In occasione della presentazione a
Venezia 81, nell’ambito delle Notti Veneziane,
ecco l’intervista a Lino Musella e
Carlo Buccirosso per La Scommessa,
film di Giovanni Dota al cinema dal 12 settembre
al cinema con I Wonder Pictures.
Il nuovo film di Giovanni
Dota (Koza Nostra), prodotto da Fulvio e Federica
Lucisano, è una produzioneItalian International
Film (Gruppo Lucisano) con Rai Cinema e vede un cast
d’eccezione: a fianco dei protagonisti assoluti Carlo
Buccirosso (Song’e Napule, Ammore e malavita) e
Lino Musella (Il bambino nascosto, Favolacce),
Nando Paone (Chi ha rapito Jerry Calà?, Benvenuti
al Sud), Yari Gugliucci (Grazie Lina, Tramite
amicizia), Vittorio Ciorcalo (Romanzo di una
strage), Clotilde Sabatino (A Napoli non piove
mai), Chiarastella Sorrentino (Voglio guardare),
Elvira Zaingone
(Noi e la Giulia) e Iaia Forte (La bella
gente, Nata per te) sono alle prese con una commedia
nerissima in cui è messo a nudo l’animo umano nel più straniante
degli ambienti, la corsia di un ospedale.
In merito al film ha commentato:
“The Room Next Door è il mio primo lungometraggio in
inglese. La mia insicurezza è scomparsa dopo la prima lettura a
tavolino con le attrici, alle prime indicazioni di regia. La lingua
non sarebbe stata un problema, e non perché io padroneggi
l’inglese, ma perché tutto il cast era pronto a venirmi incontro
per capirmi e farsi capire. I miei film sono pieni di dialoghi. Tra
tutti gli elementi narrativi (tutti importanti e in cui sono
coinvolto al 100%), sono gli attori a raccontare davvero la storia.
In The Room Next Door
Tilda Swinton e
Julianne Moore sostengono da sole tutto il peso del
film e sono incredibili. Sono stato fortunato perché entrambe hanno
dato vita a un vero e proprio recital. A volte, durante le riprese,
sia io che la troupe eravamo sull’orlo delle lacrime. È stato un
lavoro molto commovente e benedetto, in un certo senso.”
La trama di La Stanza Accanto (The room next door)
Nel film Ingrid e Martha erano care
amiche da giovani, quando lavoravano per la stessa rivista. Ingrid
è poi diventata una scrittrice di romanzi semiautobiografici mentre
Martha è una reporter di guerra e, come spesso accade nella vita,
si sono perse di vista. Non si sentono ormai da anni quando si
rivedono in una circostanza estrema ma stranamente dolce.
Di invasioni aliene al cinema se ne
sono viste di ogni tipo nel corso della storia della settima arte.
Da Independence Day a
La guerra dei mondi,
questa è da sempre un tipo di storia che terrorizza e allo stesso
tempo affascina milioni di spettatori in tutto il mondo. Tra i
titoli forse meno noti, ma non meno apprezzabili, che negli ultimi
anni hanno affrontato tale filone vi è il film del 2007
Invasion, diretto dal tedesco Oliver Hirschbiegel,
noto in particolare per il film La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler. Questi viene
chiamato dalla Warner Bros. per apportare una sua personale visione
ad una storia particolarmente celebre e già portata al cinema in
diverse occasioni.
Invasion, infatti,
è basato sul romanzo L’invasione degli ultracorpi, scritto
nel 1954 da Jack Finney. Caposaldo della
letteratura di fantascienza, questo era già stato adattato in ben
tre film, un primo risalente al 1956, un
secondo del 1978, e un terzo del 1993. Il più celebre tra questi è
però quello degli anni Settanta, che ha per protagonista l’attore
DonaldSutherland.
Invasion era infatti stato concepito per essere
una remake proprio di quest’ultimo, ma Hirschbiegel decise di
apportare diverse modifiche alla storia, così da renderla più
attuale. Così facendo, ha infine dato vita ad una versione
totalmente inedita del racconto.
Prima di arrivare in sala, però, il
film dovette scontrarsi con alcuni problemi produttivi. La Warner
Bros. non era infatti soddisfatta di quanto realizzato, e chiamò
così le sorelle Wachowski e James
McTeigue, per rigirare alcune scene, rendendole più
dinamiche. Tali ritardi portarono però il film a non godere di
grande fama, e ancora oggi risulta essere un titolo poco noto,
meritevole però di essere riscoperto. In questo articolo,
approfondiamo alcune curiosità relative ad esso ed in particolare
la spiegazione del suo finale, molto diverso
rispetto alle altre versioni citate.
Ad aprire il film è lo schianto di
uno Space Shuttle sul suolo terreste. Un impatto che distrugge la
navicella in migliaia di pezzi. Da questa si diffonde rapidamente
uno strano virus di origine aliena, che in breve tempo attacca una
grande fetta della popolazione statunitense. Questo porta le
persone infette a trasformarsi radicalmente a livello caratteriale.
Le vittime, infatti, risultano diventare del tutto prive di
sentimenti ed emozioni, collegate però ad un’unica coscienza
collettiva. Esteriormente, l’aspetto di tali persone resta
immutato, rendendo così particolarmente difficile l’identificazione
tra soggetti sani e infetti.
Nel momento in cui il virus diventa
di dominio pubblico, si scatena il panico. A tentare di risolvere
la situazione vi è la psichiatra Carol Bennell, la
quale da subito si imbatte in questa forma aliena attraverso molti
dei suoi pazienti. La donna si troverà allora a fare squadra con il
medico Ben Driscoll e con il biologo
Galeano. Insieme, questi scoprono le modalità di
trasmissione del virus, ma per impedire una sua ulteriore
diffusione dovranno quanto prima trovare un vaccino. La svolta a
riguardo arriva nel momento in cui si rendono conto che
Oliver, il figlio di Carol, risulta essere immune
alla forma di vita aliena.
Nei panni della psichiatra Carol
Bennell vi è l’attrice Nicole Kidman,
la quale si dichiarò da subito molto interessata alla parte,
affascinata dall’atmosfera del film e dalle sue tematiche. Accanto
a lei, nel ruolo di Ben Driscoll vi è invece l’attore Daniel Craig.
Questi, durante le riprese, si trovò inoltre a ricevere la notizia
di aver ottenuto il ruolo dell’agente 007 James
Bond, e dovette assentarsi dal set per partecipare ad una
conferenza stampa a riguardo. Jeffrey Wright,
attualmente noto per la serie Westworld, è invece il volto
del biologo Galeano. Ad interpretare Oliver, il bambino immune, è
Jackson Bond.
Verso il finale del film, si scopre
che Oliver, avendo contratto l’ADEM, malattia causata da una
complicazione da varicella, è immune al virus alieno. A quel punto,
Carol e Ben si separano: lei cerca Oliver, e lui cerca di portare
sangue non contaminato dal virus al Dr. Galeano. Quando Carol
arriva però a casa di Tucker, lui e alcuni colleghi si avvicinano a
lei. Le spiega che gli umani mutati, privi di emozioni irrazionali,
offrono un mondo migliore e le chiede di unirsi a loro. Quando
Carol si oppone, Tucker la infetta sputandole addosso.
Lei scappa e torna da Ben a casa dei
Belicec e insieme fuggono quando Belicec torna con altre persone
trasformate, intenzionate a infettare chiunque si trovi nella casa.
Intanto, Galeano e uno dei suoi assistenti si recano a Fort Detrick
a Frederick, nel Maryland, dove insieme ad altri scienziati
cercheranno di trovare una cura per il virus. Oliver, invece,
comunica a Carol la sua posizione, l’appartamento della madre di
Tucker. Carol si reca così sul posto e allontana Oliver, ma viene
nuovamente inseguita da Tucker, che deve uccidere per fermarlo.
Quando Carol ritrova Ben, questi si
è “convertito” alla volontà alienta. Tenta di sedurre Carol ad
unirsi alla nuova società priva di crimini e violenza, ma afferma
anche con franchezza che non c’è spazio per persone immuni come
Oliver. Carol, a quel punto, spara a Ben alla gamba e fugge con
Oliver. Vengono poi prelevati da un elicottero e trasportati al
centro medico, dove viene finalmente creato un vaccino che viene
rapidamente diffuso in tutto il mondo e nel giro di un anno il
virus alieno viene eliminato. Le persone non ricordano gli eventi
accaduti mentre erano infette, Carol e Ben si ricongiungono e la
società ritorna alle sue abitudini emotive e violente.
Il trailer di
Invasion e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Invasion grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
2 settembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Il premio Oscar Kevin Costner
ha dagli anni Ottanta in poi dato vita ad alcune memorabili
interpretazioni in film altrettanto iconici. Basta pensare a titoli
come Gli intoccabili, Balla coi lupi o Un mondo perfetto per
comprendere la grandezza di Costner come interprete. Negli ultimi
anni egli ha continuato a recitare in progetti di diverso genere,
tra cui alcuni interessanti thriller d’azione. Tra questi si
annoverano Jack Ryan –
L’iniziazione, Criminal e, in particolare,
3 Days to Kill (qui
la recensione). Uscito nel 2014, questo vede Costner intento a
compiere un’ultima pericolosa missione da agente della CIA.
Il film è diretto da
McG, pseudonimo di Joseph McGinty
Nichol, regista già noto per aver diretto i film
Charlie’s Angels, Charlie’s
Angels – Più che mai e TerminatorSalvation. Un esperto del genere dunque, affiancato
per 3 Days to Kill da un’altro celebre autore di
film d’azione quale Luc Besson, qui nelle vesti di
sceneggiatore e produttore. Girato prevalentemente in Francia, il
film combina location europee ad una storia ricca di colpi di scena
e forte tensione, arricchita naturalmente dalle interpretazioni dei
protagonisti. Non mancano però anche una buona dose di umorismo e
un retrogusto da gangster movie anni
Cinquanta.
Nonostate le buone
premesse, 3 Days to Kill non ha ricevuto
un’accoglienza particolarmente calorosa da parte della critica o
del pubblico. Ciò ha portato il film a passare piuttosto in
sordina. Si tratta però di un titolo che, anche al netto dei suoi
difetti, merita di essere rivalutato, specialmente dagli
appassionati del genere. In questo articolo approfondiamo alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è l’agente
della CIA Ethan Renner, una spregiudicata e
pericolosa spia internazionale che nel corso della propria vita e
della propria carriera si è dedicato più ai delinquenti che a sua
figlia Zoey. Egli scopre ora suo malgrado di avere
un tumore e pochi mesi di vita ancora davanti a sé. Ciò lo spinge a
ritirarsi, nella speranza di poter riallacciare finalmente i
rapporti con la figlia e anche con la moglie
Christine, tenute a distanza per proteggerle dai
pericoli del suo mestiere. I suoi piani vengono però sconvolti
dalla comparsa di ViviDelay, una
donna misteriosa che gli fa un’offerta irrinunciabile.
Se riuscirà a catturare un
pericoloso terrorista internazionale, la donna gli fornirà un
farmaco sperimentale in grado di guarirlo. Di fronte a una simile,
miracolosa occasione di sconfiggere la sua malattia, Ethan non può
che accettare. Ma, alle complicazioni più che mai ovvie
dell’incarico assegnato, si aggiungono le comuni seccature del
genitore medio, continuamente assediato dai problemi nel gestire la
figlia. Fortemente motivato, Ethan accetta ugualmente la missione,
districandosi abilmente tra questa e il desiderio di proteggere e
riabbracciare i propri cari.
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista Ethan vi è l’attore Kevin Costner,
dichiaratosi particolarmente interessato ad interpretare un
personaggio così tanto diviso tra il proprio mestiere e l’amore per
la propria famiglia. Ad interpretare la figlia adolescente di lui,
Zooey, vi è la candidata all’Oscar Hailee
Steinfeld, celebre per film come Il Grinta, 17 anni (e come uscirne
vivi) e Bumblebee. Nel ruolo di
Christine Renner, la moglie di Ethan, vi è invece l’attrice e
modella danese Connie Nielsen,
celebre per film come Il gladiatore, dove
interpreta la principessa Lucilla, e Demonlover, dove è
invece un’ambigua spia informatica.
Altra presenza di rilievo nel film è
quella di Amber Heard,
interprete di Vivi Delay, la donna che arruola Ethan per la sua
ultima missione. L’attrice, nota anche perLe
belvee Aquaman, dà qui vita ad un
ulteriore personaggio ambiguo per obiettivi e metodi operativi.
Sono poi presenti l’attore Richard Sammel, celebre
per la serie The Strain, nei panni
qui di Wolf, trafficante d’armi tedesco, e l’attore Tomas
Lemarquis, nei panni di Albino, il braccio destro di Wolf.
Raymond J. Barry è invece il direttore della CIA,
mentre Eriq Ebouaney è Jules, l’uomo che insieme
alla sua famiglia occupa abusivamente l’appartamento di Ethan.
Per quanto riguarda il finale di
3 Days to Kill, scopriamo che Ethan viene invitato
con la sua famiglia a una festa organizzata dal padre del fidanzato
di Zooey, il quale sembra essere l’alleato di Wolf. Durante
l’evento, Renner riesce ad uccidere tutti gli uomini del terrorista
e intrappolare quest’ultimo nell’ascensore prima di rompere i cavi
e farlo cadere a terra. Wolf riesce a sopravvivere, sebbene sia
gravemente ferito. Tuttavia, sentendosi in colpa per tutti i
pericoli a cui la sua famiglia è andata incontro a causa del suo
lavoro, Ethan non riesce a premere il grilletto e lascia cadere
dalla pistola, che viene subito presa da Wolf.
Interviene però a quel punto Vivi,
la quale restituisce l’arma all’agente chiedendogli di finire il
lavoro e di uccidere il terrorista. Ethan, però, non riesce proprio
a farlo per via della promessa fatta alla moglie e così ci pensa
Vivi a uccidere Wolf. A quel punto Renner si crede spacciato: non
ha portato a termine la missione e pertanto non riceverà la
medicina promessa. Decide allora di trascorre le feste di
Natale con la moglie e la figlia in una casa al mare, deciso a
godersi la loro compagnia finché può.
Ethan ammette dunque di non essere
sempre stato presente come avrebbe dovuto per la moglie e Zoey.
Quest’ultima si avvicina per invitare la madre a entrare in casa,
in modo che Ethan possa preparare loro una cioccolata calda. Ethan
va in un’altra stanza mentre Tina e Zoey si siedono insieme.
Quest’ultima chiede alla madre se pensa che il padre abbia
intenzione di rimanere nei paraggi. Nel frattempo, Ethan trova una
scatola con una grossa siringa e un biglietto di Vivi che gli
augura buon Natale. Gli ha dato il farmaco perché possa continuare
a passare del tempo con la sua famiglia. In lontananza, Vivi li
osserva.
Il trailer di 3 Days to
Kill e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di 3 Days
to Kill grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 2 settembree alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Di invasioni aliene al cinema se ne
sono viste di ogni tipo nel corso della storia della settima arte.
Da Independence Day a
La guerra dei mondi,
questa è da sempre un tipo di storia che terrorizza e allo stesso
tempo affascina milioni di spettatori in tutto il mondo. Tra i
titoli forse meno noti, ma non meno apprezzabili, che negli ultimi
anni hanno affrontato tale filone vi è il film del 2007
Invasion, diretto dal tedesco Oliver Hirschbiegel,
noto in particolare per il film La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler. Questi viene
chiamato dalla Warner Bros. per apportare una sua personale visione
ad una storia particolarmente celebre e già portata al cinema in
diverse occasioni.
Invasion, infatti,
è basato sul romanzo L’invasione degli ultracorpi, scritto
nel 1954 da Jack Finney. Caposaldo della
letteratura di fantascienza, questo era già stato adattato in ben
tre film, un primo risalente al 1956, un
secondo del 1978, e un terzo del 1993. Il più celebre tra questi è
però quello degli anni Settanta, che ha per protagonista l’attore
DonaldSutherland.
Invasion era infatti stato concepito per essere
una remake proprio di quest’ultimo, ma Hirschbiegel decise di
apportare diverse modifiche alla storia, così da renderla più
attuale. Così facendo, ha infine dato vita ad una versione
totalmente inedita del racconto.
Prima di arrivare in sala, però, il
film dovette scontrarsi con alcuni problemi produttivi. La Warner
Bros. non era infatti soddisfatta di quanto realizzato, e chiamò
così le sorelle Wachowski e James
McTeigue, per rigirare alcune scene, rendendole più
dinamiche. Tali ritardi portarono però il film a non godere di
grande fama, e ancora oggi risulta essere un titolo poco noto,
meritevole però di essere riscoperto. In questo articolo,
approfondiamo alcune curiosità relative ad esso ed in particolare
le differenze esistenti tra il libro e il
film.
Ad aprire il film è lo schianto di
uno Space Shuttle sul suolo terreste. Un impatto che distrugge la
navicella in migliaia di pezzi. Da questa si diffonde rapidamente
uno strano virus di origine aliena, che in breve tempo attacca una
grande fetta della popolazione statunitense. Questo porta le
persone infette a trasformarsi radicalmente a livello caratteriale.
Le vittime, infatti, risultano diventare del tutto prive di
sentimenti ed emozioni, collegate però ad un’unica coscienza
collettiva. Esteriormente, l’aspetto di tali persone resta
immutato, rendendo così particolarmente difficile l’identificazione
tra soggetti sani e infetti.
Nel momento in cui il virus diventa
di dominio pubblico, si scatena il panico. A tentare di risolvere
la situazione vi è la psichiatra Carol Bennell, la
quale da subito si imbatte in questa forma aliena attraverso molti
dei suoi pazienti. La donna si troverà allora a fare squadra con il
medico Ben Driscoll e con il biologo
Galeano. Insieme, questi scoprono le modalità di
trasmissione del virus, ma per impedire una sua ulteriore
diffusione dovranno quanto prima trovare un vaccino. La svolta a
riguardo arriva nel momento in cui si rendono conto che
Oliver, il figlio di Carol, risulta essere immune
alla forma di vita aliena.
Il cast del film
Uno dei punti di forza del film è
quello di avvalersi di grandi attori di Hollywood per i personaggi
protagonisti. Si ritrovano infatti interpreti di grandi titoli o
premi Oscar, che risultano essere le scelte migliori possibili per
i ruoli loro affidati. Nei panni della psichiatra Carol Bennell vi
è infatti l’attrice Nicole Kidman.
Questa si dichiarò da subito molto interessata alla parte,
affascinata dall’atmosfera del film e dalle sue tematiche.
L’attrice ha però vissuto anche un’esperienza particolarmente
spaventosa durante le riprese, nel momento in cui stava rimanendo
coinvolta in brutto incidente a bordo di un auto. Fortunatamente,
la troupe riuscì a gestire la situazione, evitando il peggio.
Accanto a lei, nel ruolo di Ben
Driscoll vi è invece l’attore Daniel Craig.
Questi, durante le riprese, si trovò inoltre a ricevere la notizia
di aver ottenuto il ruolo dell’agente 007 James
Bond, e dovette assentarsi dal set per partecipare ad una
conferenza stampa a riguardo. Jeffrey Wright,
attualmente noto per la serie Westworld, è invece il volto
del biologo Galeano. Ad interpretare Oliver, il bambino immune, è
Jackson Bond, mentre Jeremy
Northam è suo padre Tucker. Nel film è inoltre presente
l’attrice Veronica Cartwright. Qui presente nei
panni di Wendy, questa aveva recitato anche nel film del 1978,
Terrore dallo spazio profondo, nei panni di Nancy
Bellicec.
Nell’approcciarsi al romanzo di
Finney, il regista tedesco ha, come anticipato, apportato alcuni
cambiamenti alla storia. Il suo intento era infatti quello di dar
vita ad un film che fosse aggiornato in quanto a racconto
sull’invasione aliena, presentando elementi e caratteristiche di
recente introduzione. La prima di queste è la presenza di alcuni
personaggi immuni al contagio extraterrestre. Una soluzione che ha
permesso di rendere la storia più avvincente e dinamica, con i
tentativi di salvare tali persone.
Allo stesso tempo, per rendere più
viva la minaccia aliena, il regista si è concentrato sul mostrare
quanto avviene in tutto il mondo, e non solo nella città dove
vivono i protagonisti. L’aspetto più affascinante, però, è quello
che lascia intendere che l’umanità potrebbe in realtà godere di
reali benefici da questa trasformazione, lasciandosi alle spalle il
caotico e bellico mondo nel quale viveva. A tal proposito,
l’introduzione della coscienza comune che guida i vari contagiati
risulta una delle novità più affascinanti nel racconto.
Il trailer di
Invasion e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Invasion grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
2 settembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Quando il 23 luglio Alberto Barbera
ha presentato il programma della 81esima edizione della
Mostra
del Cinema di Venezia, La stanza
accanto (The Room Next Door), il nuovo film di
Pedro Almodóvar che concorre per il Leone
d’oro, ha immediatamente suscitato grandi aspettative e un’enorme
curiosità. Il motivo principale? È la prima opera del
regista spagnolo realizzata interamente in lingua inglese.
Almodóvar si è avventurato nel cuore di Hollywood, ma con
ammirevole coerenza ha mantenuto intatti gli stilemi che
caratterizzano la sua filmografia.
Quindi, alla domanda se La
stanza accanto (The Room Next Door) deluda
le attese, la risposta è no. Almodóvar ci conquista ancora una
volta, non solo per il suo talento e l’attenzione costante alle
figure femminili, ma anche per la fedeltà alla sua cifra
stilistica, consegnandoci uno dei prodotti più affascinanti di
questa edizione del Festival. A impreziosire la scena, troviamo due
stelle eteree del cinema hollywoodiano: Tilda Swinton e Julianne Moore. Sceneggiata dallo stesso
regista, la pellicola sarà distribuita da Warner Bros.
La trama di La stanza accanto (The Room
Next Door)
New York. Martha è una reporter di
guerra che vive un rapporto conflittuale con la figlia Michelle. La
ragione è il padre di quest’ultima il quale dopo essersi trasferito
a San Diego quando la madre era ancora incinta, non si è più
interessato a loro. Ingrid, invece, è autrice di romanzi
semi-biografici, nei quali racconta spesso la sua paura delle
morte. Ed è proprio questa che bussa alla sua porta quando scopre
che Martha, sua cara amica, è ricoverata in ospedale per via di un
tumore. Per la donna non ci sono speranze di vita e, dopo aver
riflettuto, fa una richiesta particolare a Ingrid: nel Dark Web ha
acquistato una pillola che la aiuterà a morire, ma vuole farlo in
un contesto che non le è familiare e soprattutto con qualcuno che
le stia nella stanza accanto. Dopo diverse titubanze, Ingrid decide
di accettare e si trasferisce con lei in una casa di campagna a due
ore dalla Grande Mela. Ma il pensiero di sapere che l’amica le
morirà vicino è qualcosa di assolutamente atroce e spaventoso.
Fra dramma e ironia
Nonostante l’essere andato
oltreoceano, con La stanza accanto (The Room
Next Door) Almodóvar rimane ancorato alla sua
estetica e al suo inconfondibile stile narrativo,
confermandosi un autore maturo e consapevole. Nessun compromesso
per un regista che ha una visione chiara del cinema che intende
fare, mantenendo quei tratti distintivi che lo rendono
immediatamente riconoscibile anche in un diverso contesto
produttivo. Al centro della storia ci sono due donne,
apparentemente molto diverse ma profondamente simili, unite da
un’amicizia sincera e disposte ad affrontare insieme persino la
morte, che è uno dei temi portanti del film. Sono i sorrisi di
Martha e Ingrid, le loro lacrime, le speranze e i turbamenti, a
bucare lo schermo e a catturare l’attenzione dello spettatore sin
dalla prima scena. La macchina da presa aderisce alle protagoniste
con intimità, restituendoci due figure fragili ma determinate, che
trovano nel loro legame la forza per far fronte al momento più
doloroso della vita: il calare definitivo del sipario.
I dialoghi, ricchi di
sentimenti ed emozioni, compongono una narrazione che, pur partendo
da un contesto drammatico, non scivola mai nel melodramma.
Il regista infatti inserisce con intelligenza sprazzi di ironia che
stemperano la tensione, mantenendo un equilibrio perfetto,
affrontando così il tema delicato dell’eutanasia ma senza mai
cadere nell’enfasi o nella tragedia. Almodóvar trova dunque il
giusto linguaggio per trattare la morte e la scelta di morire,
senza appesantire il tono o risultare ridondante. Il risultato? Una
leggerezza che non è mai superficiale, ma che, al contrario, sa
cogliere la profondità delle emozioni senza rinunciare a un tocco
di umanità.
Swinton e Moore: che coppia!
Tilda Swinton e
Julianne Mooreoffrono due interpretazioni
straordinarie, calibrate e intense, senza mai scadere nel
teatrale o nell’eccessivo. La Swinton, in particolare, riesce a
catturare tutte le sfumature del suo personaggio, spesso senza
nemmeno bisogno di pronunciare una battuta. Basta uno sguardo,
un’espressione, per rimanere affascinati dalla sua performance.
Ecco perché ci viene da dire questo: insieme Swinton e Moore
formano una delle coppie più memorabili viste recentemente sul
grande schermo, dando vita a personaggi che rimarranno impressi nel
cuore del pubblico.
Sebbene Batman v Superman: Dawn of Justice di
Zack Snyder abbia certamente i suoi difensori, è
probabilmente giusto dire che non è stato il film con la squadra
formata da Batman e Superman che molti fan
speravano. Con l’avvento del reboot del DCU e l’arrivo di nuovi film incentrati sui due
supereroi, è però molto probabile che prima o poi vedremo di nuovo
questi iconici personaggi condividere lo schermo, e sembra che il
co-CEO dei DC Studios James Gunn abbia già valutato l’idea.
Al regista di Superman è
stato infatti chiesto come chiamerebbe un “ipotetico” film di
squadra con solo questi personaggi e ha rivelato che il titolo
sarebbe World’s Finest. Alcuni hanno interpretato
la risposta di Gunn come un’allusione al fatto che un progetto del
genere sia effettivamente in fase di sviluppo, ma se così fosse,
qualcosa ci dice che non avrebbe risposto alla domanda. Siamo certi
che la possibilità sia stata discussa, ma è ancora molto presto per
i DC Studios e al momento non sappiamo nemmeno chi assumerà il
ruolo del nuovo cavaliere oscuro in
The Brave and The Bold.
Tutto quello che sappiamo sul
Superman di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”. Il
film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Anya Taylor-Joy si è rapidamente affermata
come una delle più talentuose attrici che lavorano oggi a
Hollywood, grazie soprattutto alle acclamate interpretazioni in
La regina degli scacchi, Ultima
notte aSoho, Furiosa: A Mad Max
Saga e, naturalmente,
The Witch. L’attrice ha infatti dato prova di sapersela cavare
benissimo con generi diversi e anche con le grandi produzioni. Come
riportato da Deadline, recentemente ha
dichiarato a Vogue Hong Kong che c’è una principessa Disney molto
specifica che vorrebbe interpretare in un ipotetico
live-action.
“Oh! Mi piacerebbe fare un
musical perché sono un po’ dipendente dal lavoro duro”, ha
detto Taylor-Joy quando la pubblicazione ha sottolineato il suo
amore per la Disney. “Mi piace avere una montagna impossibile
da scalare. L’idea di dover essere in grado di cantare, ballare e
recitare allo stesso tempo mi entusiasmerebbe molto”.
“Penso che Frozen sarebbe fantastico. Sarebbe molto divertente
sparare ghiaccio dalla mano. Inoltre, saresti la preferita alle
feste di compleanno di tutti i bambini“.
“Tutti i miei fratelli hanno
figli ora, quindi mi piacerebbe che potessero dire: “Mia zia è
Elsa””, ha aggiunto. “Sarebbe una cosa da pazzi”. La
Disney, come noto, non ha ancora adattato molti dei suoi moderni
titoli d’animazione al live-action, anche se questo sembra
destinato a cambiare con l’imminente Oceania.
Data l’enorme popolarità di
Frozen – che ha già trovato spazio a Broadway – saremmo
scioccati se questo franchise non ottenesse un simile
trattamento.
Nel frattempo, Frozen 3
e Frozen 4 sono in fase di sviluppo e Jennifer
Lee, chief creative officer di Disney Animation, ha
recentemente spiegato: “Stiamo lavorando a ‘Frozen 4’ nello
stesso momento. Quindi, stiamo lavorando in una stanza dove questa
metà è ‘Frozen 3’, questa metà è ‘Frozen 4’, stiamo in piedi nel
mezzo andando avanti e indietro”. “Non abbiamo ancora una
sceneggiatura completa, siamo agli inizi, quindi è troppo presto
per sapere dove andrà il linguaggio musicale”, ha continuato
la regista.
“Quello che abbiamo presentato
oggi al [D23] è un sacco di domande. Una di queste domande è: “Chi
ha dato i poteri a Elsa?”. E un’altra domanda è: “Cosa è successo
ad Hans?”. Ma abbiamo posto molte domande che troveranno risposta.
E questa è solo la prima pagina di domande [con cui i film faranno
i conti]”. Frozen 3
uscirà nelle sale il 24 novembre 2027, mentre il quarto capitolo
non ha ancora una data. E chissà che nel futuro di Anya Taylor-Joy non ci sia anche Elsa.
Dopo
Maternal, opera prima di grande pregio che ha
avuto una vita festivaliera molto fortunata, partendo dal San
Sebastián International Film Festival e arrivando ai
David di Donatello, Maura Delpero arriva in
Concorso alla 81° Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia con la sua opera
seconda, Vermiglio, un toccante spaccato di vita
montana, ambientata nell’omonimo villaggio della Provincia autonoma
di Trento, nel corso dell’ultimo anno della Seconda Guerra
Mondiale.
Vermiglio, un paese di
montagna sullo sfondo della guerra
A Vermiglio è inverno,
la neve scende fitta e cade accumulandosi alta. La guerra sta
finendo, lontano da lì, ma i soldati partiti e non tornati hanno
ferito anche il villaggio. La grande famiglia di cui ci viene
raccontata la storia si scalda nei letti affollati. C’è Lucia, la
sorella maggiore, che munge la mucca, quel latte sarà diviso per
tutti i suoi fratelli e sorelle dalla madre, Adele. Tutta la
famiglia si dispone intorno al tavolo, in ordine di grandezza, e
condivide il pane e il latte. A capotavola c’è Cesare, il padre ma
anche il maestro del villaggio. Dall’inizio, Vermiglio si racconta
partendo da minuscoli dettagli, gli arredi rustici, il profumo del
latte caldo, la pelle liscia della mucca. Una storia domestica che
si incastra nella cornice bellica e in qualche modo ne subisce le
conseguenze, una storia di comunità, in cui ci si accoglie e ci si
aiuta. Il gruppo è culla all’interno del quale l’individualità
sboccia, prepotente, come quella di Dino, figlio maggiore in
conflitto con il padre, o meglio e più quella di Flavia,la figlia
intelligente, quella prescelta per continuare gli studi, o ancora
Ada, la “sorella oscura” che alterna le sue giornate tra la
scoperta di sé e il desiderio di conoscenza con un fitto diario di
penitenze per i suoi “peccati”.
Una storia di nascite e
tragedie
Vermiglio è testimone l’alternarsi delle stagioni
nel corso di un intero anno, racconta della comunione tra l’uomo e
la natura in un mondo in cui i ritmi sono dettati dalla montagna,
la fa con grandi e piccole svolte, con nascite e morti, tragedie e
sorrisi, ma niente sarà mai più importante della vita nei campi e
nella fattoria, dove tutto è lento, pigro, inesorabile, proprio
come lo scorrere delle stagioni che il maestro prova a spiegare
nell’unica classe del paese, aiutato dalla musica di Vivaldi, che
si porta appresso con il suo grammofono. “Cibo per l’anima”, dirà
alla moglie di nuovo incinta e preoccupata più del cibo per il
corpo dei suoi tanti figli.
Il linguaggio del film è
come quello della natura e di quella vita. Ogni momento e svolta
sono raccontati con uno sguardo asciutto che lascia intuire quello
che succede, lasciando fuori scena i momenti più “violenti” e
prediligendo una dolcezza e una emozione per la purezza
dell’immagine. La costruzione è preziosa e attenta, Delpero
gestisce gli spazi e gli scambi con grande sapienza e gusto, come
la sequenza in cui capiamo che il più piccolo di casa è morto. C’è
pudore, delicatezza, dolcezza anche nel rappresentare la ruvidità
della vita di montagna e c’è una fotografia raffinatissima, che in
molti momenti ricorda il quadri di Vermeer.
C’è anche tanto affetto
in Vermiglio, una storia estremamente personale
per la regista, che parla di donne e segreti e di rispetto per la
vita, in senso più spirituale che religioso, volta verso il
futuro.
Paramount+
ha rivelato oggi i nuovi componenti del cast della terza stagione
di FROM, che arriverà in Italia su Paramount+ dal 4 ottobre.
Robert Joy
(CSI: NY) e Samantha Brown (Y: The Last Man) si
uniranno al cast dell’ensemble. Joy interpreterà Henry, un uomo
scurrile a cui gli anni non sono stati gentili, mentre Brown
interpreterà Acosta, un nuovo agente di polizia.
La trama e il cast di FROM – stagione
3
Girato nella
pittoresca Nuova Scozia in Canada , FROM svela il mistero
di una città da incubo che intrappola tutti coloro che entrano.
Mentre i residenti riluttanti lottano per mantenere un senso di
normalità e cercano una via d’uscita, devono anche sopravvivere
alle minacce della foresta circostante, comprese le terrificanti
creature che escono quando il sole tramonta. Sulla scia dell’epico
cliffhanger della seconda stagione, la fuga diventerà una
possibilità molto reale mentre la vera natura della città viene
messa a fuoco, e i cittadini scatenano l’offensiva contro gli
orrori che li circondano.
La serie è
interpretata da Harold Perrineau (Lost) che dirige un cast
che comprende Catalina Sandino Moreno (Maria Full of
Grace, The Affair), Eion Bailey (Band of
Brothers, Once Upon a Time), Hannah Cheramy
(Under Wraps, Van Helsing), Simon Webster
(Strays), Ricky He (The Good Doctor), Chloe Van
Landschoot (Charity, Skin), Corteon Moore
(Utopia Falls), Pegah Ghafoori (The Perfect
Wedding), David Alpay (Castle Rock), Elizabeth
Saunders (Clarice), Elizabeth Moy e Avery Konrad
(Honor Society). La seconda stagione ha aggiunto nuovi
series regular tra cui Scott McCord (East of Middle West),
Nathan D. Simmons (Diggstown, This Hour Has 22
Minutes), Kaelen Ohm (Hit & Run, Eumenides
Falls), Angela Moore (A Series of Unfortunate Events,
Maid), AJ Simmons (Reacher) e Deborah Grover
(My Next Door Nightmare,Jann).
FROM è
stato creato e prodotto da John Griffin (Crater), diretto
e prodotto da Jack Bender (Lost, Game of Thrones,
Mr. Mercedes) e prodotto dallo showrunner Jeff Pinkner
(Fringe, Alias, Lost). Accanto a
Pinkner, Griffin e Bender, ci sono Josh Appelbaum, André Nemec,
Scott Rosenberg di Midnight Radio, Anthony e Joe Russo e Mike
Larocca da AGBO e Lindsay Dunn. Adrienne Erickson di Midnight Radio
è co-produttore esecutivo.
In Italia le
stagioni 1 e 2 sono disponibili per lo streaming in esclusiva su
Paramount+. FROM è una serie originale di MGM+ distribuita
a livello internazionale dalla Paramount Global Content
Distribution.
Per
le Masterclass e
le Conversazioni con personalità del
cinema all’81.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
della Biennale di Venezia oggi è stata
la volta del regista Peter Weir (Leone d’Oro
alla carriera) e l’attore Ethan Hawke, protagonisti a Venezia 81. Ecco
tutte le foto sul red carpet.
Dopo il successo riscontrato l’anno
scorso, tornano le Masterclass e le Conversazioni con personalità
del cinema all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
della Biennale di Venezia, con un programma più ricco e in una
nuova e più ampia (250 posti) location, la Match Point Arena,
struttura allestita al Tennis Club Venezia al Lido (Lungomare
Marconi angolo via Emo, di fronte all’Hotel Excelsior, ingresso
aperto agli accreditati dell’81. Mostra).
In
particolare quattro saranno
le Masterclass che vedranno protagonisti
registi e interpreti, quali l’attrice Sigourney
Weaver (Leone d’Oro alla carriera) giovedì 29 agosto
alle 16.30, il regista Peter Weir (Leone
d’Oro alla carriera) domenica 1 settembre alle 15.30,
l’attore Ethan Hawke lunedì 2 settembre
alle 10.00 e il regista Pupi
Avati venerdì 6 settembre alle 16.00 (autore del film
di chiusura L’orto americano), che si potranno
seguire anche in livestream sul
sito www.labiennale.org.
Con un titolo di apertura che
afferma che la storia è “ispirata a fatti realmente
accaduti”, The Deliverance – La redenzione
racconta la situazione della famiglia Jackson di Pittsburgh alle
prese con una possessione demoniaca che minaccia di distruggerla
dall’interno. Diretto da Lee Daniels (Precious,
The Butler) da una sceneggiatura scritta insieme a
Elijah Bynum (Magazine Dreams) e
David Coggeshall (Orphan:
First Kill) è il nuovo horror a sfondo religioso arrivato
su Netflix il 30 agosto.
Si tratta di una drammatizzazione
della presunta possessione della famiglia Ammons avvenuta nel 2011.
Da allora, la casa in cui hanno vissuto e si sarebbero verificati
tali eventi è conosciuta come la Casa del Demone dell’Indiana. È
solo uno dei tanti casi di case infestate apparentemente esistenti
negli Stati Uniti, come la saga di The Conjuring ha
dimostrato nel corso degli anni con i suoi film. Da La
casa a L’evocazione
– The Conjuring, da Crimson
Peak ad Annabelle
e fino a La casa delle bambole – Ghostland, sono tanti i titoli
in cui si può ritrovare tale elemento.
In questo nuovo film, a tale
elemento orrorifico si uniscono però anche tematiche come l’affido
dei minori e la salute mentale, fattori che contribuiscono a
generare la situazione horror vissuta dalla protagonista. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a The Deliverance – La redenzione.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla storia vera a cui si
ispira. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di The
Deliverance – La redenzione
Protagonista del film è
Ebony Jackson, una madre single in difficoltà alle
prese con i propri demoni interiori. Per ricominciare da capo,
decide di trasferirsi con la famiglia in una nuova casa.
Inizialmente, tutto sembra procedere per il meglio, ma questa
apparentemente tranquillità verrà brutalmente infranta quando
strani fenomeni inizieranno a verificarsi nell’abitazione. Fenomeni
che desteranno i sospetti dei servizi sociali e minacceranno di
distruggere la famiglia di Ebony. La donna si ritrova dunque
coinvolta in una lotta per salvare sé stessa e le anime dei suoi
figli da quello che sembra essere un potere superiore.
Ad interpretare Ebony Jackson vi è
l’attrice Andra Day, nominata all’Oscar per il
film Gli Stati Uniti contro Billie Holiday. Ad interpretare
i figli Andre, Shante e Nate vi sono invece Anthony B.
Jenkins, Demi Singleton e Caleb
McLaughlin, quest’ultimo noto per il ruolo di Lucas
Sinclair nella serie Stranger
Things. La pluricandidata all’Oscar
Glenn Close interpreta invece Alberta Jackson, la
religiosa madre di Ebony. Completano il cast Aunjanue
Ellis nel ruolo del reverendo Bernice James,
Mo’Nique in quello di Cynthia Henry, operatrice
del dipartimento dei servizi per l’infanzia e Omar
Epps in quello di Melvin.
La storia vera dietro il film
Un’inchiesta sulla presunta
infestazione della famiglia Ammons, pubblicata nel 2014
dall’Indianapolis Star, descriveva come la Ammons fosse arrivata a
credere che lei e i suoi figli, all’epoca di 7, 9 e 12 anni,
fossero stati posseduti da demoni che risiedevano nella loro casa
appena affittata in Carolina Street a Gary. Pur avendo parlato con
lo Star a condizione che i suoi figli non venissero intervistati o
nominati, la Ammons ha firmato delle liberatorie che hanno permesso
al giornale di esaminare documenti medici, psicologici e ufficiali
non aperti al pubblico e descritti come “non sempre
lusinghieri”.
Ammons ha dichiarato che gli strani
avvenimenti nella casa di Carolina Street sono iniziati nel
dicembre 2011, quando la famiglia ha notato che, nonostante le
temperature invernali, sciami di mosche nere si infiltravano nel
portico schermato. “Non è normale”, ha dichiarato la madre
di Ammons, Rosa Campbell, allo Star. “Le abbiamo uccise, uccise
e uccise, ma continuavano a tornare”. La situazione si è
aggravata nei mesi successivi: Ammons ha descritto episodi sempre
più bizzarri e pericolosi, durante i quali i bambini sarebbero
levitati, sarebbero stati lanciati da una parte all’altra della
stanza e avrebbero parlato con voci profonde e innaturali.
Il Dipartimento di Polizia di Gary,
il Dipartimento dei Servizi per l’Infanzia dell’Indiana (DCS) e
l’ospedale locale sono stati coinvolti nel caso, con agenti,
personale medico e assistenti sociali che hanno riferito di aver
assistito a episodi della natura che Ammons stava perpetrando.
Altri erano scettici sul fatto che l’origine del problema fosse
paranormale. Nell’aprile 2012, un denunciante senza nome ha
presentato un rapporto ufficiale al DCS chiedendo all’agenzia di
indagare su Ammons per possibili abusi o negligenze sui
bambini.
La fonte ha riferito di ritenere che
Ammons soffrisse di problemi di salute mentale e che i bambini si
esibissero per la madre e lei incoraggiasse questo comportamento.
Poco dopo, il DCS ha preso in custodia d’emergenza i bambini senza
un ordine del tribunale. L’agenzia ha poi ottenuto la custodia
temporanea dei figli di Ammons. A seguito di una valutazione del
figlio minore di Ammons, uno psicologo clinico ha concluso che i
racconti del bambino sulla possessione erano “bizzarri, frammentari
e illogici” e cambiavano ogni volta che li raccontava. “Questo
sembra essere un caso sfortunato e triste di un bambino che è stato
indotto in un sistema delirante perpetuato dalla madre”, ha
scritto. Un’altra psicologa ha riportato risultati simili sui due
figli maggiori.
Alla fine, nel giugno 2012, il
reverendo Michael Maginot, sacerdote della
parrocchia di Santo Stefano Martire a Merrillville, ha eseguito tre
esorcismi principali sulla Ammons nella sua chiesa e ha benedetto
la sua nuova casa a Indianapolis. Dopo essersi trasferita nella
nuova casa e aver lavorato per raggiungere gli obiettivi del piano
del DCS per la sua famiglia, Ammons ha riottenuto la custodia dei
suoi figli nel novembre 2012. La casa è diventata in seguito il
soggetto del documentario Demon House di Zak
Bagans del 2018 ed è stata demolita nel 2016 come parte
della produzione del film.
Il trailer di The
Deliverance – La redenzione e come vederlo su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di The Deliverance – La redenzione unicamente
grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix,
dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più
visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà
dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma
scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare
il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video,
avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel
catalogo.
L’attrice di Harry
Potter, Bonnie Wright, che ha
interpretato il ruolo di Ginny Weasley negli otto
film della Warner Bros. dai 9 ai 19 anni, è pronta a passare il
ruolo a un nuovo cast per il prossimo adattamento della HBO dei
romanzi di J.K. Rowling. Ma prima, l’attrice ha
alcune idee sulle storie che spera vengano inserite nella serie TV
e che non sono state inserite nei film originali, tra cui i momenti
chiave tra Ginny e l’innamorato Harry, originariamente interpretato
da Daniel Radcliffe.
“Tante cose. Lo sviluppo della
relazione tra Ginny e Harry”, ha dichiarato la Wright a
Variety durante l’evento Back to
Hogwarts di domenica alla Grand Central Terminal di New York, dove
ha guidato i fan nel simbolico conto alla rovescia del 1°
settembre, data in cui ogni anno gli studenti di Hogwarts salgono
sul treno per la scuola dei maghi nella serie di ‘Harry Potter’.
“Ci sono momenti ricchi di sfumature in cui iniziano ad
innamorarsi. Penso che l’arco del personaggio di lei diventi una
vera e propria spalla fedele per Harry e che lei capisca e conosca
la sua storia e la persona che è, e che sia la partner migliore per
lui”.
“Spero quindi che vedremo
l’evoluzione di quel personaggio – e di tanti altri personaggi. Se
solo potessimo avere film di cinque ore. Ci sono così tanti
personaggi che hanno momenti che amo nei libri – Neville e Luna –
quindi spero, come fan dei libri, di poterne vedere di più”.
Sebbene la Wright non abbia consigli specifici da offrire ai nuovi
membri del cast – che la HBO sta attualmente cercando – in quanto
vuole che si sentano liberi di esplorare i ruoli a modo loro,
prevede “un po’ più di pressione” per i giovani attori che
assumeranno il ruolo di Harry, Ron, Hermione, Ginny e altri
personaggi iconici.
“Quando li abbiamo realizzati,
non sapevamo dove sarebbe andato a parare ‘Harry Potter’. All’epoca
non c’erano i social media e non c’era l’accesso all’opinione
pubblica, quindi era una specie di piccola bolla di sapone”,
ha detto Wright. “Ma penso anche che sia un’opportunità
divertente per queste persone, sia per il modo in cui vengono
scritturate sia per il modo in cui interpretano i loro ruoli, per
divertirsi e dare la loro interpretazione. Non credo di poter dare
alcun consiglio, a dire il vero, perché penso che sia così
importante per loro essere nel loro mondo e nella loro
interpretazione. E credo che sia così importante, dal punto di
vista dell’attore e del regista, renderlo davvero
proprio”.
“Quindi non vedo l’ora di essere
dall’altra parte e di essere quello che guarda ogni settimana in
televisione, e di essere il pubblico. E spero davvero che le
interpretazioni siano diverse, vive, nuove e fresche”. La
Wright ha anche respinto l’idea di apparire nella serie di
Harry Potter della HBO, che dovrebbe debuttare nel
2026, in un ruolo diverso o in un cameo, notando che le piace
“che ci saranno tutte persone nuove” e che “potrebbe
essere un po’ confuso” se il cast originale apparisse in una
veste diversa. “Potrebbe essere strano. Quindi no, mi limiterò
a guardare”, ha detto.
Quando uscirà la serie di Harry
Potter?
Il 23 febbraio, durante la
conferenza stampa sugli utili del trimestre, l’amministratore
delegato della Warner Bros. Discovery, David Zaslav, ha confermato
l’intenzione di pubblicare la serie nel 2024 e ha lasciato
intendere che la Rowling – armata di tutto il suo bagaglio
transfobico – sarebbe stata una parte fondamentale degli sforzi
creativi dello staff di produzione.
“Non siamo stati timidi nel
descrivere la nostra eccitazione per Harry Potter. L’ultimo film è
stato realizzato più di una dozzina di anni fa. Sono stato a Londra
qualche settimana fa con Casey [ Bloys , amministratore delegato
della HBO] e Channing [ Dungey , presidente della Warner Bros.
Television] e abbiamo trascorso del tempo reale con JK e il suo
team. Entrambe le parti sono entusiaste di riavviare questo
franchise. Le nostre conversazioni sono state fantastiche e non
potremmo essere più entusiasti di quello che ci aspetta. Non
vediamo l’ora di condividere un decennio di nuove storie con i fan
di tutto il mondo su Max. Puntiamo a un debutto nel 2026”.
All’apice della sua fama negli anni
Novanta e Novanta, l’attrice veterana Winona Ryder ha dichiarato di aver perso
“molte parti”, tra cui un ruolo da protagonista nel dramma
romantico e cerebrale di Charlie Kaufman, Eternal Sunshine of the Spotless Mind (andato
poi a Kate Winslet), a causa dell’eccessiva
attenzione dei tabloid e dei paparazzi. “Era una sceneggiatura
così brillante e [il regista Michel Gondry e io] eravamo in questo
piccolo ristorante e la gente continuava ad avvicinarsi a me e
c’era un paparazzo a caso fuori, cosa piuttosto insolita per me, ma
ricordo solo la faccia di [Gondry] e il tentativo di convincerlo
che questo non è normale, e io so che non è normale”, ha detto
in una recente storia di copertina con
Esquire.
L’incontro per il casting è stata
solo una delle tante opportunità che la due volte candidata
all’Oscar ha detto di aver perso a causa del circo mediatico che ha
circonda la sua vita personale, tra cui le sue relazioni
sentimentali, la sua salute mentale e l’incidente di taccheggio.
“C’era un bagaglio”, ha spiegato Ryder. “Cercare di
convincere qualcuno a ignorare il rumore che mi circondava è stato
difficile. Lo vedevo nei loro occhi. Ho perso molti pezzi per
questo motivo”. Non solo la star di Stranger Things
ha ricevuto il feedback che la sua fama travolgente avrebbe
sminuito la sua performance in un film, ma anche che le opzioni per
i film a sua disposizione si stavano sempre più restringendo, a
causa dell’ageismo di Hollywood e del crescente potere degli
studios.
“Non mi sto lamentando in alcun
modo”, ha detto. “Ma c’è stato un periodo in cui ho
sentito che sarei stata una distrazione. L’ho capito. Sicuramente,
negli anni Novanta, me ne sono resa conto. E c’è stata anche una
sensazione di cambio di guardia. Quando si invecchia ci sono queste
nuove attrici più giovani. Ci si rende conto di quanto le attrici
possano essere usa e getta, della nostra durata di vita. Lo senti
dire in continuazione”. Ha aggiunto: “Le cose stavano
cambiando. Gli studios stavano diventando molto più potenti.
Improvvisamente non si trattava più di lavorare con Jim Jarmusch,
ma di numeri, di quanto si guadagnava. Era come se fossi sempre
sotto una strana minaccia, che ti faceva sentire molto sotto
pressione. E tutto quello che sentivi era che se ti prendevi una
pausa non potevi più tornare. Questo ti veniva inculcato”.
Tutto quello che sappiamo sul nuovo
film di Winona Ryder, Beetlejuice Beetlejuice
Il
visionario filmmaker Tim Burton e l’attore candidato all’Oscar
Michael Keaton tornano a fare squadra per
Beetlejuice
Beetlejuice. Keaton torna nel suo ruolo iconico
accanto alla candidata all’Oscar Winona Ryder(Stranger Things, Piccole
donne) nel ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy
Catherine O’Hara (Schitt’s
Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz. Si
aggiungono al cast le new entry Justin Theroux (Star
Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, The Leftovers),
Monica Bellucci (Spectre, i film di
Matrix), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto
in un lungometraggio, la candidata agli Emmy
Jenna Ortega (Mercoledì, Scream VI) nel ruolo della figlia
di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Povere Creature!,
Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità).
La sinossi del film recita:
“Beetlejuice è tornato! Dopo un’inaspettata tragedia familiare,
tre generazioni della famiglia Deetz tornano a casa a Winter River.
Ancora perseguitata da Beetlejuice, la vita di Lydia viene
sconvolta quando la figlia adolescente e ribelle, Astrid, scopre il
misterioso modellino della città in soffitta e il portale per
l’Aldilà viene accidentalmente aperto. Con i problemi che si stanno
creando in entrambi i regni, è solo questione di tempo prima che
qualcuno pronunci tre volte il nome di Beetlejuice e il demone
dispettoso ritorni per scatenare il suo marchio di caos”.
Burton
dirige il film da una sceneggiatura di Alfred
Gough & Miles
Millar(Mercoledì).La
squadra creativa di Burton che ha lavorato dietro le quinte include
il direttore della fotografia Haris Zambarloukos
(Shark 2 – L’abisso, Assassinio sull’Orient Express) e
diversi suoi collaboratori storici come lo scenografo Mark
Scruton (Mercoledì), il montatore Jay
Prychidny (Mercoledì), la costumista premio Oscar
Colleen Atwood (Alice in Wonderland, Sweeney
Todd: Il diabolico barbiere di Fleet
Street).
Vi sono
poi il supervisore creativo degli effetti delle creature e del
trucco speciale vincitore del Premio Oscar Neal
Scanlan(Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet
Street, Charlie e la fabbrica di cioccolato), il compositore
Danny Elfman (Big Fish, The Nightmare Before Christmas,
Batman), e il Premio Oscar per le acconciature e il trucco
Christine Blundell (Topsy-Turvy
Sotto-sopra).
“Ritorno da voi, ora, al mutare della
marea”, sono le parole pronunciate da Gandalf il Bianco
ne Il Signore degli Anelli: Le due torri quando torna dai
suoi amici della Compagnia. E sembra che Sir Ian McKellen potrebbe tornare a vestire i
panni dell’amato mago di J.R.R. Tolkien dopo aver rivelato di
essere stato contattato per partecipare al nuovo film del
franchise: Il Signore degli Anelli: The Hunt for
Gollum.
Come riportato da Deadline, McKellen ha infatti
dichiarato a The Big Issue: “L’entusiasmo per Il Signore degli
Anelli non accenna a diminuire… Non posso dirvi altro. Mi hanno
solo detto che ci saranno altri film e che Gandalf sarà coinvolto e
sperano che io lo interpreti”. L’attore ottantacinquenne, che
si sta riprendendo dopo la caduta dal palco di Player Kings nel
West End di Londra, ha aggiunto: “Quando? Non lo so. Qual è il
copione? Non è ancora stato scritto. Quindi è meglio che si
sbrighino”.
In un’intervista separata con BBC
Breakfast, McKellen ha invece dichiarato di non avere intenzione di
ritirarsi dalla recitazione. “Continuerò a farlo finché le
gambe, i polmoni e la mente continueranno a funzionare”, ha
detto, promuovendo il nuovo film The Critic. La Warner
Bros. Discovery ha annunciato a maggio che Andy Serkis dirigerà e interpreterà due nuovi
film di LOTR, il primo intitolato (ad ora) Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum.
L’uscita del primo film è prevista per il 2026.
Il mondo costruito da Tolkien ne
Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con
molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e
la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un
sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è
quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo.
“Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha
ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero
rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che
vogliamo coinvolgere“.
Dato che Gollum incontra la sua fine
tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che il film si
svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo
intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi
iconici come Aragorn, Boromir,
Gandalf e Legolas potrebbero
tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn
nella trilogia originale, si è
detto interessato se la trama è quella giusta, e anche Ian McKellen si è detto
pronto a riprendere il personaggio di Gandalf.
Nel 2024 ricorre il 20° anniversario
di Catwoman e il film non è invecchiato
particolarmente bene (il che è ironico viste le sue premesse) né ha
guadagnato molti fan negli ultimi due decenni. Nonostante ciò,
Halle Berry ha abbracciato il flop critico e
commerciale sia in recenti interviste che sui social media. Non
siamo del tutto sicuri del perché, visto che
Catwoman ha debuttato in origine con recensioni
estremamente negative e un deludente incasso di 82,4 milioni di
dollari; inutile dire che un sequel o un revival non si
faranno.
Cinemablend ha però recentemente
incontrato il regista di Catwoman,
Pitof, e gli ha chiesto se ci fosse mai stata una
versione del film del 2004 con un cameo di Batman, cosa che si
potrebbe immaginare avrebbe aiutato le sue prospettive al
botteghino. “No, perché era l’accordo di apertura. Volevamo che
Catwoman non fosse nelle mani di Batman”, ha spiegato il
regista. “Volevamo iniziare qualcosa di nuovo. Non c’erano
altri personaggi dei fumetti DC da portare, perché altrimenti
avresti portato qualcos’altro. L’obiettivo era proprio quello di
iniziare qualcosa di fresco e nuovo con Catwoman, per poi costruire
nuovi cattivi”.
“Qui, l’intera questione era la
cosmesi”, ha aggiunto Pitof. “Il cattivo era l’industria
cosmetica. Era più un concetto che un cattivo”. Nonostante il
tentativo di affrontare il materiale di partenza in modo nuovo,
Pitof ha ammesso che quando ha raggiunto la sala di montaggio,
Catwoman semplicemente non si è realizzato nel modo in cui aveva
immaginato. “Dopo le riprese, quando abbiamo messo insieme il
film, non funzionava perché tante cose erano cambiate durante le
riprese. I pezzi non si incastravano bene”, ha detto.
“Abbiamo dovuto ripensare
completamente l’intero montaggio, invertendo le scene e
aggiungendone di nuove. E abbiamo fatto un reshooting di 10 giorni
un mese prima della data di uscita! Il che è pazzesco! Per
risolvere tutti i piccoli problemi che la sceneggiatura
presentava”. “Non ho mai avuto la possibilità di avere un
director’s cut. Si trattava più che altro di dire: “Ok, come
possiamo sistemare le cose? Direi che il problema del film era la
sceneggiatura. La sceneggiatura, lo sappiamo tutti, era stata
riscritta migliaia di volte“.
“Quando abbiamo iniziato le
riprese del film, la sceneggiatura non era ancora finita.
Abbiamo continuato a scriverla durante il montaggio. Quindi se
avessi avuto sei mesi [di tempo aggiuntivo], avrei messo sei mesi
prima della produzione. Non dopo!”. Prima di questo film,
Catwoman era stata interpretata da Michelle Pfeiffer in Batman – Il
Ritorno e, dopo questa fatica del 2004, era stata accantonata
fino al ritorno in Il cavaliere oscuro – Il ritorno del 2012 grazie ad
Anne Hathaway. Il personaggio è ora nelle mani
di Zoë Kravitz con il franchise di The
Batman.
Il nuovo film della serie di
Alien, Alien:
Romulus, ha avuto un rapido successo al botteghino
quando ha debuttato il mese scorso, guadagnando 42 milioni di
dollari al suo esordio. È stato sufficiente per ottenere la seconda
maggiore apertura di sempre per il franchise, secondo solo a
Prometheus
del 2012. Ora, a distanza di un paio di settimane, Alien:
Romulus ha conquistato un altro secondo posto nella
classifica degli incassi di Alien di tutti i tempi.
Con il weekend appena
trascorso, Alien:
Romulus dovrebbe raggiungere un incasso mondiale di
285,7 milioni di dollari. Questo dato pone il film di Fede
Alvarez ben al di sopra del precedente Alien,
Alien:
Covenant del 2017. Quel film si è infatti fermato
a poco più di 240 milioni di dollari in tutto il mondo. L’unico
film che precede Alien:
Romulus nella classifica dei franchise di tutti i
tempi è proprio Prometheus,
lo stesso film che ha realizzato il più grande weekend di apertura
della serie.
Per raggiungere quel titolo e
conquistare la corona di film della saga dal maggiori incasso al
botteghino ci vorrà ancora un bel po’. Più di dieci anni fa, il
ritorno di Ridley Scott alla serie ha infatti guadagnato
poco più di 403 milioni di dollari, ancora in testa all’intero
franchise.
Il franchise di Alien ha
incassato poco meno di 2 miliardi di dollari in tutto il
mondo
Alien:
Romulus ha debuttato con recensioni per
lo più positive: ha un punteggio di “freschezza” dell’80%
sul sito aggregatore Rotten
Tomatoes. Ha anche ottenuto un punteggio di pubblico
dell’86% su RT e un CinemaScore B+ dal pubblico del giorno di
apertura. Nella sua recensione,Gianmaria Cataldo di Cinefilos.it ha scritto che
il film è “indubbiamente avvincente, ben concepito e
raccapricciante il giusto”. Con Cailee Spaeny, Isabela Merced, David Jonsson
e Archie Renaux, Alien:
Romulus è nelle sale.
Sembra che George R.R.
Martin abbia qualche problema con la seconda stagione di
House
of The Dragon. L’autore di Game of Thrones,
che è anche indicato come co-creatore e produttore esecutivo di
House
of The Dragon, è intervenuto sul suo “Not a Blog” durante il fine settimana per accennare
ad alcune sue significative lamentele nei confronti della recente
seconda stagione della serie prequel di GOT della HBO.
Martin ha esordito ammettendo di
aver avuto “un anno piuttosto disgraziato”, prima di
rivelare che ha intenzione di elencare i suoi problemi con la serie
in un prossimo post sul blog. “Devo parlare di alcuni di questi
problemi, e lo farò, lo farò… Sono stato lontano dal mio computer
in viaggio dal 15 luglio al 15 agosto, quindi molte cose che
andavano dette non sono state dette. Sono però contento di aver
fatto quel viaggio. I miei livelli di stress prima erano alle
stelle, tanto che stavo seriamente pensando di annullare i miei
piani e rimanere a casa. Ma sono felice di non averlo
fatto”.
“Avevo un migliaio di e-mail che
mi aspettavano al mio ritorno, e poi mi sono portato dietro il
Covid dalla worldcon, quindi sono molto indietro. Non vedo l’ora di
scrivere altri post su tutto ciò che è andato storto con HOUSE OF THE DRAGON… ma devo fare anche
quello e lo farò. Non oggi, però. OGGI è il giorno di Zozobra,
quando ci allontaniamo dalla tristezza”. Sebbene la seconda
stagione di House
of The Dragon si sia rivelata piuttosto controversa
(il finale, in particolare), i commenti dello scrittore sono stati
un po’ una sorpresa, dal momento che in precedenza era stato molto
favorevole alla serie e aveva elogiato i primi due episodi della
S2.
Tuttavia, in seguito ha dichiarato
di non essere molto soddisfatto di come sono state gestite le scene
di Blood and Cheese nella première, “A Son for a
Son”. “Beh, ci sarebbe molto da dire al riguardo, ma non è
questa la sede per dirlo. Le questioni sono troppo complicate.
Prima o poi farò un post a parte su tutte le questioni sollevate da
Sangue e formaggio… e da Maelor il disperso. C’è molto da
dire”. Come ci si poteva aspettare, il post di Martin è stato
accolto da una raffica di reazioni, con molti fan che lo hanno
esortato a lasciar perdere l’ombra della House of the
Dragon e a tornare a lavorare al penultimo romanzo di
A Song of Ice and Fire, “The Winds of
Winter”.
La trama e il cast di House
of the Dragon
“La serie prequel trova la
dinastia Targaryen all’apice assoluto del suo potere, con più di 15
draghi sotto il loro giogo. La maggior parte degli imperi, reali o
immaginari, si sgretola da tali altezze. Nel caso dei Targaryen, la
loro lenta caduta inizia quasi 193 anni prima degli eventi di Game
of Thrones, quando re Viserys Targaryen rompe con un secolo di
tradizione nominando sua figlia Rhaenyra erede del Trono di Spade.
Ma quando in seguito Viserys genera un figlio, la corte rimane
scioccata quando Rhaenyra mantiene il suo status di erede, e i semi
della divisione seminano attriti in tutto il regno”.
La seconda stagione di House
of The Dragon vede Matt Smith,Olivia Cooke,Emma D’Arcy, Eve Best, Steve
Toussaint, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya
Mizuno eRhys Ifans riprendere i loro rispettivi ruoli.
Il cast è completato da Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe
Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e Matthew Needham.
Deadpool &
Wolverine ha presentato molte varianti, con Deadpool’s
Corpse composto da personaggi come Ladypool, Headpool, Welshpool,
Dogpool e innumerevoli altri. Ora possiamo dare un’occhiata più da
vicino a un altro di questi: Zenpool. Illustrata
da Jonay Bacallado, questa concept art mette in
evidenza probabilmente il Deadpool dall’aspetto più particolare di
tutti, e una variante che l’artista sottolinea giustamente “non
ha quasi nessun colore rosso nel suo costume”.
E aggiunge: “Volevamo che avesse
un senso di calma, fluidità, maestro di arti marziali e monaco
tibetano. Rappresenta tutte le cose opposte che caratterizzano il
Deadpool OG. Il [Cosume Designer Mayes Rubeo] ha voluto
ritrarlo nel bel mezzo della sua pratica quotidiana”. Di
seguito è possibile dare un’occhiata più da vicino a questa
variante nella galleria Instagram qui sotto.
Mentre Zenpool è stato creato di
recente per Deadpool &
Wolverine, Babypool è un personaggio che abbiamo già
visto sulla pagina. Anche se questa variante di dimensioni ridotte
non ha avuto molto tempo a disposizione, ha comunque lasciato
un’impressione duratura. “Ryan Reynolds e Shawn Levy avevano
immaginato un personaggio più simile a un bambino, con pannolini e
tutto il resto, ma in grado di muoversi da solo”, spiega
Bacallado. “È stato molto divertente fare un costume da eroe
minuscolo. Mayes ha avuto l’idea di usare i biberon al posto delle
pistole”.
“Lo abbiamo progettato con tutti
i dettagli e le rifiniture, proprio come qualsiasi altro eroe del
film. Babypool è stato interpretato da Olin, il figlio di un anno
di Ryan, come indicato nel film”. Il Deadpool’s Corpse è stato
un successo per i fan; quindi, saremmo scioccati se Wade Wilson non
li guidasse in battaglia contro l’esercito di Doombots del Dottor
Destino nei prossimi film degli Avengers… Intanto, ecco qui di
seguito i concept art dedicati a Babypool.
I Marvel Studios hanno pubblicato un
nuovo poster per Agatha
All Along, il prossimo sequel di WandaVision
che potrebbe avere importanti ramificazioni per il più ampio Marvel
Cinematic Universe. Intanto, questo nuovo teaser mette la
protagonista in primo piano insieme alla sua nuova congrega.
Parlando con SFX, la sceneggiatrice di Agatha
All Along, Jac Schaeffer, ha
condiviso la sua gratitudine per il modo in cui i fan hanno accolto
Agatha Harkness dopo il suo debutto nel MCU in WandaVision.
“È stato bellissimo ed
emozionante che il nostro show sia stato celebrato in questo
modo”, ha dichiarato l’autrice, riferendosi a un drag brunch
virale a Minneapolis. “Mi viene da piangere a pensarci. Ho
pensato a quel brunch di drag quasi tutti i giorni per la
realizzazione di Agatha All Along. Volevo che questo show fosse
degno di quel tipo di fandom e di adulazione”. Kathryn Hahn, che interpreta Agatha, ha
aggiunto: “Ricordo che Lizzie [Olsen, che interpretava Wanda]
disse: ‘Bene, ce l’abbiamo fatta’. È stato l’omaggio più
bello”.
Il sito ha anche incontrato
Joe Locke e, nonostante siamo tutti convinti che
sarà lui a interpretare Billy Maximoff, l’attore ha dichiarato:
“Una delle cose più belle della Marvel e della sua intrinseca
segretezza è che le speculazioni dei fan sono sempre ottime per lo
show, perché significa che la gente ne parla”. “È sempre
interessante guardare quello che le persone dicono e indovinare chi
[pensano che] possano essere le persone o cosa potrebbe accadere.
Alcune persone sono molto coinvolte e la maggior parte non lo
sono”, ha continuato. “È bello poter dire: ‘Ciao, ti
sbagli di grosso e non sai nemmeno quanto ti sbagli’”.
Agatha
All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di
WandaVision,
tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor),
Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David
Payton (John Collins), David Lengel
(Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon),
Amos Glick (Dennis), Brian
Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes
(Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre
aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone,
Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e
Maria Dizzia.
Pochi dettagli ufficiali sono stati
rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa
ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff
(o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è
“reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la
storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness
– ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della
donna che ha ucciso le loro madri. Agatha
All Along debutterà su Disney+ il 18
settembre.
Spider-Man: No Way Home è stato ricco di momenti
indimenticabili, ma il debutto ufficiale nel MCU del Matt Murdock di Charlie Cox è sicuramente da annoverare tra i
migliori insieme al ritorno di Tobey Maguire e Andrew Garfield. Anche se abbiamo visto Cox
solo nei panni di Matt (lasciandoci in attesa del giorno in cui
Daredevil si incrocerà finalmente con Spider-Man), la scena è stata
resa ancora più speciale dal fatto che l’attore ha condiviso lo
schermo con Jon Favreau.
Se oggi è conosciuto soprattutto per
aver interpretato Happy Hogan e aver diretto Iron Man, Favreau è
stato il Foggy Nelson dell’Uomo senza paura di Ben Affleck nello sfortunato
Daredevil del 2003. Parlando al Tampa Bay Comic Con,
Cox ha dichiarato: “In Spider-Man ho girato una scena con Jon
Favreau, che adoro. Anche lui interpreta Foggy in quel film
[Daredevil 2003]. Non sono sicuro che alla fine sia stata inserita
nel film, ma abbiamo cercato di inserire un gioco di parole, come
un piccolo uovo di Pasqua, in cui gli faccio una domanda e il
personaggio di Jon, Happy, dice: ‘Sì, sono un po’ annebbiato
[foggy] in questo momento’”.
“Non so se è stato inserito nel
film, non ricordo, ma ci abbiamo giocato il giorno stesso, sperando
che la gente lo capisse”, ha aggiunto. Purtroppo, tale
riferimento non c’è nel film, ma questa non è l’unica modifica
apportata a quella scena. Dopo la sua apparizione in
Spider-Man: No Way Home, Cox ha recitato in She-Hulk:
Attorney at Law e Echo. Il prossimo appuntamento
è con Daredevil:
Born Again, una serie TV di nove episodi che debutterà
prossimanente su Disney+.
Quello che sappiamo di Daredevil:
Born Again
Lo sceneggiatore di The Punisher,
Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della
serie Daredevil:
Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.
Sappiamo che Daredevil:
Born Again vedrà Matt
Murdock/Daredevil(Charlie
Cox) confrontarsi con la sua vecchia
nemesi Kingpin (Vincent
D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New
York nel finale di stagione di Echo.
È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New
York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia
prenderà il via.
I dettagli specifici della trama di
Daredevil:
Born Again non sono stati rivelati, ma possiamo
mettere insieme un’idea approssimativa dalle foto dal set e dalle
fughe di notizie sulla trama. Matt Murdock difenderà White Tiger in
tribunale, The Kingpin è il sindaco di New York City (e reprime i
vigilantes che odia così tanto), e The Punisher prende di mira i
poliziotti corrotti che hanno cooptato il suo logo.
Entrambi i personaggi hanno
debuttato nel Marvel Cinematic
Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie
Disney+Hawkeye e
Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche
guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato
un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i
protagonisti della serie Echo.
È stato confermato che Daredevil: Born Again sarà
presentato in anteprima su Disney+ il prossimo marzo.
La seconda stagione è già in pre-produzione.
Vincent D’Onofrio è oggi noto per aver
interpretato il
Kingpin del crimine nel Marvel Cinematic Universe. Ha
debuttato come Wilson Fisk in Daredevil di Netflix nel 2015 e da allora è apparso in serie come
Hawkeye
ed Echo. Il prossimo progetto con tale personaggio
dell’attore è Daredevil:
Born Again, anche se si dice che alla fine vedremo il
cattivo in un futuro film di Spider-Man.
Tuttavia, se dovesse presentarsi
l’occasione, ci sarebbe un personaggio specifico del DCU che D’Onofrio è ansioso di interpretare:
Swamp Thing! Partecipando a un Q&A al Dragon
Con, ha condiviso il suo amore per l’antieroe soprannaturale.
“Al giorno d’oggi, non so perché… non so se a voi ragazzi piace
la DC come a me”, ha detto D’Onofrio. “Ovviamente mi piace
anche la Marvel perché è il mio lavoro. I miei fumetti quando ero
bambino [erano] Capitan America, Spider-Man, Swamp-Thing.
Swamp-Thing. Mi piacerebbe molto interpretare Swamp
Thing”.
Vincent D’Onofrio potrebbe essere
lo Swamp Thing del DCU?
Non è la prima volta
che Vincent
D’Onofrio condivide il suo amore per Swamp-Thing,
visto che negli ultimi anni ha fatto riferimento al personaggio più
volte sui social media. Per fortuna, il ruolo sembra essere in
palio nel nuovo DCU dei DC Studios. Il regista di Logan
e Indiana
Jones e il Quadrante del Destino, James
Mangold, è ufficialmente pronto a dirigere un film
su Swamp Thing, ma se D’Onofrio sia adatto al
ruolo di Alec Holland è tutto da vedere.
“Mentre sono sicuro che la DC
vede ‘Swamp Thing’ come un franchise, io lo vedrei come un film
horror gotico molto semplice e pulito su quest’uomo/mostro”,
ha dichiarato il regista lo scorso anno. Mangold ha aggiunto di
aver “accarezzato per anni l’idea di fare una specie di film su
Frankenstein”. Quando James Gunn e Peter Safran
sono stati annunciati come co-CEO dei DC Studios, Mangold ha
“fatto una telefonata amichevole” per proporsi. “Mi
sto solo organizzando per conto mio, è un film a sé
stante”.
In merito al film ha commentato:
“The Room Next Door è il mio primo lungometraggio in
inglese. La mia insicurezza è scomparsa dopo la prima lettura a
tavolino con le attrici, alle prime indicazioni di regia. La lingua
non sarebbe stata un problema, e non perché io padroneggi
l’inglese, ma perché tutto il cast era pronto a venirmi incontro
per capirmi e farsi capire. I miei film sono pieni di dialoghi. Tra
tutti gli elementi narrativi (tutti importanti e in cui sono
coinvolto al 100%), sono gli attori a raccontare davvero la storia.
In The Room Next Door
Tilda Swinton e
Julianne Moore sostengono da sole tutto il peso del
film e sono incredibili. Sono stato fortunato perché entrambe hanno
dato vita a un vero e proprio recital. A volte, durante le riprese,
sia io che la troupe eravamo sull’orlo delle lacrime. È stato un
lavoro molto commovente e benedetto, in un certo senso.”
La trama di La Stanza Accanto (The room next door)
Nel film Ingrid e Martha erano care
amiche da giovani, quando lavoravano per la stessa rivista. Ingrid
è poi diventata una scrittrice di romanzi semiautobiografici mentre
Martha è una reporter di guerra e, come spesso accade nella vita,
si sono perse di vista. Non si sentono ormai da anni quando si
rivedono in una circostanza estrema ma stranamente dolce.
In merito al film il regista Jon
Watts ha dichiarato: “Frank Costello faccia d’angelo, Cronaca
di un assassinio, Ghost Dog – Il codice del samurai, Collateral…
Adoro i film su professionisti solitari dediti al loro mestiere e
sono sempre stato curioso di sapere cosa succederebbe se due tipi
del genere fossero costretti a lavorare insieme. Da adulti può
essere difficile farsi dei nuovi amici, anche se si ha molto in
comune. Wolfs è il mio tentativo di tornare con i piedi per terra
dopo sette anni passati a dondolarmi dai grattacieli e a saltare
attraverso i portali del multiverso. Volevo mettere insieme quasi
tutte le mie cose preferite. New York. Tutto in una notte. Trame
criminali impenetrabilmente complesse. David Mamet. Buster Keaton.
Neve. E soprattutto la pura gioia cinematografica di guardare due
fiammeggianti stelle del cinema fronteggiarsi su uno schermo
gigante“.
La trama di Wolfs – Lupi
solitari
In questa commedia d’azione, un
fixer, un faccendiere di professione, viene assunto per far sparire
le tracce di un crimine estremamente delicato. Ma quando si
presenta un secondo fixer e i due “lupi solitari” sono costretti a
lavorare insieme, scoprono che la loro serata sta per sfuggirgli di
mano in modi completamente inaspettati.
In merito a Vermiglio la regista ha
dichiarato: “Mio padre ci ha lasciati un pomeriggio d’estate. Prima
di chiuderli per sempre, ci ha guardati con occhi grandi e stupiti
di bambino. L’avevo già sentito che da anziani si torna un po’
fanciulli, ma non sapevo che quelle due età potessero fondersi in
un unico viso. Nei mesi a seguire è venuto a trovarmi in sogno. Era
tornato nella casa della sua infanzia, a Vermiglio. Aveva sei anni
e due gambette da stambecco, mi sorrideva sdentato, portava questo
film sotto il braccio: quattro stagioni nella vita della sua grande
famiglia.
Una storia di bambini e di adulti,
tra morti e parti, delusioni e rinascite, del loro tenersi stretti
nelle curve della vita, e da collettività farsi individui. Di odore
di legna e latte caldo nelle mattine gelate. Con la guerra lontana
e sempre presente, vissuta da chi è rimasto fuori dalla grande
macchina: le madri che hanno guardato il mondo da una cucina, con i
neonati morti per le coperte troppo corte, le donne che si sono
temute vedove, i contadini che hanno aspettato figli mai tornati, i
maestri e i preti che hanno sostituito i padri.
Una storia di guerra senza bombe,
né grandi battaglie. Nella logica ferrea della montagna che ogni
giorno ricorda all’uomo quanto sia piccolo. Vermiglio è un
paesaggio dell’anima, un “lessico famigliare” che vive dentro di
me, sulla soglia dell’inconscio, un atto d’amore per mio padre, la
sua famiglia e il loro piccolo paese. Attraversando un tempo
personale, vuole omaggiare una memoria collettiva.”
La trama di Vermiglio
In quattro stagioni la natura
compie il suo ciclo. Una ragazza può farsi donna. Un ventre
gonfiarsi e divenire creatura. Si può smarrire il cammino che
portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre
sconosciute. In quattro stagioni si può morire e rinascere.
Vermiglio racconta dell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale
in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato
rifugiato, per un paradosso del destino, essa perda la pace, nel
momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.
Dopo il successo
riscontrato l’anno scorso, tornano
le Masterclass e
le Conversazioni con personalità del
cinema all’81.
Mostra Internazionale d’Arte
Cinematograficadella Biennale di
Venezia, con un programma più ricco e in una nuova e più
ampia (250 posti) location, la Match Point
Arena, struttura allestita al Tennis Club Venezia al Lido
(Lungomare Marconi angolo via Emo, di fronte all’Hotel Excelsior,
ingresso aperto
agli accreditati dell’81. Mostra).
Tre le Conversazioni organizzate
da Cartier– The Art and Craft
of Cinema, in collaborazione con la Biennale,
l’attore Richard Gere ha dialogato con la sua voce
italiana, l’attore Mario Cordova domenica 1
settembre alle 10.30. Ecco le foto dal red carpet del divo
americano.
James Gunn ha pubblicato su Instagram una
prima immagine ufficiale del nuovo casco che Christopher Smith,
interpretato da John Cena, indosserà nella seconda stagione di
Peacemaker.
La foto mostra il casco solo dal retro, ma è chiaramente un nuovo
design. Sarà interessante vedere se l’intero elmetto si ispira alle
prime apparizioni del personaggio, oppure se sarà una sua
variante.
“In questo giorno, #Peacemaker
aka Christopher Smith ha fatto la sua prima apparizione nei fumetti
in Fightin’ 5 #40, nel 1966, creato da Joe Gill e Pat
Boyette”, ha scritto Gunn nella didascalia del suo post.
“È il ruolo che @JohnCena è nato per interpretare, e non vedo
l’ora di mostrare a tutti voi cosa stiamo preparando ora per
@Peacemaker Season 2!”. Di seguito, ecco l’immagine condivisa
da Gunn.
“Peacemaker esplora la storia
del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del
2021 del produttore esecutivo James
Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente
vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante
persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama
della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo
che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag
Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker
di suo figlio Rick Jr. (Joel
Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.
Gunn, Peter Safran
e Matt Miller sono i produttori esecutivi della
serie. Anche il produttore esecutivo John Cena e il produttore consulente Stacy
Littlejohn sono coinvolti nella produzione dello show. Nel cast si
ritrovano anche Sol Rodríguez nei panni di Sasha
Bordeaux, Tim Meadows nei panni di Langston Fleury
e David Denman in un ruolo misterioso. Al momento,
non è stata annunciata una data di debutto.
Nei crediti ufficiali di The
Batman si legge che Matt Reeves e
Peter Craig hanno scritto il film; tuttavia,
Mattson Tomlin, showrunner di Terminator
Zero, ha dato un contributo fondamentale alla sceneggiatura
che, alla fine, un arbitrato della WGA ha deciso non essere
sufficiente a fargli guadagnare un credito. Parlando con
The Hollywood Reporter, lo sceneggiatore di
Mother/Android ha rivelato di aver saputo che non avrebbe
ottenuto un credito per The
Batman quando ha iniziato a lavorare a Terminator
Zero.
Come ci si potrebbe aspettare,
questo lo ha fatto sentire in “una sorta di crisi”. Tuttavia,
Reeves si è poi rivolto a Tomlin per la co-scrittura di The
Batman – Parte 2 e ha dichiarato al trade che non solo
questo ha sanato ogni rancore, ma gli ha dato l’opportunità di
mostrare al mondo cosa è in grado di fare nell’angolo dell’Universo
DC dedicato al Crociato incappucciato. Lo scrittore ha così
esordito spiegando come si è sentito quando ha saputo che il suo
nome non sarebbe stato legato a Batman:
“Sì, sarò onesto al riguardo. È
stata una cosa dolorosa. Ci ho messo molto tempo e molto cuore. Mi
sono divertito molto a lavorare con Matt in quel primo film. E
quando sono stato coinvolto, mi è stato detto: “Senti, siamo così
in ritardo in questo processo che probabilmente non ti verrà
riconosciuto nulla”. Quindi nessuno mi ha fatto niente. Non sono
stato fregato. Abbiamo finito per fare così tanto, non solo nel
terzo atto, ma anche per aumentare il mistero e i primi due atti,
che c’è stato un momento in cui ho pensato: “Oh, aspetta, forse c’è
una possibilità [di ottenere i crediti]”.
“Ma è stato solo quello. E poi
il mio nome è stato reso pubblico, il che è sempre una pessima
idea. Quindi, sono stato associato a questa cosa. Così ho scoperto
il giorno in cui è uscito il trailer. Da un lato, ho pensato: “Wow,
eccolo!”. E dall’altro, ho pensato: “E io non ho più niente a che
fare con questa cosa”. È stato un po’ un colpo al cuore, e c’è
stato un livello di, oserei dire, crescita e di dover dire: “Sai
cosa? Mi hanno pagato. Sono un professionista, quindi sii un
professionista e cerca di non prenderla troppo male’”.
Riguardo a come è stato lavorare al
sequel come co-sceneggiatrice, Tomlin ha aggiunto: “Il giorno
in cui è uscito il film, [Matt Reeves] e io abbiamo parlato al
telefono per un’ora o due, e lui stava parlando del processo di
realizzazione del film, e credo che stesse solo elaborando
l’esperienza che aveva fatto. E ho avuto l’impulso di dire: “Ok, ma
mi chiederai di fare il sequel?”. E non l’ho fatto. Invece, mi è
stato molto chiaro: vuole solo parlare di quello che ha appena
passato. Quindi sii un bravo ragazzo, un buon amico, festeggia il
fatto che mi tratti ancora come se fosse qualcosa di cui ho fatto
parte, perché ne ho fatto parte. E quindi godetevelo”.
“Circa sei settimane dopo mi ha
chiamato e mi ha detto: “Allora, è il momento del sequel. Vuoi
farlo fino in fondo questa volta?”. “È stata una catarsi
emotiva enorme, perché Batman significa molto per me. E penso che
quando sei uno scrittore, un regista, un creatore, cerchi di fare
cose importanti per te, ma anche per il pubblico. E sono arrivati
tutti i pensieri spaventosi. La sindrome dell’impostore e il
pensiero: “Oh, sarò la nota a piè di pagina in un articolo di
Wikipedia: ‘Oh sì, ha avuto a che fare con questo, e quella è stata
la sua carriera?’”.
“Tutte quelle cose oscure e
spaventose sono successe. Ed è ancora lì, tra l’altro, ma è stato
un momento in cui ho pensato: “OK, non è nemmeno un arco di
redenzione. È più come se ora dovessi dimostrare quanto valgo. Ora
ho un lavoro da grande”. E quindi, tutto questo per dire che sono
per sempre, per sempre in debito con Matt Reeves. Mi ha cambiato la
vita tre volte”.
Tutto quello che sappiamo su The
Batman – Parte 2
Come già sottolineato, The
Batman – Parte 2 ha dovuto fare i conti con una serie
di indiscrezioni sulla produzione. Di recente, Jame Gunn è dovuto intervenire per smentire le
voci secondo cui Boyd Holbrook sarebbe stato scritturato per
interpretare Harvey Dent/Due Facce. L’inizio delle riprese del
sequel era previsto per il novembre 2023, con un’uscita prevista
per l’ottobre 2025. Tuttavia, in seguito agli scioperi della WGA e
della SAG-AFTRA del 2023, The
Batman – Parte 2 è stato rinviato all’ottobre 2026. Le
riprese del sequel inizieranno alla fine di quest’anno.
Reeves spera che il suo prossimo
film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The
Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al
botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il
mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste
recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione
dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli
Oscar. Nel frattempo, Reeves è intenzionato a espandere la serie
DC Elseworlds, dato che la serie spin-off di
Batman, Il Pinguino, con Colin Farrell nei panni del boss della mafia,
è prossima all’uscita. Con Farrell che ha annunciato una serie
molto violenta, The
Penguin debutterà su Max a settembre.
Quando due delle stelle più amate e
acclamate di Hollywood si uniscono per un progetto, la scintilla è
assicurata. E Jon Watts, con il suo
Wolfs, presentato Fuori Concorso
all’81esima edizione della Mostra
del Cinema di Venezia, ha scommesso sui cavalli
vincenti. George Clooney e Brad Pitt, icone intramontabili del cinema
internazionale, tornano insieme sul set per un action thriller che
si rivela essere un atipico buddy movie, in cui la parola chiave è
divertimento. Watts, già regista della trilogia reboot di
Spider-Man con
Tom Holland, sa come intercettare i gusti del pubblico,
offrendo una narrazione che, pur non essendo particolarmente
solida, riesce a intrattenere e coinvolgere, grazie soprattutto
alla forza magnetica delle sue star.
Wolfs, la trama
Un fixer, un professionista
chiamato per risolvere problemi un po’ loschi, viene assunto per
far sparire le tracce di un crimine molto delicato. Arrivato sul
luogo del delitto, un hotel di lusso nel cuore di New York, viene
accolto da una brutta sorpresa: non è l’unico ad essere stato
chiamato. I due, pur inizialmente contrari a fare squadra, saranno
costretti a lavorare insieme per una notte. Ma non sanno che, ciò
che gli si presenterà davanti, saranno eventi completamente
inaspettati, fino ad arrivare a un colpo di scena che rimetterà in
prospettiva il loro ruolo. Due lupi solitari che uniranno alla fine
le forze, per sconfiggere chi cerca di incastrarli.
Il buddy movie di George Clooney e
Brad Pitt
Non è la prima volta (e speriamo
non sia l’ultima!) che George Clooney e Brad
Pitt condividono lo schermo. Basti pensare a Ocean’s Eleven e Burn After Reading, quest’ultimo presentato in
anteprima mondiale alla 65esima edizione della Mostra del Cinema di
Venezia. In Wolfs, però, i riflettori sono puntati
esclusivamente sulla coppia scoppiettante, con la macchina da presa
che orbita intorno a loro per tutta la durata del film.
Sono i protagonisti assoluti di un thriller d’azione
che, pur non brillando nel contenuto, riesce a
conquistare grazie a numerosi momenti di puro
intrattenimento. I due attori si divertono molto sul set,
trasformandolo in un terreno di gioco dove esprimere la loro
complicità e la loro voglia di dimostrarsi ancora all’altezza. C’è
un’ atmosfera di leggerezza, che si percepisce chiaramente,
rinforzata da gag ed equivoci che generano più di una risata.
Se la trama lascia perciò a
desiderare, mancando di una struttura coesa e vagando un po’ nel
tentativo di svilupparsi, il duo funziona e si incastra bene. La
chimica tra Pitt e Clooney solleva le sorti del film, dimostrando
ancora una volta la loro capacità di elevare qualsiasi progetto.
Wolfs è indubbiamente un’opera mainstream, pensata
principalmente per l’intrattenimento, e il regista non lo nasconde.
È un pretesto per far divertire i due divi tra
inseguimenti in auto, sparatorie e complotti da svelare, regalando
al pubblico un’esperienza cinematografica che, nonostante i diversi
diffetti narrativi, sa farsi volere molto bene.
Probabilmente la notizia non
sorprenderà più di tanto, visti i recenti commenti dell’attore, ma
si dice che Chris Pratt abbia discusso con il regista di
Guardiani della Galassia e co-CEO dei DC Studios
James Gunn di un possibile ingresso nel
DCU. Secondo lo scooper MTTSH, Pratt avrebbe effettivamente parlato con Gunn
di un ruolo non rivelato, ma non siamo sicuri che abbia
effettivamente avviato le trattative.
In una recente intervista, a Pratt è
stata chiesta la possibilità di unirsi al reboot dell’Universo DC.
“Beh, c’è sempre una possibilità”, ha detto a TMZ. “Ma
ovviamente, non potrei rovinare tutto qui sul marciapiede con voi.
Potrei, ma è meglio di no. Devo lasciare che siano i fan e le
persone come James a decidere. Non ne sono proprio sicuro”.
“Sì, certo, se riuscissi a inserirlo nella mia agenda e se
avesse senso”, ha aggiunto quando gli è stato chiesto se fosse
interessato a un ruolo nel DCU.
A Gunn è invece stato anche chiesto
se i membri del cast di GOTG potrebbero saltare sulla nave
per il DCU, e ha praticamente confermato che almeno uno dei suoi ex
collaboratori è già a bordo. “Se avessi la possibilità di
inserire una qualsiasi delle star di GOTG nell’Universo DC, per
quale ruolo li sceglieresti?”, ha chiesto un fan su Threads,
al quale Gunn ha risposto: ‘Beh, sarebbe uno spoiler,
no?’.
Forse si riferiva a Pom Klementieff (Mantis), tuttavia, dato che
l’attrice ha rivelato di aver avuto colloqui con Gunn al Superhero
Comic Con di San Antonio a giugno. “Voglio solo continuare a
lavorare con James, quindi continueremo a cercare di trovare un
modo per farlo”, ha detto. “Sì, abbiamo parlato di un
personaggio specifico, ma non posso parlarne ora”. Quale
personaggio della DC – se c’è – vi piacerebbe di più vedere
interpretato da Chris Pratt?