Si svolgerà domenica 5 giugno la
cerimonia di premiazione degli MTV Movie and TV
Awards 2022 e di seguito ecco le nomination che vedono
trionfare
Spider-Man: No Way Home con il maggior numero di
candidature!
Ralph Fiennes apparirà insieme a un cast
di star tra cui Stanley Tucci e John
Lithgow in un adattamento del libro di Robert
Harris,Conclave. Pubblicato
originariamente nel 2016, Conclave è ambientato
interamente all’interno delle mura del Vaticano durante le 72 ore
che compongono l’incontro in cui i cardinali devono scegliere un
nuovo papa. Nel libro, il cardinale Lomeli, decano del Collegio
cardinalizio e responsabile del Conclave, deve presiedere
l’assemblea e destreggiarsi tra le ambizioni dei papabile, prima
che l’arrivo di un cardinale ancora sconosciuto mescoli le
carte.
Per Variety, Ralph Fiennes interpreterà il ruolo di Lomeli
nell’adattamento cinematografico, insieme al cardinale Tremblay di
Lithgow e al cardinale Bellini di Tucci. Insieme a loro ci sarà
Isabella Rossellini nei panni di Suor Agnes, con
Edward Berger alla regia. La sceneggiatura è stata
scritta dal drammaturgo britannico Peter
Straughan, che ha scritto l’adattamento del 2011 de
La Talpa e Il cardellino del
2019.
David Cronenberg,
che la prossima settimana porterà a
Cannes il suo nuovo filmCrimes of the Future,
ha annunciato il suo progetto successivo The
Shrouds. È un periodo impegnativo per il regista canadese,
poiché Crimes of the Future sta diventando uno dei
film più discussi al prossimo festival, ancor prima di essere
visto, principalmente a causa del suo contenuto apparentemente
violento.
Cronenberg ha detto che si aspetta
reazioni forti durante i cinque minuti di apertura, il che
rispecchia gli eventi del festival del 1996 in cui il suo film
Crash è stato accolto con diserzioni e fischi
simili, sebbene abbia anche ricevuto un premio speciale della
giuria.
A quanto pare, The
Shrouds potrebbe rivelarsi un’altra tacca sulla cintura
delle polemiche di Cronenberg a Cannes. Secondo Deadline,
il nuovo film avrà come protagonista Vincent Cassel, collaboratore di Cronenberg in
La promessa dell’assassino e A
Dangerous Method, nei panni di Karsh, un uomo che inventa
un dispositivo che consente alle persone di guardare i loro cari
sepolti decomporsi. Le riprese di The Shrouds
dovrebbero iniziare nel marzo 2023 e saranno prodotte dalla stessa
squadra dell’ultimo film di Cronenberg, Maps To The Stars.
James
Gunn ha condiviso un video effettuato sul set di
Guardiani
della Galassia Vol. 3 in cui ci viene
mostrato un breve momento della ripresa della penultima scena del
film. Eccolo di seguito!
Ethan Hawke è entrato da poco a far parte del
Marvel Cinematic Universe con
Moon Knight, in cui interpreta il villain
Arthur Harrow. L’attore ha rilasciato un’intervista in cui afferma
che per lui non c’è forma d’arte alta e forma d’arte bassa, e che
ama i cinecomic perché sono film che lo divertono e lo
intrattengono e qualsiasi sia la forma, ama quando si mette un
impegno artistico dentro a un film, che sia un cinecomic, un horror
o un altro tipo di storia.
Tuttavia, prosegue con una
provocazione, “Se Logan, Il cavaliere oscuro, Doctor Strange sono arte alta, cos’è Fanny e
Alexander?”.Ethan Hawke centra il punto, che poi è anche
il cuore del discorso che fece Scorsese qualche tempo fa: i giovani
conoscono solo i cinecomic e pensano che quella sia l’arte alta. Il
problema dunque non è stabilire cosa sia meglio dell’altro, ma dare
la possibilità a ogni espressione di essere nota e conosciuta, e
magari apprezzata.
Entra nel vivo la nuova edizione
del Carbonia Film Festival, che dopo la
giornata inaugurale propone un fitto
programma di appuntamenti tra masterclass, incontri, grande
cinema contemporaneo e musica.
Domani, venerdì 13
maggio, l’appuntamento al Cineteatro Centrale è con uno
straordinario racconto di militanza con C’è un
soffio di vita soltanto, l’ultimo film
di Matteo
Botrugno e Daniele Coluccini
che al termine della proiezione incontreranno il pubblico in
sala.
Al centro della storia l’emozionante
ritratto di Lucy, tra le poche sopravvissute al campo di
concentramento di Dachau ancora in vita, testimone diretta di uno
dei momenti più bui della storia. Lucy è la donna
transessuale più anziana d’Italia, ora novantacinquenne.
Nella sua casa, le foto ingiallite dal tempo raccontano
l’adolescenza di un ragazzo, che all’epoca si chiamava Luciano, e
stava per vivere il periodo più terribile della sua vita. La sua
testimonianza finisce per raccontare un pezzo di Novecento,
metafora di un’umanità che non si arrende e che fa tesoro del più
grande dono della Storia: la memoria. La
serata è organizzata in collaborazione con
l’associazione ARC di Cagliari e
il Festival Sardinia Queer Film Expò – Uno Sguardo
Nuovo.
Ma il programma del festival inizia
al mattino, con i momenti di formazione del progetto How to
film the world e gli incontri nelle scuole del
territorio: appuntamento con l’illustratrice
bolognese Sarah
Mazzetti per Tutta mia la città.
Partendo da una selezione di immagini storiche di Carbonia, gli
studenti e le studentesse realizzeranno una riflessione tra passato
e presente, tra memoria collettiva e memoria individuale,
utilizzando la tecnica del collage.
Due le masterclass in programma
nella giornata di venerdì: Francesco Giai
Via, direttore artistico del festival, critico e operatore
culturale affronterà il ruolo dei festival nel panorama del consumo
audiovisivo contemporaneo (ore 11.00, Biblioteca Comunale), mentre
nel pomeriggio è previsto un incontro con uno dei protagonisti
della programmazione festivaliera contemporanea in prima linea
nella difesa dei diritti civili, Orwa
Nyrabia, produttore e regista co-fondatore del DOX BOX
International Documentary Film Festival in Siria nonché direttore
l’IDFA – International Documentary Filmfestival Amsterdam (ore
16.00, Biblioteca Comunale).
Carbonia film
festival prosegue poi sino a domenica con un
cartellone fortemente impegnato nel racconto del contemporaneo, e
una serie di filmin grado di
accendere il dibattito sul nostro tempo.
Si parlerà ad esempio dei conflitti
in Siria e in Afghanistan con i lavori di Diana El
Jeiroudi e Shahrbanoo Sadat.
Temi che verranno poi approfonditi in una tavola rotonda dal
titolo Il racconto del rifugio – Tavola rotonda
con filmmaker in esilio, in collaborazione con
“International Coalition for Filmmakers at Risk” (iniziativa a
sostegno dei cineasti in luoghi di guerra promossa da
“International Documentary Film Festival Amsterdam”, “International
Film Festival Rotterdam” e “European Film Academy”).
E ancora Lodo
Guenzi, voce de Lo Stato
Sociale recentemente prestato al cinema, che porterà
uno speciale spettacolo tra musica e parole; il
fotografo Pietro
Basoccu, Stefania
Muresu, Daniele
Atzeni, Marco Antonio Pani.
Il programma completo è consultabile
sul sito del festival all’indirizzo www.carboniafilmfest.org
Il Marvel Cinematic Universe ha una
nuova caratteristica, ora che Doctor Strange nel Multiverso della
Follia ha affrontato ufficialmente il multiverso
e ha introdotto il concetto di incursioni. Il
primo decennio dell’MCU si è concentrato su un singolo
universo, in seguito identificato come Sacra Linea Temporale o
Terra-616, ma i Marvel Studios hanno cambiato rotta per la
Fase 4. Gli eventi di Avengers: Endgame hanno gettato le
basi per una storia ambientata nel multiverso dopo che i
Vendicatori hanno alterato il passato e hanno creato una linea
temporale ramificata. La serie Disney+Loki ha
lavorato molto nell’esplorazione di vari concetti di multiverso per
preparare il terreno a Doctor Strange nel Multiverso della
Follia.
Per il film, i Marvel Studios hanno portato lo
stregone di Benedict Cumberbatch nel multiverso
come parte di una storia in cui Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) ha tentato di invadere un nuovo universo dove
poteva stare con i suoi figli. Ciò può essere fatto solo ottenendo
i poteri di America Chavez (Xochitl Gomez), che
può viaggiare nel multiverso a piacimento grazie alla sua capacità
di aprire portali a forma di stella. Ciò ha permesso al film di
mostrare scorci di quasi due dozzine di universi, anche se il film
si svolge principalmente solo in tre di essi. L’esplorazione del
multiverso ha consentito all’MCU di stabilire meglio il concetto
e di anticipare il futuro, poiché Doctor Strange nel Multiverso della
Follia include la prima menzione in assoluto alle
incursioni.
Le incursioni
saranno un concetto cruciale del multiverso che vedremo, da qui in
poi. Doctor Strange nel Multiverso della
Follia spiega brevemente l’idea, ma i fumetti
forniscono ulteriori informazioni su cosa sono e cosa potrebbero
significare per progetti futuri Secret Wars.
Come Doctor Strange 2 definisce le
incursioni
Le incursioni sono menzionate più
volte in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. In
primo luogo, quando gli Illuminati arrestano Doctor Strange su Terra-838. Il superteam
rivela di essersi riunito per proteggere il proprio universo da
varie minacce, comprese le incursioni multiversali.
Un’incursione è definita nell’MCU come un evento in cui due
universi si scontrano.
Il dettaglio degli Illuminati che
hanno già affrontato le incursioni, poiché il Doctor Strange della
Terra-838 ha innescato questo evento dopo aver usato Darkhold per
cercare il modo per sconfiggere Thanos. L’interferenza di Strange
con il mondo attraverso il dream walking ha portato alla completa
distruzione di quell’universo, rendendolo responsabile
dell’uccisione di trilioni di persone. Per questo motivo, il team
degli Illuminati ha ucciso il dottor Strange dopo che Thanos è
stato sconfitto.
Finora non è stato spiegato cosa
scateni un’incursione nel MCU, anche se la scena post-crediti
di Doctor Strange nel Multiverso della
Follia ne crea un’altra. Il dottor Strange viene
accolto per le strade di New York da Clea (Charlize
Theron), una potente maga della Dimensione Oscura, e
scopre che le sue recenti azioni hanno dato inizio a un’altra
incursione. Sulla base della richiesta che Clea fa al Dottor
Strange di aiutarla a fermare l’incursione, l’MCU indica che c’è un modo per
impedire alle due realtà di collassare l’una sull’altra e
distruggere uno o entrambi gli universi. La scena in questione
lascia alcune grandi domande a cui l’MCU deve rispondere, andando
avanti, incluso cosa avvia un’incursione e come può essere
fermata.
Spiegazione delle incursioni della
Marvel Comics
Il concetto di incursioni è
relativamente nuovo nell’universo Marvel Comics. Lo sceneggiatore Jonathan
Hickman ha creato incursioni come parte del suo
riavvio pianificato di Secret Wars e ha
contribuito a riavviare il multiverso. I fumetti spiegano che le
incursioni sono il risultato della contrazione della linea
temporale del multiverso. Proprio come nel MCU, l’universo Marvel include infiniti universi
con infinite Terre e infiniti risultati. Tuttavia, ogni universo ha
lo stesso destino nel grande schema del multiverso: morte e
distruzione. La complessità della linea temporale del multiverso
significa che tutti questi universi sono collegati in qualche modo,
anche quando vengono creati e distrutti. In vista di Secret
Wars di Jonathan Hickman, viene rivelato
che un universo è stato distrutto prematuramente diversi anni fa
grazie al cattivo dei Fantastici Quattro, Molecule Man.
Una volta che il primo universo
muore, c’è una reazione a catena attraverso il multiverso che vede
diversi universi morire in modo esponenziale. Quando due universi
si scontrano, la Terra è il punto di collisione in tutti i casi.
Ciò offre una finestra di otto ore nei fumetti, nota come
l’incursione, in cui le diverse Terre sono temporaneamente in vista
l’una dell’altra. Ci sono molti modi possibili per fermare
un’incursione nei fumetti, come distruggere una Terra, che salva
entrambi gli universi e una Terra dalla distruzione totale. I
Vendicatori una volta usarono il Guanto dell’Infinito per
allontanare una Terra in avvicinamento, anche se ciò portò alla
distruzione di più Gemme dell’Infinito. Se l’incursione non viene
interrotta durante la finestra di otto ore, entrambi gli universi
vengono distrutti, contraendo ancora di più la linea temporale del
multiverso e mettendo in moto più incursioni.
Le incursioni di Doctor Strange 2
danno vita a Secret War
L’introduzione delle incursioni in
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia è un altro enorme indicatore del fatto che
l’MCU sta pianificando un film di
Secret War. Inizialmente concepito da Jim
Shooter negli anni ’80, il progetto è stato scosso da
Jonathan Hickman nel 2015. Grazie ai molteplici
universi che occupano i fumetti Marvel, il riavvio è stato
progettato per semplificare il multiverso, eliminare diversi
universi e unire i fumetti in un unica continuità. Tutto ciò ha
portato a un’incursione tra il principale universo dei fumetti
Marvel (Terra-616) e l’Universo
finale (Terra-1610) e la convergenza di più universi su
Battleworld. Il multiverso dell’MCU ha appena iniziato a essere
esplorato, ma la menzione delle incursioni in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia anticipa direttamente i loro piani non
confermati per un film di Secret Wars.
Con più menzioni della minaccia
multiversale nel film, è abbastanza chiaro che i Marvel Studios vogliono che il
pubblico acquisisca familiarità con l’idea delle incursioni. Il
potenziale film dell’MCU Secret Wars potrebbe essere il
crossover definitivo per la Marvel sul grande schermo. Invece
di essere solo un crossover di eroi MCU, l’idea di diversi universi in
collisione potrebbe riunire il franchise X-Men di Fox, Venom-verse
di Sony e qualsiasi altro film Marvel non MCU del passato. Mentre
Spider-Man: No Way Home ha stuzzicato il pubblico
con i tre Spider-Men, Secret Wars potrebbe portare Wolverine di
Hugh Jackman, Spider-Man di Tobey
Maguire, Venom di Tom Hardy, Torcia umana
di Chris Evans, Ghost Rider di Nicolas
Cage, e molti altri all’MCU, mostrando i loro
universi/franchise che vengono distrutti o facendoli unire agli
eroi dell’MCU su Battleworld.
Quando arriverà il film Secret Wars
del MCU?
Mentre i Marvel Studios costruiscono la loro
narrazione multiversale nella Fase 4, dovrebbe essere solo
questione di tempo prima che si realizzi un film di Secret
Wars. Il team creativo dietro Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame – gli sceneggiatori
Christopher Markus e Stephen
McFeely e i registi Anthony e Joe Russo –
hanno già espresso il loro interesse nel realizzare l’epico film
crossover. Finora, i Marvel Studios non hanno confermato
i piani per un film di Secret Wars. C’è un punto
secondo cui questo potrebbe essere il prossimo grande evento
cinematografico in due parti del MCU, il culmine di un altro
decennio di narrazione che comprende anche decenni di storia del
cinema Marvel oltre ciò che i Marvel Studios hanno realizzato. In
tal caso, Secret Wars potrebbe non essere
realizzato fino al 2030.
Inoltre, la Marvel potrebbe ridimensionare
l’evento e fare in modo che Secret Wars agisca come
Avengers 5 e la conclusione della Fase 4 o della
Fase 5. Ciò consentirebbe all’MCU di semplificare la sua storia
multiversale e potenzialmente usare scorciatoie per l’introduzione
di X-Men, Inumani, Fantastici Quattro e altri concetti
significativi. Potrebbe persino risolvere il futuro cinematografico
di Spider-Man, dove l’Uomo Ragno di Tom Holland
potrebbe lasciare l’MCU per l’Universo Spider-Man di
Sony o unire ufficialmente gli universi cinematografici. La
realizzazione di Secret Wars come un
Avengers 5 dei Marvel Studios potrebbe significare
che il pubblico potrà vederlo entro il 2025 o il 2026, solo pochi
anni dopo che le incursioni di Doctor Strange nel Multiverso della
Follia hanno posto le basi per l’evento.
A tre anni dal suo
esordio da regista con X-Men: Dark Phoenix,
Simon Kingber torna al timone di un progetto,
Secret
Team 355, che firma anche come sceneggiatore e che
parte da uno spunto condiviso con lui proprio sul set del film
dedicato ai mutanti Marvel da
Jessica Chastain, ovvero una storia di spionaggio con
protagoniste un gruppo di donne.
La storia di Secret Team 355
Jessica Chastain interpreta Mace Browne, un’agente CIA
che a seguito di una missione andata storta si vede costretta a
collaborare con delle sue colleghe appartenenti però ai servizi
segreti di altre nazioni: abbiamo così la caucasica Diane
Kruger, la keniota Lupita Nyong’o, la latina
Penelope Cruz e l’asiatica Fan
Bingbing. Una squadra fortissima di donne che lavorano per
l’intelligence del loro paesi e che collaborano per proteggere il
mondo da una minaccia globale.
Secret Team
355 cerca di rileggere il cinema contemporaneo
attraverso il genere, è un film dichiaratamente militante e
femminista, tuttavia si appoggia sugli stilemi del thriller di
spionaggio, mantenendo pure un buon ritmo, ma senza scendere a
fondo e senza sfruttare per niente il potenziale della storia,
invero molto classica, e del cast eccezionale di cui si
impreziosisce.
Il parterre di nomi si è
formato nel corso del festival
di Cannes 2019, quando è stato annunciato il progetto, e sulla
carte quel livello di talento e quella varietà di toni e stili di
recitazione potevano davvero essere messi insieme in una maniera
che potesse valorizzare ogni aspetto e ogni caratteristica delle
protagoniste. Alla strega di un remake al femminile, in genere non
troppo riusciti, Secret Team
355 non riesce a compiere la sua missione.
Un cast stellare non sfruttato
Tutte le premesse, il
valore politico che c’erano nelle intenzioni, rimangono in
superficie e dove Kingber non riesce a dare sostanza alla storia,
ci prova Jessica Chastain, con il risultato però
di fagocitare tutto il resto, compagne di set comprese, che si
ritrovano in balia della personalità, che, seppure eccezionale e
strabordante, non basta a dare sostanza a un film nato vecchio.
Il problema principale di
Secret
Team 355 è proprio questo: nonostante l’intenzione di
raccontare una storia contemporanea, il film è completamente
rivolto al passato, utilizza un linguaggio trito e svilisce la
nobile intenzione di partenza che aveva il progetto.
I viaggi attraverso il
Multiverso portano Stephen e gli altri personaggi
a viaggiare in mondi molto diversi da Terra-616, la realtà
dell’MCU. Ad esempio, l’arrivo
su Terra-838 permette a Doctor Strange di incontrare gli
Illuminati di quell’universo. Il gruppo è composto da
potenti personaggi Marvel: oltre ad una
variante del BaroneMordo (Chiwetel
Ejiofor), l’enemy di Stephen, nel team ci
sono anche Reed Richards/Mr. Fantastic dei Fantastici
Quattro, Freccia Nera degli Inumani, il
Capitano Carter (Hayley Atwell),
Capitan Marvel (Lashana
Lynch) e anche una variante del professor Charles
Xavier.
Esistevano già dei mutanti
nell’MCU?
Come negli X-Men,Patrick
Stewartinterpreta il Professor X.
Sappiamo che il personaggio è il fondatore del gruppo degli
X-Men e, in quanto tale, rappresenta la comunità dei
mutanti e ha come obiettivo quello di garantire
l’esistenza pacifica tra gli esseri mutati geneticamente e gli
umani. Come il resto degli Illuminati, anche Charles
Xavier ha vita breve in Doctor Strange nel Multiverso della Follia: è
l’ultimo membro del gruppo ad essere annientato da una Strega Scarlatta versione zombie. Nonostante ciò, il
Professor X introduce una nuova categoria di personaggi
nell’MCU.
I mutanti sono sempre stati una
possibilità nel Multiverso dell’MCU, introdotto per la
prima volta da Loki. Eppure, prima di Doctor Strange
2, le creature non erano mai state presentate
ufficialmente nell’MCU. In particolare,
è la scena post-credits ad aprire le porte ai mutanti, suggerendo
che tutti quelli provenienti da Terra-838 potrebbero
agilmente raggiungere, attraverso il Multiverso,
Terra-616, la realtà MCU.
La scena tra i titoli di coda di
Doctor Strange 2
Nella scena inserita tra i
titoli di coda di Doctor Strange nel Multiverso della
Follia, Stephen incontra una donna misteriosa. Si tratta di
Clea (Charlize Theron), una maga
proveniente dalla Dimensione Oscura che nei fumetti è il
principale interesse amoroso dello Stregone. Dopo essersi
avvicinata a Stephen, Clea lo informa che le
azioni compiute durante il film hanno causato ”un’incursione” nel
Multiverso. La maga invita quindi Strange a
seguirla: è necessario il suo intervento per risolvere
l’incursione. Stephen si maschera con un rapido
incantesimo, apre il suo terzo occhio e salta nella
Dimensione Oscura attraverso il portale di Clea.
Secondo Doctor Strange nel
Multiverso della Follia, un’incursione si verifica quando
un essere appartenente ad una linea temporale lascia ”un’impronta”
troppo evidente in un’altra, creando una collisione tra le due
realtà. Questo genere di evento in realtà è già stato prefigurato
in Loki. Nella
serie, il Multiverso è rappresentato come un
albero in cui ogni linea temporale è un ramo distinto. Questi rami
non sono sempre separati, a volte si sovrappongono e si incrociano,
se due linee temporali interagiscono. La novità introdotta da
Doctor
Strange nel Multiverso della
Folliaè il
potenziale catastrofico dell’incontro tra due linee
temporali.
Doctor Strange 2: l’incursione
riguarderebbe Terra-616 e Terra-838
La domanda che sorge
spontanea dopo aver visto la scena tra i titoli di coda è: quali
sono gli universi entrati in collisione? Probabilmente,
Terra-616 è coinvolta nell’incursione, semplicemente
perché quest’ultima è stata causata dalla variante di
Strange presente in quella dimensione. L’altro universo è
probabilmente Terra-838, l’unico dove Doctor
Strange e Scarlet Witch dell’MCU hanno fatto il loro
ingresso modificando il corso degli eventi. Lì Wanda
Maximoff ha preso possesso della variante di se stessa di
quella realtà, usandone il corpo come un burattino per uccidere
alcuni grandi eroi di quel mondo. Questo fatto potrebbe aver
causato un effetto importante sul futuro di Terra-838,
dato che le più grandi menti della Terra sono state annientate.
L’incursione può comportare
l’arrivo dei mutanti su Terra-616
Se davvero il
Multiverso permettesse ai personaggi dei vari universi di
fare incursione in realtà alternative, l’MCU
sarebbe ancora più folle di quanto abbiamo visto in Doctor
Strange 2. Terra-838 possiede una popolazione
superumana ancora più vasta di quella dell’MCU tradizionale: lì ci
sono gli Illuminati, che includono il Professor X
come leader dei mutanti e Freccia Nera come capo degli
Inumani.
Di conseguenza, dopo gli eventi di
Doctor Strange 2, qualsiasi mutante o
Inumano potrebbe inciampare tra le varie dimensioni e fare
il suo debutto su Terra-616 senza alcun avvertimento. La
comunità mutante degli X-Men ha sempre incluso un certo
numero di viaggiatori temporali e ognuno di loro potrebbe, più o
meno involontariamente, essere coinvolto nell’incursione. In questo
modo, Doctor Strange nel Multiverso della Follia
apre le porte di Terra-616 ai mutanti degli altri
universi, ma non ai mutanti già presenti
su Terra-616.
Vedremo dei mutanti in futuro nell’MCU?
A parte i tecnicismi, sarebbe
interessante sapere se questa incursione comporterà la presenza
permanente dei mutanti nell’MCU/Terra-616. I
post-credits di Doctor Strange 2 suggeriscono
infatti che un’incursione può essere risolta: dopo tutto è
proprio con questo obiettivo che Clea recluta
Stephen. Non è comunque detto che, una volta che
l’incursione è giunta al termine, tutto debba tornare alla
normalità. Ciò lascia supporre che alcuni personaggi degli
X-Men potrebbero rimanere nell’MCU mainstream.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha
quindi messo in scena il debutto di alcuni mutanti – ma non
dell’intera razza mutante, che probabilmente sarà creata ad hoc per
l’MCU e avrà una degna
introduzione. Per ora si sa poco: qualsiasi visitatore multiversale
potrebbe essere un indizio di un’evoluzione futura…
Doctor Strange nell’Multiverso della Follia
dei Marvel Studios ha modificato e
persino omesso diverse scene che erano state anticipate nei trailer
di presentazione dei film. Come sappiamo, i trailer del
Marvel Cinematic Universe
sono noti per la loro capacità di nascondere particolari e
modificare alcune immagini. Nel caso delle scene “alterate”, si
tratta spesso di cercare di omettere dettagli che condurranno gli
spettatori a plot twist, per evitare di rovinargli la sorpresa, ma
eliminare vere e proprie scene significa andare incontro alla
delusione degli spettatori.
Dopo essere riusciti ad occultare la
presenza di Toby Maguire e Andrew
Garfield in Spider-Man: No Way Home, i fan Marvel hanno guardato con occhio
ancora più critico i trailer di Doctor Strange 2. Lo stesso Sam
Raimi ha ammesso in un’intervista con Collider che il primo montaggio del
film era notevolmente più lungo di quello finale e che il materiale
girato ha subito diversi rimaneggiamenti, dunque era piuttosto
prevedibile che alcuni degli indizi inizialmente forniti ai fan non
sarebbero arrivati sul grande schermo.
Il sogno ricorrente del Doctor
Strange
Nel trailer ufficiale dei
Marvel Studios,
Doctor Strange racconta: “Ogni notte
faccio lo stesso sogno, e poi inizia l’incubo”. Si tratta di una
citazione intrigante che mette immediatamente in luce le tematiche
più oscure e inquietanti su cui si concentra Doctor Strange
2. È interessante notare che in un’ulteriore
compilation di teaser footage – intitolata “Dream” – la citazione
viene modificata leggermente, facendo pronunciare metà frase anche
a Wanda. Infatti, in Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
viene rivelato che Wanda sta vivendo un sogno ricorrente,
immaginandosi un universo in cui ha dei figli.
Nella prima versione più estesa del
film, è possibile che Doctor Strange nel Multiverso della Follia
avrebbe potuto esplorare diversi sogni in cui Stephen vede i suoi
sé alternativi incontrare America Chavez (Xochitl
Gomez). Tuttavia, l’oscurità dietro alla citazione e il
dolore che rivela sono certamente più adatti al personaggio di
Wanda. La voce di Doctor Strange è stata probabilmente utilizzata
nei trailer per oscurare in qualche modo la malvagità di Wanda nei
panni di Scarlet Witch e per far sì che sia il
protagonista del film a pronunciare una delle migliori battute
della pellicola.
La continuità del multiverso da
Spider-Man: No Way Home a Doctor Strange 2
Spider-Man:
No Way Home era il film più atteso della Fase
4 del MCU, che si sarebbe
servito massicciamente del concetto di multiverso per riunire le
precedenti versioni dell’arrampica-muri. Naturalmente, l’idea di
multiverso comporta infinite complicazioni narrative e, in questo
senso, svariati trailer di Doctor StrangenelMultiverso della Follia
lasciavano intendere che la trama del film avrebbe visto il
chirurgo diventato stregone gestire le conseguenze degli eventi di
Spider-Man: No Way Home. Il trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
indicava la continuità narrativa rispetto a Spider-Man: No Way Home e lasciava intravedere
un Doctor Strange rammaricato che “non avrebbe mai voluto che tutto
questo accadesse”, rivendicando con dolore la responsabilità del
suo tentativo di “proteggere il nostro mondo”.
La rilevanza dell’Uomo Ragno in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia si
è purtroppo limitata a una domanda ironica su quali parti del corpo
potrebbe essere in grado di lanciare ragnatele. Estratti da
Spider-Man: No Way Home e indicazioni di
continuità narrativa nei trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
hanno indicato con successo il tema del conflitto interno di Doctor
Strange senza spoiler, ma il loro scopo principale era
semplicemente quello di aumentare l’eccitazione per l’uscita del
film. Sebbene il film avrebbe potuto includere una continuità
diretta con Spider-Man: No Way Home, queste scene
avrebbero in qualche modo distolto l’attenzione dall’arco narrativo
di Wanda e dalla scoperta dei poteri di America Chavez.
La condanna di Mordo al Doctor
Strange
La scena post-credits del
film originale di Doctor Strange vedeva
Mordo intraprendere un viaggio per privare gli
stregoni dei propri poteri. Deluso dalla rivelazione che
l’Antico prelevava energia dalla Dimensione Oscura
per rimanere in vita, Mordo esclama: “Finalmente ho capito cosa c’è
di sbagliato nel mondo: troppi stregoni”. I trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
lasciavano intendere che la promessa di questa scena post-credits
si sarebbe potuta realizzare, con Doctor Strange come prossima
vittima della lista nera di Mordo.
Tuttavia, il Mordo del sequel è un
abitante della Terra-838, mentre il Mordo di Doctor Strange
proviene, ovviamente, dalla Terra-616. I dialoghi di Mordo nel
trailer sono ricontestualizzati o assenti dal film e, sebbene
agisca come antagonista di Doctor Strange, il sequel lascia la
vendetta del Mordo di Terra-616 ancora in ballo per i film futuri,
ad esempio Doctor Strange 3.
Doctor Strange che dice: “Le cose
ci sono sfuggite di mano”
Una delle scene più
memorabili del trailer vede un sinistro Doctor
Strange ringhiare: “Le cose ci sono appena sfuggite di
mano”. Nel film, questa versione di Doctor Strange si rivela
abitare nel mondo che ha assistito alla devastazione di
un’incursione, ma la sua iconica battuta manca. È interessante
notare che quando gli Illuminati incontrano il Dottor Strange,
Mister Fantastic (John Krasinski)
spiega che proprio il Dottor Strange della Terra-838 è stata la
causa dell’Incursione sfruttando il dream-walking, dicendo: “Per
dirla con le tue parole, le cose sono sfuggite di mano”.
La scena del trailer faceva
riferimento ai temi più oscuri del film e posizionava in modo
intrigante lo stesso Doctor Strange come potenziale cattivo. Allo
stesso modo, la battuta di Mister Fantastic su Doctor Strange 2 non è così sorprendente come
quella che appare nel trailer, ma almeno aumenta il mistero sulle
intenzioni del Doctor Strange della Terra-838.
Wanda che dice: “Sarà
divertente”
“Sarà divertente” è
un’altra battuta che non abbiamo sentito nel film. Mentre “le cose
sono sfuggite di mano” ci anticipava la possibilità di un Doctor
Strange malvagio, questa frase di Wanda indicava
un potenziale eroismo del suo personaggio. Le intenzioni di Wanda
sono molto più personali, non da megalomane, ma è comunque il
cattivo principale del film. Proprio come la morte di Wanda in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
incerta, questa battuta omessa ha creato dubbi sul ruolo di Wanda
molto prima dell’uscita del film.
La battuta avrebbe potuto suggerire
tanto una Wanda appassionatamente virtuosa quanto una
Scarlet Witch malvagiamente corrotta ma, alla
fine, non si è trattato di nessuna delle due cose. L’antagonismo di
Wanda è infatti carico di emotività, e le è stata comunque data
possibilità di redenzione: il “divertimento” non ha mai fatto
veramente parte della sua storia.
Doctor Strange che entra da solo
nell’universo dell’Incursione
Sebbene questa scena non
fosse del tutto assente dal film, è stata notevolmente modificata.
Nel film, infatti, il Dottor Strange è
accompagnato da Christine quando entra
nell’universo in cui si è verificata un’incursione, ma nel trailer
appare solo. È probabile che la scena sia stata modificata nel
trailer per proteggere l’autenticità dello scetticismo che
Christine della Terra-838 mostra inizialmente nei confronti del
Dottor Strange e di America Chavez.
Tuttavia, in altre scene del trailer
si intravede Christine al fianco di Stephen, il che indica che
potrebbe esserci stata semplicemente un’incertezza sulla portata
della sua inclusione nella trama di Doctor Strange.
Wong mangia, legge e combatte con
il mantello di Doctor Strange
Doctor
Strange, America e Wanda dimostrano di
avere motivazioni e conflitti interiori complicati da sviscerare
nel corso di Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Di
conseguenza, gli elementi comici da inserire come cornice del film
erano relativamente minimi ed è stato Wong la
principale fonte di comicità della pellicola, con diversi commenti
sbarazzini e divertenti manifestazioni di sorpresa e disappunto per
le azioni del Dottor Strange.
Purtroppo, una divertentissima scena
promozionale con Wong protagonista non è stata inserita nel film.
In questa, assistevamo a Wong mangiare mentre sta leggendo un libro
e cerca di scacciare il mantello ficcanaso di Doctor Strange da
dietro le spalle. Questo filmato promozionale era presente in una
pubblicità del detersivo per bucato Tide, quindi la sua esclusione
da Doctor Strange nel Multiverso della Follia non
è una sorpresa, anche se più tempo sullo schermo per Wong non
sarebbe stato affatto male.
È
un progetto ambizioso quello sviluppato da Apple
TV+ nella trasposizione del romanzo scritto da
Sarah Perry. Diviso in sei episodi, Il
Serpente dell’Essex tenta infatti un coraggioso gioco
di specchi tra passato e presente, tra approccio classico e
discorso sotterraneo del tutto contemporaneo.
Il Serpente dell’Essex, la trama
Partiamo però dalla
trama: ambientata nel 1893 in piena epoca vittoriana, la storia
vede Cora Seaborne (Claire
Danes) decidere di trasferirsi nelle pianure paludose
dell’Essex dopo essere rimasta vedova. Il suo intento è quello di
scoprire la verità sulla spaventosa creatura che si aggira in quei
luoghi, apparentemente mietendo vittime e terrorizzando la
popolazione di pescatori e contadini. Accanto a lei si schiera il
reverendo William Ransome (Tom
Hiddleston) con tutta la sua famiglia, il quale però
pare in realtà convinto che non si tratti di una creatura
preistorica. Insieme i due dovranno sfidare le convenzioni e la
mentalità di una comunità chiusa in se stessa, devota nel
proteggere le proprie tradizioni quanto i segreti più
reconditi.
Un esperimento estetico e narrativo
Come già accennato, il
pilot di Il Serpente dell’Essex è un
esperimento narrativo ed estetico piuttosto interessante: se la
messa in scena organizzata dalla regista Clio Barnard si conforma
con efficacia alla riproposizione accurata dell’epoca vittoriana,
il discorso che riguarda la protagonista e la sua volontà di
emancipazione rispetto a una società che la vuole soggetta alle
leggi degli uomini ha un sapore e uno sviluppo che facilmente
possono essere visti come metafora di un discorso contemporaneo. Il
problema principale dell’episodio sta nel fatto che queste due
“anime” dello show non sembrano fondersi con coerenza, costringendo
la sceneggiatura scritta da Anna Symon a scelte fin troppo precise:
l’episodio infatti procede con un ritmo molto spedito, a cui
probabilmente non siamo abituati quando si tratta di show
ambientati nel passato.
La presentazione di
personaggi, ruoli, relazioni e situazioni sembra appartenere a un
altro tipo di narrazione o se vogliamo di genere, e questo rende
Il Serpente dell’Essex un ibrido non facilissimo
da comprendere, almeno all’inizio. Il secondo episodio si
stabilizza su canoni maggiormente collaudati, proponendo una
narrazione che non accelera inutilmente il racconto e concede allo
spettatore di conoscere in profondità il personaggio di Cora. Un
netto punto a favore di Il Serpente
dell’Essex è senza dubbio l’uso dei malinconici
scenari naturali per costruire un’atmosfera particolare, la quale
possiede sia una certa originalità che indubbia forza espressiva.
In questo modo la vicenda si dipana all’interno di un’ambientazione
tanto desolata quanto affascinante da vedere, capace di restituire
allo spettatore il senso di privazione in cui vivono gli abitanti
dei villaggi circostanti.
Tom
Hiddleston e Claire Danes sono il cuore della
serie
Emancipazione contro
oppressione sociale, ricerca di spiegazioni scientifiche contro
tradizione e convinzioni religiose: la miniserie prodotta da
Apple Tv+ mette molta carne al fuoco e tenta di
farlo con un approccio lievemente diverso, sfruttando in particolar
modo i due protagonisti. Sia Tom Hiddleston che, forse anche di più,
Claire Danes danno un’impronta esplicitamente
contemporanea ai rispettivi personaggi, adoperando un linguaggio
del corpo e un modo di parlare che si allontana dalla compostezza
stilizzata dei classici prodotti in costume.
In alcune scene
l’attrice riesce a restituire allo spettatore la drammatica vita
interiore di un’eroina pronta a sfidare le convenzioni. Una prova
che tenta di trattenere le emozioni e che possiede più di un tratto
in comune con quella offerta nella serie di maggior successo
interpretata dalla Danes, ovvero Homeland.
Hiddleston sembra avere
qualche difficoltà in più a rendere il suo pastore sempre
credibile, ma la sua presenza scenica è indubitabile, soprattutto
quando lavora in sottrazione. Sono loro il cuore di Il Serpente dell’Essex, serie che sceglie
(finalmente?) una strada diversa dalla consuetudine degli show in
costume e, pur non centrando sempre il proprio obiettivo con
coerenza, propone uno spettacolo intrigante e non ovvio.
Si chiama Dino Tracker il sito interattivo dedicato
alla promozione di Jurassic
World – Il dominio, in cui gli utenti possono
visualizzare una mappa del mondo, che mostra le geolocalizzazioni
di varie specie di dinosauri che si sono diffuse nei quattro anni
trascorsi dagli eventi di Il Regno Distrutto.
Ogni luogo mette in evidenza una
foto o un video dell’avvistamento, mostrati come registrazioni
catturate da civili di tutti i giorni con i loro smartphone o
filmati di sorveglianza. Si tratta di un intelligente maniera per
promuovere l’imminente terzo capitolo di questo franchise sequel,
dando un’idea di quanto in lungo e in largo si siano diffusi i
dinosauri dall’ultimo film. Il sito evidenzia anche quali specie
compaiono di più, tra questi si contano Brachiasaurus, Triceratops,
Pteranadon, Compsognathus, Ankylosaurus, Gallimimus, Apatosaurus,
Stegosaurus, Carnotaurus e altri.
Jurassic World – Il dominio, il film
In Jurassic
World – Il dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla
Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in
tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e
determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i
predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le
creature più temibili della storia.
Kevin Spacey è
stato confermato nel cast nel dramma storico 1242 –
Gateway to the West, che sarà in vendita al mercato di
Cannes. La coproduzione Regno Unito/Ungherese/Mongolo rappresenta
il più importante film di Spacey da quando diverse, nel 2017,
persone lo hanno accusato di molestie sessuali e avance
indesiderate.
Kevin Spacey torna a recitare
Le riprese principali inizieranno
nell’ottobre 2022 in Ungheria e Mongolia, che vedono nel cast anche
Eric Roberts, Christopher
Lambert, Terence Stamp e i nuovi arrivati
Jeremy Neumark-Jones e Genevieve
Florence. Il regista ungherese Peter Soos
dirigerà il film, sceneggiato da Aron Horvath e
Joan Lane e prodotto da Bill
Chamberlain e Kornel Sipos.
Il film racconta la storia del
nipote di Gengis Khan, Batu Khan, eletto comandante in capo della
parte occidentale dell’impero mongolo. Abile comandante militare,
vinse battaglie dalla Cina alla Persia e gli fu affidata la
responsabilità dell’invasione dell’Europa, ma nel 1242 Khan si
confronta con un uomo profondamente spirituale in un castello in
Ungheria che interrompe la sua invasione dell’Europa e alla fine ne
causa la caduta.
Troppo spesso lo scrittore
Stephen King viene sbrigativamente classificato
come autore di opere horror. Chi ha letto e conosce i suoi romanzi
sa bene che all’interno di essi sono racchiusi numerosi generi e
tra quelli che spiccano maggiormente vi è il coming of
age. Opere come Carrie e It sono
esemplari nell’affrontare la paura che deriva dal crescere, una
paura che in questi racconti si manifesta in modo più concreto del
previsto. Un terzo titolo che si allinea a questi due romanzi è
L’incendiaria, pubblicato nel 1980, che
torna ora al cinema con Firestarter,
nuovo adattamento scritto da Scott Teems (Halloween Kills),
diretto da Keith Thomas (The Vigil) e prodotto, tra gli altri, dalla
ormai popolare Blumhouse Productions di Jason Blum.
Portato al cinema già nel 1984 (in
Italia venne distribuito con il titolo Fenomeni paranormali
incontrollabili), dove l’incendiaria del titolo era
interpretata da Drew Barrymore,
il romanzo trova in questa nuova trasposizione la possibilità di
ripresentarsi alle nuove generazioni, similmente a quanto
recentemente avvenuto anche per Ite The Stand. La storia,
con poche variazioni, è sempre quella: Charlie
(Ryan Kiera Armstrong) è una bambina che sente
scorrere in sé un misterioso potere, che le permette di generare e
controllare il fuoco a suo piacimento. Quando gli errori del
passato dei suoi genitori vengono a cercarla, Charlie si trova a
dover intraprendere una fuga insieme al padre Andy
(Zac Efron),
durante la quale scoprirà molto di più sulla propria identità.
Storia di una giovane mutante e del
suo amato padre
Come accennato in apertura, uno dei
temi più affascinanti nell’opera di King è quello relativo
all’affrontare le proprie paure, specialmente quando queste sono
legate alla crescita, al delicato passaggio dall’infanzia
all’adolescenza e infine all’età adulta. Attraverso delle storie
che altro non sono se non delle bellissime metafore, lo scrittore
porta i suoi personaggi a confrontarsi con tale momento,
permettendo loro di conoscersi meglio e scoprire tutte le proprie
potenzialità. La giovane Charlie di Firestarter non fa
eccezione e quanto le accade è precisamente un percorso che, tra il
dolore e il perdono, la porta a comprendere meglio quel qualcosa
che sente cambiare dentro di sé, che lei chiama “la cosa
brutta”.
Un puro coming of age,
dunque, condito ovviamente da quegli elementi soprannaturali e
tendenti all’horror che si ritrovano anche nel romanzo. D’altronde
l’abilità della pirocinesi si presta a dar vita a situazioni pronte
a degenerare e sfociare nella violenza e nella brutalità più
estrema, elementi che nel film non mancano. Ed è a partire dalla
rappresentazione di tale “dono” sovrumano e dal desiderio di
Charlie di nasconderlo che il film assume allo stesso tempo quasi
l’aspetto di una origin story di un supereroe. Guardando
Firestarter, infatti, sono numerosi i momenti in cui si
sarà portati a pensare agli X-Men, i mutanti della Marvel cacciati dagli umani in
quanto diversi. Dinamiche molto simili si ritrovano anche qui.
Ancora, un terzo aspetto
fondamentale nel film è il rapporto tra la giovane protagonista e
il padre Andy. Se la madre puritana di Carrie viveva con acceso
conflitto il potere della figlia, in questo caso Andy passa dal
temerlo all’aiutare Charlie a controllarlo. Un Zac
Efron amorevole e paterno si fa dunque primo promotore
dell’unicità della protagonista e insieme propongono una coppia a
suo modo interessante, legata da un sincero affetto che riescono a
trasmettere. Al netto di questi tre aspetti, che film è dunque
Firestarter? Atteso con grande curiosità, dato il
potenziale del racconto, il risultato purtroppo non è dei più
entusiasmanti.
Un fuoco che non scotta
Adattare King è notoriamente un
impresa difficile. Recenti tentativi come It – Capitolo Due e la
serie The Stand si sono scontrati con materiali narrativi
troppo complessi perché gli si possa rendere giustizia. Un film
come Pet Sematary, invece,
pecca di un apparente svogliatezza. La stessa cosa si può ora dire
di questo Firestarter, il quale mantiene per tutta la sua
durata di 94 minuti un profilo fin troppo basso, che gli impedisce
di accendere tanto le proprie potenzialità quanto l’interesse dello
spettatore. Ci si trova dunque di fronte ad un film tristemente
insipido, che fa innervosire per il suo non puntare a qualcosa di
più, tanto in termini narrativi quanto estetici. Ancor di più,
Firestarter è un fantasy horror che non riesce mai a fare
paura né a comunicare una certa tensione o costruire un’adeguata
atmosfera.
Difficile dire se a penalizzare di
più il film sia la sua sceneggiatura, scritta in modo fin troppo
evidentemente approssimativo, o la sua regia, che manca di esaltare
anche i momenti più importanti. La sensazione è quella di un
prodotto in cui non si è creduto abbastanza, mortificato da scelte
di messa in scena che non permettono di costruire un vero
coinvolgimento emotivo né di offrire un valido intrattenimento. Per
fare un esempio concreto, il processo di addestramento della
protagonista, nel romanzo una parte lunga e ben articolata, è qui
limitato a poche inquadrature. Allo stesso modo, le azioni che
Charlie compie con il suo potere vengono per lo più lasciate fuori
campo, come se una mancanza di budget impedisse di dar vita ad
effetti speciali di maggior livello.
A frenare parzialmente la corsa del
film verso l’anonimato vi è la colonna sonora di John
Carpenter, con le sue sonorità elettroniche
particolarmente incalzanti. La sua presenza, che è un modo velato
per ripagarlo di quando nel 1984 gli fu tolta la regia proprio di
Firestarter, non può che far chiedere come sarebbe potuto
essere il film se alla regia vi fosse stato lui. Lui con le sue
straordinarie capacità di raccontare con il solo uso delle
immagini, di fare dei limiti di budget una virtù. Sfortunatamente
non lo sapremo mai e quello con cui si è chiamati a confrontarsi è
un risultato che provoca più dispiacere che rabbia, considerando il
materiale di partenza e gli affascinanti elementi alla base della
storia.
Diretto nel 2004 da Brad
Anderson (regista noto anche per Vanishing on 7th
Street e The Call), il
film del 2004 L’uomo senza sonno (il cui
titolo originale è TheMachinist) è ricordato
principalmente per via dell’impressionante trasformazione fisica
del suo protagonista, Christian Bale.
Al di là di ciò, però, si tratta di un thriller psicologico
particolarmente affascinante, che gioca con lo stato d’insonnia del
suo protagonista per dar vita ad eventi che rendono sempre più
incerto il confine tra realtà e immaginazione. Accolto in modo
positivo dalla critica e dal pubblico, è ad oggi un autentico
cult.
Oltre a ciò, in L’uomo senza
sonno sono presenti numerosi riferimenti alle opere dello
scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Anderson e lo
sceneggiatore Scott Kosar hanno infatti affermato
di aver tratto grande ispirazione dalle opere di questi, in
particolare da Il sosia, da cui il film riprende
determinati elementi di trama. Allo stesso tempo, a livello
tematico, sono stati citati anche L’idiota e Delitto e
castigo. L’intero film però vanta un atmosfera fortemente
kafkiana, con il protagonista che si sente incastrato in qualcosa
di opprimente e più forte di lui da cui non riesce a trovare una
via d’uscita.
Costato 5 milioni di dollari e con
un guadagno di 8, L’uomo senza sonno non ottenne un
successo immediato, ma nel tempo la sua fama è cresciuta fino a
farne un’opera imperdibile del suo genere. In questa, si
ritroveranno elementi unici, paradossali, spesso malsani ma sempre
con un loro fascino intrinseco. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione generale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
L’uomo senza sonno: la trama del film
Trevor Reznik è un
macchinista in una fabbrica, affetto da un caso estremo di insonnia
che lo ha portato a non dormire per un anno intero. Il suo corpo,
di conseguenza, si è irrimediabilmente consumato, raggiungendo un
peso estremamente inferiore rispetto alla norma. A causa di ciò,
Trevor ha acquisito nel tempo l’ossessione di scrivere note
promemoria per tenere traccia del suo peso in diminuzione. Schivo e
riservato, l’unica persona che lascia entrare nella sua vita in
senso emotivo è Stevie, una prostituta, anche se
ha un’infatuazione per Maria, una cameriera madre
single che lavora in una tavola calda dell’aeroporto.
I suoi colleghi non si fidano di
lui, perché non sanno cosa sta succedendo nella sua vita, a tal
punto da portarlo ad aver un aspetto fisico tanto emaciato. Un
incidente sul posto di lavoro lo allontana poi ulteriormente dai
suoi colleghi e, insieme ad alcuni pezzi di carta sconosciuti che
trova nel suo appartamento, Trevor crede che qualcuno o alcune
persone – probabilmente uno o alcuni dei suoi colleghi – stiano
cercando di prenderlo, usando un dipendente fantasma di nome
Ivan come loro fronte. Mentre Trevor va alla
ricerca di prove sui piani di Ivan e su dove si trovi, egli dovrà
arrivare a comprendere cosa ha realmente causato la sua insonnia e
in che modo potersi salvare.
L’uomo senza sonno: la spiegazione del film
I riferimenti letterari a
Dostoevskij sono particolarmente importanti in questo film, in
particolare per quanto riguarda il senso di colpa. Per tutto il
film il regista dissemina una serie di indizi che, tuttavia,
soltanto sul finale potranno essere ripensati e compresi. L’intero
film e l’intera ricerca di Trevor è dunque un viaggio nella mente
del protagonista, il quale cerca di ricordare qualcosa che ha
volontariamente dimenticato, causandosi i suoi problemi di
insonnia. Nel corso di L’uomo senza sonno sono molte le
scene che evidenziano il suo bisogno di lavarsi la coscienza o di
recuperare ciò che ha perso. Ben presto, diventa dunque evidente
come l’intero film si costruisca sul senso di colpa e su come si
sceglie di rapportarsi a questo.
L’uomo senza sonno: il cast del film
Come noto, protagonista del film nel
ruolo di Trevor Reznik è l’attore Christian Bale.
Per poter risultare realistico nei panni di un uomo che non dorme
da oltre un anno, egli ha deciso di non ricorrere al trucco, ma di
sottoporsi ad una ferrea dieta che lo ha portato a perdere circa 25
chili, arrivando ad un peso di appena cinquantaquattro. La sua
dieta consisteva in una sola scatoletta di tonno e una sola mela al
giorno. La sua trasformazione fisica è ancora oggi un record
insuperato. Bale ha poi riguadagnato il suo peso forma nel giro di
quattro mesi, a cui ha aggiunto sedici chili di muscoli necessari
per interpretare Batman in Batman Begins.
Nel ruolo della prostituta Stevie,
con cui Trevor interagisce, vi è l’attrice Jennifer Jason
Leigh, divenuta nota in anni recenti per il suo ruolo nel
film The Hateful Eight. L’attrice spagnola aitana
Sanchez Gijon interpreta invece Marie, la donna per cui
Trevor nutre dei sentimenti. Compaiono poi nel film gli attori
Michael Ironside, noto per i suoi ruoli da
antagonista, nei panni di Miller, Lawrence Gilliard
Jr. in quelli di Jackson e Reg E. Cathey
per il personaggio di Jones. Anna Massey, qui al
suo ultimo ruolo cinematografico, è Mrs. Shrike. Nel ruolo del
misterioso Ivan si ritrova invece John
Sharian.
L’uomo senza sonno: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. L’uomo senza
sonno è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili, Google Play, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 11 maggioalle ore 22:45
sul canale Rai 4.
Parlando con EW,
Taika Waititi ha ammesso di essere consapevole di
dover offrire qualcosa di nuovo in Thor: Love and Thunder, e non
semplicemente ripetere ciò che ha funzionato in Thor: Ragnarok. Nell’intervista, il
regista passa in rassegna la differenza tra i film, dicendo che il
prossimo film MCU racconta temi più profondi. Non
è esattamente un film serio, ma non è leggero come il blockbuster
del 2017.
“Ragnarok sembrava un po’ una
festa. Era abbastanza festoso. Questo è ancora divertente, e ha
momenti in cui è esagerato, ma tematicamente si tratta di qualcosa
di un po’ più profondo dell’ultimo film. Non è un film serio e non
è un dramma, ma ci occupiamo di idee con cui penso si confrontino
molti umani: temi universali sull’amore, la perdita e il nostro
posto nel mondo. Tutti nel film fanno questa domanda: qual è il tuo
scopo? Qual è il motivo per cui sei un eroe e cosa fai quando hai
questi poteri? È una specie di film sulla crisi di mezza età,
davvero. Questa è la domanda che poniamo a tutti: stiamo facendo la
cosa giusta e stiamo facendo tutto il possibile nel mondo? Penso
che in questo momento, mentre il mondo sta ancora guarendo da
questa pandemia, sia una buona domanda da porsi. È come, beh,
stiamo facendo abbastanza per prenderci cura l’uno dell’altro e per
prenderci cura di noi stessi?”
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane
Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto
arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Le voci che volevano Dylan
O’Brien entrare in The
Flash al posto di Ezra Miller si sono rivelate infondate, in
quanto Adam B. Vary sembra avere la conferma che
Warner Bros non abbia assolutamente intenzione di sostituire
l’attore protagonista a seguito dei suoi arresti alle Hawaii nelle
settimane scorse.
I problemi legali di Ezra Miller hanno agitato i fan che hanno
portato a speculare sul fatto che WB stesse cercando di
sostituirlo. Adam B. Vary, Senior Entertainment
Writer di Variety, ha confermato che WB non sta prendendo in
considerazione una mossa del genere, almeno per The
Flash, nonostante le numerose controversie.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Namor il
Sub-Mariner è stato uno dei primissimi personaggi mai
creati dalla Marvel Comics. Concepito nel 1939 sotto
Timely Comics (il predecessore della Marvel), è un mutante figlio di un
capitano di mare umano e la principessa di Atlantide, proprio come
il più popolare supereroe della DC, Aquaman. Anche i poteri di Namor sono simili
a quelli del personaggio della DC; ha una forza sovrumana, una
super velocità sott’acqua e la capacità di manipolare l’acqua a suo
piacimento. Nella tradizione Marvel, Namor è stato un membro
chiave degli Illuminati, un’organizzazione che è stata recentemente
rappresentata in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia.
In un’intervista con
Variety, Waldron spiega che durante la realizzazione della
storia di Doctor Strange
2, è stato discussa l’eventuale presenza di Namor nel
film, dal momento che nei fumetti ha fatto parte degli Illuminati.
Tuttavia, l’antieroe acquatico è stato infine ignorato per un
motivo importante:
“[Abbiamo] parlato di lui,
perché è sicuramente un membro originale degli Illuminati. Ma penso
che la Marvel abbia altri piani per lui
nel MCU. E quindi non si è fatto strada
in questo particolare film.”
Namor è uno di quei personaggi
Marvel che da tempo corteggiano il
MCU, dal momento che suoi easter
egg sono presenti addirittura in Iron Man 2 e che
per molto tempo, prima dell’uscita di Black
Panther, si era parlato di una sua presenza nel film.
Staremo a vedere in quale modo il personaggio acquatico si farà
strada nel MCU.
Sono stati diffusi i nuovi character
poster di Top
Gun: Maverick che ci permettono di conoscere la
nuova squadra di piloti d’élite nel film di Joseph
Kosinski. Ecco tutti i giovani protagonisti che affiancano
Tom Cruise in questa nuova adrenalinica
avventura:
1 di 9
Top Gun: Maverick, il
film
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Warner Bros Pictures Italia ha
diffuso il trailer del film L’arma dell’inganno – Operation
Mincemeat, diretto da John Madden in
arrivo al cinema dal 12 Maggio 2022. Nel cast protagonisti
Colin Firth,
Matthew Macfadyen,
Kelly Macdonald, Penelope Wilton, Johnny Flynn e
Jason Isaacs.
La trama di L’arma
dell’inganno – Operation Mincemeat
Siamo nel 1943. Gli alleati sono
determinati a spezzare la morsa di Hitler sull’Europa occupata, il
loro piano è un assalto totale in Sicilia ma si trovano ad
affrontare un grande dilemma – come fare per proteggere una
massiccia forza d’invasione da un potenziale massacro. Il compito
ricade su due straordinari agenti dell’intelligence, Ewen Montagu
(Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) che danno
vita alla più geniale e improbabile strategia di disinformazione
della guerra – incentrata sul più improbabile degli agenti segreti:
un uomo morto. L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, è la
straordinaria storia vera di un’idea che sperava di cambiare il
corso della guerra – correndo rischi enormi, sfidando ogni logica e
mettendo a dura prova il coraggio dei suoi ideatori.
All’inizio di Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
vediamo Strange che cerca Wanda per chiedere aiuto con America
Chavez (Xochitl Gomez). La giovane eroina nuova al
MCU ha la capacità di viaggiare
attraverso il multiverso ed è preda di mostri che le stanno dando
la caccia. Tuttavia, si scopre che è proprio Wanda a cercare i
poteri di Chavez per viaggiare in un universo in cui i suoi figli
immaginari sono reali e vivi, a qualunque costo.
In una nuova intervista con
Gizmodo, lo sceneggiatore del film, Michael
Waldron attribuisce la follia di Wanda al trauma, al
dolore e alla rabbia residua che nutre a causa di una vita di
perdite e sacrifici, oltre a osservare l’ipocrisia di altri eroi
che abusano del loro potere.
“Sì. Voglio dire, è una discesa
accelerata nella follia per lei, ma che è stata accresciuta dal
fatto che la sua storia si conclusa in WandaVision con il Darkhold e la consapevolezza
di essere Scarlet Witch. L’ultima scena di quella serie, è lei che
legge il Darkhold e sente le voci dei suoi figli. Penso che [in]
questo film il libro nero abbia ormai i suoi ganci dentro lei e in
quello che la sta davvero depredando che forse non tanto il suo
dolore, ma la sua rabbia. Rabbia residua per tutti i traumi che ha
dovuto affrontare nella sua vita. E penso anche che Wanda abbia le
sue ragioni in questo film, ovvero che tutti questi eroi sono
ipocriti. Stephen e questi ragazzi infrangono le regole e diventano
degli eroi. Lo fa lei ed è una cattiva. Non sembra giusto. Questo
la spinge al punto di rottura, e si vedrà cosa succede.”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
In un’intervista con EW,
Taika Waititi, regista e sceneggiatore di
Thor: Love and
Thunder, ha approfondito alcuni dettagli sul film
riguardanti il personaggio di Valchiria, interpretato da Tessa
Thompson e che, in Avengers: Endgame, avevamo
lasciato a regnare su Nuova Asgard.
Il personaggio, che fino a questo
momento è stato noto come una guerriera formidabile e una testa
calda, avrà ora a che fare con una serie nuova di incombenze e
problemi. Ecco cosa ha detto il regista il merito:
“Lei avrà a che fare con un
sacco di cose che nessuno ti dice quando dovresti governare un
regno, ad esempio avere a che fare con i problemi legati alle
infrastrutture o capire come funziona l’economia di un paese o come
accogliere i delegati di altri paesi. Quindi, lei passa un sacco di
tempo non a combattere, e le sue nuove battaglie sono imparare ad
avere a che fare con il governare le persone.”
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane
Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto
arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Come è ormai abitudine dei
Marvel Studios, dopo il primo fine
settimana di programmazione dei loro film, è via libera agli
“spoiler” e alle rivelazioni on-line, e lo stesso vale per Doctor Strange nel Multiverso della
Follia.
Charlize Theron,
che a sorpresa compare nella prima
scena post credits del film nei panni di Clea, ha pubblicato
infatti sui suoi social, di concerto con Marvel, ne siamo sicuri, la foto
che la ritrae con il make up di Clea e accanto a Benedict
Cumberbatch in completo costume viola.
Non è il primo post a tema che fa
Theron, visto che nel giorno dell’uscita del film nelle sale USA,
aveva pubblicato
una foto di lei con un abito viola, lo stesso viola indossato
proprio da Clea nei fumetti e nel film.
Ecco di seguito il post condiviso
dall’attrice premio Oscar:
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
ATTENZIONE: Questo articolo contiene
spoiler del film Doctor Strange nel Multiverso della
Follia
La firma che si nasconde dietro
all’ultimo film Marvel è quella di un
grande regista di film horror e d’azione. Sam Raimi ha diretto lungometraggi come La
Casa, The Gift per non parlare della nota
trilogia di Spider-Man degli inizi degli anni Duemila.
Attore, sceneggiatore e regista da più di quarant’anni, Sam Raimi ha sviluppato nel corso del tempo un
proprio stile cinematografico riconoscibile al pubblico e
tutt’altro che banale. Vediamo in che modo Raimi
ha coniugato la sua firma con il mondo MCU in Doctor Strange nel
Multiverso della Follia.
Splatstick
Un elemento tipico dei film
di Sam Raimi è la presenza di sequenze slapstick.
Il termine, legato al cinema delle origini, indica la strana
combinazione di scene di violenza e di umorismo. Come burattini, i
personaggi vengono sbattuti e colpiti ripetutamente, senza farsi
mai realmente troppo male.
Anche a Doctor Strange nel
Multiverso della Follia viene dato un tono slapstick. In
particolare, questo aspetto è visibile nella scena in cui
Wanda annienta gli Illuminati o nella sequenza
finale, in cui Strange prende possesso del corpo di una sua variante
quasi decomposta, o ancora nell’epilogo, quando vediamo il terzo
occhio comparire sulla fronte di Stephen.
Movimenti di macchina
frenetici
Fin dal suo primo
lungometraggio La Casa (1981), Sam Raimi
si è distinto per i frenetici movimenti di macchina inseriti nei
suoi film. Il modo in cui ha inseguito con
una steadycam artigianale Bruce
Campbell in azione nel film ha fatto la storia.
I movimenti di macchina spericolati,
i colpi di frusta, i carrelli e gli zoom sono presenti anche in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Spesso
il mondo MCU è stato accusato di
essere troppo statico nelle riprese e di eccedere con l’uso del
green screen, ma non è questo il caso del film diretto da
Sam Raimi!
Il senso dell’umorismo in Doctor
Strange nel Multiverso della Follia
Oltre all’aspetto
slapstick, un altro modo in cui viene inserito l’aspetto
comico nei film di Sam Raimi è abbinandolo alle
scene horror. Il macabro immaginario del cinema dell’orrore viene
combinato con battute in grado di alleggerire la tensione.
Doctor Strange nel
Multiverso della Follia è pieno di gag di questo tipo. Dal
litigio di Stephen con un venditore ambulante, alle
battute sulla ”forchetta” in testa a Freccia Nera, fino
al cadavere malconcio della scena finale,
Raimi prende l’horror e se ne fa beffa per tutto
il film.
Il temibile MacGuffin presente in
Doctor Strange 2
Quasi tutti i film
dell’MCU
hanno un MacGuffin, un oggetto che riesce a mobilitare
l’azione. Ad esempio, in Infinity WarThanos ha viaggiato per
l’universo collezionandone addirittura sei. Tuttavia,
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
potrebbe contenere il MacGuffin più spaventoso mai visto
nel franchise fino ad oggi: il Darkhold.
Questo libro di incantesimi malvagi
è una elemento base dell’Universo Marvel, ma rimanda anche
al Necronomicon presente nei film di
RaimiLa casa e La casa 2.
Non solo l’MCU quindi, ma anche
Sam Raimi è amante dei MacGuffin:
oltre a quelli citati, non dimentichiamo anche il bottone
maledetto in Drag Me to Hell.
“Angoli olandesi” anche in Doctor
Strange nel Multiverso della Follia
In Doctor Strange
nel Multiverso della FolliaRaimi include
originali angoli di ripresa. Uno particolarmente interessante è
l’angolo olandese. L’angolo olandese o piano olandese è una tecnica
introdotta agli inizi del Novecento dal cinema espressionista
tedesco che viene usata per esprimere tensione, disagio, squilibri
mentali.
Come anche in altri film,
Raimi utilizza gli angoli olandesi per creare un
senso di terrore attorno a Scarlet, rendendola ancora più minacciosa e
inarrestabile quando si avvicina alle sue prede.
Le musiche di Danny Elfman
Danny
Elfman è il compositore che ha realizzato la colonna
sonora per la maggior parte dei film di Raimi. I due hanno iniziato a lavorare insieme
ai tempi de La casa. Si sono divisi dopo Spider-Man
3, ma si sono poi riuniti nel 2013 per Il grande e potente
Oz ed infine in Doctor Strange nel Multiverso
della follia.
La partitura musicale realizzata da
Elfman per Doctor Strange 2
potrebbe essere la più memorabile e quella meglio realizzata
per un film MCU fino ad oggi. C’è poco da dire: i suoni
penetranti abbinati alle scene più temibili, i cambi d’intensità
sonora che corrispondono alle svolte mentali dei personaggi sono
davvero coinvolgenti.
Le allucinazioni demoniache
A Raimi
piace tormentare i suoi personaggi con strazianti allucinazioni
mosse da forze demoniache. Queste scene orripilanti sono presenti
nei successi horror di Raimi, come Drag Me to
Hell e i film de La Casa, ma tornano anche in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Ad esempio, sequenze allucinogene
sono visibili quando Strange sogna all’inizio del film e
viene catapultato in un mondo oscuro fatto da demoni. O ancora,
quando Wanda diventa uno zombie e, ipnotizzata, fa strage
di eroi.
Il punto di vista del cattivo
Ci sono registi che
suscitano terrore nello spettatore inquadrando la scena dal punto
di vista della vittima. Sam Raimi fa l’esatto opposto, e ottiene un
risultato forse ancora pù sconcertante.
In Doctor Strange nel
Multiverso della Follia, Raimi utilizza
spesso il punto di vista del carnefice – quindi principalmente
quello di Wanda Maximoff – mentre esso attacca
Stephen o Christine.
I toni bizzarri di Doctor Strange
nel Multiverso della Follia
Tutti i film di
Raimi hanno una tonalità bizzarra che il pubblico
o ama o odia. Il regista ama generare disagio giustapponendo
immagini inquietanti con un senso dello humour stravagante.
Con Doctor
Strange 2 viene messa in scena una nuova versione del
surrealismo di Raimi e la pellicola
permette al regista di esplorare decine di universi paralleli
(tra cui un universo in cui tutti sono fatti di vernice).
Bruce Campbell
In Doctor Strange
nel Multiverso della Follia non poteva mancare
Bruce Campbell. Da quando ha interpretato il ruolo
di Ash Williams nel film di debutto di
Raimi, Bruce Campbell ha avuto un
piccolo ruolo in quasi tutti i lavori del regista. Ha infatti
vestito i panni di tre personaggi diversi nella trilogia di
Spider-Man.
Nel film, lo vediamo una prima volta
in una realtà alternativa del Multiverso: qui
Campbell interpreta un venditore ambulante di snack alla
pizza che accusa lo Stregone di aver rubato il
mantello di un supereroe morto. Come penitenza, Strange lo
maledice, costringendo il personaggio ad auto-pugnalarsi per tre
settimane. Nuovamente, nella scena post-titoli di
coda, Campbell torna: finalmente la
maledizione si è conclusa e può esultare “È finita!”.
Diversi anni prima che il Marvel Cinematic Universe
diventasse una realtà consolidata, alcuni dei suoi supereroi già
calcavano autonomamente il grande schermo. Tra questi si annoverano
Spider-Man, i Fantastici 4 e
Blade. Nel 2004
arriva invece al cinema il film The
Punisher, diretto da Jonathan
Hensleigh. Per certi versi, il film sembra oggi molto
lontano dalle caratteristiche dei film Marvel, apparendo come un’opera
decisamente cupa e riservata ad un pubblico di adulti. Protagonista
è il personaggio di Frank Castle, che assume i panni di Punisher
per punire quanti si sono macchiati dell’omicidio della sua
famiglia.
Il film è l’adattamento del
personaggio ideato per la Marvel da Gerry
Conway e Ross Andru. Per la trama il
regista, qui anche sceneggiatore, si è in particolare ispirato alla
saga Bentornato, Frank, come anche alla miniserie
Punisher: Year One. Hensleigh decise però di apportare
alcune modifiche alla storia, cercando di semplificarla il più
possibile. Questo avvenne anche per via del budget limitato e delle
poche settimane a disposizione per le riprese. Per cercare di
rendere il film più epico possibile, il regista decise di ispirarsi
a film come Il buono, il brutto, il cattivo, Il padrino,
Gangster Story, Interceptor e alla serie de l’ispettore
Callaghan.
Arrivato in sala, il film non riuscì
tuttavia ad affermarsi come il grande successo sperato. A fronte di
un budget di 33 milioni di dollari, The Punisher riuscì ad
incassarne solo circa 55 in tutto il mondo. I produttori cercarono
ugualmente di dar vita ad un sequel, ma Hensleigh decise di
lasciare la regia a causa di divergenze creative. Il personaggio di
Punisher ebbe però ugualmente altre occasioni di arrivare al cinema
e in televisione. Prima di arrivare a ciò, però, può essere utile
conoscere alcune delle principali curiosità legate alla trama e al
cast del film. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire
tutto ciò, come anche le piattaforme dove ritrovare il film in
streaming.
The Punisher: la trama del
film
Protagonista del film è
Frank Castle, agente dell’FBI
felicemente sposato e con un figlio. Questi svolge con grande cura
il proprio mestiere, consapevole dei rischi incombenti. Sarà
proprio un imprevisto a spezzare per sempre la sua vita. Nel corso
di una missione sotto copertura, infatti, viene ucciso il figlio di
un importante e spietato boss d’affari di Tampa di nome
Howard Saint. In cerca di vendetta, questi arriva
a scoprire il nome di colui che ritiene responsabile della morte
del figlio, ed invia da questi alcuni dei suoi uomini migliori. La
famiglia di Frank viene così brutalmente uccisa, e lui si salva
solo perché creduto morto. Riacquistate le sue forze e pianti i
cari uccisi, Frank decide di iniziare una personale missione alla
ricerca dei responsabili di quel massacro.
Egli si reca allora a Tampa,
iniziando la propria indagine che lo porterà a scontrarsi con
Saint. Prima di arrivare a questi, però, ci sono diverse prove che
Frank dovrà superare. Durante queste forgerà il proprio carattere e
il proprio corpo, divenendo una letale macchina da guerra. Ben
presto, egli arriverà a dimostrare come la vendetta sia un atto
irrisorio in confronto a ciò che lui cerca. Indossando una maglia
regalatagli dal figlio, raffigurante un grande teschio, Frank
assume i panni de Il Punitore. Ed è questo che
vuole infliggere ai suoi nemici, una severa e fredda punizione.
Nulla potrà fermarlo dal compiere la sua missione.
The Punisher: il cast del
film
Per il ruolo del protagonista Frank
Castle, il regista aveva in mente un solo attore: Thomas
Jane. Questi tuttavia rifiutò più volte l’offerta di
interpretare il personaggio, non pensando a sé come l’interprete
ideale per un supereroe. L’attore cambiò però idea nel momento in
cui gli furono mostrati i primi bozzetti del look del personaggio.
Approfondendo questo anche tramite la lettura dei fumetti, Jane
divenne un vero e proprio fan di Il Punitore, ed ebbe modo di
costruire il personaggio ricercando una marcata complessità nella
sua psicologia di fondo. Per prepararsi al ruolo, infine, si
sottopose ad un lungo allenamento che lo portò a guadagnare diversi
chili di muscoli. Si allenò in particolare con i Navy SEALs degli
Stati Uniti, apprendendo quanto necessario sul loro ruolo come
forze speciali.
Accanto a lui, nel ruolo dello
spietato Howard Saint, vi è l’attore John
Travolta. Questi raccontò di aver accettato il ruolo
attratto dalla possibilità di interpretare il villain in un film di
questo genere. Roy Scheider, celebre per essere
stato protagonista di Lo squalo, interpreta qui Frank
Castle Sr., padre del protagonista. Si annovera poi la
partecipazione di Laura Harring nei panni di Livia
Saint, moglie di Howard, mentre Will PAtton è
Quentin Glass, braccio destro del boss criminale. Alleati del
protagonista sono invece Rebecca Romijn nei panni
di Joan, Joh Pinette in quelli di Mr. Bumpo, e
Ben Foster come Spacker Dave. Nel film compare
anche l’attore e wrestler Kevin Nash, a cui spetta
il personaggio di il Russo, invincibile sicario inviato contro
Frank con lo scopo di ucciderlo.
The Punisher: i sequel, la
serie TV, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Dato il discreto successo del film,
lo studios di produzione decise di mettere in cantiere un sequel.
La lavorazione di questo si protrasse però per diversi anni,
portando infine il regista e l’attore protagonista ad abbandonare
il progetto. Si decise così di realizzare un reboot del film, e fu
così che nel 2008 arrivò al cinema Punisher – Zona di
guerra, interpretato da Ray Stevenson e
Dominic
West. Il personaggio è poi stato protagonista, dal
2017 al 2019, dell’omonima serie televisiva. Questa nacque come
spin-off di Daredevil, e ad interpretare il protagonista è l’attore
Jon
Bernthal. Ad oggi i diritti di The Punisher sono
tornati totalmente di proprietà della Marvel, e il produttore Kevin
Feige ha accennato circa l’intenzione di riportare il
personaggio sul grande schermo in un prossimo futuro.
In attesa di vedere gli sviluppi
futuri, per gli appassionati del film è possibile fruire
di The Punisher grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare o acquistare il
singolo film, o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. In caso di noleggio però, è bene considerare il fatto che il
film sarà disponibile soltanto per un determinato limite
temporale. The Punisher è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di martedì 10
maggio alle ore 23:50 sul canale
TV8.
Tutti conoscono George Clooney
come affermato attore premio Oscar, celebre per ruoli come quelli
in Michael Clayton, Syriana, Tra le nuvole, Paradiso
amaro. Negli anni, però, egli ha anche compiuto con successo
il passaggio dietro la macchina da presa, dirigendo acclamati film
come Good Night, and Good Luck e Le idi di marzo.
Mentre il suo ultimo film da regista, The Midnight Sky, è da
poco arrivato su Netflix, il suo precedente è ricordato per essere una
sagace critica sociale. Si tratta di
Suburbicon (qui la recensione), che oltre
alla regia di Clooney vanta una sceneggiatura firmata dai premi
Oscar Joel ed Ethan Coen.
Presentato nel 2017 alla Mostra del
Cinema di Venezia, il film era stato originariamente scritto dai
Coen nel 1896, dopo il loro primo film di debutto. Il progetto era
però rimasto per decenni nel cassetto, fino a quando il loro amico
Clooney, che aveva recitato più volte per loro, non si propose di
dirigerlo. Contrariamente ai suoi precedenti film da regista, egli
ha scelto di non apparire qui anche come attore, lasciando che a
recitare fosse un gruppo di attori amici di grande fama. Con
Suburbicon, inoltre, Clooney ha potuto manifestare
nuovamente il suo impegno politico, dando vita ad una commedia nera
che ben racconta i tempi attuali.
Al momento della sua uscita, però,
il film non ottenne una grande accoglienza, passando in sordina
anche per via di altri film dalle tematiche simili, come ad esempio
il ben più acclamato Scappa – Get Out. Suburbicon
è però un’opera che nella sua semplicità riesce ad intrattenere
portando con sé urgenti riflessioni, meritando dunque una seconda
possibilità. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al
significato del film. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Suburbicon: la trama del film
La storia narrata si svolge nel
1959, nella tranquilla città-modello di Suburbicon. Si tratta di
uno dei classici ambienti americani anni Cinquanta, fondati
sull’apparenza e l’ipocrisia di chi vi vive. Tali valori vengono
infatti scossi nel momento in cui una famiglia di colore si
trasferisce a vivere lì, facendo nascere un consistente movimento
di ribellione xenofoba e razzista. Negli stessi giorni, anche la
vita di Gardner Lodge, cittadino esemplare del
posto, viene sconvolta. Una sera, infatti, due uomini si
introducono in casa sua per una rapina, finendo però con l’uccidere
la moglie Rose. Più sconvolto dell’uomo,
però, è il figlio della coppia Nicky.
Il bambino, infatti, inizia a notare
una serie di strani comportamenti di suo padre, il quale sembra
nascondere qualcosa insieme a Margaret, sorella
gemella di sua madre Rose. Quando i due adulti fingeranno di non
riconoscere i due rapinatori, che Nicky aveva invece ben visto in
volto, il bambino capirà che qualcosa di strano sta accadendo in
casa sua. Mentre nella città divampa l’odio nei confronti della
famiglia di colore, la quale dovrà proteggersi anche da violenti
attacchi, Nicky tenta di risolvere i misteri che aleggiano sulla
morte di sua madre. L’imprevedibile serie di eventi che seguiranno
saranno solo l’apice di una vicenda già strada di suo.
Suburbicon: il cast del film
Scegliendo di non recitare nel film,
Clooney ha affidato il ruolo del protagonista Gardner Lodge
all’attore e amico Matt Damon. Nei
panni di sua moglie Rose e della gemella Margaret si ritrova invece
l’attrice premio Oscar Julianne Moore,
che per la seconda volta nello stesso anno recita in un doppio
ruolo (l’altro film in cui avviene ciò è La stanza delle
meraviglie). Oscar Isaac è
invece l’investigatore assicurativo Bud Cooper, che tenterà di
ricattare Gardner. Tutti e tre questi attori avevano già recitato
in precedenti film dei Coen. Nei panni del giovane Nicky si ritrova
poi l’attore Noah Jupe, oggi celebre anche per i
film Honey Boy e A Quiet Place. Nel film doveva
essere presente anche l’attore Josh Brolin, nei
panni di un allenatore di baseball, ma il personaggio venne
tagliato interamente al montaggio.
Suburbicon: il significato
del film, il trailer e dove vederlo in streaming e in TV
Pur essendo una storia originale,
Suburbicon trae liberamente ispirazione da una vicenda
realmente accaduta. Questa ha luogo nel 1957, quando una famiglia
di colore si trasferisce in un quartiere residenziale composto
unicamente da famiglie bianche. L’evento portò, come anche mostrato
nel film, a manifestazioni di razzismo nei confronti dei nuovi
arrivati. Clooney e i Coen decidono di usare questo episodio
soltanto come evento di contorno alla vicenda principale del film.
Mentre la popolazione si adira contro i nuovi arrivati, manca di
vedere dove si svolge il vero orrore da perseguire, ovvero tra le
mura di casa Lodge. Gli autori evidenziano così la differenza che
c’è tra ciò per cui ci si indigna inutilmente e ciò che realmente
dovrebbe attirare l’indignazione. Una tematica sempre attuale, in
un’America sempre più sconvolta dagli scontri raziali.
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Suburbicon è infatti disponibile nei
cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di martedì 10 maggio
alle ore 23:35 sul canale Rai
Movie.
Sempre più negli ultimi anni
Olivier Assayas
si è affermato come uno degli autori più interessanti e acuti della
cinematografia francese. Tra i suoi titoli più recenti, Sils Maria e Personal Shopper hanno
conquistato numerose lodi e portato nuove riflessioni sul ruolo
dell’arte e e del suo rapporto con l’essere umano. Nel 2018,
invece, Assayas ha presentato Il gioco delle
coppie (il cui titolo originale è Doubles
vies, letteralmente “doppie vite”). Si tratta di un film
insolito nella sua filmografia, poiché è questo una pura commedia
ricca di situazioni e dialoghi sagaci. Un genere a suo modo inedito
nel cinema di Assayas, che riesce però a raccontare ugualmente
qualcosa della contemporaneità.
Presentato in concorso alla Mostra
del Cinema di Venezia, con Il gioco delle coppie (qui la recensione) Assayas
costruisce dunque un confronto serrato tra analogico e digitale,
realtà e finzione, vita e letteratura. La doppia vita non è dunque
solo quella che i personaggi possiedono, ma si estende anche al
mondo della comunicazione sempre più frammentato e in costante
mutamento proprio come se, appunto, stesse vivendo una seconda
vita. Per Assayas il cuore del racconto è dunque il modo in cui si
sceglie di rapportarsi a queste inevitabili trasformazioni, tra chi
vi si oppone fermamente e chi invece vi si adatta ritrovandovi dei
vantaggi.
Il gioco delle coppie è
dunque una fotografia dei nostri tempi, spesso esilarante,
alimentata da una serie di conversazioni su ciò che questa
transizione tecnologica significa per tutti noi, su cosa si
guadagna e cosa si perde. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Il gioco delle coppie: la trama del film
In Il gioco delle coppie,
Alain Danielson è un editore parigino di successo
che fa fatica ad adattarsi alla rivoluzione digitale che sta
investendo il mondo della comunicazione e dell’editoria. Mentre
cerca di capire come muoversi all’interno di questo caotico
territorio per lui ancora inesplorato, egli cerca di continuare il
suo lavoro nel modo più tradizionale possibile, leggendo e
selezionando nuovi manoscritti da pubblicare. Tra questi compare
anche il nuovo romanzo di LeonardSpiegel, suo autore e amico da lungo tempo. Alain,
che non ha mai mancato di pubblicare i libri di Leonard, si trova
inaspettatamente a doversi opporre a questa nuova opera.
Il lavoro di Leonard risulta infatti
già vecchio e profondamente banale. Eppure,
Selena, moglie di Alain e attrice di successo,
sembra aver preso molto a cuore il progetto, considerandolo un vero
capolavoro, il miglior libro mai scritto da Leonard. Di parere
opposto sembra invece la moglie dello scrittore,
Valérie, la quale è ormai totalmente
disinteressata al marito in favore della sua brillante carriera. A
complicare la situazione l’azienda di Alain assume una giovane e
ambiziosa donna, Laure, con il compito di
facilitare l’accesso dell’azienda nell’era digitale. Ben presto, i
rapporti di questi personaggi finiranno per intrecciarsi e
diventare caotici come il mondo della comunicazione che li
circonda.
Il gioco delle coppie: il cast del film
Ad impreziosire il film di Assayas
vi sono alcuni tra i più celebri interpreti del cinema francese, a
partire da Guillaume Canet nei panni dell’editore Alain.
Recentemente visto in titoli come Gli infedeli, 7 uomini a mollo e La belle époque, Canet
si disse molto interessato al progetto di Assayas, apprezzando la
volontà di raccontare il mondo della comunicazione contemporanea
attraverso il genere della commedia. Accanto a lui, nel ruolo di
sua moglie Selena, vi è l’attrice vincitrice del premio Oscar
Juliette
Binoche. Per lei si è trattato del terzo film girato
sotto la regia di Assayas dopo Ore
d’estate e sils Maria.
L’attore Vincent
Macaigne, visto anche in Eden,C’est la
vie e The French Dispatch, interpreta invece lo
scrittore Leonard. Per lui è stata la prima collaborazione con
Assayas. Nei panni della moglie Valérie si ritrova invece
Nora Hamzawi, vista poi l’anno successivo
nell’acclamato film Alice e il sindaco. La giovane
Christa Théret, celebre grazie ai film
Cacciatore di teste, LOL – Il tempo dell’amore e La
figlia del capo, interpreta qui il ruolo di Laure, la giovane
neo impiegata presso l’azienda di Alain. Nel film si ritrovano poi
gli attori Pascal Greggory, visto in La vie en
Rose e Frankie, nel ruolo di Marc-Antoine Roulvel e
Antoine Reinartz in quello di Blaise.
Il gioco delle coppie: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il gioco delle
coppie è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di martedì 10 maggio
alle ore 21:15 sul canale Rai
5.
In una divertente intervista con
Geek Culture in merito a Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
Elizabeth Olsen ha risposto all’annosa domanda:
chi vorrebbe che fosse suo padre nel MCU, dato che il Multiverso
permetterebbe sia a Ian McKellen che a
Michael Fassbender di entrare nel flusso degli
eventi come Magneto, che, lo ricordiamo, nei fumetti è il papà di
Wanda? Ecco cosa ha risposto:
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Attenzione: questo articolo
contiene spoiler su Doctor Strange nel Multiverso della
Follia
Una delle critiche più spesso
rivolta al MCU
ha a che fare con la formula narrativa dei suoi film, considerata
piuttosto stantia. E’ vero che ogni film esplora l’arco di diversi
personaggi all’interno delle strutture di genere, ma si tratta
solitamente di storie standard in 3 atti che seguono il familiare
tropo del “viaggio dell’eroe” con tensione crescente, una
sottotrama romantica, e una resa dei conti con il cattivo in cui il
bene trionfa sul male.
Per molti versi, l’ultima
attesissima uscita sul grande schermo del MCU
– Doctor Strange nel Multiverso della Follia –
aderisce a questa formula, ma il sovversivo sequel di Doctor Strange di Sam Raimi si distingue anche
per la sua unicità.
Come si attiene alla formula Marvel:
La struttura in tre atti
Ci sono molti modi per struttura una
storia: The Girl with the Dragon Tattoo si
sviluppa in cinque atti, I Predatori dell’arca
perduta in sette atti, e film come 8½ e
Mulholland Drive si liberano completamente della
canonica struttura in atti.
Sappiamo che, nella narrativa e al
cinema, la logica standard per strutturare un racconto è quella
della suddivisione in 3 atti – impostazione, tensione crescente e
climax – e, come ogni altro film del MCU,
Doctor Strange nel Multiverso della Follia si
adatta perfettamente a questo modello.
Una spalla spiritosa
Quasi ogni eroe del MCU
si avvale di una spalla, un compagno di avventura spiritoso e
memorabile. Tony Stark ha James
Rhodes, Clint Barton ha Kate
Bishop, Peter Quill ha
Rocket, Shang-Chi ha
Katy, Scott Lang ha
Luis, Peter Parker ha Ned
Leeds, T’Challa ha Shuri
e la lista potrebbe ancora andare avanti.
Il compagno di Doctor
Strange è solitamente Wong ma, essendo
rimasto bloccato nel multiverso, Strange è affiancato in questo
sequel dalla viaggiatrice inter-dimensionale America Chavez, a cui sono affidate alcune
delle battute più spassose del film.
La sottotrama romantica
Da quando Tony
Stark si è innamorato di Pepper Potts in
Iron Man, quasi tutti i film del MCU
hanno cercato di inserire, a volte in maniera forzata, una
sottotrama romantica alle loro storie. Ci sono alcune eccezioni a
questa regola non scritta, come nel caso di Captain Marvel e
Shang-Chi, ma anche colpi di scena improvvisi,
come il Jerry di Black Panther e
la dinamica degli ex che cercano di diventare amici con
T’Challa e Nakia. Comunque, in
linea generale, il MCU
cerca di sfruttare sempre il paradigma della storia d’amore
hollywoodiana.
Dopo che il primo film di
Doctor Strange ha dato a Stephen
Strange e Christine Palmer una delle
storie d’amore più anonime dell’MCU,
il secondo si spinge oltre, facendola diventare una delle più
coinvolgente. Sì, il personaggio di Rachel McAdams
è ancora troppo sottostimato, ma Doctor Strange 2 costringe
Stephen ad affrontare il fatto che ha perso
l’amore della sua vita (in ogni realtà concepibile).
Le sequenze espositive
Un’altra delle critiche più
frequenti mosse al MCU
– specialmente per quanto riguarda la piega multiversale presa dal
franchise – è che i film e le serie siano infarcite a dismisura di
sequenze meramente espositive e superflue per la narrazione. Anche
in Doctor Strange 2 i fan hanno individuato
alcuni frangenti fin troppo descrittivi, che esistono solo per
legittimare MacGuffin “magici” e le storie del multiverso.
Ne è un esempio la sequenza degli
Illuminati, che funziona unicamente come
agglomerato di camei importanti, per spiegare chi sono i membri di
questo consiglio di supereroi e perché Strange è considerato un
cattivo nel loro universo.
Il bene trionfa sul male
Il finale di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
potrebbe anche distaccarsi dalle tradizionali sequenze di battaglie
finali, disordinate e combattute da scagnozzi senza volto, ma
culmina in una standard resa dei conti tra l’eroe e il cattivo in
cui il bene alla fine trionfa sul male.
America usa i suoi
poteri per mostrare a Wanda le conseguenze delle sue azioni –
mettendola di fronte a quello che dovrebbe essere il suo ruolo di
madre “malvagia” – che la porta a sacrificarsi, ponendo fine al
dominio della magia nera.
Come devia dalla formula Marvel:
La componente horror
Il MCU
si è dilettato in alcune strutture di genere diverse al di fuori
del genere standard dei supereroi. Ad esempio,
Ant-Man è un heist movie, Guardiani della Galassia
una space opera, Captain America: The Winter
Soldier è un thriller cospirativo, e così via.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
stato presentato fin da subito come il primo vero e proprio film
horror del MCU. Grazie al
coinvolgimento del leggendario regista horror Sam
Raimi, il film ha indubbiamente mantenuto questa
promessa.
Il cattivo è un Vendicatore
Il primo atto di Doctor Strange 2 ci presenta la formula tipica
del team-up dei Vendicatori quando Strange e
Wong riconoscono le rune della stregoneria sul
demone che insegue America Chavez e cercano l’aiuto dell’unica
strega che conoscono: Wanda Maximoff.
I trailer hanno portato avanti
questa convinzione, di un’alleanza tra Strange e
Wanda nel corso del film, ma già dal primo atto
abbiamo capito che le cose sarebbero andate diversamente. Come si
scopre, infatti, è Wanda stessa la strega che sta
perseguitando America Chavez.
Il salto tra universi
paralleli
L’episodio finale di
Loki si è allontanato dalla Timeline Sacra per
presentarci la ramificazione delle linee temporali, la creazione
del multiverso. Dopo che Spider-Man: No Way Home ha toccato questo
nuovo capitolo del MCU
con una manciata di visitatori multiversali da altri franchise,
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
il primo film del franchise a saltare effettivamente tra infinite
realtà alternative.
Dopo aver incontrato la supereroina
adolescente America Chavez, Strange finisce per viaggiare
attraverso un universo dove tutto è fatto di vernice, un universo
con gli Illuminati in carne ed ossa, e un universo
dove ha condannato l’umanità.
Tematiche oscure
La maggior parte dei film del
MCU
non è solita esplorare tematiche più profonde, bensì argomenti
leggeri come “gli amici come famiglia” e “tutti meritano una
seconda possibilità”, facilmente digeribili dal pubblico di tutte
le età. Tuttavia, nel sequel di Doctor Strange,
Raimi si cimenta con alcune tematiche oscure.
Il regno del terrore di Wanda è il risultato del suo dolore
invalidante: vuole prendere la vita di un adolescente per poter
stare con i bambini che ha perso e usa il suo amore materno per
giustificare l’omicidio di un bambino. L’arco di
Strange, invece, che si sta ancora riprendendo dal
dolore dopo che Christine ha sposato un altro
uomo, esplora ciò che serve per essere felici.
Lo stile di Sam Raimi
Benché i fan di Sam
Raimi fossero estasiati quando la leggenda del cinema
horror è stata assunta per dirigere il sequel di Doctor
Strange, vi era anche un certo scetticismo nei riguardi
della libertà creativa che gli sarebbe stata concessa dovendo
adeguarsi ai confini dello stile Marvel. In definitiva, comunque,
ciò che distingue Doctor Strange nel
Multiverso della Follia dagli altri film del MCU
è l’inconfondibile timbro autoriale di Raimi.
La critica si è divisa per quanto
riguarda la caotica rappresentazione del multiverso offertaci dal
film, ma sono tutti d’accordo nel dire che Sam
Raimi è riuscito a far il film che voleva e che questo
sequel di Doctor Strange è prima di tutto un film
di Sam Raimi e poi del MCU, che unisce sequenze
visionarie al suo approccio sfacciatamente camp, con un mix di
orrore macabro e umorismo peculiare.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
offre al pubblico un ulteriore e più approfondito sguardo
allo stato attuale del MCU,
ma imposta anche le basi per futuri film del franchise, al momento
in continua espansione. In questo senso, il sequel di
Doctor Strange anticipa, o conferma,
progetti che sapevamo essere nell’aria, e lascia spazio a
speculazioni su spinoff dei personaggi che incontriamo nel
film.
Young Avengers
Anche se un film sugli
Young Avengers non è ancora stato
ufficialmente annunciato, l’introduzione di molti eroi adolescenti
nella Fase 4 del MCU
indica la possibilità di un grande team-up nel futuro prossimo. Il
debutto di America Chavez in Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
un altro importante indizio in tal senso, dopo le apparizioni di
Billy e Tommy sia in
WandaVision che in questo film. Nella
serie tv, abbiamo scoperto che i figli di Wanda sono dotati di
propri poteri e sappiamo dai fumetti che diventeranno i giovani
supereroi Speed e Wiccan.
Anche Kate Bishop
(HaileeSteinfeld) di
Hawekeye è uno dei membri dei Giovani Vendicatori
nei fumetti, quindi l’approdo di America nel
MCU sembra logicamente
puntare alla formazione di una squadra di giovani supereroi nel
MCU. Alla fine del sequel
di Doctor Strange, America sta ancora cercando di
comprendere i propri poteri, dunque ci sarà molto da esplorare del
suo personaggio nei film futuri.
I fantastici 4
Il film sui Fantastici
Quattro è già stato confermato dagli studi della
Marvel, anche se la produzione sarà
ostacolata dalla recente rimozione di Jon Watts
dalla cabina di regia. Intanto le voci di Doctor Strange 2 riguardanti il cameo di
John Krasinski come Mr. Fantastic
si sono dimostrate essere corrette, e l’attore appare
effettivamente come un membro degli Illuminati
nell’universo di Terra-838.
Mentre non si sa ancora se Krasinski
riprenderà il ruolo nell’annunciato progetto dei Fantastici
Quattro, l’utilizzo di Reed Richards nel
film all’interno del multiverso dimostra, in casa Marvel, un entusiasmo crescente
nell’introdurre nuovamente la famosa famiglia di supereroi in una
nuova veste aggiornata.
The Marvels
Un altro personaggio che
Doctor Strange incontra su Terra-838 è una
versione alternativa di Captain Marvel – in quell’universo,
Maria Rambeau (Lashana Lynch) che
possiede gli stessi poteri di Carol Danvers
nell’universo principale 616 del MCU.
Anche se sembra improbabile che l’MCU
farà un film incentrato sulla versione di Rambeau
dell’eroina, la sua apparizione in Doctor Strange nel Multiverso della Follia ci
ha ricordato che il sequel di Captain Marvel, The
Marvels, è previsto per il 2023.
Il personaggio di Maria
Rambeau è stata dichiarata morta in
WandaVision, ma sua figlia Monica
(Teyonah Parris) ha avuto un ruolo importante
nella serie tv ed è stato confermato che apparirà accanto alla
Carol Danvers di Brie Larson in The
Marvels.
Inhumans/Black Bolt
Doctor
Strange nel Multiverso della Follia
ha visto anche un’inaspettata apparizione di
Anson Mount
nei panni di
Blackagar Boltagon,
conosciuto per la prima volta come Black Bolt nella serie di breve
durata
Inhumans
della
ABC.
E’ un eroe in grado di causare la peggiore distruzione con il più
dolce dei sussurri, e sarebbe interessante vedere il personaggio
rinnovato per ilMCU.
Dato che era prevista l’uscita di un film sugli Inumani, che è poi
stato cancellato, sembra che la Marvel potrebbe essere desiderosa
di reintrodurre i personaggi ad un pubblico più ampio. Inoltre, c’è
la possibilità che un’altra versione di Black Bolt possa tornare
nelMCU
per sostenere un eroe più importante – molto probabilmente
Mr. Fantastic,
dato che
Black Bolt
è stato originariamente introdotto proprio in un fumetto dei
Fantastici Quattro.
Captain Carter
In
un emozionante richiamo all’episodio 1 diWhat
If…?,Doctor Strange nel Multiverso della Follia
vede
Hayley Atwell
tornare in un film live-action delMCU,
ora come
Capitano Carter.Peggy Carter
continua ad essere la preferita del pubblico, e la Marvel ha riportato la Atwell nel
ruolo più volte, anche nel cortometraggio one-shot
Agent Carter,
che è divenuto poi una serie tv trasmessa da
ABC.
Dopo gli episodi di What If…? che esploravano la possibilità che
Peggy prendesse il siero del Super-Soldato al posto di
Steve Rogers,
è stato ampiamente speculato dagli spettatori che la Atwell potesse
riprendere il ruolo in un film live-action su
Captain Britain.
I Marvel Studios non hanno ancora annunciato
alcun piano per tale progetto, ma questo non rende l’apparizione
di
Captain Carter
inDoctor Strange
2
meno eccitante.
Sequel degli X-Men/Film da solista
di Patrick Stewart
La
prima apparizione di
Charles Xavier
nelMCU
è stata una mossa vincente prima dell’uscita diDoctor Strange nel Multiverso della
Follia,
dopo che il trailer ha vagamente confermato il suo ruolo nel film.
Anche se ha poco tempo sullo schermo, la versione Terra-838 del
personaggio è abbastanza simile alla versione vista nei precedenti
film degli
X-Men
e, come sappiamo, il pubblico ha atteso a lungo l’ingresso degli
X-Men nelMCU.
Dopo il depistaggio di
Quicksilver
in
WandaVision,
è estremamente emozionante rivedere l’amato
Professor X
di
Sir Patrick Stewart.
Mentre non sono stati annunciati piani per un film sugli
X-Men
nelMCU
o per un film sul
Professor X
da solista, non c’è alcun dubbio che il pubblico accoglierebbe un
film che permetta ai mutanti di combattere insieme ai membri
degli
Avengers.
Avengers 5
Oltre
a preparare numerosi e potenziali film standalone, o pellicole
incentrate su altri gruppi di supereroi,Doctor Strange nel Multiverso della Follia
pone le basi per un nuovo film sui
Vendicatori.
Poiché molti dei membri dei Vendicatori originali sono morti o
stanno addestrando eroi più giovani per prendere il loro posto, ci
sono varie speculazioni su come il gruppo continuerà a resistere e
a rimanere unito.
Come molti dei film delMCU
dopoAvengers Endgame,
questo si occupa delle conseguenze del blip, con
Stephen Strange
alle prese con il suo ruolo specifico nel dare la Pietra del Tempo
a Thanos invece di combatterlo in qualche altro modo. Questo porta
a un’esplorazione del personaggio che lo vede diventare più maturo
e umile, qualità che servono per integrarsi con una posizione di
leader per la nuova versione dei
Vendicatori,
che unirà ex membri come
Ant-Man
e nuovi membri come
Shang-Chi.
Doctor Strange 3
Per
ultimo, la scena che segue una nota nei titoli di coda che
“Doctor
Strange tornerà”
implica cheBenedict Cumberbatch
ritornerà ancora una volta nei panni di
Stephen Strange.
Anche se sembra aver trovato un po’ di pace con se stesso alla fine
del primo sequel, così come la capacità di vivere una vita
semi-normale accanto ai suoi doveri di stregone, la scena
post-credits diDoctor Strange 2
ci ha regalato un cameo di
Charlize Theron
nei panni di
Clea.
Il personaggio dei fumetti è una collega stregona che combatte al
fianco di
Doctor Strange
come allieva e alla fine lo sposa assumendo il ruolo di Stregone
Supremo. Nella scena in questione, Clea trova Doctor Strange e lo
sfida ad entrare in un portale cosmico con lei, il che apre la
porta sia ad altri viaggi multiversali che allo sviluppo dell’arco
del personaggio di Stephen Strange. È possibile che
Doctor Strange 3
possa continuare ad esplorare territori e tematiche più oscure, per
seguire gli effetti che il
Darkhold
sembra aver avuto sul personaggio titolare.