Dopo due avventure di grande successo per la saga di Kingsmen: Secret Service, Matthew Vaughn ha deciso di tornare indietro nel tempo alla fondazione dell’organizzazione segreta di intelligence, e così ci ha regalato King’s Man – Le origini, che arriverà al cinema il prossimo 16 dicembre.
All’incontro virtuale con la stampa per promuovere il film che riserverà sorprese ed emozioni, hanno partecipato il protagonista Ralph Fiennes, il giovane Harris Dickinson, Djimon Hounsou, Rhys Ifans, Gemma Arterton, Tom Hollander e ovviamente il regista e sceneggiatore Matthew Vaughn.
Tutti i personaggi hanno una loro unicità e delle caratteristiche che li rendono speciali, tuttavia Tom Hollander ha avuto a che fare con delle unicità più stratificate, visto che ha interpretato Re Giorgio V, Guglielmo II e Nicola II, tutti insieme. “C’è stato un sacco di lavoro di make up – ha spiegato l’attore – ma a volte ho avuto difficoltà a differenziare gli accenti, soprattutto tra il tedesco e il russo che, in inglese, hanno dei suoi simili. Ma sono personaggi molto diversi tra loro e quindi questo mi ha aiutato molto. Per Matthew era importante che fosse lo stesso attore a interpretare i tre cugini, perché doveva essere chiaro che i tre personaggi erano imparentati, dopotutto, la Prima Guerra Mondiale è stata una specie di affare di famiglia.”
Da tre personaggi storici interpretati dallo stesso attore, si passa ad un personaggio che si muove a cavallo tra storia e mito, strabordante e misterioso, proprio come l’attore che lo ha interpretato. Com’è stato per Rhys Ifans il processo di ricerca per mettere in scena il Monaco Rasputin?
Naturalmente l’attore conosceva già la figura storica: “Sapevo della sua influenza sulle persone, del suo carisma e si conosceva già all’epoca come un personaggio mitico, cosa che è rimasta anche nelle lezioni di storia. Aveva questo look incredibile, nelle foto storiche si vede bene. Sembrava consapevole dell’impatto della sua immagine, ti guardava davvero attraverso le foto, aveva lo sguardo fisso in macchina. Era un mistico e un guaritore, era consapevole di quanto un elemento di performance nella sua persona, con fumi e specchi, fosse importante per la sua immagine, era stato capace di farsi strada nella vita, fino ad alti livelli e posizione di potere. Nello specifico, nel suo caso, aveva acquisito il potere di iniziare e finire le guerre, è stato un grande personaggio.”
L’azione di King’s Man – Le Origini è stata impegnativa ma soddisfacente, a risultato raggiunto
Un altro nome di grande spessore presente nel cast di King’s Man – Le origini è Djimon Hounsou, che nel film interpreta Shola, amico e assistente dell’Orlando Oxford di Ralph Fiennes. Proprio a lui sono dedicate alcune delle sequenze di lotta più concitate del film, cosa della quale l’attore non sembrava essere troppo grato a Vaughn! “Ero eccitato di far parte della storia, di lavorare con Matthew, finalmente, di andare a raccontare la fondazione del mito dei Kingsmen. Abbiamo raccontato un pezzo di Storia dell’Europa che io personalmente non conoscevo. Credo sia stato bello portare luce in quel periodo storico, ma fare le scene d’azione in questo film è stata una vera sfida. Non avevo assolutamente idea di quanto potesse essere impegnativo, non sapevo qual era il suo metodo di lavoro. Non avevo idea di come sarebbero venute le scene, e mi sono fatto male durante le riprese, è stata una vera sfida, ma è davvero gratificante guardare il prodotto finito.”
Il vero motore dell’azione però è Conrad, il coraggioso figlio di Oxford, interpretato da Harris Dickinson. E anche lui, come Hounson, si è trovato alle prese con un lavoro fisico che non pensava di dover fare. “Non avevo mai fatto cose così prima, sono stato fortunato a guardare il lavoro degli stunt in studio. Eravamo tutti molto contenti di questo aiuto e questo esempio che ci veniva dato, perché era come essere di nuovo studenti, di stare l’ì ad imparare. Per me è stata una sfida mentale e fisica, sono grato per essere stato in questo contesto. Se penso al piccolo me, ho sempre sognato questo tipo di cose, diventare un eroe, salvare il mondo, fare queste acrobazie. Il me piccolo sarebbe davvero contento di questo ruolo.”
In un mondo di uomini, le poche donne presenti devono farsi valere il doppio, e così quale migliore scelta di Gemma Arterton per interpretare Polly, la tata del giovane Conrad, che lo ha cresciuto come un figlio suo, insegnandogli la disciplina e la necessità di essere sempre puliti per la cena. Ma lungi dall’essere un ruolo negli schemi, Polly è molto di più di quello che appare. Per interpretarla, Arterton si è ispirata alle suffragette che però sono venute dopo, storicamente, ma gran parte della sua base per il ruolo è arrivata dalla sua vita: “Mi sono ispirata principalmente alle donne con cui sono cresciuta. Erano molto caparbie, serie e efficienti, ma erano di quelle che avevano uno spirito forte. E così è Polly, ho amato interpretarla, lei è sempre molto composta, sempre ordinata e pulita, si potrebbe pensare che sia severa, ma ha gli occhi che le brillano”… e quello scintillio dice molto più di lei di tutti i corpetti inamidati, aggiungiamo.
Come Harry era stato la porta d’ingresso di Eggsy nel mondo dei Kingsmen, così Orlando Oxfort è la porta d’ingresso in questa nuova storia che in realtà racconta come siamo arrivati a Harry, Eggsy e Merlino. Nessuno come Ralph Fiennes, nei panni di “erede” e “predecessore” allo stesso tempo di Colin Firth, poteva rivestire questo ruolo: “È stata una grande proposta. Interpreto un uomo che ha un passato feroce, di guerra e combattimenti, che perde la moglie in maniera violenta, tra le sue braccia, e si vota alla non violenza, cresce un figlio da solo, con l’aiuto di Polly. E mi piace perché il film mostra questo uomo deciso e incrollabile che però si rende conto ad un certo punto che deve cambiare, deve prendere una decisione. C’è un momento in cui “devi prendere le armi” e questa persona che drammaticamente sceglie di non cedere mai più alla violenza, alla fine trova il coraggio di cambiare e fare la scelta giusta. La sceneggiatura è stata subito allettante per me.”
E veniamo infine alla mente del progetto, Matthew Vaughn, che ancora una volta firma regia e sceneggiatura e spiega perché il passo naturale per proseguire con il franchise è stato quello di tornare indietro, alle origini: “Nei due film precedenti, abbiamo visto Harry che spiega a Eggsy come sono nati i Kingsman. In questo modo avevamo già una storia, sapevamo già cosa raccontare, esisteva un folklore del franchise, dovevo solo attenermi a ciò che avevo già raccontato e scritto. E poi c’è stato il casting di Ralph. Scegliere lui per interpretare Oxford mi ha messo davanti a una serie di domande intelligenti che mi hanno aiutato a portare in vita la storia, e ho amato lavorare con tutti, è stato divertente.”
E altrettanto divertente è guardare King’s Man – Le origini, che arriverà in sala il 16 dicembre e che riserverà davvero tante sorprese agli spettatori. Oltre agli intervenuti alla conferenza, nel cast del film ci sono anche Matthew Goode, Daniel Brühl, Aaron Taylor-Johnson, Charles Dance e Alexandra Maria Lara.


In Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni, Jango Fett ha il compito di uccidere Padmé. Il personaggio è chiaramente un cattivo: è scoperto da Obi-Wan e si trova a scontrarsi con il leggendario Jedi.
Al centro de L’impero colpisce ancora, Ian e i Ribelli fuggono dalla flotta imperiale per cercare riparo. Trovano rifugio grazie a Lando Calrissian.
“Posso portarti al caldo, o posso portarti al freddo.” Nell’episodio pilota di The Mandalorian, Din Djarin è introdotto come un malvagio che uccide facilmente i sicari e dice la sua frase d’effetto.
L’emblema del male in Star Wars è Darth Vader, introdotto nel film del 1977. Ne L’impero colpisce ancora viene però umanizzato: è Anakin, il padre biologico di Luke Skywalker.
Il cacciatore di taglie
Quando viene introdotto nella Taverna Mos Eisley, Han Solo sembra preoccuparsi solo dei suoi interessi e di quelli del compagno Chewbacca: accetta di accompagnare Luke e Obi-Wan semplicemente per la ricompensa in denaro. Eppure, alla fine della trilogia, Ian è uno degli eroi della ribellione.

Il ritratto di Maxwell Lord come un personaggio compassionevole in
Introdotta in Justice League of America #29, questa fazione della Terra-3 era una versione totalitaria della Justice League, che vedeva nella propria ownership un vero e proprio diritto. Il gruppo è stato ridimensionato, perché avere versioni ridondanti degli stessi personaggi rischiava di diventare stucchevole per i fan.
La Justice League si scontra per lo più con esseri dall’enorme potere, il che ha l’effetto collaterale di schierare sempre in prima linea i membri più vigorosi della squadra. Tuttavia, l’utilizzo del Materioptikon da parte del Dottor Destino, per manipolare i sogni dei personaggi, offre un diverso tipo di conflitto.
Anche se in generale le molte versioni a fumetti del Joker sono estremamente apprezzate, non c’è molta consapevolezza del suo ruolo in Adventures of Superman #583. In questo fumetto, ha raggirato Mr. Myxzptlk per farsi concedere dei poteri che alterano la realtà, in seguito ai quali Joker ha portato il caos in tutto l’universo, costringendo perfino la Lega a subire orribili torture e giochi contorti.
Sin dal suo debutto in Justice League of America #10, Felix Faust è stato in gran parte ostacolato dalla Lega ad ogni passo; con la sua apparizione ha evocato i Demoniaci Tre per sconfiggere la Lega fino a quando non si sono poi ricompattati.
Non ci sono molte squadre che sfidano esclusivamente la Justice League, dato che la maggior parte sono composte da arcinemici dei singoli eroi. Questo rende la Banda della Scala Reale unica per il modo in cui i membri si presentano come antagonisti della Lega vera e propria, fin da quando sono apparsi per la prima volta in Justice League of America #43.
Il conflitto tra Apokolips di Darkseid e la Nuova Genesi di Altopadre ha impedito a cattivi con profili simili di brillare. È un peccato che Kanjar Ro ne abbia sofferto, visto che è un super cattivo che è riuscito addirittura schiavizzare gli eroi in Justice League of America #3 per costringerli a lavorare per lui.
Mongul è un noto cattivo di
È difficile credere che i lettori di fumetti contemporanei tendano a non sapere che Starro è stato il primo cattivo della Justice League in Brave and the Bold #28. Se non fosse stato per Starro, la Lega non si sarebbe formata, rendendo il personaggio il motivo per cui la squadra di supereroi è diventata un’icona culturale.




Dopo gli eventi di
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I Marvel Studios hanno annunciato ufficialmente che un prossimo progetto sui
I fan sono stati sopraffatti dalla gioia quando Sony e Marvel hanno firmato l’accordo del 2015 che ha permesso a Spider-Man di essere presente nel
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C’è una grande possibilità che i titoli di coda di



Una sequenza del primo film sul DIo del tuono ci mostra l’eroe avere a che fare con il nome Donald Blake: si trattava di un Easter Egg ed effettivamente è stata anche l’unica volta in cui i film hanno fatto riferimento a Blake, nome in realtà importantissimo nei fumetti in quanto rappresentante l’identità segreta di Thor, ovvero un medico che camminava zoppicando e aiutandosi con un bastone, strumento grazie al quale poi riusciva ad assumere le sembianze di eroe.
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Al di là del fatto che Thor non riuscisse a mantenere la sua identità di supereroe senza brandire Mjolnir, nei fumetti il personaggio è molto più potente. Nel 
Nei film di Thor, l’eroe ha una fidanzata sulla terra: Jane Foster. I due sembravano essersi lasciati a un certo punto e per Thor quella è stata la fine vera e propria; è sembrato poi che potesse uscire con Sif, ma in realtà ciò non si è mai verificato né accadrà in futuro molto probabilmente. Comunque, nel 





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