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Michela Giraud arriva su Netflix con La verità, lo giuro!

Michela Giraud arriva su Netflix con La verità, lo giuro!

Dopo la prima stagione di Lol – chi ride è fuori su Amazon Prime Video, tutti conoscono Michela Giraud. Un anno dopo, la comica romana, diretta e irriverente, sbarca su una nuova piattaforma: con un’ora di show tutto suo, Michela si racconta all’audience di Netflix in La verità, lo giuro!, portando sul palco sia la sua ironia sia la sua storia personale.

La verità, lo giuro! by Michela Giraud

È cresciuta nel quartiere romano di Balduina, sentendosi sempre fuori luogo. Tra le ragazzine perfettamente esili e aggraziate, Michela Giraud e la sorella erano ”quelle strane”: una perché in carne, l’altra perché disabile. La comica riprende il suo disagio adolescenziale e ironizza su temi che, per lei come per molti, sono profondamente sentiti: i canoni di bellezza, la disabilità, la disparità di genere, la comunità LGBTQ+.

In La verità, lo giuro! Michela Giraud parla senza filtri e vuole provocare un po’ tutti, dai paladini del politicamente corretto ai maschilisti, dai romani ai milanesi. Tra battute graffianti, freddure e citazioni di un certo spessore, Giraud fa satira nel suo solito stile, tanto divertente quanto chiassoso.

Chi è Michela Giraud

Fatto curioso: Michela è la bisnipote di Alfredo, vicepresidente del Savoia ed è nipote di Raffaele, Michele e Giovanni, tre promesse del calcio degli Anni 30. Michela Giraud è nata nel 1987 ed è cresciuta nei quartieri di Roma nord, tra famiglie benestanti e piccolo borghesi. Dopo gli studi universitari, Giraud si iscrive all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico e nel 2015 entra nel cast di Colorado, evento che le ”cambia la vita”. Con la partecipazione alla prima edizione dello show di Prime Video LOL – Chi ride è fuori, Michela Giraud acquista ancora più visibilità.

Dal vivo la comica ha recitato in numerosi teatri e sale italiane, sia come stand-up comedian sia con i suoi spettacoli, tra cui ricordiamo Michela Giraud e altri animali. È attiva anche sul web: su YouTube, ha preso parte a un episodio della serie Vegan Chronicles, è stata al centro di diversi video di Educazione Cinica e anche della webserie MTV Involontaria.

L’attrice è oggi tra le 100 donne più di successo secondo Forbes: ha lavorato a teatro, in radio, in televisione (Comedy Central News, Le IeneLa TV delle ragazze) al cinema (I babysitter, Maschile singolare). È una comica pungente, che ama provocare il pubblico e trattare anche i temi più caldi con ironia: parla spesso di grassofobia e del maschilismo ancora diffuso in Italia.

Come nasce La verità, lo giuro!

Lo show che vediamo su Netflix nasce dallo spettacolo che Michela Giraud porta in giro per l’Italia nell’estate 2021, una stand-up comedy dal titolo “La verità, nient’altro che la verità, lo giuro!“. Sulla piattaforma è disponibile dal 6 aprile e l’ora di show che vediamo è stata registrata presso il Vinile di Roma.

Per tutti gli amanti dell’ironia provocante, irriverente e dark, per chi critica gli estremi del politicamente corretto, La verità, lo giuro! è lo spettacolo giusto. Michela sa stare sul palco, parla di sé e supera quelle che erano le sue insicurezze adolescenziali con audacia attraverso una comicità tutta personale, che a tratti può però risultare un po’ troppo rabbiosa.

Le fate ignoranti: recensione della serie di Ferzan Ozpetek

Le fate ignoranti: recensione della serie di Ferzan Ozpetek

Il 13 aprile uscirà sulla piattaforma Disney+ la serie tv Le fate ignoranti, tratta proprio da quello che fu il film nell’anno 2001. Diretta ovviamente da Ferzan Ozpetek, che ne ha anche scritto la sceneggiatura insieme all’inseparabile Gianni Romoli, Carlotta Corradi e Massimo Bacchini, riprendendo sostanzialmente la storia originaria ma cambiando tutto il cast, eccezion fatta per l’iconica Serra Yilmaz.

La Disney ha iniziato a scegliere di proporre nel proprio catalogo almeno la metà dei contenuti che siano inerenti all’inclusività, e che quindi portino alla luce minoranze di ogni sorta. Ed ecco dunque spalancarsi le porte alla prima serie originale italiana Disney, che, tra l’altro, sarà disponibile all’interno della sezione Star.

Uno dei principali aspetti ad essere decisamente curiosi ad un primo sguardo alle sequenze iniziali, è la differenza d’età dell’impatto di determinati argomenti: a partire dal tradimento, fino ad arrivare alle tematiche LGBT+. L’ampio respiro che poteva respirarsi nel film del 2001, oggi ha una vaga aria cupa, quasi di un piccolo microcosmo cristallizzato sulla terrazza di un quartiere soleggiato a sud di Roma.

Le fate ignoranti, un microcosmo cristallizzato

Antonia (Cristiana Capotondi) è sposata con Massimo (Luca Argentero), che un bel giorno incontra Michele (Eduardo Scarpetta) che abita in un vivace condominio la cui amministratrice è Serra (Yilmaz, l’adorabile attrice feticcio di Ozpetek) e dove transitano tante briose personalità, tra cui Annamaria e Roberta (Ambra Angiolini e Anna Ferzetti), Mara e Luisella (Lilith Primavera e Paola Minaccioni) e Luciano e Riccardo (Filippo Scicchitano e Edoardo Purgatori). I due mondi s’incroceranno inevitabilmente ma, soprattutto, per usare le stesse parole in voice over di Luca Argentero: dopo ogni morte c’è una rinascita. E qua ce ne saranno più di una, di rinascite, chiaramente.

Infatti, Le fate ignoranti spalmato su otto episodi, è innegabile che sia godibile e che in parte rievochi la versione filmica di vent’anni fa, con quella leggerezza che inaspettata giungeva dalle labbra di qualche personaggio attinto dagli archivi di Pedro Almodovar. Ma è evidente che oggi tutto assuma una debolezza congenita, se non, addirittura, una punta di anacronismo.

Nel 2001 la rigidità espressa da Margherita Buy veniva guidata con gradualità all’interno di un’umanità nuova, e la novità era vissuta da ambo i lati: da chi la scopriva e da chi si faceva scoprire. E nella presentazione di ogni possibile sfaccettatura, la dolcezza e la fragilità dei due universi diventava il linguaggio comune, che lasciava parlare la sola cosa che contasse veramente in tutta la storia: il bisogno di essere sinceramente amati.

le fate ignorante castIl sottotesto del 2022 è molto diverso da quello del 2001

Nel 2022 è praticamente cambiato tutto il sottotesto. Le relazioni si allacciano e slacciano lasciando i personaggi implicati fissi nel proprio individualismo, che godono sì dell’altro e ne desiderano follemente la presenza, ma solo per abboffarsi il tempo necessario e poi congedarsi velocemente. E nessuno ne soffre, piuttosto a far male è il bisogno insoddisfatto, non la mancanza dell’altro in quanto tale.

Ma è chiaro che il problema non sia certo sulla forma, bensì nei contenuti. Per quanto anche gli attori, talvolta, sembra che interpretino la propria parte senza davvero entrare in relazione tra loro veramente, persino nella recitazione. Il quartiere Ostiense a Roma, così caro a Ferzan Ozpetek, ospita ancora creature umane alla disperata ricerca di qualche stralcio d’amore, ma trovandole tutte disperse, smarrite, e soprattutto ignare di ogni cosa: a replicare una formula che era stata efficace un tempo, ma che oggi non funziona più.

Dal punto di vista estetico la serie Le fate ignoranti racconta un mondo visto e stravisto, nel quale il cinismo di Perfetti sconosciuti del 2016 di Paolo Genovese, ad esempio, è già dato per assunto. E, probabilmente, è proprio a partire da un maggiore realismo relazionale che racconti del genere possono funzionare. Al di là di ogni tema a favore dell’inclusività.

Accordo Enit – Netflix: i film e le serie come risorsa turistica

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Accordo Enit – Netflix: i film e le serie come risorsa turistica

Enit e Netflix siglano un protocollo d’intesa per rafforzare il legame tra la produzione audiovisiva in Italia e la promozione turistica e presentano uno studio sull’efficacia e l’incidenza di film e serie televisive sulla percezione e la scelta dell’Italia come destinazione turistica.

Il protocollo punta a creare sinergie e mettere in campo azioni per la promozione del sistema Paese, rafforzando la percezione positiva del brand Italia ed ampliando la conoscenza della ricchezza e della diversità culturale e del lifestyle del Paese. Si collaborerà alla realizzazione di progetti per valorizzare le destinazioni turistiche italiane, in particolare quelle meno conosciute, presso il pubblico internazionale. Il protocollo d’intesa prevede anche la costituzione di un team dedicato.

La ricerca internazionale presentata oggi in Bit a Fieramilanocity e condotta da Basis per conto di Netflix, dimostra che film e serie tv rappresentano un volano per l’immagine dell’Italia nel mondo e hanno il potenziale di attrarre turismo nel nostro Paese. Lo studio, condotto su un campione rappresentativo della popolazione in 6 paesi tra cui Brasile, Francia, India, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti, rivela, infatti, che per le persone che hanno guardato contenuti italiani, la probabilità di considerare l’Italia come la propria prossima destinazione turistica è doppia rispetto a chi non ha visto contenuti italiani. Un aspetto particolarmente rilevante è che il risultato riguarda anche coloro che non hanno mai visitato l’Italia: l’87% delle persone che hanno guardato contenuti italiani hanno dichiarato il proprio interesse a visitare l’Italia – contro un 67% di persone fra coloro che non hanno visto contenuti Made in Italy. Gli aspetti dell’Italia maggiormente apprezzati da coloro che hanno guardato contenuti italiani sono la storia, la cucina e la cultura. La ricerca rivela anche che le persone che hanno Netflix nei paesi oggetto di misurazione hanno il 50% di possibilità in più di aver visto contenuti italiani, rispetto a chi non ha Netflix.

“L’indagine conferma il potere attrattivo ed empatico delle immagini e dei racconti per promuovere il turismo ed incoraggia la collaborazione tra Netflix e Enit, in uno spirito di reciproco rimando per contribuire ad una nuova, esaltante scoperta dell’Italia” dichiara Tinny Andreatta, Vice Presidente delle Serie Italiane di Netflix.  “Un accordo che consente già di assaporare la carica innovativa che vorremmo imprimere al settore: lavorare con tutti i soggetti in grado di mobilitare in modo positivo le risorse del nostro brand” commenta l’Ad Enit Roberta Garibaldi. “Un progetto work in progress di dialogo intergenerazionale e interculturale attraverso uno strumento che accomuna tutti e declinato per sfere di interesse” sostiene il Presidente Enit Giorgio Palmucci.

(Im)perfetti Criminali, arriva su SKY e NOW il film SKY Original

(Im)perfetti Criminali, arriva su SKY e NOW il film SKY Original

(Im)perfetti Criminali, il nuovo film Sky Original, prodotto Cinemaundici e Vision Distribution è un imprevedibile comedy heist-movie che, attraverso un improbabile piano criminale, racconta il valore dell’amicizia e della possibilità del riscatto sociale.

Diretto da Alessio Maria Federici e scritto da Ivano Fachin, Luca Federico, Giovanni Galassi e Tommaso Matano, il film Sky Original sarà su Sky Cinema dal 9 maggio e in streaming su NOW.

I protagonisti sono Filippo Scicchiatano (Scialla! Stai sereno, Un giorno speciale, Bianca come il latte, rossa come il sangue, Non è un paese per giovani) che interpreta Riccardo, Fabio Balsamo (Falla girare7 ore per farti innamorareAddio fottuti musi verdi) nel ruolo di Pietro, Guglielmo Poggi (School of MafiaCops – Una banda di poliziottiBentornato Presidente!Il TuttofareBeata Ignoranza) è Massimo, Babak Karimi (Una Separazione, Caos Calmo, Tickets, Last Minute Marocco, Gli Indesiderabili) è  Amir. Con loro Matteo Martari (Le ragazze non piangonoIl giorno e la notteFabrizio De André – Principe LiberoLuisa SpagnoliI Medici), nel ruolo di Gino Vianello, GREG (Lillo e Greg – The movie!, Colpi di fulmine, Natale col boss, D.N.A. – Decisamente non adatti) interpreta Meyer, Anna Feretti (Tutti per 1 – 1 per tuttiDomani è un altro GiornoDuisburg – Linea di sangue) è Francesca, Massimiliano Bruno (Ritorno al Crimine, Genitori vs Influencer, Detective per caso, Non ci resta che il crimine, Boris – Il film) è Walter, Sara Baccarini (Non ci resta che il crimine) è Cinzia, Rocio Munoz Morales (Tu mi nascondi qualcosa, They Talk, Tutte le strade portano a Roma) è Luana. E con Pino Insegno nel ruolo di Magalli e la criminologa Roberta Bruzzone che interpreta sé stessa.

Trailer:

La trama

Riccardo, Amir, Pietro e Massimo, quattro guardie giurate, non particolarmente brillanti né coraggiose, sono legate da un’amicizia indissolubile. Quando Amir, che ha una famiglia numerosa da mantenere, perde il lavoro, gli altri tre si sentono chiamati ad aiutarlo ad ogni costo. Passando da una pessima idea a un improvvisato piano criminale, i quattro amici si troveranno in un vortice di incontri, avventure e insidie, ma anche qualche sorpresa. Perché i nostri eroi hanno ancora più di un asso nella manica…

La cena delle spie: recensione del film con Chris Pine

La cena delle spie: recensione del film con Chris Pine

Segreti, pareggiamento di conti, rancori, inganni e recriminazioni sono, come ben sappiamo, la materia prima delle trame di spionaggio internazionale al cinema. E, altrettanto spesso, questi possono anche essere gli ingredienti fondamentali per sviluppare storyline di intrecci amorosi, tanto più drammatizzate quanto più complesse e rischiose si presentano le circostanze e l’ambiente in cui i nostri protagonisti si muovono. In questo senso, La Cena delle Spie non fa eccezione: disponibile su Amazon Prime Video dall’8 aprile, il film si presenta come un thriller cerebrale condito dalla sensibilità elegante del regista Janus Metz, con sceneggiatura di Olen Steinhauer, autore dell’omonimo romanzo.

Chris Pine interpreta qui Henry Pelham, un agente della CIA inviato a intervistare la sua ex collega ed ex amante clandestina Celia Harrison (Thandiwe Newton), che si è lasciata alle spalle lo spionaggio internazionale per mettere su famiglia nei dintorni lussuosi del paese di Big Little Lies nella California del Nord.  I due si ritroveranno, a distanza di sei anni, non solo a ricordare i vecchi tempi passati assieme, ma soprattutto a tentare di ricostruire la vicenda di un dirottamento aereo sfociato in una strage.

Due Spie eleganti che ricercano un incontro mancato

Dopo aver realizzato in precedenza l’ottimo psicodramma sul mondo del tennis Borg vs. McEnroe, questo nuovo progetto di Metz segue per continuità narrativa il film del 2017, dato che il soggetto di La cena delle spie è radicato nei continui tira e molla dei suoi due personaggi principali. In questo senso, Pine e Newton mostrano una chimica distintiva che rimane contenuta e riservata, esplicitando il legame inscindibile tra due persone addestrate a non rivelare mai troppo, ma con qualcosa di avventatamente innegabile che li unisce.

I due attori eccellono nel rivelare la misura in cui sia Henry che Celia – oltre la loro facciata esteriore, accuratamente custodita – sono perseguitati dal passato, e dal modo repentino in cui il dirottamento ha fatto deragliare anche la loro relazione in fiore. I loro rispettivi background aggiungono sfumature ai profili dei personaggi, così come il dolore che ognuno porta con sé per le cattive decisioni di quel giorno e il pesante fardello delle vittime: sono le persistenti scintille di connessione romantica tra di loro a complicare ulteriormente questi forti sentimenti.

Una cena di ricordi nel passato

Sono i flashback a determinare l’andamento ritmico della trama, un dispositivo efficace sia per far avanzare la storia che per aggiungere un’accurata dose di tensione, di cui il film non sembra curarsi molto nella sfera del presente. E’ nel passato, nel frangente temporale del non detto, dell’incontro mancato, che i rapporti umani vengono messi in primo piano, e il disappunto e la tristezza aleggiano sui volti dei nostri protagonisti. Questo aspetto in particolare potrebbe non incontrare il consenso degli spettatori che ricercano una pellicola di suspense, in cui l’interesse principale e la posta in gioco virano sul trovare la talpa; la verità è che qui è la vulnerabilità dei due protagonisti ad essere esaltata.

E’ per questo che, probabilmente, il formato più congeniale per dare pieno respiro a una trama da dramma romantico solida e con due grandi interpreti, sarebbe stato la miniserie. Si sarebbe così potuto convogliare parte del focus narrativo anche sulla profondità di altri personaggi: Jonathan Pryce avrebbe avuto sicuramente molto più da offrire, per non parlare di un Laurence Fishburne che a malapena diventa soggetto delle inquadrature nel film, dato che lo spettacolo visivo ed emotivo di La cena delle Spie è completamente dominato da Pine e Newton.

Forse è la prima volta che vediamo Pine così assorbito da un disegno filmico e disposto ad affidare completamente il suo volto alla cinepresa, per poter tratteggiare al meglio questo percorso di vita riassunto in una cena: il suo Henry invecchia e diventa visibilmente più stanco nel corso del pasto, man mano che le alternative – tanto nel passato, quanto nel presente – si restringono, mentre Newton bilancia superbamente il distacco professionale di Celia con le macerie emotive sottostanti. Le attente negoziazioni di Henry e Celia – riprese da Christensen in primissimi piani servendosi di un’illuminazione mutevole – sono una specie di gioco del gatto col topo, ma in cui entrambi temono di avere la meglio.

La Cena delle Spie soddisferà chi predilige film di spionaggio più sobri e riflessivi, sulla scia dei romanzi dello scrittore britannico Le Carré. La sceneggiatura soffre di una certa freddezza e di alcune incongruenze nella storia ma, nel complesso, è un’opera realizzata con cura ed eleganza, ma bisogna pagare il pedaggio di essere pazientemente coinvolti nella storia e adattarsi al suo ritmo. Tuttavia, il risultato è soddisfacente, e questo gioco di spionaggio, bugie e romanticismo è dotato di un’interessante malinconia oscura, assente dalla maggior parte delle pellicole odierne ascrivibili al genere cinematografico.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: Sam Raimi dà maggiori dettagli su America Chavez

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Manca solo un mese all’uscita nelle sale di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, la promozione sta aumentando e i creativi stanno lavorando al meglio per promuovere il film. In una recente intervista con Fandango, a Sam Raimi è stato chiesto di descrivere la relazione tra America Chavez, interpretata da Xochitl Gomez, e Doctor Strange nel film. Nello specifico, Raimi ha parlato di ciò che Chavez aggiunge alla storia.

“Beh, aggiunge un eccitante spirito di giovinezza. Ha i suoi poteri da poco ed è appena arrivata nel nostro mondo. In realtà viene da un altro universo. Penso che porti un senso di leggerezza e giovinezza. Il dottor Strange di Benedict Cumberbatch può essere un personaggio molto egoistico e soffocante, un sapientone. Lei semplicemente sorvola quell’aspetto. All’inizio non ha davvero rispetto per lui. Guarda dritto avanti, oltre alle regole che lui impone. È molto più semplice e una di noi, e non accetta il suo atteggiamento. Non credo che gli piaccia all’inizio. Quindi, crea un contrasto”.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: il nuovo misterioso trailer!

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Michael Bay lavorerebbe al 100% con Will Smith

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Michael Bay lavorerebbe al 100% con Will Smith

Michael Bay ha dichiarato che continuerebbe a lavorare con Will Smith anche dopo l’increscioso incidente agli Oscar 2022. Le conseguenze del gesto che Smith ha perpetrato ai danni di Chris Rock dopo che il comico aveva fatto una battuta su sua moglie, Jada Pinkett-Smith, continuano a fare notizia e le ripercussioni dell’incidente hanno suscitato un enorme clamore nel mondo e all’interno della comunità di Hollywood.

A parte lo schiaffo stesso, molte celebrità hanno condannato vari aspetti di ciò che è accaduto in seguito, dal permesso a Smith di rimanere alla cerimonia dopo aver commesso violenza alla standing ovation che l’attore ha ricevuto dopo aver ritirato il premio, fino al suo discorso criptico di accettazione del premio stesso.

Da allora Smith si è dimesso dall’Academy e, dopo una revisione formale, gli è stato vietato di partecipare alle cerimonie future per il prossimo decennio. Successivamente, i prossimi progetti con protagonisti di Smith hanno subito ripercussioni, con film come Fast and Loose e Bad Boys 4 sospesi, mentre il thriller d’azione Emancipation su Apple TV+, la cui premiere è prevista per la fine dell’anno, non ancora una data di uscita annunciata. Sebbene Smith abbia ricevuto critiche schiaccianti, molti hanno mostrato supporto per lui, incluso il regista Michael Bay, che ha diretto Smith nei primi due film di Bad Boys.

Bay ora esprime i suoi pensieri in merito a quanto accaduto in un’intervista con EW, durante la promozione del suo ultimo film, il thriller d’azione Ambulance, con Jake Gyllenhaal.

Rispetto all’idea di lavorare di nuovo con lui, Bay ha risposto: “Assolutamente, al 100 percento. È un ragazzo molto equilibrato. Molto equilibrato.” Ha poi proseguito:

“All’inizio, ho pensato immediatamente a qualcosa che poteva anche non essere successa, poi ho sentito le urla di Will. Un vero e proprio grido di Will. Will è un combattente straordinario. Ha studiato boxe. Prima di tutto, è stato sbagliato farlo, non importa cosa lo abbia provocato. Ma quando la gente ha detto: “Oh, avrebbe potuto ucciderlo”. No, uno schiaffo è diverso. Un pugno? Sì, puoi uccidere qualcuno con un pungo. Will gli ha dato uno schiaffo.

Sto pensando, tutti ne parlano, ma sai una cosa? Inizi a pensare alla vita in una prospettiva diversa, perché sono stato molto colpito da questa guerra ucraina in questo momento. Sono amico dei fratelli Klitschko. Sono stato a Kiev, ho incontrato il sindaco. E sono tipo, sai una cosa? Ci sono centinaia di bambini che vengono fatti saltare in aria in questo momento e la gente è così preoccupata per questo. Non lo so. Per me è finita. Va bene, è successa una cosa drammatica, ma penso solo che dobbiamo chiarire le nostre priorità”.

Tom Holland’s Acrobatics Compilation: ecco perché lui è lo Spider-Man perfetto

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Ecco un video incredibile in cui vengono riprese tutte le prodezze atletiche e acrobatiche che Tom Holland è in grado di compiere, cosa che fa di lui il perfetto interprete per Spider-Man.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: il cambio nel poster italiano finisce su Reddit

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L’uscita dei nuovi materiali promozionali per Doctor Strange nel Multiverso della Follia aveva messo il marketing italiano nel film in condizione di dover modificare il poster originale del film. Nella versione americana del poster, infatti, Benedict Cumberbatch fa il gesto delle corna con la mano, gesto sostituito nella versione italiana del poster stesso.

Per noi italiani è comprensibile, il gesto delle corna non è proprio una cosa gradevole nella nostra cultura, ma la cosa davvero divertente è che per questo motivo, l’Italia è finita su Reddit e su tutti i magazine internazionali. Quando si dice che per noi italiani i gesti sono importanti!

In the Italian version of the Doctor Strange poster, Steven's left hand gesture has been changed because the original one has a very different meaning here in Italy …
byu/MCU_Speculation inmarvelstudios

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: il nuovo misterioso trailer!

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Piacere di conoscerti, recensione del documentario su Laura Pausini

Che persona sarebbe diventata Laura Pausini se non avesse vinto Sanremo a diciott’anni? La celebre cantante italiana riflette sulla vita che ha vissuto e su quella che avrebbe potuto vivere nel documentario Laura Pausini – Piacere di conoscerti. Il film di Ivan Cotroneo (A casa nostra, La Kryptonite nella borsa) è una produzione Amazon Original e dal 7 aprile è disponibile su Prime Video.

Laura Pausini – Piacere di conoscer(si)

Cresciuta in Romagna, tra Faenza e la piccola Solarolo, Laura da sempre mastica la musica. Il babbo Fabrizio è un cantante di pianobar e la Pausini fin da ragazzina lo affianca nelle serate. A diciassette anni partecipa al Festival di Castrocaro e, da lì in poi, è tutta un’ascesa per lei: nel 1993, a soli diciotto anni, Laura Pausini vince il Festival di Sanremo con La solitudine. Improvvisamente, diventa famosa: non solo in Italia, la cantante piace in tutta Europa: Svezia, Olanda, Francia, Spagna. Quasi trent’anni dopo quella vittoria, oggi Pausini è una star internazionale, amatissima soprattuto in America Latina. È la donna italiana che ha ricevuto più premi: dal Grammy (2006) al Satellite Awards, fino al  successo di Io sì, brano del film La vita davanti a sé. La canzone, dopo un Nastro d’Argento e un Golden Globe, si è aggiudicato anche la candidatura agli Oscar. Laura ha ottenuto una carriera da panico.

Laura Pausini – Piacere di conoscerti è un racconto riflessivo in cui la cantautrice ripercorre i momenti pubblici e privati più rilevanti della sua vita fino ad oggi e, contemporaneamente, immagina un’esistenza parallela senza il successo. Cosa sarebbe successo se non avesse vinto Sanremo?

Laura Pausini: l’antidiva più celebre d’Italia

Dalle parole che guidano il racconto di Piacere di Conoscerti, si coglie la genuinità e l’autenticità del personaggio protagonista. È difficile pensare ad un’altra cantautrice italiana che ha ottenuto un successo grande come quello di Laura Pausini. Tour europei e mondiali, riconoscimenti internazionali, brani tradotti in inglese e spagnolo: la cantante ha conquistato tutto il pianeta, ma soprattutto il mondo latino. Come lei stessa racconta, è passata da essere una giovane studentessa della scuola d’arte, cantante per passione, ad essere una star. Prima del successo, dice ”Io ero già felice così”: fare piano bar con il suo babbo le piaceva, come anche studiare arte. ”Dopo aver vinto Sanremo, mi sono chiesta: Cosa si fa quando si diventa famosi?

Le origini, la famiglia, la Romagna, sono ancora oggi parti essenziali della cantautrice: in una certa misura, Laura Pausini si sente ancora quella ragazzina di Solarolo, piccola donna in una piccola realtà. Nonostante il successo, la cantante non riesce ad apparire come tanti divi internazionali: è semplice, cordiale, grata per tutto l’affetto che ha ricevuto e che continua a ricevere.

Laura incontra l’altra Laura

All’interno del documentario si uniscono realtà e finzione. Da un lato, ci sono i video autentici che ripercorrono la carriera di Laura e mostrano le persone che realmente fanno parte della sua vita: i genitori, il marito e collega Paolo Carta, la figlia, gli amici. Dall’altro, in Piacere di conoscerti la cantante interpreta una Laura Pausini più ordinaria, una madre single che non ha vinto Sanremo ma che ha un negozio di ceramiche e continua a cantare. Ad unire le due parti c’è la narrazione della protagonista.

Il racconto documentario della vita vera di Pausini è potente e commovente, fatto di riflessioni personali e pause introspettive su ciò che si annida dietro ogni successo. Non si può dire lo stesso delle parti recitate. Le scenette appaiono finte e costruite, la recitazione di Laura e degli altri personaggi è poco credibile e la storia non è abbastanza profonda da essere coinvolgente. Le due metà di Piacere di conoscerti non sono ben amalgamate e provocano sentimenti contrastanti, empatia verso la storia vera e allontanamento dalla finzione.

Il cantautorato e la celebrazione della musica delle emozioni

In Piacere di conoscerti la musica domina la scena. In particolare, viene fatto un elogio alla voce di Laura Pausini, riconoscibile, profonda, forte. Le canzoni, dietetiche ed extradiegetiche, sono inserite con criterio all’interno del racconto e si legano molto bene all’emotività dei vari momenti narrati.

Piacere di conoscerti è un documentario che coglie e trasmette la profondità dell’artista. La scelta di far parlare la protagonista dei propri sentimenti è efficace: dalla solitudine all’incontro dell’amore, dal dolore per la perdita delle persone care alla gioia per la nascita di un figlio. Laura Pausini è una cantautrice. Dalla prima canzone, dedicata all’amore adolescenziale, fino ai più recenti successi mette sé stessa e le proprie emozioni nella sua arte.

Jake Gyllenhaal condivide la “relazione profonda” che aveva con Heath Ledger

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Jake Gyllenhaal ricorda il tempo trascorso a lavorare con Heath Ledger in I segreti di Brokeback Mountain, definendo la loro relazione “profonda”. Il dramma romantico del 2005 diretto da Ang Lee vede Gyllenhaal e Ledger nei panni di due cowboy americani che iniziano una relazione romantica tra le montagne del Wyoming. Il film ha ricevuto il plauso universale al momento dell’uscita con la critica che ne ha elogiato la direzione, la sceneggiatura e le interpretazioni. I segreti di Brokeback Mountain è stato anche un successo commerciale, incassando oltre 178 milioni di dollari in tutto il mondo al botteghino.

Sebbene il film sia stato un enorme successo, è stato oggetto di numerose controversie, come la sconfitta durante la 78° edizione degli Oscar, contro Crash – Contatto Fisico, nella corsa a Miglior Film. Per quanto riguarda l’argomento LGBT del film, ha ricevuto anche una serie di critiche da parte dei media conservatori ed è stato soggetto a un’intensa censura in diversi paesi. Tuttavia, I segreti di Brokeback Mountain è ricordato come un punto di riferimento nel cinema LGBT e un punto di svolta per l’avanzamento del cinema queer nel mainstream. Uno dei motivi per cui il film è così amato sono le potenti interpretazioni di Jake Gyllenhaal e Heath Ledger, che sembravano aver sviluppato una loro relazione durante la realizzazione del film.

Parlando con Vanity Fair, Jake Gyllenhaal ricorda la sua relazione con Ledger durante la realizzazione del film. Spiegando che la relazione tra i due attori era “basata su un profondo amore”, Gyllenhaal racconta quanto seriamente Ledger abbia preso il film.

“Il rapporto tra me e Heath mentre stavamo girando questo film era basato su un profondo amore per molte persone che conoscevamo e da cui siamo stati cresciuti nelle nostre vite. Un profondo rispetto per il loro amore e la loro relazione.

Ci sono state molte battute sul film, o prese in giro, cose del genere. E la consumata devozione [di Ledger] per quanto fosse seria e importante la relazione tra questi due personaggi, mi ha mostrato quanto fosse devoto come attore e quanto fossimo entrambi devoti alla storia e al film”.

Nel cast del film anche due giovani Anne Hathaway e Michelle Williams. Il film vinse tre premi Oscar, per la Colonna Sonora, per la Sceneggiatura adattata e per la Regia ad Ang Lee.

DC League of Super-Pets: la prima foto della nuova Justice League!

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Ecco la prima immagine della nuova Justice League che vedremo nell’attesissimo DC League of Super-Pets, il nuovo film d’animazione DC/Warner Bros. La foto viene da uno dei tanti gadget e prodotti di merchandise che si stanno producendo per il film in arrivo a maggio.

Il film, diretto da Jared Stern, anche autore della sceneggiatura insieme a John Whittington, presenta nella sua versione originale un cast di voci eccezionale guidato da Dwayne Johnson nel ruolo del protagonista Krypto il Super Cane. Il film sarà nelle sale italiane a partire da maggio 2022 distribuito da Warner Bros. Pictures.

Nella versione originale del film fanno parte del cast di doppiatori anche Kevin Hart (i film “Jumanji” e “Pets: Vita da animali”), Kate McKinnon (“Saturday Night Live”, “Il magico scuolabus riparte”, “Ferdinand”), John Krasinski (i film “A Quiet Place – Un posto tranquillo”, “Free Guy – Eroe per gioco”), Vanessa Bayer (“Saturday Night Live,” “La festa prima delle feste,” “Un disastro di ragazza”), Natasha Lyonne (“Show Dogs – Entriamo in scena”, “Ballmastrz: 9009”), Diego Luna (“Rogue One: A Star Wars Story,” “Maya e i tre guerrieri”), Marc Maron (“Joker,” “GLOW”), Thomas Middleditch (“Godzilla II: King of the Monsters,” “Capitan Mutanda – Il film ”), Ben Schwartz (“Sonic the Hedgehog,” “Duck Tales – Avventure di paperi”), e Keanu Reeves (la saga “Matrix” e i film “John Wick”).

DC League of Super-Pets, le prime foto dal film

 

In DC League of Super-Pets, gli insperabili migliori amici Krypto il Super Cane e Superman condividono gli stessi superpoteri e combattono fianco a fianco il crimine nella città di Metropolis. Quando Superman e il resto della Justice League vengono rapiti, Krypto deve convincere un improvvisato gruppo di animali domestici composto da Asso il segugio, MP la panciuta maialina, Merton la tartaruga e Chip lo scoiattolo, a gestire i loro poteri appena scoperti ed aiutarlo a salvare i supereroi.

Del team creativo di Stern fanno parte anche lo scenografo Kim Taylor (“LEGO® Ninjago – Il film”) e i montatori David Egan (“Game Night – Indovina chi muore stasera?”, “Come ti rovino le vacanze”) e Jhoanne Reyes (“Teen Titans GO!”, “Young Justice”).  Le musiche sono di Steve Jablonsky (I film “Transformers”).

Warner Bros. Pictures presenta DC League of Super-Pets, una produzione Seven Bucks Production. Il film sarà distribuito da Warner Bros. Pictures in tutto il mondo dal 18 maggio 2022 ed in Nord America dal 20 maggio 2022.

Rebel Moon: Corey Stoll e altri attori nel cast del film di Zack Snyder

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Arrivaa dal The Hollywood Reporter la notizia che l’attore inglese Cary Elwes (Robin Hood: Men in Tights) si è unito al cast del prossimo film di fantascienza d’azione di Netflix Rebel Moon, che sarà diretto dal regista di Army of the Dead Zack SnyderLa star di Princess Bride interpreterà il re dell’impero galattico nel film, quindi aspettiamoci una performance da leader.

Inoltre, il sito annuncia anche che il candidato al Golden Globe Corey Stoll (House of Cards) si è aggiunto al cast in un ruolo non reso noto. L’attore è noto anche per Ant-Man  nel quale ha interpretato Darren Cross/Yellowjacket nel Marvel Cinematic Universe e per Michael Prince nella serie di successo Billions. Nel film di fantascienza di Zack Snyder si sono uniti anche gli attori Michiel Huisman e Alfonso Herrera. La produzione dovrebbe iniziare a fine mese.

Rebel Moon, il film

Rebel Moon ruota attorno a una piccola colonia ai margini di una galassia sul punto di essere sopraffatta da un tiranno di nome Belisario e dai suoi eserciti. Nella speranza di salvare la loro galassia, le persone di questa colonia inviano giovani donne su altri pianeti per trovare chi le assisterà. Snyder ha co-scritto la storia di Rebel Moon, insieme a Shay Hatten e Kurt Johnstad. Sofia Boutella è stata la prima a unirsi al cast nei panni della giovane guerriera inviata dalla piccola colonia per ottenere l’aiuto degli altri.

Rebel Moon sarà il nuovo film originale Netflix diretto da Zack Snyder e avrà protagonisti Sofia Boutella, Charlie Hunnam, Djimon Hounsou, Doona Bae e Ray Fisher, Jena Malone, Staz Nair, E. Duffy, Charlotte Maggi e Sky Yang.

MCU: ecco gli attori che potrebberp battere il record di Tobey Maguire e Willem Dafoe

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Il ritorno di Tobey Maguire e Willem Dafoe ai ruoli di Spider-Man/Peter Parker e Norman Osborn/Goblin in Spider-Man: No Way Home ha riscritto un Guinness dei primati per gli attori del MCU che per più tempo hanno interpretato lo stesso personaggio. Sin dal concepimento del MCU, molti attori hanno avuto una lunga carriera in quell’universo, con archi narrativi durati anche più di 10 anni, ma Maguire e Dafoe detengono ora un recordo importante.

Tobey Maguire ha interpretato il personaggio per Sam Raimi dal 2002 al 2007, mentre Willem Dafoe è apparso solo nel primo film del 2002 e in un breve cameo in Spider-man 2. Tuttavia, tornando nei rispettivi personaggio dopo tanto tempo, i due hanno stabilito il Guinness dei primati che prima dello scorso anno apparteneva a Hugh Jackman e Patrick Stewart per Wolverine e Charles Xavier nel franchise degli X-Men. Se Jackman e Stewart detenevano un record di 16 anni e 232 giorni nei rispettivi ruoli Marvel, Maguire e Dafoe hanno sbriciolato quel record con 19 anni e 225 giorni.

MCU: ecco gli attori che potrebberp battere il record di Tobey Maguire e Willem Dafoe

Ora, l’unico attore che potrebbe infrangere quel record sembra Samuel L. Jackson che ha partecipato al MCU a partire dalla scena post credits di Iron Man. Era il 2008, e da allora Jackson ha partecipato a 12 tra film e serie del MCU, per un totale di 13 anni e 176 giorni. Dal momento che Jackson è atteso in Secret Invasion con un ruolo importante e che le sue declinazioni nell’universo condiviso Marvel possono essere molteplici ancora per tanto tempo, l’attore potrebbe superare quel record di quasi 20 anni nei panni dello stesso personaggio.

Tuttavia bisogna anche considerare i recenti rumors sulla presenza di Patrick Stewart in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Se l’attore dovesse tornare con Xavier nel film, allora quelli che prima erano 16 anni e 232 giorni, diventerebbero oltre 21 anni!

Chi batterà per primo il record di Tobey Maguire e Willem Dafoe?

Animali fantastici – I segreti di Silente, nuova featurette sui personaggi!

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La Warner Bros. Pictures ha rilasciato una nuova featurette sui personaggi per il suo prossimo film fantasy  Animali fantastici – I segreti di Silente, che arriverà nelle sale il 15 aprile. Il video accende i riflettori sulla nuova arrivata in franchising Jessica Williams mentre interpreta il ruolo della professoressa di Incantesimi Lally Hicks. Il contributo video evidenzia le interazioni del nuovo personaggio con Newt, Teseo e Jacob, nonché la sua amicizia con Albus Silente. Prende in giro anche le scene piene di azione che mostrano le abilità magiche di Lally.

Dai un’occhiata alla  featurette Animali fantastici – I segreti di Silente di  seguito:

Animali fantastici – I segreti di Silente, il film

Animali fantastici – I segreti di Silente della Warner Bros. Pictures è la nuova avventura del Wizarding World creato da J.K. Rowling. Animali fantastici – I segreti di Silente presenta un cast guidato dal premio Oscar  Eddie Redmayne (“La teoria del tutto”), il due volte candidato all’Oscar Jude Law (“Ritorno a Cold Mountain”, “Il talento di Mr. Ripley”), con Ezra Miller, Dan Fogler, Alison Sudol, Callum Turner, Jessica Williams, Katherine Waterstone Mads Mikkelsen. David Yates ha diretto Animali fantastici – I segreti di Silente, un film scritto da J.K. Rowling e Steve Kloves, basato su una sceneggiatura di J.K. Rowling. I produttori del film sono David Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves, Lionel Wigram e Tim Lewis, mentre Neil Blair, Danny Cohen, Josh Berger, Courtenay Valenti e Michael Sharp sono i produttori esecutivi.

In Animali fantastici – I segreti di Silente Il professor Albus Silente (Jude Law) sa che il potente mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) è intenzionato a prendere il controllo del mondo magico. Non essendo in grado di fermarlo da solo, Silente affida al magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) il compito di guidare un’intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso Babbano pasticcere in una pericolosa missione, dove incontrano vecchie e nuove creature e si scontrano con la crescente legione di seguaci di Grindelwald. Con una posta in gioco così alta, quanto a lungo Silente potrà restare in disparte?

Il team creativo che ha lavorato dietro  le quinte include il direttore della fotografia George Richmond (Rocketman, Kingsman: Il cerchio d’oro), lo scenografo vincitore di tre Oscar Stuart Craig (Il paziente inglese, Le relazioni pericolose, Gandhi, i film di Harry Potter e Animali fantastici) e lo scenografo Neil Lamont (Solo: A Star Wars Story, Rogue One: A Star Wars Story), la costumista vincitrice di quattro Oscar Colleen Atwood (Chicago, Memorie di una geisha, Alice in Wonderland, Animali fantastici e dove trovarli) e il montatore che da tempo collabora con Yates, Mark Day (Animali fantastici: i crimini di Grindelwald, gli ultimi quattro film di Harry Potter). La musica è del nove volte candidato all’Oscar James Newton Howard (Notizie dal mondo, Animali fantastici: i crimini di Grindelwald, Defiance – I giorni del coraggio, Michael Clayton, i film di Hunger Games).

La Warner Bros. Pictures presenta una produzione Heyday Films, un film di David Yates, Animali fantastici – I segreti di Silente. Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, e l’uscita nelle sale italiane è prevista per il 13 Aprile 2022.

Box office Italia: Sonic 2 si prende la vetta!

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Box office Italia: Sonic 2 si prende la vetta!

In weekend all’insegna della caduta di Morbius che cede il primato alla new entry Sonic 2 – Il Film (SONIC THE HEDGEHOG 2). Nel weekend che precede la pasqua, con le prime soleggiate davvero calde la tenuta del box office Italia sembra competere con le attività all’aperto. Infatti, anche se siamo lontani dalle performance pre pandemia, i titoli nelle prime 4 posizioni registrano discreti incassi, con l’italiano Corro da te con due assi del cinema italiano (Pierfrancesco Favino e Miriam Leone) , che si conferma un discreto successo.

Di seguito la TOP 10 del Box Office ITALIA

Titoli Incasso Presenze Incasso totale
1 SONIC 2 – IL FILM (SONIC THE HEDGEHOG 2) € 1.529.416 230.061 € 1.529.416
2 MORBIUS € 863.558 123.523 € 2.475.862
3 TROPPO CATTIVI (THE BAD GUYS) € 474.052 75.296 € 1.884.219
4 THE BATMAN € 224.378 31.012 € 9.947.935
5 CORRO DA TE € 220.027 34.250 € 2.148.600
6 SWORD ART ONLINE PROGRESSIVE THE MOVIE: ARIA OF A STARLESS NIGHT € 179.967 18.979 € 179.967
7 UNA VITA IN FUGA (FLAG DAY) € 130.217 20.726 € 367.334
8 C’MON C’MON € 126.209 19.472 € 126.209
9 SPENCER € 121.955 19.595 € 780.831
10 LA FIGLIA OSCURA (THE LOST DAUGHTER) € 108.860 17.267 € 108.860

Thor: Love and Thunder, first look a Gorr il Macellatore di Dei grazie ai toys

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Arriva dai giocattoli il primo sguardo non ufficiale a Gorr il Macellatore di Dei, quello che dovrebbe essere il villain di Thor: Love and Thunder e che avrà le fattezze di Christian Bale.

Sappiamo ancora molto poco del film, ma l’arrivo di Bale nel cast e la promessa di Taika Waititi di conservare i toni scanzonati ed epici di Ragnarok fanno pensare a questo nuovo film del MCU come ad un’esperienza unica. Ecco di seguito le immagini che mostrano le action figure dei protagonisti del film:

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Thor: Love and Thunder

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

https://twitter.com/lovethundernews/status/1513265733299544066?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1513265733299544066%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fthor-love-thunder-story-gorr-attack-valkyrie-asgard%2F

Storia di mia moglie: recensione del film con Léa Seydoux

Storia di mia moglie: recensione del film con Léa Seydoux

Arriva direttamente dalla selezione ufficiale del Festival di Cannes 2021 Storia di mia moglie, della regista e sceneggiatrice ungherese Ildikó Enyedi, già vincitrice della Camera d’Oro nel 1989 con il suo esordio, Il mio XX secolo. Premiata anche a Berlino con l‘Orso d’oro nel 2017 per Corpo e anima, la regista sceglie qui di raccontare una storia d’amore intensa quanto travagliata, inquinata dal dubbio e da un rapporto di coppia perverso tra due figure molto diverse, che però, non possono che attrarsi.

La storia di Lizzy e Jacob 

Jacob Störr, Gijs Naber, è un capitano di marina olandese solitario e taciturno, sempre in giro per il mondo sulle sue navi. Tuttavia, ha la sensazione che alla sua vita manchi qualcosa. Finchè un giorno, un po’ per gioco, scommette col suo amico Kodor, Sergio Rubini, che sposerà la prima donna che entra nel bar dove i due stanno facendo colazione. Il caso, fortunato, vuole che si tratti della bella e spregiudicata Lizzy,  Léa Seydoux , che accetta senza porsi problemi la proposta di matrimonio del capitano. Ha inizio così una storia d’amore dominata dall’ossessione di lui per un possibile tradimento da parte di Lizzy, donna affascinante e libera. Storia contraddistinta da continui litigi e rappacificazioni. Un amore che li tiene legati, ma spesso lontani anni luce e comunque diversi. Questo amore sopravviverà alla gelosia? Il capitano Störr, gigante buono e uomo tutto d’un pezzo all’apparenza, in realtà fragile e disilluso, riuscirà a capire cosa vuole davvero?

Cinema e letteratura in Storia di mia moglie

È la prima volta che Ildikó Enyedi prende spunto da un’opera letteraria per un suo lavoro. Si tratta del romanzo La storia di mia moglie di Milán Füst, scritto nel 1942. Se il romanzo segue gli andirivieni della mente del protagonista, non si possono non ricordare, mentre si assiste alla visione del film, i capolavori che hanno rinnovato la narrativa del Novecento. Difficile non cogliere riferimenti letterari a Joyce e al suo Ulisse. In primis, Jacob è un capitano di marina, un navigante, come l’eroe omerico, che fa ritorno a casa, dove lo aspetta la sua donna. Ma Lizzy, più che una moderna Penelope, sembra una moderna Molly Bloom, moglie del protagonista dell’opera Joyciana, che forse tradisce il marito Leopold, ma dalla quale lui, finisce sempre per tornare. Non per nulla, il proprietario della casa che Jacob e Lizzy affittano ad Amburgo, interpretato da Josef Hader, si chiama proprio Leopold Bloome. Tra gli echi di Joyce, poi, troverà posto anche un’epiphany, un’apparizione.

Storia di mia moglie film recensioneBravura dei protagonisti e cura della messa in scena in un’aura troppo enigmatica

Storia di mia moglie è senza dubbio un lavoro molto curato esteticamente, che a tratti ricorda perfino dei dipinti, grazie alla fotografia di Marcell Rév, ma anche ai costumi di Andrea Flesch

e alla scenografia di Imola Láng, che contribuiscono a creare un’ambientazione elegante e ricostruiscono benissimo epoca e luoghi – Parigi, Amburgo.  Il protagonista ha la solidità rassicurante che ci si aspetta da un capitano di marina: robusto, coraggioso e buono, quanto fragile nel rapporto con Lizzy. Lei è una perfetta dama anni ’20, estroversa, esuberante e libera. La vicenda è centrata sul rapporto malato tra i due, che diventa per Jacob ossessione del tradimento in sua assenza, ansia di non riuscire ad afferrare l’essenza di questa donna, pagando il peccato originale di averla sposata senza conoscerla. All’interno di questa ossessione si snodano corsi e ricorsi di una storia ciclica, allontanamenti e riavvicinamenti, in un gioco in cui, appena la coppia sembra aver trovato un equilibrio, tutto torna al punto di partenza. La regista sa rendere bene la perversione del legame, ma il film soffre della mancata evoluzione dei personaggi. Al suo posto, una eterna circolarità.

Per quel che riguarda le interpretazioni, Gijs Naber è molto espressivo, riesce a trasmettere al pubblico sensazioni ed emozioni, pur sotto la dura scorza del suo personaggio, c’è in lui della verità.  Léa Seydoux si trova qui a proporre un personaggio che, visto dagli occhi di Jacob, appare come una mantide, una creatura felina, sfuggente e intrigante, che però riesce sempre a ricondurlo a sé. Tuttavia, questo tipo di personaggi che non le sono nuovi, risultano un po’ troppo affettati, di maniera, come è accaduto di recente con il personaggio di Madeleine, compagna di Bond nell’ultimo No time to die. Manca un po’ quell’autenticità che porta al coinvolgimento e che l’attrice certo ha nelle sue corde. Vi sono poi diverse partecipazioni di rilievo, anche italiane. Accanto a un bravissimo Sergio Rubini, perfetto nel ruolo dell’amico Kodor, faccendiere intrallazzone, troviamo Jasmine Trinca nei panni di Madame Cobbet. Ad interpretare Dedin, l’amante – o presunto tale – di Lizzy, troviamo Louis Garrel che ben caratterizza un personaggio doppio e infido.

Storia di mia moglie jasmine trincaPur potendo contare su un cast e interpretazioni di tutto rispetto, il film soffre però di molti non detti, cenni che non vengono chiariti, allusioni. Se all’inizio questi alimentano la curiosità dello spettatore e lo fanno entrare nei panni del protagonista – che quasi nulla sa della donna che ha sposato e tutto vorrebbe scoprire – poi restano irrisolti, lasciando dubbi e più di qualche buco narrativo.

Storia di mia moglie è un lavoro esteticamente pregevole, da vedere al cinema, godendo di tutte le potenzialità del grande schermo. È adatto a chi ama le storie in costume – con un’ambientazione anni Venti. È ricco di riferimenti interessanti e tenta un viaggio intrigante nella mente dei due protagonisti, soprattutto di Jacob, alla ricerca di un equilibrio difficilissimo in un amore contorto e malato. Forse, però, come il Leopold Bloom di Joyce, il film si perde un po’ nel suo peregrinare, in un dipanarsi lungo e ricorsivo, infine statico, come il suo protagonista, che sembra tornare al punto di partenza, senza una nuova consapevolezza di sé.

Storia di mia moglie è una co-produzione ungherese, italiana e tedesca. Prodotto da Inforg M&M Film, National film institute Hungary, Palosanto Films con Rai Cinema, Komplizen Film, in associazione con Pyramide Productions e distribuito da Altre Storie, è visibile solo al cinema dal 14 aprile.

10 attori che hanno rifiutato di tornare a un ruolo iconico

10 attori che hanno rifiutato di tornare a un ruolo iconico

Quand’è che gli attori diventano iconici? Ad esempio, se si dice Daniel Radcliffe, non si può non pensare a Harry Potter. L’attore è il volto che si associa ad uno dei personaggi cinematografici più iconici di tutti i tempi. Radcliffe deve il suo successo alla saga del mago di Hogwarts. Nonostante ciò, ad un certo punto della sua carriera Radcliffe ha deciso di staccarsi dal suo personaggio-simbolo: in un’intervista con il New York Times, ha chiaramente respinto la possibilità di tornare ad interpretare il ruolo.

Il caso di Radcliffe, per quanto sorprendente, non rimane isolato: sono diversi gli attori che, dopo aver raggiunto il successo grazie ad un personaggio, hanno preferito abbandonarlo. I motivi possono essere diversi: contrattuali, di sceneggiatura, artistici o addirittura etici. Vediamo dieci interpreti che hanno fatto questa (discutibile) scelta.

Linda Hamilton (Sarah Connor)

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Terminator è la saga che per eccellenza si lega a Arnold Schwarzenegger. Nel terzo capitolo, Le macchine ribelli, l’attore riesce a dare il meglio di sè. Nel film manca però una parte essenziale: Linda Hamilton nei panni di Sarah Connor. La co-protagonista dei primi due film di Terminator, ha scelto di non entrare a far parte del cast per il numero 3.

Prima che la bozza finale del film fosse approvata, nel trattamento originale di Terminator 3 compariva Linda Hamilton per il ruolo di Sarah Connor. L’attrice ha però rifiutato perché è rimasta “poco impressionata” dalla parte di Sarah: secondo Hamilton, la storia del suo personaggio si è conclusa perfettamente con Terminator 2: Il giorno del giudizio.

Richard Dreyfuss (Matt Hooper)

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Ne Lo squalo, Matt Hooper (Richard Dreyfuss) è un membro essenziale dell’equipaggio. Spesso viene messo in secondo piano rispetto a personalità come Brody o Quint, ma il biologo marino è uno dei personaggi più divertenti ed energici.

Hooper sarebbe dovuto tornare nel cast dello Lo Squalo 2. I produttori e la sceneggiatura puntavano su di lui, ma Dreyfuss aveva altri piani: il motivo per cui l’attore ha scelto di non riprendere il ruolo è da ricercarsi nell’assenza di Steven Spielberg come regista.

Robert Duvall (Tom Hagen)

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I motivi principali che spingono gli attori ad abbandonare un ruolo iconico sono due: i conflitti con la produzione o i negoziati contrattuali. Quest’ultimo caso riguarda l’attore Robert Duvall e il suo non-ritorno ne Il Padrino – Parte III.

Tom Hagen, consigliere e fratellastro di Micheal Corleone (Al Pacino) manca nel terzo film de Il Padrino perché il suo interprete Duvall ha rifiutato il basso compenso proposto perché riprendesse il suo ruolo. All’attore infatti è stato promesso solo un quinto dello stipendio di Al Pacino.

Katie Holmes (Rachel Dawes)

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Le teorie che gravitano attorno all’assenza di Katie Holmes nel sequel di Batman Begins sono numerose. Sembrava inizialmente che il regista Christopher Nolan avesse scelto di non inserirla in The Dark Knight, ma in realtà Nolan avrebbe voluto collaborare ancora con l’interprete di Rachel Dawes nel primo film.

Il motivo dell’assenza dell’attrice non è una storia così avvincente: come accade a molti attori, Holmes ha scelto di recitare nel film del 2008 3 donne al verde (Mad Money) invece che in The Dark Knight. Purtroppo, non è stata una decisione saggia: la commedia si è dimostrata un flop al botteghino.

Will Ferrell (Elf)

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Elf è uno dei film natalizi più amati di tutti i tempi: migliaia di adulti, bambini e ragazzi l’hanno visto e rivisto innumerevoli volte. Sicuramente, c’è chi apprezzerebbe un sequel.

Secondo The Hollywood Reporter, esiste una sceneggiatura di Elf 2, ma il progetto di un secondo film non è andato in porto. All’attore protagonista Will Ferrell è stato offerto un compenso di 29 milioni di dollari per riprendere il suo ruolo iconico. Nonostante ciò, Ferrell ha scelto di non accettare: non vuole fare un film che potrebbe risultare una brutta copia dell’originale. In aggiunta, va detto che i rapporti tra lui e il regista Jon Favreau non sono dei migliori: sicuramente la possibilità che il sequel avesse lo stesso director di Elf 1 non ha invogliato l’attore.

Jodie Foster (Clarice Starling)

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Il film cult Il silenzio degli innocenti è un capolavoro anche (e soprattutto) per i suoi attori principali: Anthony Hopkins nei panni di Hannibal Lecter e Jodie Foster come la giovane agente Clarice Starling. Il lungometraggio è uno degli unici tre film di sempre ad aver vinto tutti e cinque i principali Academy Awards: tra i premi c’è anche quello a Jodie Foster come migliore attrice.

Un successo del genere difficilmente può essere replicato. Proprio per questo motivo, Foster ha scelto di non tornare nel cast per il sequel Hannibal: secondo The Guardian, la decisione è dipesa dalla sceneggiatura, non abbastanza avvincente per l’attrice. In Hannibal abbiamo quindi una nuova Clarice, Julienne Moore, un’interprete comunque lodevole.

Jim Carrey (Bruce)

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Una settimana da Dio è una delle commedie più famose e divertenti degli anni Duemila e non sarebbe la stessa senza i suoi grandi attori: Jim Carrey in primis, ma anche Morgan Freeman, Steve Carrell Jennifer Aniston. Visto il successo del film, si è pensato subito ad un sequel.

Inizialmente, il sequel prevedeva di nuovo Jim Carrey come protagonista. L’attore ha però rifiutato la parte, dicendo che non ama ripetere più volte lo stesso ruolo (cosa che in realtà ha fatto per altri film). Visto l’abbandono di Carrey, Un’impresa da Dio si è trasformato in uno spin-off con protagonista l’antagonista del capitolo uno: Steve Carrell. Anche senza Carrey, il film è stato un successo clamoroso.

Keanu Reeves (Jack Traven)

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I ruoli iconici di Keanu Reeves sono innumerevoli, soprattutto quelli degli anni Novanta. In confronto ad altri, forse Jack Traven non è il primo che viene in mente, ma il personaggio di Speed è uno di quelli che ha contribuito a costruire il nome di Reeves.

Nonostante l’attore non abbia avuto problemi a riprendere altri ruoli – come quello di Neo nella saga di Matrix o quello di Ted in Bill & Ted Face the MusicReeves ha scelto di non tornare nei panni di Jack Traven. L’attore ha rifiutato 12 milioni di dollari offerti per lavorare in Speed 2: non era affatto interessato alla sceneggiatura.

Marlon Brando (Vito Corleone)

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Duvall non è né il primo né l’unico attore ad aver abbandonato il cast de Il Padrino. L’attore Marlon Brando, interprete di Vito Corleone nella Parte I, ha scelto di non recitare nel secondo capitolo.

Anche se Vito muore nel primo film, Il Padrino – Parte II presenta numerose sequenze che riguardano il personaggio da giovane. Ad interpretare il personaggio al posto di Brando c’è un altro grande attore: Robert De Niro. Non ci si può lamentare, ma un cameo di Brando, magari nel finale del film, sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Pare che l’attore abbia scelto di non apparire perché riteneva che la Paramount lo avesse trattato malamente durante la produzione del primo film.

Daniel Radcliffe (Harry Potter)

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La saga principale di Harry Potter si è conclusa nel 2011 con l’ottavo film: Harry Potter e i doni della morte – Parte II. Nonostante ciò, il mondo di Hogwarts ha continuato ad espandersi, con la saga di Animali fantastici ma anche con la pièce teatrale Harry Potter e la maledizione dell’erede.

L’attore protagonista, il volto dietro ad Harry Potter Daniel Radcliffe, ha però scelto di mettere da parte la magia: egli non appare in Animali Fantastici e nemmeno nell’opera teatrale. Radcliffe ha rivelato che non ha alcun interesse a ritornare ad essere un mago, almeno non ora. Nell’intervista al New York Times sopracitata, l’attore ha paragonato il suo ruolo ai personaggi iconici di Star Wars: “Non dirò mai ‘mai’, ma gli attori di Star Wars hanno aspettato una cosa come 30 o 40 anni prima di fare ritorno.”

House of the Dragon: chi sono i personaggi del prequel de Il Trono di Spade

Dopo una serie di rinvii, finalmente si avvicina l’uscita di House of the Dragon. L’idea dello show nasce nel 2017: per due anni, Bryan Cogman lavora ad uno spin-off dello show HBO pluripremiato Il Trono di Spade. Nell’aprile del 2019, il progetto però si arena. Dopo qualche mese però, HBO annuncia l’arrivo del prequel di Game Of Thrones: si tratta di House of the Dragon, una serie di 10 episodi incentrata sulla dinastia dei Targaryen

Realizzato da Martin e Ryan J. Condal, lo show è ambientato centinaia di anni prima di Game of Thrones, tempi drasticamente diversi nel Continente Occidentale. Se nel Trono di Spade Daenerys è l’ultima Targaryen rimasta in tutto il mondo, House of the Dragon è basato esclusivamente su questa casata e sui suoi tempi gloriosi. Il prequel crea quindi le basi per quella guerra civile conosciuta come La Danza dei Draghi. Per compiere l’impresa, House of the Dragon deve introdurre molti personaggi interessanti. Scopriamoli!

Paddy Considine è Viserys I Targaryen

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Un personaggio chiave della prima stagione di House of the Dragon sarà Viserys I Targaryen, il nipote di Jaehaerys della casata Targaryen destinato a prendere il posto dell’antico sovrano. Poiché Jaehaerys ha l’onore di essere uno dei più grandi re che Westeros abbia mai visto, non è un compito semplice per Viserys esserne il successore. Tuttavia, il nuovo re sembra all’altezza: è proprio il Grande Consiglio a scegliere Viserys.

Ad interpretare il ruolo sarà l’attore britannico Paddy Considine. I fan conoscono Considine da film di successo come Dead Man’s Shoes, Hot Fuzz, Journeyman e The Outsider. Il primo teaser di House of the Dragon non riesce a darci troppe informazioni su Viserys, ma il piccolo assaggio di lui con una spada in mano è già abbastanza: l’arma in questione sembra essere Blackfyre, la spada d’acciaio di Valyria che porta con sé una lunga storia.

Emma D’Arcy è Rhaenyra Targaryen

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Dopo la morte di Baelon, il secondogenito maschio di Viserys, Rhaenyra, primogenita ma donna, diviene l’erede ufficiale al trono. Con lei, Westeros ha ottenuto la sua prima regina donna. Rhaenyra passa tutti gli anni della sua crescita a prepararsi per questo ruolo: all’eta di 16 anni ottiene finalmente il titolo di Principessa. La sovrana è moglie di Laenor Velaryon. I due hanno tre figli insieme, il loro è ovviamente un matrimonio con poco amore, un atto politico e diplomatico.

In House of the Dragon, Rhaenyra sarà interpretata da Emma D’Arcy. L’attrice è popolare per il suo ruolo di Astrid nella serie horror e comedy Truth Seekers. Il trailer mostra inoltre Milly Alcock nei panni della versione più giovane di Rhaenyra, lasciando intuire che lo spettacolo è organizzato su almeno un decennio.

Olivia Cooke è Alicent Hightower

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Figlia di Otto, Alicent Hightower è la seconda moglie del re Viserys di casa Targaryen. L’inclusione di Alicent nella famiglia porta nuovi conflitti, soprattuto con Rhaenyra: entrambe le donne hanno in mente di governare il Continente Occidentale. Alicent sviluppa un senso di odio nei confronti di Rhaenyra, che tenta di rivendicare il trono anche dopo aver dato al re diversi figli.

Olivia Cooke assumerà il ruolo di Alicent Hightower in House of the Dragon. Cooke ha ottenuto un enorme riconoscimento per il suo ruolo di Emma in Bates Motel. L’attrice è anche in film blockbuster come Ready Player One e nel lungometraggio acclamato dalla critica Sound of Metal, in cui interpreta Lou. Il trailer di House of the Dragon mostra Alicent mentre corre verso qualcuno che porta il pugnale catspaw. L’arma è stata precedentemente utilizzata nel tentativo di uccidere Bran e successivamente da Arya quando ha ucciso il Re della Notte nell’ottava stagione di Game of Thrones. Il pugnale descrive chiaramente la correlazione tra le due serie.

Matt Smith è Daemon Targaryen

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ll principe Daemon Targaryen è il fratello minore di Viserys. Il personaggio ha un carattere forte e sostiene una relazione difficile con il fratello, rapporto che si guasta ancora di più a causa della rivalità con Otto Hightower. Daemon è noto non solo per la sua irascibilità: è uno dei più grandi guerrieri del suo tempo.

In House of the Dragon Matt Smith sarà Daemon Targaryen. L’attore è popolare per il suo ruolo di Undicesimo Dottore in Doctor Who. Inoltre, l’attore ha mostrato le sue promettenti capacità di recitazione nello show di Netflix The Crown, serie in cui ha interpretato il principe Filippo. Nel trailer di House of the Dragon, Daemon viene mostrato prima insieme a Rhaenyra e poi in una scena di combattimento con un personaggio misterioso.

Rhys Ifans è Otto Hightower

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Padre di Alicent Hightower, Otto Hightower è un cavaliere della casa Hightower di Oldtown. Otto è un uomo brillante e intuitivo ma troppo condiscendente. Ha servito come Primo Cavaliere di tre re, due dei quali lo hanno licenziato per la sua condotta: il personaggio ha più volte sfruttato la sua posizione per guadagni personali, cercando di influenzare la decisione del re. Tra le altre cose, Otto ha spinto Viserys a fare di suo nipote – il figlio di Alicent – il legittimo erede al trono al posto di Rhaenyra.

Nel prequel de Il trono di Spade, Otto sarà interpretato da Rhys Ifans. L’attore ha preso parte in grandi film come Notting Hill, The Amazing Spider-Man e Harry Potter e i doni della morte – Parte 1. Il trailer di House of the Dragon mostra poco di Otto: viene visto mentre si sistema le vesti, ma lo zoom sulla sua spilla lascia intuire molto del ruolo che giocherà nella prossima serie.

Steve Toussaint è Corlys Velaryon

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Corlys Velaryon è il capo della Casata Velaryon, un abile marinaio estremamente avventuroso. Navigando e attraversando le acque del Continente Occidentale guadagna un’ottima reputazione e un grande benessere. Corlys non è soltanto un uomo di mare.

Il marinaio ha grandi piani anche sulla terra: vorrebbe sposare la principessa Rhaenys Targaryen, figlia di Aemon e nipote di re Jaehaerys. Inoltre, nella Danza dei Draghi, Corlys combatte fedele al fianco della regina Rhaenyra, anche se in seguito la tradisce per Aegon II.

Steve Toussaint sarà Corlys in House of the Dragon. L’attore è conosciuto per la sua apparizione in show britannici come Doctor Who Skins. Nel trailer, Corlys si vede per poco e velocemente, ma c’è una scena interessante in cui il personaggio arriva ad Approdo del Re per un banchetto tenuto dai Targaryen.

Eve Best è Rhaenys Velaryon

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La principessa Rhaenys Targaryen di Velaryon non ha mai avuto la possibilità diventare regina. Quando è arrivato il momento di nominare un nuovo erede al trono dopo la morte di Aemon, la scelta è ricaduta sul secondo figlio Baelon. Oltre ad essere un personaggio di grande intelletto, Rhaenys è incredibilmente bella: ha ereditato gli occhi viola di un Targaryen e, come sua madre Jocelyn, possiede i capelli neri di un Baratheon.

Eve Best è stata scelta per il ruolo di Rhaenys in House of the Dragon. Eve è stata la Dottoressa Eleanor O’Hara in Nurse Jackie – Terapia d’urto. Il trailer della serie HBO mostra Rhaenys mentre arriva al fianco di Corlys a un banchetto di Targaryen.

Sonoya Mizuno è Mysaria

Sonoya Mizuno - Mysaria

In House of the Dragon ci sarà anche Lady Mysaria. Il personaggio è una danzatrice che proviene da Lys, diventa l’amante del principe Daemon Targaryen e il Maestro dei Sussurri della regina Rhaenyra Targaryen. Ha il compito di trasmettere i segreti di tutto Approdo del Re al giovane principe. Oltre ad essere una spia, per un periodo piuttosto lungo Mysaria porta avanti una relazione con Daemon.

In House of the DragonMysaria sarà interpretata dalla talentosa Sonoya Mizuno. L’attrice ha lavorato spesso con Alex Garland, recitando in film sorprendenti come Ex Machina e Devs. Nel teaser di House of the Dragon, Mysaria ottiene parecchio spazio: ciò significa che il personaggio sarà rilevante, anche se solo per un paio di episodi.

Fabien Frankel è Criston Cole

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L’ultimo ma altrettanto importante membro del cast di House of the Dragon è l’attore Fabian Frankel. Probabilmente l’attore interpreterà di Criston Cole, uno dei cavalieri più dotati del Continente Occidentale. Il personaggio riesce a salire di rango e convince Aegon, il figlio del re, ad ascendere al trono dei Sette Regni dopo la morte del padre: questa decisione sfocia nella Danza dei Draghi, una guerra civile tra Aegon e la sorellastra Rhaenyra, scelta da Viserys come sua erede. Per questo motivo, il personaggio è conosciuto anche come ”Criston il Creatore di Re”. Inoltre, Criston dimostra la sua forza quando riesce a sconfiggere Daemon Targaryen in torneo.

Fabien Frankel è noto per il suo ruolo in Last Christmas e nella serie The Serpent. Anche se la sua faccia di Fabian Frankel non si vede chiaramente nel trailer di House of the Dragon, Criston è presumibilmente il personaggio che combatte in torneo con Daemon.

Ali & Ava – Storia di un incontro: la recensione del film di Clio Barnard

Indicata come una delle registe più significative e originali del nuovo cinema inglese, Clio Barnard ha negli anni realizzato opere molto diverse ma legate sempre da alcuni temi ricorrenti. Dal documentario d’invenzione The Arbor, alla favola realista The Selfish Giant e fino al dramma psicologico Dark River, le sono bastati pochi titoli per affermarsi a livello internazionale. A cinque anni dal suo ultimo lungometraggio, arriva ora in sala il suo nuovo film: Ali & Ava – Storia di un incontro. Da lei anche scritto, è questo un racconto sospeso tra immaginazione e ruvido realismo, alla ricerca di quei posti nel mondo che sono invisibili agli occhi.

Protagonisti di questo melodramma sono Ava e Ali. Lei è un’assistente scolastica, vedova e madre di due figli ormai adolescenti. Lui è invece un ex dj di origini bengalesi con un matrimonio doloroso alle spalle, il quale si guadagna ora da vivere come gestore di appartamenti. Ognuno con la propria vita, i propri problemi e i propri ritmi, Ali e Ava si incontrano per caso e sul loro incontro si costruisce il cuore del film. Un incontro che conduce ad una seduzione, poi ad una relazione, naturalmente mal vista da quanti intorno a loro, nella cittadina di Bradford. A legarli profondamente vi è la musica, la passione per il ballo, la voglia rinnovata di amare e trovare qualcosa di romantico nelle rispettive vite.

Sull’amore oltre ogni cosa

Con Ali & Ava – Storia di un incontro, la Barnard torna per la terza volta nello Yorkshire, dove è cresciuta, e in particolare nella cittadina di Bradford, dove erano ambientati anche i film The Selfish Giant e Dark River. Ancora una volta, dunque, la regista racconta quei luoghi, quelle strade, quegli ambienti di periferia dove sembra non poter avvenire nulla di eclatante. L’incontro che avviene tra i due personaggi del titolo sembrerebbe non avere nulla di particolarmente nuovo o diverso rispetto a tante altre storie simili. Eppure, da quest’apparentemente banale evento nasce una storia d’amore attraverso la quale si animano riflessioni valide per ogni spettatore.

Se da un lato una delle questioni centrali del film è l’opposizione di quanti non vedono di buon occhio la relazione tra Ali & Ava, per motivi di età, di etnia e di stato civile, dall’altra vi è la rappresentazione di un amore che non conosce barriere e si spinge oltre ogni ostacolo. La musica che unisce i due protagonisti diventa l’unica rappresentazione possibile di quel linguaggio comune che permette loro di comprendersi, accettarsi e amarsi. Ecco perché le scene che hanno proprio la musica come protagonista risultano non solo tra le più belle del film, ma anche perfettamente comprensibili, proprio sulla base di quella capacità di quest’arte di farsi linguaggio universale, attraverso cui poter comunicare emozioni e stati d’animo meglio delle parole.

Ali & Ava - Storia di un incontro recensione

Ali & Ava – Storia di un incontro: la recensione del film

Sulla base di quanto fin qui detto, Ali & Ava – Storia di un incontro, potrebbe dare l’idea di essere un film “etereo”, sospeso in una dimensione quasi onirica e frutto dell’interiorità dei due protagonisti. In realtà c’è ben più che questo e con uno sguardo profondamente realista, in particolare sugli aspetti meno piacevoli del racconto, la regista ci ricorda del contesto in cui tale incontro si colloca. Si genera dunque uno scontro tra bello e brutto che è anche uno degli elementi di forza del film. Gli stessi protagonisti, interpretati da due straordinariamente bravi Adeel Akhtar e Claire Rushbrook, sono delle personalità che sfuggono ai canoni estetici che si è fin troppo spesso abituati a vedere sul grande schermo.

La magia del film, che va di pari passo con il messaggio che la Barnard vuole trasmettere, è quello di come l’amore abbia il potere di rendere vivi e dunque bellissimi al di là di tutto. Ali & Ava – Storia di un incontro è un film sulla forza dell’amore, di come questo sentimento possa ridare forza anche a chi ha subito fin troppi duri colpi nel corso della propria esistenza. È un film “piccolo”, con una storia semplice e probabilmente vista tante volte in tante declinazioni diverse. La forza e l’energia che la Barnard sprigiona con quest’opera supera però di gran lunga le dimensioni del racconto. Da una visione come questa si esce dunque arricchiti, colmi di una rinnovata vitalità.

Kevin Bacon: 10 cose che non sai sull’attore

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Kevin Bacon: 10 cose che non sai sull’attore

Kevin Bacon è uno di quegli attori che ha davvero fatto la storia del cinema grazie alle sue incredibili interpretazioni. L’attore, che ha iniziato la sua carriera attoriale da giovanissimo, ha dimostrato di saper scegliere i ruoli migliori e ha subito conquistato gli spettatori di tutto il mondo che hanno continuato a seguirlo nel corso degli anni.

Ecco dieci cose da sapere su Kevin Bacon.

Kevin Bacon: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attore è iniziata nel 1978, quando debutta sul grande schermo nel film Animal House, per poi continuare a recitare in film Venerdì 13 (1980), Footloose (1984), Una gita pericolosa (1987), Un amore rinnovato (1988), Tremors (1990), JFK – Un caso ancora aperto (1991) e Apollo 13 (1995). In seguito, lavora in Sleepers (1996), Sex Crimes – Giochi pericolosi (1998), L’uomo senza ombra (2000), Mystic River (2003), The Woodsman – Il segreto (2004), False verità (2005) e Frox /Nixon – Il duello (2008). Tra i suoi ultimi film, vi sono X-Men – L’inizio (2011), Crazy, Stupid, Love (2011), Jayne Mansfield’s Car – L’ultimo desiderio (2012), R.I.P.D. – Poliziotti dall’aldilà (2013), Cop Car (2015), Black Mass – L’ultimo gangster (2015), The Darkness (2016), Boston – Caccia all’uomo (2016) e Ve ne dovete andare (2020).

2. Ha lavorato in diverse serie tv. L’attore non ha dedicato la sua carriera solamente al cinema, ma ha prestato parte della sua opera anche per il piccolo schermo. Infatti, l’attore ha iniziato a recitare in Aspettando il domani (1979), per poi apparire in serie come Sentieri (1980-1981), Innamorati pazzi (1996), Will & Grace (2002 e 2006), Bored to Beath (2010), The Following (2013-2015), I Love Dick (2016-2017) e City on a Hill (2019).

3. È anche doppiatore, regista, produttore e sceneggiatore. Nel corso della sua carriera l’attore ha esplorato diversi ambiti del cinema. Infatti, ha vestito i panni del doppiatore, prestando la propria voce per le serie tv Frasier (1994), God, the Devil and Bob (2000) e Robot Chicken (2011), per il film Balto (1995) e per il corto Where Arte They Now?: A Delta Alumni Update (2003). In quanto produttore, ha partecipato alla realizzazione dei film Sex Crimes – Giochi pericolosi, The Woodsman – Il segreto, Loverboy (2005), Cop Car (2015), Tremors (2018) e delle serie The Following, I Love Dick e City on a Hill, mentre come regista ha diretto il film tv Losing Chase (1996), il corso Duck: A Film by Kevin Bacon (2018), il film Loverboy e la serie The Closer (2006-2009). Inoltre ha sceneggiato, diretto e prodotto il corto Free the Bacon (2015).

kevin bacon

Kevin Bacon in Footloose

4. Si è ispirato ad un cantante. Per creare un proprio stile per il film Footloose, che lo ha reso celebre, l’attore ha dato vita ad una pettinatura basata su quella di Sting, poiché era un grande fan dei The Police in quel momento. Il look del suo personaggio è stato uno dei motivi del suo grande fascino, che ha contribuito a forgiare la popolarità di cui ancora oggi gode.

5. Poteva non far parte del film. All’attore era stato offerto il ruolo principale per il film Christine – La macchina infernale nello stesso periodo in cui gli era stato chiesto di fare un provino per Footloose. I produttori del primo dei due film hanno cercato di convincerlo ad accettare una parte praticamente certa, perché se avesse ottenuto quella di Fooloose sarebbe diventato una star e sarebbe difficilmente stato reclutabile. Infatti, dopo 30 secondi di provino per Footloose gli è stata offerto il ruolo e Bacon preferì infine ricoprire quest’ultimo.

Kevin Bacon in Tremors

6. Pensava fosse il punto più basso della carriera. Prima che il film venisse rilasciato, l’attore ha pensato che il lungometraggio avrebbe abbassato il livello qualitativo della sua carriera, tanto da urlare a sua moglie “Non posso credere di fare un film sui vermi sotterranei!”. Oggi il film è a suo modo divenuto uno scult, ricercato dai fan di film particolarmente stravaganti e comprensivi di elementi surreali. La carriera dell’attore non ha fortunatamente risentito di questo titolo.

Kevin Bacon e la SixDegrees

7. Ha fondato una onlus. Il 18 gennaio 2007 l’attore, coinvolgendo altre celebrità di Hollywood, ha fondato l’onlus SixDegrees, che promuove l’applicazione del principio di solidarietà sulla base delle teorie delle “reti piccolo mondo”. Questa è una teoria matematica e sociologica che sostiene che tutte le reti complesse presenti in natura sono tali che due qualunque nodi possono essere collegati da un percorso costituito da un numero relativamente piccolo di collegamenti. A volte vi si fa riferimento anche con i sei gradi di separazione.

kevin bacon

Kevin Bacon: la moglie e i figli

8. È sposato da tantissimi anni. L’attore si è sposato il 4 settembre del 1988 con la collega Kyra Sedgwick: i due si erano conosciuti sul set del film Lemon Sky nel 1987 e da allora non si sono più lasciati. Dall’unione dei due attori sono venuti al mondo due figli: Travis, nato il 23 giugno del 1989, e Sosie Ruth, nata il 15 marzo del 1992.

Kevin Bacon oggi

9. Ha nuovi progetti in programma. L’attore è notoriamente instancabile e continua a recitare senza sosta per il cinema e la televisione. Attualmente, egli ha terminato le riprese di diversi film che arriveranno prossimamente al grande pubblico. Questi sono l’horror Whistler Camp, il thriller d’azione One Way, il grottesco The Toxic Avengers e il fantascientifico Space Oddity. È inoltre arrivato alla terza stagione della serie City on a Hill.

Kevin Bacon: età e altezza

10. Kevin Bacon è nato l’8 luglio del 1958 a Philadelphia, in Pennsylvania. La sua altezza complessiva corrisponde a 178 centimetri.

Fonti: IMDb, Biography

Jurassic World – Il dominio, il nuovo dinosauro sarà come… Joker!

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È senza dubbio un riferimento interessante quello che Colin Trevorrow ha citato per descrivere il nuovo dinosauro che esordirà in Jurassic World – Il dominio. Il regista ha parlato con Empire del film di prossima uscita, ed ha commentato la natura del Gigantosauro, che vedremo nella storia.

Si tratterà du un rettile preistorico colossale, capace di mettere KO anche il T-Rex e che avrà caratteristiche, secondo la descrizione di Trevorrow, ricordano molto quelle che Chirstopher Nolan aveva voluto per il Joker di Heath Ledger. Secondo il regista, infatti, questo dinosauro vuole “soltanto vedere il mondo bruciare”, citando le esatte parole che Alfred (Michael Caine) dice a Bruce Wayne (Christian Bale) parlando della natura di Joker, in Il Cavaliere Oscuro.

Jurassic World – Il dominio, il film

In Jurassic World – Il dominio vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia.

Jurassic World – Il dominio arriverà in sala il 9 giugno 2022.

Brie Larson si unisce alla “famiglia” di Fast and Furious 10

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Brie Larson si unisce alla “famiglia” di Fast and Furious 10

Vin Diesel ha annunciato con un post su Instagram che Brie Larson è entrata a far parte del cast di Fast and Furious 10, allargando così la “famiglia”. Del personaggio che interpreterà Larson non sappiamo ancora nulla, ma da quanto spiega Diesel nel post di accompagnamento alla foto, sarà un’aggiunta preziosa al film.

Fast and Furious 10, quello che sappiamo

Vi ricordiamo che Fast and Furious 10 sarà diretto da Justin Lin e sarà scritto da Gary Scott Thompson. Confermati nel cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di Ramsey, Vin Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, e Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han. Tra le new entry, Jason Momoa nel ruolo del villain e Brie Larson in un ruolo non ancora specificato.

Freddie Highmore: 10 cose che non sai sull’attore

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Freddie Highmore: 10 cose che non sai sull’attore

Freddie Highmore è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema e delle serie tv recenti grazie alla sua versatilità e al suo talento. L’attore, che ha iniziato questa professione quando era solo un bambino, entrato subito nel cuore degli spettatori che lo hanno visto crescere e lo hanno seguito in tutti questi anni.

Ecco dieci cose da sapere su Freddie Highmore.

Freddie Highmore: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attore è iniziata nel 1999, quando ha debuttato sul grande schermo in Women Talking Dirty, per poi apparire in Due fratelli (2004), Neverland – Un sogno per la vita (2004) e 5 bambini & It (2004). In seguito, lavora in La fabbrica di cioccolato (2005), Un’ottima annata – A Good Year (2006), Arthur e il popolo dei Minimei (2006), La musica nel cuore – August Rush (2007), Spiderwick – Le cronache (2008), Arthur e la vendetta di Maltazard (2009), Arthur e la guerra dei due mondi (2010) e Master Harold… and the Boys (2010). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono L’arte di arrangiarsi (2011), Il viaggio – The Journey (2016), La rivoluzione di Charlie (2016), Way Down – Rapina alla banca di Spagna (2021).

2. Ha lavorato in diverse serie tv. L’attore non ha recitato solo per il cinema, ma ha spesso anche per il piccolo schermo. Infatti, il suo debutto nel mondo della recitazione risale al 1999, con il film tv Walking the Moon, per poi apparire nelle serie Le nebbie di Avalon (2001), Jack e il fagiolo magico (2001), I Saw You (2002), Close to the Enemy (2016). Di recente si è reso celebre grazie alle serie Bates Motel (2013-2017) e The Good Doctor (2017-2019). Nel 2021 ha recitato nella serie Leonardo.

freddie highmore

Freddie Highmore: chi è sua moglie

3. Si è sposato da poco. L’attore non ha mai posto la sua vita privata sotto i riflettori, anche se è noto che in passato ha avuto una storia con la collega Sarah Bolger, con la quale si sarebbe frequentato dal 2006 al 2009, e con l’attrice Abigail Bresling, con cui avrebbe avuto una breve storia nel 2016. Nel settembre del 2021, durante lo show Jimmy Kimmel Live! ha rivelato di essersi sposato, ma non è nota l’identità di sua moglie, che potrebbe dunque non appartenere al mondo dello spettacolo.

Freddie Highmore non è autistico

4. In molti gli attribuiscono erroneamente il noto disturbo. Nella popolarissima serie di genere medial drama The Good Doctor, l’attore interpreta il protagonista Shaun Murphy, Specializzando in chirurgia, con autismo e Sindrome del savant. Le sue abilità comprendono la memoria fotografica e la capacità di notare dettagli e cambiamenti anche minimi. Per via della maniacale precisione con cui Highmore interpreta questo ruolo, in molti hanno iniziato a credere che egli fosse realmente affetto da autismo. L’attore, tuttavia, non condivide tale dettaglio con il suo personaggio.

Freddie Highmore, attore bambino

5. È stato un attore prodigio sin da bambino. Highmore è stato uno dei più popolari attori bambini degli ultimi decenni. Dopo aver debuttato a soli sei anni in alcuni film per la televisione, egli ha recitato in film per il cinema come Due fratelli, Neverland – Un sogno per la vita e La fabbrica di cioccolato, che lo hanno reso una celebrità senza eguali. Una volta cresciuto, Highmore ha saputo reinventarsi, confermando il proprio talento nella recitazione.

Freddie Highmore in La fabbrica di cioccolato

6. È stato raccomandato da Johnny Depp. Johnny Depp è rimasto così impressionato dalla performance di Highmore in Neverland – Un sogno per la vita, da raccomandarlo a Tim Burton per il ruolo di Charlie Bucket. Dopo che Burton ebbe incontrato il bambino, si convinse anche lui non solo del suo talento ma anche del suo essere perfetto per interpretare l’innocente Charlie.

7. Ha vinto un premio. Per la sua interpretazione, il giovane attore ha vinto nel 2005 un Critics’ Choice Movie Award per il Miglior giovane attore, mentre è stato candidato al Phoenix Film Critics Society Awads come Miglior attore giovane protagonista o non. Ad oggi, infatti, quella in La fabbrica di cioccolato rimane una delle interpretazioni più celebri dell’attore, che ancora oggi viene identificato proprio con questo film.

freddie highmore

Freddie Highmore in Bates Motel

8. Ha studiato tra le riprese. Durante le riprese delle prime stagioni della serie Bates Motel, incentrata sulla formazione del problematico Norman Bates, l’attore stava studiando all’Università di Cambridge. Per far quadrare il tutto, si è deciso di far coincidere le riprese con la sue necessità, tanto da dargli sei mesi di pausa per finire di studiare.

9. Ha avuto il ruolo grazie alla sua collega. Per interpretare Norman Bates, in realtà l’attore non fu proprio la prima scelta dei produttori. Tuttavia, è stata Vera Farmiga, collega di set, a suggerire l’attore per il ruolo di Norman. Ancora una volta, Highmore sorprese tutti, dimostrando di potersi togliere la maschera del bravo ragazzo per indossare quella dello spietato assassino.

Freddie Highmore: età e altezza

10. Freddie Highmore è nato il 14 febbraio del 1992 a Camden Town, Londra. La sua altezza complessiva corrisponde a 178 centimetri.

Fonti: IMDb, Biography, ETCanada

Will Smith bandito dall’Academy per 10 anni

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Will Smith bandito dall’Academy per 10 anni

Il Consiglio dei governatori dell’Academy of Motion Pictures Arts & Sciences si è riunito venerdì mattina per discutere le conseguenze per l’attore Will Smith dopo lo schiaffo dato al presentatore Chris Rock durante la trasmissione televisiva dei 94° Oscar, e ha votato per bandire Smith da tutti gli eventi dell’Academy, compresi gli Oscar appunto, per 10 anni.

Smith, che si è dimesso dall’Academy la scorsa settimana, ha risposto subito dopo aver appreso la decisione con una dichiarazione, dicendo: “Accetto e rispetto la decisione dall’Academy”.

Ecco il comunicato dell’Academy:

“Il 94° Oscar doveva essere una celebrazione dei tanti individui nella nostra comunità che hanno svolto un lavoro incredibile lo scorso anno; tuttavia, quei momenti sono stati oscurati dal comportamento inaccettabile e dannoso che abbiamo visto esibire sul palco dal signor Smith.

Durante la nostra trasmissione televisiva, non abbiamo affrontato adeguatamente la situazione. Per questo, ci dispiace. Era un’opportunità per noi di dare l’esempio ai nostri ospiti, spettatori e alla nostra famiglia dell’Academy in tutto il mondo, e non siamo stati all’altezza, impreparati a un evento senza precedenti.

Oggi, il Consiglio dei governatori ha convocato una riunione per discutere il modo migliore per rispondere alle azioni di Will Smith agli Oscar, oltre ad accettare le sue dimissioni. Il Consiglio ha deciso per un periodo di 10 anni, a partire dall’8 aprile 2022, al Sig. Smith non sarà consentito partecipare ad alcun evento o programma dell’Academy, di persona o virtualmente, inclusi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, gli Academy Awards.

Vogliamo esprimere la nostra profonda gratitudine al signor Rock per aver mantenuto la calma in circostanze straordinarie. Vogliamo anche ringraziare i nostri ospiti, candidati, presentatori e vincitori per il loro equilibrio e grazia durante la nostra trasmissione televisiva.

Questa azione che stiamo intraprendendo oggi in risposta al comportamento di Will Smith è un passo verso un obiettivo più ampio di proteggere la sicurezza dei nostri artisti e ospiti e ripristinare la fiducia nell’Academy. Speriamo anche che questo possa dare inizio a un periodo di guarigione e ripristino per tutti i soggetti coinvolti e colpiti”.

Ci sono state richieste da parte di addetti ai lavori e spettatori del settore per il ritiro dell’Oscar di Smith, cosa che l’Academy non hanno l’autorità legale di rivendicare. Per fare un confronto, anche Harvey Weinstein detiene ancora i suoi premi Oscar.

Le fate ignoranti, Ferzan Ozpetek presenta la serie Star per Disney+

Oggi a Roma c’è stata la presentazione in anteprima delle due puntate iniziali della serie tv Le fate ignoranti, sviluppata dall’omonimo film del 2001. Diretta sempre festosamente da Ferzan Özpetek, è il primo prodotto originale italiano di Disney+, che comparirà nella sezione Star a partire dal 13 aprile in cinquanta Paesi.

A presenziare all’evento, oltre al regista, anche quasi tutto il cast: Eduardo Scarpetta che interpreta Michele, il ruolo che fu di Stefano Accorsi, Cristiana Capotondi nei panni di Antonia, che era stata Margherita Buy, Ambra Angiolini e Anna Ferzetti, che nella serie sono una coppia, Carla Signoris che è Veronica, la mamma di Antonia e, naturalmente l’incommensurabile Serra Yilmaz. Assenti Luca Argentero, che veste i panni di Massimo, marito di Antonia, e Paola Minaccioni.

Ozpetek inizia subito col raccontare che, con gli ormai vent’anni trascorsi dall’uscita del film, di differenze su alcune sfumature nei toni della storia, se ne vedono eccome. In particolare rispetto alle reazioni dei personaggi di fronte agli eventi: «Se ora scoprissi che il marito di una tua amica sta anche insieme ad un’altra la tua reazione con ottime probabilità sarebbe: “Ah ok, e allora?”. Quindi oggi la difficoltà è stata raccontare che gli amanti de Le fate ignoranti appartengono a due mondi diversi e spiegare che non potessero effettivamente stare insieme. Vent’anni fa era ancora comprensibile. Ad ogni modo la fortuna che ho avuto nel lavorare con la Disney è stata la grande elasticità che mi hanno dato sulla sceneggiatura: se qualcosa non mi convinceva potevo cambiarla anche in corso d’opera».

Interviene Gianni Romoli, che anche questa volta ha lavorato alla scrittura, confermando e ribadendo che narrare Le fate ignoranti all’inizio del secondo millennio aveva significato mostrare tutto il desiderio di scoperta che si respirava allora, specialmente verso le diversità, «tant’è che il punto di vista era quello di Antonia», spiega Romoli, «una borghese che dava la possibilità al pubblico di identificarsene, potendo essere introdotto man mano in una realtà che allora era nuova. Adesso non è più così. I punti di vista sono molti di più, si parla di un gruppo che, anziché spingersi e aprirsi all’esterno, si ripara e diventa rifugio».

«Quando era uscito il film le Torri Gemelle non erano ancora crollate. Da allora la chiusura è stata sempre maggiore, lo sguardo della gente sul mondo è cambiato», aggiunge il regista.

Il discorso poi si sposta verso la scelta del cast che, con la sola eccezione di Serra Yilmaz, è cambiato interamente: «Ho avuto la fortuna di lavorare con persone meravigliose», dice Ozpetek, «mi innamoro sempre di ognuno di loro, così come spero che loro lo siano di me!», esclama ridendo, «quando li scelgo mi devono comunicare qualcosa. Io mi adeguo al loro carattere: penso che non sia l’attore a dover entrare nel personaggio, ma il personaggio che debba costruirsi sull’attore. Ho visto che è un metodo di lavoro che li rende più efficaci».

Intervengono quindi Ambra Angiolini e Anna Ferzetti, definendo semplice il loro percorso nella costruzione della relazione che le lega nella serie, avendo entrambe puntato a fare solo la coppia innamorata. Prende la parola Ozpetek che dice con sarcasmo di aver ricevuto una telefonata da Pierfrancesco Favino, marito di Anna Ferzetti, che gli chiedeva cos’avesse fatto alla moglie, dal momento che sembrava essere diventata un’altra. E, dopo le risate di tutto il cast, Ferzetti spiega che il lavoro che il regista le ha proposto di fare nella realizzazione del personaggio, era partito già dal cambio di look e l’ha coinvolta molto profondamente: «Gli sconvolgimenti che faccio sulle attrici le fanno diventare delle pazze. Avrei dovuto fare il parrucchiere», conclude il regista, accompagnato ancora dalle risate di tutti. «Con Ozpetek è bellissimo lavorare», aggiunge Carla Signoris, «perché la concentrazione è tanta, ma c’è anche moltissima leggerezza».

Il regista, poi, parla del suo rapporto con Mina, che ha spesso contribuito nel suo lavoro anche dandogli preziosi pareri personali, e la descrive quasi come una strega con poteri da sensitiva. La sigla della serie è cantata da lei, con l’inedito pezzo “Buttare l’amore”, che ha voluto regalare ad Ozpetek per omaggiare lui e il bel rapporto che li lega. Tra pochi giorni ne verrà presentato il videoclip, rivela: «Mina mi emoziona sempre tanto».

Vetro, la recensione del film di Domenico Croce

Vetro, la recensione del film di Domenico Croce

In anteprima allo scorso Bif&st, l’opera prima di Domenico Croce ci provoca sin dal titolo, e dalle prime scene affidate alla Carolina Sala premiata dal Festival di Bari con una menzione speciale. In Vetro – in sala dal 7 aprile – è lei la protagonista, la giovane ragazza hikikomori di Torino. Forse. Ché non ci sono certezze nel film del regista di Anne, cortometraggio premiato con il David di Donatello 2021, per una precisa scelta, sulla quale si basano le premesse del racconto, più che il suo sviluppo successivo.

A partire da un certo punto, infatti, l’evolversi dell’intreccio diventa più prevedibile, perdendo in thrilling e coinvolgimento. Una leggerezza che nulla toglie all’interessante costruzione della situazione di fronte alla quale veniamo messi. Tipica di molti adolescenti, ormai non solo giapponesi (da dove era arrivata inizialmente notizia del fenomeno), ma insieme tutt’altro che scontata, almeno nelle intenzioni di Croce, dei suoi sceneggiatori Ciro Zecca e Luca Mastrogiovanni e di tutto il team produttivo della Fidelo di Daniele Basilio e Silvio Maselli, con Valerio Mastandrea ed Elisa Barucchieri, di Vision Distribution che lo presenta, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.

Vetro la storia di una hikikomori italiana

La ragazza protagonista vive – chissà da quando – entro le mura della propria stanza, senza mai uscirne. Circondata dai suoi disegni e da un emblematico acquario, trascorre anche lei ‘sotto vetro’ una vita che ha scelto di dividere solo con il padre, che non vediamo e al quale però non è concesso di varcare la soglia della sua stanza, e con il cagnolino, che fa avanti e indietro attraverso la porticina attraverso la quale comunica con il genitore, scambiandosi vassoi e libri.

Una rigida routine che scandisce le sue giornate, e che si interrompe quando, osservando dalla finestra, si convince che nel palazzo di fronte una donna sia tenuta segregata da un anziano poliziotto. Combattuta tra il desiderio di salvarla e l’impossibilità di uscire dalla propria prigione, online conosce un ragazzo più grande con il quale inizia una relazione fatta di chat e videochiamate, e che sarà suo complice nel capire cosa stia succedendo realmente nel palazzo di fronte. E non solo. Ché dietro un Vetro non tutto è davvero come appare.

Tensione, colpi di scena e un finale confuso

Questa la frase chiave, ovviamente. E nella paura della ragazza dell’esterno, della vita, delle emozioni e dei rischi che comportano sono tutte le ragioni di una condizione che nel film viene sfruttata narrativamente in maniera non pietistica, anzi. Con un cast ristretto a pochi elementi – con Tommaso Ragno e Marouane Zotti ad affiancare Carolina Sala – e grazie a una più che discreta gestione registica di spazi e luci, il thriller cresce. Nonostante la richiesta di una forte sospensione dell’incredulità iniziale e anche se l’aspetto psicologico resta più connesso al contesto che alla caratterizzazione dei personaggi stessi, in balia di un agire troppo strumentale e a volte poco verosimile.

Al culmine della tensione, tra sdoppiamenti e stati di allucinazione, si tende a perdere un po’ il filo e a restare preda più  della confusione che dell’inquietudine. Sia con una certa coerenza nei confronti della protagonista, che scoprendo le crepe del suo acquario inizia a non sapere più a cosa credere e quale sia la realtà, sia per una cronologia che dopo l’unico vero colpo di scena punta sull’accumulo e si affretta verso la conclusione con una escalation non esente da frettolosità, retorica e qualche lacuna.

Secret Team 355: trailer del film con Jessica Chastain

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Secret Team 355: trailer del film con Jessica Chastain

Guarda il trailer di Secret Team 355, dal produttore e regista Simon Kinberg (produttore della saga “X – Men”, “The Martian – Sopravvissuto”, Assassinio sull’Orient Express”, “Deadpool”), arriva uno spy thriller con un formidabile cast di star femminili guidato dal neo premio Oscar Jessica Chastain.

Una pericolosa arma segreta cade nelle mani di spietati mercenari e la sicurezza del mondo è in pericolo. Mason Brown “Mace” agente della CIA sotto copertura (Il Premio Oscar Jessica Chastain),  viene incaricata di  trovare l’arma a qualsiasi costo, per compiere la missione  deve  creare un team di eccellenza con le migliori spie internazionali: Marie (Diane Kruger) agente tedesca e sua diretta antagonista; Khadijah (Il Premio Oscar  Lupita Nyong’o) ex agente dell’MI6 e esperta informatica, Graciela (Il Premio Oscar Penelope Cruz) abile spia e psicologa colombiana e Lin Mi Sheng (Bingbing Fan) una donna elegante ed enigmatica parte dei servizi segreti cinesi.

La missione non conosce confini e le azioni si susseguono spaziando tra Parigi e il Marocco per arrivare alle prestigiose case d’asta di Shangai. La posta in gioco è molto alta e nelle mani del team di agenti speciali c’è la salvezza del mondo ….

Il film è interpretato inoltre da Édgar Ramirez (“La ragazza del treno”, “Resistance – La voce del silenzio”) e Sebastian Stan (“Captain America”, “The Avengers”, “Pam & Tommy”).

Tom Hiddleston protagonista e produttore della serie Apple Original The White Darkness

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Apple TV+ ha annunciato la produzione di The White Darkness, una nuova serie limitata con protagonista Tom Hiddleston (The Essex Serpent, Loki), che sarà anche produttore esecutivo, basata sull’omonimo lavoro di saggistica di David Grann. La nuova coproduzione di Apple Studios e UCP è sviluppata da Soo Hugh (Pachinko, The Terror), che sarà anche co-produttrice e produttrice esecutiva insieme a Mark Heyman (Black Swan, Strange Angel); Theresa Kang-Lowe (Pachinko) sarà la produttrice esecutiva per conto della sua società Blue Marble Pictures, che ha attualmente un accordo complessivo con Apple TV+.

La serie The White Darkness è ispirata al racconto della vita di Henry Worsley (Tom Hiddleston), marito e padre devoto, ex soldato, un uomo dallo spiccato senso dell’onore e spirito di sacrificio, ma anche un uomo profondamente segnato dall’ossessione per l’avventura, che si manifesta in un viaggio epico attraverso l’Antartide. Una storia affascinante di coraggio, amore per la famiglia e sui limiti delle capacità umane.

The White Darkness sarà prodotta per Apple TV+ da Apple Studios e UCP. Oltre a Tom Hiddleston, Soo Hugh, Mark Heyman e Theresa Kang-Lowe, anche Caroline Garity produce per conto di Blue Marble Pictures. Questa è la seconda partnership per Soo Hugh, Blue Marble Pictures e Apple TV+ dopo la serie recentemente presentata in anteprima e acclamata dalla critica, “Pachinko” – scritta e prodotta dalla stessa Hugh e di cui Theresa Kang è stata produttrice esecutiva – attualmente disponibile su Apple TV+. Segna anche la seconda partnership tra Apple TV+ e Tom Hiddleston, che sarà il protagonista della prossima serie Apple Original “The Essex Serpent”.

The White Darkness sarà presentata in anteprima mondiale su Apple TV+ e farà parte della rosa in espansione di serie limitate degli storyteller più creativi del momento, tra cui WeCrashed, interpretato e prodotto da Anne Hathaway e Jared Leto; “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey”, interpretato e prodotto dal candidato all’Oscar Samuel L. Jackson e basato sul commovente romanzo dell’autore bestseller Walter Mosley; una nuova serie-evento limitata, recentemente annunciata, con protagonista il pluripremiato Michael Douglas nei panni di Benjamin Franklin; “The Shrink Next Door”; “Masters of the Air,” degli Apple Studios, di Amblin Television di Steven Spielberg e della Playtone di Tom Hanks e Gary Goetzman; “Five Days at Memorial,” del premio Oscar® John Ridley e del premio Emmy Carlton Cuse, e altro ancora.

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