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I mercenari – The Expendables: dal cast ai sequel, tutte le curiosità sul film di Sylvester Stallone

Vi sono attori divenuti vere e proprie icone del cinema d’azione, che dagli anni Ottanta ad oggi hanno contribuito ad impreziosire il genere con i loro film. Nel 2010, tutti questi hanno avuto modo di riunirsi in I mercenari – The Expendables (qui la recensione), scritto, diretto e interpretato da Sylvester Stallone. Il celebre protagonista di film come Rambo e Rocky ha così dato vita ad un vero e proprio evento cinematografico, capace di attirare generazioni e generazioni di spettatori cresciuti con questo genere cinematografico e i suoi indimenticabili protagonisti. Il cast riunisce infatti attori come Arnold Schwarzenegger, interprete di Terminator, Bruce Willis, interprete di Die Hard, e Jason Statham, noto per più recenti film d’azione.

L’idea per il film nacque dallo sceneggiatore Dave Callaham, che sottopose poi il progetto a Stallone. Questi era intenzionato a realizzare un vero e proprio ensemble d’azione, e decise di curare il titolo sotto più punti di vista, facendolo diventare un vero e proprio omaggio al genere reso grande da lui e i suoi amici e colleghi. Data la grande presenza di azione nel film, Stallone dichiarò che si trattava del progetto più difficile della sua carriera, e che molte situazioni ebbero bisogno di grande preparazione affinché risultassero come previsto. Il film riuscì infine ad arrivare in sala, suscitando critiche contrastanti, dove però si elogiava il grande intrattenimento messo in scena.

Costato 80 milioni di dollari, il film riuscì a guadagnarne oltre 274 in tutto il mondo. Tale grande successo, basato in particolare sull’affetto degli spettatori verso gli attori protagonisti, spinse i produttori e lo stesso Stallone a realizzare dei sequel, ai quali si sono aggiunti nuovi celebri attori e dove è stata garantita l’azione e la violenza che hanno contraddistinto il primo capitolo. Numerose sono le curiosità legate a tale titolo, da quelle relative al cast a dove trovare e vedere il film in streaming. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire tutto ciò e anche molto altro.

I mercenari film
Sylvester Stallone, Jet Li, Jason Statham, Terry Crews e Randy Couture in I mercenari – The Expendables

La trama di I mercenari – The Expendables

Protagonisti del film sono il gruppo di mercenari noti come Expendables, i quali svolgendo tale mestiere vivono nell’ombra, agendo lì dove altri falliscono. Come suggerisce anche il loro nome, questi sono coloro che possono essere sacrificati. Si tratta di agenti che uccidono su commissione della CIA e che vengono inviati ad operare in situazioni ad alto rischio di morte. La squadra è capitanata da Barney Ross, e al suo interno vi sono alcuni dei più abili combattenti del mondo. Questi sono Lee Christmas, il reduce Yin Yang, l’esperto d’armi Hale Ceaser e l’appassionato di esplosivi Toll Road. Inviati a salvare un membro della CIA preso in ostaggio, questi offre poi al gruppo una nuova missione.

Si tratta di rovesciare il dittatore dell’isola di Vilena, un piccolo stato nel golfo del Messico, i cui traffici illeciti non fanno che deturpare la vita del luogo. Giunti sul luogo, i mercenari scoprono però che qualcuno ha già tolto il potere dalle mani del dittatore Garza. Si tratta di James Munroe, ex agente federale ora corrotto. La missione sembra dunque saltare, ma una vecchia conoscenza di Ross, il cui nome è Tool, lo convincerà a rimanere sull’isola per cercare di ristabilire l’ordine. Mentre architettano un piano per portare a termine quanto stabilito, il gruppo scopre però che tra di loro vi è un traditore, e che a causa di questo rischiano tutti di andare in contro a morte certa. La missione più difficile per il gruppo di Expendables ha così inizio.

Il cast del film

Ad interpretare il protagonista del film, Barney Ross, è dunque Sylvester Stallone, il quale ebbe non pochi problemi a ricoprire tale parte. Date le numerose scene e acrobazie d’azione, egli arrivò infatti a riportare ben quattordici infortuni, tra cui una grave frattura al collo che lo costrinse ad operarsi. Accanto a lui vi è poi Jason Statham nei panni di Lee Christmas, Jet Li in quelli di Yin Yang e Terry Crews nel ruolo di Hale Caesar. Vi è poi il celebre Dolph Lundgren, noto per aver interpretato Ivan Drago in Rocky IV, che dà qui volto a Gunnar Jensen, mercenario con problemi di droga e poco incline al rispetto dell’autorità. Infine, Mickey Rourke interpreta Tool, membro “in pensione” del gruppo che tornerà a dare una mano ai colleghi. L’attore ha dichiarato di aver accettato di partecipare al film per sdebitarsi di un favore che Stallone gli fece anni prima.

Particolarmente celebre è anche il cameo dell’attore Arnold Schwarzenegger, che compare nei panni del capo di un gruppo di mercenari rivale di quello di Ross. L’attore Bruce Willis è invece l’agente della Cia Church, il quale ingaggia gli Expendables per la rischiosa missione. Questi due attori accettarono di comparire a titolo gratuito nel film, in quanto amici di vecchia data di Stallone. Questo è anche il primo film che li vede recitare tutti e tre insieme. Infine, nel film compaiono anche Eric Roberts nei panni del corrotto James Munroe, il wrestler Stone Cold Steve Austin nel ruolo di Dan Payne e Giselle Itié, la quale interpreta Sandra, donna che il gruppo di mercenari si troverà a dover salvare da morte certa.

Dolph Lundgren, Sylvester Stallone e Jet Li in I mercenari - The Expendables
Dolph Lundgren, Sylvester Stallone e Jet Li in I mercenari – The Expendables

I sequel di I mercenari – The Expendables

Dato il grande successo del film, nel 2012 è stato portato al cinema il suo sequel diretto, I mercenari 2. Stallone ha per questo lasciato il posto di regista per dedicarsi esclusivamente a riprendere il ruolo di Barney Ross. Il film ha poi visto l’introduzione di nuovi celebri volti del cinema d’azione, come Jean-Claude Van Damme e Chuck Norris. Due anni dopo esce poi il terzo film della serie, I mercenari 3, a cui si aggiungono ulteriori grandi icone del genere action. Questi sono Antonio Banderas, Kellan Lutz, Wesley Snipes, Harrison Ford e Mel Gibson, il quale interpreta il ruolo dell’antagonista principale. Stallone ha poi annunciato nel 2016 un quarto capitolo della serie, che dovrebbe concludere la storia.

Il film – dal titolo I mercenari 4 – Expendables (qui la recensione) è poi arrivato in sala solo nel 2022, con un cast composto da Sylvester Stallone, Sistine Stallone, Jason Statham, Megan Fox, Dolph Lundgren, Andy Garcia, Tony Jaa, 50 Cent e Randy Couture. In questo quarto capitolo, diretto da , i mercenari si schierano contro un trafficante d’armi che comanda la potenza di un enorme esercito privato. In questo film, tuttavia, Stallone ha principalmente un ruolo di supporto, mentre il vero protagonista è il personaggio interpretato da Statham.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. I mercenari – The Expendables è infatti presente su Apple iTunes, Now, Rai Play e Prime Video. Per poter usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per sabato 5 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Zodiac: tutte le prove che dimostrano che Arthur Leigh Allen non è l’assassino

Il finale di Zodiac di David Fincher riflette la triste verità di un crimine reale: le prove non sono sufficienti per stabilire che Arthur Leigh Allen è il killer dello Zodiaco. Allen era il principale sospettato in quello che è ancora oggi uno dei casi irrisolti più celebri della storia, ma come mostra il finale del film del 2007, la montagna di prove circostanziali non è stata sufficiente per accusare Allen, poi morto di infarto prima che si potesse giungere ad una verità. Il film, basato sull’omonimo libro di Robert Greysmith (interpretato da Jake Gyllenhaal nel film), racconta dunque  del regno di terrore del misterioso serial killer e di coloro che cercarono di smascherarlo.

Nel film Zodiac, infatti, un agente di polizia e due reporter sono dunque ossessionati dalla scoperta della sua identità. La loro ossessione cresce mentre il killer miete vittime e deride le autorità con lettere indecifrabili. In quello che è indicato come uno dei migliori film di David Fincher, coloro che indagavano sul caso volevano dunque così tanto porre fine all’orrore che l’assassino aveva scatenato nella loro zona, al punto da doversi accontentare della loro migliore ipotesi sull’assassino, invece di trovare qualcuno che corrispondesse alle prove concrete. La paura, il trauma e lo strazio portarono Arthur Leigh Allen a essere frettolosamente identificato come il killer dello Zodiaco.

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Arthur Leigh Allen non era l’assassino dello Zodiaco

Alcuni eventi possono essere stati leggermente esagerati per il bene del film, ma alla fine gli eventi di Zodiac si sono svolti nello stesso modo in cui si sono svolti nella vita reale. Arthur Leigh Allen è stato per anni il principale sospettato, con pesanti prove circostanziali a suo carico. Proprio quando sembrava che la polizia potesse arrivare ad una svolta nel caso, Allen morì inaspettatamente per cause naturali. Sulla carta, sembrava davvero che fosse il famoso serial killer dello Zodiaco. Ma le prove fisiche semplicemente non c’erano, il che significa che non poteva essere lui.

Zodiac cast film
Robert Downey Jr. e Jake Gyllenhaal in Zodiac © 2006 Paramount Pictures.

Gli investigatori e i cittadini della California settentrionale arrivarono a credere che si trattasse di Allen semplicemente perché avevano bisogno di riparare i danni che il killer dello Zodiaco aveva causato nella loro comunità. La paura, la rabbia e il dolore nella Bay Area erano tangibili e Zodiac lo dimostrò in modo appropriato attraverso la lente di Graysmith, David Toschi (Mark Ruffalo) e Paul Avery (Robert Downey Jr.). Questi uomini volevano così tanto salvare la loro comunità che hanno rinunciato a tutto per farlo. Essendo Avery un giornalista di cronaca nera del Chronicle, si appassionò al caso Zodiac, al punto che iniziò a ricevere minacce di morte e a ricorrere a droghe e alcool.

L’ossessione di Toschi portò invece all’accusa di aver falsificato una lettera di Zodiac, cosa che spinse il suo dipartimento a degradarlo. Il film descrive anche come, una volta che Greysmith ha reso pubblico il suo libro, la sua famiglia ha iniziato a ricevere telefonate dove si udiva solo un respiro pesante. La moglie era talmente turbata dalla sua ossessione per il killer dello Zodiaco che chiese il divorzio. Questi uomini avevano bisogno che Allen fosse il Killer dello Zodiaco perché avevano bisogno che il dolore della California cessasse. Anche se non ci sono mai state prove fisiche, accettare che fosse lui l’assassino ha tranquillizzato alcuni. Purtroppo, le famiglie delle vittime ritratte in Zodiac non avranno mai lo stesso conforto.

La calligrafia di Arthur Leigh Allen non corrisponde a quella del killer dello Zodiaco

L’assassino dello Zodiaco ha iniziato a farsi un nome grazie alle lettere scritte a mano. All’inizio del film, iniziò a inviare lettere al San Francisco Chronicle, vantandosi e deridendolo. Trovare una corrispondenza con la calligrafia significava che le autorità avevano il loro uomo. L’agente di polizia Dave Toschi iniziò a sospettare di Allen per diverse ragioni circostanziali. Indossava un orologio dello Zodiaco, che portava lo stesso simbolo inciso su tutte le lettere anonime del Killer. Anche la personalità di Allen corrispondeva a quella di un serial killer. Era un tipo taciturno, socialmente impacciato ed era additato come pedofilo.

Toschi fece analizzare la calligrafia di Allen e rimase però sconvolto quando scoprì che non corrispondeva. Anche se la calligrafia di Allen non è risultata compatibile, le prove indiziarie sono state sufficienti a tenere Allen in cima ai suoi pensieri per tutto il resto delle indagini sul caso Zodiac. Nonostante l’esito negativo, infatti, le autorità decisero di non scartare Allen come possibile Zodiac. La possibile associazione del suo nome a quella dell’assassino rappresentò il primo raggio di luce in un periodo buio e spaventoso per gli abitanti dell’area di San Francisco.

Zodiac trama
Una scena dal film Zodaic © 2006 Paramount Pictures.

La balistica e le impronte della scena del delitto Zodiac non corrispondono ad Arthur Leigh Allen

Come mostra la rappresentazione cinematografica della storia vera di Zodiac, il caso contro Arthur Leigh Allen era dunque privo di prove fisiche, ma Toschi non poteva comunque lasciar perdere. Si rivolse a un secondo parere sulla calligrafia e ricevette notizie incoraggianti. Il secondo analista della calligrafia condivideva una teoria secondo cui un cambiamento di personalità può portare ad altri cambiamenti in una persona, come la sua calligrafia. Ma una teoria basata su congetture non era sufficiente per condannare qualcuno come assassino, così Toschi e la sua squadra ottennero un mandato di perquisizione per setacciare la roulotte di Allen.

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Gli agenti di polizia trovarono abbastanza prove che avrebbero dovuto ipoteticamente inchiodare Arthur Leigh Allen. Aveva la stessa giacca a vento trovata sulla scena del crimine. Le sue misure di scarpe e guanti corrispondevano a quelle dello Zodiaco. Possedeva una pistola. Allen si trovava in zona quando è avvenuto uno degli omicidi dello Zodiaco. Corrispondeva perfettamente al profilo, eppure in qualche modo il secondo campione di calligrafia, la balistica e le impronte nella sua roulotte non corrispondevano a quelle dello Zodiaco.

Toschi, come altri coinvolti nelle indagini, era diventato ossessionato dall’idea che Arthur Leigh Allen fosse il killer dello Zodiaco. Perciò rimase scioccato e sconvolto quando scoprì che non c’era un briciolo di prova fisica che indicasse che Allen era l’assassino. Toschi ammette persino nel film di non essere sicuro se pensasse davvero che Allen fosse lo Zodiaco o se volesse solo che fosse lui. La paura e l’incertezza avevano invaso la sua città natale. Come mostra Robert Graysmith, alcune persone erano troppo spaventate per perdere di vista i propri figli. Toschi voleva solo che la caccia al serial killer finisse.

zodiac
Mark Ruffalo in Zodiac © 2006 Paramount Pictures.

Che fine ha fatto Arthur Leigh Allen?

Arthur Leigh Allen, californiano, nato nel 1933, aveva già un passato burrascoso quando le indagini sullo Zodiaco presero il via. Aveva avuto problemi con la legge per aver abusato sessualmente di bambini, il che, tra gli altri fattori, faceva sembrare la sua innocenza sempre meno probabile. Si dice anche che sia stato congedato con disonore dalla Marina negli anni Cinquanta. Allen morì poi per insufficienza cardiaca nel 1992 e anni dopo, nel 2007, fu pubblicato un documentario sul killer dello Zodiaco intitolato His Name Was Arthur Leigh Allen. Nonostante ciò, non ci sono mai state prove sufficienti per dimostrare che Allen fosse il famigerato assassino seriale.

Chi erano gli altri sospettati del Killer dello Zodiaco?

Zodiac non è dunque mai stato catturato e, sebbene il film si concentri su Arthur Leigh Allen, in realtà ci sono altri tre principali sospettati su cui la polizia stava indagando. Il primo è Richard Gaikowski, il quale assomiglia in modo inquietante agli identikit della polizia. Gaikowski è nato nel 1936 ed è morto nel 2004 di cancro. Ha fatto un breve periodo nell’esercito come medico e si è trasferito a San Francisco nel 1963. Il primo degli omicidi dello Zodiaco avvenne a meno di cinque miglia da casa sua. Quando gli è stato chiesto un alibi, ha dichiarato di essere fuori dal Paese al momento di alcuni degli omicidi. Tuttavia, i registri dei passaporti hanno dimostrato che si trattava di una bugia.

Un’altra scelta popolare, oltre ad Allen, era un uomo di nome Rick Marshall, il cui vero nome era Joe Don Dickey. Marshall/Dickey ha vissuto per 40 anni nella zona di Bay e dintorni prima di morire per problemi legati al morbo di Parkinson. Durante gli omicidi di Zodiac, lavorava in un cinema muto e aveva anche prestato servizio in Marina. Divenne sospettato nel 1976 dopo aver fatto commenti sospetti sulla sua radio amatoriale. Inoltre, una delle lettere del killer di Zodiac fu scritta il giorno del suo compleanno.

L’ultimo sospettato al di fuori di Allen era Lawrence Klein, che si presentava con lo pseudonimo (uno dei tanti) di Larry Kane. Kane aveva un ampio passato criminale che risaliva agli anni Quaranta. La sorella di una vittima dello Zodiaco, Darlene Ferrin, ha dichiarato che Kane ha seguito la sorella per mesi prima dell’omicidio. Inoltre, Kathleen Johns ha identificato proprio Kane come il suo rapitore dopo essersi imbattuta nel killer dello Zodiaco. Alla fine, Kane è morto nel 2010 a Reno, in Nevada. Quindi, sebbene Zodiac si concentri principalmente su Allen, c’erano altri sospetti che si adattavano al caso.

Zodiac 2007
Una scena dal film Zodiac © 2006 Paramount Pictures.

Il caso Zodiac è ancora aperto

Sono ormai passati più di 50 anni da quando il killer dello Zodiaco ha iniziato il suo regno di terrore in California e il caso rimane irrisolto. Tuttavia, questo non significa che gli investigatori non ci stiano ancora lavorando. Nell’ottobre del 2021 il caso è tornato a far parlare di sé, quando TMZ ha riportato la notizia che un team investigativo composto da giornalisti, forze dell’ordine e ufficiali dell’intelligence militare, noto come “The Case Breakers”, aveva scoperto l’identità del Killer dello Zodiaco e aveva fatto il nome di Gary Francis Poste, smentendo ulteriormente le voci su Arthur Leigh Allen.

Tuttavia, l’FBI si pronunciò quasi subito contro questa notizia. Sia l’FBI che le forze dell’ordine californiane hanno contestato il fatto che l’identità del Killer dello Zodiaco sia stata trovata in seguito alla notizia riportata da TMZ, ma ciò che è più interessante è che entrambe le forze dell’ordine hanno rivelato che il caso è ancora aperto. Ciò significa che, anche a distanza di oltre 50 anni, si sta ancora indagando sull’identità del Killer dello Zodiaco. Non è chiaro a che livello si trovi l’indagine, né quanto grande sia il team incaricato di esaminare le prove. Tuttavia, è possibile che con un nuovo sguardo si possano prima o poi trovare ulteriori risposte sull’identità di Zodiac.

Antonello Fassari: morto a 72 anni l’attore de I Cesaroni

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Antonello Fassari: morto a 72 anni l’attore de I Cesaroni

Si è spento all’età di 72, dopo una lunga malattia, l’attore Antonello Fassari, volto amatissimo del piccolo schermo, dove è divenuto popolarissimo grazie alla fiction I Cesaroni, dove ha recitato nel ruolo di Cesare dal 2006 al 2014, rendendosi memorabile in particolare grazie all’espressione “Che amarezza!”. Ma ridurre la sua carriera a questo titolo sarebbe a dir poco riduttivo: Fassari si è diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico nel 1975 e da quel momento ha lavorato ininterrottamente tra teatro, televisione e cinema.

Nell’ultimo decennio si è ad esempio fatto apprezzare in film come La mossa del pinguino – esordio alla regia dell’amico fraterno Claudio Amendola, Suburra, Non ci resta che il crimine, L’agenzia dei bugiardi, I cassamortari (di nuovo diretto da Amendola), L’ultima volta che siamo stati bambini Flaminia. La sua ultima apparizione televisiva è relativa al programma Rai “La volta buona”, mentre è noto che l’attore non avrebbe ripreso il ruolo di Cesare nella nuova stagione de I Cesaroni, le cui riprese sono attualmente in corso e che verrà dedicata alla sua memoria.

Proprio Claudio Amendola non ha tardato a ricordare l’amico affermando: Sarai per sempre mio fratello. Sapevamo che questa serie nuova sarebbe stata dedicata a lui. Per me è un pezzo di vita che va via, è dura anche parlare. Mi aspetto che stia borbottando da qualche parte lassù“. La notizia è indubbiamente un duro colpo per chi è cresciuto con la fiction Mediaset e che proprio in Antonello Fassari ritrovava un personaggio indimenticabile, capace di parlare a giovani e adulti.

Adaline – L’eterna giovinezza: la spiegazione del finale del film

Adaline – L’eterna giovinezza (qui la recensione) ha una premessa unica e un finale affascinante. Nel panorama del cinema moderno, dove spesso dominano gli adattamenti e i sequel, questo film del 2015 emerge come una narrazione originale e rinfrescante, tessendo un racconto che cattura l’immaginazione con la sua miscela di romanticismo, fantasia e dramma. Il film presenta la straordinaria vita di Adaline Bowman (Blake Lively), una donna che cessa di invecchiare dopo un bizzarro incidente. Adaline intraprende così un viaggio emotivo lungo decenni, sollevando profonde domande sul tempo, sull’identità e sull’esperienza umana.

La storia si svolge con Adaline alle prese con le complessità dell’eterna giovinezza, in un contesto di cambiamento delle epoche e delle norme sociali. Adaline – L’eterna giovinezza si distingue non solo per la sua premessa unica, ma anche per il modo in cui approfondisce le implicazioni emotive e filosofiche della sua anomalia centrale. Sfida gli spettatori a riflettere sulla vera natura dell’immortalità, non come un sogno fantastico ma come una realtà ricca di sfumature, di sfide e di introspezione. Il film esplora infatti in modo intricato temi come la natura fugace dell’amore, l’essenza dell’identità personale e l’inevitabile incedere del tempo.

Cosa accade nel finale di Adaline – L’eterna giovinezza

Nel finale di Adaline – L’eterna giovinezza, la narrazione raggiunge un culmine struggente: Adaline Bowman, rimasta ventinovenne per otto decenni, affronta una svolta drammatica. Per tutta la durata del film, Adaline naviga nella vita con cautela, nascondendo il suo aspetto permanente cambiando regolarmente identità. Tuttavia, il suo mondo viene sconvolto durante una visita alla casa di famiglia del suo attuale fidanzato, Ellis Jones (Michiel Huisman). Qui Adaline incontra il padre di Ellis, William (Harrison Ford), che, con suo grande stupore, è un ex amante conosciuto decenni prima. Questo incontro inaspettato porta il suo passato e il suo presente in rotta di collisione.

Nel corso della storia, Adaline si confronta con le complessità dell’amore e dell’identità. Il film raggiunge il suo culmine quando Adaline viene coinvolta in un incidente che ricorda quello che le ha causato l’assenza di invecchiamento. Questo secondo incidente inverte la condizione di Adaline, permettendole di invecchiare di nuovo normalmente. Il film si conclude così con Adaline che abbraccia questo cambiamento, pregustando una vita di invecchiamento naturale e costruendo potenzialmente un futuro con Ellis. Il finale segna dunque un cambiamento significativo per Adaline, che passa da una vita di eterna giovinezza e solitudine a una di normalità e connessione.

Adaline - L'eterna giovinezza cast
Blake Lively e Harrison Ford in Adaline – L’eterna giovinezza. Foto di Diyah Pera – © 2015 – Lionsgate

Perché Adaline ha smesso di invecchiare?

Come ne Il curioso caso di Benjamin Button, il mistero centrale de Adaline – L’eterna giovinezza ruota attorno alla cessazione dell’invecchiamento della protagonista. Il film presenta una spiegazione scientifica fittizia di questo fenomeno. Adaline Bowman, dopo un incidente d’auto negli anni ’30, diventa immune alle ingiurie del tempo grazie a una rara combinazione di eventi. Durante l’incidente, l’auto di Adaline viene colpita da un fulmine dopo che lei si è tuffata in un fiume gelido. Questa straordinaria sequenza porta a un fenomeno scientifico fittizio in cui i telomeri di Adaline, la parte del cromosoma responsabile dell’invecchiamento, diventano in qualche modo immuni alla degradazione.

Il film mescola elementi di fantasia e pseudoscienza per creare una spiegazione plausibile della condizione di Adaline. Questa scelta aggiunge uno strato di intrigo e mistero alla narrazione, invitando gli spettatori a sospendere l’incredulità e a impegnarsi nella premessa unica del film. L’aspetto scientifico della storia, sebbene non sia basato sulla biologia del mondo reale, serve come espediente narrativo per esplorare temi più profondi del tempo, della perdita e dell’esperienza umana. La condizione di Adaline è una porta d’accesso a discussioni su cosa significhi vivere veramente, invece di limitarsi a esistere, e sull’impatto del tempo sulle relazioni umane e sull’identità.

L’immortalità di Adaline è una maledizione più che una benedizione

Nel corso di Adaline – L’eterna giovinezza, il film ritrae l’immortalità di Adaline Bowman come una maledizione piuttosto che come una benedizione. Sebbene l’idea dell’eterna giovinezza possa inizialmente sembrare desiderabile, il film analizza la solitudine e il peso emotivo di una vita senza fine. La condizione di Adaline la intrappola in un perenne stato di cautela e segretezza, impedendole di stringere relazioni durature o di rivelare il suo vero io. Guarda il mondo cambiare intorno a lei mentre lei rimane la stessa, un’esperienza che le procura più dolore che piacere.

Il film illustra con forza il desiderio umano di connessione e il dolore della perdita perpetua. Adaline è costretta ad assistere all’invecchiamento e alla morte dei suoi cari, compresa la complessità del suo rapporto con la figlia anziana, Flemming (Ellen Burstyn). La sua immortalità diventa un ostacolo per sperimentare la naturale progressione della vita, portando a un profondo senso di isolamento e di insoddisfazione. Questo ritratto sfida la narrazione tradizionale dell’immortalità come fantasia ambita, evidenziando il valore intrinseco dell’invecchiamento e del ciclo della vita umana. Il film utilizza quindi la condizione unica di Adaline come lente per esplorare i temi della mortalità.

Ellen Burstyn e Blake Lively in Adaline - L'eterna giovinezza
Ellen Burstyn e Blake Lively in Adaline – L’eterna giovinezza. Foto di Diyah Pera – © 2015 – Lionsgate

Il rapporto di Adaline con la figlia Flemming

Uno dei rapporti più toccanti di Adaline – L’eterna giovinezza è quello tra Adaline e sua figlia Flemming. Con l’avanzare del film, Flemming diventa una donna anziana mentre sua madre, Adaline, rimane fisicamente immutata. Un po’ come avviene in Interstellar, soprattutto nel confronto finale tra il protagonista e la sua ormai anziana figlia. Questa dinamica insolita aggiunge un livello di complessità al loro rapporto, in quanto Flemming si confronta con la realtà dell’invecchiamento, mentre sua madre non lo fa. Alla fine del film, con il ritorno di Adaline al naturale processo di invecchiamento, il loro rapporto trova un nuovo equilibrio.

Flemming, che ha vissuto la maggior parte della sua vita con il segreto della condizione della madre, vede finalmente la possibilità di un rapporto madre-figlia più convenzionale. Questo cambiamento porta un senso di chiusura e di sollievo a entrambi i personaggi. L’arco caratteriale di Flemming si conclude dunque con un senso di accettazione e comprensione, poiché vede la madre abbracciare il corso naturale della vita. Questo cambiamento nella loro dinamica simboleggia un ritorno alla normalità e la guarigione delle ferite emotive causate dall’aspetto innaturale della loro relazione. Il film chiude così la storia di Flemming con un senso di speranza e un legame rinnovato.

Il significato del nome di Adaline

Il nome “Adaline” ha un significato importante ed è parte integrante della narrazione del film. Etimologicamente, Adaline deriva dalla parola germanica “adal”, che significa “nobile”. Questa connotazione di nobiltà e atemporalità si addice a un personaggio che vive attraverso più generazioni mantenendo la sua grazia e dignità. La scelta di questo nome riflette la natura duratura del personaggio di Adaline, che, nonostante le sue sfide, rimane resistente e forte. Inoltre, il nome Adaline può essere visto come una metafora dell’esplorazione del tempo e dell’identità del film.

Così come il suo nome porta con sé un senso di storia e di eredità, il personaggio di Adaline incarna l’accumulo di esperienze e di saggezza che derivano da una lunga vita. Tuttavia, a differenza del suo nome, che rimane costante, la vita di Adaline è segnata da cambiamenti e adattamenti, mentre attraversa epoche diverse. Il nome Adaline funge quindi da simbolo sia della permanenza che della transitorietà della vita, racchiudendo i temi centrali del film e la natura paradossale dell’esistenza di Adaline.

Adaline - L'eterna giovinezza film
Blake Lively e Michiel Huisman in Adaline – L’eterna giovinezza. Foto di Diyah Pera – © 2015 – Lionsgate

Il vero significato del finale di Age of Adaline

Il finale di Adaline – L’eterna giovinezza è dunque carico di simbolismo e di significati più profondi, che trascendono la narrazione superficiale di una donna che ricomincia a invecchiare. La conclusione del film non riguarda solo la cessazione dell’eterna giovinezza di Adaline, ma è anche un commento sulla natura della vita, dell’amore e del passare del tempo. Permettendo finalmente ad Adaline di invecchiare, il film sottolinea la bellezza e l’importanza della progressione naturale della vita.  Celebra l’idea che la vera realizzazione deriva dall’abbracciare il cambiamento e dal vivere la vita in tutte le sue fasi. Inoltre, il finale rappresenta una liberazione per Adaline.

Per decenni è stata oppressa dal segreto della sua assenza di età, che l’ha isolata dal creare legami autentici. Quando inizia a invecchiare, si libera di questo fardello, permettendole di stringere relazioni autentiche e di vivere senza paura di essere scoperta. Questa trasformazione simboleggia una rinascita per Adaline, offrendole una seconda possibilità di vita in cui può impegnarsi pienamente con il mondo e con coloro che ama. The Age of Adaline si conclude con una nota di speranza, suggerendo che non è mai troppo tardi per ricominciare e che abbracciare la nostra mortalità può portare a un’esistenza più ricca e significativa.

Devil May Cry: la spiegazione del finale della serie Netflix

Devil May Cry: la spiegazione del finale della serie Netflix

Devil May Cry di Adi Shankar è finalmente disponibile in streaming su Netflix, ed è bello come i fan si aspettavano. La nuova versione della storia di Dante è incredibile e, sebbene la serie anime presenti diversi personaggi della famosa serie di videogiochi, introduce anche alcuni personaggi originali. La prima stagione della serie anime è stata incentrata sulla scoperta da parte di Dante della sua vera identità e sull’accettazione del sangue demoniaco di Sparda che scorre nelle sue vene.

Il Bianconiglio è stato un incredibile cattivo per la prima stagione e ha spinto Dante ai suoi limiti. Alla fine, il protagonista ha impedito l’Armageddon e ha sconfitto il nemico con l’aiuto di Mary. Detto questo, una nuova minaccia incombe però sul figlio di Sparda. Egli deve ancora affrontare i veri nemici della sua storia, che sono stati presentati proprio nei momenti finali della prima stagione. In questo articolo, esploriamo il finale di Devil May Cry e ciò che predispone per il futuro.

Dante è il figlio di Demon Sparda

Fin dall’infanzia, Dante (Johnny Yong Bosch) aveva una forza e una velocità sovrumane, ed è proprio per questo che è diventato un cacciatore di demoni così temuto. Inoltre, possedeva una straordinaria capacità di guarigione, per cui era estremamente difficile per qualsiasi nemico ucciderlo. Tuttavia, queste capacità non erano un dono di Dio, bensì una benedizione del Diavolo. Sparda era il guerriero più forte dell’esercito di Mundus. Due millenni prima degli eventi attuali, il regno dei demoni e quello degli umani erano confinanti, quindi Mundus voleva conquistare l’umanità e governare su entrambi i mondi.

Tuttavia, la coscienza di Sparda lo costrinse a impedirgli di commettere questo genocidio. Il demone non solo sconfisse innumerevoli soldati dell’esercito demoniaco, ma creò anche una barriera tra i due mondi attraverso un incantesimo. La barriera impediva ai demoni di entrare nel mondo umano. Mentre Sparda rimase nel regno umano e divenne un eroe dell’umanità, Mundus rimase nel regno demoniaco e ne sfruttò le risorse. Alla fine, Sparda entrò in contatto con una donna umana ed ebbe due figli, Dante e Vergil. Essendo figli di un demone, sia Dante che Vergil erano incredibilmente potenti, ma i ragazzi non sapevano che il loro padre era un demone.

Devil May Cry serie Netflix
Cr. Cortesia di Netflix © 2025

Sparda, per qualche motivo, abbandonò la sua famiglia e i ragazzi furono affidati alle cure della madre. Anche se la barriera era efficiente, aveva comunque qualche difetto. Un’anomalia causò la comparsa di alcuni portali interdimensionali per brevi periodi. Mundus nutriva un odio immenso per Sparda, ma non poteva usare il portale perché non permetteva ai demoni più grandi o più potenti di passare da un mondo all’altro. I demoni più deboli, invece, potevano usare liberamente i portali, se ne conoscevano l’ubicazione.

Mundus voleva che Sparda provasse dolore, così inviò alcuni dei suoi soldati attraverso il portale per uccidere la famiglia del demone. Questi trovarono la famiglia di Sparda e uccisero la madre e il fratello di Dante, mentre il ragazzo rimase nascosto. Dante vide dunque la sua famiglia morire per mano dei demoni, ma non poté fare nulla perché era ancora un bambino. Una volta cresciuto, usò i suoi poteri per uccidere i demoni, a patto di essere pagato. Uccidere i demoni era il suo modo di vendicarsi per quello che era successo alla sua famiglia.

Il Bianconiglio non è un demone

Inizialmente gli spettatori pensavano che il Bianconiglio fosse una specie di demone, ma non era così. Si trattava invece di un umano che aveva attraversato il regno dei demoni attraverso un portale quando era bambino. Mentre nel regno umano tutti lo evitano, il ragazzo viene accettato dai demoni. Crebbe all’Inferno e condusse una vita felice, fino a quando l’aria tossica del regno demoniaco non uccise diversi demoni che amava. Il ragazzo umano non voleva che i demoni morissero a causa dell’aria tossica, così creò un dispositivo per tracciare la comparsa di portali interdimensionali.

Devil May Cry Bianconiglio
Cr. Cortesia di Netflix © 2025

Il ragazzo pensava di poter salvare questi demoni innocenti portandoli nel regno umano. Tuttavia, questi demoni, che non avevano nulla a che fare con la Guerra Santa, furono uccisi da Mary e dai suoi alleati di DARKCOM. Il ragazzo aveva già subito abbastanza perdite, così, invece di portare questi demoni selettivi in modo pacifico, decise di rompere la barriera tra i due mondi. Sapeva che una volta eliminata la barriera, l’umanità sarebbe stata invasa da demoni tutt’altro che pacifici. Ma era pronto a pagare questo prezzo affinché i demoni avessero pari opportunità di sopravvivenza.

Disprezzava l’umanità perché aveva il privilegio dell’aria fresca mentre ignorava il mondo invisibile di Makai. Prima di poter intraprendere una guerra contro gli umani, il ragazzo doveva diventare più forte per affrontare Dante e i soldati della DARKCOM. Così, ha creato un dispositivo per mantenere un flusso costante di sangue demoniaco all’interno del suo corpo, che gli ha conferito una forza incredibile e una straordinaria capacità di guarigione. Poiché era un grande fan di Alice nel Paese delle Meraviglie, creò una maschera da Coniglio per nascondere la sua vera identità.

Egli sapeva anche che avrebbe avuto bisogno di alcune cose per rompere la barriera di Sparda: la spada di Sparda e i due amuleti che trasmettono il potere e del sangue di Dante e Vergil. Doveva allora raccogliere il sangue di Dante dopo che questi aveva raggiunto la sua forma di Devil Trigger. Per questo motivo, schernisce e spinge Dante ai suoi limiti, affinché il ragazzo possa sbloccare il potere del Diavolo che è in lui. Alla fine, il Coniglio ottenne tutto ciò di cui aveva bisogno, ma gli sforzi congiunti di Dante e Mary lo ostacolano. La barriera è stata aperta, ma non per molto, perché Dante ha tagliato il corpo del Coniglio a metà con la sua spada.

Devil May Cry trama e cast
Cr. Cortesia di Netflix © 2025

L’episodio finale lascia presagire eventi più oscuri per la seconda stagione di Devil May Cry

La barriera rimane, ma i portali interdimensionali appaiono ancora in entrambi i regni. Questa volta William Baines, il vicepresidente americano, decide di attaccare Makai, credendo di fare “l’opera del Signore”. L’esercito americano uccide diversi demoni innocenti e crea una massiccia base militare all’Inferno in un breve lasso di tempo. Tuttavia, l’uomo arrogante non sa che la minaccia più grande lo attende nel Regno dei Demoni, tra cui Mundus.

La più grande rivelazione del finale la ha però Dante scoprendo che suo fratello è ancora vivo. Vergil era stato forse rapito dai demoni che lo avevano attaccato tanti anni prima. Mentre Dante credeva che suo fratello fosse morto, Vergil era stato sottoposto a un lavaggio del cervello da parte di Mundus per combattere dalla parte dei demoni. In realtà, fu proprio Vergil a dare la sua metà dell’Amuleto, insieme al suo sangue, al Bianconiglio. Dante non voleva abbandonare il fratello, ma Mary lo tradisce prima che possa andare a cercare Vergil.

Mary sapeva che il Vicepresidente William Baines stava commettendo un genocidio, ma seguì comunque i suoi ordini. Sapeva che lui è la chiave di tutto, così il tenente paralizza Dante iniettandogli un siero. Banes fa cadere Dante in un sonno profondo e si impossessa della spada di Sparda e dell’Amuleto. Mentre Dante è tenuto prigioniero in una struttura militare americana, Vergil è pronto a guidare l’esercito dei demoni contro gli umani. Ora, nella seconda stagione di Devil May Cry, Dante non dovrà combattere solo contro Vergil e Mundus, ma anche contro l’esercito americano.

The White Lotus Stagione 3, teorie: chi morirà nel finale di stagione?

The White Lotus, creata da Mike White, ha posto molte domande che troveranno sicuramente risposta nel finale extralarge (90 minuti!) della terza stagione. Chi è il corpo a faccia in giù nello stagno dell’hotel? Chi ha sparato quei colpi uditi all’inizio della stagione? Belinda (Natasha Rothwell) accetterà l’offerta di Greg (Jon Gries)? Timothy (Jason Isaacs) soccomberà all’oscurità, trascinando con sé la moglie Victoria (Parker Posey) o il figlio Saxon (Patrick Schwarzenegger)? Piper (Sarah Catherine Hook) riuscirà a realizzare il sogno di restare in Thailandia, e suo fratello Lochlan (Sam Nivola) riuscirà a integrarsi?

Le guardie del corpo di Sritala (Lek Patravadi) andranno a cercare Rick (Walton Goggins) e Chelsea (Aimee Lou Wood) dopo che lui ha aggredito il marito, Jim Hollinger (Scott Glenn)? Gaitok (Tayme Thapthimthong) affronterà i russi dopo aver capito che erano dietro alla rapina in hotel, e riuscirà a dimostrare qualcosa a Mook (Lalisa Manoban, in arte Lisa)? Jaclyn (Michelle Monaghan), Kate (Leslie Bibb) e Laurie (Carrie Coon) riusciranno a superare i loro problemi e godersi un ultimo giorno di vacanza?

Il frutto di Čechov

Nel primo episodio della stagione, un membro dello staff avvisa la famiglia Ratliff di un frutto velenoso che cresce vicino alla loro villa. Sebbene il frutto non spieghi i colpi uditi all’inizio della stagione, potrebbe comunque causare una morte, probabilmente all’interno della famiglia Ratliff. In un’anteprima del finale rilasciata da HBO, Timothy raccoglie il frutto dall’albero mentre lo staff gli spiega che i locali lo chiamano “l’albero del suicidio”. “Non mangiarlo,” gli dice, un avvertimento inquietante per un uomo in caduta libera da quando è arrivato in Thailandia, dopo aver scoperto che l’FBI ha perquisito il suo ufficio per crimini finanziari. Ma oltre alle fantasie suicide, Timothy ha anche immaginato di uccidere la sua famiglia per risparmiarle una vita miserabile. Nell’anteprima, si dà risalto anche al frullatore di Saxon, che usa per i frullati proteici. Timothy userà il frutto per “cucinare” qualcosa da far bere alla moglie e ai figli, ancora ignari del suo crollo imminente? O forse Saxon stesso, preoccupato per il futuro dell’azienda di famiglia, deciderà di mangiarlo volontariamente?

Probabilità che accada: A questo punto sarebbe troppo ovvio, e Mike White non ama le soluzioni ovvie. Timothy o Saxon prepareranno un frullato velenoso, ma nessuno lo berrà davvero.

Belinda contrattacca

Nell’episodio penultimo, Greg offre a Belinda 100.000 dollari in cambio del suo silenzio. Sa che lei sa del suo coinvolgimento nella morte di Tanya (Jennifer Coolidge), e vuole passare in pace il resto della vita in Thailandia. Suo figlio Zion (Nicholas Duvernay) le consiglia di accettare, perché Greg potrebbe vendicarsi. Ma Belinda è una donna di principi, e sembra improbabile che scenda a patti con il diavolo. Tuttavia, ha passato gran parte della stagione terrorizzata dai rettili della Thailandia, quindi sarebbe interessante vederla affrontare la creatura più temibile di tutte — Greg — e rilanciare. Sa che Greg ha soldi. Magari tornerà alle Hawaii con un milione di dollari, invece che con la coscienza pulita. Ovviamente, uno dei due potrebbe uccidere l’altro, ma Belinda non sembra il tipo, e Greg l’avrebbe già fatta fuori se avesse voluto.

Probabilità che accada: Un colpo di scena nel rapporto Belinda-Greg è quasi certo. In una serie piena di compromessi morali, Belinda è sempre stata il simbolo di purezza. Sarebbe un bel finale vederla “cedere al lato oscuro” almeno una volta.

Le guardie del corpo uccidono Rick

Rick è tormentato da desideri di vendetta sin da bambino. Ma quando si trova finalmente di fronte all’uomo che pensa abbia ucciso suo padre, non riesce a premere il grilletto. Si limita a puntargli la pistola e a ribaltargli la sedia. Alla fine dell’Ep. 7, Rick sembra aver raggiunto una certa pace. Ma le guardie del corpo di Jim potrebbero seguirlo al resort e attaccarlo per aver aggredito il loro capo. Una sparatoria potrebbe seguire… e Rick morire.

Probabilità che accada: Sritala sa dove si trova Rick, e sembra logico che mandi le guardie a cercarlo dopo quanto è successo.

Jim, sei tu il padre

Il vero motivo del viaggio di Rick in Thailandia viene rivelato a metà stagione: vuole affrontare Jim, l’uomo che sua madre gli ha detto — sul letto di morte — aver ucciso suo padre. Ma l’ha davvero ucciso?

Prima di puntargli la pistola, Rick guarda diverse foto di un giovane Jim, e i due si somigliano. Quando Rick nomina sua madre, Gloria Hatchett, Jim non reagisce come uno che si ricorda di averle fatto del male. Sembra confuso. Forse Jim è in realtà il padre di Rick. Forse ha abbandonato Gloria e ha iniziato una nuova vita in Thailandia. Oppure è stato solo un’avventura, di cui Jim non ha mai saputo il risultato. Forse la madre ha inventato tutto per vendicarsi dopo la morte.

Probabilità che accada: Molto alte. Rick non ha mai conosciuto suo padre e sua madre è morta quando aveva 10 anni. È molto probabile che non ci siano mai state foto del padre vero.

Gaitok fa Scarface con i russi

Gaitok è stato messo da parte e deriso per tutta la stagione, specialmente dalla collega che gli piace, Mook. Ma quando scopre che i russi sono dietro alla rapina in hotel, potrebbe decidere di affrontarli per proteggere il resort — e per dimostrare qualcosa a Mook. Potrebbe scoppiare una sparatoria (da qui i colpi uditi all’inizio della stagione).

Probabilità che accada: Molto plausibile, ma forse troppo ovvio per Mike White.

Il ragazzo in rosso

Nell’Episodio 2, Lochlan indossa un costume rosso mentre è in acqua con Piper. Più tardi, mostra un video di uno tsunami che trascina via un uomo… con un costume rosso. The White Lotus usa spesso l’abbigliamento per anticipare il destino dei personaggi. Potrebbe essere lui il corpo trovato nello stagno?

Probabilità che accada: Visto il precedente con Tanya nella stagione 2, potrebbe davvero succedere.

“La sfortuna arriva a tre”

Chelsea ha sfiorato la morte due volte: prima durante la rapina al negozio di souvenir, poi quando è stata morsa da un cobra. “È tipo Final Destination,” dice. “La morte mi sta inseguendo.” Il numero 3 è ovunque in questa stagione: tre figli Ratliff, tre amiche, tre russi. Nella religione buddhista — centrale in questa stagione — c’è il Triratna: Buddha, Dharma e Sangha. White ha detto fin dall’inizio che questa stagione avrebbe esplorato la morte e la spiritualità orientale. Potrebbe esserci un terzo incidente? Chelsea morirà davvero?

Probabilità che accada: Nonostante si veda solo un corpo nell’episodio iniziale, la serie non ha paura delle morti multiple (vedi Tanya e i “gay malvagi” nella Stagione 2). I colpi uditi potrebbero aver colpito più persone.

Mook, ragazza cattiva

Mook sembra dolce e gentile, ma potrebbe nascondere qualcosa. Flirta con Gaitok in modo da distrarlo? È coinvolta con i russi? Lo convince a puntare a un lavoro come guardia del corpo, ma forse è un modo per proiettare su di lui i propri desideri. È possibile che voglia fuggire e iniziare una nuova vita?

Probabilità che accada: Anche se Mook e Valentin lavorano insieme, non interagiscono molto. Potrebbe essere una rivelazione finale a sorpresa.

Scimmie impazzite!

Alcuni fan hanno teorizzato che una delle scimmie dell’hotel abbia preso una pistola e sparato a qualcuno. Ma Michelle Monaghan ha smentito tutto da Jimmy Kimmel: “Non è stata la scimmia.”

Probabilità che accada: Fidiamoci di lei. Le scimmie erano solo una distrazione.

Blade Runner torna al cinema il 14, 15 e 16 aprile

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Blade Runner torna al cinema il 14, 15 e 16 aprile

14 Ottobre 1982 Blade Runner di Ridley Scott arrivava per la prima volta nelle sale italiane.

A quasi quarantacinque anni di distanza, torna sul grande schermo uno dei più celebri film di fantascienza della storia del cinema nel Final Cut definitivo di Ridley Scott, con scene ampliate ed effetti speciali inediti rispetto alla versione dell’82. Un cult diventato modello cinematografico iconico e irripetibile, ridefinendo il genere fantascientifico grazie alle sue atmosfere cupe, agli scenari distopici e alle profonde riflessioni sull’umanità. Visivamente spettacolare, pieno d’azione e decisamente profetico fin dall’epoca della sua prima uscita in sala, il film è ispirato al romanzo “Il cacciatore di androidi” di Philip K. Dick, con le straordinarie musiche di Vangelis e le illustrazioni del futuro proposte da Syd Mead

Appuntamento il 14, 15 e 16 aprile. Tre giorni per rimmergersi nel distopico e desolante mondo della Los Angeles di un immaginifico e tetro 2019, in un’affascinante e oscura visione del futuro prossimo, presago dell’intelligenza artificiale, in cui si mescolano fantascienza, noir, love story impossibile e la straziante rappresentazione dell’essenza della vita.

Harrison Ford veste i panni di un Blade Runner, un poliziotto incaricato di dare la caccia agli esseri umani geneticamente modificati. Rutger Hauer interpreta il leader dei replicanti, un personaggio ugualmente terrificante, malinconico e vitale.

La trama di Blade Runner

Nel novembre 2019, a Los Angeles, Rick Deckard, un ex Blade Runner, viene richiamato dalla pensione quando quattro pericolosi replicanti tornano sulla Terra, con il loro leader, Roy Batty (Rutger Hauer). Progettati per svolgere lavori difficili e pericolosi, gli esseri umani creati in laboratorio sono più forti, veloci e intelligenti degli esseri umani non modificati. Non provano dolore né rimorso; sono quasi indistinguibili dagli altri esseri umani… e stanno uccidendo delle persone. Deckard deve fermarli prima che uccidano di nuovo.

David Corenswet stuzzica i fan su Jor-El nel nuovo trailer di Superman: “Qualcuno riconosce qualche voce familiare?”.

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David Corenswet fa un accenno all’attore che interpreterà Jor-El nella DCU (DC Universe) dopo che James Gunn ha condiviso un’anteprima del secondo trailer di Superman. Il cast stellare di Superman ha già confermato i suoi Clark Kent, Lois Lane, Jimmy Olsen, Lex Luthor, Perry White, Jonathan Kent e Martha Kent. Uno dei personaggi più importanti di Superman il cui attore DCU rimane non confermato è Jor-El, il padre biologico di Superman, che muore durante la distruzione di Krypton ma comunica con suo figlio attraverso la tecnologia kryptoniana.

Su X, la star di Superman David Corenswet condivide la nuova anteprima di Superman di James Gunn con la didascalia: “Mentre stavo volando qualcuno ha condiviso un’anteprima del nuovo film di Superman. Qualcuno riconosce qualche voce familiare? Gli unici personaggi con battute nel filmato di Superman oltre allo stesso Superman interpretato da David Corenswet sono i robot nella Fortezza della Solitudine. Uno dei robot sembra avere la voce di Alan Tudyk, mentre una voce disincarnata proveniente dalla fortezza sembra essere quella di Bradley Cooper. Dai un’occhiata al post su X di David Corenswet qui sotto:

Cosa significano i commenti di David Corenswet sul trailer di Superman

David Corenswet è Clark Kent
David Corenswet è Clark Kent in Superman. Cortesia di DC Studios

Come mostrato dall’anteprima di Superman di James Gunn, la Fortezza della Solitudine sarà sorvegliata da un gruppo di robot kryptoniani, tutti ispirati a quelli presenti in All-Star Superman. Come da tradizione per la Fortezza della Solitudine, il quartier generale di Superman sarà supervisionato anche da una forma artificiale della coscienza di Jor-El. In Superman di James Gunn, il sistema di intelligenza artificiale Jor-El della Fortezza della Solitudine potrebbe essere doppiato da Bradley Cooper, che potrebbe anche apparire in forma umana ad un certo punto del film.

James Gunn ha diversi collaboratori di lunga data che tendono ad apparire nei progetti che scrive e dirige.

L’attore di Peacemaker e Creature Commandos Steve Agee, l’attore di Cat Grant Mikaela Hoover, Guy Gardner e il doppiaggio dell’astuto Michael Rooker sono alcuni esempi dei collaboratori di Gunn che si uniscono alla DCU. È logico che Bradley Cooper, che ha doppiato Rocket Raccoon nella trilogia Guardiani della Galassia di James Gunn, appaia in Superman nei panni di Jor-El.

Robert Pattinson a Favignana per le riprese di The Odyssey di Christopher Nolan

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Robert Pattinson è stato avvistato a Favignana, in Sicilia, dove sono in corso le riprese del nuovo attesissimo film di Christopher Nolan, The Odyssey. La notizia, finora tenuta sotto stretto riserbo, conferma non solo la presenza dell’attore britannico nel cast, ma anche una parte delle location del progetto, che si preannuncia epico.

Dopo la collaborazione in Tenet (2020), Pattinson torna a lavorare con Nolan in quello che sarà un adattamento ambizioso del poema omerico, tra mito, avventura e visione cinematografica. L’arrivo dell’attore sull’isola ha subito attirato l’attenzione di curiosi e fan, anche se la produzione sta cercando di mantenere il massimo riserbo.

Chi interpreterà Robert Pattinson in The Odyssey?

Pattinson è stato avvistato a Favignana durante alcune riprese subacquee, il che lascia intuire che il film darà grande rilievo agli episodi marini del poema, tra naufragi, immersioni simboliche e incontri con creature mitologiche. Una scelta stilistica coerente con l’estetica nolaniana, sempre più attenta all’esperienza fisica dello spazio e dell’elemento naturale.

Favignana, con i suoi paesaggi mozzafiato e il mare cristallino, si presta perfettamente a fare da sfondo alle vicende di Ulisse. Nolan, noto per la sua passione per le location reali, ha scelto l’isola siciliana per ricreare alcune delle tappe del lungo viaggio dell’eroe omerico.

A che punto sono le riprese di The Odyssey a Favignana?

 

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Le riprese di The Odyssey a Favignana sono entrate nel vivo proprio in questi giorni. Robert Pattinson è stato impegnato in una scena particolarmente importante girata al Castello di Santa Caterina, uno dei luoghi simbolo dell’isola. Tuttavia, il maltempo ha complicato il programma della produzione: vento forte e pioggia hanno costretto la troupe a interrompere temporaneamente i lavori.

Nel frattempo, Christopher Nolan ha diretto alcune sequenze con Matt Damon e John Leguizamo, ambientate cronologicamente prima della guerra di Troia. Si tratta di scene originali, non presenti nei poemi di Omero, che Nolan ha voluto inserire per arricchire il background narrativo dei personaggi. Per questo motivo, non è ancora chiaro se nel film verrà rappresentata la caduta di Troia oppure se Nolan sceglierà di concentrarsi esclusivamente sul viaggio di Ulisse.

Queste anticipazioni alimentano ancora di più l’attesa per uno dei progetti più misteriosi e affascinanti della filmografia nolaniana. Il film The Odyssey, la cui data di uscita non è ancora ufficiale, è uno dei progetti più attesi dei prossimi anni. Il cast, oltre a Pattinson, dovrebbe includere altri nomi di primo piano annunciati. Nei prossimi giorni sono attesi ulteriori dettagli. Intanto, l’arrivo di Robert Pattinson a Favignana è già di per sé una notizia destinata a far parlare.

Nuove rivelazioni sul cast e le riprese di The Odyssey

Una recente comparsa sul set di The Odyssey ha confermato una curiosità interessante: nel copione delle sue scene, il personaggio interpretato da Matt Damon si chiamerà Odisseo, e non Ulisse, come spesso viene identificato nella tradizione. Questo cambiamento potrebbe segnare una rilettura più autentica e aderente alla tradizione omerica, dove il nome Odisseo è più comune.

Inoltre, la produzione continuerà a girare in Sicilia, con nuove scene previste sull’isola di Lipari. Le riprese sull’isola inizieranno dopo il 15 aprile, portando un ulteriore tocco esotico al film, che si arricchisce di paesaggi mozzafiato tipici della regione.

Intanto, l’attore Benny Safdie è arrivato a Favignana per girare le sue scene nei panni di Agamennone. Secondo le ultime informazioni, Christopher Nolan ha ampliato il ruolo del celebre re greco rispetto al poema di Omero, introducendo nuovi elementi narrativi. Per il suo costume, Nolan ha scelto un’armatura completamente nera, accompagnata da un mantello scuro, creando un look imponente e misterioso. Una comparsa ha scherzosamente paragonato il suo outfit a quello di Batman, forse un richiamo alle sue precedenti collaborazioni con il regista in Tenet e Inception.

Dopo l’Italia, il viaggio di Ulisse continua

Una volta terminate le riprese in Italia, la produzione di The Odyssey si sposterà in Scozia e in Islanda. Le due nuove location sono state scelte per rappresentare altri scenari del viaggio di Ulisse, tra paesaggi brulli, coste frastagliate e atmosfere selvagge. Anche in questo caso, Christopher Nolan conferma la sua volontà di affidarsi a contesti naturali suggestivi e realistici, capaci di restituire la grandezza epica del racconto omerico. Le riprese internazionali continueranno per tutta la primavera e parte dell’estate 2025, in vista di una possibile uscita nel corso del 2026.

 

Cosa sappiamo di ufficiale sul film

The Odyssey Matt Damon
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L’antico poema epico di Omero racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.

Sebbene questo sarebbe l’adattamento più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse, diretto da Mario Camerini e interpretato da Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997 L’Odissea, diretta da Andrei Konchalovsky e interpretata da Armand Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la fonte principale per The Return, di Uberto Pasolini, che è uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.

I dettagli sulla trama del film di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo Oppenheimer.

Come annunciato in precedenza, l’ultimo film di Christopher Nolan avrà come protagonisti Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth e Jon Bernthal. L’uscita è prevista per il luglio 2026.

The Lady’s Companion, la spiegazione del finale

The Lady’s Companion, la spiegazione del finale

The Lady’s Companion è un avvincente serie tv spagnola su Netflix, una commedia romantica in cui una feroce protagonista, per la quale il quarto muro è più un suggerimento, guida la narrazione nella Madrid degli anni ottanta dell’Ottocento. Elena Bianda è alla ricerca del suo prossimo lavoro come accompagnatrice, una signora che ha il compito cruciale di gestire la vita sociale della sua protetta, comprese le sue prospettive di matrimonio. Pertanto, la famiglia di Don Pedro Mencia, con tre giovani figlie, rimane un luogo di lavoro ideale per lei. Tuttavia, è solo dopo essersi assunta la responsabilità di sorvegliare Cristina, Sara e Carlota che si rende conto di quanto siano davvero difficili le ragazze.

A peggiorare le cose, Pedro ha un affascinante figlioccio, Santiago, il cui interesse di lunga data per la sorella maggiore di Mencia viene scosso dalla sua attrazione (forse ricambiata) verso Elena. Di conseguenza, invece di un lavoro a lungo termine comodo, la damigella d’onore si ritrova coinvolta in un triangolo amoroso e in una rete di bugie che minacciano di smantellare il suo mondo – e il suo cuore – se vengono alla luce. SPOILER IN ARRIVO!

Cosa succede in The Lady’s Companion

Elena Bianda è eccellente nel suo lavoro di dama di compagnia. Tuttavia, ogni tentativo di successo nel trovare un marito la lascia in competizione per un altro lavoro. Quindi, questa volta, cerca la posizione di accompagnatrice presso Don Pedro Mencia. La famiglia ha recentemente subito la tragica scomparsa della loro matriarca, lasciando le tre sorelle, Cristina, Sara e Carlota, senza una madre. Per questo motivo, la posizione è praticamente una miniera d’oro nel settore dell’accompagnamento femminile. Per lo stesso motivo, Elena mette in campo tutte le sue risorse: ricerca le ragazze con mezzi discutibili, come la corruzione e le false storie strappalacrime dei genitori morti, per guadagnarsi la fiducia di Pedro. Così, ottiene la posizione, con grande dispiacere della sua rivale, Alicia, che giura di trovare un modo per farla licenziare.

Tuttavia, Elena ha questioni più urgenti di cui occuparsi, ovvero guadagnarsi la fiducia delle sorelle Mencia. Mentre la bricconcella Carlota, una ragazzina di 11 anni con una curiosità morbosa, è facile da conquistare, le sue sorelle rappresentano una sfida diversa. Tuttavia, la donna riesce a convincere una Cristina in lutto ad accettare un cambiamento di ritmo e a partecipare a una serata in città con il suo potenziale corteggiatore, Eduardo. Tuttavia, finisce per seguire il suo consiglio con troppo entusiasmo e si ritrova con il suo accompagnatore all’interno della sua carrozza. Eppure, dopo che Elena li scopre, Eduardo insiste nel voler dimostrare la realtà del loro amore chiedendo ufficialmente la mano di Cristina in matrimonio.

Tuttavia, un mese dopo, quando arriva il momento per Eduardo di visitare la tenuta dei Mencia per una proposta formale, l’uomo si tira indietro. Invece, manda una lettera in cui informa Cristina che ha cambiato idea ed è partito per Parigi. Questa notizia è incredibilmente sconvolgente per la ragazza, soprattutto per il suo cuore spezzato. A quanto pare, la loro notte insieme aveva messo incinta Cristina. Di conseguenza, Elena si affretta a trovare un altro pretendente per la ragazza, per evitare che finisca per diventare una madre single disprezzata. La soluzione si presenta abbastanza presto attraverso Santiago, il figlioccio di Pedro e amico intimo delle tre sorelle.

È evidente che Santiago è almeno un po’ innamorato di Cristina, che non gli ha ancora corrisposto in modo simile. Tuttavia, quando inizia a notare le sue piccole manifestazioni di affetto, si rende conto che può avere un vero futuro con lui. Allo stesso tempo, però, Santiago inizia a innamorarsi di Elena e delle sue osservazioni contrarian e spiritose. Inoltre, la scomoda riconnessione con una vecchia fiamma, Gabriel, complica le cose per la damigella d’onore, che è determinata a mantenere il suo passato segreto alla famiglia Mencia. Alla fine, Santiago si ritrova in una situazione difficile quando la notizia del suo tentativo di corteggiamento con Cristina arriva a Pedro, che è felicissimo di avere il suo figlioccio come genero. Mentre le cose continuano a sfuggire di mano, un’altra caotica rivelazione arriva quando Eduardo torna in città, apparentemente ancora innamorato di Cristina e disposto a lottare per la sua mano.

Il finale di The Lady’s Companion : cosa succede tra Elena e Santiago?

The Lady’s Companion finale

La storia d’amore tra Elena e Santiago è tesa fin dall’inizio. È evidente che la donna, con il suo sarcasmo, la sua ironia e il suo atteggiamento pratico, ha un passato movimentato alle spalle. L’introduzione di Gabriel e la rivelazione che è stata lei a fargli un torto nella loro relazione, cementano ulteriormente il suo complicato rapporto con l’amore. Pertanto, non ha alcuna illusione quando si tratta dell’idea di innamorarsi del figlioccio del suo datore di lavoro, che è anche il principale pretendente di Cristina e la sua unica speranza di evitare un futuro buio come madre single. D’altra parte, Santiago, lo scrittore dagli occhi luminosi, rimane affascinato da Elena ed è pieno di illusioni su come possano avere il loro lieto fine.

Tuttavia, mentre la loro storia si avvicina alla conclusione, i due finiscono per scambiarsi i ruoli. A quel punto, vengono alla luce la maggior parte dei segreti tra loro riguardo ai tentativi di Elena di far accettare un fidanzamento tra Santiago e Cristina. Per lo stesso motivo, lo scrittore è incredibilmente tradito e affranto nell’apprendere che la donna che ama era pronta a condannarlo a un futuro di bugie e inganni. Così, alla fine rinuncia a ogni speranza che gli rimane per una relazione tra loro. D’altro canto, anche la realtà di Elena si svela dopo che Cristina ritiene che i suoi segreti siano troppo indelebili per essere perdonati. Tuttavia, dopo aver letto la nuova operetta su cui Santiago stava lavorando, la giovane donna si rende conto che i suoi sentimenti per la sua damigella erano reali e innegabili. Pertanto, nonostante la sua rabbia verso Elena, la incoraggia a leggere i suoi scritti e a inseguirlo se i suoi sentimenti sono ricambiati.

Alla fine, Elena finisce per fare proprio questo, lanciandosi in una grande caccia a Santiago, che sta partendo per un viaggio di lavoro di due mesi a Lisbona, in Portogallo. Nella sua testa, ha il grande discorso romantico perfetto da fare e confessare il suo amore. Nonostante il suo scetticismo nei confronti delle storie d’amore sdolcinate, è disposta a mettere in gioco il suo cuore e sogna di conquistare lo scrittore. Dopo tutto, Elena è sempre stata una fan dei lieto fine nelle storie d’amore e ne vuole uno anche per sé. Tuttavia, i suoi sogni a occhi aperti finiscono per essere vani, poiché la carrozza di Santiago si rifiuta di fermarsi per lei e si allontana, lasciandola indietro. Alla fine, le sue indiscrezioni sembrano essere state troppo per lo scrittore, costringendolo a scappare per ora. Tuttavia, anche se la loro storia d’amore per ora ha un finale triste, non tutte le speranze sono perdute e c’è sempre la possibilità di una seconda possibilità in futuro.

Cristina sceglie Santiago o Eduardo? Chi sposa?

The Lady’s Companion trama

La serie The Lady’s Companion presenta una miriade di complicate storie d’amore: la damigella d’onore Josefina e la sua padrona, Esther, che sono innamorate, fino ad Adela, che si innamora del donnaiolo Lazaro. Eppure, la vita sentimentale di Cristina rimane forse la più contorta. Inizialmente, è perdutamente innamorata di Eduardo, il suo corteggiatore di lunga data che è stato al suo fianco nella buona e nella cattiva sorte. È così presa dai suoi sentimenti per lui che va a letto con lui, il che si traduce in una gravidanza prematura. Nonostante ciò, Eduardo la lascia sola, spingendola a trovare un nuovo pretendente il prima possibile per nascondere il fatto della sua gravidanza fuori dal matrimonio. Questo la porta a Santiago, un amico fidato che non ha mai valutato sotto una lente romantica.

Una volta che Cristina inizia a fare uno sforzo per innamorarsi di Santiago, in parte influenzata dalla notizia del fidanzamento di Eduardo con una duchessa a Parigi, inizia a vederlo sotto una nuova luce. Le piacciono la sua affidabilità e onestà, anche quando le rivela di essere indeciso sui suoi sentimenti per lei a causa di un’altra donna nella sua vita. In confronto a Eduardo, lui è un’opzione migliore, sia come marito che come futuro padre del figlio che ha già concepito. Per un po’ di tempo, continua a insistere per stare con Santiago perché è la sua ultima risorsa. Tuttavia, questo cambia quando Eduardo torna per lottare per il suo amore.

Sebbene Elena sia riluttante a dare a Eduardo un’altra possibilità con Cristina, i sentimenti dell’uomo per quest’ultima rimangono sinceri. I suoi genitori lo hanno costretto a fidanzarsi con la duchessa e lui si è ribellato a loro, pronto a rinunciare alla sua famiglia per la giovane donna. Quando Cristina viene a conoscenza della stessa cosa, la sua indifferenza per il suo ex, accuratamente costruita, svanisce, trasformandola in un groviglio confuso. Allo stesso tempo, la nuova opportunità di carriera di Santiago di recarsi in Portogallo ha costretto Pedro ad accelerare il fidanzamento con sua figlia. Di conseguenza, Sara ed Elena si rendono conto che la maggiore Mencia deve prendere una decisione prima di finire per ferire qualcuno inavvertitamente.

Così, ricorrono a una misura estrema e chiudono Cristina in una stanza con Eduardo. Inizialmente, la donna cerca di rifiutare qualsiasi sentimento persistente per l’uomo. Tuttavia, la scintilla tra loro è più viva che mai. Aveva sempre cercato di dimenticarlo perché temeva che non fosse degno di fiducia. Eppure, la sua presenza davanti a lei ora dimostra quanto lui le sia devoto. Inoltre, sarebbe meglio mettere su famiglia con il vero padre di suo figlio piuttosto che costringere Santiago a una vita di bugie. Quindi, quando Cristina inevitabilmente si rimette con Eduardo, troppo commossa dalla passione che li lega, conclude che deve scegliere lui come suo amato. Alla fine, confessa tutto a Santiago e anche a suo padre. Anche se Pedro è inizialmente scioccato oltre ogni dire, col tempo cambia idea e sostiene la decisione di sua figlia di sposare Eduardo.

Elena perde il lavoro? Chi è la nuova accompagnatrice di Sara e Carlota?

Oltre alla sua vita sentimentale, il lavoro di Elena rimane una delle parti più cruciali della sua storia. Per tutta la storia, cerca disperatamente di mantenere il suo lavoro. Mente, complotta e manipola le carte, tutto per il bene della sua carriera. Eppure, una volta che conosce le sorelle Mencia, le sue motivazioni si offuscano per la sua sincera cura e amore per le sorelle. Tiene nascosta a suo padre la segreta ricerca di Sara di studiare medicina e sostiene il suo diritto di frequentare l’università una volta che la verità viene fuori. Allo stesso modo, nasconde diligentemente la gravidanza di Cristina per evitare che la giovane donna faccia arrabbiare o deluda suo padre. Infatti, è disposta a spezzarsi il cuore orchestrando un fidanzamento tra Santiago e lei.

Tuttavia, Elena mantiene diversi segreti nel processo, cosa che irrita Cristina. Considera l’anziana donna una vera amica e si sente offesa quando scopre il suo alto lignaggio, essendo figlia di una nobildonna non morta. Il fatto che Elena si sia accaparrata il lavoro scoprendo in anticipo tutti i segreti delle sorelle diventa la goccia che fa traboccare il vaso per Cristina. Si rende conto che non può più fidarsi di Elena, il che la costringe a licenziarla dalla posizione di accompagnatrice della famiglia Mencia. Così, il giorno del suo matrimonio diventa l’ultimo giorno di lavoro per la donna più anziana. Al suo posto, la sua astuta rivale Alicia piomba e prende il lavoro.

Le ripercussioni di questa decisione saranno senza dubbio pesanti per le sorelle di Cristina, così come lo saranno per Elena, che si ritrova senza casa e senza lavoro. La ricerca di un’istruzione superiore da parte di Sara non è qualcosa che ogni dama di compagnia comprenderà o sosterrà prontamente. Inoltre, la sua storia d’amore con Camilo è destinata a creare problemi, data la natura interrazziale della loro dinamica. Se Alicia sarà all’altezza del compito di gestire la stessa cosa, o i modi minacciosi e burloni di Carlota, si vedrà solo in futuro. Per quanto riguarda Elena, la sua disoccupazione dalla casa dei Mencia non fa che accentuare il punto più basso in cui si è trovata alla fine di questa stagione.

Perché Eduardo è scappato a Parigi? Perché non ha chiesto a Cristina di sposarlo?

Eduardo è un personaggio intrigante nella storia, non da ultimo per i suoi sentimenti confusi nei confronti di Cristina. Scrive alla giovane una lettera ogni singolo giorno dopo la morte di sua madre come dimostrazione del suo amore e sostegno. È felicissimo di poterla corteggiare formalmente e rimane fermo nella sua dichiarazione d’amore e nelle sue intenzioni di matrimonio. Eppure, quando arriva il momento, non si presenta e manda una lettera poco convinta che non spiega né le sue azioni né il perché. Mesi dopo, quando Cristina inizia a frequentare Santiago, manda un’altra lettera e torna a Madrid, sostenendo di essere ancora innamorato della donna.

Così, la realtà della situazione di Eduardo prende vita. A quanto pare, la sua famiglia è andata in rovina. Di conseguenza, contano di spillare una buona dote alla sposa di Eduardo per riavviare la loro attività. Inizialmente, ingannano il loro erede facendogli firmare un contratto per fondere l’attività con la famiglia della Duchessa di Parigi. A sua insaputa, il contratto prevede una condizione di matrimonio tra lui e la Duchessa. Di conseguenza, Eduardo non è in grado di presentarsi alla tenuta di Mencia il giorno della proposta e invia la lettera che suo padre lo ha costretto a scrivere. Anche se all’inizio fa finta di accettare per compiacere i suoi genitori, alla fine si rifiuta di sposare la donna e di lasciarsi alle spalle il vero amore della sua vita.

Perché Santiago corteggiava Cristina? Era innamorato di lei o di Elena?

I sentimenti confusi di Santiago per Elena e Cristina rimangono i più sconcertanti tra le complicate attrazioni e gli affetti tra pretendenti, donne e accompagnatori. Dopo tutto, se Elena fa vacillare i sentimenti di Santiago, perché accetta di corteggiare Cristina? Nel caso delle donne, stanno spingendo per un corteggiamento e un matrimonio rapidi tra la coppia per nascondere la gravidanza preesistente di Cristina, assicurando alla madre e al bambino un futuro sicuro. Tuttavia, Santiago è completamente all’oscuro della gravidanza fino alla fine, quando la giovane donna sceglie Eduardo al posto suo. Pertanto, sorge la domanda: perché continua con il corteggiamento?

Santiago è stato innamorato di Cristina per gran parte della sua vita. Tuttavia, l’altra non gli ha quasi mai prestato attenzione romantica. Una volta che Eduardo entra in scena, occupa tutta la sua capacità di corteggiare, lasciando allo scrittore il compito di accettare il suo destino. Così, inizia a dimenticare Cristina quando lei inizia a corteggiare formalmente l’altro uomo. Il fatto che Elena sia in giro, sfidando la sua visione del mondo e costringendolo a considerare nuove prospettive, aiuta ulteriormente il processo, poiché inizia a innamorarsi dell’altra donna. Tuttavia, una volta che Eduardo lascia la città, tutto cambia.

Cristina parte per sedurlo ed Elena è irremovibile nel voler ignorare i propri sentimenti per garantire la felicità del suo protetto. Nonostante i pochi momenti e baci che Santiago condivide con quest’ultima, lei rimane ferma nella sua decisione di non intavolare una storia con lui. Siccome il suo padrino la impiega, sa che una relazione tra loro le porterebbe solo guai. Allo stesso modo, lui ha paura di consegnare il suo cuore a lei apertamente perché pensa che lo abbandonerà come ha fatto con Gabriel. D’altra parte, Santiago è anche confuso sul rifiutare le avances di Cristina, soprattutto quando Pedro viene a sapere prematuramente del loro apparente corteggiamento.

Gli Mencias sono la cosa più vicina che lo scrittore ha a una famiglia. Non vuole attirarsi le loro ire dando a Pedro la brutta notizia del suo crescente disinteresse per sua figlia a favore della sua accompagnatrice. Tuttavia, nonostante la confusione che gli annebbia il cervello, la realtà dei sentimenti di Santiago emerge quando si presenta alla porta di Cristina ubriaco di assenzio. Rivela che i suoi sentimenti per lei non sono più di tipo romantico, un sentimento ricambiato dalla donna. In seguito, viene a sapere della sua gravidanza, che rappresenta un orribile tradimento. Tuttavia, non è ferito dalle azioni di Cristina, ma piuttosto da quelle di Elena. Questa espressione di dolore rivela una volta per tutte che Santiago è stato innamorato della damigella d’onore per tutto questo tempo. Tuttavia, poiché lascia Madrid senza ascoltarla, non sarà in grado di sapere della sua ricambiare i suoi sentimenti per un po’ di tempo.

The Bondsman: la spiegazione di tutti i demoni presenti nella serie!

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La prima stagione di The Bondsman espande la sua tradizione soprannaturale introducendo molti personaggi umani e demoniaci. Con Kevin Bacon, The Bondsman segue una premessa familiare in cui un uomo, Hub, ritorna dalle profondità dell’inferno e ottiene una seconda possibilità di vita dopo che il diavolo lo assume per dare la caccia ai demoni. Determinato a evitare il suo destino infernale, Hub si mette a uccidere un demone dopo l’altro fino a quando non incontra quelli che sono un po’ troppo potenti.

Come molti programmi televisivi soprannaturali, The Bondsman segue il tipico formato del mostro dell’episodio, in cui quasi ogni nuovo episodio introduce un nuovo personaggio demoniaco. Ogni demone successivo nella commedia horror di Kevin Bacon è significativamente più forte, aumentando perfettamente la posta in gioco per il personaggio principale. Con una durata di otto episodi, The Bondsman presenta un totale di sei personaggi demoniaci. La maggior parte di loro finisce per tornare all’inferno dopo essersi imbattuta nel protagonista della serie, Hub.

Valacor

The bondsman Valacor

Il primo demone, Valacor, appare nell’episodio 2 di The Bondsman, subito dopo che Hub, interpretato da Kevin Bacon, accetta di dare la caccia ai demoni per conto del diavolo e rimandarli all’inferno. Come si vede nei primi momenti dell’episodio 2, Valacor possiede un prete locale e usa il suo corpo come un contenitore per uccidere brutalmente gli uomini di Lucky. Quando Hub decide di dare la caccia al demone, sua madre si offre volontaria per aiutarlo. Anche se all’inizio Hub sembra preoccupato di coinvolgere sua madre, alla fine accetta. Questa si rivela una buona idea quando sua madre gli salva la vita durante il confronto con Valacor.

Marphos

The Bondsman Marphos

Marphos arriva nel regno umano nei primi momenti dell’episodio 3 di The Bondsman, dove prende di mira una cheerleader del liceo. Come tutti i demoni, la uccide prima di impossessarsi del suo corpo. Pochi istanti dopo il suo arrivo, la madre di Hub riceve un fax sulla sua uccisione. Indaga sul passato di Marphos e scopre che è originario dell’Egitto e che i suoi esempi sono stati trovati in creature marine nordiche ed entità acquatiche.

Il legame di Marphos con l’acqua acquista molto più senso quando il finale della serie rivela che ogni demone che Hub incontra rappresenta uno dei cinque lati di un pentagramma: spirito, terra, acqua, aria e fuoco. Anche lo scontro finale tra Marphos e Hub si svolge in una piscina locale, dove Marphos quasi annega Hub. Tuttavia, Hub alla fine riesce a sopraffarlo e a rimandarlo all’inferno distruggendo il suo ospite prima che sia troppo tardi.

Erdos

The Bondsman Erdos

Il terzo demone della serie, Erdos, appare nel regno umano nell’episodio 3. Prende di mira il vice sceriffo Briggs e lo possiede prima che Hub riceva il fax per ucciderlo. Quando Hub cerca il nome del demone su Internet, scopre che Erdos è un demone della Terra, che rappresenta un altro lato del pentagramma a cinque punte. La moglie di Hub, Maryanne, si trova con lui quando affronta Erdos in un negozio di ferramenta locale nell’episodio 3. A causa di ciò, anche sua moglie viene coinvolta nella sua missione di eliminare i demoni per il diavolo.

Slypharis

The Bondsman Slypharis

Nell’episodio 5 di The Bondsman, Slypharis si rivela essere un demone dell’aria che dà alle sue vittime il “bacio della morte”. Quando la madre di Hub cerca il suo nome online, si imbatte in una pagina che rivela che, anche se le sue vere origini non sono chiare, è emerso durante periodi di estrema violenza. Secondo alcune leggende, è emerso dalle profondità di un vulcano attivo, rappresentando la rabbia e le tendenze violente dell’umanità. Altre storie che circondano la sua tradizione suggeriscono che sia nato tra le fiamme che bruciano l’Ade.

Slypharis possiede inizialmente due personaggi maschili in The Bondsman, e Hub tenta di ucciderli entrambi usando un fucile di precisione. Tuttavia, con suo sgomento, Lucky lo cattura prima che possa completare la sua missione. Quando incontra di nuovo i due demoni nel finale dell’episodio, Hub usa la motosega per uccidere entrambi gli uomini posseduti da Slypharis.

Pyralis

Pyralis Demon The Bondsman

Hub decide di dare la caccia al demone del fuoco, Pyralis, nel penultimo episodio della prima stagione di The Bondsman. Questa volta, anche la sua famiglia e Midge si uniscono a lui perché il destino dell’umanità dipende dalla sua cattura. Midge rivela che se Pyralis riuscirà a sacrificare un essere umano, potrebbe spianare la strada a un angelo incatenato per arrivare nel regno umano, il che sarebbe un problema per loro. Sfortunatamente, nonostante i loro migliori sforzi, Hub e la sua squadra non riescono a fermare Pyralis. Di conseguenza, Pyralis completa il pentagramma invertito in The Bondsman e permette a Lilith di entrare nel mondo umano.

Lilith

The Bondsman Lilith

Lilith viene presentata come l’ultimo personaggio demoniaco nella prima stagione di The Bondsman. Compare nel regno umano nel finale della serie e sembra immensamente potente rispetto a tutti i demoni presenti nella serie. Midge rivela che Lilith era un tempo l’angelo preferito di Dio perché aveva una voce incredibilmente bella. Tuttavia, gli altri angeli alla fine divennero gelosi di lei e la manipolarono per unirsi alla ribellione di Satana contro Dio. Di conseguenza, Lilith fu bandita da Dio e mandata all’inferno, dove fu costretta a vivere senza musica per l’eternità.

Dopo essere stata tormentata da Satana per decenni, Lilith sviluppò capacità di controllo mentale che le permisero di uccidere gli uomini nel modo più brutale possibile. Con la stessa abilità, è anche in grado di far diventare le donne sue devote. Poco dopo l’arrivo di Lilith nel regno umano, possiede per prima Sheryl, la donna uccisa accidentalmente da Hub.

Nel finale di The Bondsman, Hub riesce a intrappolare Lilith nella sua trappola pentagramma. Tuttavia, Lilith gli fa un’offerta che non può rifiutare: gli dice che Sheryl vivrà e che anche lui potrà evitare il suo destino infernale se accetta di lasciarla andare. Hub accetta l’offerta e commette il grave errore di fidarsi di un demone. Con questo, Lilith possiede la moglie di Hub, Maryanne, nell’arco finale de The Bondsman e promette di distruggere il mondo umano se Hub si rifiuta di unirsi a lei nella sua battaglia contro il diavolo.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, il regista del film MCU conferma che esistono in un universo senza altri eroi

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Il regista Matt Sharkman conferma che I Fantastici Quattro: Gli Inizi si svolge in un universo in cui non ci sono supereroi diversi dal team titolare dell’MCU. Nonostante siano alcuni dei personaggi più famosi del multiverso Marvel da oltre sessant’anni, i Fantastici Quattro sono rimasti assenti dall’MCU per tutti i diciassette anni di storia del franchise. La prima famiglia della Marvel farà il suo debutto nella Fase 6, proprio prima che Robert Downey Jr. nel ruolo di Doctor Doom si incoroni come il cattivo multiversale dell’MCU in Avengers: Doomsday.

In un’intervista con Empire, il regista di I Fantastici Quattro: Gli Inizi Matt Shakman, rivela che non ci sono altri supereroi nell’universo alternativo della squadra titolare. Mentre quasi tutti gli altri film e serie della Marvel si svolgono nella stessa continuità delle battaglie dei Vendicatori, i Fantastici Quattro della Marvel saranno gli unici supereroi nel loro film, e si incroceranno con altri personaggi della Marvel solo quando accederanno al viaggio multiversale in Avengers: Doomsday. Leggi i commenti completi di Matt Shakman qui sotto:

“Siamo il nostro universo, il che è meraviglioso e liberatorio. Non ci sono davvero [altri] supereroi. Non ci sono Easter egg. Non ci si imbatte in Iron Man o altro. Sono loro, in questo universo. Adoro l’universo Marvel interconnesso, ma possiamo fare qualcosa di così nuovo e diverso. Alla fine, questo mondo si incontrerà con altri mondi, ma per ora questo è il nostro piccolo angolo.”

Cosa significano i commenti del regista dei Fantastici Quattro sui supereroi

I quattro protagonisti di I Fantastici Quattro Gli Inizi
Foto di Marvel Studios/MARVEL STUDIOS – © 2025 20th Century Studios / © and ™ 2025 MARVEL.

A differenza della maggior parte dei film e delle serie della Marvel, I Fantastici Quattro: Gli Inizi dovrebbe evitare ogni tipo di riferimento ad altri personaggi ed eventi della Marvel, almeno per la maggior parte della sua durata. Il concetto di “supereroe” potrebbe essere coniato nella linea temporale dei Fantastici Quattro solo al loro ritorno dalla missione spaziale. Reed Richards, Sue Storm, Ben Grimm e Johnny Storm sono gli unici individui con superpoteri nel loro universo e probabilmente credono che le loro abilità garantiscano la protezione del loro mondo da tutte le minacce, almeno fino all’arrivo di Galactus.

Grazie al suo intelletto geniale, Reed Richards potrebbe sospettare che ci siano altri universi paralleli là fuori, ma l’accesso ad altre realtà potrebbe essere fuori discussione per la sua famiglia durante gli eventi di I Fantastici Quattro: Gli Inizi.

Tuttavia, deve esserci un modo per i Fantastici Quattro di viaggiare nella linea temporale principale dell’MCU prima o durante gli eventi di Avengers: Doomsday. L’arrivo di Galactus potrebbe essere l’evento che costringerà i Fantastici Quattro a scoprire il multiverso e a cercare rifugio in una linea temporale diversa.

Eden: guida al cast protagonista del film di Ron Howard

Eden: guida al cast protagonista del film di Ron Howard

Uno degli aspetti più affascinanti di Eden (qui la recensione), film di Ron Howard che arriva nelle sale dal 10 Aprile con 01 Distribution, è senza dubbio il cast stellare che lo accompagna. Ognuno degli attori ha portato sullo schermo un personaggio complesso, tratto da una storia vera che ha segnato la vita di molte persone. In questo articolo, esploreremo i protagonisti principali del film, a partire dal pluripremiato attore Jude Law, che interpreta un ruolo centrale: il dottor Friedrich Ritter.

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Jude Law nel ruolo del dottor Friedrich Ritter

Eden film 2025

Nel film Eden, Jude Law veste i panni del dottor Friedrich Ritter, uno dei coloni europei che ha cercato di costruire una nuova vita sull’isola di Floreana, in un angolo remoto del mondo. Il personaggio di Ritter è un uomo dalla mente brillante, ma con un animo tormentato dalla solitudine e dalle difficoltà fisiche e mentali che derivano dalla vita su un’isola ostile. Con la sua intelligenza, Ritter si sforza di far funzionare la sua nuova vita, ma è destinato ad affrontare le sfide dell’isolamento e della convivenza con altri coloni, portando inevitabilmente a un conflitto interiore. Law, come sempre, riesce a dare al personaggio una profondità emotiva e una complessità psicologica che lo rendono estremamente interessante.

Gli ultimi film di Jude Law e i prossimi progetti

Jude Law
Foto di Luigi De Pompesi © Cinefilos.it

Jude Law, attore di grande talento, è noto per la sua versatilità e la sua capacità di passare da ruoli drammatici a quelli più leggeri. Negli ultimi anni, ha preso parte a numerosi progetti di successo. Nel 2022, ha interpretato un ruolo di grande rilievo nel film The Nest e ha continuato a conquistare il pubblico con il suo lavoro in serie di successo come The Third Day. Ha anche partecipato a Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald, dove ha interpretato il giovane Albus Dumbledore, aggiungendo un tocco personale e unico al personaggio iconico della saga di Harry Potter.

Nel futuro, Jude Law sarà protagonista di alcuni progetti di grande rilevanza. Nel 2025, lo vedremo nella serie TV Black Rabbit, dove interpreterà il ruolo principale in una trama che promette di essere intrigante e misteriosa. Inoltre, sarà protagonista del film The Wizard of the Kremlin, un dramma diretto da Olivier Assayas, dove Law interpreterà Vladimir Putin, esplorando la sua ascesa al potere nella Russia post-sovietica. Questi progetti segnano una nuova fase della carriera di Law, con ruoli complessi e sfidanti che promettono di aggiungere ulteriore profondità al suo repertorio.

Vanessa Kirby nel ruolo di Dora Strauch Ritter

Vanessa Kirby nel ruolo di Dora Strauch Ritter
© Cortesia 01 Distribution

Nel film Eden, Vanessa Kirby interpreta Dora Strauch Ritter, una donna coraggiosa e determinata che, insieme al marito Friedrich, intraprende il difficile viaggio verso l’isola di Floreana. Dora è un personaggio che, pur trovandosi in una situazione disperata, cerca di mantenere una sorta di speranza e dignità nonostante le gravi difficoltà quotidiane. Il suo ruolo, segnato dalla solitudine e dalla frustrazione, mostra una forza interiore che la spinge a perseverare nonostante tutto. La performance di Kirby riesce a catturare la vulnerabilità e la resilienza di un personaggio che, in un contesto ostile, lotta per trovare un po’ di speranza. La sua interpretazione di Dora è commovente e al contempo realistica, un contrasto perfetto con il suo compagno d’avventura, Friedrich.

Gli ultimi ruoli di Vanessa Kirby e i progetti futuri

Vanessa Kirby
Vanessa Kirby a Venezia 79 – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Vanessa Kirby, riconosciuta per la sua capacità di interpretare ruoli complessi e sfaccettati, è diventata uno dei volti più richiesti di Hollywood. Dopo aver conquistato il pubblico con la sua interpretazione di Princess Margaret nella serie The Crown, per la quale ha ricevuto una nomination ai Premi Emmy, Kirby ha proseguito la sua carriera con una serie di ruoli memorabili. Nel 2020, ha interpretato un ruolo di grande impatto nel dramma Pieces of a Woman, ottenendo una nomination ai Golden Globe. Inoltre, ha preso parte a film ad alta tensione come Fast & Furious: Hobbs & Shaw, dove ha mostrato il suo lato più avventuroso.

Nel futuro, Vanessa Kirby sarà protagonista di alcuni progetti di grande rilievo. Nel 2025, la vedremo al cinema in Mission: Impossible – The Final Reckoning, il capitolo conclusivo della celebre saga d’azione con Tom Cruise, in cui interprete il ruolo di una figura chiave. Nel 2026, sarà anche nel reboot di I Fantastici Quattro – Gli inizi, una nuova versione del gruppo di supereroi Marvel, portando la sua energia e talento a uno dei franchise più amati. Inoltre, è stata annunciata nel cast di Avengers: Doomsday, un capitolo che promette di essere epico nell’universo Marvel. Questi progetti consolidano la sua presenza in produzioni di grande respiro e rilevanza internazionale, segnando una nuova fase della sua carriera.

Daniel Brühl nel ruolo di Heinz Wittmer

Daniel Brühl Heinz Wittmer

Nel film Eden, Daniel Brühl interpreta Heinz Wittmer, un colono tedesco che arriva sull’isola di Floreana con la sua famiglia in cerca di un nuovo inizio. Heinz è un personaggio che lotta con la realtà della vita sull’isola, cercando di mantenere una certa stabilità mentre si scontra con le difficoltà dell’ambiente ostile. La sua figura riflette il conflitto tra la speranza di un futuro migliore e le dure sfide che l’isola presenta, creando una narrazione di sopravvivenza e adattamento. Brühl, noto per la sua capacità di interpretare ruoli sfumati e complessi, riesce a dare vita a un personaggio che, pur apparendo razionale e controllato, mostra anche fragilità e conflitto interiore. Il suo rapporto con gli altri coloni, in particolare con i Ritter, diventa un elemento centrale nel film, alimentando tensioni che portano a drammi emozionanti e coinvolgenti.

Gli ultimi ruoli di Daniel Brühl e i progetti futuri

Daniel Brühl attore
Daniel Bruhl partecipa al photocall “Becoming Karl Lagerfeld” presso l’Hotel The Madrid Edition. Foto di [email protected] via Depositphotos.com

Daniel Brühl ha continuato a consolidare la sua carriera con una varietà di ruoli complessi e significativi. Dopo la sua iconica performance come Zemo nell’universo Marvel, ha continuato a lavorare in progetti di grande calibro. Recentemente, ha interpretato un ruolo importante nella serie The Falcon and the Winter Soldier, che lo ha visto tornare nei panni di Zemo, un personaggio dalla personalità ambigua. Oltre a questo, Brühl ha recitato nel film The King’s Man (2021), un prequel della saga Kingsman, interpretando un ruolo che gli ha permesso di esplorare un lato più dinamico e avventuroso.

Per quanto riguarda i suoi progetti futuri, Daniel Brühl è atteso in Next Goal Wins, un film diretto da Taika Waititi, che racconta la vera storia della squadra di calcio americana di Samoa, impegnata nella lotta per la qualificazione ai Mondiali del 2014. Inoltre, ha un ruolo di primo piano nella serie The 7 Deaths of Evelyn Hardcastle, un thriller psicologico che unisce mistero e suspense. Questi nuovi progetti mostrano la sua capacità di adattarsi a diversi generi e confermano la sua posizione di attore molto richiesto nel panorama internazionale.

Sydney Sweeney nel ruolo di Margret Wittmer

Sydney Sweeney Margret Wittmer

Nel film Eden, Sydney Sweeney interpreta Margret Wittmer, una delle coloni europei che cerca di costruire una nuova vita sull’isola di Floreana, nelle Isole Galápagos. Margret è una figura centrale nella storia, che rappresenta il coraggio e la determinazione di una donna che, insieme al marito, si confronta con le difficoltà e le sfide derivanti dall’isolamento in un ambiente selvaggio e ostile. La sua interpretazione dà vita a un personaggio che, nonostante le difficoltà, lotta per la sopravvivenza e per la costruzione di una nuova realtà, affrontando anche il lato emotivo e psicologico di tale esperienza. Sydney Sweeney, come sempre, riesce a trasmettere una grande intensità emotiva, rendendo Margret un personaggio profondo e ricco di sfumature.

Gli ultimi film di Sydney Sweeney e i prossimi progetti

Sydney Sweeney attrice
Sydney Sweeney at the world premiere of Madame Web – Photo by imagepressagency via Depositphoto.com

Sydney Sweeney ha guadagnato notorietà internazionale grazie alla sua interpretazione in Euphoria (2019), che le ha aperto le porte a una carriera promettente nel cinema e in televisione. La sua performance nel ruolo di Cassie Howard ha conquistato la critica, facendola diventare una delle attrici più apprezzate della sua generazione. Ha continuato a stupire il pubblico con ruoli in serie di successo come The White Lotus e in film come Once Upon a Time in Hollywood di Quentin Tarantino.

Nel futuro, Sydney Sweeney sarà protagonista di alcuni progetti molto attesi. Nel 2025, la vedremo nel film Reality, un thriller basato sulla vera storia di Reality Winner, una whistleblower dell’intelligence americana. Inoltre, è stata annunciata nel cast di Barbarella, il remake della celebre pellicola di fantascienza degli anni ’60, che la vedrà protagonista in un ruolo iconico. La Sweeney sarà anche nel film The Registration, un progetto che unisce thriller e mistero, ed è attesa nel 2026 per il suo ruolo nel nuovo capitolo della saga di Mad Max, intitolato Mad Max: The Wasteland, dove affiancherà altri attori di rilievo in un ambiente post-apocalittico. Con questi progetti, Sydney continua a consolidare la sua carriera e ad ampliarne i confini, dimostrando la sua capacità di spaziarsi tra generi diversi.

Ana de Armas nel ruolo di Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn

Eden Ana De Armas

Nel film Eden, Ana de Armas interpreta Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn, una delle figure chiave tra i coloni europei sull’isola di Floreana. Eloise è un personaggio forte e determinato, che cerca di affrontare le sfide e le difficoltà della vita sull’isola, ma che si trova anche a confrontarsi con i propri conflitti interiori. La sua figura è quella di una donna che, pur essendo spinta da un grande desiderio di ricostruire la propria vita in un angolo remoto del mondo, deve anche fare i conti con le complessità delle relazioni umane e con la tensione psicologica che l’isolamento porta con sé. Ana de Armas, con la sua consueta sensibilità e intensità, riesce a dar vita a un personaggio profondo e ricco di sfumature, rendendo Eloise una presenza indimenticabile nel film.

Gli ultimi film di Ana de Armas e i prossimi progetti

Ana de Armas
Ana de Armas – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Ana de Armas è rapidamente diventata una delle attrici più promettenti di Hollywood, conquistando il pubblico con le sue performance in film di grande successo. La sua carriera ha preso il volo con il ruolo di Joi in Blade Runner 2049 (2017), per poi consolidarsi con performance in titoli come Knives Out (2019) e No Time to Die (2021), dove ha interpretato la spia Paloma. La sua versatilità e la capacità di passare da ruoli drammatici a quelli d’azione l’hanno resa una delle attrici più ricercate e apprezzate.

Nel 2025, Ana de Armas sarà protagonista di Ballerina, un film d’azione che si inserisce nell’universo di John Wick, in cui interpreta una ballerina assassina in cerca di vendetta. Il film è diretto da Len Wiseman e promette di essere una delle sue interpretazioni più intense e fisiche.

Il cast di supporto in Eden

Oltre ai protagonisti, Eden vanta un cast di supporto che contribuisce in modo significativo alla profondità della storia. Richard Roxburgh interpreta Allan Hancock, un personaggio che si trova a gestire le sfide morali e psicologiche di vivere in una comunità isolata. Con la sua esperienza e versatilità, Roxburgh arricchisce il film con un ruolo complesso che gioca un ruolo cruciale nel delineare le dinamiche tra i coloni.

Toby Wallace veste i panni di Robert Phillipson, un altro colono che affronta la solitudine e le difficoltà dell’adattamento a una vita lontana dalla civiltà. La sua interpretazione porta una sensibilità unica al film, esplorando i conflitti interni del personaggio.

Jonathan Tittel, nel ruolo di Harry Wittmer, aggiunge ulteriore tensione al gruppo di coloni. Il suo personaggio è costretto a fare delle scelte difficili, creando un contrasto interessante con gli altri membri della comunità. La sua presenza sullo schermo contribuisce a mantenere alta l’intensità del dramma.

Infine, Felix Kammerer interpreta un altro dei coloni, il cui personaggio affronta la dura realtà della vita su Floreana, sviluppando una relazione intricata con gli altri protagonisti. Kammerer porta freschezza e intensità al ruolo, arricchendo la narrazione con una performance emotivamente coinvolgente.

The Bondsman – Stagione 1: la spiegazione del finale della serie Prime Video

Il finale della prima stagione di The Bondsman – serie ideata da – presenta quasi una situazione vantaggiosa per Hub, prima che egli comprenda veramente le conseguenze delle sue azioni. Molto prima che la storia della stagione si concluda con una nota oscura e ambigua, Hub, il personaggio di Kevin Bacon in The Bondsman, viene infatti assassinato da uomini assoldati dal nuovo interesse amoroso della sua ex moglie, Lucky. Tuttavia, con sua grande sorpresa, ritorna dalla morte e presto scopre di essere stato resuscitato dal diavolo in persona per lavorare come cacciatore di taglie demoniache per un’organizzazione chiamata Pot O’Gold.

Deciso a tenersi lontano dall’inferno, Hub accetta di lavorare per il diavolo e si mette a uccidere i demoni che scappano dagli inferi. A ogni nuova missione di caccia ai demoni, si trova ad affrontare una minaccia soprannaturale ancora più oscura e pericolosa. Con suo grande disappunto, anche la sua famiglia viene gradualmente coinvolta nelle sue imprese soprannaturali. Quando la serie TV di Prime Video raggiunge il suo arco finale, Hub riesce a superare un’enorme minaccia demoniaca. Tuttavia, i mezzi che utilizza per raggiungere questo obiettivo portano a un caos ancora maggiore prima che i titoli di coda inizino a scorrere.

La spiegazione della possessione demoniaca di Maryanne

Dopo essere stata risparmiata da Hub, Lilith possiede un corvo e vola via prima che il cacciatore di demoni possa riconsiderare la sua decisione. Nel frattempo, Maryanne si sente tradita da Lucky e Hub per aver infranto la sua fiducia e aver dato per scontata la sua gentilezza. Midge aveva precedentemente rivelato che Lilith un tempo era l’angelo preferito da Dio per la sua bellissima voce. Tuttavia, alla fine gli altri angeli sono diventati gelosi di lei e l’hanno indotta a unirsi a Satana. Di conseguenza, fu bandita all’inferno e costretta a vivere senza l’unica cosa che amava veramente: la musica.

Kevin Bacon in The Bondsman
Kevin Bacon in The Bondsman. Foto di Tina Rowden/Tina Rowden/Prime – © Amazon Content Services LLC

Dopo essere stata torturata da Satana all’inferno, Lilith decise di fuggire nel regno umano. Durante la sua permanenza all’inferno, sviluppò anche un odio profondo verso gli uomini a causa del modo in cui il diavolo la trattava. Per questo motivo, ha sviluppato capacità di controllo mentale che le permettono di rendere le donne sue devote e di costringere gli uomini a uccidersi strappando loro le mascelle. Come Lilith è stata delusa dagli uomini della sua vita, anche Maryanne è stata tradita e ingannata dai due uomini di cui si fidava: Lucky e Hub.

Per questo, verso la fine di The Bondsman, sembra che una parte di Lilith si immedesimi in Maryanne e capisca quello che ha passato. Possedendola, le dà il potere di prendere finalmente il controllo della sua vita. Maryanne è anche una cantante affermata e si scopre che ha una voce incredibile. Questo permette a Lilith di abbracciare la sua attitudine alla musica. Più di ogni altra cosa, possedere Maryanne aiuta Lilith a ottenere il controllo su Hub, che era quasi riuscito a intrappolarla e ucciderla prima che lei ribaltasse la situazione con il suo accordo.

Il significato del pentagramma inverso in The Bondsman

Mentre racconta a Hub la storia di Lilith, Midge ricorda che il demone è stato visto in precedenza vicino a un’abbazia di Gerusalemme. Gli mostra anche un’immagine del luogo, che aiuta Hub a notare uno schema. Hub vede un pentagramma proprio davanti all’abbazia di Gerusalemme e deduce che potrebbe essere una trappola per i demoni. Unisce tutti i puntini quando capisce che tutti i demoni che ha cacciato finora rappresentano anche i cinque bordi del pentagramma: spirito, terra, acqua, aria e fuoco.

Kevin Bacon e Alea Hansinger in The Bondsman
Kevin Bacon e Alea Hansinger in The Bondsman. Foto di Tina Rowden/Tina Rowden/Prime – © Amazon Content Services LLC

Grazie a questa nuova intuizione, allestisce il suo miglior amplificatore nel bel mezzo del nulla e lo usa per attirare Lilith. Quando finalmente Lilith arriva ed entra nell’area in cui è stato allestito il pentagramma, Midge svela i bordi del poligono della stella a cinque punte. Di conseguenza, Lilith rimane intrappolata ed è costretta a rispettare Hub e Midge. Ciò offre a Hub l’occasione perfetta per uccidere il suo ospite umano e rispedirlo all’inferno. Tuttavia, Lilith lo attira con il suo accordo e lo inganna per liberarla.

La spiegazione dell’accordo di Hub con Lilith

L’Hub di Kevin Bacon si propone dunque di adempiere alla sua responsabilità di rispedire Lilith all’inferno. Anche se lei si rivela un demone troppo potente, lui escogita il brillante piano poc’anzi descritto per intrappolarla e rispedirla agli inferi. Tuttavia, le cose prendono una svolta inaspettata quando Lilith lo guarisce e gli promette di tenere in vita la barista Sheryl in cambio della sua libertà. Lilith gli assicura anche che ribalterà il suo accordo con il diavolo e lo aiuterà a evitare il suo destino infernale se lui accetterà di risparmiarla.

Spinto dall’egoismo, Hub accetta l’accordo e acconsente a risparmiarla. In questo modo, Lilith si impossessa di un corvo e fugge, mentre Sheryl rimane viva. Grazie al suo accordo, Hub riesce a salvarsi dall’inferno e a riportare in vita la barista. Tuttavia, fa tutto questo a un costo terribile: vende il resto dell’intero regno umano a Lilith in cambio della propria salvezza. Non si rende conto delle conseguenze di ciò che ha fatto e festeggia la sua ritrovata libertà dal demonio fino a quando, nel finale di The Bondsman, Lilith si impossessa di Maryanne e minaccia di fare del male al mondo intero.

The Bondsman demone
Cortesia di Prime – © Amazon Content Services LLC

Nei momenti finali di The Bondsman, infatti, Lilith minaccia Hub che se non la aiuterà nella sua lotta contro Satana, l’intero regno umano dovrà affrontare la sua furia. Inoltre, lascia intendere che potrebbe uccidere Maryanne se Hub tentasse di mettersi contro di lei. Lilith sostiene inoltre che, per quanto Hub voglia credere di aver superato il suo destino infernale, il diavolo non sarebbe contento del suo accordo con un demone come lei. Una volta appresa la verità su ciò che ha fatto, Satana potrebbe addirittura presentarsi nel regno umano per mettere le cose in chiaro e punire coloro che hanno osato sfidarlo.

Perché Hub è stato mandato all’inferno

Per quasi tutta la durata della serie, Hub sostiene che il diavolo ha commesso un errore mandandolo all’inferno. Nega di aver commesso dei peccati e sostiene di essere innocente. Tuttavia, verso la fine della serie, si scopre che Hub aveva pianificato di uccidere Lucky dopo essersi ubriacato una notte. Invece di uccidere Lucky, però, ha scambiato una barista, Sheryl, per lui perché indossava il suo cappello e l’ha accidentalmente uccisa nella sua rabbia da ubriaco. Invece di accettare la punizione per il suo crimine, cerca addirittura di coprirlo nascondendo il corpo di Sheryl. Nell’arco finale di The Bondsman, Lilith prende il corpo di Sheryl come suo ospite, il che la aiuta a trovare un accordo con Hub.

L’ultimo episodio dello show di Amazon Prime Video stabilisce inoltre che la cattura di Lilith era l’ultimo lavoro di Hub e Midge per Pot O’Gold. Il diavolo avrebbe mandato i due personaggi all’inferno subito dopo. Midge voleva comunque portare a termine il lavoro perché sperava di lasciare un mondo migliore a suo figlio. Hub, invece, odiava il fatto che fosse una situazione di perdita per loro. Pertanto, quando ha trovato l’opportunità di ribaltare il suo destino, l’ha colta, permettendo a Lilith di rimanere.

Kevin Bacon e Beth Grant in The Bondsman
Kevin Bacon e Beth Grant in The Bondsman. Cortesia di Prime – © Amazon Content Services LLC

Ogni personaggio coinvolto con Pot O’Gold in The Bondsman

La storia di Midge in The Bondsman ha rivelato che era distrutta quando ha saputo che il figlio appena nato, Benji, aveva il cancro. Quando ha iniziato a cercare online nuovi mezzi per raccogliere fondi per le cure del figlio, si è imbattuta in un annuncio di un’organizzazione chiamata Pot O’Gold. Non appena ha cliccato sull’annuncio, un modulo ha compilato automaticamente tutti i suoi dati e l’ha iscritta. Il giorno dopo, un dipendente di essa, Ali Khan, si è presentato alla sua porta e le ha rivelato che il suo lavoro consisteva nel raccogliere anime per il diavolo. Ha aggiunto che riceve una commissione per ogni anima che lei riesce a ingaggiare per la società, lasciando intendere che Pot O’Gold segue uno schema piramidale.

Rendendosi conto che lavorare sotto Pot O’Gold significherebbe vendere la propria anima al diavolo e definire il proprio posto all’inferno dopo la morte, Midge si sente inizialmente in apprensione. Tuttavia, alla fine accetta per il bene di suo figlio e si mette a reclutare altre persone per vendere la propria anima all’organizzazione demoniaca. Proprio come Ali Khan recluta Midge per Pot O’Gold, Midge fa lo stesso con Hub offrendogli più tempo nel regno umano. A differenza di lei, però, Hub non viene assunto come reclutatore. Viene invece assunto come cacciatore di demoni, probabilmente perché prima di morire era un cacciatore di taglie.

Come il finale della Stagione 1 di The Bondsman prepara la Stagione 2

Il finale di The Bondsman pone dunque le basi per l’unione di Lilith e Hub nella lotta contro Lucifero. La Stagione 1 sembra accennare alla sua futura apparizione, ma non rivela molto della sua storia nella trama generale. Per questo motivo, se la serie verrà rinnovata per un’altra stagione, sarebbe interessante vedere chi interpreterà Lucifero e come verrà ritratto. Dal momento che l’intera razza umana è in pericolo, la serie potrebbe persino introdurre Dio come uno dei suoi personaggi nella prossima stagione. Di certo, il diavolo non si arrenderà tanto facilmente e con buona probabilità si rivelerà essere egli stesso il grande villain da sconfiggere.

Dying for Sex: la storia vera dietro la serie con Michelle Williams

Nella nuova miniserie Dying for Sex (qui la recensione), Michelle Williams interpreta Molly Kochan, una giovane donna che, di fronte a una diagnosi di cancro al seno in fase terminale, decide di lasciare l’uomo con cui era sposata da 13 anni e di trascorrere gli anni che le restano esplorando i propri desideri sessuali. Ciò che segue nella serie in otto episodi è in egual misura umorismo e strazio, con Molly alla ricerca di avventure erotiche mentre è alle prese con la sua salute in declino. Al fianco di Molly, mentre i suoi incontri sessuali si intensificano e la sua malattia progredisce, c’è la sua migliore amica, Nikki Boyer (interpretata da Jenny Slate).

Fino alla sua devastante conclusione, Dying for Sex (interpretato anche da Jay Duplass, Sissy Spacek e Kelvin Yu) si svela dunque essere una storia di auto-scoperta sessuale e di incrollabile amicizia femminile. A rendere ancora più emozionante la miniserie, la cui realizzazione è durata diversi anni, è il fatto che sia basata su eventi reali. L’adattamento televisivo di Dying for Sex si basa infatti sull’omonimo podcast di successo Wondery, creato da Kochlan e Boyer negli ultimi mesi di vita della prima.

Il podcast non solo si è guadagnato l’attenzione della creatrice di New Girl e The Dropout, Elizabeth Meriweather, ma è anche ciò che ha inizialmente attirato la Williams verso il progetto – e che segna il suo primo ruolo televisivo dopo la partecipazione alla miniserie del 2019 Fosse/Verdon. “Mi ha sconvolto”, ha detto la Williams a Vanity Fair a proposito del podcast di Kochan e Boyer. “Non riuscivo a spiegare perché mi avesse commosso così tanto”. In quarto approfondimento esploriamo dunque la storia vera dietro la miniserie, disponibile su Disney+ dal 4 aprile.

Dying for Sex Michelle Williams
Michelle Williams in Dying for Sex – Cortesia Disney Italia

Chi è Molly Kochan?

La Kochan – e la sua storia – sono dunque alla base della nuova serie Dying for Sex. Nata e cresciuta a New York, Kochan si è inizialmente trasferita a Los Angeles con la speranza di diventare un’attrice, per poi stabilirsi lì dopo essersi fidanzata con suo marito (il cui personaggio è interpretato da Jay Duplass nella miniserie). Nel 2005, poco dopo il fidanzamento, la Kochan, che di mestiere fa la scrittrice, si è recata dal suo ginecologo preoccupata per il dolore provato durante i rapporti sessuali e per un piccolo nodulo al seno. Secondo quanto racconta la Kochan sia nel suo blog che nel suo libro, il medico li ha liquidati entrambi come cose da nulla.

Non era niente, ha detto, dopo averci impastato intorno per un minuto”, ha scritto la Kochan a proposito della visita al seno nel suo blog Everything Leads to This. “Inoltre, ha detto, ero troppo giovane per preoccuparmi di una cosa come il cancro al seno. Avevo 33 anni”. Nel 2011, però, il nodulo che Kochan aveva scoperto si è effettivamente rivelato un cancro al seno, che si era diffuso ai linfonodi. A 38 anni si è sottoposta a chemioterapia, mastectomia bilaterale, radioterapia e chirurgia di ricostruzione, come si legge nel suo libro di memorie Screw Cancer: Becoming Whole.

La Kochan ha poi iniziato un regime di cinque anni di terapia ormonale per prevenire il ritorno del cancro; tuttavia, nel 2015, durante una seduta di consulenza di coppia, ha appreso che il cancro era tornato. Si era diffuso alle ossa, al fegato e al cervello, diventando così di stadio IV, e la diagnosi era terminale. Inizialmente, Kochan ha tenuto segreta la notizia della recidiva del cancro, comunicandola solo alla famiglia e agli amici più stretti. La sua valvola di sfogo era la scrittura sul suo blog e sul suo account Twitter, entrambi pubblicati in forma anonima, secondo il Fred Hutch News Service.

Nascondersi non è l’obiettivo”, ha detto Kochan al Fred Hutch News Service nel 2016. “Il programma è solo quello di rendere sicuro il mio percorso e di non avere il cancro in primo piano in tutte le mie giornate”. Kochan ha continuato: “È solo qualcosa che sto vivendo, non ciò che sono. Mi rendo conto che è qualcosa con cui probabilmente avrò a che fare per sempre. Ma non voglio che il cancro sia la mia vita”.

Dying for Sex Jenny Slate
Jenny Slate in Dying for Sex – Cortesia Disney Italia

Chi è Nikki Boyer?

Boyer è stata la migliore amica di Kochan per oltre 20 anni, anche se le due non avrebbero mai potuto stringere amicizia se non fosse stato per un incontro casuale durante un corso di recitazione. La Boyer ha raccontato al Times come Kochan la trovasse inizialmente “fastidiosa” e in cerca di attenzioni quando si sono incontrate per la prima volta nel 2000 al poc’anzi menzionato corso a Los Angeles. “La odiavo. Non mi piaceva Nikki”, ha detto Kochan nella versione podcast di Dying for Sex. “Era così frizzante e carina… Ero gelosa di lei”.

Ma dopo che il loro insegnante di teatro le ha messe in coppia, le due sono diventate subito amiche. Se non fosse successo, “non so se io e Molly avremmo sviluppato quest’amicizia reciproca”, ha raccontato Boyer. Nei due decenni successivi, Boyer e Kochan sono state inseparabili, anche quando il cancro di Kochan è progredito e la sua salute è peggiorata. “Siamo state insieme attraverso matrimoni, divorzi, fidanzati, figliastri e ora il mio cancro… due volte”, ha scritto Kochan nel suo libro di memorie. “Lei piange, a volte quanto, se non di più, di me per la mia diagnosi. Ma ridiamo anche. Questa è sempre stata la luce del nostro rapporto: la risata”.

Che cosa ha fatto Molly Kochan dopo aver ricevuto la diagnosi di cancro al seno al quarto stadio?

Subito dopo aver appreso che il cancro si era metastatizzato al fegato nell’agosto 2015, la Kochan ha preso la decisione di lasciare il marito. La coppia di 13 anni aveva avuto “difficoltà” prima della diagnosi iniziale di cancro della Kochan, ha condiviso nella versione podcast di Dying for Sex, e la sua malattia sembrava solo amplificare i loro problemi. “Il cancro sembrava far emergere più dolore e rabbia”, ha ricordato Boyer nel podcast. Dopo mesi di tentativi disperati di riparare il loro rapporto, Kochan si rese conto che lei e il marito “non erano proprio una coppia romantica”, ha detto nel podcast.

Si è trasferita nel marzo 2016 e ha scritto della decisione sul suo blog, che a quel punto era ancora anonimo. “La verità è che senza questa diagnosi probabilmente sarei rimasta, avrei continuato a cercare di far funzionare le cose”, ha scritto Kochan. “Perché c’è molto amore lì. Ma c’è anche molto stress. E un ambiente stressante non è un buon ambiente quando si lotta contro il cancro”. La fine del matrimonio di Kochan ha coinciso anche con il suo regime terapeutico, che ha avuto un effetto collaterale inaspettato: ha aumentato drasticamente la sua libido. Da poco single e con una diagnosi terminale, la Kochan si è imbarcata in quello che Boyer ha descritto come un “risveglio sessuale completo”.

Dying for Sex
Michelle Williams e Jay Duplass in Dying for Sex – Cortesia Disney Italia

Si è buttata nella scena degli appuntamenti, sperimentando di tutto, dagli scambi di messaggi di testo piccanti alla sperimentazione di feticci con decine di uomini diversi. “Essere sessuali è l’antitesi della morte”, ha dichiarato Kochan in Dying for Sex. “Il sesso mi fa anche sentire viva ed è una grande distrazione all’essere malata”. Le scappatelle sessuali di Kochan non sono state solo un modo per reclamare il suo corpo dal cancro; l’hanno anche aiutata a confrontarsi con i suoi traumi passati, tra cui la violenza sessuale subita all’età di 7 anni dal fidanzato di sua madre.

Molte persone pensano: “Sta solo facendo sesso, si sta facendo un giro sul tizio di turno per sentirsi bene””, ha detto Boyer al Times a proposito degli incontri sessuali di Kochan. “Ma non si trattava solo di questo. C’era la guarigione di vecchie ferite. Per tutta la vita si era sentita frammentata e durante il sesso le era stato permesso di fare le sue scelte e di rimettere insieme i pezzi”.

Molly Kochan e Nikki Boyer raccontano la loro storia

Quando Kochan ha condiviso i racconti delle sue avventure sessuali con Boyer, le migliori amiche hanno capito che quelle esperienze sarebbero state un ottimo intrattenimento. L’idea iniziale era quella di un programma televisivo, intitolato Dying for Sex (traducibile con “morire di sesso“), ma dopo averlo proposto e aver ricevuto diversi rifiuti, hanno deciso di registrare i racconti di Kochan come podcast. Kochan e Boyer hanno registrato 10 episodi in tre sessioni in studio, e poi Boyer ha iniziato la caccia a una società di podcast che lo raccogliesse.

Il loro podcast ha attirato l’attenzione di Wondery, lo studio di podcast di Amazon, nel febbraio 2019 e sei episodi sono stati pubblicati un anno dopo, nel 2020. Oltre a registrare le sue storie per il podcast, Kochan – come già riportato – ha anche scritto un libro di memorie, Screw Cancer: Becoming Whole, pubblicato postumo nell’agosto 2020. La maggior parte del libro è stata scritta quando la sua salute è peggiorata ed è entrata in ospedale, ha raccontato Boyer. “La maggior parte del libro è stata scritta dal suo letto d’ospedale, riversando il suo cuore su ogni pagina”, ha scritto Boyer nella prefazione di Screw Cancer. “Questo libro è ciò che l’ha tenuta in vita, soprattutto nelle sue ultime settimane”.

Dying for Sex recensione
Michelle Williams e Jenny Slate in Dying for Sex – Cortesia Disney Italia

Cosa è successo a Molly Kochan?

Dopo più di tre anni di lotta contro il cancro al quarto stadio, Kochan è morta poco prima della mezzanotte dell’8 marzo 2019. In un post sul blog scritto da Kochan e intitolato “Sono morta”, ha condiviso che i suoi ultimi giorni sono stati “fantastici” e trascorsi con “le persone che dovevano esserci” – tra cui la sua migliore amica Boyer, che era presente quando ha esalato gli ultimi respiri. “Ho messo la mia mano sulla sua testa e l’altra sul suo cuore. Le ho detto: ‘Sono qui, ci sono io con te’”, ha ricordato Boyer al Times. “Ero in soggezione con lei in quel momento. È stata una delle cose più magiche che abbia mai vissuto. È stato così intenso e bello”.

Sebbene le avventure sessuali in cui Kochan si è imbarcata tra la sua diagnosi terminale e prima della sua morte, avvenuta nel 2019, non abbiano prodotto il romantico lieto fine che aveva inizialmente immaginato, il risultato finale è stato molto più gratificante dal punto di vista personale. “Ho iniziato questo viaggio con il desiderio di innamorarmi. Volevo trovare la mia anima gemella”, ha scritto la Kochan nel suo libro di memorie. “Era un’idea umana romantica a cui volevo appartenere”.

Kochan ha continuato: “Ovviamente non uscivo con le persone che si adattavano a questo modello… ma alla fine sono stati dei catalizzatori perfetti in molti modi. E tra queste interazioni, insieme a quelle con gli amici e la famiglia, mi sono reso conto di essermi innamorata. Sono innamorata. Di me”.

L’accuratezza di Dying for Sex

Secondo la Boyer, l’adattamento televisivo del podcast di lei e Kochan è principalmente fedele alla storia reale di Kochan. La miniserie, tuttavia, si è presa alcune “libertà” per quanto riguarda la linea temporale e i personaggi, ha rivelato la Boyer al Times. Per esempio, la serie è ambientata a New York invece che a Los Angeles. I produttori hanno anche unito diversi uomini che Kochan aveva incontrato e che erano appassionati di kinks e feticismi in un personaggio particolare conosciuto come “il vicino di casa” (interpretato da Rob Delaney).

Tuttavia, un aspetto della storia di Kochan che la serie ha ritratto con estrema accuratezza è il suo rapporto con la sua migliore amica, Boyer. “È molto simile a me e Molly, il nucleo di noi due”, ha detto Boyer della serie televisiva al Times. C’è una scena in cui le amiche sono a letto e Molly mette la mano sulla tetta di Nikki e dice: “Sembra una tazza di tè caldo”. È vero. Hanno preso cose divertenti e specifiche e le hanno mantenute“. La miniserie, dunque, tra risate e momenti drammatici ha saputo restituire la realtà di questa vicenda e l’amore per la vita della sua protagonista.

Father Stu: la vera storia dietro il film con Mark Wahlberg

Father Stu: la vera storia dietro il film con Mark Wahlberg

Il film Father Stu (qui la recensione) si apre con un giovane Stuart Long (Tenz McCall) che balla sulle note di Elvis mentre il padre Bill (Mel Gibson), alcolizzato e buono a nulla, lo guarda con disprezzo. Come Bill ammette durante una riunione degli Alcolisti Anonimi più avanti nel film, ha abbattuto tutti gli eroi del ragazzo sperando che un giorno il ragazzo lo ammirasse. Il rapporto problematico con il padre è dunque al centro della storia di questo film. Incontriamo poi Stuart (Mark Wahlberg), ormai adulto, come pugile dilettante che tenta di sfondare a un’età in cui la maggior parte dei pugili sta pensando di appendere i guantoni al chiodo.

Questo con grande disapprovazione di sua madre Kathleen (Jacki Weaver), che lo ha cresciuto da sola dopo la partenza di Bill. Il record di Stu sul ring è buono, ma è costretto a smettere perché le infezioni di cui soffre dopo un combattimento potrebbero portare a complicazioni potenzialmente letali. Stu decide quindi di andare a Hollywood per intraprendere la carriera di attore e lavora al banco della carne in un negozio di alimentari finché non viene notato. La celebrità non lo trova, ma riallaccia i rapporti con Bill e viene colpito da un colpo di fulmine quando vede Carmen (Teresa Ruiz) fare la spesa nel suo negozio.

La rintraccia in una chiesa cattolica locale e la corteggia, ma lei non vuole uscire con lui se non viene battezzato. Nel vero stile di Stu, questo è un piccolo ostacolo e si fa inzuppare. Stu trova la vera fede, tuttavia, solo dopo aver subito un terribile incidente in moto e aver avuto una visione della Vergine Maria. Una volta ristabilitosi completamente, intraprende una nuova carriera nel sacerdozio, con grande stupore di tutti. Tuttavia, riesce a convincere Monsignor Kelly del seminario (Malcolm MacDowell) a dargli una possibilità. Si dimostra all’altezza, ma a quel punto viene colpito da una rara malattia muscolare progressiva.

Mel Gibson e Mark Wahlberg in Father Stu
Mel Gibson e Mark Wahlberg in Father Stu

La vera storia di Stuart Long

Father Stu è abbastanza fedele agli inizi della carriera di Stuart Long, anche se riduce la sua attività sportiva alla sola boxe. Cresciuto a Helena, nel Montana, si è distinto nel wrestling e nel football alla Capital High, venendo eletto “miglior guardalinee offensivo” dopo la sua ultima stagione nella squadra. Ha inoltre partecipato a numerosi campionati, classificandosi secondo al Whitehall JV Tourney. Passato al Carroll College, Long ha trascorso due anni nella linea difensiva della squadra di football. Si trattava di una scuola cattolica, ma lui all’epoca non era cattolico e si divertiva a interrompere i suoi insegnanti con domande ignoranti sulla fede.

Padre Bart Tolleson lo ricorda: “La sua conversione è fenomenale: da agnostico combinaguai è passato a un incontro mistico con Dio… Poi ha deciso di diventare sacerdote”. Mentre era al Carroll College, Long sviluppò una passione per la boxe e si costruì una certa reputazione da combattente. L’assistente allenatore Palmer Hoovestal ricorda che: “Non l’ho conosciuto molto bene finché non abbiamo fatto boxe insieme a Carroll. Stu era un tipo grosso, quindi non era molto veloce, ma sapeva colpire duro. Quello che gli mancava in velocità lo compensava con la potenza. Si allenava e si allenava duramente, ma era più simile a un Clydesdale che a un cavallo di razza o a un purosangue”.

Long intraprese una carriera da professionista, vincendo il titolo dei pesi massimi ai campionati statali dei novizi del 1985 a Billings. Avrebbe dovuto rappresentare il Montana ai Regional Golden Gloves di Salt Lake City, ma fu sottoposto a una restrizione di 30 giorni dopo essere stato messo al tappeto in un altro incontro per il titolo locale il fine settimana precedente. L’anno successivo si è ripreso e si è classificato secondo ai campionati regionali del 1986, prima che un intervento chirurgico alla mascella lo costringesse a ritirarsi.

Mark Wahlberg e Jacki Weaver in Father Stu
Mark Wahlberg e Jacki Weaver in Father Stu

Father Stu va a Hollywood

Come riportato da History vs. Hollywood, opo essersi ritirato dal pugilato, Stuart Long decide ottimisticamente di andare a Hollywood per provare a recitare, con poco altro a sostegno se non la sua fiducia in se stesso e il suo fascino. Le scene in cui arriva a Los Angeles, alloggia in un motel e inizia a cercare opportunità sono di un certo tipo, come quando uno squallido produttore cerca di fargli fare il casting couch per vedere quanto vuole la parte. Nel film, Kathleen, la madre di Long, è tutt’altro che solidale. Pensa che sia solo un altro dei voli pindarici del figlio e gli dice che il suo posto non è a Los Angeles, perché la gente è un “branco di hippy fascisti comunisti”.

In realtà, la madre di Stu era molto più incoraggiante, suggerendogli di andare a Hollywood e di fare un tentativo. Allo stesso modo, il suo vero padre Bill non era affatto cattivo come il personaggio di Mel Gibson nella vita reale. Il vero Mr. Long lavorava lontano, ma era comunque un padre affettuoso e l’infanzia di Stu è stata piuttosto felice fino alla tragica scomparsa del fratello minore. Nel film, la carriera di attore di Stu si riduce a una pubblicità di spazzoloni. La carriera del vero Stu è però stata un po’ più fortunata; oltre agli spot pubblicitari, ha avuto alcune piccole parti e ha persino interpretato il ruolo in un film per la TV.

Da piantagrane a prete

Proprio come nel film, il vero Padre Stu era un po’ un piantagrane quando era più giovane e veniva regolarmente coinvolto in risse. Lo ha ricordato a lungo egli stesso: “Ho vissuto una vita molto veloce. Ero coinvolto in combattimenti. Facevo spesso risse per strada. Ero molto turbolento, sai, bevevo e avevo molti problemi. Ho avuto diversi incidenti, sia in moto che in auto. Sono caduto. Mi sono fatto male combattendo”. Il brutale incidente motociclistico di Stu viene dipinto come il momento che ha portato l’agnostico rissoso verso la religione.

In realtà, ha avuto una serie di incidenti gravi, ma il film si concentra su quello che lo ha convinto di avere una vocazione a servire Dio. Anche la sua relazione con Carmen viene drammatizzata, facendo credere che Stu si sia inizialmente battezzato solo per poterla frequentare. Il vero Stu si è interessato alla religione dopo l’incidente e si è fatto confermare come cattolico romano per poterla sposare, visto che al momento dell’incidente vivevano già insieme.Il film mostra Stu come un personaggio impulsivo che si butta a capofitto in un’idea, e il vero Stu aveva un atteggiamento simile dopo la cresima.

Mark Wahlberg in Father Stu
Mark Wahlberg in Father Stu

Non contento di essere un cattolico praticante, decise che il sacerdozio era l’unica strada da percorrere. Gli ci sono voluti 10 anni per diventare sacerdote ed è stato ordinato il 14 dicembre 2007. A quel punto soffriva già di una malattia muscolare debilitante e aveva bisogno di stampelle per camminare. Come mostra il filmato, la sua malattia sembrava inizialmente bloccare il suo cammino verso il sacerdozio, prima che il vescovo George Thomas decidesse di ordinarlo nonostante le preoccupazioni del seminario.

La malattia di Father Stu

In Father Stu, il deterioramento di Stuart Long dopo essere stato colpito dalla Miosite Inclusiva Corporea (IBM) è piuttosto rapido, ma in realtà sono passati 19 anni dalla diagnosi alla sua morte finale. La malattia è una condizione incurabile che è iniziata quando a Stu è stato rimosso un tumore “grande come un pugno” dall’anca e da lì la sua salute è gradualmente peggiorata. Sebbene fosse stato ordinato diacono, il rifiuto di diventare sacerdote fu per lui devastante. Decise di recarsi in pellegrinaggio a Lourdes, in Francia, per vedere se le favolose acque curative del santuario potessero guarirlo.

Secondo il suo buon amico padre Bart Tolleson, Stu “credeva assolutamente al 100%” che sarebbe guarito, ma è quasi caduto in acqua quando ha cercato di alzarsi dalla sedia a rotelle. Sulla via del ritorno a casa, Stu visitò la Cattedrale di Notre Dame ed ebbe una visione mistica quando vide la statua di Giovanna d’Arco, che cambiò la sua intera prospettiva sulla malattia. “Sapeva che gli era stato chiesto se avrebbe portato la malattia per Cristo”, ricorda Tolleson, ed è un peccato che questa movimentata e illuminante escursione non sia stata inserita nel film.

Dopo essere stato finalmente ordinato, Padre Stu ha servito come sacerdote per sei anni prima di morire nel 2014, quattro dei quali dalla sua ultima casa al Big Sky Care Center di Helena, Montana, la città in cui era cresciuto. A detta di tutti, è stato un sacerdote molto semplice e di buon umore che ha avuto un effetto positivo duraturo sulla sua comunità e su coloro che sono entrati in contatto con lui. Nonostante i suoi difetti come film, Father Stu riesce a cogliere almeno questo aspetto, soprattutto grazie all’impegno di Mark Wahlberg nel ruolo.

Il fornaio: la spiegazione del finale del film

Il fornaio: la spiegazione del finale del film

Il fornaio, un film drammatico d’azione, racconta la storia di un uomo anziano apparentemente normale, il cui momentaneo lavoro di babysitter con la nipote si trasforma in una ricerca letale dopo la misteriosa scomparsa del figlio. Il proprietario della pasticceria Pappi’s Bake Shop, solitamente conosciuto come Pappi stesso, si trova in difficoltà dopo che il figlio lontano, Peter, gli lascia la figlia, Delphi, per occuparsi di alcuni suoi loschi affari. Quando Peter non torna dalla figlia, la strana coppia nonno-nipote si imbarca nell’avventura della vita.

Con una flotta di gangster alle spalle e un pericoloso signore della droga che vuole il sangue di Pappi, il panettiere deve rinfrescare alcune delle sue vecchie abilità per garantire la sicurezza della sua famiglia. Il film, ricco di azione e di dinamiche familiari avvincenti, anche se complicate, è un’avvincente storia sull’improbabile legame tra un vecchio perennemente scontroso e una giovane bambina mite ma spontanea. Per questo motivo, gli spettatori possono ben essere curiosi di vedere dove porterà questa bizzarra avventura.

La trama di Il fornaio

Per Peter, proprietario di una piccola compagnia di limousine, il viaggio verso l’aeroporto doveva essere un semplice pick-up. Tuttavia, dopo che un ritardo rimanda l’uomo al parcheggio sotterraneo, assiste a una scena incredibile. Mentre l’autista si nasconde nell’ombra, nel parcheggio avviene una consegna di droga, interrotta da una banda rivale. Di conseguenza, le due bande si uccidono a vicenda, lasciando incustodito un borsone pieno di droga, di cui Peter può approfittare. In una frazione di secondo, l’uomo prende una decisione. Di conseguenza, dopo aver rubato il borsone, scappa dalla città con la figlia piccola.

Il padre e la figlia arrivano alla pasticceria Pappi (Ron Perlman), di proprietà del padre di Peter. Anche se i due non sono in contatto da anni e Pappi ignora completamente l’esistenza di sua nipote Delphi, Peter lo convince a prendersi cura della ragazza. Con la promessa di un ritorno sicuro dopo una telefonata sospetta sullo spostamento della sua “scorta”, Peter torna a casa sua per un lucroso scambio con il suo spacciatore, Milky. Tuttavia, un destino diverso lo attende a casa sotto forma di uomini armati che lavorano per il Mercante, un temuto signore della droga locale.

Joel David Moore ed Emma Ho in Il fornaio
Joel David Moore ed Emma Ho in Il fornaio

Sebbene Peter tenti di restituirgli la droga in cambio della sua vita, ben presto si rende conto che Delphi ha scambiato il contenuto del borsone con il suo zaino scolastico in preda alla rabbia. Quando i gangster se ne accorgono, picchiano Peter. L’uomo riesce a telefonare a Pappi come ultima risorsa per chiedergli di prendersi cura di sua figlia, prima che il panettiere senta degli spari dall’altra linea del telefono. Di conseguenza, dopo un giorno di inizio difficile con la ragazza che ricorda tanto a Pappi il suo bambino, il fornaio arriva alla stazione di polizia con Dephi per sporgere denuncia.

Tuttavia, la stessa non porta a nessuna soluzione, poiché Pappi conosce a malapena la vita di Peter per presentare una denuncia coesa. Di conseguenza, prende in mano la situazione e inizia un’indagine privata. Non avendo nessun altro che si occupi della piccola Delphi, il cui trauma passato l’ha resa selettivamente muta, il fornaio la lascia venire con sé. Il duo compie alcuni viaggi e scopre che le bustine rosa contenute nella borsa di Delfi sono una droga molto ricercata nota come Nova o Rosa. A sua volta, la notizia di un vecchio ma abile combattente alla ricerca del figlio giunge al Mercante, che lo costringe a fare pressione sul suo braccio destro, Victor, affinché risolva il problema di Peter.

Nel frattempo, Pappi e Delphi, che avevano iniziato la loro conoscenza in guardia, cominciano a scaldarsi l’uno con l’altro. Dopo alcuni incontri più violenti con spacciatori e simili, Pappi arriva in un club che ha legami con il famigerato Mercante, responsabile della scomparsa del figlio. Tuttavia, all’interno del locale, la sfortuna lo attende dopo che un alterco con lo scagnozzo del boss lascia a Pappi la consapevolezza della fatale scomparsa del figlio. La notizia è ancora più pesante per Delphi, che è distrutta per aver perso ogni speranza di ricongiungersi al padre. Ciononostante, Pappi conforta la bambina. Il giorno dopo, i due lasciano l’albergo per tornare alle loro vite.

Tuttavia, gli uomini del Mercante, attirati da una redditizia taglia sulla testa di Pappi, tendono loro un’imboscata, dando vita a una lotta che lascia il fornaio gravemente ferito. Sebbene la prontezza di riflessi di Delphi permetta a Pappi di ricevere i soccorsi di cui ha bisogno, i loro inseguitori rintracciano il duo anche in ospedale. Dopo essere scampato a un’altra esperienza di quasi morte, Pappi decide di porre fine ai giochi del Mercante e organizza un incontro con Victor.

Ron Perlman in Il fornaio
Ron Perlman in Il fornaio

Il finale di Il fornaio

Anche se Pappi ha sentito il rumore degli spari durante l’ultima telefonata con Peter, l’anziano si è aggrappato alla speranza che suo figlio potesse essere ancora vivo. Allo stesso modo, disse alla bambina di gestire le sue aspettative senza schiacciare il suo spirito. Tuttavia, la speranza di Pappi si azzera quando riceve la conferma della morte di Peter da qualcuno che sostiene di averlo seppellito. Pappi sperava che il Mercante avesse tenuto in vita il figlio per usarlo come riscatto. Tuttavia, sapeva quanto fosse improbabile un simile scenario. Pertanto, quando gli scagnozzi del gangster confermano la morte di Pietro, il fornaio non ha motivo di mettere in dubbio la sua onestà.

Tuttavia, la stessa cosa non segna l’uscita del nonno-nipote dal mondo criminale. Il Mercante è ancora alla ricerca della droga Nova, deciso a procurarsi i beni perduti. Per lo stesso motivo, Victor si rifiuta di mollare la presa e continua a mandare aggressori contro Pappi. Dopo l’attentato all’ospedale, Pappi compie una scelta difficile e decide di portare a termine la missione. Di conseguenza, usa il telefono di uno degli scagnozzi di Victor per organizzare un incontro con l’uomo e lo prende prontamente in ostaggio. La narrazione mantiene una certa distanza dal passato di Pappi, evitando di rivelare la maggior parte dei dettagli.

Tuttavia, i flashback e i commenti di circostanza rendono evidente che il panettiere nasconde un passato raccapricciante che gli procura ancora incubi di routine. Di conseguenza, Pappi ha anche le capacità per sostenere il suo passato faticoso e misterioso, come testimoniano i suoi precedenti alterchi. Per questo motivo, riesce a rapire facilmente Victor e lo costringe a guidare fino al luogo in cui ha seppellito il figlio del fornaio. Una volta che Victor, Pappi e Delphi arrivano all’ingresso del fitto bosco minaccioso dove il gangster conferma che si trova il corpo di Peter, Pappi lascia il nipote in macchina per risolvere la questione di Victor.

Nella foresta, Pappi scopre e riconosce il corpo semisepolto di Peter. Di conseguenza, decide di uccidere Victor per vendicare il figlio. Sorprendentemente, Victor, la cui coscienza lo tormenta da giorni per aver reso orfano un bambino, accoglie il giudizio finale di Pappi e implora la sua morte. In preda alla rabbia, Pappi lascia che il proiettile lo manchi. Tuttavia, il rumore dello sparo attira Delphi nella foresta, dove assiste all’orribile scena. Al contrario, Pappi vede Peter nella sagoma della figlia, ricordando un tempo prima che Peter crescesse e iniziasse a detestarlo, probabilmente per il suo passato violento. Sceglie quindi di liberarsi del suo passato e di abbracciare un futuro migliore.

Harvey Keitel in Il fornaio
Harvey Keitel in Il fornaio

Chi uccide il Mercante?

Dopo che Pappi permette a Victor di vivere, lasciandosi alle spalle la sua vita violenta con Delphi al suo fianco, decide di affrontare il loro avversario, il Mercante, in un confronto diretto. Nel corso del film, la narrazione accenna solo alla vecchia vita di Pappi come Donald Gilroy. Così, anche se sappiamo che alcuni incidenti si sono conclusi con l’inscenamento della sua morte decenni fa, la natura della sua professione passata rimane sconosciuta. Per lo stesso motivo, è un po’ uno shock quando il confronto tra Pappi e il Mercante rivela che i due uomini si conoscevano già.

Anche se tra i due si respira un’aria tesa, è chiaro che il signore della droga rispetta, o almeno teme, la presenza di Pappi nonostante la sua scomparsa da anni. Di conseguenza, il Mercante accetta di liberare lui e sua nipote dopo che Pappi gli avrà restituito la droga Nova. Così, alla fine, Pappi si trova in un aeroporto con Delphi, una famiglia di due persone che si prepara a imbarcarsi su un volo. Anche se uccidere il Mercante avrebbe portato una momentanea soddisfazione a Pappi, egli si rende conto del circolo di violenza che un’azione del genere avrebbe scatenato. Pertanto, non vuole commettere gli stessi errori che ha commesso con Peter e perdere Delphi non riuscendo a tenerla al sicuro.

Tuttavia, la scena finale del film, in cui una figura senza volto trova il Mercante e gli spara a bruciapelo, lascia un quadro sconcertante al pubblico. Pappi emerge come l’ovvio sospettato dell’omicidio, data la presenza contrapposta del fornaio e del Mercante nella storia. Tuttavia, Pappi ha permesso a Victor, l’uomo che ha premuto il grilletto contro suo figlio, di sfuggire alla morte. Per lo stesso motivo, non avrebbe senso che l’uomo scegliesse la violenza contro il Mercante mentre Victor vive. Inoltre, a prescindere dalla debolezza personale del Mercante, il suo cartello della droga rappresenterà sicuramente un problema pericoloso per Pappi, che non vorrebbe mettere Delphi in una situazione simile.

Pertanto, sembra probabile che Pappi non uccida il Mercante. Il Mercante, invece, probabilmente incontrerà la sua fine per mano di Victor, il suo fidato dipendente. Per tutto il film, il signore della droga tratta Victor con disgusto e mancanza di rispetto, ricordandogli spesso la sua inferiorità perché non è della famiglia. Così, Victor, che poco prima aveva abbracciato la morte per poi esserne derubato, avrebbe potuto facilmente incanalare le sue frustrazioni verso l’uomo responsabile delle sue azioni immorali. In definitiva, è possibile che sia Victor a sparare al Mercante.

Taken – La vendetta: la spiegazione del finale del film con Liam Neeson

Io vi troverò (Taken) ha dimostrato al mondo una cosa: se un padre arrabbiato ti dice che ha delle abilità molto speciali, è meglio che rilasci sua figlia. Il film d’azione non solo è stato un successo in tutto il mondo, ma ha consacrato Liam Neeson come una vera e propria star dell’azione. Non è passato molto tempo prima che l’attore diventasse l’uomo di riferimento per qualsiasi trama cinematografica che richiedesse un’eccessiva quantità di calci nel sedere, e l’esistenza di film come The Grey, L’uomo sul treno e Non-Stop sono tutti merito di questo film. Non sorprende dunque che sia poi stato realizzato un sequel: Taken – La vendetta (qui la recensione), diretto da .

Tornando un attimo al film che ha dato il via a tutto, Io vi troverò  aveva tutto ciò che il pubblico voleva da un thriller d’azione. Bryan Mills (Neeson) vede la figlia Kim (Maggie Grace) venire rapita, quindi si reca in Europa per rintracciarla, uccidendo nel frattempo scagnozzi su scagnozzi. Il tutto ha un lieto fine, con la famiglia di Bryan che si riunisce. La sua ex moglie, Lenore (Famke Janssen), forse sta ancora con un altro uomo, ma almeno ora sono in rapporti più amichevoli. Tutto sembrava essersi concluso bene, ma in ogni film di successo è sempre previsto un sequel. Taken – La vendetta ha dunque rimesso in pericolo la famiglia Mills, ma questa volta sono Bryan e Lenore a essere presi di mira.

Taken - La vendetta film

La spiegazione del finale di Taken – La vendetta: Bryan Mills offre al cattivo una scelta

Nel film, spetta dunque a Kim salvare la situazione e tutto culmina in una conclusione emozionante. Kim dimostra di essere una valida mercenaria, mentre riceve la guida del padre per la maggior parte del film. Tuttavia, Bryan è ancora lì per fare del male e riesce a salvare se stesso e la sua ex moglie dalla mafia albanese. Una volta messe al riparo le donne della sua vita, si lancia nella vendetta per trovare l’uomo che sta dietro a tutto: Murad Hoxha (Rade Šerbedžija). I due si incontrano faccia a faccia e, come previsto, Bryan ha la meglio.

Tuttavia, non uccide Murad subito. Al contrario, gli offre una scelta: Murad può scegliere di morire qui e ora, oppure di andare a stare con i suoi figli. Murad accetta l’offerta di lasciare Bryan da solo, permettendogli di posare la pistola… ma non sarebbe un thriller senza un doppio gioco. Murad raccoglie quindi la pistola solo per scoprire che non ha proiettili. Bryan si rende quindi conto che sarà sempre braccato, così impala il suo nemico su un gancio per asciugamani.Durante il confronto finale c’è una battuta che riassume tutto, ovvero quando Bryan dice: “Sono stanco di tutto questo”.

Egli è un ufficiale della CIA in pensione, che vuole solo essere presente per la sua famiglia. Non vuole essere un assassino e si rende conto che se dovesse eliminare Murad, i suoi figli verrebbero a cercarlo. Preferirebbe non avere a che fare con tutto questo e sembra sinceramente volere che Murad se ne vada. Purtroppo, ciò non accade e Bryan si rende conto che, per quanto si sforzi, rimarrà sempre intrappolato in questo mondo violento.

Taken - La vendetta cast

Taken – La vendetta getta dei semi che il sequel non raccoglie

Prima di morire, Murad dice quindi a Bryan che ha altri due figli e che se lo uccide, loro lo inseguiranno. È il motivo per cui Bryan vuole lasciarlo andare vivo inizialmente, perché preferirebbe che quei figli non divenissero una minaccia per lui e la sua famiglia. Naturalmente, Murad fa la scelta sbagliata, costringendo Bryan ad eliminarlo una volta per tutte. Alla luce di ciò, sarebbe logico pensare che Taken 3 – L’ora della verità sia incentrato sugli ultimi due figli che vendicano il fratello e il padre. Ma le cose non vanno così per il sequel. Al contrario, il seguito prende una direzione completamente diversa: il nuovo marito di Lenore, Stuart (Dougray Scott), la uccide e poi incastra Bryan per l’omicidio.

La mafia albanese, dunque, non entra affatto in gioco, quindi è un po’ strano guardare Taken – La vendetta, col senno di poi, con una scena che sembra impostare il tema del sequel… solo per scoprire che questa non viene più ripresa. I due figli rimasti potrebbero sempre entrare in gioco con un Taken 4, ma considerando che il terzo capitolo è uscito nel 2014, sembra ormai improbabile che Neeson torni in questo franchise. Naturalmente, quando si tratta di franchise d’azione e sequel che escono con decenni di ritardo, il pubblico non dovrebbe mai dire mai. C’è sempre la possibilità che un altro film di Taken riprenda con Kim che segue le orme del padre e i restanti membri della famiglia Hoxha decidono di vendicarsi di lei.

Your Eyes Tell (Kimi no Me ga Toikaketeiru): una clip esclusiva dal film

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Adler Entertainment in collaborazione con Dynit è lieta di presentare Your Eyes Tell (Kimi no Me ga Toikaketeiru), il teen drama che arriverà per la prima volta nelle sale italiane solo il 7, 8 e 9 aprile. Il lungometraggio è appartiene all’etichetta I Love Japan, che riunisce le produzioni del Sol Levante ancora inedite sui grandi schermi italiani o in occasioni di importanti anniversari. Anime e live action popolarissimi in Giappone arrivano dunque anche in Italia: tutti i fan e gli appassionati del cinema nipponico potranno vedere le grandi storie che negli ultimi anni hanno stregato il pubblico giapponese, conquistando il box office e il cuore degli spettatori.

Your Eyes Tell è una storia d’amore pura e commovente. Takahiro Miki (regista di titoli come My Tomorrow, Your Yesterday e Love Me, Love Me Not), conosciutissimo in Giappone per essere un alfiere del genere romantico, esplora in questo film la gioia e la tristezza, la fragilità e la forza dell’amare un’altra persona offrendo una toccante liberazione ai cuori feriti. E’ la storia d’amore di Akari, che in un incidente perde entrambi i suoi genitori e la vista, e di Rui, un promettente kickboxer che vede il suo futuro stroncato quando viene condannato per un crimine.

I due si incontrano e si innamorano, dando un barlume di luce alle loro vite fino a quel momento straziate dalla tragedia. Ma non sanno ancora che il loro incontro non è stata solo una felice coincidenza: i loro percorsi si erano già incrociati prima in un fatale incidente. Rui lo scopre mentre si sta preparando per tornare clandestinamente sul ring, nella speranza di poter donare alla ragazza il denaro sufficiente per un’operazione che le ridonerebbe la vista. Ma questa rivelazione che scopre l’intreccio dei loro destini è anche destinata a separarli per sempre… 

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, una sorpresa per i fan per il 4/4

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In occasione del 4 aprile (4/4), Marvel Studios ha diffuso un nuovo motion poster di I Fantastici Quattro: Gli Inizi in attesa di vedere il nuovo trailer che è stato mostrato al CinemaCon nei giorni scorsi.

Tutto quello che c’è da sapere su I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film I Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà I Fantastici Quattro: Gli Inizi, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre comparire nel film.

Pulse: il cast spiega quel finale “da infarto”

Pulse: il cast spiega quel finale “da infarto”

Quando gli spettatori di Pulse incontrano per la prima volta la dottoressa Danny Simms (Willa Fitzgerald), specializzanda al terzo anno, la trovano alle prese con “la giornata lavorativa peggiore che una donna possa vivere”, come spiega la creatrice e co-showrunner Zoe Robyn a Tudum. Danny ha appena denunciato il suo superiore, il Primario dottor Xander Phillips (Colin Woodell), al dipartimento risorse umane per molestie sessuali, e le voci su questa delicata situazione si diffondono rapidamente all’interno del Maguire Medical Center. Danny si trova così a dover affrontare molte domande, sia da parte dei suoi colleghi che dentro di sé.

“Cosa succede se sei innamorata del tuo capo? Cosa accade se lavori in un ambiente ad alta pressione e stress? E se venissi promossa al posto del tuo superiore?”, chiede Robyn. “E se tutto ciò accadesse nel mezzo di un uragano?”.

Eppure, nel finale di stagione di Pulse, Danny sorride. Nel corso di dieci episodi, riesce a ottenere l’ambito titolo di Primario, per poi perderlo a favore del suo migliore amico, il dottor Sam Elijah (Jessie T. Usher). Sopravvive a un disastro naturale mortale e accetta la complessità della sua relazione con Xander. Alla fine, Danny è libera di ridere di se stessa mentre nuota da sola nell’oceano di Miami.

“È stato un momento straordinario da girare. Ed è stato altrettanto significativo per il personaggio”, racconta Fitzgerald. “È stato sia un rilascio catartico per Danny sia una resa simbolica alle maree della sua vita e alle cose che non può controllare”.

Mentre Danny fa i conti con il ritmo irregolare del proprio cuore, anche i suoi colleghi affrontano le loro sfide. Xander si assume la responsabilità di un oscuro segreto che ha custodito per un anno; Sam inizia il suo nuovo ruolo al Maguire; il dottor Tom Cole (Jack Bannon) si trova davanti a un futuro professionale incerto; la sorella di Danny, la dottoressa Harper Simms (Jessy Yates), gode di un meritato successo; e la dirigenza dell’ospedale subisce un importante rimpasto.

“Le relazioni nella nostra serie si evolvono, cambiano e si approfondiscono nel tempo”, afferma il co-showrunner Carlton Cuse. Ma cosa significa tutto questo per lo staff del Maguire? Robyn, Cuse, Fitzgerald e altri membri del cast di Pulse rispondono alle domande più pressanti.

Netflix © 2025

Cosa ha fatto davvero Xander al Kennedy?

Fin dall’inizio della serie, sappiamo che Xander ha lasciato l’ospedale Kennedy per ragioni misteriose. Nel corso della stagione, il segreto dietro la sua partenza diventa un punto di attrito tra lui e Danny. Nell’episodio 10, finalmente scopriamo la verità.

No, Xander non ha avuto una relazione inappropriata con una collega. Un anno prima del suo arrivo al Maguire, uno dei suoi giovani pazienti preferiti, Julio (Michael Garza), si è presentato al pronto soccorso del Kennedy. Sotto la crescente pressione della dottoressa Lucy Broussard (Charlayne Woodard) per dimettere rapidamente i pazienti, Xander ha cercato di incastrare Julio nel suo fitto programma. Ha eseguito in fretta una paracentesi senza utilizzare un’ecografia. Ore dopo, Julio è tornato in ospedale, sanguinando internamente, ed è morto davanti a Xander.

Per proteggere la carriera nascente di Xander e il buon nome della loro facoltosa famiglia, i suoi genitori hanno insabbiato l’accaduto, costringendo tutti i coinvolti a firmare un accordo di riservatezza.

Come finisce Pulse?

All’inizio dell’episodio 10, Danny – con il sostegno di Harper – ha ritirato la sua denuncia contro Xander. Tuttavia, i due non sono ancora stati completamente sinceri l’uno con l’altra. Questo cambia nel finale. Xander confessa tutto a Danny, spiegandole di aver dovuto mantenere il segreto a causa dell’NDA. Durante la conversazione, Xander realizza anche che la loro relazione ha messo Danny in una posizione difficile. Si scusa e si dichiarano reciprocamente il loro amore.

Nella loro ultima conversazione della stagione, Xander rivela a Danny di aver confessato tutto al consiglio dell’ospedale, accettando le conseguenze, compreso il rischio di perdere la licenza medica. “Danny lo ha spinto a essere la versione migliore di se stesso”, spiega Cuse.

Dopo questo confronto, Danny si dirige verso la spiaggia, concludendo la stagione con una nuotata solitaria. Fitzgerald, che teme il mare, ha comunque girato la scena personalmente: “È stata una bellissima liberazione poetica per Danny dopo tante tensioni”.

Netflix © 2025

Cosa succede davvero tra Danny e Xander in Pulse?

Secondo Woodell, il loro amore è “autentico”, nonostante il periodo difficile. “Sono entrambi persone che vogliono essere buoni partner, ma hanno ancora molto lavoro da fare su se stessi”, afferma. “Entrambi devono risolvere le proprie questioni personali prima di potersi realmente dedicare l’uno all’altra”.

Cuse concorda, sottolineando che il finale solleva più domande di quante ne risolva: “Si vogliono bene, ma quale sarà il loro futuro? Danny è ancora una specializzanda. Xander è di nuovo il suo superiore, in un ruolo diverso. Speriamo che il pubblico continui a seguire la loro storia”.

PULSE – Jessie T. Usher è Sam Elijah e Willa Fitzgerald è Danny Simms – Pulse. Cr. Courtesy of Netflix © 2025

Chi è il nuovo Primario?

A sorpresa di Danny, Harper e degli altri, il dottor Patrick Sanchez (J.R. Ramirez) nomina Sam Primario per il prossimo anno. Sam si ambienta nel suo nuovo ufficio con il sostegno degli infermieri.

“Era la rassicurazione di cui aveva bisogno”, afferma Usher. “Ora sa di avere il sostegno del personale. È diverso affrontare le sfide quando sai che il tuo team è davvero dalla tua parte”.

Cosa succede con la dottoressa Natalie Cruz?

La dottoressa Cruz (Justina Machado) è una delle menti dietro il successo del Maguire. Tuttavia, nel finale, la leadership dell’ospedale decide di ridimensionare il suo ruolo, assegnando la gestione del pronto soccorso a Patrick Sanchez. “Lo accetta con dignità, ma è un duro colpo per lei”, dice Machado. “Ha costruito l’ospedale da zero, ma sente di aver preso le decisioni giuste e può conviverci”. Patrick e Xander, però, non vanno d’accordo. “Patrick renderà la vita di Xander un inferno”, scherza Woodell. Con il destino di Danny, Xander e il Maguire ancora incerto, il futuro di Pulse si preannuncia carico di emozioni e colpi di scena.

Nove perfetti sconosciuti Stagione 2: le prime immagini con Nicole Kidman

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Nove sconosciuti, legati tra loro in modi che non avrebbero mai potuto immaginare, vengono invitati dalla misteriosa guru Masha Dmitrichenko (Nicole Kidman) a partecipare a un ritiro di benessere trasformativo sulle Alpi austriache. Nel corso di una settimana, la guru li porterà sull’orlo del baratro. Riusciranno a resistere? E lei ci riuscirà? Masha è disposta a provare qualsiasi cosa pur di guarire tutte le persone coinvolte, compresa sé stessa. I primi due episodi della seconda stagione di Nove perfetti sconosciuti saranno disponibili su Prime Video in tutto il mondo (eccetto gli Stati Uniti) il 22 maggio 2025, con nuovi episodi ogni settimana.

 Il cast della serie include Nicole Kidman, Henry Golding, Lena Olin, Annie Murphy, Christine Baranski, Lucas Englander, King Princess, Murray Bartlett, Dolly de Leon, Maisie Richardson-Sellers, Mark Strong e Aras Aydin.

La seconda stagione di Nove perfetti sconosciuti è prodotta da David E. Kelley, Made Up Stories di Bruna Papandrea, Blossom Films di Nicole Kidman e FIFTH SEASON. FIFTH SEASON si occupa anche della distribuzione della serie. David E. Kelley, Nicole Kidman, Per Saari, Bruna Papandrea, Steve Hutensky, Molly Allen, Jonathan Levine, Rachel Shukert, Liane Moriarty, Matthew Tinker, Anthony Byrne e JH Butterworth sono executive producer della serie.

La prima stagione di Nove perfetti sconosciuti è disponibile su Prime Video. La seconda stagione di Nove perfetti sconosciuti sarà disponibile negli Stati Uniti su Hulu il 21 maggio e per i clienti Prime Video nel resto del mondo il 22 maggio.

M3GAN 2.0: il trailer italiano ufficiale!

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M3GAN 2.0: il trailer italiano ufficiale!

Dopo il successo del primo film, il team creativo originale – guidato dai maestri dell’horror James Wan (Atomic Monster), Jason Blum (Blumhouse) e il regista Gerard Johnstone – porta sul grande schermo M3GAN 2.0 un nuovo e folle capitolo nel caos dell’intelligenza artificiale.

Sono passati due anni da quando M3GAN, un prodigio dell’intelligenza artificiale, si è ribellata scatenando una serie di omicidi (perfettamente coreografati) ed è stata distrutta. Nel frattempo, la sua creatrice, Gemma (Allison Williams), è diventata un’autrice di successo e una figura di spicco nella battaglia per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale, mentre sua nipote Cady (Violet McGraw), ormai quattordicenne, disobbedisce sempre di più alle rigide regole di Gemma.

Quello che entrambe ignorano è che la tecnologia di M3GAN è stata rubata e sfruttata da una potente azienda della difesa per creare Amelia (Ivanna Sakhno, Ahsoka, Pacific Rim: La Rivolta), un’arma d’infiltrazione letale e intelligente. Ma, man mano che Amelia sviluppa autoconsapevolezza, diventa sempre meno disposta a eseguire ordini, e sempre meno incline a tollerare la presenza degli esseri umani.

Con il destino dell’umanità in bilico, Gemma capisce che l’unica speranza è riportare in vita M3GAN (Amie Donald, doppiata nella versione originale da Jenna Davis), migliorandola con nuovi aggiornamenti per renderla più veloce, più forte e ancora più letale. Ma quando le loro strade si incrociano, la Bitch si troverà ad affrontare una degna rivale.

Cosa aspettarci da M3GAN 2.0?

Diretto dall’acclamato regista Gerard Johnstone, il film vede il ritorno di Brian Jordan Alvarez e Jen Van Epps nei panni dei fedeli collaboratori di Gemma, Cole e Tess, insieme a nuovi personaggi interpretati da Aristotle Athari (Saturday Night Live, Hacks), Timm Sharp (Apples Never Fall, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo) e Jemaine Clement (Avatar: La via dell’acqua, Vita Da Vampiro – What We Do in the Shadows), vincitore di un Grammy e nominato a undici Emmy.

Prodotto da James Wan, Jason Blum e Allison Williams, il film vede tra i produttori esecutivi Gerard Johnstone, Adam Hendricks, Greg Gilreath, Michael Clear, Judson Scott e Mark D. Katchur.

Il primo M3GAN ha sbancato il botteghino, esordendo con un incasso di 30,4 milioni di dollari negli Stati Uniti, record per un horror vietato ai minori di 13 anni dai tempi di A Quiet Place II. A fine corsa, il film ha superato i 180 milioni di dollari in tutto il mondo.

Pulse, spiegazione del finale: chi è il nuovo Primario?

Pulse, spiegazione del finale: chi è il nuovo Primario?

Il finale di stagione di “Pulse” potrebbe non essere  così sconvolgente come l’episodio di apertura – è difficile superare la devastazione di un uragano – ma la conclusione di questo medical drama di Netflix fa un ottimo lavoro nel chiudere molte trame lasciando comunque spazio a una potenziale seconda stagione. Xander (Colin Woodell) e Danny (Willa Fitzgerald) sembrano riconciliarsi nonostante i problemi di carriera di Danny. Sophie (Chelsea Muirhead) e Camila (Daniela Nieves) continuano a rafforzare la loro amicizia, tirando fuori il meglio l’una dall’altra. Nel frattempo, la competizione per il ruolo di Primario si fa sempre più accesa, mentre le politiche ospedaliere minacciano di dividere i reparti di pronto soccorso e chirurgia sotto leadership diverse.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sul finale di stagione di “Pulse” e cosa significa per il futuro del Maguire Medical Center e del suo staff.

Netflix © 2025

Perché Xander ha lasciato Kennedy in Pulse?

Xander rivela a Danny il vero motivo per cui ha lasciato Kennedy: voleva fornirle delle informazioni contro i suoi genitori. La madre di Xander, in particolare, sta guidando la campagna per far licenziare Danny dal Maguire, nonostante lei abbia ritirato la sua denuncia contro Xander. Violando il suo accordo di riservatezza, Xander le confessa di essere stato responsabile della morte di un paziente.

Quel giorno al Kennedy, il pronto soccorso era sovraffollato, ma Xander ha comunque cercato di aiutare un suo paziente di lunga data, Julio, che era arrivato per una paracentesi. Julio, da poco iscritto al college, aveva saltato la procedura abituale con il suo gastroenterologo. Sia lui che sua madre lo supplicano di intervenire per alleviare la pressione interna che avverte. Xander accetta e cerca di nasconderlo alla sua supervisore, la dottoressa Broussard. Quando lei lo scopre, lo esorta a concludere rapidamente la procedura per liberare un posto letto. Xander chiede un’ecografia, ma entrambe le macchine sono occupate. La dottoressa Broussard insiste sul fatto che, sotto la sua supervisione, può eseguire la procedura senza, nonostante non l’abbia mai fatto prima. Xander porta a termine la procedura e dimette Julio, ma quella stessa notte il paziente torna in pronto soccorso.

PULSE – Jessie T. Usher è Sam Elijah e Willa Fitzgerald è Danny Simms – Pulse. Cr. Courtesy of Netflix © 2025

Sua madre è disperata: Julio è collassato appena rientrato a casa. Xander si affretta a curarlo e si rende conto di aver commesso un errore: Julio ha avuto un’emorragia interna. Nonostante gli sforzi del personale, Julio muore. I genitori di Xander insabbiano tutto, più per proteggere la loro reputazione che per la carriera del figlio.

Alla fine dell’episodio, Danny promette a Xander che, anche se non ha ottenuto il ruolo di Primario, manterrà il suo segreto. Ma Xander le dice che non importa, perché ha deciso di confessare tutto al consiglio dell’ospedale Maguire. Non vuole più vivere con quel peso sulla coscienza, anche a costo di essere citato in giudizio o di perdere la sua licenza medica.

Danny viene licenziata dal Maguire nella prima stagione di Pulse?

Dopo aver spintonato un paziente aggressivo, Danny viene avvertita dalla dottoressa Cruz che la sua posizione in ospedale è a rischio. I vertici dell’ospedale stanno facendo pressioni su Cruz affinché la licenzi, se vuole mantenere il controllo sui reparti di chirurgia e pronto soccorso. Danny cerca di restare concentrata sul suo lavoro, che la porta a curare proprio l’uomo che l’aveva minacciata. Nonostante continui a infastidirla e quasi rifiuti le cure, Danny riesce a salvare lui, sua moglie e il loro bambino, che aveva ferito guidando in modo spericolato sui binari del treno.

Vedendo la compassione di Danny, anche con pazienti che non la meritano, la dottoressa Cruz decide di mantenerla nel team e le comunica che è la sua scelta per il ruolo di Primario.

PULSE – Jack Bannon è Tom Cole e Chelsea Muirhead è Sophie Chan – Pulse. Cr. Anna Kooris/Netflix © 2024

Camila lascia il Maguire?

Sophie rimane sorpresa nello scoprire che Camila ha richiesto un trasferimento in un altro ospedale per la sua prossima rotazione. Camila le spiega che non sopporta il modo in cui Tom la tratta e non vuole subire la stessa sorte come specializzanda in chirurgia. Questo spinge Sophie a prendere finalmente posizione contro Tom, una conversazione che Camila ascolta di nascosto.

Orgogliosa della sua amica e ispirata dalle parole di incoraggiamento della dottoressa Cruz, Camila decide di restare al Maguire. Tuttavia, non lo rivela subito a Sophie, aspettando che lei faccia un appassionato appello prima di confessarle la sua decisione. Sembra che tra loro possa esserci qualcosa di più di una semplice amicizia, finché non viene presentato il fidanzato di Camila.

Chi diventa Primario nel finale di Pulse?

L’episodio si conclude con una festa ospedaliera per celebrare il passaggio degli specializzandi ai loro nuovi ruoli. Come già accennato, la dottoressa Cruz è sotto pressione per licenziare Danny, così da mantenere il controllo dei reparti di chirurgia e pronto soccorso. Ma, avendo deciso di tenerla, annuncia che il pronto soccorso passerà sotto la gestione del dottor Patrick Sanchez (J.R. Ramirez), uno dei principali sostenitori dell’idea che Danny non debba diventare Primario.

Di conseguenza, invece di annunciare Danny come Primario, come aveva inizialmente previsto, la dottoressa Cruz viene colta di sorpresa quando il dottor Sanchez annuncia che il nuovo Primario sarà Sam Elijah, amico e rivale di Danny.

Thunderbolts*: i protagonisti portano scompiglio al CinemaCon – VIDEO

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Ospiti ai CinemaCon per presentare il nuovo materiale promozionale di Thunderbolts*, David Harbour, Wyatt Russell, Hannah John-Kamen, Julia Louis-Dreyfus e Florence Pugh hanno portato scompiglio alla convention organizzata per gli esercenti, presentando nuovi video e dando vita a siparietti divertenti che potete vedere di seguito:

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Thunderbolts* è diretto da Jake Schreier e Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian Chapek, Jason Tamez e Scarlett Johansson sono i produttori esecutivi.

The Legend of Aang: The Last Airbender, ecco il titolo del prossimo Avatar

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“Avatar”, ovvero il maestro dei quattro elementi e non le creature aliene blu create da James Cameron, ha onorato il palco principale del CinemaCon. La Paramount in realtà non ha mostrato in anteprima alcun filmato del film, basato sulla popolare serie televisiva “Avatar: The Last Airbender“, sebbene lo studio abbia svelato il titolo ufficiale: “The Legend of Aang: The Last Airbender“.

Precedentemente intitolato “Aang: The Last Airbender“, il film è ambientato in un mondo diviso in quattro nazioni: Tribù dell?acqua, Regno della Terra, Nazione del FUoco e Nomadi dell’Aria. I dominatori hanno la capacità di controllare e manipolare l’elemento naturale della loro nazione, ma solo l’Avatar è il maestro di tutti e quattro. I dettagli della trama non sono stati rivelati, ma si prevede che il film riprenderà anni dopo gli eventi di Avatar: The Last Airbender del 2005, che ha seguito l’allora dodicenne Aang, un Avatar perduto da tempo che ha imparato a padroneggiare gli elementi e a salvare il mondo dalla spietata Nazione del Fuoco.

Dave Bautista, Steven Yeun e Eric Nam sono i protagonisti del cast vocale del film, co-diretto da Lauren Montgomery e William Mata. “The Legend of Aang: The Last Airbender” dovrebbe uscire nelle sale USA il 30 gennaio 2026.

Inoltre, durante la sua presentazione al CinemaCon, la Paramount Animation ha pubblicizzato le prossime uscite di “Paw Patrol: The Dino Movie“, “Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem 2“, “I Puffi” e “The SpongeBob Movie: Search for SquarePants“. “I film per famiglie sono parte integrante della nostra strategia qui alla Paramount”, ha affermato il presidente della Paramount Animation Ramsey Naito.

Netflix ha lanciato un adattamento live-action di “Last Airbender” nel 2024, sebbene DiMartino e Konietzko abbiano abbandonato lo show molto prima del suo debutto a causa di divergenze creative. Per celebrare il 20° anniversario di “Last Airbender”, Paramount sta lanciando un’enorme quantità di nuovi contenuti “Avatar“, tra cui cortometraggi digitali, esperienze live, prodotti di consumo e giochi.

Rapunzel: il live action sospeso fino a data da destinarsi

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Rapunzel: il live action sospeso fino a data da destinarsi

Secondo alcune fonti, Disney ha messo in pausa la versione live-action di Rapunzel, cartone animato del 2010 di grande successo e molto importante per lo sviluppo dell’animazione in computer grafica per la società di Topolino. Lo apprendiamo da Variety.

La storia basata sulla fiaba dei fratelli Grimm di Rapunzel era in fase di sviluppo attivo con Michael Gracey, regista di The Greatest Showman e Better Man, che avrebbe dovuto dirigerla. La sceneggiatrice di “Thor: Love and ThunderJennifer Kaytin Robinson era a bordo per scrivere la sceneggiatura.

La decisione arriva nel bel mezzo dell’uscita di “Biancaneve” da parte di Disney, che ha incassato un tiepido $ 69 milioni fino ad oggi negli Stati Uniti e $ 145 milioni in tutto il mondo. Non è chiaro se ci sia la possibilità di far rivivere la versione live-action di “Rapunzel” in un momento futuro.

La Disney continuerà a sfruttare la sua biblioteca animata con due titoli in live-action in arrivo, “Lilo & Stitch“, in uscita il 23 maggio, e “Oceania“, in uscita il 10 luglio 2026. “Oceania” ha il vantaggio di essere fresco nella mente del pubblico, poiché il sequel animato “Oceania 2” si è rivelato un successo lo scorso novembre.

Nel frattempo, l’appetito per “Lilo & Stitch” sembra essere forte. Lo spot con Stitch che si schianta sul campo del Super Bowl ha accumulato numeri enormi, diventando lo spot più visto della Disney in digitale, mentre l’uscita del trailer di marzo è diventata il secondo trailer live-action Disney più visto di tutti i tempi nelle prime 24 ore di uscita.

Rapunzel” ha incassato quasi 600 milioni di dollari in tutto il mondo durante la sua uscita nel 2010-2011 ed è stato candidato all’Oscar per la canzone originale. Con un punteggio positivo dell’89% su Rotten Tomatoes, è stato un successo sia per le famiglie che per la critica.

The White Lotus stagione 3: una scensa censurata in India, ma non è quella che immaginate!

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Per uno show pieno di nudità, sesso, droga e persino incesto, non sorprende del tutto che The White Lotus possa essere censurato in alcuni paesi. Ma una scena molto meno ovvia è stata modificata sui servizi di streaming di terze parti in India, mentre il menage che coinvolge due fratelli è rimasto intatto.

Natasha Rothwell in The White Lotus (2025)
Foto di Fabio Lovino/HBO – © HBO

In realtà è stata modificata la scena di apertura della terza stagione, in cui il figlio di Belinda, Zion (Nicholas Duvernay), si tuffa in uno stagno dopo aver sentito degli spari all’hotel. Alza lo sguardo verso una statua del Buddha e supplica: “Per favore, fa’ che mia madre stia bene”. Recita una preghiera cristiana e poi, mentre vengono sparati altri colpi di pistola, alza lo sguardo verso la statua e dice: “Che cazzo! Ho detto, non lasciare che accada niente a mia madre, figlio di puttana!” La scena ha lo scopo di mostrare l’ignoranza degli americani nei confronti del buddismo e segnalare che questa rilassante fuga in Thailandia sarà tutt’altro che rilassante.

Gli spettatori indiani hanno segnalato, che la scena è stata censurata sulla piattaforma di streaming JioHotstar, il più grande servizio di streaming in India. Nel filmato di JioHotstar esaminato da Variety, Zion prega la statua del Buddha, ma le scene con parolacce sono state tagliate completamente.

Secondo IndieWire, lo streamer ha censurato la scena senza il permesso di HBO o un mandato governativo. Questo tipo di autocensura è comune sulle piattaforme di streaming indiane che sperano di evitare preventivamente potenziali reazioni negative o controlli governativi.

La religione è l’argomento che più probabilmente offende in India oggi, sebbene il codice sia ambiguo su questo punto. “La classificazione di categoria di un contenuto terrà conto dell’impatto potenzialmente offensivo di un film su questioni come casta, razza, genere, religione, disabilità o sessualità che possono sorgere in un’ampia gamma di opere e la decisione di classificazione terrà conto della forza o dell’impatto della loro inclusione”, afferma il codice.

Come le stagioni precedenti di The White Lotus, anche questo terzo ciclo sta riscontrando molto successo, e domenica, lunedì in Italia, andrà in onda l’ottavo e ultimo episodio di questa stagione!

Jared Leto e Jeff Bridges lanciano il trailer di Tron: Ares al CinemaCon: “Ti colpirà dritto al cuore”

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Mentre il mondo è alle prese con le implicazioni dell’intelligenza artificiale, Tron: Ares sta arrivando nei cinema, offrendo effetti visivi sbalorditivi e un’avventura psichedelica ambientata in un futuro lontano. La Disney ha presentato in anteprima il film al CinemaCon. Sul palco, Jared Leto, la star del film, ha promesso che il nuovo film “ti colpirà dritto al cuore… ovunque essa sia”.

Il sequel di “Tron: Legacy” del 2010, che a sua volta era un seguito di lunga gestazione di “Tron” del 1982, racconta di un programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo digitale al mondo reale per una missione. Segna il primo incontro dell’umanità con esseri dotati di intelligenza artificiale.

Il trailer si è svolto sulle note della musica dei Nine Inch Nails ed è pieno di dettagli che creano un’atmosfera molto distintiva: biciclette rosso fuoco sfrecciano sulle autostrade, tagliando a metà le auto della polizia. C’è anche un’enorme macchina che incombe su un paesaggio urbano. L’atmosfera generale è molto punk rock. “Sto cercando qualcosa“, dice Leto con un tono inquietante e robotico. “Qualcosa che non capisco“.

Jeff Bridges, che ha recitato nel primo film e nel suo sequel, torna nei panni di Kevin Flynn, il giocatore che ha dato il via a tutto. Si è unito a Leto sul palco per presentare il nuovo film. “È un’esperienza visiva incredibile”, ha promesso Bridges. “Vi aspetta una sorpresa”.

Cosa racconta Tron: Ares

Tron: Ares segue un programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo digitale al mondo reale in una pericolosa missione, segnando il primo incontro dell’umanità con esseri dotati di intelligenza artificiale.

Il film è interpretato da Jared Leto, Greta Lee, Evan Peters, Hasan Minhaj, Jodie Turner-Smith, Arturo Castro, Cameron Monaghan e Gillian Anderson. La regia è di Joachim Rønning; i produttori sono Sean Bailey, Jeffrey Silver, Justin Springer, Leto, Emma Ludbrook e Steven Lisberger. Jeff Bridges torna nei panni di Kevin Flynn, il giocatore che ha dato il via a tutto.

Tron: Ares arriverà nei cinema il 10 ottobre 2025.

Jeremy Allen White canta Born to Run nel primo commovente trailer di Deliver Me From Nowhere su Bruce Springsteen

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Jeremy Allen White ha dimostrato di calzare alla perfezione i jeans attillati di Bruce Springsteen, lanciando un avvincente primo trailer per un film biografico su The Boss, intitolato Deliver Me From Nowhere, in occasione del CinemaCon.

White, vincitore di numerosi riconoscimenti per il suo lavoro in The Bear di Hulu, si è presentato alla convention annuale dei proprietari di cinema con la co-star Jeremy Strong al seguito. Parlando con il nuovo responsabile della distribuzione Disney Andrew Cripps durante la presentazione dello studio, l’attore ha parlato della pressione presentata dal film.

“È stato incredibile, impegnativo e un sogno che si è avverato. Mi sento davvero fortunato. Abbiamo avuto tutti la benedizione di Bruce. Il film racconta la storia di un momento cruciale, Bruce che lotta per conciliare le pressioni del successo con il suo passato”, ha detto White. Un trailer montato esclusivamente per i proprietari del cinema si apre con White nei panni di Springsteen in un parcheggio del New Jersey, mentre prova una Chevy 305. “So chi sei“, gli dice il rivenditore, sporgendosi verso la finestra. Lo Springsteen di White sorride e dice: “Questo fa di noi uno di noi“.

Jeremy Allen White presenta al CinemaCon Deliver Me From Nowhere

Strong interpreta Jon Landau, manager e confidente di Springsteen che, nei primi anni ’80, lo aiutò a ignorare il rumore della fama e delle aspettative per approfondire la sua arte. Un montaggio di spettacoli del giovane Springsteen, che mostra un padre (interpretato da Stephen Graham) determinato a crescere un combattente e una madre che cerca di insegnargli compassione e grazia.

“Quando Bruce era piccolo, aveva un buco nel pavimento della sua camera da letto. Un pavimento che dovrebbe essere solido? Dovrebbe essere in grado di stare in piedi, Bruce non ce l’aveva”, dice Landau di Strong in voice-over. “Bruce è un riparatore. Quello che sta facendo con questo album è riparare quel buco nel suo pavimento. Riparare quel buco in se stesso. Una volta fatto questo, riparerà il mondo intero”.

Il filmato si conclude con un’emozionante esibizione dal vivo della canzone più iconica di Springsteen, “Born to Run“. White indovina la voce roca di Springsteen, agitando i suoi capelli inzuppati di sudore sul palco e concludendo con uno split che fa cadere la sua chitarra elettrica sul pavimento insieme a lui.

I 20th Century Studios distribuiranno “Deliver Me From Nowhere” alla fine del 2025.

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