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La ragazza di Stillwater: spiegazione del finale del film con Matt Damon

Le storie di crimini veri sono tra i documentari più popolari, con omicidi e altri crimini salaci che diventano i maggiori successi, in particolare su canali di streaming come Netflix, Amazon. Ma ogni tanto Hollywood prende una storia strappata alla cronaca e la usa come base per un thriller drammatico. L’esempio perfetto è La ragazza di Stillwater, del 2021, con Matt Damon, che si ispira vagamente all’omicidio di Meredith Kercher per mano di un ladro, un crimine che inizialmente era stato attribuito alla studentessa americana in scambio Amanda Knox.

La ragazza di Stillwater mette Matt Damon nei panni del rozzo Bill Baker, la cui figlia, Allison (Abigail Breslin), è stata condannata per l’omicidio dell’ex amante Lina mentre studiava all’estero. Quando mancano cinque anni alla fine della pena della figlia, Bill va a trovarla. Quando viene a conoscenza di nuove prove che potrebbero gettare nuova luce sul caso, si ritrova ad essere un uomo in missione per scagionare la figlia e riportarla a casa.

Viaggiando dall’Oklahoma rurale a Marsiglia, in Francia, Bill diventa un pesce fuor d’acqua in una terra che non capisce ed è costretto ad affidarsi alla generosità di una gentile sconosciuta (Camille Cottin) per portare a termine la sua missione. Uno studio sui personaggi dal ritmo incalzante, “Stillwater” ha un terzo atto drammatico che ribalta completamente la storia. E data la rapidità con cui le cose si rompono nel momento culminante, chi ha visto “Stillwater” potrebbe ancora grattarsi la testa per gli scioccanti momenti finali del film. Ecco spiegato il finale di “Stillwater”.

Cosa c’è da ricordare sulla trama di La ragazza di Stillwater

Pur essendo fortemente ispirato all’omicidio di Meredith Kercher e all’ingiusta condanna di Amanda Knox, La ragazza di Stillwater inizia a Stillwater, in Oklahoma, anziché nella nativa Seattle della Knox. Lì incontriamo Bill, un operaio disoccupato di una piattaforma petrolifera, la cui figlia ha già scontato cinque anni di una condanna a nove anni per l’omicidio della sua ex coinquilina e amante Lina mentre viveva in Francia. Allison sostiene con fermezza la sua innocenza, ma ha imparato a non contare su Bill, che non è stato il miglior padre durante la sua infanzia e che raramente si può fidare delle sue responsabilità.

Ma dopo una visita alla figlia in prigione, Bill diventa determinato a dimostrare l’innocenza di Allison quando lei afferma di aver scoperto l’identità di un giovane che potrebbe essere il vero assassino: un immigrato arabo di nome Akim (Idir Azougli). Dopo che il suo avvocato e la polizia si rifiutano di indagare su questa nuova pista, Bill si assume lui stesso il compito. E trova un’alleata in Virginie, una francese che vive a Marsiglia con la giovane figlia Maya (Lilou Siauvaud). Alla fine, Bill e Virginie vanno a vivere insieme e in seguito stringono un legame sentimentale, mentre Bill diventa lentamente una figura paterna per Maya.

Quando uno degli amici di Virginie rintraccia Akim, la missione di Bill per ripulire il nome di Allison diventa più pericolosa. E quando Bill non riesce a ottenere le prove di cui ha bisogno dopo un violento alterco con il giovane, Allison interrompe ogni contatto con lui.

Cosa è successo nel finale di La ragazza di Stillwater

Ai ferri corti con la figlia dopo che lei ha saputo che lui ha tentato e fallito di scagionarla da solo, Bill decide di rimanere a Marsiglia per starle vicino nonostante il loro allontanamento. Comincia persino a costruirsi una vita con Virginie e Maya, aiutando come badante e trovando lavoro presso un’impresa edile locale. Ma quando Bill ha un incontro casuale con Akim mentre assiste a una partita di calcio, non può permettere che la persona che crede essere il vero assassino riesca a scappare una seconda volta, e rapisce Akim e lo tiene in ostaggio.

Bill tiene Akim nascosto nel seminterrato del suo complesso residenziale e giura alla piccola Maya di mantenere il segreto quando lo vede. Poi invia un campione di DNA a un laboratorio, sperando che corrisponda alle prove forensi non identificate trovate sulla scena del crimine originale. Una soffiata alla polizia, tuttavia, porta gli agenti nel seminterrato di Bill. Sul punto di svelare tutto il suo piano, Bill è scioccato quanto la polizia nello scoprire che Akim non è lì, e che anche Maya ha mentito per coprirlo.

Tuttavia, il campione di DNA che ha fornito all’avvocato di Allison (Anne Le Ny) è sufficiente a mettere in dubbio la colpevolezza di Allison e a farla liberare dal carcere. La ricerca di Bill si conclude però in modo agrodolce, perché Virginie – infuriata per ciò che Bill ha fatto ad Akim e per aver coinvolto Maya – mette fine alla loro relazione, allontanandolo dalla sua nuova famiglia surrogata.

L’ammissione bomba di Allison

La ragazza di Stillwater
Matt Damon (left) stars as “Bill” and Camille Cottin (right) stars as “Virginie” in director Tom McCarthy’s STILLWATER, a Focus Features release.
Credit Jessica Forde / Focus Features

Per tutta la durata di La ragazza di Stillwater, Bill è incrollabile nel sostenere la figlia e fermamente convinto della sua innocenza. Sicuro che sua figlia sia stata incastrata per un crimine efferato che non ha commesso, spera di fare la cosa giusta per sua figlia non solo per vederla liberata, ma anche come modo per riscattarsi come padre ai suoi occhi. Bill crede di conoscere sua figlia meglio di chiunque altro ed è sicuro che non abbia nulla a che fare con l’omicidio di Lina. Questa convinzione crolla nel momento culminante del film.

Quando Akim è stato tenuto prigioniero, il giovane ha insistito sul fatto che Allison fosse effettivamente coinvolta nell’omicidio di Lina. Ha detto a Bill che Allison lo aveva ingaggiato per uccidere Lina, pagandolo anche in parte con una collana d’oro che il padre aveva comprato per lei come regalo. Non sapendo bene a cosa credere, Bill riesce comunque a riportare Allison a casa, ma una volta tornato in Oklahoma – dopo essere stato accolto come un eroe dalla comunità e dalle autorità locali – Bill affronta la figlia per capire quale ruolo abbia realmente avuto nella morte di Lina.

Incapace di mantenere il suo segreto più grande, Allison racconta al padre cosa è successo la notte dell’omicidio. Dopo aver scoperto il tradimento del suo amante, Allison dice di aver rotto con Lina, di averla voluta fuori di casa e di aver assunto Akim per “sbarazzarsi di lei”. Pur affermando di non aver mai voluto fare del male a Lina, le istruzioni di Allison sono state fraintese e hanno portato alla morte dell’ex fidanzata.

Cosa significa il finale di La ragazza di Stillwater

La ragazza di Stillwater Abigail Breslin Matt Damon

La ragazza di Stillwater è un’analisi del trauma, del lutto e del lasciarsi andare. Parla di come Allison – una giovane donna di buon cuore – abbia commesso un errore fatale e sia stata costretta a pagare un prezzo altissimo. E di come debba fare i conti con il suo ruolo nella morte dell’ex fidanzata, senza avere la possibilità di dirle addio o di piangere la sua perdita. Alla fine di La ragazza di Stillwater, vediamo Allison che, prima di uscire, si fa addirittura tatuare il nome di Lina in prigione: un simbolo del suo amore, che dimostra che non ha mai voluto farle del male.

Ma vediamo anche che alla fine del film Bill è un uomo cambiato, e non solo per il calvario che ha affrontato per liberare sua figlia.  All’inizio del film avevamo appreso che Bill aveva già avuto problemi con le droghe e l’alcol, che si presumeva fossero il modo tragico in cui aveva affrontato la morte della moglie, madre di Allison. Ma questa volta, affrontando l’incarcerazione della figlia e la lotta per la giustizia, Bill ha imparato a gestire meglio i suoi problemi incanalando le sue energie in qualcosa di buono: sia la ricerca della giustizia che una nuova famiglia. Così facendo, sia Bill che sua figlia imparano il valore del perdono. Allo stesso modo, Allison ha finalmente trovato un modo per superare il risentimento nei confronti del padre, mentre Bill riesce a vedere oltre gli errori di Allison e a simpatizzare con le ragioni per cui lei se n’è andata.

Perché il punto di vista di Bill sull’Oklahoma è cambiato?

La ragazza di Stillwater cast

Dopo che Bill e Allison condividono un momento di lacrime, con Allison che confessa il suo ruolo nell’omicidio di Lina, i due condividono un momento solenne sulla veranda di casa. È la prima mattina che Allison passa a casa da anni e osserva che non è cambiato nulla. La sua vecchia città natale è esattamente come la ricorda. Ma Bill non è d’accordo… nella sua ultima battuta, l’operaio stanco del mondo dice che nulla sembra più lo stesso. Ma cosa intende dire?

L’intera visione del mondo di Bill è stata messa in discussione e cambiata dalla lotta per liberare sua figlia. Ha conosciuto Allison come non l’aveva mai conosciuta prima, rendendosi conto che sono persone molto diverse. E grazie a Virginie e Maya, Bill ha imparato a essere un uomo, un marito e un padre migliore.

Un altro tema toccato, un po’ sottotraccia, è un messaggio sul bigottismo e l’intolleranza. La maggior parte dei francesi guarda dall’alto in basso Bill che, provenendo dalle città rurali del Sud americano, viene considerato un razzista arretrato e possessore di armi. Bill ammette di avere molti amici in patria che hanno atteggiamenti razzisti e, sebbene non esprima mai i propri sentimenti al riguardo, l’incontro con un francese che disprezza apertamente gli immigrati rende chiaro il messaggio. Essendo stato esposto a un’altra cultura e essendosi innamorato della più attenta alle questioni sociali Virginie, Bill torna con una prospettiva diversa sul mondo.

Bill ha ottenuto la redenzione che cercava?

La ragazza di Stillwater

La forza trainante di La ragazza di Stillwater può essere la ricerca di Bill per dimostrare l’innocenza di Allison, ma Bill è ancora il cuore della storia: un padre che cerca un’altra occasione per fare del bene a sua figlia. Nel corso del film apprendiamo che Bill non era un buon genitore. Ha abusato di droghe e alcol e ha trascorso un periodo in prigione, e raramente è stato presente per sua figlia quando stava crescendo. Lei non ha un rapporto forte con lui, soprattutto dopo la morte della madre, e anche quando emergono nuove prove sul suo caso, non si fida del suo aiuto.

Bill commette però un primo errore, mentendo ad Allison che il loro avvocato aveva accettato di riaprire il caso, mentre in realtà se ne stava occupando lui stesso, e questo allontana la figlia. Ma quando lui dimostra ad Allison di essere presente per lei, rimanendo in Francia per starle vicino, lei comincia a capire che forse sta davvero voltando pagina. Mentre lei rimane scettica sul fatto che non la deluderà di nuovo, Bill supera incredibili difficoltà per liberare Allison e i due formano un legame padre-figlia che non avevano mai avuto prima, mentre Bill si riscatta finalmente agli occhi della figlia.

Com’è il finale di La ragazza di Stillwater rispetto alla storia che l’ha ispirato?

La ragazza di Stillwater storia vera
Matt Damon in La ragazza di Stillwater. Foto di Jessica Forde / Focus Features – © 2021 Focus Features, LLC.

La ragazza di Stillwater è stato fortemente ispirato dalla storia di Amanda Knox, un fatto che non è sfuggito alla critica e al pubblico. Tuttavia, mentre il film e la storia vera condividono molte somiglianze, ci sono diverse differenze evidenti, in particolare nella conclusione del film. Allison Baker, come Amanda Knox, è una studentessa americana che stava studiando all’estero quando la sua compagna di stanza è stata uccisa. Come la Knox, la Baker è la principale sospettata dell’omicidio e viene processata, dichiarata colpevole e condannata a una lunga pena detentiva. Come Knox, Allison viene infine rilasciata e scagionata da tutte le accuse quando emergono nuove prove.

In La ragazza di Stillwater, tuttavia, si scopre che Allison è almeno in parte responsabile dell’omicidio della sua compagna di stanza. Ciò è in netto contrasto con quanto accaduto ad Amanda Knox. Originariamente condannata per omicidio (tra le altre accuse) nel 2011, la Knox è stata condannata a più di 20 anni di carcere insieme al suo fidanzato, Raffaele Sollecito, con i giurati che ritenevano che Sollecito avesse tenuto ferma la vittima mentre la Knox commetteva l’omicidio vero e proprio (come riportato all’epoca da BBC News).
Anni dopo, però, sono emerse nuove prove che hanno scagionato la Knox dall’omicidio. Dopo una complicata serie di processi e appelli, la Knox è stata infine dichiarata innocente nel 2015, mentre lo scassinatore Rudy Guede ha commesso il crimine. A differenza di Allison, dopo l’assoluzione definitiva non c’è mai stata alcuna implicazione che la Knox avesse avuto un ruolo nell’omicidio.

Cosa ha detto Camille Cottin a proposito del finale de La ragazza di Stillwater

A volte, in La ragazza di Stillwater, la storia è quasi altrettanto incentrata sul rapporto tra Virginie e Maya e Bill che sulla lotta di quest’ultimo per ottenere giustizia. Quando Bill si trasferisce da Virginie, si tratta di un accordo puramente platonico, ma alla fine del film si sono innamorati, rendendo straziante il momento in cui lei è costretta a porre fine alla loro relazione. Ma è questa parte della storia che, secondo Camille Cottin – che interpreta Virginie – dà un significato che ad alcuni spettatori potrebbe sfuggire.

Non so se [gli sceneggiatori] si siano resi conto di quanto fosse femminista”, ha detto l’attrice a The List. “Ma è un uomo che ha vagato e si è perso, e in realtà sono le donne intorno a lui che lo aiutano ad aprire la mente e a trovare la luce”. E questa interpretazione è sicuramente valida, perché Bill ha perso entrambe le donne più importanti della sua vita: sua moglie e sua figlia. La loro perdita – una per suicidio, l’altra per ingiustizia – potrebbe essere la ragione per cui Bill si trova così senza una direzione, e sono i legami che crea con Virginie e Maya a mostrargli che c’è ancora speranza in questo mondo e, infine, ad aiutarlo a liberare sua figlia.

A parte l’aiuto più tangibile che Virginie fornisce – servendo all’inizio come traduttrice e dando a Bill un posto dove vivere – è il suo sostegno emotivo e la sua presenza costante che lo aiutano a radicarsi. E grazie al rapporto padre-figlia che sta sbocciando con Maya, Bill riesce a compensare il fatto di non essere stato presente per Allison quando era piccola.

Cosa dice il regista Tom McCarthy sul finale di La ragazza di Stillwater.

La relazione tra la storia di Amanda Knox e La ragazza di Stillwater è stata evidente al pubblico, e il regista Tom McCarthy non ha nascosto che è stato quel caso tristemente famoso a ispirare il suo film. Ma quando il film si discosta dalla storia vera, non è né apertamente intenzionale né accidentale, secondo McCarthy.

“Abbiamo deciso: “Ehi, lasciamo perdere il caso Amanda Knox””, ha detto McCarthy a Vanity Fair nel 2021. “Ma prendiamo questo pezzo di storia – una donna americana che studia all’estero coinvolta in un qualche tipo di crimine sensazionale e che finisce in prigione – e romanziamo tutto quello che c’è intorno”. Ciò significava incentrare la storia sul padre di Allison, Bill, che è quasi totalmente inventato per il film: Sebbene il padre di Amanda Knox fosse stato un esplicito sostenitore della figlia, aveva ben poco in comune con il colletto blu Bill, né aveva mai avviato alcun tipo di indagine in proprio.

McCarthy ha dichiarato che il film voleva essere più simile a un podcast di cronaca nera che a una drammatizzazione di una storia vera. Per questo motivo, la storia si discosta dalla Knox soprattutto nella sua conclusione, quando Allison ammette di essere involontariamente coinvolta nell’omicidio. Ma McCarthy ha suggerito che questo colpo di scena è semplicemente scaturito dalla storia del film e non era destinato a rispecchiare il processo Knox, servendo invece come chiusura tematica della storia che stavano raccontando, piuttosto che della vita reale. “L’innocenza o la colpevolezza di Allison è fondamentale per la storia, dal punto di vista tematico”, ha detto McCarthy.

I 10 film mystery più belli su Netflix

I 10 film mystery più belli su Netflix

Il mystery/giallo è un genere che, da quando si è imposto con sempre più decisione nel panorama cinematografico, ha appassionato molto gli spettatori. Le ragioni risiedono in particolare nelle sue trame intricate e avvincenti, piene di tensione che, se ben costruite, sono capaci di agganciare il pubblico alla storia fino al suo epilogo. Netflix, una delle piattaforme più redditizie nel mondo dello streaming, ha nel tempo arricchito la sua offerta con film di questo tipo molto interessanti, i quali sono stati in grado anche di suscitare più spunti di riflessione da parte di chi li fruisce. Vediamo perciò quali sono le dieci pellicole migliori presenti su Netflix da non potersi proprio perdere.

Enola Holmes

enola holmes Millie Bobby Brown

Nel mentre vestiva i panni dell’eroina Undici, Millie Bobby Brown ha deciso di indossare anche quelli dell’investigatrice Enola Holmes, sorella del celebre Sherlock. I film, ben due, prendono il nome della loro protagonista, e sono dei gialli/mystery frizzanti, divertenti e giovanili, capaci di coinvolgere il pubblico dentro l’indagine soprattutto perché spinti dal continuo richiamo di Enola, che parla direttamente con i suoi spettatori rompendo la quarta parete. La storia si incentra in particolare sul tentativo della giovane di fermare l’avanzamento di una legge di riforma inglese che limiterebbe i diritti delle donne nel paese. Una vera chicca da gustarsi.

Glass Onion – Knives Out

Glass Onion - A Knives Out Mistery

Se cercate un Hercule Poirot in chiave moderna, allora non potete non guardare le avventure di Benoit Blanc. Glass Onion – Knives Out in particolare (sequel di Cena con delitto – Knives Out) ha una trama davvero ben strutturata, e come fu anche per il suo predecessore, possiede un cast stellare e ben assortito, che garantisce sano divertimento e movimento alla storia. Un mystery che, proprio come il suo titolo, si svelerà a strati, esattamente come una cipolla. L’indagine si svolge all’interno della maxi villa del miliardario Miles Bron, il quale invita su un’isola greca il suo stravagante gruppo di amici per una “cena con delitto”. Il film è stato persino candidato agli Oscar, nella categoria Miglior sceneggiatura non originale a Rian Johnson (che ne è anche regista).

Il mondo dietro di te

Il mondo dietro di te

È basato sul romanzo del 2020 di Rumaan Alam. Il film è interpretato da  Julia Roberts, Mahershala AliEthan Hawke e Myha’la. Ambientato a Long Island, il film ruota attorno a due famiglie che cercano di dare un senso a un rapido crollo dei telefoni, della televisione e di altre tecnologie comuni che indicano un potenziale cataclisma. Il sottotesto del film si interseca con il razzismo e i pregiudizi di classe. Leave the World Behind è stato presentato in anteprima mondiale all’AFI Fest il 25 ottobre 2023. È stato distribuito in sale selezionate il 22 novembre 2023, prima di essere distribuito in streaming da Netflix l’8 dicembre 2023. Ha ricevuto recensioni positive dalla critica.

La ragazza di Stillwater

La ragazza di Stillwater
Matt Damon (left) stars as “Bill” and Camille Cottin (right) stars as “Virginie” in director Tom McCarthy’s STILLWATER, a Focus Features release. Credit Jessica Forde / Focus Features

Film poliziesco americano diretto da Tom McCarthy, basato su una storia vera e su una sceneggiatura scritta insieme a Marcus Hinchey, Thomas Bidegain e Noé Debré. È il primo film della DreamWorks Pictures a essere distribuito dalla Focus Features. Il film è interpretato da Matt Damon nel ruolo di Bill Baker, un operaio disoccupato dell’Oklahoma che si mette in viaggio con una francese (Camille Cottin) per dimostrare l’innocenza della figlia condannata (Abigail Breslin).

Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes l’8 luglio 2021 ed è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 30 luglio 2021 da Focus Features. Ha ricevuto recensioni generalmente positive dalla critica e ha incassato 19 milioni di dollari a fronte di un budget di 20 milioni.

Reptile

Reptile Netflix

Reptile è mystery/giallo che ha da poco debuttato sulla piattaforma di Netflix. Diretto da Grant Singer, ha come protagonista Benicio del Toro nei panni del detective Tom Nichols. Questi, in seguito a un orrendo omicidio di un giovane agente immobiliare, decide di scoprire la verità su un caso in cui nulla è come sembra. Nonostante sia stato criticato per essere troppo contorto, il film presenta comunque un cast che regala grandi performance, fra cui quella di Justin Timberlake, il quale interpreta il fidanzato dell’assassinato.

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point

The Pale Blue Eye Christian Bale

Con The Pale Blue Eye – I delitti di West Point torniamo indietro nel tempo, precisamente al 1830. Protagonista è il detective Augustus Landor, il quale inizia a indagare su una serie di omicidi avvenuti all’Accademia Militare degli Stati Uniti. Landor non sarà però solo, perché verrà aiutato da un giovanissimo Edgar Allan Poe, che nel film ricopre il ruolo di cadetto di West Point. The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Louis Bayard, uscito nel 2006.

OLD

Old Gael Garcia Bernal
Gael García Bernal e Thomasin McKenzie in Old. Photo Credit: Phobymo/Universal – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Film giallo-horror americano scritto, diretto e prodotto da M. Night Shyamalan. È basato sulla graphic novel svizzera in lingua francese Sandcastle di Pierre Oscar Lévy e Frederik Peeters. Il film è interpretato da un cast corale composto da Gael García Bernal, Vicky Krieps, Rufus Sewell, Alex Wolff, Thomasin McKenzie, Abbey Lee, Nikki Amuka-Bird, Ken Leung, Eliza Scanlen, Aaron Pierre, Embeth Davidtz ed Emun Elliott. La trama segue un gruppo di persone che si ritrovano ad invecchiare rapidamente su una spiaggia isolata.

L’ultima notte d’amore

Pierfrancesco Favino in L'ultima notte di Amore (2023)

L’ultima notte d’amore racconta di un poliziotto onesto, Franco Amore (Pierfrancesco Favino), che decide con esitazione di lavorare per un uomo d’affari cinese come fornitore di sicurezza pochi giorni prima del suo pensionamento. L’ultimo giorno prima di andare in pensione, la sua impeccabile carriera viene messa a repentaglio quando un incarico va terribilmente storto.

La pelle che abito (The Skin I Live In)

La pelle che abito (The Skin I Live In)

La pelle che abito (The Skin I Live In) è un film spagnolo ibrido tra thriller e melodramma del 2011 scritto e diretto da Pedro Almodóvar, con Antonio Banderas, Elena Anaya, Marisa Paredes, Jan Cornet e Roberto Álamo. È basato sul romanzo Mygale di Thierry Jonquet del 1984, pubblicato prima in francese e poi in inglese con il titolo Tarantula. Almodóvar ha descritto il film come “una storia dell’orrore senza urla né spaventi”.Il film è stata la prima collaborazione in 21 anni tra Almodóvar e Banderas dopo Tie Me Up! Tie Me Down! (1990).

Una Donna Promettente (Promising Young Woman)

Una Donna Promettente spiegazione finale film
Courtesy of © Focus Features

Film scritto, diretto e co-prodotto da Emerald Fennell al suo debutto come regista. Il film è interpretato da Carey Mulligan nei panni di una giovane donna perseguitata da un passato traumatico che si trova a dover bilanciare perdono e vendetta, con Bo Burnham, Alison Brie, Clancy Brown, Chris Lowell, Jennifer Coolidge, Laverne Cox e Connie Britton nei ruoli secondari. Il film incorpora generi cinematografici come la commedia nera, il dramma criminale, il film femminista, lo stupro e la vendetta e il thriller vigilante.

Una Donna Promettente è stato presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival il 25 gennaio 2020 ed è stato distribuito nelle sale statunitensi il 25 dicembre 2020 da Focus Features. Il film ha ricevuto il plauso della critica, che ha lodato la regia e la sceneggiatura di Fennell e l’interpretazione della Mulligan, e ha incassato oltre 20 milioni di dollari in tutto il mondo.

The Walking Dead: Daryl Dixon, trailer: Daryl e Carol arrivano in Spagna mentre continua il loro viaggio verso casa

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È stato pubblicato il primo trailer della terza stagione di The Walking Dead: Daryl Dixon, che mostra l’arrivo di Daryl (Norman Reedus) e Carol (Melissa McBride) in Spagna, mentre continua il loro viaggio verso casa. La seconda stagione di Daryl Dixon si è conclusa con il duo principale che difende Ash (Manish Dayal) e Laurent (Louis Puech Scigliuzzi) mentre fuggono in America con l’aereo di quest’ultimo. Mentre il duo si dirige verso il Chunnel per l’Inghilterra, gli effetti psichedelici del guano di pipistrello portano a un conflitto, con Daryl che uccide le loro guide e Codron (Romain Levi) che scappa. I due viaggiano ora da soli verso l’Inghilterra.

Ora, AMC (via The Walking Dead) ha pubblicato il primo teaser trailer della terza stagione di Daryl Dixon , che mostra Daryl e Carol trovare il personaggio senza nome di Stephen Merchant in Inghilterra. I due vengono poi visti su una barca a vela, prima di essere mostrati in varie località della Spagna. Daryl cammina in un piccolo villaggio e Carol guarda preoccupata le persone che bruciano una specie di paglia.

Daryl viene poi visto in sella alla sua moto in un deserto da solo, seguito da flash di zombie, un nuovo personaggio e Daryl che punta una pistola. Il trailer si conclude con il duo principale che parla di come quasi pensavano che il loro viaggio fosse giunto a una fine prematura, lasciando intendere che le loro vite saranno più in pericolo che mai nella prossima stagione. Guardate il nuovo trailer qui sotto:

Che cosa significa il nuovo trailer di Daryl Dixon per la terza stagione?

La terza stagione di The Walking Dead: Daryl Dixon è stata confermata in Spagna prima ancora della messa in onda della seconda stagione, il che rende la location non una grande sorpresa. Tuttavia, non è ancora chiaro come il viaggio del duo principale verso l’Inghilterra si tradurrà in questa deviazione, data la loro priorità di tornare in America. Dato che il personaggio di Merchant sembra essere una delle prime persone che incontrano, è possibile che venga coinvolto nel recupero di una barca a vela e che fattori sconosciuti li costringano a tornare in Europa continentale.

La voce fuori campo nel trailer lascia intendere che i due potrebbero rimanere separati per gran parte del loro viaggio, soprattutto perché li si vede entrambi soli in Spagna al di fuori dell’ultima scena del trailer. È possibile che i due finiscano per usare una barca a vela, nel tentativo di tornare in America, ma che qualcosa li blocchi e li separi. Tuttavia, non vengono fornite risposte concrete su di loro, né sui personaggi della seconda stagione di Daryl Dixon come Codron (Romain Levi), il cui destino rimane poco chiaro dopo aver inseguito un Walker nel Chunnel.

Il nostro parere sul primo trailer della terza stagione di Daryl Dixon

Non si sa ancora molto di cosa riserverà l’avventura di Daryl e Carol in Spagna, ma il nuovo trailer della terza stagione fa luce su quanto sarà imponente il loro viaggio. Visti i paesaggi sconfinati e i nuovi personaggi introdotti, sembra che Daryl Dixon avrà per le mani una storia completamente nuova e avvincente quando il duo principale continuerà il suo viaggio verso l’America. Con il nuovo obiettivo di ricongiungersi con Laurent all’orizzonte, sembra che la terza stagione si baserà sulla storia in Francia per offrire una continuazione sorprendente.

The Penguin, episodio 7: recap e la spiegazione del finale

The Penguin, episodio 7: recap e la spiegazione del finale

L’episodio 7 di The Penguin si conclude con l’anticipazione del confronto finale tra Oz Cobb (Colin Farrell) e Sofia Gigante (Cristin Milioti). Nel penultimo episodio della nuova serie DC, vengono rivelate importanti verità e si assiste alla morte di importanti personaggi prima dei titoli di coda. Allo stesso modo, alcuni flashback chiave rivelano l’oscura verità sul passato di Oz e sugli eventi che hanno plasmato il suo futuro di gangster di Gotham.

Come si è visto nell’episodio 6 de Il Pinguino, Oz mette in funzione la sua nuovissima operazione Bliss sotto Gotham, utilizzando i sistemi di carrelli abbandonati e i loro molteplici punti di accesso per spostare i suoi prodotti in tutta la città senza essere scoperto. Mentre Oz riaccende le luci a Crown Point, Sofia Gigante e Salvatore Maroni (Clancy Brown) vengono a conoscenza della madre di Oz, Francis (Deirdre O’Connell). Ora, Francis è stata presa da Sofia e le principali verità sull’infanzia di Oz vengono finalmente rivelate mentre Sofia decide di ribaltare l’intero gioco. A tal fine, ecco il nostro riassunto dell’ episodio 7 de Il Pinguino e del suo scioccante finale.

Il Pinguino – Episodio 7 – Spoiler e anticipazioni principali sulla storia

  • L’episodio si apre con un flashback dell’infanzia di Oz con la madre e i fratelli, Jack e Benny, che Oz abbandona in un tunnel sotterraneo durante una tempesta, facendoli morire entrambi.
  • Nel presente, Oz trova Victor privo di sensi e Francis rapita dai Gigante. Victor se ne va prima che arrivi Salvatore Maroni e attacchi Oz, che chiede l’intera operazione Bliss a Oz in cambio di sua madre.
  • Sofia interroga Francis sul passato di Oz. Venendo a conoscenza di Jack e Benny, Sofia chiede al dottor Rush di saperne di più.
  • Oz porta Salvatore alla sua operazione Bliss. Durante la lotta, Sal muore per un attacco di cuore, ma Oz sostiene di aver battuto Maroni e prende il suo anello.
  • Sofia Gigante fa visita alla piccola Gia, motivandola a mettere in discussione se stessa e a smettere di fare il gioco del padre.
  • Mentre Oz offre l’operazione Bliss a Sofia per sua madre, Sofia invia un’auto carica di esplosivo nei sotterranei di Crown Point per far saltare tutto.
  • Sofia Gigante porta Francis al Monroe’s, lo stesso jazz club in cui il giovane Oz aveva promesso a Francis di darle tutto ciò che merita.
  • Il Pinguino sopravvive all’esplosione scendendo nello stesso tunnel in cui sono morti i suoi fratelli. In seguito viene steso dal detective Marcus Wise per essere consegnato a Sofia.

Spiegata la “vittoria” del Pinguino su Salvatore Maroni

Colin Farrell in The Penguin episodio 7 – Cortesia di Max

Dopo che Sofia Gigante ha rapito la madre di Oz, Francis, Salvatore Maroni e i suoi uomini arrivano a picchiare il Pinguino prima di dirgli che dovrà rinunciare alle sue operazioni di droga e restituire il prodotto Bliss a Sofia in cambio della vita di sua madre. Il Pinguino conduce Sal e i suoi uomini nei tunnel e nel sistema di carrelli sotterranei dove Oz è riuscito a spedire il suo prodotto in tutta la città senza essere scoperto. Tuttavia, gli uomini di Oz spengono le luci e reagiscono, con Oz e Sal che combattono all’interno di uno dei carrelli durante la sparatoria che ne consegue.

Mentre sta avendo la meglio, Sal muore per un attacco di cuore a metà del combattimento. È un modo tragico e decisamente anticlimatico di morire per uno dei più grandi boss di Gotham, anche se è affascinante vedere come reagisce Oz Cobb quando gli viene negata l’opportunità di mettersi veramente alla prova contro Maroni. In ogni caso, Oz sembra illudersi di aver effettivamente battuto Salvatore Maroni, sparando più volte al petto del boss già morto prima di prendere il suo anello.

Anche se potrebbe non essere vero, Oz ha scelto di accettare e mantenere la narrazione che è stato davvero il vincitore, nonostante la verità che Sal è morto da solo come un oscuro scherzo del destino. In questo senso, questa scelta rispecchia anche l’oscurità infantile appena rivelata da Oz rispetto a tutto ciò che ha detto in precedenza su ciò che è accaduto ai suoi fratelli. Piuttosto che la “città li ha presi”, è stato Oz a uccidere Jack e Benny lasciandoli morire sottoterra durante una tempesta. Sembra quindi che il Pinguino abbia creato ancora una volta una falsa realtà e verità con la morte di Salvatore.

Perché Sofia Falcone decide di far saltare l’operazione antidroga di Oz

Cristin Milioti in The Penguin episodio 7 – Cortesia di Max

Dopo aver parlato sia con Francis Cobb che con sua nipote Gia Viti, che ha visto la maschera antigas nella borsa di Sofia la notte in cui ha gassato i Falcone, Sofia Gigante si rende conto di non aver fatto nulla di nuovo da quando ha lasciato Arkham rispetto alla strategia del terrore portata avanti da suo padre e da altri prima di lui. Sta ancora facendo il gioco di suo padre e la rivelazione è quasi paralizzante per lei, soprattutto dopo che riecheggiano le parole di Carmine a Gia di 10 anni prima, quando Sofia sospettava la verità su ciò che era accaduto a sua madre. L’ex Sofia Falcone ha negato l’oscura verità su ciò che ha fatto alla sua famiglia, quasi allo stesso modo di Carmine.

Per questo motivo, Sofia decide di iniziare un nuovo gioco, molto più brutale e incentrato sulla pura vendetta nei confronti di Oz Cobb. Vuole che il Pinguino soffra, a Sofia non interessa più la droga, da cui la decisione di far saltare l’intera operazione con l’auto truccata. Ora, l’epilogo è pronto: Sofia ha ancora la madre di Oz prigioniera, avendo appreso di più sull’infanzia di Oz grazie al dottor Rush che ha trascorso un po’ di tempo a lavorare su Francis.

Cosa aspettarsi per l’episodio finale di Penguin

The Penguin episodio 7 – Cortesia di Max

Con un solo altro episodio de The Penguin, Sofia Gigante rimane l’ultimo vero ostacolo sulla strada di Oz prima di arrivare al vertice della malavita di Gotham. Detto questo, Sofia non ha intenzione di andare giù senza combattere. Sembra anche che abbia in mano tutte le carte vincenti alla fine dell’episodio 7 de Il Pinguino, avendo fatto saltare le operazioni di Oz e preso in ostaggio sua madre.

Si può immaginare che Oz abbia qualche altro asso nella manica per avere la meglio. Detto questo, sembra probabile che Sofia possa costringere Oz a rivelare a Francis la sospetta verità su ciò che è accaduto a Jack e Benny, danneggiando irrimediabilmente ciò che Oz ha di più caro: l’amore di sua madre.

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Le 10 scene più spaventose di Agatha All Along

Agatha All Along ha portato gli spettatori Marvel in profondità negli angoli mistici e inquietanti del MCU, con Agatha Harkness al centro di alcuni eventi soprannaturali davvero terrificanti. Questa serie agghiacciante racconta il viaggio di Agatha per riacquistare i suoi poteri, esplorando le forze della magia nera e le lotte di potere all’interno della comunità magica. Ricca di incantesimi minacciosi, rituali oscuri e apparizioni inaspettate, la serie ha regalato alcune delle scene più spaventose della timeline del MCU.

Agatha All Along non sarà la prima incursione del MCU nel genere horror, ma potrebbe essere la più efficace. Sebbene Werewolf by Night e Doctor Strange nel Multiverso della follia abbiano iniziato a esplorare il potenziale sinistro del franchise, Agatha All Along lo ha perfezionato. La serie è disseminata di scene terrificanti che hanno davvero spinto i limiti di ciò che ci si aspettava dalle serie del MCU.

La congrega combatte la maledizione della famiglia di Alice Wu

alice in agatha episode 4

Uno dei momenti più terrificanti di Agatha All Along si verifica quando la congrega di Agatha tenta di sciogliere una potente maledizione sulla famiglia di Alice Wu. Nell’episodio 5, la congrega affronta un processo in uno studio di registrazione degli anni Settanta. Il processo riguarda la madre di Alice, Lorna, che sostiene che la famiglia Wu è stata colpita da una maledizione. Determinando che il processo era per togliere la maledizione, la congrega canta la versione di Lorna Wu della Ballata della Strada delle Streghe.

In questa prova, la maledizione della famiglia Wu viene resa fisica, apparendo come un orribile demone che attacca la congrega. L’entità mostruosa è perfetta per i film horror, con un aspetto sorprendente che sembra fin troppo spaventoso per un personaggio del MCU. L’azione rapida e i montaggi che seguono sono tanto avvincenti quanto inquietanti, trasformando la maledizione della famiglia Wu in un incubo terrificante.

Un adolescente costringe Lilia e Jen a prendere Agatha nella trappola di fango

Agatha All Along episodio 4
Foto di Courtesy of Disney – © Disney

La tensione sale quando Wiccan, la giovane ed enigmatica strega conosciuta inizialmente come Teen, rivela i suoi poteri e li usa per costringere due membri della congrega, Lilia e Jen, a tradire Agatha. Sotto il suo controllo, conducono Agatha in una profonda e torbida trappola di fango. Mentre il fango si addensa intorno a lei, Agatha cerca di resistere ma è impotente. Il fango inizia a gorgogliare e a girare, come se fosse vivo, intrappolando le tre streghe.

La scena è terribilmente claustrofobica. Il fango sembra incantato e risponde alla lotta di Agatha tirandola ancora più giù. Le sue grida soffocate e i suoi respiri affannosi aggiungono uno strato viscerale al terrore, mentre lotta sia contro il fango che contro l’incantesimo di Teen. L’idea di essere sepolti vivi nel fango incantato, senza potersi muovere o respirare, è una delle immagini più agghiaccianti di Agatha All Along.

La prima apparizione dei Sette di Salem

agatha all along Sette di Salem

L’introduzione dei Sette di Salem in Agatha All Along porta con sé un’aria di minaccioso mistero che preannuncia eventi ancora più oscuri. Queste figure, ognuna delle quali indossa un mantello che ne nasconde l’identità, appaiono all’improvviso durante una scena tranquilla e il loro arrivo cambia immediatamente l’atmosfera. Si muovono all’unisono, proiettando lunghe ombre ed emettendo un canto ossessionante e basso che si riverbera nell’aria. La loro presenza collettiva sembra quasi soprannaturale, come se fossero legati da una forza oscura.

I loro volti sono nascosti, il che accresce il timore degli spettatori che si chiedono cosa nascondano queste figure. All’inizio i Sette di Salem non dicono molto, ma la loro sola apparizione invia un chiaro messaggio: sono qui per Agatha e non se ne andranno finché non avranno ottenuto ciò che vogliono. Questo incontro silenzioso e inquietante dà il tono al resto della serie, rendendo chiaro che Agatha ha a che fare con forze che vanno ben oltre i suoi soliti nemici.

Rio Vidal striscia fuori dalla tomba di Sharon Davis

Agatha All Along Rio Vidal
Foto di Courtesy of Disney – © Disney

Forse uno dei momenti più agghiaccianti di Agatha All Along è quando Rio Vidal striscia fuori dalla tomba di Sharon Davis. Il tutto inizia con un sottile rimbombo della terra e presto la tomba si apre. Lentamente e metodicamente, Rio emerge, coperto di terra, con la pelle pallida e gli occhi pieni di minaccia. La vista è terrificante, non solo per Agatha ma anche per il pubblico, perché Rio si unisce alla congrega.

L’apparizione di Rio invia un messaggio: non si può sfuggire al passato, soprattutto nel mondo della magia nera. Il ritmo lento e pieno di suspense di questa scena accresce l’orrore, ricordando agli spettatori l’inquietudine e i non morti che si nascondono sotto la superficie del mondo di Agatha. Sebbene l’identità di Rio Vidal sia ancora sconosciuta, i paralleli con il suo personaggio di Lady Morte sono particolarmente piacevoli.

La congrega è tormentata da orribili visioni

Agatha All Along Episodio 4
Screen da Agatha All Along Episodio 4 – Cortesia di Disney+

Durante la loro prima prova sulla Strada delle Streghe, i membri della congrega sperimentano visioni terrificanti. Agatha e la sua congrega vengono avvelenate da qualcosa che inizialmente provoca loro delle deformazioni facciali, ma che ben presto diventa molto più sinistro. Ognuna di loro si ritrova in un incubo personale: Lilia vede se stessa più giovane e la sua maestra dell’epoca rinascimentale, Jen ha un’allucinazione di un medico che la costringe a immergersi, Alice vede sua madre Lorna Wu sul punto di suicidarsi e Agatha vede una culla contenente il Darkhold.

Queste visioni si adattano in modo unico alle paure e al passato di ciascun membro, rendendo l’orrore profondamente personale. Le visioni sono inquietantemente reali e l’uso di una fotografia immersiva e disorientante fa sì che anche lo spettatore si senta intrappolato negli incubi. Questa sequenza dimostra come l’orrore mentale possa essere terrificante quanto le minacce fisiche, lasciando la congrega scossa.

Agatha Kills Alice

Agatha Kills Alice

Il lato spietato di Agatha emerge in una delle scene più scioccanti di Agatha All Along, quando uccide Alice. Dopo essere intervenuta per proteggere Agatha, la magia di Alice tocca Agatha, permettendo alla cattiva di svuotarla dei suoi poteri. Lancia un incantesimo che prosciuga lentamente la vita di Alice, lasciandola impotente e senza vita. L’inquietante bagliore dell’incantesimo illumina la paura negli occhi di Alice che si rende conto del suo destino.

Il modo lento e deliberato in cui Agatha compie l’atto aggiunge uno strato di crudeltà che è davvero snervante. Questa scena rivela la volontà di Agatha di fare tutto il necessario per sopravvivere e mostra un lato più oscuro e spietato del suo carattere. È uno dei momenti più inquietanti della serie, che ricorda agli spettatori che la bussola morale di Agatha è grigia come la magia che pratica.

I sette di Salem attaccano la congrega

sette di Salem attaccano la congrega

I Sette di Salem lanciano un attacco coordinato alla congrega di Agatha, scatenando una terrificante serie di magie oscure. Mentre percorrono la Strada nell’episodio 5 di Agatha All Along, i Sette di Salem attaccano la congrega. Il loro assalto è brutale e implacabile e spinge ogni membro ai limiti dei propri poteri. La scena è caotica, con lampi di magia, urla e visioni oscure e viscerali.

L’intensità di questa scena di Agatha All Along risiede nella sua imprevedibilità. La congrega è in inferiorità numerica, costretta a una lotta a cui non era preparata, e gli spettatori possono percepire la disperazione nei loro tentativi di fuga. Le tattiche spietate dei Sette di Salem e la loro cupa e silenziosa determinazione rendono questo attacco una delle sequenze più terrificanti della serie, perché rivela quanto siano davvero potenti e implacabili. Inoltre, offre primi piani più dettagliati dei Sette e del loro design mostruoso.

Lady Morte viene rivelata

lady morte in Agatha all along episode 8

La rivelazione di Lady Morte è uno dei momenti più agghiaccianti di Agatha All Along. Entità enigmatica e temibile, Lady Morte rappresenta gli aspetti più oscuri della magia. Il suo aspetto è ultraterreno: una figura scheletrica ammantata di nero, con occhi penetranti che sembrano vedere attraverso le anime di chiunque si trovi in sua presenza. Rivelata in un breve flash, Lilia determina che Rio Vidal è Lady Morte, provocando un’orribile inquadratura della sua vera forma.

La rivelazione di Lady Morte è terrificante non solo per il suo aspetto, ma anche per ciò che rappresenta: una forza al di là della comprensione o del controllo di Agatha. Il suo arrivo manda onde d’urto nella congrega e diventa chiaro che la vita di Agatha, e forse la sua anima, sono ora a rischio. Questo momento serve a ricordare le conseguenze di un’immersione troppo profonda nella magia proibita.

Lady Morte attacca Agatha

agatha all along episodio 8

In una delle scene più intense di Agatha All Along, Lady Morte affronta direttamente Agatha. Nella battaglia finale, Lady Morte attacca Agatha con una magia oscura che sembra una forza della natura. L’incontro è brutale, con Lady Morte che fa piovere su Agatha vetri rotti. Agatha reagisce con tutte le sue forze, ma il potere di Lady Death è schiacciante e la lascia ansimante e indebolita.

Questo confronto è terrificante sia per Agatha che per gli spettatori, perché mostra quanto sia vulnerabile di fronte a un potere molto più grande del suo. L’assalto implacabile di Lady Morte lascia Agatha visibilmente scossa e spaventata, cosa che gli spettatori vedono raramente, rendendola una delle scene più terrificanti della serie. In effetti, Lady Morte rappresenta una minaccia tale che Agatha ha bisogno dell’aiuto della Wiccan per superarla.

Agatha è posseduta da Evanora

agatha all along Evanora

Nel momento più spaventoso di Agatha All Along, Agatha affronta l’orrore definitivo: essere posseduta da Evanora, sua madre e potente strega che esercita il controllo anche dall’oltretomba. Lo spirito di Evanora si impossessa del corpo di Agatha, deformandone i movimenti e modificandone la voce, lasciandola in difficoltà nel tentativo di riprendere il controllo. Il volto di Agatha si contorce mentre lotta contro la possessione, ma la volontà di Evanora è troppo forte. Il processo trasforma Agatha in un ghoul quasi zombie, carico di immagini orribili.

La scena della possessione è spaventosa e tragica allo stesso tempo, perché Agatha è costretta a confrontarsi con l’ineluttabile morsa dell’oscura eredità della sua famiglia. La natura contorta del controllo esercitato da Evanora sulla figlia rende questo uno dei momenti più ossessionanti della serie. Il terrore e l’impotenza di Agatha sono palpabili e lasciano allo spettatore un’immagine che permane anche dopo la fine di Agatha All Along.

Outer Banks 4 – parte 2: trailer della seconda parte di quarta stagione

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Outer Banks 4 – parte 2 ha debuttato un nuovo trailer che si concentra sui Pogues e sul loro viaggio a Morroco alla ricerca di un tesoro. Divisa in due metà, ciascuna composta da cinque episodi, la quarta puntata del popolare teen drama ha visto i Pogues alla ricerca del tesoro di Barbanera. Questa ricerca ha anche portato a delle importanti rivelazioni, con JJ che ha appreso una rivelazione scioccante nel finale di Outer Banks, stagione 4, parte 1.

Netflix ha ora rilasciato il trailer della quarta stagione di Outer Banks, parte 2, mentre i restanti cinque episodi verranno rilasciati il 7 novembre. L’anteprima di due minuti mostra JJ, John B (Chase Stokes), Sarah (Madelyn Cline), Kiara (Madison Bailey), JJ (Rudy Pankow), Pope (Jonathan Daviss), Cleo (Carlacia Grant) e Rafe (Drew Starkey) in partenza per una nuova avventura. Ma come spesso accade ai Pogues, tensioni e pericoli complicano la loro ricerca del tesoro in Morroco. Guardate il trailer qui sotto:

Cosa rivela il trailer della quarta stagione di The Outer Banks

Gli sviluppi della storia sembravano promettenti nella prima metà della quarta stagione di Outer Banks. I Pogues avevano avviato una nuova attività, Poguelandia, ma la faida con i Kooks metteva a rischio questo senso di tranquillità. L’ultimo trailer conferma che le cose non stanno migliorando, con una riunione cittadina che si conclude con finestre distrutte. A causare il caos è JJ, che probabilmente è stato colpito dalla rivelazione della vera identità del suo padre biologico.

Mentre le loro fortune cambiano ancora una volta, i Pogues non hanno soldi e si ritrovano nel mirino dei killer. Cercano la Corona Blu, che si trova in Morroco, e il trailer presenta diverse scene in cui i personaggi sfidano il caldo per raggiungere il proverbiale oro. Anche Rafe è coinvolto, offrendosi di portare i Pogues in Nord Africa in cambio di un compenso. Ma nonostante alcuni scontri e pugni tra Rafe e JJ, la caccia al tesoro continua e i personaggi di Outer Banks si dirigono verso una nuova località.

Il verdetto sul nuovo trailer della quarta stagione di Outer Banks

La quinta stagione di Outer Banks non è stata confermata. Tuttavia, in un’intervista con Tudum di Netflix, il co-creatore Josh Pate ha confermato i piani per altre stagioni. Pate ha detto in parte: “Pensiamo alle prime tre [stagioni] come a una trilogia e poi stiamo ricominciando ora con [un’altra sorta di] trilogia”. Questo indicherebbe la speranza non solo di una quinta stagione, ma anche potenzialmente di una sesta. Il trailer è un segnale incoraggiante, che mostra un’acuta comprensione di ciò che rende il dramma della caccia al tesoro così popolare tra il suo pubblico.

The Diplomat 3 si farà: di cosa parlerà la prossima stagione?

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The Diplomat 3 si farà: di cosa parlerà la prossima stagione?

Il finale della seconda stagione di The Diplomat apre ogni tipo di possibilità per la terza stagione di The Diplomat. Keri Russell guida il cast di The Diplomat stagione 2 insieme a Rufus Sewell nel ruolo del marito Hal, David Gyasi nel ruolo del Ministro degli Esteri Austin Dennison, Ali Ahn nel ruolo dell’agente della CIA Eidra Park e Rory Kinnear nel ruolo del Primo Ministro Nicol Trowbridge. La seconda stagione diThe Diplomat riprende dopo gli eventi del finale della prima stagione di The Diplomat, rivelando che Hal e Ato Essandoh Stuart sono sopravvissuti all’esplosione dell’auto che ha ucciso il deputato Merritt Grove. Nel corso della seconda stagione di The Diplomat, sia Kate che Hal si avvicinano alla verità su Roman Lenkov e sui funzionari governativi dietro l’operazione false flag.

Il colpo di scena più scioccante del finale della seconda stagione di The Diplomat è che dietro l’attacco alla HMS Courageous c’è la vicepresidente degli Stati Uniti Grace Penn. Hal scopre inizialmente questa informazione da Margaret Roylin, anch’essa coinvolta nell’elaborata operazione a bandiera falsa. È stata Roylin a ordinare a Merritt Grove di ingaggiare il mercenario russo Roman Lenkov per attaccare la HMS Courageous. L’attacco era destinato a infliggere danni minori e non avrebbe dovuto provocare vittime britanniche. A causa di problemi di approvvigionamento, il Gruppo Lenkov utilizzò esplosivi più potenti sotto forma di missili sottomarini.

Grace Penn è ora presidente degli Stati Uniti in The Diplomat

Alla fine della seconda stagione di The Diplomat , Kate scopre che dietro l’attacco alla HMS Courageous c’è il Vicepresidente. Lei e Hal non riescono a tacere sapendo che Penn ha aggirato il Presidente per autorizzare l’attacco alla HMS Courageous. Hal dice che parlerà con il Segretario di Stato Miguel Ganon, con cui ha un rapporto difficile e che ricopre la posizione di Gabinetto che Hal desidera segretamente. Invece, Hal parla direttamente con il Presidente Rayburn attraverso una linea protetta dell’Ambasciata di Londra, dicendogli la verità sul Vicepresidente, Margaret Roylin e Roman Lenkov.

Questo sconvolge a tal punto il Presidente Rayburn, noto per i suoi problemi cardiaci, da ucciderlo. A causa della morte improvvisa del Presidente Rayburn, il Vicepresidente Penn diventerà il Presidente Penn all’inizio della terza stagione di The Diplomat . Per questo motivo, alla fine del finale della seconda stagione di The Diplomat si vedono decine di membri dei servizi segreti correre verso di lei. Le ultime parole di Penn a Kate in qualità di Vicepresidente sono di tenere nascosta la verità per il bene di entrambi. Penn assume un tono molto severo nei confronti di Kate, rivelando un lato formidabile che non si è ancora visto.

Katherine Wyler può ancora diventare Vicepresidente

Ora che Penn sarà il Presidente degli Stati Uniti all’inizio della terza stagione di The Diplomat, potrebbe puntare a porre fine alla carriera di Kate e a metterla a tacere come lei e Roylin hanno fatto con Merritt Grove. Sarebbe sicuramente pericoloso per Kate continuare a rivelare la verità sulla HMS Courageous, soprattutto perché la morte del Presidente Rayburn sarà una storia molto più importante delle informazioni geopolitiche trapelate. Kate finirebbe per tradire il proprio Paese rivelando la verità sulla HMS Courageous, rovinando così la forte alleanza tra Stati Uniti e Regno Unito.

Probabilmente Kate lavorerà a stretto contatto con il Presidente Penn nella terza stagione diThe Diplomat come Vicepresidente. Dovrà imparare a convivere con la dura realtà del suo nuovo ruolo, che per lei è stato un brusco risveglio nella seconda stagione, e comprendere la difficile decisione che Penn ha dovuto prendere, una decisione che Kate ha confermato avrebbe preso lei stessa. Il rapporto di Kate con Dennison sarà probabilmente teso, soprattutto se la verità dovesse mai venire a galla per lui o per il Primo Ministro Trowbridge, il che sarebbe disastroso. La creatrice diThe Diplomat, Debora Cahn, ha dichiarato a Tudum di Netflix: “Laterza stagione capovolge la scacchiera. Nella terza stagione, Kate vive il particolare incubo di ottenere ciò che si vuole”. Ciò implica che Kate finirà per diventare vicepresidente nella terza stagione.

Nicol Trowbridge e l’indagine del governo britannico

Dopo che Trowbridge scopre che c’è Roylin dietro l’attacco alla HMS Courageous (ignora completamente che lei stava coprendo Grace Penn), si arrabbia a tal punto da quasi strangolarla a morte. Trowbridge prende in considerazione il suggerimento della moglie Lydia di dimettersi da Primo Ministro e di rivelare la verità dietro l’attacco alla HMS Courageous e l’assassinio di Lenkov. Anche Dennison raccomanda la stessa cosa. Nonostante ciò, Trowbridge ignora le loro raccomandazioni e rimane come Primo Ministro, il che significa che continuerà a ricoprire il ruolo all’inizio della terza stagione. Il suo obiettivo principale sarà quello di scoprire chi altro è stato coinvolto nel piano di Roylin all’interno del governo del Regno Unito, ma la sta tirando per le lunghe per paura delle risposte che riceverà.

La relazione tra Eidra e Stuart in The Diplomat

Eidra e Stuart non stanno insieme per tutta la seconda stagione di The Diplomat e si sforza di mantenere un rapporto puramente professionale tra loro, anche a causa della salute compromessa di Stuart dopo l’esplosione dell’auto. Sebbene Kate si sia ammorbidita con Hal dopo l’esplosione, nonostante i loro continui disaccordi, il loro matrimonio è ancora intatto e la relazione nascente di Kate con Dennison viene messa da parte alla fine della seconda stagione. Per quanto riguarda Stuart ed Eidra, l’insistenza di Stuart inizia finalmente a rompere l’impenetrabile scudo di Eidra quando le dice che pensa che dovrebbero stare insieme. La porta è certamente aperta perché Stuart ed Eidra diventino più ufficiali nella stagione 3 di The Diplomat.

Cosa sta succedendo ai russi?

Nel corso di The Diplomat, i russi sono stati per lo più fuori dai giochi, a parte il leader mercenario Roman Lenkov. L’agente dell’MI6 Tom menziona i russi nella sua scena finale della seconda stagione, il che potrebbe gettare le basi per una maggiore presenza russa nella terza stagione di The Diplomat. Con la presenza di Dennison, Trowbridge intendeva informare Tom dell’indagine sul governo britannico e avrebbe dovuto spiegare che non erano i russi dietro l’attacco alla HMS Courageous, ma una di loro, Margaret Roylin. Alla fine della seconda stagione diThe Diplomat,Trowbridge non riesce a dire a Tom la verità .

Tom informa Trowbridge che il Ministero della Difesa russo ha richiesto il rapporto del SAS sulla morte “accidentale” di Lenkov, che il Regno Unito ha negato. Poiché Trowbridge ha puntato il dito contro il leader dei mercenari russi in televisione, il Cremlino potrebbe reagire alla cattiva stampa e alla mancanza di trasparenza sulla morte di Lenkov. Ora che Trowbridge conosce la verità, sarà costretto a scegliere se insabbiare l’intera faccenda, come suggerito da Penn, o se intensificare la questione per eliminare ogni potenziale attrito con la Russia ed evitare un conflitto internazionale nella terza stagione di The Diplomat.

Ridley Scott rivela che sta sviluppando un nuovo film su ALIEN

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Ridley Scott rivela che sta sviluppando un nuovo film su ALIEN

Anche se non abbiamo molto su cui basarci, il leggendario regista Sir Ridley Scott ha rivelato che sta sviluppando un nuovo film di Alien per i 20th Century Studios.

I dettagli sono praticamente inesistenti al momento, ma il rapporto di THR indica che si tratterà di un progetto completamente separato dal sequel Alien: Romulus, attualmente in lavorazione.

Steve Asbell della 20th Century ha recentemente confermato che il regista Fede Alvarez è in trattative per dirigere un sequel diretto di Romulus che continuerà il viaggio dei sopravvissuti del film precedente, Rain Carradine e suo fratello androide, Andy.

“Stiamo lavorando all’idea di un sequel. Non abbiamo ancora chiuso l’accordo con Fede [Alvarez], ma lo faremo, e lui ha un’idea su cui stiamo lavorando. I due sopravvissuti, Rain e Andy, interpretati da Cailee Spaeny e David Jonsson, sono stati i veri punti di forza del film. E quindi penso sempre: “Wow, dove la gente vuole vederli andare dopo?”. Sappiamo che ci saranno gli alieni. Sappiamo che ci saranno grandi scene horror. Ma mi sono innamorato di entrambi e voglio vedere quale sarà la loro storia”.

Cosa prevede il franchise di Alien?

Alien: Romulus
Foto di 20th Century Studios/20th Century Studios – © 2024 20th Century Studios.

Asbell ha anche rivelato che è probabile che venga realizzato un nuovo film di Alien Vs. Predator.

Scott ha diretto il film originale – e quello che molti considerano ancora il migliore – di Alien, prima di tornare al franchise per dirigere il prequel Prometheus e il seguito Alien: Covenant. Sebbene questi ultimi film abbiano i loro fan, sono stati generalmente considerati delle delusioni.

Non sappiamo se Scott abbia intenzione di passare dietro la macchina da presa per questo nuovo film, ma non lo escludiamo. A 86 anni il regista non mostra segni di rallentamento e l’imminente Il Gladiatore 2 è stato salutato come il suo miglior lavoro da un bel po’ di tempo a questa parte.

The Diplomat – stagione 2, la spiegazione del finale: cosa succede al presidente e Katherine Wyler

Il finale della seconda stagione di The Diplomat rivela chi c’è dietro l’attacco alla HMS Courageous. Keri Russell guida il cast di The Diplomat – stagione 2 insieme a Rufus Sewell nel ruolo del marito Hal, David Gyasi nel ruolo del Ministro degli Esteri Austin Dennison, Ali Ahn nel ruolo dell’agente della CIA Eidra Park e Rory Kinnear nel ruolo del Primo Ministro Nicol Trowbridge. La seconda stagione di The Diplomat riprende dopo gli eventi del finale della prima stagione di The Diplomat, rivelando che Hal e Stuart di Ato Essandoh sono sopravvissuti, mentre Ronnie di Jess Chanliau è rimasto ucciso nell’esplosione insieme al deputato Merritt Grove. Nel corso della seconda stagione di The Diplomat, sia Kate che Hal si avvicinano alla verità su Roman Lenkov e sui funzionari governativi dietro l’operazione false flag.

Il colpo di scena più scioccante del finale della seconda stagione di The Diplomat è che dietro l’attacco alla HMS Courageous c’è la vicepresidente degli Stati Uniti Grace Penn. Hal scopre inizialmente questa informazione da Margaret Roylin, anch’essa coinvolta nell’elaborata operazione a bandiera falsa. È stata Roylin, insieme ai deputati britannici Merritt Grove e Lenny Stendig, a ingaggiare il mercenario russo Roman Lenkov per attaccare la HMS Courageous. L’attacco aveva lo scopo di infliggere danni minori e non avrebbe dovuto provocare vittime britanniche. A causa di problemi di approvvigionamento, il Gruppo Lenkov utilizzò esplosivi più potenti sotto forma di missili sottomarini.

Il Presidente Rayburn è morto, Grace Penn è ora Presidente

The Diplomat 2 episodio 4
Cortesia di © NETFLIX

Kate scopre il piano del Vicepresidente alla fine della seconda stagione di The Diplomat. Lei e Hal non riescono a tacere sapendo che Penn ha aggirato il Presidente per autorizzare l’attacco alla HMS Courageous. Hal dice che parlerà con il Segretario di Stato Miguel Ganon, con cui ha un rapporto difficile e che ha la posizione di Gabinetto che Hal desidera segretamente. Invece, Hal parla direttamente al Presidente Rayburn attraverso una linea protetta dell’Ambasciata di Londra, dicendogli la verità sul Vicepresidente, Margaret Roylin e Roman Lenkov. Questo sconvolge a tal punto il Presidente Rayburn, noto per i suoi problemi cardiaci, da ucciderlo.

Alla fine della seconda stagione di The Diplomat, Kate decide finalmente di diventare Vicepresidente, solo per rendersi conto che il posto che pensava sarebbe stato vacante potrebbe non essere più disponibile. A causa della morte improvvisa del Presidente Rayburn, il Vicepresidente Penn è diventato il Presidente Penn, motivo per cui alla fine dell’episodio si vedono decine di membri dei Servizi Segreti correre verso di lei. Le ultime parole di Penn a Kate in qualità di Vicepresidente sono di tenere nascosta la verità per il bene di entrambi. Penn assume un tono molto severo nei confronti di Kate, rivelando un lato che non si è ancora visto.

Katherine Wyler diventerà Vicepresidente?

Secondo la Sezione 2 del 25° Emendamento, il Presidente deve nominare qualcuno come Vicepresidente se la carica è vacante, cosa che ora avverrà perché il Presidente Rayburn è morto. C’è la concreta possibilità che il neo-presidente Penn faccia della Wyler il suo vicepresidente, perché sarebbe meglio avere il suo nemico vicino, soprattutto quando è incline a diventare un informatore. Oltre al vantaggio strategico di Penn nel nominare Kate Vicepresidente, Penn stava iniziando a simpatizzare con Kate prima di sospettare che Kate facesse saltare la sua copertura sulla HMS Courageous. Con la notizia della morte del Presidente, tuttavia, la questione della HMS Courageous può essere facilmente nascosta sotto il tappeto.

Chi è stato il responsabile dell’attacco alla HMS Courageous?

The Diplomat 2 episodio 1
Cortesia di © NETFLIX

Un deputato di estrema destra di nome Lenny Stendig è stato colui che ha piazzato la bomba nell’auto di Merritt Grove. Stendig aveva intenzione di uccidere solo il suo collega Grove, e non Ronnie o altri membri del personale diplomatico americano, per mettere a tacere Grove una volta per tutte. Margaret Roylin e Stendig temevano che Grove avrebbe raccontato ad Hal e agli americani tutto sul loro complotto di Roman Lenkov, che prevedeva principalmente che Roylin tirasse le fila alle spalle del Primo Ministro Trowbridge. In definitiva, era stata la Vicepresidente Grace Penn a orchestrare l’operazione a bandiera falsa per impedire l’indipendenza della Scozia.

Nicol Trowbridge è innocente, non ha assunto Roman Lenkov

Il Primo Ministro Trowbridge è stato il principale sospettato dietro Lenkov e l’attacco alla HMS Copuragoues per gran parte della seconda stagione di The Diplomat. Kate e il Ministro degli Esteri Austin Dennison sospettavano che Trowbirdge avesse segretamente assunto Lenkov per ottenere vantaggi politici. In realtà, Roylin ha arruolato Grove e Stendig per assumere Lenkov su richiesta di Grace Penn. Roylin vedeva un vantaggio per la reputazione politica del Primo Ministro Trowbirdge, mentre Penn era preoccupato di garantire la longevità della base nucleare di Creagan, in Scozia.

L’attacco alla HMS Courageous mirava a impedire l’indipendenza della Scozia

Keri Russell in The Diplomat 2
Cortesia di © NETFLIX

Come Roylin ha notato nella stagione 1 di The Diplomat e Penn ha descritto a Kate nella stagione 2 di The Diplomat, l’attacco alla HMS Courageous aveva lo scopo di unificare il Regno Unito e impedire alla Scozia di indire un referendum per l’indipendenza. Roylin e Penn avevano ragioni diverse per orchestrare l’operazione a bandiera falsa, ma entrambe erano della massima importanza per le rispettive nazioni e governi. Per Roylin, l’unificazione della Scozia con l’Inghilterra contro un nemico comune come la Russia o l’Iran avrebbe riparato la reputazione del Primo Ministro. Per Penn, impedire l’indipendenza della Scozia era un passo fondamentale per garantire la protezione dai sottomarini nucleari russi che attaccavano la costa orientale degli Stati Uniti.

Grace Penn, Creagan e i sottomarini nucleari russi spiegati

Il vicepresidente Penn voleva assicurarsi che la base nucleare di Creagan, in Scozia, non potesse essere chiusa a causa della minaccia dell’indipendenza scozzese. La base nucleare di Creagan è l’ultimo punto geografico che gli Stati Uniti potrebbero utilizzare per rilevare una minaccia nucleare in arrivo da un sottomarino russo nella regione artica. Senza la base nucleare di Creagan, gli Stati Uniti sarebbero molto più vulnerabili a una minaccia nucleare proveniente dalla Russia attraverso un sottomarino. Di conseguenza, il Vicepresidente Peen ha inscenato un evento che avrebbe unificato la Scozia e l’Inghilterra per eliminare la minaccia che la Scozia diventi una nazione indipendente e chiudere la base come tale.

La trama della terza stagione di The Diplomat: Cosa sappiamo finora

The Diplomat 2 episodio 2
Cortesia di © NETFLIX

Ora che Penn sarà il Presidente degli Stati Uniti all’inizio della terza stagione di The Diplomat, potrebbe puntare a porre fine alla carriera di Kate e a metterla a tacere come lei e Roylin hanno fatto con Merritt Grove. Sarebbe sicuramente pericoloso per Kate continuare a rivelare la verità sulla HMS Courageous, soprattutto perché la morte del Presidente Rayburn sarà una storia molto più importante delle informazioni geopolitiche trapelate. Kate, in definitiva, tradirebbe il proprio Paese per rivelare la verità, cosa che Hal probabilmente le sconsiglierebbe.

Probabilmente Kate lavorerà a stretto contatto con il Presidente Penn nella terza stagione di The Diplomat come Vicepresidente. Dovrà imparare a convivere con la dura realtà del suo nuovo ruolo, che per lei è stato un brusco risveglio nella seconda stagione, e comprendere la difficile decisione che Penn ha dovuto prendere, una decisione che Kate ha confermato avrebbe preso lei stessa. Il rapporto di Kate con Dennison sarà probabilmente teso, soprattutto se la verità dovesse mai venire a galla per lui o per il Primo Ministro Trowbridge, il che sarebbe disastroso. La creatrice di The Diplomat Debora Cahn ha dichiarato a Tudum di Netflix: “La terza stagione capovolge la scacchiera. Nella terza stagione, Kate vive il particolare incubo di ottenere ciò che si vuole”. Ciò implica che Kate finirà per diventare vicepresidente nella terza stagione.

The Penguin: trailer del gran finale di prossima settimana

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The Penguin: trailer del gran finale di prossima settimana

HBO e MAX hanno diffuso il trailer del gran finale di The Penguin, l’acclamata serie televisiva con protagonisti Colin Farrell e Cristin Milioti e spin-off di The Batman. L’ultimo episodio della serie andrà in onda domenica negli USA e lunedì sera in prima serata su SKY e NOW.

Tutto quello che c’è da sapere su The Penguin

Basato sui personaggi della DC Comics, The Penguin, in partenza domani, 20 settembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti. Il secondo episodio andrà in onda lunedì 30 settembre e, a seguire, ogni lunedì una nuova puntata su Sky Atlantic, sempre disponibile on demand e in streaming.

The Penguin, serie drammatica in otto episodi targata DC Studios di cui Lauren LeFranc è showrunner, continua l’epica saga criminale avviata dal regista Matt Reeves con il blockbuster mondiale “The Batman” (Warner Bros. Pictures, 2022).

Oltre a Farrell nei panni di Oz Cobb “The Penguin”, il cast comprende Cristin Milioti (Sofia Falcone), Rhenzy Feliz (Victor Aguilar), Michael Kelly (Johnny Viti), Shohreh Aghdashloo (Nadia Maroni), Deirdre O’Connell (Francis Cobb), Clancy Brown (Salvatore Maroni), James Madio (Milos Grappa), Scott Cohen (Luca Falcone), Michael Zegen (Alberto Falcone), Carmen Ejogo (Eve Karlo) e Theo Rossi (Dr. Julian Rush).

Produttori esecutivi della serie Matt Reeves, Dylan Clark, Colin Farrell, Lauren LeFranc (anche sceneggiatore e showrunner), Craig Zobel (che dirige i primi tre episodi), Bill Carraro.

Basata sui personaggi creati per la DC da Bob Kane e Bill Finger, THE PENGUIN è prodotta dalla 6th & Idaho Productions di Reeves e da Dylan Clark Productions in associazione con Warner Bros. Television, che con Reeves e la sua 6th & Idaho ha un accordo di esclusiva. Anche Pipski è tra i produttori esecutivi. La serie va a impreziosire ulteriormente la già ricca library di titoli dedicati all’universo DC Comics disponibili su Sky e NOW, fra cui “The Flash”, “Shazam! Furia degli Dei”, “Suicide Squad” e “Batman v Superman: Dawn of Justice”.

Il Padrino – Parte II, la spiegazione del finale: cosa significa l’ultima inquadratura del film

Il finale de Il Padrino – Parte II è fortemente tragico, con l’inquadratura finale che sottolinea i temi del film. Seguito de Il Padrino (1972), il film racconta l’ascesa di Vito Corleone (Robert De Niro) dopo il suo trasferimento in America e la sua trasformazione in criminale. La sua ascesa al potere si contrappone agli sforzi del figlio Michael, decenni dopo, per mantenere il loro impero criminale. Il Padrino – Parte II è sia un sequel che un prequel, e mette in evidenza il costo di questi percorsi, soprattutto quando Michael affronta gli attriti tra lui e i suoi cari.

Mentre il conflitto tra Kay e Michael è intriso di drammi personali, sono le azioni di Michael nei confronti di Fredo a rappresentare il colpo più grande per la famiglia. Questa sottotrama porta al tragico finale del film, che vede Michael trionfante nei suoi obiettivi ma completamente scosso dalle sue vittorie. Soprattutto se contrapposto ai flashback dei primi tempi della famiglia Corleone, il finale de Il Padrino – Parte II evidenzia il tema morale centrale del film e di tutti i film della serie de Il Padrino.

Il significato del finale de Il Padrino – Parte II

L’inquadratura finale de Il Padrino – Parte II mostra Michael Corleone (Al Pacino) solo e isolato da coloro che lo circondano, sottolineando il costo delle sue decisioni come capo della famiglia criminale Corleone. Il Padrino – Parte II è diviso in due parti, che rivelano le origini dell’impero criminale di Vito e gli sforzi del figlio minore, decenni dopo, per mantenere il controllo dell’organizzazione. Il finale del film contrasta direttamente le conseguenze dei loro sforzi. Mentre un flashback rivela una famiglia Corleone litigiosa ma alla fine unita sotto il controllo di Vito, la storia di Michael si conclude con lui veramente solo.

In questo momento, Michael fa i conti con il peso delle sue azioni recenti, tra cui l’aver ordinato la morte del fratello Fredo. Dopo la scomparsa della madre Carmela (che aveva avvertito Michael che non poteva permettersi di perdere altri membri della famiglia), la decisione di Michael di uccidere il fratello nel finale de Il Padrino – Parte II evidenzia la disumanità che Michael ha abbracciato, ironicamente per il “bene” della sua famiglia. Ciò si riflette nell’inquadratura finale di un Michael riflessivo e pensoso, seduto da solo, che riflette sulle sue scelte e sull’impatto delle sue azioni.

Perché Michael ha ucciso Fredo ne Il Padrino: Parte II?

Il Padrino - Parte II
© Paramount Pictures

Ne Il Padrino – Parte II, Fredo rivela inavvertitamente al fratello di aver lavorato con il boss rivale Hyman Roth, mettendo in serio pericolo la vita di Fredo. Durante un confronto, Fredo rivela di aver tradito Michael per gelosia. Fredo era frustrato e amareggiato dalla decisione di Vito di ignorarlo e di nominare Michael come nuovo leader. Questo fa leva sulle insicurezze di Fredo riguardo alla sua percezione da parte della famiglia. Sebbene Fredo e la sorella Connie implorino Michael di perdonarlo, Michael decide di far assassinare Fredo durante una battuta di pesca.

Questo momento è specificamente accostato all’omicidio di Roth e alla morte dell’ex alleato di Michael, Frank Pentangeli. Questo li contrappone direttamente al massacro dei nemici del Corelone durante il finale de Il Padrino. Entrambi gli eventi hanno isolato Michael dai suoi cari, pur affermando il suo potere. Tuttavia, la morte di Fredo incombe su Michael in modo diverso rispetto agli altri omicidi che aveva organizzato, creando un breve flashback di una notte cruciale per la famiglia anni prima.

Qual è lo scopo del flashback finale de Il Padrino – Parte II?

Il Padrino - Parte II famiglia
© Paramount Pictures

Il flashback alla fine de Il Padrino – Parte II aggiunge un tragico livello alla discesa di Michael verso la malvagità. La sequenza è ambientata nel 1941, anni prima degli eventi de Il Padrino, e vede la famiglia riunita per festeggiare il compleanno di un Vito mai visto. Con grande sorpresa dei fratelli, Michael annuncia di voler abbandonare il college per arruolarsi nella Seconda Guerra Mondiale. In particolare, Fredo è l’unico dei suoi fratelli ad appoggiare questa decisione, sottolineando quanto i due fossero vicini e come Fredo sostenesse il suo “fratello minore” prima di tradirlo anni dopo.

La sequenza si conclude con la partenza della famiglia per raggiungere Vito, lasciando Michael da solo. Questo senso di isolamento dalla famiglia, causato dalle sue scelte, pesa chiaramente su Michael. La situazione peggiora più di dieci anni dopo, quando un Michael più vecchio e più severo riflette su come si sia isolato ancora di più. Mentre gli sforzi di Vito non gli sono mai costati la famiglia, Michael si allontana dalla moglie, tradisce attivamente la fiducia della sorella e uccide il fratello. Gli sforzi di Vito lo hanno trasformato in un mostruoso boss del crimine, ma la sua famiglia era al sicuro e felice. Michael non ha questo conforto, tutto a causa delle sue scelte.

Come la storia di Vito rende più triste il finale de Il Padrino – Parte II

Alla base delle scelte di Vito e Michael ne Il Padrino – Parte II è il desiderio espresso di proteggere le loro famiglie. Se Vito può essere stato un duro assassino in gioventù e aver raggiunto una posizione di potere grazie alla sua volontà di commettere atti terribili, i suoi sforzi per proteggere ed elevare la sua famiglia hanno avuto successo. I festeggiamenti per il suo compleanno vengono trattati con gioia dalla moglie e dai figli, mentre Michael viene espressamente richiamato per essersi arruolato, in quanto ciò manda all’aria le speranze della famiglia nei suoi confronti. Alla fine, la storia di Vito è agrodolce e violenta, ma in definitiva felice.

Questo contrasta direttamente con l’inquadratura finale de Il Padrino – Parte II, che rivela che Michael è veramente solo. Gli sforzi di Michael hanno arricchito la famiglia Corleone, ma l’hanno divisa più che mai. Mentre la storia di Vito si conclude con la sua famiglia entusiasta di vederlo, quella di Michael finisce con i membri della famiglia morti per suo ordine o furiosi per le sue scelte. Questo si ripercuote ne Il Padrino – Parte III, che si basa sul finale del secondo film e completa l’arco tragico di Michael cancellando ulteriormente i suoi cari e lasciandolo veramente solo.

Il vero significato del finale de Il Padrino – Parte II

Robert De Niro in Il Padrino - Parte II
© Paramount Pictures

Il fulcro de Il Padrino – Parte II è la rovina delle speranze di Michael di essere un uomo migliore di suo padre. Vito può aver fatto cose terribili, ma sempre in nome della famiglia. Questo ha portato a molti anni felici quando era Don Corleone, con una famiglia che lo amava. Sebbene la ricchezza e il potere che hanno garantito alla famiglia una sicurezza e una gioia di superficie siano rimasti, gli sforzi di Michael per eliminare i suoi nemici gli sono costati quella stessa famiglia che lui e suo padre hanno cercato di rendere legittima.

In questo modo, Michael è diventato più potente di Vito, ma ha tradito le sue ambizioni. Entrambi volevano che la famiglia abbracciasse un percorso verso la nobiltà, e l ‘approccio spietato di Michael gli è costato tutto ciò che volevano davvero. Il film si conclude con Michael vittorioso ma distrutto, un uomo solo in un impero creato da lui stesso. Il vero significato del finale de Il Padrino – Parte II  sottolinea che il costo del potere è troppo alto quando viene a scapito della famiglia e dell’umanità, lasciando che il nobile Corleone, un tempo solitario, sia il più malvagio di tutti.

Lucca Comics & Games 2024: conclusa l’edizione di quest’anno!

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Movimento: è questa la parola chiave dell’edizione 2024 di Lucca Comics & Games appena conclusasi. Movimento come le parti costitutive di un’opera di Puccini il cui lavoro, a distanza di un secolo dalla sua scomparsa, ha ispirato l’arte del Maestro Yoshitaka Amano, che ha creato tre poster diversi, tanti quanti i momenti di avvicinamento a LC&G 2024: Atto I, Ouverture; Atto II, Crescendo; Atto III, Fantastico. Movimento come apertura, scambio e dialogo, tra linguaggi e culture differenti, generato dalla presenza nello stesso luogo di tantissimi artisti e artiste che hanno potuto interagire tra loro e con il pubblico. Movimento come azione di coraggio nel mostrare al mondo il proprio essere più autentico, sostenuti dalla certezza di essere a casa, a Lucca. Movimento come spostamento, da tutte le parti d’Italia e del mondo verso Lucca, e attraverso le strade di Lucca, reti neurali che rendono comunicanti le 53 location del festival. Movimento dal passato al presente, verso il futuro, attraverso la celebrazione di tanti anniversari, due su tutti il 50° di Dungeons & Dragons e i cinquant’anni di vita di Les Humanoïdes Associés, editore di Métal Hurlant. Movimento, infine, come desiderio di vivere all’insegna dei cinque valori fondanti di Lucca Comics & Games: community, inclusion, respect, discovery, gratitude.

I biglietti venduti sono stati oltre 275.000, ai quali va a sommarsi il gruppo di tutti i professionisti che a vario titolo si sono accreditati per rendere unica questa manifestazione, oltre 16.000. Molte di più le presenze totali, incalcolabili a oggi (il numero delle presenze sarà disponibile solo a fine novembre), considerando anche le vaste aree gratuite di LC&G 2024: il Family Palace presso il Real Collegio di Lucca; la Self Area, dedicata alle realtà indipendenti; l’Area Pro, che favorisce l’incontro tra gli aspiranti fumettisti e gli editori alla ricerca di nuovi talenti; il padiglione San Romano, dedicato all’esposizione delle tavole originali; la passeggiata delle mura urbane; IMT Library – Game Science, con due aree didattico-scientifiche; il Giardino degli Osservanti, con il Community Village e l’area Cosplay; tutte le mostre prodotte e organizzate da Lucca Comics & Games, ben 14 accessibili liberamente ai visitatori per tutto il periodo del festival.

Oltre 900 ospiti hanno reso possibili ben 1.585 appuntamenti tra incontri, dibattiti, laboratori, workshop, sessioni di gioco, showcase e il ricco programma di anteprime ed eventi tra cinema e serie TV dell’Area Movie a cura di QMI; 13 i Paesi e le aree geografiche di provenienza dei corrispondenti esteri che hanno coperto l’evento: Francia, Svizzera, Polonia, Austria, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Brasile, Spagna, Russia, Canada, Balcani e Medio Oriente; 660 gli espositori che hanno strutturato e animato con la loro offerta editoriale questa edizione; più di 400.000 visualizzazioni e oltre 150.000 gli spettatori unici che hanno partecipato a Lucca Comics & Games da remoto attraverso le dirette del Live Show su Twitch.

Lucca Comics & Games cambia l’immagine della Toscana, invasi da un milione di appassionati” dichiara Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.

“Il battito d’ali di Lucca Comics & Games risveglia il rinascimento della nostra città”ribatte Mario Pardini, sindaco di Lucca.

“Un’edizione straordinaria, una delle più grandi di sempre, con un picco di contenuti, di arte, di vendite ma soprattutto di partecipazione” sostiene Emanuele Vietina, direttore di Lucca Comics & Games.

Chiude il presidente di Lucca Crea, Nicola Lucchesi, ringraziando tutto lo staff: “Un lavoro fantastico”.

Così come le idee restano sempre in movimento, anche Lucca Comics & Games non si ferma mai. Tra dieci giorni esatti, alla Fabbrica del Vapore di Milano, Amano Corpus Animae, la più grande esposizione mai realizzata in Europa per celebrare l’arte del visionario Maestro Yoshitaka Amano, con oltre 130 opere originali provenienti dai suoi studi di Tokyo per raccontare la storia dell’animazione e dell’intrattenimento mondiale, da Tatsunoko a Final Fantasy, passando per Vogue; un percorso fatto di pura arte visiva e narrativa che porta generazioni diverse in un unico luogo, dal 13 novembre 2024 al 1° marzo 2025.

Inspira, espira, uccidi: recensione del thriller tedesco di Netflix

L’ossessione per un lavoro frustrante e insoddisfacente, la pressione familiare, il desiderio di trascorrere più tempo con la figlia senza riuscirci davvero, l’incomprensione della moglie: sono difficoltà in cui chiunque potrebbe riconoscersi. Ma quando la già frenetica quotidianità dell’avvocato Diemel si scontra con le richieste assurde di clienti mafiosi dal temperamento esplosivo, cosa si può fare per ritrovare un po’ di pace interiore? Creata e scritta da Doron Wisotzky, Inspira, espira, uccidi (titolo internazionale Murder Mindfully, Achtsam Morden in originale tedesco) è una serie thriller tedesca, ironica e ricca di humor nero, tratta dall’omonimo romanzo del 2018 di Karsten Dusse.

Composta da 8 episodi di circa 30 minuti ciascuno, la serie segue l’inatteso percorso interiore di Björn Diemel, interpretato dall’ironico Tom Schilling, che scopre nella mindfulness gli strumenti per rimettere ordine nella sua vita… anche se questo comporta eliminare qualche ostacolo di troppo.

Inspira, espira, uccidi è disponibile dal 31 ottobre su Netflix.

In foto, Tom Schilling nei panni di Björn e Sascha Geršak in quelli di Dragan, sul set di Inspira, espira, uccidi (Achtsam Morden). Courtesy of Netflix, 2024.

La trama di Inspira, espira, uccidi

Quando è sul punto di perdere la sua famiglia, l’affermato e amorale avvocato Björn Diemel decide di accontentare la moglie e partecipare a un seminario sulla mindfulness. Grazie alle tecniche apprese, Diemel inizia a ritrovare un equilibrio tra vita privata e lavoro, creando piccole “isole temporali” da dedicare alla figlia Emily e affrontando ogni ostacolo stressante con un respiro profondo. Tutto sembra finalmente ritrovare il suo posto, finché non decide di applicare la mindfulness anche con il suo cliente più problematico: il folle e violento boss mafioso Dragan Sergowicz (interpretato da Sascha Geršak).

Così, l’avvocato si ritrova invischiato in un guaio ben più grande, con la polizia e un’intera banda criminale alle calcagna. Eppure, nonostante l’assurda e pericolosa situazione, Björn riesce a mantenere il sangue freddo, trasformando la sua vita in modo radicale. Se ora eliminare qualche “ostacolo” è diventato necessario per risolvere i suoi problemi, lui sa che è solo una naturale conseguenza della sua nuova e sana consapevolezza.

La terapia può salvarti… fino a prova contraria

Omicidi a sangue freddo, malviventi maldestri e poliziotti corrotti. Inspira, espira, uccidi è una dark comedy che, pur vestendo i toni leggeri di una farsa, riesce a toccare corde profonde dello stato emotivo degli adulti di oggi. L’estrema frustrazione, l’ansia soffocante e la rabbia latente del protagonista, l’avvocato Björn Diemel, sono sentimenti che rispecchiano le inquietudini di un’intera generazione, stanca e insoddisfatta. Di fronte a un mondo caotico e terribilmente immutabile, ciò che rimane da fare è modificare il nostro atteggiamento verso i problemi, tentando di adattarci anziché combattere.

E così cerchiamo soluzioni: paghiamo uno psicoterapeuta nella speranza che ci indichi la via, ci iscriviamo a corsi di yoga, proviamo la terapia occupazionale o ci rivolgiamo a chi può ipnotizzarci per liberarci dai pensieri ossessivi. Oppure, come fa Diemel, ci affidiamo alla mindfulness. Ed è proprio questo approccio, per quanto singolare, a cambiare la sua vita: tra un’inspirazione e un’espirazione, Diemel si ritrova a commettere un omicidio e a scatenare una guerra tra bande. Eppure, grazie alla sua nuova filosofia, la sua esistenza sembra davvero migliorare… o, almeno, così crede.

In foto Tom Schilling è Björn e Murathan Muslu è Sascha. Sul set di Inspira, espira, uccidi (Achtsam Morden). Courtesy of Netflix 2024.

Trovare pace nel proprio caos

Non sono solo le emozioni comuni a rendere coinvolgente la surreale avventura criminale del protagonista. Oltre ai sentimenti condivisibili, Inspira, espira, uccidi cattura il pubblico grazie a un’intelligente regia, che riesce a sopperire a una sceneggiatura a tratti ripetitiva e prevedibile. Inoltre, uno dei punti di forza della serie è il modo in cui Björn Diemel rompe la quarta parete, rivolgendosi direttamente in camera e creando un rapporto intimo e quasi complice con lo spettatore.

In questi intermezzi, il tempo sembra sospendersi: il mondo intorno a Diemel si ferma per qualche secondo, dandogli modo di raccontare o spiegare ciò che lo spettatore ha bisogno di sapere per comprendere — o addirittura giustificare — i suoi inganni, le sue manipolazioni e il sangue che si ritrova inevitabilmente sulle mani. Questi momenti non solo svelano i ragionamenti contorti del protagonista, ma anche il tentativo di razionalizzare il caos e gli eccessi della sua vita, trascinando lo spettatore in un vortice emotivo in cui persino le azioni più spietate appaiono, per un attimo, stranamente comprensibili.

Tutto è bene quel che… non finisce bene

Non è comune vedere produzioni tedesche comparire nell’iconica Top 10 di Netflix. Eppure, Inspira, espira, uccidi è riuscita in un’impresa sorprendente: in soli due giorni ha scalato rapidamente la classifica, avvicinandosi alla vetta e puntando a raggiungere il podio, attualmente dominato da La legge di Lidia Poet. La serie ideata da Doron Wisotzky si distingue per il suo sarcasmo pungente, il tono semplice e diretto, una leggera irriverenza e una spiazzante sincerità. Nonostante le situazioni paradossali e la narrazione a tratti prevedibile, l’atipico e goffo avvocato Björn Diemel riesce a intrattenere e a coinvolgere il pubblico con la sua comicità disarmante.

La serie miscela perfettamente dark comedy e momenti di introspezione, che spingono lo spettatore a riflettere sulle follie quotidiane dell’era moderna, in cui ci si sente sempre più soli e incompresi. Tom Schilling nei panni di Diemel diverte e convince, anche quando le sue decisioni sfociano nell’assurdo, lasciandoci sospesi tra il sorriso e la perplessità. Ora, però, resta l’immancabile interrogativo: Netflix saprà resistere alla tentazione di sfornare una seconda stagione, rischiando di trasformare una storia già completa e autoironica in un brodo troppo allungato per risultare appetibile?

Lanterns: Garret Dillahunt nel cast, sarà uno dei villain?

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Lanterns: Garret Dillahunt nel cast, sarà uno dei villain?

Mentre la serie Lanterns della HBO continua a completare il suo cast di supporto, l’ultima aggiunta è un attore che ha interpretato numerosi ruoli memorabili nel corso degli anni, Garret Dillahunt.

Secondo Deadline, Garret Dillahunt interpreterà un cattivo, ma il suo personaggio non sembra essere uno di quelli conosciuti nei fumetti. Descritto come un “cowboy moderno”, William Macon è “un uomo moralista e cospiratore che maschera la sua spietata ambizione dietro una facciata affascinante e calcolata”.

Dillahunt ha molta esperienza nel ruolo di cattivo, con apparizioni in film come L’ultima casa a sinistra, Looper e Deadwood della HBO, in cui ha interpretato due personaggi completamente diversi (in realtà tre se si conta il suo cameo nel film).

Dillahunt si unisce al recente cast di Kelly Macdonald (Trainspotting, No Country For Old Men) nel ruolo dello sceriffo Kerry, Aaron Pierre (Rebel Ridge) in quello di John Stewart e Kyle Chandler (Friday Night Lights) in quello di Hal Jordan.

Nexus Point News ha riferito per la prima volta che Dillahunt era in trattative, quindi è probabilmente lecito pensare che anche Poorna Jagannathan si sia unito al progetto.

James Hawes (Slow Horses, Penny Dreadful, The Mist, The Alienist, Snowpiercer) dirigerà i primi due episodi. Si unisce a un team creativo che comprende il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, lo showrunner di Ozark Chris Mundy e lo scrittore di fumetti Tom King. Si dice che siano a bordo anche Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly.

CORRELATE:

Lanterns è la storia di una coppia di Lanterne Verdi

La produzione di Lanterns è attualmente programmata per iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, potenzialmente mettendo lo show sulla buona strada per un’uscita nel 2026. Guy Gardner di Nathan Fillion, che farà il suo debutto nel reboot di Superman di James Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.

Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde.

“Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato per la prima volta. “Ci sono altre Lanterne Verdi sparse qua e là, ma questa è in realtà una serie TV ambientata sulla Terra, quasi come True Detective, con un paio di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano Precinct Earth e scoprono un terrificante mistero che si collega alla nostra più grande storia del DCU.”

Il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, sta lavorando alla sceneggiatura dell’episodio pilota insieme allo showrunner di Ozark Chris Mundy e all’acclamato scrittore di fumetti Tom King. Si dice che anche Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly siano a bordo (anche se la notizia non è ancora stata confermata). La produzione di Lanterns dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il che potrebbe portare la serie a un’uscita nel 2026. Lanterns non ha ancora una data di debutto confermata.

Agatha All Along: la showrunner dice che il destino di Agatha Harkness è stato deciso fin dall’inizio – SPOILER

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Agatha All Along si è conclusa con un finale di due episodi ad Halloween, e la serie si è conclusa in un modo che si è rivelato una sorpresa (anche se se siete fan dei fumetti Marvel, potreste averla prevista) per molti spettatori.

Vi anticipiamo i principali spoiler.

Dopo aver ricevuto una ricarica di energia da Wiccan (Joe Locke) nell’episodio 8, Agatha Harkness (Kathryn Hahn) decide egoisticamente di lasciare il “Teen” al suo destino, ma quando lui le chiede del suo defunto figlio, Nicholas Scratch, la strega ha un ripensamento e prende il posto di Billy Maximoff baciando Rio Vidal, alias Morte, (Aubrey Plaza) dando così la sua vita per la sua.

L’episodio finale si concentra sulla storia di Agatha e sull’accordo che ha fatto con Morte per dare a Nicholas qualche anno di vita. Alla fine, torniamo ai giorni nostri, con il fantasma di Harkness che appare a Billy e assume il ruolo di suo “spirito guida” mentre partono alla ricerca di suo fratello, Tommy.

Cosa ha detto Jac Schaeffer su Agatha All Along? 

Parlando con Collider, la showrunner Jac Schaeffer ha rivelato che il destino del personaggio principale è stato deciso fin dall’inizio e si è stupita che molte persone non l’abbiano previsto.

“Fin dall’inizio, avremmo sempre fatto diventare Agatha un fantasma ”, ha detto. “Mi ha fatto molto piacere che non fosse una teoria molto diffusa tra i fan. [Perché è una delle poche cose che si trovano direttamente nei fumetti”.

Per quanto riguarda il motivo per cui Agatha rimane sul piano mortale mentre altri, come Lilia e Alice, vanno avanti, Schaeffer spiega che Harkness semplicemente non è pronta a lasciarsi andare e ad affrontare suo figlio nell’aldilà.

“In definitiva, ci piaceva che fosse un po’ più istintivo, che in qualche modo i fantasmi fossero fuori dalla portata di Rio. È legato all’idea che un fantasma non sia ancora pronto ad arrendersi alla morte. Ci piaceva anche l’idea che Agatha non fosse pronta ad arrendersi alla morte, non a causa di Rio, ma di Nicky”.

Marvel: alcuni rumors rivelano i dettagli sulle prossime serie tv (e quando probabilmente li vedremo)

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Mentre il 2025 vedrà l’uscita di almeno 10 progetti Marvel Studios, Marvel Television e Marvel Animation, ci sono ancora molti film e show televisivi che difficilmente usciranno prima della fine della Saga del Multiverso.

Vision dovrebbe arrivare su Disney+ nel 2026 e, anche se immaginiamo che almeno un’altra serie si unirà ad essa, ci troviamo di fronte alla prospettiva che molte storie non si concludano prima della prossima Saga.

Oggi, lo scooper Daniel Richtman ci informa che la seconda stagione di Wiccan e Hawkeye è in lavorazione e potrebbe arrivare prima di Avengers: Secret Wars. Tuttavia, ritiene che Nova e Blonde Phantom siano ormai “sicuramente ” diretti verso di noi dopo l’uscita del film nel 2027.

Ciò è in linea con quanto abbiamo sentito all’inizio di quest’anno, quando il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha dichiarato: “Sta accadendo, si sta realizzando. Richard Rider, sì”. Ha poi confermato che si tratterà di “una serie” e ha rivelato che, al momento, “si tratta di tre o quattro anni”.

All’inizio di quest’anno, Brad Winderbaum – responsabile dei Marvel Studios per lo streaming, l’animazione e la televisione – ha detto di Nova: “Amiamo Nova. Siamo nelle prime fasi di sviluppo di Nova. Abbiamo un nuovo sistema dietro le quinte dei Marvel Studios. Ora siamo più simili a uno studio tradizionale. Stiamo sviluppando più di quanto produrremo effettivamente”.

“Ci sono progetti per sviluppare Nova. Anch’io amo Nova. Amo anche Rich Rider. Spero che arrivi sullo schermo ”, ha aggiunto. “Il mondo è sempre un caos. Ci sono sempre cose. Bisogna evocare queste cose per farle accadere, ma mi piacerebbe vedere uno show di Nova, un giorno”.

Per molti fan, l’introduzione di Nova è attesa da tempo. Per quanto riguarda la seconda stagione di Hawkeye, c’è sicuramente spazio per raccontare altre storie con Clint Barton e Kate Bishop, anche se quest’ultima dovrebbe riunirsi con una nuova squadra di (giovani) Vendicatori in un futuro non troppo lontano.

Scarlett Johansson produrrà una serie tv per i Marvel Studios?

Scarlett Johansson
Scarlett Johansson al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Si ritiene che Scarlett Johansson stia sviluppando Blonde Phantom e si dice che sia Taylor Swift che Sydney Sweeney siano in corsa per questo ruolo.

Wiccan è di gran lunga la sorpresa più grande, perché suggerisce che la storia di Billy Maximoff e Agatha Harkness continuerà lì piuttosto che in un film sulla Scarlet Witch. Si pensa che questo sia in fase di sviluppo, ma non è stato confermato dai Marvel Studios.

Lidia Poët: la vera storia dietro la serie Netflix

Lidia Poët: la vera storia dietro la serie Netflix

La legge di Lidia Poët, è tornata con una seconda stagione (qui la recensione), prodotta da Matteo Rovere con la sua Groenlandia, e ideata da Guido Iuculano e Davide Orsini, i nuovi episodi hanno debuttato il 30 ottobre 2024 su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Nei nuovi episodi Matilda De Angelis torna a vestire i panni di Lidia Poët, la prima donna in Italia ad entrare nell’Ordine degli Avvocati.  Nel cast, oltre a Matilda De Angelis nel ruolo della protagonista e a Eduardo Scarpetta in quello del giornalista Jacopo Barberis, tornano Pier Luigi Pasino (Enrico Poët, fratello di Lidia), Sara Lazzaro e Sinéad Thornhill (rispettivamente Teresa Barberis, moglie di Enrico, e Marianna Poët, la loro figlia) e Dario Aita (Andrea Caracciolo). A loro si unisce, in questa nuova stagione, Gianmarco Saurino, nei panni del procuratore Fourneau

La serie rilegge dunque, in chiave parzialmente romanzata, la storia vera di Lidia Poët, oggi ricordata a tutti gli effetti come la prima avvocatessa d’Italia. Una donna anticonvenzionale, che, già nel tardo Ottocento, brilla per talento, indipendenza e personalità. La Poët è infatti stata una donna anticonformista, che non si è mai adeguata alle opinioni comuni, aggirando la norma e pensando fuori dagli schemi. Una donna che si è ribellata al pensiero dominante e al sistema preesistente, divenendo un vero e proprio inno alla libertà.

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La serie, in realtà, non è propriamente la storia della sua vita quanto, per ammissione stessa degli autori un procedural classico, con i suoi casi di puntata, gli omicidi, le indagini e i colpi di scena finali.  Nella seconda stagione a Lidia non è permesso di fare l’avvocato per una legge scritta dagli uomini. Perciò questa volta punta ancora più in alto, vuole cambiare la legge. Mentre continua a collaborare con il fratello Enrico, affrontando nuovi casi e battendosi per i diritti delle donne, vuole convincerlo a candidarsi in Parlamento per far sì che la sua legge trovi finalmente voce.

Lidia ha chiuso completamente con l’amore, tanto più con Jacopo, responsabile di aver venduto la villa di famiglia e in rotta di collisione con tutti i Poët. Ma Jacopo e Lidia sono costretti a rivedersi per condividere, loro malgrado, un’indagine segreta che li riguarda da vicino, riscoprendo la complicità e il divertimento che li lega da sempre. A dare filo da torcere il nuovo Procuratore del Re, Fourneau, un uomo delle istituzioni che inaspettatamente tratta Lidia come sua pari, spingendola a interrogarsi sul rapporto complesso e contraddittorio che ha con i sentimenti, e sul costo della rinuncia personale che sta sostenendo in nome dei suoi ideali. Nei sei nuovi episodi Lidia continuerà a scomporre senza tregua i tasselli di questo mondo costruito dagli uomini per gli uomini, con assoluta genialità, spiazzando l’avversario con intelligenza, ironia e senza mezzi termini, ma non per questo senza mai mettersi in discussione.

Lidia Poët: la vera storia della prima avvocatessa italiana

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Nata nel 1855 a Perrero, in provincia di Torino, Lidia si laureò in giurisprudenza nel 1881, dopo aver discusso una tesi sulla condizione femminile nella società e sul diritto di voto per le donne. Nei due anni seguenti fece pratica legale a Pinerolo presso l’ufficio dell’avvocato e senatore Cesare Bertea e assistette alle sessioni dei tribunali. Svolto il praticantato, superò in modo brillante, con il voto di 45/50, l’esame di abilitazione alla professione forense e chiese l’iscrizione all’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Torino. Il 9 agosto 1883 Lidia divenne così la prima donna ammessa all’esercizio dell’avvocatura.

Tuttavia, la cosa durò poco. Il procuratore generale del Regno mise in dubbio la legittimità dell’iscrizione e impugnò la decisione ricorrendo alla Corte d’Appello di Torino. L’11 novembre 1883 la Corte di Appello accolse la richiesta del procuratore e ordinò la cancellazione dall’albo. Il 28 novembre Lidia Poët presentò però un ricorso articolato alla Corte di Cassazione che, con la sentenza del 18 aprile 1884, confermò tuttavia la decisione della Corte d’Appello, dichiarando che “La donna non può esercitare l’avvocatura”, e sostenendo che la professione forense doveva essere qualificata come un “ufficio pubblico”.

 Ciò comportava una ovvia esclusione, dato che l’ammissione delle donne agli uffici pubblici doveva essere esplicitamente prevista dalla legge. Quando la legge taceva, come nel caso della legge sulla avvocatura, non era possibile interpretare il silenzio del legislatore alla stregua di una ammissione. Lidia Poët non poté quindi esercitare a pieno titolo la sua professione, ma collaborò con il fratello Giovanni Enrico e divenne attiva soprattutto nella difesa dei diritti dei minori, degli emarginati e delle donne, sostenendo anche la causa del suffragio femminile.

La Poët dovette attendere il 1919 per poter ottenere la giustizia che cercava. In quell’anno, la legge Sacchi, autorizzò le donne ad entrare nei pubblici uffici e 1920 l’avvocatessa poté dunque essere ammessa nuovamente, all’età di 65 anni, nell’Ordine degli Avvocati, divenendo ufficialmente la prima donna d’Italia ad esservi ammessa. La Poët è poi morta a Diano Marina, in Liguria, il 25 febbraio del 1949, all’età di 94 anni. Prima di spegnersi, ebbe dunque modo di vedere riconosciuto il diritto di voto alle donne, cosa per la quale si era battuta per tutta la sua vita.

Lidia Poët: chi era suo marito? La vita privata dell’avvocatessa

Per quanto riguarda la vita privata della Poët, non si hanno molte testimonianze a riguardo. Si sa solo che è nata in un’agiata famiglia valdese e che aveva un fratello di nome Giovanni Enrico, titolare di uno studio legale, con il quale la Poët avrebbe poi a lungo collaborato. Per quanto riguarda la sfera sentimentale, le principali fonti riportano che la donna è rimasta nubile per tutta la sua vita, dedicandosi unicamente alla propria carriera e attività legale. Nessun marito né figli per lei, ed è questo un altro aspetto che differenzia la vera Poët da quella raccontata nella serie Netflix.

In questa, infatti, la protagonista è contesa dal giornalista Jacopo Barberis, interpretato da Eduardo Scarpetta, e Andrea Caracciolo, interpretato da Dario Aita. Si tratta però di due personaggi di finzione, ideati appositamente per favorire lo sviluppo caratteriale ed emotivo della Poët interpretata dalla De Angelis. La serie prevede dunque con loro una sottotrama romantica, sempre necessaria per favorire un ulteriore coinvolgimento degli spettatori, ma che è dunque bene individuare come puro frutto della fantasia degli autori. Anche in ciò si ribadisce la differenza tra la vera Poët e quella raccontata nella serie.

Fonti: enciclopediadelledonne, LidiaPoët 

Civil War: la spiegazione del finale, chi vince quando l’America combatte contro se stessa?

Sebbene il suo lavoro rientri generalmente nella categoria della “fantascienza”, le storie e i temi affrontati dallo scrittore/regista Alex Garland nel corso della sua carriera sono stati molto profetici. Come sceneggiatore, Garland ha affrontato i pericoli di una pandemia globale nel suo film di zombie 28 giorni dopo, ha esaminato la realtà di una crisi climatica con la sua space opera Sunshine e ha affrontato lo stato di brutalità della polizia con il suo film d’azione supereroistico e revisionista, Dredd. Come regista, Alex Garland ha affrontato la realtà dell’intelligenza artificiale con il thriller fantascientifico Ex Machina e il concetto di realtà alternative nella sua sottovalutata miniserie Devs. Con Civil War, Garland ha creato un’analisi incisiva di un conflitto interno che sembra molto simile ai recenti eventi della storia americana. Sebbene sia una visione scomoda, Civil War termina con una nota dolente che affronta il problema sistemico della disunione americana.

Di cosa parla Civil War?

Civil War

Ambientato in un futuro non troppo lontano, Civil War (la nostra recensione) immagina una versione dell’America in cui gli Stati Uniti sono nel bel mezzo di un enorme conflitto territoriale. Mentre la maggioranza degli Stati del Nord-Est rimane fedele all’Unione e al Presidente degli Stati Uniti (Nick Offerman), l'”Alleanza della Florida” degli Stati del Sud e le “Forze dell’Ovest” del Texas e della California hanno tentato di secedere e dichiararsi indipendenti. Non volendo collaborare con i termini di stallo proposti, il Presidente ha deciso di bombardare obiettivi nazionali e di aumentare la presenza dell’esercito degli Stati Uniti in tutta la nazione.

Anche se sembra che le fazioni ribelli lanceranno un attacco su larga scala alla Casa Bianca a Washington D.C., un gruppo di giornalisti fa un tentativo disperato di intervistare il Presidente prima che sia troppo tardi. La rinomata fotoreporter Lee Smith (Kirsten Dunst) si è guadagnata un riconoscimento nazionale per il suo eccezionale lavoro di cattura delle immagini della nazione devastata dalla guerra.

È accompagnata dal suo collega floridiano Joel (Wagner Moura) e dal veterano reporter del New York Times Sammy (Stephen McKinley Henderson). Durante il breve soggiorno della squadra a New York, Lee viene avvicinata dall’aspirante fotografa Jessie (Cailee Spaeny), che considera Lee uno dei suoi eroi. Sebbene Lee sia restio all’idea di portare con sé una giovane recluta in una missione così pericolosa, Joel decide di farla partecipare al viaggio verso la capitale.

Durante l’avventura del viaggio, i giornalisti sono esposti a scioccanti dimostrazioni di guerra urbana tra diverse unità militari. Anche se vengono raggiunti dai reporter di Hong Kong Tony (Nelson Lee) e Bohai (Evan Lai) in una città di rifugiati sulla strada per Charlottesville, entrambi i loro colleghi vengono violentemente uccisi da un capo militare (Jesse Plemons) che si rifiuta di tollerare chiunque non sia americano.

Sembra che il soldato squilibrato e i suoi seguaci giustizieranno Joel, Lee e Jessie, poiché hanno raccolto le prove che i miliziani hanno seppellito le loro vittime in una fossa comune. Sebbene Sammy riesca a salvarli travolgendo i soldati, viene ferito mortalmente e muore durante il viaggio in auto. Mentre Lee soffre di un estremo disturbo da stress post-traumatico, Jessie inizia a lavorare ancora più duramente per catturare immagini potenti della guerra. Vuole finalmente dimostrare di essere “degna” agli occhi di Lee trovando lo “scatto perfetto”.

Civil War si conclude con una scioccante battaglia alla Casa Bianca

Civil War Kirsten Dunst

All’indomani della morte di Sammy, Lee, Joel e Jessie arrivano in una base delle forze occidentali a Charlottesville. Apprendono dalla reporter britannica Anya (Sonoya Mizuno) che i ribelli si stanno preparando a prendere d’assalto la capitale e a giustiziare il Presidente fittizio degli Stati Uniti, ritratto come un dittatore non dissimile dal 45° Comandante in Capo americano.

I giornalisti seguono le forze occidentali fino a una violenta battaglia nei pressi della Casa Bianca, dove i soldati ribelli ingaggiano uno scontro a fuoco con i servizi segreti. Sebbene diversi veicoli lascino l’edificio, Lee capisce che si tratta di un’esca per attirare i soldati e decide di entrare alla Casa Bianca.

Mentre i giornalisti entrano alla Casa Bianca, i soldati ribelli rifiutano di accettare i tentativi di resa richiesti dalle guardie del Presidente, dando luogo a un’altra serie di violenti scontri a fuoco. Dopo essere stata quasi bloccata dal fuoco nemico, Jessie viene salvata da Lee, che muore per un colpo di pistola vagante. Jessie riesce a scattare una foto di Lee pochi istanti prima della sua scomparsa, immortalando la morte del suo “eroe” in un dettaglio intimo. Il potente momento di giornalismo viene interrotto quando Joel si unisce ai ribelli per entrare nello Studio Ovale.

Dopo aver circondato il Presidente, i soldati danno a Joel la breve opportunità di interrogarlo per il suo prossimo servizio. Traumatizzato e arrabbiato per la morte di Lee, Joel rifiuta di chiedere un’intervista completa e si limita a chiedere al Presidente una citazione. Mentre implora disperatamente che gli venga risparmiata la vita, il Presidente viene giustiziato a sangue freddo dalle forze occidentali. Il filmato dei soldati in piedi accanto al cadavere del Presidente viene presentato nei titoli di coda, mentre il suono di “Keep Your Dreams” dei Suicide suona in sottofondo per una caduta dell’ago particolarmente inquietante.

Cosa sta dicendo Alex Garland con Civil War?

Cosa sta dicendo Alex Garland con Civil War

Valutare le intenzioni di Civil War è difficile, poiché molti dei migliori progetti di Garland finora richiedono più visioni per essere interamente compresi a livello tematico. Sebbene possa essere visto come un avvertimento sulle prospettive di divisione, Civil War è largamente aspecifico nella sua caratterizzazione delle inclinazioni politiche delle diverse fazioni. La nozione di imparzialità rende in qualche modo il film più inquietante, dal momento che include filmati di simboli americani come la Statua della Libertà.

Sebbene Garland abbia ammesso la sua mancanza di entusiasmo per lo stato dell’industria cinematografica, Civil War è un’opera di finzione incendiaria destinata a generare intense discussioni. Può essere facile criticare la natura grafica della storia del film, ma è anche difficile negare l’impatto viscerale della narrazione che Garland presenta.

Millennium – Quello che non uccide: dal libro al cast, tutte le curiosità sul film

Tra i tanti personaggi femminili che negli ultimi anni si sono affermati di più sul grande schermo vi è certamente quello di Lisbeth Salander, l’esperta hacker e vendicatrice nata dalla penna di Stieg Larsson. Arrivata inizialmente sul grande schermo nel 2009 con il volto di Noomi Rapace nella trilogia Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, questa è poi stata interpretata nel 2011 anche da Rooney Mara nel reboot statunitense Millennium – Uomini che odiano le donne. A distanza di sette anni, nel 2018, il personaggio è tornato al cinema con Millennium – Quello che non uccide (qui la recensione).

Questo nuovo lungometraggio, diretto da Fede Alvarez (regista noto per La casa e Man in the Dark) e basato sul quarto romanzo della serie Millennium, nonché il primo non scritto da Larsson, il quale era prematuramente scomparso nel 2004. Con il titolo originale di The Girl in the Spider’s Web, il film ha avuto la sua prima mondiale alla Festa del Cinema di Roma, per poi ottenere critiche contrastanti dove si loda per l’interpretazione della protagonista Claire Foy. Da questo progetto, per Alvarez, era importante far emergere una certa originalità rispetto ai precedenti titoli cinematografici. Il racconto si dota dunque di molta più azione e intrecci narrativi.

Con Millennium – Quello che non uccide si è così ribadita una volta di più la forza di Lisbeth Salander come personaggio, alla quale si presume verranno dedicati ulteriori film in futuro, anche per via delle saga letteraria tutt’altro che conclusa. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi al libro, alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Millennium - Quello che non uccide cast
Sverrir Gudnason, Claire Foy, LaKeith Stanfield, and Cameron Britton in Millennium – Quello che non uccide © 2018 CTMG, Inc. All Rights Reserved.

Millennium – Quello che non uccide: il libro da cui è tratto il film

Prima di morire improvvisamente nel 2004, il giornalista e scrittore svedese Stieg Larsson riuscì a consegnare alla casa editrice Norstedts una trilogia di romanzi polizieschi, i quali costituiscono la prima parte della serie Millennium. Nelle intenzioni dello scrittore, questa avrebbe dovuto essere composta in tutto da dieci romanzi. Al momento della morte, però, egli aveva sviluppato oltre i primi tre soltanto il quarto e il quinto capitolo. Questi sembrarono dunque destinati a non concretizzarsi mai davvero, se non fosse che nel 2015 il giornalista David Lagercrantz decide di prendere in mano il progetto della serie e farla proseguire.

Nel 2015 pubblica dunque Quello che non uccide, su cui si baserà poi il film di Alvarez, e nel 2017 arriva L’uomo che inseguiva la sua ombra. Questi, pur presentando una storia frutto delle idee di Lagercrantz, si basano su quanto lasciato abbozzato da Larsson. Nel 2019, invece, esce il sesto capitolo della serie, stavolta totalmente ideato da Lagercrantz, il quale ha il titolo La ragazza che doveva morire. Anche questi nuovi volumi hanno ottenuto un buon successo, merito della capacità del nuovo scrittore di allinearsi a quanto stabilito da Larsson. Proprio per via di queste nuove storie, è lecito immaginare che un giorno possano esserne realizzate delle trasposizioni per il cinema.

La trama di Millennium – Quello che non uccide

Il film ha per protagonista Lisbeth Salander, una hacker con un passato di abusi e violenze famigliari. Proprio memore di quelle brutte esperienze, Lisbeth è ora divenuta una spietata vendicatrice che impedisce agli uomini di perpretrare ulteriori violenze sulle donne. Un giorno Lisbeth si vede poi assunta da uno scienziato informatico, Frans Balder, per rientrare in possesso di un software che aveva inventato, capace di distruggere le sicurezze nazionali. Nel corso di questa missione Lisbeth verrà presa di mira dagli Spiders, un gruppo di criminali che vuole appropriarsi del programma e sequestrare August, figlio di Balder, per ottenere le password necessarie. Ben presto, la vendicatrice si renderà conto di come in quella vicenda ci sia molto del suo passato, tornato per fare i conti.

Millennium - Quello che non uccide sequel
Claire Foy in Millennium – Quello che non uccide © 2018 CTMG, Inc. All Rights Reserved.

Il cast del film

Ad interpretare la hacker Lisbeth Salander, come anticipato, vi è l’attrice Claire Foy. Affermatasi grazie alla serie The Crown e vista anche in Estranei, questa è stata scelta da Alvarez per la sua grande capacità di comunicare con lo sguardo senza proferire parola. Una caratteristica che la rende molto simile al personaggio della vendicatrice. La Foy, inoltre, conosceva già bene la saga letteraria, ed espresse subito il suo interesse a ricoprire il ruolo di Lisbeth. Prima di lei, però, erano state considerate per il ruolo anche Scarlett Johansson, Natalie Portman e Alicia Vikander. Rooney Mara si è invece dichiarata particolarmente delusa dalla mancata possibilità di riprendere il personaggio.

 Per dar vita al look del personaggio, fu poi la stessa Foy a suggerire che ogni piercing dovesse essere differente dagli altri. Questo avrebbe lasciato supporre che ognuno è stato fatto in un momento differente della sua vita e porta con sé una propria storia. Nel film sono poi presenti gli attori Sverrir Gudnason nei panni del giornalista Mikael Blomkvist e Lakeith Stanfield in quelli di Edwin Neeham. Stephen Merchant è Frans Balder, mentre Vicky Krieps è la direttrice di Millennium. Dalla parte degli antagonisti si ritrovano invece Sylvia Hoeks nei panni di Camilla, capo dell’organizzazione Spider, e Claes Bang in quelli di Jan Holster, suo braccio destro.

Ci sarà un sequel?

Come noto, il film l’adattamento del quarto romanzo della serie. Ad oggi, privi di un adattamento cinematografico ci sono ancora L’uomo che inseguiva la sua ombra (2017) e La ragazza che doveva morire (2019). Nel 2021 la svedese Karin Smirnoff si è impegnata a continuare la serie con altri tre titoli, il primo dei quali è uscito in Italia nell’ottobre 2023: Il grido dell’aquila. C’è dunque spazio per riportare nuovamente Lisbeth Salander sul grande schermo come protagonista di uno di questi due racconti. Tuttavia, ad oggi non si è ancora parlato di un sequel e complice di questo momento di stallo potrebbe essere lo scarso risultato al box office di Millennium – Quello che non uccide, arrivato ad un incasso di 35.2 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 42.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Millennium – Quello che non uccide grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Visio, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 2 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Rachel: la spiegazione del finale del film

Rachel: la spiegazione del finale del film

In parte thriller, in parte horror, in parte storia d’amore, il film Rachel (qui la recensione) racchiude al proprio interno una moltitudine di generi e argomenti, restituendo un racconto denso e ricco di elementi capaci di conquistare l’attenzione. Relizzato nel 2017, il film è uno dei numerosi adattamenti recenti del romanzo di Daphne du Maurier del 1951 dal titolo Mia cugina Rachele. Nel gennaio 2015, la Fox Searchlight si è assicurata Roger Michell (regista di Notting Hill) per dirigere il film e scrivere la sceneggiatura.

Si tratta del primo adattamento cinematografico di Mia cugina Rachele dall’omonimo film del 1952, il quale ebbe un notevole successo. Durante la stesura della sceneggiatura, Michell ha però deciso di non tenere in considerazione quel lungometraggio, ma di realizzare una sua versione della storia basandosi unicamente sul romanzo, da lui molto apprezzato. Ha così dato vita ad un film in costume ambientato negli anni Trenta dell’Ottocento, periodo che aveva già esplorato il periodo con Persuasione (1995), basato sull’opera di Jane Austen.

Per tutti gli appassionati di questo genere di opere, dove l’ambientazione storica fa da palcoscenico ad una serie di dinamiche guidate da accese passioni come amore, sospetto e gelosia, è dunque questo un titolo da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Rachel. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Rachel Weisz e Sam Claflin in Rachel
Rachel Weisz e Sam Claflin in Rachel. Foto di Nicola Dove – © 2017 – Fox Searchlight Pictures

La trama e il cast di Rachel

Rachel è un thriller psicologico in costume che racconta la storia di Philip Ashley, ambientata nei primi dell’Ottocento. Rimasto orfano da piccolo, viene allevato dal cugino Ambrose in una tenuta signorile, nelle nebbiose terre della Cornovaglia. Partito per il continente come scapolo convinto, disinteressato alle donne e assorbito dai propri affari, Ambrose scrive a sorpresa di aver sposato nel viaggio una giovane donna conosciuta in Italia. Da allora le lettere diventano rare e le notizie che riportano fanno temere il peggio.

Quando Philip apprende che l’amato parente è infine deceduto in una villa in Toscana e che la vedova di lui, la cugina Rachel, è in viaggio per l’Inghilterra, si ripromette di accogliere la donna con freddezza e ostilità, pianificando malignamente di farle patire i dolori e le sofferenze che, secondo lui, avrebbe inflitto al cugino fino a provocarne la morte. Ma Rachel non è l’arrampicatrice spregiudicata dipinta negli ultimi messaggi di Ambrose, e spicca invece per fascino e dolcezza. In poco tempo riesce a conquistare l’affetto di (quasi) tutti gli abitanti della casa, compreso quello folle e irrazionale del giovane Philip, sul punto di ereditare la proprietà.

Ad interpretare Rachel vi è l’attrice Rachel Weisz, la quale accettato il ruolo reimmaginando il personaggio come “sessualmente libero”. Sam Claflin interpreta invece Philip Ashley, dichiarando di essersi interessato al personaggio in quanto ordinario e immaturo, vergine fino alla scoperta di Rachel. Holliday Grainger interpreta Louise Kendall, mentre Iain Glen è il padre Nick Kendall, che ha accettato il ruolo in quanto affascinato da come il mistero alla base del racconto è stato costruito. Nel film si ritrova anche Pierfrancesco Favino nel ruolo di Enrico Rainaldi.

La spiegazione del finale

Nel corso del film, Philip si innamorerà di Rachel, decidendo di lasciarle parte della sua eredità. Tuttavia, la donna rifiuterà la proposta di fidanzamento, ferendo dunque il giovane, che si ammalerà. Mentre Philip si riprende, diventa di nuovo sospettoso nei confronti di Rachel e inizia a rifiutare la sua “tisana speciale”, che lei aveva preparato anche per Ambrose, convinto che lo stia avvelenando. Un giorno, le propone di percorrere lo stesso sentiero marittimo che lui percorreva e dal quale si possono vedere le foche che prendono il sole in basso, sugli scogli.

Pierfrancesco Favino e Sam Claflin in Rachel
Pierfrancesco Favino e Sam Claflin in Rachel. Foto di Nicola Dove – © 2017 – Fox Searchlight Pictures

Una volta, Phillip ha rischiato di morire in un incidente a cavallo su quel sentiero, ma lei è entusiasta dell’opportunità di vedere le foche e parte a cavallo, mentre Phillip la guarda andare via. Lui e la figlia di Nick, Louise, iniziano a quel punto cercare prove incriminanti tra gli effetti personali di Rachel, per poi scoprire che l’amico di Rachel, Enrico Rainaldi, era gay e non aveva una relazione con Rachel come tutti credevano. Philip comincia a pensare se ha giudicato male Rachel e si rende conto di averla indirizzata verso il pericoloso sentiero.

Si mette così alla sua ricerca, ma scopre quando è troppo tardi che lei ha effettivamente avuto un incidente mortale mentre percorreva lo stesso sentiero sul quale anche lui era quasi morto. Anni dopo, Philip, ora sposato con Louise e padre di due figli, è tormentato dal ricordo di Rachel e dal fatto che non saprà mai se era innocente rispetto ai suoi sospetti. Soffre di terribili emicranie ed è sensibile agli stimoli luminosi e rumorosi, tutti sintomi riconducibili al periodo della morte di Rachel.

Il finale, dunque, rimane aperto e volutamente ambiguo. Diversi elementi nel corso del film portano in più occasioni a ritenere che Rachel non fosse colpevole come si riteneve, ma allo stesso tempo non ci sono prove effettive della sua innocenza. Data la sua morte, non si saprà mai se è stata davvero lei a uccidere Ambrose e far ammalare Philip. Quello che è certo, però, è che Philip vivrà per sempre con il forte senso di colpa di essere indirettamente l’artefice della morte della donna. Il film Rachel, dunque, si interroga – e ci interroga – sulla moralità, le colpe e la difficile convivenza con il rimorso.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Rachel grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 2 novembre alle ore 21:45 sul canale Rai 3.

Il grande Lebowski: la spiegazione del finale del film dei fratelli Coen

Il finale de Il grande Lebowski è un pasticcio che si dipana nel modo più ordinato possibile. Una serie di trame assurde si scontrano nei momenti finali del film dei fratelli Coen del 1998, e il trio Walter (John Goodman), Donny (Steve Buscemi) e il “Dude” (Jeff Bridges) viene drasticamente spinto fuori dalle loro vite senza vita per affrontare milionari, nichilisti, pederasti e persino loro stessi. Data la sua natura caotica e apparentemente senza scopo, Il grande Lebowski può essere etichettato come un film “senza trama”, con pochi conflitti rilevanti; la carta vincente del film è però proprio la gestione di una serie di questioni apparentemente irrilevanti che spingono i personaggi in un inesorabile stato di disordine.

Il grande Lebowski è dunque un impeccabile esercizio di genere che sfida la narrazione convenzionale in modo accessibile, e il finale del film mette in mostra l’impresa in modo perfetto, flirtando con il dramma strappalacrime senza rinunciare alla sua commedia scanzonata. Inoltre, Il grande Lebowski esplora molti degli elementi del genere poliziesco senza saltarci completamente dentro, trasformandosi rapidamente in una satira quando le minacce e i nemici arrivano quasi a compiere i danni che i protagonisti fanno a sé stessi, costruendo interessanti dinamiche caratteriali che raggiungono il loro punto di ebollizione quando il finale costringe i personaggi a contemplare il pasticcio che le loro azioni sconsiderate hanno provocato.

Cosa succede nel finale de Il grande Lebowski

Il finalede Il grande Lebowski è un tipico caso di più persone che cercano di avere la meglio l’una sull’altra, finché la situazione non si trasforma in un punto di non ritorno. Il protagonista si trova in mezzo a tutta questa confusione, completamente ignaro del tradimento che lo spinge a vivere l’assurda avventura che segue. Dopo aver appreso da Maude che il ricco (grande) Lebowski potrebbe non essere quello che sembra, il Dude inizia a sospettare di essere stato preso in giro per tutto il tempo da tutte le parti, a cominciare dal milionario, e chiama Walter e si dirige a casa di Lebowski dove la verità si svela rapidamente e, naturalmente, in modo piuttosto stupido.

Non appena il Dude entra in casa Lebowski, si imbatte in Bunny che si aggira per la casa e va subito nell’ufficio di Lebowski per chiarire le cose. Lì scopre che i nichilisti sono entrati in scena solo perché volevano usare la scomparsa di Bunny come una facile via di fuga per sottrarre denaro a Lebowski, il quale, a sua volta, ha approfittato della confusione per sottrarre denaro al proprio istituto di beneficenza, usando il Dude come corriere di una transazione che si è rivelata falsa come la borsa di Walter. La verità viene svelata, ma Dude sa di non poterne ricavare nulla e torna semplicemente alla sua routine.

Steve Buscemi, Jeff Bridges e John Goodman in Il grande Lebowski
Steve Buscemi, Jeff Bridges e John Goodman in Il grande Lebowski © 1998 Gramercy Pictures

Il grande Lebowski si conclude però tristemente con un ultimo conflitto, che coinvolge i cosiddetti nichilisti, il gruppo di tedeschi che aveva minacciato Dude con una marmotta, ora tornati per reclamare i soldi del riscatto che non sono mai arrivati nelle mani di Dude. In uno scontro esilarante e patetico, Walter combatte gli uomini in modo brutale e trionfa, ma Donny muore improvvisamente per un attacco di cuore. E così rimangono in due, il Dude e Walter, senza nulla da fare se non andare al bowling. In una narrazione finale dell’enigmatico Straniero (Sam Elliott), egli dice al pubblico che Maude (Julianne Moore) è rimasta incinta, il che significa che c’è un piccolo Lebowski in arrivo.

Cosa è successo a Bunny?

Il modo in cui Il grande Lebowski prende in giro il suo pubblico è uno dei motivi principali per cui è uno dei migliori film dei fratelli Coen. All’inizio, la scomparsa di Bunny sembra essere il più grande mistero del film e i personaggi discutono costantemente su cosa le sia realmente accaduto. Le teorie spaziano dal fatto che Bunny si sia rapita per estorcere un po’ di più a Lebowski o che sia stata tenuta in ostaggio dagli imprevedibili nichilisti tedeschi, che si sono dimostrati alquanto pericolosi. Alla fine si scopre che Bunny ha semplicemente lasciato la città senza avvertire nessuno, tornando indenne dopo che i nichilisti hanno usato la sua scomparsa per ricattare Lebowski.

Secondo Dude, l’alluce mozzato inviato dai nichilisti sembra confermare che Bunny è in pericolo, mentre Walter è sicuro che potrebbe essere l’alluce mancante di chiunque e che i tedeschi stiano solo bluffando. In una scena successiva, il mistero più grande viene risolto grazie a un piccolo dettaglio che può facilmente sfuggire: mentre i nichilisti discutono del loro piano in una tavola calda, c’è una rapida inquadratura del piede del membro femminile coperto di bende e con un dito mancante. Poiché Uli Kunkel conosceva bene Bunny, ha approfittato dei suoi giorni di assenza e ha dipinto il dito finto proprio come lei dipingeva il suo.

John Turturro in Il grande Lebowski
John Turturro in Il grande Lebowski © 1998 Gramercy Pictures

Anche la borsa di Lebowski era un bluff?

Dopo che il Dude viene incaricato di fare da corriere per i soldi del riscatto di Bunny, Walter decide di scambiare la borsa dei soldi con un anello contenente la sua biancheria intima, convinto che Bunny si sia rapita da sola. Il piano prevedeva di tenere i soldi per sé piuttosto che per la piccola tassa del corriere, ma i due finiscono per perdere la borsa originale, impedendo a Dude e Walter di controllarla e di capire che si trattava di un bluff. Con l’anello “originale” scomparso, i due sono spinti in uno stato di sospetto, sapendo che non avrebbero avuto i soldi se i nichilisti li avessero cercati, senza sapere che non li avrebbero avuti in ogni caso.

Tanto per cominciare, Jeffrey Lebowski (David Huddleston) non si preoccupa della sorte di Bunny perché ha chiuso con lei, il che lo spinge a consegnare a Dude un anello e a lasciare che sia lui stesso a occuparsi dei ricattatori, conservando segretamente il milione di dollari e risolvendo due problemi in una volta sola. Poiché la borsa originale non conteneva denaro e non è mai arrivata a destinazione, i sospetti di Walter su Larry, l’adolescente i cui compiti sono stati trovati nell’auto di Dude, si sono rivelati infondati e hanno solo reso più difficile la loro situazione. Nonostante la confusione, il piano chiude il cerchio: i nichilisti tedeschi si rivoltano contro Dude alla ricerca del denaro, mentre il grande Lebowski esce indenne dalla situazione.

Cosa c’entrano i nichilisti?

I principali antagonisti del film, i nichilisti tedeschi, vedono nella scomparsa di Bunny l’occasione perfetta per chiedere soldi a Jeffrey Lebowski in cambio della ragazza, ma poiché tutto ciò che ottengono è un sacchetto di biancheria intima di Walter, rivolgono la loro attenzione a Dude e ai suoi amici. Questi ultimi sono guidati da Uli Kunkel (Peter Stormare), che in passato ha recitato in un video porno prodotto da Jackie Treehorn insieme a Bunny, il che spiega il legame tra i due. Prima di dedicarsi al crimine e al nichilismo, il gruppo faceva parte di una band di musica elettronica chiamata Autobahn, che suona alla radio durante la lotta nel parcheggio.

Jeff Bridges Steve Buscemi e John Goodman in Il grande Lebowski
Jeff Bridges Steve Buscemi e John Goodman in Il grande Lebowski © 1998 Gramercy Pictures

Il vero significato del finale de Il grande Lebowski

A suo modo assurdo, Il grande Lebowski sembra racchiudere tutte le tendenze e le idiosincrasie che hanno dominato i primi anni ’90 nella figura di Dude, che incarna vividamente la cultura fannullona cresciuta contemporaneamente nelle strade e nell’arte. Nel finale del film, tutte le stranezze del decennio collidono a favore di una satira intelligente che, a prescindere da tutte le atrocità casuali in corso, non avviene certo per caso. La catena filosofica nichilista è lì per uno scopo: rappresenta l’assoluto opposto di ciò che predica Dude, ovvero la passività nei confronti dell’assurdità della vita.

I nichilisti de Il grande Lebowski rappresentano l’ipocrisia generazionale che trova conforto nel trovare scappatoie per sfruttare le persone, mentre Dude trova pace nel suo circolo vizioso individuale, tornando nell’agio della sua routine dopo che il circo è andato in malora. Tale ipocrisia si applica a tutti i personaggi particolari che Dude incontra lungo il cammino, dal piano di gravidanza di Maude al tradimento di Jeffrey Lebowski. Dude accetta passivamente il suo fardello come se si trattasse di semplici distrazioni. Alla fine, c’è chi usa, chi accetta di essere usato e chi muore cercando di decidere. Come racconta lo Straniero, Dude “se la prende comoda per tutti noi peccatori”.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il grande Lebowski grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim VisionNow e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 2 novembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

The Doorman: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

The Doorman: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Il film del 1988 Die Hard – Trappola di cristallo ha fatto scuola, dimostrando come la formula di un thriller ambientato in un unico edificio con invasori che mettono a repentaglio la sicurezza di chi vi è dentro e un eroe chiamato a salvare la situazione sia estremamente valida. Se ben costruita, una vicenda di questo tipo può offrire grande tensione e colpi di scena di grande effetto. Proprio ispirandosi a quel classico con Bruce Willis prende dunque vita il film del 2020 The Doorman, diretto da .

Pellicola in cui si segue un’ex marine diventata portiere di un hotel di lusso che deve proteggere il cognato e i suoi due figli da una banda di spietati criminali che cercano una scorta di preziose opere d’arte nascoste nelle pareti dell’edificio. Originariamente tale film era intitolato “The Door Person”, ma la produzione è stata bloccata da sostenitori di Trump nella troupe fino a quando non è stato concesso il titolo infine utilizzato. La protagonista Ruby Rose pare fosse furiosa per il mancato riconoscimento della sua identità di genere nel film.

Ad ogni modo, per gli appassionati di questo genere si tratta di un film da non lasciarsi sfuggire per una visione spensierata e decisamente adrenalinica. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Doorman. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla descrizione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Louis Mandylor e Ruby Rose in The Doorman. Cortesia di Lionsgate Home Entertainment.

La trama di The Doorman

Protagonista del film è Ali, un ex marine, che durante una missione a Bucarest era stata incaricata insieme ai suoi commilitoni di proteggere il convoglio che trasportava la figlia dell’ambasciatore. A causa di un’imboscata di alcuni mercenari, lo stesso ambasciatore e la figlia muoiono, motivo per cui Ali viene dimessa dal corpo dei marines. Ora la donna lavora come portiere nel lussuoso Carrington Hotel di New York e passa le giornate in compagnia del suo collega Borz e stringendo conoscenza con gli ospiti.

Quello che crede essere solo un semplice portiere, però, si rivela essere un pericoloso criminale. Borz, infatti, è alla ricerca di quadri di grande valore nascosti nell’hotel. Dopo avere ucciso il loro datore di lavoro, invade l’appartamento insieme a un gruppo di mercenari, capeggiati da Victor Dubois. È così che Ali deve rimboccarsi le maniche e fare appello alle sue conoscenze di soldato per cercare di salvare più vite possibili, soprattutto quella dei suoi cari.

Il cast di attori

Inizialmente il ruolo della protagonista Ali doveva essere assegnato a Katie Holmes, ma è stato infine affidato all’attrice Ruby Rose. Nel ruolo di Borz vi è invece Aksel Hennie, visto nei film Hercules e Sopravvissuto – The Martian. L’attore Jean Reno, celebre per i film Léon e Mission: Impossible (tanto per citarne due), ricopre il ruolo di Victor Dubois. Rupert Evans è Jon Stanton, cognato di Ali, mentre Julian Feder e Kila Lord Cassidy sono i suoi figli Max e Lily. Completano il cast Louis Mandylor nel ruolo di Martinez e Hideaki Itô in quello di Leo.

Jean Reno in The Doorman
Jean Reno in The Doorman. Cortesia di Lionsgate Home Entertainment.

Il finale del film

Dopo aver scoperto il tradimento di Borz, Ali uccide uno scagnozzo e si imbatte in suo nipote Max, che soggiorna nel hotel con il padre Jon e la sorella Lily. Insieme attivano l’allarme antincendio per chiamare i vigili del fuoco, ma mentre Ali cerca di avvertirli, altri due scagnozzi li catturano e i vigili del fuoco non trovano nulla di strano e se ne vanno dopo che Borz spiega che si trattava di un falso allarme. Dopo che Ali ha però ucciso un altro scagnozzo, Max si separa e viene ricatturato e portato al 10C. Dubois chiama Ali attraverso il sistema di amplificazione, ordinandole di arrendersi.

Vedendo che il tubo dell’acqua è collegato alla punta del trapano, Max usa di nascosto il sistema PA per inviare un messaggio in codice Morse ad Ali, chiedendole di disattivare la valvola principale della rete idrica. Leo viene ucciso da un chiodo bomba piazzato da Ali mentre tenta di riattivare l’acqua, distruggendo anche la valvola principale. Dubois le telefona e minaccia di uccidere la famiglia se Ali si rifiuta di ripristinare l’approvvigionamento idrico. Ali accetta e, con l’agente corrotto della polizia di New York Olsen (coadiutore di Dubois) che la tiene sotto tiro, collega un tubo al serbatoio dell’acqua sul tetto.

Intanto, la cassaforte viene aperta e rivela i dipinti. Dopo che Jon fa notare che l’arte vale centinaia di milioni e non 5 milioni di dollari come aveva detto Dubois, Borz rinegozia che il 50% del ricavato andrà a lui mentre gli altri uomini, Martinez e Borz, riceveranno ciascuno una quota del 25%. A quel punto arriva però Ali, che uccide Olsen e si precipita al 10C, dove tiene in ostaggio Martinez. Borz ferisce Jon e uccide Martinez per aumentare la sua quota al 50%.

Quando la polizia arriva sulla scena del crimine, Borz si traveste da portiere per passare davanti agli agenti e fa ricadere la colpa su Ali, che riesce però ad immobilizzare gli agenti e inseguire Borz. Mentre attraversano una fogna, lui si scaglia contro Dubois, uccidendolo. Ali combatte poi contro Borz e lo uccide con una granata, riuscendo così a porre fine a quella vicenda. Qualche tempo dopo, sentendo di aver ripagato i propri errori del passato, Ali può congedarsi pacificamente da Jon e dai nipoti, che si dirigono ora verso Londra.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Doorman grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+ e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1 novembre alle ore 21:20 sul canale 20 Mediaset.

Resident Evil: Welcome to Raccoon City, tutto quello che c’è da sapere sul film

Settimo capitolo nonché reboot della saga di Resident Evil, Resident Evil: Welcome to Raccoon City (qui la recensione) si distingue notevolmente dai film precedenti diretti da Paul W. S. Anderson e interpretati da Milla Jovovich, proponendo come protagonisti i personaggi principali del franchise e traendo ispirazione in particolare dal primo e dal secondo capitolo della saga videoludica. Questo nuovo film, inoltre, conta principalmente su una forte componente horror, contrariamente a quanto visto nei precedenti capitoli invece più incentrati sull’azione. Si è dunque sostanzialmente deciso con questo nuovo film di tornare alle origini, offrendo ai fan qualcosa di maggiormente vicino agli amati videogiochi.

Il regista di Resident Evil: Welcome to Raccoon City, Johannes Roberts è poi un grande fan di John Carpenter e per il film si è ispirato a due suoi titoli: Distretto 13: le brigate della morte (1976) e Fog (1980), riprendendo l’idea di un gruppi di personaggi che si riuniscono per cercare di sopravvivere ad un assedio. Naturalmente, nel caso di questo film, l’assedio in questione è perpetratro da una serie di orripilanti mostri, che rappresentano una minaccia non indifferente. Questo nuovo film offre dunque tutto ciò che si è amato dei videogiochi, con un’atmosfera ansiogena che impreziosisce il tutto.

Benché non sia stato particolarmente amato dalla critica, il film ha poi intercettato il proprio pubblico di riferimento, che ha dimostrato di aver apprezzato questo titolo, ora recuperabile grazie al suo passaggio televisivo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo possibile sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

LEGGI ANCHE: Resident Evil: Welcome to Raccoon City è il miglior film del franchise?

Pat Thornton e Kaya Scodelario in Resident Evil Welcome to Raccoon City
Pat Thornton e Kaya Scodelario in Resident Evil Welcome to Raccoon City © 2021 CTMG. All Rights Reserved.

La trama e il cast di Resident Evil: Welcome to Raccoon City

Il film è ambientato nel 1998 a Raccoon City, un tempo sede della Umbrella Corporation e, dopo il fallimento della compagnia, destinata a essere una morente cittadina del Midwest. In questa città abbandonata vi è la Spencer Mansion, la residenza in cui operava il colosso farmaceutico ed è proprio qui che il male ha fatto il suo nido. Lo scopriranno a loro spese un gruppo di sopravvissuti, cresciuti in questi luoghi, e di persone appena arrivate in città, che si radunano in una notte fatale per introdursi nella residenza. Non sono pronti a quello che troveranno al suo interno e negli scantinati, dove il male è pronto a scatenarsi e mettere a repentaglio le vite di chi si addentra tra quelle mura.

Ad interpretare la protagonista, Claire Redfield, vi è l’attrice Kaya Scodelario, divenuta nota per la serie televisiva Skin e per la serie di film Maze Runner. L’attore Hannah John-Kamen recita invece nel ruolo di Jill Valentine, mentre l’attore Robbie Amell, che si è detto essere un grande fan della serie, ricopre il ruolo di Chris Redfield, mentre Tom Hopper è Albert Wesker, Avan Jogia è Leon S. Kennedy, Donal Logue è Brian Irons e Neal McDonough è William Birkin. L’attrice Lily Gao compare invece con un cameo nel ruolo di Ada Wong, personaggio a cui darà poi anche voce nel videogioco del 2023 Resident: Evil 4.

Cosa succede nel finale del film?

Nel finale del film, Chris, Sherry, Jill, Claire e Leon salgono sul treno che può portarli in salvo, ma questo deraglia quando Raccoon City viene distrutta, permettendo a una versione mostruosa di William di raggiungerli. Leon distrugge però il mostro con un lanciarazzi. Mentre poi la Corporazione dichiara che non ci sono sopravvissuti civili dopo la distruzione della città, i cinque sopravvissuti escono dal tunnel del treno, lasciandosi alle spalle Raccoon City. Nella scena a metà dei titoli di coda, però, Wesker si risveglia in un sacco per cadaveri, senza riuscire a vedere nulla. Una figura misteriosa gli porge degli occhiali da sole e si presenta come Ada Wong, celebre protagonista e antieroina della saga.

Resident Evil Welcome to Raccoon City sequel
Chad Rook, Robbie Amell, Tom Hopper, and Hannah John-Kamen in Resident Evil: Welcome to Raccoon City © 2021 CTMG. All Rights Reserved.

Resident Evil: Welcome to Raccoon City 2 si farà?

Dato questo finale aperto, si è dunque compreso come i piani siano quelli di riavviare la saga realizzando anche ulteriori sequel. Il regista Johannes Roberts ha infatti poi dichiarato che se dovesse essere sviluppato un sequel, vorrebbe adattare la storia di Resident Evil – Code: Veronica, a cui si fa riferimento nel film con l’apparizione dei gemelli Ashford, e poi Resident Evil 4. Ha inoltre espresso interesse per l’adattamento di Resident Evil 7: Biohazard e Resident Evil: Village in futuro. Nel 2022 è poi stata confermata l’intenzione di realizzare un sequel, su cui attualmente non si hanno però ulteriori notizie. Estremamente probabile è però il ritorno in scena di Ada Wong.

Nell’aprile 2023, la Raccoon HG Film Productions, che ha finanziato Welcome to Raccoon City, ha ricevuto una sovvenzione di 2 milioni di dollari australiani dalla Northern Ontario Heritage Fund Corporation per la produzione di un film intitolato Resident Evil: The Umbrella Chronicles. Greater Sudbury è stata scelta come location principale del film e secondo lo scooper Jeff Sneider di The InSneider, lo studio sta cercando di affidare la regia del nuovo film a Zach Cregger, distintosi grazie all’horror Barbarian. Sembra dunque che i piani per un sequel stiano andando avanti, per cui non resta che attendere maggiori informazioni.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Resident Evil: Welcome to Raccoon City grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Annabelle 3: la vera storia dietro al film horror

Annabelle 3: la vera storia dietro al film horror

La storia del cinema è ricca di bambole demoniache o con tendenze omicide. Dal celebre Chucky di La bambola assassina fino alla recente bambola robot di M3gan, passando anche per Slappy, l’inquietante pupazzo parlante di Piccoli brividi. Negli ultimi anni, però, ad aver suscitato particolare spavento è stata Annabelle, protagonista di una trilogia omonima facente parte della saga di The Conjuring. Dopo un primo film che ne ha raccontato la storia e un prequel, Annabelle: Creation, che ha invece raccontato le sue origini, nel 2019 è infine arrivato al cinema Annabelle 3, nel quale si sono raccontate nuove vicende legate alla bambola stregata.

Il titolo originale, Annabelle Comes Home, permette di intuire che la storia riprende da lì dove terminava quella del primo film, con la bambola ora nella casa dei coniugi Ed e Lorraine Warren, dove rimane però tutt’altro che innocua. Citare gli Warren è importante, non solo perché l’intera saga è basata sui casi di manifestazioni paranormali da loro documentati, ma anche perché la loro presenza permette di ricordare che, a suo modo, quella raccontata in questi film è una storia vera. Quanto proposto in Annabelle 3, in particolare, pur se romanzato, offre nuovi dettagli su ciò che accadde dopo che gli Warren presero in custodia la bambola.

Talvolta risulta difficile credere che questa tipologia di racconti possa essere basati su fatti reali, eppure ci sono diverse prove del fatto che qualcosa non andasse in Annabelle. Dal suo muoversi autonomamente fino allo spostarsi di stanza, la bambola ha sempre creato problemi. Ma prima di scoprire di più sulla vera storia dietro Annabelle 3, innanzitutto, è bene sapere che, a livello di timeline della saga, il film si svolge poco dopo gli eventi di L’evocazione – The Conjuring, il primo capitolo di essa. Attualmente, inoltre, questo dovrebbe essere l’ultimo film dedicato alla demoniaca bambola, ma non è escluso che questa possa tornare ancora nel futuro della saga.

Steve Coulter e Vera Farmiga in Annabelle 3
Steve Coulter e Vera Farmiga in Annabelle 3 © 2019 Warner Bros. Entertainment Inc.

 

La trama e il cast di Annabelle 3

Il film, come già indicato, ha inizio dopo gli eventi di Annabelle. Dopo essere apparentemente riusciti a neutralizzare la bambola e determinati a impedire che possa continuare a seminare il caos, i demonologi Ed e Lorraine Warren decidono di portarla nella stanza dei manufatti della loro casa. Qui Annabelle viene messa “al sicuro” dietro un vetro consacrato e ottenendo la santa benedizione di un sacerdote. Tutto ciò dovrebbe impedire al maligno che la possiede di manifestarsi nuovamente. Ciò che i due non sanno, però, è che li attende una spietata notte di orrore. Annabelle, infatti, riesce a risvegliarsi e ad animare anche gli altri spiriti maligni nella stanza, pronti ora a mettere gli occhi su un nuovo bersaglio: Judy, la figlia di dieci anni dei Warren, e le sue amiche.

Ad interpretare Ed e Lorraine Warren vi sono naturalmente ancora una volta gli attori Patrick Wilson e Vera Farmiga. Nel ruolo della figlia Judy vi è invece McKenna Grace, giovane attrice già vista anche in Gifted – Il dono del talento e Amitivylle – Il risveglio. Nei primi due film di The Conjuring Judy è in realtà interpretata da un’altra attrice, troppo cresciuta per la parte e dunque sostituita per questo capitolo. Recitano poi nel film Madison Iseman nel ruolo di Mary Ellen e Michael Cimino (da non confondere con l’omonimo regista) nei panni di Bob Palmieri. Gli attori Samare Lee e Lou Lou Safran sono invece gli unici due interpreti di Annabelle: Creation a recitare anche in questo film, la prima di nuovo nei panni di Bee, il secondo con un nuovo personaggio.

La vera storia dietro al film

Per quanto riguarda la vera storia di Annabelle, è innanzitutto doveroso sottolineare che la vera bambola è molto diversa da quella raffigurata nel film. In esso, questa è fatta di porcellana e presenta dei tratti somatici molto poco comuni per una bambola, che già di loro incutono particolare timore. Nella realtà, Annabelle è una sorridente bambola di pezza con capelli rossi, occhi grandi e un triangolo rosso come naso. Un aspetto decisamente poco inquietante il suo, che al cinema avrebbe potuto non funzionare. Eppure, nonostante queste sue caratteristiche, la vera Annabelle ha suscitato parecchio timore nel corso degli anni. Dietro quel suo sorriso sembrerebbe infatti nascondersi qualcosa di malvagio.

L’apparenza inganna“, ha affermato Lorraine Warren parlando di lei.  “Non è l’aspetto della bambola che la rende spaventosa; ma ciò che è stato infuso all’interno di essa: il male“. Secondo i Warren, Annabelle ha iniziato a scatenare il caos nel mondo mortale nel 1970 dopo essere stata regalata ad un’infermiera di 28 anni, Donna. All’inizio sembrava tutto a posto, ma presto la giovane donna e la sua compagna di stanza hanno iniziato a notare strani avvenimenti, riferendo che la bambola cambiava posizione rispetto a come veniva riposta, si muoveva per la casa e lasciava persino messaggi terrificanti alle ragazze, come alcuni che recitavano: “Aiutami, aiutaci“.

Steve Coulter, Vera Farmiga e Patrick Wilson in Annabelle 3
Steve Coulter, Vera Farmiga e Patrick Wilson in Annabelle 3 © 2019 Warner Bros. Entertainment Inc.

 

Fu allora che le due contattarono un medium che le informò che la bambola era posseduta dallo spirito di una giovane ragazza conosciuta come Annabelle Higgins. Presumibilmente la ragazza era morta nella sua proprietà ed era angosciata dal suo destino, anche se secondo il medium aveva trovato pace con le due giovani donne e voleva rimanere nella forma della bambola e vivere al loro fianco. Convinta dalla storia commovente, Donna ha dato allo spirito il permesso di continuare a risiedere nella bambola nota come Raggedy Ann. Tuttavia, la bambola continuò a dare parecchi problemi ed è a questo punto che Donna si vide costretta a chiamare gli esperti Ed e Lorraine Warren.

Gli Warren decisero di prendere in custodia la bambola, costruendo una teca speciale per contenerla. Questo dopo aver chiamato Padre Cooke per praticare un esorcismo sull’abitazione delle due ragazze. Annabelle 3 racconta dunque proprio di questo trasferimento e buona parte del film è ambientato in quella che è conosciuta dai fan come “La stanza degli artefatti“, il seminterrato pieno di molti degli oggetti spettrali, infestati e maledetti raccolti al Warren’s Occult Museum di Monroe, nel Connecticut, dove ancora oggi risiede la vera Annabelle. Gli eventi raccontati nel terzo film cessano qui di avere un corrispettivo nella realtà. Ma la bambola si trova ancora lì oggi, è visitabile, ma si raccomanda di non aprire per nulla al mondo la teca che la contiene.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Annabelle 3 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1 novembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Squid Game 2: il teaser trailer della serie

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Squid Game 2: il teaser trailer della serie

Netflix ha diffuso un nuovo teaser trailer di “Squid Game 2“. Il trailer è stato svelato al Lucca Comics and Games. Le star della serie Lee Jung-jae e Wi Ha-jun hanno partecipato alla fiera, così come il creatore della serie Hwang Dong-hyuk.

Nel trailer, Seong Gi-hun, alias Player 456 (Lee), è rientrato nello Squid Game dopo aver vinto alla conclusione della prima stagione. Ora armato della conoscenza di cosa riguarda realmente il gioco, cerca di salvare la vita degli altri giocatori, mentre cerca di convincerli a rinunciare e porre fine al gioco una volta per tutte.

Ecco il trailer di Squid Game 2

 

Quando esce la seconda stagione di Squid Game?

La seconda stagione uscirà il 26 dicembre, mentre la terza avrà luogo nel 2025. La prima stagione di Squid Game è la più vista nella storia di Netflix. La serie ha ricevuto 14 nomination agli Emmy e sei vittorie. Oltre alla vittoria di Hwang, Lee ha vinto anche come miglior attore in una serie drammatica e Lee You-mi come attrice ospite in una serie drammatica.

Skeleton Crew: il nuovo trailer offre maggiori dettagli sulla trama

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Lucasfilm ha rilasciato un nuovo trailer e poster per la prossima serie live-action di Disney+ appartenente alla saga di Star Wars, Skeleton Crew. Questo teaser fornisce anche maggiori dettagli sulla trama generale: vediamo un gruppo di bambini che si incontrano per la prima volta in quello che sembra essere una sorta di centro di detenzione giovanile. Quando uno di loro rivela che ha trovato qualcosa di misterioso nella foresta, i nuovi amici partono per indagare.

Vediamo poi questo gruppo di ragtag imbarcarsi in un’avventura attraverso la galassia che li porta al misterioso Jod Na Nawood di Jude Law. Il personaggio di Law è stato descritto come “un misterioso vagabondo (che potrebbe essere o non essere un “nuovo tipo di Jedi”) che prende i giovani eroi sotto la sua protezione“, ma in base a ciò che vediamo qui, le sue intenzioni potrebbero non essere così nobili.

È stato poi condiviso sui social anche un nuovo poster dal “sapore” fortemente anni Ottanta. Lo si può vedere al post qui sotto:

Quello che sappiamo su Skeleton Crew

Skeleton Crew è l’ultima serie Disney+ Star Wars che si svolge nell’era della Nuova Repubblica. Questo colloca la nuova serie tra gli eventi di Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi e Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della forza, e la colloca nello stesso periodo di tempo approssimativo di The Mandalorian, The Book of Boba Fett e Ahsoka. Ciononostante, gli eventi di Skeleton Crew sembrano essere molto autonomi, concentrandosi su un nuovo cast di personaggi ed esplorando mondi mai visti prima.

Come si vede nel trailer che ha debuttato al D23 Expo 2024, i giovani personaggi di Skeleton Crew, ispirati ai Goonies, sono cresciuti in un tranquillo e pacifico quartiere di periferia. Tutto cambia quando i ragazzi scoprono un tempio Jedi abbandonato, che nasconde segreti che li rendono il bersaglio di diversi pericolosi interessati. La loro unica speranza potrebbe risiedere in un misterioso reietto Jedi, ma resta da vedere dove risieda la sua vera lealtà. La serie debutta in esclusiva su Disney+ il 3 dicembre 2024.

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Modi – Tre Giorni sulle Ali della Follia, il trailer del film di Johnny Depp

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Dopo essere stato presentato nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma, Modi – Tre Giorni sulle Ali della Follia (qui la nostra recensione), sarà distribuito nelle sale italiane a partire dal 21 novembre 2024. Il film segna il ritorno alla regia di Johnny Depp (dopo venticinque anni dal suo esordio dietro la macchina da presa con Il coraggioso) e ha come protagonista Riccardo Scamarcio, affiancato da Luisa Ranieri e da un cast internazionale composto da Antonia Desplat (The French Dispatch, Operation Finale), Bruno Gouery (Emily in Paris, The White Lotus), Ryan McParland (Kissing Candice, Halo), Stephen Graham (Gangs of New York, This is England) e Al Pacino.

Prodotto da Barry Navidi Productions, IN.2 Film & ILBE S.p.A., Modi – Tre Giorni sulle Ali della Folliasarà distribuito in Italia da Be Water Film, in collaborazione con Maestro Distribution e Medusa Film.

La trama di Modi – Tre Giorni sulle Ali della Follia

Settantadue ore nella vita dell’artista bohémien Amedeo Modigliani (Riccardo Scamarcio) – “Modi” per gli amici – in cui si susseguono un vortice di eventi nella Parigi del 1916, dilaniata dalla guerra. In fuga dalla polizia, il desiderio di Modi di porre fine alla sua carriera e abbandonare la città è ostacolato dai suoi colleghi Maurice Utrillo (Bruno Gouery) e Chaim Soutine (Ryan McParland) e dalla sua musa Beatrice Hastings (Antonia Desplat). Modi chiede così consiglio al suo amico e mercante d’arte Leopold Zborowski (Stephen Graham). Tuttavia, dopo una notte di allucinazioni, il caos nella mente di Modi raggiunge il culmine quando si trova di fronte a un collezionista americano, Maurice Gangnat (Al Pacino), che ha il potere di cambiare la sua vita.

Il gladiatore 2: Francesco Totti a Lucca Comics & Games 2024 per la grande parata

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Si è appena conclusa a Lucca Comics & Games 2024 la grande parata de Il gladiatore 2 in collaborazione con Eagle Pictures, un evento dell’Area Movie ideata e organizzata da QMI. Una spettacolare esibizione tra le vie di Lucca, partita a mezzogiorno dal Giardino degli Osservanti e conclusasi nel cuore della kermesse, in Piazza San Michele.

A sorpresa, mimetizzato tra i gladiatori, è comparso il numero uno di Roma, il Capitano Francesco Totti, che si è affacciato dal balcone del loggiato pretorio salutando il pubblico di LC&G. Il Gladiatore 2, sequel del film cinque premi Oscar del 2000, è diretto e co-prodotto da Ridley Scott e uscirà nelle sale italiane il 14 novembre 2024, distribuito da Eagle Pictures.

Il Gladiatore 2 riprende la storia anni dopo, raccontando la storia di Lucio, figlio “illegittimo” di Massimo che avevamo conosciuto bambino nel primo film. Oltre a Pascal, il cast del film vede protagonista Paul Mescal, Denzel Washington, Connie Nielsen e Joseph Quinn. L’uscita è prevista per il 14 novembre, in Italia.

Chi c’è nel cast de Il gladiatore 2?

Il gladiatore 2 è diretto da Ridley Scott e si basa su una sceneggiatura scritta da David Scarpa. A guidare l’atteso sequel è Paul Mescal nel ruolo di Lucio, il figlio di Lucilla e nipote dell’imperatore Commodo del primo capitolo. A Paul Mescal si aggiungono i membri del cast Connie Nielsen nel ruolo di Lucilla e Derek Jacobi in quello di Gracco. Nel cast ci saranno anche Denzel Washington, Pedro Pascal, Joseph Quinn, Fred Hechinger, May Calamawy, Lior Raz e altri ancora.

Il gladiatore 2  è prodotto da Ridley Scott, Michael Pruss, Douglas Wick e Lucy Fisher. Il film è considerato una produzione in joint-venture tra Paramount, Universal Pictures, Scott Free Productions e Parkes/MacDonald Productions. Ricordiamo che Russell Crowe non è coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo muore, appunto, al termine del primo film. La produzione de Il gladiatore 2 è ripresa all’inizio del mese dopo la fine degli scioperi a Hollywood. Attualmente il film dovrebbe arrivare nelle sale il 14 novembre 2024.

Godzilla: Takashi Yamazaki dirigerà un nuovo film per la Toho

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Godzilla: Takashi Yamazaki dirigerà un nuovo film per la Toho

Dopo il suo trionfo con la vittoria dell’Oscar per i migliori effetti speciali di Godzilla Minus One, il regista Takashi Yamazaki scriverà, dirigerà e si occuperà dei VFX di un nuovo film su Godzilla per Toho, la casa di produzione giapponese che da tempo gestisce il franchise,. La notizia è stata diffusa con un “annuncio di emergenza” sui social. Non sono stati rivelati ulteriori dettagli sul progetto, incluso se il film sarà un seguito diretto del film (qui la spiegazione e come potrebbe anticipare un sequel).

Di seguito l’annuncio da parte della Toho.

Seguito poi da un video con il regista Takashi Yamazaki che conferma la notizia:

Godzilla Minus One ha infranto numerosi record

Godzilla Minus One, che ha avuto un successo mostruoso con un incasso mondiale di oltre 116 milioni di dollari, a fronte di un budget relativamente ridotto, ha fatto vincere a Yamazaki l’Oscar per i migliori effetti visivi all’inizio di quest’anno, battendo titoli come Mission: Impossible – Dead Reckoning, Guardiani della Galassia Vol. 3, Napoleon e The Creator.

Il film è ambientato all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, con il Giappone già alle prese con la devastazione economica e sociale prima dell’arrivo di una forza ancora più distruttiva: Godzilla. La storia segue una nazione e la sua gente che lottano per la ricostruzione, solo per affrontare una nuova inimmaginabile minaccia quando il mostro porta scompiglio in un paesaggio già devastato.

Il film si distingue dai film hollywoodiani su Godzilla di Warner Bros e Legendary, con Ryunosuke Kamiki nel ruolo di Kōichi Shikishima, un ex pilota kamikaze che deve affrontare le sue battaglie personali mentre affronta la devastazione portata da Godzilla.

Peaky Blinders: primo sguardo a Barry Keoghan nel film

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Peaky Blinders: primo sguardo a Barry Keoghan nel film

Barry Keoghan fa ufficialmente parte della banda di Peaky Blinders. Netflix ha infatti rivelato sui social media una prima immagine dell’attore nel prossimo film spin-off. Nello scatto, l’attore è alla guida di un camion e sfoggia un berretto, una giacca di pelle e un taglio fresco sul viso. Nonostante l’immagine di Keoghan, non si sa molto altro sul suo personaggio o sul ruolo che avrà nel film. Qui di seguito, ecco il post dove poter vedere l’immagine:

Tutto quello che sappiamo sul film Peaky Blinders

Il premio Oscar Cillian Murphy tornerà nel ruolo iconico di Tommy Shelby, leader dell’omonima famiglia di gangster di Birmingham. La produzione del film inizierà entro la fine dell’anno.

I dettagli sul film non sono ancora stati resi noti. Tuttavia, in un’intervista a Esquire, l’ideatore  Steven Knight ha lasciato intendere di avere un’idea generale della trama, che ruoterà intorno a due storie. Preferisce lasciare che sia il film stesso a guidare la direzione narrativa. Si prevede che il film esplorerà la nuova generazione di personaggi pur rimanendo legato agli Shelby, con Thomas Shelby che avrà un ruolo centrale. Ecco cosa ha detto sulla regia del film:

“Il film so esattamente di cosa parla. E so quali sono le due storie che racconterà. Come si svolgerà la storia, non lo so. Quello che succederà dopo, voglio che dipenda dal film. Per quanto ne sappiamo, qualcuno salterà fuori – credo di sapere chi sarà. Nella sesta serie stiamo introducendo la nuova generazione, che farà parte di ciò che accadrà nel film. Credo che si tratti di trovare quegli attori che, quando li guardi, pensi: “Ecco, questo è il futuro””. Ecco il futuro”.

Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su Peaky Blinders, la cui produzione inizierà il mese prossimo. Tutte le stagioni di Peaky Blinders sono disponibili su Netflix.

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