A pochi giorni dalla première di
Star Wars: The Acolyte – La Seguace su
Disney+, l’ultimo spot
televisivo della serie offre un nuovo terrificante sguardo al
misterioso cattivo Sith. Più vediamo l’elmo, più sembra vicino a
quello indossato da
Kylo Ren nella trilogia sequel.
Che il nipote di
Darth Vader si sia ispirato a un potente Sith del passato non
sarebbe una grande sorpresa e questo misterioso personaggio ha
chiaramente un ruolo fondamentale nel riportare i Sith alla
ribalta.
Data la collocazione dell’Accolito
nella linea temporale di Star
Wars, sembra ancora probabile che sotto la maschera si
celi Darth Plagueis o Darth Tenebrous. Tuttavia, Lucasfilm potrebbe
avere intenzione di apportare alcune modifiche significative a gran
parte della tradizione stabilita nelle storie dell’Universo
Espanso.
“Se voglio raccontare la mia
storia, a cosa sono più interessato? Ed era l’ascesa dei
Sith“, ha spiegato recentemente la showrunner Leslye
Headland. “Come ha fatto la ‘Regola dei Due’ a
continuare per tutto questo tempo fino a quando Sidious e Maul si
sono rivelati ne La minaccia fantasma? Per me questo è stato il
punto più interessante in cui ambientare la serie“.
“Penso che l’Alta Repubblica
sia un luogo in cui i Jedi si trovano quasi troppo al sicuro“,
ha aggiunto. “Si trovano quasi in un luogo in cui non riescono
a immaginare che una minaccia li raggiunga. Quindi penso che
l’inizio di Mae sia qualcosa che li manda in bestia. Sicuramente
non si aspettavano che qualcuno venisse loro incontro
direttamente“.
The
Acolyte: La Seguace è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che
interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del
franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era
dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri
emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Mentre le riprese di Superman di
James
Gunn proseguono, la produzione si è spostata a
LaGrange, in Georgia, dove si svolgeranno le scene
alla fattoria dei Kent.
Indipendentemente dal luogo in cui
le sue avventure lo hanno portato, l’Uomo d’Acciaio è sempre tornato a
casa per vedere i suoi genitori in tutti i precedenti film e show
televisivi basati su Superman,
e sembra che il prossimo reboot del DCU non sarà diverso.
Anche se non rivelano molto, le
prime foto dal set sono state condivise online. Non sappiamo se uno
di questi edifici sia la vera casa dei Kent, perché
potrebbero essere semplicemente altre strutture presenti nella
proprietà o nei dintorni.
“Pa” e “Ma” Kent saranno
interpretati da Pruitt Taylor Vince e Neva Howell.
James
Gunn ha anche condiviso su Instagram una foto del
dietro le quinte
di cui vi abbiamo parlato sabato. Anche se non sembra che
nessuno di questi ragazzi sia in costume, lo scatto ci permette di
vedere il regista insieme a Nathan Fillion (Guy
Gardner), Skyler Gisondo (Jimmy Olsen) e due
attori che potrebbero o meno essersi uniti al cast del film:
Mikaela Hoover e Christopher McDonald.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Considerato uno dei mostri
cinematografici per eccellenza, Godzilla ha fatto
la sua prima comparsa al cinema nel 1954, e da quel momento una
lunga serie di film a lui dedicati gli hanno permesso di acquisire
fama mondiale. Nel 2023, il re dei kaiju è tornato al cinema in
tutta la sua possenza con Godzilla Minus One, il
37° film del franchise (il 33° film di Godzilla prodotto dalla Toho
e il quinto film dell’era Reiwa)
Scritto, diretto e con effetti
visivi firmati da TakashiYamazaki, anche questo nuovo
film propone Godzilla come allegoria delle armi nucleari e dei
disastri naturali, anche se nel tempo egli è passato da sole
connotazioni negative a possedere anche caratteri con cui è più
facile empatizzare, come ad esempio l’essere frutto involontario
degli orrori perpetrati dall’essere umano nei confronti della
natura.
Yamazaki ha infatti raccontato di
essersi ispirato non solo all’originale del 1954 e ai film
Gojira Mosura King Gidora – Daikaijū sōkōgeki (2001), a
Lo squalo (1975) e ai film di Hayao Miyazaki, ma anche alle attuali
preoccupazioni mondiali e all’inaffidabilità dei governi durante la
pandemia. Il successo è stato poi straordinario e il film è
arrivato anche a vincere il Premio Oscar per i Migliori effetti
speciali, divenendo il primo titolo del franchise a ricevere tale
premio, nonché il primo film non in lingua inglese.
In questo articolo, approfondiamo in
particolare ciò che accade al termine Godzilla Minus
One e come il film potrebbe anticipare futuri capitoli
della saga. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del
finalee del suo titolo. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Godzilla Minus One
Successivamente al termine della
Seconda guerra mondiale, una nuova e spaventosa minaccia mette a
repentaglio l’esistenza di un Giappone in piena crisi economica e
coperto di macerie: Godzilla, l’enorme mostro
mutato a seguito di test nucleari costringe la popolazione
giapponese, ancora devastata dalla guerra, a combattere di nuovo
per la sopravvivenza. Il pilota kamikaze Kōichi
Shikishima vedrà in ciò l’occasione di riscattarsi
dall’essere sfuggito al suo dovere in guerra.
Koichi Shikishima, è interpretato da
Ryūnosuke Kamiki,mentre Minami
Hamabe interpreta Noriko Oishi, la ragazza di
Shikishima. Yūki Yamada è Shirō Mizushima, un
giovane membro dell’equipaggio a bordo della nave Shinsei Maru,
mentre completano il cast Hidetaka Yoshioka nel
ruolo di Kenji Noda, un ex ingegnere navale specializzato in armi,
Munetaka Aoki in quello di Sōsaku Tachibana, ex
tecnico del Servizio Aereo della Marina Militare e
Kuranosuke Sasaki nel ruolo di Yōji Akitsu,
capitano della Shinsei Maru.
La spiegazione del finale: cosa accade a Godzilla?
All’inizio del film Godzilla
Minus One il re dei kaiju si mostra ancora con dimensioni
modeste, quasi più simile per aspetto e movenze ad un dinosauro dei
film di JurassicPark. Tuttavia, viene poi
spiegato che a seguito della realmente avvenuta operazione
Crossroads, che prevedeva dei testi nucleari statunitensi
sull’atollo di Bikini, Godzilla ha subito una mutazione e un
conseguente potenziamento. Ecco allora che quando riappare nel
film, è immensamente più grande e dotato di una forza
inarrestabile.
Per cercare di fronteggiare questa
titanica minaccia, l’ex ingegnere navale Kenji Noda, progetta di
distruggere Godzilla circondandolo con serbatoi di Freon e
distruggendoli, abbassando così la galleggiabilità dell’acqua e
affondandolo a una profondità di 1.500 metri, lasciando che la
pressione risultante lo schiacci. Se questo piano dovesse fallire,
lo si riporterà rapidamente in superficie uccidendolo attraverso
una decompressione esplosiva.
La decompressione esplosiva avviene
quando la velocità di decompressione è maggiore rispetto al tempo
normalmente impiegato per far uscire l’aria dai polmoni, ed è per
questo che viene associata alla violenza di un’esplosione.
Tuttavia, al momento di attuare il piano ci si rende conto di come
questo non sia sufficiente per uccidere una creatura potente come
Godzilla, ragion per cui si rende indispensabile il piano
architettato in gran segreto da Shikishima.
Il pilota kamikaze si lancia infatti
con il suo caccia dentro la bocca di Godzilla, eiettandosi per
tempo e facendo sì che la carica esplosiva che portava ferisse
mortalmente il kaiju. In precedenza, infatti, Shikishima aveva
notato come un esplosivo fatto detonare all’interno della bocca di
Godzilla lo avesse gravemente ferito, anche se il kaiju si era poi
rigenerato grazie ai nuovi poteri acquisiti.
La forza dell’esplosivo utilizzato
nel finale è però tale distruggere la testa di Godzilla e far sì
che l’energia del suo raggio termico ne laceri il corpo. Shikishima
ha così modo di riscattarsi dal suo senso di colpa per non aver
fatto ciò che il suo compito prevedeva: sacrificarsi in guerra. In
più occasioni nel corso del film gli viene rimproverato il suo
essere sopravvissuto e la sua codardia, che sarebbero causa della
morte di altri suoi compatrioti.
Shikishima, però, non si sacrifica
neanche questa volta in quanto – seguendo il consiglio del capo
meccanico Tachibana – sceglie la vita. Tachibana era stato tra
quelli che lo accusavano di essersi sottratto al suo compito di
kamikaze, ma egli stesso sembra infine rendersi conto
dell’insensatezza di quei sacrifici. Nel finale viene infatti
sottolineato come per troppo a lungo il Giappone non abbia avuto a
cuore la vita della sua popolazione e che ciò deve ora
cambiare.
Con la sconfitta di Godzilla il
Giappone sembra dunque poter ora guardare ad un futuro ricco di
speranza, ma l’ultima inquadratura del film ci mostra uno dei pezzi
del corpo di Godizilla che inizia a rigenerarsi. Ciò lascia dunque
intendere che il kaiju, lentamente, si ripresenterà in tutta la sua
furia devastante. Non è però chiaro se ognuno dei pezzi si
autorigenererà, dando vita a molteplici Godzilla. Di certo, al
termine dei titoli di coda si possono udire i passi e il ruggito
del kaiju, segno che un sequel sul suo ritorno potrebbe essere
realizzato.
La spiegazione del titolo Godzilla Minus
One
Ma cosa significa quel Minus
One (ovvero “meno uno”) del titolo? Nel film il Giappone è un
paese “ridotto a zero” dagli eventi della Seconda guerra mondiale e
la distribuzione di Hiroshima e Nagasaki con le due bombe atomiche
americane. Il violento attacco di Godzilla non fa altro che
peggiorare la situazione di un paese già in ginocchio, portando
dunque il Giappone ad uno stato “meno uno”. Koji
Ueda, presidente della casa di produzione Toho, ha
spiegato che il titolo è stato scelto perché “si tratta di un
nuovo tipo di minaccia portata da Godzilla, che farà andare il
paese in negativo“.
Il trailer di Godzilla
Minus One e dove vederlo in streaming e in TV
Come anticipato, è possibile fruire
di Godzilla Minus One unicamente grazie alla sua
presenza nel catologo di Netflix. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere (qualora non lo si avesse già) un abbonamento
generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si
avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio
della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri
prodotti presenti nel catalogo.
Un precedente rumor sosteneva che
il gruppo di supercriminali noto come Serpent Society
fosse stato completamente tagliato dal film durante le riprese.
Questo potrebbe essere stato esatto all’epoca, ma quest’ultima
tornata di foto aggiuntive ha rivelato che almeno un membro della
squadra sarà ancora presente.
Come si può vedere, Salazar sfoggia
ora i caratteristici capelli rosa caldo del personaggio, dopo
essere apparso in precedenza con le ciocche bionde in una foto
condivisa online lo scorso anno.
A NEW look at Rosa Salazar in hot pink hair
for her character Diamondback in
#CaptainAmerica4 has been shared with us by @AtlantaFilming
What do you think of the hair? Are you excited to see this
character in Cap 4? pic.twitter.com/GIa0fg5EZo
La Società dei
Serpenti (ammesso che compaiano ancora tutti) sarà
composta anche da Rattler, Constrictor, Asp e Cobra.
Secondo un precedente rapporto,
Diamondback utilizzerà “tatuaggi con punte di
diamante sulle mani per sparare proiettili dalle dita“.
Rattler “genera boom sonici dalle sue gambe, creando vibrazioni
dirompenti“. Constrictor “impiega bobine cariche sulle
braccia per costringere e immobilizzare i nemici“. I
“pugni di fuoco di Asp illuminano il combattimento con un
vantaggio infuocato” e Cobra (interpretato da Seth
Rollins) ha “zanne retrattili, capaci di sputare acido
corrosivo“.
A proposito di notizie,
MTTSH ha ribadito una precedente indiscrezione
secondo cui la trama di
Captain America: Brave New World ruoterà attorno
al Celestiale che è stato congelato sul posto verso la
fine di Eternals.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della
dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in
coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari.
Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia
rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi
piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Con tre coltelli sul petto e una
grossa pistola (un’ascia?) nella fondina alla sua sinistra, questo
misterioso cattivo sembra davvero formidabile. È probabile che
prenda di mira il nuovo Capitan America del MCU, ma chi diavolo è?
In verità, non lo sappiamo! Sebbene
foto del set come questa lascino solitamente trapelare la notizia,
nulla identifica Esposito come uno specifico personaggio Marvel.
L’attore ha dichiarato che apparirà in una serie televisiva dopo il
debutto sul grande schermo, quindi il fatto che interpreti un
assassino – potenzialmente assoldato dal sindaco Wilson
Fisk – in Daredevil:
Born Again, ad esempio, ha senso.
Potrebbe essere una versione “a
terra” di Cutthroat della Serpent Society o di un altro
oscuro cattivo dei fumetti; d’altra parte, i Marvel Studios
potrebbero aver creato un personaggio completamente originale da
far interpretare alla star di Breaking Bad.
Gran parte di
Captain America: Brave New World è stato girato in
gran parte nel 2023, prima che gli scioperi della WGA e della
SAG-AFTRA bloccassero la produzione. Durante il periodo di
inattività, i dirigenti dei Marvel Studios hanno deciso che il
seguito di The Falcon and the Winter
Soldier aveva bisogno di una revisione e lo
scrittore Matthew Orton è stato arruolato per scrivere le scene per
i reshoot.
Il personaggio di
Giancarlo Esposito è stato aggiunto durante le
riscritture ed è stato descritto come “un agente antagonista del
caos” e “una seria spina nel fianco di Sam Wilson”. Una cosa che è
ormai chiara è che non interpreterà un personaggio importante come
il Dottor Destino o Magneto!
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della
dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in
coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari.
Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia
rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi
piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Considerato uno dei titoli più
indicativi del passaggio dal vecchio al nuovo millennio,
Donnie Darkoha
acquistato la popolarità che oggi lo contraddistingue in modo lento
e silenzioso. Grazie ad alcune riproposizioni in sala, con
conseguenti passaparola, il film è in breve diventato un cult
imprescindibile. Incentrato sulle teorie degli Universi Tangenti,
esso presenta una serie di caratteristiche e tematiche che
sarebbero poi divenute centrali e ricorrenti negli anni a
venire.
Il film segna l’esordio
cinematografico di Richard Kelly, il quale scrisse
la sceneggiatura e firmò la regia, ed è anche il titolo che ha
contribuito a rendere Jake
Gyllenhaal una vera e propria star. L’idea nacque
quasi per caso, nel momento in cui Kelly era alla ricerca di una
storia per il suo primo lungometraggio. Affascinato dalle tematiche
poi riproposte nel film, egli aspirava a dar vita ad una storia
personale, ambigua e nostalgica ambientata sul finire degli anni
Ottanta.
Ancora oggi vengono generate teorie
e riflessioni circa il complicato svolgersi degli eventi della
trama. Cinefili e critici di tutto il mondo hanno in più occasioni
dibattuto riguardo a cosa sia reale o meno all’interno del film,
dando vita il più delle volte alle spiegazioni più fantasiose.
Nessuna delle teorie sino ad oggi proposte è stata ufficialmente
accettata dal regista, il quale ha dichiarato che non rivelerà mai
il significato profondo del film.
Donnie Darko: la trama e il cast
del film
Tutto ha inizio la notte del 2
ottobre 1988, quando il motore di un aereo in avaria precipita
sulla casa della famiglia Darko. Il figlio Donnie (Jake
Gyllenhaal) scampa miracolosamente alla morte. A
salvarlo, conducendolo fuori dall’abitazione, è un inquietante
coniglio antropomorfo. Questi, prima di lasciarlo, gli annuncia
l’imminente fine del mondo tra 28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12
secondi. Da quel momento, Donnie inizierà a percepire
l’approssimarsi della fine, di cui cercherà di impedire
l’avverarsi. Relazionandosi con una serie di strani personaggi, tra
cui insegnanti, genitori e coetanei, il ragazzo arriverà a fare la
conoscenza delle teorie sui viaggi spazio-temporali, che
sembrerebbero poter spiegare quanto sta per accadere.
Per il ruolo del protagonista,
Kelly si è affidato al giovane Jake Gyllenhaal, il
quale sarebbe poi divenuto celebre grazie a questo personaggio.
Egli, tuttavia, non era la prima scelta per la parte di Donnie. La
produzione voleva infatti che venissero considerati gli attori
Mark Wahlberg,
Vince Vaughn
e Jason Schwartzman, ma in seguito al loro rifiuto
Gyllenhaal ottenne la parte. Questi, in seguito, dichiarò di essere
rimasto entusiasta dell’esperienza del set, ma di non aver ancora
capito di cosa parli esattamente il film.
Altra presenza fondamentale nel
cast è quella dell’attrice Drew
Barrymore. Oltre a ricoprire il ruolo dell’insegnante
Pomeroy, che introduce Donnie ai viaggi nel tempo, la Barrymore ha
fortemente sostenuto il film, partecipando alla sua produzione. Il
regista ha infatti ricordato di come avesse inizialmente faticato a
trovare una distribuzione cinematografica, e che con l’aiuto
dell’attrice ciò è stato infine possibile. Tra gli altri
protagonisti si annoverano Jena Malone, nel ruolo
della ragazza di Donnie, Maggie
Gyllenhaal, nel ruolo della sorella del protagonista,
e Patrick
Swayze, nel ruolo del predicatore Jim Cunningham. Nel
film vi è anche un piccolo cameo dell’attore Seth
Rogen, al suo debutto cinematografico.
Donnie Darko: la spiegazione del
finale
Complesso e imprevedibile, il
finale del film si ricollega in modo particolarmente stretto
all’evento visto ad inizio film: lo schianto di un motore d’aereo
sulla camera di Donnie. Da qui ha inizio per il giovane un percorso
di scoperta verso un destino già scritto. Attraverso una serie di
indizi e simboli, lo spettatore si trova così ad acquisire, insieme
al protagonista, una serie di conoscenza riguardo le dimensioni
parallele e gli universi tangibili. Con il sopraggiungere del
finale, si arriva infine ad avere un puzzle completo degli eventi e
del loro significato.
La notte del 2 ottobre, infatti, si
genera un universo parallelo a quello reale. Si tratta di un ramo
alternativo dove Donnie vive per i 28 giorni della profezia. In
questo lasso temporale, egli ha modo di esplorare quanto lo
circonda, come anche le sue più grandi paure interiori. Questo
universo, tuttavia, è destinato a collassare proprio perché nato
per errore. Ciò che ha importanza, però, è che all’interno di
questo Donnie crei le condizioni affinché il motore d’aereo visto
all’inizio ottenga una provenienza concreta e certa, contrariamente
al mistero che lo avvolge inizialmente. Tale Universo Tangente,
allora, sembra esistere soltanto affinché tutti i pezzi del puzzle
vengano inseriti al posto giusto, riportando equilibrio
nell’Universo principale.
Con un film come questo è però
difficile indicare una sola spiegazione finale. Un’altra
accreditata interpretazione ha al suo nucleo la solitudine. Questa
è un sentimento ricorrente all’interno del film, probabilmente il
più importante, ed è ciò che caratterizza ognuno dei personaggi
protagonisti. Sentendosi solo, Donnie dà vita ad una serie di
azioni delle quali finisce per pentirsi. Decide così di rimuovere
sé stesso, inconsapevolmente o meno dando vita alle condizioni per
cui rimarrà ucciso quel fatidico 2 ottobre. Senza di lui, quanti
hanno interagito con Donnie continueranno a vivere nella
solitudine, avvertendo però la fugace esistenza di qualcosa che non
si è poi mai realizzato.
Donnie Darko: il sequel, il
trailer e dove vederlo in streaming
Nell’estate del 2009 esce al cinema
il film sequel S. Darko. Il film assume il punto di vista
della sorella minore di Donnie, anni dopo gli eventi del primo film
e cerca di ricalcarne gli eventi. Allo stesso modo, la casa
produttrice desiderava ricalcare il successo del primo film. Ciò
non si è però verificato, sia per la mancanza di una forte
originalità come quella del primo film, sia per l’assenza degli
attori che resero celebre il primo film. Inoltre, il regista
dell’originale, Richard Kelly si è più
volte dissociato dal film, affermando di non averlo mai visto e
di non tollerare di essere associato ad esso.
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Donnie Darko è infatti presente nel
catalogo di Chili Cinema e Google Play. È inoltre disponibile
all’interno della piattaforma Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video.
Mentre Doctor Strange nel Multiverso della Follia non
ha incluso molte sorprese come alcuni fan avevano sperato, una
delle più importanti ha visto Anson Mount
riprendere il suo ruolo di Black Bolt negli
Inhumans.
Con un costume accurato, abbiamo
finalmente visto la portata dei suoi poteri quando la sua voce ha
ridotto il Doctor Strange della Terra-838
a poco più di un mucchio di polvere. Tuttavia, dopo aver incrociato
Scarlet Witch della Terra-616, la sua
testa è esplosa dall’interno.
Resta da vedere se vedremo altri
Inhumans
nel MCU. L’ex presidente della Marvel Entertainment Isaac
Perlmutter ha cercato di costringere Kevin Feige a fare un film con i personaggi e,
quando si è rifiutato, ci siamo ritrovati con la disastrosa serie
televisiva Marvel.
Se utilizzate i social media, è
probabile che abbiate una certa familiarità con gli account di
engagement farming che pubblicano affermazioni prive di fondamento
(senza una fonte) nella speranza di guadagnare qualche misero
dollaro da Elon. È raro che vengano chiamati in causa, ma Mount non
ne ha voluto sapere questo fine settimana.
“È così interessante“, ha
detto a proposito di un’affermazione secondo cui lui e il resto del
cast degli Inumani appariranno in Avengers:
Secret Wars. “Per favore, diteci di più su questo
contratto che apparentemente ho firmato nel sonno. Sono così
curioso di sentire tutti i dettagli succosi da un feed che
chiaramente non è una click-farm“.
Nonostante la sua risposta
sprezzante a questo account X, Mount ha ammesso la scorsa estate
che ci sono state alcune discussioni su un ritorno nel MCU.
“Se la risposta fosse sì non
potrei dirvelo”, ha risposto l’attore quando gli è stato
chiesto se un ritorno è in cantiere, “ma la risposta è no,
quindi posso. Ho avuto alcune conversazioni informali con i poteri
[della] Marvel e si tratta di una conversazione, ma hanno la loro
fase attuale da svolgere”.
“Non lo so, vedremo”, ha
aggiunto Mount. “Mi piacerebbe saltare di nuovo nel cowl e
farlo di nuovo. Amo Black Bolt come personaggio”.
Non sembra che il suo ritorno di
Black Bolt sia stato necessariamente una tantum, e anche
se non prevediamo di vedere un film sugli Inumani, immaginiamo che
ci possano essere dei piani per la squadra da qualche parte lungo
la linea (non abbiamo ancora incontrato le loro varianti della
Terra-616). Come sempre, restate sintonizzati per gli ultimi
aggiornamenti su Inhumans.
This is so interesting. Please tell us more
about this contract I apparently signed in my sleep. I’m so curious
to hear all the juicy details from a feed that is clearly not a
click-farm. https://t.co/gDj2XIzzkT
Originariamente previsto per il
2025, Avengers:
Secret Wars è stato posticipato al 2027 a causa dei
ritardi di produzione causati dagli scioperi di Hollywood insieme
ad
Avengers 5. Entrambi i film non hanno ancora un
regista. Si tratta del sesto capitolo della serie di film di
successo Avengers. Dovrebbe concludere la Fase 6 del Marvel Cinematic
Universe e la
Saga del Multiverso.
I fan attendono da tempo la notizia
di un potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di
fumetti, che vede vari eroi e cattivi Marvel essere
catturati da un’entità cosmica nota come Beyonder, dove
poi si scontrano su un pianeta chiamato
Battleworld. Ad oggi non ci sono però certezze sul
cast anche se voci sempre più insistenti parlano di Hugh
Jackman e Tobey Maguire nuovamente nei
panni di Wolverine e Spider-Man come leader di alcune fazioni di
Avengers.
La prima famiglia della Marvel non ha avuto molta fortuna
sullo schermo. C’è stato il famigerato film sui Fantastici
Quattro del 1994, prodotto dal compianto Roger
Corman, che non ha mai visto ufficialmente la luce, e poi i
grandi film del 2005 e del 2007 con
Chris Evans,
Jessica Alba, Ioan Gruffudd e Michael Chiklis.
Questi ultimi non erano un granché
ed erano un prodotto del loro tempo; quindi, quando nel 2015 è
stato realizzato un reboot dal regista di Chronicle, Josh
Trank, c’è stata una certa eccitazione tra i fan. I
trailer promettevano un racconto body-horror, ma i reshoots imposti
dallo studio lo hanno trasformato in un pasticcio.
Da allora il team è rimasto sullo
scaffale, anche se le cose cambieranno l’anno prossimo con I
Fantastici Quattro dei Marvel Studios. Il regista
Matt Shakman ha messo insieme un cast
impressionante, tra cui la star di Black Bird e CrudeliaPaul Walter Hauser.
Parlando con The Hollywood
Reporter, l’attore ha ammesso che quei terribili sforzi passati gli
hanno fatto pensare due volte a recitare in questo ultimo reboot.
“Non pensate che questo non abbia pesato quando stavo decidendo
se accettare o meno il lavoro”, ha detto Hauser. “Quel
film non è ancora stato completamente definito”.
“Ma credo davvero che la
combinazione tra la sceneggiatura, i responsabili dei reparti che
stanno lavorando al film e il cast di classe di attori davvero
entusiasmanti, alcuni dei quali conosciuti da molto tempo e altri
che stanno vivendo un momento particolare, mi abbiano fatto pensare
che questo film sia speciale e che fosse qualcosa di cui volevo far
parte”.
“Matt Shakman mi ha diretto
anni fa in It’s Always Sunny in Philadelphia”, ha continuato.
“Tornare insieme e collaborare in qualche modo a questo film è
davvero emozionante. Sono entusiasta di far parte del Marvel
Cinematic Universe”.
Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere
sul film
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con la
Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici
Quattro sono astronauti che vengono trasformati in
supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio.
Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a
raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato
in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza.
Al momento circolano voci su una
possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli
anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad
oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film
potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra
616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia
Garner è stata scelta per interpretare
Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che
sembrerebbe confermare anche quella di Galactus
come villain principale. Franklyn e
Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero
comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe
avere un semplice cameo nel finale.
Tony
Vinciquerrara, capo della Sony Pictures, ha
recentemente rivelato i piani dello studio per aumentare l’uso
dell’intelligenza artificiale nei film e negli spettacoli
televisivi. Ritiene che ciò li aiuterà a produrre in “modi più
efficienti”, ma in definitiva è poco più di un modo per
risparmiare denaro.
L’anno scorso, il fondatore
della DreamWorks Jeffrey Katzenberg ha suggerito
che l’IA ha il potenziale di ridurre i costi di realizzazione di un
film d’animazione fino al 90%, con la necessità di creare solo 50
artisti invece di 500. Se da un lato questa è una prospettiva
entusiasmante per i dirigenti degli studios, dall’altro ha lasciato
preoccupati gli appassionati di cinema.
Spider-Man: Beyond the Spider-Verse non ha
ancora una data di uscita a causa dei lunghi tempi di realizzazione
dei film innovativi dell’uomo-ragnatela. Ora, il
produttore/scrittore Christopher Miller ha
promesso ai fan che l’IA non sarà utilizzata sotto la sua
supervisione.
“Non c’è e non ci sarà mai
un’intelligenza artificiale generativa in Beyond the Spider-Verse”,
ha dichiarato. “Uno degli obiettivi principali dei film è creare
nuovi stili visivi che non si sono mai visti in un film in computer
grafica in studio, non rubare la media generica plagiata del lavoro
di altri artisti”.
È chiaro che se gli studios come la
Sony intendono aumentare l’uso dell’IA, perderanno molti dei
registi che creano storie veramente grandiose per lo schermo.
L’anno scorso
Spider-Man: Across the Spider-Verse ha guadagnato poco
meno di 700 milioni di dollari al botteghino mondiale ed è stato un
successo di critica. Il suo predecessore, Spider-Man: Into
the Spider-Verse del 2018, ha vinto l’Oscar come
“Miglior film d’animazione”.
“Quello che posso dirvi su
Beyond the Spider-Verse è che sarà migliore di Into e Across the
Spider-Verse, e che ci sarò anch’io. Questo è tutto ciò che posso
dirvi“, ha dichiarato in precedenza l’attore di Miles Morales
Shameik Moore a proposito del threequel. “Il secondo film ci
porterà al terzo film”.
“Azione… potete aspettarvi
Miles e Gwen. Potete aspettarvi tutto [ride] vi aspettate la
continuazione dal secondo”, ha stuzzicato Moore. “Potete aspettarvi
di vedere La Macchia; potete aspettarvi un’energia ricca di azione
e alcuni dilemmi e problemi da risolvere”.
Come già detto, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse non
ha ancora una data di uscita confermata. Si spera che un annuncio
venga fatto presto.
Mentre prosegue l’ultima tornata di
riprese di
Captain America: Brave New World (precedentemente
noto come New World Order), quest’ultima foto dal set
solleverà sicuramente alcune domande!
Condivisa da Atlanta
Filming, l’immagine mostra strane creature appese per la coda.
Sebbene si sia ipotizzato che si tratti dei Mangia-anime
di Chang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, a
noi sembrano molto più simili agli Orloni.
Questi piccoli animali simili a
roditori sono stati introdotti nei film di
Guardiani della Galassia e sembrano essere uno
spuntino molto popolare in alcuni angoli cosmici del
Marvel Cinematic
Universe.
Non abbiamo idea del perché queste
piccole creature facciano parte di questo film in particolare,
quindi c’è sempre la possibilità che assomiglino semplicemente a
Orloni. Un’altra teoria è che si tratti di una sorta di mutanti
gamma creati dal dottor Samuel Sterns, alias The Leader.
Date un’occhiata alla foto qui sotto e fateci sapere cosa ne
pensate nella sezione commenti.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il
nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“,
ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale
comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui
ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Nastri d’Argento a
Call my agent – Italia– Seconda
Stagione (Sky) per la ‘Commedia’, Il
Re– Seconda Stagione (Sky) per il ‘Crime’,
I Leoni di Sicilia (Disney+) tra i ‘Drama’ e Un
Professore– Seconda stagione (Rai) tra le
serie ‘Dramedy’ e, ancora una volta tratto da una commedia di
Eduardo De Filippo, Napoli milionaria (Rai) è il miglior
‘Film tv’ dell’anno per la regia di Luca Miniero con Massimiliano
Gallo e Vanessa Scalera.
Così ha deciso il
voto dei Giornalisti Cinematografici che concludono stasera a
Napoli al Teatro di Corte di Palazzo Reale la quarta edizione dei
Nastri d’Argento – Grandi Serie in collaborazione
con la Film Commission Regione Campania, con il sostegno del MiC –
Direzione Generale Cinema e audiovisivo. Main sponsor SIAE –
Società Italiana degli Autori ed Editori.
Foto di Lacovelli Zayed
Una grande festa
per la serialità che ha cambiato negli ultimi anni il pubblico
delle reti e delle piattaforme e ha reso internazionale e sempre
più amato dal pubblico il nuovo formato cinematografico della
fiction tradizionale, trasformandone lo storytelling nelle
mani di sceneggiatori sempre più attenti anche al recupero della
grande letteratura: molti titoli di quest’anno nascono da successi
letterari e non è un caso che la ‘Serie
dell’anno’, scelta dalla stampa specializzata, sia
La Storia di Francesca
Archibugi (Rai) dal romanzo di Elsa Morante. Un premio
collettivo per i produttori, Roberto Sessa per Picomedia e Maria
Pia Ammirati Direttrice di Rai Fiction, e naturalmente, con la
regista Francesca Archibugi, anche per gli sceneggiatori Giulia
Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo e la stessa Archibugi
insieme al cast: Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, i
giovani Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e Valerio Mastandrea.
Agli sceneggiatori,
grandi protagonisti della rivoluzione della serialità,
un’attenzione speciale con il Nastro le ‘Penne
d’Argento’ Campo Marzio, Premio che aggiunge valore al
‘created by’ che sintetizza il loro apporto determinante alla
nascita e allo sviluppo creativo di ogni progetto. E nasce tra i
riconoscimenti dei Giornalisti, in quest’edizione il Nastro
d’Argento SIAE per la sceneggiatura che premia le autrici
di Antonia (Prime Video) Chiara Martegiani, Elisa Casseri e
Carlotta Corradi. La serie è nata da un’idea di Chiara Martegiani
che ne è anche protagonista.
Tre le attrici e
gli attori con i Nastri speciali i Giornalisti specializzati hanno
festeggiato, con una scelta del Direttivo Nazionale, il
successo dei protagonisti ‘iconici’ dell’anno molto amati dal
pubblico: Sabrina Ferilli per Gloria
(Rai), Alessandro Borghi e Adriano
Giannini per Supersex (Netflix) e con loro il
regista Gabriele Muccino, che si è messo
autoironicamente due volte in gioco da attore, quest’anno, con le
sue performance irresistibili in altrettante serie
popolarissime come Call my agent – Italia (Sky) e Vita
da Carlo (Paramount+), entrambe alla seconda stagione. Con i
titoli più votati hanno vinto i loro interpreti: Isabella
Ragonese protagonista de il Re (Sky),
Michele Riondino, nel ruolo del capostipite della
più appassionante dinasty siciliana, la saga della
famiglia Florio, I Leoni di Sicilia (Disney+) tratta dal romanzo omonimo di
Stefania Auci che ha vinto nella categoria ‘Miglior Drama’ con la
regia di Paolo Genovese, scritta da Ludovica Rampoldi e Stefano
Sardo. Nastri anche per attrici e attori non protagonisti
Linda Caridi per Supersex (Netflix) e
Giovanni Ludeno che affianca Luisa Ranieri ne
Le indagini di Lolita Lobosco (Rai).
Nastri d’Argento
tra musica e cinema quest’anno anche per due giovanissime
rivelazioni: Leo Gassmann per Franco
Califano e Letizia Toni per Sei
nell’anima. Il ‘Premio Guglielmo Biraghi’ con il
quale la stampa cinematografica ogni anno segnala il talento dei
più giovani, è andato a Giacomo Giorgio: un
successo ad altissima velocità (che ha ricevuto anche un Premio
da Italo) per ben quattro titoli molto popolari, da
Mare fuori e Doc – Nelle tue mani a Noi siamo
leggenda e Per Elisa – Il caso Claps. E proprio a
Per Elisa – Il caso Claps (Rai) va un Nastro d’Argento
speciale al suo regista Marco Pontecorvo e al
protagonista Gianmarco Saurino.
Foto di Chiara Calabrò
E non sono poche le
serie entrate quest’anno nel palmarès per il valore che
una nuova narrazione esprime sui temi del sociale, un’attenzione
dichiarata ne I Fantastici 5 (Mediaset),
Premio Nastri d’Argento-Fondazione Claudio Nobis,
prodotta da Luca Bernabei di Lux Vide, società del gruppo Fremantle
con Daniele Cesarano, Head of Drama per RTI – Gruppo Mediaset. Una
storia nata da un’idea dello stesso Bernabei e di Massimo
Gramellini con protagonista Raoul Bova, empatico
coach di una squadra paralimpica. E ancora, Il
Nastro della legalità – Serie è andato a Il
Clandestino – Un investigatore a Milano (Rai)
protagonista Edoardo Leo per la regia di Rolando Ravello, una
coproduzione Rai Fiction e Italian International Film, prodotta da
Fulvio e Paola Lucisano.
Il
Clandestino è un detective fuori dai canoni tradizionali che
rinnova un genere molto frequentato dalla serialità con un segno di
attenzione significativo per i temi del sociale, pur nella
costruzione di storie che non dimenticano il mondo dei fragili in
una grande città. E a Giusy Buscemi, protagonista
di Vanina – Un vicequestore a Catania diretta da
Davide Marengo, è andato il Premio che i Nastri
assegnano con Nuovo Imaie, consegnato da un protagonista molto
popolare, non solo a Napoli, per Un posto al sole come
Patrizio Rispo. Da Salvatore
Clemensi Giusy Buscemi riceverà anche il tradizionale
Premio Wella Professionals per l’immagine ogni anno ai Nastri
d’Argento.
Una
sessantina le serie selezionate quest’anno, titoli che
hanno aperto la platea tradizionale della fiction anche ai grandi
autori del cinema, e 70 i voti dei Giornalisti Cinematografici per
il meglio di una selezione che ha preso in considerazione i titoli
della stagione andati in onda dal 1° maggio 2023 al 30 aprile
2024.
Le serie candidate,
anche su segnalazione degli iscritti al SNGCI, sono state scelte
quest’anno, come i premi speciali, dal Direttivo presieduto da
Laura Delli Colli e composto da Fulvia Caprara (Vicepresidente),
Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo
Sommaruga e Stefania Ulivi. Nel Direttivo Romano Milani, Segretario
generale e Franco Mariotti (Sindaco).
TUTTI I
PREMI
Il
Premio ad ogni serie riconosceanche il
valore del Cast artistico e tecnico nella sua
coralità
SERIE
DELL’ANNO
LA
STORIA (RAI)
Regia Francesca ARCHIBUGI
Protagonisti Jasmine TRINCA, Elio GERMANO, Asia
ARGENTO, Lorenzo ZURZOLO, Francesco ZENGA e con Valerio
MASTANDREA
Una
produzione PICOMEDIA in collaborazione con RAI FICTION in
collaborazione con THALIE IMAGES
Sceneggiatura Giulia CALENDA, Ilaria MACCHIA,
Francesco PICCOLO, Francesca ARCHIBUGI
MIGLIOR SERIE
‘COMMEDIA’
CALL MY
AGENT – ITALIA | SECONDA STAGIONE (SKY)
Regia Luca RIBUOLI
Prodotta
da SKY STUDIOS e PALOMAR
Sceneggiatura Lisa NUR SULTAN con Federico BACCOMO
e Dario D’AMATO
MIGLIOR SERIE
‘CRIME’
IL
RE | SECONDA STAGIONE (SKY)
Regia Giuseppe GAGLIARDI
Una
produzione SKY STUDIOS con THE APARTMENT e WILDSIDE,
entrambe società del gruppo FREMANTLE,
in collaborazione
con ZOCOTOCO
Sceneggiatura Alessandro FABBRI e Peppe FIORE,
Federico GNESINI
Distribuito a partire dal 2001 nei
cinema di tutto il mondo, Donnie Darko è in breve
diventato un film cult, integrandosi perfettamente nel contesto
cinematografico per contenuti e forma. Ancora oggi il film è spunto
di dibattiti circa la sua intricata trama, la quale ha appassionato
negli anni sempre più critici e cinefili.
Ecco 10 cose che non sai di
Donnie Darko.
Donnie Darko cast
1. Vi hanno partecipato
diversi attori famosi. Il film è l’opera d’esordio del
regista Richard Kelly, mentre protagonista con il
personaggio di Donnie Darko è l’attore Jake
Gyllenhaal, che sarebbe poi divenuto celebre proprio
grazie a questo ruolo. Tra gli altri protagonisti si annoverano
Jena Malone, nel ruolo della ragazza di Donnie,
Drew Barrymore, nel ruolo della professoressa
Pomeroy, Maggie
Gyllenhaal, nel ruolo della sorella del protagonista,
e Patrick Swayze, nel ruolo del predicatore Jim
Cunningham. Nel film vi è anche un piccolo cameo dell’attore
Seth
Rogen, al suo debutto cinematografico.
2. È stato realizzato
grazie al contributo di Drew Barrymore. Il regista ha
affermato che il film ha trovato una distribuzione cinematografica
anche grazie al supporto dell’attrice Drew
Barrymore, che figura anche come produttrice.
3. C’erano altri candidati
oltre a Jake Gyllenhaal. Prima di
scegliere Gyllenhaal come protagonista, la produzione aveva
valutato gli attori Vince Vaughn, Mark
Wahlberg e Jason Schwartzman, ma
tutti loro rifiutarono per impegni presi precedentemente con altri
film.
Donnie Darko trama
4. La trama ha generato
numerose teorie. Il film è ambientato il 2 ottobre 1988,
quando il motore di un aereo precipita sulla camera da letto di
Donnie Darko. Da quel momento la vita del ragazzo non sarà più la
stessa, data anche la comparsa di Frank, un coniglio antropomorfo
che gli preannuncia l’imminente fine del mondo. All’interno dei
film viene citata la teoria degli universi tangenti e delle
dimensioni parallele, elementi che hanno portato critici e
spettatori a speculare circa la realtà o meno degli eventi. Nessuna
delle teorie proposte è tuttavia stata ufficialmente accettata dal
regista.
5. Esiste una Director’s
cut. La versione uscita inizialmente nelle sale
cinematografiche ha una durata di 113 minuti. Nel 2004 viene
tuttavia rilasciata una versione estesa, a cui ha lavorato lo
stesso regista, della durata di 133 minuti, la quale presenta
dunque scene ed elementi in più, utili alla miglior comprensione
dell’opera.
Donnie Darko coniglio
6. È una figura
emblematica. Tra i più grandi misteri del film vi è quello
relativo alla figura del coniglio Frank. Oscuro e demoniaco, il
personaggio assume il ruolo di guida del protagonista, portandolo a
compiere gesti che influenzeranno lo svolgersi del film. La sua
presenza è più importante, e criptica, di quanto appaia, essendo
strettamente legato al fenomeno della dimensione parallela.
Donnie Darko Netflix
7. È possibile vederlo in
streaming. Per chi non avesse ancora visto il film, è
possibile recuperarlo sulla piattaforma streaming Netflix, dove è disponibile nel catalogo. Basterà
attivare un proprio account per poterlo guardare comodamente da
casa propria.
Donnie Darko canzone
8. Ha dato nuova vita ad un
brano già esistente. All’interno del film è presente il
brano Mad World, nella versione dell’artista Gary Jules.
Benché il brano esistesse ben prima del film, questo ha contribuito
ad un suo ritorno in auge, specialmente nella sua nuova versione.
La canzone è infatti associata ad una delle sequenze più importanti
del film, impossibile da dimenticare.
Donnie Darko sequel
9. Esiste un seguito del
film. Nell’estate del 2009 esce al cinema il film S.
Darko. Il film assume il punto di vista della sorella minore
di Donnie, anni dopo gli eventi del primo film e cerca di
ricalcarne gli eventi. Il regista dell’originale, Richard
Kelly si è più volte dissociato dal film.
Donnie Darko frasi celebri
10. Alcune frasi sono
entrate nell’immaginario collettivo. Il film è costellato
di frasi divenute ben presto iconiche, molte delle quali di natura
filosofica. Ecco le più celebri tra le battute del film:
– “28 giorni, 6 ore, 42 minuti,
12 secondi. Ecco quando il mondo finirà. (Frank)
– “Ci sono delle persone che
nascono con la tragedia nel sangue. (Gretchen Ross)
– “Un famoso linguista un
giorno scrisse che fra tutte le espressioni nella letteratura
inglese, fra tutte le infinite combinazioni di parole utilizzate
nella storia, Cellar Door è senz’altro la più bella.”
(Professoressa Pomeroy)
– “Perché Indossi quello
stupido costume da coniglio?” – “Perché indossi quello stupido
costume da uomo?” (Donnie Darko e Frank)
– “Ogni creatura sulla terra
quando muore è sola.” (Donnie Darko)
Al Festival di Cannes
2022 suscitò particolare scandalo il film iraniano
Holy Spider, diretto da Ali Abbasi (regista
anche di Border – Creature di
confine e del recente The
Apprentice). Il film, basato su una storia vera, narra del
serial killer Saeed Hanaei della città iraniana di
Mashhad e nel lungometraggio il regista ricorre frequentemente
all’uso di violenza e scene esplicite per scioccare e far
riflettere sulla brutalità di un episodio come quello che vede
protagonista Saeed, purtroppo tutt’altro che isolato.
Secondo il regista, però, il film
non vuole essere una ricostruzione accurata degli omicidi (il
personaggio interpretato da Zahra Amir Ebrahimi è
composito e in buona parte fittizio), né aspira volutamente a
creare controversie. Abbasi era infatti principalmente interessato
ad approfondire la storia di questo serial killer e il fatto che
per buona parte della popolazione fosse diventato un eroe. Allo
stesso tempo, il regista voleva offrire un’immagine della
condizione femminile in Iran diversa da quella che si è soliti
conoscere.
Si tratta dunque di un film
particolarmente interessante, che propone numerosi spunti di
riflessione oltre ad una serie di immagini decisamente
indimenticabili. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Holy Spider.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla storia vera dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
Forouzan Jamshidnejad in Holy Spider.
La trama e il cast di Holy Spider
Ambientato in Iran nel 2001, il film
racconta la storia di un uomo di nome Saeed, un
padre di famiglia alle prese con la propria ricerca religiosa.
Saeed è intenzionato a compiere una sacra missione: purificare la
città santa di Mashhad, cercando di sradicare del tutto la
prostituzione, simbolo di immoralità e corruzione. Il modo che
sceglie per portare a termine questa impresa è l’eliminazione
fisica delle donne.
Dopo aver mietuto già qualche
vittima, Saeed si ritrova però in preda alla disperazione, perché
le persone non sembrano interessate affatto alla sua missione
divina. Nel frattempo una giornalista di Teheran,
Rahimi, giunge in città per indagare sullo
spietato serial killer, rendendosi conto che le autorità locali non
sembrano avere fretta di trovare il colpevole. Si scontra infatti
con pregiudizi sessisti ed una polizia apatica e potrà contare solo
sul reporter locale Sharifi.
Ad interpretare Saeed Hanaei vi è
l’attore Mehdi Bajestani, recentemente visto anche
in Tatami
– Una donna in lotta per la libertà (2023). Proprio la
regista di quest’ultimo film, Zahra Amir Ebrahimi,
è qui presente nel ruolo della giornalista Rahimi, per il quale ha
vinto il Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes 2022.
Recitano poi nel film gli attori Arash
Ashtiani nel ruolo di Sharifi, Forouzan
Jamshidnejad in quello di Fatima Hanaei e
Alice Rahimi in quello di Somayeh.
Mehdi Bajestani in Holy Spider.
La storia vera dietro al film: chi è Saeed Hanaei?
Holy Spider, come
anticipato, è basato sulla storia vera di un serial killer
iraniano, Saeed Hanaei, che ha ucciso 16 donne
nella città di Mashhad tra il 2000 e il 2001. Tutte le sue vittime
erano prostitute, che egli attirava in casa mentre la moglie e i
figli erano assenti per pregare. Qui Hanaei strangolava le donne
con il loro foulard mentre avevano un rapporto sessuale. In
seguito, non nascondeva i corpi ma li scaricava ai bordi delle
strade o nelle fogne a cielo aperto.
Qui le vittime venivano trovati
avvolti nel loro chador, una lunga e fluente veste nera che ricopre
le donne dalla testa ai piedi. Con il susseguirsi degli omicidi, la
stampa li definì “gli Omicidi del Ragno” in quanto Hanaei attirava
le malcapitate a sé e, una volta in trappola, le assaliva, come
fanno i ragni con le prede. Saeed fu poi arrestato il 25 luglio del
2001 a seguito di un tentato omicidio: una delle sue vittime
sopravvisse al suo assalto e corse dalla polizia a denunciare il
fatto.
In carcere Saeed confessò
tutti e 16 gli omicidi e spiegò di averli commessi in quanto
considerava le prostitute come “esseri peccaminosi, corrotti
moralmente e che corrompevano, uno spreco di sangue’’ e quindi
sentiva che era suo dovere ripulire la città dalla loro presenza.
La sua, come lui stesso la descrisse, era “una crociata
personale per amore di Dio e per la tutela della
religione’’.
Questo movente trovò l’apprezzamento
di alcuni gruppi fondamentalisti e militanti islamici, che
considerarono il killer come “un eroe che difende la città da
una piaga sociale crescente”. Qualche tempo dopo l’arresto,
altre 19 prostitute sono state uccise almeno 3 di questi omicidi
sono stati attribuiti ai seguaci di Hanaei. Nel settembre 2001 fu
giudicato colpevole di 16 omicidi e condannato a morte per
impiccagione, che fu poi eseguita l’8 aprile 2002.
Il trailer di Holy
Spider e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
sabato 1 giugno alle ore 21:20
sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Quando nel 2001 il film
Shrek arrivò
nei cinema di tutto il mondo, l’animazione cinematografica cambiò
per sempre. Con l’uscita dei successivi tre sequel, quello di
Shrek diventa un vero e proprio fenomeno globale,
dando vita ad uno dei franchise animati più redditizi di sempre.
Tra riferimenti alla cultura di massa e una comicità scorretta e
cinica, si è affermato come un vero e proprio apri pista per
numerosi imitatori. Dopo
Shrek 2 nel 2004 e Shrek Terzo nel 2007, nel 2010 è arrivato al
cinema Shrek e vissero felici e contenti (qui la recensione).
Dopo aver raccontato l’ascesa di
Shrek a re di Molto Molto Lontano, con questo quarto film il
regista Mike Mitchell è voluto
tornare alle origini del celebre orco verde. Si portano dunque gli
spettatori non solo ad esplorare un mondo alternativo, ma anche le
origini di alcuni dei personaggi più amati. Questa inzialmente
doveva anche essere la storia conclusiva della serie, ma dato il
riscontro positivo di pubblico, la DreamWorks ha
lasciato aperte le porte per ulteriori sviluppi.
Con un incasso di oltre 750 milioni,
Shrek e vissero felici e contenti è infatti stato
uno dei maggiori successi del suo anno e della serie. Dato questo
successo, i produttori hanno dunque in seguito annunciato anche un
quinto capitolo della serie. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà possibile ritrovare dettagli sulla
trama e il cast di doppiatori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Shrek e vissero felici e
contenti
Con il quarto capitolo della serie,
Shrek e vissero felici e
contenti, Shrek è ora, insieme
a Fiona, il padre amorevole di tre orchetti.
Le sue giornate, però, si ripetono tutte uguali a se stesse tra il
caos della sua palude invasa dalla sua famiglia,
Ciuchino, la suocera Lilian, il
Gatto e altri loro amici. Incastrato così in una
routine che non gli permette di dare sfogo alla propria essenza,
Shrek inizia nutrire il desiderio di poter tornare alla sua vecchia
vita solitaria e pacifica.
Sempre più in preda alla
disperazione, egli si lascerà ingannare dal terribile nano
Tremotino, con cui stringe un patto per poter
rivivere un giorno della sua vecchia vita da orco in cambio di un
giorno a caso del suo passato. Il patto si rivela però una
trappola, in quanto Tremotino ha sottratto all’orco il giorno della
sua nascita, catapultandolo di conseguenza in un mondo parallelo in
cui non è mai esistito.
In questa realtà, Tremotino è
diventato il dittatore di Molto Molto Lontano, dove gli abitanti
vivono nella miseria, mentre gli orchi vengono cacciati e
schiavizzati dalle streghe. Cosa più importante, Shrek scopre di
non aver mai incontrato Fiona. L’orco avrà a questo punto soltanto
un giorno di tempo per poter rimediare a tutto ciò, deciso a
sfruttare l’unica clausola presente nel contratto del malefico
nano, relativa all’ottenimento del bacio del suo vero amore.
Il cast e i personaggi del
film
Una delle punte di diamante dei film
sono i numerosi celebri attori che si sono avvicendati nel
doppiaggio dei personaggi principali e più apprezzati della saga.
Voce originale dell’orco Shrek è il comico Mike
Myers. Questi, particolarmente legato al personaggio,
decise di conferire al personaggio un marcato accento scozzese.
Tale scelta è motivata dal fatto che questo gli ricordava il modo
in cui sua madre gli leggeva le favole.
Iconico è poi il ruolo svolto
dall’attore Eddie
Murphy, il quale ha reso celebre il personaggio di
Ciuchino grazie alla propria interpretazione. Conclude il trio di
protagonisti la principessa Fiona, la quale sfoggia la voce
dell’attrice Cameron
Diaz. La premio Oscar Julie Andrews dà
nuovamente voce alla regina Lilian, la madre di Fiona, mentre
Antonio
Banderas è ancora una volta la voce di Gatto con gli
stivali, ruolo da lui doppiato anche per le versioni in lingua
spagnola e italiana del film.
Fanno poi il loro ingresso
anche Walt Dohrn nei panni del perfido
Tremotino e JonHamm, celebre protagonista della serie Mad
Men, in quelli di Brogan l’orco. Si annoverano poi
anche Conrad Vernon per Zenzy, Craig
Robinson per Cuciny l’orco Jane Lynch nei
panni di Gretched. Per il doppiaggio italiano, invece,
Renato Cecchetto, Nanni Baldini e
Selvaggia Quattrini sono le voci di Shrek,
Ciuchino e Fiona.
Shrek 5 si farà?
Al momento non si sa molto di
Shrek 5, anche se il cast completo dei film
originali di Shrek dovrebbe tornare, con le
trattative con le star iniziate ad aprile 2023. “Prevediamo che
il cast ritorni. I colloqui stanno iniziando adesso, e ogni
indicazione che abbiamo ottenuto è che c’è un enorme
entusiasmo da parte degli attori a tornare” ha detto il
fondatore e CEO della Illumination Chris
Meledandri. In un precedente rapporto, si suggeriva
un’uscita nel 2025 per il film, cosa però al momento non
confermata.
Il trailer di Shrek e
vissero felici e contenti e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Shrek e vissero
felici e contenti è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e
Infinity+. Per vederlo, basterà noleggiare il
singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al
meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di sabato 1 giugno alle
ore 21:20 sul canale Italia
1.
Arriva per la prima volta su Rai 2
il film francese Gli omicidi di Pont D’Arc (titolo
italiano di Le secret de la grotte), diretto nel 2023
da Christelle Raynal. Si
tratta di un film per la TV che si basa su una celebre località e
sito turistico francese per proporre un racconto di carattere
thriller dove il mistero nel presente si lega ad un caso del
passato rimasto irrisolto. Un titolo dunque dove si mescolano più
elementi ed atmosfere.
Il film, realizzato dunque
unicamente per la TV francese, arriva ora anche sugli schermi
italiani, ed è l’ideale per gli appassionati di questo genere,
attratti dai misteri e dal percorso che si compie per arrivare alla
loro risoluzione. Oltre a ciò, il film è un titolo che suscita
interesse anche solo per il suo mostrare una serie di location di
grande fascino e che sono qui vere e proprie protagoniste di questo
racconto.
In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a Gli
omicidi di Pont D’Arc. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
location dove si sono svolte le riprese. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Catherine Davenier e Élodie Varlet in Gli omicidi di Pont
D’Arc
La trama di Gli omicidi di Pont D’Arc
Il film ha per protagonisti il
capitano della gendarmeria francese Riad Lekcir e
la responsabile della sezione scientifica Manon
Ferret-Duval. I due sono legati da un passato controverso
e doloroso. Nel 1994, Kamel, fratello maggiore di
Riad, fu accusato di aver ucciso i genitori di Manon. All’epoca
Kamel aveva otto anni e quando vide crollare i suoi alibi si
suicidò. Ora Riad e Manon sono colleghi e devono collaborare su un
caso molto singolare.
Il cadavere di un uomo è stato
rinvenuto sulle rive dell’Ardèche, si tratta di una figura nota
agli abitanti della zona. L’arma del delitto è la lama di una
pietra intagliata più di 40 mila anni fa, periodo corrispondente
alla presenza dell’uomo nella grotta rupestre scoperta proprio nel
1994. Gli investigatori devono mettere da parte i traumi del
passato e portare avanti le indagini, che sveleranno un legame tra
l’omicidio e il dramma avvenuto trent’anni prima.
Il cast del film
Ad interpretare Riad Lekcir vi è
l’attore Samy Gharbi, noto per il suo ruolo
ricorrente nella serie Demain nous. Accanto a lui, nel
ruolo di Manon Ferret-Duval, vi è invece l’attrice Élodie
Varlet, meglio conosciuta per il suo ruolo di Estelle
Cantorel nella serie televisiva Plus Beautiful Life, di
cui è diventata una delle attrici ricorrenti fin dal suo arrivo
alla fine del 2006. Accanto a loro, recitano Catherine
Davenier e Serge
Riaboukin nei ruoli di Nathalie e Étienne Ferret,
genitori adottivi di Manon.
Per quanto riguarda il suo ruolo,
Élodie Varlet ha dichiarato nel corso di un’intervista che:
“Non ho avuto il tempo di incontrare la polizia o altre
tipologie di forze dell’ordine, per prepararmi con loro al ruolo.
Ma cinque anni prima avevo già avuto l’opportunità di interpretare
un commissario e quindi conoscevo già un po’ come si svolge il
lavoro del mio personaggio in questo film. Ciò che dovevo fare qui
era però più un approfondimento sul piano personale di ciò che
Manon sta vivendo“.
Samy Gharbi e Élodie Varlet in Gli omicidi di Pont
D’Arc
Le location dove è stato girato Gli omicidi di Pont
D’Arc
Per
quanto riguarda le location, queste si sono svolte a
Vallon-Pont-d’Arc, nel dipartimento delle
Ardèche, Francia. Si tratta di un
un comune francese la cui importanza come destinazione turistica
risiede principalmente nel fatto che è il punto di partenza per la
discesa delle gole dell’Ardèche (da Pont d’Arc a
Saint-Martin-d’Ardèche). Il comune ospita anche la Grotte
Chauvet, Patrimonio dell’Umanità, e la sua replica, la
Grotte Chauvet 2.
La
“porta d’ingresso naturale” delle gole dell’Ardèche è anche detta
pont d’Arc e si tratta di un arco naturale che ha
una lunghezza di 60 metri e un’altezza di 54 metri ed è stato
aperto dal fiume Ardèche. Si tratta di un sito noto per i canoisti
nonché meta turistica particolarmente gettonata proprio per il
fascino che è capace di suscitare con la sua particolare forma e
collocazione.
Il trailer di Gli omicidi
di Pont D’Arc e dove vedere il film in streaming e in
TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
sabato 1 giugno alle ore 21:20
sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Il Cacciatore (The Deer
Hunter) di Michael Cimino è stato premiato come
miglior film e un’epopea di guerra che ha seguito tre amici
d’infanzia di una cittadina della Pennsylvania, Michael (Robert
De Niro), Steven (John Savage) e Nick
(Christopher
Walken) nel corso della guerra del Vietnam.
Il Cacciatore (The Deer Hunter) è una storia vera
per i soldati che hanno vissuto la sua straziante narrazione, con
un finale che, a distanza di quarant’anni, rimane uno dei pezzi più
sconvolgenti del cinema. Il film non si trattiene dall’esporre le
atrocità del combattimento e i loro effetti sulla psiche umana, in
particolare per Nick, il suo personaggio più fragile, che dopo la
guerra scompare nel mondo del gioco d’azzardo clandestino di
Saigon.
Prima di partire per il Vietnam,
Nick ha fatto promettere a Mike di non lasciarlo indietro, cosa che
perseguita Michael quando torna negli Stati Uniti. Quando scopre
che un benefattore anonimo sta inviando denaro all’ospedale per
veterani dove Steven è in cura, sospetta che si tratti di Nick.
Mike rintraccia Nick e lo trova a giocare alla roulette russa in
cambio di denaro, ma il Nick al tavolo da gioco è ben lontano
dall’uomo bello e ridente che era nei dintorni della Pennsylvania.
Nonostante la loro efficacia drammatica, le scene finali hanno
suscitato molte polemiche che hanno fatto discutere Il cacciatore
dal 1978.
La morte di Nick e l’ultima partita
alla roulette russa spiegate
Nonostante i migliori tentativi di
Mike di comunicare a Nick i ricordi della loro casa, il suo vecchio
amico non sembra recepire nulla di tutto ciò, e a turno ognuno di
loro fa girare la camera di scoppio e preme il grilletto, finendo
per sparare a vuoto. Il tono gelido del gioco è in netto contrasto
con la volta in cui giocarono nella giungla durante la guerra,
quando un fiducioso Mike disse a un impaurito Nick che tutto ciò
che doveva fare era “mettere una camera vuota in quella pistola”.
Entrambe le scene della roulette sono intense ma hanno scopi
diversi: una mette in evidenza il fuoco indomabile dello spirito
umano, l’altra mostra quando si è spento.
Qui, implora disperatamente un Nick
distaccato e rettiliano di mostrare un qualsiasi segno che si
ricordi di lui e della sua provenienza, cercando di fare qualsiasi
cosa per innescare la connessione di Nick con l’umanità. Ha quasi
la sua occasione quando Nick ripete le parole “Un colpo, un colpo”,
pochi istanti prima di premere il grilletto, ma il sorriso vuoto
sul suo volto è di breve durata quando spara e soccombe all’unico
proiettile in canna. “Un solo colpo” si riferisce al
metodo che Michael usava quando i due cacciavano insieme i cervi, a
significare il modo ottimale per uccidere senza che l’animale
soffrisse, e ora, in qualche modo, Nick sa che un solo colpo lo
libera.
Colto dalla morsa del disturbo da
stress post-traumatico (PTSD), in cui tutto ciò che può fare è
rivivere il suo trauma, Nick si è rivolto a un gioco che
rappresentava gli orrori che aveva visto e da cui era ancora
consumato. Sapeva che, una volta tornati a casa, i soldati
diventavano dei gusci di se stessi, con uno stato psicologico
fragile e non facilmente reintegrabile nella società ordinaria, e
anche se è discutibile quanto Nicky fosse lucido quando ha premuto
il grilletto, è chiaro che non voleva quel destino per se stesso,
una volta tornato sul suolo americano. Accettava che l’uomo che era
prima era già morto in Vietnam e che non si poteva tornare a casa,
cosa che Mike avrebbe imparato da solo in seguito.
Il vero significato del finale “Dio
benedica l’America”
La coda di “God Bless America” che
suona alla fine de Il cacciatore di cervi è allo stesso tempo
ispiratrice e dolceamara. La canzone è uno degli inni più
patriottici degli Stati Uniti e, inserendola alla fine di
Il Cacciatore (The Deer Hunter), il film riafferma
i valori americani. Nonostante il trauma subito da Michael, Nick,
Steve e gli altri uomini che hanno prestato servizio oltreoceano in
Vietnam, ognuno di loro ha un legame profondo con il proprio Paese
e la sua identità, anche se questo li ha lasciati emotivamente
segnati per tutta la vita in modi che hanno solo iniziato a capire
e ad affrontare.
Cantandola insieme, i protagonisti
di Il Cacciatore (The Deer Hunter) riescono non
solo a legare grazie alle loro esperienze comuni, ma anche a
liberare una pletora di emozioni complesse per raggiungere una
sorta di catarsi. Ascoltando la melodia, è impossibile ignorare
l’innocenza che tutti loro condividevano prima di andare in guerra,
in contrasto con la profonda trasformazione a cui li ha sottoposti.
La guerra li ha privati dell’idealismo e li ha sostituiti con il
cinismo e il nichilismo, ma l’atto di unirsi insieme in una canzone
patriottica sulle virtù dell’America ricorda loro che almeno hanno
un conforto reciproco dopo tutto quello che hanno passato.
Perché Mike lascia vivere il cervo
nel finale de Il Cacciatore
Nel finale di Il Cacciatore
(The Deer Hunter) c’è un momento in cui Michael ha la
possibilità di sparare a un cervo ma non lo fa, un gesto semplice
che ha un grande significato. Dopo tutto quello che ha vissuto in
Vietnam, ha imparato ad apprezzare la vita e la caccia non ha più
lo stesso fascino di un tempo. Come i suoi amici, ha subito
profondi cambiamenti dopo aver assistito in prima persona alle
atrocità della guerra, così l’atto di uccidere un cervo, che un
tempo gli procurava bei ricordi con i suoi compagni, non è più la
spensieratezza di un tempo e ora si sente oscurato dalle vite degli
uomini che ha portato con sé oltreoceano.
Sparare a una creatura bella e
innocente non corrisponde al modo in cui Mike vede il mondo ora.
Laddove un tempo il cervo rappresentava una sfida o un premio, ora
incarna l’innocenza della sua vita prebellica che non potrà mai più
riavere. Esiste solo il modo in cui le cose erano e il modo in cui
sono, e non sparando al cervo Mike dà credito e riconoscimento al
fatto che non sarà mai più lo stesso. Infine, il fatto di non
uccidere il cervo dimostra la crescita personale di Mike e il fatto
che la violenza non è così attraente come un’esistenza più pacifica
e simbiotica con gli esseri viventi che lo circondano.
Come Nick invia denaro a Steven
nonostante abbia perso la memoria
Uno degli aspetti più
confusi del finale di Il Cacciatore (The Deer Hunter) è il
fatto che Nick sia la persona che invia i soldi a Steve da Saigon
nonostante abbia perso la memoria. Quando Michael trova Nick,
questi è chiaramente dipendente dall’eroina e vive da tempo in uno
stato di torpore, per poi riacquistare pezzi di memoria in quelli
che si rivelano essere i suoi ultimi momenti. Nick percepisce a
malapena la presenza di Mike, tanto meno di un vecchio amico della
sua città natale, rendendo difficile credere che sia stato il
misterioso benefattore di Steve per tutto questo tempo.
La spiegazione più semplice è che a
un certo punto, quando ha iniziato a giocare alla roulette russa
per soldi, ha avuto un pensiero abbastanza razionale da trovare
l’ospedale di Steve e inviargli le vincite. Lentamente, nel corso
del tempo, è diventato dipendente dall’eroina per affrontare il
trauma delle sue esperienze di guerra, e il suo rimanere in uno
stato di torpore si adattava agli uomini che facevano soldi grazie
al soldato americano disposto a giocare a questo gioco pericoloso.
Questo dimostra che Nick voleva che la sua vita fosse servita a
qualcosa e che aveva ancora un piccolo legame con il suo amico,
anche se non poteva tornare a casa e anche se lo aveva perso di
vista lungo il cammino.
Le controversie sull’inesattezza
storica e gli effetti sulle relazioni con i veterani d’America ne
Il Cacciatore spiegati
Il Cacciatore (The Deer
Hunter) è considerato uno dei migliori
film sulla guerra del Vietnam, ma la sua accuratezza è
stata a lungo discussa dagli storici del Vietnam che hanno
sostenuto che non ci sono prove che i Vietcong abbiano mai
costretto i prigionieri di guerra americani a giocare alla roulette
russa. Inoltre, il film è stato citato per le sue rappresentazioni
razziste del popolo vietnamita, in particolare durante le scene
della roulette russa. Per quanto riguarda la narrazione del film,
il gioco rappresenta la scommessa che i soldati fanno andando in
guerra, in particolare gli amici d’infanzia che sono cresciuti
insieme e che avevano idee diverse su come sarebbe stato servire il
proprio Paese.
La guerra del Vietnam non è stata
vista di buon occhio dall’opinione pubblica americana e i soldati
americani non sono stati trattati bene né durante né dopo il
conflitto. Molti sono tornati in un Paese che ha fatto ben poco per
riabilitarli o per fornire risorse per la loro salute mentale, con
il risultato che alcuni hanno scelto di automedicarsi in modi che
hanno portato alla morte. Nel complesso, il finale di Il
Cacciatore (The Deer Hunter) ha messo in luce i danni
provocati dalla guerra agli individui e ha aiutato l’opinione
pubblica americana a trattare i soldati con maggiore empatia e
compassione per il sacrificio che hanno compiuto per il loro
Paese.
Rebecca Ferguson sta vivendo appieno la gloria
di dire “te l’avevo detto” dopo il successo sbalorditivo
di Dune: Parte
Due. Nel corso di un’intervista con Steve
Weintraub di Collider, durante la quale la
coppia ha discusso principalmente di Silo di Apple
TV+, l’attrice di Doctor Sleep ha
dichiarato di aver assaporato quelle quattro gloriose parole da
quando il film è uscito a marzo.
Riflettendo sulle lodi della
critica, sui guadagni gargantueschi al botteghino e sul dono
complessivo al cinema, Rebecca Ferguson ha ricordato di aver
partecipato ai press junket per il film e di aver anticipato ciò
che sarebbe accaduto con il secondo capitolo dell’epico franchise
di Denis Villeneuve.
Credo che per me, dato che avevo
visto Dune e
stavo facendo delle interviste – io e te le abbiamo fatte – mi
ricordo che ero seduto lì e dicevo: “Voglio solo che la gente
lo veda”. Mi sono sentito dire: ‘Se pensate che Dune sia
bello, aspettate di vedere Dune 2′, e ricordo di aver pensato: ‘Dico
davvero’. Voglio dire, le sfide, gli angoli, la trama, la musica,
la portata, gli Harkonnen, la grafica, è tutto lì. È un capolavoro.
E il fatto che io sappia che la gente l’ha visto e che la risposta
è quella che è, è un po’ come se io dicessi: “Ve l’avevo
detto””.
Rebecca Ferguson pensa che Dune
potrebbe facilmente diventare il prossimo Star Wars
Le prime reazioni a Dune: Parte
Due sono state pronte a paragonarlo a film come
L’Impero colpisce ancora, Il Signore degli Anelli: Le due
torri e Il cavaliere oscuro, a riprova del fatto che
i sequel sono assolutamente il punto di partenza. Per quanto
riguarda le epopee spaziali, Dune
ha già dato filo da torcere a Star
Wars (letteralmente) al botteghino, e con
Dune Messiah in arrivo, l’hype continuerà a scorrere
forte come le spezie. Come i fan, Rebecca Ferguson capisce cosa significhi un
terzo
film di Dune non solo per il franchise ma per
tutti gli aspetti del cinema e vede che le cose possono solo
migliorare da qui in poi.
“È un universo. È un po’ quello
che era Star
Wars quando è nato. Non voglio portare sfortuna, ma
c’è molto che si può fare qui. Questo è un mondo. È un mondo sexy,
pericoloso, con culture e vite e visioni diverse, e Patrice [
Vermette ], che è il designer, e i costumi. Insomma, è uno
spettacolo sotto ogni aspetto. È semplicemente
fenomenale”.
Speriamo che abbiate visto Dune: Parte
Due quando era nelle sale e in IMAX, se avete ancora
bisogno di vederlo o volete semplicemente rivederlo, il film
Dune:
Parte Due in streaming è ora disponbile sulle seguenti
piattaforme:
Finalmente l’universo caotico della
serie di videogiochi Borderlands sta
per arrivare sul grande schermo. L’atteso adattamento di
Eli Roth, con
Cate Blanchett e
Kevin Hart nei panni degli originali cacciatori di
caveau Lilith e Roland, uscirà nelle sale il prossimo
agosto e concluderà una saga quasi decennale per portare in vita i
personaggi di Gearbox.
Édgar Ramírez si opporrà all’eccentrico gruppo
di strampalati su Pandora nel ruolo di Atlas, descritto come
“il più potente S.O.B. dell’universo” e padre della
ragazza scomparsa che hanno il compito di salvare. In vista del suo
ruolo di cattivo, ha dato a Steve Weintraub di
Collider un breve teaser di ciò che ci si può
aspettare dal film “stravagante” e “gonzo”
durante un’intervista al Festival di Cannes per Emilia Pérez.
Ci sono pochi franchise come
Borderlands,
una serie di sparatutto in prima persona ambientata principalmente
sul pianeta di Pandora, abitato da banditi, dove le corporazioni e
i cacciatori di tesori vanno per arricchirsi o morire nel
tentativo. Mentre i cosiddetti cacciatori di caveau cercano le
favolose camere aliene che si suppone siano piene di ricchezze, si
imbattono in personaggi sopra le righe e nell’avidità aziendale,
insieme a una moltitudine di animali selvatici mortali e a miliardi
di armi fatte per distruggere qualsiasi cosa si trovi sulla loro
strada.
Édgar Ramírez ritiene che il film di Roth
catturi la stessa energia con un mix di commedia, caos e violenza.
Più specificamente, ritiene che il film evochi un’epoca bizzarra di
fantascienza e di cinema italiano degli anni ’70 che egli paragona
alla sensazione che si prova dopo una sbornia.
“Sì, è così divertente. È un
bel film. È un film molto stravagante, molto gonzo. Quel film è un
po’ come una sbornia. È come la sbornia dopo una sbornia, perché
questo è lo spirito del gioco. Eli Roth è stato molto chiaro nel
creare questa atmosfera quasi italiana anni ’70, fantascientifica,
quindi sono molto eccitato“.
Borderlands
ha avuto un paio di mani stabili per dirigerlo finalmente oltre il
traguardo, con Tim Miller che è intervenuto per
guidare i reshoots mentre Eli Roth ha lasciato il
film per lavorare allo slasher Thanksgiving. Anche
se Édgar Ramírez non ha visto molti filmati del
prodotto finale, ha fatto ampiamente eco ai sentimenti di Miller,
secondo cui il film è una corsa divertente e “folle” per i
fan. “Sono molto eccitato“, ha aggiunto. “Ci siamo
divertiti molto. C’è qualcosa di veramente oltraggioso, proprio
come lo spirito del gioco“.
Lilith avrà un ruolo di primo piano
in Borderlands,
in quanto torna sul suo pianeta natale ed esplora il suo misterioso
passato nel bel mezzo della sua missione. A lei e a Roland, un ex
membro della Crimson Lance e un altro cacciatore di volte che
proviene dal gioco del 2009 che ha dato il via a tutto, si aggiunge
un’ampia gamma di personaggi preferiti dai fan, tratti direttamente
dal materiale di partenza. Ariana Greenblatt
interpreterà l’esplosiva e iperattiva adolescente Tiny Tina insieme
al suo protettore psicopatico Krieg, interpretato da
Florian Munteanu, mentre Jack
Black darà voce al buffo robottino Claptrap e Jamie Lee Curtis vestirà i panni della
bizzarra xenoarcheologa Patricia Tannis.
Il cast di supporto comprende anche
personaggi che appaiono o sono ispirati ai giochi, tra cui
Gina Gershon nel ruolo di Mad Moxxi, Bobby Lee nel
ruolo di Larry, Olivier Richters nel ruolo di
Krom, Janina Gavankar nel ruolo del Comandante
Knoxx, Cheyenne Jackson nel ruolo di Jakobs, Charles
Babalola nel ruolo di Hammerlock, Benjamin Byron Davis nel
ruolo di Marcus, Steven Boyer nel ruolo di Scooter
e Ryann Redmond nel ruolo di Ellie con
Haley Bennett in un nuovo ruolo legato al passato
di Lilith.
Star
Trek: Discovery ha raggiunto la fine del suo viaggio.
Dopo aver debuttato nel 2017, Discovery è riuscita a durare cinque
stagioni, il che sta diventando una rarità nell’era dello streaming
(e ironicamente segna la durata di una missione quinquennale sotto
la Flotta Stellare). Discovery
ha anche contribuito a dare il via alla rinascita di Star
Trek in televisione, con serie come Star Trek:
Picard e lo spin-off Star
Trek: Strange New Worlds, quindi vederla finire dopo tutto
questo tempo è piuttosto agrodolce.
Nonostante le circostanze, Star
Trek: Discovery era determinata a concludere il suo
ultimo viaggio in grande stile: il capitano Michael Burnham
(Sonequa
Martin-Green) ha rintracciato la tecnologia
appartenente ai Progenitori, una razza di esseri che ha seminato
l’universo con la vita intelligente.
A complicare ulteriormente le cose
c’è il fatto che l’equipaggio della Discovery si trova ad essere
spinto in direzioni diverse: Saru (Doug Jones) è
ora un ambasciatore della Federazione dei Pianeti Uniti, Hugh
Culber (Wilson Cruz) ha un’esperienza
extracorporea con la quale sta lottando per venire a patti, e
Burnham deve fare i conti con i suoi sentimenti persistenti per
Book (David Ajala), soprattutto quando i due si
sono separati. Come si risolverà tutto nell’episodio finale di
Star
Trek: Discovery, “Life, Itself”?
Il capitano Burnham prende una
decisione sulla tecnologia dei Progenitori
“Life, Itself” inizia con Burnham
che si risveglia su una piattaforma che funge da ponte per più
mondi, insieme a Moll (Eve Harlow), che era alla
ricerca della tecnologia dei Progenitori. Dopo aver raggiunto una
tregua, i due scoprono un’interfaccia che permette loro di parlare
con i Progenitori. Moll tradisce Burnham e cerca di accedere
all’interfaccia, ma viene congelata per i suoi problemi.
Alla fine Burnham riesce a parlare
con uno dei Progenitori, che le offre una scelta: Diventare
l’amministratore della tecnologia dei Progenitori o abbandonarla.
Burnham sceglie la terza opzione e usa il raggio traente della
Discovery per spedire la tecnologia nell’orizzonte degli eventi di
un buco nero, assicurandosi che nessuno possa accedervi: “È
troppo potente perché una sola persona o una sola cultura possa
accedervi o controllarla“, dice al resto dell’equipaggio.
Mentre Burnham è su un altro piano
di esistenza, la Discovery respinge un attacco dei Breen e riesce a
sconfiggerli usando una combinazione di intelletto e intimidazione.
Il comandante Rayner (Callum Keith Rennie)
teletrasporta un dreadnought Breen nell’estremo spazio, mentre Saru
intimidisce il primarca Breen e lo costringe a richiamare il resto
delle loro forze, insinuando che porterà una forza diversa da
quella che i Breen hanno visto sulle loro teste.
Il momento è stato un cerchio
completo per entrambi, perché Rayner è finalmente diventato un
comandante in grado di guidare la Star
Trek: Discovery in situazioni pericolose e Saru ha
dimostrato di saper condurre negoziati aggressivi (per prendere in
prestito una frase da quell’altro franchise di fantascienza).
Un matrimonio e nessun funerale
per il finale di serie di Star Trek: Discovery
“Life, Itself” ha anche un
altro momento importante: Saru finalmente si sposa! Il kelpiano si
sposa con la fidanzata vulcaniana T’Rina (Tara
Rosling), alla presenza dell’intero equipaggio della
Discovery. Come se il matrimonio di Saru non fosse già abbastanza
romantico, Burnham e Book riaccendono la loro storia d’amore.
“Vediamo cosa ci riserva il futuro”, dice Burnham a Book, proprio
prima che l’episodio faccia un salto in avanti di qualche decennio
per mostrare il futuro. Non solo i due sono sposati, ma Burnham è
ora un ammiraglio della Flotta Stellare ed è pronta a congratularsi
con il figlio Leto (Sawandi Wilson), che è recentemente diventato
capitano.
Un personaggio di “Star
Trek: Discovery” ha legami segreti con un altro show
di “Star Trek
Quando la Discovery ha fatto il
salto nel 32° secolo nella terza stagione, Burnham e il suo
equipaggio hanno trovato una serie di nuovi alleati mentre
cercavano di ricostruire la Federazione. Uno di questi era il
dottor Kovich (David
Cronenberg), uno scienziato misterioso che sembrava
quasi sempre sapere più di quanto lasciasse intendere. Il motivo è
stato finalmente svelato: Kovich è l’agente temporale Daniels,
apparso per la prima volta in Star Trek:
Enterprise.
Daniels e altri agenti temporali
avevano il compito di mantenere intatta la storia durante una
“guerra fredda temporale”. Daniels dice anche a Burnham di essere
stato in “altri luoghi”, e il suo ufficio contiene oggetti
provenienti da diversi momenti della storia di Star Trek. Tra
questi, la palla da baseball che Benjamin Sisko (Avery
Brooks) teneva nel suo ufficio in Star Trek: Deep
Space Nine e il VISOR usato dall’ingegnere di Star Trek:
The Next Generation Geordi La Forge (LeVar Burton). È un altro
momento di chiusura del cerchio per Star
Trek: Discovery, soprattutto perché la quinta stagione
ha attinto dalla trama di un episodio di Next
Generation che ha creato i Progenitori.
Il finale di ‘Star Trek:
Discovery’ ripaga un filo di trama di ‘Short Trek’
“Life, Itself” riesce persino a
riannodare un filo della trama che risale all’inizio della
Discovery. Burnham ha il compito di compiere un’ultima
missione: deformare la Discovery in un misterioso punto dello
spazio dove dovrebbe rimanere come “capsula del tempo” da far
esplorare alle generazioni future. Questo fa da sfondo agli eventi
dell’episodio “Calypso” di Star Trek: Short Treks, dove un
soldato umano (Aldis Hodge) scopre la Discovery secoli dopo; la sua
unica compagna è Zora, il computer senziente della Discovery.
Zora è stata caricata sulla
Discovery nell’episodio della terza stagione “Non dimenticarmi”,
lasciando intendere che prima o poi la serie avrebbe affrontato
questo filone della trama. La showrunner Michelle Paradise ha
persino lasciato intendere che Discovery avrebbe affrontato questo
filone di trama se fosse stata rinnovata per la sesta stagione,
dichiarando a Variety: “La storia, per quanto nascente, alla fine
avrebbe dovuto riannodare quel filo e ricollegare ‘Discovery’ a
‘Calypso’”.
Nonostante la fine di Star
Trek: Discovery, i futuri progetti di Star Trek sono
destinati a esplorare gli elementi da essa creati. La Starfleet
Academy sarà ambientata nel 32° secolo, mentre il film Star
Trek: Section 31 è incentrato sull’ex ufficiale comandante di
Burnham/rifugiata dell’Universo dei Fantasmi Philippa Georgiou
(Michelle
Yeoh). Star
Trek: Discovery, proprio come Burnham e il suo
equipaggio, ha superato prove e tribolazioni mentre serviva come
base per la rinascita di Star Trek, e rappresenta
un degno capitolo del franchise Trek.
Star Trek:
Discovery in streaming è disponibile è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
La mini serie di Netflix con
Benedict Cumberbatch, Eric, racconta
la ricerca di due bambini scomparsi e potrebbe far nascere il
dubbio negli spettatori che si tratti di una serie basata su una
storia vera. Eric trasmette l’atmosfera cruda di un film
poliziesco, poiché è incentrato su due devastanti sparizioni.
Il detective Michael Ledroit
(McKinley Belcher III) tenta di rintracciare Edgar
Anderson – e questo lo spinge a tornare a un’indagine precedente
che coinvolge la corruzione della polizia e il giro di traffico
sessuale di una discoteca.
L’ambientazione realistica di
Eric negli anni ’80 rende la storia ancora più
credibile e il cast della serie Netflix immerge completamente gli spettatori nella
sua narrazione. Sebbene sia ovvio che la trama di Vincent Anderson
(Benedict
Cumberbatch) – completa di un comico burattino
parlante – sia scritta per la televisione, si potrebbe facilmente
vedere nelle storie delle sparizioni dei bambini fatti realmente
accaduti. Alla fine della serie, è facile chiedersi se si sia
trattato o meno di un adattamento di una storia reale.
Eric di Netflix non è
basato su una storia vera
Sebbene Eric di
Netflix
utilizzi la storia reale per dare vita alla finzione, i casi
centrali su cui il detective Ledroit indaga nel corso della serie
non sono basati su storie vere. Edgar Anderson e Marlon Rochelle
non sono persone reali, anche se le loro sparizioni somigliano a
molti altri casi di persone scomparse degli anni ’80.
Eric cattura con precisione il
periodo di tempo in cui è ambientato, dall’epidemia di AIDS
all’aumento del tasso di senzatetto. Attraverso questi dettagli, la
serie Netflix fornisce alle indagini di Ledroit uno scenario
credibile. Tuttavia, i personaggi, i misteri e le soluzioni sono
creazioni appositamente inventate per la mini serie.
La serie Netflix offre
alle indagini di Ledroit uno scenario credibile. Tuttavia, i
personaggi, i misteri e le soluzioni sono creazioni dello
spettacolo.
A quanto pare, lo sceneggiatore
della serie Abi Morgan voleva raccontare il
periodo di tempo durante qualsiasi indagine reale. “Non credo
che la serie si sia mai basata su un caso specifico”, ha
spiegato Morgan a RadioTimes.com, “ma penso
che volevo tornare a quel periodo molto vivido della storia in cui,
ovviamente, c’erano quei casi.” Chiunque abbia familiarità con
gli anni ’80 ricorderà i rapimenti altamente pubblicizzati e la
conseguente mania del “pericolo di estranei” di quel
periodo di tempo. La sceneggiatura di Morgan riesce a scattare
un’istantanea di com’era quel periodo, specialmente in una città
enorme come New York.
Eric trae ispirazione da
numerosi casi di persone scomparse
Invece di portare una storia vera
sul piccolo schermo, Eric di Netflix trae
ispirazione da più casi di persone scomparse mentre intreccia la
sua narrazione. Edgar e Marlon non sono basati su persone reali, ma
le loro sparizioni sono simili a casi reali.
Durante la sua intervista con
RadioTimes.com, Morgan ha
ricordato quanto sia stato “inquietante” vedere “i
bambini scomparsi sul cartone del latte” negli anni ’80.
Marlon diventa uno di quei bambini, con la sua faccia incollata su
poster e cartoni del latte in tutto il corso della serie. La sua
tragedia sembra familiare perché lo è. Sebbene i nomi non
corrispondano a casi reali, molte famiglie hanno vissuto simili
tragedie.
È sabato, il che significa che è
arrivato il momento per James Gunn di far
esplodere ancora una volta la rete con una nuova, allettante foto
dal set del suo attesissimo reboot di Superman.
Il regista ha postato su Instagram lo scatto dietro le quinte, con un
ensemble di volti familiari che lasciano intendere il cast stellare
che animerà il prossimo capitolo dell’universo cinematografico DC.
Nella foto, James Gunn posa
con Nathan Fillion,
Skyler Gisondo, Mikaela Hoover e Christopher
McDonald, tutti sorridenti sul set di quello che promette
di essere un film rivoluzionario.
Fillion e Gisondo fanno già parte
del cast del film, rispettivamente nei panni di Guy
Gardner/Lanterna Verde e dell’intrepido Jimmy Olsen, mentre Hoover
sarà ben noto ai fan della Marvel come voce del tragico
Floor il Coniglio in Guardiani della
Galassia vol. 3.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta
anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Manifestando il suo
debito, ma anche la sua spiccata differenza rispetto a prodotti
come Skam, Prisma arriva su
Prime
Video con il suo secondo ciclo, a partire dal 6 giugno
(qui
il trailer). La seconda stagione parte
immediatamente con un passo diverso, rispetto agli episodi
precedenti, dal momento che i toni, decisamente più cupi, si
adeguano alle vicissitudini dei protagonisti, che nelle puntate
precedenti hanno subito, in maniera diversa e ognuno a suo modo, un
trauma.
Mentre
Carola si trova a fare i conti con la terribile
circostanza in cui un video in cui si vede che fa sesso con
Daniele è stato messo on line, il ragazzo dal
canto suo deve affrontare la stessa situazione, forse mitigata dal
fatto che essendo un ragazzo, in una società innegabilmente
patriarcale, per lui è più semplice gestire questo tipo di
circostanze. In più, Daniele dovrà metabolizzare la scoperta che la
ragazza di cui era innamorato, è in realtà Andrea,
che in chat si fingeva una lei, mentre nella vita, accompagnato da
Nina, esplorava la sua identità di genere.
Riuscirà Daniele a non fare muro e ad aprirsi a
una realtà che non comprende? E Riuscirà Andrea a
trovare il coraggio di confrontarsi con il mondo e con suo
fratello? Marco, dal canto suo, scottato dalla
delusione con Carola e confuso da quello che sta
accadendo al suo gemello, sembra incapace di mettere in discussione
le sue certezze, e questo atteggiamento lo porterà in territori
inesplorati per il suo personaggio.
Foto di Francesco Ormando
Lontani dai colori dell’arcobaleno, nel nero
Il lavoro che
Ludovico Bessegato e la sua squadra hanno fatto in
questa seconda stagione, almeno stando ai primi tre episodi, è
leggermente diverso rispetto a quanto già realizzato. La serie
subisce una normalizzazione della narrazione,
nelle atmosfere e nella forma, per affrontare in maniera più
asciutta e precisa situazioni complesse, alla luce dei disastri
accaduti in chiusura del primo ciclo. E l’impressione è quella che
questa apertura di seconda stagione debba
raccogliere i cocci di quanto accaduto in precedenza e tentare di
rimetterli insieme nel migliore dei modi, passando attraverso
cliché, passaggi di scrittura raffinati, trasformazioni, aperture,
qualche luogo comune e soprattutto il dubbio, grande
protagonista dell’inizio della seconda stagione di Prisma,
seminato nel cuore di ognuno dei personaggi, i quali con le loro
forze tentano di far fronte alle necessità.
Foto di Francesco Ormando
Quello che in
Prisma Seconda Stagione è evidente è che Bessegato
sceglie di percorrere strade poco battute, senza la paura di far
deviare i suoi protagonisti, senza santificarli o martirizzarli, ma
rappresentandoli, seppure edulcorati, imperfetti e fallaci. E
questo li rende un pochino più veri, più vicini, sicuramente
capaci di fare il salto da personaggio a persona,
divenendo reali.
Foto di Francesco Ormando
Il giovane cast si conferma all’altezza del ruolo
Il merito è certamente
dei protagonisti,
Lorenzo Zurzolo, che brilla per fama e talento, le
giovani Caterina Forza e Chiara
Bordi, ma soprattutto Mattia Carrano, che
torna nel doppio ruolo di Andrea/Marco. I due gemelli sembrano
scambiarsi di posto, in questo inizio stagione: tanto diventa
riservato e riflessivo Andrea, quanto Marco prova a trasformarsi in
un animale sociale. E nessuna delle due trasformazioni appare
forzata, in quanto per entrambi si tratta di reazioni commisurate
al loro vissuto.
Con un valore produttivo
sempre alto e una storia solida e avvincente soprattutto perché
realistica e concreta, Prisma Seconda Stagione si
prepara a rispondere a tante domande, rivelandosi “il secondo
tempo” di una prima stagione con un finale aperto e la promessa di
tanti cambiamenti.
Mentre molti attendono con
impazienza il ritorno di Daisy Ridley nel
franchise di Star
Wars, il suo ultimo ruolo nel filmYoung Woman and the Sea la vede protagonista di un
altro personaggio che persevera contro le probabilità impossibili.
Questa volta, però, la donna che Daisy Ridley interpreta è una donna reale
e straordinaria della storia dello sport. Il soggetto del film,
Trudy Ederle, è stata la prima donna ad attraversare a
nuoto la Manica nel 1926, e questo dopo essere diventata una vera e
propria olimpionica.
Young Woman and the
Sea riporta tutti i fatti essenziali, in particolare per
quanto riguarda la storica traversata a nuoto della Manica. Lo
spettacolo sportivo, ricco di emozioni, mostra il difficile viaggio
di Ederle per attraversare la Manica, anche se, come nella maggior
parte dei biopic hollywoodiani, il film si prende anche più di
qualche libertà creativa nel dare vita alla storia di Ederle.
Quante libertà, vi chiederete? Beh, ecco quanto è accurato Young
Woman and the Sea rispetto alla storia già al limite
dell’incredibile di Trudy Ederle.
Trudy Ederle ha iniziato a nuotare
molto prima di quanto si possa pensare con Young Woman and
the Sea.
Young Woman and the
Sea inizia con i primi anni di vita di Trudy Ederle, a
partire da quando era affetta da morbillo. L’esperienza di Ederle
con la malattia avrebbe avuto effetti duraturi sulla sua vita
successiva, ma il film mostra un medico (Velizar
Binev) che stabilisce che la sua condizione è terminale.
Ovviamente non è stato così, e anche se non sappiamo con certezza
se un medico sia arrivato a una diagnosi così infausta, è
abbastanza coerente con il periodo che sarebbe stato il caso per
una ragazza dell’età di Trudy.
Trudy sconfigge il morbillo e
diventa una giovane donna adulta, che sembra avere vent’anni quando
inizia a praticare il nuoto come professione. Il film descrive
anche la formazione iniziale di Trudy (ironia della sorte) come un
pesce fuor d’acqua, con lei che nuota all’ombra della sorella Meg
(Tilda Cobham-Hervey). La storia vera è un po’
diversa. Trudy era molto più giovane quando ha iniziato la
sua carriera di nuotatrice professionista, avendo solo
sedici anni quando ha iniziato a battere i record.
Vale la pena ricordare che non si
sa molto della vita familiare di Trudy, nonostante la sua famiglia
sia molto presente nel film (in particolare Meg Ederle). Sappiamo
che il padre era un macellaio e la madre una casalinga, ma
Trudy aveva quattro fratelli mentre il film ne
presenta solo due. È possibile che alcuni dei fratelli siano stati
riuniti nello stesso personaggio per rendere la storia più
snella.
Trudy Ederly ha dichiarato che
Jabez Wolffe ha sabotato il suo primo tentativo di attraversare il
Canale della Manica
È qui che la storia diventa un po’
complicata. La cosa che più si avvicina a un antagonista principale
è Jabez Wolffe (Christopher Eccleston), che era
l’allenatore di Ederle quando tentò di attraversare la Manica per
la prima volta. Ci sono state diverse affermazioni sul perché
Ederle abbia abbandonato il suo primo tentativo: alcuni sostengono
che sia stata toccata illegalmente da un membro della sua squadra,
mentre altri sostengono che si sia semplicemente stancata troppo.
Tuttavia, la stessa Ederly ha affermato che la sua squalifica
iniziale è stata un atto deliberato di sabotaggio da parte di Jabez
Wolffe. La notizia non è mai stata confermata ufficialmente, ma
Wolffe aveva un passato di commenti sessisti sulle nuotatrici.
Young Woman and the
Sea si spinge oltre, trasformando il meschino
comportamento antisportivo di Wolffe in qualcosa di molto più
criminale. Qui, invece di toccare semplicemente Ederle per
squalificarla, la versione del film di Wolffe droga Ederle facendo
scivolare alcune delle sue pillole contro il mal di mare nel suo tè
freddo. È questo che la rallenta e la fa squalificare. Non sapremo
mai se Wolffe abbia deliberatamente cercato di rovinare le
possibilità di Ederle, ma alla fine non avrebbe avuto importanza
dopo i risultati che avrebbe ottenuto.
Trudy Ederly è passata alla storia
come la prima donna ad attraversare la Manica
Young Woman and the
Sea si prende certamente alcune libertà creative nella sua
drammatizzazione della storia di Trudy Ederly. La maggiore
attenzione ai membri della famiglia, l’estensione del comportamento
di Jabez Wolffe e l’introduzione di personaggi apparentemente
originali come Benji Zammit (Alexander Karim)
danno credito alla licenza creativa. Detto questo, gli atti
miracolosi che Trudy Ederly ha compiuto nella sua vita sono tra i
più difficili da credere per quanto sono notevoli.
Con l’aiuto di un allenatore molto
più esperto, Thomas William Burgess (Stephen
Graham), Trudy Ederle divenne effettivamente la prima
donna a nuotare nella Manica. Se questo prestigioso record non
bastasse, è diventata anche la persona più veloce a completare la
famosa nuotata, battendo i suoi colleghi maschi di diverse ore. Il
suo tempo finale è stato di circa 14 ore e 31 minuti, e lo ha fatto
indossando un costume da bagno a due pezzi molto audace (per
l’epoca) che avrebbe avuto una certa influenza. Per la sua
straordinaria impresa, Trudy Ederle fu riportata negli Stati Uniti
come un vero eroe americano. La donna ricevette una delle più
grandi parate celebrative per un atleta nella storia del Paese e fu
invitata a incontrare il Presidente alla Casa Bianca. Questo enorme
successo contribuì a fare di Trudy Ederle un vero e proprio simbolo
del femminismo degli anni Venti.
La sfida alle probabilità di
Edelman non si esaurisce con la conquista della Manica. Nonostante
sia stata colpita dal morbillo in giovane età e abbia nuotato
nell’acqua gelida dell’oceano, Trudy Edelman ha vissuto fino alla
sorprendente età di 98 anni. A causa della sua condizione ha perso
l’udito, ma è riuscita a trasformare anche questo aspetto in uno
sbocco positivo. Dopo essersi ritirata dal nuoto, Trudy Edelman ha
dedicato la sua vita a insegnare a nuotare ai bambini
audiolesi.
Infine, dato che la canzone
probabilmente vi rimarrà in testa anche dopo aver visto il film,
Trudy Edelman non ha ascoltato “Aint We Got Fun” mentre
attraversava la Manica. Tuttavia, aveva alcuni brani dell’epoca in
sottofondo, mentre era impegnata a battere ogni sorta di record.
Invece di sparare ai giornalisti che la intralciavano, come si vede
nel film, Thomas William Burgess avrebbe cantato “Let Me Call You
Sweetheart” per incoraggiare la leggendaria nuotatrice a
continuare.
I due hanno già collaborato con i
Marvel Studios per Ms.
Marvel, dopo aver diretto la prima e il finale della
serie Disney+ acclamata dalla
critica. Hanno poi fatto il salto nel DCEU per dirigere Batgirl,
solo che il film, quasi ultimato, è stato eliminato dalla
Warner Bros. Discovery per non pagare le
tasse.
Parlando con ComicBook.com,
El Arbi e Fallah hanno
affrontato le voci relative a Spider-Man
4.
“È venuto fuori dal nulla, perché
abbiamo qui i capi della Sony e non ci hanno detto nulla!”. El Arbi
ha scherzato, prima che Fallah si unisse a lui per dire: “Sono un
superfan di Spider-Man, quindi potete immaginare che quando l’ho
letto ho pensato: ‘Wow, sarebbe una figata’”.
Quando il sito ha suggerito di
riportarlo nel ruolo dell’Avvoltoio in Spider-Man
4, i registi hanno convenuto che si trattava di una buona
idea. Adil ha scherzato: “Ora porteremo Michael Keaton in ogni cosa”.
Il Peter Parker del MCU si è
scontrato per la prima volta con Adrian Toomes/Avvoltoio in
Spider-Man: Homecoming. Il cattivo, che nutriva
rancore nei confronti di Iron Man, ha scoperto
l’identità segreta di Spidey e ha spinto il wall-crawler al limite
prima di essere sconfitto.
Lo scorso novembre è stato riferito
che Michael Keaton è in procinto di tornare a
vestire i panni dell’Avvoltoio in Spider-Man 4
(era stato proposto per un ruolo in
Spider-Man: No Way Home, ma è stato tagliato per
motivi ancora non del tutto chiari).
Il possibile ritorno dell’Avvoltoio
nel MCU è una sorpresa, visto che Morbius ha
caratterizzato il suo bizzarro e inaspettato arrivo nello
“Spider-Verse” che Venom chiama casa. Bloccato sul pianeta
sbagliato, l’Avvoltoio è stato liberato dalla prigionia, ha
ricostruito la sua tuta e ha deciso di reclutare
Morbius in una squadra apparentemente eroica.
La sequenza è stata ridicolizzata
dai fan e l’indiscrezione suggerisce che l’idea – o almeno il ruolo
di Toomes – sia stata scartata. L’ultima volta che abbiamo visto
Toomes nel MCU, era dietro le sbarre e sembrava accettare il suo
destino.
Mac Gargan, un criminale ferito
durante un alterco con Spidey, ha suggerito che avrebbe costretto
l’Avvoltoio a rivelare chi si nasconde sotto la maschera dell’eroe.
Inutile dire che i Marvel Studios possono
semplicemente ritrattare Morbius se il piano, indipendentemente da
chi dirige il film, prevede il ritorno di Toomes.
Come molti film del 2024,
Captain America: Brave New World è stato
coinvolto negli scioperi WGA/SAG-AFTRA dello scorso anno. Si è
parlato molto dei piani per i reshoots e, grazie a The Hollywood Reporter, abbiamo finalmente
un’idea di cosa stia realmente accadendo.
Nonostante le affermazioni secondo
cui enormi porzioni del seguito di The Falcon and the Winter
Soldier sarebbero state girate per diversi mesi,
gli addetti ai lavori confermano che le riprese aggiuntive
dureranno solo 22 giorni. Il piano prevede l’aggiunta di nuove
sequenze d’azione e Julius Onah rimarrà alla
regia.
Quando gli scioperi sono terminati
lo scorso novembre,
Captain America: Brave New World è stato spostato
dal 26 luglio 2024 al 14 febbraio 2025. Secondo quanto riferito,
questo ha dato ai dirigenti dei Marvel Studios ulteriore tempo per
capire cosa volevano dai reshoots e per affrontare i feedback delle
proiezioni di prova.
Come abbiamo riportato in
precedenza, lo sceneggiatore di Moon Knight
Matthew Orton è stato arruolato per scrivere nuove pagine
a dicembre e ha lavorato su quelle durante l’inverno.
“Nonostante si parli di
molteplici reshoot del film, finora questo è l’unico”,
conferma il rapporto. “Non sembra che si tratti di reshoots
così estesi come quelli che ha affrontato
Doctor Strange nel Multiverso della Follia, che sono durati sei
settimane, né i costosi ed estesi reshoots subiti da The
Marvels”. “In effetti, un insider sostiene che Brave
New World costerà molto meno di The
Marvels”.
Ecco chi interpreterà
Giancarlo Esposito in Captain America: Brave New
World
È stato inoltre confermato che la
star di Breaking Bad, The Boys e
The
MandalorianGiancarlo Esposito si è
unita al cast di
Captain America: Brave New World. Fa parte dei
reshoots e, secondo THR, “è ufficialmente sulla lista delle
chiamate in un ruolo non rivelato, ma le fonti dicono che si tratta
di un cattivo”.
Quindi, sì, interpreterà un altro
cattivo! Non si sa ancora chi potrebbe essere, anche se in rete si
fanno molte speculazioni sul fatto che Esposito potrebbe
interpretare Jacob “Jake” Fury, il fratello minore di Nick
Fury. L’attore ha già confermato che farà un cameo in un film
del MCU prima di assumere un ruolo più ampio in una serie
televisiva.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star
di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il
nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“,
ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale
comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui
ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Gaby Hoffmann e
Benedict Cumberbatch parlano delle intense scene di
litigio in Eric di Netflix.
In un’intervista esclusiva rilasciata a ComingSoon, è stato chiesto
a
Benedict Cumberbatche
Gaby Hoffmann come hanno affrontato le scene di
litigio che mostrano il matrimonio dei loro personaggi andare in
pezzi in Eric del 2024.
“È stato incredibilmente facile
iniziare a litigare con Benedict fin da subito [ride]“, ha
detto Hoffman. “No, in realtà molto di questo è presente nella
brillante scrittura di Abi Morgan e poi avere Lucy Forbes, la
regista più capace di tutte, per aiutarci a guidarci attraverso di
essa. Ma ne abbiamo parlato un po’ prima dell’inizio. Abbiamo
trovato molte cose in piedi, ovviamente, ma non è stato troppo
difficile. I dettagli di dove si trovavano e perché erano lì
avevano molto senso per noi. Penso che abbiamo capito
implicitamente chi erano l’uno per l’altro in questo momento.
Quindi si trattava solo di navigare nei dettagli delle minuzie, ma
era un mondo che ci è sembrato subito disponibile“.
Cumberbatch ha aggiunto:
“Immagino che ci sia una sorta di gradazione dello stato e
della salute mentale e la crisi che si sta sviluppando al di fuori
del matrimonio che sta contribuendo a farlo implodere. È stato
molto importante riuscire a gestire questo aspetto e non essere
sempre troppo urlati, né tantomeno essere troppo invadenti, dove
gli elementi di pericolo reale, la fisicità e la messa in scena
sono stati difficili. È stato nelle prime settimane. Voglio dire,
non è stato difficile nel senso che, come dice Gaby, c’era qualcosa
di molto fluido, ma in un palinsesto televisivo, approdare a una
storia decennale che cade a pezzi nelle prime settimane, è il nome
del gioco. È una di quelle cose che devi fare e basta”.
Quindi sono state fatte delle
domande e ci sono stati un paio di momenti in cui ci si è chiesti:
“Aspettate“. Il programma televisivo. Aspettate,
aspettate“. Dobbiamo solo parlare dei dettagli di questa
cosa, perché non so cosa sto facendo. Dovresti solo scegliere
alcune parti. Ma, come diceva Gaby, Abi e Lucy erano presenti e
disponibili e fornivano lo spazio e la sicurezza, l’incoraggiamento
e l’eliminazione delle idee o l’approfondimento delle stesse per
farle funzionare. Quindi alla fine non è stato difficile. Lavorare
con lei è un sogno assoluto, un sogno, un sogno, un sogno che
diventa realtà. È una giocatrice che si fa valere“.
Di cosa parla Eric?
“Ambientato nella New York degli
anni ’80, il limited drama segue la disperata ricerca di un padre
quando il figlio di nove anni scompare una mattina mentre si reca a
scuola”, si legge nella sinossi. “Vincent, uno dei principali
burattinai di New York e creatore del popolarissimo programma
televisivo per bambini ‘Good Day Sunshine’, lotta per affrontare la
perdita del figlio Edgar, diventando sempre più angosciato e
scostante. Pieno di disgusto per se stesso e di sensi di colpa per
la scomparsa di Edgar, si aggrappa ai disegni del figlio di un
pupazzo mostruoso blu, Eric, convinto che se riuscirà a portare
Eric in TV allora Edgar tornerà a casa. Mentre il comportamento
progressivamente distruttivo di Vincent allontana la sua famiglia,
i suoi colleghi di lavoro e i detective che cercano di aiutarlo, è
Eric, un’illusione di necessità, che diventa il suo unico alleato
nella ricerca di riportare a casa suo figlio”.
Tutti i sei episodi di
Eric sono ora disponibili in streaming su Netflix.
L’imminente Alien:
Romulus vuole essere un mix di due di quelli che i fan
considerano i migliori film di Alien del franchise. Parlando con
Empire Magazine, il regista Fede
Álvarez ha parlato della sua ispirazione per il film e di
come volesse assicurarsi che i fan di Alien di
Ridley Scott del 1979 e di Aliens di
James Cameron del 1986 fossero
soddisfatti.
“Chiedere a un fan di Alien di
scegliere tra i due è una domanda perversa”, ha detto Álvarez.
“Così ho pensato: ‘Come faccio a fare entrambe le cose?’. C’è
un momento in cui i personaggi camminano in aree familiari alla
Nostromo. Poi attraversano quell’edificio e dall’altra parte: boom!
Ci si trova in un corridoio che assomiglia alla Speranza di Hadley
[di Aliens]”.
Alien: Romulus,
tutto quello che sappiamo sul film
Il film Alien:
Romulus è interpretato da Cailee
Spaeny (Priscilla),
David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is
Easy), Archie Renaux (Tenebre e
ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn
(Aftersun) e Aileen Wu. Alien:
Romulus è diretto da Fede Alvarez (La
casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo
stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues
(L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi
creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.
Nel film, stando alla sinossi ad
oggi riportata, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre
rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si
ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante
dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire
che quel male possa diffondersi. Il film è atteso in sala a partire
dal 16 agosto.
Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon),
che ha diretto l’originale Alien
e ha prodotto e diretto i nuovi film della saga, Prometheus
e Alien:
Covenant, Michael Pruss (Lo strangolatore di
Boston) e Walter Hill (Alien); mentre Fede Alvarez,
Elizabeth Cantillon (Charlie’s Angels), Brent O’Connor
(Bullet Train) e Tom Moran (Unstoppable – Fuori
controllo) sono i produttori esecutivi.
Durante una chiacchierata con
Variety sul red carpet dei Gotham Awards dello scorso anno, la
Spaeny aveva rivelato che Romulus si svolge tra gli eventi
dell’Alien
originale di Ridley Scott e il sequel di James Cameron, Aliens – Scontro finale. “Dovrebbe inserirsi tra
il primo e il secondo film“, ha detto Spaeny. “Hanno
portato lo stesso team di ‘Aliens’, il film di James Cameron. Le stesse persone che hanno
costruito quegli xenomorfi sono venute a costruire i nostri. Quindi
vedere il progetto originale con le persone originali che hanno
lavorato a questi film per più di 45 anni e che hanno fatto parte
della loro vita è stato davvero incredibile“. Sappiamo ora che
il nuovo capitolo si svolge prima di entrambi questi film.
A produrre il film c’è naturalmente
anche la Scott Free, la società del regista originale di Alien,
Ridley Scott,
che è produttore esecutivo. Con il titolo Alien:
Romulus, non è dunque ancora stato rivelato molto riguardo
all’ambientazione, alla collocazione temporale o alla trama del
film. Ad aprile, Álvarez aveva rilasciato un’immagine dietro le
quinte di un facehugger che stringe il ciak del film a bordo di una
stazione spaziale. La presenza del facehugger conferma che il film
si svolgerà dopo gli eventi di Prometheus
e Alien:
Covenant, che hanno rappresentato le origini degli
Xenomorfi così come li si conosce.
Michael,
il prossimo biopic su Michael Jackson diretto da
Antoine Fuqua, ha terminato la produzione. Secondo
un post su Instagram della casa di produzione GK Films,
Michael ha ufficialmente terminato le riprese. Il
post recita: “Grazie al miglior cast e alla migliore troupe che
potessimo mai chiedere! Ci vediamo presto, Moonwalkers!”.
“Michael offrirà al pubblico un
ritratto avvincente e onesto dell’uomo brillante ma complicato che
è diventato noto in tutto il mondo come il Re del Pop”, si
legge nella sinossi del film. Questo film epico e cinematografico
esaminerà i trionfi e le tragedie di Michael
Jackson – dal suo lato umano, alle sue lotte pubbliche
e private, alle accuse e al microscopio mediatico 24 ore su 24, 7
giorni su 7, sotto cui Jackson ha vissuto, anche quando era al suo
apice artistico”. Il team di registi all-star catturerà anche
l’innegabile genio creativo di Michael,
ricreando le sue performance più memorabili e iconiche. Come mai
prima d’ora, il pubblico potrà dare uno sguardo dall’interno a uno
degli artisti più influenti e all’avanguardia che il mondo abbia
mai conosciuto”.
Jaafar Jackson,
nipote di Michael Jackson, interpreterà il Re del
Pop nel film di prossima uscita. Il cast comprende anche Colman Domingo nel ruolo di Joe Jackson,
Nia Long nel ruolo di Katherine Jackson, Miles Teller nel ruolo di John Branca,
Laura Harrier nel ruolo di Suzanne de Passe,
Jamal R. Henderson nel ruolo di Jermaine Jackson,
Tre Horton nel ruolo di Marlon Jackson,
Joseph David-Jones nel ruolo di Jackie Jackson,
Kat Graham nel ruolo di Diana Ross, Larenz
Tate nel ruolo di Berry Gordy, Liv Symone
nel ruolo di Gladys Knight, Jessica Sula nel ruolo
di La Toya Jackson, Kevin Shinick nel ruolo di
Dick Clark e Juliano Krue Valdi nel ruolo del
giovane Michael Jackson.
La sceneggiatura di Michael è
stata scritta da John Logan. Graham King, John Branca e
John McClain producono il film. Sebbene la produzione sia
stata ritardata a causa degli scioperi del 2023, le riprese di
Michael sono iniziate ufficialmente nel gennaio 2024. Michael uscirà
nelle sale statunitensi il 18 aprile 2025, distribuito da
Lionsgate.
Il prequel di Mad
Max: Fury Road di George Miller,
Furiosa: A Mad
Max Saga (qui
la recensione), non ha avuto un buon rendimento nelle sale da
quando è uscito venerdì scorso e, a meno che non ci sia un drastico
miglioramento negli incassi, questo potrebbe segnare il destino dei
piani del leggendario regista per un seguito.
Furiosa
ha incassato un deludente 35 milioni di dollari in patria per i
quattro giorni del Memorial Day, e ha raccolto 40 milioni di
dollari all’estero, per un totale globale di 75 milioni di
dollari.
Il film Furiosa
uscirà in Grecia e in Giappone questa settimana,
prima di uscire in Cina il 7 giugno.
Vale la pena notare che Fury
Road non è stato affatto un successo al botteghino, ma
si ritiene che la popolarità del film e l’attenzione degli Academy
Awards abbiano influito sulla decisione della Warner Bros. di dare
il via libera al prequel di Miller – e potrebbero non essere così
veloci nel fare lo stesso se Furiosa non
otterrà un’alta spinta di guzzoleen al botteghino nelle prossime
settimane.
Miller e Nico
Lathouris hanno già scritto insieme la sceneggiatura di
Mad Max: The Wasteland, che segue l’antieroe
titolare nell’anno precedente a Fury
Road. Tuttavia, Miller ha precedentemente riconosciuto
che l’opportunità di andare avanti con il prossimo film dipenderà
probabilmente dal successo di Furiosa. “Aspetterò sicuramente
di vedere come andrà [Furiosa], prima di pensarci”.
Non stiamo ancora suonando la
campana a morto per il franchise, ma gli analisti (via THR)
sembrano ritenere che un’altra avventura di
Mad Max sarà molto improbabile a meno che Furiosa non
riesca a risollevare le sorti del film al botteghino.
Furiosa: A Mad Max
Saga, tutto quello che c’è da sapere sul film con Anya
Taylor-Joy e Chris Hemsworth
In Furiosa: A Mad
Max Saga,Anya
Taylor-Joy assume il ruolo che è stato
di Charlize
Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi
ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Il nuovo film è molto diverso
da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road
movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece
descritto come un racconto più “epico, che si
svolgesu un piùlungo periodo di
tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in
questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una
disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase
di post-produzione. Furiosa: A Mad
Max Saga è scritto, diretto e prodotto
da George Miller insieme al suo partner
di produzione di lunga data Doug Mitchell.
Oltre Anya
Taylor-Joy , nel film ci sarà anche
Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Il film è nelle sale dal 23 maggio
2024.
Mancano ormai pochi giorni alla
première di due episodi di The
Acolyte: La Seguace e, tra le voci insistenti e i
trailer che forse rivelano un po’ troppo, sembra che Lucasfilm
abbia dato il via libera al cast per discutere di un certo punto
della trama relativo al personaggio di Amandla
Stenberg.
Se preferite sapere il meno
possibile, ecco il vostro avviso di spoiler.
Precedenti rapporti hanno affermato
che la Stenberg interpreterà un doppio ruolo di due gemelli, uno
dei quali compie l’assassinio dei Jedi e incastra l’altro per gli
omicidi.
Durante un’intervista con The
Electric Playground, Amandla Stenberg ha
confermato che interpreterà effettivamente due gemelle di nome Mae
e Osha, rivelando anche alcuni nuovi dettagli su entrambe le
sorelle.
“Nello show interpreto due
gemelle. Si chiamano Osha e Mae e sono più o meno orientate verso
lati diversi della forza. Anche se questo è oggetto di dibattito e
speriamo che ce ne sia uno, una volta che tutti avranno visto lo
show. Mae è in cerca di vendetta, è sul sentiero di guerra.
Qualcosa che è accaduto durante la loro infanzia ha separato queste
due gemelle e ora Mae è in cerca di vendetta. Osha, che è un
meccanico e che faceva parte dell’ordine Jedi, ma se n’è andata
come padawan, è accusata della vendetta che sta avvenendo e deve
difendersi, scoprendo anche che la sua sorella gemella è ancora
viva”.
Abbiamo sentito che anche
Manny Jacinto interpreterà due gemelli, ma non è
ancora stato confermato.
The
Acolyte: La Seguace è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star
Wars, Joonas Suotama, che interpreta un nuovo
personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del
franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era dell’Alta
Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri emergenti del
lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.