Mamma ho perso
l’aereo è il film commedia del 1990 diretto da
Chris Columbus e scritto e prodotto da John
Hughes. Primo film della serie Home Alone, il film ha come
protagonista Macaulay Culkin nel ruolo di Kevin
McCallister, un ragazzino che difende la sua casa di periferia di
Chicago dall’irruzione di una coppia di rapinatori dopo che la sua
famiglia lo ha accidentalmente lasciato indietro durante le vacanze
di Natale a Parigi. Nel cast figurano anche Joe Pesci,
Daniel Stern, John Heard e Catherine O’Hara.
Cosa succede in Mamma ho perso
l’aereo?
La famiglia McCallister si reca a
Parigi per festeggiare il Natale. Tuttavia, per un disguido
precedente al viaggio, lasciano accidentalmente indietro il figlio
più piccolo, Kevin. Mentre la famiglia è bloccata a Parigi, Kevin
si trova da solo in una casa presa di mira da una coppia di ladri,
Harry e Marv. Kevin è costretto a fare di tutto per tenere al
sicuro se stesso e la casa.
Kevin, essendo il più giovane, è un
bersaglio facile per i suoi fratelli e cugini. È costantemente
vittima di bullismo e viene incolpato di quasi tutto ciò che non va
come previsto. Dopo un breve litigio con il fratello Buzz la sera
prima, Kate, sua madre, lo manda in soffitta. Sentendosi in colpa
per i maltrattamenti subiti, Kevin desidera che la sua famiglia
scompaia. Di notte, un’interruzione di corrente fa sì che le
sveglie si azzerino. Di conseguenza, la famiglia dorme troppo.
In fretta e furia, partono per
l’aeroporto dimenticando che Kevin dorme al piano di sopra e,
durante il conteggio, contano per sbaglio il figlio del vicino di
casa.
Come si sente Kevin a casa da
solo?
Kevin è eccitato, convinto che il
suo sogno si sia avverato. Finalmente ha la libertà che cercava. Il
bambino fa tutto ciò che non oserebbe fare in presenza della sua
famiglia. Salta sul letto, mangia ogni tipo di cibo spazzatura,
guarda film violenti e ruba persino tutti i risparmi di Buzz.
Tuttavia, la sua gioia è di breve durata perché iniziano a
verificarsi eventi indesiderati.
La polizia di Chicago si presenta
su richiesta dei genitori per controllare il ragazzo. Kevin si
spaventa quando vede fuori il “vecchio Marley”, che secondo i
ragazzi del posto avrebbe ucciso la sua stessa famiglia. Alla fine,
una coppia di scassinatori, Harry e Marv, noti come “I banditi del
bagnato”, mette gli occhi sulla casa di Kevin.
Il vecchio Marley è davvero un
assassino?
La famiglia di Kevin non può
tornare immediatamente da Parigi perché tutti i voli sono prenotati
per due giorni. Kate, invece, riesce a tornare a Scranton, in
Pennsylvania. Deve viaggiare in un furgone perché non ci sono voli
per Chicago.
La vigilia di Natale, Kevin sente
Harry e Marv che progettano di entrare in casa di notte. Inizia a
sentire la mancanza della sua famiglia. Chiede a un imitatore di
Babbo Natale locale di riportargli la famiglia per Natale.
In chiesa incontra Marley, che è lì
per vedere la nipote esibirsi nel coro. Conversando con il vecchio,
Kevin si rende conto che tutte le dicerie su di lui sono false. In
realtà, è un uomo molto gentile. Marley dice a Kevin che non riesce
a vedere spesso la nipote a causa di un litigio che ha avuto con il
figlio tempo fa. Kevin gli suggerisce di dimenticare le differenze
e di riconciliarsi con il figlio.
Dopo essere tornato dalla chiesa,
Kevin copre l’intera casa con trappole esplosive. Quando Harry e
Marv entrano e cercano di esplorare il posto, fanno scattare ogni
trappola. Nel frattempo, Kevin telefona alla polizia. Quando il duo
cerca di catturarlo, Kevin scappa in una casa libera del quartiere.
I ladri riescono finalmente a catturare Kevin e si preparano a
punirlo.
Tuttavia, Marley arriva in soccorso
di Kevin appena in tempo. Abbatte i ladri con la sua pala da neve e
riporta Kevin a casa. Harry e Marv vengono poi arrestati.
La mattina di Natale, Kevin si
sveglia triste e sente la mancanza della sua famiglia. Tuttavia, la
tristezza di Kevin è presto superata quando Kate arriva e lo
chiama. Lui corre eccitato al piano di sotto e i due si
riconciliano. Subito dopo arriva anche il resto della famiglia.
Kevin tace sul putiferio che si è scatenato durante l’assenza della
famiglia. Si avvicina alla finestra e nota Marley che si riunisce
al figlio e alla sua famiglia. I due si salutano mentre il film si
conclude.
Il finale di Harry
Potter e la Camera dei Segreti sembra uscito
direttamente da un film fantasy-horror. I momenti finali del
secondo film contano su fantasmi vendicativi, creature gigantesche,
sanguinosi combattimenti con la spada e ricatti, segnando un
momento cruciale nell’infanzia di Harry e dei suoi amici, costretti
a maturare e ad affrontare nemici mortali (come il Basilisco e
Voldemort) molto prima di quanto avessero previsto. Il conflitto
principale di Harry Potter e la Camera dei
Segreti ruota attorno a un mostro inquietante che si
aggira di notte nei corridoi di Hogwarts e che rappresenta una
misteriosa minaccia per gli studenti, che vengono trovati
pietrificati uno dopo l’altro.
Il secondo film è l’addio di Chris
Columbus al franchise e condivide molti elementi simili con il
primo film, mantenendo un approccio piacevole pur esplorando gli
estremi della classificazione PG. Con Harry che sente una voce
sconcertante emanare dalle mura del castello e una leggenda (La
camera dei segreti) su Hogwarts che si diffonde tra gli studenti e
i professori, Potter e i suoi amici decidono di correre dei rischi
per salvare Hogwarts, arrivando a un finale ansiogeno e ricco di
colpi di scena. Voldemort sta per tornare, ma il successo
dell’assalto di Harry garantisce a lui e ai suoi amici di avere più
tempo per prepararsi quando il Signore Oscuro deciderà di colpire
di nuovo.
Harry Potter e la Camera dei
Segreti Finale:Cosa succede e perché
Il finale de La camera dei
segreti è collegato agli eventi che hanno avuto luogo a
Hogwarts 50 anni fa, tra la linea temporale di Animali
fantastici e quella di Harry
Potter, quando la camera è stata aperta per la
prima volta. Quando la misteriosa Camera dei Segreti viene riaperta
nel presente, scatenando un pericoloso mostro nel castello,
Hermione e gli altri studenti vengono trovati pietrificati,
Silente è costretto a lasciare l’incarico e Hagrid
viene mandato ad Azkaban. È un momento di grande tensione per
tutti, soprattutto perché Harry e Ron devono cercare la verità da
soli, scoprendo un misterioso diario appartenuto a Tom Riddle e
seguendo gli indizi lasciati da Hagrid e Hermione.
Alla fine, i due capiscono che il
mostro della Camera dei Segreti è un Basilisco, che si collega alla
capacità di Harry di comprendere la Parselingua (la lingua dei
serpenti), e che Ginny Weasley è stata manipolata dallo spirito di
Voldemort per aprire la Camera. Trovata l’entrata della Camera,
Harry la apre usando le sue capacità di Parselingua, scoprendo che
Tom Riddle è il nome a cui Voldemort ha rinunciato e che ha usato
Ginny per prosciugare la vita di lei per fare il suo ritorno. Date
tutte le storie che gli studenti hanno sentito su di lui, era
terrificante pensare al caos che avrebbe potuto creare se fosse
riuscito nel suo intento, ma fortunatamente Harry trionfa uccidendo
il Basilisco e distruggendo il diario di Tom Riddle (il suo primo
Horcrux).
Con un sorprendente colpo di scena,
fu Ginny Weasley ad aprire la Camera dei Segreti dopo essere
rimasta vittima di uno dei piani di Voldermort/Tom Riddle. Grazie
al fedele Mangiamorte, Lucius Malfoy, che ha introdotto di nascosto
il diario di Tom Riddle nel calderone di Ginny, questo diario ha
permesso a Voldemort di prendere il controllo su di lei e di aprire
la Camera dei Segreti, liberando il Basilisco dopo 50 anni di
sonno. Dato che Ginny aveva avuto solo un ruolo minore nel
franchise fino a questo momento, è facile capire perché nessuno
sospettasse che la giovane Weasley fosse responsabile di tutto il
caos. Tuttavia, il suo inserimento nella trama lasciava intendere
che d’ora in poi sarebbe stata maggiormente coinvolta.
Cosa è successo quando la
Camera dei Segreti è stata aperta per la prima volta?
L’arco degli Horcrux di Voldemort e il conflitto principale di
Harry Potter e la Camera dei Segreti sono influenzati da
eventi avvenuti 50 anni prima del secondo anno di Harry a Hogwarts,
quando Tom Riddle (alias
Voldemort) aprì volontariamente la Camera dei Segreti per la
prima volta, sperando di usare il Basilisco per attaccare gli
studenti di origine babbana della scuola. Riddle scopre di essere
l’erede di Serpeverde e di essere in grado di capire e parlare la
Parselingua, il che gli consente di accedere alla Camera dei
Segreti e al Basilisco che la abita. Nel frattempo, Hagrid era già
un amico intimo di Aragog, la gigantesca Acromantula che Harry e
Rony incontrano nel film, nascondendo la creatura all’interno della
scuola.
Le cose vanno fuori controllo
quando uno studente viene trovato morto e Tom Riddle viene a sapere
che Hogwarts chiuderà se i misteriosi attacchi del Basilisco non
saranno risolti. Indica quindi come colpevole Hagrid, che finisce
per essere espulso dopo essere stato catturato con Aragog, ritenuto
il mostro che portava scompiglio a Hogwarts. Gli strazianti
flashback mostrano persino Silente che cerca senza scopo di
contestare l’arresto di Hagrid e di evitare che il Ministero della
Magia intervenga in modo così avventato, sicuro dell’innocenza di
Hagrid. Nel presente, Harry e Ron scoprono che la studentessa morta
era in realtà Mirtilla Smorfiosa, il fantasma che infesta i bagni
della scuola.
Perché Hagrid è stato arrestato
di nuovo nella Camera dei Segreti?
Dopo essere stato arrestato 50 anni
fa per aver aperto la Camera dei Segreti, la storia si è ripetuta
nel secondo film quando gli attacchi del Basilisco a Hogwarts sono
ricominciati. Con diversi studenti pietrificati, il Ministero della
Magia mandò Hagrid di nuovo ad Azkaban, credendo che dietro gli
incidenti ci fossero lui e Aragog. Sebbene fosse ovvio che i film
non avrebbero ucciso Hagrid, è straziante vederlo dichiararsi
innocente e quasi punito per un crimine che non ha commesso.
Fortunatamente, viene presto scagionato e gli viene permesso di
tornare a Hogwarts (e questo è stato uno dei picchi emotivi del
finale del film, in quanto è finalmente in grado di lasciarsi il
passato alle spalle).
Il mostro della Camera dei
Segreti, il Basilisco, spiegato
Il Basilisco si rivela essere il
letale “Mostro di Serpeverde” e uno dei principali antagonisti di
Harry Potter e la Camera dei Segreti. Il Basilisco
rappresenta il “Serpente di Serpeverde” ed è stato collocato nella
Camera dei Segreti da Salazar Serpeverde in persona, un mago
purosangue e uno dei quattro fondatori di Hogwarts. Solo l’unico
vero erede di Serpeverde poteva controllare la creatura, il che
spiega perché Tom Riddle poteva farlo. Il Basilisco, tuttavia, è
tutt’altro che un normale serpente: può raggiungere i cinquanta
metri di lunghezza e possiede la pericolosa capacità di
pietrificare le persone che lo guardano negli occhi.
Anche se è discutibile se Harry
avrebbe potuto controllare il Basilisco come ha fatto Tom Riddle,
Harry è stato in grado di sentire Tom che controllava la creatura
fin dal primo attacco grazie alle sue capacità di Parselingua.
Seguendo gli ordini del suo padrone, il Basilisco attaccava solo
gli studenti di origine babbana, compresa Hermione. Avrebbe potuto
uccidere Harry Potter, ma questi riuscì a sconfiggere la creatura
mortale dopo che Fawkes, la Fenice di Silente, accecò gli occhi
della creatura, assicurandosi che Harry non venisse pietrificato.
L’unico antidoto conosciuto alla pietrificazione del Basilisco è
una pozione curativa a base di mandragole stufate, che Pomona
Sprout ha usato per curare gli studenti pietrificati alla fine di
Harry Potter e la Camera dei Segreti.
Cosa significa il finale di
Harry Potter e la Camera dei Segreti per il futuro del
franchise
Il finale di Harry Potter e
laCamera dei Segreti imposta indirettamente l’ arco
degli Horcrux con il diario di Tom Riddle, che si rivela essere uno
degli oggetti più importanti del franchise. All’apparenza ordinario
e poco significativo, il diario è stato trasformato in un Horcrux
da Voldemort e ha spinto Hermione e Ron a tornare nella Camera dei
Segreti anni dopo per distruggere definitivamente l’Horcrux.
Insieme a Harry Potter e il Principe Mezzosangue, il secondo
film potrebbe essere il più importante del franchise per quanto
riguarda la comprensione della psiche di Voldemort, l’esplorazione
della sua malvagità e di come i fantasmi del suo passato abbiano
plasmato il suo rancore nei confronti dei babbani.
Il finale del secondo film dà corpo
anche alla relazione tra Harry e Ginny, creando un forte legame tra
i personaggi dopo che Harry riesce a salvare la vita di Ginny dalle
mani di Voldemort. Introdotta all’inizio del film, Ginny sembrava
un personaggio di supporto innocente, fino allo scioccante colpo di
scena del suo coinvolgimento nella Camera dei Segreti. Mentre lo
sviluppo della storia d’amore di Harry e Ginny è stato lasciato
fuori dai film, i loro momenti in Harry Potter e la
Camera dei Segreti potrebbero essere il punto di
svolta nella vita della coppia, dimostrando che il loro legame non
è ordinario e che il loro amore è iniziato come una toccante
amicizia.
Il finale di Harry Potter e il
prigioniero di Azkaban offre uno dei più grandi colpi di scena
che il franchise abbia mai visto. Dopo l’eroismo di Harry Potter e la Camera dei Segreti, il terzo film
diventa molto più cupo, sperimentando un mix di generi (tra cui una
trama fantascientifica, un viaggio nel tempo e alcune componenti
horror, che vedono il dispiegarsi di un’agghiacciante cospirazione
e un grande scontro in una casa stregata). Con Harry, Hermione
e Ron che entrano nel loro terzo anno a Hogwarts, si trovano
ad affrontare nuovi nemici e a scoprire un sacco di segreti che
preparano l’imminente battaglia tra il bene e il male.
Il film si conclude con una nota
drammatica: le domande sulle identità di
Sirius Black e Peter Minus trovano una risposta,
presentando personaggi che avranno una grande importanza nel futuro
del franchise: Sirius Black è il padrino di Harry e un
prezioso alleato, Remus Lupin è un mentore su cui Harry può assolutamente
contare e Peter Minus è un cattivo infido che si allea con
Voldemort. Inoltre, il finale sfrutta altri elementi
importanti che appariranno più volte nel corso dei film di Harry
Potter, come i Patronuses e i Dissennatori. Harry Potter e
il prigioniero di Azkaban potrebbe non essere pieno di azione come
gli altri, ma questo non lo rende meno avvincente.
Cosa succede nel finale di Harry
Potter e il Prigioniero di Azkaban (e perché) spiegato
Una serie di eventi caotici si
scatena quando il ratto domestico di Ron, Crosta, lo morde e scappa
dopo l’esecuzione di Fierobecco. Mentre il Trio d’Oro lo segue,
viene intercettato dal grosso cane nero che Harry ha visto
all’inizio del film e che trascina Ron nel buco che porta alla
Stamberga Strillante. È qui che il trio scopre che il cane nero è
la forma Animagus di Sirius Black e che Peter Minus è vivo e si è
nascosto a Hogwarts per tutto questo tempo (il che porta al primo
colpo di scena quando Sirius lancia un incantesimo su Crosta,
rivelando che il topo è in realtà la forma Animagus di Peter
Minus). Accompagnando Minus al castello per rivelare a tutti
l’innocenza di Sirius, la luna piena sorge e richiama la
maledizione del lupo mannaro di Lupin, facendo fuggire Minus e
condannando Sirius al bacio del Dissennatore. Quello che potrebbe
essere il finale più tragico possibile del film lascia il posto a
un sorprendente colpo di scena: Hermione ha un Giratempo.
Sebbene Harry ed Hermione non
riescano a scagionare Sirius, riescono a liberarlo dalla sua cella
e a offrirgli una via di fuga con Fierobecco. Con Lupin costretto a
dimettersi dopo che la sua licantropia è stata smascherata, il film
si conclude con una nota agrodolce, ma apre la strada a nuovi
personaggi del franchise.
Chi sono i Marauder, spiegati
Capire la storia dei Marauder è
fondamentale per interpretare le dinamiche dei personaggi che si
verificano nel finale di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
(anche se il film non presta la stessa attenzione ai dettagli che i
libri riservano al gruppo di amici che governava Hogwarts negli
anni ’70). I Marauder erano composti da quattro studenti di
Grifondoro: James Potter, Sirius Black, Remus Lupin e Peter
Minus. I quattro erano amici inseparabili, ma un oscuro
segreto aveva il potenziale di rovinare la loro dinamica insieme:
Lupin era già affetto da licantropia all’epoca e la verità su di
lui avrebbe potuto provocare una spaccatura del gruppo.
Tuttavia, ciò che accadde fu un
intricato piano orchestrato dai quattro per aiutare Lupin a
superare la sua condizione. James, Sirius e Peter impararono
gradualmente a diventare Animagi, trasformandosi in animali accanto
alla forma licantropica di Lupin per assisterlo durante le sue
trasformazioni. La forma Animagus di James era un cervo, Prongs
(proprio come il suo Patronus e quello di Harry), Sirius era un
cane nero, Padfoot, Peter un ratto, Wormtail, mentre il soprannome
di Lupin finì per essere Moony. La trasformazione in Animagi non fu
l’unica grande impresa dei Marauder, dato che i quattro avrebbero
presto creato la Mappa del Malandrino (ing: Marauder’s Map, un
oggetto prezioso che tornò utile a Harry nel terzo film).
Uno degli studenti che soffrì di
più per gli scherzi dei Marauder fu Piton, il che portò a una
rivalità a lungo termine tra Piton e Potter, che si trasmise a
Harry. Nonostante gli alti e bassi, il legame che univa i Marauder
era più forte dell’amicizia, il che spiega perché Sirius finì per
abbandonare la sua famiglia di sangue puro e trasferirsi a casa di
James come fratello adottivo.
Perché Peter Minus tradì James e
Lily Potter
L’amicizia a lungo termine dei
quattro Marauder avrebbe potuto durare più a lungo se non fosse
stato per Voldemort. James sposò Lily a soli 19 anni e nominò
Sirius padrino di Harry. I quattro Marauder continuarono a
sostenersi a vicenda e alla fine si unirono all’Ordine della Fenice
per combattere contro Voldemort. Tuttavia, Peter Minus tradì il
gruppo quando si rese conto della crescente forza di Voldemort e
alla fine rivelò la posizione di James e Lily, incastrando Sirius
per il crimine e falsificando la propria morte. Data la loro
storia, questo fu un modo devastante per i Marauder di porre fine
alla loro amicizia e nessun personaggio fu più lo stesso dopo
questo episodio.
Come funziona il viaggio nel tempo
in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Quando i fan pensavano che le cose
non potessero essere più complicate nel film, il viaggio nel tempo
viene introdotto in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.
Innanzitutto, è importante notare che Hermione non avrebbe mai
usato il Giratempo se Silente non le avesse dato il permesso di
farlo, ma l’ingiusta condanna di Sirius Black al Bacio del
Dissennatore rappresenta una valida motivazione per tornare
indietro nel tempo e fare le cose in modo diverso. Il numero di
giri che Hermione compie nella clessidra del Giratempo corrisponde
al numero di ore in cui viaggerebbe indietro nel tempo. Consapevole
che viaggiare troppo a lungo nel tempo avrebbe potuto causare gravi
danni a Harry e a lei, Hermione tornò indietro di tre ore.
I viaggi nel tempo in Harry Potter
sono diversi da quelli a cui sono abituati gli appassionati di
fantascienza. In Harry Potter e il prigioniero di Azkaban,
viaggiare indietro nel tempo non sembra interferire con il regolare
corso degli eventi, poiché due diversi “passati” si verificano
contemporaneamente, essendo solo una questione di prospettiva. Il
modo migliore per capirlo è prendere i momenti chiave che,
tecnicamente, sono accaduti prima che Hermione e Harry tornassero
indietro nel tempo, come Harry che vede il Patronus di suo padre
nel lago, che si rivela essere lui stesso dal futuro che lancia
l’incantesimo Patronus. Un altro esempio è il grido di Hermione che
distrae la forma di lupo mannaro di Lupin dal gruppo.
Come il finale di Harry Potter
e il Prigioniero di Azkaban delinea il futuro del
franchise
Harry Potter e il prigioniero di
Azkaban funziona praticamente come un’estensione della
narrazione, prendendosi il tempo necessario per esplorare punti
chiave che torneranno con maggiore importanza in futuro. A
differenza dei due film precedenti, il terzo non ha un inizio, una
parte centrale o una fine ben definita, ma piuttosto una
successione di eventi che si dipanano intorno alla figura di Sirius
Black e alle misteriose figure che si nascondono nei corridoi di
Hogwarts. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban introduce
non solo uno, ma due personaggi molto amati dai fan, che
rappresenteranno per Harry importanti alleati e persino figure
paterne: Sirius Black e Remus Lupin.
I due personaggi si rivelano essere
amici di lunga data alla fine del film e tornano come membri chiave
dell’Ordine della Fenice in futuro. Peter Minus diventa un
antagonista importante in Harry Potter e il calice di fuoco, lavorando
al fianco di Barty Crouch Jr. per assicurare il ritorno di Lord Voldemort. Anche il concetto di Patronus e
l’incantesimo Patronus stesso insegnato da Lupin è un elemento
ricorrente del franchise, rappresentando uno degli incantesimi di
protezione più efficaci e dicendo anche molto sulla psiche di ogni
personaggio, come è evidente nell’Esercito di Silente, istituito
nel quinto film.
I Dissennatori sono anche
antagonisti minori in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban e,
sebbene non ritornino nel franchise come nemici, aggiungono una
nuova atmosfera terrificante alla storia. Guardie di Azkaban e
creature misteriose che predano la felicità umana, i Dissennatori
non smettono di attaccare Harry, tornando poi in Harry Potter e l’Ordine della Fenice per portare quasi
con sé Dudley. I Dissennatori spesso influenzano la narrazione
indirettamente, come in Harry Potter e il calice di fuoco,
quando Barty Crouch Jr. viene mandato a ricevere il bacio del
Dissennatore, la massima pena nel mondo magico, che consiste nel
risucchiare l’anima di qualcuno da parte dei Dissennatori.
Nella prima stagione di
Creature Commandos, apprendiamo che Circe è a
capo di un gruppo chiamato “Figli di Themyscira”. La maga amazzone
li sta usando per attaccare un piccolo Paese dell’Europa orientale
chiamato Pokolistan, ma si ritiene il legittimo leader di
Themyscira.
Un notiziario rivela che intende
condurre i Figli lì per conquistare la sua ex casa, anche se dal
notiziario si evince chiaramente che la gente non è sicura al 100%
dell’esistenza dell’isola. In altre parole, anche con Circe a piede
libero, sia le Amazzoni che Themyscira sono considerate un
mito.
È interessante notare che non si fa
alcun riferimento a Wonder Woman durante questo rapporto, lasciando
i fan a chiedersi se Diana Prince sia attiva nel DCU. In una nuova intervista, Dean Lorey,
showrunner di Creature Commandos, ha dichiarato:
“Penso che la gente sia a conoscenza di Wonder
Woman.Quindi sì, credo che ci sia la convinzione
che esista, ma non so quanto sia conosciuta a livello
mondiale”.
Anche James Gunn, co-CEO dei DC Studios e
sceneggiatore, ha spiegato: “Penso che arrivi in un momento
in cui la gente ha sentito parlare di Themyscira e ora inizia a
credere che esista, ma alcuni non credono ancora alla storia di
un’isola di sole donne.Quindi sta diventando… la
gente ne sta prendendo coscienza”.
Per quanto riguarda il gruppo di
“Amazzoni” che compaiono nel suddetto servizio giornalistico, Gunn
ha riso e ha osservato: “Non credo che abbiamo deciso con
certezza chi siano… credo di sapere chi sono un paio di loro, ma
non voglio dirlo qui perché non voglio che sia considerato per
sempre canonico!”.
Molti fan non credono che questo
sia il primo sguardo alle Amazzoni di Themyscira e questi commenti
suggeriscono che Gunn ha intenzione di rivisitare chiunque o
qualunque cosa siano da qualche parte lungo la linea.
Lorey sembra aver confermato che
Wonder Woman è conosciuta in tutto il mondo e avrebbe senso che la
gente dubitasse della sua storia di provenienza da un’isola abitata
da donne come lei.
Senza alcuna menzione di un nuovo
film su Wonder Woman e con Paradise
Lost da qualche parte all’orizzonte, possiamo
solo immaginare come verrà dato seguito a questa storia. Guardate
l’intervista completa con Lorey e Gunn qui sotto.
Creature
Commandos segue una squadra segreta di mostri
incarcerati e reclutati per missioni ritenute troppo pericolose per
gli umani. Quando tutto il resto fallisce… sono la vostra ultima,
peggiore opzione.
Il cast comprende Steve Agee nel
ruolo di Economos, Maria Bakalova nel ruolo della Principessa
Ilana, Anya Chalotra nel ruolo di Circe, Zoe Chao nel ruolo di Nina
Mazursky, Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Sr., Sean Gunn nel
ruolo di GI Robot & Weasel, David Harbour nel ruolo di
Frankenstein, Alan Tudyk nel ruolo del Dr. Phosphorus, Indira Varma
nel ruolo della Sposa e Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller.
Creature Commandos è
scritto e prodotto esecutivamente da James Gunn. Basata sui
personaggi della DC e prodotta dai DC Studios e dalla Warner Bros.
Animation, tra i produttori esecutivi figurano Peter Safran, Dean
Lorey e Sam Register; Rick Morales è il produttore supervisore. I
primi due episodi di Creature Commandos sono ora in
streaming su Max negli USA. In Italia Creature
Commandos non ha una data di uscita.
Prime
Video ha rilasciato il primo filmato dell’imminente
terza stagione de La Ruota del Tempo attraverso un
emozionante teaser trailer, annunciando inoltre che la serie di
avventure fantasy tornerà sui nostri schermi il 13 marzo 2025.
Nel promo, vediamo Moiraine
(Rosamund
Pike) tentare di venire a patti con la profezia che
reclamerà la sua vita o quella di Rand al’Thor (Josha Stradowski),
che potrebbe avere il futuro dell’umanità nelle sue mani come il
Drago Rinato.
La terza stagione si baserà
principalmente sul quarto libro della serie di Robert Jordan,
L’ascesa dell’ombra, che vede Rand e i
suoi compagni in viaggio verso i Rifiuti di Aiel nel tentativo di
conquistare la popolazione alla loro causa.
“I primi 15 minuti della
terza stagione sono una delle scene più assurde che abbia mai visto
in televisione ”, ha dichiarato il produttore esecutivo
Rafe Judkins in una recente intervista. “L’ho guardato
proprio questa settimana ed è assolutamente pazzesco quello che il
nostro team è riuscito a fare… solo un gruppo di donne tra i 40 e i
50 anni che si fanno a pezzi a vicenda, ed è meraviglioso da
vedere”.
Di seguito potete vedere il primo
teaser, il poster e la sinossi completa.
“Le minacce contro la Luce
si moltiplicano:La Torre Bianca è divisa, gli
Ajah Neri sono liberi, vecchi nemici tornano nei Due Fiumi e i
Forsaken rimasti sono all’inseguimento del Drago… compresa Lanfear
(Natasha O’Keeffe), la cui relazione con Rand segnerà una scelta
cruciale tra Luce e Oscurità per entrambi.Mentre
i legami con il suo passato iniziano a sciogliersi e il suo potere
corrotto si rafforza, Rand diventa sempre più irriconoscibile per
le sue più strette alleate, Moiraine ed Egwene (Madeleine
Madden).Queste potenti donne, che hanno iniziato
la serie come insegnante e studentessa, devono ora lavorare insieme
per impedire che il Drago si rivolga all’Oscurità, a qualunque
costo”.
Tra i membri del cast che ritornano
ci sono anche Daniel Henney, Zoë Robins, Marcus Rutherford,
Dónal Finn, Ceara Coveney, Kate Fleetwood, Ayoola Smart e Kae
Alexander.
Prodotta da Sony Pictures
Television e Amazon MGM Studios, La Ruota del Tempo è basata sulla
serie di romanzi fantasy più venduti di Robert Jordan. Rafe Judkins
ha adattato i libri e funge da showrunner, producendo
esecutivamente insieme a Rick Selvage e Larry Mondragon di Iwot
Productions, Ted Field di Radar Pictures, Mike Weber, Marigo Kehoe,
Ciaran Donnelly, Justine Juel Gillmer, Dave Hill e Pike.
All’inizio di quest’anno, si è
diffusa la notizia che Aaron Pierre (Rebel
Ridge) aveva ottenuto il ruolo di John
Stewart nella serie DCULanterns,
mentre Kyle Chandler (Friday Night
Lights) è stato ufficialmente confermato come
protagonista di Hal Jordan nello stesso periodo.
Pierre è sempre stato il preferito
dai fan per il ruolo di Stewart, ma diverse fonti hanno riferito
che il collega Stephan James (Babes) era
la prima scelta dello studio.
Pierre ha condiviso una breve
risposta sui social media quando è stato annunciato il suo casting,
ma ora ha affrontato il suo imminente debutto nel DCU in modo un po’ più dettagliato
durante un’intervista con ComicBook.com.
“Quello che posso dirvi è
che il team è super, super eccitato di avere l’opportunità di
portare questa storia alla gente.Per quanto mi
riguarda, farò del mio meglio per servire, onorare ed elevare in
ogni modo possibile John Stewart e il Corpo delle Lanterne
Verdi.Spero di essere utile e che questo risuoni
con me”.
Quando gli è stato chiesto che tipo
di preparazione sta facendo per interpretare l’eroe con l’anello,
Pierre ha risposto: “Un’ampia preparazione”.
Kelly MacDonald (The Radleys,
Boardwalk Empire) interpreterà la protagonista
femminile (che si pensa sia l’interesse amoroso di Jordan), lo
sceriffo Kerry, mentre Garret Dillahunt sarà il
cattivo William Macon, “un uomo moralista e cospiratore che
maschera la sua spietata ambizione dietro una facciata affascinante
e calcolata”. James Hawes (Slow
Horses, Penny Dreadful,
The Mist, The
Alienist, Snowpiercer)
dirigerà i primi due episodi.
Cosa sappiamo sull’annunciata
serie DC/HBO Lanterns
Si unisce a un team creativo che
comprende il creatore di Lost e
Watchmen, vincitore di un Emmy Award,
Damon Lindelof, lo showrunner di
Ozark Chris Mundy e lo scrittore di
fumetti Tom King. Si dice che siano a bordo anche
Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden
Kelly.
Lanterns “segue la nuova
recluta John Stewart e la leggenda delle Lanterne Hal Jordan, due
poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre
mentre indagano su un omicidio nel cuore
dell’America”.
La produzione di Lanterns
dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il
che potrebbe far pensare a un’uscita nel 2026. Il Guy Gardner di
Nathan Fillion, che debutterà nel reboot di
Superman
di James
Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella
serie.
Una precedente serie televisiva di
Lanterna Verde era in lavorazione prima
che Gunn e Safran assumessero la direzione dei DC Studios. Quella
versione era stata creata da Greg Berlanti e avrebbe avuto come
protagonista Finn Wittrock nel ruolo di Guy Gardner.
Hal Jordan è stato precedentemente
interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film
del 2011 Lanterna Verde. “Questa
è la storia di una coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal
Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato
annunciato. “Ci sono anche altre Lanterne, ma si tratta di
uno show televisivo su base terrestre, quasi come True Detective,
con una coppia di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che
sorvegliano il Distretto Terra e che scoprono un mistero
terrificante che si collega alla nostra storia più grande del
DCU”.
Di seguito potete vedere alcune
recenti fan-art di 21×4.
A meno di una settimana dall’arrivo
di Kraven
– Il Cacciatore nelle sale, l’entusiasmo dei fan
sembra ancora relativamente spento. Sony Pictures ha cercato di
aumentare l’interesse pubblicando i primi 8 minuti e, sebbene
l’anteprima abbia ricevuto una risposta per lo più positiva, è
stata anche rapidamente dimenticata dopo essere stata rilasciata
lunedì mattina presto.
GamesRadar+ ha recentemente incontrato il
regista J.C. Chandor e il protagonista Aaron Taylor-Johnson, e il regista ha parlato
delle “spettacolari” acrobazie del film Marvel.
“C’era una sorta di
implacabilità nel personaggio che abbiamo colto entrambi.Sembra che non si arrenda mai.Volevo che
le acrobazie, fin dall’inizio della loro progettazione, avessero un
carattere di realtà ”, ha spiegato. “Con la
tecnologia di cui disponiamo, oggi si può fare di tutto, quindi si
tratta quasi di limitare ciò che il personaggio può
fare”.
“E poi c’è questo ragazzo
[riferendosi a Taylor-Johnson].È solo un
interprete fisicamente dotato.È un pezzo di
argilla con cui si possono fare un sacco di cose
belle!”.
Aaron Taylor-Johnson ha aggiunto:
“Penso che anche un rating R [duro] significava che non
avevamo bisogno di trattenerci”, ha detto del film che ha ricevuto
un raro rating “18” nel Regno Unito.“Stavamo
cercando di inserirlo in quella scatola e poi ci siamo detti che
dovevamo liberare questo personaggio e rendergli
giustizia.Ci hanno permesso di renderlo un R, e
abbiamo decisamente superato i limiti!”.
“Sembra strano dirlo, ma la
classificazione R ci ha permesso di fare alcune cose ”, ha
osservato Chandor. “C’è una storia di malattia
mentale.Vedrete un paio di cose che accadono qui,
dove vi sentirete dire ‘whoa’, che in realtà si riferiscono più al
modo in cui questi ragazzi sono stati cresciuti”.
Nonostante ciò, l’attore ha
continuato dicendo: “Penso che al centro della storia ci
sia un vero e proprio dramma familiare.Questi due
ragazzi sono cresciuti in un ambiente molto tossico.Il loro padre è un gangster russo, il capo di questa banda
di mafiosi, e alla fine vuole cedere l’attività”.
Sergei Kravinoff, tuttavia, non è
interessato a diventare un gangster. “Questo fa sì che il
mio personaggio intraprenda questo viaggio per diventare un
vigilante e il suo percorso per diventare un cattivo”.
Niente di tutto ciò sembra
particolarmente accurato dal punto di vista fumettistico, anche se
sembra che il rapporto tra Kraven e suo fratello Dmitri (il
supercriminale noto come Camaleonte nei fumetti) sarà al centro
dell’attenzione.
“È l’unica cosa a cui lui
[Sergei/Kraven] tiene e che vuole proteggere con tutta la sua vita,
ma credo che finisca per essere coinvolto in tutto ciò [che]
potrebbe metterlo in pericolo, e deve convivere con
questo”, rivela Johnson. “E quindi c’è un cuore e
un’anima davvero forti in questa storia”.
La Sony, Taylor-Johnson e Chandor
sembrano ignari del fatto che questo non è ciò che i fan vogliono
da Kraven – Il cacciatore. La richiesta di vederlo
combattere contro Spider-Man sullo schermo è stata molto forte fin
dalla metà degli anni Duemila, ma una storia di origini
gangsteristiche… beh, è probabilmente la direzione sbagliata in cui
portare questo villain per molti motivi. Kraven – Il
cacciatore arriverà nelle sale il 13 dicembre.
L’ultimo film di Jacques
Audiard, Emilia Pérez, ha dominato gli European
Film Awards a Lucerna, in Svizzera, aggiudicandosi i premi
di miglior film e miglior regista. Il film di Audiard è arrivato
alla serata a pari merito con La stanza accanto di Pedro
Almodovar per il maggior numero di nomination. Il bottino
del film include anche la migliore attrice per Karla Sofia
Gascón e la migliore sceneggiatura.
Altri grandi vincitori questa sera
in Svizzera sono stati il regista Gints
Zilbalodis che ha vinto il premio come miglior film
d’animazione per il suo
film di successo Flow e il film
palestinese-israeliano No Other Land che ha vinto
il premio come miglior documentario.
Gli European Film
Awards, votati dai circa 5.000 membri dell’European Film
Academy di Berlino in tutta Europa, sono anche visti come un
indicatore per il quale i film europei probabilmente prenderanno
piede nella stagione dei premi degli Stati Uniti.
Il vincitore del premio come miglior
film europeo dell’anno scorso, Anatomia di una caduta, ha ottenuto cinque
nomination agli Oscar, tra cui miglior film e migliore attrice
(Sandra Hüller), con la regista Justine
Triet e il co-sceneggiatore Arthur Harari
che hanno vinto l’Academy Award per la migliore
sceneggiatura.
Dal prossimo anno, gli
European Film Awards si svolgeranno a
gennaio, spostamento deciso come parte di una strategia per
posizionare i premi all’interno del più ampio dibattito sulla
stagione dei premi su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Tutti i vincitori 2024
European Film Awards
European
Film
EMILIA PÉREZ by Jacques Audiard
European
Director
Jacques Audiard for EMILIA PÉREZ
European
Screenwriter
Jacques Audiard for EMILIA PÉREZ
European
Actress
Karla Sofía Gascón in EMILIA PÉREZ
European
Actor
Abou Sangare in SOULEYMANE’S STORY
Best
Documentary
NO OTHER LAND (Palestine, Norway) – documentary film, directed by
Yuval Abraham, Rachel Szor, Basel Adra & Hamdan Ballal, produced by
Fabien Greenberg, Bård Kjøge Rønning, Yuval Abraham, Basel Adra,
Rachel Szor & Hamdan Ballal
European
Discovery – Prix FIPRESCI
Armand, directed by Halfdan Ullmann Tøndel
Young
Audience Award
The Remarkable Life of Ibelin (Norway), directed by Benjamin Ree,
produced by Ingvil Giske
European
Animated Feature Film
FLOW directed by Gints Zilbalodis (Latvia, France,
Belgium)
European
Cinematography
The Substance (Benjamin Kračun)
European Editing
Emilia Pérez (Juliette Welfling)
European Production Design
The Girl With the Needle (Jagna Dobesz)
European Costume Design
The Devil’s Bath (Tanja Hausner)
European Make-up & Hair
When the Light Breaks (Evalotte Oosterop)
European Original Score:
The Girl With the Needle (Frederikke Hoffmeier)
European
Sound
Souleymane’s Story (Marc-Olivier Brullé, Pierre Bariaud, Charlotte
Butrak, Samuel Aïchoun, Rodrigo Diaz)
European Visual Effects
THE SUBSTANCE (Bryan Jones, Pierre Procoudine-Gorsky, Chervin
Shafaghi, Guillaume Le Gouez)
European
Short Film
THE MAN WHO COULD NOT REMAIN SILENT directed by Nebojša Slijepčević
(Croatia, France, Bulgaria, Slovenia)
European
Achievement in World Cinema
Isabella Rossellini
Nel prossimo thriller Apple
Original, due agenti altamente addestrati (Miles
Teller e Anya Taylor-Joy) vengono incaricati di
occupare le torri di guardia sui lati opposti di una gola vasta e
attentamente sorvegliata, per proteggere il mondo da un male
misterioso e sconosciuto che si nasconde al suo interno. I due
legano a distanza, mentre cercano di rimanere vigili per difendersi
da un nemico invisibile. Quando la minaccia apocalittica per
l’umanità viene loro rivelata, si trovano costretti a collaborare
in una prova di forza fisica e mentale per mantenere il segreto
nella gola prima che sia troppo tardi.
Interpretato anche da Sigourney
Weaver, “Misteri dal profondo” è diretto da Scott Derrickson da una
sceneggiatura di Zach Dean. David Ellison, Dana Goldberg e Don
Granger di Skydance Media producono insieme alla Crooked Highway di
Derrickson, C. Robert Cargill, Sherryl Clark e insieme a Zach Dean,
Adam Kolbrenner e Greg Goodman. Miles Teller è produttore
esecutivo.
Le informazioni su Misteri dal profondo
Regia:
Scott Derrickson
Cast:
Miles Teller, Anya Taylor-Joy,
Sigourney Weaver
Scritto da:
Zach Dean
Produttori:
David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Scott
Derrickson,
Un’insospettabile Asia
Argento in versione commedia brillante al fianco di
Matilde Gioli e Pierpaolo Spollon
in Fatti
vedere di Tiziano Russo porta il
sorriso nella
serata finale del 34° Noir in festival che si
conclude oggi con il festeggiamento ai premiati dei due concorsi
per il cinema.
La giuria per il concorso
internazionale del Noir in Festival 2024, composta dal regista e
produttore inglese James
Jones (Presidente), insieme a Chiara
Caselli (attrice, regista e
fotografa), Fulvio Risuleo (regista)
e Letizia Toni (attrice) ha
attribuito all’unanimità il premio per il miglior film della 34ma
edizione del Noir in Festival:
Black Panther Award 2024
a
BRIEF HISTORY OF A
FAMILY di Lin Jianjie
con la seguente
motivazione: “Se è vero che il Noir è un sentimento con
cui si racconta una storia, il film a cui assegniamo il nostro
unico e importante premio può considerarsi un esempio di questa
maniera di vedere il mondo. Per la sua capacità di raccontare uno
spaccato sociale senza mai essere didascalico e con grande
sensibilità, per la sua regia originale, poetica e la sua abilità
di utilizzare pochi elementi ricchi di mistero.”.BRIEF HISTORY OF A FAMILY di Lin
Jianjie arriverà nelle sale italiane distribuito da Movies
Inspired.
La giuria popolare composta come da
tradizione da giovani studenti e appassionati di cinema, coordinati
da Maurizio Di Rienzo e affiancati dagli esperti Nicole Bianchi,
Anna Maria Pasetti, Giulio Sangiorgio (delegato IULM), ha visto e
votato i sei titoli finalisti decretando il vincitore della 9°
edizione del
MIMI – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE di Brando De Sica ha vinto il
premio Claudio Caligari 2024
Premio Claudio Caligari per il
miglior film noir italiano dell’anno, realizzato dal Noir in
Festival in collaborazione con IULM e Cinecittà News, a
MIMÌ – IL PRINCIPE
DELLE TENEBRE di Brando De Sica
Il film ha vinto per un’incollatura
sugli altri cinque finalisti, e da gennaio tornerà sugli
schermi, sulle maggiori piattaforme, dopo l’uscita in sala a fine
2023 con Cinecittà Luce.
L’ultima giornata del Noir in
festival ha avuto i colori del giallo e del rosa, dopo una
settimana in noir, fitta di protagonisti ed eventi d’eccellenza tra
la grande “Signora in nero” Joyce Carol
Oates, vincitrice del Raymond Chandler Award, il tributo a
Steven Soderbergh con l’anteprima del suo
atteso Presence, gli incontri con maestri del mystery
come Maurizio De Giovanni, Juan Gómez-Jurado, Vanna Vinci, Luca
Crovi e gli autori del Premio Giorgio
Scerbanenco, l’omaggio ad Alain Delon (con l’Institut
Français).
Al pubblico dei giovani e
giovanissimi è infatti dedicato Il migliore dei
mali, esordio alla regia della youtuber
di Violetta “Rocks” Rovetto accompagnata
al festival da due dei protagonisti Andrea Arru e Giuseppe
Pallone.
Ha invece i colori della commedia
romantica intinta nel mystery il film che conclude quest’edizione
del festival per salutarci con un sorriso e festeggiare la verve
comica di un’inedita e travolgente Asia
Argento. Il nuovo film di Tiziano
Russo Fatti vedere, da febbraio in
sala con Eagle Pictures, è una brillante commedia romantica piena
di colpi di scena e cambi di registro, ricca di venature noir.
Uscito nel 2016, Suicide
Squad ha visto Amanda Waller inviare la
Task Force X in una zona di guerra dove molti di loro sono stati
prontamente uccisi (dalla Waller o dall’Incantatrice). Tuttavia, a
differenza degli Slipknot, l’Ayer Cut non vuole morire.
Dopo l’anteprima di
Creature Commandos su Max questa settimana,
alcuni fan del DCEU sono tornati a fare campagna per la Warner
Bros. e per i DC Studios, affinché rilascino l’Ayer Cut.
Nel corso degli anni, il regista
David Ayer è andato avanti e indietro, unendosi a questi sforzi o
dicendo di essere andato avanti. Da allora ha realizzato quattro
film: Bright, The Tax Collector, The
Beekeeper e Levon’s Trade, in uscita l’anno
prossimo.
Per quanto possa essere frustrante
e sconvolgente che la sua visione di Suicide Squad non sia mai stata vista, non
è che la sua carriera sia stata completamente deragliata dalle
interferenze degli studios come è successo al regista di Fantastic Four Josh Trank.
Comunque sia, dopo aver condiviso
altre immagini del film, Ayer è tornato su X per condividere le sue
speranze che il mondo veda il director’s cut del film.
“La versione migliore
semplicemente non è stata vista”, ha detto il regista ai
suoi follower. “So quanto sia difficile per chi non è del
settore comprendere quanto possano essere follemente diversi i
tagli di un film.Se non vi piace quello che avete
visto, ecco l’opportunità di vedere quello che intendevo
effettivamente e poi giudicare una volta che avrete tutte le
informazioni”.
“Onestamente non ho idea se
[la Warner Bros.] rilascerà mai la mia versione.E
devo rimandare a James [Gunn] e allo studio di gestire la cosa come
meglio credono ”, ha continuato. “Non è una cosa
che controllo.Credo solo che sarebbe molto
divertente per chi vuole vederlo, vedere la mia versione.Se non fa per voi, lo capisco perfettamente.Abbiamo tutti gusti diversi, gusti e non
gusti”.
Ayer ha poi riconosciuto:
“Se succede, bene.Se non succede,
bene.Non è così profondo.Penso
che vi meritiate di vederlo e di giudicarlo allora.Se non fa per voi, bene”.
È difficile immaginare che la
versione di Ayer di Suicide Squad sia una priorità per
Gunn e per i DC Studios, soprattutto quando stanno cercando di
rimediare ai danni causati al marchio dal DCEU.
Inoltre non sembra esserci una
sorta di richiesta mainstream per questo taglio, al di là del tipo
di utenti dei social media che fanno una campagna per
#ReleaseTheAyerCut in un solo respiro e poi condividono le teorie
secondo cui Gunn avrebbe basato Rick Flag Sr. su se stesso…
I hope my real film can be shared one day. I
appreciate the continued support and interest.
The best version simply has not been seen. I
know how difficult it is for someone outside the industry to
comprehend how insanely different to cuts a film can be. If you
dislike what you’ve seen , here’s an opportunity to see what I
actually intended and then judge once you have… https://t.co/OUjN151tjt
Un teaser svela un primo
inquietante filmato di 28 anni dopo; il trailer
completo è previsto per la prossima settimana. Il regista
(Danny Boyle) e lo sceneggiatore (Alex
Garland) di 28 Giorni
dopo hanno riallacciato la collaborazione per una
serie di sequel del successo horror del 2002 e, dopo il poster di
ieri, è stato diffuso online il primo teaser del primo film della
trilogia prevista, 28 Anni dopo.
Il promo dura solo pochi secondi,
ma contiene alcune immagini da incubo, tra cui una rapida
inquadratura di uno spaventapasseri dall’aspetto piuttosto bizzarro
(qualcosa ci dice che non è fatto solo di paglia) con una freccia
in testa. Inoltre, il codice morse ripete la parola “Tuesday”,
indicando che un trailer completo sarà disponibile all’inizio della
prossima settimana.
“Si ma in un modo sorprendente
e in un modo che cresce, lasciatemelo dire“, ha detto il
presidente del Sony Motion Pictures Group Tom Rothman quando gli è
stato chiesto se Murphy sarebbe tornato in una recente intervista.
“Questo è Danny [Boyle] al suo meglio, combinato con un genere
molto commerciale, come abbiamo avuto con Edgar Wright e Baby
Driver. A volte, quando si inserisce un vero regista d’autore in
un’arena commerciale, lo si eleva“. Non sappiamo quanto sarà
consistente la parte di Murphy, ma sembra che possa avere solo un
piccolo ruolo nel primo film, per poi avere un ruolo più importante
nei successivi.
28 giorni dopo è stato un
grande successo e ha già generato un seguito meno apprezzato (ma
comunque degno di nota), 28 settimane
dopo del 2007. Boyle e
Garland erano coinvolti solo come produttori esecutivi in quel
progetto, quindi molti fan vedranno sicuramente questo nuovo film
come il primo vero sequel.
Boyle dirigerà il primo capitolo,
mentre Nia DaCosta è stata annunciata di recente
come regista del secondo film, che pare si intitolerà
28 anni dopo parte 2: Il tempio delle
ossa. Il piano prevede di girare entrambi i film in
parallelo. Garland scriverà tutti e tre i film. Il budget per ogni
film si aggira intorno ai 75 milioni di dollari.
Il primo film vedeva Cillian Murphy nei panni di un uomo che si
risveglia dal coma dopo un incidente in bicicletta e scopre che
l’Inghilterra è stata invasa dagli “Infetti”. Il virus trasforma le
sue vittime in assassini furiosi, ma a differenza dei soliti
“zombie”, queste creature possono muoversi con una velocità
spaventosa. L’uomo si mette quindi in viaggio per scoprire cosa sta
succedendo, incontrando lungo la strada i compagni sopravvissuti
interpretati da Naomie Harris e Brendan Gleeson,
oltre a un maggiore dell’esercito squilibrato interpretato da
Christopher Eccleston.
I dettagli sulla trama di 28
anni dopo non sono ancora stati resi noti, ma il periodo
suggerisce che si svolgerà in un futuro prossimo, il che significa
che il film potrebbe essere più orientato verso la fantascienza che
verso l’horror vero e proprio.
Ieri dal Thunder Stage del CCXP24
di San Paolo, Brasile, Apple TV+ ha
presentato il trailer dell’attesissima seconda stagione di
Scissione, con il creatore, scrittore e
produttore esecutivo della serie Dan Erickson, il protagonista e
produttore esecutivo Adam Scott e le star Britt Lower e Tramell
Tillman che si sono uniti ai fan per condividere un’esclusiva
anticipazione di ciò che ci aspetta per gli innies e gli outies
delle Lumon Industries. La seconda stagione di
Scissione, composta da 10 episodi, farà il suo
debutto su Apple
TV+ il 17 gennaio 2025 con il primo episodio seguito da nuove
puntate ogni venerdì fino al 21 marzo.
Il thriller ambientato sul posto di
lavoro acclamato dalla critica e vincitrice di un Emmy e di un
Peabody Award, è ideato dal produttore esecutivo e regista Ben Stiller ed è interpretato dal candidato
all’Emmy Adam Scott, Britt Lower, Tramell Tillman, Zach
Cherry, Jen Tullock, Michael Chernus, Dichen Lachman, il
vincitore dell’Emmy John Turturro, il premio Oscar
Christopher Walken e la vincitrice dell’Oscar e
dell’Emmy Patricia Arquette e dà il benvenuto
nella seconda stagione ai nuovi series regular Sarah Bock e
Ólafur Darri Ólafsson.
https://youtu.be/BKeyAag6j4g
La trama della seconda stagione di
Scissione
In Scissione Mark
Scout (Adam Scott) guida un team di lavoro della Lumon Industries i
cui dipendenti sono stati sottoposti a una procedura di scissione,
che divide chirurgicamente i loro ricordi professionali da quelli
personali. Questo audace esperimento di “equilibrio tra lavoro e
vita privata” viene messo in discussione quando Mark si ritrova al
centro di un mistero da svelare che lo costringerà a confrontarsi
con la vera natura del suo lavoro… e di se stesso. Nella seconda
stagione, Mark e i suoi amici scoprono le terribili conseguenze
derivanti dall’aver giocato con la barriera della separazione, che
li trascinerà ulteriormente lungo un percorso di guai e dolore.
“Scissione” è prodotta
esecutivamente da Ben Stiller, che dirige anche cinque episodi
della nuova stagione, alternandosi alla regia con Uta Bresiewitz,
Sam Donovan e Jessica Lee Gagné. La serie è scritta, creata e
prodotta esecutivamente da Dan Erickson. La seconda stagione è
prodotta anche da John Lesher, Jackie Cohn, Mark Friedman, Beau
Willimon, Jordan Tappis, Sam Donovan, Caroline Baron, Richard
Schwartz, Nicholas Weinstock. Oltre a essere protagonisti, Adam
Scott e Patricia Arquette sono anche produttori esecutivi. Fifth
Season è lo studio.
La prima stagione completa
di Scissione, disponibile in streaming su Apple TV+, è
stata acclamata dal pubblico e dalla critica internazionale e,
oltre a vincere gli AFI Awards, ha ottenuto 14 nomination agli
Emmy, tra cui Outstanding Drama Series, Outstanding Directing for a
Drama Series (Ben Stiller), Outstanding Lead Actor in a Drama
Series (Adam Scott) e Outstanding Writing for a Drama Series,
aggiudicandosi i premi nelle categorie Outstanding Music
Composition for a Series e Outstanding Main Title Design. La serie
ha ottenuto anche due Writers Guild of America Awards come Miglior
nuova serie e Miglior serie drammatica, oltre a due nomination agli
Screen Actors Guild Awards e una nomination ai Producers Guild e ai
Directors Guild Awards.
Joker: Folie à Deux (qui
la nostra recensione) di Todd Phillips sarà disponibile per lo
streaming su Max dal 13 dicembre prima di arrivare su HBO linear il
14 dicembre alle 20:00. ET e probabilmente poi anche su Sky e NOW
in Italia, e ora sono disponibili i totali finali del botteghino
mondiale del sequel.
Il film ha incassato solo
206 milioni di $ al botteghino globale (di cui 58
milioni in Nord America) e si prevede che rappresenterà una perdita
per lo studio dai 150 ai 200 milioni di dollari.
Si tratta di un risultato ben
lontano da quello del primo film di Joker, che ha
incassato oltre 1 miliardo di $ in tutto il mondo ed è stato il
film vietato ai minori con il più alto incasso di tutti i tempi
prima che Deadpool e Wolverine lo superassero
all’inizio di quest’anno.
PETA ha in programma di protestare
contro la proiezione di domenica all’Academy di Nosferatu del
regista Robert Eggers. L’organizzazione per i
diritti degli animali ha in programma di inviare un “ratto gigante”
al Samuel Goldwyn Theater per “mettere le cose in chiaro” sui 5.000
topi vivi che Eggers usa durante una sequenza del film in cui i
topi sbarcano a Londra, portando con sé la peste bubbonica.
In una dichiarazione, la direttrice
degli animali nel cinema e in televisione della PETA Lauren
Thomasson ha affermato: “Un essere umano non ha più
probabilità di essere ferito o ucciso da un topo nella vita reale
che da un vampiro, e le false rappresentazioni di questi animali
come messaggeri di morte negano agli spettatori la possibilità di
vederli come gli individui intelligenti, socievoli e affettuosi che
sono. Gli unici “parassiti” di cui gli spettatori devono
preoccuparsi sono i registi che sottopongono gli animali al caos e
alla confusione di un set cinematografico, e la PETA incoraggia
tutti a guardare oltre questi vergognosi stereotipi e a dare ai
topi il rispetto che meritano”.
Il topo della PETA porterà un
cartello con la scritta “I topi hanno dei diritti! Non abbiamo
causato la peste!”. Dopo una delle prime proiezioni pubbliche del
film, Eggers ha discusso la scena in una conversazione con
Guillermo del Toro, dicendo: “Se ci sono dei
topi in primo piano, sono veri, e poi si diradano e diventano topi
CG sullo sfondo. Ed erano ben addestrati”. Ha aggiunto:
“Non sapevo che i topi fossero incontinenti, quindi l’odore è
pazzesco”.
Lo scenografo Craig Lathrop ha
raccontato a Variety della scena: “I topi. Nessuno di loro si è
perso. Li abbiamo trovati tutti. Erano tutti lì. Abbiamo costruito
queste barriere di plexiglass in modo che i topi vivi fossero in
un’area controllata”, ha detto, aggiungendo che la produzione
si è presa cura di garantire la sicurezza dei roditori. “Nella
scena sulla strada, i cavalli sono da una parte della barriera di
plexiglass e i topi dall’altra, in modo che i topi non corrano
sotto i loro piedi e vengano schiacciati, così nessuno si è tatto
male”.
Tutto quello che sappiamo su
Nosferatu
Nosferatu
è interpretato da Bill Skarsgård, che sostituisce il trucco da
clown di Pennywise con le zanne affilate del Conte Orlock, nonché
da Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin e Lily-Rose Depp. Il film riunisce inoltre
Eggers con Willem Dafoe, che ha interpretato in modo
memorabile un ex marinaio irascibile in The
Lighthouse e che è apparso anche nel precedente film del
regista, The
Northman. L’epopea vichinga vedeva protagonista il
fratello di Skarsgård,
Alexander Skarsgård, nel ruolo di un guerriero norreno con una
massa grassa impressionante e addominali formidabilmente
cesellati.
Nosferatu
è basato sul capolavoro espressionista tedesco del 1922 diretto da
F. W. Murnau – la realizzazione di quel film ha
ispirato il film del 2000, completamente fittizio, L’ombra del
vampiro, che ha visto protagonista Dafoe, candidato all’Oscar,
nel ruolo di un succhiasangue realmente esistito, arruolato per
interpretare il ruolo di Orlock. Qui l’attore interpreta invece un
assassino di vampiri. Nosferatu è stato anche
rifatto nel 1979 da Werner Herzog come
Nosferatu il vampiro, con il suo frequente collaboratore
Klaus Kinski. Nosferatu
arriverà al cinema a partire dal 1gennaio.
Dopo aver deciso di non partecipare
al CCXP questo fine settimana, la Sony Pictures ha pubblicato il
primo poster di 28 anni dopo. Con un po’ di
fortuna, questo significa che un trailer non è lontano. Il film
riprende dopo gli eventi di 28 giorni
dopo di Danny Boyle e
28 settimane dopo di Juan Carlos
Fresnadillo.
Non ci dice molto, ma il poster
sembra indicato e evocativo del franchise e ci conferma che il
regista di Civil War ed Ex
Machina Alex Garland è tornato a scrivere la
sceneggiatura dopo aver precedentemente scritto
28 giorni
dopo e Sunshine di Boyle. Il
poster include anche un nuovo slogan minaccioso: “Il tempo non
ha guarito nulla”.
28 anni dopo sarà il terzo
capitolo del franchise, dopo il seguito 28 settimane
dopo, con Jeremy Renner nel 2007. Il film darà anche il
via a una nuova trilogia scritta interamente da Garland che
vedrà Nia DaCosta, regista di
Candyman, occuparsi della regia
del film centrale. Fiennes sarà uno dei tre nuovi protagonisti del
primo film, insieme ad Aaron Taylor-Johnson e Jodie Comer. Per non essere escluso, anche il
Jim di Cillian Murphy tornerà per la prima
volta dopo il finale speranzoso del film del 2002, anche se è
cresciuto notevolmente rispetto al corriere che si risveglia dopo
un’epidemia di virus catastrofico. Sono confermati anche
Erin Kellyman e Jack
O’Connell. I dettagli sui personaggi e sulla trama
sono stati tenuti nascosti, ma è probabile che ne sapremo di più
con l’avvicinarsi dell’uscita del film.
Gli spot promozionali per
Captain America: Brave New World stanno
cominciando a fare il loro lavoro, ben prima che il film arrivi in
sala all’inizio del 2025, e ora Microsoft ha diffuso un nuovo spot
pubblicitario di un minuto in cui compaiono delle immagini inedite
dal film.
In questo, Joaquin
Torres usa una nuova tecnologia Windows per progettare le
sue ali; Sam Wilson, nel frattempo, ha questioni
più urgenti a cui badare mentre scatena vari gadget per combattere
i suoi nemici sul campo di battaglia.
Abbiamo anche alcune riprese inedite
del film mentre Captain America e il nuovo Falcon si lanciano in
azione insieme (e nel video vediamo davvero la mano del Celestial
Tiamut, in lontananza). Si prevede che questa sia la location di
una delle principali sequenze d’azione aeree in Captain
America: Brave New World e la fonte di Adamantio
nell’MCU.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre ancora sconosciuto è il ruolo
del villain interpretato da Giancarlo Esposito. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso.
Nonostante dunque avrà degli
elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il
nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“,
ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale
comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui
ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Sebbene non siano state fatte
“offerte formali”, si dice che la star di Dune:
ProphecyMark Strong sia in lizza per interpretare
Albus Silente (insieme al già citato Mark
Rylance), con la co-creatrice/star di Bad Sisters
Sharon Horgan e Rachel Weisz sono state prese in
considerazione per interpretare Minerva McGonagall. Infine,
l’attore di Ted Lasso e Thor: Love and Thunder
Brett Goldstein sarebbe in lizza per interpretare
Hagrid.
HBO è molto cauta in questa
fase e ha risposto con la stessa dichiarazione per ogni richiesta
di conferma: “Sappiamo che una serie così importante susciterà
molte voci e speculazioni. Mentre procediamo nella pre-produzione,
confermeremo i dettagli solo quando finalizzeremo gli
accordi”.
Lo studio è attualmente alla ricerca
di nuovi attori per interpretare i tre ruoli principali di Harry,
Ron e Hermione e ha lanciato un casting aperto per bambini di età
compresa tra 9 e 11 anni. Si dice che WBD “spera di popolare il
cast degli adulti con alcuni degli attori più noti del Regno
Unito”.
Cosa sappiamo della serie di Harry Potter?
Francesca Gardiner
(Succession, His Dark Materials, Killing Eve) è a
bordo come showrunner e produttore esecutivo, con Mark
Mylod (Succession, Game of Thrones, The Last of Us) arruolato come produttore
esecutivo e regista di numerosi episodi.
La sinossi ufficiale dello show
recita: “La serie sarà un fedele adattamento dell’amata serie
di libri di Harry Potter dell’autrice e produttrice esecutiva
J.K. Rowling. La serie presenterà un nuovo cast
per guidare una nuova generazione di fandom, ricca di fantastici
dettagli e personaggi amatissimi che i fan di Harry Potter amano da
oltre venticinque anni”.
“Ogni stagione porterà Harry
Potter e queste incredibili avventure a nuovi pubblici in tutto il
mondo, mentre i film originali, classici e amati rimarranno al
centro del franchise e disponibili per la visione a livello
globale”.
La serie non ha ancora una data di
uscita ufficiale, ma dovrebbe arrivare nel 2026.
Accolto da trepidazione e
emozione, Robbie Williams ha incontrato la stampa
italiana a Roma per presentare Better Man, il biopic che racconta la storia
della sua vita e della sua carriera. Un film diretto da
Michael Gracey (The
Greatest Showman) in cui la star non si risparmia
e racconta con grande onestà tutto quello che gli è accaduto, dal
successo alle dipendenze.
Better Man è un
atto di coraggio?
Robbie
Williams: “Questo film non è ancora uscito e fino a
questo momento tutti hanno detto cose molto carine. Io ci ho messo
la mia autenticità e il desiderio di condividere tutto. Per ora è
stato un processo liberatorio, ma se non dovesse essere un successo
diventerà l’esatto opposto, e questo vorrà dire altra
terapia!”
La Scimmia è come Robbie Williams
vede se stesso
Perché ha deciso
di apparire nella storia come una scimmia?
RW:
“È il modo in cui Robbie si vede. In questo modo il pubblico
può vedere Robbie esattamente come lui si vede. Poi ci sono un
sacco di biopic un po’ ripuliti e edulcorati in giro, in questo
periodo. Il nostro non è un film o edulcorato, anche in quelle
situazioni in cui sarebbe dovuto essere ripulito, e questo
particolare della scimmia secondo me lo ha reso più
interessante.”
Better Man
propone un grande grado di sincerità. È stato difficile visto che
il film coinvolge anche altre persone?
RW:
“Per me non è un problema spiegare chi sono e farlo con la
massima sincerità e autenticità, perché sono nello spettro. Non
trovo insolite certe cose, tranne quando me lo fanno notare. Solo
in quel momento lo capisco e mi viene una crisi esistenziale. Mi
sono trovato ad avere a che fare con una figura pubblica che era
predisposta a condividere le parti positive e anche quelle
negative. E credo che per ora si parli bene del film proprio perché
si capisce che è un film autentico, cosa di cui abbiamo
particolarmente bisogno e che non viene invece restituita dai
media.”
Spera che
guardando il film qualcuno trovi conforto?
RW:
“Non ho fatto questo film per altruismo, l’ho fatto per motivi
carrieristici perché questo serve alla mia carriera in questo
momento. Per professione io cerco l’attenzione degli altri e esisto
solo quando la ottengo. Così come quando ho fatto il documentario
per Netflix. L’ho fatto principalmente per me, ma il
fatto è che siccome l’autenticità piace alle persone, allora quello
trova riscontro nel pubblico. È un effetto collaterale, molte
persone sono venute da me dicendomi che hanno gradito la storia,
ritrovandoci la loro vita e le loro relazioni. Ma è un effetto
collaterale che mi ha fatto sentire bene, il mio lato narcisista ha
portato a effetti positivi. Ma non è stato quello l’obbiettivo
principale.”
Nel film ci sono
tanti ricordi, ma non c’è la sua ospitata a Sanremo ’94, cosa
ricorda?
RW:
“Sanremo… lo fanno ancora? Mi piacerebbe essere invitato. Devo
dire che in Italia c’è un’energia molto precisa tra il pubblico. È
una cosa che ho notato anche ieri sera durante la diretta di
X Factor (Robbie Williams era ospite durante la finale a
Piazza del Plebiscito, ndr). In Inghilterra gli spettacoli
in televisione sono molto ordinati, ieri invece il backstage c’era
la confusione totale, mentre la diretta andava in onda in maniera
perfetta. E mi sono reso conto di questo meraviglioso caos che
regnava che ti fa rendere conto del calore che ti arriva dalle
persone. Ho amato la bellezza di tutto quello che succedeva, di
questo calore, partecipazione e accoglienza. E se si accoglie
questo calore, non puoi fare a meno di amare l’Italia. Per quanto
riguarda Sanremo ’94, ero così fatto che non mi ricordo
nulla.”
Robbie Williams a Roma presenta Better Man – Foto di Chiara
Guida
Robbie Williams e il rapporto con
il suo corpo
Il corpo è stato
molto importante per la sua carriera, ma che tipo di rapporto ha
con il suo corpo, cosa ha significato per lei nel corso della sua
carriera?
RW:
“Il mio corpo è sempre stato fonte di disagio e malattia, sono
un dipendente impulsivo, per cui la droga, il sesso, il cibo,
l’alcol sono sempre state cause di dipendenze per me. Ora, con le
droghe ho smesso, con il bere, ho smesso di bere, pure con il sesso
abbiamo chiuso (ride), a questo punto però il problema rimane il
cibo. Il problema alimentare continua ancora oggi, ed è stato
problematico sin da quando ero in undicenne cicciottello. Ha fatto
sviluppare una nevrosi che io mi porto dietro ancora oggi. Al di
fuori dei video e dei film, il problema del corpo continua a
persistere. Certo, oggi sono tremendamente sexy, ma ancora oggi il
corpo può essere causa di grande vergogna e grande dolore. È un
malessere che mi accompagna. Il rapporto con il mio corpo continua
a essere complesso e doloroso.”
Ultima giornata di programmazione
per il Noir in festival, la cui 34ma edizione
si chiude sabato 7 dicembre all’insegna della miglior letteratura e
del miglior cinema di genere. Tanti gli ospiti che hanno reso
imperdibile questa edizione, tra cui la più grande scrittrice
americana vivente Joyce Carol Oates,
premiata con il Raymond Chandler Award, o lo
spagnolo Juan Gómez-Jurado, autore di best
seller internazionalmente celebrati, e grandi nomi della
letteratura italiana tra cui Maurizio De
Giovanni.
Evento di chiusura del festival sarà
un’anteprima imperdibile fuori concorso: Fatti
Vedere di Tiziano Russo (prenota
il tuo biglietto gratuito), commedia a tinte noir che
vede nel cast Matilde Gioli, Francesco Centorame, Pierpaolo Spollon
e Asia Argento, che arriverà nelle sale
italiane grazie ad Eagle Pictures. A presentare il film in sala
saranno il regista Tiziano Russo e Asia Argento (ore 20.30 –
Cineteca Milano Arlecchino).
Il cinema è stato protagonista
indiscusso in questa edizione di festival, con proiezioni e ospiti
che hanno portato al Noir quanto più di rappresentativo si possa
vedere oggi nelle cinematografie mondiali.
Dall’horrorPresence firmato da
Steven Soderbergh, al bizzarro e
grottesco Rumours con
protagonista un’inedita Cate Blanchett, fino
a Miséricorde di Alain
Guiraudie, celebrato dai Cahiers du Cinema e accompagnato al
festival dal protagonista Felix Kysil,
o Brief history of a
familydi Lin Jianjie.
Nella giornata conclusiva del
festival sarà invece il cinema italiano ad essere protagonista
assoluto alla Cineteca Milano Arlecchino. Oltre a Fatti
vedere, il festival ospiterà alle 14.30 l’anteprima
di Il migliore dei mali, opera prima
della youtuber e sceneggiatrice Violetta
Rovetto (conosciuta sul web come Violetta Rocks), che
adatta per il grande schermo l’omonima graphic novel da lei
firmata, edita Shockdom. Il film è un’avventura tra giallo e
fantastico dove i misteriosi avvenimenti che si verificano attorno
a cinque ragazzini e alla loro città natale, li porterà a
scontrarsi con «il migliore dei mali». Ad accompagnare il film in
sala, insieme alla regista, anche i due
protagonisti Andrea
Arru e Giuseppe Pallone.
Nel corso della serata di chiusura
saranno assegnati i premi per il cinema: il Black
Panther Award, assegnato a uno degli otto film in
concorso, scelto da una giuria composta da Chiara Caselli, James
Jones, Fulvio Risuleo e Letizia Toni, e il Premio
Caligari al miglior film noir italiano dell’anno.
Al cinema dal 5 dicembre,
dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma
2024, arriva L’Orchestra
Stonata (qui
la recensione), di Emmanuel Courcol,
che racconta una storia di famiglia, amicizia e soprattutto amore
per la musica.
Quando al celebre direttore
d’orchestra Thibaut viene diagnosticata la leucemia, un test del
DNA per trovare un donatore di midollo osseo rivela che è stato
adottato. Thibaut rintraccia e incontra così il fratello biologico
Jimmy, un operaio che suona il trombone in una banda musicale
locale a Lille. Quando la banda perde il suo direttore, Thibaut
subentra come sostituto e i fratelli apprendono di più sulle
circostanze che hanno plasmato le rispettive vite, condividendo la
passione e la vocazione per la musica.
In occasione del festival
Capitolino, abbiamo incontrato il regista e sceneggiatore
Emmanuel Courcol e la sceneggiatrice,
Irène Muscari, alla sua prima prova con la
scrittura per il cinema.
Intervista a Emmanuel Courcol e
Irène Muscari, il regista e la co-sceneggiatrice de L’Orchestra
Stonata
Quanto è
importante il contesto sociale quando si ha un’ambizione
artistica?
Emmanuel
Courcol: “L’importanza del contesto sociale viene
principalmente dall’educazione che si riceve, artistica e
scolastica. Ma ancora prima, in ambienti sociali più sfavoriti,
spesso non si hanno neanche le ambizioni, si vive in un contesto in
cui neanche viene in mente di poter ambire a determinate carriere.
L’ambiente che ti circonda fa sì che neanche si possa avere un
sogno o pensare in grande. Nel film, i due fratelli hanno entrambi
un grande talento musicale, ma Jimmy nella sua vita non ha mai
pensato di poter trasformare il suo talento naturale in un lavoro,
non ha mai pensato che sarebbe potuto diventare un grande artista o
un direttore d’orchestra. Il primo limite è
l’autocensura.”
Irène
Muscari: “A contatto con Thibaut, Jimmy comincia a
sognare di fare qualcosa di diverso. Per lui il ventaglio delle
possibilità si allarga improvvisamente ed è il fratello che gli
offre questa prospettiva, però il problema è che la vita non
aspetta. Se a tre anni sei stato messo in una casa di accoglienza
invece che davanti a un pianoforte, a 30 anni non puoi pensare di
arrivare a suonare nell’Orchestra di Lille, perché troppo
tardi.”
L’Orchestra
Stonata è stato scritto a quattro mani, ma com’è nata l’idea del
film?
Irène
Muscari: “L’incontro è avvenuto sul precedente film di
Emmanuelle, Un triomphe (qui la recensione del remake
italiano,
Grazie Ragazzi), che racconta la storia di un regista
di teatro che va a lavorare in un carcere e monta una messa in
scena di Becket, Aspettando Godot, e con questa
compagnia insolita va in tournée. Dal momento che io lavoro in un
istituto carcerario, e mi occupo di attività culturali per i
detenuti, Emmanuelle mi ha chiesto una consulenza scientifica per
la sceneggiatura di quel film. E durante il montaggio di Un
triomphe, mi ha parlato di questa idea di far incontrare
due mondi musicali diversi, primo germe della storia di
L’Orchestra Stonata. Io lavoro tanto con le
orchestre sinfoniche e conosco molto bene la musica classica, e lui
è un grande melomane. Abbiamo cominciato a parlarne, gli ho portato
l’idea dell’innesco che gira intorno alla malattia e pian piano è
nata la storia. La creazione artistica è un processo molto
delicato. Noi siamo una coppia nella vita e siamo fatti per vivere
insieme, ma questo non vuol dire che siamo fatti per lavorare
insieme. Invece il nostro confronto si è rivelato proficuo anche
lavorativamente parlando, ci intendiamo benissimo e abbiamo gli
stessi obbiettivi. Vogliamo parlare di determinismo sociale e di
quello che l’approccio alla pratica artistica può offrire alle
persone per evolversi. Questi argomenti ci stanno a
cuore.”
Per quello che riguarda
l’aspetto musicale, nel film c’è tanta musica di diversa
estrazione, alta e bassa, come l’avete scelta?
Emmanuel
Courcol: “Abbiamo cominciato da quello che sono i
nostri gusti musicali, ma abbiamo avuto un consulente per il film
che è anche il compositore della colonna sonora originale e del
pezzo di musica sinfonica che si sente alla fine del film,
Michel Petrossian. Il brano di Aznavour e il
Bolero li avevamo scelti sin dall’inizio, ma abbiamo cercato di
essere dalla parte del pubblico pur proponendo una musica
orchestrale contemporanea, che si sente molto poco nel cinema di
oggi. Anche scegliendo un brano di Beethoven, abbiamo optato per un
pezzo poco conosciuto. Abbiamo cercato di mettere insieme diverse
anime.”
Irène Muscari: “Emmanuelle mi ha molto aiutata
con la sua esperienza. Ma mi ha lasciata anche esprimermi perché
c’era molta empatia. Da un punto di vista formale per il primi
tempi è lui che ha strutturato la storia, per me l’inizio del
lavoro è stata la parte più difficile perché non ero capace di
avere una visione globale del film, ma ho imparato ormai e infatti
abbiamo già scritto il prossimo film. Adesso il processo è più
rapido, ho dall’inizio una visione globale del lavoro. Per quello
che invece riguarda il metodo, scriviamo contemporaneamente,
abbiamo lo stesso testo davanti e ci lavoriamo insieme, lo scambio
è in diretta rispetto alla scrittura.”
Emmanuel Courcol
è stato anche attore, prima di passare dietro alla macchina da
presa. Come si lavora con degli attori quando si conosce la
condizione psicologica dello stare davanti alla macchina da
presa?
Emmanuel
Courcol: “Il fatto di essere stato attore mi dà dei
vantaggi da regista, perché so cosa si prova quando si sta davanti
alla macchina da presa, so cosa vuol dire stare dalla parte degli
attori. Ho un comportamento empatico e solidale con i miei
interpreti e do loro fiducia. Voglio metterli in condizione di
avere spazio per provare e anche tempo per sbagliare. Questo l’ho
imparato sul set. Voglio si sentano liberi di fare proposte e di
avere la possibilità di aggiustare quello che non va bene, gli
errori si possono riparare. In questo modo risparmio molto
tempo.”
Distribuito da Movies
Inspired, L’Orchestra Stonata è in sala dal 5
dicembre.
In più occasioni il cinema si è
cimentato nel raccontare di un mondo sconvolto da un virus letale
che costringe l’intera popolazione a misurarsi con le sue
drammatiche conseguenze. Film come Virus letale o il più
recente Contagion sono solo alcuni degli esempi più
brillanti di questo filone. Un altro titolo particolarmente
importante è La città verrà distruttaall’alba (qui la recensione del film),
diretto nel 2010 da Breck Eisner. A
differenza dei due titoli poc’anzi citati, si tratta però di un
thriller fantascientifico dove la diffusione del virus porta con sé
risvolti molto peggiori della morte, trasformando gli infetti in
veri e propri mostri senza controllo.
Il film in questione è inoltre il
rifacimento dell’opera di culto omonima del 1973, diretta dal
celebre regista horror George A. Romero. Con
quest’opera egli si concentrò sul dar vita ad una scioccante
rappresentazione dell’isteria che può colpire una popolazione nel
momento in cui questa si trova a dover gestire fenomeni
inspiegabili. Romero, che figura anche come produttore esecutivo di
questo remake, si disse particolarmente soddisfatto dal nuovo film,
considerandolo una vera reinterpretazione in chiave contemporanea
del tema. La città verrà distrutta all’alba ha poi
ricevuto una buona accoglienza anche dal resto della critica e del
pubblico, arrivando ad un incasso di oltre 50 milioni di
dollari.
Per tutti gli appassionati del
genere, infatti, si tratta di un’opera imprescindibile, che va a
segnare un notevole tassello nella rappresentazione di tale
inquietante scenario. Nel film si ritrovano infatti tutte le
caratteristiche del genere, come anche affascinanti novità. In
questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Radha Mitchell, Timothy Olyphant e Brett Rickaby in La città verrà
distrutta all’alba.
La trama di La città verrà distrutta
all’alba
La vicenda si svolge nella cittadina
di Ogden Marsh, dove tutto scorre tranquillamente, gli abitanti
sono i classici cittadini modello e non si verificano pressocché
mai infrazioni della legge. Un giorno, però, durante una partita di
baseball, l’agricoltore Rory Hamill decide di
entrare sul campo con un fucile senza un non ben precisato motivo
se non quello che di uccidere qualche sconosciuto. Lo sceriffoc
David Dutton è quindi costretto ad ucciderlo per
non rischiare la vita di nessun innocente. Quell’evento sembra
inizialmente essere soltanto un caso isolato, dovuto all’improvvisa
follia dell’agricoltore.
Ben presto però, la maggior parte
degli abitanti comincia allo stesso modo a comportarsi stranamente,
per poi nel giro di poche ore diventare degli assassini senza
scrupoli. Lo sceriffo decide quindi, in una città allo sbando
totale, di fuggire insieme a pochi superstiti non contagiati da
quello che si scopre essere un misterioso virus che trasforma gli
infetti in mostri fuori controllo e dediti alla pura violenza. A
complicare la situazione vi è però anche l’intervento del governo,
che venuto a conoscenza della situazione della cittadina, decide di
intervenire con forze armate alla disinfestazione e all’uccisione
di chiunque mostri i sintomi della pazzia, al fine di impedire la
diffusione del virus.
Il cast del film
Ad interpretare lo sceriffo
protagonista del film, David Dutton, vi è l’attore Timothy
Olyphant. Celebre per film come Hitman –
L’assassino o la serie Justified, questi si dichiarò
interessato al progetto sin da subito. Desiderava infatti da tempo
recitare in un nuovo progetto di questo genere, ed era affascinato
dalle tematiche universali presenti in esso. Dopo aver sostenuto un
provino, l’attore ottenne la benedizione dello stesso Romero. Il
regista lo considerò particolarmente adatto a rappresentare un uomo
buono costretto a prendere una serie di decisioni al limite della
moralità. Ad interpretare sua moglie incinta Judi, vi è l’attrice
australiana Radha Mitchell, nota per film come
Neverland – Un sogno per la
vita e Attacco al potere.
L’attore Joe
Anderson, visto nella serie televisiva Outsiders,
è invece Russell Clank, il braccio destro dello sceriffo. Danielle
Panabaker, nota per il suo ruolo di Caitlin Snow alias
Killer Frost in The
Flash, interpreta qui l’assistente del centro medico
locale Becca Darling. Sono poi presenti gli attori Mike
Hickman nei panni dell’agricoltore Rory Hamill,
Christie Lynn Smith in quelli di Deardra Farnum,
mentre Preston Bailey è Nicholas Farnum.
John Aylward è il sindaco Hobbs, mente
Lisa K. Wyatt e Justin Welborn
sono Peggy e Curt Hamill, rispettivamente moglie e figlio
dell’agricoltore Rory. Ogni attore che interpreta un personaggio
infettato è poi andato incontro a diverse ore di trucco per dar
vita alla trasformazione necessaria.
La spiegazione del finale di
La città verrà distrutta all’alba
La fine del film mostra che i
personaggi principali, Judy e David, sono fuggiti dalla città di
Ogden Marsh perché sanno che l’esercito sta pianificando di
bombardarla. Riescono a sentire il conto alla rovescia e riescono
ad attraversare i confini della città appena in tempo. Tuttavia, il
loro camion viene danneggiato dall’esplosione e li costringe a
camminare fino alla città successiva, Cedar Rapids. La scena finale
mostra che il satellite riprende la coppia che cammina verso la
nuova città. Il satellite aggancia l’obiettivo e i comandi
recitano: Iniziare il protocollo di contenimento. Nella scena
post-credits, si interrompe un telegiornale e si vedono le immagini
di un ufficiale militare e, in un secondo, di un uomo che si
arrampica sulla telecamera.
Su questo finale ci sono varie
teorie. La prima vuole che il governo ha individuato la coppia che
si spostava dalla città infetta a una nuova città. Di conseguenza,
a causa lor, potrebbe essere necessario distruggere anche la città
successiva. Perché uno dei due potrebbe infettare le altre (un
rischio che il governo non può correre) e dato che il governo stava
coprendo l’esplosione come un “incidente in un impianto chimico”,
la coppia potrebbe raccontare alla nuova città ciò che è realmente
accaduto. Un’altra teoria sostiene invece che la coppia potrebbe
essere stata infettata e aver iniziato a manifestare i sintomi.
Pertanto, l’uomo visto nella scena post-credit potrebbe essere
David. Probabilmente la coppia è dunque in ogni caso morta alla
fine del film.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel
catalogo di Netflix, Amazon Prime Video e Infinity+. Per
vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma in questione o noleggiare il singolo film. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di venerdì 6 dicembre alle ore
21:15 sul canale Italia 2.
Il film del 2022 Prey
porta la saga di Predator indietro nel tempo, contrapponendo
uno dei più grandi cacciatori della galassia ai guerrieri Comanche
del 1700. Nuovo periodo, ma stesso letale Predator, dunque, per un
film che si configura come una vera e propria origin story della saga. Diretto da Dan
Trachtenberg, Prey
(qui
la nostra recensione) racconta infatti la
storia della prima caccia della specie Predator sulla
Terra.
Durante un’intervista, Trachtenberg ha
spiegato che il suo obiettivo per il film era quello di tornare
alle radici del franchise: “l’ingegnosità di un essere umano
che non si arrende, che è in grado di osservare e interpretare, in
fondo è in grado di battere una forza più forte, più potente, ben
armata“. Storicamente accurato e ricco di momenti di grande
intrattenimento, il film è poi stato un vero e proprio successo ed
è da molti definito il capitolo più avvincente della saga.
Per i fan dei precedenti capitoli,
si tratta dunque di un ritorno alle origini che, date le sue
particolarità, non mancherà di entusiasmare. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Prey.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori, alla spiegazione del
finale e a ciò che sappiamo riguardo un
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Ambientato nel 1719 nelle Grandi
Pianure, il film ha per protagonista la giovane
Naru, guerriera feroce ed estremamente abile della
tribù dei Comanche. Cresciuta all’ombra di alcuni dei più
leggendari cacciatori del suo popo, Naru intende dimostrare di
poter proteggere la sua gente quando un pericolo minaccia il suo
accampamento. La preda che insegue, e che infine affronta, si
rivela però essere un predatore alieno altamente evoluto con un
arsenale tecnologicamente avanzato Ne seguirà una feroce e
terrificante resa dei conti tra i due avversari.
Ad interpretare Naru, la giovane
guerriera Comanche, vi è l’attrice Amber
Midthunder. Dakota Beavers ricopre
invece il ruolo di Taabe, fratello di Naru. Michelle
Thrush è invece Aruka, la loro madre, mentre
Julian Black Antelope ricopre il ruolo di Capo
Kehetu. Bennett Taylor, invece, è Raphael Adolini,
un traduttore italiano assunto dai francesi. Infine, l’ex giocatore
di pallacanestro Dane DiLiegro interpreta il
selvaggio Predator, che brandisce versioni primitive delle armi
avanzate usate dai Predator nei precedenti film.
La spiegazione del finale
Il combattimento finale di Prey
inizia con Naru e suo fratello Taabe che affrontano entrambi il
Predator. Taabe, tuttavia, viene poi ucciso
dall’alieno mentre Naru fugge e riesce poi ad ingerire il
particolare fiore che permette di nascondere il calore corporeo,
che è ciò a cui il Predator fa riferimento per individuare le sue
prede. A quel punto, Naru usa la pistola avancarica a pietra focaia
per tendere un’imboscata al Predator, riuscendo a fargli cadere la
sua maschera di puntamento laser che lei ruba prima di fuggire nel
bosco.
Naru attira poi il Predator in una
palude piena di fango prima di usare la maschera del cacciatore
alieno contro la creatura stessa. A quel punto, il Predator muore
per le ferite riportate e la ragazza può tagliargli la testa
e dipingersi il viso con il suo sangue verde brillante. Ha
finalmente completato quella che riteneva la prova con cui
dimostrare il suo valore di guerriera. Può così tornare dalla sua
tribù, sfoggiando come premio la testa del Predator.
Durante l’inizio dei titoli di coda,
gli eventi del film vengono riassunti in una serie di pitture
rupestri che si concludono con la rappresentazione di tre vascelli
Predator che scendono verso la tribù. Non è chiaro se si tratta di
un qualcosa che deve ancora avvenire o che è già avvenuto e di cui
è stata riportata testimonianza tramite la pittura. Di certo, tale
dettaglio apre ad un sequel e nell’ottobre 2023, Trachtenberg ha
confermato l’interesse dello studio a continuare il franchise e che
un sequel è attualmente in fase di sviluppo.
Ci sono easter eggs sulla saga di
Predator?
Pur essendo ambientato in un tempo
diverso e sembrando del tutto scollegato rispetto agli altri
capitoli della saga (salvo la presenza degli alieni del titolo), in
Prey
sono presenti due grandi riferimenti ai precedenti film di
Predator. Il primo è un riferimento a una delle famose battute di
Arnold Schwarzenegger del
primo film, quando la stessa battuta viene pronunciata da
Taabe: “Se sanguina, possiamo ucciderlo“.
L’altro grande riferimento è invece
a Predator 2. Si tratta della pistola avancarica a
pietra focaia del 1715 in possesso di Naru che riporta la stessa
iscrizione presente sull’arma che Danny Glover
riceve dai Predator come segno di rispetto per la sua vittoria in
quel film. Questo significa che a un certo punto i Predator devono
essere tornati sulla Terra e hanno preso quella pistola, quindi… un
divertente easter egg? Certo. Brutte notizie per Naru e la sua
tribù? Decisamente.
Il trailer di Prey e dove vederlo in streaming
e in TV
È possibile fruire di Prey
grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Disney+.
Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 12 giugno alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Il film del 1993 Il fuggitivo è ancora
oggi indicato come uno dei migliori thriller di sempre, ricco di
suspense e colpi di scena. Dato il grande successo di questo, è
stato poi realizzato nel 1998 non un sequel, bensì uno spin-off.
Conclusa la storia del medico Richard Kimble, interpretato da
Harrison Ford,
l’attenzione si è infatti concentrata sull’altro celebre
personaggio del film, l’agente federale Sam Gerard. È infatti lui
il protagonista assoluto di U.S. Marshals – Caccia senza
tregua. Questo è diretto da Stuard Baird,
noto principalmente per essere stato il montatore di titoli come
Superman, 58 minuti per morire – Die
Harder e Skyfall.
Realizzato dagli stessi produttori
de Il fuggitivo, questo
nuovo film riprende lo schema narrativo del suo predecessore,
proponendo però un nuovo punto di vista. I protagonisti sono
infatti stavolta gli agenti che si occupano del caso, e non il
fuggiasco di turno. Dato l’apprezzamento ricevuto dal personaggio
di Gerard, si decise infatti di dare maggior rilevanza a questi.
Anche questo spin-off ottenne poi una buona accoglienza di critica
e pubblico. A fronte di un budget di 45 milioni di dollari,
U.S. Marshals – Caccia senza tregua arrivò ad un
guadagno globale di 102 milioni.
Ricco di tensione e dinamismo
proprio come Il fuggitivo, questo è
ancora oggi un thriller d’azione ricco di tutti gli elementi giusti
per soddisfare gli amanti del genere. Tra grandi interpretazioni ed
effetti speciali, si tratta di un’opera da non perdere. In questo
articolo si approfondiranno alcune delle principali curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Robert Downey Jr. e Wesley Snipes in U.S. Marshals – Caccia senza
tregua
La trama di U.S. Marshals – Caccia senza
tregua
Ambientata dopo gli eventi del primo
film, la storia vede nuovamente come protagonista Sam
Gerard, agente capo di una squadra di Marshals, poliziotti
alle dipendenze del Dipartimento di Giustizia, incaricati di
rintracciare il pericoloso assassino Mark J.
Sheridan, attualmente a piede libero. Per le indagini, la
squadra di Gerard viene affiancata dal giovane John
Royce, membro dei servizi di sicurezza diplomatici. I due
agenti hanno da subito diverse difficoltà a relazionarsi, tanto per
il difficile carattere di entrambi quanto per il differente
approccio al caso. Sam, in particolare, sembra fidarsi poco di
John, tenendolo pertanto all’oscuro di molti dei risvolti
dell’indagine.
Proseguendo in questa, la squadra
arriva a scoprire che l’omicida che stanno cercando è in realtà un
agente, registrato sotto il nome di Mark Sheridan, ed ex membro
della CIA. L’uomo è sotto accusa per aver ucciso due membri del
servizio segreto diplomatico, al fine di coprire un intricato
complotto nazionale. Con la cattura del presunto responsabile
sempre più a portata di mano, Gerard capirà di avere a che fare con
un caso molto più complesso di quello che sembra. Qualcuno sembra
infatti portare avanti un doppio gioco, mentendo sulla propria
identità. Il vero colpevole, dunque, sembra essere tanto vicino
quanto imprendibile.
Il cast del film
Come già avvenuto per il precedente
film, il personaggio di Sam Gerard è nuovamente interpretato
dall’attore Tommy Lee Jones.
Proprio grazie alla sua performance in Il fuggitivo questi
ebbe modo di vincere il premio Oscar come miglior attore non
protagonista. Fu dunque per lui un gran piacere tornare a vestire i
panni di quel personaggio. Per l’occasione, egli decise di
interpretare quante più scene possibili senza ricorrere a
controfigure. Una di queste è quella che vede l’attore saltare
sopra ad una macchina in corsa. Accanto a lui, riprendono
rispettivi ruoli anche gli attori Joe Pantoliano,
come Cosmo Renfro, Daniel Roebuck, come Bobby
Biggs, e Tom Wood, come Noah Newman.
L’attore Wesley Snipes,
celebre per la trilogia di Blade, interpreta qui
il ruolo del fuggitivo Mark J. Sheridan. Questi, pur apprezzando il
personaggio e il film, dichiarò di aver odiato il dover prendere
parte ad alcune scene in acqua. Ciò è dovuto al fatto che l’attore
non sa nuotare. Nel film è poi presente anche il celebre Robert Downey
Jr. nei panni dell’agente John Royce. L’attore, che
all’epoca delle riprese stava vivendo un periodo piuttosto
difficile, disse di aver particolarmente odiato il lavorare al
film. Arrivò infatti ad affermare che avrebbe preferito finire in
prigione piuttosto che svegliarsi la mattina e dover andare sul
set.
Robert Downey Jr e Tommy Lee Jones in U.S. Marshals – Caccia senza
tregua
Il finale del film
Essendo uno degli uomini dietro la
cospirazione per vendere segreti di Stato alla Cina, Royce si fa
assegnare alla caccia all’uomo per mettere a tacere Sheridan prima
che vuoti il sacco, ma viene interrotto da Newman proprio mentre
sta per colpire il testimone. Usa la sua stessa pistola (la Taurus)
per sparare a Newman prima di consegnarla come prova, invece di
dire che Sheridan lo ha disarmato di nuovo e ha sparato allo
sceriffo con quella. Qualunque cosa Royce abbia in mente a questo
punto, cercare di spacciare la propria pistola (che l’esperto e
attento Gerard non solo ha visto, ma ha anche commentato) per
quella di Sheridan è uno stratagemma piuttosto rischioso.
Dopo che Gerard ha avuto il suo
flashback, che il film presenta come un momento molto importante,
chiede di vedere la Glock di Royce. Royce gliela consegna e Gerard
fa uno scambio davvero ovvio, scambiando il caricatore pieno di
Royce con uno vuoto prima di andarsene con il pretesto di prendere
un caffè per entrambi. Questo dà a Royce la possibilità di finire
Sheridan, ma ovviamente ciò non avviene. Gerard non aveva affatto
intenzione di prendere un caffè e spara a Royce nella resa dei
conti finale. Così, i buoni vincono, Sheridan viene scagionato e le
relazioni diplomatiche dell’America con la Cina rimangono
intatte.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di U.S.
Marshals – Caccia senza tregua grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 6 dicembre alle ore 21:00
sul canale 20 Mediaset.
Un’autentica folla di appassionati
ha preso d’assedio ieri sera il Teatro Franco Parenti a Milano per
celebrare l’inimitabile scrittura di Joyce
Carol Oates, premiata al Noir in
Festival con il Raymond Chandler
Award. Il momento tradizionalmente più alto del Noir,
organizzato quest’anno in collaborazione con La Milanesiana, è
stato aperto ieri sera da Elisabetta Sgarbi (anche editrice con La
nave di Teseo delle opere di Oates e del suo romanzo più recente,
“Macellaio”) ricordando l’ormai storica amicizia con i direttori
del festival, Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, e la fedeltà ad
un’autrice così prolifica che il suo “respiro creativo” mette
sempre a dura prova il “respiro” dell’editore.
A consegnare il premio (la perfetta
riproduzione di una moneta storica, il Doblone Brasher descritto da
Raymond Chandler nel suo romanzo “Finestra sul vuoto”) è stato
l’assessore alla cultura del Comune di Milano, Tommaso
Sacchi mentre Joyce Carol Oates ha ricordato la sua
affinità ideale e artistica con i temi di un grande narratore noir
come Graham Greene a cui fu attribuito nel 1988 il primo Raymond
Chandler Award.
“È con profonda ammirazione e
gratitudine– dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti – che
consegniamo il Premio Raymond Chandler alla carriera a Joyce Carol
Oates”.
Questa la motivazione del
riconoscimento che riassume l’intenso legame tra la scrittura della
più grande scrittrice americana vivente e il senso profondo del
genere noir.
“Sublime ingannatrice del tempo,
sia nell’aspetto di eterna ragazza sia nella sua scrittura potente
e cristallina che non scende a nessun compromesso, come solo le
voci più ribelli sanno imporsi di risuonare, Joyce Carol Oates è
per noi l’artista della letteratura oggi più efficace nel
raccontare il nodo oscuro, spesso sanguinario e inconfessabile, che
lega i membri di una comunità. Una voce letteraria inconfondibile
dall’imprescindibile valore morale di monito a tutti noi:
raccontare la realtà con le armi seduttive della finzione, è
salvare la nostra memoria e noi stessi dall’estinzione”.
Il critico e scrittore Antonio Monda
ha poi avviato un intenso dialogo con la protagonista della serata
che non si è limitato alle inquietanti atmosfere di “Macellaio”,
spaziando invece sull’attualità politica, sul doloroso mestiere
della scrittura, sul valore del noir come specchio in cui
riflettere il disagio e le contraddizioni della società. Al termine
una fila interminabile di lettori e lettrici ha impegnato Joyce
Carol Oates nella firma delle copie del suo libro e in un pur breve
momento di incontro ravvicinato con la “Signora in nero”,
presentatasi a teatro con un elegante cappello di tulle a schermare
il suo sguardo, dritto e severo con cui legge nel profondo le ombre
dei suoi personaggi.
Il nuovo Star Wars: Skeleton Crew di Disney+ è finalmente approdato
sul servizio di streaming con i suoi primi due episodi. Nonostante
le divergenze che hanno circondato il concetto generale dello show
quando è stato rivelato, molti fan di Star Wars –
vecchi e nuovi – si sono detti piacevolmente sorpresi della buona
riuscita dei primi episodi. Mescolare il classico stile Amblin
degli anni ’80 con l’universo di Star
Wars sembra essere una combinazione vincente, almeno
finora.
Tuttavia, come accade ogni volta che
un nuovo progetto di Star Wars viene trasmesso, il
pubblico è ansioso di capire esattamente in quale punto della
tentacolare linea temporale si inserisce questa nuova storia. In
una linea temporale ufficiale composta da nove epoche distinte, è
facile confondersi con tutti questi nuovi contenuti in uscita. In
questa guida, il posto di Star Wars: Skeleton Crew nella linea temporale della
galassia lontana, lontana sarà chiarito, così come la sua posizione
rispetto a ciò che è venuto prima e a ciò che verrà dopo.
Star Wars: Skeleton Crew è
ambientato nell’era della Nuova Repubblica
La galassia si sta ancora
riprendendo dal regno dell’Impero
L’alba degli Jedi – Prima del
25.000 BBY
La Vecchia Repubblica – 25.053-500
anni fa
L’Alta Repubblica – 500-100 anni
fa
La caduta degli Jedi – 100-19 anni
fa
Regno dell’Impero – 19-0 BBY
Età della Ribellione – 0-4 ABY
La Nuova Repubblica – 5-34 ABY
Ascesa del Primo Ordine – 34-35
ABY
Nuovo Ordine Jedi – 50 ABY e
oltre
Star Wars: Skeleton Crew è ambientato nell’anno 9 ABY
– il che, ovviamente, significa che si svolge 9 anni dopo l’epica
battaglia che ha chiuso il film originale di Star Wars ,
Una nuova speranza. L’era della Nuova Repubblica è un
periodo che Disney e Lucasfilm hanno esplorato a lungo da quando
hanno lanciato la loro linea di programmi televisivi in streaming.
Ad esempio, le tre stagioni di The
Mandalorian si svolgono tra il 9 ABY e l’11 ABY.
Ciò significa che, in teoria, Din Djarin potrebbe scoprire Grogu
sul pianeta desertico di Arvala-7, che è sorvegliatissimo, proprio
mentre Wim, Neel, Fern e KB lanciano accidentalmente l’Onyx Cinder
oltre la Barriera di At Attin. Allo stesso modo, anche gli eventi
“attuali” de The
Book di Boba Fett si svolgono nell’anno 9 ABY.
Per quanto riguarda Ahsoka, che ha concluso la prima stagione nel
2023, Star Wars: Skeleton Crew si svolge 3 anni prima.
Ahsoka
si svolge nell’11 ABY, il che ha senso visti gli eventi della
seconda stagione di The Mandalorian. Poiché i ragazzi di
Skeleton Crew pilotano l’Onyx Cinder senza sapere come
farlo funzionare completamente, è possibile che finiscano per
interagire con la leggendaria Ahsoka Tano a un certo punto della
storia. Anche se il ritratto completo di ciò che la Lucasfilm
intende realizzare come risultato di tutto il tempo trascorso
nell’era della Nuova Repubblica resta da vedere, di certo sembra
essere un periodo importante per l’attuale programmazione di
Star Wars.
Quanto è distante l’equipaggio
di Skeleton Crew dal Ritorno dello Jedi?
Poiché Skeleton Crew è
ambientato nel 9 ABY, ciò lo colloca cinque anni dopo gli eventi
finali de Il ritorno dello Jedi. Ciò significa che solo cinque
anni prima di Skeleton Crew Luke Skywalker è riuscito a
redimere suo padre, a liberare la galassia da Palpatine (per il
momento) e a dare inizio all’era della Nuova Repubblica. Ciò
significa anche che il cast di Skeleton Crew è ancora
provato dalla fine dell’Impero e probabilmente sta lottando per
ottenere un senso di normalità in tutta la galassia. Skeleton
Crew offre uno sguardo a terra su questi cambiamenti
attraverso la percezione di giovani ragazzi, in contrapposizione al
più comune approccio a Star Wars adottato in altre offerte
dell’era della Nuova Repubblica.
Con il Ritorno dello Jedi
ancora relativamente recente durante Skeleton Crew, è
interessante vedere come un giovane ragazzo come Wim vede già le
lotte tra Jedi e Sith. Sembra che le storie di Luke Skywalker che
si scontra con Darth Vader abbiano fatto il giro del mondo,
ispirando ancora più racconti di fantasia che Wim legge sul suo
tablet e mette in scena con il suo migliore amico, Neel. Forse più
interessante, però, è il modo in cui Skeleton Crew fa
capire che la leggenda degli Jedi non è ancora svanita.
I fan diStar Wars
ricorderanno la sorpresa di Rey e Finn nell’apprendere che le
storie di Luke Skywalker che erano cresciute erano in realtà storie
vere durante Star Wars Episodio VII: Il risveglio della
forza. Il loro stupore di fronte al ricordo di Han Solo delle sue avventure con Luke
suggerirebbe che, a un certo punto, gli eventi de Il ritorno
dello Jedi finiscono per essere considerati racconti popolari.
Con i misteri dell’ambientazione di At Attin di Skeleton
Crew come elemento centrale dello show, il pubblico potrebbe
finalmente trovare un collegamento tra la percezione delle
avventure di Luke subito dopo Il ritorno dello Jedi e il
modo in cui vengono percepite quando arriva Il risveglio della
forza.
Skeleton Crew avrà un impatto
sugli eventi futuri?
Con l’introduzione di così tanti
personaggi simpatici e memorabili nei primi due episodi di
Skeleton Crew, è del tutto possibile che si inseriscano
negli eventi futuri. Qualche abile retcon potrebbe persino
includerli in eventi che abbiamo già visto svolgersi, come quelli
di Star Wars Episodio VII: Il risveglio della forza.
Sebbene la trilogia sequel si svolga più di due decenni dopo la
prima di Skeleton Crew, è possibile che alcuni di questi
personaggi siano invecchiati e diventati membri importanti della
mitologia di Star Wars.
Un collegamento molto più probabile
con gli eventi della trilogia sequel, tuttavia, è rappresentato dal
pianeta natale della Skeleton Crew, At Attin. Il pubblico viene
introdotto al pianeta attraverso la lente di ragazzi che crescono
in un sobborgo apparentemente molto normale. È proprio questa
normalità, tuttavia, che finisce per sollevare alcune importanti
bandiere rosse e suggerisce che qualcosa di sinistro giace appena
sotto la superficie. Tutto è così perfetto e uniforme, fino al
fatto che i ragazzi della scuola vengono preparati per lavori
d’ufficio, invece di essere incoraggiati a seguire i loro sogni o a
fare ciò che sentono giusto per loro. Come è consuetudine per le
storie in stile Amblin degli anni ’80, c’è quasi sempre una
cospirazione più profonda in gioco, volutamente nascosta
dall’ambientazione asettica del sobborgo, e le sottili sfumature
fasciste presenti nella narrazione di Skeleton Crew fanno
alzare un sopracciglio o due.
Con questo mistero che circonda il
pianeta, è molto probabile che lo scopo di At Attin sia quello di
favorire l’ascesa del Primo Ordine. L’Imperatore Palpatine ha
sempre avuto dei piani di emergenza in caso di fallimento del suo
Impero, e ci sono molti indizi di contesto che suggeriscono che il
pubblico sta vedendo uno di questi piani svolgersi davanti ai
propri occhi in Skeleton Crew. Dalla “barriera” che
impedisce agli abitanti di At Attin di vedere le stelle, per non
parlare di comunicare al di là di esse, ai crediti incontaminati
della Vecchia Repubblica che sono diventati una rarità nell’era
della Nuova Repubblica, tutto sembra un po’ “fuori posto” sul
pianeta per essere solo una coincidenza. Se At Attin dovesse
rivelarsi più di quanto sembri, è possibile che i fan di Star
Wars stiano assistendo agli inizi del Primo Ordine che
terrorizzerà la galassia nella trilogia sequel.
I risultati ottenuti dai
Marvel Studios con il
MCU sono a dir poco
incredibili. Gli studios rivali hanno cercato e fallito nel
tentativo di replicare questo successo (si pensi allo sfortunato
Dark Universe della Universal) e gli spettatori ora si aspettano
che ogni franchise si colleghi e si sviluppi
verso…qualcosa. Fin dal primo giorno, ci sono state
speculazioni su chi i DC Studios sceglieranno come grande cattivo
del DCU. Darkseid è probabilmente fuori discussione
dopo Justice League di Zack Snyder, ma
James Gunn avrà sicuramente dei piani per la
squadra che si riunisce per combattere una minaccia apparentemente
inarrestabile, giusto?
Si è parlato molto della
possibilità che si tratti del Centro, un essere mostruoso
introdotto per la prima volta in New Frontier di Darwyn
Cooke. Tuttavia, il capo dei DC Studios ha ora confermato che il
DCU non si propone di raccontare una grande
storia che porti a un cattivo finale di tipo boss in un futuro
crossover o film evento.
“Si tratta di storie
interconnesse, ma la gente si chiederà sempre: ‘Chi è il grande
cattivo?’.Ci sono grandi cattivi per i film
collegati?Sì.Ma si tratta solo
di ‘Ehi, sto raccontando questa storia su questo grande
cattivo’?No”, ha detto Gunn a Josh
Horowitz. “Si tratta di un universo collegato.Stiamo costruendo un mondo.Non stiamo
costruendo una storia”.
“Non stiamo scrivendo una
storia che ha un inizio, una parte centrale e una fine ”,
ha continuato il regista. “Stiamo creando un universo in
cui le persone possono entrare a farne parte e viverlo.È molto più simile a Star
Wars”.
Alcuni fan potrebbero essere delusi
da questi commenti, ma è davvero una cosa così negativa per il
DCU differenziarsi dal MCU in questo modo?
La Justice League è destinata a riunirsi prima o
poi e il cattivo che dovranno affrontare non deve necessariamente
aver già fatto sentire la propria presenza in innumerevoli altri
film e show televisivi. Per quanto riguarda la Cerchia, ci
aspettiamo ancora che il cattivo entri in qualche modo nelle
Lanterns.
Ha funzionato con Thanos ma non con
Kang il Conquistatore; anche
Avengers:Age of Ultron
ha fatto bene a introdurre Ultron senza che fosse stato presentato
per due o tre anni prima (non è un segreto che Gunn non sia stato
un grande fan del dover inserire Thanos in Guardiani della
Galassia del 2014).
“L’obiettivo fin
dall’inizio è stato quello di dare l’onore che i grandi personaggi
meritavano; le Wonder Woman, i Batman e i Superman ”,
dice Gunn dei suoi piani per il DCU in un’altra parte dell’intervista.
“Ma poi anche di sostenere questi personaggi meno
conosciuti come Peacemaker, Booster Gold e The Huntress”.
Potete vedere l’intervista completa al regista qui sotto.
Durante una conversazione al
Marrakech Film Festival, venerdì scorso, è stato chiesto a Haynes
di parlare del progetto, e inizialmente il moderatore aveva detto
che il regista non ne avrebbe parlato. Tuttavia, Haynes ha
rilasciato una breve dichiarazione.
“Quello che è successo
quest’estate è stato duro”, ha detto Haynes. “Ma il film
stesso e la sceneggiatura potrebbero risorgere in una forma diversa
un giorno”.
La storia d’amore gay sembra
seguire un poliziotto corrotto e il suo amante più giovane mentre
fuggono dalla Los Angeles degli anni ’30 per il Messico, con
Phoenix che dovrebbe recitare accanto a Danny Ramirez. In realtà,
Phoenix aveva dato origine all’idea, portando il progetto a
Christine Vachon della Killer Films e sviluppando la sceneggiatura
con Haynes e Jon Raymond. Haynes non ha confermato né smentito
queste ipotesi durante la conversazione.
Da quando il film è andato in fumo
ad agosto, Phoenix ha rifiutato di commentare durante una
conferenza stampa a Venezia, dicendo che la sua opinione non
sarebbe stata “utile” perché “gli altri creativi non
sono qui per dire la loro e non mi sembra giusto”, mentre la
produttrice Christine Vachon è stata molto più schietta quando ha
parlato dello sfortunato progetto di San Sebastián.
“L’idea che il tempo di [Todd]
sia stato sprecato e che un film non sia il risultato di quegli
anni di lavoro a stretto contatto con Joaquin… Questa è la tragedia
per me”, ha detto Vachon. “E non riesco a capacitarmi del
fatto che noi, come comunità culturale, abbiamo perso l’opportunità
di avere un altro film di Todd Haynes. È semplicemente
criminale”.
Anche Ramirez
ha parlato con Variety della situazione in ottobre,
affermando che è stata “decisamente deludente”. Haynes
sarà il presidente della giuria del 75° Festival Internazionale del
Cinema di Berlino, che prenderà il via a febbraio, mentre il
Festival di Marrakech si concluderà sabato.
La 20th Century Fox ha scelto molti
personaggi del franchise degli
X-Men in modo perfetto, quindi i Marvel Studios possono imparare o ripetere
alcune di queste decisioni quando portano gli X-Men nel
MCU. Si potrebbe sostenere
che senza il franchise degli X-Men della Fox non
esisterebbe il MCU, e il sempre crescente universo
Marvel di Kevin Feige ha imparato
molto dagli errori della Fox. Uno dei più grandi errori della Fox
nel franchise degli X-Men è stato lo spreco di molti
attori che erano in realtà perfettamente adatti ai loro ruoli di
mutanti, anche se queste scelte di casting potrebbero ispirare la
squadra degli X-Men del MCU.
Numerosi mutanti sono già stati
introdotti nel MCU durante la Saga del Multiverso,
anche se solo pochi, tra cui Ms. Marvel e Namor, provengono dalla
continuity principale del MCU.
Lo sviluppo da parte dei Marvel Studios di un reboot ufficiale
degli X-Men suggerisce che alcuni eroi e cattivi
mutanti iconici saranno ricreati per il MCU, ma alcune preziose lezioni di
casting possono essere apprese dal franchise X-Men della
Fox. Anche se molti attori e personaggidegli X-Mennon sono stati
sfruttati al massimo del loro potenziale, alcuni erano
semplicemente troppo perfetti per essere ignorati, quindi
il MCU può prendere spunto.
Kelsey Grammer come Bestia di
Hank McCoy
La Bestia di Hank McCoy è nota per
la sua raffinatezza, il suo intelletto e il suo stile di
combattimento animalesco, tutti elementi che Kelsey Grammer,
interprete di Frasier, ha incarnato perfettamente nel
franchise X-Men della Fox. Grammer è stato visto
solo nella versione con la pelliccia blu di Bestia, mentre Nicholas
Hoult ha esplorato la storia delle origini del personaggio nei film
prequel. L’interpretazione di Grammer ha ricordato
immediatamente la Bestia della popolare serie animata
X-Men degli anni ’90, portando in live-action la personalità
colta, arguta, referenziale e politica dell’eroe.
Questa scelta di casting per Bestia
è stata ispirata, tanto che i Marvel Studios hanno riportato
Kelsey Grammer a interpretare una variante di
Hank McCoy nella scena post-credits di The Marvels.
Sembra probabile che la Bestia di Grammer sarà vista di nuovo nella
Saga del Multiverso, anche se, a 69 anni, Grammer stesso potrebbe
non voler assumere il ruolo in modo permanente nel reboot degli
X-Men del MCU. Chiunque prenda il
ruolo deve incarnare la stessa brillantezza e gentile autorità di
Bestia del franchise della Fox, imitando l’interpretazione
di Grammer e offrendo al contempo qualcosa di nuovo ed
emozionante.
James Marsden come Ciclope di
Scott Summers
Il Ciclope di James Marsden è
considerato uno dei personaggi più sottoutilizzati e sprecati del
franchise X-Men della Fox, ma questo non ha nulla a che
fare con la scelta del cast. Marsden ha l’aspetto fisico
attraente perfetto per Scott Summers e ha dimostrato più volte di
essere un esperto nel fornire interpretazioni drammatiche ed
emotive, come quelle in The Butler e
Westworld. Sfortunatamente, le sceneggiature e le storie
non hanno fatto nulla per elevare Ciclope nella trilogia originale
degli X-Men e, di fatto, è stato ucciso senza tanti
complimenti all’inizio di X-Men: The Last Stand.
Tye Sheridan ha interpretato il
Ciclope di Scott Summers nella linea temporale rivista dalla Fox a
partire da X-Men: Apocalypse, ma non è riuscito a catturare la
vera essenza del personaggio della Marvel Comics.
Nei fumetti Marvel Comics, Scott Summers viene scelto dal
Professor X per guidare gli X-Men e sarebbe stato fantastico vedere
il Ciclope di James Marsden ricoprire questo ruolo. Tuttavia, è
stato ridotto a un ostacolo piagnucoloso nella storia
d’amore tra Jean Grey e Wolverine, che ha ricevuto molta più
attenzione della sua relazione con la Grey. Sebbene la Fox
lo abbia sottoutilizzato, i Marvel Studios dovrebbero andare a
caccia di un James Marsden-tipo quando si tratta di scegliere il
ruolo di Ciclope per il MCU, e sarebbe persino bello vedere
lo stesso Marsden riprendere il ruolo come variante nella Saga del
Multiverso, auspicabilmente in cerca di redenzione.
Zazie Beetz come
Domino
Zazie Beetz è stata una delle ultime attrici a unirsi al
franchise X-Men della Fox, in quanto ha debuttato in
Deadpool
2 nel ruolo della fortunata Domino, un membro della
squadra X-Force di Deadpool. Domino
è una badass nei fumetti Marvel Comics e la Beetz ha incarnato
perfettamente questo elemento del suo personaggio, duro ma
esilarante, anche se è stato un peccato che non abbia ricevuto
maggiore attenzione. Domino è una partner, una confidente e
persino un interesse amoroso per Cable, e questo sarebbe stato
interessante da esplorare inDeadpool
2, anche se forse avrebbe deviato troppo dalla
narrazione generale.
È stato deludente che la Domino di
Zazie Beetz non sia tornata in Deadpool & Wolverine, che ha colmato il
divario tra il franchise X-Men della Fox e il MCU. Tuttavia, è molto
probabile che la Beetz possa debuttare come versione ufficiale di
Domino nel MCU, magari se i Marvel Studios esploreranno lo
sviluppo delle squadre X-Force, X-Corporation o Wild Pack.
Beetz è salita rapidamente alla ribalta con ruoli in Atlanta,
Joker e Invincible, quindi sarebbe fantastico vederla
tornare nei panni di Domino, in quanto è stata una scelta di
casting ispirata per l’antieroe mutante meno conosciuto.
Kodi Smit-McPhee come
Nightcrawler di Kurt Wagner
Molti potrebbero sostenere che la
versione di Alan Cummings di Nightcrawler da X2: X-Men
United sia in realtà la scelta di casting superiore, ma
Kodi Smit-McPhee ha portato una curiosità giovanile e
un’oscurità nascosta a Kurt Wagner che ha catturato perfettamente
l’essenza del personaggio dai fumetti Marvel. Come James
Marsden, Smit-McPhee è stato vittima di una scrittura scadente nel
franchise X-Men della Fox, per cui non ha mai raggiunto il
suo pieno potenziale. Da quando ha interpretato Nightcrawler, però,
Smit-McPhee ha riscosso un grande successo con ruoli in Il
potere del cane, Elvis e Disclaimer, quindi sarebbe
bello vederlo tornare nel MCU.
Kodi Smit-McPhee ha incarnato
perfettamente la personalità curiosa e divertente di Nightcrawler.
Il personaggio è un burlone ben noto nei fumetti Marvel, e questo è emerso
perfettamente nell’interpretazione di Smit-McPhee, molto più di
quella di Cummings. Il fisico snello di Smit-McPhee è
perfetto anche per Nightcrawler, che è incredibilmente atletico,
flessibile e agile. Il ritorno di Smit-McPhee nel ruolo di
Kurt Wagner offre l’opportunità di esplorare meglio la sua storia
come figlio di Mystica e fratello di Rogue, che sarebbe ancora più
potente ora che Smit-McPhee è più vecchio e ha più esperienza.
Stephen Merchant come
Calibano
La rappresentazione di Calibano da
parte di Stephen Merchant non ricordava esattamente la controparte
Marvel Comics del personaggio, ma Merchant ha
fatto un lavoro fantastico nel fornire un Calibano appropriato per
la trama emotiva e oscura di Logan. La statura di
Merchant, 1 metro e 70, ha certamente aiutato nella sua
interpretazione dell’insolito mutante albino, Caliban, la cui
abilità gli permette di percepire e seguire gli altri mutanti.
Merchant ha reso il fantastico Caliban un personaggio
concreto e credibile, cosa spesso difficile da realizzare,
e questo dovrebbe essere tradotto nel MCU.
Calibano era già apparso nel film
X-Men: Apocalypse del 2016, ambientato nel 1983, dove era
stato interpretato da Tómas Lemarquis, forse più fedele ai fumetti,
ma la sua interpretazione non era così forte come quella di Stephen
Merchant.
Sebbene alcuni preferirebbero
vedere un Calibano più fedele ai fumetti, magari come membro dei
Morlock nel MCU, l’interpretazione di Stephen
Merchant del mutante è stata di gran lunga preferibile.
Merchant ha fornito un’interpretazione tormentata, che
rifletteva perfettamente la storia del personaggio tratta dai
fumetti Marvel Comics, in cui Caliban veniva
costantemente rifiutato a causa del suo aspetto insolito e per due
volte era stato scelto per essere trasformato in uno dei Cavalieri
di Apocalisse. Calibano è un personaggio oscuro, e Stephen Merchant
l’ha catturato perfettamente in Logan, per cui sarebbe bello vederlo riproposto.
Patrick Stewart nei panni del
Professor X di Charles Xavier
Sarà molto difficile per un nuovo
attore eguagliare l’impatto dell’interpretazione di
Patrick Stewart di Charles Xavier, il fondatore e uno dei
mutanti più potenti del mondo. L’intesa tra Stewart e Ian McKellen,
che ha interpretato Magneto, è stata incredibile e ha contribuito a
valorizzare ogni momento di Stewart nel ruolo del Professor X.
Stewart ha sfruttato il suo background teatrale per
incarnare alla perfezione i toni drammatici di Xavier, ma è stato
anche abile nel fornire gli aspetti più vulnerabili e talvolta più
aggressivi del personaggio, che sarà difficile da
eguagliare.
Patrick Stewart è tornato come
variante del Professor X in Doctor Strange nel Multiverso della Follia del 2022,
ma sebbene si sia ipotizzato un suo ritorno nella Saga del
Multiverso, è molto improbabile che riprenda il ruolo in modo
permanente. Stewart ha 84 anni e probabilmente i Marvel Studios cercheranno un
attore più giovane che possa interpretare il Professor X per
diversi anni. Tuttavia, l ‘essenza dell’interpretazione di
Stewart di Charles Xavier, molto accurata dal punto di vista
fumettistico, dovrebbe essere catturata nel MCU e James McAvoy ha già
dimostrato che sarebbe possibile replicarla.
Josh Brolin come Cable
Cable è un personaggio
difficile da portare nel live-action, poiché il burbero soldato
proveniente da un futuro devastato dalla guerra è un personaggio
difficile da afferrare.
Josh Brolin, tuttavia, ha fatto un lavoro meraviglioso
in Deadpool 2. Sembrava che Brolin, che aveva anche
interpretato Thanos nel MCU, fosse nato per interpretare
Cable, riuscendo a rendere perfettamente la natura dura del
personaggio e fornendo allo stesso tempo alcuni dei momenti più
divertenti e simpatici di Deadpool 2. Sarebbe fantastico
vedere Brolin tornare nei panni di Cable o vedere il personaggio
incarnare la sua interpretazione nel MCU.
Josh Brolin ha annunciato il suo
ritorno nel ruolo di Thanos nel MCU all’inizio del 2024, quindi è
possibile che riprenda entrambi i suoi ruoli Marvel, soprattutto dopo che
Deadpool & Wolverine ha portato l’universo X-Men
della Fox di Terra-10005 nella continuità del MCU.
Il Cable di Josh Brolin non era
solo un rude guerriero, ma aveva anche un’enorme dose di
vulnerabilità, che Brolin ha saputo trasmettere con facilità ed
efficacia. Replicare questo casting perfetto nel MCU darebbe a un Cable più
vulnerabile ed esposto l’opportunità di esplorare alcune delle sue
storyline più emotive dai fumetti Marvel, forse anche approfondendo
il suo rapporto con i genitori, Scott Summers e il clone di Jean
Grey, Madelyne Pryor. Anche il suo rapporto di amore-odio con
Deadpool sarebbe fantastico da esplorare in modo più dettagliato,
quindi sarebbe fantastico vedere il ritorno di questa iterazione di
Cable.
Hugh Jackman come Wolverine di
James Howlett
A parte la sua altezza, Hugh
Jackman è stato una scelta di casting ispirata per il ruolo di
Wolverine nel franchise X-Men della Fox, ed è diventato
una delle rappresentazioni più iconiche e più longeve di un
supereroe in live-action. Nei fumetti della Marvel Comics, Wolverine è alto 1,80 m, a
differenza di
Hugh Jackman che è alto 1,80 m, ma Jackman ha reso
perfettamente l’aspetto burbero e scostante, ma anche la
vulnerabilità e la gentilezza. Catturare lo stile
solitario e cupo del Wolverine di Jackman sarebbe un’ottima cosa da
ripetere per i Marvel Studios, anche se sarebbe un
errore per Jackman tornare dopo la Saga del Multiverso.
Sebbene Deadpool abbia scherzato
sul fatto che i Marvel Studios terranno Jackman
fino a 90 anni, a 56 anni Jackman potrebbe già essere stanco di
vestire i panni di Wolverine. Il ruolo è incredibilmente
impegnativo dal punto di vista fisico, poiché Wolverine è molto
agile, ha un’enorme resistenza ed è un combattente
esperto. Ha più senso che il ruolo di Wolverine nel
MCU venga affidato a un attore più
giovane, anche se sarebbe bello vedere riproposta l’essenza
dell’interpretazione di Hugh Jackman, che Henry Cavill ha catturato
perfettamente nel suo breve cameo in Deadpool &
Wolverine.
Ryan Reynolds come Deadpool di
Wade Wilson
Come per Hugh Jackman nel ruolo di
Wolverine, è difficile immaginare che qualcun altro diventi
Deadpool nel MCU, quindi, fortunatamente, sembra
probabile che Ryan Reynolds continuerà a interpretare questo
ruolo esilarante il più a lungo possibile. Dopo che Wade Wilson è
stato letteralmente massacrato in X-Men Origins:Wolverine, Reynolds ha fatto pressioni affinché una
versione di Deadpool più fedele ai fumetti venisse inserita nel
franchise X-Men della Fox. La passione di Reynolds
per il ruolo è costantemente messa in mostra e il suo impegno per
ottenere il giusto Deadpool è incredibile e continua
ancora oggi, da ultimo in Deadpool & Wolverine.
Nel 2004, il Deadpool della
Marvel Comics si descriveva come “Ryan
Reynolds incrociato con uno Shar Pei”, il che ha fatto sì che
Reynolds interpretasse il ruolo cinque anni dopo, e che desse vita
a una versione accurata dei fumetti 12 anni dopo, per puro caso.
La rappresentazione di Deadpool da parte di Reynolds è
forse l’adattamento più fedele di qualsiasi supereroe dei fumetti
in live-action, e sarebbe fantastico vedere che questa
situazione si protrae negli anni a venire. Dopo l’enorme successo
di Deadpool & Wolverine, sembra inevitabile che Reynolds
torni a vestire i panni di Deadpool, una prospettiva davvero
entusiasmante per il futuro del MCU.
Michael Fassbender come Magneto
di Erik Lehnsherr
Ian McKellen ha interpretato il
Magneto di Erik Lehnsherr nella trilogia originale degli
X-Men della Fox e, sebbene abbia fatto un lavoro fantastico
nel dare vita a un cattivo-antieroe risoluto e moralmente ambiguo,
l ‘interpretazione di Michael Fassbender è stata probabilmente molto
più forte. All’inizio degli anni 2000, Magneto era rappresentato
come poco più di un cattivo deciso a uccidere gli umani per
permettere ai mutanti di vivere. Il debutto di Fassbender
inX-Men: First Classha
conferito al personaggio una complessità che McKellen non aveva
colto e che è aumentata con la crescita del franchise, con
Fassbender che è diventato una delle parti più forti dei successivi
film della Fox sugli X-Men.
Le origini tedesche di Michael
Fassbender hanno reso la tragica storia di Magneto ancora più
potente, anche se l’attore non è ebreo. Tuttavia, l
‘incredibile capacità di Fassbender di accedere a una
vulnerabilità immediata e di mostrare la sua forza perfettamente e
con facilità ha reso Magneto un cattivo ancora più accattivante e
magnetico. Sarebbe fantastico vedere Michael Fassbender
riprendere il ruolo di Magneto nel MCU, magari in una versione più
vecchia e più fedele ai fumetti, ma resta da vedere chi assumerà
questo iconico ruolo di mutante nel prossimo reboot degli
X-Men del MCU.
Il 6 dicembre debutta su
Disney+Uonderbois, la nuova
serie originale italiana prodotta per la piattaforma che si
prefigge di portare lo spettatore in un viaggio straordinario tra
le strade e i sotterranei di Napoli. Ideata da Barbara
Petronio e Gabriele Galli, e diretta da Andrea De
Sica e Giorgio Romano, la serie si presenta come un mix
avvincente di folklore, avventura e un pizzico di magia. La prima
puntata, che apre le porte al mondo unico e vibrante di
Uonderbois, è un’introduzione affascinante e ricca di spunti
e influenze.
La trama di
Uonderbois, tra leggenda e realtà
La storia segue cinque
ragazzi di dodici anni che vivono nei vasci di Napoli,
stretti da un legame d’amicizia e da una fervida immaginazione
alimentata dalle leggende popolari. I protagonisti sono accomunati
dalla convinzione che la loro città sia abitata da
Uonderboi, una figura mitologica che unisce la tradizione
del Munaciello a un moderno supereroe, un Robin Hood dei vicoli
napoletani. Questo mito diventa il punto di partenza per
un’avventura epica che intreccia realtà e fantasia.
Uonderbois serie 2024 – Foto di Giulia Parmigiani
La puntata introduce
rapidamente il conflitto principale: la Vecchia, la proprietaria
dei vasci, sta per vendere le case dei ragazzi in cambio di
una statuetta di Maradona all’interno della quale, si dice, sia
nascosta la mappa di un tesoro. Questo innesco scatena una serie di
eventi che porteranno i protagonisti a immergersi nei misteri della
Napoli sotterranea, alla ricerca di un tesoro leggendario.
L’elemento magico si mescola a un toccante senso di comunità e
appartenenza, offrendo uno spaccato emozionante della vita nei
quartieri popolari napoletani, ma soprattutto di un’infanzia che
non ha ancora ceduto il passo all’adolescenza e cavalca ancora
l’immaginazione con spirito d’avventura.
Un cast brillante in
una Napoli al suo meglio
La prima puntata di
Uonderbois presenta da subito il suo cast corale che include
giovani talenti e volti noti del panorama italiano. Serena Rossi (quasi irriconoscibile sotto al
trucco della Vecchia),Massimiliano Caiazzo e Francesco Di Leva spiccano per notorietà e
carisma, ma chi brilla davvero sono i giovani protagonisti:
nonostante la giovinezza, offrono performance credibili e
appassionate, incarnando con naturalezza lo spirito vivace e
ingenuo dell’infanzia, la totalizzante dedizione all’amicizia e
all’avventura.
Napoli, degradata eppure
bellissima, è un personaggio a sé stante. La regia di
Andrea De Sicae Giorgio Romano
valorizza la città in tutta la sua complessità: dai vicoli
affollati ai misteriosi cunicoli sotterranei, indugiando presso gli
affacci ariosi sul golfo, ogni scena è un omaggio visivo alla
cultura partenopea. L’attenta alternanza di spazi chiusi e vedute
aperte permette alle immagini di alternate luci e ombre,
sottolineando con equilibrio il segreto di questa storia: la magia
e la realtà convivono nello stesso spazio.
Uonderbois serie 2024 – Foto di Giulia Parmigiani
Una scrittura
traballante
Un equilibrio ricercato
anche nella scrittura, dove però fa più fatica a emergere,
nonostante le fonti di ispirazione della serie siano evidenti. La
premessa di Uonderbois ricalca esattamente quella de
I Goonies, affaticandosi a rintracciarne la
stessa naturalezza e ingenuità. Quello che invece la serie riesce a
incorporare nella sua narrazione con naturalezza e efficacia è
tutto il magmatico universo di leggende e credenze della tradizione
napoletana, uno scrigno ricco e vivo da cui attingere.
La colonna sonora,
arricchita da due brani inediti di Geolier – Ferrari e
Parl’ cu mme –, aggiunge un tocco contemporaneo al sapore
tradizionale del folklore locale, e si sposa perfettamente con
l’atmosfera della serie.
Un debutto
promettente
Esperienza insolita nel
nostro panorama ma consapevole di maneggiare dei tropi che hanno
caratterizzato la struttura del cinema d’intrattenimento
statunitense con una enorme influenza sulla cultura pop,
Uonderbois parla principalmente a un
pubblico giovane, godendo di un felice connubio tra specificità
locale e linguaggio universale. La prima puntata dà effettivamente
solo un’idea di quello che sarà la serie, ma gli elementi per una
grande avventura ci sono tutti.