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Rambo III: trama, cast e curiosità sul film

Rambo III: trama, cast e curiosità sul film

Nato come film per denunciare una volta di più gli orrori della guerra in Vietnam, Rambo è in breve diventato un grande classico, nonché uno dei più apprezzati film del suo anno. È inoltre il film che, insieme a Rocky, ha contribuito a lanciare la carriera dell’attore Sylvester Stallone. Oggi inserito tra i più grandi personaggi della storia del cinema, il combattivo veterano si è visto diventare protagonista di un’intera saga, oggi composta da ben 5 film realizzati tra il 1982 e il 2019. Dopo il grande successo dei primi due capitoli, nel 1988 è uscito Rambo III, il quale presenta un’ambientazione inedita ma in linea con il periodo storico.

Diretto stavolta da Peter MacDonald, già regista della seconda unità di Rambo 2 – La vendetta, il film porta infatti il personaggio di Rambo nel pieno del conflitto afgano, territorio in quegli anni diviso da una guerra che vedeva contrapposti Stati Uniti e URSS. Rambo III sposta dunque il centro dell’interesse dalla guerra del Vietnam al nuovo conflitto che teneva in quegli anni il mondo con il fiato sospeso. Si propone così come un’opera che riflette su quanto accadeva in quel dato momento, non senza un’ovvia propensione per la celebrazione degli Stati Uniti.

Con un incasso globale di 189 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 63, Rambo III si affermò come un buon successo, con la critica che eloggiò le sue scene di azione. Ancora oggi è uno dei capitoli più apprezzati della saga. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama del film Rambo III

Nel terzo film della serie, Rambo vive ora in Thailandia, dove si è recato per cercare una nuova pace interiore aiutato dai monaci buddhisti, ai quali in cambio offre aiuto nel restauro del loro monastero. Qui però il veterano non è dedito solo ad attività pacifiche. Egli partecipa infatti regolarmente a degli incontri di lotta, donando poi i soldi vinti ai suoi nuovi amici monaci. La sua tranquillità viene però nuovamente spezzata da una nuova visita di Trautman. Questi chiede infatti al soldato di prendere parte ad una missione in Afghanistan per fornire ai locali delle armi per combattere contro gli occupanti russi. Rambo però, memore delle esperienze precedenti, decide di rifiutare l’incarico.

Si troverà tuttavia a cambiare idea nel momento in cui verrà a sapere che Trautman è stato catturato dai russi. Si reca così in Pakistan, dove alleatosi con un gruppo di ribelli del luogo tenta un primo assalto per salvare il colonnello. L’attacco non va però nel migliore dei modi. Pur riuscendo a liberare Trautman, Rambo si ritrova con questi nel bel mezzo del nulla, lasciati a piedi dall’elicottero con il quale avevano tentato la fuga. Esposti agli attacchi del nemico, i due uomini dovranno ora cercare di sopravvivere in un territorio a loro pressoché sconosciuto. La loro unica salvezza sarà di nuovo le grandi doti da stratega di Rambo.

Rambo III cast

Il cast di Rambo III e le location dove è stato girato il film

Tornato a vestire i panni di Rambo, Sylvester Stallone si è per l’occasione preparato in modo ancora più rigido. Egli si è infatti sottoposto a otto mesi di duro allenamento, così da implementare la propria massa muscolare. Allo stesso tempo, si è cimentato nel combattimento SWAT, nel tiro con l’arco e in diversi corsi di sopravvivenza. Per recitare nel nuovo capitolo, però, egli chiese come parte del suo compenso anche un jet Gulfstream, dal valore di 12 milioni di dollari, ottenendolo. Con un elicottero, invece, stava per andare incontro ad un terribile incidente quando non vide che stava per essere colpito dalle pale in azione del velivolo.

Accanto a lui, nel ruolo del sergente Samuel Trautman vi è invece l’attore Richard Crenna. Egli ha ripreso qui il personaggio per la terza ed ultima volta, essendo comparso anche nei precedenti due film. L’attore è infatti poi scomparso poco prima della realizzazione del quarto capitolo. Successivamente a Rambo III, egli recitò in Hot Shots! 2, dove dava vita ad una parodia della serie e del suo personaggio. Accanto a loro nel film si rirovano poi anche Marc de Jonge nel ruolo del colonnello Alexei Zaysen, Kurtwood Smith nei panni di Robert Griggs e Sasson Gabai in quelli di Mousa Ghani.

Per quanto riguarda le location, Rambo III è stato girato in diverse zone del Mondo, in particolare in Thailandia, fra Bangkok ed il monastero buddista di Chiang Mai, passando poi per Peshawar in Pakistan e Israele fra Tel Aviv, Eilat e Jaffa. Infine, alcune riprese si sono svolte anche negli Stati Uniti, nello specifico nell’Imperial County in California e a Yuma fra la Fort Yuma Indian Reservation e la Yuma Territorial Prison State Park, in Arizona. Tutti questi ambienti hanno permesso al film di dotarsi anche di un’atmosfera esotica, assente nei precedenti due.

Il trailer di Rambo III e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Rambo III è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Infinity+, Now e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 25 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Premio David di Donatello – Cecilia Mangini 2024 per il miglior documentario: ecco le opere in gara

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Sono quindici le opere che concorreranno quest’anno al Premio David di Donatello – Cecilia Mangini 2024 per il miglior documentario. Lo annuncia Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello in accordo con il Consiglio Direttivo composto da Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Francesco Giambrone, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti, Francesco Rutelli.

La commissione per i documentari composta da Guido Albonetti, Pedro Armocida, Osvaldo Bargero, Raffaella Giancristofaro, Stefania Ippoliti, Betta Lodoli, Pinangelo Marino e Giacomo Ravesi ha proposto una selezione più ampia, di quindici titoli anziché dieci, com’era già avvenuto nel 2019 e 2020, visto «il ritrovato interesse dell’industria per le molteplici forme del cinema del reale, accolto da un’importante risposta di pubblico, e sulla base della qualità che abbiamo riscontrato, con l’idea di restituire alla Giuria dell’Accademia una fotografia il più possibile rappresentativa della produzione nazionale».

I film selezionati per concorrere al Premio David di Donatello – Cecilia Mangini 2024 per il miglior documentario sono:

CHUTZPAH – QUALCOSA SUL PUDORE di Monica Stambrini

Nel pieno di una crisi personale e lavorativa, la regista comincia a filmare la sua vita, se stessa, i suoi genitori, i suoi figli, i suoi amici e amanti, le sue sedute di psicoterapia, apparentemente senza una ragione, se non quella di rispondere alla domanda: chi sono?

ENZO JANNACCI – VENGO ANCH’IO di Giorgio Verdelli

Il talento immenso e spiazzante di Enzo Jannacci raccontato, sullo sfondo di una Milano senza tempo, attraverso prestigiose testimonianze di amici e colleghi, dal figlio Paolo a Vasco Rossi e poi Paolo Conte, Claudio Bisio, Diego Abatantuono, Roberto Vecchioni e molti altri.

FELA, IL MIO DIO VIVENTE di Daniele Vicari

Primi anni ’80: un giovane regista, Michele Avantario, incontra il grande musicista e rivoluzionario nigeriano Fela Kuti e da quel momento dedica la sua vita alla realizzazione di un film interpretato dallo stesso Fela. Non ci riuscirà mai, ma scoprirà qualcosa di più importante per lui: una nuova idea di esistenza.

IO, NOI E GABER di Riccardo Milani

A vent’anni dalla scomparsa il primo docufilm ufficiale su Giorgio Gaber, protagonista di una pagina irripetibile dello spettacolo italiano, dalla musica leggera al teatro canzone: dalla storia più privata evocata dalle parole della figlia e delle persone a lui più vicine al racconto corale di grandi personaggi che lo hanno amato.

KRIPTON di Francesco Munzi

Un’indagine sulla vita sospesa di sei ragazzi, tra i venti e i trent’anni, volontariamente ricoverati in due comunità̀ psichiatriche della periferia romana, che combattono con disturbi della personalità̀ e stati di alterazione. La condizione estrema del disturbo mentale diventa la chiave per avvicinarsi all’abisso misterioso della nostra mente, e possibile metafora del nostro tempo. 

LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA di Mario Martone

Il viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi nella città comune ai due registi, Napoli. Col montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati, e con Anna Pavignano, che con Troisi scriveva i suoi film.

LE MURA DI BERGAMO di Stefano Savona

Bergamo, marzo 2020: l’epidemia di Covid-19 è scoppiata, le strade si sono svuotate, gli incontri sono proibiti. Dopo gli incubi di questa notte infinita, i sopravvissuti si risvegliano in una città sconosciuta. Medici, infermieri, pazienti, volontari, e anche chi è solo stato sfiorato dalla tragedia, cercano un proprio ruolo nel processo di guarigione collettiva.

MUR di Kasia Smutniak

Kasia Smutniak esordisce alla regia con un film che è allo stesso tempo un diario intimo e una denuncia, girato tra i migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, nella zona rossa dove l’accesso non è consentito ai media, ma anche nei pressi del cimitero ebraico del ghetto di Łodź, di fronte alla casa dei nonni dove Smutniak giocava da bambina.

N’EN PARLONS PLUS (NON NE PARLIAMO PIÙ) di Cécile Khindria e Vittorio Moroni

Quando Sarah, 30 anni, diventa madre, decide di rompere l’omertà imposta dal padre sul passato della sua famiglia: durante la guerra d’Algeria, suo nonno ha combattuto a fianco dei francesi contro l’indipendenza del suo popolo. La famiglia fugge a Marsiglia, ma viene rinchiusa in un campo.

RAFFA di Daniele Luchetti

Una docuserie che ripercorre la vita pubblica e privata di Raffaella Carrà, simbolo di libertà e di parità tra i sessi negli anni ’70, regina della TV pubblica negli anni ’80 e icona LGBTQ negli anni ’90: un mito che supera ogni barriera culturale e generazionale, ma anche un mistero di cui nessuno possiede la chiave.

ROMA, SANTA E DANNATA di Daniele Ciprì, Roberto D’Agostino, Marco Giusti

Un viaggio nella notte romana durante il quale Roberto D’Agostino racconta all’amico Marco Giusti, ripresi da Daniele Ciprì, perché Roma è una città unica e infernale, capace di tutto. Un viaggio al calar delle tenebre perché è di notte che si percepisce meglio il frastuono del mondo.

SCONOSCIUTI PURI di Valentina Cicogna e Mattia Colombo 

Ogni notte nella sala autopsie della dottoressa Cristina Cattaneo arrivano corpi senza nome. Lei li chiama gli Sconosciuti Puri, che appartengono spesso ai margini della società: senzatetto, prostitute, adolescenti in fuga. Ultimamente sono soprattutto migranti. Cosa succede quando i morti hanno perso la loro identità̀?

SEMIDEI di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta

Mezzo secolo di storia ripercorso raccontando le due statue bronzee meglio conservate al mondo, i Bronzi di Riace, riemersi nel 1972 dopo duemila anni passati sott’acqua. Interviste e documenti inediti, testimonianze dirette e il racconto di un presente in tumulto sono il cuore di questo viaggio.

TAXIBOL di Tommaso Santambrogio

Il famoso regista filippino Lav Diaz e Gustavo Flecha, tassista cubano, si ritrovano a discutere di politica, migrazione, condizioni sociali e amore fra le strade cubane. Lav in realtà sta cercando un misterioso, violento ex generale scappato dalle Filippine al termine della dittatura di Marcos, Juan Mijares Cruz, che si dice viva nascosto nell’entroterra cubano.

UMBERTO ECO – LA BIBLIOTECA DEL MONDO di Davide Ferrario

La biblioteca privata di Umberto Eco era un mondo a sé: più di 30.000 volumi di titoli contemporanei e 1.500 libri rari e antichi. Davide Ferrario ha avuto accesso alla biblioteca grazie alla famiglia: ne è nato un documentario che cerca di afferrare il senso dell’idea di biblioteca in quanto “memoria del mondo”.

La Giuria dell’Accademia voterà una prima volta per individuare la cinquina di candidati al premio e, successivamente, decreterà il vincitore del David per il miglior documentario che dal 2021 è stato intitolato alla memoria di Cecilia Mangini, instancabile indagatrice del reale e indimenticata pioniera e outsider del cinema italiano.

La Commissione ha così motivato la selezione 2024:

«Dalla sua prima selezione, nel 2019, questa Commissione ha registrato con soddisfazione e orgoglio il consistente incremento della produzione documentaria. Il ritrovato interesse dell’industria per le molteplici forme del cinema del reale è stato innegabilmente accolto da un’importante risposta di pubblico, in sala e sulle altre piattaforme di distribuzione. Secondo i dati Cinetel, nel 2023 sono stati distribuiti nelle sale cinematografiche ben 140 documentari contro i 56 del 2017 e i 61 del 2019.

A fronte di questi numeri molto significativi, sulla base della qualità che abbiamo riscontrato e con l’idea di restituire alla Giuria dell’Accademia una fotografia il più possibile rappresentativa della produzione nazionale, per il 2024 la Commissione propone quindi, come era avvenuto nel 2019 e nel 2020, una selezione più ampia, di 15 titoli su 138 iscritti, e non più 10.

Tra le opere scelte compaiono i film di alcuni registi già affermati nel cinema non documentario, spesso protagonisti di una tendenza, quella biografica, che si afferma sempre più e si lega frequentemente a importanti figure musicali e dello spettacolo, realizzata anche in modalità seriale. A questi si affiancano le opere di altre generazioni di autori che intercettano e sintetizzano i temi e le urgenze della società contemporanea, mettono in relazione il presente col passato, si aprono a esperienze e a sguardi internazionali. Una tendenza che ci fa piacere segnalare anche quest’anno è la presenza di più co-regie, nelle quali è significativa la presenza di autrici.

Dall’osservazione della produzione 2023 il documentario conferma una vitalità smagliante, la pluralità di vocazioni – tra cui quella informativa, di strumento conoscitivo prossimo all’inchiesta giornalistica – e la sua intrinseca, straordinaria capacità di ibridare e tenere insieme tra loro linguaggi, tecnologie e approcci molto differenti, riusare immagini preesistenti, fare racconto di archivi e sentimenti privati, illuminare contesti e individui marginali o dimenticati, interpellare la collettività.

Sottoponiamo questa selezione alla Giuria dell’Accademia e alla stampa sperando di aver contribuito anche quest’anno a comunicare in modo più completo le varie anime di un panorama produttivo eterogeneo. Consapevoli del fatto che produzioni e distribuzioni sostengono con sempre più forza e convinzione queste opere»

Nyad – Oltre l’oceano: la recensione del film con Annette Bening e Jodie Foster

Se siete approdati a questa recensione ci sono estese probabilità che abbiate già visto il film Nyad – Oltre l’oceano. Se non lo avete ancora fatto e se, per un caso ancor più fortuito, non conoscete la vicenda della nuotatrice Diane Nyad, vi suggeriamo di resistere alla tentazione di passare da Wikipedia e guardare il film per intero perché questa storia vera, profondamente umana vi terrà col fiato sospeso ad ogni singolo frame, più di un thriller. A metà del film, tuttavia, per quanto la suspence rimanga a livelli altissimi, non vi importerà più di sapere come termina la straordinaria impresa che qui si racconta: che si vinca o si perda, alla fine, l’aver provato con assoluta determinazione a raggiungere il proprio obiettivo è il messaggio che ogni spettatore potrà portare con sé oltre i titoli di coda.  

Dai registi premio Oscar per Free Solo

Nyad – Oltre l’oceano è un progetto Netflix diretto nel 2023 da Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhelyi, coppia nella vita e nella professione, vincitrice del premio Oscar nel 2019 per il documentario Free Solo. E se del documentario ritroviamo il rigore stilistico con cui vengono raccontati gli aspetti pratici del sogno che spinge Nyad a tentare a nuoto la traversata tra Cuba e la Florida, il loro esordio può dirsi pienamente riuscito anche dal punto di vista narrativo. L’equilibrio tra le due dimensioni crea un ampio movimento che sospinge il film come le bracciate della nuotatrice nel pericoloso oceano che ha scelto di sfidare. Non solo sentimenti: dietro un’impresa del genere c’è un apparato tecnico studiato fin nei minimi dettagli e le scelte di regia lo mettono in luce con grande attenzione, perché questo è quanto era dovuto alla trasposizione cinematografica dell’autobiografia della stessa Nyad, Find a Way.

La nuotatrice è interpretata da una gloriosa Annette Bening, mai così intensa, che ha dichiarato di essersi allenata per un anno intero prima di iniziare le riprese e di aver accettato con entusiasmo senza realizzare che avrebbe dovuto nuotare per la maggior parte del tempo. Lo schermo è tutto per lei e non solo perché è la protagonista; al suo fianco Jodie Foster le lascia il campo per interpretare alla perfezione il ruolo di comprimario: è infatti suo il volto dell’amica Bonnie Stoll, allenatrice e motivatrice di Nyad sia fuori che dentro l’acqua.

La solidarietà che lega le due donne è solo uno dei tanti livelli di lettura del film, di sicuro non il meno importante. Per i rispettivi ruoli entrambe le attrici stanno facendo incetta di premi della critica al femminile, dall’Alliance of Women Film Journalists agli Women Film Critics Circle Awards, e sono state candidate alle edizioni 2024 dei Golden Globe e degli Oscar. Annette Bening è ormai alla quinta candidatura per l’ambita statuetta, Jodie Foster è stata premiata per ben due volte dall’Academy per le interpretazioni come attrice protagonista in Sotto accusa e Il silenzio degli innocenti. 

Nyad - oltre l'oceano Annette Bening Jodie FosterUna storia di coraggio e determinazione che ha per obiettivo tornare a sentirsi vivi

Diane Nyad, nuotatrice di professione aveva tentato una prima volta l’impresa nel 1978, all’età di ventotto anni, dopo una carriera da record e con il sostegno di generosi sponsor, i cui mezzi, tuttavia, niente avevano potuto contro la furia delle onde avverse. Una sconfitta che a trent’anni di distanza brucia ancora e così Nyad, a cui la Bening presta un corpo atletico e ben allenato, decide di riprovarci. Una decisione che appare fin da subito una follia. Con gli anni andiamo avanti verso il degrado fisico, così è la vita di tutti: il corpo si indebolisce, dice il mondo, ma la mente, intende dimostrare la nuotatrice, può fortificarsi e a sessant’anni urlare ai muscoli: “Seguitemi!” con una grinta che i vent’anni non conoscono, per ricordarci cosa significa essere vivi e ancora padroni del proprio destino.  

Nyad – Oltre l’oceano, che nella pronuncia inglese si sovrappone alla parola di origine greca naiade, ovvero ‘ninfa delle acque’, arriva a raccogliere attorno a sé un gruppo eterogeneo di persone che iniziano col supportarla per poi scoprire, con il progressivo farsi dell’impresa, che l’entusiasmo della nuotatrice ha fornito una ragion d’essere alle loro stesse vite e che, tentativo dopo tentativo, quell’avventura è diventata anche la propria: Key West, come Itaca, è una meta a cui nessuno è più disposto a rinunciare. 

Nyad – oltre l’oceano, oltre gli abusi, oltre la depressione

Il film propone varie angolazioni tematiche intersecate con grande padronanza dalla sceneggiatura di Julia Cox: la passione e la determinazione di un’atleta che a sessant’anni suonati non teme di affrontare oltre centosettanta chilometri di oceano, le profondità che l’amicizia al femminile riesce a sondare talvolta più dell’amore, ma anche il difficile tema degli abusi sessuali negli ambienti sportivi giovanili da parte degli allenatori e la depressione, il vuoto della vecchiaia che incombe, il bisogno di riscoprirsi esseri progettuali, di lanciare una fune che traini avanti un’esistenza sbiadita verso terreni inesplorati dove “tutta la ragione che usiamo nella vita non conta più, è uno stato onirico” per sentire che se qualcuno può attraversarli quel qualcuno siamo proprio noi.

Il film è stato girato in Repubblica Domenicana all’interno di una gigantesca piscina a sfioro sull’oceano e gli effetti speciali riproducono in maniera cocente le allucinazioni di una lunga permanenza in acqua, amplificando la percezione della determinazione dell’atleta ma soprattutto della donna, che affrontando le onde sta attraversando anche i propri fantasmi.

“Ognuno di noi dovrebbe avere un complesso di superiorità. Ognuno di noi dovrebbe sentirsi il protagonista della propria vita” dichiara Nyad a Bonnie, perché provare e riprovare ancora, in fondo, non è forse il segreto del nostro essere al mondo? Ricordate solo questo: “Uno: non bisogna arrendersi mai; due: non si è mai troppo vecchi per inseguire i propri sogni; tre: ci vuole un team”.

Le 10 più grandi mancate opportunità nella fase 5 del MCU

Le 10 più grandi mancate opportunità nella fase 5 del MCU

La Fase 5 del MCU è ormai a metà strada, e l’ultimo anno ha portato molti alti, bassi estremi e molte opportunità mancate. Essere nel bel mezzo della Fase 5 del MCU significa essere al centro della Saga del Multiverso nel suo complesso, con il tempo che scorre sull’opportunità di iniziare a legare insieme narrazioni più ampie. Tra la Fase 4 e la Fase 5 sono stati introdotti più personaggi Marvel che mai e, sebbene la Marvel abbia fatto un buon lavoro adattando molte storie per il grande schermo, ci sono state alcune storie che avrebbero potuto essere servite meglio. Queste sono le 10 grandi opportunità che il MCU non ha saputo sfruttare fin ora.

Secret Invasion non ha utilizzato gli elementi di maggior successo del fumetto

Nick Fury Secret Invasion

La serie a fumetti, incredibilmente importante, ha visto la partecipazione di tutti i personaggi Marvel, tra cui gli X-Men, i Vendicatori, gli Illuminati e i Thunderbolts. Secret Invasion del MCU, invece, vedeva Nick Fury impegnato in una missione individuale. Invece di una serie di spionaggio con i più grandi attori della Marvel, Secret Invasion è stato in gran parte insignificante, a parte la morte di Maria Hill e la rivelazione che Rhodey è stato un impostore Skrull “per molto tempo”. Anche la sconcertante insistenza di Fury sul fatto che dovesse essere lui ad affrontare Gravik e che non dovesse coinvolgere nessun supereroe era una bugia.

The Marvels e Secret Invasion non sono stati collegati tra loro

The Marvels film Brie Larson

La conclusione inconcludente di Secret Invasion è stata aggravata dalla successiva uscita di The Marvels, in cui gli eventi appena accaduti sulla Terra non sono stati nemmeno menzionati. L’inspiegabile assenza della moglie di Fury, Varra, è stata incredibilmente difficile da ignorare, visto che l’ultima volta è stata vista insistere per venire con lui nello spazio in Secret Invasion. Sebbene la Marvel cerchi di giustificare la visione delle sue serie per tenersi al passo con la più ampia tradizione del MCU, non ha fatto un favore a se stessa non presentando quasi nessun collegamento con Secret Invasion, nonostante Fury abbia un ruolo da protagonista.

Steven Yeun non interpreterà più Sentry in Thunderbolts

Beef. Steven Yeun as Danny in episode 101 of Beef. Cr. Andrew Cooper/Netflix © 2023

Stephen Yeun è un’aggiunta preziosa a qualsiasi progetto al momento, e la voce che era stato scritturato per il ruolo di Sentry ha alimentato notevolmente l’attesa per il prossimo progetto del MCU. Purtroppo, all’inizio del 2024 è stato confermato che Yeun non è più coinvolto nel progetto, probabilmente a causa dei ritardi dovuti agli scioperi della SAG-AFTRA.

Kang non era poi così minaccioso

Kang sconfitto

Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato il film che ha dato il via alla Fase 5 del MCU, ma ha perso la palla al balzo. Le critiche al film sono state rivolte alla sua incoerenza tonale, alla CGI gratuita e a una trama che vedeva l’arci-cattivo della Saga del Multiverso e presumibilmente una minaccia del livello di Thanos, battuto da uno dei membri meno minacciosi dei Vendicatori. Poiché fino a quel momento si era parlato pochissimo di Kang il Conquistatore, è toccato ad Ant-Man and the Wasp: Quantumania di stabilire perché Kang debba essere temuto. Invece, lo si è visto apparentemente ucciso in una scazzottata.

Loki non ha mai potuto dire addio a Thor

Loki non fa ufficialmente più parte della linea temporale principale del MCU, ma la tiene insieme. Il suo addio ai suoi amici della TVA nel finale della seconda stagione di Loki è stato toccante e definitivo, con Tom Hiddleston che ha considerato la seconda stagione come il suo ultimo saluto nei panni di Loki. Tuttavia, la notevole assenza di Thor nel corso delle avventure di Loki nella TVA ha un peso lancinante e accresce le speranze di un suo ritorno in un progetto futuro. Altrimenti, è difficile digerire il fatto che la sua maestria nel salto temporale non abbia facilitato un ultimo saluto al fratello prima di assumere il suo glorioso scopo.

Tiamut poteva apparire in The Marvels

L’apparente desiderio del MCU di nascondere Eternals sotto il tappeto dopo la sua tiepida performance è reso più evidente ad ogni puntata che non menziona il gigantesco Celestiale nell’Oceano Indiano. Un accenno a She-Hulk: Attorney At Law è appena sufficiente a trasmettere l’impatto che il gigantesco cadavere calcificato di Tiamut avrebbe avuto sul mondo. Un impatto evidente è che sarebbe stato facilmente visibile dallo spazio, ma The Marvels ha evitato di inserire questo particolare nelle inquadrature della Terra, anche come semplice riconoscimento del fatto che Eternals è ancora canon.

Il Consiglio di Kang avrebbe potuto essere interpretato da attori diversi

Prima scena post credits Il concilio dei Kang

Ora che Jonathan Majors è stato abbandonato, il MCU si trova a un bivio cruciale. Il debutto poco soddisfacente di Kang ha alimentato le voci secondo cui la Marvel potrebbe voler abbandonare il ruolo di Kang come grande cattivo della Saga del Multiverso; ma senza alcuna conferma, si presume che Avengers: La dinastia Kang procederà come previsto. Se così fosse, la Marvel avrebbe potuto semplificare il suo lavoro seguendo le sue regole prestabilite sulle varianti. Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha stabilito rapidamente che la vera minaccia di Kang il Conquistatore deriva dalle innumerevoli varianti di Kang che si sono riunite nel Consiglio di Kang. Solo che, a differenza delle varianti di Loki che hanno assunto una miriade di forme – tra cui un alligatore – le varianti di Kang erano tutte interpretate da Jonathan Majors.

Echo avrebbe potuto essere più R-Rated

Maya Lopez serie marvel ECHO

Che piaccia o no, la prospettiva che Deadpool 3 sia il primo film del MCU con rating R ha suscitato molto entusiasmo. La novità di inserire la violenza gratuita per la quale il supereroe  è noto in un franchise altrimenti largamente adatto alle famiglie è una novità che dimostra che la Marvel non ha paura di sporcarsi le mani. Tuttavia, Echo, che è il primo episodio del MCU ad aver ricevuto l’equivalente televisivo di un rating R, è stato in fin dei conti addomesticato. La brutalità di Kingpin può essere stata trasmessa in modo adeguato, ma si può dire che si sarebbe potuto fare di più.

Cassie e Kamala avrebbero dovuto essere maggiormente valorizzate

Ms-Marvel-Iman-Vellani-Kamala-Khan

Mentre il MCU sembra prepararsi a un film sui Giovani Vendicatori, riunendo tutti i protagonisti della squadra, questi ultimi sono ancora in secondo piano rispetto alle loro controparti veterane. Mentre Cassie Lang e Kamala Khan hanno avuto la loro parte di riflettori in Ant-Man and the Wasp: Quantumania e The Marvels, rispettivamente, il tempo sta per scadere per la Marvel di rappresentare questi personaggi come eroi che non hanno bisogno del supporto dei loro predecessori più esperti.

La Fase 5 avrebbe dovuto includere un film sui Vendicatori

What If Avengers 1988

Una delle mosse più rischiose che la Marvel ha fatto con le fasi 4 e 5 del MCU è stata quella di non presentare un film sui Vendicatori. Di conseguenza, i presunti protagonisti del team-up finale si sentono più disgiunti che mai, con The Marvels che è stato il film più vicino a un team-up del MCU dopo Avengers: Endgame e non è riuscito ad attirare le folle. Un tempo i film sui Vendicatori aiutavano a scandire ogni fase del MCU, ma ora è difficile tenere traccia di dove e perché una fase è andata avanti.

Edward Norton sostituisce Benedict Cumberbatch nel biopic su Bob Dylan

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Come riportato da Deadline, il candidato all’Oscar Edward Norton sostituirà Benedict Cumberbatch nel ruolo del musicista Pete Seeger nel prossimo biopic su Bob Dylan diretto da James Mangold. Il film, intitolato A Complete Unknown, avrà come protagonista Timothée Chalamet nel ruolo della stella del folk e vedrà anche la partecipazione di Elle Fanning nel ruolo dell’artista e interesse amoroso di Dylan, Sylvie Russo. Cumberbatch era stato inizialmente scelto per il progetto nel maggio dello scorso anno, prima di ritirarsi a causa di conflitti di programmazione.

A Complete Unknown si concentrerà sui giorni di maggiore trasformazione della carriera di Dylan. Seguendo il giovane cantante folk e la sua chitarra per le strade e i palcoscenici di New York nel 1965, quando Dylan sostituì la sua acustica con un’elettrica e portò un nuovo sound nel settore. Anche la storia d’amore tra Dylan e Russo sarà collegata al film, dato che i due erano apparentemente inseparabili durante questo periodo della loro vita e si servivano l’un l’altro come muse. Possiamo aspettarci che una buona parte del film si concentri sulla creazione e sull’uscita del quinto album di Dylan, Bringing It All Back Home, perché è stato allora è salito davvero alla ribalta con il brano classico “Like a Rolling Stone“.

Per quanto riguarda il ruolo di Norton, Seeger è stato un vero pioniere del folk. Anche se molti non se ne rendono conto, canzoni come “Where Have All The Flowers Gone?”, “If I Had A Hammer” e “Turn! Turn! Turn!” erano state scritte da Seeger prima che gruppi come Peter, Paul e Mary e i Byrds ne facessero dei successi. Per quanto riguarda il suo rapporto con Dylan, le strade dei due si sarebbero incrociate al Newport Folk Festival del 1965, quando Dylan aveva da poco affrontato le critiche per il suo passaggio dall’acustica all’elettrica. Dylan idolatrava Seeger, ma la reazione negativa che Seeger ebbe nei confronti dell’esibizione di Dylan quel giorno avrebbe lasciato per sempre un segno nel cuore del cantante.

Te l’Avevo Detto: prenota il tuo biglietto gratis con Cinefilos.it

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Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema gratis Te l’Avevo Detto, il film diretto da Ginevra Elkann con Alba Rohrwacher, Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Sofia Panizzi e Riccardo Scamarcio, in sala dal 1° febbraio distribuito da Fandango Distribution.

Ecco le città in cui sarà possibile partecipare alle proiezioni:

ROMA 
 
CINEMA LUX
giovedì 1 febbraio – 10 biglietti
venerdì 2 febbraio – 10 biglietti
sabato 3 febbraio – 10 biglietti
domenica 4 febbraio – 10 biglietti
 
CINEMA GIULIO CESARE
giovedì 1 febbraio – 10 biglietti
venerdì 2 febbraio – 10 biglietti
sabato 3 febbraio – 10 biglietti
domenica 4 febbraio – 10 biglietti
 
CINEMA EURCINE
giovedì 1 febbraio – 10 biglietti
venerdì 2 febbraio – 10 biglietti
sabato 3 febbraio – 10 biglietti
domenica 4 febbraio – 10 biglietti
TORINO
 
CINEMA ROMANO
giovedì 1 febbraio – 10 biglietti
venerdì 2 febbraio – 10 biglietti
sabato 3 febbraio – 10 biglietti
domenica 4 febbraio – 10 biglietti
 
BOLOGNA
 
CINEMA ODEON
giovedì 1 febbraio – 10 biglietti
venerdì 2 febbraio – 10 biglietti
sabato 3 febbraio – 10 biglietti
domenica 4 febbraio – 10 biglietti
MILANO
 
ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
giovedì 1 febbraio – 10 biglietti
venerdì 2 febbraio – 10 biglietti
sabato 3 febbraio – 10 biglietti
domenica 4 febbraio – 10 biglietti

Saranno accolte tutte le richieste che arriveranno entro e non oltre il 1° febbraio, compatibilmente con la disponibilità di posti.

I biglietti saranno validi per il primo spettacolo serale da giovedì 1° febbraio a domenica 4 febbraio e potranno essere richiesti inviando una e-mail a [email protected]. E’ fondamentale specificare nel testo della e-mail che si effettua la richiesta via CINEFILOS.

Per questioni legate all’organizzazione degli eventi, sarà necessario inviare la richiesta dei biglietti entro e non oltre il prossimo giovedì 17 gennaio. I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità.

Te l’Avevo Detto, la trama del film

Gennaio. Roma è ancora addobbata a festa, il Natale in fondo è da poco passato. Il problema, però, è che il periodo invernale non coincide con le temperature segnate sul termoregolatore, che aumentano quattro o cinque gradi in più di giorno in giorno. L’asfalto brucia, il sole non riscalda ma cuoce. Un’anomalia preoccupante, che però non sembra toccare Gianna (Valeria Bruni Tedeschi), una fanatica religiosa ossessionata dalla sua amica Pupa (Valeria Golino), la quale a sua volta pensa solo a risollevare la sua carriera di pornostar giunta al capolinea da diversi anni. Ma non sono le uniche: anche a Caterina (Alba Rohrwacher) non interessa, troppo presa dall’alcol a cui non riesce proprio a rinunciare. Men che meno a padre Bill (Danny Huston), ex eroinomane impegnato a capire dove seppellire le ceneri di sua madre. Ognuno di loro ha altro a cui pensare; ha vizi e fisime che non riesce a controllare. Nessuno si rende conto che il clima è cambiato, e che lentamente sta danneggiando tutto. Perché pensando troppo a se stessi, non si ha il tempo e la voglia di guardare realmente fuori, o ascoltare davvero una radio impazzita che ci avvisa di… stare attenti.

Lily Gladstone protagonista dell’adattamento di Charlie Kaufman di The Memory Police

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Fresca di nomination all’Oscar come Miglior attrice, Lily Gladstone ha ora trovato il suo prossimo progetto. La star di Killers of the Flower Moon sarà infatti la protagonista di The Memory Police, adattamento dell’acclamato romanzo di fantascienza del 1994 di Yoko Ogawa. THR riporta che la Gladstone è stata scritturata per recitare in questo progetto di lunga data, annunciato per la prima volta nel 2020. Reed Morano (I Think We’re Alone Now) è stato ingaggiato per dirigere il film, mentre il premio Oscar Charlie Kaufman adatterà il romanzo di Ogawa per lo schermo, firmando dunque la sceneggiatura.

Martin Scorsese, che ha diretto Lily Gladstone in Killers of the Flower Moon, sarà invece produttore esecutivo del progetto, così come Ogawa. Pubblicato per la prima volta in giapponese nel 1994, The Memory Police si svolge su una misteriosa isola senza nome la cui intera popolazione soffre di amnesia collettiva. Quando gli abitanti dimenticano il loro attaccamento agli oggetti, vengono catturati dall’enigmatica Polizia della Memoria che controlla l’isola. La protagonista, una scrittrice senza nome, cerca di finire di scrivere il suo libro prima che la Polizia della Memoria le porti via tutto ciò che ha e tutto ciò che è.

Ad aiutarla in questo compito c’è il suo editore, l’ultima persona sull’isola che può ancora ricordare. Ispirato alle opere di Franz Kafka, il libro presenta dunque un tono surreale e onirico, perfetto dunque per un autore come Kaufman che ha costruito la propria fama su opere cerebrali come Essere John Malkovich e Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Tradotto tardivamente in inglese nel 2019, The Memory Police ha riscosso un grande successo, ottenendo nomination per il National Book Award, l’International Booker Prize e il World Fantasy Award. È ora pronto a diventare un film, con una protagonista d’eccezione.

Frankenstein: Guillermo del Toro e il cast del film posano insieme per una foto

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Il cast del film Frankenstein di Guillermo del Toro si è riunito per una nuova foto in vista delle riprese, anche se, come si può notare, tra i presenti manca l’attore più importante. L’immagine è stata scattata all’interno del locale Pai di Toronto, dove il regista e gli attori Mia GothOscar IsaacCharles Dance Christoph Waltz si devono essere recati per un incontro in vista del film. Manca però all’appello Jacob Elordi, recentemente scelto per interpretare la Creatura di Frankenstein nel film. Come noto, il nuovo progetto del regista premio Oscar sarà un nuovo adattamento dell’iconico romanzo gotiche del 1818 di Mary Shelley, a cui indubbiamente del Toro apporterà un tocco personale.

Tutto quello che c’è da sapere sul Frankenstein di Guillermo del Toro

Guillermo del Toro scrive, dirige e produce Frankenstein insieme a J. Miles Dale, che è stato produttore di Guillermo del Toro’s Cabinet Of Curiosities per Netflix. Il romanzo classico di Mary Shelly segue la storia di Victor Frankenstein, uno scienziato brillante ma egoista che dà vita a una creatura in un mostruoso esperimento che alla fine porta alla distruzione sia del creatore che della sua tragica creazione. Del Toro sta sviluppando il progetto Frankenstein da diverso tempo e da tempo desiderava realizzare un film incentrato sull’iconica storia di Shelley, ma non si sa ancora quale sarà il suo punto di vista sul racconto classico.

Nel film Oscar Isaac interpreterà Victor Frankenstein, mentre Mia Goth sarà la protagonista femminile, ma il suo ruolo effettivo è ancora sconosciuto. Così come è sconosciuto il ruolo che avranno Christoph Waltz e Charles DanceAndrew Garfield era inizialmente stato scelto per interpretare la Creatura, ma ha dovuto rinuciare al film per via di altri impegni, venendo sostituito da Jacob Elordi. Le riprese del film dovrebbero svolgersi nel corso dei prossimi mesi, con una distribuizione prevista su Netflix per il 2025.

Top Gun 3: Joseph Kosinski afferma che il film potrebbe non concretizzarsi a breve

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All’inizio di questo mese il mondo dei blockbuster ha ricevuto un importante aggiornamento, con la notizia che un Top Gun 3 sarebbe effettivamente in lavorazione. Le aspettative per un potenziale nuovo film sono decisamente alte, soprattutto dopo il successo critico e finanziario di Top Gun: Maverick nel 2022 – e secondo il regista di quel film, Joseph Kosinski, questo rappresenta una sfida unica. In una recente apparizione al podcast Happy Sad Confused, Kosinski ha però rivelato di non aver sentito ufficialmente parlare di un terzo film di Top Gun e che tornerebbe alla saga solo se ci fosse un motivo sufficientemente valido per la storia.

Non saputo nulla di certo a riguardo“, ha rivelato Kosinski. “Naturalmente non si può fare a meno di pensare: se ce ne fosse un altro, quale sarebbe la storia? Come potremmo – qual è la ragione emotiva per riportare Maverick? Qual è la sfida? Dopo aver fatto questo, come si potrebbe spingere la storia abbastanza in là da creare una sfida, per andare oltre. Quindi, ovviamente, si pensa a queste cose. Ma per quanto mi riguarda, ho questo film di F1 davanti a me in questo momento. Sto sviluppando altre cose. Tom [Cruise] sta girando l’ottova Mission: Impossible e poi forse andrà nello spazio. Quindi abbiamo tutti cose molto ambiziose davanti a noi“.

Ci sono voluti 36 anni per avere Top Gun: Maverick, potrebbero volerci altri 36 anni per il prossimo film“, ha concluso Kosinski. Stando a quanto affermato dal regista, dunque, al momento Top Gun 3 sarebbe unicamente un’idea, senza ancora piani certi a riguardo. Considerando gli impegni tanto del regista quanto di Tom Cruise, potrebbe effettivamente volerci un po’ prima che il film si concretizzi, ammesso che venga effettivamente realizzato. Per il momento, non resta dunque che attendere maggiori novità a riguardo, nella speranza che il progetto possa entrare ufficialmente in produzione.

Cosa sappiamo su Top Gun 3?

Top Gun 3, seguito ufficiale di Top Gun: Maverick, è ufficialmente in lavorazione, secondo un nuovo rapporto, con Tom Cruise e altre due star che tornano nel franchise. Cruise ha ripreso il ruolo di Pete “Maverick” Mitchell dopo più di tre decenni per Top Gun: Maverick, protagonista del sequel che sarebbe diventato il secondo film di maggior incasso del 2022 dietro Avatar: La Via dell’Acqua.

Le speculazioni su un seguito di Top Gun: Maverick sono aumentate di nuovo negli ultimi giorni, dato l’annuncio del nuovo accordo di Tom Cruise per recitare in grandi progetti di successo per la  Warner Bros. Nell’immediato periodo successivo, molti si sono chiesti cosa avrebbe significato l’accordo per la Paramount, consolidata compagnia dell’attore e di franchise come Top Gun.

Matt Belloni conferma che la Paramount sta ufficialmente andando avanti con Top Gun 3. Cruise tornerà nei panni di Pete Mitchell, così come Glen Powell e Miles Teller, che hanno avuto ruoli di spicco come Hangman e Rooster, rispettivamente, nel tanto atteso sequel del 2022. Belloni aggiunge che il co-sceneggiatore di Top Gun: Maverick, Ehren Kruger, sta già scrivendo la sceneggiatura, con Joseph Kosinski che potrebbe tornare sia alla regia che alla produzione.

Black Bag: Cate Blanchett e Michael Fassbender nel film di Steven Soderbergh

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Come riportato da Deadline, Focus Features ha vinto un’asta per i diritti di Black Bag, un film thriller di spionaggio che il regista premio Oscar Steven Soderbergh dirigerà quest’estate in Europa da una sceneggiatura di David Koepp. Gli attori Cate Blanchett e Michael Fassbender sono stati scelti come protagonisti, mentre Casey Silver e Greg Jacobs saranno i produttori del progetto. Soderberg e Koepp hanno recentemente collaborato al thriller horror Presence, presentato in anteprima al Sundance Film Festival, che vede protagonista Lucy Liu alle prese con una casa di periferia abitata da un’entità misteriosa.

Ad oggi non sono state fornite indicazioni sulla trama del progetto, su cui dunque si attendono ulteriori notizie. In ogni caso, né per Blanchett né per Fassbender si tratterebbe della prima collaborazione con il regista. L’attrice ha già recitato per lui in Intrigo a Berlino ed è stata una delle star di Ocean’s 8, che Soderbergh ha prodotto. Fassbender, invece, ha invece lavorato con lui in Knockout – Resa dei conti. Koepp, oltre che per il già citato Presence, ha invece collaborato con Soderbergh anche per il film Kimi – Qualcuno in ascolto.

Si tratta in ogni caso di un nuovo interessante progetto per i due attori. Fassbender è reduce dal thriller di David Fincher The Killer, presentato in concorso a Venezia e poi distribuito su Netflix, ma anche dal film di Taika Waititi Chi segna vince. Blanchett, invece, ha da poco concluso le riprese del film Borderlands, dove interpreta Lillith, e sarà prossimamente anche nella serie TV Disclaimer. Se davvero le riprese di Black Bag inizieranno nel corso dell’estate, è lecito aspettarsi maggiori aggiornamenti nel corso delle prossime settimane.

Spider-Man 4: la Sony vorrebbe il ritorno di Tobey Maguire e Andrew Garfield

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Il primo Spider-Man del grande schermo, Tobey Maguire e la star di The Amazing Spider-Man, Andrew Garfield, hanno come noto ripreso i loro rispettivi ruoli accanto all’Uomo Ragno del MCU interpretato da Tom Holland per Spider-Man: No Way Home del 2021, e il film, facendo dunque leva anche sull’effetto nostalgia, è diventato uno dei più grandi successi del franchise. Non dovrebbe quindi sorprendere più di tanto sapere che la Sony Pictures sarebbe desiderosa di replicare quell’esperienza riportando in scena Maguire e Garfield anche nell’atteso Spider-Man 4.

Secondo l’insider Daniel Richtman, lo studio vorrebbe che entrambi gli attori tornino per riunirsi a Holland per il film attualmente in fase di sviluppo (ma non ancora annunciato ufficialmente). Inoltre, Richtman ha anche detto che Wilson Fisk/Kingpin potrebbe apparire nel film, ma che l’interprete del personaggio, Vincent D’Onofrio, non è ancora entrato in trattative. Per il momento si tratta solo di indiscrezioni e le probabilità che queste volontà si concretizzino non sono molto alte. La presenza degli Spider-Man di Maguire e Garfield in No Way Home era dovuta ad un evento eccezionale, che aveva fatto incrociare tre universi differenti.

Replicare un simile evento sarebbe non solo difficile, ma rischierebbe di dare al film un senso di “già visto”. Richtman accenna dunque anche ad un possibile conflitto di interessi tra la Sony e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, che sembrerebbe invece intenzionato a realizzare un film “più concreto, mentre la Sony vorrebbe che sia enorme“. In ogni caso, sia Garfield che Maguire hanno già espresso il loro interesse per un ritorno, quindi anche se non dovessero apparire in Spider-Man 4, ci sono buone possibilità che i loro Spider-Man possano tornare in scena per l’evento conclusivo della Saga del Multiverso: Avengers: Secret Wars.

Doctor Strange 2: la sceneggiatrice originale conferma che ci sono “due versioni del sequel”

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I piani originali di Doctor Strange 2, poi intitolato Doctor Strange nel Multiverso della Follia (qui la recensione) prevedevano il ritorno del regista di Scott Derrickson, ma purtroppo le divergenze creative hanno portato Derrickson a separarsi dai Marvel Studios. Il regista della trilogia di Spider-Man, Sam Raimi, è a quel punto stato arruolato per sostituirlo e lo sceneggiatore di Loki, Michael Waldron, ha riscritto la sceneggiatura che era stata scritta dalla sceneggiatrice originale, Jade Halley Bartlett.

ComicBook.com ha ora recentemente chiesto proprio a Bartlett del tempo trascorso a lavorare su Doctor Strange 2 e lei ha confermato che la visione di Derrickson era molto diversa da quella di Raimi. “Ho lavorato al progetto per circa un anno. Sono stata la prima sceneggiatrice di Doctor Strange 2 ed è stato molto divertente“, ha spiegato. “Ci sono due versioni. C’è la versione di Raimi e Michael Waldron, che è squisita, e io le amo entrambe. Poi ho lavorato con Scott Derrickson. L’abbiamo sviluppato per circa un anno nella stanza con Kevin Feige, Eric Hauserman Carroll, Lou D’Esposito e Richie Palmer“.

È stato Scott, è stato davvero emozionante e divertente. Non riesco ancora a credere di aver ottenuto quel lavoro. Non so come ho fatto a ottenere quel lavoro. Ho ottenuto il lavoro. Abbiamo avuto un’intera bozza e poi, naturalmente, è arrivata la pandemia, che è stata un incubo“. Purtroppo a Bartlett non è stato permesso di condividere alcun dettaglio sulla bozza originale, ma ha elogiato i Marvel Studios. “Sono così gentili e molto generosi. È stato come lavorare con degli studiosi, credo, di questi fumetti. È stato davvero divertente“, ha commentato entusiasta. Sarebbe però interessante un giorno scoprire cosa prevedeva effettivamente il film da lei e Derrickson concepito.

Robert Downey Jr. dice di sentirsi “sollevato” per non aver vinto l’Oscar per Charlot

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Robert Downey Jr. ha ottenuto la sua terza nomination all’Oscar, nella categoria Miglior attore non protagonista, per il film Oppenheimer. La sua prima candidatura risale al 1993, quando fu nominato come Miglior attore per la sua interpretazione di Charlie Chaplin nel biopic Charlot. Quell’anno vinse però Al Pacino per Scent of a Woman. Secondo molti, Downey Jr. avrebbe meritato la vittoria in quell’occasione, ma in un’intervista rilasciata mercoledì ai co-conduttori di The View, l’attore ha dichiarato di considerare quella mancata vittoria un sollievo.

Ero giovane e pazzo“, ha detto Robert Downey Jr. a mo’ di spiegazione. Vincere quel premio in quel momento, secondo l’attore, gli avrebbe dato “l’impressione di essere sulla strada giusta”. A Whoopi Goldberg, presente all’intervista e sua partner nella commedia Soapdish del 1991, ha detto: “Whoopi se lo ricorda“. Come noto, dopo quella sua prima nomination all’Oscar, Downey Jr. ha vissuto “30 anni di dipendenza, depravazione e disperazione“, secondo le parole dell’attore, poi tornato alla ribalta grazie ad Iron Man.

Downey ha ora espresso la prima felicità per le nomination di Oppenheimer di quest’anno: “sono così felice per tutte le 13 nomination“, ha detto, aggiungendo che “non riesco a credere che sia la prima nomination agli Oscar per Emily Blunt“. Nel film di Christopher Nolan, Downey Jr. interpreta il presidente della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti, Lewis Strauss. Per la sua interpretazione, l’attore è ad oggi il favorito alla vittoria. Una vittoria che arriverebbe dunque in un momento più appropriato della sua carriera. Per scoprire se Downey Jr. sarà effettivamente chiamato sul palco a ritirare il premio, l’appuntamento è fissato al 10 marzo.

Thunderbolts: Lewis Pullman in trattative iniziali per interpretare Sentry

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Dopo l’abbandondono di Steven Yeun, il ruolo di Sentry previsto per il film Thunderbolts è ad oggi ancora scoperto. Sembra però che un sostituto potrebbe essere in arrivo. Deadline ha infatti riportato la notizia secondo cui l’attore Lewis Pullman sarebbe la prima scelta per sostituire Yeun nel prossimo progetto dei Marvel Studios. Se l’accordo si concluderà, Pullman andrà dunque a recitare accanto a Florence Pugh, David Harbour, Sebastian Stan e Wyatt Russell, già annunciati come protagonisti del film durante il D23 del 2022. Ad ora i Marvel Studios non hanno rilasciato commenti, per cui bisognerà presumibilmente attendere l’esito delle trattative.

Pullman è stato visto di recente nella serie Lezioni di chimica della Apple, ma è noto per aver anche interpretato il tenente Robert “Bob” Floyd in Top Gun: Maverick, il film campione d’incassi da 1,5 miliardi di dollari. Tra gli altri ruoli di rilievo da lui ricoperti, figurano quelli nei film Sette sconosciuti a El Royale e la serie televisiva Outer Range. Quello in Thunderbolts potrebbe dunque essere un ruolo capace di conferire a Pullman ulteriore notorietà. Come noto, Sentry sembra avrà un ruolo molto importante all’interno del film e, potenzialmente, nel Marvel Cinematic Universe da quel momento in poi.

Cosa sappiamo sul film Thunderbolts?

In Thunderbolts, Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Nel cast è stata annunciata anche Ayo Edebiri, in un ruolo ancora non stato rivelato. Thunderbolts è attualmente previsto nelle sale il 25 luglio 2025.

The Accountant 2: le riprese del sequel con Ben Affleck inizieranno nel 2024

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Ben Affleck sta finalmente per tornare nel mondo di The Accountant, con l’atteso secondo film della serie che entrerà in produzione nel corso di quest’anno. Il primo film, uscito nel 2016, vedeva Affleck nei panni di un assassino con un disturbo dello spettro autistico, le cui abilità da genio della matematica confluiscono nella sua identità di copertura di ragioniere pubblico. Il film, diretto da Gavin O’Connor è stato concepito come un franchise per Affleck, ma ha dovuto affrontare la sfida di debuttare tra le uscite di Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League di Zack Snyder.

Tra le responsabilità di Affleck nei confronti della DC e i suoi impegni da regista, il sequel di The Accountant è dunque stato rimandato più volte. Secondo Deadline, però, il sequel sarà finalmente in produzione quest’anno, con una probabile data di uscita nel 2025. La rivelazione è emersa insieme ad una notizia non correlata, ovvero quella che Affleck e Matt Damon lavoreranno di nuovo insieme in Animals, un thriller incentrato su un rapimento che sarà prodotto da Netflix. Secondo quanto riportato da Deadline, Affleck girerà Animals prima di mettersi al lavoro su The Accountant 2.

Già nel 2020, dopo aver fatto squadra con O’Connor per Tornare a vincere, Affleck ha parlato dei piani per The Accountant 2 durante un’intervista con Collider, dove aveva dichiarato che: “ne abbiamo parlato. Sembra che si stia discutendo se farne una serie televisiva o meno. Lo sceneggiatore [Bill Dubuque] ha avuto successo ed è molto impegnato, quindi è fuori a fare le sue cose. E qualcuno mi ha detto: “Se riuscissimo a trovare una sceneggiatura da adattare per farne un sequel… Ma è un po’ difficile, perché la personalità del personaggio è così specifica che non è possibile dire semplicemente: “Beh, abbiamo chiamato questa sceneggiatura Action Movie Shootout, e ora la chiameremo The Accountant 2”“.

Insieme a questo sequel, però, sembrerebbero esserci piani già anche per un terzo film. “Ho sempre voluto farne tre, perché il secondo sarà più incentrato su… integreremo suo fratello nella storia“, aveva detto O’Connor in un’intervista. “Quindi ci sarà più tempo sullo schermo per Jon Bernthal nel secondo film. E poi il terzo film sarà, come lo chiamo io, ‘Rain Man con gli steroidi’. Il terzo film sarà con i due fratelli, questa strana coppia. Il terzo film sarà un buddy movie“. Non resta dunque che attendere maggiori informazioni su The Accountant 2, per scoprire in che modo evolverà il racconto e il suo protagonista.

Knives Out 3 riceve un promettente aggiornamento

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Knives Out 3 riceve un promettente aggiornamento

Con due film all’attivo (Knives Out e Glass Onion), il franchise di Knives Out è ad oggi uno dei più apprezzati per quanto riguarda il genere giallo, grazie ai suoi misteri, ai noti attori che hanno partecipato ai film e ad un protagonista – interpretato da Daniel Craig – assolutamente irresistibile. Entrambi i film, scritti e diretti da Rian Johnson, hanno ricevuto la nomination come Miglior sceneggiatura originale agli Oscar, affermandosi dunque come grandi successi. Dopo l’uscita su Netflix del secondo lungometraggio, è stata annunciata anche la realizzazione di un terzo film, ad oggi noto solo come Knives Out 3.

Non si hanno però maggiori informazioni riguardo questo progetto ma a quanto pare l’attesa di poterlo vedere potrebbe finire prima del previsto. Un nuovo rapporto di Deadline rivela infatti che la casa di produzione T-Street di Johnson e Ram Bergman ha ingaggiato la produttrice Katy McNeill. Con questo nome aggiuntosi al team, secondo il rapporto, Knives Out 3 inizierà la produzione per Netflix “più tardi nel corso di quest’anno“. Questo arriva dopo che Johnson aveva recentemente rivelato che lo sviluppo del terzo film di Knives Out stava “procedendo“, dopo che il lavoro era stato brevemente ritardato a causa degli scioperi di Hollywood dello scorso anno.

Sta procedendo. Ovviamente non ho potuto lavorare durante lo sciopero, e ora che è finito, mi sto immergendo a pieno ritmo, e quindi sta procedendo“, aveva detto Johnson all’epoca. “Ho la premessa, ho l’ambientazione, ho in testa il film. Si tratta solo di scriverlo“. Nel corso dei prossimi mesi, dunque, è probabile che verrà annunciato anche il cast di questo nuovo film, che presenterà probabilmente grandi nomi come già avvenuto per i precedenti due. Come hanno rivelato coloro che sono legati al film, il nuovo capitolo della saga sarà però “molto, molto diverso” da quello che è stato realizzato sino ad oggi, il che non fa che aumentare la curiosità nei confronti di tale progetto.

Argylle: le interviste al cast alla Word Premiere a Londra

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Argylle: le interviste al cast alla Word Premiere a Londra

Si è tenuta a Londra la World Premiere di Argylle – La super spia nato dalla mente di Matthew Vaughn (del franchise Kingsman e Kick-Ass), un thriller di spionaggio acuto, che stravolge la realtà e vi porta in giro per il mondo. In questa splendida cornice ecco le interviste ai protagonisti!

Tutto quello che c’è da sapere su Argylle – La super spia nato

Bryce Dallas Howard (Jurassic World) è Elly Conway, autrice solitaria di una serie di romanzi best-seller di spionaggio, la cui idea di felicità è una serata a casa al computer con il suo gatto Alfie. Ma quando le trame dei libri di Elly, incentrate sull’agente segreto Argylle e sulla sua missione di smascherare un’organizzazione criminale globale, iniziano a rispecchiare le azioni segrete di un’organizzazione di spionaggio reale, le tranquille serate a casa diventano un lontano ricordo.

Accompagnata da Aiden (il premio Oscar Sam Rockwell), una spia allergica ai gatti, Elly (che porta Alfie nello zaino) corre per il mondo cercando di stare un passo avanti agli assassini, mentre il confine tra il mondo immaginario di Elly e quello reale inizia a svanire.

Il cast di prim’ordine comprende Henry Cavill (The Witcher), John Cena (Fast X), la vincitrice dell’Oscar Ariana DeBose (West Side Story), la superstar del pop Dua Lipa (Barbie), il vincitore dell’Emmy e candidato all’Oscar Bryan Cranston (Breaking Bad), la vincitrice dell’Emmy e icona della commedia Catherine O’Hara (Schitt’s Creek), Sofia Boutella (Kingsman – The Secret Service) e il leggendario Samuel L. Jackson. Alfie è interpretato da Chip, che nella vita reale è il gatto della top model Claudia Vaughn (nata Schiffer).

Argylle – La super spia nato  è diretto e prodotto da Matthew Vaughn, da una sceneggiatura di Jason Fuchs (Sei ancora qui – I Still See You). Il film è prodotto da Matthew Vaughn, Adam Bohling (del franchise Kingsman), Jason Fuchs e David Reid (del franchise Kingsman). I produttori esecutivi sono Adam Fishbach, Zygi Kamasa, Carlos Peres e Claudia Vaughn.

Apple Original Films presenta, in associazione con MARV, una produzione Cloudy. Argylle è distribuito da Universal Pictures Italia.

Colman Domingo dirigerà e interpreterà il biopic su Nat King Cole

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È un momento d’oro per l’attore Colman Domingo, fresco di nomination all’Oscar per il film Rustin. Prossimamente lo si ritroverà nei film Il colore viola e Drive-Away Dolls, mentre è di poche ore fa la notizia che è stato scelto per interpretare Joe Jackson nel biopic su Michael Jackson, dal titolo Michael. C’è però ora un nuovo importante progetto nel futuro dell’attore ed è un biopic sul cantante e musicista Nat King Cole. Domingo interpreterà dunque il leggendario Nat King Cole in un film musical tratto da una sceneggiatura da lui stesso co-scritta, come ha appreso Variety in esclusiva, e allo stesso tempo il film rappresenterà il suo debutto alla regia.

Ci sto lavorando in silenzio da qualche anno“, ha dichiarato durante un episodio del Variety Awards Circuit Podcast. “È qualcosa che non vedo l’ora di mettere insieme con alcuni grandi partner“. Non si sa ancora su quale periodo si concentrerà il film di Domingo. Uno dei momenti più significativi della vita di Cole è stato il 10 aprile 1956: mentre si esibiva davanti a un pubblico di soli bianchi a Birmingham, in Alabama, un gruppo di quattro uomini bianchi lo aggredì. Dopo che le autorità arrestarono gli uomini, il cantante tornò sul palco e i membri del pubblico rimasti gli tributarono una standing ovation di 10 minuti.

Cole è stato uno dei musicisti più popolari e influenti del XX secolo. Ha iniziato la sua carriera come vocalist jazz e pop alla fine degli anni ’30, registrando oltre 100 canzoni in cima alle classifiche della storia della musica, in particolare “Unforgettable“, “Smile” e “Let There Be Love“, e vendendo oltre 50 milioni di dischi. Nel 1990 i Grammy Awards hanno conferito a Cole un premio postumo alla carriera e nel 2000 è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Raccontare la vita di Cole sarà dunque per Domingo un tassello molto importante nella sua carriera, un’occasione che l’attore sa di dover gestire con grande cura.

Masters of the Air: recensione della serie prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks

Roba da non crederci, sono riusciti a farlo ancora una volta con Masters of the Air. A ventitré anni da Band of Brothers e tredici da The Pacific, Steven Spielberg e Tom Hanks hanno raccontato nuovamente la Seconda Guerra Mondiale attraverso i volti comuni e le gesta tutt’altro che comuni degli eroi sconosciuti che l’hanno combattuta. Con Masters of the Air questa volta hanno puntato l’attenzione alla battaglia dei cieli, concentrandosi sul 100th Bomb Group dell’esercito degli Stati Uniti. La serie prodotta per Apple TV+ è ispirata dal libro Masters of the Air: America’s Bomber Boys Who Fought the Air War Against Nazi Germany, scritto da Donald L.Miller.

Masters of the Air
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Masters of the Air, quando basta la storia vera

Di fronte a un prodotto come questo, viene sinceramente da chiedersi quale sia il senso nel continuare a produrre film di supereroi oppure action fracassoni con protagonisti esseri umani apparentemente invincibili. Come possono non bastare le storie vere di questi uomini comuni che hanno compiuto imprese capaci di andare oltre il concetto di eroismo, in nome di ideali e di un senso del dovere che li ha spinti a superare l’orrore che si è presentato davanti ai loro occhi? Perché in fin dei conti è semplicemente questo che Masters of the Air fa: espone il percorso umano tragico e insieme appassionante di normali esseri umani i quali si sono trovati costretti a confrontarsi con qualcosa di terribile. E hanno combattuto sia il nemico fisico che un qualcosa di ancora più sottile e terrificante: la perdita della propria umanità. Ancor più che in Band of Brothers e The Pacific, il cuore di questa nuova miniserie sta nei silenzi, nei piccoli scarti tra le poche parole che i protagonisti si scambiano, comunicando con uno sguardo o una pacca sulla spalla la condivisione prima di tutto umana del proprio stato.

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Un cast di giovani talenti

Ecco allora che l’amicizia virile tra i due protagonisti Gale Cleven (Austin Butler) e John Egan (Callum Turner) diventa l’ultimo baluardo di difesa contro l’abisso, l’irrazionalità del conflitto, la semplicità disarmante della morte in battaglia. Una volta che lo spettatore introietta questo sentimento di fratellanza taciuta ma potente – e vi assicuriamo che succede fin dal primo episodio – ecco che i dialoghi comuni tra i vari personaggi perdono qualsiasi retorica e si fanno veri, emozionanti come le parole che si scambia chi deve nonostante tutto farsi forza l’uno con l’altro. Masters of the Air riesce a caricare parole e gesti che abbiamo visto così tante volte sul grande e piccolo schermo di un significato profondo e denso, regalandoci come raramente è successo negli ultimi anni di serialità la bellezza e il dolore dell’essere persone comuni.

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Se Austin Butler conferma una presenza scenica indiscutibile e la capacità di mostrare le pieghe nascoste del proprio personaggio, il cuore pulsante della miniserie è senza alcun dubbio Callum Turner, perfetto nel dipingere un soldato che affronta l’ineluttabilità del conflitto attraverso una gamma di comportamenti ed emozioni espressa con pienezza. È il suo John Egan l’eroe sfrontato di Master of the Air, grazie a un personaggio a tutto tondo ma soprattutto per merito dell’attore che lo interpreta. Ma questi due sono  gli “eroi” dello show, i protagonisti che servono a trainare la storia. Nelle retrovie – ma neppure troppo – ci sono i soldati che combattono con il coraggio e le capacità che posseggono. In poche parole i volti, gli uomini comuni che Spielberg, Hanks e le altre menti dietro la miniserie vogliono onorare. Se tanto bene c’erano riusciti in Band of Brothers (pensate al personaggio di Damien Lewis) e The Pacific (James Badge Dale o Jon Bernthal), Masters of the Air non è certamente da meno. Ecco allora che nella memoria emotiva del pubblico si sedimenteranno i volti umanissimi di Anthony Boyle e Nate Mann, capaci di regalare enorme potenza ai loro rispettivi personaggi. Per non parlare della partecipazione straordinaria di Barry Keoghan.

Se l’ultima puntata dello show non contenesse una sequenza di propaganda fin troppo esplicita e non necessaria né condivisibile – opinione personale di chi scrive – Masters of the Air avrebbe tranquillamente conquistato il massimo delle stelle concesse per una recensione. Perché è uno spettacolo maestoso ma soprattutto un affresco umano indimenticabile. Come detto in principio, Steven e Tom l’hanno fatto ancora una volta…

Masters of the Air Barry Keoghan

Billy Dee Williams rivela di essersi sentito spesso dire: “Hai tradito Han Solo”

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Billy Dee Williams è generalmente noto per aver interpretato Lando Calrissian nella saga di Star Wars, comparendo per la prima volta in L’Impero colpisce ancora e poi in Il ritorno dello Jedi, per poi riprendere il ruolo nel 2019, in L’Ascesa di Skywalker. Quello di Lando è un ruolo certamente iconico, ma ha comportanto non pochi “problemi” all’attore nel corso del tempo. Durante una sua partecipazione al podcast “Dagobah Dispatch” di Entertainment Weekly, Williams ha infatti discusso dei contraccolpi che ha subito nel corso degli anni a causa del franchise di Star Wars.

Come noto in L’Impero colpisce ancora, Lando, dopo aver accolto Han Solo e i suoi amici nella propria città, stringe un accordo con l’Impero che porta alla cattura dell’amico e al suo congelamento nella carbonite. Billy Dee Williams ha rivelato che alcuni fan della saga non lo hanno mai perdonato per tale tradimento e non hanno mancato di farglielo sapere. “Quando andavo a prendere mia figlia a scuola, i bambini mi correvano incontro dicendomi: “Hai tradito Han Solo!”“. Ha detto Williams. “Andavo in aereo e gli steward mi dicevano: “Hai tradito Han Solo!”. Mi è successo per molti anni“.

Williams ha spiegato che ogni volta cercava di ragionare con i fan di Star Wars, dicendo loro: “Pensate a tutta la situazione. Vi trovate di fronte a un personaggio formidabile come Darth Vader. E poi c’è, ovviamente, Boba Fett. Queste persone stavano invadendo il mio spazio e ho dovuto trattare con loro. Ma il patto ha almeno evitato la completa scomparsa di Han Solo e dei suoi amici. Ma dovevo tenere in piedi tutta la mia situazione“. “Così mi sono ritrovato a spiegare tutte queste cose fino a un punto in cui alla fine ho detto alla gente: ‘Sentite, sono stanco di spiegare tutto questo'”, ha aggiunto Williams. “Ho detto: ‘È morto qualcuno? Non è morto nessuno!“.

Penso che fosse una chiara indicazione del fatto che Lando stava cercando di capire qualcosa e stava cercando di capire principalmente come mantenere la sua situazione senza la completa scomparsa del suo amico“, ha concluso l’attore. Nonostante questo tradimento, i fan sono stati ovviamente contenti di vederlo tornare nel ruolo nel film del 2019 e in molti adorerebbero vedere Williams riprendere ancora una volta il ruolo di Lando. Come noto, al momento sarebbe in sviluppo proprio un film su di lui, dove però ad interpertarlo dovrebbe esserci Donald Glover, già interprete del giovane Lando in Solo: A Star Wars Story. Non è però detto che non possa esserci spazio anche per Williams.

Ben Affleck dirigerà l’amico Matt Damon nel thriller Animals per Netflix

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Dopo aver lavorato insieme di recente per il film Air – La storia del grande salto, Ben Affleck e Matt Damon sono pronti a riunirsi come regista e attore per il thriller Animal, nuovo thriller poliziesco appena acquisito da Netflix. Come riportato da Variety, Affleck ne sarà il regista, mentre Damon ricoprirà il ruolo protagonista, il tutto a partire da una sceneggiatura di Connor McIntyre e Billy Ray. A differenza di Air, dove Affleck aveva anche un ruolo, in questo caso si limiterà a svolgere il ruolo di regista, rimanendo dunque dietro la macchina da presa.

I dettagli sulla trama di Animals sono scarsi, ma la storia sarà incentrata su un caso di rapimento. Non resta dunque che attendere maggiori informazioni a riguardo, ma è di certo questa una notizia che farà felici i fan del duo Affleck-Damon. I due sono amici sin dai tempi del liceo e hanno collaborato come sceneggiatori e attori al film Will Hunting – Genio ribelle del 1997, che è valso loro un Oscar per la Migliore sceneggiatura originale. I due hanno poi lavorato insieme alla serie Project Greenlight per la HBO nei primi anni 2000 e hanno recitato in alcuni film per Kevin Smith (Dogma del 1999, Jay and Silent Bob Strike Back del 2001).

Non hanno però più collaborato creativamente insieme ad un progetto fino al film drammatico di Ridley Scott del 2021 The Last Duel, che hanno scritto con Nicole Holofcener. Anche in questo film Damon ha un ruolo da protagonista, mentre Affleck ha un ruolo di supporto. Air – La storia del grande salto è invece stata la prima occasione in cui Affleck ha avuto modo di dirigere l’amico, un’esperienza rivelatasi particolarmente felice e che avrà dunque ora un seguito con Animals, anche se il tono del film si preannuncia ben più cupo rispetto a quello del film poc’anzi citato.

Colman Domingo interpreterà il patriarca Joe Jackson nel biopic su Michael Jackson

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Fresco della sua prima nomination all’Oscar per il film Netflix Rustin, Colman Domingo ha ora ottenuto il ruolo di Joe Jackson, il padre di Michael Jackson, nel biopic Michael diretto da Antoine Fuqua e le cui riprese hanno avuto inizio proprio in questi giorni. Si tratta diun ruolo molto importante all’interno del film, considerata la nota influenza (non sempre positiva) che il padre di Michael ha avuto sulla carriera del cantante. L’annuncio del casting, riportato da Variety, arriva dopo la notizia che Jaafar, il nipote di Jackson nella vita reale, interpreterà il Re del Pop, mentre Juliano Krue Valdi, di 9 anni, assumerà tale ruolo per il periodo dei primi anni di carriera di Jackson.

È emozionante fare questo film con Jaafar”, dice Domingo a Variety. “Il figlio di Jermaine Jackson interpreta Michael, ed è mozzafiato, e credo che Graham King, il produttore, abbia messo insieme un cast incredibile“. Domingo ha poi aggiunto che: “Sono entusiasta di far parte di un film che esplora sia l’anima complicata del leggendario Michael Jackson sia il suo impatto sulla musica e sulla cultura come icona globale. Non solo ho la fortuna di avere un personaggio ricco, complesso e pieno di difetti da ritrarre in Joe Jackson, ma ho anche un posto in prima fila per assistere all’incredibile trasformazione di Jaafar“.

Pochi attori si presentano con la presenza sullo schermo e la forza di volontà di Colman“, ha dichiarato King. “Siamo così fortunati ad avere un attore con il suo innegabile talento che ritrae Joe Jackson sullo schermo. Non potremmo essere più entusiasti di averlo con noi in questo viaggio“. Il regista, Fuqua, ha invece aggiunto: “Colman ha una gamma incredibile – si impegna a fondo per entrare nei suoi personaggi e capire la loro vera essenza e le loro motivazioni. Sono grato di lavorare con un attore con la sua passione e la sua capacità di ritrarre i molti lati di Joe Jackson: un marito, un padre e un manager“.

Michael, la sinossi del film:

“‘Michael’ offrirà al pubblico un ritratto avvincente e onesto dell’uomo brillante ma complicato che è diventato il Re del Pop. Il film presenta i suoi trionfi e le sue tragedie su una scala epica e cinematografica – dal suo lato umano e le sue lotte personali al suo innegabile genio creativo, esemplificato dalle sue performance più iconiche. Come mai prima d’ora, il pubblico potrà dare uno sguardo dall’interno a uno degli artisti più influenti e all’avanguardia che il mondo abbia mai conosciuto“.’

Non-Stop: tutte le curiosità sul film con Liam Neeson

Non-Stop: tutte le curiosità sul film con Liam Neeson

L’attore Liam Neeson è oggi conosciuto in particolare per i suoi tanti thriller d’azione, dove fornisce sempre prove d’attore di grande livello. Tra i più apprezzati vi è Non-Stop (qui la recensione), diretto dal regista spagnolo Jaume Collet-Serra, con cui Neeson ha collaborato anche per Unknown – Senza identità, Run All Night – Una notte per sopravvivere e The Commuter – L’uomo sul treno. Anche in questo caso si tratta di un film particolarmente dinamico, come suggerisce il titolo stesso, andando a raccontare della corsa contro il tempo di un uomo per fermare un misterioso assassino a bordo di un aereo in volo.

Tra i quattro film realizzati da Collet-Serra e Neeson, Non-Stop è però il più claustrofobico e ricco di tensione. Ciò è dovuto in gran parte per via del suo essere quasi interamente ambientato all’interno di un aereo in volo. Un ambiente scomodo, che costringe il protagonista a stare a stretto contatto con i numerosi altri passeggeri, tra cui si nasconde anche il terrorista. Una situazione dunque quantomai tesa, che porta lo stesso spettatore a provare sulla propria pelle le sensazioni provate dal protagonista, chiamato a risolvere quanto prima quella complessa situazione.

Un film ricco di adrenalina, dunque, che non manca ancora oggi di entusiasmare i fan di questo genere di thriller d’azione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori e ad altre curiosità. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Non-Stop

Protagonista del film è Bill Marks, agente federale su un aereo diretto a Londra, partito da New York. Il volo sembra procedere per il meglio, quando però d’improvviso l’uomo inizia a ricevere diversi messaggi intimidatori, nei quali il mittente gli chiede di farsi dare 150 milioni di dollari dal governo, altrimenti ogni venti minuti trascorsi senza la somma un passeggero verrà ucciso. Quando l’agente contatta il suo superiore per raccontagli quanto sta accadendo, quest’ultimo gli rivela che il conto offshore, inviato dal ricattatore, è intestato allo stesso Bill, motivo per cui perde la sua fiducia.

Accusato dal suo team e dai media di essere un alcolizzato, impazzito dopo la morte della figlia e di essere il vero dirottatore, Bill viene assalito dai passeggeri in preda al panico. L’unica soluzione per Bill per provare la propria innocenza diventa allora quella di identificare il criminale sul volo, potendo dunque fare affidamento solo su sé stesso. Naturalmente il tempo è contro di lui e Bill dovrà rapidamente fare in modo che lo spietato terrorista mieta meno vittime possibili, cercando anche di far mantenere la calma all’interno dell’aereo in volo.

Non-Stop Julianne Moore Liam Neeson

Il cast di Non-Stop e altre curiosità sul film

Come anticipato, nel ruolo del protagonista Bill Marks vi è l’attore Liam Neeson. Avendo già recitato in ruoli e film simili, l’interprete non ha avuto alcun problema a rendere particolarmente credibile il suo personaggio. Per poter eseguire le complesse scene previste, però, Neeson ha dovuto sottoporsi a diverse settimane di allenamento fisico, così da poter sostenere gli intensi ritmi richiesti dal film. Accanto a lui, si può ritrovare la premio Oscar Julianne Moore nel ruolo di Jen Summers, vicina di posto di Bill, mentre Scott McNairy interpreta Tom Bowen.

Sono poi presenti le attrici Michelle Dockery e la premio Oscar Lupita Nyong’O nei panni di Nancy e Gwen, le due assistenti di volo presenti sull’aereo. Completano poi il cast gli attori Nate Parker nel ruolo di Zack White, Linus Roache in quelli del capitano David McMillan e Jason Butler Harner in quelli del co-pilota Kyle Rice. L’attore Corey Stoll, invece, ricopre il ruolo di Austin Reilly, passeggero del volo e ufficiale della polizia di New York, mentre Shea Whigham interpreta l’agente della sicurezza trasporti Marenick.

Per quanto riguarda il set che riproduce l’interno di un aereo, questo è stato costruito leggermente più grande di un aereo di linea commerciale standard, per accogliere l’altezza di Neeson di 1,93 metri. Secondo Neeson, oltre il 90% delle riprese è avvenuto su questo “aereo” per un periodo di due settimane. Il film, infine, è costruito per rendere l’idea di un racconto che si svolge in tempo reale. È così che, durando 100 minuti (esclusi i titoli di coda), il film vede l’uccisione di ben 5 passeggeri, esattamente uno ogni 20 minuti come promesso dal terrorista.

Non-Stop Corey Stoll

 

Non-Stop: la spiegazione del finale e chi è il colpevole

Nel finale del film si scopre che i terroristi sono due e sono tra quelli che, in momenti diversi, hanno finto di aiutare Bill nella ricerca del colpevole: Bowen e White. L’obiettivo dei criminali non mai stato quello di avere i soldi, ma di screditare agli occhi dell’opinione pubblica il sistema di sicurezza americano facendo esplodere l’aereo, dopo aver convinto tutti che il terrorista fosse proprio un Air Marshal. Il risentimento di uno dei due folli nasce dal fatto che suo padre fosse morto nell’attentato delle Torri Gemelle, per cui solo la sicurezza USA poteva essere responsabile di quel fallimento. I due avevano previsto di paracadutarsi fuori prima dello scoppio, quando l’aereo sarebbe sceso a 8000 metri, secondo il protocollo in un caso di dirottamento.

Dopo una colluttazione, Bill ha la peggio e perde la pistola, che finisce a Bowen, il quale spara a White, non appena quest’ultimo viene convinto da Bill a disinnescare la bomba. In quel momento, l’aereo inizia a perdere quota e, nella confusione generale, Bill colpisce mortalmente Bowen. La bomba esplode e Bill spinge White, ferito solo alla spalla da Bowen, verso il retro dell’aereo, facendolo morire nell’esplosione della bomba. Nonostante i danni, il co-pilota riesce ad atterrare in sicurezza in Islanda. Bill viene a quel punto scagionato da tutte le accuse e acclamato come un eroe.

Il trailer di Non-Stop e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Seven grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 25 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Bad Boys for Life: tutte le curiosità sul film con Will Smith e Martin Lawrence

Popolare trilogia d’azione con elementi di comicità, Bad Boys è negli anni diventato un dei titoli più celebri del suo genere, anche per merito dell’esplosivo regista Michael Bay e del duo protagonista composto da Will Smith e Martin Lawrence. Dopo un primo film di gran successo uscito nel 1995, questo ebbe un sequel semplicemente intitolato Bad Boys II, arrivato nei cinema a otto anni di distanza, nel 2003. Ci sono poi voluti ben 17 anni prima di poter vedere un terzo capitolo al cinema. Bad Boys for Life (qui la recensione) è infatti arrivato in sala nel 2020, con i due attori alle prese con nuove avventure.

A lungo rimandato, questo terzo film era stato per un periodo di tempo anche del tutto accantonato,  se non fosse che le insistenze dei fan e dei due protagonisti hanno infine fatto sì che il progetto si concretizzasse. Il ritorno in sala dei detective Mike Lowrey e Marcus Burnett, stavolta con la regia di Adil El Arbi e Bilall Fallah (registi anche di due episodi della serie Ms. Marvel) ha poi confermato il grande fascino che tali personaggi e le loro missioni da compiere hanno agli occhi dei tanti spettatori e fan. Bab Boys for Life è infatti stato uno dei maggiori successi cinematografici del suo anno.

Tra esplosioni, umorismo, sequenze d’azione d’impatto e una nuova generazione di personaggi, Bad Boys for Life è dunque un valido terzo capitolo di una serie cinematografica tra le più appassionanti degli ultimi decenni. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e all’annunciato sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast Bad Boys for Life

Il film vede il ritorno dei “cattivi ragazzi” Mike Lowrey e Marcus Burnett, con il primo nel pieno di una crisi di mezza età e il secondo deciso ad andare in pensione. Prima che Marcus si ritiri definitivamente dalle scene, Mike gli propone però un’ultima epica impresa. I due sono chiamati a rintracciare Isabel Aretas, vedova del boss Benito che, insieme al figlio Armando, sta organizzando un piano per uccidere tutti quelli coinvolti nell’arresto del marito, compreso Mike. Il caso si rivela però ben presto più pericoloso del previsto e i due detective si troveranno a dover mettere in pericolo tutto ciò che di più caro possiedono.

Ad interpretare i due detective protagonisti, dunque, vi sono nuovamente gli attori Will Smith e Martin Lawrence. Ancora una volta la reale amicizia esistente tra i due attori permette loro di interpretare con grande entusiasmo i rispettivi personaggi. Ancora una volta, inoltre, i due ci hanno tenuto ad interpretare personalmente quante più scene possibile, cosa che ha richiesto loro un duro allenamento fisico. Fanno poi parte del film gli attori Paoola Núñez nei panni del tenente Rita Secada, Vanessa Hudgens in quelli dell’esperta d’armi Kelly e Kate del Castillo in quelli di Isabel Aretas. Il regista Michael Bay ha infine un cameo come cerimoniere di matrimonio.

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Bad Boys 4: il sequel si farà!

Dato il successo di Bad Boys for Life, si è deciso di realizzare anche un quarto film, per il quale non bisognerà però attendere un ampio lasso di tempo come quello intercorso tra il secondo ed il terzo capitolo. Già nel 2020, poco dopo l’uscita in sala del film, il produttore Jerry Bruckheimer ha confermato che la sceneggiatura di un nuovo lungometraggio della serie era in fase di scrittura. Nel febbraio del 2023, finalmente, i due attori protagonisti hanno annunciato che le riprese si sarebbero svolte nella primavera di quello stesso anno.

Adil El Arbi e Bilall Fallah torneranno come registi, mentre Michael Bay sarà nuovamente tra i produttori. Ad oggi non si hanno ancora dettagli sulla trama di questo Bad Boys 4, ma la Sony ha confermato come data di uscita in sala il 14 giugno 2024. Ciò significa che non ci vorrà ancora molto prima di avere maggiori dettagli sul film. Sappiamo però che gli attori Eric Dane (Euphoria) e Rhea Seehorn (Better Call Saul) faranno parte di questo sequel, anche se ad oggi non sono stati resi noti i ruoli che andranno a ricoprire.

Il trailer di Bad Boys for Life e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Bad Boys for Life grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video, Infinity e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 25 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Henry Cavill conferma la sua presenza nel reboot Highlander: “Sarà un’avventura molto seria”

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Il reboot di Highlander di Henry Cavill ha da poco avviato la produzione, con l’obiettivo di riportare sul grande schermo il mito moderno dell’immortale guerriero scozzese del XVI secolo che brandisce una spada mistica. Uscito originariamente nel 1986, Highlander ha generato tre sequel, un film per la TV, tre serie TV (due in live-action, una animata) e un film anime (oltre a fumetti, animazioni web e merchandising). Parlando ora con ComicBook.com a sostegno del suo nuovo film, Argylle – La super spia, Cavill ha detto che il suo ruolo sarà “un’avventura molto seria”.

In altre interviste, Cavill ha dichiarato di aver iniziato la sua routine di allenamento per rimettersi in forma per il film… ma oltre a questo, non ha detto nulla. “Non ho ancora intenzione di rispondere“, ha detto Cavill quando gli è stato chiesto cosa ci si deve aspettare dal film. “C’è ancora molto lavoro da fare da parte mia. Sarà una corsa seria, ve lo dico io“. Recentemente anche il regista Chad Stahelski, reduce dal successo di John Wick 4, ha parlato di questo nuovo progetto. “Sono anni che lavoro ad Highlander con Henry Cavill. Essere retroattivi è difficile. Cosa c’è di diverso tra Wick e questo? Con Wick non c’erano sette stagioni di televisione, due spinoff e cinque film“.

Se dovessi fare un remake di Highlander in questo momento, ci si aspetterebbe un sacco di mitologia nelle prime due ore; non si potrebbe esplorare nulla senza di essa. Ora, Highlander come serie televisiva sarebbe fantastico. Avresti il tempo di costruirlo, di vedere tutti quei flashback e il suo potenziale. È più difficile quando si cerca di fare qualcosa con una mitologia così grande. Ma sono d’accordo, sarebbe un’idea da prendere al volo. In questo caso, abbiamo avuto l’opportunità di imparare man mano che andavamo avanti con Wick“. Il film, ad ora, è previsto per il 2026, quindi non resta che attendere maggiori aggiornamenti a riguardo.

Road House: il trailer del film con Jake Gyllenhaal

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Road House: il trailer del film con Jake Gyllenhaal

Amazon MGM Studios ha pubblicato il primo trailer e un primo poster del suo remake del classico d’azione del 1989 Road House, che sarà disponibile in streaming mondiale su Prime Video il 21 marzo. Il film ha come protagonista Jake Gyllenhaal nei panni di Elwood Dalton, un ex lottatore UFC che lotta per sbarcare il lunario. Dopo che la proprietaria di un Roadhouse delle Florida Keys lo trova a dormire nella sua auto, Elwood diventa il buttafuori del locale e si ritrova coinvolto in una guerra tra fuorilegge e motociclisti (tra cui l’attuale artista di arti marziali miste, diventato attore per la prima volta, Conor McGregor) e un costruttore deciso a costruire un sontuoso resort per “ricchi stronzi” al posto di quel locale.

La star di Shrinking, Jessica Williams, che l’estate scorsa ha confermato che si sarebbe unita al cast, interpreta la proprietaria del Roadhouse. Completano il cast di Road House gli attori Billy Magnussen (No Time To Die), Daniela Melchior (The Suicide Squad), Gbemisola Ikumelo (A League of Their Own), Lukas Gage (The White Lotus), Hannah Love Lanier (A Black Lady Sketch Show), Travis Van Winkle (You), B. K. Cannon (Why Women Kill), Arturo Castro (Broad City), Dominique Columbus (Ray Donovan), Beau Knapp (Seven Seconds) e Bob Menery.

Doug Liman (Edge of Tomorrow) dirige Road House da una sceneggiatura scritta da Anthony Bagarozzi e Charles Mondry. Dopo aver prodotto il film originale del 1989, Joel Silver torna a produrre per la sua società Silver Pictures insieme a JJ Hook, Alison Winter e Aaron Auch, che fungono da produttori esecutivi. “Sono entusiasta di dare un tocco personale all’eredità dell’amato ‘Road House‘”, ha condiviso Liman in un comunicato. “E non vedo l’ora di mostrare al pubblico quello che io e Jake faremo con questo ruolo iconico“. Qui di seguito, il poster del film:

Road House poster 2024

The Room Next Door: Julianne Moore protagonista del primo film in lingua inglese di Pedro Almodóvar

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L’attrice premio Oscar Julianne Moore – di recente vista in May December – sarà la protagonista di The Room Next Door, il primo lungometraggio in lingua inglese dell’autore spagnolo Pedro Almodóvar. La Moore – il cui casting è stato confermato da Variety dopo essere stato postato dalla casa di produzione di Almodóvar, El Deseo, sui social media – si unisce a Tilda Swinton nel film. Quest’ultima ha già recitato per Almodóvar nel cortometraggio del 2021 The Human Voice.

Nel post su Instagram si legge che The Room Next Door è un “dramma tra madre e figlia“, aggiungendo che le riprese si svolgeranno in primavera a New York e Madrid. Non sono stati rivelati altri dettagli sulla trama o sui ruoli di Moore e Swinton. In precedenza Almodóvar aveva dichiarato che i suoi cortometraggi The Human Voice e Strange Way of Life (quest’ultimo interpretato da Ethan Hawke Pedro Pascal) – entrambi in inglese – erano solo un riscaldamento per abituarsi a dirigere attori in questa lingua.

In precedenza, il regista spagnolo era stato chiamato a dirigere il film in lingua inglese A Manual for Cleaning Women, che Cate Blanchett avrebbe dovuto produrre e interpretare, ma il regista ha poi abbandonato il progetto nel 2022. The Room Next Door sarà dunque il primo film di Almodóvar dopo Madres Paralelas del 2021, presentato in anteprima a Venezia. Con le riprese di questo nuovo progetto previste per i prossimi mesi, si attendono ora maggiori informazioni a riguardo, a partire da ulteriori nomi che comporranno il cast e fino ad una prima sinossi della trama.

Orphan: First Kill, la vera storia dietro il film horror

Orphan: First Kill, la vera storia dietro il film horror

Nel 2009 l’horror Orphan, diretto da Jaume Collet-Serra (regista di L’uomo sul treno – The Commuter e Black Adam) sconvolse quanti lo videro per via della sua storia che si ispirava ad una reale vicenda e portava alla luce una serie di dinamiche e timori particolarmente angoscianti. In Orphan si parla infatti di adozione, di identità e di tutte le paure che possono generarsi dall’accogliere in casa propria qualcuno che non si conosce fino in fondo. Nel 2022, poi, è stato realizzato un prequel di quel film, intitolato Orphan: First Kill, che porta dunque gli spettatori a confrontarsi con vicende accadute prima del film del 2009.

Come avvenuto già per Orphan, dato che anche Orphan: First Kill ripropone dinamiche simili, diverse associazioni pro-adozione si schierarono contro la pellicola, accusata di diffondere paure e falsi stereotipi riguardo all’adozione e sostenendo che tutto ciò rischia di togliere possibilità ai bambini orfani in attesa di essere adottati da una nuova famiglia. Cosa che in per certi aspetti è avvenuta, quando nel 2014, i coniugi Kristine e Michael Barnett dell’Indiana sono stati accusati di abbandono di minore della loro bambina adottiva di nove anni affetta da nanismo, Natalia Grace. I due sostenevano che fosse un’adulta e avesse in realtà 22 anni.

Il caso ha ricevuto un’ampia attenzione da parte dei media nel 2019, quando i Barnett hanno confermato di essere stati ispirati ad abbandonare Grace dopo aver visto Orphan. Anche a seguito di questa vicenda, dunque, ha iniziato a svilupparsi questo prequel, diretto da William Brent Bell. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Orphan: First Kill

Questo film prequel racconta la giovinezza di Leena Klammer, la donna affetta da nanismo ipofisario, che le conferisce un aspetto da bambina. Leena ha trascorso la sua gioventù ricoverata in un istituto psichiatrico in Estonia, ma dopo aver ucciso sette persone, riesce a scappare dall’ospedale e raggiungere l’America. Qui prende il nome di Esther e si finge una bambina in cerca di una famiglia. Quando riesce infine a farsi adottare da una coppia benestante, Tricia e Allen, segnata dalla scomparsa della figlia, cercherà di seminare nuovo orrore. Questa volta, però, Leena dovrà fare i conti con una Tricia disposta a tutto pur di difendere la sua famiglia dalla furia omicida della piccola psicopatica.

Orphan First Kill cast

Ad interpretare Leena Klammer vi è nuovamente l’attrice Isabelle Fuhrman, che riprende dunque questo personaggio tredici anni dopo averlo interpretato per la prima volta. Essendo però cresciuta in altezza, per far sì che Fuhrmann sembrasse più piccola degli altri attori si dovette ricorrere a diversi giochi di prospettiva oppure al far recitare quanti accanto a lei su dei rialzi. Nel ruolo di Tricia e Allen, la coppia che adotta Leena vi sono dunque Julia Stiles e Rossif Sutherland, mentre Matthew Finlan è Gunnar, figlio della coppia. L’attore Hiro Kanagawa interpreta il detective Donnan, mentre Samantha Walkes è la dottoressa Segar.

La vera storia dietro Orphan: First Kill

Per quanto il film proponga una storia grossomodo originale, la figura della giovane protagonista è ispirata ad una persona realmente esistita. Sia Orphan: First Kill che il suo predecessore Orphan si rifanno infatti alla vicenda di Barbora Skrlova, nata nel 1976 in Slovacchia e divenuta poi tristemente nota per il cronaca nera noto come il “Caso di Mlada Boleslav”, verificatosi nel 2007. Barbora soffriva di ipopituitarismo, un raro disturbo che ritarda la crescita fisica e per questo pur avendo ormai raggiunto i trent’anni continuava a sembrare un’adolescente. Questa condizione le ha permesso di costruirsi una falsa immagine di innocenza, dietro la quale nascondere un oscuro mondo interiore.

Questa sua condizione fu cruciale nel caso che la vide coinvolta, poiché Barbora si spacciava per una bambina al fine di manipolare la percezione altrui. Nel 2007 è infatti stato svelato che Barbora non faceva parte della famiglia Skrlova, ma vi si era unita sotto falsa identità, spacciandosi appunto per una bambina. Aveva infatti convinto Klara Mauerová, madre della famiglia, di essere una dodicenne di nome Anicka, fuggita da genitori violenti. La donna, single con due bambini, ha dunque portato Barbora in casa sua, trattandola da quel momento come un membro della famiglia, con l’intenzione poi di adottarla ufficialmente.

Orphan First Kill storia vera

Anikka sosteneva di essere estremamente malata, tanto da richiedere diverse visite mediche. Col tempo, Barbora convinse Klara che i suoi problemi erano tutti dovuti ai suoi due figli e che dovevano essere maltrattati. E così fu, in modo orribile. Klara rinchiuse dunque in cantina i due figli, tenendoli in gabbia o semplicemente ammanettandoli a un tavolo per lunghi periodi di tempo, torturandoli e imbavagliandoli per impedire loro di urlare. La cosa venne scoperta solo dopo che un vicino di casa, che aveva installato un baby monitor televisivo per sorvegliare il proprio figlio appena nato, si incrociò con il monitor dello stesso modello che Klara usava per tenere d’occhio i figli.

L’uomo vide dunque quanto stava accadendo nella casa accanto e avvertì subito le autorità. Barbora, nonostante fosse una delle torturatrici, riuscì a sottrarsi alle persecuzioni mantenendo il suo nome “Annika” e ne approfittò per fuggire dall’orfanotrofio in cui la polizia l’aveva collocata. Barbora riuscì a farsi adottare da una nuova famiglia, facendo credere loro di essere un ragazzo di nome Adam. La coppia acconsentì poi ad iscrivere “Adam” ad una scuola in Norvegia, cosa che ha dunque permesso a Barbora di sfuggire ulteriormente alla polizia. Ma le ricerche fecero infine emergere il suo coinvolgimento nel caso della famiglia di Klara e partì così un’ampia ricerca che portò infine all’arresto di Barbora.

Il trailer di Orphan: First Kill e dove vedere il film in streaming

È possibile fruire di Orphan: First Kill grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

ACE Eddie Awards 2024: tutti i nominati

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ACE Eddie Awards 2024: tutti i nominati

Gli American Cinema Editors (ACE) hanno nominato Anatomia di una caduta, Killers of the Flower Moon, Maestro, Oppenheimer e Past Lives nella categoria film drammatici per la 74esima edizione degli ACE Eddie Awards. Air, Barbie, American Fiction, Povere Creature e The Holdovers – lezioni di vita hanno ricevuto nomination nella categoria miglior film comico montato.

I candidati televisivi includono The Bear, Barry, Succession, Only Murders in the Building e Ahsoka. A ottenere una nomination per il montaggio è stato anche il team dietro Taylor Swift: The Eras Tour.

Come annunciato in precedenza, John Waters riceverà il premio ACE Golden Eddie Filmmaker of the Year. I montatori cinematografici Kate Amend, ACE e Walter Murch, ACE riceveranno i riconoscimenti alla carriera per i loro eccezionali contributi al montaggio cinematografico. Stephen Lovejoy, ACE riceverà il premio Heritage per il suo costante impegno nei confronti di ACE. I vincitori saranno annunciati durante gli ACE Eddie Awards il 3 marzo alla Royce Hall della UCLA.

ACE Eddie Awards 2024, tutti i nominati

BEST EDITED FEATURE FILM (Drama, Theatrical)
“Anatomy of a Fall”- Laurent Sénéchal
Killers of the Flower Moon” – Thelma Schoonmaker, ACE
“Maestro”- Michelle Tesoro, ACE
Oppenheimer” – Jennifer Lame, ACE
“Past Lives” – Keith Fraase

BEST EDITED FEATURE FILM (Comedy, Theatrical)
“Air” – William Goldenberg, ACE
“American Fiction” – Hilda Rasula, ACE
Barbie” – Nick Houy, ACE
“The Holdovers” – Kevin Tent, ACE
“Poor Things” – Yorgos Mavropsaridis, ACE

BEST EDITED ANIMATED FEATURE FILM
“Elemental” – Stephen Schaffer, ACE
“Nimona” – Randy Trager, ACE and Erin Crackel
“Spider-Man: Across the Spider-Verse”- Michael Andrews, ACE
“The Super Mario Bros. Movie” – Eric Osmond
“Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem” – Greg Levitan, ACE

BEST EDITED DOCUMENTARY (Theatrical)
“20 Days in Mariupol” – Michelle Mizner
“American Symphony” – Sammy Dane, Matthew Heineman, Jim Hessiona and Fernando Villegas
“Joan Baez I Am a Noise” – Maeve O’Boyle
“Little Richard: I Am Everything” – Nyneve Minnear and Jake Hostetter
“Still: A Michael J. Fox Movie” – Michael Harte, ACE

BEST EDITED DOCUMENTARY (Non-Theatrical)
“100 Foot Wave: Jaws” – Alex Bayer, Alex Keipper and Quin O’Brien
“Albert Brooks: Defending My Life” – Bob Joyce
“Beckham: The Kick” – Michael Harte, ACE
“Being Mary Tyler Moore” – Mariah Rehmet
“Escaping Twin Flames: Up in Flames” – Martin Biehn, Kevin Hibbard, Inbal B. Lessner, ACE, Troy Takaki, ACE and Mimi Wilcox

BEST EDITED MULTI-CAMERA COMEDY SERIES
“Frasier: Blind Date” – Joseph Fulton
“How I Met Your Father: Daddy” – Russell Griffin, ACE
“The Upshaws: Off Beat”- Angel Gamboa Bryant

BEST EDITED SINGLE CAMERA COMEDY SERIES
“Barry: Wow” – Ali Greer, ACE and Franky Guttman, ACE
“The Bear: Fishes” Joanna Naugle, ACE
“The Bear: Forks” – Adam Epstein, ACE
“Only Murders in the Building: Sitzprobe” Shelly Westerman, ACE and Payton Koch
“Ted Lasso: So Long, Farewell”- Melissa McCoy, ACE

BEST EDITED DRAMA SERIES
“Ahsoka: Fallen Jedi”- Dana E. Glauberman, ACE
The Last of Us: Long, Long Time”- Timothy A. Good, ACE
“Slow Horses: Strange Games”- Sam Williams
“Succession: Conner’s Wedding” – Bill Henry, ACE
“Succession: With Open Eyes”- Ken Eluto, ACE

BEST EDITED FEATURE FILM (NON-THEATRICAL)
“Black Mirror: Beyond the Sea”- Jon Harris
“Flamin’ Hot” – Kayla M. Emter and Liza D. Espinas
“Reality” – Jennifer Vecchiarello and Ron Dulin

“Beef: The Birds Don’t Sing, They Screech in Pain”- Harry Yoon, ACE and Laura Zempel, ACE
“Beef: The Great Fabricator”- Nat Fuller
“Fargo: The Paradox of Intermediate Transactions” – Christopher Nelson, ACE
“Fargo: The Tragedy of the Commons”- Regis Kimble
“Lessons in Chemistry: Introduction to Chemistry” – Géraud Brisson, ACE and Daniel Martens

BEST EDITED NON-SCRIPTED SERIES
“Couples Therapy: Episode 310” – Delaney Lynch, Helen Kearns, ACE and Katrina Taylor
“Dancing with the Stars: S32.E5” – Laurens Van Charante, Ben Bulatao, ACE, Fernanda Cardos, Jessie Sock, Jon Oliver, Neal Acosta, Raiko Siems, Joe Headrick and Mike Bennaton
“Deadliest Catch: Pain Level Ten”- Rob Butler, ACE, Isaiah Camp, ACE, Alexander Rubinow, ACE and Josh Stockero

BEST EDITED VARIETY TALK/SKETCH SHOW OR SPECIAL EVENT
“A Black Lady Sketch Show: My Love Language is Words of Defamation” – Stephanie Filo, ACE, Malinda Zehner Guerra, Taylor Joy Mason, ACE
“Last Week Tonight with John Oliver: Dollar Stores” – Anthony Miale, ACE
“Taylor Swift: The Eras Tour” – Dom Whitworth, Guy Harding, Hamish Lyons, Rupa Rathod. Ben Wainwright-Pearce and Reg Wrench

BEST EDITED ANIMATED SERIES
“Blue Eye Samurai: The Tale of the Ronin and The Bride” – Yuksa Shirasuna
“Bob’s Burgers: Amelia” – Jeremy Reuben, ACE and Stephanie Earley
“Scott Pilgrim Takes Off: – Ramona Rents a Video” – Keisuke Yanagi

ANNE V. COATES AWARD FOR STUDENT EDITING
Isaiah Clarke – Spanish Springs High School
Jamie Diaz – California State University Los Angeles
Ariel Emma Martin – Chapman University

Premi Oscar: 11 traguardi ancora non raggiunti dopo 95 anni

Premi Oscar: 11 traguardi ancora non raggiunti dopo 95 anni

Gli Oscar, premi più prestigiosi e noti della stagione cinematografica, sono in attività da quasi un secolo, ma non hanno ancora raggiunto alcuni traguardi degni di nota dalla loro nascita. Istituito per la prima volta nel 1929, il prestigioso evento che celebra il cinema e coloro che lavorano e sostengono l’industria si è saldamente affermato come la più importante cerimonia di premiazione nel suo genere. Gli Oscar sono il più alto riconoscimento per gli attori e i creativi dell’industria cinematografica e, di conseguenza, gli Academy Awards sono il premio più ambito dai professionisti del settore. Anche se sembra che ogni anno vengano battuti nuovi record, ci sono ancora diverse caselle da spuntare in termini di traguardi raggiunti: l’ultimo vincitore dell’Oscar al miglior film del 2023, Everything Everywhere All at Once, è stato molto vicino a scrivere la storia.

Un film che vince tutte e 4 le categorie attoriali

Everything Everywhere All At Once recensione film
Photo credit: Allyson Riggs – Courtesy of A24

Everything Everywhere All at Once si è imposto nella stagione dei premi anche grazie al suo cast straordinario, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti agli Oscar 2023. Michelle Yeoh si è aggiudicata la statuetta per la miglior attrice protagonista, Jamie Lee Curtis come miglior attrice non protagonista e Ke Huy Quan come miglior attore non protagonista. Tuttavia, non possiamo parlare di vittoria netta nelle categorie attoriali, vista l’assenza di un attore protagonista, che ha fatto sì che Everything Everywhere non ottenesse una nomination nella categoria. Se fosse riuscito a trionfare in questa categoria, sarebbe stato il primo film nella storia dei premi ad aggiudicarsi tutte e 4 le statuette delle categorie attoriali.

Documentari nominati per il miglior film

TUTTA LA BELLEZZA E IL DOLORE All the Beauty and the Bloodshed film 2022Nel corso della loro illustre storia, gli Oscar si sono evoluti rispetto agli eventi precedenti. Sebbene i film di genere siano ancora in gran parte relegati a ricevere solo nomination, ci sono state notevoli eccezioni. I film horror hanno iniziato a ricevere riconoscimenti già nel 1973 con L’esorcista, e da allora sono stati nominati altri cinque film horror, con Il silenzio degli innocenti del 1991 che ha ottenuto la prima e unica vittoria del genere. Allo stesso modo, i film fantasy hanno iniziato a ottenere riconoscimenti con Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re nel 2003 e La forma dell’acqua nel 2017, entrambi premiati come miglior film.

Nonostante il riconoscimento di un maggior numero di film di genere, ci sono ancora generi e sottoinsiemi di film che sono stati completamente esclusi: l’esempio più lampante sono i documentari. Gli Oscar hanno una categoria interamente dedicata ai documentari, ma fa riflettere il fatto che nessun documentario possa concorrere alla vittoria come miglior film assieme ad altri contendenti di vari generi.

Film d’animazione vincitore del miglior film

Toy StoryNel 1991, La bella e la bestia è stato il primo film d’animazione ad essere nominato per il miglior film. Da allora, gli Academy Awards hanno introdotto una categoria separata per il miglior film d’animazione, ma questo non ha impedito a Up e Toy Story 3 di ottenere una nomination agli Oscar nella categoria del miglior film, rispettivamente nel 2009 e nel 2010. Sebbene questi lungometraggi dimostrino di essere assolutamente degni di concorrere per il miglior film, il premio non è ancora stato assegnato a un film d’animazione.

Un cinecomic vincitore del miglior film

Black PantherI cinecomic hanno raggiunto l’apice della loro popolarità alla fine degli anni 2000 e 2010, ma l’Academy è stata più rapida nel riconoscere la loro importanza nel cinema. Nel 1978, Superman, interpretato da Christopher Reeve, vinse l’Oscar per il miglior montaggio. Da allora, tuttavia, i film di supereroi hanno mancato in gran parte i premi per le categorie più importanti, e solo pochi sono riusciti a ottenere nomination per la recitazione o per il miglior film. Solo nel 2018 gli Oscar hanno avuto un film di supereroi nominato per il miglior film con Black Panther.

In particolare, Spider-Man: Un nuovo universo ha vinto il premio per il Miglior film d’animazione nel 2018, mentre Joker del 2019 è riuscito a ottenere ben 11 nomination, tra cui quella per il Miglior film. Tuttavia, ha perso in nove delle categorie totali. Joaquin Phoenix ha vinto come miglior attore e anche la colonna sonora, curata da Hildur Guðnadóttir, si è aggiudicata la statuetta. Nonostante gli incredibili investimenti finanziari e i numerosi film di questa categoria che hanno superato il miliardo di dollari al botteghino, nessun cinecomic ha ancora ottenuto il premio per il miglior film.

Greg P. Russell non ha ancora vinto un Oscar dopo 17 nomination

007 Skyfall film recensioneGreg P. Russell non può godere dello stesso livello di successo e riconoscimento di John Williams o Hans Zimmer, tuttavia detiene il record del maggior numero di nomination agli Oscar senza vittoria. Essendo stato nominato per il suo lavoro di missaggio sonoro in 17 film diversi, Russell è un professionista di grande talento che non ha ancora ricevuto un Oscar per il suo contributo a film come Skyfall, Transformers e Spider-Man di Sam Raimi. Il compositore ha almeno altri tre progetti in arrivo nel 2024, per cui niente è ancora detto con certezza.

Una persona che ha vinto 5 Oscar per la recitazione

Ricevere una nomination agli Oscar è già un’impresa straordinaria, figuriamoci vincere il premio. A questo proposito, sono pochi gli attori che si sono distinti e che hanno ottenuto più Oscar per il loro lavoro. Solo un’attrice è riuscita ad aggiudicarsi l’ambita statuetta ben quattro volte: Katharine Hepburn. Ad oggi, quattro attori hanno vinto tre Oscar ciascuno, ma non c’è ancora nessuno che abbia vinto cinque Oscar per la sua interpretazione.

Un regista di colore vince l’Oscar per la miglior regia

Spike Lee
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Nel 1991, gli Oscar hanno avuto il primo candidato di colore per la miglior regia: John Singleton per Boyz N the Hood – Strade Violente. Purtroppo, da allora, ci sono stati solo altri cinque uomini di colore nominati per questo prestigioso premio, senza che nessuno abbia vinto. Il panorama di Hollywood e soprattutto i registi nominati sono sempre stati prevalentemente uomini bianchi, ma con così tante storie nuove e interessanti che provengono da più voci, è scioccante che, a 95 anni dall’inizio dei premi, gli Oscar non abbiano ancora riconosciuto un maggior numero di artisti di colore.

Una regista donna di colore nominata per la miglior regia

Oltre al fatto che nessun uomo di colore è mai stato premiato come miglior regista, nessuna donna di colore è mai stata nominata. Nonostante l’incredibile contributo al cinema di film come Compensation del 1999, diretto da Zeinabu Irene Davis, o Down In The Delta del 1998 di Maya Angelou, le registe nere non sono ancora state riconosciute per il loro contributo al cinema. Considerando che la prima regista donna a vincere il premio per la miglior regia è stata solo Kathryn Bigelow nel 2010, e che da allora solo altre due l’hanno spuntata (Chloé Zhao e Jane Campion), si spera che presto si possa porre rimedio a questa situazione.

1 film che ha vinto 12 o più Oscar

Titanic-film-rose-jack-leonardo-dicaprioTre film hanno avuto la fortuna di vincere 11 Oscar. Ben-Hur è riuscito a conquistare 11 delle 12 nomination ricevute in un anno in cui il numero massimo di categorie in cui poteta rientrare era 15. Titanic, in seguito, è riuscito a ottenere 14 nomination nelle 17 categorie possibili, mentre Il ritorno del re ha fatto piazza pulita, aggiudicandosi 11 delle 11 nomination in 17 categorie possibili. Con tre film che sono riusciti a portare a casa 11 premi ciascuno, ne aspettiamo un altro che possa riuscire a superare il record e vincere 12 o più categorie possibili.

1 film nominato per 15 o più Oscar

Facendo un ulteriore passo avanti, è ancora più improbabile che un singolo film riesca a essere nominato per 15 o più categorie. Come già detto, il record di nomination per un singolo film è di 14, un risultato condiviso da Ben-Hur e Titanic. Il film ipotetico che potrebbe riuscirci dovrebbe riuscire a confezionare un lavoro eccellente in tutti i reparti.

Un attore che vince l’Oscar come miglior attore protagonista e non protagonista in un solo anno

storia di un matrimonio venezia 76Nella storia degli Oscar, un totale di 12 attori è riuscito a ricevere due nomination in un solo anno. Attori che hanno fornito interpretazioni potenti in più progetti, apparendo come protagonisti in uno e come non protagonisti in un altro. Nonostante ciò sia accaduto una dozzina di volte e sette di questi attori siano riusciti a vincere una delle due categorie, nessuno è riuscito a vincerle entrambe in un solo anno. Gli Oscar possono continuare a battere record ogni anno, ma questi traguardi significativi chiedono di essere finalmente raggiunti.

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