Attraverso l’account Twitter
ufficiale della saga, sono stati diffusi due nuovi scatti dal
backstage dei sequel di Avatar che ci
mostrano James Cameron impegnato con la realizzazione
delle scene subacquee dei film.
Negli scatti è possibile vedere
Cameron alle prese con la direzione degli attori, prima che questi
si immergano sott’acqua per la performance capture. Le
palline bianche presenti sulla superficie dell’acqua servono per
evitare che le luci esterne interferiscano con le riprese. Gli
scatti risalgono ovviamente a prima che la produzione dei sequel
venisse bloccata a causa della pandemia di Covid-19. Potete vederli
di seguito:
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Apprezzata e premiata interprete
televisiva, Jodie Comer si è negli anni distinta
per i suoi ruoli da protagonista, che l’hanno portata a diventare
uno dei volti più noti del piccolo schermo. Ma nel corso della sua
carriera non sono mancate anche le incursioni cinematografiche,
dove ha potuto ulteriormente mettere alla prova la propria
versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Jodie Comer.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Jodie Comer: i suoi film e le serie
TV
10. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Dopo aver guadagnato una prima notorietà
recitando nella mini-serie Justice (2011), l’attrice si è
poi fatta notare apparendo in episodi di titoli come
Casualty (2012), L’ispettore Gently (2014),
Remember Me (2014), My Mad Fat Diary (2013-2015),
Doctor Foster (2015-2017), Thirteen (2016) e
The White Princess (2017). Diventa celebre grazie al ruolo
di Villanelle in Killing Eve
(2018-in corso), dove è protagonista insieme all’attrice SandraOh.
9. Ha recitato per il
cinema. Del 2017 è il primo titolo cinematografico a
cui ha preso parte l’attrice, England Is Mine, film
biografico sul cantante Steven Patrick Morrissey. Nel 2019
l’attrice è invece stata vista recitare in Star Wars: L’ascesa
di Skywalker, con Daisy
Ridley e Adam
Driver. Nel 2020 invece sarà al cinema con Free
Guy – Eroe per gioco, con Ryan
Reynolds, e The Last Duel, con Ben
Affleck e Matt
Damon.
Jodie Comer ha vinto un Emmy
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Ad aver reso celebre l’attrice è il ruolo
ricoperto nella serie Killing Eve. Grazie a questo ha
potuto ottenere alcuni tra i principali riconoscimenti
dell’industria hollywoodiana, tra cui le nomination come miglior
attrice ai SAG Awards e ai Golden Globe. Nel 2019 ha invece vinto,
per il medesimo ruolo, il Bafta Tv Awards e l’Emmy Awards.
Jodie Comer è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un profilo seguito da 1,3 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago quotidiano, ma anche diverse curiosità
personali. Non mancano poi immagini tratte dagli eventi di gala a
cui la Comer ha preso parte o foto promozionali dei suoi progetti
da interprete.
Jodie Comer in Star Wars
6. Ha avuto un cameo
nell’ultimo film. I fan dell’attrice possono ritrovare il
suo volto nel film Star Wars: L’ascesa di
Skywalker, dove interpreta la madre della protagonista
Rey, e dunque la nuora dell’Imperatore Palpatine. Il personaggio ha
soltanto una breve apparizione nel film, comparendo in alcuni
flashback, ma in molti hanno subito notato la sua presenza.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Jodie Comer in Killing Eve
5. Ha ricevuto la chiamata
per il provino mentre era in vacanza. L’attrice ha
raccontato che si trovava a Barcellona con amiche quando ricevette
la chiamata dai produttori della serie, che volevano incontrarla
per un provino. Nonostante stesse smaltendo i postumi di una
sbornia, la Comer prese il primo volo per Los Angeles, della durata
di 13 ore, e dopo aver incontrato i produttori questi le offrirono
la parte.
4. Ha ascoltato una
particolare band musicale per prepararsi al ruolo. Tra le
principali fonti di ispirazione per il mood del suo personaggio, la
Comer ha indicato il gruppo svedese Little Dragon, celebri per la
loro musica elettronica. Tali sonorità hanno permesso all’attrice
di interpretare la sociopatica assassina Villanelle.
3. Ha adorato recitare in
italiano. All’interno della serie, il personaggio
ricoperto dall’attrice si trova a parlare in diverse lingue, e tra
tutte la Comer ha affermato che la sua preferita è stata
l’italiano. Questo è motivato dal fatto che tale lingua è stata per
lei la più facile da imparare in confronto alle altre.
Jodie Comer in The Last Duel
2. Ha un ruolo chiave nel
film. Nel film The LastDuel, ambientato
nella Francia del 14° secolo, l’attrice ricopre il ruolo di
Margerite, moglie di Jean de Carrouges, interpretato da
Matt Damon. Questa è al centro della disputa che
porta il marito a sfidarsi con il suo scudiero Jacques Le
Gris, interpretato invece da Adam Driver.
Jodie Comer: età e altezza
1. Jodie Comer è nata a
Liverpool, Inghilterra, l’11 marzo 1993. L’attrice è alta
complessivamente 173 centimetri.
Tra i più celebri attori spagnoli ad
aver raggiunto il successo a livello mondiale, Antonio
Banderas vanta una carriera ricca di importanti titoli e
prestigiosi riconoscimenti. Negli anni ha oltrepassato i confini
nazionali per affermarsi anche in quel di Hollywood, dove ha avuto
modo di diventare un interprete sempre più quotato e
apprezzato.
9. È un noto
doppiatore. Banderas si è inoltre fatto apprezzare per
aver prestato la voce al personaggio del gatto con gli stivali nei
film d’animazione Shrek 2 (2004), Shrek terzo
(2007) e Shrek e vissero felici e contenti (2010), dove ha
collaborato con Eddie
Murphy e Cameron
Diaz, anche loro doppiatori per i film. Ha poi avuto
uno spazio tutto suo con lo spin-off Il gatto con gli
stivali (2012), dedicato esclusivamente alle avventure del
proprio personaggio.
8. Ha ricevuto una
nomination al premio Oscar. Nel 2020 Banderas ottiene una
nomination come miglior attore per il film Dolor y gloria
ai prestigiosi premi Oscar. Nonostante le tante apprezzate
interpretazioni della sua carriera, questa era la prima volta che
Banderas veniva nominato al premio, e anche se non ha riportato la
vittoria, ha simbolicamente inaugurato una nuova fase della propria
attività di attore.
Antonio Banderas: chi è sua
moglie
7. È stato sposato con una
nota attrice. Nel 1996 Banderas ha sposato l’attrice
Melanie Griffith, celebre protagonista del film
Una donna in carriera. Nello stesso anno è nata la loro
unica figlia. Negli anni la coppia ha anche recitato insieme in
alcuni film, come Pazzi in Alabama e il fantascientifico
Automata.
Nel 2014, tuttavia, i due annunciano di essersi separati,
divorziando poi ufficialmente nel 2015.
Antonio Banderas: il suo
patrimonio
6. È un attore molto
ricco. Particolarmente prolifico, negli anni Banderas non
si è limitato alla sua attività di interprete, ma ha ricoperto
anche ruoli di regista e produttore. È stato inoltre protagonista
di numerose campagne pubblicitarie. Tutte i lavori da lui svolti lo
hanno portato ad ottenere uno status sempre maggiore, che gli ha
permesso di arrivare a importanti guadagni, con un patrimonio oggi
stimato di circa 45 milioni di dollari.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Antonio Banderas è Zorro
5. Ha rifiutato l’utilizzo
di controfigure. Data la grande presenza di sequenze
dinamiche e di combattimento, la produzione aveva previsto una
serie di controfigure che potessero sostituire Banderas. Questi,
tuttavia, fu irremovibile a riguardo, volendo eseguire da sé ogni
scena del film, anche la più rischiosa. Preparatosi a dovere,
l’attore fu dunque in grado di non avere necessità di essere
sostituito.
4. Si è esercitato con la
spada. Elemento imprescindibile di Zorro è la sua spada.
Per poterla maneggiare al meglio e in totale sicurezza, l’attore è
stato addestrato da Bob Anderson, vera e propria leggenda nell’uso
di tale arma. Banderas si è inoltre esercitato con il team olimpico
spagnolo di scherma. Stando a quanto da questi riportato, egli si è
distinto come uno spadaccino formidabile.
Antonio Banderas in Dolittle
3. Ha avuto un ruolo nel
nuovo film dedicato al personaggio. Nel 2020 l’attore
torna al cinema con il film Dolitte, con protagonista
Robert Downey
Jr.. Qui Banderas interpreta re Rassouli, a capo di
una celebre isola di ladri. Questi nutre particolare odio nei
confronti del protagonista, per un particolare legame che li
unisce. Tuttavia, nel momento del bisogno non mancherà di rivelarsi
magnanimo.
Antonio Banderas in Dolor y
gloria
2. Ha lavorato molto sul
personaggio. In Dolor y glori, Banderas è il
regista Salvador Mallo, ispirato proprio allo stesso Almodovar. Per
la sua interpretazione, Banderas ha dichiarato di aver lavorato
molto sul decostruire l’animo del personaggio, cercando di esaltare
le sue piccole particolarità. Per l’attore, era importante non dar
vita ad un’imitazione di Almodovar, quanto ricercare invece una
diversa versione di quella stessa personalità.
Antonio Banderas: età e
altezza
1. Antonio Banderas è nato a
Málaga, in Spagna, il 10 agosto 1960. L’attore è alto
complessivamente 175 centimetri.
L’attore Aidan
Gillen è noto per aver recitato nel corso degli anni in
alcune tra le più apprezzate serie televisive di sempre, passando
da The Wire a Il Trono
di Spade. In aggiunta a ciò, Gillen ha preso
parte anche a celebri lungometraggi per il cinema, collaborando con
importanti registi e attori, e rendendo sempre più solida la
propria popolarità. Ecco 10 cose che non sai di Aidan
Gillen.
9. È celebre per i suoi
ruoli televisivi. Tra i primi significativi ruoli di
Gillen in televisione vi sono quelli per le serie Queer as
Folk (1999-2000) e Dice (2001). Il vero successo
arriva però con la celebre The Wire (2004-2008), dove
ricopre il ruolo di Tommy Carcetti, recitando accanto a
Dominic
West. Dal 2011 al 2017 l’attore recita nel ruolo di
Petyr Baelish nella serie Il Trono di Spade,
con EmiliaClarke. Lasciata anche tale serie inizia a
recitare in Peaky
Blinders (2017-2019), con Cillian
Murphy, e Project Blue Book (2019-2020).
Aidan Gillen in Il cavaliere oscuro
– Il ritorno
8. Ha avuto un cameo nel
film. All’inizio del terzo film su Batman, si può
riconoscere l’attore nella scena d’apertura del film, dove compare
con un cameo nel ruolo di un agente della CIA. Parlando della sua
partecipazione al film, l’attore ricorda di essere stato costretto
a mantenere il massimo riserbo, dovendo stare attento a non
divulgare alcuna notizia sulla sua parte né sul film.
Aidan Gillen in Peaky Blinders
7. Ha recitato nella celebre
serie. L’attore è comparso in Peaky Blinder a
partire dalla quarta stagione, recitando nel ruolo di Aberama Gold,
alleato di etnia zingara della famiglia Shelby. Il personaggio
interpretato dall’attore è diventato sempre più centrale
all’interno della storia, guadagnando l’affetto del pubblico.
L’attore ha poi ripreso il ruolo nel corso della quinta stagione,
comparendo dunque in un totale di dieci episodi.
6. Ha modificato il look del
personaggio. Se nella quarta stagione il personaggio era
diventato caratteristico per il suo look, dall’estrema eleganza ai
lunghi capelli, nella quinta tutto ciò viene ad essere
profondamente cambiato. L’attore ha infatti raccontato che,
intercorrendo un periodo di alcuni anni tra le due stagioni, ha
ragionato sul dare un cambiamento estetico al personaggio, per
indicare anche il suo cambiamento interiore.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Aidan Gillen in Il Trono di
Spade
5. Non ha mai giudicato il
proprio personaggio. All’interno della serie Il Trono di
Spade, l’attore ha dato vita al personaggio di Petyr
Baelish, meglio noto come Ditocorto. Questi è tra le personalità
più disprezzate e cattive della serie, ma nonostante ciò Gillen ha
cercato di non giudicare le sua azioni. L’attore ha raccontato di
averlo interpretato come se la sua malvagità fosse una patologia,
poiché crede che sia cattiveria sia dovuto unicamente dalle
esperienze vissute.
4. Non conosceva le sorti
del suo personaggio. L’attore ha più volte dichiarato che
non sapeva come si sarebbe conclusa la vicenda del suo personaggio
nella serie, e che in ogni modo non avrebbe voluto saperlo. Questo
per evitare di rendere meno credibile o inaspettato il momento in
questione.
3. Si è ispirato a
personaggi realmente esistiti. Per dar vita al personaggio
di Ditocorto, l’attore ha affermato di essersi ispirato in primo
luogo a Machiavelli, cercando di riportare quel tipo di personalità
nel ruolo a lui assegnato. Per quanto riguarda l’aspetto si è
invece rifatto al politico inglese Peter Mendelson, definito
“principe dell’oscurità”.
Aidan Gillen in Queer as Folk
2. Era tra i protagonisti
della serie. Il primo ruolo televisivo a conferire
notorietà all’attore è stato quello di Stuart Alan Jones nella
serie Queer as Folk, incentrata sulla vita di tre ragazzi
omosessuali a Manchester. Per la sua interpretazione, Gillen
ricevette anche una nomination ai Bafta TV Award come miglior
attore, nel 2000.
Aidan Gillen: età e altezza
1. Aidan Gillen è nato a
Dublino, in Irlanda, il 24 aprile 1968. L’attore è alto
complessivamente 175 centimetri.
Nonostante se ne parli da molto
tempo ormai, pare che questa volta sia ufficiale: I
Goonies 2 si farà. A dirlo è lo sceneggiatore del
film, Adam F. Golberg che, su Twitter, ha
condiviso una foto della sceneggiatura.
Sembra che Golberg abbia cominciato
anni fa, a tempo perso e per gioco, a scrivere una sceneggiatura
sequel del film di Richard Donner, salvo poi
terminarla e realizzarla così bene da definirla lui stesso “il mio
capolavoro”.
Sembra che lo sceneggiatore si sia
poi effettivamente incontrato con il regista e che, appena
rientrerà l’emergenza coronavirus, il film entrerà in produzione!
Non abbiamo altri dettagli, ma dopo 35 anni dal film originale,
questa sembra davvero un’ottima notizia.
Da poco abbiamo avuto modo di
vedere una reunion al completo dell’intero cast dei Goonies,
proprio nei giorni del lockdown.
Alla reunion hanno partecipato i
membri del cast (Sean
Astin, Josh Brolin, Martha Plimpton, Kerri
Green, Jeff Cohen, Corey Feldman, Jonathan Ke Quan, Joe
Pantaliano e Robert Davi), il regista
Richard Donner, lo sceneggiatore Chris
Columbus, e perfino Steven Spielberg (autore del soggetto del
film) e Cyndi Lauper (interprete del brano
portante della colonna sonora, “The Goonies ‘R’ Good
Enough).
Grazie ad una collaborazione tra
Lucky Red, Circuito Cinema e My Movies, nasce Mio
Cinema, un nuovo modo di distribuire il grande cinema
d’autore, che sostiene gli esercenti, i distributori e gli
spettatori che, in tempo di lockdown, vogliono ancora, più che mai,
“andare” al cinema.
Cliccando su www.miocinema.itdal 18
maggio tutti gli appassionati di cinema d’autore avranno a
disposizione una piattaforma a loro dedicata, focalizzata sul
grande cinema di qualità.
Non una semplice piattaforma on
demand, ma uno strumento dinamico per chi ama andare al cinema in
grado di offrire oltre alla visione in sala, film in streaming,
promozioni, contenuti originali, servizi, informazioni,
masterclass, anteprime esclusive e altro.
Due gli obiettivi primari di
MioCinema: creare la prima comunità del cinema d’autore in
Italia, diventando un punto di riferimento per il vasto
pubblico di appassionati, e contestualmente
lavorare insieme alle sale ad un sistema integrato di
offerta e comunicazione, che ribadisca il ruolo centrale
del cinema come punto di riferimento sociale e culturale sul
territorio.
«L’accelerazione dei processi di
digitalizzazione a cui abbiamo assistito in queste settimane non ha
lasciato indifferenti i cinema, luogo nevralgico di tutta la
filiera cinematografica grazie al colloquio diretto con i propri
spettatori. Oggi con MioCinema quelle attenzioni, cura e
calore – inestimabili virtù di chi gestisce una sala
cinematografica – possono essere amplificate e trovare valore
finalmente anche online: MioCinema, con la sua rete di sale
dislocate su tutto il territorio, si prefigge lo scopo di arrivare
alle persone con un colloquio prossimo e diretto, che la rende
ineguagliabile tra tutte le altre offerte attualmente
online».
Gianluca Guzzo, MYmovies.it
«Vorrei dire subito una cosa:
senza la presenza delle sale cinematografiche la
piattaforma MioCinema non esisterebbe, non avrebbe motivo
di esistere. Fin dall’inizio noi tutti abbiamo sentito la necessità
di mantenere aperto il dialogo fra le nostre sale ed il nostro
pubblico, accompagnandolo in questi mesi difficili – che noi
consideriamo solo transitori – e soprattutto accompagnandolo al
momento della riapertura delle sale. MioCinema è per noi
un luogo privilegiato dove coltivare la propria passione per il
buon cinema, dove prepararsi per quando potremo nuovamente e
finalmente dire “questa sera andiamo al cinema”».
Antonio Medici, Circuito Cinema
«MioCinema nasce con l’idea
di portare in rete le persone che amano il buon cinema visto sul
grande schermo. Sembra un paradosso ma non lo è. Queste persone
sono oggi private di questa esperienza a causa dell’emergenza che
stiamo vivendo. Vogliamo offrire loro la possibilità di vedere i
grandi film che sarebbero andati in sala, attraverso una
piattaforma digitale. Uno strumento che serva anche a tenere
informato il pubblico sui film che usciranno quando le sale
riapriranno. L’auspicio è che la piattaforma diventi, quando la
situazione sarà tornata normale, un’estensione digitale del cinema,
dove poter trovare tutto quello che non è più in sala, nel rispetto
delle finestre di sfruttamento».
STARZPLAY, il
servizio di streaming premium internazionale di Starz, ha diffuso
il trailer ufficiale della tanto attesa serie
commedia The
Great. L’anteprima della serie
sulla piattaforma sarà giovedì 18 giugno in
Gran Bretagna, Repubblica d’Irlanda, Germania, Austria, Spagna,
Francia, Italia, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e
America Latina.
Dallo sceneggiatore candidato
all’Oscar, Tony McNamara (La Favorita),
“The Great” è una commedia satirica su Caterina la Grande nella sua
ascesa da outsider a imperatrice, rimasta poi al potere più a
lungo di tutte le altre donne nella storia della Russia. Accanto a
Elle Fanning e Nicholas Hoult, nella serie recitano
Phoebe Fox (Eye in the Sky), Adam
Godley (“The Umbrella Academy”, “Breaking Bad”),
Gwilym Lee (Bohemian Rhapsody),
Charity Wakefield (“Bounty Hunters”, “Wolf Hall”),
Douglas Hodge (Joker, “Black Mirror”),
Sacha Dhawan (After Earth), Sebastian de
Souza (“Medici”), Bayo Gbadamosi (“Dr. Who”) e
Belinda Bromilow (“Doctor Doctor”).
https://youtu.be/GFYM3uzLnZU
The
Great è creato e scritto da McNamara,
che ne è anche produttore esecutivo, altri produttori esecutivi
sono Marian Macgowan, Josh Kesselman e Ron West
della Thruline, Brittany Kahan Ward della Echo Lake, Doug Mankoff e
Andrew Spaulding, Elle Fanning, Mark Winemaker e Matt Shakman. Il
progetto è prodotto dal Civic Center Media in associazione con MRC
Television.
Il servizio di streaming premium di
STARZPLAY è disponibile sulla app Apple TV e offre agli
abbonati accesso a premiate serie come “The Act,” e “Ramy;” a
“Pennyworth;” prequel dei fumetti di Batman della DC Comics, alla
serie horror psicologico di Stephen King e J.J. Abrams “Castle
Rock” insieme ad una crescente selezione di esclusive serie
originali STARZ, nello stesso giorno del loro lancio negli
Stati Uniti, ivi compresa “The Spanish Princess” ed il crime-drama
di prossima uscita “Hightown”, lo stesso giorno del loro lancio
negli Stati Uniti, insieme ad un listino di lungometraggi
blockbuster contenente migliaia di titoli.
Gli abbonati al canale STARZPLAY
sulla App Apple TV possono guardare online o scaricarsi e godersi
offline i loro programmi e film preferiti disponibili attraverso
STARZPLAY, che è disponibile su iPhone, iPad, Apple TV e
selezionate smart TV Samsung.
È stato definito da più parti il
film dell’ultimo anno, giudizio confermato dai numerosi premi che
la pellicola diretta dal regista sudcoreano Bong
Joon-Ho ha raccolto in giro per il mondo. Ed ora
arriva in prima tv esclusiva su Sky Cinema. Stiamo
parlando di Parasite
(distribuito in Italia da Academy Two), trionfatore a Cannes lo
scorso anno dove ha vinto la Palma d’Oro e
dominatore degli ultimi Oscar con ben 4
statuette, tra cui le due più ambite, Miglior Film e Miglior Regia.
Il film sarà trasmesso in prima visione tv giovedì 7
maggio, alle 21.15 su Sky Cinema Duee alle 21.45
su Sky Cinema #IoRestoACasa 2, disponibile anche
on demand su Sky e in streaming su NOW
TV.
Parasite
racconta la storia della famiglia Kim – padre, madre, figlio e
figlia – tutti molto uniti, ma anche molto disoccupati, che hanno
davanti a loro un futuro incerto. La speranza di un’entrata
regolare si accende quando il figlio, Ki-woo, viene raccomandato da
un amico, studente in una prestigiosa università, per un lavoro ben
pagato come insegnante privato. Con sulle spalle il peso delle
aspettative di tutta la famiglia, Ki-woo si presenta al colloquio
dai Park. Quando il ragazzo, falsificando diploma e identità,
diventa il tutor privato dell’erede della ricchissima famiglia, i
quattro escogitano un piano diabolico per sistemarsi
definitivamente. Ma anche una strategia perfetta nasconde
conseguenze imprevedibili.
«Sebbene il titolo possa far
pensare a un film di mostri o di fantascienza, Parasite è a tutti
gli effetti quella che definirei una commedia umana, fortemente
imbevuta di contemporaneità», così il regista Bong
Joon-Ho ha descritto il suo film di maggior successo.
«Anche se il plot è composto da una serie di situazioni uniche
e peculiari, è comunque una storia che potrebbe accadere nel mondo
reale. In questo senso è un dramma molto realistico. Ma è pur vero
che nel mondo reale, i percorsi di una famiglia come quella
composta dai nostri quattro protagonisti disoccupati e della
famiglia Park non si incrocerebbero mai. L’unicapossibilità di un incontro tra queste classi è un rapporto di
lavoro, come quando qualcuno viene assunto come tutor o lavoratore
domestico. In queste situazioni ci sono momenti in cui le due
classi sociali sono così a stretto contatto da poter sentire l’uno
il respiro dell’altro e vengono entrambe trascinate in una
situazione in cui anche il più piccolo passo falso può portare a
fratture ed esplosioni».
Con l’arrivo di “Parasite”
su Sky Cinema, sull’on demand di Sky nasce una nuova sezione,
quella de “I film più premiati”, una nuova
collezione dedicata agli amanti del cinema di qualità con una
selezione di titoli che hanno ricevuto i più importanti
riconoscimenti italiani e internazionali, tutti accompagnati dalle
presentazioni di Gianni Canova negli episodi de “Il Cinemaniaco
presenta”. Tra gli altri titoli presenti si segnalano, ad
esempio, “Green Book”, “Vice – L’uomo nell’ombra”, “C’era una
volta… a Hollywood”, “Martin Eden”, “Il traditore”, “La paranza dei
bambini”, insieme ad alcuni grandi classici come “Il
dottor Stranamore”, “Casa Howard” e “C’era una
volta in America”.
Attrice simbolo degli anni Ottanta e
Novanta, Kim Basinger si è resa celebre per la sua
partecipazione ad alcune tra le pellicole più celebri di quel
tempo, affermandosi per le sue doti e la sua bellezza. Ancora oggi
viene indicata come una vera e propria icona, capace di attirare su
di sé tutte le attenzioni di critica e pubblico.
Ecco 10 cose che non sai su
Kim Basinger.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kim Basinger: gli anni ’80
10. È stata protagonista di
celebri lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema nel
1981 con il film Paese selvaggio, per poi ottenere i primi
riconoscimenti con I miei problemi con le
donne (1983), Il migliore (1984), con RobertRedford, e Follia d’amore (1985). A
consacrarla è però la pellicola 9 settimane e ½ (1986),
con Mickey
Rourke. Continua poi a guadagnare fama con titoli come
Nessuna pietà (1986), con Richard
Gere, Appuntamento al buio (1987), Nadine
– Un amore a prova di proiettile (1987), Ho
sposato un’aliena (1988), e Batman (1989), con
Jack
Nicholson.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Il ruolo che più di ogni altro ha portato
fama e prestigio all’attrice è stato quello di Lynn Bracken in
L.A. Confidential. Grazie a questo ottenne infatti una
nomination ai Bafta Awards come miglior attrice non protagonista,
mentre, nella medesima categoria, vinse il Golden Globe, il SAG
Awards e il prestigioso premio Oscar. Nel 1992, l’attrice ricevette
inoltre la celebre Stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Kim Basinger è su Instagram
7.Ha un
account personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 75,5 mila persone. Anche se non
utilizzato in modo frequente (dal 2018 ad oggi vi sono solo 27
post), qui la Basinger è solita condividere in prevalenza immagini
a supporto delle proprie campagne animaliste, come quella in
associazione con la PETA. Non mancano però anche foto di momenti di
svago o di curiosità a lei legate.
Kim Basinger: chi è suo marito
6. È stata sposata con un
noto attore. Sul set del film Bella, bionda… e dice
sempre sì, la Basinger conosce l’attore Alec
Baldwin, con il quale intraprenderà una relazione che
li porterà al matrimonio, nel 1993. La coppia rimane insieme per
circa nove anni, annunciando la separazione nel 2002. In seguito,
finirono entrambi sotto i riflettori per la dura battaglia legale
riguardante l’affidamento della loro unica figlia, nata nel
1995.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kim Basinger in Batman
5. Aveva rifiutato il ruolo
nel film. L’attrice era la prima scelta dei produttori per
ricoprire il ruolo di Vicky Vale nel film Batman, ma
questa rifiutò per via di altri impegni precedentemente presi. Fu
allora sostituita con un’altra interprete, la quale però si
infortunò durante le prove sul set. A quel punto, la Basinger fu
ricontattata una settimana prima che iniziassero le riprese, e i
produttori la scongiurarono di accettare il ruolo. Liberatasi dai
precedenti impegni, l’attrice fu libera di accettare la parte.
4. Non era prevista nel
finale. Inizialmente, secondo sceneggiatura, lo scontro
finale tra Batman e Joker non prevedeva altri personaggi coinvolti.
L’attrice tuttavia suggerì di aggiungere Vicky Vale, poiché
mettendo in pericolo l’interesse amoroso del supereroe si sarebbe
alzato il livello della tensione. I produttori acconsentirono, e
fecero così riscrivere il finale.
3. È divenuta nota per le
sue grida. Essendo legata sentimentalmente a Bruce Wayne,
il personaggio di Vicky Vale viene inevitabilmente più volte
esposto al pericolo. All’interno del film, la Basinger si è così
esibita in ben ventitre grida, nei momenti in cui si trova, o crede
di trovarsi, in pericolo. Questo dettaglio ha più volte fatto
indicare l’attrice come una possibile “scream queen”.
Kim Basinger: dov’è oggi?
2. Non recita da alcuni
anni. Nell’ultimo decennio le presenze al cinema
dell’attrice si sono piuttosto diradate, e il suo ultimo ruolo
ufficiale è quello nel film Cinquanta sfumature di rosso.
Inoltre, attualmente la Basinger non sembrerebbe avere film in
programma, e molti fan attendono il suo ritorno sulle scene.
Kim Basinger: età e altezza
1. Kim Basinger è nata a
Athens, in Georgia, Stati Uniti, l’8 dicembre 1953.
L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.
Tralasciando titoli come
L’Incredibile Hulk e Captain America: Il primo
Vendicatore, i film del MCU hanno sempre riscosso
un incredibile successo al box office mondiale. La vera sfida,
adesso, è capire se, dopo l’incredibile successo di Avengers:
Endgame, l’uscita di scena di personaggi iconici
quali Tony Stark e Steve Rogers, e con l’inizio della Fase 4,
l’Universo Cinematografico Marvel sarà ancora in grado di
mantenere alta la sua reputazione in termini di incassi.
In attesa di scoprire – una volta
che i cinema riapriranno – quale sarà il futuro dei titoli del
MCU al cinema (a partire
dall’uscita dell’attesissimo Black
Widow), ripercorriamo insieme i 10
maggiori record infranti dai cinecomic Marvel al botteghino:
Lo standalone con il maggior incasso
Su 23 titoli che compongono il
MCU ad oggi, soltanto quattro film
sono stati dedicati agli Avengers. Il resto, sono stati tutti
standalone dedicati a personaggi più o meno noti. Al di là del
successo della trilogia di Spider-Man di Sam Raimi o della
trilogia de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan (per
non parlare del successo inaspettato di Wonder Woman e Aquaman, appartenenti al DCEU), è comunque la
Marvel a detenere il record per lo
standalone – in ambito supereroistico – con il maggior incasso
della storia: si tratta di Black
Panther, che ha raggiunto ben 1.3 miliardi in
tutto il mondo.
Il più grande incasso dei Walt
Disney Studios
Non è un segreto che la Disney sia
una macchina da soldi. La Casa di Topolino rappresenta un marchio
collaudato di cui le famiglie si fidano ormai ciecamente; ecco
perché è facile che tutto ciò che lo studio tocchi, si trasformi in
oro! Inizialmente, la distribuzione dei film del MCU era stata affidata alla
Paramount Pictures, ma non appena la Disney ha capito quanto
ghiotta – in termini economici – potesse essere l’occasione grazie
alla rimuneratività dei cinecomics, in poco tempo i Marvel Studios vennero acquistati dalla
multinazionale. E così The Avengers è diventato il film
distribuito dai Walt Disney Studios con il maggiore incasso della
storia. Da allora, la Disney ha superato il suo stesso record in
diverse occasioni…
Il miglior esordio per un film in IMAX
Il record per un film in IMAX con il
più grande weekend d’apertura era detenuto da Il cavaliere
oscuro di Christopher Nolan. Tuttavia, nel 2015, anno di
uscita di
Avengers: Age of Ultron, il film di Joss Whedon
riuscì a stabilire un nuovo record, arrivando a 25.2 milioni di
dollari incassati nel primo weekend di programmazione.
Il lunedì più redditizio in Nord-America
Nell’era dello streaming, gli studi
cinematografici fanno sempre più fatica ad attirare il pubblico in
sala. D’altra parte, è sempre stato difficile attirare il pubblico
al cinema nella giornata o serata del lunedì. Eppure, Black
Panther è stato un punto di riferimento culturale
talmente grande da stabilire un nuovo importantissimo record,
diventando il film più visto all’inizio della settimana nella
storia del botteghino nordamericano, con ben 40.15 milioni
incassati.
Record per la
vendita di biglietti
È facile battere un record al
botteghino quando non si tiene conto dell’inflazione: il costante
cambiamento relativo al valore del dollaro americano stabilisce che
i biglietti per il cinema continuino a costare sempre di più col
passare del tempo. Ma Avengers:
Endgame ha battuto un record decisamente adeguato
all’inflazione, detenuto fino al momento della sua uscita soltanto
da Il ritorno dello Jedi. Con 8.502 biglietti venduti (e
tenendo conto dell’inflazione e dell’ampia distribuzione),
Endgame ha avuto la media più alta per fine settimana. Il
record de Il ritorno dello Jedi si aggirava attorno ai
7.293 biglietti venduti.
Il più alto incasso per un film
diretto da un regista afroamericano
Di recente, il MCU si è dimostrato molto più
aperto al concetto di “diversità”, realizzando film incentrati su
supereroi di colore o film interamente dedicati a supereroine. Per
il già citato Black
Panther, la Marvel ha reclutato il regista
afroamericano Ryan Coogler: con un pionieristico 1.3 miliardi di
dollari, il cinecomic con protagonista Chadwick Boseman è diventato
il film più redditizio di sempre girato da un regista di
colore.
La settimana d’apertura più redditizia
Avendo
acquistato i Marvel Studios, la Lucasfilm, la
Pixar e più di recente la Fox – senza contare le produzioni
originali a marchio Disney -, è innegabile quanto, oggi come oggi,
il più grande nemico della Casa di Topolino al botteghino sia
semplicemente la stessa multinazionale! Avengers:
Endgame ha stabilito il record per la settimana
di apertura più redditizia, con ben 473 milioni di dollari,
superando Star Wars: Il Risveglio della
Forza (che nella prima settimana aveva raggiunto 390
milioni).
Il più grande weekend d’apertura della storia
L’industria
hollywoodiana e le case di produzione insistono da sempre sul fatto
che il weekend di apertura sia il momento più importante nella
corsa in sala di un film. Nel suo weekend di apertura,
Avengers: Infinity War ha battuto “il record dei
record” con 640 milioni di dollari incassati, superando i 541
milioni di Fast and Furious 8. Un anno dopo,
Endgame ha quasi raddoppiato i 640 milioni di Infinity
War, con un weekend di apertura a dir poco vertiginoso, pari a
1.223 miliardi.
Il miliardo d’incasso raggiunto nel minor tempo possibile
Un altro
caso in cui la Marvel è riuscita a battere un suo
stesso record. Avengers:
Endgame ha battuto una serie di record già
stabiliti in precedenza da Infinity War. In soli tre
giorni, Endgame ha battuto il record dei cinque giorni di
Infinity War in termini di “500 milioni” incassati; in
cinque giorni, ha battuto il record degli 11 giorni di Infinity
War in termini di “1 miliardo” incassati; in otto giorni, ha
battuto il record dei 18 giorni di Infinity War in termini
di “1.5 miliardi” incassati; in 11 giorni ha battuto il record dei
47 giorni di Avatar in termini di “2 miliardi”
incassati.
Il più grande incasso di tutti i tempi
Prima dell’uscita di Avengers:
Endgame, il record del più grande
incasso di tutti i tempi era detenuto da Avatar. Poco
prima della fine della sua corsa in sala, si temeva che il
cinecomic di Anthony e Joe Russo non riuscisse a superare i 2.778
miliardi del kolossal di James Cameron. Così, il film venne
ridistribuito nelle sale con l’aggiunta di alcune scene inedite,
arrivando a 2.779 miliardi e diventando ufficialmente il più alto
incasso nella storia del cinema.
I fan del DCEU sono consapevoli che
l’universo condiviso basato sulle storie dei personaggi DC non avrà
mai la coerenza stilistica e narrativa che è invece uno dei
capisaldi del MCU. Basti pensare ai recenti
Aquaman, Shazam! e
Birds of Prey, titoli molto diversi tra
loro per toni e intenzioni, ma anche – e soprattutto – a Joker
(nonostante il film di Todd Phillips non appartenga ufficialmente
al DCEU). Per questo motivo, è doveroso credere che anche l’atteso
Wonder
Woman 1984 sarà qualcosa di molto
diverso.
Questa diversificazione, però,
sembra essere uno degli elementi favoriti dalla regista
Patty Jenkins, che in una recente intervista con
Total Film
ha parlato delle differenze che esistono tra i cinecomic Marvel e DC. La regista ha
sottolineato quanto sia importante questa unicità all’interno dei
singoli film del DCEU e quanto sia altrettanto importante che la DC
non prenda la Marvel come modello di
riferimento:
“Sono convinta che determinate
aspettative siano state causate dal grande successo che i Marvel Studios sono riusciti a raggiungere
grazie al loro universo condiviso, ma questa non deve essere la
regola, lo status quo. C’è un enorme varietà di fumetti, con toni e
mondi radicalmente diversi. A volte funzionano bene insieme, altre
volte no.”
La Jenkins ha poi aggiunto:
“Sono davvero felice che i film DC (e in realtà anche la
Marvel lo sta facendo molto di più,
con film come Doctor Strange, Thor: Ragnarok, Black Widow…) presentino toni molto diversi tra
loro. È questo che amo della DC. Ho sempre pensato che fosse una
cosa bellissima che tutte queste storie tratte dai fumetti fossero
così diverse tra loro.”
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film
è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal.
È
Deadline a riportare in esclusiva la notizia che sarà
Louis Leterrier, regista di
Now You See Me, a dirigere il sequel di Bright,
film originale Netflix con protagonisti Will Smith e Joel Edgerton, uscito nel 2017. Leterrier
andrà così a sostituire David Ayer, regista del
primo film che non tornerà dietro la macchina da presa.
All’inizio del mese di gennaio, David Ayer
aveva aggiornato sul sequel di Bright,
dichiarando: “Lo stiamo sviluppando e spero che saremo in
grado di iniziare i lavori sul film al più presto”. Al momento
non sono chiari i motivi che lo hanno spinto a rinunciare alla
regia (è probabile che voglia concentrarsi sull’annunciato remake
di Quella sporca dozzina), ma
lo stesso sarà comunque coinvolto nel sequel in qualità di
produttore.
Will Smith e Joel Edgerton torneranno rispettivamente nei
panni di Daryl Ward e Nick Jakoby, i due poliziotti protagonisti
della storia. Secondo le prime indiscrezioni, gli scenari in cui
opereranno i due personaggi nel sequel avranno un richiamo molto
più internazionale. Nonostante il primo film sia stato accolto
dalla critica in maniera contrastante, al suo debutto Bright
ha raggiunto oltre 60 milioni di visualizzazioni durante la sua
prima settimana sulla piattaforma di streaming.
Brightsegue
le vicende di due agenti di polizia interpretati da Smith, nel
ruolo dell’ufficiale Ward, e Edgerton (ufficiale Jakoby), un duo
alquanto improbabile che collabora per mantenere sicure le strade
di Los Angeles contro un sinistro sottomondo pieno di bande
violente e forze oscure.
Lo scorso febbraio abbiamo appreso
la notizia che la MGM è intenzionata a realizzare Creed 3,
un terzo capitolo della saga di
Creed, la serie di spin-off della saga di
Rocky Balboa, i cui eventi si svolgono nove anni
dopo i fatti narrati nel franchise con protagonista Sylvester
Stallone.
Sembra, però, che proprio Sylvester Stallone potrebbe non tornare nei
panni dell’iconico personaggio in veste di mentore. In effetti, già
in Creed
2 l’arco narrativo del personaggio sembrava
essersi concluso. Di recente, l’attore ha parlato del progetto su
Instagram
durante un Q&A – lo stesso in cui ha confermato il sequel di
Demolition Man -, anticipando che
potrebbe non apparire nel terzo capitolo della saga spin-off.
Stallone ha spiegato di avere
alcune idee per fare tornare il personaggio di Rocky al cinema, ma
dubita che ciò possa avvenire nel terzo annunciato Creed.
Sly ha quindi confermato di avere alcune idee per un sequel di
Rocky, ma al tempo stesso pensa che il
suo arco narrativo nel franchise con protagonista
Michael B. Jordan si sia esaurito.
In merito al nuovo sequel di
e Stallone starebbe pensando ad una storia che lo vede
coinvolto nuovamente come mentore, questa volta però di un
immigrato clandestino. L’attore non sa se il film verrà mai
realizzato: per adesso si tratta soltanto di idee ancora da
sviluppare. Inoltre, lo stesso ha espresso alcuni dubbi in merito
al possibile appeal del film, dal momento che la storia
non dovrebbe coinvolgere il ring così come avvenuto ai livelli dei
precedenti capitoli.
Zach Baylin è
stato ingaggiato per occuparsi di scrivere la sceneggiatura di
Creed
3. Recentemente, Baylin ha curato lo
script di King Richard, un
biopic incentrato sulla vita del padre delle campionesse di tennis
Serena e Venus Williams, che avrà come protagonista Will Smith e
che debutterà prossimamente su Netflix.
Al momento non ci sono ulteriori
dettagli sul terzo capitolo della saga
di Creed. Non sappiamo se Steven
Caple Jr., già regista di Creed 2, tornerà
dietro la macchina da presa o se la MGM affiderà il film ad un
nuovo regista. Di recente, uno dei produttori del franchise, Irwin
Winkler, aveva rivelato che alla star della saga,
Michael B. Jordan, era stata offerta la possibilità di
dirigere il terzo film.
Creed
2 è la continuazione della saga di Rocky, e
il sequel del grande successo di pubblico e di critica del
2015 Creed
– Nato per combattere, che ha incassato
oltre 170 milioni di dollari ai botteghini di tutto il
mondo. Ryan Coogler (Black
Panther), che ha diretto il primo film, torna a far parte del
franchise in veste di produttore esecutivo. La regia di questo
nuovo film è di Steven Caple Jr., che ha
diretto l’acclamato dramma del 2016 The Land.
Arriva da
Variety la notizia che il due volte premio Oscar Cate Blanchett è in trattative per recitare in
Borderlands,
adattamento live action del videogioco sviluppato
dalla Gearbox Software. All’attrice sarebbe stato offerto il
ruolo di uno dei personaggi principali della storia, Lilith, nota
anche come la Sirena, dotata di incredibili poteri sovrumani.
L’adattamento cinematografico di
Borderlandssarà
diretto da Eli Roth, regista di Cabin Fever,
Hostel e Knock Knock. Roth e la Blanchett avevano già
lavorato insieme nell’ultimo film del regista, il fantasy
Il mistero della casa del tempo, basato
sul romanzo “La pendola magica” del 1973 scritto
da John Bellairs ed illustrato da Edward Gorey.
Il live action di Borderlands è
attualmente in sviluppo alla Lionsgate. Craig
Mazin, creatore della pluripremiata serie Chernobyl, si
occuperà della sceneggiatura. Eli Roth sarà coinvolto anche in
qualità di produttore insieme a Avi e Ari Arad attraverso la loro
Arad Productions. Di seguito potete leggere la sinossi ufficiale
del videogioco originale:
“In un lontano futuro numerose
navi colonizzatrici atterrano su Pandora, un pianeta ai margini
della galassia; i coloni sono alla ricerca di una vita migliore e
sperano di diventare ricchi sfruttando le risorse minerarie del
loro nuovo mondo. Ben presto però molti capiscono che il pianeta ha
ben poco da offrire e la situazione degenera quando le compagnie
minerarie abbandonano il pianeta lasciando gli abitanti degli
insediamenti alla mercé dei criminali addetti ai lavori forzati. A
quel punto alcuni coloni tentano di arricchirsi depredando le
misteriose rovine aliene sparse su Pandora e così essi scoprono la
Cripta, un gigantesco bunker alieno che si dice contenga preziosa
tecnologia e segreti dal valore inestimabile. Nessuno sa come
accedere nella Cripta ma forse un nuovo colono, appena giunto nella
cittadina di Fyrestone, potrebbe risolvere il mistero.”
Come sappiamo ormai da diverso
tempo, l’uscita nelle sale di
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings è stata
ufficialmente posticipata al 7 maggio 2021 a causa della pandemia
di Covid-19. In attesa di capire quando potranno ripartire le
riprese del film, grazie a FandomWire
arrivano nuovi dettagli sulla trama, chiaramente non
confermati.
Secondo quanto apprendiamo dalla
fonte, nel cinecomic Shang-Chi non sarà soltanto il Maestro delle
arti marziali che i fan hanno imparato a conoscere grazie ai
fumetti. Sembra, infatti, che il protagonista avrà l’abilità di
dare vita ad una serie di cloni di se stesso (un potere simile a
ciò che è già in grado di fare nei fumetti), e sarà proprio
quest’abilità a metterlo nel radar del Mandarino. Cresciuto in uno
speciale orfanotrofio dov’è stato addestrato al combattimento,
Shang-Chi decide di fuggire per poi finire, anni dopo, di nuovo
nelle grinfie del villain.
Il Mandarino promette a Shang-Chi
soldi, potere e – cosa ancora più importante – la libertà, se
accetterà di combattere in un torneo dove al vincitore verranno
consegnati i Dieci Anelli a cui fa riferimento il titolo. Nel film
dovremmo vedere una serie di nuovi personaggi, e dovrebbe anche
esserci un riferimento al “falso” Mandarino che abbiamo visto in
Iron Man 3. Inoltre, sembra che
Awkwafina interpreterà Fah Lo Suee,
figlia del Mandarino e interesse amoroso di Shang-Chi.
L’uscita nelle sale di Shang-Chi
and The Legend Of The Ten Rings è fissata
al 7 maggio 2021. Il personaggio ha esordito
sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è
considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è
un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento
oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua
storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se
questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo
studio eviterà del tutto.
Destin Daniel
Cretton, acclamato regista di Short Term
12 e The Glass Castle (di ecente è
uscito il suo ultimo lavoro Il
Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx
e Brie
Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la
sceneggiatura di Dave Callaham (The
Expendables, Godzilla, Doom e Wonder
Woman 1984).
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
In seguito all’incredibile successo
di Chronicle, il suo debutto alla regia
che conquistò ben 126 milioni di dollari al box office mondiale (a
fronte di un budget di appena 12 milioni), il regista Josh
Trank si vide letteralmente spalancate le porte del magico
mondo di Hollywood, con numerose case di produzione che volevano
affidargli la regia dei progetti più disparati.
Tra questi c’era anche Venom, film che la Sony Pictures stava
cercando di realizzare da quando il regista aveva presentato allo
studio un soggetto basato proprio sul personaggio dei fumetti. In
una recente intervista con
Polygon, Josh Trank ha rivelato che la sua
versione del simbionte era in realtà molto diversa dal cinecomic di
Ruben Fleischer arrivato poi sul grande
schermo: Trank aveva infatti pensato ad un film vietato ai minori
di 17 anni, molto simile nei toni a The Mask.
Trank ha spiegato di aver lavorato
ad un trattamento per il possibile film insieme allo sceneggiatore
Rob Siegel. Il trattamento venne presentato a
Matt Tolmach, produttore di The Amazing Spider-Man, il quale
“odiò” il progetto.
“Non mi piacque come Matt
Tolmach si approcciò a me in quella situazione. Sembrava molto
autorevole”, ha spiegato il regista. “Se non ti piace
quello che sto facendo… e mi stai dicendo che devo fare qualcosa in
linea con quello che vuoi tu, e me lo dici in quel modo… Mi
dispiace, ma ci sono altre cose che posso fare!”
Per un breve periodo Trank si dedicò
all’adattamento del videogame Shadow of the
Colossus. Sempre nella medesima intervista, il
regista ha ricordato il soggetto di quell’adattamento come “una
delle cose più ridicole che avesse mai letto”. Forse, anche in
base alla sua esperienza con il disastroso reboot dei Fantastici Quattro uscito nel 2015,
Trank ha ribadito di non essere più interessato a trasporre sul
grande schermo “videogame o proprietà di altro
genere.”
Ricordiamo che l’ultima fatica
cinematografica di Josh Trank è
Capone, film in cui Tom Hardy interpreta Al Capone, il noto
mafioso statunitense di origine italiana. La pellicola uscirà negli
Stati Uniti, direttamente in VOD, il prossimo 12 maggio.
Sembra che un volto noto ai fan
dell’Universo Cinematografico Marvel prenderà parte al riavvio
del franchise di Pirati dei
Caraibi. Come riportato nelle ultime ore da
The
Disinsider, sembra che Karen Gillan – la Nebula di Guardiani della Galassia – sia la favorita
della Disney per recitare nel reboot della celebre saga che – lo
ricordiamo – non vedrà il ritorno di Johnny Depp nei panni di Jack Sparrow.
Per adesso si tratta di un semplice
rumor: la Gillian non ha ancora firmato alcun contratto, ma stando
ad una teoria riportata dalla fonte sembra che l’attrice potrebbe
interpretare il ruolo della piratessa Redd, personaggio delle
attrazioni ispirate al franchise e presenti nei vari parchi a tema
Disney, che a quanto pare dovrebbe figurare come personaggio
centrale delle nuove avventure al centro del reboot.
A scrivere il nuovo capitolo della
saga di Pirati dei Caraibi saranno il
“veterano” Ted Elliott e il creatore della pluripremiata serie
Chernobyl Craig
Mazin. Lo scorso febbraio era stato confermato l’addio al
progetto, che vi ricordiamo sarà orfano di Jack Sparrow, dei due
sceneggiatori Rhett
Reese e Paul Wernick.
Jerry Bruckheimer dovrebbe tornare
al timone come produttore. Elliott ha già firmato la storia
di La maledizione della prima luna e delle tre
successive pellicole Dead Man’s Chest, At World’s End e On
Stranger Tides con l’allora partner Terry Rossio.
Nel corso degli anni, Piper
Perabo è divenuta un’attrice particolarmente richiesta, e
se anche il suo nome potrà non suggerire molto, la si sarà
probabilmente vista recitare in alcuni celebri e recenti film. Non
ha poi mancato di apparire anche sul piccolo schermo, dove ha
potuto guadagnare ulteriore popolarità grazie a ruoli da
protagonista.
Ecco 10 cose che non sai di
Piper Perabo.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Piper Perabo: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film. L’attrice debutta al cinema nel 2000 con il film
Le avventure di Rocky e Bullwinkle, dove recita accanto a
Robert De
Niro. Il successo arriva poi con Le ragazze del
Coyote Ugly (2000), di cui è protagonista. Successivamente
acquisirà sempre più popolarità grazie a titoli come L’altra
metà dell’amore (2001), Una scatenata dozzina (2003),
George and the Dragon (2004), Edison City (2005),
con Kevin
Spacey, Il nascondiglio del diavolo (2005),
The Prestige
(2006), con Hugh
Jackman e Christian
Bale, Perché te lo dice mamma (2007),
Beverly Hills Chihuahua (2008), Lazarus Project – Un
piano misterioso (2008), Looper
(2012), Black Butterfly
(2017) e Attacco al potere
3 (2019), con Gerald
Butler.
9. È nota per i ruoli
televisivi. Tra i primi ruoli televisivi dell’attrice vi è
quello ricoperto in un episodio della terza stagione di Dr. House
(2007), con Hugh
Laurie. In seguito la Perabo acquista
particolare notorietà grazie al ruolo della protagonista Annie
Walker in Covert
Affairs (2010-2014). Negli anni successivi recita poi
nelle serie Notorius (2016), con Ryan
Guzman, Turn Up Charlie (2019-in corso),
ideata da Idris
Elba, e Penny Dreadful: City of
Angels (2019), con Natalie
Dormer.
8. È stata nominata ai
Golden Globe. Per il ruolo della giovane recluta della CIA
Annie Walker, protagonista di Covert Affairs, l’attrice ha
ottenuto nel 2011 una candidatura ai Golden Globe come miglior
attrice in una serie televisiva drammatica. Pur non riportando la
vittoria, la Perabo ha potuto ottenere una maggior visibilità.
Piper Perabo è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 149 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere in prevalenza immagini
relative al proprio lavoro, siano esse dei dietro le quinte che
delle foto promozionali dei suoi progetti. Non mancano però anche
curiosità, foto di momenti di svago e riflessioni che l’attrice
condivide con i propri follower.
Piper Perabo: chi è suo marito
6. Ha sposato un
regista. Nel 2013 l’attrice rende pubblico il proprio
fidanzamento con Stephen Kay, regista di alcuni
episodi della serie Covert Affairs, e proprio sul set di
questa si sono conosciuti i due. Nel 2014 celebrano poi a New York
il matrimonio con una cerimonia limitata a pochi intimi. Benché la
coppia non abbia ad ora avuto figli propri, la Perabo è diventata
madrina di un figlio che Kay aveva avuto da una precedente
relazione.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Piper Perabo in Le ragazze del
Coyote Ugly
5. Non canta realmente nel
film. In Le ragazze del Coyote Ugly l’attrice
ricopre il ruolo della protagonista Violet Sanford, il cui sogno è
quello di diventare una cantautrice. Nel film, dunque, il suo
personaggio si esibisce nell’esecuzione di diverse canzoni. A
cantare, tuttavia, non è la Perabo, che viene invece doppiata dalla
cantante professionista LeAnn Rimes.
4. Non ha girato le scene di
sesso. Del film esiste una versione con scene di sesso
piuttosto esplicite. Anche in questo caso, tuttavia, non fu la
Perabo e prendere parte a queste, utilizzando invece una
controfigura che la sostituisse. Pur non esprimendosi chiaramente a
riguardo, l’attrice fece intuire che non gradiva doversi spogliare
sul set, sentendosi eccessivamente esposta.
3. Il ruolo non era stato
inizialmente offerto a lei. Prima di scegliere la Perabo,
la produzione del film aveva proposto il ruolo della protagonista
all’attrice e cantante Jessica Simpson, all’epoca
molto popolare. Dopo aver letto la storia, tuttavia, questa disse
di non apprezzare particolarmente gli elementi scabrosi in essa
presenti, rifiutando dunque l’offerta. Fu a quel punto che il ruolo
venne affidato alla Perabo.
Piper Perabo in Covert Affairs
2. È entusiasta
dell’evoluzione del proprio personaggio. Parlando della
protagonista di Covert Affairs, l’attrice ha affermato che
non si aspettava di poter dar vita ad un arco narrativo coprente
cinque stagioni. Nel vedere il modo in cui il personaggio evolveva
episodio dopo episodio, evento dopo evento, è stato per lei
entusiasmante poter portare in scena un essere umano che da
inesperto acquisisce tutte le competenze del contesto in cui è
inserito.
Piper Perabo: età e altezza
1. Piper Perabo è nata a
Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 31 ottobre 1976.
L’attrice è alta complessivamente 166 centimetri.
In questi giorni di
lockdown e di quarantena obbligatoria, molte persone hanno
usufruito di Netflix anche per cercare di far trascorrere
più velocemente le loro giornate di reclusione. La piattaforma di
streaming gode da sempre di una comprovata popolarità, ma in questi
mesi la sua fruizione è cresciuta in maniera a dir poco
esponenziale.
Tra le docu-serie che hanno
riscosso maggiore successo in queste settimane, figura ovviamente
Tiger King, che narra le vicende Joe
Exotic, criminale statunitense ed ex operatore di zoo,
accusato di abuso e sfruttamento di animali esotici e selvatici. Se
siete tra i milioni di utenti che si sono appassionati allo show,
di seguito vi consigliamo altre 5 docu-serie disponibili su Netflix
che trattano di crimini realmente accaduti e di personalità le cui
storie superano di gran lunga qualsiasi finzione:
Making a Murderer
Se siete dei veri appassionati di
crime, non potete assolutamente perdervi
Making a Murderer, il Tiker
King della stagione televisiva targata 2015. La docu-serie
racconta le vicende del serial killer Steven Avery e di come la sua
famiglia abbia affrontato i due processi penali che lo hanno visto
coinvolto. La serie è stata un grande successo: Netflix aveva
inizialmente pianificato una sola stagione da otto episodi, che
sono poi stati espansi a dieci, prima della conferma di un secondo
ciclo composto da altre dieci puntate. Making a Murderer è
stata accolta positivamente anche dalla critica, nonostante alcuni
abbiano accusato il prodotto di presentare una visione unilaterale
ed emotivamente manipolativa dei fatti.
The Keepers
The
Keepers è una docu-serie in soli 7 episodi, ognuno
ricco di dettagli angoscianti e domande intriganti, che racconta la
storia dell’omicidio della suora ed insegnante Catherine Cesnik e
degli abusi sessuali avvenuti nella scuola in cui insegnava. La
docu-serie copre un arco narrativo che va dagli anni ’60 fino ai
giorni nostri, risultando sempre avvincente e mai confusionaria. La
critica l’ha elogiata definendola tanto sconvolgente quanto
coinvolgente.
Giù le mani dai gatti – Caccia a un killer online
Oltre docu-serie che, al pari di
Tiger King, è divenuta un vero e proprio caso negli Stati
Uniti: Giù le mani dai gatti – Caccia a un killer
online è arrivata su Netflix lo scorso anno, ed è lo
show perfetto se avete voglia di fare bingestreaming, dal
momento che conta soltanto 3 episodi. La serie segue un gruppo di
criminali informatici che danno vita, sul web, ad una vera e
propria una caccia all’uomo nei confronti di Luka Magnotta, balzato
all’attenzione internazionale nel 2010 per aver condiviso un video
in cui lo si vede uccidere due gattini; Magnotta è stato
successivamente condannato per l’omicidio dello studente cinese Jun
Jun.
Amanda Knox
Amanda
Knox è un docu-film di 90 minuti che ripercorre la
storia della ragazza di Seattle processata per due volte e assolta
per altre due volte per l’omicido di Meredith Kercher avvenuto
nel 2007. Attraverso le testimonianze della stessa Knox, del
suo ex fidanzato Raffaele Sollecito, del procuratore italiano
Giuliano Mignini e di altre figure coinvolte nel caso, il
documentario racconta, oltre all’omicidio di Meredith, ex
coinquilina di Amanda, anche le successive indagini, ricostruendo
prove ed appelli. Amanda è innocente o colpevole?
Conversazioni con un killer: The Ted Bundy Tapes
Ted Bundy è uno dei
serial killer più famosi della storia americana eConversazioni con un killer: The Ted Bundy
Tapesne racconta la personalità
distorta, ripercorrendone le gesta efferate. Il documentario
contiene interviste allo stesso Bundy, alle vittime sopravvissute
ai suoi attacchi, ai familiari, agli amici e anche alle forze
dell’ordine; il tutto alternato con filmati d’archivio di quando il
killer era ancora in vita e sotto processo.
Grazie alla CGI, il
cinema è oggi in grado di poter ricreare sul grande schermo
qualsiasi tipo di personaggio o di ambientazione, spingendo
l’immagine dello spettatore al di là di qualsiasi limite imposto.
Ciononostante, grandi risultanti si ottengono ancora oggi
ricorrendo al trucco prostetico e all’utilizzo di
costumi realizzati appositamente dagli artisti del
settore.
Se c’è un aspetto negativo, che
ovviamente riguarda in prima linea gli attori che
vengono chiamati ad interpretare quello specifico personaggio, è
quanto i costumi di scena possano essere ingombranti, dando vita a
momenti sul set che possono risultare davvero
spiacevoli per la star di turno. Di seguito abbiamo raccolto i
10 costumi più scomodi che gli attori hanno dovuto
indossare in fase di riprese:
Captain America
Apparentemente, il costume di
Captain America sfoggiato da Chris Evans in The Avengers sembra essere un costume
alquanto standard, lungi dal causare difficoltà a chi lo indossa.
Il vero grande problema del costume è stato in realtà l’elmetto
aderente che copriva il volto dell’attore. Per tutta la durata
delle riprese, infatti, Evans ha dovuto combattere con una serie di
forti emicranie. Considerando che si tratta del costume più brutto
sfoggiato da Cap nel MCU, è davvero ingiusto quanto
Evans abbia dovuto penare sul set…
Apocalisse
X-Men:
Apocalisse del 2016 rimane ancora oggi uno dei
capitoli del franchise più odiati dal fandom. Uno degli aspetti più
criticati della pellicola è stato il modo in cui è stato
tratteggiato il villain del titolo interpretato da
Oscar Isaac. A quanto pare, lo stesso attore deve aver
sofferto molto durante le riprese, dal momento che il costume del
personaggio – dotato di un meccanismo di raffreddamento incorporato
– pesava intorno ai 40 kg ed era particolarmente difficile non solo
da indossare, ma anche da togliere.
Catwoman
L’iconico attillatissimo abito
sfoggiato da Michelle Pfeiffer in Batman – Il ritorno era davvero scomodo. Il
costume era così stretto che l’attrice candidata all’Oscar non era
mai in grado di infilarlo da sola: prima di ogni ciak, aveva
bisogno dell’aiuto di più persone per potervi entrare dentro. Anche
la maschera era molto stretta, con l’attrice che durante le riprese
si è spesso sentita a disagio. Eppure, la sua Catwoman è ad oggi la
migliore incarnazione del personaggio mai apparsa al cinema… forse,
tutta quella sofferenza è valsa a qualcosa!
Visione
All’inizio Paul Bettany si è dovuto cimentare soltanto
con il doppiaggio del personaggio di Jarvis; tutto è poi cambiato
quando lo stesso è stato trasformato in Visione. Dall’uscita di
Avengers: Age of Ultron, all’attore è
stato così chiesto di trascorrere ore ed ore al trucco: in media, a
Bettany occorrevano circa due ore al giorno per essere truccato e
pronto per le riprese. L’aspetto positivo è che il trucco era
facilmente rimovibile e non ha ostacolato più di tanto la sua
performance.
Mystica
Rebecca Romijn ha dovuto sottoporsi ad una
delle trasformazioni più radicali che un attore abbia mai
affrontato su un set cinematografico: per il ruolo di Mystica,
infatti, l’attrice è stata letteralmente dipinta di blu dalla testa
ai piedi. Il trucco elaborato era davvero impressionante e la
preparazione dell’attrice in vista delle riprese del primo X-Men del 2000 ha richiesto dalle 8 alle
9 ore di applicazione giornaliere. Inoltre, la Romijn ha dovuto
indossare anche delle lenti a contatto di colore giallo che
rendevano particolarmente fastidiosa l’applicazione della vernice
sul volto e attorno agli occhi.
Hellboy
Ron Perlman può essere considerato un esperto
quando si parla di costumi scomodi. Prima di interpretare il
leggendario Hellboy, nel 1987 l’attore aveva già
interpretato il ruolo di Vincent nella serie tv La Bella e la Bestia al fianco di
Linda Hamilton. Per quanto riguarda il film di Guillermo del Toro,
Pearlman è stato ricoperto di vernice rossa dalla testa ai piedi,
ha dovuto indossare delle lenti a contatto e una gigantesca mano di
pietra. Eppure, i risultati sono stati più che efficaci, dal
momento che il Demone Rosso dell’attore sembrava essere uscito
direttamente dai fumetti.
La Cosa
Non c’è dubbio che quando i Marvel Studios decideranno di riavviare il
franchise dei Fantastici Quattro, il personaggio de La Cosa
verrà ricreato attraverso l’impiego della CIG. Eppure nel 2005, per
il film di Tim Story, le cose sono andate diversamente. L’attore
Michael Chiklis, interprete del personaggio di Ben
Grimm, ha infatti dovuto indossare una tuta calda e pesante, che
gli ha spesso causato momenti di forte disagio sul set. Eppure, lo
stesso ha sempre dichiarato di essere stato felice di aver preso
parte alla pellicola, dal momento che fin da bambino è sempre stato
un fan dei Fantastici Quattro.
Il Signore delle Tenebre
Prima di vestire i panni di
Pennywise,
Tim Curry ha interpretato Il Signore delle Tenebre in
Legend, fantasy del 1985 diretto da
Ridley Scott. Sul set del film, è stato chiesto all’attore di
indossare uno dei costumi più elaborati ed impressionanti mai
realizzati. Le gigantesche corna sfoggiate dalla creatura demoniaca
si estendono per oltre un metro e mezzo, cosa che ha causato a
Curry numerosi dolori durante le riprese. Nonostante la tiepida
accoglienza ricevuta dal film, il costume è entrato nella storia
del cinema ed è ancora oggi ricordato come uno dei più iconici.
Tartarughe Ninja
Il film del 1990, Tartarughe
Ninja alla Riscossa, vanta una delle produzioni più estenuanti
della storia del cinema. Dare vita alle tartarughe protagoniste,
infatti, si è rivelata una sfida più ardua del previsto. I gusci
delle tartarughe, che pesavano circa 48 chili ognuno, si sono
rivelati pesanti e scomodi da indossare per i protagonisti. Sul set
gli attori hanno spesso sofferto di claustrofobia, ma al tempo
stesso erano titubanti ad uscire dai rispettivi costumi perché ogni
tuta richiedeva almeno mezz’ora di tempo per essere indossata e
collaudata.
Il Grinch
Grazie all’adattamento de Il
Grinch del 2000, ad opera di Ron Howard,
Jim Carrey ha regalato una delle prove più grandi
della sua carriera. Al tempo stesso, però, quel ruolo si è rivelato
uno dei più impegnativi di sempre, dal momento che gli ha richiesto
di indossare un costume attillato dalla testa ai piedi, unito a
fastidiosissime lenti a contatto. Inoltre, il trucco richiedeva
circa otto ore giornaliere per essere applicato. Il tutto si è
rivelato talmente scomodo che la produzione ha dovuto ingaggiare un
agente della CIA per addestrare Carrey a sopportare il fastidio e
il dolore.
Franca Valeri
riceverà il David Speciale 2020 nel corso della
65a edizione dei Premi David di Donatello. Lo annuncia
Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico
dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, in
accordo con il Consiglio Direttivo composto da Francesco Rutelli,
Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis,
Domenico Dinoia, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini,
Francesco Ranieri Martinotti. Il riconoscimento sarà assegnato
venerdì 8 maggio nell’ambito della premiazione in diretta alle ore
21.25 su RAI 1 condotta da Carlo Conti.
“Franca Valeri è un’icona dello
spettacolo e della cultura italiana, tra radio e cinema, teatro e
tv, finora mai candidata o premiata al David – spiega Piera
Detassis, che aggiunge – Eppure, con un lampo unico di
creatività, è stata proprio lei ad aver letteralmente rivoluzionato
la comicità e l’immagine femminile dal secondo dopoguerra con
l’invenzione di personaggi simbolo come La Signorina Snob, la sora
Cecioni, Cesira la manicure. L’ironia scorrettissima, il tratto
rapido, il soprassalto linguistico e surreale sono i suoi strumenti
per raccontare le tante identità femminili in mutazione. Autrice di
diversi libri, tra questi ‘Il diario della signorina Snob’, ‘Le
donne’ e il più recente ‘Il secolo della noia’, vera protagonista e
mai solo caratterista, come talvolta descritta dalle
biografie, è stata anche sceneggiatrice di alcuni grandi film
come Il segno di Venere, Parigi o cara, Leoni al
sole. Ha debuttato con Alberto Lattuada e Federico Fellini e
lavorato con alcuni dei maggiori registi italiani, tra questi Mario
Monicelli, Dino Risi, Steno, Vittorio Caprioli e Luciano Salce,
spesso in coppia con Alberto Sordi, interpretando una rosa di
personaggi memorabili, fra cui spiccano la Cesira de Il Segno
di Venere, Poppy in Totò a colori, la signora De Ritis
in Un eroe dei nostri tempi, Lady Eva in Piccola
posta e, sopra ogni altro, Elvira la protagonista de Il
vedovo che distilla l’immortale battuta “cretinetti”. Alla sua
visionaria intelligenza, patrimonio del nostro paese, siamo felici
di assegnare il David Speciale del 65° anniversario. Grazie Signora
Valeri”. Premi David di Donatello 2020, ha votato oltre il 90% dei
giurati
Lunedì 27 aprile alle ore 24 si è concluso il secondo turno di
votazione per l’assegnazione dei Premi David di Donatello 2020
facendo registrare un dato importante: ha infatti espresso il suo
giudizio oltre il 90% dei giurati, un record di partecipazione.
Come riportato da
CBM, nelle ultime ore James Mangold, regista
di Logan
e dell’annunciato
Indiana Jones 5, è finito nell’occhio del ciclone per una
battuta ai danni della #SnyderCut di Justice
League che non è affatto piaciuta al fandom del
cinecomic di Zack Snyder.
Nei giorni scorsi, via
Twitter, James Mangold aveva esortato i fan
della #SnyderCut a prendersi “una pausa” dalla
loro campagna social a sostegno della release della versione del
cinecomic mai arrivata sul grande schermo. Tirando in ballo il film
Norma Rae del 1979 di Martin Ritt con
protagonista Sally Field, Mangold aveva scritto: “Prendetevi 10
minuti di pausa dalla vostra fissa per la #SnyderCut e guardate
qualcosa in cui gli abiti non sono in fibra di vetro o in fibra di
carbonio”.
Il giorno dopo il tweet
“incriminato”, James Mangold ha rivelato di aver
trovato il suo profilo letteralmente invaso dai furiosi commenti
del fandom del cinecomic DC che, a quanto pare, non avevano affatto
gradito il suo precedente post.
Il regista è stato quindi costretto
ad intervenire e a chiarire la sua posizione ed il suo commento: in
una serie di tweet, infatti, James Mangold ha
ribadito che la sua era semplicemente una battuta; nonostante non
conosca personalmente Zack Snyder, ha spiegato di dubitare che lo
stesso si alzi ogni mattina pensando alla sua versione di
Justice
League, come invece sembrano fare molti fan del
suo cinema. Mangold ha poi chiuso la sua “spiegazione”, dichiarando
di essere molto più interessato a cosa Snyder realizzerà in
futuro.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice
League, con Zack
Snyder che ha spiegato che i cambiamenti
apportati in itinere sono stati causati da varie interferenze con
lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un
effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del
film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata
girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata
realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori
eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman
v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano in quel mondo
combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e Flash tornava
indietro nel tempo per dire qualcosa a Bruce…“
In brevissimo tempo Tyler
Rake, il nuovo action con protagonista Chris
Hemsworth, è diventato uno dei titoli più visti su
Netflix. Sulla scia dell’incredibile
successo del film diretto da Sam Hargrave, il
colosso dello streaming ha già deciso di sviluppare un sequel.
La notizia è stata riportata da
Deadline (via
Screen Rant), secondo cui Joe Russo – co-regista
di Avengers:
Endgame e co-produttore di Tyler
Rake insieme ad Anthony Russo – avrebbe già chiuso un accordo
per occuparsi della sceneggiatura del sequel. Lo stesso Joe ha
confermato la cosa in un comunicato ufficiale: “Al momento non
siamo ancora concentrati su come la storia possa andare avanti, o
magari indietro nel tempo. C’è questo grandissimo finale aperto che
lascia lo spettatore con tanti punti interrogativi.”
Sam Hargrave non ha
ancora firmato per dirigere il sequel, così come Chris
Hemsworth, che ha firmato un contratto per un solo
film. La fonte riporta che Netflix vorrebbe coinvolgere nuovamente
sia il regista che la celebre star del MCU.
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che Tyler
Rake racconta la storia di un mercenario che
opera nel mercato nero e che non ha nulla da perdere quando viene
ingaggiato per salvare il figlio rapito di un boss del crimine
internazionale. Ma nel torbido mondo dei trafficanti di armi e di
droga, questa missione, che da pericolosissima diventa pressoché
impossibile, cambierà per sempre la vita di Rake e del ragazzo.
Nella giornata di ieri, proprio in
occasione dello Star
Wars Day, è stato annunciato che Taika Waititi, regista di Thor:
Ragnarok e JoJo
Rabbit, dirigerà e co-sceneggerà un nuovo film della
saga di Star Wars. Il nuovo film sarà
esterno alla saga degli Skywalker, conclusasi ufficialmente lo
scorso dicembre con l’uscita nelle sale di tutto de L’Ascesa di Skywalker di
J.J. Abrams.
In seguito all’annuncio del
coinvolgimento di Taika Waititi nel franchise di Guerre
Stellari, il regista Rian Johnson, che ha diretto
Star Wars: Gli Ultimi Jedi (probabilmente il film
più “controverso” della trilogia sequel), ha espresso via
Twitter tutto il suo entusiasmo in merito all’ingaggio
dell’amico e collega, dichiarando:
“Non ho idea di che tipo di Star
Wars partoriranno le menti di Taika, Krysty e Leslye. Anche se
provassi ad indovinare, mi sbaglierei. E questa è la cosa più
eccitante che io possa immaginare.”
Krysty
Wilson-Cairns è la sceneggiatrice che si occuperà di
scrivere il nuovo film di Star Wars insieme a Taika
Waititi. A Leslye Headland, invece, è stato
affidato il compito di lavorare ad una nuova serie ambientata
nell’universo di Guerre Stellari e destinata al servizio
di streaming Disney+: quest’ultimo progetto è stato
ufficializzato dalla Lucasfilm sempre nella giornata di ieri.
Taika Waititi ha conquistato il mondo con
il suo Thor:
Ragnarok, ma ha poi trovato il vero successo
con JoJo
Rabbit, satira contro il nazismo che gli ha
regalato un premio Oscar per la migliore sceneggiatura
originale.
Dopo la conclusione della saga degli
Skywalker lo scorso dicembre, con l’uscita in sala di L’Ascesa
di Skywalker, saga continua nelle sue
declinazioni fumettistiche e con le serie tv, tra
cui The Mandalorian che, dopo
una stagione di grande successo conclusasi il 2 maggio, è stata
rinnovata per un secondo ciclo.
Tom Cruise collaborerà con l’imprenditore ed
inventore sudafricano Elon Musk e con la
NASA alla realizzazione di un nuovo film d’azione
che sarà ambientato nello spazio. La notizia è stata riportata in
esclusiva da Deadline (via
Screen Rant): secondo la fonte, il progetto rappresenterà il
primo lungometraggio di finzione girato interamente nello
spazio.
Al momento non si conoscono
ulteriori dettagli sull’ambizioso progetto: non sappiamo chi sarà
lo studio che si occuperà di finanziare e distribuire la pellicola,
né chi si occuperà di scrivere la sceneggiatura e di dirigere il
film. Un progetto, dunque, ancora in una fase embrionale, che al
momento vede Cruise impegnato con l’azienda aerospaziale
SpaceX (fondata nel 2012 da Musk) e con la NASA
per cercare di capire in che modo poter realizzare il film e,
soprattutto, permettere all’attore di poter realizzare i suoi
stunt.
Nell’ultimo decennio, Tom
Cruise si è imposto come una delle più grandi
star a livello mondiale del cinema d’azione. La natura adrenalinica
dell’attore e il suo desiderio di sfidare costantemente i limiti,
lo hanno spinto ogni volta a realizzare da solo i propri stunt,
anche quelli più pericolosi, come accaduto più volte sul set dei
vari film della saga di Mission
Impossible, nonostante i vari incidenti che comunque
non hanno mai fermato lo spirito indomito dell’attore.
In attesa di nuovi dettagli su
questo interessantissimo progetto, ricordiamo che appena sarà
possibile tornare sui set cinematografici, Cruise riprenderà la
produzione di Mission Impossible
7 e 8, i due
nuovi capitoli della saga che saranno diretti entrambi
da Christopher McQuarrie, già regista
di Rogue Nation e Fallout.
I due film verranno girati in
contemporanea e faranno il loro debutto nelle sale americane
rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022. Nel cast
tornerà, oltre a Cruise, anche
Rebecca Ferguson. Tra le new entry figurano
Shea Whigham (Kong: Skull
Island), Hayley
Atwell (Captain America: Il primo
vendicatore), Pom
Klementieff (Guardiani della Galassia)
e Nicholas
Hoult (X-Men, Mad Max: Fury Road).
Tra i personaggi di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker che hanno
letteralmente rubato il cuore del fandom per simpatia e tenerezza,
figura senza dubbio Babu Frik, il fabbro del
mercato nero di Kijimi. In una recente intervista rilasciata a
Vanity Fair in
occasione dello “Star
Wars Day”, Shirley Henderson, voce originale
del personaggio, ha rivelato nuovi dettagli sulla creatura.
Parlando del lavoro con J.J. Abrams sul set del film, la
Henderson ha spiegato che Babu Frik aveva tutta
una backstory che nel film non è stata raccontata, e che
nel passato del personaggio c’è stata anche una tragica storia
d’amore… o almeno, questo è quello che ha sempre pensato l’attrice
e che, probabilmente, l’ha aiutata ad entrare meglio nei panni del
personaggio:
“Babu ha vissuto
una vita al di là del film”, ha
spiegatoShirley
Henderson.“Da qualche parte,
là fuori, c’è il suo amore perduto. A volte pensa a lei quando si
siede nel suo laboratorio e si abbandona ai suoi pensieri. Questo è
quello che ho sempre pensato.”
A proposito della Henderson, forse
non tutti che si tratta dell’attrice scozzese che ha interpretato
il personaggio di Mirtilla Malcontenta nei
due film della saga di Harry
Potter, La camera dei
segreti e Il calice di fuoco.
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da
J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e
Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.
A Sylvester
Stallone piacciono sicuramente i franchising. La star dei
Rocky, Rambo e
Expendables – e il regista di
Staying Alive, sequel de La febbre del
sabato sera – ha rivelato che ha in programma di fare un sequel del
film d’azione del 1993 Demolition
Man.
“Ci stiamo lavorando proprio ora
con Warner Brothers – ha detto Stallone in un video che ha
pubblicato su Instagram nel fine settimana – Sembra fantastico,
aspettiamo di vedere quello che ne verrà fuori.”
Stallone ha recitato in
Demolition Man nei panni di un poliziotto
criogenicamente congelato negli anni ’90 ma poi svegliato nel 2032
per affrontare un criminale del 20° secolo, interpretato da
Wesley Snipes. Nel film recitano anche
Sandra Bullock e Nigel
Hawthorne.
Il film è recentemente riemerso nei
trend di Google quando, a inizio pandemia, sembrava che la carta
igienica fosse diventata un bene di prima necessità, rarissimo nei
supermercati. Nel film infatti, le persone del futuro usano tre
conchigliette, il cui uso non viene mai spiegato bene nella storia,
al posto della carta.
In occasione dello
Star
Wars Day, arriva la notizia ufficiale che
Taika Waititi, sceneggiatore premio Oscar per
Jojo
Rabbit, dirigerà e co-sceneggerà (insieme a
Krysty Wilson-Cairns) un nuovo film del franchise
di Star
Wars, che sarà esterno alla Saga degli
Skywalker attualmente conclusa.
Nella stessa sede è stato
annunciato che Leslye Headland, vincitrice di un
Emmy Award, produrrà, scriverà e sarà showrunner di una nuova serie
tv, ambientata nell’universo di Star
Wars, e in produzione per Disney+.
Taika Waititi ha conquistato il mondo con il
suo Thor:
Ragnarok, ma ha poi trovato il vero successo con
Jojo
Rabbit, satira contro il nazismo che gli ha
regalato un premio Oscar per la migliore sceneggiatura
originale.
Dopo la conclusione della
Saga degli Skywalker lo scorso dicembre,
con l’uscita in sala di L’ascesa di Skywalker, saga continua
nelle sue declinazioni fumettistiche e con le serie tv, tra cui
The Mandalorian che, dopo una
stagione di grande successo conclusasi il 2 maggio, è stata
rinnovata per un secondo ciclo.
Stephenie Mayer,
autrice di Twilight, ha annunciato
ufficialmente che il 4 agosto uscirà Midnight
Sun, il suo atteso e tanto chiacchierato quinto libro
della saga di Twilight, appunto, ma che non porta avanti la storia
di Bella e Edward, ma che la racconta dal punto di vista
dell’affascinante vampiro.
Si è parlato per molto tempo del
libro trai fan di Twilight, soprattutto
perché la prospettiva di Edwad Cullen sulla sua storia con Bella
sembra molto misteriosa, un elemento di grande interesse per i fan
della saga e anche di curiosità per chi, pur non essendo fan, ha
amato i film e vorrebbe saperne di più sulle avventure dell’umana e
del vampiro innamorati.
“Sono molto eccitata, infine, di
annunciare l’uscita di Midnight Sun il 4 agosto. Questo è un
periodo folle e non sapevo se questo potesse essere il momento
giusto per farlo uscire, ma alcuni di voi hanno aspettato per così
tanto tempo! Non mi sembrava giusto farvi aspettare ancora, scusate
il pessimo tempismo. Spero che questo libro possa essere una
distrazione dal mondo reale”. Quanto dichiarato da Meye a
Good Morning America, proprio questa mattina.
Da un punto di vista
cinematografico, l’idea di una versione di Twilight raccontata
attraverso gli occhi di Edward potrebbe essere interessante,
tuttavia ricordiamo che Robert Pattinson e
Kristen Stewart, protagonisti della saga, hanno
nel frattempo strutturato le loro carriere quasi completamente
lontano dai blockbuster, per cui sarà interessante vedere se si
tenterà, almeno, di riaverli a bordo per un eventuale nuovo
film.
Come rilevato già per La Compagnia
dell’Anello, anche l’adattamento de
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri
presenta diverse differenze rispetto al libro di partenza, e in
questo caso le differenze sono ancora più profonde, perché se la
prima parte della trilogia di Tolkien è strutturata seguendo il
viaggio della Compagnia, nella seconda parte la Compagnia si divide
e quindi si dividono anche i racconti.
Inizio e film
Come già anticipato nel
pezzo che spiegava le differenze tra libro e
film ne La Compagnia dell’Anello, Le due Torri ha un inizio ed
una fine che non corrispondono alla suddivisione dei libri di
Tolkien. Le Due Torri (libro) comincia con la morte e il funerale
di Boromir, e con Frodo e Sam alle prese con
Gollum; finisce con l’esercito di Theoden che arriva a
Isengard allagata, dopo la battaglia al fosso di Helm, e con il
racconto di Merry e Pipino dell’attacco degli Ent alla fortezza di
Saruman. Intanto, sempre nel finale del libro, Frodo e Sam sono
stati separati: Frodo è prigioniero di Shelob e Sam, con Anello e
Pungolo, è solo e disperato ai margini di Mordor.
Il film ci presenta un finale meno
sospeso: abbiamo Aragorn, Legolas, Gimli e Gandalf, con l’esercito
di Theoden, sopravvissuti vittoriosi alla battaglia al fosso di
Helm, che guardano all’orizzonte mentre le fiamme del Monte Fato
divampano; Pipino e Merry sono con gli Ent a Isengard allagata: Sam
e Frodo sono appena stati lasciati liberi da Faramir e su di loro
incombe la minaccia di
Gollum che bisbiglia qualcosa di misterioso su una
certa “lei”, riferendosi ovviamente al suo intento di portare gli
hobbit tra le grinfie di Shelob.
La struttura narrativa
Come accennato, Le Due
Torri film cambia radicalmente la struttura narrativa del romanzo.
Tolkien dedica la prima parte del libro ad Aragorn, Legoals, Gimbli
e Gandalf, alle loro vicende, relegando al finale e attraverso un
lungo racconto le vicende che hanno coinvolto Merry e Pipino
durante l’attacco a Isengard. La seconda parte del libro, invece, è
dedicata a Sam, Frodo e
Gollum e alla loro avventura nelle terre dell’Est.
Per Peter Jackson
era più funzionale, ovviamente, portare avanti parallelamente i due
racconti, in modo tale che lo spettatore non perdesse di vista per
troppo tempo nessuno dei tre gruppi. Per Tolkien, invece, si è
rivelato più comodo o funzionale raccontare la storia a
blocchi.
Eomer
???????????
Delle new entry che incontriamo ne
Le Due Torri, il personaggio di Eomer è senza dubbio uno dei più
affascinanti, perché, nelle intenzioni di Tolkien, si tratta della
summa delle virtù guerriere, una sorta di Achille medievale che
nella lotta e nella battaglia trova la sua gioia. Nel film, Eomer
viene bandito all’inizio della storia per ordine di Vermilinguo,
che avvelena la mente di re Theoden. Dopo il bando, lo incontriamo
nelle terre del Mark, insieme ai suoi uomini. Prima attacca gli
Uruk-Hai che tengono prigionieri Merry e Pipino (che scappano
dentro Fangorn), poi incontrano Aragorn, Gimli e Legolas, verso i
quali nutre diffidenza. Nonostante questo decide di lasciarli
andare dando loro due cavalli, solo dopo si rinsalderà la loro
amicizia.
Nel libro, invece, Eomer non viene
affatto bandito ed è a capo di un esercito che protegge le terre
esterne di Rohan. Inoltre, importante è la differenza del suo
incontro con Aragorn e gli altri.
Come sappiamo, nei libri Aragorn parte da Gran Burrone con
Anduril al suo fianco, la spada che lo identifica come erede di
Isildur, la cui presenza, durante l’incontro con Eomer, cambia
subito l’ordine delle cose. Il figlio di Rohan riconosce in Aragorn
il suo Re e lo spinge a schierarsi subito dalla sua parte.
Gandalf il bianco
Sia nel libro che nel
film c’è un po’ di mistero legato alla figura di Gandalf il Bianco
(Ian
McKellen), prima che egli stesso si palesi come lo
stesso Gandalf, più o meno, che è partito da Gran Burrone con la
compagnia. Prima di tutto, il prologo del film ci mostra la lotta
con il Balrog, che invece nei libri viene raccontata da Gandalf
stesso. In secondo luogo, il suo personaggio non si incontra mai
con Merry e Pipino a Fangorn, ma solo con il terzetto di
cacciatori.
Nel libro, Aragorn e gli altri si
fermano una notte ai margini della foresta di Fangorn, lì vengono
osservati da una presenza misteriosa che li spinge ad addentrarsi
nella foresta. Solo dopo un breve inseguimento, la figura
misteriosa si rivela essere Gandalf il Bianco, che si unisce a loro
e li accompagna a Edoras.
Eowyn
Insieme a Eomer, ne
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri
incontriamo per la prima volta Eowyn, uno dei tre personaggi
femminili “parlanti” della storia tokieniana. Come accaduto per
Arwen, anche il personaggio di Eowyn viene leggermente apliato
e strutturato. Nel film la incontriamo al capezzale del cugino
morente, ai piedi del trono del re impotente, e negli sguardi
lascivi di Vermilinguo. Inoltre la vediamo confrontarsi subito con
Aragorn e i nuovi arrivati e la vediamo guidare il popolo di Edoras
al sicuro nelle miniere del fosse di Helm.
La sua conversazione con Aragorn,
inoltre, funge da ponte per far comparire di nuovo Arwen. Si forma
qui un accenno di un goffo triangolo amoroso in cui Eowyn chiede ad
Aragorn della sua bella (La donna che ti ha regalato quel
gioiello). Questo ci porta indietro, nelle memorie di Aragorn e
nella decisione molto combattuta di Arwen di abbandonarlo per
seguire gli Elfi ai Porti Grigi (cosa che verrà poi rettificata nel
terzo film).
Nel libro, il ruolo di Eowyn è
relegato a quello di custode di Edoras, mentre il re va in
battaglia. La donna non è presente al fosso di Helm e non prende
quasi mai la parola. Sappiamo poi che il suo personaggio avrà più
spazio nel terzo libro (e film).
La decisione di Theoden
L’arrivo di Gandalf e i
suoi a Edoras “sveglia” il re. Tuttavia, il personaggio è
leggermente diverso tra film e libro, e anche le sue decisioni
variano leggermente. Nel romanzo, il Theoden di nuovo in possesso
della sua mente, ordina gli Eorlingas di scendere in campo contro
Saruman; durante la marcia verso Isengard, una vedetta li informa
che l’esercito dello stregone è troppo grande per essere affrontato
in campo aperto, così Theoden ripiega sul fosso di Helm.
Nel film, sappiamo che Theoden è
impaurito, quasi pavido, e prende subito la decisione di ritirarsi
al fosso di Helm, con la popolazione ed Eowyn a proteggerla e
incoraggiarla. L’imboscata dei mannari, nel film, “serve” in
qualche modo ad allontanare Aragorn dal gruppo e a farlo diventare
l’ambasciatore della potenza dell’esercito di Saruman.
La battaglia al fosso di Helm
La macrosequenza del fosso
di Helm è molto fedele al romanzo, salvo due differenze importanti.
La prima riguarda la presenza degli elfi, che nel romanzo sono
assenti, mentre nel film fanno la loro comparsa direttamente da
Gran Burrone e Lothlorien.
Altro elemento di differenza è
Gandalf. Nel film, lo stregone lascia l’esercito prima che si metta
in marcia verso il fosso, alla ricerca di Eomer esiliato con il suo
esercito. Nel libro, Gandalf si separa dagli altri solo quando si
decide per ritirarsi al fosso, e compare in battaglia insieme a
Erkenbrand, un altro guerriero del Mark, e al suo esercito. Questi
personaggi sono stati eliminati dal film.
Merry e Pipino
Il viaggio di Merry e
Pipino ne Il Signore degli Anelli: Le Due Torri è
molto avventuroso e li vedrà cambiare profondamente. Nel libro, i
due hobbit scappano nella foresta di Fangorn, seminano gli orchi e
incontrano Barbalbero, restano con lui e con Sveltolampo, assistono
all’Entaconsulta e marciano con gli Ent alla volta di Isengard.
Alla fine della battaglia del fosso di Helm, Aragorn, Gimli,
Legolas e Gandalf, che con l’esercito di Theoden, sono arrivati ai
piedi di Orthanc, li ritrovano a Isengard e qui i due hobbit
raccontano la loro avventura.
Nel film, Barbalbero aiuta i due
hobbit a sfuggire all’orco e dubita della loro natura, credendoli
piccoli orchi. Inoltre, sono proprio Merry e Pipino che, “come
sassolini che generano una valanga”, convincono gli Ent a scendere
in battaglia. La loro riunione con gli altri membri della Compagnia
è rinviata alla prima parte de Il Ritorno del Re.
Frodo, Sam e Gollum
A parte la grande
differenza legata alla scena della tana di Shelob, nel film
presente ne Il Ritorno del Re e nel libro invece ultimo capitolo de
Le Due Torri, il percorso di Sam e Frodo, con la guida di Gollum, è
più o meno fedele al romanzo.
Le paludi morte, l’incontro con i
Nazgul con le ali, il cancello nero, la scoperta di un’altra via.
Fa eccezione l’incontro con Faramir, il cui personaggio è molto
diverso tra libro e film.
Faramir
Fratello minore di Boromir,
Faramir è uno degli uomini più nobili della trilogia di Tolkien,
secondo forse solo ad Aragorn. Nel romanzo, lo incontriamo
nell’Ithilien, dove pattuglia il confine di Gondor per conto del
sovrintendente, suo padre, Denethor. Quando incontra Frodo e Sam,
capisce immediatamente la natura della loro missione e il loro
scopo, li assiste, li protegge, li ospita e li mette in guardia
contro Gollum, che di lì a poco li avrebbe condotti nella tana di
Shelob, infatti.
Nel film, invece, il personaggio è
molto più simile al defunto fratello Boromir. Cattura gli hobbit,
scopre qual è la loro missione e scopre l’Anello, li tiene
prigionieri e li porta a Osgiliath, verso Gondor, per offrire
l’Unico a suo padre. Ma l’attacco dei Nazgul alla cittadina sul
fiume fa capire a Faramir che la scelta giusta, che forse gli
costerà la vita per le leggi della città, è quella di lasciare
libero Frodo e permettergli di proseguire il suo cammino. In una
scena tagliata dalla versione cinematografica e presente nella
extended version, Faramir minaccia Gollum, avendo intuito le sue
cattive intenzioni. Non servirà.
Come per Aragorn, anche Faramir è
stato reso più complesso e articolato nei film, rispetto al fulgido
esempio di rettitudine che vediamo sulle pagine del romanzo.