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38 Torino Film Festival: tutti i vincitori

Il Torino Film Festival cambia passo

Si chiude oggi, sabato 28 novembre, il 38 Torino Film Festival, la prima edizione diretta da Stefano Francia di Celle e completamente online. I film vincitori saranno annunciati nel corso della premiazione che avrà luogo, in diretta dalla Mole Antonelliana, a partire dalle ore 18:00 sul canale YouTube e sull’account Facebook del Torino Film Festival.

9 giorni di programmazione, 133 film – di cui 64 lungometraggi, 15 mediometraggi, 54 cortometraggi, 29 lungometraggi opere prime, 52 anteprime mondiali, 16 anteprime internazionali, 4 anteprime europee, 40 anteprime italiane su un totale di oltre 4.000 opere visionate – e un fitto calendario di eventi collaterali, conferenze stampa, presentazione di libri, incontri con gli autori e masterclass.

“Siamo riusciti nell’impresa per nulla scontata di dare una soluzione di continuità al festival, nonostante la situazione di estrema difficoltà nella quale ci troviamo, preservandone l’identità – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. I miei complimenti vanno a Stefano Francia, per il risultato particolarmente significativo ed eclatante che abbiamo raggiunto. I consensi raccolti ci confermano che abbiamo fatto la scelta giusta, non solo proponendo i film su piattaforma ma creando un vero e proprio
programma con eventi, incontri, masterclass. Un patrimonio che resta online, i cui contenuti diventano un arricchimento del bagaglio complessivo del festival. L’appuntamento è per l’edizione del 2021 che faremo sia online che in presenza”.

“Questa edizione del Torino Film Festival è stata straordinaria e innovativa, come d’altronde è il cinema – afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Per la prima volta abbiamo gestito un evento completamente online, trovando nuove vie di comunicazione e di fruizione per quello che è uno degli appuntamenti culturali più importanti della città. Il cinema nasce in sala, è lì che si compie la magia, e nulla la potrà sostituire, ma in questa particolare avventura il pubblico ci ha dato ragione. Si aprono così prospettive nuove, non soltanto per i festival che il museo gestisce ma anche per tutti i
numerosi eventi culturali che propone”.

“Ho sempre amato il cinema per la possibilità di viaggiare nel mondo e conoscere persone diverse da me, e per la capacità di condensare, nell’arco di un cortometraggio o un lungometraggio, le emozioni, i colori, i suoni, i volti, i sorrisi di tutto il mondo – racconta Stefano Francia di Celle, direttore del Torino Film Festival. In questa edizione online tutto ciò è avvenuto in maniera ancora più forte, perché i 133 produttori e registi si sono prestati magnificamente al gioco serio di promuovere bellissimi film attraverso una proposta innovativa. Il cinema ha sempre avuto per me un ruolo fondamentale: i film e l’opera dei grandi registi – ma anche dei giovani autori – che ho visto proprio al Torino Film Festival mi hanno formato sia dal punto vista professionale che umano. Ringrazio con tutto il cuore la meravigliosa squadra del TFF, per aver saputo gestire il passaggio da festival ibrido a solo online e per aver fatto propri i temi sociali e di inclusione, solida base dalla quale è nato tutto il 38° Torino Film Festival”.

I film vincitori dei premi ufficiali del 38 TFF saranno proposti in replica su MYmovies a partire dalle ore 19:00 di sabato 28 novembre fino alle ore 24:00 di domenica 29. Biglietti 3,50 euro; gli abbonati potranno accedere alla sala virtuale, compatibilmente con i posti disponibili, senza maggiorazioni di costo.

Ma il Torino Film Festival non si ferma qui, e propone una maratona di Capodanno, sempre su MYmovies, dalle 12 del 31 dicembre e per 24 ore. Per info www.torinofilmfest.org.

TORINO 38 | Concorso Internazionale Lungometraggi
Giuria composta da Waad Al-Kateab (Siria), Jun Ichikawa (Giappone), Paola Randi (Italia), Martina Scarpelli (Italia), Homayra Sellier (Iran).

Miglior Film (€18.000) BOTOX di Kaveh Mazaheri (Iran-Canada, 2020)

Premio Speciale della Giuria SIN SEÑAS PARTICULARES di Fernanda Valadez (Messico-Spagna, 2020)

Miglior Attrice MERCEDES HERNANDEZ (Sin señas particulares, Messico-Spagna, 2020)

Miglior Attore CONRAD MERICOFFER (Camp de Maci, Romania, 2020)

Miglior Sceneggiatura BOTOX di Kaveh Mazaheri e Sepinood Najian (Iran-Canada, 2020)

Menzione speciale EYIMOFE THIS IS MY DESIRE di Arie & Chuko Esiri (Nigeria, 2020)

TORINO 38 CORTI | Concorso Internazionale Cortometraggi

Giuria composta da Waad Al-Kateab (Siria), Jun Ichikawa (Giappone), Paola Randi (Italia), Martina Scarpelli (Italia), Homayra Sellier (Iran).

Miglior Film (€ 2.000)
A BETTER YOU di Eamonn Murphy (Irlanda, 2019)

Premio Speciale della Giuria
JUST A GUY di Shoko Hara (Germania, 2020)

Menzione speciale
THE LAST MERMAID di Fi Kelly (Scozia/Regno Unito, 2019)
L’ESCALE di Pieter De Cnudde (Belgio, 2020)

TFFdoc – INTERNAZIONALE.DOC |Concorso Internazionale Documentari

Giuria composta da Stefano Cravero (Italia), Gaia Furrer (Italia), Paola Piacenza (Italia).
Miglior film per Internazionale.doc (€ 6.000)
THE LAST HILLBILLY di Diane Sara Bouzgarrou e Thomas Jenkoe (Francia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per lo struggente racconto di un mondo in dissoluzione abitato da uomini e donne dimenticati costretti a fare i conti con l’illusione di un falso progresso. Per il rispetto e l’affetto dimostrato nei confronti dei personaggi, svelati poeticamente e senza retorica.”

Premio Speciale della giuria per Internazionale.doc
OUVERTURES di The Living and the Dead Ensemble (Francia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Con questo film che dimostra il valore del lavoro collettivo, la Storia e il presente dialogano in un processo creativo colto nel suo farsi, in cui la ricerca procede liberamente e per divagazioni. Un viaggio profondo e affascinante nel concetto di rivoluzione e nell’identità di un Paese.”

TFFdoc – ITALIANA.DOC | Concorso Documentari Italiani
Giuria composta da Stefano Cravero (Italia), Gaia Furrer (Italia), Paola Piacenza (Italia).
Miglior film per Italiana.doc (€ 6.000)
PINO di Walter Fasano (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per la capacità di tradurre un lavoro su commissione in un’esplorazione creativa libera e personale. Coniugando il ritorno al luogo d’origine con il paradosso, l’anticonformismo, il gesto vulcanico di Pascali, il film trasporta lo spettatore in una dimensione in cui materiali d’archivio, parole e suoni sono presenze vive che aprono un dialogo tra artista e cineasta.”

Premio Speciale della giuria per Italiana.doc
AL LARGO di Anna Marziano (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Attraverso il flusso immersivo delle immagini e delle parole la regista ci avvicina alla realtà del dolore e alle sue conseguenze sullo spirito dell’uomo: la solidarietà, la cura, il senso della sofferenza. In una conversazione a più voci in cui saggio, esperienza sensoriale e poesia si intrecciano.”

ITALIANA.CORTI | Concorso Cortometraggi Italiani
Giuria composta da Martina Angelotti (Italia), Francesco Dongiovanni (Italia), Elisa Talentino (Italia).
Miglior film per Italiana.corti (€ 2.000)
OLD CHILD di Elettra Bisogno (Belgio, 2020)
MOTIVAZIONE: “L’abbandono della propria terra, evocato da un viaggio filmico vitale, fatto di suoni e memorie, privo di stereotipi linguistici e narrativi”.

Premio Speciale della giuria per Italiana.corti
MALUMORE di Loris Giuseppe Nese (Italia, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per la capacità con cui affronta il disagio della precarietà quotidiana, adottando un linguaggio estetico, essenziale e al contempo visionario”.

PREMIO FIPRESCI – Premio della Federazione Internazionale della Stampa
Giuria composta da Hala El Mawy (Egitto), Ariel Schweitzer (Israele), Silvana Silvestri (Italia).
Miglior Film Torino 38
MOVING ON di Dan-bi Yoon (Corea del Sud, 2019)
MOTIVAZIONE: “Per la sua visione sottile della famiglia, della crudeltà ma anche della tenerezza e dell’umanità che caratterizzano i rapporti familiari, per l’eleganza e la maturità del suo stile, la giuria Fipresci ha deciso di assegnare il suo premio al film sudcoreano Moving on del regista Dan-bi Yoon”.

I PREMI COLLATERALI
PREMIO RAI CINEMA CHANNEL | Miglior film scelto nelle sezioni Torino 38 Corti e Italiana.corti
€ 3.000 e acquisizione diritti web e free tv per l’Italia
A BETTER YOU di Eamonn Murphy (Irlanda, 2020)
MOTIVAZIONE: “Opera cinematografica di assoluta originalità, che scava con ironia nell’insicurezza e nella timidezza dell’animo umano in relazione con gli altri. A tratti distopico e anacronistico, fa riflettere sull’eccessivo utilizzo dei social network, sempre guidato da un’eccellente mano registica e da una magistrale interpretazione”.

PREMIO ACHILLE VALDATA| Miglior film scelto nelle sezioni Torino 38
Giuria dei lettori di TorinoSette – La Stampa
EYIMOFE THIS IS MY DESIRE di Arie & Chuko Esiri (Nigeria, 2020)
MOTIVAZIONE: “Per aver interpretato il tema dell’emigrazione con un taglio alternativo, dal punto di vista del migrante prima che lo diventi. In una sorta di neorealismo gli autori rappresentano con dignità la difficile vita quotidiana di Lagos senza cadere nel melodramma e nella compassione”.

 
 

Odile Vuillemin, chi è? Curiosità sull’attrice di Profiling

Odile Vuillemin in Profiling
dalla serie Profiling - Odile Vuillemin

Il genere crime è uno dei più diffusi sia al cinema che in televisione, amatissimo dalla maggior parte degli spettatori. Può sembrare strano ma c’è chi ama passare le serate alle prese con omicidi e indagini, un po’ come dei moderni Hercule Poirot e Miss Murple. Tra le tantissime serie tv crime classiche come Law & Order e La Signora in Giallo, ce n’è una francese in particolare, Profiling, che sta facendo impazzire il pubblico del mondo intero. Oggi vi parliamo proprio della protagonista di questa intrigante serie crime europea, interpretata da Odile Vuillemin.

Scopriamo insieme quindi tutto quello che c’è da sapere su Odile Vuillemin, sulla sua vita privata e la sua brillante carriera divisa tra cinema e televisione.

Odile Vuillemin biografia: gli inizi della sua carriera

Nata da Marna l’8 luglio del 1976, Odile Vuillemin è figlia di un ingegnere e una casalinga ed ha quattro sorelle tra cui una gemella, Sophie. Quando Odile compie quattro anni, la famiglia decide di trasferirsi da Marna a Metz, dove lei e le sue sorelle trascorrono tutta l’infanzia e l’adolescenza.

Dopo il diploma, decide di prepararsi per entrare allo HEC (École des Hautes Etudes Commerciales de Paris), conosciuta semplicemente come Paris School of Business Studies. Tuttavia, la Vuillemin cambia idea in corso d’opera e finisce con il prendere un percorso di studio completamente diverso.

Odile decide di restare a Parigi e studia sociologia, psicologia e lingue straniere (in particolare cinese e tahitiano), con l’idea di diventare un’etnologa. L’etnologia è una branca dell’antropologia e si occupa dello studio e del confronto delle popolazioni mondiali, analizzandone tutte le differenze socio-culturali.

Nonostante la sua strada si sia già ben delineata, Odile sorprende tutti e fa un ulteriore cambio di rotta. Appassionatasi un po’ per caso al teatro, decide quindi di approfondire i suoi studi e comincia a prendere lezioni di recitazione seguendo i Cours d’art dramatique René-Simon, conosciuti semplicemente come Cours Simon. Situata a Parigi, la scuola è una delle più antiche di Francia, destinate alla formazioni professionale di nuovi attori.

Grazie alla sua dedizione e alle lezioni della scuola d’arte drammatica, nel 2001 Odile intraprende finalmente la sua carriera d’attrice.

Odile Vuillemin film e serie tv

Il suo debutto al cinema come attrice risale al 2001 quando Odile viene scelta per interpretare un ruolo minore nel nuovo film di Jean-Paul Civeyrac, dal titolo Le Doux Amour des Hommes. A quel primo esperimento cinematografico ne seguiranno poi molti altri. In quegli anni infatti la vediamo nei film Podium (2004), À tout de suite (2004) – diretto da Benoît Jacquot -, Syprien (2009), J’aime Regarder Les Filles (2011), Furax (2012) e Love Is In The Air – Turbolenze D’Amore (2013).

Contemporaneamente, Odile comincia però a lavorare anche in televisione. Dal 2007 in poi la vediamo infatti partecipare a numerosi progetti televisivi come film, serie e miniserie. Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo le serie tv C’est Vostre Histoire (2007) – suo debutto ufficiale sul piccolo schermo -, Profiling (2009-2016), Xanadu – Una Famiglia a Luci Rosse (2011), Les Innocents (2018) e La Dernière Vague (2019).

Odile inoltre è stata tra i protagonisti di diversi film per la televisione. Tra i più importanti ricordiamo L’amore Sbagliato (L’Emprise, 2015), Entre Deux Mères (2016), Delitto a Courrières (Les Crimes Silencieux, 2017), Né sous silence (2018), Piégés (2018) e Un Homme Parfait (2019).

Nonostante il suo debutto come attrice risalga al 2001, Odile Vuillemin raggiunge però la notorietà soltanto otto anni più tardi. Il 2009 è un anno importante per l’attrice francese che finalmente ottiene un ruolo da protagonista in quella che poi diventerà una delle serie crime europee più amate, Profilage.

Odile Vuillemin in Profiling

Ideata da Fanny Robert e Sophie Lebarbier, Profilage – conosciuta con il titolo inglese di Profiling – è una serie crime che racconta dei casi affrontati dalla Polizia parigina e dalla sua criminologa più promettente, Chloé Saint-Laurent.

Ci troviamo nella bellissima e trafficatissima Parigi quando la criminologa Chloé Saint-Laurent (Odile Vuillemin) viene assegnata alla nuova squadra investigativa della polizia criminale, guidata da Matthieu Pérac (Guillaume Cramoisan). A questa divisione sono affidati i casi d’omicidio più cruenti e complessi e Chloé si trova a dover fare i conti con un capo a cui è estremamente difficile rapportarsi.

Mentre Matthieu è assi schematico e metodico nelle sue investigazioni, Chloè tende ad approcciarsi alle indagini in maniera differente. La criminologa riesce, estraniandosi dal gruppo, ad entrare nella testa dell’assassino, riuscendo a interpretare le sue scelte criminali e a volte ad anticipare le sue mosse. Inutile dire che non tutti i suoi colleghi siano proprio entusiasti di questo metodo così poco ortodosso.

Ma se Matthieu non sembra condividere la sua passione per l’attività di profiling, Chloé ha il sostegno di tanti nella squadra. Tra questi c’è il Comandante Thomas Rocher (Philippe Bas), il classico poliziotto pragmatico che odia le chiacchiere e predilige l’azione. Nonostante sia parecchio irascibili e brontolone, l’ispettore è uno dei sostenitori dell’attività di Chloè, rintenuta fondamentale per la risoluzione del casi.

La serie, in onda dal 2009 al 2018, è andata avanti per ben 10 stagioni e 102 episodi, non senza stravolgimenti di cast. Durante la settima stagione, Chloè viene trasferita e la nuova protagonista diventa Adèle Delettre, interpretata da Juliette Roudet, che a sua volta resta fino alla nona stagione.

Odile Vuillemin, perché lascia Profiling?

Per ben sei stagioni, Odile Vuillemin è stata la protagonista indiscussa di Profiling, nonché uno dei personaggi televisivi francesi più amati dal pubblico. Tuttavia, nel 2016, a sorpresa, l’attrice annuncia il suo ritiro dalla serie, notizia che lascia i suoi fan senza parole. Ma come mai Odile è arrivata a voler abbandonare la serie che l’ha sera così famosa? In molti si sono posti la stessa domanda e nei mesi successivi all’annuncio sono state formulate varie ipotesi.

Nel dicembre del 2016, in un’intervista rilasciata al giornale Le Parisien, Odile fa un commento a proposito della sua decisione di abbandonare lo show che però non convince molto il pubblico.

“Lascio Profiling perché ho bisogno di nuove sfide, di vivere altre esperienze. Chloé mi ha aiutato ad aprirmi. Questo ruolo è stato in un certo senso terapeutico”. [fonte: TéléStar]

Le parole di Odile, molto vaghe e in un certo senso distaccate, per alcuni dei suoi fan, sembrano voler celare un problema assai più grandi. Gli attenti telespettatori della serie, infatti, durante il corso della terza stagione avevano notato un cambiamento fisico importante nella protagonista. Odile davanti alle telecamere appariva assai dimagrita, quasi pelle o ossa e in molti pensavano che il suo stato fosse attribuibile al forte stress.

Girare una serie per così tante stagioni è un impegno assai gravoso e che spesso finisce con il logorare i suoi protagonisti. Per molti quindi la decisione di Odile di abbandonare la serie è una diretta conseguenza degli anni di duro lavoro sul set, in aggiunta ovviamente alla volontà di mettersi alla prova con nuovi progetti.

Odile Vuillemin 2020

L’ultimo dei progetti televisivi a cui Odile Vuillemin partecipa è un film, un biopic diretto da Laurent Tuel, dal titolo Pourquoi Je Vis. Adattamento dei libri Sous Ton Regard di Laurence Lemarchal e Mon frère, l’artiste di Leslie Lemarchal, il film ripercorre tutta la vita del famoso cantante Grégory Lemarchal.

Pourquoi Je Vis, è ambientato nel 2004, anno in cui Grégory Lemarchal vince la quarta edizione di Star Acadamy, un talent musicale televisivo francese in onda su TF1 dal 2001 al 2013 per ben 9 stagioni. Grégory sceglie proprio quel momento, per annunciare a più di dieci milioni di telespettatori di essere affetto da una malattia incurabile.

Grégory è affetto da fibrosi cistica, una malattia genetica letale che coinvolge diversi organi interni ma che colpisce maggiormente l’apparato respiratorio e digerente. A causa di una mutazione genetica, il corpo non riesce a espellere il muco che, accumulandosi in brochi e polmoni rende difficile la respirazione.

“Questo muco chiude i bronchi e porta a infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas e impedisce che gli enzimi pancreatici raggiungano l’intestino, di conseguenza i cibi non possono essere digeriti e assimilati. “

Pourquoi Je Vis, ripercorre gli ultimi anni di vita di Grégory Lemarchal, nato il 13 maggio del 1983 e morto il 30 aprile del 2007, all’età di soli 23 anni. Nel film, Odile Vuillemin interpreta Laurence Lemarchal, madre del famoso cantante scomparso.

Odile Vuillemin su Instagram

Se volete essere sempre aggiornati sulla vita privata e professionale di Odile Vuillemin, vi consigliamo di seguire il suo account ufficiale Instagram.

Fonte: Wiki, IMDB, TéléStar,

 
 

Beatrice Fiorentino è il nuovo Delegato Generale della Settimana Internazionale della Critica

Beatrice Fiorentino

Beatrice Fiorentino è il nuovo Delegato Generale della Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Nominata all’unanimità dal Consiglio Nazionale del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), sostituirà Giona A. Nazzaro, chiamato, dopo cinque anni alla guida della SIC, a dirigere il Festival di Locarno. A Nazzaro, il SNCCI esprime gratitudine e augura buon lavoro per il nuovo prestigioso incarico.

Laureata in Filmologia all’Università di Trieste, Beatrice Fiorentino è giornalista freelance e critico cinematografico. Ha insegnato linguaggio cinematografico e audiovisivo all’Università del Litorale di Capodistria e oggi scrive per Il manifesto, Il Piccolo, Cinecittà News, 8 e ½. Nel 2014 ha ricevuto il Premio Akai come “Miglior critico cinematografico” alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia e dal 2015 è parte della commissione “Film della Critica” del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Dal 2016 è selezionatore per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia e dal 2018 è membro della European Film Academy.

Raccolgo questa sfida con entusiasmo e orgoglio, ben consapevole della grande responsabilità che mi è stata affidata. Assieme alla commissione di selezione e alla nuova squadra di programmatori lavoreremo in continuità con la consolidata tradizione della Sic, sulla scia di chi molto autorevolmente ci ha preceduti. Non dobbiamo inventare nulla. Resteremo con gli occhi ben puntati al presente del mondo e al futuro del cinema” – afferma Beatrice Fiorentino, nuovo Delegato Generale della Settimana Internazionale della Critica.

Il Sindacato Critici ritiene molto positivo il lavoro svolto in questi anni da Giona Nazzaro e la nomina di Beatrice Fiorentino, la più stretta collaboratrice del delegato uscente, intende proprio dare continuità al progetto, che ha fatto della SIC l’appuntamento principe per intercettare e segnalare le novità e le trasformazioni del linguaggio cinematografico ed individuare i più interessanti autori emergenti. Particolarmente negli ultimi anni, la SIC ha dimostrato grande capacità di indagare anche fra le cinematografie meno note e meno condizionate da logiche di mercato, che spesso penalizzano la libertà creativa” – dichiara Franco Montini, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.

La commissione di selezione della SIC, composta oltre che da Beatrice Fiorentino, Paola CasellaSimone Emiliani e Roberto Manassero, è stata integrata con la nomina di Enrico Azzano.

Per ciò che riguarda la struttura organizzativa della SIC, a sostituire Eddie Bertozzi, cui ugualmente il SNCCI esprime vivo ringraziamento per il prezioso lavoro svolto nel corso di dodici anni, saranno Alessandro Gropplero e Suomi Sponton alla guida dell’ufficio programmazione insieme ad Anette Dujisin-Muharay.

 
 

MCU: ogni volta che gli eroi hanno combattuto contro… altri eroi!

MCU

Nella carriera decennale degli eroi Marvel nel MCU, è capitato diverse volte che questi avessero delle discussioni tra loro. Da alterchi passeggeri a vere e proprie Guerre Civili (appunto!), molti sono i casi in cui gli eroi si sono combattuti tra loro prima di trovare un fronte comune che li ha portati a sconfiggere Thanos alla fine di Avengers: Endgame. Ecco un elenco di tutti i momenti di Heroes vs Heroes nel MCU, cosa li ha fatti emergere e chi li ha vinti.

1Nebula Vs Nebula in Avengers: Endgame

Gli scherzi del viaggio nel tempo dei Vendicatori in Avengers: Endgame potrebbero avere conseguenze a lungo termine nell’universo cinematografico Marvel, ma hanno anche avuto ripercussioni immediate. Oltre a Capitan America, anche Nebula ha incontrato la sua vecchia sé, che era ancora un fedele servitore di Thanos.

Ciò ha provocato un breve confronto tra la vecchia e la nuova Nebula, poiché la prima ha minacciato di sparare alla Gamora del 2014, come segno della sua lealtà al padre adottivo. Nonostante i tentativi di redimere la Nebula ancora cattiva, alla fine non è stato possibile e così la Nebula del 2023 ha deciso di uccidere la sua sé alternativa più giovane per salvare sua sorella.

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Il Signore degli Anelli: la scena che lascia sempre in lacrime Saen Astin

il signore degli anelli

Sean Astin, che ha interpretato Samwise Gamgee nella trilogia de Il Signore degli Anelli, ha dichiarato che non può fare a meno di piangere ogni volta che guarda una scena iconica della trilogia.

Astin, che da bambino ha esordito ne I Goonies, ha lavorato costantemente da quando è apparso nella trilogia, recitando in due film di Adam Sandler (50 Volte il Primo Bacio e Cambia la tua vita con un Click), apparendo nei panni di Bob nella stagione 2 di Stranger Things e doppiando Shazam in un diversi film d’animazione e programmi TV. Ma sarà sempre ricordato per il suo ruolo ne Il Signore degli Anelli, dato lo status iconico che il franchise detiene nella cultura popolare. L’attore sembra contento di questo status e dice che quando guarda i film si emoziona ancora, piangendo regolarmente in una scena in particolare.

Parlando con CinemaBlend, Astin dice che ogni volta che arriva alla fine de Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re, la scena in cui Aragorn saluta i quattro hobbit lo fa piangere. Nella scena, gli Hobbit si inchinano al re appena incoronato, ma lui li ferma rapidamente, dicendo: “Non inchinatevi a nessuno”. La folla riunita, incluso Aragorn, si inchina quindi a loro. È una scena emozionante, e molti spettatori si sono ritrovati a piangere su quella battuta, e Astin è uno di loro. Ecco cosa ha detto Sean Astin:

“L’ultima [scena] che abbiamo girato è stata una scena che mi fa sempre piangere nel film, quando Aragorn si volta e ci guarda e dice “Oh, amici miei, non inchinatevi a nessuno”. Quella fu l’ultima inquadratura dei quattro Hobbit insieme. Il mio ultimo ciak. Il film aveva tante altre scene ancora da girare ma quella era l’ultima con i quattro hobbit insieme, eravamo davanti ad uno schermo verde e uno blu, con lo sguardo imbarazzato e ci siamo detti: “Oh, immagino che si stiano tutti inchinando per noi?” Tutti facevano il conto alla rovescia negli ultimi tre mesi. E penso che abbiano scelto di conservare quel momento come ultima cosa. Era all’interno del magazzino di Stone Street, che era lo studio, laggiù. È una fabbrica di vernici abbandonata, e ogni volta che soffia il vento, le finestre sbattono e cose del genere. Ma sai, c’era lo champagne. Non penso che sia stata la fine delle riprese principali, ma è stato sicuramente un riassunto per gli Hobbit. Andavamo in giro come una squadra, gli Hobbit. Quindi era come, “Oh, gli Hobbit sono sul set!” Oppure, “Gli Hobbit stanno passando sul set. Dove sono gli Hobbit? Gli Hobbit stanno mangiando di nuovo?””

Senza dubbio si tratta di una scena commovente per la maggior parte del pubblico, anche a distanza di anni, e sicuramente, per chi come Sean Astin è stato coinvolto nelle riprese e nell’incredibile avventura della produzione de Il Signore degli Anelli, lo è anche di più. Ecco di seguito le scena:

 
 

Lily Collins: intervista ai protagonisti di Mank di David Fincher

Lily Collins

Lily Collins interpreta Rita Alexander in Mank, il nuovo film di David Fincher che ricostruisce le vicende dietro alla produzione di Quarto Potere di Orson Welles. Questa la nostra intervista all’attrice. Mank arriva il 4 dicembre su Netflix.

Guarda il trailer di Mank

Dopo aver lanciato brand del calibro di House of Cards e Mindhunter, David Fincher torna a lavorare con Netflix. Mank, un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, racconta dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto Potere.

A interpretare lo sceneggiatore, Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da Howard Fincher il padre defunto di David. Il film dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film invece troviamo Ceán Chaffin, frequente collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha il premio Oscar come migliore attore protagonista. Mank doveva essere il progetto a cui David Fincher voleva dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.

Mankiewicz è stato uno degli sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood e ha lavorato con Orson Welles per Quarto Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker, Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle otto, L’idolo delle folle e The Pride of St. Louis. Oldman ha appena recitato per Netflix nel film diretto da Steven Soderbergh The Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo dei Panama Paper, insieme a un cast che include Meryl Streep e Antonio Banderas. Sempre per Netflix, David Fincher ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death & Robots.

 
 

Amanda Seyfried: intervista ai protagonisti di Mank di David Fincher

Amanda Seyfried

Amanda Seyfried interpreta Marion Davies in Mank, il nuovo film di David Fincher che ricostruisce le vicende dietro alla produzione di Quarto Potere di Orson Welles. Questa la nostra intervista all’attrice. Mank arriva il 4 dicembre su Netflix.

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Dopo aver lanciato brand del calibro di House of Cards e Mindhunter, David Fincher torna a lavorare con Netflix. Mank, un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, racconta dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto Potere.

A interpretare lo sceneggiatore, Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da Howard Fincher il padre defunto di David. Il film dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film invece troviamo Ceán Chaffin, frequente collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha il premio Oscar come migliore attore protagonista. Mank doveva essere il progetto a cui David Fincher voleva dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.

Mankiewicz è stato uno degli sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood e ha lavorato con Orson Welles per Quarto Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker, Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle otto, L’idolo delle folle e The Pride of St. Louis. Oldman ha appena recitato per Netflix nel film diretto da Steven Soderbergh The Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo dei Panama Paper, insieme a un cast che include Meryl Streep e Antonio Banderas. Sempre per Netflix, David Fincher ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death & Robots.

 
 

Tom Pelphrey: intervista ai protagonisti di Mank di David Fincher

tom pelphrey

Tom Pelphrey interpreta Joseph L. Mankiewicz in Mank, il nuovo film di David Fincher che ricostruisce le vicende dietro alla produzione di Quarto Potere di Orson Welles. Questa la nostra intervista all’attore. Mank arriva il 4 dicembre su Netflix.

Guarda il trailer di Mank

Dopo aver lanciato brand del calibro di House of Cards e Mindhunter, David Fincher torna a lavorare con Netflix. Mank, un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, racconta dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto Potere.

A interpretare lo sceneggiatore, Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da Howard Fincher il padre defunto di David. Il film dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film invece troviamo Ceán Chaffin, frequente collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha il premio Oscar come migliore attore protagonista. Mank doveva essere il progetto a cui David Fincher voleva dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.

Mankiewicz è stato uno degli sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood e ha lavorato con Orson Welles per Quarto Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker, Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle otto, L’idolo delle folle e The Pride of St. Louis. Oldman ha appena recitato per Netflix nel film diretto da Steven Soderbergh The Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo dei Panama Paper, insieme a un cast che include Meryl Streep e Antonio Banderas. Sempre per Netflix, David Fincher ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death & Robots.

 
 

Chef – La ricetta perfetta: trama e cast del film di Jon Favreau

Chef - La ricetta perfetta film

Il regista Jon Favreau è oggi noto per essere particolarmente legato alla Disney, per la quale ha diretto film come Iron Man, Il libro della giungla, Il re leone e ha ideato la serie The Mandalorian. Molto impegnato in progetti dal grande budget, questi decise però, nel 2014, di prendersi una pausa da tutto ciò e tornare a dedicarsi ad un film più piccolo, senza l’utilizzo di grandi effetti speciali ma basato unicamente su una buona sceneggiatura e valide interpretazioni. È così che nasce Chef – La ricetta perfetta, film per il quale Favreau ha ricoperto il ruolo di regista, sceneggiatore, produttore e attore protagonista.

Il suo desiderio era infatti quello di realizzare un film basato sul mondo della cucina, sua altra grande passione. Per tale progetto decise di circondarsi di colleghi fidati ed esperti del settore che potessero guidarlo verso una maggior realisticità. All’interno di questo contesto, però, Favreau decise di inserire anche elementi autobiografici, come la provenienza da una famiglia difficile e l’essere un padre spesso più impegnato nel lavoro che nel dedicare tempo ai propri figli. Lo stesso desiderio di abbandonare film dal grande budget per dedicarsi ad un progetto indipendente è un elemento che si ritrova nel film nella decisione del protagonista di rinunciare al grande ristorante in favore di un più umile food truck.

Dopo un periodo di riprese dislocate tra le città di Miami, Austin, Los Angeles e New Orleans, Chef – La ricetta perfetta arrivò infine in sala. Qui si affermò come un grande successo, incassando ben 46 milioni di dollari a livello globale a fronte di un budget di soli 11. Il film venne inoltre particolarmente apprezzato dalla critica, che ne lodò la regia, le interpretazioni e la storia. Così Favreau ha dato ulteriormente prova della sua poliedricità, dimostrando di essere uno dei nomi del cinema statunitense più importanti del momento. Per scoprire ulteriori curiosità su questo film, basterà proseguire qui nella lettura.

Chef – La ricetta perfetta: la trama del film

Protagonista del film è Carl Casper, chef di grande fama che da anni riscuote ormai soltanto pareri positivi per i suoi ricercati piatti, in grado di soddisfare ogni tipo di palato. Nonostante ciò, egli si trova un giorno a dover fare i conti con la critica negativa del temuto Ramsey Michel, noto esperto di gastronomia. Carl non prenderà però affatto bene le sue affermazioni, e in seguito ad una sfuriata pubblica nei confronti del critico finisce con l’essere licenziato dal ristorante e veder terminare bruscamente la sua gloriosa carriera. Ritrovatosi screditato da tutti e senza un lavoro, questi si trova nella condizione di dover trovare una soluzione.

L’idea che gli permetterà di riscattarsi arriva proprio dalla sua ex moglie Inez, la quale gli consiglia di aprire un chiosco di panini cubani. Aiutato da suo figlio Percy e dall’esperienza di questi con il mondo del Web, Carl intraprende così un lungo viaggio dalla Florida alla California con il suo food truck chiamato “El-Jefe”. Durante tale tour lo chef avrà non solo occasione di incontrare numerosi fan della sua cucina, ma anche di riscoprire l’amore nei confronti di questa. In particolare, però, egli avrà modo di ricostruire il rapporto con suo figlio, con il quale aveva fino a quel momento trascorso troppo poco tempo insieme.

Chef - La ricetta perfetta cast

Chef – La ricetta perfetta: il cast del film

Anche protagonista del film, Jon Favreau contattò per assisterlo il celebre chef di food-truck Roy Choi. Questi acconsentì di partecipare in qualità di consulente a patto che Favreau si impegnasse ad essere il più realistico possibile nella sua interpretazione. Per riuscire in ciò, il regista e attore trascorse diverso tempo in cucina con Choi, imparando ad eseguire correttamente attività come ripulire la propria postazione o ripiegare adeguatamente gli asciugamani. Allo stesso tempo, lo chef insegnò lui a cucinare, e tutti i piatti che si vedono nel film vengono realmente preparati da Favreau. Questo duro periodo di pratica gli permise di entrare nella mentalità dello chef, con tutta la concentrazione che questo ruolo richiede anche per i più piccoli dettagli.

Nel ruolo di Inez, ex moglie di Carl, si ritrova l’attrice Sofia Vergara, oggi nota per il suo ruolo nella serie Modern Family. Il giovane Emjay Anthony, qui ad uno dei suoi primi ruoli cinematografici, interpreta invece il figlio di Carl, Percy. Nel film sono poi presenti attori come John Leguizamo nei panni di Martin, amico di Carl, e il premio Oscar Dustin Hoffman in quelli di Riva, proprietario del ristorante dove Carl lavorava. Compaiono poi in ruoli minori gli attori Robert Downey Jr. nel ruolo di Marvin e Scarlett Johansson in quello di Molly. Questi due avevano già collaborato con Favreau per il film Iron Man 2. L’attore Oliver Platt, invece, è il critico Ramsey Michel. Per prepararsi al ruolo, questi passò diverso tempo insieme a suo fratello, che di professione è proprio un critico gastronomico. Da lui imparò tutto ciò che c’era da sapere sul mestiere.

Chef – La ricetta perfetta: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Chef – La ricetta perfetta è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 27 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

 
 

California, paradiso in fiamme: il documentario di Ron Howard

California, paradiso in fiamme

La mattina dell’8 novembre 2018, nel nord della California, una scintilla prodotta da una torre di trasmissione, si trasforma rapidamente, grazie anche alla siccità che perdura da tempo,  in una devastante tempesta di fuoco che travolge la cittadina di Paradise. Quando l’incendio viene spento, si contano 85 morti, 50.000 sfollati e il 95% delle strutture distrutte. Si tratta dell’incendio più letale negli Stati Uniti negli ultimi 100 anni e il peggiore nella storia della California.

Senza più un’abitazione e con una città rasa al suolo dalle fiamme, gli abitanti di Paradise decidono di unire le proprie forze dando vita a una comunità capace di risorgere nelle avversità e trovare in se stessa la forza per affrontare i tanti ostacoli della ricostruzione.

Una storia di resilienza e impegno che il regista premio Oscar Ron Howard racconta in California, paradiso in fiamme in onda su National Geographic (Sky, 403) lunedì 30 novembre alle 20:55.  Realizzato dopo un anno di riprese, questo documentario ripercorre i sacrifici di una popolazione che trova la propria strada ridefinendo le priorità sulla salvaguardia dell’ambiente e rafforzando il suo tessuto sociale. Una comunità che decide di rinascere per inseguire il sogno di ricostruire un nuovo “paradiso”.

“Non ci sono dubbi, i cambiamenti climatici hanno contribuito agli incendi che hanno devastato la costa ovest degli Stati Uniti. Dovrebbe suonare per tutti come un campanello d’allarme – Paradise potrebbe essere la nostra città” afferma Ron Howard e aggiunge “Paradise ci ha ricordato come la comunità rappresenti una risorsa e l’unità sia una preziosa rete di sicurezza emotiva.”

 

 
 

Onward – Oltre la magia dal 2 dicembre in homevideo

Onward - Oltre la magia

Onward – Oltre la magia quando due fratelli elfi adolescenti, Ian e Barley Lightfoot, hanno l’inaspettata opportunità di trascorrere un giorno in più con il loro defunto padre, si imbarcano in una straordinaria avventura a bordo dell’epico furgone di Barley, Ginevra. Come ogni impresa che si rispetti, la loro avventura è ricca di incantesimi magici, mappe misteriose, ostacoli insormontabili e scoperte incredibili. Ma quando la coraggiosa mamma dei ragazzi, Laurel, si accorge che i suoi figli sono scomparsi, si allea con la Manticora, una ex guerriera in parte leone, in parte pipistrello e in parte scorpione, e inizia a cercarli. Nonostante le pericolose maledizioni, questo singolo magico giorno potrebbe significare molto più di quanto avessero mai immaginato. Diretto da Dan Scanlon e prodotto da Kori Rae, il lungometraggio d’animazione Disney e Pixar sarà disponibile dal 2 dicembre in formato Blu-Ray e DVD.

Nella versione italiana di Onward – Oltre la magia, il cast di voci comprende Sabrina Ferilli nei panni di Laurel Lightfoot, una mamma determinata e devota che lavora duramente e si impegna con tutto il cuore in tutto ciò che fa, e Fabio Volo in quelli di Wilden Lightfoot, intelligente e sicuro di sé, ha scoperto un modo creativo e al tempo stesso fantastico per rivedere i suoi figli molti anni dopo la sua morte. Tra le voci italiane anche Favij, Raul Cremona e David Parenzo che interpretano rispettivamente uno spiritello, un apprendista stregone e un cameriere.

Onward – Oltre la magia CONTENUTI EXTRA:

  • Alla ricerca della StoriaOnward – Oltre la magia è ispirato alle esperienze personali vissute da Dan Scanlon, nonostante il regista non abbia sangue elfico o poteri magici;
  • Cittadini di New Mushroomton – La città di New Mushroomton è popolata da un insieme variegato di creature magiche – dagli elfi agli gnomi, dai centauri ai troll. In questo documentario i filmmaker e i voice talent raccontano in che modo hanno portato in vita le creature fantastiche del mondo di Onward – Oltre la Magia;
  • Ardore del cuore – Questo estratto ripercorre il processo di creazione della magia del mondo di Onward – Oltre la Magia sin dai primi stadi, attraverso le inquadrature, le luci e gli effetti;
  • Gemme Magiche – Approfondimento sull’emozionante scena delle “Gemme Magiche”, dall’idea narrativa alla sua epica realizzazione sullo schermo;
  • Mago Rock – I fratelli e compositori Mychael e Jeff Danna hanno scavato a fondo nella loro storia personale per plasmare la brillante Colonna Sonora del film;
  • Scene eliminate – con l’introduzione del regista Dan Scanlon;
  • Commento Audio – con le voci del regista Dan Scanlon e la produttrice Kori Rae  E tanto altro!
 
 

Ciak d’oro 2020: tutti i vincitori

Pinocchio Ciak d’oro 2020

Il quadro dei Ciak d’oro 2020 si completa con i risultati del voto della giuria di 150 giornalisti e critici di cinema nelle 10 categorie “tecniche” (Miglior Attore e Attrice non protagonisti, Miglior Sceneggiatura, Miglior Colonna sonora, Miglior Produttore, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Migliori Costumi, Migliori Scenografie e Miglior Sonoro).

Miglior Attore non Protagonista è Roberto Benigni per il suo Geppetto in Pinocchio di Matteo Garrone. Pinocchio vince anche nelle categorie Migliori Costumi (a Massimo Cantini Parrini, anche per Favolacce), Migliori Scenografie (a Dimitri Capuano) e Miglior Sonoro (a Maricetta Lombardo).

Miglior Attrice non Protagonista è Barbara Chichiarelli per la sua interpretazione in Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Favolacce conquista anche i Ciak d’oro per la Miglior Sceneggiatura ai Fratelli D’Innocenzo e per il Miglior Produttore.

Il Traditore di Marco Bellocchio si aggiudica due premi: quello per la Migliore Fotografia (a Vladan Radovic) e quello per il Miglior Montaggio (a Francesca Calvelli).

Miglior Colonna Sonora è quella realizzata da Brunori Sas per Odio l’estate di Massimo Venier, che ha segnato il ritorno al cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo.

Annunciati anche i tre premi speciali assegnati dalla redazione di Ciak: il tradizionale Ciak d’oro Colpo di fulmine, quello per la Rivelazione nelle serie tv e il nuovo Ciak d’oro per il miglior Corto, reso ormai necessario dall’enorme crescita della produzione e del numero di festival dedicati ai cortometraggi. In questo anno segnato dai lockdown, alla redazione è sembrato impossibile assegnare un altro Ciak d’oro tradizionale, il Bello e invisibile, dedicato ai film di qualità che non hanno avuto la fortuna di farsi notare.

Il Ciak d’oro Colpo di fulmine va a Lontano lontano di Gianni Di Gregorio perché “affronta con levità venata d’amarezza, ma senza arrendersi al disincanto, il tema delle aspirazioni e dei bilanci della terza età nella realtà cittadina di oggi. Ed è l’ultima, magistrale interpretazione di Ennio Fantastichini”.

Il Ciak d’oro per la Rivelazione nelle serie tv va a Carlotta Antonelli per la sua interpretazione di Angelica in Suburra La Serie perchè: Sobria, sempre lontana dal rischio dell’interpretazione di genere, la Antonelli a 25 anni coglie l’occasione di Suburra per dimostrare di aver maturato il talento già mostrato in Bangla e Vivi e lascia vivere”.

Il nuovo Ciak d’oro per il Miglior Cortometraggio va a Non io di Claudia Gatti e Benedetta Pontellini con la seguente motivazione: “L’incontro tra un uomo e una donna in una cornice dominata dall’isolamento e dalla difficoltà dei rapporti al tempo del lockdown, è realizzato con il ricorso alle riprese in smartphone, in una cornice formale di grande cura. Conferma il talento delle due giovani autrici-imprenditrici, già intravisto nel corto Generazione 2000, entrato nella shortlist del Tribeca Film Festival.”

A ottobre erano stati resi noti i vincitori dei Ciak d’oro del Pubblico, realizzati quest’anno in collaborazione con Sky Tg24. Partner della 35esima edizione dei Ciak d’oro è l’Università telematica Mercatorum, del gruppo Pegaso. La prima Startup University tutta italiana, caratterizzata da diversi percorsi accademici, tutti all’insegna dell’innovazione. Si tratta della prima partnership pubblico-privata per la governance di un’istituzione universitaria, che nasce con l’obiettivo di assumere la leadership nella formazione delle imprese. L’appuntamento con i prossimi Ciak d’oro è per l’estate 2021.

Questi i vincitori dei Ciak d’oro assegnati dai 150 giornalisti e critici di cinema e i premi speciali della redazione di Ciak:

Ciak d’oro per il Migliore attore non protagonista:
Roberto Benigni (Pinocchio)

Ciak d’oro per la Migliore attrice non protagonista:
Barbara Chichiarelli (Favolacce)

Ciak d’oro per la Migliore sceneggiatura:
Damiano e Fabio D’Innocenzo (Favolacce)

Ciak d’oro per la Migliore colonna sonora:
Brunori Sas (Odio l’estate)

Ciak d’oro per il Miglior Produttore:
Pepito Produzioni, con Amka Films Prod.,
Qmi, Rai Cinema, Vision Distribution (Favolacce)

Ciak d’oro per la Migliore Fotografia:
Vladan Radovic (Il traditore)

Ciak d’oro per il Miglior Montaggio:
Francesca Calvelli (Il traditore)

Ciak d’oro per i Migliori costumi:
Massimo Cantini Parrini (Pinocchio e Favolacce)

Ciak d’oro per le Migliori scenografie:
Dimitri Capuano (Pinocchio)

Ciak d’oro per il Miglior sonoro:
Maricetta Lombardo (Pinocchio)

Ciak d’oro Colpo di fulmine:
Lontano lontano di Gianni Di Gregorio

Ciak d’oro per il Miglior Cortometraggio:
Non io di Claudia Gatti e Benedetta Pontellini

Ciak d’oro per la Rivelazione nelle serie tv:
Carlotta Antonelli (Suburra La Serie)

 
 

#iorestoinSala, il 2 dicembre The Specials

The Specials

Con Elio (Elio e le storie tese) e Gianluca Nicoletti (Cervelli Ribelli), continuano gli eventi speciali firmati #iorestoinSALA! La nuova diretta “streaming”  è fissata per mercoledì 2 dicembre alle ore 20.30 con la presentazione di THE SPECIALS – FUORI DAL COMUNE.

Entrambi genitori di figli affetti da autismo e da anni impegnati in prima linea nelle campagne di sensibilizzazione e nella diffusione di informazioni sulla neuro diversità, Elio e Gianluca Nicoletti introdurranno il film assieme a Michele Crocchiola per #iorestoinSALA.

E proprio di questo parla la commedia  agrodolce firmata da Olivier Nakache e Éric Toledano (Quasi Amici) con protagonisti Vincent Cassel e Reda Kateb. Nei panni di Bruno e Malik, amici e colleghi, i due sono entrambi impegnati in organizzazioni non-profit differenti, responsabili dell’educazione di bambini e adolescenti affetti da autismo.

The Specials, la nostra recensione

La storia del film s’ispira a due persone reali, Stéphane Benhamou, fondatore di Le silence des justes, Daoud Tatou, direttore di Le relais IDF, associazioni specializzate nella cura dei giovani autistici, in particolare quelli provenienti da contesti svantaggiati.

«I nostri film raccontano sempre incontri inverosimili. – spiegano i registi  – Questo ha una dimensione particolare: parla di come persone che comunicano poco, o affatto, e che sono considerate anormali, riescano comunque a far sì che delle persone considerate “normali”, che nella nostra società non comunicano più, possano comunicare. In queste associazioni si ritrova un’armonia e una miscela di culture, religioni, identità e passati atipici che dovrebbero essere d’ispirazione per molti…»

L’introduzione sarà come di consueto visibile anche sulle pagine Facebook di ognuna delle oltre 50 sale italiane che aderiscono al circuito www.iorestoinsala.it.

 
 

L’incredibile storia de L’Isola delle Rose, il racconto di un’utopia attraverso le parole dei protagonisti

L'incredibile storia de L'Isola delle Rose conferneza

È stato presentato, nelle ormai consuete modalità a distanza, via conference call, il nuovo film di Sydney Sibilia, una co-produzione Netflix e Groenlandia e ispirata ad una storia incredibilmente vera, L’incredibile storia de L’Isola delle Rose, appunto. Il film racconta infatti la vicenda dell’Isola delle Rose, la piattaforma artificiale creata dall’ingegnere Giorgio Rosa, divenuta micronazione il 1º maggio 1968 e demolita nel febbraio del 1969. Una storia di utopie e libertà, raccontata attraverso i volti di Elio Germano, Matilda De Angelis, Luca Zingaretti, Fabrizio Bentivoglio, Violetta Zironi, Tom Wlaschiha e Leonardo Lidi, scritta dallo stesso Sibilia con Francesca Manieri e prodotto da Matteo Rovere per Groenlandia e da Teresa Meneo per Netflix.

I primi a presentare il progetto sono stati appunto i produttori, che si sono confrontati con un lavoro niente affatto semplice. Meneo in particolare ha specificato che il coinvolgimento della piattaforma è stato deciso proprio dalla natura della storia, che nonostante sia legata ad un fatto accaduto in Italia e legato al territorio, ha uno spirito internazionale: “A Netflix ci piacciono le storie che vengono da tutte le parti, e che possono arrivare ovunque. Questa storia ci ha conquistati, nonostante sia molto ‘locale’, riesce a portare sullo schermo tanti elementi che possono avere un’eco internazionale.”

Il fascino della storia vera dietro L’incredibile storia de L’Isola delle Rose

Rovere aggiunge: “Il film è nato da Sydney, Francesca e anche da me, anni fa. Abbiamo subìto il fascino di Giorgio Rosa e della sua volontà di rendere concreto il suo desiderio di libertà utopistico, un desiderio che in fondo non era poi tanto noto come forse merita. Era una storia un po’ folle, come il cinema di Sydney, ma anche radicata nel territorio. Abbiamo trovato in Netflix un partner che ci ha aiutato a pensarlo con questa dimensione internazionale, con un grande aiuto da parte di Teresa.” “E’ stata una produzione complessa – continua Rovere – ma abbiamo cercato di portarla avanti senza sottovalutarne le difficoltà. La cosa bellissima è vedere il cast così variegato che ha partecipato al film. Sono stati tutti bravissimi a restituirci la forza di questa storia vera che è incredibile.”

Sulle complessità realizzative legate alla protagonista assoluta del film, questa piattaforma in mezzo al mare al largo di Rimini, Rovere ha spiegato: “La realizzazione dell’isola è l’elemento produttivo che ci ha spaventato di più. L’abbiamo realizzata nelle Infinity Pool di Malta, ovvero studios grandissimi, delle piscine all’interno delle quali è stata realizzata la struttura che poi è stata implementata dagli effetti visivi. Sydney voleva percorrere la strada più difficile, che ci potesse permettere di ottenere una location con cui si poteva interagire fisicamente in maniera credibile, per cui abbiamo scartato da subito l’idea di farla interamente con gli effetti, e abbiamo ottenuto questo risultato.”

L'incredibile storia de L'Isola delle RoseLa cosa che maggiormente colpisce è che la storia raccontata ne L’incredibile storia de L’Isola delle Rose è effettivamente vera, accaduta, proprio in Italia, o meglio a largo delle acque territoriali italiane. Una storia è nota, incredibile, ma in qualche modo rimasta sommersa. “L’idea nasce nel periodo in cui stavo a cercare storie, come un rabdomante. Stavamo scrivendo Smetto quando voglio 2 e 3, ed erano sceneggiature piene di tecnicismi, quindi stavamo sempre con Wikipedia aperta – esordisce Sydney Sibilia, raccontando la genesi del progetto – E sulla home page del sito, un giorno, c’era un riquadretto che citava proprio la micronazione dell’Isola delle Rose. Allora ci ho cliccato e ho letto questa storia incredibile, di quella che ti chiedi perché nessuno ci abbia mai fatto un film. Poi mi sono ricordato che io i film li faccio e ne ho parlato con Francesca, con cui ci siamo detti che era come un film già fatto, tant’è che ci abbiamo messo solo un anno e mezzo per scriverlo.”

Francesca Minieri continua: “È andata così, la scaletta l’abbiamo scritta mentre stavamo ultimando Smetto quando voglio 3. Credo che la cinematografia di Sydney sia molto chiara, ha a che fare con l’individuo, con il suo potere in rapporto al potere costituito, ed è un tema che viene raccontato nel film. Si parla di libertà. La storia ci sembrava particolarmente giusta per lui, ed aveva tanti trabocchetti e tanti rischi, perché ci sembrava interessante che gli antagonisti fossero alcuni dei padri della patria, gli eroi della Costituzione italiana. Franco Restivo è stato un padre costituente. Dal mio punto di vista di sceneggiatrice è stato interessante arrivare ad un tono di scrittura che si confronta con la commedia che presenta anche toni drammatici, epici, storici.”

Il film racconta un’epoca folle

Ad interpretare l’ingegnere Giorgio Rosa è stato chiamato Elio Germano che così spiega la sua idea di libertà, in questo momento storico: “Oggi l’idea di libertà è declinata al ribasso. Ci sono persone che non hanno libertà di accedere a cure, istruzione, dimore, per cui si può parlare di libertà quando siamo tutti sullo stesso livello. Quindi credo che oggi bisogna prima pensare al diritto di vita delle persone, al diritto di sopravvivenza. Tutto il resto è qualcosa in più. Soprattutto dopo la pandemia, già l’idea di pensare al futuro mi sembra qualcosa di importante. Un film così ci aiuta ad alleggerire gli animi.” Parlando del suo lavoro di ricerca sul personaggio, Elio Germano ha raccontato: “Una delle cose che mi ha colpito di più andando a parlare con i reduci di quell’epoca, a Bologna, anche per studiare l’accento, è uscito fuori che era un periodo in cui si faceva a gara a chi la faceva più strana. Tutto molto diverso dall’omologazione che oggi la fa da padrone. Non è che la sua fosse un’impresa ideologica, ma era solo l’idea di fare una cosa molto grande da soli.”

Nelle figure storiche di Franco Restivo e Giovanni Leone, il film trova i suoi inediti antagonisti, due padri della nostra Costituzione egregiamente e comicamente interpretati da Fabrizio Bentivoglio e Luca Zingaretti, che non hanno nascosto un certo gusto nell’offrire un ritratto così irriverente delle due figure storiche quasi sacre. Così Zingaretti: “Per quelli della mia generazione, Leone è stato un personaggio molto importante. Ovviamente è stato divertente andare a rivisitare quei momenti. Come diceva Elio, quegli anni sono ricordati per il boom economico o per le contestazioni, ma la verità, come racconta questo film, è che sono stati anche anni folli. Oltre a raccontare una storia di libertà, questo film è anche divertente, con tanti spunti di riflessione, proprio uno di quelli che piace andare a vedere a me.”

“Di Franco Restivo si sapeva poco – spiega invece Bentivoglio – non posso dire di aver fatto una grande ricerca per interpretarlo, ho trovato una sua frase che suona ‘ogni qualvolta la democrazia viene minacciata, il Paese reagisce subito, d’istinto’. Questa mi sembra la summa del personaggio, lo racconta molto bene. Perché lui ha fatto parte della costituente, ha scritto realmente la nostra costituzione, anche quel benedetto articolo 11, che dice ‘L’Italia ripudia la guerra’, e quindi racconta come si possa scrivere questo e poi disattenderlo, se non addirittura tradirlo.”

Ma il film nasce principalmente da una negazione, come ha raccontato Sydney Sibilia, la contrarietà del vero Giorgio Rosa a fare della sua impresa un film. E così il regista ha raccontato il suo incontro con l’ingegnere bolognese: “Quando entri in contatto con una storia, non sai se dentro c’è già un film. Quindi avevo bisogno di incontrare Giorgio Rosa, di fargli delle domande, prima tra tutte ‘perché?’, cosa c’era dietro quell’isola. È stato un incontro stupendo e molte cose che ci sono nel film vengono proprio dai racconti che ha fatto lui. Dopo avergli fatto tante domande, ancora non ero convinto di farci un film. Solo alla fine del nostro incontro gli ho chiesto se gli avrebbe fatto piacere se avessimo fatto un film su di lui. E lui mi ha guardato e mi ha detto ‘No’. Allora ho pensato che in quella negazione c’era la motivazione più grande per farlo, il film.”

Quel film, L’incredibile storia de l’Isola delle Rose, arriverà su Netflix a partire dal prossimo 9 dicembre.

L'incredibile storia de L'Isola delle Rose poster

 
 

Dirty Dancing: il sequel non rimpiazerrà Patrick Swayze

dirty dancing

Sappiamo ormai da tempo che un sequel di Dirty Dancing è ufficialmente in sviluppo con Jennifer Grey, protagonista del film originale del 1987 al fianco di Patrick Swayze, coinvolta nel progetto. Diretto da Emile Ardolino, il primo Dirty Dancing è stato un grandissimo successo di critica e pubblico, incassando al box office oltre 214 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 5 milioni.

In una recente intervista con People, Jennifer Grey ha voluto rassicurare i fan della pellicola originale e del compianto Swayze, assicurando che l’attore – scomparso nel 2009 all’età di 57 anni – non verrà sostituito. “Tutto quello che posso dire è che nessuno andrà a rimpiazzare chi non c’è più”, ha dichiarato Grey. “Non puoi provare a ripetere qualcosa di magico come quello. Devi cercare di fare qualcosa di differente.”

Ad agosto Jon Feltheimer, CEO di Lionsgate, ha ufficialmente confermato che Dirty Dancing avrà un sequel che sarà diretto da Jonathan Levine e Gillian Bohrer e sceneggiato da Mikki Daughtry e Tobias Iaconis. Inoltre Jennifer Grey, l’originale “Baby” della pellicola del 1987, reciterà nel film e sarà coinvolta anche in qualità di produttore esecutivo.

In una nota ufficiale, lo studio aveva dichiarato: “Sarà esattamente il tipo di film romantico e nostalgico che i fan del franchise stavano aspettando e che lo ha trasformato nel film di maggior successo nella storia della nostra compagnia.”

Il grande successo di Dirty Dancing

Oltre ad essere stato un grandissimo successo, Dirty Dancing ha ricevuto anche diversi riconoscimenti importanti. La canzone portante della colonna sonora, “(I’ve Had) The Time of My Life”, ad esempio, ha ricevuto l’Oscar e il Golden Globes nel 1988 come miglior canzone originale. Sempre ai Golden Globes del 1988, sia Patrick Swayze che Jennifer Grey ricevettero una nomination a testa come migliori attori, mentre il film venne candidato come miglior film musicale o commedia.

 
 

Marvel: 10 progetti naufragati che oggi sarebbero irrealizzabili

Hulk

Il successo del MCU ha rivoluzionato l’industria cinematografica hollywoodiana, non soltanto il genere dei cinecomics. Dopo l’enorme successo della strategia senza precedenti di Kevin Feige – avere un franchise i cui titoli fossero collegati gli uni agli atri attraverso una narrazione generale più ampia -, quasi tutti i principali studi hanno provato a ricreare lo stesso modello e ad applicarlo ai loro franchise di successo. Il MCU ha indubbiamente dato vita ad una formula vincente; tuttavia, ci sono stati innumerevoli film Marvel non realizzati nel corso degli anni che oggi, nonostante risultino appetibili sulla carta, probabilmente non potrebbero mai trovare una loro collocazione nell’universo condiviso.

1Silver Surfer: The Musical

Silver Surfer

Silver Surfer ha fatto solo un’apparizione in live action finora, ma è stato soltanto al centro di un sequel di scarso successo, quando avrebbe potuto essere il protagonista di un’opera rock sulla scia di Flash Gordon.

Il produttore Lee Kramer aveva il bodybuilder Frank Zane in lizza per il ruolo del titolo, mentre Stan Lee aveva creato un personaggio appositamente per il film, che sarebbe stato interpretato da Olivia Newton-John. Come se ciò non bastasse, a Paul McCartney era stato chiesto di scrivere la colonna sonora e le canzoni di Silver Surfer: The Musical. Il MCU potrebbe esistere per altri cento anni e siamo certi che arriverebbe mai a toccare certi livelli di insana follia.

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John Travolta ricrea l’iconico ballo di Pulp Fiction in un nuovo spot

In occasione di uno spot pubblicitario a tema natalizio, l’attore John Travolta, che ha interpretato il sicario Vincent Vega in Pulp Fiction di Quentin Tarantino, è apparso nei panni di Babbo Natale e ha ricreato l’iconico ballo del cult del 1994. Da allora, la sequenza è diventata una delle più riconoscibili nella storia del cinema ed è stata molte volte oggetto di parodie.

Il ballo di Pulp Fiction, che coinvolgeva anche Uma Thurman nei panni di Mia Wallace, è stata direttamente influenzata dai film della New Wave europea degli anni ’60. Da allora è diventato un pezzo iconico della cultura pop e il ruolo di Vincent Vega nel film ha rivitalizzato la carriera di John Travolta. Sebbene non sia mai più tornato a lavorare con Tarantino, la sua apparizione nell’ultimo spot di Capital One a tema natalizio mostra quanto l’attore sia ancora irreversibilmente legato al ruolo.

Lo spot, disponibile sull’account YouTube della società bancaria Capital One, vede Travolta nei panni di Babbo Natale, immerso in un’atmosfera tipicamente natalizia. Facendo shopping online, improvvisamente riceve una videochiamata da Samuel L. Jackson, suo co-protagonista in Pulp Fiction. Lo spot si conclude con Mr. & Mrs. Claus che ricreano l’iconica scena del ballo del cult di Tarantino sulle note di “Run Run Rudolph” di Chuck Berry, anche se nel film è stata usata “You Never Can Tell”, sempre di Berry.

https://www.youtube.com/watch?v=7tbx9HN3qk8&feature=emb_title

Il prequel mai realizzato di Pulp Fiction

Pulp Fiction è uno dei film cult di Quentin Tarantino, anzi, dell’intera storia del cinema. Scritto e diretto dal regista americano nel 1994, vinse (nello stesso anno) la Palma d’oro al Festival di Cannes e un Oscar alla Miglior Sceneggiatura Originale del 1994. Di recente Michael Madsen, attore feticcio del regista, ha rivelato che il film avrebbe dovuto avere un prequel (qui per approfondire).

 
 

Star Wars: Leia è l’unico Skywalker ad essere un vero Maestro Jedi?

General Leia Organa (Carrie Fisher) and Rey (Daisy Ridley) in STAR WARS: EPISDOE IX

Il canone di Star Wars ha velatamente lasciato intendere che Leia potrebbe essere l’unico Skywalker ad essere stato realmente un Maestro Jedi. La Lucasfilm ha recentemente pubblicato “The Star Wars Book”, una guida completa alla galassia lontana, lontana, con contributi da parte di Pablo Hidalgo, Dan Zehr e Cole Horton. Il libro ha finalmente fornito una spiegazione in merito a tutti e sei i ranghi dei Jedi, con alcune implicazioni davvero sorprendenti.

La rivelazione più notevole (qui per approfondire) è stata che un Maestro Jedi è un Cavaliere che ha completato con successo l’addestramento di almeno un Padawan. Anche se questa sembra una definizione abbastanza semplice, in realtà ha notevoli implicazioni per la saga di Star Wars. Significa, infatti, che Anakin Skywalker non è mai stato veramente un Maestro, perché il suo Padawan, Ahsoka, non ha mai completato le Prove, ma ha invece lasciato l’Ordine. Inoltre, anche Luke Skywalker non dovrebbe essere considerato un vero Maestro Jedi, perché il suo primo Padawan, Ben Solo, ha ceduto al lato oscuro prima di affrontare le Prove, e nessun altro dei suoi studenti era passato al Cavalierato prima che il suo Tempio Jedi venisse distrutto da Palpatine.

In effetti, c’è solo uno Skywalker che probabilmente ha la pretesa di essere un vero Maestro Jedi: Leia Organa. Mentre Luke ha iniziato l’addestramento di Rey in Star Wars: Gli ultimi Jedi, l’ha guidata in realtà soltanto per pochi giorni; Rey ha successivamente lavorato come apprendista presso Leia per un anno prima degli eventi di Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Rey è letteralmente l’unico studente di uno Skywalker a diventare un Cavaliere Jedi, il che significa che Leia è l’unico Skywalker che può davvero essere considerato un Maestro Jedi.

L’addestramento Jedi di Leia e i Fantasmi di Forza

Anche se l’addestramento di Leia sotto Luke è stato interrotto, il romanzo di Rae Carson basato su L’Ascesa di Skywalker ha rivelato che è stata successivamente addestrata dai Fantasmi della Forza di Obi-Wan Kenobi e persino dal Maestro Yoda. “Aveva imparato dai migliori”, ha spiegato il romanzo. “E non solo da Luke; nel corso degli anni aveva occasionalmente sentito la voce di Obi-Wan Kenobi attraverso la Forza, e ancora più raramente quella di Yoda. Alcuni giorni le era sembrato di aver imparato dalla Forza stessa.”

È implicito che questi Fantasmi di Forza abbiano continuato a fare da mentore a Leia mentre allenava Rey. Nel frattempo, Leia incoraggiò Rey a cercare conoscenze molto più antiche di quelle che poteva donarle lei: spinse, infatti, Rey ad esaminare attentamente gli antichi testi Jedi recuperati da Ahch-To. Evidentemente, l’approccio di Leia si è rivelato efficace, poiché Rey ha superato una Prova Jedi peggiore di qualsiasi cosa i Jedi del passato avrebbero mai potuto immaginare: quando ha combattuto contro suo nonno, Palpatine, nel mondo Sith di Exegol.

Senza dubbio questa rivelazione sorprenderà i fan, poiché Luke è il personaggio più associato ai Jedi, nonché considerato da sempre un leggendario Maestro Jedi. In verità, però, è sua sorella Leia che ha l’onore di essere considerata la prima Maestra Jedi in Star Wars dopo gli eventi de Il ritorno dello Jedi.

 
 

Top Gun: Maverick, dall’impiego del green screen al conflitto del protagonista

Jennifer Connelly and Tom Cruise in Top Gun - Maverick
Jennifer Connelly and Tom Cruise in Top Gun - Maverick - Fonte: IMDB

Intervistato da Men’s Journal, Miles Teller ha parlato di Top Gun: Maverick, attesissimo sequel della pellicola cult degli anni ’80 che contribuì a lanciare la carriera internazionale di Tom Cruise, attore ancora poco conosciuto all’epoca e che, in breve tempo, sarebbe diventato una delle più grandi star di Hollywood.

Teller, che nel film avrà il ruolo di Bradley “Rooster” Bradshaw, il figlio dell’ex gregario di Maverick, Nick “Goose” Bradshaw (interpretato da Anthony Edwards e morto nel film originale), ha spiegato che nel film “Rooster” sta seguendo le orme di suo padre ed è una delle nuove reclute del programma Top Gun. A proposito del lavoro sul set, la star di Whiplash ha spiegato: “Non è stato impiegato alcun green screen in Top Gun: Maverick. Ogni ripresa, ogni acrobazia… è stato il risultato del duro lavoro, del vero sudore, di tutto le persone che hanno collaborato al film. La produzione è durata circa un anno intero, sicuramente l’esperienza lavorativa più lunga a cui abbia mai preso parte.”

A fornire ulteriori dettagli sulla lavorazione del film è stato lo stesso Tom Cruise, che parlando con Empire Magazine ha rivelato di aver curato personalmente l’addestramento al volo dei suoi colleghi. Cruise, che del sequel è anche produttore, ha spiegato: “Quando hai a che fare con GS pesati, la colonna vertebrale si comprime, incluso il tuo cranio. Alcune persone delirano. Alcune persone riescono a gestirlo. Quindi ho dovuto sostenere i miei colleghi per poter ottenere delle alte GS. Perché dovevano farlo agire sull’aereo. Non posso farli ammalare ogni volta.”

Il conflitto di Pete Mitchell al centro di Top Gun: Maverick

Il vero conflitto nel sequel di Top Gun esiste all’interno dello stesso Maverick, fino a quando non scopre la verità su suo padre e accetta di non essere responsabile della morte di Goose. A 30 anni di distanza, le sue buffonate stanno ancora influenzando negativamente la sua carriera militare. Secondo riportato già in passato, Maverick si troverà in contrasto con il personaggio di Jon Hamm, molto simile a quello di Mike “Viper” Metcalf (interpretato nell’originale da Tom Skerritt), la cui autorità sarà proprio il motivo scatenante dell’attrito.

C’è indubbiamente una dinamica complicata tra Maverick e Rooster, e ci sono state molte speculazioni sulla scena del funerale vista nel trailer e su cosa potrebbe significare per Maverick. Parlando sempre con Empire, il regista John Kosinski ha parlato proprio delle sfide che Maverick dovrà affrontare nel nuovo film: “Adesso è il migliore in quello che fa. Ha dedicato tutta la sua vita all’aviazione. Ma ha dovuto comunque pagarne il prezzo: deve affrontare alcune cose del suo passato e riconciliarsi con esse. È una storia di passaggio, proprio come lo era il primo film. Adesso è un uomo in una fase diversa della sua vita.”

Il personaggio di Maverick farà anche i conti con una Marina tecnologicamente più avanzata di quella che esisteva tre decenni fa. Il Maverick della “vecchia scuola” dovrà ritagliarsi una nicchia per se stesso in questo nuovo e coraggioso mondo o accettare che non ci sia posto per lui. In un’intervista con Collider, il produttore del film David Ellison ha dichiarato: “È proprio lo specchio del mondo in cui viviamo oggi, in cui esiste la tecnologia dei droni e la quinta generazione di aerei da caccia è davvero ciò che la Marina degli Stati Uniti chiama l’ultimo caccia artificiale che stiamo effettivamente per produrre. Quindi, sta davvero esplorando la fine di un’era di combattimenti aerei e piloti di caccia e cosa sia diventata questa cultura oggi.” 

Tutto quello che sappiamo su Top Gun: Maverick

Dopo più di trent’anni di servizio come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore, mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten. Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che saranno scelti per volarci incontro.

Tom Cruise e Val Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom “Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer ConnellyJon Hamm Miles Teller. Il film arriverà al cinema il 2 luglio 2021.

 
 

Godzilla vs Kong potrebbe arrivare direttamente in streaming

godzilla vs kong

Godzilla vs. Kong potrebbe essere il prossimo blockbuster a saltare la sala cinematografica e arrivare direttamente in streaming. Legendary e Warner Bros. ha dato il via al MonsterVerse nel 2014 con il reboot di Godzilla. Il film ha aperto così la strada ad una nuova interpretazione di King Kong attraverso Kong: Skull Island. L’ultimo capitolo del franchise è arrivato lo scorso anno, quando Godzilla: King of the Monsters è uscito al cinema e ha contribuito a gettare le basi per l’atteso grande crossover del MonsterVerse.

In passato, Godzilla vs. Kong sarebbe dovuto arrivare nelle sale a marzo di quest’anno, ma la data di uscita è stata cambiata molto prima che dell’esplosione della pandemia di Covid-19 e della chiusura delle sale cinematografiche. Il film era stato spostato a novembre 2021, ma l’emergenza sanitaria ha poi costretto Legendary e Warner Bros. ad optare per un ulteriore slittamento, che alla fine è conciso con maggio del 2021. Ciononostante, Godzilla vs. Kong potrebbe saltare definitivamente l’uscita in sala.

Secondo THR, è probabile che Godzilla vs. Kong venga rilasciato direttamente in streaming. Secondo quanto riferito, Netflix ha offerto alla Legendary 200 milioni di dollari per ottenere i diritti sul film, ma la WarnerMedia è intervenuta per bloccare l’accordo in modo da poter rispondere con un’offerta ulteriore e cercare di portare il film su HBO Max. Non è ancora stato diramato alcun comunicato ufficiale, sebbene un portavoce della Warner Bros. abbia dichiarato: “Abbiamo in programma di rilasciare Godzilla vs Kong nelle sale il prossimo anno, come previsto.”

Una delle forze trainanti dietro il potenziale passaggio di Godzilla vs. Kong allo streaming è l’elevato budget del film e una lista di film di successo già programmata per il 2021. Legendary ha finanziato il 75% del blockbuster, costato circa 200 milioni di dollari, con la WB che ha pagato il restante 25%, dando loro voce in capitolo su quale servizio di streaming potrebbe acquistare il film. Dal momento che sono dietro HBO Max, il potenziale per Godzilla vs. Kong di attirare ancora più iscritti sulla piattaforma è decisamente alto. D’altronde, nulla esclude che all’atteso blockbuster possa toccare la stessa sorte di Wonder Woman 1984, e quindi un’uscita “congiunta” tanto nelle sale quanto in streaming. Non ci resta che attendere un eventuale comunicato ufficiale…

Tutto quello che sappiamo su Godzilla vs. Kong

Inizialmente previsto per il prossimo 20 Novembre, la data di uscita di Godzilla vs. Kong è stata posticipata al 21 Maggio 2021 a causa della pandemia di Covid-19. Il film ha ricevuto un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni. La motivazione consiste nella presenza nel film di “intense scene di violenza e distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai minori di 17 anni, quindi, lasciando presagire che il film sarà molto meno crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.

Godzilla vs. Kong sarà diretto da Adam Wingard e vedrà nel cast Alexander SkarsgårdMillie Bobby BrownRebecca Hall, Brian Tyree Henry, Shun Oguri, Eiza González, Jessica Henwick, Julian Dennison, Kyle Chandler Demián Bichir. Il film farà parte di un nuovo universo condiviso, denominato MonsterVerse, a cui appartengono anche Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e Godzilla II: King of the Monsters (2019).

 
 

Hulk vs Iron Man: perché il Gigante Verde ha perso in Age of Ultron?

Avengers: Age of Ultron
From the movie Marvel's Avengers: Age Of Ultron Hulk/Bruce Banner (Mark Ruffalo) Ph: Film Frame ©Marvel 2015

Nonostante sia il Vendicatore più potente, Hulk (Mark Ruffalo) non è stato in grado di sconfiggere Iron Man (Robert Downey, Jr.) in Avengers: Age of Ultron. È stata una delle poche sconfitte che il Gigante di Giada ha dovuto sopportare nel MCU. Quel momento ha anche segnato la prima volta che il personaggio ha perso uno scontro 1-1 contro un altro personaggio dell’universo condiviso.

La lotta di Hulk con Iron Man nel secondo film degli Avengers è stata il risultato del suo essere mentalmente influenzato dai poteri di Scarlet Witch. Hulk è andato su tutte le furie fino a quando non è stato contrastato da Iron Man, che ha indossato in battaglia la sua armatura Hulkbuster. Grazie ad un enorme aumento di dimensioni e forza, Iron Man è stato in grado di rappresentare una minaccia fisica per Hulk, in un modo che la sua classica armatura non gli avrebbe mai consentito. Dopo un lungo e brutale scambio di colpi, Iron Man si è rivelato vittorioso ed è riuscito a far perdere i sensi a Hulk. 

In quanto personaggio che nei fumetti Marvel viene comunemente definito “il più forte che ci sia”, la sconfitta di Hulk contro Iron Man è stata una svolta narrativa sorprendente. L’armatura di Hulkbuster è stata progettata specificamente per sconfiggerlo, ma Hulk ha una consolidata reputazione nell’aver sempre sfidato le probabilità e aver vinto tutte le gare di forza bruta. Tuttavia, lo scontro in questione ha rappresentato l’eccezione: Hulk non è riuscito a sconfiggere il suo avversario, e ciò è stato dovuto in gran parte al colpo improvviso di Iron Man alla fine del combattimento.

Il colpo improvviso di Iron Man alla fine del combattimento con Hulk

Hulk stava vincendo quando si schiantarono contro un edificio, facendolo crollare su di loro. Dopo essere emerso dai detriti, un Hulk senza fiato si è seduto, per poi essere bruscamente preso a pugni in faccia da Iron Man. È stato questo attacco a sorpresa che ha permesso a Iron Man di prevalere su di lui. Per quanto riguarda il motivo per cui Hulk è stato messo fuori combattimento proprio da questo colpo, è importante sottolineare che il potere di Hulk è alimentato da un’emozione: la rabbia. Hulk, spinto dalla rabbia, stava prendendo a pugni Iron Man fino a quando l’edificio non è crollato, interrompendo completamente il flusso della battaglia. Hulk stava tornando momentaneamente in sé quando Iron Man l’ha colpito colpì. Ciò significa che in quel preciso momento,  Hulk aveva dimenticato la sua rabbia. Iron Man ha vinto perché ha saputo sfruttare quest’improvvisa svolta degli eventi.

In altre parole, Iron Man avrebbe perso se la rabbia di Hulk non si fosse placata. C’è stato un momento nella lotta in cui Stark stava dominando, ma tutto ciò che ha fatto è stato rendere Hulk ancora più arrabbiato di quanto già non fosse. In seguito, le probabilità sono cambiate a favore di Hulk, con il personaggio che ha scatenato un furioso assalto di potenti colpi che stava quasi distruggendo l’Hulkbuster di Iron Man. Se la lotta fosse continuata senza interruzioni, Hulk avrebbe consegnato a Iron Man quella che probabilmente sarebbe stato la sua più grande sconfitta.

Sfortunatamente, questa non è stata l’unica volta che le cose non sono andate a favore di Hulk in una grande battaglia. Ha dovuto ottenere aiuto dal Gran Maestro contro il Dio del Tuono in Thor: Ragnarok ed è stato sconfitto senza alcuno sforzo da Thanos all’inizio di Avengers: Infinity War. La battaglia con Thanos, in particolare, rende la sconfitta di Hulk in Age of Ultron ancora più schiacciante, in quanto avrebbe potuto dargli un’enorme vittoria che gli è stata negata nei successivi film del MCU.

 
 

Euphoria 2: poster e dettagli dei nuovi episodi

Euphoria

La serie drammatica della HBO vincitrice di un Emmy Euphoria tornerà con due episodi speciali, con il primo debutto DOMENICA 6 DICEMBRE alle 21:00 ET / PT. L’episodio andrà in onda su HBO e sarà disponibile per lo streaming su HBO Max negli USA. In Italia non ha ancora una collocazione su SKY.

Dopo essere stato lasciato da Jules alla stazione dei treni e ricaduto, il primo episodio speciale segue Rue (interpretata dalla vincitrice dell’Emmy Zendaya) mentre celebra il Natale. Scritto e diretto dal creatore della serie Sam Levinson, l’episodio, intitolato “Trouble Don’t Last Always”, è interpretato anche da Colman Domingo, che è apparso nella prima stagione. Il titolo e la data del secondo episodio sono in arrivo. Entrambi gli episodi speciali sono stati prodotti sotto Linee guida COVID-19.

Euphoria ha ricevuto tre Primetime Emmy quest’anno, tra cui Miglior attrice protagonista in una serie drammatica (Zendaya), Miglior trucco contemporaneo (non protesico) e Musica e testi originali eccezionali.

Euphoria è stato creato e scritto da Sam Levinson, che è anche produttore esecutivo; i produttori esecutivi Ravi Nandan, Kevin Turen, Drake, Future the Prince, Hadas Mozes Lichtenstein, Ron Leshem, Daphna Levin, Tmira Yardeni, Mirit Toovi, Yoram Mokady e Gary Lennon; Will Greenfield è co-produttore esecutivo. Prodotto in collaborazione con A24 e basato sull’omonima serie israeliana, creata da Ron Leshem e Daphna Levin, di HOT.

 
 

Black Widow: il ruolo delle Vedove della Stanza Rossa nel film

black widow

Bisognerà attendere ancora un bel po’ prima dell’arrivo di Black Widow nelle sale, anche se la continua evoluzione dell’attuale situazione legata alla pandemia di Covid-19 potrebbe stravolgere ancora una volta i piani dei Marvel Studios. Nel frattempo, sono arrivati online nuovi interessantissimi dettagli sul ruolo che la Stanza Rossa avrà all’interno della storia dell’atteso cinecomic.

Il libro di recente pubblicazione “Black Widow: The Official Movie Special Book” (via CBM) contiene un’intervista a James Young, coordinatore degli stunt che ha lavorato al film con Scarlett Johansson, ha parlato del ruolo che avranno le Vedove della Stanza Rossa nella storia e del mondo in cui si relazioneranno al malvagio Dreykov interpretato da Ray Winstone.

“Le Vedove provengono fondamentalmente dalla Stanza Rossa. Fin da giovani queste donne vengono portate lì e addestrate per diventare delle assassine”, spiega Young. “Quello che ha fatto Dreykov è che ha imparato che per controllare il mondo, non puoi gettarti nella mischia e metterci la faccia. Quindi Dreykov usa le Vedove per farle eseguire i suoi ordini. Usa queste giovani donne, che sono delle assassine, per il programma.”

“Tutto quello che conoscono è la violenza. È dura per Natasha quando si arriva a quella lotta nel film. Ancora una volta, arriviamo al centro di tutto: Natasha ci è già passata, sa di cosa si sta parlando, e questo la mette in una posizione davvero scomoda per quanto riguarda la lotta con le Vedove, perché queste vedove vogliono ucciderla. Nessuno lascia la Stanza finché non è morta. Questo mette Natasha in una posizione estremamente difficile. Queste vedove hanno un obiettivo. Qualunque cosa dica il loro capo, faranno di tutto per raggiungerlo.”

“Penso che sia piuttosto interessante ora che abbiamo finalmente la possibilità di vedere ciò che i fan hanno chiesto per anni”, aggiunge Young. “In questo film, possiamo finalmente vedere la Stanza Rossa e scoprire chi sono queste Vedove, scoprire che ci esistono più Vedove, che Natasha era la migliore di loro e che Dreykov l’ha sempre voluta di nuovo con sé.”

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

 
 

Mission Impossible 7: Tom Cruise e Hayley Atwell in 500 a Roma

Continuano le riprese di Mission Impossible 7 in Italia, la produzione è ritornata a Roma e questa mattina sul set c’eranoTom Cruise e Hayley Atwell. Ecco i due attori impegnati in alcuni stunt a bordo di una 500 gialla per le vie di Roma, nel quartiere di Monti:

 

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Le date di uscita di Mission Impossible 7 e 8

Nei prossimi due capitoli della saga di Mission ImpossibleTom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022.

 
 

Le novità di dicembre su Amazon Prime Video

Amazon Prime Video

Sta per chiudersi questo di Novembre del 2020 che passerà alla storia come quello del secondo Lockdown per gran parte del nostro paese e in attesa di vivere un natale diverso da tutti gli altri Amazon Prime Video rivela tutte le novità di questo Dicembre 2020.

1Yearly Departed

Amazon Prime Video darà il suo addio al 2020 con il nuovo special comico Yearly Departed, un ironico memorial per un anno che in realtà deve ancora finire. Lo show raccoglie una serie di elogi funebri al 2020, in cui una squadra di comiche parlerà di tutto ciò che abbiamo “perso” negli ultimi mesi. Dopo un lungo periodo passato tra pandemia, vespe killer e banana breadYearly Departed darà al 2020 l’addio che si merita da parte di alcune delle donne più divertenti al mondo.

La lineup tutta al femminile include Rachel Brosnahan (The Marvelous Mrs. Maisel), Ziwe (Book of Ziwe), Tiffany Haddish (Girls Trip), Patti Harrison (Shrill), Natasha Leggero (Another Period), Natasha Rothwell (Insecure) e Sarah Silverman (I Love You, America).

Yearly Departed ha come executive producer Rachel Brosnahan, Paige Simpson, David Jammy, Katy Mullan, Samantha Ressler, Nathalie Love e Bess Kalb, qui anche nel ruolo di head writer. A dirigere è la regista nominata agli Emmy Linda Mendoza (Tiffany Haddish Presents: They Ready).Yearly Departed è prodotto dagli Amazon Studios e Done + Dusted.

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A dicembre Rakuten TV si illumina di novità!

Rakuten TV

È tempo di feste su Rakuten TV che a dicembre ha preparato sorprese di ogni genere per far felice tutto il suo pubblico, tra attesi successi cinematografici e intriganti nuove serie tv. A partire dal 15 dicembre sarà disponibile sulla piattaforma, anche nella versione 4K HDR la pellicola al cardiopalma Tenet, ultimo successo del regista Christopher Nolan. Dallo studio Disney Pixar arriva l’ultimo successo Onward. Ambientato in un mondo popolato di creature fantasy dove però la magia non è più di uso comune, la pellicola è un’esperienza magica da vivere sotto le Feste insieme a tutta la famiglia. Il film è disponibile su Rakuten TV in 4K HDR. Ma non finisce qui: dopo il clamoroso successo al botteghino di After, ecco approdare su Rakuten TV il sequel After 2 che ha incassato 4.2 milioni di euro nelle sue 7 settimane di programmazione e 2.2 milioni di euro solo nel primo weekend.

A partire dal 4 Dicembre, e in offerta prezzo per l’acquisto dal 4 all’8, arriva su Rakuten TV anche The Gentlemen, ultimo film diretto da Guy Ritchie, che con le sue sequenze d’azione adrenaliniche è pronto a gettare il pubblico tra narcotrafficanti, imperi del crimine, miliardari e gangster. In arrivo anche il film Marvel The New Mutants, primo film del genere supereroistico dalle tinte più horror. Dal regista Claudio Noce, arriva su Rakuten TV anche Padrenostro. Il film, ambientato in una Roma “sospesa” del 1976, nel pieno del periodo degli anni di piombo, ha visto Pierfrancesco Favino vincere, grazie alla sua straordinaria interpretazione, la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla 75ma edizione della Mostra internazionale del cinema di Venezia. E ancora ecco il 24 Dicembre Dreambuilders la fabbrica dei sogni, film d’animazione perfetto proprio per le atmosfere natalizie. La galleria dei cuori infranti, racconta invece l’idea di una giovane ragazza che, dopo la fine della sua ultima relazione, decide di aprire una galleria dove le persone possono lasciare piccoli ricordi delle loro storie passate. A dicembre approderanno su Rakuten TV anche Balto e Togo – La leggenda, che narra sotto una nuova luce la famosa storia dei due husky che hanno attraversato l’Alaska per consegnare una preziosa medicina, e Notturno, documentario del regista di Fuocammare Gianfranco Rosi, girato nelle zone calde di Siria, Libano e Iran e scelto dall’Anica per rappresentare l’Italia nella categoria che premia il Miglior Film Internazionale alla 93esima edizione degli Academy Awards.

STARZPLAY
Arriva su Starzplay – disponibile in SVOD su Rakuten TV – una delle serie TV più attese dell’ultimo periodo: No Man’s Land. Il racconto unisce thriller e spionaggio per trascinare lo spettatore negli aspetti meno conosciuti della guerra civile siriana. Qui Antoine, interpretato da Felix Moati, partirà alla ricerca di sua sorella, data per morta, per poi venire coinvolto tra le fila dei guerriglieri curdi..

AVOD
Grandi novità anche nella sezione FREE di Rakuten TV, che continua ad ampliare il suo catalogo con molti contenuti di intrattenimento gratuiti e grandi classici del cinema contemporaneo. Questo mese da segnalare in particolare due film con il grandissimo genio della commedia Will Ferrell: il cult Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy, che racconta in maniera inedita e irriverente il mondo del giornalismo con l’attore nei panni dell’iconico presentatore dalla giacca bordeaux Ron Burgundy; e Blades of Glory, un ritratto del pattinaggio su ghiaccio maschile pieno di gag demenziali e irresistibili. Ma le novità sono molte altre.

PROMO
Sul fronte delle promozioni, da segnalare alcune novità perfette per passare il Natale con i propri film preferiti. Dal 7 dicembre al 3 gennaio ecco la Disney Winter Promo, che porta sulla piattaforma tantissimi film Disney, tra novità e grandi classici, per godersi l’atmosfera natalizia in famiglia con tanti titoli come Frozen 2, Il Re Leone, A Christmas Carol, Aladdin e molti altri. Dal 4 al 28 dicembre, invece, ecco arrivare la Winter Promo, una speciale offerta di film da vedere con tutta la famiglia: tra grandi classici e uscite recenti, i titoli perfetti per accendere la magia delle Feste sono tantissimi, da Paddington 2 a 10 giorni senza mamma, ma anche Alio – Un’avventura tra i ghiacciTi presento SofiaLa banda dei Babbi Natale e molti altri.

 
 

#iorestoinSALA, il 27 novembre Marie Curie

Marie Curie

In occasione della Notte dei ricercatori e delle ricercatrici, venerdì 27 novembre alle 20.30, nelle sale aderenti al circuito #iorestoinSALA arriva MARIE CURIE, il film scritto e diretto da Marie Noëlle, interpretato da Karolina Gruszka, distribuito da Valmyn.

La proiezione sarà preceduta da un’introduzione di illustri donne che, come Marie Curie, hanno dedicato la loro vita alla scienza: Maria Rita Gismondo, direttrice Microbiologia Clinica, Virologia e Bioemergenze, Polo Univ Sacco – Milano; Gabriella Greison, scrittrice, fisica e performer teatrale; e con un intervento di Ilaria Capua, direttrice del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida.

Le introduzioni in streaming potranno essere seguite in diretta sulle pagine Facebook di tutte le sale aderenti. Presenta l’incontro Michele Crocchiola della Fondazione Niels Stensen di Firenze, in rappresentanza di #iorestoinSALA.

Biglietti disponibili presso le biglietterie dei cinema: https://www.iorestoinsala.it/

Di Marie Curie sappiamo che, grazie una fulgida intelligenza e un grande talento, riuscì a farsi strada ed ebbe successo in un ambiente scientifico dominato dagli uomini. Ma era anche una donna forte, passionale e moderna. Questo film, racconta la sua storia.

Il film racconta gli anni più turbolenti della vita di Marie Curie, quelli compresi tra il 1903, anno in cui Marie e Pierre Curie si recano a Stoccolma per ricevere il Premio Nobel per la scoperta della radioattività, e il 1911, quando le venne assegnato il suo secondo Nobel. Nel mezzo, la morte di Pierre, il nuovo amore con il matematico Paul Langevin, lo scandalo.

Scrive la regista: «Chi era Marie Curie? Una brillante scienziata, come tutti sanno. La sua biografia è qualcosa di leggendario. Scoprendo il radio, questa donna eccezionale ha dato un considerevole contributo alla battaglia dell’umanità contro il cancro. Ma chi era la donna dietro la mitica icona della scienza che nel corso del tempo è diventata? La vita la mise di fronte a molte sfide che dovette affrontare con coraggio e perseveranza. È stata la prima docente donna alla Sorbona, la prima donna a vincere il Premio Nobel per la Fisica e – a tutt’oggi – la sola donna ad aver vinto due Nobel in due categorie diverse. Tuttavia non le fu permesso di manifestare i propri sentimenti».

 
 

The Prom: il trailer ufficiale del nuovo film di Ryan Murphy

Il trailer ufficiale del film diretto da Ryan Murphy, The Prom, con Meryl Streep, James Corden, Nicole Kidman, Keegan-Michael Key, Andrew Rannells, Ariana DeBose, Kerry Washington Jo Ellen Pellman.

La trama di The Prom

Dee Dee Allen (la tre volte vincitrice del premio Oscar® Meryl Streep) e Barry Glickman (il vincitore del Tony Award® James Corden) sono star del palcoscenico di New York City alle prese con una situazione critica: il loro nuovo e costoso spettacolo di Broadway è un grosso flop che ha improvvisamente distrutto le loro carriere. Nel frattempo, in una piccola città dell’Indiana, la studentessa del liceo Emma Nolan (l’esordiente Jo Ellen Pellman) sta vivendo un dispiacere molto diverso: nonostante il sostegno del preside del liceo (Keegan-Michael Key), il capo dall’associazione genitori-insegnanti (Kerry Washington) le ha vietato di partecipare al ballo di fine anno con la sua ragazza, Alyssa (Ariana DeBose). Quando Dee Dee e Barry decidono che la difficile situazione di Emma è la causa perfetta per aiutarli a riabilitare la propria immagine pubblica, si mettono in viaggio con Angie (la vincitrice del premio Oscar Nicole Kidman) e Trent (Andrew Rannells), un’altra coppia di cinici attori in cerca di un’ascesa professionale. Ma il loro egocentrico attivismo, tipico delle celebrità, gli si ritorce inaspettatamente contro e i quattro si trovano a capovolgere le proprie vite mentre si riuniscono per offrire a Emma una notte in cui può celebrare chi è veramente.

Diretto da Ryan Murphy e interpretato anche da Tracey Ullman, Kevin Chamberlin, Mary Kay Place, Logan Riley, Nico Greetham, Sofia Deler e Nathaniel J. Potvin, The Prom è lo spettacolare adattamento cinematografico e dal grande cuore del pluripremiato musical di Broadway di Chad Beguelin, Bob Martin e Matthew Sklar, candidato ai Tony Award. La sceneggiatura è scritta da Bob Martin e Chad Beguelin; il film è prodotto da Ryan Murphy, Dori Berinstein, Bill Damaschke, Alexis Martin Woodall e Adam Anders.

 
 

Guardiani della Galassia Vol. 3, teoria: dove si trova Gamora?

Screen Rant ha stilato una lista dei possibili luoghi in cui è possibile si trovi Gamora dopo gli eventi di Avengers: Endgame, e che dovrebbe essere rivelato in Guardiani della Galassia Vol. 3. Dopo la sua morte in Avengers: Infinity War, i Marvel Studios sono stati in grado di trovare un modo intelligente per riportare il personaggio di Zoe Saldana nel MCU attraverso il viaggio nel tempo. Considerando che l’attuale versione del personaggio che esiste nella linea temporale principale non ha le stesse esperienze della sua controparte defunta, è comprensibile il motivo per cui non si sia unita ai Guardiani della Galassia.

1Vormir

A seconda di quanto l’originale Nebula del MCU ha detto alla Gamora del 2014 della morte della sua controparte nel 2023, Guardiani della Galassia Vol. 3 potrebbe vederla rivisitare Vormir. Poiché non è a conoscenza di tutto ciò che è accaduto nella sua vita prima di incontrare Star-Lord e il resto del suo team cosmico, Gamora potrebbe essere ansiosa di scoprire cosa aveva passato la sua altra versione prima della sua straziante morte in Avengers: Infinity WarDato che la Gemma dell’Anima nella linea temporale principale del MCU non si trova più lì, Teschio Rosso potrebbe aver già lasciato il pianeta; come suggerito dai registi, una volta che la gemma è stata recuperata, non è più obbligato rimanere a Vormir. Ma, se l’obiettivo è raccontare cosa è realmente accaduto quel giorno in cui è morta su quel pianeta, Teschio Rosso è la soluzione migliore per i Marvel Studios, considerando che è l’unico altro personaggio che ha assistito a ciò che è successo e che è ancora vivo.

Certo, questa è una strada difficile da percorrere; anche se la Gamora del 2014 è informata circa la storia generale della Gamora “principale”, è essenzialmente un personaggio diverso. È curioso come i Marvel Studios vadano avanti con il suo personaggio dato questo passaggio. Ancora, considerando che Gunn è stato informato dell’arco narrativo dell’eroina in Infinity War e che la sceneggiatura di Guardiani della Galassia Vol. 3 non è mai cambiata dopo il suo licenziamento, è lecito ritenere che abbiano in mente un piano B per questa nuova Gamora.

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Diane Keaton rivela di non aver mai apprezzato Il Padrino – Parte III

Diane Keaton ha rivelato di non aver apprezzato Il Padrino – Parte III all’epoca della sua uscita nelle sale. Il capitolo finale della pluripremiata e acclamata trilogia non è stato accolto bene come i suoi predecessori, e ancora oggi è considerato l’anello debole della saga. Nel 1972, all’epoca dell’uscita del primo Il Padrino, Diane Keaton era ancora un’attrice sconosciuta e il film di Francis Ford Coppola segnò la sua seconda esperienza sul grande schermo. Sei anni dopo, nel 1978, conquistò l’Oscar come migliore attrice protagonista grazie a Io & Annie di Woody Allen.

Kay Adams, il personaggio interpretato da Keaton nella saga de Il Padrino, è ricordato come uno dei personaggi che si sono maggiormente evoluti nel corso dei tre film. Di recente è stata confermata una nuova versione de Il Padrino – Parte III, completamente restaurata, con un nuovo inizio e un nuovo finale, che utilizzerà il titolo pensato in origine da Francis Ford Coppola, ossia Mario Puzo’s The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone, il titolo scelto inizialmente da Coppola, prima che i dirigenti dello studio lo semplificassero per l’uscita nelle sale del 1990. Il film uscirà nelle sale USA a dicembre, seguito da una versione VOD e Blu-Ray.

In una recente intervista con Variety, Diane Keaton ha elogiato il nuovo taglio del film, e ha anche rivelato che di non aver mai particolarmente apprezzato la versione originale del 1990: “Guardare la nuova versione è stato uno dei momenti più belli della mia vita guardarlo. È stato un sogno che finalmente è diventato realtà. Ho visto il film sotto una luce completamente diversa. Quando l’ho visto la prima volta, non ero veramente convinta. All’epoca dell’uscita in sala non sembrava funzionasse bene e le recensioni non furono eccezionali. Ma Francis ha lavorato nuovamente all’inizio e alla fine e, lasciatemelo dire, adesso funziona alla perfezione. Non so perché le persone non lo apprezzassero, ma di certo io ero uno di loro. Cosa c’era di sbagliato in me? Perché non mi è piaciuto prima? Eppure, era così.”

La riedizione de Il Padrino – Parte III

La riedizione de Il Padrino – Parte III avrà luogo in occasione del 30esimo anniversario dell’uscita del film al cinema e, sulla base delle dichiarazioni di Coppola, sarà molto più vicina alla sua visione originale del film. È facile intuire perché i dirigenti, all’epoca, scelsero di cambiare il titolo del film: non solo per seguire la logica degli altri due titoli del franchise, ma anche – e soprattutto – per evita il principale spoiler sulla trama, ossia la morte di Michael Corleone. Ora, circa tre decenni dopo, è chiaro che non ci sia più nulla che possa rovinare la visione allo spettatore.

Francis Ford Coppola ha completamente restaurato il film insieme ai suoi editori, aggiungendovi un nuovo inizio, un nuovo finale e anche delle riprese alternative di alcune scene, oltre a nuovi spunti musicali. Coppola ha definito la nuova versione del film una “conclusione più appropriata alla storia dei Corleone”.

A proposito della Director’s Cut de Il Padrino – Parte III, Coppola aveva dichiarato: “È un riconoscimento nei confronti del titolo di Mario e del mio titolo preferito, nonché delle nostre intenzioni originali in merito a ciò che poi divenne Il Padrino – Parte III. Per questa nuova versione del capitolo finale della trilogia, ho creato un nuovo inizio e una nuova fine e ho riorganizzato alcune scene, inquadrature e spunti musicali. Con queste modifiche, con il filmato e il suono ripristinati, si tratta per me di una conclusione più appropriata per Il Padrino e Il Padrino – Parte II. Sono grato a Jim Gianopulos e alla Paramount per avermi permesso di rivisitare il film.”