Home Blog Pagina 800

Army of The Dead: l’incontro con il cast

Army of the Dead
ARMY OF THE DEAD (L to R) ZACK SNYDER (DIRECTOR, PRODUCER, WRITER) in ARMY OF THE DEAD. Cr. CLAY ENOS/NETFLIX © 2021

Dopo l’impresa compiuta riuscendo finalmente a realizzare la sua Snyder Cut di Justice League, Zack Snyder torna ad un progetto originale, questa volta su “piccolo”schermo, per un film targato Netflix: Army of the Dead.

Immaginate un mondo dove Las Vegas, che già di per sé è una città singolare, sia la residenza di un gruppo di super intelligenti e evoluti zombie. Dentro ad una città circondata da un muro (vi ricorda qualcosa?) allo scopo di contenerli, questi zombie 2.0 vivono indisturbati fino a quando uno sgangherato gruppo di coraggiosi uccisori di zombie non si reca nella red zone per recuperare un bottino multimilionario custodito all’interno del caveau di un casinò abbandonato. Questo sbilenco gruppo di eroi riuscirà nell’impresa? Una cosa è certa, il gioco vale la candela, tigre zombie compresa.

Seduto come in un’inquadratura di uno dei suoi film, Zack Snyder dà il benvenuto all’incontro stampa di Army of The Dead che comprende un incredibile cast: Dave Bautista, Ella Purnell, Omari Hardwick, Matthias Schweighöfer, Ana de la Reguera, Nora Arnezeder, Tig Notaro, Garret Dillahunt, Theo Rossi, Raul Castilo, Samantha Win, Huma S. Qureshi, Hiroyuki Sanada e Richard Cetrone.

Ogni personaggio è contraddistinto da una caratteristica e ognuno di loro, pre-apocalisse zombie, aveva una mansione, o un lavoro completamente differente, un po’ come tutti coloro che si sono dovuti reinventare causa Covid.

Cambiare è inevitabile? “Ognuno si è dovuto abituare ad una nuova normalità – spiega Nora Arnezeder – per esempio il mio personaggio nel film è una solitaria che impara come stare in gruppo e lavorare insieme, ma soprattutto scopre cos’è la solidarietà e l’umanità nel suo percorso e credo sia ciò che è successo a molte persone durante la pandemia.”

E se per la bionda Lily nel film cambiare è inevitabile, per Omari Hardwick, la star di Power, il cinema prende spunto dalla realtà “ognuno di noi ha un destino e un percorso scritto per una ragione e credo sia un po’ profetico e ironico che Zack sia riuscito a portare alla vita un film come questo dove l’arte imita la vita, e a volte, come in questo caso, in un certo senso la precede.”

Parola al protagonista di Army of the Dead, Dave Bautista

Profetico, geniale, un gran comunicatore in grado di mettere insieme in armonia un variegato numero di attori, così viene descritto Zack Snyder dai protagonisti del suo film, soprattutto dal leader Dave Bautista, che, per la prima volta nella sua carriera di attore, offre davvero una performance che non si basa affatto solo sulla presenza scenica e sul fisico: “La prima volta che ho letto la sceneggiatura ho pensato che fosse davvero una storia di redenzione, il che mi ha sorpreso, perché pensavo che Scott, il mio personaggio, fosse il classico eroe d’azione, ma quando ho visto che non era così ma che aveva moltissime sfumature, un passato e tanta sofferenza, ho pensato che avesse molta anima – dice l’ex wrestler – Zack mi ha dato molta libertà nell’esprimermi, volevo dare spessore a questo personaggio, ovviamente fisicamente lo rispecchio già, credo sia interessante la vulnerabilità che è stata data al mio Scott, in questo modo le persone fanno il tifo per lui, soprattutto quando si trova nelle situazioni più difficili. C’è un bellissimo risvolto familiare, è un film stratificato, non è la classica pellicola sugli zombie, ci sono moltissime emozioni e questo per me rende la storia interessante e unica.”

È ormai noto come Snyder abbia una fascinazione per la mitologia greca, anche in Army of The Dead non si è lasciato sfuggire l’occasione e il suo zombie alpha infatti, prende spunto proprio dal Dio Zeus, ma da dove viene questa passione? “Sono un grande fan di Joseph Campbell e il suo “potere del mito”, il modo in cui troviamo spesso noi stessi nel mito e come il mito stesso in molte cose sia lo strumento per decodificare il mondo. C’è una ragione sul perché le storie vengono raccontate nel tempo nelle differenti culture, credo sia un modo per ricordare noi stessi, per me l’aspetto mitologico di questo Zeus è per descriverlo come una sorta di padre di questa specie è l’Adamo di questo nuovo mondo, un leader, e quando vede la statua di Zeus è come se vedesse sé stesso, lì realizza che ha bisogno di un mantello.”

Il film arriverà su Netflix il 21 maggio. Preparatevi a un’esplosione di divertimento pop e fluo, che però non trascura un sotto testo di critica alla società americana e alla sua gestione, antieroi problematici che scappano dai loro problemi e zombie per i quali fare il tifo, innamorati e molto più umani di quello che si può pensare. Tra tigri zombie e Las Vegas distrutta, Zack Snyder ci regala un film stratificato, come i suoi personaggi, che vivono in un mondo molto simile al nostro e lottano per redimersi, nessuno vuole essere un eroe, per fortuna!

 
 

Tom Hiddleston sull’imitazione di Loki da parte di Chris Evans in Thor: The Dark World

thor the dark world

Thor: the Dark World è arrivato in sala sulla scia di The Avengers, film che ha contribuito non solo a trasformare il MCU nel longevo e remunerativo franchise che conosciamo oggi, ma anche ad aumentare la popolarità del Loki di Tom Hiddleston.

Thor: The Dark World è stato accolto in maniera contrastante da parte della critica, e ad oggi è innegabilmente uno dei film meno amati dell’intero MCU. Tuttavia, proprio in relazione al personaggio di Loki, in quel film è presente una scena decisamente memorabile. Si tratta del momento in cui Thor libera Loki dalla sua prigione: mentre camminano lungo il palazzo asgardiano, Loki cerca di far irritrare Thor cambiando di continuo forma e assumendo l’identità di vari personaggi, tra cui quella di Steve Rogers.

Quel breve momento vede Chris Evans nei panni di Captain America (ovviamente non è il vero Cap, ma sempre Loki sotto mentite spoglie): la scena è stata ripetuta di nuovo in Avengers: Endgame, quando Loki si trasforma ancora una volta in Steve all’indomani della battaglia di New York.

In occasione della promozione di Loki, la serie che debutterà il 9 maggio su Disney+, Tom Hiddleston ha ricordato alcuni dei suoi momenti preferiti del MCU in un’intervista con EW. Ovviamente, ha fatto riferimento anche a quella scena di Thor: the Dark World, in cui l’attore ha indossato brevemente l’abito di Cap per uno screen test.

“Quello è stato un momento molto strano e surreale, tuttavia piacevole. Ho avuto modo di capire qual è la sensazione – qualunque essa sia – che si prova a indossare quel vestito. È una cosa che capita una volta nella vita. Ho dovuto imitare Chris, ma anche Chris ha dovuto imitare me… e lo ha fatto in maniera brillante.”

 
 

Loki: nuova featurette con Tom Hiddleston

LOKI

In occasione dell’imminente debutto su Disney+, Tom Hiddleston ha regalato ai fan un breve riassunto di 30 secondi della storia di LOKI all’interno del Marvel Cinematic Universe, attraverso una nuova appassionante featurette. La serie originale Marvel Studios Loki arriverà da mercoledì 9 giugno in esclusiva su Disney+.

LOKI segue le vicende del dio dell’Inganno quando esce dall’ombra di suo fratello, in una nuova serie che si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame. Tom Hiddleston torna nei panni del protagonista, insieme a Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Wunmi Mosaku e Richard E. Grant. Kate Herron è la regista, mentre Michael Waldron è il capo sceneggiatore.

LOKI, la serie tv

La trama di LOKI si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame e seguirà le vicende del Loki che è fuggito nel 2012 grazie al Tesseract. Come rivelato dall’attore stesso, il Loki della linea temporale principale è stato ucciso da Thanos in Avengers: Infinity War, ma quando Iron Man, Capitan America e Ant-Man si recano nel 2012 per recuperare il Tesseract, involontariamente fanno fuggire il Loki che era appena stato sconfitto dagli Avengers.

Tom Hiddleston torna nei panni del protagonista, insieme a Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Wunmi Mosaku e Richard E. Grant. Kate Herron è la regista, mentre Michael Waldron è il capo sceneggiatore.

 
 

The Flash: la produzione stuzzica i fan con le sedie dei due Bruce Wayne

Le riprese di The Flash sono ufficialmente partite ormai da diverse settimane. Nelle ultime ore, il regista Andy Muschietti e la produttrice Barbara Muschietti si sono divertiti a stuzzicare i fan in merito al coinvolgimento del personaggio di Batman nel film.

Come sappiamo ormai da tempo, infatti, in The Flash appariranno sia la versione di Batman ad opera di Michael Keaton (quella dei film diretti da Tim Burton nel 1989 e nel 1992) sia quella ad opera di Ben Affleck (apparsa in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League, entrambi diretti da Zack Snyder).

Ora, Andy Muschietti e Barbara Muschietti hanno condiviso sui rispettivi profili Instagram le sedie dei due Bruce Wayne, quelle che gli attori possono utilizzare per sedersi durante le pause fra le riprese. Chiaramente, nessuno ha rivelato a quale dei due attori appartengono le sedute, che sono contrassegnate da due colori differenti. Potete vedere le immagini di seguito:

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Non ci sarà invece Billy Crudup, che aveva interpretato Henry Allen (il padre di Barry) in Justice League: l’attore verrà sostituito nella parte da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

 
 

Elizabeth Olsen su Doctor Strange 2: “Non vedo l’ora di vedere la reazione dei fan”

Elizabeth Olsen

La serie WandaVision si è concluca con Wanda Maximoff che è ufficialmente diventata Scarlet Witch, un essere ancora più potente dello stesso Stregone Supremo. Wanda e Stephen, ovviamente, si incontreranno in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, film che promette di essere una parte fondamentale del viaggio di Scarlet nel MCU.

In una recente intervista con Explica, Elizabeth Olsen ha parlato di come vede il ruolo di Wanda ora, anticipando alcuni importanti sviluppi nel sequel di Doctor Strange. “Ho trascorso gli ultimi 7 anni della mia vita a interpretare questo personaggio. È cresciuta e cambiata con me”, ha detto l’attrice. “Ma è stato solo con WandaVision, e chiaramente anche con Doctor Strange in the Multiverse of Madness, che ho avvertito questa sensazione di proprietà e di licenza creativa nei suoi confronti.”

Olsen ha poi anticipato alcuni sviluppi entusiasmanti nel sequel di Doctor Strange per tutti coloro che hanno già seguito la storia del suo personaggio grazie alla serie Disney+. “Ogni film Marvel è unico e questo sorprenderà sicuramente i fan. Non vedo l’ora di vedere la loro reazione, soprattutto quando si tratterà della parte di WandaVision.”

È probabile che Elizabeth Olsen si riferisca a Scarlet Witch che si fa strada attraverso il Multiverso nel tentativo di rintracciare i suoi figli, Billy e Tommy. Anche se sono stati spazzati via quando la maledizione su Westview è cessata, durante la scena post-credits dell’episodio finale abbiamo sentito le loro voci invocare aiuto mentre Wanda esplorava il Darkhold, a dimostrazione che potrebbero essere ancora vivi da qualche parte…

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo), Tilda Swinton (Antico) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

 
 

Kevin Bacon ribadisce di voler apparire in Guardiani della Galassia Vol. 3

kevin bacon

Nel primo Guardiani della Galassia, Star-Lord (Chris Pratt) racconta a Gamora (Zoe Saldana) di un grande “eroe” della Terra di nome Kevin Bacon che ha insegnato a un’intera città ad apprezzare il potere della danza. Chiaramente, il riferimento era al film Footloose del 1984, che Peter Quill – come abbiamo poi scoperto in Avengers: Infinity War – considera “il più grande film di tutti i tempi”.

Da quel momento, i fan hanno sempre voluto che Bacon apparisse nel franchise e, a quanto pare, anche l’attore di X-Men: L’inizio approva l’idea. Durante un’intervista con Esquire, a Bacon è stato chiesto proprio dell’eventualità di un cameo nel prossimo Guardiani della Galassia Vol. 3. “Ascolta, mi piace l’idea. Mi piacerebbe farne parte ”, ha risposto l’attore, prima di rivelare che, in realtà, quando è andato a vedere il primo film, non era a conoscenza di quella menzione speciale.

“Quando ho visto il primo Guardiani della Galassia, sono andato a vederlo senza sapere che in qualche modo si parlava anche di me… Era di pomeriggio, ero a New York, sulla 67esima. Stavo andando al cinema da solo, come faccio spesso. E all’improvviso mi sono ritrovato a pensare: ‘Santo cielo. Stanno parlando di me. Ragazzi, avete capito?’.”

La natura talmente surreale e assurda dei film dei Guardiani della Galassia potrebbe tranquillamente “giustificare” un effettivo cameo di Kevin Bacon. Dopotutto, James Gunn ha fatto sì che David Hasselhoff – un altro degli idoli d’infanzia di Quill – apparisse in Guardiani della Galassia Vol. 2. La domanda è: i fan preferirebbero vedere Bacon nei panni di sé stesso o nei panni di un personaggio dei fumetti?

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

 
 

Emily Blunt è stanca delle domande su Sue Storm: “Il mio supereroe è Mary Poppins”

Emily Blunt

I fan del MCU vorrebbero vedere Emily Blunt nei panni di Sue Storm nel reboot dei Fantastici Quattro, ma proprio di recente l’attrice ha ribadito di non essere interessata a prendere parte ad un film di supereroi. Tuttavia, sembra che la questione stia iniziando ad irritare la diretta interessata. Il motivo ve lo spieghiamo di seguito…

L’attrice è attualmente impegnata con la promozione di A Quiet Place II, il sequel del thriller/horror diretto da John Krasinski (nella vita sposato proprio con Blunt), e durante un’intervista con CinePop le è stato chiesto ancora una volta della questione Fantastici Quattro. L’attrice ha prima ironizzato dicendo di aver già interpretato un supereroe – “Mary Poppins è un supereroe. Questo è il mio supereroe. L’ho già fatto”, in riferimento al film Il ritorno di Mary Poppins – e ha poi spiegato che non esiste un personaggio dei fumetti che le piacerebbe interpretare, lasciando intendere non solo di non essere una grande appassionata, ma ribadendo ancora una volta di non essere intenzionata a prendere parte ad un cinecomic: “Non lo so. Non sono un’esperta. Lascio che siano i fan a scegliere nei panni di quale personaggio mi vorrebbero vedere. Davvero, non ne so molto al riguardo.”

Tuttavia, in un’altra intervista in cui le hanno nuovamente chiesto di Sue Storm, Blunt è apparsa leggermente più irritata, rispondendo a tono alla persona che le aveva posto l’ennesima domanda sui Fantastici Quattro: “Sei la terza persona ad essere entrata. È la terza intervista che faccio da oggi e ognuno di voi me l’ha chiesto”. Potete vedere l’estratto dall’intervista cliccando qui.

In passato Emily Blunt si era così espressa in merito ai Fantastici Quattro e al ruolo di Sue Storm: “Si tratta semplicemente di un fantacasting. Non ho mai ricevuto una telefonata in merito. Sono soltanto persone che dicono: ‘Non sarebbe fantastico?’. Non che sia al di sotto delle mie possibilità. Amo Iron Man e quando mi hanno offerto il ruolo di Vedova Nera ero ossessionata da Iron Man. Volevo lavorare con Robert Downey Jr., sarebbe stato fantastico… ma non so se i film di supereroi fanno per me. Non sono nelle mie corde. Non mi piacciono. Davvero.”

Cosa sappiamo del reboot Marvel sui Fantastici Quattro

Il film dei Fantastici Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista di Spider-Man: HomecomingSpider-Man: Far From Home e di Spider-Man 3, attualmente in fase di produzione. Al momento non è stato ancora designato chi si occuperà ufficialmente di scrivere il reboot.

 
 

Sebastian Stan ha saputo del ruolo di Bucky il giorno del Pesce d’aprile

Bucky Barnes

Dal suo debutto in Captain America: Il primo vendicatore, nessuno avrebbe potuto prevedere la popolarità che avrebbe raggiunto il personaggio di Bucky Barnes né tantomeno il ruolo chiave che avrebbe giocato nel futuro del MCU.

In una recente intervista con Variety, Sebastian Stan ha rivelato come ha scoperto di aver ottenuto la parte del Soldato d’Inverno: “Era il primo di aprile, il giorno del Pesce d’aprile. Ero sul set a lavorare su qualcosa e mi ha chiamato un numero sconosciuto. Di solito non rispondo mai ai numeri sconosciuti. Ho continuato a girare e poi, un’ora dopo o forse due, ho ascoltato la segreteria telefonica… e c’è un messaggio di Kevin Feige, il capo della Marvel. Diceva: ‘Ehi, stiamo cercando di contattarti. Voglio solo farti sapere che ci piacerebbe che interpretassi James ‘Bucky’ Barnes. Ci piacerebbe avere te. Richiamami’. Fu molto disinvolto.”

Stan ha fatto il suo debutto nel MCU in Captain America: Il primo vendicatore del 2011, nei panni del migliore amico di Steve Rogers. I due hanno combattuto fianco a fianco durante la Seconda Guerra Mondiale, con Bucky che sembrava essere morto in battaglia. Chiaramente, i fan dei fumetti sapevano che Bucky era destinato a tornare, soprattutto quando è stato annunciato il sequel del film, ossia Captain America: The Winter Soldier.

Da allora, Bucky ha svolto un ruolo fondamentale nella storia di Steve Rogers, apparendo anche in Captain America: Civil War, Black Panther, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Di recente, Bucky ha finalmente ottenuto un ruolo da protagonista in The Falcon and the Winter Soldier, la seconda serie originale dei Marvel Studios destinata a Disney+, che ha approfondito – tra le altre cose – gli effetti traumatici del passato di Bucky come Soldato d’Inverno.

 
 

Tom Hiddleston svela cosa ama di Loki e riassume la sua storia nel MCU in 30 secondi

La serie Loki con Tom Hiddleston è ormai alle porte. Il terzo show ambientato nel MCU debutterà sulla piattaforma di streaming il prossimo 9 giugno e vedrà l’attore britannico nei panni del Dio dell’Inganno, interpretato per la prima volta in The Avengers del 2012.

Sappiamo che nella serie Hiddleston interpreterà una versione alternativa di Loki, dal momento che il personaggio è ufficialmente morto per mano di Thanos in Avengers: Infinity War (la versione che vedremo nello show sarà quella apparsa in Avengers: Endgame, durante un viaggio nel tempo dei Vendicatori, in cui Loki è riuscito a fuggire con il Tesseract).

Secondo quanto rivelato da EW, la regista di Loki Kate Herron aveva organizzato un seminario, intitolato “Loki School”, in modo che il team creativo potesse conoscere il personaggio direttamente attraverso le parole di Hiddleston, che durante l’incontro aveva raccontato nel dettaglio della sua esperienza nel MCU. In quell’occasione, Owen Wilson, che interpreta Mobius nella serie, ha chiesto a Hiddleston cosa ama di più dell’interpretazione di Loki. La sua risposta è stata la seguente:

“Penso che sia perché ha un range veramente ampio. Ricordo di avergli detto questo: sugli 88 tasti del piano, è capace di suonare i tasti luminosi all’inizio. Può essere spiritoso, leggero, dopotutto è il Dio dell’Inganno, ma può anche scendere dall’altra parte e suonare i tasti pesanti. E laggiù può suonare degli accordi davvero profondi, che parlano di dolore, tradimento, perdita, cuore spezzato, gelosia e orgoglio.”

Nel frattempo, Marvel Entertainment ha diffuso online una nuova featurette dedicata a Loki in cui è proprio Tom Hiddleston a riassumere in appena 30 secondi la storia del Dio dell’Inganno nel MCU. Potete ammirarla di seguito:

 
 

Grey’s Anatomy 17×16: promo e trama dall’episodio

Grey's Anatomy

Il network americano della ABC ha diffuso promo e trama di Grey’s Anatomy 17×16, il sedicesimo episodio della diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 17×16 che si intitolerà  “I’m Still Standing” Levi viene accettato nella sperimentazione del vaccino. Nel frattempo, Amelia e Owen curano un paziente in un incidente d’auto, e Hayes e Jo incontrano il tutore legale di Luna in un nuovo episodio di “Grey’s Anatomy” che andrà in onda giovedì 27 Maggio su ABC.  Guest star di Grey’s Anatomy 17×16 è Kyle Harris nel ruolo del Dr. Mason Post. Grey’s Anatomy 17 in streaming è disponibile su Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare Grey’s Anatomy e le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Grey’s Anatomy 17×16

La diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy debutterà giovedì 12 novembre 2020.  In Grey’s Anatomy 17 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 17 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television. Grey’s Anatomy 17 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes. Betsy Beers, Mark Gordon, Krista Vernoff, Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

 
 

Il buio nell’anima: trama, cast e curiosità sul film con Jodie Foster

Il buio nell'anima film

Nel ruolo del giustiziere in cerca di vendetta si è solitamente abituati a vedere personaggi maschili. Da Bruce Willis in Il giustiziere della notte a Liam Neeson in Io vi troverò. Ecco perché nel momento in cui a ricoprire tale ruolo è una donna il progetto acquisisce un certo fascino da novità in più. Specialmente se l’attrice protagonista è una carismatica personalità come Jodie Foster. La premio Oscar è infatti stata interprete nel 2007 del thriller Il buio nell’anima, che la vede intenta a cercare vendetta per un torto subito. Un’opera cruda e dura che a suo modo riflette una volta di più sulla fragilità umana.

Diretto dal premio Oscar Neil Jordan, celebre per i film La moglie del soldato e Intervista col vampiro, Il buio nell’anima non è infatti solo un classico revenge movie, bensì un vero e proprio thriller psicologico. Si scava a fondo nella mente e nell’animo della protagonista, donna qualunque costretta da sé stessa ad azioni impensabili. Attraverso una serie di azioni altrettanto criminose lei va ricercando giustizia, se mai questa sia possibile da ottenere. Tra dubbi, fragilità e istinti primordiali si sviluppa così una vicenda particolarmente tesa, che spinge lo spettatore a mettersi nei panni della protagonista, chiedendosi cosa avrebbe fatto al suo posto.

Accolto in sordina al momento della sua uscita, il film ottenne un successo inferiore rispetto a quello che avrebbe meritato. Si tratta infatti di un’opera che dimostra come questo non sia un genere esclusivo del maschile, contenendo al suo interno una serie di elementi che contribuiscono a renderla ancor più unica. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il buio nell’anima: la trama del film

La vicenda del film si svolge nella città di New York, dove Erica Bain è una conduttrice radiofonica di successo, conduttrice del programma “Street Walk”, dove manda in onda i rumori della città per farne scoprire la loro bellezza, che il più delle volte passa inosservata. Un po’ per lavoro un po’ per piacere, Erica è dunque solita fare lunghe passeggiate, alla ricerca di ogni angolo della città da cui poter essere ispirata. Il più delle volte accanto a lei vi è anche il suo amato fidanzato David, con il quale progetta di sposarsi molto presto. I loro sogni d’amore e la pace della donna verranno però spezzati proprio durante una passeggiata a Central Park.

Aggrediti da una banda di balordi, Erica finisce in coma per il trauma riportato, mentre David muore. Guarita dalle ferite del corpo, ma non da quelle dell’anima, Erica inizia a prendere consapevolezza di quanto accaduto. Profondamente sconvolta, sente nascere in lei un forte desiderio di vendetta che la spingerà a voler fare giustizia tanto per sé quanto per chi non riceve la giusta protezione. Procuratasi una pistola, diventa dunque una vigilante, attirando però l’attenzione del detective Sean Mercer. Mentre quest’ultimo è sulle sue tracce, Erica dovrà capire se ciò che sta facendo è giusto o se si sta trasformando a sua volta in un mostro.

Il buio nell'anima cast

Il buio nell’anima: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruolo della protagonista vi è l’attrice premio Oscar Jodie Foster, la quale da subito si disse interessata ad un personaggio femminile che invece di diventare una vittima decide di esternare la propria rabbia. Per il film ha ricevuto un compenso di 15 milioni di dollari, il più alto da lei ottenuto nel corso della sua lunga carriera. L’attrice contribuì poi molto alla riscrittura del personaggio, suggerendo per lei di essere una speaker radiofonica invece che una semplice giornalista. L’abitudine di Erica di registrare i suoni della città è altrettanto stata un’idea della Foster, che per prepararsi ha fatto lunghe passeggiate per New York al fine di calarsi meglio nella mentalità del personaggio e nell’ambiente circostante.

Allo stesso tempo, l’attrice ha approfondito gli effetti del disturbo da stress post traumatico, riportandoli nella propria interpretazione. Questa, particolarmente intensa, le ha fatto ottenere una nomination ai Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico. Accanto a lei, nei panni del fidanzato David vi è l’attore Naveen Andrews. Sono poi presenti le attrici Mary Steenburgen nei panni di Carol e Zoë Kravitz in quelli di Chloe. Terrence Howard è invece il detective Sean Mercer, un ruolo per cui si è preparato avendo come consulente personale il veterano della sezione omicidi di New York Neil Carter.

Il buio nell’anima: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il buio nell’anima è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 20 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

 

 
 

Il Divin Codino: Roberto Baggio a confronto con se stesso nel film Netflix

Il Divin Codino film 2021

È stato uno dei calciatori più amati d’Italia, ha portato con onore e fierezza la maglia azzurra, insieme a quella della Juventus e di altre squadre del campionato di Serie A, ma la sua carriera, seppure gloriosa, sembra ruotare ancora oggi intorno ad un solo rigore sbagliato. Lui è Roberto Baggio e quel rigore è quello calciato al Brasile nella notte dell’esteta del ’94 quando l’Italia perse la finale della Coppa del Mondo di Calcio. 

Il Divin Codino, nuovo film Netflix in collaborazione con Mediaset, racconta il Baggio uomo e sembra far ruotare tutta la sua storia intorno a quell’unico rigore calciato alto in un’intera carriera. Non perché fosse rappresentativo di un fallimento, ma perché la carriera e Robi è sempre stata caratterizzata da sfide, e infatti il claim del film recita “E’ come ti rialzi che ti rende un campione”. E Baggio ne sa molto di rialzarsi e riprendere a lottare. Ma come mai anche dopo tanti anni quel rigore sbagliato continua a pesare? 

“Quel rigore non si cancella”

“Il discorso del rigore non sarà mai archiviato – spiega Roberto Baggio, in collegamento Zoom per la presentazione del film – il Mondiale era il mio sogno calcistico e non posso metterlo da parte, perché sono stato io a dare il colpo di grazia a quella finale. L’ho vissuto malissimo perché l’ho rincorso e sognato di vincerlo per milioni di notti, poi la realtà è stata quella a cui non avevo mai pensato. E’ un errore che non cancelli”.

A dare corpo e voce a Roberto Baggio nel film diretto da Letizia Lamartire è Andrea Arcangeli che lavora bene sulla mimesi fisica e che ha confessato: “E’ un ruolo che ti ricopre di responsabilità, ci si sente più pesanti di 100 chili, pensi che nessuno possa fare Baggio, ero scettico, invece c’era molto coinvolgimento emotivo sul progetto e mi sono fatto trascinare. Ho lavorato sulla fisicità, sull’accento, abbiamo dovuto muoverci dentro a certi paletti per dare credibilità alla sua vita, altrimenti sarebbe stata un’imitazione. Ho messo del mio e rubato qualcosa da Roberto, che è stato fondamentale. Lui stesso mi ha scaricato della responsabilità di interpretarlo, mi ha solo detto, viviti questa esperienza, vivi l’occasione. Baggio è stato la chiave per farmi capire cosa prendere di questa esperienza”.

E sembra che il diretto interessato sia stato molto felice dell’interpretazione di Arcangeli: “Credo che Andrea abbia fatto questo percorso con grande passione e sono grato alla produzione per aver fatto un lavoro incredibile che mi rende felice. Io e mia moglie (nel film interpretata da Valentina Bellè) abbiamo cercato di dare loro il maggior supporto possibile, raccontando in maniera semplice la nostra vita. Anche se non dovrei essere io a giudicarlo, mi sembra molto reale, racconta di episodi successi davvero, che hanno fatto parte della mia vita. Abbiamo anche trascorso dei giorni insieme per farci conoscere, diverse volte siamo stati anche sul set e leggevo loro le battute del copione”.

Il Divin Codino  la sfida è il karma di Baggio

Più che la carriera sportiva per club, Il Divin Codino rappresenta le tappe della vita di Roberto Baggio attraverso il calcio, e principalmente la sua storia d’amore con la maglia azzurra, come spiega la regista, una storia d’amore che scandisce tutti e tre gli atti del film. Ma la cosa che sembra essere stata una costante nell’esperienza calcistica di Baggio è la sfortuna, gli infortuni alla vigilia di momenti importanti. Baggio, da buddista convinto, parla di karma: “Il mio karma è dover combattere ogni volta che mi avvicino a qualcosa che desidero, all’inizio era difficile, poi il buddismo mi ha aperto il mondo, questa è la missione di questa mia vita e lo faccio con serenità. E’ una difficoltà, è sempre stato così, una volta mi pesava, oggi combatto”.

Ma Roberto Baggio non è solo impegno, lavoro e dedizione, è anche un uomo garbato e simpatico, che ha condiviso con il pubblico la nascita della sua pettinatura storica, che dà anche il titolo al film: “E’ nato per gioco, durante i mondiali del ’94 in USA. In hotel c’era una cameriera di colore con delle treccine molto belle e parlando con lei, mi propose di farle anche io. Così ha iniziato a farmi le treccine. Quando mi sono cresciuti i capelli, per non avere impiccio durante le partite, li ho legati”.

Il Divin Codino arriva su Netflix a partire dal 26 maggio.

 
 

Il cattivo poeta: intervista ai protagonisti

Il regista Gianluca Jodice e i protagonisti Francesco Patané e Sergio Castellitto raccontano Il cattivo poeta, il film sugli ultimi anni della vita di D’Annunzio, in sala dal 20 maggio.

Il cattivo poeta, la recensione

Il film racconta l’inverno della vita del grande poeta e il tramonto di una nazione intera alle porte della seconda guerra mondiale. Un biopic su una delle figure chiave della storia moderna, ma poco raccontata dal nostro cinema.

IL CATTIVO POETA è prodotto da Matteo Rovere e Andrea Paris, una coproduzione italo francese Ascent Film e Bathysphere con Rai Cinema. Nel cast, tra gli altri, Francesco PatanèTommaso Ragno e Clotilde Courau.

 
 

Il cattivo poeta, recensione del film con Sergio Castellitto

Il Cattivo Poeta

Un Nosferatu dentro al suo mausoleo-castello, così Gianluca Jodice definisce il suo D’Annunzio, alla fine della sua vita, di fronte ai suoi fantasmi e alle sue disillusioni, il cattivo poeta condannato all’oblio dal trentennio fascista e ora raccontato per la prima volta al cinema, da oggi in sala.

La recensione de Il cattivo poeta non può esulare dalla precisazione che si tratta di un’opera prima, un biopic prodotto da Matteo Rovere e Andrea Paris e che si fa carico di raccontare gli ultimi due anni di una personalità che si studia a scuola na della quale la Storia ha consegnato un’immagine viziata, specialmente rispetto all’ascesa del fascismo in Italia.

La trama de Il cattivo poeta

Ambientato tra il 1936 e il 1938, Il cattivo poeta coglie D’Annunzio in esilio volontario nel suo Vittoriale, la monumentale residenza che si costruì intorno a memoria della sua turbolenta e vivacissima vita, dopo l’esito disastroso dell’impresa di Fiume. Simpatizzante della prima ora del fascismo, il Vate si allontana molto presto dagli intenti di Mussolini, vedendo sotto una pessima luce l’alleanza con quel “nibelungo che si trucca come Charlot”. Proprio per questa sua serpeggiante dissidenza, il regime decide di inviare al Vittoriale Giovanni Comini, giovane federale neo eletto a Brescia e fedelissimo agli ideali dei partito, che sposa nella speranza di un’Italia migliore per tutti i suoi abitanti. Una fede cieca e ingenua, la sua, ma spinta dalle migliori intenzioni. L’incontro tra D’Annunzio e Comini è il cuore del film. 

Jodice firma anche la sceneggiatura, compiendo un lavoro certosino di ricostruzione filologica, che si basa su lettere, diari e testimonianze scritte di quelli che hanno vissuto gli eventi in prima persona. Questa ricerca così puntuale ha portato alla realizzazione di una sceneggiatura rigorosa che è la partitura su cui attori e regista stesso danzano all’interno di recinti definiti che lasciano però spazio alle interpretazioni e agli sguardi. 

Un Castellitto monumentale

Sergio Castellitto e la sua interpretazione efficace e asciutta è il blocco di granito intorno al quale si costruisce tutto il film e al quale si appoggia anche Francesco Patané, vera e propria rivelazione del film. Il suo Giovanni Comini restituisce tutta la giovinezza, la bellezza, le speranze e l’ingenuità di un idealista che riesce ad affacciarsi al mondo con l’animo aperto e accogliente. Ed è proprio questa caratteristica del federale che lo renderà ricettivo al dissenso d’annunziano. La sua purezza lo guiderà verso l’accoglienza di ciò che è giusto e di ciò che è bello, portandolo, poco per volta, a discostarsi dagli ideali che tanto amava. A pochi mesi dalla morte del Vate venne infatti allontanato dal partito fascista.

L’incontro trai due protagonisti non è solo ideologico e politico, ma anche esistenziale: un giovane che ha davanti “più futuro che passato” irrompe in un mausoleo, un monumento ad una vita passata, un sito archeologico in cui è un pesce fuor d’acqua e di scontra con un vecchio, di quelli che “amano solo la loro sopravvivenza”, che non può non essere invidioso di quella giovinezza, ma che in parte la guarda anche con tenerezza e affetto, perché rappresenta quella fase della vita in cui l’entusiasmo fagocita anche il lume della ragione, prima che la guerra si riveli brutta per com’è. Comini diventa il Jonathan Harker che si fa benignamente vampirizzare dal vecchio, misterioso e affascinante Dracula, pur senza soccombere alle sue lusinghe ma, al contrario del personaggio di Stoker, attingendo da lui nuova energia vitale per cambiare il proprio destino.

il cattivo poeta recensione

Ottimo esordio per Gianluca Jodice

La regia di Gianluca Jodice è come la sua scrittura, asciutta ed efficace, capace di cogliere i momenti senza fronzoli, alla ricerca di una riabilitazione della figura di D’Annunzio, o almeno di un riscatto per quell’impegno pubblico storicamente condannato, ma che seppe prendere le distanze da Mussolini e dalla sua politica estera, quel Mussolini che nel film è poco più di una figurina, un ometto tronfio e grassoccio che resta sempre in silenzio e di profilo, molto più minaccioso e presenta nella sua raffigurazione che nella sua stessa presenza fisica. 

Ne Il cattivo poeta un ruolo importantissimo è rivestito dalla scenografia, prima di tutto perché è principalmente reale, il film è stato girato al Vittoriale, quindi nei luoghi reali di D’Annunzio, ma anche perché la fedeltà linguistica del film trova risposta nella fedeltà scenica, nel fatto che ogni ambiente, ogni oggetto d’arredo è, tutt’oggi, una manifestazione di una volontà e di una personalità fortissime, invadenti ed esuberanti, un testamento che si associa alla mole di opere meravigliose e terribili che il vizioso e nonostante questo illustre Vate ci ha tramandato.

Il cattivo poeta è un biopic sontuoso nella ricostruzione, filologico rispetto allo spirito d’annunziano, nella scelta degli interpreti e delle loro misurate e vibranti performance, nella regia essenziale e sapiente, sebbene d’esordio, nelle scenografie fotografate da Daniele Ciprì, spoglie terrene di una personalità senza tempo.

 
 

Comedians: il poster del film di Gabriele Salvatores

COMEDIANS film

Comedians, il nuovo film scritto e diretto dal Premio Oscar Gabriele Savatores, prodotto da Indiana Production con Rai Cinema con il sostegno del MiC, esce nelle sale cinematografiche di tutta Italia da giovedì 10 giugno distribuito da 01Distribution. Comedians è una riflessione sul senso stesso della comicità nel nostro tempo, affrontando temi di assoluta attualità. Il film è fedelmente tratto dalla celebre pièce teatrale di Trevor Griffiths, opera premiatissima alla fine degli anni Settanta.

Ecco il poster di Comedians

Sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c’è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro per un programma televisivo. Per tutti è la grande occasione per cambiare vita, per alcuni forse è l’ultima. Le esibizioni iniziano e ogni comico sale sul palco con un grande dilemma: rispettare gli insegnamenti del proprio maestro, devoto a una comicità intelligente e senza compromessi o stravolgere il proprio numero per assecondare il gusto molto meno raffinato dell’esaminatore? O forse cercare una terza strada, di assoluta originalità?

Nel cast di Comedians la coppia comica Ale e Franz, Natalino Balasso, Marco Bonadei, Walter Leonardi, Giulio Pranno, Vincenzo Zampa e con la partecipazione straordinaria di Christian De Sica.

Ha detto Gabriele Salvatores, intervenuto con un videomessaggio alle Giornate Professionali di Cinema “Reload”: “Stavo preparando le valigie perché dovevo partire… quando ho ricevuto una bellissima proposta da Paolo del Brocco, Luigi Lonigro e Indiana Production, una di quelle proposte che come si dice in un film famoso: ‘non si possono assolutamente rifiutare’. Come tutti voi ho la voglia e la speranza di ritornare il prima possibile in sala a vedere i film sul grande schermo. Per me le sale sono l’anima del cinema ed ecco perché sono molto felice di mettere a disposizione delle sale, del pubblico e del progetto di ripartenza, giustamente tanto sostenuto dal Ministro Franceschini, il mio ultimo film, girato in piena pandemia. Il film si chiama Comedians, comici. Ci recitano Christian De Sica, Ale e Franz, Natalino Balasso e altri attori bravissimi che presto diventeranno famosi, anche se ora non li conoscete. Vi comunico con gioia quindi, che il mio film sarà in sala da giovedì 10 giugno e spero vi terrà compagnia per tutta l’estate. Sono molto, molto felice. Buon cinema a tutti, e buona visione.”

Marco Cohen (Indiana Production) dichiara: “Quando girammo questo film in piena pandemia, pensavo quanto fosse grande il privilegio di riuscire a lavorare e di mantenere il lavoro anche in periodi così terribili.

 
 

Cruel Peter: recensione del film di Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia

Cruel Peter recensione

Dopo il successo di Fairy Tale, Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia provano a bissare con il nuovo horror Cruel Peter, prodotto da Armosia, Taadaaa Entertainment, Makinarium, Smart Brands Group e Rai Cinema, in collaborazione con Regione Siciliana, Sicilia Film Commission, Regione Lazio e Voltage Pictures. Quest’ultima ha curato la vendita internazionale. Il film infatti è stato acquistato in più di 60 paesi. Dal 21 maggio arriva in esclusiva su RaiPlay.

La trama di Cruel Peter

Messina, 1908. Peter Hoffmann, Aran Bevan, è un bambino di tredici anni, unico erede di una ricchissima famiglia inglese, che vive solo con la madre da quando il padre è morto. Peter è un bambino viziato, cui la madre perdona anche gli atti più crudeli. Egli, infatti, ama giocare con un rasoio, sevizia gli animali, maltratta coetanei e servitù della villa in cui vive. La sua figura è inquietante e nessuno osa ribellarsi. Finché un giorno il ragazzo non uccide il cane del figlio del giardiniere, Alfredo, Christian Roberto. Questi decide di vendicarsi, chiudendo Peter in una cassa.

Cruel Peter cimitero di messinaNel 2019, l’archeologo londinese Norman Nash, Henry Douthwaite, arriva con sua figlia, una tredicenne di nome Liz, Zoe Nochi, orfana di madre, a Messina per fare delle valutazioni sul restauro del cimitero inglese, situato all’interno del Cimitero Monumentale della città. A seguito di alcuni scavi, l’archeologo rinviene una lapide lignea con un’iscrizione che riguarda la scomparsa di Peter, avvenuta tre giorni prima del terremoto del 1908. Cercando di ricostruire l’accaduto, desterà fantasmi sopiti. Anche perché sua figlia Liz, che non riesce a rassegnarsi alla morte della madre, cercherà di mettersi in contatto col suo spirito. Ma evocare gli spiriti è sempre un rischio. 

Messina da (ri)scoprire grazie a Peter il crudele

Come nel precedente Fairy Tale, Malgarini e Bisceglia con Cruel Peter tracciano la loro fiaba gotica attraverso un filo che lega passato e presente, con un forte radicamento al territorio italiano e alla sua storia. Sia esso quello pontino, come appunto nel caso del film del 2012, che ripercorreva gli anni del fascismo, o piuttosto quello siciliano, di Messina appunto, colpito agli inizi del secolo dalla ferita del terremoto del 1908. Ecco che l’ambiente diventa l’altro vero protagonista del film e i registi invitano a scoprirlo o riscoprirlo, mettendolo in luce, paradossalmente, con le loro atmosfere oscure. Le vedute panoramiche della città, seppure con luci plumbee e colori desaturati dalla fotografia di Duccio Cimatti, sono davvero suggestive, come anche le sequenze girate all’interno del Cimitero Monumentale, con le statue che diventano veri e propri soggetti espressivi nel film, mentre i protagonisti camminano tra le lapidi. Lo stesso accade con il bosco, altro elemento, stavolta naturale, che contribuisce a creare l’atmosfera di suspense e mistero.

Un horror classico, curato e con un respiro internazionale

L’inizio di Cruel Peter è già eloquente in quanto a meticolosità nel creare le ambientazioni, cura della scenografia, di Marta Marrone, e delle musiche, di Luca Balboni. Si comincia infatti con una sequenza in quasi bianco/nero, con un bambino che intona una filastrocca. La sua voce angelica e soave contrasta con le immagini di memorie inquetanti dell’inizio del secolo scorso: vecchie foto, calpestate da uno scarabeo di passaggio, La Domenica del Corriere, un uccello morto con un chiodo conficcato in testa, vecchi ritagli di giornale sul terremoto di Messina del 1908, un barattolo con api morte e una bambola rotta. È chiaro, insomma, che i registi utilizzano in modo disinvolto ed assai efficace il linguaggio del genere horror, trasportando istantaneamente lo spettatore al tempo e al luogo che intendono raccontare e incuriosendolo con una fitta aura di mistero.

Si prosegue con la sfarzosa villa degli Hoffman e i costumi altrettanto curati di Renzo Iemmolo, mentre si comincia a conoscere il protagonista, i cui atti suscitano angoscia e disgusto. Gli effetti speciali integrati e gli effetti visivi vfx sono di Leonardo Cruciano e Nicola Sganga. Aran Bevan nel ruolo di Peter riesce ad essere inquietante.

Il mondo di Liz e del padre archeologo sembra essere diverso, sebbene la ragazzina abbia una passione per tutto ciò che è oscuro, cimiteri compresi. Appena arrivano a Messina però, la veduta di una città oscura, grigia, dice che presto le cose cambieranno.

Nella prima parte del film la sceneggiatura di Christian Bisceglia è sicuramente più avvincente, incuriosisce lo spettatore con l’intricata vicenda della famiglia Hoffmann e glie la fa ricostruire pian piano, fino a svelare un mistero a lungo nascosto. Nella seconda, invece, che riguarda più da vicino la piccola Liz, l’evocazione degli spiriti e tutto ciò che ne conseguirà, lo script è meno intrigante, ma risponde pienamente agli stilemi del genere, con possessioni, esorcismi e tutto ciò che appartiene al repertorio più classico dell’horror. Malgarini e Bisceglia gestiscono comunque il lavoro con abilità, anche grazie alla scelta di un buon cast. Zoe Nochi si cala con aderenza nella parte, ma accanto a lei e ad Henry Douthwaite vi sono anche Katia Greco, nel ruolo di Bianca, che assieme alla nonna Emma, Aurora Quattrocchi, cercheranno di aiutare Norman e sua figlia. Mentre Claudio Castrogiovanni, nel ruolo di Calarco, appare e scompare al cimitero.

Cruel Peter è un buon film di genere dal forte legame con il territorio, che spinge alla scoperta di tesori italiani nascosti. 

 
 

La Cordigliera dei Sogni di Patricio Guzmán dal 10 giugno al cinema

La Cordigliera dei Sogni

I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, in collaborazione con Fil Rouge Media, annunciano l’uscita nelle sale cinematografiche de La Cordigliera dei Sogni del maestro cileno Patricio Guzmán. Dopo gli acclamati Nostalgia della luce e La memoria dell’acqua arriva sul grande schermo giovedì 10 giugno l’opera che chiude la trilogia dedicata al Cile, terra natia del regista che, con il suo sguardo, ne ha svelato l’anima più profonda e nascosta.

La Cordigliera dei sogni è stato presentato al Festival di Cannes con grande riscontro di pubblico e critica. Assolute protagoniste le alte cime della Cordigliera, cariche di una moltitudine di significati simbolici, spesso contraddittori, stratificati come la roccia. Per il regista cileno, che ha lasciato la sua terra dopo il colpo di Stato del ’73 e non è mai tornato a viverci, La Cordigliera dei sogni è un viaggio nel suo passato, un ritorno nostalgico e a tratti onirico nel cuore della sua terra.  La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi della dittatura di Pinochet: le voci umane si fondono con quella silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle nuove generazioni, affinché non si rassegnino e non smettano di sperare nel futuro.

Il film – dichiara Guzmán – continua ad occuparsi del conflitto tra uomo, cosmo e natura. Ma queste montagne immense, che sono il cuore del progetto, sono diventate per me metafora dell’immutabile, di ciò che abbiamo lasciato e di ciò che continua a vivere con noi quando pensiamo che sia tutto perduto. Immergermi nella Cordigliera mi consente di nuotare nei miei ricordi. Quando scruto le ripide vette o mi tuffo nelle profonde valli, inizio un viaggio introspettivo che rivela parzialmente i segreti della mia anima cilena.

La Cordigliera dei sogni di Patricio Guzmán sarà nelle sale italiane da giovedì 10 giugno con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

 
 

Spider-Man: 10 buchi di trama nella trilogia di Sam Raimi

Spider-Man 2 film sam raimi

La trilogia di Spider-Man di Sam Raimi è una delle più amate da parte dei fan (nonostante il terzo capitolo non ricevette la medesima accoglienza dei primi due, tant’è che la Sony decise di cancellare il già programmato quarto film). Tuttavia, esistono alcuni buchi di trama che forse non avete mai notato. Screen Rant ne ha raccolti 10.

1Gli studenti non si sono resi conto di chi era Spider-Man

Quando Peter inizia a sentire gli effetti del morso di ragno, mette in scena un vero show nella sua scuola. Lancia accidentalmente un vassoio al bullo di turno, Flash Thompson, durante la prima vera esposizione della sua ragnatela, di fronte all’intera scuola. Tutti nella caffetteria vedono il vassoio collegato a Peter con una ragnatela, mentre il ragazzo esce dalla stessa.

In seguito, Flash affronta Peter in una lotta che l’apparentemente debole Parker è in grado di vincere con estrema facilità. La grande folla di studenti non si interroga mai su come sia in grado di farlo. Quando Spider-Man si fa vivo, poco dopo che Peter si è laureato, si potrebbe pensare che almeno uno studente realizzerebbe che Peter e Spider-Man sono la stessa persona… ma a quanto pare, non è così.

Successivo

Ghosts: trailer della nuova serie

Ghosts serie tv 2021

Il network americano CBS ha diffuso il trailer di Ghosts , la nuova serie tv con protagonisti con Rose McIver e Utkarsh Ambudkar.

Ghosts, la serie tv

Ghosts è la nuova serie tv americana creata da Joe Port e Joe Wiseman e basata sul format UK della BBC.

La serie è una commedia a telecamera singola sull’allegra giornalista freelance Samantha (Rose McIver) e lo chef emergente Jay (Utkarsh Ambudkar), che gettano al vento cautela e denaro quando decidono di convertire un’enorme tenuta di campagna fatiscente che hanno ereditato in un bed & breakfast, solo per scoprire che è abitato dai molti spiriti dei residenti deceduti che ora lo chiamano casa.

Le anime dei defunti sono un gruppo affiatato ed eclettico che include un impertinente cantante lounge dell’era del proibizionismo, un pomposo miliziano del 1700, un hippie degli anni ’60 appassionato di allucinogeni, un leader delle truppe scout degli anni ’80 eccessivamente ottimista, un esploratore vichingo ossessionato dal merluzzo 1009, un brillante fratello finanziario degli anni ’90, un nativo sarcastico e spiritoso del 1500, e una donna di società e moglie di un barone rapinatore del 1800 che è l’antenato di Samantha, solo per citarne alcuni. Ad aumentare l’ansia degli spiriti per i cambiamenti in arrivo nella loro casa c’è la consapevolezza che Samantha è la prima persona dal vivo che può vederli e ascoltarli.

 
 

Nemesis: Mark Millar aggiorna sul film e rivela che la sceneggiatura è pronta

cinecomic

Lo scorso settembre abbiamo appreso la notizia che Herny Joost e Ariel Schulman, registi di Project Powersono stati scelti per dirigere Nemesis, il film basato sulla controversa serie a fumetti di Mark Millar e Steve McNiven, in cantiere ormai da diversi anni.

All’epoca avevamo anche appreso che sarebbe stata Emerald Fennell (regista di Una donna promettente, film vincitore dell’Oscar 2021 alla migliore sceneggiatura originale) a scrivere l’adattamento per il grande schermo. Ora, è stato proprio Millar, durante un’intervista con Forbidden Planet TV, ad aggiornare in merito al progetto.

“Emerald Fennell, che ha da poco vinto un Oscar alla migliore sceneggiatura grazie a Una donna promettente, ha appena consegnato l’ultima bozza della sceneggiatura di Nemesis”, ha spiegato Mark Millar. “È estremamente interessante, soprattutto dopo lo sviluppo iniziale del film che era stato affidato al compianto Tony Scott e che aveva stabilito alcune idee visive davvero sorprendenti.”

Emerald Fennell è stata anche scelta per scrivere Zatanna per la Warner Bros., quindi Nemesis non rappresenta la sua prima incursione nel mondo dei fumetti. Tuttavia, pare che l’adattamento avrà poco in comune con il materiale originale, poiché dovrebbe raccontare la storia di un ingegnere dalla mente brillante che assiste ad un brutale omicidio da parte del Presidente degli Stati Uniti; l’uomo unirà le forze con un vigilante per abbattere il Presidente e il suo governo corrotto.

La storia del Nemesis originale di Mark Millar, invece, ricorda molto quella di Batman e ruota intorno a Matt Anderson, un miliardario che lotta contro la polizia per vendicare la morte dei sui genitori. Ricordiamo che l’adattamento cinematografico verrà prodotto e distribuito da Netflix.

 
 

Black Adam: confermate le origini aliene di Hawkman?

La produzione di Black Adam è finalmente iniziata e ora una nuova descrizione dal set del film potrebbe aver rivelato il look che Hawkman, il personaggio interpretato da Aldis Hodge, sfoggerà nel film.

Secondo quanto riportato da Murphy’s Multiverse, infatti, nel film vedremo lo Star Cruiser di Hawkman, appartenente alla tecnologia Thangariana. La descrizione della nave conferma quindi che anche nel DCEU verranno mantenute le origini aliene dell’eroe.

“È elegante… ha un aspetto curvo”, si legge nel report della fonte. “Una zona salotto circolare rialzata nella parte posteriore e una grande serie di lunghe luci rosse che si incurvano dalla parte posteriore fino al soffitto. C’è una zona medica (un letto reclinabile con alcuni strumenti intorno) e qualcosa che assomiglia ad un bar con sedie di classe. Il simbolo Hawkman in oro è sul pavimento, al centro. Inoltre, uno dei corridoi presenta il logo di Hawkman in rosso acceso, alla fine.”

Nel film potrebbe essere l’intera Justice Society ad utilizzare la nave, ma l’inclusione dello Star Cruiser indica che la versione di Hawkman di Black Adam sarà quella dell’ufficiale di polizia alieno della Silver Age della DC. Durante quell’epoca, Katar Hol (Hawkman) e Shayera Hol (Hawkgirl) arrivarono sulla Terra per arrestare un criminale in fuga: questo potrebbe spiegare l’assenza del personaggio nel film (nonostante in passato si era parlato di uno possibile coinvolgimento).

Dopotutto, se i due si sono separati all’atterraggio, è possibile che Hawkman abbia trascorso anni alla ricerca di Hawkgirl. In alternativa, Katar potrebbe non essere stato in grado di tornare a casa se la nave aveva bisogno di essere riparata, con Shayera che potrebbe benissimo aspettarlo su Thanagar (in questo modo, il personaggio potrebbe essere introdotto in un eventuale sequel o in uno dei progetti futuri del DCEU).

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

 
 

Gli Eterni, Salma Hayek: “Mai avrei creduto di recitare in un film Marvel”

gli eterni Salma Hayek

Il 2021 segnerà il debutto ufficiale di Salma Hayek nel MCU. L’attrice, infatti, è tra i protagonisti de Gli Eterni, l’attesissimo film dei Marvel Studios che sarà diretto da Chloé Zhao (vincitrice dell’Oscar 2021 come miglior regista per Nomadland) e che arriverà nelle sale a novembre.

In una recente intervista con Variety, l’attrice messicana ha avuto modo di riflettere proprio sulla possibilità di aver recitato in un cinecomic, occasione che la stessa non credeva possibile a causa della sua età. “Non mi è mai passato per la testa di poter entrare a far parte di un film Marvel. È stato uno shock assoluto, perché credevo che quel treno fosse ormai passato per me”, ha spiegato Salma Hayek. “Poi, all’improvviso, ho ricevuto una chiamata: ‘Vogliono parlarti di un nuovo franchise’. Non ci potevo credere… è difficile ottenere il ruolo di un eroe in un film d’azione se sei messicano. Lo è ancora di più se sei messicano e sei una donna. Pensavo mi stessero prendendo in giro, perché mai avrei pensato di ottenere la parte, essendo una donna messicana della mia età. Sono stato uno dei primi membri del cast ad essere scelto, quindi ho dovuto tenere la bocca chiusa per tantissimi mesi. Non potevo parlarne con nessuno. Non vedevo l’ora che arrivasse il giorno in cui finalmente avrei potuto parlarne.”

Nel corso della medesima intervista, l’attrice ha anche rivelato per la prima volta di aver avuto il Covid e di aver deliberatamente tenuto segreta la gravità dei suoi sintomi. L’attrice ha spiegato di aver sofferto di insufficienza respiratoria, di avuto bisogno dell’ossigeno e di aver trascorso circa sette settimane isolata in una stanza della sua abitazione. “Il mio medico mi ha pregato di andare in ospedale perché la situazione era veramente grave”, ha raccontato l’attrice. “Ma io gli risposto: ‘No, grazie. Preferirei morire a casa’.”

Per fortuna, Salma Hayek ora è completamente guarita ed è tornata a lavorare all’inizio di quest’anno (di recente l’attrice è stata impegnata sul set di House of Gucci, il nuovo film di Ridley Scott girato in Italia e incentrato sull’omicidio dell’imprenditore Maurizio Gucci, ex presidente dell’omonima casa di moda). Tuttavia, ha rivelato alla celebre rivista che “non ha ancora recuperato l’energia che aveva una volta.”

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

 
 

The Suicide Squad, James Gunn anticipa la più grande scena d’azione di Harley Quinn

the suicide squad

Nonostante il film presenti una carrellata di personaggi DC che non sono mai apparsi sul grande schermo prima d’ora, è innegabile che i fan dell’universo condiviso non vedano l’ora di vedere The Suicide Squad di James Gunn anche – e soprattutto – per il ritorno di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn.

L’attrice candidata all’Oscar ha interpretato per la prima volta il personaggio in Suicide Squad e, alcuni anni dopo, in Birds of Prey. Nel film di Gunn, la Mattacchiona unirà le forze con una nuova Task Force X e, stando alle prime immagini ufficiali, sembrano che il personaggio incarnerà uno stile molto diverso dalle precedenti iterazioni. James Gunn ha parlato spesso del suo amore per Harley Quinn, e in un recente speciale di AP dedicato ai film più attesi dell’estate, sono emerse alcune interessanti dichiarazioni del regista in merito a ciò che dovremmo aspettarci dal film.

Nello specifico, il regista e sceneggiatore ha parlato delle spiccate doti fisiche di Margot Robbie, cosa che lo ha portato a scrivere appositamente per l’attrice “la più grande scena d’azione che vedrà coinvolta Harley Quinn”. “Margot può fare qualsiasi cosa”, ha spiegato Gunn. “O meglio, credevo potesse fare qualsiasi cosa. Perché un giorno ha dovuto cantare e le ho detto: ‘Beh, puoi fare tutto, tranne questa cosa’. Ma è davvero una grande attrice. Incarna realmente lo spirito del personaggio. Il suo lato comico, il suo lato drammatico… fisicamente, poi, è una vera atleta ed è in grado di fare qualsiasi stunt in maniera aggraziata, rendendo tutto magnifico e bellissimo.”

Poi ha aggiunto: “Proprio per questo, ho scritto per Margot la più grande scena d’azione che abbia mai coinvolto il personaggio di Harley Quinn, ed è stato incredibilmente divertente lavorarci, sotto ogni aspetto… dal lavoro con gli stuntman al lavoro con lei. Probabilmente, si tratta dei quattro minuti di film più divertenti che abbia mai girato in vita mia.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

 
 

Sucker Punch: Zack Snyder conferma che esiste una Director’s Cut

Sucker Punch film

La Snyder Cut di Justice League è uscita su HBO Max lo scorso marzo, dopo che i fan hanno trascorso anni ad implorare la Warner Bros. per la sua distribuzione, attraverso l’hashtag #ReleaseTheSnyderCut.

Ora, quegli stessi fan vorrebbero vedere l’intero SnyderVerse sul grande schermo (è stato infatti lanciato anche l’hashtag #RestoreTheSnyderVerse), e chissà che la stessa sorte non possa toccare anche a Sucker Punch

In una recente intervista con Vanity Fair, infatti, è stato proprio Zack Snyder a confermare che quella uscita al cinema nel 2011 non è la versione originale del film, quella che lui avrebbe voluto realizzare, e che spera che la Warner Bros. possa far uscire il taglio originale prima o poi.

“Sucker Punch è stata la prima volta in cui ho davvero affrontato una vera ristrutturazione radicale del film per renderlo più commerciale”, ha spiegato il regista. “E c’è una Director’s Cut di quel film che deve ancora essere distribuita. Lo dico ad alta voce.”

All’epoca dell’uscita in sala, Sucker Punch non venne accolto bene né dalla critica né dal pubblico: in particolare, gli addetti ai lavori non apprezzarono la rappresentazione sessualizzata dei personaggi femminili. Adesso, Zack Snyder ha affrontato la questione nell’intervista, sostenendo di essere sempre stato pronto a criticare il tipo di sessismo che era stato accusato di rappresentare.

“È un film di protesta sotto molti punti di vista. È un film sul genere”, ha detto Snyder. “All’epoca mi è stato chiesto: ‘Perché hai vestito le ragazze in quel modo?’. E io rispondevo sempre: ‘Non le ho vestiti così, tu l’hai fatto’. In un certo senso, l’ho sempre visto come un atto d’accusa nei confronti della cultura popolare. Penso che all’epoca fui criticato perché il film sembrava l’opposto… una sorta di sfogo sessista. La verità è che è stato divertente realizzarlo. Mi piace ancora oggi.”

 
 

Batgirl: i registi di Bad Boys for Life per il film destinato a HBO Max

birds of prey

Il film dedicato a Batgirl, ormai in cantiere alla Warner Bros. da diverso tempo, torna finalmente all’attenzione del popolo del web. Come apprendiamo da THR, infatti, il film è stato affidato a Adil El Arbi e Bilall Fallah, registi di Bad Boys for Life

Secondo la fonte, il duo ha ufficialmente chiuso un accordo con lo studio per occuparsi della regia del cinecomic. In base a quanto riferito, il film non uscirà al cinema, ma arriverà direttamente sulla piattaforma di streaming HBO Max. Al momento non sappiamo se i piani potrebbero cambiare, permettendo così al film di arrivare successivamente anche nelle sale.

Christina Hodson, che ha scritto lo spin-off Bumblebee e che ha lavorato anche ai film DC Birds of Prey e The Flash, ha scritto la bozza più recente della sceneggiatura. “Con Batgirl, speriamo di condurre il pubblico in un viaggio divertente. L’obiettivo è mostrare loro un lato diverso di Gotham”, ha detto il produttore Kristin Burr. “La sceneggiatura di Christina è piena di spirito. Adil e Bilall hanno un’energia talmente viva che è quasi contagiosa, cosa che li rende i registi perfetti per questo nuovo progetto sull’universo di Batman. Sono semplicemente entusiasta di poter far parte dell’universo DC. È fantastico.”

In origine, Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decrifrare la storia”.

Per quanto riguarda Adil El Arbi e Bilall Fallah, dopo il successo di Bad Boys for Live, che ha rivitalizzato a distanza di molti anni il franchise di Bad Boys inaugurato negli anni ’90, il duo si è occupato anche della regia di alcuni episodi dell’attesa serie Ms. Marvel, in arrivo su Disney+.

 
 

Doctor Strange: per Kevin Feige il casting di Tilda Swinton è stato un errore

Nell’universo Marvel, l’Antico potrebbe essere definito come uno stereotipo, quindi nessuno può davvero incolpare i Marvel Studios per aver cercato di fare qualcosa di diverso con il personaggio in Doctor Strange.

Tilda Swinton, un’attrice bianca, è stata scelta per interpretare una versione femminile dello Stregone Supremo. All’epoca il suo casting fu oggetto di whitewashing, e ora il boss della Casa delle Idee, Kevin Feige, ha affrontato la controversia ammettendo di aver commesso un errore portando l’Antico in quella direzione.

“Pensavamo di essere così intelligente e all’avanguardia”, ha detto Feige a Men’s Health, la cui cover del nuovo numero ha come protagonista Simu Liu, star dell’attesissimo Shang-Chi e la Leggenda dei Diedi Anelli. “Non cadremo nel cliché dell’asiatico vecchio e saggio. In realtà è stato un campanello d’allarme. Ci ha spinto a pensare: ‘Aspetta un attimo, forse poteva esistere un altro modo per non cadere nel cliché e scegliere comunque un attore asiatico?’ La risposta è ovviamente sì.”

I Marvel Studios avevano ovviamente buone intenzioni, ma questa è di certo un’esperienza da cui hanno imparato tanto, che potrebbe anche spiegare perché in Shang-Chi vedremo Wenwu nei panni del Mandarino, e non quello dei fumetti, ossia Fu Manchu. Parlando di quel film, Feige ha poi spiegato perché quel franchise sarà la chiave per entrare davvero nella Fase 4 del MCU.

“Una volta portata a conclusione quella che tutti conosciamo come la Saga dell’Infinito, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo detto: ‘Ok, cosa ci sarà dopo? Cosa tireremo fuori in futuro?’. Dovevamo pensare ad una vera e propria evoluzione dopo la fine della nostra prima grande saga, ed è per questo che Shang-Chi era in cima alla lista.”, ha dichiarato il produttore.

Ricordiamo che Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli arriverà nelle sale italiane il1° settembre. Per quanto riguarda Tilda Swinton, invece, l’attrice premio Oscar non tornerà nei panni dell’Antico in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, atteso nelle sale americane il 25 marzo 2022.

 
 

Mercoledì: Jenna Ortega sarà la protagonista

Mercoledì

Netflix ha trovata la protagonista dell’annunciata serie su Mercoledì un nuovo live-action spin-off de La Famiglia Addams basato su Mercoledì che sarà diretta da Tim Burton. Il colosso dello streaming lo ha annunciato via twitter presentando per la prima volta l’attrice Jenna Ortega:

La serie sarà incentrata sul personaggio iconico di Wednesday Addams. Intitolata Mercoledì, la commedia di formazione, scritta dai creatori di Smallville Al Gough e Miles Millar e che sarà diretta da Tim Burton, è un mistero inquietante e soprannaturale che racconta gli anni di Mercoledì di Addams come studente alla Nevermore Academy. I tentativi di Wednesday di padroneggiare la sua abilità psichica emergente, contrastare una mostruosa follia omicida che ha terrorizzato la città locale e risolvere il mistero soprannaturale che ha coinvolto i suoi genitori 25 anni fa, il tutto mentre navigava nelle sue nuove e intricate relazioni a Nevermore.

 
 

Act of Valor: trama, cast e la vera storia dietro il film

Act of Valor film

Più volte le gesta dei soldati sono diventate materia da film, dove si ricorda e celebra il loro valore. Il genere bellico è da sempre uno dei più popolari e apprezzati, perché permette di assistere a tutto il coraggio e la forza che l’essere umano scopre di disporre naturalmente in momenti di crisi. Titoli come The Hurt Locker, American Sniper o il più recente 1917 sono solo alcuni dei più acclamati a riguardo. Tra questi si colloca anche Act of Valor (qui la recensione del film), film del 2012 scritto da Kurt Johnstad e diretto da Mike McCoy e Scott Waugh. Come suggerisce il titolo, si tratta di un film che celebra gli atti di valore dei protagonisti.

In particolare, in questo caso, vengono portate sul grande schermo le gesta del corpo dei NAVI Seals. L’idea per il progetto è nata nei due registi dopo che ebbero realizzato un video promozionale per tale corpo militare. Passando molto tempo in mezzo a loro, decisero di dar vita ad un film che si ispirasse ad alcune delle loro vere missioni per mostrare le capacità e il coraggio di cui questi uomini e donne sono dotati. Nel realizzare Act of Valor, i due registi hanno potuto vantare anche la supervisione dello scrittore Tom Clancy, celebre per i suoi romanzi di spionaggio con protagonista Jack Ryan.

Il film si è poi affermato per il suo grande realismo, che sfiora il documentario, come anche per il suo essere un’opera che mostra sempre più come il punto di vista del cinema e quello dei videogiochi sparatutto inizi a coincidere sempre di più. Tantissima adrenalina e azione per un titolo imperdibile per i fan del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Act of Valor: la trama del film

Il film segue le vicende di una squadra di Navy Seals inviati in Costa a Rica per un’operazione di salvataggio di due agenti della CIA, Walter Ross e Lisa Morales. Questi sono infatti stati sequestrati poiché sulle tracce di un pericoloso trafficante di droga noto come Mikhail “Christo” Troykovich. In loro soccorso arrivano dunque sul territorio sette soldati speciali, i quali grazie alle loro abilità riescono a rintracciare rapidamente i due agenti. Per loro è però soltanto l’inizio di quella che si rivela essere una missione più delicata e complessa del previsto.

Attaccati dagli uomini di Christo, i soldati si trovano a dover trovare rifugio presso un loro campo base, ma si tratta di una protezione temporanea. È solo questione di tempo prima che vengano circondati e abbattuti. Il motivo di tale spietato contrattacco sta nel fatto che fuggendo la Morales ha portato via con sé un prezioso cellulare con informazioni importantissime. Tra queste vi sono anche documenti che testimoniano del rapporto tra Christo e il pericoloso terrorista Abu Shabal. I Seals si troveranno così oltre a doversi salvare anche a scoprire quali sono i piani dei due criminali.

Act of Valor storia vera

Act of Valor: il cast del film

Nel dar vita al film, i registi si resero conto ben presto che dei veri attori non avrebbero potuto interpretare realisticamente i ruoli dei soldati che avevano scritto e così i Seals passarono da semplici consulenti ad attori veri e propri. I nomi dei soldati sono però rimasti anonimi, in quanto per riservatezza nessuno dei loro nomi appare nei crediti del film. Tra gli attori professionisti si possono però ritrovare Roselyn Sanchez, attrice nota per il ruolo di Elana Delgado nella serie Senza traccia, che interpreta l’agente Lisa Morales. Nestor Serrano è invece l’agente Walter Ross, mentre Alex Veadov è il narcotrafficante Christo. Sono infine presenti Gonzalo Menendez nei panni del comandante Pedros ed Emilio Rivera in quelli di Sanchez, membro del cartello di droga.

Act of Valor: la vera storia dietro al film

Se le vicende raccontate nel film sono state scritte appositamente per il cinema, queste sono comunque basate su una serie di missioni realmente intraprese dai Seals nel corso degli anni, e che i due registi hanno avuto modo di apprendere durante le conversazioni dirette con i soldati. In particolare, sono state alcune delle loro operazioni ad averli colpiti a tal punto da spingere lo sceneggiatore a basarsi su di essere. In primis, è possibile notare che il film si apre con un attentato a Manila, nelle Filippine. La scelta di tale località non è un caso, poiché tra gli Stati Uniti e il Paese asiatico vige un controverso accordo militare noto come Visiting Forces Agreement, che stabilisce le regole che i soldati devono seguire sul territorio filippino.

Le vicende che nel film si concentrano invece sulla lotta dei Seals contro i narcotrafficanti richiama ovviamente le numerosissime operazioni antidroga condotte dalle truppe statunitensi nei Paesi latinoamericani. Quelli riportati nel film sono anche in questo caso eventi desunti dai veri racconti che i due registi hanno potuto udire. Allo stesso modo, i due Seals che nel film vengono inviati in Somalia è un riferimento all’Operazione Gothic Serpent del 1993, quando al culmine della battaglia di Mogadiscio i soldati statunitensi arrivarono nel Paese africano per porre fine alla guerra civile e alla presidenza del terrorista Mohamed Farrah Aidid. Sempre i Seals, infine, sono il corpo di soldati dietro la cattura del tristemente noto Osama Bin Laden.

Act of Valor: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Act of Valor è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity+, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 19 maggio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb, Nationalpost

 
 

Birds of Prey: chi sono le protagoniste del film DC Comics?

Birds Of Prey Harley Quinn

È involontariamente passato alla storia come l’ultimo Blockbuster della normalità prima dell’inizio della pandemia e qualora lo si volessero vedere e rivedere, Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è disponibile su NOW e on demand su Sky.

Il film diretto da Cathy Yan non è solo l’ultimo film ad alto budget ad essere stato distribuito in sala in una condizione di normalità, ma è anche il primo cinecomi che vede in azione una squadra di eroine anticonformiste tutta al femminile, una squadra forte ed energica, contro la quale non ci si vorrebbe mai scontrare, cosa che non possono dire i villani del film. Ma da chi è composta questa squadra? Ecco di seguito chi sono, secondo i fumetti, le protagoniste del film e da chi sono interpretate nel film Warner Bros, disponibile su NOW e on demand su Sky.

Il film Birds of Prey è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

1Harley Quinn

Margot Robbie Harley Quinn-Portrait

Meravigliosa protagonista, totalmente fuori di testa, Harley Quinn è la regina del film e la spalla di maggiore successo della storia dei fumetti. Nata anche lei nella serie animata dedicata a Batman come spalla di Joker, Harley trova presto la sua strada sui fumetti e anche uno spazio indipendente dal Clown principe del crimine. Il suo costume originale è quello del jester, il jolly nero e rosso.

Dai fumetti però scopriamo chi è, ovvero la dottoressa Harleen Quinzel, psicologa con doti atletiche da ginnasta che lavora al manicomio di Arkham. In questa occasione conosce Joker, del quale rimane vittima, innamorandosi perdutamente di lui. Il villan la conduce in un vortice di violenza e follia dal quale lei stessa si affranca nel corso degli anni delle storie a fumetti, tanto che in Suicide Squad la conosciamo mentre sta cercando di conquistare la sua indipendenza.

Nel corso degli anni è stata tante cose: vittima di Joker, sua complice, pazza assassina, ma più di recente anche donna incerta di emancipazione, innamorata di Poison Ivy e personaggio divertente e irriverente. A darle corpo e anima la meravigliosa Margot Robbie, che possiamo vedere e rivedere grazie a NOW e a Sky on demand.

Successivo

Valley of the gods, la conferenza stampa con Lech Majewski

Valley of the Gods film 2020

In diretta sulla piattaforma Zoom, è stato presentato in Italia il nuovo film di Lech Majewski: autore eclettico, non solo regista, ma anche scrittore e pittore, dalla carriera più che trentennale e la collaborazione con i più disparati artisti internazionali.

Valley of the gods è stato il suo ultimo lavoro, finito di girare appena prima dell’inizio della pandemia, e che CG Entertainment ha atteso a lungo a distribuire proprio per realizzarne l’uscita esclusiva nelle sale cinematografiche.

Durante l’incontro stampa mediato da CG Entertainment, il regista ha narrato la genesi dell’idea del film e della sua realizzazione. Insieme a lui c’era parte del cast rappresentata da Bérénice Marlohe (Song to song e Skyfall) e Keir Dullea (2001 Odissea nello spazio), che ha regalato un piacevolissimo siparietto iniziale nel quale, per diversi minuti, ognuno dei tre si è festosamente salutato di fronte alla divertita partecipazione di stampa ed esercenti.

Il film è un racconto che si addentra nella mente di uno scrittore (Josh Hartnett), senza curarsi troppo di dettagliati riferimenti cronologici e lineari, la cui vita entra in collisione con l’uomo più ricco del mondo (John Malkovich) che sta per appropriarsi di un vasto territorio appartenente al popolo dei Navajo, per sfruttarne i giacimenti di uranio.

Lech Majewski spiega che l’ispirazione gli è venuta qualche decennio fa. Con Viggo Mortensen stava pianificando i dettagli del film Gospel according to Harry e, nel cercare un paesaggio desertico, si era trovato per la prima volta nella Monument Valley. Il contatto con quella realtà lo aveva lasciato senza fiato, in particolar modo quando era riuscito a entrare in relazione con gli abitanti di quelle terre: «I Navajo sono continuamente proiettati verso gli spiriti dei loro antenati», racconta Majewski, «E in tutto ciò che osservano ne colgono i significati, quello che si nasconde. Nonostante le condizioni di disagio in cui vivono, hanno una vita interiore ricchissima, che li rende persone sempre in pace e in armonia. Con questo film ho infatti desiderato creare uno scontro tra il cinema commerciale, con la sua cultura pop che spesso abusa degli effetti speciali facendone quasi una pornografia, e la mitologia antica. E l’ambientazione scelta per il lussuoso castello con il maggiordomo, ad esempio, è un chiaro riferimento a Batman e al suo rapporto con Alfred».

Ambientazione che fa da eco ai ceti più potenti degli Stati Uniti, prosegue il regista: «Quando stavo scrivendo e producendo Basquiat ho intervistato alcuni dei miliardari più famosi degli USA, e ciò che più mi aveva colpito è che, nonostante abbiano una marea infinita di possibilità, vivono blindati in gabbie dorate, impauriti e protetti da un mondo esterno pieno di pericoli. E gli unici con cui hanno rapporti costanti, sono i loro collaboratori».

Persone fragili e interiormente inconsistenti, proprio come il magnate interpretato da John Malkovich, Wes Tauros. E alla domanda su come sia stato lavorare con l’attore, il regista risponde che gli era stato detto che non sarebbe stato facile: «Secondo alcuni è un tipo intransigente, invece l’ho trovato di una gentilezza rara. Disponibile e umile a qualunque indicazione gli dessi».

Così come per Josh Hartnett, che gli ha addirittura confessato di essere stato ispirato da Basquiat nella scelta di voler fare l’attore.

Viene poi chiesto a Bérénice Marlohe come si sia trovata a lavorare a questo progetto, dopo aver interpretato nella sua carriera – tra gli altri – ruoli in film di Terrence Malick e David Lynch: «Devo stare attenta a quel che dico perché mi sente», dice ridendo, «Mi sono sinceramente appassionata al modo in cui Lech ha affrontato temi così complessi e sfaccettati, proprio com’è lui stesso. Dopo aver letto la sceneggiatura la prima volta, ho pensato che condividessi pienamente il suo punto di vista. Vedere film come Valley of the gods oggi è molto difficile. Penso che sia una sorta di magia dare voce a civiltà dalle radici così preziose e di cui non si parla quasi mai».

La parola passa di nuovo al regista quando gli viene chiesto quale sia il suo rapporto con il cinema italiano. E Lech Majewski svela quanto la sua formazione nasca interamente dall’arte italiana, partendo proprio dalla pittura: «Quando da ragazzo studiavo per diventare pittore, ero rimasto impietrito davanti alla “Tempesta”, il dipinto del Giorgione esposto alla Galleria dell’Accademia di Venezia. Avevo provato la stessa sensazione al cinema per una scena di Blow Up. Ho pensato che se Giorgione fosse stato ancora vivo sarebbe stato Michelangelo Antonioni. Così mi è scattata la scintilla che mi ha fatto scegliere d’iscrivermi alla scuola di cinema».

Il regista rivela che fin da adolescente guardava film in italiano, pur non capendo quasi nulla dei dialoghi. E alla curiosità sull’eventualità di un nuovo film da girare proprio in Italia, risponde: «Mi piacerebbe tantissimo. Ho un debole per Dino Buzzati».

Il film uscirà in sala il 3 giugno.