Dai maestri del fumetto internazionale, alle realizzazioni artistiche legate al mondo del fantastico, dall’illustrazione alle visioni connesse profondamente con il mondo dell’arte classica. Hanno preso il via le mostre di Lucca Comics & Games ospitate a Palazzo Ducale: artisti e artiste sono celebrati con vere e proprie “personali”.
Primo atto di TOGETHER, la 57esima edizione di Lucca Comics & Games – festival realizzato da Lucca Crea insieme al Comune di Lucca – con l’inaugurazione delle sette mostre allestite nelle splendide sale di Palazzo Ducale (Lucca – piazza Napoleone), messe a disposizione della Provincia di Lucca e grazie all’ospitalità della Prefettura.
Tra gli ospiti dell’inaugurazione, due dei protagonisti delle mostre, Luis Royo e Romulo Royo, padre e figlio, che hanno ringraziato gli organizzatori e definito: Lucca come la capitale del fantasy. In mostra oltre 80 opere buona parte delle quali di grandissime dimensioni e mai esposte prima e che si ispirano alle opere di Goya.
Nella prestigiosa sede affrescata, che fu reggia di Maria Luisa di Borbone ai primi dell’800, le mostre sono tra gli appuntamenti più attesi di tutti gli universi celebrati all’interno del festival e costituiscono il fiore all’occhiello del programma culturale della manifestazione.
Le esposizioni saranno accessibili a ingresso libero dal 15 al 31 ottobre (da martedì a sabato ore 15-19, domenica ore 10-13 / 15-19; chiuso il lunedì). Dal 1° al 5 novembre l’accesso sarà consentito ai soli possessori del biglietto di ingresso del festival (ore 9.00 – 19.00). Anche quest’anno i visitatori e le visitatrici potranno approfondire le voci e le visioni degli artisti e delle artiste in mostra, raccontati nel volume Lucca Comics & Games 2023, Together, Artbook delle mostre (IF Edizioni) che sarà disponibile a partire dal 14 ottobre presso il bookshop (alcuni testi a seguire sono estratti dell’Artbook, scritti dai curatori e dalle curatrici).
Queste le mostre di Palazzo Ducale del Lucca Comics & Games 2023
Asaf & Tomer Hanuka: A Tribe of Two A cura di Cosimo Lorenzo Pancini e Guido Martini
Qualunque sceneggiatore di anche mediocre talento sa che un supereroe è nulla senza l’adeguata “origin story”. Ci vuole il casuale morso d’un improbabile ragno radioattivo per far nascere Spider-Man, la morte dei genitori per creare Batman, quella d’un intero pianeta per Superman. E spesso, grandi poteri sono accompagnati non solo da grandi responsabilità, ma anche da fragilità invincibili: la cecità di Daredevil, il cuore malato di Tony Stark, l’aspetto da sfigato di Clark Kent. Nella “origin story” di Tomer e Asaf Hanuka – autori del poster dell’edizione 2023 di Lucca Comics & Games – c’è un paese ricco di bellezza e storia, quanto segnato da tensioni e guerre: Israele.
I due fratelli gemelli crescono, per dirla con le loro parole, come una “tribù di due persone”, e scoprono il loro superpotere grazie all’incontro casuale con una manciata di grandi del fumetto. Non servono ragni radioattivi: bastano le tavole Marvel, le visioni manga di Katsuhiro Otomo e la linea chiara ineffabile di Jean “Moebius” Giraud a spingerli sulla strada del fumetto e dell’illustrazione.
Lo fanno con storie personali e tempi diversi, l’uno (Asaf) lavorando in patria e pubblicando per il mercato europeo; l’altro (Tomer) cercando fortuna negli Stati Uniti, e trovandola infine grazie alle copertine realizzate per il New Yorker, il traguardo ideale per ogni illustratore. Negli anni in cui seguono ognuno il proprio diverso percorso non perdono – del resto sono gemelli – il contatto continuo, collaborando su fumetti (Il Divino sui testi di Boaz Lavie), concept art per l’animazione (Valzer con Bashir di Ari Folman) e su progetti personali artistici (The Moodies).
Il loro superpotere è il disegno, e lo stile di entrambi è figlio delle mille contaminazioni del presente, basato sulla semplicità apparente della linea chiara franco-belga unita alla sensibilità digitale che mixa videogame art, anime e riferimenti alle avanguardie del Novecento. Sono entrambi prolicissimi e versatili, capaci di passare senza soluzione di continuità dai mondi fantastici dell’intrattenimento popolare alla tesa rappresentazione del reale. (…) In bilico tra rappresentazione figurativa e cromie astratte, tra la semplicità del reale e la complessità del pensiero, l’opera di Asaf e di Tomer rappresenta al meglio la capacità di raccontare la ricchezza del mondo raggiunta dall’illustrazione e dal fumetto. Sono arti che solo una manciata di anni fa erano considerate “minori”, e che invece proprio grazie alla loro capacità di comunicare e coinvolgere la collettività hanno trovato un modo straordinario di diventare strumenti per leggere il mondo in cui viviamo, per orientare la nostra vita e guidarci, ognuno nel proprio videogioco in prima persona, ad una meta che esiste solo se la pensiamo insieme.
Garth Ennis: Till the End of His Words A cura di Luca Bitonte e Alessandro Apreda
Questa non è solamente una mostra sul Maestro di Belfast, ormai cittadino di NY: piuttosto su di lui e i suoi amici, su quel rapporto unico che può nascere solo tra i tavoli di un pub. Lui li ha conservati tutti, questi affetti, esaltandoli e traendo dalla somma delle singole parti una forza incredibile. Questa è una mostra sul legame indissolubile tra queste persone, e sull’arte infinita che ne è scaturita. (…) Una mostra collettiva, che prova a rendere omaggio all’incredibile storytelling del ragazzaccio, e contemporaneamente a chi questo storytelling lo ha reso reale, possibile, efficace, carnale e materiale. Questo percorso espositivo vuole esaltare il lavoro, la dedizione e l’arte di tanti artisti, tanti artigiani che hanno dato corpo all’idea di Garth, imprimendola nella memoria del lettore.
(…) Loro hanno dato un volto a Jesse e lo hanno accompagnato nella sua ricerca di Dio; hanno impresso quel dito medio alzato contro i demoni, e contro i lettori, da John Constantine; hanno reso espressivo e amabile Tommy Monaghan; hanno reso il dramma della guerra come raramente si era visto nei cicli di fumetti bellici, tanto cari a Garth; hanno reso reali i supereroi con i quali mai vorresti avere a che fare, i terribili ragazzi di The Boys. E quindi un grazie infinito a Garth. A Steve Dillon e Carlos Ezquerra che non sono purtroppo più tra noi, a John McCrea, Russ Braun, Keith Burns, PJ Holden, David Lloyd, Darick Robertson, Glenn Fabry, Henry Flint, Goran Sudzuka. E a Stuart Moore e Karen Berger, che non hanno disegnato le fantasie di Garth, ma sono stati fondamentali per portarle su carta.
Usamaru Furuya: This Time is Different A cura di Giovanni Russo e Paolo La Marca
Usamaru Furuya è una delle voci più interessanti del fumetto giapponese contemporaneo. Questa mostra racconta la sua caratteristica peculiare ovvero la continua evoluzione. In effetti è difficile fissare una volta per tutte le coordinate del suo percorso. La sua copiosa produzione spazia continuamente, alla ricerca di un’impossibile punto di equilibrio fra istanze mainstream e nicchie underground più o meno consolidate.
Ha toccato – quasi – tutti i generi, usato tutte le tecniche, adeguato il suo linguaggio a storie sempre diverse, pur sempre, inconfondibilmente, sue.
Fra le sue opere in mostra lo sperimentale Palepoli, il fantasy poetico La musica di Marie, l’adattamento letterario Lo squalificato, il grottesco Litchi Hikari Club.
AkaB: Qui non esiste morale A cura di Carlotta Vacchelli
Irrequieta, intensa, controversa, l’opera di AkaB (Gabriele di Benedetto, 1976-2019) rappresenta una tappa fondamentale nella storia del fumetto italiano degli ultimi 30 anni, intersecando generi (vignette, storie brevi, graphic novel, webcomics), mercati (dall’autoproduzione al mainstream) e arti disparate (pittura, grafica, illustrazione, animazione, cinema sperimentale e musica indipendente).
Questa mostra ne racconta il percorso artistico quanto l’altrettanto importante attività di instancabile operatore culturale, promotore di gruppi e collettivi, fautore di progetti editoriali, iniziatore di processi di tutela e valorizzazione dei mestieri legati al fumetto. Incessante “esploratore delle condizioni dell’animo umano e sperimentatore non convenzionale”, AkaB ha rappresentato, per il suo pubblico affezionato e per la critica, una figura di artista di indiscusso valore, non a caso unico vincitore postumo del premio come Maestro del Fumetto ai Lucca Comics Awards 2020.
Luis Royo & Romulo Royo: Art Generations A cura di Mauro Bruni
Considerato il più influente artista europeo del suo genere, Luis Royo torna a Lucca Comics & Games con una mostra in Palazzo Ducale dedicata alla sua arte fantastica. I suoi lavori di stampo fantastico ed erotico lo hanno reso uno dei più importanti artisti contemporanei del suo campo. Ha esposto in numerose mostre e i suoi libri sono diventati dei punti di riferimento per molti artisti successivi; nel 2016 ha lasciato l’impronta delle mani per la Walk of Fame di Lucca Comics & Games. Nel percorso della sua straordinaria carriera, non può però mancare il lavoro svolto insieme al figlio Romulo, uno dei talenti più cristallini fra gli artisti contemporanei. Due generazioni a confronto che si avvicinano fino a creare un’unica immagine utilizzando le tecniche più amate da ognuno dei due artisti. L’espressività delle guerriere e le visionarie città futuristiche si fondono con le architetture della Galleria Ammannati, una comunione di tecniche e di visioni che stupiranno i visitatori dell’esposizione dedicata ai Royos.
Amélie Fléchais: Sentieri smarriti, sentieri ritrovati A cura di Roberto Irace
Character designer, animatrice, illustratrice, fumettista, autrice… sono alcune tra le tante anime di Amélie Fléchais. Francese, classe 1989, sarà per la prima volta a Lucca Comics & Games con la più grande mostra a lei dedicata, la prima in Italia, un’esposizione che contiene tavole estratte dai suoi primi lavori autoriali come Il sentiero smarrito e Lupetto Rosso, L’uomo Montagna, realizzato con Séverine Gauthier e la pluripremiata opera Le Guerriere della Valle, realizzata con Jonathan Garnier (tutti editi in Italia da Tunué). Una serie di storie per ragazzi, che sussurrano anche agli adulti. Un affresco sul crescere e sul divenire con fiabe capovolte, le prime avventure, la natura che si ribella alle brutture dell’uomo: sono solo alcuni dei temi che l’autrice affronta nelle sue opere piene di poesia. Opere che, partendo dal media del fumetto, sono anche caratterizzate da una forte impronta illustrativa e di animazione. Il tutto accompagnato da illustrazioni personali inedite e alcuni degli studi di personaggi, sfondi e ambienti fatti per film come La canzone del mare (Cartoon Saloon), Onward (Pixar) e Trolls (Dreamworks).
Fumetti nei Musei | La terza edizione in mostra
Alla vigilia della pubblicazione della terza edizione di Fumetti nei Musei, questa mostra, a cura di Mattia Morandi, Simona Cardinali, Chiara Palmieri, svela per la prima volta le copertine e alcune tavole dei nuovi diciassette racconti ambientati nei luoghi della bellezza italiana. Anche in questa circostanza il progetto del Ministero della Cultura, realizzato in collaborazione con la casa editrice Coconino Press – Fandango, dimostra grande vivacità, dando “voce” alla creatività di artiste e artisti di generazioni, stili e linguaggi differenti e rafforza il legame tra le istituzioni culturali e il fumetto italiano contemporaneo.
Proprio qui a Lucca Comics and Games, la collana Fumetti nei Musei ha ricevuto sin dal suo esordio importanti riconoscimenti che hanno contribuito ad avvicinare il fumetto e le grandi istituzioni culturali italiane. Ne sono la riprova: il Premio Gran Guinigi come migliore iniziativa editoriale nel 2018; la nascita del Fondo Fumetti nei Musei delle Gallerie degli Uffizi, che raccoglie gli autoritratti delle autrici e degli autori coinvolti; l’accordo tra Lucca Comics & Games e le prestigiose Gallerie fiorentine per iniziative di alto valore culturale tra cui, ogni anno, l’ingresso in collezione dell’autoritratto del vincitore del Gran Maestro del Fumetto.
Lucca Comics & Games dà voce e spazio a questo progetto e lo fa nella prestigiosa sede di Palazzo Ducale dove viene esposta una selezione dei lavori dei 17 nuovi artisti coinvolti. Una mostra che conferma la trasversalità dell’arte del fumetto, un’arte che può raccontare l’arte, quella del passato, quella del presente e anche quella del futuro che verrà.




Il titolo dell’episodio 2 Breaking Brad, un riferimento dell’acclamata serie AMC Breaking Bad che funziona su più livelli. Non solo l’Hunter X-5 (Rafael Casal) della TVA si ribella e abbandona la sua vita precedente, ma sfida l’ordine e infrange il protocollo vivendo sulla Sacra Linea Temporale, prendendo il nome di “Brad Wolfe” (da cui “breaking Brad” ovvero più o meno letteralmente “Brad che evade”). Allo stesso modo, Loki finisce per interrogare X-5 per sapere dove si trova Sylvie più avanti nell’episodio, minacciando di spezzarlo entro i confini sempre più ristretti di un cubo di energia, e quindi “breaking” utilizzato anche con il significato di “rompere”.
Loki Stagione 2 episodio 2 si apre con Loki e Mobius alla caccia di Sylvie sulla Sacra Timeline. I due arrivano alla première di un film a Londra nel 1977 per trovare Hunter X-5 a cui era stato assegnato il compito di rintracciarla ma che invece si è ribellato. Il 1977 è lo stesso anno in cui è stato presentato in anteprima Guerre Stellari, il primo film della serie
Mentre Loki e Mobius attraversano il West End di Londra per affrontare X-5/Brad Wolfe, passano davanti ad alcuni poster di film, incluso uno di un film di Bollywood con protagonista uno dei “membri della famiglia”, Kingo. L’eroe degli Eterni interpretato da
Subito dopo il poster di Kingo, c’è un altro poster di un film intitolato Phone Ranger. Nei fumetti Marvel, Phone Ranger è un eroe incredibilmente oscuro. Vero nome A.G. Bell (un riferimento all’inventore del telefono), Bell era un riparatore di telefoni che scoprì la tecnologia aliena, concedendogli accesso a tutti i dispositivi di comunicazione in tutto il mondo. Sebbene abbia combattuto brevemente il crimine nei panni di Phone Ranger, Bell è apparso solo tre volte nell’intera continuità della
Loki e Mobius scoprono che Hunter X-5 è effettivamente diventato un ribelle nel 1977. Dopo aver sfidato gli ordini del generale Dox (Kate Dickie), X-5 ha scelto di avere una vita sulla Sacra Linea Temporale. E così X-5 è diventato l’attore Brad Wolfe e recita in Zaniac!, un film su un serial killer.
Durante la premiere di Zaniac!, un giornalista chiede a X-5/Wolfe informazioni sulle voci secondo cui esce con una donna di nome Bridgette Bardot. Nella storia reale, Bardot è stata una delle principali modelle, cantanti e attrici francesi degli anni ’50 -’70. Tuttavia, Wolfe si rifiuta di commentare la validità delle voci mentre celebra la sua “ascesa fulminea come star del cinema”.
Quando X-5 tenta di scappare dopo aver affrontato Loki e Mobius, il
Durante l’interrogatorio di X-5 alla TVA, l’ex cacciatore tenta di entrare nella testa di Loki e agitare il
Dopo che X-5 ha scatenato la rabbia di Mobius, Loki e Mobius si prendono una pausa e mangiano un po’ di torta. È qui che Loki richiama il passato in cui la sua stessa rabbia aveva avuto la meglio su di lui. In particolare, fa notare quanto fosse arrabbiato con suo fratello e suo padre, al punto da guidare un’invasione aliena per conquistare la Terra, come visto nel primo film degli Avengers.
Dopo aver finalmente convinto Hunter X-5 a rivelare la posizione di Sylvie, Loki e Sylvie si riuniscono sulla linea temporale ramificata in cui Sylvie lavora da McDonald’s (
Era risaputo che Sylvie avesse ucciso diversi Minutemen della TVA durante gli eventi della stagione 1 di Loki. Tuttavia, Hunter X-5 fornisce un numero esatto delle vittime della variante. Apparentemente Sylvie ha ucciso circa 400 agenti della TVA nel corso della sua vita sfuggendo alla loro custodia, mentre questi tentavano di eliminarla dall’esistenza. Pertanto, un numero così elevato mette sicuramente in prospettiva i poteri e le abilità di Sylvie.
Alla fine di Loki Stagione 2 episodio 2, viene rivelato che Sylvie ha tenuto il talismano di Colui che Rimane dopo averlo ucciso nel finale della prima stagione. Sembra essere una versione altamente avanzata dei TemPad standard della TVA, e pare gli offra una varietà di strumenti e abilità legati alla manipolazione del tempo. Pertanto, è ovvio che Sylvie lo utilizzerà nei futuri episodi della seconda stagione di Loki, nonostante il suo rifiuto iniziale di unirsi al protagonista e alla TVA in questo episodio.




Come visto alla fine della seconda puntata di Loki stagione 2, Loki è l’ultima persona che Sylvie vuole vedere o con cui vuole parlare. Questo perché non si è schierato con lei nel finale della prima stagione di Loki. Piuttosto che accettare di uccidere
Alla fine, X-5 rivela il piano segreto del generale Dox e dei cacciatori rimasti fedeli al suo comando in atto. Dopo aver fatto irruzione negli arsenali della TVA, il generale Dox si rifiuta di credere che qualcosa sia cambiato nella missione principale della TVA. Secondo Dox, i rami della Sacra Linea Temporale devono ancora essere potati. Pertanto, il generale della TVA ha escogitato un piano devastante per far saltare in aria tutte le filiali in un’unica campagna, dando a chi volesse astacolarne il piano pochissimo tempo per fermarla.
La seconda puntata di Loki stagione 2 conferma che Ravonna Renslayer (
Sebbene


La maggior parte degli esseri umani nel mondo di
Un aspetto chiave di
Fedele al suo nome,
Dopo essere stato resuscitato, Neo si trova all’interno di una nuova Matrix in
Dopo che Neo viene riavviato e inserito in una nuova versione di Matrix in
Quando Neo viene completamente risvegliato e introdotto nel cupo mondo reale da Morpheus, uno dei cambiamenti ambientali più stridenti che deve affrontare è l’assoluta mancanza di luce solare. Morpheus spiega che gli umani hanno intenzionalmente oscurato il sole per impedire alle Macchine di utilizzare la loro fonte di energia primaria, la luce solare. Questa bizzarra tattica sembra essersi ritorta contro la razza umana, facendo sì che le macchine si rivolgessero all’uomo come fonte primaria di energia, rendendo necessaria la creazione di Matrix.
Uno degli eventi più importanti della storia di Matrix è la guerra iniziale tra umani e macchine. Le prime due parti della serie antologica Matrix The Animatrix lo mostrano per la prima volta, mostrando come gli umani abbiano colpito la pacifica città delle macchine di 01 con un attacco nucleare. L’Animatrix spiega poi come questo attacco non abbia fatto altro che provocare le macchine nel lungo periodo, essendo i loro corpi inorganici immuni agli effetti del calore estremo e del
La premessa stessa di Matrix come fonte di energia per le macchine è di natura dubbia. Coltivare gli esseri umani per ottenere energia si è rivelato complicato per le IA che popolano il mondo desolato, rendendo necessaria la creazione e l’attenta calibrazione di Matrix per tenerle in riga. Al di là della questione del perché la vita organica sarebbe la forma più efficiente di energia che le macchine potrebbero generare, l’uso degli esseri umani si è rivelato pericoloso per le macchine, quando qualcosa come mucche o maiali potrebbe funzionare altrettanto bene senza la necessità di una complessa programmazione per intrappolare la mente umana.