Ethan Hawke è uno
degli attori più brillanti, versatili e talentuosi che il cinema
moderno abbia mai potuto conoscere e ammirare. L’attore americano
ha lavorato sulla sua carriera da giovanissimo, lavorando sempre
sodo e combattendo ogni ostacolo per arrivare dove è oggi,
riuscendo a conquistare una gran fetta di pubblico in tutto il
mondo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Ethan Hawke.
2. È anche regista,
sceneggiatore e produttore. Nel corso della sua carriera,
l’attore americano ha avuto la possibilità di sperimentare diversi
ambiti del cinema. Egli è infatti un regista molto apprezzato: ha
realizzato i corti Straight to One (1994) e Lisa Loeb
& Nine Stories: Stay (I Missed You) (1994), per poi girare i
lungometraggi Chelsea Walls (2001), L’amore
giovane (2006), Seymour: An Introduction (2014) e
Blaze (2018). In quanto sceneggiatore, ha partecipato alla
stesura dello script di Straight to One,Prima del
tramonto, L’amore giovane, Before Midnight, Making a Scene
(2013), Blaze e The Good Lord Bird (attualmente
in pre-produzione). Ma non è tutto: Hawke, infatti, è anche un
apprezzato produttore e ha lavorato alla realizzazione di
Straight to One, Exit Strategy (2015), Blaze, Adopt a
Highway e The Good Lord Bird.
Ethan Hawke e Uma Thurman
3. Sono stati sposati per
sei anni. Nel maggio del 1998, Ethan Hawke ha sposato la
collega Uma Thurman.
Sembrava che la loro relazione andasse a gonfie vele, tanto che
dalla loro unione sono nati anche due figli, Maya
Ray nel 1998 e Levon Roan nel 2002.
Eppure, i due si sono separati nel 2004, per poi divorziare
ufficialmente nel 2005. L’attore ha ammesso di recente di aver
passato un momento terribile, sul piano personale, quando ha dovuto
divorziare da Uma Thurman.
4. Si è risposato.
Dopo il divorzio con la Thurman, Hawke ha sposato, nel giugno del
2008, la ex tata dei suoi figli, Ryan Shawhughes.
I due sono insieme da allora e dalla loro unione sono nate le
figlie Clementine Jane, nel 2008, e
Indiana, nel 2011. Come coppia, Hawke e la nuova
moglie sono molto riservati e tendono a non far avere notizie del
loro privato, comparendo però sempre insieme agli eventi mondani a
cui lui è invitato.
Ethan Hawke in L’attimo
fuggente
5. Ha dovuto cambiare una
scena in corsa. La scena in cui Todd piange fuori nella
neve è stata fatta in una sola ripresa. In origine, era una scena
da svolgere in interno, ma quando ha iniziato a nevicare, Peter Weir ha
pensato che la scena avrebbe avuto un impatto maggior se fosse
stata eseguita all’esterno. Siccome stava già per finire di
nevicare, la scena doveva essere fatta in una sola ripresa.
Fortunatamente, Hawke ha avuto una certa fermezza e l’ha realizzata
senza problemi.
6. Ha avuto una strana
impressione del regista.Ethan Hawke ha rivelato di aver
avuto una strada impressione circa Peter Weir, ammettendo che
secondo lui parlava in una maniera divertente. Tuttavia, Weir era
anche il primo australiano che il giovane attore avesse mai
incontrato.
Ethan Hawke in The Guilty
7. Ha fatto parte del cast
vocale del film.The Guilty è il remake
statunitense del film danese del 2018 Il colpevole – The
Guilty. Protagonista di questo è Jake
Gyllenhaal, impegnato a dover risolvere un caso
unicamente attraverso un chiamata vocale, lasciando dunque tutta
l’azione fuori campo. Una delle tante voci che si possono sentire
nella versione originale del film è proprio quella di Hawke, che
interpreta qui il sergente Bill Miller.
Ethan Hawke è su Instagram
8. Ha un proprio profilo
ufficiale. Anche l’attore ha deciso di aprire un proprio
account Instagram ufficiale, seguito da circa 481 mila persone.
Aperto nel gennaio 2018, il suo profilo raccoglie una serie di
scatti che lo vedono spesso protagonista insieme ad amici e
colleghi, tra momenti lavorativi e di svago, insieme a quelli della
nostalgia. Senza considerare le foto dedicate ai suoi figli.
Ethan Hawke libri
9. È uno scrittore
affermato. Ethan Hawke è uno scrittore molto apprezzato e
affermato. I suoi libri più famosi sono Mercoledì delle
ceneri (2002) e Amore giovane (1996), ma ha anche
scritto Indeh: A Story of the Apache Wars (2016) e
Rules for a Knight (2015).
Ethan Hawke: età e altezza
10. Ethan Hawke è nato il 6
novembre del 1970ad Austin, nel Texas.
La sua altezza complessiva corrisponde a 180 centimetri.
Dopo aver sceneggiato una
vibrante storia di emancipazione femminile grazie a Carol di Todd Haynes – con
tanto di nomination all’Oscar per l’adattamento dal testo di
Patricia Highsmith – Phyllis Nagy
è passata dietro la macchina da presa per raccontare la vicenda del
Jane Collective, un movimento clandestino che nella Chicago di fine
anni ‘60 aiutò più di 12.000 donne quando ancora l’aborto era
illegale nella maggior parte degli Stati Uniti.
La trama di Call Jane
Il punto di vista del
racconto è quello di Joy (Elizabeth
Banks), casalinga appartenente alla borghesia
benestante che scopre di essere in pericolo di vita a causa della
sua gravidanza. Quando si vede costretta a terminarla inizia a
sbattere contro un sistema sanitario e legale il quale non
concepisce l’aborto nemmeno in casi straordinari come questo. A Joy
non resta che tentare per vie clandestine, venendo a contatto con
un gruppo di donne che non soltanto l’aiuteranno nel suo doloroso
processo ma cambieranno il suo modo di vedere le cose.
Nel raccontare della
potenza espressiva ed emozionale di Call Jane
vogliamo partire dalla sua protagonista Elizabeth Banks, qui alla prova nettamente
migliore della sua carriera. La compostezza con cui tratteggia il
proprio personaggio è quella di un’attrice che ha raggiunto una
maturità artistica sorprendente: nel linguaggio del corpo, nella
parsimonia dell’espressione emotiva, nella dolcezza dello sguardo
troviamo rappresentata una donna comune in possesso di una forza
interiore tutt’altro che comune. La Banks misura la propria
interpretazione calibrandola alla perfezione su quello che una
sceneggiatura ottimamente sviluppata le concede.
Un ritratto femminile prezioso
Il risultato è un
ritratto femminile prezioso, con un arco narrativo corposo e
assolutamente non retorico, in quanto finalmente assistiamo alla
crescita di una figura che matura una coscienza civile in maniera
organica, attraverso un processo interiore messo in scena senza
puntare alla retorica di epifanie preconfezionate o momenti di
rottura. Se bisogna elogiare la Banks per la sua prova sottile
eppure vibrante, il merito va anche attribuito al notevole script
di Hayley Schore e Roshan Sethi e
ovviamente alla Nagy, estremamente lucida nel non sottolineare in
alcun modo il dramma umano tangibile non soltanto nella vicenda
principale ma anche in molte delle backstory accennate.
Call
Jane è un film che trova un equilibrio ammirevole tra
forma e contenuto: il valore civile degli eventi e la forza morale
dei personaggi vengono infatti trasposti in immagini di sobria
eleganza dalla fotografia pastosa di Greta Zozula, capace di
avvolgere i corpi e gli ambienti con luci morbide e soffuse. Il
lungometraggio della Nagy è dunque prezioso non soltanto per ciò
che racconta ma anche nel modo in cui lo fa, arrivando a un
risultato il cui livello di coerenza raramente si riscontra in
progetti di questo tipo.
Chiudiamo il nostro
plauso a Call Jane tornando a scrivere del cast di
attori, citando un cast di supporto che merita di essere citato
poiché perfetto nell’assecondare il tono e lo scopo del film: da
Sigourney Weaver a Chris
Messina, da Kate Mara a John Magaro che
partecipa con una sola, emozionante scena. Tutti hanno contribuito
a fare di quest’opera un qualcosa di davvero emozionante da
esperire.
Arriverà al
cinema il 3 marzo Cyrano,
l’attesissimo film di Joe Wright (L’Ora
più buia,
Anna Karenina, Orgoglio e
Pregiudizio) che trae ispirazione dal celebre testo
teatrale di fine ‘800 scritto da Edmond Rostand. In questa versione
sorprendente e inedita, il protagonista ha il volto di Peter Dinklage– pluripremiato
attore, vincitore di quattro Emmy e un Golden Globe per
Il Trono di
Spade -, mentre Haley Bennett (I
magnifici 7, Le strade del male) veste i panni del
suo amore inarrivabile, Rossana.Da oggi disponibile il trailer
italiano della pellicola.
Dopo il
successo ottenuto alla Festa del Cinema di Roma ed in seguito alle
quaranta nomination ricevute dai più prestigiosi premi
cinematografici mondiali, Cyranoè pronto ad incantare
il pubblico grazie alla magistrale prova attoriale dei suoi
protagonisti; all’emozionante colonna sonora curata dalla band
indie-rock americana The
National;all’incanto di scenografie
ricostruite alla perfezione ed infine all’ambientazione tutta
italiana, più precisamente siciliana. “Avevo le idee chiare su come
realizzare il film – spiega Wright – Bisognava creare la nostra
‘bolla’ sull’isola di Sicilia, girare i primi tre atti in una città
barocca del tardo XVII secolo chiamata Noto, e sfruttare ogni
angolo di quel posto incredibile”. Tra gli italiani che hanno preso
parte alla lavorazione diCyranoanche Massimo
Cantini Parrini (nominato agli Oscar per il suo lavoro nel
filmPinocchio), costume designer fiorentino in
grado di dare “identità” e “voce” ad ogni singola veste, indumento
o uniforme attraverso una selezione attenta, appassionata e
minuziosa di ogni singolo tessuto.
Completano il
cast, Kelvin Harrison Jr. (Luce,
Waves) nella parte di Christian, Bashir
Salahuddin (Top Gun: Maverick) nel ruolo di Le
Bret e Ben Mendelsohn (L’ora più buia) che presta
il volto a De Guiche. Prodotto da MGM e Working Title Films,
Cyrano arriverà nelle sale italiane distribuito da
Eagle Pictures.
La trama di Cyrano
In Cyrano il
pluripremiato regista Joe Wright (Anna Karenina, Pan –
Viaggio sull’isola che non c’è, L’ora più buia)
trascina gli spettatori in una sinfonia di emozioni attraverso la
musica, il romanticismo e la bellezza, rileggendo in chiave
cinematografica la storia senza tempo di uno dei più celebri e
travolgenti triangoli amorosi di sempre. Un uomo all’avanguardia
rispetto alla sua epoca, Cyrano de Bergerac (Peter Dinklage),
incanta il pubblico sia con brillanti giochi di parole nelle sfide
verbali che con la sua abilità con la spada nei duelli. Cyrano non
ha avuto il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti alla splendida
Roxanne (Haley Bennet), convinto che il suo aspetto fisico non lo
renda degno dell’amore della sua più cara amica. Lei, però, si è
innamorata a prima vista di Christian (Kelvin Harrison)…
Probabilmente, la Fase 4 del
MCU
è il progetto più ambizioso che il franchise abbia mai intrapreso.
Il vasto universo composto da film e show televisivi continua a
cavalcare l’onda del successo, espandendosi in termini di storyline
e nuovi personaggi.
Con la sua imminente uscita su
Disney+,
Moon Knight si presenta come il prodotto più
fresco dell’MCU e le
aspettative sono già altissime: in effetti, la serie fornisce
l’opportunità perfetta per l’MCU di esplorare
alcune delle storyline più cruciali e persistenti della Fase 4, pur
offrendoci sempre la componente di avventura e azione che che i fan
della Marvel si aspettano.
Secret Avengers
La Fase 4 si sta
destreggiando tra diversi potenziali team-up, mettendo troppa carne
al fuoco e senza soffermarsi veramente su qualcuno di questi.
Tuttavia, lo stato attuale dei Vendicatori, con molti di loro morti
e altri sul punto di precipitare, permette alla Fase 4 di
introdurre un nuovo status quo.
I Secret Avengers
sono una delle tante squadre Marvel che devono ancora debuttare
nel MCU. Sono una squadra operativa
parallela ai Vendicatori, che opera tuttavia in missioni più
pericolose e delicate. Nei fumetti, è Steve Rogers
a guidare i Vendicatori Segreti, che includono Moon Knight tra le loro fila; finora, non è
chiaro quale sia il piano di Contessa Valentina, ma è ovvio che
stia formando una squadra: è improbabile che abbia intenzione di
creare i Secret Avengers, ma la possibilità esiste
comunque . Tuttavia dobbiamo tenere conto che, con Steve nel
passato, la versione del MCU dei
Vendicatori Segreti sarebbe sostanzialmente
diversa.
Dark Avengers
Parlando di Contessa Valentina, i piani del personaggio
potrebbero essere quelli di formare una squadra sulla falsariga dei
Dark Avengers; nei fumetti, i Dark Avengers sono
un gruppo di supercriminali che si fingono supereroi sotto la guida
di Norman Osborn.
Osborn non è un protagonista di
Terra-616, la continuity principale in cui si svolge la maggior
parte delle storie dei fumetti Marvel Comics, come evidenziato da Spider-Man: No Way Home. Tuttavia, potrebbe
essere un altro cattivo a creare i Vendicatori Oscuri, forse il
Barone Zemo o anche un antieroe come
Loki. Moon Knight potrebbe quindi unirsi al gruppo,
anche se è difficile pensare a un eroe affermato del MCU che possa
impersonare.
I Thunderbolts
La spiegazione più
probabile della presenza di Contessa Valentina nel MCU
è che sul punto di creare i Thunderbolts: la squadra in questione
ha una storia un po’ complicata alle spalle e una reputazione
travagliata, ma rimane una forza cruciale per il bene nell’Universo
Marvel. La formazione dei Thunderbolts consiste principalmente di
supereroi riformati o antieroi, rendendola così l’organizzazione
perfetta per qualcuno come Marc Spector.
Moon Knight potrebbe stendere il tappetto
all’eventuale ingresso dei Thunderbolts nel MCU, includendo un altro cameo di
Julia Louis-Dreyfus o facendo reclutare Marc da
qualcuno come Yelena o John
Walker. I Thunderbolts hanno incluso membri bizzarri tra
le loro fila, ma Marc si adatterebbe perfettamente al profilo della
squadra.
La sfera mistica è in continua
espansione
Le abilità sovrumane di
Moon Knight derivano dall’essere Il Pugno
di Khonshu: egli agisce come tramite del dio sulla Terra,
ricevendo in cambio ogni tipo di potere. Il trailer di Moon Knight rivela molti dettagli sulla trama,
ma uno dei più cruciali è che Oscar Isaac non sembra interpretare
Marc Spector, almeno non all’inizio. Al contrario,
sembra essere il personaggio di Steven Grant ad
vere il controllo, il che significa che dovrà riscoprire la sua
identità di Cavaliere della Luna.
La Fase 4 sta inglobando sempre più
sottotrame che hanno a che fare con la sfera magica, e l’arrivo di
Khonshu è un importante passo avanti per l’angolo mistico del
MCU.
Personaggi come Doctor Strange o anche Agatha
Harkness potrebbero aiutare Spector a conoscere meglio il
suo legame con Khonshu e capire la vera portata delle sue
capacità.
Il Caos e tutto ciò che vi sta in
mezzo
Il trailer di Moon Knight include diverse battute in cui il
personaggio di Ethan Hawke fa riferimento al caos:
tra queste, ve n’è una tramite cui incoraggia Marc/Steven ad
“abbracciare il caos”, tuttavia mantenendo un tono piuttosto
minaccioso.
Non è la prima volta che la parola
viene menzionata nel MCU: l’abbiamo anche sentita in
WandaVision,
dove Agatha Harkness ha rivelato che Wanda
potrebbe utilizzare la magia del caos. I fan dei fumetti sanno che
la magia del caos è imprevedibile e antica, quindi potrebbe esserci
una relazione tra essa e Khonshu. Inoltre,
Moon
Knight ha alcuni poteri soprannaturali come una vista
potenziata, capacità di preveggenza e un’apparente immortalità; per
concludere, la sua relazione con Khonshu vive di
fattori mistici, quindi la magia è inscindibilmente connessa alla
sua storyline.
Eredità e trauma generazionale
Sorprendentemente, uno dei
temi persistenti della Fase 4 sembra essere quello dell’eredità e,
in misura molto minore, il trauma generazionale. Progetti come
Black Widow, The Falcon and the Winter Soldier, ed Eternals
esplorano i doveri e gli oneri che derivano dall’essere
responsabili di raccogliere un’eredità, affrontando al contempo il
dolore che si protrae da una generazione all’altra.
Grazie al Dissociative Identity
Disorder (o DID) di Marc Spector, Moon
Knight fornisce l’opportunità perfetta per il MCU di andare ancora più a fondo in
questi problemi. Per molti versi, Marc è un estraneo, non solo nel
MCU ma nel
suo stesso corpo: a complicare ulteriormente le cose, vi è il fatto
che deve affrontare il peso di essere il Pugno di
Khonshu, una delle tante manifestazioni del dio sulla
Terra. Sicuramente, la serie potrebbe sfruttare la durata estesa
degli episodi per esaminare il subconscio di
Spector e sviluppare la sua caratterizzazione come
personaggio tridimensionale.
Il sovrannaturale all’interno del
MCU
L’angolo
soprannaturale dellaMarvel
sta crescendo esponenzialmente tra
Moon Knight,
il prossimo
Blade,
il
Black Knight
di
Dane Whitman,
e il recentemente annunciato
Werewolf by Night Halloween Special.
Moon Knight
potrebbe esplorare le relazioni di Marc con il cacciatore di
vampiri e il lupo mannaro, aprendo la strada ad una collaborazione
tra esseri soprannaturali della Marvel per combattere le minacce
paranormali nelMCU.
Inoltre, alcuni dei migliori numeri
dei fumetti di Moon Knight degli anni 2000 lo
vedono collaborare e occasionalmente combattere contro
Doctor Strange, che è attualmente la principale
figura mistica del MCU: si
pensa quindi che Strange potrebbe apparire in Moon
Knight e scombinare i piani narrativi.
Blade ha già contattato e forse reclutato Dane
Whitman alla fine di Eternals, nella seconda scena post-credits,
dunque la squadra dovrebbe essere quasi al completo.
Per il suo esordio dietro
la macchina da presa Jesse Eisenberg ha scelto sotto molti aspetti
di tornare alle atmosfere del film che lo ha lanciato, ovvero
Il calamaro e la balena di Noah
Baumbach. Anche When You Finish Saving the
World – scritto dallo stesso regista – mette in scena le
dinamiche e i conflitti interni a una normale famiglia
americana.
When You Finish Saving the World,
la trama
La trama si concentra in
particolar modo sul difficile rapporto tra Evelyn (Julianne
Moore) e suo figlio Ziggy (Finn
Wolfhard): se la donna vive infatti una vita fin
troppo impegnata nel gestire un istituto che accoglie donne vittime
di abuso, il ragazzo passa i suoi giorni componendo canzoncine
superficiali che lo hanno reso una piccola grande star dei social
media. Lo stile di vita radicalmente diverso ha portato i due a
sviluppare un rapporto fatto di incomprensioni e della difficoltà
nell’ascolto dell’altro.
Nel suo film Jesse Eisenberg è riuscito a inserire
quelle che fino a oggi sono state le sue migliori caratteristiche
come attore: una gentilezza del tocco accompagnata da quel pizzico
di nevrosi, di insicurezza esistenziale in grado di dare spessore a
un personaggio anche dietro la facciata dell’ironia. Nel procedere
col racconto Eisenberg dimostra di saper gestire con sapienza il
tono delle situazioni e la dimensione emotiva delle figure
rappresentate: il maggior pregio di When You Finish Saving
the World è quello di non forzare mai la mano, esponendosi
nella rappresentazione del dramma interiore dei personaggi senza
però mai cadere nel tranello di farsi inutilmente
melodrammatico.
Un film di grande delicatezza e
pudore
Ecco allora che lo
spettatore riesce a immedesimarsi con i pensieri, le azioni e anche
con gli errori di Ziggy ed Evelyn: in questo modo il film mantiene
un’atmosfera di verità che non viene mai a cadere, arrivando a
toccare il cuore del pubblico con delicatezza e pudore. Se
Eisenberg riesce nell’intento ciò è dovuto non soltanto alla
lucidità e all’equilibrio della sua esposizione ma anche grazie
all’interpretazione indiscutibilmente efficace dei due
protagonisti.
Julianne Moore si dimostra come sempre una
delle migliori interpreti del panorama americano contemporaneo
quando si tratta di restituire i dilemmi e le frustrazioni di un
personaggio femminile. E come al solito sa farlo soltanto
attraverso brevi, precisi tratti: l’attrice compone la mimica,
l’aspetto e il linguaggio del corpo di Evelyn in perfetta sintonia
con il tono scelto dal regista, dimostrando sia ammirevole nel
mettersi a disposizione del progetto attraverso una competenza
attoriale davvero non comune. Sorprendente anche la prova di
Wolfhard, il quale sa rendere il suo Ziggy superficiale e ingenuo
senza però trasformarlo mai in un personaggio
caricaturale.
Un’opera molto matura per essere un
esordio
When You Finish
Saving the World nel suo essere un film “piccolo”,
desideroso di raccontare una storia di frustrazioni e ordinarie
infelicità, si dimostra al tempo stesso un’opera sorprendentemente
matura per essere un esordio. Eisenberg compone un ritratto
familiare vero, toccante nella sua semplicità, esplorando la
complessità delle dinamiche umane senza necessariamente voler
trovare una soluzione alla stessa. Ottimo esempio di cinema
introspettivo.
In The House Le atmosfere di
The Others di Alejandro
Amenabar si mescolano con disinvoltura alla claustrofobia
polanskiana di Repulsion e de
L’inquilino del terzo piano, fino a
tingersi della malinconica ricerca di speranza che sembra scaturire
da un’ennesima fantasia di Wes Anderson.
The House: una casa, tre
storie
Il film si compone di tre
storie strampalate, popolate di volti cenciosi in lana cardata,
paffuti e spaesati, con i rossi sulle guance e gli occhi piccoli
piccoli che tradiscono inquietudine, ci sono topi mutaforma dalle
strambe proporzioni, insetti infestanti che danzano nel mettere in
atto un piano sinistro di colonizzazione e poi gatti che sembrano
fuggiti dalla bottega di quel tassidermista folle che era Walter
Potter. Tutto questo in una casa austera, enorme, tanto bella
quanto inquietante; una dimora dal gusto vittoriano, piena di
scale, corridoi, sgabuzzini, intercapedini, che riporta subito la
mente a Hill House e che nasconde, fin nelle fondamenta e
nelle crepe dei muri, forze misteriose, perturbanti, presenze
invisibili che non esitano a fagocitare i vari possessori che si
avvicendano con il passare degli anni.
The House in streaming su
Netflix
The House, disponibile su Netflix dal 14 gennaio e prodotto da Nexus
Studios in UK, è un film anomalo, quasi una mini-serie. È un
progetto che rompe gli schemi, o meglio, ne ripropone uno che era
di gran voga nello scorso secolo e che ha permesso ad autori
visionari e sognatori di esprimere liberamente la propria ricerca
espressiva in contenitori di storie e idee. Ricordate film come
Tre passi nel delirio, firmato da
Federico Fellini, Louis Malle e Roger
Vadim? O ancora Ro.go.pa.g., di
Gregoretti, Pasolini, Citti,
Rossellini e Godard? Ecco, ci si trova di
fronte a una struttura simile, rimodernata e affrontata con estro
illuminato e un linguaggio evoluto al tempo delle piattaforme
digitali. E stupisce come l’esigenza di sfornare sempre più
prodotti commerciali, destinati a infoltire i menù dei vari colossi
on-line, divenga invece una palestra di sperimentazione espressiva,
che spesso regala autentici capolavori, capaci di decostruire tutte
quelle forme, quei dispositivi e quei modelli, che sembravano aver
portato il linguaggio cinematografico in un vicolo cieco. Dopo una
serie come Love, Death + Robots, o film come
Sto pensando di finirla qui, Netflix
affranca definitivamente un nuovo territorio, libero da schemi,
contenuti e durate e non più relegato in maniera asfittica a
contenuti per bambini e ragazzi.
1 di 9
Passato, presente e futuro si
incontrano
The House si compone di tre
storie-contenitore, tutte ambientate nella stessa casa, ma in tempi
diversi e con abitatori differenti: passato, presente e futuro.
Sono tre segmenti diretti da alcuni degli esponenti più
interessanti della nuova scena della stop-motion contemporanea,
estremamente diversi tra loro ma uniti da una magia stilistica che
confeziona le tre vicende in un unico racconto avvincente,
soprattutto per la meravigliosa sceneggiatura scritta da
Enda Walsh e gli strabilianti burattini realizzati
da McKinnon & Saunders. Tra le voci regalate ai tanti
personaggi dal pelo arruffato e le gote rubizze, spiccano i nomi di
Helena Bonham Carter, Mia
Goth e Miranda Richarson.
Stranianti e azzeccate le
musiche di Gustavo Santaolalla, soprattutto quando
richiamano pezzi famosi, come Eine kleine nachtmusik di
Mozart o Angel with the scabbed wings di Marilyn Manson.
Meravigliosa la canzone originale sui titoli di coda
This house is…
I tre episodi di The House
Il primo episodio,
diretto da Emma de Swaef e Marc Roels, già autori di
capolavori in lana cardata animata a passo uno, come Oh
Willy…, racconta di una povera famiglia alla fine
dell’Ottocento, caduta in rovina e additata da vicini e conoscenti.
Il capofamiglia vorrebbe riuscire a recuperare lo status benestante
dei propri antenati, ma gli rimangono solo vecchi mobili, alcuni
oggetti legati al passato e tanta tristezza. Un giorno si affaccia
alla sua porta un misterioso benefattore che, tramite un suo
subdolo maggiordomo, gli propone di trasferirsi in una casa che
costruirà appositamente per loro. L’uomo accetta, ma sarà l’inizio
di un brutto sogno, un viaggio verso l’abisso. Le due bambine Mabel
e Isobel avvertono che qualcosa di terribile sta per accadere.
Il secondo invece,
ambientato ai nostri tempi, descrive le ansie e le frustazioni di
un topo agente immobiliare alle prese con ospiti sgraditi che
incombono sulla vendita della stessa casa vista nella precedente
storia. L’operazione sembra quasi impossibile, nonostante i
rinfreschi organizzati per attirare possibili compratori. Un giorno
arrivano una coppia di strambi roditori dalle fattezze sballate,
rispettivamente simili a un coleottero, lui, e a una larva, lei. Si
introducono biecamente e si stabiliscono nella casa, sostenendo di
essere molto interessati all’acquisto. Ma anche qui la situazione
sembra precipitare in un delirio di follia e allucinazioni. Questo
segmento è diretto da Niki Lindroth von Bahr, autrice del
musical distopico animato The Burden, vincitore di numerosi
premi internazionali e di un premio Oscar.
La terza storia, curata
dalla vincitrice del premio BAFTA Paloma Baeza con Poles
Apart, si svolge invece nel futuro, durante una colossale
inondazione che sta per coprire i pochi lembi di terra rimasti
ancora emersi. Rosa, una gatta che sembra aver preso in carico il
pesante fardello di accudire la casa ormai fatiscente, fa di tutto
per non abbandonarla. Vivono insieme a lei Elias, un gatto
squattrinato e fannullone, e Jen una sua amica fissata con le
discipline alternative e lo spiritualismo. Entrambi gli ospiti non
riescono a contribuire al sostentamento delle spese per il
mantenimento di impianti e strutture. L’acqua sale sempre di più,
giorno dopo giorno, finché arriva con la sua barca Elias, una sorta
di guru con tutta la sua singolare filosofia, che tenta di
convincere Rosa ad abbandonare la casa e seguire un esile filo di
salvezza.
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The House è uno specchio dei nostri
tempi
The House è uno
specchio delicato e visionario dei tempi difficili che stiamo
vivendo, è una fiaba moderna raccontata con un mezzo espressivo in
grado di trascinare in un mondo fantastico, ma incredibilmente
vicino alla realtà. Allontana notevolmente gli orizzonti finora
raggiunti dall’animazione e in particolare di quel modo di animare,
fotogramma dopo fotogramma, rimasto per tanto tempo bistrattato e
tenuta nell’ombra. Soprattutto conferma quanto la stop-motion possa
essere considerata l’anima nera dell’animazione, ancora una volta
al servizio di vicende sinistre e perturbanti, adulte e
introspettive.
Con Bliss,
Mike Cahill torna a dirigere un film di fantascienza. Per raccontare la
sua intrigata storia si serve di due protagonisti eccezionali:
Owen Wilson e Salma Hayek. Il film è un viaggio mentale,
fatto di realtà distopiche e personaggi non giovanissimi che si
muovono tra due mondi. A vederlo, viene subito da pensare al nuovo
Matrix Resurrections che sta riempiendo le sale
proprio in questi giorni. Riuscirà il film Amazon
Original a reggere il confronto o rimarrà nell’ombra?
Bliss: la trama ingarbugliata
Greg Wittle (Owen
Wilson) è un impiegato totalmente perso nei suoi
pensieri. Ha da poco divorziato con la moglie, momento non semplice
della suo vita che l’ha portato ad assumere psicofarmaci.
Greg vive in uno stato di torpore e di distacco dal mondo:
si è allontanato dai due figli, Emily e
Arthur, e passa le giornate al lavoro a disegnare la
casa dei suoi sogni. Quando viene convocato dal suo capo per essere
licenziato, ha uno scatto d’ira: spinge il direttore che, cadendo,
rimane ucciso.
In preda al panico, Greg
nasconde il corpo e si rifugia nel bar sotto l’ufficio. Qui
conosce Isabel (Salma
Hayek), una zingara che, da testimone oculare
dell’assassino, si offre di aiutarlo. Il loro incontro apre a
Greg un nuovo mondo: Isabel mette in discussione
la veridicità di tutto ciò che li circonda, portando
Wittle in uno stato di confusione totale. Cosa è vero e
cosa no?
Dramma, fantascienza e
sentimentalismi
In apertura, Bliss
si presenta come un film drammatico: i toni grigi del setting,
l’aspetto dimesso di Wilson esprimono bene la
tristezza della condizione in cui vive il personaggio. A poco a
poco, quello che inizialmente sembra solo un uomo di mezza età
sconsolato, si rivela un depresso patologico, dipendente dai suoi
psicofarmaci. Lo spettatore è portato ad adottare il punto di vista
di Greg, intorpidito dai medicinali: anche per chi
osserva, gli spazi iniziano ad apparire offuscati e i suoni
risultano amplificati. Siamo solo ai primi minuti e già la
confusione comincia ad invadere la scena. Poi, improvvisamente,
Wittle diventa un assassino: il primo colpo di scena
spiazzante.
L’omicidio in realtà è solo l’inizio
delle peripezie in cui sia il protagonista che il pubblico vengono
catapultati. Greg – perfettamente impersonato da
Wilson – è confuso, in balia delle azioni,
spettatore della sua stessa vita. E noi con lui. Dopo l’incontro
con Isabel, dal dramma iniziale si passa in un universo
fantascientifico fatto di pietre preziose, poteri magici e
ologrammi, in cui la donna fa da guida demiurgica. Tutti questi
cambiamenti rendono complicato l’inquadramento del film.
Bliss vuole lasciarci
confusi
Bliss è una
continua ricerca di chiarezza e di ordine che sembrano
irraggiungibili. Il senso del film sfugge costantemente, tanto che
ci si chiede se il regista voglia disorientarci più che farci
capire. Ciò che si percepisce è il desiderio da parte di
Mike Cahill di giocare con i tratti tipici
della fantascienza. Un esercizio di stile in cui ci sono tutti gli
elementi del genere: futuro utopico, gadget tecnologici
all’avanguardia, pillole magiche, cervelli surrogati, laboratori
scientifici.
Per chi ama il genere, anche nella
sua forma più stereotipata, Bliss è una goduria.
Se però si analizza il film in maniera più approfondita, si
scorgono tanti copia e incolla e poca originalità.
Pillola rossa o pillola blu?
Cristalli gialli.
Se Bliss fosse un
collage, sarebbe formato da pezzi di Avatar e di
Matrix.
Siamo nuovamente a cavallo tra due mondi, uno migliore e l’altro
peggiore. Il mondo edenico di Avatar qui diventa un
paradisiaco luogo costiero dai tratti mediterranei,
sorprendentemente simile alla Costiera Amalfitana. Entrare nel
mondo di Bliss, della beatitudine, non dà l’idea di fare
un salto nel futuro: sembra piuttosto di andare in ferie. La scelta
stilistica – in cui la CGI è davvero troppo evidente e grossolana –
fa sorridere. E non è l’unica nota divertente: il collegamento tra
le due realtà non avviene tramite caschi e elettrodi, ma con un
curioso attrezzo che va inserito nel naso. Non si tratta di un
tampone, ma di questi tempi il riferimento balza alla mente e
stride con il contesto del racconto.
Come se non bastasse, le pillole
magiche di Matrix qui diventano cristalli luminosi, gialli e blu
che vanno ingeriti per controllare quanto più possibile le realtà
di Bliss. Per gli effetti che hanno sui
personaggi, i cristalli magici potrebbero benissimo essere pillole,
droghe sintetiche o psicofarmaci. Non si comprende bene il loro
funzionamento, mentre appare chiara la poca originalità nella
scelta della sostanza magica. In conclusione, i cristalli sono un
po’ come l’intero Bliss: una nuova forma di
un materiale fantascientifico già sfruttatissimo.
Jonah Hill è uno di
quegli attori che ha sempre fatto parte di quei classici film da
commedia americana, in grado di interpretare ruoli sia da
protagonista che non. Ma non solo, perchè l’attore ha dimostrato di
avere grandi qualità recitative anche in film drammatici e di altro
genere, dando prova di potersi aspettare ancora molto da lui.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Jonah Hill.
Jonah Hill: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera dell’attore californiano è iniziata nel
2004 con I Heart Huckabees – Le strane coincidenze della
vita, per poi continuare con 40 anni vergine (2005),
Cambia la tua vita con un click (2006), Molto
incinta (2007) e Un’impresa da Dio
(2007). La sua carriera continua sul grande schermo grazie a film
come Non mi scaricare (2008), Funny People
(2009), In viaggio con una rock star (2010), L’arte di vincere
(2011), 21 Jump Street (2012),
Vicini del terzo tipo
(2012) e Django Unchained
(2012). Tra i suoi ultimi lavori vi sono The Wolf of Wall Street
(2013), 22 Jump Street (2014),
Ave, Cesare! (2016),
Trafficanti (2016),
Don’t Worry (2018),
The Beach Bum (2019) e Dont’ Look Up (2021).
Inoltre, l’attore è apparso anche nella recente serie Maniac (2018).
2. È anche doppiatore,
sceneggiatore, regista e produttore. Nel corso della sua
carriera, Hill ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti del
cinema, vestendo i panni del doppiatore per i film Ortone e il
mondo dei Chi (2007), Dragon Trainer (2010),
Megamind (2010), The LEGO Movie (2014),
Dragon Trainer 2
(2014), Sausage Party – Vita segreta di
una salsiccia (2016), LEGO Batman – Il film
(2017), The LEGO Movie – Una nuova
avventura (2019) e Dragon Trainer – Il mondo
nascosto (2019). Come sceneggiatore ha lavorato alla
stesura degli script della serie Allen Gregory (2011) e
dei film 21 Jump Street, 22 Jump Street, Sausage Party – Vita
segreta di una salsiccia, Proprio lui? (2016) e Mid90s (2018), mentre
come regista ha lavorato ai corti Sara Bareilles: Gonna Get
Over You (2011) e Danny Brown: Ain’t It Funny (2017)
e al suo primo lungometraggio Mid90s. In quanto
produttore, invece, ha lavorato alla produzione di Brüno
(2009), Lo spaventapassere (2011), Allen Gregory , 21
Jump Street, 22 Jump Street, Scherzi della natura (2015), Sausage
Party, Proprio lui?, Mid90s e Maniac.
Jonah Hill è fidanzato
3. Attualmente è
impegnato. Ad oggi, l’attore californiano è fidanzato con
Gianna Santos e i due sembrano non risparmiare
baci manifestazioni d’amore in pubblico. La ragazza, che ha cinque
anni in meno di lui, è una stilista e produttrice per la compagnia
d’abbigliamento KITH. In diverse occasioni, sia per premier che per
altri eventi mondani, i due sono infatti comparsi vestiti con abiti
ideati dalla Santos.
4. Ha avuto diverse
fidanzate famose. L’attore, in passato ha avuto diverse
relazioni più o meno famose e la più importante pare sia stata con
Ali Hoffman, figlia di Dustin
Hoffman, con cui è stato dal novembre del 2011 al
settembre del 2012. Tra le altre relazioni, più o meno ufficiali,
si citano Jordan Klein, Rita Ora, Isabelle McNally
e Erin Galpern.
Jonah Hill è dimagrito
5. È dimagrito a vista
d’occhio. Hill è stato a lungo sovrappeso ma, da un paio
d’anni a questa parte, ha deciso di rimettersi in forma. L’attore,
infatti, ha messo mano a bibite proteiche e si è iscritto in
palestra, allenandosi duramente. L’attore è tornato in forma anche
grazie anche all’aiuto dell’amico e collega Channing Tatum.
Pare che egli si sia confrontato molto spesso con Tatum e con gli
esperti che il suo amico gli ha consigliato, riuscendo a tornare in
forma in tempi brevi e con risultati evidenti.
Jonah Hill è su Instagram
6. Ha un account Instagram
ufficiale. Come tanti altri suoi colleghi, anche Jonah
Hill ha deciso di aprire un proprio profilo ufficiale su Instagram,
seguito da circa 3,5 milioni di persone. L’attore è abbastanza
attivo sul social e le sue foto lo ritraggono spesso protagonista
di momenti trascorsi tra la famiglia e il lavoro, tra amici e
colleghi. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulla sua
attività nel mondo dello spettacolo.
Jonah Hill in The Wolf of Wall
Street
7. Ha quasi mangiato davvero
un pesce vivo. Sul set di The Wolf of Wall Street Jonah
Hill voleva mangiare un vero pesce rosso, perché voleva che tutto
fosse reale. Tutti stavano lavorando così duramente a quel film che
non voleva passare per quello che si tirava indietro davanti al
lavoro sporco. Ovviamente, i regolamenti non permettevano un simile
gesto nei confronti del pesce. Sul set, dunque, c’erano un vero
pesce rosso e tre allevatori a controllare la situazione. Hill ha
potuto tenere il pesce rosso in bocca per tre secondi per ogni ciak
e poi doveva rimetterlo rapidamente in acqua illeso.
8. Ha dovuto convivere con
dei denti finti. Per interpretare Donnie, l’attore ha
dovuto applicare dei denti finti che, però, davano una specie di
vibrazione alla sua voce quando parlava. Al fine di sbarazzarsi di
questo disturbo, l’attore ha passato qualcosa come più di due ore
al telefono, chiamando aziende a caso e parlando con gli operatori,
per migliorare la parlata e abituarcisi.
Jonah Hill: il suo 2021
9. Ha recitato in un
popolarissimo film di Netflix. Nel 2021 Hill è tornato a recitare
per il lungometraggio Don’t Look Up, distribuito da
Netflix e affermatosi come un grandissimo successo. In questo
l’attore interpreta Jason Orlean,
il capo del gabinetto della Casa Bianca, un personaggio cafone,
ricco e arrogante, che non sembra competente in nulla e si è
ritrovato messo nella posizione che ricopre solo perché è il figlio
della presidente Orlean.
Jonah Hill: età e altezza
dell’attore oggi
10. Jonah Hill ha oggi 38
anni. È infatti nato il 20 dicembre del 1983a Los
Angeles, in California. La sua altezza complessiva
corrisponde a 170 centimetri circa.
Con Spider-Man: No Way Home si chiude il primo capitolo
della storia di Peter Parker nell’Universo
Cinematografico Marvel. Finalmente
Spidey ha imparato che essere un supereroe non
significa solo avere un grosso potere, ma comporta anche una grande
carico di responsabilità. È Tony Stark ad insegnare
all’inesperto Peter come muovere i primi passi
nell’MCU.
Iron Man è una figura paterna per il giovane Tom
Holland, in grado di fornire lezioni di vita
essenziali.
Anche dopo la scomparsa di
Stark, Parker continua a trarre frutti dalle
nozioni di saggezza apprese. Vediamo le otto lezioni più importanti
impartite dal mentore di Spider-Man al suo pupillo.
Il lavoro di squadra: Spider-Man,
Iron Man e Doctor Strange
Anche i supereroi devono
imparare a condividere la scena. Il lavoro di squadra a volte è
necessario. Tony apre gli occhi a
Spider-Man in Civil War,
film in cui Spidey la rischia grossa esponendosi da solo
contro Captain America. Fortunatamente, Peter ha Tony al suo fianco
durante il conflitto contro Thanos.
L’esperienza serve da lezione per quando
Spider-Man deve guidare le sue varianti contro i criminali del
multiverso in No Way Home. Nel
filmPeter è parte di un team. Ora sembra
essere rimasto solo ma molto probabilmente tornerà a far parte di
una squadra.
L’importanza della tuta per un
supereroe
In origine, il costume da
supereroe di Peter è terribile: sgualcito e poco
prestante, sembra un pigiama. Fortunatamente, Tony è corre
in aiuto e crea delle tute incredibili per
Spider-Man. Iron Man permette inoltre a
Peter di attingere alla sua tecnologia e di plasmarla in
base alle proprie esigenze. In questo modo, il giovane apprende
l’importanza che una tuta può avere: non a caso, la recente
Iron Spider è un ulteriore miglioramento rispetto
all’originale.
L’educazione è essenziale
Se Peter è così
preoccupato per l’università in No Way Home lo si deve a
Tony.Stark
inizialmente vuole usare la sua influenza al MIT per far entrare
Peter molto prima che finisca il
liceo. A quel tempo
però, Peter non presta attenzione al consiglio di
Tony, impara ad apprezzarlo solo in seguito.
Con
il tempo Spidey matura e comprende che, oltre a renderlo
un adulto responsabile, continuare gli studi può dargli modo di
apprezzare la vita da persona normale.
L’importanza delle battaglie
piccole per Spider-Man
Certo, stiamo parlando di
un supereroe, ma Spider-Man può essere definito un
supereroe di quartiere. Tony ne è convinto: consiglia a
Peter di continuare ad essere un eroe di piccola taglia,
sostenendo ogni persona aiutata, anche se poco importante,
conti.
Dal canto suo,
Peter ha grandi aspettative dopo il conflitto contro la
fazione di Capitan America e prova ad intraprendere
altre missioni pericolose. Dopo
l’incontro con l’Avvoltoio però,
Spider-Man torna in sè e si convince a mantenere
un basso profilo
Assumersi le proprie
responsabilità
Se da un lato dobbiamo
compatire Spidey per tutte le disgrazie che gli
sono successe, tra cui la perdita di Zia May, dall’altro
dobbiamo attribuire all’eroe anche qualche colpa. Ad esempio, dopo
aver quasi causato un enorme disastro ad una nave, Peter
non si vuole assumere pienamente le proprie responsabilità. Ancora
una volta è Tony a rimproverarlo.
Stark spiega a Peter che deve
accettare i propri errori, non incolpare gli altri. Sbagliando,
s’impara: fortunatamente, Peter ha più che compreso le parole di
Tony. È per questo motivo che in No Way Home sceglie di farsi dimenticare da tutti. È
un modo per assumersi la responsabilità d’aver causato il disastro
multiversale.
Essere sé stessi è sempre
meglio
Pieno di stima nei
confronti di Tony, Peter pone il suo mentore
su un piedistallo e, da pupillo, fa di tutto per diventare come
lui. Iron Man non supporta l’idea di Spidey, e lo
invita a diventare la migliore versione di sé stesso.
Giovane e ambizioso,
Spider-Man tende inizialmente a idolatrare gli
altri supereroi, trascurando sé stesso e le proprie capacità.
Tony insegna invece a Peter l’importanza di
seguire la propria strada: lasciandogli gli occhiali E.D.I.T.H.,
permette a Peter di vedersi dall’esterno, come eroe a sé
stante.
L’eroismo è nell’anima della
persona
Il costume è importante,
sì, ma essere un supereroe è qualcosa di interiore. Tony ha imparato questa lezione quando
ha rimosso il reattore ad arco dal petto, per dimostrare di essere
Iron Man con o senza la tuta.
Peter segue il percorso del suo mentore
alla fine di No Way Home, quando lascia andare
tutti i costumi che possiede e ne crea uno semplice da solo.
Con questo gesto, Spider-Man fa capire di aver
appreso la lezione di Tony: sono il cuore e lo spirito a
racchiudere l’essenza eroica.
Spider-Man deve sapersi
sacrificare
Ci sono motivi per cui vale
la pena sacrificare la propria vita. Peter non è mai stato
un codardo, ma è solo vedendo Tony dare la vita per l’universo che
apprende cosa voglia dire offrirsi in sacrificio.
La
conclusione di No Way Home mostra Peter fare un enorme
rinuncia: annulla la sua intera identità in modo che i suoi amici
possano vivere liberamente le loro esistenze. Perde amore e
amicizia, ma, seguendo l’esempio di Tony, dimostra che ci
sono cose più importanti della propria felicità.
Il prossimo film di Tom Cruise
girato nello spazio potrebbe essere il primo di molti. Cruise,
che recita e produce i film Mission: Impossible,
non è estraneo alle acrobazie che sfidano la morte e lo spingono
oltre i limiti del cinema d’azione. L’annuncio nel maggio del 2020
che l’attore aveva in programma di girare un film interamente nello
spazio, tuttavia, ha portato questa sua tendenza a superare i
confini della forza di gravità.
In collaborazione con la NASA e
Space X di Elon Musk, Cruise ha pianificato di
realizzare il primo film narrativo girato in orbita.
Sfortunatamente per Cruise, la Russia lo ha battuto sul tempo, con
le troupe cinematografiche russe che hanno completato, lo scorso
ottobre, in 12 giorni le riprese per un film dal titolo The
Challenge. Cruise e il regista Doug Liman
avrebbero dovuto fare il viaggio
nello spazio lo scorso ottobre, ma i ritardi hanno spinto la
data di lancio a fine anno, anche se non è chiaro quale sia il
programma di Cruise con la produzione in corso per Mission:
Impossible 8.
Ora, un nuovo report di The Guardian
rivela che il prossimo film spaziale di Cruise potrebbe essere
effettivamente il primo di molti progetti ad essere girato
nell’orbita terrestre. Space Entertainment Enterprise (SEE), la
società co-produttrice del prossimo film di Cruise, ha annunciato
l’intenzione di creare uno studio di produzione e un’arena sportiva
nello spazio con una data di completamento prevista per dicembre
2024. Soprannominato SEE-1, il modulo atterrerà su Axiom Station,
la sezione commerciale della Stazione Spaziale Internazionale.
SEE-1 è un’incredibile
opportunità per l’umanità di spostarsi in un regno diverso e
iniziare un nuovo entusiasmante capitolo nello spazio. Fornirà una
casa unica e accessibile per infinite possibilità di
intrattenimento in un luogo ricco di infrastrutture innovative, che
scateneranno un nuovo mondo di creatività. Con il leader mondiale
Axiom Space che costruisce questa struttura all’avanguardia e
rivoluzionaria, SEE-1 fornirà non solo la prima, ma anche una
struttura spaziale di qualità suprema che consentirà l’espansione
dell’industria dell’intrattenimento globale da due trilioni di
dollari nell’orbita terrestre bassa.
Zoe
Saldana, impegnata nelle riprese di Guardiani
della Galassia Vol. 3, “si toglie di dosso” Gamora in
un video che ha postato sui social. L’attrice torna a vestire i
panni del bel personaggio che dopo gli eventi di Avengers: Endgame sarà sicuramente
interessante da esplorare.
Colin Farrell spiega la connessione tra un
certo personaggio de Il Padrino e il Pinguino di
The
Batman. L’imminente riavvio del personaggio
dell’Uomo Pipistrello del regista Matt Reeves con
Robert Pattinson uscirà nelle sale a marzo e poi
su HBO Max il mese successivo. Dopo gli eventi del fumetto
Batman: Year One, il film seguirà i primi anni del suo
eroe come vigilante di Gotham City, mettendolo contro Catwoman di
Zoe Kravitz, L’Enigmista di Paul
Dano, Carmine Falcone di John
Turturro e Oswald ‘Oz’ Cobblepot di Colin Farrell, alias Pinguino, appunto.
Nonostante la sua tanto discussa
valutazione PG-13, The
Batman vedrà una Gotham oscura, cruda e corrotta
realizzata sul grande schermo come mai prima d’ora. Mentre
l’Enigmista sarà il principale antagonista del film, la svolta
irriconoscibile di Farrell nei panni di Pinguino ha attirato molta
attenzione durante la campagna promozionale. Il suo look non
significa però che Pinguino sia necessariamente preso sul
serio.
Durante una recente intervista con
MovieMaker, Farrell ha spiegato come il retroscena del suo
Pinguino si sia ispirato emotivamente al Fredo del compianto
John Cazale in Il Padrino e
Il Padrino: Parte II. Secondo l’attore, Oz, come
Fredo, aveva ambizioni molto alte ma non ha mai avuto l’opportunità
di esplorarle perché era considerato inferiore dalla sua famiglia
criminale. Alla fine, Fredo ha dimostrato una buona connessione con
il Pinguino a causa della sua “frattura”, dal momento che Oswald è
stato “considerato come qualcuno che non era capace” per tutta la
vita.
“C’è una certa quantità di
fragilità in Oz che, come riferimento per Matt, non per me dal
punto di vista della performance, ma solo emotivamente, mi fa
pensare a Fredo di Il Padrino. Matt stava solo parlando di qualcuno
che aveva ambizioni molto reali e molto alte, ma non ha mai avuto
l’opportunità o la possibilità di esplorarle, e forse era
considerato qualcuno che era handicappato, sia psicologicamente che
intellettualmente – Fredo era disapprovato dagli altri fratelli, e
forse anche Oz, nella sua vita, è stato considerato come qualcuno
che non era capace… E quindi questa è una delle cose che alimenta
Oz.”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Arrivano con tutta la
loro carica di colore, amore ed energia i Fraggle Rock, per la
“nuova” serie di Apple
TV+Fraggle Rock: ritorno alla grotta. In
realtà non si tratta proprio di una serie nuova, formata da 13
episodi tutti disponibili sulla piattaforma dal 21 gennaio, ma del
reboot del classico show degli anni ’80 della
Jim Henson Company, ideato da Henson stesso e ora riportato in
auge dalla sua compagnia e dalla squadra guidata da Lisa Henson e
Halle Stanford in vesti di produttrici.
Fraggle Rock: ritorno alla
grotta, di nuovo in tv!
I divertentissimi
Fraggles di Jim Henson sono tornati: a Gobo, Red,
Boober, Mokey, Wembley, Uncle Traveling Matt si uniscono i nuovi
Fraggles e Doozers doppiati da special guest star, come Patti
LaBelle, Cynthia Erivo, Daveed Diggs, Ed Helms, Kenan Thompson e
anche un cameo dei Foo Fighters.
Il mondo è sempre quello
di Fraggle Rock, i protagonisti sempre dei pupazzi animati da
mastri pupazzieri di comprovata fama e bravura e lo spirito sempre
quello che Henson voleva regalare alle sue creature: una bontà
innata e un senso superiore per il divertimento.
E la natura, semplice e
diretta dello show è tutta in questi due concetti: da una parte la
serie si propone di raccontare anche gli argomenti più spinosi e
attuali, come la tolleranza e la comprensione, in maniera amorevole
e delicata, che, lungi dal rivelare un approccio banale, è proprio
autentica e genuina. Dall’altra, la natura canterina originale
dello show lo rende di grande intrattenimento e ne aumento al
difficoltà in fase di scrittura.
Le sfide principali di Fraggle Rock: ritorno alla
grotta
E qui si aprono le due
caratteristiche produttive più interessanti di Fraggle
Rock: ritorno alla grotta. La serie è completamente
realizzata con effetti practical, il che mette i pupazzieri in
condizione di dover svolgere un lavoro titanico per riprodurre
movimenti, animazione e reazioni con l’0ambiente che è interamente
costruito in studio e che non ricorre quasi mai alla CGI. Un altro
elemento degno di nota è il lavoro che si fa invece in fase di
scrittura, con Matt Fusfeld e Alex
Cuthbertson che si abbracciano la responsabilità non solo
di trattare argomenti seri in maniera leggera, come dicevamo prima,
ma anche il compito non semplice di scrivere diverse canzoni per
ogni episodio, in modo tale che ogni puntata (sono 13 da 30 minuti
circa) risulti ugualmente ricca, divertente e coinvolgente.
Fraggle Rock:
ritorno alla grotta mette sul piatto il senso autentico
dell’arte pratica, una scrittura raffinatissima, come solo la
scrittura schietta e diretta sa essere, un proposito che può
sembrare scontato ma che in tempi bui come quelli in cui viviamo
non lo è mai davvero.
Il regista di Don’t Look Up, Adam McKay,
produrrà un film sull’assalto del 6 gennaio al Campidoglio degli
Stati Uniti. Sulla scia della sua ultima satira politica,
l’insurrezione della capitale sarà l’argomento del suo prossimo
grande progetto, che sarà scritto e diretto da Billy
Ray di Richard Jewell. McKay produrrà
insieme a Todd Schulman (Who Is America?),
Josh McLaughlin (Boogie), Cullen
Hoback (Q: Into the Storm) e Shane
Salerno (Savages).
Come riportato da Deadline, il film
sull’insurrezione del Campidoglio del 6 gennaio si intitolerà
J6. Adam McKay non è certo
estraneo a raccontare di politica al cinema. Il suo film del 2018,
Vice – l’uomo nell’ombra, e, più
recentemente,Don’t
Look Up, hanno criticato i principali leader politici,
oltre alla risposta generale della nazione a minacce come il
cambiamento climatico.
In occasione della
presentazione di Fraggle Rock: Ritorno alla grotta, disponibile
su Apple
TV+ dal 21 gennaio 2022 con 13 nuovi episodi, abbiamo
avuto il piacere di parlare con la squadra produttiva del progetto
della Jim Henson Company, un remoto che, nelle
parole di Halle Stanford, ancora oggi ha molto da
dire al pubblico.
“Lavoro per questa
realtà da 26 anni – ha raccontato Stanford – e Fraggle
Rock è la ragione per cui volevo lavorare per la Jim Henson
Company. Abbiamo onorato tutto quello che potevamo della serie
originale. Vedrete le stesse creature, i stessi personaggi,
torneremo a quelle location e abbiamo fatto tutto quello che
potevamo per farlo percepire come un posto reale. Da piccola
pensavo proprio a questo, che poteva essere un posto magico proprio
dietro casa mia. Quindi, abbiamo reso omaggio a questo e abbiamo
cercato di amplificarlo. Abbiamo cercato di mescolare in armonia il
vecchio e il nuovo.”
Nonostante sembra
indirizzata a un pubblico molto giovane, la serie parla forte e
chiaro a ogni tipo di spettatore, dal momento che si fa carico di
argomenti universali e di interesse comune, ma lo fa con gioia e
leggerezza: “Quando Jim Henson creò Fraggle Rock, disse che lo
show serviva a portare la pace nel mondo e rendere la nostra vita
migliore – ha continuato Stanford – Nella serie ci sono
molti messaggi di questo tipo che le famiglie dovrebbero ascoltare
ora. Credo che il mondo abbia bisogno dei Fraggle ora più che mai.
Abbiamo tutti attraversato un sacco di cose nell’ultimo periodo, e
sento che abbiamo bisogno di gioia, magia e speranza. E questo è lo
scopo di Fraggle Rock: rendere la speranza cool, di nuovo. Le
famiglie vogliono questi messaggi, ma vogliono anche divertirsi, e
questo è lo scopo della serie.”
Da veterana della
Jim Henson Company, per Halle Stanford è stato un
passaggio fondamentale quello di lavorare a Fraggle Rock: Ritorno alla grotta:
“Lavorare al reboot di Fraggle Rock per me è come chiudere un
cerchio. Ho cominciato come assistente creativa alla Jim Henson
Company e per me questo nuovo lavoro è molto più che importante.
Credo che il segreto di questo prodotto sia che la tv deve essere
molto divertente ma anche un’esperienza trasformativa, e credo che
con Fraggle Rock possiamo portare la gioia, possiamo affrontare gli
argomenti seri del mondo con amore. So che suona banale, ma è
quello che amo dello show!”
L’entusiasmo di Stanford
sembra condiviso dagli showrunner, Matt Fusfeld e
Alex Cuthbertson, che sono convinti che la serie
debba poter rimanere se stessa per avere una credibilità e un
appeal sul pubblico di oggi. “Questo show non ha mai provato ad
essere una cosa che non è – ha detto Fusfeld – non ha mai
provato a strizzare l’occhio a un particolare tipo di spettatore.
Ha sempre parlato di umanità, e credo ci sia qualcosa di
incredibilmente attraente in questi pupazzi che ti danno proprio il
senso di realtà di poter fuggire in questo mondo di fantasia. E per
questo nuovo show abbiamo accolto proprio questa idea. I set sono
tutti bellissimi e ricchi, i pupazzi sono senza tempo. La nostra
speranza è che, invece di seguire noi un certo tipo di vibe, sia il
pubblico a seguirci per come siamo sempre stati.”
E Cuthbertson lo segue a
ruota spiegando come il lavoro a Fraggle Rock: Ritorno alla grotta sia stato a
tutti gli effetti uno sforzo di squadra: “Credo sia uno dei
lavori più collaborativi che io abbia mai fatto. Quindi anche
quando abbiamo avuto problemi, tutto è stato gestito in gruppo
– ha raccontato – Poi, quasi tutto ciò che si vede nella
serie è frutto di effetti speciali: se un Fraggle si tuffa nello
stagno, c’è un grande splash, e via dicendo. Tutto quello che
vedete è stato effettivamente realizzato, c’è pochissima computer
grafica. La sfida sul set è stata proprio quella di ricreare tutto
con effetti practical e ricreare la magia che aveva fatto nascere
per la prima volta Jim Henson con questi personaggi.”
Una magia che ha
richiesto mesi e mesi di lavoro per ogni episodio, che dura 30
minuti! Ma quando si lavora con questo entusiasmo, le cose sembrano
sempre facili, o almeno è quello che si intuisce parlando con
Gobo, Red e Boober, le vere star della serie che
sono intervenute, raccontando cosa piace ad ognuno dell’altro (ad
esempio Boober adore l’energia di Red, che a sua volta ammira molto
le doti da leader di Gobo!), ma anche dando qualche buon consiglio
alle “sciocche creature dallo spazio”, così come i Fraggle
chiamano gli umani. Da buon leader, Gobo ha spiegato: “Non
conosciamo le sciocche creature dallo spazio, ma per noi sono un
po’ sciocchi. Tutto quello che facciamo noi è ascoltarci a vicenda
e cercare di guardare le cose da un punto di vista differente. E
poi cantiamo e balliamo.” E tutto sommato non sembra un
cattivo modo di andare tutti d’accordo!
Nascosta tra la montagna di merch
pronta per Doctor Strange nel Multiverso della Follia, su
Amazon.com, c’è una t-shirt che porta il marchio
degli Avengers, la grande A che abbiamo imparato a riconoscere in
questi anni. Il nome del prodotto è: T-Shirt Premium MarvelDoctor Strange Multiverse of Madness Avengers
Logo.
Con il logo dei Vendicatori con
alcuni dettagli leggermente rovinati, la descrizione del prodotto
suggerisce che Strange incontrerà gli Avengers da un universo
completamente diverso nel prossimo sequel. Quanto può esserci di
rivelatore in questo pezzo del merch e quanto invece sarà soltanto
l’ennesima t-shirt che non avrà nessun collegamento con i
Vendicatori e non dice niente del film?
“Vivi il dottor Stephen Strange
in un’avventura completamente nuova con Doctor Strange nel
Multiverso della Follia dei Marvel Studios. Questa t-shirt dei Vendicatori
mostra il logo dei Vendicatori per i più potenti eroi della Terra
che potrebbe provenire da un multiverso completamente
nuovo”.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Netflix ha rivelato
che Chicken Run 2 ,
ovvero il sequel di Galline in Fuga, arriverà
sulla piattaforma nel 2023. Il film originale del 2000, un
capolavoro di animazione stop-motion, ha sbancato i botteghini,
diventando il film realizzato in quella tecnica con il più alto
incasso al mondo.
The Aardman Animations Picture ha dichiarato che è stato questo
film a mettere l’Academy in condizione di creare una categoria
dedicata ai migliori film d’animazione. Nonostante il successo, il
sequel arriva solo a due decadi di distanza, con la supervisione di
Netflix. Tutta la gang di polli e galline tornerà in questa seconda
avventura che si intitolerà in originale Chicken Run:
Dawn of the Nugget.
The CHICKEN RUN sequel is coming, and it's
called… CHICKEN RUN: DAWN OF THE NUGGET. Hatching only on Netflix
in 2023. pic.twitter.com/cSFCYM966Q
Una scena eliminata da Hawkeye mostra Kingpin fare affari dopo la
Battaglia di New York in The Avengers.
Originariamente il personaggio ha debuttato in
Daredevil di Netflix e Marvel nei panni dell’arcirivale di
Matt Murdock (Charlie
Cox), Vincent D’Onofrio ha avuto la possibilità di
continuare a interpretare il cattivo nel MCU dopo che la serie della
piattaforma è stata cancellata. La sua apparizione in Hawkeye non solo stabilisce il suo posto
nel franchise, ma crea anche un futuro per lui.
Sono passati quattro anni da quando
Daredevil e il resto della serie TV Marvel e Netflix sono state
cancellate senza tante cerimonie per far posto a Disney+. Dopo la sua fortunata corsa
sul grande schermo, i Marvel Studios volevano produrre show
esclusivamente per il servizio di streaming della Casa di Topolino.
A differenza degli altri show Marvel sotto l’ombrello di Netflix,
Daredevil si è concluso abbastanza bene, con il
finale della terza stagione applaudita dalla critica e che
funzionava come una buona chiusura della serie. Tuttavia, data la
sua narrazione di alta qualità, i fan volevano che la serie
proseguisse. Non è ancora esattamente successo, ma il fatto che
D’Onofrio sia tornato a interpretare Kingpin è stato un grande
sviluppo.
L’apparizione di Fisk nel MCU si svolge in un mondo
post-Infinity Saga grazie alla serie
Hawkeye. Ma, nel tempo in cui non lo abbiamo
visto in azione, il personaggio è stato un giocatore attivo come
boss del crimine a New York, come dimostrano le scene di flashback
della serie incentrate su Echo (Alaqua Cox).
Ora, i fan possono vedere di più del
passato di Kingpin, e in particolare cosa ha fatto sulla scia
dell’attacco di Loki (Tom Hiddleston) a New York
durante The Avengers, grazie a una scena eliminata
condivisa su Twitter da @Zeus_TheAlpha. In essa, il signore del
crimine incontra per la prima volta Eleanor Bishop (Vera
Farmiga) mentre prende il posto del suo defunto marito
nell’organizzazione del villain. La scena non solo ci mostra la
continuità degli affari loschi di Kingpin, ma ci permette anche di
nutrire una maggiore simpatia per il personaggio di Eleanor Bishop,
sottostimato nella serie.
Diretto dal premio Oscar
Guillermo del Toro, il film targato Searchlight
Pictures La
Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley arriverà
il 27 gennaio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney
Company Italia. La Fiera delle Illusioni – Nightmare
Alley è interpretato dal candidato all’Academy Award
Bradley Cooper, dall’attrice premio Oscar
Cate Blanchett, dalla candidata all’Oscar
Toni Collette, dal candidato all’Oscar
Willem Dafoe, dal candidato all’Oscar Richard
Jenkins, dalla candidata all’Oscar
Rooney Mara, Ron Perlman e dal
candidato all’Academy Award David Strathairn.
La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley, il nuovo
trailer
Nel film La
Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley, un
giovane e ambizioso giostraio (Bradley Cooper) con
un talento nel manipolare le persone con poche parole ben scelte
frequenta una psichiatra (Cate Blanchett) che è
ancora più pericolosa di lui. Al luna park lavorano anche Molly
(Rooney Mara), il capo imbonitore Clem
(Willem Dafoe) e Ron Perlman nei
panni di Bruno the Strongman. Richard Jenkins fa
parte del pubblico dell’alta società nel ruolo del ricco
industriale Ezra Grindle.
Il film è diretto dal premio Oscar
Guillermo del Toro e scritto dallo stesso del Toro
insieme a Kim Morgan. Il film è prodotto da
Guillermo del Toro e dal vincitore dell’Academy
Award J. Miles Dale ed è basato sul romanzo di
William Lindsay Gresham. Il film sarà supervisionato dai Presidents
of Production for Film and Television di Searchlight Pictures
David Greenbaum e Matthew
Greenfield e dal Vicepresidente Senior DanTram
Nguyen.
In un’intervista con
MovieMaker Magazine, Robert Pattinson ha condiviso quanto sia
importante l’elemento investigativo del personaggio di
The
Batman. L’attore ha discusso di come il regista
Matt Reeves glielo ha proposto, e mentre Pattinson
pensava che sarebbe stato più incentrato sull’umore e
sull’atmosfera, è rimasto impressionato da quanto il film sia un
romanzo poliziesco. Pattinson ha anche parlato dell’importanza
dell’elemento nei fumetti che ritiene non fosse presente negli
altri film.
“Nel primo incontro Matt mi ha
detto che voleva appoggiarsi al fatto che Batman fosse il più
grande detective del mondo e fare un film noir poliziesco e, sai,
normalmente quando i registi lo dicono, poi lo fanno semplicemente
come un moodboard, è solo per le immagini. Ma quando ho letto la
sceneggiatura, si è rivelato vero! È un film poliziesco. Succede
sempre nelle graphic novel, ma è sempre un po’ in secondo piano nei
film.”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Evangeline Lilly ha dichiarato che Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato
il film della serie più difficile finora in termini di
realizzazione. Lilly, che farà parte della Fase 4 del MCU, ha recentemente parlato con
The Digital Fix mentre promuoveva il suo nuovo film
South of Heaven e ha parlato delle sfide che sono
arrivate con le riprese di Ant-Man 3 durante
la pandemia di coronavirus. Ha spiegato che i protocolli Covid
hanno reso il set impersonale, il che si è aggiunto all’intensità
che già rappresentava un bagaglio importante per il film:
“Abbiamo terminato le riprese
alla fine di novembre e penso che, senza dubbio, siano state la più
difficili che abbiamo realizzato. È stato il più difficile. È stato
l’unico che abbiamo realizzato durante il blocco del Covid. Questo
aggiunge una tale incredibile complicazione alla realizzazione di
un film. Aggiunge molto stress. Rende le cose molto impersonali
perché non puoi vedere i volti.
Anche Gli
Aristogatti riceverà il trattamento in live-action, dal
momento che è attualmente in fase di sviluppo presso la Disney il
film.
L’originale d’animazione, basato su
una storia di Tom McGown e Tom
Rowe, è stato distribuito nel 1970 dalla Walt Disney
Productions. Il film segue una famiglia di gatti persiani che
stanno per ereditare la fortuna del loro proprietario, ma devono
trovare la strada di casa con l’aiuto di un gatto randagio, Romeo,
dopo che il subdolo maggiordomo della loro proprietaria li ha
rapiti e li ha abbandonati in campagna.
Secondo
Comicbook.com, la Disney sta ora sviluppando un remake
live-action dell’amato classico per bambini. La sceneggiatura del
film è nelle mani di Will Gluck (Peter
Rabbit) e Keith Bunin
(Onward) e sarà prodotta dalla Olive Bridge
Entertainment di Gluck. I dettagli sul progetto sono ancora scarsi
poiché la fase di sviluppo è all’inizio, ma il film molto
probabilmente seguirà un aspetto simile al remake live-action della
Disney di Lilly e il Vagabondo.
Il remake live-action di Gli
Aristogatti non dovrebbe sorprendere dal momento che la
Disney nell’ultimo decennio sta lavorando a una serie continua di
riadattamenti in live action dei suoi classici animati. E c’è da
dire che sebbene alcune recensioni non siano propriamente
entusiaste, il pubblico mostra di apprezzare tantissimo queste
nuove narrazioni di classici senza tempo.
Lo scorso novembre
avevamo segnalato il piccolo errore di continuity nel primo
episodio di Hawkeye, e adesso Marvel e Disney hanno corretto la
svista.
Il “problema” riguardava lo stato di
distruzione dell’insegna sulla Stark Tower nel corso della
Battaglia di New York che la piccola Kate Bishop
vede dalla sua casa distrutta. Nella prima versione, le lettere
dell’insegna non “rispettavano” la caduta a cui abbiamo assistito
in The Avengers, mentre ora, su Disney+, è disponibile la correzione
della svista da parte dei Marvel Studios!
Di seguito potete vedere la scena
originale di Hawkeye e quella modificata:
Hawkeye è
disponibile in streaming su Disney+ e introduce nel MCU il personaggio di Kate Bishop,
interpretato da Hailee Steinfeld, che vedremo
sicuramente di nuovo sul grande schermo, dal momento che il
personaggio non è solo la pupilla di Occhio di Falco, ma è anche un
membro degli Young Avengers, che probabilmente arriveranno sul
grande schermo.
Tra il primo film
dell’MCU, Iron
Man, e il ventisettesimo, Spider-Man
– No Way Home, sono trascorsi tredici anni. Nel frattempo,
l’Universo
Cinematografico Marvel è diventato uno dei
pilastri del cinema di oggi: oltre agli effetti speciali, tra gli
elementi che danno forza al franchise ci sono sicuramente gli
attori stellari. Il gioco tra realtà e finzione cinematografica, i
gossip, i fenomeni di fandom sono pura linfa per la casa.
Soprattutto i fan più giovani sono
affezionatissimi ai volti dell’MCU
e probabilmente non sono pronti a vedere i loro attori preferiti
togliersi il costume da supereroe e abbandonare la Marvel. Purtroppo però, molti dei contratti
avviati agli arbori del franchise, quando ancora era tutto in fase
d’avvio, sono giunti a termine. A partire dal 2021 molti,
soprattutto tra gli interpreti originali degli Avengers, hanno
lasciato la nave Marvel. Kevin Feige
ha dichiarato che ora gli attori non sono più vincolati da rigidi
obblighi contrattuali: possono, se vogliono, restare, ma sono
liberi di scegliere. Quindi, se da un lato è arrivato il momento di
salutare alcune grandi star dell’MCU, dall’altro è bene
accogliere i
nuovi personaggi: scopriamo tutte le novità.
Chris Evans (Steve Rogers/Captain
America)
Chris
Evans ha esordito nell’MCU nel 2011 con
Captain America: Il primo Vendicatore, un film di poco
successo ma che ha reso l’attore una star della Marvel. Chris
aveva già precedentemente dimostrato di essere un grande eroe
Marvel nel film originale
di FoxI Fantastici 4 (2005), ma
è Capitan
America a permettergli di lasciare il segno.
Evans ha firmato uno dei
più lunghi contratti multi-film con i Marvel Studios. Tuttavia, in
un’intervista con la ABC ha dichiarato che avrebbe lasciato il franchise
“entro il 2019.” Nonostante le speranze dei fan per un ritorno in
futuro, gli autori della MCU sembrano essere
abbastanza soddisfatti di come si è conclusa la storia di Steve
Rogers.
Robert Downey Jr. (Tony Stark/Iron
Man)
Anche il volto principale
del primo film firmato MCU se ne va. Dopo 11
anni, Robert Downey Jr., attore emblema della
Marvel e del mondo dei
supereroi, dice addio al suo
Iron Man.
Considerando la morte terribile
sulla scena del personaggio in Avengers: Endgame, i fan possono solo
sperare di rivedere Downey Jr. in apparizioni
cameo, flashback e filmati di repertorio.
Scarlett Johansson (Natasha
Romanoff/Black Widow)
Vedova
Nera compare per la prima volta nel 2010, in Iron
Man 2. Torna poi nel 2012 in Avengers. Nel 2021, il
personaggio magistralmente interpretato da Scarlett
Johansson si guadagna il ruolo di protagonista in
Black Widow, film in cui viene esplorata la
storia di Natasha.
Un’altra morte sulla scena, un altro
addio. Natasha muore per sacrificarsi a
Vormir: con Black Widow
Johansson abbandona il suo personaggio. A
confermare ciò è una dichiarazione fatta dall’attrice stessa al
The Guardian.
Chris Hemsworth (Thor)
Agli inizi, il Thor di
Chris Hemsworth è stato essenziale per dare forza
all’MCU. Insieme a Capitan
America e ad Iron Man, è il Dio del Tuono a catturare
l’attenzione del grande pubblico.
L’arrivo nelle sale di Thor
nel 2011 è una pietra miliare per il franchise. Purtroppo per i fan
però, sembra che anche Hemsworth abbandonerà
l’MCU. Lo vedremo per
un’ultima volta nel film Thor: Love and Thunder, la cui
uscita è prevista per il prossimo luglio.
Jeremy Renner (Clint
Barton/Hawkeye)
Lo si vede per una prima
breve apparizione in Thor, ma è con The Avengers
(2012) che Jeremy Renner afferma il suo ruolo
nell’MCU. Il suo personaggio,
Clint Barton, torna poi in Avengers: Age of Ultron, e di
nuovo come membro del Team Cap in Captain America: Civil
War.Dopo aver
contribuito a riassestare la terra in Avengers: Endgame,
Barton diventa un mentore per Kate Bishop in
Hawkeye.
Dei
vincoli contrattuali di Renner si sa poco:
un’intervista del 2017 con
Vanity Fair riporta che l’ultima collaborazione con la
Marvel sarebbe dovuta
essere quella per il quarto film degli Avengers. Sappiamo che non è
andata così: lo abbiamo visto successivamente in Hawkeye e
What
If…?. In ogni caso, non sembrano esserci altri progetti in
vista per l’attore.
Chris Pratt (Peter
Quill/Star-Lord)
Pur non essendo un
Vendicatore, il personaggio di Chris Pratt è tra
gli eroi Marvel più
famosi.Pratt
cattura il pubblico con la sua interpretazione di
Star-Lord nel 2014 in Guardiani della Galassia per
poi tornare nel sequel del 2017. È sempre lui ad
interpretare il
personaggio in Avengers: Endgame.
Le
ultime apparizioni di Pratt pare che saranno
nei film in programmazione Thor: Love and Thunder e
Guardiani della Galassia Vol.
3. Tuttavia, l’attore si è mostrato innumerevoli
volte disposto a rinegoziare prontamente il suo contratto.
Mark Ruffalo (Bruce Banner/The
Hulk)
Ecco un altro degli
Avengers originali che se ne va. Mark
Ruffalo e il suo Incredibile Hulk non
sembrano intenzionati a rinnovare il contratto con la
Marvel. In realtà. c’è
confusione attorno al futuro del mostro verde…
L’attore ha parlato con Collider e ha dichiarato di aver firmato un contratto
a sei film con i Marvel Studios. Secondo
Vanity Fair, la collaborazione doveva finire con
Avengers: Endgame, ma pare che Ruffalo
apparirà nella serie She-Hulk.
Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man)
Rudd è in
tutto e per tutto sinonimo del personaggio di Ant-Man e
sarebbe impossibile immaginare qualcun altro nei panni del
supereroe in miniatura.
In
un’intervista del 2015 con The Hollywood Reporter, Kevin Feige
ha rivelato che Rudd aveva firmato a suo tempo un
contratto “three-plus-plus” (“tre più più”) con i Marvel Studios. L’attore
ha iniziato con il suo film, Ant-Man, poi è apparso anche in Captain
America: Civil War, Ant-Man and the
Wasp e Avengers: Endgame. In più, ha
appena finito di girare Ant-Man and the Wasp:
Quantumania: avendo raggiunto il tetto di cinque film,
sembra che Rudd abbia esaurito i suoi
”plus”.
Michael Peña (Luis)
Pur non essendo un supereroe, grazie alla sua
personalità vivace e ad alcune scene esilaranti, Luis di
Ant-Man è diventato uno dei personaggi
dell’MCU preferiti dai fan di
tutto il mondo.
In
un’intervista con Collider del 2015, l’interprete di
LuisMicheal Peña ha fatto
capire che il suo fosse un contratto valido per tre film.Finora, Peña è apparso nel primo
Ant-Man, in Ant-Man and the Wasp e tornerà
in Ant-Man and the Wasp: Quantamania del 2023. Sembra
quindi che il suo contratto sia scaduto.
Brie Larson (Carol Danvers/Captain
Marvel)
È la prima eroina a
ottenere un film tutto suo. Brie Larson fa il suo
debutto come Captain Marvel in Avengers: Infinity War.
Considerando che deve riprendere il suo ruolo come il potente eroe
MCU in The
Marvels (2023), non sembra ancora giunto il momento di
salutare Larson.
Inoltre, visto l’arrivo della
serie Disney+Ms. Marvel, c’è anche la
possibilità che Carol Denvers assuma un ruolo di primo
piano nell’attesissimo show.
Anthony Mackie (Sam Wilson/Captain
America)
Dopo la rivelazione sull’abbandono della
Marvel da parte di
Chris Evans, molti fan hanno provato a immaginare chi
avrebbe potuto assumere il nome di Capitan
America. Alla
fine, Avengers: Endgame ha risolto ogni dubbio: nel
film è proprio Steve Rogers a lasciare lo scudo a Sam
Wilson (Anthony Mackie).
Nell’MCU i progetti che
coinvolgono Mackie non mancano: dopo aver ottenuto un
ruolo come protagonista nella serie The Falcon and the Winter
Soldier, l’attore sembra aver firmato un nuovo contratto
che prevede una parte in Captain America 4.
Sebastian Stan (Bucky Barnes)
Il personaggio di
Sebastian Stan, Bucky, ha subito una
trasformazione enorme: dall’essere il Soldato d’Inverno è
passato alla parte di un eroe redento.
Tutto è iniziato con Captain
America: il primo Vendicatore e sembra che
nell’MCU ci siano grandi
progetti per Bucky Barnes: come afferma The Hollywood Reporter, Stan ha
firmato un contratto eccezionale di nove film con la
Marvel. Per ora l’abbiamo
visto in 5 lungometraggi e in 1 una serie tv: c’è quindi ancora
spazio per l’ex assassino nella Fase 4.
Florence Pugh (Yelena Belova)
Dopo l’addio alla
Vedova Nera di Natasha Romanoff nel 2021,
c’è già un nuovo volto per l’eroina: Yelena Belova, interpretata da Florence
Pugh.
Dotata di spirito brillante e vivace sarcasmo,
Yelena ha conquistato i fan anche per la sua abilità nei
combattimenti. Non ha nulla da invidiare alla
sorella. La Pugh è gia apparsa in
Hawkeye e certamente tornerà nei prossimi progetti
dell’MCU.
Charlie Cox (Matt
Murdock/Daredevil)
Con la fine della serie
Daredevil nel 2018, molti fan hanno temuto di non rivedere
più Charlie Cox e tutto il resto del cast.
Cox, in particolare, era diventato l’attore
preferito dal pubblico perché riusciva a catturare molto bene il
fascino e la complessa personalità di Matt Murdock.
Fortunatamente, sembra che l’MCU abbia nuovi grandi
piani per Matt Murdock.Dal momento che ci sono una serie di nuovi
personaggi strettamente legati al supereroe che devono essere
introdotti, Daredevil potrebbe apparire in diversi
progetti nei prossimi anni.
Tom Holland (Peter
Parker/Spider-Man)
Tobey
Maguire e Andrew Garfield hanno
sicuramente aperto la strada, ma
è Holland che ha davvero catturato
l’essenza di Spider-Man. Dapprima in Captain America:
Civil War e poi in Spider-Man: Homecoming,
Tom si è mostrato perfetto nei panni di
Peter.
Il futuro dell’attore inglese però è
pieno di incertezze. Il contratto di
Holland come interprete di Spider-Man sta
per finire.In una recente
intervista, Holland ha annunciato che No Way
Home sarebbe stato ufficialmente il suo ultimo film. D’altro
canto, Kevin Feige ha dichiarato che Spider-Man 4 è in
fase di sviluppo: ci sarà sempre Tom nel costume
di Spidey?
Alaqua Cox (Maya Lopez/Echo)
I fan hanno adorato
Maya Lopez di Hawkeye. La storia del
personaggio di Alaqua Cox ha affascinato il
pubblico tanto quanto vederla in azione. Sicuramente, anche
Maya giocherà un ruolo fondamentale nella Fase 4. Non a
caso, Kevin Feige ha già iniziato a
introdurre diversi personaggi che sono strettamente legati a lei e
alle sue storie.
Tom Hiddleston (Loki)
Prima di Thanos,
non c’era nessun cattivo migliore del Loki di Tom
Hiddleston. Il Dio dell’Inganno colleziona inimicizie e
poco affetto da parte dei fan. Tuttavia, sembra ottenere una
redenzione uccidendosi nel tentativo di distruggere Thanos…
C’è ancora spazio per Loki
nell’MCU? Probabilmente sì.
È già stato annunciato dalla Disney che la
serie Loki avrà una seconda stagione: probabilmente
vedremo Hiddleston operare nell’Universo
Marvel ancora per molti
anni.
Samuel L. Jackson (Nick Fury)
Ciò che ha reso Nick
Fury/ Samuel L. Jackson così
intrigante è la sua presenza emblematica in quasi tutti i film
della Marvel: compare per
la prima volta nell’originale Iron Man, poi in Iron
Man 2, The Avengers, Thor, Captain America: The First
Avenger, Capitan America: The Winter Soldier.
E le collaborazioni non finiscono
qui: anche se Jackson ha esaurito i nove film da
contratto con la Marvel Studios, sembra che
apparirà anche in Secret Invasion e, probabilmente,
in altri progetti.
Hailee Steinfeld (Kate
Bishop)
Anche se Clint
Barton potrebbe aver appeso il suo arco, in ogni caso c’è un
futuro per Hawkeye. Kate Bishop potrebbe
assumerne il mantello. Il pubblico vede già un ottima chimica
tra Steinfeld e la spumeggiante
Pugh. Inoltre, l’attrice ha lasciato intendere che
avremo modo di vederla nell’MCU ancora per molto
tempo.
Michael Keaton (Adrian
Toomes/L’Avvoltoio)
Dopo le critiche mosse alla
Marvel per i suoi cattivi
poco d’effetto, con Micheal Keaton nei panni
dell’Avvoltoio c’è stato un cambio di rotta. L’attore ha
fatto il suo debutto in MCU nel 2017 con
Spider-Man: Homecoming, mettendo in scena una delle
migliori performance da super-criminale mai viste.
Data la sconfitta
dell’Avvoltoio proprio in
Homecoming, non ci si aspettava che
Keaton venisse coinvolto in nuovi progetti.
Tuttavia, dopo la sua comparsa nel trailer di
Morbius, sembra che la Marvel abbia ancora grandi progetti
per l’attore.
È stata rivelata la durata di
The
Batman e sembra che Matt Reeves
sia intenzionato a tenere in sala gli spettatori per molto tempo.
La durata ufficiale di The
Batman sarà di due ore e 47 minuti, senza i crediti di
chiusura.
A 167 minuti senza credits,
The
Batman sarà il cinecomic più lungo di sempre, dopo
Avengers: Endgame e Zack
Snyder’s Justice League, rispettivamente di
181 e 242 minuti.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Dopo un piccolo periodo di limbo, in
cui non si sapeva quando la distribuzione avrebbe fatto arrivare il
film nelle sale italiane, arriva finalmente l’annuncio che Licorice
Pizza di Paul Thomas Anderson arriverà nelle nostre
sale il 17 marzo 2022.
Il nuovo film di Paul Thomas
Anderson ha come protagonista Cooper
Hoffman, figlio
di Philip Seymour Hoffman, frequente collaboratore del
regista, che ha diretto in Hard Eight,
Boogie Nights, Ubriaco d’amore, The Master e
Magnolia.
Ambientato nella San Fernando Valley
degli anni ’70, il film segue uno studente delle superiori, che è
anche un attore di successo.
Impreziosito da
braniinediti di Jennifer Lopez eseguiti in coppia con
Maluma, star dellamusica latina conosciuta a
livello mondiale,“Marry
Me – Sposami”
annovera nel cast proprioJennifer Lopez, che
interpreta la parte della superstar Kat Valdez, e Owen
Wilson nel ruolodi Charlie Gilbert, un
insegnante di matematica–due estranei che decidono
di sposarsiprima e di conoscersi
meglio poi.
Un’ improbabile storia
d’amore che parla di due persone diverse alla ricerca di qualcosa
di vero inun mondo dove il valore
diciascunoè dettato
dalla quantità di “mi piace” e numero di follower,“Marry
Me – Sposami”
è una commedia romantica moderna su celebrità, matrimonio e
socialmedia.
Kat Valdez (Lopez) fa
parte della power couple più sexy al mondo assieme alla nuova
stella dellamusica Bastian
(interpretato da Maluma, al suodebutto cinematografico).
Mentre la hit eseguitada Kat e Bastian,
intitolata “Marry Me”, sale inesorabile in vetta alle classifiche,
i due stanno perunirsi in
matrimoniodinnanzi ad una folla di
fan, in una cerimonia che verrà
trasmessacontemporaneamente su più
piattaforme.
Docente di matematica al
liceo, il divorziato Charlie Gilbert (Owen
Wilson) viene trascinato alconcerto dei due cantanti
da sua figlia Lou (Chloe Coleman, già nel cast della serieHBO
“BigLittle Lies–Piccole grandi
bugie”) e dalla sua migliore amica (Sarah Silverman). Quando Kat,
apochi
secondi dall’inizio della cerimonia, scopre che Bastian l’hatradita con la
sua assistente, lasua vita prende una piega
imprevista e, mentre ha un tracollo sul palco, comincia
a mettere indiscussione amore, verità
e fedeltà.Mentre il suo mondo
ovattato va lentamente in pezzi, dalpalco fissa lo sguardo su
uno sconosciuto–un viso tra la
folla.
Se quello che conosci ti
delude, magari la risposta è in ciò che non conosci, e
quindi, in unmomento di follia, Kat
decide di sposare Charlie. Ciò che inizia da unareazione
impulsiva sitrasforma in una storia
d’amore inaspettata. Ma mentre alcuni cospirano affinché i due
siseparino, la domanda di
tutti è:due personeprovenienti da
universi così diversi possonoappianare le differenze e
crearsi un posto unico nel mondo al quale appartenere?
“Marry Me–Sposami” è
diretto da Kat Coiro (regista della serie “C’è
sempre il sole aPhiladelphia” trasmessa da
Foxe
della serie targata Netflix “Amiche per la morte–Dead to Me”),la
sceneggiaturaè di John Rogers (autore
di “The Librarians”, trasmessa da TNT) e TamiSagher (autrice di “30
Rock”, NBC) e Harper Dill (autrice della serie “The Mick”,Fox) ed è
basatasul romanzo di Bobby
Crosby. Il film è prodotto daElaine Goldsmith–Thomas (che ha
giàprodotto “Le ragazze di
Wall Street–Business Is Business” e
“Un amore a 5 stelle”),JenniferLopez, Benny
Medina (produttore di “Le ragazze di Wall Street–Business
IsBusiness”, e di“Willy, il
principe di Bel–Air”, NBC) e John
Rogers.I produttori esecutivi
della pellicola sonoAlexBrown, Willie Mercer,
Pamela Thur e J.B. Roberts.
Brianna Hildebrand
è una giovane attrice americana che in poco tempo è riuscita a
mostrare al mondo le sue capacità e qualità grazie anche alla
popolarità di film come Deadpool. Sebbene abbia iniziato l’attività
di attrice da pochi anni, in questo breve periodo di tempo è
risucita a dare delle basi solide alla sua carriera e sarà
un’attrice da tenere d’occhio per il futuro.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Brianna Hildebrand.
Brianna Hildebrand: i suoi film e
le serie TV
1. Brianna Hildebrand: i
film e la carriera. La Hildebrand ha debuttato sul grande
schermo grazie al film Prism (2015). In seguito è apparsa
nei film Deadpool (2016),
First Girl I Loved (2016), Tragedy Girls (2017) e
Deadpool 2 (2018), con
Ryan Reynolds.
Nel 2019 ha recitato invece in Non si scherza col fuoco,
con protagonista il wrestler e attore John Cena.
Prossimamente la si potrà invece vedere nei film The Time
Capsule, Persephone e Girls Night.
2. Ha recitato anche in
celebri serie TV. La carriera dell’attrice americana è
iniziata nel 2014 in televisione grazie alla serie Annie
Undocumented, per poi continuare con la serie The
Exorcist (2017). Tra i suoi ultimi lavori televisivi si
annoverano Love Daily (2019), Trinkets (2019) e
Lucifer (2021), con Tom Ellis.
Brianna Hildebrand fidanzata
3. Non ha una definizione
per la sua inclinazione sessuale. In tempi passati
l’attrice si è talvolta dichiarata bisessuale, talaltra gay. Ma
dopo aver conosciuto la sua attuale fidanzata, Jonneke
Grisham, sul set di First Girl I Loved non ha più
ben chiaro in che tipo di definizione si riconosca, tanto da non
darsi più etichette di nessun genere e di non descriversi più in
alcuna maniera.
Brianna Hildebrand in
Deadpool
4. Ha lavorato sul suo
personaggio partendo da zero. Il personaggio di
Testata Mutante Negasonica non ha vita lunga nei
fumetti Marvel, tanto che l’attrice ha
potuto costruire il suo passato e la sua vita quasi da zero. A
detta dell’attrice, “Per lo sviluppo del mio personaggio è
stato davvero grandioso perché potevo letteralmente darle la mia
biografia, potevo darle qualunque cosa volessi che fossi. È stato
divertente, ne sono davvero entusiasta”.
5. Le scene d’azione sono
state le sue preferite. Se c’è una cosa che ha divertito
molto l’attrice sul set di Deadpool è stato fare quasi
tutte le acrobazie da sé. Inoltre, per poter dare vita ad una
performance soddisfacente, la Hildebrand si è allenata duramente a
Muay Thai per alcuni mesi e tanta boxe, anche perché prima di
allora non aveva mai svolto alcun tipo di preparazione fisica.
6. È rimasta estasiata per
una svolta del suo personaggio. La giovane attrice ha
rivelato di essersi sentita estasiata quando ha saputo che il suo
personaggio aveva una relazione con l’X-Man Yukio,
unica coppia gay di un film di supereroi. Non essendo una cosa
tanto diffusa al cinema, la Hildebrand è stata felice di potersi
fare portatrice di questa ulteriore diversità, che permette di
includere anche orientamenti sessuali troppo spesso bistrattati e
lasciati ai margini.
Brianna Hildebrand in Lucifer
7. Ha avuto un ruolo
nell’ultima stagione della nota serie. Nel 2021 l’attrice
ha ricoperto il ruolo di Rory in 9 episodi su 10 della sesta
stagione di Lucifer. Il suo personaggio è un angelo che si
presenta all’inferno in cerca di vendetta su Lucifero e pertanto
fugge sulla Terra con l’anima di Dan. Successivamente si scoprirà
avere legami particolarmente stretti con il protagonista. Nel corso
di quest’ultima stagione, quello della Hildebrand si è dunque
rivelato essere un personaggio particolarmente importante.
Brianna Hildebrand in
Trinkets
8. È stata protagonista
della serie Netflix. La serie Trinktes, basata
sull’omonimo romanzo del 2013 di Kirsten Smith, ha
per protagonista Elodie, una giovane taccheggiatrice che stringe
una profonda amicizia con due ragazze con il suo stesso vizio. Ad
interpretare la protagonista è proprio la Hildebrand, che ha così
avuto modo non solo di misurarsi con un personaggio primario ma
anche con una tipologia di ruolo per le grossomodo inedita.
Brianna Hildebrand è su Instagram
9. Ha un profilo Instagram
ufficiale. La giovane attrice americana ha deciso, alla
pari di molti altri suoi colleghi, di aprire un proprio account
ufficiale su Instagram, seguito da circa 887 mila persone. La sua
bacheca è molto variegata e lei è sempre protagonista di quasi
tutti i post. Foto che la ritraggono tra momenti lavorativi,
quotidiani e di svago. Seguendola, si potrà dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue attività, dentro e fuori dal set.
Brianna Hildebrand: età e
altezza
10. Brianna Hildebran è nata
il 14 agosto del 1996 a College Station, nel Texas. La sua
altezza complessiva corrisponde a 160 centimetri.
Si chiama Luke
Roberts, lo abbiamo visto nei panni di Ser Arthur Dayne in
Game of Thrones, (la sequenza era quella della
Torre della Gioia, che vediamo nei sogni di Bran), e ora sarà
Thomas Wayne, in The
Batman, con Robert
Pattinson.
Nella foto di seguito vediamo un
post di Instagram di Roberts in cui dice che si stava dedicando ad
alcune ricerche last minute per un nuovo personaggio, e in mano
stringe un fumetto di Batman, precisamente Batman: Sins of the
Father.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Batgirl sta per
approdare nel DCEU col
suo film solista: sarà Leslie Grace a vestire i
panni dell’iconica supereroina e, come abbiamo visto, la prima foto
dell’attrice in costume richiama alcuni dei look più iconici di
Batgirl nei fumetti. I fan dei fumetti sanno che
la storia di Batgirl è una delle più complesse
della DC Comics, con molte versioni del
personaggio messe a punto nei diversi media.
Batgirl ha avuto
uno degli archi di trasformazione del personaggio più significativi
nei fumetti e non sono mancate molte controversie lungo la strada.
I fan dei fumetti la reputano una fonte di ispirazione, sia in
qualità di Batgirl,Oracle, o
semplicemente Barbara Gordon. È unica tra i molti
alleati di Batman, in quanto primo membro della
Bat-Family ad avere un proprio film da solista.
La Batgirl originale
I fan dei fumetti sanno che
Barbara Gordon non è in realtà la
Batgirl originale; difatti, un altro personaggio,
Betty Kane, l’ha preceduta di diversi anni. La
Bat-Girl di Betty Kane fu introdotta come spalla
della Batwoman originale a fumetti nel 1961,
risultato di un periodo difficile nella storia del fumetto.
L’ispirazione per Bat-Girl, insieme
a quella per il personaggio di Batwoman, nacque
dalle affermazioni, assolutamente infondate, del dottor
Frederic Wertham che i fumetti, in particolare la
dinamica tra Batman e Robin, avrebbero indotto a un’omosessualità
latente nei giovani ragazzi. Questo ha portato la DC a
contrastare qualsiasi percezione pubblica di ciò, introducendo
interessi amorosi femminili per entrambi i personaggi.
L’influenza del fumetto
Dopo alcuni anni, la
preoccupazione per le accuse infondate di Wertham
si era placata; la prima Bat-Girl svanì
nell’oscurità, ma nel 1967, una nuova versione del personaggio
emerse: la nostra Barbara Gordon apparve per la prima volta in
Detective Comics #359 nel 1967 e, piuttosto
rapidamente, ispirò una versione live-action.
Più tardi, nel 1967, Yvonne
Craig debuttò come Batgirl nella serie TV
Batman di Adam West. I produttori dello show erano alla ricerca di
un personaggio femminile che aiutasse ad attrarre il pubblico più
giovane e Batgirl era la candidata perfetta per l’epoca.
Le sue origini mutevoli
Il personaggio di
Batgirl è stato in continua evoluzione e la sua
origin-story è cambiata più volte nel corso degli anni. Uno dei più
grandi cambiamenti avvenne all’indomani di Crisis On
Infinite Earths del 1985, uno degli eventi chiave della
storia della DC Comics.
La sua backstory venne modificata
inizialmente trasformandola da figlia biologica di Jim
Gordon a figlia adottiva. Seguì un’ulteriore modifica, con
Barbara che impara le arti marziali e si allena in
segreto proprio come fece Batman, in Secret Origins
#20 del 1987 scritto da Barbara
Randal.
Il sodalizio con Nightwing
In alcune versioni della
storia di Batgirl, è Batman che
la ispira a diventare una supereroina; tuttavia, il legame più
stretto che ha all’interno della Bat-Famiglia è quello con
Nightwing, dal momento che Batgirl è stata partner
di Dick Grayson come supereroi e sono stati anche
legati sentimentalmente.
Nightwing e Batgirl rimarranno
uniti, lavorando a stretto contatto a Bludhaven e
altrove. È molto probabile che Nightwing faccia un’apparizione nel
film dedicato a Batgirl, a seconda di come questo decida di
concentrarsi sulle storyline di entrambi i personaggi.
The Killing Joke
The Killing
Joke è considerato da molti uno dei migliori fumetti di
Batman degli anni ’80, nonché uno dei più controversi e
significativi, in cui Joker spara a
Barbara Gordon, lasciandola permanentemente
paralizzata.
Alan Moore, autore
del fumetto, è arrivato a pensare che Killing Joke
sia troppo violento, rinnegandolo. Molti fan ne hanno criticato la
trama, e l’incidente ai danni di Barbara è stato citato dalla
scrittrice Gail Simone nel coniare la definizione
di “donna nel frigorifero” come esempio di personaggi femminili
feriti o uccisi per favorire lo sviluppo del personaggio
maschile.
Oracle
Nonostante ciò,
Barbara Gordon ha continuato ad incarnare una
figura ispiratrice: non potendo più essere
Batgirl, decise di sfruttare la sua intelligenza e
determinazione per divenire Oracle, una risorsa
fondamentale per Batman e molti altri nella lotta contro il
crimine.
Oracle rappresenta uno dei pochi
supereroi con disabilità nei fumetti e, in questo senso, è stata
identificata come una figura emblematica e stimolante nonostante il
modo molto negativo in cui il personaggio è stato trattato nelle
storie precedenti.
Il legame con la Suicide Squad
I fan dei fumetti sanno che
sono stati molti i membri della Suicide Squad nel corso degli anni, ma
alcuni potrebbero non sapere che Oracle era uno di loro. Barbara
Gordon ha fatto la sua prima apparizione con l’identità di
Oracle in Suicide Squad #38 del
1990.
Oracle fornisce intelligence e
informazioni importanti ai supereroi nella lotta contro il crimine,
conducendo ad una sorprendente associazione con la Task
Force X, il programma governativo gestito da
Amanda Waller che ha portato la Suicide Squad a
svolgere missioni segrete.
Il ritorno nei panni di
Batgirl
La carriera di
Barbara Gordon come Oracle è
durata decenni, cosa estremamente insolita tenendo conto della
cornice dei fumetti, dove lo status quo non dura mai a lungo;
sarebbe poi tornata al ruolo di Batgirl con il
lancio dei New 52 nel 2011.
La nuova backstory di Barbara
conserva parte della storyline di The Killing Joke come, con
l’eccezione che il personaggio ha ora recuperato l’uso delle gambe.
La linearità narrativa sarebbe stata modificata ancora diverse
volte negli ultimi 10 anni, ma Barbara è rimasta nel ruolo di
Batgirl da allora.
The Huntress
Ci sono molte altre
versioni di Batgirl nei fumetti, sia nell’universo
DC primario che in quello alternativo: una delle migliori è
Helena Bertinelli, che i fan dei fumetti conoscono
come The Huntress, dalle sue precedenti
avventure.
Questa versione di Batgirl è apparsa
nel crossover a fumetti No Man’s Land della fine
degli anni ’90, anche se il suo ruolo avrà vita breve, poiché si
mostrerà in disaccordo con Batman riguardo a come proteggere la
città. Helena è apparsa nel film Birds of Prey, il che significa che potrebbe
incrociarsi con Batgirl nel DCEU.
Il costume dei fumetti
La tuta che Leslie
Grace indosserà nel film su Batgirl
sembrano essere basato in gran parte sul costume di Batgirl di
Burnside dei fumetti. Questo costume ha debuttato
nel 2014 ed ha ottenuto un successo immediato tra i fan; l’estetica
si ispirava inoltre ai colori viola e oro della versione di
Yvonne Craig.
La storyline di Burnside del 2014
probabilmente servirà anche come ispirazione per il film, in quanto
aggiorna il personaggio di Barbara con tratti caratteriali e una
sensibilità più moderna. Si tratta di una versione più giovane del
personaggio, che affronta problematiche contemporanee mentre cerca
di completare il suo dottorato.