Franca Valeri
riceverà il David Speciale 2020 nel corso della
65a edizione dei Premi David di Donatello. Lo annuncia
Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico
dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, in
accordo con il Consiglio Direttivo composto da Francesco Rutelli,
Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis,
Domenico Dinoia, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini,
Francesco Ranieri Martinotti. Il riconoscimento sarà assegnato
venerdì 8 maggio nell’ambito della premiazione in diretta alle ore
21.25 su RAI 1 condotta da Carlo Conti.
“Franca Valeri è un’icona dello
spettacolo e della cultura italiana, tra radio e cinema, teatro e
tv, finora mai candidata o premiata al David – spiega Piera
Detassis, che aggiunge – Eppure, con un lampo unico di
creatività, è stata proprio lei ad aver letteralmente rivoluzionato
la comicità e l’immagine femminile dal secondo dopoguerra con
l’invenzione di personaggi simbolo come La Signorina Snob, la sora
Cecioni, Cesira la manicure. L’ironia scorrettissima, il tratto
rapido, il soprassalto linguistico e surreale sono i suoi strumenti
per raccontare le tante identità femminili in mutazione. Autrice di
diversi libri, tra questi ‘Il diario della signorina Snob’, ‘Le
donne’ e il più recente ‘Il secolo della noia’, vera protagonista e
mai solo caratterista, come talvolta descritta dalle
biografie, è stata anche sceneggiatrice di alcuni grandi film
come Il segno di Venere, Parigi o cara, Leoni al
sole. Ha debuttato con Alberto Lattuada e Federico Fellini e
lavorato con alcuni dei maggiori registi italiani, tra questi Mario
Monicelli, Dino Risi, Steno, Vittorio Caprioli e Luciano Salce,
spesso in coppia con Alberto Sordi, interpretando una rosa di
personaggi memorabili, fra cui spiccano la Cesira de Il Segno
di Venere, Poppy in Totò a colori, la signora De Ritis
in Un eroe dei nostri tempi, Lady Eva in Piccola
posta e, sopra ogni altro, Elvira la protagonista de Il
vedovo che distilla l’immortale battuta “cretinetti”. Alla sua
visionaria intelligenza, patrimonio del nostro paese, siamo felici
di assegnare il David Speciale del 65° anniversario. Grazie Signora
Valeri”. Premi David di Donatello 2020, ha votato oltre il 90% dei
giurati
Lunedì 27 aprile alle ore 24 si è concluso il secondo turno di
votazione per l’assegnazione dei Premi David di Donatello 2020
facendo registrare un dato importante: ha infatti espresso il suo
giudizio oltre il 90% dei giurati, un record di partecipazione.
Come riportato da
CBM, nelle ultime ore James Mangold, regista
di Logan
e dell’annunciato
Indiana Jones 5, è finito nell’occhio del ciclone per una
battuta ai danni della #SnyderCut di Justice
League che non è affatto piaciuta al fandom del
cinecomic di Zack Snyder.
Nei giorni scorsi, via
Twitter, James Mangold aveva esortato i fan
della #SnyderCut a prendersi “una pausa” dalla
loro campagna social a sostegno della release della versione del
cinecomic mai arrivata sul grande schermo. Tirando in ballo il film
Norma Rae del 1979 di Martin Ritt con
protagonista Sally Field, Mangold aveva scritto: “Prendetevi 10
minuti di pausa dalla vostra fissa per la #SnyderCut e guardate
qualcosa in cui gli abiti non sono in fibra di vetro o in fibra di
carbonio”.
Il giorno dopo il tweet
“incriminato”, James Mangold ha rivelato di aver
trovato il suo profilo letteralmente invaso dai furiosi commenti
del fandom del cinecomic DC che, a quanto pare, non avevano affatto
gradito il suo precedente post.
Il regista è stato quindi costretto
ad intervenire e a chiarire la sua posizione ed il suo commento: in
una serie di tweet, infatti, James Mangold ha
ribadito che la sua era semplicemente una battuta; nonostante non
conosca personalmente Zack Snyder, ha spiegato di dubitare che lo
stesso si alzi ogni mattina pensando alla sua versione di
Justice
League, come invece sembrano fare molti fan del
suo cinema. Mangold ha poi chiuso la sua “spiegazione”, dichiarando
di essere molto più interessato a cosa Snyder realizzerà in
futuro.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice
League, con Zack
Snyder che ha spiegato che i cambiamenti
apportati in itinere sono stati causati da varie interferenze con
lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un
effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del
film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata
girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata
realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori
eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman
v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano in quel mondo
combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e Flash tornava
indietro nel tempo per dire qualcosa a Bruce…“
In brevissimo tempo Tyler
Rake, il nuovo action con protagonista Chris
Hemsworth, è diventato uno dei titoli più visti su
Netflix. Sulla scia dell’incredibile
successo del film diretto da Sam Hargrave, il
colosso dello streaming ha già deciso di sviluppare un sequel.
La notizia è stata riportata da
Deadline (via
Screen Rant), secondo cui Joe Russo – co-regista
di Avengers:
Endgame e co-produttore di Tyler
Rake insieme ad Anthony Russo – avrebbe già chiuso un accordo
per occuparsi della sceneggiatura del sequel. Lo stesso Joe ha
confermato la cosa in un comunicato ufficiale: “Al momento non
siamo ancora concentrati su come la storia possa andare avanti, o
magari indietro nel tempo. C’è questo grandissimo finale aperto che
lascia lo spettatore con tanti punti interrogativi.”
Sam Hargrave non ha
ancora firmato per dirigere il sequel, così come Chris
Hemsworth, che ha firmato un contratto per un solo
film. La fonte riporta che Netflix vorrebbe coinvolgere nuovamente
sia il regista che la celebre star del MCU.
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che Tyler
Rake racconta la storia di un mercenario che
opera nel mercato nero e che non ha nulla da perdere quando viene
ingaggiato per salvare il figlio rapito di un boss del crimine
internazionale. Ma nel torbido mondo dei trafficanti di armi e di
droga, questa missione, che da pericolosissima diventa pressoché
impossibile, cambierà per sempre la vita di Rake e del ragazzo.
Nella giornata di ieri, proprio in
occasione dello Star
Wars Day, è stato annunciato che Taika Waititi, regista di Thor:
Ragnarok e JoJo
Rabbit, dirigerà e co-sceneggerà un nuovo film della
saga di Star Wars. Il nuovo film sarà
esterno alla saga degli Skywalker, conclusasi ufficialmente lo
scorso dicembre con l’uscita nelle sale di tutto de L’Ascesa di Skywalker di
J.J. Abrams.
In seguito all’annuncio del
coinvolgimento di Taika Waititi nel franchise di Guerre
Stellari, il regista Rian Johnson, che ha diretto
Star Wars: Gli Ultimi Jedi (probabilmente il film
più “controverso” della trilogia sequel), ha espresso via
Twitter tutto il suo entusiasmo in merito all’ingaggio
dell’amico e collega, dichiarando:
“Non ho idea di che tipo di Star
Wars partoriranno le menti di Taika, Krysty e Leslye. Anche se
provassi ad indovinare, mi sbaglierei. E questa è la cosa più
eccitante che io possa immaginare.”
Krysty
Wilson-Cairns è la sceneggiatrice che si occuperà di
scrivere il nuovo film di Star Wars insieme a Taika
Waititi. A Leslye Headland, invece, è stato
affidato il compito di lavorare ad una nuova serie ambientata
nell’universo di Guerre Stellari e destinata al servizio
di streaming Disney+: quest’ultimo progetto è stato
ufficializzato dalla Lucasfilm sempre nella giornata di ieri.
Taika Waititi ha conquistato il mondo con
il suo Thor:
Ragnarok, ma ha poi trovato il vero successo
con JoJo
Rabbit, satira contro il nazismo che gli ha
regalato un premio Oscar per la migliore sceneggiatura
originale.
Dopo la conclusione della saga degli
Skywalker lo scorso dicembre, con l’uscita in sala di L’Ascesa
di Skywalker, saga continua nelle sue
declinazioni fumettistiche e con le serie tv, tra
cui The Mandalorian che, dopo
una stagione di grande successo conclusasi il 2 maggio, è stata
rinnovata per un secondo ciclo.
Tom Cruise collaborerà con l’imprenditore ed
inventore sudafricano Elon Musk e con la
NASA alla realizzazione di un nuovo film d’azione
che sarà ambientato nello spazio. La notizia è stata riportata in
esclusiva da Deadline (via
Screen Rant): secondo la fonte, il progetto rappresenterà il
primo lungometraggio di finzione girato interamente nello
spazio.
Al momento non si conoscono
ulteriori dettagli sull’ambizioso progetto: non sappiamo chi sarà
lo studio che si occuperà di finanziare e distribuire la pellicola,
né chi si occuperà di scrivere la sceneggiatura e di dirigere il
film. Un progetto, dunque, ancora in una fase embrionale, che al
momento vede Cruise impegnato con l’azienda aerospaziale
SpaceX (fondata nel 2012 da Musk) e con la NASA
per cercare di capire in che modo poter realizzare il film e,
soprattutto, permettere all’attore di poter realizzare i suoi
stunt.
Nell’ultimo decennio, Tom
Cruise si è imposto come una delle più grandi
star a livello mondiale del cinema d’azione. La natura adrenalinica
dell’attore e il suo desiderio di sfidare costantemente i limiti,
lo hanno spinto ogni volta a realizzare da solo i propri stunt,
anche quelli più pericolosi, come accaduto più volte sul set dei
vari film della saga di Mission
Impossible, nonostante i vari incidenti che comunque
non hanno mai fermato lo spirito indomito dell’attore.
In attesa di nuovi dettagli su
questo interessantissimo progetto, ricordiamo che appena sarà
possibile tornare sui set cinematografici, Cruise riprenderà la
produzione di Mission Impossible
7 e 8, i due
nuovi capitoli della saga che saranno diretti entrambi
da Christopher McQuarrie, già regista
di Rogue Nation e Fallout.
I due film verranno girati in
contemporanea e faranno il loro debutto nelle sale americane
rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022. Nel cast
tornerà, oltre a Cruise, anche
Rebecca Ferguson. Tra le new entry figurano
Shea Whigham (Kong: Skull
Island), Hayley
Atwell (Captain America: Il primo
vendicatore), Pom
Klementieff (Guardiani della Galassia)
e Nicholas
Hoult (X-Men, Mad Max: Fury Road).
Tra i personaggi di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker che hanno
letteralmente rubato il cuore del fandom per simpatia e tenerezza,
figura senza dubbio Babu Frik, il fabbro del
mercato nero di Kijimi. In una recente intervista rilasciata a
Vanity Fair in
occasione dello “Star
Wars Day”, Shirley Henderson, voce originale
del personaggio, ha rivelato nuovi dettagli sulla creatura.
Parlando del lavoro con J.J. Abrams sul set del film, la
Henderson ha spiegato che Babu Frik aveva tutta
una backstory che nel film non è stata raccontata, e che
nel passato del personaggio c’è stata anche una tragica storia
d’amore… o almeno, questo è quello che ha sempre pensato l’attrice
e che, probabilmente, l’ha aiutata ad entrare meglio nei panni del
personaggio:
“Babu ha vissuto
una vita al di là del film”, ha
spiegatoShirley
Henderson.“Da qualche parte,
là fuori, c’è il suo amore perduto. A volte pensa a lei quando si
siede nel suo laboratorio e si abbandona ai suoi pensieri. Questo è
quello che ho sempre pensato.”
A proposito della Henderson, forse
non tutti che si tratta dell’attrice scozzese che ha interpretato
il personaggio di Mirtilla Malcontenta nei
due film della saga di Harry
Potter, La camera dei
segreti e Il calice di fuoco.
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da
J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e
Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.
A Sylvester
Stallone piacciono sicuramente i franchising. La star dei
Rocky, Rambo e
Expendables – e il regista di
Staying Alive, sequel de La febbre del
sabato sera – ha rivelato che ha in programma di fare un sequel del
film d’azione del 1993 Demolition
Man.
“Ci stiamo lavorando proprio ora
con Warner Brothers – ha detto Stallone in un video che ha
pubblicato su Instagram nel fine settimana – Sembra fantastico,
aspettiamo di vedere quello che ne verrà fuori.”
Stallone ha recitato in
Demolition Man nei panni di un poliziotto
criogenicamente congelato negli anni ’90 ma poi svegliato nel 2032
per affrontare un criminale del 20° secolo, interpretato da
Wesley Snipes. Nel film recitano anche
Sandra Bullock e Nigel
Hawthorne.
Il film è recentemente riemerso nei
trend di Google quando, a inizio pandemia, sembrava che la carta
igienica fosse diventata un bene di prima necessità, rarissimo nei
supermercati. Nel film infatti, le persone del futuro usano tre
conchigliette, il cui uso non viene mai spiegato bene nella storia,
al posto della carta.
In occasione dello
Star
Wars Day, arriva la notizia ufficiale che
Taika Waititi, sceneggiatore premio Oscar per
Jojo
Rabbit, dirigerà e co-sceneggerà (insieme a
Krysty Wilson-Cairns) un nuovo film del franchise
di Star
Wars, che sarà esterno alla Saga degli
Skywalker attualmente conclusa.
Nella stessa sede è stato
annunciato che Leslye Headland, vincitrice di un
Emmy Award, produrrà, scriverà e sarà showrunner di una nuova serie
tv, ambientata nell’universo di Star
Wars, e in produzione per Disney+.
Taika Waititi ha conquistato il mondo con il
suo Thor:
Ragnarok, ma ha poi trovato il vero successo con
Jojo
Rabbit, satira contro il nazismo che gli ha
regalato un premio Oscar per la migliore sceneggiatura
originale.
Dopo la conclusione della
Saga degli Skywalker lo scorso dicembre,
con l’uscita in sala di L’ascesa di Skywalker, saga continua
nelle sue declinazioni fumettistiche e con le serie tv, tra cui
The Mandalorian che, dopo una
stagione di grande successo conclusasi il 2 maggio, è stata
rinnovata per un secondo ciclo.
Stephenie Mayer,
autrice di Twilight, ha annunciato
ufficialmente che il 4 agosto uscirà Midnight
Sun, il suo atteso e tanto chiacchierato quinto libro
della saga di Twilight, appunto, ma che non porta avanti la storia
di Bella e Edward, ma che la racconta dal punto di vista
dell’affascinante vampiro.
Si è parlato per molto tempo del
libro trai fan di Twilight, soprattutto
perché la prospettiva di Edwad Cullen sulla sua storia con Bella
sembra molto misteriosa, un elemento di grande interesse per i fan
della saga e anche di curiosità per chi, pur non essendo fan, ha
amato i film e vorrebbe saperne di più sulle avventure dell’umana e
del vampiro innamorati.
“Sono molto eccitata, infine, di
annunciare l’uscita di Midnight Sun il 4 agosto. Questo è un
periodo folle e non sapevo se questo potesse essere il momento
giusto per farlo uscire, ma alcuni di voi hanno aspettato per così
tanto tempo! Non mi sembrava giusto farvi aspettare ancora, scusate
il pessimo tempismo. Spero che questo libro possa essere una
distrazione dal mondo reale”. Quanto dichiarato da Meye a
Good Morning America, proprio questa mattina.
Da un punto di vista
cinematografico, l’idea di una versione di Twilight raccontata
attraverso gli occhi di Edward potrebbe essere interessante,
tuttavia ricordiamo che Robert Pattinson e
Kristen Stewart, protagonisti della saga, hanno
nel frattempo strutturato le loro carriere quasi completamente
lontano dai blockbuster, per cui sarà interessante vedere se si
tenterà, almeno, di riaverli a bordo per un eventuale nuovo
film.
Come rilevato già per La Compagnia
dell’Anello, anche l’adattamento de
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri
presenta diverse differenze rispetto al libro di partenza, e in
questo caso le differenze sono ancora più profonde, perché se la
prima parte della trilogia di Tolkien è strutturata seguendo il
viaggio della Compagnia, nella seconda parte la Compagnia si divide
e quindi si dividono anche i racconti.
Inizio e film
Come già anticipato nel
pezzo che spiegava le differenze tra libro e
film ne La Compagnia dell’Anello, Le due Torri ha un inizio ed
una fine che non corrispondono alla suddivisione dei libri di
Tolkien. Le Due Torri (libro) comincia con la morte e il funerale
di Boromir, e con Frodo e Sam alle prese con
Gollum; finisce con l’esercito di Theoden che arriva a
Isengard allagata, dopo la battaglia al fosso di Helm, e con il
racconto di Merry e Pipino dell’attacco degli Ent alla fortezza di
Saruman. Intanto, sempre nel finale del libro, Frodo e Sam sono
stati separati: Frodo è prigioniero di Shelob e Sam, con Anello e
Pungolo, è solo e disperato ai margini di Mordor.
Il film ci presenta un finale meno
sospeso: abbiamo Aragorn, Legolas, Gimli e Gandalf, con l’esercito
di Theoden, sopravvissuti vittoriosi alla battaglia al fosso di
Helm, che guardano all’orizzonte mentre le fiamme del Monte Fato
divampano; Pipino e Merry sono con gli Ent a Isengard allagata: Sam
e Frodo sono appena stati lasciati liberi da Faramir e su di loro
incombe la minaccia di
Gollum che bisbiglia qualcosa di misterioso su una
certa “lei”, riferendosi ovviamente al suo intento di portare gli
hobbit tra le grinfie di Shelob.
La struttura narrativa
Come accennato, Le Due
Torri film cambia radicalmente la struttura narrativa del romanzo.
Tolkien dedica la prima parte del libro ad Aragorn, Legoals, Gimbli
e Gandalf, alle loro vicende, relegando al finale e attraverso un
lungo racconto le vicende che hanno coinvolto Merry e Pipino
durante l’attacco a Isengard. La seconda parte del libro, invece, è
dedicata a Sam, Frodo e
Gollum e alla loro avventura nelle terre dell’Est.
Per Peter Jackson
era più funzionale, ovviamente, portare avanti parallelamente i due
racconti, in modo tale che lo spettatore non perdesse di vista per
troppo tempo nessuno dei tre gruppi. Per Tolkien, invece, si è
rivelato più comodo o funzionale raccontare la storia a
blocchi.
Eomer
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Delle new entry che incontriamo ne
Le Due Torri, il personaggio di Eomer è senza dubbio uno dei più
affascinanti, perché, nelle intenzioni di Tolkien, si tratta della
summa delle virtù guerriere, una sorta di Achille medievale che
nella lotta e nella battaglia trova la sua gioia. Nel film, Eomer
viene bandito all’inizio della storia per ordine di Vermilinguo,
che avvelena la mente di re Theoden. Dopo il bando, lo incontriamo
nelle terre del Mark, insieme ai suoi uomini. Prima attacca gli
Uruk-Hai che tengono prigionieri Merry e Pipino (che scappano
dentro Fangorn), poi incontrano Aragorn, Gimli e Legolas, verso i
quali nutre diffidenza. Nonostante questo decide di lasciarli
andare dando loro due cavalli, solo dopo si rinsalderà la loro
amicizia.
Nel libro, invece, Eomer non viene
affatto bandito ed è a capo di un esercito che protegge le terre
esterne di Rohan. Inoltre, importante è la differenza del suo
incontro con Aragorn e gli altri.
Come sappiamo, nei libri Aragorn parte da Gran Burrone con
Anduril al suo fianco, la spada che lo identifica come erede di
Isildur, la cui presenza, durante l’incontro con Eomer, cambia
subito l’ordine delle cose. Il figlio di Rohan riconosce in Aragorn
il suo Re e lo spinge a schierarsi subito dalla sua parte.
Gandalf il bianco
Sia nel libro che nel
film c’è un po’ di mistero legato alla figura di Gandalf il Bianco
(Ian
McKellen), prima che egli stesso si palesi come lo
stesso Gandalf, più o meno, che è partito da Gran Burrone con la
compagnia. Prima di tutto, il prologo del film ci mostra la lotta
con il Balrog, che invece nei libri viene raccontata da Gandalf
stesso. In secondo luogo, il suo personaggio non si incontra mai
con Merry e Pipino a Fangorn, ma solo con il terzetto di
cacciatori.
Nel libro, Aragorn e gli altri si
fermano una notte ai margini della foresta di Fangorn, lì vengono
osservati da una presenza misteriosa che li spinge ad addentrarsi
nella foresta. Solo dopo un breve inseguimento, la figura
misteriosa si rivela essere Gandalf il Bianco, che si unisce a loro
e li accompagna a Edoras.
Eowyn
Insieme a Eomer, ne
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri
incontriamo per la prima volta Eowyn, uno dei tre personaggi
femminili “parlanti” della storia tokieniana. Come accaduto per
Arwen, anche il personaggio di Eowyn viene leggermente apliato
e strutturato. Nel film la incontriamo al capezzale del cugino
morente, ai piedi del trono del re impotente, e negli sguardi
lascivi di Vermilinguo. Inoltre la vediamo confrontarsi subito con
Aragorn e i nuovi arrivati e la vediamo guidare il popolo di Edoras
al sicuro nelle miniere del fosse di Helm.
La sua conversazione con Aragorn,
inoltre, funge da ponte per far comparire di nuovo Arwen. Si forma
qui un accenno di un goffo triangolo amoroso in cui Eowyn chiede ad
Aragorn della sua bella (La donna che ti ha regalato quel
gioiello). Questo ci porta indietro, nelle memorie di Aragorn e
nella decisione molto combattuta di Arwen di abbandonarlo per
seguire gli Elfi ai Porti Grigi (cosa che verrà poi rettificata nel
terzo film).
Nel libro, il ruolo di Eowyn è
relegato a quello di custode di Edoras, mentre il re va in
battaglia. La donna non è presente al fosso di Helm e non prende
quasi mai la parola. Sappiamo poi che il suo personaggio avrà più
spazio nel terzo libro (e film).
La decisione di Theoden
L’arrivo di Gandalf e i
suoi a Edoras “sveglia” il re. Tuttavia, il personaggio è
leggermente diverso tra film e libro, e anche le sue decisioni
variano leggermente. Nel romanzo, il Theoden di nuovo in possesso
della sua mente, ordina gli Eorlingas di scendere in campo contro
Saruman; durante la marcia verso Isengard, una vedetta li informa
che l’esercito dello stregone è troppo grande per essere affrontato
in campo aperto, così Theoden ripiega sul fosso di Helm.
Nel film, sappiamo che Theoden è
impaurito, quasi pavido, e prende subito la decisione di ritirarsi
al fosso di Helm, con la popolazione ed Eowyn a proteggerla e
incoraggiarla. L’imboscata dei mannari, nel film, “serve” in
qualche modo ad allontanare Aragorn dal gruppo e a farlo diventare
l’ambasciatore della potenza dell’esercito di Saruman.
La battaglia al fosso di Helm
La macrosequenza del fosso
di Helm è molto fedele al romanzo, salvo due differenze importanti.
La prima riguarda la presenza degli elfi, che nel romanzo sono
assenti, mentre nel film fanno la loro comparsa direttamente da
Gran Burrone e Lothlorien.
Altro elemento di differenza è
Gandalf. Nel film, lo stregone lascia l’esercito prima che si metta
in marcia verso il fosso, alla ricerca di Eomer esiliato con il suo
esercito. Nel libro, Gandalf si separa dagli altri solo quando si
decide per ritirarsi al fosso, e compare in battaglia insieme a
Erkenbrand, un altro guerriero del Mark, e al suo esercito. Questi
personaggi sono stati eliminati dal film.
Merry e Pipino
Il viaggio di Merry e
Pipino ne Il Signore degli Anelli: Le Due Torri è
molto avventuroso e li vedrà cambiare profondamente. Nel libro, i
due hobbit scappano nella foresta di Fangorn, seminano gli orchi e
incontrano Barbalbero, restano con lui e con Sveltolampo, assistono
all’Entaconsulta e marciano con gli Ent alla volta di Isengard.
Alla fine della battaglia del fosso di Helm, Aragorn, Gimli,
Legolas e Gandalf, che con l’esercito di Theoden, sono arrivati ai
piedi di Orthanc, li ritrovano a Isengard e qui i due hobbit
raccontano la loro avventura.
Nel film, Barbalbero aiuta i due
hobbit a sfuggire all’orco e dubita della loro natura, credendoli
piccoli orchi. Inoltre, sono proprio Merry e Pipino che, “come
sassolini che generano una valanga”, convincono gli Ent a scendere
in battaglia. La loro riunione con gli altri membri della Compagnia
è rinviata alla prima parte de Il Ritorno del Re.
Frodo, Sam e Gollum
A parte la grande
differenza legata alla scena della tana di Shelob, nel film
presente ne Il Ritorno del Re e nel libro invece ultimo capitolo de
Le Due Torri, il percorso di Sam e Frodo, con la guida di Gollum, è
più o meno fedele al romanzo.
Le paludi morte, l’incontro con i
Nazgul con le ali, il cancello nero, la scoperta di un’altra via.
Fa eccezione l’incontro con Faramir, il cui personaggio è molto
diverso tra libro e film.
Faramir
Fratello minore di Boromir,
Faramir è uno degli uomini più nobili della trilogia di Tolkien,
secondo forse solo ad Aragorn. Nel romanzo, lo incontriamo
nell’Ithilien, dove pattuglia il confine di Gondor per conto del
sovrintendente, suo padre, Denethor. Quando incontra Frodo e Sam,
capisce immediatamente la natura della loro missione e il loro
scopo, li assiste, li protegge, li ospita e li mette in guardia
contro Gollum, che di lì a poco li avrebbe condotti nella tana di
Shelob, infatti.
Nel film, invece, il personaggio è
molto più simile al defunto fratello Boromir. Cattura gli hobbit,
scopre qual è la loro missione e scopre l’Anello, li tiene
prigionieri e li porta a Osgiliath, verso Gondor, per offrire
l’Unico a suo padre. Ma l’attacco dei Nazgul alla cittadina sul
fiume fa capire a Faramir che la scelta giusta, che forse gli
costerà la vita per le leggi della città, è quella di lasciare
libero Frodo e permettergli di proseguire il suo cammino. In una
scena tagliata dalla versione cinematografica e presente nella
extended version, Faramir minaccia Gollum, avendo intuito le sue
cattive intenzioni. Non servirà.
Come per Aragorn, anche Faramir è
stato reso più complesso e articolato nei film, rispetto al fulgido
esempio di rettitudine che vediamo sulle pagine del romanzo.
Star Wars: L’ascesa di Skywalker, il
capitolo conclusivo della saga degli Skywalker, è da oggi 4 maggio
disponibile su
Disney+, proprio in occasione dello “Star
Wars Day“. Sappiamo che il film è stato accolto in
maniera contrastante tanto dal pubblico quanto dalla critica, anche
per la scelta da parte di J.J. Abrams e della produzione di riportare
“in vita” Palpatine, che di fatto si è scoperto essere
il principale villain della trilogia sequel.
Di seguito abbiamo raccolto altri
10 grandi antagonisti che forse avrebbe potuto funzionare meglio
dell’Imperatore nella storia de L’Ascesa di Skywalker e, a livello
narrativo più generale, nella trilogia che ha chiuso ufficialmente
la saga degli Skywalker iniziata nel lontano 1977:
Un personaggio inedito
Ogni episodio di Star Wars ha sempre aggiunto dei personaggi inediti
all’interno della storia, contraltari dei ben più noti eroi che
hanno sempre avuto la funzione di mantenere costante tanto
l’interesse quanto l’attenzione del pubblico. Ne è un esempio
lampante il generale Grievous che abbiamo visto ne L’Ascesa di Skywalker.
Forse il capitolo finale della saga
degli Skywalker non aveva davvero bisogno di riportare sullo
schermo una vecchia minaccia (seppur amatissima dal fandom);
probabilmente la storia avrebbe avuto bisogno di un personaggio
totalmente originale che avrebbe costretto Rey e Kylo Ren a fare
squadra, al pari di quanto fatto contro l’Imperatore nel terzo atto
di
Episodio IX.
I Cavalieri di Ren
Nonostante siano presenti
nella trilogia sequel, è innegabile quanto all’interno della storia
i
Cavalieri di Ren siano stati relegati ad un ruolo
sostanzialmente marginale; un gruppo di scagnozzi di cui nessuno ha
veramente memoria, un ordine di combattenti che ha fatto da spalla
a Kylo in alcuni scontri e nulla più, e che alla fine è anche stato
tradito dal proprio capo.
Tuttavia, i Cavalieri avrebbero
potuto rappresentare una vera minaccia, portando avanti l’eredità
di Darth Vader, magari con un membro dell’organizzazione
sconosciuto fino ad ora che si ergeva a nuovo leader.
Darth Maul
La presenza di
Darth Maul è più volte riaffiorata all’interno della saga.
Dalla sua introduzione originale nella trilogia prequel, il
personaggio è sempre riuscito a trovare un modo per sopravvivere,
che fosse attraverso la Forza o grazie all’impiego di tecnologie
esterne (come, ad esempio, un paio di gambe robotiche).
Dal momento che Episodio IX è riuscito a portare indietro
l’Imperatore, è facile ipotizzare che anche un ritorno di Maul
sarebbe stato auspicabile. Forse, avrebbe potuto imbarcarsi in una
missione per cercare di ripristinare il Codice Sith, come Kylo Ren
non avrebbe mai saputo fare…
Captain Phasma
Ne Gli
Ultimi Jedi sembrava che Captain Phasma fosse andata
incontro alla morte, ma la storia della saga ci insegna che i
cattivi trovano sempre un modo per sopravvivere. C’erano diversi
modi in cui la saga avrebbe potuto giustificare il personaggio come
leader naturale del Primo Ordine.
Forse Captain Phasma è stata fin
troppo trascurata e il suo potenziale narrativo non sfruttato a
dovere: forse avrebbe potuto prendere il controllo della Galassia e
dare vita ad un arco narrativo interessante, certamente non privo
di ostacoli per i nostri eroi.
Generale Hux
I primi due film della
trilogia sequel di Star Wars ci hanno presentato il Generale Hux come un
giovane e spietato ufficiale: ne Gli
Ultimi Jedi sembrava addirittura essere pronto ad
assumere il comando del Primo Ordine e ad opporsi a Kylo Ren.
Sarebbe stato sicuramente affascinante vedere come il personaggio
avrebbe organizzato la sua scalata al potere.
Darth Bane
Darth Bane è uno dei Signori dei Sith più
importanti del canoneStar Wars.È l’unico sopravvissuto alla
guerra tra Jedi e Sith. Inoltre, è il creatore della “Regola dei
Due”. Il suo coinvolgimento nella trilogia sequel sarebbe forse
risultato anticonvenzionale, ma è innegabile – vista la storia
millenaria del personaggio – quanto la sua presenza avrebbe potuto
conferire alla storia dei toni ancora più oscuri ed una narrazione
probabilmente più articolata.
Kylo Ren
Ne Gli
Ultimi Jedi sembrava che Kylo Ren avesse scelto
di seguire l’oscurità, abbandonando definitivamente la luce.
Proprio per questo, ne L’Ascesa di Skywalker sarebbe potuto diventare un
grandissimo antagonista, mosso dall’intento di riformare la
Galassia ed attribuirle una nuova forma, basata sull’odio e sulla
crudeltà. Parallelamente, se alla fine Ben non si fosse convertito
al Lato Chiaro della Forza, avremmo forse potuto scoprire qualcosa
in più anche in merito a
Dark Rey, la versione oscura dell’eroina protagonista.
Snoke
Supponendo per un attimo che Kylo
non avesse mai voltato le spalle al suo mentore ne Gli
Ultimi Jedi, eliminandolo definitivamente, Snoke
sarebbe potuto essere un grandissimo antagonista ne
L’Ascesa di Skywalker.
Almeno, sfrutture un personaggio
nuovo, già esistente, senza scomodarne uno cardine della saga
(Palpatine), non avrebbe rovinato – almeno in parte – ciò che
l’Imperatore ha rappresentato nella trilogia originale per Han,
Leia e Luke.
Luke
Riportare Palpatine indietro è
stata probabilmente la mossa più azzardata de
L’Ascesa di Skywalker. Se era proprio necessario
introdurre nel film la questione dei “cloni”, allora forse sarebbe
stato meglio servirsi del personaggio di Luuke, clone di Luke
Skywalker. I fan ricordano il personaggio come una delle cose più
bizzarre che il canone abbia mai concepito: eppure, almeno da un
punto di vista cinematografico, avrebbe certamente rappresentato
una novità, un personaggio che sul grande schermo non si era mai
visto.
Darth Plagueis
Darth Plagueis è stato un
Signore Oscuro dei Sith, dscendente della stirpe di Darth Bane. La
sua leggenda venne utilizzata da Sidious per indirizzare
Anakin Skywalker verso il Lato Oscuro della Forza. Plagueis
venne ucciso dall’Imperatore, ma essendo un grande esperto di
immortalità, probabilmente non sarebbe stato difficile convincere i
fan che in qualche modo era riuscito a sopravvivere al suo nefasto
destino.
Una delle scene più divertenti
dell’Ant-Man di Peyton
Reed del 2016 e senza dubbio quella in cui Scott Lang
tenta, con successo, di introdursi nella Avengers
Facility. Ad aspettarlo trova Sam Wilson/Falcon, che viene
messo KO dal piccolo supereroe che entra nel suo zaino da volo e lo
neutralizza.
La scena è divertente per il tono,
ma anche perché inserisce Ant-Man, a tutti gli effetti, nel
MCU, facendolo incontrare per la
prima volta con un altro Avenger. Alla fine della sequenza, Falcon
precipita al suolo e comunica con qualcuno, spiegando che “è molto
importante che Cap non sappia mai questa cosa” e cioè che è stato
messo in difficoltà da questo nuovo piccoletto. Ma con chi parla
Falcon?
La risposta arriva direttamente da
Peyton Reed, che ha risposto a questa particolare
domanda su Twitter.
A quanto pare, Sam sta comunicando con Natasha, chiedendole di
tacere di questa sua “brutta figura” con Captain America.
Ecco la scena a cui si fa riferimento (il momento interessato è
al minuto 3:22):
Ant-Man e Falcon si sono poi trovati
a combattere fianco a fianco in Civil
War, dalla parte di Cap (e opposti a Natasha), e poi,
ovviamente, si sono ritrovati nello stesso enorme schieramento
contro Thanos, in Avengers: Endgame.
Mentre rivedremo le gesta di Falcon
al fianco di Soldato d’Inverno nella loro serie su Disney+, è probabile che
Ant-Man farà di nuovo la sua comparsa al
cinema nel terzo capitolo della sua trilogia dedicata.
La rivista Cinefex, che si occupa di effetti visivi
digitali per il cinema, ha diffuso alcune nuove immagini da
The New Mutants, il film “maledetto” di
Josh Boone, prodotto dalla Fox e poi passato di
mano a Disney, in seguito alla fusione delle due aziende e
dell’acquisizione della prima da parte della seconda.
La rivista specializzata ha diffuso
delle immagini inedite dal film, che ci mostrano un cattivo e anche
il Limbo! Cinefex #170 (via ComicBook.com)
ha pubblicato due bellissime eppure inquietanti immagini di Smiley
Men, l’essere mostruoso che avevamo intravisto nel trailer, mentre
dall’ombra minacciava i nostri eroi. Secondo la rivista, la
creatura sarà legata in qualche modo a Magik e al suo passato,
oltre ad essere creata dalle abilità di Dani Moonstar, che è capace
di rendere concrete le peggiori paure di una persona.
Le altre immagini mostrano Magik
(Anya Taylor Joy) alle prese con un portale che
sembra essere quello del Limbo, fonte del suo potere di
teletrasportarsi. Inoltre, abbiamo anche la possibilità di dare uno
sguardo a quello che sarà Demon Bear, villain già anticipato nel
film:
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone
e Knate Lee, il film vede nel cast la
presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto
da Simon Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Il canale americano
FX ha diffuso promo e trama di What We Do
In The Shadows 2×05, il quinto episodio della seconda
stagione di What We Do In The Shadows.
In What We Do In The Shadows 2×05
che si intitolerà “Colin’s” Colin Robinson viene promosso al lavoro
e il suo nuovo potere minaccia l’equilibrio del potere nella casa
dei vampiri. Scritto da Shana Gohd; diretto da Jemaine Clement.
What We Do In The Shadows 2×05
What We Do In The Shadows 2 è l’annunciata
seconda stagione della serie comica creata da Jemaine Clement per
il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement
e Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
Nella
seconda stagione di What We Do In The Shadows
ritorneranno i protagonisti Kayvan Novak nel ruolo
di Nandor the Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una
volta era un soldato dell’Impero ottomano. Matt
Berry nei panni di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile
inglese trasformato da Nadja e ora sposato con lei. Natasia
Demetriou nel ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata
con Laszlo. Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo,
familiare “paziente” di Nandor. Mark Proksch nel
ruolo di Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il
trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Anthony e Joe Russo
hanno preso parte ad un watch party su Instagram
per celebrare un anno dall’uscita nelle sale di Avengers:
Endgame. All’evento social ha
partecipato anche Robert Downey Jr., intervenuto in diretta per
salutare i fan: il destino ha voluto che l’apparizione dell’iconico
Tony Stark coincidesse con la scena della riconciliazione tra Iron
Man e Captain America.
L’attore ne ha dunque approfittato
per svelare il significato profondo di quella scena che ha visto
protagonisti i due più grandi supereroi del MCU, tenuti separati fin dalla
rottura avvenuta in
Captain America: Civil War (i due, infatti, non
si incontrano neanche in Infinity War, dal momento che la
loro riconciliazione avviene soltanto in Endgame). Ecco le
sue dichiarazioni in merito:
“Tutto ruotava attorno al fatto
che lui mi perdonasse per non averlo perdonato, così da poter
iniziare a prepararci a chissà cosa… forse per gettare la spugna e
fare ciò che andava fatto. Non si trattava soltanto di seppellire
l’ascia di guerra, ma di metterci una croce sopra definitivamente.
È stata una scena complessa.”
Nel MCU, Tony e Cap hanno affrontato le
conseguenze dello schiocco delle dita di Thanos in modi totalmente
differenti: il primo ha abbandonato gli Avengers e si è ritirato a
vita privata insieme a Pepper Potts e a sua figlia; il secondo,
invece, ha continuato a far parte dei Vendicatori. Quando i due si
incontrano brevemente la prima volta dopo la sconfitta inferta dal
Titano Pazzo, Tony è ancora troppo scosso emotivamente, soprattutto
dalla perdita di Peter Parker. Il confronto tra i due personaggi
avverrà soltanto in seguito, sancendo uno dei momenti più
significativi di Endgame.
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
Dopo lo snap di Thanos, il
titano finisce nel Regno dell’Anima, e si
confronta con ciò che ha sacrificato per raggiungere la sua
impresa, tanto che si trova a parlare anche con la versione bambina
di Gamora. Ma cosa accade, in Avengers: Endgame, quando è
Smart Hulk a schioccare le dita?
Salman artwork ha
immaginato cosa sarebbe potuto succedere alla versione
“addomesticata” di Hulk, dopo il suo snap. L’art che vedete di
seguito, infatti, mostra Hulk che si confronta con Bruce Banner
(Mark Ruffalo), e sembra che la scena non sia
stata solo frutto della fantasia dell’artista, ma che sia la
rappresentazione di una scena tagliata dal film, che però era
presente in sceneggiatura.
Gli autori dello script,
Christopher Markus e Stephen McFeely, hanno
rivelato che c’erano due diverse sequenze ambientate nel Mondo
dell’Anima prese in considerazione per Smart Hulk. Uno era dedicato
al suo rapporto “intimo” con Natasha Romanoff (Scarlett Johansson), ma questa
scena non è stata mai neanche girata. L’altra presentava una
conversazione tra Hulk e Banner, le due parti di Bruce che per
quasi tutto il MCU lo hanno lacerato, e che per
Endgame, invece, hanno coesistito pacificamente.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Continua su Disney+ l’omaggio allo
Star
Wars Day. Gli utenti di Disney+ avranno a disposizione
7 nuovi avatar per personalizzare i propri profili. I nuovi avatar
sono tutti ispirati a Star Wars e includono i seguenti
personaggi:
• Darth Maul
• Jabba the Hutt
• Bo Katan
• D-O
• Capitano Rex
• Porg
• Clone Trooper della 332esima compagnia
L’arrivo degli inediti avatar si
aggiunge alla speciale personalizzazione della piattaforma iniziata
lo scorso venerdì 1° maggio. Gli artwork nella parte superiore
della schermata iniziale di Disney+ si sono arricchiti con la
concept art di Star Wars realizzata dal leggendario Ralph McQuarrie
nel 1975, che raffigura i droidi nel deserto. Una volta immersi
nella pagina dedicata al brand di Star Wars, i fan possono inoltre
trovare un adattamento dei personaggi raffigurati nel murale
commemorativo realizzato da Jason Palmer e altri celebri artisti in
occasione della Star Wars Celebration 2019. L’aggiunta di concept
art si concluderà il 4 maggio (May the Fourth): le locandine di
ogni film e serie verranno sostituite con le concept art originali
per tutti i titoli dell’universo Star Wars.
Inoltre, su Disney+ i fan potranno celebrare lo
Star Wars Day attingendo ad un ampio catalogo di film e programmi
dedicati a Star Wars. Domani, lunedì 4 maggio, arriveranno sulla
piattaforma streaming la premiere della docuserie di 8 episodi
Disney Gallery: The Mandalorian e il finale della
pluripremiata serie animata Star Wars: The Clone Wars. A questi
contenuti originali si unirà Star Wars: L’Ascesa di Skywalker che
completerà la saga degli Skywalker presente su Disney+, per la prima volta tutta in un
unico posto. La line-up del 4 maggio è stata anticipata
dall’episodio finale della prima stagione di The Mandalorian,
disponibile sulla piattaforma dallo scorso venerdì 1° maggio, in
Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Austria e
Svizzera.
A causa della pandemia di Covid-19,
anche la Lionsgate ha dovuto apportare una serie
di modifiche al calendario dei suoi prossimi film in uscita.
Attraverso un post condiviso via
Twitter, infatti, la compagnia di intrattenimento statunitense
ha annunciato le nuove release di alcuni attesissimi titoli, tra
cui l’annunciato John Wick
4 e il sequel di
Come ti ammazzo il bodyguard.
Per quanto riguarda la commedia
action con protagonisti Ryan
Reynolds e
Samuel L. Jackson, il seguito arriverà al cinema il 20
agosto 2021 (inizialmente era previsto per il 20 agosto di
quest’anno). Il titolo originale ufficiale sarà The Hitman’s
Wife’s Bodyguard e vedrà nel cast ancheSalma
Hayek. La pellicola sarà diretta ancora una volta da
Patrick Hughes, già regista del primo film.
A proposito di John
Wick 4, invece, il quarto capitolo della saga
action di successo con protagonista
Keanu Reeves, il film è stato posticipato dal 21 marzo
2021 al 27 maggio 2022. Il nuovo episodio della saga, quindi, non
uscirà più in contemporanea con Matrix 4,
altro atteso ritorno di Reeves in uno dei franchise più celebri
della sua carriera (la data di uscita del film è fissata per il 21
marzo 2021, ma è quasi certo che verrà posticipata).
Tra gli altri titoli che sono stati
posticipati dalla Lionsgate, figurano anche
Spiral – L’eredità di Saw, nuovo capitolo della
celebre saga horror che passa dal 15 maggio 2020 al 21 maggio 2021,
e Antebellum, horror di Gerard Bush e
Christopher Renz con protagonista Janelle Monáe, che dallo scorso
24 aprile 2020 è stato posticipato al prossimo 21 agosto.
La scorsa settimana è arrivata
l’ufficializzazione del live action di
Hercules, il classico d’animazione del
1997, diretto da Ron Clements e John Musker. Il remake vedrà
Anthony e Joe Russo, registi
di Avengers:
Endgame, impegnati in qualità di produttori,
mentre Dave Callaham (Wonder Woman
1984) firmerà la sceneggiatura.
Al momento non sappiamo né chi
dirigerà il film né gli attori che saranno chiamati ad interpretare
gli iconici personaggi del classico originale, ma pare che i fan
vogliano a tutti i costi Josh Gad (doppiatore di
Olaf nella versione originale di
Frozen, nonché interprete di Le Tont nel live action de
La bella
e la bestia) nei panni di Filottete, il
satiro che addestra gli eroi della mitologia greca.
Gad ha appreso del fantacasting e
via
Twitter ha già espresso la sua volontà di non essere
interessato ad interpretare il personaggio nell’adattamento live
action, dal momento che dal suo punto di vista c’è soltanto un
attore che può interpretare il burbero satiro dal cuore d’oro:
quest’attore è naturalmente Danny DeVito, doppiatore del personaggio nella
versione originale del classico animato.
Il film, a differenza del più
recente Lilli
e il Vagabondo, non sarà destinato a
Disney+, ma arriverà sul grande schermo
e sarà prodotto anche da Jeffery
Silver(Il re leone, Tron:
Legacy) e Karen
Gilchrist (Il re leone, The Mandalorian). Come già accaduto
per La Bella e la Bestia,
Aladdin e per l’attesissimo La
sirenetta, anche la colonna sonora del live action
di Hercules sarà composta da brani
già presenti nel classico originale e da nuove canzoni.
Hercules è il primo film di
animazione Disney basato sulla mitologia greca e racconta le
avventure di Eracle, che viene però chiamato con il suo nome latino
Hercules, concentrandosi principalmente non tanto sulle
famose dodici fatiche quanto sulla meno
nota Gigantomachia.
Ricordiamo tra i prossimi live
action Disney in cantiere, figurano Cruella con Emma
Stone, Pinocchio di Robert
Zemeckis, ma anche Biancaneve e i sette
nani, Bambi e La spada nella
roccia.
Arriva da The Hollywood Reporter
(via
ScreenRant) la notizia che la Paramount e la Hasbro sono in
trattative con gli sceneggiatori Joe Shrapnel
e Anna Waterhousee per la stesura dello script di
un nuovo film della saga di G.I. Joe. Il
film in questione non sarà un sequel dell’atteso Snake Eyes che dovrebbe arrivare il
prossimo ottobre nelle sale americane, ma un’espansione
dell’universo che poterà gli spettatori a scoprire ancora più in
profondità la squadra speciale anti-terrorismo.
Per quanto riguarda
Snake Eyes, il film basato sul personaggio
presente nei fumetti avrà come protagonista Henry Golding(Crazy & Rich, Last
Christmas) e dovrebbe raccontare le origini del personaggio.
La data di uscita nelle sale americane è fissata per il prossimo 23
ottobre, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto causa pandemia di
Covi-19. Robert Schwentke(RED)
dirigerà su una sceneggiatura firmata da Evan
Spiliotopoulos(La bella e la bestia).
Il personaggio Snake
Eyes è un membro chiave del team G.I.
Joe, un abile combattente e maestro di armi con un passato
tragico. È apparso in entrambi i precedenti film sui G.I.
Joe, G.I. Joe: La nascita dei Cobra del 2009 e
il G.I. Joe: La vendetta del 2013. Nessuno dei
due film è stato accolto molto bene dalla critica, anche se al
botteghino hanno avuto buoni risultati. Poco dopo l’uscita del
secondo, è stato annunciato anche un terzo film, che però non è mai
stato realizzato a causa di problemi di schedule degli attori.
Snake Eyes è stato interpretato
negli ultimi due film dall’attore e artista
marziale Ray Park. Poiché lo spin-off è
destinato a essere un importante ripartenza per il franchise, il
personaggio è stato assegnato a Golding, attore che sta cominciando
ad essere sempre più presente sul grande e piccolo schermo.
Snake
Eyesruoterà intorno alla nascita del
protagonista che cerca di diventare un membro del Clan Arashikage,
team che ha lavorato come agenzia di serial killer per generazioni
usando l’inganno per guadagnarsi da vivere.
In una recente intervista con Total
Film (via
ComicBookMovie), la Jenkins ha rivelato che Cheetah doveva
essere inizialmente il principale antagonista della storia; in
seguito, però, si è resa necessaria l’introduzione del personaggio
di Maxwell Lord interpretato da
Pedro Pascal: per far sì che il film funzionasse,
c’era bisogno che anche Lord avesse un ruolo chiave. Ecco le
dichiarazioni della regista in merito:
“Mentre lavoravamo alla
sceneggiatura, ci siamo accorti che la storia richiedeva la
presenza di entrambi i personaggi. Non avevo mai pensato che avrei
avuto bisogno di entrambi. Cheetah era il cattivo su cui ci eravamo
concentrati, ma poi è arrivato anche Max Lord, che all’interno dei
fumetti di Wonder Woman ha avuto quasi sempre un’utilità
narrativa meccanica.”
In Wonder
Woman 1984 i personaggi di Minerva e di Lord
dovrebbero essere in qualche modo collegati. Al momento non
sappiamo quale sarà la vera natura della loro relazione, ma
un’immagine nello specifico sembra aver anticipato che Minerva
potrebbe nutrire dei sentimenti nei confronti del potente uomo
d’affari, sentimenti che non sembrerebbero essere ricambiati.
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film
è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal.
In attesa di scoprire se sarà
davvero Ezra Miller
a vestire i panni di Barry Allen nell’atteso standalone dedicato a
The Flash (il coinvolgimento
dell’attore sarebbe a rischio dopo
alcune sconcertanti immagini che lo hanno visto protagonista),
sembra che un altro personaggio all’interno del film potrebbe
subire un recasting.
Un nuovo report di
The Illuminerdi, infatti, suggerisce che la Warner Bros.
starebbe considerando l’idea dei ingaggiare una nuova attrice per
Irish West, l’interesse amoroso di Barry, personaggio interpretato
da Kiersey Clemons in Justice
League di Zack Snyder, ma
tagliato dalla versione cinematografica del film.
Secondo la fonte, la Warner sarebbe
alla ricerca di una nuova attrice, tra i 21 e i 25 anni, per il
ruolo di Iris, descritta come una reporter del Central Citizen
intelligente e coraggiosa, a tratti esagerata ma dotata di una
grandissima energia capace di contagiare le persone che la
circondano. Sempre la fonte descrive il personaggio come un misto
tra la Carrie Bradshaw della popolare serie tv Sex and the
City e la celebre giornalista britannica Christiane
Amanpour.
Al momento non è chiaro se la major
è intenzionata ad ingaggiare un’attrice afro-americana per la
parte, sulla scia di quanto fatto con Candice
Patton per la serie tv The
Flash targata The CW. La fonte specifica, inoltre, che il
personaggio avrà un ruolo di supporto nella storia.
The Flash arriverà al cinema il
1 luglio 2022. Christina Hodson è
attualmente in trattative per scrivere una nuova versione del film,
dopo i suoi lavori in pellicole come Bumblebeee Birds of
Prey, quest’ultimo dedicato prevalentemente
alla figura di Harley Quinn, interpretata nuovamente
da Margot
Robbie.
L’attore Ezra Miller ha più
volte ribadito che il film è assolutamente confermato e certo, e
con la conferma di Andy Muschietti alla
regia sembrerebbe essere tutto pronto per un imminente inizio della
produzione.
The Flash avrà nuovamente Miller
nel ruolo del protagonista, Barry Allen, mentre sembra confermato
anche Billy
Crudup nel ruolo di Herny Allen.
Il nome di Karine
Vanasse potrà forse essere poco noto ai più, ma negli
ultimi anni l’attrice canadese si è distinta per la sua
partecipazione ad alcune opere di rilievo, in particolare
all’interno dei confini nazionali. Ha poi raggiunto una più ampia
celebrità grazie ai suoi ruoli televisivi, che le hanno permesso di
dar prova della sua versatilità. Ecco 10 cose che non sai
di Karine Vanasse.
Parte delle cose che non sai di
Karine Vanasse
Karine Vanasse: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema nel 1999 con
la pellicola canadese Emporte-moi, per poi ottenere ruoli
anche in Du pic au coeur (2001) e Séraphin: un homme
et son péché (2002), grazie al quale ottiene maggior
notorietà. Nel 2004 è nel cast del film Gioco di donna,
accanto alle attrici Charlize Theron e Penélope
Cruz. Ottiene poi un ruolo da protagonista nel film
Polytechnique, del regista Denis
Villeneuve, per poi recitare in Obiettivo mortale
(2011) e Midnight in Paris (2011), con Owen
Wilson. Negli anni successivi recita poi in ruoli di
rilievo in Switch (2011), French Immersion
(2011), In solitario (2013), con Guillaume
Canet, e X-Men – Giorni di un
futuro passato (2014), dove ha un cameo. Negli ultimi ha
poi recitato in Buddha’s Little Finger (2015) e
Malek (2019).
9. È celebre per i suoi
ruoli televisivi. Negli anni l’attrice ha costruito buona
parte della sua fama grazie alla sua partecipazione ad alcune note
serie televisive. Dopo essere comparsa sugli schermi canadesi con
2 frères (1999-2001), recita anche in October
1970 (2006), nel film Maria Antonietta (2006), dove è
la sovrana del titolo, e Pan Am
(2011-2012), dove diventa celebre con il ruolo di Colette Valois.
Nella serie recita accanto all’attrice Margot
Robbie. Ottiene poi ulteriore popolarità grazie a
Revenge (2013-2015), nel ruolo di Margaux LeMarchal,
Blue Moon (2016-2018) e Cardinal
(2017-in corso).
8. È anche
produttrice. La Vanasse negli anni ha dimostrato un
interesse verso l’ambito produttivo, arrivando a ricoprire il ruolo
di produttrice per alcuni dei film in cui ha recitato. In
particolare, ha ottenuto ampi riconoscimenti per aver prodotto il
film Polytechnique, divenuto particolarmente popolare per
via della storia ispirata al massacro avvenuto nella scuola che dà
il titolo alla pellicola. In seguito, ha prodotto anche la commedia
canadese Paul à Québec, di cui è anche interprete.
Karine Vanasse è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 207 mila persone. All’interno
di questo, è solita condividere fotografie di natura artistica, ma
anche diversi momenti di svago quotidiano. Non mancano infine
curiosità dai set frequentati e immagini promozionali dei suoi
progetti da interprete.
Karine Vanasse e Hughes Harvey
6. È molto riservata sulla
propria vita privata. Della vita sentimentale dell’attrice
si sa molto poco. L’attrice non è solita condividere sui propri
social immagini legate al proprio privato. Un’eccezione è stata
fatta nell’aprile del 2018, quando ha annunciato tramite Instagram
di aver dato alla luce il primo figlio insieme al compagno Hughes
Harvey, di cui non si hanno notizie. Viene poi rivelato, nel
dicembre del 2019, che la coppia si è ufficialmente separata.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Karine Vanasse in Revenge
5. È entrata a far parte del
cast ufficiale. L’attrice ha interpretato per la prima
volta il personaggio di Margaux LeMarchal in Revenge a
partire dalla terza stagione, dove appariva però in modo non
continuativo. Dalla quarta stagione, tuttavia, è entrata a far
parte del cast ufficiale, e il suo è diventato uno dei personaggi
principali intorno a cui si snodano le vicende.
4. Era fan della
serie. Pur essendo entrata a far parte di Revenge
soltanto dalla terza stagione, l’attrice ha raccontato di esserne
stata una fan sin dall’inizio. Ciò le ha permesso di essere a
conoscenza da subito delle varie linee narrative verificatesi nel
tempo, così da potersi orientare una volta entrata a farne
parte.
Karine Vanasse in Pan Am
3. Si è preparata a lungo
per il ruolo. Nella serie incentrata sulle vicende di
alcuni piloti e assistenti di volo della compagnia aerea Pan Am,
durante gli anni ’60, l’attrice ha ricoperto il ruolo di Colette
Valois, hostess francese. Per prepararsi al ruolo, l’attrice ha
raccontato di aver condotto numerose ricerche, sia per quanto
riguarda le movenze adeguate, sia per il modo di parlare e agire in
quell’epoca.
Karine Vanasse in Cardinal
2. È rimasta
entusiasta dal cambiamento del suo personaggio. Arrivata
alla quarta e ultima stagione di Cardinal, dove interpreta
il detective Lise Delorme, l’attrice ha raccontato di essere
rimasta particolarmente contenta dalle trasformazioni che hanno
caratterizzato il suo personaggio, passando dall’essere una persona
cinica al vedere più sfumature nel mondo e nelle persone che la
circondano.
Karine Vanasse: età e altezza
1. Karine Vanasse è nata a
Drummondville, in Québec, Canada, il 24 novembre 1983.
L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.
L’attore Billy
Campbell naviga da anni, con grande naturalezza, tra
cinema e televisione. Ma è sul piccolo schermo che ha trovato
quelli che sono i ruoli che lo hanno reso più celebre. Protagonista
di affermate serie televisive, Campbell ha negli anni conquistato
una sempre maggiore popolarità, ottenendo un ampio numero di
spettatori a lui fedeli. Ecco 10 cose che non sai di Billy
Campbell.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Billy Campbell: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attore ha esordito al cinema con
pellicole come Bandiera a scacchi (1990) e Le
avventure di Rocketeer (1991). Ottiene però ulteriore
notorietà grazie al ruolo del texano Quincey P. Morris in Dracula di Bram
Stoker (1992), con Gary
Oldman. Successivamente, ha ricoperto ruoli di rilievo
nei film Gettysburg (1993), La notte che non
c’incontrammo (1993), Via dall’incubo (2002), con
Jennifer
Lopez, Gods and Generals (2003), Ghost
Town (2008), con Ricky
Gervais, Copperhead (2013) e Missione
suicida (2014).
9. È celebre per i suoi
ruoli televisivi. Campbell esordisce sul piccolo schermo
nel 1984, recitando in alcune puntate della soap opera
Dynasty. Successivamente si distingue per i suoi ruoli in
Crime Story (1986-1988), Tales of the City (1993)
e Ancora una volta (1999-2002), dove ha ricoperto il ruolo
di Rick Sammler. Negli anni seguenti si fa apprezzare in titoli
come The O.C. (2005),
The 4400 (2004-2007), Shark – Giustizia a tutti i
costi (2007-2008) e The Killing
(2011-2014), con Joel
Kinnaman. È diventato poi ulteriormente celebre per il
ruolo del dottor Alan Farragut in Helix
(2014-2015) e per quello del protagonista John Cardinal in
Cardinal
(2017-2020).
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Ad aver portato particolare prestigio
all’attore, è stato il suo ruolo nella serie Ancora una
volta, per la quale è stato nominato al Golden Globe come
miglior attore protagonista in una serie drammatica. Per lo stesso
ruolo ha invece vinto un People’s Choice Awards nel 2000. Campbell
è stato poi nominato agli International Emmy Awards come miglior
attore per la serie Cardinal.
Billy Campbell non è su
Instagram
7. Non possiede un account
personale. In diverse interviste l’attore si è dichiarato
diffidente nei confronti di social network come Instagram, non
apprezzando il loro funzionamento né l’esposizione mediatica che
essi portano con sé. Per tali motivi, Campbell non possiede un
proprio profilo, preferendo mantenere un velo di riservatezza sulla
propria vita privata.
Billy Campbell: moglie e figli
6. È sposato. Dopo
aver frequentato l’attrice Jennifer
Connelly dal 1991 al 1996, l’attore ha deciso di
mantenere una netta distinzione tra la propria vita lavorativa e
quella sentimentale, evitando di diffondere notizie riguardanti
quest’ultima. Attualmente, l’attore è sposato una donna norvegese,
con la quale ha avuto un figlio. Queste sono tuttavia le uniche
notizie note riguardanti la vita privata dell’attore.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Billy Campbell in Cardinal
5. Inizialmente aveva
rifiutato il ruolo. Quando all’attore fu proposto il ruolo
da protagonista in Cardinal, questi ne rimase affascinato,
ma si trovò costretto a rifiutare per motivi famigliari. I
produttori, tuttavia, non si arresero e tornarono a proporgli
nuovamente il ruolo. Dopo aver letto la sceneggiatura, Campbell ne
parlò anche con sua moglie, la quale lo convinse ad accettare.
4. Lo considera il miglior
ruolo della sua vita. Nel corso di alcune interviste
l’attore ha dichiarato di considerare quello del detective John
Cardinal il ruolo migliore che si sia mai trovato a ricoprire.
Questo gli ha permesso non solo di tornare ad essere protagonista
di un prodotto di successo, ma anche di potersi misurare con una
personalità estremamente complessa e ricca di sfumature.
3. È d’accordo sulla
conclusione della serie. La quarta stagione di
Cardinal sarà
anche l’ultima, e benché questo possa essere fonte di dispiacere
per i fan, l’attore ha dichiarato di essere d’accordo con la
decisione di non prolungare ulteriormente le cose. Le quattro
stagioni hanno infatti coperto tutti e sei i libri da cui sono
tratte, e per Campbell proseguire inventando nuove storie potrebbe
rivelarsi un terreno troppo pericoloso.
Billy Campbell in The O.C.
2. Ha compreso la serie solo
anni dopo. Nel 2005 l’attore compare nel quindicesimo
episodio della seconda stagione della serie The O.C.,
ricoprendo il ruolo di Carter Buckley. Essendo stato un personaggio
minore, presente in soli otto episodi, Campbell si è dichiarato
sorpreso che in molti si ricordi di lui per tale parte. Lo stesso
attore ha poi affermato di non aver da subito compreso il
potenziale della serie, ma di averlo fatto soltanto diversi anni
dopo la sua conclusione.
Billy Campbell: età e altezza
1. Billy Campbell è nato a
Charlottesville, in Virginia, Stati Uniti, il 7 luglio
1959. L’attore è alto complessivamente 192 centimetri.
L’attrice Annabelle
Wallis passa con naturalezza dal cinema alla televisione,
e per entrambi ha ricoperto ruoli di rilievo in film di grande
successo. Negli anni ha spaziato tra i generi, affermando così la
propria versatilità, particolarmente lodata da critica e pubblico.
Ad oggi, la Wallis continua a partecipare a titoli di prim’ordine,
affermando sempre di più il proprio status nell’industria
hollywoodiana. Ecco 10 cose che non sai di Annabelle
Wallis.
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Sul piccolo schermo l’attrice si distingue per
la sua interpretazione di Jane Seymour nella serie I
Tudors (2009-2010), per poi recitare anche in The Lost
Future (2010) e Pan Am
(2011), con Margot
Robbie. La consacrazione definitiva arriva però grazie
a Peaky Blinders
(2013-2019), dove ricopre il ruolo di Grace Shelby recitando
accanto all’attore Cillian
Murphy. Nel 2019 è poi tra i protagonisti della
mini-serie The Loudest
Voice, con Russell
Crowe.
Annabelle Wallis è su
Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 554 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago quotidiano, da sola o in compagnia di amici. Non
mancano poi anche curiosità, immagini tratte da eventi di gala o
foto promozionali dei suoi progetti da interprete.
Annabelle Wallis: chi è il suo
fidanzato
7. Ha avuto una relazione
con un noto musicista. Nel 2015 l’attrice conosce
ChrisMartin, noto per essere il
frontman della band Coldplay. I due hanno iniziato a
frequentarsi poco dopo essersi incontrati la prima volta, e subito
diverse fotografie hanno confermato la loro relazione. I due, molto
riservati, hanno raramente rilasciato annunci pubblici, e tra
questi vi è stato quello relativo alla loro separazione, nel
2017.
6. Ha un nuovo
compagno. A partire dal 2018 l’attrice ha una relazione
con l’attore Chris
Pine, noto per i suoi ruoli in Star Trek e
Wonder Woman. Pine ha reso pubblico il loro
coinvolgimento sentimentale soltanto nel 2019, dichiarandosi
particolarmente protettivo nei confronti della donna amata. Al
momento non esistono infatti foto ufficiali della coppia.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Annabelle Wallis in Peaky
Blinders
5. È stata attratta
dall’ambientazione. Uno dei motivi principali per cui
l’attrice ha accettato di partecipare alla serie è stato il fatto
che fosse ambientato in un mondo criminale, raffigurato alla
vecchia maniera dei gangster movie. La possibilità di recitare in
questo contesto era per l’attrice irresistibile, poiché è sempre
più raro oggi poter partecipare a progetti di tale genere.
Annabelle Wallis in La Mummia
4. Ha eseguito da sé una
complessa scena. All’interno del film La mummia,
reboot del celebre classico dell’horror, l’attrice è coinvolta in
una scena a zero gravità all’interno di un aereo in procinto di
precipitare. Pur essendo ricostruita in studio, la scena si è
rivelata particolarmente complessa, dando la nausea a molti dei
presenti. A non soffrire affatto è però stata l’attrice, che si è
dichiarata entusiasta di aver potuto eseguire personalmente tale
scena.
3. Tom Cruise l’ha voluta
nel film. A richiedere che l’attrice venisse sottoposta ad
un provino per il film fu proprio il protagonista Tom
Cruise. Questi è infatti un grande fan della serie
Peaky Blinders, e dopo aver visto la Wallis recitare lì
ritenne che fosse perfetta per il ruolo di Jenny
Halsey.
Annabelle Wallis in I Tudors
2. Ha sostituito un’altra
attrice. La Wallis compare nella serie I Tudors a
partire dalla terza stagione, interpretando Jane Seymour, moglie di
Enrico VIII Tudor. Il personaggio era in realtà già comparso nelle
stagioni precedenti, ma ad interpretarlo era l’attrice Anita Briem.
Questa, tuttavia, rinunciò al ruolo, e per sostituirla venne scelta
proprio la Wallis.
Annabelle Wallis: età e
altezza
1. Annabelle Wallis è nata a
Oxford, Inghilterra, il 5 settembre 1984. L’attrice è alta
complessivamente 170 centimetri.
I produttori Lionello
Cerri e Cristiana Mainardi
per Lumière & Co. e la regista
Cristina Comencini con Rai Cinema e
Vision Distribution annunciano il lancio del film sulle piattaforme
Sky Primafila Premiere, Timvision, Chili, Google
Play, Infinity, CG Digital, Rakuten TV.
Tornare di
Cristina Comencini con
Giovanna Mezzogiorno, Vincenzo Amato e Beatrice
Grannò, inizialmente previsto al cinema per lo scorso 12
marzo, è disponibile da oggi, lunedì 4 maggio, direttamente on
demand, una scelta dettata dalla volontà di continuare ad
incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni imposte in questo
periodo, che hanno richiesto la chiusura temporanea delle
sale.
Il film può essere acquistato su
Sky Primafila Premiere, Timvision, Chili, Google Play, Infinity, CG
Digital, Rakuten TV. TORNARE è una produzione Lumière & Co. con
Rai Cinema. Prodotto da Lionello Cerri e Cristiana Mainardi il film
è interamente ambientato a Napoli: “Napoli è ricordata,
deformata, angosciante e bellissima, luogo anche della mia memoria
giovanile” – come ha dichiarato Cristina Comencini.
La regista ha così
commentato: “Tornare è l’indagine di una donna, Alice, su quello
che è accaduto prima della fuga dalla sua città, Napoli. E’ anche
un thriller dell’inconscio e un film sul tempo, che non esiste come
siamo abituati a pensarlo: basta uno spazio straordinario, una casa
sugli scogli, un luogo fermo e sempre in movimento come il mare che
la scuote, e gli eventi passati sembrano di nuovo tutti lì
presenti. Tornare è forse il film più libero che ho fatto ed è
stata una bellissima esperienza di lavoro in comune con i
produttori, le scrittrici, i collaboratori artistici. Non sappiamo
quando riapriranno le sale cinematografiche, speriamo prima
possibile, ma sono felice di fare vedere questo mio ultimo film
alle persone che sono a casa e a cui il cinema manca. A me manca
moltissimo.”
Tornare: la trama
Napoli, anni Novanta. Alice
(Giovanna Mezzogiorno), 40 anni, rientra dall’America dopo una
lunga assenza. È morto il padre. Alice si ferma nella casa di
famiglia, disabitata: con la sorella (Barbara Ronchi) hanno deciso
di venderla, e occorre svuotarla degli oggetti di una vita, di
tante vite. Ma, inaspettatamente, Alice scopre che la casa è
abitata da una ragazza giovane e bellissima (Beatrice Grannò). Con
lei inizia un dialogo intenso, come sembra promettente anche il
legame che si crea con Marc (Vincenzo Amato), un uomo affascinante
e gentile incontrato alla commemorazione del padre. Per Alice si
schiude un mondo nuovo, intrigante e pericoloso, che apre squarci
sul suo passato e sulla sua esistenza.
Attraverso il suo account Twitter, il regista
Peyton Reed ha risposto ad alcune domande dei fan
relative ad Ant-Man e al futuro del
personaggio all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel, in riferimento ovviamente
all’annunciato Ant-Man 3. Tra i dettagli che sono
stati rivelati, figura anche la possibilità di un ritorno
dell’attore Walton Goggins.
Quest’ultimo, infatti, ha
interpretato il ruolo di Sonny Burch, un
“criminale di basso livello”, in Ant-Man
and the Wasp; in effetti, ci sono diverse cose a
proposito del personaggio – ossessionato dal profitto che può
generare la ricerca di Hank Pym – che non sono state chiarite nel
sequel: ad oggi, i fan non conoscono l’identità del misterioso
“acquirente” per conto del quale agiva il commerciante del mercato
nero.
Adesso, il regista Peyton Reed
sembra aver anticipato che, prima o poi, rivedremo Burch nel
MCU: Reed, infatti, non ha
confermato che lo rivedremo ufficialmente in Ant-Man 3, ma
alla domanda di un fan: “Spero che Walton Goggins faccia
ritorno nel MCU. C’è una qualche
possibilità?”, il regista ha risposto: “C’è sempre una
possibilità.”
Interrogato invece sul primo film,
Peyton Reed ha rivelato un dettaglio decisamente curioso che
riguarda una delle scene più divertenti: Falcon
che combatte contro Ant-Man quando questi prova ad
entrare nel quartier generale dei Vendicatori. Dopo essere stato
battuto da Scott Lang, Sam Wilson parla con qualcuno attraverso la
sua ricetrasmittente, ironizzando sul fatto che Captain
America non debba mai venire a sapere quanto accaduto.
Ebbene, Reed ha rivelato che il vendicatore a cui si rivolge Falcon
è in realtà Vedova Nera!
Per quanto riguarda
Ant-Man 3, il film non ha ancora una data
di uscita ufficiale. La sceneggiatura porterà la firma di
Jeff Loveness, lo sceneggiatore della serie del
blocco Adult Swim, Rick e Morty, che affiancherà
Paul Rudd nella stesura del copione.
Joe Wright non è solo il regista di
Orgoglio e pregiudizio, Espiazione, o L’ora più buia. Non è solo maestro dell’estetica,
ammaliato lui stesso dalla fascinazione dei film in costume e della
ricostruzione d’epoca, come riesce ad ammaliare lo spettatore.
Anche se questa sembra essere la sua cifra, ed è certo quella che
gli ha dato fama internazionale, portando la sua musa Keira Knightley alla consacrazione e Gary Oldman al meritato Oscar proprio con il
magistrale L’ora più buia, Wright sa anche tuffarsi nella
contemporaneità e sa farlo con la stessa grazia. È ciò che accade
quando, nel 2009, traspone sullo schermo il libro del giornalista
americano Steve Lopez, che
racconta il suo incontro e l’amicizia con Nathaniel Ayers,
senzatetto e suonatore di violoncello nei bassifondi di Los
Angeles. Non un romanzo ottocentesco, dunque, ma neppure un testo
di finzione contemporaneo, bensì una storia vera, che lo porta a
lasciare la sua Inghilterra per l’America e ad esplorare anche
artisticamente territori nuovi. Così nasce Il solista.
Ne Il solista
(The Soloist) Steve Lopez (Robert
Downey Jr.) scrive per il Los Angeles Times, ma da
tempo non ha una buona storia da raccontare. È separato dalla
moglie Mary (Catherine Keener), che è anche il suo
editore, e gli rimprovera di non essere capace di assumersi le
proprie responsabilità. In più, un incidente in bicicletta gli ha
temporaneamente sfigurato la faccia. L’incontro con Nathaniel Ayers
(Jamie
Foxx), un senzatetto affetto da schizofrenia che suona
il violino con due sole corde ed ha un talento unico, adora
Beethoven e da ragazzo ha frequentato la Juiliard, cambierà la vita
di entrambi. Lopez scoprirà di aver trovato molto di più di una
buona storia, entrerà in contatto con un mondo per lui nuovo e
cercherà di aiutare Ayers. Sperimenterà quanto sia difficile farlo
nel modo giusto, senza cedere alla tentazione di sentirsi un
salvatore. Nathaniel tornerà a suonare con uno strumento integro e
potrà dedicarsi pienamente alla sua passione per la musica,
scoprendo anche una nuova vita che, in cambio di qualche
limitazione alla libertà, offre alcuni innegabili vantaggi.
Entrambi conosceranno il valore dell’amicizia e della
condivisione.
La regia di Joe Wright
Il regista riesce con un sapiente
uso delle inquadrature e dei colori a rendere il concetto della
musica come qualcosa che unisce ed è profondamente liberatorio. In
una delle sequenze più coinvolgenti del film, le note della musica
di Beethoven sono viste da Nathaniel come un insieme di colori, le
immagini esemplificano perfettamente come la musica dia colore al
suo mondo. Nel cinema di Wright l’aspetto visivo è
sorprendentemente evocativo. Qui rende bene quest’idea di
superamento dei confini, di libertà e anche di pace data dalla
musica. In ciò è coadiuvato dalla fotografia di Seamus
McGarvey, dalle musiche di Dario
Marianelli, Oscar nel 2007 per
Espiazione e dal montaggio di
Paul Tothill. Grazie al lavoro del regista
britannico, la musica diventa l’emblema dell’anelito alla libertà
che percorre tutto il film, assieme al riferimento
ricorrente al volo degli uccelli. A Nathaniel non si può negare né
l’esperienza della musica, né quella vita povera, ma libera da
costrizioni che ha scelto di vivere.
Le note, però, fanno uscire anche
Steve dai limiti angusti della propria realtà, mostrandogli che c’è
molto altro al di fuori di essa e creando una reale comunione tra i
due protagonisti – si veda la scena del sottopasso, in cui Ayers
torna dopo molti anni a suonare il violoncello.
Il solista non è
solo musica come liberazione e riconciliazione con il mondo. Il
regista allarga lo sguardo a un discorso sul disagio mentale, col
quale Ayers è in continua lotta e che lo ha relegato ai margini
della società. Il tema diventa così anche sociale e politico, un
discorso sugli ultimi, i senzatetto delle grandi metropoli
occidentali. Ed è questo un focus importante del film: la
condizione degli ultimi. La musica è il grimaldello per entrare in
contatto emotivo profondo con questo mondo, per aprire una finestra
su di esso. È quello che succede a Steve Lopez e per suo tramite,
agli spettatori. I senzatetto sono l’altra faccia di Los Angeles,
città del cinema. Wright cerca e trova l’autenticità
soffermandosi sui volti e sui racconti di vita di veri senzatetto
scelti per interpretare sé stessi nel film. Coloro che non
sono mai sotto i riflettori nella città delle stelle.
L’abilità del regista sta
anche nel saper rinunciare ad ogni forma di falso buonismo in
favore di uno sguardo disincantato. Lopez si avvicina ad
Ayers con uno scopo puramente utilitaristico e per buona parte del
film è anche infastidito dai suoi modi e dalle sue eccentricità,
dai risvolti difficilmente gestibili della sua malattia. È un
giornalista che punta al successo sul lavoro, non un filantropo che
vuole fare del bene. Solo in un secondo momento la relazione si
trasforma in una vera amicizia.
Jamie Foxx e Robert Downey Jr.
protagonisti de Il solista
La bravura dei due protagonisti è
innegabile e ben si accompagna all’ampio respiro visivo del film.
Jamie Foxx, che aveva ottenuto l’Oscar
e il Golden Globe nel 2004 per la sua interpretazione di Ray
Charles in Ray di Taylor Hackford, interpreta
Nathaniel Ayers con convincente trasporto, toccando vette di
lirismo. L’attore è anche un buon pianista e per
l’occasione ha preso lezioni di violoncello.
Robert Downey Jr
mostra tutto il suo talento nell’interpretare personaggi in crisi
che attingono a tutte le loro risorse per uscirne, vestendo
ottimamente i panni del giornalista che riscopre il valore del
proprio mestiere e torna in contatto con la parte migliore di sé
grazie all’incontro con Ayers.
Il solista secondo Wright e
i suoi protagonisti
Sono le
stesse parole di Joe Wrighta chiarire
in un’intervista la sua idea del film e il suo sentirsi, da
britannico, un outsider rispetto ad una storia così “americana”:
“Mi sono sempre interessato di salute mentale e del potenziale
che ha il cinema di esprimere realtà soggettive anche molto
estreme, ma non ero sicuro di avere l’autorità per fare un film che
riguardasse così intrinsecamente l’esperienza
americana”. “Steve Lopez mi ha portato a conoscere i
senzatetto e lì [al Lamp, un rifugio per persone affette da
malattia mentale ndr. ] ho realizzato che questo era un film
sugli outsider e che, essendo io stesso un outsider, potevo dare
qualcosa al film”.
Sull’esperienza con gli homeless di
Los Angeles e sul loro impiego come attori nel film il regista ha
così commentato: “Ho trascorso molto tempo con la comunità dei
senzatetto”.“Ho incontrato persone davvero fantastiche e
mi sono innamorato di tutti loro. Ero affascinato da loro e ho
potuto impiegarli come attori”. “E’ stato molto importante
che venissero a fare il film con noi”.
Jamie Foxx ha definito una vera sfida quella
di interpretare un personaggio complesso come Nathaniel Ayers:
“E’ stata un vera sfida, mi ha messo a dura prova. Questo
accade soprattutto quando hai a che fare con questioni che
riguardano la mente”. “Quando riesco a catturare un
personaggio […], se riesco a scomparire nel personaggio,
allora sono bravo […]. Penso sia ciò per cui sono fatto: trovare
questi personaggi ed essere completamente onesto
nell’interpretarli”. “Questo film è un punto di svolta per
me. È molto intenso”.
Ecco il punto di vista di Robert Downey Jr. sull’ambientazione americana
del film: “Penso che l’America abbia a che fare con il meglio e
il peggio di tutto. […] Ecco perché è il posto giusto per
raccontare una storia”.
Frasi significative de Il
solista
Steve Lopez alle prese con la
difficile relazione con Ayers: “E se quindici giorni di
medicine, una finestra di quindici giorni su quella che potrebbe
essere la sua vita, gli cambiasse la vita, la salvasse?”.
David: “Se tradisci
quell’amicizia, distruggi l’unica cosa che ha a questo
mondo”.
Steve Lopez:“Io non voglio
essere la sua unica cosa”.
Due momenti che chiariscono
l’anelito costante alla libertà di Ayers.
Nathaniel Ayers: “Questo posto
è molto bello, perché suoni e i piccioni applaudono volando via.
[…] Mi basta alzare gli occhi e so dove sto: sono a Los Angeles,
Los Angeles, California”.
“Los Angeles significa:
angeli. Non puoi negare le ali agli angeli”.
Steve Lopez e l’insegnamento più
importante di Nathaniel Ayers: “La sua fiducia nella forza
della sua arte mi ha insegnato la dignità di essere fedeli a ciò in
cui si crede, a non rinunciarvi mai. E soprattutto a credere, senza
il minimo dubbio, che ci permetterà di sopravvivere”.
Un video divenuto virale immagina in
modo creativo quale potrebbe essere la routine di
Spider-Man nelle attuali condizioni di isolamento
causate dalla pandemia di coronavirus. In risposta allo scoppio di
COVID-19, i paesi di tutto il mondo hanno implementato diverse
politiche di blocco, chiudendo la maggior parte delle imprese e
incoraggiando i cittadini a lasciare le proprie case solo per cose
essenziali.
Queste misure hanno effettivamente
fermato tutto, compresa l’industria cinematografica, con i cinema
chiusi e le produzioni sospese. Di conseguenza, praticamente tutti
i film in arrivo hanno ritardato le loro date di uscita, tra cui
anche i film legati allo Spider-Verse.
Morbius,
ambientato nello Spider-Verse SONY, è stato spostato a marzo 2021.
Anche Venom 2:
Let There Be Carnage è stato spostato, da ottobre
2020 a giugno 2021. Entrambi gli altri due progetti su
Spider-Man, entrambi senza titolo, sono stati sospesi, sia quello
in live action con Tom Holland, che quello in
animazione, sequel di Into the Spider-Verse.
Chiaramente, si dovrà aspettare un
po’ di tempo prima che qualsiasi avventura di Spider-Man venga
vista sul grande schermo. Nel qual caso, nel frattempo, potrebbe
valere la pena dare un’occhiata a questi nuovi cortometraggi creati
da un fan speciale che ricreano un giorno della vita di Spider-Man
in quarantena.
La serie di video si chiama
Quarantine Spider-Man ed è stata realizzata da Tom Jauncey, un
fotografo e regista di viaggi che (secondo il suo profilo
Instagram) è stato “morso da un ragno durante la quarantena” e ora
“qualcosa gli sta accadendo qualcosa di strano”. È certamente
qualcosa di strano ma è anche piuttosto bello.
I cortometraggi offrono uno scorcio
di come potrebbe essere la vita di Spider-Man se fosse rimasto
bloccato in casa per cinque settimane. Il primo video include anche
alcuni omaggi a Into the Spider-Verse,
con questo Spider-Man che condivide il metodo di coping di Peter B.
Parker per piangere sotto la doccia e una colonna sonora di
“Sunflower” di Post Malone. Jauncey ha incluso questi pochi video
di Quarantine Spider-Man (sotto) sul suo Instagram, ma la
maggior parte sarà resa disponibile sul suo TikTok.
La Paramount ha fissato una data di
uscita nel giugno 2022 per il suo nuovo film del franchise di
Transformers. Attualmente, Paramount ha
due diversi film del marchio in fase di sviluppo ed è poco chiaro
quale dei due sia stato posizionato a giugno 2022.
Può darsi che la Paramount debba
ancora decidere quale progetto passerà per primo alla produzione e,
nel frattempo, vuole assicurarsi una data imminente per qualunque
film scelga di sviluppare. Recentemente, le date di uscita sono
cambiate in risposta alla pandemia di COVID-19, ed è probabilmente
nel miglior interesse di Paramount rivendicare quella data ancora
prima di decidere quale film dei due in sviluppo far uscire
prima.
A seguito della disastrosa
performance di Transformers: The Last Knight e il
moderato successo di Bumblebee, Paramount ha rivalutato il
futuro della serie. Ciò ha comportato lo sviluppo di due diversi
modi di realizzare film sui Transformers. Secondo quanto riferito,
uno dei due film sarà il seguito di
Bumblebee del 2018, mentre l’altro è uno
spin-off basato sulla serie Transformers, Beast
Wars. James Vanderbilt
(Zodiac, Murder Mystery) sta scrivendo il
presunto film di Beast Wars, e
Joby Harold (King Arthur: Legend of
the Sword, Army of the Dead) sta lavorando alla
sceneggiatura ambientata nell’universo di
Bumblebee.
Secondo quanto riferisce Deadline
(via Screenrant), la data
scelta da Paramount è il 24 giugno 2022. Non è stato rivelato
nient’altro oltre la data, quindi non si sa quale dei film di
Transformers uscirà in quella data.
Tuttavia, la notizia suggerisce una solida fiducia nel franchise e
la volontà di continuare a lavorare per svilupparlo.