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Buongiorno, notte: la storia vera dietro il film di Marco Bellocchio

Buongiorno, notte, del 2003, diretto da Marco Bellocchio, è uno dei film più intensi e personali del regista, nonché una delle sue opere più discusse. Il film affronta un capitolo cruciale della storia italiana: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse nel 1978. Tuttavia, lo fa da una prospettiva inedita e intimista, scegliendo come punto di vista quello di una giovane terrorista, Chiara, figura fittizia ispirata a membri reali del commando. Con questo film, Bellocchio non cerca tanto la ricostruzione storica quanto l’indagine psicologica e simbolica di un’epoca lacerata da contraddizioni ideologiche e morali.

Rispetto ad altri film politici del regista, come Vincere o Il traditore, Buongiorno, notte si distingue per un tono più sospeso e introspettivo, quasi onirico. Il conflitto tra ideologia e coscienza è centrale, e la prigione dove Moro è rinchiuso diventa anche una metafora dell’intrappolamento mentale dei suoi carcerieri. Il film si costruisce sul contrasto tra l’azione brutale e la riflessione individuale, tra la storia collettiva e il dubbio privato. Proprio questo approccio verrà poi rielaborato e ampliato nella serie Esterno Notte (2022), in cui Bellocchio torna sul caso Moro con una struttura corale e più ampia, esplorando il punto di vista di vari protagonisti politici e religiosi.

Nel prosieguo dell’articolo analizzeremo allora quanto Buongiorno, notte sia fedele alla vicenda storica del caso Moro, e quali siano invece le scelte narrative e simboliche operate da Bellocchio per costruire una lettura più intima e metaforica dell’evento. Il film, pur basandosi su fatti reali e su documentazione storica, compie alcune deviazioni volute e significative che aprono a una riflessione più ampia sulla memoria, sulla responsabilità e sulla possibilità (o illusione) del riscatto morale.

Maya Sansa in Buongiorno notte
Maya Sansa in Buongiorno notte

La trama di Buongiorno, notte

Negli anni Settanta, Chiara è una giovane brigatista coinvolta nel sequestro di Aldo Moro. Divisa tra la vita pubblica, fatta di lavoro e relazioni, e la clandestinità nella “prigione del popolo”, Chiara vive un conflitto interiore sempre più profondo. Mentre assiste al dramma del leader della Democrazia Cristiana, comincia a mettere in discussione le certezze ideologiche che l’hanno guidata. Attraverso il suo sguardo si rivive il clima cupo degli anni di piombo, fatto di tensione, fanatismo e dubbi morali che minano la fede nella rivoluzione armata.

Le principali differenze tra il film e la storia vera

Il film Buongiorno, notte, dunque, si ispira a uno degli eventi più traumatici della storia repubblicana italiana: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse nel 1978. Il presidente della Democrazia Cristiana fu sequestrato la mattina del 16 marzo a Roma in via Fani, mentre si recava in Parlamento per votare la fiducia al governo sostenuto da DC e PCI. L’agguato costò la vita ai cinque uomini della sua scorta. Moro venne tenuto prigioniero per 55 giorni in un appartamento usato come “prigione del popolo”, fino al tragico epilogo del 9 maggio, quando il suo corpo fu ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani.

Buongiorno, notte ricostruisce fedelmente molti aspetti del sequestro: la collocazione dell’appartamento, l’isolamento di Moro, i comunicati delle Brigate Rosse, le fotografie del prigioniero, e l’immobilismo dello Stato nel trattare con i terroristi. Tuttavia, Bellocchio sceglie una via narrativa diversa: il film è raccontato quasi interamente dal punto di vista della giovane brigatista Chiara, personaggio fittizio ma ispirato ad Anna Laura Braghetti, una delle reali componenti del commando. La dimensione soggettiva consente al regista di esplorare il tormento interiore, il dubbio ideologico e l’incrinarsi della fede rivoluzionaria.

Roberto Herlitzka in Buongiorno notte
Roberto Herlitzka in Buongiorno notte

Una delle principali differenze rispetto alla storia vera è proprio nella figura di Chiara: nel film, lei si interroga sul senso dell’azione armata e arriva persino a immaginare di liberare Moro, in un potente finale alternativo onirico che mostra il presidente uscire vivo dall’appartamento. Nella realtà, questo non accadde. Braghetti, insieme agli altri membri del commando, partecipò fino alla fine alla gestione del sequestro e fu arrestata poco dopo l’assassinio di Moro. Il sogno di Chiara rappresenta quindi una licenza narrativa e simbolica, che Bellocchio usa per interrogarsi sul peso della coscienza individuale.

Altra differenza importante è l’assenza della dimensione esterna: Buongiorno, notte resta chiuso quasi interamente all’interno dell’appartamento, evitando di rappresentare direttamente il dibattito politico, la famiglia di Moro o le istituzioni. Questo elemento sarà invece al centro della successiva serie Esterno Notte. La scelta di Bellocchio nel film del 2003 è chiara: raccontare il sequestro non come fatto collettivo, ma come vicenda esistenziale, dove il confine tra colpa e redenzione è sottile e tormentato. Moro, interpretato da Roberto Herlitzka, è una figura dignitosa e composta, che non cerca eroismo ma comprensione, e diventa un “martire laico” in un contesto che ha smarrito l’etica.

Buongiorno, notte è dunque fedele nello spirito e nelle coordinate fondamentali della vicenda storica, ma introduce elementi narrativi e simbolici che non mirano alla cronaca, bensì a una riflessione più ampia sul fallimento dell’utopia rivoluzionaria e sul bisogno umano di redenzione. Bellocchio non giustifica né condanna, ma osserva, suggerisce, pone domande profonde sulla possibilità del pentimento e sull’inutilità del sacrificio di Moro. La verità storica resta come sfondo, ma il centro è la coscienza.

Until Death: la spiegazione del finale del film con Jean-Claude Van Damme

Until Death, del 2007, rappresenta una svolta particolare nella filmografia di Jean-Claude Van Damme, distaccandosi dai classici action adrenalinici che lo hanno reso famoso tra gli anni ’80 e i primi Duemila come Lionheart o The Replicant. Diretto da Simon Fellows, il film mescola elementi da thriller poliziesco, dramma psicologico e vendetta urbana, mostrando un lato più cupo e vulnerabile dell’attore belga. Il personaggio, tormentato e imperfetto interpretato dall’attore, infatti, gli permette di offrire una delle prove più introspettive e credibili dell’attore.

Il film si distingue anche per il tono più serio e sporco rispetto agli standard dei B-movie action a cui Van Damme era legato in quel periodo. Until Death punta tutto sulla decadenza morale del protagonista, costruendo un racconto incentrato sul senso di colpa, la possibilità di cambiamento e la vendetta come percorso ambivalente. L’azione c’è, ma è meno spettacolare e più realistica; ciò che interessa maggiormente è il dramma umano e la trasformazione interiore di Stowe.

Nel prosieguo dell’articolo analizzeremo il finale del film, cercando di chiarirne i passaggi narrativi e il significato più profondo. Il terzo atto di Until Death è infatti denso di eventi e colpi di scena, ma lascia spazio anche a un sottotesto simbolico che riguarda la redenzione, il sacrificio e il prezzo della verità. Approfondiremo come la storia si conclude e cosa vuole davvero dire questo film sul cambiamento e sulla possibilità di riscattarsi, anche quando tutto sembra perduto.

Jean-Claude Van Damme in Until Death
Jean-Claude Van Damme in Until Death

La trama di Until Death

Protagonista del film è Anthony Stowe (Jean-Claude Van Damme), un agente di polizia della narcotici che vive a Los Angeles. Dipendente dall’eroina, la sua vita sembra andare completamente in rovina. Sul lavoro è impegnato da tempo in un’operazione per arrestare Gabriel (Stephen Rea), ex poliziotto ora diventato trafficante di droga che mira al controllo delle piazze di spaccio di New Orleans. Le cose peggiorano quando, durante una retata, muore la sua collega Maria Ronson (Rachel Grant).

Anche a casa è un completo disastro: sua moglie, che aspetta un figlio da un altro, sta per lasciarlo. L’occasione di riscattarsi arriva quando, dopo un grave agguato, Stowe finisce in coma. Al suo risveglio decide di riprendere in mano la sua vita e diventare finalmente una persona migliore, sapendo però che sarà tutto tranne che semplice. Le cose, infatti, si complicano quando scoprirà di essere stato tradito da un suo ex collega.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Until Death, Anthony Stowe – ormai cambiato dopo essere sopravvissuto al colpo alla testa che lo aveva ridotto in coma – si confronta con i nemici che lo avevano tradito: in primis il suo ex collega Gabriel Callahan, ora divenuto boss criminale. Nonostante la trasformazione personale, Stowe sa che il suo passato corrotto e violento non può essere ignorato, e decide quindi di affrontare direttamente Callahan e il suo impero. L’azione si intensifica: Stowe, lucido ma segnato, pianifica la distruzione dell’organizzazione di Callahan, affrontando scontri armati, inseguimenti e un ultimo confronto finale.

Jean-Claude Van Damme nel film Until Death
Jean-Claude Van Damme nel film Until Death

Il climax si ha quando Stowe rincorre Callaghan, che ha preso in ostaggio sua moglie, fino all’uscita del capannone dove un elicottero è pronto a partire; sotto il fuoco di Antony l’elicottero decolla senza però caricare Callaghan e, quando l’altro arriva, i due si puntano contro le pistole e si sparano a vicenda uccidendosi e ponendo fine in modo tragico alla vicenda. Nella scena finale si vede Valerie con la figlia che va al cimitero a mettere i fiori sulla tomba di Anthony Stowe.

Il finale di Until Death è dunque il culmine del percorso di redenzione del protagonista. Nonostante sia nato come un antieroe, Anthony Stowe compie una trasformazione morale profonda: dal poliziotto corrotto e autodistruttivo che era, diventa un uomo disposto a sacrificarsi per amore, giustizia e verità. Questo cambiamento non viene mostrato come improvviso, ma come un processo lento e doloroso, reso credibile dal trauma e dal pentimento sincero. Il confronto finale con Callahan è simbolico: uccidere il suo ex collega significa anche liberarsi dell’ultima ombra del sé che fu.

Il film suggerisce che la redenzione è possibile, ma non gratuita: comporta sofferenza, perdita e rinuncia. La conclusione, seppur tragica, lascia intendere che Stowe ha finalmente compreso il senso delle sue azioni e ha scelto di fare la cosa giusta, anche se troppo tardi per salvarsi completamente. Il titolo stesso – Until Death – acquista dunque un valore profondo: la possibilità di cambiare esiste, ma richiede una resa totale, fino alla morte o fino al completo annullamento del vecchio io. Il film, più cupo e riflessivo rispetto ad altri lavori di Van Damme, si chiude quindi su una nota malinconica, ma coerente con il suo messaggio di espiazione.

Superman: i 75 Easter eggs DC presenti nel film

Superman: i 75 Easter eggs DC presenti nel film

Attenzione! Questo articolo contiene spoiler su Superman (qui la nostra recensione)

Superman di James Gunn è finalmente arrivato al cinema, e offre un’impressionante serie di Easter egg e riferimenti. Con David Corenswet nei panni di un nuovissimo Uomo d’Acciaio, Superman catapulta il pubblico in un Universo DC consolidato. Pertanto, è incredibilmente divertente vedere tutti i cenni al passato, così come gli elementi che preparano un futuro entusiasmante.

In Superman e nel suo nuovo Universo DC, Kal-El è già un eroe affermato di Metropolis. Lex Luthor (Nicholas Hoult) odia già Superman con tutto il cuore, e Clark Kent e Lois Lane (Rachel Brosnahan) sono ancora alle prime fasi della loro relazione. Tenendo presente questo, ecco tutti gli Easter egg, i riferimenti e le connessioni nel Superman di James Gunn.

  • 3 Secoli di Metaumani – una timeline estesa per il DCU: Con un’introduzione che utilizza dei cartelli per spiegare la situazione del film, Superman rivela che i metaumani esistono nel DCU da 300 anni, aprendo la porta a personaggi più vecchi come Wonder Woman e le Amazzoni, e forse persino alla Justice Society of America durante la seconda guerra mondiale.
  • 3 decenni – l’età di Superman: L’apertura conferma anche che Superman è atterrato sulla Terra tre decenni fa, confermando che nel film è nei suoi trent’anni.
  • “Dei e Mostri” – Capitolo 1: Il testo di apertura menziona anche “dei e mostri”, che è il titolo dato da James Gunn a questo primo capitolo dei progetti DCU.
  • L’apparizione di Alan Tudyk – ha già molti ruoli nel DCU: Avendo già doppiato numerosi personaggi animati nella serie Creature Commandos della DCU, tra cui Doctor Phosphorus e Clayface, Alan Tudyk presta la voce a Superman Robot n. 4, che in seguito verrà chiamato “Gary” su sua richiesta.
  • I robot di Superman – All-star: i Robots di Superman, che si occupano di custodire la Fortezza della Solitudine, sono un riferimento a All-Star Superman.
  • Bradley Cooper è Kor-El – la voce di Rocket: Bradley Cooper interpreta il padre biologico di Superman, il kryptoniano Jor-El, che aveva già lavorato con James Gunn doppiando Rocket Raccoon nella trilogia di Guardiani della Galassia.
  • Il titolo di Superman – è un omaggio a Richard Donner: Il titolo di apertura con il logo del film è molto simile a quello del film di Superman di Richard Donner del 1978.
  • Il tema di John Williams – difficile da battere: I motivi del tema originale di Superman di John Williams vengono utilizzati in molteplici modi, uno splendido tributo al film originale del 1978 con un tema sui supereroi davvero imbattibile.
  • Stephen Blackehart – un buon amico di Gunn: Stephen Blackehart interpreta uno degli scagnozzi di Lex Luthor di nome Sydney. Buon amico di James Gunn, Blackehart ha avuto piccoli ruoli in tutti i film di Gunn (tra cui Guardiani della Galassia e The Suicide Squad).
  • LuthorCorp – un riferimento a Smalville: Sebbene nei fumetti la società di Luthor venga solitamente chiamata LexCorp, è stato confermato che il nome LuthorCorp è un omaggio diretto alla serie CW Smallville, in cui Michael Rosenbaum interpretava il giovane Lex Luthor (anche lui amico di Gunn).
  • Ultraman – un Superman cattivo: Ultraman è uno dei più forti scagnozzi di Luthor, in grado di rivaleggiare con il potere di Superman. Sebbene la sua vera identità sia diversa nel DCU, il nome Ultraman è noto nei fumetti per essere il nome del Superman Malvagio di Terra-3, leader del Sindacato del Crimine.
  • Le origini di The Engineer – naniti: Luthor conferma di aver dato i poteri a Engineer di Angela Spica infondendo nel suo flusso sanguigno dei naniti. Questo rispecchia le sue origini nei fumetti con l’Autorità, sebbene Luthor non fosse originariamente coinvolto.
  • Planetwatch – suona come la Space Force: Offrendo i servizi di Ultraman e dell’Ingegnere al governo, insieme ai suoi soldati Raptor, Lex Luthor propone una nuova squadra chiamata Planetwatch. Questo potrebbe essere un riferimento alla vera branca delle Forze Armate statunitensi, nota come Space Force.
  • Gen. Rick Flag Sr. – la sua seconda apparizione nel DCU: Rick Flag Sr., interpretato da Frank Grillo, è tra i funzionari statunitensi a cui Luthor si sta rivolgendo, e ha fatto il suo debutto nel DCU in Creature Commandos. Flag avrà anche un ruolo nella seconda stagione di Peacemaker.
  • La kryptonite a cui “sta lavorando” Lex – Metamorpho: Confermando di avere una soluzione alternativa alla scarsa scorta di kryptonite sulla Terra, si fa riferimento al Metamorpho di Rex Mason e alla sua capacità di creare qualsiasi elemento, mostrata in seguito dopo la cattura di Superman.
  • Cronkite – un giornalista leggendario: Clark chiama Lois Lane “Cronkite”, in riferimento al grande Walter Cronkite, ampiamente considerato uno dei giornalisti radiotelevisivi americani più fidati della storia.
  • Boravia – degli invasori: Alleato di Lex Luthor, il paese immaginario trae origine dalla DC Comics, un piccolo paese europeo in cui un tempo Superman si intromise in modo simile nella loro guerra civile, promuovendo negoziati pacifici.
  • Jarhanpur – gli invasi in cerca dell’aiuto di Superman: Un’altra piccola monarchia tratta dai fumetti, la scena di Jarhanpur sulla pagina era una “Terra vivente” che un tempo aveva rifiutato il suo stesso sovrano, Rama Khan.
  • La storia di Lois Lane con la Stagg Industries – Un’importante azienda tecnologica di DC: Durante la sua intervista con Clark, sullo sfondo si può vedere un articolo scritto da Lois incorniciato, che fa riferimento agli “Informatori di Stagg”. Un’importante azienda tecnologica nei fumetti, la Stagg Industries è presente nel DCU ed è dietro la creazione di Metamorpho (almeno sulla pagina).
  • L’interferenza globale di Superman – Qual è il ruolo dell’Uomo d’Acciaio? Lois che interroga Superman sulla sua interferenza tra Boravia e Jarhanpur è un classico dibattito dei fumetti su quanto Superman dovrebbe essere coinvolto negli affari geopolitici, un dibattito che Superman ha recentemente avuto con suo figlio Jonathan Kent nei fumetti non molto tempo fa.
  • Superman sotto terra – rispecchia il Superman di Donner: Kal-El viene mostrato mentre scava un tunnel sottoterra prima di uscire dal marciapiede dopo essere stato calpestato da un enorme kaiju, con un riferimento chiaro quando Superman si infilò in strada con il trapano per raggiungere Lex Luthor nel film originale del 1978.
  • Jitters – Una grande catena di caffè: Uno dei tanti cartelloni pubblicitari e annunci pubblicitari durante lo scontro con i kaiju nel centro di Metropolis, Jitters è una nota catena di caffè nell’universo DC, nota soprattutto per essere stata un luogo frequentato nella serie Flash della CW.
  • Big Belly Burger – McDonald’s o Burger King della DC: Big Belly Burger è una popolare catena di fast food dei fumetti, ed era molto popolare anche nell’Arrowverse della CW.
  • Zesti Cola – Dove c’è una bibita…: Una bibita incredibilmente popolare nei fumetti, e una delle preferite di Nightwing, ovvero Dick Grayson.
  • Soder Cola – C’è una bibita rivale: La Soder Cola è una concorrente diretta della Zesti nella DC Comics, non diversamente da Coca-Cola e Pepsi.
  • La voce più bassa di Superman – Un tratto classico: Rispetto alla sua voce di Clark, Kal-El ha una voce leggermente più profonda quando parla al pubblico nei panni di Superman, un tratto classico che ricorda sicuramente il Superman di Christopher Reeve.
  • GBS – Galaxy Broadcasting System: GBS è un’importante emittente televisiva di notizie tratta dai fumetti, acronimo di Galaxy Broadcasting System.
  • LordTech – Finanziamento della Justice Gang: Un’altra importante azienda tecnologica dei fumetti, LordTech, è gestita da Maxwell Lord, interpretato da Sean Gunn, che è anche il fondatore e finanziatore della Justice Gang.
  • Il bulbo oculare del Kaiju – Starro: Hawkgirl che punta al bulbo oculare del kaiju ​​ricorda sicuramente Harley Quinn che pugnala e si tuffa nell’occhio gigante di Starro in The Suicide Squad di James Gunn.
  • Chocos – Il biscotto preferito di un membro della Justice League: L’equivalente DC degli Oreo, i Chocos sono lo snack preferito di Martian Manhunter.
  • “Solo un nome provvisorio” – Gang prima di League?: È confermato che “Justice Gang” è solo un nome provvisorio inizialmente pensato da Lanterna Verde di Guy Gardner, suggerendo che la Gang potrebbe un giorno diventare la Justice League del DCU.
  • Un Conquistatore Kryptoniano – Inviato a Dominare la Terra: Il messaggio completo di Jor-El e Lara che incoraggia il figlio a governare la Terra e ripopolare il mondo con ibridi umano-kryptoniani è un colpo di scena sorprendente, sebbene già visto nei fumetti originali di Elseworlds, Smallville e, più recentemente, nella serie animata My Adventures with Superman.
  • “Nuova Frontiera” – Preannuncia una narrazione DCU più ampia?: Parte del messaggio kryptoniano completo fa riferimento a una “Nuova Frontiera”. In particolare, New Frontier era una serie limitata DC Comics che James Gunn aveva pubblicato in un post sui social media poco dopo essere stato annunciato come nuovo capo dei DC Studios, portando molti a ipotizzare che la serie potesse essere un potenziale materiale di partenza per il nuovo DCU in generale.
  • Poliziotti delle Lanterne Verdi – Guy è una Lanterna tra tante: Guy fa un rapido riferimento al Corpo delle Lanterne Verdi, la forza spaziale intergalattica incaricata di proteggere i mondi usando i propri anelli e la luce verde della forza di volontà. Guy è uno dei pochi umani reclutati tra le loro fila, tra cui Hal Jordan e John Stewart, che faranno il loro debutto nel DCU nella prossima serie Lanterns.
  • “Non chiamatemi Capo!” – Perry lo odierà sempre: Il caporedattore del Daily Planet detesta essere chiamato da Jimmy Olsen, una dinamica classica vista nei fumetti e in vari media di Superman del passato.
  • Lex controlla il Presidente – Precede la sua futura presidenza?: Dopo aver stretto accordi e piani segreti con il presidente di Boravia, Lex che manipola la politica per i propri fini sembra essere solo un passo avanti verso la sua futura ascesa al ruolo di Presidente degli Stati Uniti, ruolo che ha brevemente ricoperto nei fumetti.
  • Cameo di Peacemaker – Chris Smith ha le sue opinioni…: Dopo che il pubblico inizia a interrogare Superman, Peacemaker, interpretato da John Cena, fa un cameo esilarante in cui viene intervistato sui nuovi sviluppi di Superman, affermando che l’Uomo d’Acciaio pensa di essere migliore di tutti gli altri.
  • Diavoletto Dimensionale – Superman non se ne preoccupa: Mentre parla con Lois, Superman non è preoccupato per un Diavoletto Dimensionale che la Justice Gang sta combattendo (a quanto pare hanno tutto sotto controllo). Vale la pena notare che gli Imp della Quinta Dimensione sono presenti nei fumetti, con creature degne di nota tra cui Mister Mxyzptlk e Bat-Mite (quest’ultimo tecnicamente è già canonico nel DCU grazie a Peacemaker).
  • Situazione di affidamento – Anticipa Supergirl: Superman conferma di essere il padrone affidatario Krypto il Super Cane, alludendo a sua cugina Kara Zor-El, alias Supergirl, che in realtà è la proprietaria del super cucciolo.
  • Bakerline – Un quartiere chiave di Metropolis: Lois conferma di provenire da Bakerline, un quartiere di Metropolis noto nei fumetti. Tuttavia, nella pagina, Bakerline era noto per essere la casa di Jimmy Olsen.
  • Il punk rock di Clark – Almeno lui pensa di esserlo: A Clark piace pensare di essere punk rock per via del suo amore per i Mighty Crabjoys e i Teddybears, mentre Lois ribatte che sono più pop punk.
  • Kryptoniano vs Marziano – C’È UNA DIFFERENZA…: Riferendosi a Kal-El come un marziano, Luthor crede che la differenza sia trascurabile per il fatto che Superman sia un kryptoniano. Sembra che non abbia ancora incontrato il Martian Manhunter dalla pelle verde, o qualsiasi altro marziano DC, se è per questo.
  • Element Man/Metamorpho – Rex Mason ha due nomi da supereroe: Definito sia Metamorpho che Element Man, Superman conferma che Rex Manson ha i suoi doppi nomi dai fumetti.
  • Poster di Monkey Bot S*** – Sembra SUPER Meta…: L’esercito di droni scimmia di Lex Luthor, addestrati a diffondere costantemente negatività nei confronti di Superman sui social media, sembra incredibilmente meta, soprattutto se si considera l’area più esplicita e tossica del fandom DC riguardo a questa nuova era per l’Uomo d’Acciaio.
  • Baby Joey – Figlio di Rex: Anch’esso catturato da Luthor, Baby Joey proviene dai fumetti originali, il figlio di Rex Mason, che può trasmutare le proprietà nucleari di altri oggetti, anziché il proprio corpo come suo padre.
  • Eve Tessmacher – Tradisce Lex Luthor: Eve Tessmacher è l’attuale fidanzata di Lex Luthor, e segue una serie di ex che lui ha imprigionato dopo che lo hanno deluso. Proprio come nei precedenti film di Superman, Eve finisce per tradire Lex, aiutando gli eroi a smascherare Luthor per i suoi crimini.
  • I Metropolis Meteors – Squadra di baseball: La principale squadra di baseball MLB della città nel DCU, i Metropolis Meteors sono anche la squadra principale della città nei fumetti.
  • Hall of Justice – Un luogo iconico di DC: La Justice Gang viene mostrata mentre opera fuori dalla Hall of Justice, rafforzando ulteriormente l’idea che un giorno diventeranno la Justice League.
  • Gli occhiali ipnotici – La migliore spiegazione per il travestimento di Clark: Una vecchia idea di cui si parla raramente nei fumetti DC moderni. Guy Gardner conferma che gli occhiali di Superman ipnotizzano sottilmente le persone, facendo dimenticare l’aspetto completo del suo volto, impedendo di riconoscere Superman.
  • Il ritratto di Max Lord – Il finanziatore della Gang: Un ritratto di Max Lord in piedi con la Justice Gang è visibile sullo sfondo, a conferma del suo status di fondatore/finanziatore.
  • Voti di Lanterna – “Nel giorno più luminoso…”: Guy fa riferimento ai suoi voti come a una Lanterna Verde (senza specificare cosa il giuramento classico dica effettivamente a Lois e ai suoi compagni eroi).
  • Murale della Justice Society – Una squadra classica di eroi: Un murale è presente anche all’interno della Sala della Giustizia, che sembra essere quello della Justice Society of America originale.
  • Mister Handsome – Un individuo davvero inquietante: Alla guida della piattaforma galleggiante nell’universo tasca di Luthor, Mister Handsome sembra essere una creatura genetica creata da Lex, che non assomiglia per niente al Mister Handsome dei fumetti (nemico di Catwoman).
  • Carenza di kryptonite – Dov’è finita tutta?: La carenza di kryptonite nel mondo viene menzionata una seconda volta con Rex Mason costretto a produrre il minerale mortale per mantenere Superman debole, il che fa chiedere cosa ne sia stato di tutto ciò. Dopotutto, la kryptonite non è solitamente difficile da ottenere per qualcuno con le risorse di Luthor, almeno nei fumetti.
  • Le lenti bianche di Mister Terrific – La prova che funzionerà per Batman: Usando le sue T-Spheres per localizzare Superman nell’universo tasca, gli occhi di Terrific diventano bianchi grazie alle lenti incorporate nella sua maschera nera, dimostrando che qualcosa di simile potrebbe essere fatto con la maschera di Batman quando finalmente debutterà nel DCU.
  • Avvelenamento da kryptonite – Può essere mortale anche per gli umani: Un noto disturbo nei fumetti causato da esposizione prolungata, l’avvelenamento da kryptonite provoca effettivamente perdita di coscienza e scolorimento della pelle. Può anche avere effetti nocivi sugli umani con un’esposizione prolungata.
  • Smallville Giants – Football liceale: Gli Smallville Giants sono la squadra di football liceale nei fumetti per cui giocava Clark Kent. Una bandiera pendente si può vedere nella vecchia stanza di Clark alla Kent Farm.
  • The Mighty Crabjoys – Clark è un grande fan: Un poster della finta band The Mighty Crabjoys, appartenente all’universo di Clark, è appeso nella stanza di Clark.
  • Luthoria – Una terra tutta per Lex: Viene rivelato l’accordo di Luthor per ricevere metà di Jarhanpur e rinominarla “Luthoria”. Questo non è dissimile dai classici piani di Luthor nel Superman di Donner e in Superman Returns, dove Luthor cercava di creare un proprio dominio da cui governare, che si trattasse di acquistare vaste porzioni di deserto per poi aumentarne il valore dopo aver distrutto la California, o di creare nuove terre emerse usando cristalli kryptoniani.
  • La sfera d’oro di Hawkgirl – Nth Metal?: Una sfera d’oro è visibile nella stanza di Hawkgirl mentre guarda la televisione. Potrebbe trattarsi dell’Nth Metal della DC, una risorsa estremamente potente proveniente dal pianeta Thanagar, usata nei fumetti per creare la mazza e le ali di Kendra Saunders.
  • La moglie di Rex – Sapphire Stagg: Metamorpho è visto guardare la televisione accanto a una donna bionda che probabilmente è sua moglie nei fumetti, Sapphire Stagg (la madre di Joey).
  • Gotham City – Vicina a Metropolis?: Mentre i cittadini evacuano Metropolis, si vede un cartello autostradale che conduce a Gotham City, il che suggerisce che la città di Batman sia piuttosto vicina a quella di Superman, come spesso rappresentato nei fumetti e nei precedenti progetti DC.
  • Metropolis si divide a metà – Non sarebbe Metropolis se non avesse subito gravi danni…: Grazie all’enorme spaccatura creata dall’instabile universo tascabile di Luthor, Metropolis inizia a dividersi a metà. Questo non è diverso dai vecchi fumetti di Superman, dove si sono verificate simili distruzioni massicce, sebbene sia divertente. Mi ricorda anche i film LEGO Batman, in cui Gotham era divisa a metà.
  • Trattenere il respiro per un’ora – Il Superman dei fumetti può resistere molto più a lungo: È confermato dalle tecnologie di Lex che Superman può in genere trattenere il respiro per un’ora. Nei fumetti, l’Uomo d’Acciaio può effettivamente trattenere il respiro molto più a lungo, capace di viaggiare nello spazio profondo e di trattenere il respiro per giorni interi, se necessario.
  • “Il cervello batte la forza!” – Una battuta molto alla Hackman: Sebbene sia un sentimento classico condiviso da Lex Luthor nei fumetti, la prematura dichiarazione di vittoria di Luthor verso la fine di Superman ricorda decisamente il Luthor di Gene Hackman nei film di Donner.
  • La vera identità di Ultraman – Un clone di Superman (Bizarro?): Ultraman si rivela essere un clone di Superman creato da Lex Luthor, non diversamente dal Bizarro dell’era New 52 nei fumetti (Soggetto B-0).
  • Will Reeve – In onore del padre: Il figlio di Christopher Reeve, Will Reeve, fa un cameo in Superman come reporter sulla scena, rispecchiando il suo vero lavoro di corrispondente per ABC News.
  • Jake Tapper – Jake Tapir del DCU: Anche il conduttore della CNN Jake Tapper appare in Superman come conduttore di GBS di nome “Jake Tapir” ed è apparso in precedenza in Creature Commandos.
  • “Luthor fa schifo” – Siamo tutti d’accordo… : Max Lord, interpretato da Sean Gunn, fa finalmente la sua apparizione sullo schermo, confermando ai giornalisti che conservatori e progressisti possono finalmente concordare sul fatto che “Lex Luthor fa schifo” dopo che il Daily Planet ha svelato il piano completo di Luthor.
  • I metaumani dettano le regole – Seconda stagione di Peacemaker?: Temendo che ora siano i metaumani a comandare, Rick Flag Sr. viene mostrato preoccupato mentre guarda un notiziario da Metropolis, che probabilmente è un elemento chiave per la seconda stagione di Peacemaker.
  • Belle Reve – Lex incontrerà Amanda Waller? : È confermato che Luthor sconterà la sua pena a Belle Reve, la stessa prigione gestita da Amanda Waller e ARGUS.
  • Il debutto di Supergirl nel DCU – (da ubriaca): Con Krypto, Kara Zor-El, interpretata da Milly Alcock, fa il suo debutto nel DCU in vista di Supergirl del 2026. Allo stesso modo, la Supergirl di Kara Zor-El ubriaca dopo aver fatto festa sui mondi con un sole rosso funge da premessa chiave per il film del prossimo anno, se il fumetto “La Donna di Domani” è un’indicazione.
  • Punkrocker – A Clark piacciono anche i Teddybears: Durante i titoli di coda di Superman viene suonata la canzone “Punkrocker” dei Teddybears e Iggy Pop, che richiama i gusti musicali di Superman durante la sua conversazione con Lois.
  • Il tema dei Mighty Crabjoys – La band nell’universo ha il suo sound: Anche il tema dei Mighty Crabjoys viene suonato durante i titoli di coda. Questa band immaginaria è apparsa per la prima volta in Creature Commandos e apparirà anche nella seconda stagione di Peacemaker.
  • Titoli di coda di Superman – Un altro divertente tributo a Donner: Proprio come i titoli di testa, anche i titoli di coda sono ispirati ai film di Superman di Donner.

Murderbot – Stagione 1, la spiegazione del finale

Murderbot – Stagione 1, la spiegazione del finale

Il finale della prima stagione di Murderbot ha visto Murderbot (Alexander Skarsgård) lasciare i suoi nuovi amici per una destinazione incerta, e ci sono molte domande a cui la serie Apple TV+ non ha dato risposta. Dopo un penultimo episodio emozionante, il finale della prima stagione di Murderbot si è concentrato principalmente sulle conseguenze dei tentativi di GrayCris di uccidere i membri di PreservationAux, la maggior parte del cast di Murderbot.

I membri di PreservationAux come Mensah (Noma Dumezweni) e Gurathin (David Dastmalchian) hanno trascorso gran parte del finale cercando di riportare indietro Murderbot. Dopo essersi sacrificato per salvare Mensah, la memoria di Murderbot è stata cancellata ed è stato costretto a lavorare di nuovo per la Compagnia. Fortunatamente, Gurathin è riuscito a riportare indietro Seccy (come lo chiama Ratthi).

Anche se tutto è andato per il meglio per Murderbot e PreservationAux, c’è stato un colpo di scena proprio alla fine del finale. Invece di unirsi a PreservationAux e vivere una vita libera sul loro pianeta, Murderbot se n’è andato nel cuore della notte. È stata una decisione scioccante, ma i libri su cui è basato Murderbot rivelano perché ha fatto questa scelta e dove andrà ora.

Dove andrà Murderbot dopo il finale della prima stagione di Murderbot?

Il colpo di scena più grande del finale della prima stagione di Murderbot è stato che Murderbot ha deciso di non partire con PreservationAux. Ha invece deciso di prendersi un po’ di “tempo per sé” e di fuggire su una nave di trasporto a caso. La seconda stagione di Murderbot, annunciata di recente, seguirà il secondo romanzo breve di Martha Wells, The Murderbot Diaries, “Artificial Condition”, quindi ci saranno alcuni spoiler importanti sui libri.

Murderbot ha preso quel mezzo di trasporto perché ha intenzione di indagare sul massacro di cui ha dei ricordi. Durante tutta la stagione, Murderbot ha ricordato delle visioni di un massacro, ma senza alcun dettaglio. Nella Murderbot – stagione 2, Murderbot si recherà nel sistema RaviHyral, più precisamente in una piattaforma mineraria conosciuta come Ganaka Pit, per scoprire la verità sul massacro che ricorda.

Perché Murderbot ha lasciato PreservationAux

Murderbot vuole scoprire cosa vuole, non farsi dire cosa fare, nemmeno dai suoi amici

Indagare sul massacro è una causa degna, ma è comunque un po’ confuso il fatto che Murderbot abbia deciso di abbandonare PreservationAux per farlo. Dopotutto, erano diventati ottimi amici dopo aver affrontato GrayCris, e PresAux aveva persino offerto a Murderbot la libertà. Sfortunatamente, questo era anche il problema della situazione.

Come Murderbot ha scritto nella sua lettera a Mensah, non sa cosa vuole. Tutto quello che Murderbot sa è che non vuole che gli altri gli dicano cosa fare, nemmeno se si tratta di PreservationAux. Murderbot sta essenzialmente prendendo del tempo per capire se stesso (da qui il viaggio a RaviHyral) e per stabilire le proprie priorità senza che PreservationAux gli dica cosa fare.

Dopotutto, Mensah e il resto dei PresAux avevano essenzialmente deciso come sarebbe stata la vita di Murderbot senza chiedergli cosa volesse davvero. Nei libri, Murderbot pensa anche che avere un “guardiano” nella Preservation Alliance, come suggerito da Mensah, sia come essere un robot domestico. Murderbot forse non sa cosa vuole, ma sa che non vuole essere un animale domestico.

Come Gurathin è riuscito a ripristinare i ricordi e la personalità di Murderbot

Murderbot

Gurathin ha usato le sue abilità di umano potenziato e la Compagnia non ha cancellato Murderbot in modo da poter setacciare i dati alla ricerca di informazioni redditizie

Gran parte del finale della prima stagione di Murderbot si è concentrato sul tentativo di PreservationAux di trovare Murderbot e ripristinarne la personalità.

Non è stato facile, ma Gurathin è riuscito a riportare indietro il SecUnit titolare. Anche se alla fine tutto si è risolto, potrebbe esserci qualche confusione su come Gurathin sia riuscito a scaricare l’intera personalità di Murderbot e sul perché la Compagnia non l’abbia cancellata. Gurathin è stato in grado di trovare e scaricare la personalità e i ricordi di Murderbot perché è un essere umano potenziato.

Il cervello di Gurathin è essenzialmente in parte un computer e, sebbene ciò abbia rischiato di sovraccaricare il suo sistema, è riuscito a scaricare la struttura di Murderbot. Questo, insieme al fatto di conoscere un ex spacciatore che aveva accesso ai file della Compagnia, ha permesso a Gurathin di salvare Murderbot.

Martha Wells, autrice originale di The Murderbot Diaries, ha lavorato alla prima stagione di Murderbot come produttrice consulente.

La Compagnia in Murderbot non ha cancellato la personalità di Murderbot anche se ha cancellato la sua memoria. Questo perché la Compagnia estrae ogni informazione che ottiene, comprese la memoria di Murderbot e tutte le registrazioni che ha fatto. Murderbot aveva però una quantità davvero enorme di informazioni e alla Compagnia ci è voluto più tempo per setacciarle tutte che a Pin-Lee (Sabrina Wu) per ottenere un’ingiunzione.

Perché Murderbot ha funzionato male quando ha attaccato i manifestanti?

Il cervello organico di Murderbot ricorda il massacro in cui è stato coinvolto e non voleva uccidere di nuovo degli innocenti

Dopo che la memoria di Murderbot è stata cancellata, la Compagnia ha iniziato a usarlo per reprimere i manifestanti sul Corporation Rim. Normalmente, un’unità di sicurezza come Murderbot avrebbe semplicemente ucciso i manifestanti senza esitazione, ma Murderbot ha esitato anche dopo aver dimenticato chi era. Ancora una volta, questo è dovuto al ricordo di Murderbot del massacro della Fossa di Ganaka.

All’inizio dell’episodio, Mensah aveva detto che pensava che le parti organiche di Murderbot avrebbero ricordato PreservationAux, e in realtà non aveva torto. Murderbot è per lo più un androide, ma è anche composto da parti umane organiche clonate. Queste parti organiche conservano i ricordi proprio come gli esseri umani. Quindi, la Compagnia ha cancellato i file digitali di Murderbot relativi al massacro, ma non ha potuto cancellare i ricordi dalla sua materia organica.

Murderbot prova una profonda vergogna per Ganaka Pit e non vuole più essere una macchina assassina senza cuore.

Poiché Murderbot ricorda ancora il massacro di Ganaka Pit, ha smesso di combattere i manifestanti. Murderbot prova una profonda vergogna per Ganaka Pit e non vuole più essere una macchina assassina senza cuore. Anche dopo che la sua memoria e la sua personalità sono state cancellate, Murderbot ricorda ancora che non vuole uccidere persone innocenti.

Il vero significato del finale della prima stagione di Murderbot

Murderbot è una storia sull’autodeterminazione, l’amicizia e l’imparare a essere se stessi

Sebbene sia incentrata su un androide paranoico, la prima stagione di Murderbot ha toccato alcuni temi e argomenti molto umani. Il più importante di questi temi è l’idea dell’autodeterminazione, ovvero la libertà di vivere la propria vita come si desidera. Murderbot è uno schiavo in tutto tranne che nel nome, e l’intero arco narrativo del personaggio ruota attorno alla sua conquista dell’autonomia e del controllo sulla propria vita.

Un altro tema importante della prima stagione di Murderbot è il potere dell’amicizia, per quanto possa sembrare banale. La vita di Murderbot e quella di tutti gli altri membri della PreservationAux sarebbero finite se non si fossero uniti come amici. Anche se Murderbot fosse sopravvissuto, avrebbe continuato a guardare programmi in segreto e a odiare la sua vita. L’amicizia e il coraggio di mostrare agli altri il vero sé hanno cambiato in meglio la vita di Murderbot.

Più in generale, Murderbot ha anche molte critiche da muovere. La più grande è chiaramente contro il capitalismo sfrenato. Sia GrayCris che la Compagnia sono chiaramente i cattivi di Murderbot, e le loro motivazioni sono quasi interamente l’avidità e la possibilità di fare ciò che vogliono. È stato anche il capitalismo sfrenato della Corporation Rim a rendere Murderbot uno schiavo in primo luogo.

Se c’è qualcosa da imparare dalla prima stagione di Murderbot, è questo: sii te stesso e lascia che gli altri ti amino.

Il messaggio della prima stagione di Murderbot, più di ogni altra cosa, è un appello agli spettatori a essere se stessi. Anche Murderbot, l’androide cattivo, socialmente ansioso e perennemente goffo, ha trovato persone che lo amano. L’unico modo per farlo, però, è stato quello di lasciare che PreservationAux vedesse chi era sotto il casco. Se c’è qualcosa da imparare dalla prima stagione di Murderbot, è questo: sii te stesso e lascia che gli altri ti amino.

Jurassic World – La Rinascita: gli Easter Eggs che hanno trovato solo i veri fan

Jurassic World – La rinascita (qui la nostra recensione) presenta alcuni passaggi interessanti soprattutto se visti alla luce della storia del franchise di Jurassic Park e degli altri film di Steven Spielberg. Diretto da Gareth Edwards, Jurassic World – La rinascita è per molti versi un ritorno all’eredità della serie, e traccia al contempo un nuovo futuro per la saga. I personaggi sembrano i successori spirituali di molti degli eroi e dei cattivi più memorabili del franchise, affrontando molti degli stessi pericoli reinterpretati da nuovi dinosauri mutanti.

Gli easter egg di Jurassic World – La rinascita includono riferimenti diretti a film precedenti, rivisitazioni di personaggi di film precedenti e la realizzazione di scene mai viste sul grande schermo. Il film di Gareth Edwards include persino alcuni astuti riferimenti ad altri film di Spielberg. Ecco i migliori riferimenti all’eredità di Steven Spielberg e di Jurassic Park nascosti in Jurassic World – La rinascita.

Lo specchietto retrovisore – Gli oggetti nello specchio sono più vicini di quanto appaiano

Jurassic World – La rinascita presenta numerosi riferimenti alla storia del franchise di Jurassic Park, tra cui diverse scene ricreate. Uno dei primi esempi è quello del rappresentante farmaceutico di Rupert Friend, Martin Krebs, mentre guida a New York.

A un certo punto, guarda nello specchietto retrovisore e vede la scritta “gli oggetti nello specchio sono più vicini di quanto appaiano” sul vetro. Un’immagine iconica di Jurassic Park mostra Robert Muldoon, Ellie Sattler e Ian Malcolm che cercano di sfuggire a un T-Rex, con le stesse parole che appaiono sullo specchietto retrovisore mentre si china per attaccarli.

I riferimenti a Crichton sono disseminati in Jurassic World – La rinascita – Il film fa riferimento al creatore di Jurassic Park in diversi modi

Mentre Krebs e Zora Bennett guidano per New York City e discutono del suo lavoro per lei, passano davanti a uno scuolabus della “Crichton Middle School”. Michael Crichton è stato l’autore di Jurassic Park, che ha ispirato la longeva serie.

Questo non è l’unico modo in cui la nuova serie di Jurassic World fa riferimento diretto al creatore della serie. Il Dr. Henry Loomis cita in seguito alcune battute di Jurassic Park, riutilizzando il dialogo per la spiegazione di Loomis a Zora (e al pubblico) del perché i dinosauri si stiano estinguendo in tutto il mondo.

Lo striscione del museo – Quando i dinosauri dominavano la Terra

Una delle scene più memorabili del finale di Jurassic Park è il risultato di un T-Rex che combatte contro due raptor. Mentre il resto dei sopravvissuti del film fugge dal parco in mezzo al caos, il T-Rex ruggisce trionfante mentre uno striscione con la scritta “Quando i dinosauri dominavano la Terra” cade davanti a lui.

Lo stesso stile di striscione può essere visto cadere in Jurassic World – La rinascita, ma in modo molto più cupo. Con i fondi per la ricerca e l’istruzione sui dinosauri in calo, il museo di Loomis viene mostrato mentre viene impacchettato. Questo include uno degli stessi striscioni, dando al tema del “finale per i dinosauri” del film un collegamento con il primo film.

Loomis era uno studente di Alan Grant – L’esperienza di Alan con Loomis lo consacra come un degno successore

Uno dei legami più evidenti tra Jurassic World – La rinascita e i film precedenti è il legame diretto di Loomis con Alan Grant. Grant è stato un personaggio ricorrente della serie, apparendo in 3 dei 7 film del franchise. Sebbene non sia presente in Jurassic World – La rinascita, è confermato che Grant sia stato il mentore di Loomis.

Questo è un modo semplice per far comprendere e rispettare Loomis come un vero esperto di dinosauri, offrendo al contempo al nuovo film un legame concreto con il passato, pur portando la serie in una nuova direzione.

Jurassic World – La rinascita reinterpreta la scena del branco di Brachiosauri – il film reinterpreta una delle scene più famose di Jurassic Park

Jurassic World - La RinascitaUno dei momenti più memorabili di Jurassic Park è la scoperta del branco di Brachiosauri, un momento maestoso che sfrutta con grande efficacia l’ormai iconica colonna sonora di John Williams. Jurassic World – La rinascita rivisita quella sensazione quando Zora, Loomis e la loro squadra incontrano il Titanosauro.

La scena è inquadrata in modo da rispecchiare l’intensità emotiva di quel momento, con persino la colonna sonora originale di quel momento. Sebbene Alexandre Desplat abbia composto la colonna sonora per gran parte del nuovo film, il legame con Jurassic Park è così profondo da rendere necessaria la colonna sonora.

T. Rex contro… una rapida era nel libro originale – Una delle scene iconiche del libro di Jurassic Park arriva finalmente sul grande schermo

Una delle scene più emozionanti di Jurassic World – La rinascita arriva quando la famiglia Delgado si ritrova a dover fuggire da un T-Rex su un gommone su un fiume. La scena è un momento emozionante che i registi hanno cercato di portare sul grande schermo per decenni.

La scena ha avuto origine in Jurassic Park di Michael Crichton, ma è stata tagliata dall’adattamento cinematografico. Hanno cercato di portarla in Jurassic Park: Il mondo perduto, ma non sono riusciti a inserirla. Jurassic World – La rinascita è riuscito non solo a trovare spazio per la scena, ma anche a renderla una delle sequenze più grandi incentrate sulla famiglia Delgado.

Riferimenti ai Raptor – Sebbene i Raptor non rappresentino una minaccia significativa in Jurassic World – La rinascita, il film ne ricorda i momenti più iconici

Sebbene i Raptor non rappresentino una minaccia significativa in Jurassic World – La rinascita rispetto alle loro precedenti apparizioni, il film include alcuni intelligenti riferimenti alle scene precedenti con i Raptor nella serie. Quando due Raptor avanzano verso Xavier, uno di loro assume una posa inquadrata in modo molto simile a quella del Raptor in Jurassic Park.

Sebbene i Raptor siano sostituiti in modo piuttosto efficace dai mutadonti nella narrazione, questi dinosauri geneticamente modificati mantengono alcune tendenze tipiche dei Raptor. Uno di loro dà la caccia alla famiglia Delgado attraverso una stazione di servizio, in modo simile a come i Raptor avevano dato la caccia a Lex e Tim. C’è persino un’inquadratura in cui un Raptor tocca gli artigli, replicando un’inquadratura di Jurassic Park.

Ci sono due riferimenti a Lo Squalo – La missione per ottenere il DNA del Mosasauro trasforma il film in Lo Squalo

Secondo un’intervista rilasciata da Gareth Edwards a Vanity Fair, Stephen Spielberg era restio a includere troppi riferimenti ai precedenti film in Jurassic World – La rinascita. Tuttavia, ciò non ha impedito a Edwards e al suo team di inserirne alcuni, oltre ad alcuni riferimenti ad altri film di Spielberg, come Lo Squalo.

Nel bar dove Zora trova e recluta Duncan Kinkaid si può notare un pedale, una replica del pedale che Quint usava per prepararsi in Lo Squalo. C’è anche un’inquadratura di Zora che cerca di sparare al Mosasauro con un fucile mentre è appesa al bordo della barca, replicando i momenti finali di Lo Squalo.

La scena del Tempio era un’Ode a Indiana JonesJurassic World – La rinascita ha remixato una location per ricordare Indiana Jones

C’è anche un riferimento a Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta nascosto nel bel mezzo di Jurassic World – La rinascita. Quando Zora e la squadra rintracciano il nido del Quetzalcoatlus, scoprono che le uova della creatura si trovano tra le rovine di un tempio.

Il design del tempio ricorda le incisioni su pietra viste nei film di Indiana Jones. Sebbene altri riferimenti e easter egg siano stati eliminati dal film, Edwards ha dichiarato a Vanity Fair di essere convinto di poter mantenere il tempio perché lo sceneggiatore del film, David Koepp, adora I predatori dell’arca perduta.

Scalare la scogliera aveva un ritmo familiare – Gli sforzi per catturare il DNA del Quetzalcoatlus ricreano una delle scene più tese di Jurassic Park

Scarlett Johansson è Zora Bennett e Jonathan Bailey è il Dr. Henry Loomis in JURASSIC WORLD – LA RINASCITA, diretto da Gareth Edwards.
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Per recuperare il DNA del Quetzalcoatlus, Zora e la sua squadra sono costretti a scendere lungo il fianco di una scogliera per recuperare le uova. Questo ricorda un’altra scena con Alan Grant in Jurassic World, che riproduce un altro scontro con un pericoloso dinosauro.

In Jurassic Park, Alan è costretto a cercare di evitare un T-Rex mentre si cala in corda doppia lungo il lato di un muro di cemento, schivando a malapena la creatura ripetutamente. Questa è simile alla tensione della scena della scogliera di Jurassic World – La rinascita, soprattutto quando Loomis è appeso sul bordo mentre LeClerc è meno fortunato.

La fuga di Krebs in jeep viene tirata fuori dal Mondo Perduto – Il tentativo di fuga di Krebs ha un legame con i libri

Dopo aver abbandonato Zora e gli altri, Krebs cerca di fuggire dai dinosauri in jeep. Tuttavia, viene minacciato da un mutadonte mentre precipita giù per una collina, finendo per ritrovarsi proprio sulla traiettoria del mostruoso D-Rex.

Come ha spiegato David Koepp a Entertainment Weekly, questa scena è stata ispirata da una battuta del sequel di Jurassic Park di Michael Crichton, Jurassic Park: Il Mondo Perduto. Lo sceneggiatore ha ammesso di aver usato parti di quella battuta per Krebs, riportandolo nelle grinfie del D-Rex.

Duncan fa una Dr. Ian Malcom – Il momento del razzo di Duncan ricrea un momento iconico di Jurassic Park

Mahershala Ali è Duncan Kincaid in JURASSIC WORLD – LA RINASCITA, diretto da Gareth Edwards.
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Nel finale di Jurassic World – La rinascita, Duncan Kincaid usa un razzo per allontanare il D-Rex dai Delgado e dai suoi amici rimasti, prima di dare una rapida fuga. Questo è un grande momento eroico per il personaggio, che funge da collegamento tematico con un film precedente della serie.

Questo è esattamente ciò che fa il Dr. Ian Malcom in Jurassic Park per distrarre un T-Rex che sta attaccando Lex e Tim. In entrambi i casi, i personaggi erano destinati a morire. Malcom non sopravvisse alle ferite riportate nel romanzo originale di Jurassic Park, mentre Kincaid avrebbe dovuto sacrificarsi. In entrambi i casi, le riscritture dei film hanno salvato entrambi i personaggi.

La maglietta del pellicano di Isabella – La maglietta di Isabella è uno degli Easter Egg più ingegnosi

Per gran parte del film, la giovane Isabella indossa una maglietta che in realtà è un doppio riferimento al primo Jurassic Park. La maglietta di Isabella raffigura un pellicano, l’enorme uccello che si vede volare accanto all’elicottero che porta in salvo i sopravvissuti di Jurassic Park. È persino la stessa specie di pellicano che appare in quel film.

La maglietta stessa è anche un sottile cenno alla storia del franchise. La scritta attorno al pellicano, secondo Edwards, recita “La vita trova una via” in spagnolo. Questa frase è una delle frasi più famose di Jurassic Park, un monito di Ian Malcom che continua a perseguitare qualsiasi personaggio che cerchi di controllare la natura.

L’inquadratura finale fa riferimento al finale di Jurassic Park – Jurassic World – La rinascita ha lo stesso tipo di finale di Jurassic Park

La maglietta a forma di pellicano di Isabella non è l’unico modo in cui Jurassic World – La rinascita fa riferimento al finale di Jurassic Park. La scena finale mostra i sopravvissuti a bordo di una barca che si allontana a tutta velocità dall’Île Saint-Hubert e notano i delfini nell’acqua accanto a loro.

Questa scena è inquadrata in modo molto simile ai pellicani che volavano accanto a Grant e agli altri in Jurassic Park, sottolineando la bellezza della natura dopo essersi goduti l’orrore. È un dolce modo finale per il film di rendere omaggio al film che ha dato inizio al franchise.

Ballard – Stagione 2 si farà? ecco cosa aspettarsi!

Ballard – Stagione 2 si farà? ecco cosa aspettarsi!

Renée Ballard trova un incredibile equilibrio nella serie spin-off di Bosch intitolata Ballard. La detective è a capo dell’unità casi irrisolti della polizia di Los Angeles, un dipartimento con pochi fondi e poco personale, composto da riserve e volontari. Tuttavia, con la sua squadra eterogenea di investigatori, riesce a risolvere alcuni casi chiusi da decenni. Inoltre, i loro sforzi portano persino alla scoperta di una cospirazione di corruzione tra dipartimenti. Tuttavia, nonostante le varie vittorie ottenute, Ballard deve affrontare una realtà desolante.

Robert Olivas, un detective della omicidi con un passato oscuro e una vendetta personale contro Ballard, riesce a stringere un accordo con l’accusa. Peggio ancora, mentre lui riesce a cavarsela, lei finisce in manette. Pertanto, la prima stagione pone chiaramente le basi per un seguito difficile. Anche se la serie non è stata ancora ufficialmente rinnovata per un’altra stagione, le tendenze passate suggeriscono che una possibile seconda stagione potrebbe arrivare sugli schermi tra l’inizio e la fine del 2027.

La seconda stagione di Ballard riprenderà dopo l’arresto inaspettato di Renée

Dopo il finale esplosivo della prima stagione di “Ballard”, è difficile immaginare un futuro in cui la narrazione non ruoti attorno alle conseguenze dell’arresto imprevedibile della protagonista. La detective trascorre l’intera stagione di 10 episodi ammanettando i cattivi e mettendoli dietro le sbarre. Pertanto, il fatto che il finale la trovi nella stessa identica posizione rimane più che sorprendente. Alla fine, viene rivelato che Olivas, il suo rivale, è stato ucciso, rendendola la principale sospettata del crimine. Tuttavia, non seguono ulteriori informazioni sul motivo per cui le autorità la collegano all’omicidio. È il risultato del suo acceso scontro con Olivas a casa sua? Ha qualcosa a che fare con le informazioni segrete che l’ex poliziotto ha scambiato con l’accusa per ottenere la libertà?

Allo stesso modo, dato che Ballard è probabilmente incastrato per l’omicidio, le domande sulla vera identità dell’assassino rimangono intriganti. Alla fine della prima stagione, la narrazione non fornisce una risposta chiara a queste domande pressanti. Per lo stesso motivo, ci sono diverse strade che una possibile seconda stagione potrebbe prendere riguardo al futuro di Ballard. A seconda di come si evolveranno le cose, i fan potrebbero scoprire diversi aspetti del passato della detective, in particolare il suo periodo nella squadra omicidi. Inoltre, la narrazione potrebbe anche approfondire la trama della cospirazione corrotta su cui indaga l’unità casi irrisolti. In definitiva, qualunque sia il motivo per cui le autorità danno la caccia a Ballard, questo sarà sicuramente al centro dell’attenzione nella prossima stagione.

La seconda stagione di Ballard potrebbe esplorare in profondità il passato di Renne

Ballard Prime Video
© Cortesia di Prime Video

Come il suo predecessore, anche “Ballard” è l’adattamento di una popolare serie di romanzi gialli. È basato sulla serie Renée Ballard di Michael Connelly, iniziata con il libro “The Late Show” del 2017. Nel corso degli anni l’autore ha scritto diverse storie per la protagonista, ambientandole nello stesso universo di Harry Bosch, il suo altro amato personaggio detective. Sebbene gli adattamenti televisivi si discostino in alcuni aspetti dall’opera letteraria originale, mantengono l’idea di un universo condiviso, esplorando “Ballard” come uno spin-off che riprende la storia dopo la serie acclamata dalla critica del 2014.

Pertanto, data la connessione della serie con l’opera originale di Connelly, possiamo aspettarci che una potenziale seconda stagione continui ad attingere dai romanzi per trarre ispirazione dal personaggio centrale e dal suo passato. Ad esempio, in un futuro seguito potremmo scoprire di più sul passato di Ballard, come il suo percorso per diventare detective e il suo rapporto con la madre. È anche molto probabile che la protagonista continui la sua rivalità con Olivas, il che potrebbe spingere la narrazione a fare ulteriore luce su quella trama. Inoltre, a seconda di come si svolgerà l’arresto del detective, potremmo anche assistere a una possibile riunione con l’unità casi irrisolti e al ritorno delle indagini settimanali della squadra.

L’unità casi irrisolti potrebbe accogliere nuovi volti nella seconda stagione

Maggie Q in Ballard
© Cortesia di Prime Video

Essendo una serie poliziesca, “Ballard” dà il meglio di sé nei momenti in cui il detective è alle prese con un caso particolarmente complicato insieme alla sua squadra di collaboratori. Tra questi ci sono i poliziotti Samira Parker e Thomas Laffont, che sono tornati al lavoro grazie alla protagonista. Inoltre, la squadra ha anche Martina Castro, la stagista in cerca di crediti universitari, e Colleen Hatteras, una mamma appassionata di calcio con un talento per il lavoro di ricerca. Purtroppo, però, la prima stagione vede l’uscita di scena di Ted Rawls, un agente di polizia di riserva, che muore nell’adempimento del proprio dovere. Pertanto, mentre possiamo aspettarci che attori come Courtney Taylor, John Carroll Lynch, Victoria Moroles e Rebecca Field tornino nello show insieme alla protagonista Maggie Q, lo stesso non si può dire per Michael Mosley.

In alternativa, c’è un’alta probabilità che molti degli altri membri del cast secondario tornino per una potenziale seconda stagione, soprattutto se i loro personaggi hanno stretti rapporti con il gruppo centrale. Pertanto, Tutu (Amy Hill), Aaron il bagnino (Michael Cassidy) e Leo (Jim Rash) hanno forti probabilità di riprendere i loro ruoli in caso di rinnovo. È anche lecito supporre che Titus Welliver, che interpreta l’iconico Harry Bosch, tornerà con un ruolo ricorrente. Oltre a queste inclusioni prevedibili, i fan possono anche tenere d’occhio i nuovi membri del cast che si uniranno allo show, in particolare quelli con una presenza importante nella storia. Dopo tutto, la morte di Rawls ha lasciato un vuoto considerevole nella dinamica della squadra che dovrà essere colmato in futuro. Pertanto, se la seconda stagione verrà rinnovata, ci sarà ampio spazio per la crescita e l’espansione della trama.

James Gunn spiega la controversa decisione sulla scena post-crediti di Superman

Il film Superman di James Gunn è il trampolino di lancio ufficiale del nuovo DCU, dà il via al rilancio del franchise dei supereroi in modo inaspettato. Agli albori del MCU, la Marvel Studios ha reso popolare la pratica dei film sui supereroi con scene post-crediti che anticipavano i progetti futuri, e ora le scene post-crediti sono diventate comuni a Hollywood.

Pertanto, ci si aspettava che Superman includesse almeno una scena dopo i titoli di coda per anticipare uno dei prossimi progetti dell’universo DC, tra cui la serie Lanterns dedicata a Lanterna Verde e il film Supergirl, entrambi in uscita nel 2026. Tuttavia, sebbene Superman includa due scene dopo i titoli di coda, nessuna delle due funge da anticipazione per i progetti DC annunciati.

Questo non significa che il film di Gunn non prepari nulla per la DC Studios. Infatti, il finale del film Superman mostra Supergirl (Milly Alcock) che si schianta contro la Fortezza della Solitudine per riprendersi il suo cane, Krypto, che Clark Kent/Kal-El (David Corenswet) stava custodendo. Ma questo avviene prima che scorrano i titoli di coda.

Le scene dei titoli di coda di Superman adottano un approccio atipico per i film di supereroi, fungendo da momenti divertenti che non rivelano necessariamente personaggi o casting importanti. Potrebbe essere una decisione controversa quella di dare questo tipo di finale ai titoli di coda di Superman, ma lo sceneggiatore e regista James Gunn ha spiegato il ragionamento che c’è dietro.

Superman ha 2 scene dopo i titoli di coda: ecco cosa sono e cosa significano

Le scene dei titoli di coda di Superman mettono in risalto un paio di personaggi che rubano la scena

Nella scena a metà dei titoli di coda di Superman, l’Uomo d’Acciaio tiene Krypto in braccio mentre i due guardano la Terra da lontano, presumibilmente seduti sulla luna. È una scena breve molto simile a un primo poster animato pubblicato dalla DC Studios per Superman, che mostrava l’eroe di Corenswet e Krypto seduti nello spazio con la Terra sullo sfondo.

La scena post-crediti di Superman è una scena vera e propria, con Superman e Mister Terrific (Edi Gathegi) che fissano una crepa in un edificio. La struttura era stata divisa a metà, poi ricomposta quando Terrific ha chiuso la frattura dimensionale. Superman fa notare che è “un po’ storta” e Mister Terrific si difende dicendo di aver chiuso la frattura nel miglior modo possibile.

Quando Mister Terrific se ne va infuriato, calciando sassi e detriti sul marciapiede, Superman lo chiama, dicendogli che non voleva farlo arrabbiare. Quando Terrific non risponde, Superman mormora tra sé e sé qualcosa del tipo: “A volte sono proprio un idiota”. Poi la scena finisce.

Cosa significano le scene post-crediti di Superman

La scena a metà dei titoli di coda che mostra Superman e Krypto che trascorrono un momento piacevole e tranquillo insieme è probabilmente solo una semplice scena finale per sottolineare la dinamica tra i due personaggi. Per gran parte del film, Superman e Krypto sono in contrasto, con Clark che spesso rimprovera il super-cane per il suo comportamento.

Sebbene Superman trovi un modo per sfruttare le tendenze distruttive di Krypto durante la battaglia contro Ultraman nel momento culminante del film, il cane continua a comportarsi male fino alla fine. È solo quando Clark si sveglia a casa dei suoi genitori in Kansas e durante la scena a metà dei titoli di coda che Superman e Krypto condividono alcuni momenti dolci.

Per quanto riguarda la scena dopo i titoli di coda, il piccolo battibecco tra Superman e Mister Terrific sembra voler mettere ulteriormente in risalto il rapporto tra i supereroi e fornire un’ultima battuta agli spettatori. Terrific è uno dei personaggi di spicco del film, secondo le recensioni del film Superman, e la scena finale mette ulteriormente in risalto la sua dinamica con l’Uomo d’Acciaio.

È possibile che l’amicizia possa svilupparsi ancora di più in un futuro progetto dell’universo DC con Superman e Mister Terrific. Presumibilmente, l’universo DC farà di più con Superman e la Justice Gang, e qualsiasi tipo di collaborazione vedrebbe Clark e Terrific continuare le loro battute sulla crepa nell’edificio.

James Gunn spiega perché le scene dopo i titoli di coda di Superman non anticipano alcun progetto specifico

In un’intervista esclusiva con Ash Crossan di ScreenRant, lo sceneggiatore e regista di Superman James Gunn ha spiegato perché ha scelto scene dopo i titoli di coda che non anticipano progetti futuri. Il regista, che in precedenza ha diretto tutti e tre i film Guardiani della Galassia per la Marvel Studios, ha detto che era necessario per garantire che la DCU mantenga tutte le promesse fatte.

Beh, durante la mia esperienza alla Marvel ho scoperto che, prima di tutto, le scene post-crediti che il pubblico apprezzava di più erano quelle stupide. Ad esempio, Howard the Duck alla fine di Guardians e Stan Lee alla fine di Guardians 2.

E ho davvero scoperto – e l’ho già detto in passato – che ho inserito degli elementi nelle scene post-crediti, e la Marvel ha inserito degli elementi nelle scene post-crediti che non hanno mai avuto un riscontro. A meno che non sia davvero sicuro che avrà un riscontro… come se stessimo girando… sappiamo tutti che film è Supergirl… Quindi, se alla fine dei titoli di coda ci fosse una rivelazione che ha a che fare con qualcosa nel film Supergirl, sarei disposto a farlo. Sappiamo che succederà.

Ma non voglio inserire cose solo perché sono scene post-crediti scioccanti che non avranno mai un seguito. Tuttavia, mi piace dare qualcosa al pubblico per essere rimasto fino alla fine dei titoli di coda e aver visto tutte le persone che hanno lavorato duramente al film. E quindi dare loro qualcosa, penso, sia divertente. Ed è quello che ho fatto. Quindi abbiamo messo Terrific alla fine.

Under a Dark Sun è basato su storia vera? I Lasserre sono una famiglia reale?

Under a Dark Sun (titolo originale: Qui Sème le Vent) è un thriller poliziesco di Netflix in cui un omicidio porta alla luce i segreti sepolti da tempo di una famiglia disfunzionale. La serie francese è incentrata su Alba, una giovane madre single che si candida per un lavoro come raccoglitrice di fiori in una lussuosa tenuta in campagna per ricominciare una nuova vita con il figlio Leo. Tuttavia, le cose prendono rapidamente una brutta piega quando viene incastrata per l’omicidio del suo datore di lavoro, Arnaud Lasserre.

A peggiorare le cose, scopre anche che il suo capo era suo padre biologico. Naturalmente, il suo interesse per l’eredità la rende ancora più sospetta agli occhi delle autorità e della famiglia corrotta di Arnaud. Tuttavia, nulla è come sembra, soprattutto quando diventa chiaro che la risposta al mistero della morte del patriarca si trova da qualche parte nella storia della sua erede segreta. Di conseguenza, la narrazione si immerge liberamente in temi complessi legati al dramma familiare attraverso le dinamiche interpersonali. Di conseguenza, la risonanza di questi elementi nella vita reale rimane degna di essere esplorata.

Under a Dark Sun è un racconto di fantasia che gioca con le convenzioni del genere

Under a Dark Sun presenta un intrigante mistero di omicidio in cui il mondo della protagonista viene sconvolto mentre lei diventa la principale sospettata di un omicidio di alto profilo. Pertanto, il mistero principale non ruota solo attorno alla morte del patriarca della famiglia, ma anche alla verità sulla parentela biologica di Alba. Questo crea un’ambientazione avvincente per una narrazione gialla, ma gli elementi intensamente drammatici della storia la allontanano notevolmente dalla realtà. Pertanto, Alba e la sua sconcertante avventura nella tenuta della famiglia Lasserre non hanno alcun collegamento diretto con persone o eventi reali. La serie rimane in gran parte un’opera di finzione accreditata agli sceneggiatori Thomas Colineau, Camille Couasse, Marine Lachenaud, Claire le Luhern, Jules Lugan e Nils-Antoine Sambuc.

Tuttavia, anche se la storia di Alba non è ispirata alla realtà, mantiene un livello di familiarità che potrebbe risuonare nel pubblico. Vari elementi della storia, dai personaggi e le loro dinamiche agli archi narrativi, utilizzano tropi e cliché ben consolidati del genere poliziesco. Ad esempio, durante l’indagine personale condotta da Alba e dalla sua inaspettata alleata, l’avvocato Manon, le due protagoniste si imbattono in vari colpi di scena che i fan del genere riconosceranno. Tropo fuorvianti come falsi sospetti, un killer ignaro e una vittima spinosa ruotano attorno alla misteriosa morte di Arnaud. Inoltre, la lussuosa tenuta dei Lasserre aggiunge un elemento visivo e narrativo che lega la storia ai classici racconti gialli. D’altra parte, le complicate relazioni della famiglia Lasserre tra loro e con Alba aggiungono un altro livello di identificazione alla narrazione. Tuttavia, sebbene questi elementi conferiscano alla serie un certo realismo, la storia stessa rimane un’opera di finzione.

La famiglia Lasserre esplora la realtà della coltivazione dei fiori

Anche se i personaggi di “Under a Dark Sun” sono resi fittizi insieme alle loro narrazioni, rimane loro un certo livello di realismo. Per la famiglia Lasserre, questo è evidente in diversi modi. In particolare, le relazioni interpersonali che questi individui hanno tra loro consentono un certo livello di risonanza e identificazione. Che si tratti del rapporto teso tra padre e figlio tra Arnaud e Mathieu o dell’amarezza tra quest’ultimo e sua figlia Manon, queste dinamiche familiari aggiungono realismo alla storia. Tuttavia, i Lasserre attingono a connessioni reali attraverso un altro aspetto delle loro storie.

La famiglia Lasserre si è affermata come un nome ricco e illustre a Grasse grazie alla sua attività di coltivazione di fiori. Da decenni coltivano rose nella loro tenuta, il che li ha resi prolifici nell’industria dei profumi. Nella vita reale, esistono diverse aziende agricole specializzate nella raccolta di profumi per l’industria della bellezza. Grasse, in Provenza, in particolare, ospita uno dei “giardini profumati” più amati al mondo. Da cinque generazioni, la famiglia Mul coltiva fiori che contribuiscono alla creazione dell’amato profumo Chanel Nº 5. Allo stesso modo, la lussuosa casa di profumi francese Matière Première coltiva i propri ingredienti nella tenuta del fondatore Aurélien Guichard a Grasse.

Pertanto, anche se Lasserre non ha alcun legame diretto con queste importanti aziende floricole, queste ultime contestualizzano il realismo legato alla prima. In alternativa, il lato più oscuro delle aziende agricole Lasserre, che include lo sfruttamento dei lavoratori migranti, getta una luce diversa, ma altrettanto realistica, sull’industria agricola europea. Nel giugno 2025, le autorità hanno scoperto condizioni disumane per i lavoratori migranti privi di documenti che erano stati impiegati come vendemmiatori a Reims, in Francia. Analogamente, nel 2023 sono state formulate diverse accuse contro i vigneti dello Champagne per violazioni dei diritti dei lavoratori migranti. Pertanto, la trama che ruota attorno a Valentin e alla sua rete di traffico sessuale sotto il naso dei Lasserre mette in luce in parte la brutale realtà dello sfruttamento dei migranti in tali settori.

Under a Dark Sun – Stagione 2: si farà? ecco cosa aspettarsi se verrà rinnovata

Under a Dark Sun di Netflix offre un viaggio emozionante, ricco di complesse dinamiche familiari e una trama gialla al centro della storia. Alla fine della prima stagione, la protagonista riesce a svelare la verità sulla morte di Arnaud Lasserre e scopre persino segreti nascosti sul proprio passato. Tuttavia, la giustizia nel senso più convenzionale del termine viene alla fine elusa a favore di motivi egoistici e di autoconservazione. Di conseguenza, qualcun altro si fa carico del peso del caos, mentre il vero assassino riesce a stringere un accordo con Alba e a uscire libero.

D’altra parte, la tenuta di famiglia subisce un cambio di proprietà, che vede il ritorno di un volto familiare nella vita dei Lasserre. Pertanto, anche se gli enigmi principali sono stati risolti, l’incertezza continua a incombere all’orizzonte. Sebbene non ci siano ancora annunci su un rinnovo della serie, una potenziale seconda stagione sarebbe un’ottima occasione per esplorare queste piste. Pertanto, in caso di continuazione della serie, i fan possono aspettarsi una data di uscita nel 2027.

La seconda stagione di Under a Dark Sun potrebbe esplorare il legame di Nadia con i Lasserre

La prima stagione di Under a Dark Sun fa un ottimo lavoro nel risolvere tutti i misteri che affliggono la narrazione dopo l’omicidio di Arnaud. Pertanto, la maggior parte dei nodi vengono al pettine con una chiara indicazione dei colpevoli e delle loro motivazioni. Inoltre, anche gli altri personaggi e le loro peculiari trame vengono spiegati con un approfondimento delle loro storie e dei loro traumi passati.

Per lo stesso motivo, non ci sono misteri irrisolti che la serie potrebbe portare avanti nella seconda stagione. Tuttavia, c’è una rivelazione importante che è destinata a conquistare la ribalta in caso di rinnovo.

Il ritorno di Nadia alla tenuta dei Lasserre, questa volta come acquirente invece che come dipendente, promette di dare un duro colpo ai personaggi centrali esistenti. La profumiera ha legami profondi e complicati con quasi tutti.

Alba è la sua figlia segreta, che è stata manipolata fino ad abbandonare, e Mathieu, il suo padre biologico, è l’uomo che l’ha amata e persa. Infatti, anche la giovane avvocatessa Manon, figlia di Josephine, una figura importante nella vita di Nadia, ha un legame particolare con la donna. Di conseguenza, ora che l’ex raccoglitrice di fiori ha deciso di tornare nella vita dei Lasserre, ci sono molte opportunità per un aumento dei drammi familiari e della distruzione.

La seconda stagione di Under a Dark Sun potrebbe approfondire ulteriormente la storia familiare di Alba

Per gran parte della prima stagione, la maggior parte dei personaggi agisce partendo dal presupposto che Arnaud sia il padre biologico di Alba. Tuttavia, in un colpo di scena inaspettato, si scopre che lei è in realtà biologicamente legata a suo figlio, Mathieu, che è il suo vero padre. Pertanto, alla fine della serie, non solo entrambi i genitori di Alba sono vivi, ma vivono anche sotto lo stesso tetto. Questo apre la possibilità alla protagonista di instaurare relazioni significative e legami con la sua famiglia. Anche se questo potrebbe essere difficile tra lei e Mathieu, la giovane donna può sicuramente avvicinarsi a sua madre. Inoltre, la complicata dinamica tra il duo padre-figlia può anche prestarsi a una narrazione avvincente.

Allo stesso modo, la serie potrebbe anche utilizzare la seconda stagione come un’opportunità per fare chiarezza sul rapporto di Alba con i suoi genitori adottivi. Nella prima stagione, la madre e il padre adottivi sembrano aver rinunciato completamente a lei, al punto che Thierry cerca di portare via Leo da sua figlia e incoraggia le autorità a rinchiuderla per omicidio. Sebbene il passato della protagonista con Dimitri spieghi in parte questa ostilità tra lei e i suoi genitori, un seguito potrebbe approfondire la questione e fornire archi narrativi più soddisfacenti all’interno di queste relazioni. Allo stesso modo, la narrazione potrebbe anche approfondire il passato di Beatrice e il suo complicato rapporto con i figli, Mathieu e Lucie. Ci sono quindi molti drammi interpersonali che una potenziale seconda stagione potrebbe portare alla luce.

Under a Dark Sun 2 dovrebbe riportare la maggior parte del cast

Un aspetto cruciale di “Under a Dark Sun” che gioca a favore della serie deriva dalla dinamica elettrizzante e dall’alchimia tra il cast della prima stagione. L’attrice protagonista Ava Baya conferisce al suo personaggio una certa ferocia e grinta che le permette di guidare l’emozionante mistero dell’omicidio con una forza encomiabile. Anche l’indole innocentemente diabolica di Claire Romain ha un certo peso nella narrazione. Allo stesso modo, gli altri attori che compongono la famiglia Lasserre entrano perfettamente nei loro ruoli come pezzi di un puzzle. Per lo stesso motivo, se una potenziale seconda stagione decidesse di continuare la narrazione di Alba nella tenuta dei Lasserre, sarebbe fondamentale che tutti gli attori del cast principale riprendessero i loro ruoli.

In alternativa, ci sono alcuni attori che probabilmente non potranno tornare per un altro round. Arnaud, interpretato da Thibault de Montalembert, tormenta la prima stagione dall’aldilà. Tuttavia, la sua presenza non avrebbe senso in un futuro episodio, soprattutto se la sua morte non fosse al centro della narrazione. Allo stesso modo, Simon Ehrlacher, che interpreta il defunto Valentin, probabilmente non tornerà nella seconda stagione. D’altra parte, possiamo sperare di vedere più spesso l’attrice che interpreta Nadia, che potrebbe assumere un ruolo più importante nella narrazione. Inoltre, dato lo stato civile del suo personaggio, c’è anche la possibilità che nuovi volti si uniscano al cast, promettendo sviluppi interessanti alla trama.

Dove è stato girato Under a Dark Sun di Netflix?

Dove è stato girato Under a Dark Sun di Netflix?

Creata da Nils-Antoine Sambuc, la serie Netflix Under a Dark Sun (“Soleil Noir”, alias “Qui sème le vent”) può essere considerata una manifestazione in più episodi delle parole di Shakespeare tratte dal Macbeth: “Chi è vicino nel sangue, è più vicino al sangue”. La miniserie thriller francese ruota attorno ad Alba, una giovane donna che si trasferisce in Provenza, in Francia, per sfuggire al suo passato oscuro. Dopo aver trovato lavoro in un vivaio, spera di poter offrire una vita migliore a suo figlio. Purtroppo, il destino ha in serbo altre sorprese per lei: il proprietario del vivaio viene assassinato e Alba diventa la principale sospettata.

Considerando che l’uomo, rivelatosi suo padre biologico, l’aveva nominata beneficiaria di un quarto della proprietà, il movente dell’omicidio è evidente. Con il passare dei giorni e il serpente del sospetto che stringe sempre più la morsa intorno al collo di Ava, la donna è costretta a districarsi tra bugie, inganni, segreti di famiglia e persino minacce da parte dei suoi stessi familiari, alla ricerca di risposte. Poiché il nuovo mondo in cui si ritrova la protagonista diventa una minaccia per lei, le immagini trasformano gli sfondi in personaggi secondari che cercano di manipolarla.

I set delle riprese di Under a Dark Sun

Under a Dark Sun è stato girato interamente in Francia, in particolare nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Secondo quanto riferito, le riprese principali sono iniziate nell’ultima settimana di maggio 2024 e sono proseguite per diversi mesi prima di concludersi nella prima settimana di ottobre dello stesso anno. Pur mantenendo l’ambito narrativo, il team di produzione ha mostrato il più possibile la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra per mettere in risalto la splendida regione francese che contribuisce a creare l’atmosfera della serie.

Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Francia

La Provenza-Alpi-Costa Azzurra, regione amministrativa nel sud-est della Francia, ha fatto da base alla troupe di “Under a Dark Sun”. La storia è ambientata a Eze, un comune costiero nel dipartimento delle Alpi Marittime. Questo luogo storico è famoso in tutto il mondo per la sua posizione collinare che offre una vista mozzafiato sul Mar Mediterraneo. Molte scene sono state girate nella zona collinare e utilizzate per le riprese panoramiche. Il villaggio stesso è una tappa obbligatoria per i turisti, ma tra i luoghi più interessanti figurano il Chemin de Nietzsche, il Fort De La Revère, le Ruines du Village du Mont Bastide e l’Eglise Notre-Dame-de-l’Assomption. La Provenza, una provincia che vanta un’architettura storica e splendidi paesaggi naturali, è stata ampiamente utilizzata per girare scene in interni ed esterni e per le riprese panoramiche. Luogo di riprese molto noto, è stato utilizzato come base per “Delicious” e “K.O.

Nizza, città della Costa Azzurra, è diventata lo sfondo di diverse scene. Situata sulla Riviera francese, è nota per i suoi edifici colorati, che hanno permesso al team creativo di arricchire le immagini. I Victorine Studios, noti anche come Studios de la Victorine, si trovano al 16 di Avenue Edouard Grinda a Nizza, dove la troupe potrebbe aver registrato diverse scene. Altri film e serie TV che hanno fatto lo stesso includono “Heads of State”, ‘Surface’, “Offline Love”, “The Substance” e “Libre”.

La Provenza-Alpi-Costa Azzurra è nota per il suo variegato paesaggio agricolo e conta numerose fattorie, una o più delle quali potrebbero essere state utilizzate dalla troupe come set per le scene ambientate in campagna. La regione è famosa nel mondo del cinema per la città di Cannes, sede del Festival di Cannes, uno dei festival cinematografici più prestigiosi al mondo. Naturalmente, è sede di molti studi di produzione che la troupe potrebbe aver utilizzato per le riprese in interni ed esterni. Oltre ad essere la mecca dei cinefili, la regione è nota per i suoi musei, alcuni dei quali sono tra i più visitati del paese. Tra questi figurano il Museo delle Civiltà Europee e Mediterranee, il Musée Cantini, il Musée Grobet-Labadié e il Musée des Beaux-Arts de Marseille. Anche “La ragazza rubata” è stato girato in Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Olga Kurylenko su Thunderbolts* e Taskmaster: “Ci siamo trasferiti ad Atlanta per 5 mesi”

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L’interpretazione di Taskmaster vista in Black Widow era fedele al fumetto, nel senso che “lui” imitava con successo i supereroi dell’MCU ed era una forza da non sottovalutare. Tuttavia, il film avrebbe poi rivelato che sotto al costume c’era Antonia Dreykov, interpretata da Olga Kurylenko.

Con un costume notevolmente migliorato in Thunderbolts*, si sperava che Taskmaster potesse trovare una qualche redenzione. Invece, Olga Kurylenko ha avuto una sola battuta di dialogo e una breve scena di combattimento prima di essere uccisa da Ghost.

In seguito abbiamo appreso che i piani originali prevedevano che diventasse una Nuova Vendicatrice, con un’intera sottotrama dedicata al suo legame con Ghost e ai ripetuti tentativi di uccidere John Walker a causa dei suoi problemi di memoria. Il regista Jake Schreier, tuttavia, riteneva che il film avesse bisogno di un po’ di tensione in più e decise che il modo migliore per raggiungere questo obiettivo fosse far morire uno dei protagonisti all’inizio.

Molti fan l’hanno accolto positivamente, mentre altri hanno chiesto “#JusticeForTaskmaster”. In un’intervista appena uscita (tradotta da @Miranes2310), Olga Kurylenko rivela che la sceneggiatura è cambiata significativamente quando la produzione è stata sospesa nel 2023, prima di raccontare il suo shock per il fatto che la sua parte fosse stata ridotta a un cameo. “In realtà, siamo stati sfortunati perché abbiamo iniziato a girare questo film quando è scoppiato lo sciopero. Quindi, in pratica, abbiamo portato con noi tutta la nostra roba. Ho portato mio figlio fuori da scuola, ci siamo trasferiti ad Atlanta per cinque mesi, abbiamo affittato una casa e tutto il resto. E all’improvviso, due settimane dopo, ci hanno detto: ‘Tornate a casa perché c’è uno sciopero e non sappiamo quando finirà’.”

“Ma improvvisamente, nella prima sceneggiatura, il mio personaggio era… Era lì fino alla fine, ma non era affatto la stessa sceneggiatura. Dopo lo sciopero, la sceneggiatura non c’entrava più nulla. Hanno cambiato il concept, hanno cambiato la storia, i luoghi, le ambientazioni. Non era più la stessa. È un peccato. Era un personaggio fantastico.”

“È soprattutto perché tutti, persino i costumisti, hanno detto: ‘Oh cielo, è il nostro personaggio preferito in termini di costumi, perché è quella con il look migliore’. Il mio costume è il migliore.”

Bisogna provare compassione per Olga Kurylenko, ma Thunderbolts* non ha sofferto molto senza Taskmaster e probabilmente ha avuto tempo per il resto dei suoi personaggi non concentrandosi sulla piuttosto impopolare Vedova Nera.

Under a Dark Sun, la spiegazione del finale: chi ha ucciso Arnaud?

La serie poliziesca francese di Netflix Under a Dark Sun ruota attorno a un intrigante mistero omicida che svela i segreti sepolti da tempo di una ricca famiglia. Originariamente intitolata “Qui Sème le Vent”, segue la storia di Alba, una madre single in fuga con il figlio Leo per sfuggire alle complicazioni del suo passato. Per questo motivo, è felice di trovare rapidamente lavoro come raccoglitrice di fiori nella prestigiosa tenuta Lasserre. Tuttavia, la fortuna presto si trasforma in un incubo quando il proprietario della tenuta, Arnaud, muore misteriosamente, incastrando Alba come principale sospettata. A peggiorare le cose, il testamento rivela la realtà ancora sconosciuta sul suo legame con la giovane donna, che è sua figlia biologica. Di conseguenza, prima che se ne renda conto, la madre viene trascinata in una spirale enigmatica di drammi familiari e morte. SPOILER IN ARRIVO!

Cosa succede in Under a Dark Sun

La storia inizia con Alba Mazier in fuga dalla sua famiglia, che sta cercando di ottenere la custodia del suo giovane figlio, Leo, usando il suo passato poco lusinghiero come leva legale. La madre è determinata a tenere suo figlio con sé, lasciando la città e trasferendosi a Barcellona per ricominciare da capo. Per lo stesso motivo, risponde con entusiasmo a un annuncio di lavoro alla tenuta Lasserre. Anche se il proprietario, Aranud, è inizialmente riluttante ad assumerla, alla fine cede e le offre un lavoro come una delle tante raccoglitrici di fiori nei suoi campi. Il posto di lavoro include l’alloggio nel campeggio, il che è un vantaggio per la madre e suo figlio. Tuttavia, non ci vuole molto perché le cose prendano una brutta piega. Arnaud, che continua a comportarsi in modo strano, chiama Alba per un incontro nei campi prima dell’arrivo degli altri raccoglitori di fiori.

Tuttavia, quando Alba arriva all’appuntamento, trova solo il cadavere di Arnaud. Non volendo essere coinvolta in quel pasticcio, fugge dal luogo per sfuggire ai sospetti. Tuttavia, il caposquadra, Valentin, la vede e chiama la polizia. Inizialmente, Alba riesce a difendersi, insistendo che, nonostante la sua presenza incriminante sulla scena del delitto, non ha alcun motivo reale per uccidere l’uomo. Tuttavia, la sua difesa va in fumo non appena viene reso noto il testamento di Arnaud. A quanto pare, egli ha lasciato la sua eredità in parti uguali ai suoi eredi, tra cui apparentemente Alba, la sua figlia illegittima segreta. Anche se la madre single sembra non sapere nulla di questo legame, il detective che conduce il caso continua a sospettare di lei. Fortunatamente, le viene in soccorso Manon, la nipote di Arnnaud, che ha un conto in sospeso con la sua famiglia.

Manon, avvocato, si nomina difensore di Alba e inizia ad aiutarla a provare la sua innocenza. I recenti tentativi della famiglia Lasserre di vendere la tenuta nonostante la riluttanza del patriarca offrono un punto di vista diverso che li mette in una luce sospetta. Tuttavia, diventa presto evidente che chiunque stia incastrando quest’ultima per l’omicidio di Arnaud non è interessato a giocare pulito. Nel corso dei giorni seguenti, Alba vive un vero e proprio inferno quando scopre i segreti sporchi della famiglia, come lo sfruttamento e gli abusi dei lavoratori. Inoltre, cade vittima dei giochi del misterioso mandante quando questi rapisce Leo e la costringe a compiere azioni fatali contro i Lasserre. Alla fine, nel salvare suo figlio, scopre una delle persone dietro al complotto contro di lei.

Valentin, il bracciante che aveva stretto un’alleanza con la madre, è in realtà un trafficante di esseri umani a scopo sessuale, in combutta con l’assassino. Tuttavia, muore prima di poter rivelare alcuna informazione riservata sull’identità dell’assassino. D’altra parte, i rapporti di forza nella famiglia Lasserre cambiano quando Lucie e Mathieu si rivoltano contro la madre, Beatrice, e la rinchiudono contro la sua volontà in una clinica psichiatrica. Tuttavia, il viaggio spiacevole porta a una rivelazione sconvolgente quando la vedova scopre che la madre di Manon, Josephine, che si presumeva avesse abbandonato la famiglia, è in realtà una paziente della clinica. Contemporaneamente, Alba fa una scoperta inquietante sulle sue origini. Alla fine, queste due scoperte portano la madre single e il suo avvocato difensore a fare alcune scoperte sulla morte di Arnaud che sconvolgono le conclusioni precedentemente stabilite.

La spiegazione del finale di Under a Dark Sun: chi ha ucciso Arnaud? Chi ha incastrato Alba?

Fin dall’inizio, la morte di Arnaud rimane il fulcro di quasi tutti gli altri misteri che circondano Alba e la famiglia Lasserre. Inizialmente, le persone più vicine a lui sembrano essere quelle che hanno più da guadagnare dalla sua morte. Sua moglie e i suoi figli stanno già cercando un’opportunità per vendere i loro campi di rose a rinomati profumieri e trarre grandi benefici dall’accordo. Inoltre, con il suo apparente erede illegittimo e il rapporto tossico con il figlio, Beatrice e Mathieu hanno tutti i motivi per vendicarsi. Il fatto che Lucie trovi una pistola nascosta nella loro tenuta è solo la ciliegina sulla torta che dà peso a questa teoria. Alla fine, tutti questi indizi finiscono per spiegare la verità sull’omicidio di Arnaud, ma in modi del tutto inaspettati. A quanto pare, il patriarca è stato effettivamente ucciso da uno dei suoi familiari: sua nipote, Manon.

Tutto risale alla donna dai capelli rossi della clinica psichiatrica: Josephine. È l’ex moglie di Mathieu e madre dei suoi figli, Manon e Hadrien. Finora, tutti pensavano che la donna fosse scappata dalla sua famiglia a causa dei continui tradimenti e abusi del marito. Tuttavia, questa non era tutta la verità. Josephine era parte integrante della famiglia Lasserre e deteneva quote e investimenti considerevoli nella loro azienda. Pertanto, Arnuad non era felice di sapere che lei stava pensando di divorziare da Mathieu dopo aver scoperto la sua relazione con una raccoglitrice di fiori. Di conseguenza, il patriarca ha fatto ricoverare la nuora in una clinica psichiatrica e ha iniziato a manipolarla psicologicamente per farle credere in una realtà diversa. Ben presto, questo ha avuto un impatto devastante sulla sua salute mentale, portandola alla follia. Mentre tutto questo accadeva, Arnaud ha mantenuto la storia di copertura sul suo abbandono, tenendola segreta anche alla sua stessa famiglia.

Tuttavia, 25 anni dopo, la raccoglitrice di fiori che aveva avuto una relazione con Mathieu ha chiesto ad Alba di contattare Arnuad. Attraverso delle e-mail, ha rivelato l’identità della figlia abbandonata e ha costretto il patriarca a includerla nel suo testamento. Manon ha finito per imbattersi in queste informazioni mentre cercava sua madre nel computer del nonno. Di conseguenza, le cose hanno cominciato a quadrare. Di conseguenza, la giovane avvocatessa decide di intraprendere una vendetta. Inizia inviando un invito per un’intervista ad Alba, che in seguito incastra per l’omicidio di suo nonno. Quando questo attira l’attenzione della polizia, ribalta la situazione sul resto della famiglia Lasserre e cerca di far uccidere l’altra donna per incriminarli ulteriormente. Tuttavia, il piano di Manon finisce per fallire quando Alba continua a sopravvivere e a combattere contro la sua aggressrice.

Alba uccide Manon? È viva o morta?

Inizialmente, Manon riesce a conquistarsi l’alleanza di Alba essendo la prima a chiedere aiuto. La sua strategia di difesa funziona bene, soprattutto quando viene alla luce la verità sui maltrattamenti subiti da sua madre. Per lo stesso motivo, riesce a sfuggire a ogni sospetto per molto tempo. Infatti, quando Alba ottiene un indizio sull’identità del mandante, attraverso un libro lasciato nella stanza di Josephine, lo interpreta come un segno che punta verso Haiden piuttosto che verso sua sorella. Di conseguenza, è piena di giusta rabbia quando scopre che suo figlio, Leo, sta frequentando lo stesso uomo che lei crede essere l’assassino. Naturalmente, Manon non può permettere che la madre single se ne vada armata di pistola con l’intenzione di uccidere suo fratello.

Pertanto, le circostanze costringono Manon a rivelare finalmente i suoi segreti e a confessare il suo coinvolgimento nell’omicidio di Arnaud. Tuttavia, fa la confessione in un momento opportuno, quando i due sono in macchina insieme. In questo modo, riesce a manipolarli per provocare un incidente e aggredire Alba. Tuttavia, entrambe le donne riescono a tornare alla tenuta. Sembra però che sia troppo tardi, poiché il giovane Leo ha già ucciso Hadrien in un tentativo di autodifesa. Poiché era l’unica vera famiglia che Manon aveva ancora, lei giura di far pagare Alba e suo figlio per la morte di Hadrien. L’avvocato ha intenzione di confessare tutto alle autorità. In questo modo, Leo non potrà giustificare l’omicidio di Hadrien come legittima difesa, dato che quest’ultimo non era mai stato pericoloso.

Di conseguenza, Alba offre a Manon un accordo diverso per garantire la sicurezza di suo figlio. Promette di tacere sui crimini di quest’ultimo e di addossarne tutta la colpa ad Hadrien. Dato che è già morto, non dovrà affrontare le conseguenze di essere considerato un assassino e l’avvocato potrà farla franca e tornare alla sua vita normale. Inizialmente, la sorella rifiuta l’offerta, insistendo che il suo desiderio di vendicare il fratello è più forte del suo bisogno di sopravvivere. Tuttavia, le cose cambiano quando Alba punta una pistola contro l’altra donna. Da quando ha avuto Leo, la madre single ha fatto tutto il possibile per proteggerlo. Pertanto, è disposta a commettere un omicidio a sangue freddo se questo significa che suo figlio potrà essere al sicuro. Sembra che Manon ne sia consapevole, ed è per questo che finisce per accettare l’offerta della madre single. Alla fine, la prima sopravvive e usa la morte del fratello per coprire tutti i suoi crimini.

Alba è davvero la figlia di Arnaud? Chi è sua madre?

Under a Dark Sun

Il legame biologico di Alba con Arnuad è il motivo principale per cui finisce nei guai con la famiglia Lasserre. La sua inclusione nel testamento del patriarca è l’unica ragione valida che la polizia ha per sospettare il suo coinvolgimento nell’omicidio fin dal primo giorno. Inoltre, questo crea attrito tra lei e Beatrice, poiché la sua quota del patrimonio familiare impedisce a quest’ultima di vendere i campi e la tenuta per trarne profitto. Tuttavia, questa verità fondamentale viene alla fine messa in discussione quando Alba decide di mettersi alla ricerca della sua madre biologica. Fin dall’inizio, ipotizza che Arnaud l’abbia probabilmente avuta da una relazione con una delle tante raccoglitrici di fiori che lavoravano nei suoi campi.

Di conseguenza, Alba cerca tra i fascicoli dei dipendenti della famiglia per trovare qualcuno che potrebbe essere sua madre. Questo la porta a una dipendente sfuggente, i cui documenti sembrano essere stati tutti bruciati. Tuttavia, rimane un indizio: le sue foto con Mathieu, il figlio di Arnaud. Le fotografie rendono evidente che i due avevano una relazione sentimentale durante il matrimonio di lui con Josephine. Alba affronta quindi l’uomo, sperando di scoprire la complessa verità sulla famiglia. Tuttavia, finisce per scoprire qualcosa di inaspettato su se stessa. A quanto pare, Arnaud non è il suo vero padre biologico.

Invece, sua madre, Nadia, era stata messa incinta da Mathieu, che la amava profondamente. Alla fine, Josephine scopre la loro relazione dopo aver trovato Nadia mentre partoriva nei campi di rose. Una volta venuto a conoscenza di tutto, il patriarca decide di prendere in mano la situazione. Tiene segreta la nascita del bambino a Mathieu e manipola la madre affinché rinunci al figlio. In seguito, mente a Josephine sul suo coinvolgimento con la raccoglitrice di fiori per salvare la reputazione del figlio. Alla fine, la verità viene a galla quando Mathieu, notando le somiglianze tra Alba e Nadia, decide di fare un test di paternità.

Chi acquista la tenuta Lasserre?

Alla fine, una volta raggiunto un accordo, Alba e Manon si separano dalla famiglia Lasserre. Alba riesce a tenere Leo con sé, dopo che la morte di Hadrien viene spiegata come un caso di legittima difesa. Da quel momento, la madre single lavora su se stessa, trova un lavoro stabile e persino un modesto appartamento per sé e suo figlio. Tuttavia, sembra che non riesca a sfuggire per sempre alla sua famiglia biologica. Anche se Alba non è la figlia di Arnaud, è comunque in parte una Lasserre, grazie a Mattheiu. Pertanto, pur non essendo interessata alla ricchezza del patriarca, viene informata della vendita della tenuta di famiglia. Sembra che l’avvocato dell’acquirente voglia che lei sia presente al passaggio di proprietà.

Di conseguenza, Alba è presente, così come gli altri Lasserre sopravvissuti, quando l’acquirente fa il suo ingresso. A quanto pare, l’acquirente non è altro che Nadia, l’ex raccoglitrice di fiori che è rimasta coinvolta nei giochi di Mathieu e di suo padre. Dopo aver lasciato la tenuta, la donna si è costruita una vita di successo come profumiera. Tuttavia, il suo passato ha continuato a perseguitarla, soprattutto a causa del senso di colpa per aver abbandonato sua figlia. Per lo stesso motivo, ha costretto Arnaud a includerla nel suo testamento, dando il via all’intero pasticcio. Tuttavia, sembra che Nadia sia tornata nella tenuta, nel bene o nel male.

Beatrice muore? Chi l’ha aggredita?

Verso la fine della stagione, Hadrien e Manon non sono gli unici Lasserre che rischiano di morire. Poco dopo aver scoperto la verità sulle condizioni di Josephine, Beatrice chiama sua nipote, sperando che le recenti rivelazioni la spingano ad aiutarla a uscire dalla clinica. Tuttavia, Manon sapeva già di sua madre. Pertanto, usa il suo messaggio per attirare Alba alla clinica. Anche se i dettagli del suo piano rimangono ambigui, è probabile che lo faccia per incastrarla in un altro omicidio.

Così, quando Alba arriva sulla scena, trova Beatrice in fin di vita. È possibile che Manon abbia qualcosa a che fare con l’aggressione alla nonna. Tuttavia, l’aggressione alla fine si rivela inutile. Alba scopre Beatrice appena in tempo, permettendo alle infermiere di portare l’anziana donna in ambulanza prima che sia troppo tardi. Alla fine, la lotta di Beatrice per la vita diventa un’altra scommessa, che lei allucina nella sua mente. Fortunatamente per lei, le probabilità sembrano essere a suo favore e sopravvive alla prova. Tuttavia, dopo essere tornata nel mondo dei vivi, la sua mente sembra aver cancellato tutti i ricordi della sua morte, lasciando l’identità del suo aggressore un mistero.

James Gunn conferma che ogni film DCU avrà un tono differente

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James Gunn conferma che ogni film DCU avrà un tono differente

Superman è il primo film DCU in assoluto, ma questo non significa che il mondo luminoso, ottimista e relativamente adatto alle famiglie dell’Uomo d’Acciaio di David Corenswet influenzerà questo franchise in futuro.

Tutti i film e le serie TV DCU previsti faranno parte dello stesso universo condiviso, il regista e co-CEO dei DC Studios, James Gunn, ha ora chiarito che desidera che ogni progetto sia completamente diverso dal punto di vista tonale.

“Voglio dire, è questo film”, ha detto Gunn a IGN quando gli è stato chiesto dell’influenza del Superman All-Star del suo film. “Per me è davvero importante che ogni progetto abbia una sua impronta. Questo film è molto diverso dal film vietato ai minori che stiamo realizzando, un film body horror con Clayface. È molto diverso dal film di Sgt. Rock che stiamo sviluppando. È molto diverso da Supergirl, che è un fantasy spaziale – Craig Gillespie è passato di qui un attimo fa, che lo ha diretto. Quindi ognuno di questi film è completamente diverso.”

“Quello che adoro della DC Comics e delle graphic novel è che hanno permesso ai singoli artisti e sceneggiatori di creare i propri progetti, e ognuno ha avuto la propria voce”, ha aggiunto Gunn. “Il Lungo Halloween, Superman All-Star, Il Cavaliere Oscuro, Watchmen, hanno ben poco in comune a livello di tono, se non il fatto che fanno parte dell’insieme di personaggi comuni dell’universo DC Comics. E ora stiamo facendo la stessa cosa nel DCU.”

Una strategia sensata se si vuole offrire ai fan la massima varietà possibile, ma potrebbe diventare un problema quando sarà il momento per questi personaggi di condividere lo schermo!

James Gunn ha anche accennato a quanto il film di Clayface sarà ispirato all’horror, ed è molto! “[È] puro fottuto horror, tipo, totalmente reale. La loro versione di quel film è così reale e vera e psicologica e body horror e disgustosa”.

Ballard – stagione 1, la spiegazione del finale: svelato il serial killer e il suo movente

Ballard di Prime Video intreccia una avvincente storia poliziesca, che conduce a un finale ricco di tensione in cui vengono finalmente svelati l’identità e il movente del serial killer. Lo spin-off di Bosch inizia presentando al pubblico la detective Renee Ballard, incaricata di risolvere casi irrisolti insieme a un gruppo di volontari. Su richiesta del consigliere comunale Jake Pearlman, indagano sulla morte di Sarah Pearlman.

Tuttavia, scoprono rapidamente che il caso di Sarah è collegato a una serie di altri omicidi. Nonostante i numerosi ostacoli, riescono a fare una svolta nelle indagini quando trovano una sopravvissuta che è stata aggredita e lasciata morire dallo stesso serial killer. Con il suo aiuto, risolvono il mistero centrale, scoprendo la vera identità dell’assassino e preparando il terreno per la seconda stagione di Ballard.

L’identità e il movente del serial killer nella prima stagione di Ballard

Gary Pearlman cercava donne di successo

Gary Pearlman è il serial killer responsabile dell’omicidio di 14 donne diverse, alcune delle quali sono state anche violentate. Fortunatamente, una delle donne è sopravvissuta, consentendo di identificare Pearlman. Sebbene non abbia mai dichiarato esplicitamente il suo movente, è possibile ricostruirlo sulla base delle informazioni fornite nella serie. Il suo modus operandi era quello di selezionare donne che stavano iniziando ad avere successo nella loro carriera.

Prima di morire, Laura Wilson era stata scritturata per uno spot pubblicitario nazionale ed era entusiasta di lasciare il suo lavoro come barista. Prima di essere aggredita e lasciata in fin di vita, Naomi Bennett aveva trovato il suo primo appartamento e un posto in un salone di bellezza, che era il lavoro dei suoi sogni.

Durante l’interrogatorio, Pearlman ha detto che la vittima non era “una donna da sposare”. Ha anche detto che era arrabbiato perché Laura non gli avrebbe più servito il caffè. Sulla base delle sue dichiarazioni su Laura Wilson e sulle altre vittime, egli considerava le sue vittime come persone che avevano abbandonato i propri cari per perseguire la carriera.

Questo pensiero era un punto dolente per lui, poiché sua madre lo aveva lasciato quando aveva otto anni. Dopo la sua partenza, suo padre lo picchiava, incolpandolo della scelta della madre. Questo non giustifica il suo comportamento, poiché molte persone subiscono abusi senza diventare serial killer. Tuttavia, fornisce una visione più approfondita della sua mentalità.

Sarah, la sua figlia non biologica, era un’eccezione al suo schema. Lei aveva trovato i trofei dei suoi omicidi e aveva pensato che lui tradisse sua madre. Lui pensava che fosse ingrata e che non avrebbe dovuto frugare tra le sue cose. Di conseguenza, l’ha uccisa, l’ha lasciata fuori dalla finestra ed è tornato in casa cinque minuti dopo per evitare di essere scoperto.

Perché Renee Ballard viene arrestata nella prima stagione di Ballard

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© Cortesia di Prime Video

Olivas muore poco dopo che Renee Ballard lo minaccia

Gli ultimi momenti della prima stagione di Ballard sono uno shock totale dopo la risoluzione apparentemente soddisfacente del caso del serial killer. Il procuratore distrettuale ritira le accuse contro Olivas perché questi sta per tradire i suoi complici. Dopo essere andata a minacciare Olivas, lei lo lascia a casa sua vivo e vegeto.

Sfortunatamente, quella notte, la polizia si presenta a casa di Renee Ballard per arrestarla per l’omicidio di Robert Olivas. Samira Parker mostra la notizia che è stato ucciso a casa sua. Il personaggio di Olivas appare solo in tre libri di Renee Ballard e di certo non viene ucciso. In realtà, nonostante sia un viscido molestatore sessuale, non subisce quasi nessuna punizione.

A causa di questa deviazione, non c’è una risposta su chi abbia ucciso Olivas, e non è chiaro come andrà a finire se Ballard verrà scelta per la seconda stagione. La risposta più probabile è che qualcun altro coinvolto nella cospirazione della polizia di Los Angeles volesse impedirgli di fare altri nomi. Tuttavia, questa è solo una speculazione.

Perché Parker riprende il distintivo

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Parker vuole riprendere il potere

Quando Ballard chiede a Parker di unirsi alla sua squadra, lei non ha alcun interesse a rientrare nelle forze di polizia. Accetta solo di dare un’occhiata al caso su cui stanno lavorando. Tuttavia, finisce per riprendere il distintivo e diventare membro della polizia di riserva per due motivi principali.

[Parker] è commossa dal punto di vista di [suo nonno], secondo cui lei potrebbe essere la guardiana che tiene d’occhio il sistema corrotto dall’interno.

In primo luogo, dopo aver discusso la possibilità con suo nonno, è commossa dal suo punto di vista, secondo cui lei potrebbe essere la guardiana che tiene d’occhio il sistema corrotto dall’interno. Crede di poter aiutare a tenere sotto controllo gli altri agenti di polizia.

In secondo luogo, e cosa ancora più significativa, vuole riprendere il potere. L’aggressione sessuale subita da Olivas l’ha fatta sentire completamente impotente. Dopotutto, era il suo partner di lavoro. Tuttavia, non vuole che questa sia la fine della sua storia.

La spiegazione della cospirazione del dipartimento di polizia di Los Angeles

La polizia collabora con il cartello

Nella prima stagione di Ballard, Renee Ballard e la sua squadra di casi irrisolti scoprono una massiccia cospirazione del dipartimento di polizia di Los Angeles mentre indagano su un omicidio di John Doe, che funge da trama secondaria. Il proiettile nel caso viene distrutto, ma Martina e il suo compagno di classe riescono a ricrearlo dalle foto della scena del crimine, il che li mette sulla strada per smascherare i poliziotti corrotti.

Alla fine, scoprono che sette dei personaggi di Ballard stanno collaborando con il cartello, coprendo i loro crimini in cambio di denaro. Uno degli ufficiali di alto rango coinvolti nella cospirazione è Olivas. Arruolano Santos per instaurare una relazione con Martina in modo che possa scoprire quanto sono vicini a svelare la verità, una rivelazione devastante.

Fortunatamente, con le prove raccolte, l’ufficio del procuratore distrettuale riesce ad accusare sei dei sette agenti per cospirazione e altri crimini. L’unico agente che non riescono a incastrare è Olivas, che tradisce i suoi complici per salvarsi la pelle.

Come Ballard di Prime Video si collega a Bosch

La detective Renee Ballard è stata introdotta nel controverso finale di Bosch: Legacy, e hanno persino accennato all’idea di lavorare insieme in futuro. Pertanto, la sua apparizione nella prima stagione di Ballard non è affatto sorprendente. Tuttavia, hanno collegato le serie in modo intelligente, consentendo a Bosch di apparire come guest star senza mettere in ombra Renee Ballard e la sua squadra.

Harry Bosch era l’investigatore del caso di omicidio di Laura Wilson, collegato al caso di omicidio di Sarah Pearlman di Ballard. Il DNA trovato sulla scena del crimine di Pearlman è stato ritrovato anche sulla scena del crimine di Wilson. Quando viene a sapere del coinvolgimento di Bosch, lei lo tiene a distanza.

Tuttavia, alla fine lui interviene per fornirle informazioni e darle una mano dove necessario. Anche J. Edgar di Bosch fa la sua comparsa, ribadendo che Ballard fa parte dello stesso sistema di polizia di Harry Bosch.

Come il finale di Ballard prepara la seconda stagione

Sebbene l’arresto di Renee Ballard sia l’elemento più ovvio che prepara la seconda stagione di Ballard, la serie getta anche le basi per altre trame. La seconda stagione dovrà rispondere alla domanda: chi ha ucciso Olivas? Potrebbe essere qualcun altro coinvolto nella cospirazione.

La sua morte solleva anche la questione se gli altri agenti di polizia accusati di cospirazione possano ancora essere giudicati colpevoli senza la testimonianza di Olivas. Sebbene Santos fosse disposto a parlare, non pensavano che fosse abbastanza importante nella cospirazione da avere peso nel processo.

Infine, la prima stagione di Ballard ha gettato le basi per la storia d’amore tra Renee Ballard e Aaron. I due avevano una relazione occasionale, ma Aaron ha capito di volere qualcosa di più quando lei è stata aggredita. Lei non è pronta per un impegno, quindi lui rompe la relazione. Tuttavia, dall’espressione sul volto di Ballard è molto chiaro che lei si sente in conflitto. La seconda stagione di Ballard potrebbe vederla alle prese con i suoi sentimenti persistenti per Aaron o forse con il superamento di lui.

Guida al cast e ai personaggi di Ballard: scopri i volti dello spin-off di Bosch

Lo spin-off di Bosch su Prime Video, Ballard, vede protagonisti un gruppo di attori di grande talento che interpretano la squadra della polizia di Los Angeles incaricata di risolvere casi irrisolti, oltre agli altri abitanti della città. L’autore Michael Connelly è il creatore di tantissime storie e personaggi fantastici. La serie Bosch ha riscosso un enorme successo su Prime Video, dando vita a due spin-off: Bosch: Legacy e Ballard.

Ballard segue le vicende della detective Renee Ballard, incaricata di dirigere la squadra che si occupa dei casi irrisolti della polizia di Los Angeles. Mentre indaga su una serie di omicidi, scopre un complotto di proporzioni enormi. Sebbene la detective Renee Ballard sia il personaggio principale, è circondata da un gruppo di personaggi dinamici e altrettanto interessanti. Questi attori affermati contribuiscono a rendere Ballard una serie TV avvincente e degna di essere vista.

Actor Character
Maggie Q Renee Ballard
Courtney Taylor Samira Parker
Michael Mosley Ted Rawls
Rebecca Field Colleen Hatteras
Victoria Moroles Martina Castro
Amy Hill Tutu
John Carroll Lynch Thomas Laffont
Noah Bean Jake Pearlman
Hector Hugo Captain Bercham
Michael Cassidy Aaron
Ricardo Chavira Robert Olivas
Alain Uy Nelson Hastings
Colin McCalla Santos
Brendan Sexton III Anthony Driscoll
Jim Rash Leo
Sharif Atkins Damani
Titus Welliver Harry Bosch

Maggie Q nel ruolo di Renee Ballard

Maggie Q in Ballard
© Cortesia di Prime Video

Attrice: Margaret Quigley, meglio conosciuta come Maggie Q, è nata a Honolulu, nelle Hawaii. Ha ottenuto il successo nel 2006 quando ha recitato in Mission: Impossible III nel ruolo di Zhen, al fianco di Tom Cruise. Da allora ha intrapreso una carriera di successo, recitando principalmente in film d’azione e serie TV.

Personaggio: Renee Ballard è una detective del dipartimento di polizia di Los Angeles costretta a guidare la nuova squadra che si occupa dei casi irrisolti, composta da volontari e agenti di polizia di riserva. Deve affrontare una montagna di casi e scarsi finanziamenti.

Courtney Taylor nel ruolo di Samira Parker

Courtney Taylor nel ruolo di Samira Parker

Attrice: Courtney Taylor ha ottenuto il suo primo ruolo importante nel 2022 interpretando Nicole Cooper nella serie TV comica Send Help. Sebbene abbia un curriculum ancora breve, si è rapidamente affermata come attrice comica di grande talento. Il suo ruolo più famoso è quello di Erika in Abbott Elementary.

Personaggio: Samira Parker è un’ex agente di polizia che inizia ad aiutare Renee Ballard nella squadra che si occupa dei casi irrisolti.

Michael Mosley nel ruolo di Ted Rawls

Michael Mosley as Ted Rawls

Attore: Michael Mosley è nato a Iowa City, Iowa, e ha ottenuto il suo primo ruolo importante interpretando Drew Suffin dal 2009 al 2010 in Scrubs. Da allora è apparso spesso in serie poliziesche e mediche, rendendolo la scelta perfetta per Ballard.

Personaggio: Ted Rawls è un agente di polizia di riserva che viene assegnato alla squadra dei casi irrisolti per tenere d’occhio la detective Renee Ballard.

Rebecca Field nel ruolo di Colleen Hatteras

Rebecca Field nel ruolo di Colleen Hatteras

Attrice: Rebecca Field è nata a Lenox Dale, nel Massachusetts, e ha ottenuto il successo interpretando Lacey Jean Locklin in The Client List dal 2012 al 2013.

Personaggio: Colleen Hatteras è una volontaria troppo entusiasta che aiuta la squadra che si occupa dei casi irrisolti. È nota per la sua fede nella magia e nell’intuizione come strumenti per risolvere i casi.

Victoria Moroles nel ruolo di Martina Castro

Victoria Moroles nel ruolo di Martina Castro

Attrice: Victoria Moroles è nata a Corpus Christi, in Texas, e ha ottenuto il suo primo ruolo importante interpretando Hayden Romero in Teen Wolf dal 2015 al 2017. Inoltre, ha recitato su Disney Channel e nel cast di Never Have I Ever di Netflix.

Personaggio: Martina Castro è una stagista che lavora nel team dei casi irrisolti con Ballard e attualmente studia all’università.

Cast secondario e personaggi di Ballard

Amy Hill nel ruolo di Tutu: In Ballard, Amy Hill interpreta Tutu, la nonna di Renee Ballard. Hill ha ottenuto il suo primo ruolo importante interpretando Yung-hee “Grandma” Kim in All-American Girl dal 1994 al 1995. Tra i suoi ruoli più importanti sul grande schermo figurano Sue in 50 First Dates, Mrs. Kwan in The Cat in the Hat e il giudice Eva Fwae Wun in Let’s Go to Prison. Ha anche doppiato Mrs. Hasagawa nel film d’animazione Lilo & Stitch.

John Carroll Lynch nel ruolo di Thomas Laffont: Thomas Laffont, interpretato da John Carroll Lynch, è un membro della squadra che si occupa dei casi irrisolti. Ha ottenuto il suo grande successo interpretando Norm Gunderson nel film del 1996 Fargo. Da allora, ha costruito una carriera di attore di tutto rispetto. È noto soprattutto per aver interpretato Mac McDonald in The Founder, Moses Buggs in Paul e Mr. Jingles/Twisty the Clown/John Wayne Gacy in American Horror Story.

Noah Bean nel ruolo di Jake Pearlman: Noah Bean ha ottenuto il suo primo ruolo importante interpretando David Connor dal 2007 al 2012 nella serie Damages. Tra i suoi altri ruoli più riconoscibili figurano Ryan Fletcher in Nikita, Aaron Marker in 12 Monkeys e David Bowie in Vinyl.

Hector Hugo nel ruolo del capitano Bercham: Hector Hugo ha ottenuto il suo grande successo interpretando il detective Aviles e Munoz in Snowfall dal 2018 al 2019. Tra gli altri ruoli degni di nota ricordiamo Tender Bar Earl in The Iceman, Alejandro Montez in Veep e il detective Sam Ogilvie in Criminal Minds.

Michael Cassidy nel ruolo di Aaron: Michael Cassidy ha ottenuto il suo primo ruolo importante interpretando Zach Stevens in The O.C. È apparso anche come Grant Gabriel in Smallville e Jimmy Olsen in Batman v Superman: Dawn of Justice. Ha anche interpretato Dylan West, alias il supereroe Houdini, in Zoom.

Ricardo Chavira nel ruolo di Robert Olivas: Ricardo Chavira ha ottenuto il suo grande successo interpretando Carlos Solis dal 2004 al 2012 nel cast di Desperate Housewives. Tra gli altri ruoli degni di nota ricordiamo Sam in Piranha 3D, Francisco Vargas in Scandal e Teddy in Glamorous.

Alain Uy nel ruolo di Nelson Hastings: Alain Uy ha ottenuto il suo grande successo interpretando Danny nel film d’azione e commedia del 2020 The Paper Tigers. Tra i suoi ruoli più riconoscibili figurano Chris Yen in Helstrom, il capitano Pat Aquino in Station 19 e l’assistente procuratore federale Bill Tseng in Power Book IV: Force.

Colin McCalla nel ruolo di Santos: Colin McCalla ha ottenuto il suo primo ruolo importante interpretando River nella serie poliziesca Ruthless dal 2020 al 2025. Tra gli altri ruoli degni di nota ricordiamo Marco Galvez in All American, River in The Oval e Connor in 9-1-1.

Brendan Sexton III nel ruolo di Anthony Driscoll: Brendan Sexton III ha ottenuto il suo primo ruolo importante nel film del 1995 Welcome to the Dollhouse, interpretando Brandon McCarthy. Tra gli altri ruoli degni di nota ricordiamo Tom Nissen in Boys Don’t Cry, Warren in Empire Records e Horse nel cast della serie TV Russian Dolls.

Jim Rash nel ruolo di Leo: Jim Rash ha ottenuto il suo grande successo interpretando Dean Pelton nella serie TV comica Community, e dovrebbe tornare per il film Community. Tra gli altri ruoli degni di nota ricordiamo Lewis in The Way Way Back, Ken Bacon in American Crime Story e Mr. Grayson in Sky High.

Sharif Atkins nel ruolo di Damani: Sharif Atkins ha ottenuto il successo interpretando Michael Gallant nella serie televisiva ER, dal 2001 al 2006. Tra gli altri ruoli degni di nota ricordiamo Nova Arresting Pilot in Guardiani della Galassia, Darren Kennedy in Me e Norman “Boom Boom” Gates in NCIS: Hawaii.

Titus Welliver nel ruolo di Harry Bosch: L’attore Titus Welliver è famoso soprattutto per aver interpretato Harry Bosch nelle serie Bosch e Bosch: Legacy. Come anticipato dal trailer, riprende il ruolo in qualità di guest star in Ballard, spin-off della serie omonima con protagonista Titus Welliver.

Renée Ballard è basata su una persona reale? la storia vera dietro al personaggio

Il personaggio principale dello spin-off di Bosch: Legacy, ancora senza titolo, è ispirato a una persona reale. Lo spin-off di Ballard sarà il terzo show del franchise Bosch, iniziato con gli adattamenti dei libri di Michael Connelly. Nell’originale Bosch, il personaggio principale era un detective della polizia di Los Angeles, mentre nella serie revival è in pensione e sua figlia è una poliziotta. Bosch: Legacy è stato rinnovato per la terza stagione e andrà in onda in contemporanea con la nuova serie Ballard, piuttosto che come spin-off destinato a continuare la serie madre.

Bosch: Legacy ha spiegato chi era Renee Ballard in un episodio crossover della terza stagione, prima che il personaggio ottenesse una serie tutta sua, che avrà come protagonista Maggie Q. Ballard appare in sei romanzi di Connelly dedicati a Harry Bosch, tra cui Waiting, che non è ancora stato pubblicato. Nei romanzi, ha un passato tragico che l’ha spinta a dedicarsi alla risoluzione di casi irrisolti molto tempo dopo che tutti gli altri avevano rinunciato. Il personaggio di Renee Ballard è immaginario, ma Connelly si è ispirato a una vera detective della polizia di Los Angeles per crearlo.

Renée Ballard di Bosch è basata sulla poliziotta Mitzi Roberts

Maggie Q in Ballard
© Cortesia di Prime Video

Roberts si è ritirata nel 2024 dopo 29 anni di servizio

Mitzi Roberts era ben nota nella polizia di Los Angeles come detective della omicidi specializzata in casi irrisolti e particolarmente interessata ai serial killer. Prima di diventare poliziotta, Roberts era una vera appassionata di crimini che parlava con gli agenti di polizia dei loro casi mentre li aspettava in una tavola calda di Los Angeles, spingendoli a suggerirle di cambiare carriera (via The Los Angeles Times). Ha fatto carriera fino a diventare detective della omicidi, nonostante la misoginia di cui è stata vittima. Si tratta di una storia avvincente di per sé, quindi non sorprende che Michael Connelly abbia deciso di basare un personaggio su di lei.

La descrizione di Ballard nei romanzi assomiglia a Roberts, con cui condivide anche la prontezza di spirito e l’amore per il surf.

La carriera di Roberts è ricca di storie pittoresche che potrebbero facilmente diventare trame della nuova serie. Due dei suoi casi più famosi includono un serial killer del 2018 che ha ucciso oltre 90 vittime prima di essere catturato da Roberts e un caso del 2014 in cui ha arrestato un uomo, Samuel Little, che aveva strangolato tre donne negli anni ’80. Sebbene non sia riuscita a provarlo, Roberts credeva che Little fosse coinvolto in altri omicidi irrisolti dello stesso periodo, rendendo questa storia potenzialmente interessante da adattare per la nuova serie su Renee Ballard.

Mitzi Roberts è apparsa in Bosch con un cameo

Renee Ballard Maggie Q
© Cortesia di Prime Video

Ha consultato Bosch in “Blue Religion”

Mitzi Roberts non solo è a conoscenza del legame con i libri di Michael Connelly, ma è anche apparsa come se stessa in un episodio della serie. In “Blue Religion”, Bosch incontra Roberts a casa di una vittima, dove lei lo informa che la raccolta delle prove è quasi completa. Non è necessariamente importante guardare questo episodio di Bosch prima dell’inizio della nuova serie, ma farlo fornirebbe una base di confronto tra la Roberts reale e la Renee Ballard immaginaria.

Comprendere il legame tra Ballard e la detective della omicidi Mitzi Roberts aiuta ad apprezzare maggiormente la sua prima apparizione e ad aumentare l’attesa per lo spin-off di Ballard, ancora senza titolo.

Renee Ballard è un personaggio interessante che probabilmente diventerà protagonista della serie di libri Bosch e lo sta già diventando in TV, con uno spin-off senza titolo in arrivo. Bosch: Legacy l’ha introdotta. Comprendere il legame tra Ballard e la detective della omicidi Mitzi Roberts aiuta ad apprezzare maggiormente la sua prima apparizione e ad aumentare l’attesa per lo spin-off di Ballard, ancora senza titolo.

Fondazione Stagione 3, recensione

Fondazione Stagione 3, recensione

Se la formula ha funzionato in maniera pienamente soddisfacente per due stagioni, perché cambiarla? La risposta è piuttosto scontata: per evitare di ripetersi e annoiare il pubblico. E Fondazione Stagione 3 fa proprio questo, ovvero proporre soluzioni nuove – soprattutto a livello narrativo – dentro una confezione estetica già consolidata. Il risultato è ancora una volta apprezzabile, soprattutto perché la continuità con il passato è stata ribadita in maniera intelligente e non scontata.

Una nuova dimensione visiva per Fondazione Stagione 3

Partiamo dunque dalla dimensione visiva di questa nuova stagione, al quale come le precedenti è di altissima qualità. Pur presentando nuovi mondi e personaggi che si aggiungono ai già conosciuti, Fondazione Stagione 3 riesce ancora una volta a creare quel senso di fasto che non si fa mai ostentato, al contrario possiede un sostrato di realismo tangibile. Vi sono dei momenti, ad esempio il terzo episodio, in cui la messa in scena gioca con lo spettatore e si avvicina maggiormente alla nostra contemporaneità, come nel caso del magniloquente party che vede protagonista il “villain” The Mule (Pilou Asbæk).

Laura Birn in “Foundation,” premiering July 11, 2025 on Apple TV+.

Per il resto però i mondi che possiamo ammirare nello show targato Apple TV+ sono qualcosa di “lontano”, elegante e soprattutto fantastico, nel senso che riescono a suscitare quella meraviglia contemplativa che la migliore fantascienza di un tempo sapeva fare. Esposte allo spettatore con un ritmo narrativo che permette di gustarli invece di viverli come mero scenario per azione ed effetti speciali, tali ambientazioni sono un vero piacere per gli occhi, e permettono di sviluppare quel senso di attesa, quasi trepidazione per gli eventi che vi stanno accadendo.

The Mule, il vero protagonista

Altro accorgimento evidente della terza stagione di Fondazione, sempre a livello narrativo, risulta in una evidente concentrazione della storia intorno allo sviluppo che riguarda il confronto tra il pirata interpretato da Asbæk e la nuova alleanza rappresentata dall’Impero e da Gaal Dornick (Lou Llobell). Le nuove puntate contengono meno personaggi, un numero minore di storie da condurre al finale di stagione, e di conseguenza un ritmo più incalzante. Un cambio di rotta che probabilmente avvicina la serie a quelle convenzioni che in passato aveva osato sfidare con il suo procedere in precedenza fluido, ma allo stesso tempo dimostra la volontà precisa dei creatori Josh Friedman e David S. Goyer di tentare qualcosa magari non di nuovo, ma almeno di diverso dal passato.

Per quanto riguarda le interpretazioni del cast, Jared Harris conferma ancora una volta la sua innata eleganza di attore mentre Lee pace continua a divertirsi un mondo andando costantemente sopra le righe con il personaggio di Brother Day. Il vero mattatore di Fondazione Stagione 3 è però la “new entry” Pilou Asbæk, il quale costruisce un villain istrionico ma anche enigmatico, una figura che sa nascondere a dovere le proprie carte. L’attore ovviamente esplicita il lato funambolico del suo ruolo ma sa anche trattenersi con efficacia in piccoli, veloci momenti in cui ci si chiede cosa The Muel stia provando o pensando, e questo lo rende sottilmente intrigante pur rimanendo esplicitamente all’interno del suo “tipo fisso”. Tra i nuovi membri del cast merita segnalazione Cody Fern nel ruolo di Toran Mallow: la sua presenza scenica non resta di certo inosservata.

Fondazione - stagione 3, episodio 1
© Cortesia di Apple TV+

Convenzionale ma avvincente

Se vogliamo, questa nuova stagione di Fondazione si dimostra più convenzionale delle prime due, ma questo non le impedisce di confermare i punti di forza principali dell’intera produzione. Prima di tutto come già scritto continua ad essere uno spettacolo per gli occhi, da gustare con calma e precisione, un pregio assolutamente da non sottovalutare. In secondo luogo la trama è ben organizzata, efficace nel ritmo del racconto e densa di momenti emotivamente importanti. Cos’altro chiedere a una terza stagione se non la forza di rimanere a livello di quelle che l’hanno preceduta. Quante serie di fantascienza ci sono riuscite in passato. Fondazione continua a essere una garanzia, magari non più originale come agli inizi, ma ugualmente potente da gustare in binge-watching.

Superman, spiegazione del finale: in che modo James Gunn prepara i prossimi 3 progetti del DCU

Attenzione! Questo articolo contiene spoiler su Superman (qui la nostra recensione)

Superman è il primo film del nuovo DCU e il suo finale apre la strada a diverse trame narrative che seguiranno il franchise. Essendo il primo capitolo di un mondo più grande, il film di Superman di James Gunn ha avuto l’arduo compito di stabilire come appare l’universo condiviso e cosa i fan dovrebbero aspettarsi dalle future uscite DC.

Avvicinandoci alla visione del film, ci sono state molte domande sul Superman di David Corenswet e sul DCU più ampio. Molte di queste hanno trovato pronta risposta, come la prima parte che rivela che Superman è attivo da 3 anni. Detto questo, molti colpi di scena e risposte entusiasmanti sono stati lasciati per la parte finale del film, tra cui un’importante aggiunta al cast di personaggi di Superman e altro ancora.

Il complicato piano di Lex Luthor per uccidere Superman: Boravia e Ultraman

Il cattivo dell’Universo DC odia profondamente l’Uomo d’Acciaio

Come Gunn aveva già anticipato, non c’è una sola cosa negativa che accada in Superman che non sia opera del Lex Luthor di Nicholas Hoult. Il finale di Superman collega tutti questi eventi spiegando la portata completa del piano del cattivo. Lex ha iniziato la guerra per uccidere Superman e non vuole fermare Superman per poter fare tranquillamente la guerra.

Spiegazione dell’identità del Martello di Boravia

Lex ha ingaggiato il Martello di Boravia, che si è rivelato essere Ultraman travestito. A parte un folletto interdimensionale, ogni minaccia in Superman è collegata al piano di Lex Luthor di uccidere l’Uomo d’Acciaio per gelosia. Ultraman finge un accento boraviano per far sembrare che il paese stesse reagendo al fatto che Superman avesse fermato la guerra.

Spiegazione del grande colpo di scena e del destino di Ultraman

Lex dà inizio alla guerra tra Boravia e Jarhanpur per poter arrestare Superman e ucciderlo, diventando la persona più ammirata dal mondo. Tuttavia, il suo piano fallisce quando Krypto aiuta Superman a sconfiggere Ultraman, un clone dell’Uomo d’Acciaio che Lex aveva creato usando una ciocca di capelli di Superman. Ultraman apparentemente muore dopo essere stato risucchiato in un buco nero.

Spiegazione di come la frattura dimensionale lascia un segno

La morte di Ultraman avviene nell’universo in miniatura creato da Lex Luthor. Questo gioca un ruolo importante in Superman, con la minaccia finale del film rappresentata da una frattura interdimensionale che quasi distrugge Metropolis, spaccando il terreno. Anche se Mister Terrific ha chiuso la frattura, molti danni sono rimasti. La scena post-credit di Superman lo dimostra attraverso un edificio storto.

Lex Luthor viene mandato a Belle Reve – Ma rimarrà lì?

Il cattivo di Nicholas Hoult sarà la chiave per il futuro dell’Universo DC

Il Lex Luthor di Hoult non ha avuto problemi a lasciare che Metropolis venisse distrutta se ciò significava uccidere Superman. Finisce per dover pagare per i suoi crimini, grazie alla squadra del Daily Planet e a Eve Teschmacher, l’ultima ex fidanzata di Lex. Sullo sfondo dei selfie che ha inviato a Jimmy Olsen c’erano mappe, contratti e ulteriori dettagli sui piani di Luthor.

Dopo che il Daily Planet ha fatto luce sulle mosse illegali di Lex, il cattivo viene preso in custodia dalla polizia. Il personaggio di Hoult viene mandato a Belle Reve, un’importante prigione della DC Comics che aveva già fatto il suo debutto nel DCU prima di Superman. Belle Reve è la prigione da cui Amanda Waller, interpretata da Viola Davis, ha reclutato i Creature Commandos nella serie animata HBO Max.

Sebbene Lex Luthor possa essere stato mandato in prigione alla fine di Superman, è improbabile che vi rimanga. Potrebbe non aver vinto la battaglia, ma Superman dimostra quanto Luthor sia intelligente e pieno di risorse. Questo lo rende qualcuno che potrebbe finire in contatto con la squadra segreta di Amanda Waller. La presenza di Rick Flag Sr. in Superman è un altro collegamento.

L’Ingegnere prepara un film DC con un team diverso

La cattiva non ha più un capo che le dà ordini

Superman ha rivelato che Lex Luthor ha trasformato Angela Spica nell’Ingegnere infondendole dei naniti. Con Lex mandato in prigione alla fine del film, l’Ingegnere sembra piuttosto disorientato. Tuttavia, non sarà così. Uno dei primi progetti annunciati per il Capitolo Uno del DCU è stato un film sull’Autorità.

Il team è composto da personaggi moralmente discutibili che si uniscono per proteggere il mondo con ogni mezzo necessario. Di conseguenza, l’Autorità si ritrova a sporcarsi le mani più di gente come la Justice League. A giudicare da come l’Ingegnere ha permesso a Lex di trasformarla per ottenere il potere di tenere sotto controllo i metaumani, si adatterebbe perfettamente.

Il collegamento di Rick Flag Sr. con il primo progetto del DCU e il suo futuro spiegato

Il personaggio appare nei primi tre progetti del franchise

Superman presenta alcune sorprese, tra cui Peacemaker, interpretato da John Cena, che appare in un’intervista tv per parlare di Superman. Il personaggio tornerà presto ad agosto per la seconda stagione di Peacemaker, che lo vedrà affrontare Rick Flag Sr., interpretato da Frank Grillo. Quest’ultimo è il padre del Rick Flag originale, ucciso da Peacemaker nel vecchio DCEU.

Flag è stato uno dei personaggi principali della serie animata Creature Commandos, il primo progetto del DCU. Ritorna in Superman come uno degli alti vertici del governo che permette a Lex Luthor di prendere Superman in custodia. Alla fine, Flag viene messo in guardia su come i metaumani ora decidano le regole. La seconda stagione di Peacemaker include la Justice Gang, quindi questo aspetto dovrebbe essere ulteriormente approfondito.

Guy Gardner, Hawkgirl e Mister Terrific in Superman

Spiegazione della nuova formazione della Justice Gang

Il nuovo universo DC inizia lentamente a preparare il debutto della Justice League

Superman potrebbe essere stato saldamente al centro del primo film del DCU, ma non era l’unico supereroe ad apparire. Qualcosa che sembrava importante per James Gunn era mostrare che questo era un mondo vissuto, cosa che si rifletteva nella sequenza iniziale, nei murales sullo sfondo e altro ancora. La Justice Gang ha avuto un ruolo fondamentale in questo aspetto.

Il team, creato da Maxwell Lord, ha iniziato con un roster che includeva Lanterna Verde di Nathan Fillion (Guy Gardner), Mister Terrific di Edi Gathegi e Hawkgirl di Isabela Merced. Superman si era affidato a loro con la sua identità segreta e aveva combattuto al fianco degli eroi, ma non era un membro della Justice Gang. Il roster della squadra si è evoluto alla fine di Superman.

La squadra opera nella Hall of Justice, la sede della Justice League nei fumetti.

Dopo essere stato salvato da Superman, Mister Terrific e Lois Lane, Metamorpho, interpretato da Anthony Carrigan, si è unito alla Justice Gang per impedire all’esercito boraviano di uccidere tutti i cittadini di Jarhanpur, al confine. Inizialmente riluttante, Guy permette a Metamorpho di unirsi alla squadra quando dice che gli piace il nome Justice Gang, cosa che tutti gli altri hanno preso in giro. Lo status della squadra di Superman non è chiaro.

Supergirl: Woman of TomorrowCosa sta succedendo con Supergirl?

Il film di Superman vede il debutto nel DCU di sua cugina

Infine, dopo che Metropolis è stata salvata e Lex Luthor è stato mandato in prigione, James Gunn ha introdotto Supergirl nel nuovo Universo DC. Il film di Supergirl con Milly Alcock debutterà nelle sale il 26 giugno 2026. Il suo cameo introduce chiaramente il film, in quanto spiega la storia principale del fumetto su cui è basato il film di Supergirl.

La Supergirl di Alcock ha una personalità molto diversa dal Superman di Corenswet. Lei è più rilassata e spensierata, mentre lui è più controllato e responsabile. Supergirl si è rivelata essere la vera proprietaria di Krypto, Superman che si limitava a sorvegliare il cane di sua cugina, che è arrivata ubriaca nonostante la sua fisiologia kryptoniana. Questo perché stava festeggiando su un pianeta con un sole rosso.

Il sole rosso indebolisce i suoi poteri, permettendo a Supergirl di sentire gli effetti dell’alcol. Questo stile di vita è fondamentale per il percorso di Kara nei fumetti di Supergirl: Woman of Tomorrow. Parlando con ScreenRant, James Gunn ha rivelato che Supergirl è “un disastro totale” nel DCU, il che deriva dal fatto che ha un “tracciato molto più difficile” di Superman. Ecco la citazione completa qui sotto:

James Gunn: Sì, è proprio lei. È un disastro. È un disastro totale. Voglio dire, penso che, come scopriremo, abbia avuto un background completamente diverso da quello di Superman. Un background molto più difficile. Lui ha ricevuto un’educazione meravigliosa da questi due genitori che lo amavano e che erano molto sani. E il suo background era molto diverso da quello. Ed è finita diversa da sua cugina.

Il film di Supergirl del 2026 esplorerà ulteriormente il modo in cui la personalità e il passato dell’eroina si collegano nel DCU. Mentre Superman e Supergirl non hanno molti momenti insieme nel film, dato che lei appare nella Fortezza della Solitudine proprio alla fine, i futuri progetti DCU dopo Superman avranno molte possibilità di farlo.

Michael C. Hall spiega perché Dexter: Resurrection ha davvero stravolto il controverso finale di New Blood a distanza di tre anni

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Michael C. Hall spiega perché il suo iconico serial killer sta tornando in Dexter: Resurrection dopo essere stato apparentemente ucciso in un finale controverso. Dexter è andato in onda per otto stagioni dal 2006 al 2013, dove il personaggio principale è entrato in clandestinità dopo aver detto addio a suo figlio Harrison. È tornato in Dexter: New Blood nel 2021, dove viene apparentemente ucciso da un colpo di pistola sparato da Harrison. Dexter: Resurrection debutterà l’11 luglio su Paramount+ con Showtime.

In un’intervista con ScreenRant, Hall spiega perché Dexter sta tornando dopo essere stato apparentemente ucciso. Ammette di aver pensato che il personaggio fosse morto, ma era interessato all’idea di come sarebbe stata una seconda possibilità per Dexter.

Descrive il personaggio come “rinato” e dice che non solo sarà un killer più efficiente, ma cercherà anche di sviluppare la sua umanità entrando in contatto con Harrison. Ecco la sua dichiarazione:

Anch’io pensavo che fosse morto, e credo che anche Dexter lo pensasse, ma è passato del tempo. Non è stato colpito alla testa. C’era sempre la possibilità che quel colpo di pistola non lo avesse ucciso, anche se sembrava definitivo, e questa ipotesi è diventata sempre più interessante. Se non lo avesse ucciso, come sarebbe stato? Come avrebbe cambiato il suo mondo? Come avrebbe cambiato il suo approccio alla vita, avendo una seconda possibilità del genere? Avevo sicuramente dei dubbi. Voglio dire, sembrava un’ipotesi folle. Avremmo concluso in modo così definitivo per poi dire: “In realtà no, è ancora vivo”.

E la chiave per farmi sentire che ne valeva la pena era che non fosse semplicemente ancora vivo, [ma] che fosse rinato o avesse una vera seconda possibilità di vita. Una possibilità che gli consentisse di lasciarsi alle spalle gran parte di ciò che si era portato dietro. Tutti i danni collaterali della sua vita e [per] ritrovare se stesso in un modo più snello e vitale come killer. Ma [lui] ha anche sperimentato una sorta di connessione innegabile con il suo lato umano attraverso un rinnovato impegno nei confronti di suo figlio. E tutto questo sembrava un trampolino di lancio valido per continuare la storia.

Cosa significa questo per Dexter: Resurrection

La serie arriva dopo due finali controversi

Il finale originale di Dexter è diventato famoso per essere uno dei finali di serie più deludenti di tutti i tempi. Dopo otto stagioni di tensione crescente sul fatto che sarebbe stato catturato, la serie si conclude con un pianto, mostrando un Dexter solitario e barbuto in un luogo remoto.

Dexter: New Blood era un’occasione per riconquistare gli spettatori e voleva essere la conclusione definitiva della storia di Dexter. Purtroppo, il finale di quella miniserie si è rivelato controverso e molti sono rimasti confusi e delusi dal fatto che Dexter morisse per mano di suo figlio.

Nella serie prequel, Dexter: Original Sin, che ha debuttato nel 2024, la scena iniziale funge da sequel di New Blood. Dexter viene portato d’urgenza in ospedale, dove viene salvato da quella che sembrava una ferita mortale. Anche se questo stravolge il finale precedente, dà alla serie un’altra possibilità di raccontare la storia di Dexter.

Outlander: Blood of My Blood, il trailer del prequel di Outlander rivela un importante colpo di scena nella trama

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È stato pubblicato il primo trailer di Outlander: Blood of My Blood, che rivela un importante colpo di scena nella trama riguardante i genitori dei personaggi originali più amati dai fan. La prossima serie prequel di Outlander: Blood of My Blood sarà incentrata sui genitori di Claire e Jamie, esplorando come si sono incontrati in epoche diverse, molto prima degli eventi della serie originale.

Ora, Starz ha pubblicato un trailer di Outlander: Blood of My Blood, rivelando che sia i genitori di Claire che quelli di Jamie hanno vissuto avventure di viaggio nel tempo. Il trailer mostra la madre di Claire, Julia, che viaggia indietro nel tempo, coinvolgendo il suo futuro padre, Henry, e i genitori di Jamie, Ellen e Brian, mentre viene rivelata la loro storia.

Oltre a questo, il trailer mette in evidenza diversi periodi storici che saranno protagonisti della vita dei genitori di Claire e Jamie. Questo collegamento diretto con la serie originale continua promettendo di mostrare il ruolo dei viaggi nel tempo nella vita dei loro genitori. Rivela anche la data della prima, venerdì 8 agosto. Guarda il trailer completo qui sotto:

Cosa significa il trailer di Outlander: Blood Of My Blood per il franchise

Una nuova avventura con i genitori di Claire e Jamie

Dato che sia i genitori di Claire che quelli di Jamie hanno a che fare con i viaggi nel tempo, proprio come la coppia protagonista, sembra che Outlander: Blood of My Blood amplierà questo elemento cruciale dell’originale. La serie promette anche di mostrare le vite dei personaggi di Outlander nel passato, offrendo alcune origini per volti familiari.

CorrelatiIl ritorno di Outlander potrebbe finalmente rispondere alla domanda più antica della serieOutlander riporta in scena un personaggio magico per un’ultima misteriosa apparizione, e questa potrebbe essere l’occasione per risolvere un mistero che aleggia da tempo.3

Sulla base dell’attuale traiettoria del prequel, sembra che la presentazione romantica sarà molto simile all’originale. Tuttavia, l’incorporazione di diversi periodi storici, dal XVIII secolo alla prima guerra mondiale, promette un’avventura tentacolare completamente unica per i genitori di Claire e Jamie.

La serie è anche antecedente alla stagione 8 di Outlander, che sarà l’ultima puntata della serie originale. Questo non significa però che la serie sia vicina alla fine; Blood of My Blood è già stata rinnovata per la seconda stagione. Ciò significa che i prossimi episodi saranno solo l’inizio per i quattro personaggi principali e le sfide che dovranno affrontare.

Virgin River: Netflix rinnova la serie per un’ottava stagione prima dell’uscita della settima

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La serie Virgin River è stata appena rinnovata per un’ottava stagione, Netflix ha stabilito un record impressionante. La serie è stata rinnovata per l’ottava stagione prima dell’uscita della settima stagione di Virgin River, prevista per il quarto trimestre del 2025. Grazie all’enorme successo della serie, Netflix continua a riporre fiducia nella longeva serie, rinnovandola prima della première della settima stagione.

Con il rinnovo ufficiale di Virgin River per otto stagioni (via Deadline), lo show è ora la serie originale Netflix più longeva. Ha superato la commedia Grace and Frankie e la serie drammatica Orange Is the New Black, entrambe con sette stagioni. La serie spagnola per adolescenti Elite ha otto stagioni, ma Virgin River ha più episodi in totale.

Virgin River è interpretato da Alexandra Breckenridge, Martin Henderson, Tim Matheson e Annette O’Toole ed è considerato uno dei programmi più piacevoli da guardare sulla piattaforma di streaming. Pur non essendo un successo da premi come Squid Game o Adolescence, ha trovato un ruolo fondamentale come una delle uscite annuali più affidabili della piattaforma.

Cosa significa il record di Virgin River su Netflix

La longevità di Virgin River dimostra il valore delle uscite televisive annuali

Virgin River è un successo Netflix sin dal suo debutto nel 2019 e la serie è già in attesa della sua settima stagione. Nel frattempo, Stranger Things è uno dei programmi più importanti della piattaforma, ma dal 2016 ha prodotto solo quattro stagioni. Entrambi i titoli hanno i loro pregi, ma è più facile per Virgin River mantenere lo slancio con un calendario affidabile.

Il piano di uscita irregolare di Stranger Things gli permette di essere un evento importante ogni volta, ma le uscite annuali regolari di Virgin River offrono un’esperienza familiare alla televisione tradizionale. Questo ha permesso alla serie di continuare per così tante stagioni senza un calo significativo degli ascolti.

Virgin River non è stravagante come altre serie della piattaforma, ma il rinnovo per l’ottava stagione è la prova che la coerenza è ancora un elemento prezioso nell’industria dell’intrattenimento. C’è un pubblico significativo che desidera che una serie TV amata torni ogni anno nello stesso periodo.

Fondazione – Stagione 3: conferma, cast, trama e tutto quello che sappiamo

L’adattamento televisivo della serie di romanzi di Isaac Asimov Fondazione (Foundation), prodotto da Apple TV+, tornerà con la terza stagione, ma la produzione ha incontrato alcune difficoltà. La prima stagione di Fondazione (Foundation) ha ricevuto recensioni miste, con elogi per la scenografia e la recitazione di Jared Harris, nel ruolo del protagonista Hari Seldon, e Lee Pace, che interpreta il cattivo Brother Day, uno dei cloni genetici che governano l’Impero Galattico. La prima stagione ha ottenuto due nomination ai Primetime Emmy Awards e ha vinto due Visual Effects Society Awards, il che ha portato a una seconda stagione, che ha debuttato nel 2023.

La seconda stagione dell’originale Apple TV+ ha davvero dato il tono alla serie fantascientifica e ha migliorato gli aspetti che inizialmente avevano frenato l’adattamento. Un cast ampliato e una narrazione più veloce hanno esplorato ulteriormente l’ascesa e la caduta dell’impero, e una terza stagione è stata rapidamente ordinata. Purtroppo, una serie di eventi reali hanno tenuto la terza stagione in stand-by per due anni, anche se finalmente le cose stanno iniziando a muoversi. Anche se non si sa esattamente quando Foundation tornerà sul piccolo schermo, la terza stagione non è stata cancellata.

Notizie recenti su Foundation – Stagione 3

Quando esce Foundation 3?

La terza stagione di Foundation debutterà su Apple TV+ venerdì 11 luglio 2025, con il primo episodio disponibile già dalle 03:00 ET (orario della costa est USA). I successivi nove episodi verranno rilasciati ogni venerdì fino al 12 settembre, offrendo agli appassionati una programmazione settimanale che manterrà alta l’attesa per la nuova epica galattica .

Foundation è stata rinnovata per la terza stagione

La terza stagione è in arrivo dopo lunghi ritardi

Apple TV+ ha annunciato ufficialmente il rinnovo di Foundation per una terza stagione nel dicembre 2023, ma il progetto ha avuto problemi fin dall’inizio. All’inizio del 2024, Foundation stagione 3 ha iniziato la produzione dopo i ritardi causati dagli scioperi di Hollywood, solo per essere nuovamente ritardata da problemi di budget. Il lavoro è ripreso dopo alcune settimane e solo nell’estate dello stesso anno Foundation stagione 3 ha potuto finalmente concludersi. Da allora, lo showrunner David S. Goyer ha lasciato la serie e sarà sostituito da Ian Goldberg per la quarta stagione.

La seconda stagione di Foundation si è conclusa il 15 settembre 2023.

Apple TV+ non ha ancora fissato una data di uscita per la terza stagione di Foundation, ma è stata promessa per il 2025. Ciò non sembra impossibile, soprattutto considerando che la produzione è terminata nel 2024. Tuttavia, la serie, ricca di effetti speciali, potrebbe richiedere un periodo di post-produzione più lungo del solito. Ciò significa che Foundation potrebbe arrivare alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno 2025.

Dettagli sul cast della terza stagione di Foundation

I volti nuovi e quelli che tornano nella terza stagione

La maggior parte del cast della terza stagione di Foundation rimane sconosciuto, ma potrebbe includere personaggi della seconda stagione. Tuttavia, tra la prima e la seconda stagione c’è stato un salto temporale di 138 anni, quindi c’è la possibilità che anche il cast possa cambiare. La star di Star Trek: Deep Space Nine, Alexander Siddig, tornerà nel cast della terza stagione di Foundation nei panni di un nuovo personaggio. Siddig è apparso in un episodio della prima stagione nel ruolo dell’avvocato Xylas, ma è stato promosso a personaggio ricorrente quando debutterà nei panni del dottor Ebling Mis, uno psico-storico che studia il lavoro di Hari Seldon.

Il cast della terza stagione di Foundation si arricchisce di un nuovo volto: l’attore premio Oscar Troy Kotsur è stato scritturato per interpretare un ruolo importante nei prossimi episodi. Forse meglio conosciuto per la sua interpretazione pluripremiata in CODA, Kotsur interpreterà ora Preem Palver, un uomo che guida un intero pianeta pieno di sensitivi. Il resto del cast è stato annunciato nel marzo 2024 e include Cherry Jones nel ruolo dell’ambasciatrice della Fondazione Quent e Pilou Asbæk nel ruolo del signore della guerra, ma si sa ancora poco di questi nuovi ruoli secondari.

Dettagli sulla trama della terza stagione di Foundation

Un altro enorme salto temporale per la terza stagione

Il finale della seconda stagione si è concluso 152 anni nel futuro, il che collegherà la storia al Mule, un mentalico originariamente destinato a uccidere Salvor Hardin.

La trama della terza stagione di Foundation è ancora sconosciuta, anche se la seconda stagione si è conclusa con un altro enorme salto temporale (che è avvenuto anche tra la prima e la seconda stagione). Il finale della seconda stagione si è concluso 152 anni nel futuro, il che collegherà la storia al Mulo, un mentalico originariamente destinato a uccidere Salvor Hardin. C’è anche il fatto scioccante che il protagonista principale, Hari Seldon, è morto nella seconda stagione. Qualunque siano i dettagli, è chiaro che la terza stagione della serie preparerà importanti conflitti per tutti i personaggi.

Quando ha creato l’idea per la storia di Apple TV+, David Goyer ha detto che si trattava di “una partita a scacchi millenaria tra Hari Seldon e l’Impero, e tutti i personaggi in mezzo sono pedine” (via THR). Sulla base di questa affermazione, la trama della terza stagione di Foundation potrebbe vedere il ritorno di Hari, dopotutto.

Fondazione: Jared Harris fa luce sul nuovo tono della terza stagione: “È più simile a un’opera spaziale”

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La star di Fondazione (Foundation) Jared Harris ha anticipato un cambio di tono per la terza stagione della serie fantascientifica, affermando che sarà più simile a un’opera spaziale rispetto alle precedenti. Harris interpreta Hari Seldon, lo psico-storico che dà il via all’intera saga che abbraccia un secolo. Foundation – stagione 3 tornerà l’11 luglio 2025 su Apple TV+.

In un’intervista con Screen Rant per la terza stagione di Fondazione (Foundation), Jared Harris ha rivelato che la terza stagione è “più apertamente una storia d’azione e avventura” e che, ora che le regole e le idee sono state stabilite, possono “semplicemente decollare” con una narrazione accattivante. Ha anche descritto il Mule come un “supercattivo”. Leggi la citazione completa qui sotto:

Jared Harris: La terza stagione è stata in qualche modo liberata dal vincolo di dover definire le circostanze, far conoscere i personaggi e far familiarizzare il pubblico con le regole. In questa stagione, tutti questi elementi della storia sono già integrati, quindi possiamo semplicemente decollare.

È una storia di azione e avventura più spoglia. È più una space opera, se volete. Al centro della galassia c’è una storia affascinante, quella di una strana famiglia che sta implodendo su se stessa. E poi, naturalmente, c’è l’apparizione di questo supercattivo.

Cosa significa il cambiamento di tono della terza stagione di Fondazione (Foundation)

La terza stagione di Fondazione (Foundation) alza la posta in gioco

I libri Foundation di Isaac Asimov sono stati a lungo considerati impossibili da adattare, soprattutto a causa della natura complessa della narrazione. Mentre Dune, ad esempio, è ambientato in un mondo complicato, c’è un punto di vista coerente che i lettori possono seguire in Paul Atreides. Quasi ogni parte di Foundation segue un personaggio nuovo.

La prima stagione di Fondazione (Foundation) ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica e del pubblico, e il ritmo più lento e l’attenzione alla costruzione del mondo sono stati spesso citati come motivi. La seconda stagione è stata un passo nella giusta direzione e ora la terza stagione sembra essere lo show al massimo del suo potenziale, mantenendo la promessa di un’epopea spaziale a tutti gli effetti.4:13CorrelatiIl tanto atteso scontro tra Gaal e il Mule nella terza stagione di Foundation potrebbe richiedere un po’ di tempoScreenRant intervista Lou Llobell sul viaggio di Gaal nella terza stagione di Foundation, sulle nuove dinamiche tra i personaggi e sul suo inevitabile scontro con il Mule.

“Space opera” è un modo eccellente per descrivere la serie. L’arrivo del Mulo riunirà i personaggi della serie in un modo mai visto prima, combinando la storia pionieristica della Fondazione, il dramma shakespeariano dell’Impero e diversi nuovi personaggi avvincenti per uno scontro epico.

Harry Potter: il set di Hogwarts è in costruzione!

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Harry Potter: il set di Hogwarts è in costruzione!

Il prossimo reboot di Harry Potter della HBO deve ancora trovare alcuni ruoli chiave, e intanto i set per la serie cominciano a essere costruiti. Abbiamo visto Privet Drive e una versione ridotta del Binario 9¾, e foto di quella che sembra la Sala Grande di Hogwarts sono state pubblicate online. Non mostrano molto, ma tutto indica che si tratta di un’interpretazione adeguatamente impressionante di un luogo chiave nei libri… e nei film.

Superare ciò che abbiamo visto in sala non sarà un’impresa facile, anche se questo vale per ogni luogo che verrà ricreato in Harry Potter. La prova più grande sarà quanto l’interpretazione che la serie offrirà di questi luoghi si differenzierà da ciò che abbiamo già visto sullo schermo nel corso degli anni.

Come prevedibile, nel Regno Unito sono attualmente in corso lavori di costruzione enormi, e non si può fare a meno di chiedersi se questi set diventeranno un’altra attrazione turistica per la Warner Bros., in futuro. L’Harry Potter Studio Tour è proprio dietro l’angolo e ospita molti dei set e dei costumi presenti nella saga cinematografica.

Per Warner Bros. Discovery, il piano sembra essere quello di continuare a monetizzare la saga, presentandola al contempo a una nuova generazione di bambini. Potete dare un’occhiata più da vicino ai primi lavori di costruzione della Sala Grande di Harry Potter nel post X qui sotto.

I ruoli in “Harry Potter” hanno lanciato Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint alla fama mondiale nei primi anni 2000, e la serie HBO potrebbe fare lo stesso per McLaughlin, Stanton e Stout, che sono in gran parte esordienti. McLaughlin ha recitato in “Grow“, una commedia di prossima uscita su Sky con Nick Frost e Golda Rosheuvel, mentre Stanton ha interpretato Matilda in “Matilda: The Musical” nel West End dal 2023 al 2024. “Harry Potter” sarà il primo ruolo importante per Stout.

I tre giovani attori si uniscono agli altri membri del cast John Lithgow (“Conclave”, “The Crown”) nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer (“Mission: Impossible – Il giudizio finale”, “La regina bianca”) in quello di Minerva McGranitt, Paapa Essiedu (“I May Destroy You”, “Gangs of London”) in quello di Severus Piton, Nick Frost (“L’alba dei morti dementi”, “Hot Fuzz”) in quello di Rubeus Hagrid, Luke Thallon (“Leopoldstadt” di Tom Stoppard, “Patriots” di Rupert Goold) in quello di Quirinus Raptor e Paul Whitehouse (“The Fast Show”, “Harry & Paul”) in quello di Argus Filch.

La serie di “Harry Potter” è scritta e prodotta esecutivamente da Gardiner, che è anche showrunner. Mylod sarà produttore esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La serie è prodotta esecutivamente dall’autrice J.K. Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e da David Heyman di Heyday Films.

Il progetto iniziale di HBO prevede una serie di sette stagioni, ognuna delle quali racconterà in 8/10 episodi la storia di un libro. Considerato che gli episodi potrebbero essere lunghi circa un’ora, significa che lo show avrà la possibilità di approfondire e raccontare in maniera molto più dettagliata il mondo di JK Rowling rispetto a quanto fatto dai film della Warner Bros.

Harry Potter serie tv

Il reboot di Scrubs è confermato e aggiunge altri due membri del cast originale

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Secondo Variety, il reboot di Scrubs è stato ufficialmente ordinato dalla ABC come serie completa, e due membri del cast originale, Donald Faison e Sarah Chalke, si uniranno al collega Zach Braff nel nuovo show. La notizia dell’ordine diretto per la serie è stata data oggi, con il reboot della bizzarra commedia ospedaliera che punta alla stagione 2025-26.

Il creatore della serie originale Bill Lawrence ha sottolineato che il reboot di Scrubs inizia e finisce con JD e Turk, dicendo: “Scrubs significa molto per me. Sono davvero entusiasta di poter riunire il gruppo”. In effetti, la serie non avrebbe mai funzionato senza almeno Faison a bordo, a giudicare dalla nuova logline appena pubblicata:

“JD (Braff) e Turk (Faison) tornano a lavorare insieme per la prima volta dopo tanto tempo: la medicina è cambiata, gli stagisti sono cambiati, ma la loro amicizia ha resistito alla prova del tempo. Personaggi nuovi e vecchi navigano nelle acque del Sacred Heart con risate, cuore e alcune sorprese lungo il percorso”.

Cosa significa la notizia del casting per il reboot di Scrubs

Aspettatevi il ritorno di altri membri del cast originale

Non era ancora certo che i membri del cast originale sarebbero tornati per il reboot di Scrubs, ma era certamente improbabile che funzionasse senza di loro. In particolare, è difficile immaginare lo show con il J.D. Dorian di Braff senza il Turk di Faison al suo fianco (o immaginare Braff senza Faison, punto). Elliot Reed di Sarah Chalke è altrettanto importante, con il trio di giovani residenti diventati medici veterani che fa da colonna portante dello show.

Secondo alcune fonti, altri membri del cast originale di Scrubs sono attualmente in trattativa e dovrebbero tornare. Il principale tra questi è probabilmente John C. McGinley nel ruolo del Dr. Cox, il mentore sarcastico e cinico di J.D., che è diventato una sorta di figura paterna per J.D. È altrettanto difficile immaginare Scrubs senza di lui, data la sua importanza per la serie.

Il reboot perderebbe gran parte del suo tono unico senza le sue battute tipiche. Lo stesso vale per l’infermiera Carla Espinosa interpretata da Judy Reyes, il diabolico primario Dr. Kelso interpretato da Ken Jenkins e il custode interpretato da Neil Richard Flynn. Speriamo che le trattative con gli altri membri del cast procedano senza intoppi e rapidamente.

Guy Ritchie abbandona la regia di Road House 2

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Guy Ritchie abbandona la regia di Road House 2

Guy Ritchie ha deciso di abbandonare la regia di Road House (qui la recensione del primo capitolo). Non è ancora chiaro perché Ritchie abbia abbandonato il progetto di Amazon MGM, che vede Jake Gyllenhaal riprendere il ruolo principale di Dalton. La produzione del film dovrebbe iniziare a settembre.

Will Beall (“Bad Boys: Ride or Die”, “Beverly Hills Cop: Axel F”) sta scrivendo la sceneggiatura di Road House 2. I dettagli della trama rimangono riservati. Tra i produttori figurano Charles Roven e Alex Gartner di Atlas Entertainment, oltre a Gyllenhaal per la sua Nine Stories Productions con Josh McLaughlin. Il cast si stava preparando ad includere nuovi volti come Dave Bautista, ma non è chiaro se il cambio di regia influirà sulla scaletta.

Road House del 2024, un reboot del classico del 1989 con Patrick Swayze, vedeva Gyllenhaal nei panni di un ex lottatore UFC che fatica a sopravvivere. Inizia a lavorare come buttafuori in un bar delle Florida Keys, ritrovandosi coinvolto in una guerra tra fuorilegge, motociclisti e un costruttore determinato a costruire un lussuoso resort per ultra-ricchi.

Il film è stato considerato un successo da Amazon MGM e lo studio ha annunciato che un sequel era in fase di sviluppo la scorsa estate durante la sua presentazione inaugurale degli Upfronts. Il film è stato lanciato su Prime Video lo scorso marzo e ha battuto i record per la piattaforma di streaming, attirando quasi 80 milioni di spettatori in tutto il mondo nelle sue prime otto settimane, diventando “il debutto cinematografico più visto di sempre dello studio a livello mondiale”, secondo l’allora capo dello studio Jennifer Salke.

Tutto quello che c’è da sapere su Road House

Il film ha come protagonista Jake Gyllenhaal nei panni di Elwood Dalton, un ex lottatore UFC che lotta per sbarcare il lunario. Dopo che la proprietaria di un Roadhouse delle Florida Keys lo trova a dormire nella sua auto, Elwood diventa il buttafuori del locale e si ritrova coinvolto in una guerra tra fuorilegge e motociclisti (tra cui l’attuale artista di arti marziali miste, diventato attore per la prima volta, Conor McGregor) e un costruttore deciso a costruire un sontuoso resort per “ricchi stronzi” al posto di quel locale.

La star di Shrinking, Jessica Williams, che l’estate scorsa ha confermato che si sarebbe unita al cast, interpreta la proprietaria del Roadhouse. Completano il cast di Road House gli attori Billy Magnussen (No Time To Die), Daniela Melchior (The Suicide Squad), Gbemisola Ikumelo (A League of Their Own), Lukas Gage (The White Lotus), Hannah Love Lanier (A Black Lady Sketch Show), Travis Van Winkle (You), B. K. Cannon (Why Women Kill), Arturo Castro (Broad City), Dominique Columbus (Ray Donovan), Beau Knapp (Seven Seconds) e Bob Menery.

Doug Liman (Edge of Tomorrow) dirige Road House da una sceneggiatura scritta da Anthony Bagarozzi e Charles Mondry. Dopo aver prodotto il film originale del 1989, Joel Silver torna a produrre per la sua società Silver Pictures insieme a JJ Hook, Alison Winter e Aaron Auch, che fungono da produttori esecutivi. “Sono entusiasta di dare un tocco personale all’eredità dell’amato ‘Road House‘”, ha condiviso Liman in un comunicato. “E non vedo l’ora di mostrare al pubblico quello che io e Jake faremo con questo ruolo iconico

Virgin River – Stagione 7: cast, trama e tutto quello che sappiamo

Continuando a spingersi verso il record di serie più lunga nella storia di Netflix, Virgin River ha raggiunto un altro importante traguardo con il rinnovo per la settima stagione. Basata sull’omonima serie di romanzi dell’autrice Robyn Carr, Virgin River racconta la storia di Mel (Alexandra Breckenridge) che si trasferisce nell’omonima cittadina della California settentrionale per lavorare come infermiera e dare una svolta alla sua vita frenetica. Come ha imparato nelle sei stagioni finora, la vita in una piccola città è tutt’altro che facile, e Virgin River ha offerto colpi di scena sufficienti a rivaleggiare con qualsiasi altro dramma romantico in TV.

Mantenendo un calendario di uscite annuale dal 2019 (un’impresa straordinaria considerando i ritardi della TV in streaming), la sesta stagione di Virgin River ha offerto alcuni cambiamenti importanti. Il tira e molla tra Mel e Jack è finalmente giunto alla conclusione definitiva con il matrimonio della coppia, il culmine perfetto di anni di storia. Tuttavia, il viaggio alla scoperta di sé stessa di Mel è lungi dall’essere finito, e lei ha solo iniziato a scalfire la superficie della storia della sua famiglia. Il finale della sesta stagione di Virgin River è stato pensato per stuzzicare la curiosità dei fan su una potenziale settima stagione, e Netflix ha già tolto ogni suspense rinnovando la serie.

Ultime notizie su Virgin River – Stagione 7

Iniziano le riprese della stagione 7

Poco dopo il debutto della sesta stagione su Netflix, le ultime notizie confermano che sono iniziate le riprese della settima stagione di Virgin River. La notizia è stata data dalla star della serie Martin Henderson, che ha pubblicato su Instagram un video di se stesso nella sua roulotte in quello che ha definito “Giorno 1”. Mentre apriva un pacco di Netflix, Henderson ha ringraziato i fan che hanno contribuito a rendere “accogliente e sincero” questo show di grande successo. Con l’inizio delle riprese, non è ancora chiaro quando finirà esattamente la stagione.

La settima stagione di Virgin River è confermata

Virgin River - stagione 7

La settima stagione è stata confermata prima del debutto della sesta

Anche se altre serie originali Netflix richiedono anni tra una stagione e l’altra (Stranger Things, Wednesday, ETC), Virgin River è stato il successo più costante della piattaforma.

A testimonianza della fiducia che Netflix ripone in Virgin River, la piattaforma ha deciso di rinnovare la serie per una settima stagione due mesi prima del debutto della sesta. Nell’ottobre 2024, Netflix ha annunciato che la settima stagione di Virgin River, che eguaglierà il record della serie, sarebbe arrivata presto, anche se i dettagli iniziali erano scarsi. Tuttavia, vista la storia della serie, che conta già sei stagioni, Netflix spera probabilmente di lanciare un’altra stagione nel 2025 per mantenere il calendario annuale. Anche se altre serie originali Netflix richiedono anni tra una stagione e l’altra (Stranger Things, Wednesday, ETC), Virgin River è stato il successo più costante della piattaforma.

Non è stata ancora annunciata una tempistica di produzione per la settima stagione, ma dovrà seguire il calendario degli anni precedenti se la serie dovrà essere consegnata entro la fine del 2025. Ad eccezione delle stagioni 3 e 4, arrivate a luglio, tutte le stagioni di Virgin River sono state trasmesse tra settembre e dicembre. Le riprese sono iniziate il 12 marzo 2025 e probabilmente termineranno a metà estate. Fino a quando non saranno disponibili ulteriori informazioni, si prevede che la stagione 7 sarà trasmessa nell’autunno del 2025.

Dettagli sul cast della settima stagione di Virgin River

Virgin River - stagione 6

Mel e Jack torneranno nella settima stagione

Per trasmettere la ricca e complessa trama che caratterizza la città di Virgin River, la serie si avvale di un vasto ensemble di personaggi. Anche se non si sa molto sul cast della settima stagione, è lecito supporre che torneranno tutti quelli che possono, soprattutto perché la sesta stagione ha portato in primo piano le storie di alcuni personaggi. Mel, interpretata da Alexandra Breckenridge, e Jack, interpretato da Martin Henderson, sono una coppia sicura, e le loro recenti nozze hanno aperto un nuovo capitolo nella loro lunga e travagliata storia d’amore.

Altrove, il “Doc” Mullins di Tim Matheson è balzato in primo piano con la sua attività minacciata dal Grace Valley Hospital, e la trama avvincente di Charmaine (Lauren Hammersley) si è riaccesa nel finale della sesta stagione dopo la sua scomparsa. Sebbene non sia stato confermato che sia lui il colpevole, il ritorno del malvagio Calvin (David Cubitt) lo rende il principale sospettato della scomparsa di Charmaine, e probabilmente tornerà anche nella settima stagione. Anche la sorella di Jack, Brie (Zibby Allen), il suo caro amico Mike (Marco Grazzini) e Dan Brady (Ben Hollingsworth) dovrebbero tornare, dato che la loro storia d’amore non è ancora finita.

Dettagli sulla trama Virgin River – Stagione 7

Una serie di drammi arriva in città nella stagione 7

Non sorprende che la stagione 6 di Virgin River sia stata ricca di colpi di scena che influenzeranno la trama della prossima stagione 7. Il matrimonio di Mel e Jack è stato un passo avanti soddisfacente per la coppia che ha caratterizzato la serie sin dal primo episodio e, sebbene la loro relazione sia solida, i drammi li circondano come un uragano. Forse la questione più urgente della stagione 7 è il destino di Charmaine (la vecchia fiamma di Jack). È tornata nella sua vita dopo la debacle dei gemelli, ma lo stesso ha fatto il suo ex fidanzato, Calvin.

Questo ha creato tensione nella nuova unione, ma il comportamento strano di Charmaine ha messo Jack sulle spine. Le cose sono peggiorate quando ha scoperto che la sua casa era stata saccheggiata, facendo sembrare la sua assenza più un caso di persona scomparsa. Anche se non è confermato che Calvin sia dietro ai guai, è il colpevole più probabile considerando il suo passato con Charmaine. Altrove, lo studio del “Doc” Mullins è minacciato dall’espansione del Grace Valley Hospital, e i burocrati dell’ospedale si sono già posizionati come potenziali antagonisti della settima stagione.

Infine, Mike ha chiesto a Brie di sposarlo nonostante sia a conoscenza del suo passato con Brady, e la loro storia sta appena iniziando a diventare interessante. Anche Muriel, vecchia amica-nemica di Hope, scopre di avere un tumore al seno, una diagnosi che trasformerà la sua vita. Come se non bastasse, Mel continua la sua ricerca di risposte sul passato della sua famiglia, mentre la sua nuova relazione con il padre biologico, Everett, continua a rivelare dettagli sconosciuti. La settima stagione di Virgin River sarà importante per una serie di motivi, non ultimo il gran numero di trame avvincenti.

Superman supera i 21 milioni di dollari nelle anteprime: miglior incasso e record per James Gunn

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Superman di James Gunn (la nostra recensione), il primo film della DC Studios, co-gestito dal regista con Peter Safran, sta per incassare oltre 21 milioni di dollari in anteprime complessive, secondo quanto riportato dalle fonti USA.

E il pubblico lo adora, con un 95% di “freshness” su Rotten Tomatoes. Gunn, Safran e tutta la Warner Bros. possono stare tranquilli dopo le critiche dei cinici al primo trailer di dicembre. È il miglior punteggio di RT di sempre per un film di Superman, persino migliore del film originale del 1978 di Richard Donner (86%). Prendetevela, troll.

L’anteprima di Superman include gli incassi delle proiezioni di martedì sera per gli abbonati Amazon Prime, pari a 2,8 milioni di dollari, più gli incassi derivanti dagli spettacoli iniziati oggi alle 14:00.

Molti record in circolazione per il primo titolo della fase uno della DC “Gods and Monsters“: innanzitutto, le anteprime di Superman rappresentano un record per un film diretto da James Gunn, superando Guardiani della Galassia Vol. 3 incassa 17,5 milioni di dollari (118,4 milioni di dollari in 3 giorni) ed è anche la migliore anteprima che abbiamo visto quest’anno, prima di Lilo & Stitch della Disney (14,5 milioni di dollari, 146 milioni di dollari in 3 giorni) e Captain America: Brave New World (12 milioni di dollari, 88,8 milioni di dollari in 3 giorni).

Mentre la Warner sperava in un incasso iniziale di 100 milioni di dollari in 3 giorni e le proiezioni puntavano a 115-130 milioni di dollari, Superman sembra voler sbaragliare tutte queste previsioni. La proprietà intellettuale è stata riproposta diverse volte nel corso della storia, non solo sul grande schermo, ma anche in radio con diverse iterazioni in TV, tra cui la prima serie in bianco e nero degli anni ’50 con George Reeves.

Altri dati interessanti: il Superman di James Gunn supera di gran lunga il botteghino di anteprima di L’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder del 2013 (9 milioni di dollari, inizio alle 22:00, anteprime in un’epoca diversa, che si è trasformato in un’apertura di 116,6 milioni di dollari). C’è anche la possibilità che possa superare The Batman di Matt Reeves del 2022, che ha incassato 21,6 milioni di dollari in anteprime complessive (inclusi 4 milioni di dollari per gli spettacoli del martedì e gli spettacoli del giovedì con inizio alle 15:00; apertura di 134 milioni di dollari). Superman di Gunn è vicino al sole per quanto riguarda i record di anteprime per i film di Superman in generale, ma non l’ha superato (e questo non è un male), il che significa che Batman v. Superman del 2016 detiene il record per le migliori anteprime di sempre per un film di Superman con 27,7 milioni di dollari (166 milioni di dollari in 3 giorni).

La società di analisi dei social media RelishMix ha notato un passaparola positivo in vista dell’uscita, con un enorme universo social su YouTube, TikTok, X, Instagram e Facebook di 953,8 milioni, +20% della copertura dei film di genere supereroistico prima della loro uscita. Questa copertura supera quella di Guardiani della Galassia Vol. 3 (709,7 milioni), The Batman (631,7 milioni), Joker Folie à Deux (567 milioni) e non è lontana da Deadpool e Wolverine (1,15 miliardi).

La notte del giudizio: la spiegazione del finale del film

La notte del giudizio: la spiegazione del finale del film

La notte del giudizio (il cui titolo originale è The Purge), uscito nel 2013 e diretto da James DeMonaco, è un thriller distopico che parte da un’idea semplice quanto agghiacciante: in un futuro prossimo, il governo statunitense ha istituito una notte all’anno in cui ogni crimine, compreso l’omicidio, è legale per 12 ore. Il film prende così ispirazione da riflessioni sociopolitiche sulla violenza, la disuguaglianza e il controllo sociale, sviluppando una premessa provocatoria in stile allegorico. L’influenza di classici come Arancia meccanica o 1984 si fa sentire, ma viene declinata in un linguaggio più accessibile al pubblico contemporaneo, attraverso elementi da home invasion e horror urbano.

Con un budget contenuto e una distribuzione modesta, La notte del giudizio (qui la recensione) ha sorpreso al botteghino, incassando oltre 80 milioni di dollari a fronte di un costo di produzione di appena 3 milioni. Il successo è dovuto anche alla capacità del film di fondere tensione narrativa e critica sociale, riflettendo sulla paura, sull’ipocrisia della società benestante e sulla fragilità del concetto di giustizia. Il protagonista interpretato da Ethan Hawke incarna il conflitto tra protezione familiare e complicità con un sistema inumano, mentre l’atmosfera claustrofobica e le dinamiche morali creano un senso costante di inquietudine.

Il forte impatto del film ha dato vita a un intero franchise, con quattro sequel cinematografici e una serie televisiva che ampliano e approfondiscono l’universo distopico della Purga. Ogni capitolo esplora aspetti diversi di questa società deviata: dalla genesi del programma all’esplosione della violenza incontrollata, fino al possibile collasso del sistema stesso. Tuttavia, tutto ha inizio con il primo film, che pone le basi morali e concettuali del racconto. Nel prosieguo dell’articolo, analizzeremo il finale di La notte del giudizio, spiegandone gli eventi principali e il significato più profondo, tra critica sociale e domande etiche.

Ethan Hawke in La notte del giudizio
Ethan Hawke in La notte del giudizio. Foto di Daniel McFadden – © 2013 – Universal Pictures

La trama di La notte del giudizio

Il film narra una storia ambientata in un futuro distopico. Siamo nel 2022: al fine di controllare il crescente tasso di criminalità, il governo degli Stati Uniti ha concesso ai cittadini la notte dello ‘Sfogo’, durante la quale è concessa ogni azione più aberrante e malvagia senza conseguenze legali. Il risultato è una considerevole crescita economica, oltre che una società priva di senzatetto e deboli. In questo contesto vive James Sandin (Ethan Hawke), un uomo d’affari di successo che vende sistemi di sicurezza per le abitazioni. Con lui vive la moglie Mary (Lena Headey) e i figli adolescenti Charlie e Zoey.

Nel film, durante le dodici ore dello ‘Sfogo’, James ha deciso di non partecipare all’evento, ma di guardare un film con la famiglia nella loro bella casa di periferia, chiusa ermeticamente da ogni aggressione esterna. Tuttavia, quando il giovane Charlie vede dalla finestra un uomo inseguito da un gruppo di assassini, mosso a compassione disattiva il dispositivo di sicurezza e lascia entrare l’uomo in casa. Sfortunatamente, la gang inseguitrice non ha intenzione di rinunciare alla propria preda e danno un ultimatum a James: se non gli consegna l’uomo, loro uccideranno tutta la sua famiglia.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di La notte del giudizio, la situazione esplode in tutta la sua brutalità. Dopo aver dato rifugio all’uomo in fuga da un gruppo di purgatori, James Sandin e la sua famiglia si ritrovano assediati nella propria casa. I giovani mascherati, arroganti rappresentanti della classe privilegiata, vogliono l’uomo indietro per poterlo uccidere “legalmente” durante la Purga. James inizialmente tenta di assecondare le regole del sistema pur mantenendo la sicurezza della sua famiglia, ma quando realizza la totale disumanità di ciò che sta accadendo, decide di difendere il rifugiato e affrontare i suoi assalitori.

Una scena di La notte del giudizio
Una scena di La notte del giudizio. Foto di Daniel McFadden – © 2013 – Universal Pictures

Lo scontro culmina inevitabilmente in un massacro: James riesce a eliminare alcuni degli invasori, ma viene mortalmente ferito. Poco dopo, i vicini della famiglia Sandin — inizialmente creduti solidali — irrompono in casa con l’intento di uccidere tutti e approfittare della notte per sfogare le proprie frustrazioni. Sarà l’uomo salvato a intervenire per salvare la moglie di James e i figli. La protagonista, Mary (Lena Headey), impone la fine della violenza fino alla sirena che segna la conclusione della Purga. Il film si chiude all’alba, in un silenzio carico di dolore e consapevolezza, con la famiglia sopravvissuta ma un Paese che resta prigioniero del suo sistema distorto.

Il finale di La notte del giudizio mette dunque a nudo tutta la perversione di un’ideologia che giustifica la violenza come strumento di ordine sociale. La Purga non è un’idea nata per abbattere il crimine, ma un rituale volto a mantenere l’equilibrio economico e a sfogare l’aggressività sui più deboli, preservando i privilegi delle classi alte. Il film mostra come anche chi trae vantaggio dal sistema — come James — possa diventare vittima quando l’ordine crolla. Il messaggio è chiaro: in un mondo che legittima l’odio, nessuno è veramente al sicuro.

In chiave simbolica, il film denuncia l’ipocrisia delle società occidentali, che parlano di libertà e giustizia ma tollerano (o alimentano) disuguaglianze profonde. I vicini della famiglia Sandin, apparentemente perbene, si rivelano i più assetati di sangue. La notte del giudizio costringe lo spettatore a interrogarsi: cosa faremmo noi in una notte senza regole? E soprattutto, quali regole seguiamo davvero nella nostra quotidianità? Il film suggerisce che il vero orrore non è la violenza, ma la sua accettazione silenziosa come parte del sistema. Una riflessione cruda, attuale e disturbante, che va ben oltre l’intrattenimento.

Colpo di dadi: il film è tratto da una storia vera?

Colpo di dadi: il film è tratto da una storia vera?

Colpo di dadi, diretto da Yves Attal e uscito nel 2023, è un film drammatico che fonde suspense psicologica e riflessione morale all’interno di una vicenda costruita su tensioni familiari, segreti e scelte irreversibili. Ambientato in una provincia francese elegante ma opprimente, il film ruota attorno ad un’amicizia messa a dura prova e che si trasforma gradualmente in un confronto carico di tensione emotiva e ambiguità etica, dove ogni parola è una minaccia velata e ogni gesto può stravolgere il fragile equilibrio tra i personaggi.

Yves Attal, dopo aver diretto Quasi nemici e L’accusa, costruisce un racconto raffinato e teso, che si muove tra il dramma borghese e il thriller esistenziale. Con uno stile sobrio ma ricercato, il regista gioca sulla costruzione della tensione attraverso dialoghi affilati, silenzi prolungati e una regia che indugia sui dettagli. La sua opera richiama alla memoria film come Carnage di Roman Polanski o Il sospetto di Thomas Vinterberg, ma con un’identità propria, che privilegia l’ambiguità e la riflessione morale sul giudizio, la colpa e il perdono.

Nel prosieguo dell’articolo ci soffermeremo su una domanda che molti spettatori si sono posti dopo la visione: il film è tratto da una storia vera? La sua narrazione realistica e il modo in cui affronta dinamiche umane profonde potrebbero far pensare a un caso realmente accaduto. Analizzeremo quindi se dietro la finzione cinematografica si cela un fatto di cronaca o se Colpo di dadi è invece un’opera completamente originale, costruita per esplorare i limiti della coscienza e del libero arbitrio.

Yvan Attal in Colpo di dadi
Yvan Attal in Colpo di dadi

La trama di Colpo di dadi

Il film segue la storia di Mathieu e Vincent (Yvan Attal e Guillaume Canet), due amici fraterni inseparabili di lunga data e soci in affari, legati da un passato complesso e da molte scelte condivise. Mathieu deve tutto a Vincent, la casa in cui vive, il suo lavoro e persino la vita che gli ha salvato dieci anni prima, in circostanze mai del tutto chiarite. Insieme alle rispettive compagne formano un gruppo affiatato che conduce una vita serena in Costa Azzurra, tra abitudini consolidate e rapporti che sembrano in equilibrio. Ma dietro questa apparente armonia si nasconde una verità più oscura.

Vincent, spirito libero e seduttore incallito, ha una giovane e bellissima amante che si chiama Juliette (Marie-Josée Croze), con cui intrattiene una relazione tormentata e altalenante. Quando sua moglie comincia a sospettare qualcosa, chiede a Mathieu di indagare e coprire se la sta tradendo. Lui, riluttante ma onesto, accetta, finché nel tentativo di placare l’ennesima crisi sentimentale tra Vincent e Juliette, non finisce per innamorarsi proprio della donna dell’amico. Juliette, irresistibile e sfuggente, accende in Mathieu un desiderio nuovo e pericoloso che l’uomo non riesce a controllare.

Ma il suo sentimento non è ricambiato, e il rifiuto, unito al senso di colpa, trasforma l’uomo mite in una figura tormentata e imprevedibile, incapace di ritrovare lucidità. Quando Juliette viene trovata misteriosamente morta, l’equilibrio tra le due coppie si spezza definitivamente. Il sospetto si insinua, le certezze crollano, e ciò che era solo una passione nascosta si trasforma in una serie di bugie e di tensione. Le maschere cadono, e tutti, in un modo o nell’altro, finiranno per pagare il prezzo delle loro omissioni.

Guillaume Canet in Colpo di dadi
Guillaume Canet in Colpo di dadi

Il film è tratto da una storia vera?

Nonostante l’intensità realistica della messa in scena e la profondità dei suoi dialoghi morali, Colpo di dadi non è tratto da una storia vera. Il film si basa invece sulla pièce teatrale Ball Trap scritta da Éric Assous, autore francese noto per le sue commedie nere e i drammi da camera incentrati sui rapporti umani. La vicenda narrata nel film prende spunto dalla struttura della pièce, che ruota attorno a due amici e a una confessione sconvolgente: uno dei due ha infatti ucciso accidentalmente la propria amante durante una battuta di caccia.

Ball Trap si presenta come una commedia tesa e crudele, dove le dinamiche relazionali e la complicità maschile vengono messe alla prova da un errore irreparabile. I dialoghi serrati, le ambiguità morali e l’ambientazione chiusa fanno del testo un perfetto esempio di teatro da camera, con un tono più leggero e grottesco rispetto al film. Yves Attal, nel portarlo sul grande schermo, ha scelto di amplificare la componente drammatica, togliendo quasi del tutto l’ironia presente nella pièce originale e trasformando la vicenda in un thriller psicologico cupo, dove ogni personaggio appare intrappolato nel proprio senso di colpa e nella paura del giudizio.

Nel film, l’ambientazione viene spostata in una villa isolata e la narrazione si concentra su un confronto a quattro, accentuando i silenzi, i non detti e la tensione emotiva. Le differenze principali risiedono nel tono e nel peso etico della storia: dove la pièce giocava con i contrasti tra verità e apparenza in chiave quasi farsesca, il film riflette con maggiore gravità sul confine tra colpa e perdono. Colpo di dadi non racconta dunque un fatto realmente accaduto, ma trasforma un’opera teatrale in un’indagine morale intensa e disturbante, dove ciò che conta non è la verità dei fatti, ma quella delle coscienze.