In onda mercoledì 10 marzo in prima
serata su Rai1 La bambina che non voleva cantare,
il nuovo film tv di Rai Fiction diretto da Costanza
Quatriglio. Il film è una produzione
PICOMEDIA in collaborazione con RAI
FICTION e prodotto da ROBERTO SESSA.
Ispirato al libro “IL MIO CUORE UMANO” di NADA MALANIMA pubblicato
da Edizioni di Atlantide.
La bambina che non voleva cantare:
la trama e il cast
Nella campagna toscana dei primi
anni sessanta vive la piccola Nada. Il suo universo è composto da
nonna Mora, dalla sorella Miria, dal babbo Gino, un uomo buono e
silenzioso, e dalla mamma Viviana, spesso preda di forti
depressioni che la tengono lontana dalla figlia e dal mondo. Quando
viene scoperto il talento di Nada per il canto, il cuore fragile
della bambina si convince che solo la sua voce prodigiosa ha il
potere di far guarire la mamma.
E così, tra la gioia di veder la madre finalmente felice e la paura
che la malattia si possa riaffacciare all’orizzonte, Nada cresce
accettando ciò che Viviana desidera per lei, fino a quando quel
grande talento sopravvivrà persino alle sue stesse paure: tutti
scopriranno presto la voce unica di quella bambina che non voleva
cantare.
In La bambina che non
voleva cantare protagonisti sono
Carolina Crescentini, Sergio Albelli,
Paolo Calabresi, Tecla Insoli, Giuletta Rabeggiani, Massimo
Poggio, Paola Minaccioni e con Nunzia Schiano nel ruolo di
Nonna Mora.
Iniziate oggi in Kenya le riprese
di Questa notte parlami dell’Africa,
primo lungometraggio narrativo diretto da Carolina
Boco (il docu-film Notturno) e Luca La
Vopa (il documentario Il tocco dello sciamano),
tratto dall’omonimo romanzo di Alessandra Soresina
e prodotto da Draka Production di Corrado
Azzollini. Nel cast Roberta Mastromichele
(Manuale d’amore 1 e 2, Come tu mi vuoi, Una moglie
bellissima) al suo debutto da protagonista, Corrado
Fortuna(Baarìa,
Scusate se esisto!, I più grandi di tutti), Diane
Fleri (Mio fratello è figlio unico, Solo un
padre), Marlon Joubert (Romulus)
e Maria Grazia Cucinotta. Un film sul valore
universale dell’amicizia, in cui l’incontro tra due donne diventa
il simbolo dei due mondi che esse rappresentano: l’Europa e il
mondo arabo-africano. Sei le settimane di riprese previste, tra il
Kenya, a Watamu e Malindi, e l’Italia, in Puglia.
Questa notte parlami dell’Africa è co-prodotto da
Draka Production con Italian Dreams
Factory e Seven Dreams Productions di
Giulio Violati, in collaborazione con la BK Prdu (Marocco), con il
supporto di Apulia Film Commission, la collaborazione della Film
Commission Kenya, e come partner la compagnia aerea Air Ethiopian.
Sarà distribuito prossimamente per l’Italia da Draka
Distribution e Coccinelle per
l’estero.
Due donne molto diverse fra loro si
incontrano sullo sfondo della magia e delle contraddizioni
dell’Africa subsahariana. Emma, un’avvocatessa che vive una
profonda crisi personale, decide di prendersi una pausa partendo
per l’Africa. La giovane Nuri, invece, stretta fra i rigidi codici
morali della famiglia musulmana da cui proviene, nutre il desiderio
di scoprire cosa c’è fuori dal suo mondo. Le due entreranno in
contatto con un gruppo di attivisti impegnati nella lotta al
bracconaggio di elefanti, tra cui l’affascinante e misterioso Dylan
e Finn, un giovane dal passato burrascoso. Emma e Nuri faranno i
conti con i loro fantasmi interiori e scopriranno la propria
strada, seguendola senza rimpianti.
ATTENZIONE L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU WANDAVISION
L’ultimo episodio di
WandaVision ha messo lo spettatore di
fronte ad una serie di rivelazioni e svelamenti importanti,
tuttavia ha permesso agli appassionati della serie Disney+/Marvel di assistere anche alla
nascita di un nuovo eroe. All’inizio dell’episodio, infatti,
vediamo che Monica Rambeau (Teyonah
Parris) acquisisce dei poterti che prima non aveva,
attraversando la barriera dell’ESA, il perimetro all’interno del
quale Wanda ha creato la sua realtà alternativa.
Il personaggio di Monica ha una
lunga storia nei fumetti e ogni identità che ha assunto, ha
contribuito a stratificare la sua identità, rendendo il suo
personaggio interessante agli occhi del neofita fan del MCU, che la conosce soltanto
adesso.
Lo sviluppo dell’episodio 7 di
WandaVision ha reso sicuramente il personaggio uno
dei più importanti della serie, e sicuramente del futuro del
MCU, tanto che sappiamo già che
tornerà in alcuni dei film già annunciati, senza escludere
partecipazioni non ancora note al pubblico.
Chi è Monica Rambeau?
Il personaggio esordisce nei fumetti
sulle pagine di Amazing Spider-Man Annual #16 del
1982, in cui Spidey insegue per le strade di New York una donna
misteriosa dotata di enormi poteri, si tratta proprio di Monica che
sta perdendo il controllo dei suoi poteri. Nella storia originale,
Monica era un membro della polizia portuale di New Orleans, e
durante un’operazione in solitaria, nella quale è stata coinvolta
da un vecchio scienziato, amico di suo nonno, viene travolta da un
fascio di energia extra-dimensionale. Questo incidente le fa
acquisire dei poteri che le consentono di trasformarsi in qualsiasi
forma di energia dello spettro elettromagnetico. Verrà battezzata
così con il nome di Captain Marvel.
Nel corso della sua carriera da
supereroina, Monica ha fatto parte di numerosi gruppi di supereroi,
assumendo molteplici identità. Sarà un Avenger e
sarà così importante nel gruppo che, quando Wasp rinuncia al suo
ruolo di leader, lei verrà nominata nuovo capo della squadra. Sarà
anche il leader di una squadra sgangherata di supereroi nella
miniserie di Warren Ellis e Stuart Immonen,
Nextwave, ma farà parte anche di Marvel Divas, Mighty
Avengers e recentemente Strikeforce.
Oltre ad essere stata Captain
Marvel per un periodo abbastanza
lungo, Monica Rambeau ha avuto diversi alias. Quando cede il suo
titolo di Captain Marvell a Genis-Vell, figlio di Mar-Vell (e primo
detentore del nome), diventa Photon e ancora
Pulsar. Nelle sue apparizioni più recenti, Monica
si fa chiamare Spectrum.
Monica Rambeau è Photon?
Come sappiamo, il personaggio è
molto diverso nel MCU. L’abbiamo vista bambina nel
2019, quando, in Captain Marvel, cresce con la
madre single, Maria, e nel mito di “zia Carol”, ovvero l’ufficiale
Captain Marvel. Nel 2023, anno in cui è
ambientato WandaVision, troviamo Monica appena “tornata” dopo il
blip di Hulk (leggi
qui), scopriamo quindi che Maria Rambeau ha contribuito alla
fondazione dell’agenzia S.W.O.R.D. e che Monica Rambeau fa parte
della stessa.
Nell’episodio 7 di WandaVision,
Monica “riceve” i suoi poteri, e tutto ci fa pensare al fatto che
abbiamo assistito alla nascita di Photon. Teyonah
Parris, attrice che interpreta Monica, è infatti attesa in
Captain
Marvel 2, e dato che il contratto di Brie Larson/Carol Danvers è di almeno tre
film, è improbabile che Parris possa diventare la nuova Captain
Marvel, ma è più probabile che
diventi una specie di spalla per Carol, come è accaduto per War
Machine e Falcon.
Dunque, è chiaro che non sappiamo
esattamente chi è diventata Monica, ma è probabile che presto
vedremo Photon (o Pulsar?) affacciarsi nel pantheon del Marvel Cinematic Universe.
Sicuramente abbiamo assistito alla nascita di un nuovo eroe che ci
accompagnerà ancora a lungo nel corso della Fase 4 del MCU appena cominciata.
Arriva su
MioCinema dal 26 febbraio QT8: Quentin Tarantino – The
first Eight, un documentario che racconta la carriera
del celebre cineasta statunitense, dagli esordi come autore di
sceneggiature, Una vita la massimo scritta nel 1987,
Natural Born Killers scritta nel 1989 e Dal tramonto
all’alba scritta nel 1990, passando per l’esordio dietro
la macchina da presa con l’acclamato Le iene, la Palma
d’oro a Cannes e l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale per
Pulp Fiction e il susseguirsi di successi diventati
cult del cinema internazionale, sino al suo ottavo film da regista,
The Eightful Eight.
QT8 vanta interviste
esclusive di diverse star di Hollywood che hanno lavorato con
Tarantino ai suoi film, tra i quali
Samuel L. Jackson,
Kurt Russell,
Tim Roth,
Christoph Waltz. Ma vi sono anche interviste a
personaggi che hanno vissuto in prima persona la crescita
professionale di Tarantino, come i produttori Stacey Sher e Richard
Gladstein, o come l’amico e sceneggiatore Scott Spiegel.
Il documentario racconta retroscena
inediti, aneddoti e segreti del grande regista. Vi sono numerosi
contributi esclusivi, come riprese dei set, fotografie, video di
archivio e animazioni originali. Infine, non potevano mancare
numerose clip dei film di Tarantino, che si amalgamano nel racconto
e nei commenti dei protagonisti.
La cantautrice candidata
ai GRAMMY Awards Andra Day ha ricevuto la
nomination ai Golden Globe come Migliore
Attrice Protagonista in un film drammatico per la sua
interpretazione di Billie Holiday nel film The United
States of America VS. Billie Holiday. Diretto dal
regista Premio Oscar Lee Daniels (The
butler), scritto dal Premio Pulitzer Suzan-Lori
Parks e interpretato da Andra Day e Trevante Rhodes
(Moonlight), il film si è aggiudicato anche la nomination
per la Miglior Canzone “Tigress and tweed” interpretata
proprio da Andra Day.
The United States
of America VS. Billie Holiday arriverà in Italia
al cinema grazie a BiM Distribuzione. È uscita il 19
febbraio la colonna sonora del film distribuita da Warner
Records.
Degli anni Quaranta
l’icona della musica jazz Billie Holiday collezionava successi in
tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di
trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia
contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita.
Il fine ultimo delle azioni intraprese contro la cantante non era
però legato alla droga, ma a impedirle di eseguire la sua
straziante ballata “Strange fruit”, grido di denuncia contro i
linciaggi del governo degli U.S.A. e contributo essenziale
per il movimento per i diritti civili.
Sarà disponibile dal 26 febbraio in
anteprima esclusiva su RaiPlay, La tristezza ha il sonno leggero, commedia
diretta e interpretata da Marco Mario De Notaris, con Stefania
Sandrelli, Serena Rossi, Ciro Priello, Eugenia Costantini, Gina
Amarante, Roberto Caccioppoli, Gioia Spaziani, Tonino Taiuti e con
la partecipazione straordinaria di Marzio Honorato.
La tristezza ha il sonno leggero, prodotto da
Luciano Stella e Maria Carolina Terzi per Mad Entertainment e Carlo
Macchitella per Madeleine con RAI Cinema è
liberamente ispirato al romanzo omonimo di Lorenzo Marone. La tristezza ha il sonno leggero è ambientato
a Napoli, il 9 novembre 1989, durante la notte della caduta del
Muro di Berlino.
Il timido Erri Gargiulo,
quarantenne senza ambizioni, vedrà cadere, a poco a poco nell’arco
di una sera, pregiudizi, imposizioni, traumi familiari e
costrizioni, e anche il suo muro… Note del regista: Nella notte
in cui svanirono le certezze, e qualcuno capì che i sogni potevano
diventare incubi, ognuno dei miei personaggi abbandona la sua
maschera e si svela per quello che siamo tutti: individui alla
ricerca di un po’ di amore.
Marco Mario De Notaris è un attore
e regista napoletano, diplomato al Centro sperimentale di
cinematografia, lavora come attore al cinema, in teatro e in
televisione, in film, telefilm e soap opera, in ruoli comici e
drammatici, sia della tradizione napoletana che della prosa
classica e delle sperimentazioni teatrali. La tristezza ha
il sonno leggero è il suo esordio alla regia.
Il network americano The
CW ha diffuso due featurette di Riverdale 5, l’attesissima quinta stagione
della serie Riverdale
creata da Roberto Aguirre-Sacasa.
Riverdale 5
Riverdale
5 è la quinta
stagione della serie tv Riverdale
sviluppata dal direttore creativo di Archie Comics, Roberto
Aguirre-Sacasa per il network americana The CW.
In Riverdale
5 protagonisti sono i personaggi Archibald
“Archie” Andrews (stagione 1-in corso), interpretato da K.J. Apa Giovane studente di Riverdale
che cerca di seguire la sua passione musicale senza deludere il
padre allo stesso tempo. Elizabeth “Betty” Cooper (stagione 1-in
corso), interpretata da Lili Reinhart. Veronica Lodge (stagione
1-in corso), interpretata da Camila Mendes. Sofisticata e audace ragazza
appena trasferitasi da New York con la madre dopo che uno scandalo
finanziario ha travolto la sua famiglia. Jughead Jones (stagione
1-in corso), interpretato da Cole Sprouse. Migliore amico di Archie,
intelligente e che indossa sempre un cappello grigio. Hermione
Lodge (stagione 1-in corso), interpretata da Marisol
Nichols. Madre di Veronica, con la quale si è appena
trasferita in città dopo l’arresto del marito Hiram Lodge, al
centro di uno scandalo finanziario. Cheryl Blossom (stagione 1-in
corso), interpretata da Madelaine Petsch. Sorella
gemella di Jason, è una ragazza ricca e manipolatrice, tra le più
popolari della città. Josie McCoy (stagione 1-in corso),
interpretata da Ashleigh Murray. Una delle
studenti della città, nonché cantante del gruppo Josie and the
Pussycats. Figlia del sindaco. Alice Cooper (stagione 1-in corso),
interpretata da Mädchen Amick. Madre di Betty ed
editrice del giornale locale della città. Hiram Lodge (stagione
2-in corso), interpretato da Mark Consuelos.
Arriva da
Deadline la notizia che Laurel Marsden è entrata a far parte
del cast di Ms.
Marvel, l’attesa nuova serie dei Marvel Studios. Laurel Marsden, che
ha recitato in Quibi’s Survive, interpreterà Zoe Zimmer nella
prossima serie che segue l’eroe adolescente Kamala Khan (Iman
Vellani).
Zimmer è una specie di nemico per Ms. Marvel; una ragazza popolare
alla Coles Academic High, il supereroe la salva per la prima volta
nel fiume Hudson. Zimmer risale all’atleta “it” della scuola
Josh Richardson. Il personaggio ha fatto il suo debutto nel
film Ms. Marvel No.3 del 2014 dello
sceneggiatore G. Willow Wilson e dell’artista Adrian Alphona.
Ms. Marvel
Ms.
Marvel è l’annunciata serie tv prodotta dai
Marvel Studios scritta da
Bisha K. Ali e basata sull’omonimo personaggio dei
Marvel Comics. Nella serie tv il New
Jersey cresciuto Kamala Khan scopre di avere poteri polimorfi. Ms.
Marvel sarà presentato in anteprima
su Disney+
nel 2022.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER
SULL’EPISODIO 7 DI WANDAVISION!
Il
finale del settimo episodio di WandaVison ha finalmente rivelato la vera
identità del personaggio di Agnes, la vicina ficcanaso di Wanda e
Visione interpretata da Kathryn Hahn: si tratta in
realtà, come in molti avevano già ipotizzato, della potente strega
Agatha Harkness. In attesa di scoprire quale sia effettivamente il
suo ruolo all’interno della storia (e, soprattutto, se è lei
l’unico vero cattivo che sta manipolando Wanda e la sua realtà),
Screen
Rant ha raccolto 10 cose che bisogna sapere sul personaggio
creato da Stan Lee e Jack Kirby:
Agatha ha più di 12.500 anni
Agatha Harkness ha in
realtà ben più di 12,500 anni. Mentre la sua prima apparizione
risale al 1970 in Fantastic Four #94 di Stan Lee, Jack Kirby, Joe
Sinnott e Sam Rosen, questa parte del suo passato è stata
interpretata in Silver Surfer #135 del 1998 da JM DeMatteis, Tom
Grummett, Matt Ryan, Tom Smith e John Costanza.
In quel numero, è stato rivelato che
era abbastanza vecchia da ricordare, 500 anni prima che Atlantide
affondasse, che era il 10.500 a.C. nei fumetti Marvel.
Harkness ha tradito la sua stessa specie a New Salem
Agatha Harkness era una
strega e ha fatto molto per garantire la propria sopravvivenza. Ciò
divenne molto importante quando visse a New Salem, dove incontrò
streghe secolari, unendosi a loro. Nel corso degli anni, Agatha
divenne la grande dama di questo gruppo e alla fine consegnò varie
streghe alle autorità che ne reclamavano l’uccisione.
Lo ha fatto sotto copertura, anche
se il suo obiettivo principale era quello di liberare New Salem
dalle streghe più deboli per rendere la sua congrega ancora più
forte.
È stata una tata per i Fantastici Quattro
Alla fine, Agatha
Harkness divenne una governante che prestava servizio ai bambini
bisognosi, anche se, quando il mondo Marvel Comics incontrò i suoi primi supereroi,
si era ritirata da tempo.
Tutto è cambiato quando i Fantastici
Quattro hanno cercato una tata per Franklin Richards. Quando si
rese conto che Franklin poteva avere poteri più grandi, accettò il
lavoro e aiutò il bambino quando iniziò a prenderne coscienza. È
perciò cresciuta vicino ai Fantastici Quattro e li ha aiutati in
varie missioni.
Agatha è una strega potente
Agatha
Harkness ha nascosto i suoi poteri per molto tempo, ma alla fine ha
rivelato ai Fantastici Quattro che era una strega. Non solo Agatha
era una strega, ma era anche una strega molto potente, una delle
più forti conosciute all’epoca.
Nel corso degli
anni, Agatha Harkness ha dimostrato di essere una potente alleata
quando i Fantastici Quattro – e in seguito anche i
Vendicatori – hanno avuto bisogno del suo aiuto. Sebbene non possa
combattere, i suoi poteri di strega sono inestimabili: dalla
formulazione di incantesimi alla telepatia, dalla proiezione
astrale ai fulmini di energia che causano enormi danni.
Suo figlio è Nicholas Scratch
Uno dei primi nemici dei
Fantastici Quattro era un potente stregone di nome Nicholas
Scratch. La sua prima apparizione è avvenuta nel 1977 in Fantastic
Four #185. È arrivato a New Salem e ha processato Agatha per aver
cercato di tradire la comunità.
Si è scoperto che Nicholas era suo
figlio, e quando ha attirato i Fantastici Quattro a New Salem, ha
perso il loro sostegno. Nel corso degli anni, è tornato più volte e
alla fine è stato sconfitto e imprigionato, con la stessa Agatha
che alla fine ha rivelato che era suo figlio.
Agatha ha fatto sparire i figli di Scarlet Witch
Col passare degli anni, i
Fantastici Quattro non hanno più avuto bisogno di Agatha Harkness
come tata di Franklin, così la strega iniziò a lavorare con Scarlet
Witch. Quando Visione e Wanda hanno avuto i loro gemelli, Agatha è
diventata la loro tata, vegliando sui due bambini.
Purtroppo, Wanda ha creato i due
bambini usando la sua magia, attraverso frammenti dell’anima di
Mefisto. In West Coast Avengers #52 di John Byrne, Mike Machian,
Bon Sharen e Bill Oakley, i bambini finiscono per essere portati
via e Agatha ha rimosso il loro ricordi dalla mente di Wanda.
Agatha è stata la prima insegnante di Scarlet Witch
Dopo la scomparsa dei suoi figli,
Agatha Harkness ha lavorato per aiutare Wanda a controllare meglio
la sua pasticciata magia. Agatha e gli stessi Vendicatori sapevano
che Scarlet Witch aveva poteri forti e potenzialmente pericolosi, e
che aveva bisogno di imparare a controllarli meglio, ed è qui che
Agatha è entrata in gioco.
Doctor Strange si è offerto di aiutare Wanda,
ma i suoi doveri in qualità di Vendicatore hanno sempre avuto la
priorità. Agatha è stata in grado di aiutare Wanda a diventare più
forte, il che ha persino permesso a Scarlet Witch di resuscitare
Wonder Man. Tuttavia, non ha mai imparato a usare i poteri in modo
responsabile.
Scarlet Witch ha ucciso Agatha Harkness
La più grande rovina per
Scarlet Witch è arrivata quando ha creato un mondo nuovo di zecca
in “House of M” ed è poi diventata una cattiva a vita agli occhi
degli X-Men durante “M-Day”.
Tuttavia, in breve tempo ha perso
anche il sostegno dei Vendicatori quando si è ricordata che i suoi
gemelli esistevano e le erano stati portati via. Quando ha saputo
del ruolo di Agatha nell’inganno, Wanda l’ha uccisa e poi ha
attaccato i Vendicatori nella trama di “Avengers Disassembled”.
Resuscitata dalla madre di Scarlet Witch
Nella serie “Scarlet Witch”
del 2015, gran parte della vita passata di Wanda è stata spiegata e
molti aspetti precedentemente sconosciuti di quella stessa vita
sono stati finalmente portati alla luce.
In Scarlet Witch #13, Wanda trova
Agatha su Witches’ Road e poi trova sua madre, Natalya Maximoff. Le
tre finiscono per combattere l’entità astratte Lord Chaos. Natalya
ha sacrificato la propria vita per salvare la dea della
stregoneria, ma non prima di aver fatto resuscitare Agatha Harkness
e riportarla nella terra dei vivi.
Agatha sta ora lavorando con le Daughters of Liberty
Nel 2020, un nuovo gruppo è
arrivato nella Marvel Comics, con una storia lunga ma segreta.
Queste erano le Daughters of Liberty, un gruppo di donne potenti
che hanno aiutato a combattere il male e salvare il mondo,
inizialmente formato da Harriet Tubman, Alexa Volkoff (Lukin),
Peggy Carter e Agatha Harkness.
È stata proprio Harkness che le ha
introdotte alle vie della magia. Al giorno d’oggi, Agatha le sta
ancora aiutando, offrendo, ad esempio, il suo supporto al lavoro di
ricerca di Shuri.
Monica Rambeau è tra i protagonisti
dell’amatissima
WandaVision, il cui attesissimo finale è ormai alle porte
(mancano soltanto due episodi alla fine della serie). Sappiamo però
che ritroveremo il personaggio interpretato da Teyonah
Parris in Captain
Marvel 2, il sequel del cinecomic di successo che
vedrà ancora una volta Brie Larson nei panni di
Carol Danvers.
Il personaggio di Monica era già
apparso nel primo Captain
Marvel, ma in quel film aveva soltanto 11 anni, nonostante
sembrava già avere un legame molto particolare con sua “zia” Carol.
Nell’episodio 5 di WandaVision, Monica ha menzionato brevemente Carol,
lasciando intendere che tra l’agente dello SWORD e il supereroe ci
siano alcuni problemi irrisolti.
In una recente intervista con
ComicBook, alla Parris è stato proprio chiesto di questo
ipotetico “dramma” che potrebbe esistere tra Monica Rambeau e Carol
Danvers, facendo riferimento proprio alla breve menzione di
Captain Marvel in
WandaVision. La risposta dell’attrice ha confermato che i
fan scopriranno tutto nella seconda avventura in solitaria di
Carol: “Monica sarà in Captain Marvel 2 con Carol Danvers e Kamala Khan,
ossia Ms. Marvel. Questo ci darà lo spazio
necessario per esplorare ulteriormente ciò che potrebbe accadere in
quel film.”
È probabile che qualsiasi sia la
questione “irrisolta” tra Monica e Carol, abbia a che fare con la
morte della madre della prima, Maria Rambeau (interpretata nel
primo Captain
Marvel da Lashana Lynch). Come
rivelato nell’episodio 4 di
WandaVision, Maria è morta di cancro due anni dopo che
Thanos ha spazzato via metà della galassia, inclusa Monica.
In base a ciò che sappiamo, Carol
non era impegnata altrove mentre Maria combatteva la malattia, e
forse Monica (o la stessa Maria) avrebbe voluto che Carol fosse lì
a sostenere sua madre. Ad ogni modo, qualunque sia la ragione del
loro conflitto, i fan dovranno aspettare fino all’uscita di
Captain
Marvel 2 per scoprirlo.
Tutto ciò che sappiamo sul sequel
di Captain Marvel
Captain
Marvel 2, il sequel del cinecomic con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto
pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad
affidare la regia del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo
la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una
delle serie Marvel attualmente in sviluppo e
destinate a Disney+.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel diCaptain
Marvel arriverà l’11 novembre 2022.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è uno dei
prossimi progetti del MCU più attesi di sempre.
Nonostante il personaggio di Scott Lang sia sempre stato
considerato uno degli eroi minori all’interno dell’universo
condiviso, il terzo capitolo del franchise a lui dedicato sembra
essere degno di attenzione per almeno due motivi principali:
l’introduzione del villain
Kang il Conquistatore e il coinvolgimento di Kathryn
Newton nei panni di
Cassie Lang.
Kang, che sarà interpretato da
Jonathan Majors, sembra essere destinato a
stravolgere gli equilibri dell’intera saga, dal momento che nei
fumetti è una delle più grandi minacce mai esistite;
parallelamente, il personaggio di Cassie Lang e la sua eventuale
trasformazione in Stature potrebbe finalmente condurre
all’introduzione degli Young Avengers sul grande schermo.
Ad oggi Ant-Man and the Wasp: Quantumania non ha
ancora uan data di uscita ufficiale. Ciononostante, pare che le
riprese del film siano pronte a partire. Negli ultimi giorni,
infatti, sia
Michael Douglas che
Evangeline Lilly hanno confermato quando
dovrebbe ufficialmente partire la produzione: durante un Q&A su
Instagram (via Ant-Man
News), Douglas ha risposto alla domanda di un fan, ma è stato
alquanto generico, limitandosi a dire che le riprese partiranno
quest’anno; la stessa domanda è stata posta anche a Lilly, che ha
invece risposto – sempre via Instagram – in
maniera molto più esaustiva, confermando che l’obiettivo è quello
di iniziare a girare entro l’estate del 2021.
Arriva un importante aggiornamento
in merito a The
Flash, il cinecomic DC che, dopo una genesi
particolarmente travagliata, sembra finalmente aver trovato la
giusta direzione, anche grazie al coinvolgimento del
regista Andy
Muschietti. Pochi giorni fa si era diffusa la notizia
che
le riprese del cinecomic fossero ufficialmente partite grazie
ad un post condiviso via Instagram dalla produttrice Barbara
Muschietti, sorella di Andy.
Ora apprendiamo invece che un
personaggio molto amato dai fan dei fumetti sarà presente nel film:
stiamo parlando di Supergirl, la controparte
femminile di Superman, creata da Otto Binder. Ma non è tutto: è
stata anche già scelta la sua interprete! Come rivelato proprio dal
regista Muschietti in un post condiviso via
Instagram, sarà l’attrice americana Sasha
Calle, nota per la soap opera Febbre d’amore, a
vestire i panni dell’iconico personaggio.
Al momento non sappiamo quale sarà
l’identità che la Supergirl di Calle assumerà nel film, né il ruolo
che il personaggio giocherà all’interno della storia. È
ipotizzabile che l’introduzione di Supergirl non sia legata alla
mitologia stabilita dallo SnyderVerse: dal momento che The
Flash introdurrà ufficialmente il concetto di Multiverso, è
probabile che l’iterazione di Calle provenga da una realtà
completamente diversa. Quel che è certo è che il personaggio è
destinato a diventare una parte importante dell’universo
condiviso.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash
Ricordiamo che The
Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film
sarà diretto da Andy
Muschietti, regista di IT e IT
– Capitolo Due.Ezra
Miller tornerà a vestire i panni del Velocista
Scarlatto dopo un cameo in Batman
v Superman: Dawn of Justice e Justice
League. Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti
“Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy
Kubert.
Dopo il primo trailer Disney ha
diffuso l’ultimate trailer di
The Falcon and The Winter Soldier. La nuova serie
composta da sei episodi debutterà in esclusiva su Disney+ il
19 marzo 2021. Nella serie tornano in azione due noti personaggi
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro ruoli nei
panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier
(alias Bucky Barnes).
The Falcon And The Winter Soldier,
la serie tv
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il
ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero
Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Di recente molti attori di Harry Potter sono tornati a parlare della
loro esperienza con la celebre saga. Gli interpreti dei
gemelli Wesley, ad esempio, hanno rivelato che all’inizio delle
riprese non erano a conoscenza di quale personaggio avrebbero
interpretato;
Rupert Grint (Ron Weasley) ha ammesso di aver visto solo tre
degli otto film del franchise, mentre l’attore che ha prestato il
volto a
Neville Paciock ha rivelato che ad oggi è molto difficile per
lui rivedere i film del franchise.
Nonostante il successo del franchise
persista ancora oggi, pare che non tutti i membri del cast siano
legati ad esso allo stesso modo di quel pubblico che ha contribuito
alla sua immensa fortunata. Di recente, anche Daniel Radcliffe, l’interprete di Harry, è
tornato a parlare della sua esperienza in una recente intervista
con
Empire (via
Metro) che ha dedicato uno speciale alla celebre saga in
occasione dei suoi 20 anni.
Nonostante sia “incredibilmente
grato” per aver avuto la possibilità di interpretare un
personaggio come Harry Potter, Radcliffe ha ammesso di sentirsi
“profondamente in imbarazzo” di fronte ad alcuni momenti
del film a causa della sua recitazione: “È difficile separare
il mio rapporto con Harry dal mio rapporto con i film nel loro
insieme”, ha spiegato l’attore trentunenne. “Sono
incredibilmente grato per quell’esperienza. Mi ha fatto capire cosa
volessi fare realmente per il resto della mia vita. Riuscire a
capire cosa ami fin da subito è davvero un privilegio. Tuttavia, mi
sento profondamente in imbarazzo di fronte ad alcune scene, e
questo a causa della mia recitazione. Penso che sia come chiedere a
qualcuno di ricordare la propria adolescenza. C’è così tanto in
ballo che è difficile parlarne facendo riferimento ad una singola
sensazione.”
È importante ricordare che Radcliffe
aveva solo 12 anni quando è stato scelto per interpretare il ruolo
del protagonista nella celebre saga, quindi i sentimenti
dell’attore nei confronti della sua performance sono assolutamente
comprensibili. Tuttavia, è innegabile quanto il pubblico sia stato
testimone di una vera e propria evoluzione del suo talento, tant’è
che ad oggi, riuscire ad immaginare un altro attore nei panni di
Harry è praticamente impossibile.
Anche se Marvel e Sony non hanno ancora
confermato la notizia, sappiamo da un po’ di tempo che un film
dedicato a Spider-Woman è in fase di sviluppo. Il film in
questione dovrebbe essere dedicato a Jessica Drew, primo
personaggio dei fumetti ad adottare l’identità della Donna
Ragno.
A febbraio dello scorso anno era
circolate delle voci secondo cui il premio Oscar Alicia Vikander(The Danish
Girl, Tomb
Raider) era in lizza per ottenere la parte della
protagonista, ma da allora non ci sono più stati aggiornamenti. Ad
oggi non sappiamo ancora nulla di concreto in merito al film, ma
pare ci sia un’attrice particolarmente interessata al ruolo: stiamo
parlando di Daisy Ridley, nota al grande pubblico per il
ruolo di Rey nella trilogia sequel di
Star Wars.
Nonostante l’arrivo di alcuni
interessanti progetti che la vedranno coinvolta (come ad esempio
Chaos Walking, al fianco di Tom Holland), in
passato è stata la stessa Ridley a confermare di aver faticato
parecchio per riuscire a trovare ruoli interessanti
dopo la fine della sua esperienza con la saga di Star
Wars e un film come quello dedicato a Spider-Woman
potrebbe sicuramente rappresentare un’opportunità irripetibile per
la giovane attrice.
Intervistata da Sariah
Wilson, giornalista di USA Today, proprio in occasione
dell’uscita di Chaos Walking, Daisy Ridley ha avuto la possibilità di
commentare le voci su Spider-Woman. L’attrice ha spiegato di non
sapere nulla a proposito del film o del potenziale ruolo, ma ha
anche specificato che sarebbe felice di unirsi allo SPUMC. “Mi
piacerebbe interpretare Spider-Woman”, ha detto Ridley.
“Ma è più una questione legata ad un universo esteso di
Spider-Man, giusto?”
La storia di Spider-Woman nei fumetti
Nei fumetti, Jessica Drew è una
giovane donna che decenni fa si ammalò gravemente dopo mesi di
esposizione all’uranio, usato dal padre nei suoi esperimenti
scientifici. Per salvarle la vita, l’uomo fu costretto ad usare una
medicina sperimentale, basato sulla biologia di un ragno
radioattivo. Jessica venne sigillata in un acceleratore genetico in
modo da amplificare gli effetti del siero. Si risvegliò decenni
dopo, senza essere invecchiata, con tutta una serie di poteri,
senza però ricordare nulla del suo passato.
Ricordiamo che la Sony Pictures ha
fissato per l’8 ottobre 2021 l’arrivo nelle sale di un nuovo
misterioso film dello Spiderverse: al momento non
sappiamo se si tratterà proprio del film su Jessica Drew o magari
di un film dedicato ad un’altra delle nemesi dell’Uomo Ragno.
A quanto pare, la regista
Chloé Zhao si sarebbe ispirata a Revenant
– Redivivo per le scene d’azione de Gli Eterni,
l’attesissimo cinecomic Marvel in arrivo nelle sale a
novembre, progetto che si trascina fin dal suo annuncio un carico
parecchio elevato di curiosità e aspettative, soprattutto per il
coinvolgimento di Zhao.
Proprio di recente si era parlato
dell’approccio “creativo” della regista cinese alla scelta del cast
del film. Ora, è stata la stessa a rivelare in una recente
intervista con
The Playlist di essersi lasciata ispirare dal film di
Alejandro González Iñárritu del 2015 (che regalò a
Leonardo DiCaprio il tanto agognato Oscar come migliore attore
protagonista) per le scene d’azione del cinecomic che introdurrà
nell’universo condiviso il gruppo di esseri immortali dotato di
abilità incredibili.
La cosa più sorprendente è che la
Marvel ha da subito apprezzato il
tipo di approccio di Zhao al materiale originale, come spiegato
dalla regista: “Ci sono molti film a cui mi sono ispirata per
Gli Eterni. Ma per quanto riguarda le scene d’azione, che mi sono
divertita veramente tanto a realizzare, anche grazie ad un team
davvero fantastico, ho voluto fare riferimento a Revenant. È un
film che amo particolarmente e durante le riprese lo abbiamo
guardato molte volte. La maggior parte di quelle scene sono state
girato sul posto ed è proprio questo a rendere le scene di quel
film incredibilmente coinvolgenti. Quindi direi che Revenant è il
film a cui aspiriamo. La Marvel ha supportato in tutto e per
tutto la nostra idea. Mi hanno sempre supportata.”
A causa della pandemia di Covid-19,
Gli Eterni è stato
posticipato di un intero anno. Attualmente l’uscita nelle sale
americane è fissata per il prossimo novembre, sperando che per
l’allora la situazione a livello mondiale sia tornata alla
normalità. Le recenti dichiarazione di Zhao non fanno altro che
aumentare il nostro desiderio di scoprire quale sarà effettivamente
il prodotto finale e, soprattutto, se Gli Eterni si distaccherà
effettivamente dai precedenti film prodotti dal MCU.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
WandaVision
di Marvel Studios unisce televisione
classica e Marvel Cinematic
Universe e vede protagonisti Wanda Maximoff e Visione,
due individui dotati di super poteri che conducono vite di
periferia idealizzate, che iniziano a sospettare che ogni cosa non
sia come sembra.
WandaVision,
la prima serie targata Marvel Studios, creata in esclusiva
per Disney+, ha per protagonisti
Elizabeth Olsen nel ruolo di Wanda Maximoff e
Paul Bettany in quello di Visione. Kathryn Hahn è Agnes e
Teyonah Parris è Monica Rambeau, personaggio che è stato
presentato al pubblico in Captain
Marvel. Kat
Dennings riprenderà il suo ruolo di Darcy
da Thor e Thor:
The Dark World, mentre Randall Park tornerà a vestire i
panni di Jimmy Woo da Ant-Man
and The Wasp. La serie è diretta da Matt Shakman
mentre Jac Schaeffer è il capo sceneggiatore. Composta da nove
episodi, WandaVision è disponibile in streaming
su Disney+.
Justin Kroll, giornalista di
Deadline, ha condiviso un piccolo aggiornamento via Twitter
in merito a Fantastici
Quattro, il nuovo film dedicato ai personaggi creati
da Stan Lee e Jack Kirby che sarà ambientato nel MCU. Secondo quanto riportato dal
giornalista, i Marvel Studios hanno cominciato ad incontrare
diversi sceneggiatori.
Al momento non è stato ancora
designato chi si occuperà ufficialmente di scrivere il reboot.
Ricordiamo che il film sarà diretto da Jon Watts,
regista di
Spider-Man: Homecoming che ha anche contribuito alla
sceneggiatura del film con Tom Holland; nulla esclude che alla fine
Watts possa essere coinvolto nel nuovo progetto dedicato alla
grande famiglia Marvel anche in qualità di
sceneggiatore.
La ricerca dello sceneggiatore (o
del gruppo di sceneggiatori) che si occuperanno di scrivere
Fantastici
Quattro potrebbe durare diversi mesi, quindi è
probabile che il film non entrerà in produzione molto presto. Basti
pensare a quanto accaduto con Blade, il cinecomic
che avrà come protagonista il due volte premio Oscar Mahershala Ali: il film è stato annunciato per
la prima volta nel 2019, ma la sceneggiatrice del film è stata resa
nota soltanto quest’anno (si tratta di
Stacy Osei-Kuffour, autrice dell’acclamata serie
Watchmen).
In seguito all’acquisizione di Fox
da parte di Disney, i personaggi di Reed Richards, Sue Storm,
Johnny Storm e Ben Grimm potranno diventare finalmente parte
integrante dell’Universo Marvel e condividere le loro storie
con il più ampio universo cinematografico. Ricordiamo che
Jon Watts è attualmente impegnato con la
produzione di
Spider-Man 3, che dovrebbe arrivare nelle sale a
dicembre di quest’anno.
Le info su Fantastici Quattro
Il film dei Fantastici
Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente
annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al
momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la
pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista
di Spider-Man:
Homecoming, Spider-Man:
Far From Home e di Spider-Man
3, attualmente in fase di produzione.
“Si parla sempre solo delle navi
che sono arrivate a destinazione, non di quelle che non sono mai
arrivate. C’erano navi che affondavano con i nostri antenati e noi
vogliamo raccontare le loro storie. Enslaved è molto più
di una serie tv; per me è il tentativo di ridare la voce a milioni
di persone: voce che era stata messa a tacere”. Così l’attore
Samuel L. Jackson introduce
Enslaved: la crudele tratta atlantica degli
schiavi afroamericani, la docu- serie tv in sei
episodi condotta dallo stesso Jackson, insieme ai giornalisti e
documentaristi Afua Hirsch e Simcha Jacobovici, in onda in
esclusiva su History Channel (canale 407 di Sky) dal 22
febbraio alle 21.00 (due episodi a serata). È la
drammatica ricostruzione della tratta – durata 400 anni – di esseri
umani dai Paesi africani al nuovo mondo: oltre 12 milioni di
persone rapite e vendute in schiavitù, di cui almeno 2 milioni
morti durante il viaggio.
Nella serie per la prima volta la
nuova tecnologia subacquea – come la mappatura 3D avanzata e il
radar penetrante nel terreno – ha permesso di individuare ed
esaminare numerose navi negriere affondate, rivelando una
prospettiva completamente nuova sulla storia della tratta
transatlantica degli schiavi. In diversi siti di immersione, tra
Regno Unito, Giamaica e Florida, un team esperto di subacquei ha
localizzato sei navi che affondarono con gli schiavi a bordo. Nel
frattempo, sulla terraferma, gli esperti hanno indagato sulle
storie che legano gli schiavi del Ghana, le case signorili
dell’Inghilterra e le piantagioni americane.
Il lavoro investigativo e scientifico, gli indizi recuperati in
fondo al mare, il reportage e le ricostruzioni delineano
l’ideologia, l’economia e la politica della schiavitù, e
restituiscono alla luce i particolari perduti di eventi del passato
e le storie dimenticate delle sofferenze di milioni di persone.
Enslaved è coprodotta da
Associated Producers (Toronto) e Cornelia Street Productions
(Londra). Diretta da Simcha Jacobovici, la serie è
prodotta da Ric Esther Bienstock, Sarah Sapper e Felix Golubev,
mentre produttori esecutivi sono
Samuel L. Jackson, LaTanya Jackson, Eli Selden, Rob Lee, Simcha
Jacobovici, Ric Esther Bienstock, Sarah Sapper e Yaron Niski.
GLI EPISODI
Storia sommersa
Samuel L. Jackson intraprende un
viaggio personale, dopo aver scoperto che il suo DNA risale alla
tribù Benga del Gabon. Accolto come un figlio perduto da tempo che
è tornato a casa, partecipa ad un rito di iniziazione. Ma Jackson
fa un ulteriore passo avanti: trasforma il suo personale viaggio in
uno sforzo per sensibilizzare gli spettatori sulla storia della
tratta transatlantica degli schiavi afroamericani.
A tal fine coinvolge l’associazione
di subacquei “Diving With a Purpose” (DWP) per andare alla ricerca
di navi negriere affondate nell’Oceano Atlantico. DWP è
un’organizzazione dedicata alla conservazione e protezione delle
risorse del patrimonio sommerso, per esempio dei coralli, attiva
nel campo dell’archeologia marittima e della conservazione
dell’oceano, con un focus speciale sulla protezione, la
documentazione e lo studio dei relitti della tratta degli schiavi.
DWP collabora con la National Association of Black Scuba Divers
(NABS). In questo episodio vedremo quindi
Samuel Jackson andare quindi alla ricerca di una nave affondata
al largo della costa della Florida. L’episodio stato girato sul
posto in Gabon, Ghana e Florida.
I perché della
tratta
Nella sua ricerca per raccontare la
storia della tratta degli schiavi, Samuel L. Jackson recluta due
giornalisti e documentaristi pluripremiati, Simcha Jacobovici e
Afua. In che modo gli schiavisti hanno provato a giustificare 400
anni di tratta e lo sfruttamento e l’omicidio di milioni di persone
provenienti dai paesi africani? Nel mondo antico il colore non era
un criterio in base al quale le persone si giudicavano a
vicenda.
Allora come è nata l’ideologia del
razzismo? Jackson invia Jacobovici e Hirsch in missione per
comprendere il processo che ha portato gli europei a ritenere la
schiavitù non solo redditizia economicamente ma anche fondata
razionalmente. Parallelamente a questa indagine, nel Canale della
Manica, i subacquei di DWP individuano uno dei relitti
più antichi di navi negriere, recuperando un oggetto risalente a
350 anni fa. Questo episodio è stato girato in Ghana, Regno Unito e
Spagna.
Segui i soldi
L’episodio indaga sulle ragioni
economiche della schiavitù seguendo la ricerca della nave,
“The Leusden“, in Suriname. Questa nave olandese
rappresenta la più grande perdita di vite umane durante l’intera
tratta degli schiavi. Mentre la nave stava affondando, l’equipaggio
inchiodò i boccaporti, impedendo ad oltre 640 persone provenienti
di salvarsi. I proprietari della nave non tennero nascosta la
tragedia. Tutt’altro: fecero richiesta di rimborso
all’assicurazione per “carico smarrito”. Jackson, Jacobovici e
Hirsch ritrovano i crediti dell’assicurazione ma anche fosse
comuni e manufatti rari, che permettono di mettere insieme i motivi
economici della schiavitù. L’episodio è stato girato in Suriname,
Brasile, Portogallo e Regno Unito.
Le culture del Nuovo Mondo
Esplorando cibo, musica e scienza,
scopriremo che gran parte della cultura del Nuovo Mondo è nata
all’interno delle navi, dove africani di diversi Paesi e tribù
interagivano tra loro e con gli europei che li commerciavano. La
tipica cucina del sud degli Stati Uniti è di origine africana.
Samuel L. Jackson visita Africatown in Alabama., l’unica città
africana fondata in America da schiavi liberati. Qui incontra
l’artista vincitore del Grammy Rhiannon Giddens, che esplora le
origini africane del banjo. I subacquei di DWP aiutano alcuni
giovani in Costa Rica a scoprire le loro origini africane,
identificando una nave di schiavi affondata al largo del Paese Come
i giovani costaricani, gli spettatori saranno sorpresi di scoprire
quanto della nostra cultura globale – dal reggae ai frattali
matematici – sia legata alla storia della schiavitù. L’episodio è
stato girato in Costa Rica, Giamaica, Etiopia e Stati Uniti.
Resistenza
Questo episodio illustra la
resistenza alla tratta da parte degli schiavi sia in Africa sia
durante la diaspora – dal Ghana al Regno Unito all’America. I
sommozzatori di DWP intraprendono un’indagine senza precedenti per
individuare il relitto perfettamente conservato della “Freedom
Boat” nei Grandi Laghi nel nord degli USA, una goletta che h
traghettò gli afroamericani verso la libertà in Canada.
Identificano persino i nomi di alcuni degli schiavi che furono
salvati dal capitano della nave. Jackson, Jacobovici e Hirsch
approfondiscono inoltre il ruolo ricoperto da africani nella lotta
alla schiavitù nel proprio continente o durante la Guerra Civile
americana.
Abolizione
La politica ha favorito la
schiavitù. Ma è stata la politica a porre fine ad essa come è
successo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. E proprio negli USA
di oggi viene intervistato il deputato John Lewis, una delle più
importanti figure nella lotta contro la segregazione razziale
e recentemente scomparso. L’episodio proverà a risolvere infine il
mistero della nave “The London“, affondata al
largo della Cornovaglia, mentre trasportava illegalmente
decine di africani che, erano stati liberati per poi essere ridotti
nuovamente in schiavitù. L’episodio è stato girato nel Regno Unito,
negli Stati Uniti e in Ghana.
I moti della Primavera Araba sono
stati una delle più importanti rivoluzioni del nuovo millennio, ed
hanno coinvolto quasi tutti i paesi del Nord Africa e non solo.
Inevitabile che simili eventi venissero toccati, seppur anche in
modo marginale, da quel potente mezzo di comunicazione di massa che
è il cinema. Uno dei titoli più interessanti a riguardo è
Omicidio al Cairo, diretto dal regista
svedese di origini egiziane Tarik Saleh. Già noto
per film come Gitmo – The New Rules of War e
Metropia, questi ha nel 2017 portato al cinema questa sua
nuova opera, ad oggi la più apprezzata e premiata della sua
filmografia.
Con questo, il regista ricostruisce
con grande fedeltà alcuni degli eventi che portarono alle prime
rivolte verificatesi in Egitto a partire dal 2008. Il suo è un film
di denuncia contro le autorità e la situazione politica di quegli
anni, e attraverso l’adattamento di un episodio realmente accaduto
riesce a raccontare ancor di più i retroscena di tali ambienti.
Trattando tematiche simili, Saleh ebbe non poche difficoltà a
realizzare il film. Fu infatti costretto a spostare le riprese dal
Cairo a Casablanca, poiché il governo non concesse di girare nella
capitale. Il film riuscì in ogni modo a prendere forma, ottenendo
poi riconoscimenti da tutto il mondo.
Presentato al Sundance Film
Festival, questo ricevette il premio World Cinema Grand Jury Prize.
In Svezia, ai prestigiosi Guldbagge Awards vinse invece cinque
premi, tra cui quello di miglior film. Omicidio al
Cairo è un gioiello da riscoprire assolutamente per poter
aprire una finestra su luoghi del mondo normalmente non
frequentati. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
vera storia a cui è ispirato. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Omicidio al Cairo: la trama del
film
La storia si svolge in Egitto, nel
2011, più precisamente nella capitale Il Cairo. In quel periodo la
città è sconvolta dalle prime agitazioni e proteste contro il
trentennale regime del presidente Mubarak. A margine di ciò, si
segue la vicenda del detective della polizia Noredin
Mostafa, il quale, come vuole la norma, è corrotto come
tutti i suoi colleghi. Mustafa è infatti solito chiedere una ricca
tangente ai commercianti per garantire loro protezione da eventuali
attacchi. A cambiare il suo modo di agire arriva però l’insolito
caso di una cantante trovata morta nella sua stanza d’albergo. La
cameriera Salwa sembra l’unica a sapere cosa sia
accaduto.
Sospettando qualcosa di grosso, che
potrebbe garantirgli un avanzamento di carriera, il poliziotto
inizia così ad indagare. Più si avvicina alla verità però, più
scoprirà il coinvolgimento nell’omicidio di nomi importanti, alcuni
dei quali appartenenti alla classe politica. Sarà a quel punto che
gli verrà ordinato di archiviare il caso e insabbiare quanto
scoperto. Mostafa però, pur essendo corrotto, non è privo di
coscienza. Frustrato dai soprusi contro il popolo egiziano, decide
di andare fino in fondo alla questione, sfidando i potenti e
mettendo a rischio la propria vita pur di ottenere la verità.
Omicidio al Cairo: il cast del
film
Interpreti del film sono
prevalentemente attori di origini africane o francesi, forse poco
noti al pubblico internazionale ma divenuti poi particolarmente
celebri anche grazie a questo film. Ad interpretare il ruolo del
protagonista, il poliziotto Noredin Mostafa, vi è l’attore
Fares Fares, divenuto celebre a livello
internazionale grazie a film come Zero Dark Thirty, Child 44
e Rogue One: A Star Wars
Story. Ad interpretare la cameriera Salwa vi è l’attrice
Mari Malek, mentre Yasser Ali
Maher è Kammal Mostafa. Slimane Dazi,
noto per il film Il profeta, è invece presente nel ruolo
del misterioso uomo dagli occhi verdi. Hichem
Yacoubi, visto sia in Munich che in Il
profeta, interpreta Nagui, mentre Ger Duany,
noto per Restless City e The Good Lie, dà vita al
personaggio di Clinton.
Omicidio al Cairo: la vera storia
dietro il film
La storia narrata nel film è la
rielaborazione che il regista ha fatto di un evento realmente
accaduto in Egitto, nel 2008. Si tratta dell’assassinio della
cantante libanese Suzanne Tamim. Questa era
divenuta particolarmente celebre dopo aver vinto nel 1996 il talent
show libanese Studio El Fan, all’età di soli 19 anni. Questa
intraprese così una fortunata carriera nel mondo della musica,
dando vita a brani che univano le sonorità del pop a quelle della
tradizione araba. Il 28 luglio del 2008, all’età di 30 anni, la
cantante venne però ritrovata morta nel suo appartamento.
Inizialmente si diffuse la notizie che Tamim era stata decapitata,
ma in seguito venne rivelato che era morta per uno sgozzamento.
Data la sua popolarità, il caso fece estremamente scalpore e in
breve si arrivò ad arrestare alcuni sospettati.
Questi erano un noto milionario e
Hisham Talaat Moustafa, anche legislatore della
camera alta del Parlamento egiziano. Accusati di aver assunto un
sicario per uccidere la cantante, nel 2009 vennero ritenuti
colpevoli e condannati all’impiccagione. Nel marzo del 2010,
tuttavia, la Corte suprema chiese di rivedere la sentenza, e con il
nuovo processo Moustafa e il milionario vennero condannati a 15
anni di carcere, mentre il killer all’ergastolo. Questo era stato
identificato in Al-Sukkari, ex poliziotto. Nel
2011, tuttavia, si è diffusa la notizia che, a causa dei disordini
popolari, il misterioso milionari era evaso di prigione. Di questi,
amico del presidente Mubarak, si proibì inoltre di parlare
pubblicamente. Ad oggi, ancora molti sono i misteri rimasti
irrisolti sul caso.
Omicidio al Cairo: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Omicidio
al Cairo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti
disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play,
Apple iTunes, Rai Play, YouTube e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente, in prima visione
assoluta, nel palinsesto televisivo di sabato 20
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Ha visto la luce nel 2019
Res Creata – Esseri umani e altri animali, il documentario
di AlessandroCattaneo presentato in vari festival,
tra cui Toronto 2020 e il Festival Internazionale Visioni
dal Mondo, dove si è aggiudicato il Premio Giuria
Giovani e la Menzione del pubblico. Ha poi ricevuto la
nomination ai Nastri d’Argento 2021. L’edizione 2021 del
premio assegnato dalla critica cinematografica prevede ampio spazio
dedicato al documentario nelle sue diverse forme, articolandone la
presenza in tre sezioni:Cinema spettacolo
cultura, Docufiction e Cinema del reale, della
quale fa parte appunto Res Creata, che si contenderà il
premio con lavori comeMi chiamo Francesco
Totti di Alex Infascelli,Fuori era primavera di
Gabriele Salvatores e Molecole di Andrea
Segre.
Alessandro Cattaneo e
il racconto del reale
E’ proprio il racconto
della realtà la passione del regista Alessandro Cattaneo, che
esordisce dietro la macchina da presa con Wide blue
delivery nel 2015. Un documentario autoprodotto, girato su
una nave mercantile in viaggio tra Italia e Africa, che ritrae la
vita dell’equipaggio con le sue problematiche. Il film si aggiudica
il Best Film Award al Napoli Film Festival 2016 e partecipa al
concorso svizzero Visions du Reel, vincendo il Premio
Buyens-Chagoll. Ciò che questo primo lavoro ha in comune con
Res Creata è la riflessione sulla parte più
istintuale dell’uomo, spesso trascurata, ma portatrice di esigenze
imprescindibili. Nel 2017 Cattaneo inizia la collaborazione con
Silvia della Sala. Assieme a lei è autore del mediometraggio
Mutu. La collaborazione prosegue con Res
Creata.
Le storie di Res
Creata
Inizia con il
pellegrinaggio spontaneo a una balena spiaggiata sulla battigia di
Platamona, in Sardegna, Res Creata. Prosegue con il viaggio
verso passato e futuro di un cantautore simbolo della scena punk
italiana, intelligenza tra le più lucide e feconde, che oggi vive
con i suoi cavalli sull’appennino tosco-emiliano. Ecco poi il
pastore in simbiosi con le sue pecore e il giovane falconiere con i
suoi uccelli. Quindi, uno psicanalista, un filosofo e uno
zoomusicologo, un poeta e un’apicultrice. Si aprono squarci su come
l’uomo si sia allontanato dalla sua parte istintuale. Si riflette
sulla differenza tra collaborazione e sfruttamento nel rapporto tra
uomini e animali, si osservano riti religiosi in cui gli animali
sono protagonisti e si assiste a uno spettacolo acrobatico a
cavallo. Una è la costante: l’esplorazione di una relazione così
atavica come quella con gli animali, ancora assai feconda per
l’uomo e tutta da riscoprire.
Esseri umani e
altri animali
È proprio nella parola
“altri” la chiave di Res Creata. È nel suo
approccio non gerarchico alla relazione uomo-animale che si
racchiude l’essenza del lavoro di Cattaneo. Come afferma il
filosofo Felice Cimatti, quando sostiene che occorre mettere
da parte l’antropocentrismo, far si che il punto di vista dal quale
si ragiona non sia sempre ed esclusivamente l’umano. E invita a
riflettere sul concetto di “divenire animale”, ovvero
cercare di far proprio il modo in cui gli animali stanno al mondo,
vivendo il presente, l’istante, in armonia con la natura. Di
recupero da parte dell’uomo dell’istinto e dell’aspetto sensoriale,
della relazione profonda col mondo che lo circonda, di cui è parte,
parla anche lo psicanalista Daniele Ribola. Accanto a loro
lo zoomusicologo Dario Martinelli, il poeta Franco
Marcoaldi.
Il regista alterna i loro
contributi di riflessione a quelli di chi racconta la sua
esperienza quotidiana con gli altri animali e più in generale nella
natura, in un rapporto di mutuo scambio. Giovanni Lindo
Ferretti, tra le menti e le voci più acute della musica e della
cultura italiana contemporanea, oggi alleva cavalli sull’appennino
e vive grazie a quello che ha chiamato “teatro barbarico”:
una forma di commistione tra parola e spettacolo della natura.
Colpisce la vicenda di quest’uomo che dopo tante esperienze
diverse, urbane, di ribellione e trasgressione, ha trovato una sua
dimensione riconnettendosi a un passato rurale, più “semplice”, di
cui ha sofferto a lungo la mancanza, trasformandolo nel suo
presente e futuro.
Il pastore Piero
Tomei racconta invece del rapporto con il suo gregge, senza
tralasciare l’esperienza della morte, comunicando un senso di
profondo rispetto per questo suo compagno di vita. Lo stesso
rispetto che lega il giovane falconiere Gregorio Tinteri ai
suoi animali, falchi e gufi e l’apicultrice Enrica Lucchelli
alle sue api. Tutti rapporti improntati il meno possibile allo
sfruttamento, il più possibile invece ad un’ottica di cooperazione
tra uomo e animale, ove, auspicabilmente, non vi sia coercizione, e
dunque non vi sia un vero “possesso”. Perchè, come ben sintetizza
Dario Martinelli, più capiamo gli animali, più li
rispettiamo, più “diventa difficile abusarne a cuor
leggero”. Non mancano poi le antiche tradizioni che vedono
protagonisti uomini e animali, come la Festa di San Domenico, detta
“dei serpari”, nel piccolo comune di Cocullo in Abruzzo, che sposa
il cattolicesimo con l’antico culto di Angizia, dea dei Marsi,
incantatrice di serpenti e dea della fertilità. O la tradizione
sarda della pariglia: la tipica corsa acrobatica a cavallo.
Esempi questi che
interessano il regista e Silvia della Sala, autrice con lui
del soggetto e della sceneggiatura del film, in
quanto testimonianze di un legame profondissimo e atavico tra uomo
e animale, quasi una vera fusione. Aspetto questo evidenziato nelle
inquadrature scelte dal regista, che si occupa anche della
fotografia: i contorni dell’uomo si fondono con quelli
dell’animale, come nella locandina del film, in cui la testa del
giovane falconiere diventa tutt’uno con quella del gufo che lo
segue ovunque vada. Immagine e fotografia veicolano il rispetto che
può nascere solo dalla constatazione di una similitudine, dal
riconoscimento dell’essere l’uomo stesso animale e dell’essere
tutti, uomini e altri animali, appartenenti alla natura e
rispondenti alle sue leggi, senza gerarchie o presunzioni di
superiorità.
Immagini poetiche ed
evocative, in cui la natura è protagonista e, d’altro canto,
immagini in grado di evidenziare come l’uomo spesso tenda a
razionalizzare, a studiare, a classificare, a pensare la natura,
anziché semplicemente ricordarsi di farne parte e viverla
concretamente, assieme agli altri animali.
Res Creata
è dunque un invito a riscoprire la parte istintiva nell’uomo, non
già nel senso deteriore del termine, che conduce alla brutalità e
alla disumanizzazione, bensì nella sua accezione più nobile, che
induce a recuperare l’elemento sensoriale, capace di riconnettere
l’uomo agli altri esseri viventi e di farlo sentire pienamente
parte della natura, in grado di apprezzare l’istante e la bellezza
che lo circonda. Questa parte è oggi spesso disconosciuta e
soffocata in favore di un vivere artificiale e ultra tecnologico,
che rischia di far perdere il contatto con sé stessi.
Res Creata nominato
ai Nastri d’Argento
Ai prossimo Nastri
d’Argento lavori pregevoli come questo Res Creata
di Alessandro Cattaneo e come anche Molecole
di Andrea Segre meriterebbero un riconoscimento, senza nulla
togliere a un gioiellino nazional popolare assolutamente
trasversale come Mi chiamo Francesco Totti. Ad ogni
modo, in un anno in cui il cinema ha subito i colpi della pandemia
tutt’ora in corso, si può almeno gioire dell’ottima salute del
documentario italiano.
Arriverà su Amazon Prime Video il 26 febbraio Tutta
Colpa di Freud, la serie tv co-prodotta da RTI LOTUS
PRODUCTION, una società LEONE FILM GROUP COMPANY, in collaborazione
con AMAZON PRIME VIDEO e prodotta da MARCO BELARDI. La serie si
basa sul film di Paolo Genovese del 2014, e
infatti lo stesso autore racconta: “Quando abbiamo scritto
Tutta colpa di Freud, il film, ci siamo accorti che il materiale
era tantissimo, avevamo una sceneggiatura lunghissima, c’era tanto
da dire sull’argomento e quindi già a film finito ci siamo detti
che il materiale era ancora abbondante e ci sembrava giusto avere
più tempo per raccontare le storie e approfondire i personaggi,
raccontare meglio le tre figlie. L’idea è venuta subito, ma poi
ognuno ha i suoi progetti e la cosa è rimasta in stand by. Poi tre
anni fa, quando Mediaset cercava un family, abbiamo proposto questa
idea e hanno deciso di provare a raccontare questa storia in una
serie invece che nella due ore del film.” Ma sulle differenze
tra film e serie, Genovese specifica: “Le storie prendono la
loro strada, per cui ritroverete l’idea ma rispetto al film la
serie prende una sua strada e si discosta molto
dall’originale.”
Ma perché l’autore di Tutta
colpa di Freud non ha voluto mettere la sua firma sulla
regia della serie? “Ho scelto di non dirigere perché io quella
storia l’avevo già raccontata, mi sarei seduto sul lavoro già
fatto. Invece Rolando è un regista estremamente capace di
raccontare i rapporti tra le persone, le emozioni, i legami, tutto
quello che racconta la serie, alla luce di questo è molto
stimolante per un autore vedere come qualcun’altra racconta le tue
storie.”
Alla regia infatti c’è
Rolando Ravello, che firma con il suo stile piano
e rassicurante dialoghi e vicende in una Milano inedita.
“Raccontare Milano è desueto, ormai si gira tutto a Roma o in
Puglia. Girare a Milano è stata una novità, ma soprattutto ha
consentito di introdurre un personaggio come quello di Max Tortora.
Ho amato lavorare con queste quattro attrici fantastiche, è stato
bello dirigere Luca Bizzarri, ma la cosa bella della serie sono
stati Claudio Bisio e Max Tortora che non si conoscevano prima, e
in un attimo, dalla prima scena, hanno dimostrato una chimica
fenomenale. Sono riusciti a raccontarci Milano e Roma in maniera
insolita e sornione, sono stati fantastici.”
La serie è interpretata
da Claudio Bisio, Caterina Shulha, Marta Gastini,
Demetra Bellina, Luca Bizzarri, Stefania Rocca, Claudia
Pandolfi e Max Tortora, diretta da Rolando
Ravello. Sarà disponibile su Amazon Prime Video a partire
dal 26 febbraio prossimo.
Warner Bros. Entertainment Italia
annuncia l’arrivo in Italia di Zack
Snyder’s Justice Leaguein esclusiva
digitale da giovedì 18 marzo, in contemporanea con gli
USA, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV. Dal 1° aprile, il film sarà inoltre disponibile per il
noleggio su Sky Primafila e Infinity.
In Zack
Snyder’s Justice League, determinato ad assicurarsi
che il sacrificio finale di Superman (Henry Cavill) non sia stato
vano, Bruce Wayne (Ben Affleck) unisce le forze con Diana Prince
(Gal Gadot) con lo scopo di reclutare una squadra di metaumani, al
fine di proteggere il mondo da un minaccia imminente di proporzioni
catastrofiche. Il compito si rivela più difficile di quanto Bruce
immaginasse, poiché ogni componente deve affrontare i demoni del
proprio passato, per trascendere da ciò che li ha bloccati,
permettendo loro di unirsi e formare finalmente una lega di eroi
senza precedenti. Finalmente insieme, Batman (Affleck), Wonder Woman (Gadot), Aquaman (Jason Momoa), Cyborg (Ray Fisher) e Flash
(Ezra Miller) potrebbero essere in ritardo per salvare il pianeta
da Steppenwolf, DeSaad e Darkseid e dalle loro terribili
intenzioni.
Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavill come Superman, Ben
Affleck come Batman, Gal
Gadot come Wonder
Woman, Ezra
Miller come Flash,Jason
Momoa come Aquaman eRay
Fisher come Cyborg. Nel cast
anche Amber
Heard, Amy
Adams, Jesse
Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K.
Simmons eJeremy
Irons. La sceneggiatura è di Chris Terrio, da una
storia di Chris Terrio, Zack Snyder e Will Beall, basata sui
personaggi della DC, Superman creati da Jerry Siegel e Joe Shuster.
I produttori del film sono Charles Roven, Deborah Snyder, mentre i
produttori esecutivi sono Christopher Nolan, Emma Thomas, Wesley
Coller, Jim Rowe, Curtis Kanemoto, Chris Terrio e Ben Affleck.
MUSIC è
una potente, originale e celebrativa dichiarazione artistica. Nel
suo lungometraggio di esordio come sceneggiatrice e regista, la
leggendaria artista musicale
mondiale Sia ha reinventato in modo
audace e avvincente il genere cinematografico
musical.
Star mondiale
multi-platino nominata nove volte ai Grammy Award, due ai
BRIT Awards e due ai Golden Globe, Sia è stata più volte definita
regina del pop e una delle più importanti iconiche popstar del
nuovo millennio, grazie a un ricercato songwriting e ad incredibili
performance live. Protagoniste del
film, Maddie Ziegler, musa della cantante e
protagonista di molti suoi video (tra cui l’acclamato “Chandelier”)
e Kate
Hudson, candidata agli Oscar e vincitrice del Golden
Globe per il film Quasi famosi.
Music parla della
magia che può nascere quando chi non è in grado di esprimersi a
parole incontra persone capaci di ascoltare col
cuore.
La storia ha inizio quando Zu
(Hudson), in rotta con la propria famiglia e con una propensione a
rovinarsi la vita con le proprie mani, si ritrova a essere nominata
unica tutrice della sorellastra adolescente, Music (Ziegler). Music
è una ragazza con un disturbo dello spettro autistico non verbale e
Zu entra immediatamente in conflitto con le sue nuove
responsabilità di tutrice. Presto conosce Ebo (Odom), un vicino di
casa premuroso e dall’animo gentile che la sorprende manifestando
non solo compassione, ma anche una profonda comprensione nei
confronti di Music. Zu si rende conto che Ebo è una persona su cui
può fare affidamento e dalla quale può imparare
molto.
Music fonde un
sentito racconto sulla forza dell’amore con sequenze musicali dai
toni fluo e immaginifici, tipici di Sia, che offrono al pubblico un
vivace scorcio della vita interiore dei personaggi.
Aster si occuperà anche della
sceneggiatura. I dettagli sulla trama del film non sono ancora
stati svelati, nonostante il film sia già stato descritto come
“il ritratto intimo e lungo decenni di uno degli imprenditori
di maggior successo di tutti i tempi”.
Aster sarà coinvolto anche in
qualità di produttore insieme a Lars Knudsen e alla loro società
Square Peg. Al momento non sappiamo quando inizieranno le riprese,
anche se è molto probabile che Phoenix si dedicherà prima alla
produzione di Kitbag di Ridley Scott, in
cui vestirà i panni di Napoleone Bonaparte.
Tra i prossimi progetti di Joaquin
Phoenix figura anche C’mon
C’mon, il nuovo dramma di Mike
Mills, regista di Beginners con Ewan
McGregor e il compianto
Christopher Plummer. Le riprese del film sono terminate da
oltre un anno, ma ad oggi non sappiamo ancora quando verrà
distribuito.
James e
Oliver Phelps, gli attori che hanno interpretato
Fred e George Weasley nei film della saga di Harry Potter, hanno rivelato che all’inizio
delle riprese non erano a conoscenza di quale personaggio avrebbero
interpretato.
Il 2021 segna il 20° anniversario
dell’uscita del primo capitolo di Harry Potter, ed ancora oggi l’entusiasmo dei
fan nei confronti del personaggio non è minimamente calato. Sebbene
l’autrice J.K. Rowling sia stata al centro di
alcune polemiche negli ultimi mesi a causa delle sue dichiarazioni
anti-trans, la fanbase di Harry Potter continua ad essere molto
forte, grazie anche alla serie prequel di Animali Fantastici e alla tanto chiacchierata
serie tv che dovrebbe arrivare su HBO Max.
Solo una manciata di attori può
essere annoverata tra coloro che figurano in ogni singolo film di
Harry Potter, e tra questi ci sono anche i fratelli
Phelps. Interpreti di Fred e George Weasley, i Phelps hanno spesso
rappresentato l’aspetto più divertente del franchise, qualcosa di
estremamente necessario per riuscire a bilanciare un raccontato che
diventava a mano a mano sempre più oscuro. Una battuta comune in
tutta la serie di
Harry Potter è che le persone fanno sempre confusione tra
Fred e George, inclusa la loro madre Molly (interpretata da
Julie Walters). La cosa divertente, però, è che
quella confusione si è estesa per un breve periodo anche alla
realtà…
James e Oliver gestiscono insieme un
podcast chiamato
Normal Not Normal, e nell’ultimo episodio hanno chiacchierato
con la collega Evanna Lynch (interprete di Luna
Lovegood nella saga). A un certo punto, Lynch ha chiesto ai due
come fossero riusciti ad ottenere i rispettivi ruoli, il che ha
portato i fratelli ad ammettere che ci è voluto un po’ per capire
chi stessero interpretando.
“Stavamo parlando prima che
dovessero partire le riprese e non avevamo ancora idea di chi fosse
Fred e chi fosse George”, ha spiegato Oliver. Poco prima della
prima lettura della sceneggiatura di Harry Potter e la pietra
filosofale, infatti, si sono rivolti al direttore del casting
Janet Hirshenson per avere dei chiarimenti. Hirshenson, che ha
chiesto loro se stessero “scherzando”, ha coinvolto la
Rowling, il regista Chris Columbus e il produttore David Heyman in
una “discussione di 20 secondi”. Poi ha spiegato loro che
James avrebbe interpretato Fred e Oliver sarebbe stato George.
Fin dal primo Iron Man del
2008, ogni film del MCU ha incluso almeno una scena extra durante
o dopo i titoli di coda. Tali scene hanno sempre avuto la funzione
di anticipare ciò che il futuro del franchise aveva in serbo per i
suoi numerosissimi fan. Ma sono davvero state tutte all’altezza
delle aspettative?
Screen Rant ha raccolto le 5 migliori e le 5 peggiori scene
post-credits dell’Universo Cinematografico Marvel:
L’identità di Peter Parker
Questa è la scena che ha
reso la momentanea rottura delle trattative con Sony ancora più
difficile da digerire. Quando sembrava che Spidey stesse per uscire
dal MCU, i fan non hanno pensato alla
perdita di uno dei migliori personaggi del franchise; piuttosto,
non avrebbero potuto sopportare un’uscita di scena sulla scia di un
cliffhanger così eclatante.
Alla fine di Spider-Man: Far From Home,
quando tutto sembrava stesse andando alla grande per Peter Parker,
Mysterio, direttamente dall’oltretomba, ha rivelato la sua identità
segreta al mondo intero con l’aiuto del Daily Bugle, incastrando il
giovane per l’attacco a Londra.
Bruce Banner analizza Tony Stark
Invece di anticipare
Captain America: The Winter
Soldier o Guardiani della Galassia o uno
qualsiasi degli altri entusiasmanti progetti del MCU in arrivo, la scena
post-credits di Iron
Man 3 vedeva Tony Stark sfogarsi apertamente con Bruce
Banner, prima che questi gli facesse capire di non essere
esattamente quel tipo di dottore…
L’intervento di Captain Marvel
Dopo il
successo del piano di Thanos, ossia spazzare via metà della
popolazione mondiale, la scena post-credits di Avengers: Infinity War ci offre
uno sguardo all’impatto dello Snap sul resto del mondo.
Nick Fury e Maria
Hill guidano in una città avvolta nel caos. Mentre Hill si
trasforma in polvere, Fury tira fuori un cercapersone e chiama la
sua ancora di salvezza per chiedere aiuto. Quando si trasforma
anche lui in polvere, lascia cadere il cercapersone, rivelando
l’emblema di Captain Marvel.
Thor fa visita a Jane
Thor: The Dark World è ricordato
ancora oggi come uno dei peggiori capitoli del MCU. Nella scena post-credits, il
Dio del Tuono si reca a Londra per far vistia a Jane Foster. Ma dal
momento che il film non ci ha dato motivo di preoccuparci della
loro relazione, la scena non ha avuto alcun impatto.
Thor arriva sullo Statesman
Subito dopo
che Thor e gli Asgardiani sopravvissuti fuggirono dalla distruzione
del loro pianeta natale nello Statesman e si prepararono a
stabilirsi sulla Terra, la nave di Thanos incombeva su di loro.
Questo ha fornito al pubblico una sorta di campanello d’allarme:
cose spaventose sarebbero presto accadute.
Avengers:
Infinity War si apre proprio sulla scia di tale avvenimento,
con Thanos e l’Ordine Nero che hanno distrutto la nave e ucciso la
maggior parte dei suoi abitanti.
Troppi stregoni!
Dopo i
titoli di coda di Doctor Strange, Karl Mordo fa visita a
Jonathan Pangborn e lo spoglia dei suoi poteri magici, sostenendo
che ci sono “troppi stregoni” nel mondo.
Concentrandosi su
due personaggi secondari e non anticipando nulla sull’immediato
futuro, questa è stata una scena piuttosto deludente. Inoltre,
avendo Scott Derrickson abbandonato la regia di Doctor Strange in the
Multiverse of Madness, non ci sarà più modo per lui di
rimediare.
“Bene. Lo farò da solo!”
Dopo che
The Avengers ha svelato che è Thanos il cattivo monolitico
che controlla Loki come un burattino, Avengers: Age of Ultron ha
anticipato che avrebbe finalmente affrontato gli eroi più potenti
della Terra nella loro prossima avventura di gruppo.
Insoddisfatto del
lavoro dei suoi lacchè, Thanos indossa il Guanto dell’Infinito e
proclama: “Bene, lo farò da solo!”. Damion Poitier ha
interpretato Thanos in The Avengers, mentre il Titano
Pazzo è stato finalmente interpretato da Josh Brolin in Age of
Ultron.
Bucky è vivo!
Alla fine di Captain America: Civil War,
Bucky Barnes è sprofondato nel sonno criogenico in Wakanda, mentre
Shuri ha cercato di capire come aggiustare il suo cervello. La
scena post-crediti di Black Panther ha semplicemente
stabilito che Bucky sarebbe tornato in forma, pronto al
combattimento, giusto in tempo per Avengers: Infinity War.
Di tutte le possibili configurazioni per quel film, questa è stata
probabilmente la meno entusiasmante.
Nick Fury e l’Iniziativa Avengers
Robert Downey, Jr. ha
improvvisato la fine di Iron Man. Il piano originale era
di attenersi ai fumetti e di “giustificare” Iron Man come la
guardia del corpo di Tony Stark. Tuttavia, Downey pensava che Tony
sarebbe stato troppo arrogante per lasciare che ciò accadesse e
alla fine si è dichiarato: “Io sono Iron Man”.
Nei titoli di coda, Tony viene
avvicinato da Nick Fury, che introduce l’Iniziativa Avengers.
Questa è la scena post-credits che per prima ha introdotto l’idea
di un universo cinematografico condiviso con molti altri eroi in
arrivo.
Nick invita Steve Rogers ad unirsi agli Avengers
Dopo l’entusiasmo di Nick
Fury che raccontava a Tony Stark dell’Iniziativa Avengers nella
scena post-crediti di Iron Man,Captain America: Il
primo vendicatore ha fatto la stessa cosa, ma con risultati
diametralmente opposti.
Fury fa visita Steve Rogers
nel 21° secolo e lo invita a far parte della squadra. Non era
nemmeno una scena originale: è stata semplicemente usata una scena
tagliata di The Avengers.
Uno dei protagonisti del film
Gran Torino diretto da Clint
Eastwood nel 2008 si è scagliato contro l’impiego
di insulti anti-asiatici presenti nel film, che dal suo punto di
vista hanno contribuito a rendere il razzismo un sentimento ancora
più mainstream. Gran Torino racconta la storia di un veterano della
guerra di Corea (interpretato da Eastwood) che viene allontanato
dalla sua famiglia dopo essere rimasto vedovo. L’uomo è in realtà
un burbero razzista che sfoga la sua ira nei confronti dei suoi
vicini di casa, di etnia Hmong.
Tuttavia, alla fine del film, Walt
riesce a stabilire un’improbabile ed inatteso rapporto con uno di
loro, il giovane adolescente Thao, interpretato dall’attore
Bee Vang, riuscendo così a superare il suo
disprezzo nei confronti del “diverso”. Uscito nel 2008, il film è
stato un successo al botteghino, arrivando a conquistare 148
milioni di dollari negli Stati Uniti e 270 milioni nel resto del
mondo. Ciononostante, il film è stato anche ampiamente criticato
per l’uso massiccio di insulti razzisti.
In un editoriale scritto per
NBC News, è stato proprio Vang ad esprimersi in prima persona
contro il linguaggio razzista usato dal personaggio principale
interpretato da Eastwood. Anche se Vang riconosce che
Gran Torino ha contribuito ad aumentare la
rappresentanza degli asiatici americani, al tempo stesso è convinto
che il film abbia contribuito a rendere il razzismo nei confronti
degli asioamericani ancora più mainstream.
Nell’editoriale scritto a 13 anni di
distanza dall’uscita del film, Vang scrive: “All’epoca, si
discusse molto se gli insulti del film fossero insensibili e
gratuiti o semplicemente degli ‘scherzi innocui’. Ho trovato
snervante le risate che gli insulti suscitano nei cinema con un
pubblico prevalentemente bianco. Ed erano sempre i bianchi che
dicevano: ‘Non sai accettare una battuta?’.”
Vang ha poi citato la pandemia di
Coronavirus come motivo che lo ha spinto a parlare adesso. “Il
razzismo anti-asiatico che una volta era camuffato da umorismo
bonario si è rivelato per quello che è grazie al Covid-19. Pur
incrementando la presenza asiatico-americana, è preoccupante la
maniera in cui Gran Torno ha reso mainstream il razzismo
anti-asiatico. Sono ancora tormentato dalle risate del pubblico
bianco. Scherzi innocui, giusto? Fino a quando non sono più degli
scherzi, ma piuttosto una scusa in più per ignorare la supremazia
bianca e il razzismo.”
Evan Peters è ufficialmente entrato a far
parte del MCU dopo la sua sconvolgente
apparizione alla fine del quinto episodio di
WandaVision. Peters ha interpretato Quicksilver nel
franchise di Fox dedicato agli X-Men, mentre Aaron Taylor-Johnson è stato il personaggio
nel MCU, nonostante sia apparso
soltanto nella scena post-credits di Captain America: The Winter Soldier e in Avengers: Age of Ultron (film in cui è stato
ufficialmente ucciso).
Naturalmente, ogni fan della
Marvel ha la sua iterazione
preferita, ma confrontando le abilità e l’uso di entrambi i
personaggi nei rispettivi franchise, quale versione potrebbe
davvero definirsi la migliore? Un nuovo report di
Screen Rant ha provato a rispondere a questa domanda,
sostenendo la tesi che la versione di Quicksilver ad opera di
Peters sia quella vincente.
Essendo i diritti cinematografici
della Marvel divisi, in origine, tra 20th
Century Fox e Disney, i franchise di X-Men e degli Avengers hanno
presentato due diverse versioni del velocista. Il MCU, non potendo utilizzare la
tradizione mutante, e ha dato a Pietro un nuovo background,
rendendolo un orfano dilaniato dalla guerra che riceve i suoi
poteri dalla sperimentazione dell’HYDRA tramite la Gemma della
mente. Dall’altra parte, il franchise di X-Men non poteva includere
l’associazione di Peter con gli Avengers, ma aveva la possibilità
di utilizzare senza problemi l’origine mutante per costruire il
personaggio e rivelare, alla fine, che Magneto era suo padre.
Pietro ha regalato al pubblico un
Quicksilver più cupo e minaccioso in
Avengers: Age of Ultron; un personaggio che aveva
certamente del potenziale, ma che forse è stato ucciso troppo
presto. Introdotto per la prima volta in
X-Men: Giorni di un Futuro Passato, Peters è stato
decisamente più riconoscibile, anche in termini di comicità, al
punto che anche i detrattori del franchise hanno apprezzato
l’iterazione. Si potrebbe quindi dire che, in termini di simpatia,
è sempre stato il Quicksilver di Peters il favorito del
pubblico.
Il dibattito sul design dei
personaggi, invece, è molto più soggettivo, nonostante anche in
questo caso i fan si sono schierati apertamente. Alcuni trovano il
costume di Pietro molto più realistico e conforme ai canoni, mentre
altri sostengono che il personaggio, se messo a paragone con gli
altri Vendicatori, appaia decisamente più anonimo. Anche se alcuni
erano titubanti in merito allo stile anni ’80 di Peters, le sue
ciocche d’argento, la giacca metallica e il merchandising dei Pink
Floyd avevano sicuramente uno stile retrò che è riuscito a lasciare
il segno.
Quicksilver nel MCU: cosa non ha funzionato?
Probabilmente, l’aspetto che ha
deluso di più del Quicksilver di MCU è stato il poco tempo che gli è
stato concesso sullo schermo. Al di là del breve cameo in Captain America: The Winter Soldier,
Taylor-Johnson viene presentato e poi ucciso nell’arco di un solo
film, così che ha rovinato ogni eventuale potenziale in merito allo
sviluppo del suo personaggio. Sebbene non sia un personaggio
canonico per i fumetti, il nuovo retroscena di Pietro avrebbe
potuto creare un arco parecchio interessante. Invece, è stato
utilizzato principalmente come escamotage narrativo, al fine di
portare avanti le storyline di Wanda e Occhio di Falco. Anche l’uso
delle sue abilità in
Avengers: Age of Ultron era piuttosto privo di
fantasia: correva veloce, correva bene, ma il contributo più
emozionante che ha dato al film è stato – purtroppo – la sua
morte.
Al contrario, il Quicksilver di
Peters è partito come personaggio minore, ma ha rapidamente rubato
la scena con sequenze al rallentatore che sono diventate tra le più
amate e apprezzate nella storia recente dei film di supereroi. Gli
X-Men hanno anche utilizzato le abilità di Quicksilver in modi
veramente unici. Quando si tratta dell’uso dei suoi poteri, è
facile intuire quanto il Quicksilver di Peters vinca decisamente a
mani basse, dal momento che in Age of Ultron i poteri di Pietro
sono meno appariscenti e impressionanti rispetto a quelli del
Quicksilver di Peters. Anche nei pochi momenti in slow-motion, il
Quicksilver del MCU non sembra mai raggiungere il
suo pieno potenziale.
In Batman v Superman, il Cavaliere Oscuro
(Ben
Affleck) interrompe il suo brutale accanimento nei
confronti dell’Uomo d’Acciaio (Henry
Cavill) e decide di risparmiargli la vita quando
l’eroe kryptoniano pronuncia l’ormai famigerata battuta: “Salva
Martha”.
È un momento che ha generato
un’ondata infinita di meme ed è ancora oggi fonte di ilarità sul
web, nonostante siano passati ormai diversi anni dall’uscita del
film. Pare che in molti (forse deliberatamente?) abbiano voluto
sorvolare sulle implicazioni più profonde della scena, e ricondurre
la decisione di Batman di lasciar vivere Superman al semplice fatto
che le loro madri hanno lo stesso nome.
Durante un’intervista con
I Minutemen in occasione della promozione della Snyder
Cut di Justice
League, il regista Zack Snyder è tornato a difendere la
sequenza, rivelando di considerarla il “fulcro” dell’intero film.
“Chiaramente sono un fan di quel personaggio e sono molto
interessato a come Martha… a come quel concetto sia centrale per il
film”, spiega il regista. “È al 100% il perno che tiene
insieme l’intero film. Penso che sia indicativo del modo in cui
Batman v Superman è stato accolto, ossia
che il suo principio centrale è stato in qualche modo sminuito e
preso in giro.Personalmente ritengo che questa sia
un’idea bellissima e incredibilmente simmetrica che completa nella
sua interezza questo concetto.”
Batman v Superman: in arrivo una
nuova versione IMAX rimasterizzata
A proposito di Batman
v Superman, di recente Zack
Snyder ha confermato di essere a lavoro su
una nuova
versione IMAX rimasterizzata del film, che arriverà
direttamente in home video. Non è chiaro se questa nuova versione
includerà filmati inediti, ma una cosa è certa: non ci saranno
riprese aggiuntive, al contrario di quanto avvenuto con il suo
attesissimo taglio di Justice
League (in arrivo su HBO il prossimo 18
marzo), che ha potuto contare su un budget – senza precedenti
per dei reshoot – di 70 milioni di dollari.