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Agatha All Along: nuovi video rivelatori dal backstage dell’episodio finale

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Gandja Monteiro ha diretto gli ultimi due episodi di Agatha All Along e ora ha condiviso su Instagram nuove foto e video dal dietro le quinte di alcuni momenti chiave del finale.

Dopo aver ricevuto una ricarica di potere da Wiccan (Joe Locke) nell’episodio 8, Agatha Harkness (Kathryn Hahn) decide egoisticamente di lasciare “Teen” al suo destino, ma quando lui le chiede del suo defunto figlio, Nicholas Scratch, la strega cambia idea e prende il posto di Billy Maximoff baciando Rio Vidal, alias Morte, (Aubrey Plaza) dando così la sua vita per la sua.

L’episodio finale si concentra sul passato di Agatha e sull’accordo che ha stretto con Morte per dare a Nicholas qualche anno di vita. Alla fine, torniamo ai giorni nostri, con il fantasma di Harkness che appare a Billy e assume il ruolo della sua “guida spirituale” mentre partono alla ricerca di suo fratello Tommy.

Ecco di seguito alcune foto e video dal set dell’ultimo episodio di Agatha All Along:

Guarda il post qui sotto, insieme ai video pubblicati ufficialmente che mettono in risalto i costumi comici e fedeli di Wiccan e Death.

Avengers: Secret Wars dovrebbe mettere Spider-Man in una situazione difficile – Rumors

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Con Avengers: Doomsday pronto a iniziare la produzione nel giro di pochi mesi, ci stiamo preparando a un sacco di voci sui piani dei Marvel Studios per questo film e il suo seguito, Avengers: Secret Wars che si avvia verso il nuovo anno.

Ci sono già molti rumors online su entrambi i progetti; in questo momento sembra che Doomsday metterà i più potenti eroi di Terra 616 contro Doctor Doom prima che un gruppo di personaggi multiversali si riunisca nel sequel ambientato a Battleworld.

È stato anche affermato che Spider-Man di Andrew Garfield avrà un ruolo importante in Secret Wars, con Peter Parker di Tom Holland attualmente previsto come protagonista di Doomsday.

Oggi, @MyTimeToShineH ha commentato una GIF di loro e del lanciatore di ragnatele di Tobey Maguire dicendo: “Saranno costretti a scontrarsi in Secret Wars“.

Questa potrebbe essere (un’altra) fortunata supposizione o un indizio che Secret Wars sarà meno un adattamento della storia del 2015 e più simile alla versione degli anni ’80 che sappiamo i fratelli Russo adoravano da bambini e che desiderano ardentemente adattare. In questo, The Beyonder costringe eroi e cattivi a combattere, anche se siamo sicuri che si possa dare una svolta multiversale al concetto.

Avengers: Doomsday arriverà nei cinema il 1 maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti dai Anthony e Joe Russo, che faranno anche il loro ritorno nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Tom Hanks pensa che la familiarità con i supereroi al cinema li abbia resi meno interessanti di un tempo

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I film sui supereroi spesso ricevono critiche molto negative dai veterani di Hollywood. Sebbene il genere continui a riscuotere un incredibile successo, sono stati anni difficili. I Marvel Studios hanno prodotto i loro primi film “marci” e qualche flop al botteghino. Meno si parla degli ultimi giorni del DCEU, meglio è e quando si tratta di Sony… beh, ha fatto anche cose buone, nonostante i costanti disastri…

Oggi, l’icona Tom Hanks ha condiviso la sua opinione sull’ascesa e le recenti difficoltà dei film sui fumetti. La star di Toy Story e Forest Gump sostiene che la familiarità di questi personaggi significa che non ci fanno più provare le stesse sensazioni di una volta. Di conseguenza, il pubblico ora chiede di più al genere e vuole storie più forti da abbinare a tutte le scene d’azione appariscenti.

Ecco cosa ha detto Tom Hanks: “Il fatto è che in realtà sta incontrando lo stato dell’arte. Non importa il commercio. Lo stato attuale dell’industria. La cosa grandiosa che è accaduta è stata… ricordate che negli anni ’70 e ’80 hanno provato a fare versioni televisive di Capitan America e Spider-Man e persino Batman. Il Batman di Adam West. Non esisteva la tecnologia per farlo sembrare come nei fumetti. Ora sì. Puoi fare qualsiasi cosa. Probabilmente potresti dire che il Superman di Christopher Reeve è stato il primo ad andarci vicino perché la tecnologia all’avanguardia proprio lì ha permesso la rimozione dei fili. “Crederai che un uomo possa volare” e, sai cosa, lo abbiamo fatto tutti quando l’abbiamo visto. È stato davvero straordinario.”

Tom Hanks dice la sua sui film basati sui fumetti di supereroi

“Penso che ora ci stiamo godendo il lusso della ricchezza perché puoi far accadere qualsiasi cosa sullo schermo. Stiamo tornando al concetto, “Ok, è vero, ma qual è la storia”. Senza dubbio, ho già usato questa analogia prima, quindi mi scuso, puoi prosciugare il lago Michigan e riempirlo di orologi a cucù e formare un drago a tre teste che sputa fuoco e distrugge la città di Chicago. Puoi farlo, ma a che scopo? Qual è la storia e cosa dirà di noi?”

“Penso che ci sia stato un periodo di tempo, e anch’io la pensavo così, in cui vedevamo questi fantastici film, sia DC che MCU, per vedere queste versioni migliori di noi stessi. ‘Dio, a volte mi sento come un X-Man. Sono confuso come Spider-Man. Sono arrabbiato come Batman e amo il mio paese tanto quanto Capitan America. Vorrei emulare tutti quei ragazzi.’ Penso che abbiamo percorso quella strada e abbiamo avuto probabilmente 20 anni, 15 anni, per esplorare quel genere di cose e ora penso che siamo in un luogo evolutivo di, ‘E qual è la storia? E qual è il tema? E il punto di questo film qual è?'”

“È una bella sfida per qualsiasi regista, potrebbe semplicemente non atterrare nella sala circolare per l’industria. L’industria dice spesso, ‘Beh, questo funziona e funzionerà di nuovo.’ Il pubblico è molto più avanti. Vedono ciò che è familiare e dicono, ‘L’ho già visto. Cosa c’è dopo?’ Non è solo roba strabiliante, è qual è la storia? Raccontami di me. Siamo in un territorio nuovo.”

Quel nuovo territorio è qualcosa che stiamo vedendo i Marvel Studios tentare di esplorare con titoli come Fantastic Four: First Steps e Agatha All Along.

Venom, ad esempio, è stato un successo nel 2018 perché ha offerto qualcosa di nuovo; una folle buddy comedy con Tom Hardy che si abitua a condividere il suo corpo con un alieno. Due film dopo, l’interesse per il franchise è calato perché sia ​​i fan che gli spettatori vogliono di più.

A Tom Hanks è stato anche chiesto se ha incontrato Kevin Feige o James Gunn. “No. No, penso sia perché… non sono nel loro campo. Non sono contrario, immagino, ma allo stesso tempo… te lo dico subito, il mio piatto è piuttosto pieno. Ho un sacco di cose che sogno e che cerco di realizzare”.

Vedremo Tom Hanks al cinema nel 2025 in Here di Robert Zemeckis.

Generazione Fumetto: intervista a Omar Rashid e Giacomo Bevilacqua

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In occasione del Lucca Comics & Games è stato presentato al pubblico Generazione Fumetto, il documentario di Omar Rashid che racconta l’opera e il lavoro di sette superstar del fumetto contemporaneo attraverso un racconto in prima persona.

Ecco le nostre interviste a Giacomo Bevilacqua, fumettista di A panda piace e Il suono del mondo a Memoria, tra le voci protagoniste del film, e a Omar Rashid, ideatore, sceneggiatore e regista. Generazione Fumetto arriverà al cinema nel 2025.

Ecco i character poster e il poster di Generazione Fumetto

Lucca Comics & Games è stato la prima tappa fondamentale per il lancio nazionale del documentario, inoltre, durante i giorni della manifestazione si è svolta la fase conclusiva del progetto di Generazione Fumetto che ha visto portare a compimento il documentario nella sua integrità: durante la manifestazione sono stati girati gli ultimi preziosi materiali per il montaggio definitivo del documentario con riprese live realizzate nei luoghi del community event e che hanno visto protagonisti i numerosi fan e appassionati di fumetto e non solo presenti a Lucca.

Generazione Fumetto esplora il mondo di questo universo immaginario attraverso interviste ad alcuni degli artisti più rappresentativi e seguiti del panorama italiano, diversi per stili e background, ma tutti nati negli anni ’80 e che sono stati in grado di utilizzare il proprio lavoro come veicolo di espressione personale, critica politica e sociale e identità individuale: Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare.

Battleship: tutto quello che c’è da sapere sul film con Rihanna

Battleship: tutto quello che c’è da sapere sul film con Rihanna

Ci sono giochi molto popolari che, proprio per la loro natura e le loro caratteristiche, si crede siano inadattabili per il cinema. Tuttavia, sono diversi i casi in cui tale credenza è stata smentita, a partire dal recente successo di Barbie, ma si possono citare anche i film di Transformers e G.I. Joe – La nascita dei Cobra. Naturalmente, si tratta di film che principalmente si rifanno ai personaggio o alle regole di base del gioco per adattarli poi ad un racconto originale che vada bene per il cinema. È questo il caso anche del gioco Battaglia Navale, portato al cinema nel 2012 come film di fantascienza dal titolo Battleship (qui la recensione).

Diretto da Peter Berg, noto per film d’azione adrenalinici come Spencer Confidential, HancockRed Zone – 22 miglia di fuoco, il film offre dunque un’esperienza cinematografica basata sulle regole del gioco, portate però nella realtà. Battleship è dunque più di un semplice adattamento di un gioco da tavolo, ma è un’opera cinematografica che riesce a trasformare un concetto apparentemente semplice in un’esperienza coinvolgente e appassionante. La sua combinazione di azione, effetti speciali e complessi personaggi lo distingue dunque come un film d’intrattenimento completo perfetto per gli appassionati del genere.

Alla sua uscita in sala il film non ha fatto registrare incassi particolarmente soddisfacenti, ma resta in ogni caso un lungometraggio che offre esattamente ciò che promette: un’avventura spettacolare e avvincente. Con il tempo, poi, è stato in parte rivalutato dagli amanti del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e molto altro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Rihanna and Taylor Kitsch in Battleship
Rihanna and Taylor Kitsch in Battleship © 2011 – Universal Pictures

La trama di Battleship

Dopo essere entrate in contatto con una forma di vita extraterrestre tecnologicamente avanzata, cinque astronavi aliene penetrano nel nostro sistema solare, mettendo in campo tre navi da guerra. In quello stesso istante, però, ci sono già altre imbarcazioni militari che si stanno esercitando in mare nei loro paragi. Tra queste, la nave capitanata dal marine Alex Hopper, che si troverà allora a dover fronteggiare la flotta aliena. L’obiettivo sarà impedire agli invasori di comunicare al loro pianeta le coordinate ed evitare così la tanto temuta invasione, distruggendo poi quanti si sono ad ora introdotti sul pianeta terra. Al largo delle Hawaii, la battaglia feroce e decisiva tra umani e alieni deciderà dunque il destino dell’umanità.

 

Il cast di attori e gli alieni del film

Peter Berg voleva ingaggiare la cantante Rihanna per il ruol del ottufficiale Cora Raikes dopo aver visto la sua intervista a Diane Sawyer in seguito alle percosse subite dall’allora fidanzato Chris Brown. Berg era convinto che se la cantante poteva essere grado di gestire un’intervista così complicata, poteva altresì essere un’ottima attrice. Tuttavia, per questo film, Rihanna si è affermata come la decima cantante a vincere un Razzie Awards come Peggior attrice al suo film di debutto. Protagonista maschile del film è invece Taylor Kitsch, nel ruolo del tenente comandante Alex Hopper.

Accanto a loro ritroviamo poi Alexander Skarsgård nei panni del comandante Stone Hopper, Liam Neeson in quelli del Vice Ammiraglio Terrance Shane e Brooklyn Decker nei panni di Samantha “Sam” Shane. Gli attori Rami Malek e Jesse Plemons interpretano invece rispettivamente il Tenente Hill e Jimmy “Ordy” Ord. Per prepararsi al ruolo di marinai nel film, gli attori si sono sottoposti a un campo di addestramento di un mese con veri Navy Seals, che ha comportato un intenso allenamento fisico, esercitazioni con armi da fuoco e simulazioni tattiche.

Per quanto riguarda gli alieni presenti nel film, questi sono noti come Reggenti. Si tratta di una specie di mammiferi alti dalle sembianze umanoidi, dotati di tute corazzate scure con riflessi bronzo-oro sopra una tuta attillata. Hanno quattro dita su ogni mano, orecchie minuscole, occhi verdi con pupille simili, facce piatte, una setola simile a quella di un porcospino sul mento e occhi verdi con riflessi dorati che sono estremamente sensibili alla luce intensa. I Reggenti non vivono sulla superficie del loro pianeta natale, ma piuttosto nelle sue profondità, in grotte ed edifici fatti di roccia. Tuttavia, possono avventurarsi fuori alla luce della sera.

Liam Neeson e Taylor Kitsch in Battleship
Liam Neeson e Taylor Kitsch in Battleship © 2011 – Universal Pictures

La colonna sonora del film

Grazie al successo ottenuto con il franchise di Transformers, il compositore Steve Jablonsky è stato scelto per la colonna sonora ufficiale. La colonna sonora contiene composizioni originali di Jablonsky e vede la partecipazione del chitarrista rock Tom Morello dei Rage Against the Machine. Tra i brani composti dai due si sono in particolare affermati quelli intitolati The Aliens, The Art of War, Super Battle e Thug Fight. Nel film sono però presenti anche altri brani, non originali, che arricchiscono ulteriormente la narrazione. Eccoli di seguito:

  • Stone Temple Pilots – “Interstate Love Song”
  • Billy Squier – “Everybody Wants You”
  • Henry Mancini – “The Pink Panther Theme”
  • Lucky Clark – “My Lai”
  • The Black Keys – “Gold on the Ceiling”
  • Citizen Cope – “One Lovely Day”
  • Dropkick Murphys – “Hang ‘Em High”
  • Carl Perkins – “Blue Suede Shoes”
  • AC/DC – “Hard as a Rock”
  • ZZ Top – “I Gotsta Get Paid”
  • Royal Philharmonic Orchestra – “Waltz: On the Beautiful Blue Danube”
  • AC/DC – “Thunderstruck”
  • Band of Horses – “The Funeral”
  • Creedence Clearwater Revival – “Fortunate Son”

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Battleship grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 4 novembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Assassin Club: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Assassin Club: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Prima di approdare alla regia nel 2014 con Brick Mansion, Camille Delamarre ha “imparato” il mestiere in qualità di montatore di due celebri registi francesi legati tra loro come Olivier Megaton e Luc Besson. Nel 2015 ha poi diretto The Transporter Legacy, per poi tornare alla regia di un lungometraggio solo nel 2023 con Assassin Club. Film in cui si esplora la figura del sicario pronto a ritirarsi ma costretto a svolgere un ultimo incarico, dinamica alla base anche di film come Gemini Man e Killer Elite.

Co-produzione tra Stati Uniti e Italia, Assassin Club parte da questa premessa per includere poi all’interno del proprio racconto un complesso complotto internazionale, che costringe il protagonista ad una corsa contro il tempo per poter salvare la vita propria e quella altrui. Un film dunque particolarmente dinamico e ricco di colpi di scena, perfettamente in linea con quelli realizzati da Megaton e Besson, come Io vi troverò, Colombiana e Anna.

Per gli appassionati di questo genere, dove lo spionaggio si mescola con l’azione nuda e cruda, è dunque questo un titolo da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Assassin Club. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Henry Golding e Sam Neill in Assassin Club
Henry Golding e Sam Neill in Assassin Club. Cortesia di Eagle Pictures.

La trama di Assassin Club

Il film è ambientato nel mondo delle spie internazionali e dei sicari, e Morgan Gaines è il migliore tra loro. Nonostante tutti i suoi successi, Morgan ha però deciso di ritirarsi, ma deve onorare un ultimo ingaggio. È stato infatti assunto per assassinare sei persone in diversi angoli del pianeta. Ma quello che sembrava un lavoro alla sua portata si complica all’improvviso e si rivela potenzialmente letale anche per lui. Morgan scopre che dietro alla sua missione si nasconde in realtà un diabolico piano ordito da una mente misteriosa.

Oltre a lui, anche le altre sei persone designate come sue prede sono in realtà altrettanti sicari, incaricati, all’insaputa degli altri, di uccidersi l’un l’altro, Morgan compreso. Inizia così una corsa per la sopravvivenza, durante la quale Morgan dovrà non solo cercare di difendersi dagli altri assassini, ma anche tentare di smascherare chi si nasconde dietro questa operazione, con l’obiettivo di salvare sé stesso e i propri “colleghi”.

Il cast di attori e le location del film

Ad interpretare Morgan Ganes vi è l’attore Henry Golding, noto per i film Crazy & Rich, Last Christmas e Snake Eye: G. I. Joe – Le origini. Accanto a lui, nel ruolo di Sophie, vi è invece l’attrice Daniela Melchior, vista in The Suicide Squad. Completano il cast Sam Neill nel ruolo di Caldweel, Noomi Rapace in quello di Falk/Agente Vos e Jimmy Jean-Louis in quello dell’ispettore Leon. Si ritrovano poi nel cast anche gli attori italiani Gabriele Rossi nel ruolo di Pablo Martinez, Bruno Bilotta in quello di Lesek, Massimo Rosa nel ruolo di Demir e Claudio Del Falco nel ruolo di Ryder.

Come anticipato, il film è una co-produzione tra Stati Uniti e Italia e molte sono le scene girate nel Bel Paese e più precisamente a Torino e Verolengo, piccolo comune facente parte della città metropolitana di Torino, entrambi dunque in Piemonte. Le due città sono state utilizzate anche per essere raffigurate nel film al posto di altri capitali europee come RomaParigiPraga e Porto. Nel film si ritrova dunque la Fontana dei Mesi al Valentino e il parco Dora, Galleria San Federico e piazza Cln, i palazzi barocchi e gli esterni della Rai di via Verdi. Per replicare Parigi, Po “interpreta” la Senna, mentre la Mole viene camuffata da Tour Eiffel.

Henry Golding e Daniela Melchior in Assassin Club
Henry Golding e Daniela Melchior in Assassin Club. Cortesia di Eagle Pictures.

Il finale del film

Il finale agrodolce di Assassin Club lascia Morgan e Sophie a vivere insieme la vita dei loro sogni, ma con la minaccia incombente che Falk sia ancora viva e in cerca di vendetta. Morgan non è consapevole del potenziale pericolo, ma deve rimanere vigile per proteggere se stesso e i suoi cari da qualsiasi danno futuro. È possibile che Morgan debba nascondersi o adottare altre misure di sicurezza per garantire la propria incolumità. Potrebbe anche dover mantenere un profilo basso ed evitare di attirare l’attenzione su di sé. È chiaro però che la vita di Morgan non sarà più la stessa dopo gli eventi del film.

Assassin Club Parte 2, si farà?

Dato questo finale aperto, c’era da attendersi un sequel, che però ad oggi non è ancora stato confermato. Considerato lo scarso riscontro economico e le recensioni negative ottenute dal film, è lecito presumere che non ci sarà mai un secondo capitolo. Se tuttavia i produttori dovessero decidere di realizzare comunque un Assassin Club 2, a quel punto sarà possibile scoprire come prosegue lo scontro tra Morgan e Falk, certamente intenzionata a vendicarsi dopo gli eventi del primo film.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Assassin Club grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim Vision, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 4 novembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Kill Switch – La guerra dei mondi: tutto quello che c’è da sapere sul film

Nel 2009 il regista Tim Smit pubblicò su YouTube il cortometraggio What’s in the Box?, che attualmente conta 2,7 milioni di visualizzazioni. Il video, della durata di 9 minuti, è diventato virale dopo che diverse riviste di videogiochi ne hanno parlato, ritenendo che fosse collegato alla serie di videogiochi Half-Life. 8 anni dopo, tuttavia, riprendendo quel suo lavoro ed ampliandolo, Smit ha debuttato alla regia con il lungometraggio Kill Switch – La guerra dei mondi, basato proprio sulle premesse del cortometraggio.

Scritto poi da Charlie Kindinger e Omid Nooshin, il film si configura dunque come un’avventura di fantascienza che porta alla scoperta di una realtà in cui si affrontano temi come il consumo delle risorse, lo sfruttamento energetico e la necessità di trovare soluzioni ambientalmente sostenibili per tali problematiche. Ancora una volta, dunque, questo genere di film affronta dinamiche molto attuali, sulle quali sarebbe bene riflettere tra un colpo di scena e l’altro.

Per gli appassionati di questo genere di racconti, ad ogni modo, questo rimane un titolo poco conosciuto ma meritevole di essere riscoperto. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Kill Switch – La guerra dei mondi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altre curiosità ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dan Stevens e Bérénice Marlohe in Kill Switch - La guerra dei mondi
Dan Stevens e Bérénice Marlohe in Kill Switch – La guerra dei mondi. Cortesia di Saban Film.

La trama di Kill Switch – La guerra dei mondi

In un futuro non troppo lontano, la società energetica Alterplex Energy Corporation crea Echo, un mondo parallelo da cui si può ottenere energia pura e illimitata attraverso un dispositivo chiamato Torre. Protagonista del film è Will Porter, un ex pilota e fisico della NASA, ora alla ricerca disperata di denaro. Con sua sorpresa, finisce per essere assunto proprio dalla misteriosa Alterplex. A causa di un malfunzionamento della struttura, però, strane anomalie e morti inspiegabili iniziano a verificarsi in tutto il pianeta, scatenando ben presto il panico.

L’ex pilota viene dunque incaricato di viaggiare attraverso il portale per rimettere le cose a posto. Disposto a tutto pur di salvare la sua famiglia e l’intera umanità, Will dovrà usare un marchingegno chiamato “Redivider” per bilanciare il trasferimento di potere e stabilizzare l’energia tra i due universi paralleli, prima che uno dei due collassi per sempre e spazi via la vita nella sua totalità.

Il cast di attori

Ad interpretare il protagonista, Will Porter, vi è l’attore Dan Stevens, celebre per aver recitato nei film La bella e la bestia e Abigail, ma anche nella serie Legion. Accanto a lui, nel ruolo di Abigail Vos vi è invece l’attrice Bérénice Marlohe. Completano il cast Tygo Gernandt nel ruolo di Michael, Charity Wakefield in quello di Mia Porter, Gijs Scholten van Aschat nel ruolo di Reynard e Bas Keijzer in quello di Bektman. Completano il cast Mike Libanon nel ruolo di Hugo e Mike Reus in quello del Dr. Klintsen

Dan Stevens e Charity Wakefield in Kill Switch - La guerra dei mondi
Dan Stevens e Charity Wakefield in Kill Switch – La guerra dei mondi. Cortesia di Saban Film.

Il significato di Kill Switch

Il titolo del film – Kill Switch – è un’espressione con cui ci si riferisce ad dispositivo di arresto di emergenza, che forza dunque lo spegnimento di una data apparecchiatura con l’obiettivo di preservarne l’integrità e salvandola da un blocco potenzialmente letale. È sostanzialmente ciò che viene chiesto di fare al protagonista, chiamato a scollegare il dispositivo che collega i due mondi prima che questi possano giungere ad un punto di non ritorno senz’altro letale. A partire da questo obiettivo, il film si configura anche come una metafora sullo sfruttamento dell’energia e i tentativi di ricavarla in modi che non contemplano un suo utilizzo più sano.

Altre curiosità sul film

Kill Switch è dunque un’espressione piuttosto popolare, utilizzata come titolo anche da altre opere, come il film del 2008 con protagonista Steven Seagal, o il libro di Penelope Douglas dal titolo L’errore che rifarei. Kill switch. Devil’s night series. Vi è però anche un videogioco del 2004 dal titolo Kill Switch, sviluppato e distribuito da Namco, in cui il giocatore  veste i panni di un soldato la cui memoria è stata cancellata e che viene inviato da una misteriosa organizzazione in varie zone del globo per scatenare un nuovo conflitto mondiale.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Kill Switch – La guerra dei mondi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 4 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Peaky Blinders, continuano le riprese: ecco Rebecca Ferguson

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Peaky Blinders, continuano le riprese: ecco Rebecca Ferguson

Continuano le riprese sul set di Peaky Blinders, l’atteso film che chiuderà la saga di Tommy Shelby e dei suoi familiari disgraziati. Con Cillian Murphy, che torna a interpretare il protagonista, nel film ci sarà Barry Keoghan, che da poco abbiamo visto nella prima foto ufficiale dal film che lo ritrae, ma anche Rebecca Ferguson, che interpreterà un personaggio sconosciuto, al momento.

Tutto quello che sappiamo sul film Peaky Blinders

Il premio Oscar Cillian Murphy tornerà nel ruolo iconico di Tommy Shelby, leader dell’omonima famiglia di gangster di Birmingham. La produzione del film inizierà entro la fine dell’anno.

I dettagli sul film non sono ancora stati resi noti. Tuttavia, in un’intervista a Esquire, l’ideatore  Steven Knight ha lasciato intendere di avere un’idea generale della trama, che ruoterà intorno a due storie. Preferisce lasciare che sia il film stesso a guidare la direzione narrativa. Si prevede che il film esplorerà la nuova generazione di personaggi pur rimanendo legato agli Shelby, con Thomas Shelby che avrà un ruolo centrale. Ecco cosa ha detto sulla regia del film:

“Il film so esattamente di cosa parla. E so quali sono le due storie che racconterà. Come si svolgerà la storia, non lo so. Quello che succederà dopo, voglio che dipenda dal film. Per quanto ne sappiamo, qualcuno salterà fuori – credo di sapere chi sarà. Nella sesta serie stiamo introducendo la nuova generazione, che farà parte di ciò che accadrà nel film. Credo che si tratti di trovare quegli attori che, quando li guardi, pensi: “Ecco, questo è il futuro””. Ecco il futuro”.

Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su Peaky Blinders, la cui produzione inizierà il mese prossimo. Tutte le stagioni di Peaky Blinders sono disponibili su Netflix.

CORRELATE:

Generazione Fumetto: i poster presentati al Lucca Comics & Games

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In occasione del Lucca Comics & Games è stato presentato al pubblico Generazione Fumetto, il documentario di Omar Rashid che racconta l’opera e il lavoro di sette superstar del fumetto contemporaneo attraverso un racconto in prima persona.

Presso l’Auditorium del Suffragio fan e appassionati hanno potuto assistere allo special screening dei primi 40 minuti del documentario in anteprima assoluta, seguito da un panel dedicato all’approfondimento a cui hanno preso parte i fumettisti Rita Petruccioli, Giacomo Bevilacqua e Maicol & Mirco.

L’appuntamento è stato anche l’occasione per svelare in anteprima la locandina del documentario, un poster corale accompagnato da 7 character poster unici disegnati per mano di Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare e che rappresentano la visione a fumetti che ogni artista ha di se stesso con il tratto caratteristico che lo contraddistingue.

Ecco i character poster e il poster di Generazione Fumetto

 

Lucca Comics & Games è stato la prima tappa fondamentale per il lancio nazionale del documentario, inoltre, durante i giorni della manifestazione si è svolta la fase conclusiva del progetto di Generazione Fumetto che ha visto portare a compimento il documentario nella sua integrità: durante la manifestazione sono stati girati gli ultimi preziosi materiali per il montaggio definitivo del documentario con riprese live realizzate nei luoghi del community event e che hanno visto protagonisti i numerosi fan e appassionati di fumetto e non solo presenti a Lucca.

Una collaborazione speciale quella realizzata con Lucca Comics & Games di cui la produzione Valmyn è orgogliosa e che trova in essa affinità di intenti e passioni comuni, oltre ad un enorme bagaglio culturale fatto di impegno e dedizione. Generazione Fumetto racconta un mondo, quello del fumetto, che negli ultimi 10 anni è editorialmente esploso ed è diventato da arte di nicchia, o addirittura considerata “minore”, a fenomeno in ascesa e mainstream, e lo vuole raccontare non solo agli appassionati del genere ma anche a chi di fumetto sa poco ed è incuriosito da questo medium, fatto di immagini e testo, semplice e complesso allo stesso tempo.

Generazione Fumetto esplora il mondo di questo universo immaginario attraverso interviste ad alcuni degli artisti più rappresentativi e seguiti del panorama italiano, diversi per stili e background, ma tutti nati negli anni ’80 e che sono stati in grado di utilizzare il proprio lavoro come veicolo di espressione personale, critica politica e sociale e identità individuale: Mirka Andolfo, Giacomo Bevilacqua, Rita Petruccioli, Sara Pichelli, Maicol & Mirco, Sio e Zerocalcare.

Generazione Fumetto permette di avvicinarsi ai fumettisti non solo come artisti talentuosi e unici, ma anche come persone con passioni, sogni, valori forti e particolarità: le interviste sono avvenute prima nelle loro abitazioni, per coglierli nella loro quotidianità e osservarli durante le fasi operative del processo creativo, per poi spostarsi nelle fumetterie di fiducia, dove gli artisti hanno condiviso opinioni, fonti di ispirazione e motivazioni, creando un dialogo virtuale anche con altri nomi del mondo del fumetto italiano e internazionale.

Ma il viaggio non si limita ai soli artisti; il documentario fa conoscere da vicino anche le loro fanbase, i loro editori, gli specialisti, i curatori e le figure di maggiore spicco di questo mondo/industria che, quasi unico nel panorama culturale e letterario, ogni anno accresce la sua influenza e popolarità, rendendo il fumetto uno dei linguaggi fondamentali per raccontare il nostro presente.

Sinossi del film: Generazione Fumetto è un documentario intimo e approfondito che esplora l’evoluzione, l’influenza e le prospettive del fumetto italiano contemporaneo. Partendo da 7 artisti emblematici della nuova generazione – Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua (Keison), Michael Rocchetti (Maicol & Mirco), Simone Albrigi (Sio), Mirka Andolfo, Sara Pichelli e Rita Petruccioli – il film indaga lo status del fumetto come linguaggio artistico, la sua evoluzione, il suo impatto sulla cultura, e le possibili traiettorie future.

Generazione Fumetto è prodotto da Valmyn di Alessandro Tiberio, in collaborazione con Lucca Comics & Games. Dopo il passaggio a Lucca verrà distribuito prossimamente al cinema con Valmyn.

The Running Man: Glen Powell avvistato sul set del film di Edgar Wright; svelato il logo del film

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È stato pubblicato dal Mail Online, un primo sguardo alla star di Twisters Glen Powell nei panni di Ben Richards di The Running Man. Il personaggio è stato originariamente interpretato da Arnold Schwarzenegger nel classico del 1987 che, come questo film, è tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.

Il regista di Scott Pilgrim vs. the World, Edgar Wright, dirige questo nuovo film che ha riunito un cast impressionante, tra cui Josh Brolin, Lee Pace, Katy O’Brian, Emilia Jones e Michael Cera. Nessuno di loro era presente sul set (almeno non ancora).

Che cosa mostrano queste foto? Come potrete vedere seguendo il link nel post X qui sotto, Powell è stato avvistato in costume presso l’iconica Battersea Power Station di Londra. Vestito con un ensemble ispirato agli anni ’80, è circondato da auto ispirate a quel periodo e da guardie in uniforme che richiamano l’ambientazione da stato di polizia di The Running Man.

È stato mostrato anche un personaggio mascherato in fuga, anche se non è chiaro chi sia. Guardando attentamente le foto condivise dal giornale si può notare anche il logo del remake.

 

Cosa c’è da sapere sul remake di The Running Man

È stato molto divertente per me, perché l’altro giorno ho cercato ‘Edgar Wright’ nella mia e-mail, scrivendo ‘Edgar’”, ha detto Powell del progetto all’inizio di quest’anno. “Abbiamo fatto avanti e indietro su cose relative alla sceneggiatura, ed è così divertente. Il mondo che Edgar ha sviluppato in questa storia è semplicemente scandaloso. È così bello”.

“E davvero, siamo entrambi grandi fan del libro di Stephen King, e sarà un personaggio fantastico. Sono così entusiasta. Ma ho cercato nella mia e-mail, e ho cercato Edgar Wright nella mia e-mail, ed è venuto fuori: Nel 2008, quando mi sono trasferito a Los Angeles, ho inviato al mio agente una lista di registi con cui avrei voluto lavorare e Edgar Wright è letteralmente al primo posto”.

E ha aggiunto: “Sono un uomo Edgar Wright. E quindi il fatto di poter lavorare con lui in questo momento è davvero una figata”.

Siamo nel 2025 e il reality è arrivato al punto che le persone sono disposte a scommettere la propria vita in cambio della possibilità di ottenere enormi ricchezze. Ben Richards è disperato. Ha bisogno di soldi per curare la malattia della figlia. La sua ultima possibilità è partecipare a un gioco a premi chiamato The Running Man.

L’uscita di The Running Man è prevista per il 21 novembre 2025. Rimanete sintonizzati per gli aggiornamenti non appena li avremo!

Napoli – New York, il poster del film con Pierfrancesco Favino

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Napoli – New York, il poster del film con Pierfrancesco Favino

Ecco il poster di Napoli – New York, il nuovo film di Gabriele Salvatores con Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro con la partecipazione di Tomas Arana, Antonio Catania con un soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli.

Il film sarà distribuito in Italia da 01 Distribution a partire dal 21 novembre.

Il poster di Napoli – New York

La trama di Napoli – New York

Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.

Guarda il trailer!

Agent Venom: in sviluppo il film presso la Sony Pictures?

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Agent Venom: in sviluppo il film presso la Sony Pictures?

La Sony Pictures aveva detto chiaramente che Venom: The Last Dance sarebbe stato la parte finale di una trilogia e, sebbene il film sembrasse concludere la storia di Eddie Brock e del suo amico simbionte (pur lasciando aperta la porta per altri film, ovviamente), ora potremmo sapere come lo studio ha intenzione di continuare il franchise. Secondo lo scooper Daniel Richtman, è in fase di sviluppo un film sull’agente Venom.

Nei fumetti, l’Agente Venom era l’ex bullo di Peter Parker diventato amico di Eugene “Flash” Thompson, che si è legato al Simbionte Venom dopo aver perso le gambe per servire il suo paese. Tony Revolori interpreta attualmente Flash nei film di Spider-Man, ma The Last Dance potrebbe averci dato un’idea di come la Sony intenda introdurre una nuova versione del personaggio.

Se non avete ancora visto Venom: The Last Dance, siete avvisati di importanti spoiler da questo punto in poi.

Mentre Venom si sacrifica per impedire a Knull di invadere il pianeta, vediamo uno degli Xenofagi mangiare le gambe di uno dei soldati di Strickland, il cui cognome è indicato come Thompson. Poi, nella scena post-credits, vediamo uno scarafaggio vicino a una fiala rotta che in precedenza era stata usata per ospitare un capannone virale del simbionte.

Anche se lo studio potrebbe decidere di ignorare questa impostazione (non sarebbe la prima volta) e scegliere un’origine diversa per il prossimo ospite di Venom, sembra probabile che prima o poi verrà scritturata una nuova versione di Flash Thompson per continuare le avventure del Protettore Letale nella SSU.

Tutto quello che c’è da sapere su Venom: The Last Dance con Tom Hardy

In Venom: The Last Dance, Tom Hardy torna a vestire i panni di Venom, uno dei personaggi più grandi e complessi della Marvel, per l’ultimo film della trilogia. Eddie e Venom sono in fuga. Braccati da entrambi i loro mondi e con la rete che si stringe, il duo è costretto a prendere una decisione devastante che farà calare il sipario sull’ultimo ballo di Venom e Eddie.

Il film è interpretato da Tom Hardy, Chiwetel Ejiofor, Juno Temple, Peggy Lu, Alanna Ubach, Stephen Graham e Rhys Ifans. Kelly Marcel dirige una sceneggiatura da lei scritta, basata su una storia di Hardy e Marcel. Il film è prodotto da Avi Arad, Matt Tolmach, Amy Pascal, Kelly Marcel, Tom Hardy e Hutch Parker. Venom: The Last Dance è uscito nelle sale il 24 ottobre.

Le linci selvagge: recensione del docufilm di Laurent Geslin

Le linci selvagge: recensione del docufilm di Laurent Geslin

Laurent Geslin è un fotografo naturalista di fama mondiale che per nove anni ha monitorato immergendosi nella natura, le linci euroasiatiche. La lince, per chi non lo sa, è un predatore fondamentale per l’ecosistema forestale, poiché la sua presenza aiuta a mantenere l’equilibrio naturale, minacciata sempre di più da fattori come i cambiamenti climatici e l’attività umana. Il documentarista alla fine ha realizzato un film intitolato Le linci selvagge che è stato presentato in anteprima durante il Locarno Film Festival 2021.

Cosa racconta Le linci selvagge

Nel corso del 19° secolo, la lince euroasiatica è stata sterminata ed è scomparsa dall’Europa occidentale. Cinquant’anni fa, il predatore però è stato reintrodotto nelle montagne della Svizzera. La lince è un animale fiero, bellissimo, con indole schiva, solitario, ma nonostante la protezione garantita a livello nazionale ed europeo, la specie resta comunque a rischio. Le sue peculiarità fisiche sono i ciuffi di peli sulle punte delle orecchie e il manto che assume varie gradazioni di colore a seconda del territorio di appartenenza. Il pelo delle linci per esempio è più chiaro nei paesi del nord e diventa più scuro man mano che si procede verso sud. Anche se è un felino usa il mimetismo per difendersi dai pericoli dell’ambiente circostante, ma anche per ingannare le sue prede, come caprioli o camosci.

Questo fiero predatore, conosciuto anche con il nome di gattopardo o lupo del Cerviere, ha un comportamento che ricorda un po’ quello di altri animali notturni delle foreste europee, preferendo prevalentemente uscire nelle ore serali e dedicarsi alla vita sociale solo durante il periodo degli accoppiamenti. Il fotografo francese ha seguito, per un lungo periodo, il ciclo della vita di una famiglia di linci euroasiatiche, documentando gli eventi cruciali come la nascita dei cuccioli, l’apprendimento della caccia e la difesa del territorio ma anche quella dagli uomini. Questo documentario, girato tra le montagne della Giura e commentato da Geslin stesso, si apre a fine Inverno dove due linci che si incontrano per riprodursi.

Le linci selvagge – ©Geslin Laurent

Il film inizia durante la stagione degli amori, quando il maschio della specie “canta” per attirare la femmina, che risponde ad essa. Proseguendo passano alcuni mesi e arriva la Primavera con il risveglio degli animali dal letargo, la rinascita con i suoi primi germogli sulle piante e l’apparizione della lince femmina in dolce attesa alla ricerca di una tana per partorire. Passa un’altra stagione e si rivede la lince madre con ben tre piccoli gattini,  ovviamente questo è un docufilm con animali selvaggi in cui è facile trovare la morte quando sei un cucciolo. Purtroppo durante il racconto due membri della famiglia delle linci vanno incontro a un triste destino. Uno dei tre cuccioli viene ucciso da un bracconiere e l’altro a sette mesi muore investito da una macchina. Il documentario si conclude con la femmina piccola cresciuta, l’unica sopravvissuta, pronta per trovare un compagno e continuare la specie.

Un film che contribuisce alla ricerca

Guardando quest’opera prima di Laurent Geslin si nota fin da subito che chi c’è dietro la telecamera è una persona esperta e appassionata di questo straordinario animale. Uno degli aspetti che meglio lo mostra è quando c’è proprio l’impressione, che la lince stia guardando dritto nell’obiettivo e questo è merito del regista che ormai li conosce bene questi straordinari predatori europei. Il regista comunque non si concentra solo sulla lince ma mostra anche tutti gli altri animali che in qualche modo diventeranno, forse, possibili prede o semplicemente abitano nello stesso habitat naturale.

Le linci selvagge si racchiude benissimo nel genere dei documentari dedicati alla natura incontaminata e alla difficile convivenza tra esseri umani e animali selvaggi. Per concludere questo docufilm è tutt’ora il primo dedicato interamente alle linci, ci sono quelli sui leoni, ghepardi, giaguari e altri grandi felini, ma niente sui gattopardi.

Star Wars: Skeleton Crew, nuovo trailer, dal 4 dicembre su Disney+

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Disney+ ha diffuso un nuovo trailer di Star Wars: Skeleton Crew, la serie originale in live-action targata Lucasfilm con protagonista Jude Law nei panni di un misterioso personaggio (“Jod”) le cui vere intenzioni sono avvolte nel mistero.

Star Wars: Skeleton Crew segue il viaggio di quattro ragazzi che fanno una misteriosa scoperta sul loro pianeta natale, apparentemente sicuro, per poi perdersi in una galassia strana e pericolosa. Trovare la strada di casa – incontrando improbabili alleati e nemici – sarà un’avventura più grande di quanto abbiano mai immaginato.

La serie è interpretata da Jude Law, Ravi Cabot-Conyers, Ryan Kiera Armstrong, Kyriana Kratter, Robert Timothy Smith, Tunde Adebimpe, Kerry Condon e Nick Frost. Gli episodi sono diretti da Jon Watts, David Lowery, i Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheinert), Jake Schreier, Bryce Dallas Howard e Lee Isaac Chung.

Jon Watts e Christopher Ford sono i capo sceneggiatori oltre ad essere gli executive producers insieme a Jon Favreau, Dave Filoni, Kathleen Kennedy e Colin Wilson. Chris Buongiorno, Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i co-executive producer, mentre Susan McNamara e John Bartnicki sono i produttori.

Star Wars: Skeleton Crew debutterà il 4 dicembre in Italia con i primi due episodi, in esclusiva su Disney+.

Elizabeth Olsen potrebbe aver confermato il ritorno nel MCU dicendo: “Penso che potrei rovinare qualcosa…”

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Dopo Doctor Strange nel Multiverso della Follia, non sappiamo ancora cosa riserva il futuro per Scarlet Witch, interpretata da Elizabeth Olsen, nel MCU. Il personaggio potrebbe essere morto sotto il Monte Wundagore, ma la sua storia non è sicuramente finita e ci sono molti posti all’interno del multiverso che possono veder spuntare dal nulla Wanda Maximoff.

Se si deve credere ai recenti scoop online, un film di Scarlet Witch è all’orizzonte ormai da molto tempo. Agatha All Along, intanto, ha stabilito che Wanda è “andata”, ma ha deliberatamente evitato di usare la parola “morta”, il che aggiunge molte sfumature alla dichiarazione. Durante una recente sessione di domande e risposte in una convention, è stato chiesto a Elizabeth Olsen se ci fossero delle particolari trame che le piacerebbe adattare nel MCU. La sua risposta ha attirato l’attenzione dei fan sui social media.

“Beh, onestamente, se dovessi dirvi esattamente cosa vorrei, penso che forse rovinerei qualcosa”, ha detto l’attrice. “Kevin Feige ci chiede sinceramente cosa vogliamo fare con il personaggio e poi lo fa [ride], quindi non so se posso condividere… Voglio solo tornare”.

Scarlet WitchQuesto è probabilmente il più grande indizio di Olsen su un ritorno e immaginiamo che apparirà nei prossimi film di Avengers prima di diventare protagonista di un progetto che probabilmente includerà le apparizioni di Visione, Agatha Harkness, Wiccan e Speed.

La conoscenza del Multiverso da parte di Wanda potrebbe essere cruciale per come si svolgeranno Doomsday e Secret Wars e ci sono già voci online sul fatto che potrebbe cadere nelle grinfie del Dottor Doom.

I Marvel Studios devono essere consapevoli di quanto i fan siano rimasti insoddisfatti dal modo in cui la storia di Scarlet Witch si è svolta in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, quindi prima troveranno il modo di farla tornare per rettificare il torto, prima sarà meglio per tutti..

Al Pacino: 10 cose che forse non sai sull’attore

Al Pacino: 10 cose che forse non sai sull’attore

Tra i più noti attori della storia del cinema, Al Pacino ha contribuito al cambiamento cinematografico perpetuato a partire dagli anni sessanta. La sua filmografia è esemplare, avendo collaborato ad alcuni dei più importanti film della storia e con i maggiori autori e attori di sempre. Ad oggi Pacino rimane uno dei più grandi attori sulla piazza, capace di regalare sempre nuove iconiche interpretazioni.

Ecco 10 cose che non sai di Al Pacino.

I film in cui ha recitato Al Pacino

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 1969 con il film Me, Natalie, ma la fama arriva con l’interpretazione di Michael Corleone nel film Il padrino (1972). Successivamente, tra i film più noti dell’attore, si annoverano Serpico (1973), Il padrino – Parte II (1974), Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975), Cruising (1980), Scarface (1983), Dick Tracy (1990), Scent of a Woman (1992), Carlito’s Way (1993), Heat – La sfida (1995), Donnie Brasco (1997), L’avvocato del diavolo (1997), Ogni maledetta domenica (1999), Insider – Dietro la verità (1999), Insomnia (2002), Il mercante di Venezia (2004), 88 minuti (2007), Ocean’s Thirteen (2007), Jack e Jill (2011), Wilde Salomé (2011), e Manglehorn (2014) Hangman – Il gioco dell’impiccato (2017), C’era una volta a… Hollywood (2019), The Irishman (2019), House of Gucci (2021), La memoria dell’assassino (2023) e Modì – Tre giorni sulle ali della follia (2024).

Al Pacino
Al Pacino in Serpico

2. Ha recitato anche per la televisione. Pacino è principalmente noto per i suoi ruoli cinematografici e in generale si è sempre concentrato di più sul cinema. In alcune occasioni, però, ha recitato anche per la televisione. Nel 1968, agli inizi della sua carriera, ha recitato nell’episodio 2×05 di N.Y.P.D., per poi tornare sul piccolo schermo solo nel 2003 per la miniserie Angels in America. Nel 2010 recita nel film TV You Don’t Knwo Jack – Il dottor morte, mentre nel 2013 è protagonista del film Phil Spector e nel 2018 di Paterno. Tra il 2020 e il 2023 è stato il protagonista di Hunters, serie Amazon nel quale interpreta Meyer Offerman.

3. È stato anche regista, produttore e sceneggiatore. In più di un’occasione Pacino si è cimentato come regista, realizzando quattro film di cui è stato anche sceneggiatore e produttore. Questi sono Riccardo III – Un uomo, un re (1996), Chinese Coffee (2000), Babbleonia (2007) e Wilde Salomé (2011). Ha poi prodotto anche film non suoi come The Local Stigmatic (1990) e The Humbling (2014).

Scarface 1983 La caduta di Tony Montana non ha nulla a che vedere con quella di Al Capone
Al Pacino in Scarface © 1983 Universal

Al Pacino e i suoi progetti di oggi

4. Ha diversi progetti in arrivo. Pacino non sembra per nulla intenzionato a ritirarsi dal mondo della recitazione e nel 2025 lo vedremo nel horror The Ritual, recitando accanto a Dan Stevens, mentre tra gli altri progetti in programma vi sono il thriller Captivated, dove interpreta Saro Mammoliti e Lear Rex, dove interpreta re Lear. Ulteriori progetti a cui ha partecipato sono Killing Castro, Assassination, Easy’s Waltz e Billy Knight. È poi tra i protagonisti di In the Hand of Dante, con Oscar Isaac, Gal Gadot e Gerard Butler.

Al Pacino in Scarface

5. Ha avuto problemi alle vie nasali. Secondo l’attore, uno dei ruoli che più ricorda con affetto è quello di Tony Montana in Scarface. Per prepararsi a questo ruolo, Pacino ha dovuto sottoporsi a diverse lezioni di addestramento fisico e ha dovuto sottostare a diverse condizioni, finendo anche per rovinarsi. Un esempio? Il suo personaggio è un gran cocainomane e, anche se sul set venne utilizzato probabilmente del latte in polvere, ciò provocò delle conseguenza al naso del protagonista: l’attore infatti, dichiarò di aver avuto dei problemi al naso conseguenti alle riprese del film.

Al Pacino è Michael Corleone ne Il Padrino

6. I produttori non lo volevano per il ruolo. In Il Padrino l’attore interpreta Michael Corleone, il figlio di Don Vito Corleone, interpretato da Marlon Brando. Tuttavia la produzione non voleva che a ricoprire il ruolo fosse Pacino, poiché lo consideravano ancora troppo sconosciuto e affidargli un ruolo simile sarebbe stato un azzardo. Il regista Francis Ford Coppola tuttavia si impuntò, e riuscì a convincere tutti di quanto l’attore fosse perfetto per la parte.

Al Pacino in Il Padrino - Parte II
Al Pacino in Il Padrino – Parte II © Paramount Pictures

Chi è la fidanzata di Al Pacino?

7. Ha avuto numerose relazioni. Nel corso degli anni Pacino non si è mai sposato, ma ha avuto numerose relazioni con attrici famose, tra cui Jill Clayburgh, Tuesday Weld, Marthe Keller, Carol Kane, Diane Keaton, Penelope Ann Miller e Madonna. Dal 2008 al 2018 è stato sentimentalmente legato all’attrice argentina Lucila Solà. È stato poi legato all’attrice israeliana Meital Dohan fino a febbraio 2020. Ha inoltre avuto quattro figli, Julie Marie (1989), nata da una relazione con l’insegnante di recitazione Jan Tarrant, e dei gemelli Olivia Rose e Anton James, avuti nel 2001 dall’attrice Beverly D’Angelo. All’età di 83 anni, diventa padre di Roman, nato il 15 luglio 2023 dalla compagna Noor Alfallah, con la quale terminerà il legame nel settembre dello stesso anno.

Al Pacino si racconta in Sonny Boy

8. Ha scritto un’autobiografia. Nel 2024 esce l’autobiografia Sonny Boy, in cui Al Pacino ripercorre la sua vita, raccontando della propria infanzia segnata dalla povertà, i primi ruoli a teatro, il difficile rapporto col successo conseguito a Il padrino, la vita privata e gli eccessi, fino ad arrivare al figlio avuto a 83 anni. Un libro dunque imperdibile per tutti i fan dell’attore desiderosi di conoscere ogni dettagli della sua vita.

Al Pacino ha origini italiane ma non parla l’italiano

9. Ha origini italiane. Pacino fa parte di quel gruppo di personalità del cinema con forti origini italiane. Egli è infatti figlio di Salvatore Pacino (1922-2005), un venditore porta a porta di polizze assicurative, i cui genitori, Alfio Pacino e Giuseppa Latteri, erano originari di San Fratello (Messina), e di Rose Gelardi (1919-1962), una casalinga, i cui genitori invece erano di Corleone (Palermo). Nonostante queste origini, Pacino non parla l’italiano, anche se ha dovuto imparare a pronunciare alcune battute in tale lingua per i film di Il padrino.

L’età e l’altezza di Al Pacino

10. Al Pacino è nato a New York, negli Stati Uniti, il 25 aprile 1940. L’altezza complessiva dell’attore è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Agatha All Along: Jac Schaeffer voleva che un sorprendente personaggio di She-Hulk facesse parte della congrega

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Agatha All Along ha concluso la sua prima (e probabilmente unica) stagione questa settimana e la showrunner Jac Schaeffer ha condiviso alcuni dettagli interessanti su alcune cose che non sono entrate a far parte della serie finita.

Durante una chiacchierata approfondita con The Ringer-Verse, Schaeffer ha rivelato che originariamente voleva riportare sullo schermo un sorprendente personaggio di She-Hulk: Attorney at Law per renderlo parte della congrega improvvisata di Agatha.

“[Volevamo] portare Madisynn sulla Strada delle Streghe, ma non ha funzionato. Era una decisione forzata.”

Per quanto She-Hulk si sia rivelata divisiva, la maggior parte delle persone concorda sul fatto che l’episodio con il debutto di Madisynn (due N, una Y, ma non è dove pensi) King è stato molto divertente.

La ragazza festaiola interpretata dall’attrice Patty Guggenheim è rimasta coinvolta negli affari di Jennifer Walters dopo il suo incontro con l’ex studente di Kamar-Taj diventato mago Donny Blaze. Dopo essere stata chiamata come testimone, stringe amicizia con Wong (Benedict Wong), prima di tornare nella divertente scena post-credits dell’episodio armata di cocktail e spoiler sui Soprano.

Madisynn è rapidamente diventata una delle preferite dai fan e gli spettatori hanno iniziato a “shippare” lei e lo Stregone Supremo (“MadWong”) nella speranza che potessero apparire di nuovo insieme nell’MCU in futuro. Mentre ciò deve ancora accadere, Maddie ha recentemente fatto il suo debutto nei fumetti Marvel in What If… Venom numero #3, e sembra che la sua relazione con “Wongers” sia ancora forte.

Alla luce dello sviluppo e della conclusione di Agatha All Along, sappiamo che la decisione di lasciare fuori Madisynn è stata quella giusta, ma chissà se in futuro il personaggio riapparirà in qualche modo.

Pulp Fiction, il cult di Quentin Tarantino torna al cinema il 18-19-20 novembre

Sono passati trent’anni da quando Pulp Fiction, cult indiscusso di Quentin Tarantino, è arrivato per la prima volta al cinema. Presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes, dove ha vinto il premio più prestigioso, il film ha ottenuto poi 7 nomination agli Oscar, vincendo quello per la migliore sceneggiatura originale ed ha avuto un’enorme fortuna commerciale.

Appuntamento al cinema il 18-19-20 novembre per vedere sul grande schermo la versione restaurata del film, per danzare di nuovo con John Travolta e Uma Thurman sulle note di You Never Can Tell di Chuck Berry e rivivere le avventure di personaggi entrati in maniera indelebile nell’immaginario collettivo: dai gangster Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson ) alla conturbante moglie del boss Mia Wallace (Uma Thurman), al pugile Butch Coolidge (Bruce Willis), l’indimenticabile “risolutore” Mister Winston Wolf (Harvey Keitel), i ladri Ringo “Zucchino” e Yolanda “Coniglietta” (Tim Roth e Amanda Plummer), e poi ancora il capitano Koons (Christopher Walken), Buddy Holly (Steve Buscemi) e lo stesso Quentin Tarantino… Un cast stellare per un titolo che ha fatto la storia del cinema degli anni Novanta.

Uno dei film più citati e amati di sempre, un mix di azione, violenza e humour mai visti prima, un successo planetario che con il suo stile rivoluzionario e con il suo linguaggio originale ha consacrato Tarantino come star del cinema dopo lo strepitoso esordio con Le Iene.

Jessica Rabbit è la “colpevole” per un mancato sequel di Chi ha incastrato Roger Rabbit

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Jessica Rabbit non è cattiva, è solo che la disegnano così… lo sappiamo.  Ma il regista di Chi ha incastrato Roger Rabbit Robert Zemeckis ritiene che le curve della femme fatale dei cartoni animati potrebbero essere un po’ troppo pericolose per la Disney.

Chi non ha mai visto il classico ibrido live-action/animazione del 1988, potrebbe rimanere sorpreso da quanti contenuti audaci siano stati ammessi in un film con classificazione PG. Ci sono rapimenti, voyeurismo, uso di droghe, un cattivo davvero terrificante (il giudice Doom di Christopher Lloyd) e l’omicidio piuttosto orribile di una simpatica scarpa a cartoni animati che ha traumatizzato un’intera generazione di bambini.

Nonostante questo, Zemeckis ritiene che la moglie notoriamente seducente di Roger, Jessica Rabbit (doppiata da Kathleen Turner), sia la ragione principale per cui non abbiamo ancora visto un sequel.

Durante un’intervista per l’Happy Sad Confused Podcast, al regista è stato chiesto di un potenziale seguito di Chi ha incastrato Roger Rabbit. “C’è una buona sceneggiatura [per un sequel] alla Disney, ma ecco il punto: la Disney attuale non farebbe mai Roger Rabbit oggi. Non possono fare un film con Jessica.”

Zemeckis ha aggiunto che la sceneggiatura in questione, scritta dagli sceneggiatori originali Peter S. Seamen e Jeffrey Price, semplicemente “non vedrà mai la luce del giorno, per quanto sia bella. Voglio dire, guarda cosa hanno fatto a Jessica al parco a tema. L’hanno avvolta in un trench, sai”. Zemeckis ha continuato spiegando come è riuscito a ottenere il via libera per il primo film in primo luogo. “Siamo stati in grado di farlo proprio nel momento in cui la Disney era pronta a ricostruirsi”, ha detto. “Eravamo lì quando è arrivato quel nuovo regime, ed erano pieni di energia e volevano farlo. Continuavo a dire, e lo dico sinceramente, ci credo, ‘Sto facendo Roger Rabbit nel modo in cui credo che lo avrebbe fatto Walt Disney’. Il motivo per cui lo dico è che Walt Disney non ha mai fatto nessuno dei suoi film per bambini. Li ha sempre fatti per adulti. Ed è quello che ho deciso di fare con Roger Rabbit.”

Probabilmente Zemeckis ha ragione a pensare che la Disney di oggi non sia in grado di realizzare un personaggio come Jessica così come è intesa essere nella mente del creatore, la speranza è comunque l’ultima a morire!

La trama di Chi ha incastrato Roger Rabbit

“L’investigatore privato sfortunato Eddie Valiant (Bob Hoskins) viene assunto dal produttore di cartoni animati R.K. Maroon (Alan Tilvern) per indagare su uno scandalo di adulterio che coinvolge Jessica Rabbit (Kathleen Turner), la moglie sensuale della più grande star di Maroon, Roger Rabbit (Charles Fleischer). Ma quando Marvin Acme (Stubby Kaye), presunto amante di Jessica e proprietario di Toontown, viene trovato assassinato, il malvagio giudice Doom (Christopher Lloyd) giura di catturare e distruggere Roger.”

Il ragazzo dai pantaloni rosa, la storia vera dietro al film

Il ragazzo dai pantaloni rosa, la storia vera dietro al film

Dopo la presentazione al Giffoni Film Festival e alla Festa di Roma, nell’ambito di Alice nella Città, Il ragazzo dai pantaloni rosa è pronto per arrivare in sala, dal 7 novembre con Eagle Pictures, preceduto da una serie di proiezioni per le scuole che mirano a diffondere nella maniera più accurata e “educativa” possibile il messaggio del film.

Ma di cosa parla Il ragazzo dai pantaloni rosa e come mai viene proiettato per le scuole?

Il film racconta la drammatica storia vera di Andrea Spezzacatena, l’adolescente che decise di togliersi la vita perché vittima di bullismo a scuola. Fu il primo caso del genere in Italia che portò al suicidio di un minorenne: per questo è importante che il film arrivi a quante più persone possibile, giovani ma non solo, poiché la testimonianza e la rappresentazione di una storia così ingiusta possano diventare strumenti di sensibilizzazione, affinché non ci siano più ragazzi che vengano trattati come è stato trattato Andrea. Soprattutto affinché chi si trova nella situazione di Andrea non si senta più così tanto solo da non avere intorno persone a cui chiedere aiuto.

La storia vera

Il film, diretto da Margherita Ferri, racconta di Andrea, l’adolescente vittima di bullismo. Basato sul libro Andrea, Oltre il Pantalone Rosa, edito da Graus e scritto dalla mamma del ragazzo, Teresa, il film ci accompagna nella vita di un ragazzino sensibile, con una madre e un padre presenti e attenti, che tuttavia non sono riusciti a proteggere il figlio dal dolore e dalla paura. Per questo, adesso Teresa ha dedicato la sua vita a raccontare la storia del figlio, per aiutare altri ragazzi e i loro genitori a non sentirsi soli.

Cosa significano i “pantaloni rosa”?

Secondo le storia raccontata prima nel libro e poi nel film, un giorno Andrea si presentò a scuola con dei pantaloni stinti, erano rossi, ma un lavaggio sbagliato li aveva fatti diventare rosa. Questa scelta di indossare comunque i pantaloni per andare a scuola aveva generato grande ilarità e commenti pungenti da parte dei compagni che arrivarono addirittura a creare una pagina Facebook con quello che è ora il titolo del film. Solo dopo la tragica fine del figlio, che aveva condiviso con lei la password del suo account, Teresa scoprì l’esistenza della pagina diffamatoria, identificata poi come il primo scalino di una parabola discendente di dolore e solitudine che Andrea cominciò a percorrere in solitudine, fino a quel tragico 20 novembre 2012, quando si tolse la vita, poco dopo il suo quindicesimo compleanno.

Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa
Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa – Samuele Carrino – Cortesia di Eagle Pictures

Chi era Andrea Spezzacatena?

Un ragazzo apparentemente solare, Andrea aveva ottimi voti a scuola e un bel rapporto coi genitori. Quando fu trovato senza vita, la famiglia e la comunità rimasero doppiamente sconvolti, non solo per l’irrimediabilità del gesto, ma anche perché arrivava da un ragazzo che apparentemente sembrava molto sereno. Un mistero, insomma, che trovò una spiegazione solo quando sua madre, dopo la sua morte, entrò nel suo profilo Facebook e ricostruì linferno che suo figlio stava passando tra atti di bullismo e cyberbullismo, a scuola.

Il film Il ragazzo dai pantaloni rosa

Il film, narrato in prima persona dalla voce di Andrea dallaldilà, ci racconta come il ragazzo sia arrivato a pensare di non avere altra via duscita e rappresenta un potente monito sulla pericolosità di parole e di gesti che possono sembrare scherzi innocui, addirittura simpatici, da parte di chi li perpetra con leggerezza.

Claudia Pandolfi in Il ragazzo dai pantaloni rosa
Claudia Pandolfi in Il ragazzo dai pantaloni rosa

Nel cast del film troviamo Claudia Pandolfi nei panni di Teresa Manes, la mamma di Andrea, e Corrado Fortuna che invece interpreta il papà del ragazzo. Il protagonista che dà il volto ad Andrea è il giovane Samuele Carrino, mentre Andrea Arru, volto amatissimo dal pubblico giovane, è Christian, il bullo della scuola. Reduce dal successo di Inside Out 2, in cui presta la voce alla protagonista, Sara Ciocca completa il cast nei panni di Sara, la migliore amica di Andrea.

Arisa per la colonna sonora

A impreziosire di emozione e significato Il ragazzo dai pantaloni rosa c’è Canta Ancora”, canzone inedita che Arisa scrisse per sua madre e che nel film diventa una lettera che Andrea dedica a Teresa. Il brano, che si può ascoltare già nel trailer e accompagna l’uscita del film, fa parte della colonna sonora ufficiale. Diretto dalla regista Margherita Ferri (Zen – Sul ghiaccio sottile prodotto da Biennale College, Bang Bang Baby) e prodotto da Eagle Pictures e Weekend Films con la sceneggiatura di Roberto Proia, Il ragazzo dai pantaloni rosa uscirà il 7 novembre distribuito da Eagle Pictures.

Agatha All Along: che futuro attende il personaggio di Jennifer Kale?

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Nel penultimo episodio di Agatha All Along, è stato rivelato che la Strada delle Streghe è stata creata da Billy Maximoff. Tuttavia, abbiamo anche scoperto che Agatha Harkness era responsabile di aver legato Jennifer Kale, facendole recuperare quei poteri perduti quando il loro legame è stato spezzato.

L’ultima volta che abbiamo visto Jen, è emersa dalle profondità di Westview ed è volata via. Parlando con Collider, Sasheer Zamata ha raccontato cosa avrebbe pensato il suo personaggio della rivelazione che la Strada non era reale. “Lei se ne va e basta. Se ne va e basta dalla Strada e dice, ‘Me ne vado da qui.’ Penso che sarebbe furiosa se scoprisse che Teen, tra tutte le persone, ha fatto passare tutti in quell’inferno”, ha spiegato l’attrice. “Tipo, non dovevamo farlo? Ma forse ci troverebbe una sorta di conforto perché ha ottenuto ciò che voleva.”

“Ha fatto la Strada per riavere indietro i suoi poteri, e poi li ha riottenuti, quindi in un certo senso ne è valsa la pena. Ha fatto esattamente quello che dovresti fare quando fai la Strada. Nessun altro ha fatto la Strada perché la Strada in realtà non esiste, o almeno la Strada che crediamo di aver visto”, ha continuato Zamata. “Ma sì, penso che si incazzerebbe e alla fine probabilmente penserebbe che ne è valsa la pena per riavere indietro i suoi poteri”.

Jennifer Kale sopravvive alla prima stagione di Agatha All Along

Kale non è certo uno dei personaggi più noti dei fumetti, quindi non è chiaro dove andrà dopo. È possibile che il fatto che abbia riacquistato i suoi poteri dovesse essere la fine dell’arco narrativo di questo personaggio, ma con i Marvel Studios che gettano le basi per una serie di progetti soprannaturali, un suo ritorno non è sicuramente escluso.

I fan dei fumetti conosceranno i legami dell’eroina con i Midnight Sons e Zamata ha accennato a quel team-up quando le è stato chiesto del suo futuro nell’MCU. “Non lo so. Può andare ovunque! Mi piacerebbe vederla andare ovunque. Mi piacerebbe vedere di più della sua storia passata. Mi piacerebbe vedere il suo futuro. Troverà una nuova congrega, un nuovo team di persone con cui lavorare? Riconsacrerà la sua vita alla guarigione delle persone?”

Midnight Sons“Mi piacerebbe vedere dove andremo dopo questo, è stato lasciato così aperto. Amo interpretare questo personaggio così tanto, e penso che le persone abbiano amato vederla ottenere la sua ricompensa. Mi piacerebbe che la vedessimo usare effettivamente il potere che ha riconquistato.”

Il finale di Agatha All Along ha preparato il terreno a Billy e Agatha per intraprendere una nuova serie di avventure insieme, mentre il resto della congrega è caduto. Con questo in mente, il film Midnight Sons, di cui si vocifera da tempo, sarebbe sicuramente il passo successivo naturale per Jen.

John Wick: il regista riflette sulla costruzione dell’universo: “Facciamo il Signore degli Anelli al massimo”

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John Wick si è sempre distinto, ma è stato solo con John Wick: Capitolo 2 che il franchise è stato completamente definito. Guidata da Keanu Reeves, la serie di film racconta la storia dell’ex assassino John Wick, che lavora per assicurarsi la possibilità di andare in pensione. Dopo che il suo cane viene ucciso dal figlio di un mafioso, l’ex sicario torna dalla pensione per uccidere tutti coloro che hanno una parvenza di coinvolgimento nella morte del suo animale. Da allora il franchise si è trasformato in un enorme colosso, incassando oltre 1 miliardo di dollari nei quattro film. Le uscite di John Wick includono anche diversi spin-off, alcuni dei quali in fase di sviluppo, tra cui Ballerina di Ana de Armas.

In un’intervista con Screen Rant, il regista Chad Stahelski ha parlato del processo di trasformazione del primo film in un enorme franchise. Sebbene siano stati riservati per la prima uscita, molti degli elementi unici dell’universo sono stati sviluppati durante la pianificazione di John Wick: Capitolo Due. Poiché inizialmente non si aspettavano di essere chiamati per un sequel, Stahelski e Keanu Reeves hanno lavorato insieme per realizzare un’ambientazione davvero “strana . Guardate la sua spiegazione completa qui sotto:

Hanno pensato: “Beh, quanto possono essere strani, e noi faremo quello che possiamo, e probabilmente è buono solo per un altro”. Ci hanno dato un guinzaglio piuttosto lungo. E poi è stato come se io e Keanu fossimo tornati insieme e ci fossimo detti: “Oh! Beh, non sappiamo proprio cosa fare”. Ci siamo riuniti con Derek Kolstad e il n. 2 è stato il momento in cui abbiamo capito tutto.

Ci è venuta l’idea che c’è un Continental in ogni città. Derek aveva avuto l’idea dei marcatori. Poi ho pensato: “Beh, fanculo. Se vogliamo andare così in profondità, allora facciamo il Signore degli Anelli, creiamo un mondo fantastico e iniziamo a modellarlo così”…

Per quanto riguarda la storia vera e propria, John Wick 1 è stato fantastico. È il mio preferito, ovviamente, ma solo dopo John Wick 2 ci è stato chiesto. Keanu aveva chiamato e aveva detto: “Ehi, la Lionsgate mi ha appena chiamato. Vogliono farne un altro”. E io: “Davvero, così?”. E lui: “Sì”. Alla fine abbiamo scoperto quanto era andato bene e io e Keanu siamo tornati e abbiamo detto: “Ok, lo faremo, ma lo faremo a modo nostro. Diteci solo qual è la cifra e noi la troveremo, ma non potete, perché faremo una cosa strana e non vogliamo alcuna supervisione”.

John Wick 2 ha cambiato completamente il franchise

John Wick 5

Il film originale presentava alcuni degli elementi che avrebbero definito il franchise. Il Continental era presente, tanto che le regole restrittive dell’hotel erano già in vigore. Tuttavia, solo nel secondo capitolo del 2017 Stahelski avrebbe introdotto i marcatori del giuramento di sangue, gli altri Continental e le varie ambientazioni internazionali che Wick avrebbe iniziato a esplorare. Mentre il primo film ha certamente mostrato le acrobazie e le coreografie che avrebbero riflesso l’unicità del franchise, gli altri tropi sono stati introdotti solo in seguito.

Così come Wick corre dei rischi ogni volta che prende di mira un membro dell’Alta Tavola, il regista corre un rischio serio introducendo così tanti elementi bizzarri nel franchise. John Wick in origine era solo un thriller, quindi l’introduzione di un sotterraneo criminale così complicato rischiava di allontanare completamente il pubblico di base, che non era venuto per una produzione simile al Signore degli Anelli. Tuttavia, è stata la decisione giusta che ha distinto il franchise dai suoi contemporanei, come Taken, The Equalizer e Jack Reacher.

Cosa hanno significato i cambiamenti del sequel per John Wick

Il primo film non richiedeva certo un sequel. Ha concluso perfettamente la storia del protagonista e ha dato un senso di conclusione che ha soddisfatto la maggior parte degli spettatori. Il seguito, tuttavia, ha trasformato uno standalone in un gigante del cinema. Con John Wick: Capitolo 5 confermato e diversi spin-off in fase di sviluppo, la sua crescita è continua. Non c’è necessariamente una fine in vista per l’universo in rapida crescita. Tutto ciò deriva dalle innovazioni introdotte da Stahelski e Reeves nel sequel originale.

IN COPERTINA: Chad Stahelski arriva alla premiere di Los Angeles di ‘John Wick: Chapter 4’ della Lionsgate – Foto da imagepressagency via Depositphotos.com

42° Torino Film Festival: Sharon Stone e Matthew Broderick onorati con Stella della Mole

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Sharon Stone, diva assoluta del grande schermo e Matthew Broderick, uno degli attori più rappresentativi della sua generazione, saranno presenti al 42° Torino Film Festival. Le due star planetarie presenteranno in sala due fra i loro più celebri film e riceveranno il prestigioso premio “Stella della Mole”, il riconoscimento cinematografico che viene assegnato a figure di spicco del cinema internazionale.

Con Sharon Stone il pubblico del TFF sarà catapultato nelle atmosfere western di Pronti a morire di Sam Raimi, film da lei anche co-prodotto, in cui interpreta una pistolera bella e letale a fianco di Gene Hackman e di due attori, a quel tempo emergenti, che avrebbero lasciato il segno, Leonardo Di Caprio e Russell Crowe.

Eden di Ron Howard apre il 42° Torino Film Festival

Matthew Broderick, che arriverà a Torino accompagnato dalla moglie, l’attrice Sarah Jessica Parker, racconterà al pubblico il suo rapporto con Marlon Brando vissuto durante le riprese di Il Boss e la Matricola, di cui è stato il giovane co-protagonista e che sarà proiettato all’interno della retrospettiva dedicata a Brando.

Il Torino Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del Ministero della Cultura Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT.

Melissa Barrera offre un emozionante aggiornamento su Finché morte non ci separi 2

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Mentre lo sviluppo del sequel inizia finalmente ad accelerare, Melissa Barrera condivide un aggiornamento entusiasmante su Finché morte non ci separi 2 (Ready or Not 2). Il film originale, scritto da Guy Busick e R. Christopher Murphy e diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett di Radio Silence, ruotava intorno a una sposa la cui famiglia di suoceri la caccia durante la prima notte di nozze come parte di un rituale satanico per mantenere la loro ricchezza. Dopo che si era parlato di un seguito all’inizio del 2024, nell’ottobre dello stesso anno è stato confermato che Finché morte non ci separi 2 (Ready or Not 2) stava andando avanti con il ritorno dell’intero team creativo, compresa la star Samara Weaving.

Durante una recente intervista con ComicBook.com per il suo monster rom-com Your Monster, alla Barrera è stato chiesto della possibilità di riunirsi con i Radio Silence per Finché morte non ci separi 2 (Ready or Not 2) dopo la loro collaborazione in Abigail. Sebbene l’attrice abbia sottolineato di non aver avuto alcuna conversazione ufficiale con i Radio Silence in merito alla partecipazione al sequel dell’horror, sa“qualcosa” di ciò che verrà dal film e ha espresso la sua eccitazione per il ritorno del team dopo che inizialmente era stato preso in considerazione un altro regista per il film. Scoprite cosa ha detto la Barrera qui sotto:

Non l’ho fatto. Sono molto emozionata perché l’ultima volta che ho parlato con loro di Ready or Not, non avevano intenzione di dirigerlo. Quindi sono molto felice che siano tornati a bordo perché chi meglio di loro può farlo? È una storia molto emozionante. So qualcosa del secondo film ed è molto bello.

Cosa significano le dichiarazioni di Barrera per Finché morte non ci separi 2 (Ready or Not 2)

Finché morte non ci separi 2

Il fatto che la Barrera abbia detto di aver avuto un’intuizione su Finché morte non ci separi 2 (Ready or Not 2) l’ultima volta che ha parlato con Radio Silence, sembra indicare che questo sia avvenuto durante il ciclo di stampa di Abigail. L’horror-commedia sui vampiri è uscito ad aprile, mentre le notizie che Adam Robitel di Escape Room era in trattative per dirigere il sequel risalgono a marzo, il che sarebbe in linea con la tipica tempistica in cui gli studios e i talent organizzano interviste ed eventi per promuovere una nuova uscita un mese prima.

Tuttavia, la possibilità di un crossover tra Abigail e Finché morte non ci separi 2 (Ready or Not 2) è stata ventilata sin dall’uscita del primo film, in particolare grazie all’Easter egg di un membro della famiglia Le Domas di quest’ultimo film che viene visto nella villa del film sui vampiri. I fan del genere horror hanno anche condiviso le loro speranze che Barrera e Weaving facciano squadra dopo che quest’ultimo è stato l’assassino d’apertura di Scream VI, mentre i minori, ma modesti, incassi di Abigail hanno portato altri a sperare che il personaggio del primo continui nel sequel.

Uno dei pochi ostacoli che si frappongono alla possibilità di un corretto incrocio tra Abigail e Finché morte non ci separi 2 (Ready or Not 2) è rappresentato dai diversi studios che detengono i diritti di ciascun film. Sebbene Radio Silence e Vinson Films abbiano prodotto entrambi i film, la Universal ha distribuito il primo mentre Fox Searchlight ha distribuito il secondo, il che probabilmente richiede una certa commistione tra gli studios per includere Joey di Barrera nel prossimo sequel. Ciò non ha impedito a Barrera di nutrire la speranza di lavorare con Weaving, condividendo quanto segue con Screen Rant a maggio:

Sì, dobbiamo fare un film con entrambi. Mi piacerebbe molto. L’ho incontrata mentre stava girando Scream VI, ma non ero nemmeno sul set mentre lei girava, perché l’intero inizio è stato girato separatamente. Ho avuto una settimana di ferie e sono tornata in Messico. Ma sì, è incredibile, è un’attrice straordinaria e una mia grande amica. E anche di Matt e Tyler, quindi sarebbe fantastico.

The Penguin, episodio 7: Easter Eggs e riferimenti DC

The Penguin, episodio 7: Easter Eggs e riferimenti DC

Attenzione! Questo articolo contiene SPOILER per l’episodio 7 di The Penguin

L’episodio 7 di The Penguin presenta diversi Easter egg e riferimenti, in una puntata che racconta l’infanzia del protagonista Oz Cobb (Colin Farrell). Non solo il passato di Oz viene esplorato con alcune verità molto oscure, ma l’episodio include anche alcune morti importanti. C’è anche una decisione critica che capovolge l’intero conflitto di Pinguino con Sofia Gigante (Cristin Milioti), poiché riferimenti chiave e flashback sono presenti in tutto questo nuovo episodio.

Nell’episodio 7, la madre di Oz Cobb è stata rapita da Sofia Gigante e Salvatore Maroni (Clancy Brown). Dopo alcune rivelazioni significative sul passato oscuro di Oz da bambino e un importante confronto con Sal, Oz ora deve vedersela con Sofia Gigante che diventa ancora più instabile e pericolosa di quanto non fosse già. Ecco 13 Easter egg e riferimenti ai fumetti DC che sono stati individuati nel corso dell’episodio 7 di The Penguin, in attesa del finale di stagione.

“Islands In The Stream” – Dolly Parton e Kenny Rogers

Ritornano alla première di Penguin

Durante la sequenza di flashback ambientata 34 anni prima degli eventi odierni dello show DC nel 2022, si può sentire “Islands in the Stream” di Dolly Parton e Kenny Rogers provenire dal giradischi di Francis Cobb. Questa non è la prima volta che una canzone di Dolly Parton entra nella colonna sonora di The Penguin. Non solo “9 to 5” è stata ascoltata sull’autoradio di Penguin nella première dello show, ma è anche servita come traccia dei titoli di coda per il primissimo episodio della serie. Pertanto, l’apparente amore di Francis per Dolly Parton spiega probabilmente perché “9 to 5” fosse in riproduzione nell’auto di Pinguino.

La gamba di Oz

Un problema fisico risalente alla sua infanzia

The Penguin Episodio 7 – cortesia Max

Assistiamo a un flashback che ci riporta all’infanzia di Oz. Il giovane può essere visto indossare un tutore per la gamba. Ciò conferma che la “gamba storta” di Oz è una condizione in corso, piuttosto che qualcosa che gli è capitato nel corso della vita durante la sua carriera da gangster a Gotham. Allo stesso modo, ciò significa anche che il soprannome “Pinguino” che gli è stato dato a causa della sua andatura lo ha probabilmente accompagnato per tutta la vita, distinguendolo anche dai suoi fratelli Jack e Benny.

Rex Calabrese fa finalmente il suo debutto con Penguin

Dopo essere stato più volte citato nello show DC

The Penguin Episodio 7 – cortesia Max

Dopo i numerosi riferimenti fatti nei precedenti episodi di The Penguin, Rex Calabrese della DC fa finalmente il suo debutto live-action nelle sequenze di flashback dell’episodio 7. Noto anche come “The Lion” nei fumetti originali, Rex era l’eroe di Oz e che alla fine assunse il giovane come suo autista, dando inizio alla carriera di Oz come gangster a Gotham City. Nell’episodio viene anche mostrata l’auto dorata di Rex, che Oz in precedenza chiamava “carrozza”. Il flashback conferma anche che Francis ha svolto una probabile contabilità illecita per Rex come secondo lavoro.

Trolley Coin

Stessa moneta trovata da Oz nell’episodio 5 di Penguin

The Penguin Episodio 7 – cortesia Max

Giocando nei tunnel abbandonati del sistema di tram sotto Crown Point, il giovane Oz trova una moneta del tram mentre cerca i suoi fratelli Jack e Benny. Questa è probabilmente la stessa moneta del tram che l’adulto Oz ha trovato tra le cose di sua madre durante l’episodio 5 di Penguin, spingendolo a riscoprire i tunnel che sono diventati la nuova base operativa perfetta per il suo impero della droga.

La porta del tunnel di scarico

Visto per la prima volta nell’episodio 5 di Penguin

The Penguin Episodio 7 – cortesia Max

Come colpo di scena davvero inquietante, viene rivelato che il giovane Oz ha rinchiuso i suoi fratelli in un tunnel di scarico durante una tempesta. Lasciandoli annegare e tornando a casa per stare con sua madre, l’implicazione è che Oz non ha mai detto nulla di ciò che è successo a Jack e Benny, dal momento che era geloso di dover condividere l’amore di sua madre. Questa porta di scarico è la stessa che Oz adulto osserva pensosamente nell’episodio 5. Inoltre, questo stesso tunnel salva ironicamente la vita al Pinguino dopo che Sofia invia un’auto bomba per far saltare in aria la base operativo di Oz.

Beetlejuice

Uscito nel 1988 (un anno prima del primo film di Batman di Burton)

Beetlejuice 2Quando Francis chiede a Oz dove sono i suoi fratelli, lui afferma che sono andati al cinema a vedere Beetlejuice del 1988, diretto da Tim Burton e interpretato da Michael Keaton nel ruolo del fantasma. Vale la pena sottolineare che Batman di Burton è uscito l’anno successivo, nel 1989, con Keaton nel ruolo di Bruce Wayne, la stessa iterazione del Cavaliere Oscuro che combatte il Pinguino di Danny DeVito in Batman – Il Ritorno del 1992. Allo stesso modo, il sequel di Burton Beetlejuice Beetlejuice è appena uscito nelle sale a settembre di quest’anno. Tenendo presente questo, ci si dovrebbe chiedere quali film abbia fatto Burton invece dei film di Batman in questo universo.

Il film preferito di Oz spiega molto

Cappello a cilindro di Fred Astaire (1935)

Top Hat – Fred Aister

Mentre metteva in scena un film con sua madre, si scopre che il film preferito del giovane Oz è Cappello a cilindro del 1935 con Fred Astaire. Viene mostrato mentre balla il tip tap indossando un cappello a cilindro, un cappotto con il collo ampio e tenendo un cane al guinzaglio, i collegamenti tra lo stile di Fred Astaire in questo film e le rappresentazioni originali di The Penguin nelle pagine della DC Comics non sono difficili da ignorare. Lo stesso episodio 7 si intitola Top Hat, ovvero il titolo originale del film in questione, forse a oggi il miglior riferimento ai fumetti DC della serie.

“Ginger F***ing Rogers”

(Anche lei in Cappello a Cilindro)

Top Hat – Fred Aister, Ginger Rogers

Tenuta nella villa dei Falcone come prigioniera di Sofia, Francis dice a Sofia che dopo che suo figlio l’avrà uccisa, ballerà il tip tap sulla sua tomba “come Ginger f***ing Rogers“. Attrice iconica della Hollywood classica, Ginger Rogers è stata la frequente co-protagonista di Fred Astaire, anche in Cappello a cilindro del 1935.

“Ti ho preso! Ti ho preso!”

Rimando all’inseguimento del Pinguino con la Batmobile

Colin Farrell in The Penguin episodio 7 – Cortesia di Max

Sebbene Salvatore Maroni finisca per morire di infarto mentre combatte contro Oz Cobb, il Pinguino si comporta comunque come se avesse sconfitto il boss della criminalità di Gotham con le sue mani. Allo stesso modo, Oz dice ripetutamente al cadavere di Maroni di averlo preso. Questa scena rimanda le premature celebrazioni del Pinguino in The Batman, quando crede di essere sfuggito al Crociato Incappucciato e dice la stessa cosa durante il loro inseguimento in auto, solo per essere immediatamente ribaltato dalla Batmobile del Cavaliere Oscuro.

L’anello di Salvatore Maroni

Appartiene finalmente al Pinguino

The Penguin Episodio 7 – cortesia Max

Il Pinguino toglie anche l’anello di Salvatore dal suo cadavere e se lo mette al dito nell’episodio 7 di The Penguin. Carmine Falcone ha preso l’anello quando ha denunciato il traffico di droga di Maroni prima degli eventi di The Batman. Poi, suo figlio Alberto Falcone ha preso l’anello dopo che l’Enigmista ha ucciso Carmine. Mentre Oz ha preso l’anello dopo aver ucciso Alberto e lo ha restituito a Maroni come segno di buona fede. Ora ha di nuovo l’anello in suo possesso. Si tratta di un simbolo, che suggerisce che l’ascesa del Pinguino al vertice degli inferi di Gotham è quasi completa.

“È quello che pensi?”

Sofia usa le parole esatte di Carmine di 10 anni prima

Cristin Milioti in The Penguin episodio 7 – Cortesia di Max

Sofia Gigante visita Brookside per incontrare la giovane Gia Falcone, che dice di aver visto la maschera antigas nella borsa di Sofia, la notte in cui ha gassato la famiglia. Tuttavia, Sofia usa le stesse tattiche e le parole esatte che suo padre ha usato quando Sofia sospettava che Carmine avesse ucciso sua madre dieci anni prima, fingendosi scioccata dal fatto che Gia potesse pensare che fosse capace di fare qualcosa di così orribile. Occupandosi di Gia e dei suoi sospetti, questa interazione spezza Sofia, che decide di smettere di giocare la sua partita allo stesso modo di suo padre. Scegli invece di creare un nuovo modus operandi, cercando soltanto una vendetta assoluta su Oz.

Monroe’s Jazz Club

Dove Oz portò sua madre a ballare

The Penguin Episodio 7 – cortesia Max

Portando Francis in quello che un tempo era il Monroe’s Jazz Club, l’episodio 7 di The Penguin torna indietro ancora una volta a quando Francis finalmente lascia la sua stanza dopo la morte di Jack e Benny e porta Oz a ballare, quella sera lei gli fa promettere di darle tutto ciò che merita. Un ricordo a cui ha fatto riferimento per la prima volta un Oz adulto nell’episodio 2 di The Penguin, il fatto che Sofia ora ne sappia abbastanza per portare Francis da Monroe nel presente non promette certamente nulla di buono per Oz. Sarebbe assolutamente tragico se Francis venisse uccisa a causa di Oz nello stesso posto in cui, da ragazzo, aveva promesso di darle tutto.

Detective Marcus Wise

Porta il Pinguino a Sofia Gigante

Craig Walker
Craig Walker è Marcus Wise The Penguin – Cortesia di HBO

Dopo essere sopravvissuto all’esplosione dell’autobomba che ha distrutto le attività la sua base operativa e un intero isolato di Crown Point, uno stordito Oz Cobb viene trovato dal detective Marcus Wise, il poliziotto corrotto che Sofia ha assunto nell’episodio 2 di The Penguin che è corrotto anche nei fumetti originali della DC. Sembra che Sofia abbia assunto di nuovo Marcus per portarlo da lei al Monroe’s per un confronto finale nell’imminente finale di The Penguin. Sarà molto emozionante vedere come Oz intende salvare sia se stesso che sua madre dall’ira di Sofia.

Mission: Impossible 8, rivelato il suo budget (ed è il più costoso del franchise)

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Dopo che la produzione del film si è finalmente conclusa, è stato rivelato il budget di Mission: Impossible 8. Il prossimo capitolo della serie d’azione guidata da Tom Cruise doveva inizialmente essere la seconda parte della storia in due parti Dead Reckoning e girare in contemporanea con l’uscita del 2023, ma i piani sono cambiati a causa dei ritardi di COVID-19. Dopo aver iniziato le riprese all’inizio del 2022, Mission: Impossible 8 ha subito ulteriori ritardi a causa dello sciopero SAG-AFTRA del 2023, tra cui un ritardo di quasi un anno nell’uscita e il cambiamento del titolo da Dead Reckoning Part Two all’attuale stato senza titolo.

L’Hollywood Reporter ha recentemente riportato la notizia che Cruise era in fase di sviluppo per un sequel di Giorni di tuono dopo Top Gun: Maverick”, dopo il successo del film. La notizia includeva anche la rivelazione che il budget di Mission: Impossible 8 si starebbe avvicinando ai 400 milioni di dollari, con fonti che indicano che la mole di finanziamenti è dovuta ai vari ritardi di produzione e agli scioperi di Hollywood del 2023. Ciò renderebbe il prossimo film il più costoso del franchise, eclissando il precedente record di Mission: Impossible – Dead Reckoning con 291 milioni di dollari.

Cosa significa per Mission: Impossible 8

Anche se i vari ritardi nella produzione hanno certamente senso per l’alto budget del film, la domanda ora diventa se Mission: Impossible 8 riuscirà a fare di più che recuperare quelle finanze. Nonostante abbia ottenuto alcune delle migliori recensioni del franchise, Dead Reckoning è diventato memorabilmente la prima delusione al botteghino della serie, incassando poco meno di 600 milioni di dollari a fronte di un budget di produzione di 291 milioni di dollari che, se associato al marketing e alle sale, è stato inferiore al punto di pareggio dichiarato di 600 milioni di dollari.

Tra Mission: Impossible – Dead Reckoning e Transformers One e Rise of the Beasts, la Paramount si è trovata in un periodo di incertezza al botteghino. Anche se la forza combinata di A Quiet Place: Day One e Smile 2 li hanno tenuti in positivo, quando si tratta di produzioni a tre cifre, non hanno avuto un successo da Top Gun: Maverick nel 2022.

Il fatto che Mission: Impossible 8 abbia un budget così elevato, spiega anche il motivo per cui la Paramount starebbe pensando di farne l’ultimo film. Cruise e lo sceneggiatore/regista Christopher McQuarrie sono stati riluttanti a confermarlo, anche se il primo non solo ha un’agenda fitta di impegni, ma ha anche firmato un accordo di first look con la Warner Bros. all’inizio di quest’anno. Tenendo conto di tutti questi elementi, Mission: Impossible 8 potrebbe essere il punto di svolta per il futuro del franchise.

Adam Driver e Anne Hathaway protagonisti del nuovo film Paper Tiger

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Adam Driver e Anne Hathaway faranno coppia per Paper Tiger, un film poliziesco del regista James Gray. L’ultimo film di Gray, Armageddon Time, è stato interpretato anche dalla Hathaway e nel 2022 è stato brevemente premiato. Il film più recente di Hathaway è il film d’amore di Prime Video The Idea of You, mentre Driver è apparso nel discusso Megalopolis di Francis Ford Coppola. Entrambi gli attori sono noti per aver combinato progetti minori con grandi franchise: Hathaway ha recitato in The Dark Knight Rises e Driver ha fatto parte dell’universo di Star Wars.

Secondo The Hollywood Reporter, Driver e Hathaway reciteranno accanto alla star di Succession Jeremy Strong in Paper Tiger. Il film è incentrato su due fratelli i cui legami vengono messi alla prova quando rimangono coinvolti in un piano con la mafia russa. I ruoli degli attori non sono stati specificati, anche se sembra probabile che Driver e Strong interpreteranno i due fratelli. Paper Tiger ha iniziato ad assicurarsi i dettagli della produzione e della distribuzione, con CAA Media Finance che si occuperà della distribuzione negli Stati Uniti e Leone Film Group che gestirà le vendite internazionali. Oltre a dirigere, Gray ha scritto anche la sceneggiatura. La produzione dovrebbe iniziare all’inizio del 2025, anche se non è ancora stata stabilita una data di uscita.

Cosa significa per Paper Tiger

Adam Driver
Adam Driver al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La collaborazione tra Driver e Hathaway in Paper Tiger preannuncia un’interessante aggiunta al genere poliziesco. Il film, che si muove tra le tumultuose relazioni tra due fratelli coinvolti in uno scenario pericoloso, allude a temi ricchi come la lealtà, la moralità e la complicazione dei legami familiari. Gray, noto per la sua narrazione ricca di sfumature in progetti precedenti come Ad Astra e Armageddon Time, è pronto ad approfondire questi temi insieme alla posta in gioco psicologica ed emotiva che accompagna la vita del crimine.

La comprovata versatilità della Hathaway suggerisce che porterà una prospettiva unica al film. Ci si aspetta che l’interazione tra lei e Driver aumenti il dramma e l’energia del film, attirando probabilmente il pubblico per assistere alla loro dinamica. Paper Tiger offre a entrambi gli attori l’opportunità di mettere in mostra il proprio talento in una narrazione ad alta tensione, e potrebbe migliorare l’impatto complessivo del film.

Jude Law avrebbe voluto fare di più in Capitan Marvel: “Volevo dare più spazio all’umorismo”

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L’attore Jude Law ripensa al suo ruolo in Captain Marvel e rivela che avrebbe voluto fare di più nei panni del cattivo Yon-Rogg del MCU. Nel 2019, Captain Marvel ha introdotto il Vendicatore titolare accanto ai Kree e agli Skrull. L’antagonista principale di Captain Marvel è il comandante Kree Yon-Rogg, che si rivolta contro la sua apprendista Carol Danvers e cerca di eliminare gli Skrull. Carol Danvers sconfigge Yon-Rogg alla fine di Capitan Marvel, ma sceglie di risparmiargli la vita per inviare un avvertimento all’Intelligenza Suprema.

Parlando con Variety, Jude Law spiega che voleva esplorare più a fondo il suo ruolo di Captain Marvel . Law avrebbe voluto che Yon-Rogg “fosse più arcuatoe avrebbe voluto “poter fare più leva sull’umorismo”. L’attore spiega anche che, sebbene l’addestramento per gli stunt sia accurato, i costumi rendono la performance fisica un compito difficile. Leggete i commenti completi di Law qui sotto:

“Non credo che si potesse ottenere molto di più da Yon-Rogg”, dice Law. “Per me è stato il massimo della Marvel”.

“È stata davvero una bella esperienza. Avrei voluto potermi divertire un po’ di più con la parte. Volevo che fosse più arcuato. Volevo che fosse più umoristico. Inoltre, quelle tute sono difficili da muovere perché sono di gomma spessa. Si va al campo stunt per un paio di mesi, dove si fanno tutte queste prove di combattimento e si impara a fare tutte queste cose. Poi indossi la tuta e pensi: “Oh! Non riesco a toccarmi le dita dei piedi! Come farò a fare tutte queste cose con questo coso addosso?“ Ma poi lo capisci”.

Cosa significano le dichiarazioni di Jude Law su Captain Marvel

Jude Law
Foto di Luigi De Pompesi © Cinefilos.it

L’interesse di Jude Law per uno Yon-Rogg più sviluppato evidenzia un problema comune agli antagonisti del MCU. Se da un lato i Marvel Studios hanno introdotto cattivi complessi e famosi come il Loki di Tom Hiddleston, il Green Goblin di Willem Dafoe e il Thanos di Josh Brolin, dall’altro il MCU ha presentato cattivi con un grande potenziale e un ottimo casting, ma con apparizioni piuttosto insignificanti e un addio prematuro. Cattivi come Yon-Rogg di Jude Law, Malekith di Christopher Eccleston e Kaecilius di Mads Mikkelsen avrebbero potuto essere personaggi popolari con archi cinematografici unici. Purtroppo, erano tutti antagonisti unici.

Ridley Scott spiega perché il più grande film di Stanley Kubrick è un “atto di genio”

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Il regista Ridley Scott elogia 2001: Odissea nello spazio come un’impresa straordinaria, definendo l’innovativa rappresentazione dell’intelligenza artificiale del regista Stanley Kubrick sia visionaria che cautelativa. Scott, celebre regista noto per film di fantascienza influenti come Blade Runner e Alien, e per il prossimo Il Gladiatore II, è da tempo un fan di 2001. È noto per i suoi effetti visivi rivoluzionari e spesso è considerato uno dei più grandi successi della storia del cinema. 2001 esplora il rapporto dell’umanità con la tecnologia, incentrandosi su HAL 9000, un’intelligenza artificiale che diventa disonesta e mette a rischio la sopravvivenza del suo equipaggio spaziale in un viaggio straziante verso Giove.

In una recente intervista con Collider, Ridley Scott ha spiegato la sua ammirazione per uno dei suoi film preferiti di sempre, sottolineando in particolare come 2001 preveda il ruolo complesso che l’IA potrebbe avere nella società. La rappresentazione di Kubrick dell’IA prefigura un futuro in cui un’intelligenza artificiale avanzata potrebbe potenzialmente prendere il controllo in modi che l’umanità potrebbe faticare a prevenire. Per Scott, il film rimane un risultato sia cinematografico che filosofico che invita alla cautela quando l’umanità espande i confini della tecnologia, sottolineando la rilevanza duratura di 2001: Odissea nello spazio a più di cinque decenni dalla sua uscita. Leggi qui la citazione completa:

Penso che Kubrick abbia fatto un film che predetermina tutto di 50 anni con l’IA. Ha fatto 2001 [Odissea nello spazio]. 2001 è un atto di genio perché ci avverte di cosa accadrebbe se permettessimo all’IA di entrare nel nostro universo. Prenderà il sopravvento e basterà spegnere i cellulari per creare il caos. Potrebbe spegnerli per divertimento. Se devo progettare un’IA, dirò: “Ok, il primo lavoro che devi fare è progettare un’altra IA più intelligente di te”. Quando avrai finito, saremo nella merda fino al collo.

Cosa significa l’elogio di Ridley Scott per 2001: Odissea nello spazio

Cosa rappresenta il monolite di "2001: Odissea nello spazio"?
Il monolite di 2001: Odissea nello spazio. © 1968 Warner Bros.

La venerazione di Scott per 2001: Odissea nello spazio è una testimonianza del suo status eterno di profonda meditazione sull’intelligenza artificiale e sulla sua capacità di superare il controllo umano. La creazione da parte di Kubrick di HAL 9000, l’intelligenza artificiale di bordo che inizia a sovvertire i comandi dei piloti della missione e a mettere in pericolo l’equipaggio umano, è diventata da allora un simbolo ammonitore del potenziale dell’intelligenza artificiale di essere più un danno che un aiuto all’evoluzione umana. Le osservazioni di Scott riflettono la sua convinzione che 2001 non sia solo un film con risultati visivi impareggiabili per l’epoca, ma un monito culturale, uninvito a considerare seriamente le implicazioni del potenziamento dell’intelligenza artificiale.

2001 di Kubrick ha aperto la strada al concetto di IA con intenzioni potenzialmente disallineate rispetto al benessere dell’umanità, un tema oggi centrale nelle moderne narrazioni fantascientifiche e nel discorso tecnologico. Il rispetto di Scott per 2001 come capolavoro predittivo si allinea con la cauta posizione della sua filmografia nei confronti dell’IA, che risuona in particolare in opere come Blade Runner, che esplora questo rapporto attraverso la lente dei replicanti – esseri bioingegnerizzati progettati per servire gli umani – che possiedono emozioni e desideri propri.

La ragazza di Stillwater: la storia vera dietro il film con Matt Damon

Accade molto spesso che si decida di portare sul grande schermo vicende realmente avvenute ma cambiandole quel tanto che basta da rendere le opere ad esse dedicate come “liberamente ispirate”. È il caso di La ragazza di Stillwater, il film diretto nel 2021 da Tom McCarthy, premio Oscar per Il caso Spotlight, che si ispira chiaramente a una delle vicende di cronaca più discusse degli ultimi anni, quella dell’omicidio di Meredith Kercher, di cui la statunitense Amanda Knox è stata erroneamente accusata. Tale storia viene però qui arricchita e trasformata, senza che ciò influisca sulle riflessioni che la storia vera solleva.

Presentato al Festival di Cannes, il film parte da queste premesse per raccontare però anche la determinazione di un padre nel voler salvare sua figlia, andando contro ostacoli apparentemente insormontabili. La ragazza di Stillwater offre dunque un racconto ricco di pathos e tensione, che fa leva su emozioni primarie per coinvolgere lo spettatore. Il risultato è poi stato apprezzato da un ampio numero di spettatori e critici, anche se numerose sono state anche le polemiche sollevate in nome della veridicità storica e del ritratto che si offre dei suoi protagonisti.

Grazie ora al suo passaggio televisivo, il film è senza dubbio un titolo da non perdere per gli appassionati di questo tipo di racconti, ma anche per chi vuole scoprire di più su una vicenda particolarmente controversa degli ultimi anni. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La ragazza di Stillwater. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La ragazza di Stillwater Abigail Breslin Matt Damon

La trama e il cast di La ragazza di Stillwater

Protagonista del film è Bill Baker, un trivellatore di petrolio dell’Oklahoma che viaggia fino a Marsiglia, in Francia, per incontrare sua figlia Allison, che non vede da anni. La ragazza, infatti, si trova in prigione a causa di un omicidio di cui si dichiara innocente. Per lei, Bill si troverà a dover affrontare un sistema legale sconosciuto, molte barriere culturali e linguistiche, ma soprattutto personali per tentare di scagionare il sangue del suo sangue. È durante la missione salvifica di Allison che l’uomo imparerà un senso di empatia fino ad allora sconosciuto.

Ad interpretare Bill Baker vi è l’attore Matt Damon, il quale per prepararsi al ruolo si è immerso nella cultura dei “roughnecks” del petrolio dell’Oklahoma. Sua figlia Allison è invece interpretata da Abigail Breslin, attrice divenuta celebre grazie al film Little Miss Sunshine. Accanto a loro, recitano Camille Cottin nel ruolo di Virginie e Lilou Siavaud nel ruolo di Maya, mentre Idir Azougli è Akim, ragazzo che Allison indica come il vero assassino. Completano il cast Deanna Dunagan nel ruolo di Sharon, William Nadylam in quello di Patrick e Anne Le Ny in quello di Leparq.

La storia vera dietro il film

Sebbene la struttura portante di La ragazza di Stillwater sia, come anticipato, liberamente ispirata al caso di Amanda Knox, sono state prese molte libertà per aumentare l’effetto drammatico della storia. Per questo motivo, è giusto analizzare quali parti del film sono basate sui fatti reali e quante sono state inventate per scopi drammatici. Innanzitutto, a parte il crimine centrale che dà origine alla trama del film, ben poco di La ragazza di Stillwater è vero. In primo luogo, il caso di omicidio in cui è stata coinvolta Amanda Knox si è svolto a Perugia, in Italia, e non a Marsiglia, in Francia, dove è ambientato il film.

La ragazza di Stillwater cast

In secondo luogo, la famiglia Knox è originaria di Seattle, Washington, non di Stillwater, Oklahoma. Inoltre, Bill Baker è raffigurato nel film come un operaio edile i cui valori del Midwest definiscono la sua personalità dura. Nella realtà, il padre di Amanda, Curt Knox, era il vicepresidente delle finanze dei grandi magazzini Macy’s di Seattle e conduceva uno stile di vita molto diverso dalla sua controparte immaginaria. Sebbene questi dettagli geografici e socioeconomici possano sembrare insignificanti rispetto alla condanna per omicidio di Amanda, è importante notare che lo scontro culturale che Bill sperimenta nel film non è mai stato un fattore nella vita reale.

Infatti, a detta di tutti, Curt Knox non si è mai recato in Italia per far uscire Amanda di prigione, come invece fa Bill in Francia. Il suo intero viaggio oltreoceano e la sua incapacità di adattarsi alla vita e al sistema legale in Francia sono stati inventati per il film per riformulare la storia attraverso la prospettiva di un padre vendicativo. In realtà, entrambi i genitori di Amanda sono stati costretti ad attendere il verdetto del processo per omicidio in America. I genitori di Amanda le hanno dato sostegno finanziario e morale per combattere i suoi problemi legali all’estero, ma l’intera storyline che coinvolge Bill che prende in mano le questioni legali in Francia non è mai accaduta a Curt in Italia.

Tornando alla storia vera, nel 2007 la ventenne Knox si recò a Perugia, in Italia, per studiare all’estero. Lì viveva con altre tre donne in un appartamento con quattro camere da letto, tra cui la vittima dell’omicidio, Meredith Kercher. Dopo essere tornata a casa con il fidanzato Raffaele Sollecito e aver trovato sangue in bagno e la porta della camera di Meredith chiusa a chiave, la Knox ha chiamato la polizia. Dopo essersi involontariamente implicata nel crimine, la Knox fu arrestata e condannata per l’omicidio della Kercher. Ha poi trascorso quattro anni in un carcere italiano nonostante abbia sempre sostenuto la propria innocenza.

La ragazza di Stillwater trama

Durante ulteriori indagini sul caso Knox, fu trovato il DNA di un giocatore di rugby di nome Rudy Guede (personaggio del tutto rimosso da La ragazza di Stillwater. Guede fu interrogato e ammise di essere stato presente sulla scena del crimine, ma affermò di non aver ucciso Meredith. Tuttavia, una delle maggiori libertà drammatiche che il film si prende riguarda la fantasiosa trama in cui Bill rapisce e tortura un uomo di nome Akim (Idir Azougli), che crede essere il colpevole. In realtà, il padre di Amanda non ha mai rapito e torturato Guede o altri sospettati di omicidio. L’espediente hollywoodiano è stato probabilmente creato per aumentare la posta in gioco di un action-thriller drammatico.

Sebbene La ragazza di Stillwater salti i laboriosi processi e le temporanee assoluzioni per snellire gli eventi per motivi di tempo, il finale del film aderisce parzialmente ai fatti del caso Knox. È vero che, dopo aver scontato quattro anni in un carcere italiano, è stata scagionata grazie al test del DNA che ha dimostrato la colpevolezza di Guede. Dopo otto anni di processi, di cui quattro di carcere, Amanda Knox è stata definitivamente assolta dalla Corte di Cassazione nel 2015. Questo differisce drasticamente dal finale del film, che rivela che Allison ha assunto Akim per “far fuori” Lina dal suo appartamento.

L’equivoco portò Akim a uccidere Lina, cosa che Allison non aveva mai voluto. Nella realtà, Amanda non ha mai partecipato all’ingaggio di Guede per uccidere la Kercher. Da quando è tornata a Seattle dopo la sua prigionia italiana, la Knox ha completato la sua laurea e da allora è diventata autrice di diversi libri, tra cui Waiting to Be Heard: A Memoir. La Knox è poi diventata anche un’attivista che ha sostenuto l’Innocence Project, un’associazione no-profit che si occupa di difendere le persone accusate ingiustamente di reati.

Il trailer di La ragazza di Stillwater e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La ragazza di Stillwater grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 9 agosto alle ore 21:20 su Canale 5.

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