gli scarti e raduna i suoi seguaci per riprendersi la città dai
Falcone e dai Maroni del mondo.
Tutti gli indizi indicano che Gotham sarà immersa nel caos nei
restanti episodi… il che fa sorgere ancora una volta la domanda:
dov’è Batman?
È già stato confermato che il Cavaliere Oscuro non apparirà in
The
Penguin, ma è difficile pensare che la sua assenza non
diventerà una distrazione nella seconda metà della stagione.
“È più che altro uno spettro nella città“, ha detto di
recente Reeves quando gli è stato chiesto perché l’eroe non
compare. “Una delle cose davvero entusiasmanti dell’opportunità
di fare uno show è stata la possibilità di concentrarsi davvero sul
personaggio della rogues’ gallery e di cambiare punto di vista.
L’intero film è fatto molto deliberatamente dal punto di vista di
Batman e Bruce“.
“Le uniche scene che non sono dal suo punto di vista sono dal
punto di vista dell’Enigmista. E questo è stato fatto per farti
pensare per un momento: Aspetta, è il punto di vista di Batman o
dell’Enigmista?“, ha continuato il regista. “Era come se: E
se potessimo andare in quel vicolo e seguire Oz sulla scia di
quello che è successo nel film?“.
Guardate il trailer di metà stagione qui sotto e tornate qui
domenica sera per il nostro riassunto del prossimo capitolo The
Penguin.
“Il calcio è come la danza,
dovete ballare insieme”, afferma il Mister della Palmese alla
sua squadra in U.S. Palmese. Il film,
presentato nella sezione Grand Public della 19esima
edizione della Festa del Cinema
di Roma, ruota interamente attorno a questa semplice
ma potente frase simbolica, che incarna il concetto chiave della
storia: l’unione. I Manetti Bros, dopo l’ultimo
Diabolik, sempre presentato in questo contesto l’anno precedente,
firmano un’opera che abbandona le atmosfere da fumetto d’azione per
raccontare un microcosmo fatto di spontaneità, appartenenza
e crescita personale. Niente più rocambolesche avventure
di ladri e compagni, ma una cittadina del Sud Italia, un uomo in
pensione con un sogno da realizzare, e un talento calcistico
promettente. Tre protagonisti che danno vita a una classica
commedia sportiva che, nella sua semplicità, riesce a lasciare
un’impronta significativa.
U.S. Palmese è stato
realizzato con il contributo della Calabria Film Commission, la
quale negli ultimi anni sta dimostrando un impegno crescente nella
valorizzazione di opere capaci di far emergere una regione a lungo
dimenticata. Il cinema vive anche qui, ed è giusto che si faccia
sentire. Nel cast spiccano
Rocco Papaleo e Blaise Afonso, affiancati da attori di tutto
rispetto come Massimiliano Bruno,
Claudia Gerini, Giulia Maenza, Max Mazzotta e Gianfelice
Imparato.
U.S. Palmese, la trama
Don Vincenzo è un agricoltore in
pensione che ogni giorno si ritrova con il suo gruppo di amici per
discutere circa le questioni della sua cittadina, Palmi.
L’argomento del momento è Etienne Morville, ex giocatore della
Champions League, un ragazzo dal cattivo temperamento, espulso dal
Milan per aver dato un pugno a un suo avversario e ora con poche
prospettive davanti. Una carriera che sembra ormai compromessa, se
non fosse per Don Vincenzo. L’uomo, grande tifoso della Palmese, è
determinato a far entrare Morville nella squadra locale, e
organizza una colletta tra i compaesani per poter raggiungere la
somma che permetta loro di ingaggiare il campione. Nonostante la
riluttanza iniziale di Morville, che disprezza sia il luogo che la
qualità della squadra, il suo manager lo persuade ad accettare,
vedendo nell’opportunità un modo per ripulire la sua immagine e
rilanciare la sua carriera. La visione di Morville cambierà quando
conoscerà il gruppo con cui deve dividere il campo, rendendosi
conto che, per ritrovare il proprio equilibrio, è necessario
affrontare ogni sfida anche quando sembra non valerne la pena.
Il vero senso della partita è fare
squadra
Le regioni del Sud Italia non godono
tutte della stessa considerazione. Alcune, a causa di condizioni
interne difficili, vengono spesso abbandonate a se stesse. I
problemi non mancano: dalla sanità inefficiente alla carenza di
lavoro, passando per un turismo mal sfruttato. Eppure, in
questi luoghi a volte mal visti o disprezzati, c’è qualcosa che
altrove è raro trovare: la bellezza delle piccole cose e il calore
umano. In un tempo rallentato, in una dimensione più
intima rispetto alle grandi metropoli che sovraccaricano di
stimoli, si riscopre il valore della vita autentica. Quella fatta
di saluti affettuosi ai compaesani che incontri per strada, di
ritrovi al bar sotto casa con gli amici di sempre, di frutta fresca
la mattina, di cene condivise con i vicini e partitelle a calcio
nella piazzetta principale. Una realtà che sembra appartenere a un
tempo passato, dove il supporto reciproco e l’unione sono le regole
d’oro per costruire equilibrio e armonia. Un contesto ideale,
quindi, per confrontarsi se stessi o scoprire chi si è davvero.
Ed è proprio ciò che succede a
Etienne Morville. Nelle prime battute della storia, sembra aver
perso la passione per il calcio. Ma, arrivato a Palmi da Milano,
con una squadra amatoriale che fatica a fare più di qualche
passaggio, riscopre l’essenza del gioco. Il calcio
autentico, quello in cui si diventa squadra solo dopo essere
diventati una famiglia. Prima delle tattiche e delle strategie, c’è
il bisogno di sostenersi, aiutarsi, di volersi bene. È dai legami
che si allacciano nei campetti di provincia, dove pochi (ma buoni,
è il caso di dire) ti vedono, che si modella la vera identità di
questo sport. Non è qualcosa che si costruisce dall’oggi al domani,
ma si coltiva con dedizione, rispetto per gli altri e per il gioco
stesso, oramai sempre troppo a favore di business e spettacolo.
La regia pulita e il ritmo
sempre più incalzante nelle sequenze di gioco coinvolgono il
pubblico, avvicinandolo alle dinamiche tanto della partita
quanto dei suoi giocatori. I Manetti Bros, con una scrittura
genuina, dimostrano di saper toccare le corde narrative giuste per
emozionare e far sentire attivamente partecipe anche chi di calcio
capisce poco o nulla. Perché, come ci insegna la parabola di
Etienne in U.S. Palmese, prima di mettersi in gioco e
darsi la possibilità di crescere realmente, bisogna aprirsi agli
altri. Saper fare squadra. La partita si vince ben prima del
fischio finale che proclama la vittoria.
Guarda il teaser trailer
di The Electric State, uno dei titoli più attesi
in arrivo prossimamente solo su Netflix che segna il ritorno di Anthony e Joe Russo, le menti dietro ad
Avengers: Endgame
e The Gray Man, questa volta alla regia di un
film sci-fi con protagonisti Millie Bobby Brown e Chris Pratt.
Di cosa parla The Electric
State?
The Electric
State è una spettacolare avventura ambientata in una
versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90.
Millie Bobby Brown (Stranger
Things, Enola Holmes,
Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che
affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a
cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano
pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a
seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di
sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita
di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato
da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei
credeva morto.
Determinata a trovare
l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte
attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a
collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani della Galassia, Jurassic
World), un contrabbandiere di basso rango, e al suo spassoso
assistente robot, Herman (doppiato nella versione originale da
Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di Esclusione, un
angolo delimitato nel deserto dove i robot sopravvivono per proprio
conto, Keats e Michelle trovano uno strano e colorato gruppo di
nuovi alleati animatronici e iniziano a scoprire che le forze
dietro la scomparsa di Christopher sono più sinistre di quanto si
aspettassero.
The Electric
State è diretto da Anthony e Joe Russo e
ha come protagonisti Millie Bobby Brown,
Chris Pratt, il premio Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander,
Giancarlo Esposito, il candidato all’Oscar®
Stanley Tucci, e Woody
Norman. Anthony Mackie, Woody Harrelson, Brian
Cox, Jenny Slate, e Alan Tyduk prestano
il loro talento come voci dei robot. Il film è basato sulla graphic
novel di Simon Stålenhag e ha una sceneggiatura di Christopher
McFeely e Stephen Markus.
The Electric State sarà disponibile
solo su Netflix nel 2025.
INFORMAZIONI SU THE ELECTRIC STATE
DIRETTO DA: Anthony e Joe Russo
SCENEGGIATURA DI: Christopher Markus e Stephen
McFeely
BASATO SULLA GRAPHIC NOVEL DI: Simon Stålenhag
PRODOTTO DA: Joe Russo, p.g.a.; Anthony Russo,
p.g.a.; Mike Larocca, p.g.a.; Angela Russo-Otstot; Chris Castaldi;
Patrick Newall
PRODUTTORI ESECUTIVI: Christopher Markus, Stephen
McFeely, Tim Connors, Nick van Dyk, Jake Aust, Geoffrey Haley,
Jeffrey Ford, Simon Stålenhag, Julia Angelin, Russell Ackerman,
John Schoenfelder, Anthony Muschietti, Barbara
Muschietti
CO-PRODUTTORI: Anthony J. Vorhies,
Joseph Micucci, Murtaza Kathawala
CAST
PRINCIPALE: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan, Jason
Alexander, Woody Norman, con Giancarlo Esposito e Stanley Tucci.
Con le voci di Woody Harrelson, Anthony Mackie, Brian Cox, Jenny
Slate, Hank Azaria, Colman Domingo, Alan Tudyk.
Amante
delle ‘Cursed Chain Story‘, Parker Finn ha già qualche idea su come
concludere quella che potrebbe presto svilupparsi in una trilogia,
ammesso che la risposta del pubblico sia positiva nei confronti del
nuovo Smile 2, in sala dal 17 ottobre distribuito
da Eagle Pictures.
E probabilmente sarà
così, a vedere questo secondo capitolo e la volontà dello stesso
regista di mettersi alla prova con una storia diversa da quella
dello Smile del 2022 (suo film d’esordio dopo
un paio di corti), all’epoca realizzato lasciando in sospeso più di
uno spunto. A legare il sequel al precedente – oltre naturalmente
al demone ghignante – ritroviamo il Joel di
Kyle Gallner, in un cast completato daRaúl Castillo, Miles Gutierrez-Riley, Ray
Nicholson, Lukas Gage e Dylan
Gelula in ruoli più o meno secondari, e da una pletora di
attori di pregio come Rosemarie DeWitt e Peter Jacobson, l’ex Taub
di Dr. House, non a caso chiamato a vestire i panni di un
infermiere con ambizioni da salvatore. Su tutti, la sorprendente
Naomi Scott, cantante con tre album
all’attivo, prima di quello registrato come Skye Riley per il film,
e nome caldo dopo esser stata una delle Power
Rangers del 2017 e la Jasmine dell’Aladdin del
2019 (oltre all’ingegnere che dà il via alla vicenda del
Charlie’s Angels di Elizabeth
Banks).
Smile 2 Naomi Scott – Paramount Italy
L’incubo continua, la
maledizione va in tour
Come
detto, è lei Skye Riley, famosa star della pop music appena uscita
dalla riabilitazione e pronta a tornare in tour dopo un terribile
incidente – nel quale era morto il suo compagno Paul Hudson
(Nicholson) – e dopo aver superato la propria dipendenza da alcol e
droghe. Il momento peggiore per incappare nella terribile
maledizione, quando un suo ex compagno di classe si suicida davanti
a lei dando il via a una serie di eventi sempre più
terrificanti e inspiegabili. La pressione dell’opinione pubblica,
degli obblighi nei confronti dei fan e della immagine faticosamente
riconquistata fa il resto, finendo per schiacciarla e rischiando di
far finire male gli appuntamenti fissati dalla madre-manager
(DeWitt). La giovane inizierà così a dover rivalutare i propri
principi, le priorità e un passato non esattamente cristallino,
nella speranza di non soccombere al Male e di fermarne la
diffusione.
Smile 2 è l’horror
che sorride
“Sarà l’ultima cosa che vedrai” recita il pay
off del film, contraddicendo le prospettive di cui sopra e la buona
stella che accompagna questo film sin dall’inizio. Sin dall’esordio
di Parker Finn, che nel 2022 era previsto andasse su Paramount+ e che dallo streaming è riuscito ad
arrivare sui grandi schermi di tutto il mondo. Come farà con questo
sequel, dotato persino con un budget più alto, come decisamente
evidente nella messa in scena della storia della pop star
protagonista e in molte scene, ottimamente gestite dal regista, che
si mostra capace di dilettarsi – e dilettarci – con stacchi,
movimenti di camera e un montaggio finale (gestito dall’Elliot
Greenberg collaboratore di Alexander Aja e i fratelli Dowdle)
calibrati e che danno al risultato finale ritmo ed equilibrio.
Rispetto dei canoni e
tante sorprese
Smile 2 Ray Nicholson – Paramount Italy
Ma a
mantenere più di quanto promesso concorre sicuramente la
sceneggiatura dello stesso Finn, che qui oltre ad ampliare
la portata della ‘catena’ e del contesto, si sbilancia addirittura
su uno sviluppo più specifico del trauma della vittima. Senza
andare a cercare i vari riferimenti al Cure
di Kiyoshi Kurosawa o il Safe di
Todd Haynes, citati dal regista come alcuni degli
esempi avuti in mente nel pensare al suo Smile, nel suo
lavoro si riscontra sicuramente il rispettando ai canoni del genere
tanto quanto il tentativo – riuscito – di approfondire il
personaggio principale e mettere in scena una serie di tematiche
molto attuali e sentite come la depressione e lo stress determinato
dall’ambiente esterno e le aspettative altrui, le derive di una
società nella quale l’immagine è tutto, insomma. Ma soprattutto di
concentrarsi sul discorso del controllo, centrale anche già nel
primo film. Un controllo su di sé che la protagonista cerca di
recuperare, contro il demone (o “parassita” come viene definito a
un certo punto, anche allegoricamente) che l’ha posseduta, ma che
la povera Skye ha già perduto prima ancora di esser maledetta, per
cause fin troppo reali, come la droga e le dipendenze in generali,
spesso scappatoia dalle pressioni cui si faceva riferimento, e non
solo per i più giovani.
Divertente notare come
anche in questo caso – pur diversamente – sia stato scelto il mondo
della musica per ambientare un nuovo ‘incubo’ dopo il Trap di M-
Night Shyamalan, e doverso sottolineare come tra i pregi del film
ci sia sicuramente la coreografia di una delle scene più
terrificanti e drammatiche che proprio l’ambientazione musicale
regala a questo capitolo. Uno dei vari, in un film che in certi
momenti rischia, e si affida, inevitabilmente quanto
comprensibilmente, anche a modelli un po’ convenzionali, ma che
regala un finale che – per quanto intuibile nel corso della vicenda
– resta decisamente intrigante, soprattutto in prospettiva di un
terzo capitolo (ma anche a prescindere). E uno dei più riusciti
jumpscare degli ultimi anni, ‘facile’ come tutti i jumpscare, ma
più sensato del solito e di diritto tra i migliori.
È affidato ad Andrea
Segre con il suo Berlinguer – La grande
ambizione (qui
il trailer) l’onore e l’onere di aprire la sezione Concorso
Progressive Cinema della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Tante figure di
politici italiani il nostro cinema ha raccontato, provando a
immaginare il privato al di là del personaggio pubblico, portando
agli spettatori la vicenda umana assieme all’agire politico. De
Gasperi, Moro, Andreotti, Craxi, solo per citarne alcuni tra i più
rappresentati dalla settima arte. Mancava però un film di finzione,
incentrato sulla figura dello storico leader del PCI, Enrico
Berlinguer (c’era stato invece, nel 2014, il documentario di
Walter VeltroniQuando c’era
Berlinguer).
Una figura, quella del segretario,
amatissima dalla gente e portatrice di una visione politica che –
dalla via italiana al socialismo al compromesso storico con la
Democrazia Cristiana – cercava con incrollabile determinazione di
coniugare il sogno e l’utopia con il realismo politico. Il timore
da parte del mondo del cinema era forse, legittimamente, quello di
togliere qualcosa, di non riuscire a rendere efficacemente sullo
schermo le molteplici sfaccettature del politico e dell’uomo
Berlinguer. Tenta l’impresa però oggi, a quarant’anni dalla morte
del Segretario del PCI, avvenuta l’11 giugno 1984 a Padova, proprio
il regista Andrea Segre, autore di film e
documentari – Io sono Li, L’ordine delle cose,
Welcome Venice.
Pochi ma intensi anni nella
vita di Enrico Berlinguer
Berlinguer – La grande
ambizione prende in esame una manciata di anni:
dall’elezione di Allende in Cile, seguita dal golpe di Pinochet nel
1973, all’uccisione di Moro nel 1978. L’evento che decretò di fatto
la fine del compromesso storico, così come Berlinguer e Moro stesso
lo avevano pensato. Sono gli anni in cui il PCI guidato da Enrico
Berlinguer raggiunge l’acme dei consensi. Il film racconta la
determinazione e la fatica del segretario per affermare la
possibilità di una via democratica al socialismo, distaccandosi
dall’influenza sovietica e dalle sue derive autoritarie.
Mostra poi come la sua visione
politica, condivisa con Aldo Moro per dar vita al compromesso
storico, venga pagata a caro prezzo fin da subito. Da Berlinguer
con l’attentato subìto a Sofia nel 1973 e più tardi da Moro con la
vita. Sono anni di lotte e di successi per il PCI, culminati con
quello elettorale del 1976. Poi il clima cambia. Il compromesso
storico divide la politica e la cittadinanza e il terrorismo inizia
a mietere vittime, fino al rapimento e all’uccisione di Moro, che
gela le speranze del PCI al governo e di un possibile patto con la
Democrazia Cristiana.
Berlinguer e le sue
parole
Il regista parte dal presupposto che
un racconto di Berlinguer non si possa fare senza le sue parole. I
suoi discorsi in pubblico la fanno da padroni nel film, il suo
linguaggio. Questo accade soprattutto nella prima parte del lavoro
e sembra essere un limite. Sebbene si tratti di un linguaggio
chiaro e comprensibile a tutti, ma non semplicistico, nato
dall’esigenza di portare concetti complessi alla portata del più
vasto uditorio possibile, un approccio così legato alla parola
appesantisce e a tratti rallenta la narrazione.
Berlinguer e il rapporto
con la gente
A fare da contrappeso all’elemento
verbale, vi sono le immagini. Quelle di repertorio restituiscono
momenti vividi e di grande partecipazione popolare, di forte
impatto emotivo, specie in un’epoca come la attuale, in cui si
misura tutta la distanza che si è consumata tra i cittadini e la
politica. I volti della gente ai comizi, le manifestazioni. Le
immagini di finzione mostrano momenti di incontro ravvicinato con i
lavoratori. Incontri in cui Berlinguer si mette a disposizione di
un confronto alla pari in maniera del tutto naturale. È anche per
questo che la gente, che non gli risparmia critiche e richieste, lo
percepisce vicino.
Berlinguer. La grande ambizione film 2024 – Lucky Red
Berlinguer
privato
Vi è poi il Berlinguer marito e
padre, la condivisione in famiglia degli ideali e delle lotte
politiche, la capacità di spiegare ai figli l’essenza della sua
visione, comunista e socialista, in modo semplice ed efficace,
senza eccessi, ma con passione. Ma ci sono anche l’amata Sardegna e
le gite in barca con la famiglia. Si pone poi l’attenzione su
piccoli elementi, gesti quotidiani, abitudini, che fanno emergere
l’umanità del personaggio. Ciò contribuisce a comporre un quadro
che pian piano, con garbo, delicatezza e coi suoi tempi, riesce a
coinvolge il pubblico.
L’interpretazione di Elio
Germano
Per questa interpretazione,
Elio Germano sceglie una chiave minimalista, che
si adatta al carattere schivo del leader politico in questione. La
somiglianza fisica non ne è il punto di forza e l’accento sardo non
è impeccabile. Da apprezzare invece la capacità di tratteggiare con
piccoli cenni la parte emotiva: dall’aspetto ironico alla passione
politica stessa, che non è urlata, né platealmente esibita, ma
emerge ugualmente con forza. Berlinguer – La grande
ambizione restituisce l’immagine di un uomo di grande
rigore, innanzitutto con sé stesso, ancora prima che nel dettare la
linea del partito, e al tempo stesso aperto e dialogante in modo
autentico.
Il cast guidato da Elio
Germano
Un cast di tutto rispetto vede
impegnati, accanto a Elio Germano, Elena
Radonicich nel ruolo della moglie Letizia,
RobertoCitran, che
interpreta Aldo Moro, Francesco Acquaroli,
Pietro Ingrao, Paolo Pierobon, Andreotti, Fabrizia Sacchi,
Nilde Iotti, senza dimenticare Paolo Calabresi,
Giorgio Tirabassi, Andrea Pennacchi.
Berlinguer – La grande ambizione non
riesce forse a pieno a far ritrovare al pubblico Enrico Berlinguer,
ma riporta sullo schermo lo spirito dell’uomo e soprattutto la
potenza di quel rapporto con la gente che forse nessun altro come
lui ha saputo creare.
Mentre Krypto è
spesso disegnato come un Labrador o un Golden Retriever nei
fumetti, nel corso degli anni ha assomigliato ad altre razze di
cani. Inoltre, come sottolinea Gunn nella sua risposta a un fan sui
social media, è – come l’Uomo d’Acciaio stesso – un
alieno.
“Non per essere ‘quel tizio’ ma
non si suppone che Krypto debba essere un Labrador o qualcosa di
simile? Guarderò comunque il film e amo il fatto che ci sia, ma ho
solo notato questa cosa”. “No, Krypto è storicamente un cane bianco
generico, qualche volta un Labrador, un pastore bianco, un husky o
un dalmata. Ma naturalmente è un alieno, quindi non è
necessariamente una di queste cose”.
Superman, tutto quello che
sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”,
ha detto Gunn durante l’annuncio della listaDCU.
“Non
vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il
pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film
d’animazione e giochi”.
Il film uscirà nelle sale
l’11 luglio 2025.
Joe Locke, che si è rivelato Billy Maximoff
nell’episodio
6 di Agatha All Along, potrebbe essere il prossimo candidato a
partecipare al progetto non ancora annunciato, ma seminato, sui
Young Avengers. Le voci precedenti indicavano una
serie Disney+, ma un report più
recente ha affermato che il roster Jr. degli Eroi più potenti della
Terra si riunirà effettivamente sul grande schermo.
Proprio alla fine del recente sequel
di Captain Marvel, dopo aver aiutato
Carol Danvers e Monica Rambeau a sconfiggere Dar-Benn e a prevenire
un catastrofico evento Multiversale, Kamala Khan
usa la tecnologia S.W.O.R.D. di Nick Fury per
rintracciare Kate Bishop (Hailee
Steinfeld) e le dice che sta mettendo insieme una
squadra.
Kamala menziona Cassie Lang di
Ant-Man and The Wasp:
Quantumania, alias Stature
(Kathryn Newton), ma chi altro potremmo vedere
nella squadra?
Anche prima che il personaggio di
Agatha All Along di Joe
Locke fosse confermato come Billy Maximoff, alias
Wiccan, si vociferava che i figli di Scarlet Witch
sarebbero tornati per unirsi ai Giovani Vendicatori. Parlando con
ComicBook.com, Locke è stato molto riservato su eventuali
piani specifici, ma sembra decisamente interessato a far parte del
roster.
“Non lo so. Voglio dire,
ovviamente mi piacerebbe che ciò accadesse perché adoro lavorare
con la Marvel e adoro Billy come
personaggio e mi piacerebbe continuare a interpretarlo. Ma non ne
so nulla”, dice impassibile l’attore. “Se questo è il loro
piano, è fantastico e lo adoro. Ma non mi dicono niente. Cioè, non
sto nemmeno tacendo qualcosa. Mi piacerebbe dire, ‘Sì, sto facendo
tutto questo!’ Ma, chi lo sa? Sai, è ancora molto presto.”
A Locke è stato anche chiesto della
menzione di Mefisto nell’episodio
3. “È stato fantastico. Penso che sia stata una
cosa molto fan-service/MCU più ampia di cui non ho idea.
Ma, è sicuramente divertente da portare in vita, come fan della
Marvel”, ha ammesso.
“Essere tipo, ‘Oh, possiamo dire il suo nome!’ Ciò significa
che forse… tipo, chissà cosa significa per il futuro di quel
personaggio?”.
Si prevede che il cattivo demoniaco
farà il suo debutto nell’MCU in Ironheart,
con Sacha Baron Cohen nel ruolo.
Il primo trailer di Watchmen
Parte II è stato diffuso (tramite IGN) insieme alla copertina
Blu-ray 4K e Blu-ray prima del suo debutto su
quelle piattaforme rispettivamente USA il 26 novembre e il 3
dicembre.
La seconda metà (qui
il trailer della prima) di questo adattamento animato
dell’iconica graphic novel di Alan Moore e Dave
Gibbons vede i suoi “supereroi fuorilegge alle prese
con le loro vite private mentre corrono contro il tempo per
risolvere un mistero sempre più profondo collegato a un’imminente
guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia”.
Brandon Vietti ha
prodotto e diretto Watchmen Chapter II da un
adattamento di J. Michael Straczynski. Jim Krieg e Cindy Rago sono
i produttori e Gibbons è il produttore consulente. Sam Register,
Larry Gordon e Lloyd Levin sono i produttori esecutivi.
Michael Cerveris (Jonathan Osterman, Dr. Manhattan)
Zehra Fazal (Hira Manish, Newscaster)
Phil Fondacaro (Tom Ryan, Big Figure)
Grey Griffin (Female Citizen #1, Advisor #1)
John Marshall Jones (Hooded Justice)
Max Koch (Bernard, President Nixon, Lawrence Andrews)
Phil LaMarr (Comic Book Narrator, Bernie, Male Citizen #1)
Yuri Lowenthal (Seymour, Knot Top #2, Bully #1)
Long Nguyen (Attendant #1)
Geoff Pierson (Hollis Mason, Prison Guard #1)
Jason Spisak (Doug Roth, Bully #2, Hector Godfrey)
Kari Wahlgren (Sylvia Kovacs, Female Knot Top)
Rick D. Wasserman (Edward Blake, The Comedian)
Zack Snyder aveva adattato Watchmen con il suo film live-action del 2009.
Essenzialmente un remake inquadratura per inquadratura della
graphic novel, è stato elogiato dai fan, anche con certi
Snyder-ismi come un ampio slow-motion, e ha apportato solo un
cambiamento significativo all’atto finale.
Nel 2019 la HBO ha realizzato una
serie sequel di Watchmen con grande successo. La serie si è
conclusa con un cliffhanger (di un certo tipo), ma non si è saputo
nulla di una seconda stagione e lo scrittore Damon
Lindelof ha dichiarato in alcune interviste che è
altamente improbabile che ciò accada.
Ecco le foto dal tappeto rosso
inaugurale della Festa di Roma edizione numero 19.
Il red carpet ha ospitato la delegazione del film di apertura,
Berlinguer. La grande ambizione, diretto da
Andrea
Segre e presentato il Concorso.
Di solito si
vede la lotta delle piccole ambizioni, legate a singoli fini
privati,contro la grande ambizione, che è invece
indissolubile dal bene collettivo.
ANTONIO GRAMSCI –
Fondatore del Partito Comunista Italiano
Quando una via
sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi? Non l’ha fatto
Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più
importante partito comunista del mondo occidentale, con oltre un
milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di
elettori, uniti dalla grande ambizione di realizzare il socialismo
nella democrazia. Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un
mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni
di andare al governo, aprendo a una stagione di dialogo con la
Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la storia.
Dal 1973, quando sfuggì a Sofia a un attentato dei servizi bulgari,
attraverso le campagne elettorali e i viaggi a Mosca, le copertine
dei giornali di tutto il mondo e le rischiose relazioni con il
potere, fino all’assassinio nel 1978 del Presidente della
Democrazia Cristiana Aldo Moro: la storia di un uomo e di un popolo
per cui vita e politica, privato e collettivo, erano
indissolubilmente legati.
Berlinguer. La
grande ambizione, il poster
Nel cast del film,
il leader politico scomparso quarant’anni fa è interpretato da Elio
Germano. Al suo fianco, in ordine alfabetico: Stefano Abbati
(Umberto Terracini), Francesco Acquaroli (Pietro Ingrao), Paolo
Calabresi (Ugo Pecchioli), Roberto Citran (Aldo Moro), Pierluigi
Corallo (Antonio Tatò), Nikolay Danchev (Leonid Brežnev), Svetoslav
Dobrev (Todor Živkov), Luca Lazzareschi (Alessandro Natta), Lucio
Patanè (Gianni Cervetti), Andrea Pennacchi (Luciano Barca), Paolo
Pierobon (Giulio Andreotti), Elena Radonicich (Letizia Laurenti),
Fabrizia Sacchi (Nilde Iotti), Giorgio Tirabassi (Alberto
Menichelli).
Una produzione Vivo
film e Jolefilm con Rai Cinema in coproduzione con Tarantula e
Agitprop, con il sostegno di MIC – Direzione Generale Cinema e
Audiovisivo; Regione Lazio Avviso Pubblico Lazio Cinema
International (PR FESR Lazio 2021-2027) Progetto Cofinanziato
dall’unione Europea; Shelter Prod; Tax Shelter Be. Ing – Belgian
Tax Shelter; Wallimage (La Wallonie); Bulgarian National Film
Center.
È Ron Howard ad
inaugurare il 42° Torino Film
Festival con il suo film Eden, che sarà
proiettato in anteprima
internazionale in occasione della
cerimonia di apertura del
22 novembre al Teatro Regio di Torino. Il regista ha
vinto due Premio Oscar ed è autore di pellicole indimenticabili
come Apollo 13, A Beautiful Mind e
Il codice da Vinci.
Edenè un drama thriller che vanta un
cast del calibro di Jude Law, Ana De Armas,
Vanessa Kirby, Daniel Brühl e
Syndey Sweeney. Il film è un’esclusiva per l’Italia
Italian International Film (Gruppo Lucisano) in
collaborazione con Rai Cinema e sarà
distribuito prossimamente da 01
Distribution.
La trama di
Eden
Il dottor Friedrich Ritter e sua moglie Dora Strauch sono due
europei idealisti che fuggono dalla Germania nel 1929, rinnegando i
valori borghesi che ritengono stiano distruggendo la vera natura
dell’umanità, per trasferirsi sull’isola disabitata di Floreana,
nell’arcipelago delle Galàpagos.
Tuttavia la loro cercata solitudine dura ben poco.
A loro si uniscono dapprima Margaret e Heinz Wittmer, coloni
seri e capaci, e successivamente la baronessa Eloise Bosquet de
Wagner Wehrhorn seguita dai suoi due amanti, un servitore
ecuadoriano e un piano per aprire un hotel di lusso
sull’isola.
Il maltempo, la fauna selvatica e la totale mancanza di
comfort e civilizzazione rendono la loro convivenza molto
problematica, ma la più grande sfida sarà quella di coesistere con
vicini disperati e pronti a tutto pur di affermare se
stessi.
Il Torino Film Festival è
realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di
Torino e si svolge con il contributo del Ministero della
Cultura Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Piemonte,
Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione
CRT.
Prime Video ha annunciato una nuova ed
esplosiva aggiunta alla quinta e ultima stagione di
The
Boys: Mason Dye, visto in Stranger
Things, interpreterà Bombsight. Sebbene
questo supereroe non sembri basato su alcun personaggio specifico
dei fumetti, nella scorsa stagione è stato citato come protagonista
di un film di supereroi Vought degli anni ’50 intitolato The
Curse of Fu Manchu.
Quindi, come Soldatino e Stormfront,
questo personaggio sarebbe in circolazione da un bel po’. Secondo
Variety, Bombsight dovrebbe
dunque apparire anche nella prossima serie prequel Vought Rising, al fianco di Jensen
Ackles (Soldatino) e Aya Cash
(Stormfront). Di recente abbiamo appreso che anche Daveed
Diggs (Snowpiercer) si è unito al cast della
quinta stagione, ma i dettagli sul suo personaggio sono stati
tenuti nascosti.
La trama della quarta stagione di
The Boys
Nella quarta
stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria
Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo
di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a
cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di
Becca sia il suo ruolo di leader dei The
Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie.
La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare
un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo
tardi.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures. E’ disponibile su Prime Video.
I fan hanno speculato a lungo sulla
possibilità che Venom: The
Last Dance avrebbe potuto avere una
classificazione R, soprattutto dopo che un primo
trailer mostrava il Protettore Letale che staccava alcune teste…
con inequivocabili schizzi di sangue. Il gore è però scomparso dai
recenti spot televisivi e ora sappiamo il perché: come previsto, il
prossimo trequel sarà classificato PG-13, proprio
come Venom e Venom: La furia di Carnage.
Questo era prevedibile, in quanto
assicura che il maggior numero possibile di spettatori possa
vedere Venom: The
Last Dance quando arriverà nelle sale il prossimo fine
settimana. Nonostante la violenza sia stata in qualche modo
attenuata, siamo lieti di vedere che ci sono ancora alcune
“immagini cruente”. Anche le “intense sequenze di
violenza e azione” e il “linguaggio forte” hanno
contribuito alla decisione dell’MPA di assegnare al
film una classificazione PG-13.
Tutto quello che c’è da sapere su
Venom: The Last Dance
In Venom: The
Last Dance, Tom Hardy torna a vestire i panni di Venom,
uno dei personaggi più grandi e complessi della Marvel, per l’ultimo
film della trilogia. Eddie e Venom sono in fuga. Braccati da
entrambi i loro mondi e con la rete che si stringe, il duo è
costretto a prendere una decisione devastante che farà calare il
sipario sull’ultimo ballo di Venom e Eddie.
Il film è interpretato da
Tom Hardy,
Chiwetel Ejiofor,
Juno Temple, Peggy Lu, Alanna Ubach, Stephen Graham e
Rhys Ifans. Kelly Marcel dirige una sceneggiatura da
lei scritta, basata su una storia di Hardy e Marcel. Il film è
prodotto da Avi Arad, Matt Tolmach, Amy Pascal, Kelly Marcel, Tom
Hardy e Hutch Parker. Il film uscirà nelle sale il 24 ottobre.
Il compositore/filmmaker di lunga
data dei Marvel StudiosMichael
Giacchino ha svelato il suo tema principale per
The Fantastic
Four: First Steps all’inizio di quest’anno durante il
D23, e ha ora parlato delle cose che secondo lui la colonna sonora
di questo film doveva trasmettere. Parlando con Brandon Davis per
il suo show su YouTube, Giacchino ha
detto di aver pensato che il tema dovesse “avere un senso di
speranza e ottimismo in un modo che, francamente, nessun altro film
Marvel ha ancora fatto”.
“Volevo che si sentisse come se
si trattasse di una famiglia che si scontra con qualcosa di molto
difficile”, ha aggiunto. “Alla fine, vivono in un’epoca di
ottimismo, speranza, scoperte e progressi scientifici e
tecnologici, e ho pensato che sarebbe stato divertente mettere in
evidenza questo aspetto”. Oltre a fornire la colonna sonora
per diversi film del MCU, Giacchino ha anche diretto lo
speciale Werewolf By Night. A questo link, si può ascoltare
un brano della colonna sonora composta da Giacchino.
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul Walter
Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU Agatha All Along EPISODIO 6
L’episodio di questa settimana di
Agatha
All Along, intitolato “Familiar By Thy Side“,
inizia con la celebrazione del “Magick Mitzvah” del giovane
William Kaplan. I suoi genitori lo guardano orgogliosi e
in seguito lui festeggia il suo diventare un uomo insieme ai suoi
amici.
L’incontro con Lilia
Calderu
William entra nella tenda di un
chiromante e incontra Lilia Calderu. Lei vede che
lo aspetta un lungo viaggio, ma le luci tremolano quando nota che
la sua linea della vita è spezzata in due (Teen, come lo conosciamo
noi, appare nella sua sfera di cristallo). Lo attribuisce al
raggiungimento della maggiore età di William, ma dopo aver
pronunciato un’altra frase apparentemente casuale scrive quel
familiare sigillo su una piccola pietra e la mette nella tasca
della giacca del ragazzo, sigla così l’incantesimo del sigillo.
Un allarme di emergenza rivela che
sta succedendo qualcosa di strano con l’anomalia a Westview; a
tutti viene ordinato di tornare a casa e, mentre la radio trasmette
frammenti delle sitcom che abbiamo visto in WandaVision, l’Hex diminuisce… e l’auto
di William e dei suoi genitori si schianta. Nell’impatto, William
muore. È allora che sentiamo le voci dei giovani Billy e Tommy che
si danno la buonanotte prima che l’adolescente si svegli e urli
“Tommy!”
L’anima di Billy Maximoff entra nel
corpo senza vita di William
Sì, l’anima di Billy Maximoff è entrata nel corpo di William
dopo la sua morte. È interessante notare che Alice
Wu-Gulliver è la poliziotta che si presenta sulla scena.
In ospedale, William/Billy, che sembra non avere ricordi di nessuna
delle due vite passate, riesce a sentire i pensieri dei suoi
genitori e, tornato a casa, mente a se stesso dicendo di essere
“William Kaplan”.
Tre anni dopo, mentre si bacia con
il suo ragazzo, Billy confessa di essere tornato dai morti come
qualcosa di diverso; qualcosa di più. Ha fatto delle ricerche
sull’incidente di Westview, quello che a Eddie, come a tutti gli
altri, è stato detto essere un esercizio di addestramento degli
Avengers andato male. Guardando un video di YouTube con
Jennifer Kale, Billy mostra a Eddie delle rune nel
cielo e incontra qualcuno che sa cosa è successo a Westview.
Ralph Bohner è tornato!
Ralph Bohner è tornato! L’attore trasandato ricorda
tutto e paragona l’esperienza di essere sotto il controllo di Wanda
al guardarsi in TV nella propria testa. È incasinato e Billy lo
sente ripetere nella propria testa ripetutamente “Per favore,
non chiedere di Agatha Harkness” nella sua testa.
Spiegando come Agatha gli abbia
dirottato la vita, Ralph ricorda di essere stato il suo burattino e
di aver avuto una terribile influenza sui figli di Wanda, Billy e
Tommy (confessa anche di aver avvelenato Wanda e il cane di Vision,
Sparky). Ralph, tuttavia, crede che Wanda sia morta e che la
S.W.O.R.D. abbia smantellato Vision in pezzi.
Torna Witches’ Road
Tornato a casa, Billy ascolta la
canzone Witches’ Road cantata dalla madre di Alice e tutto
torna a posto quando fa delle ricerche su Agatha e scopre che è
l’unica sopravvissuta alla Strada.
Dopo essere entrato in casa di
Agatha, vediamo il confronto trai due. Nonostante si sia
inizialmente presentato come William Kaplan, poi si fa chiamare
Billy Maximoff (il sigillo di Lilia ha protetto la sua identità
entrambe le volte, quindi
ora è chiaramente William e Billy).
Cosa vuole Billy dalla Strada?
Nel presente, Agatha riesce a
riemergere dalle sabbie mobili poco prima che Billy rompa il
sigillo. Si confrontano e lei dice quanto è bello rivederlo,
elogiando il modo in cui è sopravvissuto trasferendosi in un
contenitore vuoto. Sfortunatamente, i suoi poteri non funzionano,
sembra che siano stati innescati dalla rabbia, quindi a Billy non
resta altra scelta che continuare lungo la Strada con Agatha.
Cosa vuole se ha già dei poteri? Non
Wanda (ha scelto la città al posto suo), non Vision (si suppone che
sia a pezzi), ma suo fratello Tommy.
Billy riesce a percepirlo da qualche
parte ma non riesce a trovarlo, quindi, raggiungendo la fine della
Strada delle Streghe, non intende resuscitare Scarlet Witch, ma
riunirsi con il suo gemello e l’adolescente che conosciamo come
Speed nei fumetti! Si scopre quindi che la serie riguardava
la caccia a Tommy fin dall’inizio, anche se c’è
sicuramente un’oscurità in Billy non dissimile da quella di sua
madre…
Jeremy Strong
è uno degli attori più talentuosi attualmente in circolazione, che
però non sempre ottiene le attenzioni che meriterebbe. Estremamente
maniacale nel costruire i propri personaggi, al fine di dar vita ad
interpretazioni particolarmente intense e veritiere, Strong si è
costruito una solida carriera tra cinema e televisione,
distinguendosi anche con i ruoli di minor rilievo. Egli è senza
dubbio una delle personalità della recitazione da non
sottovalutare.
Ecco 10 cose che forse non
sai sull’attore Jeremy Strong.
2. Ha recitato anche in note
serie TV. La prima apparizione televisiva per Strong è
quella nella serie The Good Wife, in cui ha recitato tra
il 2011 e il 2013. In seguito ha preso parte ad alcuni episodi
della serie Mob City (2013) e Masters of Sex
(2016). Dal 2018 è invece impegnato nella serie Succession,
dove recita accanto a Brian Cox.
Proprio per la sua interpretazione in questa serie, Strong ha
ottenuto importanti riconoscimenti ed una maggiore notorietà.
3. Ha svolto anche altri
lavori oltre quello di attore. Prima di intraprendere la
carriera di attore a tempo pieno, Strong ha ricoperto diversi altri
ruoli all’interno del mondo del cinema. È ad esempio stato stagista
nel reparto di scenografia per il film La seduzione del
male (1996), e assistente di produzione per i film Harry a
Pezzi (1997), Amistad (1997) e C’è posta per
te (1998). Un lavoro per lui particolarmente importante è però
stato per lui quello avuto per il film La storia di Jack &
Rose (2005), dove è stato l’assistente personale di Daniel Day-Lewis. Proprio guardando il grande
attore prepararsi al suo ruolo e interpretarlo ha spinto Strong a
voler intraprendere una carriera da attore.
4. Si è preparato al ruolo
in modo molto particolare. Nella serie Succession l’attore interpreta
Kendall Roy, uno dei quattro figli di Logan Roy,
impegnato nel processo di successione della compagnia gestita dal
padre. Per prepararsi al provino per tale ruolo, Strong ha
raccontato di aver letto la biografia dedicata a Rupert
Murdoch e la sua famiglia, così da comprendere meglio le
dinamiche esistenti all’interno di un nucleo famigliare simile a
quello raccontato dalla serie. Nel libro, inoltre, è riportato che
il figlio di Murdoch, James, è noto per l’allacciarsi le scarpe.
Strong ha quindi fatto lo stesso per l’audizione, sostenendo che
esprimesse la tensione interiore del personaggio.
5. Ha corso numerosi rischi
sul set. La devozione di Strong per il suo mestiere lo ha
occasionalmente portato a lesioni personali. Nella prima stagione
di Succession, ad esempio, poiché Kendall doveva correre
per un lungo tratto, Strong, per risultare veramente sudato e senza
fiato in ogni ripresa, ha corso più veloce e lontano che poteva con
le scarpe eleganti, fratturandosi un piede. Due stagioni dopo, ha
deciso di saltare da una piattaforma alta 1,5 m, indossando anche
in questo caso scarpe eleganti, riportando contusioni alla tibia e
al femore, dovendo poi portare un tutore per le gambe.
Jeremy Strong in The
Gentleman
6. Ha avuto un ruolo nel
film di Ritchie. In The Gentlemen, tra i
tanti noti attori che hanno partecipato al film, vi è anche Strong,
nel ruolo del miliardario Matthew Berger, che si svelerà avere a
che fare con i tentativi di spodestare Michael “Mickey” Pearson dal
suo impero del narcotraffico. Anche in questo film Strong ha avuto
modo di farsi notare per la sua interpretazione contenuta ma
estremamente intensa, capace di attirare su di sé tutte le
attenzioni.
Jeremy Strong è Roy Cohn in The
Apprentice – Alle origini di Trump
7. Si è profondamente
immedesimato nel ruolo. In The Apprentice – Alle origini di Trump, Strong
interpreta Roy Cohn l’avvocato nonché mentore di Donald Trump negli
anni della sua giovinezza. Come suo solito, l’attore si è calato
nella parte in modo estremamente minuzioso, tanto che Roger
Stone, socio di lunga data sia di Donald Trump che di Roy
M. Cohn, ha ammesso che il ritratto di Cohn fatto dall’attore è
“inquietante nella sua accuratezza”.
8. Ha ottenuto il
prestigioso riconoscimento. Per la sua intensa
interpretazione di Roy Kendall nella seconda stagione di
Succession,
Strong si è aggiudicato il premio Emmy come Miglior attore
protagonista in una serie drammatica. L’attore è poi stato
nuovamente candidato nella medesima categoria anche per la terza e
quarta stagione, senza però riportare la vittoria.
Chi è la moglie di Jeremy
Strong?
9. È sposato. Nel
2016, Strong ha sposato Emma Wall, una psichiatra
danese. I due si erano conosciuti quattro anni prima a una festa a
New York durante l’uragano Sandy. Oggi vivono a New York, insieme
alle loro tre figlie, nate nell’aprile 2018, nel novembre 2019 e
nel settembre 2021. Strong cerca di tenere particolarmente privata
la sua vita famigliare, tenendosi alla larga da ogni possibile
invasione dei media, così da preservare un senso di tranquillità e
di distacco dal suo lavoro, specialmente considerando quanto egli
vi si dedichi in maniera maniacale.
Jeremy Strong: età e altezza
dell’attore
10. Jeremy Strong è nato a
Boston, nel Massachusetts, Stati Uniti, il 25 dicembre del
1978. L’attore è alto complessivamente 1,79 metri.
Nel 2020, l’uscita di Tenet
di Christopher Nolan da 200 milioni di dollari era
a rischio, con un ritardo indefinito dovuto alla pandemia che
imperversava e alla chiusura dei cinema. Durante quell’estate, il
regista, un campione dell’esperienza sul grande schermo, voleva che
il suo thriller di spionaggio fosse il primo grande successo a
debuttare nei cinema riaperti. L’ex capo della Warner Bros.
Entertainment Ann Sarnoff e il presidente del
settore cinematografico dello studio, Toby
Emmerich, hanno concordato di procedere con un’uscita
nelle sale a condizione che Nolan rinunciasse a determinati
compensi.
Dopo la fusione del 2022 di
WarnerMedia con Discovery e il conseguente cambio di regime, i
nuovi dirigenti del gruppo cinematografico Michael DeLuca e
Pamela Abdy erano ansiosi di vedere Nolan tornare allo
studio; era passato alla Universal nove mesi prima del loro arrivo
per realizzare
Oppenheimer. Nolan aveva già una lunga storia con lo
studio risalente a “Insomnia” del 2002. Come gesto
di buona volontà, la Warner Bros. gli ha scritto un assegno a sette
cifre, restituendogli i compensi Tenet
a cui aveva rinunciato.
Christopher Nolan rimane con Universal dopo
Oppenheimer
Ahimè, quel gesto non è riuscito a
far tornare Nolan. Per un uomo che continua a vivere nella stessa
modesta casa sulle colline di Hollywood ed era noto per guidare una
Honda di 20 anni, i soldi non sono importanti e qualche milione in
più non ha spostato l’ago della sua bilancia. Il vincitore
dell’Oscar e la sua partner di produzione e moglie, Emma
Thomas hanno optato per portare il prossimo progetto,
che vede protagonista Matt Damon, alla
Universal e al suo formidabile leader, Donna
Langley.
“Quello che conta [per Nolan] è
se lo distribuiremo nel modo giusto? Avrai la giusta strategia di
marketing? Otterrai gli schermi Imax? Mi lascerai solo a fare il
film che voglio fare? Tutte queste cose che sa di aver ottenuto con
la Universal [su ‘Oppenheimer’]”, afferma Stephen Galloway,
preside del Dodge College of Film and Media Arts della Chapman
University. “Perché non dovrebbe andare alla
Universal?”
Christopher Nolan è un
marchio conosciuto dal pubblico
Tuttavia, l’apertura della Warner
sottolinea lo status unico di Nolan a Hollywood, che ha lottato per
coltivare la prossima generazione di autori che vincono Oscar e
riempiono i multisala. Infatti, Nolan fa parte di una razza in via
di estinzione di registi con un nome noto. Quel piccolo gruppo
include Quentin Tarantino e James
Cameron. Steven Spielberg e Martin
Scorsese hanno avuto posizioni simili ma hanno visto
rendimenti al botteghino in calo anche se i loro budget di
produzione rimangono stabili.
Ciò che Nolan ha realizzato con
Oppenheimer è miracoloso. Il vincitore del premio
come miglior film ha guadagnato quasi un miliardo di dollari, 976
milioni di dollari per l’esattezza, nonostante la classificazione
R, la durata di tre ore e l’attenzione su una figura storica che è
“il soggetto meno probabile a fare soldi nella storia
dell’industria dell’intrattenimento”, nota Galloway. Quando si
tratta di Nolan, il suo nome è il marchio.
“Christopher Nolan è una proprietà intellettuale a sé
stante“, afferma l’analista del botteghino Jeff Bock.
“Solo una manciata di registi sono noti al grande pubblico e
lui è attualmente in cima a quella lista“.
Quale sarà il film di Nolan
rimane un mistero. Le fonti affermano che l’ultimo
film di Nolan non è un altro epico film di fantascienza; alcuni ipotizzano
che possa essere nel genere dello spionaggio. Non è una sorpresa,
dato che Nolan ha flirtato con l’idea di fare un film di Bond a un
certo punto. Tuttavia, quel franchise è in sospeso da quando
Daniel Craig si è ritirato come 007 con No
Time to Die del 2021. Inoltre, Nolan è un regista da
montaggio finale e la guardiana di Bond Barbara
Broccoli è riluttante a concedere a qualsiasi regista quel
controllo.
Ma Nolan non è un regista qualsiasi.
Oltre a Oppenheimer, due dei suoi film hanno
superato il traguardo di 1 miliardo di dollari: Il cavaliere oscuro e Il cavaliere oscuro – Il
ritorno. Galloway afferma: “Questo non è un
cialtrone che ha realizzato “Senti chi parla n. 38” o “Sharknado”.
Questo è Christopher Nolan“.
Megalopolis di Francis Ford Coppola è in sala dal
16 ottobre, distribuito da Eagle Pictures. Il progetto di
passione del grande maestro americano è stato preceduto da
tantissimi commenti in merito alla sua portata e ambizione e sembra
si sia davvero detto tutto sul film, tuttavia ci sono delle
curiosità che forse non si sanno ancora su questo affascinante e
complesso viaggio nella città immaginata da Coppola. Ecco di
seguito quello che forse non sapete su
Megalopolis di Francis Ford Coppola.
Nato negli anni ’80 a
seguito di suggestioni e letture, Megalopolis fa un po’ fatica a
trovare la sua strada. Proprio in quel periodo, a seguito di
diversi flop al botteghino, Coppola ha dovuto accantonare
l’ambizioso progetto che già solo in nuce era costosissimo. Nel
2001, il regista riprende in mano l’iniziativa e comincia a
effettuare delle riprese. Anche questa volta però il progetto fu
messo in pausa: alcune scene infatti ricordavano troppo da vicino
l’orrore reale dell’attacco alle Torri Gemelle. Nel 2007 Coppola ci
riprovò, ma a questo punto furono i produttori a tirarsi indietro,
spaventati da un film sulla carta tanto complesso e costoso. Così
Coppola ha dovuto decidere: abbandonare per sempre il progetto,
oppure realizzarlo con fondi propri. Ovviamente ha scelto la
seconda opzione, così, prima nel 2019 e poi nel 2022 ha ripreso a
lavorare alla sua idea.
Come anticipato, Coppola
ha perso il sostegno dei produttori nel corso dei lunghi anni che
lo hanno portato alla realizzazione di Megalopolis, così ha
deciso di sborsare di tasca propria la cifra necessaria. Per la
precisione 120 milioni di dollari, stando alle dichiarazioni rese
pubbliche. La pratica non è certo nuova per Coppola, che aveva già
speso soldi suoi per la realizzazione di Apocalypse Now, uno dei film con la realizzazione più
travagliata nella storia del cinema, sia per Un sogno lungo un
giorno, il film che lo portò nel 1981 sull’orlo della
bancarotta.
Quando il film doveva
essere girato all’inizio degli anni 2000, Coppola aveva scelto per
interpretare il protagonista suo nipote, Nicolas Cage. Anche Russell Crowe era stato per un breve periodo in lizza
per la parte, ma il blocco della produzione ha fatto passare il
tempo necessario affinché sia Cage che Crowe diventassero troppo
vecchi per la parte. Nel 2007 era Leonardo DiCaprio la scelta di Coppola, e nel 2019 fu il
turno di Jude Law, ma arrivò la pandemia. Quando la
produzione è stata riattivata, Law aveva dei conflitti di
programmazione e il regista si è dovuto mettere di nuovo alla
ricerca di un volto per il suo film. Dopo la rinuncia di
Christian Bale, la scelta è ricaduta, questa volta in
maniera definitiva, su Adam Driver, che ha interpretato Cesar Catilina.
Le ispirazioni
Il nome stesso del
protagonista dovrebbe darci qualche indicazione. Per
Megalopolis, Coppola preso spunto per la trama principale
dallo scontro nell’Antica Roma trai senatori Cicerone e Catilina,
uno scontro che contrapponeva da una parte la moralità, dall’altra
la corruzione che stava corrodendo la Repubblica e che di lì a poco
avrebbe lasciato spazio all’Impero. Il regista ri-attualizza quello
scontro, guardando a un futuro in cui il mondo cederà completamente
al vizio e alla decadenza. Una critica neanche troppo velata alla
situazione contemporanea degli Stati Uniti, in vista oltretutto
delle elezioni Presidenziali del prossimo 6 novembre.
L’essere arrivato
finalmente sul set, non ha rappresentato per Coppola la fine dei
suoi problemi per la realizzazione di Megalopolis, anzi! Il
regista ha dovuto affrontare una serie di difficoltà, qualche volta
causate da lui stesso. Tra differenze creative con parte della
troupe che è stata licenziata e sostituita in corso d’opera e cambi
improvvisi di sceneggiatura con nuove scene e situazioni da mettere
in scena, la lavorazione di Megalopolis non è filata di
certo liscia. Oltre a tutti questi intoppi, il film completato
poteva anche non essere distribuito, vista la difficoltà per
Megalopolis di trovare distributori negli USA e nel mondo
intero. L’esordio al Festival di Cannes, con recensioni positive ma
anche stroncature, ha contribuito ad accrescere l’interesse intorno
al titolo e qualche distributore si è cominciato a fare avanti.
Lionsgate ha acquistato il titolo per il Nord America e da noi è
distribuito a partire dal 16 ottobre da Eagle Pictures.
Negli ultimi anni l’attore Bruce Willis si è dedicato senza sosta a
partecipare ad una serie di film di genere d’azione e thriller. Tra
questi si ritrovano titoli come Survive the
Night, Trauma Center, Hard Kill, Fire with Fire e Resa dei conti – Precious
Cargo. Un altro film simile a quelli qui citati è
Vendetta, distribuito nel 2022 per la regia di
Jared Cohn, personalità affermatasi
grazie a B-Movie come Super Volcano e 20.0
Megaquake. È peròbene notare che, nonostante sia indicato come
protagonista del film, Willis abbia in realtà un ruolo molto
ridotto.
L’attore, infatti, ha negli ultimi
anni ridotto drasticamente i suoi impegni cinematografici,
limitandosi a brevi apparizioni che comportano dunque il minimo
impegno possibile. Questa formula, da molti criticata, si è
dimostrata particolarmente vantaggiosa per l’attore, che ha così
modo di districarsi tra diversi lungometraggi girati tutti in brevi
periodi. Per gli amanti del genere, tuttavia, questi si rivelano
essere film a loro modo godibili, che offrono intrattenimento senza
troppe pretese unito all’occasione di vedere Willis fare ciò che sa
fare meglio.
Vendetta è anche
uno degli ultimi progetti a cui ha preso parte, avendo ora annunciato il suo ritiro, e
dunque recuperare questi suoi lavori conclusivi può essere un
dovuto omaggio alla sua carriera. In questo articolo approfondiamo
alcune delle principali curiosità relative a questo preciso film.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è la famiglia
Duncan, composta dal padre William, un ex marine,
sua moglie Jen e la loro figlia
Kat, una giovane studentessa che si divide tra gli
impegni scolastici e la sua grande passione per il softball, sport
in cui eccelle, incoraggiata dai suoi genitori. La loro vita sembra
idilliaca finché un giorno la tragedia piomba su di loro. Dopo i
festeggiamenti per la vittoria della sua squadra, Kat, che si trova
con suo padre, rimane vittima una violenta e mortale aggressione da
parte di una gang di criminali. Danny, il suo
assassino, viene catturato poco dopo, ma l’avvocato di William lo
avverte che il ragazzo rischia una condanna molto lieve perché le
prove a suo carico sono insufficienti.
L’uomo prende così la decisione di
farsi vendetta da solo. Chiamato a identificare l’assassino,
William, che sta già premeditando la sua vendetta, dichiara di non
riconoscerlo, obbligando il giudice a rilasciare il ragazzo. La
notte seguente, l’uomo riesce poi individuare l’assassino e a
ucciderlo, apparentemente ponendo fine a quella storia. Purtroppo
per lui è in realtà solo l’inizio, perché Donnie e
Rory Fetter, rispettivamente padre e fratello di
Danny, vengono a sapere dell’accaduto grazie alla testimonianza di
una prostituta. Così, da giustiziere, William si trasforma in
preda.
Il cast di attori
Ad interpretare William Duncan vi è
l’attore Clive Standen, noto soprattutto per aver
interpretato Bryan Mills nella serie Taken (2017-2018),
basata sull’omonima trilogia cinematografica con Liam Neeson, nonché Rollo nella serie
Vikings (2013-2018). Nel ruolo di sua moglie Jen vi è
l’attrice Lauren Buglioli, mentre Maddie
Nichols è la figlia Kat. Cabot Basden
interpreta Danny Fetter, mentre Donnie e Rory sono interpretati
rispettivamente da Bruce Willis e Theo Rossi.
Completano il cast Thomas Jane nel ruolo di Dante,
Kurt Yue in quello del detective Brody e l’ex
pugile Mike Tyson in quello di Roach.
Nel corso del film, William confessa
alla moglie Jen ciò che ha fatto e lei gli suggerisce di scappare,
ma è troppo tardi: cadono in un’imboscata di Rory e Donnie, che
sparano a lui e a Jen, uccidendo sul colpo lei e lasciando lui
apparentemente ferito a morte. William si risveglia però in
ospedale, intenzionato a vendicarsi. Nel portare avanti questo
desiderio, si imbatte in Dante, un trafficante d’armi che ha perso
suo cugino a causa dello stesso Donnie. L’uomo fornisce a William
delle armi da fuoco, andando poi alla ricerca del luogo in cui si
nascondono Rory e Donnie.
Venuto a sapere che William li sta
cercando, Donnie ordina a Rory di ucciderlo una volta per tutte.
Rory e la sua banda si mettono dunque alla ricerca di William, ma
quest’ultimo, che si trovava già al club, entra di nascosto e
affronta Donnie, riuscendo infine a sparargli e a ucciderlo. Usa
poi il telefono di Donnie per chiamare Rory e informarlo della
morte del padre. Rory non ne è però particolarmente turbato, in
quanto rivela di aver sempre odiato il genitore che gli preferiva
Danny, ritenendolo migliore di lui. Dopo una prima ritirata di
William, lui, Dante e il suo amico Roach affrontano il gruppo di
Rory.
Durante lo scontro tutti i membri
della banda di entrambe le parti vengono uccisi, rimanendo vivi
solo Rory e William. Quest’ultimo viene colpito allo stomaco da un
proiettile, ma prima di soccombere alla ferita riesce ad uccidere
Rory e completare la sua vendetta. Arriva a quel punto la polizia,
con il detective Brody che dinanzi a quella strage afferma di
sperare che per Williams ne sia valsa la pena. Alla fine del film,
compare poi un messaggio che recita: “Vendicarsi non è solo
giusto, è un dovere assoluto”, scritto da Stieg
Larsson.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Vendetta grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision e
Infinity+. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì
16 ottobre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Basato su uno spettacolo teatrale
portato in scena dal regista e sceneggiatore Michael
Jacobs a Broadway nel 1978, il film del 2023 Ti
presento i suoceri si propone come una leggera
commedia di carattere
sentimentale che porta i propri spettatori a guardare
all’amore e al matrimonio sotto punti di vista diversi. In questo
caso, quelli di tre coppie, appartenenti a due generazioni diverse.
Ciò permette anche di riflettere su questo sentimento e il modo in
cui si vive in età diverse, con un’attenzione particolare alla
terza età.
Lo stesso regista, infatti, durante un’intervista ha
descritto il film come “un’osservazione sulle persone di una
certa età e su ciò che trasmettono ai loro figli con il loro
comportamento. E questo non è molto romantico. Ci sono molti
momenti divertenti, ma credo che sia più una commedia seria“.
Jacobs – noto per i suoi lavori teatrali e televisivi e qui alla
sua prima regia di un lungometraggio per il cinema – ha infatti
raccontato di aver fatto confluire nel film le sue riflessioni su
come con l’avanzare dell’età risulti più difficile abbandonarsi
all’amore.
Per chi è in cerca dunque di un film
leggero ma molto attento a ciò di cui narra, è allora questo un
titolo da non lasciarsi sfuggire. In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a Ti
presento i suoceri. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
frasi più belle del film. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Richard Gere in Ti presento i suoceri. Cortesia di Vertical
Entertainment.
La trama di Ti presento i suoceri
Dopo il matrimonio di un’amica,
Michelle si aspetta dal fidanzato
Allen un impegno più deciso per il futuro della
loro relazione e la coppia organizza una cena affinché i rispettivi
genitori si conoscano. Tuttavia, i futuri consuoceri scoprono con
orrore di conoscersi già, seppur in segreto: il padre di Michelle,
infatti, intrattiene una relazione clandestina con la madre di
Allen, mentre il padre del giovane ha conosciuto la madre della
ragazza la sera prima e ha capito di provare dei sentimenti per
lei.
Il cast del film
Ad interpretare il film, nel ruolo
di Howard – padre di Michelle –
vi è l’attore
Richard Gere, mentre Diane Keaton interpreta
Grace, sua moglie. Nel ruolo della figlia, invece,
si ritrova l’attrice Emma
Roberts. L’altra famiglia protagonista è invece
composta da Monica, interpretata da Susan Sarandon, da Sam,
interpretato da William H.Macy,
e da Allen, interpretato da LukeBracey. Dato questo cast di attori, il film
rappresenta una reunion per molti di loro.
Riunisce infatti Emma Roberts con Luke Bracey
dopo il film Holidate (2020). Riunisce poi Diane Keaton con
Richard Gere dopo In cerca di Mr. Goodbar
(1977), realizzato quarantasei anni prima. Sempre Richard
Gere ritrova qui Susan Sarandon, dopo che i due hanno
interpretato marito e moglie in Arbitrage. Infine, in
questo film Richard Gere interpreta il padre di
Emma Roberts, dopo che in Pretty Woman (1990) e Se scappi, ti sposo (1999) si innamoravo della zia di
lei, Julia Roberts.
Susan Sarandon e William H. Macy in Ti presento i suoceri. Cortesia
di Vertical Entertainment.
Le frasi più belle del film
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
È stato il momento più terribile di
tutta la storia delle donne bloccate con voi idioti (Michelle)
Ci vuole una vita per amare
qualcuno. È il pensiero a cui aspiriamo di più perché nessuno l’ha
mai capito. Finché una notte ti svegli e sai che va tutto bene…
perché è lei che giace accanto a te. (Sam)
Matrimonio: incontriamo l’amore
della nostra vita, è quello che pensiamo in quel momento, ma poi il
tempo passa. Quanto tempo ci diamo l’un l’altro prima di
trasformarci nelle persone che abbiamo sempre sperato di essere.
Forse un giorno ci svegliamo ancora sdraiati l’uno accanto
all’altro e finalmente capiamo la promessa che ci siamo fatti,
ovvero che ci saremmo dati il miglior riposo della nostra vita. E
se non lo capiamo? Che ne sarebbe di noi? Non è più il nostro
mondo, vero? Ora è il loro mondo. (Prete)
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Ti
presento i suoceri grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim Vision e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì
16 ottobre alle ore 21:30 sul canale
Rai 1.
Considerato uno dei più controversi,
ma a suo modo affascinanti, film di supereroi degli ultimi anni,
Batman v Superman: Dawn of Justice
(qui la recensione) è diventato
in breve un vero e proprio cult, già soltanto per il suo riunire
per la prima volta sul grande schermo due icone come
Batman e Superman. Diretto da
Zack Snyder, il
film porta così in scena l’epico scontro tra i due supereroi,
contornandolo con un racconto cupo e che ha aperto la strada ad un
universo più ampio. Il film segnava infatti un importante tassello
nella costruzione del DC
Extended Universe, introducendo per la prima volta i personaggi
di Wonder Woman, Flash, Aquaman e Cyborg.
Il titolo, inoltre, ha gettato le
basi per quello che poi è stato Justice
League, arrivato nei cinema nel 2017. La pellicola
incentrata sui due supereroi, tuttavia, ricevette una tiepida
accoglienza da parte di critica e pubblico, che fece di conseguenza
frenare l’entusiasmo verso i progetti della DC. Non passò molto,
però, prima che la pellicola venisse a suo modo rivalutata, sia per
il suo stile visivo che per alcuni degli eventi narrati. Dopo aver
diretto L’uomo
d’acciaio nel 2013, Snyder desiderava dare un seguito alle
vicende di Superman, e affermò che la sua idea preferita era quella
di farlo scontrare con il celebre Batman.
Per Batman v Superman: Dawn
of Justice, dunque, egli trasse ispirazione dai fumetti
Il ritorno del Cavaliere Oscuro e da La morte di
Superman. Snyder, però, affermò che non si sarebbe trattato di
un adattamento dei due titoli, quanto di una riscrittura di
quell’immaginario. Il suo Batman e il suo Superman sono infatti
personaggi molto diversi da quelli descritti nelle pagine cartacee.
Piu che un vero e proprio sequel, inoltre, Snyder ha descritto il
film come un film a sé, che si espande grazie a nuove storie e
personaggi.
In seguito agli eventi
di L’uomo
d’acciaio, dove sconfisse il generale
Zod, Superman è ora una figura
amata da alcuni e odiata da altri. Tra coloro che vedono nel
supereroe una minaccia c’è Bruce Wayne, alias
Batman, che ormai da più di vent’anni combatte
contro la criminalità di Gotham. Egli si trova così a dover
nuovamente indossare il costume, alla ricerca di un modo per
distruggere l’invincibile eroe. Le sue ricerche lo conducono così
alla LexCorp, dove il geniale e malvagio Lex
Luthor ha fatto conservare frammenti di kryptonite. Questo
si rivela essere l’unico elemento in grado di poter indebolire
Superman.
Sul suo percorso, però, Batman si
imbatterà in Diana Prince, la quale gli rivela di
possedere a sua volta dei superpoteri. Terrorizzato dalla
possibilità che l’Uomo d’Acciaio possa ridurre l’umanità in
schiavità, il cavaliere oscuro capisce che non c’è più tempo da
perdere, e si arma per prepararsi alla battaglia. Ciò che non sa, è
che dall’ombra Luthor trama affinché i due arrivino ad ingaggiare
una guerra l’uno contro l’altro, cosa che potrà permettere a lui di
avere strada libera per i suoi malvagi piani di conquista e per
garantirsi tutto ciò non mancherà di dar vita a qualcosa di davvero
mostruoso.
Il cast di attori
Grande attrattiva del film è il
ricco cast che lo compone. Innanzitutto, l’attore Henry Cavill riprese per l’occasione il ruolo
di Superman, dichiarandosi entusiasta di poter esplorare le
evoluzioni avvenute nel personaggio dal film precedente. Per dare
nuovamente vita al supereroe egli si sottopose ad un programma di
allenamento che lo portò ad acquisire una notevole massa muscolare,
con il fine di apparire più grande e minaccioso. Ben più complesso
fu per lui dar vita ad aspetti del personaggio che potessero dar
ragione a quanti lo considerano una minaccia.
Per dare un nuovo volto al cavaliere
oscuro Snyder scelse l’attore Ben Affleck. Questi si dichiarò inizialmente
restìo all’idea di accettare il ruolo, memore dello scarso successo
avuto dal suo Daredevil. Alla fine decise ad accettare, affascinato
dall’idea di poter dar vita ad un Batman invecchiato e reso più
cinico e cupo dai tanti orrori visti. Egli lo considerò infatti
come l’altra faccia della medaglia rispetto a Superman, poiché
possiedono modi diversi di perseguire la giustizia. Per dar vita al
personaggio, inoltre, acquisì circa 15 chili di massa
muscolare.
Per ruolo di Lex Luthor, invece,
Bryan
Cranstonvenne inizialmente preso in
considerazione dallo studios di produzione. La parte venne però
infine assegnata a Jesse Eisenberg, poiché il regista lo ritenne
più adeguato a dar vita alla complessa psicologia del personaggio.
L’attore ha poi lavorato molto per immedesimarsi nel ruolo,
mantenendo riservato il look che si era deciso di adottare. Nel
film sono poi presenti altri attori oggi noti, come Amy Adams nel ruolo di Lois Lane, Gal
Gadot nei panni di Wonder Woman, Laurence
Fishburne in quelli di Perry White, e Jeremy
Irons per Alfred Pennyworth.
Gli incassi al box office
Pur non ricevendo un
accoglienza di critica particolarmente favorevole, il film è
riuscito a stabilire diversi record al box office. Tra questi vi è
quello come miglior esordio per un film di supereroi, con 420
milioni di dollari a livello globale. Con un simile esordio, gli
analisti si aspettavano che gli incassi avrebbero potuto facilmente
superare il miliardo di dollari. Ciò avrebbe permesso al film di
affermarsi come un grande successo a fronte del suo budget di circa
250 milioni di dollari. Tuttavia, dopo i primi giorni d’apertura
il film subì un drastico
calo nei guadagni.
Al suo secondo weekend, infatti, il
film segnò un calo dell’81.2%, tra i peggiori nella storia per un
blockbuster. Giunto al termine della sua corsa, nonostante i molti
record stabiliti, il film si assestò intorno alla cifra complessi di circa
873 milioni di dollari. Negli Stati Uniti il film giunse
infatti a guadagnare poco più di 330 milioni, mentre nel resto del
mondo raggiunse oltre 542 milioni. Pur rientrando così dei
costi e portando un buon profitto alla Warner Bros, il film
lasciò la sensazione che le sue possibilità fossero state in fin
dei conti ridotte dal mancato riscontro positivo di critica e
pubblico.
Anche se il titolo non aveva
entusiasmato come ci si aspettava, la major mise subito in cantiere
il suo sequel diretto. Il film Justice League, arrivato nei cinema di tutto il mondo
nel 2017, riprese la narrazione da lì dove l’aveva interrotta
Batman v Superman: Dawn of Justice. Anche
questo nuovo capitolo del DC
Extended Universe, tuttavia, venne accolto in maniera
particolarmente contrastante. I problemi riscontrati nel corso
della produzione, inoltre, fecero assumere al film una forma ben
diverse da quella inizialmente prevista. A distanza di anni, è
infine stata rilasciata la tanto richiesta
Snyder’s Cut, che ha ridato forma alle idee iniziali del
regista.
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Batman v Superman: Dawn of
Justice è infatti presente nel catalogo di Apple
iTunes, Prime Video, Now, Tim Vision e
Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 16 ottobre alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.