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Maria con Angelina Jolie di Pablo Larraín in concorso a Venezia 81

Sarà presentato oggi in concorso all’ottantunesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia Maria di Pablo Larraín che vede protagonista Angelina Jolie nei panni di Maria Callas. Nel cast anche Valeria Golino, Haluk Bilginer, Alba Rohrwacher, Pierfrancesco Favino e Kodi Smit-McPhee.

In merito al film il regista Pablo Larraín ha commentato: Maria Callas, la più grande cantante lirica di tutti i tempi, ha avuto senza dubbio una vita bella, unica e tormentata. Questa è la storia dei suoi ultimi giorni, una celebrazione raccontata attraverso i ricordi e gli amici, e soprattutto attraverso il suo canto.

Maria racconta la tumultuosa, tragica e bellissima storia della vita della più grande cantante lirica del mondo, rivisitata e reinterpretata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni Settanta.

Maria è prodotto da The Apartment (Lorenzo Mieli, Annamaria Morelli), Komplizen Film (Jonas Dornbach, Janine Jackowski, Maren Ade), Fabula (Juan de Dios Larraín, Pablo Larraín).

Maria è un film drammatico biografico di prossima uscita sulla cantante lirica Maria Callas. È diretto da Pablo Larraín, scritto da Steven Knight, prodotto da Fremantle e interpretato da Angelina Jolie nel ruolo della protagonista, con Valeria Golino nel ruolo della sorella Yakinthi e Haluk Bilginer nel ruolo di Aristotele Onassis. Il film sarà presentato in anteprima all’81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove concorrerà per il Leone d’oro.
Sono estremamente felice di avere la possibilità di concludere questo processo di rappresentazione delle donne che hanno cambiato il destino del 20° secolo, culturalmente parlando“, ha detto Larrain a Variety a giugno, dopo aver già portato sullo schermo Jackie Spencer. “E questa volta si tratta di un artista. Ed è innescato dalla mia ammirazione per la sua vita e il suo lavoro“, ha aggiunto il regista. Steven Knight (Spencer, Peaky Blinders, La promessa dell’assassino) ha scritto la sceneggiatura di Maria, mentre il film sarà prodotto da Juan de Dios Larraín per Fabula PicturesLorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una Fremantle Company, e Jonas Dornbach per Komlizen Film.

Joker: Folie à Deux, svelati i character poster in vista dell’anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia

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Come il suo predecessore, Joker: Folie à Deux sarà presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia. Nonostante sia diventato un grande successo, il primo Joker si è rivelato polarizzante quando è stato presentato a Venezia nel 2019, e il direttore del Festival Alberto Barbera ritiene che il sequel farà arrabbiare altrettante persone.

Se vi aspettate solo una seconda parte del precedente, esattamente lo stesso tipo di narrazione e situazione e così via, vi sbagliate, perché il tema è molto più oscuro”, ha detto a Vanity Fair in una recente intervista. “È molto più inventivo da ogni punto di vista. È completamente inaspettato. Penso che sia molto audace, coraggioso, creativo e un film incredibilmente originale”.

Nel frattempo, Warner Bros. India ha condiviso un paio di character poster che ritraggono Joaquin Phoenix nel ruolo del ritornante Arthur Fleck e Lady Gaga nel ruolo di Harley Quinn, alias “Lee”. Non resta a questo punto che attendere la presentazione del film a Venezia per poter avere i primi pareri della stampa e scoprire in che modo verrà accolto e cosa dobbiamo aspettarci da questo misterioso sequel.

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.

Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.

The Fantastic Four: First Steps, un video sul set rivela il primo sguardo a La Cosa!

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In I Fantastici 4 del 2005 e nel suo sequel, I Fantastici 4 e Silver Surfer del 2007, l’attore Michael Chiklis ha indossato un costume pratico per dare vita a La Cosa sullo schermo. All’epoca funzionava, ma nel reboot del 2015 di Josh Trank, l’interpretazione del personaggio da parte di Jamie Bell è stata realizzata con effetti visivi (a parte il design scadente, l’aspetto era fantastico). Ora abbiamo un primo sguardo a The Fantastic Four: First Steps e sembra proprio che torneremo ad avere una Cosa realizzata con effetti pratici.

Per ora non sappiamo se c’è un attore – presumibilmente Ebon Moss-Bachrach – nella tuta o se si tratta semplicemente di una controfigura destinata a servire da riferimento per gli attori e gli artisti degli effetti visivi. In base ai pochi secondi di filmato che abbiamo, però, sembra proprio che ci sia qualcuno all’interno del costume. Il fatto che si tratti di una controfigura è forse la cosa più sensata, anche se una Cosa pratica (il cui volto, ad esempio, è migliorato con i VFX) potrebbe adattarsi all’estetica anni ’60 del reboot dei Marvel Studios.

Tuttavia, vale la pena ricordare ciò che Moss-Bachrach ha dichiarato all’inizio dell’anno. “In passato, credo che abbiano fatto un costume. Michael Chiklis indossava un abito che a quanto pare era davvero scomodo, ma ormai… l’abbiamo superato”, ha spiegato l’attore durante la sua partecipazione al Jimmy Kimmel Live. “È una specie di cosplay, un po’ amatoriale, con la tecnologia che abbiamo”. Potrebbe dunque esserci anche la possibilità che ciò che vediamo nel video non sia tutto di questo personaggio, che potrebbe riservare qualche altra sorpresa.

The Fantastic Four: First Steps – quello che c’è da sapere sul film

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter Hauser, John MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

Jenna Ortega e Winona Ryder incantano il red carpet di Venezia 81, le foto

Jenna Ortega e Winona Ryder, protagoniste di Beetlejuice Beetlejuice, hanno incantato il red carpet di Venezia 81. Il film di Tim Burton è stato scelto per aprire l’edizione 2024 del festival nel Fuori Concorso.

Ecco gli scatti delle due attrici dal red carpet di inaugurazione:

Venezia 81: il red carpet di Beetlejuice Beetlejuice

Venezia 81: il red carpet di Beetlejuice Beetlejuice

La serata inaugurale di Venezia 81 ha portato sul red carpet del palazzo del cinema il cast di Beetlejuice Beetlejuice insieme a Tim Burton Il visionario regista è accompagnato dai protagonisti Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci,Jenna Ortega e Willem Dafoe. Ecco tutte le foto dal red carpet della serata inaugurale del festival:

Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera a Venezia 81, le foto

Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera a Venezia 81, le foto

Sigourney Weaver ha ritirato il suo Leone d’Oro alla Carriera alla 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. “Sono sicura di stare sognando”, ha detto ricevendo il premio. “Grazie per questo carburante per jet di incoraggiamento”.

In seguito ha detto che il suo Leone d’oro è stato “l’onore più sorprendente che potessi immaginare”, aggiungendo che la statua sarebbe stata “seduta accanto a me sull’aereo, sarà la prossima a essere nella gondola e mio marito dovrà abituarsi ad averla a letto con noi”.

Sigourney Weaver su Kamala Harris: “Pensare che il mio lavoro possa avere a che fare con la sua ascesa mi rende felice”

The Game – Nessuna regola: la spiegazione del finale del film

The Game – Nessuna regola: la spiegazione del finale del film

Da sempre impegnato nel dar vita a film che giocano tanto con i loro personaggi quanto con gli spettatori, David Fincher si è negli anni costruito una fama senza eguali. Autore di alcuni tra i più apprezzati film degli ultimi tre decenni, come Zodiac, The Social Network e Mank, prima di girare questi ha subito messo in chiaro i suoi interessi come regista con The Game – Nessuna regola. Arrivato al cinema nel 1997, questo è ancora oggi un vero e proprio manifesto della sua poetica. Il meccanismo che dà vita alla storia è infatti quanto mai complesso, ricco di trappole e false piste che pongono tanto il protagonista quanto lo spettatore in una situazione di svantaggio.

La sceneggiatura di The Game – Nessuna regola circolava ad Hollywood già dal 1991, senza però aver mai trovato un regista e degli attori interessati a realizzarla. Dopo che questa venne acquistata dalla MGM, lo studios decise di proporla a Fincher, reduce dal successo del thriller Seven. Il regista accettò di realizzare il film, rielaborando però la storia affinché assumesse toni ancor più cupi. Nella sua realizzazione, le tre grandi fonti di ispirazione sono stati i film Canto di Natale, Mission: Impossible e La stangata. L’intenzione di Fincher è però quella di realizzare un film diverso dal solito, incentrato sulla perdita di controllo.

Per questo motivo, il modo in cui le informazioni vengono distribuite è tutt’altro che regolare, dando vita a veri e propri inganni che sostengono il desiderio del regista di far sentire privo di certezze il pubblico. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Game - Nessuna regola Michael Douglas

La trama e il cast di The Game – Nessuna regola

Protagonista del film è Nicholas Van Orton, un ricco uomo d’affari di San Francisco, caduto però da tempo preda di un’acuta depressione. L’unico rimastogli veramente accanto è suo fratello Conrad, il quale tenta in tutti i modi di spronarlo a riprendere in mano la sua vita. Per aiutarlo, decide di regalargli per il suo compleanno l’iscrizione ad un misterioso club di giochi di ruolo, chiamato Consumer Recreation Services. Ben presto, però, Nicholas capirà di essere finito al centro di un gioco estremamente più complesso e pericoloso del previsto, che potrebbe condurlo alla morte.

Ad interpretare il protagonista del film, Nicholas, vi è il premio Oscar Michael Douglas. L’attore riuscì a calarsi nel personaggio anche grazie al fatto che stava attraversando un complesso periodo, segnato dal divorzio dalla sua prima moglie. Egli riportò allora molto di sé nel personaggio, riuscendo a renderlo umano e comprensibile da tutti. Più di ogni altra cosa, però, Douglas era attratto dal fatto che fosse praticamente impossibile prevedere il finale del film. Nel film è poi presente il due volte premio Oscar Sean Penn nei panni del fratello Conrad.

Originariamente, però, Nicholas avrebbe dovuto avere una sorella e ad interpretarla era stata chiamata Jodie Foster. Fincher propose di cambiare il personaggio nella figlia del protagonista, ma ciò non convinse Douglas. Si decise dunque di rendere il personaggio un fratello maschio, affidando il ruolo a Penn. Nel film è poi presente l’attrice Deborah Kara Unger nei panni della cameriera Christine. Questa era divenuta celebre grazie al film Crash e fu proprio dopo averla vista recitare in questo che Fincher decise di sceglierla per il ruolo.

The Game - Nessuna regola trama

La spiegazione del finale

Verso la fine di The Game – Nessuna regola, quando Nicholas viene dato per morto in Messico, si presume che si sia finalmente liberato dal copione del CRS. Tuttavia, essi hanno ancora il controllo. Fino al momento in cui Nicholas si getta dal tetto, atterrando alla festa, tutto è ancora nel gioco. Il panico espresso da Christine alla vista della “vera” pistola di Nicholas e la sua rivelazione che sono ancora in gioco fanno parte del gioco. Christine deve fingere che il gioco sia andato male per far credere a Nicholas di aver davvero sparato a suo fratello Conrad (Sean Penn).

Affinché la “morte” sia nelle mani di Nicholas, deve ammettere che Conrad è fuori, scommettendo che lui non le crederà. Il gioco del CRS è più di un elaborato scherzo. Il loro obiettivo è portare Nicholas al suo punto più basso spiritualmente, dove è disposto a gettarsi da un tetto per dimostrargli che ha una seconda possibilità di vita. Il piano si svolge senza problemi per i CRS, ma non possono prevedere ogni mossa di Nicholas.

È lecito pensare che abbiano preparato diversi piani di emergenza per qualsiasi scelta di Nicholas. Alla fine del film, The Game – Nessuna regola offre un assaggio dell’ampiezza dei preparativi che il CRS ha adottato quando uno dei suoi dipendenti ammette che se Nicholas non si fosse buttato, era stato incaricato di gettarlo dal tetto. Sotto gli scioccanti colpi di scena e i brividi del finale, il film cerca di collegare il pubblico con i valori di una storia più antica e fantastica.

The Game - Nessuna regola Sean Penn

The Game – Nessuna regola, pur non essendo propriamente un adattamento di A Christmas Carol, può essere interpretato come una rivisitazione del classico racconto di Charles Dickens. David Fincher paragona addirittura Nicholas al protagonista del romanzo, definendolo uno “Scrooge alla moda e di bell’aspetto”. The Game modernizza quindi il testo centenario, riaffermando al contempo il potere senza tempo del racconto di Dickens sull’empatia e sulle seconde opportunità.

Entrambi i personaggi sono uomini ricchi e isolati che hanno preferito il denaro e il mondo degli affari al legame umano. Il fratello di Nicholas appare come il fantasma di Jacob Marley all’inizio del film, ricordando a Nicholas una morte del passato e preparandolo al viaggio che lo attende. Il paragone più evidente avviene quando Nicholas viene sepolto vivo. La sua emersione da una tomba in un cimitero messicano richiama alla mente la scena di Un canto di Natale in cui a Scrooge viene mostrata la sua stessa tomba.

Se si considera The Game – Nessuna regola sotto questa luce, il finale assume una risonanza ancora maggiore. Anche CRS, come il Fantasma del Natale futuro, mostra a Nicholas la sua potenziale morte facendolo gettare dal tetto. Quando Nicholas colpisce l’airbag, come Ebenezer Scrooge, gli viene data una seconda possibilità di vita. Il gioco modernizza così il testo centenario, riaffermando al contempo il potere senza tempo del racconto di Dickens sull’empatia e sulle seconde possibilità.

Il trailer di The Game – Nessuna regola e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Game – Nessuna regola è infatti disponibile nei cataloghi di Prime Video, Now e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris.

Mad Heidi: trama, cast e curiosità sul film

Mad Heidi: trama, cast e curiosità sul film

Negli ultimi anni si è manifestata una certa tendenza nel riproporre alcuni racconti e personaggi particolarmente noti attraverso chiavi di lettura ben diverse da quelle per cui sono note. Sono così nati film come Winnie the Pooh: Sangue e miele o The Mouse Trap, basato su un orrorifico Topolino. Un alto esperimento simile, che ha saputo ottenere un certo seguito, è Mad Heidi, film ispirato al noto romanzo Heidi di Johanna Spyri e che ripropone la celebre ragazzina dei monti come una letale guerriera.

Il film si configura dunque come una continua follia “alla Quentin Tarantino“, con esplosioni, sangue, combattimento e chi più ne ha più ne metta. Un’opera del genere ha naturalmente da subito attratto una nutrita schiera di interessanti, divenendo in breve un piccolo cult. Limitato nella sua distribuzione dalla pandemia di Covid-19, Mad Heidi arriva ora finalmente anche sulle televisioni italiane, permettendo così a chi lo avesse perso di poterlo recuperare.

In vista di quel momento, in questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Mad Heidi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mad Heidi David Schofield
David Schofield in Mad Heidi. © 2022 Swissploitation Films / madheidi.com

La trama di Mad Heidi

Il racconto si svolge in un futuro prossimo distopico in cui il mondo vive un’epoca di conflitti e caos. L’unica isola felice sembra essere la Svizzera governata dal Presidente Meili (Casper Van Dien), un ricco magnate del formaggio. Ma l’idillio è tutta apparenza e in realtà l’uomo è un terribile tiranno che vuole conquistare il mondo. Il contadino Peter (Kel Matsena), fidanzato di Heidi (Alice Lucy), è un sovversivo e produce il proprio formaggio rifiutandosi di aderire al Regime.

Proprio per questa sua attività illecita, viene infine arrestato e giustiziato davanti agli occhi dell’amata Heidi, la quale viene invece messa in prigione e riformata per diventare una guerriera. Ma quando la giovane donna esce di carcere non ha nient’altro che sete di vendetta. Decisa ad usare tutto quello che ha imparato in carcere, Heidi lotterà per liberare la Svizzera e il mondo intero dal terribile Meili.

Mad Heidi Casper Van Dien
Casper Van Dien in Mad Heidi. © Swissploitation Films / madheidi.com

Il cast del film e altre curiosità

Ad interpretare Heidi, come riportato, vi è l’attrice Alice Lucy, che prima di effettuare le riprese del film ha potuto sottoporsi a due settimane e mezzo di addestramento al combattimento. Ciò le ha permesso di poter interpretare personalmente tali sequenze, senza dunque dover ricorrere a controfigure. L’attore David Schofield – noto per aver interpretato il senatore Falco ne Il gladiatore (2000) e Ian Mercer in Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma e Ai confini del mondo – interpreta Alpöhi, nonno di Heidi.

L’attore Casper Van Dien interpreta invece il crudele Presidente Hermann Meili. Van Dien è noto in particolare per il film Starship Troopers – Fanteria dello spazio. In Mad Heidi, a circa 9 minuti e mezzo dalla fine del film, c’è un cortometraggio video intitolato “Nutrizione e patriottismo”. Diversi personaggi in questo corto dicono: “Sto facendo la mia parte”. Si tratta di un omaggio propriio a Starship Troopers, di cui Van Dien era protagonista. Infine, il personaggio della Signorina Rottweiler, interpretato da Katja Kolm è una parodia della Signorina Rottermeier, la perfida governante di Klara nel romanzo originale di Heidi.

Il trailer di Mad Heidi e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

A un passo dalla verità: la storia vera dietro il film

A un passo dalla verità: la storia vera dietro il film

Diretto da Yves Rénier (qui alla sua ultima regia prima della scomparsa), il film francese A un passo dalla verità propone un punto di vista privilegiato sulla vicenda del serial killer Michel Fourniret, tra i più crudeli e mostruosi assassini della storia della Francia contemporanea. Il film, tratto dal romanzo La mésange et l’ogresse di Harold Cobert del 2016, ripropone infatti gli eventi e i crimini di cui si è macchiato e di come si sia infine giunti – dopo molto tempo – al suo arresto.

La storia, in particolare, si concentra sul lavoro congiunto della polizia belga e francese per portare all’arresto di Fourniret e della moglie. Uscito nel 2021, il film non ha mancato di suscitare svariate polemiche per l’apparentemente mancato rispetto alle vittime. Le famiglie di queste, infatti, che hanno denunciato lo sfruttamento della storia per quest’opera. Ma anche il figlio di Fourniret si è lamentato della sua realizzazione, provando poi a bloccarne la trasmissione.

In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a A un passo dalla verità. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui ci si riferisce. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

A un passo dalla verità trama

La trama e il cast di A un passo dalla verità

Il film segue il caso di Michel Fourniret (Philippe Torreton), arrestato il 26 giugno 2003 per aver rapito una ragazza minorenne. L’uomo viene denunciato proprio dalla ragazzina che riesce a scappare dal suo furgone. Nello stesso periodo, la polizia è a caccia di un pericoloso serial killer e l’arresto di Fourniret porta gli inquirenti a pensare che si tratti proprio di lui. L’uomo nega di essere l’assassino seriale e tiene il punto senza mai scomporsi.

L’unica persona che può aiutare le indagini è la moglie Monique (Isabelle Gélinas). La polizia, però, è divisa tra la possibilità che Monique sia una semplice testimone, ignara degli orrori commessi, o una complice silenziosa e consapevole. Inizia così una serrata caccia psicologica, una battaglia di nervi tra gli investigatori e la donna, per far emergere la verità. La tensione cresce man mano che gli interrogatori si susseguono, mentre gli investigatori cercano disperatamente di far crollare la donna e di ottenere una sua confessione.

L’attore Philippe Torreton interpreta il serial killer, Michel Fourniret, mentre Isabelle Gélinas interpreta sua moglie Monique Fourniret. Nel cast recitano poi François-Xavier Demaison nel ruolo del commissario Declerk, Mélanie Bernier in quello del capitano Nielsen e poi Yves Rénier nel ruolo di Arnaud Costenoble, François-David Cardonnel in quello di Joris Delhaye e Lilea Le Borgne in quello di Louise Nielsen.

A un passo dalla verità cast

La storia vera dietro il film

Il film, come anticipato, è basato sulla vera storia di Michel Fourniret, uno dei più spietati serial killer francesi, noto come “l’Ogre delle Ardenne”. Nato il 4 aprile 1942 a Sedan, in Francia, Fourniret ha terrorizzato la Francia e il Belgio per oltre due decenni. Tra gli anni ’80 e ’90 ha rapito, violentato e ucciso almeno nove ragazze, tutte giovani e vulnerabili. Il suo modus operandi prevedeva l’attirare le sue vittime con la promessa di un passaggio o di un lavoro, per poi portarle in luoghi isolati dove consumava i suoi crimini.

La sua cattura avvenne solo nel 2003, quando tentò di rapire una quattordicenne che, fortunatamente, riuscì a fuggire e a denunciare l’aggressione. Questo portò all’arresto di Fourniret e all’inizio di una lunga indagine che rivelò l’orrore dei suoi crimini. Durante gli interrogatori, fu proprio Monique Olivier, la moglie di Fourniret, a fornire le informazioni cruciali che permisero alla polizia di scoprire la verità. La coppia viveva in un castello a Sautou, dove furono ritrovati i corpi di alcune delle loro vittime, sepolti nei terreni circostanti.

Fourniret è poi stato anche collegato a un gruppo terroristico francese, l’Action Directe, sebbene i legami non siano mai stati completamente chiariti. Successivamente, Fourniret è stato estradato in Francia nel 2006 e condannato all’ergastolo per cinque omicidi. Successivamente ha confessato di aver compiuto 11 assassini ma è sospettato di altre 21 sparizioni. Solo anni dopo, nel 2020, il Mostro delle Ardenne ha confessato l’omicidio di una bambina di 9 anni. La moglie Monique è stata a sua volta accusata e condannata all’ergastolo in quanto complice dei brutali omicidi compiuti dal marito. Michel Fourniret è morto a 79 anni nel 2021

 Dove vedere A un passo dalla verità in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28 agosto alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Beetlejuice Beetlejuice: recensione del film di Tim Burton – Venezia 81

Se nel corso della sua carriera Tim Burton ha rifiutato di realizzare sequel per alcuni dei suoi film cult, come Edward mani di forbice o Nightmare Before Christmas (quest’ultimo mai diretto da lui), considerandoli opere intoccabili e perfette nella loro unicità, per Beetlejuice – Spiritello porcello è accaduto qualcosa di diverso: in questo caso, infatti, la magia si è compiuta. Spinto da un desiderio profondo e dall’urgenza di scoprire cosa fosse accaduto oltre trent’anni dopo ai personaggi che aveva lasciato a Winter River, Burton ha messo insieme nuove idee per dare vita a un film, Beetlejuice Beetlejuice, che non solo rappresenta un ritorno alle sue radici artistiche, ma che si pone anche come un omaggio alla pellicola originale e un dono per i fan che dal 1988 non hanno mai smesso di sostenerlo.

Beetlejuice Beetlejuice ha così debuttato al Lido, aprendo l’81ª edizione del Festival del Cinema di Venezia nella sezione Fuori Concorso, pronto a scaldare i cuori dei fedeli burtoniani. Accanto agli attesi ritorni di Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara, ci sono delle new entry d’eccezione come Monica Bellucci, Justin Theroux, Willem Dafoe e Jenna Ortega, che potrebbe diventare la nuova musa di Burton. Distribuita da Warner Bros., la pellicola arriverà nelle sale a partire dal 5 settembre.

Beetlejuice Beetlejuice, la trama

Nel 1988, a Winter River, abbiamo lasciato Lydia, Charles e Delia a condividere la loro casa con i defunti Adam e Barbara Maitland, dopo che la prima era riuscita a sfuggire a un pericoloso matrimonio con il demone Beetlejuice. Li ritroviamo trentasei anni dopo, e tutto è cambiato: Lydia è ora protagonista di un programma televisivo in cui aiuta le persone a comunicare con i fantasmi che infestano le loro abitazioni, sotto la guida del suo nuovo compagno e manager, Rory. Ma la sua vita privata è tutt’altro che serena: sua una figlia, Astrid, non vuole proprio saperne della madre: le rimprovera di non essere mai riuscita a metterla in contatto con il padre defunto, nonostante la madre possa vedere i fantasmi.

Ma un tragico evento, caratterizzato dalla morte di Charles Deetz, costringe la famiglia a riunirsi e tornare a Winter River per celebrare il funerale nel luogo in cui hanno vissuto per tanti anni e lì seporlo. Nel frattempo, però, Lydia comincia ad avere spaventose visioni di Beetlejuice, e quando Astrid scopre il famoso modellino di Adam nascosto nella soffitta, teme che il demone possa essere evocato nuovamente, generando il caos. Tuttavia, la conoscenza di Astrid con Jeremy, un giovane del posto che cela un oscuro segreto, spingerà Lydia a cercare proprio l’aiuto di Beetlejuice per salvare sua figlia.

Un ritorno alle origini

Jenna Ortega in Beetlejuice Beetlejuice (2024)
Foto di Courtesy of Warner Bros. Pictures/Courtesy of Warner Bros. Pictu – © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. A

Come lo stesso Burton ha rivelato in occasione della conferenza stampa, l’idea di un sequel di Beetlejuice aleggiava nell’aria già da diversi anni. Il regista ha più volte incontrato i protagonisti del primo film, Winona Ryder e Michael Keaton, riflettendo su come le vite dei loro personaggi potessero essere cambiate nel tempo. Interrogativi che hanno trovato risposta in una sceneggiatura capace di trasformare la speranza dei fan in realtà. Riprendendo temi e stilemi tipici del suo cinema, Burton ha costruito una narrazione che, pur rimanendo fedele alla struttura del primo film, la arricchisce dove necessario, trasformandola in un pretesto per tornare su un set che considera una seconda casa, e per rimettersi in contatto con personaggi diventati ormai iconici. Ancora una volta, il regista esplora una delle tematiche centrali della sua filmografia: l’intreccio fra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Come già accaduto in altre sue opere, l’aldilà, pur nella sua grottesca inquietudine, è un luogo sorprendentemente attraente, divertente e vibrante. Anche di fronte al temuto Grande Ignoto, una delle destinazioni più temute dell’oltretomba, si canta e si balla. Burton ci regala un aldilà che, nonostante la sua macabra natura, suscita nel pubblico un desiderio segreto e perverso di volerlo visitare almeno una volta, perché, paradossalmente, appare più autentico e sincero della realtà stessa. Inoltre, la componente orrorifica per cui il regista ha – come ben si sa – un’inclinazione, anche in questo caso si amalgama perfettamente con il tono comico e irriverente, quest’ultimo tipico del personaggio di Beetlejuice, ancora motore della narrazione. Il risultato è un’opera fruibile e leggera, che testimonia come Burton non abbia perso il suo smalto, dimostrandosi ancora capace di armonizzare generi apparentemente opposti – la commedia e l’horror – senza rendere il film pesante o, ancor peggio, imbarazzante.

Effetti visivi giusti ma trame poco accattivanti

Beetlejuice Beetlejuice

Un plauso meritato va poi all’aspetto visivo di Beetlejuice Beetlejuice. Come nei primi lungometraggi di Tim Burton, emerge l’artigianalità del lavoro, con una netta preferenza per effetti speciali che privilegiano il contributo massiccio di trucco e parrucco, e l’uso della stop motion, tecnica prediletta del regista. Nonostante ciò, per restare al passo con i tempi e sfruttare le nuove tecnologie, è stata utilizzata anche la CGI, ma con misura, per evitare che il film perdesse il suo fascino artigianale, facendo di questo uno dei suoi punti di pregio.

Una nota di demerito va invece alla trama e alle sottotrame del film. Nonostante l’intenzione di esplorare temi come il lutto, l’affermazione di sé e la vendetta, le storyline risultano deboli, con alcuni elementi, come l’introduzione del personaggio interpretato da Monica Bellucci, che appaiono forzati. La sua Delores, ex moglie di Beetlejuice, evoca la figura di Emily de La sposa cadavere, sia per le cicatrici sia per il ruolo di sposa “tradita”, nonostante il suo background sia diverso e, a differenza di Emily, sia una delle antagoniste del film. Al di là di questo riferimento, la sua presenza si riduce a un espediente narrativo poco sviluppato, utile solo a far progredire la trama principale. In conclusione, il sequel di Beetlejuice riesce nell’intento di essere un omaggio nostalgico e un ritorno alle radici di quel regista visionario che il pubblico ha imparato ad amare, ma risulta meno efficace nel tentativo di offrire una continuazione davvero originale e sorprendente.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – stagione 2, recensione della serie Prime Video

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Arriva il 29 agosto su Prime Video la seconda stagione della serie basata sulle storie della Terra di mezzo scritte dal Professore J.R.R. Tolkien e scrivere la recensione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere stagione 2 è un po’ aggrapparsi alle immagini e alle emozioni poetiche che la serie riesce a regalare agli spettatori, nonostante tutti i limiti e le difficoltà che eredita dal primo ciclo distribuito in piattaforma due anni fa. È innegabile l’emozione che si prova di fronte a quello che dovrebbe essere un avvincente viaggio attraverso la Terra di Mezzo, ma che svela presto parecchie debolezze.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere stagione 2, dove eravamo rimasti?

Foto Prime Video

La seconda stagione ha delle premesse più intriganti rispetto al primo ciclo, che ci aveva lasciati in sospeso con gli anelli elfici già forgiati e un Sauron mutafora che si era svelato agli occhi dell’incredula Galadriel. Questi elementi offrono certamente slancio narrativo al ciclo, e infatti la serie si rivela più avvincente, molto bella dal punto di vista della messa in scena eppure rivolta a uno spettatore sfiduciato dalla prima stagione.

Ambientato durante la Seconda Era della Terra di Mezzo, tra la mitica preistoria di Il Silmarillion e le lotte per la salvezza del mondo che abbiamo visto ne Il Signore degli Anelli, Gli Anelli del Potere – stagione 2 affronta la stessa sfida di molti prequel. Sappiamo già benissimo che Galadriel (Morfydd Clark) non riuscirà a impedire a Sauron (Charlie Vickers) di creare l’Unico Anello e di stabilire il suo oscuro potere a Mordor, che quando Isildur (Maxim Baldry) taglierà l’Anello dalla mano di Sauron, non ne uccide la sua totalità ma solo il suo corpo provvisorio. Esiste certamente un nucleo di fan interessati all’idea di farsi mostrare quanto già conoscono, di vedere la caduta di Númenor o la trasformazione degli harfoots in Hobbit sedentari.

Ma tutti gli altri spettatori hanno la necessità di essere intrattenuti e catturati con la costruzione di una suspense che esula da quanto è già noto. Altri prequel di successo, come Better Call Saul oppure House of the Dragon, hanno sfruttato l’ineluttabilità delle storie che hanno raccontato intensificando il senso di tragedia che incombe sul racconto, regalando agli show un taglio quasi nichilista.

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Un “problema” delle serie sequel

Gli Anelli del Potere stagione 2 vuole invece essere più leggero, forse offrire una narrazione più sana e pulita, adatta alle famiglie. È questa la prerogativa degli showrunner Patrick McKay e J.D. Payne, oltre a essere in linea con il materiale di partenza, che ha avuto il suo principio in un romanzo per bambini, Lo Hobbit. Evitare temi più cupi o difficili da gestire rimanendo in quel range di rating, sposta ancora di più peso sullo sviluppo dei personaggi come mezzo principale per catalizzare l’attenzione dello spettatore, ed è proprio per questo aspetto che Gli Anelli del Potere continua a fallire.

La parte più avvincente della seconda stagione è, in effetti, la più tetra, quella che segue la prospettiva del cattivo, Sauron, che tornato in scena sotto le mentite spoglie di Annatar, inganna Celebrimbor (Charles Edwards) e lo spinge a forgiare gli anelli per i Nani e per gli Uomini, tutti contaminati dalla sua influenza maligna. Il fabbro elfico, ammaliato dal successo dei tre anelli degli Elfi e tentato nella sua vanità, si lascia convincere prima e consumare dopo dall’ambizione del progetto, contribuendo a tutti gli effetti a portare Sauron a un passo dal coronamento del suo piano: la forgiatura dell’Unico.

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Questa trama è sicuramente interessante e approfondisce il tema della corruzione e della tentazione che abbiamo abbondantemente visto drammatizzata ne Il Signore degli Anelli, ma che qui si mostra alla sua origine, non solo in personaggi corruttibili come gli uomini (ricordate Boromir?), ma anche all’opera su elfi (Celebrimbor è la prima vittima di questa ambizione) e sui nani, tanto che assistiamo alla caduta del Re Durin (Peter Mullan) sotto l’influenza di uno dei Sette, divenuto incauto “scavando troppo in profondità e con troppa avidità”, di fronte all’impotenza del principe Durin (Owain Arthur) e sua moglie Disa (Sophia Nomvete). Il declino della Terra di Mezzo è inevitabile, e la corruzione di elfi e nani di fronte alle forze oscure ampiamente avviata.

Un groviglio di trame e personaggi confusi

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Questo conflitto cardinale nell’economia del racconto che percorre tutta la seconda stagione si immerge in un groviglio di trame, luoghi, personaggi abbozzati e situazioni che, per l’approssimazione con cui vengono messi in scena, corrono il rischio di tagliare fuori chiunque non abbia già familiarità con gli scritti di Tolkien. Sono molte le risposte necessarie che però la serie dà per scontate, come le motivazioni di alcune scelte dei personaggi, le ragioni dietro al conflitto in atto a Númenor per il controllo del regno, o ancora il semplice orientamento nella geografia della Terra di Mezzo che, ancora una volta, sembra facilitare soltanto chi già conosce a menadito i luoghi tolkieniani.

E questa confusione geografica si riflette anche nell’incapacità della serie di regalare personaggi memorabili, forse per scelte di casting non adatte o forse per una scrittura approssimativa dei personaggi stessi. È difficile affezionarsi ai protagonisti che pure vivono in un mondo in cui emotivamente si desidera ardentemente essere trasportati. Sono quindi preziose come il mithril quelle poche scene di autentica emozione che sono disseminate nello show, come quelle dedicate a Tom Bombadil, che finalmente fa la sua comparsa, oppure alcuni momenti in cui è protagonista il tormento interiore di Celebrimbor (Charles Edwards ha svolto un lavoro egregio).

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – stagione 2 migliore rispetto alla prima

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La stessa campagna marketing di Amazon si è ridimensionata, tra la prima e la seconda stagione, segno che forse la produzione non ha intenzione di cambiare rotta ma vuole comunque tenersi stretti gli spettatori (pochi, in verità) che sono arrivati in fondo alla prima stagione. Dopotutto, da n punto di vista spettacolare, la serie ha un impatto importante, anche se non riesce a scalfire la superficie esteriore della confezione.

Certo, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – stagione 2 si rivela molto più avvincente del primo ciclo proprio alla luce della maggiore quantità di azione e coinvolgimento, tuttavia rimane un contentino rispetto al potenziale che il materiale di partenza. O forse l’adattamento di Peter Jackson ci ha illusi che potesse essere semplice portare a schermo (grande o piccolo che sia) la Terra di Mezzo.

I primi tre episodi della serie saranno disponibili su Prime Video dal 29 agosto, con un nuovo episodio ogni giovedì.

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Il sesto senso: la spiegazione del finale del film con Bruce Willis

Con Cole Sears (Haley Joel Osment) che sussurra “vedo i morti”, Il Sesto Senso ha alcune scene iconiche e il finale include un colpo di scena che cambia l’intera storia. Cole si reca dallo psicologo Dr. Malcolm Crowe (Bruce Willis) per affrontare la sua ansia e gli confida di osservare i fantasmi. I due personaggi legano rapidamente e Malcolm riesce ad aiutare Cole a vivere una vita più felice e positiva. Il suo obiettivo, nel frattempo, è salvare il suo matrimonio con Anna (Olivia Williams) e superare il senso di colpa per la morte del suo paziente Vincent Grey (Donnie Wahlberg).

Il Sesto senso è considerato il miglior film di M. Night Shyamalan ed è stato candidato a sei Oscar, tra cui quello per il miglior attore non protagonista per l’interpretazione di Osment, per la miglior regia e per il miglior film. Il film si concentra su Malcolm che aiuta Cole a superare le sue difficoltà e, nel terzo atto, la storia si sposta per evidenziare le importanti e commoventi lezioni che apprende dal suo paziente. La rivelazione prima dei titoli di coda è una delle più impressionanti e sorprendenti, e parla dei temi de Il sesto senso sull’accettazione della morte e sul trovare conforto nel fatto che c’è di più di questa esistenza terrena.

Malcolm scopre di essere stato un fantasma per tutta la storia

All’inizio de Il sesto senso, sembra che Anna e Malcolm si siano allontanati, poiché lui ritiene che lei non gli presti più attenzione. Il colpo di scena ne Il sesto senso arriva quando Malcolm vede la sua fede cadere dalla mano di Anna e si accorge che il suo anulare è nudo. Questa scena è malinconica ma necessaria perché la coppia sa che è ora di andare avanti.

Malcolm è sbalordito e ha il cuore spezzato quando scopre che Vincent, puntandogli contro una pistola, è morto. Cole è riuscito a vedere e a parlare con Malcolm e i due si sono ritrovati per un motivo. Invece di andare direttamente in paradiso o di lasciarsi la Terra alle spalle in un altro modo, Malcolm rimane perché deve assistere Cole in questo momento difficile e cruciale.
Entrambi i personaggi stanno affrontando un’esperienza strana e sconcertante e stanno mettendo insieme i pezzi, e Malcolm non è ancora pronto ad accettare il fatto di essere morto e di non poter più stare con sua moglie. Rispetto ad altri colpi di scena dei film di M. Night Shyamalan, questo punto della trama è molto più emotivo e aiuta a sviluppare i personaggi, permettendo loro di diventare più compassionevoli e comprensivi del dolore e delle difficoltà altrui.

Malcolm e Cole accettano entrambi la loro connessione con il mondo degli spiriti

Il sesto senso funziona perché è ben congegnato e scioccante, ma permette anche ai due personaggi principali di accettare il proprio destino e di trovare appagamento e speranza.

Invece di essere sconvolto o arrabbiato, Malcolm capisce che non può cambiare ciò che è successo e che deve passare ad altro. Dice ad Anna: “Penso di poter andare ora. Avevo bisogno di fare un paio di cose. Dovevo aiutare qualcuno, credo di averlo fatto. E dovevo dirti una cosa: non sei mai stata seconda, mai. Ti amo”. In queste parole trova la chiusura necessaria nei film horror sui fantasmi.

Cole trova anche una sorta di gioia nel fatto di poter osservare i fantasmi e di potersi aprire con la madre Lynn (Toni Collette) su ciò che sta accadendo. Prima della rivelazione di Malcolm, Cole spiega che vede la madre di Lynn e parla di Lynn che ballava quando era giovane.

Questo momento emotivo dimostra che il legame tra Cole e Lynn è un altro tassello importante della storia e che il bambino ha lottato da solo. Tutto ciò che desidera è che sua madre lo capisca e lo sostenga, e questa scena è commovente e ben ritmata. La percezione che il personaggio ha delle sue capacità è cambiata: non ha più paura.

Il colpo di scena fa luce sul legame speciale tra Cole e Malcolm

Malcolm è uno dei migliori ruoli cinematografici di Bruce Willis, che offre una performance tenera e vulnerabile nel ruolo del terapeuta che cerca di confortare Cole. Il colpo di scena della morte di Malcolm cambia la percezione del modo in cui questi due personaggi hanno interagito. Ora diventa chiaro che lui è l’unica persona che può aiutare questo bambino, poiché qualsiasi altro terapeuta o medico direbbe che i fantasmi sono falsi e si rifiutano di ascoltare. Malcolm ha una mentalità aperta perché è lui stesso uno spirito, e fidarsi e credere a Cole fa parte del viaggio che deve intraprendere. I personaggi hanno bisogno l’uno dell’altro e si aiutano a vicenda a elaborare le proprie emozioni e a guarire.

Nei decenni successivi all’uscita del film, si continua a discutere se Cole sia consapevole della morte di Malcolm. Secondo alcuni, il colpo di scena di Il Sesto Senso è chiaro quando il bambino dice che i fantasmi non sanno di esserlo e fissa il suo terapeuta. Che Cole sappia o meno la verità, si sente a suo agio con Malcolm perché hanno un legame spirituale che nessuno dei due personaggi ha con nessun altro. È per questo che riescono a comunicare così bene e a essere così onesti l’uno con l’altro. È indicativo il fatto che Malcolm stia aiutando con esperienze paranormali invece che con i suoi soliti casi.

Il vero significato del finale del Sesto senso

Il Sesto Senso racconta una storia logica e alla fine i problemi dei due personaggi principali sembrano risolti. Le scene finali sono particolarmente toccanti perché non c’è un seguito e questa è l’ultima volta che Malcolm e Cole sono insieme e Malcolm vede sua moglie.

Il cameo di M. Night Shyamalan nel ruolo del Dr. Hill è importante e permette al film di esplorare che c’è molto di più là fuori di questa esistenza umana. Il dottor Hill si preoccupa dei segni sul corpo di Cole, ma quando diventa chiaro che sta interagendo con spiriti che hanno bisogno di condividere il dolore che hanno vissuto, il film scava più a fondo nella sua discussione sulla morte. Il messaggio delSesto senso è che la morte è una parte naturale della vita e che resistere a ciò che è destinato ad essere è una lotta inutile.

Suggerisce alle persone di mantenere una mentalità aperta, di essere disposte ad aiutare e di sapere che i loro cari vegliano su di loro e inviano loro segni e segnali. Malcolm dà ad Anna la possibilità di chiudere il cerchio, perché lei sa che andare avanti non significa che non lo amerà sempre, e l’iconico personaggio dello psichiatra aiuta Cole a mantenere la calma quando vede i fantasmi. Malcolm è soddisfatto quando raggiunge il suo obiettivo di essere presente per qualcuno, ma il suo bambino paziente condivide le sue lezioni che cambiano la percezione che Malcolm ha della morte.

Il finale de Il sesto senso ha posto le basi per i futuri film di M. Night Shyamalan

Prima dell’uscita de Il sesto senso, Shyamalan era già uno sceneggiatore e regista professionista, ma i suoi primi film non erano così noti. Aveva un solo credito e un film studentesco a suo nome. Il Sesto senso è stato, di fatto, la sua grande occasione per entrare nell’industria. Inoltre, ha dato il tono alla futura produzione cinematografica di Shyamalan.

Nonostante: recensione del film di e con Valerio Mastandrea – Venezia 81

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Scelto come apertura della sezione Orizzonti della ottantunesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, Nonostante vede il ritorno alla regia di Valerio Mastandrea, che ancora una volta torna a elaborare il concetto di morte, il suo valore e la sua percezione, come aveva già fatto, con diversi approcci e da diversi punti di vista, nelle sue regie precedenti. Dall’uomo in attesa di morire (Trevirgolaottantasette), alla moglie vedova che elabora il lutto per la perdita del marito (Ride), ora Mastandrea si rifugia in un’idea originale e inaspettatamente fantastica.

Nonostante, la trama

Siamo cortile di un ospedale, si sta svolgendo un rito funebre, una bara deposta in un carro, i familiari stretti tra loro. Assistono alla scena i personaggi di Mastandrea stesso, Lino Musella e Laura Morante (nessuno di loro è identificato con un nome proprio). Poi il protagonista (Mastandrea) si avvia verso la sua camera d’ospedale e subito il realismo tranquillo del film assume sfumature surreali prima di rivelare la sua natura squisitamente fantastica. I protagonisti del film sono in un limbo, bloccati in ospedale, mentre i loro corpi sono costretti in stato comatoso, a letto. Cosa succede all’anima mentre si aspetta di vivere o morire? Cosa si pensa? Cosa si vive nell’attesa che destino, medicina o chi per loro decida della nostra sorte su questa Terra?

DOLORES FONZI E VALERIO MASTANDREA in Nonostante
Foto di Matteo Graia

Una premessa tanto stuzzicante si schianta subito contro la necessità di Valerio Mastandrea e di Enrico Audenino (che ha lavorato con lui già in Ride) di approcciarsi a Nonostante con un linguaggio classico, senza lasciarsi andare a strappi alle regole, mantenendo un tono costantemente prevedibile e scolastico, proponendo una metafora di grana grossa fin troppo leggibile e immediata. L’introduzione di un personaggio femminile che altera gli equilibri del protagonista sembra addirittura pretestuoso perché non apporta alla riflessione del regista un vero contributo, ma appare come un passaggio obbligato che serve a mandare avanti la storia. Così come la presenza del misterioso personaggio che, in un modo non meglio specificato, riesce a percepire le presenza di queste anime nel limbo, a parlare con loro, diventandone poi il tramite, senza una vera e propria motivazione specifica.

VALERIO MASTANDREA in Nonostante
Foto di Matteo Graia

Un mondo interiore che fatica a tramutarsi in film

Nonostante si prende molto sul serio, rivelando invece la sua natura più pura e vincente nei pochi momenti che lasciano spazio alla goliardia e al sorriso, squarci di ilarità grottesca che si sposano alla perfezione con il Mastandrea attore ma che il Mastandrea regista non sembra ancora in grado di approfondire e sfruttare al meglio. L’impressione è che pur avendo un punto di vista interessante e profondo, con un gusto per l’immagine preciso e visibile, anche se non ancora identificativo, il regista e attore non sia ancora capace di metterlo in scena in maniera convincente.

Yellowstone 5 – Parte 2: teaser trailer rivela il ritorno al ranch Dutton

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Paramount Network rilascia il primo trailer della quinta stagione di Yellowstone, parte 2. L’universo televisivo di Taylor Sheridan sta probabilmente concludendo la sua serie più importante dopo una lunga pausa. La famiglia Dutton dovrà andare avanti senza John Dutton III, dopo che Kevin Costner ha deciso ufficialmente di non riprendere il ruolo del patriarca del clan. Comprensibilmente, questo ha creato alcuni ostacoli importanti nella realizzazione di una conclusione soddisfacente di Yellowstone, considerando che è il vero protagonista della serie.

A prescindere da ciò che accadrà, comunque, il popolare drama neo-occidentale si concluderà una volta terminati gli ultimi sei episodi. Sul suo account ufficiale di Instagram, la quinta stagione di Yellowstone, parte 2, ha ricevuto il primo trailer. Guardatelo qui sotto:

 

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La breve clip mostra Rip di nuovo al ranch di Yellowstone. Porta con sé un fucile ed entra nella villa di famiglia. Nel trailer della stagione 5, parte 2 non compaiono altri personaggi.

Cosa significa il nuovo promo della stagione 5, parte 2 di Yellowstone per il suo finale

Yellowstone deve affrontare una serie di storie in sospeso. In primo luogo, deve spiegare il destino del John di Costner, che sarà la domanda più importante della serie. Invece di lasciare che le speculazioni e le teorie sfuggano di mano, Sheridan dovrebbe dare una risposta definitiva alla questione. In ogni caso, la quinta stagione di Yellowstone – parte 2, non può ignorare questo problema. In secondo luogo, dovrebbe impostare in modo adeguato la guerra che sta per scoppiare tra Beth e Jamie. I fratelli Dutton sono stati a lungo in contrasto tra loro, ed è ora che la serie scelga un vincitore.

È curioso, tuttavia, che Sheridan non scelga nessuno dei Dutton per il primo trailer della quinta stagione di Yellowstone, seconda parte. Al contrario, Rip è il punto focale della clip di marketing. È curioso chiedersi se questa sia un’indicazione di ciò che attende il ranch dei Dutton in futuro. Anche se Rip non ha legami di sangue con John, è stato fedele a lui e alla sua famiglia. Forse questo lo predispone a diventare l’erede della terra. La transizione non dovrebbe essere difficile, visto che è sposato con Beth. Se Jamie farà la sua fine e Kayce sarà d’accordo con questa soluzione, allora sarà un buon modo per concludere Yellowstone.

Sigourney Weaver su Kamala Harris: “Pensare che il mio lavoro possa avere a che fare con la sua ascesa mi rende felice”

Sigourney Weaver si è emozionata mentre parlava di Kamala Harris durante la conferenza stampa al Festival del Cinema di Venezia, in occasione del quale riceverà il premio Leone d’Oro alla Carriera.

Alla domanda sull’impatto della sua recitazione nell’emancipazione delle donne, in particolare il suo personaggio di Ripley in “Alien“, e su come questo personaggio possa aiutare Kamala Harris a diventare presidente degli Stati Uniti, Weaver ha detto di essere “così emozionata per Kamala”. Poi è sembrata commuoversi al pensiero di avere una qualche influenza. “Pensare anche solo per un momento che il mio lavoro possa avere a che fare con la sua ascesa mi rende molto felice, in realtà, perché è vero”, ha detto. “Ci sono così tante donne che vengono a ringraziarmi”. Su Harris, ha aggiunto: “È stato difficile dal 2016 e le siamo tutti molto grati”.

L’esperienza di Sigourney Weaver come donna a Hollywood è stata una delle linee guida della conferenza, con l’attrice che ha riflettuto anche sull’invecchiamento nel settore. “All’improvviso, penso che abbiano deciso in qualche modo che le donne più anziane potevano effettivamente interpretare personaggi interessanti e hanno iniziato a scrivere molti personaggi di donne più anziane”, ha detto. “All’improvviso, abbiamo smesso di essere personaggi secondari e abbiamo iniziato a essere persone vere perché in realtà gran parte del nostro pubblico è composta da persone vere”.

Sigourney Weaver Leone d’Oro alla carriera

Quando le è stato chiesto della sua tendenza ad assumere personaggi femminili difficili, Weaver ha detto che non è una scelta consapevole ma un tratto intrinseco delle donne.“Mi chiedono sempre perché interpreto donne forti e penso sempre che sia una domanda così strana perché interpreto solo donne, e le donne sono forti e non si arrendono”, ha detto. “Sai perché? Non possiamo. Dobbiamo farlo”.

Weaver ha anche parlato con entusiasmo del cinema italiano e del suo desiderio di lavorare di più in Italia. Ha suggerito che, insieme al Leone d’oro, dovrebbe esserci una “piccola clausola che ti permetta di venire in Italia e lavorare con un regista italiano, dovrebbe essere parte del pacchetto”. Ha anche aggiunto che suo figlio si è sposato di recente e che il primo film che hanno guardato insieme è stata la commedia drammatica del 1961 Divorzio all’italiana, che ha aggiunto essere stata una “scelta curiosa“.

Per quanto riguarda invece la sua opinione sul cinema di supereroi, Sigourney Weaver non ha seguito la strada di molti veterani del settore nel criticarli, dicendo che “la Marvel va bene e tutti dovrebbero fare ciò che vogliono“. Ma ha affermato che la sua scelta personale sarebbe stata il cinema italiano. “Non ne ho ancora abbastanza di ciò che il cinema italiano significa e ci dà, quindi datevi da fare, registi italiani: sono disponibile!”

The Acolyte: la petizione per il rinnovo supera un importante traguardo

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La campagna #RenewTheAcolyte continua a guadagnare slancio di giorno in giorno. A meno di una settimana dalla controversa decisione della Disney di cancellare la serie di Leslye Headland ambientata nell’Alta Repubblica, la petizione originale su Change.org ha già superato i 50.000 firmatari, mentre continua a diffondersi la notizia degli sforzi per salvare la serie. Si tratta di un’enfatica dimostrazione di sostegno da parte dei fan, soprattutto se si considera che solo poco più di 700 persone avevano firmato nelle prime 24 ore. Inoltre, il movimento continua a crescere man mano che un numero sempre maggiore di persone esprime critiche nei confronti della Disney e difende quello che è probabilmente lo show più unico del canone di Star Wars.

I fan di The Acolyte non si affidano solo a Change.org per far sentire la loro voce, perché nell’ultima settimana i social media si sono accesi di sostegno per la serie. Imitando campagne di successo del passato come l’originale Quantum Leap o il reboot One Day at a Time di Netflix, è in corso una massiccia iniziativa di scrittura di lettere, con quasi 1.000 già consegnate, per mostrare più direttamente alla Disney l’impatto della cancellazione dello show. Per chiunque voglia contribuire alla causa, è già stato allestito un centro che incoraggia l’invio di altre firme, lettere, commenti sui social media e feedback sul sito ufficiale Disney+ per attirare l’attenzione della società.

Ambientato negli ultimi giorni dell’Alta Repubblica, The Acolyte si distingue dai progetti passati di Star Wars agli occhi dei fan per il periodo in cui è ambientato, la trama a mistero con omicidio che segue e il cast eterogeneo di cui fa parte. In tutti i sensi, ha spinto i confini di ciò che è stato tipicamente presentato in una galassia lontana lontana, abbracciando il lato più oscuro della Forza e dando persino agli spettatori la possibilità di vedere le cose dal punto di vista dei Sith. La cancellazione non ha colto di sorpresa solo i fan, ma anche le star: Lee Jung-jae e Manny Jacinto hanno entrambi parlato di questa mossa scoraggiante, nonostante i buoni numeri di spettatori e le recensioni.

Le campagne dei fan hanno salvato le serie dalla cancellazione in passato

the acolyte sol spada laser

Sebbene il successo in queste situazioni sia raro, è tutt’altro che impossibile e un’altra serie di film di fantascienza lo ha dimostrato più volte. I fan di Star Trek hanno dimostrato in più occasioni il potere di una campagna coordinata. La Serie Originale è stata salvata dall’orlo del baratro negli anni Sessanta dopo che i Trekkies si sono coordinati per mantenere lo show in onda, ottenendo persino il sostegno di scrittori di fantascienza come Harlan Ellison. Più di recente, l’azione dei fan sui social media è riuscita a ribaltare la decisione di Paramount+ di cancellare lamata serie animata Star Trek: Prodigy, assicurandole una seconda stagione su Netflix.

Anche se il suo futuro è ora di nuovo in discussione, convincere i grandi studios a invertire la rotta anche solo una volta non è un’impresa da poco. La Disney potrebbe non essere così facile da smuovere, ma una reazione continua e forte, unita a molte ore di visione che dimostrino la popolarità di The Acolyte, ha ancora il potenziale per dare i suoi frutti, anche se è improbabile.

Se The Acolyte otterrà un’inversione miracolosa, avrà molto su cui basare una seconda stagione. Il finale ha visto Osha (Amandla Stenberg) abbracciare finalmente il Lato Oscuro e uccidere il suo maestro, mettendola su un sentiero minaccioso mentre esplora ulteriormente la sua relazione con Qimir (Jacinto). La direzione che prenderà la ragazza è ancora incerta, soprattutto dopo che è stato rivelato che la sua gemella Mae (sempre la Stenberg) non è solo una sorella, ma l’altra metà di una diade della Forza. Se a ciò si aggiungono le anticipazioni su un giovane Yoda e sul misterioso Darth Plagueis, è chiaro che la Headland aveva molti fili da tirare prima che la serie giungesse al termine.

Tutti gli episodi della Stagione 1 di The Acolyte sono disponibili in streaming su Disney+. Per salvare uno degli show più singolari di Star Wars, visitate la petizione su Change.org e la pagina #RenewTheAcolyte.

Tim Burton non ha fatto Beetlejuice Beetlejuice per soldi: “Non ho nemmeno guardato il primo film per prepararmi”

In occasione della presentazione alla stampa del Festival di Venezia di Beetlejuice Beetlejuice, Tim Burton ha dichiarato che, realizzando un sequel del suo classico, non si era prefissato di fare un film “per soldi” – in effetti, non ha nemmeno rivisto l’originale prima di iniziare a girare il sequel.

Parlando della realizzazione di un secondo capitolo 35 anni dopo il suo originale cult del 1988, Burton ha rivelato: “E non l’ho nemmeno guardato prima di farlo!” “Non volevo fare un grande sequel per soldi o cose del genere, volevo farlo per motivi molto personali”, ha continuato Burton. “Come ho detto, non ho guardato il primo film per prepararmi a questo. Ne ricordavo lo spirito e mi ricordavo di tutti qui”.

Venezia 81: le foto di Tim Burton e il cast che arrivano al lido per Beetlejuice Beetlejuice

In conferenza, Tim Burton era in compagnia di Michael Keaton, Winona RyderCatherine O’Hara di ritorno per il sequel, e ai nuovi arrivati Jenna Ortega, Monica Bellucci, Justin Theroux e Willem Dafoe.

Burton ha anche detto che negli ultimi anni era diventato “disilluso dall’industria cinematografica” e aveva capito che, se voleva fare un altro film, doveva “farlo col cuore”. “Quando invecchi, a volte la tua vita prende una piega diversa e mi sono un po’ perso”, ha detto. “Quindi, per me, questo film è stato un momento di rivitalizzazione, un ritorno alle cose che amo fare, al modo in cui amo farle e con le persone con cui amo farle”.

Jeremy Allen White offre un aggiornamento su The Bear – Stagione 4

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Nel corso di una recente intervista con Esquire, Jeremy Allen White ha parlato della quarta stagione di The Bear e di quando si prevede l’inizio delle riprese della prossima serie. La terza stagione di The Bear è stata trasmessa in anteprima a giugno di quest’anno, nell’ambito di un’estate televisiva ricca di episodi, tra cui House of the Dragon, The Boys e The Acolyte.

Le prime due stagioni di The Bear sono tra le più apprezzate nella storia della televisione, con una valutazione del 100% e del 99% da parte della critica su Rotten Tomatoes, e anche se la terza stagione ha subito un calo al 90%, i fan sono ancora ansiosi di vedere il prossimo capitolo della storia di Carmy. White ha fornito un aggiornamento proprio su questo aspetto parlando con Esquire, che gli ha chiesto quando la quarta stagione di The Bear avrebbe iniziato le riprese:

“Non so esattamente quando. So che non sarà prima del prossimo anno. Immagino all’inizio del prossimo anno, una data di inizio simile a quella degli ultimi due anni: Febbraio/marzo”.

Anche se all’inizio potrebbe essere deludente sapere che le riprese di The Bear non inizieranno prima dell’anno prossimo, questo non farebbe perdere tempo allo show e permetterebbe di avere tutto il tempo necessario per montarlo e prepararlo per l’uscita nel 2025. Molti show di supereroi o di grandi opere richiedono mesi di riprese e ancora più tempo in post-produzione per lavorare sugli effetti visivi e sulla CGI. Uno show come The Bear richiede una frazione del lavoro rispetto a qualcosa di Marvel, Star Wars o Game of Thrones. Anche se potrebbe essere un mese o due in ritardo rispetto all’uscita estiva standard a cui i fan sono abituati, se The Bear inizierà le riprese nella finestra di febbraio o marzo menzionata da White, ci si può aspettare più tempo a Chicago nel 2025.

L’academy ama The Bear

The Bear 3 jeremy allen white

Il mese scorso, quando sono state annunciate le nomination agli Emmy, The Bear ha battuto l’ennesimo record di serie comica più nominata di sempre, con uno shopping di 23 candidature. Tra gli interpreti che hanno ricevuto una nomination agli Emmy figurano Jeremy Allen White e Ayo Edibiri nei ruoli principali, Lionel Boyce, Ebon Moss-Bachrach e Liza Colón-Zayas in quelli secondari, mentre una lista stellare di attori ospiti ha ricevuto nomination, tra cui Jon Bernthal, Bob Odenkirk, Will Poulter, Jamie Lee Curtis e Olivia Colman. Christopher Storer ha ricevuto nomination anche per la scrittura e la regia, mentre Ramy Youssef ha ottenuto un riconoscimento per la regia. La quarta stagione di The Bear non ha ancora una data di uscita ufficiale.

Corti in Cortile, il Cinema in breve XVI edizione: dall’11 al 15 settembre 2024

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Giunto alla sua XVI edizione, il Festival internazionale del cortometraggio Corti in Cortile, il Cinema in breve torna a Catania, sempre al Palazzo della Cultura, dall’11 al 15 settembre 2024.

Il Festival, sotto la direzione artistica di Davide Catalano, inserito nella rassegna Catania Summer Fest 2024 e co-organizzato dall’Associazione Visione Arte, dal Comune di Catania e riconosciuto e finanziato dall’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, avrà quest’anno anche il patrocinio dell’Accademia delle Belle Arti di Catania e di Giffoni.

Forte del successo della passata edizione, si svolgerà anche quest’anno, nel corso della manifestazione, il Film Market, il primo networking per gli operatori dell’industria del cinema del Sud Italia, un’opportunità reale, per tutti gli operatori dell’industria cinematografica e per gli aspiranti tali, di entrare in contatto con chi lavora in quest’ambito, sia esso la distribuzione, la produzione, il product placement, i finanziamenti pubblici o la scrittura per il cinema.

Corti in Cortile, il Cinema in breve torna a Catania, sempre al Palazzo della Cultura, dall’11 al 15 settembre 2024.

Degli oltre 100 cortometraggi pervenuti, ne verranno selezionati una ventina, che, nel corso delle serate del 13, 14 e 15 settembre verranno proiettati e votati sia dalla giuria popolare degli astanti che da una speciale giuria di qualità. Al vincitore dell’edizione 2024 di Corti in Cortile, il Cinema in breve un anno di distribuzione su Prime Video e uno stage in una casa di produzione tra quelle aderenti quest’anno alla manifestazione.

Come da tradizione, infine, non mancheranno laboratori, panel e masterclass, oltre a un interessante incontro e dibattito sul tema dei migranti, frutto della collaborazione con Refugees Welcome Italia, organizzazione indipendente che promuove la mobilitazione dei cittadini e delle cittadine per favorire l’inclusione sociale di persone rifugiate e migranti.

Venezia 81: le foto di Tim Burton e il cast che arrivano al lido per Beetlejuice Beetlejuice

Il cast e Tim Burton sono arrivati al lido per presentare questa sera Beetlejuice Beetlejuice.  Il visionario regista è accompagnato dal cast di protagonisti composto da Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci, Jenna Ortega e Willem Dafoe. Ecco tutte le foto del loro arrivo al lido: 

Beetlejuice Beetlejuice sarà presentato in anteprima mondiale mercoledì 28 agosto 2024 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), nella serata di apertura della 81. Mostra Internazionale d’Arte CinematograficaWarner Bros. Pictures presenta Beetlejuice Beetlejuice che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 5 settembre, distribuito da Warner Bros. Pictures.

Beetlejuice Beetlejuice è l’atteso ritorno di uno dei personaggi più iconici del cinema di Tim Burton, ma anche la felice conferma dello straordinario talento visionario e della maestria realizzativa di uno dei più affascinanti autori del suo tempo – dichiara il Direttore Alberto Barbera – La Biennale di Venezia è onorata e fiera di poter ospitare la prima mondiale di un’opera che è una sorprendente altalena di immaginazione creativa e trascinante ritmo allucinatorio”.

Sono entusiasta – ha dichiara Tim Burton – Significa molto per me avere la prima mondiale di questo film alla Mostra di Venezia”.

Se un albero cade in una foresta: recensione della serie Netflix

Se un albero cade in una foresta: recensione della serie Netflix

Un antico detto coreano recita: “Una pietra lanciata con noncuranza può uccidere una rana”. E, riflettendoci, almeno una volta nella nostra vita, tutti siamo stati quella rana, tanto ingenua e malcapitata. A tutti è successo, per esempio, di sentirsi schiacciati e tormentati dal senso di colpa per qualcosa che crediamo dipendesse da noi, che avremmo potuto e dovuto evitare con tutte le nostre forze. Che si tratti del dolore inflitto a una persona cara, di un fallimento a scuola o sul lavoro, o semplicemente dell’aver permesso alla persona sbagliata di incrociare il nostro cammino.

Tutti ci siamo trovati a fare i conti con il peso estenuante dei “se” e dei “ma”, chiedendoci ossessivamente: “Perché, fra tutti, è successo proprio a me?”. Perché quella pietra ha colpito proprio me? Ed è su questa profonda riflessione che si basa la trama del nuovo mystery thriller di Netflix Se un albero cade in una foresta (titolo internazionale The Frog, appunto), un’intensa e angosciante miniserie sudcoreana creata da Mo Wan-il e Son Ho-young. La serie – composta da 8 episodi di circa un’ora ciascuno – è disponibile dal 23 agosto 2024 su Netflix

Due assassini, una cacciatrice e… innumerevoli rane

Se un albero cade in una foresta si sviluppa attraverso una intricata rete di narrazioni interconnesse, in cui due storie in particolare, apparentemente distanti nel tempo e nello spazio, sono tragicamente legate da un inesorabile sistema di causa-effetto.

Se un albero cade in una foresta Netflix
The Frog – Se un albero cade in una foresta | In foto l’attore Kim Yun-seok nel ruolo di Jeon Yeong-ha in compagnia del bambino.

La prima storia è ambientata all’inizio degli anni 2000 e segue il drammatico destino di Koo Sang-joon (Yoon Kye-sang). Insieme alla sua amata famiglia, Sang-joon gestiva una piccola locanda in campagna, il Lakeview Motel, nel quale aveva investito tutti i suoi risparmi e le speranze di un futuro più stabile e sereno. Gli affari andavano bene e la vita scorreva serena, finché l’arrivo di un omicida non sconvolse radicalmente le loro esistenze. Questo incontro fatale iniziò a logorare profondamente la loro quotidianità: Sang-joon cadde in un vorticoso senso di colpa per aver inconsapevolmente ospitato un assassino; sua moglie Seo Eun-gyeong (Ryu Hyun-kyung) finì in depressione dopo aver assistito all’orrore di un cadavere smembrato nella loro pensione, e il loro figlio adolescente iniziò a subire bullismo e minacce da parte dei suoi compagni. Come se non bastasse, il motel scivolò lentamente verso il fallimento, trascinando la famiglia in una spirale di disperazione e autodistruzione.

La seconda storia, invece, si svolge vent’anni dopo la prima. Jeon Yeong-ha (Kim Yun-seok) è un tranquillo uomo di mezza età che gestisce un’accogliente casa vacanze immersa nel bosco. In un giorno d’estate, Yeong-ha si ritrova a dover ospitare per una notte una enigmatica visitatrice, Yoo Seong-a (interpretata dall’attrice Go Min-si, celebre per il suo ruolo in Sweet Home), e il suo bambino, Ha Si-hyeon. Quando la giovane donna va via l’indomani senza dire una parola, Yeong-ha è assalito dalla paura e da terribili dubbi: la telecamera di sicurezza ha ripreso la donna mentre partiva senza il bambino, il bagno puzza di candeggina e ci sono tracce di sangue nella stanza. Che fine ha fatto il bambino? Cosa è successo quella notte? Dopo ciò che è accaduto anni prima al Lakeview Motel, Yeong-ha riuscirà ad andare dalla polizia… per denunciare un omicidio?

The Frog: tra disperazione, follia e filosofia

“Se un albero cade in una foresta e non c’è nessuno nei paraggi che possa sentirlo, fa rumore?”. È con questa domanda, recitata a turno da diversi personaggi, che si apre ciascuno degli otto episodi della serie. Una domanda all’apparenza semplice e innocente, ma che in realtà nasconde un profondo e complesso interrogativo, formulato originariamente dal filosofo e teologo irlandese George Berkeley per mettere in discussione i fondamenti della percezione, della scienza e dell’esistenza stessa. Secondo Berkeley, la risposta a quella domanda era inequivocabile: l’albero farebbe rumore solo se qualcuno fosse lì a percepirlo. Per lui, “esse est percipi”, cioè ogni cosa esiste solo se percepita.

Se un albero cade in una foresta Kim Yun-seok Park Chan-yeol
The Frog – Se un albero cade in una foresta | In foto l’attore Kim Yun-seok (Jeon Yeong-ha) e Park Chan-yeol (Gi-Ho).

Tuttavia, il thriller diretto da Mo Wan-il e Son Ho-young sembra suggerire al pubblico una visione ben diversa. Per quanto silenzioso e isolato, ogni minimo o grande avvenimento raccontato all’interno della storia partecipa inevitabilmente alla realizzazione (e alla distruzione) degli eventi. Anche ciò che sembra passare inosservato contribuisce dunque a plasmare il destino dei personaggi e a costruire un complesso tessuto di cause ed effetti, in cui il confine tra bene e male, giusto e sbagliato, diventa sempre più labile e confuso, fino a sfidare la nostra morale e comprensione della realtà.

A questa riflessione filosofica si aggiunge quella menzionata in precedenza, che dà il titolo internazionale alla serie, The Frog. Il proverbio coreano della rana, a cui si fa riferimento, viene esplicitato e spiegato nel penultimo episodio dal nuovo capo della polizia di Hosumaeul, Yoon Bo-min, interpretata dalla talentuosa e celebre attrice Lee Jung-eun (nota per i suoi ruoli in Parasite, A Taxi Driver, Madre). Soprannominata “la Cacciatrice”, Yoon Bo-min è un personaggio fondamentale che funge da ponte tra il passato e il presente, riuscendo a risolvere i due casi centrali della trama sia come giovane poliziotta alle prime armi sia come comandante esperta e disincantata.

La sua capacità di vedere oltre l’apparenza e di collegare i fili invisibili che legano gli eventi la rende lo strumento risolutivo della storia, in grado di chiudere il cerchio della giustizia in modo impeccabile. Sviluppando una terza linea narrativa che si intreccia perfettamente con le due storie principali, il personaggio di Yoon Bo-min contribuisce quindi a creare un’unica narrazione coerente. Inoltre, attraverso la sua indagine, il passato e il presente si fondono, rivelando come le azioni, i traumi e le decisioni del passato continuino ad avere inesorabilmente conseguenze sul presente.

Se un albero cade in una foresta Kim Yun-seok
The Frog – Se un albero cade in una foresta | In foto l’attore Kim Yun-seok nel ruolo di Jeon Yeong-ha.

Un thriller che merita una possibilità

Al di là di una prima parte un po’ troppo lenta e confusa, che conferisce alla serie un ritmo irregolare e talvolta difficile da seguire, Se un albero cade in una foresta si rivela un interessante mix di crime poliziesco, thriller psicologico e dramma familiare. La regia è meticolosa e ben calibrata, creando un’atmosfera intensa e immersiva che cattura lo spettatore fin dal primo episodio. L’ambientazione è suggestiva, con gli spazi che assumono quasi un ruolo da protagonisti, riflettendo l’apparente quiete o la crescente tensione del momento.

La fotografia e l’uso dei colori sono studiati con attenzione: toni forti e bilanciati amplificano l’impatto visivo e creano contrasti significativi, come il caldo-rosso del sangue e delle luci in opposizione al freddo-blu degli abiti e dell’atmosfera, generando una caotica dinamica visiva che riflette le emozioni e anticipa le intenzioni dei protagonisti. Inoltre, anche la colonna sonora svolge un ruolo cruciale nella gestione dello stress emotivo e dell’angoscia, accentuando abilmente i momenti di suspense e dramma con una musica che accompagna lo spettatore in modo efficace.

In altre parole, Se un albero cade in una foresta è una serie accattivante e ben strutturata che, pur attingendo ai cliché del genere, riesce a emergere nel vasto e variegato catalogo di Netflix come un thriller avvincente e incisivo, arricchito da toni moraleggianti. La serie, inoltre, si distingue per la sua capacità di esplorare temi complessi e universali, come la responsabilità, il pentimento e le ripercussioni delle proprie scelte, oltre a trattare il trauma familiare e la vendetta. Attraverso una trama che intreccia ingiustizia e follia omicida, si sfida dunque il pubblico a confrontarsi con le proprie paure e concezioni morali, offrendo così un’esperienza coinvolgente che va oltre il semplice intrattenimento.

Sigourney Weaver conferma un suo ruolo in The Mandalorian & Grogu

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L’universo di Star Wars tornerà sul grande schermo nel 2026 con The Mandalorian & Grogu, un nuovo film che prosegue gli eventi della serie di successo Disney+ The Mandalorian. Alcuni filmati del film sono stati proiettati ai partecipanti al D23 Expo di quest’anno, ma molti dettagli sul progetto sono rimasti un mistero. Ora conosciamo però un nuovo aspetto di The Mandalorian & Grogu: l’attrice nominata all’Oscar Sigourney Weaver ha confermato di avere un ruolo nel progetto in una recente intervista a Deadline.

Avrò un ruolo in The Mandalorian & Grogu”, ha rivelato la Weaver. “Ho incontrato Grogu per la prima volta l’altro giorno. Lo girerò prima di andare a Londra per The Tempest alla fine dell’anno”. Al momento, però, non è ancora noto il ruolo che la Weaver interpreterà, ma la sua presenza nel film farà di certo felici i fan della saga e rappresenta un’aggiunta particolarmente importante per il franchise.

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The Mandalorian & Grogu, tutto quello che sappiamo sul film

Favreau sta producendo il film insieme alla presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy e Filoni, CCO della Lucasfilm ed ex direttore supervisore dell’amata serie animata “Star Wars: The Clone Wars“. “Ho amato raccontare storie ambientate nel ricco mondo creato da George Lucas”, ha detto in precedenza Favreau. “La prospettiva di portare il mandaloriano e il suo apprendista Grogu sul grande schermo è estremamente emozionante”.

La serie di tre stagioni The Mandalorian è stata generalmente ben accolta da fan e critici. Una quarta stagione è già in fase di sviluppo presso Lucasfilm, con l’obiettivo di riallacciarsi agli eventi di “Ahsoka” e di altri show Disney+ di Star Wars.

Si sa molto poco del film, incluso il suo posizionamento nella cronologia di “The Mandalorian” e chi altro dovrebbe recitare oltre a Pascal. Tuttavia, la star di “Alien” Sigourney Weaver si è unita al film, anche se i dettagli sul suo personaggio sono ancora segreti. The Mandalorian & Grogu uscirà nelle sale il 22 maggio 2026.

Chris Pine nel cast del film italiano “Il rapimento di Arabella”

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Chris Pine nel cast del film italiano “Il rapimento di Arabella”

Chris Pine si è unito al cast del lungometraggio Il rapimento di Arabella con un ruolo in lingua italiana. Scritto e diretto dalla regista Carolina Cavalli come opera seconda dopo il suo debutto con il lungometraggio “Amanda”, il film è descritto come un “dramedy” che racconta la storia di una giovane donna convinta di essere la versione sbagliata di sé stessa. Benedetta Porcaroli, che è apparsa in “Amanda”, collaborerà nuovamente con la Cavalli, questa volta per interpretare Holly, una giovane a disagio nel suo corpo. Un incontro casuale con un bambino di 7 anni le farà però cambiare idea.

La produzione inizierà questa settimana nel Nord Italia e al momento non è noto quale ruolo Chris Pine andrà a ricoprire all’interno del film. L’attore, che parla anche spagnolo, ha dichiarato alla rivista spagnola Vanidades all’inizio dell’anno che sta imparando l’italiano e che a volte confonde le parole tra le due lingue. All’inizio del mese, invece, Variety ha rivelato in esclusiva che Il rapimento di Arabella era già in lavorazione dopo il successo di “Amanda”.

Penso che le persone sole che si uniscono per risolvere un problema abbiano già risolto quello più grande, ed è questo che mi rende felice di questa storia”, ha detto Cavalli a Variety tre settimane fa. L’amministratore delegato di The Apartment Annamaria Morelli ha aggiunto: “Il secondo film di Carolina è perfettamente in linea con la mia visione di The Apartment per il futuro. Da un lato, continuerò a seguire le linee per cui la società è conosciuta, ovvero produzioni di alto livello che coinvolgono i migliori talenti italiani come Paolo Sorrentino, Luca Guadagnino, ecc. e anche grandi coproduzioni internazionali e IP internazionali di prim’ordine”.

Jenna Ortega rivela di aver sostenuto un provino per Dune di Denis Villeneuve

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Dallo spinoff Mercoledì della Famiglia Addams a Scream fino al prossimo Beetlejuice Beetlejuice, Jenna Ortega è ad oggi stata associata ad alcuni franchise piuttosto importanti. Come rivela una nuova intervista dell’attrice a BuzzFeed Puppy Interview, l’attrice ha quasi annoverato un gigante della fantascienza tra questi. Jenna Ortega ha infatti raccontato di aver fatto un’audizione per un ruolo nel film live-action Dune di Denis Villeneuve. Sebbene non sia chiaro quale fosse il ruolo esatto per cui era in lizza, l’attrice ha lasciato intendere che si trattava del ruolo di Chani, una parte che alla fine è andata a Zendaya.

Ho fatto il provino per Dune quando avevo circa quindici anni. Ricordo che ero una grande fan di quel film e del franchise e di tutto il resto, ed ero davvero entusiasta di quel colloquio, perché Denis è uno dei miei registi preferiti. Credo fosse per Chani. Penso che fosse per il ruolo di Zendaya… ma non lo dicevano. Era tutto molto segreto”. Come sempre in questi casi, ai fan resta la possibilità di provare ad immaginare come sarebbe stato se ci fosse stata Jenna Ortega nel ruolo della fremen Chani.

Dune - Parte Due Zendaya
Zendaya nel ruolo di Chani in una scena di Dune – Parte Due. Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Courtesy of Warner Bros. Pictures

Ci sarà un Dune 3?

Dopo l’uscita di quest’anno di Dune: Parte Due, i fan sono curiosi di sapere se e come il franchise continuerà sul grande schermo. Villeneuve ha dichiarato che esiste una sceneggiatura per il terzo film, Dune: Messiah, e che si sta concentrando sulla migliore realizzazione possibile del materiale di partenza. I fan hanno ipotizzato che Dune: Messiah uscirà il 18 dicembre 2026, data che attualmente è stata fissata dalla Warner Bros. per un film al momento non identificato.

Sto lavorando a quattro sceneggiature diverse – so che Dune: Messiah sarà una di queste, non so se sarà la prossima o la seconda”, ha dichiarato Villeneuve in un’intervista rilasciata all’inizio di quest’anno. “Il mio compito era quello di cercare di mantenere vivo il più possibile lo spirito di Frank Herbert – l’intero significato di Dune diventa chiaro con Dune: Messiah”. Non resta dunque che attendere maggiori informazioni a riguardo.

Tutto quello che sappiamo su Beetlejuice Beetlejuice con Jenna Ortega

Il visionario filmmaker Tim Burton e l’attore candidato all’Oscar Michael Keaton tornano a fare squadra per Beetlejuice Beetlejuice. Keaton torna nel suo ruolo iconico accanto alla candidata all’Oscar Winona Ryder(Stranger Things, Piccole donne) nel ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz. Si aggiungono al cast le new entry Justin Theroux (Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, The Leftovers), Monica Bellucci (Spectre, i film di Matrix), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto in un lungometraggio, la candidata agli Emmy Jenna Ortega (Mercoledì, Scream VI) nel ruolo della figlia di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Povere Creature!, Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità).

La sinossi del film recita: “Beetlejuice è tornato! Dopo un’inaspettata tragedia familiare, tre generazioni della famiglia Deetz tornano a casa a Winter River. Ancora perseguitata da Beetlejuice, la vita di Lydia viene sconvolta quando la figlia adolescente e ribelle, Astrid, scopre il misterioso modellino della città in soffitta e il portale per l’Aldilà viene accidentalmente aperto. Con i problemi che si stanno creando in entrambi i regni, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il nome di Beetlejuice e il demone dispettoso ritorni per scatenare il suo marchio di caos”.

Burton dirige il film da una sceneggiatura di Alfred Gough & Miles Millar(Mercoledì). La squadra creativa di Burton che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Haris Zambarloukos (Shark 2 – L’abisso, Assassinio sull’Orient Express) e diversi suoi collaboratori storici come lo scenografo Mark Scruton (Mercoledì), il montatore Jay Prychidny (Mercoledì), la costumista premio Oscar Colleen Atwood (Alice in Wonderland, Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street). 

Vi sono poi il supervisore creativo degli effetti delle creature e del trucco speciale vincitore del Premio Oscar Neal Scanlan(Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, Charlie e la fabbrica di cioccolato), il compositore Danny Elfman (Big Fish, The Nightmare Before Christmas, Batman), e il Premio Oscar per le acconciature e il trucco Christine Blundell (Topsy-Turvy Sotto-sopra).

Spider-Man 4: nuovi aggiornamenti su quando il film potrebbe arrivare nei cinema

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È un po’ difficile credere che Sony Pictures/Marvel Studios non abbiano ancora confermato ufficialmente che uno Spider-Man 4 è in arrivo, se si considera la quantità di voci che si sono rincorse nell’ultimo anno o giù di lì. I fan speravano in qualche aggiornamento al SDCC, ma è facile dimenticare che qualsiasi notizia su Spidey sarebbe arrivata prima dal campo della Sony; quindi, un grande annuncio nella Hall H era sempre improbabile.

Dovremmo sentire qualcosa abbastanza presto, ma per ora sono arrivate nuove indiscrezioni riguardo a quando il film potrebbe arrivare nei cinema! Secondo Daniel Richtman, la produzione dovrebbe iniziare l’anno prossimo e il film dovrebbe arrivare nelle sale nel luglio del 2026, dunque tra Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Richtman ritiene che questo sia un buon indizio del fatto che Spider-Man 4 sarà un altro film incentrato sul Multiverso.

Abbiamo sentito notizie contrastanti a questo proposito, ma se sono esatte, sembra che Tom Rothman della Sony abbia ottenuto ciò che voleva! Precedenti indiscrezioni hanno affermato che Rothman e il capo dei Marvel Studios Kevin Feige hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la trama generale, con quest’ultimo che sperava di ridimensionare gli elementi del Multiverso per una storia più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando addirittura Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker. Non sappiamo se ciò avverrà, ma nel mentre attendiamo conferma sulla possibile uscita nell’estate 2026.

Tobey Maguire Spider-Man: No Way Home

Cosa sappiamo su Spider-Man 4?

Oltre a Tom Holland, Zendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ in Spider-Man 4. Si dice che Sydney Sweeney interpreterà Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie Cox, Vincent D’Onofrio e Paul Rudd appariranno come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.

Per quanto riguarda chi potrebbe dirigere Spider-Man 4, sono molti i nomi che circolano in rete. Tra questi, Justin Lin (Fast & Furious), Drew Goddard (The Cabin in the Woods) e, più recentemente, Adil El Arbi e Bilall Fallah di Ms. Marvel e Adam Wingard, regista di Godzilla x Kong: The New Empire.

Per quanto riguarda i dettagli sulla trama, questi sono pochi; l’ultima indiscrezione emersa suggerisce che il piano prevede di mettere Spidey contro gli scagnozzi di Kingpin, tra cui Shocker e lo Scorpione. Sembra che quest’ultimo acquisirà il simbionte Venom introdotto in Spider-Man: No Way Home, per poi far indossare a Peter Parker la tuta aliena nei prossimi film degli Avengers.

Spider-Man 4 non ha ancora una data di uscita confermata.

Mike Flanagan sulla possibile regia di un progetto DC Studios: “È un universo di cui mi piacerebbe far parte”

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Mike Flanagan, che si è affermato come uno dei registi horror più coerenti e celebrati del momento, ha commentato le voci secondo cui potrebbe essere in trattativa con i co-direttori dei DC Studios James Gunn e Peter Safran per dirigere un progetto del DCU. Nel marzo dello scorso anno, Deadline ha riportato che Flanagan aveva contattato lo studio con un’idea per un film su Clayface. I dettagli erano pochi, ma si diceva che “il personaggio non sarebbe stato rappresentato come un cattivo”.

Flanagan ha dichiarato in passato di voler partecipare a un progetto su Clayface, descrivendo il suo ipotetico film come un “horror/thriller/tragedia a sé stante”. All’epoca la WB non era interessata, ma si è diffusa la voce che il regista di La caduta della casa degli Usher abbia continuato a discutere con Gunn e Safran per eventuali altri progetti. Non siamo sicuri che ciò sia vero, ma Flanagan sembra aver scelto con cura le parole quando gli è stato chiesto di parlare a riguardo durante un panel al Toronto FanExpo.

Sono sempre stato un grande fan di James Gunn come persona e regista, e questo è un universo di cui mi piacerebbe assolutamente far parte”. Il rapporto di Deadline ha anche menzionato che Clayface potrebbe essere “una grande aggiunta” a The Batman – Parte 2 di Matt Reeves, anche se ha fatto notare che non c’è ancora nulla di definitivo perché la sceneggiatura è “in continuo cambiamento”.

Non abbiamo idea di come un personaggio come Clayface possa inserirsi nell’interpretazione relativamente terra terra del mondo del Cavaliere Oscuro di Reeves, ma supponiamo che le sue abilità di mutaforma saranno abbandonate e che Basil Karlo (se si sceglierà questo personaggio) sarà significativamente reimmaginato.

I dettagli sulla trama del sequel sono rimasti un segreto ben custodito; quindi, non abbiamo idea se Clayface sarà ancora presente. Per quanto riguarda Flanagan, ci sono numerosi altri personaggi per i quali sarebbe perfetto una volta che il DCU si sarà spostato oltre la fase “Dei e Mostri”, tra cui John Constantine, Deadman o un film della Justice League Dark. Non resta che attendere e vedere se il suo coinvolgimento nei DC Studios si concretizzerà.

Shang-Chi 2: Simu Liu vuole il ritorno di Michelle Yeoh per il sequel

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La star di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Simu Liu, spera che un volto familiare del primo film torni per il prossimo sequel. Al Fan Expo Canada, Collider ha partecipato a una tavola rotonda con la star della Marvel. Durante l’incontro, Liu ha parlato della sua speranza che Michelle Yeoh possa tornare per Shang-Chi 2. Probabilmente mancano ancora anni prima del ritorno di Ta-Lo nel MCU, ma questo non impedirà a un potenziale Vendicatore di avanzare le sue richieste in anticipo. Dopo Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, la Yeoh ha vinto un Oscar, quindi il prezzo potrebbe essere elevato. In ogni caso, sarà interessante vedere cosa si troverà davanti la prossima volta che apparirà nel MCU.

Quando abbiamo condiviso le nostre scene insieme e ho avuto l’opportunità di combattere contro di lei, è stato più che altro un combattimento di danza. Prima di tutto, ero molto nervoso e, in secondo luogo, lei è così minuta e aggraziata, e io mi sono sentito come un grosso pezzo di carne goffo che fluttuava in giro”, ha scherzato Liu. “Ha funzionato per la scena, giusto? Lei sta cercando di insegnarmi a trovare l’armonia con il mio corpo, ed è molto orientata al Tai Chi. Quindi è molto fluido, lei ti guida e io inciampo. Non ho dovuto fare molto per entrare nel personaggio e lei è fantastica. È la persona migliore con cui uscire”.

michelle yeaoh signore degli anelli
Michelle Yeoh in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli

Cosa sappiamo di Shang-Chi 2?

Shang-Chi 2 è un argomento su cui Simu Liu verrà continuamente interrogato fino all’annuncio ufficiale del progetto. In una precedente ospitata al Tonight Show Starring Jimmy Fallon, l’attore della Marvel ha dovuto parlare nuovamente del sequel. Pur non potendo divulgare i dettagli, Liu ha spiegato che la Marvel sta lavorando sodo sui prossimi progetti per il maestro del kung-fu. È chiaro che c’è qualcosa che bolle dietro le quinte, ma i Marvel Studios non sono ancora pronti a parlarne. I fan hanno teorizzato che Shang-Chi 2 potrebbe inserirsi tra Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars nella linea temporale.

Qui è dove uso tutta la ginnastica mentale possibile per rispondere a questa domanda”, ha detto Liu al conduttore. “Beh, sentite, vi dirò questo: sta sicuramente accadendo. Probabilmente dovrei iniziare con questo. La gente, sia online che di persona, mi chiede ogni giorno e mi dice ogni giorno quanto gli sia piaciuto il primo film e quanto sia stato un momento importante. Penso che ci sia così tanta buona volontà e ne sono profondamente grato. Quindi sappiate che se mi avete mandato un messaggio, se mi avete chiesto di un sequel, o se vi siete avvicinati, o in qualsiasi altro modo, lo prendo a cuore e lo apprezzo molto. Davvero. E credo di parlare a nome mio e di Destin, il nostro nuovo regista, quando dico che siamo davvero entusiasti di tornare a lavorare. Lo siamo davvero”.

Valerio Mastandrea apre il concorso Orizzonti con Nonostante

Valerio Mastandrea apre il concorso Orizzonti con Nonostante

Nonostante, di e con Valerio Mastandrea, aprirà la sezione Orizzonti dell’81. Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (Lido di Venezia, 29 agosto-7 settembre) diretta da Alberto Barbera questa sera 28 agosto in Sala Darsena.

A proposito di Nonostante, Valerio Mastandrea, alla sua seconda regia dopo Ride (2018), ha dichiarato: “Aprire il festival è aprire il film agli occhi e al cuore del pubblico. La prendo come un’occasione per liberare una storia che è stata solo mia per tanto tempo e che, spero, diventerà di tutti”.

Nonostante, interpretato anche da Dolores FonziLino MusellaGiorgio MontaniniJustin Alexandre KorovkinBarbara RonchiLuca Lionello, e con Laura Morante, sarà proiettato in prima mondiale nel pomeriggio del giorno di apertura della Mostra, mercoledì 28 agosto, in Sala Darsena, inaugurando il concorso di Orizzonti.

I produttori sono Viola Prestieri e Valeria Golino per HT FilmFrancesco Tatò e Oscar Glioti per DamocleMoreno Zani e Malcom Pagani per Tenderstories con Rai Cinema. La distribuzione italiana è BiM Distribuzione. Musiche originali di Tóti Gudnason.

La trama del film

Un uomo trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. E’ ricoverato da un po’ ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere. Si sta davvero bene lì dentro e anche se qualche compagno di reparto si sente intrappolato, per lui ci si può sentire anche liberi come da nessun’altra parte. Quella preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. E’ una compagna irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condizione soprattutto le regole non scritte. Non è disposta ad aspettare, vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile. Quell’incontro gli servirà ad accettare che se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c’è alcun riparo possibile.

Valerio Mastandrea

È un regista, attore e produttore, nato a Roma nel 1972. Ha lavorato con i più importanti registi italiani (Marco Bellocchio, Valeria Golino, Ettore Scola, Carlo Mazzacurati) vincendo numerosi David di Donatello. Il suo debutto alla regia Ride (2018) è stato presentato al Torino Film Festival. L’opera gli è valsa una nomination ai premi David di Donatello per il miglior regista esordiente e ha vinto il Nastro d’Argento per la migliore opera prima. Ha prodotto l’ultimo film di Claudio Caligari Non essere cattivo (2015). Recentemente ha recitato in C’è ancora domani di Paola Cortellesi (2023), uno dei cinque film italiani con il maggior incasso di sempre.

Venezia 81: al via la mostra con Tim Burton e Beetlejuice Beetlejuice

Beetlejuice Beetlejuice, diretto dal visionario regista Tim Burton, con Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci, e con Jenna Ortega, e Willem Dafoe, è il film d’aperturaFuori Concorso, dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera (28 agosto–7 settembre 2024).

Beetlejuice Beetlejuice sarà presentato in anteprima mondiale mercoledì 28 agosto 2024 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), nella serata di apertura della 81. Mostra Internazionale d’Arte CinematograficaWarner Bros. Pictures presenta Beetlejuice Beetlejuice che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 5 settembre, distribuito da Warner Bros. Pictures.

Beetlejuice Beetlejuice è l’atteso ritorno di uno dei personaggi più iconici del cinema di Tim Burton, ma anche la felice conferma dello straordinario talento visionario e della maestria realizzativa di uno dei più affascinanti autori del suo tempo – dichiara il Direttore Alberto Barbera – La Biennale di Venezia è onorata e fiera di poter ospitare la prima mondiale di un’opera che è una sorprendente altalena di immaginazione creativa e trascinante ritmo allucinatorio”.

Sono entusiasta – ha dichiara Tim Burton – Significa molto per me avere la prima mondiale di questo film alla Mostra di Venezia”.

Il film Beetlejuice Beetlejuice

Winona Ryder beetlejuice 2

Beetlejuice è tornato! Il regista candidato all’Oscar Tim Burton, e l’attore candidato all’Oscar Michael Keaton tornano a fare squadra per Beetlejuice Beetlejuice, l’atteso sequel del pluripremiato Beetlejuice (1988). Keaton torna nel suo ruolo iconico accanto alla candidata all’Oscar Winona Ryder (Stranger Things, Piccole donne) nel ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz. Si aggiungono al cast le new entry Justin Theroux (Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, The Leftovers), Monica Bellucci (Spectre, i film di Matrix), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto in un lungometraggio, la candidata agli Emmy Jenna Ortega (Mercoledì, Scream VI) nel ruolo della figlia di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Povere Creature!, Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità).

Dopo un’inaspettata tragedia familiare, tre generazioni della famiglia Deetz tornano a casa a Winter River. Ancora perseguitata da Beetlejuice, la vita di Lydia viene sconvolta quando la figlia adolescente e ribelle, Astrid, scopre il misterioso modellino della città in soffitta e il portale per l’Aldilà viene accidentalmente aperto. Con i problemi che stanno nascendo in entrambi i regni, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il nome di Beetlejuice e il demone dispettoso torni nuovamente per scatenare il suo caos.

Tim Burton, che ha creato un suo genere personale, dirige il film da una sceneggiatura di Alfred Gough & Miles Millar (Mercoledì), una storia di Gough & Millar e Seth Grahame-Smith (LEGO Batman – Il film) basata sui personaggi creati da Michael McDowell e Larry Wilson. I produttori del film sono Marc Toberoff, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Tommy Harper e Tim Burton, con Sara Desmond, Katterli Frauenfelder, Gough, Millar, Larry Wilson, Laurence Senelick e Brad Pitt alla produzione esecutiva.

Tra i collaboratori di Burton dietro le quinte figurano anche il direttore della fotografia Haris Zambarloukos (BelfastAssassinio sull’Orient Express), lo scenografo Mark Scruton (Mercoledì), il montatore Jay Prychidny (Mercoledì), la costumista premio Oscar Colleen Atwood (Alice in WonderlandSweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet StreetIl mistero di Sleepy Hollow), il premio Oscar supervisore creativo degli effetti speciali per le creature e del trucco speciale FX Neal Scanlan (Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet StreetLa fabbrica di cioccolato), il supervisore agli effetti visivi, vincitore del BAFTA, Angus Bickerton (House of the DragonDark Shadows) e il compositore candidato all’Oscar Danny Elfman (Big FishNightmare Before ChristmasBatman), così come la truccatrice e parrucchiera vincitrice dell’Oscar Christine Blundell (Topsy-Turvy – Sottosopra).

Clara Soccini si esibirà durante la Cerimonia d’apertura di Venezia 81

La cantautrice e attrice italiana Clara, protagonista dell’ultima edizione del Festival di Sanremo e fra i personaggi più amati della serie tv Mare fuori, si esibirà durante la cerimonia d’apertura dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, mercoledì 28 agosto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), che avrà inizio alle ore 19.

Tutto quello che c’è da sapere su Clara Soccini

Clara Soccini, in arte Clara, nasce nel 1999 nella provincia di Varese e, dopo essersi avvicinata giovanissima al mondo della moda, coltiva la passione che aveva per la musica fin da bambina nel 2020. Dopo una prima collaborazione con l’artista Nicola Siciliano, pubblica i suoi primi quattro singoli ufficiali.

Inizia così a sperimentare con la propria voce e far conoscere la sua personalità, confermata anche dal debutto nel mondo cinematografico nella serie tv campione d’incassi Mare fuori, dove interpreta Giulia/Crazy J. All’interno della serie Clara mantiene la sua identità da musicista con il suo brano “Origami all’alba”, certificato triplo disco di platino, per mesi stabile in Top 20 nelle classifiche Fimi/Gfk e Spotify Italia. Il 28 aprile 2023 è uscito il singolo “Cicatrice”, seguito dalle collaborazioni nei brani “Replay” di MV Killa e “Un milione di notti” di Mr Rain (disco di platino).

Vincitrice di Sanremo Giovani 2023 con il brano “Boulevard”, ha partecipato in gara al 74° Festival di Sanremo con “Diamanti grezzi” (disco di platino) e a febbraio ha vestito nuovamente i panni di Crazy J nella quarta stagione di “Mare fuori”, per la quale ha scritto l’inedito “Ragazzi fuori” (disco d’oro), canzone contenuta nel suo album d’esordio, “PRIMO” (disco d’oro). A ottobre sarà in tour per la prima volta con un live tutto suo a Roma, Bari, Napoli, Firenze, Padova e Milano.