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Avengers: Infinity War, l’armatura di Iron Man nel dettaglio – action figure

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Ecco delle foto di una magnifica nuova armatura che Iron Man indosserà in Avengers: Infinity War. Le immagini raffigurano l’eroe in ogni dettaglio: un’armatura piena di nuovi gadget che sicuramente lo metteranno in condizione di combattere al meglio contro Thanos!

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Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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Thor: Ragnarok in arrivo in blu-rauy e dvd

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Il film dei Marvel Studios Thor: Ragnarok, terzo capitolo dedicato al dio del Tuono all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel, ha elettrizzato il pubblico e la critica incassando più di 845 milioni di dollari al botteghino globale. Ora, questa coloratissima avventura cosmica piena di azione, umorismo, momenti drammatici e scene spettacolari arriverà in Blu-Ray 3D, Blu-Ray e DVD dal 7 marzo  insieme a un prezioso cofanetto che racchiude tutte e tre le avventure del supereroe con il martello.

Gli esclusivi e inediti contenuti speciali nelle versioni in alta definizione comprendono scene eliminate. Il Gran Maestro è sicuramente uno dei personaggi che il pubblico ha più amato. Scopriamo 2 Scene eliminate che lo vedono protagonista:

Gli altri bonus comprendono esilaranti papere sul set; un cortometraggio esclusivo intitolato Team Darryl, terzo capitolo del documentario fittizio Team Thor, incentrato su un nuovo ed eccentrico coinquilino; un contenuto dedicato all’evoluzione degli eroi dell’Universo Cinematografico Marvel che giungerà al culmine in Avengers: Infinity War. Oltre a numerosi dietro le quinte che esplorano la visione unica del regista Taika Waititi, Ie inarrestabili donne del film, il carismatico Korg, il tirannico Gran Maestro, dittatore di Sakaar, e i fumetti Marvel che hanno dato origine al film; un commento audio di Waititi; e molto altro.

CONTENUTI SPECIALI

Blu-ray:

  • Introduzione del regista
  • Scene eliminate e estese – Scene Eliminate: Lo Stregone Supremo, Skurge trova Heimdall, Hulk insegue Thor attraverso Sakaar, e Scene Estese: Thor incontra il Gran Maestro, Avenger Stupido contro Avenger Piccolo, Il Gran Maestro e Topaz
  • Papere sul set – Divertiti a guardare questa collezione di errori, gaffe e scivoloni commessi dal cast del film
  • Cortometraggio esclusivo/Team Darryl – Subito dopo essere stato spodestato come sovrano di Sakaar, il Gran Maestro arriva sulla Terra per iniziare una nuova vita. È passato più di un anno da quando Thor ha lasciato l’Australia e Darryl sta faticando a pagare l’affitto. Ora Darryl ha bisogno di un nuovo coinquilino che lo aiuti nei pagamenti mensili: sfortunatamente per Darryl, l’unico a rispondere al suo annuncio “Cercasi Coinquilino” è il Gran Maestro, che si trasferisce a casa sua con risultati esilaranti.
  • Marvel Studios: I Primi Dieci Anni – L’Evoluzione degli Eroi – L’Universo Marvel è vastissimo e trascende i limiti del tempo e dello spazio. In questo contenuto, esamineremo l’Universo Cinematografico Marvel nella sua interezza e scopriremo dove si trova ciascun eroe all’interno dell’attuale linea temporale dell’Universo Cinematografico, dato che tutte le loro storie culmineranno in un grande evento: Avengers: Infinity War.
  • Entrare in contatto con il proprio Thor interiore – Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok, ha portato la sua sensibilità e il suo senso dell’umorismo unico all’interno del film in maniera grandiosa, ma è soprattutto l’evoluzione del senso dell’umorismo di Thor a emergere di più nel nuovo film. Questo contenuto esplora il contributo di Chris Hemsworth allo sviluppo del suo amatissimo personaggio e celebra il potente cast artistico e tecnico del film, che vi racconterà il duro lavoro necessario per dare vita agli eccentrici comprimari di Thor, ma anche i momenti più divertenti vissuti durante la realizzazione.
  • Donne Inarrestabili: Hela e Valchiria – Questo documentario esplora la forza dei personaggi femminili di Thor: Ragnarok, la loro importanza all’interno del MCU, le incredibili attrici che le hanno interpretate e le loro epiche origini fumettistiche.
  • Alla Ricerca di Korg – Una spassosa intervista con Taika incentrata sul casting di Korg. Il regista racconta la difficile ricerca dell’aspetto migliore per Korg e descrive le sfumature di questo personaggio, divenuto subito iconico all’interno del MCU. Durante questa conversazione, il regista approfondirà anche gli straordinari effetti visivi che hanno dato vita a Korg, a Sakaar e agli altri mondi di Thor: Ragnarok.
  • Sakaar: Ai Confini del Conosciuto e dell’Ignoto – Sakaar è il luogo in cui vanno a finire tutte le cose perse e trascurate. Questo documentario risponderà a tutte le vostre domande conosciute e sconosciute, ed esplorerà allo stesso tempo il duro lavoro e la creatività necessari per creare l’aspetto e l’atmosfera di Sakaar. Dalle scenografie ispirate alle celebri opere di Jack Kirby fino all’impegno mostrato dal team addetto allo sviluppo visivo nella creazione di straordinari set reali e digitali, vedrete questo mondo distante prendere vita.
  • Viaggio nel mistero – Un esauriente documentario con gli sceneggiatori, con il regista e con il produttore Kevin Feige incentrato sui fumetti Marvel che hanno ispirato Thor: Ragnarok. Il documentario si concentra principalmente sulla serie limitata dedicata allo scontro dei campioni, in cui il Gran Maestro metteva i nostri eroi preferiti l’uno contro l’altro proprio come accade nel film. Inoltre, il documentario esplora ulteriormente le origini fumettistiche di Thor e le sue storie classiche attraverso alcune interviste con alcuni dei più importanti creatori di fumetti, come Walt Simonson e Jack Kirby.
  • Scene in 8bit – La battaglia finale sul ponte + La battaglia sull’astronave attraverso Sakaar. Alcuni  scene fondamentali, presentate nello stile di un videogioco vintage.
  • Commento del regista

 Esclusive digitali:

  • L’evoluzione dell’amicizia tra Thor e Hulk – Esamineremo questa amicizia tra supereroi, sviluppatasi nell’arco di svariati film Marvel. Dal loro primo combattimento sull’Helicarrier fino all’ormai iconico pugno di Hulk nel primo Avengers, scoprite come i più potenti supereroi della Marvel siano diventati i più straordinari superamici.
  • Scene eliminate aggiuntive – Viaggio ad Asgard, Corsa verso il wormhole

Con il suo carico di adrenalina, divertimento e azione Thor:Ragnarok arriva in home video dal 7 marzo per trasportare il pubblico in un viaggio inedito viaggio attraverso l’universo!

Oscar 2018 previsioni: chi vincerà? Chi vorremmo vincesse?

Anche gli Oscar 2018 causeranno qualche scontento, come ogni anno, come ogni premio. Ma a soli due giorni dalla cerimonia numero 90 per il prestigioso riconoscimento al cinema hollywoodiano, sono immancabili le previsioni sui vincitori, anche per uno show che negli ultimi anni ha riservato pochissime sorprese, a meno che non si sia trattato di cambi di busta involontari.

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Di seguito ecco le nostre previsioni ai vincitori e, con piccola licenza, chi invece vorremmo vincesse la statuetta.

Oscar 2018 – le nostre previsioni

Miglior Film: Tre Manifesti a Ebbing, Missouri/Chiamami col tuo nome

Parla di vendetta, ma parla anche di perdono, due sentimenti molto differenti. Il primo condivisibile, l’altro auspicabile. Tre Manifesti è buon cinema, realizzato da solidi professionisti, da attori capaci, ancora di più è il film che meglio rappresenta i tempi di Hollywood. Una donna sola alza la voce contro il potere per trovare la giustizia che cerca. Tutto cade estremamente a pennello sulla situazione politica contemporanea che sta scuotendo Hollywood. Il film vincerà per motivi chiaramente socio-politici, perché “è giusto” che sia così, questo però non ne diminuisce il grande valore artistico.

C’è una ragione se Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino è riuscito a conquistare il cuore di tutti, fin dalla sua prima proiezione quasi un anno fa al Sundance Film Festival: il racconto universale sulla scoperta del desiderio e sull’accettazione del dolore incontra il linguaggio del cinema come unica via possibile per trasmettere certe emozioni, anche solo sussurrate. E quella scena finale (insieme al dialogo in coda tra padre e figlio) sono la testimonianza di un regalo del regista a noi, e a chi verrà dopo di noi. Un’opera di inestimabile bellezza che meriterebbe certamente questo premio.

Miglior Regia: Guillermo del Toro/Paul Thomas Anderson

A parte Greta Gerwig, autrice di un film piccolo ma prezioso, la cinquina di categoria mostra nomi con una forte idea di regia, per quanto, in alcuni casi (Jordan Peele) acerba. Guillermo del Toro è sulla scena da anni e questa volta ricompare in tutta la sua simpatica mole da protagonista nel panorama di Hollywood. L’Academy ha mostrato di amare il Messico, negli ultimi anni, e del Toro può continuare la tradizione. Lo fa forte di un film che riassume le sue idee di cinema, omaggiando i generi più vari, dal cinema erotico al musical passando per l’horror, con una grande coerenza. Il premio sarà suo.

Si, Guillermo del Toro è il favorito di questa stagione ed ha già portato a casa diversi premi (tra cui un Golden Globe e un Bafta), tuttavia crediamo sia altrettanto degno di un riconoscimento Paul Thomas Anderson per questa lettera d’amore al cinema e al suo attore feticcio Daniel Day Lewis, la vera luce all’interno di un film già di suo risplendente come Il Filo Nascosto. La concezione dell’immagine unita alla visione eterea, senza eguali nel panorama contemporaneo, fanno di questo straordinario autore il più innovativo dai tempi della New Hollywood. Un oscar, dopo quei capolavori de Il petroliere e The Master, sarebbe più che meritato.

Miglior Attore Protagonista: Gary Oldamn/Timothée Chalamet

Non perché sia la sua migliore performance in assoluto, ma perché è arrivato il suo momento. Come capitato con Leonardo DiCaprio, con Martin Scorsese e con altri mostri sacri di Hollywood, l’Oscar quanto arriva arriva, anche se non dovesse essere per la migliore performance (o per il miglior film) in carriera. Così Gary Oldman porterà a casa il premio per una perfomance filologica e precisa, ma forse priva di quell’anima così ribelle e allo stesso tempo elegante di cui l’attore inglese riempie ogni suo personaggio. L’abbondante make up inoltre aiuta. L’Academy ama le trasformazioni.

La maschera di Gary Oldman (perfetto nei panni del Primo Ministro Winston Churchill in L’ora più buia) ha già fatto incetta di premi, ma non sembra poterci lasciare traccia come l’interpretazione del giovanissimo Timothée Chalamet in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Il ragazzo ci sa fare, ed è meraviglioso tanto quanto doloroso guardarlo struggersi per un amore che non sa controllare, quello che si prova per la prima volta e che ci distrugge l’anima. In molte scene Chalamet dimostra più maturità dei suoi anni, soprattutto in quell’inquadratura fissa lunga 7 minuti sul finale del film che ancora oggi fatica a togliersi dalla nostra testa.

Miglior Attrice Protagonista: Frances McDormand/Margot Robbie

Ha sbaragliato la concorrenza di contendenti giovani e rampanti e nel corso di tutta la stagione dei premi ha fatto sentire la sua voce fuori dal coro, priva di orpelli, essenziale e sempre memorabile, come la sua Mildred di Tre Manifesti. Adesso, a tanti anni da Fargo, Frances McDormand è pronta per il suo secondo Oscar e, scommettiamo, per un discorso che lascerà il segno. Nel caso di Frances non si tratta soltanto di un premio all’artista, ma anche alla struggente performance.

Il sudore, la determinazione, il coraggio, la sfacciataggine, l’ironia: c’è tutto (e anche di più) nell’interpretazione di Margot Robbie in I, Tonya. L’attrice è l’anima del film, autoprodotto e fortemente voluto, l’ennesima prova di un talento che avevamo già intravisto in The Wolf of Wall Street e Suicide Squad e che qui esplode in tutta la sua incredibile ferocia. Irresistibile, semplicemente favolosa, la Robbie meriterebbe davvero questa benedetta statuetta (con tutto il rispetto e l’ammirazione per un’icona come Frances McDormand).

Miglior Attrice Non Protagonista: Allison Janney/Laurie Metcalf

Sono stati tanti gli attori che hanno interpretato nella loro carriera personaggi sgradevoli. Ma una madre sgradevole verso la propria figlia è davvero un ruolo complesso da mettere in scena e nonostante Laurie Metcalf, diretta concorrente, sia stata una magnifica madre con cui entrare in conflitto in Lady Bird, Allison Janney è la genitrice da odiare, per la figlia (Margot Robbie) e per il pubblico). Una superba interpretazione che merita il riconoscimento, anche per una carriera sempre al top ricca di piccoli e preziosi ruoli.

Questa delle attrici non protagoniste è la categoria più tosta dell’anno: non sapremmo chi scegliere tra l’istrionica Allison Janney di I, Tonya, la materna e silenziosa Mary J. Blige di Mudbound o la spassosissima Octavia Spencer di La forma dell’acqua. Eppure una preferita ce l’abbiamo, ed è Laurie Metcalf. La mamma di Lady Bird è uno di quei personaggi che di raro si vedono sul grande schermo, ma grazie alla scrittura di Greta Gerwig e all’interpretazione della Metcalf, questa figura tradizionale del cinema viene trasportata in una dimensione nuova, ancora più fragile ma forte e complessa. Da oscar, è il caso di dirlo.

Miglior Attore Non Protagonista: Sam Rockwell/Richard Jenkins

Da sempre portatore sano di follia per tutti i personaggi sopra le righe che ha interpretato, Sam Rockwell è il favori e quasi sicuramente il vincitore di questo premio. Il suo personaggio mette in scena moltissimi umori e condizioni, grazie alla fine scrittura di Martin McDonagh e all’evoluzione psicologica del personaggio stesso, che mette in condizioni Rockwell di consegnarci la sua migliore performance nella vita.

È facile far rumore alzando la voce, ma entrare nello spettatore in punta di piedi, nei panni di un uomo solo e silenzioso è l’impresa che è riuscita a Richard Jenkins in The Shape of Water. Il suo personaggio non è coraggioso, né particolarmente brillante, né temerario, ma si prodiga per l’unica amica che ha, con i mezzi che possiede, e regala al film una tenerezza immensa. Se il mondo si fermasse ad apprezzare la lentezza e la delicatezza, Jenkins sarebbe il vincitore.

Miglior Fotografia: Blade Runner 2049

Ex Aequo con se stessp senza ombra di dubbio: Roger Deakins deve vincere il suo primo Oscar e vorremmo che lo vincesse lui. Dopo ben quattordici candidature, è ora che il maestro della fotografia porti a casa il riconoscimento che vale una vita di capolavori (ultimo fra questi Blade Runner 2049).

Miglior Sceneggiatura Originale: Tre Manifesti a Ebbing/ Lady Bird

Martin McDonaugh, inglese trapiantato nell’America di periferia di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, ha cercato di proporre la sua lettura di certi stereotipi e piaghe sociali che affliggono il paese a stelle e strisce: ne è venuta fuori una sceneggiatura sarcastica, cinica e sorprendentemente commovente, dai toni quasi tragici, che rappresenta in tutto e per tutto la vera gemma del film.

Che Greta Gerwig fosse una scrittrice sopraffina ne avevamo già avuto prova vedendo Frances Ha e Mistress America, le due pellicole da lei sceneggiate insieme a Noah Baumbach. Con Lady Bird, che ha anche diretto, è venuta fuori la sua vena più intimista che raccoglie le memorie del passato e traduce nel linguaggio dell’arte (e cioè della finzione, della proiezione su personaggi fittizi a cui vorremmo somigliare) quei ricordi di un’adolescenza comune. Potrà anche sembrare banale, eppure le trame tessute dalla Gerwig sono millimetriche, precise, e la storia circolare, insomma perfetta. Non c’è via di scampo, tra lacrime e grandi sorrisi. perché Lady Bird vola alto e sarebbe bello premiarlo con questa statuetta.

Migliore sceneggiatura non originale: Chiamami col tuo nome/Logan – The Wolverine

A 90 anni, James Ivory potrebbe diventare il premiato dall’Academy più anziano di sempre. Il regista e sceneggiatore di Chiamami col tuo nome si è brillantemente cimentato nell’adattamento dell’opera di Andre Aciman che ha fatto la fortuna di Luca Guadagnino. L’adattamento delicato e puntuale della storia, al netto delle differenze con il romanzo, mostra delle doti che l’autore non deve certo dimostrare ma che saranno senz’altro riconosciute da chi assegna i premi.

Scott Frank, Michael Green e James Mangold (anche regista) hanno scritto la storia. Logan è il primo cinecomic a ricevere una nomination in questa categoria così importante, un riconoscimento che arriva in vece di tutti quelli, magari ai migliori attori, che non sono arrivati per il film che ha segnato in qualche modo la storia del genere ad oggi più celebre e redditizio dell’industria. Sarebbe bello che Logan vincesse per le categorie in cui non è stato nominato, per consacrare la rivoluzione che ha segnato, soprattutto perché ha reso comune e normale, umano, un personaggio che siamo abituati a vedere, al cinema e nei fumetti, come un supereroe. Prima di ogni altre cosa però, il premio andrebbe a un coraggiosissimo e compiuto lavoro di adattamento.

Migliore scenografia: Blade Runner 2049/The Shape of Water

Dennis Gassner e Alessandra Querzola hanno riportato in vita il mondo di Ridley Scott, questa volta affidato alle mani di Denis Villeneuve. La costruzione degli ambienti, dai più piccoli ai più grandi e maestosi trasmettono il senso di decadimento, ma anche di esigenza di umanità del protagonista. Un lavoro da Oscar, senza dubbio, per un film che purtroppo non è stato considerato nelle categorie principali.

Il lavoro di squadra di Paul Denham Austerberry, Shane Vieau e Jeff Melvin ha permesso alla scenografia di The Shape of Water di essere narrante. Dalle sale fredde del laboratorio di ricerca, alla casa di Elisa, piccola e accogliente, persino per un dio pesce. Se il film fosse muto, come la sua protagonista, potrebbe senz’altro parlare con i suoi luoghi e i suoi oggetti. Una favola raccontata prima di tutto dalle stanze, dalle ambientazioni dove si svolgono le vicende dei protagonisti.

Miglior Colonna Sonora: The Shape of Water/Il Filo Nascosto

Magica e senza tempo, la musica composta da Alexandre Desplat per La forma dell’acqua ha il fascino dei classici che non invecchieranno mai. Nemmeno tra cent’anni, quando la favola di Guillermo Del Toro verrà mostrata alle generazioni dopo di noi e poi ai loro figli, per tramandare i messaggi universali dell’amore e del valore della diversità. Un ottimo lavoro di egregia fattura sicuramente candidato numero uno al premio.

La quota alternativa della categoria è lui, componente dei Radiohead e collaboratore di lunga data di Paul Thomas Anderson: Jonny Greenwood, un genio nel vero senso della parola, musicista ricco di contaminazioni e sfumature sperimentali che non smetterà mai di stupirci. Nemmeno con la magnetica colonna sonora composta per Il filo nascosto, autentico capolavoro che si sposa perfettamente ad un’opera altrettanto perfetta.

Miglior Canzone Originale: Coco/Chiamami col tuo nome

Remember Me di Coco (film d’animazione Pixar candidato quest’anno) è il collante sonoro dell’ennesimo gioiello della casa di produzione, un omaggio alla tradizione musicale messicana popolare che riassume in pochi versi e semplici accordi lo spirito della storia e il messaggio finale.

Vedere trionfare nella categoria miglior canzone originale Mystery of Love di Sufjan Stevens sarebbe un sogno, ma forse anche un’utopia. L’artista indipendente ha composto il brano appositamente per Chiamami col tuo nome, modellando le parole all’estate del desiderio di Elio, il protagonista del film. Il risultato è un brano commovente, quasi evanescente, come è ormai solito abituare i suoi fan il cantautore di Detroit.

Miglior film d’animazione: Coco/Loving Vincent

La Pixar è una cara vecchia amica dell’Academy e Coco è un gioiello della produzione Pixar. Sembra che i giochi siano già fatti e che il film possa portare a casa l’ennesimo Oscar per la casa di Produzione della Lampada. Come sempre il premio sarebbe meritato, basta aver visto le avventure di Miguel per essere d’accordo.

Un occhio all’arte e al fascino di un uomo tormentato realizzato con originalità. Loving Vincent potrebbe essere il film giusto per portare una ventata di novità nei premi Oscar 2018, anche se non sembra questo il campo in cui l’Academy vuole innovarsi, almeno per quest’anno.

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Oscar: i 15 momenti indimenticabili della storia del premio

In attesa degli Oscar 2018, che si svolgeranno al Dolby Theatre il prossimo 4 Marzo, ecco di seguito alcuni dei momenti, nel corso degli ultimi 89 anni, che hanno segnato la storia dei premi Oscar.

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Nel corso degli anni sono stati abbattuti muri etnici, superati momenti imbarazzanti e segnate anche alcune delle pagine più “misteriose” della storia dei prestigiosi premi.

Ecco i 15 momenti che hanno fatto la storia degli Oscar

1940: Hattie McDaniel è il primo premio Oscar afroamericano

Soltanto nel 1940 l’Academy Awards assegnò un premio Oscar a un’attrice di colore. La prescelta fu Hattie McDaniel per Via Col Vento, nella categoria migliore non protagonista. Tuttavia, nonostante il suo status di vincitrice, non è stata risparmiata dall’umiliazione di sedersi separatamente rispetto agli altri membri del cast e da feroci critiche. Sarebbero passati altri 51 anni per replicare il risultato, Whoopi Goldberg che vinse per il suo ruolo di supporto in Ghost. Nel 1964 Sidney Poitier vinse il premio per il Migliore attore protagonista, primo uomo di colore nella storia, per il film I gigli del campo. Dopo 38 anni, Denzel Washington ha replicato il risultato con Training Day. Per il primo Oscar alla migliore attrice assegnato ad una interprete di colore, abbiamo aspettato invece fino al 2002, quando Halle Berry vinse la statuetta per Monster’s Ball. Non c’è ancora stata un’altra afroamericana a vincere lo stesso premio, anche se lo scorso anno Viola Davis portò a casa un meritatissimo Oscar da non protagonista.

1969: Barbra Streisand e Katharine Hepburn pareggiano

Per quanto possano sembrare scontati, i sistemi del voto agli Oscar hanno dato spesso risultati inaspettati e nel 1969 è capitato che il risultato fosse un pareggio. Katharine Hepburn e Barbra Streisand vinsero entrambe il premio per la migliore attrice protagonista. La presentatrice Ingrid Bergman rimase scioccata quando aprì la busta. Il pareggio è stato reso meno imbarazzante dal fatto che la Hepburn, che vinse per Il Leone d’Inverno, per sua abitudine, non partecipò alla premiazione, lasciando la Streisand a festeggiare nel momento della sua prima vittoria agli Oscar per Funny Girl.

1973: Sacheen Littlefeather rifiuta un Oscar a nome di Marlon Brando

Marlon Brando è stato premiato come miglior attore per il suo ruolo ne Il Padrino. Quindi, quando l’attrice e attivista dei nativi americani Sacheen Littlefeather si è presentata agli Oscar al suo posto è stata una grande sorpresa. Quello che aveva da dire era ancora più sorprendente. “Stasera rappresento Marlon Brando – disse Littlefeather – e mi ha chiesto di dirvi… che purtroppo non può accettare questo premio molto generoso, la ragione della sua scelta è il trattamento che li indiani d’America oggi subiscono nell’industria cinematografica.” Il suo discorso venne accolto da un misto di fischi e applausi; poco tempo dopo Littlefeather dichiarò: “John Wayne era sul retro, pronto a farmi andar via dal palco.”

1974: Robert Opel nudo sul palcoscenico degli Oscar

Proprio mentre l’attore David Niven stava per presentare Elizabeth Taylor, Robert Opel ha attraversato il palco completamente nudo. Niven riuscì a replicare freddamente all’apparizione: “Non è affascinante pensare che probabilmente l’unica risata che l’uomo riuscirà a ricevere mai nella sua vita sarà stata spogliandosi e mostrando i suoi difetti?”. Fu forse più scioccante il fatto che Opel non venne arrestato o addirittura cacciato dallo spettacolo. Infatti, ha tenuto una conferenza stampa, dicendo ai giornalisti: “La gente non dovrebbe vergognarsi di essere nuda in pubblico. Inoltre, è un modo infernale per iniziare una carriera”.

1993: Susan Sarandon, Tim Robbins e Richard Gere sono banditi a vita… più o meno

Susan Sarandon, Tim Robbins e Richard Gere hanno usato la loro presenza sul palcoscenico degli Oscar per parlare delle cause politiche care ai loro cuori. (Sarandon e Robbins hanno parlato del trattamento degli haitiani sieropositivi, mentre Richard Gere ha denunciato l’invasione del Tibet da parte della Cina). Il clamore suscitato dalla politicizzazione degli Academy Awards ha fatto sì che tutti e tre fossero banditi a vita dallo spettacolo. Questo divieto è scomparso, tuttavia, quando Sarandon ha vinto per la migliore attrice nel 1996 per Dead Man Walking, seguita dalla vittoria di Robbins come miglior attore non protagonista nel 2004 per Mystic River. Nessuna notizia sul fatto che il divieto di Richard Gere sia stato misteriosamente rimosso…

1993: Marisa Tomei vince l’Oscar come migliore attrice non protagonista

Marisa Tomei era una contendente nella corsa agli Oscar del 1993; ha interpretato la sfacciata, rumorosa Mona Lisa Vito nella commedia Mio cugino Vincenzo, che non è esattamente il tipico film da Oscar. Inoltre, si trovava di fronte a potenze teatrali come Judy Davis, Vanessa Redgrave e Miranda Richardson. Sembrava impossibile per lei vincere, eppure fu proprio il suo nome che venne annunciato da Jack Palance. La vittoria di Tomei fu così inaspettata che ci furono voci insistenti sul fatto che Palance avesse sbagliato nome, ma l’Academy e persino gli esigenti contabili che verificano i risultati negarono con veemenza.

1999: Shakespeare in Love batte Salvare il soldato Ryan come miglior film

Uno dei più grandi sconvolgimenti della storia degli Oscar fu la vittoria del premio a Miglior film di Shakespeare in Love, il film storico/romantico interpretato da Gwyneth Paltrow (anche lei vincitrice, contro la Cate Blanchett di Elizabeth)e Joseph Fiennes. Il film riuscì a portare a casa il premio più importante, quando in gara c’erano Elizabeth, Salvate il soldato Ryan, La sottile linea rossa e La vita è bella. Un mistero per tutti ancora oggi.

1999: Roberto Benigni salta sulle sedie e sale sul palco

L’attore-regista italiano Benigni ha portato a casa il premio al miglior film in lingua straniera per il suo lavoro nello straziante La vita è bella, oltre a quello come migliore attore protagonista. Benigni era così eccitato quando Sophia Loren lo annunciò come il vincitore che (con un piccolo aiuto da Steven Spielberg) si alzò in piedi sulla sua sedia e agitò le mani come manifestazione di pura gioia. Saltando a pie’ pari i gradini del palco, è poi corso ad abbracciare la Loren.

2006: Crash batte I segreti di Brokeback Mountain

I Segreti di Brokeback Mountain era il favorito agli Oscar 2006, ma Crash di Paul Haggis vinse a sorpresa il premio al Miglior Film. Certo, Ang Lee vinse per la regia, ma il volto storidito di Jack Nicholson che annuncia la vittoria del film di Haggis non ha prezzo. A oggi Crash è ricordato come il peggior film film ad essere mai arrivato sul tetto di Hollywood.

2009: Heath Ledger vince un Oscar postumo

È stato un momento agrodolce l’annuncio della vittoria di Heath Ledger come migliore non protagonista agli Oscar 2009. L’attore ha conquistato il premio per la sua interpretazione del Joker ne Il Cavaliere Oscuro. Il premio venne ritirato dai genitori e dalla sorella al posto della figlia Matilda, detentrice adesso del premio, che all’epoca aveva solo tre anni.

2010: La prima Migliore regista

Kathryn Bigelow è stata la prima donna nella storia degli Oscar e vincere la statuetta come migliore regista. La prima in 80 anni di premio, su appena quattro nominate: Lina Wertmuller nel 1977 per Pasqualino Settebellezze; Jane Campion nel 1994 per Lezioni di piano; Sofia Coppola nel 2004 per Lost in Translation; e appunto Kathryn Bigelow nel 2010 per The Hurt Locker. Quest’anno si unisce al ristretto club anche Greta Gerwing per Lady Bird. Nel 2010 la Bigelow ha battuto la concorrenza di James Cameron per Avatar, Quentin Tarantino per Bastardi senza gloria, Lee Daniels per Precious e Jason Reitman per Tra le nuvole.

2011: Melissa Leo ha pronunciato la parola con la F

La migliore attrice non protagonista Melissa Leo vinse nel 2011 per il suo ruolo in The Fighter, ma il titolo del film non fu la sola parola con la F che si sentì quella sera, durante il suo discorso. “Quando ho visto Kate [Winslet] due anni fa, sembrava così fottutamente facile!” Chiaramente la parolaccia è stata prontamente beepata su tutti i video, ma live fu un vero momento di imbarazzo, la prima volta nella storia che the F-word venne pronunciata sul palco degli Oscar.

2013: Jennifer Lawrence cade

Jennifer Lawrence
Actress Jennifer Lawrence falls as she walks up the steps to accept the award for best actress for her role in “Silver Linings Playbook” at the 85th Academy Awards in Hollywood, California February 24, 2013. REUTERS/Mario Anzuoni (UNITED STATES TAGS:ENTERTAINMENT) (OSCARS-SHOW)

Jennifer Lawrence probabilmente sarebbe d’accordo sul fatto che questa gaffe l’ha resa celebre quasi quanto i suoi film e i suoi premi. Mentre saliva le scale per andare a prendere la sua statuetta dalle mani di Jean Dujardin, l’attrice è inciampata nel voluminoso abito Dior. La caduta improvvisa le è valsa una standing ovation. “Voi ragazzi siete semplicemente in piedi perché vi sentite male che sono caduta – ha scherzato nel suo discorso di accettazione.

2014: John Travolta presenta Adele Dazeem

https://www.youtube.com/watch?v=rECG1Wlb-lA

John Travolta ha presentato nel 2014 la performance di Indina Menzel che cantava Let it go, canzone vincitrice dell’Oscar di categoria. Tuttavia qualcosa è andato storto e l’attore e Travolta ha annunciato tale Adele Dazeem. L’anno successivo la cantante si è presa la sua rivincita, presentando Glom Gazingo: proprio il nostro John.

2017: Moonlight vince il miglior film dopo che La La Land è stata erroneamente annunciata

L’annuncio del miglior film è sempre il culmine eccitante di una lunga e sfavillante notte di premi. Ma nel 2017 è stato ancora più sorprendente del solito. Il presentatore Warren Beatty ha letto il vincitore sbagliato, La La Land, dopo aver erroneamente ricevuto la busta sbagliata, un duplicato di quella della Migliore Attrice (Emma Stone – La la Land). Solo dopo che il cast e la troupe del film sono arrivati ​​sul palco l’errore è stato corretto, e il produttore di La La Land, Jordan Horowitz, ha preso il microfono per dire “Mi dispiace, c’è un errore. Moonlight, voi ragazzi avete vinto per il film migliore”.

Sharlto Copley debutta alla regia con Sapien Safari

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QC Entertainment produrrà l’esordio alla regia di Sharlto Copley (District 9, ElysiumSapien Safari, di cui l’attore è anche autore della sceneggiatura.

Secondo Deadline, che ha riportato la notizia, il film sarà una commedia sociale e racconterà la vita del naturalista alieno Riblik mentre cerca di convincere il nuovo proprietario della Terra a proteggere la sua specie.

In un ambiente sempre più avverso al rischio, il team di QC è stato come un’enorme benedizione per me” ha dichiarato Copley, “Hanno un occhio per le storie audaci, taglienti e originali con del potenziale commerciale. Una volta a bordo, sostengono con tutto il cuore il regista. Non potevo chiedere di più.”

L’attore tornerà inoltre sullo schermo il prossimo anno in Gringo, la pellicola che vede nel cast David Oyelowo, Charlize Theron e Joel Edgerton.

Keira Knightley festeggia dieci anni con Chanel nel nuovo spot

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Da più di dieci anni Keira Knightley è testimonial d’eccellenza per Chanel, e in occasione di questo decimo anniversario la maison francese ha rilasciato il suo nuovo spot (che potete vedere di seguito).

Diretto da Johan Renck, sostituto in regia di Joe Wright (l’inglese con cui la Knightley aveva girato gli altri tre cortometraggi e altrettanti film), il video racconta di una Coco più audace rispetto al passato mentre si diverte durante un party parigino.

Rivedremo presto l’attrice sullo schermo nel live action de Lo Schiaccianoci, nella pellicola biografica Colette basato sulla scrittrice francese icona di emancipazione e femminismo, infine nel dramma storico The Aftermath al fianco di Alexander Skarsgaard.

Lo Schiaccianoci: ecco Keira Knightley nella prima foto ufficiale

Spider-Man: 8 costumi che vorremmo vedere nel MCU

Ad oggi fan hanno avuto modo di vedere sullo schermo ben tre versioni di Spider-Man dalla trilogia di Sam Raimi al reboot in due capitoli di The Amazing Spider-Man di Marc Webb fino ad arrivare all’ultima di Spider-Man: Homecoming, il film che segna il ritorno a casa Marvel di Peter Parker dopo un lungo periodo di assenza.

E sebbene il futuro dell’Uomo Ragno al cinema sia ben legato al MCU, non abbiamo avuto conferme né dettagli sui prossimi film a lui dedicati ma sappiamo per certo che Tom Holland comparirà sia in Avengers: Infinity War che in Avengers 4.

Leggi anche – 15 cose che non sapete sul cancellato Spider-Man 4 di Sam Raimi

Ma soprattutto: che costume indosserà Spider-Man nella nuova fase del MCU? CBR ha provato a indovinare proponendo ben otto alternative. Scopriamo quali in questa classifica:

Miles Morales

spider-man 1La versione “black” di Miles Morales è stata presentata in Spider-Man: Into the Spider-Verse ma sarebbe fantastico vederla in azione anche nel Marvel Cinematic Universe. Il costume è una sorta di aggiornamento moderno di quello classico, con il blu/rosso invertito e il blu molto più scuro, quasi nero.

Spider-Man Noir

spider-man 3Spider-Man: Noir è una versione alternativa di Peter Parker che combatte il crimine negli oscuri vicoli di New York del 1933 durante la Grande Depressione. Per adattarsi ai tempi bui, l’eroe indossa un vestito inedito che si adatta all’atmosfera rigida del periodo, con un paio di occhiali e un lungo cappotto.

Future Foundation

spider-man 5Sulla scia dei Fantastici Quattro ormai andati, Reed Richards aveva fondato la Future Foundation, di cui fece parte anche Spider-Man con un nuovo costume. L’abito era semplice, ma molto elegante e realizzato con molecole instabili di terza generazione. La tuta presentava inoltre una combinazione di colori tra bianco e nero che si invertiva quando Spider-Man abilita vala la funzione invisibilità della tuta.

Spider-Man 2099

In Spider-Man 2099 il costume del supereroe appartiene a Miguel O’Hara, un genetista di New York. Combinando colori e motivi che richiamavano il costume classico, la nuiva tuta presentava un design completamente rinnovato che omaggiava il passato.

Stealth Suit

spider-man 8Il costume Stealth di Spider-Man ha debuttato in Amazing Spider-Man #650. Peter Parker aveva originariamente plasmato questa uniforme per contrastare The Hobgoblin e le sue urla sonore. Il costume può diventare invisibile una volta che luce e suono si deformano, rendendolo così uno strumento utile contro qualsiasi super criminale.

Superior Spider-Man

spider-man 6The Superior Spider-Man fa riferimento ai fumetti in cui il Dr. Otto Octavius pianta la sua mente nel corpo di Peter Parker dopo la sua morte. E per completare la sua trasformazione, Ock plasma il suo costume speciale: modificato il logo di Spider sul petto e abbandonato lo schema di colori blu, la nuova tuta mostra un nero molto più dominante, e quattro braccia ragno sulla schiena  identiche ai tentacoli che aveva nel suo vecchio corpo.

Ricochet

Ad un certo punto nei fumetti Spider-Man è accusato di omicidio: così per continuare ad agire in incognito e non farsi riconoscere dalla polizia, Peter ha assunto diverse identità di supereroi. Tra cui quella di Ricochet.

Iron Spider-Man

spider-man 4Parte di questo costume è apparso ul grande schermo proprio alla fine di Spider-Man: Homecoming quando Tony Stark porge l’uniforme a Peter. Secondo alcune voci, il costume verrà indossato in Avengers: Infinity War, e vi ricordiamo che nei fumetti questo permetteva a Spidey di far crescere le braccia ragno meccaniche per poi staccarle ed inviare così le armi in missioni di ricognizione. 

Captain Marvel: il film sarà una action-comedy

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La sceneggiatrice di Captain Marvel Geneva Robertson-Dworet ha svelato in due diverse interviste alcuni dettagli relativi allo sviluppo dello script e al suo amore per il personaggio. Di seguito le sue dichiarazioni:

Captain Marvel ha una voce molto divertente, e sarà più una action comedy molto simile alla prima bozza che scrissi per il nuovo Tomb Raider….Come potrete immaginare, quel tono è sopravvissuto solo per il film dei Marvel Studios. Adoro i personaggi femminili divertenti, così come Tomb Raider è diventato più serio, mi impegnata affinché Carol fosse ancora più divertente.

Captain Marvel: i fan saranno felici del costume

Nell’altra intervista invece la Robertson-Dworet ha raccontato: “Mi è piaciuto molto scrivere su Carol Danvers perché è un personaggio tosto e cazzuto e i fumetti sono riusciti a mostrarla per com’è. Per questo è stata una gioia lavorare alla sceneggiatura”.

Vi ricordiamo che alla regia del film, dove vedremo protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. La pellicola sarà ambientata durante gli anni ’90 e vedrà nel cast anche Samuel L. JacksonDeWanda Wise, Jude Law Ben Mendelson.

Captain Marvel arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Captain Marvel: il titolo di lavorazione dà degli indizi sulla trama

Fonte: Cinemablend, EW

Oscar 2018: Warren Beatty e Faye Dunaway presenteranno di nuovo il Miglior Film

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A tutti è dovuta una seconda possibilità e così deve aver pensato l’Academy quando ha scelto a chi affidare il compito di presentare il Miglior Film agli Oscar 2018. Arriva da TMZ la notizia che saranno di nuovo Warren Beatty e Faye Dunaway i prescelti per leggere il nome sulla busta finale della cerimonia di domenica prossima 4 Marzo.

I due attori, vere leggende del cinema di tutti i tempi, furono protagonisti l’anno scorso dell’errore che fece credere al mondo che La la Land avesse vinto il premio al Miglior Film.

Oscar 2018 nomination: ecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Come tutti sappiamo, la statuetta era stata in realtà assegnata a Moonlight e il resto è storia degli Oscar: definita da tutti la più grande gaffe mai avvenuta in occasione della Notte delle Stelle.

L’anno scorso, lo ricordiamo, i due attori si trovarono interdetti perché venne loro consegnata la busta per la Migliore attrice. L’involucro conteneva un cartoncino con scritto: Emma Stone – La la Land. Beatty è apparso subito titubante, ma la Dunaway, per risolvere velocemente la cosa ha annunciato: “La la Land“. Produttori, protagonisti, tutto il cast e la crew del film di Damien Chazelle si è catapultata sul palco, salvo poi scoprire che il vincitore reale era Moonlight. (Qui il resoconto)

Adesso Beatty e Dunaway avranno la possibilità di redenzione, sebbene l’anno scorso non fu esattamente colpa loro!

In bocca al lupo a tutti i nominati, che quest’anno fibrilleranno magari un po’ di più, fino alla fine dello spettacolo.

Ecco il video:

Black Panther: il cannone sonico di Klaue fedele ai fumetti nei concept

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Dopo essere apparso brevemente in Avengers: Age of Ultron, il personaggio di Ulysses Klaue ha finalmente trovato più spazio in Black Panther, il cinecomic targato Marvel Studios uscito nelle sale lo scorso 14 febbraio.

Grazie a questi nuovi concept però possiamo dare uno sguardo più dettagliato al cannone sonico sfoggiato dal villain nel film e che nelle immagini appare molto fedele alla versione dei fumetti.

Black Panther è il terzo migliore incasso dei Marvel Studios

Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e tecnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in pericolo.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Nei ruoli principali del film ci saranno, oltre a Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy Serkis. Nei ruoli di comprimari compariranno invece Letitia Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K. Brown e John Kani.

Black Panther incassi: superato The Avengers nella prima settimana

Fonte: CBM

Marvel Fase 4: saranno distribuiti quattro film all’anno?

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È stato annunciato nella serata di ieri che Avengers: Infinity War, negli USA, uscirà il 27 Aprile, invece del 4 Maggio, come stabilito in precedenza. Questo spostamento non cambia niente in Italia, dove il film era già previsto per il 25 Aprile, comunque due giorni prima della data USA, ma sembra aver inciso sulle prossime uscite Marvel relative alla Fase 4 e alla calendarizzazione di tutte le uscite Disney.

La Casa di Topolino ha annunciato sei nuove date e spostato una settima, per film Marvel Studios. Questo mostra una schedule in cui la Disney distribuisce tre film Marvel all’anno.

Ecco uno schema condiviso da Daniel Miller, reporter del L.A. Times che commenta: “Pixar, Marvel e Lucasfilm, che la Disney ha comprato per un totale di 15,5 miliardi di dollari, arrivano al 42% delle date di uscita della compagnia nei prossimi cinque anni. (E questa percentuale salirà, perché la lista non presenta ancora i titoli della Lucasfilm che saranno annunciati in seguito).”

Questo schema rivela qualcosa di interessante per Spider-Man. Il sequel di Homecoming, come si vede, programmato per il 2019, non è presente in questa lista, dal momento che questa lista prevede le uscite Disney non SONY. Questo indica che un terzo possibile film, che dovrebbe esaurire il contratto di Tom Holland (tre film in solitaria e tre con i Vendicatori), sarebbe comunque fuori da questa lista perché comunque distribuito da SONY, il che starebbe a significare che i film del MCU distribuiti nei prossimi anni nella Fase 4 sarebbero quattro all’anno e non più 3.

Già nel 2014 Kevin Feige aveva ipotizzato l’idea di far salire a quattro i titoli Marvel Studios per anno, e questa cosa sembra poter essere realizzata adesso che lo studio è diventato molto forte all’interno del gruppo Disney.

Intanto il mondo si prepara alla prossima epica uscita Marvel Studios, Avengers: Infinity War, dal 25 Aprile.

Captain Marvel: i fan saranno felici del costume

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Le prime foto dal set di Captain Marvel hanno destato qualche perplessità: il costume indossato da Brie Larson è apparso verde e blu e non rosso e blu, come nei fumetti e come tutti ci aspettavamo!

Tuttavia, stando a quanto dichiara a  ComicBook Andy Park, concept artist in forza ai Marvel Studios, i fan saranno poi felici del risultato finale:

“Credo che sia sempre divertente vedere le reazioni dei fan… Le persone sono sempre inclini a prendere decisioni affrettate. Credo che debbano prendersi più tempo per decidere. Perché dico così? Credo che saranno molto felici del risultato finale. Cioè, Kevin Feige lo ha detto in un’intervista. Abbiamo rivelato i concept art che ho fatto io stesso, insieme ad altri artisti, di Captain Marvel al Comic Con di San Diego l’anno scorso. Quindi, dico, credo che già solo questo dovrebbe tenere buoni i fan…”

Captain MarvelBrie Larson e la pettinatura alla moicana

CORRELATI:

Alla regia del film, con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. La pellicola sarà ambientata durante gli anni ’90 e vedrà la partecipazione di Samuel L. Jackson che torna nei panni di Nick Fury. Nel cast ci sono anche  DeWanda Wise, Jude Law Ben Mendelson.

Scritto da Nicole Perlman (Guardians of the Galaxy) e Meg LeFauve (Inside Out), Captain Marvel arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Ready Player One: un riferimento a Clark Kent nel nuovo spot

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La Warner Bros. ha appena rilasciato un nuovo spot ufficiale di Ready Player One, il film diretto da Ready Player One che arriverà nelle sale statunitensi il prossimo 30 Marzo.

Se prestate attenzione alla clip, noterete un piccolo riferimento  Clark Kent (l’alter ego umano di Superman), durante una trasformazione del protagonista Wade Owen Watts a.k.a. Parzival. Dovremo aspettarci un cameo del supereroe?

https://youtu.be/HMmFjG_4wwM

Ready Player One: il trailer finale del film di Steven Spielberg

Nel cast del film Olivia Cooke (Bates Motel, Quel fantastico peggior anno della mia vita), nei panni di Art3misTye Sheridan (The Tree of Life, X-Men Apocalypse), che interpreta Wade Owen Watts a.k.a. Parzival, e Ben Mendelsohn (Rogue One a Star Wars Story), che invece sarà il villain Nolan Sorrento.

 

La storia del libro vede come protagonista Wade Watts, un teenager che scappa dai luridi sobborghi in cui vive per raggiungere OASIS, un mondo virtuale e utopico dove i cittadini posso vivere vite alternative. Quando l’eccentrico creatore di OASIS muore decide di lasciare il suo impero al vincitore di una grande caccia al tesoro, a cui Wade partecipa scontrandosi con la realtà di concorrenti senza scrupoli, pronti a tutto pur di accaparrarsi il bottino.

Ready Player One: Steven Spielberg sugli anni ’80 e la realtà virtuale

Jennifer Lawrence rivela il ruolo perso che “l’ha devastata”

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Jennifer Lawrence è sul grande schermo, dal 1° Marzo, con Red Sparrow, di Francis Lawrence, in cui interpreta una fascinosa e letale spia. L’attrice sta promuovendo il film e parlare con la stampa è sempre un ottimo modo per portare a galla aneddoti relativi alla carriera della giovane attrice di successo.

Jennifer Lawrence risponde alla controversia sul suo abito “troppo scollato

È proprio quello che è capitato con l’intervista radiofonica di ET, in cui Jennifer ha raccontato quale è stato il suo unico grande rimpianto, la volta in cui ha perso un ruolo e la cosa l’ha devastata.

Emma Stone è io ne abbiamo parlato una volta, perché prima facevamo spesso audizioni per la stessa cosa… Ha ottenuto una parte per cui morivo, ma l’unica cosa che mi ha davvero uccisa, l’unica volta che sono rimasta davvero devastata dal perdere un’audizione è stato con Alice in Wonderland di Tim Burton.”

Jennifer Lawrence su Il Filo Nascosto: “Mi sono bastati tre minuti

In merito alla cosa che la Lawrence voleva ed è poi andata a Emma Stone, sappiamo che si tratta di Easy Girl, la commedia teen che ha davvero lanciato Emma Stone nell’Olimpo delle promesse di Hollywood. Promesse ampiamente mantenute. In merito alla performance di Mia Wasikowska, che ha interpretato Alice nel primo e nel secondo film (un flop) sul personaggio di Carroll, Jennifer ha definito la sua performance “perfetta e magnifica”.

Inoltre la Lawrence ha confermato che non si è dispiaciuta affatto per aver perso il ruolo di Bella nella saga di Twilight, visto che non aveva nemmeno capito di cosa si trattasse. L’attrice si è detta molto felice della sua carriera nel cinema indipendente, anche se come sappiamo non ha rifiutato ruoli in franchise di grande successo, come Hunger Games, e gli X-Men.

Red Sparrow, recensione del film con Jennifer Lawrence

Completano il cast del film, oltre a Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Jeremy Irons, Matthias Schoenaerts, Sergei Polunin.

Avengers: Infinity War, uno sguardo ai nuovi Funko ufficiali – foto

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Dopo aver svelato l’arma inedita di Thor e il ghigno malefico di Thanos, ecco finalmente riuniti nel catalogo ufficiale tutti i prodotti Funko relativi al merchadise di Avengers: Infinity War.

Potete dargli uno sguardo qui sotto:

Avengers: Infinity War, sei domande a cui deve rispondere

Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia, diretto da Anthony e Joe Russo. Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel Marvel Cinematic Universe, da Iron Man (2008) e Black Panther (2018).

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, il film Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Avengers: Infinity War, Doctor Strange sa tutto delle Gemme?

Fonte: CBM

Star Wars: a Harrison Ford non interessa aver “passato il testimone”

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Nonostante non faccia più parte del franchise di Star Wars, perché il suo personaggio è stato fatto fuori (da suo figlio!), Harrison Ford continua a essere un punto di riferimento per i fan della saga galattica che continua sul grande schermo anche senza Han Solo.

Adesso però sembra che a Ford questa cosa non interessi molto, o meglio, l’attore spiega di non averci molto pensato. Idealmente, il suo ruolo è stato passato a John Boyega, che interpreta Finn (così come Rey è l’erede indiretta di Luke e Poe Dameron di Leia), ma l’attore ha spiegato che non gli è importato molto di avergli passato il testimone.

Parlando con il New York Times proprio di questa eredità lasciata a Boyega, Harrison Ford ha spiegato: “Non so dire se ho pensato che in quel momento stavo passando il testimone. Ero lì per morire. E non mi frega davvero un c***o a chi ho lasciato il mio posto.”

15 attori che sono apparsi sia in Star Wars che in un film di supereroi

Come sempre, l’attore simbolo di Star Wars è stato diretto e chiaro. Nessun possibile fraintendimento. Non se ne voglia il giovane Boyega!

Han Solo ha contribuito, con Luke e Leia, a fondare il mito di Star Wars. Tornato per Il Risveglio della Forza, è stato sconfitto e ucciso da Kylo Ren, rivelatosi il suo stesso figlio, Ben. Il giovane che ha abbracciato il Lato Oscuro ha trafitto il padre con la sua spade laser.

Adesso il personaggio tornerà in versione giovane sul grande schermo nei prossimi mesi, per il secondo spin off del franchise, Solo: A Star Wars Story, che racconta la giovinezza della più famosa canaglia galattica.

Shazam!: Zachary Levi fa chiarezza sulla foto del costume

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Solo ieri vi avevamo lasciato con una foto rubata dal set di Shazam! dove Zachary Levi indossava il suo costume da supereroe.

L’immagine era comparsa su Reddit, dandoci qualche dettaglio della tuta rossa con mantello bianco e finiture in oro (pressoché identica a quella dei fumetti.

Nel frattempo lo stesso Levi ha avuto modo di commentare la foto e la reazione dei fan durante un Q&A su Instagram:

Com’ è possibile che quel costume sia piaciuto a tutti? È pazzesco, no? Non era una cosa pianificata, anzi. Spero davvero che prima o poi saremo in grado di darvi una foto migliore “.

Shazam!: Zachary Levi indossa il costume, ma non lo mostra – foto

Vi ricordiamo che il film farà ovviamente parte dell’Universo Cinematografico DC e seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due attesi titoli di casa DC.

Sinossi: Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, gli basta gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni possa trasformarsi nel Supereroe Shazam per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Nel cast Zachary Levi (Shazam!), Asher Angel (Billy Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus Sivana)Jack Dylan Grazer (Freddy), Grace Fulton (Mary), Faithe Herman (Darla), Ian Chen (Eugene), Jovan Armand (Pedro), Cooper Andrews e Marta Milans (genitori adorrivi di BillyVictor e Rosa Vasquez), Ron Cephas Jones (Il Mago).

Shazam!: dal set un indizio su Joker e Gotham City

Fonte: CBM

Guardiani della Galassia: James Gunn condivide il suo Awesome Mix Vol. 0

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Si è spesso sentito parlare di una famoso mixtape che James Gunn era solito far ascoltare al suo cast durante le riprese del primo Guardiani della Galassia, e oggi possiamo finalmente dargli un’occhiata e ascoltarlo direttamente dalla playlist creata dallo stesso regista su Spotify.

Gunn ha poi aggiunto un messaggio ai suoi fan, specificando che la raccolta di brani è stata utilizzata sul set, specialmente nelle scene dei party poco sobri al bar di Jemiah.

Qui sotto trovate l’Awesome Mix Vol.0.

Guardiani della Galassia: James Gunn conferma un nuovo Easter Egg

Nel 2014, James Gunn portò il Marvel Cinematic Universe nello spazio, per la prima volta, con Guardiani della Galassia, e nella primavera del 2017, la sua seconda avventura ha raccontato il seguito delle scorribande di Star Lord e compagnia in Guardiani della Galassia Vol. 2, disponibile in streaming senza contratto su NOW TV.

Nel cast del film ritroviamo Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Michael Rooker, Karen Gillan, le voci di Bradley Cooper Vin Diesel, ma anche nuovi volti come quello di Pom Klementieff o di Elizabeth Debicky, ma anche attori che hanno letteralmente fatto la storia del cinema, come Sylvester Stallone Kurt Russell.

Guardiani della Galassia Vol. 2, James Gunn chiarisce: “Groot è morto”

World War Z 2: spostato l’inizio delle riprese per “colpa” di Tarantino

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A novembre del 2017 avevamo avuto le ultime notizie relative a World War Z 2, in cui David Fincher spiegava che stava costruendo una mitologia per quello che dovrebbe diventare un franchise.

Adesso Variety propone un nuovo aggiornamento relativo al film: le riprese non cominceranno più a breve, ma saranno spostate per una release del film che dovrebbe arrivare per il 2020. A quanto pare l’entrata in gioco di Quentin Tarantino nella carriera di Brad Pitt, di nuovo, avrebbe preso la precedenza per l’attore.

Ci riferiamo alla notizia che ha spopolato tra gli appassionati di cinema ieri: Pitt si aggiunge a Leonardo DiCaprio come protagonista nel nuovo film del regista di Pulp Fiction. Questo impegno, in un progetto forse più definito di World War Z 2, ha determinato lo slittamento del film di zombie. L’inizio delle riprese del film, dunque, seguirà la fine della produzione di Tarantino.

World War Z 2: Paramount conferma David Fincher e Brad Pitt

World War Z è la trasposizione cinematografica del romanzo “World War Z La guerra mondiale degli zombi” di Max Brooks del 2006. Brad Pitt tornerà nei panni di Gerry Lanel, e sarà nuovamente produttore. A scrivere la sceneggiatura del film sarà lo scrittore e regista Steven Knight, che ha scritto e diretto l’apprezzatissimo Locke, con Tom Hardy e visto al Festival di Venezia 2013. Inoltre, ha scritto le sceneggiature dei film in arrivo Seventh Son, Madame Mallory e il piccolo chef indiano con Helen Mirren e il biopic su Bobby Fischer, Pawn Sacrifice. É sua anche la sceneggiatura del film di CronenbergLa promessa dell’assassino.

Marvel Studios: annunciati sei nuovi film senza titolo

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Dopo alcune settimane dall’uscita di Black Panther e ad appena due mesi dall’arrivo in sala dell’attesissimo Avengers: Infinity War, i Marvel Studios hanno annunciato un massiccio numero di nuovi film ancora senza titolo con relative release.

Queste le date previste per i sei progetti (più uno, spostato da agosto 2020 a luglio 2020):

31 Muglio 2020
7 Maggio 2021
30 Luglio 2021
5 Novembre 2021
18 Febbraio 2022
6 Maggio 2022
28 Luglio 2022

Marvel Studios: la foto commemorativa per i 10 anni – tutti gli attori presenti

Ovviamente fra questi potrebbe esserci qualche sequel sui personaggi già portati sullo schermo (probabili uno su Black Panther e un altro per Spider-Man: Homecoming) come è altrettanto ipotizzabile la produzione dello standalone su Vedova Nera.

Per adesso tutto tace in casa Marvel, ma vi terremo aggiornati.

Marvel Studios: i personaggi dei fumetti che non può ancora sfruttare

Fonte: CBM

Mulan: l’uscita del live action rinviata al 2020

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Contrariamente a quanto annunciato pochi mesi fa, l’uscita nelle sale di Mulan, nuovo live action Disney, è stata posticipata di quasi un anno: il film arriverà infatti non più tra novembre e dicembre 2019 ma il 27 marzo 2020.

Le riprese partiranno nel corso del prossimo anno con Liu Yifei, attrice cinese nota anche come Crystal Liu, che interpreterà l’eroina protagonista.

Mulan: ecco la protagonista del live action Disney

Dopo MaleficentCenerentola e Il Libro della Giungla, anche Mulan si aggiunge alla lista dei numerosi remake in live-action dei classici d’animazione Disney.

Niki Caro, già regista de La ragazza delle balene, dirigerà il film mentre la sceneggiatura sarà firmata da Elizabeth Martin e Lauren Hynek, mentre alla produzione ci saranno Chris Bender e J.C. Pink. Il produttore esecutivo sarà Bill Kong, che ha lavorato in importanti produzioni per Zhang Yimou e Ang Lee.

Mulan: Niki Caro alla regia del live action Disney

Fonte: CBM

Too Old To Die Young: prime foto ufficiali della serie di Nicolas Winding Refn

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Amazon Studios ha rilasciato le prime immagini ufficiali tratte da Too Old To Die Young, la serie firmata Nicolas Winding Refn (Drive, Solo Dio Perdona, The Neon Demon) che vedrà la luce nel corso del 2019.

Nel cast figureranno Miles Teller, Jena Malone, Billy Baldwin, John Hawkes, Nell Tiger Free, Babs Olusanmokun, Callie Hernandez Cristina Rodlo.

In attesa che venga annunciata la sinossi dello show vi ricordiamo che le riprese sono iniziate lo scorso novembre (con lo stesso Refn che ha condiviso spesso su Instagram, Facebook e Twitter estratti dalla lavorazione e interviste agli attori) e termineranno in estate.

Greta Gerwig: altri tre film girati a Sacramento dopo Lady Bird

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Durante la registrazione di un podcast per la A24 (la casa di produzione e distribuzione americana) insieme al regista di Moonlight Barry Jenkins, Greta Gerwig ha avuto modo di parlare del suo futuro dopo Lady Bird, il suo esordio dietro la macchina da presa che domenica 4 marzo concorrerà nella categoria Miglior Film agli Oscar 2018.

Quando ho scritto Lady Bird sognavo di poter realizzare un vero set cinematografico a Sacramento e mi piacerebbe girare un totale di quattro film che si svolgono nella mia città natale. Una sorta di quartetto di film su Sacramento.

L’ispirazione è venuta leggendo i quattro romanzi ambientati a Napoli di Elena Ferrante“, ha spiegato la Gerwig. “Trovo che siano fantastici e quindi ho pensato, beh, mi piacerebbe farlo. Lady Bird mostrava solo una parte di Sacramento, ed esistono altri luoghi e angoli della città che vorrei esplorare.

Lady Bird: il trailer del film di Greta Gerwig

Vi ricordiamo che Lady Bird è nelle nostre sale da giovedì 1 marzo. Nel cast Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy LettsLucas Hedges.

Nel film Greta Gerwig si rivela una nuova, audace voce cinematografica con il suo debutto alla regia, facendo emergere sia l’umorismo che il pathos nel legame turbolento tra una madre e la figlia adolescente. Christine “Lady Bird” McPherson (Saoirse Ronan) combatte, ma è esattamente come sua madre: selvaggia, profondamente supponente e determinata (Laurie Metcalf), un’infermiera che lavora instancabilmente per mantenere a galla la sua famiglia dopo che il padre di Lady Bird (Tracy Letts) perde il lavoro. Ambientato a Sacramento, California nel 2002, in un panorama economico americano che cambia rapidamente, Lady Bird è uno sguardo commovente sulle relazioni che ci formano, le credenze che ci definiscono e l’ineguagliabile bellezza di un luogo chiamato casa.

Fonte: Indiewire

Avengers: Infinity War, sei domande a cui deve rispondere

La trama dettagliata di Avengers: Infinity War è ovviamente un mistero, e vogliamo che tale rimanga fino al 25 Aprile, quando vedremo finalmente il film al cinema. Tuttavia ci sono alcune domande in sospeso, dei nodi narrativi irrisolti che vorremmo che il film dei fratelli Russo sciogliesse una volta per tutte.

Ecco le sei domande a cui Avengers: Infinity War deve rispondere

Thanos completerà il Guanto dell’Infinito?

Le Gemme dell’Infinito sono state il più grande espediente narrativo del del MCU, intrecciandosi in Captain America: Il Primo Vendicatore, in The Avengers, in Thor: The Dark World, in Avengers: Age of Ultron, in Guardiani della Galassia, in Doctor Strange e anche in Thor: Ragnarok. Nella scena post-credits di Age of Ultron, Thanos finalmente dice: “Bene, lo farò da solo” mentre indossava il Guanto dell’Infinito primo delle Gemme. In Avengers: Infinity War, il Titano Pazzo è pronto a mantenere la sua promessa a se stesso e a collezionare le sei Gemme.

Stando a quanto ne sanno gli spettatori, ecco quali sono le ubicazioni delle sei Gemme: la Gemma del Potere è su Xandar, custodita dai Nova Corps; la Gemma della Realtà è nella Collezione del Collezionista; la Gemma dello Spazio era nella cripta di Odino, ma adesso sappiamo che è sulla nave Asgardiana. Le altre si trovano sulla Terra: la Gemma del Tempo nelle mani di Doctor Strange, nell’Occhio di Agamotto; la Gemma della Mente sulla fronte di Visione; la Gemma dell’Anima potrebbe essere a Wakanda, ma la sua posizione è ancora sconosciuta. Quando Thanos arriva sulla Terra, deve essere già stato su Xandar e dal Collezionista.

Il pubblico dei fumetti è consapevole di ciò che accade quando il Guanto è completo, ma i fan del MCU non lo sanno ancora. Thanos potrebbe avere dei poteri simili a quelli di un Dio, ma solo se dovesse riuscire ad assemblare l’intero Guanto.

Dopo gli avvenimenti di Civil War, i Vendicatori torneranno a formare una sola squadra?

A seguito degli Accordi di Sokovia, come ci ha mostrato Capitan America: Civil War, e dello scontro tra le due fazioni dei Vendicatori, i membri del Team Cap si sono trasformati in criminali, o meglio in ricercati internazionali. Intanto, i Vendicatori sono adesso sotto la supervisione di Tony Stark, anche se non siamo proprio sicuri di quali eroi facciano parte della squadra (specialmente dopo che Peter Parker ha rifiutato l’iscrizione al club). Ciononostante, i fan vogliono vedere di nuovo tutti gli eroi schierati dalla stessa parte della barricata, con Tony Stark e Steve Rogers che si affrontano finalmente e risolvono le loro divergenze.

Anche gli altri Vendicatori però destano qualche preoccupazione nei fan: Civil War ha lasciato “appese” molte relazioni trai nostri eroi. Vendicatori è anche qualcosa che i fan non vedono l’ora di fare. Cosa ne è stato della moglie e della famiglia di Clint Barton dopo che Hawkeye ha infranto la sua promessa di ritirarsi e come conseguenza è diventato un ricercato in fuga? Il trailer di Avengers: Infinity War ci ha mostrato che il rapporto tra Wanda e Visione è sbocciato, nonostante lei sia ormai una ricercata, visto che ha aderito al Team Cap. Peter Parker ha continuato la sua vita come amichevole Spider-Man di quartiere dopo che la zia May ha scoperto la sua identità al termine di Homecoming (il film era ambientato solo 2 mesi dopo Civil War, mentre Avengers: Infinity War si svolge almeno diversi mesi dopo la fine del film di Spidey)? E che dire invece della relazione tra Tony Stark e Pepper Potts? E soprattutto Pepper ha ancora i sui superpoteri?

Intanto, anche se Nick Fury non dovrebbe apparire, i fan vogliono sapere che fine ha fatto lo S.H.I.E.L.D. nei film. Fury o Maria Hill potrebbero apparire all’ultimo minuto con l’Agenzia. L’Helicarrier farà la sua comparsa per un salvataggio come hanno fatto in Age of Ultron?

Tony Stark ha molta paura di un’altra invasione aliena, oggetto anche della sua visione da incubo scatenatagli da Scarlet Witch, è ciò che lo ha spinto a creare Ultron come “un’armatura per tutto il mondo” per quando sarebbe avvenuta la prossima invasione. Thanos è la più grande paura di Stark. Sarà molto interessante vedere come il miliardario, genio, plyaboy e filantropo, che usa la sua tecnologia per curarsi da solo il suo disturbo da stress post-traumatico, affronterà il suo incubo che diventa realtà.

Natasha e Bruce avranno un lieto fine?

Bruce Banner e Natasha Romanoff si riuniranno davvero in Avengers: Infinity War? La storia d’amore tra loro è stata seminata da Joss Whedon in The Avengers e poi esplorata in Avengers: Age of Ultron. Molti fan non sono stati particolarmente presi dall’idea di Vedova Nera e Hulk insieme in una relazione, specialmente dato il fatto che Natasha e Clint Barton sembravano avere un passato insieme, prima che Whedon rivelasse l’esistenza della signora Occhio di Falco e figli. Banner e Natasha sono stati successivamente separati alla fine di Age of Ultron, e in Thor: Ragnarok abbiamo scoperto che Hulk ha trascorso gli ultimi due anni come gladiatore campione del Gran Maestro su Sakaar. Ragnarok ha comunque fatto un sacco di divertenti richiami alla storia d’amore in stallo di Banner con Vedova Nera, e questo problema personale tra i due eroi emarginati implora di essere risolto.

Come reagirà Natasha quando vedrà di nuovo Bruce e scoprirà dove è stato è qualcosa che dovrà avere spazio in Avengers 3. Senza dubbio lei è l’unica che riesce ancora a calmarlo con quella ninna nanna che abbiamo sentito anche in Ragnarok, ma resta da vedere se Hulk e la Vedova possano avere un lieto fine insieme. Con il film su Vedova Nera in sviluppo per il 2020, i dettagli sul misterioso passato dell’Agente Romanoff potrebbero essere tenuti in serbo per la sua tanto attesa avventura da solista, ma potrebbero esserci degli indizi anche in Avengers: Infinity War.

Che ruolo avrà il Wakanda e la sua tecnologia al servizio del mondo?

Dopo gli eventi di Black Panther, il Wakanda ha chiuso con la sua tradizione di isolazionismo e ha assunto un ruolo più importante nella scena mondiale sotto la guida del re T’Challa. Black Panther è ambientato appena un paio di settimane dopo Civil War, anche se non è chiaro esattamente quando nella timeline successiva T’Challa ha fatto il suo discorso alle Nazioni Unite per rivelare il vero volto del Wakanda e i piani umanitari. Tuttavia, possiamo supporre che il mondo abbia avuto diversi mesi almeno per adattarsi all’apertura del Wakanda non solo come una tra le più importanti nazioni del mondo, ma anche come la prima superpotenza globale africana a pieno titolo.

Avengers: Infinity War sarà la prima opportunità per i fan di vedere come l’apertura del Wakanda ha iniziato a influenzare il mondo in generale. Il Re non solo ha condiviso il Vibranio con il mondo, ha sancito l’apertura delle porte del Wakanda agli estranei. Bucky Barnes e Everett Ross erano solo l’inizio; il trailer di Avengers: Infinity War ci ha mostrato che i Vendicatori, ma anche i figli di Thanos entreranno nel regno di T’Challa. Resta da vedere in che modo sarà lasciato il territorio wakandiano dopo gli scontri che saranno feroci. Come già accennato, è probabile che le truppe di Thanos attaccheranno il Wakanda per cercare la Gemma dell’Anima.

I Guardiani della Galassia risolveranno il loro dramma familiare con Thanos?

Il dramma familiare è un tema dominante nell’MCU, ma i valori familiari di Thanos sono i peggiori nell’universo. Il Titano Pazzo ha infatti distrutto le famiglie di Gamora e Nebula e ha poi “adottato” le due guerriere. Man mano che crescevano, Thanos le metteva l’una contro l’altra, facendole affrontare in combattimento, con Nebulosa che, a ogni sconfitta contro la più forte Gamora, perdeva una parte del corpo e della sanità mentale, diventando sempre più meccanica e assetata di vendetta. Quando abbiamo visto per l’ultima volta le due sorellastre assassine interstellari, avevano appena sconfitto il padre di Star-Lord, Ego, accanto ai Guardiani della Galassia, ma Nebula ha rifiutato l’offerta di Gamora di diventare un Guardiano, e ha scelto di continuare la sua ricerca di vendetta contro Thanos. Ora, anni dopo (Guardians Vol. 2 era ambientato solo pochi mesi dopo il Vol. 1), tutti i loro percorsi sono destinati a incrociarsi sulla Terra, dove si troverà loro “padre”.

Drax è un altro membro dei Guardiani che ha un conto in sospeso con Thanos. Il distruttore dalla pelle grigia vuole la sua vendetta perché il Titano Pazzo gli ha sterminato la famiglia, e il suo desiderio di vendicarsi si moltiplicherà quando saprà dove si trova Thanos. Questi due elementi si uniscono al fatto che Star Lord è effettivamente in grado di tenere in mano le Gemme, cosa che forse è possibile soltanto a Thor e sicuramente a Visione, nella schiera dei buoni. Riuscirà Thanos a scappare da questi problemi “familiari”?

Quale sarà la sorte degli Asgardiani?

Il futuro di Asgard è appeso a un filo. Odino diceva che Asgard esiste nella sua gente e non in un luogo, così Thor, prendendo alla lettera le parole del padre, permette a Surtur di scatenare il Ragnarok, la distruzione del mondo, mettendo in salvo il cuore di Asgard: i suoi abitanti. Tuttavia, nella scena post-credits di Thor: Ragnarok vediamo che la nave che porta in salvo i profughi asgardiani incrocia la Sanctuary 2, la nave di Thanos. Sappiamo che probabilmente Thanos ha intercettato la nave perché a bordo c’è il Tesseract, la Gemma dello Spazio, che Loki ha trafugato della cripta di Odino.

Speriamo che il film fornisca anche alcune risposte per quella che sarà la sorte degli abitanti di Asgard: il trailer però ci ha già raccontato che Thor sarà separato dal suo popolo per incrociarsi con i Guardiani. Sappiamo che Bruce Banner, che era sulla nave, arriva in qualche modo sulla Terra.Quello che non sappiamo è in che modo Valchiria e Loki rientreranno nel film e cosa accade a Heimdall, Korg, Miek, che invece non appariranno.

La possibile redenzione di Loki è stato un tema costante per tutto il MCU. Le parole di Thor al suo fratello adottivo in Ragnarok: “Sarai sempre il Dio dell’Inganno, Loki, ma potresti essere molto di più” preparano il terreno al Dio imbroglione per fare finalmente qualcosa di veramente eroico in Avengers: Infinity War – anche se il tentativo di redenzione può avere come prezzo la sua vita.

Foxtrot: il trailer italiano del film di Samuel Maoz

Academy Two ha diffuso il primo trailer italiano di Foxtrot, il nuovo film di Samuel Maoz (Lebanon) presentato in Concorso alla 74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Il film arriverà nelle nostre sale a partire dal 22 Marzo.

Foxtrot è la danza di un uomo con il suo destino, è una parabola filosofica che analizza il concetto misterioso di fato attraverso la storia di un padre e di un figlio, fisicamente lontani ma che nonostante la distanza riusciranno a cambiare l’uno il destino dell’altro. Tre atti, come in una tragedia greca, per mettere in discussione un intero mondo, le sue convinzioni, i suoi sensi di colpa atavici.

Venezia 74: Foxtrot recensione del film di Samuel Maoz

Diretto da Samuel Maoz, il film vede protagonisti Lior Ashkenazi, Sarah Adler e Yonatan Shiray.

Puoi baciare lo sposo, recensione del film di Alessandro Genovesi

La nuova commedia di Alessandro Genovesi – già regista de Il peggior Natale della mia vita, Ma che bella sorpresa – mette al centro il tema delle unioni civili e porta sullo schermo Puoi baciare lo sposo, liberamente ispirata alla commedia teatrale My big gay Italian wedding di Anthony J. Wilkinson. Il film appare concepito essenzialmente per coloro che faticano ad accettare l’omosessualità e le altre identità di genere e il fatto che esse semplicemente rientrino in un concetto di normalità allargato e inclusivo, in cui la natura di ciascuno è libera di esprimersi.

Antonio (Cristiano Caccamo) e Paolo (Salvatore Esposito) sono una coppia di ragazzi che vivono e lavorano a Berlino e stanno per sposarsi. Ai suoi genitori, Anna (Monica Guerritore) e Roberto (Diego Abatantuono), Antonio non ha mai detto di essere omosessuale, ma ora non può più rimandare. Dunque decide di partire per l’Italia per presentare loro il suo compagno e comunicare la notizia del matrimonio. La coppia parte per Civita di Bagnoregio, dove il padre di Antonio è sindaco, noto per le sue idee progressiste. Si uniscono ai due la loro esuberante amica Benedetta (Diana Del Bufalo) e il nuovo coinquilino, l’ansioso Donato (Dino Abbrescia). La notizia dell’unione civile spiazza entrambi i genitori di Antonio ma, mentre Anna è più pronta ad accettare, Roberto non sembra affatto intenzionato a celebrare le nozze del figlio.

La commedia, dai toni leggeri e garbati, sebbene diverta in alcuni passaggi, soprattutto grazie a personaggi come quello di Donato – Dino Abbrescia trova un equilibrio non facile, dandogli autentica naturalezza senza rinunciare alla comicità – ed abbia qualche accento brillante e azzeccato, è per il resto piuttosto piatta, sia a causa di un intreccio prevedibile, che conduce verso un finale scontato, sia perché risente del suo stesso garbo.

Puoi baciare lo sposo, l’incontro con il regista

puoi baciare lo sposoGenovesi e Giovanni Bognetti nel curare la sceneggiatura cercano di dare realismo e umanità ai personaggi, riuscendo nello sforzo apprezzabile di non sfociare nella macchietta. Il problema semmai è l’opposto: l’eccessiva preoccupazione di urtare la sensibilità di quella parte di pubblico che non ha ancora metabolizzato le tematiche trattate. Anziché puntare a conquistarlo con le emozioni attraverso le figure dei due ragazzi, suscitando adesione alla loro vicenda, Puoi Baciare lo sposo finisce per sacrificare proprio loro. Più che personaggi consistenti e vividi, essi paiono simboli dell’amore puro, della bontà d’animo, della mitezza, risultando scialbi – un’occasione non sfruttata a pieno per Caccamo ed Esposito, qui lontano dai panni di Genny Savastano che lo hanno reso famoso. Non mancano didascalismo e retorica. Basti pensare all’insistenza della macchina da presa su alcuni elementi: il crocifisso che cade su Roberto; Antonio nei panni di Cristo flagellato durante la Via Crucis; il discorso di frate Francesco (Antonio Catania) in chiesa. Di fronte al padre, che non accetta la sua natura, Antonio non ha reazioni significative, nessun aperto contrasto o sussulto d’orgoglio, come invece ci si aspetterebbe. Lui e Paolo appaiono timidi, il loro amore è delicato e pudico: solo qualche bacio, privo di accenti passionali. Non basta qualche momento più realistico a cancellare una sensazione di scarsa naturalezza.

C’è invece indulgenza verso Roberto: alcune dichiarazioni indifendibili del sindaco, alcuni gesti inaccettabili sono passeggeri, sembra dire il regista. Tutto è compensato dall’evoluzione positiva del personaggio, oltre che dalla presenza di Anna, che invece comprende il figlio e accetta quasi subito. Puoi Baciare lo sposo, preso dall’equilibrismo, attento a non far sentire nessuno troppo scomodo, perde buona parte dell’autenticità, mentre chi guarda dubita che questo sia davvero un modo efficace di veicolare i temi delle unioni civili, della parità di diritti e della libertà sessuale.

15 attori che sono apparsi sia in Star Wars che in un film di supereroi

Quante volte negli ultimi dieci anni vi è capitato di vedere gli stessi attori in due diversi blockbuster di successo? E per blockbuster ovviamente si intende un cinecomic (Marvel o DC che sia) o un film del franchise di Star Wars, tra i maggiori incassi al botteghino di tutto il mondo.

Da Oscar Isaac a Samuel L. Jackson, molte stelle di Hollywood si sono prestate ad entrambi gli universi riuscendo comunque ad essere amati da diversi fandom.

Leggi anche – Star Wars: 15 attori che non hanno avuto fortuna dopo i film

Ecco allora i 15 attori che sono apparsi sia in Star Wars che in un film di supereroi (DC o Marvel) riuniti da ScreenRant:

Natalie Portman

attoriNatalie Portman aveva già interpretato la coraggiosa Padme Amidala in Episodio I, II e III (la seconda trilogia di Guerre Stellari uscita al cinema nei primi anni duemila) quando i Marvel Studios la scelsero per vestire i panni della dottoressa Jane Foster in Thor. Quest’ultima dimenticata in fretta da molti fan…

Oscar Isaac

attoriIl fiero pilota che “sa guidare tutto” Poe Dameron è stato interpretato nella nuova trilogia di Star Wars (Da Il Risveglio della Forza a Gli Ultimi Jedi) da Oscar Isaac, lo stesso attore che presta fattezze e voce al temibile villain di X-Men: Apocalisse.

Paul Bettany

attoriVisione per il MCU, Paul Bettany sarà presto sul grande schermo con Solo: A Star Wars Story (secondo spin-off del franchise in arrivo a maggio nelle sale). Nel film l’attore interpreterà il boss del crimine Dryden Vos.

Temuera Morrison

attoriJango Fett in Episodio II: L’Attacco dei cloni, Temuera Morrison è poi apparso nei panni di Ungaran Abin Sur in Lanterna Verde, dimenticabile cinecomic DC con Ryan Renolds uscito nel 2011.

Riz Ahmed

attoriRiz Ahmed è un attore piuttosto attivo ad Hollywood negli ultimi cinque anni, ed è stato protagonista di diversi film di successo tra cui Rogue One: A Star Wars Story e sarà presto nello spin-off Venom al fianco di Tom Hardy.

Andy Serkis

attoriL’uomo della motion capture Andy Serkis ha adattato le sue migliori capacità per interpretare il leader supremo Snoke nella nuova trilogia di Star Wars. Tuttavia quest’anno ha anche svestito i panni digitali e indossato quelli umani di Ulysses Klaue nel cinecomic Black Panther.

Benicio Del Toro

attoriBenicio Del Toro non è nuovo al mondo dei blockbuster: di recente l’abbiamo visto in Star Wars: Gli Ultimi Jedi nei panni di DJ e qualche anno prima in Guardiani della Galassia in quelli del Collezionista.

Mads Mikkelsen

attoriRuoli opposti per Mads Mikkelsen nel franchise di Star Wars e nel MCU: padre magnanimo in Rogue One e antagonista di Doctor Strange, l’attore ha dimostrato di sapersi destreggiare tra le pieghe dell’animo umano con grande scioltezza.

Felicity Jones

attoriFelicity Jones è brevemente apparsa in The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb nei panni di Felicia Hardy (nei fumetti è l’alter ego di Black Cat) prima di essere scelta per interpretare Jyn Erso in Rogue One.

Forest Whitaker

attoriForest Whitaker ama i ruoli da leader carismatici, come dimostrato interpretando Saw Gerrera in Rogue One e il mentore di T’Challa, Zuri, in Black Panther.

Billy Dee Williams

attoriCome dimenticare il mitico Billy Dee Williams nei panni di Lando Calrissian, ex nemico e poi fido collaboratore di Han Solo nella vecchia trilogia di Star Wars? Tuttavia l’attore è apparso anche nei panni di Harvey Dent nel Batman del 1989.

Mark Hamill

attoriMark Hamill è per lo più noto al grande pubblico per il ruolo di Luke Skywalker nel franchise di Star Wars, eppure i fan DC lo porteranno sempre nel cuore visto che l’attore ha doppiato Joker nella serie animata e nel film d’animazione del 2016 The Killing Joke.

Samuel L. Jackson

attoriUn altro innato leader carismatico è Samuel L- Jackson, che nel franchise di Star Wars ha prestato il volto a Mace Windu, il cavaliere jedi con l’iconica spada laser viola. Nel MCU invece è stato scelto per interpretare (contro ogni pronostico) Nick Fury (che nei fumetti non è nero).

Liam Neeson

attoriLiam Neeson sembra essere l’epiteto della saggezza sullo schermo, dal momento che ha interpretato per ben due volte la figura del mentore e insegnante sia in Star Wars (era lo jedi Qui Gon in La Minaccia Fantasma) sia nel cinecomic Batman Begins (era Ra’s al Ghul).

Lupita Nyong’o

attoriLa stella di Black Panther Lupita Nyong’o ha prestato la sua voce e i movimenti per dare vita ad uno dei personaggi più divertenti della nuova trilogia di Star Wars: parliamo di Maz Kanata, l’aliena di una specie non-identificata millenaria e attiva nel campo del contrabbando.

Marvel Legends diffonde le nuove statue di Vedova Nera, Thor e Cull Obsidian

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Marvel Legends ha diffuso tre nuove action figure realizzate per Avengers: Infinty War in cui sono raffigurati Vedova Nera, con il sorriso di Scarlett Johansson, Cull Obsidian, appartenente all’Ordine Nero, e Thor, con la sua nuova arma, circondato da fulmini.

Sembra interessante notare come Vedova Nera sia diventata nel tempo protagonista del merchandising al pari degli altri personaggi, mentre all’inizio del MCU, nel 2012, quando arrivò al cinema The Avengers, era praticamente impossibile trovare una sua action figure.

Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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La DC conferma che la Marvel fa parte del suo multiverso

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Che sia un gioco, una presa in giro o una competizione reale, Marvel e DC continuano a “beccarsi” sia nel confronto al cinema, vinto al momento dalla Casa delle Idee, che nei fumetti, dove la DC “ha calato la sua giocata vincente”, per dirla in termini di gioco.

L’ultimo numero di Action Comics della DC ha confermato che la Marvel fa parte del loro multiverso. La lunga storia delle due case di fumetti è percorsa da numerose citazioni reciproche e le ultime settimane sono state testimoni di alcuni riferimenti sorprendenti, con Infinity Countdown Prime #1 che ha suggerito che il Captain Marvel della DC possa esistere nel multiverso della Marvel. Questa settimana la DC ha deciso di restituire il favore, in Action Comics n. 998.

L’arco attuale vede Superman viaggiare nel tempo, cercando di capire se suo padre è sopravvissuto alla distruzione di Krypton. Il suo tentativo di investigare ha causato gravi danni al flusso temporale; questo è stato riparato solo grazie all’intervento di Booster Gold. I due hanno dimostrato di essere una squadra formidabile. Nell’albo in questione, Booster e Superman scappano nella macchina del tempo, e Booster si riferisce scherzosamente ai suoi Skeet AI chiamandoli “Alfred”. Inutile dire che Skeets obietta per essere stato chiamato come il maggiordomo di Batman, e Booster risponde:

“Non è che posso chiamarti Jarvis. Tutta un’altra cronologia”.

È un gioco di parole tremendamente efficace. Nei fumetti, Jarvis è il maggiordomo dei Vendicatori (essenzialmente la versione Marvel di Alfred). Nei film, ovviamente, Jarvis è in realtà l’Intelligenza Artificiale personale di Tony Stark che poi confluisce in Visione. Quindi lo scherzo funziona su due livelli diversi. È anche un divertente suggerimento che gli eroi della Marvel esistano da qualche parte nel multiverso dei fumetti di DC.

Non si tratta della prima volta che i due universi fanno riferimenti reciproci, e in passato si sono addirittura incrociati, ma questa frequenza e la massiccia presenza dei personaggi al cinema potrebbe far ipotizzare a breve un incontro trai personaggi DC e Marvel sul grande schermo. Che ne pensate?

Wonder Woman vs Okoye: chi vincerebbe?

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Roxane Gay, autrice del bestseller Difficult Women, Hunger, Bad Feministha espresso il suo parere su Twitter in merito alla questione riguardante un eventuale scontro tutto al femminile tra Wonder Woman e Okoye, le due forti eroine provenienti dagli universi DC e Marvel.

Il sondaggio “Chi vincerebbe tra Diana e Okoye” era stato lanciato nei giorni scorsi da alcuni fan, e questa è stata la risposta della scrittrice:

Wonder Woman e Okoye non combatterebbero. Anzi, condividerebbero informazioni, collaborando e rispettandosi reciprocamente.

La Gay ha poi continuato: “E tanto per essere chiari: non combatterebbero non perché siano donne, queste sono solo sciocchezze, ma perché sono intelligenti e non sceglierebbero la violenza a meno che non fosse necessario.

Wonder Woman 2: Kristen Wiig in trattative, sarà Cheetah?

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Mentre la Wonder Woman cinematografica è stata introdotta due anni fa sul grande schermo in Batman v Superman: Dawn of Justice (interpretata da Gal Gadot), il generale della Dora Milaje Okoye ha esordito nel cinecomic Black Panther, grande successo al botteghino americano.

Danai Gurira, l’attrice che nel film di Ryan Coogler veste i panni di Okoye, aveva così descritto il suo personaggio:

“Lei è una wakandiana estremamente fiera. Molto fiera della sua gente e del suo paese, della sua eredità, è una tradizionalista, è radicata nella sua natura, in quello che deve essere fatto, e in come fanno le cose le persone che vivono a Wakanda. Come sono state fatte queste cose e come vanno preservate. Essere il capo del Dora Milaje e perdere un sovrano in una situazione di mancata sicurezza non è una cosa che si sposa bene con quello che lei sente. Il desiderio che ciò non accada più è qualcosa di intrinsecamente radicato in quello che è.”

Black Panther: Danai Gurira parla della sua Okoye