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La brava moglie: recensione del film con Juliette Binoche

La brava moglie: recensione del film con Juliette Binoche

Approdato sugli schermi italiani il 17 Giugno, La brava moglie è il nuovo film di Martin Provost, che ha ricevuto in patria quattro candidature ai Premi Cèsar, aggiudicandosi il premio per i migliori costumi.

La brava moglie: la trama

L’impeccabile e piuttosto rigida Madmoiselle Paulette Van Der Beck (Juliette Binoche) gestisce assieme al marito una scuola per casalinghe provette, che si occupa sostanzialmente di “sfornare” una nuova generazione di mogli e madri perfette, secondo un disegno ben strutturato per le donne dell’epoca pre sessantottina. Un incidente infausto lascia però Paulette vedova e in piena bancarotta, preda di dubbi su come poter andare avanti: da questi presupposti scaturirà una nuova consapevolezza per la donna, indipendente dall’età anagrafica e innestata sui desideri e le emozioni di una psiche racchiusa da troppo tempo in una gabbia domestica patriarcale.

Una commedia ruffiana e arguta dalle tinte sessantottine, in un Alsazia volta all’educazione di giovani ragazze in età da marito. L’imperativo categorico delle giovani ragazze è compiacere il consorte e adempiere al proprio ruolo di moglie, angelo del focolare domestico: cucinare, rammendare, fare il bucato sono faccende inserite in una filosofia di devozione e subalternità di cui le ragazze si devono appropriare. Ma le ragazze approdate all’istituto di Paulette Van Der Beck (una Juliette Binoche estremamente divertente) sono figlie di una nuova generazione, che cominciava a marciare verso una presa di coscienza femminile; l’austero e regale microcosmo in cui le ragazze sono inserite dovrà quindi fare i conti con la ventata di un nuovo modello femminile, emancipato e autonomo, rappresentato dalle giovani.

L’impegno civile tinteggiato di comicità arguta in La brava donna

La brava moglie si inserisce all’interno della filmografia di un regista che ha sempre avuto un occhio di riguardo verso l’universo femminile, indagandolo in pellicole intense ed affascinanti, quali Séraphine, incentrato sulla figura della pittrice francese Séraphine de Senlis, interpretata con sfumature di rara, e Quello che so di lei, teatro di un’ossimorica amicizia ostile tra Catherine Deneuve e Catherine Frot. Qui musa del regista diventa Juliette Binoche, alle prese con un ruolo ironico e profondo al tempo stesso, irradiante progressiva emancipazione e un arco di sviluppo caratteriale ben definito, da vedova inconsolabile a causa di un marito che ha sperperato ogni risparmio nel gioco di azzardo) a nuova figura identitaria femminile, poderosa nella sua consapevolezza di donna ed educatrice.

Lo scontro generazionale fa dell’ambientazione scolastica il punto di maggior forza, in cui la coralità delle nuove leve femminili si scontra con due figure autoritarie – non per questo meno ironiche – della Binoche e di Yolande Moreau, che interpreta la cognata della protagonista, personaggio ilare ma fondamentale per lo sviluppo della trama, alla stregua di un “fool” shakesperiano. La brava moglie mostra come il tema dell’impegno civile non debba necessariamente stagliarsi su un fondale drammatico, e come un po’ di quella leggerezza calviniana, mai superficiale o banale, bensì volutamente arguta, sia la chiave di lettura ottimale per entrare in contatto con un universo femminile traviato da regole ferree e assodate, inizialmente senza alcuna possibilità di ribellione. I toni della commedia sagace ben si adattano infatti alla trama elaborata da Provost, benchè il secondo atto della pellicola risulti a tratti particolarmente didascalico e impregnato di sovraesposizione tematica, nonostante l’interessante intuizione del passaggio al musical. Viene forse leggermente meno la capacità di Provost di sondare la profondità psicologica femminile senza inutile forzature o caricature.

Film La brava moglie

La brava moglie è Juliette Binoche nella sua capacità istrionica

Juliette Binoche è innegabilmente la punta di diamante dell’intera narrazione; la sua duttilità artistica viene enfatizzata in uno schema filmico che la vede come focus magnetico totalizzante, tanto nel primo atto quando viene sottolineata la portata autoritaria e intransigente del suo personaggio, tanto nel proseguo della narrazione, in cui assume tratti caratteriali decisamente più avveniristici e umani. Il punto focale tematico de La brava donna è il rinascimento non tanto di un’epoca, quanto di una singola identità che assume le tinte di una parabola universale e che trova in un minutaggio ben definito la possibilità di intrattenere con piacere lo spettatore in sala. Il riconoscimento della parità di genere e il percorso di emancipazione socioculturale dei personaggi de La brava moglie sono tinteggiati ad acquerello e non mancano molteplice inquadrature strutturate come quadri nel film, quasi a voler fermare sullo schermo piccole tappe quotidiane (la possibilità di indossare un pantalone; il conoscere il significato della parola masturbazione) che simboleggiano qualcosa di molto più grande.

Sebbene siano visibili un po’ di difetti strutturali in La brava moglie, il ritmo narrativo sostanzialmente funziona e la storia della simpatica signora Paulette riesce a incorniciare con un sorriso una storia di transizione tra l’ancien régime e la contestazione. Un’attenzione non banale al racconto di costume, con qualche inquietudine suggerita dietro l’apparente idillio, riesce a consegnarci una pellicola che fa delle interpreti istrioniche e ilari il suo punto di maggior forza.

X-Men – L’inizio: trama e cast del film con Michael Fassbender

X-Men – L’inizio: trama e cast del film con Michael Fassbender

Ben prima che il Marvel Cinematic Universe fosse una realtà, a dar particolare prestigio e linfa al genere poi denominato “cinecomic” furono i primi film dedicati agli X-Men. Negli anni, il racconto dei più celebri mutanti dell’universo supereroistico si è espanso grazie a sequel, prequel e spin-off, dando vita ad una delle più compiute saghe degli ultimi anni. Composta in totale da ben dodici film, questa è oggi una delle più redditizie della storia, grazie ad un incasso complessivo di oltre 5 miliardi di dollari. Nel 2011 questa ha conosciuto nuove forme grazie a X-Men – L’inizio (qui la recensione), quinto capitolo e primo prequel della serie.

Diretto da Matthew Vaughn, questo è il X-Men – L’inizio appartenente alla tetralogia prequel della saga, a cui è poi seguito X-Men – Giorni di un futuro passato, X-Men – Apocalisse e X-Men – Dark Phoenix. Conclusa la trilogia principale, che aveva per protagonisti Hugh Jackman, Patrick Stewart e Ian McKellen, ci si è dunque concentrati sul raccontare la genesi dei mutanti più noti, la loro formazione e le prime missioni affrontate. Con nuovi attori nei panni di alcuni dei personaggi già visti nei precedenti film, ha così preso vita un nuovo racconto dedicato ai mutanti più amati del cinema.

X-Men – L’inizio si è poi affermato come un grandissimo successo, divenendo uno dei maggiori incassi della serie e permettendo di continuare a raccontare le gesta di questa nuova classe di supereroi. Per gli appassionati di questi, si tratta di un’opera imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

X-Men – L’inizio: la trama del film

Il film X-Men – L’inizio è ambientato negli Stati Uniti degli anni Sessanta, un periodo segnato dall’esplorario spaziale, dalle conseguenze dell’omicidio di JFK e dalla sempre più minacciosa Guerra Fredda, con l’intero pianeta minacciato dalle crescenti tensioni fra Stati Uniti e Russia. Nel pieno di tale caotico contesto, l’umanità inizia anche a scoprire dell’esistenza dei mutanti, persone dotate di straordinari poteri. Tra questi si annoverano anche i giovani Charles Xavier e Erik Lehnsherr. I due, entrambi mutanti, conducono vite parallele ma opposte. Mentre Erik si trova in Polonia, prigioniero del campo di concentramento del crudele e perverso Klaus Schmidt, Charles è un telepate che vive nella contea di Westchester, dove incontra la mutaforma Raven.

Vent’anni dopo, i due vengono chiamati a collaborare per fermare i malvagi piani del misterioso Sebastian Shaw, che mira a distruggere tanto i mutanti quanto l’umanità. Per riuscirvi, Erik e Charles iniziano a radunare una divisione di giovani mutanti, addestrandoli ad usare i loro poteri. Con l’evolvere della missione, però, l’insofferenza di Erik nei confronti degli umani e della loro violenza contro i mutanti inizia a fargli cambiare idea. Per lui dovrebbero essere i mutanti a governare il mondo, non il contrario. Il conflitto che nasce da questa sua visione potrebbe compromettere per sempre il delicato equilibrio che vige tra le specie.

X-Men - L'inizio film

X-Men – L’inizio: il cast del film

Per i personaggi protagonisti, qui rappresentati nella loro gioventù, sono stati chiamati nuovi celebri interpreti. Ad ereditare il ruolo di Charles Xavier, qui protagonista del film, è l’attore James McAvoy. Per il ruolo, l’attore si rasò completamente i capelli, sapendo che il personaggio è pelato. Scoprì solo in seguito che il regista voleva che per il film Charles avesse ancora i capelli. McAvoy fu così costretto a portare una parrucca per l’intera durata delle riprese. Nei panni di Erik Lehnsherr, alias Magneto, vi è invece Michael Fassbender, il quale per prepararsi al ruolo ha studiato approfonditamente l’interpretazione di Ian McKellen. Decise però poi di dar vita ad una propria versione del personaggio.

Ad interpretare la celebre mutante Raven vi è la premio Oscar Jennifer Lawrence. Per il ruolo, si è dovuta sottoporre ad un allenamento intensivo, nonché ad ore di trucco per potersi far applicare la speciale pelle blu del personaggio. Kevin Bacon è presente nei panni del crudele Sebastian Shaw, mentre January Jones è il suo braccio destro Emma Frost. Nel film si ritrova poi Rose Byrne nei panni di Moira MacTaggert, agente della CIA alleata di Xavier. Vi sono poi Zoe Kravitz nei panni della mutante Angel e Caleb Landry Jones in quelli di Banshee. Lukas Till interpreta qui Havok, il fratello maggiore di Ciclope. Nel film vi è anche un breve cameo di Hugh Jackman, ovviamente nei panni di Wolverine, che respinge l’offerta di Charles ed Erik di unirsi a loro.

X-Men – L’inizio: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

In attesa di vedere i sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. X-Men – L’inizio è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 25 giugno alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

 

Gigi Proietti: 10 cose che non sai sull’attore

Gigi Proietti: 10 cose che non sai sull’attore

Da quando ha calcato per la prima volta il palcoscenico, era chiaro che Gigi Proietti non sarebbe mai sceso di lì. Interprete unico e a tutto tondo, capace di spaziare dal teatro al cinema, dalla televisione al doppiaggio. Autore di spettacoli entrati nella storia dello spettacolo italiano, egli è sempre stato uno dei più apprezzati e amati uomini di questo ambiente. Generoso e sempre pronto a dar vita a sorprendenti novità, si è oggi guadagnato di diritto un posto nel cuore di quanti lo hanno visto recitare, raccontare barzellette o anche semplicemente dar voce ad uno dei personaggi animati più iconici di sempre.

Ecco 10 cose che non sai su Gigi Proietti.

Gigi Proietti: i suoi film, le serie TV e il teatro

1. È celebre per diversi film comici. Tra le attività per cui Proietti è più conosciuto vi è il cinema, per il quale ha recitato sin dagli anni Settanta. Tra i suoi primi film si annoverano titoli come Brancaleone alle crociate (1970) e La proprietà non è più un furto (1973). Il grande successo arriva nel 1976, quando recita nei panni di Bruno Fioretti detto Mandrake in Febbre da cavallo, uno dei film di culto della commedia italiana. Dopo di questo, reciterà in film come Casotto (1977) e “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?” (1983). Nel 2002 è di nuovo Mandrake in Febbre da cavallo – La mandrakata, per poi recitare in diverse commedie come La vita è una cosa meravigliosa (2010), Il premio (2017) e Pinocchio (2019). Il suo ultimo ruolo per il cinema è quello di Babbo Natale in Io sono Babbo Natale (2021).

2. Ha recitato in diverse produzioni televisive. A partire dagli anni Novanta, Proietti ha iniziato ad essere protagonista di diverse celebri serie televisive, che gli hanno permesso di ottenere una seconda giovinezza in TV. Tra queste si annovera innanzitutto Il maresciallo Rocca, iniziata nel 1996 e divenuta uno dei prodotti dal maggior successo per la televisione italiana. Altri celebri titoli sono stati Preferisco il Paradiso, dove ha interpretato San Filippo Neri, Il signore della truffa e Una pallottola nel cuore, andata in onda dal 2014 al 2018 e dove Proietti interpreta il giornalista investigativo Bruno Palmieri.

3. È uno dei massimi esponenti del teatro italiano. Il più grande amore di Proietti è sempre stato il teatro, a cui si è dedicato per tutta la sua vita. Ha infatti esordito nel 1963 nello spettacolo Can Can degli italiani e da lì in poi ha partecipato a numerosi spettacoli fino a quando, nel 1976, si consacra grazie a A me gli occhi, please, divenuto uno dei suoi più celebri e che riproporrà numerose volte nel corso degli anni. Oltre ad essere attore, per il teatro è stato anche regista di numerosi spettacoli di grande successo. Nel 2003, invece, da una sua idea nasce il teatro shakespeariano Globe Theatre, di cui è stato direttore e che è oggi intitolato a lui.

Gigi Proietti film

Gigi Proietti e il doppiaggio

4. Ha doppiato diversi celebri attori. Oltre a recitare in prima persona, Proietti ha in diverse occasioni prestato la voce per diversi noti attori nelle versioni italiane dei film di questi. In particolare, egli è noto per aver doppiato Ian McKellen nei panni di Gandalf nella trilogia de Lo Hobbit. Prima di ciò, era stato anche la voce di Robert De Niro in film come Mean Streets e Casinò, di Sylvester Stallone in Rocky e di Sean Connery in Dragonheart, dove è la voce del possente drago Draco.

5. È la voce italiana del genio di Aladdin. Uno dei doppiaggi più celebri e iconici di Proietti rimane però quello del genio di Aladdin, il film d’animazione Disney del 1992 che in lingua originale ha la voce di Robin Williams. Ancora oggi si tratta di uno dei lavori più celebri di Proietti, che ha poi dato voce al personaggio anche per i sequel Il ritorno di Jafar e Aladdin e il re dei ladri.

Gigi Proietti e le barzellette

6. Era noto per le sue barzellette. Tra le maggiori capacità di Proietti vi fu quella di dare nuova vita e importanza all’arte della barzelletta. Di questa egli si affermò da subito come uno dei massimi esponenti, portando tale racconto comico anche nei suoi spettacoli teatrali, al cinema e anche in televisione. Molte delle sue barzellette più famose si ritrovano anche in alcuni dei suoi libri, come Tutto sommato. Qualcosa mi ricordo e Ndo cojo cojo. Sonetti e sberletti fuori da ogni regola.

7. Ha recitato nel film Le barzellette. Nel 2004 Proietti torna a recitare per Carlo ed Enrico Vanzina per il film Le barzellette, opera ad episodi basata su diverse celebri barzellette, messe qui in scena dai tanti attori protagonisti. Per Proietti fu l’occasione di dimostrare ulteriormente la sua grande capacità recitativa per questa tipologia di racconto. Nel film, in particolare, egli racconta diversi personaggi come il Padreterno, un cameriere, un cantante messicano, un contadino e un direttore d’orchestra.

Gigi Proietti doppiaggio

Gigi Proietti: sua moglie e le figlie

8. Era molto riservato sulla sua vita privata. Nonostante la popolarità, Proietti ha sempre mantenuto la propria vita privata lontano dai riflettori della mondanità. Della sua vita sentimentale è noto solamente che conobbe la sua compagna nel 1962. Questa era una guida turistica svedese di nome Sagitta Alter. Pur non sposandosi mai, i due hanno convissuto insieme per tutta la vita, fino alla scomparsa di lui.

9. Hanno avuto due figlie attrici. Dall’unione sentimentale con la Alter, Proietti ebbe due figlie, Susanna e Carlotta, anch’esse attrici. In particolare, Carlotta ha avuto anche l’occasione di recitare insieme al padre in diverse occasioni, in particolare nella serie Una pallottola nel cuore 2, dove nel 2014 ha preso parte a quattro episodi nei panni di Marzia. Precedentemente, aveva lavorato con il padre anche per il film televisivo L’ultimo Papa re.

Gigi Proietti: età e altezza dell’attore

10. Gigi Proietti è nato a Roma, il 2 novembre 1940 ed è deceduto a Roma il 2 novembre del 1920, all’età di 80 anni. Proietti era alto 187 centimetri.

Fonte: IMDb

Cinema, 600 film selezionati al Social World Film Festival

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Cinema, 600 film selezionati al Social World Film Festival

Sono 600 i film selezionati al Social World Film Festival 2021 divisi in 19 sezioni competitive e non, con film da 52 Paesi e 32 in anteprima. L’undicesima edizione, che si terrà a Vico Equense dall’11 al 18 luglio, si svilupperà quindi in 20.000 minuti di programmazione tra proiezioni in presenza e ondemand, 90 eventi tra incontri, dibattiti, masterclass, attività con le giurie.

Tra i lungometraggi del Concorso Internazionale, sezione competitiva per opere a tematica sociale, ci sono 3 anteprime italiane che vengono dalla Germania (“A Handful Of Water” di Jakob Zapf), da Georgia e Ucraina (“Mother Of Apostles” di Zaza Buadze) e dalla Danimarca “Shorta” di Frederik Louis Hviid), e 2 anteprime campane: “Buio (Darkness)” di Emanuela Rossi e “Regina” di Alessandro Grande.

Nella stessa sezione troviamo 20 cortometraggi tra i quali la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2020 “I am afraid to forget your face” dell’egiziano Sameh Alaa, il francese “Dustin” di Naïla Guiguet in anteprima italiana dopo essere stato a Cannes e Toronto, e “Finis Terrae” di Tommaso Frangini già alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia. È in anteprima italiana l’animazione “Pilar” di  Yngwie Boley e J.J. Epping, Diana van Houten già apprezzata a Toronto, “The Lamb Of God” del portoghese David Pinheiro Vicente, per la prima volta in Italia dopo la partecipazione a Cannes, e “The Game” di Roman Hodel visto a Venezia e Toronto.

Completano il Concorso Internazionale 7 documentari che vengono da Canada, Stati Uniti, Ucraina, Egitto, Francia, Tunisia e Italia, tre in anteprima italiana, gli altri per la prima volta in Campania.

Nella sezione “Focus, occhio al Sud”, dedicata alle opere realizzate nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia con particolare attenzione alla Campania, sono state selezionati 5 lungometraggi: “Agalma” di Doriana Monaco, “Amare amaro” di Julien Paolini, “Gelsomina Verde” di Massimiliano Pacifico, “La Vacanza” di Enrico Iannaccone, e “Sassiwood” di Antonio Vincenzo Andrisani e Vito Cea. Sono 14 i cortometraggi in gara tra i quali “Le Mosche” di Edgardo Pistone già a Venezia, “La Napoli di mio padre” di Alessia Bottone premiato ai Nastri e l’anteprima assoluta di “Quasi Ora” di Luigi Pane.

Confermate anche in questa nuova edizione le sezioni dedicate anche a opere in realtà virtuale, verticali, realizzate con smartphoneserie e webserie, spot, videoclip, film sperimentali, fotografie e sceneggiature per film cinema e tv, nonché quella dedicata al Covid19 per le opere a tema e girate durante il lockdown.

Torna per il sesto anno consecutivo il Mercato europeo del cinema giovane, Young Film Market, che darà spazio e forma ad opere indipendenti di giovani autori, con professionisti dell’industria cinematografica, produttori, distributori e registi provenienti da vari paesi, che discuteranno sulle novità del cinema indipendente, tra coproduzione internazionale, distribuzione pre e post Covid-19 ma anche fundrasing e cineturismo.

Le opere saranno proiettate nelle sale del Museo del Cinema, di Teatro Mio e del complesso monumentale SS Trinità e Paradiso.

The Tomorrow War: la conferenza stampa del film con Chris Pratt

The Tomorrow War: la conferenza stampa del film con Chris Pratt

Il regista Chris McKay, noto per aver diretto LEGO Batman, ha da poco ultimato il suo nuovo lungometraggio, intitolato The Tomorrow War, che rappresenta per lui il suo debutto nel live-action. Si tratta di un’opera di fantascienza classica nella sua concezione ma ricca di elementi di originalità. Il film, inizialmente previsto per la sala cinematografica, è l’ennesimo caso di opera che, a causa della pandemia da Covid-19, arriverà direttamente in streaming, più precisamente sulla piattaforma Amazon Prime Video, dove sarà disponibile dal 2 luglio.

La vicenda del film si apre su un gruppo di viaggiatori nel tempo che si presenta, dal 2051, al nostro presente per portare un messaggio urgente: di lì a trent’anni la razza umana sarà sul punto di perdere una guerra globale contro una letale specie aliena. L’unica speranza per sopravvivere è che soldati e civili del presente vengano trasportati nel futuro e si uniscano alla battaglia. Tra le reclute vi è l’insegnate di liceo e padre di famiglia Dan Forester (Chris Pratt). Determinato a salvare il mondo per la sua giovane figlia, Dan si unisce alla squadra nella disperata impresa di riscrivere il destino del pianeta.

The Tomorrow War: la parola agli attori

Protagonista del film è l’attore Chris Pratt, il quale diviso tra Guardiani della Galassia e Jurassic World, vive un momento d’oro della sua carriera. “Il film è semplicemente epico, – afferma Pratt – ma ciò che mi ha davvero conquistato sono i sentimenti che stanno alla sua base. Quando ho terminato le riprese, mia figlia non era ancora nata, ma potevo già avvertire il senso di responsabilità e di protezione che essere padre comporta, e questo mi ha permesso di identificarmi profondamente con il mio personaggio.”

Nel film è poi presente anche l’attrice Yvonne Strahovski, principalmente nota per i suoi ruoli nelle serie Dexter e Chuck. In The Tomorrow War, l’attrice interpreta Vicky Winslow, che dal futuro arriva nel presente per richiedere aiuto nella guerra contro gli alieni. “Desideravo da tempo interpretare un ruolo tanto fisico, – racconta l’attrice – e questo film è stata l’occasione giusta. Mi sono potuta misurare con aspetti nuovi di questo mestiere e anche se è stato particolarmente faticoso, ne è certamente valsa la pena.”

Nel film, infine, sono presenti anche Betty Gilpin, attrice nota per la serie GLOW, nei panni di Emmy Forester, moglie di Dan, e il premio Oscar J. K. Simmons, in quelli del generale Slade. Entrambi gli attori si sono definiti entusiasti di quanto offerto dal film. “Lavorare a questo progetto, – ha dichiarato la Gilpin – mi ha permesso di cimentarmi con qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò a cui ero abituata e di dar vita ad un personaggio molto forte”.La fantascienza è da sempre tra i miei generi preferiti, – ha aggiunto Simmons – e l’idea alla base di questo film mi ha attratto da subito, non ho potuto dire di no”.

The Tomorrow War film

The Tomorrow War: dalla sala alla televisione

Il regista Chris McKay ha poi parlato della sfida di completare la post-produzione del film nel pieno della pandemia. “Quando abbiamo iniziato il montaggio e il lavoro sugli effetti speciali, il mondo che ci circondava era ormai profondamente diverso dal presente che avevamo raccontato nel film. – spiega il regista – Ciò però non ha tolto nulla al film, che anzi è per me diventato il racconto di un’umanità che si unisce per combattere contro un unico nemico, sia questo una specie aliena o un virus”.

È Pratt a chiudere poi la conferenza stampa, rassicurando quanti temono che il film su Amazon non sarà la stessa cosa che vederlo al cinema. “È un dibattito quanto mai attuale, – afferma Pratt- ma posso garantire che quando abbiamo saputo che il film sarebbe andato direttamente in streaming abbiamo rivisto il tutto affinché il risultato fosse altrettanto grandioso anche su uno schermo più piccolo. Consiglio naturalmente di alzare al massimo il volume, ma nulla dell’intrattenimento offerto verrà meno! Si tratta di bel film pensato per il cinema. Quindi guardalo a casa, ma facendo finta di essere al cinema!”

Black Widow: 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono su Taskmaster

La storia di Taskmaster nei fumetti è lunga e al tempo stesso assai complicata, ricca di contraddizioni, vittime ed enigmi. In attesa di scoprire come l’attesissimo Black Widow reinventerà il personaggio (o se magari proporrà una versione dello stesso molto simile ai fumetti), Screen Rant ha raccolto 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono su Anthony “Tony” Masters:

Poteri unici

Come stabilito nella sua prima apparizione, il potere principale di Taskmaster sono i suoi “riflessi fotografici”, che gli consentono di memorizzare e replicare istantaneamente tutti i movimenti fisici che vede eseguire, non importa quanto complessi, anche se osservati per pochi istanti.

Dopo aver studiato le mosse tipiche e gli stili di combattimento di una pletora di eroi Marvel, Taskmaster vanta un’abilità di combattimento che include duplicazioni esatte degli arsenali corpo a corpo di Capitan America, Black Panther, Iron Fist e molti altri.

I suoi poteri causano l’amnesia

Anche se i suoi poteri gli hanno permesso di accumulare un ampio catalogo di stili di combattimento “rubati” da vari eroi e cattivi della Marvel, le abilità uniche di Taskmaster sono un’arma a doppio taglio. Quando continua ad accumulare abilità da aggiungere al suo arsenale, parallelamente i suoi ricordi personali vengono lentamente cancellati.

Ad ogni nuovo stile di combattimento che registra per una replica futura, Taskmaster dimentica un pezzo del suo passato, che a questo punto include la maggior parte della sua vita prima di diventare un mercenario mascherato, inclusa la sua identità originale, il suo nome e la sua famiglia.

Era un ex agente dello SHIELD

Anche se Taskmaster è stato un antagonista per lo più enigmatico per oltre 30 anni dopo il suo debutto, la miniserie omonima del 2010 a lui dedicata ha finalmente iniziato a far luce sul suo misterioso passato. È stato rivelato, infatti, che l’uomo che sarebbe diventato Taskmaster era originariamente un agente dello SHIELD di nome Tony Masters, reclutato a causa delle sue doti naturali di memoria eidetica e replicazione dell’azione fisica.

All’epoca, questa capacità non era ancora immediata e Tony doveva passare del tempo a studiare le mosse degli altri prima di poterle eseguire lui stesso. Nel corso di una particolare missione, tuttavia, Masters avrebbe consumato un siero sperimentale con conseguente aumento della capacità del suo cervello di elaborare e conservare le informazioni, rendendo la sua ritenzione istantanea. Poiché gli effetti collaterali di questo aggiornamento hanno gradualmente cancellato i suoi ricordi personali, Tony alla fine avrebbe completamente dimenticato i suoi anni come agente dello SHIELD, arrivando anche a combattere contro l’organizzazione, per ironia della sorte, in numerose occasioni.

Eroe e cattivo

Durante la sua carriera di mercenario, Taskmaster ha sempre inseguito il denaro. A tal fine, ha partecipato ad allenamenti e collaborazioni sia con eroi che con cattivi, totalmente dipendente da ciò che soddisfava i suoi interessi immediati. Nelle sue prime apparizioni, Taskmaster gestiva una scuola segreta per scagnozzi, addestrando agenti per gruppi terroristici come l’Hydra e l’AIM, ed entrando in conflitto con eroi come Captain America e gli Avengers.

Più di recente, è stato graziato e reclutato per addestrare le giovani reclute con superpoteri a Camp Hammond, meglio conosciuta come Avengers Academy. In qualità di istruttore della scuola, Taskmaster ha combattuto al fianco degli eroi della Marvel in più occasioni, ma non ha esitato a cambiare alleanza quando si è presentata una nuova opportunità redditizia, tradendo senza battere ciglio gli eroi che lo avevano accolto a braccia aperte. 

Ha contribuito alla formazione di US Agent

Quando l’originale Captain America, Steve Rogers, abbandonò il suo ruolo iconico a causa delle crescenti pressioni dovute all’operare per conto di un governo con cui non era d’accordo, la Commissione degli Stati Uniti sulle Attività Sovrumane cercò rapidamente di sostituirlo con un altro agente. Quando il soldato John Walker è stato selezionato per ereditare il ruolo, era chiaro che avrebbe avuto bisogno di un addestramento extra per gestire le aspettative.

Per questo, la Commissione ha cercato di assumere il miglior istruttore di combattimento possibile, indipendentemente dal sordido passato che questi poteva avere. Sapendo di possedere già un’esatta conoscenza “fotografica” dello stile di combattimento dell’originale, il CSA ha assunto Taskmaster per addestrare Walker nell’uso ottimale del leggendario scudo di Cap. Walker sarebbe stato Captain America per un po’, prima di diventare US Agent. Tuttavia, la sua eroica carriera non avrebbe mai avuto successo se non fosse stato per l’addestramento iniziale di Taskmaster.

Taskmaster era sposato

Come effetto collaterale delle sue abilità, Taskmaster ha dimenticato la maggior parte dei dettagli del suo passato prima di indossare la sua identità attuale, comprese le sue precedenti relazioni interpersonali. Nella sua vita passata come agente dello SHIELD, tuttavia, Tony Masters ha eseguito spesso missioni al fianco dell’agente Mercedes Merced, che era anche sua moglie.

Quando i poteri di Masters hanno iniziato a sovrascrivere i suoi ricordi personali, l’agente Merced ha assunto il ruolo del suo misterioso “gestore”, assegnandogli le sue prime missioni mercenarie mentre prendeva segretamente appunti sulla sua situazione per le informazioni dello SHIELD. Nonostante si sia ricordato della sua passata vita coniugale durante le successive interazioni con Merced, Taskmaster è condannato a dimenticare inevitabilmente la vita che un tempo condividevano. 

Potrebbe avere un figlio

Mentre operava come istruttore presso l’Accademia dei Vendicatori, Taskmaster divenne casualmente responsabile dell’addestramento di uno studente che possedeva le sue esatte capacità di “riflesso fotografico”. Jeanne Foucault era una giovane supereroina in formazione proveniente da una famiglia distrutta, dove era stata sfruttata da sua madre per la sua naturale capacità di replicare qualsiasi azione avesse visto.

Non avendo mai conosciuto il suo padre biologico, e considerando la somiglianza dei loro poteri, Jeanne alla fine si sarebbe avvicinata al suo insegnante con la possibilità che potesse essere davvero il suo vero padre. Consapevole delle enormi lacune nella sua memoria, incluso con quante donne potrebbe o meno essere stato in intimità, Taskmaster è arrivato a considerare la possibilità che Foucault potesse davvero essere sua figlia biologica, anche se questo non è mai stato confermato ufficialmente.

Il significato della maschera

Durante ognuna delle sue raffigurazioni, comprese le modifiche occasionali al suo look, Taskmaster ha costantemente indossato la sua maschera con la faccia da teschio immediatamente riconoscibile. Sebbene utile per il suo aspetto intimidatorio, questo iconico pezzo dell’uniforme ha in realtà un significato molto importante per Tony Masters, anche se probabilmente non lo ricorda in modo specifico.

Dopo aver deciso di farsi strada come addestratore di mercenari e furfanti, uno dei primi allievi di Taskmaster fu il capo del cartello criminale messicano, Don of the Dead. Nel tentativo di mostrare solidarietà a Don e ai suoi associati, Taskmaster avrebbe adottato la maschera con la faccia da teschio che usa ancora oggi, un omaggio alla Santa Muerte, una personificazione cattolica dell’entità Morte.

Non può “copiare” tutti

Considerata la sua capacità di replicare i movimenti di qualsiasi persona che incontra, Taskmaster ha una storia consolidata di utilizzo contro gli eroi della Marvel dei loro stessi stili di combattimento. Ci sono stati alcuni casi, tuttavia, in cui non è stato in grado di utilizzare adeguatamente questa capacità.

Durante uno scontro con il robot Avenger, Jocasta, Taskmaster ha dimostrato di non essere in grado di imitare i movimenti di esseri sintetici, poiché la loro mancanza di movimenti umani prevedibili compensa la sua capacità di emularli immediatamente. Inoltre, come illustrato nelle storie successive, Taskmaster non è in grado di copiare le mosse di Deadpool, a causa del comportamento imprevedibile e irregolare di Wade Wilson e della mancanza di uno stile di combattimento coerente.

Ha degli amici sorprendenti

Nonostante affronti principalmente i suoi conflitti da solo, di tanto in tanto Taskmaster non si oppone a una squadra, una partnership o una vera amicizia. Dopo il suo primo alterco con Deadpool, sarebbe diventato un frequente socio del nascente gruppo di mercenari, l’Agenzia X, costruendo un rapporto di lavoro riluttante ma reciprocamente rispettoso con Deadpool e il suo duplicato Alex Hayden, mentre iniziava anche una relazione con la receptionist dell’agenzia, Sandi Brandenberg.

Come istruttore presso l’Avengers Academy, ha spesso confrontato le sue storie con quelle del suo collega Constrictor, costruendo con lui un’amicizia del tutto casuale sul posto di lavoro. Più recentemente, Taskmaster ha stretto un forte legame con Eric O’Grady, altrimenti noto come il cattivo potenziato dalla particella Pym, Black Ant, arrivando persino a fare il doppio gioco con un datore di lavoro per suo conto, evitando un giorno di paga garantito per proteggere la sicurezza del suo amico.

Elettra Lamborghini ospite al BCT Festival di Benevento

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Elettra Lamborghini ospite al BCT Festival di Benevento

Tra gli ospiti del BCT Festival di Benevento anche Elettra Lamborghini, che ha lanciato il suo nuovo album Twerking Beach. Ecco la nostra intervista.

BCT Festival di Benevento: intervista a Maccio Capatonda

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BCT Festival di Benevento: intervista a Maccio Capatonda

Maccio Capatonda è stato ospite al BCT Festival di Benevento dova ha parlato del suo ultimo libro, Libro. Qui la nostra intervista.

Fast and Furious: Tyrese Gibson propone il crossover con Transformers

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I film della saga di Fast and Furious sono cambiati molto da quando è uscito il primo capitolo nel 2011, con le corse automobilistiche che sono state messe da parte a favore di acrobazie folli e intense scene di combattimento.

Sappiamo già che in Fast and Furious 9 alcuni dei personaggi andranno addirittura nello spazio, quindi la domanda sorge spontanea: cosa potrebbe essere di ancora più esaltante nel futuro del franchise? Una possibilità potrebbe essere quella di un crossover con la saga di Jurassic Park, magari in un film evento in cui Domic Toretto e il suo equipaggio sarebbero costretto a schivare i dinosauri….

Tuttavia, una delle star del franchise, Tyrese Gibson, ha in mente un altro grande crossover: Transformers! “Non ne so niente, amico”, ha detto a ComicBook quando gli è stato chiesto delle voci su un possibile Fast and Furious che incontra Jurassic Park. “Penso che il crossover più giusto sarebbe Transformers e Fast, e poi magari Fast e Jurassic Park. Auto che diventano robot, e viceversa. Possiamo farlo all’inizio e poi arrivare ai dinosauri.”

Le questioni relative ai diritti rendono alquanto improbabile un incontro tra Dom e Optimus Prime, ma poiché la Universal Pictures è responsabile sia di Fast and Furious che di Jurassic Park, nulla esclude che un giorno l’idea – azzardata?! – possa concretizzarsi.

Quando il regista di Jurassic World: Dominion, Colin Trevorrow, è stato interrogato su un possibile crossover all’inizio di questo mese, ha risposto: “Non voglio dire nulla perché poi i meme si fermerebbero. La realtà non è così divertente. Voglio dire, ho mai sentito qualcosa a proposito di un crossover tra franchise? Certo che no! Mi piace vedere le persone prendere davvero sul serio queste cose su Twitter? Sì! Quindi, continuiamo a divertirci con i: ‘Cosa succederebbe se?’.”

Il cast di Fast and Furious 9 e il capitolo finale della saga

Fast and Furious 9 vedrà nel cast Vin DieselMichelle Rodriguez, Jordana Brewster, John Cena, Tyrese Gibson, Lucas Black, Michael RookerNathalie EmmanuelHelen Mirren Charlize Theron. Ricordiamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga – che sarà diviso in due parti – concluderà definitivamente la serie principale, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo.

UCI Cinemas: tutti i film a partire da 4,90 € fino al 30 giugno

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UCI Cinemas: tutti i film a partire da 4,90 € fino al 30 giugno

UCI Cinemas, il più importante Circuito cinematografico presente in Italia con 43 strutture multiplex e 440 schermi, estende l’offerta valida tutti i giorni, fino al 30 giugno, per vedere tutti i film in programmazione a partire da soli 4,90€.

La promozione lanciata l’8 giugno è rivolta a tutti i clienti, coinvolge tutti i cinema UCI del circuito che hanno riaperto al pubblico ed è attiva anche sui cinema UCI Luxe, questi ultimi con prezzo del biglietto a partire da 5,90€. Per tutti i possessori di SKIN Family, la carta fedeltà di UCI dedicata alle famiglie, l’offerta è ancora più vantaggiosa. Per maggiori dettagli sulla promozione: www.ucicinemas.it/promosuperprezzo.

UCI Cinemas, biglietti a 4,90€, dove acquistarli

È possibile acquistare i biglietti tramite App gratuita di UCI Cinemas e sul sito www.ucicinemas.it con il vantaggio di evitare la fila alle casse. Il pubblico può comunque acquistare i biglietti anche tramite le biglietterie automatiche self-service presenti sul posto, presso le casse delle multisala aderenti e tramite call center (892.960). Per maggiori informazioni visitare il sito www.ucicinemas.it o la pagina ufficiale di Facebook di UCI Cinemas all’indirizzo: www.facebook.com/ucicinemasitalia.

Ricordiamo che sono già state riaperte al pubblico le seguenti multisala: UCI Alessandria, UCI Arezzo, UCI Bicocca, UCI Casoria, UCI Como, UCI Curno, UCI Ferrara, UCI Firenze, UCI Fiumara Genova, UCI Fiume Veneto, UCI Gioia del Colle, UCI Lissone, UCI Marcianise, UCI Meridiana Bologna, UCI Certosa Milano, UCI Milanofiori, UCI Molfetta, UCI Orio, UCI Palermo, UCI Piacenza, UCI Porta di Roma, UCI Reggio Emilia, UCI Romaest, UCI Romagna, UCI Sinalunga, UCI Torino Lingotto, UCI Verona, UCI Villesse, UCI Luxe Palladio Vicenza, UCI Luxe Marcon Venezia, UCI Luxe Maximo, UCI Luxe Campi Bisenzio, UCI Catania, UCI Parco Leonardo, UCI Cagliari, UCI Gualtieri, UCI Showville Bari, UCI Perugia e UCI Bolzano.

Shang-Chi: a sorpresa, nel nuovo trailer appare un noto villain del MCU

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L’ultimo trailer di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, arrivato online poche ore fa, ha confermato la presenza nel film di un personaggio molto noto ai fan del MCU: stiamo parlando di Emil Blonsky, meglio conosciuto come Abominio.

È la prima volta che il personaggio appare in un progetto del MCU dal 2008, anno di uscita de L’incredibile Hulk, e sappiamo che il nemico principale di Hulk farà il suo ritorno ufficiale nella serie dedicata a She-Hulk, in arrivo prossimamente su Disney+.

Nello specifico, il secondo trailer di Shang-Chi ci concentra maggiormente sulla costruzione dell’universo in cui si muove il protagonista. Tuttavia, la scena finale ha lanciato una vera e propria bomba per i fan della Marvel: mentre Shang-Chi (Simu Liu) e Katy (Awkwafina)  assistono ad un torneo di combattimento sotterraneo, Abominio appare a sorpresa come uno dei combattenti presenti nell’arena, scontrandosi con quello che sembra essere proprio Wong (Benedict Wong), ossia il braccio destro di Doctor Strange.

Prima di quest’apparizione, nessuno sapeva che Abominio sarebbe apparso in Shang-Chi. Resta da capire se il personaggio avrà effettivamente un ruolo all’interno della storia e, soprattutto, se sarà ancora una volta Tim Roth ad interpretarlo. Tuttavia, non dovrebbe sorprendere se fosse uno stunt ad interpretare il personaggio, soprattutto se l’apparizione dello stesso sarà relegata a quest’unica scena.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Luca: tutte le easter egg presenti nel film Disney e Pixar

Luca: tutte le easter egg presenti nel film Disney e Pixar

Luca è l’ultimo film d’animazione targato Disney e Pixar disponibile dal 18 giugno su Disney+. Il film, diretto da Enrico Casarosa, è pieno di easter egg e di riferimenti nascosti all’universo Disney e Pixar, ma non solo. Scopriamo insieme quali sono:

La palla Luxo

Il primissimo progetto d’animazione in computer grafica della Pixar è stato Luxo Jr., un cortometraggio di due minuti scritto e diretto da John Lasseter nel 1986. Il cortometraggio mostra una grande lampada da tavolo angolare che osserva una lampada più piccola mentre gioca con una palla, che accidentalmente si sgonfia dopo che la lampada più piccola ci è saltata sopra.

Da allora Luxo Jr. è diventata la mascotte della Pixar: la vediamo, infatti, schiacciare la “i” in Pixar all’inizio di ogni film prodotto dallo studio di animazione. L’originale palla Luxo è ormai un tradizionale easter egg nei film Pixar e può essere vista anche in Luca, quando il protagonista sta sorpassando altri corridori, su un tetto, durante la Coppa Portorosso.

A113

Un altro easter egg di vecchia data, già apparso in molti film Disney e Pixar, è il numero A113. Questo è un numero di una delle aule del California Institute of the Arts, dove registi come Tim Burton, John Lasseter e Brad Bird hanno studiato animazione e progettazione artistica dei personaggi. Sul biglietto del treno che Alberto regala a Luca alla fine del film, infatti, c’è scritto proprio “A113”.

Il camion di Pizza Planet

La catena “arcade and food” Pizza Planet è stata una delle location principali del primo lungometraggio della Pixar, Toy Story. Da allora, una versione del camion delle consegne Pizza Planet è stata astutamente nascosta in quasi tutti i film Pixar.

Includere quest’easter egg è stata una vera sfida per Luca, dal momento che il modello di camion Pizza Planet sarebbe stato un anacronismo negli anni ’50. Per risolvere questo problema, il camion è stato reinventato come Piaggio Ape, lo storico veicolo per le consegne a tre ruote realizzato dalla stessa azienda che produce la Vespa. La Pizza Planet Ape si vede durante il tratto finale della Coppa Portorosso, dopo che ha iniziato a piovere, ed è riconoscibile dal razzo in cima.

20.000 leghe sotto i mari

La gente di Portorosso potrà anche odiare i mostri marini, ma di certo adorano i film a loro dedicati. La città, infatti, è tappezzata di locandine, tra cui quella di un film di fantasia dal titolo Attaco del mostro marino che lascia alquanto perplesso il padre di Luca, perché il mostro sulla locandina assomiglia esattamente allo zio Ugo.

Tra gli altri poster affissi per la città figura anche 20.000 leghe sotto i mari, prodotto dalla Disney nel 1954. Quel film non presenta mostri marini che cambiano forma e diventano bambini, ma ha comunque una scena con un calamaro gigante al suo interno. 

Coco

Mentre Alberto e Luca stanno cercando di intrufolarsi a Portorosso via mare, vengono captati nelle loro forme subacquee da una donna su una barca. La barca si chiama Elena, che era anche il nome della nonna di Miguel nel film della Pixar Coco.

Elena è un nome comune sia in spagnolo che in italiano, quindi potrebbe essere più una coincidenza che un riferimento volontario. Tuttavia, è divertente immaginare che Abuelita abbia trascorso un po’ di tempo nella riviera italiana quando era giovane e che la barca porti il suo nome.

Pinocchio

I numerosi riferimenti di Luca all’arte e alla cultura italiana includono anche un easter egg che funge da crossover con la Disney. Uno dei libri nella stanza di Giulia è Le avventure di Pinocchio dell’autore italiano Carlo Collodi, che è stato trasposto sul grande schermo dalla Disney nel 1940.

Nel libro, Pinocchio viene ripetutamente ingannato da una coppia di truffatori: un gatto che finge di essere cieco e una volpe che finge di essere zoppa. Sulla copertina e nella sequenza onirica di Luca che dà vita al libro, il gatto somiglia molto al gatto di Massimo, Machiavelli.

Paperino

Pinocchio non è l’unico classico personaggio Disney presente nella stanza di Giulia. C’è anche un giocattolo di Paperino appoggiato ai piedi del suo letto. Paperino è stato creato dalla Disney nel 1934, quindi sarebbe stato molto popolare nel periodo in cui è ambientato Luca. Forse Giulia si identifica in lui perché entrambi hanno la tendenza a balbettare e a lasciare che il loro carattere abbia la meglio su di loro…

Federico Fellini

Una delle maggiori influenze di Enrico Casarosa durante la realizzazione di Luca è stata l’acclamato regista italiano Federico Fellini. In particolare, ci sono diversi accenni in Luca al film di Fellini del 1954 La strada.

Nella piazza principale, sullo stesso tratto di muro in cui è presente la locandina di 20.000 leghe sotto i mari, si vede anche un altro manifesto – quello de La strada, appunto. Inoltre, il peschereccio all’inizio del film si chiama Gelsomina, che è proprio il nome della protagonista del film di Fellini.

Un omaggio a Hayao Miyazaki

Anche se il concept di una creatura marina che diventa curiosa della vita sulla Terra e si trasforma in un essere umano ha molto in comune con La sirenetta della Disney, i fan dei film dello Studio Ghibli avranno maggiori probabilità di associare Luca al film Ponyo sulla scogliera di Hayao Miyazaki.

Casarosa, infatti, ha affermato che Miyazaki è stata un’altra delle sue principali influenze, dal momento che il co-fondatore dello Studio Ghibli è noto per i suoi film sui bambini che esplorano mondi magici. Inoltre, il nome Portorosso è un palese omaggio ad un altro film di Miyazaki, ossia Porco Rosso del 1992.

Prossima fermata: Pixar

Quando Luca saluta la sua famiglia e Alberto alla fine del film, il treno su cui salgono lui e Gina riporta il numero 94608 nella parte anteriore. Questo è il codice postale dei Pixar Animation Studios di Emeryville, in California.

È un riferimento particolarmente toccante, dal momento che Luca sta andando a scuola per inseguire i suoi sogni, e la Pixar è una destinazione da sogno per tutti coloro che cercano di perseguire il loro mestiere di animatore, puntando a lavorare per uno degli studi più acclamati di Hollywood.

The Harder They Fall: teaser del western Netflix con Idris Elba

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The Harder They Fall: teaser del western Netflix con Idris Elba

Netflix ha diffuso il teaser trailer di The Harder They Fall, l’attesto western originale Netflix in arrivo quest’anno. In questo western, il fuorilegge Nat Love (Jonathan Majors) viene a sapere che il suo nemico Rufus Buck (Idris Elba) sta per essere rilasciato di prigione e riunisce la gang per rintracciarlo e vendicarsi.

Diretto da Jeymes Samuel con la sceneggiatura di Samuel e Boaz Yakin e prodotto da Shawn Carter, James Lassiter, Lawrence Bender e Jeymes Samuel, The Harder They Fall vanta una colonna sonora irresistibile e un cast stellare mozzafiato, in cui brillano Jonathan Majors, Zazie Beetz, Delroy Lindo, LaKeith Stanfield, Danielle Deadwyler, Edi Gathegi, R.J. Cyler, Damon Wayans Jr., Deon Cole, Regina King e Idris Elba. Mai come in questo caso, la vendetta è un piatto da servire freddo!

The Hunt: Jason Blum rimpiange la gestione della controversia legata al film

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La Blumhouse è una delle società di maggior successo dell’odierno panorama hollywoodiano, grazie soprattutto alla produzione di franchise horror quali Paranormal Activity, Insidious e The Purge, ma anche di film molto acclamati dalla critica come Whiplash, Scappa – Get Out e BlacKkKlansman.

Tuttavia Jason Blum, fondatore e amministratore delegato della Blumhouse Productions, ha rivelato di avere alcuni rimpianti in merito a The Hunt, il film del 2020 diretto da Craig Zobel, che generò un’enorme controversia prima dell’arrivo nelle sale: dopo la strage di Dayton e la strage di El Paso, infatti, la campagna promozionale del film venne ufficialmente sospesa e alcuni giorni dopo il film venne ritirato dal calendario delle uscite della Universal.

In una recente intervista con ComicBook, Jason Blum ha parlato di come molte informazioni sbagliate in merito al film si siano diffuse a macchia d’olio ancor prima della sua uscita in sala. Blum ha affermato che la controversia legata all’uscita di The Hunt è stata così accesa e prolungata che spera che una cosa del genere non accada mai più in futuro.

“La polemica prima dell’uscita di The Hunt ha rovinato l’intero film. Intendo dire che ha rovinato l’uscita del film. The Hunt sarebbe potuto essere un film di grande successo, ma la controversia prima dell’uscita lo ha praticamente distrutto. Quando mi viene chiesto qual è il mio più grande rimpianto in relazione alla gestione della mia compagnia, è proprio questo: che nessuno ha potuto vedere The Hunt a causa di quella controversia. Quella polemica è stata orribile. È stato davvero brutto. Era una polemica su un film che nessuno, in realtà, aveva visto. Le persone stavano inventando cose su un film che non avevano visto, e spero davvero che una cosa del genere non accada mai più. Ora mi preoccupo che possa succedere con ogni nuovo film film. Se ci sono polemiche prima dell’uscita di un film, queste possono davvero rovinarlo… Tuttavia, cosa puoi farci? Quindi mi preoccupo il giusto. Sono cose che non posso controllare.”

Di cosa parla The Hunt?

The Hunt è basato su racconto del 1924 “La partita più pericolosa”, scritto da Richard Connell. Nel film, dodici sconosciuti si svegliano in una radura. Non sanno dove sono o come sono arrivati ​​lì. Non sanno di essere stati scelti per uno scopo molto specifico: La Caccia!

All’ombra di una oscura teoria della cospirazione di Internet, un gruppo di élite si riunisce per la prima volta in una casa padronale remota per cacciare gli americani comuni per lo sport. Ma il piano generale delle élite sta per essere deragliato perché uno dei The Hunted, Crystal (Betty Gilpin), conosce il gioco dei Cacciatori meglio di loro. Gira i tavoli sugli assassini, prendendoli uno per uno, mentre si fa strada verso la misteriosa donna (Hilary Swank) al centro di tutto.

Oscar 2022: a Danny Glover, Samuel L. Jackson, Elaine May e Liv Ullmann premio alla carriera

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Danny GloverSamuel L. JacksonElaine May e Liv Ullmann saranno le personalità del mondo del cinema che in occasione degli Oscar 2022 saranno insigniti del riconoscimento alla carriera. Ad annunciarlo è stata l’Academy.

Il presidente dell’Academy, David Rubin, ha commentato elogiando la trasversalità da Jackson, come un attore che ha attraversato i generi e l’immaginario di generazioni, le doti di Elaine May “come sceneggiatrice, regista e attrice”, le doti interpretative ed emozionali di Liv Ullmann e l’impegno decennale di Danny Glover per la giustizia e per i diritti civili.

Dal 2009 l’Oscar alla carriera viene presentato in occasione della cerimonia dei Governors Awards, anche per snellire la cerimonia ufficiale degli Oscar.

La misteriosa accademia dei giovani geni: intervista a Tony Hale, Gia Sandhu e Maame Yaa Boafo

Tony Hale, Gia Sandhu e Maame Yaa Boafo, trai protagonisti di La misteriosa accademia dei giovani geni, raccontano la loro esperienza sul set della serie Disney+, disponibile dal 25 giugno.

La misteriosa accademia dei giovani geni (The Mysterious Benedict Society) è una serie televisiva creata da Matt Manfredi e Phil Hay per Disney+ basata sul romanzo per ragazzi La misteriosa accademia per giovani geni di Trenton Lee Stewart.

Guardiani della Galassia: ecco la canzone che James Gunn non userà mai

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Parte del successo del franchise di Guardiani della Galassia è dovuto sicuramente alle incredibili canzoni del repertorio anni ’60 e ’70 attraverso cui James Gunn ha scelto di impreziosire le colonne sonore dei due “volumi” usciti fino ad oggi.

Tuttavia, esiste un brano assai famoso che pare il regista e sceneggiatore non sia intenzionato ad usare. Attraverso le sue storie di Instagram, infatti, Gunn ha risposto alla domanda di un fan che gli aveva chiesto quale canzone o artista musicale non userebbe mai all’interno di un suo film, spiegando che molti fan dei Guardiani amerebbero ascoltare all’interno di un film dei Marvel Studios la canzone Dancing in the Moonlight dei King Harvest.

Purtroppo, il diretto interessato ha spiegato che ciò non accadrà mai: “Un sacco di persone mi hanno detto che vorrebbero sentire ‘Dancing in the Moonlight’ in un film dei Guardiani”, ha risposto Gunn. “Per me è una canzone ‘trita e ritrita’, quindi non accadrà.”

Il contributo di James Gunn alle musiche del MCU oltre Guardiani della Galassia

Il contributo di James Gunn alle colonne sonore è stato molto rispettato dal resto del MCU: è stato proprio il regista, infatti, a raccomandare “The Rubberband Man” di The Spinners per la colonna sonora di Avengers: Infinity War. Per quanto riguarda, invece, Guardiani della Galassia Vol. 3, Gunn ha annunciato di aver terminato i lavori sulla colonna sonora lo scorso maggio, proprio in vista dell’inizio delle riprese che dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli: un volto familiare nel trailer ufficiale

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Come annunciato dai social Marvel Studios, ecco il nuovo trailer ufficiale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, in cui ci pare di scorgere nella scena finale quello che sembra essere Benedict Wong nei panni di Wong. Potrebbe essere davvero lui?

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli – il trailer ufficiale

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

David Harbour ha un’idea su dov’era Guardiano Rosso durante gli eventi di Endgame

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È stato già confermato che il personaggio di Yelena Belova interpretato da Florence Pugh tornerà nella serie Hawkeye in arrivo prossimamente su Disney+. Per quanto riguarda il futuro degli altri personaggi di Black Widow, invece, non ci sono ancora dettagli in merito.

L’attore David Harbour aveva già discusso di un potenziale scontro tra Guardiano Rosso e Capitan America sul grande schermo, ma la domanda che molti fan si sono posti di recente è la seguente: perché Alexei Shostakov non ha fatto parte dell’epica battaglia finale di Avengers: Endgame?

Durante una recente intervista con ComicBook, è stato proprio Harbour a rivelare di aver parlato proprio di questo con la regista di Black Widow, Cate Shortland, e sembra che entrambi abbiano un’idea ben precisa. “La cosa divertente di tutta questa storia è che alla fine noi siamo tornati indietro per costruire la base di qualcosa di nuovo”, ha spiegato l’attore. “Tutti questi contenuti aiutano con tutte queste informazioni sui film aiutano a portare avanti questi nuovi progetti, questa nuova fase. Aiutano ad introdurre questi nuovi personaggi.”

Poi ha aggiunto: “Cate Shortland ed io abbiamo parlato a lungo di dove potesse trovarsi Guardiano Rosso durante gli eventi di Endgame, su cosa gli fosse accaduto. Abbiamo pensato ad un sacco di idee divertente, anche se non ne ho mai parlato direttamente con Kevin Feige. Lo farò più tardi.”

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Halloween Kills: trailer ufficiale, Michael Myers è tornato!

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Halloween Kills: trailer ufficiale, Michael Myers è tornato!

La Universa Pictures USA ha diffuso il primo trailer di Halloween Kills, l’atteso nuovo film del franchise di Halloween che vedrà il ritorno in scena di Michael Myers e Jamie Lee Curtis. Halloween Kills arriverà al cinema ad ottobre 2021.

Scritto da David Gordon Green, Danny McBride e Scott Teems, basato sui personaggi creati da John Carpenter e Debra Hill, il film sarà diretto da David Gordon Green e prodotto da Malek Akkad, Jason Blum e Bill Block. John Carpenter, Jamie Lee Curtis, Jeanette Volturno, Couper Samuelson, Danny McBride, David Gordon Green e Ryan Freimann sono i produttori esecutivi. Ryan Turek sta supervisionando il progetto per Blumhouse.

Appunti di un venditore di donne: la recensione del film di Fabio Resinaro

I romanzi di Giorgio Faletti sono ancora oggi degli assoluti best seller, che hanno consegnato al panorama letterario italiano un talento unico per il genere giallo. Eppure, nonostante la loro evidente predisposizione per il cinema, a causa della complessità delle sue storie e le ambientazioni prevalentemente estere, questi non sono mai stati adattati per il grande schermo. Con Appunti di un venditore di donne, finalmente ciò viene a non essere più vero. Il film diretto da Fabio Resinaro (Mine, Dolceroma) dà infatti vita all’omonimo romanzo dello scrittore, un’opera particolarmente cupa ambientata nella Milano da bere della fine degli anni Settanta.

Con questa pellicola, prodotta da Luca Barbareschi, si viene catapultati in un storia che si svolge nel pieno degli scontri tra lo Stato e le Brigate Rosse. Il rapimento di Aldo Moro è una questione ancora aperta e la tensione è quanto mai viva nel Paese. Qui, in una Milano cupa e fredda, si muove Bravo (Mario Sgueglia), un venditore di donne segnato nell’anima da una vergognosa mutilazione. La sua storia ha inizio una mattina come un’altra, quando dopo essere uscito dall’Ascot Club, dove ha fatto nottata giocando d’azzardo e facendo uso di droghe, conosce Carla. Nutrendo un conturbante sentimento per lei, decide di introdurla nel suo giro, non immaginando che quello sarà il principio della sua rovina.

Nella Milano da bere, tra neon e nebbia

Il racconto scritto da Faletti nel 2010 è uno dei suoi più complessi, dove vicende e personaggi diversi si intrecciano in modi spesso insospettabili. Dar vita ad un adattamento che si propone di essere il più fedele possibile a tutto ciò è dunque un’impresa non da poco. Risulta però da subito chiaro che l’elemento da cui partire è la ricostruzione al dettaglio del periodo protagonista. Quello che si mostra nel film è un lavoro sbalorditivo, che attraverso luoghi, abiti, automobili, oggetti, luci e volti costruisce un’atmosfera particolarmente autentica. Resinaro comprende bene l’importanza di tale elemento, che diventa un vero e proprio protagonista.

Ancor di più, egli decide di girare il film proprio come si sarebbe fatto negli anni Settanta. Per portarci nel mondo di Bravo e dei personaggi, il regista dà vita ad una composizione delle inquadrature e del ritmo che trae ispirazione dai grandi film noir di quel periodo. Grazie a ciò si esalta la natura malsana e scabrosa di certe situazioni e figure, che risultano ancor più affascinanti proprio per il loro essere circondate da un ambiente tanto seducente quanto letale. Qui è impossibile fidarsi degli altri e ognuno sembra fare ben più che il doppio gioco.

Particolarmente accattivanti a tal riguardo sono una serie di determinati personaggi. Dal protagonista Bravo alla femme fatale Carla interpretata da Miriam Dalmazio, dal bizzarro Daytona di Paolo Rossi al cieco Lucio di Francesco Montanari. Unica pecca, per loro, è una parlata sin troppo pulita in un mondo assai sporco. Fortunatamente, Resinaro rinuncia invece agli eccessi di forma del suo precedente film, concentrando tutte le sue attenzioni sul raccontare ciò che serve attraverso le immagini, consapevole della forza di cui la storia di Appunti di un venditore di donne è già dotata di suo.

Appunti di un venditore di donne recensione

Appunti di un venditore di donne: la recensione

Confezionando un noir come se ne vedono pochi oggigiorno in Italia, Resinaro unisce grande gusto visivo ad una riflessione sul confine tra la legalità e l’illegalità. Temi particolarmente vivi nel cinema politico italiano degli anni Settanta e che trovarono in capolavori come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Cadaveri eccellenti la loro massima espressione. L’intento non è ovviamente rifare quei film, quanto unire ad un grande racconto il ricordo di un periodo storico ancora oggi particolarmente taciuto, violento, complesso, dove qualcosa di orribile è stato fatto all’Italia, cambiandola per sempre.

Tale volontà risulta chiara anche nel momento in cui il racconto si fa più intricato, portando in scena una serie di eventi e dinamiche che, qui compresse nel tempo cinematografico, potrebbero risultare un po’ caotiche. Bisogna però dare fiducia fino all’ultimo al film, poiché nel momento in cui ogni tassello del puzzle andrà al suo posto, ci si potrà ritenere soddisfatti sotto più punti di vista: per aver visto un film fedele nel modo giusto al romanzo, per aver goduto di un’opera visivamente ed esteticamente ricca e per aver ritrovato un mondo e dei personaggi che ormai non esistono più.

 

Sing 2: il trailer ufficiale del sequel musicale

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Sing 2: il trailer ufficiale del sequel musicale

Nelle prossime vacanze di Natale arriverà Sing 2, nuovo capitolo del franchise animato di Illumination. Ricco di grandi sogni e spettacolari canzoni di successo, il film narra le vicende del koala Buster Moon e di altre grandi star animali, pronte per la loro più abbagliante e stravagante esibizione sul palco della capitale più glamour dell’intrattenimento.

C’è solo un intoppo: devono prima convincere ad unirsi a loro la rock star più solitaria del mondo, interpretata dalla leggendaria icona della musica Bono, al suo debutto in un film d’animazione.

Sing 2, il trailer

Sing 2 è scritto e diretto dall’acclamato regista Garth Jennings e introduce nuovi personaggi interpretati dalle star della musica Bono, Pharrell Williams e Halsey, dall’attrice Letitia Wright di Black Panther e dai comici Eric André e Chelsea Peretti.

Insieme al protagonista Buster (con la voce del premio Oscar®️ Matthew McConaughey), la maialina Rosita (con la voce del premio Oscar®️ Reese Witherspoon), il porcospino rocker Ash (Scarlett Johansson), il giudizioso gorilla Johnny (Taron Egerton), il timido elefante Meena (Tori Kelly) e, naturalmente, lo straordinario porcellino provocatore Gunter (Nick Kroll) hanno trasformato il New Moon Theater in un successo locale.

L’ambizioso koala, però, ha un sogno più grande: debuttare con un nuovo spettacolo al Crystal Tower Theater nell’affascinante Redshore City!

Senza conoscenze, Buster e i suoi amici devono intrufolarsi di nascosto nei celebri uffici della Crystal Entertainment, guidata dallo spietato magnate lupo Jimmy Crystal (il vincitore dell’Emmy Bobby Cannavale).

In un disperato tentativo di ottenere l’attenzione di Mr. Crystal, Gunter propone un’idea bizzarra che Buster accetta subito: nel loro nuovo spettacolo ci sarà una leggenda del rock, il leone Clay Calloway (Bono). Il problema è che il koala non ha mai incontrato Clay, artista che si è allontanato dal mondo della musica più di dieci anni prima dopo la scomparsa della moglie.

Mentre Gunter aiuta Buster a ideare un capolavoro teatrale, tra le pressioni e le minacce crescenti di Mr. Crystal, il koala intraprende una ricerca per trovare Clay e convincerlo a tornare sul palco.

Quello che inizia come il grande sogno di Buster diventa un emozionante promemoria del grande potere che ha la musica di guarire anche un cuore infranto.

Bones and All: Timothée Chalamet nella prima foto del film di Luca Guadagnino

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Ecco la prima foto ufficiale di Bones and All, il nuovo film di Luca Guadagnino che torna a dirigere Timothée Chalamet dopo Chiamami col tuo nome. Con il giovane attore, nella foto, la sua collega e compagna di set Taylor Russell.

La prima foto di Bones and All con Timothée Chalamet

Bones and All

Il primo film che Luca Guadagnino gira in America, un teen d’autore, tratto dal libro di Camille DeAngelis e scritto da David Kajganich (“Suspiria”, “A Bigger Splash”), vedrà protagonisti Timothée Chalamet (che torna a lavorare con Guadagnino dopo il successo di “Call me by your name”), Taylor Russell, Mark Rylance, André Holland, Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David Gordon-Green, Francesca Scorsese e Chloë Sevigny.

Una produzione Frenesy Film Company e Per Capita Productions. Prodotto, tra gli altri, da Luca Guadagnino Marco Morabito per Frenesy Film Company, Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, del gruppo FremantleFrancesco Melzi d’Eril e Gabriele Moratti per Memo. I produttori esecutivi sono Giovanni Corrado e Raffaella Viscardi.

Fonte: Deadline

Liaison: la nuova serie thriller AppleTV+ con Eva Green e Vincent Cassel

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Liaison, è la nuova serie thriller anglo-francese Apple Original  che vedrà protagonisti il ​​vincitore del César Award Vincent Cassel (“Il cigno nero”, “Westworld”) e la vincitrice del BAFTA Award Eva Green (“Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali”). La serie uscirà in tutto il mondo su AppleTV+ e segna il primo Apple Original in lingua francese e inglese.

Liaison è co-prodotto da Ringside Studios e Leonis Productions (gruppo Newen). I produttori esecutivi sono Gub Neal e Jean Benoit Gillig. La nuova serie Apple Original è diretta dal vincitore dell’Emmy Award Stephen Hopkins (“24”), creata e scritta da Virginie Brac (“Engrenages”). Tra gli altri produttori esecutivi ci sono Sarada McDermott, Justin Thomson, Stephen Hopkins e Ed Barlow. Prodotto da Joanie Blaikie ed Eric Jollant

Liaison: trama e cast

Liaison è un thriller contemporaneo dalla posta in gioco molto alta che esplora come gli errori del nostro passato hanno il potenziale per distruggere il nostro futuro. La serie combina l’azione con una trama imprevedibile e che si sviluppa su più livelli, in cui spionaggio e intrighi politici intralciano una lunga e appassionata storia di amore. Il cast include Peter Mullan (“Ozark”), il vincitore del premio César Gerard Lanvin (“Chiami il mio agente!”), Daniel Francis (“Small Axe”), Stanislas Merhar (“The Black Book”), Philippine Leroy-Beaulieu (“Chiami il mio agente!”), Laetitia Eido (“Fauda”), Eriq Ebouaney (“Rogue City”), l’astro nascente BAFTA Bukky Bakray (“Rocks”) e il vincitore del premio Emmy Thierry Frémont (“Murder In Mind”).

Nastri d’Argento: Premio Manfredi 2021 a Massimo Ghini

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Nastri d’Argento: Premio Manfredi 2021 a Massimo Ghini

Va a Massimo Ghini il ‘Premio Manfredi 2021’ promosso dai Giornalisti Cinematografici Italiani con la famiglia Manfredi per ricordare il grande Nino, quest’anno nel centenario della nascita. La consegna domenica prossima, 27 Giugno sul palcoscenico del Teatro Antico, nella serata inaugurale della 67.ma edizione del Taormina Film Fest.

Insieme alla Presidente dei Giornalisti, Laura Delli Colli sarà Luca Manfredi, in rappresentanza della famiglia, a consegnare il riconoscimento, tradizionalmente legato  ai Nastri d’Argento.

“Quest’anno ricorre il centenario della nascita di mio padre, Saturnino Manfredi, “in arte Nino” ed è nel suo ricordo che avrò il piacere di consegnare il premio che porta il suo nome a Massimo Ghini, un attore che stimo molto e con cui ho condiviso alcune avventure professionali proprio insieme a mio padre, che affettuosamente lo considerava un erede del suo “stile”. La cerimonia avrà luogo nella bellissima Taormina, la città dove è nata mia madre Erminia e dove Nino nel 2003 ha salutato per l’ultima volta il suo pubblico nella meravigliosa cornice dell’antico “Teatro Greco”.

“Felice di ritirare il ‘Premio Manfredi”, commenta Massimo Ghini, ”Per me è molto emozionante ricevere  questo  riconoscimento che consolida e rafforza il mio grande rapporto di amicizia con tutta la grande famiglia Manfredi. Soprattutto mi appassiona e mi commuove l’idea di passare da spettatore e ammiratore del Maestro Manfredi ad essere suo “testimonial” per la consegna del primo Premio in suo nome. Grazie a Laura Delli Colli, al Sindacato dei giornalisti e alla famiglia Manfredi.”

Nato nell’ambito dei Nastri d’Argento con una prima edizione celebrativa che ha premiato nel 2009 Giuseppe Fiorello, il Premio viene assegnato stabilmente a Taormina dal 2014 ed è andato negli anni a Marco Giallini, Paola Cortellesi, Carlo Verdone e Antonio Albanese, Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak, Claudia Gerini, Stefano Fresi e lo scorso anno a Claudio Santamaria.

“E’ un bellissimo  palmarès” commenta Laura Delli Colli a nome del Direttivo dei Giornalisti Cinematografici “che sigla ancora una volta, quest’anno con Massimo Ghini, una scelta perfettamente  in sintonia con  la storia professionale di un protagonista, come tutti gli attori e le attrici che hanno ricevuto il Premio, capace di unire alla verve della commedia l’intensità di toni e sfumature che toccano il cuore degli spettatori. Proprio come sapeva fare, nel suo tratto speciale, il grande Nino che tutti continuiamo ad amare”.

Cannes 74: ecco la Giuria del Concorso ufficiale

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Cannes 74: ecco la Giuria del Concorso ufficiale

È stata annunciata la squadra di illustri professionisti che accompagneranno il presidente di giuria, Spike Lee, nella lunga e importante avventura di premiare i film del concorso ufficiale del Festival di Cannes 74.

Intorno al presidente Spike Lee, cinque donne e tre uomini di nazionalità differenti, da cinque diversi continenti, avranno il privilegio di scoprire i 24 film del Concorso internazionale del 2021. Come riflesso dell’intera selezione, quasi tutto il mondo sarà rappresentato durante l’evento che si svolgerà dal 6 al 17 luglio.

La giuria di Cannes 74

Spike Lee – President

Director, producer, screenwriter (United States)

Mati Diop

Director (France, Senegal)

Mylène Farmer

Singer, songwriter (Canada, France)

Maggie Gyllenhaal

Actress, producer, screenwriter, director (États-Unis)

Jessica Hausner

Director, producer, screenwriter (Austria)

Mélanie Laurent

Actress, director, screenwriter (France)

Kleber Mendonça Filho

Director, producer, screenwriter (Brazil)

Tahar Rahim

Actor (France)

Song Kang-ho

Actor (South Korea)

Cannes 74 inizierà il 6 luglio con la prima mondiale di Annette con Adam Driver e Marion Cotillard e un omaggio a Jodie Foster, che riceverà una Palma d’oro onoraria.

James Gunn non sa a quale versione di Superman abbia sparato Bloodsport nel DCEU

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Che ci crediate o no, ci sono molti fan della DC che sono rimasti sconvolti dalla rivelazione presente nell’ultimo trailer di The Suicide Squad secondo cui Bloodsport ha ferito Superman con un proiettile di kryptonite, spedendolo in ospedale. In realtà, è una cosa successa nei fumetti, quindi lungi da James Gunn voler prendersi gioco dell’Uomo d’Acciaio solo per il gusto di farlo…

Indipendentemente da ciò, ci sono state molte speculazioni sul fatto che questo potrebbe portare ad un cameo di Henry Cavill nel film, ma visto che l’attore sembra aver chiuso ufficialmente con Superman, è una cosa su cui non vale la pena sperare… In effetti, in una recente intervista con IGN, è stato proprio Gunn a rivelare che anche lui non sa quale versione di Superman sia stata “vittima” di Bloodsport, poiché si tratta di una scelta narrativa talmente grande (in riferimento, ovviamente, al più ampio DCEU) da sfuggire anche al suo controllo di regista e sceneggiatore…

“Sì, Bloodsport è in prigione per aver spedito Superman in terapia intensiva con un proiettile di kryptonite”, ha spiegato il regista. “Sì, The Suicide Squad fa parte del DCEU, ma non so quale Superman sia stato effettivamente colpito, perché non ho scelto io il prossimo Superman. Quindi potrebbe essere Henry Cavill, così come potrebbe essere qualcun altro. È chiunque le persone decideranno… al di là di me.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Loki: le più grandi rivelazioni del terzo episodio

Loki: le più grandi rivelazioni del terzo episodio

Il terzo episodio della serie Loki, dal titolo “Lamentis”, è finalmente disponibile su Disney+ da ieri. ComicBookMovie ha raccolto le più grandi rivelazioni presenti all’interno dell’episodio che, ora più che mai, continuano a porre le basi per il futuro del MCU:

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL TERZO EPISODIO DI LOKI!!!

Il nascondiglio dei Custodi del Tempo

Mobius non ha mai incontrato i Custodi del Tempo. Mentre sembra che Renslayer abbia una sorta di canale di comunicazione aperto con loro, le tre creature simili a delle lucertole rimangono ovviamente nascoste. Ci deve essere una ragione per questo: se da un lato i membri della TVA credono che sia perché stanno lavorando duramente per mantenere intatta la sacra linea temporale, dall’altro qualcosa ci dice che le loro motivazioni potrebbero essere decisamente più sinistre… 

Ad ogni modo, non sappiamo ancora cosa dia loro il diritto di decidere come si svolgono le storie di tutti, quindi non c’è da meravigliarsi che Sylvie voglia distruggerli (come fece una volta Kang il Conquistatore nei fumetti). Ad ogni modo, ora sappiamo che sono abbasta vicini e che Loki e Sylvie avranno presto la possibilità di incontrarli. Inizialmente, in molti credevano che Richard E. Grant avrebbe interpretato Re Loki, ma ora un’altra teoria si sta facendo strada, e cioè che l’attore britannico possa, in realtà, essere proprio uno dei Custodi… 

Lamentis-1

Lamentis-1 è una luna adiacente al pianeta Lamentis, ma nel 2077 entrambe sono apparentemente distrutte. Non sappiamo cosa abbia portata all’apocalisse, ma la versione a fumetti di questo pianeta si trova ai margini dello spazio controllato da Kree (forse significa che gli umanoidi che vediamo sul pianeta sono, in effetti, dei Kree?).

Che ci crediate o no, il pianeta ha fatto solo un’apparizione sulle pagine dei fumetti, precisamente in “Annihilation: Conquest Prologue #1”. In quella run, il pianeta veniva  catturato nel bel mezzo di un conflitto tra l’Onda Annihilation e la specie Phalanx, quindi è possibile che sia proprio tale conflitto ad aver generato la massiccia scala di distruzione che vediamo nella serie.  Se è così, l’Onda Annihilation potrebbe essere ancora lontana decenni, ma sarebbe piuttosto bello se questo fosse destinato a gettare le basi per il debutto sul grande schermo del classico cattivo dei Fantastici Quattro, Annihilus…

Nessun TemPad

Alla fine del terzo episodio, il TemPad viene distrutto e Loki e Sylvie restano intrappolati su una luna che sta per essere cancellata. Inutile dire che ci aspettiamo che riescano a salvarsi in qualche modo, ma è chiaro che non sarà grazie all’uso di uno dei dispositivi che la TVA usa per viaggiare attraverso la sacra linea temporale.

Ciò non significa necessariamente che il viaggio nel tempo sia fuori discussione, ma potrebbe essere che i prossimi due episodi siano ambientati nel futuro del MCU (il che spiegherebbe perché il Dio dell’Inganno finisce in una versione di New York che è stata apparentemente decimata da un attacco sconosciuto o da un disastro). Se qualcuno sta venendo a salvarli, la domanda su chi potrebbe essere sorge dunque spontanea, e potrebbe essere a questo punto della storia che apprendiamo che Sylvie sta lavorando per conto o insieme ad altre varianti di Loki che, come lei, odiano i Custodi del Tempo… 

“Sylvie”

Abbiamo già menzionato “Sylvie” diverse volte, ed infatti nel terzo episodio apprendiamo che si tratta dell’alias che la versione femminile di Loki ha deciso di darsi. È sicuramente una variante, ma una chiara mancanza di volontà da parte della serie di approfondire il suo passato ci fa pensare che ci sia ancora dell’altro da scoprire…

Non le piaceva essere chiamata “Loki”, e la ragione di ciò è destinata ad essere affrontata in qualche modo. Forse è stata creata da un’altra versione del Dio dell’Inganno – che si allineerebbe con il ruolo di Incantatrice nei fumetti… Questo è ciò che la rende una variante? La decisione della TVA secondo cui Sylvie non merita di esistere, sarebbe più che sufficiente per spiegare perché odia i Custodi del Tempo, anche se lo stesso si potrebbe dire se fosse davvero una Loki. Dobbiamo aspettare e vedere… 

La sessualità del Dio dell’Inganno

Uno dei momenti più importanti del terzo episodio arriva quando Loki rivela di essere bisessuale, qualcosa che molti fan speravano di vedere nel MCU da diversi anni. Non abbiamo mai visto il Dio dell’Inganno avere un interesse amoroso in questo universo condiviso, ma se una seconda stagione della serie si farà, allora le cose potrebbero ambiare.

Ad ogni modo, nel terzo episodio apprendiamo che Loki ha amato sia uomini che donne nel suo passato, e anche se non ha mai trovato la vera felicità con nessuno, pare che sia comunque ancora aperto alla cosa. I Marvel Studios hanno ancora molta strada da fare in termini di rappresentanza e inclusione, ma questo è indubbiamente un passo nella giusta direzione e una rivelazione da cui speriamo vengano tratti degli spunti interessanti a livello tematico…

La verità sulla TVA

Una delle più grandi rivelazioni in questo terzo episodio arriva quando Sylvie menziona casualmente che gli agenti della TVA sono tutti Varianti. Mentre Mobius è stato chiaramente portato a credere di essere stato creato dai Custodi del Tempo, la verità è molto più oscura: sembra che a queste varianti siano stati tolti i ricordi e, in seguito, che siano stati sottoposti al lavaggio del cervello per lavorare al servizio della compagnia.

È tutto un po’ contorto, e lo diventa ancora di più quando apprendiamo che il giovane agente rapito dalla variante Loki è stato al loro servizio per centinaia di anni, nonostante una volta avesse avuto una vita normale sulla Terra. Il Dio dell’Inganno è visibilmente sconvolto dal fatto che i membri della TVA non conoscano la verità, e visto che ora ha formato una specie di legame con Mobius, potrebbe decidere di porsi come obiettivo della sua missione quello di mettere le cose in chiaro e abbattere i Custodi del Tempo.

Un Multiverso di varianti

Stiamo iniziando a ricevere qualche informazione in più su cosa significa essere una variante nel MCU, e poiché la TVA ne è piena… beh, questo spiegherebbe perché ci sia un Multiverso pieno di versioni alternative degli eroi e dei cattivi con cui abbiamo familiarizzato negli ultimi anni.

Anche se non ci aspettavamo che personaggio del calibro di Captain Carter o Electro fossero “varianti”, l’idea apre sicuramente la porta a molte opportunità in termini di narrazione. Se la TVA può controllare un’intera organizzazione composta da queste versioni alternative di coloro che sono usciti dalla sacra linea temporale, è probabile che il Multiverso non andrà in pezzi se si permetteranno a linee temporali diverse di coesistere. Ad ogni modo, è chiaro che gli eventi di Loki prepareranno il terreno per l’introduzione di ciò che vedremo in relazione a questo concetto in What If?, Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Una storia d’amore tra Loki… e Loki?

Quando Sylvie tenta di incantare Loki, c’è un momento stranamente toccante che molti fan hanno già ipotizzato potrebbe portare a una storia d’amore tra le varianti. È una bella idea e sarebbe divertente da esplorare nei prossimi episodi. Tuttavia, non possiamo fare a meno di chiederci se in quella scena ci sia qualcosa di più…

Nei fumetti, Sylvie è stata creata proprio dal Dio dell’Inganno, quindi cosa succederebbe se, nella sua linea temporale, fosse anche il suo padre adottivo? Sarebbe un bel colpo di scena e il motivo per cui non le piace essere chiamata “Loki” potrebbe essere finalmente giustificato, perché le riporterebbe alla memoria alcuni ricordi sconvolgenti circa la sua morte. Potrebbe anche essere stata creata dalla TVA, e a questo punto sarebbe lecito chiedersi se Richard E. Grant non possa interpretare un Loki che ha avuto un lieto fine, e che alla fine è stato spazzato via proprio dai Custodi del Tempo…

Doctor Strange come Indiana Jones? Elizabeth Olsen commenta il paragone

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Michael Waldron, sceneggiatore di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, aveva paragonato il personaggio di Stephen Strange a quello di Indiana Jones. Ora, in merito alla questione, è intervenuta Elizabeth Olsen, che nel sequel sarà ancora una volta Wanda Maximoff.

Parlando con Vanity Fair, l’attrice ha spiegato che il sequel di Doctor Strange sarà più di un classico film patinato di Indiana Jones, mentre in relazione alla definizione di Waldron secondo cui Stephen Strange sarebbe un “Indiana Jones col mantello”, Olsen ha ribadito che il supereroe Marvel ha cose molto più oscure con cui dover fare i conti… I commenti dell’attrice tengono ovviamente conto anche dello stile del regista Sam Raimi, che in passato, ad esempio, aveva portato una versione molto più cupa di Spider-Man sul grande schermo rispetto a quella del MCU.

“Penso che sia più spaventoso di Indiana Jones. Penso che sembri decisamente più un film di Sam Raimi”, ha spiegato Olsen. “Forse era quello l’obiettivo, ma credo che sia diventato qualcosa di più oscuro… decisamente. Non come i lavori western di Raimi… Piuttosto quella sensazione tipica dei suoi film horror, di costante paura… di come è in grado di giocare con la macchina da presa per rendere il pubblico ancora più ansioso. Penso che sia molto più di un classico film patinato di Indiana Jones. Amo Indiana Jones, ma sento che questo film ha qualcosa di più oscuro…”

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

James Gunn provò a realizzare un remake de Il mostro della laguna nera

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James Gunn ha rivelato di aver scritto un pitch per una nuova versione de Il mostro della laguna nera, il celebre horror/sci-fi del 1954 diretto da Jack Arnold, girato in bianco e nero in formato stereoscopico e considerato, oggi, un vero e proprio cult.

Il film originale racconta la storia di un gruppo di scienziati che si imbatte in una laguna rimasta immutata sin dalla preistoria, in cui si nasconde un ibrido metà pesce e metà uomo. La pellicola fu un grande successo, dando vita a ben due sequel (La vendetta del mostro del 1955 e Il terrore sul mondo del 1956).

Ora ComicBook ha riportato una storia Instagram di James Gunn, in cui il regista e sceneggiatore, rispondendo alla domanda di un fan, ha rivelato di aver provato a realizzare un nuovo adattamento de Il mostro della laguna nera. Gunn ha spiegato di aver provato a lanciare l’idea del remake subito dopo l’uscita de L’alba dei morti viventi di Zack Snyder nel 2004 (di cui ha curato la sceneggiatura). Tuttavia, la Universal rifiutò il suo pitch.

Nel corso degli anni, numerosi sono stati i tentativi di riportare la storia de Il mostro della laguna nera sul grande schermo. Da John Landis nel 1982, a John Carpenter nel 1992, passando per Ivan Reitman nel 1996, fino ad arrivare a Guillermo del Toro nel 2002, numerosi celebri registi hanno provato a realizzare nuova versione del classico degli anni ’50. Tuttavia, nessuno di questi progetti si è mai concretizzato.

In tempi più recenti, quando la Universal puntava alla realizzazione di un nuovo Monster Universe (passato brevemente alla storia come Dark Universe), si parlò di un reboot de Il mostro della laguna nera ad opera degli sceneggiatori Jeff Pinkner e Will Beall. Purtroppo, anche questo progetto non ha mai visto la luce.

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