Dopo essere stato annunciato tre
anni fa, The Legend of Ochi sta
finalmente per arrivare nelle sale. Ieri A24 ha
rivelato l’arrivo di un trailer e lo ha anticipato con un
poster che sottolineava gli elementi fantasy del film. Oggi è
stato pubblicato il trailer e possiamo dire che la casa di
produzione preferita dai fan si sta preparando a realizzare uno
dei suoi titoli più diversi. La storia è ambientata in un mondo
fantastico abitato da creature pelose conosciute come Ochi, e
sarà nelle sale il 28 febbraio 2025.
The Legend of Ochi è
incentrato su una giovane ragazza che scappa dalla sua casa
su un’isola dall’aspetto splendido e che poi incontra e impara a
comunicare con uno degli esseri del titolo. Le creature
bluastre con orecchie simili a Yoda sono temute dagli
abitanti dell’isola, ma la ragazza fa amicizia con uno più giovane
e innocente. Il trailer svela l’originale e meraviglioso
mondo creato per l’avventura e fornisce una piccola
anticipazione delle possibilità che possono emergere man mano che
impariamo a conoscere gli Ochi, la minaccia che rappresentano e il
motivo per cui l’intera comunità li teme.
Secondo Deadline, The Legend of Ochi è stato descritto
dagli addetti ai lavori come se avesse la stessa atmosfera dei film
di Peter Jackson (The Beatles: Get
Back) prima dell’era del Signore degli Anelli. Secondo
quanto riferito, i dirigenti di A24 sono rimasti talmente colpiti
dalla sceneggiatura e dall’atmosfera dell’avventura che hanno
deciso immediatamente di collaborare con il regista
esordienteIsaiah Saxon. La casa di produzione
ha una storia di promozione di voci indipendenti e nuove,
quindi non sorprende che abbia colto al volo l’opportunità di
portare questa storia in vita e sui grandi schermi di tutto il
mondo.
The Legend of Ochi è un’opera
prima
Un’altra indicazione del potenziale
di The Legend of Ochi è che è riuscito ad attirare
l’attenzione di diversi grandi nomi di Hollywood: nel cast figurano
Willem Dafoe (Poor Things),
Emily Watson (Midas Man),
Helena Zengel (News of the World) e
Finn Wolfhard (Stranger
Things). Il film è stato anche prodotto
dai fratelli Russo, responsabili degli ultimi due
film di Avengers e che dovrebbero
dirigere Avengers:
Doomsday. Sul sito personale di Saxon
è possibile trovare una serie di concept art per The Legend of
Ochi che ha messo insieme dal 2015. Una delle sue
didascalie recita: “Non riesco a smettere di sognare questo film
che voglio fare”.
Nonostante sia per la prima volta
al timone di un lungometraggio, Saxon lavora come regista di video
musicali e cortometraggi da molto tempo. Ha diretto video
musicali di artisti come Björk, Panda
Bear e Grizzly Bear. Saxon ha anche
scritto la sceneggiatura di The Legend of Ochi, il che
significa che se il film diventerà un successo, il nuovo
regista sarà subito in grado di raccontare altre storie, costruire
nuovi mondi e incuriosire il pubblico. The Legend of Ochi uscirà negli USA il 28 febbraio
2025. Potete vedere il trailer qui sopra.
Sebastian Stan è famoso per
aver interpretato Soldato d’Inverno, ed è stato uno di quelli che,
grazie al Marvel
Universe, sono stati capaci di far parlare di sé. Ma la sua
carriera va ben oltre Captain America: non solo ha recitato
in telefilm di successo come Gossip Girl e Once Upon a
Time – C’era una volta, ma anche in alcuni film
particolarmente interessanti degli ultimi anni. Si è così sempre
più imposto come uno dei nuovi fenomeni di Hollywood.
Cosa non sapete su Sebastian
Stan? Ecco dieci curiosità su di lui.
I film e le serie TV in cui ha
recitato Sebastian Stan
2. Ha preso parte anche a
note serie TV. Oltre che sul grande schermo, l’attore è
apparso anche sul piccolo, da prima recitando nell’episodio 13×22
di Law & Order – I due volti della giustizia (2003) e
poi trovando maggior fama grazie a Gossip Girl
(2007-2010). In seguito ha recitato in Kings (2009),
C’era una volta (2012), Political Animals (2012),
Labyrinth (2012) e I’m Dying Up Here – Chi è di
scena? (2017). Torna a recitare per una serie TV nel 2021 con
The Falcon and the Winter Soldier, dove riprende il
ruolo del Soldato d’Inverno accanto ad Antony Mackie. Nel 2022 è invece protagonista
di Pam & Tommy insieme a Lily James.
Sebastian Stan in Gossip
Girl
3. Ha avuto un ruolo nella
celebre serie. L’attore ha preso parte ad undici episodi della
serie Gossip Girl nel ruolo di Carter Baizen, personaggio
che si scopre essersi allontanato dalla ricchezza della sua
famiglia per girare per il mondo, ma anche che ha un problema con
il gioco d’azzardo. Questo è stato per Stan uno dei primi ruoli
importanti della sua carriera, che gli ha permesso di ottenere una
prima notorietà.
Sebastian Stan è il Soldato
d’Inverno della Marvel
4. Ha indossato delle
extension per il ruolo. Per interpretare il Soldato
d’Inverno in Captain America – The Winter Soldier, Sebastian Stan ha
dovuto indossare delle extension, poiché tra un progetto e l’altro
non è riuscito a farsi crescere i capelli in tempo per il film.
L’unica volta nel MCU in cui i suoi capelli lunghi
sono naturali è nel sequel Captain America: Civil
War (2016). Il Soldato d’Inverno ha i capelli lunghi per
far intendere che l’Hydra si preoccupava così poco della sua
manutenzione personale e della sua cura che non riteneva importante
tagliargli i capelli.
Sebastian Stan in Fresh
5. Ha interpretato un ruolo
decisamente “horror”. Il film Fresh segue
Noa, che incontra il seducente Steve (Stan) in un negozio di
alimentari. Dopo il loro primo appuntamento, Noa è ormai innamorata
e accetta l’invito di Steve per un weekend romantico, solo per
scoprire che lui nasconde degli appetiti insoliti. Per l’attore,
quello in questo film è stato un ruolo che lo ha portato a
confrontarsi con il genere thriller/horror, mostrando così dei lati
nascosti del suo talento per la recitazione.
Sebastian Stan in A Different Man
6. Ha vinto un importante
premio. Nel dramma A Different
Man, Stan interpreta Edward, un uomo che dopo
essersi sottoposto a un intervento di ricostruzione facciale,
intraprende un percorso che lo porta a ripensare totalmente sé
stesso. Per la sua interpretazione, l’attore ha vinto l’Orso
d’argento per la miglior interpretazione da protagonista al
Festival di Berlino, dove il film è stato presentato.
Sebastian Stan è Donald Trump in The Apprentice
7. Si è trasformato
fisicamente per il ruolo. In The Apprentice – Alle origini di Trump, Stan
interpreta il tycoon nel corso degli anni Settanta e Ottanta. Per
assumere il ruolo, l’attore non è ricorso a particolari trucchi
prostetici, in quanto non interessato ad una somiglianza di quel
tipo. Ha però dovuto seguire una particolare dieta a base di ramen
e salsa di soia, così da acquisire quel peso in più richiesto per
la parte.
8. È molto
riservato. Stan non è mai stato molto interessato a
condividere pubblicamente dettagli sulla propria vita privata e
sulla sua situazione sentimentale. Sappiamo che in passato ha avuto
relazioni con le colleghe
Leighton Meester e Jennifer Morrison, mentre dal 2022 è legato
all’attrice Annabelle Wallis. I due sono stati visti per
la prima volta insieme durante alcuni eventi di gala e ancora oggi
partecipano come coppia a situazioni di questo tipo. Ci tengono
però a mantenere privata la loro relazione.
Sebastian Stan è su Instagram
9.Ha un profilo sul
social network. L’attore è naturalmente presente sul
social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 8,3
milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato
circa trecento post, tutti relativi alle sue attività come attore o
modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a
momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi
progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
L’età, l’altezza e il fisico di Sebastian Stan
10. Sebastian Stan è nato il
13 agosto 1982 a Costanza,
Romania.L’attore è alto complessivamente 1,83
m. È anche noto per il suo fisico muscoloso ed atletico, costruito
in particolare per poter interpretare il Soldato d’Inverno
all’interno del Marvel Cinematic
Universe.
Senza dubbio, Francis
Ford Coppola è sul monte Rushmore delle leggende del
cinema americano vivente. Il suo lavoro negli anni ’70 è
probabilmente la striscia di film più intensa per qualsiasi
regista nella storia del cinema. Vincitore di 14 premi Oscar
(con 55 nomination!), due volte vincitore della Palma d’Oro a
Cannes e una litania di riconoscimenti dai festival di tutto il
mondo. Coppola ci ha stuzzicato per anni con la sua satira urban
fantasy, Megalopolis. A causa
degli eventi dell’11 settembre 2001, la produzione è crollata e il
film è stato accantonato. Ora, 23 anni dopo, Coppola ha finalmente
scelto di condividere Megalopolis con il pubblico assetato
di un’esperienza cinematografica nuova e pronto per una storia
eccezionalmente rara.
Megalopolis è una nuovissima visione cinematografica
che ritrae una metropoli in decadenza chiamata Nuova Roma.
All’interno, l’architetto idealista Cesar (Adam
Driver) ottiene la licenza di demolire e ricostruire
la città. La sua nemesi, il sindaco Cicero (Giancarlo
Esposito), rimane impegnato a mantenere New Rome così
com’è. In mezzo a loro c’è Julia (Nathalie
Emmanuel), la figlia mondana di Franklyn e interesse
amoroso di Cesar, che, attraverso il tumulto, continua la sua
ricerca del significato della vita.
Parlando con Collider il
regista ha approfondito Megalopolis. Coppola spiega
eloquentemente perché sceglie di rieditare alcuni dei suoi film
decenni dopo l’uscita, il genuino ottimismo che prova nei confronti
di questo mondo e come ha filtrato questi sentimenti attraverso la
sua attesa favola epica.
“I film non sono un fast food,
ma una forma d’arte vivente”
Credo che gli artisti non
debbano avere paura del rischio. Il rischio fa parte della formula
artistica. A volte bisogna lanciarsi nell’ignoto per esprimere ciò
che si prova. Non si può essere come un’azienda che vuole produrre
un fast food che sia abitudinario, in modo da sapere che la gente
mangerà sempre la stessa cosa. Stanno cercando di fare lo stesso
con i film. I film non sono fast food. I film sono una forma d’arte
vivente che cerca di illuminare la vita delle persone, che le aiuta
a vedere il mondo in cui vivono nel modo più chiaro
possibile.
Ci sono molte riprese di New
York. Le ha fatte un grande fotografo di nome Ron Fricke. È un
filmato bellissimo, ma non ho usato molto delle riprese dell’11
settembre perché ritenevo che così tante persone avessero perso le
loro famiglie e i loro cari che sarebbe stato improprio per me
usare quel filmato. Ce n’è un po’, solo per un motivo struggente,
perché ci colpisce il cuore quando lo vediamo. Mi sono sentito più
rispettoso nei confronti delle persone che hanno perso i loro
familiari. Ma sì, ci sono molte riprese di Ron Fricke nel film. È
molto bello.
È risaputo che lavoro su
qualcosa finché non lo odio, poi lo abbandono e inizio a lavorare
su qualcos’altro. Poi lo odio, lo abbandono e dico: “Quello di
prima non era così male. Farò quello”. Stavo lavorando a un altro
film che ho abbandonato per fare Megalopolis. In un certo senso
faccio sempre un film in ritardo. [Ma sentivo che i temi di questo
film sono così importanti per il mondo di oggi.
Stiamo uccidendo molti dei
nostri cugini esseri umani e molti dei nostri figli. Siamo
una specie geniale. Non possiamo sprecarci a vicenda.
Abbiamo tutti un talento unico. Non c’è un problema che dobbiamo
affrontare che non abbiamo la capacità di risolvere. Qualcuno deve
dirlo, credo, ed è quello che dice questo film.
Siamo quasi alla fine di un altro
anno ricco di uscite horror, e con
così tanti titoli horror e così poche ore in un giorno, è facile
rimanere indietro con le ultime novità. Diamo un’occhiata ai
migliori film horror dell’anno che potreste o non
dovreste aggiungere alle vostre liste di film da vedere. NOTA:
alcuni titolo non sono ancora usciti in Italia o non hanno una
distribuzione.
Late Night with the Devil
Late Night with The Devil è proprio il tipo
di ruolo da protagonista che i fan dell’horror non vedevano l’ora
di vedere affrontato dall’attore David
Dastmalchian. Le telecamere seguono lo speciale di
Halloween di un talk show notturno nel 1977, con ospiti occulti.
Dastmalchian interpreta Jack Delroy, il conduttore di “Night Owls
with Jack Delroy”, perseguitato da un passato che include legami
con una discutibile organizzazione californiana e la moglie
morta.
La notte va a rotoli, come in
Ghostwatch o L’ora
della purificazione, quando Delroy si trova ad
affrontare i mali evocati all’interno del suo studio. È un piacere
vedere Dastmalchian interpretare una celebrità che si sgretola
sotto le pressioni del paranormale, mentre i suoi telespettatori
aumentano, scegliendo di dare ascolto al diavolo che gli sta alle
spalle e che minaccia tutta la sua squadra. Molti avranno ragione
nell’aggiungere questo bizzarro disastro televisivo alle loro
rotazioni stagionali di ottobre.
Speak No Evil – Non parlare con
gli sconosciuti
Da fan dell’originale
Speak No Evil di Christian
Tafdrup, mi sono avvicinato al remake della
Blumhouse di James Watkins con
qualche esitazione. Il capolavoro di Shudder si basa molto su un
terzo atto morboso che non credevo potesse essere ricreato – e
nemmeno Watkins lo crede. La versione americana con James McAvoy e Scoot
McNairy trova una strada diversa per gli orrori familiari
delle vacanze, evitando la ripetizione e le rivelazioni scontate.
McAvoy è straordinariamente carismatico nei panni di un artista
della truffa, che culla l’esempio di crisi di mezza età di McNairy
in un falso senso di sicurezza.
Mackenzie Davis e
Aisling Franciosi sono altrettanto convincenti nei
panni delle compagne di uomini intrappolati nei loro ego, prima che
Speak No Evil scateni la depravazione della sua
contorta sceneggiatura. Si tratta di un adattamento più sicuro, ma
questo non ne annulla l’efficacia: una delle poche volte in cui
un’americanizzazione funziona nei suoi tocchi più morbidi.
Oddity, l’inquietante opera da
camera irlandese che parla di inquietanti oggetti d’antiquariato e
di sorelle uccise si immerge in orrori folcloristici. Il signor
“Uomo di legno” diventa la mascotte del film quando inizia a
muoversi in una tenuta poco illuminata nel bel mezzo del nulla,
animata dal dolore, forse dalla vendetta e da molti stereotipi
infestati.
C’è qualcosa di delicatamente alla
Mike Flanagan in tutto questo, come i
monologhi che si susseguono in immagini artisticamente inquietanti
che sono sempre in agguato sullo sfondo. Il racconto di McCarthy è
più una ninna nanna che un vero e proprio assalto paranormale, ma è
comunque efficace come spaventoso spavento e come scossa di
energia. Si tratta di un film che fa girare le pagine e che viene
trasposto sullo schermo, tenendovi con il fiato sospeso mentre le
scene diventano sempre più inquietanti ad ogni secondo che
passa.
Under Paris
Il regista francese Xavier
Gens ha interrotto la recente serie di deludenti film
horror sugli attacchi di squali con Under Paris di Netflix. Il film sembra un amalgama tra i commenti
politici de
Lo Squalo, le frenesie alimentari di Deep Blue
Sea e le libertà di
Geostorm“ che diavolo sta succedendo”. È
anche in linea con film di Dick Maas come
Uncaged o
Amsterdamned, in cui le città ad alta
densità di popolazione sembrano personaggi in carne e ossa
attaccati da scenari surreali.
Gens ci colpisce rapidamente con la
ferocia di un guizzo di pinna come apertura, si assopisce mentre la
storia si sviluppa nella capitale francese, poi si scatena in un
terzo atto pieno di brutale violenza squalo contro uomo come nel
lavoro New French Extremity del regista. Under Paris
sceglie un tono più diretto, ma non bisogna allarmarsi: Gens
capisce il tipo di film che sta realizzando e porta a casa un
finale selvaggiamente aggressivo che continua a superare se
stesso.
Lovely, Dark, and Deep
Georgina
Campbell interpreta una guardia forestale che scopre
una verità psicotropa su ciò che accade quando le persone
scompaiono nelle aree boschive. Il viaggio nella foresta di
Teresa Sutherland è cupamente inquietante e
favorisce una combustione lenta, ma rimane intrigante e scomodo per
tutto il tempo.
La Sutherland mostra una padronanza
maliziosamente manipolativa dei sentimenti di isolamento, mentre il
ranger di Campbell scompare in un purgatorio all’aperto di immagini
sempre più inquietanti. È un film con più vibrazioni che altro, che
viaggia alla velocità e alla metodologia di
Sator o The
Interior; un tetro incubo National Geographic di
incognite persistenti. Se vi piacciono i film che abbandonano lo
spettatore nel bel mezzo di una storia sussurrata come il vento che
passa tra i rami degli alberi, l’ultimo di Sutherland dovrebbe
essere sul vostro radar.
In a Violent Nature
In a Violent
Nature di Chris Nash ha fatto
parlare di sé per la sua interpretazione sovversiva degli
stereotipi dello slasher. Si tratta essenzialmente di uno slasher
girato quasi esclusivamente di spalle dalla prospettiva
dell’assassino – un non-morto tipo Jason Voorhees di nome Johnny –
sia che stia facendo a pezzi i corpi sia che stia serpeggiando
verso la sua prossima destinazione. Nash esamina le motivazioni dei
cattivi dello slasher e gioca con il sound design che annega le
chiacchiere da falò dei bersagli di Johnny, spogliando il
“divertimento” degli anni ’80 degli squallidi night per lasciare
solo la violenza estrema.
Gli eccellenti effetti speciali
offrono una serie di morti raccapriccianti mentre Johnny colpisce,
accoltella e mutila i suoi bersagli, compreso quello che senza
dubbio sarà il più alto risultato dell’anno in termini di morti
nei film horror. Non dovrebbe essere una sorpresa, dato che
Nash è stato il supervisore degli effetti speciali sul set di
Psycho Goreman, o per chi ha visto il suo
segmento ABCs of Death 2 “Z is for
Zygote”. In A Violent Nature è all’avanguardia in un modo
che potrebbe non essere adatto a tutti, ma ciò che tenta di fare è
una boccata d’aria fresca e merita assolutamente di essere
visto.
Abigail
Se i Radio Silence
pubblicano un film horror, è molto probabile che lo inseriscano
nelle liste di metà anno e di fine anno. Abigail non è da meno: la loro
divertente storia di ballerina vampira ha voglia di sangue. Non si
può sbagliare con un cast che comprende Dan
Stevens nei panni di un untuoso ex-poliziotto di New
York, Kathryn Newton nei panni di una baby
hacker nepote assetata di emozioni, o Kevin Durand
nei panni di un muscoloso e paterno – ma questo è lo show di
Melissa Barrera e Alisha
Weir.
La Barrera sfoggia ancora una volta
le sue doti di Final Girl, mentre la Weir scivola sullo schermo
come la figlia di Dracula in ballerine. Radio Silence sa come
offrire immagini gratuitamente succose e allo stesso tempo
divertirsi con il materiale, facendoci ridere e trasalire allo
stesso tempo. Abigail porta il suo amore per il cinema
vampiresco sulla manica e allo stesso tempo rafforza la propria
tradizione microcosmica, realizzando il meglio di entrambi i mondi
– come non amare la battuta sull’aglio e la cipolla?
Non credo che nessuno avesse
previsto che un prequel del 2024 di The
Omen sarebbe andato così forte come ha fatto
The First Omen.
Arkasha Stevenson sfrutta temi blasfemi con un
fattore di raccapriccio così vivido, come le ambientazioni oscure
dell’altare illuminate da file di candele di cera gocciolanti che
formano bocche aperte che sembrano in procinto di divorare
l’attrice principale Nell Tiger Free.
Il suo messaggio sull’autonomia
corporea e sulla corruzione della Chiesa cattolica diventa una
fonte di orrori teologici, ricca di simbolismi demoniaci che
richiamano anche le inquadrature dirette di The Omen.
Stevenson capisce il compito raccontando una storia originale che
rispetta le radici del franchise, rimanendo fedele a idee singolari
che raramente si lasciano impantanare dalla nostalgia (fino alla
fine).
Il primo lungometraggio di
John Rosman, New
Life, è una miscela di generi che dà vita alla
narrazione di un’epidemia. È un film sull’apocalisse in scala
ridotta che sembra più un poliziesco, che nasconde orribili segreti
in bella vista. Sembra un’origine paziente zero di film come
28 giorni dopo diDanny
Boyle o Carriers dei
fratelli Pastor che ci proiettano nel caos infettivo.
Rosman gioca con idee come “Jason
Bourne incontra The Crazies
incontra Cabin Fever” con un budget
estremamente elevato. È una sceneggiatura ponderata che fa
indovinare al pubblico dove andrà a parare, a volte assomigliando a
un thriller di zombie, altre volte a un puro mistero da agente
speciale. Complimenti alle scelte fatte, che sono state portate a
termine con grande impegno.
Divulgazione completa: sono un
appassionato di film horror di influencer girati da prospettive di
livestream o vlog. Mind Body
Spirit di Alex Henes e
Matthew Merendaè un brillante esempio di come
sfruttare al meglio i limiti digitali di Screenlife. Sarah
J. Bartholomew interpreta l’aspirante celebrità dello yoga
online Anya, che ha appena ereditato la vecchia e scricchiolante
casa della nonna estranea.
Anya trova una porta nascosta e
stanze segrete con immagini occulte, che diventano il fulcro del
suo nuovo canale video. Henes e Merenda sfruttano l’angolazione in
prima persona a loro vantaggio, sostenendo un’atmosfera
efficacemente spettrale mentre Anya incanala i segreti più oscuri
della sua eredità con aspirazioni virali. Farà di tutto per
ottenere visualizzazioni e noi assisteremo alla sua caduta come a
una playlist maledetta su YouTube.
Quanti franchise horror migliorano
con l’età? V/H/S/Beyond è il settimo film
della serie V/H/S e il più coerente. I registi seguono un tema di
“fantascienza” libero, trasformando le cicogne in creature da
incubo e affrontando le minacce esistenziali di sconosciuti
extraterrestri. Non c’è un segmento brutto nel gruppo, con una
qualità che varia da “eccezionale” a “passabile”.
Si tratta di un rapporto inaudito
quando si tratta di antologie horror, che di solito registrano alti
e bassi frustranti. Tra energici video musicali bollywoodiani,
effetti gore pratici eccezionali e standard qualitativi costanti,
V/H/S/Beyond continua la traiettoria ascendente delle
produzioni di V/H/S di Shudder. Più grande, migliore, più veloce,
più forte: queste non sono qualità tipiche dei sequel di franchise,
tanto meno di franchise così profonde.
Tenetevi forte perché abbiamo un
altro prequel in lista. A Quiet Place: Giorno 1di Michael Sarnoski è un monster movie
dall’anima straordinaria che… furtivamente non è un vero monster
movie? Vediamo gli Angeli della Morte precipitare come comete su
New York, non fraintendetemi. Ci sono alcune sequenze di attacco
iniziali, ma poi le emozioni prendono il sopravvento.
Lupita Nyong‘o interpreta una paziente
di un ospizio alla ricerca del suo trancio di pizza preferito in
città – Joseph Quinn si unisce a lei nei
panni di uno studente di legge inglese terrorizzato che
semplicemente non vuole stare da solo. Il film diventa una ricerca
secondaria lontana dall’“azione”, mentre Nyong’o e Quinn sviluppano
un rapporto sorprendentemente toccante che trova l’umanità alla
fine del mondo. Gli spaventi funzionano, ma la padronanza di
Sarnoski nel raccontare storie di vita tra personaggi umani è
infinitamente migliore. È l’apocalisse: godetevi l’ultimo boccone
di pizza.
MadS
Immaginate “New
Life incontra Climax incontra
Run Lola Run”. Questo è
MadS di David
Moreau, in arrivo su Shudder il 18 ottobre. È il mio film
preferito del Fantastic Fest di quest’anno, che presenta gli inizi
di un’epidemia apocalittica in un formato one-take. Moreau inizia
con un ragazzo di 18 anni che lascia il covo del suo spacciatore e
segue gli eventi che si sviluppano dopo che incontra quello che
sembra essere un paziente in fuga forse infettato da un virus.
Laurie Pavy, nel
ruolo di Anais, offre una performance inarrestabile quando diventa
il personaggio centrale del film, mostrando gli effetti di ciò che
sta prendendo d’assalto la Francia. Il film non cede mai una volta
che le ruote iniziano a girare, definito dall’intimità e dal
terrore apocalittico mentre si increspa da un minuscolo punto di
partenza.
Oz Perkins
si è affermato come una delle voci più singolari dell’horror
contemporaneo con The Blackcoat’s
Daughter, I Am the Pretty Thing That
Lives in the House e Gretel &
Hansel. Potreste non essere in sintonia con il suo
approccio divisivo, persistente come la melassa e carico di
terrore, ma è probabile che le cose cambino con Longlegs.
Il suo ultimo film mescola intrighi
investigativi procedurali con un’atmosfera spregevolmente satanica,
con un cast all-star che comprende Maika Monroe,Nicolas
Cage, Blair Underwood e Alicia
Witt al massimo delle loro capacità. Perkins continua
a privilegiare il suo marchio di terrore strisciante, ma aumenta il
ritmo quando il serial killer “Longlegs” di Cage tormenta l’agente
dell’FBI di
Monroe, che è sulle sue tracce. La storia si insinua, striscia e si
insinua sotto la pelle, con i suoi mali infernali che vi tengono in
ostaggio fino ai titoli di coda. In uscita il 31 Ottobre 2024.
Netflix potrebbe non
commercializzare It’s What’s Inside, ma questo
non significa che meriti di essere trascurato. L’esilarante
thriller di Greg Jardin sullo scambio di corpi è
un fantastico pezzo d’insieme composto ad arte e realizzato in modo
pulito. Gli amici fanno un gioco di società mentre sono riuniti per
festeggiare un matrimonio che si trasforma in un mistero
fantascientifico con i personaggi bloccati l’uno nel corpo
dell’altro.
Si tratta di un puro pezzo
d’insieme senza un anello debole nel cast, in quanto gli attori
devono imitare i loro co-protagonisti quando la sfuggente premessa
del film chiede come gli amici potrebbero reagire quando prendono
il controllo della vita di qualcun altro. Le questioni morali e le
manipolazioni psicologiche sono trasformate in un gioco, ma Jardin
non manca mai di intrattenere utilizzando un umorismo nero sulla
rapidità con cui le relazioni si sgretolano quando la gelosia
prende il controllo. È un film elegante e sexy, con grandi risate e
drammi salaci: la definizione di un film che piace al pubblico.
È stata un’annata davvero bella per
i debutti di lungometraggi horror, con l’artisticamente insidioso
Stopmotion di Robert
Morganin testa. La storia di Morgan su un’animatrice in
stop-motion che diventa ossessionata dal suo ultimo progetto
affronta le follie del perdersi nel processo creativo.
Aisling Franciosi(The
Nightingale) interpreta Ella Blake, la cui profonda
interpretazione trova disturbi surreali nel modo in cui la realtà
di Ella si sgretola. La stopmotion mi ricorda film come
Censor o Berberian
Sound Studio, quando i personaggi plasmati da
Ella iniziano a sfuggire ai confini del suo banco di lavoro e
diventano personaggi di supporto allucinogeni. È Henry
Selick, per dirla con Peter Strickland,
il massimo dei complimenti.
Infested
Shudder
Il lungometraggio d’esordio di
Sébastien Vaniček,
Infested, è un thriller a otto zampe tanto
bello quanto Arachnophobia. È
[REC] che incontra Attack
the Block ma con i ragni, che Vaniček usa per
commentare la politica di classe francese e i “parassiti” che
vivono nelle case popolari. Una volta che il primo ragno si libera
all’interno di un complesso residenziale (le riprese esterne
mostrano le Arene di Picasso a Noisy-le-Grand), è tutto gas e
niente pause. I ragni continuano a moltiplicarsi, a diventare più
grandi e a far salire l’intensità alle stelle con un’energia
propulsiva sbalorditiva. Direi che gli aracnofobici dovrebbero
stare alla larga da questo spettacolo, ma è troppo bello per
perderselo.
Exhuma
La ricca spiritualità del cinema
horror coreano è viva e vegeta in
Exhuma di Jang
Jae-hyun. Il film è simile a The
Wailing per il modo in cui ogni atto attraversa i
sottogeneri con grazia. Gli specialisti dell’aldilà devono
cancellare la maledizione di una famiglia, ma ciò che inizia con
danze e canti cerimoniali diventa una vera e propria battaglia
demoniaca. È un altro film, come Infested, che non cede
appena le cose iniziano. Ogni passo avanti è verso acque
inesplorate, affondando sempre più nella follia infestante fino
all’ultimo fotogramma. Exhuma è radicato nella cultura
sudcoreana e aggiunge un sacco di carattere a ogni fotogramma,
posterizzando la grazia e la bellezza che si possono ottenere
mentre fantasmi senza freni staccano le teste delle persone.
The
Substance
Il tour de force
diCoralie
Fargeat,The Substance, è l’antidoto
all’era contemporanea dell’horror con progetti formulati in studio.
È un’opera originale, aggressiva e ripugnante come un complimento.
Il commento di Fargeat sulla fama, l’età e il trattamento
riprovevole che Hollywood riserva alle donne è fortemente
influenzato da maniaci del cinema di serie B come Brian
Yuzna, Stuart Gordon e Frank
Henenlotter (che digita con eccitazione). Demi
Moore e Margaret Qualley brillano nella doppia
presentazione di Elisabeth Sparkle; le attrici si sottopongono a
magistrali orrori corporei e a tormenti psicologici mentre
inseguono l’eterna lode della celebrità. The Substance
scoppia di vitalità, è visivamente memorabile e colpisce con
precisione: non esiste un film horror simile quest’anno. In uscita
il 18 ottobre 2024.
Prime
Video ha svelato che la serie Original italiana di
spionaggio Citadel: Diana, nata dal mondo di Citadel, ha
registrato nel weekend di lancio il miglior risultato globale di
sempre per un Original italiano su Prime Video, in base al numero di spettatori in
tutto il mondo – escluso il Paese di produzione. La serie italiana
con Matilda De Angelis ha riscosso un successo
strepitoso in molti paesi nel mondo. È arrivata al 1° posto fra le
serie più viste in Italia, Stati Uniti e Regno Unito nel weekend di
debutto, e nella Top 5 in quasi 150 Paesi, tra cui Canada,
Australia, Germania, Spagna, Francia, Brasile, Messico e India,
stabilendo un nuovo record a livello di audience internazionale per
i contenuti in lingua italiana su Prime Video.
Inoltre, il successo della serie italiana ha portato ancora più
spettatori a vedere la prima stagione di Citadel,
con il pubblico che, durante il fine settimana, l’ha guardata in
tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Italia e al Regno Unito, solo
per citare alcuni dei territori principali in termini di
spettatori.
“Il successo di Citadel:
Diana dimostra che i nostri spettatori in tutto il mondo
continuano ad apprezzare le storie locali, realizzate dai migliori
narratori e talenti locali,” ha dichiarato James Farrell, VP
International Originals, Prime Video & Amazon MGM Studios. “Il
mondo di Citadelrappresenta un concept davvero unico, e il
nostro obiettivo era creare un nuovo mondo di spionaggio in grado
di viaggiare a livello globale. Lo storytelling innovativo di
Citadel: Diana è riuscito a realizzare proprio questo,
grazie ad una spy story ricca di azione, che mette al centro i
personaggi ed è in grado di attrarre il pubblico in tutto il
mondo”.
La serie tv Citadel
Prodotta da Cattleya – parte di ITV
Studios – e Amazon MGM Studios, con la produzione esecutiva di AGBO
dei Fratelli Russo, la serie Original italiana ha debuttato in
esclusiva su Prime Video in tutto il mondo lo scorso 10
ottobre. La prima stagione di Citadel –
interpretata da Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, e con
Stanley Tucci e Lesley Manville – ha debuttato nel 2023 con
successo internazionale, ed è diventata la seconda nuova serie
originale di Prime Video più vista fuori dagli Stati Uniti, e la
quarta più vista in tutto il mondo a 24 giorni dal lancio.
Citadel e le successive serie Original action-espionage
vantano la produzione esecutiva di AGBO dei Fratelli Russo e
attraversano il globo sviluppando la storia dell’agenzia di
spionaggio Citadel e della potente organizzazione rivale
Manticore.
Ogni serie nata dal mondo di
“Citadel” ha per protagonisti talenti locali ed è creata, prodotta,
e girata nel territorio in cui è ambientata, dando a ciascuno show
una cifra stilistica unica e una decisa identità culturale radicata
nel paese d’origine. La serie Original italiana Citadel:
Diana è la seconda a debuttare nel mondo di “Citadel” e sarà
seguita dalla serie indiana Citadel: Honey Bunny, con Varun Dhawan e Samantha Ruth
Prabhu, in uscita il 7 novembre 2024. La seconda stagione di
Citadel, interpretata da Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas con
Stanley Tucci e Lesley Manville, è attualmente in produzione, con
Joe Russo alla regia.
Citadel Diana va ad
arricchire l’offerta di titoli Original internazionali di Prime
Video che hanno registrato un enorme successo a livello globale,
tra cui i recenti successi internazionali È colpa mia? (‘Culpa
Mía’), Maxton Hall – Il mondo tra di noi, e Medellin
e i titoli in uscita, come È colpa tua? (‘Culpa
Tuya’), Libre e Like a Dragon: Yakuza. La
serie Original italiana si aggiunge, inoltre, alle numerose
produzioni italiane di successo di Prime Video, come The Bad
Guy, Elf Me, Celebrity Hunted– Caccia
all’Uomo, Dinner Club, e i titoli di prossima uscita
Costiera e la quinta stagione di LOL:Chi
ride è fuori. Si aggiungono poi grandi serie e film prodotti
da Amazon MGM Studios come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Fallout, L’estate nei tuoi occhi,
Road House, Saltburn e The Idea of
You. Tutti questi contenuti sono disponibili con
abbonamento Prime. Gli utenti Prime possono godere di risparmi,
convenienza e intrattenimento, tutto in un unico abbonamento.
Attaccare sempre, negare tutto, mai
riconoscere la sconfitta: sono queste le tre regole che l’avvocato
Roy Cohn insegna al suo pupillo
Donald Trump. Tre principi che, ripetuti quasi
come fossero un incantesimo, hanno caratterizzato l’ascesa al
potere dell’uomo che oggi, in un modo o nell’altro, tutti
conosciamo. Ma mentre l’attenzione odierna è comprensibilmente
tutta sul suo nuovo tentativo di insediarsi nella Casa Bianca, il
regista iraniano naturalizatto danese Ali Abbasi (regista anche di
Border e Holy Spider) ci porta con il suo The
Apprentice – Alle origini di Trump a scoprire i primi
passi mossi dal tycoon verso la conquista di quello che oggi è il
suo impero industriale.
La trama di The Apprentice – Alle origini di
Trump
Siamo a New York, negli anni 70.
Determinato a uscire dall’ombra del potente padre e a farsi un nome
nel settore immobiliare di Manhattan, l’aspirante magnate
Donald J. Trump (Sebastian
Stan) agli inizi della sua carriera incontra l’uomo
che diventerà una delle figure più importanti della sua vita: il
faccendiere Roy Cohn (Jeremy
Strong) Vedendo del potenziale in Trump, il
controverso avvocato — che aveva ottenuto le condanne per
spionaggio contro Julius ed Ethel Rosenberg e aveva investigato sui
sospetti comunisti insieme al senatore McCarthy — insegna al suo
nuovo allievo come accumulare ricchezza e potere con l’inganno,
l’intimidazione e la manipolazione mediatica.
Il titolo del film è ripreso dal
noto reality show condotto da Trump dal 2004 al 2015, nel quale si
giudicavano le capacità imprenditoriali di un gruppo di
concorrenti. Proprio come i tanti giovani che si sono susseguiti
nel corso delle varie stagioni, anche Trump a suo tempo è stato un
giovane ricco di ambizioni e desideri di elevarsi al di sopra della
massa, dimostrando tutto il suo potenziale come uomo d’affari. Come
ogni origin story che si rispetti, però, c’è bisogno di un
mentore e tale è stato per Trump l’avvocato Roy
Cohn. Già raccontato in un avvincente documentario dal
titolo Where’s My Roy Cohn?, è lui il burattinaio della
situazione o – come lo ha definito Strong – il dottor Frankenstein
alle prese con la sua creatura.
Eminenza grigia a tutti gli effetti,
Cohn ha fornito a Trump non solo le tre regole riportate in
apertura, ma anche quella dose di spregiudicatezza e di disgusto
per il bene comune su cui il tycoon sembra poi aver basato le
fondamenta del suo potere. Proprio come è stato nella realtà, anche
in The Apprentice – Alle origini di Trump è il
Cohn di Jeremy Strong a rubare in più occasioni la
scena, a catalizzare su di sé tutte le attenzioni non perché egli
lo voglia – anzi – ma perché risulta chiaro quanto sia lui
l’origine di ciò che oggi vediamo nel suo discepolo. Neanche a
dirlo, Strong fornisce una prova attoriale straordinaria, glaciale,
riproponendosi sotto nuove spoglie in quel contesto da lui già
affrontato con la serie Succession.
In quello che non vuole essere un
classico biopic, bensì uno studio ravvicinato dell’uomo e della sua
psicologia, si segue pertanto l’ascesa di Trump, che sembra
ironicamente e drammaticamente coincidere con il declino
dell’impero americano. Partendo dagli anni Settanta e arrivando
fino alla metà degli Ottanta, si attraversa dunque quel cupo
periodo che va dal cinismo degli anni di Richard
Nixon all’ascesa dell’avidità aziendale durante la
presidenza di Ronald Reagan. L’American Dream,
complici gli avvenimenti di quegli anni ma anche del decennio
precedente, è ormai un cadavere che si trascina stancamente per le
vie d’America e a cui personalità come Cohn e Trump sembrano aver
dato il colpo di grazia.
Sarebbe stato però fin troppo
facile, dato tutto questo materiale narrativo, offrire un ritratto
estremamente negativo di Donald Trump. A tal proposito non è
secondario che a dirigere il film vi sia un regista non americano.
Originariamente il progetto, scritto da Gabriel
Sherman, era stato proposto a registi del calibro di
Paul Thomas Anderson e Clint Eastwood, che pur essendo stato
un sostenitore di Trump ha rifiutato l’offerta considerando il
progetto un rischio troppo grande. La presenza di Abbasi dietro la
macchina da presa permette dunque al film di dotarsi di quella
giusta distanza che gli consente di non eccedere né nell’indulgenza
né nella cattiveria.
È chiaro che il ritratto che se ne
ricava al termine della visione non è per nulla positivo, ma
risulta anche evidente come l’intento del regista – e dello
sceneggiatore e dell’intero film – sia quello di esplorare e porre
domande, anziché di giudicare o sentenziare. È stato proposto un
confronto con Vice
– L’uomo nell’ombra, il film con Christian Bale nel ruolo dell’ex vice
presidente Dick Cheney. Mentre quel titolo è però
una vivace satira che gioca con un linguaggio altrettanto sagace,
The Apprentice – Alle origini di Trump non si
spinge appunto fino a quel livello, costruendosi però una
gravitas che ben gli si addice.
Aiuta in ciò un lavoro sulla messa
in scena piuttosto importante, che tra una grana dell’immagine anni
Ottanta all’utilizzo approfondito di New York come quarto grande
protagonista (la terza è un’altrettanto magnetica Maria Bakalova nel ruolo di Ivana Trump),
restituisce minuziosamente non solo un periodo ma anche un modo
d’essere. Più Trump si evolve come personaggio, più cresce la sua
sicurezza e più aumentano le sue ambizioni, più il film accompagna
con tutto sé stesso il proprio protagonista verso il compimento del
suo destino. Se sia l’origin story di un eroe o di un
villain, però, è lasciato al giudizio del singolo spettatore.
Lucca
Comics & Games 2024 (30 ottobre – 3 novembre) si
sta avvicinando ed è arrivato anche il momento per fissare in
agenda i momenti in cui saranno aperte le prenotazioni degli eventi
ai quali sarà possibile accedere solo assicurandosi un posto a
sedere, i cosiddetti “Click Days”: giovedì 17 ottobre alle
14:00; domenica 20 alle 16:00 e martedì 22 alle 14:00.
Solo durante i Click Days sarà
possibile prenotare il proprio posto all’evento preferito, fino a
esaurimento posti.
Come funzionano i click days di
Lucca Comics & Games 2024?
Da quest’anno sarà
possibile prenotare il proprio posto solo tramite la APP di
Lucca Comics & Games,
la “LuccaCG24 Assistant” (Android/iOS). Non sarà
possibile effettuare prenotazioni tramite il sito Eventbrite o
tramite il sito di LCG. Per prenotare sarà necessario essere in
possesso del biglietto/abbonamento di Lucca Comics & Games 2024, il
cui barcode (oppure il codice di 24 cifre) dovrà essere inserito
nell’apposita sezione “Il mio biglietto” della APP.
Per prenotarsi utilizzando
l’app LuccaCG24 Assistant è obbligatorio:
1) Effettuare il login all’interno
della APP.
2) Caricare nella APP il biglietto
acquistato su Ticketone.
3) All’interno della APP,
effettuare il login a Eventbrite (collegando così i due
account).
Chi non avesse ricevuto il
biglietto a casa entro il Click Day potrà utilizzare il codice
dell’ordine di acquisto.
Ogni utente (ogni account
registrato nella APP), potrà riservare 1 posto e solo se
l’evento si svolge nella giornata di validità del biglietto/dei
biglietti caricato/i nella app.
*Per gli eventi considerati
particolarmente adatti per le famiglie, ai quali si prevede quindi
anche la partecipazione di bambini e bambine nati dopo il 1°
gennaio 2015 ogni utente potrà prenotare fino a 2 posti,
per consentire ai genitori di riservare un posto anche a uno/a dei
figli/delle figlie. Eventuali casi particolari saranno gestiti in
fase di accesso all’evento, per consentire al maggior numero di
persone di partecipare e divertirsi in compagnia.
Anche tutti coloro che hanno un
pass potranno prenotare un posto utilizzando il codice a
barre presente sul pass, valido per 5 giorni.
È necessario presentarsi almeno
15 minuti prima dell’inizio dell’evento per
consentire la verifica della validità della prenotazione.
Chiunque si presentasse 15
minuti dopo l’inizio dell’evento perderà il diritto di
prelazione, la prenotazione non sarà più valida e sarà
consentito l’ingresso a eventuali visitatori in coda.
Si ricorda che il Family
Palace, allestito negli spazi del Real Collegio è a
ingresso gratuito per tutti, adulti e bambini,
senza necessità di aver acquistato il biglietto di Lucca Comics & Games. Alcuni
eventi del programma Lucca Junior sono su
prenotazione. In questo caso la prenotazione non
prevede l’inserimento del codice del biglietto
corrispondente e non sarà effettuata attraverso l’app LuccaCG24
Assistant ma con modalità che saranno comunicate
successivamente.
È importante ricordare inoltre
che:
verranno effettuati controlli elettronici
all’ingresso di ciascun evento, per cui è necessario avere
a disposizione il cellulare con la APP.
Chi ha prenotato un evento ma non potrà partecipare dovrà
cancellarsi tempestivamente. La mancata presenza
all’evento inciderà negativamente sulle future prenotazioni che
l’utente effettuerà, sia nella presente edizione della
manifestazione sia in quelle future.
Le prenotazioni fatte dai Level Up
Fan verranno verificate in modalità
“autosmarco/check-in”. La loro prenotazione dovrà essere
attivata in prossimità dell’inizio dell’evento inquadrando il QR
Code posizionato agli accessi della location.
Ospiti, stampa e
persone con disabilità avranno posti riservati
dallo staff di Lucca Comics & Games e potranno
accedere mediante una fila unica riservata, con precedenza per i
disabili.
Elenco eventi prenotabili Lucca
Comics & Games 2024
EVENTI DEL 30
OTTOBRE SU PRENOTAZIONE
Masterclass Gioco Inedito
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
COMICS
I primi 30 anni di Panini Comics
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Max Forever
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Comedy Club Collettiva
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Dynit incontra Kawamori
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Fumettibrutti e Francesco Cattani in TUTTE LE NOSTRE
FAVOLE, un reading-spettacolo.
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Seoul Mafia
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Maxi showcase Craig Thompson
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Non solo cartoon: Dario Moccia incontra Giulio
Rincione
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Lucca Project Contest tra passato e
presente
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
MUSIC –
CONCERTI
Guerrieri in Timoria: viaggio senza vento
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Galactic Empire
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
EVENTI DEL 31
OTTOBRE SU PRENOTAZIONE
Squid
Game 2 incontro con il creatore e regista Hwang Dong-hyuk e gli
attori Lee Jung-jae e Wi Ha-jun.– Evento vietato ai
minori 18 anni –
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Wonderful PreCure! The Movie. Introduce Aki
Murase.
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Tetris 40. Henk Rogers e Alexey Pajitnov –
Meet&Greet.
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Corso di perfezionamento universitario in Gaming and
Boardgame design: presentazione della II edizione
2025
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
RPG Night Live | Vecna Comics & Games – Sessione
finale con Francesco Lancia, Zoltar, Camihawke, Barbascura X,
Sabaku, CKibe e Claudio Di Biagio.
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
La guerra degli Anelli: Tolkien tra la serie tv e i
film al cinema
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Mezzo secolo di fantasie: incontro con Yoshitaka
Amano
Giorno di prenotazione previsto: 17 ottobre, dalle ore 14 (attivo
fino a esaurimento posti)
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Baldur’s Gate 3: Joachim Vleminckx (art director),
Jason Latino (cinematic director) e Borislav Slavov (compositore) –
Meet&Greet.
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Xenofiction
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Tradurre Tolkien nel 2024
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Firmacopie Benjamin Lacombe
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Buon compleanno Tetris. Incontro con Henk Rogers e
Alexey Pajitnov per i 40anni del gioco.
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Charles Cecil – Meet&Greet.
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Voci di Mezzo
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Yoshitaka Amano incontra le community
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
COMICS
Anastasio live: anteprima del fumetto
LMNPP
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Generazioni americane: Gene Luen Yang e Kazu
Kibuishi
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Goldrake: il mito da Ufo Robot a Grendizer
U
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Visioni americane: i mondi di Daniel
Clowes
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Il club del Doctor Newtron
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Non si può più dire niente: l’importanza delle parole
nell’epoca della censura
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Maxi showcase Peach Momoko
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Maxi showcase Paskim
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
*Il Gigacirco è in città (evento per
famiglie)
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)ì
Maxi showcase Kyoutarou Azuma
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
MUSIC –
CONCERTI
Giorgio Vanni & i figli di Goku. Special guest
Ammiraglio Max
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
EVENTI DEL 2
NOVEMBRE SU PRENOTAZIONE
Dragon Ball: Daima. Episodi 1, 2 , 3.
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Il mestiere dell’agente: come funziona un’agenzia
letteraria
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Dal cassetto allo scaffale – come pubblicare il vostro
gioco di ruolo
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Dal Gioco di ruolo al romanzo fantasy
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Firmacopie Benjamin Lacombe
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Baldur’s Gate 3. Incontro con Joachim Vleminckx (art
director), Jason Latino (cinematic director) e Borislav Slavov
(compositore) per parlare del videogioco più amato del
2023.
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Tetris 40. Henk Rogers e Alexey Pajitnov –
Meet&Greet.
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Incontro con Hansi Kursch – Blind
Guardian
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
COMICS
Suona tipo bene
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Come stai?
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Panel Kyoutarou Azuma
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
La conquista della sessualità
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Showcase Baron Yoshimoto
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Showcase Paco Roca e Marco Rizzo
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Showcase Gene Luen Yang
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Dall’Olimpiade di Parigi al mondo del fumetto: la
nazionale di atletica a Lucca Comics &
Games
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Kalimatuna: Takoua Ben Mohamed, Zainab Fasiki e Deena
Mohamed
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Generazione Fumetto – Il documentario
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Maxi showcase Akane Torikai
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Maxi showcase Gou Tanabe
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Palmarès: Eisner, Fauve, Yellow Kid raccontati da chi
li ha vinti
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
MUSIC –
CONCERTI
20 anni e poi…
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
EVENTI DEL 3
NOVEMBRE SU PRENOTAZIONE
Firmacopie Benjamin Lacombe
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Dragon Ball: Daima. Episodi 1, 2 , 3.
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
*Hazbin Hotel – incontro con i doppiatori italiani.
Rossa Caputo, Gabriele Patriarca, Riccardo Suarez ed Edoardo
Stoppacciaro (evento per famiglie)
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Prophecy. Introduce il regista Jacopo Rondinelli e il
cast: Damiano Gavino e Ninni Bruschetta.
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Charles Cecil – Meet&Greet.
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Tintoria live con Cristina D’Avena
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
COMICS
Power Pizza Live
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Showcase 20 anni con Monster Allergy
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Showcase Sweeney Boo
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Esplosioni di colori: Yi Yang, Micol Beltramini e
Agnese Innocenti
Giorno di prenotazione previsto: 17
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
Zodiaco con Leo Ortolani
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
Ultimate Spider-Man multitalent
Giorno di prenotazione previsto: 20
ottobre, dalle ore 16 (attivo fino a esaurimento posti)
MUSIC –
CONCERTI
Cristina D’Avena – Parole e Magia
Giorno di prenotazione previsto: 22
ottobre, dalle ore 14 (attivo fino a esaurimento posti)
La terza stagione di
“Monster” ha arricchito il suo cast con l’aggiunta
di Laurie Metcalf, Tom Hollander e Olivia
Williams. Il trio si unisce a
Charlie Hunnam, che interpreterà
Ed Gein nella prossima stagione della serie antologica Netflix. Secondo alcune fonti, Metcalf interpreterà
la madre di Gein, Augusta, mentre Hollander interpreterà
Alfred Hitchcock e Williams interpreterà
Alma Reville, la moglie di Hitchcock.
Dato che Gein è stata una delle
fonti di ispirazione per il Norman Bates di
“Psycho”, la presenza di
Hitchcock lascia pensare che la terza stagione
della fortunata antologia Netflix
approfondirà il modo in cui i crimini di Gein hanno influenzato il
film e il romanzo su cui è basato il film.
Gein divenne famoso negli anni ’50
quando le autorità scoprirono che non solo aveva ucciso diverse
persone, ma aveva anche dissotterrato tombe da un cimitero vicino a
casa sua e aveva creato ogni genere di oggetto domestico e vestiti
da resti umani.
Ryan Murphy ha rivelato che la
terza stagione diMonstersi intitolerà
ufficialmente “The Original
Monster” e inizierà le riprese il 31
ottobre, giorno di Halloween. Ha inoltre parlato a
lungo del motivo per cui Ed Gein è stato scelto come soggetto della
terza stagione. Leggete i suoi commenti completi qui sotto:
Chiameremo quella stagione
“Il mostro originale” perché è più o meno quello che
era.Inizieremo le riprese ad Halloween, quindi siamo in
piena fase di lavorazione, e sono molto eccitato.
Dopo aver girato Menendez, io
e Ian ne stavamo parlando e ci interessava l’idea di “Dove è
iniziato il nostro interesse culturale per i serial
killer?Dove e come è iniziato tutto
questo?”.In base alle nostre ricerche, il primo a
diventare una celebrità a quel livello è stato Ed, che è diventato
immediatamente una celebrità pazzesca dal momento in cui è stato
arrestato.Nessuno aveva mai sentito parlare di una
cosa del genere.Poi abbiamo scoperto che era
motivato, ovviamente, ma era schizofrenico.Come
sia diventato ciò che è diventato è una storia molto
interessante.
La cosa sorprendente di cui parla
la serie è quanti cattivi e quanta cultura pop si basa su Ed Gein:
Psycho, Il silenzio degli innocenti, Texas Chainsaw Massacre,
American Psycho, e così via.Ed ha influenzato molte cose
negli ultimi 100 anni, e questa stagione è molto interessante
perché pone la domanda: “Come siamo diventati così interessati a
questo fenomeno e perché?Da dove è iniziato
tutto?”.
Monster, la serie
antologica di Ryan Murphy
Le prime due stagioni di
Monster,
The Jeffrey Dahmer Story e The Lyle and Erik Menendez Story, presentano i nomi
dei loro soggetti nei titoli. La terza stagione
diMonster, intitolata Il mostro originale, rompe
questa tendenza. Come suggerisce il titolo, Ed Gein ha
preceduto sia Jeffrey Dahmer che i fratelli Menendez,
operando negli anni Cinquanta. Dahmer è arrivato solo molto più
tardi, operando tra il 1978 e il 1991, mentre Erik e Lyle Menendez
hanno ucciso i loro genitori nello stesso periodo, nel 1989.
Monsters: la storia di Lyle e Erik Menendez è
stata rilasciata il 19 settembre, quindi l’inizio delle riprese
della terza stagione, il 31 ottobre, è incredibilmente rapido. La
prima stagione è stata rilasciata su Netflix nello stesso periodo,
il 21 settembre 2022, ma con le riprese della terza stagione così
presto, dovrebbe essere pronta per essere rilasciata nel
settembre 2025. Oltre a Charlie Hunnam nel ruolo di Ed
Gein, non si sa chi altro reciterà nella terza stagione.
Debutterà dal 17 ottobre
Don Matteo 14, la quattordicesima stagione della
serie prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in
collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Matilde e
Luca Bernabei, in onda da giovedì 17 ottobre in prima serata
su Rai 1.
Torna in tv, con qualche partenza e
tanti nuovi arrivi, una delle serie più amate dagli
italiani. Don Matteo 14 è diretta da Riccardo
Donna, Enrico Ianniello e Francesco Vicario,
scritta da Mario Ruggeri e Umberto
Gnoli.
Nel cast, accanto a Raoul
Bova, nel ruolo di Don Massimo, e Nino
Frassica, in quello del Maresciallo Cecchini, troviamo i volti
storici della fiction Nathalie Guetta, Francesco Scali,
Pietro Pulcini a cui si aggiungono i nuovi
arrivati Eugenio Mastrandrea, Gaia
Messerklinger e Federica Sabatini.
La trama di Don Matteo 14
Don Matteo, una delle serie più
amate e longeve della televisione italiana, torna con la
quattordicesima stagione. Nelle nuove puntate ritroviamo i nostri
beniamini – Don Massimo, il Maresciallo Nino Cecchini, Anna, Marco,
Natalina e Pippo – ma anche tanti nuovi personaggi.
Ripartiamo esattamente da dove
eravamorimasti: un doppiomatrimonio,
quello tra Anna e Marco e quello tra Nino ed Elisa. La
cerimonia viene ostacolata da non pochi contrattempi, tra cui un
caso da risolvere che coinvolge nientemeno che la sorella del
prete, Giulia Mezzanotte.
Giulia è, in realtà, la sorellastra
di Don Massimo, nata da una relazione extraconiugale del padre. I
due fratelli hanno sempre avuto un rapporto travagliato, culminato
con un tragico epilogo che li ha portati ad allontanarsi
definitivamente e a non avere più contatti per anni.
Per fortuna c’è Natalina che fa da paciere e, con il suo solito
modo di fare sferzante, fa capire al parroco che Giulia ha
bisogno di aiuto e soprattutto ha bisogno di lui. Per questo la
ragazza, che dovrà scontare un periodo ai lavori socialmente utili,
starà in canonica. Don Massimo viene messo alla prova: dopotutto è
un sacerdote, un uomo che sbaglia e che dovrà intraprendere un
percorso per riuscire a perdonare (ed amare) sua
sorella.
Dopo il matrimonio, Anna e Marco si
trasferiscono a Roma per cominciare la loro nuova vita,
lasciando Nino ed Elisa in compagnia di un nuovo Capitano e di una
nuova PM. Il Capitano è Diego Martini, ex “spia”
dei Servizi Segreti; la PM è Vittoria Guidi.
Diego – uomo preciso,
apparentemente tutto d’un pezzo – si è fatto trasferire a Spoleto
per amore: la sua ex fidanzata, Vittoria, dopo una lunga
relazione, si è stancata di un uomo che per deformazione
professionale non condivide nulla, né informazioni né sentimenti, e
l’ha lasciato. Ora sta per sposare Egidio, conosciuto
da pochi mesi e grazie al quale ha trovato tutto quello che Diego
non le aveva dato: emotività, conforto, empatia. Ma, da quando
Vittoria l’ha lasciato, Diego si è scoperto fragile e ora è a
Spoleto per recuperare il rapporto con lei.
Inizialmente il rapporto tra il
Capitano e Cecchini è conflittuale, ma a poco a poco, Diego si apre
alla bontà d’animo del Maresciallo e tra i due fiorisce un
germoglio di amicizia. Tanto che Diego si trasferirà a vivere
nell’appartamento accanto a quello di Cecchini, come da
tradizione.
Ad aiutare il Maresciallo con il
Capitano c’è Giulia, inizialmente nemica giurata di Diego.
Nonostante questa rivalità, Giulia arriverà a provare una certa
empatia per quest’uomo apparentemente così severo, ma in realtà
fragile, fino ad offrirsi di aiutarlo a riconquistare Vittoria, che
comincia a guardare ai progressi di Diego con nuovo interesse. E
così, più Giulia riesce a far aprire il nuovo Capitano, più
Vittoria se ne rinnamora. Ma più il nuovo Capitano si apre, più
Giulia si lega a lui.
A casa Cecchini, intanto,
arriva Martina, nipote di Nino e figlia del Capitano
Tommasi. Martina è una teenager scontrosa e in rotta con i
genitori, che non ha nulla a che fare con la bambina che ricordava
il nonno. In canonica, poi, fa il suo
ingresso Bartolomeo, un bimbo con sindrome di Down
pieno di insicurezze che trascorre i suoi pomeriggi insieme ai
nostri personaggi, frequentando le lezioni di catechismo di Don
Massimo.
Con quattro episodi rimasti, i
Marvel Studios hanno recentemente
diffuso un
trailer di metà stagione per Agatha
All Along, e nonostante includa un bel po’ di
filmati dagli episodi precedenti, ci ha dato un’anticipazione di
cosa succederà.
Il trailer ha
confermato ufficialmente che Teen (Joe Locke)
è Billy Maximoff, alias Wiccan, e ha anche lasciato intendere un
altro grande indizio sull’identità di Rio Vidal di Aubrey
Plaza (“tutte le strade portano a me”). Poi,
proprio alla fine, abbiamo avuto un’inquadratura molto rapida di
una figura misteriosa con un cappello e un cappotto.
Chi è lo sconosciuto nel trailer di metà serie di Agatha All
Along?
Non sappiamo chi sia e se è
improbabile che sia Mefisto, sembra che lo scooper MTTSH punti
l’attenzione su Evan Peters nei panni del ritorno
di
Ralph Bohner.
In WandaVision,
Ralph è stato presentato come un residente di Westview che era
sotto l’incantesimo di Agatha Harkness. Bohner si è spacciato per
Pietro Maximoff (un riferimento al ruolo di Peters come
Quicksilver nei film degli X-Men)
per avvicinarsi a Wanda (Elizabeth
Olsen) e cercare di trovare maggiori informazioni
sull’Hex.
Non è chiaro perché il signor Bohner
sia tornato e abbia un aspetto un po’ losco, ma potrebbe avere a
che fare con il grande colpo di scena menzionato nel promo. Se
questo è davvero Ralph, avrà per forza un ruolo significativo.
Agatha
All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di
WandaVision,
tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor),
Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David
Payton (John Collins), David Lengel
(Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon),
Amos Glick (Dennis), Brian
Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes
(Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre
aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone,
Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e
Maria Dizzia.
Pochi dettagli ufficiali sono stati
rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa
ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff
(o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è
“reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la
storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness
– ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della
donna che ha ucciso le loro madri. Agatha
All Along debutta su Disney+ il 18
settembre.
Dopo l’esordio con The Grand
Bolero,Gabriele Fabbro arriva in sala con
Trifole – Le radici dimenticate,
un’emozionante avventura ambientata nel mondo del Tartufo Bianco,
che arriverà nei cinema italiani a partire
dal 17 ottobre con Officine
UBU.
Quello di
Gabriele Fabbro è un drama-adventure dal respiro
internazionale ambientato nelle Langhe, la terra del Tartufo Bianco
d’Alba. È la storia di un ricongiungimento familiare e della
riscoperta delle proprie radici, che vede come protagonisti il
cercatore di tartufi, il trifulau Igor (Umberto
Orsini) con la sua cagnolina Birba e la giovane nipote
Dalia (Ydalie Turk, attrice e co-autrice del
film), che da Londra arriva nelle Langhe su richiesta della madre
Marta (Margherita Buy), per assistere il nonno che
si trova in difficoltà economiche e di salute.
Gabriele Fabbro
considera Trifole come un documentario
Una storia che ha
una universalità oggettiva ma anche una forma molto personale di
racconto e di intenzione, come dice lo stesso regista: “La mia
filosofia di fare cinema è rivolta a quelle storie che sono molto
reali. Tutto quello che accade in questo film è reale, lo considero
quasi come un documentario. L’unica concessione fantastica è la
leggenda di Giove che feconda la terra con i fulmini e così nascono
i tartufi. A me piace raccontare storie che lasciano lo spettatore
nel dubbio rispetto alla verità di quello che stanno
vedendo.”
Un viaggio che comincia sulle parole
di Cesare Pavese in ‘Il mestiere di vivere’. “Quella citazione
– spiega Fabbro – è stata appuntata già in fase di
sceneggiatura e l’ho scelta perché stavamo parlando della natura e
dell’importanza di preservarla, di quanto noi ne siamo parte e non
dobbiamo dimenticarlo.”
Tramandare e recuperare la
memoria
Ydalie Turk in Trifole – Cortesia di Officine UBU
Il film racconta anche
dell’importanza di tramandare la memoria: mentre il personaggio del
nonno perde la memoria, la nipote riacquista quella della sua
infanzia e “raccoglie” quella del vecchio. L’elemento della
memoria è legato a un’esperienza personale, per
Gabriele Fabbro, opportunamente modificata per il
film: “Ho scelto di raccontare anche questo nel film per il
rapporto con mio nonno. Lui aveva il Parkinson e nei dieci anni in
cui è stato malato abbiamo smesso pian piano di comunicare. Io sono
cresciuto stando con lui ma non mi sono mai interessato a quello
che era stato lui nella sua vita. Quando le nostre comunicazioni
per cause di forza maggiore si sono interrotte, ho cominciato a
interessarmi, a parlare con la nonna, mi sono incuriosito e per
questo ho raccontato una storia simile nel film.”
La saggezza dei trifulau
Trifole
– Le radici dimenticate ci immerge nella
natura, nei colori e nella poesia di un territorio unico. È un inno
alla riscoperta delle tradizioni, delle proprie radici. “Il
mondo potrebbe diventare migliore se ascoltassimo quello che hanno
da dirci i trifulau – dichiara Gabriele
Fabbro – Passano la loro vita a coltivare le piantine
fertilizzate con la spora del tartufo bianco, è lo scopo della loro
vita, danno i nomi ai loro alberi, li coltivano, li curano e il
disboscamento per loro è un problema serio. Il film è una tesi sul
rispetto della natura.”
Ma è anche un’esperienza
sensoriale in cui luce e profumi trasudano dallo schermo, grazie a
un paziente lavoro fatto di concerto con il direttore della
fotografia, come spiega il regista: “Io lavoro sempre con
Brandon Lattman con cui ormai porto avanti un vero e proprio
matrimonio professionale. L’approccio visivo è nato principalmente
da lui, è venuto nelle Langhe, e vedendo questo mondo molto statico
ha pensato che la macchina dovesse far vedere anche il rigore, la
calma del posto. Ottenere quel tipo di luce poi era
importantissimo, perché volevamo che fosse tutto inerente alla
nostra idea di ambientazione. Volevamo provare a rendere tutto il
più sensoriale possibile.”
Umberto Orsini e Ydalie Turk in Trifole – Cortesia di Officine
UBU
Riscoprire la memoria e trovare la
passione
Il film ci racconta che
non si tramanda solo la memoria, ma anche la passione. Come nasce
la passione per il cinema di Gabriele Fabbro?“Nel mio caso il responsabile sono io. Sono figlio unico e da
piccolo vedevo un sacco di film, giocavo con quei personaggi. Più
vado avanti e più mi rendo conto che i film d’animazione della
Disney degli anni ’90 sono entrati a far parte di me e hanno
contribuito in maniera importante alla mia passione. Ma un’altra
cosa che mi muove è l’avversione per lo stereotipo nei film. Quando
vedevo questi film in cui tutti erano bellissimi mi sembrava
strano, perché io nella mia vita ho sempre incontrato persone
fisicamente normali, che però avevano una grande passione. E da
questi pensieri è nata la mia esigenza di raccontare queste
storie.”
TRIFOLE – Le radici
dimenticate arriva nei cinema italiani a partire dal 17
ottobre con Officine UBU.
Deadpool e
Wolverine è un film pieno di momenti iconici e
memorabili, ma per molti fan, il viaggio del Mercenario
Chiacchierone attraverso il Multiverso per trovare
una variante di Wolverine appropriata è una sequenza
eccezionale.
Non è esattamente difficile capire
perché; seguiamo Wade Wilson mentre incontra
personaggi come Wolverine di Age of Apocalypse, Old
Man Logan e persino una versione del mutante artigliato che
indossa il classico costume marrone di John Byrne…
per uno scontro con Hulk!
CBM ha incontrato i montatori di
Deadpool e
Wolverine Dean Zimmerman e
Shane Reid per discutere del loro incredibile
lavoro sull’ultimo film MCU. Durante la conversazione, Dean
e Shane hanno spiegato il loro processo creativo e hanno rivelato
che il costume marrone fedele ai fumetti è costato la bellezza di
100.000 dollari! È a causa di quei costi che alla fine c’erano
relativamente poche varianti che potevano essere mostrate.
Il costume di Logan omaggio a John
Byrne è costato 100 mila dollari
Dean: Uno dei
nostri artisti degli storyboard era un grande fan dei fumetti e ci
ha dato una lista di, tipo, dieci di loro. C’erano anche, e forse a
nessuno piace sentirselo dire, problemi di tempo e budget con cui
devi fare i conti. Ecco un esempio perfetto: il costume marrone,
abbiamo speso circa $ 100.000 per crearlo. Sono costosi. Per
costruire questo genere di cose… dobbiamo essere un po’
parsimoniosi con quello che potremmo effettivamente inventare e
fare. Quindi, sì, “Hugh, puoi toglierti la maglietta e imbullonarti
a una croce?” “Sì, posso farlo, nessun problema.” “Ottimo,
prendiamo un mucchio di teschi rosa, buttiamoli lì e diamogli fuoco
come un fumetto.” “Puoi essere un vecchio?” “Certo!” Erano tutti
pensati ma anche realizzati tenendo conto del budget e del tempo.
Non avevamo molto tempo. Una volta ricominciate le riprese, la
scadenza per questo film era molto stretta. Quando siamo tornati a
lavorare alla fotografia a Londra, avevamo una quantità di tempo
limitata e anche quando abbiamo avuto tutte quelle idee, una volta
tornati, abbiamo pensato, “Ehi tutti, faremo questo” e le teste di
tutti sono esplose. Come faremo a farlo nel tempo che ci
resta?
Shane: Il
motivo per cui ce l’abbiamo fatta è perché siamo riusciti a
liberarci di alcune cose. Quel tempo tra le pause, lo abbiamo
sfruttato al meglio. Dean e io abbiamo fatto un duro pitch a Shawn
e Ryan su quella sequenza e, ancora una volta, essendo in un
rapporto con collaboratori che vedono la tua visione e poi la
seguono, perché eravamo economicamente in grado di eliminare alcune
cose che avremmo potuto voler ottenere o di cui non avevamo più
bisogno, siamo stati in grado di inserirle. Dean e io l’abbiamo
detto un paio di volte, ma il film ha beneficiato di quella pausa.
Fortunatamente siamo stati in grado di risolvere i problemi e di
escogitare cose nuove. È una di quelle cose che, sebbene fosse una
sfida spaventosa al momento, in un certo senso, ci ha aiutato in
questa esperienza a spingere il film un po’ più avanti.
I costi di Deadpool e Wolverine
Tornando sulla cifra
spaventosa per un singolo costume:
Dean: Come ho
detto, è una di quelle cose che resisterà alla prova del tempo.
Solo i costumisti… è tutto fatto a mano. È tutto fatto su un
centimetro del corpo di Hugh. Anche per girare tutto.
È davvero una cifra sbalorditiva, ma
che rende più facile capire come film come Deadpool e
Wolverine finiscano per avere budget di produzione così
enormi. In questo caso, lo sforzo e l’impegno sono stati ripagati
con un incasso davvero generoso!
Le riprese di The Fantastic
Four: First Steps sono in corso a Durdle Door nel
Dorset, in Inghilterra, e Johnny Storm/Human Torch di Joseph Quinn è stato avvistato in costume
completo sul set.
In base a quel poco che si vede
dalle foto di Reddit, Johnny cammina da solo lungo la spiaggia
prima di fermarsi sulla costa mentre osserva la marea salire. È
difficile dire in che momento o in che posto è ambientata la scena.
Johnny potrebbe aver raggiunto l’Inghilterra, nel film, oppure la
località balneare potrebbe essere il set per un pianeta alieno.
Se siamo fortunati, anche il resto
della First Family della Marvel sarà avvistato in costume
nelle prossime settimane. L’unico altro membro del team avvistato
dall’inizio delle riprese è La Cosa che, in quel momento, stava per
“nascere” nella sua forma rocciosa, con un costume parctical. Molti
film e programmi TV sono stati girati a Durdle Door; tra questi ci
sono Doctor Who (dove il Dottore di Jodie
Whittaker si è rigenerato in David Tennant),
Sandman e Wonka.
“Mi sto allenando da un po’ di
tempo ormai. Abbiamo ancora qualche settimana e ho un allenatore
meraviglioso di nome Tim che è brillante e mi sta facendo fare
tutte le cose che non voglio fare”, ha detto Quinn all’inizio
di quest’anno. “Non stiamo puntando a niente di troppo enorme,
fisicamente, deve solo apparire nella parte e, lentamente,
lentamente, ci stiamo arrivando”.
Joseph Quinn segue le orme della star di Chris
Evans e di Michael B. Jordan, che hanno già portato sul grande
schermo il personaggio Marvel negli anni passati.
Interrogato a riguardo, l’attore ha
detto: “Non mi sono ancora messo in contatto con loro, forse
dovrei. È importante rivendicare queste opportunità come proprie.
Penso che entrambi abbiano fatto un lavoro incredibile e sono
sicuramente consapevole di quanto questo ruolo significhi per molte
persone e di quanto siano riusciti a interpretarlo”.
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul Walter
Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Nel finale di Lonely Planet (qui
la nostra recensione), Katherine Loewe
(Laura
Dern) e Owen Brophy (Liam
Hemsworth) finalmente riconciliano ciò che è successo
tra loro in Marocco con le loro vite a casa. Dopo aver trascorso
diversi giorni insieme nel corso del loro ritiro di scrittura,
Katherine e Owen agiscono sui loro sentimenti romantici l’uno per
l’altra. All’inizio, Owen si sente in conflitto. Tuttavia, una
volta che diventa chiaro che la sua ragazza, Lily Kemp
(Diana Silvers), sta tradendo Owen proprio sotto
il suo naso con la sua collega scrittrice, Owen ottiene la
chiarezza di cui ha bisogno. Stare con Katherine, anche in senso
platonico, lo fa sentire bene.
Owen chiede a Katherine di lasciare
il ritiro con lui, e lei lo fa. A differenza delle loro precedenti
relazioni, Katherine e Owen si sentono abbastanza a loro
agio da parlare dei loro bisogni e limiti. Owen annuncia
persino di aver fatto di tutto per lasciare il lavoro. Tuttavia, la
felicità della coppia va in frantumi quando il portatile di
Katherine viene rubato. Dal momento che il suo libro non è stato
sottoposto a backup, Katherine è devastata e rompe con Owen. Mesi
dopo, sulla scia del lancio del libro di lei, Owen e Katherine si
incontrano fortuitamente a New York e decidono di dare una
possibilità alla loro relazione.
La spiegazione del destino della
relazione tra Katherine e Owen in Lonely Planet
Sebbene Katherine scappi dalla loro
relazione, la coppia si riallaccia a New York
Sebbene non sia priva di ostacoli,
la relazione con la differenza di età di
Lonely Planet culmina in un finale ottimista, se non
addirittura felice. Quando il portatile (e, cosa più importante, il
libro che esso contiene) di Katherine viene rubato, lei si incolpa
per essere stata distratta. Invece di badare alla sua borsa,
Katherine guarda il tramonto sulla spiaggia e chiacchiera con Owen.
Tornata all’hotel, Katherine si scaglia contro Owen, che sta
facendo del suo meglio per essere utile e di supporto. Sebbene si
senta male per la sua reazione, Katherine decide di tagliare la
corda e scappare, di nuovo. È un’abitudine che ha sviluppato negli
anni per proteggersi.
Owen cerca di convincere Katherine
che non dovrebbe tornare negli Stati Uniti da sola, ma la
scrittrice è insistente. Dopo il suo divorzio complicato, Katherine
non ha davvero una casa. Ora non ha nemmeno un nuovo romanzo, sente
di dover ricominciare da capo, di dover capire chi è da sola prima
di invitare chiunque altro nella sua vita. Sebbene Owen sia
comprensibilmente turbato, sembra capire l’istinto di Katherine.
Mesi dopo, dopo il lancio del libro di Katherine, Owen incontra
l’autrice in un bar di New York.
All’inizio, non sembra che il loro
incontro sia niente di più di un breve saluto. Katherine sta
bevendo qualcosa con i suoi colleghi e non dice molto quando Owen
si ferma. Quando Owen se ne va, il resto del cast di personaggi di
Lonely Planet chiede a Katherine di spiegare come
conosce Owen. Tuttavia, è completamente distratta. Questa volta,
Katherine insegue Owen. Per strada, Katherine si scusa per quello
che ha fatto in Marocco. Prima di scambiarsi un bacio, la coppia
decide di impegnarsi a far funzionare la loro relazione questa
volta.
Katherine pubblica mai il suo nuovo
libro?
Katherine riparte da zero e si
ispira al concetto di football “Swing Route” di Owen
Sebbene Lonely
Planet di Netflix sia in sostanza un dramma romantico, il film
parla anche di due personaggi che vogliono “sbloccarsi”, sia nella
loro vita professionale che personale. Quando Owen decide di
lasciare Lily, fa anche lui le valigie. Prima di lasciare il ritiro
dello scrittore, Owen trova Katherine e le chiede di unirsi a lui.
Owen potrebbe non sapere dove andrà dopo, ma vuole capirlo con
Katherine. Nonostante la scadenza imminente della pubblicazione,
Katherine accompagna Owen. Alla fine, Owen si apre e spiega perché
ha deciso di fare un cambiamento di vita così radicale.
L’ex quarterback spiega che nel
football c’è un’impostazione di gioco offensiva chiamata swing
route. Owen descrive lo swing route come “trovare speranza in
un gran pasticcio”, che sembra risuonare anche con Katherine. Pochi
istanti dopo, qualcuno ruba la borsa e il computer portatile di
Katherine. Sebbene Owen insegua il ladro e perlustri la città alla
ricerca di qualsiasi traccia degli averi di Katherine, è chiaro che
il computer portatile è sparito. Rendendosi conto di non aver
eseguito il backup del suo romanzo, Katherine accetta il fatto di
aver improvvisamente perso diversi anni della sua vita.
Il finale di Lonely
Planet salta quindi avanti nel tempo. Katherine pubblica
un nuovo libro, anche se non è chiaro come si confronti con ciò a
cui stava lavorando in Marocco. Chiaramente, ha dovuto iniziare
(per lo più) da zero. In base al programma che Katherine ha
pianificato, sembra che si stia godendo un altro lancio di successo
del suo romanzo. Quando Owen e Katherine si riconnettono, viene
rivelato che il nuovo libro di Katherine si intitola The Swing
Route.
Cosa succede all’ex fidanzata di
Owen, Lily Kemp
Lily ottiene un contratto per due
libri e ha una storia con un altro scrittore
L’unica ragione per cui
Owen incontra Katherine è che accompagna la sua allora fidanzata,
Lily Kemp, nel ritiro per scrittori in Marocco. Inizialmente,
sembra che Owen sia semplicemente un partner di supporto e che lui
e Lily abbiano una relazione forte. Tuttavia, questa illusione
viene bruscamente infranta quando Lily inizia a trascorrere più
tempo con altri scrittori. Diventa sempre più chiaro che Lily non
rispetta davvero Owen. Un neo-autore di bestseller sminuisce Owen
di fronte agli altri partecipanti al ritiro quando non sa nulla di
un personaggio di Charles Dickens. Allo stesso tempo, Lily è molto
autoritaria.
Mentre si gode il ritiro, Owen cerca
di prendersi una vacanza per conto suo, il tutto bilanciando alcune
responsabilità lavorative. Lily si rivela incredibilmente insicura
nella sua relazione. Soprattutto, sospetta delle vere intenzioni di
Owen con Katherine. Ironicamente però è Lily che ha tradito Owen,
proprio sotto il suo naso, con un altro scrittore del ritiro.
Quando inizialmente arriva al ritiro, Lily è insicura sul fatto che
la sua “lettura da spiaggia” venga paragonata alle opere degli
altri scrittori. Chiaramente, questo è un segno delle insicurezze
più grandi di Lily, e che lei e Owen non sono fatti per durare.
Cosa succede al lavoro finanziario
di Owen
Owen si licenzia davvero per
trovare una carriera che si allinei con la sua morale
Owen lotta con la
moralità del suo lavoro per la maggior parte della durata del film.
Quando descrive il suo lavoro ai nuovi amici di Lily, è chiaro che
Owen non è così appassionato di ciò che fa. Un tipo da finanza,
Owen esplora proprietà che aumenteranno di valore. Ad esempio,
trova un terreno nel sud degli Stati Uniti che contiene
un’impressionante (e inutilizzata) vena di carbone. Sapendo che la
terra è più preziosa per via delle risorse, Owen cerca di
concludere un accordo con il proprietario che farà guadagnare
milioni a tutti i soggetti coinvolti.
Tuttavia, il proprietario ha una
condizione: vuole continuare a gestire la terra. I piani alti
dell’azienda di Owen vogliono pagare il proprietario e liberarsi di
lui, anche se la terra è della sua famiglia da generazioni. A
differenza dei suoi colleghi, che considerano l’accordo “solo
affari”, Owen non può fare a meno di provare compassione per il
proprietario. Dopo aver capito che la sua relazione con Lily è
finita, Owen manda un messaggio al proprietario, dicendogli che
l’azienda non accetterà mai le sue condizioni. Owen incoraggia
quindi il proprietario a chiudere l’accordo, il che mette in moto
l’inevitabile licenziamento di Owen.
Cosa imparano davvero Katherine e
Owen l’uno dall’altro nel finale di Lonely Planet
Entrambi i personaggi rischiano le
loro nuove vite, insieme e separatamente
Lonely Planet
parla di due persone che si sentono bloccate nelle loro vite finché
non si incontrano. Dall’esterno, la vita di Katherine sembra
perfetta: è una scrittrice di romanzi acclamata con un marito e una
fattoria. Naturalmente, anche il suo matrimonio durato 14 anni sta
giungendo al termine, lasciandola senza casa. A peggiorare le cose,
Katherine è sprofondata per due anni in un libro che non riesce a
finire. Come dice a Owen, Katherine sta cercando un modo per
“sbloccarsi”. Una volta che Katherine e Owen consumano la loro
relazione, Katherine risolve il suo blocco dello scrittore durante
la notte e finalmente si apre a qualcun altro.
Sebbene Owen potrebbe non rendersene
conto all’inizio, anche lui è bloccato. Al trentenne non piace il
suo lavoro. Infatti, riesce a malapena a sopportare le ricadute
morali e ambientali che ne derivano. Owen sta anche seguendo la sua
stanca relazione, soprattutto sulla scia del nuovo successo di
Lily. È chiaro che la coppia non ha più senso e che le loro vite
stanno andando in direzioni diverse. Katherine è molto più sicura,
come scrittrice e come persona. Anche se lui deve ancora crescere,
Katherine è più adatta a Owen.
Ci sarà un Lonely Planet 2?
Laura Dern e Liam Hemsworth hanno
una grande alchimia, ma la loro storia è risolta
Un sequel di Lonely
Planet non sembra probabile. La sceneggiatrice e regista
Susannah Grant (Erin Brockovich)
non ha ancora commentato ufficialmente l’idea di Lonely
Planet 2, ma la storia non richiede un seguito. Le scene
finali del film riflettono i modi in cui Katherine e Owen hanno
imparato l’uno dall’altra. Invece di limitarsi a seguire le loro
vite, entrambi i personaggi imparano a tracciare nuovi percorsi,
professionalmente e personalmente. Nei momenti finali di
Lonely Planet, Katherine arriva persino a patti
con il fatto che dovrebbe smettere di scappare e restare con
qualcuno che le offre sicurezza e amore.
Uno dei film più iconici della
carriera di Channing Tatum, Magic
Mike, è ispirato alle sue vere esperienze di vita. Il
film è uscito originariamente nelle sale il 29 giugno 2012 ed è
stato un successo di critica e pubblico. Con un budget di
produzione di soli 7 milioni di dollari, il film è diventato
uno dei film più redditizi di quell’anno, guadagnando un totale al
botteghino mondiale di 170,5 milioni e innescando il sequel
Magic Mike XXL nel 2015.
Da allora, Tatum è cresciuto fino a
diventare una delle più grandi star del cinema hollywoodiano
vantando oltre al phisique du role, anche una notevole quantità di
simpatia e autoironia che gli hanno permesso di spaziare
dall’action, alla commedia pura, fino al dramma. Lo abbiamo visto
recitare in film candidati all’Oscar, come
Foxcatcher, ma anche in blockbuster dal successo
planetario, come Deadpool e Wolverine. L’arrivo su
Netflix di Magic Mike ci
permette di andare a indagare la storia vera dietro al film che in
qualche modo ha lanciato la carriera di Channing
Tatum.
Magic Mike è vagamente ispirato
alle esperienze reali di Channing Tatum come spogliarellista in
Florida
Tatum è stato uno spogliarellista
per meno di un anno, ma conosceva quel mondo abbastanza bene
Tatum è stato uno
spogliarellista solo per circa “otto mesi” e non ci ha mai “fatto
carriera”, ma conosceva quel mondo abbastanza bene. Sebbene
Magic Mike non sia una storia vera né racconti
eventi reali della vita di Channing Tatum, è
ispirato alle esperienze personali di Tatum come spogliarellista in
Florida. A soli 18 anni, Tatum è riuscito brevemente a sbarcare il
lunario come spogliarellista, storia simile alla premessa del film.
Tatum non ha condiviso un credito di scrittura sul film con il
produttore e sceneggiatore Reid Carolin, che ha
anche scritto le sceneggiature per Magic Mike XXL
(2015) e Io e Lulù (2022) sempre con Tatum.
L’acclamato regista Steven Soderbergh, che ha
lavorato con Channing Tatum anche in Effetti collaterali del 2013 e in La truffa dei Logan del 2017, ha diretto sia
Magic Mike che
Magic Mike – The Last Dance (2023).
Tatum era fortemente attratto dal
portare il suo spaccato di vita sul grande schermo perché non era
mai stato fatto prima. In un’intervista, Tatum spiega “Avevo
una piccola esperienza in questo mondo e, ad essere onesti, non
l’avevo mai visto su pellicola. Quindi, quando Steven Soderbergh e
io abbiamo iniziato a parlarne, abbiamo discusso di alcuni classici
come Boogie Nights, Shampoo e La febbre del sabato sera, e abbiamo
deciso che avremmo dovuto essere in grado di realizzare un film
memorabile su un argomento che non era mai stato trattato
cinematograficamente prima”.
I personaggi e la storia di Magic Mike non sono basati su
persone ed eventi reali
Magic Mike ha un
cast corale fantastico che include Matthew
McConaughey, Matt Bomer, Olivia
Munn, Riley Keough, Alex Pettyfer e persino Reid
Carolin nel ruolo di Paul. Anche se gli aspetti dietro le
quinte delle vite e delle lotte degli spogliarellisti maschi sono
stati ritratti in modo autentico, nessuno dei personaggi, nemmeno
“Big D**k Richie” di Joe Manganiello, era basato
su persone reali. Nessuno degli eventi in Magic
Mike è basato su eventi reali, poiché Tatum ha fatto molto
per riportare in superficie le immagini e i suoni del mondo
sotterraneo senza in realtà raccontare storie vere o ricreare
persone reali.
Tatum ha chiarito fin dall’inizio
che Magic Mike era un’opera di finzione completa.
“Nessuno dei personaggi è basato su persone reali, nemmeno le
mie. Tutto ciò che accade è di fantasia e lo abbiamo fatto apposta
perché volevamo la libertà di creare i nostri scenari e raccontare
la storia migliore”. Tatum ha aggiunto che Soderbergh “dà
davvero potere alle persone, dagli attori alla troupe, di portare
le proprie idee nel processo, di esibirsi davvero. Di portare
qualcosa che non si aspetta. E questo dà potere a tutti di aiutare
tutti”. Detto questo, non c’è una vera storia dietro
Magic Mike, ma c’è un sacco di esperienza del
mondo reale e di vita infusa nel film stesso.
Cosa ha dichiarato Channing Tatum sulle somiglianze della sua
vita con Magic Mike
Tatum conferma l’ispirazione dietro il film ma chiarisce che il
film è un’opera di fantasia
Tatum ha parlato a lungo
della differenza cruciale tra la “vera storia” di Magic
Mike e l’ispirazione reale dietro di essa. Tatum fa
distinzione tra la sua familiarità e la breve partecipazione al
mondo degli spogliarellisti in Florida, che si può dire abbia
piantato il seme per l’ambientazione e la premessa di quello che
sarebbe diventato Magic Mike. Oltre a questi
elementi rudimentali dello sviluppo del film, le narrazioni
e i personaggi immaginari nel franchise di Magic Mike sono stati
creati nel mondo basato sui fatti della storia.
Dopo aver realizzato il discusso
biopic Tutti i soldi del
mondo, il regista Ridley Scott è
tornato in Italia per realizzare un altro film biografico, basato
stavolta su uno dei più celebri e controversi delitti della storia
italiana: quello di Maurizio Gucci. Attorno a tale
scioccante evento ruota infatti House of Gucci
(qui la recensione), da Scott
diretto nel 2021 con il favore dell’azienda Gucci, la quale ha
concesso al regista l’accesso completo agli archivi Gucci per
ottenere elementi del guardaroba e oggetti di scena vari.
Nonostante tale collaborazione, il film si presenta come una
versione decisamente glamour e non propriamente fedele di quanto
realmente avvenuto.
Basato sul libro del 2001 The
House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour,
and Greed di Sara Gay Forden, il film scritto
da Becky Johnston e Roberto
Bentivegna è infatti stato concepito da Scott quasi come
una parodia della vicenda Gucci. Un’intenzione confermata
dall’estemizzazione di certi toni, situazioni e personaggi, che
ovviamente non ha incontrato il favore né di alcuni membri della
famiglia Gucci né della stessa Patrizia Reggiani. L’interesse
generatosi nei confronti del film, da alcuni definito
come trash o scult, lo ha in ogni
caso portato ad essere uno dei più chiacchierati e visti nelle
settimane in cui è stato al cinema.
Pur non potendosi dunque aspettare
di ritrovare un racconto fedele alla realtà, per lo spettatore
appassionato di questo genere di racconti, dove ossessioni,
possessioni e follie caratteriali la fanno da padrone,
House of Gucci è certamente un titolo da non
perdere. In questo articolo approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori. Si
riporterà poi la vera storia dell’omicidio di Maurizio
Gucci ma anche le differenze presenti
tra essa e il film. Infine, si elencheranno le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Il film House of
Gucci si ispira dunque all’impero familiare dietro la casa
di moda italiana Gucci. Siamo nel 1978 e nonostante le proteste del
padre malato e altezzoso, Rodolfo Gucci, il
bell’erede e studente di giurisprudenza Maurizio
Gucci si imbarca in una vorticosa storia d’amore con
Patrizia Reggiani, un’assertiva arrivista
borghese. Mentre la giovane coppia costruisce un futuro insieme,
Patrizia trova subito un alleato inaspettato nell’astuto zio
Aldo e, a poco a poco, riesce ad entrare
nell’impero della moda Gucci. Adesso chi non sta con Patrizia è
contro di lei. Quando dunque Maurizio, sempre più corrotto da una
vita che inizialmente rifiutava, si innamora di un’altra donna, i
guai per lui non tarderanno ad iniziare.
Nel film si ritrovano attori del
calibro di
Adam Driver nei panni di Maurizio Gucci, mentre
Lady Gaga recita nel ruolo di Patrizia
Reggiani. Gaga ha preso il suo ruolo così seriamente che ha vissuto
nei panni del suo personaggio, Patrizia Reggiani, per un anno e
mezzo, parlando spesso con un accento italiano. Recitano poi nel
film
Jared Leto nel ruolo di Paolo Gucci, il quale per la
sua interpretazione ha poi vinto un Razzie Awards come Peggior
attore non protagonista,
Al Pacinoin quelli di Algo Gucci e Jeremy Irons in quelli di Rodolfo Gucci, un
ruolo per il quale si era inizialmente pensato a Robert De Niro. Infine, Salma Hayek, Camille Cottin e
Jack Huston recitano rispettivamente nei ruoli
Giuseppina Auriemma, Paola Franchi e Domenico Del Sole.
La vera storia dietro il film: la morte di Maurizio Gucci
Quella raccontata in House of
Gucci è la storia del matrimonio tra MaurizioGucci, imprenditore e presidente della nota casa
di moda e Patrizia Reggiani, la quale finì per
orchestrare l’omicidio di lui. Fu questo un evento che sconvolse
l’opinione pubblica, non solo italiana. Era la mattina del 27 marzo
1995 quando Gucci stava per entrare nel portone di un palazzo di
via Palestro, a Milano, dove si trovavano gli uffici della sua
società, quando venne ferito e ucciso da quattro colpi sparati da
un uomo. Ha avuto a quel punto inizio un’indagine, condatta dal
commissario Filippo Ninni insieme al magistrato
inquirente Carlo Nocerino, porta ad individuare
proprio Patrizia Reggiani come mandante del delitto.
La donna, con cui Gucci era stato
sposato dal 1973 al 1994 e dalla quale aveva avuto due figlie per
poi divorziare, aveva pubblicamente espresso più volte forti
rancori nei confronti di Gucci. Grazie ad una serie di
intercettazioni, Patrizia Reggiani venne prelevata dalla sua
abitazione la mattina del 31 gennaio 1997 dalla Criminalpol. Nella
stessa mattinata vengono arrestati anche il ristoratore
Benedetto Ceraulo, accusato di essere l’esecutore
materiale del delitto, Orazio Cicala, l’autista
nonché complice dell’assassino, Ivano Savioni,
accusato di essere l’organizzatore del delitto procurando il
sicario alla Reggiani, e Giuseppina Auriemma,
intermediaria fra la mandante del delitto e gli esecutori
materiali.
Nonostante Reggiani e Ceraulo non
ammetteranno mai la loro colpevolezza, le prove, le intercettazioni
e le rivelazioni da parte di altri membri del gruppo sono però
state sufficienti per incriminarli. Nel novembre 1998 Patrizia
Reggiani e Orazio Cicala sono stati condannati a 29 anni di
reclusione, rispettivamente come mandante dell’omicidio e autista
del killer; Benedetto Ceraulo all’ergastolo come assassino
materiale; Giuseppina Auriemma a 25 anni di reclusione per
favoreggiamento e Ivano Savioni a 26 anni come organizzatore
dell’assassinio. Reggiani ha poi scontato 18 anni di carcere ed ha
concluso la sua pena svolgendo attività di volontariato con
affidamento ai servizi sociali da parte dei giudici di
sorveglianza.
Le differenze tra il film e la storia vera
Nonostante si basi su tale vicenda
realmente accaduta, il film di Scott vi è tutt’altro che fedele ma
anzi il regista ha in più occasioni deciso di prendersi alcune
libertà, a partire dall’anno in cui Maurizio e Patrizia si
incontrano. Nel film viene infatti detto che i due si incontrano e
intraprendono la propria relazione nel 1978, ma nella realtà ciò è
avvenuto ben otto anni prima, nel 1970. Per tale motivo, cambia
anche la data di nascita delle due figlie della coppia. Alessandra,
nata nel 1976, nasce nel film diversi anni dopo, mentre, per
ragioni non chiarite, la seconda figlia, Allegra, è completamente
assente dal film. Ulteriori libertà narrative si possono poi
ritrovare anche sul racconto dei primi mesi della relazione tra i
due.
Nel film viene infatti mostrato che
Patrizia lavora come contabile presso l’impresa di trasporti di suo
padre, ma ciò non corrisponde al vero. Maurizio, dal canto suo,
appare riluttante a lavorare per l’azienda di famiglia, mentre
nella realtà iniziò a lavorare
per Gucci di sua iniziativa nel 1972. È invece veritiero che, dopo
la morte di Rodolfo Gucci, nel 1983, Maurizio si è scontrato con
suo zio Aldo per il destino dell’azienda, in quanto vedeva suo zio
e i suoi cugini come ostacoli ed era intenzionato ad allontanarli.
Differente è però l’episodio relativo all’intervento della polizia
durante una sfilata di Paolo, poiché nella realtà le forze
intervennero per bloccare la presentazione di una collezione di
borse firmate appunto da Paolo.
Il film è invece veritiero nel
raccontare il modo in cui Maurizio si allontanò da Patrizia, ovvero
dicendole che sarebbe partito per un viaggio d’affari a Firenze,
senza però tornare mai più da lei. Il giorno dopo la partenza, le
fece infatti dare la notizia che il loro matrimonio era finito.
Un’importante differenza è poi quella relativa al modo in cui
Patrizia conosce la sensitiva Giuseppina Auriemma. Nel film ciò
avviene attraverso la tv, dove Auriemma è impegnata in una lettura
dei tarocchi in diretta, ma nella realtà le due dono si sono
conosciute ad Ischia, durante una vacanza. Reggiani e Auriemma,
dunque, erano già amiche di lunga data prima di organizzare
l’omicidio di Maurizio.
Infine, proprio riguardo l’omicidio
di Maurizio si riscontrano alcune modifiche rispetto a come
realmente avvenuto. Nella scena del film, l’imprenditore sta
girando in bicicletta per il Quartiere Coppedé a Roma, quando la
sua attenzione viene attirata da Benedetto Ceraulo, il quale poi
gli spara. Nella realtà, l’omicidio non è avvenuto a Roma, né
Maurizio stava andando in bicicletta poco prima di morire. Il tutto
si è svolto a Milano, come già riportato, mentre Maurizio saliva
gradini del palazzo dove si trovava il suo ufficio. Infine, il
giorno dell’omicidio, la scritta “paradiso” sul diario di Patrizia
non era in italiano, come mostrato nel film, ma bensì in lingua
greca.
Il trailer del film dove vederlo in
streaming e in TV
È possibile fruire di House
of Gucci grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 15 ottobre alle ore 21:30
sul canale Rai 1.
Quello del revenge movie è
da sempre un filone di film particolarmente popolari e acclamati,
dove l’eroe intraprende una spedizione punitiva nei confronti di
quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Negli anni sono diversi
i titoli che hanno riconfermato la fortuna di questo genere, da
Io vi troverò a Io sono vendetta.
Particolarmente interessante su questo tema è però il thriller
Wash Me in the River, diretto nel 2022 da
Randall Emmett, meglio
noto come produttore e per aver ricoperto tale ruolo per film come
Silence e
The
Irishman di Martin Scorsese.
Con questo suo secondo
lungometraggio (il primo è stato Midnight in the Switchgrass, con Bruce Willis e Megan Fox), Emmett ha voluto raccontare
“una storia di amore e perdita. Temi sono universalmente
compresi dal pubblico di tutto il mondo che sono qui serviti come
fondamento di questa narrazione rivolta ad un pubblico di nuove
generazioni”. “La mia speranza – ha aggiunto il regista –
è che il film sia senza tempo e mentre c’è molta azione e
intrighi, è anche stratificato e aperto a grandi
riflessioni”.
Per gli appassionati del genere, si
tratta infatti di un titolo da non perdere, che riflette abilmente
sul dolore, il senso di colpa e il desiderio di ottenere giustizia.
Impreziosiscono il tutto una serie di celebri attori, tra cui un
iconico premio Oscar. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Wash Me in the
River. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Robert De Niro in Wash Me in the River. Cortesia di Prime Video
La trama di Wash Me in the River
Il film è ambientato in una
degradata cittadina di provincia del Sud degli Stati Uniti, dove la
droga miete innumerevoli vittime soprattutto tra i giovani,
nonostante la forte influenza della chiesa locale sugli abitanti
del posto. Lì vivono Shelby John e Ruby
Red, una coppia profondamente innamorata la cui vita è
stata segnata dalla tossicodipendenza. Decisi a cambiare la loro
esistenza, i due scelgono di disintossicarsi e ricominciare da
capo, sognando di costruire insieme un futuro sereno. Le loro
speranze hanno però purtroppo vita breve.
Ruby viene trovata morta per
un’overdose poco dopo che Shelby le aveva chiesto di sposarlo.
Distrutto da dolore e dalla rabbia, l’uomo decide di farsi
giustizia da solo, intraprendendo una spietata vendetta contro
coloro che ritiene responsabili della morte di Ruby, tra cui gli
spacciatori e le organizzazioni criminali che hanno infestato la
loro comunità con il traffico di oppioidi. Mentre Shelby semina
distruzione sulla sua strada, rintracciando e massacrando
spacciatori di droga, lo sceriffo Church tenta di
fermare la sua furia omicida prima che il bilancio di sangue si
aggravi ulteriormente.
John Malkovich, Jack Huston e Willa Fitzgerald in Wash Me in the
River. Cortesia di Prime Video
Il cast di attori
Ad interpretare il protagonista
Shelby John vi è l’attore Jack Houston, noto per
il ruolo di Richard Harrow nella serie Boardwalk
Empire. Originariamente, in realtà, il ruolo era stato
offerto al rappert Machine Gun Kelly, il quale
però dovette poi abbandonare il film a causa di conflitti di
programmazione. Il ruolo è a quel punto passato all’attore Taylor Kitsch, noto per i film X-Men le origini:
Wolverine e John Carter, ma anche lui ha infine abbandonato il
progetto. È a quel punto che Houston ha ottenuto il ruolo.
Accanto a lui, nel ruolo della
compagna Ruby Red, vi è l’attrice Willa
Fitzgerald, nota soprattutto per il ruolo di Emma Duval
nella serie televisiva Scream. Recitano poi nel film due
veterani della recitazione quali il premio Oscar
Robert De Nironel ruolo dello sceriffo Mike
Church e il candidato all’Oscar
John Malkovichin quello di Peter. Completano il
cast Quavo nel ruolo di Coyote,
Meadow Williams nel ruolo della detective
Zeppelin, Dale Dickey in quelli di Greta,
Swen Temmel in quello di Elvis Kincaid e
Noel Gugliemi nel ruolo di Silas.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Wash
Me in the River grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim Vision e Prime
Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di martedì 15 ottobre
alle ore 21:20 sul canale Rai
4.
Ogni regista ha quel personalissimo
progetto che tenta disperatamente per anni di realizzare. Per
Francis Ford Coppolaquel
progetto era Megalopolis. Concepito nel 1977 come
una reinterpretazione in chiave moderna della congiura contro
Catilina, Coppola ha iniziato a svilupparlo solo nel 1983, andando
però incontro poi a notevoli ritardi e numerose cancellazioni nel
corso degli anni. Ora, però, anche il regista premio Oscar per
Il padrino e autore di altri capolavori come La
conversazione e
Apocalypse Now, ha finalmente trovato il modo di
concretizzare questo suo ambizioso progetto, presentandolo poi in
concorso al Festival
di Cannes.
Festival dove Coppola ha vinto per
ben due volte la Palma d’oro (proprio grazie a La
conversazione nel 1974 e ad Apocalypse Now nel 1979) e che ha svolto un ruolo
importante nel garantire a Megalopolis una
distribuzione in sala. Come noto, il regista ha investito
all’incirca 120 milioni di dollari del suo patrimonio per
realizzare il film, godendo dunque di una libertà artistica
inaudita. Al momento di dover trovare chi si occupasse di portare
il lungometraggio al cinema, però,
sono sorti i problemi. Parallelamente alla presentazione, al
Festival, per
alcuni territori Europei si sono fatte avanti alcune società e
in seguito anche per gli Stati Uniti.
Certo, bisogna ammettere che è
facile comprendere quei dirigenti di società di distribuzione che
si sono messi le mani nei capelli vedendo il film.
Megalopolis è un’opera a dir poco ambiziosa,
visionaria, che testimonia una volta di più la profondissima fede
di Francis Ford Coppola nel cinema e nelle immagini. Un’opera
difficilissima da riassumere e certamente ancor più da vendere, ma
non perché sia tremenda, anzi. Certo è che siamo dinanzi a
quell’evidente caso di film che o si amano o si odiano e che
indubbiamente richiedono ben più di una visione.
Megalopolis ha per
protagonista Cesar Catilina (Adam
Driver), un architetto idealista con il potere di
controllare il tempo, da alcuni considerato un genio, da altri un
folle megalomane. Da sempre in conflitto con Franklyn Cicero
(Giancarlo
Esposito) il sindaco della città chiamata New Rome (in
tutto e per tutto una rivisitazione di New York), Catilina si
ritroverà al centro di un ambizioso progetto nel momento in cui una
terribile catastrofe distrugge buona parte di questa decadente
metropoli. Egli mira infatti ricostruirla come utopia sostenibile
ma Cicero gli si oppone. Alle loro spalle, si susseguono una serie
di personaggi, incarnazione delle più folli degenerazioni e
depravazioni di questa società.
Perdersi per le vie della
megalopoli
Con Megalopolis è
bene partire dalla consapevolezza che non tutto deve risultare
chiaro. Ci si trova piuttosto dinanzi ad un film che più che
proporre un racconto coeso e coerente vuole offrire un’esperienza
visiva e sensoriale. Coppola gioca allora con le possibilità
dell’immagine digitale,
adoperando effetti speciali da blockbuster e ricostruzioni
sbalorditive. Ci porta all’interno della sua megalopoli senza
preoccuparsi minimamente di fornire delle coordinate con cui
potersi orientare. Vuole farci sentire smarriti, così come lo sono
– più o meno consapevolmente – i protagonisti del film.
Meglio allora mettersi comodi e
farsi guidare senza porsi troppe domande, perché per le due ore e
un quarto di durata si assiste dunque ad un frenetico susseguirsi
di personaggi e situazioni la cui natura o il cui rapporto le une
con le altre non viene mai del tutto chiarito. Di base, si assiste
alle perversioni di una società dove il divario tra ricchi e poveri
è talmente ampio che questi ultimi quasi non vengono mostrati. In
questa moderna babilonia (o, meglio ancora, antica Roma nel suo
periodo più critico: il passaggio dalla repubblica all’impero) si
ribadisce dunque giorno dopo giorno il disgusto per la vita umana e
le bellezze che le sono proprie.
Ma tutto ciò è destinato a crollare
rovinosamente, facendo a quel punto emergere quello che sembra
essere il messaggio ultimo di Coppola. Progressivamente subentra
infatti nel film un discorso legato ai governi populisti e alle
dittature che mettono a rischio il futuro della democrazia e del
mondo intero. Discorsi che risuonano naturalmente familiari e
sembrano voler essere anche un monito in vista delle elezioni per
il presidente degli Stati Uniti che si terranno a breve. Certo, nel
raccontare tutto ciò Coppola non si pone freni e abusa
ripetutamente della sua libertà artistica sfociando spesso e
volentieri nell’esagerazione.
Ragion per cui lo spettatore si
troverà indubbiamente posto dinanzi ad una sfida, ma è proprio
questo ciò che rende appassionante il film.
Megalopolis rifugge dalla natura conciliante che
tanti, troppi, lungometraggi oggigiorno propongono. Non vuole far
stare comodo il suo spettatore, ma anzi porlo dinanzi ad una serie
di difficoltà dalle quali o ci si nasconde o le si accoglie,
aprendosi così a nuovi stimoli e possibilità. Nello scegliere
questa seconda strada, risulta anche difficile non rimanere
affascinati dalla capacità di questo regista 85enne di rinunciare a
territori sicuri per sperimentare ancora con quest’arte che ha
contribuito a rendere grande.
Gli va poi riconosciuto che – oltre
ad una serie di scenari esteticamente ammalianti e ad alcune
sequenze di estrema bellezza (come quella animata successiva alla
“distruzione” di New Rome) – Coppola ha saputo affidare i ruoli
principali del film ai giusti interpreti. Adam Driver offre una prova finalmente diversa
dalle sue ultime, ma a rubare la scena sono senza dubbio Aubrey Plaza e Shia LaBeouf, alle prese con personaggi tanto
folli quanto adorabili. Sta in questa serie di scelte azzeccate e
visionarie il genio di Coppola, che non deve in questo caso essere
oscurato da quelle meno felici. Una cosa è certa guardando
Megalopolis: il film rende l’idea di cosa
intendono Coppola e Martin Scorsese quando, rivolgendosi ai
cinecomic, parlano del coraggio di
correre dei rischi cinematografici.
Affermatosi come uno dei più famosi
attori di action movie orientali, Jackie Chan ha
nel corso dei decenni dato vita a veri e propri titoli cult, dove
ha potuto sfoggiare il suo particolare stile di combattimento che
unisce le arti marziali alla mimica del cinema muto. Giunto ad
Hollywood, ha sempre più dato vita ad ibridi contenenti tanto le
sue tradizioni orientali quanto quelle del cinema statunitense.
Dopo aver mostrato ciò in film comici come Rush
Hour e Pallottole cinesi, nel
2017 ha però preso parte ad un cupo e violento thriller d’azione dal
titolo The Foreigner.
A dirigerlo vi è Martin
Campbell, regista di film come GoldenEye, La maschera
di Zorro e Casino Royale, ma anche dello sfortunato
Lanterna verde. The
Foreigner è proprio il primo film di Campbell sei anni dopo
quel cinecomic, con il regista che torna dunque qui ad occuparsi
del genere che più sembra appartenergli, un thriller d’azione che
non si risparmia in esplosioni e dinamiche guidate dal puro istinto
dei personaggi protagonisti. Basato sul romanzo The
Chinamen, di Stephen Leather, il film è
infatti ascrivibile al cosiddetto revenge movie, con il
protagonista che va in cerca di vendetta dopo aver subito
l’ennesimo irreparabile torto.
Per tutti gli appassionati del
genere è dunque un titolo da non perdere, anche solo per la
presenza di un Jackie Chan mai così serio,
vendicativo e spietato, che colpisce i suoi nemici senza
risparmiarsi ma anzi infliggendo quanto più dolore possibile. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La vicenda si svolge a Londra, dove
vive Quan Ngoc Minh, un uomo tranquillo e
riservato, con un passato nelle forze speciali durante la guerra in
Vietnam. Dopo aver perso moglie e due figlie durante la fuga dal
Vietnam, Quan si è rifugiato a Londra con la figlia
Fan, ora adolescente, e ha aperto un ristorante
cinese. Un giorno, però, Fan muore in un attentato dinamitardo
rivendicato da un’organizzazione chiamata “Nuova IRA”. Deluso
dall’atteggiamento omertoso di Scotland Yard sull’atto
terroristico, Quan decide di cercare personalmente gli attentatori
per vendicare la figlia. La sua indagine lo porta al vice primo
ministro dell’Irlanda del Nord Liam Hennessy, ex
militante dell’IRA.
L’uomo però si professa estraneo ai
fatti e quando tutti i tentativi di convincerlo a denunciare i
responsabili dell’attacco non hanno successo, Quan inizia allora
una campagna d’intimidazione usando le tecniche da guerriglia che
ben conosce. Ma anche il governo britannico comincia a fare
pressioni su Hennessy per avere i nomi dei terroristi. Essendo
effettivamente all’oscuro di chi abbia piazzato le bombe, Hennessy
contatta i suoi vecchi compagni dell’IRA per aiutarlo a scoprire i
traditori in mezzo a loro. E mentre Quan si addentra in un oscuro
mondo di mercenari, rivoluzionari e politici corrotti, Hennessy
deve trovare un modo per affrontare l’incessante assalto di
quell’uomo in cerca di vendetta.
Il cast di attori
Ad interpretare Quan Ngoc
Minh vi è l’iconico attore e artista marziale
Jackie Chan, il quale oltre ad interpretare
personalmente tutte le scene più complesse, gli scontri e le varie
acrobazie che gli si vede eseguire nel film, ha anche cantato la
canzone presente nei titoli di coda, “A Common Man“. Nel
ruolo di sua figlia Fan si ritrova invece
Katie Leung, attrice scozzese di origini cinesi,
nota per il ruolo di Cho Chang nei film della serie di Harry Potter. Sono poi
presenti gli attori Orla Brady nel ruolo di
Mary Hennessy, Lia
Williams in quelli di Katherine
Davies e Michael McElhatton come
JimKavanagh. L’attore
Rory Fleck Byrne ricopre invece il ruolo di
Sean Morrison.
Ad interpretare Liam
Hennessy, invece, vi è il noto attore Pierce Brosnan.
Tale personaggio è basato sui politici nordirlandesi Gerry
Adams e Martin McGuinness. Adams,
attivamente coinvolto nel movimento repubblicano irlandese, negò di
essere stato membro dell’I.R.A., anche se in seguito divenne il
leader del Sinn Féin, il ramo politico dell’IRA. Hennessy mostra
anche una somiglianza fisica con Adams, ma quest’ultimo non è mai
stato vice primo ministro per l’Irlanda del Nord. Quella posizione
è stata però ricoperta da Martin McGuinness. In questo film,
Hennessey descrive un suo precedente soprannome, “Macellaio del
Bogside”, riferendosi al proprio passato terroristico. Martin
McGuinness era conosciuto proprio come “Macellaio del Bogside”.
Come già accennato, il film è tratto
dal romanzo The Chinaman di Stephen
Leather, pubblicato nel 1992, ovvero cinque anni prima del
cessate il fuoco dell’IRA con le forze britanniche nell’Irlanda del
Nord. Il racconto di Leather fu ispirato proprio dalle turbolente
vicende che sconvolsero il paese in quegli anni, e dunque presenta
diversi riferimenti a quel reale contesto, ma nel proporre la
storia di Nguyen Ngoc Minh (questo il nome del
protagonista del libro) non si basa su un reale desiderio di
vendetta di qualcuno ferito dagli attentati dell’IRA. Tutta questa
parte del racconto è infatti frutto dell’immaginazione dello
scrittore e di conseguenza anche ciò che si vede a tal riguardo nel
film è da considerarsi come tale.
Tuttavia, The Foreigner e
le sue riprese hanno a suo modo influito nella realtà. Nel febbraio
2016, ovvero in un periodo in cui gli attentati terroristici erano
particolarmente frequenti, sono state presentate due segnalazioni
alla polizia metropolitana di Londra riguardo un possibile attacco
di questo tipo, effettuato sul ponte di Lambeth. Ciò è avvenuto
perché a molti cittadini locali non era stato comunicato che li si
sarebbero svolte le riprese del film, che prevedevano in quel
momento un’esplosione acrobatica controllata effettuata su un
autobus a due piani. Gli effetti speciali dell’esplosione, però,
furono così realistici che si scatenò un vero e proprio panico di
massa, con cittadini e turisti che credettero davvero di essere al
centro di un attentato.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Foreigner grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim
Vision, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 15 ottobre alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Il Tony Stark di Robert Downey Jr. potrebbe essere morto, ma un
nuovo, giovane, Iron Man animato sta per nascere. Disney Jr. ha
dato il via libera a “Marvel‘s Iron Man and His Awesome
Friends“, la prima serie prescolare di
Iron Man, il cui debutto è previsto per
l’estate 2025 su Disney Jr. e Disney+.
Attualmente in produzione, la serie
avrà come protagonista un giovane Tony Stark e i suoi “migliori
amici salvatori del mondo“: Riri Williams
(Ironheart) e Amadeus Cho (Iron Hulk). I
tre eroi lavoreranno insieme per proteggere la loro città e l’un
l’altro.
Secondo la sinossi, “Per
aiutarli nei loro sforzi da supereroi, ognuno di loro ha la propria
Iron Suit che consente loro di volare e conferisce loro una super
forza potenziata. Inoltre, Iron Man ha un Nano-Shield; Ironheart ha
un campo di forza Heartbeat Bubble per proteggere le persone e Iron
Hulk ha il suo potente Iron Boom clap e Iron Hulk Stomp”.
Al via la produzione di
Marvel‘s Iron Man and His Awesome Friends
Il trio “lavorerà nella loro
base sulla spiaggia, Iron Quarters (IQ), sotto la supervisione del
loro androide superpotente, Vision, e del loro cucciolo peloso,
Gamma, che ha la sua personale Iron Pup suit e accompagna gli Iron
Friends in molte delle loro avventure”.
Il cast include Mason Blomberg (“Shameless”), Kapri Ladd (“Danger
Force”) e Aidyn Ahn (“Kids Say the Darndest
Things”), che daranno la voce rispettivamente a Tony Stark (Iron
Man), Riri Williams (Ironheart) e Amadeus Cho (Iron Hulk).
David Kaye (“Transformers”) darà la voce a Vision,
mentre Fred Tatasciore (“Marvel’s Moon Girl and Devil
Dinosaur”) è Gamma.
Il protagonista di “Marvel’s Iron Man and His Awesome
Friends” non deve essere confuso con il giovane Tony
Stark/Iron Man di “Spidey and His Amazing Friends” della
Marvel, doppiato da John
Stamos. La serie segna l’ultima mossa come parte della
strategia più ampia di Disney e Marvel per presentare i personaggi
degli Avengers a una nuova generazione di fan.
Iron Man, il personaggio, è nato nel
1963 nei fumetti Marvel. Downey Jr. ha interpretato
l’eroe nel Marvel Cinematic Universe in 10
film, arco narrativo culminato con il sacrificio di Tony Stark nel
film del 2019 “Avengers: Endgame“.
Grazie agli scioperi di Hollywood dell’anno scorso, il 2024 non è
stato l’anno più emozionante per il cinema e in particolare per i
cinecomic. IMarvel Studios
hanno distribuito
Deadpool e Wolverine,
che è diventato un instant classic del genere, mentre la
Warner Bros
si è dovuta accontentare della modesta accoglienza riservata
a
Joker: Folie à Deux.
Abbiamo ancora un paio di
titoli Sony
in arrivo nei prossimi due mesi, ma nel frattempo stiamo facendo il
punto per il 2025: cosa ci riservano Marvel Studios e DC
Studios?
Mentre il secondo si inaugurerà con
Superman,
il secondo riprenderà la sua corsa dopo alcune delusioni come
The
Marvels e Ant-Man 3. Ecco di seguito tutti i film
Marvel e DC che dovrebbero
uscire nel 2025.
Captain America: Brave New World (12 febbraio)
Harrison Ford e Anthony Mackie in una scena di Captain America:
Brave New World
Si sono sentite cose contrastanti su
Captain America: Brave New World e non è un
segreto che il film abbia dovuto subire numerose riprese
aggiuntive. Tuttavia, questo non significa che sarà un disastro. I
Marvel Studios hanno
sistemato molti progetti durante la post-produzione e non c’è nulla
che dica che questo seguito di The Falcon and The Winter
Soldier sarà diverso.
Speriamo che questo film consolidi
Sam Wilson (Anthony
Mackie) come il nuovo Captain America dell’MCU e prepari il terreno per
Red Hulk come una minaccia importante sia in
questo film che per quelli successivi. Quel personaggio è troppo
bello per essere sprecato in un’apparizione una tantum, in
particolare con Harrison Ford che
lo interpreta.
Sebbene sia vero che i Marvel Studios non si attengano
esattamente ai fumetti con la loro interpretazione di questa
squadra, ci sono ancora un sacco di motivi per essere entusiasti di
ciò che arriverà in Thunderbolts*
la prossima primavera.
Per cominciare, ci sono ottime
probabilità che gli eroi rimasti in piedi quando scorrono i titoli
di coda saranno i New Avengers dell’MCU… o Dark Avengers. Per
la maggior parte, ognuno di questi personaggi è avvincente (John
Walker, in particolare), quindi vederne di più non sarà una brutta
cosa.
Poi, c’è Sentry. Il debutto
live-action di quel personaggio è atteso da tempo e, data la sua
potenza, il supereroe squilibrato potrebbe cambiare la gerarchia
del potere nell’universo Marvel come lo conosciamo.
Superman (11 luglio)
Negli ultimi anni, il
marchio DC è stato danneggiato quasi irrimediabilmente grazie a
film come Black Adam, Flash e Joker: Folie à Deux. Superman
riuscirà a raddrizzare la rotta?
Questa è la domanda da un
milione di dollari, anche se l’Uomo d’Acciaio si sente al sicuro nelle
mani di James
Gunn. Il regista ha realizzato una trilogia fenomenale
con i suoi film sui Guardiani della Galassia e,
per molti fan della DC, The
Suicide Squad è stato un passo nella giusta
direzione.
In base a ciò che abbiamo visto
nelle foto dal set, Gunn ha fatto la cosa giusta con Superman e ha
in programma di raccontare una storia edificante e ambiziosa su
questo personaggio iconico.
The Fantastic Four: First Steps (25 luglio)
Chi ha visto il trailer
presentato al Comic Con, pensa che i Marvel Studios finalmente
realizzeranno un film diverso da qualsiasi altro che abbiamo visto
con The
Fantastic Four: First Steps.
Che si tratti dell’ambientazione
futuristica degli anni ’60, di quel cast incredibile o del fatto
che la Prima Famiglia Marvel combatterà contro Galactus.
Abbiamo tutta la fiducia del mondo che Matt
Shakman, che ha fatto un lavoro straordinario in
WandaVision, renderà giustizia a questi
personaggi sullo schermo. Finalmente!
Certo, abbiamo qualche riserva sul
fatto che la squadra provenga da una realtà alternativa (e
potenzialmente non la stessa del Dottor Doom di Robert
Downey Jr.), ma ci deve essere una buona ragione per
questo.
Blade (5 novembre)
Sembra davvero difficile
che il film arrivi nel 2025, eppure Marvel non accenna a cambiare data
per la sua uscita, quindi ci azzardiamo a considerare il reboot di
Blade
un film che arriverà nel novembre del 2025.
Sembra che Mahershala
Ali annuncerà la sua partenza dal progetto da un giorno
all’altro ed è un peccato perché questo film (che, l’ultima volta
che abbiamo sentito notizie in merito, sarà vietato ai minori di 17
anni) ha un potenziale illimitato.
Deve esserci una versione di
Blade che valga la pena guardare, ma con I
Peccatori, diretto da Michael B.
Jordan e Ryan Coogler in arrivo, il film
rischia di sembrare ridondante. Forse è meglio tenerlo da parte per
un futuro progetto di collaborazione? La nebbia è fittissima
intorno a questo film, ma speriamo che qualsiasi sia il tempo di
attesa, alla fine ne varrà la pena.
Robert Downey Jr. è
sempre stato un attore di qualità. Conosciuto per film quali
Charlot e per interpretato ruoli come Sherlock Holmes e il genio, miliardario, playboy e
filantropo Tony Stark, Robert Downey Jr. ha
avuto un passato difficile dal quale è uscito e il suo futuro
cinematografico è più che roseo.
Ecco dieci cose che,
forse, non sapevate su Robert Downey Jr.
Robert Downey Jr.: film e
carriera
1.Robert
Downey Jr. è di New York. Robert John Downey Jr. è
nato il 4 aprile del 1965 a Manhattan, New York, figlio dello
sceneggiatore e regista Robert Downey Sr. e
dell’attrice Elsie Downey. Il padre è per metà
lituano, un quarto ungherese e un quarto irlandese, mentre da parte
di madre ha origini inglesi, scozzesi, tedesche e
svizzero-tedesche. Robert e sua sorella Allyson si sono trovati
immersi sin da subito nella recitazione, sin dalla più tenera età,
tanto che Robert ha iniziato a studiare alla Stagedoor Manor
Performing Arts Training Center a New York prima di trasferirsi in
California con suo padre in seguito al divorzio dei suoi genitori
nel 1978. Nel 1982 Robert ha abbandonato la Santa Monica High
School, per diventare attore a tempo pieno.
2. Robert Downey Jr. ha
debuttato come attore all’età di cinque anni. Robert ha
fatto il suo debutto attoriale nel film Pound (1970)
scritto e diretto dal padre. Tra gli anni ’80 e ’90 Robert fa la
consueta gavetta partecipando a film come Ultima occasione
(1985), La donna esplosiva (1985), Verdetto
finale (1989), Uno strano caso (1989), mentre nel
1992 interpreta Charlie Chaplin nel film Charlot: per
questo film viene candidato agli Oscar per la categoria di Miglior
Attore Protagonista, ai Golden Globe e ai BAFTA, vincendo quello
per il miglior attore. Nel corso degli anni ’90, Robert compare in
film come The Last Party (1993), Assassini nati –
Natural born killers (1994), Conflitto d’interessi
(1998) e Wonder Boys (2000).
3. La carriera di Robert
Downey subisce un’impennata nel corso degli anni 2000.
mentre lottava con i suoi problemi di droga, nei primi anni 2000
Robert entra nel cast di diversi film come Kiss Kiss Bang
Bang (2005), Good Night, and Good Luck (2005), fa
parte del film di David Fincher, Zodiac (2007) e nel 2008 comincia a vestire i panni di
Tony Stark in Iron man. Nello stesso anno, lavora con Ben Stiller per il film Tropic
Thunder, con Joe Wright per
Il solista e con Guy Ritchie per
Sherlock Holmes. Nel 2014 produce il film The Judge, di cui fa parte insieme a Robert
Duvall, grazie alla sua compagnia Team Downey,
creata da lui e dalla moglie.
Robert Downey Jr. è Sherlock
Holmes
4. Nel 2009 Robert Downey
Jr. interpreta
Sherlock Homes nell’omonimo film di Guy Ritchie. Il
film ottiene ottimi incassi e con questo ruolo Robert vince il
Golden Globe per il migliore attore in un film commedia o musicale.
Due anni dopo, Robert riprende il ruolo, sempre al fianco di
Jude Law, per il film, sempre di Guy Ritchie,
Sherlock Holmes – Gioco di ombre. Robert si calerà di
nuovo nei panni di Sherlock per il
terzo film che ha un’uscita prevista per il 2021. Nel 2020 ha
interpretato il Dr. John Dolittle nel remake
Dolittle.
Robert Downey Jr. è stato Iron
Man
5. Robert Downey Jr. è stato
scelto per il ruolo di Tony Stark nel 2006. Jon Favreau,
regista del film, ha dovuto convincere la produzione che Robert
sarebbe stato perfetto per quel ruolo e così è stato, determinando
il grande successo del film. Robert riprende il ruolo per i due
sequel previsti dalla Marvel, ovvero Iron Man 2 (2010) e Iron Man 3 (2015). Il suo personaggio è sempre stato
protagonista dei film collettivi Marvel, ossia in The Avengers (2012), Avengers: Age of Ultron (2015), Captain America: Civil War (2016), Spider-Man: Homecoming (2017), Avengers: Infinity War (2018) e
Avengers: Endgame. Nel 2024 vince un premio Oscar per
Oppenheimer di
Christopher Nolan.
Robert Downey Jr. sarà il Dottor
Doom!
Dopo numerose speculazioni su un
eventuale ritorno in Iron Man 4, al Comic Con di San Diego del
2024, Robert Downey Jr. ha sorpreso il mondo
intero presentandosi come l’attore che avrebbe interpretato il
nuovo Dottor Doom nel Marvel Cinematic Universe. Il
personaggio esordirà probabilmente in The Fantastic Four: First
Steps, ma sarà protagonista in Avengers: Doomsday.
I prossimi film di Robert Downey Jr.?
Dopo aver riaperto la sua porta ai
Marvel Studios e aver collezionato un premio
Oscar, Robert Downey Jr. è più impegnato che
mai. The Sympathizer di Park
Chan-wook è stata una prova notevole, e mentre si vocifera
di un nuovo Sherlock Holmes, lo vedremo in All-Star
Weekend, The Hider e nei prossimi
Avengers: Doomsday e Secret Wars.
Robert Downey Jr. su Instagram
6. Robert Downey Jr. ha un
profilo Instagram ufficiale. Aperto nell’aprile del 2015,
Robert Downey Jr. ha qualcosa come quasi 26 milioni di follower.
Cifre pazzesche per un attore pazzesco quanto lui. Robert è molto
attivo e usa il social per postare foto con effetto nostalgia di
quando stava lavorando ai film Marvel. Oltre che pubblicare foto
di premier Marvel o a postare qualche foto che
lasci capire quale sarà il film in arrivo (è successo di recente
con Sherlock Holmes), Robert dimostra di essere ironico ed
autoironico riguardo quello che la vita gli riserva. Tra i post più
famosi ci sono sicuramente quelli che lo riguardano insieme agli
altri Avengers mentre si sono fatti fare un tatuaggio collettivo,
il simbolo dei vendicatori.
Robert Downey Jr.: curiosità
7. Robert Downey Jr. non ha
mai fatto mistero di aver avuto problemi di droga. Chi lo
ha iniziato a questo mondo è stato suo padre, che lo costringeva,
da bambino, a fumare marijuana. Nel 1996 Robert viene arrestato per
possesso di droghe, quali eroina, cocaina e per il possesso anche
di una pistola. Dopo essere stato rilasciato per buona condotta,
Robert viene di nuovo arresta per violazione di domicilio per
essersi addormentato da ubriaco sotto casa di un vicino. Condannato
a tre anni di libertà condizionale e una serie di test antidroga da
sostenere, nel 1997 ne salta uno i questo e viene condannato a sei
mesi di riabilitazione. Nel 1999 viene arrestato ancora una volta
per aver saltato un altro testo e viene condannato a tre anni
presso una struttura atta alla riabilitazione. Nel 2000 viene
rilasciato e Robert si unisce al cast della serie tv Ally
McBeal, vincendo persino un Golden Globe come miglior attore
non protagonista. Poco dopo viene arrestato di nuovo per possesso
di valium e cocaina e l’anno successivo venne trovato a vagare per
strada sotto effetto di cocaina, mentre si trovava in libertà
vigilata. Questi ultimi arresti gli costano la presenza in Ally
McBeal, perde il ruolo in I perfetti innamorati e
costringe
Mel Gibson a chiudere la produzione teatrale di
Amleto, per cui Robert era stato ingaggiato. Durante il
processo, l’attore viene spedito in riabilitazione e rimane sotto
libertà vigilata per tre anni.
8. Robert Downey Jr. è stato
fidanzato con Sarah Jessica Parker. I due sono stati
fidanzati per diversi anni, dal 1984 al 1991, mentre nel 1992
Robert sposa Deborah Falconer, una musicista, da
cui hanno il primo figlio, Indio, nato nel 1993.
Dopo aver divorziato nel 2004, nell’agosto 2005 Robert sposa la
produttrice Susan Levin, conosciuta sul set di
Gothika (2003). La coppia ha due figli, Exton
Elias nato nel 2012 e Avril Roel nata nel
2014.
9. Robert Downey Jr. ha
messo tanto impegno per superare la sua dipendenza da alcol e
droghe. Pare che l’attore sia pulito dal 2003 e che sia
riuscito ad uscirne grazie al sostegno della sua famiglia, e
soprattutto grazie alla pratica della meditazione, dello yoga e del
Wing Chun.
10. Robert Downey Jr. è un
avido collezionista di orologi. Pare che Robert abbia una
collezione di orologi impressionante e che la sua collezione
comprenda marchi come Breitling, Omega, Jaeger-LeCoultre e
Rolex.
A sorpresa, James
Gunn ha condiviso una nuova foto dal film che
tutti i fan della DC Comics attendono e che arriverà la prossima
estate, che raffigura Superman e
il suo cane Krypto. A didascalia della foto, il regista ha
scritto:
Krypto arriva sugli schermi in
Superman quest’estate.
Krypto è stato ispirato dal nostro cane Ozu, che abbiamo adottato
poco dopo che ho iniziato a scrivere Superman.
Ozu, che proveniva da una situazione di accumulo compulsivo in un
cortile con altri 60 cani e non aveva mai conosciuto esseri umani,
era problematico per usare un eufemismo. È entrato subito e ha
distrutto la nostra casa, le nostre scarpe, i nostri mobili, ha
persino mangiato il mio computer portatile. Ci è voluto molto tempo
prima che ci lasciasse anche solo toccarlo. Ricordo di aver
pensato, “Cavolo, quanto sarebbe difficile la vita se Ozu avesse
dei superpoteri?” – e così Krypto è entrato nella sceneggiatura e
ha cambiato la forma della storia mentre Ozu stava cambiando la mia
vita. Quale momento migliore per debuttare con il
non-così-buono-bravo ragazzo Krypto se non il mese
#AdoptAShelterDog. A proposito, Ozu oggi è, abbastanza spesso, un
bravissimo ragazzo. #Superman
Superman, tutto quello che
sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”,
ha detto Gunn durante l’annuncio della listaDCU.
“Non
vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il
pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film
d’animazione e giochi”.
Il film uscirà nelle sale
l’11 luglio 2025.
Il genere romantico è un punto
fermo della narrativa da molto prima che venissero realizzati i
primi film. L’amore è uno di quei rari temi universali, dopotutto,
e sia i romantici che i cinici sono sempre stati in grado di
trovare – e apprezzare – storie diverse su personaggi di fantasia
che si innamorano (o si disinnamorano). Inoltre, come molti altri
generi, è possibile combinare le storie romantiche con altri generi
già sperimentati, il che può aggiungere un ulteriore coinvolgimento
emotivo a una storia, o comunque garantirne l’attrazione per un
pubblico più ampio.
A seconda della definizione di
“romanticismo”, potrebbe essere uno dei generi più rappresentati
nel cinema, grazie alla popolarità delle sottotrame romantiche.
Tuttavia, quando si tratta di decidere quali sono i più
grandi film romantici di tutti i tempi, è meglio concentrarsi su
quei film in cui l’aspetto romantico della storia sembra essere
prioritario. Di seguito sono elencati alcuni dei migliori
film che enfatizzano – e quindi incarnano – il genere romantico,
classificati dal più grande al più grande.
Notorious (1946)
Le parole “romanticismo” e
“Alfred Hitchcock” tendono a non andare insieme
nella mente di molti, dato che il regista era noto soprattutto per
aver realizzato thriller, commedie dark e film polizieschi. Ma i
grandi film di Alfred Hitchcock erano spesso accessibili e di
ampio respiro, e parte di questo significava talvolta includere
elementi romantici. Con un film come
Notorious, questi elementi
romantici appaiono in realtà in modo sorprendentemente prominente,
con il thriller/mistero che a volte passa quasi in secondo piano
rispetto al romanticismo.
Notorious si svolge
all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e segue il modo in cui
un legame romantico tra due persone minaccia di compromettere il
tentativo di portare alla luce un nazista di alto rango che si
nasconde in Brasile. È un film che guarda con competenza
all’amore e allo stesso tempo è un avvincente film di
spionaggio e uno dei migliori film del secondo dopoguerra
realizzati subito dopo la conclusione della guerra stessa.
Notorious in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Mancia competente (Trouble in
Paradise)
Annoverato tra i più grandi film
degli anni ’30, Guai in paradiso ha
forse più di 90 anni, ma in gran parte è un film senza tempo. Il
film mescola una trama criminale con il romanticismo e la commedia
in un modo che sembra ancora piuttosto fresco e coinvolgente,
seguendo un uomo e una donna che sono coinvolti sentimentalmente e
guadagnano i loro soldi con i borseggi.
Le complicazioni si presentano
quando si sviluppa un triangolo amoroso, dal momento che l’uomo
inizia a innamorarsi di una donna ricca che la coppia ha messo nel
mirino come prossimo obiettivo. Guai in paradiso vede
il sottovalutato Ernst Lubitsch fare centro come
regista, ed è facile capire come un film come questo si
sia rivelato influente per i generi che affronta nei decenni
successivi alla sua uscita. Mancia competente in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Il lato positivo –
Silver Linings Playbook potrebbe essere abbastanza
recente nello schema generale delle cose, ma è ancora abbastanza
buono da poter essere etichettato come una sorta di classico
moderno che si spera possa essere apprezzato nei decenni futuri
(certo, può essere difficile sapere con certezza come un film
invecchierà e sarà visto negli anni a venire). Il film è incentrato
su un uomo problematico che viene dimesso da un ospedale
psichiatrico e torna a vivere con i suoi genitori, mentre cerca di
riallacciare i rapporti con la sua ex moglie, ma scopre che un
legame tra lui e un’altra donna complica le cose.
È stato un film importante per le
sue due star, che ha dimostrato che Bradley Cooper
poteva fare di più che partecipare ai film di Una notte da leoni, mentre ha
lavorato in tandem con un successo mainstream molto diverso –
The Hunger Games – per
dimostrare che Jennifer Lawrence era una forza con
cui fare i conti. Questi due attori, insieme a un ottimo cast di
supporto che include Robert De Niro, Jacki
Weaver e Chris Tucker, rendono
Il lato positivo – Silver Linings
Playbook un film accessibile e
coinvolgente, che mescola bene i generi
della commedia, della storia d’amore e del dramma.
Il lato positivo – Silver Linings Playbook in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Ali (Wings, 1927)
Un po’ un rompicapo,
Ali (Wings) è un film d’amore, un
melodramma, un film sulla Prima Guerra Mondiale e anche una
sorta di film d’azione, viste le numerose sequenze di combattimento
tra cani. Il film è incentrato su due piloti di caccia innamorati
della stessa donna e su come questo finisca per minacciare la loro
amicizia, mentre devono affrontare i pericoli del servizio nella
Prima Guerra Mondiale.
È comprensibilmente antiquato, ma
questa è una parola che si può usare per la maggior parte dei film
che hanno quasi un secolo. A patto che si accetti il cinema muto e
un ritmo un po’ lento per gli standard moderni,
Wingsha molto da offrire, con
una narrazione romantica semplice ma efficace e scene d’azione che
reggono davvero molto bene. Ali in streaming è disponibile
sulle seguenti piattaforme:
Lady Eva (The Lady Eve, 1941)
Preston Sturges
non ha diretto molti film, ma quelli che ha fatto sono stati
generalmente vincenti, al punto che si può dire che sia stato un
regista di qualità superiore alla quantità. The Lady
Eve è giustamente considerato uno dei suoi migliori e
più piacevoli lavori (anche dal spesso tetro Paul
Schrader), con la storia di un’artista della truffa
che prende di mira un uomo ricco, si innamora di lui, fa scoprire
la sua truffa, viene scaricata dall’uomo e poi cerca di
riconquistarlo fingendosi un’altra persona.
Se tutto questo vi sembra una
commedia un po’ screwball, è perché The Lady Eve lo è!
Prende una premessa perfetta per questo stile di commedia
vecchio stile e accattivante e la porta avanti per 97
minuti veloci e divertenti, con il cuore romantico del film che
alla fine brilla tanto quanto gli elementi comici più ampi.
Chi cerca un film piacevole o
gradevole probabilmente non lo troverà con
Closer, che è un film d’amore sorprendentemente cupo ed emotivamente
intenso. Il film adotta un approccio che di solito potrebbe
essere interpretato in modo comico – un groviglio di partner
romantici quando due coppie si scontrano e formano una complessa
rete di infedeltà e bugie – ma guarda alle ramificazioni di una
cosa del genere con grinta e molti sentimenti duri.
Closer è, quindi, un film
infelice, ma anche accattivante e ammirevole per la brutale onestà
con cui esplora i rischi dell’amore. A ciò contribuisce
immensamente anche il fatto che i quattro attori
protagonisti offrono tutti delle interpretazioni davvero
eccellenti, con Julia Roberts,
Jude Law, Natalie Portman e
Clive Owen che hanno tutte ampie opportunità di
brillare. Closer in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
L’uomo che amava le donne
(1977)
Film sull’amore molto amato da
Wes Anderson, L’uomo che amava le
donne sembra uno dei lavori più sottovalutati del
regista francese François Truffaut (noto soprattutto per
I 400 colpi). L’uomo che amava le
donne inizia con il funerale del protagonista, e una serie di
flashback si svolgono tra tutti i presenti… la maggior parte di
loro sono donne con cui l’uomo ha avuto una qualche relazione
sentimentale.
È un elogio cinematografico di un
donnaiolo imperfetto e, sebbene il suo comportamento sia difficile
da ammirare o da condividere, non si ha la sensazione che
L’uomo che amava le donne stia glorificando il suo
protagonista. La sua struttura ordinata è molto utile e non
risulta mai noiosa grazie alle varie disavventure
episodiche che si possono vedere continuamente in
flashback. Tutti i fan di Truffaut dovrebbero provarlo, perché è
uno dei suoi film più caratteristici.
Il silenzio sul mare (1991)
Anche se ruota attorno a una
relazione, Una scena di mare è difficile
da collocare in un genere, semplicemente perché grida
“slice of life” più di qualsiasi altro film in
circolazione. Infatti, si svolge per lo più in riva al
mare, con una storia molto semplice incentrata su due giovani
audiolesi che sono una coppia e su ciò che accade quando uno di
loro sviluppa un interesse per il surf.
In questo senso, A Scene at the
Sea si trasforma in una sorta di film sportivo, pur essendo
genuinamente dolce e tranquillamente romantico, e mostrando un
delicato senso dell’umorismo di tanto in tanto per buona misura. È
un film caldo e accattivante e certamente diverso da molti altri
film diretti da Takeshi Kitano, noto soprattutto
per aver diretto numerosi
film di gangster/yakuza violenti.
Certo, Challengers è un film molto
recente, e c’è sempre il rischio di definire qualcosa un grande di
tutti i tempi quando la polvere non si è ancora posata, e si ha
ancora la sensazione che la reputazione di un film possa crescere o
ridursi. Per il momento, però, Challengers sembra un
classico moderno ed è un’altra grande opera nella vasta e sempre
emozionante filmografia di Luca Guadagnino,
uno dei registi più interessanti del momento.
Descrivere la trama di
Challengers potrebbe non sembrare molto eccitante, visto
che si tratta, apparentemente, di un “film sul triangolo amoroso”.
Ma combinando questo concetto con una struttura inventiva,
emozionanti sequenze di tennis, interpretazioni espressive e oneste
e un vero senso dello stile visivo, Challengers
finisce per essere ancora meglio della somma delle sue già ottime
parti. È un film romantico in grado di fare le cose in modo
diverso, e la maggior parte dei rischi paga, rendendo probabile che
continuerà a essere un grande film romantico anche in futuro.
Challengers in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Esistono molte versioni di
È nata una stella, e probabilmente è
più una questione di gusti personali quella che viene considerata
la migliore. La versione del 1954, tuttavia, potrebbe essere la
migliore se giudicata come un film d’amore, perché la relazione al
centro del film sembra particolarmente appassionata, tragica e
dolorosamente reale, con Judy Garland e
James Mason che offrono – probabilmente – le
migliori interpretazioni delle loro rispettive carriere.
Come in ogni altro film di A
Star Is Born, la trama contrappone l’ascesa di una giovane
donna alla fama e la caduta di un uomo più anziano, e il modo in
cui i due cercano di rimanere l’uno accanto all’altro, anche se la
vita sembra avere piani molto diversi per loro. Splendidamente
girato e contenente anche numerose sequenze musicali di grande
effetto, A Star Is Born del 1954
è un film eccellente nel suo complesso e uno dei migliori
film d’amore tragici mai realizzati. È nata una stella in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Insieme a Jean-Luc
Godard, François Truffaut è stato forse il più famoso tra
i registi francesi della storia del cinema (per coincidenza,
pare che Goddard e Truffaut non andassero d’accordo, ma
questa è un’altra storia). Truffaut è probabilmente conosciuto
soprattutto per I 400 colpi, un dramma dell’adolescenza
del 1959, ma molti dei suoi film sono definibili come drammi
romantici e, in quest’ultima categoria, Jules e
Jim è uno dei suoi migliori.
I due protagonisti sono amici che
vivono una vita definita dalla giovinezza e dalla spensieratezza
(il fatto che il tutto si svolga prima della Prima Guerra Mondiale
aumenta il senso di ottimismo), ed entrambi si innamorano della
stessa giovane donna, Catherine. Jules e Jim ha una certa
energia e vivacità che gli impediscono di sentirsi mai troppo
triste, anche se è forse uno dei film meno esteriormente
comici sulle storie d’amore che Truffaut ha realizzato.
Ciononostante, dovrebbe colpire coloro che sono giovani, coloro che
ricordano di esserlo stati o coloro che a volte si sentono ancora
giovani nel cuore.
Spettacolo di varietà (1953)
Vincente
Minnelli aveva alcuni tipi di film che generalmente si
limitava a realizzare, e li faceva tutti molto bene. Sapeva fare
melodrammi, era abile nelle commedie romantiche ed era forse più
apprezzato per i suoi musical classici. The Band
Wagon si mantiene complessivamente leggero, rimanendo
certamente lontano dal melodramma, ma vedendo Minnelli
affrontare i generi del romanticismo, della commedia e del musical
tutti insieme, e riuscendoci immensamente.
È un film in qualche modo
sottovalutato, che onestamente soddisfa lo stesso desiderio di
musical scanzonati più noti dell’epoca, come Cantando
sotto la pioggia e An American in
Paris (quest’ultimo diretto dallo stesso Minnelli).
The Band Wagon è incentrato su una commedia condannata a
cui partecipa una star del cinema in declino per rivitalizzare la
sua carriera, ma è tutto bonario, molto giocato sulle risate e c’è
pochissimo dramma. È un film colorato, affascinante, divertente e
con Fred Astaire al suo meglio. Cosa c’è da non
apprezzare?
Farewell to the Ark (1984)
Se volete, potete provare a
riassumere Addio all’Arca, ma la maggior
parte dei tentativi sarà vana. In linea di massima, il film ruota
attorno, diciamo, all’amore e al desiderio complicati, così come
alla solitudine, all’essere perseguitati dal passato, alla natura
fugace della memoria, ai misteri del tempo e alla follia. Il tutto
si svolge anche in una piccola località così bizzarra da far
sembrare la città di Twin Peaks come Normal, Illinois (sì, questo è il nome di una città
reale; si presume che lì sia abbastanza normale).
Addio all’Arca non è,
quindi, un romanzo tradizionale, ma guarda a un lato insolito della
vita e al tempo stesso affronta temi complicati – eppure
relativabili – all’interno di quello che potrebbe essere definito
il genere fantasy. È oscuro, ossessionante, rassicurante,
misterioso, da incubo e in un certo senso bellissimo allo stesso
tempo. Offre un’esperienza impossibile da descrivere a
parole, ma di sicuro è qualcosa che le parole e i pensieri non
riescono a descrivere, ma le sensazioni che è in grado di provocare
sono innegabili.
Dato il suo status di classico, si
può dire che i fan deGli orecchini di
Madame de… sono numerosi , maWes Anderson è tra i più quotati. Ha buon
gusto, perché questo classico film romantico/drammatico francese
prende una premessa semplice e ne ricava una grande complessità
tematica, trattandosi delle conseguenze che seguono la vendita di
un importante paio di orecchini allo scopo di uscire da un debito
di gioco.
I personaggi de Gli orecchini
di Madame de… sono generalmente benestanti, ma comunque
miserabili sotto molti aspetti, e vedono diminuire i privilegi del
loro stile di vita a causa dei continui incidenti che l’atto
iniziale della vendita comporta. Sulla carta potrebbe non sembrare
avvincente, ma il suo sguardo sulla classe e sull’amore – o sulla
sua mancanza – è sorprendentemente avvincente, e il controllo
mostrato nel raccontare la storia centrale è ammirevole, facendo
sembrare il tutto senza tempo.
Tropical Malady (2004)
Uno dei film
romantici/drammatici più sottovalutati del suo decennio,
Tropical Malady è un film diviso in due
metà: una abbastanza digeribile, l’altra più misteriosa e aperta
all’interpretazione. La prima metà del film segue la lenta
costruzione di una storia d’amore tra due uomini in Thailandia,
mentre la seconda metà cambia marcia e sembra essere – almeno in
superficie – incentrata sulla ricerca di uno sciamano nella
giungla.
Sia che si vogliano considerare le
due storie separatamente, sia che si voglia analizzare come la
seconda possa fare riferimento ad aspetti tematici della prima
(anche se in modo più oscuro), Tropical
Maladyè interessante, inquietante e
abbastanza ossessionante, comunque lo si voglia tagliare.
Lo stile diApichatpong Weerasethakulè difficile da
comprendere, ma Tropical Malady è probabilmente il punto
di partenza ideale; anche i suoi film successivi, come
Syndromes and a Century e
Memoria, sono avvincenti e presentano
strane vibrazioni simili.
Coproduzione
taiwanese/statunitense con un cast asiatico, Eat
Drink Man Woman può essere annoverato tra i più
grandi lavori di Ang Lee, il che non è poco. In
sostanza, la trama del film è piuttosto semplice: segue le tre
figlie di uno chef vedovo, esplorando i legami che hanno con il
padre e gli alti e bassi di tutte le loro vite amorose.
Eat Drink Man
Womanè a volte divertente e a volte un po’
pesante, ma mantiene un buon equilibrio
tonale ed esplora con successo le prove e le tribolazioni
del tentativo di far funzionare una relazione quando si è giovani
adulti. Chi è in vena di un bel dramma romantico dovrebbe vederlo,
ma attenzione: è il tipo di film che è meglio guardare a stomaco
pieno, perché c’è così tanto cibo dall’aspetto delizioso sullo
schermo che Eat Drink Man Woman rischia di far venire fame
alla fine del film.
Past Lives (2023)
Past Lives è una sorta di film
romantico e triste, incentrato sull’esplorazione di ciò che avrebbe
potuto essere piuttosto che sulla costruzione di qualcosa che
presumibilmente esisterà una volta che i titoli di coda inizieranno
a scorrere. La trama ruota attorno a due adulti che un tempo erano
amici d’infanzia che si riavvicinano e forse provano una sorta di
legame che va oltre l’amicizia… il che potrebbe causare
complicazioni, dato che uno dei due si è sistemato ed è
sposato.
È un film lento e spesso
silenzioso, ma Past Livesha la capacità
di sorprenderti e di rivelarsi disarmante e sorprendentemente
devastante. È un film che richiede la massima attenzione
per funzionare davvero, ma chi riesce a mettersi al suo livello lo
troverà emozionante come pochi altri, con il suo stato d’animo
generale e la sua capacità di straziare il cuore che lo rendono una
delle migliori uscite del 2023.
Come Past Lives,
Gli amanti del Pont Neuf è un altro film
d’amore piuttosto triste, ma a differenza di Past
Lives, Gli amanti del Pont
Neuf è più struggente e disperato che
tranquillamente dolceamaro. Si tratta di uno degli sforzi
più ambiziosi e diretti del sempre interessante Leos
Carax, e racconta la storia di due vagabondi
problematici che si innamorano, mentre affrontano le loro
rispettive vite che vanno in pezzi in modi diversi.
La cupezza di Gli
amanti del Pont Neuf lo rende un film
spesso difficile da guardare e, sebbene il tema centrale sia
l’amore, non sembra proprio il tipo di film d’amore che potrebbe
essere un buon film per un appuntamento. È un film che non
si fa scrupoli a rappresentare le difficoltà dei protagonisti e a
mostrare il lato più disperato e rabbioso dell’amore, un
sentimento che di per sé può suscitare forti emozioni, sia positive
che negative.
Io e Annie (1977)
Io e Annie è una specie di pietra miliare, che
si distingue per essere uno dei film più incentrati sul
romanticismo ad aver vinto il premio come miglior film agli
Oscar, e anche per essere uno dei vincitori più divertenti della
storia degli Oscar. Come molti altri film sull’amore, la trama al
centro è semplice: Io e Annie dura poco più
di 90 minuti e mostra come due persone si innamorano – e poi si
disinnamorano – mentre vivono a New York.
Molti grandi film romantici sono
onesti sull’amore, ma pochi di quelli usciti tanto tempo fa erano
così precisi e taglienti come Io e Annie. Non è
esattamente un film cinico, né si può definire anti-amore,
ma è più incline di molti film romantici a mostrare il lato
sconvolgente dell’amore e il modo in cui a volte le cose
non funzionano, anche se non c’è nulla come un crollo ardente o un
confronto violento a concludere le cose.
Estranei (All of Us
Strangers)
Un’inebriante miscela di low
fantasy, romanticismo e dramma molto duro che ha l’impressione di
poter diventare un giorno un classico,
Estranei (All of Us Strangers) è qualcosa di veramente
speciale e un film all’altezza degli elogi della critica. La storia
segue un uomo che si ritrova a riconnettersi – in qualche modo –
con i suoi genitori morti da tempo, incontrandoli e discutendo di
come è andata la sua vita, nello stesso momento in cui incontra
anche un uomo più giovane con cui inizia una relazione.
Estranei (All of Us Strangers)
esplora la solitudine, l’amore e il modo in cui l’infanzia modella
una persona, il tutto in modo straordinariamente organico, senza
mai risultare sciocco o eccessivamente ambizioso (e ci sono molti
punti in cui il film avrebbe potuto uscire dai binari in mani meno
esperte). Il film è emozionante per tutta la sua durata, e
colpisce in modo particolare nell’atto finale, e vanta
anche interpretazioni straordinarie da parte di un cast
sorprendentemente piccolo, composto da soli quattro attori
principali: Andrew Scott, Paul
Mescal, Jamie Bell e Claire
Foy.
Anche se Vacanze
romane non ha inventato del tutto il genere della
commedia romantica, può essere considerato un classico degli
anni ’50 che ha almeno contribuito a rimodellare ciò che il
pubblico oggi conosce come commedia romantica. È una sorta di
favola moderna, che segue la storia di una principessa europea che
si innamora di un reporter americano mentre si trovano entrambi a
Roma, seguendo la breve serie di avventure che vivono insieme.
È un film che rimane
incredibilmente affascinante e perfettamente agrodolce, e i 70 anni
trascorsi dalla sua uscita non hanno fatto nulla per privarlo del
suo umorismo o della sua forza emotiva. Il film è riuscito
in gran parte anche grazie alla chimica tra le sue star, Audrey
Hepburn e Gregory Peck, che fanno entrambi uno dei
loro migliori lavori (il che è tutto dire) in questo film del 1953;
un innegabile classico del suo genere.
I fan della pallacanestro e delle
storie d’amore saranno ovviamente innamorati di Love
& Basketball, che è un film sportivo, una
commedia drammatica e un film d’amore tutto in uno. Questa
imperdibile commedia sportiva è incentrata su due amici
d’infanzia, entrambi appassionati di basket, che si ritrovano a
provare dei sentimenti l’uno per l’altro una volta raggiunta l’età
adulta.
Come molti film incentrati sulle
storie d’amore, Love & Basketballanalizza i sacrifici o i compromessi che a volte è
necessario fare per far funzionare una coppia e si chiede
se le altre passioni della vita possano (o a volte debbano) avere
la precedenza. Il film esplora bene questi aspetti, bilanciando
diversi generi con grande efficacia – anche come film sportivo,
come suggerisce il titolo – e offrendo nel complesso un enorme
valore di intrattenimento.
Dato che West Side
Story è un aggiornamento del XX secolo di
Romeo e Giulietta di
Shakespeare, è abbastanza sicuro dire che forse
non è il miglior film d’amore da guardare per coloro che amano le
storie d’amore senza tragedie. Si tratta di due giovani che si
innamorano, nonostante provengano da percorsi di vita molto
diversi; in particolare, ognuno di loro è associato ai membri di
una diversa gang di strada, con una rivalità feroce e a volte
violenta tra le due bande.
West Side
Storyracconta questa epica storia d’amore
legata al crimine ed è allo stesso tempoun
musical davvero grandioso, pieno di canzoni memorabili
e di scene di danza coreografiche impressionanti. Il
remake di Steven Spielberg del 2021 lo ha aggiornato in
modo molto efficace (e, in alcuni punti chiave, migliorato), ma la
versione cinematografica originale del 1961 è ancora la più
essenziale e si sente più come un classico; il tempo ci dirà,
tuttavia, come le generazioni future si sentiranno riguardo alle
due versioni della stessa grande storia.
Cold
War dura meno di 90 minuti in totale e risulta
allo stesso tempo semplice e complesso. È un film dal ritmo
lento, che si concentra più o meno su un’unica storia d’amore
molto emozionante tra due improbabili amanti, ma ha anche un flusso
unico, a volte confuso, nelle sue varie scene, e mescola anche i
generi in modo abbastanza sicuro (è un film di guerra, una storia
d’amore, un dramma e un film musicale).
Anche le sue qualità tecniche lo
fanno risaltare, grazie all’accattivante fotografia in bianco e
nero e al rapporto di formato 1.37:1, piuttosto unico (almeno per i
film moderni). È un film strano e perfino perplesso, quindi forse
non è il film romantico più accessibile in assoluto, ma
vale la pena dare una possibilità aCold Warper sperimentare un
film davvero singolare.
La regista/ex attrice Sarah
Polley è nota soprattutto per il documentario
Stories We Tell del 2012 e per il
lungometraggio Women Talking del 2022, ma
il suo debutto nel lungometraggio è avvenuto con il meno noto film
d’amore Away from Her del 2006. Si tratta
di un’improbabile storia d’amore che nasce tra due anziani in una
casa di riposo: uno è affetto dal morbo di Alzheimer e l’altro è
una persona che usa una sedia a rotelle ed è muto.
Naturalmente, dato l’argomento
trattato, si tratta di una storia pesante, ma che probabilmente
darà un forte impatto emotivo a coloro che si sentono pronti a
vivere una storia così intensa.
AncheAway from Herè tenero ed empatico, e gestisce la storia – e il dramma
dei personaggi – con grazia e attenzione, oltre a essere
degno di nota per contenere una delle più grandi interpretazioni
mai date dalla leggendaria attrice Julie
Christie.
I
film d’animazione Disney non sono molto più acclamati de
La bella e la bestia del 1991,
che ha il merito di essere il primo film d’animazione ad aver
ottenuto una nomination come miglior film agli Oscar. La storia è
familiare ma ben raccontata: si tratta dell’improbabile storia
d’amore che si sviluppa tra una giovane donna e un principe che è
stato trasformato in una bestia.
Naturalmente, lei è anche sua
prigioniera, almeno all’inizio. Potrebbe essere scomodo, ma
la storia è gestita sorprendentemente bene e ha quella rara
qualità senza tempo che hanno tutti i più grandi film
Disney. È un film d’animazione adatto alle famiglie,
divertente e romantico, che merita certamente il suo status di
classico. Vale la pena di vedere anche La bella e la bestia in
live-action del 1946, un film decisamente migliore del film
live-action Disney del 2017.
La persona peggiore del mondo
(2021)
La persona peggiore del
mondo è la prova che non tutti i grandi film d’amore
sono necessariamente ottimi film per appuntamenti. Questo dramma
romantico norvegese, infatti, non teme di essere molto reale e a
volte sorprendentemente triste, seguendo una giovane donna che
lotta con i lati professionali e romantici della sua vita e che
sente sempre più di non avere un posto in un mondo in rapido
cambiamento.
Per chiunque abbia provato
intensamente le difficoltà di avere 20 o 30 anni e non avere idea
di dove stia andando la propria vita, questo film può essere
catartico. The Worst Person in the Worldoffre una grande quantità di commenti e approfondimenti
sulle difficoltà degli appuntamenti moderni e, come tale,
è un film fantastico che affronta le realtà del romanticismo… solo
che non è del tutto romantico in modo tale da renderlo un buon film
per appuntamenti nel senso tradizionale del termine. Tuttavia, può
essere facilmente definito uno dei migliori film del 2020.
Gli appassionati di cinema spesso
indicano il 1939 come uno dei più grandi (o più importanti) anni
della storia del cinema, grazie all’elevato numero di influenti
classici usciti in quel periodo. Uno di questi titoli storicamente
significativi è Via col vento, un film
gigantesco in termini di durata, portata e incassi.
Gran parte del film si svolge
durante la Guerra Civile Americana, quindi, pur sembrando un film
storico drammatico/di guerra, la storia d’amore tra i due
protagonisti – Rossella O’Hara e Rhett Butler – è al centro
dell’attenzione. È tutto molto esagerato e melodrammatico (senza
contare che le parti non romantiche del film possono risultare
scomode per diversi motivi), ma Via col
ventorimane un’epopea
romantica di riferimento e si sviluppa fino a un
finale che è indubbiamente leggendario.
Uno dei film più avvincenti diretti
dal sempre interessante e un po’ sottovalutato Todd
Haynes, Carol è un buon film reso
grande dalle due interpretazioni principali di Cate
Blanchett e Rooney Mara. Il film segue
una donna più giovane che si innamora di una donna più anziana,
anche se sorgono complicazioni perché la donna più anziana è
sposata, e tutto ciò accade durante i ben più conservatori anni
’50.
Carolè uno dei migliori film d’amore a memoria d’uomo per il
modo in cui gestisce la sua storia, che risulta
accessibile pur restando lontana dai cliché o dai tropi. Inoltre,
cattura il periodo storico con grande dettaglio e, nel caso aveste
bisogno di altri motivi per guardarlo, è anche un
film natalizio
a sorpresa, che lo rende un film perfetto da guardare per chi
si sente romantico durante le feste.
La storia fantastica (1987)
La storia fantastica è uno di quei film che
finisce per sentirsi appartenere a molti generi, ma bilancia
incredibilmente bene tutti i suoi vari toni ed elementi di genere.
In fondo, però, si tratta di una favola con al centro la storia
d’amore tra una principessa e un bracciante, anche se è anche
un’interpretazione comica e delicatamente satirica delle avventure
fiabesche stesse.
È sorprendente che funzioni così
bene, ma il nucleo della storia d’amore e l’equilibrio di
tutto il resto sono ciò che rendeLa
principessa sposaun classico
innegabile. Anche se all’inizio lo spettatore si troverà a
simpatizzare con il personaggio del nipote (“È un libro di baci?”),
alla fine sarà probabilmente conquistato dal fascino del film. In
effetti, potrebbe non essere troppo azzardato etichettare questo
amato film come uno dei film più vicini alla perfezione di tutti
i tempi.
Ang Lee è un regista che ha
realizzato film che spaziano in un’ampia varietà di generi, anche
se sembra particolarmente bravo ad affrontare film d’amore. Mentre
Crouching Tiger, Hidden Dragon
mescola romanticismo e arti marziali (e si dà il caso che
sia anche uno dei migliori film d’azione di tutti i tempi ),
il suo adattamento del romanzo di Jane Austen Ragione e
sentimentoriguarda
principalmente il romanticismo.
È ambientato verso la fine del 1700
e segue un gruppo di sorelle che devono affrontare la vita, l’amore
e il dolore dopo che il marito della madre viene lasciato senza
eredità dopo la sua morte. È un film d’epoca affascinante,
con un grande cast, e si distingue per la sceneggiatura, premiata
con l’Oscar, scritta da
Emma Thompson, che è anche la protagonista del
film.
All That Heaven Allows (1955)
Screenshot dal film All That Heaven Allows
Chi ama i film d’amore con un forte
contenuto di melodramma non deve cercare oltre la filmografia di
Douglas Sirk. L’autore è noto soprattutto per
i suoi melodrammi della metà del ventesimo secolo, caratterizzati
da emozioni forti, colori audaci e da una recitazione molto
teatrale, che si adatta alla natura generale e roboante delle
storie che amava raccontare.
All That Heaven
Allowsè forse il suo film più famoso per
quanto riguarda lo stile per cui era conosciuto, e
descrive la storia d’amore scandalosa (per l’epoca) che sboccia tra
una vedova e un uomo più giovane che non appartiene alla sua classe
sociale (gasp!). È un genere di cose che oggi sembra superato, ma
se lo si guarda con la lente appropriata, c’è qualcosa che attira
l’attenzione in ciò che viene offerto e, innegabilmente, Sirk era
di una classe a sé stante per l’epoca.
Da non confondere con l’omonimo
bizzarro film di Jean-Luc Godard del 1967,
Weekend (2011 ) è uno dei migliori
e più sottovalutati
film LGBTQ+ dell’ultimo decennio o giù di lì. Parla di due
uomini che si incontrano in un locale gay e scoprono che i loro
sentimenti reciproci crescono inaspettatamente, nonostante
l’intenzione sia quella di una semplice storia di una notte,
piuttosto che di una storia di più notti.
Il tutto è presentato in modo molto
umano e concreto, ed è proprio il realismo e la natura
concreta diWeekenda
renderlo sorprendentemente potente. Dal punto di vista
tonale e visivo, è l’esatto contrario di un film d’amore
melodrammatico come il già citato Tutto quello che il cielo
permette, il che dimostra quanto possano essere versatili i
film sul legame umano e sull’amore.
Accadde una notte (1934)
Screenshot dal film Accadde una notte (1934)
Le commedie screwball della
vecchia scuola hollywoodiana non sono molto migliori o più
iconiche di Accadde una notte.Fu
un film rivoluzionario per l’epoca, uno dei migliori mai realizzati
dal leggendario regista Frank Capra, e gettò le basi per
quella che sarebbe diventata la moderna commedia romantica,
mettendo insieme un uomo e una donna che cercano entrambi di
raggiungere lo stesso obiettivo, ma che all’inizio non si
piacciono… per poi sviluppare forti sentimenti per l’altro man mano
che la storia si avvicina alla fine.
È sorprendente quanto sia ancora
divertente e divertente, anche se ormai è vecchio di decenni, e ha
influenzato molte altre grandi commedie sentimentali che, certo, si
sentono più moderne. Rimane comunque affascinante e accattivante
ancora oggi, e si distingue anche per essere uno dei soli tre film
ad aver vinto i “5 grandi” premi agli Oscar.
Ritratto della giovane in fiamme (2019)
Ritratto di signora in fiammeè una storia d’amore a fuoco lento nel miglior modo
possibile. È ambientato alla fine del 1700 e segue due
donne su un’isola: una è una pittrice incaricata di dipingere un
ritratto nuziale dell’altra donna, che è misteriosa e riservata, ma
presto le due rivelano i loro sentimenti l’una per l’altra e così
inizia una storia d’amore appassionata ma di breve durata.
Il 2019 è stato uno dei migliori
anni per il cinema a memoria d’uomo e Ritratto di signora in
fiamme è stato uno dei migliori film usciti in questi 12 mesi.
È recitato in modo fantastico, ha un ritmo deliberato senza essere
noioso, è ricco di immagini suggestive e contiene una scena finale
che, una volta vista, è difficile da dimenticare. Ritratto di
una donna in fiamme è un film che ha certamente consacrato
Céline Sciamma come regista da tenere d’occhio
in futuro.
Ci sono molti modi in cui un
musical romantico vecchio stile, ambientato nella Los Angeles
distaccata e hipster degli anni 2010, avrebbe potuto finire in un
disastro, ma La La Land è stato in qualche modo un
grande successo. La storia è semplicissima: due giovani si
innamorano, ma poiché entrambi sono appassionati della loro vita
professionale, c’è tensione e la possibilità che le cose non
funzionino a lungo termine.
La La
Landè un film molto equilibrato, che inizia
in modo leggero e divertente, diventa un po’ più pesante nella
seconda metà, per poi arrivare a un finale sorprendente,
inevitabile e dolceamaro. Per tutti gli altri musical successivi al
2016 che vogliono catturare la grandezza e la natura travolgente
dei musical della vecchia scuola in un ambiente moderno, La La
Land ha fissato l’asticella spaventosamente in alto, essendo
un grande musical di tutti i tempi.
Aurora (Sunrise: A Song of Two Humans, 1927)
Aurora
(Sunrise:A Song of Two
Humans)è stato uno dei primi film a
vincere il premio come miglior film agli Oscar… più o meno. Nella
prima cerimonia degli Academy Awards, c’erano due premi per il
miglior film, uno chiamato “Outstanding Picture” (film eccezionale)
e l’altro chiamato “Unique and Artistic Picture” (film unico e
artistico), e Sunrise vinse quest’ultimo, mentre l’epico
film di guerra/romanzo/azione Wings vinse il premio per il
miglior film.
Da allora è stato considerato il
“minore” dei due vincitori originali del premio per il miglior
film, grazie al fatto che il premio per il film unico e artistico è
stato assegnato solo una volta. Tuttavia, è difficile
sostenere cheSunrise:A Song of Two Humansnon
meritasse il riconoscimento, perché si tratta di un dramma
romantico girato in modo creativo e innovativo per il suo
tempo, e rimane uno dei film più facili da vedere
dell’epoca del muto.
Titanic potrebbe essere il film
romantico più letale di tutti i tempi, perché è un film che mira ad
essere un dramma romantico e un
film catastrofico allo stesso tempo. E riesce sorprendentemente
bene a fare entrambe le cose, anche se con una durata di oltre tre
ore, può certamente permettersi il tempo e lo spazio per essere
essenzialmente due film in uno. Per molti versi, ha rappresentato
il momento in cui il regista James Cameron ha realizzato il suo pieno
potenziale come regista di blockbuster.
Jack e Rose formano una delle
coppie più famose della storia del cinema, con il loro
amore tragicamente breve che dà aTitanicil suo cuore e
sicuramente è uno dei motivi principali per cui è così amato. Il
film è anche un film catastrofico, con le sequenze
dell’affondamento della nave che resistono ancora oggi, rendendo
Titanic un film emotivo e difficile da sopportare su due
fronti.
In Prima dell’alba (Before Sunrise, 1995) due giovani
iniziano una conversazione in treno. Sono entrambi in viaggio e
decidono di continuare a passare del tempo insieme a Vienna. Ognuno
di loro riconosce di dover prendere strade diverse al mattino, ma
con il passare della notte si innamorano sempre di più l’uno
dell’altra, rendendo la loro separazione molto triste.
Tuttavia, la loro storia non
finisce qui: i sequel Prima del tramonto (2004 ) e
Prima di mezzanotte (2013 )
mostrano cosa succede quando i due si ritrovano per caso e decidono
di avere una relazione insieme. Per quanto i due seguiti siano
fantastici, Before Sunriseè
quello più romantico e sentito, mentre gli altri due film
sono un po’ più incentrati sul dramma, dato che i personaggi
invecchiano naturalmente molto tra un film e l’altro.
Moonlight (2016)
Moonlight è un film che è certamente
più di una “semplice” storia d’amore, anche se ciò gioca un ruolo
considerevole nell’unica storia di crescita che il film
racconta. Il primo terzo del film segue un ragazzo di nome
Chiron, mentre il secondo atto mostra la sua vita da adolescente e
l’ultimo atto del film lo vede protagonista da giovane adulto.
Una parte della storia di
Chiron riguarda il suo modo di affrontare la propria sessualità e
il legame che si sviluppa tra lui e Kevin, anch’egli
mostrato in tre diverse età nel corso del film. Il regista
Barry Jenkins ha fatto seguire a
Moonlight il dramma romantico If Beale
Street Could Talk, dimostrando ulteriormente la
sua maestria nei film incentrati su relazioni intime e
personali.
Lei (Her, 2016)
La premessa di Lei
(Her) sembra inizialmente assurda, il
che rende la natura potente del film ancora più sorprendente e
d’impatto per gli spettatori disposti a dargli una possibilità. Si
tratta essenzialmente di un uomo del futuro che si innamora di un
sistema operativo che dovrebbe fungere solo da assistente
personale.
Utilizza questa premessa
per esplorare il rapporto (qui letterale) dell’umanità con la
tecnologia, e il modo in cui questa può a volte far sentire le
persone lontane dagli altri, e a volte avvicinarle. Per
quanto riguarda i film di fantascienza,Herè piuttosto delicato e ritrae
un futuro più caldo rispetto alla maggior parte dei film,
anche se a volte può essere un film commovente e persino
emozionante da guardare. Il fatto che contenga anche una delle
migliori interpretazioni di Joaquin Phoenix contribuisce a rendere
Her un classico moderno.
Cinema Paradiso (1988)
Facilmente collocabile tra i più grandi film italiani di
tutti i tempi, Cinema Paradiso è
quanto di più vicino alla perfezione ci sia al cinema. È un dramma
di formazione che inizia poco dopo la fine della Seconda Guerra
Mondiale e copre diversi decenni successivi, raccontando di un
ragazzo che sviluppa un amore per il cinema e si propone di
diventare un grande regista.
Il film dedica un po’ di tempo all’innamoramento del
protagonista, anche se alla fine è forse la sua passione per il
cinema a costituire l’elemento “romantico” più forte del film. È un
film che parla di quanto le persone amino i film e di come i film
rafforzino i sentimenti d’amore e diano l’opportunità alle persone
di presentare storie di crepacuore, romanticismo e tutto ciò che
sta in mezzo. Essendo la lettera d’amore definitiva al cinema,
Cinema Paradisoè probabilmente
uno dei film più romantici di tutti i tempi.
Harry, ti presento Sally… (1989)
Quando Harry ti
presento Sally è uno dei migliori film degli anni ’80 e forse il gold standard
della commedia romantica tradizionale. Per quanto riguarda le
semplici storie di persone mal assortite che inizialmente si
detestano, ma che crescono provando sentimenti l’una per l’altra, è
essenzialmente un pareggio tra questo e Accadde una notte
quando si tratta di stabilire quale sia la più iconica.
Grazie a due interpretazioni
iconiche di Billy Crystal e Meg
Ryan e a una sceneggiatura tagliente di Nora
Ephron, Quando Harry ti presento
Sallyè uno spasso da guardare dall’inizio
alla fine. Quando le battute sono così coerenti e la
chimica è così credibile come in questo caso, anche coloro che non
amano i film d’amore con una formula troveranno questo film
difficile da resistere.
Happy Together (1997)
Wong Kar-wai è un
regista che realizza spesso film incentrati sull’amore e sulle
relazioni, anche se di solito si concentra sulle parti più emotive
o difficili dell’amore. Mentre un film come Chungking
Express esplora sentimenti agrodolci come la
nostalgia e la (romantica) solitudine, il suo film del 1997
Happy Together parla in definitiva di una
relazione che va in pezzi.
Il film è incentrato su una coppia
gay che crede che una vacanza possa aiutare a ricucire il loro
rapporto in crisi, solo per scoprire che le cose peggiorano quando
vanno via insieme. Non è un film divertente o facile da guardare,
ma è incredibilmente potente e ben recitato, e per quanto riguarda
i film d’amore più cupi incentrati sulle rotture, è senza dubbio
uno dei migliori. Come studio del personaggio e
comefilm d’amore sul tema della
rottura,Happy
Togetherè innegabilmente un
successo.
Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind,
2004)
La premessa di
Eternal Sunshine of the Spotless Mind
è subito intrigante, dato che ruota attorno a due persone
che, dopo essersi lasciate, si sottopongono entrambe a una
procedura che cancella tutti i ricordi del loro ex. Alla fine, le
loro strade si incrociano di nuovo e si creano situazioni difficili
quando si rendono conto che si conoscevano in modo così intimo.
Ancora una volta, si tratta di un
film d’amore che parla degli aspetti tristi di una relazione, ma
queste storie sono altrettanto valide – e importanti – di quelle
più solari. Eternal Sunshine of the Spotless
Mindsi presenta come un film struggente,
triste, ma non del tutto privo di speranza, e la sua
storia unica e le sue immagini suggestive lo rendono un film
difficile da dimenticare, proprio come una persona importante che
si conosceva. Se mi lasci ti cancello in streaming è disponibile
sulle seguenti piattaforme:
I giorni del cielo (1978)
Screenshot dal film I giorni del cielo (1978)
SebbeneI giorni del cieloparli
di un triangolo amoroso complicato e alla fine pericoloso, è uno di
quei film in cui la trama sembra passare in secondo piano.
Le interazioni romantiche sono credibili, certo, ma gran parte
della passione e della spettacolarità del film sono dovute al modo
in cui è girato e alla musica di Ennio
Morricone.
È difficile da spiegare a parole,
ma c’è qualcosa di inebriante e commovente nell’insieme, anche se
sulla carta la storia sembra un po’ banale e nel complesso è un
film piuttosto semplice. Tuttavia, è difficile negare che pochi
registi siano in grado di realizzare film così belli come
Terrence Malick al suo apice, e I
giorni del cielo potrebbe essere il suo film migliore, e forse
uno dei migliori per i neofiti che si avvicinano al suo unico – e
talvolta scoraggiante – corpus di opere. I giorni del cielo in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Sebbene non abbia vinto l’Oscar per
il miglior film (qualcuno si ricorda davvero di
Crash?), Brokeback Mountain rimane
ancora oggi uno dei migliori film di Ang Lee e,
probabilmente, il miglior film del 2005. Si tratta di una
tragica storia d’amore gay di due cowboy che, negli anni ’60, si
incontrano e si innamorano l’uno dell’altro, anche se in un’epoca
in cui l’essere gay era considerato tabù e inaccettabile per
molti.
Sembra che ci siano più film di
storie d’amore tragiche gay che di storie d’amore tragiche
eterosessuali, anche se la situazione sembra essere cambiata negli
ultimi anni. Questo può rendereBrokeback Mountainuna visione
difficile a volte, ma è difficile negare la potente regia e la
recitazione in mostra qui, con le migliori interpretazioni
della carriera di Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. I segreti di Brokeback
Mountain in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
In the Mood for Love è forse il film
più famoso di Wong Kar-wai e – non sorprende, visto il titolo –
uno dei suoi film più romantici. Detto questo, gli elementi
romantici sono molto attenuati, anche se il film di Wong Kar-wai è
tutto incentrato sull’amore, sul crepacuore e sul
desiderio, e sul modo in cui queste cose possono
complicare la vita di una persona.
È un film lento e molto sobrio, ma
rimane impresso nella mente per molto tempo dopo la visione. In
effetti, sono l’aspetto evocativo, il suono e l’atmosfera generale
del film a rendere In the Mood for Love così memorabile,
perché la trama è, sulla carta, estremamente semplice. È un
classico del cinema internazionale per un motivo preciso e si è
guadagnato lo status di uno dei film di Hong Kong più conosciuti di
tutti i tempi. In the Mood for Love in streaming è disponibile
sulle seguenti piattaforme:
Luci della città (City Lights, 1931)
Un dramma romantico ben ritmato che
non perde tempo, Luci della città è uno
dei migliori film di Charlie Chaplin, e
certamente il suo miglior film romantico, essendo persino più forte
di tutti i grandi film in cui recitò e/o diresse durante gli anni
Venti. Il film segue il personaggio di Charlot di Chaplin mentre si
innamora di una fioraia cieca e si impegna a fare il possibile per
aiutarla a raccogliere abbastanza denaro per sottoporsi a
un’operazione che le restituirà la vista.
Luci della
cittàè divertente, commovente e agrodolce in
tutti i momenti giusti, sembrando un film essenzialmente
perfetto per la maggior parte della sua durata. I migliori film di
Chaplin sono innegabilmente senza tempo e, dato che Luci della
città è in assoluto uno dei suoi migliori, è anche quello che
sembra più resistente all’invecchiamento o all’affievolimento del
suo impatto nel tempo.
I film d’amore non sono
migliori diCasablanca.Realizzato e ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale,
segue due amanti che si incrociano per caso e vedono riaccendersi i
loro sentimenti, con l’unico problema che uno dei due si è stancato
nel tempo a causa dell’amore perduto e l’altro si è risposato.
La storia si allarga naturalmente,
grazie al fatto che è ambientata nella Seconda Guerra Mondiale, e
così i personaggi si trovano a fare i conti con la posta in gioco
personale e con il modo in cui le loro azioni si ripercuoteranno
sul mondo intero. Il film riesce a portare a termine questa storia
ambiziosa con un ritmo serrato, molti personaggi secondari
memorabili, un umorismo sorprendentemente divertente e un ritmo che
sembra ancora piuttosto veloce, anche per gli standard moderni. È
difficile sbagliare, è un classico in tutti i sensi e si colloca
meritatamente come il più grande film d’amore di tutti i tempi.
Casablanca in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Dopo il finale della
quarta stagione, Apple
TV+ ha annunciato che l’acclamata serie di spionaggio “Slow
Horses” avrà una sesta stagione, composta da sei
episodi. La serie, vincitrice di Emmy e BAFTA, ha come protagonista
il premio Oscar® Gary Oldman, che ha ricevuto nomination ai
Golden Globe, agli Emmy e ai BAFTA per la sua straordinaria
interpretazione dell’amato e irascibile Jackson Lamb. Il finale
della quarta stagione di “Slow Horses” è stato trasmesso lo scorso
9 ottobre su Apple TV+.
«Il pubblico di tutto il mondo
si è innamorato di “Slow
Horses” e sono lieto che Gary Oldman guiderà questo
cast stellare in un’altra avventura tagliente e ricca di
azione», ha dichiarato Jay Hunt, direttore creativo per
l’Europa di Apple TV+.
“Slow Horses” è stata celebrata come
“senza dubbio la migliore serie di spionaggio vista in
televisione”, “uno spy thriller epico”, “assolutamente brillante” e
“dannatamente bello”. Acclamata come “dark comedy divertente e più
serrata dei bottoni della camicia macchiata di salsa di Lamb”. La
serie presenta “un mondo perfettamente realizzato, una
sceneggiatura superba, un cast stellare sempre al top e grande
azione”, uno show che “migliora sempre di più”. Tutte e quattro le
stagioni di “Slow Horses” hanno ottenuto un punteggio Certified
Fresh, due stagioni hanno ricevuto un rating del 100% su Rotten
Tomatoes, mentre l’apprezzamento di pubblico e critica è andato in
crescendo di stagione in stagione.
La sesta stagione vede gli Slow
Horses in fuga, mentre Diana Taverner li trascina tutti in un gioco
di ritorsioni e vendette ad alto rischio.
“Slow Horses” è un dramma di
spionaggio dallo humor cupo e segue una squadra di agenti
dell’intelligence britannica che prestano servizio in un
dipartimento della discarica dell’MI5, noto in modo non affettuoso
come Slough House. Gary Oldman interpreta Jackson Lamb, il
brillante e irascibile leader delle spie che finiscono a Slough
House a causa di errori che hanno messo fine alla loro carriera,
poiché spesso si ritrovano a vagare tra il fumo e gli specchi del
mondo dello spionaggio.
Il cast comprende la candidata
all’Oscar® Kristin Scott Thomas, il candidato all’Emmy Jack Lowden,
Saskia Reeves, Rosalind Eleazar, Christopher Chung, il candidato al
BAFTA Award Samuel West, Aimee-Ffion Edwards, Ruth Bradley, Tom
Brooke, Joanna Scanlan e il candidato all’Oscar® Jonathan
Pryce.
La serie è prodotta per Apple TV+ da
See-Saw Films, con Jamie Laurenson, Hakan Kousetta, Julian Stevens,
Iain Canning, Emile Sherman, Adam Randall, Gail Mutrux, Douglas
Urbanski e Gary Oldman come produttori esecutivi. La sesta stagione
è adattata per la televisione dalla co-produttrice esecutiva Gaby
Chiappe, mentre Adam Randall torna alla regia.
Le prime quattro stagioni complete
di “Slow Horses” sono disponibili in streaming su Apple TV+ e
recentemente è stata annunciata anche una quinta stagione che sarà
adattata dal quinto romanzo, “London Rules”.
È un senso di speranza a chiudere
Megalopolis di Francis Ford Coppola (qui
la nostra recensione). Il film, in
lavorazione da decenni, vanta come noto un cast all-star con
Adam Driver, Giancarlo Esposito, Nathalie
Emmanuel e altri e sin dalla sua
presentazione al Festival di Cannes, le recensioni di
Megalopolis sono state contrastanti, con molte di esse che si
concentrano proprio sul suo finale, che per quanto criptico lascia
appunto emergere un messaggio di speranza per il futuro, nonostante
la consapevolezza di un presente quantomai torbido.
La trama di Megalopolis
Megalopolis è un’epopea romana
ambientata in un’America moderna e immaginaria. La città di New
Rome sta cambiando, causando aspri conflitti tra Cesar
Catilina (Adam
Driver), geniale artista che cerca di proiettarsi in
un futuro utopico e idealistico, e la sua nemesi, il sindaco
Franklyn Cicerone (Giancarlo
Esposito), reazionario e legato a uno status quo
regressivo, avido e corrotto. Tra i due si inserisce
Julia (Nathalie
Emmanuel), la figlia del sindaco che, essendo
innamorata di Cesar Catilina, si trova a dover scegliere in chi
riporre la propria lealtà e a chiedersi cosa merita, davvero,
l’umanità.
Cosa succede nel finale del film?
Il film si conclude con Crassus
(Jon Voight) che uccide la moglie Wow Platinum
(Aubrey
Plaza) e spara a Clodio (Shia
LaBeouf) con una freccia dopo che questi ha cercato di
organizzare un colpo di stato per la sua società. Crasso ambisce ad
essere ricordato come un uomo buono, donando tutti i suoi soldi al
nipote Cesar. Nel frattempo, Clodio è scioccato quando il popolo di
New Rome gli si rivolta contro. Mentre il popolo inizia a inveire
anche contro Cesar Catilina e il sindaco Cicerone, questi ultimi,
insieme alla figlia Julia e al figlio suo e di Cesar, si danno alla
macchia.
Cesar tiene un discorso al popolo di
Nuova Roma, che finalmente accetta il suo sogno per la città. La
notte di Capodanno, Cesar apre Megalopoli al pubblico, che potrà
godere di un’utopia che si evolverà insieme a loro. Cicero fa però
promettere a Cesare che costruirà nobilmente e i due si
riconciliano. Quando Cesar e Julia fermano il tempo intorno a loro,
solo il loro bambino non si blocca, mentre il film finisce. Tutto
questo avviene all’interno di un contesto quantomai caotico e sono
numerosi gli elementi che necessitano di una spiegazione più
approfondita, che proponiamo qui di seguito.
Perché Crassus aiuta Cesar nel
finale?
Hamilton Crassus III era il capo
della Crassus National Bank. Ha trascorso la maggior parte di
Megalopolis a giudicare Clodio perché non era
pronto ad assumere il controllo della sua azienda, ma mentre dava
sempre fiducia a Cesar, voleva che Clodio gli succedesse. Crassus,
che non era considerato l’uomo più gentile in cui imbattersi, alla
fine di Megalopolis cerca di ottenere proprio
questo effetto. Cedendo i suoi beni e il suo denaro a Cesar,
Crassus pensa di essere considerato come un uomo buono, in
particolare perché suo nipote è ora amato dalla New Rome.
Suo figlio Clodio, invece, è
estremamente odiato dopo il discorso di Cesar e l’apertura di
Megalopolis. Crassus pensa dunque innanzitutto alla sua eredità. Se
avesse consegnato le redini a Clodio e a Wow, Crassus non sarebbe
stato ricordato come una brava persona. In definitiva, il suo
ripensamento è stato dettato semplicemente dalla necessità di
proteggere la sua reputazione piuttosto che di fare qualcosa per
pura bontà d’animo.
Cosa significa l’apertura di
Megalopolis per il futuro di Cesar e di New Rome
Dopo tanto tempo, Cesar ha
finalmente aperto Megalopolis al pubblico. La città, costruita con
Megalon, era come uno scenario da sogno. I cittadini di New Rome
potevano godere di Megalopolis a loro piacimento, senza alcun
vincolo. L’apertura della città offre inoltre una speranza per New
Rome. Le persone possono vivere e lavorare in un luogo che si
rivolge a loro senza dover fare affidamento sui funzionari del
governo, che – come suggerisce il film – non sempre hanno a cuore
gli interessi delle persone. Megalopolis è stata progettata come
un’utopia che cresce insieme a loro. Si tratta di un grande
cambiamento rispetto alla gestione della vecchia città, dove
corruzione, avidità e potere la fanno da padrone.
L’apertura di Megalopolis ha anche
consolidato il futuro di Cesar, che probabilmente verrà etichettato
come un genio che ha contribuito a salvare le persone negli anni a
venire. Ha guadagnato la fiducia della popolazione di New Rome e
questo probabilmente lo manterrà in prima linea nella gerarchia
della città. Con i soldi di Crassus, il futuro della sua famiglia e
della sua azienda, Design Authority, è al sicuro. Anche se non è
chiaro come Megalopolis si comporterà in futuro, o come l’ego di
Cesar sarà alimentato dopo la sua apertura, l’utopia ha creato un
senso di speranza e prosperità per Cesar e per i cittadini di New
Rome.
Come Cesar ha creato Megalon e come
funziona questo elemento
Cesar ha creato Megalon dopo la
morte della moglie. Mentre cercava di salvarla, Cesar fu colpito
dal principio di Megalon dopo aver scoperto che era incinta di due
gemelli quando morì. Megalon è dunque un’estensione della speranza
di Cesar, un modo per creare qualcosa che avrebbe assicurato il
mondo alle generazioni future. Sebbene non sia chiaro come Cesar
abbia fabbricato Megalon, Megalopolis lo mostra ad
un certo punto con in mano il cuore di sua moglie, la cui auto è
caduta nel fiume. Megalon è anche apparentemente fuso con un pezzo
di capelli della moglie, il che suggerisce che solo la vita può
creare la vita.
La realtà è che Megalon rimane
grossomodo un mistero per tutta la durata del film, ma Coppola ne
rivela alcune qualità. La sostanza sfuggente può apparentemente
causare allucinazioni, in quanto Cesar vede spesso cose che non ci
sono. Le gocce di Megalon possono anche guarire le persone, come
accade al volto di Cesar dopo che gli hanno sparato. Il materiale è
anche ciò di cui è fatta Megalopolis, può trasformarsi in qualsiasi
cosa (edifici, passerelle, ecc.) ed è autosufficiente. Megalon può
anche controllare il tempo e rendere invisibili le cose a suo
piacimento. È una sostanza magica che apparentemente può fare
qualsiasi cosa, evolvendosi contemporaneamente agli esseri
umani.
Come può Cesar controllare il
tempo?
Date queste qualità di questo
elemento, Cesar può controllare il tempo a Megalopolis
sostanzialmente proprio perché ha creato Megalon, che ha la
capacità di piegare il tempo e lo spazio intorno a sé. Ma solo lui
può fermarlo e farlo ripartire, probabilmente perché Megalon è una
sua esclusiva creazione. Inoltre, sembra che Megalon sia collegato
alle emozioni di Cesar: quanto più egli nutre speranze per il
futuro di Megalon, tanto più facilmente riusce a controllare il
tempo.
Quando questa speranza viene meno
per un po’, Cesar smette di essere in grado di fermare il tempo a
suo piacimento. Megalon potrebbe dunque essere visto come la
manifestazione fisica della speranza di Cesar. Quando Julia inizia
a sperare abbastanza per entrambi e crede in ciò che Cesar è in
grado di fare per la gente di New Rome con Megalon, la sua capacità
di controllare il tempo ritorna e si dimostra più forte che
mai.
Perché la bambina di Cesar e Julia
non si blocca quando il tempo si ferma?
La bambina di Cesar e Julia è
l’unico a non bloccarsi quando i genitori hanno fermato il tempo
alla fine del film. Se Megalon era legato alla speranza di Cesar e,
per estensione, di Julia, allora ha senso che la loro bambina sia
la manifestazione di quella speranza in tutti i sensi. Cesar voleva
creare un futuro migliore per la prossima generazione e sua figlia
ne fa parte. Il fatto che la bambina non si sia lasciata
scoraggiare dall’arresto del tempo suggerisce che il suo controllo
su Megalon sia ancora più potente di quello del padre.
È anche possibile che non si sia
bloccata perché non ha idea di cosa sia il tempo e di come
funzioni. Il tempo per lei è appena iniziato, non sta andando né
troppo veloce né troppo lento, è semplicemente così. Di certo, è
Cesar che può stare fuori dal tempo mentre questo si ferma, ma ora
è sua figlia a poterlo fare, il che significa semplicemente che il
padre sembra averle ha trasmesso le sue capacità.
Che fine ha fatto il satellite che
cade sulla Terra?
Nella prima metà di
Megalopolis, un satellite stava cadendo sulla
Terra dallo spazio e si stava preparando a precipitare da qualche
parte in Canada. Tuttavia, in seguito è stato rivelato che il
satellite abbandonato sarebbe atterrato a New Rome. Non viene mai
mostrato completamente cosa sia successo, vengono mostrati solo due
pezzi di detriti che cadono dal cielo, suggerendo che il satellite
è finalmente caduto nell’atmosfera terrestre portando scompiglio e
morte tra la popolazione di New Rome. Tuttavia, i danni sembrano
non aver eliminato ogni traccia di vita, che anzi a partire da lì
si trasforma.
Il vero significato del finale di
Megalopolis
Megalopolis, in
ultima analisi, si concentra molto sull’avidità, il potere e il
denaro, oltre che sui rapporti tesi tra i ricchi, ma il suo finale
è tutto incentrato sulla speranza. Speranza nel futuro, nel
cambiamento, nel lavorare insieme nonostante un passato
conflittuale e nel costruire qualcosa di duraturo per l’umanità. Il
finale del film parla del desiderio di qualcosa di migliore per la
prossima generazione e di lavorare per raggiungere questo obiettivo
senza distrazioni. Megalopolis sottolinea il
valore della speranza in un mondo che ne è apparentemente privo, la
volontà di fare a meno dei politici e dell’incuria dei ricchi nei
confronti del popolo per creare qualcosa di prezioso e che salvi la
vita, cosa che Cesar riesce infine a fare.
Manca un mese al
mega-evento di pugilato dei pesi massimi, annunciato da Netflix e Most
Valuable Promotions (MVP), che vedrà protagonista la superstar
internazionale Jake “El Gallo” Paul (10-1, 7 KO)
contro l’uomo più cattivo del pianeta, Mike Tyson
(50-6, 44 KO). Jake Paul vs. Mike Tyson sarà
trasmesso in diretta mondiale, in esclusiva su Netflix, sabato 16 novembre 2024 alle 2 di notte ora
italiana dall’AT&T Stadium di Arlington, Texas, sede dei Dallas
Cowboys della NFL, con una capienza di 80.000 posti.
Nel co-main event,
l’indiscussa campionessa mondiale dei superleggeri di Matchroom
Katie Taylor (23-1, 6 KO) difenderà il suo titolo indiscusso in 10
round da due minuti contro la pioniera della boxe e campionessa
mondiale unificata dei pesi piuma Amanda “The Real Deal” Serrano
(47-2-1, 31 KO) nella rivincita più attesa della storia della boxe
femminile.
Jake Paul vs. Mike Tyson sarà
trasmesso in diretta mondiale su Netflix
Il programma principale
prevede anche un incontro di 12 round per il titolo WBC dei pesi
welter tra il campione in carica Mario “El Azteca” Barrios (29-2,
18 KO) e Abel Ramos (28-6-2, 18 KO) e un incontro di 6 round per i
pesi supermedi tra il pugile numero uno dell’India e il primo
ingaggio internazionale di MVP, Neeraj Goyat (18-4-2, 8 KO), e la
superstar brasiliana dal talento multiforme Whindersson Nunes
(2-2-1, 1 KO di record combinato).
Netflix ha inoltre
annunciato COUNTDOWN: PAUL VS. TYSON, una serie di documentari in
tre parti con accesso ravvicinato ai pugili. La docuserie, i cui
episodi 1 e 2 saranno disponibili in anteprima solo su Netflix dal
7 novembre e l’episodio 3 dal 12 novembre, porterà gli spettatori
dietro le quinte dei rispettivi training camp di Paul e Tyson, per
raccontare l’incredibile grinta, determinazione e impegno fisico
necessari per prepararsi a quello che sarà un mega evento di boxe
professionale, esplosivo e da non perdere.
Joker:
Folie à Deux ha appena trascorso un altro weekend
disastroso al botteghino nordamericano. Durante il suo secondo fine
settimana nelle sale, ha incassato solo 7 milioni di dollari e si è
piazzato dietro a Beetlejuice Beetlejuice (7,3 milioni di dollari),
The Wild Robot (14 milioni di dollari) e Terrifier 3 (18,8 milioni
di dollari).
Il sequel non è andato bene né ai fan né alla critica ed è stato
inferiore a Joker del 2019 sotto tutti i
punti di vista. Naturalmente, anche quel film ha avuto la sua parte
di detrattori, poiché Todd Phillips ha messo in mostra le sue
ispirazioni, attingendo a piene mani da film come Il re della
commedia e Taxi Driver.
Paul Schrader ha scritto quest’ultimo e,
parlando con Interview Magazine, ha ammesso di aver odiato tutto di
Joker: Folie à Deux. Infatti, non è nemmeno arrivato
alla fine!
“Ho visto Joker: Folie à Deux. Ne ho visto circa 10
o 15 minuti. Me ne sono andato, ho comprato qualcosa, sono tornato,
ho visto altri 10 minuti. È stato sufficiente“, ha ammesso lo
sceneggiatore di Taxi Driver e Toro Scatenato.
“È un musical davvero brutto“.
Incalzato sui motivi per cui lo odiava così tanto, Schrader ha
dato la colpa alle star Joaquin Phoenix e Lady
Gaga. “Non mi piace nessuna delle due persone. Non mi
piacciono come attori. Non mi piacciono come personaggi. Non mi
piace l’intera faccenda“, ha dichiarato. “Voglio dire, sono
persone che, se venissero a casa tua, usciresti dalla porta sul
retro“.
Inevitabilmente, l’intervistatore ha chiesto se il regista
avesse mai pensato di lavorare a un film della Marvel.
“No, no. Il momento in cui ci sono andato più vicino, e ho
capito che non faceva per me, è stato quando ho provato a fare il
prequel de L’esorcista con Stellan Skarsgård“, ha spiegato
Schrader. “Doveva essere un film commerciale ad alto budget e
per me non è stato facile. Ho avuto problemi con i produttori,
problemi con tutto. Ho capito sempre di più che non era adatto a
me“.
Lino Guanciale
condurrà la cerimonia di apertura della diciannovesima edizione
della Festa del Cinema di Roma. L’evento si svolgerà
mercoledì 16 ottobre alle ore 19 nella Sala Sinopoli
dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone prima della
proiezione del film inaugurale, Berlinguer.
La grande ambizione di Andrea Segre.
Volto del cinema, del teatro e della
televisione italiani, Lino Guanciale esordisce sul grande schermo
nel 2008, interpretando Mozart in Io, Don Giovanni di
Carlos Saura, e lavorando successivamente con registi del calibro
di Woody Allen, Michele Placido, Andrea Molaioli, Susanna
Nicchiarelli, Pappi Corsicato, Paolo e Vittorio Taviani.
In televisione è stato protagonista
di alcune serie di successo: fra queste, Che Dio ci aiuti
2 e 3, La dama
velata, Non dirlo al mio capo, La porta
rossa e L’allieva. Per la sua interpretazione
ne Il commissario Ricciardi, serie tratta dai
romanzi di Maurizio De Giovanni, si è aggiudicato il Nastro
d’argento nel 2021. Tra gli impegni televisivi più recenti ci
sono le
serie Noi, Sopravvissuti, Un’estate
fa e Il conte di Montecristo, in programma
alla Festa del Cinema.
Lino Guangiale maestro di
cerimonie
Le prime esperienze teatrali lo
vedono al fianco di Gigi Proietti, Claudio Longhi e Franco
Branciaroli. Successivamente collabora con alcuni importanti nomi
come Luca Ronconi, Walter Le Moli, Massimo Popolizio e Michele
Placido. Nel 2015 ha ricevuto il Premio Flaiano come
personaggio rivelazione dello spettacolo italiano.
Prime Video ha svelato oggi il trailer ufficiale
della serie Original The Bad Guy– Seconda stagione,
l’atteso nuovo capitolo della dark comedy diretta
da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo
Fontana e interpretata da
Luigi Lo Cascio,Claudia
Pandolfi, Stefano Accorsi, Selene
Caramazza, Giulia Maenza, Antonio Catania, Fabrizio
Ferracane, Carolina Crescentini, Aldo
Baglio, Alessandro Lui, Antonio Zavatteri, Guia
Jelo, Bebo Storti, Gianfelice
Imparato e Francesco Zenzola.
I primi due episodi di
The Bad Guy - Seconda stagione saranno
presentati in anteprima venerdì 25 ottobre ad Alice nella
Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma
(16 – 27 ottobre), nella sezione “Serie”.
La prima stagione di
The Bad Guy, acclamata da pubblico e critica, ha
raccontato l’incredibile storia di Nino Scotellaro (Lo Cascio),
integerrimo pubblico ministero siciliano che, dopo la condanna per
mafia, decide di mettere a segno un machiavellico piano di
vendetta, diventando il “bad guy” che è stato ingiustamente
accusato di essere. La seconda stagione si gioca sulla guerra per
l’introvabile archivio di Suro, anni di intercettazioni tra il boss
e pezzi grossi dello Stato. Tutti lo vorrebbero: Nino, Luvi, il
Maggiore Testanuda, Teresa, Leonarda. L’archivio diventa, così, un
campo di battaglia esistenziale tra passato e futuro, una bomba ad
orologeria pronta ad esplodere nelle mani di chi riuscirà ad
impossessarsene.
The Bad Guy – Seconda
stagione è creata da Ludovica Rampoldi, Davide
Serino e Giuseppe G. Stasi, e scritta da Fortunata
Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica
Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi; prodotta da Nicola
Giuliano, Francesca Cima, Carlotta
Calori e Viola Prestieri di Indigo Film in co-produzione
con Amazon MGM Studios, in associazione con il distributore
internazionale FIFTH SEASON e in collaborazione con Rai
Cinema. Tutti i sei episodi della prima stagione di The Bad
Guy sono già disponibili in esclusiva su Prime Video in
Italia