L’adattamento di Ridley
Scott di Il cacciatore di androidi di
Phillip K. Dick, Blade Runner, è
ampiamente considerato come uno dei film di fantascienza più influenti e
acclamati di tutti i tempi, quindi quando è stato annunciato che un
sequel era in lavorazione, c’era comprensibilmente molta
apprensione, anche se a capo del progetto c’era un regista
apprezzato come Denis Villeneuve.
Blade Runner 2049 del 2017 è stato accolto
molto bene sia dai fan che dalla critica, e alcuni in realtà lo
acclamano come altrettanto buono o addirittura migliore
dell’originale. Sfortunatamente, ciò non si è riflesso nella
performance al botteghino del film. Blade Runner
2049 ha incassato circa 267,5 milioni di dollari in tutto
il mondo contro un budget di produzione di 150-185 milioni di
dollari, per una perdita dichiarata di 80 milioni di dollari.
Durante un’intervista con THR, a
Denis Villeneuve è stato chiesto se pensa che
“sarà mai in grado di ignorare l’ombra di Blade
Runner?”. “No, mai. Blade Runner è uno dei miei film
preferiti, ed è assolutamente un capolavoro. Ridley Scott è uno dei
miei registi preferiti e, anche se mi aveva dato la sua
benedizione, per me era molto importante ascoltarlo e vederlo
attraverso i suoi occhi che in quel momento gli andava bene che
facessi il film, ma mentre stavo girando Blade Runner 2049 pensavo
costantemente al film originale. Quindi 2049 è stata davvero una lettera d’amore per il primo
film, ma è stato di gran lunga uno dei progetti più difficili che
abbia mai realizzato, e non credo che mi avvicinerò mai più
all’universo di qualcun altro.”
Molti fan di Star
Wars sperano che Villeneuve alla fine faccia un viaggio nella
galassia molto, molto lontana, ma in base ai commenti del regista,
non sembra che ciò accadrà mai.
Intanto però Denis Villeneuve è al cinema
con il sontuoso Dune: Parte
Due.
Dopo recensioni non esaltanti e
incassi al botteghino inferiori alle aspettative, i Marvel Studios stanno cercando di riportare la
saga del Multiverso sulla strada giusta. Per il 2024, ci aspettano
soltanto due progetti in live action: Deadpool e
Wolverine e Agatha. La prima è
l’ennesima avventura Multiversale e, se si deve credere ai
resoconti precedenti, che pone le basi per i prossimi film degli
Avengers.
Abbiamo già sentito voci secondo cui
la star di Logan, Dafne Keen, potrebbe apparire
come una adulta X-23 nel trequel e, secondo
@ScarletWitchUpd, esiste un CV che attesta la sua partecipazione al
film. L’account X non condivide ulteriori
dettagli per paura di guai, ma speriamo che questo significhi che
vedremo l’ormai diciannovenne vestita come la Wolverine femmina dei
fumetti.
Tornando al franchise dei
Vendicatori, però, anche lo scooper @MyTimeToShineH ha appena
rilasciato un’intrigante informazione. Apparentemente, in merito a
Avengers:
Secret Wars “Hugh Jackman ha detto alla Marvel che sarebbe tornato per
Secret Wars, ma solo se poteva avere la possibilità di interagire
con Tobey [Maguire] e [Robert Downey Jr.].” Dubitiamo che
questo sia un vantaggio per l’attore (soprattutto considerando i
soldi che probabilmente gli verranno offerti per riprendere il
ruolo di Wolverine), ma, comprensibilmente, Jackman spera di
condividere lo schermo con due colleghi e icone dei cinecomics. Avengers: Secret Wars è ancora
lontano, ma Captain America: Brave New World e
Thunderbolts arriveranno nel 2025.
Deadpool e
Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna
l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico
Marvel (con un rating decisamente
diverso rispetto ai primi due capitoli). Soprannominandosi
“Marvel Jesus”,
Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito dalla
Time Variance Authority, i manager del multiverso
visti l’ultima volta in Loki, e si ritrova nello
stesso mondo dei Vendicatori.
Sebbene il suo volto non si veda nel
trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di
X-Men al MCU. Diretto da Shawn
Levy, il film comprende anche Emma Corrin,
Morena Baccarin, Rob Delaney,
Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.
Quando uscirà Avengers: Secret Wars?
Originariamente previsto per il
2025, Avengers:
Secret Wars è stato posticipato al 2027 a causa dei
ritardi di produzione causati dagli scioperi di Hollywood. Dopo
Avengers:
The Kang Dynasty che debutterà nelle sale il 1° maggio 2026,
mentre l’altro film arriverà nelle sale il 7 maggio 2027. Entrambi
i film non hanno ancora un regista. Si tratta del sesto capitolo
della serie di film di successo Avengers. Dovrebbe
concludere la Fase 6 del Marvel Cinematic
Universe e la
Saga del Multiverso. I fan attendono da tempo la notizia di un
potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di fumetti,
che vede vari eroi e cattivi Marvel essere
catturati da un’entità cosmica nota come Beyonder, dove
poi si scontrano su un pianeta chiamato
Battleworld.
Mancano poco più di due settimane
all’uscita di X-Men
’97, il tanto atteso revival di X-Men: La serie
animata, e ora i fan più accaniti possono sapere il numero di
episodi che proporrà la serie. Il programma televisivo
MCU live-action più lungo fino ad
oggi è She-Hulk: Attorney at Law con 9 episodi.
Sul fronte dell’animazione, le prime due stagioni di
What
If…? invece condividono il record di 9 episodi
ciascuna, ma X-Men
’97 le batterà tutte con ben 10 episodi (secondo
un comunicato stampa diffuso dalla Disney). Supponendo che avremo
un episodio a settimana, il finale di X-Men
’97 dovrebbe arrivare il 15 maggio.
Lo scooper @CanWeGetToast afferma
(tramite Toonado.com) che Your Friendly Neighbourhood
Spider-Man (precedentemente noto come Spider-Man: Freshman Year) sarà lungo 10
episodi, con ogni puntata che durerà circa 30 minuti.
Cose entusiasmanti sono chiaramente
all’orizzonte per la Marvel Animation. “X-Men’97
rivisita l’iconica era degli anni ’90 in cui gli X-Men, una banda
di mutanti che usano i loro misteriosi doni per proteggere un mondo
che li odia e li teme, vengono sfidati come mai prima d’ora,
costretti ad affrontare una situazione pericolosa e nuovo futuro
inaspettato”, si legge in una breve sinossi.
Cosa sappiamo su X-Men ’97?
La nuovissima serie X-Men
’97, composta da 10 episodi, arriverà in streaming a
partire dal 20 marzo. X-Men ‘97 rivisita l’epoca iconica
degli anni ‘90, mentre gli X-Men, un gruppo di mutanti che usa i propri
poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme,
vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad
affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato. Il cast delle
voci nella versione originale include Ray Chase (Ciclope), Jennifer
Hale (Jean Grey), Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd
(Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph, Lenore Zann nel ruolo
di Rogue, George Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio (Gambit),
Holly Chou (Jubilee), Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew
Waterson (Magneto) e Adrian Hough (Nightcrawler).
Beau DeMayo è il caposceneggiatore;
gli episodi sono diretti da Jake Castorena, Chase Conley e Emi
Yonemura. Con le musiche dei Newton Brothers, Brad Winderbaum,
Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e DeMayo sono i
produttori esecutivi della serie.
Come spesso accade negli
adattamenti dei fumetti Marvel per il grande schermo, i
personaggi sono soggetti a qualche cambiamento rispetto alle storie
originali, non sempre tradotte letteralmente ma comunque fedeli
allo spirito degli autori. Compreso Thanos, il Titano Pazzo protagonista della
saga delle gemme dell’infinito.
Ecco allora i 10
cambiamenti più importanti rilevati nei film dei fratelli
Russo:
Le origini di Thanos
Thanos è
il vero protagonista di Avengers:
Infinity War, tuttavia questo ruolo di rilievo non ha
permesso agli sceneggiatori di esplorare ogni singolo aspetto delle
sue origini e del suo passato. Ovviamente molte cose sono state
modificate e semplificate per il film. Nel MCU, Thanos viene
dal pianeta Titano, da cui è stato esiliato dopo aver suggerito di
uccidere metà della popolazione per salvare l’altra metà. Nei
fumetti invece i genitori sono due Eterni che lo rinnegano a causa
del suo aspetto deforme.
L’Ordine Nero di Thanos
Alcune
parentesi del fumetto di Infinity Gauntlet sono state
tradotte al cinema, ma per quanto riguarda l’Ordine
Nero,
sembra che i Marvel Studios abbiano attinto al
nuovo corso della storia editoriale iniziato nel 2013. Il
gruppo presenta però differenze evidenti con l’originale, come
Ebony Maw che assume un ruolo di leader nei film, sostituendo
Corvus Glaive, o Cull Obsidian che nei fumetti viene chiamato Black
Dwarf.
La forza di Thanos
Nel corso di Avengers:
Infinity War si ha una prova evidente di quanto
pericolosa sia la minaccia di Thanos, a partire
dallo scontro con Thor e Hulk, due eroi che il Titano
mette al tappeto facilmente. Sa essere quindi uno dei personaggi
più potenti del MCU ma ha anche delle debolezze,
mentre nei fumetti è quasi indistruttibile e capace di resistere ad
attacchi micidiali.
L’opinione che ha di se
stesso
Thanos è
un personaggio davvero complesso e il suo carattere viene
sviscerato nel corso degli ultimi due capitoli di
Avengers mostrando quanto sia equilibrato nel
realizzare il suo piano. La fiducia in se stesso è tale da rendere
concreto ogni suo piano, cosa che non accade nei fumetti dove
appare meno deciso. Allo stesso modo pensa di essere la persona più
potente e importante dell’universo e usa il guanto dell’infinito
per costruire monumenti definendosi un dio.
Gemme dell’infinito
In Avengers:
Infinity WarThanos riesce a
raccogliere tutte le gemme dell’infinito e ad attuare il suo piano,
e proprio come mostrato nel film, anche nei fumetti il villain
segue una ricerca simile ma forse ancora più facile. Invece di
combattere i Vendicatori, Thanos si limita a
visitare l’universo e i suoi protettori, incluso il Collezionista e
il Gran Maestro.
Lo schiocco
Lo schiocco è stato senza
dubbio uno dei momenti più devastanti del MCU, oltre che della recente storia
cinematografica: sullo schermo un soddisfatto
Thanos realizzava il suo piano mentre la metà dei
supereroi svaniva nel nulla sotto un silenzio assordante.
Nei fumetti però questo gesto si
verifica presto nella storia, senza nemmeno dare ai protagonisti
l’opportunità di provare a evitarlo: anche lì, come nei film,
Iron Man, Thor e Captain
America sopravvivono per affrontare il Titano, ma tra i
sopravvissuti noti che non sono stati così fortunati al cinema
figurano anche Doctor Strange, Scarlet
Witch e Spider-Man.
Lady Morte
Nella trama di
Infinity Gauntlet, l’intera motivazione di
Thanos per il suo genocidio di massa si basa sulla
sua ossessione per Lady Morte, ovvero
l’incarnazione della morte di cui il Titano e innamorato, dunque
disposto a spazzare via metà dell’universo solo per
impressionarla.
Questo retroscena è stato accennato
grazie alla prima apparizione di Thanos nel
MCU in The Avengers, finendo per rendere il suo piano
ancora più complesso e discutibile, oltre che trasformare il
villain in qualcosa di estremamente riuscito.
Le motivazioni
Un aspetto che rende
Thanos un cattivo così avvincente nei film sono le
sue motivazioni uniche e complesse. Nella sua mente, l’unico
modo per salvare l’universo è spazzare via metà della sua
popolazione. Si considera l’unico vero eroe dell’universo e
coloro che si trovano sulla sua strada gli impediscono di salvare
la situazione. Questo lo rende una minaccia molto più
interessante.
Le motivazioni di Thanos nei
fumetti potrebbero non essere così altruiste o complesse, ma
sicuramente sono uniche. A causa del suo amore per Lady Morte,
Thanos uccide metà della vita semplicemente per impressionarla. Non
è così interessante, ma sicuramente fa sembrare Thanos più un
pazzo.
Thanos l’eroe
Nonostante
abbia ucciso metà dell’universo e provocato un immenso dolore ai
Vendicatori,
Thanos
torna sui suoi passi e cambia posizione: succede nei fumetti,
contrariamente a quanto mostrato al cinema, quandoNebula
prende il guanto dell’infinito e il padre suggerisce di usarlo per
rimediare agli eventi.
La fine
Ironia della sorte, nel
MCUThanos ottiene
due scene di morte: la prima arriva nella sua fattoria, dove viene
decapitato da Thor all’inizio di Avengers:
Endgame; la seconda giunge alla fine del film, quando Tony Stark schiocca le dita ristabilendo l’ordine.
Nei fumetti invece, il Titano si
confronta con la fine pacifica che cercava in Infinity War; perde il guanto, inverte l’esito
delle sue azioni, finge la propria morte e si stabilisce in
una fattoria.
Nonostante abbia ricevuto recensioni
contrastanti per la sua interpretazione, Gina Carano sembrava destinata a
diventare una parte importante del franchise di Star
Wars nei panni di Cara Dune. Oltre a recitare in The
Mandalorian, l’ex stella delle MMA era stata
scelta come protagonista di una serie spin-off
intitolata Rangers of the New Republic (che è
stata successivamente cancellata).
Tutto è crollato per l’attrice
quando è stata licenziata dalla Lucasfilm nel febbraio 2021 dopo
che alcuni dei suoi post sui social media riguardanti l’obbligo
delle mascherine COVID e la pandemia sono diventati virali. Carano
ha anche condiviso la sua opinione sulla presunta manomissione
elettorale successiva alle ultime elezioni statunitensi.
Al momento del suo licenziamento, la
Disney ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che i post
sui social media di Carano “[denigrano] persone in
base alle loro identità culturali e
religiose”, descrivendole come “ripugnanti e
inaccettabili”.
Il mese scorso, abbiamo scoperto che l’attrice ha il sostegno
del proprietario di X, Elon Musk, per una causa
che spera metterà la Disney con le spalle al muro.
Carano sostiene di essere stata
discriminata e che non avrebbe dovuto essere licenziata per aver
esercitato la libertà di parola; sembra anche che speri di
costringere Lucasfilm a riportarla nei panni di Cara Dune! Parlando
con The Post Millennial della causa (tramite
SFFGazette.com), Carano ha condiviso la sua convinzione che questa
azione legale sia importante non solo per lei, ma anche per il bene
comune.
“Sono felice che le persone
debbano davvero indagare e prendere sul serio la mia situazione e
dovranno capire, mentre esamineranno tutto questo, cosa stava
facendo la loro azienda”, ha detto Gina Carano. “E esaminando ciò dovranno
apportare modifiche in modo che sarà molto più difficile che accada
alla prossima persona. Ed è per questo che quello che sto facendo è
importante.” “Molte persone, miliardari, mettono i loro soldi dove
credono”, ha continuato Carano, “ma investire i propri
soldi nella difesa di persone a cui è stato fatto del male è una
causa davvero nobile. È come se Elon Musk fosse una specie di
Batman.”
Dopo aver affermato che le azioni
della Disney le hanno impedito di ottenere qualsiasi tipo di lavoro
mainstream, ha preso le distanze da The Daily Wire e ha
condiviso le sue speranze di tornare alla sua carriera nonostante
Hollywood apparentemente non voglia avere niente a che fare con
lei.
In seguito, affrontando la sua
decisione di ridicolizzare i pronomi trans aggiungendo “beep/boop”
ai suoi account sui social media, Carano ha osservato: “Mi
chiedevo, qual è la cosa meno offensiva che potresti mai fare? Ed è
come se fosse la cosa meno offensiva.” “E così quando qualcuno mi
diceva qualcosa di brutto gli facevo semplicemente ‘beep boop’
perché sento che quella era fondamentalmente la cosa più carina.
Vedi tutti questi altri, sai, molti dei miei co-protagonisti maschi
diventavano aggressivi con queste persone e dicono delle cose poco
carine e io sono qui a prendere in giro la gente. E io sono quella
che viene licenziata?”
Quando il sito ha parlato della
mossa della Disney di archiviare il caso, Carano ha semplicemente
risposto: “Siamo tutti abbastanza fiduciosi che non sarà
qualcosa che saranno in grado di archiviare”.
Austin Butler ha confermato in un’intervista
con Access Hollywood che il suo bacio con la co-star
Stellan Skarsgård in Dune: Parte
Due è stata una sua improvvisazione. Il bacio tra
Feyd-Rautha Harkonnen di Butler e il
barone Vladimir Harkonnen di Skarsgård è
inaspettato e inquietante poiché i personaggi sono nipote e zio, ma
riafferma la devozione di Feyd-Rautha verso suo zio e il profondo
desiderio di essere lui. Questo è anche il motivo per cui Butler ha
imitato la voce di Skarsgård mentre creava il proprio accento per
Feyd-Rautha.
“[Il bacio] con Stellan
Skarsgård? O si!” ha detto Butler quando gli è stato chiesto
di improvvisare il momento. “Lui è pronto a tutto. È il
migliore… conta sempre come cerchi di influenzare qualcun
altro”. Skarsgård ha detto a Variety che recitare al fianco di
Butler in Dune: Parte
Due è stato piuttosto divertente. “Ho riso
così tanto perché era ovvio che gli piacesse davvero essere
malvagio”, ha detto l’attore.
Austin Butler è diventato famoso per la
recitazione metodica, come abbiamo visto per la sua ottima
interpretazione di Elvis per Baz
Luhrmann. Il suo lavoro gli è valso una nomination agli
Oscar me per Feyd-Rautha, personaggio psicotico e violento, non ha
certo potuto scendere così dentro al personaggio.
“In passato, con ‘Elvis’, ho
sicuramente esplorato la sua vita in quel mondo per tre anni ed è
l’unica cosa a cui penso giorno e notte”, ha detto Butler al
Los Angeles Times. “Con Feyd, sapevo che sarebbe stato malsano
per la mia famiglia e i miei amici.” “Ho preso la decisione
consapevole di stabilire un confine”, ha continuato Butler.
“Ciò ha consentito una maggiore libertà tra l’azione e lo stop
perché sapevo che avrei protetto tutti gli altri al di fuori del
contesto di ciò che stavamo facendo. Questo non vuol dire che nella
tua vita non rimani mai ferito. Ma sapevo che non avrei fatto nulla
di pericoloso al di fuori di quel confine, e in un modo che mi ha
permesso di andare più in profondità.”
Cosa aspettarsi da Dune:
Parte Tre ?
Cosa questo significhi per Dune:
Parte Tre resta ovviamente da vedere, ma non possiamo
pensare che Chani accetti la sua posizione di
concubina/”spalla” di Paul come fa nel libro.
Le
recensioni stellari di Dune: Parte
Due sono sicuramente in grado di attirare più persone
nelle sale, e il film è ora “certificato fresco” su Rotten
Tomatoes con un impressionante 95% di critica e pubblico.
ieri vi abbiamo
riportato alcune citazioni dalla recente apparizione di
Chris Evans al Comic-Con di Emerald
City, e ora abbiamo un’analisi più dettagliata della sua opinione
sullo stato attuale dei film di fumetti
(tramite Variety).
Ecco tutto quello che ha detto l’attore Chris Evans, che ha svelato anche quale film
dei Marvel Studios è il suo
preferito.
“I film tratti dai
fumetti in generale, per qualche motivo, non ricevono sempre il
credito che penso meritino“, ha detto l’ex attore di
Captain America al pubblico. “Sono
questi grandi, giganteschi film. Ci sono molti cuochi in cucina. Ma
le prove empiriche ci sono: Non sono facili da realizzare. Se fosse
più facile, ce ne sarebbero molti di più belli. Non sto facendo
ombra! Ho fatto parte di alcuni che hanno fallito. Succede. Fare un
film è difficile. Un maggior numero di cuochi in cucina non lo
rende più facile. Non voglio evidenziare film specifici del
catalogo Marvel, ma alcuni di essi sono
fenomenali. Come film indipendenti, oggettivamente grandiosi, e
credo che meritino un po’ più di credito“.
Chris Evans non ha fatto il nome di nessun
film specifico sui fumetti che ha ritenuto non all’altezza, ma ha
detto che Captain America: The Winter Soldier del 2014 è
stato il suo film Marvel Studios “preferito”
in cui è apparso.
“È il mio film Marvel preferito a cui ho
partecipato. Non è solo per il film in sé, ma per
l’esperienza“, ha detto.
“Nel primo film ero
molto nervoso. Sai in cosa ti stai imbarcando e di conseguenza
giochi in difesa e giochi per non perdere. Quando è arrivato
‘Winter Solider’, abbiamo giocato per vincere. Ed era il primo film
con i fratelli Russo. Abbiamo corso più rischi e il personaggio è
sembrato più ricco. È stata una delle esperienze più soddisfacenti
che ho avuto nella mia carriera alla Marvel“.
Non si tratta esattamente di una
scelta azzardata, dato che Il soldato d’inverno
sarebbe probabilmente tra i migliori film del MCU (se non addirittura tra i film
di supereroi) scelti da molti fan.
Chris Evans tornerà nel Marvel Cinematic
Universe?
Si dice che Chris Evans sia destinato a riprendere il
ruolo di Steve Rogers in Avengers:
Secret Wars, ma nonostante un rapporto sostenesse di
aver confermato il suo ritorno l’anno scorso, le risposte
dell’attore nelle interviste raccontano una storia diversa.
“È dura, perché
guardate, amo profondamente quel ruolo“, ha detto
Chris Evans quando gli è stato chiesto di
tornare potenzialmente nei panni di Cap durante il C2E2 dello
scorso anno.
“Significa così tanto
per me, e davvero. Penso che ci siano altre storie di
Steve Rogers da raccontare, certo. Ma allo stesso tempo, sono
molto, molto prezioso… è come una piccola cosa scintillante che ho
e che amo così tanto, e non voglio rovinarla in nessun modo. Ho
fatto parte di qualcosa di così speciale per un periodo di tempo
speciale e, in un certo senso, è andato tutto
bene“.
Naturalmente, ora c’è una nuova
Sentinella della Libertà nel MCU, con Sam Wilson
(Anthony
Mackie) che ne ha preso il posto nella serie Disney+
The Falcon and the Winter Soldier. Questo non
significa che Chris Evans non possa apparire per un cameo,
ma non possiamo pensare che torni a ricoprire il ruolo in modo
regolare. Detto questo, ci sono altri alias da supereroe che
Steve Rogers potrebbe utilizzare!
Sapevamo che Dune: Parte
Due avrebbe avuto
molto più successo nelle sale rispetto al suo predecessore
basandosi solo sulle
prevendite dei biglietti, ma il sequel acclamato dalla critica
di Denis Villeneuve ha superato le sue già elevate
aspettative al botteghino USA.
Secondo gli ultimi aggiornamenti di
BO, Dune: Parte
Due ha incassato 82,5 milioni di dollari negli
Stati Uniti dopo quattro giorni dal rilascio generale. Ciò
significa che l’epopea di fantascienza ha già superato il film
biografico su Bob
Marley, One
Love, diventando il film di maggior incasso del
2024 al botteghino americano. Il totale mondiale del film
ammonta ora a 182,5 milioni di dollari.
Dune: Parte
Due dovrebbe diventare il primo film dell’anno a
superare i 100 milioni di dollari a livello americano mercoledì, e
si prevede che supererà i 150 milioni di dollari all’inizio della
prossima settimana.
Ciò è di buon auspicio per il
Dune:
Parte Tre, e mentre Villeneuve
ha confermato che intende dirigere un adattamento di Dune: Messiah ad un certo punto, ha
intenzione di affrontare prima un altro paio di progetti.
“Duneè senza dubbio la grande saga di
fantascienza dei nostri tempi (assieme ad Avatar di
James Cameron)“. abbiamo detto
nella nostra
recensione “Lo è per le ambizioni che
Villeneuve dimostra nelle sue idee di messa in scena; per la sua
ostinata fedeltà al romanzo di Herbert; per la sua ricerca
dell’elemento materiale accanto all’effetto speciale in CGI; per il
suo pretendere il meglio dal comparto del sonoro, della
scenografia, della fotografia e da ogni altro aspetto tecnico; per
il suo dimostrare i forti richiami al presente di un racconto
composto ormai circa sessant’anni fa; ma soprattutto per il suo
essere un’opera con precisi intenti autoriali rivolta però ad un
pubblico di massa“.
Cosa aspettarsi da Dune:
Parte Tre ?
Cosa questo significhi per Dune:
Parte Tre resta ovviamente da vedere, ma non possiamo
pensare che Chani accetti la sua posizione di
concubina/”spalla” di Paul come fa nel libro.
Le
recensioni stellari di Dune
2 sono sicuramente in grado di attirare più persone
nelle sale, e il film è ora “certificato fresco” su Rotten
Tomatoes con un impressionante 95% di critica e pubblico.
Prime
Video ha diffuso il trailer di Musica,
il nuovo film comedy Prime Video, dalla mente di Rudy Mancuso con
Camila Mendes, Francesca Reale e J.B. Smoove – in
streaming su Prime Video dal 4 aprile.
Commedia romantica non tradizionale che si muove al suo ritmo
contagioso, Música ha come protagonista la star online Rudy
Mancuso, che ha basato il film sulle sue esperienze personali e ne
è anche regista, co-sceneggiatore, compositore e coreografo.
Rudy Mancuso, un giovane artista di
strada carismatico ma senza direzione del quartiere Ironbound di
Newark, ha una visione unica del mondo. Grazie a una rara
condizione chiamata sinestesia, vive i rumori quotidiani – dai
clacson delle auto alle gocce d’acqua alle porte che sbattono –
come una serie di ritmi complessi. Si sforza di tenere a bada la
musica nella sua testa, ma non è così facile.
Quando non segue le lezioni per
finire la laurea o non mette in scena spettacoli di marionette per
i pendolari nelle strade dell’affiatata comunità brasiliana di
Ironbound, Rudy cerca di convincere la sua ragazza, Haley
(Francesca Reale), che alla fine riuscirà a capire come stanno le
cose. Vive con la madre, Maria (interpretata dalla madre
dell’attore nella vita reale, Maria Mancuso), che vuole che il
figlio lasci Haley e si sistemi con una bella ragazza brasiliana
del quartiere. Rudy riceve anche consigli sulla vita e sull’amore
dal suo migliore amico, Anwar (l’attore comico J.B. Smoove), un
gestore di food truck la cui identità culturale cambia in base al
luogo in cui il suo camion è parcheggiato in un determinato
giorno.
Le cose prendono una piega caotica
quando Rudy viene letteralmente steso da un pezzo di pesce
congelato che vola. L’incidente porta all’incontro con Isabella
(Camila Mendes), una giovane e bella donna brasiliana che lavora
nel mercato del pesce locale e che potrebbe capire Rudy come nessun
altro ha mai fatto. Intrappolato in un triangolo amoroso, Rudy
cerca di trovare un equilibrio tra la sua eredità culturale, le
donne della sua vita e la música nella sua testa.
Il film
Música
è diretto da Rudy Mancuso (“Tempo”, “Storie dal
nostro futuro”) da una sceneggiatura di Mancuso e Dan Lagana
(“American Vandal”, The Babysitter: Killer Queen). Il film è
interpretato da Francesca Reale (“Stranger Things,” “Haters Back Off!”),
Camila Mendes (“Riverdale,” Palm Springs), J.B.
Smoove (“Curb Your Enthusiasm,” Spider-Man: Far From Home) e
Rudy Mancuso (Rim of the World, The
Flash). I produttori sono McG (“Supernatural”, “Chuck”) e Mary
Viola (The Babysitter, Love Hard). I produttori esecutivi sono
Camila Mendes, Bruce Wayne Gillies, Dan Lagana e Steven Bello (The
DUFF, Holidate).
Il direttore della fotografia è
Shane Hurlbut (Terminator Salvation, Act of Valor). Lo scenografo è
Patrick Sullivan (Gerald’s Game, Love Hard). La costumista è Tere
Duncan (“The Walking Dead”, City Island). Il film è montato da
Melissa Kent (The Age of Adaline, The Dirt). Il direttore di
produzione dell’unità è Bruce Wayne Gillies (Kate, The Disaster
Artist). Il supervisore musicale è Jamie Rise. Il supervisore del
ritmo è Marivaldo Dos Santos.
Anche Kumail Nanjiani si è unito alla quarta
stagione di Only Murders in the Building la serie
Hulu di grande successo le cui riprese sono appena
cominciate. Nanjiani apparirà in un ruolo ricorrente che però
viene tenuto nascosto, anche se una persona a conoscenza della
situazione afferma che il suo personaggio sarà parte integrante
delle indagini sul caso di questa stagione.
Nanjiani si unisce ai nuovi membri
del cast della quarta stagione
precedentemente annunciati, Eugene Levy,
Eva Longoria e Molly
Shannon. Anche Meryl Streep riprenderà il suo ruolo dalla
terza stagione. La serie è ovviamente guidata da Steve
Martin, Martin Short e
Selena Gomez.
Only Murders in the
Building: tutto quello che c’è da sapere
Only Murders in the
Building ha dimostrato di essere molto popolare per
Hulu sia tra il pubblico che tra la critica. Lo spettacolo ha
ottenuto 29 nomination agli Emmy e quattro vittorie fino ad oggi.
La serie ha avuto il suo debutto in onda a gennaio, quando la ABC
ha trasmesso tutti i 10 episodi della terza stagione nel corso di
quattro settimane, durante le quali la serie ha raggiunto 11
milioni di spettatori lineari.
Only Murders in the
Building nasce dai co-creatori e scrittori Steve
Martin e John Hoffman (Grace and Frankie,
Looking). Martin e Hoffman sono i produttori esecutivi
insieme a Martin Short, Selena Gomez, il creatore di This
Is Us Dan Fogelman e Jess Rosenthal. La terza stagione
vede Charles, Oliver e Mabel (interpretati da Steve Martin,
Martin Short e Selena Gomez) indagare su un omicidio dietro
le quinte di uno spettacolo di Broadway. Ben Glenroy (Paul
Rudd) è una star di film d’azione di Hollywood il cui
debutto a Broadway viene interrotto da una morte prematura. Aiutato
dalla co-protagonista Loretta Durkin (Meryl
Streep), il trio si imbarca nel caso più difficile che
abbia mai affrontato, mentre il regista Oliver tenta disperatamente
di rimettere insieme il suo spettacolo. Su il sipario!
Dopo il felice fine settimana di
apertura di Dune: Parte
Due,
Rebecca Ferguson si dedica a cuor leggero al suo
prossimo progetto, che la vedrà recitare al fianco di Chris
Pratt nel prossimo film di Amazon MGM Studios
Mercy, che uscirà nelle sale di tutto il mondo
poiché lo studio ha grandi aspettative per il film. Timur
Bekmambetov dirigerà il thriller fantascientifico da una
sceneggiatura scritta da Marco van Belle.
Il progetto è arrivato agli Amazon
MGM Studios da Charles Roven, che ha appena
ricevuto la sua seconda nomination all’Oscar come miglior film con
Oppenheimer. Roven sta producendo
Mercy con il vicepresidente senior di Atlas
Entertainment Robert Amidon insieme alla BEL di
Bekmambetov, insieme a Majd Nassif. La produzione del film avrà
inizio in primavera.
Ambientato in un prossimo futuro in
cui i crimini capitali sono aumentati, Mercy segue un detective
(Pratt) accusato di un crimine violento e costretto a dimostrare la
sua innocenza.
Per
Rebecca Ferguson si tratta di un ambiente familiare,
in quanto negli ultimi anni, tra film di fantascienza e action thriller
sta costruendo una carriera che esalta la sua naturale eleganza e
il suo aspetto apparentemente letale e glaciale, il tutto unito a
una versatilità davvero impressionante che mette perfettamente in
scena in Dune
di Denis Villeneuve la cui Parte
Due è attualmente in sala.
American Rust2 ha finalmente una data di uscita. La
seconda stagione della
serie con protagonista Jeff Danies debutterà
giovedì 28 marzo. Ad annunciarlo è TVLine.
Dove vederla American Rust 2?
I fan ricorderanno che la
prima stagione della serie è stata trasmessa su Showtime,
che ha cancellato lo
spettacolo tre mesi dopo il suo finale. Nel
giugno 2022, Freevee di Amazon ha annunciato di
aver acquisito American
Rust per la seconda stagione.
La seconda stagione,
annunciata comeAmerican Rust: Broken
Justice, ora verrà trasmessa in streaming
su Prime
Video. Tutti i 10 episodi della seconda
serie usciranno il giorno della sua uscita. Lo streamer ha anche
rilasciato il trailer ufficiale della seconda serie, che ora puoi
guardare di seguito:
American Rust 2: la trama
La prossima stagione che si
intitola American Rust: Broken Justice è
ambientata ancora una volta a Buell, Penn., dove Del Harris di
Daniels e Grace Poe di Tierney “cercano di ricostruire le loro
vite dopo gli eventi strazianti della
prima stagione”, si legge nel logline ufficiale. L’azione
prende il via quando la città sperimenta una serie di “omicidi
apparentemente non correlati“, continua la sinossi,
“suggerendo una cospirazione molto più ampia che minaccia tutti
in questa piccola e unita città“.
Oltre a Tierney e Daniels, il
cast di ritorno include Mark Pellegrino, Rob Yang, Kyle
Beltran, Alex Neustaedter, Julia Mayorga e David
Alvarez. Le aggiunte alla stagione 2 includono Luna
Lauren Velez ( Dexter ), Nick Sandow
( Orange Is the New
Black ), Marc Menchaca
( Ozark ), Britian
Seibert ( A Murder at the End of the
World ), Amelia Workman
( FBI ), Christopher Denham
( Billions ), Leon Addison
Brown ( The Knick ) e
Sara Lindsey ( High
Desert ).
Lunedì la rete
FOX ha annunciato che sta sviluppando un riavvio
diBaywatch, la serie cult
degli anni ’90 con David Hasselhoff e
Pamela Anderson.
FOX finora ha ordinato solo
una sceneggiatura pilota, che sarà scritta da90210(il reboot di CW) e dalla
scrittricedi
ReignLara
Olsen.
Nella nuova iterazione è
descritta come “Audaci salvataggi nell’oceano, spiagge
incontaminate e iconici costumi da bagno rossi tornano, insieme a
un’intera nuova generazione di bagnini di Baywatch, che affrontano
vite personali complicate e disordinate in questo riavvio ricco di
azione che dimostra che esiste la famiglia in cui sei nato ma nche
la famiglia che trovi“
Lara
Olsen, i cui crediti televisivi includono anche
Blood & Treasure della CBS
e Private Practice, spin-off
di Grey’s
Anatomy della ABC , funge da EP
insieme ai creatori di OG BaywatchMichael Berk, Greg Bonann e Doug
Schwartz.
La serie originale
Baywatch è una serie televisiva
americana drammatica d’azione sui bagnini che pattugliano le
spiagge della contea di Los Angeles, California e Hawaii, con
David Hasselhoff. È stato creato da Michael Berk ,
Douglas Schwartz e Gregory J. Bonann, che hanno prodotto lo
spettacolo durante le sue 11 stagioni. La serie si concentra sulle
sfide professionali e personali affrontate dai personaggi,
interpretati da un ampio cast a rotazione che include
Pamela Anderson, Alexandra Paul, Gregory Alan Williams ,
Jeremy Jackson , Parker Stevenson, David Chokachi, Billy Warlock,
Erika Eleniak, David Charvet, Yasmine Bleeth e
Nicole Eggert.
Preparate le vostre spade,
cittadini di Westeros: House of the Dragon 2,
l’attesissima seconda stagione della serie spin-off House
of the Dragon arriverà questo giugno su HBO.
Presumiamo che la serie debutterà in contemporanea con la
programmazione USA anche su SKY e in streaming su NOW.
Le informazioni sulla nuova data di
uscita sono state annunciate lunedì dal CEO di Warner Bros.
Discovery e presidente dello streaming globale e dei giochi JB
Perrette alla conferenza su tecnologia, media e telecomunicazioni
di Morgan Stanley. La notizia è stata riportata da
Variety. In
precedenza, HBO aveva solo detto che la seconda
stagione avrebbe debuttato quest’estate.
Spin-off del grande successo della
HBO Il Trono
di Spade, House
of the Dragon è ambientato circa 200 anni
prima del Il Trono
di Spade e traccia i conflitti che affliggono la
dinastia regnante dei Targaryen.
Emma D’Arcy interpreta la regina Rhaenyra
Targaryen, con
Matt Smith nei panni di suo zio Daemon e
Olivia Cooke nei panni di Alicent Hightower, la
vedova del defunto padre di Rhaeynra, Viserys.
La seconda stagione della serie
spin-off House
of the Dragon presenterà la battaglia culminante
per il potere conosciuta come “la Danza dei Draghi”, con i
Verdi (gli Hightowers, Aegon & Co.) e i Neri (Rhaenyra, Daemon,
ecc.) che combattono per rivendicare il Trono di
Spade. (Guarda
un teaser qui.)
La seconda stagione di House of
the Dragon darà il benvenuto anche a una serie di nuovi
membri del cast tra cui Clinton Liberty
( Normal People ) nel ruolo di Addam of Hull,
Jamie Kenna ( Coronation
Street ) nel ruolo di Ser Alfred Broome, Kieran
Bew ( Warrior ) nel ruolo di Hugh,
Tom Bennett ( After Life ) nel
ruolo di Ulf, Tom Taylor ( The
Bay ) nel ruolo di Lord Cregan Stark e Vincent Regan
( Poldark ) nel ruolo di Ser Rickard
Thorne. Si uniscono alle aggiunte della seconda
stagione
precedentemente segnalate Gayle Rankin
( GLOW ), Freddie Fox ( Slow
Horses ), Simon Russell Beale ( Penny
Dreadful ) e Abubakar Salim ( Raised by
Wolves ).
Cosa aspettarsi dalla seconda
stagione di House of the Dragon?
La
prima stagione si è conclusa con la morte di Re
Viserys, che ha gettato i Targaryen nel caos più totale
riguardo al prossimo legittimo erede – il Principe Aegon o la
Principessa Rhaenyra. La stagione successiva segna l’inizio della
Danza dei Draghi, con ciascuna delle due parti che
raccoglie il maggior numero di alleati e draghi possibile per
assicurare la sconfitta dell’altra.
House
of the Dragon è attualmente interpretata da
Matt Smith,
Olivia Cooke,
Emma D’Arcy,
Rhys Ifans, Steve Toussaint, Eve Best, Sonoya Mizuno, Graham
McTavish, Jefferson Hall, David Horovitch, Matthew Needham, Bill
Patterson, Gavin Spokes, Wil Johnson, John Macmillan, Savannah
Steyn e Theo Nate. La seconda stagione vedrà anche
l’aggiunta di Gayle Rankin, Russell Beale, Freddie Fox e
Abubakar Salim.
Basato su Fire & Blood di
George R.R. Martin, House
of the Dragon racconta l’ascesa e la caduta dei
Targaryen – l’unica famiglia di signori dei draghi sopravvissuta al
Destino di Valyria. Si svolge 300 anni prima degli eventi del
pluripremiato adattamento della serie di Game of Thrones, che ha
trasmesso il suo episodio finale nel 2019.
House
of the Dragon è stata ideata da George R.R. Martin,
Ryan Condal e dal regista di Game of
Thrones Miguel Sapochnik; Condal e Sapochnik sono anche gli
showrunner. Martin, Sapochnik, Condal, Vince Gerardis e Sara Lee
Hess sono produttori esecutivi.
Paramount+ ha diffuso il trailer
ufficiale originale della quinta e ultima stagione di Star
Trek: Discovery, la serie di successo che ha
rilanciato il franchise di Star Trek.
Nella
quinta e ultima stagione di Star
Trek: Discovery il Capitano Burnham e l’equipaggio
della U.S.S. Discovery scoprono un mistero che li condurrà in
un’epica avventura attraverso la galassia, per trovare un antico
potere la cui esistenza è stata deliberatamente nascosta per
secoli. Ma troveranno anche nemici pericolosi, determinati a
reclamare il premio per sé e che non si fermeranno davanti a nulla
per ottenerlo.
Star Trek: Discovery 5, quando
esce in Italia e dove vederla?
Star
Trek: Discovery sarà disponibile in esclusiva sul
servizio da giovedì 4 aprile in Italia, oltre che negli Stati
Uniti, nel Regno Unito, in Svizzera, Corea del Sud, America Latina,
Germania, Francia, Australia e Austria. I primi due episodi della
stagione finale, composta da 10 episodi, saranno disponibili in
streaming al momento del lancio, mentre i nuovi episodi usciranno
ogni giovedì.
Il cast della
quinta stagione di Star
Trek: Discovery comprende Sonequa Martin-Green (Capitano Michael
Burnham), Doug Jones (Saru), Anthony Rapp (Paul Stamets), Mary
Wiseman (Sylvia Tilly), Wilson Cruz (Dr. Hugh Culber), David Ajala
(Cleveland “Book” Booker), Blu del Barrio (Adira) e Callum Keith
Rennie (Rayner). La quinta stagione vede anche le guest star
ricorrenti Elias Toufexis (L’ak) e Eve Harlow (Moll).
La serie Star
Trek: Discovery è prodotta dai CBS Studios in
associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Alex
Kurtzman, Michelle Paradise, Heather Kadin, Aaron Baiers, Olatunde
Osunsanmi, Frank Siracusa, John Weber, Rod Roddenberry e Trevor
Roth sono i produttori esecutivi. Alex Kurtzman e Michelle Paradise
sono co-showrunner.
Le stagioni dalla 1 alla 4 di
Star Trek: Discovery sono attualmente disponibili
in streaming in esclusiva su Paramount+. Star Trek:
Discovery è distribuito da Paramount Global Content
Distribution.
Da quando si sono accesi i motori di
Fast &
Furious, nel lontano 2001, la saga è cresciuta film dopo film,
arrivando ad essere uno dei franchise più redditizi della storia
del cinema. Inizialmente incentrata sulle corse d’auto, la serie ha
progressivamente mutato le proprie caratteristiche. Film dopo film
si sono infatti aggiunti elementi che l’accomunano sempre di più ai
fortunati filoni di film action e di spionaggio. Ormai iconica, la
saga ha negli anni visto crescere l’apprezzamento del pubblico.
Questo attende infatti come un vero e proprio evento l’uscita di
ogni nuovo capitolo. Tra i più apprezzati si annovera
Fast & Furious 8, del 2017, che ha visto
i protagonisti impegnati in nuove spericolate avventure.
Ottavo capitolo della saga, questo è
il primo realizzato in seguito alla tragica scomparsa dell’attore
Paul
Walker, interprete di Brian O’Conner, venuto a mancare
nel 2013 e comparso per l’ultima volta nel precedente Fast & Furious 7.
Desiderosi di proseguire la saga, gli autori hanno affidato la
regia a F. Gary Gray, affermatosi grazie al film
Straigh Outta Compton. La sceneggiatura viene invece
nuovamente scritta da Chris Morgan, autore anche
dei precedenti film. Come già accaduto nella saga, il nuovo film ha
visto l’ingresso di personaggi inediti, interpretati da grandi
attori hollywoodiani sempre più attratti dall’indiscutibile fascino
che ormai la saga può vantare.
Pur se accolto in modo contrastante
dalla critica, il film si afferma come uno dei più grandi successi
della saga. Con un budget di circa 250 milioni di dollari, Fast
& Furious 8 arrivò infatti ad incassare globalmente un
miliardo e 236 milioni. Anche questo capitolo ha così infranto
diversi record, dimostrando la sempre maggior popolarità del
franchise in tutto il mondo. Prima di lanciarsi in una visione del
film, può essere utile conoscere alcune delle principali curiosità
legate al film. Molte di queste sono relative al cast e agli
sviluppi futuri legati al film, ma al termine della lettura sarà
possibile anche ritrovare le principali piattaforme dove si può
ritrovare il titolo in streaming.
La trama di Fast & Furious
8
Con l’uscita di scena del
personaggio di Brian, ufficialmente allontanatosi dall’ambiente per
vivere in tranquillità con la propria famiglia, tutti i membri
della squadra sembrano aver trovato un nuovo equilibrio. Il letale
Deckard Shaw è infatti stato consegnato alla
giustizia, e Dominic Toretto può finalmente
godersi la sua luna di miele con la ritrovata compagna
Letty. La sua pace dura però ben poco, spezzata
nel momento in cui riceve la chiamata di quella che si presenta
come Chiper, una letale terrorista. Questa avverte
Toretto di aver rapito la sua ex fiamma, Elena
Neves, e il figlio avuto da lei. Se vuole che vengano
rilasciati incolumi, egli deve aiutarla in misterioso e controverso
piano.
Toretto si ritrova così a dover
tradire il suo gruppo, venendo inevitabilmente accusato di
complicità con Chiper. Alle sue calcagna si porranno dunque gli
amici di sempre, tra cui l’inarrestabile Luke
Hobbs. Ben presto però questi capiscono però che non
riusciranno a fermare la terrorista da soli, ed è così che devono
rivolgersi al loro acerrimo nemico: Deckard Shaw.
Liberato dalla sua prigionia, l’uomo accetta di aiutarli a patto di
poter mantenere la propria libertà al termine della missione. Nel
frattempo, Toretto si ritrova a dover rubare un pericoloso ordigno
nucleare, che Chiper intende usare per scopi che potrebbero porre
in serio rischio la pace mondiale. Ancora una volta, salvare il
mondo sarà una vera e propria corsa con il tempo.
Fast & Furious 8: il cast
del film
Ancora una volta il protagonista
assoluto è Vin
Diesel, nei panni dell’ormai iconico Dominic Toretto.
Come sempre, l’attore ha sfoggiato anche in questo caso
un’invidiabile forma fisica, che gli ha permesso di prendere
personalmente parte a molte delle più spericolate sequenze del
film. Accanto a lui si ritrovano poi alcuni degli attori più
popolari della saga. La prima è Michelle
Rodriguez, che riprende i panni di Letty, la compagna
di Toretto. Tyrese
Gibson è di nuovo Roman Pearce, personaggio introdotto
per la prima volta nel secondo film della serie. Elsa
Pataky è invece Elena Neves, ex fiamma di Toretto
ritrovatasi rapita da Chiper. Nel film vi poi anche il celebre
Kurt
Russell, che torna a vestire i panni del misterioso
Frank “Sig. Nessuno” Petty.
Villain principale del film è
l’assassina Chiper, interpretata dall’attrice premio Oscar Charlize
Theron. Per lei si tratta di ruolo particolarmente
importante, essendo una delle prime e più affermate antagoniste
femminili della saga. Per poter ricoprire il personaggio, l’attrice
si è a sua volta allenata per diversi mesi, così da poter evitare
di essere sostituita da contrifigure e recitare personalmente le
scene più complesse. Dwayne
Johnson e Jason
Statham riprendono rispettivamente i panni dell’agente
Luke Hobbs e del criminale Deckard Shaw, sviluppando qui il
rapporto che verrà approfondito nello spin-off a loro dedicato
Hobbs & Shaw. Nathalie
Emmanuel, nota per il personaggio di Missandei nella
serie Il Trono di
Spade, interpreta invece l’hacker Megan Ramsey.
Fast & Furious 8: i sequel
del film
Con il grandissimo successo
dell’ottavo capitolo era scontato che la saga sarebbe proseguita
ulteriormente. E infatti l’uscita di Fast & Furious 9 – The Fast
Saga venne subito fissata per l’aprile del 2019. Questa
venne tuttavia posticipata di un anno per permettere allo spin-off
Fast & Furious –
Hobbs & Shaw di avere il proprio spazio. Tuttavia, a causa
della pandemia di Coronavirus, il nono film è poi uscito in sala
nell’agosto del 2021. Ciò ha portato inevitabilmente a dover
ritardare l’uscita del già annunciato decimo capitolo, Fast
X, la cui prima parte è infine uscita in sala nel
maggio del 2023. Si attendono invece ora maggiori informazioni sul
futuro della saga.
Diesel aveva infatti rivelato che
l’undicesimo film, strettamente legato al decimo sarebbe anche
stato l’ultimo capitolo della saga. Sempre l’attore ha però poi
rivelato che non era esclusa anche la realizzazione di un
dodicesimo film. Tuttavia, il risultato modesto ottenuto al
botteghino da Fast X ha portato Diesel a confermare, nel febbraio
2024, che l’undicesimo sarà il capitolo finale. Questo è stato
descritto come “un ritorno al film originale” e consistere in
un’unica missione e in un diverso antagonista al posto di Dante,
quello visto nel decimo film interpretato da Jason Momoa.
Il trailer di Fast & Furious
8 e dove vedere il film in streaming e in TV
Nell’attesa di poter vedere il nuovo
atteso film, per gli appassionati della saga è possibile fruire di
Fast & Furious 8 grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Infinity+, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale.
Per la prima volta in televisione
arriva – nella sua versione integrale – il film
Berlinguer ti voglio bene, diretto nel
1977 da Giuseppe Bertolucci (fratello di Bernardo)
e con protagonista un giovane Roberto Benigni, venticinquenne all’epoca
delle riprese. È questo un film profondamente politico ma anche
satirico, dove si riflette sulla condizione proletaria a partire
dall’aura dell’amato politico Enrico Berlinguer, appartenente al Partito
Comunista e di cui ricorrono quest’anno i 40 anni dalla morte. Il
film viene dunque riproposto anche per tale occasione, alla ricerca
di ciò che è rimasto oggi di quegli ideali e di quei valori.
Al momento della sua uscita in sala,
però, Berlinguer ti voglio bene fece scandalo e suscitò
aspre reazioni. La pellicola venne vietata ai minori di 18 anni, in
particolare per l’abbondante uso del turpiloquio, di un linguaggio
dissacrante e disturbante, e venne in generale accolto tiepidamente
dal pubblico, anche per la mancata distribuzione su tutto il
territorio nazionale e per la totale censura in TV. Si dovette
aspettare il 1988 prima che il film venisse distribuito nuovamente,
al cinema e in cassetta, ottenendo un riscontro maggiormente
positivo.
Tuttavia, quella del 1988 è una
versione accorciata di circa 5 minuti, dove venne tagliato il
monologo in campagna del protagonista, ritenuto ancora troppo
scioccante per l’epoca. Per avere la versione integrale della
pellicola del 1977 è stato poi necessario attendere fino al 2006,
mentre ora finalmente il film arriva in televisione, seppur in
seconda serata. Si tratta dunque di un’occasione da non perdere per
riscoprire un film tanto dissacrante quanto politicamente
importante, oggi ritenuto tra i più importanti della nostra
cinematografia.
La trama e il cast di Berlinguer ti voglio bene
Protagonista del film è
Mario Cioni, un venticinquenne del
sottoproletariato toscano con il mito di Enrico
Berlinguer, che passa sempre il tempo con gli amici o per
la campagna a parlare da solo. Quando proprio i suoi compagni di
bagordi gli tirano un brutto scherzo legato alla madre, con la
quale ha un rapporto quasi edipico, Mario si lancerà in una serie
di riflessioni sulla propria vita, su Dio, sulla morale e sul
sesso. Ma i guai per lui non finiscono lì, poiché quando scoprirà
di essere stato vittima di uno scherzo, subentrerà presto un’altra
realtà ancor più difficile da digerire.
Berlinguer ti voglio bene è
la prima esperienza di Roberto Benigni in un film per il cinema. Egli
interpreta qui il protagonista, Mario Cioni, personaggio da lui
inventato e in parte autobiografico e che si distingue per
l’irreverenza, l’esuberanza gestuale e verbale ma anche per un
certo candore infantile. L’attrice Alida Valli,
una delle più note interpreti italiane, è qui presente nel ruolo
della madre di Mario, mentre Carlo Monni è l’amico
Bozzone. Completano il cast Mario Pachi nel ruolo
di Gnorante, Maresco Fratini in quello di Buio e
Giovanni Nannini in quello di don Valdemaro.
Le location di Berlinguer ti
voglio bene: ecco dove è stato girato il film
Le scene del film sono girate tutte
nella zona rurale vicino a Prato, in Toscana, oggi trasformata
dall’espansione edilizia. Le case del popolo, ad esempio,
sono quelle di Vergaio, Galciana,
Quarrata e San Piero a Ponti,
mentre il cantiere dove lavorano Benigni e Monni come muratori è
quello in cui si stava costruendo il centro commerciale “Pratilia”.
Il casolare dove vivono Benigni e Alida Valli, invece, si trova in
località Casale, vicino al casello di Prato ovest
dell’A11. Il cinema che si vede all’inizio del film, ormai chiuso
da molti anni, si chiamava “Mokambo” e si trovava a
Grignano di Prato in via Arcivescovo Limberti
71.
Il sottopasso dove Benigni si
addormenta dopo la falsa notizia della morte della mamma si trova
poco dopo il casello di Prato est, in località Mezzana, mentre la
chiesa dove Alida Valli porta il figlio per farlo rimproverare dal
parroco è la chiesa di San Silvestro a Tobbiana.
Le riprese nelle quali Roberto Benigni viene fatto salire sulla
macchina delle due ragazze avviene nei pressi della frazione di
Santa Lucia, all’incrocio tra via di
Canneto e via di Carteano, strade
tutt’oggi esistenti con le stesse caratteristiche La celebre
carrellata con lo sproloquio di Mario Cioni è infine stata girata a
Prato sul viale Nam Dinh ancora
in fase di realizzazione, tra via dell’Alberaccio e via Galcianese
con la cinepresa rivolta verso Galciana.
Dove vedere Berlinguer ti
voglio bene in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 4 marzo alle ore 23:00 sul
canale La7.
In Godzilla vs. Kong, i titani si sono fatti
la guerra tra loro prima di unire le forze per distruggere
l’impetuoso Mecha-Godzilla (che era impregnato della mente
di King Ghidorah). Il tutto era piuttosto folle, ma
qualcosa ci dice che quel film impallidirà rispetto a Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero.
È stato pubblicato un nuovo spot
televisivo del film Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero che mostra King Kong che
cavalca Godzilla in battaglia.
I fan hanno già iniziato a perdere
la testa sui social media, con la scena descritta da alcuni come il
momento più iconico del MonsterVerse fino ad oggi. Alcuni
puristi del kaiju, tuttavia, sono meno impressionati, ma questo
franchise sta facendo la sua parte con questi mostri iconici.
Nel bene e nel male, sono molto
lontani dagli sforzi classici della TOHO. “Non appena è
uscito l’ultimo film e il pubblico ha iniziato a vederlo, mi sono
detto: “Non puoi separare di nuovo questi due
ragazzi”“, ha detto il regista Adam Wingard
all’inizio di quest’anno.
“È troppo eccitante
averli in un solo film. E ora, il prossimo film deve riguardare la
continuazione di quella relazione, che sarà il
team-up“. “Le abilità necessarie per
creare un film di mostri giganti sono così specifiche che bisogna
impararle, e solo alla fine della produzione ho pensato: ‘Oh
aspetta, ora lo so‘”, ha continuato.
“Avevo tutte queste idee diverse su cosa avrei fatto la
prossima volta e su come avrei potuto
migliorare“.
Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero approfondisce ulteriormente
le storie e le origini di questi due Titani, nonché i misteri di
Skull Island, tra gli altri, svelando la mitica battaglia che ha
contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati
per sempre all’umanità. Adam Wingard torna a dirigere il film,
interpretato da
Rebecca Hall (“Godzilla vs. Kong”, The Night
House – la casa oscura”), Brian Tyree Henry
(“Godzilla vs. Kong”, “Bullet Train”), Dan Stevens
(la serie TV “Gaslit”, “Legion”, “La Bella e la Bestia”), Kaylee
Hottle (“Godzilla vs. Kong”), Alex Ferns
(“The
Batman”, “La furia di un uomo – Wrath of Man”, “Chernobyl”) e
Fala Chen (“Irma Vep”, “Shang Chi e la leggenda
dei Dieci Anelli”).
La sceneggiatura di Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero è di Terry Rossio
(“Godzilla vs. Kong”, la serie “Pirati dei Caraibi”), Simon
Barrett (“You’re Next”) e Jeremy Slater
(“Moon
Knight”), da una storia di Rossio, Wingard e Barrett, basato
sul personaggio “Godzilla” di proprietà e creato da TOHO Co.,
Ltd..
Il film è prodotto da Mary
Parent, Alex Garcia, Eric Mcleod, Thomas Tull, Jon Jashni e Brian
Rogers, mentre i produttori esecutivi sono Wingard, Jen
Conroy, Jay Ashenfelter, Yoshimitsu Banno, Kenji Okuhira. Wingard
torna a collaborare con il direttore della fotografia Ben Seresin
(“Godzilla vs. Kong”, “World War Z”), lo scenografo Tom Hammock
(“Godzilla vs. Kong”, “X: A Sexy Horror Story”, “The Guest”), il
montatore Josh Schaeffer (“Godzilla vs. Kong”, “Molly’s Game”), la
costumista Emily Seresin (“L’uomo invisibile”, “Top of the Lake –
Il mistero del lago”). Le musiche del film sono opera dei
compositori Tom Holkenborg (“Godzilla vs. Kong”, “Mad Max: Fury
Road”) e Antonio Di Iorio (musica aggiuntiva su “Godzilla vs.
Kong”, i film “Sonic”). Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures
presentano una produzione Legendary Pictures, un film di Adam
Wingard: “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero”.
Nel frattempo, Angela Bassett ha interpretato la regina
Ramonda in Black
Panther e Black
Panther: Wakanda Forever, ottenendo il plauso della
critica e una nomination agli Oscar. Parlando con PEOPLE per il
numero di “Women Changing the World“, l’attrice ha
nuovamente reso omaggio al compianto Chadwick Boseman.
È morto nel 2020 in seguito a una
battaglia segreta contro il cancro al colon, una tragedia che ha
lasciato i fan e le sue co-star del MCU sconvolti. “Era il mio
ultimo giorno di riprese ed eravamo alle cascate di Warrior
Falls“, ricorda Angela Bassett.
“Avevo finito il mio compito e
Chadwick è venuto ad abbracciarmi. Io l’ho abbracciato e mi sono
stretta a lui. E naturalmente è stato un set glorioso, pieno di
splendida bellezza e di persone, di musica e di orgoglio“.
“Vedere il lavoro che stava
facendo e conoscere, ogni giorno, l’essere umano che era – a volte
non c’è bisogno di dire molto, ma basta guardarsi negli occhi per
trasmettere tutto ciò che si intende, tutto ciò che si
spera“.
La candidata all’Oscar ha
commentato la prematura scomparsa dell’attore T’Challa, rivelando
poi che si sono incontrati per la prima volta anni prima che lui
trovasse la fama, quando lei ha tenuto il discorso di laurea alla
Howard University nel 2000.
“Aver conosciuto questo giovane
uomo che era uno studente quando ho ricevuto una laurea ad honorem
alla Howard, è stato il mio accompagnatore“, racconta Angela Bassett. “È stato un momento di
chiusura del cerchio per venire e ora la grande opportunità che ho
avuto di ritrarre sua madre“.
Black Panther: Wakanda
Forever ha reso omaggio a Chadwick Boseman rivelando che anche T’Challa
è morto nel MCU (a causa di una malattia
sconosciuta, ma presumibilmente la stessa che ha tolto la vita
all’attore). Nei momenti conclusivi del sequel, abbiamo conosciuto
suo figlio, anch’egli di nome T’Challa, che probabilmente
un giorno erediterà il mantello da Shuri.
In occasione dei Golden Globe 2023,
Angela Bassett ha reso omaggio all’enorme
impatto che Boseman ha avuto sul mondo dicendo: “Il pianto può
arrivare la sera, ma la gioia arriva al mattino“.
“Abbiamo intrapreso questo
viaggio insieme con amore. Abbiamo pianto. Abbiamo amato. Abbiamo
guarito. E siamo stati circondati ogni giorno dalla luce e dallo
spirito di Chadwick Boseman“.
“Abbiamo la gioia di sapere che
con questa storica serie di Black Panther, è una parte della sua
eredità a cui ha contribuito a condurci. Abbiamo mostrato al mondo
come appaiono l’unità, la leadership e l’amore dei neri al di là,
dietro e davanti alla macchina da presa“, ha concluso Angela Bassett.
I Marvel Studios non hanno ancora annunciato i
piani per Black Panther 3 o per il futuro di Shuri
nel MCU.
Negli ultimi due anni i film di
supereroi non hanno avuto un periodo facile, poiché il pubblico e
la critica sembrano essere sempre più stanchi (si potrebbe
dire, affaticati) dalla recente produzione dei
Marvel Studios e della Warner
Bros/DC.
È diventato quasi di moda prendere
di mira i film basati sui fumetti in questi giorni, con registi di
tutto rispetto come
Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Quentin Tarantino che in una recente
intervista hanno espresso i loro problemi con quella che
quest’ultimo ha descritto come la “marvelizzazione di
Hollywood“.
Alcuni sarebbero d’accordo con le
loro valutazioni, ma la maggior parte probabilmente ammetterebbe
che i film di supereroi hanno anche rappresentato momenti di grande
cinema, ma con così tanta negatività diretta ai cinecomicos, può
essere facile dimenticare che il genere ha prodotto alcuni film
davvero brillanti.
All’ex Capitan America del
MCU, Chris Evans, è stato chiesto il suo parere
sull’attuale produzione di film tratti da fumetti durante un panel
all’Emerald City Comic-Con nel fine settimana, e ritiene
che molti film di supereroi non ricevano il credito che
meritano.
“Se fosse facile, ce ne
sarebbero molti di più belli – senza voler fare ombra. [Alcuni sono
oggettivamente film fenomenali“.
A dire il vero, è passato un po’ di
tempo dall’ultima volta che abbiamo visto un film di supereroi
“fenomenale“. Anche lasciando da parte i gusti personali,
gli incassi parlano da soli quando si tratta di capire come la
pensa il pubblico in generale. Riusciranno Deadpool &
Wolverine a cambiare le cose?
La star di Spider-Man
3 e
Spider-Man: No Way Home , Thomas Haden
Church, ha rivelato che crede che Sam
Raimitornerà per
realizzare Spider-Man
4 con Tobey
Maguire.
Parlando con ComicBook.com, Church
ha detto che ci sono state voci secondo cui avrebbe interpretato
nuovamente Sandman in qualche forma di progetto
futuro. L’attore ha poi detto che crede che Raimi farà un
altro film di Spider-Man con Maguire, e che gli
piacerebbe prenderne parte se ciò accadesse.
“Ma Sandman, ci sono state alcune voci secondo cui
potrebbero chiedermi di fare un altro Spider-Man, e lo farei
domani… Sai, non mi hanno mai chiesto di apparire in un altro film,
un altro film Marvel“, Church
dichiarato. “Ma, sai, penso che Sam farà un altro
Spider-Man con Tobey [Maguire], ed è quello che… Avevano un’opzione
per me per fare Spider-Man 4 quando ci sarebbe stato uno Spider-Man
4. Avevano la possibilità che tornassi.Quindi, se ciò
accadesse, sarebbe fantastico. Sto invecchiando un
po‘.”
Qual è stato l’ultimo film Marvel in cui
ha recitato Thomas Haden Church?
Thomas Haden
Church è apparso l’ultima volta nei panni di Sandman in
Spider-Man: No Way Home del 2021 , che ha visto
il ritorno di molti personaggi sia dei film di Sam
Raimi insieme allo Spider-Man che dei film
The Amazing Spider-Man interpretato da Andrew Garfield. Quel film fu un enorme
successo sia per i Marvel Studios che per la Sony,
incassando oltre 1,9 miliardi di dollari al botteghino e diventando
il sesto film con il maggior incasso di tutti i tempi.
Secondo The InSneider di
Jeff Sneider, Jon Bernthal è attualmente in trattative per
interpretare un ruolo nella prossima terza stagione di The
Terror.
Secondo Sneider, Jon
Bernthal potrebbe concludere un accordo per interpretare
Pepper il protagonista della serie. Oltre a recitare in The
Punisher e film come
The Wolf of Wall Street e, più recentemente, Origin
di Ava DuVernay, Jon Bernthal ha già lavorato con AMC
quando ha interpretato Shane Walsh nelle prime due
stagioni di The Walking Dead.
The Terror è
stato presentato in anteprima su AMC nel marzo 2018. La seconda
stagione della serie antologica, sottotitolata
“Infamy”, è seguita
nell’agosto 2019. The Terror: The Devil
in Silver non ha ancora una data per la prima
Cosa sappiamo
di The Terror: Devil in Silver?
The Terror: Devil in
Silver è basato sul romanzo di Victor
LaValle del 2012, The Devil in
Silver. Victor LaValle ha
co-scritto i sei episodi insieme a Chris Cantwell,
che è anche produttore esecutivo. Karyn
Kusama dirigerà i primi due episodi di The Terror:
Devil in Silver e sarà anche produttore
esecutivo.
Altri produttori esecutivi
legati a The Terror: Devil in Silver includono
David Zucker, Alexandra Milchan, Guymon Casady e Scott
Lambert,
mentre AMC Studios
produrrà la serie.
La serie The Terror:
Devil in Silver, secondoDeadline, “racconta la storia di Pepper – un
traslocatore della classe operaia, che attraverso una combinazione
di sfortuna e un cattivo carattere, si ritrova ingiustamente
ricoverato all’ospedale psichiatrico New Hyde – un istituto pieno
di persone che la società preferirebbe dimenticare. Lì dovrà
vedersela con pazienti che lavorano contro di lui, medici che
nascondono oscuri segreti e forse anche con il Diavolo
stesso. Mentre Pepper si addentra in un paesaggio infernale
dove niente è come sembra, scopre che l’unica strada verso la
libertà è affrontare l’entità che prospera nella sofferenza
all’interno delle mura di New Hyde, ma farlo potrebbe dimostrare
che i peggiori demoni di tutti vivono dentro di lui”.
Il wrestler e attore John Cena ha rivelato che la sua agenzia non
era entusiasta dell’idea di un suo recente cameo in
Barbie.
Al The Howard Stern Show, la star
ha spiegato che il compito della sua agenzia è quello di vedere le
cose come prodotti e guidarlo. Per questo motivo, l’agenzia ha
detto a John Cena che avrebbe dovuto rifiutare il suo
cameo come sirena in Barbie, e
l’attore ha ipotizzato che la prospettiva fosse “al di sotto
del suo calibro. L’attore osserva poi che l’agenzia ha ceduto
quando lui ha detto che l’avrebbe fatto comunque.
“[L’agenzia] si basa solo su
ciò che sa“, ha dichiarato John Cena (via Variety). “E quello che
sanno è: ‘Questa entità, questa merce gravita su queste cose,
dovremmo rimanere in questa corsia’. Ma io non sono una merce. Sono
un essere umano e opero secondo il concetto che ogni opportunità è
un’opportunità“.
Margot Robbie mi ha detto: “Ti faremo diventare
una sirena. Ci starai dentro per mezza giornata“. Sì, certo.
Ma credo che dal punto di vista dell’agenzia la prospettiva fosse:
‘Questo non è alla tua altezza’, e lo capisco. Ma anche per
merito dell’agenzia, che ha immediatamente acconsentito, e io ho
detto: ‘No, lo faremo’, ma tutto ciò che possono fare è offrire la
loro guida“.
Chi c’era nel film di Barbie?
Barbie è stato diretto da Greta
Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a
Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da
Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon
Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha
ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di
dollari, diventando così il film di maggior incasso del
2023. Il film è interpretato da Margot Robbie,
Ryan Gosling,
America Ferrera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Scott Evans, Kate
McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp,
Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell,
Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora.
Era da Mare of
Easttown (Omicidio
a Easttown) che Kate Winslet non lavorava con HBO, e per
celebrare il suo ritorno sull’emittente ha scelto un ruolo molto
diverso da quella della poliziotta che indaga sugli omicidi della
cittadina della Pennsylvania. In The Regime – Il palazzo
del Potere è la stravagante e ipocondriaca cancelliera
Elena Vernham, che governa con pungo di ferro in
uno stato non meglio identificato del Centro Europa. La serie,
composta da sei episodi, e disponibile su NOW dal 4 marzo con un
episodio a settimana, si svolge principalmente all’interno del
palazzo di Elena, un luogo che riflette perfettamente la sua
personalità eccentrica e il suo regime autoritario.
Kate Winslet governa in
The Regime – Il palazzo del Potere
Cercando di non
risultare ovvi o ridondanti, Kate Winslet offre una performance eccezionale
nel ruolo della cancelliera Vernham, donandole una profondità e una
complessità che vanno oltre la semplice caricatura. Riesce a
incarnare perfettamente la fragilità e l’insicurezza dietro la
facciata di potere di Elena, rendendola contemporaneamente ridicola
e terrificante. Il modo in cui Winslet si muove e parla, con
accenti che richiamano Margaret Thatcher e
Putin, aggiunge ulteriore profondità al
personaggio, trasportando gli spettatori in un vortice di emozioni
contrastanti e componendo un ritratto caricaturale, appunto, ma
anche estremamente concreto e realistico, guardando al mondo di
oggi.
Il rapporto tra Elena e
il suo fidato consigliere, Herbert Zubak,
interpretato con estrema precisione da
Matthias Schoenaerts, è uno dei punti focali della
serie. Zubak è un “macellaio” ma è anche un servo devoto e allo
stesso tempo un innamorato non dichiarato, che assiste, serve,
motiva e sprona l’oggetto del suo amore, rimanendo sempre un passo
dietro al “boss”, come lui stesso chiama Elena
Vernham. La tensione sessuale tra i due personaggi è
palpabile, e questa scelta di caratterizzazione aggiunge un
elemento di dramma e complessità alla trama. Schoenaerts offre una
performance magnetica, trasformando Herbert da una semplice guardia
del corpo a un influente consigliere disegnando una parabola
ascendente di grande inquietudine.
Ricerca dell’equilibrio
tra pathos e satira
Nonostante le ottime
premesse e i protagonisti impeccabili, The Regime – Il
palazzo del Potere soffre di una trama frammentata e poco
coerente, quasi un pretesto per fotografare uno status quo che
diventa oggetto di beffa. C’è una costante ricerca dell’equilibrio,
raramente raggiunto, tra l’aspetto patetico ed emotivo dei
personaggi, dei loro sentimenti, delle loro debolezze e paure, e
quello assurdo, che invece prende le distanze dai suddetti
personaggi e li racconta attraverso la lente della satira. E forse
perché la contemporaneità ha annichilito in generale la capacità di
fare satira, sembra che questa sia come un muscolo fuori forma e
quindi non sempre colpisce nel segno, lasciando gli spettatori con
una sensazione di insoddisfazione e mancanza di chiarezza nel
messaggio.
La sceneggiatura,
firmata da Will Tracy, cerca di affrontare temi
complessi come l’autoritarismo e il dissenso politico, ma a volte
sembra perdersi nei suoi stessi tentativi di affrontarli. Mentre
alcune scene offrono spunti interessanti sulla natura del potere e
sulla fragilità umana, altre risultano terribilmente fuori fuoco,
lasciando gli spettatori con più domande che risposte.
Picchi di genialità in un’opera
non del tutto riuscita
Nonostante le sue
imperfezioni, The Regime – Il palazzo del Potere
offre comunque un ottimo livello di intrattenimento “con
messaggio”. La satira politica è una pratica che dovrebbe essere
portata avanti con più frequenza e il tentativo fatto in questa
sede è comunque lodevole. A questo si aggiunge un valore produttivo
sicuramente alto che puntando sulla sua protagonista (e
l’efficacissimo tirapiedi) riesce a catturare sicuramente la
fascinazione del pubblico.
The Regime – Il
palazzo del Potere offre una visione intrigante e spesso
surreale, attraverso il linguaggio della farsa, dei regimi
autoritari e delle dinamiche di potere. Sebbene non sempre riesca a
realizzare pienamente il suo potenziale più per mancanza di
allenamento su un certo tipo di linguaggio che per mancanza di doti
nel farlo, la serie merita comunque una possibilità principalmente
per le performance del suo cast e per i suoi frequenti guizzi. Una
maggiore coesione della trama avrebbe forse permesso anche agli
altri aspetti della serie di essere più efficaci.
Disney+ ha diffuso il trailer
ufficiale di Taylor Swift: The Eras Tour (Taylor’s
Version), il film concerto per la prima volta in versione
integrale e che include il brano “cardigan” e quattro canzoni
acustiche aggiuntive, farà il suo debutto in streaming il 15 marzo
2024, solo su Disney+.
L’esperienza cinematografica
dell’artista 14 volte vincitrice di un GRAMMY, Taylor
Swift: The Eras Tour (Taylor’s Version), diretto da Sam
Wrench.
Nel dare l’annuncio, Bob Iger,
Disney CEO, ha dichiarato: “L’Eras Tourè stato un vero e proprio
fenomeno che ha entusiasmato e continua a entusiasmare i fan di
tutto il mondo, e siamo davvero felicidi portare questo
elettrizzante concerto al pubblico ovunque si trovi, in esclusiva
su Disney+.
Netflix
dopo il
teaser trailer ha finalmente svelato il primo trailer ufficiale
di Ripley, il prossimo adattamento in serie del
classico romanzo thriller di Patricia Highsmith intitolato
“Il
talento di Mr. Ripley”
Il video presenta Andrew
Scott nei panni del personaggio principale, che sembra
avere un’identità discutibile. Il video presenta anche i vari
personaggi che incontrerà nel corso della serie limitata, tra cui
la Marge Sherwood di Dakota Fanning. La serie uscirà in streaming
il 4 aprile.
Nella serie, Tom Ripley, un
truffatore che si arrangia nella New York dei primi anni ’60, viene
ingaggiato da un uomo ricco per recarsi in Italia e cercare di
convincere il figlio vagabondo Dickie Greenleaf a tornare a casa”,
si legge nella sinossi. “L’accettazione del lavoro da parte di Tom
è il primo passo verso una vita complessa fatta di inganni, frodi e
omicidi. Nel frattempo, Marge Sherwood, un’americana che vive in
Italia, sospetta che dietro l’affabilità di Tom si nascondano
motivi più oscuri”.
Ripley è scritto e
diretto dal regista candidato all’Oscar Steven Zaillian. Oltre a
Scott e Fanning, la miniserie sarà interpretata da Johnny Flynn nel
ruolo di Dickie Greenleaf, Pasquale Esposito, Franco
Silvestri, Eliot Sumner, John Malkovich e altri ancora. È
prodotta da Scott e Endemol Shine North America in associazione con
Entertainment 360 e Filmrights. I produttori esecutivi sono
Zaillian, Garrett Basch, Guymon Casady, Ben Forkner, Sharon Levy,
Philipp Keel e Charlie Corwin.
Sony Pictures ha
diffuso un nuovo divertente trailer di
Garfield: Una missione gustosa, l’atteso nuovo film su
gatto più divertente del cinema.
Il nuovo trailer di
Garfield: Una missione gustosa il film di animazione Sony Pictures
diretto da Mark Dindal e tratto dai personaggi creati da Jim Davis.
Maurizio Merluzzo sarà la voce italiana del
protagonista che nella sua versione originale è doppiato da
Chris Pratt.
Doppiatore, attore,
influencer e presentatore, Maurizio Merluzzo è
stato la voce di protagonisti di celebri film e serie TV
(Elvis, Shazam!, Vikings, La Fantastica
Signora Maisel, Catfish, Fratelli in
Affari), cartoni animati (Dragon Ball Super,
Naruto, One Punch Man) e videogames
(Overwatch, League of Legends, Assassin’s
Creed, Call of Duty).
Garfield: Una
missione gustosa, scritto da David
Reynolds (Alla ricerca di Nemo e Le Follie
dell’Imperatore), sarà solo al cinema dal 1° maggio prodotto da
Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Garfield, il famosissimo gatto di
casa che odia il lunedì e ama le lasagne, sta per vivere una
scatenata avventura all’aperto! Dopo l’inaspettato incontro con il
padre perduto da tempo, il trasandato gatto di strada Vic, Garfield
e il suo amico canino Odie sono costretti a lasciare la loro vita
piena di comodità per unirsi a Vic in un’esilarante rapina ad alto
rischio.
Garfield:
Una missione gustosa è prodotto da John Cohen,
Broderick Johnson, Andrew A. Kosove, Steven P. Wegner, Craig Sost,
Namit Malhotra e Crosby Clyse. Executive Producers sono Jim Davis,
Bridget McMeel, David Reynolds, Scott Parish, Carl Rogers, Simon
Hedges, Chris Pflug, Louis Koo, Steve Sarowitz, Justin Baldwine
Peter Luo.
Il cast di voci originali comprende
gli attori
Chris Pratt,
Samuel L. Jackson, Hannah Waddingham, Ving Rhames, Nicholas
Hoult, Cecily Strong, Harvey Guillén, Brett Goldstein e Bowen
Yang.
Due debuttanti, due registi alla
loro seconda nomination e un venerato maestro: così si presente la
cinquina della categoria Miglior regia di questi
Oscar 2024. Rispettivamente Justin
Triet, Jonathan Glazer,
YorgosLanthimos, Christopher Nolan e Martin Scorsese. Cinque personalità distintesi
nell’ultimo anno grazie ad altrettanti film con il potenziale di
rimanere veramente impressi nella storia del cinema da qui in
avanti. Benché mantenga uno sguardo principalmente rivolto a ciò
che viene prodotto all’interno dell’industria statunitense, la
categoria del Miglior regista continua fortunatamente a manifestare
anche una maggiore attenzione nei confronti di ciò che avviene
anche in altri territori, permettendo così in questo caso di veder
candidata la prima regista donna francese e in generale di
affermarsi come una delle categorie più entusiasmanti di questa
edizione.
Di seguito, ecco i
candidati agli Oscar 2024 per la categoria
Miglior regista
La regista Justine
Triet si è decisamente presa una bella rivincita sulla
commissione francese incaricata di selezionare il titolo da
presentare agli Oscar 2024 per la categoria
Miglior film internazionale. Pur non godendo del pieno sostegno
del suo Paese, Triet si è comunque fatta largo fino agli Oscar,
dove il suo film
Anatomia di una caduta (qui
la recensione) – già vincitore della Palma
d’oro al Festival di Cannes 2023 – è candidato a ben
cinque premi (Miglior film,
Miglior attrice protagonista, Miglior montaggio,
Miglior sceneggiatura originale – di cui Triet è autrice
insieme a Arthur Harari – e Miglior regista). Con
questo suo quarto lungometraggio, Triet si è dunque affermata come
una delle grandi protagoniste di questa stagione, guadagnandosi un
meritato posto nella cinquina per la regia agli Oscar.
Anatomia di una
caduta, che segna una svolta drammatica nella sua
carriera – dopo commedie come Tutti gli uomini di Victoria
e Sybl – Labirinti di donna – le ha infatti permesso di
dimostrare la sua grande capacità di costruire un racconto che
attraversa più generi, dove le certezze sono poche e tassello dopo
tassello emerge una vicenda dove risulta difficile distinguere la
verità dalla menzogna, fino ad un finale sospeso giungendo al quale
ci si rende conto di aver appena assistito ad un film di
grandissimo valore, non a caso indicato come uno dei migliori
realizzati negli ultimi anni. Per questo suo lavoro, Triet è stata
candidata anche ai
BAFTA Awards e ai
premi César, trionfando presso questi ultimi.
Erano dieci anni che il britannico
Jonathan Glazer non realizzava un
film. Il suo ultimo lungometraggio prima di
La zona d’interesse (qui
la recensione), con cui ora è tornato in auge, è stato quel
bizzarro Under
the Skin con protagonista Scarlett Johansson, con cui già si era
divertito a dar vita ad un’opera insolita che suscitando un certo
disagio spingesse a riflettere sulla natura umana. Un simile
approccio a questi temi lo si ritrova dunque anche nel suo nuovo
film, con il quale si è aggiudicato il Grand Prix Speciale
della Giuria al Festival di Cannes 2023 e che è da molti
interni al settore considerato uno dei veri capolavori
cinematografici di questi anni. Lavoro che ha portato Glazer ad
ottenere nomination come Miglior regista non solo agli Oscar 2024
ma anche ai Satellite Awards e ai
Bafta Awards.
Glazer, che adatta con La zona
d’interesse il romanzo omonimo di Martin Amis
tratto da una storia vera, offre infatti con la sua regia una
perfetta dimostrazione della forza che l’immagine cinematografica
può avere, di fatto andando oltre il “limite” del libro esaltando
ciò che si può raccontare attraverso precise inquadrature e, in
particolar modo, il suono. La storia e i dialoghi sono infatti poco
più che un pretesto per dar vita a scenari agghiaccianti,
difficilmente dimenticabili, attraverso cui il regista riflette
sull’indifferenza senza tempo insita nell’essere umano, capace di
condurre la propria tranquilla esistenza anche quando oltre il
proprio giardino avviene l’orrore.
Il greco Yorgos
Lanthimos gode evidentemente – e giustamente – di un certo
favore presso l’Academy. Il suo precedente film, La favorita, ottenne ben 10 nomination all’Oscar tra
cui quella per la Miglior regia. Con il suo nuovo lungometraggio,
Poverecreature! (qui
la recensione) – già vincitore alla Mostra di Venezia del Leone
d’oro – torna dunque a far parte di questa cinquina, mentre il film
in sé gode di 11 nomination a questi Oscar 2024. Ed anche in questo
caso è difficile non riconoscere la sua come una candidatura più
che meritata. Lanthimos prosegue il percorso estetico intrapreso
con i suoi ultimi film portandolo però ancor più all’estremo.
Lanthimos dà infatti sfogo a tutta
la sua creatività, permettendo allo spettatore di fare esperienza
del viaggio di Bella Baxter verso la scoperta di sé e del mondo
attraverso l’evolvere della fotografia, dei costumi, della colonna
sonora, elementi che da una base di partenza grezza diventano
sempre più elaborati e acquistano sempre più grazia, accompagnando
l’evoluzione della protagonista. Le idee che il regista concretizza
grazie ai suoi collaboratori permettono al film di acquisire un
aspetto unico, quasi favolistico ma mai infantile, che sostiene la
metafora senza farla risultare fastidiosa. Anche per lui, non sono
mancate le nomination ai
Critics’ Choice Awards, ai
Golden Globe e ai
DGA Awards.
Christopher Nolan è un altro di quei registi che non
ha bisogno di presentazioni. Senza dubbio tra gli autori più
indicativi degli ultimi vent’anni, durante i quali ha realizzato
blockbuster d’autore come
Il cavaliere oscuro, Inception
e Interstellar, distinguendosi per il suo continuo
giocare con la concezione del tempo e abbattendo la sua noiosa
linearità. Con il suo Oppenheimer
(qui
la recensione) ha tuttavia ridotto gli artifici per
concentrarsi sulla storia di quello che ritiene essere “l’uomo più
importante mai vissuto”. Non che Oppenheimer (che con 13
nomination è il film più candidato di questi Oscar 2024) non
presenti le particolarità per cui Nolan è noto, ma queste sono
maggiormente poste al servizio di un racconto che si sviluppa
interamente a partire dall’interiorità del protagonista.
Per di più, Nolan costruisce
Oppenheimer quasi come fosse un vero e
proprio ordigno esplosivo, con una prima ora densissima di nomi,
personaggi, eventi, salti temporali, musica, attraverso cui si
imposta una tensione crescente. Tensione che nella seconda ora di
film non cessa di aumentare fino all’ammutolente esplosione della
bomba, una delle sequenze più memorabili dell’annata
cinematografica appena trascorsa. La terza ora di film diventa
invece un film politico nel quale si esplora l’eredità di
Oppenheimer e nella quale emerge il messaggio del film, un monito
che dal passato sembra risuonare oggi più forte che mai.
Difficile che Martin Scorsese non venga nominato in questa
categoria quando c’è un suo nuovo film in circolazione. Il regista
newyorkese ha con la candidatura per Killers
of the Flower Moon (qui
la recensione) raggiunto quota 10 presenze, divenendo il
secondo più nominato di sempre (altre due ed eguaglierà il record
di William Wyler). Difficile poi non essere
d’accordo sulla sua presenza anche per questo suo nuovo film, con
il quale dimostra (non che ne avesse ancora bisogno) di possedere
una conoscenza tale del cinema, dei suoi tempi e dei suoi trucchi
da avere pochi o nessun eguale. Scorsese dà forma ad un’epopea che
pur estendendosi su una durata di circa tre ore e mezza dimostra
una gestione dei tempi e dei segmenti narrativi sbalorditiva.
Scorsese realizza un appassionante
incrocio tra un western e un gangster movie, andando alla
riscoperta di una delle pagine più nere della storia degli Stati
Uniti e delle violenze su cui si sono fondati. La scelta di
spostare il punto di vista dagli agenti dell’FBI a
quello dei principali coinvolti nella vicenda si è rivelata
vincente, avendo permesso al regista di condurre una minuziosa
analisi dell’animo umano, della sua perversione e della corruzione
a cui è facilmente soggetto. Oltre agli Oscar, Scorsese ha ricevuto
la nomination come Miglior regista anche ai
Critics’ Choice Awards, ai
Golden Globe, ai Satellite Awards e ai
DGA Awards, vincendo poi sempre in questa categoria ai
prestigiosi
National Board of Review.
Oscar 2024: chi vincerà?
Dati alla mano, questo sembra
decisamente essere l’anno di Christopher Nolan, il quale si presenta agli
Oscar 2024 con dalla sua già il
Golden Globe, il
Critics’ Choice Awards, il
Bafta Awards e il
Director’s Guild Awards. Basti pensare che dal 2010 ad oggi,
ogni regista che ha ottenuto quest’ultimo riconoscimento ha poi
vinto – fatta eccezione per due occasioni – l’Oscar per la regia.
Non dovrebbero dunque esserci particolari sorprese a riguardo e
Nolan potrà finalmente stringere tra le mani l’ambita statuetta,
consacrazione (agli occhi di Hollywood) di un percorso artistico
tra i più importanti degli ultimi due decenni. Se però si volesse
provare a trovare una possibile alternativa alla vittoria di Nolan,
questa potrebbe manifestarsi nella figura di Yorgos
Lanthimos.
Come si diceva, il regista greco
sembra godere di una certa stima nell’ambiente hollywoodiano. Non è
infatti da escludere il verificarsi di una situazione come quella
vista nel 2020, dove il regista di 1917Sam Mendes vinse il Golden
Globe, il Bafta e il DGA, ma vide poi l’Oscar andare al coreano
Bong
Joon-ho per Parasite.
Certo, si tratta di situazioni diverse, ma l’esempio può essere
utile per comprendere che non c’è nulla di assolutamente certo. Non
andrebbe sottovalutata neanche la presenza di Jonathan
Glazer, che a sua volta ha raccolto numerosi complimenti
per il suo lavoro, tra cui quello di Steven Spielberg, che ha giudicato
La zona d’interesse
il film sull’olocausto più importante dai tempi di Schindler’s List.
Meno probabile (purtroppo) appare
invece una possibile vittoria per Martin Scorsese e Justine
Triet, per i quali la nomination sembra già il massimo
riconoscimento ottenibile. Triet dovrebbe però – salvo sorprese –
trionfare nella categoria
Miglior sceneggiatura originale, quindi potrebbe non tornare a
casa a mani vuote. Alla luce di tutto ciò, però, il nome su cui
scommettere è di certo quello di Nolan. Come si diceva, più volte
la sua esclusione da questa cinquina è stata accompagnata da
polemiche e questa sua seconda nomination agli Oscar 2024 per un
film così imponente e attuale nei temi sembra a tutti gli effetti
l’occasione giusta per premiare lui e la sua forte idea di
cinema.
Tra le attrici destinate a prendersi
un posto di rilievo nel mondo del cinema e della televisione vi è
certamente Zendaya, che già da qualche anno ha
guadagnato una grande popolarità grazie ad importanti film, serie
ma anche al suo innegabile fascino e carisma. I prossimi anni
saranno decisivi per lei per consacrarsi come una delle nuove
stelle della recitazione ma già per quello che ha saputo dimostrare
resta un’attrice assolutamente da non sottovalutare.
2. Ha recitato in note
serie. Zendaya ottiene una prima grande popolarità grazie
alla serie di Disney Channel A tutto ritmo, dove recita
dal 2010 al 2013. Successivamente recita in alcuni episodi di altre
serie della medesima rete televisiva, come Buona fortuna
Charlie (2011) e A.N.T. Farm – Accademia Nuovi
Talenti (2012). Ottiene poi un nuovo ruolo importante in una
serie Disney Channel con K.C. Agente Segreto
(2015-2018). Ha poi recitato in un episodio di Black-ish
(2015) e in tre episodi di The OA (2019). Dal 2019 è anche
tra i protagonisti della serie HBO Euphoria,
dove recita accanto a Sydney Sweeney, Hunter Schafer e Jacob Elordi.
3. È anche doppiatrice e
produttrice. Oltre a lavorare come attrice davanti la
macchina da presa, Zendaya si è distinta anche come doppiatrice,
ricoprendo tale ruolo per i film Disney Fairies: I giochi della
Radura Incantata (2011), Supercuccioli – I veri
supereroi (2013), Peng e i due anatroccoli (2018),
Smallfoot – Il mio amico delle nevi (2018) e Space Jam –
New Legends (2021), dove dà voce a Lola Bunny. Ha però
lavorato anche come produttrice del film Malcolm &
Marie e per le serie K.C. Agente Segreto e
Euphoria.
Zendaya è MJ in Spider-Man
4. Il suo ruolo non è quello
di Mary Jean. Per Spider-Man:
Homecoming, Zendaya era stata inizialmente scritturata per
interpretare Mary Jane Watson, il noto personaggio sentimentalmente
legato a Peter Parker. Tuttavia, i produttori decisero poi di
separarsi ulteriormente dallo Spider-Man del 2002, dove il
personaggio era interpretato da Kirsten
Dunst, e crearono invece il personaggio originale,
Michelle Jones. Il vero nome di questa MJ è stato però svelato solo
nel terzo film, Spider-Man:
No Way Home.
Zendaya in Dune
5. Compare solo per pochi
minuti nel primo film. Secondo Denis Villeneuve, Zendaya è
stata scelta per il ruolo di Chani dopo le audizioni, in quanto è
stata giudicata la migliore per quanto riguarda la chimica con il
collega Chalamet. Nonostante fosse indicata come tra i principali
protagonisti del film e il suo nome si riportato come tale in tutti
i materiali promozionali, Zendaya ha in Dune solo
circa 10 minuti di tempo sullo schermo. In Dune – Parte
Due, però, è molto più presente ed è a tutti gli effetti
la protagonista femminile del film.
Zendaya in Euphoria
6. Si sente molto legata al
suo personaggio. Parlando della problematica Rue, il
personaggio da lei interpretato in Euphoria, Zendaya ha
dichiarato: “Mi commuovo molto perché tengo molto a lei, perché
rappresenta molte persone che hanno bisogno di molto amore. E
rappresenta una parte di me stessa, e rappresenta una parte di Sam
Levinson, il creatore di ‘Euphoria’. Questo significa molto per me
e voglio che le persone possano guarire grazie a lei“.
7. Ha stabilito un
record. Per la sua interpretazione nella prima
stagione di Euphoria, Zendaya ha poi vinto nel 2020
un Emmy Award come per Miglior attrice protagonista in una serie
drammatica. Ciò l’ha resa la più giovane attrice a vincere tale
premio, all’età di 24 anni. Nel 2022 ha poi nuovamente vinto nella
medesima categoria per la sua interpretazione nella seconda
stagione.
Zendaya e il fidanzato Tom
Holland
8. Ha una relazione con Tom
Holland. Nel 2016 Zendaya e Tom Holland si conoscono sul set di Spider-Man: Homecoming e non passa molto prima che
inizino a circolare rumor su una loro possibile relazione
sentimentale. Nel tempo le voci si fanno sempre più insistenti, ma
i due non confermano minimamente la cosa, tanto da spingere a
pensare che si frequentino invece con altre persone. Per Zendaya,
ad esempio, si riportava di una frequentazione con Jacob Elordi. Tuttavia, alcune foto diffuse
nel luglio del 2021 dove si vedono Zendaya e Holland scambiarsi un
bacio ha portato i due a confermare pubblicamente la loro
relazione, che prosegue ancora oggi.
Zendaya è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 184
milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre
tremila post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
Zendaya: età, altezza e origini dell’attrice
10. Zendaya Maree Stoermer
Coleman è nata il 1º settembre 1996 a Oakland, in California, Stati
Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,78 metri.
Zendaya di origini miste: suo padre, Samuel David Coleman è
afroamericano mentre sua madre Claire Marie Stoermer ha origini
tedesche e scozzesi. Il nome Zendaya proviene dallo Zimbabwe e
nella lingua bantu del popolo Shona significa
“ringraziare”.