Dopo il successo di
Fairy Tale, Ascanio
Malgarini e Christian Bisceglia provano a
bissare con il nuovo horror Cruel
Peter, prodotto da Armosia,
Taadaaa Entertainment,
Makinarium, Smart Brands Group e Rai
Cinema, in collaborazione con Regione
Siciliana, Sicilia Film Commission,
Regione Lazio e Voltage Pictures.
Quest’ultima ha curato la vendita internazionale. Il film infatti è
stato acquistato in più di 60 paesi. Dal 21 maggio arriva in
esclusiva su RaiPlay.
La trama di Cruel
Peter
Messina, 1908. Peter Hoffmann,
Aran Bevan, è un bambino di tredici anni, unico
erede di una ricchissima famiglia inglese, che vive solo con la
madre da quando il padre è morto. Peter è un bambino viziato, cui
la madre perdona anche gli atti più crudeli. Egli, infatti, ama
giocare con un rasoio, sevizia gli animali, maltratta coetanei e
servitù della villa in cui vive. La sua figura è inquietante e
nessuno osa ribellarsi. Finché un giorno il ragazzo non uccide il
cane del figlio del giardiniere, Alfredo, Christian
Roberto. Questi decide di vendicarsi, chiudendo Peter in
una cassa.
Nel 2019,
l’archeologo londinese Norman Nash, Henry
Douthwaite, arriva con sua figlia, una tredicenne di nome
Liz, Zoe Nochi, orfana di madre, a Messina per
fare delle valutazioni sul restauro del cimitero inglese, situato
all’interno del Cimitero Monumentale della città. A seguito di
alcuni scavi, l’archeologo rinviene una lapide lignea con
un’iscrizione che riguarda la scomparsa di Peter, avvenuta tre
giorni prima del terremoto del 1908. Cercando di ricostruire
l’accaduto, desterà fantasmi sopiti. Anche perché sua figlia Liz,
che non riesce a rassegnarsi alla morte della madre, cercherà di
mettersi in contatto col suo spirito. Ma evocare gli spiriti è
sempre un rischio.
Messina da (ri)scoprire
grazie a Peter il crudele
Come nel precedente
Fairy Tale, Malgarini e
Bisceglia con Cruel Peter
tracciano la loro fiaba gotica attraverso un filo che lega passato
e presente, con un forte radicamento al territorio italiano e alla
sua storia. Sia esso quello pontino, come appunto nel caso del film
del 2012, che ripercorreva gli anni del fascismo, o piuttosto
quello siciliano, di Messina appunto, colpito agli inizi del secolo
dalla ferita del terremoto del 1908. Ecco che l’ambiente diventa
l’altro vero protagonista del film e i registi invitano a scoprirlo
o riscoprirlo, mettendolo in luce, paradossalmente, con le loro
atmosfere oscure. Le vedute panoramiche della città, seppure con
luci plumbee e colori desaturati dalla fotografia di Duccio
Cimatti, sono davvero suggestive, come anche le sequenze
girate all’interno del Cimitero Monumentale, con le statue che
diventano veri e propri soggetti espressivi nel film, mentre i
protagonisti camminano tra le lapidi. Lo stesso accade con il
bosco, altro elemento, stavolta naturale, che contribuisce a creare
l’atmosfera di suspense e mistero.
Un horror classico, curato
e con un respiro internazionale
L’inizio di Cruel
Peter è già eloquente in quanto a meticolosità nel
creare le ambientazioni, cura della scenografia, di Marta
Marrone, e delle musiche, di Luca
Balboni. Si comincia infatti con una sequenza in quasi
bianco/nero, con un bambino che intona una filastrocca. La sua voce
angelica e soave contrasta con le immagini di memorie inquetanti
dell’inizio del secolo scorso: vecchie foto, calpestate da uno
scarabeo di passaggio, La Domenica del Corriere, un uccello morto
con un chiodo conficcato in testa, vecchi ritagli di giornale sul
terremoto di Messina del 1908, un barattolo con api morte e una
bambola rotta. È chiaro, insomma, che i registi utilizzano in modo
disinvolto ed assai efficace il linguaggio del genere horror,
trasportando istantaneamente lo spettatore al tempo e al luogo che
intendono raccontare e incuriosendolo con una fitta aura di
mistero.
Si prosegue con la
sfarzosa villa degli Hoffman e i costumi altrettanto curati di
Renzo Iemmolo, mentre si comincia a conoscere il
protagonista, i cui atti suscitano angoscia e disgusto. Gli effetti
speciali integrati e gli effetti visivi vfx sono di
Leonardo Cruciano e Nicola
Sganga. Aran Bevan nel ruolo di Peter
riesce ad essere inquietante.
Il mondo di Liz e del padre
archeologo sembra essere diverso, sebbene la ragazzina abbia una
passione per tutto ciò che è oscuro, cimiteri compresi. Appena
arrivano a Messina però, la veduta di una città oscura, grigia,
dice che presto le cose cambieranno.
Nella prima parte del film la
sceneggiatura di Christian Bisceglia è sicuramente
più avvincente, incuriosisce lo spettatore con l’intricata vicenda
della famiglia Hoffmann e glie la fa ricostruire pian piano, fino a
svelare un mistero a lungo nascosto. Nella seconda, invece, che
riguarda più da vicino la piccola Liz, l’evocazione degli spiriti e
tutto ciò che ne conseguirà, lo script è meno intrigante, ma
risponde pienamente agli stilemi del genere, con possessioni,
esorcismi e tutto ciò che appartiene al repertorio più classico
dell’horror. Malgarini e
Bisceglia gestiscono comunque il lavoro con
abilità, anche grazie alla scelta di un buon cast. Zoe
Nochi si cala con aderenza nella parte, ma accanto a lei e
ad Henry Douthwaite vi sono anche Katia
Greco, nel ruolo di Bianca, che assieme alla nonna Emma,
Aurora Quattrocchi, cercheranno di aiutare Norman
e sua figlia. Mentre Claudio Castrogiovanni, nel
ruolo di Calarco, appare e scompare al cimitero.
Cruel
Peter è un buon film di genere dal forte legame con
il territorio, che spinge alla scoperta di tesori italiani
nascosti.
Powered by 