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Ballerina: recensione del film con Ana de Armas

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Ballerina: recensione del film con Ana de Armas

Sebbene il titolo rievochi un immaginario delicato e aggraziato, il film con Ana de Armas tocca solo di sfuggita il mondo fatto di tutù e scarpe a punta, e sebbene ci sia una certa grazia in esso non c’è veramente nulla di delicato in Ballerina, lo spin-off ambientato nel mondo di John Wick, un episodio collocato cronologicamente tra il terzo e il quarto capitolo della saga principale, mentre John si nasconde per guarire dalle sue ferite.

Protagonista di questa nuova incursione nell’universo al maschile di Wick è Eve Macarro, interpretata dalla magnetica Ana de Armas. Dopo la sua performance fulminante nei panni dell’agente Paloma in No Time to Die, l’attrice cubana dimostra ancora una volta di sapersi muovere con scioltezza tanto in un abito da sera quanto nel mezzo di una sparatoria, mantenendo sempre una presenza scenica solida e credibile. Il film scritto da Shay Hatten, già autore per John Wick 3, è diretto da Len Wiseman (Underworld, Die Hard 4), con la consueta efficienza artigianale che contraddistingue l’universo visivo della saga.

Ana de Armas in Ballerina
Ana de Armas in Ballerina. Courtesia di Lionsgate – © Lionsgate

La storia di Ballerina

La trama di Ballerina si fonda su elementi già noti agli appassionati: un’infanzia spezzata, l’ingresso in un’organizzazione segreta, l’addestramento combinato tra danza e combattimento, e una vendetta da perseguire. Dopo aver assistito da bambina all’omicidio del padre, Eve viene accolta dalla Ruska Roma, il clan guidato dalla Direttrice interpretata da Anjelica Huston, che l’addestra sia alla disciplina della danza classica sia all’arte letale del combattimento. La dicotomia tra grazia e brutalità è il cuore pulsante del film, un contrasto che funziona sia a livello estetico sia narrativo.

Ed è proprio nelle sequenze d’azione che Ballerina dà il meglio di sé. Le coreografie dei combattimenti sono elaborate, spettacolari, a tratti volutamente surreali, in perfetta continuità con il tono iper-stilizzato dei film di Keanu Reeves. Dall’inseguimento tra le vie di Praga ai combattimenti corpo a corpo tra specchi e vetri rotti, fino alle scene in cui Eve combatte con armi improvvisate – padelle, pattini da ghiaccio, candelabri – il film non si risparmia mai. Il ritmo è serrato e le scene d’azione, pur eccessive e spesso implausibili, sono girate con una cura che le rende sempre leggibili e coinvolgenti. Wiseman dirige con occhio sicuro, evitando il caos visivo che affligge molti action contemporanei.

Un momento particolarmente riuscito è quello ambientato in un villaggio austriaco, la resa dei conti, dove Eve affronta da sola un intero esercito di assassini. La scena ricorda i momenti migliori della saga madre, combinando estetica gotica, violenza coreografata e un’ironia visiva che sfiora il fumetto. E sebbene non vedremo mai de Armas combattere “sulle punte” come alcuni spettatori (e critici) avrebbero auspicato, il film gioca comunque con l’immaginario della danza come metafora del controllo e della disciplina, restituendo una protagonista che incarna entrambe le dimensioni con naturalezza.

Ana de Armas alla guida del cast

Accanto alla protagonista, ritroviamo alcune vecchie conoscenze: Ian McShane torna nel ruolo di Winston, freddamente affascinante e criptico come sempre; Lance Reddick, in uno dei suoi ultimi ruoli, è ancora una volta l’impeccabile concierge Charon; e lo stesso Keanu Reeves fa una breve, ma significativa apparizione nei panni di Wick. La sua presenza, sebbene limitata, conferisce al film una sensazione di continuità e legittimità all’interno della saga, anche se non mancherà di far rimpiangere il carisma quasi mitologico del suo personaggio.

Ana de Armas in Ballerina (2025)
Foto di Murray Close/Lionsgate/Murray Close/Lionsgate – © 2025 Lionsgate

Tra i nuovi volti spicca Gabriel Byrne, inquietante nel ruolo del Cancelliere, il leader del culto responsabile della morte del padre di Eve. Il suo antagonismo è più simbolico che fisico, ma contribuisce ad arricchire la mitologia già complessa del “Wickverse”. Menzione speciale anche per Norman Reedus, che interpreta un fuorilegge disilluso nascosto al Continental di Praga: il suo personaggio diventa immediatamente specchio di Eve e rispecchia quello che è accaduto alla protagonista, determinando il legame istantaneo trai due.

Le ombre di Ballerina

A fronte di una forma così scintillante e impeccabile, il contenuto è però abbastanza scarso. La sceneggiatura è più pretesto che sostanza, e le psicologie dei personaggi si appoggiano su luoghi comuni del genere, senza rappresentare veri e proprio caratteri a tutto tondo, e questo vale anche per la protagonista Eve. L’intera impalcatura narrativa sembra servire unicamente a collegare tra loro le spettacolari sequenze d’azione. Inoltre, il tono è sorprendentemente cupo, privo di quell’autoironia che avrebbe potuto alleggerire l’eccesso visivo e concettuale.

Nonostante queste criticità, Ballerina svolge perfettamente il suo lavoro e si inserisce con grazia nel solco della saga di John Wick: elegante, violento, visivamente curato. Non raggiunge i livelli iconici dei migliori momenti della serie principale, ma si distingue per una protagonista convincente e una messa in scena dell’azione di prim’ordine. E se il franchise dovesse proseguire in questa direzione, magari con uno sguardo più consapevole al lato assurdo della propria mitologia, allora Ballerina potrebbe diventare l’inizio di qualcosa di più originale di quanto non sembri.

Leopardi & Co: il trailer del film con Jeremy Irvine

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Leopardi & Co: il trailer del film con Jeremy Irvine

Leopardi & Co diretto da Federica Biondi con Jeremy Irvine, Denise Tantucci, Whoopi Goldberg, Paolo Calabresi, Paolo Camilli, Aurora CalabresiAurora Moroni e Daniele Fiengo arriva nelle sale italiane da giovedì 14 agosto distribuito da Eagle Pictures. Il film scritto da Mauro Graiani da un’idea originale di Roberto Cipullo e Nicola Barnaba è una co-produzione Camaleo e Eagle Pictures.

Leopardi & Co è una commedia romantica, girata interamente a Recanati, in cui l’amore fra i due giovani protagonisti, David e Silvia, sboccia e cresce nella cittadina marchigiana, ruotando attorno al mito senza tempo di Giacomo Leopardi. Una storia d’amore che si snoda lungo il racconto della realizzazione di un film, che affronta con il tono leggero della commedia sentimentale, temi poetici legati al grande Leopardi e che finisce per legare i due protagonisti l’uno all’altro.

La trama di Leopardi & Co

David (Jeremy Irvine) è un giovane attore americano che sogna un ruolo in grado di consacrarlo come una vera star mondiale. Ma David è talmente superficiale che nemmeno legge i copioni che gli arrivano finché la sua agente Mildred (Whoopi Goldberg) lo costringe ad accettare il ruolo di protagonista in “Giacomo in Love” film diretto dal mitico regista italiano Ruggero Mitri (Paolo Calabresi). David, convinto sia la storia di Casanova, arriva sul set a Recanati totalmente impreparato per cui viene affidato a Silvia (Denise Tantucci) una coach del luogo col compito di spiegare all’americano chi era il Sommo. Tra i due è odio a prima vista…

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – Stagione 3, nuovi attori nel cast

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Oggi Prime Video ha confermato che Andrew Richardson, Zubin Varla e Adam Young si sono uniti al cast di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere per la prossima stagione della serie, che le cui riprese sono iniziate di recente nella nuova sede di produzione dello show, presso gli Shepperton Studios (Regno Unito).

Richardson farà parte del cast principale, mentre Varla e Young ricopriranno ruoli ricorrenti nel corso della stagione. La serie di successo globale, che ha attratto oltre 170 milioni di spettatori in tutto il mondo, continua ad essere uno dei principali elementi trainanti per i nuovi abbonamenti Prime.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è stato un successo senza precedenti, con un vasto pubblico globale di fan appassionati. I critici hanno elogiato la serie per la sua portata epica e il suo valore produttivo; le prime due stagioni hanno ottenuto il Certificate Fresh di Rotten Tomatoes. La prima stagione rimane il più grande debutto nella storia di Prime Video, mentre la seconda stagione è la returning season più vista in assoluto in termini di ore di visione.

La terza stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne e Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producers Lindsey Weber, Justin Doble, Kate Hazell e la executive producer e regista Charlotte Brändström. Matthew Penry-Davey è produttore, mentre Ally O’Leary, Tim Keene e Andrew Lee sono co-produttori della serie.

Tutti gli episodi delle prime due stagioni di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sono ora disponibili in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori in più lingue.

Avengers: Doomsday, potrebbe esserci spazio anche per Riri Williams?

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Il recente annuncio del cast di Avengers: Doomsday ha riservato qualche sorpresa (nessuno si aspettava così tanti attori dai film sugli X-Men della 20th Century Fox), ma i fan sono rimasti probabilmente più scioccati nel non vedere nessun nome dalle serie Disney+ dei Marvel Studios sullo schienale di quelle sedie.

Il concept art “trapelato” di Doomsday/Secret Wars che ha fatto il giro del web qualche tempo fa mostrava personaggi del calibro di Kate Bishop (Hailee Steinfeld), Kamala Khan (Iman Vellani) e Billy Maximoff (Joe Locke), e si prevede che i Giovani Vendicatori – o i Campioni, come saranno probabilmente conosciuti nell’MCU – si riuniranno in uno di questi enormi film evento.

Tuttavia, i registi Joe e Anthony Russo hanno negato che il concept art abbia a che fare con i loro film, quindi finché il secondo annuncio del cast non renderà la cosa ufficiale, i piani dello studio per i suoi eroi del piccolo schermo rimangono incerti.

Agli attori dell’MCU viene detto di mantenere la bocca cucita quando parlano dei loro prossimi progetti durante le interviste, ma la star di Ironheart, Dominique Thorne, ha ora lasciato intendere (forse inavvertitamente) che prenderà parte a Doomsday e/o Secret Wars durante un’intervista con The Direct. “Oh, sapete, cosa posso dire? Le probabilità potrebbero essere a nostro favore. Chissà? Vedremo. Vedremo.” Non è proprio una conferma, ovviamente, ma ci accontenteremo di queste probabilità.

Riri Williams in Wakanda Forever

A Thorne è stato anche chiesto del trailer più recente di Ironheart, che ha confermato che Williams utilizzerà una combinazione di tecnologia avanzata e magia per alimentare la sua armatura.

“Credo che ne abbiamo già avuto qualche piccolo assaggio e anticipazione in passato. Durante, sai, le fasi che ci hanno portato fin qui. Ma questo, assolutamente, per me, sembra un territorio inesplorato in termini di come tecnologia e magia possano fondersi, come possano lavorare insieme, come possano scontrarsi.”

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd / Ant-Man, Simu Liu / Shang-Chi, Tom Hiddleston / Loki, Lewis Pullman / Bob-Sentry, Florence Pugh / Yelena, Danny Ramirez / Falcon, Ian McKellen / Magneto, Sebastian Stan / Bucky, Winston Duke / M’Baku, Chris Hemsworth / Thor, Kelsey Grammer / Beast, James Marsden / Cyclops, Channing Tatum / Gambit, Wyatt Russell / U.S. Agent, Vanessa Kirby / Sue Storm, Rebecca Romijn / Mystique, Patrick Stewart / Professor X, Alan Cumming / Nightcrawler, Letitia Wright / Black Panther, Tenoch Huerta Mejia / Namor, Pedro Pascal / Reed Richards, Hannah John-Kamen / Ghost, Joseph Quinn / Johnny Storm, David Harbour / Red Guardian, Robert Downey Jr. / Doctor Doom, Ebon Moss-Bachrach / La Cosa, Anthony Mackie / Captain America.

Superman: ecco svelato il nome della creatura bianca vista nell’ultimo trailer

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Il dietro le quinte del Superman di James Gunn, uscito ad aprile per celebrare il Superman Day, mostrava una rapida inquadratura di Lex Luthor in piedi accanto a quella che sembrava una specie di alieno prigioniero o un’altra creatura/metaumano.

I fan hanno ipotizzato che potesse trattarsi di un Marziano Bianco, o forse di un Parassita, di Metamorpho nella sua forma regredita, o forse persino di un Ultraman fuori dal costume. Ora, Gunn ha confermato l’origine di questo personaggio, rivelandone anche il sarcastico soprannome.

Nell’intervista a Big Ticket di Fandango, Gunn spiega che “Mr. Handsome” è una creazione di Luthor che “lo porta in giro su una piattaforma galleggiante”. Il regista prosegue descrivendolo come “la creatura più brutta e disgustosa del mondo”, suscitando una risposta di simpatia da parte di Nicholas Hoult.

Questo signor Handsome probabilmente si rivelerà un personaggio piuttosto secondario, ma c’è qualche speculazione sul fatto che potrebbe in realtà essere un Genomorfo, ovvero una DNAline, una forma di vita geneticamente modificata creata dall’organizzazione di ricerca finanziata da Luthor, Project Cadmus.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Dwayne Johnson ha chiesto di rendere la sua action figure di Black Adam più… muscolosa!

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In una nuova intervista, Todd McFarlane ha rivelato che Dwayne Johnson gli ha chiesto di rendere la sua action figure di Black Adam più muscolosa. Il processo di creazione di action figure non è facile. Non si tratta solo di scolpire digitalmente un personaggio, inserirlo nella pipeline di sviluppo e guardare una macchina sfornare un nuovissimo oggetto da collezione con cui giocare. È un processo molto più complicato che richiede un’attenta pianificazione, l’approvazione del licenziatario e, se si sta adattando l’aspetto di un attore, anche l’approvazione degli attori. Ora, Black Adam del 2022 ci ha offerto uno sguardo dall’interno al meticoloso processo che sta dietro alla creazione dei giocattoli che conosciamo e amiamo.

Todd McFarlane ha concesso un’intervista ad ampio raggio a Popverse. In esso, l’imprenditore ha rivelato che, durante lo sviluppo delle action figure per il film Black Adam, Dwayne Johnson lo aveva contattato per apportare una modifica al suo personaggio da collezione. Secondo McFarlane, l’attore voleva che la sua controparte in plastica apparisse più muscolosa:

“Di recente, abbiamo dovuto ottenere l’approvazione per ‘Black Adam’, e l’unico commento di Dwayne Johnson è stato – e credo avesse ragione – ‘Potresti farmi sembrare più muscoloso?’. Sembra una domanda sciocca, ma in realtà era giusta, perché penso che tutti noi, nella nostra mente, abbiamo una visione romantica di molte persone, e il costume in sé non metteva in mostra i suoi muscoli. Eravamo estremamente fedeli al costume, solo che il costume non lo metteva in risalto, quindi voleva solo che lo mettessimo un po’ di più in risalto. Ci siamo presi una piccola licenza artistica. Penso che sia stata la mossa giusta.”

Lo stesso McFarlane ha spiegato che, in definitiva, richieste come quella di Johnson non sono un grosso problema. E, sebbene abbia scelto un esempio comico per far passare il suo messaggio, ha chiarito che, in fin dei conti, l’obiettivo è ottenere l’approvazione del giocattolo:

“Lascia che ti dica che anche se non sono d’accordo, il cliente ha sempre ragione. Cerco la sua approvazione. Ehi, se vuoi che ti dia due teste, te le do due teste. Qualsiasi cosa ti serva per ottenere il mio consenso.”

Il commento di Johnson era ancora più razionale, dato che, se si ha familiarità con il mondo del collezionismo, ci sono molte action figure che non riproducono esattamente l’aspetto muscoloso delle loro controparti reali. Un esempio lampante è la action figure di Spider-Man: No Way Home di Hot Toys raffigurante Peter Parker, interpretato da Tobey Maguire. I dettagli della action figure sono eccellenti, ma la sua corporatura è un po’ slanciata rispetto alla corporatura più robusta di Maguire.

Quindi, sì, la richiesta di Dwayne Johnson ha contribuito in ultima analisi a evitare un esito del genere e ha anche reso possibile una rappresentazione piuttosto gradevole di Black Adam in forma di action figure.

Cape Fear: le foto dal set della serie mostrano uno spaventoso Max Cady

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“Il nonno maneggiava i serpenti in chiesa. La nonna beveva stricnina. Direi che avevo un vantaggio, geneticamente parlando.” Le riprese della serie Cape Fear, in onda su Apple TV+, sono attualmente in corso alla Chevron Station di Atlanta, in Georgia, e alcune foto dal set (tramite Storage Blu tv) rivelano il nostro primo sguardo a Javier Bardem nei panni di Max Cady e Amy Adams in quelli di Amanda Bowden.

A prima vista, questa nuova interpretazione dell’assassino/stupratore psicotico sembra molto diversa dalla versione rasata e tatuata del detestabile personaggio interpretato da Robert De Niro nell’adattamento degli anni ’90 di Martin Scorsese, ma un’inquadratura più ravvicinata rivela che la star di Dune: Parte 2 sfoggia qualche tatuaggio e forse anche qualche piercing.

La serie di 10 episodi vede Nick Antosca a bordo come sceneggiatore, produttore esecutivo e showrunner. Il progetto vede anche la partecipazione di due leggende del cinema, con Steven Spielberg e Martin Scorsese come produttori esecutivi.

Con Adams in questo ruolo, ci sono buone probabilità che il suo personaggio venga messo maggiormente in risalto, e si ipotizza che Amanda, e non suo marito, sarà l’ex avvocato di Cady in questa versione della storia (la sinossi qui sotto potrebbe supportare questa ipotesi). Patrick Wilson interpreterà anche Sam Bowden.

Superman: da quanto tempo è in attività come eroe a Metropolis? La risposta di James Gunn

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Lo sceneggiatore e regista di Superman, James Gunn, ha spiegato il suo approccio alla costruzione del nuovo DCU e rivela da quanto tempo l’Uomo di Domani è attivo in un mondo pieno di metaumani riconosciuti.

Il DCU potrebbe presentare alcune somiglianze con il DCEU (principalmente grazie alla decisione di James Gunn di far riprendere i ruoli ad alcuni attori), ma è un mondo completamente nuovo, concepito come un nuovo inizio per il brand.

Superman contribuirà a stabilire questo nuovo Universo DC, ed è chiaro da tempo che si tratta di una realtà piena di eroi affermati. Sebbene questo approccio differisca da quello dell’MCU e del DCEU, permette a Gunn di saltare la maggior parte delle storie sulle origini e di portarci direttamente nel vivo dell’azione.

Superman: aperte le prevendite!

Durante una recente intervista con Fandango, James Gunn ha commentato la possibilità di ricominciare da capo con Superman e ha rivelato da quanto tempo l’Uomo di Domani è attivo a Metropolis: “Stiamo introducendo un mondo completamente nuovo, il che è molto divertente. Siamo in una realtà alternativa in cui i supereroi esistono da 300 anni, e ora stiamo solo riprendendo la storia di un supereroe in particolare tre anni dopo il suo arrivo sulla scena, che per caso è il metaumano più potente di tutti i tempi”.

David Corenswet ha 31 anni e, supponendo che interpreti Clark Kent più o meno della sua stessa età, questo significa che Superman protegge il mondo da quando aveva tra i 25 e i 30 anni. Non saremmo scioccati se prima di allora avesse salvato silenziosamente delle vite a Smallville, ovviamente.

Queste osservazioni di Gunn riecheggiano quanto detto in un’altra recente intervista con Entertainment Weekly. “Se vedessi un uomo-squalo camminare per strada, probabilmente vomiteresti e ti faresti la cacca addosso a morte”, ha spiegato. “Se ne vedessero uno, sarebbe più simile a Paul McCartney sul marciapiede di New York.”

In altre parole, gli individui dotati di superpoteri sono all’ordine del giorno nel DCU, simili all’Universo DC che vediamo sulle pagine ogni mercoledì. Questo approccio alla costruzione di un mondo a fumetti potrebbe rivelarsi persino più efficace dell’MCU, soprattutto se gestito bene.

Anche il fatto che i metaumani facciano parte della storia del mondo da 300 anni è significativo, soprattutto perché ciò avrà rimodellato questa realtà in un vero e proprio universo a fumetti, irriconoscibile dal nostro (piuttosto che un mondo come il nostro abitato da eroi e cattivi in ​​costume).

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Dakota Johnson su Madame Web: ecco l’aspetto positivo di aver vinto un Razzie Award

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Madame Web (la nostra recensione) della Sony Pictures è stato candidato a sei Razzie Award quest’anno, ottenendo tre “vittorie” per Peggior Film, Peggior Sceneggiatura e Peggior Attrice, con la star Dakota Johnson menzionata per la sua… interpretazione non uniforme.

La star di Material Love ha preso con filosofia questo dubbio onore e ora ha rivelato che la sua vittoria ai Razzie ha portato con sé qualcosa di positivo: è stata contattata da uno dei suoi idoli dello schermo, dal quale ha ricevuto le congratulazioni.

“Ho ricevuto un messaggio vocale da Sandra Bullock, perché non so se lo sai, ma ho vinto il Razzie come peggior attrice”, ha detto Johnson nell’ultimo episodio del podcast “Good Hang” di Amy Poehler. “Sandra Bullock mi ha mandato un messaggio vocale che diceva ‘Ho sentito che fai parte del Razzie Club e dovremmo fare un brunch, dovremmo fare un brunch mensile’. Perché immagino che abbia vinto anche l’Oscar l’anno in cui ha vinto il Razzie. Credo sia stato lo stesso anno. Mi ha fatto venire i brividi ricevere questo messaggio da lei perché per me è un’icona, una vera star del cinema. Ho pensato ‘Oh mio Dio’. È stato semplicemente pazzesco.”

Sydney Sweeney sul flop di Madame Web: “Mi sono divertita a farlo, è tutto quello che conta per me”

Sandra Bullock ha effettivamente vinto il Razzie come Peggior Attrice per la commedia romantica All About Steve, prima di vincere l’Oscar come Migliore Attrice pochi giorni dopo per la sua interpretazione in The Blind Side.

Dakota Johnson ha recentemente confermato che la versione di Madame Web per cui aveva firmato era molto diversa dal film che poi è uscito, e ha parlato delle ricadute critiche e commerciali durante una chiacchierata con Poehler.

“È una cosa folle, come un viaggio folle da intraprendere come artista, perché pensi: ‘Ok, sto facendo qualcosa con il mio corpo, la mia mente, il mio cuore, le mie emozioni. Sto usando delle cose. E vengono semplicemente prese e manipolate’. Ma non puoi farci niente. Tipo, cosa dovrei fare? Piangere per ‘Madame Web’? No.”

Gli insuccessi al botteghino di Madame Web e del più recente Kraven il Cacciatore hanno di fatto piantato l’ultimo chiodo nella bara della SSU di Sony, anche se abbiamo sentito dire che lo studio intende aggrapparsi ai diritti di questi personaggi di Spider-Man ancora per un po’ e potrebbe persino pianificare un rinnovamento del franchise.

Lanterns: Nathan Fillion anticipa un Guy Gardner “più teso” rispetto a quello di Superman

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Non c’è simpatia tra le reclute del Corpo delle Lanterne Verdi Hal Jordan e Guy Gardner, e anche John Stewart non è esattamente il più grande fan di Guy. È così che vanno le cose sulla carta, ma che dire del DCU e di Lanterns?

Interpretato da Nathan Fillion, Guy farà il suo debutto in Superman ed è confermata la sua apparizione nella seconda stagione di Peacemaker. La serie Lanterns del prossimo anno seguirà Hal e John mentre indagano su un omicidio nel cuore dell’America, e sì, Guy incontrerà i suoi compagni eroi.

Parlando con Entertainment Weekly, Fillion ha detto: “Adoro l’idea che se hai un’emergenza e hai bisogno di una Lanterna Verde – ce ne sono migliaia nella galassia – questa è l’ultima che vuoi”. “Penso che si senta un po’ più teso in Lanterns”, ha continuato l’attore. “Ho girato una scena in Lanterns, l’abbiamo già girata, in cui è compiaciuto e soddisfatto. È bello vederlo in ambienti diversi e vedere come questi influenzino un personaggio.”

Sembra quindi che il ruolo di Fillion nella serie sia abbastanza limitato rispetto a quello che vedremo al cinema.

Lanterns è la storia di una coppia di Lanterne Verdi

La produzione di Lanterns è attualmente in corso nel Regno Unito. Guy Gardner di Nathan Fillion, che farà il suo debutto nel reboot di Superman di James Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie. Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde.

“Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato per la prima volta. “Ci sono altre Lanterne Verdi sparse qua e là, ma questa è in realtà una serie TV ambientata sulla Terra, quasi come True Detective, con un paio di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano Precinct Earth e scoprono un terrificante mistero che si collega alla nostra più grande storia del DCU.”

Il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, sta lavorando alla sceneggiatura dell’episodio pilota insieme allo showrunner di Ozark Chris Mundy e all’acclamato scrittore di fumetti Tom King.

James Hawes di Slow Horses ha diretto i primi due episodi di Lanterns e, a marzo, ha lasciato intendere cosa i fan possono aspettarsi dalla serie.

Chris Mundy (True Detective: Night Country) è showrunner e produttore esecutivo e scriverà Lanterns con Damon Lindelof (Watchmen) e lo sceneggiatore di fumetti Tom King (Supergirl). Il cast include Aaron Pierre nel ruolo di John Stewart, Kyle Chandler in quello di Hal Jordan e Ulrich Thomsen in quello di Sinestro. Kelly Macdonald, Garret Dillahunt, Poorna Jagannathan, Nicole Ari Parker, Jason Ritter, J. Alphonse Nicholson e Jasmine Cephas Jones completano il cast di supporto.

Superman: aperte le prevendite!

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Superman: aperte le prevendite!

Superman, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Il film è prodotto da Peter Safran e Gunn – responsabili dei DC Studios – e diretto dallo stesso Gunn su una sua sceneggiatura, basata sul personaggio della DC, Superman, ideato da Jerry Siegel e Joe Shuster.

Del film sono protagonisti David Corenswet (“Twisters”, “Hollywood”), nel duplice ruolo di Superman/Clark Kent, Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”) come Lois Lane e Nicholas Hoult (la saga di “X-Men”, “Giurato numero 2”) nei panni di Lex Luthor. Nel film sono presenti anche Edi Gathegi (“For All Mankind”), Anthony Carrigan (“Barry”, “Gotham”), Nathan Fillion (la saga dei “Guardiani della galassia”, “The Suicide Squad”), Isabela Merced (“Alien Romulus”), Skyler Gisondo (“Licorice Pizza”, “Booksmart”), Sara Sampaio (“At Midnight”), María Gabriela de Faría (“The Moodys”), Wendell Pierce (“Selma”, il “Jack Ryan” di Tom Clancy), Alan Tudyk (“Andor”), Pruitt Taylor Vince (“Bird Box”) e Neva Howell (“Greedy People”).

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

DC Studios presenta una produzione Troll Court Entertainment/The Safran Company, un film di James Gunn, “Superman”. Distribuito da Warner Bros. Pictures, il film arriverà al cinema il 9 luglio 2025.

Ted Lasso – Stagione 4: conferma, cast, trama e tutto quello che sappiamo

La serie comica originale di Apple TV+ Ted Lasso, grande successo di pubblico, ha avuto tre stagioni di successo e, nonostante il finale della terza fosse previsto come conclusione della serie, ci sono già notizie sulla quarta stagione di Ted Lasso. Con Jason Sudeikis, ex membro del cast di Saturday Night Live, nel ruolo del protagonista Ted, la serie segue le vicende di uno sfortunato allenatore di football americano che cerca di risollevare le sorti di una squadra di calcio inglese in difficoltà. Apprezzata fin da subito per il suo umorismo brillante e i personaggi simpatici, Ted Lasso è stata la sorpresa del 2020.

Il futuro di Ted Lasso dopo la terza stagione è sempre stato incerto e molti membri del team creativo dello show consideravano la serie come una storia in tre stagioni. Tuttavia, la possibilità di una quarta stagione di Ted Lasso non è mai stata ufficialmente esclusa e l’enorme popolarità dello show ha fatto sì che potesse continuare ben oltre le tre stagioni inizialmente previste. I personaggi di Ted Lasso sono sempre stati la sua risorsa più grande e, indipendentemente dalla trama, la serie potrebbe continuare solo grazie alla forza di questi attori. Dopo anni di voci contrastanti, è stato finalmente confermato che la quarta stagione di Ted Lasso è in arrivo.

Ultime notizie sulla quarta stagione di Ted Lasso

Lo stesso giorno in cui Jason Sudeikis ha rivelato il ritorno della serie, le ultime notizie confermano che un altro protagonista è in trattative per tornare nella quarta stagione di Ted Lasso. Insieme al rinnovo ufficiale da parte di Apple TV+, è stato anche annunciato che Juno Temple è in trattative per tornare nei panni di Keeley. Oltre a questa rivelazione, è stato annunciato che la produzione prevede di iniziare le riprese nel luglio 2025, sia a Kansas City che nel Regno Unito.

La quarta stagione di Ted Lasso è confermata

A quasi due anni dalla fine della terza stagione, la quarta stagione di Ted Lasso è stata finalmente confermata per marzo 2025. La conclusione della serie è stata diversa da qualsiasi altra nella storia della televisione e il finale previsto non è mai stato considerato un vero addio. Quasi immediatamente dopo la conclusione dello show, sono iniziate le speculazioni sulla quarta stagione, culminate finalmente con l’annuncio nel 2025. Le riprese dovrebbero iniziare nel luglio 2025 e si svolgeranno a Kansas City e nel Regno Unito.

Ted Lasso stagione 3 si è conclusa il 31 maggio 2023.

Dettagli sul cast della quarta stagione di Ted Lasso

Dopo il finale della terza stagione di Ted Lasso, potrebbe essere leggermente più facile capire quali membri del cast potrebbero tornare per la quarta stagione. Anche se il finale della terza stagione ha dato al personaggio una conclusione adeguata, Jason Sudeikis ha confermato che tornerà nei panni dell’ispirante buffone Ted Lasso. Considerando quanti membri della squadra dell’A.F.C. Richmond hanno espresso il desiderio di tornare per altri episodi, sembra probabile che una serie di star torneranno ad affiancare Sudeikis nella quarta stagione.

Dettagli della trama Ted Lasso – Stagione 4

Quando Jason Sudeikis ha annunciato la quarta stagione di Ted Lasso, ha anche rivelato alcuni dettagli interessanti sulla trama dei prossimi episodi. Ha specificato che la serie seguirà una squadra di calcio femminile, ma non ha fornito ulteriori dettagli. Non è chiaro se Sudeikis si riferisca alla squadra femminile dell’A.F.C. Richmond o se tornerà negli Stati Uniti per allenare una squadra nella sua città natale.

Ciò non significa che le trame originali potrebbero essere abbandonate e che lo status dell’A.F.C Richmond a Londra potrebbe diventare una trama secondaria.

Pur avendo mancato il titolo della Premier League, la squadra si è qualificata per il calcio europeo attraverso la Champions League, uno dei tornei più prestigiosi del calcio. Questa competizione è stata menzionata più volte nella stagione 3, episodio 12, di Ted Lasso, il che significa che una sottotrama della stagione 4 di Ted Lasso incentrata su Roy, Nate e Beard che guidano il Richmond alla gloria europea potrebbe essere una possibilità. La continuazione di quella trama senza Ted potrebbe portare alla ribalta i membri più sottovalutati della squadra dell’A.F.C. Richmond, con l’ambientazione europea che darebbe alla serie una ventata di freschezza.

Warfare – Tempo di guerra in anteprima nazionale al Taormina Film Festival

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Warfare – Tempo di guerra, il nuovo film scritto e diretto da Alex Garland e Ray Mendoza – dopo il successo di Civil War – sarà presentato in anteprima nazionale al Taormina Film Festival con la partecipazione speciale sul palco del Teatro Antico dell’interprete Taylor John Smith (Hunger Games, Sharp Objects, The Outpost, La ragazza nella palude).

Tratto da una storia vera e ispirato alle testimonianze dirette di un gruppo uomini dei corpi speciali della marina americana, i Navy SEAL – tra cui lo stesso Mendoza – il film racconta una missione ad alto rischio a Ramadi, in Iraq, nel 2006. Warfare – Tempo di guerra non è solo un film di guerra ma un film dentro la guerra: un racconto crudo, viscerale e immersivo che ridefinisce i confini del genere regalando allo spettatore un’esperienza cinematografica totale, fra azione e  adrenalina pura.

Accanto a Taylor John Smith, un cast corale di straordinari giovani talenti di Hollywood: Joseph Quinn (Stranger Things, Il Gladiatore 2, I Fantastici 4 – Gli inizi), Kit Connor (Rocketman, Heartstopper), Will Poulter (The Revenant, Midsommar, Maze Runner, Le Cronache di Narnia), Cosmo Jarvis (Lady Macbeth, Shōgun), Charles Melton (May December, Riverdale), Michael Gandolfini (I molti santi del New Jersey, Bob Marley – One love, Beau ha paura, Daredevil: Rinascita), Finn Bennett (True Detective, Le cose che non ti ho detto) solo per citarne alcuni.

Prodotto da A24, scritto e diretto da Alex Garland (Civil War, candidato all’Oscar per la sceneggiatura di Ex Machina) con Ray Mendoza (consulente militare per Civil War, Lone Survivor, Jurassic World), Warfare – Tempo di guerra arriverà nelle sale italiane il 21 agosto 2025con I Wonder Pictures.

Locarno Film Festival 2025: il Pardo d’Oro a Alexander Payne

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Locarno Film Festival 2025: il Pardo d’Oro a Alexander Payne

Voce dall’umorismo asciutto e inconfondibile dietro grandi classici moderni, Alexander Payne, regista e sceneggiatore, si è certamente assicurato un posto tra i cineasti che hanno definito il cinema americano del 21esimo secolo. I suoi film, tra cui Election (1999), A proposito di Schmidt (2002), Sideways – In viaggio con Jack (2004), Nebraska (2013) e l’ultimo, acclamato, The Holdovers – Lezioni di vita (2023), hanno vinto complessivamente tre Academy Award, tre BAFTA e otto Golden Globe in diverse categorie. Nel corso della sua carriera, Payne ha dimostrato la volontà di dedicarsi al cinema mid-budget per adulti, forma artistica mai abbastanza tutelata.

Nato in Nebraska nel 1961, con i suoi lavori attira l’attenzione di Hollywood mentre ancora studia regia all’UCLA. Nel 1996 ha già scritto e diretto Citizen Ruth – Donna americana (1996), ingegnosa commedia a sfondo politico con protagonista Laura Dern: dopo la première al Sundance, il film ottiene il plauso della critica. Da allora Payne ha realizzato sette ulteriori lungometraggi, ciascuno contraddistinto da costruzione elegante e umorismo caustico, nonché dalle indimenticabili performance tragicomiche di pesi massimi del grande schermo. Proprio in ragione dei suoi successi, il Locarno Film Festival è lieto di celebrarlo con il Pardo d’Onore.

Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival:

“Alexander Payne è un autore colto, dalla cinefilia enciclopedica. Dotato di un infallibile senso della commedia umana, è un cineasta dalla sensibilità squisitamente classica e moderna al tempo stesso. Regista impeccabile, ha lavorato con nomi come Jack Nicholson, George Clooney, Reese Witherspoon, Laura Dern, Matt Damon, Bruce Dern e Paul Giamatti. In Payne si uniscono la conoscenza del saper fare del cinema hollywoodiano e l’unicità della sua poesia. È autore di una filmografia unica, nella quale ha affrontato sempre le complessità della condizione umana con il sorriso e in un dialogo instancabile con il pubblico.” 

Dal 2017 il Pardo d’Onore è reso possibile grazie al sostegno di Manor, Event Partner del Locarno Film Festival. Nel corso degli anni il premio onorario del Festival è stato assegnato ad alcune tra le più straordinarie personalità del mondo del cinema, tra cui Manoel de Oliveira, Bernardo Bertolucci, Ken Loach, Jean-Luc Godard, Abbas Kiarostami, Terry Gilliam, Aleksandr Sokurov, William Friedkin, Alain Tanner, Jia Zhang-ke, Leos Carax, Werner Herzog, Agnès Varda, Michael Cimino, Marco Bellocchio, Alejandro Jodorowsky, Jean-Marie Straub, Todd Haynes, Bruno Dumont, John Waters, John Landis, Kelly Reichardt, Harmony Korine, e Jane Campion.

La 78esima edizione del Locarno Film Festival si svolgerà dal 6 al 16 agosto 2025.

Collettivo Chiaroscuro: una giornata di incontri

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Collettivo Chiaroscuro: una giornata di incontri

Collettivo Chiaroscuro ha promosso sabato 7 giugno 2025 la nuova edizione di The Art of Italian Cinematography and Beyond, una giornata di incontri, riflessioni e dibattiti tenutasi nel contesto del Teatro 10 degli studi televisivi “De Paolis” e con al centro l’eccellenza tecnica ed artistica della professione di autrici e autori della fotografia. Questa seconda edizione dell’evento ha ribadito l’impegno concreto del Collettivo nel creare un luogo stabile in cui favorire uno scambio trasversale e democratico delle esperienze, incentivare il dialogo con le altre professioni del settore e individuare le sfide che oggi attraversano con urgenza l’industria cinematografica.  L’appuntamento si è distinto per la numerosa e sentita partecipazione ai molti panel articolati nel corso della giornata di lavori, introdotti dalla conduttrice, attrice e autrice radiofonica Martina Martorano e alla presenza di numerosi ospiti nazionali ed internazionali che hanno arricchito l’evento condividendo le proprie visioni.

Il panel “Equal Exposure: Let’s start from differences to work on rights: parenting, career progression and inclusion”, moderato dal giornalista Antonio Bracco, ha visto intervenire in una conversazione aperta Marco Bassano (CCS), Paolo Carnera (Presidente CCS), Irene Castrogiovanni (operatrice steadycam), Camilla Cattabriga (CCS), Eleonora Contessi (CCS), Daria D’Antonio (Vicepresidente CCS), Maita De Leonardis (operatrice steadycam), Giuditta Paolini (assistente operatore), Sara Purgatorio (CCS),  Francesca Zonars (CCS). Nel condividere le diverse tipologie di percorso individuale e professionale, dallo scambio sono emerse le criticità legate all’accesso e alla progressione di carriera dovute al gap di genere ancora presente nel panorama lavorativo italiano del settore fotografia. Da qui è stata evidenziata la necessità di affrontare più lucidamente la questione di tutela della maternità sul set, con il conseguente bisogno di sviluppare nuove politiche contrattuali che concernono l’attenzione al diritto alla genitorialità, ad una più consona distribuzione del monte ore e delle esigenze umane.

Nella masterclass “Don’t close the curtains: have a backdrop!Alessandro Pesci (CCS) ha illustrato l’importanza del fondale nel cinema, percorrendo con un’agile panoramica storica l’evoluzione di questa tecnica nel corso del tempo. Sarah Horton (Rosco backdrops Creative Specialist) ha quindi presentato alla platea il lavoro certosino che porta alla creazione dei fondali nel cinema contemporaneo, vagliandone le sfide tecniche e lodando la versatilità di uno strumento ad alta efficienza nel rapporto tra costo e beneficio. A seguire Mauro Pescetelli(Gaffer) e Giuseppe Riccobene (CCS) hanno guidato il pubblico a lasciarsi incuriosire da un esempio pratico di backdrop allestito all’interno del Teatro 10.

Il panel “The relationship between director and cinematographer” ha visto in dialogo Daria D’Antonio (Vicepresidente CCS) con il regista premio Oscar Paolo Sorrentino (Parthenope, È stata la mano di Dio, La grande bellezza). Guidati dalla moderazione del giornalista Malcolm Pagani, i due hanno condiviso tra aneddoti e ricordi i molti aspetti del rapporto professionale e personale che li lega da anni, fatto di una complicità sul set immediata ed istintiva che si traduce in una costante capacità di tradurre anche il più minimo imprevisto in una forma di stimolo creativo.

Nella roundtable “Episodic versus Features: developing stories across formatsPaolo Carnera (Presidente CCS) ha conversato assieme alla regista Francesca Comencini (Il tempo che ci vuole, Amori che non sanno stare al mondo), al regista Michele Alhaique (A.C.A.B – La serie, Romulus, Bang Bang Baby), al direttore della fotografia Vittorio Omodei Zorini (A.C.A.B. – La serie, Those About to Die, The Good Mothers), Fabrizio Lucci (CCS) e Alessandro Pesci (CCS). A moderare Massimo Intoppa (CCS), che ha condotto i partecipanti in un dibattito sul rapporto di evoluzione creativa tra l’opera filmica di origine e la sua iterazione seriale, prendendo in particolare a modello A.C.A.B.e Gomorra. Si è riflettuto su come oggi la distanza tra i due media, per resa qualitativa e pregiudizio sulla forma del racconto, non sia più quella di qualche anno fa, merito in parte dell’arrivo di nuovi player come le piattaforme streaming, il cui rovescio è stato tuttavia ravvisato in un accrescimento della mole di contenuti che stanno diluendo l’attenzione del pubblico e quindi la capacità di valorizzazione dei prodotti artistici.

Il panel intitolato “AI for Filmmakers – The new era” ha affrontato una delle questioni più calde della contemporaneità. Alessandro Chiodo(Head of CCS AI study group LUM_IA) ha moderato un confronto tra il regista Carlo Lavagna (Shadows, Arianna) con il VFX Supervisor Max Cipollina (Chromatica) e Valentina Casale (Chromatica), il colorist Jean Paul Snider (M74), il VFX supervisor Stefano Leoni (EDI), durante il quale sono stati proposti stimolanti angoli di lettura su come considerare oggi il ruolo dell’intelligenza artificiale generativa all’interno dei workflow dei reparti fotografia. In uno scenario in rapida evoluzione, centrale è il bisogno di mantenere a monte le redini sul controllo creativo nel momento in cui si utilizza questo strumento, caratterizzato da alte potenzialità ma anche soggetto a suscitare improprie fascinazioni sul fronte dell’abbattimento dei costi produttivi.

Ha chiuso la giornata il Q&A “Focus on international productions: Ula Pontikos BSC & David McFarland meet CCS”, moderato da Luca Ciuti (Vicepresidente CCS) alla presenza dell’autrice della fotografia nominata agli Emmy Ula Pontikos (BSC. Russian Doll, Weekend) e dell’autore della fotografia David McFarland (12 fantastici orfani, Mafak). Ripercorrendo le loro carriere da professionisti internazionali, Pontikos e McFarland hanno ragionato su come sia fondamentale mantenere una mentalità sempre aperta al confronto e al coinvolgimento di tutto il reparto nel processo di preparazione tecnica, sottolineando l’importanza di approccio alla visione artistica che deve lasciarsi sempre guidare dall’indirizzo impresso dal racconto, al di là del volume di budget considerato per la realizzazione.

Uno spazio tra i panel è stato riservato a Stefano Paradiso (CCS), che segue la task force inter-associativa e tutte le riunioni sindacali e per il rinnovo del contratto, assieme Dario Indelicato, fondatore e rappresentante del movimento Siamo ai titoli di coda, formato da lavoratrici e lavoratori del settore cinematografico in protesta contro lo stallo economico che sta attraversando l’industria cinematografica. Indelicato ha portato le sue impressioni riguardo l’incontro del movimento e di altre associazioni tenuto lo scorso 6 giugno con il Ministro della Cultura Alessandro Giuli presso il Ministero della Cultura a Roma, rispetto al quale segnala l’emergere di un passo in avanti per la costituzione di un nuovo dialogo tra le parti e lo spegnimento di una polemica di carattere ideologico. Tuttavia i problemi sono ancora molti, ha detto Indelicato, dove resta urgente la necessità di continuare ad affrontare la questione nel merito a partire dalla creazione di una struttura di welfare in grado di tutelare i professionisti in situazioni di crisi come questa.

La seconda edizione di The Art of Italian Cinematography and Beyond ha affermato con successo la volontà del Collettivo Chiaroscuro di costituire una piattaforma di dialogo concreta sopra la quale instaurare un dialogo culturale aperto e partecipativo, spazio di riflessione che articola un flusso organico tra stimolante iniziativa artistica, approfondita formazione tecnica e attenta condivisione professionale.

The Art of Italian Cinematography and Beyond è realizzato grazie al supporto dei partner e degli sponsor del Collettivo Chiaroscuro: ADCOM, ANGENIEUX, ARRI, ARTDIGILAND, ASC (Associazione Italiana Scenografi), BLACKANDLIGHT, CANON ITALIA, CARTONI, CONNECTA, D-VISION MOVIE PEOPLE, DZO-OPTICS, EVOL SOUND, FILLEX / MOLPASS, FLAT PARIOLI, FOTO DIEGO, FOWA / NITAL, GODOX, KIWI, LEITZ CINE, M74, MISSION DIGITAL, PANALIGHT, REC, RED, REEL-ONE, ROSCO, SAMAS, SONY, STUDIOS DE PAOLIS, TAV, TUTTO DIGITALE.

Trust: il trailer ufficiale italiano del film con Sophie Turner

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Trust: il trailer ufficiale italiano del film con Sophie Turner

Diretto da Carlson Young, Trust è il nuovo thriller psicologico con protagonista Sophie Turner che arriva nelle sale italiane a partire dal 26 giugno, distribuito da Eagle Pictures. Nel cast, insieme alla star di Game of Thrones, ci sono Rhys Coiro, Billy Campbell, Peter Mensah, Forrest Goodluck, Gianni Paolo, Renata Vaca e Katey Sagal.

La trama di Trust

Travolta da uno scandalo, una star di Hollywood (Sophie Turner) sparisce dai riflettori e si rifugia in una baita sperduta. Ma la solitudine è un’illusione. Tradita dall’uomo di cui si fidava ciecamente, è costretta a giocare la partita più crudele: quella per la propria sopravvivenza. Può nascondersi, ma non può scappare.

I Goonies sarà il “film anniversario” della 61° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

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I Goonies è il film che la 61° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro sceglie di omaggiare in occasione dei 40 anni dall’uscita in sala. Come da tradizione, il festival porta sul grande schermo di Piazza del Popolo un film che ha fatto la storia: la serata di mercoledì 18 giugno sarà dedicata alle avventure di Mikey, Mouth, Data e Chunk, per celebrare un anniversario sulle ali della fantasia.

Uscito nel 1985 con Warner Bros., I Goonies vede la collaborazione di alcune delle figure cardine per lo sviluppo dei film d’avventura, action e fantasy: è diretto da Richard Donner e prodotto da Steven Spielberg, autore anche del soggetto, mentre la sceneggiatura è di Chris Columbus. Alla Mostra arriva dunque un’opera internazionale che ha fatto sognare i più piccoli, ma anche gli adulti. Il ritrovamento della mappa del tesoro del pirata Willy l’Orbo nella soffitta di Mikey dà il via alle rocambolesche imprese dei quattro amici, che vogliono salvare il loro quartiere dalle mire di una società edilizia. Ma la banda dei Fratelli, capeggiata dalla terribile Mamma Fratelli, è pronta a mettere loro i bastoni fra le ruote…

Un cult movie che è entrato nell’immaginario collettivo anche grazie ad alcune celeberrime battute, tra cui “I Goonies non dicono mai la parola morte!” (in originale: “Goonies never say die!”), che con il loro spirito umoristico hanno contribuito a rendere il film indimenticabile.

I Goonies di Richard Donner sarà proiettato mercoledì 18 giugno sul grande schermo in Piazza del Popolo alle ore 21:30 alla 61° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro.

I Goonies, ieri e oggi: che fine hanno fatto i protagonisti del cult di Richard Donner

Gomorra – Le Origini: concluse le riprese della serie prequel

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Gomorra – Le Origini: concluse le riprese della serie prequel

Si sono concluse, a Napoli, le riprese di Gomorra – Le Origini, attesissimo prequel in sei episodi prodotto da Sky Studios e da Cattleya, parte di ITV Studios, dell’epica saga crime Sky Original tratta dall’omonimo bestseller di Roberto Saviano. La nuova serie è una origin story sull’ascesa criminale di Pietro Savastano. I primi quattro episodi della serie sono diretti da Marco D’Amore, anche supervisore artistico e co-sceneggiatore del progetto nonché già indimenticabile protagonista di Gomorra – La Serie, mentre gli ultimi due sono diretti da Francesco Ghiaccio (Dolcissime, Un posto sicuro). Arriverà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW da gennaio 2026.

Creata da Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Roberto Saviano e distribuita internazionalmente da Beta Film, la serie esplora la giovinezza di Pietro Savastano negli Anni Settanta, in una Napoli in piena trasformazione, povera e segnata dal contrabbando di sigarette. Ed è dal set appena chiuso del capoluogo campano che arrivano le prime immagini dei giovanissimi protagonisti della serie, annunciati solo oggi, quasi tutti esordienti o alle prime esperienze. 

Luca Lubrano interpreta il futuro boss, qui ambizioso e inquieto ragazzo di strada di Secondigliano che insieme al suo inseparabile gruppo di amici sogna una vita migliore, per loro e per le loro famiglie.

Con lui nel cast: Francesco Pellegrino nei panni di Angelo ‘A Sirena, carismatico malavitoso che lavora per il clan dei Villa gestendo una bisca, ruolo che gli sta molto stretto; Flavio Furno interpreta ‘O Paisano, malavitoso detenuto in carcere, dove inizia a raccogliere «fedeli» che lo seguano nel suo progetto: una camorra nuova, che sia senza schiavi e senza capi; Tullia Venezia è una giovanissima Imma, che frequenta il liceo, suona al conservatorio e sogna di andare a studiare in America; Antonio Buono, Ciro Burzo e Luigi Cardone sono rispettivamente Mimì, Tresette e Macchietta, amici di Angelo ‘A Sirena; Antonio Del Duca, Mattia Francesco Cozzolino, Junior Rancel Rodriguez Arciae il piccolo Antonio Incalza interpretano gli amici del gruppo di Pietro, rispettivamente Lello, Manuele, Toni e Fucariello; Renato Russo nei panni di Michele Villa, detto ‘O Sant, erede al trono di una delle famiglie dell’aristocrazia criminale di Napoli, i Villa. Il padre, Don Antonio, è il boss di Forcella. A interpretarlo è Ciro Capano. E ancora Biagio Forestieri nei panni di Corrado Arena, re del contrabbando di sigarette a Napoli; Fabiola Balestriere che interpreta Annalisa Magliocca, la futura Scianel, qui giovane madre vittima della gelosia violenta del marito; e Veronica D’Elia nei panni di Anna, sorella di ‘O Paisano.

Come la storica serie madre che ha conquistato pubblico e critica in oltre 190 territori nel mondo, GOMORRA – LE ORIGINI è tratta dal romanzo “Gomorra” di Roberto Saviano, edito da Arnoldo Mondadori Editore. Il soggetto di serie e i soggetti di puntata sono scritti da Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Roberto Saviano, mentre le sceneggiature sono firmate dagli stessi Fasoli e Ravagli con Marco D’amore.

La trama di Gomorra – Le Origini

La storia inizia nel 1977 con un giovanissimo Pietro, figlio di nessuno, che cresce come fratello adottivo in una famiglia della parte più povera di Secondigliano. Ragazzo di strada, si arrabatta come può sognando un benessere che gli è ancora precluso. Si attraversa la perdita dell’innocenza di Pietro insieme ai suoi fratelli ed amici di sempre, le loro ambizioni e il suo primo grande amore, che, come per ogni adolescente, sarà folle e appassionato. L’incontro con Angelo, detto ‘A Sirena, il reggente di Secondigliano, segna poi il suo ingresso nel mondo della criminalità. Tra violenza, alleanze e tradimenti, Pietro scopre però a sue spese il prezzo che quella vita comporta.

Robert Eggers al lavoro su un nuovo adattamento di Canto di Natale con Willem Dafoe

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Il Natale Futuro aleggia tra Robert Eggers e Willem Dafoe. I due stanno pensando di riunirsi per un nuovo adattamento di “Canto di Natale” di Charles Dickens alla Warner Bros.

Sebbene al momento non sia stato ancora annunciato alcun attore per il progetto in questa fase iniziale, persone a conoscenza dello sviluppo hanno notato il lungo rapporto di lavoro di Eggers e la sua simpatia per Dafoe. Non ci sarebbe nessuna sorpresa quindi se la star di Nosferatu fosse inclusa nel progetto nel prossimo futuro. I due hanno lavorato insieme per la prima volta nella commedia nera di mare The Lighthouse della A24 e Dafoe è tornato per ruoli secondari nei due successivi film in costume di Eggers per la Focus Features, la casa di produzione specializzata della Universal, The Northman e Nosferatu.

Nosferatu di Robert Eggers è stato un vero successo al botteghino per il regista e per Focus quando è uscito lo scorso dicembre, incassando 181 milioni di dollari a livello globale. Ha anche ottenuto notevoli consensi di prestigio, ottenendo quattro nomination agli Oscar per la fotografia, i costumi, la scenografia, il trucco e le acconciature.

Il racconto originale di Dickens, pubblicato nel 1843, ha visto numerosi adattamenti da parte di case di produzione importanti e minori nel corso dei decenni. Ci sono spettacoli teatrali annuali di compagnie teatrali locali, film d’animazione da tutto il mondo e film indipendenti su piccola scala. I Muppet, Paperon de’ Paperoni e Barbie hanno tutti realizzato la loro versione della storia, mentre registi come Robert Zemeckis, Sean Anders e Richard Donner si sono cimentati con il materiale.

Sopravvissuto – The Martian: la spiegazione del finale del film

Sopravvissuto – The Martian: la spiegazione del finale del film

Sopravvissuto – The Martian (qui la recensione) si conclude con un messaggio incoraggiante, dimostrando il potere duraturo dell’ingegno umano e della speranza anche di fronte a circostanze disperate. Basato sull’omonimo libro, è questo uno dei tanti film incentrati sul salvataggio di Matt Damon. Damon interpreta l’astronauta Mark Watney, un botanico e ingegnere meccanico in servizio a bordo della missione spaziale Ares III su Marte nel prossimo futuro del 2035. Presunto morto in una strana tempesta di sabbia, Watney è bloccato da solo sul Pianeta Rosso, costringendolo a ingegnarsi per sopravvivere durante la lunga attesa dei soccorsi.

Il realismo del futuro prossimo di Sopravvissuto – The Martian è impareggiabile e, ancora una volta, Damon è così carismatico da rendere credibile che l’intero pianeta unisca le forze nella speranza di riportarlo a casa sano e salvo. Il fascino più grande del film è senza dubbio vedere Watney realizzare ogni sorta di creazioni alla MacGyver con le attrezzature della NASA lasciate sul posto per sopravvivere per un totale di 561 “sol”, ovvero giorni marziani. Le sue idee geniali includono la coltivazione di patate dai rifiuti biologici umani e la modifica di un rover marziano per le sue esigenze.

Come l’ingegno umano salva la situazione in Sopravvissuto – The Martian

Il salvataggio avviene letteralmente all’ultimo minuto, quando Mark si ritrova a vista della collega astronauta e comandante della missione Melissa Lewis, che gli si avvicina nello spazio con un’unità di manovra con equipaggio. Per colmare la distanza, Mark compie una mossa rischiosa: pugnalando il palmo della propria tuta spaziale, permette all’aria che fuoriesce di spingerlo nello spazio in un modo che Mark paragona, nel libro, alla tuta di Iron Man. Così, Mark Watney viene ufficialmente riportato a casa, al sicuro tra le braccia dei suoi compagni di equipaggio.

Sopravvissuto - The Martian cast

Dopo il ritorno di Mark, un salto temporale di cinque anni lo mostra mentre tiene una lezione ai futuri astronauti, utilizzando le sue esperienze per addestrare il futuro della NASA in scenari di sopravvivenza mortali. Gli altri astronauti e il personale della NASA assistono al lancio della nuova missione Ares IV, mentre Beck e Johanssen tengono in braccio un neonato, sviluppando ulteriormente la loro relazione romantica segreta nata nel corso della missione. Il pilota dell’Ares III, il maggiore Rick Martinez, torna incredibilmente per la prossima missione, nonostante abbia già trascorso oltre 900 giorni nello spazio.

C’era un finale alternativo per il film

Sebbene il montaggio finale si chiuda con una nota perfetta, Sopravvissuto – The Martian aveva un finale alternativo che avrebbe potuto concludere la storia con un’atmosfera molto diversa. Inizialmente, il film doveva terminare con un monologo di Watney mentre la nave Hermes si avvicina alla Terra, riflettendo sugli sforzi, le risorse e la cooperazione necessari per riportarlo a casa. Nel monologo, Watney attribuisce il suo salvataggio all’istinto primario dell’umanità di aiutarsi a vicenda, elencando disastri naturali simili in cui gli aiuti umanitari sono in prima linea.

Sebbene sia certamente un bel pensiero, è facile capire perché questo finale alternativo sia stato tagliato. Il monologo non è molto interessante dal punto di vista visivo e martella pesantemente lo spettatore con i temi del film. Chiaramente un po’ troppo radicata nella fonte letteraria del film con il suo linguaggio fiorito, la scena è forse un po’ troppo ovvia per le esigenze del finale. Fortunatamente, il regista Ridley Scott e i montatori di Sopravvissuto – The Martian, sembrano essersene resi conto, lasciando il segmento sul pavimento della sala montaggio.

Come i temi del film influenzano il finale

Invece, il modo in cui il film termina nella versione finale distribuita nelle sale è una manifestazione molto più fluida dei temi del film. Il messaggio di speranza della sopravvivenza crea un lieto fine, poiché la sicurezza di Mark è garantita, e le dichiarazioni iniziali di Mark alla sua classe di studenti sono la perfetta sintesi del potere della scienza in situazioni di vita o di morte. È stato solo grazie all’intelligenza e all’ingegno di Mark che è riuscito a sopravvivere così a lungo, cosa che il film sottolinea con le sue parole alla classe senza dirlo esplicitamente attraverso la narrazione.

Sopravvissuto - The Martian cast

Inoltre, trasformare Mark in un insegnante mette in evidenza il tema secondario del film, ovvero la trasmissione della conoscenza alle generazioni future. L’intera premessa di speranza dell’esplorazione spaziale, come la missione Ares, è quella di osare immaginare un futuro più meraviglioso per le generazioni a venire, e trasmettendo le sue esperienze, Mark contribuisce a rendere il domani più luminoso. L’enfasi sul figlio di Beck e Johansson ribadisce questa idea, richiamando alla mente il concetto di lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato.

Il vero significato del finale di Sopravvissuto – The Martian

Più di ogni altra cosa, i temi chiaramente esposti nel monologo tagliato di Mark contengono il vero significato del finale di Sopravvissuto – The Martian. Sia il film che il libro sottolineano con ottimismo la tendenza degli esseri umani ad aiutarsi a vicenda, anche attraverso le vaste distanze dello spazio. L’ammutinamento dell’equipaggio dell’Ares ne è l’esempio perfetto, mettendo a rischio la propria carriera solo per riportare a casa sano e salvo il loro amico e collega. Sebbene il suo salvataggio sia pericoloso e costoso, alla fine viene visto come una necessità dai colleghi astronauti di Mark e dal mondo intero, con persino programmi spaziali stranieri disposti ad aiutare.

Sopravvissuto – The Martian è uno dei migliori film di Ridley Scott, per il suo essere uno dei rari film di fantascienza che celebra la natura innovativa dell’umanità piuttosto che fungere da minaccioso monito contro di essa. Il finale così positivo e incoraggiante conclude una storia meravigliosamente realistica ma ottimista di sopravvivenza in uno degli ambienti più ostili in cui un essere umano possa trovarsi. Riflettendo sull’innovazione umana, l’altruismo, la sopravvivenza e la speranza di un futuro migliore nelle mani della scienza, il film si conclude con una nota soddisfacente che rende davvero l’azione avvincente.

The Life of David Gale: la spiegazione del finale del film

The Life of David Gale: la spiegazione del finale del film

Alla sua uscita nel 2003, The Life of David Gale ha ricevuto recensioni tiepide ed è stato definito un “thriller inverosimile e contorto”. Tuttavia, il pubblico in generale non sembra condividere la stessa opinione negativa dei critici, come dimostra l’ampio divario tra il pessimo punteggio del Tomatometer (19%) e il punteggio del pubblico, notevolmente più alto. Diretto da Alan Parker, regista di “Bugsy Malone” e “Mississippi Burning”, The Life of David Gale tocca infatti un tema complesso, ovvero il sistema della pena capitale americano.

Il film vede Kevin Spacey nei panni di David Gale, un professore di filosofia e convinto oppositore della pena di morte che (ironia della sorte!) viene condannato a morte per lo stupro e l’omicidio della collega attivista Constance Harraway, interpretata da Laura Linney. Convinto di essere stato incastrato dai sostenitori della pena capitale di destra, Gale espone il suo caso alla giornalista Bitsey Bloom (Kate Winslet) a soli tre giorni dalla sua esecuzione.

Dopo una serie di flashback, indagini e un uomo sospetto con un cappello da cowboy, una serie di rivelazioni nel terzo atto chiude finalmente il capitolo di The Life of David Gale. Il colpo di scena alla fine del film si è rivelato controverso, con Roger Ebert che ha scritto: “L’ultima scena mi ha fatto venire voglia di lanciare qualcosa contro lo schermo…”. In questo articolo analizziamo dunque il finale del film, fornendo una spiegazione del perché sia stato così divisivo.

The Life of David Gale storia vera

Un doppio colpo di scena rivela la verità sulla morte di Harraway

Per gran parte del film, Gale sembra il colpevole ovvio dell’omicidio di Harraway, poiché ci sono prove sufficienti, comprese quelle del DNA, che lo collegano al crimine. Tuttavia, mentre l’indagine di Bloom continua, ciò che è realmente accaduto a Harraway viene alla luce. Tra una visita e l’altra a Gale, Bloom viene seguita da un uomo misterioso con un cappello da cowboy di nome Dusty Wright (Matt Craven). Bloom comincia a sospettare che Wright, ex amante di Harraway e membro del gruppo di sostegno DeathWatch, sia in realtà l’assassino.

Quando qualcuno lascia una videocassetta per Bloom nella sua stanza di motel, la giornalista guarda le immagini scioccanti dell’asfissia e della morte di Harraway. Mentre cerca di mettere insieme i pezzi, un’altra videocassetta conferma che Harraway, affetta da leucemia terminale, si è in realtà tolta la vita e ha inscenato un elaborato omicidio, con Wright come complice. Bloom si affretta allora a rivelare questa prova a discarico, ma purtroppo non riesce a fermare l’esecuzione di Gale. I colpi di scena, però, non finiscono qui.

Proprio quando Bloom, sconvolta, pensa di potersi lasciare alle spalle il caso Gale, riceve per posta un altro video con la scritta “Off the Record”. Il filmato rivela Gale che appone consapevolmente le sue impronte digitali sul corpo di Harraway. Poi fissa la videocamera prima di spegnerla. La rivelazione finale conferma quindi che Gale era in combutta con i suoi colleghi fin dall’inizio. Sia Harraway che Gale si sono dunque sacrificati per le loro convinzioni. Dopo l’esecuzione di Gale, Bloom rende allora pubblico il nastro che conferma che Harraway e Wright hanno inscenato l’“omicidio” di Harraway.

Ciò provoca un enorme clamore, poiché le prove confermano che lo Stato ha giustiziato un uomo innocente e, naturalmente, non c’è modo di porvi rimedio. Questo risvolto, però, rende comunque Gale colpevole dell’omissione di soccorso al fine di perseguire i propri scopi. Chiaramente, Harraway e Gale speravano che sacrificando le loro vite in questo modo avrebbero contribuito a influenzare l’opinione pubblica contro la pena capitale. Per farlo, però, hanno inscenato un inganno a costo delle loro stesse vite.

Kate Winslet in The Life of David Gale

Gale e Harraway hanno complottato per dimostrare la loro visione del mondo

Sebbene il sacrificio di Gale sembri arrivare dal nulla, nel corso del film vediamo chiaramente quello che potrebbe essere stato il momento scatenante di tutto il piano. In un dibattito televisivo con il governatore del Texas, Gale espone in modo convincente le sue argomentazioni contro la pena di morte. Mentre il governatore dipinge con condiscendenza le argomentazioni di Gale come “pensiero liberale confuso”, Gale sottolinea l’ipocrisia del politico e afferma che “un sistema imperfetto ucciderà uomini innocenti”.

Tuttavia, quando gli viene chiesto di nominare un uomo innocente che è stato giustiziato in Texas, Gale non riesce a trovare un solo nome. In questo momento, possiamo vedere l’idea che comincia a germogliare nella mente di Gale. Venendo giustiziato dallo Stato, Gale, un uomo innocente, colmerà proprio il vuoto che mancava nella sua argomentazione. Durante il dibattito, possiamo anche vedere una Harraway visibilmente coinvolta a margine. Poiché sa di essere già in fin di vita a causa del cancro, Harraway sembra non avere alcun problema a usare la sua morte per contribuire all’abolizione della pena di morte.

Gale ha scelto Bitsy Bloom

Una volta spiegate le motivazioni di Gale e Harraway, rimane un’altra domanda sospesa alla fine del film: perché Gale ha cercato specificamente Bloom per indagare sulla sua storia? All’inizio di The Life of David Gale, Bloom è caratterizzata principalmente dalla sua discrezione giornalistica. Durante il suo ultimo incarico, un articolo sulla pornografia infantile, Bloom si è rifiutata di rivelare la fonte del suo articolo alle autorità, finendo per trascorrere alcuni giorni in prigione. L’integrità giornalistica di Bloom spiega perché Gale le abbia inviato il video finale che lo implicava nella trama.

Basandosi sulla sua reputazione, era chiaramente sicuro che lei non avrebbe condiviso il nastro con il pubblico, proteggendo così l’immagine della sua innocenza martirizzata. Ciò che è meno chiaro è perché si sia sentito in dovere di informarla. Forse è stato per totale trasparenza e per la volontà di fornire alla giornalista una conclusione. È anche possibile che Gale provasse una certa arroganza, con il nastro che fungeva da suo ultimo respiro di “Guardate cosa mi è riuscito!”. In ogni caso, Bloom sembra fungere da analogia per lo spettatore. Che sia per ispirazione ingenua o disgusto morale, il colpo di scena dell’ultimo minuto lascia Bloom e gli spettatori a bocca aperta per l’incredulità.

Superman: nuovo trailer del film ad un mese dall’uscita al cinema

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È stato pubblicato il nuovo trailer del film Superman, che offre una panoramica più dettagliata dei poteri dell’Uomo d’Acciaio e dei piani di Lex Luthor nell’universo DC. Dopo anni di attesa per una nuova avventura cinematografica dell’ultimo figlio di Krypton, l’attesa è quasi finita, poiché il film Superman con David Corenswet e diretto da James Gunn, uscirà nelle sale tra esattamente un mese. Il film, che costituirà una solida base per il Capitolo 1 della DCU: “God and Monsters”, è uno dei film più attesi del 2025, soprattutto per il genere dei supereroi.

Con i biglietti per Superman ora ufficialmente in vendita, la DC Studios ha quindi condiviso un nuovo trailer del prossimo film DCU di Gunn. Il filmato non solo approfondisce la guerra tra Superman e Lex, ma mostra anche di più sulla visione che la DCU ha della mitologia di Superman. Poiché questo trailer è probabilmente l’ultimo trailer importante del film di Gunn prima dell’uscita in sala, ci sono molti elementi di novità. Uno degli aspetti più importanti è vedere più azioni del Superman di Corenswet, poiché il nuovo trailer offre una prima visione della vista calorifica di Clark Kent mentre affronta un intero esercito.

Il filmato rivela anche ulteriori dettagli su come saranno gestite le sequenze di volo, con l’eroe che affronta varie minacce, come il Kaiju. Il trailer di Superman offre dunqu3 una migliore esplorazione della storia, in particolare dell’ossessione di Lex di voler sconfiggere l’eroe kryptoniano. Si esplora però anche come Clark non sia necessariamente in ottimi rapporti con gli altri eroi della DCU che fanno parte del cast del film, con Clark e il Guy Gardner di Nathan Fillion che condividono un momento intenso. Non resta a questo punto che attendere l’uscita in sala per scoprire tutto ciò che il film ha da offrire.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Il potere dei soldi: la spiegazione del finale del film

Il potere dei soldi: la spiegazione del finale del film

Il potere dei soldi (qui la recensione) è un thriller tecnologico del 2013 diretto da Robert Luketic, con un cast di grande richiamo che vede protagonisti Liam Hemsworth, Gary Oldman e Harrison Ford. Il film si inserisce nel filone dei corporate thriller, un sottogenere che affonda le sue radici nel cinema statunitense degli anni ’80 e ’90, aggiornandolo ai tempi della guerra tecnologica e delle spietate dinamiche aziendali contemporanee. Ambientato tra i grattacieli e le ombre di una New York dominata da interessi economici e ambizioni senza scrupoli, il film mette in scena una sfida all’ultimo segreto tra due giganti dell’industria tecnologica, con al centro un giovane pedone in balia del sistema.

Oltre al carisma indiscusso dei suoi protagonisti veterani, Il potere dei soldi trova il suo punto di forza anche nella regia ritmata e nell’atmosfera tesa, costruita su un costante gioco di sospetti, tradimenti e colpi di scena. Il film affronta tematiche attuali come l’etica professionale, la sorveglianza digitale, la manipolazione delle informazioni e il prezzo del successo, interrogandosi su quanto sia facile perdere se stessi in un mondo in cui il potere è l’unica vera moneta. In questo senso, il film propone una riflessione non solo sull’ambiente ipercompetitivo delle multinazionali, ma anche sulle fragilità e le illusioni personali che alimentano quel sistema.

Nel corso di questo articolo, ci concentreremo in particolare sul significato e la costruzione del finale, analizzando come le scelte narrative e i destini dei personaggi offrano una sintesi delle tensioni accumulate nel corso del film. L’epilogo di Il potere dei soldi, seppur apparentemente lineare, apre infatti a interpretazioni più profonde legate al concetto di identità, compromesso e riscatto. Proveremo a capire quale messaggio lascia davvero lo scontro tra ambizione e integrità, e cosa resta al termine del gioco quando tutte le carte sono state scoperte.

Harrison Ford e Gary Oldman in Il potere dei soldi
Harrison Ford e Gary Oldman in Il potere dei soldi. Foto di Peter Iovino – © 2012 Paranoia Acquisitions LLC. All rights reserved.

La trama di Il potere dei soldi

Il potere dei soldi segue la storia di Adam Cassidy (Liam Hemsworth), un giovane impiegato di origini umili che lavora per una potente azienda tecnologica guidata dal carismatico ma spietato Nicholas Wyatt (Gary Oldman). Dopo essere stato licenziato per aver commesso un errore, Adam viene ricattato da Wyatt: dovrà infiltrarsi in una compagnia rivale, la Eikon, fondata da Jock Goddard (Harrison Ford), ex mentore di Wyatt, per rubare segreti industriali. Costretto a scegliere tra la galera e una vita di lusso costruita sull’inganno, Adam accetta e si ritrova coinvolto in un gioco ad alto rischio tra due colossi dell’industria hi-tech.

Mentre si insinua nella Eikon e guadagna la fiducia di Goddard, Adam si rende conto di essere diventato una pedina sacrificabile in una guerra senza scrupoli. Le sue relazioni personali iniziano a deteriorarsi, in particolare quella con Emma Jennings (Amber Heard), dirigente di Eikon e suo interesse amoroso, che intuisce che qualcosa non va. Man mano che la tensione cresce e le bugie si moltiplicano, Adam dovrà decidere se continuare a giocare secondo le regole dei potenti o ribellarsi per salvare se stesso e le persone a cui tiene. Il film alterna azione, intrighi aziendali e riflessioni morali su potere, ambizione e integrità personale.

La spiegazione del finale

Nelle scene finali de Il potere dei soldi, Adam riesce a ribaltare la situazione dopo essere stato manipolato da entrambi i magnati della tecnologia, Wyatt e Goddard. Egli sfrutta infatti le competenze tecnologiche e le risorse apprese per mettere in atto un piano che lo libera dall’influenza sia di Wyatt che di Goddard. Grazie all’aiuto del suo team e a una registrazione compromettente, riesce ad incastrare il primo, facendolo arrestare per le sue attività illegali. Allo stesso tempo, riesce a recuperare il controllo sulla sua vita personale e a riconciliarsi con la sua coscienza, scegliendo di non seguire più la strada della corruzione e del potere a ogni costo.

Amber Heard e Liam Hemsworth in Il potere dei soldi
Amber Heard e Liam Hemsworth in Il potere dei soldi. Foto di Peter Iovino – © 2012 Paranoia Acquisitions LLC. All rights reserved.

Il significato di questo epilogo si radica in una riflessione sull’autonomia morale in un sistema dominato dall’opportunismo. Adam, inizialmente attratto dall’idea di “farcela” a ogni costo, scopre a proprie spese quanto sia facile perdere il controllo di sé e dei propri valori quando si è esposti alle logiche predatorie del potere economico. Il finale rappresenta un momento di redenzione, in cui il protagonista sceglie consapevolmente di staccarsi dal meccanismo che rischiava di trasformarlo in una semplice pedina. L’elemento di ribellione non è tanto nella denuncia del sistema, quanto nell’atto di sottrarsi ad esso, rifiutando di perpetuarne la logica.

Tematicamente, Il potere dei soldi propone quindi una critica chiara alla cultura aziendale contemporanea, che premia l’ambizione cieca e la disumanizzazione delle relazioni professionali. Il film mette a confronto due archetipi: il giovane idealista tentato dalla scorciatoia del successo e i vecchi squali dell’industria, pronti a tutto pur di vincere. La scelta di Adam di ribellarsi segna una rottura significativa e simbolica: è il rifiuto di diventare il “nuovo loro”. Il finale suggerisce così che esiste una possibilità di riscatto anche per chi è caduto nelle trame del potere, ma che tale possibilità passa sempre da una presa di coscienza personale.

In conclusione, dunque, il finale chiude il cerchio narrativo su una nota etica, più che spettacolare. Non è la vittoria su un nemico esterno a dare senso alla vicenda, bensì il recupero dell’identità da parte del protagonista, che smette di recitare un ruolo per diventare finalmente se stesso. La lezione finale non è tanto che il potere corrompe, quanto che la vera forza sta nel sapere dire “no” quando tutto spinge a dire “sì”.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, Shameik Moore offre un intrigante aggiornamento

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Spider-Man: Beyond the Spider-Verse riceve il suo primo aggiornamento dal doppiatore di Miles Morales, Shameik Moore, da quando è stata annunciata la nuova data di uscita del film. A più di due anni dalla fine di Spider-Man: Across the Spider-Verse, la Sony sta finalmente per concludere la trilogia di Miles Morales, con il prossimo film che è attualmente in produzione. Dopo la conferma che la data di uscita del terzo film è stata ufficialmente fissata al 2027, i fan della Marvel potrebbero finalmente essere vicini a scoprire ulteriori indizi sul finale della trilogia.

Parlando su TikTok con Liam Saul, Moore ha infatti affermato: “Ci sarò! È tutto quello che posso dire!“. Saul ha a quel punto aggiunto “Ci sarà, due volte!”, ma Moore lo ha prontamente corretto con: “Tre volte!“. I commenti di Moore su Spider-Man: Beyond The Spider-Verse sono stati interpretati da alcuni come un indizio sul fatto che interpreterà tre versioni di Miles nel prossimo finale di Spider-Verse. Nel finale del precedente, d’altronde, il Miles che conosciamo dal primo film ha incontrato una versione malvagia di sé. Resta da capire quale potrebbe essere la terza apparizione del personaggio.

Sebbene, data la natura dei film, non sarebbe troppo sorprendente se Moore interpretasse più versioni dell’Uomo Ragno, secondo alcuni fan Moore starebbe semplicemente facendo riferimento al fatto che questo è il terzo film della trilogia, il che significa che ha interpretato Morales in tre episodi separati, compreso il suo prossimo ruolo nella storia di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse. Il fatto che Shameik Moore sia stato relativamente breve nei suoi commenti sul film sottolinea anche quanto esso sia ancora avvolto nel mistero.

Con Spider-Man: Beyond the Spider-Verse in uscita nel 2027, sembra che gli aggiornamenti sul prossimo film dello Spider-Verse rimarranno vaghi almeno per il prossimo futuro, a meno che non emergano piani per creare un hype più a lungo termine per il terzo film in risposta al suo rinvio, rivelando dunque ai fan qualche importante dettaglio su ciò che avverrà o sarà presente nel film.

Di cosa parlerà Spider-Man: Beyond the Spider-Verse?

Il film affronterà le conseguenze del finale cliffhanger di Spider-Man: Across the Spider-Verse, con Miles Morales (Shameik Moore) bloccato in un universo alternativo con una versione più cattiva di se stesso. “Ecco cosa posso promettere, e l’ho detto a proposito del secondo quando eravamo nel mezzo: Phil Lord, Chris Miller, tutti, i produttori di questo film, i registi che porteranno… Quello che hanno fatto nel primo è che tutti i registi sono diventati produttori esecutivi. Quindi continuano ad aggiungersi. Quello che posso promettere è che non si fermeranno finché non sarà eccellente”, ha confermato a ComicBook.com l’attore di Peter B. Parker, Jake Johnson.

 “E se questo significa che ci vuole un po’ più di tempo, se questo significa che è ancora più grande, se questo significa che è più lungo – non giocano secondo le regole di nessuno. Lavorano molto duramente. Come attori, siamo sempre scioccati quando ci chiamano per registrare l’ultimo film. Credo che sia stato un mese prima della proiezione, quando non riuscivamo a credere che stessimo ancora registrando. Quindi non hanno intenzione di mollare fino a quando non sarà grandioso e non ho altro che fiducia in loro. Ma per quanto riguarda la possibilità di svelare qualcosa [sulla storia], non posso farlo”.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse arriverà al cinema il 4 giugno 2027.

Mercoledì – Stagione 2: svelati i characters poster!

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Mercoledì – Stagione 2: svelati i characters poster!

Gli account social di Netflix hanno oggi svelato i characters poster per la Stagione 2 di Mercoledì, fornendo così un’ulteriore assaggio di ciò che ci si può aspettare di vedere nei nuovi episodi. Questi poster presentano infatti alcuni dei protagonisti della prima stagione e che riprenderanno i rispettivi ruoli anche nella seconda, più qualche attesa new entry. Qui di seguito, ecco il post con chacters poster in questione:

Cosa sappiamo di Mercoledì – Stagione 2

Nella seconda stagione di Mercoledì Jenna Ortega riprende le iconiche vesti di Mercoledì Addams, affiancata da Catherine Zeta-Jones, Luis Guzmán e Isaac Ordoneznei nei ruoli rispettivamente di Morticia, Gomez e Pugsley Addams. Tra le novità del cast della seconda stagione vediamo l’ingresso di Steve Buscemi (Il grande Lebowski, Boardwalk Empire – L’impero del crimine) e la partecipazione di Christopher Lloyd (La famiglia Addams, Ritorno al futuro) come guest star della serie.

Le nuove aggiunte comprendono anche Billie Piper (Scoop, I Hate Suzie), Evie Templeton (Return to Silent Hill, Lord of Misrule), Owen Painter (Le piccole cose della vita, The Handmaid’s Tale) e Noah Taylor (Law & Order: Organized Crime, Park Avenue), affiancati da Joanna Lumley (Fool Me Once, Absolutely Fabulous), Thandiwe Newton (Westworld, Crash – contatto fisico), Frances O’Connor (The Missing, The Twelve), Haley Joel Osment (Il metodo Kominsky, Somebody I Used to Know), Heather Matarazzo (Pretty Princess, Scream) e Joonas Suotamo.

Siamo felici che nella seconda stagione la Famiglia Addams tornerà alla Nevermore Academy insieme a un cast da sogno di icone e nuove facce” hanno commentato i creatori, scrittori e showrunners Al Gough e Miles Millar.

Orlando Bloom rivela la sua condizione per tornare come Legolas in The Hunt for Gollum

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Orlando Bloom ha rivelato la sua unica condizione per tornare a interpretare l’elfo dei boschi Legolas in Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum. Sebbene l’ultimo adattamento cinematografico di Peter Jackson delle opere fondamentali di J.R.R. Tolkien sia uscito più di dieci anni fa, la Warner Bros. è pronta a riportare in vita la Terra di Mezzo sul grande schermo. Il risultato è un film che vedrà Andy Serkis sia alla regia che, secondo quanto riferito, nel ruolo di protagonista in uno spin-off della storia originale de Il Signore degli Anelli.

Sebbene non sia ancora stato confermato quando il film sarà ambientato nella linea temporale della Terra di Mezzo, probabilmente avrà luogo vicino a La compagnia dell’anello, con Aragorn e Gandalf alla ricerca di Gollum per impedirgli di rivelare l’ubicazione dell’Unico Anello alle forze di Sauron. Se così fosse, anche altri personaggi e membri del cast familiari potrebbero potenzialmente tornare nella Terra di Mezzo, tra cui Legolas interpretato da Orlando Bloom, un membro fondamentale della compagnia che accompagna Frodo. In un’intervista con MovieWeb, Bloom ha ora rivelato cosa servirebbe per convincerlo a tornare nei panni di Legolas.

Penso che prima di tutto mi piacerebbe vedere [Legolas] della stessa età che aveva [nella trilogia originale]. Mi piacerebbe vederlo agile, spensierato e guerriero, quindi dovrebbe entrare in gioco l’intelligenza artificiale. E penso che se me lo chiedessero, direi: “Assolutamente sì!”. Sarebbe così divertente tornare in Nuova Zelanda e trascorrere lì tutto il tempo che vorranno. Perché, onestamente, se c’è un posto al mondo in cui vorrei essere in questo momento, è proprio la Nuova Zelanda”.

LEGGI ANCHE: Orlando Bloom afferma che Andy Serkis ha in programma di usare l’AI per ringiovanire gli attori in The Hunt of Gollum

Se il Legolas di Bloom dovesse tornare in Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, non sarebbe la prima volta che il personaggio entra a far parte di una storia della Terra di Mezzo di cui originariamente non faceva parte. Gli adattamenti de Lo Hobbit di Jackson sono noti per essere stati ampliati da un singolo libro a una trilogia epica (ma discutibilmente esagerata), aggiungendo elementi narrativi per soddisfare le esigenze di una narrazione più lunga. Sebbene Legolas non avesse un ruolo nel libro di Tolkien, la sua inclusione nei film aveva senso dal punto di vista tecnico, dato che Bilbo (Martin Freeman) e i Nani viaggiavano verso la Foresta Nera e avevano un sinistro alterco con suo padre, il Re degli Elfi Thranduil (Lee Pace).

Se la storia di Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum si svolge davvero in un periodo vicino a quello della trilogia originale, come crediamo e come sembra suggerire Orlando Bloom, allora c’è una possibilità concreta che Legolas torni sul grande schermo. Ringiovanire i personaggi nei film e nelle serie TV utilizzando la CGI e l’intelligenza artificiale non è una novità. Grandi franchise come il Marvel Cinematic Universe e Star Wars hanno utilizzato queste tecniche con vari gradi di successo, così come registi leggendari come Martin Scorsese. L’età di un attore non è più un problema rilevante. La domanda più importante è: la Warner Bros. dovrebbe rivisitare il passato?

Quando si svolgerà Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum?

Il mondo costruito da Tolkien ne Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo. “Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che vogliamo coinvolgere“.

Dato che Gollum incontra la sua fine tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che il film si svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi iconici come Aragorn, Boromir, Gandalf e Legolas potrebbero tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn nella trilogia originale, si è detto interessato se la trama è quella giusta, e anche Ian McKellen si è detto pronto a riprendere il personaggio di Gandalf.

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Danny Boyle a Roma per 28 anni dopo: “La rabbia è diventata la base del nostro temperamento”

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“28 ore dopo continua a essere un film molto amato. Mi capita spessissimo di partecipare a proiezioni con seguito di Q&A, e per molti spettatori il film continua a essere rilevante. Con Alex (Garland) abbiamo parlato spesso di realizzare un sequel, ma solo quando lui è venuto da me con questa idea ambientata in un momento molto lontano nel tempo rispetto all’originale, abbiamo deciso di proseguire. Gli unici paletti erano che avremmo dovuto parlare di Brexit e dei Teletubbies.” Ha esordito così Danny Boyle in conferenza stampa, presentando alla stampa romana il suo ultimo film, 28 anni dopo, co-firmato da Alex Garland e in uscita nelle sale italiane il 18 giugno distribuito da Eagle Pictures.

Il franchise è diventato nel tempo uno dei racconti horror più amati di sempre dagli spettatori. Come si spiega questo amore del pubblico per il genere?

“Il mondo diventa sempre meno comprensibile e l’horror è una risposta a questa confusione. Credo che il motivo che attrae le persone verso l’horror sia proprio l’incomprensibilità del mondo. Quando abbiamo realizzato il primo film, abbiamo pensato che nessuna donna lo avrebbe guardato. Ora i tempi sono cambiati. Sono molte le donne che vanno a vedere gli horror, adesso. Le donne in particolare sono state molto loquaci alle proiezioni di prova di 28 anni dopo, erano molto preparate sul genere e discutevano articolatamente di questo film, che è horror ma anche molte altre storie da raccontare. L’horror ti aiuta a esorcizzare quello che del mondo fa molta paura.”

E come mai oggi le donne guardano più horror, secondo Danny Boyle?

“Credo che ora le donne vogliano vedere i film horror perché ci stiamo liberando del preconcetto di cosa debbano o non debbano fare le donne. Dopotutto, chi meglio delle donne conosce il dolore e la sofferenza?”.

Il film segue le peripezie del dodicenne Spike. Si tratta di un viaggio di formazione o di deformazione, visti tutti gli orrori a cui assiste?

“La nostra idea è di realizzare una trilogia, tre film autonomi, con questo che apre la storia, il secondo è già stato girato, mentre per il terzo stiamo cercando i fondi. Il viaggio di Spike è il viaggio del film. La comunità in cui cresce si aspetta che segua le orme del padre, ma è una comunità che rispecchia l’Inghilterra degli anni ’50, una comunità in cui i ruoli di genere sono ben definiti, ai ragazzi si insegna a cacciare, uccidere e difendere, le ragazze devono fare altro. Invece vediamo che le decisioni di Spike sono informate dal progresso e dall’andare avanti. Sceglie di non tornare a casa proprio perché impara a far fronte a suo padre e a combattere le sue battaglie.”

28 Giorni Dopo / 28 anni dopoIn che modo il Covid e il post-Covid hanno influenzato la storia scritta da Alex Garland e Danny Boyle?

“La scena di Londra deserta che apre il primo film è diventata simbolica, quasi profetica in tempo di lockdown. Rappresentava il pericolo e questo sentimento ha nutrito il nuovo film, ma quello che gli ha davvero dato forma è il modo in cui ci siamo adattati al Covid, perché il film rispecchia proprio quello che è accaduto con il Covid. All’inizio c’era una grande paura di quello che stava accadendo, ma non ci si poteva aspettare che la reazione continuasse a essere di paura e paralisi, come all’inizio. Si è cominciato a correre qualche rischio. Dopo 28 anni che in teoria convivi con l’epidemia di rabbia, cominci a assumerti dei rischi e questo è quello che fanno i sopravvissuti. Portare un dodicenne sulla terra ferma è effettivamente folle, ma si diventa familiari con il rischio. Negli anni anche gli infetti sono cambiati, il virus si è evoluto e ha cominciato a adattarsi, gli infetti imparano a sopravvivere e a cacciare, non muoiono più di fame. Hanno dei leader, gli Alpha, e lavorano in gruppo. Il Covid ha avuto una grande influenza sulla scrittura con Alex Garland.”

Nel primo film avete parlato del virus della rabbia, che oggi sembra invece l’unica reazione possibile a quello che succede nel mondo. Come mai dal punto di vista di narratore?

“Nel primo film abbiamo pensato alla rabbia comune, quella che per esempio esplode quando sei alla guida. Ma le cose sono cambiate. La rabbia comincia a diventare il setting di default del nostro temperamento, non ci sono più vie di mezzo, non ci sono fasi intermedie tra l’essere tranquillo e l’essere arrabbiato. Sono molte le teorie a riguardo. Penso che la tecnologia deve far parte di questo cambiamento, ci ha potenziati come individui, ma la vita non è così, non siamo il centro del mondo. Come il film ricorda, siamo tutti destinati a finire nello stesso posto.”

Dalle storie che racconta, sembra che la sua visione del mondo sia molto pessimista.

“Faccio spesso film molto oscuri, ma la mia natura è ottimista. Sono fortunato perché sono una persona curiosa, dicono che la unica cura per la noia sia la curiosità e che non esiste cura per la curiosità. La curiosità è un’infinita ricerca e un continuo porsi domande. Sono molto fortunato, la mia infezione è la curiosità.”

Aaron Taylor-Johnson e Alfie Williams in 28 anni dopo (2025)
© Cortesia di Sony Pictures

Quali sono le componenti più importanti di 28 anni dopo, secondo Danny Boyle?

“Nel primo film, i protagonisti diventano molto rapidamente una famiglia che affronta le cose, e così anche in questo film volevamo creare una famiglia. Il film è un horror e uno zombie movie, doveva divertire e intrattenere i fan del genere, ma volevamo anche che fosse un film sulla famiglia. Sul modo in cui la famiglia si forma e si frattura, di come il trauma ha un impatto sulla famiglia, volevamo che il protagonista imparasse a tenere testa al padre e che imparasse dalla madre. Che il ragazzino imparasse a seguire la sua strada. Nelle presentazioni al pubblico, la Sony mostra solo i primi 28 minuti del film, dove l’emozione è trattenuta. Volevamo essere ambiziosi e che il film non seguisse solo le regole di un buon sequel, ma che avesse un respiro più ampio e speriamo di esserci riusciti.”

Il film si inserisce fieramente nei progetti realizzati in digitale, come ha lavorato Danny Boyle con questa tecnologia di ripresa?

“Abbiamo usato molte varietà di camera, molti cellulari, le macchine da presa leggere, tante tecnologia, non volevamo lasciare un’impronta pesante, lasciare tracce nella natura in cui ci muovevamo. Molti droni, senza troupe sul campo, ma solo con gli attori, volevamo essere molto leggeri, volevamo che questo aspetto tecnologico rimandasse al primo film (che è stata la prima grande uscita al cinema di un film in digitale, ndr.) e ora la tecnologia è così avanzata, i telefoni ti danno grande possibilità, puoi giurare in 4k, ed è tutto quello che ti serve per il cinema, è un impegno importante ma vale la pena. Il regista fa un film ogni due anni, ma la crew ne fa tanti e così per loro è una sfida lavorare in maniera così diversa dal solito, questo metodo di riprese li ha destabilizzati. Non si tratta di raggiungere la perfezione ma voglio mostrare proprio le crepe delle immagini. Credo che il film abbia un aspetto meraviglioso anche se non perfetto. C’è una scena in cui Aaron Taylor-Johnson che corre con un telefono in mano, si è ripreso da solo e per tanto girato che non era utilizzabile, c’erano quei pochi secondi in cui si vede benissimo, con nessun altro strumeto avremmo potuto realizzare quel tipo di ripresa con quell’effetto. Non sono momenti perfetti, ma si potevano ottenere solo così e ti danno una sensazione unica.”

La trama di 28 anni dopo di Danny Boyle

Il regista premio Oscar® Danny Boyle e lo sceneggiatore Alex Garland, nominato all’Oscar®, si riuniscono per 28 Anni Dopo (28 Years Later), una nuova terrificante storia ambientata nel mondo di 28 Giorni Dopo (28 Days Later). Sono passati quasi tre decenni da quando il virus della rabbia è fuoriuscito da un laboratorio di armi biologiche e ora, ancora in una quarantena forzata e brutale, alcuni sono riusciti a sopravvivere in mezzo agli infetti. Un gruppo di sopravvissuti vive su una piccola isola collegata alla terraferma da un’unica strada rialzata ed estremamente protetta. Quando uno di questi lascia l’isola per una missione diretta nel profondo della terraferma, scoprirà segreti, meraviglie e orrori che hanno mutato non solo gli infetti ma anche gli altri sopravvissuti.

Fondazione: svelato il trailer della terza stagione

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Fondazione: svelato il trailer della terza stagione

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer ufficiale della terza stagione di “Fondazione”, l’epica saga di David S. Goyer, in arrivo l’11 luglio. Basata sui pluripremiati racconti di Isaac Asimov e interpretata dagli attori nominati agli Emmy Jared Harris e Lee Pace e da Lou Llobell, la nuova stagione di 10 episodi farà il suo debutto su Apple TV+ con il primo episodio, seguito da nuovi episodi settimanali fino al 12 settembre. La serie Apple Original è prodotta per Apple TV+ da Skydance Television.

“Fondazione” ha affascinato il pubblico con la sua intricata costruzione del mondo, le sue immagini mozzafiato, la sua narrazione audace e le sue interpretazioni avvincenti. La terza stagione continua l’epica cronaca di un gruppo di esuli nel loro viaggio per salvare l’umanità e ricostruire la civiltà in mezzo alla caduta dell’Impero Galattico.

La trama della terza stagione

Ambientata 152 anni dopo gli eventi della seconda stagione, la Fondazione si è affermata ben oltre le sue umili origini, mentre l’Impero della Dinastia Cleonica ha perso potere. Mentre queste due potenze galattiche stringono un’alleanza scomoda, una minaccia per l’intera galassia si presenta nella forma temibile di un signore della guerra noto come “Il Mulo”, il cui obiettivo è governare l’universo con l’uso della forza fisica e militare, oltre che con il controllo della mente. Chi vincerà, chi perderà, chi vivrà e chi morirà non è dato saperlo, mentre Hari Seldon, Gaal Dornick, i Cleon e Demerzel giocano una partita di scacchi intergalattici potenzialmente mortale.

La terza stagione di “Fondazione” introduce nuovi personaggi e star, tra cui Cherry Jones, vincitrice di un Emmy, Brandon P. Bell, Synnøve Karlsen, Cody Fern, Tómas Lemarquis, Alexander Siddig, il premio Oscar® Troy Kotsur e Pilou Asbæk. La serie vede anche il ritorno nel cast di Laura Birn, Cassian Bilton, Terrence Mann e Rowena King.

“Fondazione” è prodotto per Apple da Skydance Television e guidato dallo showrunner e produttore esecutivo David S. Goyer, Bill Bost, David Ellison, Dana Goldberg, Matt Thunell, Robyn Asimov, David Kob, Christopher J. Byrne, Leigh Dana Jackson, Jane Espenson e Roxann Dawson anch’essi produttori esecutivi.

Gli Incredibili 3: trovato il nuovo regista del film!

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Gli Incredibili 3: trovato il nuovo regista del film!

La Pixar ha dato una scossa importante a Gli Incredibili 3 con l’annuncio che Brad Bird non dirigerà il terzo film. Il veterano della Pixar ha fatto scalpore con Gli Incredibili nel 2004 ed è tornato a dirigere il sequel nel 2018, portando alla conferma che stava sviluppando un terzo capitolo per chiudere la trilogia. Disney e Pixar hanno poi annunciato il film al D23 nel 2024. L’annuncio includeva il riconoscimento del coinvolgimento di Bird, che non era specificato in dettaglio, ma che aveva portato a credere che sarebbe tornato a dirigere la famiglia Parr.

Ora è stato però rivelato che Bird non dirigerà Gli Incredibili 3, con la Pixar che ha scelto Peter Sohn di Elemental per dirigere il terzo capitolo, secondo quanto riportato da The Hollywood Reporter. Bird rimarrà coinvolto nel nuovo film, poiché sta attualmente scrivendo la sceneggiatura e ne sarà il produttore. Sebbene non sia stata fornita alcuna motivazione ufficiale per il cambio di regista, THR osserva che Bird è impegnato nella pre-produzione di un nuovo film d’animazione, Ray Gunn, che potrebbe aver causato un conflitto di date. Sohn, dal canto suo, non è nuovo alla serie degli Incredibili, avendo lavorato come animatore nei due film precedenti.

Cosa significa per Gli Incredibili 3 il fatto che Brad Bird non ne sarà il regista

L’annuncio del cambio di regista per Gli Incredibili 3 è un segnale significativo dello stato di avanzamento dello sviluppo del film da parte della Pixar. Il rapporto sottolinea che Bird sta ancora scrivendo la sceneggiatura, quindi al momento non esiste una versione definitiva. Tuttavia, la visione del film è già sufficientemente chiara da consentire l’ingresso di Sohn nel team e garantire la continuazione dello sviluppo, anche se Bird dovesse dedicare la sua attenzione ad altri progetti. La scelta di Sohn indica che il cambio di regista è stato probabilmente una decisione amichevole tra Pixar e Bird, non presa esclusivamente dallo studio.

Si tratta comunque di uno sviluppo significativo per quanto riguarda il calendario di Gli Incredibili 3. La Pixar avrebbe potuto scegliere di aspettare Bird se lui fosse stato convinto di voler dirigere il terzo capitolo. Invece, sembra che questa decisione sia stata presa per far andare avanti il film. Al momento non c’è una data di uscita ufficiale. La sostituzione di Bird con Sohn potrebbe indicare che la Disney vuole che il film esca il prima possibile, ad esempio nel 2027 o nel 2028.

James Gunn si è rifiutato di inserire Thor in Guardiani della Galassia Vol. 3: “Non capisco bene il personaggio”

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James Gunn ha difeso con forza la sua amata serie di film Guardiani della Galassia, anche contro lo studio che l’ha prodotta. In una recente intervista con Entertainment Weekly, Gunn ha dichiarato di essersi opposto alla linea temporale collegata dell’MCU dopo aver visto Thor unirsi ai Guardiani nel finale di “Avengers: Endgame”.

Ho scritto nelle note della sceneggiatura: ‘Non lo inserirò. Non voglio Thor nei Guardiani. Non voglio fare un film con Thor’”, ha spiegato Gunn. “Non capisco molto bene il personaggio. Adoro guardare i suoi film e adoro Chris Hemsworth come persona. Ma non capisco come scrivere quel personaggio”.

Le cose sono però andate bene anche con l’arco narrativo di Thor con i Guardiani. Gunn ha detto che il regista di Thor: Love and Thunder, Taika Waititi, si è assunto l’onere di allontanare Thor dai Guardiani, lasciando così a lui completa libertà creativa per Guardiani della Galassia Vol. 3. “Hanno scelto di inserire quel finale in fase di montaggio”, ha detto Gunn a Rolling Stone all’epoca.

E non pensavo che ci sarebbe stato. ‘Endgame’ è uscito subito dopo che avevo deciso di fare di nuovo ‘Guardiani’. Quindi non ho avuto molta voce in capitolo su ciò che c’era in ‘Endgame’, e poi è uscito e mi sono detto: ‘Che ca**o faccio adesso? È stato allora che il presidente della Marvel Studios Kevin Feige mi ha detto che Taika avrebbe realizzato Thor: Love and Thunder e che ci sarebbero stati i Guardiani. Ho detto: “Grazie a Dio!” … Ad essere sincero, Thor non sarebbe mai stato nel mio film. Taika si è sacrificato per me. Perché io non lo avrei inserito”.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film diretto da James Gunn

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3  recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è disponibile per lo streaming a tutti gli abbonati Disney+.