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Baby Boss 2 – Affari di Famiglia: trailer ufficiale italiano

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Baby Boss 2 – Affari di Famiglia: trailer ufficiale italiano

Baby Boss 2 – Affari di Famiglia, nel sequel della commedia campione d’incassi di DreamWorks Animation nominata agli Oscar, i fratelli Templeton – Tim (James Marsden, noto per il franchise di X-Men) e il suo fratello minore Baby Boss Ted (Alec Baldwin) – sono diventati adulti e si sono allontanati. Tim è un papà e marito pantofolaio a tempo pieno. Ted è un CEO di fondi speculativi. Ma un nuovo baby boss dall’approccio innovativo e dall’atteggiamento positivo li riunirà e sarà d’ispirazione per un nuovo affare di famiglia.

In Baby Boss 2 – Affari di Famiglia Tim e sua moglie, Carol (Eva Longoria), la vera capofamiglia, vivono nella periferia con la loro super-intelligente figlia Tabitha (Ariana Greenblatt, Avengers: Infinity War) e l’adorabile nuova bambina Tina (Amy Sedaris, BoJack Horseman – Netflix). Tabhita, che è la migliore della sua classe al Centro Acorn per Bambini Dotati, idolatra suo zio Ted and vorrebbe diventare come lui, ma Tim, ancora in contatto con la sua iperattiva immaginazione giovanile, è preoccupato che lei si stia impegnando troppo a discapito di un’infanzia normale.

Quando la piccola Tina rivela di essere (SORPRESA!) un agente segreto tra i migliori della BabyCorp in missione per scoprire gli oscuri segreti della scuola di Tabhita e del suo misterioso fondatore Dr. Edwin Armstrong (Jeff Goldblum), i fratelli Templeton si trovano riuniti nei modi più inaspettati e sono portati a rivalutare il significato di famiglia e a scoprire cosa conta veramente. Lisa Kudrow e Jimmy Kimmel riprenderanno i loro ruoli come genitori di Ted e Tim. Ereditando il successo del primo film, che ha guadagnato più di 500 milioni di dollari nel Mondo, Boss Baby 2 – Affari di Famiglia è diretto nuovamente da Tom McGrath e prodotto da Jeff Hermann (Kung Fu Panda 3).

Oscar 2021: Notturno di Gianfranco Rosi rappresenterà l’Italia

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Oscar 2021: Notturno di Gianfranco Rosi rappresenterà l’Italia

La Commissione di selezione per il film italiano da designare agli Oscar®, istituita dall’ANICA lo scorso luglio su incarico dell’ “Academy of Motion Picture Arts and Sciences”, riunita davanti a un notaio e composta da Nicola Borrelli, Simone Gattoni, Paolo Genovese, Carlo Poggioli, Cristina Priarone, Gloria Satta, Baba Richerme ha votato “ Notturno” di Gianfranco Rosi quale film che rappresenterà l’Italia alla 93ma edizione degli Academy Awards nella selezione per la categoria “International Feature Film Award”.

Notturno” concorrerà per la shortlist che includerà i dieci film internazionali selezionati dall’Academy e che sarà resa nota il 9 febbraio 2021. L’annuncio delle nomination (la cinquina dei film nominati per concorrere al premio) è previsto per il 15 marzo 2021 mentre la cerimonia di consegna degli Oscar® si terrà a Los Angeles il 25 aprile 2021.

ARFestival: «Quel che non è riuscito a fermare la pandemia, lo sta fermando Palaexpo!»

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A seguito delle decisioni di Palaexpo, l’ARFestival, all’indomani di una edizione 2020 all’insegna del #Qualcosaltro, ha diffuso il seguente comunicato stampa:

“Senza bisogno di andare a scomodare l’immenso patrimonio italiano di Maestri riconosciuti in tutto il mondo come Pratt, Mattotti, Pazienza, Crepax, Manara, Giardino, Toppi e tanti altri, in un momento – di questo già complicato 2020 – in cui anche i grandi media nazionali diventano megafono del linguaggio del Fumetto contemporaneo e dei suoi protagonisti (Josephine Yole Signorelli in arte Fumettibrutti sulla copertina di 7 del Corriere della Sera sulle tematiche di parità di genere e transessualità, Zerocalcare «ultimo intellettuale» sulla copertina de L’Espresso, Zuzu già autrice della sigla de L’Assedio di Daria Bignardi ora testimonial di Gucci su Grazia), è proprio di questo mese l’azione con cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – attraverso la sua Direzione Generale Creatività Contemporanea – riconosce e INCLUDE formalmente il Fumetto tra le discipline di cui già si occupa (arte contemporanea, architettura, fotografia, videoarte e arti applicate, moda, design) siglando quella che è de facto la prima Convenzione quadro dello Stato italiano con un intero settore professionale, rappresentato ufficialmente dall’Associazione di categoria RIFF – Rete Italiana Festival di Fumetto di cui lo stesso ARF! è socio fondatore insieme a Comicon di Napoli, Etna Comics di Catania, Lucca Comics & Games e Treviso Comic Book Festival, cioè un settore che ogni anno in Italia è capace di coinvolgere oltre un milione di presenze, con un indotto economico e una ricaduta sui territori di oltre 300 milioni di euro.

Eppure, paradossalmente, martedì 17 novembre abbiamo ricevuto unilateralmente, come ennesima comunicazione “a fatto compiuto” (cioè senza alcuna volontà di dialogo o confronto), la notizia che l’Azienda Speciale Palaexpo – ente pubblico di Roma Capitale in giunta Raggi a meno di 6 mesi dalle prossime elezioni amministrative, che dipende dall’Assessorato alla Crescita Culturale guidato da Luca Bergamo* – dal 2021 esclude il nostro Festival da tutte le attività del Mattatoio (ex MACRO Testaccio), mettendoci alla porta da quella che è stata la nostra casa sin dal 2016, cioè da prima che subentrasse il nuovo CdA.

*[questioni che avevamo già esternato allo stesso Luca Bergamo lo scorso 14 ottobre 2019, quando Palaexpo ci tolse La Pelanda e noi chiedemmo semplicemente una convocazione – mai concessa – per l’istituzione di un possibile tavolo di lavoro in cui confrontarsi su formazione, didattica e arti visive, cioè quelle “nuove linee di indirizzo” del Mattatoio in cui una manifestazione come ARF! rientrerebbe pienamente].

L’Azienda Speciale Palaexpo, nella persona del suo Presidente Cesare Maria Pietroiusti, ci comunica via mail – nero su bianco – che non rientriamo più nella loro «visione del contemporaneo» (cioè l’esatto contrario di quanto sta sostenendo la DG Creatività Contemporanea del MiBACT) con tutta una serie di burocratismi degni del miglior conte Mascetti in Amici miei, che quantomeno denota una buona conoscenza di Mario Monicelli.

E questo, nonostante ARF! nelle sue 4 edizioni al Mattatoio [1] abbia prodotto una serie di mostre straordinarie come quelle dedicate a Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Milo Manara, Gipi, Zerocalcare, Guido Crepax, Jordi Bernet, Danijel Zezelj, Attilio Micheluzzi, il Mickey Mouse della Glénat o la celebrazione dei 70 anni di Tex + [2] abbia offerto indimenticabili Lectio Magistralis con la presenza di ospiti di massimo prestigio quali Altan, Tanino Liberatore, Josè Muñoz, Angelo Stano, Riccardo Mannelli o Paolo Eleuteri Serpieri + [3] abbia espresso vere opportunità di lavoro (oltre 10.000 portfolio ricevuti in 5 anni dagli autori esordienti per più di 1.000 colloqui professionali fissati con le case editrici) così come [4] vera cultura di pace e rispetto dei diritti umani al fianco di partner solidali come Emergency, Cesvi, Dynamo Camp, Amnesty International e UNHCR + [5] abbia accolto un pubblico di oltre 60.000 visitatori totali da tutta Italia, compresa [6] una coloratissima moltitudine di bambini nella propria Area Kids a ingresso gratuito, che ogni anno offre 18 laboratori creativi con le docenze delle migliori firme del panorama nazionale, costantemente SOLD OUT a ogni edizione!

>>> Senza nemmeno considerare i 66.309 euro donati all’INMI Lazzaro Spallanzani proprio in questi ultimi 6 mesi grazie al libro a fumetti COme Vite Distanti (vincitore del Premio Boscarato 2020), realizzato da ARF! durante l’emergenza sanitaria Covid-19, che ne ha fatto (cit:) «la più grande raccolta fondi mai realizzata dal Fumetto italiano» attraverso l’unione, il talento e la generosità dei suoi protagonisti: gli autori, i partner e i lettori <<<

Ma tutto questo a Palaexpo e al suo artista/presidente Pietroiusti (ora “coordinatore del tavolo di programmazione”) non interessa!

Non rientriamo nel loro «cambiamento di paradigma» all’interno di «una specifica visione curatoriale» che ora dipende da «un complesso meccanismo decisionale» che comprende per l’appunto questa «visione strategica di analisi qualitativa» (?) che prenderà forma e si incentrerà su «una complessa e articolata sequenza di eventi» che siano «coerenti con la proposta culturale del nuovo Mattatoio».

Una visione, insomma, che al di là della propria astratta arbitrarietà (nella gestione di un bene pubblico della città, non di una galleria privata) rimane chiara soltanto a se stessa, alla propria voce autoreferenziale.”

In coda al comunicato, la direzione di Arf Festival indice una conferenza stampa per giovedì 26 novembre alle 12.00, la prima delle controffensive del nostro Festival”, si annuncia. Queste conferenze “basate su una verità oggettiva (scripta manent alla mano, nero su bianco), sui risultati concreti raggiunti in questi anni e – perché no? – anche sull’ironia, un’arma che ci contraddistingue da sempre: sì, perché saranno anche un paio di momenti in cui strapperemo un sorriso che – insieme a tutti i giornalisti che si accrediteranno – ci condurranno alle future mosse di una fiera manifestazione indipendente che in sole 5 edizioni ha posizionato il proprio brand tra le eccellenze italiane del settore.

MCU: i 10 migliori momenti frutto dell’improvvisazione

MCU: i 10 migliori momenti frutto dell’improvvisazione

Con un universo cinematografico grande quanto il MCU, sarebbe facile presumere che tutti i film si attengano rigorosamente ad una sceneggiatura e che non ci sia spazio per alcun tipo di “sorpresa”. Tuttavia, anche nel MCU gli attori hanno avuto spesso l’opportunità di offrire il loro contributo ed improvvisare/cambiare delle scene che stavano girando. Da piccoli e semplici cambiamenti estetici ad importanti dialoghi totalmente improvvisati, gli attori che sono apparsi nel MCU si sono concessi davvero di tutto. Screen Rant ha raccolto i 10 migliori momenti improvvisati – quindi non presenti in sceneggiatura – del MCU:

Un curioso Nick Fury

In base a ciò che sappiamo grazie a Spider-Man: Far From Home, allo stato attuale la super-spia Nick Fury si trova intrappolata nello spazio insieme agli alieni. Ma quando ha incontrato per la prima volta Carol Danvers in Captain Marvel (2019), non aveva idea che gli alieni fossero reali. Fury lo ha imparato a proprie spese quando uno degli Skrull ha impersonato Coulson e lo ha attaccato.

Più tardi, Fury assisterà all’autopsia dello Skrull, e non riuscirà a mettere da parte la sua curiosità. Dà infatti un’occhiata alle… parti intime dello Skrull! Samuel L. Jackson ha improvvisato la “sbirciatina” di Fury sotto il lenzuolo che copriva il cadavere, e ai creatori è piaciuto talmente tanto che alla fine hanno deciso di tenere quel momento nel film.

Tony Stark è Iron Man

A differenza dei fumetti, dove Iron Man nasconde la sua vera identità e finge di essere la guardia del corpo di Tony Stark, nel MCU il miliardario filantropo non mantiene segreta la sua attività di supereroe. In effetti, confessa di essere Iron Man già nel finale del primo film.

Gran parte dei dialoghi in Iron Man (2008) sono stati improvvisati, ma uno dei momenti più importanti è stato quando Robert Downey Jr. ha esclamato: “Io sono Iron Man”. La battuta è stata un’idea dello stesso Downey Jr. ed è rimasta con Tony Stark fino a Avengers: Endgame (2019), dal momento che ha detto la stessa identica cosa pochi istanti prima di schioccare le dita e sconfiggere Thanos una volta per tutte.

La morte di Spider-Man

In Avengers: Infinity War (2018) abbiamo visto morire molti personaggi, ma la morte di Spider-Man è stato uno dei momenti più tragici, che ha fatto piangere più di uno spettatore. Ma quello che il pubblico potrebbe non sapere è che Tom Holland e Robert Downey Jr. hanno improvvisato la scena e i dialoghi.

Sapevano solo che Spider-Man sarebbe morto: tutto il resto dipendeva da loro. La battuta divenuta ormai iconica di Holland: “Non voglio andare!”, è stata frutto dell’improvvisazione del giovane attore.

L’amicizia tra Iron Man e Spider-Man

Peter Parker e Tony Stark hanno costruito una delle amicizie più iconiche del MCU, soprattutto perché Tony era una sorta di figura paterna per Peter. Oltre alla scena della morte di Spider-Man, ci sono stati anche altri momenti improvvisati dai due attori. Uno di questi è quando Peter chiede un abbraccio in macchina e Tony risponde: “Non è un abbraccio. Ti stavo solo aprendo la porta.”

È stato Robert Downey Jr. ad improvvisare la battuta. Ed è stato sempre l’attore ad esortare Tom Holland a farsi da parte quando il giovane co-protagonista ha dimenticato di fare spazio per Downey Jr. mentre parlano nella camera di Peter. Downey Jr. va a sedersi, Holland si dimentica di spostarsi e Downey Jr. salva la situazione dicendo: “Mi siederò qui, quindi muovi la gamba”.

Il mistero di Gamora

A proposito di battute iconiche, Drax ha alcune delle battute più divertenti nei film dei Guardiani della Galassia. Ma la sua battuta migliore, di gran lunga, è arrivata in Avengers: Infinity War, e non era nemmeno prevista dalla sceneggiatura!

Quando Star-Lord chiede “Dov’è Gamora?” e Iron Man risponde con un confuso “Chi è Gamora?”, la reazione di Drax li coglie entrambi di sorpresa: “E io ne ho una ancora migliore. Perché è Gamora?”. “Perché”, davvero… questa è la domanda.

Un’insolita amicizia

Occhio di Falco e Quicksilver hanno una relazione di amore-odio in Avengers: Age of Ultron (2015). All’inizio, Quicksilver è contro i Vendicatori e si prende gioco di Occhio di Falco. Ma alla fine, salva gli salva la vita sacrificando la sua. Prima che ciò accadesse, tuttavia, Quicksilver ha fatto impazzire Occhio di Falco.

E Jeremy Renner lo ha dimostrato considerando la possibilità di sbarazzarsi di Quicksilver nel seguente monologo improvvisato: “Nessuno lo saprebbe. Nessuno. L’ultima volta che l’ho visto, Ultron era seduto su di lui. Sì, ci mancherà. Quel piccolo bastardo veloce, mi manca già”. Se qualcuno può dar vita ad un’amicizia con una bugia, quello è senza dubbio Occhio di Falco.

È molto tempo che non ci si vede

Quando Thor e Captain America si riuniscono in Avengers: Infinity War, non si vedono in realtà da alcuni anni. Si incontrano a Wakanda, dove Thor riappare dal nulla e si unisce alla battaglia contro le forze di Thanos.

Il dialogo tra Thor e Captain America è stato improvvisato, ma potrebbe benissimo avvenire tra due amici che si sono persi di vista per un po’: Steve Rogers chiede a Thor se ha un nuovo taglio di capelli e il Dio del Tuono fa notare che il capitano ha copiato la sua barba.

Tony Stark ama il suo Shawarma

Quasi tutti i film del MCU hanno una o più scene post-credit. Ma raramente abbiamo visto i Vendicatori al centro di una scena in cui erano impegnati a… mangiare. La famosa scena dello Shawarma era basata su una battuta improvvisata da Robert Downey Jr.

Dopo che Iron Man ha lanciato la bomba nello spazio e ha perso i sensi, afferma che gli piacerebbe mangiare dello Shawarma quando si sveglia. Ciò ha portato alla scena post-credit che è stata girata più tardi rispetto al resto di The Avengers (2012).

Quasi tutto Thor: Ragnarok

Thor: Ragnarok (2017) è uno dei film più divertenti del MCU, forse perché quasi tutto, circa l’80% del film, è stato improvvisato dagli attori. Uno di questi esempi è la scena “Chiedi aiuto” tra Thor e Loki, una strategia intelligente su come confondere e sconfiggere i loro nemici.

Loki non è molto contento, ma alla fine Thor riesce a farcela. E c’è anche Jeff Goldblum, aka il malvagio Gran Maestro, che ha improvvisato la maggior parte dei suoi dialoghi.

Le scene che non sono finite nei film

Infine, ci sono due scene improvvisate che non sono entrate nei film, ma entrambe sono esilaranti e includono dei baci. In Avengers: Age of Ultron (2015), Chris Evans voleva provare a dare un bacio, ma considerando che Tony Stark e Steve Rogers discutono per la maggior parte del film, la scena è finita nei bloopers.

E in Avengers: Endgame, Stark bacia Peter Parker sulla guancia una volta che si sono riuniti invece di abbracciarlo. È stato un momento da papà per Stark ma, ancora una volta, i creatori hanno deciso per una diversa interpretazione della scena.

Anya Taylor-Joy: “Non sono abbastanza bella per essere una star”

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Anya Taylor-Joy: “Non sono abbastanza bella per essere una star”

È un periodo decisamente proficuo per Anya Taylor-Joy, l’attrice e modella americana di origini argentine che si è fatta conoscere al grande pubblico grazie a film quali The Witch di Robert Eggers e Split di M. Night Shyamalan. Quest’anno l’abbiamo vista in Emma di Autumn de Wilde e anche in The New Mutants di Josh Boone, mentre più di recente è stata protagonista de La regina degli scacchi, acclamata miniserie Netflix da poco “eletta” la più vista del popolare servizio di streaming.

In una recente intervista con The Sun, l’attrice si è lasciata andare ad una serie di dichiarazioni alquanto particolari circa il suo aspetto fisico. Dotata di una bellezza magnetica e certamente fuori dal comune, Anya Taylor-Joy ha ammesso di nutrire dei forti dubbi sulla sua immagine. “Non mi sono mai considerata bella e credo che non mi considererò mai tale”, ha spiegato. “Non credo di essere abbastanza bella da poter recitare. Lo so che può sembrare patetico e il mio ragazzo mi ha già avvertito che la gente penserà di me che sono una stron*a a dire certe cose, ma davvero: ho sempre pensato di avere un aspetto strano.”

L’attrice ha raccontato di non rivedere mai i suoi film e ha anche raccontato di un episodio alquanto spiacevole avvenuto durante la visione del sopracitato Emma, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Jane Austen arrivato quest’anno direttamente in digitale nel nostro Paese: “Non mi piace andare al cinema a vedere i film in cui recito. Devo vederli prima. La cosa bella del farlo da sola è che non sono costretta a vedere la mia faccia sul grande schermo. Quando ho visto Emma ho avuto un vero attacco di panico, perché ho pensato di essere la prima attrice brutta ad aver interpretato quel personaggio, ed era assurdo, perché la prima battuta che Emma dice nel film è proprio: ‘Sono bellissima, intelligente e ricca’.”

Sempre nel corso dell’intervista, Anya Taylor-Joy ha rivelato anche di aver avuto un’infanzia difficile e di essere stata vittima di bullismo, ma ha anche ricordato il fortuito incontro con Sarah Doukas, fondatrice dell’agenzia di moda Storm Model Management, che dopo averla incontrato per caso ad Harrods, a Londra, le offrì un contratto come modella. Alla fine dell’intervista, l’attrice ha anche ammesso che, al di là delle sue convinzione, adesso ha accettato l’immagine che gli altri possono avere di lei: “Mi sono costretta nella vita ad accettare i complimenti”, ha spiegato. “Se oggi qualcuno mi dice che sono bella, lo ringrazio.”

I prossimi progetti di Anya Taylor-Joy

Di recente abbiamo appreso che Anya Taylor-Joy sarà la protagonista del prequel di Mad Max: Fury Road incentrato sul personaggio di Furiosa. Il prequel sarà diretto ancora una volta da George Miller e vedrà l’attrice recitare al fianco di Chris Hemsworth e Yahya Abdul-Mateen II. Tra i suoi prossimi progetti figurano anche Last Night in Soho di Edgar Wright (che arriverà al cinema il prossimo anno) e The Northman, il nuovo horror di Rogert Eggers, con cui tornerà a lavorare dopo The Witch

Justice League Snyder Cut: come cambieranno i poteri di Flash e Cyborg

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Zack Snyder continua a sviscerare dettagli su cosa i fan dovranno aspettarsi dalla Snyder Cut di Justice League, soprattutto su come sarà diverso il suo taglio dalla versione cinematografica di Joss Whedon uscita nelle sale nel 2017. Questa volta, il regista ha fatto luce sia su Flash che su Cyborg, spiegando nel dettaglio come i loro poteri saranno rappresentati nella versione del cinecomic in quattro parti in arrivo il prossimo anno HBO Max.

Parlando del Velocista Scarlatto, Snyder non è d’accordo con la visione di Barry Allen che usa la sua super velocità per trasportare le persone da un posto all’altro (come visto anche nella versione cinematografica di Whedon), perché non crede che sia così che funzionino i suoi poteri. “Non mi piaceva, e non mi piace, che Barry sia in grado di spostare le persone. So che molte persone hanno amato questo aspetto, ma a me semplicemente non piace. Va bene, penso che sia bello quando le persone lo fanno: semplicemente, io non lo farò”, ha rivelato Snyder in uno speciale sul canale YouTube di Vero (via CBM). “Se prendi qualcuno e puoi dire che è protetto dalla Forza della Velocità… questo, sai, dipende dall’interpretazione. Mi sembra che se afferri qualcuno alla stessa velocità con cui si sta muovendo… potresti letteralmente strappargli un braccio. Flash si muove così velocemente che potrebbe letteralmente strappare via la carne dal corpo di qualcuno. Ecco perché deve stare molto attento con gli umani quando si trova nella Forza della Velocità.”

Per quanto riguarda Cyborg, Snyder ha chiarito che Victor Stone – e di riflesso il pubblico – non è ancora del tutto sicuro di come funzionano i suoi poteri in questa fase. “Francamente, non credo che sappiamo ancora quali siano i poteri di Cyborg”, ha ironizzato il regista. “Se guardi a cosa sono capaci di fare queste Scatole Madri, ossia creare e distruggere il mondo… penso che quello che Cyborg è in grado di fare, sia davvero solo la punta dell’iceberg rispetto a ciò che è possibile per lui in futuro.”

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Gremlins 3: Chris Columbus promette che le creature non verranno ricreate in CGI

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Era da un po’ di tempo che non si avevano aggiornamenti su Gremlins 3, il tanto chiacchierato terzo capitolo della saga fantasy/horror iniziata nel lontano 1984. Sono anni, ormai, che si parla di un possibile terzo film, ma ad oggi nulla è stato ufficializzato. Il primo film, diretto da Joe Dante, incassò all’epoca della sua uscita in sala circa 212 milioni di dollari e generò anche un sequel, uscito diversi anni dopo (Gremlins II – La nuova stirpe, del 1990, diretto sempre da Dante).

Sebbene non ci siano ancora piani concreti per un terzo film di Gremlins, ultimamente ci sono state molte conversazioni sul ritorno del franchise sul grande schermo. Parlando di recente con Collider, Chris Columbus, ideatori del soggetto e autore della sceneggiatura del primo film, ha parlato delle sue idee per un possibile Gremlins 3, che comprende anche l’impiego di animatronics al fine di realizzare le creature del film, esattamente come fu per il film originale.

“Mi piacerebbe farlo. Ho scritto una sceneggiatura, quindi sì… esiste una sceneggiatura per un ipotetico terzo film. In questo momento stiamo risolvendo alcuni problemi relativi ai diritti, quindi stiamo solo cercando di capire quando sarebbe il momento migliore per realizzarlo. Lo farei ancora allo stesso modo, utilizzando pupazzi tangibili, non creati attraverso la CGI. Forse abbiamo avuto… avevamo una scena in stop-motion nel primo Gremlins, ma non credo che userei molta CGI in Gremlins 3.”

I Gremlins originali vennero creati attraverso l’impiego di animatronics ideati dallo stesso Columbus. Nonostante le sfide tecniche che la loro ideazione comportò, il team degli effetti speciali portò a compimento un lavoro meraviglioso, riuscendo a donare personalità ai bizzarri, perfidi ma al tempo stesso adorabili mostriciattoli, aiutando il pubblico ad empatizzare con le creature. Naturalmente, creare delle creature così strane oggi sarebbe molto più facile utilizzando la CGI, ma almeno Columbus non pensa che la computer grafica possa necessariamente offrire un risultato finale migliore.

In effetti, gran parte del fascino dei film originali deriva proprio dal fatto che le creature sono state realizzate attraverso l’impiego di pupazzetti meccanici; in base alle sue dichiarazioni, è palese che Columbus pensi che il fascino dell’epoca debba essere preservato anche per un eventuale terzo film.

Gli Eterni introdurrà il primo supereroe sordo del MCU

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Gli Eterni introdurrà il primo supereroe sordo del MCU

L’attrice Lauren Ridloff ha condiviso di recente il suo entusiasmo nei confronti di Makkari, il personaggio che interpreterà nell’attesissimo Gli Eterni, il cinecomic Marvel in uscita il prossimo anno. Attraverso il personaggio di Makkari, il MCU affronterà per la prima volta il tema della disabilità: si tratta, infatti, del primo supereroe sordo all’interno dell’universo condiviso.

Gli Eterni racconterà del gruppo di esseri immortali del titolo, originariamente creati dai Celestiali. Lavoreranno insieme per proteggere gli umani dai Devianti, le loro controparti malvagie. Oltre al ricco cast e alla quantità enorme di personaggi, Gli Eterni si distinguerà dal resto del MCU anche per un altro interessante particolare: la storia, infatti, coprirà un arco di 7.000 anni, un periodo di tempo decisamente molto più lungo rispetto alla maggior parte dei moderni film di supereroi.

In origine, Gli Eterni sarebbe dovuto arrivare nelle sale proprio questo mese. Tuttavia, la pandemia di Coronavirus ha costretto la Marvel a cambiare drasticamente tutto il calendario delle uscite relativo ai prossimi due anni. Adesso, il film uscirà in sala il 5 novembre 2021. Lauren Ridloff aveva già rivelato che le riprese aggiuntive del film sono già state effettuate. Il suo personaggio, Makkari, è degno di nota per diversi motivi. Il primo è che nei fumetti il personaggio è un uomo: Ridloff interpreterà, dunque, un’entusiasmante versione gender bender dello stesso. Makkari è anche dotato di una straordinaria velocità e sarà il primo supereroe sordo del MCU.

In un’intervista con Scott Davis sul canale YouTube di HeyUGuys (tramite MovieWeb), Lauren Ridloff ha condiviso il suo entusiasmo proprio in merito alla possibilità di interpretare Makkari, in particolare per quanto riguarda la rappresentazione al cinema dei non udenti. Sono più elettrizzata che sopraffatta all’idea che mi sia stata data l’opportunità di rappresentare la comunità dei non udenti. Sono molto entusiasta per questo… il fatto di portare quella trama all’interno del MCU. Penso che ci sia molto spazio per raccontare più storie del genere.”

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Star Wars: Kathleen Kennedy sostiene John Boyega dopo le critiche alla saga

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La star della trilogia di sequel di Star Wars, John Boyega, ha dichiarato di aver ricevuto una telefonata dal presidente della Lucasfilms, Kathleen Kennedy, riguardo le sue critiche al trattamento dei personaggi e degli attori di colore da parte dello studio. In passato Boyega, che ha interpretato Finn, l’ex Stormtrooper ribelle, sensibile alla forza, ha criticato il trattamento riservato a Finn all’interno della saga.

Sebbene Boyega, il primo attore di colore a recitare in un ruolo da protagonista nel franchise, fosse assai presente nel materiale promozionale, il suo personaggio non è stato sfruttato a pieno nella trilogia sequel. Nonostante il suo potenziale, l’ultimo capitolo – L’Ascesa di Skywalker – non dedica il tempo necessario ad approfondire l’arco narrativo di Finn. Il suo conflitto personale è stato affrontato principalmente nel primo episodio della trilogia, Il Risveglio della Forza.

Tuttavia, Boyega ha ampliato le sue critiche anche agli archi narrativi inesistenti di altri personaggi, come la Rose Tico di Kelly Marie Tran o il Poe Dameron di Oscar Isaac.  Grazie alla grande visibilità che è in grado di donare ad un attore un franchise come Star Wars, John Boyega ha usato la sua esperienza unica per trasformarsi in uno degli attivisti più “accesi” di Hollywood. Adesso Deadline riporta che in una conversazione con la BBC, Boyega ha spiegato di aver ricevuto supporto da Kathleen Kennedy, attraverso una conversazione “onesta e trasparente” su molte delle denunce che ha fatto contro Lucasfilms e Disney.

John Boyega e la conversazione “onesta e trasparente” con Kathleen Kennedy su Star Wars

Sebbene Boyega sia andato avanti, tiene ancora molto a cuore la possibilità di influenzare il cambiamento all’interno degli studi e nell’industria, basandosi proprio sulla sua esperienza negativa. Boyega ha parlato dell’importanza di una forte rappresentanza, al di là del fan service e della trasparenza che diventa la norma. “Penso che questo tipo di conversazioni… è vero, può sembrare che tu stia cercando soltanto di salvare la tua carriera, ma ora la cosa fantastica è che si tratta di un tipo di conversazione a cui tutto hanno accesso. Ora le persone possono esprimersi al riguardo, sapendo che ogni personaggio che amiamo, specialmente in questi grandi franchise come Marvel e Star Wars, li amiamo per i momenti che vengono loro dati. Li amiamo per quei momenti. Sono momenti eroici che tutti questi produttori decidono per questi personaggi, quindi dobbiamo vederli nei nostri personaggi, che posso essere anche neri e di altre culture.” 

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Lo Squalo: l’ultimo modello impiegato sul set è stato esposto in un museo

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L’unico modello di squalo meccanico sopravvissuto, utilizzato durante la realizzazione del film Lo Squalo, è stato esposto presso il nuovo Academy Museum of Motion Pictures (via Bloody Disgusting). Uscito nel 1975 e diretto – all’epoca – da un giovane e prodigioso regista di nome Steven Spielberg, Lo Squalo è incentrato sulla caccia di un grande squalo bianco mangiatore di uomini che terrorizza l’immaginaria cittadina balneare di Amity Island.

Lo Squalo è diventato uno dei film più popolari nella storia del cinema, non solo perché all’epoca divenne la pellicola con il maggior incasso di sempre, ma anche perché ha stabilito un modello da seguire, tanto in termini di narrativa quanto di estetica, all’interno dell’industria in merito all’uscita dei blockbuster estivi. Inoltre, il film ha permesso a Spielberg di affermarsi come uno dei registi più influenti di Hollywood e ancora oggi, dopo 45 anni, è considerato un cult senza tempo, dal fascino inalterato.

Gran parte di quel fascino risiede soprattutto nella travagliata produzione de Lo Squalo, considerata tra le più disastrose di sempre. Alcuni report hanno sempre sottolineato l’inesperienza di Spielberg e la sfiducia del team produttivo nei suoi confronti, tanto che sul set si iniziò a scherzare con il titolo del film e a chiamarlo ironicamente “Flaws” (ossia, “Difetti”, un gioco di parole con l’originale “Jaws”, ossia “Mascelle”). Inoltre, è ben nota l’insistenza di Spielberg nell’aver voluto usare squali meccanici, cosa che durante le riprese ha anche portato alla distruzione di tre dei modelli impiegati o al loro semplice affondamento nell’oceano.

Adesso, il quarto e ultimo modello di squalo meccanico impiegato durante la realizzazione de Lo Squalo è stato esposto nell’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles, che verrà inaugurato ad aprile 2021. Dopo essere sopravvissuto per decenni in una discarica di Hollywood, diversi protesisti e artisti degli effetti speciali hanno restaurato il modello in fibra di vetro di “Bruce” (così vennero chiamati i modelli di squalo dalla produzione durante le riprese), ad oggi l’oggetto più grande dell’intera collezione esposta nel museo, che sarà sospeso a mezz’aria. Il modello era così grande da non entrare negli ascensori della struttura: è stato trasportato e fatto passare attraverso le vetrate.

Justice League: il design originale di Steppenwolf ritenuto troppo spaventoso

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Il design originale di Steppenwolf era troppo spaventoso, ecco perché il personaggio è stato tagliato da Justice League. A più di tre anni dall’uscita della versione cinematografica nelle sale, il regista Zack Snyder è pronto a lanciare la sua visione del cinecomic uscita al cinema nel 2017. La Snyder Cut, in arrivo il prossimo anno su HBO Max, ci presenterà finalmente il modo in cui il regista voleva raccontare da un punto di vista anche visivo la storia, drasticamente cambiata dopo che Joss Whedon ha assunto le redini del progetto.

A parte i dettagli narrativi incoerenti tra la Justice League di Snyder e ciò che è arrivato sul grande schermo nel 2017, una delle indicazioni più ovvie dei grandi cambiamenti apportati al film è stata senza dubbio la sua estetica. Snyder si è fatto un nome grazie ai suoi film visivamente sbalorditivi e nel corso degli anni ha dimostrato di sapere come voleva che fossero i suoi progetti. Sfortunatamente, il suo modo di concepire e dirigere un film è molto diverso dall’approccio di Whedon. A parte l’orrenda debacle sui baffi di Superman e il filtro arancione nella battaglia finale, anche il design del villain Steppenwolf è stato oggetto di numerose critiche.

Alla luce della distribuzione dell’ultimo teaser trailer di Justice League in cui abbiamo visto un look rinnovato per Steppenwolf, Zack Snyder ha analizzato il nuovo filmato sul canale YouTube di Vero (via Screen Rant). Il regista ha parlato dell’aspetto significativamente cambiato del cattivo, che risulta essere il suo design originale per il personaggio. Snyder ha detto che è stato cambiato nella versione cinematografica a causa del feedback della Warner Bros., secondo cui era troppo spaventoso.

“Ci sono state molte discussioni e molti tira e molla sul nuovo design e sulla creazione di questo nuovo design. Penso che all’inizio si credeva che fosse un po’ troppo spaventoso, un po’ troppo alieno e un po’ troppo intenso. Personalmente, ho sempre pensato che fosse fantastico e che rappresentasse una vera minaccia. D’altronde, rappresenta una vera minaccia, non solo per la Justice League, ma per l’intero pianeta. Penso che sia fantastico e che la squadra abbia fatto un ottimo lavoro.” 

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Juliette Roudet, chi è? Curiosità sull’attrice di Profiling

Juliette Roudet, chi è? Curiosità sull’attrice di Profiling

Dopo aver parlato delle nuove generazioni di attori e di alcune serie di successo come Elite e Outer Banks, concentriamoci adesso sulla non-troppo-vecchia guardia. Oggi vi parliamo infatti di Juliette Roudet, attrice francese attiva in tv, al cinema e in teatro sin dal 2003, passata alla ribalta grazie alla serie tv Profiling.

Scopriamo quindi insieme tutto quello che c’è da sapere su Juliette Roudet, curiosità sulla sua vita privata e sulla sua lunga e variegata carriera.

Juliette Roudet biografia: gli inizi della sua carriera

Juliette Roudet, età 39 anni, nata il 14 marzo del 1981 in Francia, comincia la sua formazione professionale non come attrice ma bensì come ballerina. La bella Juliette studia infatti prima al Conservatoire Supérieur de Danse di Parigi per poi completare il suo percorso al Centre National de Danse Contemporaine.

Il suo incredibile talento per la danza, la porta verso alcune collaborazione celebri come quella per le Compagnie l’Esquisse e la Compagnie Fata Morgana. Grazie alla sua istruzione e all’esperienza accumulata nel corso degli anni, nel 1999 Juliette Roudet rappresenta la Francia all’Eurovision Young Dancers. Questo programma tv, molto conosciuto dal pubblico nella sua versione canora, in passato ha avuto anche una sezione dedicata al ballo. Purtroppo però, nel 2018, l’Eurovision Young Dancers è stato cancellato a causa della mancanza di una città ospitante e di un’emittente disposta a mandare in onda la trasmissione.

Archiviata la parentesi Eurovision, Juliette nel 2003 continua il suo percorso di studi e entra al Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique de Paris. Qui, oltre a concentrarsi sulla danza, comincia a studiare anche teatro e recitazione ed ha la possibilità di lavorare con attori, attrici, registi e coreografi famosi come Andrzej Seweryn, Daniel Mesguich, Michel Fau, Dominique Valadié, Muriel Mayette, Lukas Hemleb, Caroline Marcadé e Arpad Schilling.

Juliette Roudet film e serie tv: dal palcoscenico allo schermo

Nonostante si sia concentrata sullo studio della danza per moltissimi anni, grazie alla sua formazione al Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique de Paris, Juliette si avvicina sempre di più al mondo della recitazione. Nel 2003, infatti, debutta sul piccolo schermo nel film Procès de famille (Family Trial), diretto da Alain Tasma. Dopo questa prima esperienza, la collaborazione con Tasma si rinnova l’anno successivo e Juliette prende parte al film À cran deux ans après (2004). Nel 2005 per la Roudet arriva il primo ruolo in una serie tv, Engrenages, e anche il primo ruolo in un film sul grande schermo, dal titolo Au Suivant!.

Tuttavia, la parentesi cinematografico-televisiva viene accantonata momentaneamente da Juliette che dal 2007 al 2016 decide di tornare al suo primo amore, la danza e il palcoscenico. In questi anni partecipa a produzioni di grandi classico come I Giganti della Montagna di Pirandello, Romeo e Giulietta di Shakespeare e molti altri ancora.

Soltanto nel 2009, Julitte Roudet decide di tornare al cinema e lo fa scegliendo il film Bella, La Guerre et le Soldat Rousseau, diretto da Manuel Flèche. L’anno successivo, oltre al film Les Méchantes (2010) di Philippe Monnier, l’attrice francese è impegnata con la miniserie Les Vivants et Les Morts (2010).

Juliette Roudet in Profiling

Solo nel 2013, tuttavia, arriva per Juliette la grande occasione. In quell’anno infatti viene scelta per entrare a far parte del cast di una nuova serie tv Profilage (Profiling), ideata da Fanny Robert e Sophie Lebarbier. Come si evince dal titolo, anche Profiling è una serie crime che racconta dei casi affrontati dalla Polizia parigina e dalla sua criminologa più promettente, Chloé Saint-Laurent.

Ci troviamo nella bellissima e trafficatissima Parigi quando la criminologa Chloé Saint-Laurent (Odile Vuillemin) viene assegnata alla nuova squadra investigativa della polizia criminale, guidata da Matthieu Pérac (Guillaume Cramoisan). A questa divisione sono affidati i casi d’omicidio più cruenti e complessi e Chloé si trova a dover fare i conti con un capo a cui è estremamente difficile rapportarsi.

Mentre Matthieu è assi schematico e metodico nelle sue investigazioni, Chloè tende ad approcciarsi alle indagini in maniera differente. La criminologa riesce, estraniandosi dal gruppo, ad entrare nella testa dell’assassino, riuscendo a interpretare le sue scelte criminali e a volte ad anticipare le sue mosse. Inutile dire che non tutti i suoi colleghi siano proprio entusiasti di questo metodo così poco ortodosso.

Ma se Matthieu non sembra condividere la sua passione per l’attività di profiling, Chloé ha il sostegno di tanti nella squadra. Tra questi c’è il Comandante Thomas Rocher (Philippe Bas), il classico poliziotto pragmatico che odia le chiacchiere e predilige l’azione. Nonostante sia parecchio irascibili e brontolone, l’ispettore è uno dei sostenitori dell’attività di Chloè, rintenuta fondamentale per la risoluzione del casi.

La serie, in onda dal 2009 al 2018, è andata avanti per ben 10 stagioni e 102 episodi, non senza stravolgimenti di cast. Durante la settima stagione, Chloè viene trasferita e la nuova protagonista diventa Adèle Delettre, interpretata da Juliette Roudet, che a sua volta resta fino alla nona stagione.

Juliette Roudet lascia Profiling

Nonostante la popolarità acquisita grazie ai suoi progetti televisivi, cinematografici e teatrali, Juliette Roudet resta una persona molto riservata. Non conosciamo quasi nessun dettaglio della sua vita sentimentale ma sappiamo che la sua decisione di lasciare la serie Profiling è stata molto probabilmente influenzata da due avvenimenti importanti.

Nel 2017, l’attrice ha messo al mondo un figlio, avvenimento che ha necessariamente interferito con le riprese della nona stagione di Profiling, l’ultima che l’avrebbe vista come protagonista. La maternità è un’esperienza impegnativa e probabilmente per la Roudet, la vita frenetica dell’attrice televisiva non si sposava con quella ancor più complessa di madre. Inoltre, nel 2016, Juliette è diventata insegnate di danza al Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique de Paris, la scuola che lei stessa aveva frequentato anni prima.

L’attrice non ha mai veramente spiegato perché abbia deciso di abbandonare la serie ma, il 5 settembre del 2018, ha pubblicato su Instagram un posto, ringraziando i suoi fan dell’affetto dimostratole nel corso degli anni.

“È una scelta difficile perché provo un grande affetto per le persone che scrivono questa serie e per coloro che la ‘costruiscono’ giorno dopo giorno. Ma è una scelta sincera, alimentata dalla sensazione di lasciare questo progetto al momento giusto per me. Dopo queste tre stagioni di totale impegno per il personaggio di Adèle, voglio dedicarmi a nuovi progetti, nuovi ruoli, nuove sfide”.

E in effetti le nuove sfide per Juliette sono arrivate. Nel 2020 l’attrice ha partecipato alla miniserie crime thriller francese Peur Sur Le Lac (Fear of the Lake), di una sola stagione e sei episodi. Creata da Jerome Cornuau , Nicolas Douay , Didier Le Pêcheur, Yann Brione Laurent Burtin, la serie è andata in onda a gennaio di quest’anno sul canale francesce TF1.

Juliette Roudet su Instagram

Per essere sempre aggiornati sulle nuove avventure professionali di Juliette Roudet, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram ufficiale.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

Logan – The Wolverine: trama, cast e premi del film con Hugh Jackman

Con l’inizio del nuovo millennio i film dedicati ai supereroi dei fumetti, in particolare Marvel e DC Comics, sono diventati una realtà particolarmente solida dell’attuale panorama cinematografico mondiale. Veri e propri dominatori del box office, questi hanno negli anni guadagnato sempre più consenso. Ci sono però alcuni titoli particolarmente più apprezzati di altri, e tra questi figura certamente Logan – The Wolverine. Uscito in sala nel 2017, il film è il terzo capitolo della trilogia spin-off dedicata al più celebre degli X-Men. Diretto da James Mangold, tale lungometraggio è in breve tempo diventato uno dei più apprezzati film di supereroi fino ad oggi realizzati.

A distinguerlo da tutti gli altri vi è un tono particolarmente crepuscolare, un ambientazione post-apocalittica e un personaggio ormai vecchio, pieno di acciacchi e rimorsi. Con questo film si giunge infatti alla conclusione dell’arco narrativo di Wolverine, nuovamente interpretato dall’attore Hugh Jackman. La storia qui raccontata è liberamente ispirata alla serie di fumetti intitolata Vecchio Logan, riprendendone l’ambientazione e l’evoluzione del personaggio. Per dar vita a tutto ciò, il regista e gli sceneggiatori si sono basati in particolar modo sull’immaginario western e noir, permettendo al film di assumere i connotati che oggi lo contraddistinguono.

Arrivato in sala, Logan – The Wolverine confermò ancora una volta il grande interesse degli spettatori nei confronti del personaggio. Allo stesso tempo, particolarmente apprezzate furono le novità introdotte nel film, tra cui il suo stesso tono cupo. Tutto ciò portò il film ad affermarsi come un campione di incassi, guadagnando circa 619 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 100. Per tale titolo questo fu però solo il primo dei traguardi ottenuti, arrivando poco dopo a stabilire anche altri prestigiosi primati e record. Per scoprire quali, come anche altre curiosità legate al film, basterà proseguire nella lettura.

Logan – The Wolverine: la trama del film

La storia del film ha luogo nel 2029, in un mondo dove i mutanti sono sull’orlo dell’estinzione. Da 25 anni, infatti, nessun bambino con poteri speciali è più nati, e i supereroi in circolazione sono ad uno ad uno stati abbattuti da un gruppo criminale anti-mutanti noto come Reavers. Tra i pochi superstiti vi è Logan, il quale però è notevolmente invecchiato da quando il suo fattore rigenerante si è indebolito. Il mutante trascorre ora le sue giornate lavorando come autista, mettendo da parte i soldi guadagnati per potersi prendere cura di un ormai novantenne Charles Xavier, il quale è gravemente affetto da una malattia neurologica degenerativa. L’esistenza di Logan sembra dunque destinata a finire nell’anonimato, ma un inaspettato incontro cambierà le sue sorti.

Tramite l’infermiera Gabriela, infatti, egli si ritrova a doversi prendere cura dell’undicenne Laura Kinney, promettendo di condurla in un luogo considerato sicuro. Nel momento in cui accetta tale missione, però, Logan si ritrova inseguito dai Reavers, che desiderano ucciderlo e prendere con sé la bambina. Fuggito con questa e Xavier, egli si ritroverà testimone della più inaspettata delle scoperte. La piccola Kinney, infatti, è una mutante, dello stesso tipo di Logan. Rappresentando una speranza per il genere, questa va protetta ad ogni costo. La battaglia diventa allora personale, e per lui è ora di tirare nuovamente fuori gli artigli e tornare ad essere il pericoloso Wolverine.

Logan - The Wolverine cast

Logan – The Wolverine: il cast del film

Con questo nuovo film dedicato al personaggio, l’attore Hugh Jackman ha stabilito un importante record. Egli ha infatti non solo interpretato il noto mutante per ben nove volte, ma anche per una durata di tempo maggiore rispetto a chiunque altro. È infatti stato Wolverine per un totale di 16 anni e 228 giorni. Jackman raccontò di aver accettato di vestire nuovamente tali panni solo a condizione che sarebbe stata l’ultima volta e richiedendo personalmente un tono diverso rispetto ai precedenti film. L’attore si impegnò così per dar vita ad un Logan più sofferente e segnato dal tempo, sottoponendosi ad una dieta che gli consentisse di ottenere un aspetto particolarmente emaciato. Per lui questo si è trattato del film dedicato a Wolverine più complesso per il quale si sia dovuto preparare.

Accanto a lui nel film si ritrova anche Patrick Stewart, che riprende nuovamente il personaggio di Charles Xavier. Per poter apparire anche lui più invecchiato di quanto realmente sia, l’attore arrivò a perdere poco più di 10 chili. Vera star del film è la giovanissima Dafne Keen. Presentatasi per il ruolo di Laura, l’attrice chiese al regista di poter improvvisare alcune battute. Dopo che Jackman iniziò a recitare la sua parte, la Keen lo interruppe urlandogli contro in spagnolo. Il regista e l’attore furono colpiti dalla grinta della giovane attrice, decidendo di affidarle il ruolo. Nel film si ritrovano poi anche gli attori Richard E. Grant nei panni del dottor Zander Rice, e Boyd Holbrook in quelli di Donald Pierce. Questi sono i due villain principali del film. Stephen Merchant è invece Calibano.

Logan – The Wolverine: i premi, il trailer e dove vedere il film in streaming

Logan – The Wolverine si affermò da subito come uno dei film più acclamati del suo anno da parte della critica e dell’industria. Ciò lo portò ad essere indicato come un serio contendente durante la stagione dei premi. Dopo essere stato nominato dalla National Board of Review come uno dei dieci migliori film dell’anno, questo arrivò infatti ad ottenere una candidatura al prestigioso premio Oscar nella categoria della miglior sceneggiatura non originale. Questo risultato portò il film ad essere il primo cinecomic ad ottenere tale onore, e anche se poi il premio non venne vinto ciò fu la dimostrazione di come anche i film di supereroi possono essere dotati di grandi e memorabili sceneggiature.

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Logan – The Wolverine è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 23 novembre alle ore 21:15 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

La Regina degli Scacchi doveva essere l’esordio alla regia di Heath Ledger

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Il co-creatore de La Regina degli Scacchi, Allan Scott, ha ottenuto i diritti del libro e ha iniziato a scrivere una sceneggiatura per la serie Netflix quasi trent’anni fa, e sembra che il suo incontro con Heath Ledger fu un momento fondamentale per il progetto. Scott infatti scelse proprio Ledger come regista per il film, che avrebbe dovuto essere quindi l’esordio alla regia dell’attore e avrebbe dovuto avere Ellen Page nei panni della protagonista.

“[Heath Ledger] ne era appassionato; era un giovane intenso e interessato e fui subito attratto da lui. Abbiamo parlato e parlato del progetto al telefono, e poi alla fine siamo riusciti a incontrarci.” ha dichiarato Scott.

Secondo The Independent, il piano originale prevedeva che l’attore facesse il suo debutto alla regia alla fine del 2008 con The Queen’s Gambit. Sarebbe stato un progetto intrigante e di alto profilo per Heath Ledger dopo la sua interpretazione di Joker ne Il Cavaliere Oscuro. Come sappiamo, purtroppo, le cose sono andate diversamente, visto che Heath Ledger si è spento a gennaio del 2008.

Il film mai realizzato su La Regina degli Scacchi

“Ho scritto bozza dopo bozza e lui ha dato il suo contributo – ha continuato Scott – ci siamo incontrati diverse volte a New York e qui, dove trascorreva molto del suo tempo. Eravamo arrivati ​​al punto in cui avevamo inviato la sceneggiatura a Ellen (Page). Heath era pieno di idee per il resto del cast, principalmente dalla sua lista di amici attori. Avevamo intenzione di fare un film alla fine del 2008.”

Come sappiamo il film non è stato mai realizzato, ma la miniserie sta avendo un successo travolgente su Netflix, dove detiene il primo posto dei titoli più visti da oltre un mese.

Elegia Americana, recensione del film di Ron Howard

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Elegia Americana, recensione del film di Ron Howard

Insieme a Mank, a Il processo dei Chicago 7 e ad altri titoli che arriveranno a breve sulle piattaforme dell’on demand, Elegia Americana di Ron Howard è trai titoli che più di tutti stanno mirando alla stagione dei premi 2021, che, per ragioni “pandemiche”, è stata spostata alla primavera del prossimo anno invece che al tradizionale periodo di fine inverno. Dunque, anche il film di Howard, adattamento dell’omonimo romanzo autobiografico, arriva direttamente nelle nostre case, su Netflix, a partire del 24 novembre.

La storia è raccontata da J.D. Vance, secondogenito di Bev, donna sola e problematica, che cerca di crescere alla bell’e meglio i due figli, con J.D. c’è Lindsay, una ragazza intelligente e concreta, più grande di lui. Ad aiutare Bev con il suo carattere turbolento, la tendenza a fare le scelte sbagliate e i due figli, c’è Mamaw Vance, madre della donna difficile e nonna burbera ma che profonde un solido e testardo impegno nella salvaguardia dei ragazzi dalla sua stessa figlia. La storia ripercorre a ritroso l’adolescenza di J.D., la sua lotta personale per sollevarsi e staccarsi dall’eredità della famiglia, la sua ferma volontà di laurearsi a Yale, uno dei college più prestigiosi d’America, e l’ambizione di diventare avvocato. Tutto nell’arco di una sola giornata in cui è costretto a tornare a casa perché la madre è andata in overdose ed è in ospedale.

L’Elegia Americana che ha fatto flop negli USA

Accompagnato da una scia di critiche negative che arrivano da Oltreoceano, Elegia Americana è un realtà un bel film, una storia di riscatto solida, un racconto che fila dritto senza colpi di scena, un affresco familiare lungo tre generazioni, tutto raccontato dal punto di vista del protagonista e autore del romanzo da cui il film è tratto. Ma allora perché dagli USA si sono levate voci contrarie? Semplicemente perché Ron Howard, e con lui la sceneggiatrice Vanessa Taylor, mette da parte tutto l’aspetto sociale del romanzo originale e si concentra solo su quello intimo e personale, per cui il pubblico europeo è meglio disposto a raccogliere un racconto che si concentra su sentimenti universali e lascia da parte l’analisi sociale di un Paese straniero.

Il titolo stesso del film (e del romanzo) ci dà la chiave di lettura del racconto originale, ovvero Hillbilly Elegy: A Memory of a Family and a Culture in Crisis. Hillbilly è il nomignolo dispregiativo con cui in gergo si indicano le popolazioni originarie degli Appalachi, e Vance è un figlio delle montagne del Kentuchy, che per luogo comune sono considerate il luogo più arretrato di tutti gli Stati Uniti. Ebbene, il romanzo dà molta importanza quindi non solo al riscatto sociale di J.D. ma anche all’aspetto sociologico della sua presenza in un college di prestigio, con il suo retaggio familiare e culturale, aspetto che nel film è stato liquidato semplicemente da una battuta all’inizio della storia.

Due grandi interpreti: Glenn Close e Amy Adams

Hillbilly Elegy Amy AdamsCon buona pace di J.D., interpretato da Gabriel Basso, che è il protagonista e la voce narrante, il film si fonda principalmente sulle interpretazioni di Glenn Close e Amy Adams. Le due grandi attrici sono alle prese con due ruoli duri e difficili, sopra le righe, sono entrambe imbruttite, rese goffe dal personaggio che incarnano, messe alla prova da un ruolo gridato, in cui alzare la voce, picchiare duro, essere sgradevoli è quanto richiesto dalla storia. E nonostante entrambe siano in grado di dare vita a grandi interpretazioni misurate ed eleganti, anche di fronte alla ferocia delle due donne che interpretano, non fanno una piega e consegnano allo spettatore uno spettacolo di altissima qualità artistica.

L’apporto di Ron Howard è come al solito “invisibile”, il regista si mette completamente al servizio della storia, sceglie in molti momenti, soprattutto in alcune delle sequenze di colluttazioni, che sono anche le più dolorose emotivamente, di rimanere vicinissimo ai personaggi, ai loro volti feriti, alla loro sofferenza, risultato di un disagio sociale che però non viene mai davvero raccontato. Ad impreziosire questo lavoro discreto e impeccabile c’è Hans Zimmer, che per una volta mette da parte le sue musiche trionfali e, insieme a David Fleming, accompagna con delicatezza tutta la storia di J.D., la sua tenacia, il suo riscatto, la sua forza di volontà nello staccarsi e guardare avanti per non affogare e per darsi una possibilità.

Elegia Americana racconta gli affetti, la famiglia, nella sua declinazione problematica e turbolenta, ma allo stesso tempo racconta il coraggio di lottare per se stessi, nonostante quella famiglia, la forza che ci vuole a costruirsi una vita tutta nuova per sé, a realizzare un sogno, senza rinnegare se stessi ma lottando per quello in cui si crede.

Grey’s Anatomy 17 dal 24 novembre

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Grey’s Anatomy 17 dal 24 novembre

Il conto alla rovescia per i nuovi episodi di Grey’s Anatomy 17 è cominciato. La serie medical drama più amata e seguita ritorna con l’attesissima 17esima stagione dal 24 novembre alle 21.00 su FOX (Sky, 112) con un doppio episodio che, con un salto temporale, proietterà i medici del Grey Sloan Memorial Hospital nel pieno dell’emergenza sanitaria con la pandemia COVID-19 che ha sconvolto le vite dei chirurghi dell’ospedale.

La premiere della stagione 17 di Grey’s Anatomy, definita da Ellen Pompeo come “una delle nostre migliori stagioni”, riprende un mese dopo l’inizio della pandemia, quando Meredith, Bailey e il resto dei medici si trovano in prima linea in un mondo completamente diverso. La stagione tratterà quindi anche il tema della pandemia dove, insieme alla stretta attualità, troveranno spazio anche le vicende personali dei medici con le loro storie, che avranno il compito di alleggerire una trama resa drammatica dalla volontà di omaggiare gli eroi della lotta al Coronavirus.

Iscriviti a Disney+ per guardare Grey’s Anatomy e le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Le storyline principali di Grey’s Anatomy seguiranno DeLuca (Giacomo Gianniotti) con il suo problema di salute mentale, i triangoli amorosi Meredith (Ellen Pompeo)-DeLuca-Hayes (Richard Flood) e Tom (Gregory Andrew Germann)-Teddy (Kim Raver)-Owen (Kevin McKidd), la fresca e coinvolgente storia tra Amelia (Caterina Scorsone) e Link (Chris Carmack) con il loro bambino e Jo (Camilla Luddington), che dovrà affrontare un futuro aperto alle novità dopo l’addio di Alex. Nel cast un nuovo ingresso: l’attrice Mackenzie Marsh (Charmed, Will & Grace) interpreterà sarà Val Ashton, una donna sola ma intelligente, con un buon senso dell’umorismo e che lavora nel settore dell’editoria.

Predator: il regista di 10 Cloverfield Lane per il nuovo film

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Predator: il regista di 10 Cloverfield Lane per il nuovo film

Sarà Dan Trachtenberg, regista di 10 Cloverfield Lane, a dirgere il nuovo capitolo della saga di Predator, la celebre saga horrro/fantascientifica iniziata nel 1987 con l’omonimo film interpretato da Arnold Schwarzenegger. La notizia è stata riportata da Deadline.

Già lo scorso dicembre era stato riferito che Trachtenberg stava sviluppando un film per i 20th Century Studios intitolato Skulls, scritto da Patrick Aison e prodotto dallo storico produttore di franchise di Predator, John Davis. All’epoca si vociferava che Skulls avrebbe seguito la storia di una donna Comanche che si ribellava alle norme e alle tradizioni di genere per diventare una guerriera.

Ora, AVP Galaxy riporta che i due progetti – ossia Skulls e il nuovo film della saga di Predator – sono in realtà la stessa cosa. Apparentemente, “Predator 5 sarà ambientato nel passato (finalmente!). Si concentrerà sui nativi americani prima che i territori fossero presi dai coloni americani, con un cast delle Prime Nazioni”.

Questa non sarà la prima volta che il franchise esplora la cultura dei nativi americani, poiché in passato era già stato fatto dalla serie di fumetti (e dal romanzo) “Predator: Big Game”. È sicuramente una premessa interessante ed eccitante per il franchise cinematografico, soprattutto dopo l’insuccesso del riavvio del 2018, The Predator, diretto da Shane Black

Madison Bailey, chi è? curiosità sull’attrice di Outer Banks

Madison Bailey, chi è? curiosità sull’attrice di Outer Banks

Grazie a piattaforme streaming come Netflix e Amazon Prime Video, negli ultimi tempi sono sempre di più i contenuti disponibili agli utenti. Ogni mese spuntano nuovi film e serie tv, contenuti originali di ogni genere adatti a tutti. La sovrabbondanza di nuovi contenuti, oltre ad arricchire i cataloghi delle piattaforme, permette agli utenti di spaziare tra i generi e scoprire anche nuovi talenti della recitazione. Grazie, ad esempio, alla nuova serie tv targata Netflix dal titolo Outer Banks, molti attori semisconosciuti sono diventati delle piccole celebrità. Tra questi c’è di sicuro la bella e giovanissima Madison Bailey.

Se ancora non avete visto Outer Banks e non sapete di chi stiamo parlando, venite con noi a scoprire tutto quello che c’è da sapere su Madison Bailey e la sua fulminea scalata al successo.

Madison Bailey film e serie tv: gli inizi della sua carriera

Madison Bailey, età 21 anni, nata il 29 gennaio del 1999 a Kernersville, in North Carolina, comincia la sua carriera di attrice relativamente presto. Risale infatti al 2015 – anno in cui Madison aveva solo sedici anni – la sua prima apparizione sul piccolo schermo in un episodio della serie Constantine. Non conosciamo bene tutti i retroscena della sua istruzione ma sappiamo che per Madison la vita non è sempre stata tutta rosa e fiori.

La ragazza infatti soffre di disturbo borderline di personalità, una condizione medico psichiatrica che influenza il comportamento di una persona. Tra le caratteristiche di questa patologia ci sono paura del rifiuto e dell’abbandono, instabilità nelle relazioni interpersonali e instabilità anche nella percezione di sé e del proprio comportamento. Le persone affette da questo disturbo presentano anche repentini cambi d’umore con conseguenti scatti d’ira seguiti da un terribile stato depressivo. In aggiunta, inoltre, a questi comportamenti si possono manifestare autolesionismo, manie suicide, disordini sessuali e abuso di sostanze. [fonte: Wiki]

Nonostante tutto, con il trattamento farmaceutico giusto, il disturbo borderline di personalità è controllabile. La malattia, infatti, negli anni non ha impedito a Madison di vivere una vita normale e di inseguire il suo sogno di diventare un’attrice.

Dopo la sua prima esperienza in tv con Constantine, la Bailey partecipa a tanti altri progetti televisivi e cinematografici. La vediamo, infatti, interpretare piccoli ruoli nelle serie tv Swamp Murders (2015), Murder Chose Me (2017), Mr. Mercedes (2017), Two Roads (2018) e nel film Nightclub Secrets (2018). Tra i progetti più recenti ai quali Madison partecipa, ci sono le serie tv Black Lightning (2018-2019), Creepshow (2019), Council of Dads (2020) e il film Impractical Jokers: The Movie (2020).

Madison Bailey in Black Lightning

Prima di approdare all’acclamatissima serie Outer Banks, Madison Bailey viene scelta per entrare a far parte del cast di Black Lightning, il suo primo progetto televisivo più importante e duraturo. Ideata da Salim Akil per la CW, la serie è basata sul personaggio di Fulmine Nero, uno dei protagonisti dei fumetti della DC Comics.

La serie racconta la storia di Jefferson Pierce (Cress Williams) che, dopo aver usato i suoi superpoteri per proteggere Freeland, ha deciso di ritirarsi per proteggere sé stesso e la sua famiglia. Jefferson finisce quindi a lavorare come preside di una piccolo liceo e a vivere una vita normale e un po’ noiosa.

A turbare la sua quiete e quella dei suoi cari è l’arrivo dei The Hundred in città, una nuova gang di criminali senza scrupolo. Nonostante i numerosi sforzi, le autorità non riescono a fermare i nuovi arrivati che ormai hanno il controllo della città. Per proteggere quindi la sua famiglia e in particolare sua figlia, Jefferson torna a indossare i panni di Black Lightning (Fulmine Nero).

Leggi anche: Francesca Farago, chi è? Curiosità sulla star di Too Hot To Handle

Nella serie, Madison Bailey interpreta Wendy Hernandez una meta-umana con poteri straordinari che compare a partire dalla seconda stagione di Black Lightning.

Sono gli anni ottanta, Wendy Herdandez si è appena diplomata e sta preparando la sua lettera di ammissione per la scuola di infermiere. Ma mentre la ragazza programma il suo futuro, c’è qualcuno che ha per le degli altri programma. Identificata come meta-umana da Peter Gambi, uno dei ‘cacciatori’ dell’ASA (American Security Agency), Wendy viene rapita e posta in una sorta di capsula d’ibernazione. Durante la sua permanenza nella capsula, il tempo passa, la vita procede e i genitori della ragazza muoiono.

Decenni più tardi, a causa di un incidente con un altro meta-umano intrappolato, Wendy riesce a liberarsi e scappa dalle prigioni dell’ASA. Arrabbiata, disorientata e spaventata, la ragazza cerca di ritracciare i suoi genitori. Quando però si rende conto che tutto attorno a lei è cambiato e che nessuna delle persone che conosce è più in vita, Wendy scatena sulla città i suoi incredibili poteri. La ragazza, come molti meta-umani, è dotata di straordinari poteri che le permettono di controllare l’aria e il vento usandoli come una vera e propria arma, riuscendo anche a creare terribili tempeste e uragani. Riuscirà Jefferson aka Fulmine Nero a fermare la follia distruttiva di Wendy? [fonte: Fandom]

Al momento Black Lightning conta al suo attivo 3 stagioni e 46 episodi. Tuttavia, la serie è stata rinnovata dalla CW per una quarta stagione che verrà trasmessa a partire dall’8 febbraio 2021.

Madison Bailey in Outer Banks

Nel 2019, per Madison Bailey arriva una nuova grande opportunità. L’attrice viene scelta per il cast di una nuova serie, ideata da Josh PateJonas Pate Shannon Burke per Netflix, dal titolo Outer Banks.

La serie è ambientata nella località balneare di Outer Banks, ovvero una lunga striscia di terra e sabbia che si estende lungo tutta la costa del North Carolina. In questa zona la società è spaccata in due e nel tempo si sono andati a creare due blocchi contrapposti. Da un lato abbiamo i Kooks, i ricchi di Outer Banks che vivono una vita fatta di lusso e divertimento; mentre dall’altro lato abbiamo i Pogues, la classe lavoratrice, la parte più povera e disagiata della società.

I protagonisti della serie sono un gruppo di adolescente che abita questa zona quasi di confine, e rappresenta la parte più povera e disagiata della società. Chiamati i Pogues, questi ragazzi vivono ai limiti della legalità e rispondono a John B (Chase Stokes), leader del gruppo. Tra le fila dei Pogues ci sono anche Pope (Jonathan Daviss), JJ (Rudy Pankow) e Kiara (Madison Bailey), detta Kie. Al gruppo, successivamente si unisce anche Sarah Cameron (Madelyn Cline), figlia del ricco imprenditore locale Ward Cameron. Nonostante sia una Kook, il carattere ribelle della ragazza e il suo interesse sentimentale verso John B la avvicinano sempre di più al mondo dei Pogues.

https://youtu.be/8RKdqvKWj7M

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Quando il padre il John B scompare misteriosamente, i ragazzi si mettono sulle sue tracce e cominciano a trovare strani indizi che sembrerebbero portare ad un tesoro nascosto. Il bottino di diversi milioni di dollari, tuttavia, non fa gola solo ai Pogues che si troveranno quindi a dover affrontare una lunga serie di pericolosi attacchi.

Nella serie Madison Bailey interpreta Kiara Carrera, figlia di un famoso ristoratore locale. Nonostante le sue origini la rendano parte una Kooks dalla nascita, la ragazza ha sempre preferito stare con i Pagues e per questo è mal vista dai rampolli di Outer Stokes.

La serie Outer Banks, disponibile su Netflix, è stata rilasciata a febbraio del 2020 e ad oggi conta al suo attivo solo una stagione di 10 episodi. Tuttavia, grazie al successo ottenuto nei primi mesi sulla piattaforma, qualche giorno fa Netflix ha deciso di rinnovare la serie per una seconda stagione che, presumibilmente, andrà in onda nel 2021.

Madison Bailey e Rudy Pankow: un’amicizia nata sul set

La serie Outer Banks è stata un grande successo e gli spettatori, soprattutto quelli più giovani, si sono affezionati ai nuovi personaggi e attori. Grazie a Netflix il pubblico ha conosciuto nuovi talenti della recitazione e gli stessi attori si sono ritrovati tra le mani un’inaspettata popolarità.

Sul set della serie, inoltre, sono nati molti amori e amicizie tra i protagonisti. Oltre all’ormai famosa coppia, sia in tv che nella vita reale, formata da Madelyn Cline e Chase Stokes, ci sono anche altre due persone diventate inseparabili. Grazie ai tanti mesi di lavoro spalla a spalla, anche Madison Bailey e Rudy Pankow pare abbiano stretto un’amicizia davvero speciale.

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Proprio come i loro rispettivi personaggi, Kiara e JJ, i ragazzi passano molto tempo insieme come testimoniano anche i tantissimi scatti che entrambi postano su Instagram. [fonte: Popsugar]

Ma nonostante le teorie romantiche dei loro rispettivi gruppi di fan, tra Madison e Rudy non c’è nulla di romantico, la loro resta una semplice amicizia. Tra l’altro, Madison, dichiaratasi pansessuale, è attualmente impegnata in una relazione con Mariah Linney, una famosa star del basket femminile della North Carolina University.

Madison Bailey Instagram

Per essere sempre aggiornati sulle avventure professionali e sentimentali di Madison Bailey, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram e, perché no?, anche quello di Rudy Pankow e degli altri membri del cast di Outer Banks.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom, Popsugar

Amybeth McNulty, chi è? Curiosità sull’attrice di Chiamatemi Anna

Continua come sempre il nostro viaggio tre le nuove generazioni di attori e attrici. Dopo avervi parlato di Madelyn Cline, Madison Bailey, Aron Piper e molti altri ancora, oggi è la volta di una giovanissima dai capelli rossi. La piccola Amybeth McNulty, protagonista di Chiamatemi Anna, la serie Netflix ispirata al romanzo Anna dai Capelli Rossi, è riuscita a conquistare il cuore degli spettatoti di tutto il mondo.

Se non avete ancora avuto modo di innamorarvi della nuova piccola Anna dai capelli rosssi targata Netflix e della sua giovane interprete, qui troverete tutto quello che c’è da sapere su Amybeth McNulty.

Amybeth McNulty film e serie tv: gli inizi della sua carriera

Amybeth McNulty, età 19 anni, nata il 7 novembre del 2001 a Donegal Town, in Irlanda, è un’attrice di origini miste, con padre irlandese e madre canadese. Grazie ai suoi genitori, Amybeth ha la doppia cittadinanza irlandese e canadese ed ha potuto quindi esplorare a fondo le culture di entrambi i paesi.

Data la sua giovane età, della sua vita privata e della sua istruzione si conosce ancora poco. Da quello che sappiamo, la sua carriera comincia relativamente presto, quando Amybeth ha appena tredici anni. La sua prima esperienza cinematografica risale infatti al 2014 quando prende parte al film A Risky Undertaking, diretto da Ariadne Pleasant.

Negli anni successivi la vediamo anche alle prese con piccoli ruoli in alcune serie tv come Agatha Raison (2014), Clean Break (2015) e The Sparticle Mystery (2015). Il progetto cinematografico più importante al quale partecipa, tuttavia, arriva nel 2016 quando Amybeth viene scelta per un piccolo ruolo nel film Morgan, diretto da Luke Scott, figlio del celebre Ridley Scott.

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Ambientata in in futuro prossimo e sconosciuto, il film racconta la storia di Morgan, uno sorta di sofisticatissimo robot dalle sembianze umane, creato in laboratorio per essere impiegato in campo militare e non solo. Grazie alle modifiche apportare dagli scienziati del progetto, Morgan è dotata di un’intelligenza senza precedenti, di abilità militari e deduttive straordinari e inoltre sembra in grado di comprendere e replicare ogni emozione umana.

Trattata come un semplice robot, un esperimento di laboratorio, Morgan viene tenuta rinchiusa in una cella dove, insieme alla sua età, cresce anche la sua rabbia e la sua voglia di vendetta e libertà. Nel film diverse attrici interpretano il ruolo della protagonista, ovvero, Courtney Caldwell (Morgan a 5 anni), Amybeth McNulty (Morgan a 10 anni) e Anya Taylor-Joy.

Amybeth McNulty in Chiamatemi Anna: la serie evento di Netflix

La prima vera occasione per Amybeth McNulty, tuttavia, arriva nel 2017 quando viene scelta per interpretare il ruolo della protagonista nella nuova serie Netflix dal titolo Chiamatemi Anna. Tratta dal celebre romanzo di formazione Anna dai Capelli Rossi di Lucy Maud Montgomery, la serie racconta delle avventure della piccola Anna e della sua difficile infanzia.

Alla fine del XIX secolo, il 23 marzo nella piccola cittadina di Bolingbroke, nella Nuova Scozia, nasce la piccola Anna Shirley, figlia di Walter e Bertha Sherley, sue insegnanti di scuola superiore. A tre mesi dalla nascita di Anna, i due purtroppo vengono a mancare a causa di una grave malattia infettiva e la piccola si trova improvvisamente sola al mondo. Anna viene quindi affidata alla vicina, la Signora Thomas, e alla sua famiglia. La donna però si rivela essere una madre adottiva completamente inadatta; oltre ad avere un marito violento e alcolizzato che picchia Anna, la donna costringe la ragazzina a occuparsi dei suoi figli.

Un giorno però, mentre il signor Thomas sta picchiando Anna, l’uomo ha un infarto e stramazza al suolo. Distrutta dalla morte del marito e in collera con la bambina, la signora Thomas manda via Anna che, all’età di otto anni, viene affidata alla signora Hammond, moglie e madre di ben otto figli. L’intera famiglia vive in una casa fatiscente in riva a un fiume e cerca di sopravvivere come meglio può. Anche Anna, nel suo piccolo, cerca di aiutare prendendosi cura dei suoi fratellini adottivi.

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Tuttavia, anche la sua permanenza dagli Hammond ha vita breve. Due anni dopo, infatti, a causa della morte del signor Hammdon, Anna è costreta a cambiare nuovamente casa e finisce nell’orfanotrofio di Hopetown. Qui la piccola resta per soli quattro mesi durante i quali cerca in tutti i modi di mantenere un atteggiamento positivo.

Nonostante infatti Anna sia ormai rimasta sola al mondo e nessuno sembri disposto ad accoglierla in famiglia, la piccola fa leva sulla sua incredibile immaginazione per sfuggire alla tristezza che la circonda. Anna è un’anima gentile e sognatrice intrappolata in un modo di pragmatica rassegnazione.

Nella prima stagione della serie, Anna viene affidata dall’orfanotrofio a due anziani fratelli, Marilla (Geraldine James) e Matthew Cuthbert (R.H. Thomson). I due, entrambi senza moglie, marito né figli, gestiscono una fattoria chiamata Green Gables nella città di Avonlea, in Canada ed hanno bisogno di qualcuno che li aiuti per mandare avanti l’attività. Matthew, ormai vecchio e malato di cuore, decide di comune accordo con la sorella di adottare un ragazzo dall’orfanotrofio affinché li aiuti col lavoro nei campi.

Dalla Nuova Scozia, tuttavia, viene inviata la piccola Anna, ormai tredicenne, contenta di aver finalmente trovato una famiglia. Ma Anna non è esattamente ciò che i Cuthbert si aspettano. Nonostante la delusione iniziale, Matthew e Marilla restano colpiti dalla triste storia della ragazzina e decidono di tenerla con loro.

La serie Chiamatemi Anna, disponibile in streaming su Netflix, ad oggi conta al suo attivo ben 3 stagioni e 27 episodi. Nonostante il successo ottenuto dalla serie, proprio pochi giorni dopo l’uscita della terza stagione, Netflix ha annunciato la cancellazione di Chiamatemi Anna.

Amybeth McNulty 2020: i nuovi progetti

Grazie alla sua incredibile interpretazione nella serie Chiamatemi Anna, la popolarità della piccola Amybeth McNulty è cresciuta a dismisura. Dopo la cancellazione della serie, infatti, Amybeth ha subito cominciato a lavorare su due nuovi progetti che ad oggi, a causa della pandemia da Coronavirus, sono fermi in fase di post-produzione.

Il primo dei due film bloccati dalla pandemia è Maternal, diretto da Megan Follow. Il film racconta la storia di Charlie McLoad (Amybeth McNulty), una sedicenne che, in macchina per raggiungere il matrimonio del padre, resta coinvolta in un gravissimo incidente. Durante la corsa in ospedale e i tentativi di rianimazione dei medici, per qualche breve istante, Charlie muore sul tavolo operatorio.

Durante questi secondi cruciali, la ragazza vive un’esperienza di pre-morte e il suo spirito si ricongiunge con quello della defunta madre Claire (Megan Follow). Quest’incontro inaspettato, a metà strada tra lad vita e la morte, renderà la loro imminente separazione ancor più dolorosa. Riuscirà Charlie a tornare indietro verso la vita? Ma soprattutto, riuscirà Claire a dire di nuovo addio alla sua bambina?

Il secondo film in attesa è Black Medicine, scritto e diretto da Colum Eastwood. In questa seconda pellicola, un thriller in piena regola, ci troviamo immersi nel mondo della criminalità organizzata. Bernadette (Orla Brady) è un medico che lavora per il mercato nero, prestando i suoi servigi ai criminali più feroci e violenti. Durante una delle sue operazioni illecite per conto dei suoi loschi capi, Bernadette incontra Áine (Amybeth McNulty), una giovane ragazza in fuga proprio dai suoi datori di lavoro. La donna dovrà quindi decidere se aiutare Áine onorando il suo giuramento medico o rischiare di compromettere la sua posizione all’interno dell’organizzazione criminale.

Amybeth McNulty su Instagram

Nonostante Amybeth sia molto attiva sui social e in particolar modo su Instagram e Twitter, ad oggi sappiamo ancora poco della vita privata dell’attrice. In molti, negli ultimi anni, si sono chiesti se la McNulty avesse o meno una storia segreta con Lucas Jade Zumann, suo collega e interprete del personaggio di Gilbert Blythe nella serie Chiamatemi Anna.

In occasione del mese del Pride 2020, l’attrice ha utilizzato il suo profilo Twitter per fare coming out. La dolce Anna dai capelli rossi – o meglio, biondi! -, ha dichiarato di esser bisessuale, notizia che è stata accolta con grande entusiasmo dai suoi fan che l’hanno supportata e riempita di messaggi incoraggianti sui social.

https://twitter.com/AmybethMcnulty/status/1273331038975135746?s=20

Per restare sempre aggiornati sulle avventure professionali e provate di Amybeth McNulty, vi consigliamo di seguire i suoi account ufficiali Instagram e Twitter.

Fonte: Wiki, IMDB,

Black Widow, teoria: cosa è accaduto davvero a Budapest?

Black Widow, teoria: cosa è accaduto davvero a Budapest?

Con l’uscita di Black Widow, il MCU risolverà finalmente il mistero che circonda la vecchia missione di Natasha Romanoff e Clint Barton a Budapest. Scarlett Johansson è pronta a riprendere il ruolo di Vedova Nera nel primo film in solitaria del personaggio. Ambientato tra gli eventi di Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, Black Widow seguirà Nat in fuga mentre si riunisce con le figure chiave della sua vita prima di diventare un agente dello SHIELD. Dopo quasi un decennio, sembra che il MCU finalmente colmerà gli spazi vuoti riguardo al significato di Budapest, dal momento che i fan più attenti avevano già notato nel trailer scene ambientate proprio in quella location.

Cosa sappiamo su Budapest

Occhio di Falco e Vedova Nera

Il primo riferimento a Budapest nel MCU è arrivato in The Avengers del 2012. Il film è stato il primo team-up dell’universo condiviso, con Iron Man, Hulk, Captain America, Thor, Vedova Nera e Occhio di Falco impegnati a proteggere New York da Loki e dall’esercito Chitauri. Anche se Vedova Nera ha fatto il suo debutto in Iron Man 2, il suo più stretto alleato, Occhio di Falco, è arrivato soltanto nella successiva puntata del franchise, con Thor del 2011. Entrambi i personaggi erano legati da una profonda ed interessante storia nei fumetti. Oltre ad essere un amico intimo, è stato Clint a convincere Nat a diventare un angete dello SHIELD in seguito al suo tragico passato legato alla Stanza Rossa e al programma sovietico Black Widow.

Il mistero su ciò che è realmente accaduto a Nat e Clint a Budapest è stato velatamente approfondito nel corso delle varie apparizioni dei personaggi nel MCU. Dopo anni di domande, è stato confermato che Black Widow fornirà finalmente ai fan le tanto attese risposte in merito alla missione segreta e agli eventi che si sono verificati. Qualunque cosa sia successa in Ungheria, molti fan hanno ipotizzato che debba avere connotazioni negative. Ecco – via Screen Rant – le teorie più popolari su Budapest che potrebbero trovare un riscontro nel cinecomic in arrivo nel 2021.

Vedova Nera e Occhio di Falco hanno combattuto contro Taskmaster a Budapest

Una delle teorie più popolari che circondano gli eventi della città suggerisce che Natasha e Clint fossero a Budapest quando hanno combattuto per la prima volta Taskmaster. Il misterioso cattivo interpreterà il principale antagonista di Black Widow, ma è possibile che abbia avuto scontri con Vedova Nera molto prima di questo film. Dal momento che nel trailer Nat afferma: “Dobbiamo tornare al momento in cui tutto è iniziato”, non può essere una coincidenza che una parte importante del film si svolga nella città ungherese. Con l’impostazione di Budapest, la presenza di Taskmaster potrebbe essere facilmente collegata allo S.H.I.E.L.D., operazione a cui Nat e Clint sono stati inviati ben prima che venissero presentati nel MCU e collegati agli eventi di The Avengers.

La breve apparizione di Taskmaster nei trailer di Black Widow fornisce ulteriori prove a sostegno di questa particolare teoria. Non solo il cattivo sembra avere tutte le carte in regola per affrontare Natasha, ma condivide anche con Occhio di Falco le abilità di tiro con l’arco. Il cattivo dei fumetti è sempre stato noto per la sua memoria fotografica, che gli ha permesso di imitare qualsiasi cosa di cui fosse testimone. Che si tratti di abilità di combattimento o di armi, Taskmaster sarebbe stato in grado di replicare le azioni di Vedova Nera e Occhio di Falco se li avesse incontrati in precedenza. Sebbene questa teoria sia molto plausibile, potrebbe richiedere l’apparizione di Clint, almeno in un flashback, per legare totalmente le questioni in sospeso al mistero di Budapest.

Nick Fury ha inviato Nat e Clint a Budapest per fermare una minaccia in corso

Samuel L. JacksonAnche se la maggior parte dei riferimenti a Budapest provenivano da Natasha o da Clint, non è stato sempre così nel MCU. In Captain Marvel, Nick Fury ha fatto riferimento alla città quando stava chiacchierando con Carol Danvers in un bar. Mentre parlava del suo passato con la CIA, Fury ha detto a Carol di essere stato inviato in varie località durante la Guerra Fredda, tra cui Belgrado, Belfast, Bucarest e Budapest. Questa potrebbe essere stata una connessione intelligente per aggiungere un elemento in più al grande mistero che circonda l’Ungheria nel MCU, ma potrebbe anche aver aggiunto un nuovo livello alla missione segreta di Nat e Clint.

Fury non era un agente dello S.H.I.E.L.D. quando ha partecipato ad un’operazione a Budapest, ma era comunque il direttore quando Nat e Clint sono stati mandati in missione. Era già noto che l’HYDRA aveva orchestrato gran parte delle azioni dei sovietici durante la Guerra Fredda. Se le relazioni con l’ex Unione Sovietica non fossero state all’altezza dei gusti dello S.H.I.E.L.D., l’organizzazione potrebbe aver inviato due dei suoi migliori agenti per contrastare una minaccia. Durante la Guerra Fredda, l’Ungheria era sotto il controllo sovietico. Dal momento che Nat ha un chiaro legame con i sovietici e la Russia, avrebbe potuto tentare di placare una sorta di tensione tra le nazioni. Sebbene sia possibile che abbia qualcosa a che fare con il passato di Fury, c’è anche la possibilità che Nat e Clint siano stati mandati a Budapest per coprire qualcosa che il loro direttore aveva fatto nella città, quindi non riconducibile all’intera organizzazione dello SHIELD .

Natasha ha fatto qualcosa di orribile a Budapest

natasha romanoff civil warC’è un’altra teoria alquanto convincente che suggerisce che Vedova Nera e Occhio di Falco hanno fallito nella loro missione a Budapest, uccidendo persone innocenti. Poco prima che Natasha affermasse che la battaglia di New York era “proprio come quella di Budapest”, Clint è stato visto mentre aiutava cittadini innocenti a scappare da un autobus. Il paragone di Nat è stato evidenziato dal loro confronto con il travolgente esercito di Chitauri, ma potrebbe essere stato un riferimento all’intera catena di eventi, inclusa la protezione dei cittadini ungheresi. Sembrava che Nat e Clint avessero un controllo sui nemici alieni a New York, ma considerando che Occhio di Falco affermava di ricordare Budapest in modo diverso, potrebbe non essere stato il caso della loro missione a Budapest. 

La rivelazione che Nata ha “la nota rossa sul registro” è stata una dichiarazione persistente nel MCU. Durante il suo arco narrativo, il personaggio sembrava sempre dover rimediare a qualcosa. Alexander Pierce ha persino minacciato di rivelare la verità sul periodo di Vedova Nera a Budapest durante una sequenza in Captain America: The Winter Soldier. Qualunque cosa sia accaduto lì, sembra essere stata negativa, insinuando che la verità doveva rimanere nascosta. Una missione fallita che ha portato a vittime innocenti sarebbe sicuramente qualcosa che ha continuato a perseguitare Nat. O forse, la missione di Budapest fa riferimento a quando Clint è stato inviato per uccidere Nata prima che venisse ingaggiata come agente dello S.H.I.E.L.D. Potrebbe aver fatto qualcosa di terribile per conto dei russi prima che Clint la prendesse sotto la sua ala. Questo potrebbe spiegare anche perché Nata ha sentito il bisogno di sacrificarsi per ottenere la Gemma dell’Anima su Vormir in Avengers: Endgame.

Nat e Clint hanno avuto una storia a Budapest

Vedova Nera e Occhio di Falco erano noti per avere una relazione romantica nei fumetti, ma ciò non è mai avvenuto nel MCU. Al contrario, hanno costruito un legame platonico estremamente forte che è durato fino al tragico sacrificio di Nat. Anche con i sentimenti di Nat per Bruce Banner, l’eroina è comunque rimasta impegnata e concentrata nel suo lavoro. Clint, nel frattempo, aveva una moglie e dei figli a cui teneva molto. Nonostante le rispettive trame, non tutti i fan erano convinti, credendo che Vedova Nera e Occhio di Falco potessero aver avuto comunque una relazione romantica in passato.

Se fosse questo il caso, la loro avventura romantica potrebbe essere avvenuta nel periodo della missione di Budapest. Mentre Nat ricordava l’operazione speciale, Clint potrebbe averla collegata a quella fase confusa della loro relazione (da qui il suo commento in The Avengers). Sebbene sia del tutto possibile che Vedova Nera e Occhio di Falco fossero più che semplici amici ad un certo punto, la rivelazione di Black Widow sarebbe un disservizio per l’accumulo di anni relativi al mistero di Budapest. La rivelazione ricadrebbe anche nello stanco tropo che uomini e donne non possono avere un forte legame senza che finiscano necessariamente per innamorarsi.

Black Widow: Florence Pugh svela nuovi dettagli su Yelena Belova

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Black Widow: Florence Pugh svela nuovi dettagli su Yelena Belova

La storia di Natasha Romanoff si è conclusa in Avengers: Endgame, ma Scarlett Johansson avrà l’opportunità di raccontare ancora una volta le gesta del suo iconico personaggio quando finalmente l’attesissimo Black Widow arriverà nelle sale di tutto il mondo.

Ambientato tra gli eventi di Captain America: Civil War e quelli di Avengers: Infinity War, la speranza tra i fan è che lo spin-off ponga le basi affinché Yelena Belova assuma il ruolo di protagonista nel futuro del MCU. Soltanto il tempo potrà fornici una risposta, ovviamente, ma nel libro di recente pubblicazione “Black Widow: The Official Movie Special Book” (via CBM), l’attrice Florence Pugh ha rivelato maggiori dettagli sul suo personaggio e su dove la troveremo quando si riunirà finalmente con sua “sorella”. 

“È la sorellina fastidiosa che dice tutto ciò che le passa per la mente senza conseguenze. Quando la incontriamo, sta appena scoprendo il mondo sotto una nuova luce”, spiega Pugh. “È ferita. È una ragazza molto complicata e si comporta di conseguenza. Quando incontra il personaggio di Scarlett, Natasha, Yelena sta riscoprendo chi è dopo essere stata nella Stanza Rossa per tanto, tantissimo tempo.”

Florence Pugh sul rapporto tra Natasha e Yelena in Black Widow

“Insieme si rendono conto che stanno soffrendo entrambe in modi molto simili. Si instaurerà un’amicizia adorabile e unica tra loro due, perché in definitiva sono come due sorelle che non si vedono da tempo. Si aiuteranno l’una con l’altra, e soprattutto aiuteranno a tappare determinati buchi nelle loro vite. Il cuore di tutto è questo viaggio a tratti brutale che intraprendono per capire chi sono. In realtà, alla base del film c’è una storia molto triste.”

Sicuramente non sembra che Yelena sarà cattiva come la sua controparte dei fumetti, ma le due donne avranno chiaramente una relazione assai complicata. Sembrerebbe un po’ ridondante per lei rivoltarsi contro Natasha, ma il fatto che l’eroina indossi il giubbotto di Yelena quando si unisce ai Secret Avengers di Captain America, potrebbe indicare un triste destino per il personaggio.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Il Cavaliere Oscuro e quella libertà creativa che oggi non potrebbe esistere

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Christopher Nolan ha spiegato che la libertà creativa di cui ha goduto quando ha realizzato la trilogia de Il Cavaliere Oscuro non potrebbe più esistere oggi. A otti anni dalla sua conclusione, la trilogia di Nolan è ampiamente considerata una delle più grandi trilogie cinematografiche mai realizzate. Batman Begins del 2005 ha dato il via alla trilogia e rimane probabilmente il film sul Crociato di Gotham più psicologico e introspettivo.

In una recente intervista con 92Y riportata da IndieWire proprio in merito al successo della trilogia de Il Cavaliere Oscuro, Christopher Nolan ha sottolineato quanto sia stato importante avere l’opportunità di raccontare una storia su Batman molto diversa, esplorando per la prima volta le origini del vigilante sul grande schermo. Come spiegato dal regista: “La versione di ciò che era accaduto a Batman non era mai stata raccontata. Stavamo guardando al primo film come alla possibilità di raccontare la storia di una figura straordinaria in un mondo ordinario.”

Tuttavia, Nolan ha aggiunto: “L’altro vantaggio che avevamo era che allora poteva passare più tempo tra i sequel. Quando abbiamo fatto Batman Begins, non sapevamo che ne avremmo fatto uno. Ci sono voluti tre anni per farlo e poi quattro prima del successivo. Abbiamo avuto il lusso del tempo. Non sembrava una macchina, un motore del commercio per lo studio. A mano a mano che il genere ha acquisito così tanto successo, quelle pressioni sono diventate sempre maggiori. Era il momento giusto.”

Christopher Nolan e il “problema” della libertà creativa

Nonostante le osservazioni di Christopher Nolan possano essere tanto comprensibili quanto condivisibili, sappiamo anche quanto il regista goda di un certo prestigio nell’attuale panorama cinematografico hollywoodiano e quanto la Warner Bros. sia sempre stato disposta a concedergli un margine d’azione e di decisione molto più ampio rispetto a tantissimi altri suoi colleghi. Basti pensare ai budget che normalmente vengono stanziati per i suoi film o al fatto che, nonostante la pandemia globale, la sua ultima fatica, Tenet, sia comunque uscita al cinema la scorsa estate, proprio sotto insistenza dello stesso regista.

Occhiali EDITH di Tony Stark: un fan ne ha costruito un paio funzionanti

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Un fan di Iron Man ha realizzato degli occhiali EDITH funzionanti, che abbiamo visto in Spider-Man: Far From Home e che rappresentano l’eredità fisica di Tony a Peter Parker. JLaservideo ha mostrato da un po’ di tempo il suo lavoro sulla sua piattaforma, e adesso è pronto ad offrire ai suoi follower un assaggio del lavoro svolto.

Il video mostra un lavoro certosino e instancabile, svolto con grande precisione: montare tutta quella tecnologia in un paio di occhiali da sole è un compito molto difficile, dati i mezzi medii a disposizione di tutti. Ma il produttore ha fatto tutto come si deve e le opinioni parlano da sole in questo caso. A differenza della tecnologia sbalorditiva di Spider-Man: Far From Home, l’utente ha bisogno di un telefono cellulare da abbinare a questi occhiali per attivare le funzioni da remoto.

Spider-Man: Far From Home è stato l’ultimo film dei Marvel Studios (e SONY) a vedere la sala. La pandemia di coronavirus ha bloccato l’uscita di Black Widow e rimandato la produzione di molti altri film dello studio. Intanto Spider-Man 3, sequel diretto di Far From Home, è appena entrato in produzione.

Jon Watts è stato chiamato a dirigere Spider-Man 3 che vede confermati nel cast, per adesso, Tom Holland, Zendaya, Marisa Tomei, Benedict Cumberbatch, Jamie Foxx, Jacob Batalon e Tony Revolori.

Di Spider-Man 3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

Fonte

The Last of Us: maggiori dettagli sulla serie

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The Last of Us: maggiori dettagli sulla serie

La HBO ha dato un ordine per la serie televisiva The Last of Us, annunciato oggi da Francesca Orsi, Executive Vice President, HBO Programming. Craig Mazin (“Chernobyl” della HBO), Neil Druckmann (i franchise di videogiochi “The Last of Us” e “Uncharted”) e Carolyn Strauss (“Chernobyl” e “Game of Thrones” della HBO) sono produttori esecutivi insieme a Evan di Naughty Dog Asad Qizilbash e Carter Swan di Wells e PlayStation Productions. Scritta da Mazin e Druckmann, la serie è una co-produzione con Sony Pictures Television. Produzioni PlayStation, Giochi di parole e Naughty Dog producono.

“Craig e Neil sono visionari in un campionato a parte”, ha detto Orsi. “Con loro al timone insieme all’incomparabile Carolyn Strauss, questa serie risuonerà sicuramente sia con i fan accaniti dei giochi di ‘The Last of Us‘ sia con i nuovi arrivati ​​di questa saga che definisce il genere. Siamo lieti di collaborare con Naughty Dog, Word Games, Sony e PlayStation per adattare questa storia epica e fortemente coinvolgente “.

“Siamo entusiasti di lavorare con HBO e questo fantastico team creativo per dare vita alla serie ‘The Last of Us‘”, ha dichiarato Jeff Frost, Presidente di Sony Pictures Television Studios e Asad Qizilbash, capo di PlayStation Productions. “L’innovativa narrazione e l’ingegnosità di PlayStation sono un naturale complemento dell’attenzione creativa di SPT. La nostra collaborazione è un ottimo esempio della nostra filosofia di lavoro “One Sony”. Non vediamo l’ora di sviluppare in futuro l’IP di gioco ancora più iconico. “

Basato sul videogioco acclamato dalla critica “The Last of Us“, sviluppato da Naughty Dog esclusivamente per le piattaforme PlayStation, la storia si svolge vent’anni dopo che la civiltà moderna è stata distrutta. Joel, un sopravvissuto incallito, viene assunto per far uscire di nascosto Ellie, una ragazza di 14 anni, da un’oppressiva zona di quarantena. Quello che inizia come un piccolo lavoro diventa presto un viaggio brutale e straziante, poiché entrambi devono attraversare gli Stati Uniti e dipendono l’uno dall’altro per la sopravvivenza. The Last of Us sarà disponibile su HBO e in streaming su HBO Max.

Thor: Love and Thunder in stile Avengers 5 grazie al cast del film

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The Hollywood Reporter ha condiviso un aggiornamento sui piani dei Marvel Studios per il 2021, ed è chiaro che Thor: Love and Thunder di Taika Waititi sarà un titolo molto più grande di quanto i fan si aspettano. Anche se non è un segreto che il sequel introdurrà ufficialmente la versione Mighty Thor di Jane Foster, le recente conferme che sia Chris Pratt che Vin Diesel appariranno nel film, ha già fatto sorgere una serie di speculazioni sull’apparizione dei Guardiani della Galassia.

Secondo la fonte: “Le riprese di Thor: Love and Thunder inizieranno a breve in Australia, con un vasto cast che si riunirà per quello che un insider sta già paragonando ad una sorta di film in stile Avengers 5.”

Non è la prima volta che sentiamo questo confronto con Avengers 5 per un film dei Marvel Studios in uscita, poiché si ritiene che anche Captain Marvel 2 sia di dimensioni altrettanto grandi. Questi film pieni zeppi di team-up potrebbero spiegare perché non abbiamo ancora avuto alcuna conferma ufficialmente in merito ad un nuovo film degli Avengers: almeno per ora, sembra che la Marvel sia intenzionata a trovare altri modi per far convivere gli eroi sul grande schermo (come già fatto in Captain America: Civil War del 2016).

La fonte mette in luce anche che i Marvel Studios inizieranno la produzione di Ant-Man 3 nel 2021, mentre le riprese di Guardiani della Galassia Vol. 3 di James Gunn entro la fine del prossimo anno.

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

All American 3: Alondra Delgado nel cast

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All American 3: Alondra Delgado nel cast

Arriva da Deadline la notizia che l’attrice Alondra Delgado è entrata a far parte del cast di All American 3, l’attesa terza stagione di All American.

L’attrice Alondra Delgado (Mayans MC) ha ottenuto un ruolo ricorrente nella terza stagione di All American della CW. La seconda stagione ha visto Spencer James (Daniel Ezra), ora campione di stato del calcio, con una decisione difficile da prendere. Resta a Beverly Hills e gioca per l’allenatore Billy Baker (Taye Diggs)? Oppure torna a casa a South LA, si riunisce con sua madre, Grace (Karimah Westbrook), il fratello, Dillon (Jalyn Hall), e gioca per suo padre, Corey (Chad Coleman), il nuovo capo allenatore dei South Crenshaw Chargers ? Delgado interpreterà Vanessa Montes, la “nuova ragazza” della scuola e la figlia del nuovo allenatore. Impenitente e sicura di sé, non lascia che l’attenzione extra derivante dall’essere il nuovo ragazzo la metta in scena. Ha una storia sorprendente con uno dei suoi compagni di classe.

All American 3

All American 3 è la terza stagione della  serie tv All American ideata da April Blair per il network americano The CW ed è ispirata dalla vita dell’ex giocatore di football americano Spencer Paysinger.

In All American 3 protagonisti sono Spencer James, interpretato da Daniel Ezra, Billy Baker, interpretato da Taye Diggs, Olivia Baker, interpretata da Samantha Logan, Tiana “Coop” Cooper, interpretata da Bre-Z, Leila Faisal, interpretata da Greta Onieogou, Laura Fine-Baker, interpretata da Monet Mazur, Jordan Baker, interpretato da Michael Evans Behling, Asher, interpretato da Cody Christian, Grace James, interpretata da Karimah Westbrook e Dillon James, interpretato da Jalyn Hall.

In All American quando un giocatore di football delle scuole superiori della South L.A. viene reclutato per giocare alla Beverly Hills High, le vittorie, le perdite e le lotte di due famiglie di mondi molto diversi, iniziano a scontrarsi.

Captain America: perché è giusto che sia Sam Wilson a raccoglierne l’eredità?

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Secondo un nuovo report di Screen Rant, Sam Wilson sarebbe la scelta migliore per succedere a Steve Rogers nei panni di Captain America, dal momento che la sua storia rispecchierebbe quella di Steve meglio di Bucky Barnes. Con la dipartita di Chris Evans dal MCU, molti fan hanno iniziato a chiedersi quale degli stretti alleati di Steve avrebbe preso il suo posto, poiché sia ​​Sam che Bucky avevano precedentemente condiviso l’onore nei fumetti. Alla fine, gli ultimi minuti di Avengers: Endgame hanno rivelato la decisione di Steve di consegnare lo scudo a Sam, indipendentemente dalla sua amicizia di lunga data con Bucky.

Sia Sam che Bucky interpretano ruoli estremamente influenti nella vita e nel viaggio cinematografico di Steve. Bucky Barnes è stato introdotto per la prima volta in Captain America: Il primo vendicatore come un giovane militare, nonché amico e protettore di lunga data di Roger. Dopo la trasformazione di Steve nell’eroe a stelle e strisce, lui e Bucky si riuniscono, ma Bucky viene apparentemente ucciso in missione. Il personaggio torna in gioco in Captain America: The Winter Soldier, interpretando uno degli antagonisti dell’eroe, vittima del lavaggio del cervello. È in questo film che Sam Wilson, un ex aviatore di paracadutisti, entra per la prima volta in scena, diventando un nuovo alleato di Cap. Mostrando grande compassione mentre aiuta i soldati che soffrono di disturbo da stress post-traumatico, Sam si confida presto con Steve, rivelando che anche il suo wingman, Riley, è stato ucciso in battaglia.

Presentato come un giovane minuto e malaticcio, Steve Rogers rifiuta di lasciarsi scoraggiare dai suoi limiti fisici, aspirando a unirsi all’esercito e proteggere il mondo dai “bulli”. Allo stesso modo, Sam affronta coraggiosamente gli infiltrati nello S.H.I.E.L.D. da parte dell’HYDRa e Thanos, senza l’aiuto di superpoteri. Quella determinazione dimostra quanto il personaggio abbia molto in comune con Steve, che non ha mai lasciato che i suoi limiti fisici si intromettessero con il suo desiderio di diventare un eroe. Allo stesso modo, Sam è stato una specie di underdog durante il suo mandato con i Vendicatori (una squadra popolata di super soldati, persone geneticamente potenziate e un dio asgardiano), ma non ha mai lasciato che questo ostacolasse il suo cammino. In breve, sia Sam che Steve hanno archi narrativi all’interno del MCU che consentono loro di superare la loro relativa “normalità” per diventare eroi.

Al contrario, la super forza e il braccio bionico di Bucky nei panni del Soldato d’Inverno (entrambi acquisiti dopo la tortura e la sperimentazione per mano dell’HYDRA) lo hanno messo alla pari con i suoi compagni più potenti, a differenza di Sam e di uno Steve pre-siero del supersoldato. E anche se Sam avrebbe potuto condurre una vita normale e non da supereroe, quella di Bucky è stata in qualche modo limitata dalle sue tragiche circostanze. Essendo stati i suoi legami con la sua vita precedente irrimediabilmente recisi, Bucky era diventato un ricercato senza nessun altro posto dove andare, finché non venne “guarito” a Wakanda. Mentre il viaggio di Bucky è stato dettato dal suo considerevole trauma, Sam e Steve hanno avuto più libertà d’azione nel determinare il loro destino finale.

Sam Wilson sarà un degno successore di Captain America nel MCU

Fondamentalmente, sia Sam che Steve non hanno paura di andare contro lo status quo mentre perseguono i loro obiettivi, anche se le loro azioni entrano in conflitto con “l’establishment”, una prospettiva interessante per i personaggi avvolti nell’iconografia e nel simbolismo americani. In Captain America: The Winter Soldier, il duo sfida gli ordini di marcia dopo aver appreso che l’HYDRA si è infiltrato nello S.H.I.E.L.D. Quindi, in Captain America: Civil War, Sam si unisce a Steve nel rifiutare gli accordi di Sokovia, nonostante le richieste del governo. Bucky, d’altra parte, è stato a lungo lontano dalle sue origini americane, avendo trascorso decenni conducendo un’esistenza più nomade come Soldato d’Inverno e agendo in modo molto più discreto.

Con l’arrivo su Disney+ della serie The Falcon and the Winter Soldier, è possibile che i due eroi del titolo avranno molto da dirsi sulla decisione di Steve di passare lo scudo di vibranio a Sam e non a Bucky. Ma considerato il velato cenno di approvazione di quest’ultimo prima della decisione finale di Steve in Avengers: Endgame, è chiaro che anche il Soldato d’Inverno concordi sul fatto che Sam sia un degno successore. È quindi più giusto che Bucky continui ad essere il braccio destro di Captain America nell’entusiasmante nuova era del MCU.

George Clooney ricorda Batman & Robin: “Ero terribile”

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George Clooney ricorda Batman & Robin: “Ero terribile”

Di recente George Clooney ha concesso una lunga intervista a GQ in cui è tornato a parlare della sua esperienza nei panni dell’Uomo Pipistrello sul set di Batman & Robin del 1997. Il film di Joel Schumacher è da molti considerato la peggiore iterazione del Cavaliere Oscuro mai apparsa sul grande schermo, e lo stesso Clooney non hai evitato di riconoscerne i numerosi difetti nel corso degli anni.

“L’unico modo in cui si può onestamente parlare di alcune cose è quello di includere se stessi e le proprie mancanze nel discorso”, ha spiegato l’attore. “Ecco perché quando dico che Batman & Robin è un film terribile, specifico sempre che la mia performance in quel film era terribile”. Clooney sembra quindi assumersi la maggior parte delle colpe relative al fallimento del film, cosa che a quanto pare gli permette di poter parlare in maniera del tutto serena di quell’esperienza. “Assumersi la responsabilità e ammettere di aver fallito, ti dà anche la possibilità di poter parlare anche di tutti gli altri elementi che non hanno funzionato, come alcune pessime battute come “Freeze, Freeze!”

Anche se Batman & Robin è spesso odiato dalla maggior parte dei fan del Crociato di Gotham, una parte del fandom ha imparato ad apprezzarlo nel corso degli anni, arrivando ad elogiarlo per aver abbracciato quello stile camp tipico della serie tv degli anni ’60 e per essere, sostanzialmente, un film di Batman adatto forse ad un pubblico più giovane: a livello di merchandising e di toys, infatti, il film generò enormi profitti per la Warner Bros. alla fine degli anni ’90.

Uscito nelle sale nel 1997 e diretto da Joel SchumacherBatman & Robin venne introdotto come sequel di Batman Forever (segnando, di fatto, la fine del franchise e del personaggio al cinema prima che Christopher Nolan lo riavviasse con Batman Begins nel 2005) e presentò ai fan la nuova versione dell’Uomo Pipistrello interpretato da Clooney, allora celebre soprattutto per il ruolo del dottor Doug Ross nella serie E.R. – Medici in prima linea. 

La carriera di George Clooney dopo Batman & Robin

Sicuramente, George Clooney deve aver imparato molto dalla sua esperienza nei panni di Batman. Archiviata l’esperienza con i film di supereroi, l’attore ha sempre alternato cinema commerciale a prodotti di nicchia più autoriali, arrivando addirittura a vincere due premi Oscar: nel 2006 come migliore attore non protagonista per il film Syriana e nel 2013 come miglior film per Argo, in cui figura tra i produttori insieme a Ben Affleck e Grant Heslov.

Shameless 11×01: la trama dalla season premiere

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Shameless 11×01: la trama dalla season premiere

Il canale americano Showtime dopo le foto  ha diffuso la trama di Shameless 11×01, il primo episodio dell’attesa undicesima e ultima stagione di Shameless.

In Shameless 11×01 che si intitolerà dall’episodio “This Is Chicago” I Gallagher si adattano alla vita durante la pandemia: Frank teme la perdita del South Side a causa della gentrificazione, mentre le chiusure delle barre costringono Kev e V a dare sfogo alla creatività all’Alibi. Lip e Tami, privati ​​del sonno, lavorano per trasformare la loro nuova casa in una casa mentre Carl finisce il suo tempo all’accademia di polizia. Debbie diventa il capo di se stessa e si occupa delle ripercussioni della sua condanna per stupro legale nei confronti della diciassettenne Julia. La fase della luna di miele di Ian e Mickey è finita perché hanno idee molto diverse su come sarebbe la vita coniugale.

Shameless 11×01

L’ultima stagione di SHAMELESS vede la famiglia Gallagher e il South Side a un bivio, con i cambiamenti causati dalla pandemia COVID, dalla gentrificazione e dall’invecchiamento per riconciliarsi. Mentre Frank (William H. Macy) affronta la sua mortalità e i suoi legami familiari negli anni del crepuscolo indotti da alcol e droghe, Lip (Jeremy Allen White) lotta con la prospettiva di diventare il nuovo patriarca della famiglia. Gli sposi Ian (Cameron Monaghan) e Mickey (Noel Fisher) stanno cercando di capire le regole e le responsabilità di una relazione impegnata mentre Deb (Emma Kenney) abbraccia la sua individualità e maternità single. Carl (Ethan Cutkosky) trova un’improbabile nuova carriera nelle forze dell’ordine e Kevin (Steve Howey) e V (Shanola Hampton) lottano per decidere se vale la pena combattere per una vita difficile nel South Side.

SHAMELESS 11 è interpretato dal candidato all’Oscar e vincitore dell’Emmy e del SAG Award William H.Macy, Jeremy Allen White, Ethan Cutkosky, Shanola Hampton, Steve Howey, Emma Kenney, Cameron Monaghan, Christian Isaiah, Noel Fisher e Kate Miner. Creata da Paul Abbott, la serie è prodotta da Bonanza Productions in associazione con John Wells Productions e Warner Bros.Television. Sviluppata per la televisione americana da John Wells, la serie è prodotta da Wells, Nancy M. Pimental, Joe Lawson, Iain MacDonald e Michael Hissrich.

Spider-Man 3: Michael Giacchino si occuperà ancora delle musiche

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Spider-Man 3: Michael Giacchino si occuperà ancora delle musiche

Dopo i rumor delle scorso ottobre, Michael Giacchino, celebre compositore premio Oscar, ha finalmente confermato che tornerà ad occuparsi della colonna sonora di Spider-Man 3, la terza avventura cinematografica dell’Uomo Ragno interpretato da Tom Holland e collegata al MCU, che arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

Giacchino ha infatti postato attraverso il suo account Twitter la stessa foto dal set condivisa qualche settimana fa da Tom Holland: si tratta della prima foto ufficiale dal set di Spider-Man 3, in cui vediamo Holland in azione con il costume dell’Uomo Ragno e la mascherina per prevenire il contagio da Covid-19. Nella didascalia che ha accompagnato l’immagine, Giacchino ha scritto: “Felice di Tornare a casa!”.

Ricordiamo che Michael Giacchino, oltre ad aver curato la colonna sonora sia di Spider-Man: Homecoming che di Spider-Man: Far From Home, ha composto anche le musiche di film come JoJo Rabbit, Coco, Doctor Strange, Inside Out, Jurassic World e Mission Impossible – Protocollo Fantasma. Nel 2010 ha vinto l’Oscar grazie al film d’animazione Up. Il celebre compositore si occuperà anche della colonna sonora di Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

A proposito del sequel di Sam Raimi, sappiamo che Benedict Cumberbatch tornerà a vestire i panni di Stephen Strange in Spider-Man 3. Al momento non sappiamo in che modo i due eroi continueranno a combattere il male fianco a fianco, ma secondo una delle teorie più accreditate, Strange potrebbe diventare il nuovo mentore di Peter Parker e raccogliere quindi l’eredità di Tony Stark/Iron Man, morto alla fine di Avengers: Endgame

Cosa sappiamo di Spider-Man 3?

Di Spider-Man 3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

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