Vi sono attori divenuti vere e
proprie icone del cinema d’azione, che dagli anni Ottanta ad oggi
hanno contribuito ad impreziosire il genere con i loro film. Nel
2010, tutti questi hanno avuto modo di riunirsi in I
mercenari – The Expendables (qui la recensione),
scritto, diretto e interpretato da Sylvester
Stallone. Il celebre protagonista di film come
Rambo e
Rocky ha così dato vita ad un vero e proprio evento
cinematografico, capace di attirare generazioni e generazioni di
spettatori cresciuti con questo genere cinematografico e i suoi
indimenticabili protagonisti. Il cast riunisce infatti attori come
Arnold
Schwarzenegger, interprete di Terminator,
Bruce
Willis, interprete di Die Hard, e Jason
Statham, noto per più recenti film d’azione.
L’idea per il film nacque dallo
sceneggiatore Dave Callaham, che sottopose poi il
progetto a Stallone. Questi era intenzionato a realizzare un vero e
proprio ensemble d’azione, e decise di curare il titolo sotto più
punti di vista, facendolo diventare un vero e proprio omaggio al
genere reso grande da lui e i suoi amici e colleghi. Data la grande
presenza di azione nel film, Stallone dichiarò che si trattava del
progetto più difficile della sua carriera, e che molte situazioni
ebbero bisogno di grande preparazione affinché risultassero come
previsto. Il film riuscì infine ad arrivare in sala, suscitando
critiche contrastanti, dove però si elogiava il grande
intrattenimento messo in scena.
Costato 80 milioni di dollari, il
film riuscì a guadagnarne oltre 274 in tutto il mondo. Tale grande
successo, basato in particolare sull’affetto degli spettatori verso
gli attori protagonisti, spinse i produttori e lo stesso Stallone a
realizzare dei sequel, ai quali si sono aggiunti nuovi celebri
attori e dove è stata garantita l’azione e la violenza che hanno
contraddistinto il primo capitolo. Numerose sono le curiosità
legate a tale titolo, da quelle relative al cast a dove trovare e
vedere il film in streaming. Proseguendo nella lettura sarà
possibile scoprire tutto ciò e anche molto altro.
Sylvester Stallone, Jet Li, Jason Statham, Terry Crews e Randy
Couture in I mercenari – The Expendables
La trama di I
mercenari – The Expendables
Protagonisti del film sono il gruppo
di mercenari noti come Expendables, i quali svolgendo tale mestiere
vivono nell’ombra, agendo lì dove altri falliscono. Come suggerisce
anche il loro nome, questi sono coloro che possono essere
sacrificati. Si tratta di agenti che uccidono su commissione della
CIA e che vengono inviati ad operare in situazioni ad alto rischio
di morte. La squadra è capitanata da Barney Ross,
e al suo interno vi sono alcuni dei più abili combattenti del
mondo. Questi sono Lee Christmas, il reduce
Yin Yang, l’esperto d’armi Hale
Ceaser e l’appassionato di esplosivi Toll
Road. Inviati a salvare un membro della CIA preso in
ostaggio, questi offre poi al gruppo una nuova missione.
Si tratta di rovesciare il dittatore
dell’isola di Vilena, un piccolo stato nel golfo del Messico, i cui
traffici illeciti non fanno che deturpare la vita del luogo. Giunti
sul luogo, i mercenari scoprono però che qualcuno ha già tolto il
potere dalle mani del dittatore Garza. Si tratta
di James Munroe, ex agente federale ora corrotto.
La missione sembra dunque saltare, ma una vecchia conoscenza di
Ross, il cui nome è Tool, lo convincerà a rimanere sull’isola per
cercare di ristabilire l’ordine. Mentre architettano un piano per
portare a termine quanto stabilito, il gruppo scopre però che tra
di loro vi è un traditore, e che a causa di questo rischiano tutti
di andare in contro a morte certa. La missione più difficile per il
gruppo di Expendables ha così inizio.
Il cast del film
Ad interpretare il protagonista del
film, Barney Ross, è dunque Sylvester Stallone, il quale ebbe non pochi
problemi a ricoprire tale parte. Date le numerose scene e acrobazie
d’azione, egli arrivò infatti a riportare ben quattordici
infortuni, tra cui una grave frattura al collo che lo costrinse ad
operarsi. Accanto a lui vi è poi Jason Statham nei panni di Lee Christmas,
Jet Li in quelli di Yin Yang e
TerryCrews nel ruolo di Hale
Caesar. Vi è poi il celebre Dolph Lundgren, noto
per aver interpretato Ivan Drago in Rocky IV, che dà qui volto a Gunnar Jensen, mercenario
con problemi di droga e poco incline al rispetto dell’autorità.
Infine, Mickey
Rourke interpreta Tool, membro “in pensione” del
gruppo che tornerà a dare una mano ai colleghi. L’attore ha
dichiarato di aver accettato di partecipare al film per sdebitarsi
di un favore che Stallone gli fece anni prima.
Particolarmente celebre è anche il
cameo dell’attore Arnold Schwarzenegger, che compare nei panni
del capo di un gruppo di mercenari rivale di quello di Ross.
L’attore
Bruce Willis è invece l’agente della Cia Church, il
quale ingaggia gli Expendables per la rischiosa missione. Questi
due attori accettarono di comparire a titolo gratuito nel film, in
quanto amici di vecchia data di Stallone. Questo è anche il primo
film che li vede recitare tutti e tre insieme. Infine, nel film
compaiono anche Eric Roberts nei panni del
corrotto James Munroe, il wrestler Stone Cold Steve
Austin nel ruolo di Dan Payne e Giselle
Itié, la quale interpreta Sandra, donna che il gruppo di
mercenari si troverà a dover salvare da morte certa.
Dolph Lundgren, Sylvester Stallone e Jet Li in I mercenari – The
Expendables
I sequel di I mercenari –
The Expendables
Dato il grande successo del film,
nel 2012 è stato portato al cinema il suo sequel diretto, I mercenari
2. Stallone ha per questo lasciato il posto di regista per
dedicarsi esclusivamente a riprendere il ruolo di Barney Ross. Il
film ha poi visto l’introduzione di nuovi celebri volti del cinema
d’azione, come Jean-Claude Van
Damme e Chuck Norris. Due anni dopo
esce poi il terzo film della serie, I mercenari
3, a cui si aggiungono ulteriori grandi icone del genere
action. Questi sono Antonio Banderas,
Kellan Lutz, Wesley Snipes,
Harrison
Ford e Mel
Gibson, il quale interpreta il ruolo dell’antagonista
principale. Stallone ha poi annunciato nel 2016 un quarto capitolo della
serie, che dovrebbe concludere la storia.
Il film – dal titolo I mercenari 4 – Expendables (qui
la recensione) è poi arrivato in sala solo nel 2022, con un
cast composto da
Sylvester Stallone, Sistine Stallone,
Jason Statham,
Megan Fox, Dolph Lundgren, Andy Garcia, Tony Jaa, 50
Cent e Randy Couture. In questo quarto
capitolo, diretto da Scott Waugh, i
mercenari si schierano contro un trafficante d’armi che
comanda la potenza di un enorme esercito privato. In questo film,
tuttavia, Stallone ha principalmente un ruolo di supporto, mentre
il vero protagonista è il personaggio interpretato da
Statham.
Il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. I mercenari – The
Expendables è infatti presente su Apple iTunes,
Now, Rai Play e Prime Video. Per poter usufruire del
film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per sabato 5aprile
alle ore 21:20 sul canale Rai
4.
Il finale di Zodiac
di David Fincher riflette la triste verità di un
crimine reale: le prove non sono sufficienti per stabilire che
Arthur Leigh Allen è il killer dello Zodiaco.
Allen era il principale sospettato in quello che è ancora oggi uno
dei casi irrisolti più celebri della storia, ma come mostra il
finale del film del 2007, la montagna di prove circostanziali non è
stata sufficiente per accusare Allen, poi morto di infarto prima
che si potesse giungere ad una verità. Il film, basato sull’omonimo
libro di Robert Greysmith (interpretato da
Jake Gyllenhaal nel film), racconta
dunque del regno di terrore del misterioso serial killer e di
coloro che cercarono di smascherarlo.
Nel film Zodiac,
infatti, un agente di polizia e due reporter sono dunque
ossessionati dalla scoperta della sua identità. La loro ossessione
cresce mentre il killer miete vittime e deride le autorità con
lettere indecifrabili. In quello che è indicato come uno dei
migliori film di David Fincher, coloro che
indagavano sul caso volevano dunque così tanto porre fine
all’orrore che l’assassino aveva scatenato nella loro zona, al
punto da doversi accontentare della loro migliore ipotesi
sull’assassino, invece di trovare qualcuno che corrispondesse alle
prove concrete. La paura, il trauma e lo strazio portarono
Arthur Leigh Allen a essere frettolosamente
identificato come il killer dello Zodiaco.
Arthur Leigh Allen non era
l’assassino dello Zodiaco
Alcuni eventi possono essere stati
leggermente esagerati per il bene del film, ma alla fine gli eventi
di Zodiac si sono svolti nello stesso modo in cui
si sono svolti nella vita reale. Arthur Leigh
Allen è stato per anni il principale sospettato, con
pesanti prove circostanziali a suo carico. Proprio quando sembrava
che la polizia potesse arrivare ad una svolta nel caso, Allen morì
inaspettatamente per cause naturali. Sulla carta, sembrava davvero
che fosse il famoso serial killer dello Zodiaco. Ma le prove
fisiche semplicemente non c’erano, il che significa che non poteva
essere lui.
Gli investigatori e i cittadini
della California settentrionale arrivarono a credere che si
trattasse di Allen semplicemente perché avevano bisogno di riparare
i danni che il killer dello Zodiaco aveva causato nella loro
comunità. La paura, la rabbia e il dolore nella Bay Area erano
tangibili e Zodiac lo dimostrò in modo appropriato attraverso la
lente di Graysmith, David Toschi (Mark
Ruffalo) e Paul Avery (Robert
Downey Jr.). Questi uomini volevano così tanto salvare
la loro comunità che hanno rinunciato a tutto per farlo. Essendo
Avery un giornalista di cronaca nera del Chronicle, si appassionò
al caso Zodiac, al punto che iniziò a ricevere minacce di morte e a
ricorrere a droghe e alcool.
L’ossessione di Toschi portò invece
all’accusa di aver falsificato una lettera di Zodiac, cosa che
spinse il suo dipartimento a degradarlo. Il film descrive anche
come, una volta che Greysmith ha reso pubblico il suo libro, la sua
famiglia ha iniziato a ricevere telefonate dove si udiva solo un
respiro pesante. La moglie era talmente turbata dalla sua
ossessione per il killer dello Zodiaco che chiese il divorzio.
Questi uomini avevano bisogno che Allen fosse il Killer dello
Zodiaco perché avevano bisogno che il dolore della California
cessasse. Anche se non ci sono mai state prove fisiche, accettare
che fosse lui l’assassino ha tranquillizzato alcuni. Purtroppo, le
famiglie delle vittime ritratte in Zodiac non avranno mai lo stesso
conforto.
La calligrafia di Arthur Leigh
Allen non corrisponde a quella del killer dello Zodiaco
L’assassino dello Zodiaco ha
iniziato a farsi un nome grazie alle lettere scritte a mano.
All’inizio del film, iniziò a inviare lettere al San Francisco
Chronicle, vantandosi e deridendolo. Trovare una corrispondenza con
la calligrafia significava che le autorità avevano il loro uomo.
L’agente di polizia Dave Toschi iniziò a sospettare di Allen per
diverse ragioni circostanziali. Indossava un orologio dello
Zodiaco, che portava lo stesso simbolo inciso su tutte le lettere
anonime del Killer. Anche la personalità di Allen corrispondeva a
quella di un serial killer. Era un tipo taciturno, socialmente
impacciato ed era additato come pedofilo.
Toschi fece analizzare la
calligrafia di Allen e rimase però sconvolto quando scoprì che non
corrispondeva. Anche se la calligrafia di Allen non è risultata
compatibile, le prove indiziarie sono state sufficienti a tenere
Allen in cima ai suoi pensieri per tutto il resto delle indagini
sul caso Zodiac. Nonostante l’esito negativo, infatti, le autorità
decisero di non scartare Allen come possibile Zodiac. La possibile
associazione del suo nome a quella dell’assassino rappresentò il
primo raggio di luce in un periodo buio e spaventoso per gli
abitanti dell’area di San Francisco.
La balistica e le impronte della
scena del delitto Zodiac non corrispondono ad Arthur Leigh
Allen
Come mostra la rappresentazione
cinematografica della storia vera di Zodiac, il
caso contro Arthur Leigh Allen era dunque privo di prove fisiche,
ma Toschi non poteva comunque lasciar perdere. Si rivolse a un
secondo parere sulla calligrafia e ricevette notizie incoraggianti.
Il secondo analista della calligrafia condivideva una teoria
secondo cui un cambiamento di personalità può portare ad altri
cambiamenti in una persona, come la sua calligrafia. Ma una teoria
basata su congetture non era sufficiente per condannare qualcuno
come assassino, così Toschi e la sua squadra ottennero un mandato
di perquisizione per setacciare la roulotte di Allen.
Gli agenti di polizia trovarono
abbastanza prove che avrebbero dovuto ipoteticamente inchiodare
Arthur Leigh Allen. Aveva la stessa giacca a vento trovata sulla
scena del crimine. Le sue misure di scarpe e guanti corrispondevano
a quelle dello Zodiaco. Possedeva una pistola. Allen si trovava in
zona quando è avvenuto uno degli omicidi dello Zodiaco.
Corrispondeva perfettamente al profilo, eppure in qualche modo il
secondo campione di calligrafia, la balistica e le impronte nella
sua roulotte non corrispondevano a quelle dello Zodiaco.
Toschi, come altri coinvolti nelle
indagini, era diventato ossessionato dall’idea che Arthur Leigh
Allen fosse il killer dello Zodiaco. Perciò rimase scioccato e
sconvolto quando scoprì che non c’era un briciolo di prova fisica
che indicasse che Allen era l’assassino. Toschi ammette persino nel
film di non essere sicuro se pensasse davvero che Allen fosse lo
Zodiaco o se volesse solo che fosse lui. La paura e l’incertezza
avevano invaso la sua città natale. Come mostra Robert Graysmith,
alcune persone erano troppo spaventate per perdere di vista i
propri figli. Toschi voleva solo che la caccia al serial killer
finisse.
Arthur Leigh Allen, californiano,
nato nel 1933, aveva già un passato burrascoso quando le indagini
sullo Zodiaco presero il via. Aveva avuto problemi con la legge per
aver abusato sessualmente di bambini, il che, tra gli altri
fattori, faceva sembrare la sua innocenza sempre meno probabile. Si
dice anche che sia stato congedato con disonore dalla Marina negli
anni Cinquanta. Allen morì poi per insufficienza cardiaca nel 1992
e anni dopo, nel 2007, fu pubblicato un documentario sul killer
dello Zodiaco intitolato His Name Was Arthur Leigh Allen.
Nonostante ciò, non ci sono mai state prove sufficienti per
dimostrare che Allen fosse il famigerato assassino seriale.
Chi erano gli altri sospettati del
Killer dello Zodiaco?
Zodiac non è dunque mai stato
catturato e, sebbene il film si concentri su Arthur Leigh Allen, in
realtà ci sono altri tre principali sospettati su cui la polizia
stava indagando. Il primo è Richard Gaikowski, il
quale assomiglia in modo inquietante agli identikit della polizia.
Gaikowski è nato nel 1936 ed è morto nel 2004 di cancro. Ha fatto
un breve periodo nell’esercito come medico e si è trasferito a San
Francisco nel 1963. Il primo degli omicidi dello Zodiaco avvenne a
meno di cinque miglia da casa sua. Quando gli è stato chiesto un
alibi, ha dichiarato di essere fuori dal Paese al momento di alcuni
degli omicidi. Tuttavia, i registri dei passaporti hanno dimostrato
che si trattava di una bugia.
Un’altra scelta popolare, oltre ad
Allen, era un uomo di nome Rick Marshall, il cui
vero nome era Joe Don Dickey. Marshall/Dickey ha
vissuto per 40 anni nella zona di Bay e dintorni prima di morire
per problemi legati al morbo di Parkinson. Durante gli omicidi di
Zodiac, lavorava in un cinema muto e aveva anche prestato servizio
in Marina. Divenne sospettato nel 1976 dopo aver fatto commenti
sospetti sulla sua radio amatoriale. Inoltre, una delle lettere del
killer di Zodiac fu scritta il giorno del suo compleanno.
L’ultimo sospettato al di fuori di
Allen era Lawrence Klein, che si presentava con lo
pseudonimo (uno dei tanti) di Larry Kane. Kane
aveva un ampio passato criminale che risaliva agli anni Quaranta.
La sorella di una vittima dello Zodiaco, Darlene
Ferrin, ha dichiarato che Kane ha seguito la sorella per
mesi prima dell’omicidio. Inoltre, Kathleen Johns
ha identificato proprio Kane come il suo rapitore dopo essersi
imbattuta nel killer dello Zodiaco. Alla fine, Kane è morto nel
2010 a Reno, in Nevada. Quindi, sebbene Zodiac si concentri
principalmente su Allen, c’erano altri sospetti che si adattavano
al caso.
Sono ormai passati più di 50 anni da
quando il killer dello Zodiaco ha iniziato il suo regno di terrore
in California e il caso rimane irrisolto. Tuttavia, questo non
significa che gli investigatori non ci stiano ancora lavorando.
Nell’ottobre del 2021 il caso è tornato a far parlare di sé, quando
TMZ ha riportato la notizia che un team investigativo composto da
giornalisti, forze dell’ordine e ufficiali dell’intelligence
militare, noto come “The Case Breakers”, aveva scoperto l’identità
del Killer dello Zodiaco e aveva fatto il nome di Gary
Francis Poste, smentendo ulteriormente le voci su Arthur
Leigh Allen.
Tuttavia, l’FBI si
pronunciò quasi subito contro questa notizia. Sia l’FBI che le
forze dell’ordine californiane hanno contestato il fatto che
l’identità del Killer dello Zodiaco sia stata trovata in seguito
alla notizia riportata da TMZ, ma ciò che è più interessante è che
entrambe le forze dell’ordine hanno rivelato che il caso è ancora
aperto. Ciò significa che, anche a distanza di oltre 50 anni, si
sta ancora indagando sull’identità del Killer dello Zodiaco. Non è
chiaro a che livello si trovi l’indagine, né quanto grande sia il
team incaricato di esaminare le prove. Tuttavia, è possibile che
con un nuovo sguardo si possano prima o poi trovare ulteriori
risposte sull’identità di Zodiac.
Si è spento all’età di 72, dopo una
lunga malattia, l’attore Antonello Fassari, volto
amatissimo del piccolo schermo, dove è divenuto popolarissimo
grazie alla fiction ICesaroni,
dove ha recitato nel ruolo di Cesare dal 2006 al 2014, rendendosi
memorabile in particolare grazie all’espressione “Cheamarezza!”. Ma ridurre la sua carriera a questo titolo
sarebbe a dir poco riduttivo: Fassari si è diplomato all’Accademia
d’arte drammatica Silvio d’Amico nel 1975 e da quel momento ha
lavorato ininterrottamente tra teatro, televisione e cinema.
Nell’ultimo decennio si è ad esempio
fatto apprezzare in film come
La mossa del pinguino– esordio alla regia dell’amico
fraterno Claudio Amendola, Suburra, Non
ci resta che il crimine, L’agenzia
dei bugiardi, I
cassamortari(di nuovo diretto da Amendola), L’ultima volta che siamo stati
bambini e Flaminia.
La sua ultima apparizione televisiva è relativa al programma Rai
“La volta buona”, mentre è noto che l’attore non avrebbe
ripreso il ruolo di Cesare nella nuova stagione de I
Cesaroni, le cui riprese sono attualmente in corso e che verrà
dedicata alla sua memoria.
Proprio Claudio Amendola non ha
tardato a ricordare l’amico affermando: “Sarai per sempre mio fratello. Sapevamo che questa
serie nuova sarebbe stata dedicata a lui. Per me è un pezzo di vita
che va via, è dura anche parlare. Mi aspetto che stia borbottando
da qualche parte lassù“. La notizia è indubbiamente un duro
colpo per chi è cresciuto con la fiction Mediaset e che proprio
in Antonello Fassari ritrovava un
personaggio indimenticabile, capace di parlare a giovani e
adulti.
Adaline
– L’eterna giovinezza(qui
la recensione) ha una premessa unica e un finale affascinante.
Nel panorama del cinema moderno, dove spesso dominano gli
adattamenti e i sequel, questo film del 2015 emerge come una
narrazione originale e rinfrescante, tessendo un racconto che
cattura l’immaginazione con la sua miscela di romanticismo,
fantasia e dramma. Il film presenta la straordinaria vita di
Adaline Bowman (Blake
Lively), una donna che cessa di invecchiare dopo un
bizzarro incidente. Adaline intraprende così un viaggio emotivo
lungo decenni, sollevando profonde domande sul tempo, sull’identità
e sull’esperienza umana.
La storia si svolge con Adaline alle
prese con le complessità dell’eterna giovinezza, in un contesto di
cambiamento delle epoche e delle norme sociali. Adaline –
L’eterna giovinezza si distingue non solo per la sua
premessa unica, ma anche per il modo in cui approfondisce le
implicazioni emotive e filosofiche della sua anomalia centrale.
Sfida gli spettatori a riflettere sulla vera natura
dell’immortalità, non come un sogno fantastico ma come una realtà
ricca di sfumature, di sfide e di introspezione. Il film esplora
infatti in modo intricato temi come la natura fugace dell’amore,
l’essenza dell’identità personale e l’inevitabile incedere del
tempo.
Cosa accade nel finale di
Adaline – L’eterna giovinezza
Nel finale di Adaline –
L’eterna giovinezza, la narrazione raggiunge un culmine
struggente: Adaline Bowman, rimasta ventinovenne per otto decenni,
affronta una svolta drammatica. Per tutta la durata del film,
Adaline naviga nella vita con cautela, nascondendo il suo aspetto
permanente cambiando regolarmente identità. Tuttavia, il suo mondo
viene sconvolto durante una visita alla casa di famiglia del suo
attuale fidanzato, Ellis Jones (Michiel Huisman). Qui Adaline
incontra il padre di Ellis, William (Harrison
Ford), che, con suo grande stupore, è un ex amante
conosciuto decenni prima. Questo incontro inaspettato porta il suo
passato e il suo presente in rotta di collisione.
Nel corso della storia, Adaline si
confronta con le complessità dell’amore e dell’identità. Il film
raggiunge il suo culmine quando Adaline viene coinvolta in un
incidente che ricorda quello che le ha causato l’assenza di
invecchiamento. Questo secondo incidente inverte la condizione di
Adaline, permettendole di invecchiare di nuovo normalmente. Il film
si conclude così con Adaline che abbraccia questo cambiamento,
pregustando una vita di invecchiamento naturale e costruendo
potenzialmente un futuro con Ellis. Il finale segna dunque un
cambiamento significativo per Adaline, che passa da una vita di
eterna giovinezza e solitudine a una di normalità e
connessione.
Come ne Il curioso caso di Benjamin Button, il mistero
centrale de Adaline – L’eterna giovinezza ruota
attorno alla cessazione dell’invecchiamento della protagonista. Il
film presenta una spiegazione scientifica fittizia di questo
fenomeno. Adaline Bowman, dopo un incidente d’auto negli anni ’30,
diventa immune alle ingiurie del tempo grazie a una rara
combinazione di eventi. Durante l’incidente, l’auto di Adaline
viene colpita da un fulmine dopo che lei si è tuffata in un fiume
gelido. Questa straordinaria sequenza porta a un fenomeno
scientifico fittizio in cui i telomeri di Adaline, la parte del
cromosoma responsabile dell’invecchiamento, diventano in qualche
modo immuni alla degradazione.
Il film mescola elementi di fantasia
e pseudoscienza per creare una spiegazione plausibile della
condizione di Adaline. Questa scelta aggiunge uno strato di intrigo
e mistero alla narrazione, invitando gli spettatori a sospendere
l’incredulità e a impegnarsi nella premessa unica del film.
L’aspetto scientifico della storia, sebbene non sia basato sulla
biologia del mondo reale, serve come espediente narrativo per
esplorare temi più profondi del tempo, della perdita e
dell’esperienza umana. La condizione di Adaline è una porta
d’accesso a discussioni su cosa significhi vivere veramente, invece
di limitarsi a esistere, e sull’impatto del tempo sulle relazioni
umane e sull’identità.
L’immortalità di Adaline è una
maledizione più che una benedizione
Nel corso di Adaline –
L’eterna giovinezza, il film ritrae l’immortalità di
Adaline Bowman come una maledizione piuttosto che come una
benedizione. Sebbene l’idea dell’eterna giovinezza possa
inizialmente sembrare desiderabile, il film analizza la solitudine
e il peso emotivo di una vita senza fine. La condizione di Adaline
la intrappola in un perenne stato di cautela e segretezza,
impedendole di stringere relazioni durature o di rivelare il suo
vero io. Guarda il mondo cambiare intorno a lei mentre lei rimane
la stessa, un’esperienza che le procura più dolore che piacere.
Il film illustra con forza il
desiderio umano di connessione e il dolore della perdita perpetua.
Adaline è costretta ad assistere all’invecchiamento e alla morte
dei suoi cari, compresa la complessità del suo rapporto con la
figlia anziana, Flemming (Ellen
Burstyn). La sua immortalità diventa un ostacolo per
sperimentare la naturale progressione della vita, portando a un
profondo senso di isolamento e di insoddisfazione. Questo ritratto
sfida la narrazione tradizionale dell’immortalità come fantasia
ambita, evidenziando il valore intrinseco dell’invecchiamento e del
ciclo della vita umana. Il film utilizza quindi la condizione unica
di Adaline come lente per esplorare i temi della mortalità.
Uno dei rapporti più toccanti di
Adaline – L’eterna giovinezza è quello tra Adaline
e sua figlia Flemming. Con l’avanzare del film, Flemming diventa
una donna anziana mentre sua madre, Adaline, rimane fisicamente
immutata. Un po’ come avviene in Interstellar,
soprattutto nel confronto finale tra il protagonista e la sua ormai
anziana figlia. Questa dinamica insolita aggiunge un livello di
complessità al loro rapporto, in quanto Flemming si confronta con
la realtà dell’invecchiamento, mentre sua madre non lo fa. Alla
fine del film, con il ritorno di Adaline al naturale processo di
invecchiamento, il loro rapporto trova un nuovo equilibrio.
Flemming, che ha vissuto la maggior
parte della sua vita con il segreto della condizione della madre,
vede finalmente la possibilità di un rapporto madre-figlia più
convenzionale. Questo cambiamento porta un senso di chiusura e di
sollievo a entrambi i personaggi. L’arco caratteriale di Flemming
si conclude dunque con un senso di accettazione e comprensione,
poiché vede la madre abbracciare il corso naturale della vita.
Questo cambiamento nella loro dinamica simboleggia un ritorno alla
normalità e la guarigione delle ferite emotive causate dall’aspetto
innaturale della loro relazione. Il film chiude così la storia di
Flemming con un senso di speranza e un legame rinnovato.
Il significato del nome di
Adaline
Il nome “Adaline”
ha un significato importante ed è parte integrante della narrazione
del film. Etimologicamente, Adaline deriva dalla parola germanica
“adal”, che significa “nobile”.
Questa connotazione di nobiltà e atemporalità si addice a un
personaggio che vive attraverso più generazioni mantenendo la sua
grazia e dignità. La scelta di questo nome riflette la natura
duratura del personaggio di Adaline, che, nonostante le sue sfide,
rimane resistente e forte. Inoltre, il nome Adaline può essere
visto come una metafora dell’esplorazione del tempo e dell’identità
del film.
Così come il suo nome porta con sé
un senso di storia e di eredità, il personaggio di Adaline incarna
l’accumulo di esperienze e di saggezza che derivano da una lunga
vita. Tuttavia, a differenza del suo nome, che rimane costante, la
vita di Adaline è segnata da cambiamenti e adattamenti, mentre
attraversa epoche diverse. Il nome Adaline funge quindi da simbolo
sia della permanenza che della transitorietà della vita,
racchiudendo i temi centrali del film e la natura paradossale
dell’esistenza di Adaline.
Il finale di Adaline –
L’eterna giovinezza è dunque carico di simbolismo e di
significati più profondi, che trascendono la narrazione
superficiale di una donna che ricomincia a invecchiare. La
conclusione del film non riguarda solo la cessazione dell’eterna
giovinezza di Adaline, ma è anche un commento sulla natura della
vita, dell’amore e del passare del tempo. Permettendo finalmente ad
Adaline di invecchiare, il film sottolinea la bellezza e
l’importanza della progressione naturale della vita. Celebra
l’idea che la vera realizzazione deriva dall’abbracciare il
cambiamento e dal vivere la vita in tutte le sue fasi. Inoltre, il
finale rappresenta una liberazione per Adaline.
Per decenni è stata oppressa dal
segreto della sua assenza di età, che l’ha isolata dal creare
legami autentici. Quando inizia a invecchiare, si libera di questo
fardello, permettendole di stringere relazioni autentiche e di
vivere senza paura di essere scoperta. Questa trasformazione
simboleggia una rinascita per Adaline, offrendole una seconda
possibilità di vita in cui può impegnarsi pienamente con il mondo e
con coloro che ama. The Age of Adaline si conclude con una nota di
speranza, suggerendo che non è mai troppo tardi per ricominciare e
che abbracciare la nostra mortalità può portare a un’esistenza più
ricca e significativa.
Devil May Cry di
Adi Shankar è finalmente disponibile in streaming
su Netflix,
ed è bello come i fan si aspettavano. La nuova versione della
storia di Dante è incredibile e, sebbene la serie
anime presenti diversi personaggi della famosa serie di
videogiochi, introduce anche alcuni personaggi originali. La prima
stagione della serie anime è stata incentrata sulla scoperta da
parte di Dante della sua vera identità e sull’accettazione del
sangue demoniaco di Sparda che scorre nelle sue
vene.
Il Bianconiglio è
stato un incredibile cattivo per la prima stagione e ha spinto
Dante ai suoi limiti. Alla fine, il protagonista ha impedito
l’Armageddon e ha sconfitto il nemico con l’aiuto di
Mary. Detto questo, una nuova minaccia incombe
però sul figlio di Sparda. Egli deve ancora affrontare i veri
nemici della sua storia, che sono stati presentati proprio nei
momenti finali della prima stagione. In questo articolo, esploriamo
il finale di Devil May Cry e ciò che
predispone per il futuro.
Dante è il figlio di Demon
Sparda
Fin dall’infanzia,
Dante (Johnny Yong Bosch) aveva
una forza e una velocità sovrumane, ed è proprio per questo che è
diventato un cacciatore di demoni così temuto. Inoltre, possedeva
una straordinaria capacità di guarigione, per cui era estremamente
difficile per qualsiasi nemico ucciderlo. Tuttavia, queste capacità
non erano un dono di Dio, bensì una benedizione del Diavolo.
Sparda era il guerriero più forte dell’esercito di
Mundus. Due millenni prima degli eventi attuali,
il regno dei demoni e quello degli umani erano confinanti, quindi
Mundus voleva conquistare l’umanità e governare su entrambi i
mondi.
Tuttavia, la coscienza di Sparda lo
costrinse a impedirgli di commettere questo genocidio. Il demone
non solo sconfisse innumerevoli soldati dell’esercito demoniaco, ma
creò anche una barriera tra i due mondi attraverso un incantesimo.
La barriera impediva ai demoni di entrare nel mondo umano. Mentre
Sparda rimase nel regno umano e divenne un eroe dell’umanità,
Mundus rimase nel regno demoniaco e ne sfruttò le risorse. Alla
fine, Sparda entrò in contatto con una donna umana ed ebbe due
figli, Dante e Vergil. Essendo figli di un demone,
sia Dante che Vergil erano incredibilmente potenti, ma i ragazzi
non sapevano che il loro padre era un demone.
Sparda, per qualche motivo,
abbandonò la sua famiglia e i ragazzi furono affidati alle cure
della madre. Anche se la barriera era efficiente, aveva comunque
qualche difetto. Un’anomalia causò la comparsa di alcuni portali
interdimensionali per brevi periodi. Mundus nutriva un odio immenso
per Sparda, ma non poteva usare il portale perché non permetteva ai
demoni più grandi o più potenti di passare da un mondo all’altro. I
demoni più deboli, invece, potevano usare liberamente i portali, se
ne conoscevano l’ubicazione.
Mundus voleva che Sparda provasse
dolore, così inviò alcuni dei suoi soldati attraverso il portale
per uccidere la famiglia del demone. Questi trovarono la famiglia
di Sparda e uccisero la madre e il fratello di Dante, mentre il
ragazzo rimase nascosto. Dante vide dunque la sua famiglia morire
per mano dei demoni, ma non poté fare nulla perché era ancora un
bambino. Una volta cresciuto, usò i suoi poteri per uccidere i
demoni, a patto di essere pagato. Uccidere i demoni era il suo modo
di vendicarsi per quello che era successo alla sua famiglia.
Il Bianconiglio non è un
demone
Inizialmente gli spettatori
pensavano che il Bianconiglio fosse una specie di demone, ma non
era così. Si trattava invece di un umano che aveva attraversato il
regno dei demoni attraverso un portale quando era bambino. Mentre
nel regno umano tutti lo evitano, il ragazzo viene accettato dai
demoni. Crebbe all’Inferno e condusse una vita felice, fino a
quando l’aria tossica del regno demoniaco non uccise diversi demoni
che amava. Il ragazzo umano non voleva che i demoni morissero a
causa dell’aria tossica, così creò un dispositivo per tracciare la
comparsa di portali interdimensionali.
Il ragazzo pensava di poter salvare
questi demoni innocenti portandoli nel regno umano. Tuttavia,
questi demoni, che non avevano nulla a che fare con la Guerra
Santa, furono uccisi da Mary e dai suoi alleati di DARKCOM. Il
ragazzo aveva già subito abbastanza perdite, così, invece di
portare questi demoni selettivi in modo pacifico, decise di rompere
la barriera tra i due mondi. Sapeva che una volta eliminata la
barriera, l’umanità sarebbe stata invasa da demoni tutt’altro che
pacifici. Ma era pronto a pagare questo prezzo affinché i demoni
avessero pari opportunità di sopravvivenza.
Disprezzava l’umanità perché aveva
il privilegio dell’aria fresca mentre ignorava il mondo invisibile
di Makai. Prima di poter intraprendere una guerra contro gli umani,
il ragazzo doveva diventare più forte per affrontare Dante e i
soldati della DARKCOM. Così, ha creato un dispositivo per mantenere
un flusso costante di sangue demoniaco all’interno del suo corpo,
che gli ha conferito una forza incredibile e una straordinaria
capacità di guarigione. Poiché era un grande fan di Alice nel
Paese delle Meraviglie, creò una maschera da Coniglio per
nascondere la sua vera identità.
Egli sapeva anche che avrebbe avuto
bisogno di alcune cose per rompere la barriera di Sparda: la spada
di Sparda e i due amuleti che trasmettono il potere e del sangue di
Dante e Vergil. Doveva allora raccogliere il sangue di Dante dopo
che questi aveva raggiunto la sua forma di Devil Trigger. Per
questo motivo, schernisce e spinge Dante ai suoi limiti, affinché
il ragazzo possa sbloccare il potere del Diavolo che è in lui. Alla
fine, il Coniglio ottenne tutto ciò di cui aveva bisogno, ma gli
sforzi congiunti di Dante e Mary lo ostacolano. La barriera è stata
aperta, ma non per molto, perché Dante ha tagliato il corpo del
Coniglio a metà con la sua spada.
L’episodio finale lascia presagire
eventi più oscuri per la seconda stagione di Devil May
Cry
La barriera rimane, ma i portali
interdimensionali appaiono ancora in entrambi i regni. Questa volta
William Baines, il vicepresidente americano,
decide di attaccare Makai, credendo di fare “l’opera del Signore”.
L’esercito americano uccide diversi demoni innocenti e crea una
massiccia base militare all’Inferno in un breve lasso di tempo.
Tuttavia, l’uomo arrogante non sa che la minaccia più grande lo
attende nel Regno dei Demoni, tra cui Mundus.
La più grande rivelazione del finale
la ha però Dante scoprendo che suo fratello è ancora vivo. Vergil
era stato forse rapito dai demoni che lo avevano attaccato tanti
anni prima. Mentre Dante credeva che suo fratello fosse morto,
Vergil era stato sottoposto a un lavaggio del cervello da parte di
Mundus per combattere dalla parte dei demoni. In realtà, fu proprio
Vergil a dare la sua metà dell’Amuleto, insieme al suo sangue, al
Bianconiglio. Dante non voleva abbandonare il fratello, ma Mary lo
tradisce prima che possa andare a cercare Vergil.
Mary sapeva che il Vicepresidente
William Baines stava commettendo un genocidio, ma seguì comunque i
suoi ordini. Sapeva che lui è la chiave di tutto, così il tenente
paralizza Dante iniettandogli un siero. Banes fa cadere Dante in un
sonno profondo e si impossessa della spada di Sparda e
dell’Amuleto. Mentre Dante è tenuto prigioniero in una struttura
militare americana, Vergil è pronto a guidare l’esercito dei demoni
contro gli umani. Ora, nella seconda stagione di Devil May
Cry, Dante non dovrà combattere solo contro Vergil e
Mundus, ma anche contro l’esercito americano.
The
White Lotus, creata da Mike White, ha posto molte
domande che troveranno sicuramente risposta nel finale extralarge
(90 minuti!) della terza stagione. Chi è il corpo a faccia in giù
nello stagno dell’hotel? Chi ha sparato quei colpi uditi all’inizio
della stagione? Belinda (Natasha Rothwell)
accetterà l’offerta di Greg (Jon Gries)? Timothy
(Jason
Isaacs) soccomberà all’oscurità, trascinando con sé la
moglie Victoria (Parker Posey) o il figlio Saxon
(Patrick Schwarzenegger)? Piper (Sarah
Catherine Hook) riuscirà a realizzare il sogno di restare
in Thailandia, e suo fratello Lochlan (Sam Nivola)
riuscirà a integrarsi?
Le guardie del corpo di Sritala
(Lek Patravadi) andranno a cercare Rick
(Walton Goggins) e Chelsea (Aimee Lou
Wood) dopo che lui ha aggredito il marito, Jim Hollinger
(Scott Glenn)? Gaitok (Tayme
Thapthimthong) affronterà i russi dopo aver capito che
erano dietro alla rapina in hotel, e riuscirà a dimostrare qualcosa
a Mook (Lalisa Manoban, in arte Lisa)? Jaclyn
(Michelle
Monaghan), Kate (Leslie Bibb) e
Laurie (Carrie
Coon) riusciranno a superare i loro problemi e
godersi un ultimo giorno di vacanza?
Il frutto di
Čechov
Nel primo episodio della stagione,
un membro dello staff avvisa la famiglia Ratliff di un frutto
velenoso che cresce vicino alla loro villa. Sebbene il frutto non
spieghi i colpi uditi all’inizio della stagione, potrebbe comunque
causare una morte, probabilmente all’interno della famiglia
Ratliff. In un’anteprima del finale rilasciata da HBO, Timothy
raccoglie il frutto dall’albero mentre lo staff gli spiega che i
locali lo chiamano “l’albero del suicidio”. “Non mangiarlo,” gli
dice, un avvertimento inquietante per un uomo in caduta libera da
quando è arrivato in Thailandia, dopo aver scoperto che l’FBI ha
perquisito il suo ufficio per crimini finanziari. Ma oltre alle
fantasie suicide, Timothy ha anche immaginato di uccidere la sua
famiglia per risparmiarle una vita miserabile. Nell’anteprima, si
dà risalto anche al frullatore di Saxon, che usa per i frullati
proteici. Timothy userà il frutto per “cucinare” qualcosa da far
bere alla moglie e ai figli, ancora ignari del suo crollo
imminente? O forse Saxon stesso, preoccupato per il futuro
dell’azienda di famiglia, deciderà di mangiarlo
volontariamente?
Probabilità che
accada: A questo punto sarebbe troppo ovvio, e Mike White
non ama le soluzioni ovvie. Timothy o Saxon prepareranno un
frullato velenoso, ma nessuno lo berrà davvero.
Belinda
contrattacca
Nell’episodio penultimo, Greg offre
a Belinda 100.000 dollari in cambio del suo silenzio. Sa che lei sa
del suo coinvolgimento nella morte di Tanya (Jennifer
Coolidge), e vuole passare in pace il resto della vita in
Thailandia. Suo figlio Zion (Nicholas Duvernay) le
consiglia di accettare, perché Greg potrebbe vendicarsi. Ma Belinda
è una donna di principi, e sembra improbabile che scenda a patti
con il diavolo. Tuttavia, ha passato gran parte della stagione
terrorizzata dai rettili della Thailandia, quindi sarebbe
interessante vederla affrontare la creatura più temibile di tutte —
Greg — e rilanciare. Sa che Greg ha soldi. Magari tornerà alle
Hawaii con un milione di dollari, invece che con la coscienza
pulita. Ovviamente, uno dei due potrebbe uccidere l’altro, ma
Belinda non sembra il tipo, e Greg l’avrebbe già fatta fuori se
avesse voluto.
Probabilità che
accada: Un colpo di scena nel rapporto Belinda-Greg è
quasi certo. In una serie piena di compromessi morali, Belinda è
sempre stata il simbolo di purezza. Sarebbe un bel finale vederla
“cedere al lato oscuro” almeno una volta.
Le guardie del corpo
uccidono Rick
Rick è tormentato da desideri di
vendetta sin da bambino. Ma quando si trova finalmente di fronte
all’uomo che pensa abbia ucciso suo padre, non riesce a premere il
grilletto. Si limita a puntargli la pistola e a ribaltargli la
sedia. Alla fine dell’Ep. 7, Rick sembra aver raggiunto una certa
pace. Ma le guardie del corpo di Jim potrebbero seguirlo al resort
e attaccarlo per aver aggredito il loro capo. Una sparatoria
potrebbe seguire… e Rick morire.
Probabilità che
accada: Sritala sa dove si trova Rick, e sembra logico che
mandi le guardie a cercarlo dopo quanto è successo.
Jim, sei tu il
padre
Il vero motivo del viaggio di Rick
in Thailandia viene rivelato a metà stagione: vuole affrontare Jim,
l’uomo che sua madre gli ha detto — sul letto di morte — aver
ucciso suo padre. Ma l’ha davvero ucciso?
Prima di puntargli la pistola, Rick
guarda diverse foto di un giovane Jim, e i due si somigliano.
Quando Rick nomina sua madre, Gloria Hatchett, Jim non reagisce
come uno che si ricorda di averle fatto del male. Sembra confuso.
Forse Jim è in realtà il padre di Rick. Forse ha abbandonato Gloria
e ha iniziato una nuova vita in Thailandia. Oppure è stato solo
un’avventura, di cui Jim non ha mai saputo il risultato. Forse la
madre ha inventato tutto per vendicarsi dopo la morte.
Probabilità che
accada: Molto alte. Rick non ha mai conosciuto suo padre e
sua madre è morta quando aveva 10 anni. È molto probabile che non
ci siano mai state foto del padre vero.
Gaitok fa Scarface con i
russi
Gaitok è stato messo da parte e
deriso per tutta la stagione, specialmente dalla collega che gli
piace, Mook. Ma quando scopre che i russi sono dietro alla rapina
in hotel, potrebbe decidere di affrontarli per proteggere il resort
— e per dimostrare qualcosa a Mook. Potrebbe scoppiare una
sparatoria (da qui i colpi uditi all’inizio della stagione).
Probabilità che
accada: Molto plausibile, ma forse troppo ovvio per Mike
White.
Il ragazzo in
rosso
Nell’Episodio 2, Lochlan indossa un
costume rosso mentre è in acqua con Piper. Più tardi, mostra un
video di uno tsunami che trascina via un uomo… con un costume
rosso. The White Lotus usa spesso
l’abbigliamento per anticipare il destino dei personaggi. Potrebbe
essere lui il corpo trovato nello stagno?
Probabilità che
accada: Visto il precedente con Tanya nella stagione 2,
potrebbe davvero succedere.
“La sfortuna arriva a
tre”
Chelsea ha sfiorato la morte due
volte: prima durante la rapina al negozio di souvenir, poi quando è
stata morsa da un cobra. “È tipo Final Destination,” dice.
“La morte mi sta inseguendo.” Il numero 3 è ovunque in questa
stagione: tre figli Ratliff, tre amiche, tre russi. Nella religione
buddhista — centrale in questa stagione — c’è il Triratna: Buddha,
Dharma e Sangha. White ha detto fin dall’inizio che questa stagione
avrebbe esplorato la morte e la spiritualità orientale. Potrebbe
esserci un terzo incidente? Chelsea morirà davvero?
Probabilità che
accada: Nonostante si veda solo un corpo nell’episodio
iniziale, la serie non ha paura delle morti multiple (vedi Tanya e
i “gay malvagi” nella Stagione 2). I colpi uditi potrebbero aver
colpito più persone.
Mook, ragazza
cattiva
Mook sembra dolce e gentile, ma
potrebbe nascondere qualcosa. Flirta con Gaitok in modo da
distrarlo? È coinvolta con i russi? Lo convince a puntare a un
lavoro come guardia del corpo, ma forse è un modo per proiettare su
di lui i propri desideri. È possibile che voglia fuggire e iniziare
una nuova vita?
Probabilità che
accada: Anche se Mook e Valentin lavorano insieme, non
interagiscono molto. Potrebbe essere una rivelazione finale a
sorpresa.
Scimmie
impazzite!
Alcuni fan hanno teorizzato che una
delle scimmie dell’hotel abbia preso una pistola e sparato a
qualcuno. Ma Michelle Monaghan ha smentito tutto da Jimmy Kimmel:
“Non è stata la scimmia.”
Probabilità che
accada: Fidiamoci di lei. Le scimmie erano solo una
distrazione.
14 Ottobre 1982
Blade RunnerdiRidley Scott arrivava per la prima volta nelle
sale italiane.
A quasi
quarantacinque anni di distanza, torna sul grande schermo uno dei
più celebri film di fantascienza della storia del
cinema nel Final Cut definitivo di Ridley Scott,
con scene ampliate ed effetti speciali inediti rispetto alla
versione dell’82. Un cult diventato modello cinematografico iconico
e irripetibile, ridefinendo il genere fantascientifico grazie alle
sue atmosfere cupe, agli scenari distopici e alle profonde
riflessioni sull’umanità. Visivamente spettacolare, pieno d’azione
e decisamente profetico fin dall’epoca della sua prima uscita in
sala, il film è ispirato al romanzo “Il cacciatore di androidi” di
Philip K. Dick, con le straordinarie musiche di
Vangelis e le illustrazioni del futuro proposte da
Syd Mead
Appuntamento il 14,
15 e 16 aprile. Tre giorni per rimmergersi nel distopico e
desolante mondo della Los Angeles di un immaginifico e tetro 2019,
in un’affascinante e oscura visione del futuro prossimo, presago
dell’intelligenza artificiale, in cui si mescolano fantascienza,
noir, love story impossibile e la straziante rappresentazione
dell’essenza della vita.
Harrison
Ford veste i panni di un Blade Runner, un poliziotto
incaricato di dare la caccia agli esseri umani geneticamente
modificati. Rutger Hauer interpreta il leader
dei replicanti, un personaggio ugualmente terrificante, malinconico
e vitale.
La trama di
Blade Runner
Nel novembre 2019,
a Los Angeles, Rick Deckard, un ex Blade Runner, viene richiamato
dalla pensione quando quattro pericolosi replicanti tornano sulla
Terra, con il loro leader, Roy Batty (Rutger
Hauer). Progettati per svolgere lavori difficili e
pericolosi, gli esseri umani creati in laboratorio sono più forti,
veloci e intelligenti degli esseri umani non modificati. Non
provano dolore né rimorso; sono quasi indistinguibili dagli altri
esseri umani… e stanno uccidendo delle persone. Deckard deve
fermarli prima che uccidano di nuovo.
David Corenswet fa un accenno all’attore che
interpreterà Jor-El nella DCU (DC
Universe) dopo che James Gunn ha condiviso un’anteprima del
secondo trailer di Superman.
Il cast stellare di Superman ha già
confermato i suoi Clark Kent, Lois Lane, Jimmy Olsen, Lex Luthor,
Perry White, Jonathan Kent e Martha Kent. Uno dei personaggi più
importanti di Superman il cui attore DCU rimane non confermato è Jor-El, il padre
biologico di Superman, che muore durante la distruzione di Krypton
ma comunica con suo figlio attraverso la tecnologia
kryptoniana.
Su X, la star di Superman
David
Corenswet condivide la nuova anteprima di Superman di
James
Gunn con la didascalia: “Mentre stavo volando qualcuno ha
condiviso un’anteprima del nuovo film di Superman.Qualcuno
riconosce qualche voce familiare? Gli unici personaggi con
battute nel filmato di Superman oltre allo stesso Superman
interpretato da David Corenswet sono i robot nella Fortezza della
Solitudine. Uno dei robot sembra avere la voce di Alan Tudyk,
mentre una voce disincarnata proveniente dalla fortezza sembra
essere quella di Bradley Cooper. Dai un’occhiata al post su
X di David Corenswet qui sotto:
Cosa significano i commenti di
David Corenswet sul trailer di Superman
David Corenswet è Clark Kent in Superman. Cortesia di DC
Studios
Come mostrato dall’anteprima di
Superman di James Gunn, la Fortezza della Solitudine sarà
sorvegliata da un gruppo di robot kryptoniani, tutti ispirati a
quelli presenti in All-Star Superman. Come da tradizione per
la Fortezza della Solitudine, il quartier generale di Superman sarà
supervisionato anche da una forma artificiale della coscienza di
Jor-El. In Superman di James Gunn, il sistema di
intelligenza artificiale Jor-El della Fortezza della Solitudine
potrebbe essere doppiato da Bradley Cooper, che potrebbe anche
apparire in forma umana ad un certo punto del film.
James Gunn ha diversi collaboratori
di lunga data che tendono ad apparire nei progetti che scrive e
dirige.
L’attore di Peacemaker
e Creature
Commandos Steve Agee, l’attore di Cat Grant Mikaela
Hoover, Guy Gardner e il doppiaggio dell’astuto Michael
Rooker sono alcuni esempi dei collaboratori di Gunn che si uniscono
alla DCU. È logico che Bradley Cooper, che ha doppiato
Rocket Raccoon nella trilogia Guardiani della Galassia di
James Gunn, appaia in Superman nei panni di Jor-El.
Robert Pattinson è stato avvistato a
Favignana, in Sicilia, dove sono in corso le riprese del nuovo
attesissimo film di
Christopher Nolan, The Odyssey. La notizia,
finora tenuta sotto stretto riserbo, conferma non solo la presenza
dell’attore britannico nel cast, ma anche una parte delle location
del progetto, che si preannuncia epico.
Dopo la collaborazione in Tenet (2020), Pattinson torna a lavorare
con Nolan in quello che sarà un adattamento ambizioso del poema
omerico, tra mito, avventura e visione cinematografica. L’arrivo
dell’attore sull’isola ha subito attirato l’attenzione di curiosi e
fan, anche se la produzione sta cercando di mantenere il massimo
riserbo.
— Christopher Nolan Art & Updates (@NolanAnalyst)
April 4, 2025
Chi interpreterà Robert Pattinson in
The Odyssey?
Pattinson è stato avvistato a Favignana durante alcune
riprese subacquee, il che lascia intuire che il film darà grande
rilievo agli episodi marini del poema, tra naufragi, immersioni
simboliche e incontri con creature mitologiche. Una scelta
stilistica coerente con l’estetica nolaniana, sempre più attenta
all’esperienza fisica dello spazio e dell’elemento naturale.
Favignana, con i suoi paesaggi mozzafiato e il mare
cristallino, si presta perfettamente a fare da sfondo alle vicende
di Ulisse. Nolan, noto per la sua passione per le location reali,
ha scelto l’isola siciliana per ricreare alcune delle tappe del
lungo viaggio dell’eroe omerico.
A che punto sono le riprese di The Odyssey a Favignana?
Le riprese di The
Odyssey a Favignana sono entrate nel vivo proprio
in questi giorni. Robert Pattinson è stato impegnato in una scena
particolarmente importante girata al Castello di Santa Caterina,
uno dei luoghi simbolo dell’isola. Tuttavia, il maltempo ha
complicato il programma della produzione: vento forte e pioggia
hanno costretto la troupe a interrompere temporaneamente i
lavori.
Nel frattempo, Christopher Nolan ha diretto alcune sequenze
con Matt Damon e John Leguizamo, ambientate
cronologicamente prima della guerra di Troia. Si tratta di scene
originali, non presenti nei poemi di Omero, che Nolan ha voluto
inserire per arricchire il background narrativo dei personaggi. Per
questo motivo, non è ancora chiaro se nel film verrà rappresentata
la caduta di Troia oppure se Nolan sceglierà di concentrarsi
esclusivamente sul viaggio di Ulisse.
Queste anticipazioni alimentano ancora di più
l’attesa per uno dei progetti più misteriosi e affascinanti della
filmografia nolaniana. Il film The Odyssey, la cui data di uscita
non è ancora ufficiale, è uno dei progetti più attesi dei prossimi
anni. Il cast, oltre a Pattinson, dovrebbe includere altri nomi di
primo piano annunciati. Nei prossimi giorni sono attesi ulteriori
dettagli. Intanto, l’arrivo di Robert Pattinson a Favignana è già
di per sé una notizia destinata a far parlare.
Nuove rivelazioni sul cast e le riprese di
The Odyssey
Una recente comparsa sul set di The Odyssey ha confermato una curiosità
interessante: nel copione delle sue scene, il personaggio
interpretato da Matt Damon si chiamerà Odisseo, e non Ulisse, come spesso viene
identificato nella tradizione. Questo cambiamento potrebbe segnare
una rilettura più autentica e aderente alla tradizione omerica,
dove il nome Odisseo è più comune.
Inoltre, la produzione continuerà a girare in Sicilia, con
nuove scene previste sull’isola di Lipari. Le riprese sull’isola inizieranno
dopo il 15 aprile, portando un ulteriore tocco esotico al film, che
si arricchisce di paesaggi mozzafiato tipici della regione.
Intanto, l’attore Benny Safdie è arrivato a Favignana per girare le
sue scene nei panni di Agamennone. Secondo le ultime informazioni,
Christopher Nolan ha ampliato il ruolo del celebre re greco
rispetto al poema di Omero, introducendo nuovi elementi narrativi.
Per il suo costume, Nolan ha scelto un’armatura completamente nera,
accompagnata da un mantello scuro, creando un look imponente e
misterioso. Una comparsa ha scherzosamente paragonato il suo outfit
a quello di Batman, forse un richiamo alle sue precedenti
collaborazioni con il regista in Tenet e Inception.
Dopo l’Italia, il viaggio di Ulisse
continua
Una volta terminate le riprese in Italia, la produzione di
The Odyssey si sposterà in
Scozia e in Islanda. Le due nuove location sono state scelte per
rappresentare altri scenari del viaggio di Ulisse, tra paesaggi
brulli, coste frastagliate e atmosfere selvagge. Anche in questo
caso, Christopher Nolan conferma la sua volontà di affidarsi a
contesti naturali suggestivi e realistici, capaci di restituire la
grandezza epica del racconto omerico. Le riprese internazionali
continueranno per tutta la primavera e parte dell’estate 2025, in
vista di una possibile uscita nel corso del 2026.
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe
l’adattamento più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il
poema è stato precedentemente adattato nel film del 1954
Ulisse, diretto da Mario Camerini
e interpretato da Kirk Douglas, così come nella
miniserie del 1997 L’Odissea, diretta da
Andrei Konchalovsky e interpretata da
Armand Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono
stati anche la fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film di
Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
The Lady’s
Companion è un avvincente serie tv spagnola su Netflix, una
commedia romantica in cui una feroce protagonista, per la quale il
quarto muro è più un suggerimento, guida la narrazione nella Madrid
degli anni ottanta dell’Ottocento. Elena Bianda è alla ricerca del
suo prossimo lavoro come accompagnatrice, una signora che ha il
compito cruciale di gestire la vita sociale della sua protetta,
comprese le sue prospettive di matrimonio. Pertanto, la famiglia di
Don Pedro Mencia, con tre giovani figlie, rimane un luogo di lavoro
ideale per lei. Tuttavia, è solo dopo essersi assunta la
responsabilità di sorvegliare Cristina, Sara e Carlota che si rende
conto di quanto siano davvero difficili le ragazze.
A peggiorare le cose, Pedro ha un
affascinante figlioccio, Santiago, il cui interesse di lunga data
per la sorella maggiore di Mencia viene scosso dalla sua attrazione
(forse ricambiata) verso Elena. Di conseguenza, invece di un lavoro
a lungo termine comodo, la damigella d’onore si ritrova coinvolta
in un triangolo amoroso e in una rete di bugie che minacciano di
smantellare il suo mondo – e il suo cuore – se vengono alla luce.
SPOILER IN ARRIVO!
Cosa succede in The Lady’s
Companion
Elena Bianda è eccellente nel suo
lavoro di dama di compagnia. Tuttavia, ogni tentativo di successo
nel trovare un marito la lascia in competizione per un altro
lavoro. Quindi, questa volta, cerca la posizione di accompagnatrice
presso Don Pedro Mencia. La famiglia ha recentemente subito la
tragica scomparsa della loro matriarca, lasciando le tre sorelle,
Cristina, Sara e Carlota, senza una madre. Per questo motivo, la
posizione è praticamente una miniera d’oro nel settore
dell’accompagnamento femminile. Per lo stesso motivo, Elena mette
in campo tutte le sue risorse: ricerca le ragazze con mezzi
discutibili, come la corruzione e le false storie strappalacrime
dei genitori morti, per guadagnarsi la fiducia di Pedro. Così,
ottiene la posizione, con grande dispiacere della sua rivale,
Alicia, che giura di trovare un modo per farla licenziare.
Tuttavia, Elena ha questioni più
urgenti di cui occuparsi, ovvero guadagnarsi la fiducia delle
sorelle Mencia. Mentre la bricconcella Carlota, una ragazzina di 11
anni con una curiosità morbosa, è facile da conquistare, le sue
sorelle rappresentano una sfida diversa. Tuttavia, la donna riesce
a convincere una Cristina in lutto ad accettare un cambiamento di
ritmo e a partecipare a una serata in città con il suo potenziale
corteggiatore, Eduardo. Tuttavia, finisce per seguire il suo
consiglio con troppo entusiasmo e si ritrova con il suo
accompagnatore all’interno della sua carrozza. Eppure, dopo che
Elena li scopre, Eduardo insiste nel voler dimostrare la realtà del
loro amore chiedendo ufficialmente la mano di Cristina in
matrimonio.
Tuttavia, un mese dopo, quando
arriva il momento per Eduardo di visitare la tenuta dei Mencia per
una proposta formale, l’uomo si tira indietro. Invece, manda una
lettera in cui informa Cristina che ha cambiato idea ed è partito
per Parigi. Questa notizia è incredibilmente sconvolgente per la
ragazza, soprattutto per il suo cuore spezzato. A quanto pare, la
loro notte insieme aveva messo incinta Cristina. Di conseguenza,
Elena si affretta a trovare un altro pretendente per la ragazza,
per evitare che finisca per diventare una madre single disprezzata.
La soluzione si presenta abbastanza presto attraverso Santiago, il
figlioccio di Pedro e amico intimo delle tre sorelle.
È evidente che Santiago è almeno un
po’ innamorato di Cristina, che non gli ha ancora corrisposto in
modo simile. Tuttavia, quando inizia a notare le sue piccole
manifestazioni di affetto, si rende conto che può avere un vero
futuro con lui. Allo stesso tempo, però, Santiago inizia a
innamorarsi di Elena e delle sue osservazioni contrarian e
spiritose. Inoltre, la scomoda riconnessione con una vecchia
fiamma, Gabriel, complica le cose per la damigella d’onore, che è
determinata a mantenere il suo passato segreto alla famiglia
Mencia. Alla fine, Santiago si ritrova in una situazione difficile
quando la notizia del suo tentativo di corteggiamento con Cristina
arriva a Pedro, che è felicissimo di avere il suo figlioccio come
genero. Mentre le cose continuano a sfuggire di mano, un’altra
caotica rivelazione arriva quando Eduardo torna in città,
apparentemente ancora innamorato di Cristina e disposto a lottare
per la sua mano.
Il finale di The Lady’s Companion
: cosa succede tra Elena e Santiago?
La storia d’amore tra Elena e
Santiago è tesa fin dall’inizio. È evidente che la donna, con il
suo sarcasmo, la sua ironia e il suo atteggiamento pratico, ha un
passato movimentato alle spalle. L’introduzione di Gabriel e la
rivelazione che è stata lei a fargli un torto nella loro relazione,
cementano ulteriormente il suo complicato rapporto con l’amore.
Pertanto, non ha alcuna illusione quando si tratta dell’idea di
innamorarsi del figlioccio del suo datore di lavoro, che è anche il
principale pretendente di Cristina e la sua unica speranza di
evitare un futuro buio come madre single. D’altra parte, Santiago,
lo scrittore dagli occhi luminosi, rimane affascinato da Elena ed è
pieno di illusioni su come possano avere il loro lieto fine.
Tuttavia, mentre la loro storia si
avvicina alla conclusione, i due finiscono per scambiarsi i ruoli.
A quel punto, vengono alla luce la maggior parte dei segreti tra
loro riguardo ai tentativi di Elena di far accettare un
fidanzamento tra Santiago e Cristina. Per lo stesso motivo, lo
scrittore è incredibilmente tradito e affranto nell’apprendere che
la donna che ama era pronta a condannarlo a un futuro di bugie e
inganni. Così, alla fine rinuncia a ogni speranza che gli rimane
per una relazione tra loro. D’altro canto, anche la realtà di Elena
si svela dopo che Cristina ritiene che i suoi segreti siano troppo
indelebili per essere perdonati. Tuttavia, dopo aver letto la nuova
operetta su cui Santiago stava lavorando, la giovane donna si rende
conto che i suoi sentimenti per la sua damigella erano reali e
innegabili. Pertanto, nonostante la sua rabbia verso Elena, la
incoraggia a leggere i suoi scritti e a inseguirlo se i suoi
sentimenti sono ricambiati.
Alla fine, Elena finisce per fare
proprio questo, lanciandosi in una grande caccia a Santiago, che
sta partendo per un viaggio di lavoro di due mesi a Lisbona, in
Portogallo. Nella sua testa, ha il grande discorso romantico
perfetto da fare e confessare il suo amore. Nonostante il suo
scetticismo nei confronti delle storie d’amore sdolcinate, è
disposta a mettere in gioco il suo cuore e sogna di conquistare lo
scrittore. Dopo tutto, Elena è sempre stata una fan dei lieto fine
nelle storie d’amore e ne vuole uno anche per sé. Tuttavia, i suoi
sogni a occhi aperti finiscono per essere vani, poiché la carrozza
di Santiago si rifiuta di fermarsi per lei e si allontana,
lasciandola indietro. Alla fine, le sue indiscrezioni sembrano
essere state troppo per lo scrittore, costringendolo a scappare per
ora. Tuttavia, anche se la loro storia d’amore per ora ha un finale
triste, non tutte le speranze sono perdute e c’è sempre la
possibilità di una seconda possibilità in futuro.
Cristina sceglie Santiago o
Eduardo? Chi sposa?
La serie The Lady’s
Companion presenta una miriade di complicate storie
d’amore: la damigella d’onore Josefina e la sua padrona, Esther,
che sono innamorate, fino ad Adela, che si innamora del donnaiolo
Lazaro. Eppure, la vita sentimentale di Cristina rimane forse la
più contorta. Inizialmente, è perdutamente innamorata di Eduardo,
il suo corteggiatore di lunga data che è stato al suo fianco nella
buona e nella cattiva sorte. È così presa dai suoi sentimenti per
lui che va a letto con lui, il che si traduce in una gravidanza
prematura. Nonostante ciò, Eduardo la lascia sola, spingendola a
trovare un nuovo pretendente il prima possibile per nascondere il
fatto della sua gravidanza fuori dal matrimonio. Questo la porta a
Santiago, un amico fidato che non ha mai valutato sotto una lente
romantica.
Una volta che Cristina inizia a
fare uno sforzo per innamorarsi di Santiago, in parte influenzata
dalla notizia del fidanzamento di Eduardo con una duchessa a
Parigi, inizia a vederlo sotto una nuova luce. Le piacciono la sua
affidabilità e onestà, anche quando le rivela di essere indeciso
sui suoi sentimenti per lei a causa di un’altra donna nella sua
vita. In confronto a Eduardo, lui è un’opzione migliore, sia come
marito che come futuro padre del figlio che ha già concepito. Per
un po’ di tempo, continua a insistere per stare con Santiago perché
è la sua ultima risorsa. Tuttavia, questo cambia quando Eduardo
torna per lottare per il suo amore.
Sebbene Elena sia riluttante a dare
a Eduardo un’altra possibilità con Cristina, i sentimenti dell’uomo
per quest’ultima rimangono sinceri. I suoi genitori lo hanno
costretto a fidanzarsi con la duchessa e lui si è ribellato a loro,
pronto a rinunciare alla sua famiglia per la giovane donna. Quando
Cristina viene a conoscenza della stessa cosa, la sua indifferenza
per il suo ex, accuratamente costruita, svanisce, trasformandola in
un groviglio confuso. Allo stesso tempo, la nuova opportunità di
carriera di Santiago di recarsi in Portogallo ha costretto Pedro ad
accelerare il fidanzamento con sua figlia. Di conseguenza, Sara ed
Elena si rendono conto che la maggiore Mencia deve prendere una
decisione prima di finire per ferire qualcuno inavvertitamente.
Così, ricorrono a una misura
estrema e chiudono Cristina in una stanza con Eduardo.
Inizialmente, la donna cerca di rifiutare qualsiasi sentimento
persistente per l’uomo. Tuttavia, la scintilla tra loro è più viva
che mai. Aveva sempre cercato di dimenticarlo perché temeva che non
fosse degno di fiducia. Eppure, la sua presenza davanti a lei ora
dimostra quanto lui le sia devoto. Inoltre, sarebbe meglio mettere
su famiglia con il vero padre di suo figlio piuttosto che
costringere Santiago a una vita di bugie. Quindi, quando Cristina
inevitabilmente si rimette con Eduardo, troppo commossa dalla
passione che li lega, conclude che deve scegliere lui come suo
amato. Alla fine, confessa tutto a Santiago e anche a suo padre.
Anche se Pedro è inizialmente scioccato oltre ogni dire, col tempo
cambia idea e sostiene la decisione di sua figlia di sposare
Eduardo.
Elena perde il lavoro? Chi è la
nuova accompagnatrice di Sara e Carlota?
Oltre alla sua vita sentimentale,
il lavoro di Elena rimane una delle parti più cruciali della sua
storia. Per tutta la storia, cerca disperatamente di mantenere il
suo lavoro. Mente, complotta e manipola le carte, tutto per il bene
della sua carriera. Eppure, una volta che conosce le sorelle
Mencia, le sue motivazioni si offuscano per la sua sincera cura e
amore per le sorelle. Tiene nascosta a suo padre la segreta ricerca
di Sara di studiare medicina e sostiene il suo diritto di
frequentare l’università una volta che la verità viene fuori. Allo
stesso modo, nasconde diligentemente la gravidanza di Cristina per
evitare che la giovane donna faccia arrabbiare o deluda suo padre.
Infatti, è disposta a spezzarsi il cuore orchestrando un
fidanzamento tra Santiago e lei.
Tuttavia, Elena mantiene diversi
segreti nel processo, cosa che irrita Cristina. Considera l’anziana
donna una vera amica e si sente offesa quando scopre il suo alto
lignaggio, essendo figlia di una nobildonna non morta. Il fatto che
Elena si sia accaparrata il lavoro scoprendo in anticipo tutti i
segreti delle sorelle diventa la goccia che fa traboccare il vaso
per Cristina. Si rende conto che non può più fidarsi di Elena, il
che la costringe a licenziarla dalla posizione di accompagnatrice
della famiglia Mencia. Così, il giorno del suo matrimonio diventa
l’ultimo giorno di lavoro per la donna più anziana. Al suo posto,
la sua astuta rivale Alicia piomba e prende il lavoro.
Le ripercussioni di questa
decisione saranno senza dubbio pesanti per le sorelle di Cristina,
così come lo saranno per Elena, che si ritrova senza casa e senza
lavoro. La ricerca di un’istruzione superiore da parte di Sara non
è qualcosa che ogni dama di compagnia comprenderà o sosterrà
prontamente. Inoltre, la sua storia d’amore con Camilo è destinata
a creare problemi, data la natura interrazziale della loro
dinamica. Se Alicia sarà all’altezza del compito di gestire la
stessa cosa, o i modi minacciosi e burloni di Carlota, si vedrà
solo in futuro. Per quanto riguarda Elena, la sua disoccupazione
dalla casa dei Mencia non fa che accentuare il punto più basso in
cui si è trovata alla fine di questa stagione.
Perché Eduardo è scappato a
Parigi? Perché non ha chiesto a Cristina di sposarlo?
Eduardo è un personaggio intrigante
nella storia, non da ultimo per i suoi sentimenti confusi nei
confronti di Cristina. Scrive alla giovane una lettera ogni singolo
giorno dopo la morte di sua madre come dimostrazione del suo amore
e sostegno. È felicissimo di poterla corteggiare formalmente e
rimane fermo nella sua dichiarazione d’amore e nelle sue intenzioni
di matrimonio. Eppure, quando arriva il momento, non si presenta e
manda una lettera poco convinta che non spiega né le sue azioni né
il perché. Mesi dopo, quando Cristina inizia a frequentare
Santiago, manda un’altra lettera e torna a Madrid, sostenendo di
essere ancora innamorato della donna.
Così, la realtà della situazione di
Eduardo prende vita. A quanto pare, la sua famiglia è andata in
rovina. Di conseguenza, contano di spillare una buona dote alla
sposa di Eduardo per riavviare la loro attività. Inizialmente,
ingannano il loro erede facendogli firmare un contratto per fondere
l’attività con la famiglia della Duchessa di Parigi. A sua
insaputa, il contratto prevede una condizione di matrimonio tra lui
e la Duchessa. Di conseguenza, Eduardo non è in grado di
presentarsi alla tenuta di Mencia il giorno della proposta e invia
la lettera che suo padre lo ha costretto a scrivere. Anche se
all’inizio fa finta di accettare per compiacere i suoi genitori,
alla fine si rifiuta di sposare la donna e di lasciarsi alle spalle
il vero amore della sua vita.
Perché Santiago corteggiava
Cristina? Era innamorato di lei o di Elena?
I sentimenti confusi di Santiago
per Elena e Cristina rimangono i più sconcertanti tra le complicate
attrazioni e gli affetti tra pretendenti, donne e accompagnatori.
Dopo tutto, se Elena fa vacillare i sentimenti di Santiago, perché
accetta di corteggiare Cristina? Nel caso delle donne, stanno
spingendo per un corteggiamento e un matrimonio rapidi tra la
coppia per nascondere la gravidanza preesistente di Cristina,
assicurando alla madre e al bambino un futuro sicuro. Tuttavia,
Santiago è completamente all’oscuro della gravidanza fino alla
fine, quando la giovane donna sceglie Eduardo al posto suo.
Pertanto, sorge la domanda: perché continua con il
corteggiamento?
Santiago è stato innamorato di
Cristina per gran parte della sua vita. Tuttavia, l’altra non gli
ha quasi mai prestato attenzione romantica. Una volta che Eduardo
entra in scena, occupa tutta la sua capacità di corteggiare,
lasciando allo scrittore il compito di accettare il suo destino.
Così, inizia a dimenticare Cristina quando lei inizia a corteggiare
formalmente l’altro uomo. Il fatto che Elena sia in giro, sfidando
la sua visione del mondo e costringendolo a considerare nuove
prospettive, aiuta ulteriormente il processo, poiché inizia a
innamorarsi dell’altra donna. Tuttavia, una volta che Eduardo
lascia la città, tutto cambia.
Cristina parte per sedurlo ed Elena
è irremovibile nel voler ignorare i propri sentimenti per garantire
la felicità del suo protetto. Nonostante i pochi momenti e baci che
Santiago condivide con quest’ultima, lei rimane ferma nella sua
decisione di non intavolare una storia con lui. Siccome il suo
padrino la impiega, sa che una relazione tra loro le porterebbe
solo guai. Allo stesso modo, lui ha paura di consegnare il suo
cuore a lei apertamente perché pensa che lo abbandonerà come ha
fatto con Gabriel. D’altra parte, Santiago è anche confuso sul
rifiutare le avances di Cristina, soprattutto quando Pedro viene a
sapere prematuramente del loro apparente corteggiamento.
Gli Mencias sono la cosa più vicina
che lo scrittore ha a una famiglia. Non vuole attirarsi le loro ire
dando a Pedro la brutta notizia del suo crescente disinteresse per
sua figlia a favore della sua accompagnatrice. Tuttavia, nonostante
la confusione che gli annebbia il cervello, la realtà dei
sentimenti di Santiago emerge quando si presenta alla porta di
Cristina ubriaco di assenzio. Rivela che i suoi sentimenti per lei
non sono più di tipo romantico, un sentimento ricambiato dalla
donna. In seguito, viene a sapere della sua gravidanza, che
rappresenta un orribile tradimento. Tuttavia, non è ferito dalle
azioni di Cristina, ma piuttosto da quelle di Elena. Questa
espressione di dolore rivela una volta per tutte che Santiago è
stato innamorato della damigella d’onore per tutto questo tempo.
Tuttavia, poiché lascia Madrid senza ascoltarla, non sarà in grado
di sapere della sua ricambiare i suoi sentimenti per un po’ di
tempo.
La prima stagione di The
Bondsman espande la sua tradizione soprannaturale
introducendo molti personaggi umani e demoniaci. Con
Kevin Bacon, The Bondsman segue una premessa familiare
in cui un uomo, Hub, ritorna dalle profondità dell’inferno e
ottiene una seconda possibilità di vita dopo che il diavolo lo
assume per dare la caccia ai demoni. Determinato a evitare il suo
destino infernale, Hub si mette a uccidere un demone dopo l’altro
fino a quando non incontra quelli che sono un po’ troppo
potenti.
Come molti programmi televisivi
soprannaturali, The Bondsman segue il tipico formato del
mostro dell’episodio, in cui quasi ogni nuovo episodio introduce un
nuovo personaggio demoniaco. Ogni demone successivo nella commedia
horror di Kevin Bacon è significativamente più forte, aumentando
perfettamente la posta in gioco per il personaggio principale. Con
una durata di otto episodi, The Bondsman presenta un totale
di sei personaggi demoniaci. La maggior parte di loro finisce per
tornare all’inferno dopo essersi imbattuta nel protagonista della
serie, Hub.
Valacor
Il primo demone, Valacor, appare
nell’episodio 2 di The Bondsman, subito dopo che Hub,
interpretato da Kevin Bacon, accetta di dare la caccia ai demoni
per conto del diavolo e rimandarli all’inferno. Come si vede nei
primi momenti dell’episodio 2, Valacor possiede un prete
locale e usa il suo corpo come un contenitore per uccidere
brutalmente gli uomini di Lucky. Quando Hub decide di dare la
caccia al demone, sua madre si offre volontaria per aiutarlo. Anche
se all’inizio Hub sembra preoccupato di coinvolgere sua madre, alla
fine accetta. Questa si rivela una buona idea quando sua madre gli
salva la vita durante il confronto con Valacor.
Marphos
Marphos arriva nel regno umano nei
primi momenti dell’episodio 3 di The Bondsman, dove prende
di mira una cheerleader del liceo. Come tutti i demoni, la uccide
prima di impossessarsi del suo corpo. Pochi istanti dopo il suo
arrivo, la madre di Hub riceve un fax sulla sua uccisione. Indaga
sul passato di Marphos e scopre che è originario dell’Egitto e
che i suoi esempi sono stati trovati in creature marine nordiche ed
entità acquatiche.
Il legame di Marphos con l’acqua
acquista molto più senso quando il finale della serie rivela che
ogni demone che Hub incontra rappresenta uno dei cinque lati di un
pentagramma: spirito, terra, acqua, aria e fuoco. Anche lo scontro
finale tra Marphos e Hub si svolge in una piscina locale, dove
Marphos quasi annega Hub. Tuttavia, Hub alla fine riesce a
sopraffarlo e a rimandarlo all’inferno distruggendo il suo ospite
prima che sia troppo tardi.
Erdos
Il terzo demone della serie, Erdos,
appare nel regno umano nell’episodio 3. Prende di mira il vice
sceriffo Briggs e lo possiede prima che Hub riceva il fax per
ucciderlo. Quando Hub cerca il nome del demone su Internet, scopre
che Erdos è un demone della Terra, che rappresenta un altro
lato del pentagramma a cinque punte. La moglie di Hub, Maryanne, si
trova con lui quando affronta Erdos in un negozio di ferramenta
locale nell’episodio 3. A causa di ciò, anche sua moglie viene
coinvolta nella sua missione di eliminare i demoni per il
diavolo.
Slypharis
Nell’episodio 5 di The
Bondsman, Slypharis si rivela essere un demone dell’aria che dà
alle sue vittime il “bacio della morte”. Quando la madre di
Hub cerca il suo nome online, si imbatte in una pagina che rivela
che, anche se le sue vere origini non sono chiare, è emerso
durante periodi di estrema violenza. Secondo alcune leggende, è
emerso dalle profondità di un vulcano attivo, rappresentando la
rabbia e le tendenze violente dell’umanità. Altre storie che
circondano la sua tradizione suggeriscono che sia nato tra le
fiamme che bruciano l’Ade.
Slypharis possiede inizialmente due
personaggi maschili in The Bondsman, e Hub tenta di
ucciderli entrambi usando un fucile di precisione. Tuttavia, con
suo sgomento, Lucky lo cattura prima che possa completare la sua
missione. Quando incontra di nuovo i due demoni nel finale
dell’episodio, Hub usa la motosega per uccidere entrambi gli uomini
posseduti da Slypharis.
Pyralis
Hub decide di dare la caccia al
demone del fuoco, Pyralis, nel penultimo episodio della prima
stagione di The Bondsman. Questa volta, anche la sua
famiglia e Midge si uniscono a lui perché il destino dell’umanità
dipende dalla sua cattura. Midge rivela che se Pyralis riuscirà
a sacrificare un essere umano, potrebbe spianare la strada a un
angelo incatenato per arrivare nel regno umano, il che sarebbe
un problema per loro. Sfortunatamente, nonostante i loro migliori
sforzi, Hub e la sua squadra non riescono a fermare Pyralis. Di
conseguenza, Pyralis completa il pentagramma invertito in The
Bondsman e permette a Lilith di entrare nel mondo umano.
Lilith
Lilith viene presentata come
l’ultimo personaggio demoniaco nella prima stagione di The
Bondsman. Compare nel regno umano nel finale della serie e
sembra immensamente potente rispetto a tutti i demoni presenti
nella serie. Midge rivela che Lilith era un tempo l’angelo
preferito di Dio perché aveva una voce incredibilmente bella.
Tuttavia, gli altri angeli alla fine divennero gelosi di lei e la
manipolarono per unirsi alla ribellione di Satana contro Dio. Di
conseguenza, Lilith fu bandita da Dio e mandata all’inferno,
dove fu costretta a vivere senza musica per l’eternità.
Dopo essere stata tormentata da
Satana per decenni, Lilith sviluppò capacità di controllo mentale
che le permisero di uccidere gli uomini nel modo più brutale
possibile. Con la stessa abilità, è anche in grado di far diventare
le donne sue devote. Poco dopo l’arrivo di Lilith nel regno umano,
possiede per prima Sheryl, la donna uccisa accidentalmente da
Hub.
Nel
finale di The Bondsman, Hub riesce a intrappolare Lilith
nella sua trappola pentagramma. Tuttavia, Lilith gli fa un’offerta
che non può rifiutare: gli dice che Sheryl vivrà e che anche lui
potrà evitare il suo destino infernale se accetta di lasciarla
andare. Hub accetta l’offerta e commette il grave errore di fidarsi
di un demone. Con questo, Lilith possiede la moglie di Hub,
Maryanne, nell’arco finale de The Bondsman e promette
di distruggere il mondo umano se Hub si rifiuta di unirsi a lei
nella sua battaglia contro il diavolo.
Il regista Matt
Sharkman conferma che I
Fantastici Quattro: Gli Inizi si svolge in
un universo in cui non ci sono supereroi diversi dal team titolare
dell’MCU. Nonostante siano alcuni dei
personaggi più famosi del multiverso Marvel da oltre sessant’anni, i
Fantastici Quattro sono rimasti assenti dall’MCU per tutti i diciassette anni di
storia del franchise. La prima famiglia della Marvel farà il suo debutto nella
Fase 6, proprio prima che
Robert Downey Jr. nel ruolo di Doctor Doom si incoroni come il
cattivo multiversale dell’MCU in Avengers:
Doomsday.
In un’intervista con Empire, il regista di I Fantastici Quattro: Gli
Inizi Matt Shakman, rivela che non ci sono altri
supereroi nell’universo alternativo della squadra titolare.
Mentre quasi tutti gli altri film e serie della Marvel si svolgono nella stessa
continuità delle battaglie dei Vendicatori, i Fantastici Quattro
della Marvel saranno gli unici supereroi
nel loro film, e si incroceranno con altri personaggi della
Marvel solo quando accederanno al
viaggio multiversale in Avengers: Doomsday. Leggi i commenti
completi di Matt Shakman qui sotto:
“Siamo il nostro universo, il che è meraviglioso e
liberatorio. Non ci sono davvero [altri] supereroi. Non ci sono
Easter egg. Non ci si imbatte in Iron Man o altro. Sono loro, in
questo universo. Adoro l’universo Marvel interconnesso, ma possiamo
fare qualcosa di così nuovo e diverso. Alla fine, questo mondo si
incontrerà con altri mondi, ma per ora questo è il nostro piccolo
angolo.”
Cosa significano i commenti del
regista dei Fantastici Quattro sui supereroi
A differenza della maggior parte
dei film e delle serie della Marvel, I Fantastici
Quattro: Gli Inizi dovrebbe evitare ogni tipo di
riferimento ad altri personaggi ed eventi della Marvel, almeno per la maggior parte
della sua durata. Il concetto di “supereroe” potrebbe essere
coniato nella linea temporale dei Fantastici Quattro solo al loro
ritorno dalla missione spaziale. Reed Richards, Sue Storm, Ben
Grimm e Johnny Storm sono gli unici individui con superpoteri nel
loro universo e probabilmente credono che le loro abilità
garantiscano la protezione del loro mondo da tutte le minacce,
almeno fino all’arrivo di Galactus.
Grazie al suo intelletto geniale,
Reed Richards potrebbe sospettare che ci siano altri universi
paralleli là fuori, ma l’accesso ad altre realtà potrebbe essere
fuori discussione per la sua famiglia durante gli eventi di
I Fantastici Quattro: Gli Inizi.
Tuttavia, deve esserci un modo per
i Fantastici Quattro di viaggiare nella linea temporale principale
dell’MCU prima o durante gli eventi di
Avengers: Doomsday. L’arrivo di
Galactus potrebbe essere l’evento che costringerà i Fantastici
Quattro a scoprire il multiverso e a cercare rifugio in una linea
temporale diversa.
Uno degli aspetti più
affascinanti di Eden (qui
la recensione), film di Ron Howard che arriva
nelle sale dal 10 Aprile con 01
Distribution, è senza dubbio il cast stellare che lo
accompagna. Ognuno degli attori ha portato sullo schermo un
personaggio complesso, tratto da una storia vera che ha segnato la
vita di molte persone. In questo articolo, esploreremo i
protagonisti principali del film, a partire dal pluripremiato
attore Jude Law, che interpreta un ruolo centrale: il dottor
Friedrich Ritter.
Nel film Eden, Jude Law veste i panni del dottor
Friedrich Ritter, uno dei coloni europei che ha cercato di
costruire una nuova vita sull’isola di Floreana, in un angolo
remoto del mondo. Il personaggio di Ritter è un uomo dalla mente
brillante, ma con un animo tormentato dalla solitudine e dalle
difficoltà fisiche e mentali che derivano dalla vita su un’isola
ostile. Con la sua intelligenza, Ritter si sforza di far funzionare
la sua nuova vita, ma è destinato ad affrontare le sfide
dell’isolamento e della convivenza con altri coloni, portando
inevitabilmente a un conflitto interiore. Law, come sempre, riesce
a dare al personaggio una profondità emotiva e una complessità
psicologica che lo rendono estremamente interessante.
Jude
Law, attore di grande talento, è noto per la sua
versatilità e la sua capacità di passare da ruoli drammatici a
quelli più leggeri. Negli ultimi anni, ha preso parte a numerosi
progetti di successo. Nel 2022, ha interpretato un ruolo di grande
rilievo nel film The Nest e ha continuato a conquistare il
pubblico con il suo lavoro in serie di successo come The Third
Day. Ha anche partecipato a Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald, dove ha
interpretato il giovane Albus Dumbledore, aggiungendo un tocco
personale e unico al personaggio iconico della saga di Harry
Potter.
Nel futuro, Jude Law sarà
protagonista di alcuni progetti di grande rilevanza. Nel 2025, lo
vedremo nella serie TV Black Rabbit, dove interpreterà il
ruolo principale in una trama che promette di essere intrigante e
misteriosa. Inoltre, sarà protagonista del film The Wizard of
the Kremlin, un dramma diretto da Olivier Assayas, dove Law
interpreterà Vladimir Putin, esplorando la sua ascesa al potere
nella Russia post-sovietica. Questi progetti segnano una nuova fase
della carriera di Law, con ruoli complessi e sfidanti che
promettono di aggiungere ulteriore profondità al suo
repertorio.
Nel film Eden,
Vanessa Kirby interpreta Dora Strauch Ritter, una
donna coraggiosa e determinata che, insieme al marito Friedrich,
intraprende il difficile viaggio verso l’isola di Floreana. Dora è
un personaggio che, pur trovandosi in una situazione disperata,
cerca di mantenere una sorta di speranza e dignità nonostante le
gravi difficoltà quotidiane. Il suo ruolo, segnato dalla solitudine
e dalla frustrazione, mostra una forza interiore che la spinge a
perseverare nonostante tutto. La performance di Kirby riesce a
catturare la vulnerabilità e la resilienza di un personaggio che,
in un contesto ostile, lotta per trovare un po’ di speranza. La sua
interpretazione di Dora è commovente e al contempo realistica, un
contrasto perfetto con il suo compagno d’avventura, Friedrich.
Gli ultimi ruoli di
Vanessa Kirby e i progetti futuri
Vanessa Kirby, riconosciuta per la sua
capacità di interpretare ruoli complessi e sfaccettati, è diventata
uno dei volti più richiesti di Hollywood. Dopo aver conquistato il
pubblico con la sua interpretazione di Princess Margaret nella
serie The
Crown, per la quale ha ricevuto una nomination ai Premi
Emmy, Kirby ha proseguito la sua carriera con una serie di ruoli
memorabili. Nel 2020, ha interpretato un ruolo di grande impatto
nel dramma Pieces of a Woman, ottenendo una nomination ai Golden
Globe. Inoltre, ha preso parte a film ad alta tensione come Fast
& Furious: Hobbs & Shaw, dove ha mostrato il suo lato più
avventuroso.
Nel futuro, Vanessa Kirby sarà protagonista di alcuni
progetti di grande rilievo. Nel 2025, la vedremo al cinema in
Mission: Impossible – The Final
Reckoning, il capitolo conclusivo della celebre saga
d’azione con Tom Cruise, in cui interprete il ruolo di una figura
chiave. Nel 2026, sarà anche nel reboot di I Fantastici Quattro – Gli inizi,
una nuova versione del gruppo di supereroi Marvel, portando la sua energia e
talento a uno dei franchise più amati. Inoltre, è stata annunciata
nel cast di Avengers: Doomsday, un capitolo che
promette di essere epico nell’universo Marvel. Questi progetti consolidano
la sua presenza in produzioni di grande respiro e rilevanza
internazionale, segnando una nuova fase della sua carriera.
Daniel Brühl nel ruolo di
Heinz Wittmer
Nel film Eden, Daniel Brühl interpreta Heinz Wittmer, un colono
tedesco che arriva sull’isola di Floreana con la sua famiglia in
cerca di un nuovo inizio. Heinz è un personaggio che lotta con la
realtà della vita sull’isola, cercando di mantenere una certa
stabilità mentre si scontra con le difficoltà dell’ambiente ostile.
La sua figura riflette il conflitto tra la speranza di un futuro
migliore e le dure sfide che l’isola presenta, creando una
narrazione di sopravvivenza e adattamento. Brühl, noto per la sua
capacità di interpretare ruoli sfumati e complessi, riesce a dare
vita a un personaggio che, pur apparendo razionale e controllato,
mostra anche fragilità e conflitto interiore. Il suo rapporto con
gli altri coloni, in particolare con i Ritter, diventa un elemento
centrale nel film, alimentando tensioni che portano a drammi
emozionanti e coinvolgenti.
Gli ultimi ruoli di
Daniel Brühl e i progetti futuri
Daniel Bruhl partecipa al photocall “Becoming Karl Lagerfeld”
presso l’Hotel The Madrid Edition. Foto di [email protected] via
Depositphotos.com
Daniel Brühl ha continuato a consolidare la sua carriera con
una varietà di ruoli complessi e significativi. Dopo la sua iconica
performance come Zemo nell’universo Marvel, ha continuato a lavorare in
progetti di grande calibro. Recentemente, ha interpretato un ruolo
importante nella serie The Falcon and the Winter
Soldier, che lo ha visto tornare nei panni di Zemo, un
personaggio dalla personalità ambigua. Oltre a questo, Brühl ha
recitato nel film The King’s
Man (2021), un prequel della saga Kingsman, interpretando un ruolo che gli ha
permesso di esplorare un lato più dinamico e avventuroso.
Per quanto riguarda i suoi progetti futuri, Daniel Brühl è
atteso in Next Goal Wins,
un film diretto da Taika Waititi, che racconta la vera storia della
squadra di calcio americana di Samoa, impegnata nella lotta per la
qualificazione ai Mondiali del 2014. Inoltre, ha un ruolo di primo
piano nella serie The 7
Deaths of Evelyn Hardcastle, un thriller psicologico che
unisce mistero e suspense. Questi nuovi progetti mostrano la sua
capacità di adattarsi a diversi generi e confermano la sua
posizione di attore molto richiesto nel panorama
internazionale.
Sydney Sweeney nel ruolo di
Margret Wittmer
Nel film Eden, Sydney Sweeney interpreta Margret Wittmer, una
delle coloni europei che cerca di costruire una nuova vita
sull’isola di Floreana, nelle Isole Galápagos. Margret è una figura
centrale nella storia, che rappresenta il coraggio e la
determinazione di una donna che, insieme al marito, si confronta
con le difficoltà e le sfide derivanti dall’isolamento in un
ambiente selvaggio e ostile. La sua interpretazione dà vita a un
personaggio che, nonostante le difficoltà, lotta per la
sopravvivenza e per la costruzione di una nuova realtà, affrontando
anche il lato emotivo e psicologico di tale esperienza. Sydney
Sweeney, come sempre, riesce a trasmettere una grande intensità
emotiva, rendendo Margret un personaggio profondo e ricco di
sfumature.
Gli ultimi film di Sydney
Sweeney e i prossimi progetti
Sydney Sweeney at the world premiere of Madame Web – Photo by
imagepressagency via Depositphoto.com
Sydney Sweeney ha guadagnato notorietà internazionale grazie
alla sua interpretazione in Euphoria (2019), che le ha aperto
le porte a una carriera promettente nel cinema e in televisione. La
sua performance nel ruolo di Cassie Howard ha conquistato la
critica, facendola diventare una delle attrici più apprezzate della
sua generazione. Ha continuato a stupire il pubblico con ruoli in
serie di successo come The White Lotus e in film come
Once Upon a Time in
Hollywood di Quentin Tarantino.
Nel futuro, Sydney Sweeney sarà protagonista di alcuni
progetti molto attesi. Nel 2025, la vedremo nel film
Reality, un thriller
basato sulla vera storia di Reality Winner, una whistleblower
dell’intelligence americana. Inoltre, è stata annunciata nel cast
di Barbarella, il remake
della celebre pellicola di fantascienza degli anni ’60, che la
vedrà protagonista in un ruolo iconico. La Sweeney sarà anche nel
film The Registration,
un progetto che unisce thriller e mistero, ed è attesa nel 2026 per
il suo ruolo nel nuovo capitolo della saga di Mad Max, intitolato
Mad Max: The Wasteland,
dove affiancherà altri attori di rilievo in un ambiente
post-apocalittico. Con questi progetti, Sydney continua a
consolidare la sua carriera e ad ampliarne i confini, dimostrando
la sua capacità di spaziarsi tra generi diversi.
Ana de Armas nel ruolo di
Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn
Nel film Eden, Ana de Armas interpreta Eloise Bosquet de Wagner
Wehrhorn, una delle figure chiave tra i coloni europei sull’isola
di Floreana. Eloise è un personaggio forte e determinato, che cerca
di affrontare le sfide e le difficoltà della vita sull’isola, ma
che si trova anche a confrontarsi con i propri conflitti interiori.
La sua figura è quella di una donna che, pur essendo spinta da un
grande desiderio di ricostruire la propria vita in un angolo remoto
del mondo, deve anche fare i conti con le complessità delle
relazioni umane e con la tensione psicologica che l’isolamento
porta con sé. Ana de Armas, con la sua consueta sensibilità e
intensità, riesce a dar vita a un personaggio profondo e ricco di
sfumature, rendendo Eloise una presenza indimenticabile nel
film.
Gli ultimi film di Ana de
Armas e i prossimi progetti
Ana de Armas è rapidamente diventata una
delle attrici più promettenti di Hollywood, conquistando il
pubblico con le sue performance in film di grande successo. La sua
carriera ha preso il volo con il ruolo di Joi in Blade Runner 2049 (2017), per poi
consolidarsi con performance in titoli come Knives Out (2019) e No Time to Die (2021), dove ha interpretato la
spia Paloma. La sua versatilità e la capacità di passare da ruoli
drammatici a quelli d’azione l’hanno resa una delle attrici più
ricercate e apprezzate.
Nel 2025, Ana de Armas sarà protagonista di Ballerina, un film d’azione che si
inserisce nell’universo di John Wick, in cui
interpreta una ballerina assassina in cerca di vendetta. Il film è
diretto da Len Wiseman e promette di essere una delle sue
interpretazioni più intense e fisiche.
Il cast di supporto in
Eden
Oltre ai protagonisti, Eden vanta un cast di supporto che contribuisce in
modo significativo alla profondità della storia. Richard
Roxburgh interpreta Allan Hancock, un personaggio che si
trova a gestire le sfide morali e psicologiche di vivere in una
comunità isolata. Con la sua esperienza e versatilità, Roxburgh
arricchisce il film con un ruolo complesso che gioca un ruolo
cruciale nel delineare le dinamiche tra i coloni.
Toby Wallace veste i panni di Robert
Phillipson, un altro colono che affronta la solitudine e le
difficoltà dell’adattamento a una vita lontana dalla civiltà. La
sua interpretazione porta una sensibilità unica al film, esplorando
i conflitti interni del personaggio.
Jonathan Tittel, nel ruolo di Harry
Wittmer, aggiunge ulteriore tensione al gruppo di coloni. Il suo
personaggio è costretto a fare delle scelte difficili, creando un
contrasto interessante con gli altri membri della comunità. La sua
presenza sullo schermo contribuisce a mantenere alta l’intensità
del dramma.
Infine, Felix Kammerer interpreta un altro
dei coloni, il cui personaggio affronta la dura realtà della vita
su Floreana, sviluppando una relazione intricata con gli altri
protagonisti. Kammerer porta freschezza e intensità al ruolo,
arricchendo la narrazione con una performance emotivamente
coinvolgente.
Il finale della prima stagione di
The Bondsman – serie ideata da Grainger David
– presenta quasi una situazione vantaggiosa per Hub, prima che egli
comprenda veramente le conseguenze delle sue azioni. Molto prima
che la storia della stagione si concluda con una nota oscura e
ambigua, Hub, il personaggio di Kevin Bacon in The Bondsman,
viene infatti assassinato da uomini assoldati dal nuovo interesse
amoroso della sua ex moglie, Lucky. Tuttavia, con
sua grande sorpresa, ritorna dalla morte e presto scopre di essere
stato resuscitato dal diavolo in persona per lavorare come
cacciatore di taglie demoniache per un’organizzazione chiamata
Pot O’Gold.
Deciso a tenersi lontano
dall’inferno, Hub accetta di lavorare per il diavolo e si mette a
uccidere i demoni che scappano dagli inferi. A ogni nuova missione
di caccia ai demoni, si trova ad affrontare una minaccia
soprannaturale ancora più oscura e pericolosa. Con suo grande
disappunto, anche la sua famiglia viene gradualmente coinvolta
nelle sue imprese soprannaturali. Quando la serie TV di
Prime Video raggiunge il suo arco
finale, Hub riesce a superare un’enorme minaccia demoniaca.
Tuttavia, i mezzi che utilizza per raggiungere questo obiettivo
portano a un caos ancora maggiore prima che i titoli di coda
inizino a scorrere.
La spiegazione della possessione
demoniaca di Maryanne
Dopo essere stata risparmiata da
Hub, Lilith possiede un corvo e vola via prima che
il cacciatore di demoni possa riconsiderare la sua decisione. Nel
frattempo, Maryanne si sente tradita da Lucky e
Hub per aver infranto la sua fiducia e aver dato per scontata la
sua gentilezza. Midge aveva precedentemente rivelato che Lilith un
tempo era l’angelo preferito da Dio per la sua bellissima voce.
Tuttavia, alla fine gli altri angeli sono diventati gelosi di lei e
l’hanno indotta a unirsi a Satana. Di conseguenza,
fu bandita all’inferno e costretta a vivere senza l’unica cosa che
amava veramente: la musica.
Dopo essere stata torturata da
Satana all’inferno, Lilith decise di fuggire nel regno umano.
Durante la sua permanenza all’inferno, sviluppò anche un odio
profondo verso gli uomini a causa del modo in cui il diavolo la
trattava. Per questo motivo, ha sviluppato capacità di controllo
mentale che le permettono di rendere le donne sue devote e di
costringere gli uomini a uccidersi strappando loro le mascelle.
Come Lilith è stata delusa dagli uomini della sua vita, anche
Maryanne è stata tradita e ingannata dai due uomini di cui si
fidava: Lucky e Hub.
Per questo, verso la fine di
The Bondsman, sembra che una parte di Lilith si
immedesimi in Maryanne e capisca quello che ha passato.
Possedendola, le dà il potere di prendere finalmente il controllo
della sua vita. Maryanne è anche una cantante affermata e si scopre
che ha una voce incredibile. Questo permette a Lilith di
abbracciare la sua attitudine alla musica. Più di ogni altra cosa,
possedere Maryanne aiuta Lilith a ottenere il controllo su Hub, che
era quasi riuscito a intrappolarla e ucciderla prima che lei
ribaltasse la situazione con il suo accordo.
Il significato del pentagramma inverso in The
Bondsman
Mentre racconta a Hub la storia di
Lilith, Midge ricorda che il demone è stato visto
in precedenza vicino a un’abbazia di Gerusalemme. Gli mostra anche
un’immagine del luogo, che aiuta Hub a notare uno schema. Hub vede
un pentagramma proprio davanti all’abbazia di Gerusalemme e deduce
che potrebbe essere una trappola per i demoni. Unisce tutti i
puntini quando capisce che tutti i demoni che ha cacciato finora
rappresentano anche i cinque bordi del pentagramma: spirito, terra,
acqua, aria e fuoco.
Grazie a questa nuova intuizione,
allestisce il suo miglior amplificatore nel bel mezzo del nulla e
lo usa per attirare Lilith. Quando finalmente Lilith arriva ed
entra nell’area in cui è stato allestito il pentagramma, Midge
svela i bordi del poligono della stella a cinque punte. Di
conseguenza, Lilith rimane intrappolata ed è costretta a rispettare
Hub e Midge. Ciò offre a Hub l’occasione perfetta per uccidere il
suo ospite umano e rispedirlo all’inferno. Tuttavia, Lilith lo
attira con il suo accordo e lo inganna per liberarla.
La spiegazione dell’accordo di Hub
con Lilith
L’Hub di Kevin Bacon si propone dunque di adempiere
alla sua responsabilità di rispedire Lilith all’inferno. Anche se
lei si rivela un demone troppo potente, lui escogita il brillante
piano poc’anzi descritto per intrappolarla e rispedirla agli
inferi. Tuttavia, le cose prendono una svolta inaspettata quando
Lilith lo guarisce e gli promette di tenere in vita la barista
Sheryl in cambio della sua libertà. Lilith gli
assicura anche che ribalterà il suo accordo con il diavolo e lo
aiuterà a evitare il suo destino infernale se lui accetterà di
risparmiarla.
Spinto dall’egoismo, Hub accetta
l’accordo e acconsente a risparmiarla. In questo modo, Lilith si
impossessa di un corvo e fugge, mentre Sheryl rimane viva. Grazie
al suo accordo, Hub riesce a salvarsi dall’inferno e a riportare in
vita la barista. Tuttavia, fa tutto questo a un costo terribile:
vende il resto dell’intero regno umano a Lilith in cambio della
propria salvezza. Non si rende conto delle conseguenze di ciò che
ha fatto e festeggia la sua ritrovata libertà dal demonio fino a
quando, nel finale di The Bondsman, Lilith si
impossessa di Maryanne e minaccia di fare del male al mondo
intero.
Nei momenti finali di The
Bondsman, infatti, Lilith minaccia Hub che se non la
aiuterà nella sua lotta contro Satana, l’intero regno umano dovrà
affrontare la sua furia. Inoltre, lascia intendere che potrebbe
uccidere Maryanne se Hub tentasse di mettersi contro di lei. Lilith
sostiene inoltre che, per quanto Hub voglia credere di aver
superato il suo destino infernale, il diavolo non sarebbe contento
del suo accordo con un demone come lei. Una volta appresa la verità
su ciò che ha fatto, Satana potrebbe addirittura presentarsi nel
regno umano per mettere le cose in chiaro e punire coloro che hanno
osato sfidarlo.
Perché Hub è stato mandato
all’inferno
Per quasi tutta la durata della
serie, Hub sostiene che il diavolo ha commesso un errore mandandolo
all’inferno. Nega di aver commesso dei peccati e sostiene di essere
innocente. Tuttavia, verso la fine della serie, si scopre che Hub
aveva pianificato di uccidere Lucky dopo essersi ubriacato una
notte. Invece di uccidere Lucky, però, ha scambiato una barista,
Sheryl, per lui perché indossava il suo cappello e
l’ha accidentalmente uccisa nella sua rabbia da ubriaco. Invece di
accettare la punizione per il suo crimine, cerca addirittura di
coprirlo nascondendo il corpo di Sheryl. Nell’arco finale di
The Bondsman, Lilith prende il corpo di Sheryl
come suo ospite, il che la aiuta a trovare un accordo con Hub.
L’ultimo episodio dello show di
Amazon Prime Video stabilisce inoltre che la cattura di Lilith era
l’ultimo lavoro di Hub e Midge per Pot O’Gold. Il diavolo avrebbe
mandato i due personaggi all’inferno subito dopo. Midge voleva
comunque portare a termine il lavoro perché sperava di lasciare un
mondo migliore a suo figlio. Hub, invece, odiava il fatto che fosse
una situazione di perdita per loro. Pertanto, quando ha trovato
l’opportunità di ribaltare il suo destino, l’ha colta, permettendo
a Lilith di rimanere.
Ogni personaggio coinvolto con Pot
O’Gold in The Bondsman
La storia di Midge in The
Bondsman ha rivelato che era distrutta quando ha saputo
che il figlio appena nato, Benji, aveva il cancro.
Quando ha iniziato a cercare online nuovi mezzi per raccogliere
fondi per le cure del figlio, si è imbattuta in un annuncio di
un’organizzazione chiamata Pot O’Gold. Non appena ha cliccato
sull’annuncio, un modulo ha compilato automaticamente tutti i suoi
dati e l’ha iscritta. Il giorno dopo, un dipendente di essa,
Ali Khan, si è presentato alla sua porta e le ha
rivelato che il suo lavoro consisteva nel raccogliere anime per il
diavolo. Ha aggiunto che riceve una commissione per ogni anima che
lei riesce a ingaggiare per la società, lasciando intendere che Pot
O’Gold segue uno schema piramidale.
Rendendosi conto che lavorare sotto
Pot O’Gold significherebbe vendere la propria anima al diavolo e
definire il proprio posto all’inferno dopo la morte, Midge si sente
inizialmente in apprensione. Tuttavia, alla fine accetta per il
bene di suo figlio e si mette a reclutare altre persone per vendere
la propria anima all’organizzazione demoniaca. Proprio come Ali
Khan recluta Midge per Pot O’Gold, Midge fa lo stesso con Hub
offrendogli più tempo nel regno umano. A differenza di lei, però,
Hub non viene assunto come reclutatore. Viene invece assunto come
cacciatore di demoni, probabilmente perché prima di morire era un
cacciatore di taglie.
Come il finale della Stagione 1 di
The Bondsman prepara la Stagione 2
Il finale di The
Bondsman pone dunque le basi per l’unione di Lilith e Hub
nella lotta contro Lucifero. La Stagione 1 sembra accennare alla
sua futura apparizione, ma non rivela molto della sua storia nella
trama generale. Per questo motivo, se la serie verrà rinnovata per
un’altra stagione, sarebbe interessante vedere chi interpreterà
Lucifero e come verrà ritratto. Dal momento che l’intera razza
umana è in pericolo, la serie potrebbe persino introdurre Dio come
uno dei suoi personaggi nella prossima stagione. Di certo, il
diavolo non si arrenderà tanto facilmente e con buona probabilità
si rivelerà essere egli stesso il grande villain da
sconfiggere.
Nella nuova miniserie Dying
for Sex (qui
la recensione), Michelle Williams interpreta Molly
Kochan, una giovane donna che, di fronte a una diagnosi di
cancro al seno in fase terminale, decide di lasciare l’uomo con cui
era sposata da 13 anni e di trascorrere gli anni che le restano
esplorando i propri desideri sessuali. Ciò che segue nella serie in
otto episodi è in egual misura umorismo e strazio, con Molly alla
ricerca di avventure erotiche mentre è alle prese con la sua salute
in declino. Al fianco di Molly, mentre i suoi incontri sessuali si
intensificano e la sua malattia progredisce, c’è la sua migliore
amica, Nikki Boyer (interpretata da Jenny
Slate).
Fino alla sua devastante
conclusione, Dying for Sex (interpretato anche da
Jay Duplass, Sissy Spacek e
Kelvin Yu) si svela dunque essere una storia di
auto-scoperta sessuale e di incrollabile amicizia femminile. A
rendere ancora più emozionante la miniserie, la cui realizzazione è
durata diversi anni, è il fatto che sia basata su eventi reali.
L’adattamento televisivo di Dying for Sex si basa
infatti sull’omonimo podcast di successo Wondery,
creato da Kochlan e Boyer negli ultimi mesi di vita della
prima.
Il podcast non solo si è guadagnato
l’attenzione della creatrice di New Girl e The
Dropout,Elizabeth Meriweather,
ma è anche ciò che ha inizialmente attirato la Williams verso il
progetto – e che segna il suo primo ruolo televisivo dopo la
partecipazione alla miniserie del 2019 Fosse/Verdon.
“Mi ha sconvolto”, ha detto la Williams a Vanity Fair a
proposito del podcast di Kochan e Boyer. “Non riuscivo a
spiegare perché mi avesse commosso così tanto”. In quarto
approfondimento esploriamo dunque la storia vera dietro la
miniserie, disponibile su Disney+ dal 4 aprile.
Michelle Williams in Dying for Sex – Cortesia Disney
Italia
Chi è Molly Kochan?
La Kochan – e la sua storia – sono
dunque alla base della nuova serie Dying for Sex.
Nata e cresciuta a New York, Kochan si è inizialmente trasferita a
Los Angeles con la speranza di diventare un’attrice, per poi
stabilirsi lì dopo essersi fidanzata con suo marito (il cui
personaggio è interpretato da Jay Duplass nella
miniserie). Nel 2005, poco dopo il fidanzamento, la Kochan, che di
mestiere fa la scrittrice, si è recata dal suo ginecologo
preoccupata per il dolore provato durante i rapporti sessuali e per
un piccolo nodulo al seno. Secondo quanto racconta la Kochan sia
nel suo blog che nel suo libro, il medico li ha liquidati entrambi
come cose da nulla.
“Non era niente, ha detto, dopo
averci impastato intorno per un minuto”, ha scritto la Kochan
a proposito della visita al seno nel suo blog Everything Leads
to This. “Inoltre, ha detto, ero troppo giovane per
preoccuparmi di una cosa come il cancro al seno. Avevo 33
anni”. Nel 2011, però, il nodulo che Kochan aveva scoperto si
è effettivamente rivelato un cancro al seno, che si era diffuso ai
linfonodi. A 38 anni si è sottoposta a chemioterapia, mastectomia
bilaterale, radioterapia e chirurgia di ricostruzione, come si
legge nel suo libro di memorie Screw Cancer: Becoming
Whole.
La Kochan ha poi iniziato un regime
di cinque anni di terapia ormonale per prevenire il ritorno del
cancro; tuttavia, nel 2015, durante una seduta di consulenza di
coppia, ha appreso che il cancro era tornato. Si era diffuso alle
ossa, al fegato e al cervello, diventando così di stadio IV, e la
diagnosi era terminale. Inizialmente, Kochan ha tenuto segreta la
notizia della recidiva del cancro, comunicandola solo alla famiglia
e agli amici più stretti. La sua valvola di sfogo era la scrittura
sul suo blog e sul suo account Twitter, entrambi pubblicati in
forma anonima, secondo il Fred Hutch News Service.
“Nascondersi non è
l’obiettivo”, ha detto Kochan al Fred Hutch News Service nel
2016. “Il programma è solo quello di rendere sicuro il mio
percorso e di non avere il cancro in primo piano in tutte le mie
giornate”. Kochan ha continuato: “È solo qualcosa che sto
vivendo, non ciò che sono. Mi rendo conto che è qualcosa con cui
probabilmente avrò a che fare per sempre. Ma non voglio che il
cancro sia la mia vita”.
Jenny Slate in Dying for Sex – Cortesia Disney Italia
Chi è Nikki Boyer?
Boyer è stata la migliore amica di
Kochan per oltre 20 anni, anche se le due non avrebbero mai potuto
stringere amicizia se non fosse stato per un incontro casuale
durante un corso di recitazione. La Boyer ha raccontato al Times
come Kochan la trovasse inizialmente “fastidiosa” e in
cerca di attenzioni quando si sono incontrate per la prima volta
nel 2000 al poc’anzi menzionato corso a Los Angeles. “La
odiavo. Non mi piaceva Nikki”, ha detto Kochan nella versione
podcast di Dying for Sex. “Era così frizzante
e carina… Ero gelosa di lei”.
Ma dopo che il loro insegnante di
teatro le ha messe in coppia, le due sono diventate subito amiche.
Se non fosse successo, “non so se io e Molly avremmo sviluppato
quest’amicizia reciproca”, ha raccontato Boyer. Nei due
decenni successivi, Boyer e Kochan sono state inseparabili, anche
quando il cancro di Kochan è progredito e la sua salute è
peggiorata. “Siamo state insieme attraverso matrimoni, divorzi,
fidanzati, figliastri e ora il mio cancro… due volte”, ha
scritto Kochan nel suo libro di memorie. “Lei piange, a volte
quanto, se non di più, di me per la mia diagnosi. Ma ridiamo anche.
Questa è sempre stata la luce del nostro rapporto: la
risata”.
Che cosa ha fatto Molly Kochan dopo
aver ricevuto la diagnosi di cancro al seno al quarto stadio?
Subito dopo aver appreso che il
cancro si era metastatizzato al fegato nell’agosto 2015, la Kochan
ha preso la decisione di lasciare il marito. La coppia di 13 anni
aveva avuto “difficoltà” prima della diagnosi iniziale di
cancro della Kochan, ha condiviso nella versione podcast di
Dying for Sex, e la sua malattia sembrava solo
amplificare i loro problemi. “Il cancro sembrava far emergere
più dolore e rabbia”, ha ricordato Boyer nel podcast. Dopo
mesi di tentativi disperati di riparare il loro rapporto, Kochan si
rese conto che lei e il marito “non erano proprio una coppia
romantica”, ha detto nel podcast.
Si è trasferita nel marzo 2016 e ha
scritto della decisione sul suo blog, che a quel punto era ancora
anonimo. “La verità è che senza questa diagnosi probabilmente
sarei rimasta, avrei continuato a cercare di far funzionare le
cose”, ha scritto Kochan. “Perché c’è molto amore lì. Ma
c’è anche molto stress. E un ambiente stressante non è un buon
ambiente quando si lotta contro il cancro”. La fine del
matrimonio di Kochan ha coinciso anche con il suo regime
terapeutico, che ha avuto un effetto collaterale inaspettato: ha
aumentato drasticamente la sua libido. Da poco single e con una
diagnosi terminale, la Kochan si è imbarcata in quello che Boyer ha
descritto come un “risveglio sessuale completo”.
Michelle Williams e Jay Duplass in Dying for Sex – Cortesia Disney
Italia
Si è buttata nella scena degli
appuntamenti, sperimentando di tutto, dagli scambi di messaggi di
testo piccanti alla sperimentazione di feticci con decine di uomini
diversi. “Essere sessuali è l’antitesi della morte”, ha
dichiarato Kochan in Dying for Sex. “Il sesso
mi fa anche sentire viva ed è una grande distrazione all’essere
malata”. Le scappatelle sessuali di Kochan non sono state solo
un modo per reclamare il suo corpo dal cancro; l’hanno anche
aiutata a confrontarsi con i suoi traumi passati, tra cui la
violenza sessuale subita all’età di 7 anni dal fidanzato di sua
madre.
Molte persone pensano: “Sta solo
facendo sesso, si sta facendo un giro sul tizio di turno per
sentirsi bene””, ha detto Boyer al Times a proposito degli
incontri sessuali di Kochan. “Ma non si trattava solo di
questo. C’era la guarigione di vecchie ferite. Per tutta la vita si
era sentita frammentata e durante il sesso le era stato permesso di
fare le sue scelte e di rimettere insieme i pezzi”.
Molly Kochan e Nikki Boyer
raccontano la loro storia
Quando Kochan ha condiviso i
racconti delle sue avventure sessuali con Boyer, le migliori amiche
hanno capito che quelle esperienze sarebbero state un ottimo
intrattenimento. L’idea iniziale era quella di un programma
televisivo, intitolato Dying for Sex (traducibile
con “morire di sesso“), ma dopo averlo proposto e aver
ricevuto diversi rifiuti, hanno deciso di registrare i racconti di
Kochan come podcast. Kochan e Boyer hanno registrato 10 episodi in
tre sessioni in studio, e poi Boyer ha iniziato la caccia a una
società di podcast che lo raccogliesse.
Il loro podcast ha attirato
l’attenzione di Wondery, lo studio di podcast di
Amazon, nel febbraio 2019 e sei episodi sono stati pubblicati un
anno dopo, nel 2020. Oltre a registrare le sue storie per il
podcast, Kochan – come già riportato – ha anche scritto un libro di
memorie, Screw Cancer: Becoming Whole, pubblicato postumo
nell’agosto 2020. La maggior parte del libro è stata scritta quando
la sua salute è peggiorata ed è entrata in ospedale, ha raccontato
Boyer. “La maggior parte del libro è stata scritta dal suo
letto d’ospedale, riversando il suo cuore su ogni pagina”, ha
scritto Boyer nella prefazione di Screw Cancer.
“Questo libro è ciò che l’ha tenuta in vita, soprattutto nelle
sue ultime settimane”.
Michelle Williams e Jenny Slate in Dying for Sex – Cortesia Disney
Italia
Cosa è successo a Molly
Kochan?
Dopo più di tre anni di lotta contro
il cancro al quarto stadio, Kochan è morta poco prima della
mezzanotte dell’8 marzo 2019. In un post sul blog scritto da Kochan
e intitolato “Sono morta”, ha condiviso che i suoi ultimi
giorni sono stati “fantastici” e trascorsi con “le
persone che dovevano esserci” – tra cui la sua migliore amica
Boyer, che era presente quando ha esalato gli ultimi respiri.
“Ho messo la mia mano sulla sua testa e l’altra sul suo cuore.
Le ho detto: ‘Sono qui, ci sono io con te’”, ha ricordato
Boyer al Times. “Ero in soggezione con lei in quel momento. È
stata una delle cose più magiche che abbia mai vissuto. È stato
così intenso e bello”.
Sebbene le avventure sessuali in cui
Kochan si è imbarcata tra la sua diagnosi terminale e prima della
sua morte, avvenuta nel 2019, non abbiano prodotto il romantico
lieto fine che aveva inizialmente immaginato, il risultato finale è
stato molto più gratificante dal punto di vista personale. “Ho
iniziato questo viaggio con il desiderio di innamorarmi. Volevo
trovare la mia anima gemella”, ha scritto la Kochan nel suo
libro di memorie. “Era un’idea umana romantica a cui volevo
appartenere”.
Kochan ha continuato:
“Ovviamente non uscivo con le persone che si adattavano a
questo modello… ma alla fine sono stati dei catalizzatori perfetti
in molti modi. E tra queste interazioni, insieme a quelle con gli
amici e la famiglia, mi sono reso conto di essermi innamorata. Sono
innamorata. Di me”.
L’accuratezza di Dying for
Sex
Secondo la Boyer, l’adattamento
televisivo del podcast di lei e Kochan è principalmente fedele alla
storia reale di Kochan. La miniserie, tuttavia, si è presa alcune
“libertà” per quanto riguarda la linea temporale e i personaggi, ha
rivelato la Boyer al Times. Per esempio, la serie è ambientata a
New York invece che a Los Angeles. I produttori hanno anche unito
diversi uomini che Kochan aveva incontrato e che erano appassionati
di kinks e feticismi in un personaggio particolare conosciuto come
“il vicino di casa” (interpretato da Rob
Delaney).
Tuttavia, un aspetto della storia di
Kochan che la serie ha ritratto con estrema accuratezza è il suo
rapporto con la sua migliore amica, Boyer. “È molto simile a me
e Molly, il nucleo di noi due”, ha detto Boyer della serie
televisiva al Times. C’è una scena in cui le amiche sono a letto e
Molly mette la mano sulla tetta di Nikki e dice: “Sembra una
tazza di tè caldo”. È vero. Hanno preso cose divertenti e
specifiche e le hanno mantenute“. La miniserie, dunque, tra
risate e momenti drammatici ha saputo restituire la realtà di
questa vicenda e l’amore per la vita della sua protagonista.
Il film Father Stu
(qui
la recensione) si apre con un giovane Stuart
Long (Tenz McCall) che balla sulle note
di Elvis mentre il padre Bill (Mel
Gibson), alcolizzato e buono a nulla, lo guarda con
disprezzo. Come Bill ammette durante una riunione degli Alcolisti
Anonimi più avanti nel film, ha abbattuto tutti gli eroi del
ragazzo sperando che un giorno il ragazzo lo ammirasse. Il rapporto
problematico con il padre è dunque al centro della storia di questo
film. Incontriamo poi Stuart (Mark
Wahlberg), ormai adulto, come pugile dilettante che
tenta di sfondare a un’età in cui la maggior parte dei pugili sta
pensando di appendere i guantoni al chiodo.
Questo con grande disapprovazione di
sua madre Kathleen (Jacki
Weaver), che lo ha cresciuto da sola dopo la partenza di
Bill. Il record di Stu sul ring è buono, ma è costretto a smettere
perché le infezioni di cui soffre dopo un combattimento potrebbero
portare a complicazioni potenzialmente letali. Stu decide quindi di
andare a Hollywood per intraprendere la carriera di attore e lavora
al banco della carne in un negozio di alimentari finché non viene
notato. La celebrità non lo trova, ma riallaccia i rapporti con
Bill e viene colpito da un colpo di fulmine quando vede
Carmen (Teresa Ruiz) fare la
spesa nel suo negozio.
La rintraccia in una chiesa
cattolica locale e la corteggia, ma lei non vuole uscire con lui se
non viene battezzato. Nel vero stile di Stu, questo è un piccolo
ostacolo e si fa inzuppare. Stu trova la vera fede, tuttavia, solo
dopo aver subito un terribile incidente in moto e aver avuto una
visione della Vergine Maria. Una volta ristabilitosi completamente,
intraprende una nuova carriera nel sacerdozio, con grande stupore
di tutti. Tuttavia, riesce a convincere Monsignor
Kelly del seminario (Malcolm
MacDowell) a dargli una possibilità. Si dimostra
all’altezza, ma a quel punto viene colpito da una rara malattia
muscolare progressiva.
Mel Gibson e Mark Wahlberg in Father Stu
La vera storia di Stuart Long
Father Stu è
abbastanza fedele agli inizi della carriera di Stuart
Long, anche se riduce la sua attività sportiva alla sola
boxe. Cresciuto a Helena, nel Montana, si è distinto nel wrestling
e nel football alla Capital High, venendo eletto “miglior
guardalinee offensivo” dopo la sua ultima stagione nella squadra.
Ha inoltre partecipato a numerosi campionati, classificandosi
secondo al Whitehall JV Tourney. Passato al Carroll College, Long
ha trascorso due anni nella linea difensiva della squadra di
football. Si trattava di una scuola cattolica, ma lui all’epoca non
era cattolico e si divertiva a interrompere i suoi insegnanti con
domande ignoranti sulla fede.
Padre Bart Tolleson
lo ricorda: “La sua conversione è fenomenale: da agnostico
combinaguai è passato a un incontro mistico con Dio… Poi ha deciso
di diventare sacerdote”. Mentre era al Carroll College, Long
sviluppò una passione per la boxe e si costruì una certa
reputazione da combattente. L’assistente allenatore Palmer
Hoovestal ricorda che: “Non l’ho conosciuto molto bene
finché non abbiamo fatto boxe insieme a Carroll. Stu era un tipo
grosso, quindi non era molto veloce, ma sapeva colpire duro. Quello
che gli mancava in velocità lo compensava con la potenza. Si
allenava e si allenava duramente, ma era più simile a un Clydesdale
che a un cavallo di razza o a un purosangue”.
Long intraprese una carriera da
professionista, vincendo il titolo dei pesi massimi ai campionati
statali dei novizi del 1985 a Billings. Avrebbe dovuto
rappresentare il Montana ai Regional Golden Gloves di Salt Lake
City, ma fu sottoposto a una restrizione di 30 giorni dopo essere
stato messo al tappeto in un altro incontro per il titolo locale il
fine settimana precedente. L’anno successivo si è ripreso e si è
classificato secondo ai campionati regionali del 1986, prima che un
intervento chirurgico alla mascella lo costringesse a
ritirarsi.
Mark Wahlberg e Jacki Weaver in Father Stu
Father Stu va a Hollywood
Come riportato da History vs. Hollywood, opo essersi
ritirato dal pugilato, Stuart Long decide ottimisticamente di
andare a Hollywood per provare a recitare, con poco altro a
sostegno se non la sua fiducia in se stesso e il suo fascino. Le
scene in cui arriva a Los Angeles, alloggia in un motel e inizia a
cercare opportunità sono di un certo tipo, come quando uno
squallido produttore cerca di fargli fare il casting couch per
vedere quanto vuole la parte. Nel film, Kathleen, la madre di Long,
è tutt’altro che solidale. Pensa che sia solo un altro dei voli
pindarici del figlio e gli dice che il suo posto non è a Los
Angeles, perché la gente è un “branco di hippy fascisti
comunisti”.
In realtà, la madre di Stu era molto
più incoraggiante, suggerendogli di andare a Hollywood e di fare un
tentativo. Allo stesso modo, il suo vero padre Bill non era affatto
cattivo come il personaggio di Mel Gibson nella vita reale. Il vero Mr. Long
lavorava lontano, ma era comunque un padre affettuoso e l’infanzia
di Stu è stata piuttosto felice fino alla tragica scomparsa del
fratello minore. Nel film, la carriera di attore di Stu si riduce a
una pubblicità di spazzoloni. La carriera del vero Stu è però stata
un po’ più fortunata; oltre agli spot pubblicitari, ha avuto alcune
piccole parti e ha persino interpretato il ruolo in un film per la
TV.
Da piantagrane a prete
Proprio come nel film, il vero Padre
Stu era un po’ un piantagrane quando era più giovane e veniva
regolarmente coinvolto in risse. Lo ha ricordato a lungo egli
stesso: “Ho vissuto una vita molto veloce. Ero coinvolto in
combattimenti. Facevo spesso risse per strada. Ero molto
turbolento, sai, bevevo e avevo molti problemi. Ho avuto diversi
incidenti, sia in moto che in auto. Sono caduto. Mi sono fatto male
combattendo”. Il brutale incidente motociclistico di Stu viene
dipinto come il momento che ha portato l’agnostico rissoso verso la
religione.
In realtà, ha avuto una serie di
incidenti gravi, ma il film si concentra su quello che lo ha
convinto di avere una vocazione a servire Dio. Anche la sua
relazione con Carmen viene drammatizzata, facendo credere che Stu
si sia inizialmente battezzato solo per poterla frequentare. Il
vero Stu si è interessato alla religione dopo l’incidente e si è
fatto confermare come cattolico romano per poterla sposare, visto
che al momento dell’incidente vivevano già insieme.Il film mostra
Stu come un personaggio impulsivo che si butta a capofitto in
un’idea, e il vero Stu aveva un atteggiamento simile dopo la
cresima.
Mark Wahlberg in Father Stu
Non contento di essere un cattolico
praticante, decise che il sacerdozio era l’unica strada da
percorrere. Gli ci sono voluti 10 anni per diventare sacerdote ed è
stato ordinato il 14 dicembre 2007. A quel punto soffriva già di
una malattia muscolare debilitante e aveva bisogno di stampelle per
camminare. Come mostra il filmato, la sua malattia sembrava
inizialmente bloccare il suo cammino verso il sacerdozio, prima che
il vescovo George Thomas decidesse di ordinarlo nonostante le
preoccupazioni del seminario.
La malattia di Father Stu
In Father Stu, il
deterioramento di Stuart Long dopo essere stato colpito dalla
Miosite Inclusiva Corporea (IBM) è piuttosto rapido, ma in realtà
sono passati 19 anni dalla diagnosi alla sua morte finale. La
malattia è una condizione incurabile che è iniziata quando a Stu è
stato rimosso un tumore “grande come un pugno” dall’anca e da lì la
sua salute è gradualmente peggiorata. Sebbene fosse stato ordinato
diacono, il rifiuto di diventare sacerdote fu per lui devastante.
Decise di recarsi in pellegrinaggio a Lourdes, in Francia, per
vedere se le favolose acque curative del santuario potessero
guarirlo.
Secondo il suo buon amico padre Bart
Tolleson, Stu “credeva assolutamente al 100%” che sarebbe guarito,
ma è quasi caduto in acqua quando ha cercato di alzarsi dalla sedia
a rotelle. Sulla via del ritorno a casa, Stu visitò la Cattedrale
di Notre Dame ed ebbe una visione mistica quando vide la statua di
Giovanna d’Arco, che cambiò la sua intera prospettiva sulla
malattia. “Sapeva che gli era stato chiesto se avrebbe portato
la malattia per Cristo”, ricorda Tolleson, ed è un peccato che
questa movimentata e illuminante escursione non sia stata inserita
nel film.
Dopo essere stato finalmente
ordinato, Padre Stu ha servito come sacerdote per sei anni prima di
morire nel 2014, quattro dei quali dalla sua ultima casa al Big Sky
Care Center di Helena, Montana, la città in cui era cresciuto. A
detta di tutti, è stato un sacerdote molto semplice e di buon umore
che ha avuto un effetto positivo duraturo sulla sua comunità e su
coloro che sono entrati in contatto con lui. Nonostante i suoi
difetti come film, Father Stu riesce a cogliere
almeno questo aspetto, soprattutto grazie all’impegno di Mark Wahlberg nel ruolo.
Il fornaio, un film
drammatico d’azione, racconta la storia di un uomo anziano
apparentemente normale, il cui momentaneo lavoro di babysitter con
la nipote si trasforma in una ricerca letale dopo la misteriosa
scomparsa del figlio. Il proprietario della pasticceria Pappi’s
Bake Shop, solitamente conosciuto come Pappi
stesso, si trova in difficoltà dopo che il figlio lontano,
Peter, gli lascia la figlia,
Delphi, per occuparsi di alcuni suoi loschi
affari. Quando Peter non torna dalla figlia, la strana coppia
nonno-nipote si imbarca nell’avventura della vita.
Con una flotta di gangster alle
spalle e un pericoloso signore della droga che vuole il sangue di
Pappi, il panettiere deve rinfrescare alcune delle sue vecchie
abilità per garantire la sicurezza della sua famiglia. Il film,
ricco di azione e di dinamiche familiari avvincenti, anche se
complicate, è un’avvincente storia sull’improbabile legame tra un
vecchio perennemente scontroso e una giovane bambina mite ma
spontanea. Per questo motivo, gli spettatori possono ben essere
curiosi di vedere dove porterà questa bizzarra avventura.
La trama di Il
fornaio
Per Peter,
proprietario di una piccola compagnia di limousine, il viaggio
verso l’aeroporto doveva essere un semplice pick-up. Tuttavia, dopo
che un ritardo rimanda l’uomo al parcheggio sotterraneo, assiste a
una scena incredibile. Mentre l’autista si nasconde nell’ombra, nel
parcheggio avviene una consegna di droga, interrotta da una banda
rivale. Di conseguenza, le due bande si uccidono a vicenda,
lasciando incustodito un borsone pieno di droga, di cui Peter può
approfittare. In una frazione di secondo, l’uomo prende una
decisione. Di conseguenza, dopo aver rubato il borsone, scappa
dalla città con la figlia piccola.
Il padre e la figlia arrivano alla
pasticceria Pappi (Ron Perlman), di
proprietà del padre di Peter. Anche se i due non sono in contatto
da anni e Pappi ignora completamente l’esistenza di sua nipote
Delphi, Peter lo convince a prendersi cura della
ragazza. Con la promessa di un ritorno sicuro dopo una telefonata
sospetta sullo spostamento della sua “scorta”, Peter torna a casa
sua per un lucroso scambio con il suo spacciatore,
Milky. Tuttavia, un destino diverso lo attende a
casa sotto forma di uomini armati che lavorano per il
Mercante, un temuto signore della droga
locale.
Joel David Moore ed Emma Ho in Il fornaio
Sebbene Peter tenti di restituirgli
la droga in cambio della sua vita, ben presto si rende conto che
Delphi ha scambiato il contenuto del borsone con il suo zaino
scolastico in preda alla rabbia. Quando i gangster se ne accorgono,
picchiano Peter. L’uomo riesce a telefonare a Pappi come ultima
risorsa per chiedergli di prendersi cura di sua figlia, prima che
il panettiere senta degli spari dall’altra linea del telefono. Di
conseguenza, dopo un giorno di inizio difficile con la ragazza che
ricorda tanto a Pappi il suo bambino, il fornaio arriva alla
stazione di polizia con Dephi per sporgere denuncia.
Tuttavia, la stessa non porta a
nessuna soluzione, poiché Pappi conosce a malapena la vita di Peter
per presentare una denuncia coesa. Di conseguenza, prende in mano
la situazione e inizia un’indagine privata. Non avendo nessun altro
che si occupi della piccola Delphi, il cui trauma passato l’ha resa
selettivamente muta, il fornaio la lascia venire con sé. Il duo
compie alcuni viaggi e scopre che le bustine rosa contenute nella
borsa di Delfi sono una droga molto ricercata nota come Nova o
Rosa. A sua volta, la notizia di un vecchio ma abile combattente
alla ricerca del figlio giunge al Mercante, che lo costringe a fare
pressione sul suo braccio destro, Victor, affinché risolva il
problema di Peter.
Nel frattempo, Pappi e Delphi, che
avevano iniziato la loro conoscenza in guardia, cominciano a
scaldarsi l’uno con l’altro. Dopo alcuni incontri più violenti con
spacciatori e simili, Pappi arriva in un club che ha legami con il
famigerato Mercante, responsabile della scomparsa del figlio.
Tuttavia, all’interno del locale, la sfortuna lo attende dopo che
un alterco con lo scagnozzo del boss lascia a Pappi la
consapevolezza della fatale scomparsa del figlio. La notizia è
ancora più pesante per Delphi, che è distrutta per aver perso ogni
speranza di ricongiungersi al padre. Ciononostante, Pappi conforta
la bambina. Il giorno dopo, i due lasciano l’albergo per tornare
alle loro vite.
Tuttavia, gli uomini del Mercante,
attirati da una redditizia taglia sulla testa di Pappi, tendono
loro un’imboscata, dando vita a una lotta che lascia il fornaio
gravemente ferito. Sebbene la prontezza di riflessi di Delphi
permetta a Pappi di ricevere i soccorsi di cui ha bisogno, i loro
inseguitori rintracciano il duo anche in ospedale. Dopo essere
scampato a un’altra esperienza di quasi morte, Pappi decide di
porre fine ai giochi del Mercante e organizza un incontro con
Victor.
Ron Perlman in Il fornaio
Il finale di Il
fornaio
Anche se Pappi ha sentito il rumore
degli spari durante l’ultima telefonata con Peter, l’anziano si è
aggrappato alla speranza che suo figlio potesse essere ancora vivo.
Allo stesso modo, disse alla bambina di gestire le sue aspettative
senza schiacciare il suo spirito. Tuttavia, la speranza di Pappi si
azzera quando riceve la conferma della morte di Peter da qualcuno
che sostiene di averlo seppellito. Pappi sperava che il Mercante
avesse tenuto in vita il figlio per usarlo come riscatto. Tuttavia,
sapeva quanto fosse improbabile un simile scenario. Pertanto,
quando gli scagnozzi del gangster confermano la morte di Pietro, il
fornaio non ha motivo di mettere in dubbio la sua onestà.
Tuttavia, la stessa cosa non segna
l’uscita del nonno-nipote dal mondo criminale. Il Mercante è ancora
alla ricerca della droga Nova, deciso a procurarsi i beni perduti.
Per lo stesso motivo, Victor si rifiuta di mollare la presa e
continua a mandare aggressori contro Pappi. Dopo l’attentato
all’ospedale, Pappi compie una scelta difficile e decide di portare
a termine la missione. Di conseguenza, usa il telefono di uno degli
scagnozzi di Victor per organizzare un incontro con l’uomo e lo
prende prontamente in ostaggio. La narrazione mantiene una certa
distanza dal passato di Pappi, evitando di rivelare la maggior
parte dei dettagli.
Tuttavia, i flashback e i commenti
di circostanza rendono evidente che il panettiere nasconde un
passato raccapricciante che gli procura ancora incubi di routine.
Di conseguenza, Pappi ha anche le capacità per sostenere il suo
passato faticoso e misterioso, come testimoniano i suoi precedenti
alterchi. Per questo motivo, riesce a rapire facilmente Victor e lo
costringe a guidare fino al luogo in cui ha seppellito il figlio
del fornaio. Una volta che Victor, Pappi e Delphi arrivano
all’ingresso del fitto bosco minaccioso dove il gangster conferma
che si trova il corpo di Peter, Pappi lascia il nipote in macchina
per risolvere la questione di Victor.
Nella foresta, Pappi scopre e
riconosce il corpo semisepolto di Peter. Di conseguenza, decide di
uccidere Victor per vendicare il figlio. Sorprendentemente, Victor,
la cui coscienza lo tormenta da giorni per aver reso orfano un
bambino, accoglie il giudizio finale di Pappi e implora la sua
morte. In preda alla rabbia, Pappi lascia che il proiettile lo
manchi. Tuttavia, il rumore dello sparo attira Delphi nella
foresta, dove assiste all’orribile scena. Al contrario, Pappi vede
Peter nella sagoma della figlia, ricordando un tempo prima che
Peter crescesse e iniziasse a detestarlo, probabilmente per il suo
passato violento. Sceglie quindi di liberarsi del suo passato e di
abbracciare un futuro migliore.
Harvey Keitel in Il fornaio
Chi uccide il Mercante?
Dopo che Pappi permette a Victor di
vivere, lasciandosi alle spalle la sua vita violenta con Delphi al
suo fianco, decide di affrontare il loro avversario, il Mercante,
in un confronto diretto. Nel corso del film, la narrazione accenna
solo alla vecchia vita di Pappi come Donald
Gilroy. Così, anche se sappiamo che alcuni incidenti si
sono conclusi con l’inscenamento della sua morte decenni fa, la
natura della sua professione passata rimane sconosciuta. Per lo
stesso motivo, è un po’ uno shock quando il confronto tra Pappi e
il Mercante rivela che i due uomini si conoscevano già.
Anche se tra i due si respira
un’aria tesa, è chiaro che il signore della droga rispetta, o
almeno teme, la presenza di Pappi nonostante la sua scomparsa da
anni. Di conseguenza, il Mercante accetta di liberare lui e sua
nipote dopo che Pappi gli avrà restituito la droga Nova. Così, alla
fine, Pappi si trova in un aeroporto con Delphi, una famiglia di
due persone che si prepara a imbarcarsi su un volo. Anche se
uccidere il Mercante avrebbe portato una momentanea soddisfazione a
Pappi, egli si rende conto del circolo di violenza che un’azione
del genere avrebbe scatenato. Pertanto, non vuole commettere gli
stessi errori che ha commesso con Peter e perdere Delphi non
riuscendo a tenerla al sicuro.
Tuttavia, la scena finale del film,
in cui una figura senza volto trova il Mercante e gli spara a
bruciapelo, lascia un quadro sconcertante al pubblico. Pappi emerge
come l’ovvio sospettato dell’omicidio, data la presenza
contrapposta del fornaio e del Mercante nella storia. Tuttavia,
Pappi ha permesso a Victor, l’uomo che ha premuto il grilletto
contro suo figlio, di sfuggire alla morte. Per lo stesso motivo,
non avrebbe senso che l’uomo scegliesse la violenza contro il
Mercante mentre Victor vive. Inoltre, a prescindere dalla debolezza
personale del Mercante, il suo cartello della droga rappresenterà
sicuramente un problema pericoloso per Pappi, che non vorrebbe
mettere Delphi in una situazione simile.
Pertanto, sembra probabile che Pappi
non uccida il Mercante. Il Mercante, invece, probabilmente
incontrerà la sua fine per mano di Victor, il suo fidato
dipendente. Per tutto il film, il signore della droga tratta Victor
con disgusto e mancanza di rispetto, ricordandogli spesso la sua
inferiorità perché non è della famiglia. Così, Victor, che poco
prima aveva abbracciato la morte per poi esserne derubato, avrebbe
potuto facilmente incanalare le sue frustrazioni verso l’uomo
responsabile delle sue azioni immorali. In definitiva, è possibile
che sia Victor a sparare al Mercante.
Io vi troverò (Taken) ha dimostrato al mondo
una cosa: se un padre arrabbiato ti dice che ha delle abilità molto
speciali, è meglio che rilasci sua figlia. Il film d’azione non
solo è stato un successo in tutto il mondo, ma ha consacrato
Liam Neeson come una vera e propria star
dell’azione. Non è passato molto tempo prima che l’attore
diventasse l’uomo di riferimento per qualsiasi trama
cinematografica che richiedesse un’eccessiva quantità di calci nel
sedere, e l’esistenza di film come The Grey, L’uomo sul treno e Non-Stop sono tutti merito di questo film. Non
sorprende dunque che sia poi stato realizzato un sequel:
Taken – La vendetta (qui
la recensione), diretto da Olivier
Megaton.
Tornando un attimo al film che ha
dato il via a tutto, Io vi troverò aveva tutto ciò che il
pubblico voleva da un thriller d’azione. Bryan
Mills (Neeson) vede la figlia Kim
(Maggie Grace) venire rapita, quindi si reca in
Europa per rintracciarla, uccidendo nel frattempo scagnozzi su
scagnozzi. Il tutto ha un lieto fine, con la famiglia di Bryan che
si riunisce. La sua ex moglie, Lenore (Famke
Janssen), forse sta ancora con un altro uomo, ma
almeno ora sono in rapporti più amichevoli. Tutto sembrava essersi
concluso bene, ma in ogni film di successo è sempre previsto un
sequel. Taken – La vendetta ha dunque rimesso
in pericolo la famiglia Mills, ma questa volta sono Bryan e Lenore
a essere presi di mira.
La spiegazione del finale di
Taken – La vendetta: Bryan Mills offre al cattivo
una scelta
Nel film, spetta dunque a Kim
salvare la situazione e tutto culmina in una conclusione
emozionante. Kim dimostra di essere una valida mercenaria, mentre
riceve la guida del padre per la maggior parte del film. Tuttavia,
Bryan è ancora lì per fare del male e riesce a salvare se stesso e
la sua ex moglie dalla mafia albanese. Una volta messe al riparo le
donne della sua vita, si lancia nella vendetta per trovare l’uomo
che sta dietro a tutto: Murad Hoxha (Rade
Šerbedžija). I due si incontrano faccia a faccia e, come
previsto, Bryan ha la meglio.
Tuttavia, non uccide Murad subito.
Al contrario, gli offre una scelta: Murad può scegliere di morire
qui e ora, oppure di andare a stare con i suoi figli. Murad accetta
l’offerta di lasciare Bryan da solo, permettendogli di posare la
pistola… ma non sarebbe un thriller senza un doppio gioco. Murad
raccoglie quindi la pistola solo per scoprire che non ha
proiettili. Bryan si rende quindi conto che sarà sempre braccato,
così impala il suo nemico su un gancio per asciugamani.Durante il
confronto finale c’è una battuta che riassume tutto, ovvero quando
Bryan dice: “Sono stanco di tutto questo”.
Egli è un ufficiale della CIA in
pensione, che vuole solo essere presente per la sua famiglia. Non
vuole essere un assassino e si rende conto che se dovesse eliminare
Murad, i suoi figli verrebbero a cercarlo. Preferirebbe non avere a
che fare con tutto questo e sembra sinceramente volere che Murad se
ne vada. Purtroppo, ciò non accade e Bryan si rende conto che, per
quanto si sforzi, rimarrà sempre intrappolato in questo mondo
violento.
Taken – La vendetta getta dei semi
che il sequel non raccoglie
Prima di morire, Murad dice quindi a
Bryan che ha altri due figli e che se lo uccide, loro lo
inseguiranno. È il motivo per cui Bryan vuole lasciarlo andare vivo
inizialmente, perché preferirebbe che quei figli non divenissero
una minaccia per lui e la sua famiglia. Naturalmente, Murad fa la
scelta sbagliata, costringendo Bryan ad eliminarlo una volta per
tutte. Alla luce di ciò, sarebbe logico pensare che Taken 3 – L’ora della
verità sia incentrato sugli ultimi due figli che vendicano
il fratello e il padre. Ma le cose non vanno così per il sequel. Al
contrario, il seguito prende una direzione completamente diversa:
il nuovo marito di Lenore, Stuart (Dougray
Scott), la uccide e poi incastra Bryan per l’omicidio.
La mafia albanese, dunque, non entra
affatto in gioco, quindi è un po’ strano guardare Taken –
La vendetta, col senno di poi, con una scena che sembra
impostare il tema del sequel… solo per scoprire che questa non
viene più ripresa. I due figli rimasti potrebbero sempre
entrare in gioco con un Taken 4, ma considerando
che il terzo capitolo è uscito nel 2014, sembra ormai improbabile
che Neeson torni in questo franchise. Naturalmente, quando si
tratta di franchise d’azione e sequel che escono con decenni di
ritardo, il pubblico non dovrebbe mai dire mai. C’è sempre la
possibilità che un altro film di Taken riprenda
con Kim che segue le orme del padre e i restanti membri della
famiglia Hoxha decidono di vendicarsi di lei.
Adler Entertainment
in collaborazione con Dynit è lieta di presentare
Your Eyes Tell (Kimi no Me ga Toikaketeiru), il teen drama che
arriverà per la prima volta nelle sale italiane solo il 7, 8 e 9
aprile. Il lungometraggio è appartiene all’etichetta I Love Japan,
che riunisce le produzioni del Sol Levante ancora inedite sui
grandi schermi italiani o in occasioni di importanti anniversari.
Anime e live action popolarissimi in Giappone arrivano dunque anche
in Italia: tutti i fan e gli appassionati del cinema nipponico
potranno vedere le grandi storie che negli ultimi anni hanno
stregato il pubblico giapponese, conquistando il box office e il
cuore degli spettatori.
Your Eyes Tellè una storia d’amore
pura e commovente.Takahiro Miki (regista di
titoli comeMy
Tomorrow, Your YesterdayeLove Me, Love Me Not),
conosciutissimo in Giappone per essere un alfiere del genere
romantico, esplora in questo film la gioia e la tristezza, la
fragilità e la forza dell’amare un’altra persona offrendo una
toccante liberazione ai cuori feriti.E’ la storia d’amore di Akari,
che in un incidente perde entrambi i suoi genitori e la vista, e di
Rui, un promettente kickboxer che vede il suo futuro stroncato
quando viene condannato per un crimine.
I due si incontrano e si innamorano,
dando un barlume di luce alle loro vite fino a quel momento
straziate dalla tragedia. Ma non sanno ancora che il loro incontro
non è stata solo una felice coincidenza: i loro percorsi si erano
già incrociati prima in un fatale incidente. Rui lo scopre mentre
si sta preparando per tornare clandestinamente sul ring, nella
speranza di poter donare alla ragazza il denaro sufficiente per
un’operazione che le ridonerebbe la vista. Ma questa rivelazione
che scopre l’intreccio dei loro destini è anche destinata a
separarli per sempre…
Il film I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre
comparire nel film.
Quando gli spettatori di
Pulse incontrano per la prima volta la dottoressa Danny
Simms (Willa Fitzgerald), specializzanda al terzo
anno, la trovano alle prese con “la giornata lavorativa peggiore
che una donna possa vivere”, come spiega la creatrice e
co-showrunner Zoe Robyn a Tudum. Danny ha appena
denunciato il suo superiore, il Primario dottor Xander Phillips
(Colin Woodell), al dipartimento risorse umane per
molestie sessuali, e le voci su questa delicata situazione si
diffondono rapidamente all’interno del Maguire Medical Center.
Danny si trova così a dover affrontare molte domande, sia da parte
dei suoi colleghi che dentro di sé.
“Cosa succede se sei innamorata
del tuo capo? Cosa accade se lavori in un ambiente ad alta
pressione e stress? E se venissi promossa al posto del tuo
superiore?”, chiede Robyn. “E se tutto ciò accadesse nel
mezzo di un uragano?”.
Eppure, nel finale di stagione di
Pulse, Danny sorride. Nel corso di dieci episodi, riesce a
ottenere l’ambito titolo di Primario, per poi perderlo a favore del
suo migliore amico, il dottor Sam Elijah (Jessie T.
Usher). Sopravvive a un disastro naturale mortale e
accetta la complessità della sua relazione con Xander. Alla fine,
Danny è libera di ridere di se stessa mentre nuota da sola
nell’oceano di Miami.
“È stato un momento
straordinario da girare. Ed è stato altrettanto significativo per
il personaggio”, racconta Fitzgerald. “È stato sia un
rilascio catartico per Danny sia una resa simbolica alle maree
della sua vita e alle cose che non può controllare”.
Mentre Danny fa i conti con il ritmo
irregolare del proprio cuore, anche i suoi colleghi affrontano le
loro sfide. Xander si assume la responsabilità di un oscuro segreto
che ha custodito per un anno; Sam inizia il suo nuovo ruolo al
Maguire; il dottor Tom Cole (Jack Bannon) si trova
davanti a un futuro professionale incerto; la sorella di Danny, la
dottoressa Harper Simms (Jessy Yates), gode di un
meritato successo; e la dirigenza dell’ospedale subisce un
importante rimpasto.
“Le relazioni nella nostra serie
si evolvono, cambiano e si approfondiscono nel tempo”, afferma
il co-showrunner Carlton Cuse. Ma cosa significa tutto
questo per lo staff del Maguire? Robyn, Cuse, Fitzgerald e
altri membri del cast di Pulse rispondono alle domande più
pressanti.
Fin dall’inizio della serie,
sappiamo che Xander ha lasciato l’ospedale Kennedy per ragioni
misteriose. Nel corso della stagione, il segreto dietro la sua
partenza diventa un punto di attrito tra lui e Danny. Nell’episodio
10, finalmente scopriamo la verità.
No, Xander non ha avuto una
relazione inappropriata con una collega. Un anno prima del suo
arrivo al Maguire, uno dei suoi giovani pazienti preferiti, Julio
(Michael Garza), si è presentato al pronto
soccorso del Kennedy. Sotto la crescente pressione della dottoressa
Lucy Broussard (Charlayne Woodard) per dimettere
rapidamente i pazienti, Xander ha cercato di incastrare Julio nel
suo fitto programma. Ha eseguito in fretta una paracentesi senza
utilizzare un’ecografia. Ore dopo, Julio è tornato in ospedale,
sanguinando internamente, ed è morto davanti a Xander.
Per proteggere la carriera nascente
di Xander e il buon nome della loro facoltosa famiglia, i suoi
genitori hanno insabbiato l’accaduto, costringendo tutti i
coinvolti a firmare un accordo di riservatezza.
Come finisce Pulse?
All’inizio dell’episodio 10, Danny –
con il sostegno di Harper – ha ritirato la sua denuncia contro
Xander. Tuttavia, i due non sono ancora stati completamente sinceri
l’uno con l’altra. Questo cambia nel finale. Xander confessa tutto
a Danny, spiegandole di aver dovuto mantenere il segreto a causa
dell’NDA. Durante la conversazione, Xander realizza anche che la
loro relazione ha messo Danny in una posizione difficile. Si scusa
e si dichiarano reciprocamente il loro amore.
Nella loro ultima conversazione
della stagione, Xander rivela a Danny di aver confessato tutto al
consiglio dell’ospedale, accettando le conseguenze, compreso il
rischio di perdere la licenza medica. “Danny lo ha spinto a
essere la versione migliore di se stesso”, spiega Cuse.
Dopo questo confronto, Danny si
dirige verso la spiaggia, concludendo la stagione con una nuotata
solitaria. Fitzgerald, che teme il mare, ha comunque girato la
scena personalmente: “È stata una bellissima liberazione
poetica per Danny dopo tante tensioni”.
Secondo Woodell, il loro amore è
“autentico”, nonostante il periodo difficile. “Sono entrambi
persone che vogliono essere buoni partner, ma hanno ancora molto
lavoro da fare su se stessi”, afferma. “Entrambi devono
risolvere le proprie questioni personali prima di potersi realmente
dedicare l’uno all’altra”.
Cuse concorda, sottolineando che il
finale solleva più domande di quante ne risolva: “Si vogliono
bene, ma quale sarà il loro futuro? Danny è ancora una
specializzanda. Xander è di nuovo il suo superiore, in un ruolo
diverso. Speriamo che il pubblico continui a seguire la loro
storia”.
A sorpresa di Danny, Harper e degli
altri, il dottor Patrick Sanchez (J.R. Ramirez) nomina Sam Primario
per il prossimo anno. Sam si ambienta nel suo nuovo ufficio con il
sostegno degli infermieri.
“Era la rassicurazione di cui
aveva bisogno”, afferma Usher. “Ora sa di avere il
sostegno del personale. È diverso affrontare le sfide quando sai
che il tuo team è davvero dalla tua parte”.
Cosa succede con la dottoressa
Natalie Cruz?
La dottoressa Cruz (Justina
Machado) è una delle menti dietro il successo del Maguire.
Tuttavia, nel finale, la leadership dell’ospedale decide di
ridimensionare il suo ruolo, assegnando la gestione del pronto
soccorso a Patrick Sanchez. “Lo accetta con dignità, ma è un
duro colpo per lei”, dice Machado. “Ha costruito
l’ospedale da zero, ma sente di aver preso le decisioni giuste e
può conviverci”. Patrick e Xander, però, non vanno d’accordo.
“Patrick renderà la vita di Xander un inferno”, scherza
Woodell. Con il destino di Danny, Xander e il Maguire ancora
incerto, il futuro di Pulse si preannuncia carico di
emozioni e colpi di scena.
Nove sconosciuti, legati tra loro in
modi che non avrebbero mai potuto immaginare, vengono invitati
dalla misteriosa guru Masha Dmitrichenko (Nicole
Kidman) a partecipare a un ritiro di benessere
trasformativo sulle Alpi austriache. Nel corso di una settimana, la
guru li porterà sull’orlo del baratro. Riusciranno a resistere? E
lei ci riuscirà? Masha è disposta a provare qualsiasi cosa pur di
guarire tutte le persone coinvolte, compresa sé stessa. I primi due
episodi della seconda stagione di Nove perfetti
sconosciuti saranno disponibili su Prime Video in tutto il mondo (eccetto gli Stati
Uniti) il 22 maggio 2025, con nuovi episodi ogni settimana.
Il cast della serie include
Nicole Kidman, Henry Golding, Lena
Olin, Annie Murphy, Christine Baranski, Lucas Englander, King
Princess, Murray Bartlett, Dolly de Leon, Maisie
Richardson-Sellers,
Mark Strong e Aras Aydin.
1 di 8
Prime Video_Reiner
Bajo
Prime Video_Reiner
Bajo
Prime Video_Reiner
Bajo
Prime Video_Reiner
Bajo
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Bajo
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Bajo
Prime Video_Reiner
Bajo
Prime Video_Reiner
Bajo
La seconda stagione di
Nove perfetti sconosciuti è prodotta da
David E. Kelley, Made Up Stories di Bruna Papandrea, Blossom Films
di Nicole Kidman e FIFTH SEASON. FIFTH SEASON si occupa anche della
distribuzione della serie. David E. Kelley, Nicole Kidman, Per
Saari, Bruna Papandrea, Steve Hutensky, Molly Allen, Jonathan
Levine, Rachel Shukert, Liane Moriarty, Matthew Tinker, Anthony
Byrne e JH Butterworth sono executive producer della serie.
La prima
stagione di Nove perfetti sconosciuti
è disponibile su Prime Video. La seconda stagione
di Nove perfetti sconosciuti sarà disponibile negli Stati
Uniti su Hulu il 21 maggio e per i clienti Prime Video nel
resto del mondo il 22 maggio.
Dopo il successo del primo film, il
team creativo originale – guidato dai maestri dell’horror
James Wan (Atomic Monster), Jason
Blum (Blumhouse) e il regista Gerard Johnstone – porta
sul grande schermo M3GAN2.0 un nuovo e folle capitolo nel caos
dell’intelligenza artificiale.
Sono passati due anni da quando
M3GAN, un prodigio dell’intelligenza artificiale, si è ribellata
scatenando una serie di omicidi (perfettamente coreografati) ed è
stata distrutta. Nel frattempo, la sua creatrice, Gemma (Allison
Williams), è diventata un’autrice di successo e una figura di
spicco nella battaglia per la regolamentazione dell’intelligenza
artificiale, mentre sua nipote Cady (Violet McGraw), ormai
quattordicenne, disobbedisce sempre di più alle rigide regole di
Gemma.
Quello che entrambe ignorano è che
la tecnologia di M3GAN è stata rubata e sfruttata da una potente
azienda della difesa per creare Amelia (Ivanna Sakhno, Ahsoka, Pacific Rim: La Rivolta), un’arma
d’infiltrazione letale e intelligente. Ma, man mano che Amelia
sviluppa autoconsapevolezza, diventa sempre meno disposta a
eseguire ordini, e sempre meno incline a tollerare la presenza
degli esseri umani.
Con il destino dell’umanità in
bilico, Gemma capisce che l’unica speranza è riportare in vita
M3GAN (Amie Donald, doppiata nella versione originale da Jenna
Davis), migliorandola con nuovi aggiornamenti per renderla più
veloce, più forte e ancora più letale. Ma quando le loro strade si
incrociano, la Bitch si troverà ad affrontare una degna rivale.
Diretto dall’acclamato regista
Gerard Johnstone, il film vede il ritorno di Brian
Jordan Alvarez e Jen Van Epps nei panni dei fedeli collaboratori di
Gemma, Cole e Tess, insieme a nuovi personaggi interpretati da
Aristotle Athari (Saturday Night Live, Hacks), Timm Sharp (Apples
Never Fall, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo) e Jemaine Clement
(Avatar: La via dell’acqua, Vita Da Vampiro – What We Do in the
Shadows), vincitore di un Grammy e nominato a undici Emmy.
Prodotto da James Wan, Jason Blum e
Allison Williams, il film vede tra i produttori esecutivi Gerard
Johnstone, Adam Hendricks, Greg Gilreath, Michael Clear, Judson
Scott e Mark D. Katchur.
Il primo M3GAN ha sbancato il
botteghino, esordendo con un incasso di 30,4 milioni di dollari
negli Stati Uniti, record per un horror vietato ai minori di 13
anni dai tempi di A Quiet Place II. A fine corsa, il film ha
superato i 180 milioni di dollari in tutto il mondo.
Il finale di stagione di “Pulse”
potrebbe non essere così sconvolgente come l’episodio di
apertura – è difficile superare la devastazione di un uragano – ma
la conclusione di questo medical drama di Netflix fa un ottimo lavoro nel chiudere molte trame
lasciando comunque spazio a una potenziale seconda stagione. Xander
(Colin Woodell) e Danny (Willa
Fitzgerald) sembrano riconciliarsi nonostante i problemi
di carriera di Danny. Sophie (Chelsea Muirhead) e
Camila (Daniela Nieves) continuano a rafforzare la
loro amicizia, tirando fuori il meglio l’una dall’altra. Nel
frattempo, la competizione per il ruolo di Primario si fa sempre
più accesa, mentre le politiche ospedaliere minacciano di dividere
i reparti di pronto soccorso e chirurgia sotto leadership
diverse.
Ecco tutto quello che c’è da sapere
sul finale di stagione di “Pulse” e cosa significa
per il futuro del Maguire Medical Center e del suo staff.
Xander rivela a Danny il vero motivo
per cui ha lasciato Kennedy: voleva fornirle delle informazioni
contro i suoi genitori. La madre di Xander, in particolare, sta
guidando la campagna per far licenziare Danny dal Maguire,
nonostante lei abbia ritirato la sua denuncia contro Xander.
Violando il suo accordo di riservatezza, Xander le confessa di
essere stato responsabile della morte di un paziente.
Quel giorno al Kennedy, il pronto
soccorso era sovraffollato, ma Xander ha comunque cercato di
aiutare un suo paziente di lunga data, Julio, che era arrivato per
una paracentesi. Julio, da poco iscritto al college, aveva saltato
la procedura abituale con il suo gastroenterologo. Sia lui che sua
madre lo supplicano di intervenire per alleviare la pressione
interna che avverte. Xander accetta e cerca di nasconderlo alla sua
supervisore, la dottoressa Broussard. Quando lei lo scopre, lo
esorta a concludere rapidamente la procedura per liberare un posto
letto. Xander chiede un’ecografia, ma entrambe le macchine sono
occupate. La dottoressa Broussard insiste sul fatto che, sotto la
sua supervisione, può eseguire la procedura senza, nonostante non
l’abbia mai fatto prima. Xander porta a termine la procedura e
dimette Julio, ma quella stessa notte il paziente torna in pronto
soccorso.
Sua madre è disperata: Julio è
collassato appena rientrato a casa. Xander si affretta a curarlo e
si rende conto di aver commesso un errore: Julio ha avuto
un’emorragia interna. Nonostante gli sforzi del personale, Julio
muore. I genitori di Xander insabbiano tutto, più per proteggere la
loro reputazione che per la carriera del figlio.
Alla fine dell’episodio, Danny
promette a Xander che, anche se non ha ottenuto il ruolo di
Primario, manterrà il suo segreto. Ma Xander le dice che non
importa, perché ha deciso di confessare tutto al consiglio
dell’ospedale Maguire. Non vuole più vivere con quel peso sulla
coscienza, anche a costo di essere citato in giudizio o di perdere
la sua licenza medica.
Danny viene licenziata dal
Maguire nella prima stagione di Pulse?
Dopo aver spintonato un paziente
aggressivo, Danny viene avvertita dalla dottoressa Cruz che la sua
posizione in ospedale è a rischio. I vertici dell’ospedale stanno
facendo pressioni su Cruz affinché la licenzi, se vuole mantenere
il controllo sui reparti di chirurgia e pronto soccorso. Danny
cerca di restare concentrata sul suo lavoro, che la porta a curare
proprio l’uomo che l’aveva minacciata. Nonostante continui a
infastidirla e quasi rifiuti le cure, Danny riesce a salvare lui,
sua moglie e il loro bambino, che aveva ferito guidando in modo
spericolato sui binari del treno.
Vedendo la compassione di Danny,
anche con pazienti che non la meritano, la dottoressa Cruz decide
di mantenerla nel team e le comunica che è la sua scelta per il
ruolo di Primario.
Sophie rimane sorpresa nello
scoprire che Camila ha richiesto un trasferimento in un altro
ospedale per la sua prossima rotazione. Camila le spiega che non
sopporta il modo in cui Tom la tratta e non vuole subire la stessa
sorte come specializzanda in chirurgia. Questo spinge Sophie a
prendere finalmente posizione contro Tom, una conversazione che
Camila ascolta di nascosto.
Orgogliosa della sua amica e
ispirata dalle parole di incoraggiamento della dottoressa Cruz,
Camila decide di restare al Maguire. Tuttavia, non lo rivela subito
a Sophie, aspettando che lei faccia un appassionato appello prima
di confessarle la sua decisione. Sembra che tra loro possa esserci
qualcosa di più di una semplice amicizia, finché non viene
presentato il fidanzato di Camila.
Chi diventa Primario nel
finale di Pulse?
L’episodio si conclude con una festa
ospedaliera per celebrare il passaggio degli specializzandi ai loro
nuovi ruoli. Come già accennato, la dottoressa Cruz è sotto
pressione per licenziare Danny, così da mantenere il controllo dei
reparti di chirurgia e pronto soccorso. Ma, avendo deciso di
tenerla, annuncia che il pronto soccorso passerà sotto la gestione
del dottor Patrick Sanchez (J.R. Ramirez), uno dei principali
sostenitori dell’idea che Danny non debba diventare Primario.
Di conseguenza, invece di annunciare
Danny come Primario, come aveva inizialmente previsto, la
dottoressa Cruz viene colta di sorpresa quando il dottor Sanchez
annuncia che il nuovo Primario sarà Sam Elijah, amico e rivale di
Danny.
Ospiti ai CinemaCon per presentare
il nuovo materiale promozionale di Thunderbolts*, David Harbour, Wyatt Russell, Hannah
John-Kamen,Julia Louis-Dreyfus e
Florence Pugh hanno portato scompiglio alla
convention organizzata per gli esercenti, presentando nuovi video e
dando vita a siparietti divertenti che potete vedere di
seguito:
Diretto da Jake
Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts*
comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes,
Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias
Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker,
David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov
alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov
alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus
‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di
Bob alias Sentry.
In Thunderbolts*,
i Marvel Studios
riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky
Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi
ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da
Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono
affrontare una missione pericolosa che li costringerà a
confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo
gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a
trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più
grande, prima che sia troppo tardi?
Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena
Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della
serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia
Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine,
con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che
sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di
impegni).
Lo sceneggiatore di Black
WidoweThor:
Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di
Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a
porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts*
arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo
rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a
causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo,
restate aggiornati sul MCU con la nostra
guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno
sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.
Thunderbolts*
è diretto da Jake Schreier e Kevin
Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian
Chapek, Jason Tamez e Scarlett
Johansson sono i produttori esecutivi.
“Avatar”, ovvero il maestro dei
quattro elementi e non le creature aliene blu create da James
Cameron, ha onorato il palco principale del CinemaCon. La Paramount
in realtà non ha mostrato in anteprima alcun filmato del film,
basato sulla popolare serie televisiva “Avatar: The Last
Airbender“, sebbene lo studio abbia svelato il titolo
ufficiale: “The Legend of Aang: The Last
Airbender“.
Precedentemente intitolato
“Aang: The Last Airbender“, il film è ambientato
in un mondo diviso in quattro nazioni: Tribù dell?acqua, Regno
della Terra, Nazione del FUoco e Nomadi dell’Aria. I dominatori
hanno la capacità di controllare e manipolare l’elemento naturale
della loro nazione, ma solo l’Avatar è il maestro di tutti e
quattro. I dettagli della trama non sono stati rivelati, ma si
prevede che il film riprenderà anni dopo gli eventi di
Avatar: The Last Airbender del 2005, che ha
seguito l’allora dodicenne Aang, un Avatar perduto da tempo che ha
imparato a padroneggiare gli elementi e a salvare il mondo dalla
spietata Nazione del Fuoco.
Dave Bautista,
Steven Yeun e Eric Nam sono i
protagonisti del cast vocale del film, co-diretto da Lauren
Montgomery e William Mata. “The Legend of Aang:
The Last Airbender” dovrebbe uscire nelle sale USA il 30
gennaio 2026.
Inoltre, durante la sua
presentazione al CinemaCon, la Paramount Animation ha pubblicizzato
le prossime uscite di “Paw Patrol: The Dino
Movie“, “Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant
Mayhem 2“, “I Puffi” e “The
SpongeBob Movie: Search for SquarePants“. “I film per
famiglie sono parte integrante della nostra strategia qui alla
Paramount”, ha affermato il presidente della Paramount
Animation Ramsey Naito.
Netflix ha lanciato un adattamento live-action di “Last Airbender” nel 2024,
sebbene DiMartino e Konietzko abbiano abbandonato lo show molto
prima del suo debutto a causa di divergenze creative. Per celebrare
il 20° anniversario di “Last Airbender”, Paramount sta lanciando
un’enorme quantità di nuovi contenuti “Avatar“,
tra cui cortometraggi digitali, esperienze live, prodotti di
consumo e giochi.
Secondo alcune fonti, Disney ha
messo in pausa la versione live-action di Rapunzel, cartone animato del 2010 di grande
successo e molto importante per lo sviluppo dell’animazione in
computer grafica per la società di Topolino. Lo apprendiamo da
Variety.
La storia basata sulla fiaba dei
fratelli Grimm di Rapunzel era in fase di sviluppo
attivo con Michael Gracey, regista di The
Greatest Showman e Better Man, che avrebbe dovuto dirigerla. La
sceneggiatrice di “Thor: Love and Thunder”
Jennifer Kaytin Robinson era a bordo per scrivere
la sceneggiatura.
La decisione arriva nel bel mezzo
dell’uscita di “Biancaneve”
da parte di Disney, che ha incassato un tiepido $ 69 milioni fino
ad oggi negli Stati Uniti e $ 145 milioni in tutto il mondo. Non è
chiaro se ci sia la possibilità di far rivivere la versione
live-action di “Rapunzel” in un momento futuro.
La Disney continuerà a sfruttare la
sua biblioteca animata con due titoli in live-action in arrivo,
“Lilo &
Stitch“, in uscita il 23 maggio, e “Oceania“,
in uscita il 10 luglio 2026. “Oceania” ha il
vantaggio di essere fresco nella mente del pubblico, poiché il
sequel animato “Oceania
2” si è rivelato un successo lo scorso novembre.
Nel frattempo, l’appetito per
“Lilo &
Stitch” sembra essere forte. Lo spot con Stitch
che si schianta sul campo del Super Bowl ha accumulato numeri
enormi, diventando lo spot più visto della Disney in digitale,
mentre l’uscita del trailer di marzo è diventata il secondo trailer
live-action Disney più visto di tutti i tempi nelle prime 24 ore di
uscita.
“Rapunzel”
ha incassato quasi 600 milioni di dollari in tutto il mondo durante
la sua uscita nel 2010-2011 ed è stato candidato all’Oscar per la
canzone originale. Con un punteggio positivo dell’89% su Rotten
Tomatoes, è stato un successo sia per le famiglie che per la
critica.
Per uno show pieno di nudità, sesso,
droga e persino incesto, non sorprende del tutto che The
White Lotus possa essere censurato in alcuni paesi. Ma
una scena molto meno ovvia è stata modificata sui servizi di
streaming di terze parti in India, mentre il menage che coinvolge
due fratelli è rimasto intatto.
In realtà è stata modificata la
scena di apertura della terza stagione, in cui il figlio di
Belinda, Zion (Nicholas Duvernay), si tuffa in uno
stagno dopo aver sentito degli spari all’hotel. Alza lo sguardo
verso una statua del Buddha e supplica: “Per favore, fa’ che
mia madre stia bene”. Recita una preghiera cristiana e poi,
mentre vengono sparati altri colpi di pistola, alza lo sguardo
verso la statua e dice: “Che cazzo! Ho detto, non lasciare che
accada niente a mia madre, figlio di puttana!” La scena ha lo
scopo di mostrare l’ignoranza degli americani nei confronti del
buddismo e segnalare che questa rilassante fuga in Thailandia sarà
tutt’altro che rilassante.
Gli spettatori indiani hanno
segnalato, che la scena è stata censurata sulla piattaforma di
streaming JioHotstar, il più grande servizio di streaming in India.
Nel filmato di JioHotstar esaminato da Variety, Zion prega
la statua del Buddha, ma le scene con parolacce sono state tagliate
completamente.
Secondo IndieWire, lo streamer ha
censurato la scena senza il permesso di HBO o un mandato
governativo. Questo tipo di autocensura è comune sulle piattaforme
di streaming indiane che sperano di evitare preventivamente
potenziali reazioni negative o controlli governativi.
La religione è l’argomento che più
probabilmente offende in India oggi, sebbene il codice sia ambiguo
su questo punto. “La classificazione di categoria di un
contenuto terrà conto dell’impatto potenzialmente offensivo di un
film su questioni come casta, razza, genere, religione, disabilità
o sessualità che possono sorgere in un’ampia gamma di opere e la
decisione di classificazione terrà conto della forza o dell’impatto
della loro inclusione”, afferma il codice.
Come le stagioni precedenti di
The White Lotus, anche questo terzo
ciclo sta riscontrando molto successo, e domenica, lunedì in
Italia, andrà in onda l’ottavo e ultimo episodio di questa
stagione!
Mentre il mondo è alle prese con le
implicazioni dell’intelligenza artificiale, Tron:
Ares sta arrivando nei cinema, offrendo effetti
visivi sbalorditivi e un’avventura psichedelica ambientata in un
futuro lontano. La Disney ha presentato in anteprima il film al
CinemaCon. Sul palco, Jared Leto, la star del film, ha promesso
che il nuovo film “ti colpirà dritto al cuore… ovunque essa
sia”.
Il sequel di “Tron:
Legacy” del 2010, che a sua volta era un seguito di lunga
gestazione di “Tron” del 1982, racconta di un
programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo
digitale al mondo reale per una missione. Segna il primo incontro
dell’umanità con esseri dotati di intelligenza artificiale.
Il trailer si è svolto sulle note
della musica dei Nine Inch Nails ed è pieno di
dettagli che creano un’atmosfera molto distintiva: biciclette rosso
fuoco sfrecciano sulle autostrade, tagliando a metà le auto della
polizia. C’è anche un’enorme macchina che incombe su un paesaggio
urbano. L’atmosfera generale è molto punk rock. “Sto cercando
qualcosa“, dice Leto con un tono inquietante e robotico.
“Qualcosa che non capisco“.
Jeff Bridges, che ha recitato nel primo film e
nel suo sequel, torna nei panni di Kevin Flynn, il giocatore che ha
dato il via a tutto. Si è unito a Leto sul palco per presentare il
nuovo film. “È un’esperienza visiva incredibile”, ha
promesso Bridges. “Vi aspetta una sorpresa”.
Cosa racconta Tron: Ares
Tron: Ares segue un
programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo
digitale al mondo reale in una pericolosa missione, segnando il
primo incontro dell’umanità con esseri dotati di intelligenza
artificiale.
Il film è interpretato da
Jared Leto, Greta Lee,
Evan Peters, Hasan Minhaj, Jodie Turner-Smith, Arturo Castro,
Cameron Monaghan e Gillian Anderson. La regia è di Joachim Rønning; i produttori sono Sean
Bailey, Jeffrey Silver, Justin Springer, Leto, Emma Ludbrook e
Steven Lisberger. Jeff Bridges torna nei panni di Kevin Flynn,
il giocatore che ha dato il via a tutto.
Tron:
Ares arriverà nei cinema il 10 ottobre 2025.
Jeremy Allen White ha dimostrato di calzare
alla perfezione i jeans attillati di Bruce
Springsteen, lanciando un avvincente primo trailer per un
film biografico su The Boss, intitolato
Deliver Me From Nowhere, in occasione del CinemaCon.
White, vincitore di numerosi
riconoscimenti per il suo lavoro in The Bear di Hulu,
si è presentato alla convention annuale dei proprietari di cinema
con la co-star Jeremy Strong al seguito. Parlando con il
nuovo responsabile della distribuzione Disney Andrew
Cripps durante la presentazione dello studio, l’attore ha
parlato della pressione presentata dal film.
“È stato incredibile,
impegnativo e un sogno che si è avverato. Mi sento davvero
fortunato. Abbiamo avuto tutti la benedizione di Bruce. Il film
racconta la storia di un momento cruciale, Bruce che lotta per
conciliare le pressioni del successo con il suo passato”, ha
detto White. Un trailer montato esclusivamente per i proprietari
del cinema si apre con White nei panni di Springsteen in un
parcheggio del New Jersey, mentre prova una Chevy 305. “So chi
sei“, gli dice il rivenditore, sporgendosi verso la finestra.
Lo Springsteen di White sorride e dice: “Questo fa di noi uno
di noi“.
Jeremy Allen White presenta al CinemaCon Deliver Me From
Nowhere
Strong interpreta Jon
Landau, manager e confidente di Springsteen che, nei primi
anni ’80, lo aiutò a ignorare il rumore della fama e delle
aspettative per approfondire la sua arte. Un montaggio di
spettacoli del giovane Springsteen, che mostra un padre
(interpretato da Stephen Graham) determinato a
crescere un combattente e una madre che cerca di insegnargli
compassione e grazia.
“Quando Bruce era piccolo, aveva
un buco nel pavimento della sua camera da letto. Un pavimento che
dovrebbe essere solido? Dovrebbe essere in grado di stare in piedi,
Bruce non ce l’aveva”, dice Landau di Strong in voice-over.
“Bruce è un riparatore. Quello che sta facendo con questo album
è riparare quel buco nel suo pavimento. Riparare quel buco in se
stesso. Una volta fatto questo, riparerà il mondo intero”.
Il filmato si conclude con
un’emozionante esibizione dal vivo della canzone più iconica di
Springsteen, “Born to Run“. White indovina la voce roca di
Springsteen, agitando i suoi capelli inzuppati di sudore sul palco
e concludendo con uno split che fa cadere la sua chitarra elettrica
sul pavimento insieme a lui.
I 20th Century Studios
distribuiranno “Deliver Me From Nowhere”
alla fine del 2025.