Sebbene, all’inizio, ad alcuni è sembrato strano che fosse Doctor Strange ad aiutare Peter Parker in Spider-Man: No Way Home, in realtà la cosa ha perfettamente senso. In effetti, tale decisione porta avanti, in maniera parallela, due importanti trame all’interno del più ampio MCU, impostate già durante la Fase 3: l’arco narrativo del personaggio di Stephen e l’inesorabile espansione del Multiverso.
Dal momento in cui il pubblico ha incontrato per la prima volta il Dr. Stephen Strange, quest’ultimo è apparso come un uomo egoista e spericolato, disposto ad oltrepassare qualsiasi limite e a piegare alla sua volontà qualsiasi regola imposta, al fine di perseguire i suoi obiettivi. Naturalmente, sono proprio queste stesse qualità ad averlo reso un abile neurochirurgo all’inizio del suo arco narrativo nel MCU, ma sono anche quelle che gli hanno permesso di diventare un Maestro delle Arti Mistiche in un lasso di tempo relativamente breve.
L’avvertimento di Wong nel teaser trailer di Spider-Man: No Way Home, ossia di non lanciare un incantesimo tanto complesso e pericoloso per aiutare Peter, è di certo una prova che questa spinta incessante nell’animo di Strange esiste ancora, per non parlare di quel tocco di arroganza che lo sempre caratterizzato. In effetti, queste qualità potrebbero essere state esacerbate dalla capacità dello Stregone Supremo di realizzare l’impossibile, quando ha orchestrato un piano per sconfiggere Thanos e ripristinare metà della vita nell’universo in Avengers: Endgame.
Spider-Man: No Way Home, 10 dettagli essenziali dal trailer da approfondire
Per quanto riguarda il nascente rapporto tra Stephen Strange con Peter Parker, i due hanno stabilito un legame durante gli eventi di Avengers: Infinity War e quell’esperienza ha fornito al dottore una giustificazione più che valida per assecondare il suo istinto naturale, ossia quello di “rischiare” con il Multiverso. Inoltre, è la perfetta opportunità per portare avanti l’arco narrativo del mentore di questa trilogia di Spider-Man, che vede ogni episodio fornire a Peter una nuova figura paterna, che possa guidare il giovane supereroe nel suo percorso di crescita. Non solo: Doctor Strange è certamente in grado di seguire le orme di Iron Man, Nick Fury e Mysterio, ma il suo stile spavaldo potrebbe rivelarsi per Spidey la migliore rappresentazione – forse quella definitiva – del ruolo della responsabilità personale e della legge relativa alle conseguenze indesiderate.
Il coinvolgimento di Strange in No Way Home può inoltre avere un valore aggiunto per lo stesso Stregone Supremo, e non solo per Peter. Fin dall’inizio, i fan hanno sottolineato le varie somiglianze tra Stephen Strange e Tony Stark, cosa che potrebbe essere approfondita proprio in questo film: la fine dell’arco narrativo di Iron Man riguardava essenzialmente la destrutturazione dell’ego e del narcisismo di Tony Stark e l’aumento del suo senso di umiltà, spingendolo ad un punto in cui era pronto e – soprattutto – disposto a sacrificarsi per il resto dell’universo. La relazione di Tony con Peter è stata una componente importante di quella trasformazione, che ha preparato Tony alla vera paternità e agli obblighi familiari. La stessa cosa potrebbe essere valida per lo Stregone Supremo, spianando così la strada a ciò che vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.
Chiaramente, quel sequel servirà ad approfondire ancora di più il concetto di Multiverso, ma sarà proprio grazie a No Way Home che avremo un’anteprima importante di ciò che ci aspetta. Sarà infatti il threequel che mostrerà finalmente al pubblico come diverse timeline saranno in grado di intersecarsi tra loro. C’è anche la possibilità, grazie all’arrogante ingerenza di Doctor Strange, che Colui che rimane, comparso alla fine della prima stagione di Loki, possa fare la sua apparizione, spianando così la strada all’arrivo di Kang il Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.


Il film di Peter Jackson si apre con Kate Winslet che urla, carica verso la telecamera, il viso coperto di sangue. È un ingresso in scena impegnativo per un’attrice che ha appena superato l’adolescenza e sta facendo il suo debutto sullo schermo. Nei panni di Juliet, un’elegante adolescente inglese che instaura una relazione ossessiva con una compagna di scuola appartenente alla classe operaia, Pauline (
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Per la maturità artistica e umana, siamo convinti che, almeno per ora, la migliore interpretazione di










Questo scenario dovrebbe essere familiare ai fan dei fumetti perché, in realtà, lo è. Una situazione simile si è verificata con Spider-Man durante l’evento a fumetti “Civil War”, quando Spider-Man ha rivelato la sua identità al mondo come Peter Parker.


Le conseguenze del finale di
All’inizio del trailer, possiamo vedere MJ che legge il New York Post, giornale che esiste nel nostro mondo reale, cosa che di per sé non è particolarmente eccitante, ma sappiamo bene che, nei film su Spider-Man diretti da Sam Raimi, in cui il giornale ha un certo peso nella trama, il logo e il layout del Daily Bugle sono stati chiaramente modellati su quelli del Post. Sembra chiaro che il Daily Bugle, che era già apparso nell’ultimo trailer di Venom: la furia di Carnage, ritornerà anche in questo Spider-Man, fornendo iun altro ponte interessante trai due film (dopo l’Avvoltoio di
Il nome di Steve Ditko può essere visto nella prima inquadratura del trailer, in forma di graffiti sulla parete dietro a Peter e MJ.
Come ogni storia di un film del Marvel Cinematic Universe che si rispetti, anche quella che verrà raccontata in
Il trailer ci mostra Peter che ha dei ripensamenti all’ultimo minuto in merito alla sua richiesta rivolta a Strange, questo suo continuo parlare distrae lo Stregone Supremo, che commette un errore e fa “convergere” gli universi, aprendo così, finalmente, il multiverso, con tutte le conseguenze del caso. Questa potrebbe essere una direzione sbagliata però.

Il Mandarino ha due possibili storie di origine. In base alla prima, è nato in un villaggio senza nome all’alba della rivoluzione comunista in Cina. Suo padre era uno degli uomini più ricchi del paese, nonché un diretto discendente del conquistatore Gengis Khan. Sua madre era una nobildonna inglese, ma i dettagli su di lei sono sempre stati scarsi.
Il Mandarino scopre per la prima volta i Dieci Anelli in un’astronave abbandonata. Trova anche il proprietario della nave, Axonn-Karr, un alieno simile a un drago. Durante l’originale introduzione del Mandarino nella serie a fumetti “Tales of Suspense”, Karr è già morto e tutto ciò che di lui rimane è il suo scheletro. In “Story of My Life”, il Mandarino uccide effettivamente il moribondo Karr.
Nel corso della sua storia, il Mandarino è apparentemente morto diverse volte e, a un certo punto, è “rimasto” morto per dieci lunghi anni. Durante questo periodo, suo figlio Temugin divenne uno dei nemici di Iron Man.

Il Mandarino non è mai stato uno dei cattivi principali dei fumetti di Hulk, ma una volta ha cercato di controllare il Gigante verde. Dopo aver nuovamente perso contro Iron Man, il Mandarino si accampa nel deserto del Gobi e rivolge la sua attenzione verso Hulk.
Nei fumetti, il Mandarino guidava un gruppo di cattivi che apparivano principalmente nei fumetti di Iron Man e War Machine. Sono tutti dei suoi fedeli e sono implacabili nella loro ricerca per uccidere Tony Stark.
Senza dubbio, il Mandarino è il miglior cattivo tra tutti i nemici di Iron Man. I due si sfidano costantemente e si spingono al limite, bloccati in un conflitto apparentemente senza fine che risale alla prima apparizione del Mandarino. Nel corso della loro storia, i due sono stati nemici mortali e persino improbabili alleati, ma la loro rivalità rimane viva ancora oggi.