Saoirse Ronan,
Sam Rockwell e David Oyelowo hanno
firmato per recitare in un nuovo thriller poliziesco ancora senza
titolo in produzione alla Searchlight Pictures. A dirigere il film
è stato chiamato Tom George che lavorerà su una sceneggiatura di
Mark Chappell. Il produttore di Iron Lady, Damian
Jones, si occuperà della produzione, dopo aver già collaborato con
Searchlight in film come Belle e
Absolutely Fabulous: The Movie.
La storia è ambientata nella Londra
degli anni ’50, dove un disperato produttore cinematografico di
Hollywood si propone di trasformare una popolare commedia del West
End in un film. Quando i membri della produzione vengono
assassinati, l’ispettore Stoppard (Rockwell) stanco del mondo e la
matricola troppo zelante Constable Stalker (Ronan) si trovano nel
bel mezzo di un mistero all’interno dell’affascinante Theatreland e
della sordida metropolitana di Londra.
Non è ancora stata fissata una data
di inizio della produzione. Katie Goodson-Thomas, responsabile
dello sviluppo e della produzione per Searchlight Pictures UK,
supervisionerà lo studio insieme al direttore della produzione
Richard Ruiz e al dirigente dello sviluppo senior Pete Spencer.
Dopo il successo con Piccole Donne
nella scorsa stagione, Saoirse Ronan è tornata alla ribalta
quest’anno grazie ad
Ammonite, che la vedrà di nuovo protagonista della
corsa all’Oscar. Intanto la vedremo anche in The French Dispatch di Wes Anderson.
Sam Rockwell, reduce dal successo e dall’Emmy
con Fosse / Verdon, in cui ha interpretato il
leggendario coreografo e regista Bob Fosse, e dalla partecipazione
al film di Clint Eastwood, Richard Jewell, ha anche recentemente prestato
la voce al personaggio del titolo in The One and Only
Ivan della Disney.
David Oyelowo è
apparso di recente nel dramma Come Away con
Angelina Jolie. Ha una manciata di film in uscita
negli USA nei prossimi mesi, tra cui l’atteso film di NetflixMidnight Sky in cui recita al fianco di
George Clooney.
Mentre la Disney sta segretamente
riordinando le idee per i prossimi investimenti sui franchise Fox
venuti in suo possesso, sembra che una delle proprietà
intellettuali del grande mazzo passatogli in mano stia per
cominciare a vedere la luce. Si tratta di Deadpool3 al quale sono appena stati legati degli
sceneggiatori.
Via
Deadline, scopriamo che Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Loeglin sono state scelte per sceneggiare il film
in cui Ryan Reynolds riprenderà il ruolo del
mercenario chiacchierone.
Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Loeglin sc eneggiatrici di Deadpool 3
Gli incontri con gli sceneggiatori
si sono tenuti nell’ultimo mese alla presenza di Reynolds che ha
ascoltato le loro proposte per la prossima puntata. Alla fine, lo
studio e Reynolds hanno scelto la visione proposta dalle sorelle
Molyneux come la soluzione perfetta per ciò che volevano. Il film
rimane in fase di sviluppo iniziale, ma l’assunzione di
Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Loeglin segna il
primo grande passo verso la produzione del prossimo film di
Deadpool.
Questa sarà la prima volta in cui il
personaggio verrà raccontato da Reynolds e il suo team di concerto
con i Marvel Studios. I fan saranno sicuramente
entusiasti del
coinvolgimento del presidente dei Marvel Studios, Kevin
Feige, dopo aver visto come ha contribuito a rinnovare il
franchise di Spider-Man, anche se i film di
Deadpool erano “in salute” anche prima della
fusione di Fox con Disney.
Joe Manganiello
conferma via social la sua partecipazione a
Justice League Snyder Cut con una suggestiva
fotografia in bianco e nero, pubblicata sul suo account Twitter, in
cui compare come Deathstroke.
L’attore era apparso in quel ruolo
nella scena post credits di Justice League, in quanto sarebbe
dovuto essere il villain del Batman di Ben
Affleck. Nella scena c’era anche Jesse
Eisenberg nei panni di un finalmente calvo Lex Luthor.
Ecco di seguito la foto di
Manganiello/Deathstroke:
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Amazon Studios ha acquisito da
Paramount Pictures i diritti globali di Coming 2
America, attesissimo sequel dell’iconica commedia
Il principe cerca moglie.Coming
2 America sarà disponibile su Prime Video in tutto il mondo in più di 240 paesi
e territori il 5 Marzo 2021.
Nel rigoglioso regno di Zamunda, Re
Akeem (Eddie Murphy) è appena stato incoronato e con il suo fidato
consigliere Semmi (Arsenio Hall) intraprende una nuova ed
esilarante avventura che li porta ad attraversare il globo partendo
dalla loro meravigliosa nazione africana fino al Queens, il
quartiere di New York dove tutto è iniziato. Il cast originale de
Il principe cerca moglie (Coming to America)
ritorna sullo schermo con King Jaffe Joffer (James Earl Jones),
Queen Lisa (Shari Headley), Cleo McDowell (John Amos), Maurice
(Louie Anderson) assieme al variopinto gruppo del barbiere del
quartiere. A questo cast ricco di star si uniscono anche Wesley
Snipes, Leslie Jones, Tracy Morgan, Jermaine Fowler, Bella Murphy,
Rotimi, KiKi Layne, Nomzamo Mbatha e Teyana Taylor, facendo di
Coming 2 America la commedia più attesa dell’anno.
“Il principe cerca moglie
(Coming to America) è stato un vero fenomeno culturale,
una delle commedie più amate e acclamate di tutti i tempi” ha
dichiarato Jennifer Salke, Head of Amazon Studios. “Grazie al genio
comico di Eddie Murphy, con un eccezionale team di filmmakers e
sceneggiatori, e un cast favoloso, non potremmo essere più
entusiasti di celebrare questa nuova avventura. Siamo sicuri che il
pubblico in tutto il mondo si innamorerà di questo film divertente
e gioioso destinato a diventare un classico senza tempo”.
Coming 2 America arriva su Amazon
Prime Video
“Che cosa potrebbe esserci di meglio
che un ritorno a Zamunda? Siamo felicissimi che gli Amazon Studios
portino Eddie Murphy e Coming 2 America a un pubblico
mondiale che potrà ridere nuovamente con i personaggi che ama da
trent’anni, e conoscerne di nuovi che amerà negli anni a venire”,
ha affermato il produttore Kevin Misher.
Coming 2
America è diretto da Craig Brewer, di Paramount
Pictures in collaborazione con New Republic Pictures, e prodotto da
Eddie Murphy Productions e Misher Films. La sceneggiatura è scritta
da Kenya Barris, Barry W. Blaustein e David Sheffield, su soggetto
di Barry W. Blaustein, David Sheffield e Justin Kanew e basata sui
personaggi creati da Eddie Murphy. I produttori sono Kevin Misher e
Eddie Murphy, produttori esecutivi sono Brian Oliver, Bradley
Fischer, Valerii An, Kenya Barris, Charisse Hewitt-Webster, Michele
Imperato Stabile e Andy Berman.
Il principe cerca moglie (Coming to America)
debuttò al cinema nel 1988 diventando un successo al box office con
oltre 288 milioni di dollari di incassi in tutto il mondo. La
commedia venne tradotta in più di 25 lingue nel mondo e conosciuta
negli altri paesi con titoli come Un Prince à New York in
Francia, Der Prinz aus Zamunda in Germania, Un
Príncipe en Nueva York in America Latina e molti altri – per
poi diventare il film iconico che tutti conosciamo e amiamo. Al di
là del suo successo commerciale, il film, che rappresentava lo
spirito e la cultura del suo tempo, ha saputo diventare non solo un
evergreen ma anche un classico della grande commedia americana
capace ancora oggi di parlare a tutte le generazioni. I personaggi
memorabili e la storia di un “pesce fuor d’acqua” in cui ognuno può
riconoscersi hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo
rendendo questo film un cult da vedere e rivedere negli anni.
Amazon Studios:
Amazon Studios è la “home for talent”, crea e produce film e serie
televisive originali per un pubblico globale. Tutte le serie
originali sono in anteprima esclusiva su Amazon Prime Video,
disponibili in oltre 200 Paesi e Territori. Le serie di successo
Amazon Originals includono le commedie vincitrici dell’Emmy Award
Fleabag, creata e interpretata dalla vincitrice dell’Emmy
Award Phoebe Waller-Bridge, e The Marvelous Mrs. Maisel
creata da Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino premiati agli
Emmy, nonché la serie action thriller Tom Clancy’s Jack
Ryan con John Krasinski, l’irriverente serie sui supereroi
The
Boys, Upload di Greg Daniels, Hunters di Jordan
Peele con Al Pacino e Logan Lerman; e il fantasy Carnival
Row con Orlando Bloom e Cara Delevingne; gli Amazon Originals
includono anche contenuti su argomenti culturalmente rilevanti come
l’evento di musica e moda di Rihanna Savage X Fenty,
Guava Island di Donald Glover e Chasing
Happiness, un documentario sulle superstar del pop Jonas
Brothers.
Per quanto riguarda i film, Amazon Studios produce e acquisisce
film originali per l’uscita nei cinema o in esclusiva su Amazon
Prime Video. Nel 2017, Amazon Studios è stato il primo servizio di
streaming a vincere l’Oscar con Manchester by the Sea e
The Salesman. Le recenti uscite degli Amazon Studios
includono la commedia eversiva Borat: seguito di film
cinema con Sacha Baron Cohen, Troop Zero con Viola
Davis e Allison Janney; The Aeronauts di Tom Harper con
Felicity Jones e Eddie Redmayne; The Report di Scott Z.
Burns con Adam Driver e Annette Bening; Honey Boy della
regista Alma Har’el; e Les Misérables dal regista Ladj Ly
nominato all’Oscar. Tra i film del 2020, ci sono la commedia per
famiglie My Spy con Dave Bautista e Chloe Coleman,
Chemical Hearts con Lili Reinhart, Sound of Metal
con Riz Ahmed, Sylvie’s Love con Tessa Thompson e Nnamdi
Asomugha, Uncle Frank di Alan Ball con Paul Bettany e
Sophia Lillis, I’m Your Woman prodotto e interpretato da
Rachel Brosnahan e molti altri. Inoltre, la lista di film originali
include numerose pellicole di filmmaker emergenti come Blow the
Man Down diretto da Danielle Krudy e Bridget Savage Cole,
Selah and The Spades dalla regista Tayarisha Poe, The
Vast of Night diretto da Andrew Patterson e 7500 con
la regia di Patrick Vollrath.
“Pinocchio è una delle storie
più care, amata dalle famiglie di tutto il mondo. Siamo
rimasti colpiti dalla bellezza del mondo sovrannaturale e dalla
geniale narrazione del film di Matteo, e siamo entusiasti di
portare al pubblico vecchio e nuovo un’avventura così fresca,
maliziosa ed emozionante”, dicono Howard
Cohen e Eric d’Arbeloff, co-presidenti di
Roadside Attractions.
Matteo Garrone
aggiunge: “Sono molto felice e orgoglioso che
Pinocchio possa finalmente incontrare il pubblico americano
grazie a una distribuzione così prestigiosa come la Roadside
Attractions. Spero che, come già successo in Italia, Pinocchio
riunisca davanti al grande schermo famiglie e spettatori di tutte
le età, facendoli evadere dalla realtà e portandoli in un mondo
parallelo, dove il reale si confonde con il magico dando vita a una
delle fiabe più belle e spettacolari al mondo”
Roberto Benigni
dichiara: “Sono veramente felice che la distribuzione
americana Roadside Attractions abbia amato il Pinocchio
di Matteo Garrone e lo distribuirà nelle sale degli Stati
Uniti. È un’ottima notizia per il nostro cinema e
per questo film che ancheio amo molto . Un film
pieno di fantasia e speranza, così meravigliosamente italiano, una
storia che da più di un secolo incanta, diverte e commuove le
persone di ogni età in tutto il mondo”
Per Jeremy Thomas
“è fantastico che Howard Cohen e il suo gruppo abbiano avuto
l’intuizione di portare questa versione più originale di
Pinocchio ai bambini e agli adulti americani, per i quali è
stato magistralmente realizzato il doppiaggio in
inglese”.
Paolo Del Brocco,
amministratore delegato di Rai Cinema aggiunge: “Pinocchio è
forse la favola italiana più conosciuta nel mondo. Siamo molto
orgogliosi che una distribuzione importante come la Roadside
Attractions abbia deciso di offrire al pubblico americano la
meravigliosa versione di Matteo Garrone, interpretata da un cast
straordinario. Un film che è un inno al talento e alle bellezze
dell’Italia”.
L’accordo è stato negoziato da Cohen
di Roadside e Gabrielle Stewart di HanWay Films.
PINOCCHIO,
una coproduzione Italia/Francia. Prodotto da ARCHIMEDE e RAI
CINEMA, LE PACTE e RECORDED PICTURE COMPANY, in associazione con
LEONE FILM GROUP, in associazione con BPER BANCA, con il contributo
di MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E AUDIOVISIVO e di EURIMAGES,
con il contributo della REGIONE LAZIO – Avviso pubblico Attrazione
produzioni cinematografiche (POR FESR LAZIO 2014-2020) Progetto
Cofinanziato dall’Unione Europea e Regione Lazio Fondo Regionale
per il Cinema e l’Audiovisivo, con il contributo della REGIONE
PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione Apulia Film
Commission e della REGIONE TOSCANA – Toscana Promozioni, con il
contributo di CANAL + e CINE +.
ROADSIDE
ATTRACTIONS
Dalla sua fondazione nel 2003, i
film della Roadside Attractions hanno incassato oltre 300 milioni
di dollari e ottenuto 21 nomination agli Academy Award®. Le recenti
uscite di Roadside Attractions includono il film premio Oscar®
Judy, interpretato da Renée Zellweger, e il film
indipendente primo incasso dell’estate 2019, The Peanut Butter
Falcon. Una Canzone per Mio Padre, a sfondo religioso, è stato
il film indipendente n. 1 del 2018 con un incasso lordo di 83,5
milioni di dollari. La società ha distribuito successi di critica e
commerciali come Manchester by the Sea, Ben Is Back, Beatriz a
Dinner, Whitney, Stronger, Love & Friendship, Hello, My Name Is
Doris, Mr. Holmes, Love & Mercy, A Most Wanted Man, Cara gente
bianca, I gemelli scheletro, All Is Lost, Fango, Winter’s Bone, The
Cove, Arbitrage, Margin Call e Super Size Me.
Netflix annuncia oggi new entry nel cast della quarta
stagione di Stranger
Things. Di seguito i nomi degli attori e i relativi
ruoli, che si aggiungono al celebre cast della serie.
Jamie Campbell Bower
(Shadowhunters – Città di ossa, Sweeney Todd – Il
diabolico barbiere di Fleet Street) interpreterà Peter
Ballard, un uomo premuroso che lavora come inserviente in un
ospedale psichiatrico. Stanco della brutalità di cui è testimone
giorno dopo giorno, riuscirà finalmente a prendere una
posizione?
Eduardo Franco (La rivincita
delle sfigate, The Binge) interpreterà Argyle, il
nuovo migliore amico di Jonathan. Amante del divertimento in tutte
le sue forme, consegna deliziose pizze per Surfer Boy Pizza.
Joseph Quinn (Caterina la
Grande, Casa Howard) interpreterà Eddie Munson, un
audace metallaro degli anni ’80 che gestisce The Hellfire Club, il
club ufficiale di Dungeon & Dragons della Hawkins High. Odiato da
chi non lo capisce – e amato da chi lo capisce – Eddie si troverà
nel terrificante epicentro del mistero di questa stagione.
Sherman Augustus (Into the
Badlands, Westworld – Dove tutto è concesso)
interpreterà il tenente colonnello Sullivan, un uomo intelligente e
senza fronzoli che crede di sapere come fermare il male ad Hawkins
una volta per tutte…
Mason Dye (Bosch, The
Goldbergs) interpreterà Jason Carver. Jason sembra avere tutto
nella vita: è bello, è ricco, è una star dello sport ed esce con la
ragazza più popolare della scuola. Ma quando un nuovo male minaccia
Hawkins, il mondo perfetto di Jason inizia a sgretolarsi…
Nikola Djurko (Genius,
Nella terra del sangue e del miele) interpreterà Yuri, uno
squallido e imprevedibile contrabbandiere russo che ama le pessime
battute, il denaro e il burro di arachidi croccante.
Robert Englund (Saga di
Nightmare, V) interpreterà Victor Creel, un uomo
disturbato e intimidatorio che è stato rinchiuso in un ospedale
psichiatrico per un raccapricciante omicidio negli anni ’50.
Tom Wlaschiha (Il Trono di
Spade, Jack Ryan) interpreterà Dmitri, una
guardia carceraria russa che fa amicizia con Hopper. Dmitri è
intelligente, astuto e affascinante… ma ci si può fidare di
lui?
Sinossi
Nato come una lettera d’amore verso
quei film degli anni ‘80 che hanno affascinato un’intera
generazione, Stranger
Things è un dramma emozionante ambientato nella città
apparentemente normale del Midwest di Hawkins, nell’Indiana. Dopo
che un ragazzo è svanito nel nulla, il suo affiatato gruppo di
amici e familiari cerca risposte e viene trascinato in una serie di
eventi mortali e ad alto rischio. Sotto la superficie della loro
città si nasconde uno straordinario mistero soprannaturale, insieme
ad esperimenti governativi top-secret e una pericolosa porta che
collega il nostro mondo a un regno potente ma sinistro. Le amicizie
saranno messe alla prova e le vite saranno alterate poiché ciò che
scopriranno cambierà Hawkins e forse il mondo per sempre.
Il thriller psicologico italiano
Weekend, diretto da Riccardo Grandi,
arriverà invece su Amazon Prime Video il 17 dicembre, con
un cast composto da alcuni dei giovani interpreti più amati del
panorama cinematografico italiano contemporaneo:
Alessio Lapice (Il primo re, “Imma Tataranni
– Sostituto Procuratore”, Nato a Casal di Principe),
Eugenio Franceschini (Sconnessi, Una vita
spericolata), Jacopo Olmo Antinori (“I Medici”, Una
questione privata, La ragazza nella nebbia),
Filippo Scicchitano (Allacciate le
cinture,Non è un paese per giovani, Croce e
delizia), Lorenzo Zurzolo (“Sotto il sole di
Riccione”, “Baby”), e la modella Greta Ferro (“Made in Italy”).
In Weekend quattro amici,
isolati in un rifugio di montagna, hanno un’unica possibilità di
salvezza: scoprire chi tra loro è il colpevole di un terribile
crimine del passato. Un intreccio ricco di elementi noir e colpi di
scena, con continui rimandi tra presente e passato che mettono a
nudo ognuno dei personaggi mostrandone la parte più “animale”.
“In questo film ho voluto ridurre
all’essenziale gli elementi in gioco, con una rappresentazione
asciutta e primordiale sia nelle relazioni tra i personaggi che
nell’assetto narrativo – ha raccontato il regista Grandi -. L’arco
temporale breve, i pochi attori in scena e un’ambientazione
circoscritta sono la sfida che ho lanciato a me stesso. È una sfida
anche quella che il film lancia allo spettatore, specialmente se
attento ai comportamenti dei protagonisti e ai dettagli”.
Weekend è una coproduzione internazionale Italia – Albania
– prodotta per l’Italia da Camaleo, Twister Film, Showlab e per
l’Albania A. B. film.
Antebellum, l’atteso horror prodotto da
Sean McKittrick (Get out, BlackKklansman,
Noi e Donnie Darko), diretto dal duo
Bush+Renz (Gerard Bush e Christoper Renz) sarà
disponibile dal 14 dicembre su Amazon Prime
Video, la pellicola è interpretata da Janaelle Monáe,
l’attrice e cantautrice americana originaria del Kansas apprezzata
per i suoi ruoli in Hidden Figures (Il
diritto di contare) e nel film Premio Oscar Moonlight.
Antebellum racconta di
Veronica, autrice di libri di successo ed esperta di diritti civili
dei neri, che inconsapevolmente si ritroverà intrappolata in una
realtà parallela orribile che la mette in connessione con una
schiava che lavora nei campi di cotone mentre la Guerra Civile
infuria intorno a lei. Attraverso diversi mondi ed epoche, Eden e
Veronica si trovano coinvolte in circostanze che cambieranno la
loro vita. Per evitare di rimanere imprigionata per sempre in
questo mondo d’orrore e panico, la protagonista dovrà comprendere
prima che sia tardi il folle e antico mistero che si nasconde
dietro tutta questa angoscia.
“Quando abbiamo iniziato a lavorare
al film non avevamo immaginato, né potevamo immaginare il modo in
cui il razzismo avrebbe preso il sopravvento nella storia, e nelle
conversazioni. Ma ce n’era uno sfrenato bisogno – ha spiegato Bush
– Volevamo che il film costringesse il pubblico a guardare l’orrore
reale del razzismo attraverso la lente dell’orrore cinematografico.
Il nostro obiettivo era ed è stimolare il pubblico affinché parli e
affronti l’argomento”.
In un mondo pieno di studi e
multinazionali che indirizzano le loro produzioni agli adulti, la
Disney ha sempre mirato, invece, a bambini e
famiglie. Tuttavia, è abbastanza sorprendente quante volte la Casa
di Topolino abbia provato, intenzionalmente, a terrorizzare i
propri spettatori. Screen
Rant ha raccolto i 10 momenti più spaventosi mai visti in una
produzione Disney, tra film d’animazione e live action:
La foresta di Biancaneve
Biancaneve e i sette nani,
il primo di una lunga serie di capolavori animati firmata Walt
Disney Pictures, ha conquistato subito il cuore degli spettatori e,
come ogni buona favola che si rispetti, aveva una storia intrisa di
buoni sentimenti. Tuttavia, non ha rinunciato ad una componente
sorprendentemente horror…
La scena con gli alberi che prendono
vita, i coccodrilli dalle enormi fauci e le legioni di occhi
illuminati nella foresta infestata era sicuramente qualcosa che non
ci si aspettava da Walt Disney. Una scena che, all’epoca, è servita
a mostrare cosa si poteva ottenere mescolando un po’ di inchiostro
e di vernice.
L’ira di Paperino
Parlando di momenti
decisamente poco disneyiani, Paperino è davvero esilarante quando
si arrabbia, dal momento che risulta come un bambino che fa i
capricci. Eppure, quando si arrabbia è capace di ferire le
persone.
La rabbia e la fame sono due
emozioni che non dovrebbero mai mescolarsi e Paperino lo ha più
volte dimostrato. In Topolino e il fagiolo magico, il
baratro della fame quasi lo spinge ad uccidere con l’ascia una
mucca innocente. Grazie a Walt, Topolino e Pippo alla fine riescono
a placare la sua ira.
Le leggenda della valle addormentata
C’è un certo stigma
sull’adattamento delle opere letterarie della Disney, ma il
segmento “La leggenda della valle addormentata” tratto da Le
avventure di Ichabod e Mr. Toad è sorprendentemente fedele al
libro. Ciò include anche l’apparizione del Cavaliere senza testa
nel terzo atto.
Il culmine del racconto spettrale è
uno dei momenti più spaventosi di tutta la storia della Disney.
Dalle immagini inquietanti alla risata terrificante del Cavaliere,
è un vero e proprio incubo animato.
Mombi
La Disney
Animation non è l’unico posto in cui trovare qualche spavento degno
di nota. Nei regni del live-action, Nel fantastico mondo di
Oz è spesso considerato il più spavento della Disney. C’è una
lunga lista di ragioni per considerare questo film alquanto
spaventoso, ma poche cose sono davvero terrificanti come la
principessa Mombi.
Una strega cattiva
con una collezione di teste intercambiabili viventi, perfetta per
un film ambientato nella “Merry Old Land” di Oz, ma forse qualcosa
che la maggior parte dei fan non si aspetterebbe mai di trovare
lungo il sentiero dorato...
Gli occhi del parco
Ricordate quando la Disney
ha realizzato un film dell’orrore? Per quanto strano possa
sembrare, è vero! La Disney ha realizzato volontariamente un film
horror a tutti gli effetti: si tratta de Gli occhi del parco,
datato 1980.
Anche se non è esattamente Non
aprite quella porta, l’idea di spiriti maligni che
perseguitano e spaventano una famiglia che si trasferisce in una
misteriosa vecchia casa di campagna suona come la trama di un film
di Evil Dead. Sicuramente un’esperienza macabra targata
Disney.
La maledizione della prima luna
“È meglio che inizi a
credere alle storie di fantasmi, signorina Turner…”. Chi
avrebbe mai immaginato che un film ispirato ad un’attrazione dei
Parchi Disney sarebbe stato così perfettamente stravagante?
I pirati che si trasformano in
scheletri di zombi al chiaro di luna potrebbero sembrare sciocchi
all’inizio, ma la realtà è che non sono soltanto dei mucchi d’ossa
sul grande schermo. Con un’avventura così elettrizzante e a tratti
spaventosa, c’è da meravigliarsi che la serie sia decollata in quel
modo?
Phantom Manor
Nemmeno i parchi a tema
sono al sicuro dagli appetiti macabri della Disney. Mentre
l’originale Haunted Mansion è sì spettrale ma un tantino sciocca,
Phantom Manor situata a Disneyland Paris è da tutti riconosciuta
come davvero spaventosa.
Phantom Manor presenta diverse
somiglianze con il cugino americano; tuttavia, aumenta la paura
tramite una maledizione familiare, un mistero di omicidio e un
tunnel pieno di zombie. I fantasmi che fanno l’autostop sono
l’ultima delle preoccupazioni in questa versione…
Una notte sul Monte Calvo
Fantasia è stato
probabilmente il primo film Disney realizzato più per gli adulti
che per i bambini. Ciononostante, il segmento “Una Notte sul Monte
Calvo” è ancora oggi qualcosa che lascia increduli molti fan.
L’immagine di Chernabog (chiamato
Satana nel film) che si alza dalla cima della montagna ed evoca i
suoi servi dell’oscurità dalle profondità infuocate degli inferi
non è certamente una rappresentazione sana che si assocerebbe in
generale alla multinazionale…
Fiamme dell’inferno
Parlare di un piccolo
problema con il camino è usare sicuramente un eufemismo. Se c’è un
momento in un film d’animazione Disney che ha terrorizzato i
bambini degli anni ’90, è “Fiamme dell’inferno”, forse la
canzone più memorabile de Il gobbo di Notre Dame.
Si tratta di un’espressione musicale
di lussuria, peccato e dannazione eterna, e tutto sotto il nome
della Casa di Topolino. In che modo questo film è riuscito ad
ottenuto di nuovo un rating G?
La pentola magica
Immaginate un film
d’animazione Disney così spaventoso da meritare quasi un divieto ai
moniri. Era così lontano dal repertorio della Disney, che ha quasi
mandato in fallimento lo studio.
Forse non ci sarà mai più un cattivo
così terrificante come Re Cornelius o una forza del male così
spaventosa come l’Esercito di Morti. Ciononostante, ci sono ancora
oggi tantissimi motivi per amare ed esseri fieri di Taron e la
pentola magica.
One Night in Miami
è diretto da Regina King e scritto da Kemp
Powers, basato sul suo spettacolo teatrale “One Night In
Miami …”, è prodotto da Jess Wu Calder, Keith Calder, Jody
Klein e vede protagonisti Kingsley Ben-Adir, Eli
Goree, Aldis Hodge, Leslie Odom Jr., Joaquina Kalukango, Nicolette
Robinson con Beau Bridges e Lance
Reddick.
La trama di One Night in
Miami
In un’incredibile notte del 1964,
quattro icone di sport, musica e attivismo si sono riunite per
celebrare uno dei più grandi sconvolgimenti nella storia della
boxe. Quando lo sfidante Cassius Clay, che presto si chiamerà
Muhammad Ali (Eli Goree), sconfisse il campione
dei pesi massimi Sonny Liston alla Miami Convention Hall, Clay
commemorò l’evento con tre dei suoi amici: Malcolm X
(Kingsley Ben-Adir), Sam Cooke (Leslie
Odom Jr.) e Jim Brown (Aldis Hodge).
Basato sull’omonima opera teatrale
pluripremiata e diretto da
Regina King, One Night In Miami è un racconto
di fantasia ispirato alla notte storica trascorsa insieme da queste
quattro formidabili figure. Esamina le lotte che questi uomini
hanno affrontato e il ruolo vitale che ciascuno di loro ha svolto
nel movimento per i diritti civili e nello sconvolgimento culturale
degli anni ’60. Più di 40 anni dopo, le loro conversazioni
sull’ingiustizia razziale, la religione e la responsabilità
personale risuonano ancora.
Il cofanetto sarà edito in
formato DVD (con all’interno 4 dischi) e Blu-ray (4
dischi), entrambi contenenti un disco interamente dedicato
a contenuti extra inediti e una card da
collezione.
Al centro della saga la celebre
banda dei ricercatori ricercatori universitari che tentano di
uscire dall’impasse lavorativa ed esistenziale della
precarietà cronica, producendo e spacciando smart drugs.
Una delle commedie italiane più amate e divertenti di sempre, con
un cast stellare composto da Edoardo Leo, Valerio
Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Stefano Fresi,
Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Marco Bonini,
Rosario Lisma, Giampaolo Morelli, e con Peppe Barra, Greta
Scarano, Luigi Lo Cascio, Valeria Solarino e con Neri Marcorè.
George Lucas ha pubblicamente difeso una delle
parti più controverse della trama di Star Wars: La minaccia fantasma. Uscito nel
1999, Episodio I ha segnato il tanto atteso ritorno sul
grande schermo dell’amato universo cinematografico iniziato nel
1977. Sebbene il film abbia incassato ben 1.027 miliardi di
dollari, nel corso degli anni i fan e la critica lo hanno spesso
etichettato come uno dei titoli più deludenti del franchise,
soprattutto per la sua incapacità di essere all’altezza
dell’eredità di
Star Wars.
In cima alla lunga lista di
lamentele c’è l’inclusione di Jar Jar Binks, un
personaggio realizzato totalmente al computer, la cui maldestra
comicità è stata criticata per essere totalmente fuori luogo in un
film della saga. Molti hanno anche sollevato obiezioni al fatto che
il protagonista del film fosse un ragazzino, poiché nel film Lucas
ha provato a ritrarre i primi anni del futuro Signore dei Sith,
Anakin Skywalker. Inoltre, il film viene spesso criticato per il
massiccio impiego di effetti speciali e per la trama insensata, che
si impantana in dettagli mal sviluppati.
Lo sceneggiatore e regista de
La minaccia fantasma,George Lucas, ha trascorso due decenni a
difendere la sua trilogia prequel tanto diffamata, offrendo
spiegazioni per le molte scelte controverse che ha fatto. Con
l’uscita del nuovo libro “The Star
Wars Archives: 1999-2005”, che include anche una lunga
intervista a Lucas, il regista ha avuto un’altra possibilità per
difendersi dalle legioni di nemici dei prequel.
George Lucas su La Minaccia
Fantasma: “Mi sono semplicemente attenuto alla realtà.”
In riferimento alle accuse secondo
cui il film aveva una trama inutilmente complicata che coinvolgeva
dettagli arcani circa la politica galattica, nel nuovo libro Lucas
insiste, sostenendo che si stava semplicemente attenendo alla
realtà di come le popolazioni umane cadono in conflitto. “È
così che iniziano le guerre”, dice Lucas a proposito della
disputa che ha dato il via a tutte le critiche relative alla storia
(via
Polygon).
George Lucas difende anche l’arco tragico
della trilogia prequel, che coinvolge la caduta della Repubblica e
l’ascesa dell’Impero (parallelamente al passaggio di Anakin
Skywalker al lato oscuro della Forza) e l’enfasi sull’aspetto
politico della storia. Ha dichiarato: “Non c’è colpo di stato,
non c’è ribellione, non c’è niente. Lo votano, che è ciò che accade
nella vita reale.”
Non c’è dubbio che la storia sia
piena di esempi di democrazie che cadono a causa di macchinazioni
politiche e guerre che iniziano a causa di dispute commerciali. La
domanda, però, è se tali eventi funzionali all’interno di un film
d’avventura fantascientifico apparentemente rivolti ai bambini
(Lucas ha sempre insistito sul fatto che vedeva
La minaccia fantasma come un film per bambini).
I film originali di Star Wars non sono stati certamente coinvolti
nella politica galattica, mantenendo quell’aspetto della storia
lontano, sullo sfondo, enfatizzando maggiormente l’azione. Anche i
prequel, ovviamente, hanno la loro buona dose di azione, anche se
molti hanno comunque diffamato la serie di battaglie con le spada
laser esasperate dai film, proprio perché privi di una reale
tensione drammatica.
Martedì 24 novembre alle ore
20.30 nuovo imperdibile appuntamento
firmato #iorestoinSALA,
il circuito digitale cui
aderiscono più di 50 cinema italiani: il
regista Antonio Padovan,
l’attore Stefano Fresi e il
fumettista Leo Ortolani presenteranno in
diretta streaming la divertente commedia lunare IL
GRANDE PASSO! A introdurre
l’incontro Antonio Capellupo per
#iorestoinSALA, modera Andrea Plazzi, editor,
traduttore e curatore del progetto di divulgazione scientifica
“Comics&Science” del CNR – Consiglio Nazionale delle
Ricerche.
Durante la presentazione online –
che ricordiamo sarà visibile anche sulle pagine Facebook di ognuna
delle oltre 50 sale del circuito www.iorestoinsala.it – si parlerà di
cinema ma anche e soprattutto dell’amore per lo
“spazio” e dell’adorazione per la
“luna”, fedele compagna di tante notti e avamposto
stellare di sogni e miraggi.
Il fumettista Leo Ortolani, autore
di due volumi che trattano proprio di queste due passioni, non
poteva che essere l’interlocutore ideale! In “C’è spazio per tutti”
(Panini Comics) e “Luna 2069” (Feltrinelli Comics), Ortolani
racconta viaggi “interstellari” e itinerari spaziali, disegnando
personaggi inevitabilmente e fatalmente attratti dalla luna. Della
stessa magnifica ossessione soffre Giuseppe Battiston nei panni di
Dario, fratello Mario (Stefano Fresi) nella commedia
surreale IL
GRANDE PASSO.
Due inediti “fratelli
cinematografici” che, al di là delle apparenze, non potrebbero
essere più diversi: impetuoso e geniale il primo, ossessionato
dall’idea di raggiungere dal Nordest Italiano la luna a bordo di un
razzo, e placido e divertito il secondo, che gestisce un negozio di
ferramenta nella capitale. Tutto funziona bene, finché le loro
strade non s’incrociano…
«Raccontando questa storia –
commenta Padovan – ho voluto rendere
omaggio a due mondi del cinema che amo e che vivono dentro di me.
Quello americano, un po’ infantile e sentimentalista, con cui sono
cresciuto da bambino: il cinema di sognatori
come Steven Spielberg. E quello
silenzioso e sincero, il cinema della mia terra, creato
da artigiani come Carlo Mazzacurati. Questi
due mondi s’incontrano e si scontrano in una storia che parla del
sogno di andare sulla luna, e di due fratelli che imparano a
conoscersi».
Red Guardian è un personaggio dei
fumetti con una storia alquanto complicata e contorta: è morto ed è
risorto in più occasioni, e originariamente è stato presentato come
ex marito di Natasha Romanoff. Nel film Black Widow, servirà come
figura paterna nei confronti dell’eroina, ma sembrerà anche una
sorta di aspirante Captain America.
Nel libro di recente pubblicazione
“Black Widow: The Official Movie Special Book”
(via
CBM), l’attore David
Harbour ha condiviso diversi nuovi dettagli su
ciò che i fan dovranno aspettarsi da Alexei Shostakoff. “È
cresciuto nell’Unione Sovietica durante la corsa agli armamenti.
Era un soldato. È stato scelto per questo programma poiché gli
americani stavano sviluppando armi e, ovviamente, Capitan
America”, rivela l’attore. “I russi sono stati più lenti,
ma volevano contrattaccare con la loro versione di Captain America.
È stato colpito con un siero che gli ha donato una super-forza ed è
stato addestrato in un certo modo. Ma non è diventato famoso come
Captain America. Nessuno sa veramente chi sia.”
“Il legame tra lui e Black Widow
è che sono stati istituiti come una famiglia di spie nell’America
degli anni ’90. Quindi, la Melina di Rachel Weisz era una specie di
mamma, Alexei era il papà, e Natasha e Yelena erano i loro figli.
Lo vediamo all’inizio del film: funzionano come una famiglia. Si
conoscevano da molto tempo e poi hanno perso i contatti per quasi
vent’anni. L’ha portata via dalla Stanza Rossa ma l’ha anche
rimessa nella Stanza Rossa perché credeva in quella
causa.”
Harbour avrebbe poi aggiunto che Red
Guardian ha tenuto d’occhio Natasha attraverso i giornali e sa che
alla fine è diventata un membro dei Vendicatori. Ha anche
anticipato una potente riunione tra di loro, sottolineando ancora
una volta come le dinamiche familiari saranno una parte importante
di Black
Widow.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Kevin Williamson,
l’ideatore e produttore esecutivo del celebre franchise Scream,
ha annunciato sui suoi canali social il titolo del prossimo film
della saga che arriverà al cinema nel 2022. Si legge sui suoi
profili social: “Si chiude oggi il set di Scream, e sono
entusiasta di annunciare che sarà proprio questo il titolo
ufficiale del film! Quasi 25 anni fa, quando ho scritto Scream e Wes Craven lo ha
portato in vita, non avrei potuto immaginare l’impatto duraturo che
avrebbe avuto su di voi, suoi fan. Sono felice di riportarvi a
Woodsboro e spaventarvi ancora.
Credo che Wes sarebbe stato
orgoglioso del film che stanno realizzando Matt e Tyler. Sono
felice di riunirmi con Neve, Courtney, David e Marley e di lavorare
a fianco di un nuovo team di registi e di un incredibile cast di
nuovi arrivati che si sono uniti per dare seguito all’eredità di
Wes con l’imminente rilancio del franchise, che mi sta così tanto a
cuore. Ci vediamo nelle sale nel 2022”.
Scream sarà
distribuito al cinema nel 2022 da Eagle Pictures.
Secondo quanto riferito, la Disney
sta considerando di far uscire gli annunciati live action di
Cruella,
Peter
Pan & Wendy e Pinocchio direttamente
su Disney+. La Casa di Topolino ha
lanciato il suo servizio di streaming alla fine dello scorso anno,
riscuotendo da subito un grandissimo successo. È stato recentemente
confermato che Disney+ ha raggiunto oltre 70 milioni
di abbonati in tutto il mondo, grazie soprattutto alla
distribuzione in esclusiva di titoli come Hamilton e Mulan e all’arrivo della seconda stagione di
The
Mandalorian.
A causa della pandemia di Covid-19,
c’è stato un aumento di contenuti originali arrivati in esclusiva
su Disney+: basti pensare ad Artemis Fowl, arrivato lo scorso giugno dopo
la chiusura dei cinema, e a
Soul, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar che
debutterà direttamente sulla piattaforma a Natale. Nell’ultimo
periodo si è discusso molto su quali altri film Disney potrebbero
arrivare direttamente in streaming nei mesi a venire, anche se è
stato confermato che l’uscita di blockbuster come Black Widow resterà
ancorate alla sala.
Secondo un nuovo report di
Deadline, la Disney starebbe esaminando una lista di ipotetici
film che potrebbe saltare la sala e arrivare direttamente in
streaming a causa della pandemia. Il report rivela che tra questi
film ci sarebbero anche tre live action molto attesi:
Pinocchio di
Robert Zemeckis, con
Tom Hanks nei panni di Geppetto; Peter
Pan & Wendy, con
Yara Shahidi nei panni di Campanellino; Cruella,
il prequel de La carica dei 101 con
Emma Stone nei panni dell’iconica Crudelia de Mon.
Alcuni titoli Disney destinati a “migrare” su Disney+?
L’idea della Disney di far uscire
Pinocchio, Peter Pan &
Wendy e Cruella direttamente
su Disney+ non è altro che un ulteriore
conferma delle intenzioni dello studio di concentrarsi maggiormente
sulla piattaforma di streaming, cercando di incrementarne sempre
più la fruizione. Anche se allo stato attuale la Disney è più o
meno certa che il Coronavirus non sarà più un problema entro la
prossima estate, lo studio potrebbe continuare a limitare
ulteriormente l’uscita in sala di storie che, dalla sua
prospettiva, non sono degne di essere raccontate sul grande
schermo.
I titoli del
MCU, di
Star Wars e altri importanti franchise dovrebbero continuare ad
essere destinati alla sala, ma è possibile che i contenuti rivolti
ad un pubblico più giovane possano migrare definitivamente su
Disney+.
Molti lo conoscono per essere un
ottimo autore di serie tv – Six Feeet
Under e True Blood sono due
suoi successi. Altri per aver vinto un Oscar per
la sceneggiatura originale di American
Beauty, ma Alan Ball è anche un
regista di cinema. Tredici anni fa diresse il suo esordio sul
grande schermo Niente velo per Jasira, e
oggi che le sale sono interdette a causa della situazione
sanitaria, fa arrivare nelle case grazie ad Amazon
il suo secondo lungometraggio, Uncle Frank.
La trama di Uncle
Frank
1969, Beth, Sophia Lillis, è una quattordicenne della
provincia americana che nutre una sconfinata ammirazione per lo zio
Frank, Paul Bettany, insegnante a New York. Frank è
colto, le dà attenzione, sa ascoltare e la capisce, cosa che non
accade con gli altri componenti della famiglia. La invita ad essere
sé stessa ed inseguire i propri sogni. Quattro anni dopo, Beth,
ormai diciottenne, ha raggiunto lo zio a New York per studiare nel
suo college, quando arriva la notizia della morte del padre di
Frank, Stephen Root, nonno di Beth. Frank, che non
ha mai fatto coming out in famiglia e vive da dieci anni con il
compagno Wally, Peter Macdissi, si confida con
Beth e insieme partono alla volta di Creekville, Carolina del Sud.
Il viaggio che zio e nipote intraprendono per recarsi al funerale e
l’incontro con la famiglia riportano Frank indietro nel tempo, a
ripercorrere la sua adolescenza e il suo burrascoso rapporto col
padre, oltre a far riemergere un evento tragico che ha segnato
indelebilmente la sua vita. Sono però anche un’occasione per
voltare finalmente pagina.
Le intenzioni del regista e
i temi a lui cari in Uncle Frank
Alan Ball ha
dichiarato in una recente intervista di aver utilizzato questo film
come mezzo per elaborare un proprio trauma e ha sottolineato come
al centro del lavoro vi sia proprio la volontà di mostrare come sia
possibile superare i traumi e andare avanti nel proprio percorso di
vita. Questo è stato il primo spunto del film, scritto e prodotto
dal regista stesso. Il senso di colpa di Frank per la morte di Sam,
suo primo amore adolescenziale, lo ossessiona da sempre e lo
spettatore segue il percorso che lo porterà a liberarsene. Accanto
a ciò, si pongono altri temi cari al regista, come la
sensibilizzazione sui diritti civili delle persone LGBT – la
vicenda mostra come fosse difficile essere omosessuali nella
provincia americana cattolica degli anni ’70, ma anche come ad
altre latitudini si rischiasse la vita per voler esprimere
liberamente sé stessi, come sottolineato dal personaggio di
Wally.
Il viaggio di zio Frank,
intimo e lineare
Il tutto è trattato in modo molto
semplice e lineare, la vicenda si dipana tra road movie e dramma
incentrato sulle relazioni, alla maniera classica, senza sorprese.
Il registro scelto è quello della delicatezza, dei toni pacati.
Delicati, curati e luminosi sono gli ambienti in cui si svolge la
narrazione, soprattutto la casa di famiglia col giardino e il
portico, in cui dominano la luce, il bianco e i colori tenui
negli arredi, in un’atmosfera resa avvolgente dalla fotografia di
Khalid Mohtaseb. Sono questi i luoghi delle lunghe
chiacchierate complici tra zio e nipote, della riconciliazione e
del perdono, della speranza e di un nuovo, più luminoso inizio. Qui
Ball lascia da parte la sua capacità di
sorprendere con l’irriverenza, l’ironia, la trasgressione e
l’anticonformismo che gli sono propri, rinunciando all’originalità,
in favore di un racconto intimo, godibile ma non strabiliante.
Il cast di Uncle
Frank
Il film è sorretto da buone
interpretazioni, tra cui spicca quella del protagonista,
Paul Bettany (Master & Commander – Sfida
ai confini del mare, Il codice Da Vinci, Avengers:
Infinity War,
Solo: A Star Wars Story), efficace nel rendere i
tormenti dell’animo di Frank. Anche la giovane Sophia
Lillis (It, It – Capitolo
2) nel ruolo di Beth, offre una buona prova.
All’attore libanese Peter Macdissi (Six
Feet Under, Niente velo per Jasira),
compagno del regista e anche produttore del film, tocca affiancare
il protagonista interpretando il suo compagno Wally, il personaggio
più saggio e risolto della coppia, che con pazienza e gentilezza
assieme alla nipote, gli fa da angelo custode, guidandolo verso la
giusta direzione. Nel cast anche Steve Zahan, nel
ruolo del fratello di Frank, Mike, Stephen Root e
Margo Martindale, i genitori di Frank.
Uncle Frank, dove vederlo
in streaming
Uncle Frank, prodotto da Amazon
Studios, Miramax, Your face goes
here, Cota Films e Parts &
Labor, arriva su Amazon Prime Video dal 25 novembre.
Ecco perché i fan non dovrebbero
aspettarsi un lieto fine per la maggior parte dei personaggi del
MCU. La Saga dell’Infinito si è conclusa nel
2019 con Avengers:
Endgame, anche se
Spider-Man: Far From Home ha assolto la funzione di
epilogo. Anche se gli eroi sono emersi vittoriosi contro Thanos, ci
sono comunque stati una serie di sacrifici significativi, su tutti
Iron Man e Vedova Nera, che hanno dovuto rinunciare alle loro vite
in onore della causa.
Prima di Endgame,
il
MCU è stato spesso criticato per la mancanza di posta in gioco
derivante dalla riluttanza ad uccidere i personaggi principali.
Ciononostante, la decisione di uccidere uno dei personaggi più
amati dai fan, ossia Iron Man, è stata accolta con numerose riserve
da parte degli stessi. Di recente, il co-regista di Endgame,Joe Russo, ha spiegato durante la tappa di
Chicago del “We Love You 3000 Tour” (via Screen
Rant) perché Tony è dovuto morire e perché è probabile che non
sarà l’ultimo grande eroe del MCU a sperimentare una tragica fine
una volta terminato il suo arco narrativo.
“Penso che, in un certo senso,
Tony Stark fosse stato destinato a morire da sempre. Ed ecco la
cosa interessante della nostra cultura. Molte persone si arrabbiano
per questo, quando dico questa cosa. Ma quando sei un eroe, il tuo
lavoro è morire. Questo è il tuo lavoro da eroe: sacrificarti per
un bene più grande. Ed è quello che stiamo cercando di insegnare
alle persone nei film è che o ci sei dentro per te stesso o ci sei
per la comunità. E Tony è stato per la comunità.”
Le dichiarazioni di Russo non
significano, tuttavia, che ogni eroe del MCU vedrà terminare il suo viaggio
come è successo ad Iron Man. Come visto con Captain America, ci
sono le dovute eccezioni alla regola; dopotutto, sarebbe troppo
dark, per non dire ripetitivo, se davvero morissero tutti. È solo
che, considerando il lavoro che svolgono, un lieto fine è da
considerarsi un evento sempre più raro, poiché ogni singolo
Vendicatore si è assunto volontariamente la responsabilità di
essere un supereroe.
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019. Nel cast del film Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Bullet
Train è stato scritto da Zak Olkewicz
ed è basato sul romanzo giapponese “Maria Beetle” di Kotaro
Isaka. Nella storia, cinque assassini si ritrovano su un
treno ad alta velocità da Tokyo a Morioka, che fa poche fermate
intermedie. Durante il viaggio, i cinque scoprono che le loro
missioni sono collegate tra loro e che forse ognuno deve uccidere
l’altro. Chi uscirà dal treno vivo e cosa li attende alla stazione
terminal?
Il cast di Bullet
Train annovera già
Brad Pitt,
Joey King,
Aaron Taylor Johnson, Brian Tyree Henry, Andrew Koji, Zazie
Beetz e Michael Shannon. Al momento non è chiaro se
Lady Gaga interpreterà uno degli assassini al centro della storia,
anche se la fonte sottolinea che il suo potrebbe essere un ruolo
minore e non da protagonista.
David Leitch e la
Sony Pictures, che si occuperà della distribuzione del film, stanno
cercando di dare il via ai lavori questo autunno a Los Angeles, con
la speranza che la natura più contenuta della storia possa aiutare
con i protocolli di sicurezza legati al Covid-19, dato che il film
non dovrà diffondere il suo cast e la sua troupe in molte
location.
La carriera da attrice di Lady Gaga
Lady Gaga ha iniziato a recitare comparendo
brevemente in film quali Machete Kills (2013) e Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), entrambi
diretti da Robert Rodriguez. Nel 2015 ha interpretato la
protagonista di Hotel, la quinta stagione della serie
antologica American Horror Story ideata da Ryan Murphy,
vincendo un Golden Globe come migliore attrice in una miniserie o
film per la televisione.
Il debutto da protagonista assoluta
sul grande schermo è avvenuto nel 2018 con il sopracitato A Star
Is Born di Bradley Cooper, grazie al quale ha ricevuto
una nomination agli Oscar come migliore attrice protagonista. Tra i
suoi prossimi progetti cinematografici figura anche Gucci, il nuovo biopic di Ridley Scott che
racconterà il delitto di Maurizio Gucci, nipote del fondatore
della casa di moda italiana.
Scarlett
Johansson è entrata a far parte del MCU con l’uscita in sala di
Iron Man 2 del 2010: questo significa che
Vedova Nera ha preceduto l’arrivo sul grande schermo di personaggi
come Thor e Captain America. Presentata come Natalie Rushman, la
sua vera identità è stata rivelata durante l’atto finale del film,
quando il suo collegamento con lo S.H.I.E.L.D. è venuto alla
luce.
Nel libro di recente pubblicazione
“The Black Widow: The Official Movie Special Book”
(via
CBM), Scarlett
Johansson ha spiegato perché è ora il momento
giusto per un film interamente dedicato a Vedova Nera, e perché
sarebbe stato il contrario subito dopo il suo debutto nel MCU.“Se all’epoca avessimo
realizzato uno standalone dedicato a Vedova Nera, sarebbe stato un
film totalmente diverso da questo. Il sacrificio di Natasha in
Avengers: Endgame mi ha dato una
prospettiva completamente diversa su chi è”, spiega l’attrice.
“Prima, non credo che sarei stata in grado di mostrare alle
persone chi è veramente Natasha, di mostrare il suo nucleo emotivo
e, soprattutto, cosa la guida”.
“Non credo che saremmo stati in
grado di andare così in profondità allora. Probabilmente sarebbe
stato molto più di un semplice thriller di spionaggio… forse
sarebbe stato molto più appariscente, in un modo diverso, ma
avremmo semplicemente grattato la superficie di ciò che invece
facciamo in questo film”. Le parole di Johansson hanno
indubbiamente senso, ma sarebbe stato comunque divertente vedere
come un film di Vedova Nera si sarebbe adattato ai primissimi piani
delle Fasi 2 o 3 del MCU. Dopotutto, sono ormai anni che
i fan chiedono ossessivamente un film dedicato a Natasha;
sfortunatamente, a causa della pandemia, dovremmo aspettare fino al
prossimo maggio per vedere cosa ci riserverà la storia di
Black
Widow.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Zack Snyder ha ammesso che nonostante il suo
amore per il franchise, non pensa che la sua visione da regista
potrebbe adattarsi all’attuale universo di Star Wars. Snyder è noto per aver diretto film
di supereroi dai toni dark, spesso vietati ai minori: prima ha
diretto l’adattamento della graphic novel Watchmen nel 2009; poi ha diretto una trilogia di film
che hanno contribuito a lanciare il DCEU, a partire da L’uomo d’acciaio del 2013. Il suo ultimo progetto per
la DC, ossia la Snyder Cut di Justice
League, uscirà direttamente su HBO Max nel 2021: un
nuovo trailer del progetto, pubblicato nel terzo anniversario
dell’uscita della versione cinematografica, ha debuttato lo scorso
martedì.
Considerato il suo record da regista
di film appartenenti a franchise di successo, molti si sono chiesti
se Zack Snyder fosse interessato a dirigere un
film dell’universo di Star Wars, soprattutto da quando nel 2013 ha
iniziato a diffondersi una voce che lo vedeva collegato ad un
progetto della saga autonomo in stile I sette samurai, che
si sarebbe concentrato su una squadra di Jedi Cavalieri. Alla fine
quel progetto non si è mai concretizzato; da allora l’universo di
Star Wars ha prodotto la trilogia sequel della Saga
degli Skywalker, due spin-off e la serie Disney+ di grande successo The
Mandalorian. Snyder, nel frattempo, ha prodotto una serie
di altri progetti e sta attualmente lavorando a una serie di film
zombie per conto di Netflix, oltre naturalmente al suo attesissimo taglio
di Justice
League.
Ora a Zack Snyder è stato chiesto ancora una volta
se sarebbe disposto a dirigere un film di
Star Wars. Il tutto è avvenuto durante un’intervista
con The
Film Junkee (via
Screen Rant). La risposta di Snyder, sebbene diplomatica,
chiarisce essenzialmente che non ritiene che il suo approccio si
adatterebbe all’attuale visione dell’universo della Disney. Il
regista ha ammesso di essere un grande fan della saga, dato che lo
ha anche ispirato ad iniziare a girare film, ma ha anche ammesso di
non sapere più “cosa sia” e di percepire ormai il
franchise come qualcosa di molto “lontano da
lui”.
“Penso di averne già parlato un
po’ in passato. Sono un grande fan di Star
Wars. Il motivo per cui ho iniziato a fare film quando avevo 11
anni è stato proprio Star Wars. Sicuramente ha avuto un’enorme
influenza su di me e mi ha davvero portato ad intraprendere questa
strada, con l’interpretazione di Joseph Campbellian degli archetipi
e della narrazione. Sì, Star Wars è questo per me. Nutro da sempre
un forte interesse nei confronti della saga. Non credo di avere una
storia pronta ora che… non saprei più inserirmi nell’universo di
Star Wars. Non credo di sapere più cosa sia. È una cosa che amo, ma
non so se… forse si è troppo allontanata da me. Anche se adorerò
sempre il franchise. Ho spade laser ovunque in casa.”
Disney+ ha diffuso il trailer
di Fata
Madrina Cercasi, la nuovissima e magica commedia di
Natale con Isla Fisher e Jillian Bell,
che debutterà in esclusiva sulla piattaforma di streaming venerdì 4
dicembre 2020.
Ambientata nel periodo natalizio,
Fata Madrina Cercasi è una commedia con protagonista
Eleanor, una giovane e inesperta fata madrina in formazione
(Jillian Bell) che, dopo aver sentito che la professione da lei
scelta rischia l’estinzione, decide di mostrare al mondo che le
persone hanno ancora bisogno delle fate madrine. Dopo aver trovato
una lettera smarrita di una bambina di 10 anni in difficoltà,
Eleanor la rintraccia e scopre che la bambina, Mackenzie, è ora una
mamma single di 40 anni (Isla Fisher) che lavora in un notiziario
di Boston. Avendo perso il marito molti anni prima, Mackenzie ha
quasi rinunciato all’idea del “Per sempre felici e contenti”, ma
Eleanor è fermamente decisa a dare a Mackenzie una svolta di
felicità, che a lei piaccia o no.
Fata Madrina
Cercasi è diretto da Sharon Maguire
(Il diario di Bridget Jones, Bridget Jones’s
Baby) e prodotto da Justin Springer (Dumbo).
Diane L. Sabatini (Lilli e il vagabondo),
Tom Pollock (Ghostbusters: Legacy), Ivan Reitman
(Ghostbusters – Acchiappafantasmi) e Amie Karp
(Ghostbusters: Legacy) sono i produttori esecutivi.
Fata Madrina Cercasi vede nel cast anche la presenza di
Santiago Cabrera, Mary Elizabeth Ellis, Jane Curtin, June
Squibb, Jillian Shea Spaeder, Willa Skye, Artemis Pebdani, Utkarsh
Ambudkar e Stephnie Weir.
Per celebrare
la 30a edizione, in programma
a Milano dal 1 al 6 marzo 2021, il Noir
in Festival sceglie quest’anno il talento di Mario
Alberti, disegnatore e illustratore triestino di fama
internazionale, con al suo attivo collaborazioni con Sergio Bonelli
Editore, Panini Comics, Star Comics, Delcourt, Glenat, DC Comics,
Marvel e IDW, autore dal 2013 al
2015 delle locandine del Trieste Science+Fiction.
Dopo gli zombie reinterpretati
da Gigi Cavenago nel 2018 e le cupe
atmosfere metropolitane dell’immagine firmata
da Lorenzo De Felici nel 2019, un altro
maestro del fumetto si unisce alla galleria del Noir (che annovera,
tra gli altri, nomi del calibro di Hugo Pratt, Lorenzo Mattotti,
Bill Plympton, Charles Schultz e Mojmir Jezek), festeggiando
l’anniversario del festival con un’immagine che ripercorre
l’iconografia di un genere. Da Sherlock Holmes a Tarantino passando
per Lucarelli e Margaret Atwood (e molti altri che vi sfidiamo a
riconoscere), Alberti ha omaggiato il genere con una locandina
corale che tra le filature di un vetro incrinato mostra,
evanescenti, alcune delle icone che hanno reso il Noir una
manifestazione del cinema e della letteratura in grado di resistere
al tempo e di raccontare la realtà con sguardo lucido e
disincantato.
“Non solo un omaggio, un gioco citazionistico, una
celebrazione” spiegano i curatori della comunicazione del
festival, “quest’immagine è soprattutto una grande
metafora di un genere nel quale milioni di spettatori si sono
specchiati nel corso di un secolo ma anche di una frammentazione
che è propria della postmodernità e che il Noir ha sempre
magistralmente raccontato. Quest’anno, in particolare, la
frammentarietà diventerà il leitmotiv di un’edizione per forza di
cose “speciale”: frammentato ed espanso sarà il programma, che
vivrà a tappe nel corso di tre mesi; frammentate saranno le
modalità di fruizione, a cavallo tra la presenzialità e il
virtuale; frammentati saranno i temi affrontati, che
ripercorreranno la storia del festival, riattualizzando grandi
interrogativi del passato.”
“L’esplosiva immagine di Mario
Alberti”, dichiarano i direttori Giorgio
Gosetti e Marina
Fabbri, “oltre che un magnifico tributo a tanto
cinema e letteratura che ha fatto la storia e che noi tutti amiamo,
racconta con mirabile tempismo il senso di precarietà di questi
tempi complessi, le “crepe” che vediamo quotidianamente; d’altro
canto ci sembra che, come in un vaso kintsugi, l’arte possa,
soprattutto oggi, contribuire a saldare la cesura tra lo spettatore
e il mondo che lo circonda, ricostruendo una rappresentazione che
interpreti la realtà. È esattamente ciò che desideriamo fare nel
corso di questa trentesima edizione, che se da un lato guarderà al
nostro passato dall’altro sarà convintamente proiettata verso il
futuro.”
Posticipato ai primi di marzo a causa dell’emergenza sanitaria
in corso, il programma del 30° Noir in Festival sarà quest’anno
distribuito lungo tre mesi, con interviste e incontri sui social
network, iniziative online e un nuovo sito internet che raccoglierà
al suo interno un inedito “Archivio del Noir”. Gli appuntamenti sul
web sono già cominciati nel segno del
tradizionale Premio Giorgio Scerbanenco: alle
votazioni del pubblico dei 17 libri semi-finalisti (ancora aperte
su www.noirfest.com/2020/scerbanenco.asp),
seguiranno 5 imperdibili incontri con i finalisti, fino
all’annuncio del vincitore, il 4 dicembre.
Mario Alberti è disegnatore, illustratore
e sceneggiatore. Esordisce nel 1992 su Fumo di China
con Holly Connick. Dallo stesso anno collabora con
“L’Intrepido” e nel 1993 entra a far parte dello staff
di “Nathan Never” per la Sergio Bonelli Editore. Nel 2002 inizia a
lavorare per il mercato Francese con la serie “Morgana”, pubblicata
da Les Humanoides Associés a cui seguiranno la serie “Redhand”,
“Mortemer” per Soleil, “Les chroniques de legion” per Glenat. Dal
2007 realizza diverse copertine per DC Comics, Marvel e IDW, nel 2009 pubblica per
Marvel la miniserie “Spider Man & X
Men”, a cui seguirà la mini “Spider Man & The Fantastic Four”. Nel
2009, collabora al numero 600 di Amazing Spider Man. Dal 2013 esce
in Francia la serie “Cutting Edge”, sceneggiata da Francesco
Dimitri e per i tipi di Delcourt, conclusa in 4 volumi e pubblicata
in Italia da Panini. Alterna ai fumetti diverse illustrazioni per
Ducati, Trieste Science + Fiction Festival e Cross Cult tra gli
altri. Nel 2016 vince la “ILM Art Department Challenge” su
artstation.com e nel 2017 il premio “Giacomo Pueroni” per il
miglior disegnatore di fantascienza. Nel 2017 disegna il primo albo
della nuova collana “Bandasenzanima”, spin-off della serie
“Dragonero” di Luca Enoch e Stefano Vietti, nuovamente con Stefano
Vietti realizza il primo albo della nuova serie “Angie Digitwin”
per Panini Comics. Nel 2018 esce “Tex – Cinnamon Wells” su testi
Chuck Dixon e partecipa la progetto Panini “Angie Digitwin”
disegnandone il numero zero e le copertine. Nel 2020 Glenat
pubblica in Francia il primo volume de “Le Mur”, scritto e
disegnato da Alberti su un’idea di Antoine Charreiron, edito in
Italia da Star Comics, che ha pubblicato a ottobre il secondo
volume dell’opera, Homo homini deus.
Netflix Italia ha diffuso il trailer
ufficiale di La Belva, il nuovo film divenuto
originale Netflix prodotto da Matteo Rovere e con
protagonista
Fabrizio Gifuni. Dal 27 novembre su Netflix.
Diventare un nemico pubblico per amore. Questa è la storia ad
alta tensione de La Belva, il film di Ludovico di
Martino. Per dare la caccia ai rapitori della figlia e
salvarla, un veterano instabile delle Forze Speciali libera la
belva che alberga in lui, diventando a sua volta un sospetto.
La Belva: la trama
Leonida Riva (Fabrizio Gifuni) è un
reduce di guerra cupo e solitario, con un passato da Primo Capitano
nelle Forze Speciali dell’Esercito. La vita e il lavoro hanno
portato Riva sempre più lontano dalla famiglia. Suo figlio
maggiore, Mattia, non lo ha mai perdonato, mentre la figlia Teresa
lo adora incondizionatamente. Ma un tragico evento costringerà
Leonida a trasformarsi nuovamente in qualcosa che credeva ormai
sepolto nel suo passato. Una storia ad alta tensione emotiva che
mescola sentimenti e azione in un crescendo che porterà un uomo a
trasformarsi, per amore, in un vero nemico pubblico
Star Wars di George Lucas ha regalato al pubblico alcuni
dei personaggi più iconici mai creati, con il regista che è
riuscito a trovare gli attori perfetti per interpretare quei ruoli.
Harrison Ford aveva il carisma necessario per
incarnare davvero Han Solo, mentre Carrie Fisher aveva l’arguzia comica e
l’adorabile energia per dare vita a Leia Organa. Tuttavia, entrambi
erano lontani dai primissimi attori considerati per interpretare il
contrabbandiere armato e il suo interesse amoroso.
Screen Rant ha raccolto tutte le grandi star che, in origine,
erano state prese in considerazione per i ruoli di Han e Leia.
Al Pacino
Fresco delle sue
interpretazioni da star assoluta nei primi due capitoli della
trilogia de Il Padrino, ad
Al Pacino è stato offerto il ruolo di Han Solo in Star
Wars. Tuttavia, ha rifiutato, quindi i produttori hanno
aperto le audizioni.
Quando gli è stato chiesto il perché
del rifiuto, Pacino ha detto che non aveva capito la sceneggiatura
e che il ruolo gli era stato offerto solo a causa del successo –
all’epoca straordinario – de Il Padrino.
Jodie Foster
In origine, la scelta per
il ruolo della Principessa Leia era
Jodie Foster, che all’epoca era molto più giovane di Carrie
Fisher, che aveva 19 anni quando ha interpretato Leia, mentre
Foster ne aveva solo 12 quando è stata considerata per il
ruolo.
Tuttavia, quando le è stato offerto
il ruolo di Leia, Foster ha dovuto rifiutare a causa di un
conflitto con le riprese di Taxi Driver di Martin
Scorsese, in cui interpretava una prostituta pre-adolescente di New
York che, inconsapevolmente, ha ispirato un attentato a Ronald
Reagan.
Kurt Russell
Prima che Harrison Ford
venisse scelto per interpretare Han Solo, la rosa di attori per il
ruolo era ridotta a
Kurt Russell, Nick Nolte e Christopher Walken.
Russell avrebbe potuto facilmente
aggiungere Solo a un elenco di ruoli iconici che avrebbero poi
incluso Snake Plissken, R.J. MacReady e John “the Hangman” Ruth.
Nolte probabilmente avrebbe interpretato un Han ancora più
scontroso e più “adulto” di Ford, mentre il modo in cui Walken
avrebbe interpretato la parte probabilmente sarebbe stato
radicalmente diverso.
Glenn Close
Glenn
Close è stata una delle tanti attrici che hanno fatto
un’audizione per interpretare Leia Organa prima del casting di
Carrie Fisher. Mancavano ancora una decina d’anni ai ruoli che
consacrarono ufficialmente Close, come Attrazione fatale e
Le relazioni pericolose.
Anche se ha per lo più evitato film
ad alto budget come Star Wars durante la sua carriera,
Close ha interpretato Nova Prime in Guardiani della Galassia di
James
Gunn.
Bill Murray
Sorprendentemente,
Bill Murray era uno degli attori considerati per interpretare
Han Solo. Anche se Murray avrebbe reso sicuramente giustizia
all’arguzia di Solo, potrebbe non aver catturato la sua freddezza
in modo convincente come Harrison Ford.
Murray non è stato l’unico attore
comico considerato per il ruolo. Anche Chevy Chase, co-protagonista
di Palla da golf con Steve Martin e lo stesso Murray,
erano nel radar dello studio per la parte.
Sigourney Weaver
Prima che Carrie Fisher
fosse scelta per il ruolo di Leia,
Sigourney Weaver ha sostenuto un provino per il ruolo. Anche se
non ha ottenuto la parte, la Weaver ha comunque interpretato
un’altra icona del genere sci-fi due anni dopo che Star
Wars ha reso i film di fantascienza una vera e propria
tendenza: l’innovativa eroina femminista Ellen Ripley in
Alien di Ridley Scott.
Anche Margot Kidder ha sostenuto un
provino per interpretare Leia e anche lei, come la Weaver, ha
interpretato un altro ruolo iconico dopo che Star Wars è
uscito nei cinema: Lois Lane nel franchise di Superman.
Billy Dee Williams
Anche se ha sempre negato
di aver sostenuto un provino per il ruolo,
Billy Dee Williams era stato considerato per interpretare Han
Solo prima che Harrison Ford venisse scelto. Naturalmente, avrebbe
poi interpretato il vecchio nemico/amico di Han Lando, Calrissian,
ne L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello
Jedi.
Williams ha anche interpretato
Harvey Dent in Batman di Tim Burton, anche se è stato
sostituito con Tommy Lee Jones quando Dent si è trasformato in Due
Facce. Grazie a LEGO Batman – Il film, Williams alla fine
è riuscito ad interpretare il villain.
Meryl Streep
Universalmente considerata
come una delle più grandi attrici esistenti,
Meryl Streep ha interpretato un sacco di ruoli iconici nel
corso degli anni: Sophie Zawistowski, Joanna Kramer, Karen
Silkwood, Miranda Priestly, Aunt March, Margaret Thatcher… la lista
potrebbe continuare all’infinito.
Ma c’è un ruolo importante che,
tuttavia, ha perso. La Streep ha fatto un provino per interpretare
la Principessa Leia in Star Wars, ma i produttori alla
fine hanno deciso di non sceglierla.
Sylvester Stallone
Molto prima di diventare
uno dei più riconoscibili interpreti del genere d’azione,
Sylvester Stallone ha fatto un’audizione per interpretare Han
Solo. Non ottenere il ruolo, ma tuttavia aveva già raggiunto il
successo grazie al ruolo del protagonista nel capolavoro
Rocky.
Anche Robert Englund (meglio
conosciuto come interprete di Freddy Krueger), John Travolta e
James Woods sono stati considerati per interpretare Han, mentre
James Caan, Robert De Niro, Jack Nicholson, Burt Reynolds e Tom
Selleck hanno ricevuto la parte come offerta ma poi hanno
rifiutato.
Farrah Fawcett
Farrah Fawcett ha fatto un
provino per il ruolo di Leia ma non ha ottenuto la parte. Nel
periodo in cui Star Wars era in produzione, l’iconico
poster del costume da bagno rosso di Fawcett è stato pubblicato e
ha venduto sei milioni di copie in un anno, quindi non aveva
bisogno del ruolo di Leia per aumentare il suo potere da star.
Christine Baranski, Kim Basinger,
Geena Davis, Melanie Griffith, Anjelica Huston, Amy Irving, Jessica
Lange, Bernadette Peters, Jane Seymour, Kathleen Turner, Dianne
Wiest e Debra Winger hanno tutte sostenuto un’audizione per il
ruolo prima che Carrie Fisher venisse scelta.
Natasha Romanoff è morta in Avengers:
Endgame. I Marvel Studios hanno chiarito tempo fa che il
film Black Widow sarà
ambientato tra gli eventi di Captain
America: Civil War e quelli di Avengers:
Infinity War. Oltre ad esplorare il passato del
personaggio, la speranza è che il nuovo film getterà le basi anche
per nuove storie future attraverso l’introduzione di personaggi
come Yelena Belova e Taskmaster.
Nel libro di recente pubblicazione
“The Black Widow: The Official Movie Special Book”
(via
CBM), il co-produttore Brian Chapek ha
condiviso alcuni dettagli in più sull’ambientazione del film,
rivelando alcune in quale momento specifico della storia
ritroveremo Natasha. “Black Widow è ambientato subito dopo
Captain America: Civil War”,
ha confermato. “Quel film finiva con Tony Stark che diceva a
Natasha: ‘Stanno arrivando per te’. Ciò significa che ha appena
infranto gli accordi di Sokovia. È andata contro il Generale Ross.
Gli Avengers si sono sciolti e lei non ha più nessuno. È qui che la
troviamo all’inizio del film.”
“Ha un disperato bisogno di
fuggire dal suolo americano. Quando sfugge a Ross ha quasi
l’opportunità di ricominciare da capo. Ma si rende presto conto che
ci sono forze più oscure là fuori, nel mondo, che potrebbero aver
aspettato proprio questa opportunità, e ciò la costringe a tornare
in azione. Sfortunatamente, non può andare in pensione, che
probabilmente è qualcosa che avrebbe voluto fare.”
Sulla base di ciò che Chapek ha
dichiarato, sembra che Natasha riesca a fuggire dal Generale
Thunderbolt Ross e a trovare la pace prima di essere costretta ad
indossare i panni di Vedova Nera e a tornare all’azione. Qualunque
cosa accada dopo, è chiaramente ciò che porterà l’eroina ad unirsi
a Captain America e ai suoi Secret Avengers.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Il regista Zack Snyder ha confermato perché Darkseid
invade la Terra nella Snyder
Cut di Justice
League. La versione di Snyder del cinecokmic DC verrà
finalmente distribuita il prossimo anno su HBO Max e sarà
completamente diversa da quella cinematografica. In effetti, Snyder
ha confermato che il suo taglio non includerà nulla di quanto
girato da Joss Whedon.
Ci sono innumerevoli differenze tra
la versione di Justice
League di Snyder e quella di Whedon, dai
personaggi secondari alla storia a cui prendono parte. Uno dei
cambiamenti più importanti è l’inclusione del cattivo Darkseid
(Ray
Porter), che Snyder ha sempre inteso essere la mente
del film. Anche se Steppenwolf è il cattivo più importante, è
comunque controllato da Darkseid, che ha invaso la Terra anni prima
dell’inizio del film. I fan sono ansiosi di saperne di più su
Darkseid e sul suo ruolo all’interno della
Snyder Cut, e ora Snyder ha finalmente svelato
qualcosa sugli obiettivi del villain.
Durante la sua analisi
dell’ultimo
trailer di Justice
League in diretta su Vero (via
Screen Rant), Snyder ha confermato la ragione principale per
cui Darkseid ha invaso la Terra. È venuto alla ricerca
dell’equazione dell’Anti-Vita, che i fan della DC sanno essere
essenzialmente un’arma per dare a qualcuno il controllo completo
sugli esseri senzienti. Snyder lo ha rivelato mentre mostrava la
prima inquadratura del trailer di Darkseid, spiegando che il
cattivo “ha scavato la Terra perché sentiva che l’equazione
dell’Anti-Vita fosse proprio lì. Ha poi dovuto pestare la Terra per
rivelare l’equazione dell’Anti-Vita, che noi, nel film, vediamo
come forma fisica, ovvero attraverso quei modelli di lava che
esistono sul terreno”. Snyder ha poi specificato che i modelli
dovranno essere decifrati per elaborare l’equazione.
Nella versione cinematografica di
Justice
League, questa sequenza è avvenuta con Steppenwolf e
non è stato confermato che l’invasione sia avvenuta a causa
dell’equazione dell’Anti-Vita. Tuttavia, molti fan sono stati in
grado di carpire che i simboli infuocati appartenevano proprio
all’equazione. Zack Snyder aveva anticipato il ruolo
dell’equazione dell’Anti-Vita nella sua versione di Justice League ormai da anni, ma ora è
chiaro che Darkseid la stia cercando, proprio come ha fatto nei
fumetti.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Distribuire Wonder
Woman 1984direttamente su HBO
Max aiuterà sicuramente la Warner Bros. in diversi modi. Quello che
perdono in potenziali incassi al botteghino, potrebbero guadagnarlo
attraverso nuovi iscritti alla piattaforma. Sebbene quest’ultima
non sia in difficoltà, non ha neanche mai ottenuto il successo di
Netflix, Prime Video o Disney+. Con la Snyder Cut di Justice
League destinata ad arrivare sulla piattaforma nel
2021, WW84 potrebbe essere il modo perfetto per attirare i
fan DC che erano riluttanti ad iscriversi.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del
personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata
introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Mel Gibson ha confermato che Richard
Donner, che ha diretto tutti e quattro i precedenti film
del franchise, sta attualmente lavorando ad Arma Letale
5. Gibson e Danny Glover hanno
interpretato i detective Riggs e Murtaugh nella saga prodotta tra
il 1987 e il 1998. Il primo film, scritto da Shane Black(Iron
Man 3, The Nice Guys, The Predator), è stato un successo
al botteghino e ha rapidamente generato il sequel del 1989,
entrambi considerati due classici del genere poliziesco. Joe Pesci si è unito al cast di Arma
Letale 3 nel 1992, mentre Chris Rock è stato tra i co-protagonisti di
Arma Letale 4 del 1998.
Da allora non ci sono stati altri
film, ma Arma Letale 5 è stato finalmente
confermato a gennaio di quest’anno. Quel primo report affermava che
Gibson, Glover e Donner si sarebbero riuniti per il tanto atteso
nuovo capitolo, anche se all’epoca non venne rivelato chi si
sarebbe occupato della sceneggiatura, né se attori come Pesci, Rock
o altri membri del cast originale come Rene Russo
avrebbero fatto ritorno. In molti nutrivano la speranza che Black
tornasse a scrivere il film per chiudere il franchise che aveva
iniziato più di 30 anni fa, ma non ci sono mai state notizie sul
suo possibili coinvolgimento. Ora, Gibson ha confermato che Arma
Letale 5 è ancora in sviluppo e che il progetto è più vivo che
mai.
Parlando con
Good Morning America (via
Screen Rant) in occasione della promozione del film
Fatman, a Mel Gibson è stato chiesto di parlare dello
stato di Arma Letale 5. Gibson ha confermato che
il film è attualmente in lavorazione grazie a Donner, sfruttando
l’opportunità per definire il regista “una leggenda”. Non
è stata fatta alcuna menzione ai suoi co-protagonisti o al
possibile sceneggiatore, anche se i commenti di Gibson in merito al
progetto sono stati parecchio entusiasti, dimostrando che prima o
poi il nuovo film vedrà finalmente la luce.
“Si, Arma Letale 5 è in
lavorazione! E Richard Donner, l’uomo che è sempre stato dietro il
franchise, l’uomo che lo ha portato sullo schermo e gli ha dato
tutto, incluse tutte le sue chicche, ci sta lavorando proprio ora.
È una leggenda”, ha dichiarato Gibson.
Dati i commenti positivi di Gibson,
si può presumere che Glover sia ancora collegato al progetto,
soprattutto se Donner sta lavorando al film. Sarà affascinante
vedere come il quinto capitolo affronta l’età avanzata di entrambe
le star. Glover, il cui personaggio nella saga stava già parlando
di pensionamento quando il primo film ha debuttato 33 anni fa, ha
attualmente 74 anni, mentre Gibson ha 64 anni. Si spera che alla
coppia non venga richiesto di correre troppo, e che Arma
Letale 5 trovi un modo per introdurre personaggi più
giovani per le sequenze più action.
Il successo della saga di Arma
Letale
Creata da Shane
Black, la saga di Arma
Letale ha debuttato nel 1987 con il primo film
diretto da Richard Donner. Il film seguiva le
vicende del sergente della Omicidi Roger Murtaugh (Glover) che
veniva messo in coppia con il sergente Martin Riggs (Gibson),
trasferito dalla narcotici. A fronte di un budget di 15 milioni di
dollari, all’epoca dell’uscita in sala il film ne incassò 120
milioni, dando vita ad un franchise composto da tre sequel (sempre
con protagonisti la coppia Glover/Gibson) e anche ad una serie tv
con Damon
Wayans e Clayne
Crawford andata in onda su Fox per tre stagioni.
L’uomo d’acciaio, uscito nel 2013, ha
introdotto ufficialmente la nuova iterazione di Superman ad opera
di Henry Cavill e ha gettato le basi per ciò che
sarebbe seguito nell’universo condiviso basato sui personaggi DC.
Il film ha avuto un successo moderato e ha ricevuto pareri
contrastanti da parte della critica, ma per molti fan rimane uno
dei titoli più forti del franchise.
La domanda che ora tutti si pongono
è se Zack Snyder sia disposto a prendere in
considerazione la possibilità di rivisitare L’uomo d’acciaio per aggiungere alcuni
contenuti extra e dare vita ad una “Director’s Cut”. A quanto pare
non accadrà mai, dal momento che lo stesso regista ha rivelato di
essere assolutamente soddisfatto della versione cinematografica del
cinecomic.
“C’erano solo poche scene che
abbiamo eliminato. Non credo che cambiassero il film”, ha
spiegato il regista durante un’intervista con
Film Junkee (via
CBM). “Quel film è più o meno… è quello che è, e lo adoro.
È esattamente delle dimensioni che volevo che fosse.”
Il futuro de L’uomo d’acciaio dopo il film del 2013
Sono anni che si parla della
possibilità di un sequel de L’uomo d’acciaio. Nonostante lo scorso maggio
sia arrivata la
notizia che Henry Cavill tornerà a vestire i panni di
Superman in un altro film del DCEU, la Warner Bros. non ha in
cantiere lo sviluppo del sequel. A questo punto, l’ipotesi più
accreditata è che Cavill torni a vestire i panni dell’eroe
kryptoniano o in Shazam!
2 al fianco di Zachary
Levi o in Black
Adamal fianco di Dwayne
Johnson.