Location mozzafiato, effetti
speciali pazzeschi, un cast stellare dalla chimica esplosiva e una
gran bella dose di cliché del genere heist
movie (o meglio, “film dal colpo grosso”).
Disponibile dal 12 gennaio sulla celebre piattaforma Tudum,
LIFT è il nuovo adrenalinico action movie ad alta
quota diretto da F. Gary Gray (Men in Black:
International, Fast & Furious 8, Giustizia
privata) e scritto da Daniel Kunka che, con buone probabilità,
riuscirà a scalare, nelle prossime ore, l’ambita e iconica Top 10
Netflix.
LIFT la trama
Cyrus Whitaker (Kevin
Hart) è l’affascinante e brillante capo di una
banda internazionale di rapinatori, specializzata in furto
e contrabbando di opere d’arte: Camilla (Úrsula
Corberó) è la tenace e caparbia pilota spagnola,
Mi-sun (Kim Yoon-ji) è l’ingegnosa e prudente
hacker, Magnus (Billy Magnussen) è il folle
scassinatore, Luke è il geniale ingegnere e, infine, c’è il caro e
buffo Denton (Vincent
D’Onofrio), che si travestirebbe da chiunque pur di
partecipare agli adrenalinici piani della squadra.
Dopo aver rubato all’asta
milionaria di Venezia uno straordinario Nft (cioè,
un’opera d’arte digitale dematerializzata) dell’anonimo artista N8
(Jacob Batalon, il simpatico e fedele Ned della
trilogia di Spider-man), l’agente dell’Interpol Abby
Gladwell (Gugu Mbatha-Raw), vecchia conoscenza di
Cyrus, riesce a smascherarli e a barattare la loro libertà
con un complesso e rischioso colpo: sottrarre 500 milioni
di dollari in lingotti d’oro da un misterioso aereo privato a
dodicimila metri da terra.
In foto (da sinistra a destra) Gugu Mbatha-Raw nei panni
dell’agente Abby e Kevin Hart nel ruolo del protagonista
Cyrus.
Con non poca titubanza, Cyrus
accetta il pericoloso incarico dell’Interpol – contro Jorgenson, lo
spietato e sanguinario cattivo di turno interpretato da
Jean Reno (Leon, L’immortale) –
per conquistare l’immunità giudiziaria e dare una seconda
possibilità alla banda.
Un Kevin Hart sempre più riflessivo e
criptico
Se un tempo Kevin Hart era
“sinonimo” di sane e grosse risate, negli ultimi anni i suoi
personaggi hanno dimostrato di voler essere molto più che delle
macchiette sul grande schermo. Nonostante conservi un po’ della
spiritosa ironia dell’attore, Cyrus è
riflessivo, audace, generoso e razionale, e questo lo si
può percepire fin dai primissimi minuti del film mentre lo vediamo
camminare tra le strade di Venezia con estrema fierezza e formalità
verso l’ennesimo colpo grosso. Ma per quanto Hart ci abbia commosso
nel suo ruolo drammatico di Matthew in Un
Padre, tutta la serietà e cripticità che riversa
nei panni di Cyrus risultano a tratti futili ed eccessivi.
Infatti, persino il buon vecchio Vincent D’Onofrio riesce, nelle
pochissime battute a disposizione, a essere più spiritoso, profondo
e incisivo dello stesso protagonista.
Inoltre, tra i diversi personaggi
della banda, non si può fare a meno di notare la talentuosa e
carismatica Úrsula Corberó che, per quanto non sia nuova su Netflix
come rapinatrice provetta, porta sul piccolo schermo un
personaggio femminile fresco e ammirabile, molto più
positivo di quanto sia stata la sua celebre Tokyo in La Casa di Carta.
LIFT – In foto (da sinistra a destra) le attrici Úrsula Corberó e
Kim Yoon-ji.
Un heist movie che si presenta molto meglio di ciò che
realmente è
È evidente come in LIFT F.
Gary Gray abbia riversato tutto il suo amore per il genere
dell’heist movie: l’attenzione alla surreale
tecnologia d’avanguardia, le angoscianti e incisive scene d’azione,
la forte tensione dei protagonisti nel rischiare la propria vita
per il “colpo del secolo”. Con grande impegno, il regista riesce,
dunque, nell’intento di creare per Netflix uno spettacolo che, tra
missioni eccitanti, scontato eroismo,
sarcasmo e romanticismo, regala al pubblico 104
minuti di puro e godibile intrattenimento e fuga dalla realtà.
L’unica – e non poi così piccola –
pecca di LIFT è però che si presenta molto meglio di ciò
che realmente è. Dal primo all’ultimo minuto, il film di F.
Gary Gray si piega alla consueta e rassicurante “comfort
zone” tipica di Netflix, dove la creatività e
l’originalità sembrano essere, negli ultimi anni,
sempre più escluse. È per questo motivo che, a
fine visione, LIFT risulta purtroppo essere solo
l’ennesimo prodotto sulla celebre piattaforma di cui lo spettatore
se ne dimenticherà facilmente un minuto dopo aver spento la TV.
Nicolas Cage è tornato a condividere
nuovamente i suoi pensieri sulla sua apparizione in CGI nei panni
di Superman in
The Flash. Durante una recente intervista con
Deadline a Cage è stato chiesto del cameo nel film e la star ha
ammesso di essersi sentito un po’ “perplesso” per la CGI utilizzata
per l’apparizione dell’Uomo d’Acciaio e, pur essendo
“felice” di veder realizzato il suo cameo, ritiene che non
avesse “un aspetto corretto“.
“Ma è stato molto tempo fa. E
poi, successivamente, quello che è successo con The Flash… Non ero
arrabbiato, ero solo perplesso. Ho pensato: “Non era quello che
avevo girato”, ed ero preoccupato. Mi chiedevo: “Mi hai appena
detto che stavo assistendo alla distruzione dell’universo, in modo
da potermi fotografare e poi animare?”. Che fosse attraverso la CGI
o l’IA, non era questa la conversazione che avevamo avuto. Quindi
ero confuso“, ha dichiarato Cage nel corso dell’intervista.
“Ma ero comunque felice di guardarlo. Volevo ancora vedere
l’abito di Colleen Atwood, che ritengo sia un bellissimo abito, e
il 50% di quel personaggio era stato progettato da me.”
“Volevo che Superman avesse i
lunghi capelli neri da samurai e una sensazione di vulnerabilità,
quasi senza battere le palpebre, con gli occhi immobili. Quindi è
stato un 50/50. Eravamo io e Tim, avevamo progettato qualcosa che
non è mai venuto alla luce, quindi quando l’ho visto in movimento,
sono stato molto felice che Andy Muschietti abbia voluto che lo
facessi io. Ho avuto una certa soddisfazione nel vedere il
personaggio, ma per me non aveva l’aspetto giusto. Ma poi Superman
è un alieno. Kal-El viene da un altro pianeta. Quindi, in un certo
senso, la CGI sembrava giusta, perché è aliena. Non sembra reale.
Non sembra che abbia un battito cardiaco. Quindi posso guardarlo in
questo modo e pensare che abbia funzionato.”, ha concluso
Nicolas Cage.
In occasione della permanenza a Roma
della mostra QUEEN UNSEEN – Peter Hince, Cinefilos.it offre 20 ingressi
singoli al WeGil, dove la mostra sarà in esposizione fino al 4
febbraio.
Per avere la possibilità di
ottenere un biglietto, inviate una email a [email protected] con NOME E
COGNOME.
La mostra di Roma è organizzata da
Gianni Chimenti e Stefano Melone
per la Blu&Blu Network, con la direzione artistica di Niccolò
Chimenti, il patrocinio della Regione Lazio, il sostegno di Lazio
Crea, il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di
Roma e la sponsorizzazione di Poste Italiane e di Coldwell Banker
Italy.
La mostra “QUEEN UNSEEN | Peter
Hince” racconta, attraverso le fotografie del road manager e
assistente personale di Freddie Mercury – Peter Hince appunto – e
una ricca selezione di memorabilia, lo straordinario percorso umano
e professionale dei Queen e del suo carismatico front-man.
Grazie alla fortuna d’aver lavorato
per una delle più famose fabbriche di hit musicali degli anni
Settanta e Ottanta, Ratty – come era soprannominato Hince – ha
potuto avere accesso, sia professionale che privato, ai momenti
salienti che hanno contraddistinto la band di Bohemian Rhapsody che
è riuscito a fermare nel tempo e rendere eterni con i suoi
memorabili scatti. Il sodalizio tra Hince e i Queen inizia nel
1975, quando la band si stava apprestando a registrare A Night at
the Opera. Peter era la persona responsabile di strumenti e
soundcheck che doveva vigilare affinché la performance della banda
sul palco filasse come da copione; presto si guadagnò la fiducia
di Freddie, Brian, John e Roger. Di quei primi anni purtroppo non
esistono fotografie che invece Peter inizia a scattare a partire
dal 1977, quando ormai la band aveva raggiunto l’apice del proprio
successo mondiale, fino al 1986. In virtù dello stretto rapporto
personale particolare esistente tra Hince e Freddie Mercury la
mostra dedicherà una particolare attenzione al cantante della
band. Tra gli scatti di Hince spiccano certamente alcune tra le
immagini più iconiche del cantante, catturate in studio di
registrazione, sul set dei video musicali più trasmessi nel mondo
o su quello fotografico, in cui Hince ha immortalato Freddie
abbigliato come una vera regina. Freddie, immigrato
nell’Inghilterra degli anni ’70, è stato una delle figure chiave
non solo della rivoluzione musicale della seconda metà del XX
secolo, ma anche di quelle sociale e culturale, che lo hanno reso
uno dei principali ed indiscussi protagonisti di quegli anni
gloriosi. E se le fotografie di Hince ci offrono uno spaccato unico
ed un accesso privilegiato alla band e al suo front-man, la
carriera dei Queen nella mostra è documentata nel dettaglio da un
ricco allestimento che include gli oggetti provenienti dalla
raccolta personale di Niccolò Chimenti, uno dei maggiori
collezionisti europei dell’universo Queen. La mostra, quindi, non
rappresenta soltanto un inedito viaggio fotografico attraverso i
momenti più importanti della band, ma un vero e proprio percorso
esperenziale impreziosito da memorabilia, dischi, poster, strumenti
musicali, abiti ed accessori, documenti, rarità e cimeli originali
appartenuti ai membri della band (dall’asta del microfono di
Mercury, ai costumi per il video di Radio Gaga e molto altro). E
ancora, a concludere il percorso espositivo i visitatori avranno
accesso ad una sala video in cui verranno proiettati rari spezzoni
dei principali concerti internazionali della band. “QUEEN UNSEEN |
Peter Hince” si compone di oltre 90 immagini del fotografo
londinese, mai esposte in precedenza in nessun Paese europeo, e di
cui alcune in assoluta anteprima internazionale, e di oltre un
centinaio di cimeli, memorabilia, oggetti e documenti vari, tutti
rigorosamente originali, tra i quali l’asta del microfono
utilizzata da Freddie Mercury nel suo ultimo concerto, una chitarra
autografata di Brian May, un piatto autografato e le bacchette
della batteria di Roger Taylor. Completa l’esposizione la
proiezione di video rari e di spezzoni dei più famosi concerti
della band. A 50 anni dall’uscita del primo disco, l’omonimo Queen,
l’esposizione rappresenta un’occasione imperdibile per i fan di
scoprire aspetti e dettagli inediti sul gruppo e per il grande
pubblico di ampliare la propria conoscenza sulla band
che ha rivoluzionato la musica degli ultimi 50 anni e che ancora
oggi riesce ad essere straordinariamente attuale.
Nato a Hereford, Inghilterra nel 1955, Peter Hince inizia la sua
avventura nel mondo della musica nel 1973 come giovane roadie con
David Bowie. Nello stesso anno, lavorando per i Mott The Hoople,
incontra una band semisconosciuta, i Queen, gruppo di supporto nel
tour britannico dei Mott. In quel periodo Peter continua a lavorare
con altri grandi artisti, tra cui Mick Ronson, Lou Reed, Eno (Roxy
Music), Supertramp, George Benson e Kevin Ayers, entrando a far
parte dei Queen a tempo pieno nel 1975. Peter è stato assistente
personale di Freddie Mercury e del bassista John Deacon, diventando
in seguito capo della road crew dei Queen. Durante gli anni passati
con i Queen, Peter coltiva la passione per la fotografia riuscendo
a scattare foto intime e sincere della band in studio di
registrazione, durante le riprese dei videoclip, le prove dei tour
e, in rare occasioni, anche durante gli spettacoli dal vivo. Scatta
inoltre alcuni ritratti alla band, diventati iconici. L’archivio di
Peter Hince è unico e copre non solo un ampio periodo della
carriera pubblica dei Queen, ma contiene anche rare immagini
riprese dietro le quinte. Pur non essendo mai stato nominato come
fotografo ufficiale dei Queen, la band si sentiva rilassata e a
proprio agio con lui. “Durante gli anni con i Queen ero in una
posizione privilegiata e poiché la band si fidava di me e delle
mie macchine fotografiche, sono riuscito a catturare queste rare
immagini. Potreste dire che sono stato fortunato, ma nella vita ho
scoperto che più lavori duramente, più ti applichi, riconosci e
cogli le opportunità, più sei fortunato”. Dopo l’ultimo tour dei
Queen nel 1986, Peter ha avuto una carriera di successo come
fotografo pubblicitario, continuando sempre a fotografare Freddie
Mercury e gli altri membri della band. Peter Hince ha vinto premi
internazionali per il suo lavoro commerciale e per le sue immagini
subacquee in bianco e nero, che sono state esposte numerose volte.
Nel 2009 il suo archivio fotografico dei Queen è stato esposto in
Australia nella mostra intitolata “Queen – The Unseen Archive”. Nel
novembre 2021 si è tenuta a Monaco di Baviera una nuova mostra di
grande successo, per celebrare Freddie Mercury, in cui sono state
esposte alcune foto di Hince. Peter ha anche trasformato la sua
prima passione per la scrittura in un libro di memorie: “Queen
Unseen”, acclamato dalla critica e pubblicato in oltre venti Paesi
di tutto il mondo. Un nuovo libro fotografico che segue il viaggio
di Peter con i Queen sarà pubblicato nell’autunno 2023, a 50 anni
dal loro primo incontro. Oggi vive tra Londra e Monaco, scrivendo,
esponendo e gestendo il suo archivio fotografico ed è spesso
chiamato per rilasciare interviste e invitato a fare da relatore e
rappresentante del mondo della musica negli anni ’70 e ’80.
Collaborano all’organizzazione e alla promozione GLOBO VINTAGE,
emittente ufficiale della mostra, FAI – Fondo Ambiente
Italiano,
MEDEVI, PRIMAFILA MAGAZINE,
MULTIVISION. LEDVISION, FRANCIOSA COMUNICAZIONE e P&B
COMMUNICATION.
Dopo Roma la mostra farà tappa a
Milano dall’8 febbraio al 22 aprile 2024 e successivamente a
Budapest e in altre principali città europee.
Le nomination per i PGA
2024, i Producers Guild of America Awards 2024, sono state
annunciate e a sorpresa comprendono due titoli internazionali:
Anatomia di una caduta di Justine
Triet e La Zona di Interessedi
Jonathan Glazer – è la prima volta che due titoli
internazionali sono stati nominati dalla gilda.
Per quanto riguarda la TV, Netflix è
riuscita a primeggiare con serie di successo come
Tutta la luce che non vediamo, The
Crown e Beef, ottenendo
riconoscimenti, mentre HBO Max ha avuto ottimi risultati con
The
Last of Us, Succession
e il film per la televisione Reality.
Ecco tutti i nominati ai PGA 2024
Darryl F. Zanuck Award for Outstanding Producer of
Theatrical Motion Pictures
“American Fiction” (MGM)
“Anatomy of a Fall” (Neon)
“Barbie” (Warner Bros.)
“The Holdovers” (Focus Features)
“Killers of the Flower Moon” (Apple Original Films/Paramount
Pictures)
“Maestro” (Netflix)
“Oppenheimer” (Universal Pictures)
“Past Lives” (A24)
“Poor Things” (Searchlight Pictures)
“The Zone of Interest” (A24)
Award for Outstanding Producer of Animated Theatrical
Motion Pictures
“The Boy and the Heron” (GKids)
“Elemental” (Pixar)
“Spider-Man: Across the Spider-Verse” (Sony Pictures)
“The Super Mario Bros. Movie” (Illumination/Universal
Pictures)
Award for Outstanding Producer of Non-Fiction
Television
“60 Minutes”
“The 1619 Project” (Hulu)
“Albert Brooks: Defending My Life”
“Being Mary Tyler Moore” (Max)
“Welcome to Wrexham” (FX)
Award for Outstanding Producer of Live Entertainment,
Variety, Sketch, Standup & Talk Television
“Carol Burnett: 90 Years Of Laughter + Love” (NBC)
“Chris Rock: Selective Outrage” (Netflix)
“Dave Chappelle: The Dreamer” (Netflix)
“Last Week Tonight with John Oliver” (Max)
“Saturday Night Live” (NBC)
Award for Outstanding Producer of Game & Competition
Television
“The Amazing Race” (CBS)
“RuPaul’s Drag Race” (MTV)
“Squid Game: The Challenge” (Netflix)
“Top Chef” (Bravo)
“The Voice” (NBC)
The Award for Outstanding Sports Program
100 Foot Wave
Beckham
Formula 1: Drive to Survive
Hard Knocks: Training Camp with the New York Jets
Shaun White: The Last Run
The Award for Outstanding Children’s Program
Goosebumps
Gremlins: Secrets of the Mogwai
Sesame Street
Star Wars: The Bad Batch
The Velveteen Rabbit
The Award for Outstanding Short-Form Program
Carpool Karaoke: The Series
I Think You Should Leave with Tim Robinson
The Last of Us: Inside the Episode
Only Murders in the Building: One Killer Question
Succession: Controlling the Narrative
I vincitori verranno premiati alla
35esima edizione dei Producers Guild Awards
(PGA 2024) il 25 febbraio in una cerimonia
prodotta da Anchor Street Collective e prodotta esecutivamente da
Branden Chapman e Carleen Cappelletti.
È appena approdato su Prime videoGioco di ruolo, una
commedia d’azione diretta da Thomas Vincent e con l’attrice
Kaley Cuoco (Penny nella serie The
big bang theory) nel ruolo della protagonista Emma/Anna. Nel
cast si ritrovano altre figure già ben note nel panorama
cinematografico nazionale e internazionale. David
Oyelowo, ben noto per la sua interpretazione di Martin
Luther King nel film
Selma, qui si ritrova nei panni di Dave, marito di Emma.
Bill Nighy (Love
Actually, Davy Jones nell’universo di
Pirati dei Caraibi) e Connie Nielsen (Ippolita
in
Wonder Woman,
Il gladiatore) in Gioco di ruolo sono
rispettivamente nei panni di Bob, un sicario internazionale e di
Gwen, capo della Sovereign.
Un gioco di ruolo sfuggito di
mano
Emma vive una doppia vita: qualche
volta l’anno fa dei “viaggi di lavoro” in cui uccide bersagli
designati per denaro, tutto il resto del tempo è un amorevole madre
e moglie di famiglia. Ma qualcosa inizia ad andar storto: non
riesce più a conciliare al meglio le sue due realtà. Si dimentica
il proprio anniversario, le vengono assegnati più lavori di
seguito, ha tutta l’attenzione della polizia internazionale puntata
addosso. E non solo: la Sovereign, una misteriosa agenzia di sicari
per cui Emma ha lavorato in passato, sembra cercarla.
Per farsi perdonare da Dave, Emma
organizza per loro una serata particolare in hotel: i due
fingeranno di essere due persone diverse, due sconosciuti. Ma Bob
si metterà tra i due al bar dell’albergo, dando inizio a tutti i
problemi di Emma, o forse dovremmo dire Anna?
Gioco di ruolo: un cliché da
spia
Una caratteristica che salta subito
all’occhio dello spettatore vedendo Gioco di ruolo
è certamente la mancanza di originalità della trama. Il cliché
della spia che vive una doppia vita è stato portato più e più volte
sul grande schermo: si pensi allo stesso
Mr & Mrs Smith, con
Angelina Jolie e
Brad Pitt. L’utilizzo di questa chiave narrativa non viene
arricchito da altri fattori che possano dare una sua individualità
al film.
Lo stesso utilizzo di giochi di
ruolo di questo tipo tra coppie sposate lo ritroviamo in altri
esempi, in questo caso in una serie tv in chiave più comica. Si
tratta di Modern Family:
già dalle prime stagioni Phil e Claire prendono l’abitudine di
darsi appuntamento in albergo, fingendosi altre persone.
Un altro elemento di Gioco
di ruolo è il contrasto tra i due personaggi di Dave e
Emma che porta un’atmosfera comica nel film. Dave viene presentato
come un padre amorevole e attento alla propria famiglia, che
percepiva qualcosa di strano nei continui viaggi di lavoro della
moglie, senza però potersi spiegare inizialmente in cosa
consistessero. Nel momento in cui scopre la realtà su Emma/Anna ha
il coraggio di scavare a fondo in cerca di verità e di continuare a
supportare la donna che ama, nonostante sia una killer
professionista. Si ritrova in una situazione in cui lui, che
spergiura l’uso della violenza, è costretto, per quanto poco gli
sia possibile, ad usarla.
Dall’altro lato invece abbiamo Emma,
una madre che è disposta a fare di tutto pur di proteggere la
propria famiglia, ma anche una pluriomicida ricercata e molto brava
nel proprio lavoro. Si vede fin dalle prime scene di Gioco
di ruolo come Emma sia una perfetta calcolatrice, che
cerca di mantenere tutto sotto controllo, abbandona la propria
famiglia proprio per difenderla. Di conseguenza, per quanto Emma
sia un sicario, non viene percepita in questo modo dal pubblico
proprio per l’attenzione che mostra verso i propri figli e verso
Dave. Gli spettatori finiscono quasi per appoggiarla e sperare
nella sua vittoria, in modo tale che, in un gran finale positivo,
Emma e Dave possano tornare insieme ai loro bambini alla loro vita
normale nel New Jersey.
I Combattimenti finali
Per quanto si tratti di una commedia
d’azione, si nota una quasi totale assenza di scene di
combattimento nella prima parte del film. Tale penuria viene però
compensata parzialmente nella seconda metà della pellicola, dopo la
fuga di Emma. Qui la scena d’azione che maggiormente cattura
l’attenzione del pubblico è il combattimento finale con Gwen.
Per quanto Gioco di
ruolo pecchi di originalità, la presenza di scene d’azione
e l’utilizzo di un sottofondo musicale teso, che aumenta la
suspense, contribuiscono a rendere questo film piacevole da vedere
e da seguire per gli spettatori.
In occasione del suo grande momento
nella serie tutta dedicata a lei, Echo (leggi
la recensione), Maya Lopez ha subito un processo di
adattamento, passando dai fumetti allo schermo, davvero profondo,
che ha portato alla nascita di un personaggio tutto nuovo, creato
apposta per il MCU. La serie Echo vede
protagonista Alaqua Cox che riprende il ruolo
principale dopo il suo debutto come antagonista secondaria in
Hawkeye nella
Fase 4 del MCU. Nella serie, Maya cerca di
riconnettersi con le sue radici native, mentre scappa da
Kingpin (Vincent
D’Onofrio), ma come è cambiato il suo personaggio nel
passaggio dal fumetto allo schermo? Ecco le principali
differenze.
Nei fumetti Marvel, Maya Lopez ha radici nella Nazione Piedi Neri,
un gruppo indigeno di persone con sede principalmente nel Montana,
ma questa origine è stata leggermente modificata per l’adattamento
di Echo del MCU. Nella serie, si scopre che
Maya Lopez proviene dalla Nazione Choctaw in
Oklahoma, e Marvel Studios fa un lavoro fantastico nel
rappresentare la comunità Choctaw in tutta la serie, avendo
lavorato a fianco dei nativi stessi e dell’organizzazione
IllumiNative per preservare l’autenticità, la lingua e la cultura
di quel popolo. Echo esplora anche il folklore Choctaw, incluso il
mito della creazione dei primi Choctaw che sorgono dal grande
tumulo Nanih Waiya (sebbene questo luogo sia stato modificato in
una grotta, nella serie).
Echo ha collegamenti con Wolverine
nei fumetti Marvel
Analogamente alla serie
Echo del MCU, dopo che Maya Lopez ha sparato a
Kingpin nei fumetti Marvel, torna a casa per esplorare
le sue radici e ritrovare se stessa. Dopo aver intrapreso
un’intensa e rivelatrice ricerca, Maya incontra Wolverine e fa
amicizia con lui. Durante il loro breve periodo insieme, Wolverine
aiuta Maya a riprendersi e le insegna la cultura, i costumi e la
criminalità organizzata giapponese, spronandola a diventare
un’eroina. Wolverine non è ancora stato introdotto nel MCU, quindi non c’è stata alcuna
possibilità per lui di apparire in Echo, il che
significa che questo elemento del suo passato è stato completamente
omesso.
Echo della Marvel Comics diventa il
Ronin
Nel MCU abbiamo già avuto il nostro
Ronin: era Clint Barton, che, dopo aver parso tutta la famiglia
nello SNAP, viene mostrato in Avengers: Endgame, mentre dissemina
morte e giustizia sommaria. Barton è diventato Ronin per
rintracciare i criminali di tutto il mondo ed eliminarli, sentendo
dentro di sé che sarebbero dovuti essere loro a sparire per mano di
Thanos, e non la sua famiglia o gli innocenti in generale. Maya Lopez incolpa Ronin per aver ucciso suo
padre nel MCU, ma nei Marvel Comics, è Maya stessa ad assumere per
prima il ruolo di Ronin dopo il suo attacco a
Kingpin. Ma è ormai molto improbabile che Maya Lopez diventi Ronin nel MCU.
Echo e Occhio di Falco hanno una
breve relazione nei fumetti Marvel
Maya
Lopez trasmette presto l’identità di Ronin a Clint
Barton nei fumetti Marvel, dando inizio a un legame
lungo e solido tra i due, tanto che i due avranno una breve
relazione romantica nei momenti precedenti alla run di
Secret Invasion del 2008, sebbene sia di breve
durata. Non c’è alcuna possibilità che questa relazione venga
adattata per l’MCU, anche perché Clint Barton ha
una relazione felice con sua moglie, Laura Barton, da diversi anni,
e la coppia ha tre figli insieme. Barton ha anche ucciso il padre
di Maya nel MCU, il che significa che anche se
Barton avesse espresso attrazione nei confronti della donna, è
molto improbabile che lei potesse ricambiare.
Il padre di Echo è stato ucciso
quando lei era bambina nei fumetti Marvel
Echo dei
Marvel Studios ha raccontato che la madre di
Maya Lopez è morta in un incidente d’auto
quando Maya era bambina, lasciandola da sola con padre, sotto l’ala
protettrice di Wilson Fisk. Il padre di Maya, il William Lopez di
Zahn McClarnon, viene assassinato da Ronin quando
Maya era adulta, ma nei fumetti Marvel il papà di Maya muore quando
lei è una bambina. Il potente legame di Echo con suo padre è stato
esplorato sia in Hawkeye che
in Echo nel MCU, ma ciò non sarebbe stato
possibile se i Marvel Studios avessero adattato il fumetto in
modo accurato. In entrambi i casi, tuttavia, Maya viene
praticamente allevata da
Kingpin.
Kingpin ha ucciso il padre di Echo nei fumetti Marvel
La dinamica della morte
del papà di Maya nel MCU è piuttosto diversa rispetto a
quella nei fumetti Marvel, poiché
Kingpin stesso uccise William, ma le dice che il vigilante
mascherato Daredevil aveva effettivamente compiuto l’atto. Ciò
scatena una battaglia tra Echo e
Daredevil, anche se la donna presto scopre la
verità e si vendica, sparando a
Kingpin, proprio come accade alla fine di Hawkeye della
Fase 4. Entrambi questi eventi portarono Maya a tornare a casa ed
esplorare i suoi antenati, processo che la aiuta infine a diventare
un’eroina migliore e più potente.
Maya Lopez ha ricevuto un’educazione
privilegiata nei fumetti Marvel
Nel MCU, Maya e suo padre si sono
trasferiti a New York nel 2007 e Maya è stata iscritta a una scuola
normale, nonostante fosse sorda. Dopo la morte di suo padre nei
fumetti Marvel, tuttavia, Maya viene
mandata in una scuola per studenti con bisogni speciali, ma quando
inizia a comprendere la sua capacità di riflesso fotografico,
Kingpin la trasferisce in una scuola per prodigi. Questa
educazione privilegiata è qualcosa che la Maya Lopez di Alaqua Cox
non ha avuto nel MCU, anche se ha vissuto momenti di
benessere trascorrendo del tempo con Fisk. Echo
della Marvel Comics ha sviluppato un amore per le
arti dello spettacolo grazie alla sua educazione, ma questo non è
stato rappresentato nel MCU.
Echo non ha il suo look
caratteristico nel MCU
Nei fumetti Marvel, Maya Lopez è costantemente rappresentata con
un’impronta dipinta sopra l’occhio, dettaglio che non è stato
ancora visto nel MCU. Mentre suo padre era in fin di
vita, nei fumetti, ha lasciato a Maya un’impronta insanguinata sul
viso, quindi lei la replica e la ridipinge come un memento che le
dà il potere di continuare a combattere. Né la madre né il padre di
Maya Lopez nel MCU hanno lasciato questa impronta
sul viso di Maya, quindi è improbabile che venga utilizzata nel
MCU, nonostante sia un marchio così
riconoscibile del suo personaggio nei fumetti Marvel. Tuttavia, anche nel
MCU, Echo conserva il suo logo a
forma di sole della Marvel Comics.
Daredevil ed Echo hanno una
relazione nei fumetti Marvel
Forse la relazione più
importante di Echo nei fumetti Marvel è stata quella con
Daredevil di Matt Murdock. Dopo che
Kingpin le ha detto che Daredevil aveva ucciso suo padre, Fisk
manda Maya tra le braccia di Matt Murdock, ma trascura di dirle che
il suo alter ego è Daredevil. Maya e Matt si
innamorano, ed Echo e Daredevil si scontrano, senza sapere che
l’altro è la persona amata, ma la verità presto viene fuori e
Murdock smaschera le bugie di
Kingpin. È questa interazione che porta Maya a sparare in
faccia a
Kingpin e a lasciare New York. Questa relazione potrebbe
ancora essere raccontata nel futuro del MCU, potenzialmente nel prossimo
Daredevil: Born Again dei Marvel Studios.
Le abilità di Echo sono molto
diverse nei fumetti Marvel
Il cambiamento più grande
che i Marvel Studios hanno apportato alla Echo di
Maya Lopez durante l’adattamento per il
MCU riguarda la sua potenza. Nei
fumetti Marvel, Maya è un’abile artista
marziale e ha riflessi fotografici, ma nel MCU le sue abilità sono molto più
soprannaturali e sono legate direttamente alle sue radici Choctaw.
Maya è in grado di invocare i suoi antenati – che riecheggiano
attraverso di lei – e sfruttare le loro abilità, riconducendoli a
Chafa, la prima Choctaw. Ciò le conferisce forza potenziata,
capacità di guarigione rigenerativa, abilità di tiro e agilità
suprema. Echo è a tutti gli effetti una nuova aggiunta
incredibilmente potente alla Fase 5 dell’MCU.
Thor: Love and Thunder ha riportato
in scena la Jane Foster di Natalie Portman e l’ha trasformata nella
Mighty Thor. Sfortunatamente, questa sembrava
essere un’apparizione unica per il personaggio, poiché il cancro di
Jane alla fine l’ha sopraffatta, ma lei è sorprendentemente
entrata nel Valhalla poco dopo essere morta in battaglia. Con
le voci su un possibile Thor 5 in arrivo,
sembra ora che potrebbe esserci di nuovo spazio per Jane Foster nel
Marvel Cinematic Universe. The Comic Circus ha infatti dato
un’occhiata più da vicino a quella scena sulla scia delle uscite
della seconda stagione di Loki e What If…? su Disney+ e ha evidenziato quelli che
potrebbero essere i fili del Multiverso che si intrecciano sullo
sfondo del Valhalla.
Mentre il sito continua a teorizzare
che questo regno dei morti esiste probabilmente al di fuori del
tempo e dello spazio, in modo simile al Piano Ancestrale di
Black Panther e al Duat e al Campo dei Giunchi di Moon
Knight, viene condivisa anche un’indiscrezione potenzialmente
molto interessante su Thor 5. “Le nostre fonti ci
hanno confermato che parte delle prime idee sul prossimo film di
Thor 5 prevedono il Valhalla come una delle location“,
spiegano, “esplorando così un altro aspetto della mitologia
norrena“. Se ciò si rivelasse vero, si tratterebbe di una
location molto importante, che in molti considerano come la sola
destinazione possibile per concludere adeguamente il percorso
cinematografico di Thor.
“Se il Valhalla esiste al di
fuori del Multiverso conosciuto, ciò potrebbe implicare che questa
Sala è aperta a TUTTE le possibili varianti dei personaggi norreni
del Multiverso Marvel, non solo della
Terra-616?“, si chiede il sito. “Il Valhalla potrebbe
dunque ospitare più varianti di Thor o varianti che possiedono il
potere di Thor?“. Questo potrebbe essere il modo in cui i
Marvel Studios introdurranno il Thor
Corps. Ad oggi in realtà non ci sono ancora certezze
riguardo la realizzazione di Thor 5, ma i sempre più
insistenti rumor sullo sviluppo di questo film portano a credere
che potrebbe essere annunciato a breve, forse già quest’anno nel
corso di qualche importante convention. A quel punto molti di
questi rumor potrebbero trovare conferma o smentita.
La versione PG-13 di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
fuoco (qui
la recensione), attualmente in streaming su Netflix, non rifugge esattamente
dalla violenza, ma è evidente che diverse sequenze sono state
modificate per eliminare le scene più estreme. Sappiamo quindi da
tempo che è in arrivo
una versione vietata ai minori del film, ma non sapevamo quando
questa sarebbe arrivata sulla piattaforma. Ora, il regista
Zack Snyder ha finalmente dato un’idea di quando
la si potrà vedere. Durante il podcast DGA Director’s Cut con il regista Louis
Leterrier come moderatore, Snyder ha infatti rivelato che
la versione vietata ai minori di Rebel
Moon uscirà quest’estate.
Snyder ha anche spiegato cosa lo ha
spinto a rilasciare due versioni diverse del film, rivelando che
Netflix era contraria all’idea di permettergli di sviluppare la sua
sceneggiatura completa di 200 pagine. “Hanno letto la
sceneggiatura. Ovviamente si trattava di una sceneggiatura vietata
ai minori, la prima volta che l’hanno letta era di 200 pagine, e
quando l’ho consegnata loro mi hanno detto: ‘Una sceneggiatura di
200 pagine, eh? Ovviamente non trasformeremo una sceneggiatura in
un film, soprattutto non in una cosa così folle e vietata ai
minori“. Netflix ha però poi concesso a Snyder l’opportunità
di realizzare entrambe le versioni, per cui non resta che attendere
questa director’s cut per scoprire esattamente cosa
contiene.
La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco
La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai
confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed
Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno
venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Jonathan Majors ha perso un nuovo ruolo di
primo piano in un film dopo la sua recente condanna per
aggressione. L’attore, infatti, non interpreterà più il controverso
giocatore di basket Dennis Rodman in un film dal
titolo provvisorio “48 ore a Las Vegas“,
come ha confermato Variety. Il film dovrebbe
documentare la storia vera del famoso viaggio dell’attaccante dei
Chicago Bulls a Las Vegas, nel bel mezzo delle finali NBA del 1998.
Sembra che anche la Lionsgate non sia più coinvolta nel progetto,
in quanto lo studio ha restituito il film ai produttori per trovare
un nuovo partner.
Phil Lord,
Chris Miller e Aditya Sood
dovrebbero comunque produrre il film con la loro Lord Miller,
mentre Ari Lubet, Will Allegra e
lo stesso Rodman saranno i produttori esecutivi. Jordan
VanDina scriverà la sceneggiatura, mentre Spike Lee sarebbe in trattative per dirigere
il film. Queste personalità dovranno ora trovare un nuovo partner
di produzione se vorranno realizzare il film, che potrebbe dunque
andare comunque avanti senza Majors. Un altro duro colpo per
l’attore, dunque, da quando
il 18 dicembre è stato condannato per due reati di molestie e
aggressione durante una lite domestica con la sua ex compagna,
Grace Jabbari.
La sentenza è ora prevista per il 6
febbraio 2024 e l’attore rischia fino a un anno di carcere, ma
potrebbe anche essere condannato a una pena minore, come la libertà
vigilata. Dopo la condanna, Majors
ha parlato del caso durante un’intervista a “Good Morning
America“, dicendo: “Sono lì in piedi e il verdetto
viene emesso. Mi dico: “Com’è possibile?”. Sulla base delle prove –
sulla base delle prove dell’accusa, per non parlare delle nostre
prove – come è possibile?“. Successivamente a quel verdetto,
come noto, l’attore è subito stato
licenziato dai Marvel Studios, per i quali dunque non ricoprirà
più il ruolo di
Kang il Conquistatore.
Nato come film per denunciare una
volta di più gli orrori della guerra in Vietnam,
Rambo è in breve diventato un grande
classico, nonché uno dei più apprezzati film del suo anno. È
inoltre il film che, insieme a Rocky, ha contribuito a lanciare la carriera
dell’attore Sylvester
Stallone. Oggi inserito tra i più grandi personaggi
della storia del cinema, il combattivo veterano si è visto
diventare protagonista di un’intera saga, oggi composta da ben
5 film realizzati tra il 1982 e il 2019. Il primo di questi,
diretto da Ted Kotcheff, è ancora oggi un
concentrato di pura azione, violenza e profonde riflessioni sul
drammatico conflitto.
La storia del personaggio non nasce
però al cinema, ma ha origine nel romanzo del 1973
Primo sangue, dello scrittore
David Morrell. Quando ne vennero acquisiti i
diritti, per i produttori fu subito chiaro che a ricoprire il ruolo
del protagonista sarebbe dovuto essere Stallone, divenuto una
celebrità dopo il successo di Rocky. A lui fu inoltre
permesso di collaborare alla sceneggiatura, e durante la scrittura
di questa si operarono una serie di cambiamenti volti a rendere il
film meno violento rispetto al testo letterario. Se nel libro il
personaggio uccide in modo diretto molti dei suoi inseguitori, ciò
non avviene invece nel film.
Ciò ha permesso di rendere il
personaggio non un carnefice ma una vittima degli eventi,
sottolineando così ancor di più i demoni che i reduci del Vietnam
si trovano a dover affrontare. Ancora oggi, è indicato come uno dei
film migliori e più importanti di sempre sull’argomento. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ai suoi sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Rambo: la trama del
film
Protagonista è il veterano della
guerra del Vietnam John Rambo. A sette anni dal
suo congedo, questi giunge in una piccola cittadina per fare visita
ad un vecchio commilitone. Qui scopre con profonda tristezza che il
suo amico è morto di cancro a causa dell’esposizione a un erbicida
durante la guerra. Ritrovatosi sempre più solo, Rambo inizia allora
un innocuo vagabondaggio nella piccola città. La sua presenza non è
però ben vista dal violento e arrogante sceriffo Will
Teasle, che finisce per arrestarlo. Portato alla stazione
di polizia, Rambo subisce le angherie e i soprusi degli ufficiali.
Tale violenza risveglia però in lui il ricordo delle torture subite
come prigioniero di guerra.
Assalito da tali memorie, Rambo
inizia a ribellarsi alla brutalità dei poliziotti, dimostrando una
forza immane e una grande capacità di rispondere agli attacchi. In
breve, riesce a fuggire dalla stazione, dirigendosi poi nel bosco.
Lo sceriffo non è però intenzionato a lasciarlo a piede libero, e
scatena così tutto il corpo di polizia a disposizione contro di
lui. Nel frattempo, Teasle scopre la vera identità dell’uomo e di
cosa egli sia capace. Se quanto viene detto di Rambo è vero,
nessuno ha alcuna possibilità contro di lui in un territorio a lui
famigliare come quello del bosco. Ma lo sceriffo non sembra
disposto ad arrendersi. La sua arroganza sarà però la sua rovina,
poiché nessuno è veramente attrezzato per dare la caccia al letale
Rambo.
Rambo: il cast del
film
Anche se oggi è impensabile
immaginare il personaggio con un volto diverso da quello di
Stallone, oltre a lui, in caso di suo rifiuto, vennero presi in
considerazione anche altri interpreti. Tra questi si annoverano
Clint Eastwood,
Al Pacino,
Robert De Niro,
Paul Newman e Michael Douglas. Anche l’italiano Terence Hill fu tra i possibili candidati, ma
si disse non interessato non apprezzando la violenza del film. Alla
fine Sylvester Stallone accettò il ruolo, che
contribuì a renderlo ancor più popolare. L’attore, però, era
notoriamente scontento dal primo montaggio del film, a tal punto
che cercò di comprarlo per distruggerlo. Quando poi si optò per un
nuovo montaggio, egli si disse soddisfatto del risultato.
Per il ruolo dello sceriffo Teasle
erano stati considerati gli attori Gene Hackman e
Robert Duvall, ma entrambi rifiutarono. Ad
ottenere il ruolo fu allora Brian Dennehy, il
quale fu disponibile anche ad eseguire molti dei suoi stunt, come
alcune cadute che gli si vedono fare nel corso del film. Per il
ruolo del Colonnello Trautman i primi attori considerati furono
Lee Marvin, Kirk Douglas e Rock
Hudson, ma ad ottenere la parte fu infine Richard
Crenna, il quale ottenne grazie a questa grande notorietà
e che riprese poi anche in Rambo 2 – La vendetta e Rambo III. Completano il cast gli attori Bill
McKinney nei panni di Dave Kern e Michael
Talbott in quelli dell’agente Balford.
Rambo: i sequel del
film
Poiché il film si affermò come un
grandissimo successo di critica e pubblico, con un incasso globale
di circa 125 milioni di dollari, lo studios di produzione decise di
dar vita ad una trilogia, composta da Rambo 2 – La vendetta
(1985) e Rambo III (1988). A
distanza di vent’anni da quest’ultimo capitolo, il personaggio è
infine stato riportato sul grande schermo per un quarto capitolo,
intitolato John Rambo (2008). Ma
la saga non si concluse lì, e nel 2019 è infatti stato rilasciato
Rambo: Last Blood, che
ad oggi sembrerebbe essere il capitolo conclusivo della serie, in
cui Rambo è chiamato a confrontarsi con nuovi traumi e nuovi
nemici, cercando di salvare chi gli è più caro.
Il trailer di Rambo e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Rambo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Now, Infinity+ e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di venerdì 12 gennaio
alle ore 21:20 sul canale Italia
1.
Il produttore di Mortal
Kombat 2, Todd Garner, ha
recentemente condiviso una foto del set che ha (quasi) confermato
che Hiroyuki Sanada riprenderà il ruolo di
Scorpion, e ora è intervenuto sui social media per
stuzzicare alcuni dei nuovi personaggi del sequel.
Gli scatti mostrano un nuovo look
del logo ufficiale del titolo, insieme al ventaglio chiodato di
Kitana e al martello di Shao
Kahn. Inoltre, per la prima volta, possiamo dare
un’occhiata al dietro le quinte dell’attrice di Le avventure di Sabrina, Tati
Gabrielle, nel ruolo di Jade.
Nei giochi, Jade è l’amica di
sempre e la guardia del corpo della principessa Kitana, che serve
anche come uno dei più letali assassini e spie di Shao Kahn.
Scoprite le foto ai link sottostanti.
Il primo film
non ha ottenuto una vittoria impeccabile al botteghino, ma è andato
abbastanza bene – soprattutto come una delle prime grandi uscite
dell’era Covid con un debutto in streaming day-and-date – da
giustificare un sequel, e le riprese si stanno svolgendo in
Australia da giugno.
Come quasi tutte le altre grandi
produzioni, Mortal
Kombat 2 è stato costretto a sospendere le riprese a
causa dei recenti scioperi SAG-AFTRA e WGA, ma la star Karl
Urban (Johnny Cage) ha recentemente confermato che le
riprese sono riprese.
Il sequel vedrà anche il debutto di
altri nuovi eroi e cattivi della longeva serie di videogiochi.
Martyn Ford (Red Sonja) interpreterà il cattivo imperatore di
Outworld Shao Kahn, Desmond Chiam (Joy Ride) vestirà i panni del re
edenico Jerrod, Ana Thu Nguyen (Suka) sarà la regina Sindel e Damon
Herriman (Once Upon a Time In Hollywood) interpreterà il demone di
Netherrealm Quan Chi.
Torneranno praticamente tutti i
personaggi principali – anche quelli che sono stati
(apparentemente) uccisi – del primo film: Lewis Tan tornerà nei
panni di Cole Young, Jessica McNamee in quelli di Sonya Blade, Josh
Lawson in quelli di Kano, Tadanobu Asano in quelli di Lord Raiden,
Mehcad Brooks in quelli di Jax, Ludi Lin in quelli di Liu Kang,
Chin Han in quelli di Shang Tsung, Joe Taslim in quelli di Bi-Han e
Sub-Zero e Max Huang in quelli di Kung Lao.
Il nuovo film di Taika Waititi, Chi
segna vince (qui
la recensione) è dall’11 gennaio al cinema. Interpretato da
Michael Fassbender, questo racconta la storia
di quella che è considerata “la peggior nazionale di calcio al
mondo”, quella delle Samoa Americane, che nel 2011
tentò però di scrollarsi di dosso questa nomea cercando di
qualificarsi al campionato mondiale di calcio 2014, supportata
dalla presenza del nuovo allenatore Thomas Rongen.
Una vicenda questa già narrata nel documentario del 2014 Next
Goal Wins (che è anche il titolo originale del film di
Waititi). Con questa sua versione live action, però, il regista di
Jojo
Rabbit e Thor:
Ragnarok si discosta quel tanto che basta dalla storia
vera per concentrarsi su determinate dinamiche e tematiche di
questa stupefacende vicenda di outsiders in cerca di rivalsa. Ma
qual è dunque la vera storia dietro il film?
La vera storia dietro Chi segna
vince
La tragedia della nazionale delle
Samoa Americane
Iniziamo dalle vicende che hanno
portato la nazionale delle Samoa Americane al guadagnarsi la nomea
di “peggio nazionale di calcio al mondo”. Da quando nel 1994 è
diventata membro della FIFA, ha giocato un totale di 30 partite,
perdendole tutte. La peggiore, però, è la storica sconfitta subita
l’11 aprile 2001 per mano dell’Australia durante le qualificazioni
per la Coppa del Mondo 2002. In quell’occasione le Samoa Americane
persero 31 a 0. Anche se può sembrare un risultato
umiliante, il solo fatto che la squadra delle Samoa Americane sia
riuscita a giocare quella partita è stata già una vittoria. La
squadra era infatta stata praticamente sabotata dalla FIFA e
mancava di molte delle caratteristiche di una squadra
professionistica.
La FIFA aveva infatti richiesto i
passaporti statunitensi ai giocatori samoani, squalificando così 19
dei 20 membri della squadra in quanto sprovvisti di tale documento.
Solo il portiere Nicky Salapu ha avuto la
possibilità di partecipare. È stata a quel punto messa insieme in
fretta e furia una nuova squadra con un’età media di 19 anni. Due
dei giocatori avevano, ad esempio, solo 15 anni. Il manager
Tony Langkilde ha poi dichiarato che molti dei
giocatori non erano abituati a giocare per tutti i 90 minuti di una
partita professionistica, e c’era chi non aveva le scarpe adatte
all’occasione. In realtà, i giocatori non erano nemmeno
professionisti al 100%: la maggior parte di loro aveva un lavoro
giornaliero, come mostrato nel film di Waititi.
La prima calciatrice transessuale
della storia
Ma non è solo per l’enorme sconfitta
che la squadra di calcio delle Samoa americane è entrata nella
storia. La squadra è stata anche la prima a includere un
giocatore di calcio transgender, almeno nei campionati
professionistici: Jayah Saelua, identificatasi
come fa’afafine, nomenclatura samoana che indica un terzo genere.
Assegnati al sesso maschile alla nascita, i fa’afafine incarnano
allo stesso tempo i ruoli tradizionalmente attribuiti a un genere o
all’altro in una visione binaria del mondo. Alcuni vivono la loro
vita come donne, mentre altri scelgono di vivere come uomini, ma
adottano alcuni particolari attributi solitamente ritenuti
femminili.
Tuttavia, Saelua ha trascorso gran
parte del suo tempo in squadra seduta in panchina. “Ho letto da
qualche parte che è stato un record quando sono stata convocata in
nazionale”, ha raccontato a James Montague, autore del libro
sulla storia del calcio Thirty-One Nil. “Ero riserva
per tutto il torneo e dovevo uscire prima perché ero ancora al
liceo, ma l’allenatore mi ha lanciato dentro per 10 minuti“.
In Chi segna vince, Selua è interpretata dall’interprete
non-binary Kaimana. Nel film, però, si mostra
un’iniziale diffidenza dell’allenatore Rongen nei confronti di
Jayah, cosa che non si è mai verificata nella realtà, con il vero
Rongen che ha sempre accettato l’identità della giocatrice.
L’arrivo di Thomas Rongen
Dieci anni dopo quell’incredibile
batosta, la nazionale era ancora alla ricerca di una guida che
potesse aiutarli a migliorare. Ed è a questo punto che entra in
scena Thomas Rongen. Nato ad Amsterdam, Rongen si
è trasferito negli Stati Uniti nel 1979 per giocare con gli ormai
estinti Los Angeles Aztecs. Nel 2011, aveva appena
fallito nel portare la squadra americana Under-20 ai Mondiali di
calcio del 2011, quando ricevette una strana offerta di lavoro:
allenare la squadra di calcio samoana. La parte più bizzarra
dell’offerta era che aveva solo tre settimane per prepararli alle
qualificazioni per i Mondiali del 2014. “Ho assistito ad alcune
partite del torneo dei Giochi del Pacifico e nessuno riusciva a
giocare per 90 minuti“, raccontò l’allenatore al sito sportivo
The Athletic.
Rongen veniva però da un periodo
della sua vita molto difficile. Nel febbraio 2004, la figliastra
19enne di Rongen, Nicole Megaloudis, è deceduta in un incidente
stradale. Nicole era una giocatrice di calcio della Virginia
Commonwealth University (VCU), dove era una matricola. Secondo il
Washington Post, la Polizia di Stato della Virginia ha dichiarato
che l’incidente è stato dovuto alla perdita di controllo dell’auto.
Il film cambia però la cronologia dell’incidente, spostandolo al
2009, ovvero poco prima che Rongen vada ad allenare le Samoa
Americane. Come mostrato in Chi segna vince, Rongen ha
però effettivamente indossato il cappellino da baseball della
figliastra durante la vittoria delle Samoa Americane su Tonga.
Il film si prende poi diverse
libertà rispetto al rapporto di Rongen con sua moglie Gail. Nella
realtà, i due non sono separati come mostra il film e lei non
lavora per la Federazione calcistica statunitense. Inoltre, il
personaggio interpretato di Will Arnett,
presidente della Federazione Alex Magnussen e nuovo compagno di
Gail, è fittizio. Thomas e Gail sono ancora sposati e lei lo ha
sostenuto per tutto il tempo della sua permanenza alle Samoa
Americane. Rongen, inoltre, non ha accettato di allenare la squadra
in quanto era la sua unica opportunità lavorativa in quel momento,
bensì perché era attratto dalla sfida che tale compito
rappresentava. È però vero che fu l’unico coach a rispondere
all’appello della nazionale.
La vittoria contro la nazionale
Tonga
Rongen ha dunque iniziato ad
allenare la squadra, pur avendo solo 3 settimane di tempo prima
della partita per le qualificazioni ai campionati. L’allenatore ha
dunque puntato sull’irrobustire le capacità fisiche della squadra,
ma soprattutto di rafforzare la loro mente e il loro gioco di
squadra. Insieme, hanno ottenuto la seconda vittoria di sempre per
la nazionale (e non la prima come si dice nel film), sconfiggendo
Tonga 2-1 il 23 novembre 2011, nel primo turno delle qualificazioni
alla Coppa del Mondo FIFA 2014. La vittoria ha così posto fine a
una striscia di 38 sconfitte consecutive ed è stata la prima
vittoria della squadra in 20 anni. La vittoria è stata però seguita
da un pareggio per 1-1 contro le Isole Cook e da una sconfitta
all’ultimo minuto contro le vicine Samoa.
Nonostante non siano riusciti ad
avanzare al turno successivo e non abbiano avuto successo nella
loro campagna per guadagnarsi un posto nei playoff della Coppa (uno
sforzo che non viene messo a fuoco nel film), il loro senso di
vittoria è derivato non solo dal fatto di aver battuto Tonga, ma
anche dal fatto di non essersi mai più trovati all’ultimo posto.
Con Rongen al timone, la squadra è infatti salita al 173° posto
della classifica mondiale della FIFA (oggi sono al 188°). Rongen,
però, è stato alla guida della squadra per il solo 2011,
intraprendendo poi altri percorsi lavorativi, fino al diventare un
commentatore sportivo. Jayah ha invece portato avanti la propria
carriera di calciatrice ed è oggi un’ambasciatrice per
l’uguaglianza e gli atleti LGBT.
Echo
ha debuttato all’inizio di questa settimana e, per la maggior
parte, ha avuto un riscontro positivo. È chiaro che ci sono stati
dei problemi dietro le quinte che hanno messo a dura prova la serie
durante la post-produzione, ma la storia di Maya Lopez merita di essere seguita.
Deadline ha
recentemente incontrato la sceneggiatrice di Echo Amy
Rardin e le ha chiesto della scena finale di Mayacon
The Kingpin. In questo modo, sembra usare le sue nuove
capacità per guarire il trauma emotivo dello zio, in modo che lui
possa superare il passato come ha fatto lei.
La domanda è: ha funzionato?
“Per quanto la loro relazione
sia incasinata,
Kingpin è ovviamente un mostro, ma c’è amore, a suo
modo strano.
Kingpin ha la capacità di amare nel suo modo molto
contorto. È stato una delle persone che ha cresciuto Maya, e nel profondo credo che lei lo ami,
anche se si rende conto che ha fatto tutte queste cose orribili e
l’ha manipolata e che è un assassino e non una brava
persona“.
“Penso che ciò che rende il
loro rapporto così interessante è che lei è una delle poche persone
che riesce a vedere degli spiragli di bontà in lui. E quindi alla
fine lei non si arrende con lui. Lui non ce la fa“, ha
aggiunto l’attrice, confermando apparentemente che Wilson Fisk non
è cambiato dopo questo scontro.
Alla Rardin è
stato chiesto anche del cameo di Daredevil (che
alla fine è durato poco più di 90 secondi), spiegando l’importanza
di quella scena per la storia di Maya.
“Voglio dire, eravamo davvero
entusiasti di poter usare Daredevil, perché è una parte molto
importante dei fumetti di [Echo]. Quindi sapevamo che avremmo
voluto usarlo in un modo specifico. La lotta tra Daredevil e
Maya era molto importante per Sydney
[Freeland]. Abbiamo parlato molto in sala di mantenere
costantemente la storia dal punto di vista di Maya. Perché sappiamo
quanto tutti siano entusiasti di Daredevil“.
“Ma in realtà l’incontro
riguarda Maya che passa da studentessa a praticante. È la prima
volta che uccide qualcuno. È la prima volta che dimostra di essere
all’altezza di
Kingpin. Ha affrontato uno dei suoi più grandi rivali.
È il suo ingresso nell’operazione di Fisk. È così che abbiamo
affrontato l’incontro. Poter usare Daredevil è stato fantastico, ma
è stato al servizio della storia di Maya e di chi è in quel momento
della sua vita”.
Nei fumetti, Matt Murdock e
Maya intraprendono una relazione romantica, ma le cose
prendono una piega inaspettata quando lei diventa Echo
e si propone di uccidere il suo alter-ego, Daredevil (dopo che il
Kingpin l’ha ingannata facendole credere che l’Uomo
Senza Paura lo avesse ucciso). Non c’è stato tempo per questo in
questa serie, anche se è un peccato che si siano incrociati solo
una volta.
Per quanto riguarda i vantaggi
derivanti dalla realizzazione di Echo
sotto la nuova insegna Marvel Spotlight – che
siamo abbastanza sicuri non esistesse quando la serie è stata
concepita e prodotta – Rardin ha detto cosa ha
significato per la serie.
“Le storie di origini sono
fantastiche. Sono meravigliose e tutti noi amiamo guardarle, ma
credo che [la Marvel] volesse fare un tipo di
storia diversa. E come scrittore, ho pensato che questo fosse
davvero eccitante. Quindi, per quanto riguarda il fatto di non
avere i punti di storia tradizionali che si vedono in questo [tipo
di] storia di origini e di approcciarsi più come un dramma
familiare… è un modo diverso di entrare. Penso che potremmo
espandere la famiglia, la città, il colore dei cittadini che
vediamo entrare e uscire. Penso che [la Marvel spotlight banner] ci abbia
dato la libertà di farlo. Quindi è stato sicuramente molto libero
dal punto di vista creativo“.
I nuovi contenuti Marvel Spotlight
Sotto la nuova etichetta di
Marvel Spotlight, la
serie sarà classificata come TV-MA e, per ora, i teaser e il
materiale di marketing la definiscono come una serie Marvel ben distinta.
Inoltre, i fan che non hanno visto le precedenti serie
Disney+
potranno seguire la storia senza problemi, nonostante alcuni volti
noti e alcuni nuovi personaggi. Forse, Echo
può essere la serie che finalmente fornisce una narrazione da
“strada” che i fan dei supereroi desiderano da un po’.
Il cast di Echo
Creata da Marion Dayre, Echo
vede nel cast Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez,
Chaske Spencer nel ruolo di Henry, Tantoo
Cardinal nel ruolo di Chula, Devery
Jacobs nel ruolo di Bonnie, Zahn
McClarnon nel ruolo del padre di Maya, William,
Cody Lightning nel ruolo del cugino Biscuits e
Graham Greene nel ruolo di Skully insieme a
Vincent D’Onofrio nel ruolo di Wilson Fisk e
Charlie Cox nel ruolo di Matt
Murdock/Daredevil. Tutti gli episodi di Echo saranno
disponibili su Disney+a partire dal 9
gennaio.
Dopo il passaggio del suo primo film
I Predatori nella sezione “Orizzonti”
della Mostra del Cinema di Venezia 2020, Pietro Castellitto approda nel
concorso ufficiale a Venezia 80 con il suo Enea,
atipico gangster-buddy movie, dove la violenza tipiche di queste
narrazioni resta in secondo piano rispetto alla vitalità dei suoi personaggi,
naufraghi di un mare in cui si scontrano romanticismo e nichilismo,
in cui “non ci si deve vergognare di chi si bacia” e ogni
bacio merita un piccola pausa, un momento di silenzio per
apprezzarlo interamente come ultimo gesto di affetto di una
generazione che lotta contro la morte dei sensi.
Enea, fondare e fondere, dal mito all’azione
Enea rincorre il
mito che porta nel nome: lo fa per sentirsi vivo in un’epoca morta
e decadente. Lo fa assieme a Valentino, aviatore
appena battezzato. I due, oltre allo spaccio e alle feste,
condividono la giovinezza. Amici da sempre, vittime e artefici di
un mondo corrotto, ma mossi da una vitalità incorruttibile. Oltre
i confini delle regole, dall’altra parte della morale, c’è un mare
pieno di umanità e simboli da scoprire. Enea e Valentino ci
voleranno sopra fino alle più estreme conseguenze. Tuttavia, droga
e malavita sono l’ombra invisibile di una storia che parla d’altro:
un padre malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre
sconfitta dall’amore e una ragazza bellissima, un lieto fine e una
lieta morte, una palma che cade su un mondo di vetro. È in mezzo
alle crepe della quotidianità che l’avventura di Enea e Valentino
lentamente si assolve. Un’avventura che agli altri apparirà
criminale, ma che per loro è, e sarà, prima di tutto,
un’avventura d’amicizia e d’amore.
Così come l’inizio de I
Predatori, straniante e che utilizzava magistralmente
il flash-forward, facendoci sentire, ma non vedere, qualcosa che
sarebbe accaduto molto più avanti, un incidente che avrebbe
coinvolto due famiglie agli antipodi, l’inizio di Enea è un lungo
dialogo a due voci tra quelli che pensiamo essere madre e figlia.
Il controcampo arriva molto dopo l’inizio della conversazione, il
vero figlio di questa madre ci viene mostrato quasi come un terzo
incomodo. Effettivamente, nel corso di film capiremo la vera
missione di Enea: fondare e fondere, riunire un nucleo familiare e
cercare di costruirne uno suo, cavalcare le sfide della vita alla
ricerca di uno stimolo che la Roma da bene non gli può dare.
Riunificare nella potenza del vivere
Enea e
Valentino (Giorgio Quarzo
Guarascio) guardano Roma dall’alto di un elicottero: gli
sembra così piccola e “prenderla in mano è il mio scopo”, arriverà
ad affermare il suo amico. I due si muovono negli spazi della
malavita, ma con un’idea di questi che Pietro
Castellito evoca ottimamente anche a livello registico.
Enea è avvolto da una patina mitologica, nonostante la sua
narrazione sia profondamente radicata nella storia della famiglia
borghese, in ambienti infimi, nel traffico di droghe. Eppure,
“facciamo le stesse cose, ma voi per il potere e noi per la
potenza“, commenterà il giovane. Una sete di vita, uno slancio
romantico verso il sentire, provare, non mettersi limiti. Questa
corsa all’esperienza, verrà pian piano interpretata in maniera
diversa dai due, con più cinismo e consapevolezza della propria
posizione e pericolosità da Valentino, con occhi sempre più
tendenti alla riunificazione speranzosa per Enea.
Pietro Castellitto
conferma di avere una precisa idea di cinema, coadiuvati da uno
stile narrativo e registico inediti per il panorama italiano. Un
cinema in cui i personaggi sono prima di tutto persone, che pensano
come agiscono e agiscono come pensano. In cui due
incensurati sono il veicolo per il colpo perfetto, in cui
bisogna imparare a resistere per esistere e in cui il senso di
un’immagine non è niente senza un’emozione alla base. Audace,
impavido, sicuramente non per tutti, ma incredibilmente
disarmante.
In precedenza è stato riferito che
Aquaman e il
Regno Perduto è stato sottoposto a lunghi reshoots
dopo che la Warner Bros. ha deciso di chiudere il DCEU e di
ripartire da zero con il DCU di James Gunn, mentre il sequel di
Aquaman era ancora in produzione.
Una conseguenza di questa decisione
è stata la rimozione dal film del Bruce Wayne di Michael Keaton, che originariamente si pensava
continuasse il suo ritorno al ruolo del Cavaliere Oscuro
dopo l’apparizione in The
Flash, diventando una sorta di figura tipo
Nick Fury nel DCEU, che reclutava
eroi per una “Crisi” incombente.Invece di Michael Keaton, il Batman di Ben Affleck sarebbe intervenuto per girare un
cameo, dato che la versione originale del film richiedeva la
presenza di Batman.
Tuttavia, quando il montaggio
finale del film è stato distribuito nelle sale, sembrava che il
regista James Wan e la WB avessero deciso che
l’opzione migliore per il film sarebbe stata quella di eliminare
del tutto Batman e rendere il sequel un film
indipendente.
Ora, in una nuova intervista
rilasciata a UPI per promuovere il suo prossimo film Wanted
Man, l’attore Dolph Lundgren ha rivelato
che il reshoot ha cambiato molto di più della semplice eliminazione
dei camei del DCEU.
“La mia opinione è che pensavo
che la sceneggiatura originale fosse grandiosa. Io ero una parte
più importante e Amber Heard era una parte più importante“, ha
detto Lundgren. E ha continuato: “Lo studio ha deciso, credo,
di rigirare un mucchio di filmati per cercare di ricostruire una
trama leggermente diversa. È difficile perché non si può rigirare
l’intero film“.
Anche Amber Heard ha sostenuto in precedenza che il
suo ruolo di Mera nel sequel era stato ridotto, ma ora a questa
ipotesi si aggiungono anche le parole di Dolph
Lundgren che sostiene la tesi di Mera. Naturalmente, le
affermazioni della Heard su una riduzione del ruolo derivano dal
suo processo di diffamazione con Johnny Depp.
Aquaman e il
Regno Perduto si sta rivelando uno dei film del DCEU
di maggior successo degli ultimi tempi. Il film ha recentemente
superato la soglia dei 330 milioni di dollari di incassi globali e,
secondo le stime, il sequel dovrebbe concludere la sua corsa nelle
sale a 400 milioni di dollari. Si tratta comunque di una cifra ben
lontana dagli 1,15 miliardi di dollari del primo film. Ora i fan di
Aquaman si chiedono se il re di Atlantide abbia un posto nel nuovo
universo cinematografico di James Gunn.
La star Jason Momoa, che continua a collaborare con la
WB/DC nel ruolo di Lobo, sembra essere al momento
uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood. Se Lobo avrà un
ruolo di primo piano, è difficile prevederlo ad oggi ma è difficile
immagine l’attore in entrambi i ruoli.
Un breve promo internazionale di
Madame
Web sta facendo il giro del web e ha suscitato
una certa attenzione per la sua natura un po’ suggestiva. Il video
vede la star Dakota Johnson parlare un po’ del suo
personaggio di chiaroveggente, Cassandra Webb, prima di
dire che può anche vedere il futuro, e sa che il film vi piacerà.
“Anzi, credo che lo vedrete due volte“.
Qual è il problema? Beh, date un’occhiata al teaser qui
sotto.
Madame
Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti
Marvel creato da Dennis
O’Neil e John Romita Jr. Il film è
diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the
New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal)
da una sceneggiatura di Claire Parker e S.
J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista,
insieme a
Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela
Merced, Tahar Rahim, Mike Epps,
Emma Roberts e Adam Scott. Madame
Web sarà nelle sale italiane nel 2024 prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
“Nel frattempo, in un altro
universo…”, Madame Web è la storia delle origini di una delle
eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta
la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con
poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune
rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani
donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno
sopravvivere a un presente pieno di minacce.
The Mandalorian & Grogu entrerà in produzione
quest’anno. La notizia è stata resa ufficiale dalla
Lucasfilm, e la pellicola sarà diretta da
Jon Favreau e prodotta dallo stesso regista
insieme a Kathleen Kennedy e Dave Filoni. Al netto di quanto
rivelato, la domanda su quali personaggi torneranno nel prossimo
capitolo della storia al cui centro spiccano Din Djarin e Grogu, è
lecita.
Inizialmente si pensava che il nuovo film
dell’universo Star
Wars avrebbe sostituito la quarta stagine di The
Mandalorian, ma questa news non ha trovato conferma, anzi
pare che la nuova season della serie tv abbia già tutti gli episodi
scritti. Ad ogni modo, a parte Din Djarin e Grogu,
non si conosce il resto del cast, indi per cui la speranza è che
Favreau riporti alcuni dei migliori personaggi di supporto di
The Mandalorian per rendere questa uscita nelle sale
strettamente legata alla serie TV Disney+. Di
seguito, alcuni personaggi di Star Wars che il pubblico potrebbe
rivedere.
Greef Karga
Greef Karga, agente della Gilda
dei cacciatori di taglie su Nevarro, è stato parte integrante della
storia di Din Djarin fino ad ora. Egli, oltre ad averlo assunto
proprio quando era un cacciatore di taglie, è stato anche un buon
amico. Inoltre, Carl Weathers – l’attore che gli ha dato un volto –
non è rimasto solo un personaggio dell’universo di Star Wars, ma ha
anche lavorato dietro le quinte, dirigendo gli episodi di The
Mandalorian nelle ultime due stagioni. Ecco perché non
vederlo sarebbe alquanto triste in The Mandalorian &
Grogu, ma una buona speranza c’è in quanto ora Din
Djarin e Grogu chiamano Nevarro casa, e quindi è probabile – o
comunque ci si augura – che Karga faccia almeno un’apparizione nel
prossimo film.
Bo-Katan Kryze
Un altro personaggio che potremmo vedere in
The Mandalorian & Grogu è
Bo-Katan Kryze, che ha fatto il suo debutto in
Star Wars: The Clone Wars. È stato poi The Mandalorian
a portare il character femminile con il volto di Katee Sackhoff in
un prodotto live-action, precisamente nella seconda stagione.
Inoltre, la serie l’ha anche mostrata nel suo ruolo di leader
realmente destinato a unire il suo popolo. La sua amicizia e la sua
fiducia con Din Djarin sono stati poi uno dei punti salienti della
terza stagione di The Mandalorian, perciò è difficile vedere
The Mandalorian and Grogu senza un personaggio così amato
e consolidato. Pur impegnata nella ricostruzione di Mandalore,
Bo-Katan Kryze probabilmente continuerà ad aiutare Din Djarin in
ogni modo possibile e, se necessario, potrebbe persino guidare la
sua gente in battaglia.
Capitano Carson Teva
Ci potrebbero essere speranze anche per
Carson Teva, pilota della Nuova Repubblica di
pattuglia in aree periferiche dell’Orlo Esterno come Tatooine. Teva
è diventato in seguito il collegamento di Din Djarin con la Nuova
Repubblica e i due hanno persino stretto un accordo in base al
quale Din avrebbe aiutato la Nuova Repubblica a monitorare l’Orlo
Esterno. Il rispetto fra i due è uno dei punti saldi del loro
rapporto, dunque se la politica avrà un ruolo in The
Mandalorian & Grogu, è probabile che Carson Teva
appaia di nuovo, pur essendo difficile stabilire quale ruolo
avrà.
Zeb Orrelios
Un personaggio di Star Wars introdotto come
Bo-Katan Kryze prima in una serie animata e poi in un prodotto live
action è Zeb Orrelios, apparso concretamente nella
terza stagione di The Mandalorian. In quel caso era solo
un cameo, indi per cui la prima stagione di Ahsoka
ci ha tenuto a spiegare che Zeb lavora per la Nuova Repubblica e
addestra le reclute. Dato che Din Djarin lavora a stretto contatto
con Carson Teva alla Base Adelphi, è possibile che anche lui
compaia. Il suo cameo in The Mandalorian potrebbe essere
un precursore del suo ruolo in The Mandalorian &
Grogu.
Omera
Continuiamo con Omera, abitante
del pianeta Sorgan, che Din Djarin e Cara Dune aiutano a proteggere
nella prima stagione di The Mandalorian. Da quel momento,
Din Djarin e Omera sviluppano dei sentimenti l’uno per l’altra,
tanto che quest’ultima prega lui e Grogu di restare, tentando
persino di togliergli l’elmo mandaloriano per aiutarlo a decidere.
Per proteggere Omera, sua figlia Winta e il resto del villaggio,
Din Djarin decide comunque di andare via, portandosi con sé Grogu,
che era ancora ricercato dal Moff Gideon. Se però Din Djarin e
Grogu avranno un lieto fine, è possibile che tornino a Sorgan e si
riuniscano a Omera.
Migs Mayfeld
Pur non essendo né un’alleata di Din Djarin né
una sua amica, Migs Mayfeld ha avuto comunque un
ruolo incisivo nella storia per ottenere la posizione della nave
del Moff Gideon. Inoltre, Migs Mayfeld non ha rivelato ad altri di
aver visto Din Djarin senza l’elmo mandaloriano. Nonostante il suo
essere un criminale di cui molti eroi di Star Wars non hanno
fiducia, è un personaggio che ha un elevato rispetto per Din
Djarin, rendendolo così degno di essere rivisitato, considerata la
sua breve apparizione in due episodi di The Mandalorian.
Speriamo, dunque, che The Mandalorian &
Grogu sia l’occasione giusta di poterlo vedere sul
grande schermo.
Boba Fett
Un altro alleato di Din Djarin è Boba
Fett, interpretato da Temuera Morrison nella serie
televisiva The Mandalorian, non apparso però nella terza
stagione con grande disappunto dei fan. L’universo di Star Wars non
ha riservato per lui un giusto trattamento, a causa del poco
successo riscontrato per la serie The
Book of Boba Fett, la quale per i fan non è stata
all’altezza della qualità che speravano di trovare. Ecco perché si
spera che il personaggio possa apparire in The Mandalorian & Grogu,
per poter ammirare sullo schermo i due cacciatori di taglie ancora
una volta.
Fennec Shand
Parlando di Boba Fett, non possiamo non
menzionare Fennec Shand, suo braccio destro, la
quale sta completando un debito di vita nei suoi confronti. Fennec
è un personaggio di grande simpatia, oltre a essere un’assassina
esperta e precisa. Grazie alle sue straordinarie capacità e
abilità, Din Djarin potrebbe chiedere aiuto al suo amico Boba Fett
e ottenere in cambio l’aiuto proprio di Fennec in The Mandalorian &
Grogu.
L’Armaiola
L’Armaiola, capo di una tribù
di guerrieri mandaloriani su Navarro, è uno dei personaggi più
interessanti di The Mandalorian, e in generale dello
stesso Star Wars Universe, soprattutto perché è costantemente
circondata da un alone di mistero. Quasi-guida di Din Djarin e
Bo-Katan, l’Armaiola dovrebbe essere vista di nuovo in
The Mandalorian & Grogu, o per definire
il futuro di Grogu come prossimo Mandalore il Grande che cavalca il
Mitosauro, oppure per montare una nuova armatura beskar.
Ezra Bridger
Un personaggio a lungo assente e solo
recentemente tornato nella galassia principale di Star Wars dopo
nove anni di esilio – in seguito alla liberazione di Lothal – è
Ezra Bridger. È un character che potrebbe
inserirsi nel nuovo film The Mandalorian &
Grogu in tanti modi differenti. Intanto Ezra è un
Jedi, indi per cui potrebbe dare a Grogu, se lo volesse, un
ulteriore addestramento. Oppure, avendo legami con i Mandaloriani
e, in particolare, con Bo-Katan, si potrebbe trovare una soluzione
per inserirlo. Se Ezra si sta adoperando per salvare Ahsoka Tano e
Sabine Wren da Peridea, potrebbe rivolgersi a tutti i contatti
mandaloriani che ha.
Hera Syndulla
Un altro personaggio femminile degno di nota è
il generale Hera Syndulla, la quale ha dei forti
legami con characters risonanti come Carson Teva e Bo-Katan Kryze.
Di conseguenza sarebbe possibile una sua apparizione, soprattutto
perché si vocifera anche che Hera possa essere il leader della Base
Adelphi, da cui operano Carson Teva e, per estensione, Din Djarin.
Rendendo di conseguenza il suo inserimento ancor più probabile.
Il Grande Ammiraglio Thrawn
Il Grande Ammiraglio Thrawn, al
servizio dell’Impero Galattico, è considerato uno dei più grandi
strateghi che questo abbia mai avuto, ed ha avuto il suo come
back nella galassia principale di Star Wars dopo essere stato
esiliato per circa un decennio. Al momento non è stata fatta
chiarezza sul suo obiettivo generale ora che si nasconde su
Dathomir, ma la guerra sembra essere più che imminente. Dato che
Din Djarin ha contribuito in modo determinante agli sforzi per
abbattere il Moff Gideon, è possibile che anche la Nuova Repubblica
voglia il suo aiuto per porre fine a qualsiasi piano di Thrawn.
Kelleran Beq
L’ultima volta che i fan hanno visto il Maestro
Jedi Kelleran Beq, è nel quarto episodio della
terza stagione di The Mandalorian. È in quest’occasione
che viene rivelato chi ha salvato Grogu dal Tempio Jedi su
Coruscant durante l’Ordine 66 e Kelleran Beq è stata una scelta
interessante, seppur ancora non si sappia cosa sia successo ai Jedi
dopo la loro fuga. La speranza è che il Kelleran Beq di Ahmed Best
torni ancora una volta nel franchise e lo ritragga in altri
flashback. Quello che è successo a Grogu è stato uno dei più grandi
misteri della serie, quindi la risoluzione di questo problema
dovrebbe essere in cima alle priorità di Jon Favreau nel suo
The Mandalorian & Grogu.
Sono state annunciate le nomination
ai People’s Choice Awards 2024, i premi che il
pubblico americano assegna al meglio di cinema, televisione e
musica. Quest’anno il premio si rinnova, con nuove categorie
musicali, mentre per quello che riguarda cinema e tv, le cose
restano invariate anche se non meno emozionanti.
Di seguito trovate i nominati trai
quali ovviamente spiccano Barbie
e Oppenheimer,
che sono trai titoli più attesi anche per gli Oscar e sono stati
tri più nominati ai Golden Globes. Per partecipare
alle votazioni, clicca qui.
People’s Choice Awards 2024, tutte le nomination
MOVIES
THE MOVIE OF THE YEAR Barbie Fast X Guardians of the Galaxy Vol. 3 Oppenheimer Spider-Man: Across the Spider-Verse TAYLOR SWIFT | THE ERAS TOUR FILM The Little Mermaid The Super Mario Bros. Movie
THE ACTION MOVIE OF THE YEAR Ant-Man and the Wasp: Quantumania Fast X Guardians of the Galaxy Vol. 3 John Wick: Chapter 4 Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One The Hunger Games: The Ballad of Songbirds & Snakes The Marvels Transformers: Rise of the Beasts
THE COMEDY MOVIE OF THE YEAR 80 for Brady Anyone but You Are You There God? It’s Me, Margaret. Asteroid City Barbie Cocaine Bear No Hard Feelings Wonka
THE DRAMA MOVIE OF THE YEAR Creed III Five Nights at Freddy’s Killers of the Flower Moon Leave the World Behind M3GAN Oppenheimer Scream VI The Color Purple
THE MALE MOVIE STAR OF THE YEAR
Cillian Murphy, Oppenheimer
Chris Pratt, Guardians of the Galaxy Vol. 3
Keanu Reeves, John Wick: Chapter 4
Leonardo DiCaprio, Killers of the Flower Moon
Michael B. Jordan, Creed III
Ryan Gosling, Barbie
Timothée Chalamet, Wonka
Tom Cruise, Mission: Impossible – Dead Reckoning Part
One
THE FEMALE MOVIE STAR OF 2023
Florence Pugh, Oppenheimer
Halle Bailey, The Little Mermaid
Jenna Ortega, Scream VI
Jennifer Lawrence, No Hard Feelings
Julia Roberts, Leave the World Behind
Margot Robbie, Barbie
Rachel Zegler, The Hunger Games: The Ballad of Songbirds &
Snakes
Viola Davis, The Hunger Games: The Ballad of Songbirds &
Snakes
THE ACTION MOVIE STAR OF THE YEAR
Brie Larson, The Marvels
Chris Pratt, Guardians of the Galaxy Vol. 3
Gal Gadot, Heart of Stone
Jason Momoa, Aquaman and the Lost Kingdom
Keanu Reeves, John Wick: Chapter 4
Rachel Zegler, The Hunger Games: The Ballad of Songbirds &
Snakes
Tom Cruise, Mission: Impossible – Dead Reckoning Part
One
Viola Davis, The Hunger Games: The Ballad of Songbirds &
Snakes
THE COMEDY MOVIE STAR OF THE YEAR
Adam Sandler, You Are So Not Invited to My Bat
Mitzvah
Glen Powell, Anyone but You
Jennifer Lawrence, No Hard Feelings
Margot Robbie, Barbie
Ryan Gosling, Barbie
Scarlett Johansson, Asteroid City
Sydney Sweeney, Anyone but You
Timothée Chalamet, Wonka
THE DRAMA MOVIE STAR OF THE YEAR
Cillian Murphy, Oppenheimer
Julia Roberts, Leave the World Behind
Fantasia Barrino, The Color Purple
Florence Pugh, Oppenheimer
Jacob Elordi, Priscilla
Jenna Ortega, Scream VI
Leonardo DiCaprio, Killers of the Flower Moon
Michael B. Jordan, Creed III
THE MOVIE PERFORMANCE OF THE YEAR
America Ferrera, Barbie
Charles Melton, May December
Danielle Brooks, The Color Purple
Jacob Elordi, Saltburn
Melissa McCarthy, The Little Mermaid
Natalie Portman, May December
Simu Liu, Barbie
Viola Davis, Air
TV
THE SHOW OF THE YEAR Grey’s Anatomy Law & Order: Special Victims Unit Only Murders in the Building Saturday Night Live Ted Lasso The Bear The Last of Us Vanderpump Rules
THE COMEDY SHOW OF THE YEAR Abbott Elementary And Just Like That… Never Have I Ever Only Murders in the Building Saturday Night Live Ted Lasso The Bear Young Sheldon
THE DRAMA SHOW OF THE YEAR Chicago Fire Ginny & Georgia Grey’s Anatomy Law & Order: Special Victims Unit Outer Banks Succession The Last of Us The Morning Show
THE SCI-FI/FANTASY SHOW OF THE YEAR Ahsoka American Horror Story: Delicate Black Mirror Ghosts Loki Secret Invasion The Mandalorian The Witcher
THE REALITY SHOW OF THE YEAR 90 Day Fiancé: Happily Ever After? Below Deck Jersey Shore Family Vacation Selling Sunset The Kardashians The Real Housewives of Beverly Hills The Real Housewives of New Jersey Vanderpump Rules
THE COMPETITION SHOW OF THE YEAR America’s Got Talent American Idol Big Brother Dancing with the Stars RuPaul’s Drag Race Survivor Squid Game: The Challenge The Voice
THE BINGEWORTHY SHOW OF THE YEAR Beef Citadel Jury Duty Love Is Blind Queen Charlotte: A Bridgerton Story The Crown The Night Agent The Summer I Turned Pretty
THE MALE TV STAR OF THE YEAR
Chase Stokes, Outer Banks
Jason Sudeikis, Ted Lasso
Jeremy Allen White, The Bear
Kieran Culkin, Succession
Pedro Pascal, The Last of Us
Samuel L. Jackson, Secret Invasion
Steve Martin, Only Murders in the Building
Tom Hiddleston, Loki
THE FEMALE TV STAR OF THE YEAR
Ali Wong, Beef
Hannah Waddingham, Ted Lasso
Jennifer Aniston, The Morning Show
Mariska Hargitay, Law & Order: Special Victims
Unit
Quinta Brunson, Abbott Elementary
Reese Witherspoon, The Morning Show
Rosario Dawson, Ahsoka
Selena Gomez, Only Murders in the Building
THE COMEDY TV STAR OF THE YEAR
Ali Wong, Beef
Bowen Yang, Saturday Night Live
Hannah Waddingham, Ted Lasso
Jason Sudeikis, Ted Lasso
Jeremy Allen White, The Bear
Quinta Brunson, Abbott Elementary
Selena Gomez, Only Murders in the Building
Steve Martin, Only Murders in the Building
THE DRAMA TV STAR OF THE YEAR
Bella Ramsey, The Last of Us
Chase Stokes, Outer Banks
Ice-T, Law & Order: Special Victims Unit
Jennifer Aniston, The Morning Show
Kieran Culkin, Succession
Mariska Hargitay, Law & Order: Special Victims
Unit
Pedro Pascal, The Last of Us
Reese Witherspoon, The Morning Show
THE TV PERFORMANCE OF THE YEAR
Adjoa Andoh, Queen Charlotte: A Bridgerton Story
Ayo Edebiri, The Bear
Billie Eilish, Swarm
Jon Hamm, The Morning Show
Matt Bomer, Fellow Travelers
Meryl Streep, Only Murders in the Building
Steven Yuen, Beef
Storm Reid, The Last of Us
THE REALITY TV STAR OF THE YEAR
Ariana Madix, Vanderpump Rules
Chrishell Stause, Selling Sunset
Garcelle Beauvais, The Real Housewives of Beverly
Hills
Kandi Burruss, The Real Housewives of Atlanta
Khloé Kardashian, The Kardashians
Kim Kardashian, The Kardashians
Kyle Richards, The Real Housewives of Beverly
Hills
Mike “The Situation” Sorrentino, Jersey Shore Family
Vacation
THE COMPETITION CONTESTANT OF THE YEAR
Anetra, RuPaul’s Drag Race
Ariana Madix, Dancing with the Stars
Charity Lawson, The Bachelorette
Theresa Nist, The Golden Bachelor
Iam Tongi, American Idol
Keke Palmer, That’s My Jam
Sasha Colby, RuPaul’s Drag Race
Xochitl Gomez, Dancing with the Stars
THE DAYTIME TALK SHOW OF THE YEAR Good Morning America LIVE with Kelly and Mark Sherri The Drew Barrymore Show The Jennifer Hudson Show The Kelly Clarkson Show The View Today
THE NIGHTTIME TALK SHOW OF THE YEAR Hart to Heart Jimmy Kimmel Live! Last Week Tonight with John Oliver Late Night with Seth Meyers The Daily Show The Late Show with Stephen Colbert The Tonight Show Starring Jimmy Fallon Watch What Happens Live with Andy Cohen
THE HOST OF THE YEAR
Gordon Ramsay, Hell’s Kitchen
Jimmy Fallon, That’s My Jam
Nick Cannon, The Masked Singer
Padma Lakshmi, Top Chef
RuPaul, RuPaul’s Drag Race
Ryan Seacrest, American Idol
Steve Harvey, Celebrity Family Feud
Terry Crews, America’s Got Talent
Mentre prosegue la
produzione della quinta stagione di Stranger
Things, è emersa online una nuova serie di foto del
dietro le quinte del set di Hawkins della stagione
finale della serie di successo Stranger
Things di Netflix.
Le foto del set di Stranger
Things – stagione 5 offrono un primo sguardo a
Gaten Matarazzo che riprende il ruolo di
Dustin Henderson per l’ultima volta. Le foto mostrano
Dustin che continua a onorare la memoria di Eddie Munson
visitando la lapide vandalizzata del defunto leader dell’Hellfire
Club e indossando la maglietta simbolo del club D&D. Nonostante
la sorprendente morte di Eddie nella quarta
stagione, alcuni fan sperano ancora in un ritorno di
Joseph Quinn nell’ultima stagione.
La quinta stagione di Stranger
Things è interpretata da Winona
Ryder, David
Harbour, Finn
Wolfhard, Millie
Bobby Brown, Noah Schnapp, Gaten Matarazzo,
Caleb McLaughlin, Natalia Dyer, Joe Keery, Charlie Heaton,
Sadie Sink, Maya Hawke, Priah Ferguson, Cara Buono e Brett
Gelman. L’ultima foto del cast ha confermato anche il
ritorno dei membri del cast della quarta stagione Jamie
Campbell Bower nel ruolo di Vecna/One/Henry Creel e
Amybeth McNulty nel ruolo di Vickie. A loro si
aggiungerà la veterana di Terminator Linda
Hamilton, il cui personaggio non è ancora stato
rivelato.
Stranger
Things è creata e prodotta esecutivamente da
Matt e Ross Duffer, che sono anche gli showrunner.
I produttori esecutivi sono Shawn Levy, Dan Cohen e Iain Patterson.
Tutte e quattro le stagioni sono ora disponibili in streaming in
esclusiva su Netflix.
Secondo Production List, il
prossimo film di Maggie Gyllenhaal, The
Bride, ha finalmente ricevuto una data di inizio delle
riprese e una location. L’inizio della produzione del film su
Frankenstein che avrà come protagonista Christian Bale è previsto per il 4 marzo a New
York. Questa notizia arriva dopo la notizia che Netflix
ha abbandonato il progetto come distributore. Al momento non è
chiaro se The Bride abbia già trovato un nuovo studio o streamer
prima dell’inizio delle riprese.
Cosa aspettarsi da The Bride?
Descritto come un thriller-horror,
The
Bride sarà diretto da Maggie
Gyllenhaal, basato sul classico romanzo gotico di Mary
Shelley Frankenstein; or, The Modern
Prometheus. Si tratta del secondo progetto da regista
per Maggie Gyllenhaal dopo The Lost Daughter del 2021, che le è valso una
nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.
Oltre a Christian Bale nel ruolo di Frankenstein, il
film sarà interpretato anche da Penelope Cruz nel ruolo di Myrna, Peter Sarsgaard nel ruolo di un detective e
Jessie Buckley in un ruolo non rivelato.
The
Bride è prodotto da Talia Kleinhendler e Emma
Tillinger Koskoff. Oltre a Maggie Gyllenhaal, Guillermo del
Toro si sta preparando a dirigere un altro film incentrato
su Frankenstein, che avrà come protagonisti
Oscar Isaac, Mia Goth, Christoph Waltz e Jacob
Elordi.
Il cast del remake in live-action
di Dragon Trainer (How To Train Your Dragon). si
arricchisce con un nome importante che va a interpretare uno dei
personaggi migliori dell’intero franchise: Skaracchio. Dragon
Trainer, che segue le avventure di un ragazzo
vichingo di nome Hiccup e del suo drago Sdentato, è una serie di
libri per bambini di Cressida Cowell che è stata
adattata in una trilogia di film d’animazione tra il 2010 e il
2019.
Il regista Dean
DeBlois dirigerà questo nuovo adattamento, mentre il cast
prende forma. Al momento, sappiamo che Mason
Thames sarà il protagonista Hiccup e Nico
Parker è stata scelta per entrare nei panni della volitiva
e carismatica Astrid Hofferson. Gerard Butler riprenderà il ruolo del
padre di Hiccup, Stoick, al quale aveva già prestato la voce nei
film d’animazione.
Il live-action di Dragon Trainer ha aggiunto Nick
Frost al cast. Interpreterà Skaracchio, il personaggio
precedentemente doppiato da Craig Ferguson nella
trilogia animata. Skaracchio è un mentore per Hiccup e un amico e
consigliere per Stoick, ma è anche il fabbro sull’isola di Berk,
oltre che un grande personaggio!
Dragon Trainer (How To
Train Your Dragon) è prodotto da Marc Platt
Productions e distribuito da Universal Pictures.
Dean DeBlois, sceneggiatore e regista di tutti e
tre i film della trilogia animata, sarà anche sceneggiatore e
regista del remake.
Il franchise di Dragon
Trainer (How To Train Your Dragon) è basato sull’omonima
serie di libri per bambini di Cressida Cowell. La storia originale
di Cowell era incentrata su Hiccup, un giovane aspirante inventore
che vuole rendere orgoglioso il padre vichingo diventando un
cacciatore di draghi. Le cose non vanno come previsto quando Hiccup
si ritrova inaspettatamente a stringere un legame con un drago
Night Fury.
Il prossimo film di Guy
Ritchie ha già una coppia di protagonisti:
Natalie Portman e
John Krasinski. Deadline riporta che la
Portman e Krasinski saranno i protagonisti
dell’ultimo film di Ritchie, che sarà prodotto per
Apple Original Films da Skydance Media,
Vinson Films e Project X Entertainment. Il film,
intitolato Fountain Of Youth, sarà scritto da
James Vanderbilt.
Secondo il noto sito americano, il
film ruoterà attorno a “due fratelli allontanati che si
uniscono in una rapina globale per trovare la mitologica Fonte
della Giovinezza”. Il viaggio prevede che i fratelli usino le loro
conoscenze storiche per seguire gli indizi “in un’avventura epica
che cambierà le loro vite… e forse li porterà
all’immortalità“.
Secondo quanto riferito, la
sceneggiatura del film ha “spiazzato i dirigenti“, mentre
Guy Ritchie e John Krasinski erano entrambi interessati al
progetto dalla scorsa primavera. Poiché gli scioperi della WGA e
della SAG-AFTRA hanno messo le cose in sospeso, pare che il regista
e l’attore si siano impegnati una volta terminati gli scioperi. Le
riprese sono previste per il primo trimestre di quest’anno.
Cos’altro ha diretto Guy
Ritchie?
Guy Ritchie ha
avuto una lunga carriera cinematografica, dirigendo film come
Snatch del 2000 ed entrambi i film di Sherlock Holmes con Robert Downey Jr. e il remake live-action di
Aladdin della Disney. Il regista è attualmente
impegnato nella regia del rifacimento live-action di Hercules della
Disney.
La data di uscita di
L’Esorcista: L’Ingannatore è stato posticipato e tolto
dal calendario delle prossime uscite della Universal Pictures. La
notizia arriva in concomitanza con l’abbandono del regista
David Gordon Green, che aveva diretto
L’esorcista – Il
credente e che avrebbe dovuto dirigere la trilogia
reboot come ha fatto per Halloween.
Ora si cerca un nuovo regista per
il prossimo capitolo della Universal e della Blumhouse. L’uscita
era inizialmente prevista per il 18 aprile 2025. David
Gordon Green resterà comunque impegnato, visto che
attualmente sta lavorando al film Nutcrackers con
Ben Stiller e alla quarta stagione di The
Righteous Gemstones.
Di cosa parlava The Exorcist:
Believer?
Esattamente 50 anni fa, in autunno,
veniva proiettato sugli schermi il film horror più terrificante
della storia, sconvolgendo gli spettatori di tutto il mondo. Ora,
venerdì 13 ottobre, si apre un nuovo capitolo. Da Blumhouse e
diretto da David Gordon Green, il regista che ha rivoluzionato la
saga di Halloween, ecco L’esorcista – Il
credente. Dopo la tragica scomparsa di sua moglie
incinta in un terremoto ad Haiti, avvenuta 12 anni fa, Victor
Fielding (interpretato da Leslie Odom Jr.,
vincitore di un Tony e candidato all’Oscar per Quella Notte a Miami
e Hamilton) ha cresciuto da solo la loro figlia Angela
(Lidya Jewett, nota per Good Girls). Ma quando
Angela e la sua amica Katherine (una nuova promessa, Olivia
Marcum) spariscono nel bosco, per poi tornare tre giorni
dopo senza ricordare cosa sia successo, si scatena una serie di
eventi che costringeranno Victor a confrontarsi con il male nella
sua forma più oscura e, nel terrore e nella disperazione, a cercare
l’unica persona in vita che abbia mai assistito a qualcosa di
simile: Chris MacNeil. Per la prima volta dai tempi del film del
1973, la vincitrice di un premio Oscar Ellen
Burstyn riprende il suo iconico ruolo di Chris MacNeil,
un’attrice che è stata per sempre segnata da ciò che è accaduto a
sua figlia Regan cinque decenni prima.
L’esorcista – Il
credente è il sequel diretto del film horror
originale, tratto dal romanzo di William Peter Blatty. David Gordon
Green ha diretto una sceneggiatura scritta insieme a Scott Teems,
Danny McBride e Peter Sattler. Il film vede il ritorno del premio
Oscar Ellen Burstyn, affiancata da Leslie Odom Jr., Ann
Dowd, Raphael Sbarge e Jennifer Nettles, con le new entry Lidya
Jewett e Olivia Marcum.
Il pluripremiato attore
di Hollywood Laurence Fishburne (Matrix, John Wick,
L’accademia del bene e del male) sarà nel cast della serie
Netflix di successo The
Witcher. Fishburne interpreterà Regis, uno dei
personaggi preferiti dai fan nei libri e nei videogiochi.
Il personaggio di Regis,
introdotto nel romanzo di Sapkowski Il battesimo del fuoco, è un
barbiere-chirurgo conosciuto a livello globale con un passato
misterioso, che si unisce a Geralt nel suo viaggio nel corso della
quarta stagione.
Dice Fishburne: “Sono
molto emozionato di unirmi al cast e non vedo l’ora di esplorare il
meraviglioso mondo di The Witcher”.
Laurence Fishburne si unisce a Liam
Hemsworth,
Anya Chalotra,
Freya Allan e Joey Batey nell’attesissima quarta
stagione dello show acclamato internazionalmente e vincitore di
numerosi premi, che tornerà in produzione questa primavera.
La trama della quarta
stagione di The Witcher
Dopo gli sconvolgenti
eventi che hanno cambiato il Continente con cui si è conclusa la
terza stagione, i nuovi episodi seguono Geralt, Yennefer e
Ciri, che devono attraversare il Continente devastato dalla guerra
e dai suoi numerosi demoni, separati gli uni dagli altri. Se
riusciranno ad accettare e guidare i gruppi di furfanti con cui si
ritroveranno, avranno una possibilità di superare il battesimo di
fuoco e di ritornare insieme.
La Warner Bros. spera di portare
avanti Edge of Tomorrow 2, il sequel del film di
successo del 2014 Edge of Tomorrow con Tom Cruise. Qualche
giorno fa vi abbiamo svelato che Tom Cruise ha stretto un accordo con la
Warner Bros. che prevede lo sviluppo, la produzione e la direzione
di “film originali e franchise per le sale
cinematografiche” a partire dal 2024.
Secondo The Hollywood Reporter, i
capi della Warner Bros. Michael De Luca e Pam Abdy
sperano che uno di questi progetti sia Edge of Tomorrow
2, un sequel del film in cui Tom Cruise ha recitato insieme a Emily Blunt.
“De Luca e Abdy speravano anche
di attirare nuovamente Cruise per un seguito del film Edge of
Tomorrow del 2104, che lo studio aveva già in fase di sviluppo
prima del loro insediamento“, si legge nell’articolo. “(Il
film, ben recensito e costato 175 milioni di dollari, ha incassato
solo 370,5 milioni di dollari, ma ha sviluppato una base di fan di
culto dopo la sua uscita. McQuarrie ha dichiarato nel 2014 che
Tom Cruise aveva un’idea per un prequel;
il regista Doug Liman ha detto che sarebbe stato migliore
dell’originale)“.
Cosa è successo al previsto sequel
di Edge of Tomorrow?
Doug Liman aveva
inizialmente annunciato di aver firmato per dirigere un sequel di
Edge of Tomorrow, scritto da Joe Shrapnel e Anna
Waterhouse, nel 2016.
All’epoca aveva dichiarato, tramite
Collider: “Ho avuto delle idee radicali su come realizzare un
sequel che mi interessasse, allo stesso modo in cui avevo delle
idee su come realizzare un film indipendente e poi è arrivato
Swingers ed è stato come ‘Aha, questo è il film perfetto per me per
testare queste idee’. Avevo queste idee intellettuali su come si
dovrebbe fare un sequel che sono diverse da come chiunque altro fa
un sequel, e questa sceneggiatura e questa idea si adattano
perfettamente a quell’idea. Quindi rivoluzionerà il modo in cui la
gente fa i sequel. Ed è per questo che cerco di fare cose come
Invisible che sono solo, la rivoluzione è in qualche modo
incorporata nell’idea. È più un’eresia nel mondo del cinema per me
proporre cose che sono in qualche modo inaudite“.
Da allora il progetto ha subito una
serie di ritardi causati dagli impegni degli attori e dalla
pandemia COVID-19; tuttavia, sia Tom Cruise che Emily Blunt hanno parlato del loro
desiderio di tornare per un sequel se le stelle si dovessero
allineare.
Il lutto è tema
ricorrente in Father Stu, film d’esordio da
regista per la sceneggiatrice Rosalind Ross. Una
quotidianità fatta di alcol, violenza e sesso porta il pugile
Stuart ‘Stu’ Long (Mark
Wahlberg) sulla via della perdizione. Nei suoi
pensieri oscuri echeggia il senso di colpa di essere vivo, dopo la
morte prematura del fratellino; tragedia che porterà il padre
(Mel
Gibson) all’alcolismo e la madre (Jacki
Weaver) a condurre la vita in modo cinico e
disinteressato, evitando ogni forma di fiducia nel figlio che le
rimane.
Il film, tratto da una
storia vera, racconta della chiamata al sacerdozio di un ex pugile
funestato da una situazione familiare complicata, che lo tormenta.
Father Stu segue svolte narrative inaspettate e
parla in maniera diretta allo spettatore, raccontando una storia di
riscatto, di trasformazione interiore, di redenzione. La vicenda di
Stuart incalza lo spettatore e lo tiene coinvolto emotivamente,
facendolo soffrire al fianco dei personaggi, e allo stesso tempo
facendogli condividere anche la fiducia nella speranza della
salvezza finale.
Mark Wahlberg nei panni di
Father Stu pugile redento
L’apprezzabile
interpretazione di Mark Wahlberg mette bene in
scena l’evoluzione del personaggio, la crescita e l’emancipazione
da una condizione di dolore: Stuart è sorprendentemente dinamico e
disposto al cambiamento e Wahlberg non ha difficoltà nel
destreggiarsi tra la rappresentazione di una vita senza freni e una
che gli permette di raggiungere un riscatto spirituale.
Focalizzandosi sul
conforto della fede, Rosalind Ross racconta una
morale sicuramente molto legata agli ideali tipici della cultura
americana, tanto che è proprio la fede è salvifica e conduce il
protagonista al ricongiungimento con la famiglia che in passato era
la sua principale fonte di sofferenza e disagio.
Mel Gibson: sarcasmo e religione
Pregevole anche il
personaggio di Bill (il padre di Stuart), interpretato da
Mel Gibson, che riesce a mescolare nella sua
interpretazione pessimismo e senso dell’umorismo, facendosi
protagonista di dialoghi sarcastici che rimangono vividi nella
mente dello spettatore.
Rosalind
Ross ci consente di emozionarci insieme ai personaggi,
creando un legame stretto tra questi e lo spettatore. Questa
vicinanza emotiva ai protagonisti, insieme al ritmo concitato del
film, rende impossibile allontanarsi emotivamente dalla storia e
soprattutto dal percorso di redenzione di Stuart: lo spettatore
immaginerà di camminare accanto a lui nel suo percorso
salvifico.
Il linguaggio della
regista è finalizzato sicuramente a questo obiettivo: la vicinanza
ai corpi, la presenza incombente dei primi piani, sono scelte
registiche che ci permettono (o costringono in alcuni casi) di
empatizzare con i personaggi, con Stuart in particolare,
soprattutto nei suoi momenti di disperazione, ricerca spirituale,
preghiera.
Come accade alle
abitudini di Stuat, anche il ritmo del film cambia tra la prima
parte e la seconda: da concitato e confusionario, diventa più
disteso nel momento della ricerca salvifica di sé stesso quando
comincia ad avere cura del prossimo. Anche visivamente il film
racconta il cambiamento del protagonista, con le colorazioni fredde
e abbacinanti della prima parte che cedono il posto a colori caldi
e luci soffuse e accoglienti, che suggeriscono calma e
raccoglimento, proprio come dentro a una chiesa.
Eccesso di spiritualità?
Pur lasciandosi sedurre
dal valore rieducativo della religione, fortunatamente il film non
varca la soglia della propaganda. Tuttavia, la seconda parte della
storia, proprio per la sua componente didattica e moraleggiante,
potrebbe allontanare gli spettatori più razionali per eccesso di
spiritualità, per una rappresentazione salvifica della religione
che mette tutto in ordine, anche quegli insanabili legami familiari
spezzati messi in scena nella prima parte del film.
Rosalind Ross, sceneggiatrice prima che regista,
ha una padronanza notevole nella scrittura, nonostante qualche
passaggio di dialogo esageratamente didascalico. La struttura della
narrazione è semplice e efficace e la scrittura del personaggio di
Stuart sicuramente è ben riuscita. Elemento di spicco è, come
accennato, il padre di Stuart, che con il figlio dà vita ai
migliori scambi del film, colmi di sarcasmo e punteggiati di
ironia; così come i loro dialoghi, anche il loro rapporto è la
relazione meglio rappresentata nel film.
Con il debutto suo
debutto alla regia, Rosalind Ross emerge con uno
stile distintivo che enfatizza gli elementi drammatici e spirituali
della storia. Father Stu offre una narrativa
coinvolgente che spazia tra il dramma personale, la ricerca
spirituale e la redenzione, enfatizzando, forse troppo, un modello
di spiritualità lontano dal realismo.
Apple TV+
e la Major League Soccer (MLS) hanno annunciato
una prima docuserie ad accesso libero che esplora lo spettacolare e
imprevedibile mondo del calcio in Nord America, prodotta in
collaborazione con i pluripremiati registi della Box to Box Films
(già produttori di “Make or Break”, “Formula 1: Drive to
Survive”).
Il nuovo documentario in otto
parti, attualmente in fase di produzione, offre al pubblico una
visione nuova e inedita del campionato, mettendo in luce tutti i
momenti più importanti della stagione 2024. Grazie a interviste mai
realizzate prima a giocatori, allenatori e squadre, la serie
accompagna gli spettatori attraverso le sfide più avvincenti e i
momenti più adrenalinici alla scoperta delle personalità più
affascinanti della stagione MLS 2024, dal precampionato fino alla
finale della MLS Cup 2024.
La serie è prodotta per Apple da
Box to Box Films in collaborazione con la Major League Soccer. I
produttori esecutivi sono il premio Oscar e premio BAFTA James
Gay-Rees (“Senna”, “Formula 1: Drive to Survive”, “Amy”), il
vincitore dell’Emmy Paul Martin (“Make or Break”, “Formula 1: Drive
to Survive”) e Warren Smith (“Make or Break”, “Full Swing: una
stagione di golf”).
Nel 2023, Apple e la MLS hanno
avviato una partnership decennale e hanno lanciato MLS Season Pass,
il servizio di abbonamento innovativo disponibile sull’app Apple TV
che consente ai tifosi di oltre 100 Paesi di guardare tutte le
partite della MLS in un unico luogo, senza blackout, con contenuti
esclusivi e una copertura più approfondita che mai. Questa nuova
docuserie per Apple
TV+, prodotta con gli storyteller sportivi di Box to Box Films,
offrirà agli spettatori di tutto il mondo uno sguardo inedito sulla
MLS, mettendo in luce l’energia senza pari del campionato
nordamericano.
I Fantastici 5 è la nuova serie tv in 8
puntate da 50 minuti – che andrà in onda su Canale
5 da mercoledì 17 – che racconta l’attività sportiva, le
difficoltà, le passioni e le relazioni di un gruppo di atleti
paralimpici della Società Sportiva di Atletica Leggera Nova Lux, e
del loro allenatore, Riccardo Bramanti, interpretato da Raoul Bova. Il resto del cast è formato da
giovani attrici e attori che raccontano in conferenza stampa il
lavoro e la preparazione dietro un ruolo così complesso.
I Fantastici
5 è nata da un’idea di Luca Bernabei
(di Lux Vide) e Massimo Gramellini, e se che secondo Matilde
Bernabei (produttrice della fiction) potrà avere una risonanza
internazionale. “È la prima volta che viene raccontata una
storia di questo genere, su degli atleti paralimpici. Può parlare a
tutti soprattutto perché riguarda noi e le nostre
fragilità”.
I Fantastici 5, conferenza stampa
Oltre a Raoul Bova
era presente anche il cast principale del film: Chiara
Bordi (Laura Mattei), Fiorenza D’Antonio
(Marzia Giordano), Enea Barozzi (Elia Mariani) e
Vittorio Magazzù (Christian Belli). Bova
interpreta Riccardo, un allenatore dai modi poco convenzionali e un
po’ buffi; si vince solo quando si è felici, ripete sempre ai suoi
atleti. Questo spirito di condivisione lo riporta anche sul piccolo
schermo facendolo vivere in Riccardo: “Ringrazio tutti per i
complimenti ma devo condividerli con i miei compagni di viaggio
perché ho capito che non c’è individualità in questo lavoro ma c’è
una squadra”. L’attore ha continuato dicendo: “Ci sono
stati diversi cambiamenti perché volevamo che tutto fosse perfetto
senza cadere nel pietismo. Questa serie ribalta l’idea del classico
storytelling dei film sportivi ma anzi: questi ragazzi sono dei
campioni che paradossalmente con l’arrivo del nuovo allenatore
iniziano a peggiorare”.
Chiara Bordi,
attrice di Prisma (che ci sarà anche nella seconda
stagione della serie Prime), ha raccontato la sua esperienza e la
preparazione per questo ruolo così diverso dal precedente: “Il
problema è che ci sono pochi attori con disabilità, non avendo
punti di riferimento pensi di non poterlo fare. Laura è una ragazza
tosta e determinata. La preparazione atletica non è stata semplice
perché ho dovuto imparare prima a camminare con una protesi nuova e
poi a correre. La serie parla di sport, passioni, figlie, padri, e
sullo sfondo di atleti con una passione. Credo che se ci fosse
stata questa serie dieci anni fa quando ho avuto l’incidente il mio
percorso agli occhi del mondo sarebbe stato diverso”.
Una squadra fantastica
Chiara Bordi
condivide con la stampa il forte senso di squadra e famiglia che si
è creato sul set: “Abbiamo creato sul set una squadra, ci siamo
supportati”. Fiorenza D’ Antonio fa eco alle parole dei suoi
colleghi: “Tanta ricerca e scoperta, è stato bello, non vedo
l’ora di rifarlo. Mi sento cresciuta e arricchita. Si sono creati
legami un po’ con tutti sul set. Il mio personaggio la definisco
una ragazza porcospino. Aveva già successo prima dell’incidente, si
sente una star, anche se è molto tenera”. Barozzi, invece, ha
parlato del suo personaggio, Elia: “È il più piccolo del gruppo
e questa cosa un po’ lo fa soffrire, mi sono preparato tantissimo.
Sul set ho trovato degli amici e una fidanzata, si è creata una
famiglia”.
Vision
Distribution ha diffuso il trailer di Romeo
è Giulietta, il nuovo film di Giovanni Veronesi con
Sergio Castellitto,
Pilar Fogliati, Geppi Cucciari, Maurizio Lombardi, Serena De
Ferrari, Domenico Diele,
Margherita Buy. Il film debutterà al cinema a San
Valentino.
Romeo
è Giulietta è una produzione INDIANA PRODUCTION, CAPRI
ENTERTAINMENT e VISION DISTRIBUTION in collaborazione con SKY
Prodotto da FABRIZIO DONVITO, BENEDETTO HABIB, DANIEL CAMPOS
PAVONCELLI e MARCO COHEN per Indiana Production e VIRGINIA
VALSECCHI per Capri Entertainment Con il patrocinio del COMUNE DI
SPOLETO e la collaborazione della FONDAZIONE FESTIVAL DEI DUE MONDI
Con il supporto di UMBRIA FILM COMMISSION.
La trama di Romeo è Giulietta
Il grande regista teatrale Federico
Landi Porrini (Sergio Castellitto) è alla ricerca dei suoi Romeo e
Giulietta per l’opera che dovrebbe consacrare definitivamente il
suo prestigio e concludere la sua carriera. Tra le candidate spicca
Vittoria (Pilar Fogliati) che viene però esclusa a causa di
un’ombra sul suo passato. Determinata a ottenere comunque un ruolo
nello spettacolo e con la complicità della sua amica truccatrice
(Geppy Cucciari), la giovane attrice decide di ritentare sotto
falsa identità, per dimostrare tutto il suo talento. È così che si
trasforma in Otto Novembre, si propone per il ruolo di Romeo e
ottiene la parte. Non le sembra poi così complicato interpretare
qualcun altro, sia sul palco che dietro le quinte, neanche quando
il suo fidanzato (Domenico Diele) viene scelto per interpretare il
ruolo di Mercuzio. Vestire però i panni di un uomo le consentirà di
scoprire molte cose su sé stessa, ma soprattutto sulle persone che
la circondano.
Disney+ ha svelato la prima immagine di
Daniel Brühl nei panni di Karl
Lagerfeld in Kaiser Karl (titolo
provvisorio), la nuova serie originale francese, in arrivo sulla
piattaforma streaming nel 2024, che racconta l’ascesa di Lagerfeld
nel mondo dell’alta moda parigina degli anni ’70.
L’anno è il 1972. Lagerfeld, a
trentotto anni, è uno stilista poco conosciuto. Dopo aver
incontrato ed essersi innamorato di Jacques de Bascher, si trova a
competere con Yves Saint Laurent e Pierre Bergé, a capo del più
prestigioso brand di moda in circolazione. Inizia così la storia di
Kaiser Karl (titolo provvisorio), un mix di romanticismo,
ambizione e instancabile ricerca di affermazione.
Kaiser Karl
(titolo provvisorio) è stata creata e adattata per la televisione
da Isaure Pisani-Ferry (Rapinatori: la serie,
Vampiri), Jennifer Have (Unfaithful, The Red
Band Society) e Raphaëlle Bacqué, autrice dell’omonima
biografia, pubblicata da Albin Michel nel 2019 e tradotta in sei
lingue. La serie originale è diretta da Jérôme Salle
(Kompromat,, Totems) e Audrey Estrougo (Tout
va Bien, Authentik).
Il team artistico riunisce i
direttori della fotografia Mélodie Preel (la versione francese di
In Treatment) e Mahdi Lepart (L’Absente,
Grown Ups), la costumista Pascaline Chavanne, l’hair
artist Sébastien Quinet (The French Dispatch) e la
truccatrice Valerie Chapelle (Illusioni perdute), oltre ai
compositori Sacha ed Evgueni Galperine (The Undoing,
Oussekine).
Kaiser Karl
(titolo provvisorio) è girato in Francia. I produttori esecutivi
sono Gaumont e Jour Premier.