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Mamma ho perso l’aereo, la spiegazione del finale: Kevin sopravvive ai ladri?

Mamma ho perso l’aereo è il film commedia del 1990 diretto da Chris Columbus e scritto e prodotto da John Hughes. Primo film della serie Home Alone, il film ha come protagonista Macaulay Culkin nel ruolo di Kevin McCallister, un ragazzino che difende la sua casa di periferia di Chicago dall’irruzione di una coppia di rapinatori dopo che la sua famiglia lo ha accidentalmente lasciato indietro durante le vacanze di Natale a Parigi. Nel cast figurano anche Joe Pesci, Daniel Stern, John Heard e Catherine O’Hara.

Cosa succede in Mamma ho perso l’aereo?

La famiglia McCallister si reca a Parigi per festeggiare il Natale. Tuttavia, per un disguido precedente al viaggio, lasciano accidentalmente indietro il figlio più piccolo, Kevin. Mentre la famiglia è bloccata a Parigi, Kevin si trova da solo in una casa presa di mira da una coppia di ladri, Harry e Marv. Kevin è costretto a fare di tutto per tenere al sicuro se stesso e la casa.

Come mai Kevin è rimasto indietro?

Joe Pesce in Mamma, ho perso l'aereo (1990)
© 1990 20th Century Fox

Kevin, essendo il più giovane, è un bersaglio facile per i suoi fratelli e cugini. È costantemente vittima di bullismo e viene incolpato di quasi tutto ciò che non va come previsto. Dopo un breve litigio con il fratello Buzz la sera prima, Kate, sua madre, lo manda in soffitta. Sentendosi in colpa per i maltrattamenti subiti, Kevin desidera che la sua famiglia scompaia. Di notte, un’interruzione di corrente fa sì che le sveglie si azzerino. Di conseguenza, la famiglia dorme troppo.

In fretta e furia, partono per l’aeroporto dimenticando che Kevin dorme al piano di sopra e, durante il conteggio, contano per sbaglio il figlio del vicino di casa.

Come si sente Kevin a casa da solo?

Kevin è eccitato, convinto che il suo sogno si sia avverato. Finalmente ha la libertà che cercava. Il bambino fa tutto ciò che non oserebbe fare in presenza della sua famiglia. Salta sul letto, mangia ogni tipo di cibo spazzatura, guarda film violenti e ruba persino tutti i risparmi di Buzz. Tuttavia, la sua gioia è di breve durata perché iniziano a verificarsi eventi indesiderati.

La polizia di Chicago si presenta su richiesta dei genitori per controllare il ragazzo. Kevin si spaventa quando vede fuori il “vecchio Marley”, che secondo i ragazzi del posto avrebbe ucciso la sua stessa famiglia. Alla fine, una coppia di scassinatori, Harry e Marv, noti come “I banditi del bagnato”, mette gli occhi sulla casa di Kevin.

Il vecchio Marley è davvero un assassino?

La famiglia di Kevin non può tornare immediatamente da Parigi perché tutti i voli sono prenotati per due giorni. Kate, invece, riesce a tornare a Scranton, in Pennsylvania. Deve viaggiare in un furgone perché non ci sono voli per Chicago.

La vigilia di Natale, Kevin sente Harry e Marv che progettano di entrare in casa di notte. Inizia a sentire la mancanza della sua famiglia. Chiede a un imitatore di Babbo Natale locale di riportargli la famiglia per Natale.

In chiesa incontra Marley, che è lì per vedere la nipote esibirsi nel coro. Conversando con il vecchio, Kevin si rende conto che tutte le dicerie su di lui sono false. In realtà, è un uomo molto gentile. Marley dice a Kevin che non riesce a vedere spesso la nipote a causa di un litigio che ha avuto con il figlio tempo fa. Kevin gli suggerisce di dimenticare le differenze e di riconciliarsi con il figlio.

Come si comporta Kevin con i ladri?

Mamma ho perso l'aereo
© 1990 20th Century Fox

Dopo essere tornato dalla chiesa, Kevin copre l’intera casa con trappole esplosive. Quando Harry e Marv entrano e cercano di esplorare il posto, fanno scattare ogni trappola. Nel frattempo, Kevin telefona alla polizia. Quando il duo cerca di catturarlo, Kevin scappa in una casa libera del quartiere. I ladri riescono finalmente a catturare Kevin e si preparano a punirlo.

Tuttavia, Marley arriva in soccorso di Kevin appena in tempo. Abbatte i ladri con la sua pala da neve e riporta Kevin a casa. Harry e Marv vengono poi arrestati.

La mattina di Natale, Kevin si sveglia triste e sente la mancanza della sua famiglia. Tuttavia, la tristezza di Kevin è presto superata quando Kate arriva e lo chiama. Lui corre eccitato al piano di sotto e i due si riconciliano. Subito dopo arriva anche il resto della famiglia. Kevin tace sul putiferio che si è scatenato durante l’assenza della famiglia. Si avvicina alla finestra e nota Marley che si riunisce al figlio e alla sua famiglia. I due si salutano mentre il film si conclude.

Harry Potter e la Camera dei Segreti, la spiegazione del finale

Harry Potter e la Camera dei Segreti, la spiegazione del finale

Il finale di Harry Potter e la Camera dei Segreti sembra uscito direttamente da un film fantasy-horror. I momenti finali del secondo film contano su fantasmi vendicativi, creature gigantesche, sanguinosi combattimenti con la spada e ricatti, segnando un momento cruciale nell’infanzia di Harry e dei suoi amici, costretti a maturare e ad affrontare nemici mortali (come il Basilisco e Voldemort) molto prima di quanto avessero previsto. Il conflitto principale di Harry Potter e la Camera dei Segreti ruota attorno a un mostro inquietante che si aggira di notte nei corridoi di Hogwarts e che rappresenta una misteriosa minaccia per gli studenti, che vengono trovati pietrificati uno dopo l’altro.

Il secondo film è l’addio di Chris Columbus al franchise e condivide molti elementi simili con il primo film, mantenendo un approccio piacevole pur esplorando gli estremi della classificazione PG. Con Harry che sente una voce sconcertante emanare dalle mura del castello e una leggenda (La camera dei segreti) su Hogwarts che si diffonde tra gli studenti e i professori, Potter e i suoi amici decidono di correre dei rischi per salvare Hogwarts, arrivando a un finale ansiogeno e ricco di colpi di scena. Voldemort sta per tornare, ma il successo dell’assalto di Harry garantisce a lui e ai suoi amici di avere più tempo per prepararsi quando il Signore Oscuro deciderà di colpire di nuovo.

Harry Potter e la Camera dei Segreti Finale: Cosa succede e perché

Rupert Grint, Daniel Radcliffe e Emma Watson in Harry Potter e la camera dei segreti (2002)
© 2002 Warner Bros. All Rights Reserved. Harry Potter Publishing Rights/J.K.R

Il finale de La camera dei segreti è collegato agli eventi che hanno avuto luogo a Hogwarts 50 anni fa, tra la linea temporale di Animali fantastici e quella di Harry Potter, quando la camera è stata aperta per la prima volta. Quando la misteriosa Camera dei Segreti viene riaperta nel presente, scatenando un pericoloso mostro nel castello, Hermione e gli altri studenti vengono trovati pietrificati, Silente è costretto a lasciare l’incarico e Hagrid viene mandato ad Azkaban. È un momento di grande tensione per tutti, soprattutto perché Harry e Ron devono cercare la verità da soli, scoprendo un misterioso diario appartenuto a Tom Riddle e seguendo gli indizi lasciati da Hagrid e Hermione.

Alla fine, i due capiscono che il mostro della Camera dei Segreti è un Basilisco, che si collega alla capacità di Harry di comprendere la Parselingua (la lingua dei serpenti), e che Ginny Weasley è stata manipolata dallo spirito di Voldemort per aprire la Camera. Trovata l’entrata della Camera, Harry la apre usando le sue capacità di Parselingua, scoprendo che Tom Riddle è il nome a cui Voldemort ha rinunciato e che ha usato Ginny per prosciugare la vita di lei per fare il suo ritorno. Date tutte le storie che gli studenti hanno sentito su di lui, era terrificante pensare al caos che avrebbe potuto creare se fosse riuscito nel suo intento, ma fortunatamente Harry trionfa uccidendo il Basilisco e distruggendo il diario di Tom Riddle (il suo primo Horcrux).

Chi ha aperto la Camera dei Segreti?

Dobby in Harry Potter e la camera dei segreti (2002)
© 2002 Warner Bros. All Rights Reserved. Harry Potter Publishing Rights/J.K.R

Con un sorprendente colpo di scena, fu Ginny Weasley ad aprire la Camera dei Segreti dopo essere rimasta vittima di uno dei piani di Voldermort/Tom Riddle. Grazie al fedele Mangiamorte, Lucius Malfoy, che ha introdotto di nascosto il diario di Tom Riddle nel calderone di Ginny, questo diario ha permesso a Voldemort di prendere il controllo su di lei e di aprire la Camera dei Segreti, liberando il Basilisco dopo 50 anni di sonno. Dato che Ginny aveva avuto solo un ruolo minore nel franchise fino a questo momento, è facile capire perché nessuno sospettasse che la giovane Weasley fosse responsabile di tutto il caos. Tuttavia, il suo inserimento nella trama lasciava intendere che d’ora in poi sarebbe stata maggiormente coinvolta.

Cosa è successo quando la Camera dei Segreti è stata aperta per la prima volta?

Daniel Radcliffe in Harry Potter e la camera dei segreti (2002)
© 2002 Warner Bros. All Rights Reserved. Harry Potter Publishing Rights/J.K.R

L’arco degli Horcrux di Voldemort e il conflitto principale di Harry Potter e la Camera dei Segreti sono influenzati da eventi avvenuti 50 anni prima del secondo anno di Harry a Hogwarts, quando Tom Riddle (alias Voldemort) aprì volontariamente la Camera dei Segreti per la prima volta, sperando di usare il Basilisco per attaccare gli studenti di origine babbana della scuola. Riddle scopre di essere l’erede di Serpeverde e di essere in grado di capire e parlare la Parselingua, il che gli consente di accedere alla Camera dei Segreti e al Basilisco che la abita. Nel frattempo, Hagrid era già un amico intimo di Aragog, la gigantesca Acromantula che Harry e Rony incontrano nel film, nascondendo la creatura all’interno della scuola.

Le cose vanno fuori controllo quando uno studente viene trovato morto e Tom Riddle viene a sapere che Hogwarts chiuderà se i misteriosi attacchi del Basilisco non saranno risolti. Indica quindi come colpevole Hagrid, che finisce per essere espulso dopo essere stato catturato con Aragog, ritenuto il mostro che portava scompiglio a Hogwarts. Gli strazianti flashback mostrano persino Silente che cerca senza scopo di contestare l’arresto di Hagrid e di evitare che il Ministero della Magia intervenga in modo così avventato, sicuro dell’innocenza di Hagrid. Nel presente, Harry e Ron scoprono che la studentessa morta era in realtà Mirtilla Smorfiosa, il fantasma che infesta i bagni della scuola.

Perché Hagrid è stato arrestato di nuovo nella Camera dei Segreti?

Dopo essere stato arrestato 50 anni fa per aver aperto la Camera dei Segreti, la storia si è ripetuta nel secondo film quando gli attacchi del Basilisco a Hogwarts sono ricominciati. Con diversi studenti pietrificati, il Ministero della Magia mandò Hagrid di nuovo ad Azkaban, credendo che dietro gli incidenti ci fossero lui e Aragog. Sebbene fosse ovvio che i film non avrebbero ucciso Hagrid, è straziante vederlo dichiararsi innocente e quasi punito per un crimine che non ha commesso. Fortunatamente, viene presto scagionato e gli viene permesso di tornare a Hogwarts (e questo è stato uno dei picchi emotivi del finale del film, in quanto è finalmente in grado di lasciarsi il passato alle spalle).

Il mostro della Camera dei Segreti, il Basilisco, spiegato

Daniel Radcliffe in Harry Potter e la camera dei segreti finale
© 2002 Warner Bros. All Rights Reserved. Harry Potter Publishing Rights/J.K.R

Il Basilisco si rivela essere il letale “Mostro di Serpeverde” e uno dei principali antagonisti di Harry Potter e la Camera dei Segreti. Il Basilisco rappresenta il “Serpente di Serpeverde” ed è stato collocato nella Camera dei Segreti da Salazar Serpeverde in persona, un mago purosangue e uno dei quattro fondatori di Hogwarts. Solo l’unico vero erede di Serpeverde poteva controllare la creatura, il che spiega perché Tom Riddle poteva farlo. Il Basilisco, tuttavia, è tutt’altro che un normale serpente: può raggiungere i cinquanta metri di lunghezza e possiede la pericolosa capacità di pietrificare le persone che lo guardano negli occhi.

Anche se è discutibile se Harry avrebbe potuto controllare il Basilisco come ha fatto Tom Riddle, Harry è stato in grado di sentire Tom che controllava la creatura fin dal primo attacco grazie alle sue capacità di Parselingua. Seguendo gli ordini del suo padrone, il Basilisco attaccava solo gli studenti di origine babbana, compresa Hermione. Avrebbe potuto uccidere Harry Potter, ma questi riuscì a sconfiggere la creatura mortale dopo che Fawkes, la Fenice di Silente, accecò gli occhi della creatura, assicurandosi che Harry non venisse pietrificato. L’unico antidoto conosciuto alla pietrificazione del Basilisco è una pozione curativa a base di mandragole stufate, che Pomona Sprout ha usato per curare gli studenti pietrificati alla fine di Harry Potter e la Camera dei Segreti.

Cosa significa il finale di Harry Potter e la Camera dei Segreti per il futuro del franchise

Il finale di Harry Potter e la Camera dei Segreti imposta indirettamente l’ arco degli Horcrux con il diario di Tom Riddle, che si rivela essere uno degli oggetti più importanti del franchise. All’apparenza ordinario e poco significativo, il diario è stato trasformato in un Horcrux da Voldemort e ha spinto Hermione e Ron a tornare nella Camera dei Segreti anni dopo per distruggere definitivamente l’Horcrux. Insieme a Harry Potter e il Principe Mezzosangue, il secondo film potrebbe essere il più importante del franchise per quanto riguarda la comprensione della psiche di Voldemort, l’esplorazione della sua malvagità e di come i fantasmi del suo passato abbiano plasmato il suo rancore nei confronti dei babbani.

Il finale del secondo film dà corpo anche alla relazione tra Harry e Ginny, creando un forte legame tra i personaggi dopo che Harry riesce a salvare la vita di Ginny dalle mani di Voldemort. Introdotta all’inizio del film, Ginny sembrava un personaggio di supporto innocente, fino allo scioccante colpo di scena del suo coinvolgimento nella Camera dei Segreti. Mentre lo sviluppo della storia d’amore di Harry e Ginny è stato lasciato fuori dai film, i loro momenti in Harry Potter e la Camera dei Segreti potrebbero essere il punto di svolta nella vita della coppia, dimostrando che il loro legame non è ordinario e che il loro amore è iniziato come una toccante amicizia.

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, la spiegazione del finale

Il finale di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban offre uno dei più grandi colpi di scena che il franchise abbia mai visto. Dopo l’eroismo di Harry Potter e la Camera dei Segreti, il terzo film diventa molto più cupo, sperimentando un mix di generi (tra cui una trama fantascientifica, un viaggio nel tempo e alcune componenti horror, che vedono il dispiegarsi di un’agghiacciante cospirazione e un grande scontro in una casa stregata). Con Harry, Hermione e Ron che entrano nel loro terzo anno a Hogwarts, si trovano ad affrontare nuovi nemici e a scoprire un sacco di segreti che preparano l’imminente battaglia tra il bene e il male.

Il film si conclude con una nota drammatica: le domande sulle identità di Sirius Black e Peter Minus trovano una risposta, presentando personaggi che avranno una grande importanza nel futuro del franchise: Sirius Black è il padrino di Harry e un prezioso alleato, Remus Lupin è un mentore su cui Harry può assolutamente contare e Peter Minus è un cattivo infido che si allea con Voldemort. Inoltre, il finale sfrutta altri elementi importanti che appariranno più volte nel corso dei film di Harry Potter, come i Patronuses e i Dissennatori. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban potrebbe non essere pieno di azione come gli altri, ma questo non lo rende meno avvincente.

Cosa succede nel finale di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (e perché) spiegato

Rupert Grint e Daniel Radcliffe in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004)
© 2004 Warner Bros. Ent.

Una serie di eventi caotici si scatena quando il ratto domestico di Ron, Crosta, lo morde e scappa dopo l’esecuzione di Fierobecco. Mentre il Trio d’Oro lo segue, viene intercettato dal grosso cane nero che Harry ha visto all’inizio del film e che trascina Ron nel buco che porta alla Stamberga Strillante. È qui che il trio scopre che il cane nero è la forma Animagus di Sirius Black e che Peter Minus è vivo e si è nascosto a Hogwarts per tutto questo tempo (il che porta al primo colpo di scena quando Sirius lancia un incantesimo su Crosta, rivelando che il topo è in realtà la forma Animagus di Peter Minus). Accompagnando Minus al castello per rivelare a tutti l’innocenza di Sirius, la luna piena sorge e richiama la maledizione del lupo mannaro di Lupin, facendo fuggire Minus e condannando Sirius al bacio del Dissennatore. Quello che potrebbe essere il finale più tragico possibile del film lascia il posto a un sorprendente colpo di scena: Hermione ha un Giratempo.

Sebbene Harry ed Hermione non riescano a scagionare Sirius, riescono a liberarlo dalla sua cella e a offrirgli una via di fuga con Fierobecco. Con Lupin costretto a dimettersi dopo che la sua licantropia è stata smascherata, il film si conclude con una nota agrodolce, ma apre la strada a nuovi personaggi del franchise.

Chi sono i Marauder, spiegati

Capire la storia dei Marauder è fondamentale per interpretare le dinamiche dei personaggi che si verificano nel finale di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (anche se il film non presta la stessa attenzione ai dettagli che i libri riservano al gruppo di amici che governava Hogwarts negli anni ’70). I Marauder erano composti da quattro studenti di Grifondoro: James Potter, Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus. I quattro erano amici inseparabili, ma un oscuro segreto aveva il potenziale di rovinare la loro dinamica insieme: Lupin era già affetto da licantropia all’epoca e la verità su di lui avrebbe potuto provocare una spaccatura del gruppo.

Tuttavia, ciò che accadde fu un intricato piano orchestrato dai quattro per aiutare Lupin a superare la sua condizione. James, Sirius e Peter impararono gradualmente a diventare Animagi, trasformandosi in animali accanto alla forma licantropica di Lupin per assisterlo durante le sue trasformazioni. La forma Animagus di James era un cervo, Prongs (proprio come il suo Patronus e quello di Harry), Sirius era un cane nero, Padfoot, Peter un ratto, Wormtail, mentre il soprannome di Lupin finì per essere Moony. La trasformazione in Animagi non fu l’unica grande impresa dei Marauder, dato che i quattro avrebbero presto creato la Mappa del Malandrino (ing: Marauder’s Map, un oggetto prezioso che tornò utile a Harry nel terzo film).

Uno degli studenti che soffrì di più per gli scherzi dei Marauder fu Piton, il che portò a una rivalità a lungo termine tra Piton e Potter, che si trasmise a Harry. Nonostante gli alti e bassi, il legame che univa i Marauder era più forte dell’amicizia, il che spiega perché Sirius finì per abbandonare la sua famiglia di sangue puro e trasferirsi a casa di James come fratello adottivo.

Perché Peter Minus tradì James e Lily Potter

L’amicizia a lungo termine dei quattro Marauder avrebbe potuto durare più a lungo se non fosse stato per Voldemort. James sposò Lily a soli 19 anni e nominò Sirius padrino di Harry. I quattro Marauder continuarono a sostenersi a vicenda e alla fine si unirono all’Ordine della Fenice per combattere contro Voldemort. Tuttavia, Peter Minus tradì il gruppo quando si rese conto della crescente forza di Voldemort e alla fine rivelò la posizione di James e Lily, incastrando Sirius per il crimine e falsificando la propria morte. Data la loro storia, questo fu un modo devastante per i Marauder di porre fine alla loro amicizia e nessun personaggio fu più lo stesso dopo questo episodio.

Come funziona il viaggio nel tempo in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Daniel Radcliffe e Emma Watson in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004)
© 2004 Warner Bros. Ent.

Quando i fan pensavano che le cose non potessero essere più complicate nel film, il viaggio nel tempo viene introdotto in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Innanzitutto, è importante notare che Hermione non avrebbe mai usato il Giratempo se Silente non le avesse dato il permesso di farlo, ma l’ingiusta condanna di Sirius Black al Bacio del Dissennatore rappresenta una valida motivazione per tornare indietro nel tempo e fare le cose in modo diverso. Il numero di giri che Hermione compie nella clessidra del Giratempo corrisponde al numero di ore in cui viaggerebbe indietro nel tempo. Consapevole che viaggiare troppo a lungo nel tempo avrebbe potuto causare gravi danni a Harry e a lei, Hermione tornò indietro di tre ore.

I viaggi nel tempo in Harry Potter sono diversi da quelli a cui sono abituati gli appassionati di fantascienza. In Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, viaggiare indietro nel tempo non sembra interferire con il regolare corso degli eventi, poiché due diversi “passati” si verificano contemporaneamente, essendo solo una questione di prospettiva. Il modo migliore per capirlo è prendere i momenti chiave che, tecnicamente, sono accaduti prima che Hermione e Harry tornassero indietro nel tempo, come Harry che vede il Patronus di suo padre nel lago, che si rivela essere lui stesso dal futuro che lancia l’incantesimo Patronus. Un altro esempio è il grido di Hermione che distrae la forma di lupo mannaro di Lupin dal gruppo.

Come il finale di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban delinea il futuro del franchise

Rupert Grint, Daniel Radcliffe, and Emma Watson in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004)
© 2004 Warner Bros. Ent. Harry Potter Publishing RightsJ.K.R.

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban funziona praticamente come un’estensione della narrazione, prendendosi il tempo necessario per esplorare punti chiave che torneranno con maggiore importanza in futuro. A differenza dei due film precedenti, il terzo non ha un inizio, una parte centrale o una fine ben definita, ma piuttosto una successione di eventi che si dipanano intorno alla figura di Sirius Black e alle misteriose figure che si nascondono nei corridoi di Hogwarts. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban introduce non solo uno, ma due personaggi molto amati dai fan, che rappresenteranno per Harry importanti alleati e persino figure paterne: Sirius Black e Remus Lupin.

I due personaggi si rivelano essere amici di lunga data alla fine del film e tornano come membri chiave dell’Ordine della Fenice in futuro. Peter Minus diventa un antagonista importante in Harry Potter e il calice di fuoco, lavorando al fianco di Barty Crouch Jr. per assicurare il ritorno di Lord Voldemort. Anche il concetto di Patronus e l’incantesimo Patronus stesso insegnato da Lupin è un elemento ricorrente del franchise, rappresentando uno degli incantesimi di protezione più efficaci e dicendo anche molto sulla psiche di ogni personaggio, come è evidente nell’Esercito di Silente, istituito nel quinto film.

I Dissennatori sono anche antagonisti minori in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban e, sebbene non ritornino nel franchise come nemici, aggiungono una nuova atmosfera terrificante alla storia. Guardie di Azkaban e creature misteriose che predano la felicità umana, i Dissennatori non smettono di attaccare Harry, tornando poi in Harry Potter e l’Ordine della Fenice per portare quasi con sé Dudley. I Dissennatori spesso influenzano la narrazione indirettamente, come in Harry Potter e il calice di fuoco, quando Barty Crouch Jr. viene mandato a ricevere il bacio del Dissennatore, la massima pena nel mondo magico, che consiste nel risucchiare l’anima di qualcuno da parte dei Dissennatori.

Creature Commandos: James Gunn rivela ciò che il mondo sa su Wonder Woman e Themyscira – SPOILER

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Nella prima stagione di Creature Commandos, apprendiamo che Circe è a capo di un gruppo chiamato “Figli di Themyscira”. La maga amazzone li sta usando per attaccare un piccolo Paese dell’Europa orientale chiamato Pokolistan, ma si ritiene il legittimo leader di Themyscira.

Un notiziario rivela che intende condurre i Figli lì per conquistare la sua ex casa, anche se dal notiziario si evince chiaramente che la gente non è sicura al 100% dell’esistenza dell’isola. In altre parole, anche con Circe a piede libero, sia le Amazzoni che Themyscira sono considerate un mito.

È interessante notare che non si fa alcun riferimento a Wonder Woman durante questo rapporto, lasciando i fan a chiedersi se Diana Prince sia attiva nel DCU. In una nuova intervista, Dean Lorey, showrunner di Creature Commandos, ha dichiarato: “Penso che la gente sia a conoscenza di Wonder Woman. Quindi sì, credo che ci sia la convinzione che esista, ma non so quanto sia conosciuta a livello mondiale”.

Anche James Gunn, co-CEO dei DC Studios e sceneggiatore, ha spiegato: “Penso che arrivi in un momento in cui la gente ha sentito parlare di Themyscira e ora inizia a credere che esista, ma alcuni non credono ancora alla storia di un’isola di sole donne. Quindi sta diventando… la gente ne sta prendendo coscienza”.

Per quanto riguarda il gruppo di “Amazzoni” che compaiono nel suddetto servizio giornalistico, Gunn ha riso e ha osservato: “Non credo che abbiamo deciso con certezza chi siano… credo di sapere chi sono un paio di loro, ma non voglio dirlo qui perché non voglio che sia considerato per sempre canonico!”.

Molti fan non credono che questo sia il primo sguardo alle Amazzoni di Themyscira e questi commenti suggeriscono che Gunn ha intenzione di rivisitare chiunque o qualunque cosa siano da qualche parte lungo la linea.

Lorey sembra aver confermato che Wonder Woman è conosciuta in tutto il mondo e avrebbe senso che la gente dubitasse della sua storia di provenienza da un’isola abitata da donne come lei.

Senza alcuna menzione di un nuovo film su Wonder Woman e con Paradise Lost da qualche parte all’orizzonte, possiamo solo immaginare come verrà dato seguito a questa storia. Guardate l’intervista completa con Lorey e Gunn qui sotto.

Cosa sappiamo su Creature Commandos

Creature Commandos segue una squadra segreta di mostri incarcerati e reclutati per missioni ritenute troppo pericolose per gli umani. Quando tutto il resto fallisce… sono la vostra ultima, peggiore opzione.

Il cast comprende Steve Agee nel ruolo di Economos, Maria Bakalova nel ruolo della Principessa Ilana, Anya Chalotra nel ruolo di Circe, Zoe Chao nel ruolo di Nina Mazursky, Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Sr., Sean Gunn nel ruolo di GI Robot & Weasel, David Harbour nel ruolo di Frankenstein, Alan Tudyk nel ruolo del Dr. Phosphorus, Indira Varma nel ruolo della Sposa e Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller.

Creature Commandos è scritto e prodotto esecutivamente da James Gunn. Basata sui personaggi della DC e prodotta dai DC Studios e dalla Warner Bros. Animation, tra i produttori esecutivi figurano Peter Safran, Dean Lorey e Sam Register; Rick Morales è il produttore supervisore. I primi due episodi di Creature Commandos sono ora in streaming su Max negli USA. In Italia Creature Commandos non ha una data di uscita.

La Ruota del Tempo: Prime Video annuncia la data di debutto della terza stagione con un primo, inquietante trailer

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Prime Video ha rilasciato il primo filmato dell’imminente terza stagione de La Ruota del Tempo attraverso un emozionante teaser trailer, annunciando inoltre che la serie di avventure fantasy tornerà sui nostri schermi il 13 marzo 2025.

Nel promo, vediamo Moiraine (Rosamund Pike) tentare di venire a patti con la profezia che reclamerà la sua vita o quella di Rand al’Thor (Josha Stradowski), che potrebbe avere il futuro dell’umanità nelle sue mani come il Drago Rinato.

La terza stagione si baserà principalmente sul quarto libro della serie di Robert Jordan, L’ascesa dell’ombra, che vede Rand e i suoi compagni in viaggio verso i Rifiuti di Aiel nel tentativo di conquistare la popolazione alla loro causa.

I primi 15 minuti della terza stagione sono una delle scene più assurde che abbia mai visto in televisione ”, ha dichiarato il produttore esecutivo Rafe Judkins in una recente intervista. “L’ho guardato proprio questa settimana ed è assolutamente pazzesco quello che il nostro team è riuscito a fare… solo un gruppo di donne tra i 40 e i 50 anni che si fanno a pezzi a vicenda, ed è meraviglioso da vedere”.

Di seguito potete vedere il primo teaser, il poster e la sinossi completa.

“Le minacce contro la Luce si moltiplicano: La Torre Bianca è divisa, gli Ajah Neri sono liberi, vecchi nemici tornano nei Due Fiumi e i Forsaken rimasti sono all’inseguimento del Drago… compresa Lanfear (Natasha O’Keeffe), la cui relazione con Rand segnerà una scelta cruciale tra Luce e Oscurità per entrambi. Mentre i legami con il suo passato iniziano a sciogliersi e il suo potere corrotto si rafforza, Rand diventa sempre più irriconoscibile per le sue più strette alleate, Moiraine ed Egwene (Madeleine Madden). Queste potenti donne, che hanno iniziato la serie come insegnante e studentessa, devono ora lavorare insieme per impedire che il Drago si rivolga all’Oscurità, a qualunque costo”.

Tra i membri del cast che ritornano ci sono anche Daniel Henney, Zoë Robins, Marcus Rutherford, Dónal Finn, Ceara Coveney, Kate Fleetwood, Ayoola Smart e Kae Alexander.

Prodotta da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios, La Ruota del Tempo è basata sulla serie di romanzi fantasy più venduti di Robert Jordan. Rafe Judkins ha adattato i libri e funge da showrunner, producendo esecutivamente insieme a Rick Selvage e Larry Mondragon di Iwot Productions, Ted Field di Radar Pictures, Mike Weber, Marigo Kehoe, Ciaran Donnelly, Justine Juel Gillmer, Dave Hill e Pike.

Lanterns: Aaron Pierre dice che farà del suo meglio per “servire e onorare” John Stewart

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All’inizio di quest’anno, si è diffusa la notizia che Aaron Pierre (Rebel Ridge) aveva ottenuto il ruolo di John Stewart nella serie DCU Lanterns, mentre Kyle Chandler (Friday Night Lights) è stato ufficialmente confermato come protagonista di Hal Jordan nello stesso periodo.

Pierre è sempre stato il preferito dai fan per il ruolo di Stewart, ma diverse fonti hanno riferito che il collega Stephan James (Babes) era la prima scelta dello studio.

Pierre ha condiviso una breve risposta sui social media quando è stato annunciato il suo casting, ma ora ha affrontato il suo imminente debutto nel DCU in modo un po’ più dettagliato durante un’intervista con ComicBook.com.

“Quello che posso dirvi è che il team è super, super eccitato di avere l’opportunità di portare questa storia alla gente. Per quanto mi riguarda, farò del mio meglio per servire, onorare ed elevare in ogni modo possibile John Stewart e il Corpo delle Lanterne Verdi. Spero di essere utile e che questo risuoni con me”.

Quando gli è stato chiesto che tipo di preparazione sta facendo per interpretare l’eroe con l’anello, Pierre ha risposto: “Un’ampia preparazione”.

Kelly MacDonald (The Radleys, Boardwalk Empire) interpreterà la protagonista femminile (che si pensa sia l’interesse amoroso di Jordan), lo sceriffo Kerry, mentre Garret Dillahunt sarà il cattivo William Macon, “un uomo moralista e cospiratore che maschera la sua spietata ambizione dietro una facciata affascinante e calcolata”. James Hawes (Slow Horses, Penny Dreadful, The Mist, The Alienist, Snowpiercer) dirigerà i primi due episodi.

Cosa sappiamo sull’annunciata serie DC/HBO Lanterns

Si unisce a un team creativo che comprende il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, lo showrunner di Ozark Chris Mundy e lo scrittore di fumetti Tom King. Si dice che siano a bordo anche Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly.

Lanterns “segue la nuova recluta John Stewart e la leggenda delle Lanterne Hal Jordan, due poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore dell’America”.

La produzione di Lanterns dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il che potrebbe far pensare a un’uscita nel 2026. Il Guy Gardner di Nathan Fillion, che debutterà nel reboot di Superman di James Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.

Una precedente serie televisiva di Lanterna Verde era in lavorazione prima che Gunn e Safran assumessero la direzione dei DC Studios. Quella versione era stata creata da Greg Berlanti e avrebbe avuto come protagonista Finn Wittrock nel ruolo di Guy Gardner.

Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde. “Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato. “Ci sono anche altre Lanterne, ma si tratta di uno show televisivo su base terrestre, quasi come True Detective, con una coppia di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano il Distretto Terra e che scoprono un mistero terrificante che si collega alla nostra storia più grande del DCU”.

Di seguito potete vedere alcune recenti fan-art di 21×4.

Aaron Taylor-Johnson, dice che Kraven – il cacciatore ha “spinto i limiti” del rating R

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A meno di una settimana dall’arrivo di Kraven – Il Cacciatore nelle sale, l’entusiasmo dei fan sembra ancora relativamente spento. Sony Pictures ha cercato di aumentare l’interesse pubblicando i primi 8 minuti e, sebbene l’anteprima abbia ricevuto una risposta per lo più positiva, è stata anche rapidamente dimenticata dopo essere stata rilasciata lunedì mattina presto.

GamesRadar+ ha recentemente incontrato il regista J.C. Chandor e il protagonista Aaron Taylor-Johnson, e il regista ha parlato delle “spettacolari” acrobazie del film Marvel.

“C’era una sorta di implacabilità nel personaggio che abbiamo colto entrambi. Sembra che non si arrenda mai. Volevo che le acrobazie, fin dall’inizio della loro progettazione, avessero un carattere di realtà ”, ha spiegato. “Con la tecnologia di cui disponiamo, oggi si può fare di tutto, quindi si tratta quasi di limitare ciò che il personaggio può fare”.

“E poi c’è questo ragazzo [riferendosi a Taylor-Johnson]. È solo un interprete fisicamente dotato. È un pezzo di argilla con cui si possono fare un sacco di cose belle!”.

Aaron Taylor-Johnson ha aggiunto: “Penso che anche un rating R [duro] significava che non avevamo bisogno di trattenerci”, ha detto del film che ha ricevuto un raro rating “18” nel Regno Unito. “Stavamo cercando di inserirlo in quella scatola e poi ci siamo detti che dovevamo liberare questo personaggio e rendergli giustizia. Ci hanno permesso di renderlo un R, e abbiamo decisamente superato i limiti!”.

“Sembra strano dirlo, ma la classificazione R ci ha permesso di fare alcune cose ”, ha osservato Chandor. “C’è una storia di malattia mentale. Vedrete un paio di cose che accadono qui, dove vi sentirete dire ‘whoa’, che in realtà si riferiscono più al modo in cui questi ragazzi sono stati cresciuti”.

Nonostante ciò, l’attore ha continuato dicendo: “Penso che al centro della storia ci sia un vero e proprio dramma familiare. Questi due ragazzi sono cresciuti in un ambiente molto tossico. Il loro padre è un gangster russo, il capo di questa banda di mafiosi, e alla fine vuole cedere l’attività”.

Sergei Kravinoff, tuttavia, non è interessato a diventare un gangster. “Questo fa sì che il mio personaggio intraprenda questo viaggio per diventare un vigilante e il suo percorso per diventare un cattivo”.

Niente di tutto ciò sembra particolarmente accurato dal punto di vista fumettistico, anche se sembra che il rapporto tra Kraven e suo fratello Dmitri (il supercriminale noto come Camaleonte nei fumetti) sarà al centro dell’attenzione.

“È l’unica cosa a cui lui [Sergei/Kraven] tiene e che vuole proteggere con tutta la sua vita, ma credo che finisca per essere coinvolto in tutto ciò [che] potrebbe metterlo in pericolo, e deve convivere con questo”, rivela Johnson. “E quindi c’è un cuore e un’anima davvero forti in questa storia”.

La Sony, Taylor-Johnson e Chandor sembrano ignari del fatto che questo non è ciò che i fan vogliono da Kraven – Il cacciatore. La richiesta di vederlo combattere contro Spider-Man sullo schermo è stata molto forte fin dalla metà degli anni Duemila, ma una storia di origini gangsteristiche… beh, è probabilmente la direzione sbagliata in cui portare questo villain per molti motivi. Kraven – Il cacciatore arriverà nelle sale il 13 dicembre.

European Film Awards 2024: Emilia Pérez trionfa

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European Film Awards 2024: Emilia Pérez trionfa

L’ultimo film di Jacques Audiard, Emilia Pérez, ha dominato gli European Film Awards a Lucerna, in Svizzera, aggiudicandosi i premi di miglior film e miglior regista. Il film di Audiard è arrivato alla serata a pari merito con La stanza accanto di Pedro Almodovar per il maggior numero di nomination. Il bottino del film include anche la migliore attrice per Karla Sofia Gascón e la migliore sceneggiatura.

Altri grandi vincitori questa sera in Svizzera sono stati il ​​regista Gints Zilbalodis che ha vinto il premio come miglior film d’animazione per il suo film di successo Flow e il film palestinese-israeliano No Other Land che ha vinto il premio come miglior documentario.

Gli European Film Awards, votati dai circa 5.000 membri dell’European Film Academy di Berlino in tutta Europa, sono anche visti come un indicatore per il quale i film europei probabilmente prenderanno piede nella stagione dei premi degli Stati Uniti.

Il vincitore del premio come miglior film europeo dell’anno scorso, Anatomia di una caduta, ha ottenuto cinque nomination agli Oscar, tra cui miglior film e migliore attrice (Sandra Hüller), con la regista Justine Triet e il co-sceneggiatore Arthur Harari che hanno vinto l’Academy Award per la migliore sceneggiatura.

Dal prossimo anno, gli European Film Awards si svolgeranno a gennaio, spostamento deciso come parte di una strategia per posizionare i premi all’interno del più ampio dibattito sulla stagione dei premi su entrambe le sponde dell’Atlantico.

European-Film-AwardsTutti i vincitori 2024 European Film Awards

European Film
EMILIA PÉREZ by Jacques Audiard

European Director
Jacques Audiard for EMILIA PÉREZ

European Screenwriter
Jacques Audiard for EMILIA PÉREZ

European Actress
Karla Sofía Gascón in EMILIA PÉREZ

European Actor
Abou Sangare in SOULEYMANE’S STORY

Best Documentary
NO OTHER LAND (Palestine, Norway) – documentary film, directed by Yuval Abraham, Rachel Szor, Basel Adra & Hamdan Ballal, produced by Fabien Greenberg, Bård Kjøge Rønning, Yuval Abraham, Basel Adra, Rachel Szor & Hamdan Ballal

European Discovery – Prix FIPRESCI
Armand, directed by Halfdan Ullmann Tøndel

Young Audience Award
The Remarkable Life of Ibelin (Norway), directed by Benjamin Ree, produced by Ingvil Giske

European Animated Feature Film
FLOW directed by Gints Zilbalodis (Latvia, France, Belgium)

European Cinematography
The Substance (Benjamin Kračun)

European Editing
Emilia Pérez (Juliette Welfling)

European Production Design
The Girl With the Needle (Jagna Dobesz)

European Costume Design
The Devil’s Bath (Tanja Hausner)

European Make-up & Hair
When the Light Breaks (Evalotte Oosterop)

European Original Score:
The Girl With the Needle (Frederikke Hoffmeier)

European Sound
Souleymane’s Story (Marc-Olivier Brullé, Pierre Bariaud, Charlotte Butrak, Samuel Aïchoun, Rodrigo Diaz)

European Visual Effects
THE SUBSTANCE (Bryan Jones, Pierre Procoudine-Gorsky, Chervin Shafaghi, Guillaume Le Gouez)

European Short Film
THE MAN WHO COULD NOT REMAIN SILENT directed by Nebojša Slijepčević (Croatia, France, Bulgaria, Slovenia)

European Achievement in World Cinema
Isabella Rossellini

Misteri dal profondo: il trailer del film con Miles Teller e Anya Taylor-Joy

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Apple TV+ ha presentato il trailer del film sci-fi d’azioneMisteri dal profondo” con Miles Teller, Anya Taylor-Joy e Sigourney Weaver in arrivo il 14 febbraio.

Nel prossimo thriller Apple Original, due agenti altamente addestrati (Miles Teller e Anya Taylor-Joy) vengono incaricati di occupare le torri di guardia sui lati opposti di una gola vasta e attentamente sorvegliata, per proteggere il mondo da un male misterioso e sconosciuto che si nasconde al suo interno. I due legano a distanza, mentre cercano di rimanere vigili per difendersi da un nemico invisibile. Quando la minaccia apocalittica per l’umanità viene loro rivelata, si trovano costretti a collaborare in una prova di forza fisica e mentale per mantenere il segreto nella gola prima che sia troppo tardi.

Interpretato anche da Sigourney Weaver, “Misteri dal profondo” è diretto da Scott Derrickson da una sceneggiatura di Zach Dean. David Ellison, Dana Goldberg e Don Granger di Skydance Media producono insieme alla Crooked Highway di Derrickson, C. Robert Cargill, Sherryl Clark e insieme a Zach Dean, Adam Kolbrenner e Greg Goodman. Miles Teller è produttore esecutivo.

Le informazioni su Misteri dal profondo

  • Regia:                            Scott Derrickson
  • Cast:                              Miles Teller, Anya Taylor-Joy, Sigourney Weaver
  • Scritto da:                      Zach Dean
  • Produttori:                     David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Scott Derrickson,
  • Produttori esecutivi:     Miles Teller

34° Noir in festival: premiati Brief History of a Family e Mimì – il principe delle tenebre

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Un’insospettabile Asia Argento in versione commedia brillante al fianco di Matilde Gioli e Pierpaolo Spollon in Fatti vedere di Tiziano Russo porta il sorriso nella serata finale del 34° Noir in festival che si conclude oggi con il festeggiamento ai premiati dei due concorsi per il cinema.

La giuria per il concorso internazionale del Noir in Festival 2024, composta dal regista e produttore inglese James Jones (Presidente), insieme a Chiara Caselli (attrice, regista e fotografa), Fulvio Risuleo (regista) e Letizia Toni (attrice) ha attribuito all’unanimità il premio per il miglior film della 34ma edizione del Noir in Festival:

Black Panther Award 2024 a

  • BRIEF HISTORY OF A FAMILY di Lin Jianjie

con la seguente motivazione: “Se è vero che il Noir è un sentimento con cui si racconta una storia, il film a cui assegniamo il nostro unico e importante premio può considerarsi un esempio di questa maniera di vedere il mondo. Per la sua capacità di raccontare uno spaccato sociale senza mai essere didascalico e con grande sensibilità, per la sua regia originale, poetica e la sua abilità di utilizzare pochi elementi ricchi di mistero.”. BRIEF HISTORY OF A FAMILY di Lin Jianjie arriverà nelle sale italiane distribuito da Movies Inspired.

La giuria popolare composta come da tradizione da giovani studenti e appassionati di cinema, coordinati da Maurizio Di Rienzo e affiancati dagli esperti Nicole Bianchi, Anna Maria Pasetti, Giulio Sangiorgio (delegato IULM), ha visto e votato i sei titoli finalisti decretando il vincitore della 9° edizione del

MIMI - IL PRINCIPE DELLE TENEBRE
MIMI – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE di Brando De Sica ha vinto il premio Claudio Caligari 2024

Premio Claudio Caligari per il miglior film noir italiano dell’anno, realizzato dal Noir in Festival in collaborazione con IULM e Cinecittà News, a

  • MIMÌ – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE di Brando De Sica

Il film ha vinto per un’incollatura sugli altri cinque finalisti, e da gennaio tornerà sugli schermi, sulle maggiori piattaforme, dopo l’uscita in sala a fine 2023 con Cinecittà Luce.

L’ultima giornata del Noir in festival ha avuto i colori del giallo e del rosa, dopo una settimana in noir, fitta di protagonisti ed eventi d’eccellenza tra la  grande “Signora in nero” Joyce Carol Oates, vincitrice del Raymond Chandler Award, il tributo a Steven Soderbergh con l’anteprima del suo atteso Presence, gli incontri con maestri del mystery come Maurizio De Giovanni, Juan Gómez-Jurado, Vanna Vinci, Luca Crovi e gli autori del Premio Giorgio Scerbanenco, l’omaggio ad Alain Delon (con l’Institut Français).

Al pubblico dei giovani e giovanissimi è infatti dedicato Il migliore dei mali, esordio alla regia della youtuber di Violetta “Rocks” Rovetto accompagnata al festival da due dei protagonisti Andrea Arru e Giuseppe Pallone.

Ha invece i colori della commedia romantica intinta nel mystery il film che conclude quest’edizione del festival per salutarci con un sorriso e festeggiare la verve comica di un’inedita e travolgente Asia Argento. Il nuovo film di Tiziano Russo Fatti vedere, da febbraio in sala con Eagle Pictures, è una brillante commedia romantica piena di colpi di scena e cambi di registro, ricca di venature noir.

Noir in Festival 2024

Suicide Squad, David Ayer sull’Ayer Cut: “Penso che meritiate di vederlo”

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Uscito nel 2016, Suicide Squad ha visto Amanda Waller inviare la Task Force X in una zona di guerra dove molti di loro sono stati prontamente uccisi (dalla Waller o dall’Incantatrice). Tuttavia, a differenza degli Slipknot, l’Ayer Cut non vuole morire.

Dopo l’anteprima di Creature Commandos su Max questa settimana, alcuni fan del DCEU sono tornati a fare campagna per la Warner Bros. e per i DC Studios, affinché rilascino l’Ayer Cut.

Nel corso degli anni, il regista David Ayer è andato avanti e indietro, unendosi a questi sforzi o dicendo di essere andato avanti. Da allora ha realizzato quattro film: Bright, The Tax Collector, The Beekeeper e Levon’s Trade, in uscita l’anno prossimo.

Per quanto possa essere frustrante e sconvolgente che la sua visione di Suicide Squad non sia mai stata vista, non è che la sua carriera sia stata completamente deragliata dalle interferenze degli studios come è successo al regista di Fantastic Four Josh Trank.

Comunque sia, dopo aver condiviso altre immagini del film, Ayer è tornato su X per condividere le sue speranze che il mondo veda il director’s cut del film.

“La versione migliore semplicemente non è stata vista”, ha detto il regista ai suoi follower. “So quanto sia difficile per chi non è del settore comprendere quanto possano essere follemente diversi i tagli di un film. Se non vi piace quello che avete visto, ecco l’opportunità di vedere quello che intendevo effettivamente e poi giudicare una volta che avrete tutte le informazioni”.

“Onestamente non ho idea se [la Warner Bros.] rilascerà mai la mia versione. E devo rimandare a James [Gunn] e allo studio di gestire la cosa come meglio credono ”, ha continuato. “Non è una cosa che controllo. Credo solo che sarebbe molto divertente per chi vuole vederlo, vedere la mia versione. Se non fa per voi, lo capisco perfettamente. Abbiamo tutti gusti diversi, gusti e non gusti”.

Ayer ha poi riconosciuto: “Se succede, bene. Se non succede, bene. Non è così profondo. Penso che vi meritiate di vederlo e di giudicarlo allora. Se non fa per voi, bene”.

È difficile immaginare che la versione di Ayer di Suicide Squad sia una priorità per Gunn e per i DC Studios, soprattutto quando stanno cercando di rimediare ai danni causati al marchio dal DCEU.

Inoltre non sembra esserci una sorta di richiesta mainstream per questo taglio, al di là del tipo di utenti dei social media che fanno una campagna per #ReleaseTheAyerCut in un solo respiro e poi condividono le teorie secondo cui Gunn avrebbe basato Rick Flag Sr. su se stesso…

28 anni dopo: teaser svela un primo inquietante filmato

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28 anni dopo: teaser svela un primo inquietante filmato

Un teaser svela un primo inquietante filmato di 28 anni dopo; il trailer completo è previsto per la prossima settimana. Il regista (Danny Boyle) e lo sceneggiatore (Alex Garland) di 28 Giorni dopo hanno riallacciato la collaborazione per una serie di sequel del successo horror del 2002 e, dopo il poster di ieri, è stato diffuso online il primo teaser del primo film della trilogia prevista, 28 Anni dopo.

Il promo dura solo pochi secondi, ma contiene alcune immagini da incubo, tra cui una rapida inquadratura di uno spaventapasseri dall’aspetto piuttosto bizzarro (qualcosa ci dice che non è fatto solo di paglia) con una freccia in testa. Inoltre, il codice morse ripete la parola “Tuesday”, indicando che un trailer completo sarà disponibile all’inizio della prossima settimana.

Jodie ComerAaron Taylor-Johnson, Ralph Fiennes hanno firmato per interpretare i ruoli principali ed è stato confermato anche il ritorno di Cillian Murphy nel ruolo del protagonista del film originale, Jim.

Si ma in un modo sorprendente e in un modo che cresce, lasciatemelo dire“, ha detto il presidente del Sony Motion Pictures Group Tom Rothman quando gli è stato chiesto se Murphy sarebbe tornato in una recente intervista. “Questo è Danny [Boyle] al suo meglio, combinato con un genere molto commerciale, come abbiamo avuto con Edgar Wright e Baby Driver. A volte, quando si inserisce un vero regista d’autore in un’arena commerciale, lo si eleva“. Non sappiamo quanto sarà consistente la parte di Murphy, ma sembra che possa avere solo un piccolo ruolo nel primo film, per poi avere un ruolo più importante nei successivi.

Cosa sappiamo su 28 anni dopo

28 giorni dopo è stato un grande successo e ha già generato un seguito meno apprezzato (ma comunque degno di nota), 28 settimane dopo del 2007. Boyle e Garland erano coinvolti solo come produttori esecutivi in quel progetto, quindi molti fan vedranno sicuramente questo nuovo film come il primo vero sequel.

Boyle dirigerà il primo capitolo, mentre Nia DaCosta è stata annunciata di recente come regista del secondo film, che pare si intitolerà 28 anni dopo parte 2: Il tempio delle ossa. Il piano prevede di girare entrambi i film in parallelo. Garland scriverà tutti e tre i film. Il budget per ogni film si aggira intorno ai 75 milioni di dollari.

Il primo film vedeva Cillian Murphy nei panni di un uomo che si risveglia dal coma dopo un incidente in bicicletta e scopre che l’Inghilterra è stata invasa dagli “Infetti”. Il virus trasforma le sue vittime in assassini furiosi, ma a differenza dei soliti “zombie”, queste creature possono muoversi con una velocità spaventosa. L’uomo si mette quindi in viaggio per scoprire cosa sta succedendo, incontrando lungo la strada i compagni sopravvissuti interpretati da Naomie Harris e Brendan Gleeson, oltre a un maggiore dell’esercito squilibrato interpretato da Christopher Eccleston.

I dettagli sulla trama di 28 anni dopo non sono ancora stati resi noti, ma il periodo suggerisce che si svolgerà in un futuro prossimo, il che significa che il film potrebbe essere più orientato verso la fantascienza che verso l’horror vero e proprio.

Scissione: trailer della seconda stagione dal 17 gennaio 2025 su Apple TV+

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Ieri dal Thunder Stage del CCXP24 di San Paolo, Brasile, Apple TV+ ha presentato il trailer dell’attesissima seconda stagione di Scissione, con il creatore, scrittore e produttore esecutivo della serie Dan Erickson, il protagonista e produttore esecutivo Adam Scott e le star Britt Lower e Tramell Tillman che si sono uniti ai fan per condividere un’esclusiva anticipazione di ciò che ci aspetta per gli innies e gli outies delle Lumon Industries. La seconda stagione di Scissione, composta da 10 episodi, farà il suo debutto su Apple TV+ il 17 gennaio 2025 con il primo episodio seguito da nuove puntate ogni venerdì fino al 21 marzo.

Il thriller ambientato sul posto di lavoro acclamato dalla critica e vincitrice di un Emmy e di un Peabody Award, è ideato dal produttore esecutivo e regista Ben Stiller ed è interpretato dal candidato all’Emmy Adam Scott, Britt Lower, Tramell Tillman, Zach Cherry, Jen Tullock, Michael Chernus, Dichen Lachman, il vincitore dell’Emmy John Turturro, il premio Oscar Christopher Walken e la vincitrice dell’Oscar e dell’Emmy Patricia Arquette e dà il benvenuto nella seconda stagione ai nuovi series regular Sarah Bock e Ólafur Darri Ólafsson.

https://youtu.be/BKeyAag6j4g

La trama della seconda stagione di Scissione

In Scissione Mark Scout (Adam Scott) guida un team di lavoro della Lumon Industries i cui dipendenti sono stati sottoposti a una procedura di scissione, che divide chirurgicamente i loro ricordi professionali da quelli personali. Questo audace esperimento di “equilibrio tra lavoro e vita privata” viene messo in discussione quando Mark si ritrova al centro di un mistero da svelare che lo costringerà a confrontarsi con la vera natura del suo lavoro… e di se stesso. Nella seconda stagione, Mark e i suoi amici scoprono le terribili conseguenze derivanti dall’aver giocato con la barriera della separazione, che li trascinerà ulteriormente lungo un percorso di guai e dolore.

“Scissione” è prodotta esecutivamente da Ben Stiller, che dirige anche cinque episodi della nuova stagione, alternandosi alla regia con Uta Bresiewitz, Sam Donovan e Jessica Lee Gagné. La serie è scritta, creata e prodotta esecutivamente da Dan Erickson. La seconda stagione è prodotta anche da John Lesher, Jackie Cohn, Mark Friedman, Beau Willimon, Jordan Tappis, Sam Donovan, Caroline Baron, Richard Schwartz, Nicholas Weinstock. Oltre a essere protagonisti, Adam Scott e Patricia Arquette sono anche produttori esecutivi. Fifth Season è lo studio.

La prima stagione completa di Scissione, disponibile in streaming su Apple TV+, è stata acclamata dal pubblico e dalla critica internazionale e, oltre a vincere gli AFI Awards, ha ottenuto 14 nomination agli Emmy, tra cui Outstanding Drama Series, Outstanding Directing for a Drama Series (Ben Stiller), Outstanding Lead Actor in a Drama Series (Adam Scott) e Outstanding Writing for a Drama Series, aggiudicandosi i premi nelle categorie Outstanding Music Composition for a Series e Outstanding Main Title Design. La serie ha ottenuto anche due Writers Guild of America Awards come Miglior nuova serie e Miglior serie drammatica, oltre a due nomination agli Screen Actors Guild Awards e una nomination ai Producers Guild e ai Directors Guild Awards.

Joker: Folie à Deux di Todd Phillips chiude la sua corsa a 206 milioni di incasso

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Joker: Folie à Deux (qui la nostra recensione) di Todd Phillips sarà disponibile per lo streaming su Max dal 13 dicembre prima di arrivare su HBO linear il 14 dicembre alle 20:00. ET e probabilmente poi anche su Sky e NOW in Italia, e ora sono disponibili i totali finali del botteghino mondiale del sequel.

Il film ha incassato solo 206 milioni di $ al botteghino globale (di cui 58 milioni in Nord America) e si prevede che rappresenterà una perdita per lo studio dai 150 ai 200 milioni di dollari.

Si tratta di un risultato ben lontano da quello del primo film di Joker, che ha incassato oltre 1 miliardo di $ in tutto il mondo ed è stato il film vietato ai minori con il più alto incasso di tutti i tempi prima che Deadpool e Wolverine lo superassero all’inizio di quest’anno.

Joker: Folie à Deux, la nostra video recensione

CORRELATE:

Nosferatu, la PETA contro il film: “I topi non hanno causato la peste”

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PETA ha in programma di protestare contro la proiezione di domenica all’Academy di Nosferatu del regista Robert Eggers. L’organizzazione per i diritti degli animali ha in programma di inviare un “ratto gigante” al Samuel Goldwyn Theater per “mettere le cose in chiaro” sui 5.000 topi vivi che Eggers usa durante una sequenza del film in cui i topi sbarcano a Londra, portando con sé la peste bubbonica.

In una dichiarazione, la direttrice degli animali nel cinema e in televisione della PETA Lauren Thomasson ha affermato: “Un essere umano non ha più probabilità di essere ferito o ucciso da un topo nella vita reale che da un vampiro, e le false rappresentazioni di questi animali come messaggeri di morte negano agli spettatori la possibilità di vederli come gli individui intelligenti, socievoli e affettuosi che sono. Gli unici “parassiti” di cui gli spettatori devono preoccuparsi sono i registi che sottopongono gli animali al caos e alla confusione di un set cinematografico, e la PETA incoraggia tutti a guardare oltre questi vergognosi stereotipi e a dare ai topi il rispetto che meritano”.

Il topo della PETA porterà un cartello con la scritta “I topi hanno dei diritti! Non abbiamo causato la peste!”. Dopo una delle prime proiezioni pubbliche del film, Eggers ha discusso la scena in una conversazione con Guillermo del Toro, dicendo: “Se ci sono dei topi in primo piano, sono veri, e poi si diradano e diventano topi CG sullo sfondo. Ed erano ben addestrati”. Ha aggiunto: “Non sapevo che i topi fossero incontinenti, quindi l’odore è pazzesco”.

Lo scenografo Craig Lathrop ha raccontato a Variety della scena: “I topi. Nessuno di loro si è perso. Li abbiamo trovati tutti. Erano tutti lì. Abbiamo costruito queste barriere di plexiglass in modo che i topi vivi fossero in un’area controllata”, ha detto, aggiungendo che la produzione si è presa cura di garantire la sicurezza dei roditori. “Nella scena sulla strada, i cavalli sono da una parte della barriera di plexiglass e i topi dall’altra, in modo che i topi non corrano sotto i loro piedi e vengano schiacciati, così nessuno si è tatto male”.

Tutto quello che sappiamo su Nosferatu

Nosferatu è interpretato da Bill Skarsgård, che sostituisce il trucco da clown di Pennywise con le zanne affilate del Conte Orlock, nonché da Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin e Lily-Rose Depp. Il film riunisce inoltre Eggers con Willem Dafoe, che ha interpretato in modo memorabile un ex marinaio irascibile in The Lighthouse e che è apparso anche nel precedente film del regista, The Northman. L’epopea vichinga vedeva protagonista il fratello di Skarsgård, Alexander Skarsgård, nel ruolo di un guerriero norreno con una massa grassa impressionante e addominali formidabilmente cesellati.

Nosferatu è basato sul capolavoro espressionista tedesco del 1922 diretto da F. W. Murnau – la realizzazione di quel film ha ispirato il film del 2000, completamente fittizio, L’ombra del vampiro, che ha visto protagonista Dafoe, candidato all’Oscar, nel ruolo di un succhiasangue realmente esistito, arruolato per interpretare il ruolo di Orlock. Qui l’attore interpreta invece un assassino di vampiri. Nosferatu è stato anche rifatto nel 1979 da Werner Herzog come Nosferatu il vampiro, con il suo frequente collaboratore Klaus Kinski. Nosferatu arriverà al cinema a partire dal 1 gennaio.

28 anni dopo: il primo inquietante poster

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28 anni dopo: il primo inquietante poster

Dopo aver deciso di non partecipare al CCXP questo fine settimana, la Sony Pictures ha pubblicato il primo poster di 28 anni dopo. Con un po’ di fortuna, questo significa che un trailer non è lontano. Il film riprende dopo gli eventi di 28 giorni dopo di Danny Boyle e 28 settimane dopo di Juan Carlos Fresnadillo.

Non ci dice molto, ma il poster sembra indicato e evocativo del franchise e ci conferma che il regista di Civil War ed Ex Machina Alex Garland è tornato a scrivere la sceneggiatura dopo aver precedentemente scritto 28 giorni dopo e Sunshine di Boyle. Il poster include anche un nuovo slogan minaccioso: “Il tempo non ha guarito nulla”.

Chi altro è coinvolto in 28 anni dopo?

28 anni dopo sarà il terzo capitolo del franchise, dopo il seguito 28 settimane dopo, con Jeremy Renner nel 2007. Il film darà anche il via a una nuova trilogia scritta interamente da Garland che vedrà Nia DaCosta, regista di Candyman, occuparsi della regia del film centrale. Fiennes sarà uno dei tre nuovi protagonisti del primo film, insieme ad Aaron Taylor-Johnson e Jodie Comer. Per non essere escluso, anche il Jim di Cillian Murphy tornerà per la prima volta dopo il finale speranzoso del film del 2002, anche se è cresciuto notevolmente rispetto al corriere che si risveglia dopo un’epidemia di virus catastrofico. Sono confermati anche Erin Kellyman e Jack O’Connell. I dettagli sui personaggi e sulla trama sono stati tenuti nascosti, ma è probabile che ne sapremo di più con l’avvicinarsi dell’uscita del film.

Captain America: Brave New World, Cap e Falcon spiccano il volo nel nuovo spot

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Gli spot promozionali per Captain America: Brave New World stanno cominciando a fare il loro lavoro, ben prima che il film arrivi in sala all’inizio del 2025, e ora Microsoft ha diffuso un nuovo spot pubblicitario di un minuto in cui compaiono delle immagini inedite dal film.

In questo, Joaquin Torres usa una nuova tecnologia Windows per progettare le sue ali; Sam Wilson, nel frattempo, ha questioni più urgenti a cui badare mentre scatena vari gadget per combattere i suoi nemici sul campo di battaglia.

Abbiamo anche alcune riprese inedite del film mentre Captain America e il nuovo Falcon si lanciano in azione insieme (e nel video vediamo davvero la mano del Celestial Tiamut, in lontananza). Si prevede che questa sia la location di una delle principali sequenze d’azione aeree in Captain America: Brave New World e la fonte di Adamantio nell’MCU.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre ancora sconosciuto è il ruolo del villain interpretato da Giancarlo Esposito. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso.

Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

Anthony Mackie ha recentemente dichiarato che questo film è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.

Questo film è un chiaro reset. Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film, si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che la Marvel vuoole essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter Soldier“.

 

Harry Potter: Mark Strong per Silente, Brett Goldstein per Hagrid e altri rumor sul casting della serie

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Dopo la notizia che Paapa Essiedu è in trattative per interpretare Severus Piton nella serie TV di Harry Potter della HBO, Deadline ha inserito altri nomi nel mix delle possibilità per interpretare diversi altri personaggi di spicco.

Sebbene non siano state fatte “offerte formali”, si dice che la star di Dune: Prophecy Mark Strong sia in lizza per interpretare Albus Silente (insieme al già citato Mark Rylance), con la co-creatrice/star di Bad Sisters Sharon Horgan e Rachel Weisz sono state prese in considerazione per interpretare Minerva McGonagall. Infine, l’attore di Ted Lasso e Thor: Love and Thunder Brett Goldstein sarebbe in lizza per interpretare Hagrid.

Brett Goldstein filmHBO è molto cauta in questa fase e ha risposto con la stessa dichiarazione per ogni richiesta di conferma: “Sappiamo che una serie così importante susciterà molte voci e speculazioni. Mentre procediamo nella pre-produzione, confermeremo i dettagli solo quando finalizzeremo gli accordi”.

Lo studio è attualmente alla ricerca di nuovi attori per interpretare i tre ruoli principali di Harry, Ron e Hermione e ha lanciato un casting aperto per bambini di età compresa tra 9 e 11 anni. Si dice che WBD “spera di popolare il cast degli adulti con alcuni degli attori più noti del Regno Unito”.

Cosa sappiamo della serie di Harry Potter?

Francesca Gardiner (Succession, His Dark Materials, Killing Eve) è a bordo come showrunner e produttore esecutivo, con Mark Mylod (Succession, Game of Thrones, The Last of Us) arruolato come produttore esecutivo e regista di numerosi episodi.

La sinossi ufficiale dello show recita: “La serie sarà un fedele adattamento dell’amata serie di libri di Harry Potter dell’autrice e produttrice esecutiva J.K. Rowling. La serie presenterà un nuovo cast per guidare una nuova generazione di fandom, ricca di fantastici dettagli e personaggi amatissimi che i fan di Harry Potter amano da oltre venticinque anni”.

“Ogni stagione porterà Harry Potter e queste incredibili avventure a nuovi pubblici in tutto il mondo, mentre i film originali, classici e amati rimarranno al centro del franchise e disponibili per la visione a livello globale”.

La serie non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma dovrebbe arrivare nel 2026.

Robbie Williams presenta Better Man: “Un processo liberatorio, ma se dovesse andar male significherà altra terapia”

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Accolto da trepidazione e emozione, Robbie Williams ha incontrato la stampa italiana a Roma per presentare Better Man, il biopic che racconta la storia della sua vita e della sua carriera. Un film diretto da Michael Gracey (The Greatest Showman) in cui la star non si risparmia e racconta con grande onestà tutto quello che gli è accaduto, dal successo alle dipendenze.

Better Man è un atto di coraggio?

Robbie Williams: “Questo film non è ancora uscito e fino a questo momento tutti hanno detto cose molto carine. Io ci ho messo la mia autenticità e il desiderio di condividere tutto. Per ora è stato un processo liberatorio, ma se non dovesse essere un successo diventerà l’esatto opposto, e questo vorrà dire altra terapia!”

La Scimmia è come Robbie Williams vede se stesso

Perché ha deciso di apparire nella storia come una scimmia?

RW: “È il modo in cui Robbie si vede. In questo modo il pubblico può vedere Robbie esattamente come lui si vede. Poi ci sono un sacco di biopic un po’ ripuliti e edulcorati in giro, in questo periodo. Il nostro non è un film o edulcorato, anche in quelle situazioni in cui sarebbe dovuto essere ripulito, e questo particolare della scimmia secondo me lo ha reso più interessante.”

Better Man propone un grande grado di sincerità. È stato difficile visto che il film coinvolge anche altre persone?

RW: “Per me non è un problema spiegare chi sono e farlo con la massima sincerità e autenticità, perché sono nello spettro. Non trovo insolite certe cose, tranne quando me lo fanno notare. Solo in quel momento lo capisco e mi viene una crisi esistenziale. Mi sono trovato ad avere a che fare con una figura pubblica che era predisposta a condividere le parti positive e anche quelle negative. E credo che per ora si parli bene del film proprio perché si capisce che è un film autentico, cosa di cui abbiamo particolarmente bisogno e che non viene invece restituita dai media.”

Better Man
© Jonno Davies and Robbie Williams as “Robbie Williams” in Better Man from Paramount Pictures.

Un biopic realizzato per motivi carrieristici

Spera che guardando il film qualcuno trovi conforto?

RW: “Non ho fatto questo film per altruismo, l’ho fatto per motivi carrieristici perché questo serve alla mia carriera in questo momento. Per professione io cerco l’attenzione degli altri e esisto solo quando la ottengo. Così come quando ho fatto il documentario per Netflix. L’ho fatto principalmente per me, ma il fatto è che siccome l’autenticità piace alle persone, allora quello trova riscontro nel pubblico. È un effetto collaterale, molte persone sono venute da me dicendomi che hanno gradito la storia, ritrovandoci la loro vita e le loro relazioni. Ma è un effetto collaterale che mi ha fatto sentire bene, il mio lato narcisista ha portato a effetti positivi. Ma non è stato quello l’obbiettivo principale.”

Nel film ci sono tanti ricordi, ma non c’è la sua ospitata a Sanremo ’94, cosa ricorda?

RW: “Sanremo… lo fanno ancora? Mi piacerebbe essere invitato. Devo dire che in Italia c’è un’energia molto precisa tra il pubblico. È una cosa che ho notato anche ieri sera durante la diretta di X Factor (Robbie Williams era ospite durante la finale a Piazza del Plebiscito, ndr). In Inghilterra gli spettacoli in televisione sono molto ordinati, ieri invece il backstage c’era la confusione totale, mentre la diretta andava in onda in maniera perfetta. E mi sono reso conto di questo meraviglioso caos che regnava che ti fa rendere conto del calore che ti arriva dalle persone. Ho amato la bellezza di tutto quello che succedeva, di questo calore, partecipazione e accoglienza. E se si accoglie questo calore, non puoi fare a meno di amare l’Italia. Per quanto riguarda Sanremo ’94, ero così fatto che non mi ricordo nulla.”

Robbie Williams
Robbie Williams a Roma presenta Better Man – Foto di Chiara Guida

Robbie Williams e il rapporto con il suo corpo

Il corpo è stato molto importante per la sua carriera, ma che tipo di rapporto ha con il suo corpo, cosa ha significato per lei nel corso della sua carriera?

RW: “Il mio corpo è sempre stato fonte di disagio e malattia, sono un dipendente impulsivo, per cui la droga, il sesso, il cibo, l’alcol sono sempre state cause di dipendenze per me. Ora, con le droghe ho smesso, con il bere, ho smesso di bere, pure con il sesso abbiamo chiuso (ride), a questo punto però il problema rimane il cibo. Il problema alimentare continua ancora oggi, ed è stato problematico sin da quando ero in undicenne cicciottello. Ha fatto sviluppare una nevrosi che io mi porto dietro ancora oggi. Al di fuori dei video e dei film, il problema del corpo continua a persistere. Certo, oggi sono tremendamente sexy, ma ancora oggi il corpo può essere causa di grande vergogna e grande dolore. È un malessere che mi accompagna. Il rapporto con il mio corpo continua a essere complesso e doloroso.”

Noir in festival 2024: si chiude nel segno del cinema italiano

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Noir in festival 2024: si chiude nel segno del cinema italiano

Ultima giornata di programmazione per il Noir in festival, la cui 34ma edizione si chiude sabato 7 dicembre all’insegna della miglior letteratura e del miglior cinema di genere. Tanti gli ospiti che hanno reso imperdibile questa edizione, tra cui la più grande scrittrice americana vivente Joyce Carol Oates, premiata con il Raymond Chandler Award, o lo spagnolo Juan Gómez-Jurado, autore di best seller internazionalmente celebrati, e grandi nomi della letteratura italiana tra cui Maurizio De Giovanni.

Evento di chiusura del festival sarà un’anteprima imperdibile fuori concorso: Fatti Vedere di Tiziano Russo (prenota il tuo biglietto gratuito), commedia a tinte noir che vede nel cast Matilde Gioli, Francesco Centorame, Pierpaolo Spollon e Asia Argentoche arriverà nelle sale italiane grazie ad Eagle Pictures. A presentare il film in sala saranno il regista Tiziano Russo e Asia Argento (ore 20.30 – Cineteca Milano Arlecchino).

Il cinema è stato protagonista indiscusso in questa edizione di festival, con proiezioni e ospiti che hanno portato al Noir quanto più di rappresentativo si possa vedere oggi nelle cinematografie mondiali. Dall’horrorPresence firmato da Steven Soderbergh, al bizzarro e grottesco Rumours con protagonista un’inedita Cate Blanchett, fino a Miséricorde di Alain Guiraudie, celebrato dai Cahiers du Cinema e accompagnato al festival dal protagonista Felix Kysil, o Brief history of a family di Lin Jianjie.

Nella giornata conclusiva del festival sarà invece il cinema italiano ad essere protagonista assoluto alla Cineteca Milano Arlecchino. Oltre a Fatti vedere, il festival ospiterà alle 14.30 l’anteprima di Il migliore dei mali, opera prima della youtuber e sceneggiatrice Violetta Rovetto (conosciuta sul web come Violetta Rocks), che adatta per il grande schermo l’omonima graphic novel da lei firmata, edita Shockdom. Il film è un’avventura tra giallo e fantastico dove i misteriosi avvenimenti che si verificano attorno a cinque ragazzini e alla loro città natale, li porterà a scontrarsi con «il migliore dei mali». Ad accompagnare il film in sala, insieme alla regista, anche i due protagonisti Andrea Arru e Giuseppe Pallone.

Nel corso della serata di chiusura saranno assegnati i premi per il cinema: il Black Panther Award, assegnato a uno degli otto film in concorso, scelto da una giuria composta da Chiara Caselli, James Jones, Fulvio Risuleo e Letizia Toni, e il Premio Caligari al miglior film noir italiano dell’anno.

L’orchestra stonata: intervista a Emmanuel Courcol e Irène Muscari, il regista e la co-sceneggiatrice del film

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Al cinema dal 5 dicembre, dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024, arriva L’Orchestra Stonata (qui la recensione), di Emmanuel Courcol, che racconta una storia di famiglia, amicizia e soprattutto amore per la musica.

Quando al celebre direttore d’orchestra Thibaut viene diagnosticata la leucemia, un test del DNA per trovare un donatore di midollo osseo rivela che è stato adottato. Thibaut rintraccia e incontra così il fratello biologico Jimmy, un operaio che suona il trombone in una banda musicale locale a Lille. Quando la banda perde il suo direttore, Thibaut subentra come sostituto e i fratelli apprendono di più sulle circostanze che hanno plasmato le rispettive vite, condividendo la passione e la vocazione per la musica.

In occasione del festival Capitolino, abbiamo incontrato il regista e sceneggiatore Emmanuel Courcol e la sceneggiatrice, Irène Muscari, alla sua prima prova con la scrittura per il cinema.

Una scena del film L'orchestra stonata
Una scena del film L’orchestra stonata © Thibault Grabherr

Intervista a Emmanuel Courcol e Irène Muscari, il regista e la co-sceneggiatrice de L’Orchestra Stonata

Quanto è importante il contesto sociale quando si ha un’ambizione artistica?

Emmanuel Courcol: “L’importanza del contesto sociale viene principalmente dall’educazione che si riceve, artistica e scolastica. Ma ancora prima, in ambienti sociali più sfavoriti, spesso non si hanno neanche le ambizioni, si vive in un contesto in cui neanche viene in mente di poter ambire a determinate carriere. L’ambiente che ti circonda fa sì che neanche si possa avere un sogno o pensare in grande. Nel film, i due fratelli hanno entrambi un grande talento musicale, ma Jimmy nella sua vita non ha mai pensato di poter trasformare il suo talento naturale in un lavoro, non ha mai pensato che sarebbe potuto diventare un grande artista o un direttore d’orchestra. Il primo limite è l’autocensura.”

Irène Muscari: “A contatto con Thibaut, Jimmy comincia a sognare di fare qualcosa di diverso. Per lui il ventaglio delle possibilità si allarga improvvisamente ed è il fratello che gli offre questa prospettiva, però il problema è che la vita non aspetta. Se a tre anni sei stato messo in una casa di accoglienza invece che davanti a un pianoforte, a 30 anni non puoi pensare di arrivare a suonare nell’Orchestra di Lille, perché troppo tardi.”

L’Orchestra Stonata è stato scritto a quattro mani, ma com’è nata l’idea del film?

Irène Muscari: “L’incontro è avvenuto sul precedente film di Emmanuelle, Un triomphe (qui la recensione del remake italiano, Grazie Ragazzi), che racconta la storia di un regista di teatro che va a lavorare in un carcere e monta una messa in scena di Becket, Aspettando Godot, e con questa compagnia insolita va in tournée. Dal momento che io lavoro in un istituto carcerario, e mi occupo di attività culturali per i detenuti, Emmanuelle mi ha chiesto una consulenza scientifica per la sceneggiatura di quel film. E durante il montaggio di Un triomphe, mi ha parlato di questa idea di far incontrare due mondi musicali diversi, primo germe della storia di L’Orchestra Stonata. Io lavoro tanto con le orchestre sinfoniche e conosco molto bene la musica classica, e lui è un grande melomane. Abbiamo cominciato a parlarne, gli ho portato l’idea dell’innesco che gira intorno alla malattia e pian piano è nata la storia. La creazione artistica è un processo molto delicato. Noi siamo una coppia nella vita e siamo fatti per vivere insieme, ma questo non vuol dire che siamo fatti per lavorare insieme. Invece il nostro confronto si è rivelato proficuo anche lavorativamente parlando, ci intendiamo benissimo e abbiamo gli stessi obbiettivi. Vogliamo parlare di determinismo sociale e di quello che l’approccio alla pratica artistica può offrire alle persone per evolversi. Questi argomenti ci stanno a cuore.”

Per quello che riguarda l’aspetto musicale, nel film c’è tanta musica di diversa estrazione, alta e bassa, come l’avete scelta?

Emmanuel Courcol: “Abbiamo cominciato da quello che sono i nostri gusti musicali, ma abbiamo avuto un consulente per il film che è anche il compositore della colonna sonora originale e del pezzo di musica sinfonica che si sente alla fine del film, Michel Petrossian. Il brano di Aznavour e il Bolero li avevamo scelti sin dall’inizio, ma abbiamo cercato di essere dalla parte del pubblico pur proponendo una musica orchestrale contemporanea, che si sente molto poco nel cinema di oggi. Anche scegliendo un brano di Beethoven, abbiamo optato per un pezzo poco conosciuto. Abbiamo cercato di mettere insieme diverse anime.”

Irène Muscari: “Emmanuelle mi ha molto aiutata con la sua esperienza. Ma mi ha lasciata anche esprimermi perché c’era molta empatia. Da un punto di vista formale per il primi tempi è lui che ha strutturato la storia, per me l’inizio del lavoro è stata la parte più difficile perché non ero capace di avere una visione globale del film, ma ho imparato ormai e infatti abbiamo già scritto il prossimo film. Adesso il processo è più rapido, ho dall’inizio una visione globale del lavoro. Per quello che invece riguarda il metodo, scriviamo contemporaneamente, abbiamo lo stesso testo davanti e ci lavoriamo insieme, lo scambio è in diretta rispetto alla scrittura.”

Emmanuel Courcol è stato anche attore, prima di passare dietro alla macchina da presa. Come si lavora con degli attori quando si conosce la condizione psicologica dello stare davanti alla macchina da presa?

Emmanuel Courcol: “Il fatto di essere stato attore mi dà dei vantaggi da regista, perché so cosa si prova quando si sta davanti alla macchina da presa, so cosa vuol dire stare dalla parte degli attori. Ho un comportamento empatico e solidale con i miei interpreti e do loro fiducia. Voglio metterli in condizione di avere spazio per provare e anche tempo per sbagliare. Questo l’ho imparato sul set. Voglio si sentano liberi di fare proposte e di avere la possibilità di aggiustare quello che non va bene, gli errori si possono riparare. In questo modo risparmio molto tempo.”

Distribuito da Movies Inspired, L’Orchestra Stonata è in sala dal 5 dicembre.

La città verrà distrutta all’alba: la spiegazione del finale del film

In più occasioni il cinema si è cimentato nel raccontare di un mondo sconvolto da un virus letale che costringe l’intera popolazione a misurarsi con le sue drammatiche conseguenze. Film come Virus letale o il più recente Contagion sono solo alcuni degli esempi più brillanti di questo filone. Un altro titolo particolarmente importante è La città verrà distrutta all’alba (qui la recensione del film), diretto nel 2010 da Breck Eisner. A differenza dei due titoli poc’anzi citati, si tratta però di un thriller fantascientifico dove la diffusione del virus porta con sé risvolti molto peggiori della morte, trasformando gli infetti in veri e propri mostri senza controllo.

Il film in questione è inoltre il rifacimento dell’opera di culto omonima del 1973, diretta dal celebre regista horror George A. Romero. Con quest’opera egli si concentrò sul dar vita ad una scioccante rappresentazione dell’isteria che può colpire una popolazione nel momento in cui questa si trova a dover gestire fenomeni inspiegabili. Romero, che figura anche come produttore esecutivo di questo remake, si disse particolarmente soddisfatto dal nuovo film, considerandolo una vera reinterpretazione in chiave contemporanea del tema. La città verrà distrutta all’alba ha poi ricevuto una buona accoglienza anche dal resto della critica e del pubblico, arrivando ad un incasso di oltre 50 milioni di dollari.

Per tutti gli appassionati del genere, infatti, si tratta di un’opera imprescindibile, che va a segnare un notevole tassello nella rappresentazione di tale inquietante scenario. Nel film si ritrovano infatti tutte le caratteristiche del genere, come anche affascinanti novità. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La città verrà distrutta all'alba cast
Radha Mitchell, Timothy Olyphant e Brett Rickaby in La città verrà distrutta all’alba.

La trama di La città verrà distrutta all’alba

La vicenda si svolge nella cittadina di Ogden Marsh, dove tutto scorre tranquillamente, gli abitanti sono i classici cittadini modello e non si verificano pressocché mai infrazioni della legge. Un giorno, però, durante una partita di baseball, l’agricoltore Rory Hamill decide di entrare sul campo con un fucile senza un non ben precisato motivo se non quello che di uccidere qualche sconosciuto. Lo sceriffoc David Dutton è quindi costretto ad ucciderlo per non rischiare la vita di nessun innocente. Quell’evento sembra inizialmente essere soltanto un caso isolato, dovuto all’improvvisa follia dell’agricoltore.

Ben presto però, la maggior parte degli abitanti comincia allo stesso modo a comportarsi stranamente, per poi nel giro di poche ore diventare degli assassini senza scrupoli. Lo sceriffo decide quindi, in una città allo sbando totale, di fuggire insieme a pochi superstiti non contagiati da quello che si scopre essere un misterioso virus che trasforma gli infetti in mostri fuori controllo e dediti alla pura violenza. A complicare la situazione vi è però anche l’intervento del governo, che venuto a conoscenza della situazione della cittadina, decide di intervenire con forze armate alla disinfestazione e all’uccisione di chiunque mostri i sintomi della pazzia, al fine di impedire la diffusione del virus.

Il cast del film

Ad interpretare lo sceriffo protagonista del film, David Dutton, vi è l’attore Timothy Olyphant. Celebre per film come Hitman – L’assassino o la serie Justified, questi si dichiarò interessato al progetto sin da subito. Desiderava infatti da tempo recitare in un nuovo progetto di questo genere, ed era affascinato dalle tematiche universali presenti in esso. Dopo aver sostenuto un provino, l’attore ottenne la benedizione dello stesso Romero. Il regista lo considerò particolarmente adatto a rappresentare un uomo buono costretto a prendere una serie di decisioni al limite della moralità. Ad interpretare sua moglie incinta Judi, vi è l’attrice australiana Radha Mitchell, nota per film come Neverland – Un sogno per la vita e Attacco al potere.

L’attore Joe Anderson, visto nella serie televisiva Outsiders, è invece Russell Clank, il braccio destro dello sceriffo. Danielle Panabaker, nota per il suo ruolo di Caitlin Snow alias Killer Frost in The Flash, interpreta qui l’assistente del centro medico locale Becca Darling. Sono poi presenti gli attori Mike Hickman nei panni dell’agricoltore Rory Hamill, Christie Lynn Smith in quelli di Deardra Farnum, mentre Preston Bailey è Nicholas Farnum. John Aylward è il sindaco Hobbs, mente Lisa K. Wyatt e Justin Welborn sono Peggy e Curt Hamill, rispettivamente moglie e figlio dell’agricoltore Rory. Ogni attore che interpreta un personaggio infettato è poi andato incontro a diverse ore di trucco per dar vita alla trasformazione necessaria.

Radha Mitchell in La città verrà distrutta all'alba
Radha Mitchell in La città verrà distrutta all’alba. Foto di Saeed Adyani – © 2010 Overture Films, LLC and Participant Media, LLC. All Rights Reserved.

La spiegazione del finale di La città verrà distrutta all’alba

La fine del film mostra che i personaggi principali, Judy e David, sono fuggiti dalla città di Ogden Marsh perché sanno che l’esercito sta pianificando di bombardarla. Riescono a sentire il conto alla rovescia e riescono ad attraversare i confini della città appena in tempo. Tuttavia, il loro camion viene danneggiato dall’esplosione e li costringe a camminare fino alla città successiva, Cedar Rapids. La scena finale mostra che il satellite riprende la coppia che cammina verso la nuova città. Il satellite aggancia l’obiettivo e i comandi recitano: Iniziare il protocollo di contenimento. Nella scena post-credits, si interrompe un telegiornale e si vedono le immagini di un ufficiale militare e, in un secondo, di un uomo che si arrampica sulla telecamera.

Su questo finale ci sono varie teorie. La prima vuole che il governo ha individuato la coppia che si spostava dalla città infetta a una nuova città. Di conseguenza, a causa lor, potrebbe essere necessario distruggere anche la città successiva. Perché uno dei due potrebbe infettare le altre (un rischio che il governo non può correre) e dato che il governo stava coprendo l’esplosione come un “incidente in un impianto chimico”, la coppia potrebbe raccontare alla nuova città ciò che è realmente accaduto. Un’altra teoria sostiene invece che la coppia potrebbe essere stata infettata e aver iniziato a manifestare i sintomi. Pertanto, l’uomo visto nella scena post-credit potrebbe essere David. Probabilmente la coppia è dunque in ogni caso morta alla fine del film.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Netflix, Amazon Prime Video e Infinity+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6 dicembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Prey, la spiegazione del finale: Naru riesce a sconfiggere il Predator?

Il film del 2022 Prey porta la saga di Predator indietro nel tempo, contrapponendo uno dei più grandi cacciatori della galassia ai guerrieri Comanche del 1700. Nuovo periodo, ma stesso letale Predator, dunque, per un film che si configura come una vera e propria origin story della saga. Diretto da Dan Trachtenberg, Prey (qui la nostra recensione) racconta infatti la storia della prima caccia della specie Predator sulla Terra.

Durante un’intervista, Trachtenberg ha spiegato che il suo obiettivo per il film era quello di tornare alle radici del franchise: “l’ingegnosità di un essere umano che non si arrende, che è in grado di osservare e interpretare, in fondo è in grado di battere una forza più forte, più potente, ben armata“. Storicamente accurato e ricco di momenti di grande intrattenimento, il film è poi stato un vero e proprio successo ed è da molti definito il capitolo più avvincente della saga.

Per i fan dei precedenti capitoli, si tratta dunque di un ritorno alle origini che, date le sue particolarità, non mancherà di entusiasmare. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Prey. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alla spiegazione del finale e a ciò che sappiamo riguardo un sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Prey film Amber Midthunder
Foto di David Bukach/ HULU – © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

La trama e il cast di Prey

Ambientato nel 1719 nelle Grandi Pianure, il film ha per protagonista la giovane Naru, guerriera feroce ed estremamente abile della tribù dei Comanche. Cresciuta all’ombra di alcuni dei più leggendari cacciatori del suo popo, Naru intende dimostrare di poter proteggere la sua gente quando un pericolo minaccia il suo accampamento. La preda che insegue, e che infine affronta, si rivela però essere un predatore alieno altamente evoluto con un arsenale tecnologicamente avanzato Ne seguirà una feroce e terrificante resa dei conti tra i due avversari.

Ad interpretare Naru, la giovane guerriera Comanche, vi è l’attrice Amber Midthunder. Dakota Beavers ricopre invece il ruolo di Taabe, fratello di Naru. Michelle Thrush è invece Aruka, la loro madre, mentre Julian Black Antelope ricopre il ruolo di Capo Kehetu. Bennett Taylor, invece, è Raphael Adolini, un traduttore italiano assunto dai francesi. Infine, l’ex giocatore di pallacanestro Dane DiLiegro interpreta il selvaggio Predator, che brandisce versioni primitive delle armi avanzate usate dai Predator nei precedenti film.

La spiegazione del finale

Il combattimento finale di Prey inizia con Naru e suo fratello Taabe che affrontano entrambi il Predator. Taabe, tuttavia, viene poi ucciso dall’alieno mentre Naru fugge e riesce poi ad ingerire il particolare fiore che permette di nascondere il calore corporeo, che è ciò a cui il Predator fa riferimento per individuare le sue prede. A quel punto, Naru usa la pistola avancarica a pietra focaia per tendere un’imboscata al Predator, riuscendo a fargli cadere la sua maschera di puntamento laser che lei ruba prima di fuggire nel bosco.

Naru attira poi il Predator in una palude piena di fango prima di usare la maschera del cacciatore alieno contro la creatura stessa. A quel punto, il Predator muore per le ferite riportate e la ragazza  può tagliargli la testa e dipingersi il viso con il suo sangue verde brillante. Ha finalmente completato quella che riteneva la prova con cui dimostrare il suo valore di guerriera. Può così tornare dalla sua tribù, sfoggiando come premio la testa del Predator.

Prey film finale scene post credits
Foto di David Bukach/ HULU – © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

La scena post-credits anticipa un sequel di Prey?

Durante l’inizio dei titoli di coda, gli eventi del film vengono riassunti in una serie di pitture rupestri che si concludono con la rappresentazione di tre vascelli Predator che scendono verso la tribù. Non è chiaro se si tratta di un qualcosa che deve ancora avvenire o che è già avvenuto e di cui è stata riportata testimonianza tramite la pittura. Di certo, tale dettaglio apre ad un sequel e nell’ottobre 2023, Trachtenberg ha confermato l’interesse dello studio a continuare il franchise e che un sequel è attualmente in fase di sviluppo.

Ci sono easter eggs sulla saga di Predator?

Pur essendo ambientato in un tempo diverso e sembrando del tutto scollegato rispetto agli altri capitoli della saga (salvo la presenza degli alieni del titolo), in Prey sono presenti due grandi riferimenti ai precedenti film di Predator. Il primo è un riferimento a una delle famose battute di Arnold Schwarzenegger del primo film, quando la stessa battuta viene pronunciata da Taabe: “Se sanguina, possiamo ucciderlo“.

L’altro grande riferimento è invece a Predator 2. Si tratta della pistola avancarica a pietra focaia del 1715 in possesso di Naru che riporta la stessa iscrizione presente sull’arma che Danny Glover riceve dai Predator come segno di rispetto per la sua vittoria in quel film. Questo significa che a un certo punto i Predator devono essere tornati sulla Terra e hanno preso quella pistola, quindi… un divertente easter egg? Certo. Brutte notizie per Naru e la sua tribù? Decisamente.

Il trailer di Prey e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Prey grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Disney+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 12 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

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U.S. Marshals – Caccia senza tregua: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Il film del 1993 Il fuggitivo è ancora oggi indicato come uno dei migliori thriller di sempre, ricco di suspense e colpi di scena. Dato il grande successo di questo, è stato poi realizzato nel 1998 non un sequel, bensì uno spin-off. Conclusa la storia del medico Richard Kimble, interpretato da Harrison Ford, l’attenzione si è infatti concentrata sull’altro celebre personaggio del film, l’agente federale Sam Gerard. È infatti lui il protagonista assoluto di U.S. Marshals – Caccia senza tregua. Questo è diretto da Stuard Baird, noto principalmente per essere stato il montatore di titoli come Superman, 58 minuti per morire – Die Harder e Skyfall.

Realizzato dagli stessi produttori de Il fuggitivo, questo nuovo film riprende lo schema narrativo del suo predecessore, proponendo però un nuovo punto di vista. I protagonisti sono infatti stavolta gli agenti che si occupano del caso, e non il fuggiasco di turno. Dato l’apprezzamento ricevuto dal personaggio di Gerard, si decise infatti di dare maggior rilevanza a questi. Anche questo spin-off ottenne poi una buona accoglienza di critica e pubblico. A fronte di un budget di 45 milioni di dollari, U.S. Marshals – Caccia senza tregua arrivò ad un guadagno globale di 102 milioni.

Ricco di tensione e dinamismo proprio come Il fuggitivo, questo è ancora oggi un thriller d’azione ricco di tutti gli elementi giusti per soddisfare gli amanti del genere. Tra grandi interpretazioni ed effetti speciali, si tratta di un’opera da non perdere. In questo articolo si approfondiranno alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

U.S. Marshals - Caccia senza tregua cast
Robert Downey Jr. e Wesley Snipes in U.S. Marshals – Caccia senza tregua

La trama di U.S. Marshals – Caccia senza tregua

Ambientata dopo gli eventi del primo film, la storia vede nuovamente come protagonista Sam Gerard, agente capo di una squadra di Marshals, poliziotti alle dipendenze del Dipartimento di Giustizia, incaricati di rintracciare il pericoloso assassino Mark J. Sheridan, attualmente a piede libero. Per le indagini, la squadra di Gerard viene affiancata dal giovane John Royce, membro dei servizi di sicurezza diplomatici. I due agenti hanno da subito diverse difficoltà a relazionarsi, tanto per il difficile carattere di entrambi quanto per il differente approccio al caso. Sam, in particolare, sembra fidarsi poco di John, tenendolo pertanto all’oscuro di molti dei risvolti dell’indagine.

Proseguendo in questa, la squadra arriva a scoprire che l’omicida che stanno cercando è in realtà un agente, registrato sotto il nome di Mark Sheridan, ed ex membro della CIA. L’uomo è sotto accusa per aver ucciso due membri del servizio segreto diplomatico, al fine di coprire un intricato complotto nazionale. Con la cattura del presunto responsabile sempre più a portata di mano, Gerard capirà di avere a che fare con un caso molto più complesso di quello che sembra. Qualcuno sembra infatti portare avanti un doppio gioco, mentendo sulla propria identità. Il vero colpevole, dunque, sembra essere tanto vicino quanto imprendibile.

Il cast del film

Come già avvenuto per il precedente film, il personaggio di Sam Gerard è nuovamente interpretato dall’attore Tommy Lee Jones. Proprio grazie alla sua performance in Il fuggitivo questi ebbe modo di vincere il premio Oscar come miglior attore non protagonista. Fu dunque per lui un gran piacere tornare a vestire i panni di quel personaggio. Per l’occasione, egli decise di interpretare quante più scene possibili senza ricorrere a controfigure. Una di queste è quella che vede l’attore saltare sopra ad una macchina in corsa. Accanto a lui, riprendono rispettivi ruoli anche gli attori Joe Pantoliano, come Cosmo Renfro, Daniel Roebuck, come Bobby Biggs, e Tom Wood, come Noah Newman.

L’attore Wesley Snipes, celebre per la trilogia di Blade, interpreta qui il ruolo del fuggitivo Mark J. Sheridan. Questi, pur apprezzando il personaggio e il film, dichiarò di aver odiato il dover prendere parte ad alcune scene in acqua. Ciò è dovuto al fatto che l’attore non sa nuotare. Nel film è poi presente anche il celebre Robert Downey Jr. nei panni dell’agente John Royce. L’attore, che all’epoca delle riprese stava vivendo un periodo piuttosto difficile, disse di aver particolarmente odiato il lavorare al film. Arrivò infatti ad affermare che avrebbe preferito finire in prigione piuttosto che svegliarsi la mattina e dover andare sul set.

Robert Downey Jr e Tommy Lee Jones in U.S. Marshals - Caccia senza tregua
Robert Downey Jr e Tommy Lee Jones in U.S. Marshals – Caccia senza tregua

Il finale del film

Essendo uno degli uomini dietro la cospirazione per vendere segreti di Stato alla Cina, Royce si fa assegnare alla caccia all’uomo per mettere a tacere Sheridan prima che vuoti il sacco, ma viene interrotto da Newman proprio mentre sta per colpire il testimone. Usa la sua stessa pistola (la Taurus) per sparare a Newman prima di consegnarla come prova, invece di dire che Sheridan lo ha disarmato di nuovo e ha sparato allo sceriffo con quella. Qualunque cosa Royce abbia in mente a questo punto, cercare di spacciare la propria pistola (che l’esperto e attento Gerard non solo ha visto, ma ha anche commentato) per quella di Sheridan è uno stratagemma piuttosto rischioso.

Dopo che Gerard ha avuto il suo flashback, che il film presenta come un momento molto importante, chiede di vedere la Glock di Royce. Royce gliela consegna e Gerard fa uno scambio davvero ovvio, scambiando il caricatore pieno di Royce con uno vuoto prima di andarsene con il pretesto di prendere un caffè per entrambi. Questo dà a Royce la possibilità di finire Sheridan, ma ovviamente ciò non avviene. Gerard non aveva affatto intenzione di prendere un caffè e spara a Royce nella resa dei conti finale. Così, i buoni vincono, Sheridan viene scagionato e le relazioni diplomatiche dell’America con la Cina rimangono intatte.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di U.S. Marshals – Caccia senza tregua grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6 dicembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Joyce Carol Oates premiata al Noir in Festival con il Raymond Chandler Award

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Un’autentica folla di appassionati ha preso d’assedio ieri sera il Teatro Franco Parenti a Milano per celebrare l’inimitabile scrittura di Joyce Carol Oates, premiata al Noir in Festival con il Raymond Chandler Award. Il momento tradizionalmente più alto del Noir, organizzato quest’anno in collaborazione con La Milanesiana, è stato aperto ieri sera da Elisabetta Sgarbi (anche editrice con La nave di Teseo delle opere di Oates e del suo romanzo più recente, “Macellaio”) ricordando l’ormai storica amicizia con i direttori del festival, Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, e la fedeltà ad un’autrice così prolifica che il suo “respiro creativo” mette sempre a dura prova il “respiro” dell’editore.

A consegnare il premio (la perfetta riproduzione di una moneta storica, il Doblone Brasher descritto da Raymond Chandler nel suo romanzo “Finestra sul vuoto”) è stato l’assessore alla cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi mentre Joyce Carol Oates ha ricordato la sua affinità ideale e artistica con i temi di un grande narratore noir come Graham Greene a cui fu attribuito nel 1988 il primo Raymond Chandler Award.

“È con profonda ammirazione e gratitudine– dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti – che consegniamo il Premio Raymond Chandler alla carriera a Joyce Carol Oates”.

Questa la motivazione del riconoscimento che riassume l’intenso legame tra la scrittura della più grande scrittrice americana vivente e il senso profondo del genere noir.

“Sublime ingannatrice del tempo, sia nell’aspetto di eterna ragazza sia nella sua scrittura potente e cristallina che non scende a nessun compromesso, come solo le voci più ribelli sanno imporsi di risuonare, Joyce Carol Oates è per noi l’artista della letteratura oggi più efficace nel raccontare il nodo oscuro, spesso sanguinario e inconfessabile, che lega i membri di una comunità. Una voce letteraria inconfondibile dall’imprescindibile valore morale di monito a tutti noi: raccontare la realtà con le armi seduttive della finzione, è salvare la nostra memoria e noi stessi dall’estinzione”.

Il critico e scrittore Antonio Monda ha poi avviato un intenso dialogo con la protagonista della serata che non si è limitato alle inquietanti atmosfere di “Macellaio”, spaziando invece sull’attualità politica, sul doloroso mestiere della scrittura, sul valore del noir come specchio in cui riflettere il disagio e le contraddizioni della società. Al termine una fila interminabile di lettori e lettrici ha impegnato Joyce Carol Oates nella firma delle copie del suo libro e in un pur breve momento di incontro ravvicinato con la “Signora in nero”, presentatasi a teatro con un elegante cappello di tulle a schermare il suo sguardo, dritto e severo con cui legge nel profondo le ombre dei suoi personaggi.

Joyce Carol Oates
Foto di Moris Puccio

Skeleton Crew, quando è ambientato? La linea temporale della Nuova Repubblica di Star Wars spiegata

Il nuovo Star Wars: Skeleton Crew di Disney+ è finalmente approdato sul servizio di streaming con i suoi primi due episodi. Nonostante le divergenze che hanno circondato il concetto generale dello show quando è stato rivelato, molti fan di Star Wars – vecchi e nuovi – si sono detti piacevolmente sorpresi della buona riuscita dei primi episodi. Mescolare il classico stile Amblin degli anni ’80 con l’universo di Star Wars sembra essere una combinazione vincente, almeno finora.

Tuttavia, come accade ogni volta che un nuovo progetto di Star Wars viene trasmesso, il pubblico è ansioso di capire esattamente in quale punto della tentacolare linea temporale si inserisce questa nuova storia. In una linea temporale ufficiale composta da nove epoche distinte, è facile confondersi con tutti questi nuovi contenuti in uscita. In questa guida, il posto di Star Wars: Skeleton Crew nella linea temporale della galassia lontana, lontana sarà chiarito, così come la sua posizione rispetto a ciò che è venuto prima e a ciò che verrà dopo.

Star Wars: Skeleton Crew è ambientato nell’era della Nuova Repubblica

La galassia si sta ancora riprendendo dal regno dell’Impero

  • L’alba degli Jedi – Prima del 25.000 BBY
  • La Vecchia Repubblica – 25.053-500 anni fa
  • L’Alta Repubblica – 500-100 anni fa
  • La caduta degli Jedi – 100-19 anni fa
  • Regno dell’Impero – 19-0 BBY
  • Età della Ribellione – 0-4 ABY
  • La Nuova Repubblica – 5-34 ABY
  • Ascesa del Primo Ordine – 34-35 ABY
  • Nuovo Ordine Jedi – 50 ABY e oltre

Star Wars: Skeleton Crew è ambientato nell’anno 9 ABY – il che, ovviamente, significa che si svolge 9 anni dopo l’epica battaglia che ha chiuso il film originale di Star Wars , Una nuova speranza. L’era della Nuova Repubblica è un periodo che Disney e Lucasfilm hanno esplorato a lungo da quando hanno lanciato la loro linea di programmi televisivi in streaming. Ad esempio, le tre stagioni di The Mandalorian si svolgono tra il 9 ABY e l’11 ABY. Ciò significa che, in teoria, Din Djarin potrebbe scoprire Grogu sul pianeta desertico di Arvala-7, che è sorvegliatissimo, proprio mentre Wim, Neel, Fern e KB lanciano accidentalmente l’Onyx Cinder oltre la Barriera di At Attin. Allo stesso modo, anche gli eventi “attuali” de The Book di Boba Fett si svolgono nell’anno 9 ABY.

Per quanto riguarda Ahsoka, che ha concluso la prima stagione nel 2023, Star Wars: Skeleton Crew si svolge 3 anni prima. Ahsoka si svolge nell’11 ABY, il che ha senso visti gli eventi della seconda stagione di The Mandalorian. Poiché i ragazzi di Skeleton Crew pilotano l’Onyx Cinder senza sapere come farlo funzionare completamente, è possibile che finiscano per interagire con la leggendaria Ahsoka Tano a un certo punto della storia. Anche se il ritratto completo di ciò che la Lucasfilm intende realizzare come risultato di tutto il tempo trascorso nell’era della Nuova Repubblica resta da vedere, di certo sembra essere un periodo importante per l’attuale programmazione di Star Wars.

Quanto è distante l’equipaggio di Skeleton Crew dal Ritorno dello Jedi?

Skeleton Crew
Cortesia di Disney+

Notevoli episodi di Star Wars nell’era della Nuova Repubblica

  • Star Wars: Battlefront II – Videogioco
  • Star Wars: Bloodline – Romanzo
  • Star Wars: Resistance – serie televisiva animata
  • Il Mandaloriano – serie televisiva in live action
  • Il libro di Boba Fett – Show televisivo in live action
  • Ahsoka – Spettacolo televisivo in diretta
  • Skeleton Crew – Spettacolo televisivo d’azione dal vivo
  • Star Wars Episodio VII: Il risveglio della forza Film d’azione dal vivo

Poiché Skeleton Crew è ambientato nel 9 ABY, ciò lo colloca cinque anni dopo gli eventi finali de Il ritorno dello Jedi. Ciò significa che solo cinque anni prima di Skeleton Crew Luke Skywalker è riuscito a redimere suo padre, a liberare la galassia da Palpatine (per il momento) e a dare inizio all’era della Nuova Repubblica. Ciò significa anche che il cast di Skeleton Crew è ancora provato dalla fine dell’Impero e probabilmente sta lottando per ottenere un senso di normalità in tutta la galassia. Skeleton Crew offre uno sguardo a terra su questi cambiamenti attraverso la percezione di giovani ragazzi, in contrapposizione al più comune approccio a Star Wars adottato in altre offerte dell’era della Nuova Repubblica.

Con il Ritorno dello Jedi ancora relativamente recente durante Skeleton Crew, è interessante vedere come un giovane ragazzo come Wim vede già le lotte tra Jedi e Sith. Sembra che le storie di Luke Skywalker che si scontra con Darth Vader abbiano fatto il giro del mondo, ispirando ancora più racconti di fantasia che Wim legge sul suo tablet e mette in scena con il suo migliore amico, Neel. Forse più interessante, però, è il modo in cui Skeleton Crew fa capire che la leggenda degli Jedi non è ancora svanita.

I fan diStar Wars ricorderanno la sorpresa di Rey e Finn nell’apprendere che le storie di Luke Skywalker che erano cresciute erano in realtà storie vere durante Star Wars Episodio VII: Il risveglio della forza. Il loro stupore di fronte al ricordo di Han Solo delle sue avventure con Luke suggerirebbe che, a un certo punto, gli eventi de Il ritorno dello Jedi finiscono per essere considerati racconti popolari. Con i misteri dell’ambientazione di At Attin di Skeleton Crew come elemento centrale dello show, il pubblico potrebbe finalmente trovare un collegamento tra la percezione delle avventure di Luke subito dopo Il ritorno dello Jedi e il modo in cui vengono percepite quando arriva Il risveglio della forza.

Skeleton Crew avrà un impatto sugli eventi futuri?

Skeleton Crew

Con l’introduzione di così tanti personaggi simpatici e memorabili nei primi due episodi di Skeleton Crew, è del tutto possibile che si inseriscano negli eventi futuri. Qualche abile retcon potrebbe persino includerli in eventi che abbiamo già visto svolgersi, come quelli di Star Wars Episodio VII: Il risveglio della forza. Sebbene la trilogia sequel si svolga più di due decenni dopo la prima di Skeleton Crew, è possibile che alcuni di questi personaggi siano invecchiati e diventati membri importanti della mitologia di Star Wars.

Un collegamento molto più probabile con gli eventi della trilogia sequel, tuttavia, è rappresentato dal pianeta natale della Skeleton Crew, At Attin. Il pubblico viene introdotto al pianeta attraverso la lente di ragazzi che crescono in un sobborgo apparentemente molto normale. È proprio questa normalità, tuttavia, che finisce per sollevare alcune importanti bandiere rosse e suggerisce che qualcosa di sinistro giace appena sotto la superficie. Tutto è così perfetto e uniforme, fino al fatto che i ragazzi della scuola vengono preparati per lavori d’ufficio, invece di essere incoraggiati a seguire i loro sogni o a fare ciò che sentono giusto per loro. Come è consuetudine per le storie in stile Amblin degli anni ’80, c’è quasi sempre una cospirazione più profonda in gioco, volutamente nascosta dall’ambientazione asettica del sobborgo, e le sottili sfumature fasciste presenti nella narrazione di Skeleton Crew fanno alzare un sopracciglio o due.

Con questo mistero che circonda il pianeta, è molto probabile che lo scopo di At Attin sia quello di favorire l’ascesa del Primo Ordine. L’Imperatore Palpatine ha sempre avuto dei piani di emergenza in caso di fallimento del suo Impero, e ci sono molti indizi di contesto che suggeriscono che il pubblico sta vedendo uno di questi piani svolgersi davanti ai propri occhi in Skeleton Crew. Dalla “barriera” che impedisce agli abitanti di At Attin di vedere le stelle, per non parlare di comunicare al di là di esse, ai crediti incontaminati della Vecchia Repubblica che sono diventati una rarità nell’era della Nuova Repubblica, tutto sembra un po’ “fuori posto” sul pianeta per essere solo una coincidenza. Se At Attin dovesse rivelarsi più di quanto sembri, è possibile che i fan di Star Wars stiano assistendo agli inizi del Primo Ordine che terrorizzerà la galassia nella trilogia sequel.

James Gunn svela se il DCU ha un grande cattivo: “Stiamo costruendo il mondo, non la storia”.

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I risultati ottenuti dai Marvel Studios con il MCU sono a dir poco incredibili. Gli studios rivali hanno cercato e fallito nel tentativo di replicare questo successo (si pensi allo sfortunato Dark Universe della Universal) e gli spettatori ora si aspettano che ogni franchise si colleghi e si sviluppi verso…qualcosa. Fin dal primo giorno, ci sono state speculazioni su chi i DC Studios sceglieranno come grande cattivo del DCU. Darkseid è probabilmente fuori discussione dopo Justice League di Zack Snyder, ma James Gunn avrà sicuramente dei piani per la squadra che si riunisce per combattere una minaccia apparentemente inarrestabile, giusto?

Si è parlato molto della possibilità che si tratti del Centro, un essere mostruoso introdotto per la prima volta in New Frontier di Darwyn Cooke. Tuttavia, il capo dei DC Studios ha ora confermato che il DCU non si propone di raccontare una grande storia che porti a un cattivo finale di tipo boss in un futuro crossover o film evento.

“Si tratta di storie interconnesse, ma la gente si chiederà sempre: ‘Chi è il grande cattivo?’. Ci sono grandi cattivi per i film collegati? Sì. Ma si tratta solo di ‘Ehi, sto raccontando questa storia su questo grande cattivo’? No”, ha detto Gunn a Josh Horowitz. “Si tratta di un universo collegato. Stiamo costruendo un mondo. Non stiamo costruendo una storia”.

“Non stiamo scrivendo una storia che ha un inizio, una parte centrale e una fine ”, ha continuato il regista. “Stiamo creando un universo in cui le persone possono entrare a farne parte e viverlo. È molto più simile a Star Wars”.

Alcuni fan potrebbero essere delusi da questi commenti, ma è davvero una cosa così negativa per il DCU differenziarsi dal MCU in questo modo?

La Justice League è destinata a riunirsi prima o poi e il cattivo che dovranno affrontare non deve necessariamente aver già fatto sentire la propria presenza in innumerevoli altri film e show televisivi. Per quanto riguarda la Cerchia, ci aspettiamo ancora che il cattivo entri in qualche modo nelle Lanterns.

Ha funzionato con Thanos ma non con Kang il Conquistatore; anche Avengers: Age of Ultron ha fatto bene a introdurre Ultron senza che fosse stato presentato per due o tre anni prima (non è un segreto che Gunn non sia stato un grande fan del dover inserire Thanos in Guardiani della Galassia del 2014).

“L’obiettivo fin dall’inizio è stato quello di dare l’onore che i grandi personaggi meritavano; le Wonder Woman, i Batman e i Superman ”, dice Gunn dei suoi piani per il DCU in un’altra parte dell’intervista. “Ma poi anche di sostenere questi personaggi meno conosciuti come Peacemaker, Booster Gold e The Huntress”. Potete vedere l’intervista completa al regista qui sotto.

Todd Haynes parla della rinuncia di Joaquin Phoenix al suo film romantico gay: È stata “dura ma…”

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Todd Haynes ha parlato per la prima volta della sua storia d’amore gay guidata da Joaquin Phoenix e fallita a soli cinque giorni dalle riprese.

Durante una conversazione al Marrakech Film Festival, venerdì scorso, è stato chiesto a Haynes di parlare del progetto, e inizialmente il moderatore aveva detto che il regista non ne avrebbe parlato. Tuttavia, Haynes ha rilasciato una breve dichiarazione.

Quello che è successo quest’estate è stato duro”, ha detto Haynes. “Ma il film stesso e la sceneggiatura potrebbero risorgere in una forma diversa un giorno”.

La storia d’amore gay sembra seguire un poliziotto corrotto e il suo amante più giovane mentre fuggono dalla Los Angeles degli anni ’30 per il Messico, con Phoenix che dovrebbe recitare accanto a Danny Ramirez. In realtà, Phoenix aveva dato origine all’idea, portando il progetto a Christine Vachon della Killer Films e sviluppando la sceneggiatura con Haynes e Jon Raymond. Haynes non ha confermato né smentito queste ipotesi durante la conversazione.

Da quando il film è andato in fumo ad agosto, Phoenix ha rifiutato di commentare durante una conferenza stampa a Venezia, dicendo che la sua opinione non sarebbe stata “utile” perché “gli altri creativi non sono qui per dire la loro e non mi sembra giusto”, mentre la produttrice Christine Vachon è stata molto più schietta quando ha parlato dello sfortunato progetto di San Sebastián.

L’idea che il tempo di [Todd] sia stato sprecato e che un film non sia il risultato di quegli anni di lavoro a stretto contatto con Joaquin… Questa è la tragedia per me”, ha detto Vachon. “E non riesco a capacitarmi del fatto che noi, come comunità culturale, abbiamo perso l’opportunità di avere un altro film di Todd Haynes. È semplicemente criminale”.

Anche Ramirez ha parlato con Variety della situazione in ottobre, affermando che è stata “decisamente deludente”. Haynes sarà il presidente della giuria del 75° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, che prenderà il via a febbraio, mentre il Festival di Marrakech si concluderà sabato.

I 10 migliori casting dei film sugli X-Men da cui l’MCU deve imparare

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La 20th Century Fox ha scelto molti personaggi del franchise degli X-Men in modo perfetto, quindi i Marvel Studios possono imparare o ripetere alcune di queste decisioni quando portano gli X-Men nel MCU. Si potrebbe sostenere che senza il franchise degli X-Men della Fox non esisterebbe il MCU, e il sempre crescente universo Marvel di Kevin Feige ha imparato molto dagli errori della Fox. Uno dei più grandi errori della Fox nel franchise degli X-Men è stato lo spreco di molti attori che erano in realtà perfettamente adatti ai loro ruoli di mutanti, anche se queste scelte di casting potrebbero ispirare la squadra degli X-Men del MCU.

Numerosi mutanti sono già stati introdotti nel MCU durante la Saga del Multiverso, anche se solo pochi, tra cui Ms. Marvel e Namor, provengono dalla continuity principale del MCU. Lo sviluppo da parte dei Marvel Studios di un reboot ufficiale degli X-Men suggerisce che alcuni eroi e cattivi mutanti iconici saranno ricreati per il MCU, ma alcune preziose lezioni di casting possono essere apprese dal franchise X-Men della Fox. Anche se molti attori e personaggi degli X-Men non sono stati sfruttati al massimo del loro potenziale, alcuni erano semplicemente troppo perfetti per essere ignorati, quindi il MCU può prendere spunto.

Kelsey Grammer come Bestia di Hank McCoy

Kelsey Grammer Bestia MCU

La Bestia di Hank McCoy è nota per la sua raffinatezza, il suo intelletto e il suo stile di combattimento animalesco, tutti elementi che Kelsey Grammer, interprete di Frasier, ha incarnato perfettamente nel franchise X-Men della Fox. Grammer è stato visto solo nella versione con la pelliccia blu di Bestia, mentre Nicholas Hoult ha esplorato la storia delle origini del personaggio nei film prequel. L’interpretazione di Grammer ha ricordato immediatamente la Bestia della popolare serie animata X-Men degli anni ’90, portando in live-action la personalità colta, arguta, referenziale e politica dell’eroe.

Questa scelta di casting per Bestia è stata ispirata, tanto che i Marvel Studios hanno riportato Kelsey Grammer a interpretare una variante di Hank McCoy nella scena post-credits di The Marvels. Sembra probabile che la Bestia di Grammer sarà vista di nuovo nella Saga del Multiverso, anche se, a 69 anni, Grammer stesso potrebbe non voler assumere il ruolo in modo permanente nel reboot degli X-Men del MCU. Chiunque prenda il ruolo deve incarnare la stessa brillantezza e gentile autorità di Bestia del franchise della Fox, imitando l’interpretazione di Grammer e offrendo al contempo qualcosa di nuovo ed emozionante.

James Marsden come Ciclope di Scott Summers

Ciclope

Il Ciclope di James Marsden è considerato uno dei personaggi più sottoutilizzati e sprecati del franchise X-Men della Fox, ma questo non ha nulla a che fare con la scelta del cast. Marsden ha l’aspetto fisico attraente perfetto per Scott Summers e ha dimostrato più volte di essere un esperto nel fornire interpretazioni drammatiche ed emotive, come quelle in The Butler e Westworld. Sfortunatamente, le sceneggiature e le storie non hanno fatto nulla per elevare Ciclope nella trilogia originale degli X-Men e, di fatto, è stato ucciso senza tanti complimenti all’inizio di X-Men: The Last Stand.

Tye Sheridan ha interpretato il Ciclope di Scott Summers nella linea temporale rivista dalla Fox a partire da X-Men: Apocalypse, ma non è riuscito a catturare la vera essenza del personaggio della Marvel Comics.

Nei fumetti Marvel Comics, Scott Summers viene scelto dal Professor X per guidare gli X-Men e sarebbe stato fantastico vedere il Ciclope di James Marsden ricoprire questo ruolo. Tuttavia, è stato ridotto a un ostacolo piagnucoloso nella storia d’amore tra Jean Grey e Wolverine, che ha ricevuto molta più attenzione della sua relazione con la Grey. Sebbene la Fox lo abbia sottoutilizzato, i Marvel Studios dovrebbero andare a caccia di un James Marsden-tipo quando si tratta di scegliere il ruolo di Ciclope per il MCU, e sarebbe persino bello vedere lo stesso Marsden riprendere il ruolo come variante nella Saga del Multiverso, auspicabilmente in cerca di redenzione.

Zazie Beetz come Domino

zazie beetz domino

Zazie Beetz è stata una delle ultime attrici a unirsi al franchise X-Men della Fox, in quanto ha debuttato in Deadpool 2 nel ruolo della fortunata Domino, un membro della squadra X-Force di Deadpool. Domino è una badass nei fumetti Marvel Comics e la Beetz ha incarnato perfettamente questo elemento del suo personaggio, duro ma esilarante, anche se è stato un peccato che non abbia ricevuto maggiore attenzione. Domino è una partner, una confidente e persino un interesse amoroso per Cable, e questo sarebbe stato interessante da esplorare in Deadpool 2, anche se forse avrebbe deviato troppo dalla narrazione generale.

È stato deludente che la Domino di Zazie Beetz non sia tornata in Deadpool & Wolverine, che ha colmato il divario tra il franchise X-Men della Fox e il MCU. Tuttavia, è molto probabile che la Beetz possa debuttare come versione ufficiale di Domino nel MCU, magari se i Marvel Studios esploreranno lo sviluppo delle squadre X-Force, X-Corporation o Wild Pack. Beetz è salita rapidamente alla ribalta con ruoli in Atlanta, Joker e Invincible, quindi sarebbe fantastico vederla tornare nei panni di Domino, in quanto è stata una scelta di casting ispirata per l’antieroe mutante meno conosciuto.

Kodi Smit-McPhee come Nightcrawler di Kurt Wagner

Nightcrawler

Molti potrebbero sostenere che la versione di Alan Cummings di Nightcrawler da X2: X-Men United sia in realtà la scelta di casting superiore, ma Kodi Smit-McPhee ha portato una curiosità giovanile e un’oscurità nascosta a Kurt Wagner che ha catturato perfettamente l’essenza del personaggio dai fumetti Marvel. Come James Marsden, Smit-McPhee è stato vittima di una scrittura scadente nel franchise X-Men della Fox, per cui non ha mai raggiunto il suo pieno potenziale. Da quando ha interpretato Nightcrawler, però, Smit-McPhee ha riscosso un grande successo con ruoli in Il potere del cane, Elvis e Disclaimer, quindi sarebbe bello vederlo tornare nel MCU.

Kodi Smit-McPhee ha incarnato perfettamente la personalità curiosa e divertente di Nightcrawler. Il personaggio è un burlone ben noto nei fumetti Marvel, e questo è emerso perfettamente nell’interpretazione di Smit-McPhee, molto più di quella di Cummings. Il fisico snello di Smit-McPhee è perfetto anche per Nightcrawler, che è incredibilmente atletico, flessibile e agile. Il ritorno di Smit-McPhee nel ruolo di Kurt Wagner offre l’opportunità di esplorare meglio la sua storia come figlio di Mystica e fratello di Rogue, che sarebbe ancora più potente ora che Smit-McPhee è più vecchio e ha più esperienza.

Stephen Merchant come Calibano

Stephen Merchant come Calibano

La rappresentazione di Calibano da parte di Stephen Merchant non ricordava esattamente la controparte Marvel Comics del personaggio, ma Merchant ha fatto un lavoro fantastico nel fornire un Calibano appropriato per la trama emotiva e oscura di Logan. La statura di Merchant, 1 metro e 70, ha certamente aiutato nella sua interpretazione dell’insolito mutante albino, Caliban, la cui abilità gli permette di percepire e seguire gli altri mutanti. Merchant ha reso il fantastico Caliban un personaggio concreto e credibile, cosa spesso difficile da realizzare, e questo dovrebbe essere tradotto nel MCU.

Calibano era già apparso nel film X-Men: Apocalypse del 2016, ambientato nel 1983, dove era stato interpretato da Tómas Lemarquis, forse più fedele ai fumetti, ma la sua interpretazione non era così forte come quella di Stephen Merchant.

Sebbene alcuni preferirebbero vedere un Calibano più fedele ai fumetti, magari come membro dei Morlock nel MCU, l’interpretazione di Stephen Merchant del mutante è stata di gran lunga preferibile. Merchant ha fornito un’interpretazione tormentata, che rifletteva perfettamente la storia del personaggio tratta dai fumetti Marvel Comics, in cui Caliban veniva costantemente rifiutato a causa del suo aspetto insolito e per due volte era stato scelto per essere trasformato in uno dei Cavalieri di Apocalisse. Calibano è un personaggio oscuro, e Stephen Merchant l’ha catturato perfettamente in Logan, per cui sarebbe bello vederlo riproposto.

Patrick Stewart nei panni del Professor X di Charles Xavier

Patrick Stewart come Charles Xavier e Sir Ian McKellen come Magneto

Sarà molto difficile per un nuovo attore eguagliare l’impatto dell’interpretazione di Patrick Stewart di Charles Xavier, il fondatore e uno dei mutanti più potenti del mondo. L’intesa tra Stewart e Ian McKellen, che ha interpretato Magneto, è stata incredibile e ha contribuito a valorizzare ogni momento di Stewart nel ruolo del Professor X. Stewart ha sfruttato il suo background teatrale per incarnare alla perfezione i toni drammatici di Xavier, ma è stato anche abile nel fornire gli aspetti più vulnerabili e talvolta più aggressivi del personaggio, che sarà difficile da eguagliare.

Patrick Stewart è tornato come variante del Professor X in Doctor Strange nel Multiverso della Follia del 2022, ma sebbene si sia ipotizzato un suo ritorno nella Saga del Multiverso, è molto improbabile che riprenda il ruolo in modo permanente. Stewart ha 84 anni e probabilmente i Marvel Studios cercheranno un attore più giovane che possa interpretare il Professor X per diversi anni. Tuttavia, l ‘essenza dell’interpretazione di Stewart di Charles Xavier, molto accurata dal punto di vista fumettistico, dovrebbe essere catturata nel MCU e James McAvoy ha già dimostrato che sarebbe possibile replicarla.

Josh Brolin come Cable

cable

Cable è un personaggio difficile da portare nel live-action, poiché il burbero soldato proveniente da un futuro devastato dalla guerra è un personaggio difficile da afferrare. Josh Brolin, tuttavia, ha fatto un lavoro meraviglioso in Deadpool 2. Sembrava che Brolin, che aveva anche interpretato Thanos nel MCU, fosse nato per interpretare Cable, riuscendo a rendere perfettamente la natura dura del personaggio e fornendo allo stesso tempo alcuni dei momenti più divertenti e simpatici di Deadpool 2. Sarebbe fantastico vedere Brolin tornare nei panni di Cable o vedere il personaggio incarnare la sua interpretazione nel MCU.

Josh Brolin ha annunciato il suo ritorno nel ruolo di Thanos nel MCU all’inizio del 2024, quindi è possibile che riprenda entrambi i suoi ruoli Marvel, soprattutto dopo che Deadpool & Wolverine ha portato l’universo X-Men della Fox di Terra-10005 nella continuità del MCU.

Il Cable di Josh Brolin non era solo un rude guerriero, ma aveva anche un’enorme dose di vulnerabilità, che Brolin ha saputo trasmettere con facilità ed efficacia. Replicare questo casting perfetto nel MCU darebbe a un Cable più vulnerabile ed esposto l’opportunità di esplorare alcune delle sue storyline più emotive dai fumetti Marvel, forse anche approfondendo il suo rapporto con i genitori, Scott Summers e il clone di Jean Grey, Madelyne Pryor. Anche il suo rapporto di amore-odio con Deadpool sarebbe fantastico da esplorare in modo più dettagliato, quindi sarebbe fantastico vedere il ritorno di questa iterazione di Cable.

Hugh Jackman come Wolverine di James Howlett

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A parte la sua altezza, Hugh Jackman è stato una scelta di casting ispirata per il ruolo di Wolverine nel franchise X-Men della Fox, ed è diventato una delle rappresentazioni più iconiche e più longeve di un supereroe in live-action. Nei fumetti della Marvel Comics, Wolverine è alto 1,80 m, a differenza di Hugh Jackman che è alto 1,80 m, ma Jackman ha reso perfettamente l’aspetto burbero e scostante, ma anche la vulnerabilità e la gentilezza. Catturare lo stile solitario e cupo del Wolverine di Jackman sarebbe un’ottima cosa da ripetere per i Marvel Studios, anche se sarebbe un errore per Jackman tornare dopo la Saga del Multiverso.

Sebbene Deadpool abbia scherzato sul fatto che i Marvel Studios terranno Jackman fino a 90 anni, a 56 anni Jackman potrebbe già essere stanco di vestire i panni di Wolverine. Il ruolo è incredibilmente impegnativo dal punto di vista fisico, poiché Wolverine è molto agile, ha un’enorme resistenza ed è un combattente esperto. Ha più senso che il ruolo di Wolverine nel MCU venga affidato a un attore più giovane, anche se sarebbe bello vedere riproposta l’essenza dell’interpretazione di Hugh Jackman, che Henry Cavill ha catturato perfettamente nel suo breve cameo in Deadpool & Wolverine.

Ryan Reynolds come Deadpool di Wade Wilson

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Come per Hugh Jackman nel ruolo di Wolverine, è difficile immaginare che qualcun altro diventi Deadpool nel MCU, quindi, fortunatamente, sembra probabile che Ryan Reynolds continuerà a interpretare questo ruolo esilarante il più a lungo possibile. Dopo che Wade Wilson è stato letteralmente massacrato in X-Men Origins: Wolverine, Reynolds ha fatto pressioni affinché una versione di Deadpool più fedele ai fumetti venisse inserita nel franchise X-Men della Fox. La passione di Reynolds per il ruolo è costantemente messa in mostra e il suo impegno per ottenere il giusto Deadpool è incredibile e continua ancora oggi, da ultimo in Deadpool & Wolverine.

Nel 2004, il Deadpool della Marvel Comics si descriveva come “Ryan Reynolds incrociato con uno Shar Pei”, il che ha fatto sì che Reynolds interpretasse il ruolo cinque anni dopo, e che desse vita a una versione accurata dei fumetti 12 anni dopo, per puro caso. La rappresentazione di Deadpool da parte di Reynolds è forse l’adattamento più fedele di qualsiasi supereroe dei fumetti in live-action, e sarebbe fantastico vedere che questa situazione si protrae negli anni a venire. Dopo l’enorme successo di Deadpool & Wolverine, sembra inevitabile che Reynolds torni a vestire i panni di Deadpool, una prospettiva davvero entusiasmante per il futuro del MCU.

Michael Fassbender come Magneto di Erik Lehnsherr

Magneto

Ian McKellen ha interpretato il Magneto di Erik Lehnsherr nella trilogia originale degli X-Men della Fox e, sebbene abbia fatto un lavoro fantastico nel dare vita a un cattivo-antieroe risoluto e moralmente ambiguo, l ‘interpretazione di Michael Fassbender è stata probabilmente molto più forte. All’inizio degli anni 2000, Magneto era rappresentato come poco più di un cattivo deciso a uccidere gli umani per permettere ai mutanti di vivere. Il debutto di Fassbender in X-Men: First Class ha conferito al personaggio una complessità che McKellen non aveva colto e che è aumentata con la crescita del franchise, con Fassbender che è diventato una delle parti più forti dei successivi film della Fox sugli X-Men.

Le origini tedesche di Michael Fassbender hanno reso la tragica storia di Magneto ancora più potente, anche se l’attore non è ebreo. Tuttavia, l ‘incredibile capacità di Fassbender di accedere a una vulnerabilità immediata e di mostrare la sua forza perfettamente e con facilità ha reso Magneto un cattivo ancora più accattivante e magnetico. Sarebbe fantastico vedere Michael Fassbender riprendere il ruolo di Magneto nel MCU, magari in una versione più vecchia e più fedele ai fumetti, ma resta da vedere chi assumerà questo iconico ruolo di mutante nel prossimo reboot degli X-Men del MCU.

Uonderbois: recensione della prima puntata della serie Disney+

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Uonderbois: recensione della prima puntata della serie Disney+

Il 6 dicembre debutta su Disney+ Uonderbois, la nuova serie originale italiana prodotta per la piattaforma che si prefigge di portare lo spettatore in un viaggio straordinario tra le strade e i sotterranei di Napoli. Ideata da Barbara Petronio e Gabriele Galli, e diretta da Andrea De Sica e Giorgio Romano, la serie si presenta come un mix avvincente di folklore, avventura e un pizzico di magia. La prima puntata, che apre le porte al mondo unico e vibrante di Uonderbois, è un’introduzione affascinante e ricca di spunti e influenze.

La trama di Uonderbois, tra leggenda e realtà

La storia segue cinque ragazzi di dodici anni che vivono nei vasci di Napoli, stretti da un legame d’amicizia e da una fervida immaginazione alimentata dalle leggende popolari. I protagonisti sono accomunati dalla convinzione che la loro città sia abitata da Uonderboi, una figura mitologica che unisce la tradizione del Munaciello a un moderno supereroe, un Robin Hood dei vicoli napoletani. Questo mito diventa il punto di partenza per un’avventura epica che intreccia realtà e fantasia.

Uonderbois
Uonderbois serie 2024 – Foto di Giulia Parmigiani

La puntata introduce rapidamente il conflitto principale: la Vecchia, la proprietaria dei vasci, sta per vendere le case dei ragazzi in cambio di una statuetta di Maradona all’interno della quale, si dice, sia nascosta la mappa di un tesoro. Questo innesco scatena una serie di eventi che porteranno i protagonisti a immergersi nei misteri della Napoli sotterranea, alla ricerca di un tesoro leggendario. L’elemento magico si mescola a un toccante senso di comunità e appartenenza, offrendo uno spaccato emozionante della vita nei quartieri popolari napoletani, ma soprattutto di un’infanzia che non ha ancora ceduto il passo all’adolescenza e cavalca ancora l’immaginazione con spirito d’avventura.

Un cast brillante in una Napoli al suo meglio

La prima puntata di Uonderbois presenta da subito il suo cast corale che include giovani talenti e volti noti del panorama italiano. Serena Rossi (quasi irriconoscibile sotto al trucco della Vecchia), Massimiliano Caiazzo e Francesco Di Leva spiccano per notorietà e carisma, ma chi brilla davvero sono i giovani protagonisti: nonostante la giovinezza, offrono performance credibili e appassionate, incarnando con naturalezza lo spirito vivace e ingenuo dell’infanzia, la totalizzante dedizione all’amicizia e all’avventura.

Napoli, degradata eppure bellissima, è un personaggio a sé stante. La regia di Andrea De Sica e Giorgio Romano valorizza la città in tutta la sua complessità: dai vicoli affollati ai misteriosi cunicoli sotterranei, indugiando presso gli affacci ariosi sul golfo, ogni scena è un omaggio visivo alla cultura partenopea. L’attenta alternanza di spazi chiusi e vedute aperte permette alle immagini di alternate luci e ombre, sottolineando con equilibrio il segreto di questa storia: la magia e la realtà convivono nello stesso spazio.

Uonderbois
Uonderbois serie 2024 – Foto di Giulia Parmigiani

Una scrittura traballante

Un equilibrio ricercato anche nella scrittura, dove però fa più fatica a emergere, nonostante le fonti di ispirazione della serie siano evidenti. La premessa di Uonderbois ricalca esattamente quella de I Goonies, affaticandosi a rintracciarne la stessa naturalezza e ingenuità. Quello che invece la serie riesce a incorporare nella sua narrazione con naturalezza e efficacia è tutto il magmatico universo di leggende e credenze della tradizione napoletana, uno scrigno ricco e vivo da cui attingere.

La colonna sonora, arricchita da due brani inediti di Geolier – Ferrari e Parl’ cu mme –, aggiunge un tocco contemporaneo al sapore tradizionale del folklore locale, e si sposa perfettamente con l’atmosfera della serie.

Un debutto promettente

Esperienza insolita nel nostro panorama ma consapevole di maneggiare dei tropi che hanno caratterizzato la struttura del cinema d’intrattenimento statunitense con una enorme influenza sulla cultura pop, Uonderbois parla principalmente a un pubblico giovane, godendo di un felice connubio tra specificità locale e linguaggio universale. La prima puntata dà effettivamente solo un’idea di quello che sarà la serie, ma gli elementi per una grande avventura ci sono tutti.

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