Mamma qui comando
io è il
nuovo film di Federico Moccia in uscita il 14
settembre distribuito da RS Productions in collaborazione
con Mirari Vos, una commedia per la famiglia prodotta da
Alexandra Cinematografica, Neo Art Producciones con Rai Cinema,
diretta da Federico Moccia e con un cast per tutti i target:
Daniela Virgilio, Simone Montedoro, Maurizio Mattioli, Corinne
Clery e Alessio Di Domenicantonio. Ecco una clip in esclusiva per
il film:
Dopo essere stato
presentato con grande successo in anteprima all’edizione appena
conclusa dell’Ischia Global Film & Music Festival, arriva ora
anche in sala l’ultimo film di Federico Moccia,
che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Giorgia
Colli e Luca Biglione e che sceglie di
raccontare – partendo da una storia vera – come la sentenza di un
Tribunale italiano possa cambiare in modo imprevedibile i rapporti
all’interno di una famiglia.
Mamma qui comando io, la trama
Filippo (Simone
Montedoro) e Michela (Daniela Virgilio) sono marito e moglie in
procinto di separarsi e genitori di Francesco (Alessio Di
Domenicantonio), un bambino di nove anni furbo e vivace. In
tribunale, vista la lite dei coniugi per tenere la casa di famiglia
e nell’ impossibilità di capire chi è il genitore giusto con cui il
bambino debba vivere, il giudice sorprendentemente assegna la casa
al bambino della coppia e stabilisce che saranno madre e padre ad
alternarsi ogni lunedì dentro casa. La sentenza è però provvisoria:
avvalendosi della supervisione di un assistente sociale il giudice
deciderà dopo sei mesi a chi sarà affidato il piccolo in casa.
Francesco interpreta a suo modo la sentenza e confortato dal suo
gruppo di amichetti si convince di essere il Boss della casa,
scatenando situazioni rocambolesche, come ad esempio organizzando
di nascosto una festa lanciata sui social che riempie la casa di
ragazzini scatenati e che provoca addirittura l’intervento della
polizia. Rimproverati pesantemente dall’ assistente sociale,
Filippo e Michela, si accusano a vicenda, spalleggiati anche dalle
loro famiglie d’ origine (Corinne Clery e Maurizio Mattioli).
Francesco, che come tutti i figli desidera però la
riappacificazione dei genitori, è consapevole di essere stato causa
di peggiori litigi e cerca di rimediare comportandosi da ragazzino
ubbidiente e disponibile. Prova anche a far riavvicinare i genitori
ma all’orizzonte spuntano i nuovi pretendenti di mamma e papà e la
situazione si complica ulteriormente fino a precipitare durante la
cena della Vigilia di Natale.
Apple TV+
ha svelato oggi il trailer ufficiale dell’attesissima terza
stagione di The
Morning Show, interpretata e prodotta da
Jennifer Aniston e
Reese Witherspoon e in uscita il 13 settembre con i
primi due episodi dei dieci totali, seguiti da nuove puntate
settimanali ogni mercoledì, fino all’8 novembre.
Nella terza stagione di The
Morning Show, il futuro della rete è messo in
discussione e la lealtà dei singoli protagonisti è spinta al limite
quando un gigante della tecnologia mostra interesse verso la UBA.
Si formano alleanze inaspettate, le storie private vengono
utilizzate come armi e tutti sono costretti a confrontarsi con i
propri valori e principi, dentro e fuori dalla redazione. Insieme
ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare della terza stagione è
guidato da Billy Crudup, Mark Duplass, Nestor Carbonell,
Karen Pittman, Greta Lee, Jon
Hamm, Nicole Beharie e Julianna Margulies.
La serie, vincitrice di Emmy, SAG e
Critics Choice Award e già confermata per una quarta stagione, è
diretta e prodotta da Mimi Leder, con Charlotte Stoudt come
showrunner e produttrice esecutiva. “The Morning Show” è prodotto dallo studio
Media Res e prodotto a livello esecutivo da Michael Ellenberg con
Media Res, insieme a Stoudt e Leder. Jennifer Aniston e Kristin
Hahn producono esecutivamente attraverso Echo Films e Reese Witherspoon e Lauren Neustadter con
Hello Sunshine.
La seconda stagione di The
Morning Show, disponibile su Apple
TV+, ha ricevuto una nomination agli Emmy come Miglior
attrice protagonista in una serie drammatica per Reese Witherspoon,
una nomination come Miglior attore non protagonista in una serie
drammatica per Billy Crudup, che lo aveva già vinto per la prima
stagione, e una candidatura a Miglior guest star femminile in una
serie drammatica a Marcia Gay Harden.
Nella prima stagione, Billy Crudup,
nei panni di Corey Ellison, ha vinto un Emmy come Attore non
protagonista in una serie drammatica, oltre a un Critics Choice
Award, mentre, grazie all’interpretazione di Alex Levy, Jennifer
Aniston ha ricevuto un SAG Award per la Migliore interpretazione in
una serie drammatica. La serie ha anche ricevuto la nomination
dalla Television Critics Association come Outstanding New Program e
un TV Choice Award per Best New Drama.
Christopher Nolan con il suo Oppenheimer
ha riportato sul grande schermo un biopic politico che,
nell’universo cinematografico di incredibile ricchezza, costituisce
uno dei generi più avvincenti e affascinanti. Il regista londinese
non solo ha ricostruito la storia del padre della bomba atomica, ma
ha anche affrontato uno dei periodi più bui della storia, ossia la
Seconda Guerra Mondiale. È in questa parentesi che infatti si
racchiudono svariate figure di spessore e grande fascinazione, le
quali hanno permesso di modellare nel tempo biopic
politici che si sono avvicinanti al capolavoro. Le
tematiche di queste opere sono più o meno sempre le stesse, e vanno
dall’analisi dei mandati di politici famosi, fino alle azioni dei
leader mondiali più importanti. Scopriamo dunque quali sono
i migliori biopic politici da vedere se è piaciuto
Oppenehimer.
JFK – Un caso ancora aperto
Iniziamo il viaggio nei
biopic politici con JFK – Un caso ancora
aperto, film del 1991 diretto da Oliver Stone
e scritto a quattro mani insieme a Zachary Sklar. La storia ruota
attorno all’assassinio di John F. Kennedy e le successive indagini
svolte dal procuratore distrettuale di New Orleans all’epoca dei
fatti, Jim Garrison, interpretato da
Kevin Costner. La pellicola a volte confonde i fatti
ed è in parte basata sul controverso libro di Jim Garrison,
Sulle tracce degli assassini, e su quello di Jim Marrs,
Fuoco incrociato: Il complotto che ha ucciso Kennedy.
Nonostante questo, Stone pone al centro del suo racconto lo
scompiglio e il frastuono che ha afflitto l’intero panorama
politico americano all’indomani dell’evento.
Vice – L’uomo nell’ombra
Quando si tratta di biopic
politici, la trama pone sempre il suo accento sulla
corruzione che scaturisce da quel tipo di protagonisti. Fra i film
che però si sono proprio divertiti ad affrontare questo aspetto c’è
Vice – L’uomo nell’ombra, scritto e diretto da Adam
McKay. In questo caso, la pellicola si impianta anche su un tono
satirico, oltre che drammatico, e fa una sorta di mash-up fra
storia americana e, per l’appunto, satira politica. Compito del
film è quello di descrivere l’influenza senza precedenti di Dick
Cheney, interpretato da un molto bravo e per nulla riconoscibile
Christian Bale, sotto la presidenza di George
W. Bush, che lo ha visto mettere a punto diverse invasioni militari
dopo l’11 settembre. Vice – L’uomo nell’ombra ha avuto
così tanto successo da essere stato in seguito candidato agli
Oscar, con ben otto nomination.
La guerra di Charlie Wilson
Fra i biopic
politici meglio riusciti ma purtroppo passati in sordina e
quasi dimenticati, troviamo La guerra di Charlie Wilson,
film del 2007 diretto da Mike Nichols e scritto da
Aaron Sorkin. Basato sul romanzo biografico di George Crile III, la
pellicola si incentra sul deputato texano Charlie Wilson,
interpretato da Tom Hanks, e sugli sforzi che fece per
equipaggiare i combattenti afghani contro l’invasione delle forze
sovietiche. La guerra di Charlie Wilson vanta un cast
davvero stellare, basti pensare che nel progetto parteciparono
anche Julia Roberts nel ruolo di Joanne Herring,
collaboratrice di Wilson, e Philip Seymour Hoffman nel ruolo di
Gust Avrakotos, un anticonformista della CIA con cui Wilson coltiva
un rapporto d’amicizia. Tra l’altro, in questa produzione è
presente anche Emily Blunt, che in Oppenheimer interpreta Kitty, la moglie del
fisico. Il film ha ricevuto una candidatura agli Oscar nella
categoria Miglior attore non protagonista per Philip Seymour
Hoffman.
Good Night, and Good Luck.
Proseguiamo con un altro film molto
interessante, ossia Good Night, and Good Luck., anno 2005,
girato in bianco e nero sotto la regia di George Clooney, il quale ne ha scritto anche
la sceneggiatura insieme a Grant Heslov. Il lavoro, che vede
l’attore di Hollywood al suo secondo lungometraggio dietro la
macchina da presa, mostra con zelo e attenzione il paesaggio
anticomunista dell’America degli anni Cinquanta ed è impreziosito
da suggestive immagini, sempre in bianco e nero. La storia segue le
vicende del giornalista ed anchorman della CBS Edward R. Murrow,
interpretato da David Strathairn, e il suo coraggioso tentativo di
sfidare i metodi invasivi e incostituzionali del senatore Joseph
McCarthy per stanare i comunisti in America. Good Night, and
Good Luck., contiene poi dei filmati reali delle udienze
dell’epoca. Per la sua bellezza estetica ma anche contenutistica,
il film è stato candidato a sei premi Oscar, tra cui miglior film e
miglior attore protagonista per l’interpretazione di
Strathairn.
L’ora più buia
Continuiamo con i migliori
biopic politici parlando di L’ora più buia, film diretto da Joe
Wright e scritto da Anthony McCarten. Il film, in questo
caso, ha una missione specifica: documentare l’inizio del primo
mandato di Winston Churchill come Primo Ministro, con l’Inghilterra
in preda all’avanzata della Germania verso Dunkerque. Portare sullo
schermo la minaccia che rappresentava per Hitler per il Regno
Unito, ha fatto sì che L’ora più buia catturasse
l’attenzione e la curiosità di molti, soprattutto di quelli che
magari volevano saperne di più su questa pagina di storia. A
interpretare Churchill un magistrale Gary Oldman, il quale per la pellicola si è
anche aggiudicato il premio Oscar. Il film ha vinto anche nella
categoria Miglior trucco.
Malcolm X
Quando si tratta di trasporre su
schermo storie di personaggi politici, la narrazione non si limita
a rappresentare solo coloro che hanno vissuto la Casa Bianca. Ecco
perché un altro film di questo genere da tenere in considerazione,
pur scostandosi da quelli precedentemente menzionati, è Malcom
X, anno 1992, con la regia di Spike Lee, che
ha contribuito anche alla sceneggiatura scritta a sei mani. La
pellicola ruota attorno a, per l’appunto, Malcolm X, una delle
figure più famose nella storia per quanto riguarda il movimento per
i diritti civili, il quale è stato tanto potente e ispiratore
quanto controverso. Malcolm X è interpretato da Denzel
Washington ed ha una durata veramente molto lunga, ben 202
minuti, poiché abbraccia tutta la vita dell’uomo, dalla sua
giovinezza come criminale fino al suo lavoro con la Nation of Islam
e il suo attivismo, arrivando fino al suo assassinio.
La caduta – Gli ultimi giorni di
Hitler
Nello stesso periodo di Oppenheimer,
momento in cui gli americani sperimentano le armi nucleari, la
Germania vive una parentesi storica molto profonda e intensa, che
viene racchiusa nel film La caduta – Gli ultimi giorni di
Hitler, scritto e diretto da Oliver
Hirschbiegel. La storia ha come focus gli ultimi giorni
della Seconda Guerra Mondiale, vissuti però dal bunker berlinese di
Adolf Hitler, interpretato da Bruno Ganz, e dalla prospettiva della
sua giovane segretaria, Traudl Junge. Per rendere la pellicola più
impattante possibile, il regista ha utilizzato testimonianze
oculari, memorie dei sopravvissuti e altre fonti storiche. La
caduta – Gli ultimi giorni di Hitler ha ricevuto inoltre una
candidatura come miglior film straniero agli Academy
Awards.
Frost/Nixon – Il duello
Fra i biopic politici va poi
menzionato Frost/Nixon – Il duello, film diretto da Ron
Howard, che è adattamento delle vere interviste a Nixon registrate
nel 1977 dal giornalista inglese David Frost e dall’omonima pièce
teatrale scritta da Peter Morgan, che qui lo vediamo occuparsi
della sceneggiatura. Ambientato nel 1977, dopo lo scandalo
Watergate e le conseguenti dimissioni del Presidente
Nixon, il film segue i retroscena proprio delle interviste
Frost/Nixon. La pellicola ha ottenuto cinque candidature agli
Oscar, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore
protagonista.
Gandhi
Nonostante non sia uno dei biopic
politici molto vicini a Oppenheimer o agli altri menzionati, merita di avere
un posto anche Gandhi, film del 1982 diretto da Richard
Attenborough, con una sceneggiatura di John Briley. La storia getta
una luce sulla resistenza pacifica di Gandhi contro il dominio
britannico in India. A interpretare il politico, filosofo e
avvocato indiano è Sir Ben Kingsley. Il film cerca
di analizzare in particolar modo l’impegno di Gandhi
nell’utilizzare metodi non violenti per spingere l’Inghilterra a
liberare il suo Paese, e alla sua uscita fu acclamato dalla critica
e dal pubblico. Gandhi ha poi ricevuto moltissimi
riconoscimenti, fra cui 8 Oscar su 11 nomination: miglior film,
miglior regista, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura
originale, miglior fotografia, miglior scenografia, migliori
costumi e miglior montaggio.
Lincoln
Ritorniamo alle figure americane e,
nell’ambito sempre dei biopic politici, un altro film che risalta è
Lincoln, con la regia del grande Steven Spielberg e la sceneggiatura di Tony
Kushner, adattamento cinematografico del libro Team of Rivals:
The Political Genius of Abraham Lincoln, scritto da Doris
Kearns Goodwin. Abraham Lincoln, come ben sappiamo, è una delle
figure politiche più note della storia dell’umanità ed è spesso
citato come il più grande Presidente che l’America abbia mai avuto.
La pellicola si impegna a portare sullo schermo l’impegno di
Lincoln per abolire la schiavitù negli Stati Uniti mentre la Guerra
Civile prende il sopravvento. Lincoln ha ricevuto ben 12
nomination agli Oscar, vincendone due, una nella categoria Miglior
attore protagonista per Daniel Day-Lewis nei panni del Presidente e
l’altra come Migliore scenografia.
Tutti gli uomini del
presidente
Un Presidente di cui il cinema ha
avuto molto materiale è, come abbiamo visto per il film
Nixon/Forest – Il duello, Nixon. Uno degli eventi storici
più importanti che lo riguarda, e che in realtà causò proprio le
sue dimissioni, fu lo scandalo Watergate. Questa parentesi è
racchiusa nel film Tutti gli uomini del presidente, diretto da
Alan J. Pakula con una sceneggiatura di William
Goldman. La pellicola si basa sull’omonimo saggio scritto dai
giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein, interpretati
rispettivamente da Robert Redford e Dustin Hoffman, e ripercorre l’inchiesta del
Washington Post che nel 1974 portò allo scandalo pubblico e alla
scoperta della verità. Tutti gli uomini del presidente
ottene 8 Oscar e ne vinse 4, fra cui Miglior sceneggiatura non
originale e Miglior scenografia.
Patton, generale d’acciaio
Concludiamo il viaggio nei
biopic politici con Patton, generale
d’acciaio, film del 1970 diretto da Franklin J. Schaffner e
sceneggiato da Francis Ford Coppola e Edmund H. North.
Questi, basarono la loro sceneggiatura sulla biografia Patton:
Ordeal and Triumph di Ladislas Farago e sul libro di memorie
del Generale Omar Bradley Soldier’s Story. La pellicola si
concentra sull’omonimo e controverso generale durante il suo
comando delle truppe americane nella Seconda Guerra Mondiale. A
interpretare Patton un irresistibile, magnetico e mai così aderente
al ruolo George C. Scott, che restituisce al
pubblico tutta la forte e impavida natura del generale. Il monologo
iniziale, in cui Scott fa un discorso alle truppe con una
gigantesca bandiera a stelle e strisce sullo sfondo, è diventata
un’immagine iconica. Nel 1998 l’American Film Institute ha inserito
il film all’ottantanovesimo posto della classifica dei migliori
cento film statunitensi di tutti i tempi.
Una XV edizione ancora più ricca
per “Corti in Cortile, il Cinema in breve”, lo
storico festival dedicato al cortometraggio italiano e
internazionale che si terrà nel Palazzo della Cultura di Catania
dal 15 al 17 settembre prossimi. E’ il Film Market l’importante
novità della kermesse, inserita all’interno del Catania Summer
Fest promosso dal sindaco Enrico Trantino e organizzata
dall’Associazione Culturale Visione Arte, direttore artistico
Davide Catalano, e dal Comune con la Direzione Cultura e la Catania
Film Commission.
Società di produzione,
distributori, film-maker, film commission siciliane, consulenti di
finanziamenti europei ed esperti di cineturismo e location saranno
i protagonisti del nuovo spazio “Film Market”, centro di networking
e incontri allestito sulla suggestiva terrazza di Palazzo
Platamone, nell’area di “Corti in Cortile “ denominata “Spazio
Franco Tomaselli”.
Produzione e post-produzione, la
legislazione che regola gli aspetti logistici, il diritto d’autore
o le modalità di reperimento e uso di fondi comunitari, ma anche
cine-turismo e distribuzione: il festival mira a creare un luogo
che, sulla scia dello European Film Market di Berlino, rappresenti
una preziosa occasione nel panorama dei festival cinematografici
italiani per mettere in contatto e in interazione i film-maker, i
produttori e l’intera filiera dei soggetti coinvolti nel processo
creativo e produttivo, con la presenza di alcuni degli
interlocutori più autorevoli del settore pronti a fornire
delucidazioni e informazioni.
Il progetto sul Film Market
catanese, supportato dalla direzione Cultura retta da Paolo Di
Caro, è stato messo a punto nel corso di alcuni tavoli tecnici
coordinati dalla responsabile della Catania Film Commission, Sabina
Murabito (che è anche tra i componenti della prestigiosa giuria di
“Corti in Cortile”), e dal direttore artistico e ideatore del
festival, Davide Catalano.
“Una proposta condivisa – sottolinea
la Catania Film Commission- , che rientra nell’ambito
dell’attività di sviluppo e promozione della cultura, dell’arte,
del cinema, soprattutto tra i giovani, che l’Amministrazione
guidata dal sindaco Trantino sta portando avanti. Si sta puntando
in special modo sul coinvolgimento di professionisti e operatori
culturali del territorio, con un progetto che prevede di offrire
loro la possibilità di confrontarsi e mettersi in gioco non solo
fuori dall’Isola, e per questo un particolare ringraziamento va
alla Sicilia Film Commission”.
“Il Film Market – spiega il
direttore artistico, Davide Catalano – si vuole affermare come
punto di riferimento per tutte le realtà cinematografiche
siciliane. Ci auguriamo che sia l’inizio di una tradizione, che
già dal prossimo anno promette di coinvolgere l’intero Sud
Italia”.
Tra le adesioni, oltre alla Catania
Film Commission, le case produttrici Wildside (Claudio Falconi) e
Cinemaset (Antonio Chiaramonte), il Prof. Enrico D.G. Nicosia,
esperto in cine-turismo, Tiziana Falsaperla, Giudice presso la I
sez. civile del Tribunale di Catania esperta in diritto d’autore
delle opere cinematografiche e l’avv. Riccardo Trovato, esperto in
assistenza legale a produzioni cinematografiche e ai principali
soggetti coinvolti.
La canzone di Taylor
Swift ‘Look What You Made Me Do (Taylor’s Version)’ sarà
la traccia che accompagnerà i titoli di testa della serie thriller
Original britannica Wilderness: Fuori Controllo. Il brano
ri-registrato dell’album Reputation fa il suo debutto globale nel
teaser trailer della serie. Wilderness: Fuori Controllo sarà disponibile
in tutto il mondo su Prime
Video dal 15 settembre.
La sprezzante ‘Look What You Made Me
Do (Taylor’s Version)’ riflette la trasformazione di Liv
(Jenna Coleman) dopo che il suo apparentemente
“per sempre felici e contenti” si trasforma velocemente in un vero
incubo quando scopre che suo marito Will (Oliver
Jackson-Cohen) la sta tradendo.
Liv, dopo aver scoperto il
tradimento, diventa la protagonista dei brutti sogni di Will quando
lo strazio lascia presto spazio a un’altra emozione: la furia. La
coppia parte per il viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti
su cui Liv ha fantasticato fin da piccola: dalla Monument Valley al
Grand Canyon, passando per Yosemite, per finire con un weekend
edonistico a Las Vegas dove liberarsi da polvere e sudore. Per Will
è un’occasione per fare ammenda, mentre per Liv si apre uno
scenario ben diverso: un paesaggio dove gli incidenti accadono di
continuo. Il luogo perfetto per vendicarsi. Guarda che
cosa le hai fatto fare…
La traccia di Taylor Swift ‘Look
What You Made Me Do (Taylor’s Version)’ è l’ultima novità per
questo thriller psicologico guidato da un team tutto al femminile:
la serie è creata da Marnie Dickens, basata sul romanzo
di B.E. Jones, diretta da So Yong Kim e ha per executive
producer Elizabeth Kilgarriff.
Da oggi disponibile il
teaser trailer di Comandante il
filmdi Edoardo De
Angelis con protagonista
Pierfrancesco Favino, che sarà presentato
come film d’apertura in concorso alla
80ª Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di
Venezia.
Nel cast del film anche
Massimiliano Rossi, Johan
Heldenbergh e con Silvia
D’Amico.
La sceneggiatura è scritta da Sandro Veronesi
e Edoardo De Angelis dalla quale è
tratto l’omonimo romanzo edito da
Bompiani. Le musiche del film sono composte da
Robert Del Naja.
Comandante
è una produzione Indigo
Film, O’Groove con Rai
Cinema, Tramp LTD, VGroove,
Wise Pictures in associazione con Beside
Production, in collaborazione con Paramount+ed è prodotto
da Pierpaolo Verga, Nicola Giuliano,Attilio De Razza, Edoardo De Angelis,
Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri in
associazione con Mariagiovanna De Angelis e
Antonio Miyakawa, in collaborazione
con Marina Militare,
Cinecittà. Le vendite internazionali sono
a cura di True Colours. Il film sarà distribuito
in Italia da 01 Distribution.
Comandante, la trama
All’inizio della Seconda guerra
mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della
Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico,
nel buio della notte affronta un mercantile armato che viaggia a
luci spente e lo affonda a colpi di cannone. Ed è a questo punto
che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia:
salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo
all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto
dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a
navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle
forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei
suoi uomini.
La narrazione degli eventi di
Oppenheimer, nuovo film di Christopher Nolan ora nelle sale italiane,
risulta complessa da seguire a causa della sua non-linearità. Il
regista di Interstellar abbandona l’approccio narrativo
lineare tradizionale per esplorare la storia dell’inventore della
bomba atomica J. Robert Oppenheimer attraverso un intreccio
complesso che abbraccia ben 40 anni di storia. La cronologia del
film Oppenheimer potrebbe risultare confusa per il
pubblico, dato che l’aspetto di Cillian Murphy cambia a seconda del periodo in
cui si collocano gli eventi. Inoltre, la divisione temporale tra le
sequenze in bianco e nero e quelle a colori non è chiaramente
delineata, e Nolan non fornisce indicazioni precise
riguardo ai momenti in cui si svolgono le diverse parti della
storia. Di seguito, la timeline completa degli eventi di Oppenheimer, le parti più significative della
biografia dell’esperto di meccanica quantistica rappresentati nel
film di Christopher Nolan.
1924-1926: Oppenheimer studia
fisica a Cambridge
La prima fase della
biografia di J. Robert Oppenheimer, ritratta nel
film di Christopher Nolan, corrisponde al periodo in cui
intraprese gli studi di fisica presso l’Università di Cambridge.
Nel 1924, fu ammesso alla scuola e si trovò ad affrontare la
necessità di completare un corso di laboratorio di base, poiché
aveva ancora delle lacune in tale campo. In questo contesto, entrò
in contatto con il suo tutore, Patrick Blackett
(interpretato da James D’Arcy) e, in un episodio
insolito che viene inserito nel film, si fece passare per la mente
l’idea di avvelenarlo con una mela.
Un momento cruciale nella narrazione
riguarda il momento in cui Oppenheimer ebbe
l’opportunità di partecipare a una lezione tenuta da Niels
Bohr (interpretato da Kenneth Branagh). Questo incontro segnò un
punto di svolta nella vita del fisico, stimolando la sua curiosità
e interesse verso la fisica teorica. Successivamente, fu
consigliato da Bohr stesso a proseguire i suoi studi con
Max Born, il che portò Oppenheimer a prendere la
decisione di lasciare Cambridge nel 1926, in cerca di un ambiente
di apprendimento più adeguato e stimolante per le sue aspirazioni
scientifiche.
1926-1929: Oppenheimer incontra
Heisenberg mentre studia all’estero
La successiva tappa nella
biografia di Oppenheimer riguarda gli avvenimenti che lo
conducono a studiare all’estero, in seguito al consiglio di
Bohr di lavorare con Max Born.
Durante questo periodo, Oppenheimer si iscrive
all’Università di Gottinga, dove ha l’opportunità di interagire con
numerosi altri giovani aspiranti fisici e scienziati. Uno dei
protagonisti più significativi che incrocia in questo periodo è
Werner
Heisenberg (interpretato da Matthias
Schweighöfer), un brillante fisico teorico tedesco che
successivamente guiderà il programma nucleare tedesco. In questi
anni, Oppenheimer inizia a emergere come figura
riconosciuta nel campo della fisica teorica e della meccanica
quantistica.
1929-1943: Oppenheimer insegna a
Berkeley
La successiva fase della
storia di Oppenheimer riguarda il periodo in cui
egli diventa insegnante all’Università della California,
Berkeley. La sua esperienza di insegnamento inizia
come professore associato, alternandosi con il suo lavoro al
Caltech. Durante questo periodo, si verifica l’incontro tra
Oppenheimer ed Ernest O. Lawrence
(interpretato da Josh Hartnett), che segna
l’inizio di una stretta collaborazione professionale che avrà
ripercussioni positive negli anni a venire. In questo stesso
periodo, Oppenheimer amplia i suoi interessi
nell’ambito dell’astrofisica, ma continua anche la sua
collaborazione con il Radiation Laboratory di
Lawrence, che conduce a diverse scoperte
rilevanti. Nel 1936, Oppenheimer ottiene la posizione di professore
a tempo pieno a Berkeley.
1936-1940: Oppenheimer inizia le
relazioni con Jean Tatlock e Kitty
Un momento significativo
nella linea temporale dei film su Oppenheimer riguarda le sue relazioni con
Jean Tatlock (interpretata da Florence Pugh) e Kitty
(interpretata da Emily Blunt). Nel 1936, Oppenheimer fa la
conoscenza di Jean, con cui nasce subito un legame
affettivo. Questo segna l’inizio di un periodo turbolento per
J. Robert Oppenheimer, in cui la loro relazione
attraversa alti e bassi, con diverse proposte di matrimonio
respinte da Jean. Nel 1939, Oppenheimer incontra per la prima volta
Kitty, che in quel momento è sposata; Kitty e Oppenheimer
intraprendono una relazione amorosa e nel 1940 lei rimane incinta.
Questo evento porta Kitty a divorziare rapidamente per poter
sposare Oppenheimer.
1942-1945: Oppenheimer lavora al
Progetto Manhattan
Il capitolo successivo
nella vita di J. Robert Oppenheimer e nella
cronologia dei film su Oppenheimer è la sua partecipazione al
Progetto
Manhattan. Leslie Groves
(interpretato da Matt Damon) recluta
Oppenheimer poco dopo essere stato designato
come direttore del progetto nel settembre del 1942. Questo segna
l’inizio della fase più cruciale della vita di Oppenheimer, durante
la quale, insieme a Groves, recluta altri
scienziati per partecipare al progetto e stabilisce la loro base
operativa a Los Alamos. Oppenheimer dedica quasi
tre anni al Progetto Manhattan, lavorando intensamente e
contribuendo alla creazione della prima bomba atomica.
4 gennaio 1944: Muore Jean
Tatlock
Uno degli eventi più
rilevanti per la sfera emotiva di Oppenheimer è la morte di
Jean Tatlock che avviene mentre questi è coinvolto
nello sviluppo della bomba atomica, uno o tre anni dopo l’ultimo
incontro tra Jean e Oppenheimer, a seconda delle
diverse testimonianze storiche. Jean Tatlock viene
trovata morta nel bagno del suo appartamento dal padre nel giugno
del 1944: è noto che, in quel periodo, la ragazza stesse lottando
con la depressione.
16 luglio 1945: Test Trinity
Il giorno più cruciale
nella timeline del film di Oppenheimer è il 16 luglio 1945, ovvero quando
si svolse Trinity.
Il test dell’arma nucleare avvenne di mattina presto, dopo che il
maltempo aveva costretto il team del Progetto Manhattan a ritardare
il test per verificare il funzionamento del dispositivo atomico. Il
Trinity test ebbe luogo ufficialmente alle 5:29
del 16 luglio 1945 e confermò che Oppenheimer e il suo gruppo di
scienziati avevano creato la prima bomba atomica funzionante.
Agosto 1945: Bombardamenti di
Hiroshima e Nagasaki
Poco dopo il successo dei
test sulle bombe atomiche e l’incontro con i funzionari governativi
per stabilire quando avrebbero potuto essere utilizzate,
Oppenheimer e altri apprendono che l’America ha
bombardato Hiroshima e Nagasaki.
La prima bomba atomica colpisce Hiroshima, in Giappone, il 6 agosto
1945, mentre la seconda colpisce Nagasaki tre giorni dopo, il 9
agosto. I bombardamenti coincidono con un discorso di
Oppenheimer a tutti i membri del Progetto
Manhattan, in cui afferma che avrebbe voluto che le bombe
fossero state completate in tempo per essere utilizzate contro i
nazisti e la Germania
Ottobre 1945: Oppenheimer incontra
il Presidente Truman
Le conseguenze delle
bombe atomiche sul Giappone e la fine della Seconda Guerra Mondiale
portano Oppenheimer a incontrare il Presidente Harry S.
Truman (Gary
Oldman). Questo evento nella linea temporale del film
di Oppenheimer si è verificato nell’ottobre 1945, circa tre mesi
dopo i bombardamenti in Giappone. Durante l’incontro
Oppenheimer disse a Truman che
sentiva “le mani sporche di sangue“, frase che scatenò
l’ira del Presidente.
1947: Lewis Strauss recluta
Oppenheimer a Princeton
Le vite di Lewis Strauss (Robert
Downey Jr.) e J. Robert Oppenheimer
iniziano a incrociarsi nel 1947. In quel periodo
Strauss è amministratore dell’Institute for
Advanced Study di Princeton e propone a
Oppenheimer di diventare il nuovo direttore del
programma. È in questo periodo che il film mostra una conversazione
cruciale tra Oppenheimer e Albert Einstein
(Tom Conti) vicino al laghetto dell’università.
Oppenheimer accetta l’incarico e lavora a
Princeton per gli anni a venire.
Giugno 1949: Oppenheimer mette in
imbarazzo Strauss durante un’udienza
Un momento cruciale nella
cronologia del film Oppenheimer è rappresentato dall’udienza del
Congresso in cui Oppenheimer mette in imbarazzo
Strauss. Nonostante i due avessero lavorato
insieme in passato, Oppenheimer era diventato presidente del
Comitato Consultivo Generale e fu chiamato a un’udienza del
Congresso sull’esportazione di radioisotopi. Strauss sostenne che ciò rappresentava un
pericolo per l’America, ma non aveva il sostegno della comunità
scientifica in quanto non era un vero fisico. Oppenheimer
testimoniò in un’udienza del 1949 e durante il processo prese in
giro le opinioni di Strauss sui radioisotopi, facendo sì che
quest’ultimo iniziasse a mettersi contro di lui.
Agosto 1949: La Commissione per
l’energia atomica si riunisce dopo il test della bomba atomica
dell’Unione Sovietica
Un altro momento cruciale
nella timeline del film Oppenheimer è la riunione della Commissione
per l’Energia Atomica dopo il primo test della bomba atomica
dell’Unione Sovietica. Strauss e Oppenheimer sono entrambi presenti
alla riunione di emergenza, dove insieme ad altri discutono del
livello di minaccia che l’Unione Sovietica rappresenta con questa
capacità di armamento. Il direttore generale dell’AEC
Kenneth Nichols (Dane DeHaan) si
oppone fermamente a Oppenheimer e lo accusa di
aver fatto trapelare informazioni ai sovietici durante il Progetto
Manhattan.
Gennaio 1950: Truman approva lo
sviluppo della bomba all’idrogeno
La corsa alle armi
nucleari subisce una svolta nel gennaio 1950, quando il
Presidente Truman approva lo sviluppo della bomba
all’idrogeno: una decisione che passa in sordina nel film, ma è
significativo per l’ordine cronologico degli eventi di Oppenheimer. Lo sviluppo della bomba H avvenne
dopo che Edward Teller (Benny
Safdie) aveva discusso per anni con
Oppenheimer sulla necessità di creare l’arma.
Teller fu incaricato di guidare lo sviluppo della bomba
all’idrogeno in America.
Novembre-dicembre 1953: Borden
presenta una lettera contro Oppenheimer
Un’altra parte importante
della cronologia del film su Oppenheimer riguarda William
Borden (David
Dastmalchian) e la sua lettera che accusa il fisico di
essere un comunista e una minaccia alla sicurezza dell’America. Il
film di Christopher Nolan suggerisce che ciò avvenne dopo che
Kenneth Nichols e Lewis Strauss consegnarono a
Borden il dossier dell’FBI su J. Robert
Oppenheimer. Il 7 novembre 1953 Borden inviò la lettera
che costrinse il Presidente Dwight
D. Eisenhower a limitare l’autorizzazione governativa
di Oppenheimer. Il 21 dicembre 1953 Oppy si incontrò con
Strauss e Nichols per
appellarsi alla decisione chiedendo un’udienza per il suo
reintegro.
Aprile-maggio 1954: udienza per il
nulla osta di sicurezza a Oppenheimer
L’AEC tenne un’udienza
segreta sul nulla osta di sicurezza a Oppenheimer
tra aprile e maggio 1954. Questi eventi nella timeline di Oppenheimer coprono tutto ciò che avviene
all’interno della piccola sala riunioni dove il fisico e altri
testimoni vengono interrogati sul suo passato da Roger
Robb (Jason
Clarke). Tutti, da Leslie Groves a
Isador Rabi (David Krumholtz) a
Edward Teller, sono stati interrogati sulle loro
azioni: il tutto conclude con la revoca dell’autorizzazione di
sicurezza di Oppenheimer.
1959: l’udienza di Lewis Strauss al
Senato
La parte principale della
storia di Lewis Strauss nella timeline di Oppenheimer si svolge nel 1959, durante la sua
udienzSenato per diventare Segretario al Commercio degli Stati
Uniti dopo la nomina da parte di Eisenhower.
Gli eventi si svolsero nell’arco di 16 giorni nella vita reale e si
conclusero con la mancata conferma di Strauss da
parte del Senato.Si trattò di una sconfitta umiliante per Strauss, che di fatto pose fine alla sua
carriera politica, considerando che il Senato non aveva negato una
simile nomina dal 1925.
Novembre 1963: Oppenheimer riceve
il premio dal presidente Lyndon Johnson
L’ultimo punto della vita
di J.Robert Oppenheimer, cronologicamente trattato
in Oppenheimer, è l’assegnazione di un premio da
parte del Presidente Lyndon Johnson nel 1963. Egli
ricevette il Premio Enrico Fermi, una medaglia
scientifica alla carriera, dopo essere stato premiato da
John F. Kennedy. La cerimonia di consegna della
medaglia a Oppenheimer ebbe luogo poco dopo l’assassinio di JFK e
molti dei suoi ex amici e colleghi erano presenti.
Primo lungometraggio
della trilogia dei cannibali diretta da Ruggero
Deodato, diventata poi un vero e proprio
cult, Ultimo mondo
cannibale (1977), il primo cannibal-movie della
storia, è in concorso a Venezia Classic in una straordinaria
versione restaurata in
4k da Minerva Pictures in
collaborazione con Midnight Factory. Con la
supervisione di Lamberto Bava, all’epoca suo aiuto
regista, è un doveroso omaggio ad un autentico maestro del cinema
di genere, scomparso nel dicembre dello scorso anno.
Regista, sceneggiatore e produttore
cinematografico Nicolas Winding Refn è
annoverato insieme a Lars von Trier e Thomas Vinterberg come uno
degli autori più significativi del cinema danese e i suoi film sono
stati proiettati e apprezzati in tutto il mondo. Ha vinto
il Prix de la mise en scène per il film
Drivealla
64ª edizione del Festival di
Cannes.
PROIEZIONE ORE 23.55 – SALA GIARDINO sarà presente, ad
introdurre il film, il regista NICOLAS WINDING REFN esperto e
amante della cinematografia di Ruggero Deodato terrà anche una
La
trama
Dalle Filippine, un aereo privato
con un gruppo di ricercatori si dirige verso le isole Mindanao,
dove lo attende un altro gruppo che sta conducendo delle ricerche
commissionate dalla Compagnia Petrolifera Americana. Il silenzio
della radio del campo denuncia una tragedia destinata a continuare:
tutti i predecessori sono stati uccisi e mangiati dai cannibali
della foresta. Robert Harper e Rolf, unici superstiti, si perdono
nel labirinto della vegetazione; poi si separano a causa di un
naufragio tra le rapide di un corso d’acqua. Harper, fatto
prigioniero dai cannibali, riesce a fuggire insieme a Palun, una
ragazza che lo ha avvicinato amichevolmente. Ricongiunti con Rolf
cercano disperatamente di fuggire.
Il cinema italiano vanta una lunga
storia d’amore con l’estate, il mare e la spiaggia. Sono tantissimi
i titoli che hanno questo come luogo primario delle vicende
narrate, dal classico Il sorpasso al cult degli anni
Ottanta Sapore di mare, da Abbrozzantissimi fino
al più recente Un’estate al mare. Ad inserirsi in questo
filone è recentemente arrivato anche Sotto il sole di
Riccione (qui la recensione), commedia
sentimentale del 2020 prodotta da Lucky Red e
distribuita sulla piattaforma Netflix. A dirigere il film vi sono invece
gli YouNuts!, duo di filmmaker formatisi nel mondo
dei videoclip e qui al loro primo lungometraggio.
Sotto il sole di Riccione,
però, nasce da un’idea originale di Enrico
Vanzina, il quale l’ha pensato come un omaggio al cinema
balneare italiano degli anni Ottanta e in particolare a quello
stesso Sapore di mare diretto da fratello Carlo. Si
ritrovano dunque nel lungometraggio tutti quegli elementi classici
di questo genere, dagli intrecci amorosi agli imprevisti più
comici, il tutto condito da buoni sentimenti e un cast di giovani e
celebri attori. Il film, inoltre, prende il nome dal singolo
Riccione dei Thegiornalisti, che ne fa
anche da colonna sonora assieme ad altri loro successi.
Pur essendo un omaggio agli anni
Ottanta, il film parla però una lingua profondamente contemporanea,
che saprà affascinare i giovani spettatori e regalare loro un
racconto generazionale. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Sotto il sole di Riccione:
la trama del film
Ambientato a Riccione, nel cuore
della riviera romagnola, il film ha per protagonisti un gruppo di
ragazzi le cui vicende s’intrecceranno in modo imprevedibile
durante le vacanze estive. Tra questi vi è Ciro, è
un ragazzo del sud con un sogno nel cassetto, quello di diventare
un cantante, ma dopo un provino andato male, si accontenta di un
lavoretto estivo. Viene infatti assunto come bagnino,
catturando l’attenzione di tutte le ragazze della spiaggia.
Marco, invece, è un ragazzo timido e introverso
che non riesce a dichiarare a Guenda, il suo
grande amore.
Ad aiutarlo c’è però
Gualtiero, ex bagnino ed esperto seduttore che
cerca d’insegnargli i segreti dell’arte della conquista. Vi è poi
Vincenzo, è un giovane non vedente, che
accompagnato da una mamma sempre troppo ansiosa e protettiva,
desidera essere più libero e allacciare nuove amicizie. Incontrando
Furio, il figlio del proprietario del lido e il
suo gruppo di amici, finirà con il conoscere
Camilla, della quale si innamorerà perdutamente.
Per tutti sarà un’estate indimenticabile tra mare, musica,
amicizia, amore e desideri da realizzare.
Sotto il sole di Riccione:
il cast del film
Come anticipato, il filma vanta la
presenza di numerosi giovani attori già però noti per diversi
prodotti di grande successo. Si ritrova in primis Cristiano Caccamo,
divenuto celebre per le serie Questo è il mio paese, Il
paradiso delle signore e La vita promessa, qui
impegnato nel ruolo di Ciro. Saul Nanni, visto in
opere televisive come Alex & Co., Non dirlo al mio
capo e Scomparsa, interpreta il timido Marco,
innamorato di Guenda, la quale è invece interpretata da
Fotinì Peluso, divenuta celebre grazie alle serie
Romanzo famigliare e La compagnia del cigno.
Andrea Roncato, attore celebre per i tanti
cinepanettoni interpretati, interpreta Gualtiero, ex bagnino e
irriducibile seduttore.
Lorenzo Zurzolo,
divenuto popolare grazie alla serie Baby e al film
Morrison, è invece il non
vedente Vincenzo, un ruolo che gli ha richiesto grande
concentrazione e preparazione al fine di poter risultare credibile.
Nel film il suo personaggio si trova a confrontarsi con Camilla,
interpretata dall’attrice Ludovica Martino.
Divenuta una star grazie alla serie Skam, si è poi
distinta con ruoli di rilievo anche nei film Il campione, Mio
fratello, mia sorella e Lovely Boy. Completano il
cast Isabella Ferrari,
divenuta celebre proprio grazie a Sapore di mare, e qui
nei panni di Irene, madre di Vincenzo. Il noto doppiatore
Luca Ward è qui presente in veste di attore con il
personaggio del seducente Lucio.
Sotto il sole di Riccione: il
trailer e come vedere il film su Netflix o in televisione
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Sotto il sole di
Riccione è infatti disponibile nel catalogo di
Netflix. Per vederlo, iscriversi alla piattaforma
e sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video,
potendolo inoltre fruire in modo pressocché illimitato. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 24
agosto alle ore 21:20 su Canale
5.
Uno dei più celebri romanzi della
letteratura cinese è Il Viaggio in
Oriente, un racconto epico che mescola le tradizioni
della Cina con le sue leggende più importanti. Ormai parte della
cultura popolare, ne tempo sono stati numerosi gli adattamenti più
o meno liberi di tale opera, tra cui una recente serie live action
di Netflix dal titolo The New Legends of
Monkeys. Ora, però, sempre su Netflix è arrivato il film
d’animazione The Monkey King, che
riprende quel racconto per riproporlo sotto forma di commedia
d’azione, nella quale si possono naturalmente ritrovare tutti gli
insegnamenti più importanti del romanzo.
È dunque questo uno dei nuovi film
d’animazione dello streamer intorno al quale si è generata molta
attesa. In particolare perché i recenti film animati dell’azienda,
da Klaus fino a Il mostro dei mari e il vincitore
agli Oscar Pinocchio hanno saputo
affascinare grazie a tecniche d’animazione nuove, da cui si
sprigionano numerose novità estetiche. The Monkey King va
ad inserirsi in questo elenco, riproponendo dunque una storia
d’avventura con forti elementi esistenziali alla sua base. A
dirigerlo, d’altronde, vi è un esperto d’animazione come
Anthony Stacchi, già regista di
Boxtrolls, sceneggiatore del Pinocchio di
del Toro e animatore di Missing Link.
Stacchi è dunque una garanzia e
anche in questo caso ha realizzato un film visivamente gioioso,
curato fino al minimo dettaglio. Basti pensare che la pelliccia del
protagonista è caratterizzata da ben 390,302 peli, a dimostrazione
di quanta cura si possa ritrovare in The Monkey King.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile
approfondire alcuni dettagli relativi ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà possibile ritrovare informazioni sulla
trama e il cast di doppiatori, ma
anche il suo rapporto con il romanzo Il Viaggio in
Oriente. Infine, si elencheranno i passaggi da
compiere per poter vedere il film su Netflix.
La trama di TheMonkey King
The Monkey King narra la
storia di Sun Wukong, meglio conosciuto come
Monkey King, una scimmia estremamente orgogliosa a
cui è stato rubato il suo bastone magico da combattimento. Il
colpevole è Dragon King e per riprenderselo Wukong
dovrà prima affrontare e sconfiggere centinaia di demoni. Ma
l’ostacolo più grande è dentro di sé, si tratta del suo ego
smisurato. L’incontro con una ragazzina di un villaggio, di
nome Lin, gli farà capire che ogni azione,
anche la più insignificante, ha grandi conseguenze e che dovrà
mettere da parte il suo orgoglio per raggiungere il suo scopo.
The Monkey King e IlViaggio in
Oriente
Come anticipato, il film è
liberamente ispirato ad uno dei più celebri classici della
letteratura cinese, ovvero Il Viaggio in
Occidente. Pubblicato intorno al 1590, il romanzo
racconta, in versione mitizzata, il viaggio di un monaco buddhista,
ispirato al personaggio storico Xuánzàng. Costituisce una
riflessione su quanto il buddhismo cinese avesse unito le genti,
fondendo aspetti del Taoismo e del Confucianesimo in Cina.
Rappresenta, inoltre, un vero e proprio percorso di purificazione
dei vari personaggi, che alla fine del viaggio giungeranno
all’illuminazione.
Il monaco è accompagnato nel suo
viaggio da tre discepoli: il re scimmia Sun
Wukong, il maiale Zhu Wuneng e il demone
fluviale Sha Wujing. Insieme, in un’avventura che
varrà a ciascuno una purificazione, combattono decine di mostri e
demoni. Un’avventura dunque ripresa dal film, dove proprio Sun
Wukong figura come personaggio principale con l’obiettivo di
sconfiggere centinaia di demoni per potersi guadagnare il rispetto
degli dei. I primi capitoli del romanzo, d’altronde, sono tutti
dedicati alla storia di Sun Wukong, cosa che fa di lui l’effettivo
protagonista del racconto.
The Monkey King è dunque un
libero adattamento proprio di quei primi capitoli, cosa confermata
ulteriormente anche dal finale, dove Wukong incontra poi il monaco,
il maiale e il demone fluviale, collegandosi dunque a quella parte
del romanzo in cui i quattro intraprendono un’unica epica
avventura. Non è dato sapere se ci sarà un sequel di The Monkey
King, che adatterà dunque i rimanenti capitoli del romanzo
Il Viaggio in Oriente, ma se il film dovesse avere
successo ciò potrebbe invogliare Netflix ad investire ulteriormente
in tale racconto.
Il cast di doppiatori di The Monkey King
A dare voce al personaggio Sun
Wukong, vi è l’attore hongkonghese Jimmy O. Yang,
noto per aver recitato anche in Crazy & Rich,Fantasy Island, Love Hard e nella
serie Space Force. L’umana
Lin ha invece la voce di Jolie Hoang-Rappaport,
mentre il Dragon King è doppiato dall’attore Bowen
Yang, noto per la sua partecipazione al Saturday Night
Live. Vi sono poi Jo Koy come voce di Benbo,
Ron Yuan nel ruolo di Babbo e Andrew
Pang per il personaggio del sindaco. L’attrice
Stephanie Hsu, candidata all’Oscar per Everything Everywhere All at
Once dà invece voce alla moglie del sindaco.
Il trailer di The Monkey
King e dove vedere il film in streaming e in TV
Come anticipato, è possibile fruire
di The Monkey King unicamente grazie alla
sua presenza nel catologo di Netflix, dove
attualmente è al 3° posto della Top 10 dei
film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo,
basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità
e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti
gli altri prodotti presenti nella piattaforma.
Harmony Korine ha
dichiarato di aver chiuso con i “film normali”, tranne forse la
possibilità di realizzare un film da una sceneggiatura di
Terrence Malick. L’autore di Spring Breakers e Kids ha
detto a GQ che si sta allontanando da Hollywood
nel suo complesso, in seguito all’accoglienza tiepida riservata a
The Beach Bum del 2019.
“Ho semplicemente perso interesse
per i film normali”, ha detto Korine. “So che c’è qualcos’altro.
Questa è diventata davvero un’ossessione. Cosa viene dopo tutto
questo (…) Onestamente, ho sempre avuto più soddisfazioni dalla
pittura. Non mi diverto davvero a fare film.”
Lo sceneggiatore-regista ha fondato
il collettivo creativo e lo studio di design Edglrd con l’obiettivo
di democratizzare le produzioni “gamecore”. Il suo ultimo progetto
Aggro Dr1ft sarà presentato in anteprima
all’80°
Festival del Cinema di Venezia e successivamente proiettato al
TIFF e al NYFF.
Tuttavia, Korine potrebbe tornare
alla regia tradizionale dopo che Terrence Malick
gli ha inviato una sceneggiatura. “Terrence Malick ha scritto
una sceneggiatura che vuole che io diriga”, ha detto Korine.
“È una sceneggiatura davvero, davvero bellissima. E questa è
forse una delle uniche cose che potrei immaginare che possa
riportarmi al cinema reale e tradizionale. Ma anche allora, la
parte difficile ora è solo l’idea di guardare attraverso un
obbiettivo e filmare, ad esempio, le persone che parlano a un
tavolo. Tutto questo dialogo si mette sempre in mezzo. Tutte queste
cose di cui non ti importa davvero. Non lo so. Sarebbe un caso
speciale”. Ha continuato: “L’ho sempre amato, e i suoi
film sono stati una grande cosa per me da bambino, e anche adesso.
Ma forse questa sarebbe l’unica cosa.”
Nel frattempo, Malick sta
attualmente lavorando al progetto a lungo termine
The Way of the Wind, un film epico biblico con
Mark Rylance che è in post-produzione da anni.
Negli Stati Uniti sta per arrivare
una versione in IMAX per Barbie,
con tanto di scene inedite post-credits. Il film diretto da
Greta Gerwig è stato un enorme successo
al botteghino, avendo attualmente incassato quasi 1,3 miliardi di
dollari al botteghino globale. È stato anche un successo di critica
con recensioni entusiastiche e un punteggio critico attuale
dell’88% su Rotten Tomatoes. Dato che Christopher Nolan ha filmato
Oppenheimer con
le telecamere IMAX, il suo ultimo film è stato proiettato in tutte
le sale IMAX da quando è uscito, lo stesso giorno di
Barbie, motivo per cui il film di Gerwig non è
stato finora proposto in IMAX nonostante il suo successo.
Secondo Deadline, l’uscita IMAX
limitata di Barbie durerà
una settimana a partire dal 22 settembre. Ciò avverrà dopo l’uscita
IMAX estesa di Oppenheimer e prima dell’uscita del film
di fantascienza di Gareth EdwardsThe
Creator nelle sale IMAX il 29 settembre. Ecco cosa ha
dichiarato Greta Gerwig in merito a questa uscita in IMAX:
“L’entusiasmo mondiale per
Barbie è stato travolgente, profondamente commovente. Tantissimi
fan di Barbie hanno intrapreso questo viaggio con noi, e non
possiamo ringraziarli abbastanza per aver supportato il film e aver
condiviso la loro esperienza con Barbie nei cinema, sui social
media e in tutto il mondo. Abbiamo realizzato Barbie per il grande
schermo, quindi è emozionante poterla portare su IMAX, lo schermo
più grande di tutti. E come ringraziamento speciale ai fan di
Barbie, siamo entusiasti di condividere un po’ ancora di più
dell’incredibile lavoro del nostro cast e della troupe aggiungendo
nuovi filmati speciali che speriamo possano piacere al
pubblico.”
Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul
film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga
dalla Terra), Issa Rae (The Photograph –
Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea
Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e
Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami,
Peaky Blinders), Simu
Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli),
Ncuti Gatwa (Sex Education),
Scott Evans (la serie TV Grace e
Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu
Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar
Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
The
Equalizer 3 – Senza Tregua è stato pubblicizzato
come il film finale della serie d’azione con
Denzel Washington, ma il regista Antoine
Fuqua non chiude totalmente le porte a Robert McCall. In
effetti, Fuqua ha persino preso in considerazione l’idea di far
ringiovanire il suo protagonista per una continuazione del
franchise sotto forma di una storia sulle origini.
“Ci ho pensato sicuramente
molto”, ha detto Fuqua a NME in una nuova intervista.
“Soprattutto ora con la nuova tecnologia, l’intelligenza
artificiale e tutto quel genere di cose… C’è una storia da
raccontare su come [McCall] è diventato questa persona – la
versione più giovane. Ne ho parlato a lungo con [lo sceneggiatore
di ‘Equalizer’] Richard Wenk.”
Negli ultimi anni gli attori
invecchiati sono diventati uno strumento cinematografico molto
usato, come ci ricorda il recente Indiana Jones 5 oppure il The
Irishman di Martin Scorsese.
“Non ne ho ancora parlato con Denzel“, ha detto Fuqua
dell’idea di ringiovanimento. “È tutto così fresco e nuovo. Sto
ancora studiando [la tecnologia]. Ho visto il film di Harrison Ford e so che ci sono altri film in
uscita. Penso che la Sony ne distribuirà presto uno con Tom
Hanks [‘Here’ di Robert Zemeckis]. E ho sentito che la
tecnologia sta migliorando sempre di più. Quindi la sto osservando
per vedere come si sviluppa.”
The
Equalizer 3 – Senza Tregua, il nuovo thriller
d’azione di Sony Pictures diretto da Antoine Fuqua
con
Denzel Washington. L’attore premio Oscar torna a
interpretare l’ex agente governativo Robert McCall nell’ultimo
capitolo della saga dell’inflessibile giustiziere. Il film, scritto
da Richard Wenk (Jack Reacher – Punto di non ritorno,
The Equalizer 2 – Senza perdono) e ispirato
alla serie TV anni ‘80 Un giustiziere a New-York,
vede tra i protagonisti anche
Dakota Fanning e David Denman.
The
Equalizer 3 – Senza Tregua sarà solo al
cinema dal 30 agosto prodotto da Sony Pictures e Eagle Pictures,
distribuito da Eagle Pictures.
Da quando ha abbandonato la sua vita
di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha
lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e
trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore
degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia,
scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss
della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa
cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.
Torna per
il ventiquattresimo
anno la Power List del cinema
italiano, ovvero l’elenco
dei talent e
dei professional più influenti del mondo del
cinema italiano sulla base di quanto accaduto negli ultimi dodici
mesi, ma lanciando anche uno sguardo al futuro prossimo. A stilarla
le riviste rivolte al mondo del cinema Box
Office e Best Movie,
rispettivamente guidate da Paolo Sinopoli e Giorgio Viaro, entrambe
pubblicate da Duesse Communication e
leader di settore in
ambito B2B e consumer. Nelle due
riviste, disponibili da fine agosto in versione cartacea e
digitale, sono esplorate le motivazioni delle classifiche e delle
singole scelte, contraddistinte ciascuna da specifici punti di
forza e debolezza. Il focus, lo ricordiamo, è sempre il grande
schermo, per questo non vengono considerate performance ed exploit
legati alla serialità televisiva, alle piattaforme streaming o,
come nel caso di Checco Zalone, ai palchi teatrali.
LA CLASSIFICA DEI
TALENT
Curata da Best Movie,
mette al primo posto Pierfrancesco
Favino, una garanzia di incassi e qualità per i film a
cui prende parte, ma anche un attore con una visione produttiva del
cinema che va oltre il semplice lato artistico, capace di
trasformare perfino un film difficile e di puro genere
come L’ultima notte di Amore in un
fenomeno distributivo, attraverso il suo impegno promozionale.
La nostra “bankable star” n.1 (come dimostrato da uno studio
di Box Office) proprio in questi giorni sarà presente
al Festival di Venezia con il film di
apertura Comandante di Edoardo De Angelis e con
il nuovo film di Stefano Sollima Adagio, mentre
ha da poco terminato le riprese di Napoli-New
York di Gabriele Salvatores. Al secondo
posto della classifica dei talent ci sono Aldo,
Giovanni e Giacomo. Protagonisti del miglior incasso
italiano dell’anno con Il grande giorno, hanno
confermato che il ritrovato sodalizio con Massimo Venier è anche un
ritorno alla loro migliore ispirazione e al cuore degli spettatori.
Al terzo, Paolo Sorrentino, che resta il più
importante tra i nostri autori a livello globale e che è da poco
tornato sul set per raccontare nuovamente Napoli e le sue
mitologie, pubbliche e private. Seguono Ficarra e
Picone, che hanno dimostrato di essere a loro agio (e
altrettanto efficienti al box office) anche nel cinema d’autore
con La stranezza, e sono in dirittura d’arrivo con il
loro nuovo film di Natale. Chiude la Top 5 la coppia
(ex-aequo) Alessandro
Borghie Luca Marinelli,
amici di set e nella vita, amatissimi dal pubblico, al centro dello
straordinario risultato di Le otto montagne.
Seguono: Toni Servillo (6), Nanni Moretti (7), Antonio
Albanese (8), Fabio De Luigi (9), Marco Bellocchio (10), Riccardo
Milani (11), Alessandro Siani (12), Me contro Te (13), Paolo
Genovese (14), Gianni Amelio (15), Luca Guadagnino (16), Edoardo Leo (17), Paola Cortellesi (18), Paolo Virzì (19),
Mario Martone (20), Pupi Avati (21), Matteo Garrone (22), Barbara
Ronchi (23), Giulia Steigerwalt (24) e Valerio
Mastandrea (25).
LA CLASSIFICA DEI
PROFESSIONAL
Al primo posto della classifica dei
professional stilata da Box Office figura il
ministro della cultura Gennaro Sangiuliano,
che ha manifestato grande attenzione verso il settore
cinematografico – coadiuvato dalla senatrice e sottosegretario di
Stato Lucia Borgonzoni – attivando un’imponente campagna di
comunicazione da 20 milioni di euro, intitolata “Cinema
Revolution”, e l’iniziativa che prevede un biglietto ridotto a 3,5
euro per i film italiani ed europei in uscita in sala a cavallo tra
le due edizioni di Cinema in Festa di giugno e settembre. In
seconda posizione si colloca Paolo Del
Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema,
riconfermato al vertice della società pubblica, che nel triennio
2020-2022 ha stanziato 240 milioni di euro a favore del cinema
italiano. Chiude il podio Massimiliano Orfei,
amministratore delegato di Vision Distribution, che continua a
rafforzare la sua posizione e si conferma tra i maggiori player di
riferimento del cinema italiano grazie al raggiungimento di
importanti risultati al box office e alla vittoria di prestigiosi
premi. Al quarto posto troviamo Giampaolo
Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa
Film, reduce da una stagione in cui hanno brillato
soprattutto Il grande giorno con Aldo, Giovanni
e Giacomo (primo incasso italiano dell’ultima stagione
cinematografica) e La stranezza di Roberto Andò.
Infine, chiude la Top 5 Alessandro Araimo,
General Manager Italy & Iberia di Warner Bros. Discovery, in
quanto manager dell’unica major che in questi anni ha saputo
costruirsi una credibilità sul fronte del cinema italiano, puntando
con successo su nuovi talenti (primi fra tutti i Me contro Te) e
offrendo un mix di generi a cavallo tra opere autoriali e
commedie.
Seguono Nicola
Maccanico (6), Mario Gianani (7), Iginio Straffi e Alessandro Usai
(8), Ramón Biarnés e Francesco Grandinetti (9), Andrea e Raffaella
Leone (10), Marco Cohen, Fabrizio Donvito e Bendetto Habib (11),
Fulvio e Federica Lucisano (12), Domenico Procacci (13), Benedetto
Habib, Luigi Lonigro, Mario Lorini e Francesco Rutelli (14),
Lorenzo Mieli (15), Carlo Degli Esposti (16), Andrea Occhipinti
(17), Beppe Caschetto (18), Antonio Avati (19), Piera Detassis
(20), Guglielmo Marchetti (21), Nicola Corigliano (22), Cristina
Priarone (23), Tarak Ben Ammar e Andrea Goretti (24), e – ex aequo
– Matteo Rovere (25) e Roberto Stabile (25).
Ecco il trailer in italiano di
Ritratto di famiglia, il nuovo film diretto da
Roschdy Zem, che uscirà nelle sale
il 31 agosto 2023. Il film è stato presentato in anteprima, in
Selezione Ufficiale, alla 79. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia. Il film sarà
distribuito da Movies Inspired.
La trama di Ritratto di
famiglia
Moussa è sempre stato gentile,
altruista e presente con la sua famiglia. Al contrario di suo
fratello Ryad, noto presentatore televisivo, che viene rimproverato
da chi lo circonda per il suo egoismo. Lo difende solo Moussa, che
per lui ha una grande ammirazione. Una sera Moussa sbatte
violentemente la testa e subisce un trauma cranico. Inizia a
parlare senza filtri e dice a parenti e amici scomode verità.
Dopo un periodo particolarmente
complicato, funestato da questioni personali purtroppo sotto gli
occhi di tutti, Johnny Depp è pronto per tornare a fare quello
che sa fare meglio: raccontare storie per il cinema. Che lo faccia
con le sue espressioni accattivanti, con la sua voce suadente o con
il suo occhio acuto sul mondo,
Depp sta tornando a lavorare, guardando più all’Europa che agli
Stati Uniti, ma con una nuova spinta creativa che lo vedrà
impegnato in più vesti nel suo prossimo futuro professionale.
Lo abbiamo visto in forma smagliante
e di ottimo umore sul
tappeto rosso del Festival di Cannes 2023, per presentare
il film d’apertura della kermesse francese, ma presto sentiremo
parlare di lui anche in veste di regista e in quella di doppiatore,
due professioni che ha già dimostrato in passato di saper
padroneggiare.
Jeanne du Barry: La Favorita del
Re, dal 30 agosto al cinema!
A partire dal prossimo 30 agosto,
Johnny Depp tornerà a quello che sa fare meglio e per
il quale il suo pubblico lo ama: indossare una maschera, diventare
qualcun altro e ammaliare il pubblico con una storia. Questa volta
però sarà solo la controparte maschile di un racconto che ruota
intorno ad una figura storica che ha sempre fatto discutere molto:
Jeanne du Barry, la cortigiana di Luigi XV che
dal niente divenne la favorita del Re di Francia. A dirigere e
interpretare il film, che ha aperto il Festival di
Cannes 2023, c’è
Maïwenn, mentre Depp veste i panni, parrucca e cerone, proprio
del sovrano assolutista, che accoglie alla sua corte e nel suo
letto la donna dal fascino irresistibile.
In un ruolo molto complicato,
Johnny Depp deve far leva su ogni sua
risorsa per consegnare al pubblico una grande performance, contro
di lui ha infatti la lingua che padroneggia con destrezza ma non
bene quanto l’inglese, e il compito di portare sullo schermo un
personaggio che porta con sé un ricchissimo immaginario
iconografico. Depp però porta a casa un risultato egregio, e dal 30
agosto tutto il pubblico italiano potrà goderne.
Johnny Puff Secret Mission
È ancora una volta
l’Europa che offre a Johnny Depp, per adesso, la possibilità di
continuare a raccontare storie al pubblico. Dopo la Francia, l’ex
Jack Sparo sbarca in una produzione italo-spagnola. Questa volta si
tratta di animazione e Johnny presta la sua voce al personaggio
immaginario di Johnny Puff. Non è la prima volta che Depp si
cimenta con il doppiaggio, dal momento che nel 2011 aveva prestato
la voce a
Rango, il camaleonte animato diretto da Gore
Verbinski.
Dal 2020, Johnny Depp fa parte del programma tv
d’animazione per bambini Puffins, e tornerà per il film
Johnny PuffSecret Mission. L’attore la voce al
saggio mentore Johnny Puff, una pulcinella di mare. Puffins è
uscito nel 2020 sulla piattaforma Apple
TV+ come spin-off del film Arctic Dogs del
2019 e segue cinque pulcinelle di mare che lavorano per un astuto
tricheco chiamato Otto. La serie ha prodotto 250 episodi di cinque
minuti che hanno portato a Puffins Impossible, e la
prossima avventura di questi simpatici volatili vedrà Depp tornare
a prestare la voce al personaggio in Johnny Puff Secret
Mission.
Modi
Attore dai mille volti e dai
molteplici talenti, Johnny Depp si prepara anche a tornare
dietro alla
macchina da presa con un film biografico dal titolo Modi. Sarà
un biopic sul famoso pittore e scultore italiano Amedeo
Modigliani. Per l’attore si tratta del ritorno alla regia
dopo molti anni dal suo debutto in tale ruolo, avvenuto nel 1997
con Il coraggioso. In
quell’occasione Depp era anche protagonista del film, accanto
all’amico Marlon
Brando, mentre a capo del cast di Modi ci sarà
un’altra leggenda del cinema, Al Pacino, affiancato da un volto molto
familiare al cinema italiano, Riccardo Scamarcio.
Il film, basato su un’opera teatrale
di Dennis McIntyre e adattato per lo schermo da
Jerzy e Mary Kromolowski,
racconterà la vita dell’artista italiano durante il suo soggiorno a
Parigi, nel 1916. L’opera metterà sicuramente alla prova Johnny Depp che nel ritorno alla regia
troverà sicuramente nuovi stimoli e nuove forme di racconto per
continuare ad ammaliare il suo pubblico
Bentornati nella New York di fine
Ottocento, una città in cui il vecchio e il nuovo lottano per
guadagnare il proprio spazio, in cui la classe aristocratica deve
fronteggiare l’ascesa di una nuova borghesia, moderna e
scoppiettante, piena di idee innovative e rivoluzionarie. La
seconda stagione di The Gilded Age, di cui oggi viene rilasciato
il teaser ufficiale, in arrivo da ottobre in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW, racconta l’età dorata americana di fine XIX
secolo, proprio al centro del conflitto tra tradizione e modernità.
La serie scritta e creata dal premio Oscar® Sir Julian Fellowes
(Downton Abbey, Belgravia), una vera e propria istituzione in tema
di drammi in costume, vanta un cast d’eccezione che vede fra i
protagonisti Carrie Coon (The Leftovers), Christine Baranski (The
Good Wife), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like
That…), Morgan Spector (Il complotto contro l’America).
Nella prima stagione, se la
tradizione è incarnata dall’intransigente e orgogliosa ereditiera
Agnes van Rhijn (Christine Baranski) – spalleggiata dalla sorella
Ada Brook (Cynthia Nixon) , la modernità ha le appariscenti
sembianze della coppia borghese interpretata da Morgan Spector nei
panni di George Russell (Il complotto contro l’America) e Carrie
Coon nelle vesti di Bertha Russell. Nel mezzo, la protagonista di
questa storia, interpretata da Louisa Jacobson Gummer: Marion
Brook, la malcapitata nipote di Agnes e Ada che si ritrova suo
malgrado, insieme all’aspirante scrittrice Peggy Scott (Denée
Benton), nel bel mezzo di una contesa tra le zie e i nuovi,
rampanti vicini. Questa nuova stagione racconta di come Bertha
sfidi la signora Astor e il vecchio sistema, lavorando non solo per
prendere piede nella società, ma per assumerne potenzialmente un
ruolo di primo piano mentre suo marito George affronta la propria
battaglia contro un sindacato in crescita nella sua acciaieria di
Pittsburgh. Nella Brook House, Marian continua il suo viaggio per
trovare la sua strada nel mondo, intanto a Brooklyn, la famiglia
Scott inizia a riprendersi da una scoperta scioccante e Peggy
attinge al suo spirito attivista attraverso il suo lavoro con T.
Thomas Fortune al NY Globe.
Nel cast anche Louisa Jacobson,
Denée Benton, Ben Ahlers, Michael Cerveris, Kelley Curran, Taissa
Farmiga, Jack Gilpin, Simon Jones, Sullivan Jones, Celia
Keenan-Bolger, Debra Monk, Donna Murphy, Kristine Nielsen, Kelli
O’Hara,Patrick Page, Harry Richardson, Taylor Richardson, Blake
Ritson, Douglas Sills, Erin Wilhelmi, Nathan Lane, Audra McDonald,
John Douglas Thompson, Ashlie Atkinson, Laura Benanti, Nicole
Brydon Bloom, Christopher Denham, David Furr, Ward Horton, Matilda
Lawler and Robert Sean Leonard.
La serie è stata scritta e creata da
Julian Fellowes, produttore esecutivo insieme a Gareth Neame e
David Crockett; regista e produttore esecutivo Michael Engler;
produttore esecutivo Bob Greenblatt; scrittore e produttore
esecutivo Sonja Warfield; produttore esecutivo Salli
Richardson-Whitfield. The Gilded Age è una coproduzione HBO e
Universal Television, parte di Universal Studio Group.
Ecco il trailer di “Flora
and Son”, il nuovo film Apple Original con Eve Hewson e
Joseph Gordon-Levitt in uscita il 29 settembre su Apple
TV+.
Flora and Son, la trama
Flora (Eve Hewson)
è una mamma single che non sa cosa fare con il figlio adolescente e
ribelle Max (Orén Kinlan). Incoraggiata dalla
polizia a trovare a Max un hobby, Flora cerca di tenerlo occupato
regalandogli una chitarra acustica scassata. Con l’aiuto di un
musicista di Los Angeles un po’ sbandato (Joseph Gordon-Levitt),
Flora e Max scoprono il potere trasformativo della musica. Dalla
mente musicale di John Carney, “Flora and Son” esplora il legame
tra una madre e un figlio in un viaggio verso una nuova
armonia.
“Flora and Son” è diretto da John
Carney. che lo produce insieme a Anthony Bregman, Peter Cron,
Rebecca O’Flanagan e Robert Walpole. Cathleen Dare, Milan Popelka e
Alison Cohen sono i produttori esecutivi.
Regia:
John
Carney
Scritto da:
John Carney
Cast:
Eve
Hewson, Joseph Gordon-Levitt, Jack Reynor, Orén Kinlan
Produttori:
Peter Cron, Rebecca O’Flanagan,
Robert Walpole,
Anthony Bregman, John Carney
Produttori esecutivi: Cathleen
Dore, Milan Popelka, Alison Cohen
Prime Video ha
svelato oggi il poster e le descrizioni dei personaggi dell’attesa
serie Original Gen
V, che arriva dal mondo di The
Boys. La serie sarà disponibile esclusivamente su
Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel
mondo con i primi tre episodi venerdì 29 settembre, seguiti da
nuovi episodi ogni settimana fino all’epico finale di stagione di
venerdì 3 novembre.
Ambientato nel mondo diabolico di
The Boys, Gen
V espande l’universo della Godolkin University,
il prestigioso college per soli supereroi dove gli studenti si
esercitano per diventare una nuova generazione di eroi,
preferibilmente con sponsorizzazioni lucrative. Non tutti, però,
scelgono la strada della corruzione. Oltre al classico caos
universitario, oltre alla ricerca della propria identità e alle
feste, questi ragazzi si troveranno ad affrontare situazioni
letteralmente esplosive. Mentre si contendono popolarità e buoni
voti, è chiaro che la posta in gioco è molto più alta quando sono
coinvolti dei super poteri. Quando il gruppo di giovani dai poteri
soprannaturali scopre che qualcosa di più grande e sinistro sta
succedendo a scuola, saranno messi alla prova: sceglieranno di
diventare gli eroi o i cattivi delle loro storie?
Il cast della serie
include Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn,
Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick
Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen
V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo
di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T.
Usher, Colby Minifie e P.J. Byrne negli stessi ruoli che
interpretano in The
Boys.
Jaz Sinclair interpreta
Marie Moreau, supereroina diciottenne con la capacità di
controllare e rendere il proprio sangue un’arma. Come matricola
approdata alla Godolkin University gestita dalla Vought
International, è desiderosa di dimostrare che ha quello che serve
per unirsi ai Sette, ma è distratta da un mistero che inizia a
rivelare a scuola.
Chance Perdomo interpreta
Andre Anderson, uno junior della Godolkin University con
poteri magnetici. È il miglior amico di Golden Boy e il figlio del
famoso supereroe, Polarity; Andre ha un’esempio ingombrante da
seguire ed è pronto a prendere il nome Polarity una volta che suo
padre deciderà di ritirarsi. Quando si rende conto che sta per
accadere qualcosa alla scuola, cerca di capire quello che realmente
sta succedendo.
Lizze Broadway interpreta
Emma Meyer, che è anche conosciuta con il suo nome da
supereroe, Little Cricket, per la sua capacità di diventare super
piccola. Anche se insicura e ingenua, tanto da trovarsi spesso in
situazioni compromettenti, diventa amica intima della sua compagna
di stanza, Marie, e insieme si muovono tra i misteriosi pericoli
alla Godolkin University.
Shelley Conn interpreta
Indira Shetty, il preside della Godolkin University. Non
ha poteri, ma a renderla indispensabile sono la sua esperienza nel
comprendere la psicologia dei supereroi e la sua impareggiabile
capacità di analisi. Il suo obiettivo è quello di trasformare la
Godolkin University in un college d’elite per superoi ed ha
un’attenzione particolare per Marie.
Maddie Phillips interpreta
Cate Dunlap, un junior alla Godolkin University, amica di
Jordan e Andre. Cate è in grado di convincere le persone a fare
tutto ciò che vuole col solo tocco delle sue mani e usa a suo
vantaggio questo potere. Potente e sicura di sé, è anche la ragazza
di Luke, ciò la rende una delle più popolari del campus.
London Thor e Derek Luh
interpretano Jordan Li, uno studente competitivo della
Godolkin University che farà di tutto per primeggiare. Ha la
capacità unica di cambiare forma, maschile o femminile, ed in base
ad essa rivela poteri differenti: da uomo è indistruttibile,
da donna è agile e può scatenare esplosioni di energia. I suoi
diversi poteri lo rendono un eccellente assistente alla Brink
School of Crime Fighting.
Asa Germann interpreta
Sam, un supereroe tormentato che cerca disperatamente di
sfuggire a sfortunate circostanze. È estremamente potente, dotato
di una forza impareggiabile e dell’invulnerabilità. Nonostante
abbia un buon cuore, è tormentato dalle sue allucinazioni, che a
volte gli rendono difficile discernere tra ciò che è reale e ciò
che non lo è.
Patrick Schwarzenegger
interpreta Luke Riordan, anche conosciuto con il suo nome
da supereroe, Golden Boy, a causa della sua capacità di infiammare
il suo corpo. È un anziano presso la Godolkin University ed è in
cima alla classifica per divenire uno dei componenti dei Sette.
Sean Patrick Thomas
interpreta Polarity, Padre di Andre e osannato studente e
membro del consiglio di amministrazioine della Godolkin University.
Polarity si aspetta che suo figlio segua le sue orme assumendo il
nome di Polarity quando si ritirerà. Crede che Andre sia destinato
ai Sette e non si fermerà davanti a nulla per rendere il suo sogno
realtà.
Clancy Brown interpreta il
Professor Rich “Brink” Brinkerhoff, un rinomato professore
di lotta al crimine alla Godolkin University che ha insegnato a
supereroi dal calibro di A-Train, Queen Maeve e The Deep. Si dedica
alla ricerca di eccelleti nuovi talenti da aggiungere ai Sette, ed
è convinto che Golden Boy sia quello giusto.
Marco Pigossi interpreta il
Dr. Edison Cardosa, un medico dotato molto legato alla
Godolkin University.
Michele Fazekas e Tara
Butters sono showrunner ed executive producer della serie. Eric
Kripke, Seth
Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur,
Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick
Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe
e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della
serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant
Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha
Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è
prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in
collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e
Original Film.
Il tema dell’inclusività al cinema è
divenuto sempre più centrale negli ultimi anni. Cambiamenti
culturali e sociali hanno portato ad una sempre maggiore attenzione
nei confronti di quanti sino ad oggi difficilmente potevano sperare
di ritrovare racconti e personaggi nei quali identificarsi fino in
fondo. Uno dei più brillanti prodotti di questa nuova sensibilità è
Tuo, Simon, il film del 2018 diretto da
Greg Berlanti, già autore di una commedia a
tematica gay dal titolo Il club dei cuori infranti. Come
quel film, Tuo, Simon affronta il tema dell’omosessualità
inserendolo all’interno di una storia adolescenziale, che ha
emozionato spettatori di ogni orientamento sessuale.
Il film è l’adattamento
cinematografico del romanzo Simon vs. the Homo Sapiens
Agenda, scritto da Becky Albertalli
e in Italia venduto inizialmente con il titolo Non so chi sei,
ma io sono qui e in seguito con lo stesso titolo proposto dal
film. Divenuto un vero e proprio caso letterario, il libro ha da
subito suscitato l’interesse della Fox, che ne ha acquisito i
diritti, dando vita al film. Il merito di Tuo, Simon è
dunque quello di proporre finalmente un amore omosessuale non più
come elemento secondario bensì come principale argomento attorno a
cui ruota l’intero film, facendone il primo film prodotto da una
major di Hollywood ad avere un protagonista omosessuale.
Accolto con grande entusiasmo di
critica e pubblico, Tuo, Simon è divenuto a sua volta un
caso cinematografico di particolare importanza, che ha contribuito
a portare sul grande schermo nuove sfumature di un mondo sempre più
vario. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al libro, al cast
di attori e al possibile sequel. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Tuo, Simon: la trama e il
cast del film
Protagonista del film è il
diciassettenne Simon, il quale vive con il
fardello di non essere ancora riuscito a rivelare né agli amici né
ai familiari il fatto di essere gay. Simon riesce ad essere sé
stesso solo online, dove intrattiene una tenera corrispondenza con
un ragazzo di nome Blue, di cui si è segretamente
innamorato. Sfortunatamente, una delle loro email finisce nelle
mani di Martin, che minaccia di rivelare a tutti
il suo segreto. Simon si vede dunque costretto a cedere al ricatto
e aiutare il compagno di scuola a conquistare una ragazza di nome
Abby. Nel mentre, Simon dovrà fare i conti con le
proprie insicurezze e cercare di vivere essendo se stesso, mentre
il suo sentimento verso Blue cresce al pari della curiosità di
conoscerlo.
Ad interpretare Simon vi è l’attore
NickRobinson, celebre anche per
film come Jurassic World e La quinta onda.
L’attore si è detto affascinato dal progetto primariamente per i
sentimenti alla base del racconto. La sua interpretazione è stata
poi molto apprezzata e giudicata rispettosa dell’emotività del
personaggio. Ad interpretare i genitori di Simon, Jack ed Emily, vi
sono invece gli attori Josh Duhamel e JenniferGarner, mentre Talitha
Bateman è Nora, sorella di Simon. Sono poi presenti gli
attori Logan Miller nei panni di Martin,
Alexandra Shipp in quelli di Abbey e Katherine
Langford in quelli di Leah, migliore amica di Simon.
La Langford era già nota per aver interpretato Hannah Baker nella
serie Tredici.
Tuo, Simon: il libro e il
sequel del film
Specializzata in narrativa
young-adult, la scrittrie Becky
Albertalli ha esordito nel 2015 con il romanzo dal titolo
Simon vs. the Homo Sapiens Agenda, da cui è poi stato
tratto il film. In esso la scrittrice affronta non solo il tema
dell’omosessualità giovanile, ma anche il cyberbullismo e data
l’importanza di tali tematiche si è deciso di adattare il romanzo
nel modo più fedele possibile, apportando solo piccole modifiche
per semplificare la narrazione e renderla più congeniale ai canoni
cinematografici. In seguito la Albertalli ha dato vita ad altri
romanzi di quello che è ora noto come il SimonVerse. Ne
fanno parte The Upside of Unrequited (2017), Sempre e
solo Leah (2018) e Love, Creekwood (2020).
Dato il grande successo di Tuo,
Simon, si pensò di dar vita ad un sequel adattando per il
grande schermo il romanzo Sempre e solo Leah, incentrato
sul personaggio indicato nel titolo. Berlanti e l’attrice
Katherine Langford, interprete di Leah, si sono
detti disponibili a realizzare questo nuovo progetto, ma ad oggi
non sembrano esserci piani concreti a riguardo. Nel 2020, tuttavia,
è stata realizzata una serie spin-off dal titolo Love,
Victor, distribuita sulla piattaforma
Disney+. In essa si seguono le
vicende di Victor, un ragazzo in cerca del vero sé stesso che
troverà grande ispirazione in Simon e nella sua storia.
Particolarmente apprezzata, la serie oggi conclusasi vanta 3
stagioni.
Tuo, Simon: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Tuo, Simon grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple
TV+, Rai Play, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 23 agosto alle ore
22:45 sul canale Rai Movie.
I videogiochi di genere picchiaduro
sono da sempre particolarmente apprezzati e popolari tra i gamer,
sia per la varietà dei loro personaggi che per le possibilità
offerte dai combattimenti. Serie come Tekken e Mortal Kombat sono senza dubbio i due
titoli più popolari, che hanno negli anni espanso la loro fama
anche al cinema. Un altro popolare titolo è anche DOA:
Dead or Alive, ideato dal Team Ninja della Tecmo, il
quale è a sua volta divenuto un film nel 2006 per la regia di
Corey Yuen, già celebre per essere stato
co-regista di titoli action come Kickboxers – Vendetta
personale e The Transporter.
Con la crescente popolarità del
videogioco, e gli adattamenti delle altre serie sopra citate, anche
DOA ha infine ottenuto anche il suo posto sul grande
schermo. Per far ciò, si è naturalmente dovuto dar vita ad alcuni
cambiamenti, come quelli relativi alle biografie di alcuni
personaggi. Non tutti quelli presenti nel gioco sono naturalmente
finiti nel film, come Lisa e Kokoro, mentre tra i presenti sono
state semplificate le sottotrame che li legano. L’intreccio
narrativo, tuttavia, segue in modo abbastanza fedele quello
proposto nel videogioco omonimo. Nonostante la fama di
quest’ultimo, il film mancò di ottenere un buon successo.
DOA: Dead Or Alive non
riuscì infatti a recuperare il budget di 30 milioni di dollari e
questo spinse inevitabilmente i produttori a cancellare il sequel
inizialmente previsto. A distanza di anni, però, rimane un
avvincente titolo che tutti gli appassionati sia del genere che
della serie potranno apprezzare. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
DOA: Dead Or Alive, la trama del film
Al centro della storia del film vi è
il torneo internazionale di arti marziali più conosciuto al mondo:
il DoA. Alla gara partecipano sedici tra i più abili concorrenti
che hanno passato con successo le selezioni. Tra questi c’è anche
Kasumi, una principessa ninja che è scappata dal
suo palazzo reale, tradendo così la sua famiglia che la condanna
ora a morte. A spingerla a tale fuga è stato il desiderio di
ricercare suo fratello Hayate, il quale viene per
lei prima della sua stessa vita. La ragazza, infatti, sospetta che
qualcosa di terribile sia accaduto ad Hayate, e gli organizzatori
del DoA potrebbero essere coinvolti in ciò.
Un’altra partecipante è
Christie Allen, una ladra professionista che entra
di diritto in gara dopo aver rapinato una banca a Hong Kong,
sfuggendo all’intervento della polizia. A distinguersi per le sue
abilità, infine, vi è anche un’altra donna: Tina
Armstrong, una wrestler che ha battuto un gruppo di pirati
che volevano appropriarsi del suo panfilo. Tutti i combattenti
salgono così su un aereo, diretti verso il luogo degli incontri.
Nel corso del loro viaggio, ognuno inizierà a guardarsi bene dagli
altri, essendo tutti in corsa per lo stesso premio. Solo uno di
loro potrà però trionfare, anche se nessuno sa realmente a cosa sta
andando incontro. I pericoli, infatti, non tarderanno ad
arrivare.
DOA: Dead or Alive, il cast del film
Il cast del film è composto in
prevalenza da attori statunitensi, tra cui si ritrova Devon
Aoki nel ruolo della protagonista, la principessa Kasumi.
L’attrice si era già resa nota per le sue partecipazioni ai film
2 Fast 2 Furious e Sin City. Per prendere
parte al film, si è dovuta allenare al lungo nel combattimento,
apprendendo stili diversi. L’attrice Jaime Pressly
è invece la lottatrice Tina Armstrong. Anche lei, per il ruolo, si
è allenata praticando in particolare tanto la boxe quanto
kickboxing. La Pressly ha in seguito raccontato di ricordare con
piacere il film, nonostante il set fosse stato complesso a causa di
barriere linguistiche. L’intera troupe, infatti, era cinese e ciò
portò alla necessaria presenza di interpreti.
La ladra Christie Allen è
interpretata da Holly Valance, qui al suo primo
ruolo da protagonista in un film. Altri attori presenti sono
Sarah Carter nel ruolo di Helena Douglas e
Natassia Malthe in quelli di Ayane. Colin
Chou è invece Hayate, il fratello di Kasumi.
Matthew Marsden, visto anche in Resident Evil:
Extinction e Transformes – La vendetta del caduto,
interpreta Maximillian Marsh, mentre Eric Roberts
è Victor Donovan. Kane Kosugi è Ryu Hayabusa e
Kevin Nash ha il ruolo di Bass Armstrong.
Quest’ultimo, Nash, è meglio conosciuto non come attore bensì come
lottatore di wrestling. Distintosi tra la WCW e la WWE, egli è un
sei volte campione del mondo.
Il trailer di DOA: Dead Or
Alive e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente, il film non è
presente su nessuna delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. In attesa che torni disponibile, è
possibile vederlo in televisione il giorno mercoledì 23 agosto alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.
Il Marvel Cinematic
Universe ha sempre avuto un dono in quanto a casting e
trovare il personaggio perfetto per ogni ruolo del suo universo
cinematografico. La scelta di Chris Pratt come Star-Lord non fa assolutamente eccezione!
Tuttavia, l’attore ha dovuto affrontare un’agguerrita concorrenza
da parte di un gruppo di attori di talento per guadagnarsi la
possibilità di unirsi agli Avengers. In un
franchise che contava già diversi attori di nome Chris,
Pratt è stato introdotto come Star-Lord (alias Peter Quill)
in Guardiani della Galassia (2014). Da allora, ha
preso parte a due sequel e due cross-over con gli
Avengers. In questo articolo, abbiamo riunito per
voi 15 altri attori che hanno svolto il provino per questo ruolo,
alcuni dei quali sono comunque finite a recitare al fianco di
Chris nel MCU,
mentre altri hanno preso parte a franchise di successo.
Zachary Levi
Anni dopo che
Chris è stato ufficialmente scritturato per il
ruolo di Star-Lord, Zachary Levi ha
ripensato alla sua audizione e ha spiegato come questa lo abbia
aiutato a ottenere un ruolo sovrumano nel franchise
Shazam! della DC. Si ritiene che fosse la terza
scelta per la parte. “James [Gunn] e io ci conoscevamo, eravamo
amici, facevamo serate di gioco a casa dell’altro, avevamo molti
amici in comune. Mi aveva chiesto di venire a leggere per
Star-Lord, e l’ho fatto, e questo mi ha portato al passo
successivo, e poi all’improvviso mi sono trovato a fare il camera
test“, ha ricordato nel podcast The Fourth Wall, come ricorda
The Playlist. “Oh, cavolo, volevo quel ruolo così tanto,
così tanto, così tanto, così tanto. La scelta era tra me, un altro
ragazzo e Chris Pratt, ma Chris è sempre stato il loro
favorito e ha esitato ad accettare, il che è comprensibile, voglio
dire, è un grande franchise, è la Marvel, funziona o non
funziona?“.
Ha aggiunto che il fatto di essere
in corsa per Star-Lord probabilmente lo ha aiutato con Shazam!
“Speravo di aver lasciato una buona impressione a James, tanto
che quando ho fatto l’audizione per Shazam, il suo carissimo amico,
manager e a volte socio produttore, Peter Safran, ha chiamato
James, perché è così che funziona la nostra industria…
Fortunatamente ero in buoni rapporti con James, cerco di essere in
buoni rapporti con il maggior numero di persone possibile e di
essere una persona rispettabile, e credo che tra questo e quanto
James pensava che fossi andato bene nel test di Star-Lord, abbia
detto: ‘Sì, amico, dovresti davvero dare a Zach un’opportunità.
Penso davvero che potrebbe essere un grande”. È stata questa la
cosa che mi ha fatto cambiare idea? Non lo so, ma sono sicuro che
ha fatto parte di quella conversazione, assolutamente. Devo a James
il fatto che abbia creduto in me al punto di ricordarsene e di
trasmettermi queste informazioni“.
Lee Pace
Nel 2012, Lee Pace aveva dichiarato a
MTV di essere in corsa per il ruolo e di avere un’audizione
imminente davanti al team di casting. “Mi sono [documentato su
Star-Lord]. Vuoi sapere cosa stai facendo. Il personaggio è molto
divertente. Spero che funzioni“, ha dichiarato all’outlet,
aggiungendo di non essere sicuro delle sue possibilità di ottenere
la parte. “Devo fare il provino. Devo andare a prenderlo. In
realtà amo fare i provini, quindi sono felice di incontrarli tutti
e di farlo“.
Anche se non aveva ancora fatto il
provino, sembrava sapere che il film sarebbe stato un successo.
“Sono molto eccitato. La sceneggiatura è fantastica. Il
personaggio è molto divertente“, ha dichiarato. Naturalmente,
Lee non è stato scelto per interpretare
Star-Lord, ma ha ottenuto un ruolo tutto suo
nel film. Ha dato vita a Ronan l’Accusatore nel
primo film dei Guardiani e ha ripreso il ruolo in
Captain Marvel.
Jim Sturgess
Dopo essere stato indicato
come candidato da più fonti alla fine del 2012, Jim Sturgess ha confermato a
MTV di aver fatto il provino l’anno successivo. “Sono
arrivato molto più avanti di quanto avessi mai immaginato di poter
fare. Man mano che si va avanti, si inizia a tenerci sempre di più.
La competitività che c’è in te inizia a farsi sentire. Ma ero
stupito di essere arrivato così in fondo“, ha ammesso
all’epoca. “Quando si scopre di più su cosa tratta il film, è
ambientato in un paesaggio completamente fantastico, il che mi ha
incuriosito“, ha detto a proposito della sceneggiatura.
“Questo tizio ha un procione parlante e un albero umano gigante
o qualcosa del genere. È più simile al mondo di Guerre Stellari,
credo“.
Eddie Redmayne
Eddie
Redmayne è stato inserito nella rosa dei candidati da
IndieWire già nel 2012. Non si è espresso per confermare o
smentire la sua partecipazione, ma è facile immaginare Eddie nel
ruolo. Dopotutto, ha dimostrato di essere più che in grado di stare
al comando di un franchise di successo nel ruolo di Newt
Scamander nella serie prequel di Harry
Potter,
Animali Fantastici. C’è sempre la possibilità che Eddie approdi nel MCU o in qualche
altro progetto di supereroi. Ad esempio, nel 2019 ha dichiarato a
IMDb di
essere interessato a interpretare il cattivo della DC,
l’Enigmista, che è stato interpretato da
Jim Carrey e, più recentemente, da
Paul Dano.
Jack Huston
IndieWire ha indicato
Jack Huston come parte della rosa dei candidati
per Star-Lord e lui stesso lo ha confermato in
un’intervista a
MTV. “C’è stato un provino“, ha detto all’agenzia.
“Mi piacerebbe molto farlo. Vi dico che queste ossa sono forti.
Se avete bisogno di un guardiano che si occupi di questa galassia,
non cercate oltre“. Anche se il ruolo non è poi andato a lui,
Jack ha avuto molta fortuna con altri progetti.
Adam Brody
Adam
Brody è la star che ha confermato più di recente di
essere stato in corsa per la parte. In un’intervista a
Variety ha parlato del ruolo che gli è sfuggito, spiegando che
“lo voleva“. Non c’è stato però alcun rancore. Ha aggiunto
che Chris Pratt era di sicuro “migliore” per la parte.
“È più grande, più forte, ma dal punto di vista del tono, mi è
piaciuto molto“. Fortunatamente, questa non è stata la fine
delle ambizioni supereroistiche di Adam. Ha infatti interpretato Freddy
Freeman in Shazam!
del 2019 e
Shazam! Furia degli dei del 2023, entrambi parte dell’universo
cinematografico DC. Forse il debutto di Adam nel MCU avverrà in
futuro?
James Marsden
James
Marsden non era nuovo all’interpretazione di un
supereroe quando è stato nominato come possibile candidato per
Star-Lord. A quel punto, aveva già preso infatti parte
a uno dei primi franchise di supereroi di grande successo, la saga
degli X-Men, in cui interpretava Ciclope. Anche se IndieWire e MTV
hanno parlato di un suo possibile coinvolgimento nel film di
James
Gunn, James non ha riferito niente a riguardo. C’è
comunque sempre la possibilità che torni nel MCU come Ciclope.
Nel 2022,
ScreenRant aveva dichiarato che sarebbe stato “sempre
disponibile” a rivisitare il ruolo. “Lo faccio da quasi 30
anni ed è molto raro poter dire di aver avuto esperienze come
quella dei primi X-Men. Ne abbiamo fatti tre, io ne ho fatto parte,
e si diventa una famiglia. Si amano davvero questi personaggi, il
cast, la troupe, tutti“, ha spiegato.
Joel Edgerton
Joel
Edgerton non ha mai parlato delle voci che lo volevano
in lizza per entrare nel MCU. Tuttavia, nel
2012 IndieWire lo ha indicato come uno dei potenziali candidati al
ruolo. Sebbene l’atttore non abbia mai interpretato un supereroe in
un blockbuster, ha partecipato a molti film d’azione; tra questi
figura il franchise di Star
Wars, dove ha interpretato Owen Lars,
più recentemente nella serie Obi-Wan
Kenobi del 2022 su Disney+.
John Gallagher Jr.
Nel 2017, James
Gunn ha dichiarato al
Daily Beast che John Gallagher Jr. era in
corsa per il film. I due hanno finito per collaborare nel film
The Belko Experiment anni dopo. “Ha fatto il provino
per il ruolo di Peter Quill in Guardiani [che è andato a Chris
Pratt], e non era adatto a quel ruolo, ma è stato uno dei migliori
provini – se non il miglior provino – che abbia mai visto in tutta
la mia vita. Quel ragazzo è un vero attore. Così, quando questi
ruoli hanno iniziato ad arrivare, mi hanno dato l’opportunità di
lavorare con alcune delle persone con cui avrei voluto
lavorare“, ha detto.
Nel 2015, su
Facebook, James Gunn ha condiviso una storia simile, anche se
all’epoca non aveva confermato che John avesse fatto il provino per
Star-Lord. “ma quando è uscito dalla
stanza mi sono girato verso il direttore del casting e ho detto:
“Questo è uno dei migliori attori che abbia mai visto in vita mia,
e forse il miglior provino che abbia mai visto”. Ero determinato a
trovare un modo per lavorare con lui“, ha raccontato.
Sullivan Stapleton
Sullivan
Stapleton era uno dei nomi meno noti di una lista
compilata da
MTV nel 2012. Tuttavia, si pensava che potesse essere un
talento emergente sulla scena con un ruolo da protagonista in
300: L’alba di un impero. L’attore non sembra aver confermato
di essere in lizza e non ha parlato delle sue speranze di entrare
nel MCU.
Tuttavia, alcuni fan hanno espresso interesse nel vederlo nel ruolo
di Matt Murdock, meglio conosciuto come
Daredevil e attualmente ricoperto da
Charlie Cox.
John Krasinski
John
Krasinski è entrato a far parte del Marvel Cinematic
Universe con una breve apparizione nel ruolo di Reed
Richards dei Fantastici Quattro in
Doctor Strange nel il multiverso della follia (2022). Tuttavia,
secondo molte voci, prima di essere scritturato aveva fatto
un’audizione per altri ruoli nel franchise. Per lo meno, ha
confermato di aver fatto il provino per Captain
America prima che Chris Evans venisse scelto. Anche se
l’attore non sembra aver confermato le voci,
DigitalSpy ha riportato che nel 2013 aveva fatto il provino
anche per il ruolo di Star-Lord. Il suo nome è stato aggiunto molto
più tardi e non è chiaro fino a che punto sia arrivato nel processo
di castign.
Joseph Gordon-Levitt
Joseph
Gordon-Levitt aveva già dimostrato di essere più che
capace di recitare in un ruolo eroico dopo aver interpretato quello
che molti fan pensavano sarebbe diventato la spalla di
Batman, Robin, in
The Dark Knight Rises. Per questo, il suo nome ha avuto senso
quando
Deadline ha riferito che era in lizza per il ruolo nel
2013.
Michael Rosenbaum
Nel 2017, Michael
Rosenbaum ha confermato di essere stato preso in
considerazione per la parte durante un’intervista con
The Hollywood Reporter. In seguito si è unito al franchise
interpretando Martinex. “Ero nervosissimo (ride)”, ha
detto a proposito del suo provino, sottolineando che lui e James
Gunn erano amici. “Sei seduto lì con uno dei tuoi migliori
amici che sta dirigendo un film enorme, che conosce le tue capacità
e che ti ha detto: ‘Voglio vedere la tua interpretazione di Peter
Quill‘. Ora la pressione si fa sentire. Ho dovuto
spegnerla… Ricordo di aver ideato il mio ballo per la scena di
Star-Lord. Avevo un partner fantastico, mi è sembrato tutto davvero
organico fin dall’inizio“. Ha aggiunto di non essere rimasto
deluso, spiegando: “Non mi interessava davvero ottenere la
parte. Non sapevo nulla dei fumetti dei Guardiani. Volevo solo fare
un buon lavoro per James“.
Garrett Hedlund
Deadline
ha riportato che il nome di Garrett Hedlund circolava tra le voci di
corridoio, anche se non è stato in grado di confermare che fosse
ufficialmente in corsa per il ruolo. L’agenzia ha anche confermato,
dopo aver parlato con gli addetti ai lavori, che Joel Edgerton, Jack Huston, Jim Sturgssen,
Lee
Pace e Eddie Redmayne erano tutti in lizza.
Glenn Howerton
Nel 2021, Glenn
Howerton ha confermato di essere stato preso in
considerazione per il ruolo durante un’intervista al The Kelly
Clarkson Show. “Sono andato a fare il provino, come credo
abbiano fatto molti attori. Non avevo idea di quanto fossi vicino.
Sono uscito da lì e ho pensato: ‘Sì, è andata bene’. Ma in realtà,
mentre uscivo dalla sala d’attesa, ho visto Chris Pratt e mi sono
ricordato di aver pensato: “Oh, è perfetto per questo“”, ha
raccontato, aggiungendo di aver poi sentito dire che James Gunn lo
aveva definito la seconda scelta. “Nessuno me l’ha mai detto.
Quindi non ne avevo idea“.
Da quando “The
Mandalorian” è approdato su Disney+ nel novembre 2019,
Lucasfilm si è sempre sforzata di espandere l’universo di
“Star
Wars” in streaming per soddisfare i fan di lunga data
senza allontanare i neofiti interessati alla galassia lontana,
lontana. Ora, siamo giunti alla nuovissima serie tv disponibile
sulla piattaforma streaming, “Ahsoka”.
Tecnicamente, si tratta contemporaneamente di uno spin-off ma anche
sequel di due serie animate: “Star
Wars: The Clone Wars” e “Star
Wars Rebels”. Queste ultime, che sono andate in onda
dal 2008 al 2020, coprono 208 episodi e trattano
approssimativamente gli eventi tra Star Wars Episodio II: Attacco dei Cloni” e
Star Wars episodio III: La Vendetta dei Sith
(in “Clone
Wars”) e tra Episodio III”e
IV (in “Rebels”). Si tratta di un
fondamento narrativo vasto e intricato che può intimidire anche i
fan di Star Wars che hanno visto tutti e 11 i film in live-action
di Star Wars più volte.
Basandosi sui primi due
episodi, il creatore e produttore esecutivo di Ahsoka, Dave Filoni, che ha
diretto The Clone Wars e co-creato
Rebels, ha mantenuto Ahsoka accessibile al pubblico che non ha mai
visto le serie animate, anche se la serie tv – ora disponibile su
Disney+
– abbonda di riferimenti a personaggi ed eventi che solo i fan di
Clone Wars e Rebels
potrebbero apprezzare appieno: ecco, dunque, tutto ciò che è
necessario sapere per godersi pienamente Ahsoka.
Ashoka Tano
Incontriamo Ahsoka (doppiata da Ashley
Eckstein) quando è una Padawan di 14 anni assegnata ad
Anakin Skywalker da Yoda. È
una Togruta, proveniente dal pianeta Shili; i
tentacoli blu e bianchi che fuoriescono dalla sua testa si chiamano
lekku. Né Ahsoka né Anakin sono
esattamente entusiasti all’inizio di ritrovarsi insieme, ma tra
loro sviluppano una forte connessione. Quando Ahsoka viene
incolpata di omicidio ed espulsa dall’Ordine dei Jedi, Anakin
lavora instancabilmente e con successo per scagionarla. Ma Ahsoka è così disillusa dall’esperienza che
abbandona i Jedi e di conseguenza lascia anche Anakin.
Durante le fasi finali delle Guerre
dei Cloni, Ahsoka incontra la guerriera mandaloriana
Bo-Katan Kryze (doppiata da Katee
Sackhoff, che la interpreta anche in “The
Mandalorian“) e accetta di aiutarla nella sua missione
per riconquistare il pianeta Mandalore da Darth Maul (sopravvissuto alla sua morte ne
La Minaccia Fantasma). Durante il loro
confronto, Maul avverte Ahsoka che Darth Sidious
vuole fare di Anakin il suo nuovo apprendista e
lei non gli crede.
Dopo l’Ordine 66, che elimina quasi
tutti i Jedi, Ahsoka si nasconde e inizia a lavorare in
proprio con il nome in codice Fulcrum per aiutare l’equipaggio
della nave ribelle Ghost (chiamata così per la sua
capacità di sfuggire al rilevamento imperiale). All’interno di un
tempio dei Sith, con l’equipaggio del Ghost in pericolo, Ahsoka si
scontra finalmente con Darth Vader nella finale della seconda
stagione di “Rebels“. Vader riesce a fuggire, ma
il destino di Ahsoka non viene rivelato fino alla quarta stagione,
quando Ezra Bridger, membro dell’equipaggio del
Ghost e aspirante Jedi, riesce a salvarla prima
che Vader possa ucciderla. Si separano e Ahsoka
torna al suo periodo temporale precedente.
Nella puntata finale di
“Rebels“, con l’Impero distrutto nella Battaglia
di Endor, Ahsoka si allea con una giovane
mandaloriana di nome Sabine Wren per trovare
Ezra. Molti anni dopo, Ahsoka e Sabine hanno preso
strade diverse e Ahsoka è una guerriera solitaria alla ricerca del
mancante Grand’ammiraglio Imperiale Thrawn. In
questa ricerca, fa squadra con il cacciatore di taglie mandaloriano
Din Djarin (Pedro
Pascal) per catturare un signore della guerra
imperiale di nome Morgan Elsbeth (Diana
Lee Inosanto).
Sabine Wren
Nata su Mandalore,
Sabine Wren (doppiata da Tiya
Sircar e interpretata da Natasha Liu
Bordizzo in “Ahsoka“)
inizialmente era un cadetto nell’Accademia Imperiale, nota per la
sua abilità nella creazione di armi. Nel momento in cui l’Impero
usa queste armi contro il suo popolo, abbandona l’Impero — e con
esso, la sua famiglia su Mandalore. All’inizio vive come
cacciatrice di taglie, ma poi viene reclutata per unirsi alla
Ribellione da Hera Syndulla. Entra nell’equipaggio
del Ghost come esperta di ingegneria e armi, spesso indossando
un’armatura mandaloriana decorata con le opere d’arte di
Sabine stessa. Infatti, la prolifica abilità
artistica di Sabine — compresa una predilezione per il graffiti —
finisce per ispirare il simbolo della Ribellione stessa.
Durante la ricerca del
Ghost di
Darth Maul, Sabine scopre il
Darksaber, la misteriosa lama legata al mito di
Mandalore. All’inizio, Sabine non vuole averci
nulla a che fare, ma viene convinta a impugnarla per convincere il
suo pianeta natale a scacciare l’Impero. Ezra e il
suo maestro Jedi Kanan Jarrus addestrano Sabine a
combattere con un lightsaber e, alla fine, lei consegna il
Darksaber a Bo-Katan, credendo che lei sia la
legittima sovrana di Mandalore. In “Ahsoka“,
scopriamo che dopo la caduta dell’Impero, Sabine ha cercato di
diventare una Jedi come Padawan di Ahsoka, ma l’addestramento non ha avuto
successo e alla fine si sono separate.
Hera
Syndulla
Interpretata da Mary Elizabeth Winstead, Hera
è una delle piloti più talentuose della Ribellione ed è stata una
figura materna premurosa per Sabine ed
Ezra durante “Rebels“. Suo padre
era il Generale Cham Syndulla, che combatté contro
i Separatisti durante le Guerre dei Cloni sul pianeta natale
Twi’lek, Ryloth. Crescendo, Hera sognava di diventare una pilota e
volare attraverso la galassia. Finalmente ebbe la sua occasione
dopo aver lasciato Ryloth e aver lavorato per Ahsoka
Tano e il Senatore Bail Organa. Con il
suo astromeccanico dal temperamento irascibile,
Chopper, Hera pilotava la nave da trasporto Ghost.
Hera e il suo equipaggio di Spettri portavano a termine missioni
importanti per la Ribellione e tenevano unita la famiglia dei
Rebels attraverso ogni ostacolo e perdita. Il Ghost può essere
addirittura visto durante la Battaglia di Scarif in Rogue One e nella Battaglia di Exegol ne
L’Ascesa di Skywalker. Nella puntata finale di
Rebels si scopre che Hera ha un giovane figlio, Jacen, con il
defunto Cavaliere Jedi Kanan Jarrus.
Grand’ammiraglio Thrawn
Il Grand’ammiraglio Thrawn è uno dei più grandi
geni del male nell’universo di “Star
Wars” ed è diventato famoso grazie a una serie di
romanzi prima di fare il suo debutto in Rebels. È
un geniale stratega astuto che si è fatto strada fino al rango di
Grand Ammiraglio, il grado più alto sotto l’Imperatore Palpatine.
Lars Mikkelsen ha doppiato
Thrawn in Rebels e tornerà a
interpretarlo dal vivo in Ahsoka. Thrawn è un membro della specie dei
Chiss, alieni delle Regioni Sconosciute che hanno la pelle blu e
occhi rossi penetranti. Si è scontrato numerose volte con
l’equipaggio dei Ribelli, ma gli eroi sono sempre riusciti a
sfuggire per un pelo. Come Ezra Bridger, Thrawn è
stato perduto nello spazio nella puntata finale di
Rebels e ora Ahsoka Tano è alla
sua ricerca. The Mandalorian ha anticipato il ritorno di Thrawn, ma
in Ahsoka finalmente vedremo il suo debutto dal vivo. Sarà anche il
cattivo nel prossimo film del Mando-verse diretto da Dave
Filoni.
Ezra
Bridger
Dove si trova Ezra
Bridger? Questa è la domanda che tutti si pongono in
Ahsoka, ma chi non ha visto
Rebels potrebbe chiedersi, anzitutto: chi è
Ezra Bridger? Ezra, un orfano sensibile alla Forza
proveniente dal pianeta Lothal, si nascose a bordo del Ghost e si
addestrò come Padawan sotto la guida del Cavaliere Jedi
Kanan Jarrus. Durante il suo addestramento, Ezra
ha approfondito la sua connessione con la Forza, ha padroneggiato
il combattimento con la spada laser ed è diventato un leader
rispettato nella Ribellione. Tuttavia, Ezra è scomparso dalla
puntata finale di Rebels, quando fermò il piano del Grand’ammiraglio Thrawn di distruggere Lothal.
Dopo essere salito di nascosto a bordo della nave di Thrawn, Ezra
richiamò uno spaziofaringo chiamato Purrgil, che
utilizza l’iperspazio, per agganciarsi alla nave e proiettarli
entrambi nello spazio profondo. Non si sa dove Ezra e Thrawn siano
finiti, ma Ahsoka Tano ha giurato di trovarli.
Durante
Rebels, Ezra e Sabine
Wren hanno sviluppato una stretta relazione che confinava
quasi su qualcosa di più romantico (essendo iniziata come
un’infatuazione di Ezra per Sabine). Sabine tiene
anche il lightsaber di Ezra e lo impugna in Ahsoka. Eman Esfandi
interpreta Ezra nella nuova serie.
Diretto da Ivan
Reitman, Ghostbusters –
Acchiappantasmi, uscito nel 1984, è stato un campione di
incassi capace di incantare grandi e piccoli con la sua fusione di
generi diversi. Nel 1989, poi, è arrivato al cinema Ghostbusters II, con il
medesimo cast di attori del primo film tornato ad interpretare gli
amati acchiappafantasmi. A lungo i fan hanno atteso un terzo
capitolo, che però non è mai arrivato. Nel 2021, tuttavia, è
arrivato in sala Ghostbusters: Legacy
(qui la recensione), che funge
sia da sequel dei due originali sia da riavvio della saga con nuovi
personaggi.
A dirigerlo vi è Jason
Reitman, figlio di Ivan, che assume così il compito di
ridare vita al celebre franchise. I piani iniziali, in realtà,
erano quelli di realizzare un sequel del reboot/remake al femminile del
2016. Lo scarso successo di questo film, tuttavia, ha spinto i
produttori ad abbandonare quei piani per tornare invece sulla saga
originale. Ha così preso vita questo nuovo film, scritto dallo
stesso Reitman insieme a Gil Kenan, ottenendo la
benedizione degli attori originali. Il lungometraggio è poi stato
dedicato alla memoria di Harold Ramis, che
interpretava Egon Spengler nei primi due film della serie originale
oltre ad esserne sceneggiatore, deceduto nel 2014.
Ghostbusters: Legacy rende
dunque omaggio al passato, guardando però al futuro, proponendosi
dunque come ponte tra il vecchio e il nuovo per portare la saga
verso nuovi orizzonti. Un titolo, dunque, che i fan di
Ghostbusters non possono non vedere. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al suo sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Ghostbusters: Legacy
Protagonista del film è la famiglia
formata da Callie e dai suoi due figli,
Phoebe e Trevor. Dopo essere
rimasti senza un soldo, i tre si trasferiscono a Summerville in una
fattoria isolata e macabra, ereditata dopo la morte del nonno.
Nella cittadina iniziano però a manifestarsi strani fenomeni:
piccole scosse fanno tremare la terra, senza essere però
collegabili a nessun movimento sismico. Un giorno Phoebe trova
nascosto in salotto uno strano marchingegno e decide di portalo a
scuola, causando l’entusiasmo del suo insegnante, il signor
Grooberson.
L’uomo le rivela che il macchinario
è una copia perfetta di una trappola per fantasmi e, convinto che i
sismi siano riconducibili ad attività paranormali, racconta a
Phoebe di come New York, invasa negli anni ’80 dagli spiriti, sia
stata messa in salvo da un team di Acchiappafantasmi. Ma la
trappola non è affatto una copia e Trevor e Phoebe, seguendo le
orme di un passato a loro sconosciuto fino a quel momento, si
improvviseranno cacciatori di fantasmi per salvare la cittadina di
Summerville dalla sua anomala attività sismica, scoprendo segreti
straordinari.
Il cast di Ghostbuster: Legacy
Ad interpretare Trevo ritroviamo
Finn Wolfhard, il quale non sapeva che stava
facendo il provino per Ghostbusters, perché i ruoli erano
stati intenzionalmente mantenuti vaghi, mentre il film veniva
sviluppato in segreto. La giovane star di Stranger Things aveva già
ricoperto il ruolo di Ghostbusters in un episodio della serie di
successo, quando il suo personaggio, Mike Wheeler, e i suoi amici
si travestono da Acchiappafantasmi per Halloween. McKenna Grace interpreta
Phoebe, figlia di Callie e sorella di Trevor. Attrice
dall’età di sei anni, è nota in particolare per aver recitato in
Gifted, Tonya e Captain Marvel.Paul Rudd interpreta il professore
Grooberson, mentre Carrie
Coon è Callie, la madre single di Phoebe e
Trevor.
Il
giovanissimo Logan Kim, qui al suo esordio
cinematografico, interpreta Podcast, il compagno di classe di
Phoebe. Celeste O’Connor interpreta invece Lucky,
compagna di scuola di Trevor. Nel film tornano anche alcuni
degli attori del film originale. A partire da Bill Murray, che riprende il ruolo di Peter Venkman.
Dan Aykroyd riprende invece i panni del
dottor Raymond Stanz, mentre Ernie Huddson torna
ad interpretare Winston Zeddemore. Completano i grandi ritorni
anche Sigourney
Weaver nei panni di Dana Barrett ed Annie
Potts, l’iconica segretaria Janine Melnitz.
Ghostbusters: Firehouse, il sequel del film
Dato il buon successo del film, è
stato poi confermat un ulteriore sequel. Riguardo ad esso, c’è però
ancora molto mistero riguardo la trama. Non ha ancora
nemmeno un titolo ufficiale anche se il progetto è stato
costantemente chiamato “Firehouse”, riferimento
all’iconico quartier generale dei Ghostbusters a New
York. Quello che sappiamo di questo sequel è che sarà una
continuazione diretta di Legacy e che McKenna
Grace, Finn
Wolfhard, Carrie
Coon e Paul Rudd torneranno
anche in questa nuova avventura. I nuovi membri del cast sono
invece Kumail Nanjiani, Patton
Oswalt, James
Acaster ed Emily Alyn Lind.
Non è invece noto se Ernie
Hudson tornerà per il nuovo film insieme ai suoi
co-protagonisti Bill
Murray e Dan Aykroyd. I tre
hanno infatti ufficialmente passato il testimone ai nuovi
personaggi, ai quali spetta dunque ora il compito di farsi carico
delle attività paranormali. Ghostbusters: Firehouse,
tenendo per buono questo titolo, doveva arrivare nelle sale entro
la fine dell’anno, il 20 dicembre 2023, ma a causa
degli scioperi attualmente in corso ad Hollywood, la sua uscita al cinema è stata
rimandata al 29 marzo 2024, ovvero a distanza
di esattamente quarant’anni dall’uscita del film originale.
Il trailer di Ghostbusters:
Legacy e dove vedere il film in streaming
È possibile fruire di
Ghostbusters: Legacy grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Su quest’ultima piattaforma il film
è attualmente al 2° posto nella Top 10 dei film più
visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Se c’è un regista che più di ogni
altro ha contribuito a ridefinire il cinema dal 2000 ad oggi,
quello è senza dubbio Christopher Nolan.
Innegabilmente, egli è l’autore che grazie alla sua rilettura dei
generi e del concetto di tempo ha portato a nuovi livelli il
linguaggio cinematografico, raggiungendo uno status ancora oggi
ineguagliato.
Ogni suo lungometraggio è un
evento, intorno al quale aleggia mistero e grande attesa, ed ognuna
delle sue opere continuano ancora a distanza di tempo a generare
numerosi dibattiti tra gli spettatori e i critici, dimostrando la
grande influenza che hanno sull’immaginario collettivo.
2. Ha prodotto anche film
altrui. Nolan è noto per aver prodotto tutti i suoi film,
ma anche per aver ricoperto tale ruolo per opere dirette da altri
registi. Tra queste vi sono i film DC Comics L’uomo
d’acciaio (2013), con Henry
Cavill, Batman v Superman: Dawn
of Justice (2016), con Ben
Affleck, e Justice
League (2017). Ha inoltre partecipato in qualità di produttore
esecutivo del film Transcendence
(2014), esordio alla regia del suo abituale diretto della
fotografia.
Christopher Nolan e gli Oscar
3. Ha diverse nomination al
celebre premio. Ad oggi Nolan vanta cinque nomination al
premio Oscar, ma incredibilmente non ha ancora mai vinto la
prestigiosa statuetta. Tra le candidature ricevute si annoverano
quella per la sceneggiatura originale di Memento e
Inception, quelle per il miglior film a Inception
e Dunkirk, e quella per il miglior regista sempre per
Dunkirk. Ad oggi questa è la sua unica nomination come
regista.
Christopher Nolan: la trilogia su
Batman
4. Aveva un’idea chiara su
come voleva rappresentare il personaggio. Tra i motivi che
più si citano nei pregi della trilogia su Batman diretta da Nolan
vi è il grande realismo della sua rappresentazione. Il regista,
infatti, accettò di fare il film soltanto se avesse potuto inserire
Batman in un contesto moderno, libero dalle ambientazioni colorate
e futuristiche delle precedenti versioni. Fortunatamente, la Warner
Bros. ebbe fiducia nella sua idea, lasciandogli carta bianca per il
film.
5. Si è ispirato ad un
celebre film di fantascienza. Prima di iniziare le riprese
di Batman Begins, Nolan invitò l’intero cast e la troupe
ad una visione privata del film Blade Runner, di Ridley
Scott. Terminata la proiezione, Nolan annunciò che
quello era il film a cui si sarebbero dovuti ispirare per la
rappresentazione di Batman e di Gotham City. L’ambiente cupo e i
grandi edifici metropolitani giocano infatti un ruolo centrale nel
film e nella trilogia da lui poi realizzata.
Christopher Nolan:
Inception
6. Ha basato i personaggi
su un mondo a lui noto. Nell’ideare i personaggi
principali del film Inception, Nolan ha affermato di
essersi ispirato al team creativo di un’opera cinematografica,
poiché conoscendone i ruoli e i segreti avrebbe potuto ottenere
maggior verità per i suoi protagonisti. Cobb è infatti il regista,
Arthur il produttore, Arianna la scenografa, Eames l’attore, Saito
lo studios e Fischer lo spettatore.
7. Ha rifiutato di girare
il film in 3D. Inizialmente la Warner Bros. propose a
Nolan di realizzare il film con la tecnica del 3D, in quegli anni
particolarmente in voga e portata all’estremo dal film
Avatar. Il regista, tuttavia, si rifiutò categoricamente,
affermando che il 3D avrebbe soltanto distratto gli spettatori
dalla storia. In diverse interviste ha poi affermato di non essere
intenzionato ad utilizzare tale tecnologia, poiché la considera più
adatta ai videogiochi che ai film.
Christopher Nolan:
Oppenheimer, il suo nuovo film
8. Ha scritto la
sceneggiatura in prima persona. Nell’approcciarsi a
raccontare la storia di Oppenheimer, Nolan ha raccontato di aver
fatto una scelta insolita che gli ha però permesso di trovare le
giuste intuizioni per il film: “Ho scritto la sceneggiatura in
prima persona, cosa che non avevo mai fatto prima. Non so se
qualcuno l’abbia mai fatto prima. Ma il punto è che, con le
sequenze a colori, che sono la maggior parte del film, tutto è
raccontato dal punto di vista di Oppenheimer: stai letteralmente
guardando attraverso i suoi occhi. Strana cosa da fare. Ma mi ha
guidato su come girare il film”.
9. Non ha utilizzato
CGI. Un’altra delle caratteristiche tipiche di Nolan è il
suo ricorrere il meno possibile alla computer grafica. Per
Oppenheimer, ad esempio, è riuscito ad ottenere l’esatta
replica di un esplosione atomica utilizzando utilizzando una
combinazione di effetti pratici e composizione digitale. Sono state
eseguite praticamente esplosioni multiple, con sostanze ibride di
benzina, propano, alluminio e magnesio che coinvolgevano grandi
miniature. Questi sono stati filmati ad alta velocità da più
angolazioni e poi sovrapposti utilizzando effetti digitali per
creare l’iconico “fungo atomico”.
Christopher Nolan: il suo
patrimonio
10. È uno dei registi più
redditizi di oggi. Con “soli” undici lungometraggi ad oggi
diretti, Nolan è uno dei registi dai maggiori riscontri al box
office. Complessivamente, i suoi film, considerati dei veri e
propri eventi cinematografici, hanno incassato oltre 4,7 miliardi
di dollari, facendo di lui un vero e proprio re mida. Il suo
patrimonio è ad oggi stimato intorno ai 250 milioni di dollari.
Lucky
Red è orgogliosa di annunciare che porterà al
cinema, dal 1 gennaio 2024, Il
ragazzo e l’airone (The Boy and the
Heron), il nuovo film del maestro
dell’animazione Hayao
Miyazaki, rinnovando il consolidato
rapporto di distribuzione con Studio Ghibli.
Arrivato nelle sale
giapponesi il 14 luglio, Il
ragazzo e l’airone (The Boy and the
Heron)ha conquistato il box
office fin dal primo weekend con 11,3 milioni di dollari e
battendo i record precedenti dello Studio Ghibli. A poco
più di un mese dall’uscita, ha incassato in patria
oltre 45 milioni di dollari. Il film sbarcherà a
settembre negli Stati Uniti, dove aprirà il Toronto Film Festival
con il titolo internazionale The Boy and the Heron.
A dieci anni dal suo
ultimo lungometraggio Si alza il vento e dopo aver
cresciuto generazioni di spettatori con capolavori come
Nausicaä della Valle del vento, Il mio vicino Totoro, Porco
rosso, La città incantata, Ponyo sulla scogliera e molti
altri, Miyazaki torna con un film che ha già conquistato il cuore
del pubblico e della critica che hanno avuto la fortuna di vederlo
in Giappone.
In attesa dell’arrivo del
film in Italia, continua al cinema “Un mondo di sogni
animati” la rassegna Lucky Red dedicata a Miyazaki e allo
Studio Ghibli: da domani 24 agosto e fino al 30 torna in sala Si alza
il vento, un’occasione per ripartire proprio
dall’ultimo film del regista, uscito in Italia nel 2013.
Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer
è un thriller storico girato in IMAX® che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare.
Il film è interpretato da Cillian Murphy
nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel
ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty”
Oppenheimer. Il premio Oscar® Matt Damon interpreta
il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e
Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica.
La candidata all’Oscar® Florence Pugh
interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny
Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller,
Michael Angarano interpreta Robert Serber e
Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Oppenheimer
è interpretato dal vincitore dell’Oscar® Rami Malek e
questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista
otto volte candidato all’Oscar® Kenneth Branagh.
Il cast comprende anche Dane DeHaan
(Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan
Arnold (serie Halloween), David Krumholtz
(La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich
(Solo: A Star
Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il
ritorno).
Il film è tratto dal libro vincitore
del premio Pulitzer American Prometeo: Trionfo e caduta
dell’inventore della bomba atomica di Kai Bird e del compianto
Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven
di Atlas Entertainment e Christopher Nolan.
Oppenheimer è girato sia in IMAX®
65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la
prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX® in
bianco e nero.
I film di Nolan, tra cui
Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception e la trilogia del
Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al
botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36
nomination, tra cui due nomination come miglior film.
In vista della sua anteprima
mondiale in Concorso all’80esima Mostra d’Arte Cinematografica
Mondiale della Biennale di Venezia, Priscilla di
Sofia Coppola si è assicurato un accordo
provvisorio SAG-AFTRA.
Sebbene si tratti di una produzione
A24 che ha ottenuto un accordo provvisorio, il
film è riuscito a strappare l’accordo al sindacato poiché è stato
girato in Canada sotto la società di produzione TCB Productions
Canada.
Coppola, premio Oscar per la
sceneggiatura originale di Lost in Translation, è
un membro della WGA. Lo sciopero SAG-AFTRA, in solidarietà con
quello di WGA ha modificato la sua politica di accordo interinale
per escludere qualsiasi progetto girato negli Stati Uniti che sia
coperto dalla WGA. La dicitura specifica è “girato negli Stati
Uniti”. Il direttore esecutivo nazionale e capo negoziatore del
SAG-AFTRA, Duncan Crabtree-Ireland, ha spiegato a
Deadline che quando si tratta di
accordi provvisori, “Ci sono molteplici leggi nazionali che si
applicano esattamente al modo in cui affrontiamo lo sciopero di
quella produzione… Questa è una delle cose da prendere in
considerazione nel processo di determinazione della
concessione.” Priscilla è stato girato in Canada.
La ricezione da parte di Priscilla di
un accordo provvisorio SAG-AFTRA consente al suo cast, che include
Jacob Elordi nei panni di Elvis e
Cailee Spaeny nei panni di Priscilla
Beaulieu Presley, di partecipare all’attività stampa e apparire al
Festival del cinema di Venezia, se lo desiderano, anche se si
tratta di accordi da definire. Secondo Deadline, Sofia Coppola sarà presente a Venezia
secondo le disposizioni del suo contratto con la DGA, insieme a
Priscilla Presley.
Nel cast di Priscilla figurano
anche Raine Monroe Boland, Emily Mitchell, Dagmara
Domińczyk, Jorja Cadence, Rodrigo Fernandez-Stoll e
Luke Humphrey. Priscilla è
prodotto da Lorenzo Mieli,
Coppola e Youree Henley. Gli EP
sono Roman Coppola, Chris Hatcher, Fred Roos e
Presley.
Priscilla arriverà nei cinema USA il
27 ottobre distribuito da A24, mentre la distribuzione worldwide è
stata affidata a MUBI.
Si chiamò lui stesso il distruttore
di mondi, molti lo conoscono come il padre della bomba atomica, ma
per la storia è Robert J. Oppenheimer, fisico statunitense, colui
che costruì un’arma talmente potente da poter disintegrare un
pianeta intero. Di questa storia tanto folle quanto piena di
fascinazione, Christopher Nolan, uno dei registi più
influenti del cinema contemporaneo, ne ha plasmato un
biopic
maestoso, per l’appunto Oppenheimer, nel
quale si possono riscontrare le sue tematiche cardine.
Oppenheimer è stato
un uomo tormentato nell’animo, con una mente geniale ma al tempo
stesso instabile, dall’esistenza cupa e sofferente adornata di
eventi agghiaccianti ma al tempo stesso straordinari, che per il
regista londinese sono gli ingredienti più adatti per fare di
un’opera un capolavoro indiscusso. Se però
Oppenheimer esiste, è anche merito del
libro American Prometheus, anno 2005, che ha vinto il
premio Pulitzer e si è rivelato essere fonte indispensabile per il
film di Nolan. La pellicola si impegna a restituire una versione
quanto più concreta e fedele possibile del fisico e, piuttosto che
fondarsi su alcuni inserti inventati o storicamente inesatti, ha
preferito sacrificare alcuni fatti e approfondirne degli altri. Per
cui, quanto si è avvicinato Christopher Nolan alla verità?
Il suo background
Partiamo dall’inizio. Nella scena
dell’incontro fra Oppenheimer (Cillian
Murphy) e Lewis Strauss (Robert
Downey Jr.) , ufficiale navale e uomo d’affari che fu
membro della Commissione per l’energia atomica, il primo dice al
secondo che, come lui, è un uomo che si è fatto da solo,
esattamente come suo padre. In quello stesso dialogo, nel quale
vediamo Strauss provare a convincere il fisico a firmare come
direttore dell’Institute of Advanced Study di Princeton, i due
disquisiscono, seppur brevemente, sull’antisemitismo. Alcuni
accenni al passato di Oppenheimer sono dunque
presenti nel film, ma nell’atto
pratico Nolan dà un particolare sguardo al suo periodo
universitario, non approfondendo molto la sua infanzia o il suo
background socio-economico e religioso.
Per cui… qual è la sua storia? Suo
padre era un ebreo tedesco, emigrato a New York nel 1888, che
lavorava in una fabbrica tessile talmente redditizia da aver reso
la famiglia molto benestante. Robert, per volere del padre,
frequentò un istituto progressista chiamato Scuola di Cultura
Etica, seppur nel corso del tempo fu vittima di bullismo. Il futuro
fisico aveva poi una vera e propria ossessione per le rocce e i
minerali e sin dall’infanzia mostrò segni sia di genialità che di
instabilità, probabilmente questi ultimi dovuti anche al fatto che
venne maltrattato in un campo estivo. Nel libro, inoltre, è
spiegato che il padre aggiunse il suo nome al certificato di
nascita di Robert all’ultimo momento, seppur non fosse pratica
comune per i padri ebrei chiamare i figli con il proprio nome. Nel
film, invece, non viene mai detto, ma anzi il fisico sostiene che
la J. non significhi niente.
La mela avvelenata
C’è un momento, in
Oppenheimer, in cui il fisico, che si
trova a Cambridge, precisamente al Cavendish Laboratory, avvelena
la mela del suo professore, Patrick Blackett, per avergli fatto
perdere l’inizio di una lezione di Niels Bohr lì
in visita. Il giovane inietta delle sostanze chimiche nel frutto di
Blackett, causando uno scandalo davvero immenso nella realtà, che
però in Oppenheimer è ridimensionato. Nel film all’improvviso
Robert si sveglia in preda al panico dopo aver commesso “il
fattaccio”, e si precipita nella classe di Niels Bohr, che ne sta
per dare un morso. Per rimediare alla situazione, Oppenheimer dice
di aver individuato un wormhole (una struttura ipotetica
che collega punti disparati nello spazio-tempo), e la getta nella
spazzatura.
Ad ogni modo, questo piano di
vendetta da parte di Oppenheimer fu nella realtà
davvero scoperto dall’Università, ma Blackett non mangiò mai la
mela, indi per cui non è dato sapere se la sostanza al suo interno
lo avrebbe potuto uccidere oppure solo fare ammalare. Alla fine, le
testimonianze contrastanti e l’influenza del padre impedirono al
giovane Oppenheimer di essere arrestato o espulso. Quel momento
venne visto come un grido d’aiuto da parte di Oppenheimer, il quale
aveva problemi così seri da spingerlo ad accordarsi con la scuola
per partecipare a sedute regolari con uno psichiatra.
Quando è stato annunciato
Oppenheimer, molti si aspettavano di
assistere a un film che
riguardasse la Seconda Guerra Mondiale – come era giusto che fosse
considerato il tema centrale della narrazione. In realtà,
Oppenheimer potrebbe invece considerarsi
una pellicola sulla politica a porte chiuse.
Diciamo questo poiché Nolan, per raccontare la storia del fisico,
usa lo stesso espediente narrativo degli autori del libro American
Prometheus: l’udienza durante la quale l’autorizzazione di
sicurezza e la lealtà di Oppenheimer verso l’America furono messe
in discussione.
La pellicola del regista rimane
sempre ambigua riguardo l’essere Oppenheimer
membro o meno del Partito Comunista, seppur entrambe le opere, sia
quella cinematografica che quella letteraria, sembrano avvalorare
la tesi che fosse un sostenitore della sinistra di FDR, la quale
aveva rapporti con comunisti tesserati. Nel libro, gli autori
scrissero che il fisico era talmente non interessato alla politica
da non essere neanche a conoscenza del crollo finanziario avvenuto
nel ’29, fino a quando Ernest Lawrence non glielo comunicò sei mesi
dopo, decidendo così di non votare fino al 1936. Oppenheimer
comunque sostenne le cause di sinistra dal 1934, continuando fino a
quando non fu coinvolto nella Guerra. Nonostante questo, il fisico
negò sempre di far parte del PC, ammettendo poi però, durante
alcuni controlli, di essere stato “un membro di quasi tutte le
organizzazioni del Fronte Comunista della West Coast“.
La storia con Jean Tatlock
In
Oppenheimer Nolan inserisce anche la love
story fra il fisico e Jean Tatlock, sua amante per
un breve periodo di tempo. Tatlock, nel
film interpretata da Florence Pugh, era una brillante donna che
studiava psicologica infantile. È in quella fase della vita che la
giovane incontra Oppenheimer, precisamente ad una
festa, evento in cui i due legarono molto poiché accomunati dai
loro demoni interiori e dalle loro ideologie di sinistra. La
pellicola si sofferma sulla loro relazione e sul loro ultimo
incontro, dopo il quale la Tatlock morì suicida. Dietro questo
avvenimento si nasconde però una verità molto più complessa e
crudele che nella trasposizione cinematografica non viene
approfondita.
Intanto, a Jean dava fastidio che
Oppenheimer avesse l’abitudine di fare regali ai
suoi amici e alle sue amanti. Nella vita reale, ella rifiutò i suoi
mazzi di fiori e le sue proposte di matrimonio, salvo poi
pentirsene. Da quanto è stato detto, pare anche che la donna abbia
avuto una relazione a lungo termine con l’amica Mary Ellen
Washburn, tanto che il libro suggerisce che la sua identità
sessuale repressa abbia contribuito al suo disagio psicologico. Ma
la cosa più interessante che è stata scritta nel volume, ma non
riportata nel film, è che la sua morte potrebbe derivare da un
omicidio, invece che da un suicidio. Infatti, quando il padre di
Tatlock trovò il suo corpo privo di vita, decise di bruciare tutte
le lettere della figlia prima di chiamare la polizia. L’ipotesi è
dunque la seguente: dato che la sua relazione con
Oppenheimer era molto famosa, un funzionario
governativo potrebbe aver deciso di farla assassinare per paura che
il fisico potesse svelare a lei tutti i segreti di Stato che poi
Jean avrebbe trasmesso ai russi.
Il matrimonio con Kitty
In
Oppenheimer non assistiamo solo alla
storia d’amore fra il fisico e Tatlock, ma facciamo anche la
conoscenza della moglie Kitty (Emily
Blunt), la quale viene presentata in un monologo
abbastanza breve. Il
film la ritrae come una madre infelice e una moglie gelosa che
deve affrontare alcuni problemi di alcolismo, ma nella realtà la
donna era ancora più complicata della versione proposta da Nolan.
Kitty proveniva da una famiglia tedesca dell’alta borghesia, ed era
figlia unica. Credeva di essere una principessa, pur ovviamente non
essendolo, e negli anni di gioventù tentò più volte di iscriversi
al college, senza però mai frequentare i corsi. Il suo primo marito
si chiamava Frank Ramseyer e da questi divorziò dopo aver scoperto
la sua omosessualità e dipendenza dalle droghe. Ebbe un secondo
marito, Joe Dallet, comunista, che perse la vita in guerra.
Kitty rimase poi incinta del figlio
di Oppenheimer, seppur si era ri-sposata con un altro uomo, un
medico, Richard Harrison. Tornando però a
Oppenheimer, nella realtà lui era ancor più
donnaiolo di quel che è stato mostrato. A conferma di quanto detto
esistono alcune lettere che addirittura confermano una relazione
fra lui e la moglie di un suo caro amico, Richard Toloman. In
American Prometheus viene poi menzionata l’infelicità e la
malattia di Kitty, la quale doveva anche combattere con il
risentimento delle amanti del marito e della sua fama. Era, come
abbiamo detto, una persona alcolizzata e il suo essere spesso poco
lucida la portò ad avere numerosi incidenti. Infine, si pensa che
abbia sofferto di depressione post-partum non curata, con
conseguente distacco emotivo tra lei e i suoi figli.
Il progetto Manhattan
Tra le parti meglio approfondite e
dettagliate c’è il famoso Progetto Manhattan, che
portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la
Seconda Guerra Mondiale. Il periodo più curato da Nolan è quello
che si svolge a Los Alamos. In questi anni, che vanno dal ’42 al
’45, vediamo Leslie Groves reclutare Oppenheimer
per dirigere il laboratorio segreto di armi e metterlo a servizio
della costruzione della bomba atomica. Nella realtà, i due avevano
divergenze politiche e operative, ma nonostante questo si portavano
rispetto e riuscivano a lavorare molto bene insieme. Leslie Groves
aveva poi un desiderio: voleva che gli scienziati fossero dei
soldati e insisteva molto sulla compartimentazione, seppur alla
fine faceva incontrare i suoi fisici una volta a settimana affinché
potessero condividere le loro idee per un bene più grande, ossia il
progresso. L’amico di Oppenheimer, Isidor Rabi, si
rifiutò di lavorare ufficialmente al Progetto Manhattan, ma di
tanto in tanto lo consultò, mentre Edward Teller era favorevole
alla bomba all’idrogeno.
Anche sul versante delle specifiche
tecniche Nolan è riuscito a fare un buon lavoro, riportandole più o
meno corrette. Senza scendere troppo nel dettaglio, possiamo dire
che all’epoca per accelerare le particelle si usava un ciclotrone
e, per un periodo breve, i teorici temevano che questo potesse
incendiare l’atmosfera. La bomba all’inizio fu denominata “il
gadget” come misura di sicurezza; alla fine, l’equipaggio fu
sollevato nel sapere che i tedeschi avevano preso una strada
sbagliata dal punto di vista ingegneristico, nonostante il
vantaggio che Werner Heisenberg aveva dato loro. Il tempo era
infatti un problema nella data prevista per il test Trinity,
proprio come si vede in Oppenheimer. Il film, tuttavia, non
inserisce il momento storico in cui gli Stati Uniti pensarono di
uccidere Heisenberg e di avvelenare le scorte alimentari
tedesche.
L’incidente di Chevalier
Ad un certo punto del film, c’è una
conversazione fra Oppenheimer e alcuni amici a
cena, che segna una delle parentesi più cruciali della vita del
fisico. Questo episodio, lo diciamo subito, è avvenuto anche nella
realtà. Protagonista è Haakon Chevalier, il quale
ad un tratto della serata si avvicina a Oppenheimer per
confessargli che la comunità accademica si lamenta del fatto che
gli americani non condividono le informazioni con i loro alleati, e
fra questi vi è anche la Russia sovietica. Chevalier menziona poi
un altro fisico, George Eltenton, il quale – dice – ha fatto sapere
di poter trasmettere tali informazioni, se qualcuno volesse
divulgare i propri segreti.
Oppenheimer risponde all’amico
dicendogli che questo sarebbe giudicato come tradimento e la
conversazione vira su altri temi. In seguito Oppenheimer non fece
cadere in prescrizione la cosa, ma denunciò Eltenton, seppur non
subito. Per proteggere l’amico inventò una storia falsa, ma in
seguito confessò tutta la verità a Groves. Questa storia però mise
a rischio la sua reputazione e fu pericolosa durante le udienze per
l’autorizzazione di sicurezza. Il nome di Chevalier venne lo stesso
a galla, e questi fu inserito nella lista nera. L’uomo giustificò
la cosa puntando sulle sue buone intenzioni: il suo obiettivo, a
quanto disse, era solo quello di mettere in guardia Oppenheimer sul
piano di Eltenton.
Lo sgancio della bomba atomica
In
Oppenheimer il pubblico non assiste allo
sgancio della bomba atomica, ma questa è uno dei fulcri principali
del film. Mentre la narrazione sta per raggiungere il suo climax,
c’è una sequenza in cui Oppenheimer e Lawrence sono invitati a una
riunione del Dipartimento della Difesa per discutere se sganciare o
meno le bombe atomiche e, in caso di esito positivo, su quali città
giapponesi. Prima della riunione, alcuni degli scienziati che
lavorano a Los Alamos impiattano una discussione circa l’etica del
dispositivo; Oppenheimer aveva precedentemente
assicurato loro che la conoscenza della bomba da parte
dell’opinione pubblica avrebbe potuto essere abbastanza
terrificante da porre fine a tutte le guerre. A porte chiuse,
alcuni iniziano a chiedersi se potrebbe essere fatta una
dimostrazione o se i civili dovrebbero essere avvertiti in
anticipo, ma i militari ne respingono le proposte per timore di
mettere a rischio la missione.
Il gruppo inizia poi a scegliere gli
obiettivi, ma alcune città vengono messe da parte, come Kyoto, per
due motivi: il suo significato culturale e la luna di miele del
Segretario alla Guerra Henry Stimson. Nella realtà, tutto questo
accadde realmente, e perciò dopo una serie di consultazioni,
la scelta ricadde su Hiroshima e Nagasaki.
Oppenheimer difese quella decisione fino alla
morte, anche se disse al Presidente Truman che sentiva di avere le
mani sporche di sangue, proprio comme accade nel film.
Rivalità con Strauss
Per il contributo – negativo – che
Oppenheimer diede alla storia, la sua figura non è
vista nel migliore dei modi, ma anzi l’uomo può essere considerato
come una sorta di antieroe. Pur avendo combattuto a lungo con i
suoi mostri interiori, portandosi sulle spalle una sofferenza
indicibile per tutto il dolore causato, il fisico è oramai visto
come il distruttore dei mondi (lo disse lui stesso quando era in
vita). Nonostante questo, il vero cattivo in Oppenheimer si rileva
essere Lewis Strauss. Questi viene rappresentato
come un uomo vendicativo, il quale prova sentimenti negativi verso
Oppenheimer. La ragione di tale ostilità risiede
in un dibattito sull’esportazione di radioisotopi, momento in cui
Robert lo mette in imbarazzo respingendo le sue preoccupazioni e
umiliandolo pubblicamente. Nella vita reale, l’astio mostrato da
Nolan nel film, era addirittura più forte.
Come ogni coppia in competizione che
si rispetti, anche loro due erano tanto simili quanto diversi. Sia
Oppenheimer che Strauss erano figli di immigrati ebrei tedeschi e
di uomini d’affari, anche se la recessione aveva colpito
maggiormente la famiglia del secondo. Entrambi erano poi
intelligenti e ambiziosi, appassionati e studiosi di fisica: il
problema però fu che Strauss non potè proseguire gli studi. Nelle
diversità, invece, Oppenheimer era liberale, mentre Strauss era
conservatore. Uno laico, l’altro religioso. Strauss cercò anche di
rovinare la reputazione di Oppenheimer, ma alla fine gli si ritorse
contro e rovinò la propria.
Cosa accadde nel dopoguerra?
Arriviamo alla conclusione con
l’ultima scena di Oppenheimer, il
flashback, una parte inventata del biopic.
Coinvolto in questo momento è Albert Einstein,
impegnato in una conversazione con Oppenheimer, la stessa che aveva
fatto pensare a Strauss che quest’ultimo lo stesse denigrando. In
quell’occasione, in realtà, Einstein sta parlando con Oppenheimer
circa la natura dell’eredità scientifica e questi gli confida di
temere di aver innescato una reazione a catena inarrestabile con
l’avvento dell’energia nucleare. Alla fine, Oppenheimer
ricevette comunque l’Enrico Fermi
Award “per i contributi alla fisica teorica, come
insegnante e ideatore e per la leadership del Laboratorio di Los
Alamos e del programma di energia atomica durante gli anni
critici“, oltre a un premio di 50.000 dollari.
Fu il Presidente degli Stati Uniti
John F. Kennedy ad assegnargli il premio, seppur non riuscì a
consegnarglielo a causa del suo assassinio. Negli anni seguenti
alla Seconda Guerra Mondiale, Oppenheimer continuò
a parlare di quanto potesse essere pericolosa la guerra nucleare,
schierandosi sempre a favore delle politiche di cooperazione
internazionale. Nel 1965 gli fu poi diagnosticato un tumore alla
gola, essendo lui un grande fumatore, e fu sottoposto a
chemioterapie e interventi, che però non ebbero il successo
sperato. Oppenheimer morì per il cancro nel 1967,
all’età di 62 anni.
Torna uno dei registi più geniali e
visionari del panorama cinematografico mondiale. Stiamo parlando di
Zack Snyder, creatore di cult movie quali
300,
L’uomo d’acciaio e
Army of the Dead e pronto a tornare su
Netflix dopo il grande successo del 2021
Army of the Dead.
Rebel
Moon è la nuova saga fantascientifica ideata da
Snyder, e vi mostriamo oggi il teaser trailer ufficiale che svela
anche i titoli delle due parti che compongono il film: Parte 1 – Figlia
del Fuoco, in arrivo il 22 dicembre solo su Netflix, e
Parte 2 – La Sfregiatrice, dal 19 aprile 2024 solo su
Netflix.
Nel cast Sofia Boutella,
Djimon Hounsou, Ed Skrein,
Michiel Huisman, Doona Bae,
Ray Fisher, insieme a
Charlie Hunnam ed
Anthony Hopkins come voce di ‘Jimmy’.Insieme a loro
Staz Nair, Fra Fee,
Cleopatra Coleman, Stuart Martin,
Ingvar EggertSigurðsson,
Alfonso Herrera, Cary Elwes,
Rhian Rees, E. Duffy,
Jena Malone, Sky Yang,
CharlotteMaggi e Corey Stoll. Rebel Moon è diretto da Zack
Snyder, scritto dallo stesso Snyder con Kurt Johnstad e Shay
Hatten, e prodotto da Deborah Snyder, Eric Newman, Zack Snyder e
Wesley Coller.
Rebel Moon – la trama
Da Zack Snyder, il cineasta di
300,
L’uomo d’acciaio e
Army of the Dead arriva REBEL MOON, un evento epico tra
scienza e fantasy la cui realizzazione ha richiesto decenni di
lavoro. Gli eserciti di una potenza tirannica minacciano una
tranquilla colonia ai confini della galassia. Qui la misteriosa
straniera Kora (Sofia Boutella) diventa l’unica speranza di
sopravvivenza e riceve l’incarico di scovare abili combattenti per
affrontare con lei il compito impossibile di battersi contro un
avversario così potente. Kora raduna una manciata di guerrieri in
una piccola banda composta da reietti, ribelli, contadini e orfani
di guerra provenienti da numerosi pianeti e accomunati da tanta
voglia di redimersi e vendicarsi. Mentre l’ombra oscura di tutto un
impero incombe sulla luna che meno se l’aspetta, ha inizio una
battaglia per il futuro della galassia e un nuovo esercito di eroi
prende forma.