È un documentario personale
profondamente commovente e doloroso quello che Marco
Bellocchio presenterà in Selezione Ufficiale a Cannes
2021. Attraverso questo film dal titolo enigmatico (Marx
può aspettare), il cineasta italiano cerca di capire,
umilmente e retrospettivamente, il suicidio del fratello gemello
all’età di 29 anni. Una tragedia familiare da cui non si è mai
veramente ripreso, fonte sia di colpa e che di ispirazione.
Mescolando estratti dei suoi film e conversazioni con persone a lui
vicine, Bellocchio indaga su questa figura fraterna che non smette
mai di ossessionare la sua filmografia.
Dopo aver diretto un film cult con
il suo primo lungometraggio, I pugni in tasca
(1965), che ha inaugurato una nuova era del cinema italiano
allontanandosi dai codici del neorealismo, Marco
Bellocchio, voce ancora eterna di dissenso all’età di 81
anni, ha girato Salto nel vuoto, che ha vinto i
premi come miglior attore per Michel Piccoli e
Anouk Aimée a Cannes nel 1980. Successivamente è
stato regolarmente selezionato in Concorso a Cannes, con
Enrico IV nel 1984, Il principe di
Hombourg nel 1997, La Balia nel 1999,
L’ora di religione – Il sorriso di mia madre nel
2002, Vincere nel 2009 e Il Traditore nel 2019.
Pierre Lescure,
Presidente del Festival
di Cannes, dichiara: “Marco ha sempre messo in discussione
le istituzioni, le tradizioni, la storia personale e collettiva. In
ciascuna delle sue opere, quasi involontariamente, o almeno nel
modo più naturale possibile, rivoluziona l’ordine costituito”.Thierry Frémaux, Delegato Generale, aggiunge:
“Siamo orgogliosi di premiare Marco Bellocchio, uno dei grandi
maestri del cinema italiano dopo 56 anni di affascinante lavoro, in
successione ai suoi amici registi Bernardo Bertolucci, Manoel de
Oliveira e Agnès Varda. È un regista, un autore e un poeta.
Onorarlo con la Palma d’oro alla carriera è ovvio per tutti coloro
che ammirano il suo lavoro”.
In occasione del compleanno di
Chris Pratt, James
Gunn ha condiviso un video di auguri per l’amico e
collega in cui l’interprete di Star Lord mangia un insetto. Eccolo
di seguito!
Regista e attore sono molto amici,
hanno lavorato insieme nei primi due film di Guardiani della Galassia,
in cui Gunn scrive e dirige e Pratt interpreta il protagonista,
Peter Quill/Star Lord, appunto. In questa occasione possiamo anche
godere a pieno dell’insana goliardia dei due, anche dietro le
quinte delle loro collaborazioni cinematografiche, che già si
distinguono per il loro essere ironiche e divertenti.
Julie Delpy,
attrice e sceneggiatrice molto amata, che interpreta Celine nella
trilogia Before di Richard Linklater, ha declinato
la possibilità di realizzare un quarto film della serie. I primi
tre film la vedono accanto a Ethan Hawke nei panni di una coppia che si
incontra in stadi diversi della vita e in momenti diversi della
loro relazione, che comincia nel primo film.
Durante un’intervista con il
magazine francese Telerama, Delpy
ha spiegato la sua riluttanza a girare un’altro
Before a causa della fatica che ha fatto per
realizzare il suo proprio film. Ha condiviso che ha quasi lasciato
la recitazione per la frustrazione che le aveva trasmesso
l’industria del cinema. Ha detto: “Ci penso spesso… un anno e
mezzo fa non ero molto lontana da questa decisione. L’inferno che
ho attraversato per produrre il mio film mi ha esaurita. Ho detto
no a Richard Linklater per la quarta parte dei film Before. Ho
pensato che potevo tornare a scuola. Potrei essere un bravo
dottore! Datemi tre sintomi e vi dirò cosa avete… ma mi piace
creare, raccontare storie, è più forte di me.”
La trilogia Before consiste in tre
film diretti da Richard Linklater. Cominciata con
Before Sunrise nel 1995, ha avuto un sequel nel
2004, Before Sunset, e un terzo capitolo
(conclusivo) nel 2013, Before Midnight. Il primo film fu scritto da
Linklater insieme a Kim Krizan, e i sequel invece sono scritti a
sei mai, dal regista con Ethan Hawke e Julie Delpy,
che interpretano anche i protagonisti dei film, Jesse e Celine.
Su Entertainment
Weekly è apparsa la prima foto ufficiale di Shazam! Fury
of the Gods in cui vediamo i sei eroi che vedremo in
azione nel film sfoggiare i loro costumi da supereroi. La foto è
comparsa per la prima volta sull’account Instagram del regista del
film, David F. Sandberg. Ecco di seguito
l’immagine:
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film
uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel e di Jack Dylan
Grazer, mentre i villain saranno interpretati dalle new
entry Helen Mirren, Rachel
Zegler e Lucy
Liu. Mark
Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana,
mentre Djimon
Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.
È stato assegnato a Matteo
Martari il premio Beatrice Bracco alla
migliore rivelazione dell’anno nell’ambito del Figari Film
Festival. L’attore ha parlato con noi della sua carriera e
del significato di questo premio.
Matteo Martari ha
ormai una lunga e solida carriera televisiva, ha partecipato a
I Medici, è stato Luigi Tenco nel film
Fabrizio De Andrè – Principe Libero, fa parte del
cast de “I bastardi di Pizzofalcone” e “Non uccidere”.
Quest’anno lo vedremo nel film di Daniele Vicari Il Giorno
e la Notte.
Creato nel 2011, il Figari Film Fest
è una manifestazione dedicata al cinema giovane ed indipendente, ai
cortometraggi ed agli esordi cinematografici di giovani
registi.
Negli anni è diventato un festival di riferimento per la
cinematografia internazionale. Il festival, oltre a valorizzare la
cinematografia internazionale, mira allo sviluppo dell’attività
filmica dell’isola e alla valorizzazione della Sardegna sotto ogni
suo profilo: ambientale, storico, culturale e di costume.
I reali di Inghilterra suscitano da
sempre grande fascino e interesse. Se oggi tutte le attenzioni sono
per la serie The
Crown e il suo racconto dell’attuale regina, sul finire
degli anni Novanta fu la prima Elisabetta ad ottenere un proprio
posto sul grande schermo. A raccontarla è stato il film del 1998
Elizabeth, diretto da Shekhar
Kapur. Questo si concentrava sui primi anni del regno di
Elisabetta e nel 2007 ha avuto un sequel che va invece a raccontare
il periodo successivo. Il film è Elizabeth – The Golden
Age, e come il suo predecessore ha a sua volta goduto
di ampi consensi.
Anche in questo caso il film non si
propone come una fedele rappresentazione dei fatti realmente
avvenuti, presentando invece diverse inesattezze storiche. Queste,
ad esempio, sono rintracciabili in diverse rappresentazioni dei
personaggi principali, qui resi più o meno centrali ai fini
narrativi. Tutto ciò è naturalmente stavo voluto al fine di poter
dar vita ad un film più aderente ai canoni cinematografici, che
avesse come fine principale quello di narrare l’indipendenza che la
regina Elisabetta ha inseguito con il suo regno e delle battaglie
affrontate in nome di questa.
Visivamente ricco, tra sfarzosi
costumi premiati all’Oscar e sontuose scenografie, Elizabeth –
The Golden Age si pone in stretto rapporto con il suo
precedente, manifestando però allo stesso tempo l’evoluzione tanto
della sovrana quanto del suo regno. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di attori. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Elizabeth – The Golden Age: la
trama del film
Il film si svolge a partire dal
1585, quando Filippo II di Spagna, sovrano del
Regno più potente del mondo, brama di conquistare anche
l’Inghilterra spodestando la regina Elisabetta e
ponendo a guida del paese sua figlia Isabella.
Ormai sul trono da trent’anni, la sovrana ha però consolidato il
predominio della religione protestante, dichiarandosi nemica della
Spagna cattolica. La regina deve però non solo fare i conti con i
nemici fuori dal Paese, bensì anche con diverse problematiche
interne alla sua corte. Il fido consigliere Francis
Walsingham insiste infatti affinché Elisabetta si sposi e
dia all’Inghilterra un erede.
Se la regina dovesse infatti
morire, al suo posto diventerebbe sovrana sua cugina Mary
Stuart, attuale regina di Scozia, da molti considerata la
vera guida del popolo inglese. Trovandosi così stretta tra queste
questioni, la regina sembra trovare un iniziale conforto nel
corsaro Walter Raleigh, il quale riaccende in lei
emozioni a lungo sopite. Abbandonarsi a queste potrebbe però
rivelarsi quantomai fatale per la regina, sempre più costretta a
non fidarsi di nessuno. Nel momento in cui una serie di diretti
attentati inizieranno a concretizzarsi nei suoi confronti, la
regina si vedrà costretta a difendere il suo regno con ogni mezzo
possibile.
Elizabeth – The Golden Age: il
cast del film
Ad interpretare nuovamente la
regina Elisabetta vi è l’attrice premio Oscar Cate Blanchett.
Per interpretare la sovrana, la Blanchett approfondì molto la sua
vita e il suo operato, come anche il profondo impatto che il suo
regno ebbe nell’Inghilterra dell’epoca. Anche in questo caso,
l’attrice ottenne una nomination all’Oscar per la sua intensa
performance. Ciò la portò a stabilire un importante primato,
essendo la prima attrice a ricevere più di una nomination per
l’interpretazione di uno stesso personaggio. Accanto a lei, nei
panni del consigliere Francis Walsingham, vi è il premio Oscar
Geoffrey Rush. Questi avrebbe poi nuovamente
interpretato un personaggio vicino ad un sovrano inglese in Il
discorso del re.
Si ritrovano poi nel film diversi
noti attori inglesi o internazionali. Appartenente a questi ultimi
è lo spagnolo Jordi Mollà, presente nei panni di
re Filippo II di Spagna. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha
naturalmente approfondito molte delle gesta del sovrano, cercando
di dedurne il comportamento e la mentalità. Si annoverano poi
Samantha Morton nei panni di Mary Stuard, mentre
Eddie Redmayne
è Anthony Babington, tra gli organizzatori dell’attentato alla
regina. Abbie Cornish
interpreta invece Bess Throckmorton, una delle principali
nobildonne della corte di Elisabetta. Infine, ad interpretare il
corsaro Walter Raleigh vi è l’attore Clive Owen, il
quale ha accettato subito il ruolo essendo un grande fan del primo
film.
Elizabeth – The Golden Age: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Elizabeth – The Golden
Age è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google
Play, Apple iTunes e
Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di lunedì 21
giugno alle ore 21:00 su
Iris.
Giunto al suo terzo film dopo
J’ai tué ma mère e
Les Amours Imaginaires,
il regista canadese Xavier Dolan dà
vita alla sua opera più ambiziosa e impegnativa, che lo consacra
come un talento cinematografico particolarmente raro. Nel 2012
presenta al Festival
di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, il film
Laurence Anyways, da lui scritto,
diretto, prodotto, montato e per cui ha anche curato i costumi. Si
tratta di una vera e propria opera della maturità, che nelle sue
circa tre ore di durata va ad affrontare tematiche delicate e
ricorrenti nel suo cinema, dall’identità di genere al rifiuto degli
asfissianti canoni borghesi.
Dolan fu ispirato nella scrittura
di Laurence Anyways dopo essersi imbattuto nella storia di
Luce Baillargé, nata Luc. Ha così deciso di
raccontare con la delicatezza e la sensibilità che lo
contraddistinguono una storia che, a partire dalla transessualità
del protagonista, parla di cambiamento, di rivoluzione personale e
sociale. A produrre il film, tra gli altri, vi è anche Lyse
Lafontaine, rivelatasi essere stata proprio la ragazza di
Baillargé, con la quale aveva avuto un figlio. Durante le riprese,
tuttavia, Luce è venuta a mancare in seguito ad un infarto. Il
film, dedicato a lei, si costruì dunque ancor di più come un inno
al coraggio di mettersi in discussione e cambiare, proprio come
aveva fatto lei.
Vincitore della Queer Palm a
Cannes, Laurence Anyways è ancora oggi uno dei più
importanti film di Dolan, di quelli che meglio esprimono la sua
poetica tematica e stilistica. Tra sequenze di grande impatto,
accompagnate da una colonna sonora pop altrettanto tipica nei film
di Dolan, e sincere emozioni che danno vita a profonde riflessioni,
è questo un film davvero importante e imperdibile. Prima di
intraprendere una sua visione, però, sarà bene scoprire qualcosa di
più sulla sua trama, sul cast di
attori e sulle piattaforme streaming dove
è possibile ritrovarlo.
Laurence Anyways: la trama del
film
La vicenda si svolge negli anni
Novanta, ed ha per protagonista Laurence Alia, di
professione docente, che nel giorno del suo trentacinquesimo
compleanno esprime per la prima volta il suo desiderio di diventare
una donna. La sua ragazza, Frédérique Bellair,
detta Fred, pur rimanendo sconvolta, accetta poi di rimanere al suo
fianco, aiutandolo nel suo compiere il percorso di transizione.
Passa un anno e Laurence torna a lavorare come professore di
letteratura, ma questa volta veste i panni di una donna, sentendosi
finalmente libero di esprimere ciò che sente essere il vero sé
stesso.
Inizia così una nuova vita, ma il
peso dello stigma sociale, il rifiuto della famiglia e
l’incompatibilità della coppia comincia a diventare un problema
insormontabile. Licenziato dalla scuola dove lavorava, Laurence
entra sempre più in un periodo di depressione, che lo porta a
compromettere forse per sempre i rapporti con Fred. Riflettendo
sulla loro relazione, i due finiscono con l’allontanarsi. Il
trascorrere del tempo li porta a prendere percorsi diversi, a
diventare persone diverse, fino al giorno in cui finalmente si
rincontrano. Gli anni Novanta stanno finendo ormai, eppure il loro
amore non sembra essere mutato affatto.
Laurence Anyways: il cast del
film
Contrariamente ai suoi due
precedenti film, Dolan sceglie qui di non comparire come
protagonista. Egli è comunque presente con un breve cameo nei panni
di un ragazzo ad un party. Ad interpretare il protagonista,
Laurence Alia, doveva inizialmente essere Louis Garrell,
già comparso alla fine del precedente film del regista. Questi
dovette però rinunciare a causa di altri impegni e ad ottenere il
ruolo fu l’attore Melvin Poupaud. Divenuto celebre
per film come La fille de 15 ans e Un ragazzo, tre
ragazze, egli si disse da subito particolarmente interessato a
recitare per Dolan, affermando di essere un fan del suo cinema. Per
lui, Poupaud ha dato vita ad un ruolo inedito nella sua carriera,
per il quale si è preparato con grande dedizione.
Nel ruolo di Frédérique Bellair,
protagonista femminile del film, vi è invece l’attrice canadese
Suzanne Clément. Già presente nel primo film di
Dolan, questa ha ottenuto proprio con Laurence Anyways una
grande popolarità internazionale. È infatti anche arrivata a
vincere il premio come miglior attrice nella sezione Un Certain
Regard. La Clément sarebbe poi tornata a recitare per Dolan
anche in Mommy. L’attrice
Nathalie Baye è presente nei panni di Julienne
Alia, la madre di Laurence. Monia Chokri, già
protagonista per Dolan in Gli amori immaginari, interpreta
qui Stéfanie Bellair, sorella di Frédérique. Nel film si ritrovano
poi anche Anne Dorval, attrice ricorrente nel
cinema del giovane regista e Antoine Olivier
Pilon, nei panni di un adolescente. Questi ultimi due
attori sarebbe poi stati protagonisti nel ruolo di madre e figlio
in Mommy.
Laurence Anyways: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Laurence
Anyways è infatti disponibile nel catalogo di
Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente,
in prima TV assoluta, nel palinsesto
televisivo di lunedì 14 giugno alle
ore 21:15 sul canale Cielo.
I fan dell’AFC Richmond esultano!
Apple
TV+ ha presentato oggi il trailer dell’attesissima seconda
stagione dell’amata e pluripremiata serie comica, “Ted
Lasso“. Dopo aver colpito il pubblico di tutto il
mondo grazie al suo cast di personaggi e al potente messaggio di
ottimismo, “Ted Lasso” tornerà per la seconda stagione venerdì 23
luglio su Apple TV+. La seconda stagione di 12 episodi sarà
presentata in anteprima con due episodi, seguiti da un nuovo
episodio settimanale, ogni venerdì.
Il trailer della seconda stagione di Ted Lasso
Dal suo debutto nell’agosto 2020, la serie ha continuato a
essere apprezzata da pubblico e critica ricevendo una moltitudine
di nomination e premi, tra cui un Peabody Award recentemente
annunciato, lo Screen Actors Guild Award a Jason Sudeikis per la
migliore interpretazione maschile in una serie comica e un Golden
Globe Award nella categoria Miglior Attore Comico. La serie ha
anche trionfato ai Critics Choice Awards 2021, vincendo
in ogni categoria per la quale è stata nominata
e assicurandosi il premio per la Migliore Serie
comica, Miglior Attore per Jason Sudeikis e la Migliore Attrice non
Protagonista per Hannah Waddingham. Inoltre, la serie ha ottenuto
due Writers Guild Awards per la Migliore Nuova Serie e la Migliore
Serie Comica, una nomination dalla Producers Guild of America per
la Serie Comica, nonché riconoscimenti da molti altri gruppi di
associazioni e critici. “Ted Lasso” è stata anche l’unica serie
comica premiata come Programma AFI dell’anno ed è apparsa nelle
liste “Best of 2020” stilate dalla critica televisiva.
Jason Sudeikis è Ted Lasso, un allenatore di football
universitario del Kansas assunto per allenare una squadra di calcio
professionistica in Inghilterra, nonostante non
abbia alcuna esperienza come allenatore di calcio. Ma ciò
che gli manca nella conoscenza, lo compensa con ottimismo,
determinazione da sfavorito… e biscotti. L’acclamata serie
comprende anche Hannah Waddingham, Brendan Hunt, Jeremy Swift, Juno
Temple, Brett Goldstein, Phil Dunster e Nick Mohammed. Sarah Niles
si unisce al cast in questa stagione come “Sharon”, una psicologa
sportiva che è stata chiamata a lavorare con l’AFC Richmond.
Jason Sudeikis è anche produttore esecutivo, insieme a Bill
Lawrence con la sua Doozer Productions, in associazione con Warner
Bros.Television e Universal Television, una divisione di Universal
Studio Group. Jeff Ingold di Doozer è anche produttore esecutivo
con Liza Katzer in veste di co-produttrice esecutiva. La serie è
stata sviluppata da Sudeikis, Bill Lawrence, Brendan Hunt e Joe
Kelly, ed è basata sul format preesistente e sui
personaggi di NBC Sports.
L’intera prima stagione di “Ted
Lasso” è disponibile su Apple TV+ sull’app Apple TV.
Eagle e Paramount Pictures hanno
diffuso il trailer
Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini, il nuovo film del
franchise di G.I. Joe, con protagonisti Henry
Golding, Andrew Koji, Úrsula Corberó, Samara Weaving, Haruka Abe,
Takehiro Hira e Iko Uwais dal 21 Luglio al CINEMA.
Paramount Pictures e
Metro-Goldwyn-Mayer Pictures e Skydance presentano In associazione
con Hasbro. Una produzione di Bonaventura Pictures.
Snake Eyes: G.I. Joe Le Origini, vede Henry Golding
nei panni del solitario Snake Eyes che viene accolto in un antico e
segreto clan giapponese chiamato Arashikage, dopo aver salvato la
vita del suo erede legittimo. Una volta arrivato in Giappone, Snake
Eyes impara dagli Arashikage le vie del guerriero ninja, trovando
anche quello che più desiderava: un posto da potere chiamare casa.
Ma, quando i segreti del suo passato vengono svelati, l’onore e la
lealtà di Snake Eyes saranno messi a dura prova, rischiando di
incrinare la fiducia di coloro che gli sono stati più vicino.
Basato sull’iconico personaggio dei G.I. Joe, Snake Eyes: G.I. Joe
Le Origini vede anche Andrew Koji nei panni di Storm Shadow, Úrsula
Corberó in quelli de La Baronessa; Samara Weaving è invece
Scarlett, Haruka Abe è Akiko, Tahehiro Hira è Kenta e Iko Uwais è
Hard Master.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Autore di appassionanti gialli come
Io uccido, Niente di vero tranne gli occhi e
Io sono Dio, Giorgio Faletti ha
pubblicato nel 2010 il romanzo Appunti di un venditore
di donne, cupa storia di intrighi e misteri nella
Milano degli anni Settanta. Quel libro, a lungo tra i più venduti
in Italia, è ora pronto per trasformarsi in un film per la regia di
Fabio Resinaro, già celebre per aver diretto Mine e Dolceroma.
Prodotto dalla Eliseo Multimedia di Luca Barbareschi, il film sarà
trasmesso in prima visione su Sky Cinema a partire
dal 25 giugno alle 21:15.
Interpretato da
Mario Sgueglia,
Miriam Dalmazio, Libero De
Rienzo, Paolo Rossi,
Francesco Montanari e Michele Placido,
il film ha per protagonista Bravo, un venditore di donne segnato
nell’anima da una vergognosa mutilazione. La sua storia ha inizio
una mattina come un’altra, quando dopo essere uscito dall’Ascot
Club, dove ha fatto nottata giocando d’azzardo e facendo uso di
droghe, conosce Carla. Nutrendo un conturbante sentimento per lei,
decide di introdurla nel suo giro, non immaginando cosa accadrà da
lì a breve nella sua vita.
Ad aprire la conferenza stampa è il
regista Fabio Resinaro, che racconta la
realizzazione dell’adattamento, le sfide incontrate e gli obiettivi
raggiunti. “Il romanzo – afferma il regista – presenta
delle descrizioni straordinarie di personaggi, eventi e di tutta
un’epoca. Girare un film in costume non è mai facile, ci siamo
dovuti scontrare contro una serie di muri. Però volevo girare come
se fossimo ancora negli anni Settanta, senza pormi alcun limite. Ho
portato tutti ad immergersi in quel periodo difficile e spero che
anche lo spettatore potrà sentirsi altrettanto coinvolto da questa
ricostruzione. È un film notturno, che parla di criminali, di
disobbedienti. L’atmosfera era tutto per poter trasmettere
ciò.
“Quando uscì il libro, me lo
proposero per farne la regia, ma non mi sentivo pronto. –
dichiara Placido – Anni dopo questa storia è tornata da me, con
la regia di Resinaro. Ho accettato perché sono rimasto colpito
dalla sua bravura e dalla sua preparazione. Il dialogo con lui è
sempre stato ricco di spunti e suggestioni nuove. Penso che egli
sia riuscito a dar vita alla ricostruzione di un’epoca di cui c’era
bisogno, e che penso nessun altro avrebbe potuto realizzare con
tanta originalità e freschezza”
A scrivere la sceneggiatura è stato
lo stesso Resinaro, nonostante la non convinzione a riguardo di
Barbareschi. “Volevo affiancargli qualcuno, – dichiara il
produttore – ma lui ha insistito per farlo da solo. Allora gli
ho dato tempo un fine settimana per pensarci e farmi sapere. Al
termine di questo tempo lui si è presentato non con una decisione
ma con l’intera sceneggiatura pronta e finita. Ero incredulo, non
ho mai visto un talento simile prendere forma in modi così
inaspettati.”
La parola passa poi a Mario
Sgueglia, che racconta di come si sia preparato ad interpretare il
complesso ruolo del protagonista di Appunti di un venditore di
donne, Bravo. “Per quanto il personaggio sia controverso,
anche deprecabile per certi aspetti, non l’ho mai giudicato. So che
sarebbe stato sbagliato farlo, per questo ho cercato di
comprenderne i difetti, le debolezze, le ossessioni. Ho poi cercato
di far trasparire tutto ciò attraverso le sue azioni e il suo
carattere. Inoltre, a partire da una sua mancanza fisica andava
costruito un bisogno che però si esprime modi nuovi e
imprevedibili.”
L’attrice Miriam Dalmazio passa poi
a descrivere il suo personaggio, Carla, la donna per cui il
protagonista metterà in discussione sé stesso.. “Si tratta di
una donna forte, ma fragile. – afferma l’attrice – Lei
cerca di costruirsi una propria identità in un contesto dove è
sempre più facile rimanere inghiottiti da quanto c’è intorno.
Ad esempio, lei non può soddisfare il proprio amore con Bravo, e
quindi il loro è un rapporto che si limita allo sguardo. Non so se
si noterà, ma è un personaggio che ho costruito sulla forza dello
sguardo, degli occhi. È attraverso questi che lei esprime tutta sé
stessa”.
“Ciò che trovo straordinario di
Appunti di un venditore di donne, – conclude Barbareschi –
è che racconta con lucidità una Milano che non c’è più, colma
di personaggi che esistevano davvero e ora non ci sono più. Per
questo, oltre ad essere un thriller lo trovo un film
particolarmente tenero, per cui si può provare anche
pietà.”
Una città che non smette di sognare.
Un cinema che non smette di sognare. Questa non è retorica: questa
è l’anima di Hong Kong, vitale e creativa,
documentata dal Far East Film Festival
23attraverso 8 nuovi
film di 8 nuovi (giovani) registi. Opere prime e seconde
che spaziano tra i generi e raccontano, appunto, l’urgenza di
resistere, l’urgenza di rinascere attraverso l’arte. Hong Kong
never dies! E Hong Kong, va ricordato, è molto più che una storia
d’amore per il FEFF: è la sua primissima
radice…
Saranno le anteprime mondiali di
Zero to Hero di Jimmy Wan e di
Sugar Street Studio di Sunny Lau ad
aprire la sezione speciale Hong Kong New Talents:
un grande progetto itinerante, organizzato dall’Hong Kong
International Film Festival Society in collaborazione con l’Hong
Kong Economic and Trade Office e finanziato da Create Hong Kong,
che prenderà appunto il via a Udine per poi essere presentato nelle
maggiori piazze d’Europa, del Nord America e dell’Asia.
Oltre a Zero to
Hero, intenso biopic sul campione paralimpico So
Wa-wai, e SugarStreet
Studio, spiazzante horror comedy, il pubblico del
FEFF 23 potrà ammirare l’action fantasy sportivo
One Second Champion di Chiu Sin-hang, il
ritorno del leggendario Francis Ng con
Drifting di Jun Li, Hand
Rolled Cigarette di Chan Kin-long (uno splendido noir
che farà sicuramente innamorare il mercato internazionale!), la
black comedy Time di Ricky Ko, il dramma
sentimentale Just 1 Day di Eric Li e
Keep Rolling di Man Lim-chung,
imperdibile ritratto della grande Ann Hui. 8 film
diversissimi tra loro ma accomunati dalla stessa voglia di
sperimentare e dalla stessa voglia di guardare avanti, di
consegnare al futuro la propria lingua, la propria cultura e la
propria tradizione.
Se Hong Kong New
Talents è la preziosa testimonianza di un’ondata che
comincia adesso, oggi, ad abbattere gli argini, non bisogna
ovviamente dimenticare che anche le produzioni mainstream di Hong
Kong stanno continuando a brillare. Ne sono prova gli altri titoli
hongkonghesi scelti dal FEFF 23: l’esplosivo
Shock Wave 2 di Herman Yau, che aprirà la
versione digitale del Festival, il crudele thriller
Limbo di Soi Cheang, The Way
We Keep Dancing di Adam Wong e due anteprime
mondiali. Una è Coffin Home di
Fruit Chan (cronaca di un cult annunciato!), l’altra è
Madalena di Emily Chan, la primissima
volta di Macao nella line-up del Far East Film Festival.
Con 12 titoli
complessivi, la sezione più ricca di questa edizione è
proprio la sezione di Hong Kong. Una città che non
smette di sognare. Un cinema che non smette di sognare.
È stata una serata di grandi
emozioni quella che ha scandito la penultima giornata del
“Festival del Cinema Città di Spello ed i Borghi Umbri – Le
Professioni del Cinema” ideato da Donatella Cocchini e dal
direttore artistico Fabrizio Cattani. Sabato 19 giugno, infatti,
come da tradizione, si è tenuta la cerimonia di premiazione
condotta da Simona Fiordi e dall’attore Francesco Castiglione, che
ha visto salire sul palco dell’Auditorium San Domenico di Foligno i
professionisti del dietro le quinte, ma non solo. A cominciare
dalla lettura della lettera che il Presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato alla piccola
Aurora Moretti, figlia della presidente del Festival, Donatella
Cocchini, che ha salutato la decima edizione della manifestazione
come “l’inizio di una ripartenza dopo le tante difficoltà vissute
con la pandemia che, per quanto terribile, non è riuscita a fermare
il lavoro di tante persone”.
Tanti gli ospiti che si sono
avvicendati sul palco, a partire dall’attrice Valeria
Fabrizi, a cui è stato consegnato il Premio
all’Eccellenza 2021. L’artista, che ha riservato al
Festival parole di grande apprezzamento e pronta a tornare a Spello
nel 2022, ha voluto dedicare il riconoscimento a “tutti i presenti,
soprattutto ai professionisti del dietro le quinte. A tutti voi che
siete presenti qui, questa sera”.
In collegamento da Berlino, invece,
il maestro Lorenzo Tomio a cui è andato il
Premio Carlo Savina “Suono e musica nel cinema” e
consegnato virtualmente dal docente di tecnica del suono del Centro
Sperimentale di Cinematografia, Federico Savina. “È un grandissimo
onore per me ricevere questo premio – ha detto il maestro Lorenzo
Tomio – perché Carlo Savina è stato uno dei più grandi compositori
del Novecento”.
A Salvatore Mereu
il Premio Ermanno Olmi che, da tre anni ormai, la
famiglia del grande maestro assegna al regista che più si avvicina
per sensibilità, poetica, autenticità, semplicità e realismo al suo
stile. “Mi onora ricevere un riconoscimento che porta il nome di
Ermanno Olmi” ha dichiarato un emozionato Mereu. “Il suo cinema –
ha proseguito – è stato per me sempre un grande modello. Sono
contento e orgoglioso di questo premio – ha quindi concluso – ancor
di più perché dato dalla sua famiglia, che più di tutti lo
conosceva”.
Un riconoscimento
speciale, poi, allo stesso Federico
Savina, presidente onorario del Festival e del comitato
scientifico, per l’impegno profuso in tanti anni per la
manifestazione anche attraverso l’originale format “I giovani e la
musica nel cinema”. “Mi avete sorpreso – ha dichiarato Savina -. Io
ho fatto solo quello che sentivo, perché qui ho trovato un humus
che mi ha fatto fare certe cose. Non ci pensavo, ma mi avete
permesso di farlo e pensate sia venuto bene, sono solo contento. Io
sono sempre qua, pronto”.
Premiata anche una giovane promessa
del cinema. Si tratta dell’attrice Ginevra
Francesconi, protagonista del film “Regina”. “Grazie mille
– ha detto emozionata -. Voglio ringraziare la presidente Donatella
Cocchini, ma il mio grazie più grande va al regista, Alessandro
Grande, che mi ha dato questa grande responsabilità. Grazie di
cuore”. La Ginevra Francesconi che il 22 giugno al MAXXI di Roma
riceverà il premio che ricorda Graziella Bonacchi nell’ambito dei
“Biraghi”, così come la sorella Ludovica Francesconi che, dopo aver
vinto ex aequo insieme a Beatrice Grannò il premio “Meno di Trenta”
per i film, riceverà sempre ai “Biraghi” un riconoscimento come
rivelazione femminile dell’anno.
Tra gli ospiti presenti alla
cerimonia di premiazione anche il padrino Alessandro
Sperduti, la madrina per il 2021 Ester
Pantano e gli attori Francesco Foti e
Alessio Praticò. Ma anche i premiati di
“Meno di Trenta”: gli attori Mattia
Garaci (Padrenostro), Beatrice Grannò
(Gli indifferenti) e Beatrice Bruschi (Skam),
Massimiliano Caiazzo (Mare
Fuori) il regista Ludovico Di Martino (La
belva) e il sound designer Matteo Bendinelli.
L’attore Charlie
Hunnam ha dimostrato di saper scegliere i propri progetti,
partecipando ad alcune note serie TV che gli hanno permesso di
diventare una vera star. Grazie alla sua versatilità e al suo
fascino, l’attore si è reso particolarmente noto al grande
pubblico, dividendosi tra cinema e televisione. Ecco
10 cose che non sai di Charlie Hunnam.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Charlie Hunnam: i film e
le serie in cui ha recitato
10. Ha partecipato a noti
lungometraggi. L’attore esordisce al cinema in Che
fine ha fatto Harold Smith? (1999), per poi acquisire maggior
notorietà con Abandon – Misteriosi omicidi (2002),
Ritorno a Cold Mountain (2003), Hooligans (2005)
e
I figli degli uomini (2006). Negli anni successivi prende
poi parte a Punto d’impatto (2011), Legami di
sangue (2012) e Pacific Rim
(2013) di cui è protagonista. Torna a lavorare con il regista
Guillermo del Toro anche per il film Crimson Peak
(2015), per poi recitare in Civiltà perduta
(2016), King Arthur – Il
potere della spada (2017), Papillon
(2017), A Million Little Pieces (2018), Triple
Frontier (2019), True History of the
Kelly Gang (2019) e The
Gentlemen (2020).
Charlie Hunnam Sons of Anarchy
9. È noto per le serie
TV. Nel ricoprire il ruolo di Nathan Maloney in Queer
as Folk (1999-2000), l’attore ottiene una prima notorietà.
Successivamente prende parte a Young Americans (2000) e
Undeclared (2001-2003). Il ruolo della sua carriera arriva
però con la serie Sons of Anarchy, in cui dal 2008 al 2014 dà vita al
personaggio di Jackson ‘Jax’ Teller.
Charlie Hunnam: ha avuto una
moglie
8. È stato sposato.
Ancora sconosciuto, l’attore si presenta nel 1999 ai provini per la
serie Dawson’s Creek. Pur non ottenendo alcun ruolo, qui
conosce l’attrice Katharine Towne, con la quale dopo solo un mese
convola a nozze. Tuttavia, la coppia non dura a lungo, e nel 2002
annunciano il divorzio.
Charlie Hunnam ha una
fidanzata
7. Ha una relazione
sentimentale. Dal 2005 l’attore è legato sentimentalmente
a Morgana McNeils, designer di gioielli che vanta anche un proprio
marchio personale. Piuttosto riservati, i due non hanno mai
condiviso particolari aspetti della loro vita privata, limitandosi
a farsi vedere insieme durante particolari eventi di gala.
Charlie Hunnam e il suo fisico
6. È noto per la sua forma
fisica. Nel corso degli anni l’attore ha ricoperto diversi
ruoli che richiedevano una forma fisica eccellente. L’attore ha
infatti dichiarato di essere particolarmente attento a riguardo,
praticando regolarmente esercizi fisici come anche molta attività
sessuale, a suo giudizio fondamentale per tenersi in forma.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Charlie Hunnam in King Arthur
5. Si è allenato
duramente. Per ricoprire il ruolo di Re Artù, l’attore
aveva promesso a sé stesso che avrebbe raggiunto la miglior forma
fisica possibile. Per raggiungere il suo scopo, Hunnam si impegnò
ad eseguire oltre 500 addominali ogni giorno. Alla fine, riuscì nel
suo intento, sfoggiando un fisico inedito e calzante per il
ruolo.
4. È l’unico film da cui non
ha sottratto nulla. L’attore è noto per essere solito
portarsi via con sé, come ricordo, abiti o oggetti dai set a cui
prende parte. Ha tuttavia dichiarato che quello di King
Arthur è l’unico da cui non ha sottratto nulla.
Charlie Hunnam in Papillon
3. Aveva rifiutato il
ruolo. Quando all’attore fu proposto il ruolo di Henri
Charrière nel film Papillon,
remake dell’originale con Steve McQueen, l’attore
rifiutò non convinto del progetto e intimorito dal paragone con
l’originale. Al suo posto venne scelto allora un altro attore,
mentre Hunnam cominciava a pentirsi della sua scelta. Nel momento
in cui l’attore scelto rinunciò al ruolo per altri impegni, Hunnam
si impose per avere il ruolo.
2. Ha perso molto
peso. Al momento delle riprese, l’attore aveva da poco
terminato il set di Civiltà perduta, per cui aveva perso
un totale di 18 chili. Per interpretare il suo ruolo in
Papillon ha dovuto poi perdere ulteriore peso attraverso
una dieta particolarmente stressante, arrivando ad un digiuno di
circa dieci giorni.
Charlie Hunnam: età e altezza
1. Charlie Hunnam è nato a
Newcastle upon Tyne, in Inghilterra, il 10 aprile 1980.
L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.
Nonostante la sua importanza in
alcune storyline della Marvel, Yelena
Belova non è così conosciuta come la sua ex nemica ed
alleata occasionale Natasha Romanoff. Con l’arrivo ormai imminente
di Black
Widow, i fan del MCU avranno finalmente la
possibilità di saperne un po’ di più su questo misterioso nuovo
personaggio, che nel film sarà interpretato da Florence Pugh. Nell’attesa,
Screen Rant ha raccolto 10 cose che solo i fan dei fumetti
conoscono su Yelena:
Ha conquistato il mantello di Vedova Nera
Yelena ha trascorso la sua
infanzia nella stessa Stanza Rossa, dove anche Natasha ha ricevuto
la sua educazione in qualità di spia. Entra in campo dopo la morte
del suo allenatore, Pyotr Vasilievich Starkovsky, catturando ed
eliminando rapidamente il suo assassino.
Questa si rivelerà essere la sua
prima vera missione, nonché una sorta di test. Portandola a termine
senza lasciare che le sue emozioni si intromettano, Yelena si
afferma come la nuova Vedova Nera. Le dinamiche di potere della
Stanza Rossa sono affascinanti. La speranza è che il film in arrivo
a luglio riesca ad approfondire in modo dettagliato.
La prima missione
Yelena ha debuttato in
“Inhumans #5”. Come parte della sua primissima missione, ha
abbassato le barriere che circondano Attilan, consentendone
l’invasione.
Situato nel mezzo dell’Oceano
Atlantico, prima di spostare l’Himalaya ed infine spostarsi nello
spazio, Attilan è una popolare location nei fumetti Marvel dedicati agli Inumani. Verso
la fine della sua esistenza, Attilan è stata trasferita vicino a
New York City, dove Thanos l’ha poi distrutta nel bel mezzo della
sua invasione della Terra.
Il primo incontro con Natasha
Convinta di essere la legittima erede al titolo di Vedova
Nera, Yelena si offrì volontaria in una missione che la mise in
contrasto con Natasha. Le due finalmente si incontrarono, ma le
loro interazioni non portarono tuttavia ad una vera battaglia. Al
contrario, Natasha adottò un approccio più gentile, cercando di
convincere Yelena ad abbandonare la vita da Vedova e scoprire la
vera se stessa.
Quando le parole non saranno più sufficienti, Natasha
sottoporrà la giovane spia ad un tortuoso e intenso processo di
face-swap che alla fine la farà sentire usata e tradita.
Tuttavia, Natasha riuscirà a far comprendere a Yelena la verità
sulla Stanza Rossa e le dure realtà del mondo dello
spionaggio.
Condurre una vita normale
Come molti prima di lei,
Yelena ha cercato di abbandonare lo stile di vita da supereroe e di
seguirne uno normale. Dopo il trattamento crudele che ha ricevuto
per mano di Natasha, Yelena diserta la Russia, abbandonando il suo
personaggio di Vedova Nera. Diventa una modella di lingerie,
arrivando a possedere un grande impero che la rende milionaria.
Sauron e i Vendicatori
Yelena viene attirata
nuovamente nel mondo dello spionaggio dal sempre più problematico
S.H.I.E.L.D., venendo coinvolta nell’estrazione illegale di
vibranio nelle Terre Selvagge. I Vendicatori li scoprono e durante
la battaglia, il cattivo Sauron, simile a uno pteranodonte, arriva
e quasi la uccide, ferendola gravemente. Mentre è in ospedale,
riceve una proposta dall’HYDRA per tornare allo S.H.I.E.L.D. e ai
Vendicatori. Alla fine accetta, volendo uccidere lei stessa
Spider-Woman.
HYDRA & A.I.M.
Belova ha ricevuto alterazioni genetiche dall’HYDRA che hanno
guarito il suo corpo gravemente ferito. L’organizzazione malvagia,
tuttavia, recluta i servizi dell’AIM e trasforma Belova in una
nuova versione di Super-Adattoide. Attacca, così, la torre dei
Vendicatori prima del matrimonio di Luke Cage e Jessica
Jones.
Essendo ormai una fusione di uomo e macchina, Belova combatte
i Nuovi Vendicatori e copia con successo i loro poteri, arrivando
quasi a batterli. Alla fine perde la battaglia grazie alle armature
di Tony Stark e all’entità Void di Sentry. Dopo aver realizzato che
non avrebbe vinto il combattimento, l’AIM la spegne, facendo
sembrare Yelena apparentemente morta…
Vanguard e i Thunderbolts
Yelena in realtà è ancora viva e vegeta e lavora per
l’organizzazione segreta Vanguard. Una volta che la squadra si
scioglie, tuttavia, torna a nascondersi. Alla fine, Norman Osborn
la invita ad unirsi ai Thunderbolts, cosa che Yelena
accetta.
Dopo
una lunga e intricata sequenza di eventi, questa versione di Yelena
si rivela essere in realtà Natasha travestita, che agisce agli
ordini della spia Nick Fury. Osborn, tuttavia, sapeva già
dell’inganno e ha usato Nat per tutto il tempo. Una volta fuggita,
Osborn rivela che la vera Yelena è stata conservata in uno stato di
stasi.
Consiglio A.I.M
Per un breve periodo,
Yelena ha fatto parte dell’Alto Consiglio dell’A.I.M. dopo che i
membri dell’A.I.M. l’hanno svegliata. Si unisce a molti altri
cattivi, tra cui Taskmaster, Mentallo, Superia e Andrew Forson, e
assume la carica di Ministro di Stato di Bagalia, paese appena
creato.
Per tutto questo tempo, mantiene il suo
aspetto e le sue abilità da Super Adattoide. Sembra che muoia di
nuovo quando un agente dell’A.I.M. le spara dopo averla scambiata
per Mockingbird, tra i membri dei Nuovi
Vendicatori.
Ha ripreso il mantello di Vedova Nera
Dopo la morte di Natasha
per mano del doppelganger di Captain America dell’HYDRA, Yelena
riprende l’identità di Vedova Nera per vendicare la morte di
Natasha. Trascorre diversi anni in giro per il mondo, prendendo di
mira membri di alto rango dell’HYDRA e funzionari governativi
corrotti.
Alla fine, le sue azioni catturano
l’attenzione di due ex alleati e partner di Natasha, Occhio di
Falco e il Soldato d’Inverno. Yelena ora ha diversi cloni, come
risultato degli sforzi della Stanza Rossa per preservare i suoi
migliori agenti, e alcuni sono noti alleati del clone di Natasha
che è ancora in circolazione.
Yelena & Natasha
Nel corso della loro
storia a fumetti, le due Vedove Nere hanno sempre avuto una
relazione difficile e conflittuale. A volte sono strettamente
legate, altre sono dei veri e propri nemici giurati. Natasha si
riferisce spesso a Yelena come alla “piccola”, confermando la
dinamica sorella maggiore/minore in cui spesso si trovano
coinvolte.
Yelena è notoriamente più amorale di
Natasha, il che spesso causa conflitti tra le due. La loro
relazione nei fumetti non sembra essere simile a quella che vedremo
in Black
Widow, quindi sarà interessante scoprire come si evolverà
il loro rapporto nel MCU.
Il Locarno Film
Festival renderà omaggio all’irrefrenabile genio comico e
creativo di John Landis, regista, sceneggiatore e
attore statunitense, a cui verrà consegnato il Pardo d’onore Manor
nella serata di venerdì 13 agosto, in Piazza Grande. Sabato 14 al
Forum @Rotonda by la Mobiliare, Landis sarà al centro di una
conversazione con il pubblico, che nel corso di Locarno74 potrà
rivivere tre film indimenticabili della sua
carriera: National Lampoon’s Animal
House (1978), Trading Places (1983)
e Innocent Blood (1992).
Dalla scuola di satira irriverente e corrosiva
di National Lampoon e Saturday Night
Live, fino alla consacrazione di autore di culto negli anni
Ottanta e Novanta, con titoli come il road
musical TheBlues Brothers (1980),
l’horror An American Werewolf in London (1981),
ma anche incursioni leggendarie nella musica pop, con il videoclip
per Thriller di Michael Jackson (1983) che, dopo
essere rimasto incantato dalle ambientazioni horror del suo ultimo
film, ha voluto Landis alla regia di quello che ad oggi è
considerato uno dei primi video musicali “cinematografici”. La
carriera di John Landis segna l’irruzione di un nuovo tipo di
comicità nella storia della settima arte e una delle rielaborazioni
dei generi classici più originali di tutti i tempi. Il Locarno Film
Festival celebra questa figura con il Pardo d’onore Manor,
assegnato ogni anno a una personalità straordinaria del cinema di
sempre.
Il direttore artistico del Locarno Film Festival, Giona A.
Nazzaro: “John Landis è un autentico genio americano. La
totalizzante passione cinefila, la musicalità slapstick,
l’irresistibile senso dell’umorismo, l’amore viscerale per il
cinema di serie B, il senso critico e politico sempre vigile hanno
fatto di lui il cineasta chiave del rinnovamento del cinema
statunitense a cavallo fra gli anni Settanta e Novanta. Fautore di
ibridazioni mai viste fra horror e comico, musical e noir, ha
creato capolavori che hanno entusiasmato il pubblico di tutto il
mondo, rinnovato il linguaggio cinematografico e sfidato
convenzioni e perbenismi. Landis ha dimostrato che si poteva fare
tutto, si poteva sognare tutto e lo ha fatto, rendendo il cinema
migliore, più inclusivo, più giusto. Portatore delle inquietudini
della generazione degli anni Sessanta, ha saputo offrirne una
chiave di lettura diversa, creando un nuovo tipo di comicità e
un’idea di fisicità mutante che – fra John Belushi e i lupi mannari
– ha ricodificato l’estetica dominante. John Landis è tutto il
cinema americano che abbiamo sempre amato e ameremo
sempre.”
Il programma
dell’omaggio
In occasione del premio consegnato
a Landis la sera del 13 agosto, verranno proposti
durante il Festival (4-14 agosto) tre titoli emblematici della sua
filmografia, grandi classici da rivivere nell’atmosfera unica di
Locarno:
National Lampoon’s Animal House, John
Landis – Stati Uniti – 1978, presentato in Piazza
Grande la sera di venerdì 13 agosto
Trading Places, John Landis – Stati
Uniti – 1983
Innocent Blood, John Landis – Stati
Uniti – 1992
Sabato 14 agosto,
inoltre, Landis incontrerà il pubblico del Festival durante una
conversazione che si terrà al Forum @Rotonda by la Mobiliare, lo
spazio di parola del Festival.
Landis sarà accompagnato dalla moglie, Deborah Nadoolman Landis,
professoressa emerita e direttrice del David C. Copley Center for
the study of Costume Design della UCLA School of Theater, Film &
Television, che terrà una masterclass aperta al pubblico sul
costume design nel pomeriggio di giovedì 12
agosto. Oltre ad aver contribuito come costumista a
numerosi film, incluso Indiana Jones per Raiders of the
Lost Ark (Steven Spielberg, 1981), Deborah Nadoolman
Landis ha curato la mostra di grande successo “Hollywood
Costume” (2012) al Victoria & Albert Museum. Autrice di sei volumi
sul costume design, è stata presidente del Costume Designers Guild
e membro del Board of Governors della Academy of Motion Pictures
Arts & Sciences.
Il Pardo d’onore del Locarno Film Festival è stato attribuito a
cineaste e cineasti del calibro di Manoel de Oliveira, Bernardo
Bertolucci, Ken Loach, Jean-Luc Godard, Werner Herzog, Agnès Varda,
Michael Cimino, Marco Bellocchio e, nel 2019, John Waters. A
partire dal 2017, il Pardo d’onore è sostenuto da Manor, Main
partner del Locarno Film Festival.
John Landis –
Biografia
John Landis (Chicago, 1950) ha
debuttato come sceneggiatore e regista a 21 anni, con il
lungometraggio a basso costo Schlock (1973), un affettuoso omaggio
ai film di mostri: vestito con una tuta da scimmia, Landis
interpretava lo “Schlockthropus”, o “anello mancante” tra uomo e
animale. Il successivo The Kentucky Fried Movie (1977) è stato il
preludio ai grandi successi a venire: la commedia studentesca
National Lampoon’s Animal House (1978); The Blues Brothers (1980),
scritto insieme a Dan Aykroyd, protagonista del film accanto a John
Belushi; Trading Places (1983), che ha dato avvio a una
collaborazione con Eddie Murphy proseguita con Coming to America
(1988) e Beverly Hills Cop III (1994); la parodia sul nucleare
Spies Like Us (1985); Into the Night (1985); e Three Amigos!
(1986).
Nel 1981 Landis ha realizzato An American Werewolf in London,
contaminazione tra horror e commedia che ha talmente ispirato
Michael Jackson da chiedere allo stesso Landis di realizzare il
videoclip Michael Jackson: Thriller nel 1983. Nel 2009, il corto è
stato inserito nel Library of Congress National Film Registry, che
oggi include anche National Lampoon’s Animal House e The Blues
Brothers. Landis ha diretto di nuovo Michael Jackson nel videoclip
di Black Or White nel 1991, ed è stato il produttore esecutivo (e
spesso regista) della serie televisiva Dream On (1990-1996), che ha
fatto vincere alla HBO il suo primo Emmy.
Nel 2004 ha esplorato la forma del documentario con Slasher
(2004), film verità su un venditore di auto usate. Dopo i
mediometraggi Deer Woman (2005) e Family (2006), per la serie
televisiva americana Masters of Horror creata dal regista Mick
Garris, nel 2010 ha diretto la black comedy Burke & Hare. Nel 1985
è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal
governo francese. Retrospettive del suo lavoro sono state
organizzate alla Cinémathèque française nel 2009 e in vari festival
internazionali.
01 Distribution ha
diffuso il trailer del film La
Terra Dei Figli, il nuovo film di Claudio Cupellini
prodotto da Indigo Film con Rai Cinema. Nel cast protagonisti
Leon de La Vallée, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Fabrizio
Ferracane, Maurizio Donadoni, Franco Ravera, Alessandro Tedeschi,
Valerio Mastandrea,
Valeria Golino.
Liberamente tratto dall’omonimo
graphic novel di Gipi edito da Coconino Press – Fandango Musiche di
Motta edizioni musicali CAM Sugar – INDIGO FILM Una coproduzione
Italia – Francia prodotta da INDIGO FILM con RAI CINEMA in
coproduzione con WY PRODUCTIONS.
La trama
La fine della civiltà è arrivata.
Non sappiamo come. Un padre e suo figlio, un ragazzino di
quattordici anni, sono tra i pochi superstiti: la loro esistenza,
su una palafitta in riva a un lago, è ridotta a lotta per la
sopravvivenza. Non c’è più società, ogni incontro con gli altri
uomini è pericoloso. In questo mondo regredito il padre affida a un
quaderno i propri pensieri, ma quelle parole per suo figlio sono
segni indecifrabili.Alla morte del padre, il ragazzo decide di
intraprendere un viaggio verso l’ignoto alla ricerca di qualcuno
che possa svelargli il senso di quelle pagine misteriose. Solo così
potrà forse scoprire i veri sentimenti del padre e un passato che
non conosce.
NOTE DI REGIA: Il film è una storia
di formazione in cui la bellezza e la meraviglia, rappresentate da
un adolescente solo al mondo, combattono contro le tenebre di una
terra che sembra implacabilmente ostile. Il film che abbiamo appena
terminato di girare è però anche una storia di avventura titanica e
appassionante, un grande viaggio fisico e sentimentale, che parla
di argomenti che appartengono sempre più al sentire comune: il
futuro del mondo che lasceremo ai nostri figli e l’importanza della
memoria.
Scarlett Johansson è tornata a difendere la
tragica morte di Vedova Nera in Avengers:
Endgame. Nonostante il grande successo che il
blockbuster del 2019 abbia ottenuto, è innegabile che i registi
Anthony e Joe Russo abbiano optato per alcune scelte narrative
abbastanza discutibili, una fra tutte il modo in cui hanno scelto
di porre la parola fine all’arco narrativo di Natasha Romanoff.
Introdotta per la prima volta in
Iron Man
2 del 2020 come agente dello SHIELD incaricato di tenere
d’occhio Tony Stark, in breve tempo Vedova Nera è entrata a far
parte del team degli Avengers, diventando uno dei membri fondatori
della squadra di supereroi. Nel corso del suo lungo arco narrativo
è stata coinvolta in numerosi eventi importanti, tra cui le
battaglia di New York, Sokovia e Wakanda, per non parlare delle
missioni condivise con Steve Rogers nei film a lui dedicati.
Tuttavia, il suo viaggio si è concluso su Vormir quando ha deciso
di sacrificare la sua vita per la Gemma dell’Anima in Avengers:
Endgame, evento che ha letteralmente spaccato in due il
fandom.
In un’intervista rilasciata a
ET Online in occasione della promozione dell’attesissimo
Black
Widow, Johansson ha avuto modo di riflettere sulle
reazioni miste che la morte di Nat in Endgame
ha generato. L’attrice ha spiegato perché aveva senso che fosse
proprio il suo personaggio a sacrificarsi, dicendo che a spingerla
verso la sua decisione è stato il pensiero degli amici vittima
della decimazione.
“È divertente perché Nata ha
avuto un sacco di reazioni contrastanti al suo destino in Endgame.
Ma per me, aveva molto senso che si sacrificasse… non solo in nome
di un bene più grande, quindi per l’umanità, ma anche per i suoi
amici… che erano davvero al centro di tutto. Nat è sempre stata una
brava persona.”
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019, diventando il maggior incasso nella storia del cinema. Nel
cast del film – tra gli altri – figurano Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
In Jolt Lindy
è una donna bellissima, sprezzante e ironica con un doloroso
segreto: a causa di un raro disturbo neurologico che la affligge da
tutta la vita, le accade a volte di essere presa da impulsi omicidi
rabbiosi che può controllare solo dandosi una scossa elettrica
tramite uno speciale dispositivo a elettrodi. Incapace di trovare
amore e intimità in un mondo che teme la sua bizzarra patologia, si
fida finalmente di un uomo abbastanza a lungo da innamorarsene, per
poi trovarlo assassinato il giorno successivo. Con il cuore
spezzato e piena di rabbia, Lindy parte in una missione di vendetta
per trovare l’assassino, mentre la polizia è sulle sue tracce come
principale sospettata del crimine.
Continuano a moltiplicarsi le voci
secondo cui Willem Dafoe tornerà nei panni di Norman
Osborn/Green Goblin in Spider-Man:
No Way Home, ma al momento non esiste ancora nulla di
ufficiale.
Di recente l’attore ha rilasciato
una lunga intervista a
Collider (via
CBM) in cui ha parlato di diversi argomenti, inclusi i film che
ha girato di recente e che usciranno nel corso del 2021.
All’improvviso, Dafoe ha menzionato un progetto di cui, però, non
ha potuto rivelare nulla, catturando subito l’attenzione dei fan e
scatenando la fervida immaginazione dei fan.
“Altre cose che ho fatto
ultimamente? Preferire aspettare prima di parlarne, almeno finché
non saremo pronti per farle uscire!”, ha dichiarato l’attore.
La cosa certa è che Dafoe non si stava riferimento al sequel di
Aquaman, poiché quel progetto è stato discusso in un
momento diverso della medesima intervista.
Dal momento che sembra altamente
improbabile che l’attore non possa discutere di alcuni dei prossimi
progetti che lo vedranno coinvolto come Poor Things di
Yorgos Lanthimos e Tropico di Giada Colagrande, il cerchio
si restringe e non si può far a meno di pensare che le parole di
Dafoe si riferissero, in realtà, proprio ad un suo eventuale
coinvolgimento in un progetto dei Marvel Studios, che si tratti di No Way
Home o magari di altro.
È chiaro che un ritorno di Green
Goblin sul grande schermo sarebbe a dir poco epico. È da tempo,
ormai, che si parla del debutto dei Sinistri Sei al cinema e
pensare ad un leader migliore di Goblin per il team di
supercriminali risulta difficile. Per adesso, non possiamo far
altro che attendere eventuali conferme o smentite…
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e
da Amy Pascal per la Pascal Production.
Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
Intervistato da
Vanity Fair, Sebastian Stan ha ricordato Chadwick Boseman, l’interprete di Pantera Nera
nel MCU, scomparso tragicamente lo
scorso anno. L’attore ha condiviso una storia molto toccante in
merito al tempo trascorso sul set con l’amico e collega, rivelando
che fin dal suo debutto in Captain
America: Civil War ha capito che avrebbe avuto un enorme
impatto sul MCU.
Stan ha anche spiegato che la
passione e la dedizione che Boseman metteva in tutto ciò che
faceva, all’inizio, lo avevano addirittura spaventato, tant’è che
aveva cominciato a nutrire alcuni timori in merito alla scene di
combattimento che avrebbero dovuto girare insieme. Tuttavia, il
desiderio di Stan di ricambiare l’intensità di Boseman ha portato
entrambi a dare il massimo durante le riprese.
“Sono sempre stato affascinato
da Chadwick”, ha spiegato Sebastian. “Ricordo ancora
quando lo vidi per la prima volta in Civil War, in cui il suo
personaggio ha debuttato… lui era nuovo e quando l’ho visto ho
pensato: ‘Questo ragazzo lascerà tutti a bocca aperti’. In tutto
ciò che faceva c’erano massimo impegno e dedizione. Era
incredibile. Abbiamo girato molto scene di combattimento insieme e
ricordo che all’inizio ero terrorizzato all’idea di doverle girare
proprio con lui”.
“Dopo siamo diventati molto
amici… specie durante i press tour o gli appuntamenti in giro per
il mondo per promuovere i film, ci siamo divertiti un sacco
insieme. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto fare altri film
con lui e l’idea che non sarà possibile mi fa letteralmente
impazzire. Non riesco neanche davvero ad immaginarlo. Ringrazio
ancora per quella piccola scena alla fine di Black Panther, perché
nonostante tutto mi fa comunque sentire parte di quel film ed è una
cosa che mi fa stare bene”, ha concluso l’attore.
Il futuro di Wakanda al cinema senza Chadwick Boseman
Come Sebastian Stan ha giustamente
sottolineato, ancora oggi è difficile immaginare il futuro di
Wakanda al cinema senza Chadwick Boseman. Tuttavia, anche se non sarà
lo stesso senza di lui, ci sono molti altri fantastici personaggi
da sfruttare per dare vita ad un sequel degno del primo Black Panther. Dopotutto, il titolo ufficiale del
film, Black
Panther: Wakanda Forever, lascia già presagire un
omaggio alla star della serie e a tutti i luoghi di Wakanda che
hanno contribuito a scolpire la sua eredità nella memoria.
Quando due personaggi di una storia
condividono un forte legame sul grande schermo, capita che possano
diventare oggetto di “shipping” da parte dei fan. Soprattutto dopo
gli eventi di The Falcon and the Winter Soldier, si sono
fatte sempre più insistenti le voci secondo cui Sam Wilson
(Anthony
Mackie) e Bucky Barnes (Sebastian
Stan) potrebbero rivelarsi più che semplici amici.
Questa teoria ha preso ancora più
piede quando si è iniziato a parlare, dopo un particolare
riferimento all’interno di uno degli episodi della serie, della
possibile
bisessualità di Bucky. Tuttavia, è una questione che interessa
molto i fan ed è normale che sia un argomento che venga affrontato
anche durante le interviste con gli attori del MCU. Ed è stato proprio con
Variety che Mackie ha parlato della questione, esprimendo i
suoi pensieri in merito all’eventualità che Sam e Bucky possano
essere attratti sessualmente l’uno dall’altro e provare sentimenti
che vanno oltre la semplice amicizia.
“Ci sono tante questioni che
alla fine diventano contorte. Le persone si aggrappano ai loro
dispositivi per giustificare la pertinenza o la razionalità di una
determinata cosa”, ha spiegato Anthony. “L’idea che due
ragazzi siano amici e si vogliano bene, nel 2021, è diventata un
problema a causa della strumentalizzazione dell’omosessualità. Una
volta i ragazzi erano amici, uscivano insieme… ed era bello. Voglio
dire, è una cosa normale incontrarsi al bar con i tuoi
amici.”
“Oggi non lo puoi fare
più”, ha continuato l’attore. “Perché una cosa così pura e
bella come l’omosessualità è stata sfruttata da persone che stanno
cercando di razionalizzarsi. Una cosa che è sempre stata molto
importante per me è quella di mostrare una figura maschile
sensibile. Non c’è niente di più maschile che essere un supereroe,
volare in giro e fare a botte con la gente. Al tempo stesso, non
c’è niente di più sensibile che avere conversazioni emotivi e
condividere un’amicizia spirituale affine con qualcuno di cui ti
preoccupi e a cui vuoi bene.”
David
Harbour, che interpreterà Alexei Shostakov, ossia
Guardiano Rosso, nell’attesissimo Black Widow, ha rivelato che
amerebbe vedere sul grande schermo uno scontro tra il suo
personaggio e Captain America.
Durante la conferenza stampa di
presentazione del film che si è tenuta lo scorso venerdì,
Deadline ha riferito che alla star di Stranger Things è stato chiesto se gli sarebbe
piaciuto vedere il suo personaggio affrontare il primo Vendicatore
della Marvel. Harbour è apparso
entusiasta all’idea, suggerendo che un prequel che esplori la
relazione del suo personaggio con Steve Rogers sarebbe “un grande
concept che potrebbe essere esplorato in futuro, magari in un nuovo
prequel.”
“La cosa divertente di Alexei è
che c’è questo intervallo lungo 25 anni su cui non sappiamo nulla
(nel film). Lo vediamo in Ohio e in prigione. E anche prima della
prigione, c’è stato un tempo in cui era Guardiano Rosso, deve aver
indossato di nuovo il costume, è certo! C’è questo periodo di tempo
in cui ne ha vissute veramente tante. È discutibile se siano reali
o meno.”
Parlando nello specifico di Captain
America, ha aggiunto: “Penso che la classica cosa della Guerra
Fredda sia divertente. Penso che crei una dinamica molto divertente
tra questi due ragazzi, soprattutto in merito al fatto che alla
fine ne sono usciti come due testate nucleari, come se avessero
partecipato insieme ad una corsa agli armamenti.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Arriva da
Daily Record la notizia che a breve si terranno le riprese
aggiuntive di The
Batman, l’attesissimo cinecomic diretto da
Matt Reeves che arriverà nelle sale
cinematografiche il prossimo anno.
Come riportato dalla fonte, il
regista e alcuni membri del cast torneranno sul set per girare
alcune nuove scene in Scozia, nello specifico a Merchant City e
alla Necropoli, il cimitero monumentale della città. A quanto pare
i reshoot vedranno coinvolti esclusivamente Robert Pattinson, che interpreta Bruce Wayne
nel film, e Colin Farrell, volto del Pinguino.
Le riprese aggiuntive a Glasgow
avranno luogo a metà luglio, per circa una settimana. Dopodiché la
produzione si sposterà a York per altre due settimane di riprese.
Il piano è quello di concludere ufficialmente la produzione entro
la fine del prossimo mese.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Lo scorso venerdì si è tenuta la
conferenza stampa di presentazione di Black Widow, l’attesissimo
cinecomic dei Marvel Studios che dopo numerosi rinvii a
causa della pandemia di Covid-19 è finalmente pronto a debuttare
nelle sale di tutto il mondo e con Accesso Vip su Disney+.
Come riportato da
ComicBookMovie, durante la conferenza stampa, Kevin
Feige, il presidente della Marvel, ha avuto modo di riflettere
su quali altri personaggi del MCU, dopo Natasha Romanoff,
potrebbero diventare i protagonisti di un prequel dedicato al loro
passato (ricordiamo che Black Widow è ambientato
prima degli eventi di Avengers:
Endgame, precisamente tra gli eventi di Captain
America: Civil War e quelli di Avengers:
Infinity War).
Dopotutto, potrebbe essere
divertente scoprire cosa è successo a Bruce Banner tra gli eventi
de L’incredibile Hulk e The Avengers, o magari scoprire di più sul passato di
un personaggio come Gamora prima che si unisse ufficialmente ai
Guardiani della Galassia. Dal canto
suo, Feige ha detto: “Questo film e questa storia rappresentano
un caso particolare per Natasha, ma l’idea di esplorare il passato,
il presente e il futuro del MCU è certamente qualcosa che
abbiamo in serbo per tutti i nostri personaggi. Tuttavia, questa
particolare storia e questo particolare cast rappresentano qualcosa
di molto personale e molto specifico per Natasha.”
Ricordiamo che il personaggio di
Natasha Romanoff è morto in Endgame,
quindi uno standalone avrebbe dovuto necessariamente esplorarne la
storia passata. Nonostante i Marvel Studios continuino a
guardare al futuro, tornare indietro per colmare alcune lacune
narrative in merito all’Universo Cinematografico Marvel non sarebbe affatto una
cattiva idea…
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Terminato nel 2018,
arriva finalmente la cinema dal 24 giugno Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare,
protagonisti Geoffrey Rush e il piccolo Finn Little,
che interpretano Michael Kingley da uomo e da bambino. Il regista,
l’australiano Shawn Seet ha voluto riprendere il romanzo di
Colin Thiele del 1964 Il ragazzo della tempesta, divenuto
poi un classico della narrativa per ragazzi, traendone il secondo
adattamento cinematografico dopo quello del 1976 di Henry
Safran.
Noto come regista di
serie tv, oltre che di lungometraggi, Shawn Seet ambienta
spesso le proprie opere di finzione nella sua terra, l’Australia.
Lo fa quando racconta in un film la storia di due pugili, un padre
e un figlio, in Two Fists, One Heart del 2009, con
Ennio Fantastichini, o quando sceglie la crime story in
costume, come avviene nel 2012 con The Mistery of a Hansom Cab, dal
romanzo omonimo di Fergus Hulme, ambientato nell’Australia dell’800
e pensato per la ABC. Ma il regista ha diretto anche le serie tv
The Code e Underbelly. Oggi si cimenta
con un racconto di formazione che fonde temi universali e tematiche
di stretta attualità.
La storia del ragazzo
della tempesta
Michael Kingley,
Geoffrey Rush, è un uomo d’affari in pensione. È chiamato
però a votare per decidere se concedere i propri terreni, situati
in una regione australiana ricca di minerali, ma anche di fauna
selvatica, a una compagnia mineraria. Maddy, Morgana Davies,
la nipote di Michael, è una diciassettenne sensibile alle tematiche
ambientali e vorrebbe che il nonno si opponesse alla concessione,
caldeggiata invece dal padre, Erik Thomson. Il ritorno nella
terra in cui ha trascorso la sua infanzia assieme al padre, Tom,
Jai Courtney, e ai pellicani che da sempre popolano la zona,
fa ricordare a Michael quegli anni della sua gioventù, quando, con
l’aiuto paterno e dell’aborigeno Fingerbone Bill, Trevor
Jamieson, salvò tre cuccioli orfani di pellicano, allevandoli
in casa, finchè non furono in grado di volare e cacciare.
L’amicizia con Mr Proud, Mr Ponder e Mr Percival, così li aveva
chiamati, che avrebbe segnato per sempre la sua vita, ora gli
ricorda da che parte stare.
Racconto di
formazione e favola ambientalista
La vicenda di Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, è
ambientata nel Coorong National Park, in Australia meridionale, e
la natura è protagonista del film al pari dell’elemento umano,
messa in risalto dalla fotografia di Bruce Young. È proprio
qui il cuore del film. Seet delinea molto bene il rapporto di
Michael bambino con la natura. Inebria anche lo spettatore la
sensazione di libertà che gli dà essere immerso in un ambiente
quasi incontaminato, vivere scalzo, affondare i piedi nella sabbia
– molto bravo il piccolo Finn Little, vera star del film.
Una sensazione quella, che irresistibilmente Michael adulto- un
sempre valido Geoffrey Rush – riscopre appena rimette
letteralmente piede nei luoghi della sua infanzia.
Era solo, allora, perchè
non aveva amici umani e aveva perso la madre e la sorella, ma aveva
trovato nell’amicizia con i pellicani quello che gli mancava. È
emozionante assistere all’evolversi di questo rapporto, come può
accadere solo tra un uomo e un animale che crescono insieme. Si
tratta di un legame profondo e indissolubile, che insegna a Michael
la responsabilità, lo fa veramente crescere. La natura è grata e
ricambia. Stupisce come la troupe sia riuscita a lavorare in
armonia con i pellicani, con l’aiuto di qualche effetto speciale
inserito ad hoc. Il film è sceneggiato daJustin Monjo – noto
come scrittore di serie tv fantascientifiche – e vede tra i
produttori esecutivi lo stesso attore australiano, Geoffrey
Rush.
Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare offre un
buon intrattenimento e coinvolge, mentre invita a recuperare un
rapporto sano con l’ambiente in cui viviamo e che ci ospita. Una
rilettura contemporanea del testo di Thiele, oggi che finalmente le
tematiche ambientali hanno conquistato spazio, anche a causa dei
cambiamenti climatici e delle loro conseguenze, e alla luce dei
Fridays for future e di Greta Thumberg, figura ispiratrice di una
nuova sensibilità per molti giovani. Il personaggio di Maddy
potrebbe essere una sua seguace.
Il tributo agli
aborigeni australiani
Il film è anche un
tributo alle popolazioni aborigene australiane, da cui, suggerisce
il regista, si dovrebbe imparare, perchè loro sono i veri custodi
di quei territori e possono insegnare come preservarli. Lo
dimostrano i ringraziamenti finali ai popoli Ngarrindjeri e Kaurna,
aborigeni delle terre australiane meridionali, custodi, si legge,
delle “tradizioni della più antica cultura esistente”.
Distribuito da
Medusa, Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, è in
sala dal 24 giugno.
Conosciuta prevalentemente per i
suoi ruoli televisivi, l’attrice Alexandra
Breckenridge è oggi apprezzata per alcuni iconici
personaggi in prodotti di genere thriller o horror. In breve tempo,
si è imposta come un volto particolarmente interessante della sua
generazione, dando prova di versatilità e capacità di rinnovarsi
continuamente. Risulta infatti difficile vederla due volte alle
prese con un ruolo simile. Sempre più dunque, la Breckenridge sta
diventando una vera e propria protagonista del piccolo schermo.
Ecco 10 cose che non sai di
Alexandra Breckenridge.
Alexandra Breckenridge: i suoi
film e le serie TV
1.È
conosciuta per i suoi ruoli televisivi. L’attrice ha
iniziato la propria carriera in televisione recitando in alcuni
episodi di serie come Dawson’s Creek, Freaks and Geeks,
Streghe e Buffy l’ammazzavampiri. Ha ottenuto un
ruolo di maggior rilievo nel 2008, recitando in The Ex
List e Dirt. Successivamente recita in Life
Unexpected e ottiene poi grande popolarità grazie al
personaggio di Katerina Pelhman in True Blood (2011).
Ulteriore celebrità la guadagna grazie al personaggio della giovane
Moira O’Hara in American Horror Story (2011), recitando
accanto a Dylan
McDermott, Evan Peters e
JessicaLange. Successivamente
recita anche in The Walking Dead (2015-2016) e This Is
Us (2017-2021), ricoprendo qui il ruolo di Sophie Larson. Dal
2019 al 2021 ha invece interpretato Melinda Monroe nella serie
NetflixVirgin River.
2. Ha recitato anche in
alcuni film. Parallelamente all’attività di attrice
televisiva, la Breckenridge ha recitato anche in alcuni film per il
cinema. In particolare, ha avuto un breve ruolo in Orange
County (2002), conJack
Black, in Big Fat Liar (2002),
con Paul Giamatti e nel
thriller Vampire Clan (2002). Successivamente ha
recitato in She’s the Man (2006),
con Channing Tatum,
in The Bridge to Nowhere (2009)
e Ticket Out (2012). In anni più recenti ha invece
avuto ruoli significativi in Dark (2015) e
Seduzione fatale (2016). Prossimamente reciterà
invece da protagonista nel thriller In
Limbo.
Alexandra Breckenridge in The
Walking Dead
3. Ha recitato nella
celebre serie TV. Dal 2015 al 2016 l’attrice ha vestito i
panni di Jessie Anderson nella serie a tema zombi The
WalkingDead, comparendo nella quinta e nella sesta
stagione. Prima di essere scelta per il ruolo, però, la
Breckenridge non sapeva quasi nulla della serie. Aveva infatti
raccontato di aver visto l’episodio pilota al momento della sua
uscita, ma di non aver continuato non apprezzando il sangue. Dopo
essere entrata a far parte del cast, però, ha recuperato tutte le
stagioni presenti fino a quel momento in una sola settimana.
4. Ha eseguito la maggior
parte degli stunt. Appassionatasi al personaggio,
l’attrice ha raccontato di essersi allenata duramente al fine di
poter interpretare quanti più stunt possibili. Tutte le scene di
combattimenti sono infatti state realizzate personalmente da lei,
che ha così avuto modo di calarsi ulteriormente nel contesto e
nella mentalità del personaggio. La sua controfigura ha invece
eseguito soltanto alcune scene più pericolose.
Alexandra Breckenridge in American
Horror Story
5. Ha recitato nella prima
stagione della serie. Uno dei ruoli che hanno reso la
Breckenridge celebre è quello della giovane Moira O’Hara, il
fantasma della domestica rimasto intrappolato nella casa presso cui
serviva. L’attrice ha raccontato di essersi presentata per il ruolo
poiché attratta dalla sua natura così sessuale e diabolica,
elementi con cui non aveva familiarità e che desiderava invece
poter esplorare. Questo era però tutto ciò che la Breckenridge
sapeva del personaggio, poiché non le era stato concesso di leggere
la sceneggiatura prima di aver ottenuto o meno la parte.
6. Ha recitato anche nella
terza stagione. Come altri membri del cast della serie
antologica, l’attrice è poi nuovamente comparsa anche in altri
episodi di successive stagioni. In particolare, ha recitato negli
episodi Fearful Pranks Ensue e The Axeman Cometh,
facenti parte della terza stagione, intitolata Coven. Qui
ha interpretato Kaylee, una giovane strega che eccelle nell’arte
della pirocinesi, ovvero la capacità di controllare il fuoco. Per
l’occasione, l’attrice ha avuto modo di approfondire tali
ipotetiche pratiche, al fine di poterle interpretare al meglio.
Alexandra Breckenridge: chi è suo
marito
7. Ha sposato un
musicista. Nel settembre del 2015 l’attrice ha reso noto
il proprio matrimonio con il chitarrista Casey
Hooper, con il quale aveva una relazione già da diverso
tempo. La coppia, piuttosto riservata, è però solita mostrarsi in
alcuni loro momenti quotidiani tramite foto su Instagram. Nel
settembre del 2016, ad un anno dal loro matrimonio, è poi nato il
loro primo figlio, Jack. Nel dicembre del 2017 è invece nata la
figlia Billie.
Alexandra Breckenridge è su
Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul sociale network
Instagram con un profilo verificato attualmente seguito da 631 mila
follower. Qui, con oltre mille post, l’attrice è solita condividere
momenti della sua vita privata, che la ritraggono in momenti di
svago o durante viaggi in compagnia di amici o della propria
famiglia. Si possono però ritrovare anche numerose immagini o video
relativi alla sua attività come attrice, permettendo così ai suoi
fan di rimanere aggiornati sui suoi progetti
9. Condivide anche molte
sue foto. Una delle grandi passioni della Breckenridge
oltre alla recitazione è la fotografia. Instagram si dimostra
dunque il luogo ideale dove poter mostrare molte delle foto da lei
realizzate. Queste si distinguono dagli altri post presenti per una
certa cura nella forma e nella composizione e il più delle volte
rappresentano luoghi visitati dall’attrice o persone a lei
care.
Alexandra Breckenridge: età e
altezza dell’attrice
10. Alexandra
Breckenridgeè nata a Bridgeport, nel
Connecticut, Stati Uniti, il 15 maggio del 1982. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Conosciuto per i tanti capolavori
cinematografici a cui ha partecipato, il più delle volte in qualità
di protagonista, l’attore Robert De Niro
ha in due occasioni compiuto anche il passaggio dietro la macchina
da presa. Il debutto come regista è infatti avvenuto nel 1993, con
il gangster movie Bronx. Nel 2006, invece, De Niro ha
portato sul grande schermo il complesso The Good
Shepherd – L’ombra del potere, un thriller che
ripercorre venticinque anni di storia della CIA, la celebre agenzia
di spionaggio civile del governo degli Stati Uniti. Per l’attore,
si è trattata dell’occasione per dar vita ad una storia e a delle
tematiche a lui da sempre care.
Il film è stato scritto da
Eric Roth, premio Oscar per la sceneggiatura
di Forrest Gump. L’idea originale per la storia,
però, proviene dallo stesso De Niro, il quale da tempo covava il
desiderio di dar vita ad un film di spionaggio ambientato durante
il periodo della Guerra Fredda. Lui e Roth iniziarono così a
dar vita ad un racconto ispirato ai veri eventi che coinvolsero la
CIA dalla sua fondazione durante gli anni della Seconda guerra
mondiale sino all’invasione della Baia dei Porci nel 1961. La
volontà alla base del film era inoltre quella di mostrare in che
modo il potere assoluto finisce inevitabilmente per corrompere chi
lo possiede.
Nonostante sia stato criticato per
aver semplificato o raccontato con poca fedeltà alcuni eventi,
The Good Shepherd venne accolto con un buon successo di
critica e pubblico, superando i cento milioni di dollari d’incasso.
Con questo film, De Niro ebbe inoltre modo di riconfermare anche le
proprie capacità come regista. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
The Good Shepherd: la trama del film
Protagonista del film, attraverso
il cui punto di vista si svolgono gli eventi, è
EdwardWilson, giovane studente
di poesie presso l’Università di Yale. Nonostante i suoi interessi
letterari, egli si ritrova ad essere cooptato nell’organizzazione
studentesca paramassonica degli Skull and Bones. Una volta entrato
in questa, Edward viene addestrato e istruito a Londra,
trasformandosi in breve tempo in un impeccabile e temuto agente
segreto. Con il secondo conflitto mondiale in corso, il giovane si
trova inizialmente impegnato in casi di spionaggio contro i
nazisti, ma allo scoppio della Guerra Fredda, il suo obiettivo
verrà reindirizzato sui comunisti russi.
Il suo servire ciecamente il Paese
lo porterà sempre più a compiere gesta di cui non si credeva
capace, sacrificando però ogni altro aspetto di sé. Ben presto,
Edward non saprà più di chi potersi realmente fidare, ritrovandosi
incastrato in situazioni particolarmente delicate. Solo la sua
freddezza potrà salvarlo, nonostante sappia che i pericoli per lui
non avranno mai fine. Attraversando venti cruciali anni di storia
americana, egli si vedrà infine irrimediabilmente sempre più
lontano da quel giovane ragazzo che amava la poesia.
The Good Shepherd: il cast del film
Il cast di The Good
Shepherd è ricco di celebri attori, i quali sono poi stati
premiati al Festival di Berlin con un Orso d’argento per il miglior
contributo artistico. Nel ruolo del protagonista spicca l’attore
Matt Damon,
interprete di Edward Wilson. Poiché il suo personaggio è vagamente
ispirato ad uno dei dirigenti della CIA, James Angleton, l’attore
si documentò a lungo su di lui e la sua attività. In particolare,
però, egli ha studiato approfonditamente l’interpretazione di
Gene Hackman nel film La conversazione,
capolavoro sul tema dello spionaggio. L’attrice Angelina Jolie
interpreta invece Margaret Russell, la moglie di Edward, mentre
EddieRedmayne, qui al suo debutto cinematografico,
è il loro figlio Edward Wilson Jr.
Nel film compaiono poi gli attori
Alec Baldwin nei panni dell’agente FBI Sam
Murach e William Hurt in quelli del direttore
della CIA Philip Allen. Quest’ultimo è un personaggio vagamente
ispirato ad Allen Dulles. Lee Pace,
meglio noto per essere stato Thranduil nella trilogia de Lo
Hobbit, è il vicedirettore della CIA Richard Hayes.
Michael Gambon, celebre per aver interpretato
Albus Silente, è qui il dottor Fredericks, mentre Billy Crudup
ricopre il ruolo di Archbald Cumming, agente affiliato ai servizi
segreti russi. L’attore John Turturro, infine,
interpreta Ray Brocco, uno dei dirigenti della CIA. Nel film
compare con un cameo anche l’attore JoePesci, grande amico di De Niro. Questi
interpreta il mafioso Joseph Palmi, tornando così alla recitazione
dopo otto anni di ritiro.
The Good Shepherd: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. The Good Shepherd
– L’ombradel potere è
infatti disponibile nel catalogo di Chili Cinema, Infinity,
Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo,
basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo
in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare
che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale
entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di sabato 19 giugno alle
ore 21:00 sul canale Iris.
Nastro d’Argento per Laura
Pausini, interprete e autrice della migliore canzone
originale 2021, Io sì (Seen) Atlantic/Warner del film
originale NetflixThe Life Ahead – /La vita davanti a
sé di Edoardo Ponti con
Sophia Loren. Un premio che entra nel suo palmarès
dopo la vittoria del Golden Globe e la candidatura agli Oscar®
2021, e si aggiunge al Grammy e a ben quattro Latin Grammy
Awards.
Io si
(Seen), segna la prima collaborazione di
Laura Pausini con Diane Warren,
già undici volte nominata agli Oscar® e la prima
collaborazione anche con Bonnie Greenberg (music
supervisor di film come Tutto può succedere, Il
matrimonio del mio migliore amico, What women want, The
Mask) e per il testo italiano rinnova quella con
Niccolò Agliardi, tra i suoi più assidui coautori,
molto vicino al cinema e alla grande fiction italiana, che martedì
sera riceverà il Nastro con lei.
Laura Pausini ha
così commentato: “Un altro riconoscimento per IO SI/Seen a cui
devo dire grazie, davvero. Per tutte le emozioni e le soddisfazioni
che mi ha dato, anche internazionali. Ma grazie anche per le
montagne russe che mi ha fatto vivere in questo anno così strano
per tutti. Dal profondo del cuore mi auguro che tutto, anche il
Nastro D’Argento per cui sono davvero orgogliosa, contribuisca a
dare un’ulteriore spinta al nostro cinema da sempre tanto ammirato
in tutto il mondo”.
Il nuovo lungometraggio d’animazione
Disney e Pixar Luca è
disponibile da oggi in streaming in esclusiva su Disney+ per tutti gli abbonati. Il film
è diretto da Enrico Casarosa, il regista candidato
all’Academy Award® per il cortometraggio La Luna, e
prodotto da Andrea Warren (Lava, Cars
3).
Luca Argentero
(Lorenzo Paguro) presta la propria voce nella versione
italiana del film, insieme a Giacomo Gianniotti
(Giacomo), Marina Massironi (Signora
Marsigliese) e Saverio Raimondo (Ercole
Visconti), che sono anche tra i doppiatori della versione
originale. Il cast di voci include inoltre Fabio
Fazio (Don Eugenio, prete di Portorosso),
Orietta Berti e Luciana
Littizzetto (Concetta e Pinuccia Aragosta).
Alberto Vannini, Luca Tesei e
Sara Ciocca interpretano i protagonisti Luca,
Alberto e Giulia. Tra i camei presenti nel film quello di
Alberto Surace, il migliore amico d’infanzia del
regista Enrico Casarosa (pescatore – nella versione
originale del film, questo personaggio è doppiato da Enrico
Casarosa), e degli influencer Luciano Spinelli e
Nick Pescetto (contadini di mare).