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HBO rivoluziona il catalogo: rinnovi, cancellazioni e serie concluse nel 2025–2026

HBO e HBO Max hanno annunciato una lunga serie di decisioni che ridefiniranno la loro line-up per il 2026, tra rinnovi anticipati, cancellazioni e titoli che si avviano alla conclusione. L’aggiornamento arriva dopo un intenso periodo di valutazione interna, con il network deciso a puntare sui propri progetti di punta e a chiudere quelli considerati meno strategici.

Di seguito il quadro completo.

Serie rinnovate

House of the Dragon — Rinnovata per la Stagione 4

Rinnovo: 20 novembre 2025
Il prequel de Il Trono di Spade ottiene un’altra stagione, nonostante la terza debba ancora debuttare (estate 2026).

A Knight of the Seven Kingdoms — Rinnovata per la Stagione 2

Rinnovo: 20 novembre 2025
La serie ambientata un secolo prima di Game of Thrones ottiene un rinnovo anticipato prima ancora del debutto (18 gennaio 2026).

Task — Rinnovata per la Stagione 2

Rinnovo: 20 novembre 2025
Drama ambientato nei sobborghi di Philadelphia, con Mark Ruffalo e Tom Pelphrey.

The Chair Company — Rinnovata per la Stagione 2

Rinnovo: 20 novembre 2025
Dark comedy con Tim Robinson, attualmente in onda su HBO.

I Love LA — Rinnovata per la Stagione 2

Rinnovo: 20 novembre 2025
Comedy creata da Rachel Sennott, che racconta un gruppo di amici alle prese con vita e relazioni a Los Angeles.

The Gilded Age — Rinnovata per la Stagione 4

Rinnovo: 28 luglio 2025
Il period drama ambientato nell’età dorata americana torna per una quarta stagione.

Hacks — Rinnovata per la Stagione 5

Rinnovo: 27 maggio 2025
La premiata dramedy con Jean Smart prosegue.

The Last of Us — Rinnovata per la Stagione 3

Rinnovo: aprile 2025
La serie con Bella Ramsey ed Ellie continuerà la sua storia post-apocalittica.

Conan O’Brien Must Go — Rinnovata per la Stagione 3

Rinnovo: marzo 2025
Il travel-show comico di Conan torna dopo il successo delle prime due stagioni.

The Pitt — Rinnovata per la Stagione 2

Rinnovo: febbraio 2025
Medical drama con Noah Wyle, la seconda stagione arriverà a gennaio 2026.

The White Lotus — Rinnovata per la Stagione 4

Rinnovo: gennaio 2025
La serie antologica di Mike White continuerà con nuove destinazioni e nuovi ospiti.

Serie cancellate

Duster — Cancellata dopo 1 stagione

Cancellazione: 9 luglio 2025

Sex Lives of College Girls — Cancellata dopo 3 stagioni

Cancellazione: marzo 2025
Gli autori stanno tentando un possibile salvataggio presso Netflix.

Bookie — Cancellata dopo 2 stagioni

Cancellazione: febbraio 2025
La comedy di Chuck Lorre con Sebastian Maniscalco non proseguirà.

The Franchise — Cancellata dopo 1 stagione

Cancellazione: gennaio 2025
Prima cancellazione dell’anno per HBO.

Serie concluse

And Just Like That… — Conclusa con la Stagione 3

Fine annunciata: 2025
Il reboot di Sex and the City chiude con un finale in due parti.

The Righteous Gemstones — Conclusa nel 2025 con la Stagione 4

Fine annunciata: 2025
Si chiude la comedy sulla famiglia di televangelisti.

Una strategia mirata per il 2026

Con questi interventi, HBO riorganizza il proprio catalogo puntando su produzioni di forte richiamo — come House of the Dragon, The Last of Us e The White Lotus — e chiudendo serie meno performanti o giunte naturalmente alla fine della loro corsa narrativa.
Il 2026 si preannuncia così un anno ricco di ritorni attesi, nuovi debutti e qualche addio doloroso.

Assassin’s Creed di Netflix: data di uscita, dettagli sulla trama e cast

Assassin’s Creed sta per arrivare su Netflix, ed ecco cosa c’è da sapere sulla serie TV, compresa la data di uscita prevista e la trama. La popolare serie di videogiochi di Ubisoft si basa sul concetto di scienziati dell’era moderna che utilizzano una macchina per far rivivere alle persone i ricordi dei loro antenati. Utilizzando questo metodo, la serie è in grado di esplorare la storia di un’organizzazione segreta chiamata Confraternita degli Assassini, che ha operato in segreto per centinaia di anni contro i suoi nemici più antichi, i Templari.

In genere, ogni gioco della serie trasporta i giocatori in un periodo storico diverso, il che significa che il protagonista è solitamente un personaggio completamente nuovo in ogni capitolo. Finora, la serie ha visitato l’Inghilterra vittoriana, il Rinascimento, l’antico Egitto, la Rivoluzione francese e diversi altri periodi della storia umana.

Il mondo di Assassin’s Creed è stato precedentemente portato sul grande schermo nel 2016 con Michael Fassbender nel ruolo del protagonista. Purtroppo, il film non ha avuto successo al botteghino e i sequel previsti per Assassin’s Creed sono stati, com’era prevedibile, cancellati. Tuttavia, i fan della serie di videogiochi avranno presto la possibilità di vedere questi concetti rivisitati in TV.

Assassin’s Creed arriva su Netflix

Netflix, che in precedenza ha realizzato adattamenti televisivi di altre serie di videogiochi, come The Witcher e Castlevania, sta ora provando a cimentarsi con Assassin’s Creed di Ubisoft. È stato annunciato che Ubisoft sta collaborando con Netflix per creare nuovi contenuti incentrati su Assassin’s Creed, con il loro primo progetto che sarà una serie televisiva live-action.

Data di uscita di Assassin’s Creed

È ovviamente troppo presto per aspettarsi una data di uscita, ma se Netflix darà la priorità alla serie Assassin’s Creed e lo sviluppo procederà senza intoppi, è possibile che possa essere rilasciata alla fine del 2026, ma il 2027 sembra molto più probabile.

Dettagli sulla trama di Assassin’s Creed

Non si sa ancora nulla sulla trama o sul periodo storico in cui sarà ambientata, ma sicuramente sarà in qualche modo legata alla battaglia tra la Confraternita degli Assassini e gli intriganti Templari. La serie Netflix potrebbe seguire l’esempio del film e creare una storia originale ambientata nel mondo di Assassin’s Creed, oppure potrebbe concentrarsi su un protagonista già noto di Assassin’s Creed, come Ezio Auditore da Firenze, Altair o Edward Kenway.

Cast di Assassin’s Creed

Toby Wallace (EuphoriaBikeriders) è diventato il primo attore ufficialmente scelto come personaggio fisso nella serie live-action Netflix di Assassin’s Creed, basata sul franchise di videogiochi più venduto di Ubisoft.

Si dice che Wallace interpreterà il ruolo di co-protagonista in Assassin’s Creed, un thriller adrenalinico incentrato sulla guerra segreta tra due fazioni oscure: una determinata a determinare il futuro dell’umanità attraverso il controllo e la manipolazione, mentre l’altra lotta per preservare il libero arbitrio. La serie segue i suoi personaggi, che si dice siano diversi da quelli dei videogiochi, attraverso eventi storici cruciali, mentre combattono per plasmare il destino dell’umanità.

Fast & Furious: Jamie Foxx avrebbe dovuto avere un ruolo da villain

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Jamie Foxx avrebbe potuto essere uno dei principali cattivi della serie Fast & Furious se un’idea non utilizzata per Fast & Furious 9 fosse stata realizzata. Interpretare un cattivo in questa serie adrenalinica è diventato un ruolo importante per le più grandi star di Hollywood, con Jason Momoa, John Cena, Charlize Theron, Idris Elba, Jason Statham e altri che hanno prestato il loro talento per recitare al fianco di Vin Diesel e del resto del cast.

La serie è sempre alla ricerca di grandi nomi quando si tratta di scegliere i cattivi, e il nuovo libro di Barry Hertz “Welcome To The Family” ha ora rivelato che gli autori volevano disperatamente che Jamie Foxx si unisse alla serie in nel nono capitolo. Una scena post-crediti era stata scritta “con la speranza di avere Jamie Foxx come nuovo cattivo”, ma non si è mai concretizzata.

L’idea è nata dalle continue discussioni sulla scena dopo i titoli di coda di Fast & Furious 9. Lo sceneggiatore Daniel Casey dice nel libro: “Abbiamo scritto scene dopo i titoli di coda per diversi personaggi di F9, compresi attori che speravamo avrebbero interpretato i cattivi in Fast 10, persone che non erano nemmeno in questi film, ma che speravamo di vedere. Penso che abbiamo scritto otto scene diverse per F9 prima di scegliere quella con Jason Statham”.

La scena di Foxx era una di quelle altre otto scene finali. Il libro non include ulteriori informazioni su quanto questo casting fosse vicino alla realizzazione. Foxx potrebbe non essere mai stato contattato per il potenziale ruolo nella serie. Oppure potrebbe aver rifiutato l’opportunità. Non ha mai parlato della possibilità di unirsi a questa saga e nessuno dei membri del cast ha mai discusso di questo progetto.

In ogni caso, senza Foxx a bordo, la scena dei titoli di coda di F9 ha preso una direzione molto diversa. Il libro sottolinea che il ritorno di Gal Gadot nei panni di Gisele in Fast X era stato scritto per il nono film, ma ciò non è avvenuto a causa di conflitti di programmazione. Questo ha portato il film a utilizzare il suo stinger come occasione per far incontrare Han (Sung Kang) e Deckard Shaw (Jason Statham), preparando il terreno per il finale #JusticeForHan in Fast X.

Tuttavia, il piano per l’apparizione di Foxx dopo i titoli di coda è intrigante. Sulla base di questa impostazione, sarebbe sicuramente diventato il cattivo principale del decimo film. Dante, interpretato da Jason Momoa, ha alla fine occupato quel ruolo, ma non sarebbe stato così semplice come Foxx che interpreta Dante Reyes. Fast X introduce il cattivo brasiliano come figlio di Hernan Reyes, il cattivo di Fast & Furious 5. Foxx non ha né l’età né l’etnia giuste per passare come figlio di Hernan, il che suggerisce che il cattivo di Foxx sarebbe stato un personaggio completamente diverso.

Questo lascia ancora spazio alla serie Fast & Furious per realizzare questa idea. Se il suo personaggio non è già stato trasformato in qualcun altro, i nuovi capitoli della serie potrebbero sempre riprendere il concetto e cercare di coinvolgerlo. Sarebbe sicuramente divertente vedere Jamie Foxx partecipare un giorno a questa saga. Dopotutto, se le idee dei titoli di coda di Fast & Furious possono essere riciclate per i futuri capitoli, nulla impedisce a Fast & Furious 11 o a un altro film di riprendere l’idea e di coinvolgere Jamie Foxx, qualora fosse interessato a entrare a far parte di questo vasto universo.

Fast & Furious: Universal aveva in programma tre spin-off tv, compresa una serie sul giovane Toretto

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Universal Pictures ha preso in considerazione l’idea di realizzare diverse serie TV di Fast & Furious, nell’intento di espandere il franchise da 7,4 miliardi di dollari. Sebbene la saga di Fast & Furious si sia concentrata principalmente sugli 11 film usciti, si è estesa al piccolo schermo per la prima volta nel 2019 con la serie animata di Netflix Fast & Furious: Spy Racers, andata in onda per sei stagioni.

La serie, che raccontava le avventure del cugino più giovane di Dominic Toretto (doppiato sempre da Vin Diesel in un cameo) che si è conclusa nel 2021, Universal avrebbe segretamente sviluppato tre diverse serie TV live-action ambientate in questo franchise. Come rivelato nel nuovo libro di Barry HertzWelcome To The Family“, lo studio ha discusso nel corso degli anni di serie su Roman e Tej, il giovane Dom e Han.

Il libro non rivela se c’era qualcuno coinvolto nello sviluppo di queste serie, ma erano state concepite come esclusive di Peacock, poiché la Universal voleva “ampliare il catalogo” dello streaming “mentre lottava per sopravvivere alle feroci guerre dello streaming“. Non è chiaro se la Universal stia ancora lavorando attivamente sui concept o se siano stati completamente abbandonati.

La serie su Roman e Tej è descritta nel libro solo come una “serie a sé stante“. Non si sa se Tyrese Gibson o Ludacris siano mai stati coinvolti in queste prime discussioni e se abbiano mai proposto di tornare per ruoli da protagonista.

La serie sul giovane Dom avrebbe continuato la linea temporale dei flashback vista in F9 e avrebbe raccontato la vita del protagonista del franchise fino all’inizio di Fast and Furious. Il libro sottolinea che avrebbe avuto come protagonista Vinnie Bennett, che interpretava un giovane Dom nei flashback di F9.

Non è confermato se Bennett abbia o meno un accordo per tornare nella serie in questione. Inoltre, non è specificato se gli altri membri più giovani del cast di F9 – Letty di Azia Dinea Hale, Mia di Siena Agudong, Vince di Karson Kern e Jesse di Igby Rigney – torneranno o se i ruoli saranno stati riassegnati.

Fast & Furious 5 spiegazione finale filmDei tre show di Fast & Furious presi in considerazione dalla Universal, “Welcome To The Family” rivela che la serie incentrata su Han è quella che ha raggiunto il punto di sviluppo più avanzato. Ecco cosa dice il libro sul suo sviluppo e sulla trama:

<<Ma il lavoro di sviluppo più intenso ha ruotato attorno a una serie su Han, che avrebbe utilizzato il cortometraggio di Diesel, Los Bandoleros, come base per una storia in cui Han si scontra con due cartelli della droga in guerra. Era stata concepita come una storia in stile Yojimbo che avrebbe introdotto il personaggio di Cara, l’ex amante di Han, che aveva contribuito a dirottare il treno terrestre in Fast & Furious 4. I produttori stavano pensando di tornare a Porto Rico per girare, ma poi l’idea della serie si è arenata.

Sung Kang presumibilmente sarebbe tornato a interpretare Han in questa serie, a meno che non fosse stato pianificato un recast. Sebbene la serie si sarebbe basata su Los Banderlos e Fast & Furious, non è specificato se sarebbe stata una serie prequel ambientata prima del ritorno di Han in F9 o se si sarebbe svolta dopo.

Né la Universal né nessuno associato al franchise di Fast & Furious ha mai discusso questi concetti in pubblico, rendendo piuttosto sorprendente la rivelazione che erano (e potrebbero essere ancora) in fase di sviluppo.

I film di Fast & Furious sono sinonimo di film ad alto budget, e una serie TV dovrebbe offrire lo stesso livello di emozione per soddisfare le aspettative del pubblico. Ma il marchio è anche abbastanza grande da giustificare che Universal abbia iniziato a valutare come questa saga potrebbe migliorare il suo servizio di streaming.

Resta da vedere se una di queste serie si concretizzerà mai, dato che Universal potrebbe aspettare che la situazione si calmi su Fast & Furious prima di decidere come o se espanderla ulteriormente. Ma ora che queste serie TV di Fast & Furious sono idee note che circolano, forse finalmente prenderanno piede.

One Piece – Stagione 3: due grandi cattivi nel cast mentre iniziano le riprese

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La serie live-action One Piece di Netflix ha scelto due importanti cattivi per la terza stagione. La notizia arriva solo un giorno dopo che Netflix ha annunciato l’inizio delle riprese della terza stagione a Città del Capo, in Sudafrica. La seconda stagione di One Piece debutterà il 10 marzo 2026, ma la terza stagione è stata confermata già nell’agosto 2025.

Awdo Awdo è stato scritturato per interpretare Mr. 1 e Daisy Head interpreterà Miss Doublefinger nella terza stagione. Entrambi i personaggi fanno parte dell’organizzazione criminale nota come Baroque Works. Hanno un ruolo importante nell’arco narrativo di Alabasta della serie anime, che sarà adattato nella terza stagione. Di seguito è possibile vedere un confronto tra gli attori e i loro personaggi nell’anime:

In vista dell’arco narrativo di Alabasta, diversi attori del cast di One Piece sono stati promossi a personaggi fissi della serie grazie al loro ruolo più importante nella terza stagione, tra cui Mikaela Hoover nel ruolo di Chopper, Joe Manganiello nel ruolo di Mr. 0, Lera Abova nel ruolo di Miss All Sunday e Sendhil Ramamurthy nel ruolo di Nefartari Cobra.

Per quanto riguarda i precedenti lavori dei nuovi attori, One Piece non è la prima serie Netflix importante per Head, che in precedenza ha interpretato Genya Safin nelle stagioni 1 e 2 della serie fantasy Shadow and Bone. Ha anche interpretato Sofina, una maga rossa di Thay, nel film del 2023 Dungeons and Dragons: Honor Among Thieves e ha interpretato Judy Talbot in un episodio della stagione 1 della serie Netflix The Sandman.

L’unico lavoro cinematografico o televisivo di Awdo è il cortometraggio del 2024 Under Siege, ma aveva già diversi progetti in cantiere prima del casting di One Piece. Poiché il leader della Baroque Works è Mr. 0, interpretato da Mangianello, Awdo e Head condivideranno molte scene con l’attore di True Blood.

Insieme ai nuovi membri fissi del cast, Awdo e Head si uniscono a un cast che include i membri di ritorno della ciurma di Cappello di Paglia, composto da Iñaki Godoy nei panni di Monkey D. Luffy, Mackenyu nei panni di Zoro, Emily Rudd nei panni di Nami, Jacob Romero nei panni di Usopp e Taz Skylar nei panni di Sanji. La terza stagione vedrà anche la partecipazione di Charithra Chandran nei panni di Miss Wednesday.

Resta da vedere se Netflix riuscirà ad adattare tutto One Piece, data la lunga durata della serie anime e la pausa di quasi tre anni tra la prima e la seconda stagione. Tuttavia, con il casting di personaggi chiave come Mr. 1 e Miss Doublefinger e l’inizio delle riprese mesi prima del debutto della seconda stagione, è evidente lo sforzo di garantire una pausa più breve tra una stagione e l’altra e di aumentare la velocità con cui vengono rilasciati i nuovi episodi.

Jeremy Allen White rivela quando inizieranno le riprese della quinta stagione di The Bear

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L’attesa per la quinta stagione di The Bear potrebbe rivelarsi più facile da sopportare di quanto temessero i fan della serie.

Jeremy Allen White, star della serie comica di Hulu vincitrice di un Emmy, ha appena fornito un aggiornamento sulle riprese, indicando che le riprese della nuova stagione inizieranno “molto presto”. White non ha una data precisa, ma è stato in grado di fornire una stima approssimativa.

Il 5 gennaio o giù di lì”, ha detto White quando gli è stato chiesto quando potrebbe iniziare la quinta stagione di The Bear (tramite Variety).

Incentrata sulle continue imprese del tormentato chef Carmy, interpretato da White, e sui suoi sforzi per mantenere a galla il suo caotico ristorante di Chicago, la quarta stagione di The Bear è stata trasmessa su Hulu il 25 giugno 2025 con 10 episodi ed è stato annunciato il rinnovo per la quinta stagione solo una settimana dopo.

La prima stagione è stata trasmessa nel 2022 e ha dominato gli Emmy Awards, vincendo il premio come Miglior Serie Comica, con la star White che ha vinto il premio come Miglior Attore Protagonista in una Serie Comica. White ha vinto nuovamente l’anno successivo, anche se la serie non è riuscita a vincere per la seconda volta consecutiva l’Emmy come Miglior Serie Comica.

Altre nomination sono arrivate per The Bear – stagione 3, ma gli elettori degli Emmy avevano ormai perso interesse per la serie un tempo dominante, che non è riuscita a vincere nessuno dei premi principali.

The Bear – stagione 4 ha continuato la tendenza deludente della serie, con il punteggio di Rotten Tomatoes sceso all’84%, inferiore a quello di tutte e tre le stagioni precedenti.

La recensione di Cinefilos.it sulla quarta stagione di The Bear ha definito gli sforzi dello show “confusi” e ha affermato che la serie stava semplicemente “girando a vuoto” a questo punto della sua corsa. “La stagione più ondivaga che segnala l’inizio di un allungamento della narrazione, affidandosi un po’ troppo alla tensione drammatica insita nei personaggi.”

La serie è stata comunque rinnovata. The Bear stagione 5 non ha ancora una data di uscita su Disney+

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di The Bear e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

FOTO DI COPERTINA: Jeremy Allen White arriva all’AFI 2025. Foto di Image Press Agency via Depositphotos.com

Wicked: Jonathan Bailey ha rischiato di non interpretare Fiyero

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I direttori del casting di Wicked hanno appena rivelato perché Fiyero è stato quasi interpretato da un attore completamente diverso invece che da Jonathan Bailey. Il neoeletto Uomo più sexy del mondo secondo People ha infatti avuto un’agenda estremamente fitta negli ultimi anni, con progetti come Bridgerton, Jurassic World – La rinascita, Wicked e Wicked – Parte 2 che hanno occupato gran parte del suo tempo.

È stato proprio a causa di questa agenda fitta che Bailey inizialmente ha quasi rifiutato Wicked. I direttori del casting Bernard Telsey e Tiffany Canfield hanno infatti raccontato a People che durante il processo di casting per l’esperienza cinematografica in due parti, l’attore aveva già “altri tre lavori contemporaneamente”. Tuttavia, Canfield si è rifiutata di “accettare un no come risposta”, anche se diverse persone continuavano a dire che l’attore non era disponibile.

È così iniziato il “difficile processo” di cercare di scritturare Bailey per il ruolo di Fiyero. Sia Telsey che Canfield conoscevano già Bailey dal revival di Company nel West End del 2018. Per caso, il giorno prima che il processo di casting iniziasse ufficialmente, Bailey si trovava a New York e ha incontrato i direttori del casting. “È nostro compito seguire gli attori anche se non li conosciamo personalmente o non li abbiamo visti regolarmente. Ma lui era di passaggio a New York molto prima che iniziassimo, e ci siamo seduti e abbiamo fatto un colloquio generale con lui”.

Alla fine ricordo di aver detto: “Tiffany, quel ragazzo dovrebbe essere Fiyero, giusto?”, ha raccontato Telsey. Il compito si è rivelato estremamente difficile, ma né Telsey né Canfield erano disposti a “rinunciare” a Bailey, nonostante i suoi impegni. Duncan Millership, il manager di Bailey, ha poi svolto un ruolo fondamentale nel casting di Bailey come Fiyero. L’attore ha quindi inviato un video di audizione e Canfield. “Quando è arrivato il video, abbiamo pensato: “È proprio quello che ci serve”. La sfacciataggine, l’umorismo, ma anche la vera umanità. La vera vulnerabilità”, ha detto Canfield.

Molti ci hanno detto che non era disponibile, ma noi non abbiamo accettato un no come risposta. Abbiamo continuato a provarci e, bingo, le nuvole si sono aperte e lui è entrato nel cast”, ha concluso Telsey. La carriera cinematografica e televisiva di Jonathan Bailey è decollata negli ultimi anni proprio grazie all’enorme successo di Bridgerton e dopo questi impegni l’attore ha ha affermato che nel 2026 si prenderà una pausa dalla recitazione per concentrarsi sulla sua organizzazione LGBTQ+, The Shameless Fund.

I fan potranno comunque vedere Bailey sui loro schermi all’inizio del 2026, poiché tornerà nel ruolo di Lord Anthony Bridgerton nella quarta stagione di Bridgerton, che debutterà il 29 gennaio su Netflix. In ogni caso, il carisma naturale e la sicurezza che Bailey ha portato a Fiyero, insieme alla sua capacità di reggere il confronto con artisti del calibro di Ariana Grande-Butera e Cynthia Erivo, hanno dato ragione ai direttori del casting di Wicked nella loro decisione di ingaggiarlo.

Leggi anche: Come Jonathan Bailey ha reso ancora più doloroso il momento in cui Fiyero lascia Glinda in Wicked: Parte 2

Il nuovo spin-off di Yellowstone di Taylor Sheridan conferma il più triste dei Dutton

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Il nuovo trailer di Y: Marshals  mostra Kayce Dutton (Luke Grimes) nel ruolo dell’eroe d’azione per eccellenza, ma conferma anche che è il più triste del clan Dutton nell’era post-Yellowstone. Y: Marshals è stato creato da Taylor Sheridan, David C. Glasser e Spencer Hudnut e sarà trasmesso per la prima volta il 1° marzo 2026 sulla CBS.

Ex Navy SEAL e commissario per il bestiame, Kayce Dutton viene reclutato dagli U.S. Marshals per combattere le “bande, i cartelli e i guerrieri razziali” del Montana. Kayce è il protagonista naturale di una serie d’azione e avventura, poiché era il combattente più temibile di Yellowstone, eliminando numerosi nemici che volevano la terra della famiglia Dutton.

I Dutton non sono generalmente ottimisti e spensierati, ma Kayce è sempre stato particolarmente tormentato. Y: Marshals non dà al figlio minore di John Dutton III (Kevin Costner) la pace che sperava dopo che lui, sua moglie Monica (Kelsey Asbille) e suo figlio Tate (Brecken Merrill) si sono ritirati a East Camp dopo Yellowstone.

Kayce è il più triste dei Dutton dopo Yellowstone

Luke Grimes in Y: Marshals
© CBS

L’arruolamento di Kayce Dutton nei Marshals degli Stati Uniti e il ritorno a una vita violenta nelle forze dell’ordine è una tragica svolta degli eventi, non qualcosa da festeggiare. Sfortunatamente, diventare il protagonista di Y: Marshals rende Kayce Dutton il più triste dei Dutton sopravvissuti dopo la fine di Yellowstone.

Rispetto a Kayce, Beth Dutton (Kelly Reilly) ha più motivi per guardare con ottimismo alla sua vita dopo Yellowstone. Beth è felicemente sposata con l’amore della sua vita, Rip Wheeler (Cole Hauser). Beth è anche la più esperta di affari dei Dutton e ha il cervello e le risorse per condurre una vita agiata.

Le opzioni di carriera di Kayce sono relativamente limitate. Il fratello di Beth non è mai stato un grande allevatore e la violenza lo perseguita. Entrare a far parte degli U.S. Marshals ha senso per Kayce, che può così sfruttare al massimo le sue capacità, ma è un tradimento delle sue speranze e dei suoi sogni di superare il sangue versato che lo perseguita.

Il povero Kayce è intrappolato in un ciclo perpetuo di sparatorie e combattimenti, nonostante le sue speranze contrarie. Peggio ancora, Kayce potrebbe essere costretto a crescere Tate da solo, dati gli indizi contestuali sull’assenza di Monica, interpretata da Kelsey Asbille, dal cast di Y: Marshals.

Il trailer di Y: Marshals potrebbe aver confermato il destino di Monica Dutton

Monica Dutton non compare né si sente nel trailer di Y: Marshals, e la narrazione di Kayce non menziona sua moglie. Tuttavia, alcuni indizi potrebbero spiegare cosa sia successo a Monica, dato che Kayce è visto inginocchiato davanti a una tomba in quello che sembra essere East Camp, invece che nel cimitero di famiglia dei Dutton nel loro ex ranch.

Monica Dutton è probabilmente morta all’inizio di Y: Marshals, e la perdita della sua amata moglie contribuisce a spingere Kayce verso la sua nuova carriera con gli U.S. Marshals. Dopotutto, se Monica fosse viva, Kayce non avrebbe alcun motivo reale per combattere, a meno che lei o Tate non fossero minacciati.

Kayce voleva vivere felice e contento con sua moglie e suo figlio dopo Yellowstone. La morte di Monica, o anche solo il fatto che lei lo lasciasse se fosse viva, sarebbe una pugnalata al cuore per Kayce. Indipendentemente dal fatto che Kelsey Asbille appaia o meno in Y: Marshals in qualsiasi ruolo, Monica non sarà una presenza ricorrente.

Il ritorno di Kayce Dutton in Y: Marshals, il primo di una serie di spin-off di Yellowstone in arrivo, è emozionante per i fan. Sfortunatamente per Kayce, più la sua vita diventa triste, più la sua storia diventa avvincente.

Macaulay Culkin ha l’idea perfetta per un nuovo sequel di “Mamma, ho perso l’aereo”

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Macaulay Culkin è universalmente famoso per aver interpretato Kevin McCallister, un bambino di otto anni, nel grande film natalizio Mamma, ho perso l’aereo, in cui viene accidentalmente lasciato a casa dalla sua famiglia durante le vacanze e prepara delle trappole per proteggere se stesso e la casa da due ladri. Culkin ha poi ripreso il ruolo nel primo sequel, Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York.

Ora, durante una tappa del suo tour “A Nostalgic Night with Macaulay Culkin”, l’attore ha rivelato di essere disponibile a partecipare a un nuovo sequel, che “dovrebbe essere proprio quello giusto”. Culkin ha condiviso la sua idea per un sequel che vedrebbe Kevin, ormai adulto, chiuso fuori casa e costretto ad affrontare le trappole preparate dal proprio figlio.

Sono vedovo o divorziato. Sto crescendo un figlio e tutto il resto. Lavoro molto duramente e non gli dedico abbastanza attenzione, quindi il ragazzo è un po’ seccato con me e mi chiude fuori di casa. Non mi fa entrare… ed è lui che mi tende delle trappole”. Culkin ha approfondito la presentazione spiegando che “la casa è una sorta di metafora del nostro rapporto” e che Kevin deve “rientrare nel cuore di suo figlio”.

Questa è la presentazione più accurata che ho. Non sono completamente contrario all’idea, è la cosa giusta da fare“. Questa premessa vedrebbe dunque Kevin assumere il ruolo dei ladri, interpretati da Joe Pesci e Daniel Heard nel film originale del 1990 e nel sequel. Kevin sarebbe tecnicamente l’antagonista questa volta, anche se sarebbe molto meno malvagio dei personaggi di Pesci e Heard, e il film sembrerebbe culminare in una sincera riconciliazione tra padre e figlio.

Sebbene questa sarebbe la prima volta che Culkin interpreta Kevin dal 1992, anno di uscita del sequel, da allora sono stati realizzati molti altri film della serie. Questa infatti comprende un totale di sei film, con gli altri sequel che sono: Mamma, ho preso il morbillo (1997), Mamma, ho allagato la casa (2002) e Holiday Heist – Mamma, ho visto un fantasma (2012) e Home Sweet Home Alone – Mamma, ho perso l’aereo (2021, reboot del primo film).

Nonostante la longevità della serie, nessuno dei sequel ha avuto lo stesso successo o la stessa popolarità dei primi due film. Un sequel storico con Culkin nel ruolo di Kevin per la prima volta in oltre 30 anni genererebbe inevitabilmente più entusiasmo rispetto agli altri sequel. Se l’idea di Culkin di realizzare un sequel dovesse concretizzarsi, il regista Chris Columbus potrebbe comunque non essere d’accordo, dato che nell’agosto 2025 ha dichiarato che sarebbe “un errore cercare di tornare indietro e ricreare qualcosa che abbiamo fatto 35 anni fa. Penso che dovrebbe essere lasciato così com’è”.

Sebbene Macaulay Culkin sia ancora famoso soprattutto per aver interpretato Kevin in Mamma, ho perso l’aereo, nel corso degli anni ha recitato in diversi progetti. Tra i suoi prossimi titoli c’è la seconda stagione di Fallout, che debutterà il 17 dicembre, dove si unirà alla serie di successo di Prime Video in un ruolo ricorrente che è però ad oggi rimasto segreto.

Rush Hour 4: il film è ufficialmente in sviluppo per volontà di Donald Trump

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È ufficiale: Rush Hour 4 è in lavorazione alla Paramount, per un motivo ben noto. Continuazione della serie di commedie d’azione con Jackie Chan e Chris Tucker, Rush Hour 4 sarà nuovamente diretto da Brett Ratner, con la Paramount che si occuperà della distribuzione per conto della Warner Bros, mentre il CEO della Paramount David Ellison continua la sua offerta per l’acquisto della WB.

Il film originale Rush Hour, uscito nel 1998, racconta la storia di un detective di Hong Kong e di un detective della polizia di Los Angeles costretti a collaborare per salvare la figlia undicenne rapita di un console cinese. Il classico buddy cop ha poi dato vita a due sequel, usciti nel 2001 e nel 2007, e la trilogia ha incassato 850 milioni di dollari.

Deadline riporta ora che anche Chan e Tucker torneranno per il quarto film. La cosa più bizzarra è che gli studios stanno distribuendo Rush Hour 4 solo ora perché lo ha richiesto il presidente Donald Trump, come riportato da Semafor. Ratner, il regista di tutti e tre i precedenti film della serie, ha invece recentemente diretto Melania per Amazon MGM Studios.

Il documentario sulla First Lady Melania Trump uscirà nelle sale statunitensi il 30 gennaio 2026. Prima di questo, la carriera di Ratner è stata interrotta a causa delle accuse di molestie sessuali nel 2017. La Warner Bros. aveva preso le distanze da lui e, sebbene Rush Hour 4 sia stato proposto a diversi distributori, questi lo hanno rifiutato proprio a causa del coinvolgimento di Ratner.

Il quarto capitolo della serie sarà però ora il primo lungometraggio di Ratner dal 2014, quando uscì Hercules – Il guerriero, che ebbe un discreto successo al botteghino con recensioni mediocri. D’altra parte, i film della serie Rush Hour hanno avuto un calo di popolarità con ogni nuovo capitolo. Rush Hour 3 aveva infatti ottenuto un punteggio del 17% su Rotten Tomatoes e ha incassato 258 milioni di dollari con un budget di 140 milioni.

La Paramount riceverà però una commissione fissa per la distribuzione di Rush Hour 4, ma non finanzierà il progetto. Tuttavia, data la traiettoria discendente del franchise e la natura complessivamente difficile dei sequel di franchise storici, molti potrebbero essere scettici sul fatto che il risultato sia un film che soddisfi effettivamente il pubblico.

GOAT: Sogna in grande, il trailer internazionale

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Da Sony Pictures Animation, lo studio dietro Spider-Man: Across the Spider-Verse e gli artisti che hanno creato KPop Demon Hunters, arriva GOAT: Sogna in grande, una commedia d’azione originale ambientata in un mondo interamente animale.

Il film segue Will, una piccola capra con grandi sogni a cui capita l’occasione irripetibile di entrare a far parte dei professionisti e giocare a roarball, uno sport misto ad alta intensità e a contatto pieno, dominato dagli animali più veloci e feroci del mondo. I nuovi compagni di squadra di Will non sono entusiasti di avere una piccola capra nel loro roster, ma Will è determinato a rivoluzionare lo sport e dimostrare una volta per tutte che “anche i piccoli sanno giocare a palla!”.

Il primo teaser trailer di GOAT è stato pubblicato e, nonostante si parli di sport e non di supereroi, si può facilmente intuire, nel migliore dei modi, che questo film proviene dallo stesso studio che ha prodotto i film di Spider-Verse. Steph Curry, che gioca per i Golden State Warriors nella NBA, è ampiamente considerato il più grande tiratore nella storia del basket e introduce l’anteprima. Oltre a prestare la voce a Lenny Williamson, un giocatore di giraffe roarball, è anche produttore del film.

All’inizio di quest’anno, il regista di GOAT, Tyree Dillihay, ha dichiarato che è stato “fantastico” poter dirigere l’icona dello sport. “Penso di detenere effettivamente quel titolo. Credo di essere il primo regista ad aver diretto Stephen Curry per il doppiaggio. Quindi evviva. Ma Stephan, quando abbiamo fatto la nostra sessione, lo ha detto lui stesso: è un allenatore, non solo in campo, ma anche fuori dal campo, e probabilmente anche nella vita.” “Molto disponibile e davvero bravo”, ha aggiunto il regista. “Sorprenderà molte persone, perché è bravo tanto in cabina quanto in campo.”

Il cast di GOAT: Sogna in grande include Caleb McLaughlin, Gabrielle Union, Stephen Curry, Nicola Coughlan, Nick Kroll, David Harbour, Jenifer Lewis, Aaron Pierre, Patton Oswalt, Andrew Santino, Bobby Lee, Eduardo Franco, Sherry Cola, Jelly Roll e Jennifer Hudson.

Diretto da Tyree Dillihay e co-diretto da Adam Rosette, GOAT è scritto da Aaron Buchsbaum e Teddy Riley e ispirato al libro Funky Dunks di Chris Tougas. Il film è prodotto da Michelle Raimo Kouyate, Rodney Rothman, Adam Rosenberg, Stephen Curry ed Erick Peyton, e i produttori esecutivi sono Rick Mischel e Fonda Snyder.

GOAT: Sogna in grande arriverà nelle sale il 12 febbraio 2026 

C’è ancora domani: la spiegazione del finale del film di Paola Cortellesi

C’è ancora domani (qui la recensione) segna il debutto alla regia di Paola Cortellesi, nota attrice e comica italiana. Con questo film, Cortellesi esplora una narrazione più intima e riflessiva, pur mantenendo la sua cifra stilistica caratterizzata da sensibilità, ironia e attenzione ai dettagli dei personaggi. Il film nasce dalla volontà di raccontare una storia di emancipazione femminile ambientata in un periodo cruciale della storia italiana, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando le donne ottengono finalmente il diritto di voto. Cortellesi costruisce così un racconto intimamente legato a figure femminili che affrontano oppressione e ingiustizia, ispirandosi a racconti della madre e della nonna, ma anche a vicende storiche reali.

Il film rende inoltre omaggio al neorealismo italiano, con una scrittura e una messa in scena che privilegiano l’autenticità dei luoghi e dei personaggi. Le ambientazioni quotidiane, le strade di Roma appena uscita dalla guerra e le dinamiche familiari raccontate con grande realismo evocano le opere di registi come Vittorio De Sica e Roberto Rossellini. Allo stesso tempo, C’è ancora domani aggiorna il linguaggio del neorealismo con sensibilità contemporanea, dando vita a un dramma storico intenso, ma con una forte componente di empowerment femminile e di riflessione civile.

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Il film si colloca così nel genere del dramma storico, ma incorpora elementi di biografia e racconto sociale, affrontando temi universali come la violenza domestica, la discriminazione di genere e la conquista dei diritti civili. Il successo è stato straordinario: circa 50 milioni di dollari di incasso globale che hanno portato il film a divenire il quinto lungometraggio italiano di maggior successo della storia del cinema. Nel resto di questo articolo articolo, verrà però proposto un approfondimento sul finale del film e sulla spiegazione dei suoi principali temi, dall’attenzione alla violenza sulle donne alla centralità del diritto di voto come strumento di partecipazione e responsabilità civica.

C'è ancora domani location
Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Mattia Baldo e Gianmarco Filippini in C’è ancora domani. Foto di Claudio Iannone

La trama e il cast di C’è ancora domani

Protagonista del film è Delia (Paola Cortellesi), moglie di Ivano (Valerio Mastandrea) e madre di tre figli. Con loro c’è anche il padre di Ivano, il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli). La famiglia vive in una Roma divisa tra la spinta positiva della liberazione dall’occupazione tedesca e le miserie della guerra da poco alle spalle. La vita in famiglia è però motivo di continue ansie e preoccupazioni per Delia, divisa tra i colpi che il marito le infligge al minimo errore e le speranze per la figlia maggiore, Marcella (Romana Maggiora Vergano), prossima alle nozze con Giulio (Francesco Centorame).

L’unico sollievo di Delia è l’amica Marisa (Emanuela Fanelli), con cui condivide  momenti di leggerezza e qualche intima confidenza. Con l’avvicinarsi delle nozze, Delia inizia anche a lavorare all’abito da sposa per la figlia, mentre cerca di far sì che tutto si svolga per il meglio. L’arrivo di una lettera misteriosa, però, come anche la notizia della partenza verso il Nord del suo vecchio amore Nino (Vinicio Marchioni) riaccenderà in lei il coraggio per  rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro migliore, non solo per lei.

La spiegazione del finale del film

Verso la fine del film, la mattina del 2 giugno, giorno storico del referendum istituzionale e delle prime elezioni in cui le donne italiane possono votare, Delia si prepara con determinazione a mettere in atto il suo piano di ribellione personale. Dopo aver lasciato sul comodino a Marcella una busta con soldi e lettera, simbolo della sua volontà di sostenere l’istruzione della figlia e proteggerla dalle imposizioni patriarcali, Delia esce di casa con un obiettivo chiaro: recarsi al seggio e partecipare attivamente al voto (e non fuggire con Nino come si credeva). Il percorso verso l’urna diventa un vero atto di coraggio, poiché la donna deve affrontare la presenza minacciosa del marito, Ivano, che tenta di fermarla fisicamente, senza tuttavia riuscirvi.

Durante il cammino verso il seggio, Delia si accorge però di aver smarrito la tessera elettorale, caduta a terra senza che lei se ne rendesse conto. La scoperta genera un momento di tensione, poiché Ivano tenta nuovamente di riprendere il controllo della situazione, ma Marcella interviene prontamente, consegnando la tessera alla madre. In questo modo, Delia riesce finalmente a votare, realizzando un gesto simbolico che rappresenta non solo la sua emancipazione personale ma anche l’ingresso delle donne nella vita politica del paese. L’atto del voto diventa il culmine narrativo del film, risolvendo la tensione accumulata e chiudendo idealmente il percorso di liberazione della protagonista.

C'è ancora domani cast
Il cast di C’è ancora domani in una scena del film. Cortesia di Vision Distribution

Il finale, se letto in chiave tematica, porta quindi a compimento il filo conduttore del film: la violenza di genere viene affrontata non solo nella dimensione fisica e psicologica subita da Delia, ma anche attraverso la rappresentazione di una scelta consapevole di autonomia e affermazione dei propri diritti. Il voto femminile, simbolo della conquista della cittadinanza attiva, si intreccia con il superamento del clima di oppressione domestica, dimostrando che la ribellione può avvenire anche attraverso gesti civili e apparentemente ordinari. La decisione di Delia rappresenta una forma di resistenza silenziosa ma potente, che sfida le regole del patriarcato senza ricorrere alla violenza.

Il film sottolinea inoltre l’importanza della solidarietà tra donne e generazioni diverse: Marcella, pur giovane e inesperta, supporta la madre nel compimento del suo gesto, mentre le altre donne che partecipano al voto rappresentano un coro collettivo di emancipazione. Questo elemento mostra come il cambiamento individuale sia strettamente legato a quello sociale e culturale, e come la ribellione contro l’ingiustizia possa essere rafforzata dalla presenza e dal sostegno reciproco. La storia di Delia diventa così un simbolo di empowerment femminile e di riconquista dei diritti civili.

Alla fine, il messaggio lasciato dal film è chiaro e potente: la libertà e la dignità non si conquistano solo attraverso gesti eclatanti o ribellioni fisiche, ma anche attraverso azioni quotidiane, scelte consapevoli e la determinazione a esercitare i propri diritti. Il voto femminile del 2 giugno diventa metafora della capacità di opporsi alla sopraffazione e di affermare la propria identità, mostrando come coraggio, determinazione e solidarietà possano trasformare una realtà oppressiva in una prospettiva di autonomia e futuro.

Il trailer di C’è ancora domani

Wyatt Earp: la storia vera dietro il film con Kevin Costner

Il film Wyatt Earp del 1994 si colloca nella filmografia di Lawrence Kasdan come un’opera ambiziosa che tenta di fondere il grande respiro epico con un ritratto intimista del protagonista, in linea con il suo interesse per personaggi complessi e sfaccettati già evidente in titoli come Il grande freddo o Brivido caldo. Kevin Costner, che interpreta il leggendario sceriffo del Far West, porta sullo schermo una figura al tempo stesso eroica e vulnerabile, incarnando l’archetipo del western moderno. La sua presenza contribuisce a consolidare il film come un tassello importante nella carriera di attore-produttore di Costner.

Il film prende spunto dalla vera figura storica di Wyatt Earp, sceriffo e pistolero di Tombstone, Arizona, attivo alla fine del XIX secolo. Kasdan sceglie di seguire un approccio quasi documentaristico, intrecciando eventi realmente accaduti come lo scontro all’OK Corral con episodi meno noti della vita privata di Earp, comprese le relazioni familiari e le difficoltà personali. Questo equilibrio tra mito e realtà storica permette di approfondire il carattere del protagonista e di offrire una lettura più complessa e sfumata del Far West rispetto alle ricostruzioni più stereotipate del genere.

Dal punto di vista del genere, Wyatt Earp si inscrive nel filone del western epico moderno, miscelando azione, dramma e ricostruzione storica. All’uscita, il film ricevette critiche contrastanti, soprattutto per la lunghezza e la densità narrativa, ma col tempo ha consolidato una reputazione di opera ambiziosa e rispettosa della storia, apprezzata per la cura dei dettagli e l’interpretazione intensa di Costner. Nel resto dell’articolo si approfondirà la vera storia di Wyatt Earp, confrontando le scelte narrative del film con i fatti realmente accaduti nella vita dello sceriffo e delle persone a lui vicine.

Kevin Costner nel film Wyatt Earp
Kevin Costner nel film Wyatt Earp

La trama di Wyatt Earp

Wyatt Earp racconta la vita dell’omonimo sceriffo (Kevin Costner) attraverso un arco temporale di circa trent’anni, a partire dalla sua adolescenza durante la guerra civile americana. Il film mostra la formazione del carattere di Wyatt, tra esperienze familiari, lutti personali e le prime responsabilità verso la legge. Dopo la morte della giovane moglie, Wyatt affronta il dolore e la disperazione, trovando la sua strada nel lavoro a ovest, dove collabora con figure storiche come i fratelli Masterson. Grazie alla sua fermezza e al coraggio, acquisisce reputazione come difensore della legge, alternando incarichi come vice sceriffo e cacciatore di criminali, e intrecciando relazioni complesse che influenzano la sua vita privata e professionale.

Il racconto segue poi Wyatt fino a Dodge City e successivamente a Tombstone, in Arizona, dove la sua fama e le sue scelte etiche lo portano a confrontarsi con figure criminali temibili. In questo contesto entra in scena Doc Holliday, con cui instaura una solida amicizia, e viene approfondito il rapporto con Josie Marcus, contrastato dalle tensioni con Mattie Baylock. La storia culmina nella lotta dei fratelli Earp contro una banda di cowboy violenti, mostrando il percorso di Wyatt tra la fedeltà familiare, la giustizia e l’onore personale. Il film offre una panoramica completa della vita di Wyatt Earp, concentrandosi su eventi chiave, relazioni e conflitti che ne definiscono il mito, senza anticipare le modalità esatte in cui i vari episodi si risolvono.

La storia vera dietro il film

Il film racconta dunque la vita di Wyatt Berry Stapp Earp, detto Wyatt Earp, un uomo di legge e giocatore d’azzardo che trascorse gran parte della sua vita nel Vecchio West. La sua fama deriva principalmente dalla sua partecipazione alla famosa sparatoria all’O.K. Corral il 26 ottobre 1881 a Tombstone, nel territorio dell’Arizona (un film, intitolato Tombstone, è stato dedicato proprio a questa singola vicenda). Sebbene Wyatt sia spesso considerato uno dei leader del conflitto, fu suo fratello Virgil Earp a guidare gli uomini di legge nella battaglia.

La sparatoria segnò la fine di una lunga faida tra le forze dell’ordine e i Cochise County Cowboys, alias Cowboys, un gruppo di fuorilegge con base nel territorio dell’Arizona durante il XIX secolo. I fuorilegge iniziarono come ladri, rubando bestiame dal Messico attraversando i confini fino a quando il governo abbassò le tariffe per ridurre l’approvvigionamento più economico di bestiame tramite il furto. Vedendo il declino della rilevanza del loro contrabbando transfrontaliero, i Cowboys si rivolsero ai ranch americani e iniziarono a rubare da loro.

Wyatt Earp storia vera
Una scena del film Wyatt Earp

La storia di Wyatt dopo la sparatoria all’O.K. Corral è però forse ciò che lo ha aiutato a diventare la figura leggendaria che è. In quel fatidico giorno, Virgil, lo sceriffo di Tombstone City, venne a sapere della presenza di Ike Clanton, Billy Claiborne e molti altri Cowboys all’O.K. Corral. Questo avvenne dopo che i Cowboys avevano apparentemente minacciato di uccidere gli Earp per molto tempo, così chiese ai suoi fratelli Wyatt e Morgan di accompagnarlo, e anche il loro amico Doc Holliday si unì al trio.

Come risultato della rissa, tre dei Cowboys morirono e Clanton denunciò gli Earp per omicidio. Anche se il processo finì senza verdetto, i Cowboys promisero vendetta, tendendo un’imboscata e ferendo Virgil, mentre Morgan fu colpito durante una partita di biliardo. Questo fece infuriare Wyatt, che decise di vendicarsi e di eliminare i fuorilegge. Gli eventi degenerarono a tal punto che la vicenda finì persino sui giornali nazionali dopo la morte di Frank Stilwell.

La figura leggendaria proveniente dal vecchio Far West americano è sicuramente fonte di ispirazione per avventure, tanto che la sua vita è stata adattata in questo film per il grande schermo da Lawrence Kasdan e Dan Gordon, quest’ultimo sceneggiatore. Inoltre, la presenza di Kevin Costner in Wyatt Earp è stata determinata da una divergenza creativa tra lui e Kevin Jarre; l’attore era inizialmente previsto per il film di Jarre del 1993 Tombstone, ma preferì la sceneggiatura di Kasdan. Dopo aver augurato a Jarre il meglio per il suo progetto, Costner si unì al film del 1994 come attore protagonista e produttore.

Wyatt Earp ha così tutte le caratteristiche per essere considerato un film biografico ben equilibrato. Si concentra sul percorso adolescenziale di Wyatt e mostra come la sua vita e le lezioni apprese lo abbiano reso l’uomo che era. Il film approfondisce anche i cambiamenti nella vita del uomo di legge dopo il famigerato conflitto del 1881. In breve, mira a intrattenere gli spettatori con la storia di un noto personaggio storico del West americano.

Noah: la spiegazione del finale del film con Russell Crowe

Il Noah (qui la recensione) del 2014 rappresenta un momento cruciale nella filmografia di Darren Aronofsky, collocandosi tra le ossessioni psicologiche di film come The Wrestler e Il cigno nero e anticipando, in parte, l’ambizione metaforica e biblica di madre! (2017). È un progetto di lunga gestazione per il regista, che desiderava portare sullo schermo la storia dell’Arca di Noè sin da adolescente. Rispetto alle sue opere precedenti, più intime e claustrofobiche, Noah amplia drasticamente lo sguardo, abbracciando il kolossal epico senza rinunciare all’intensità emotiva e al tormento interiore tipici del suo cinema.

Ispirato al racconto dell’Antico Testamento, il film reinterpreta la vicenda di Noè con grande libertà creativa. Aronofsky costruisce un mondo primordiale, rude e visionario, dove elementi biblici convivono con suggestioni fantasy, interpretazioni simboliche e riscritture narrative necessarie a rendere cinematografica una storia così breve nelle Scritture. Il risultato è un’opera che affronta i temi del peccato, del giudizio divino e della sopravvivenza con un taglio spettacolare, ma sempre guidata da un’attenzione profonda alle motivazioni interiori dei personaggi.

Le particolarità del film rispecchiano pienamente la poetica del regista: la fragilità dell’essere umano, la tensione verso l’assoluto, il conflitto tra destino e libero arbitrio, la dimensione quasi allucinata del viaggio interiore. Noah fonde mito, psicologia e morale, trasformando la Bibbia in una riflessione contemporanea sul fanatismo, sull’ecologia e sulla responsabilità etica. Nel resto dell’articolo verrà proposta una spiegazione dettagliata del finale, fondamentale per comprendere il senso ultimo di questa audace versione aronofskyana del Diluvio Universale.

Noah recensione film

La trama di Noah

In un mondo segnato dall’odio e dal dolore, il mite Noè riceve in sogno un misterioso messaggio divino, che lo spinge a fare visita al nonno Matusalemme. L’anziano gli rivelerà di come il Creatore lo abbia scelto per costruire un’arca e portare in salvo la sua famiglia e due esemplari di ogni specie animale. Solo loro dovranno salvarsi dall’imminente diluvio universale che spazzerà via tutto il male. Sconcertato da quella notizia, Noè decide di intraprendere da subito la costruzione dell’arca, aiutato dalla moglie Naameh e dai figli Sem, Cam, Jafet e dall’adottiva Ila. Pericoli esterni, però, non tarderanno ad arrivare.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto, l’ordine dentro l’Arca crolla mentre la tempesta infuria e le fratture familiari esplodono. Tubal-cain, salito clandestinamente a bordo, approfitta del caos per manipolare Ham e spingerlo contro il padre, alimentando la rabbia del ragazzo per la morte di Na’el. Intanto Ila rivela la sua gravidanza e Noah interpreta la fine della pioggia come un segno divino: la bambina dovrà morire per impedire all’umanità di ripetere i propri peccati. Questa decisione irrigidisce ulteriormente i rapporti e rende l’Arca un luogo di tensione crescente, pronto a deflagrare.

Mentre Ila entra in travaglio e l’Arca approda contro una montagna, lo scontro fra Noah e Tubal-cain raggiunge il culmine, con Ham costretto a scegliere da che parte stare. La morte di Tubal-cain per mano del ragazzo rompe il legame manipolatorio e ristabilisce un fragile equilibrio. Noah raggiunge Ila per compiere il sacrificio annunciato, ma la vista delle gemelle appena nate lo disarma: invece dell’oscurità prevista, prova solo amore. Dopo lo sbarco, sopraffatto dalla vergogna per ciò che stava per fare, Noah si isola e affoga il tormento nel vino, convinto di aver tradito il Creatore.

Noah film

Il finale esprime la tensione centrale del film: l’uomo diviso tra obbedienza assoluta al divino e impulso emotivo verso la vita che genera. Noah arriva a interpretare il suo ruolo come quello di un giudice severo incaricato di chiudere definitivamente il ciclo dell’umanità. Ma la nascita delle gemelle ribalta la sua prospettiva: la misericordia prevale sulla punizione, rivelando il limite dell’interpretazione letterale della volontà superiore. La sua decisione di non ucciderle rappresenta il rifiuto di un estremismo morale che annulla l’umanità stessa, aprendogli la strada verso una possibile redenzione.

Questo epilogo porta a compimento i temi cardine del film: responsabilità, libero arbitrio e ambiguità del rapporto tra uomo e divinità. Noah scopre che la vera prova non era sterminare la corruzione, ma riconoscere la complessità dell’essere umano. Ham, scegliendo di uccidere Tubal-cain, chiude il cerchio della vendetta e spezza l’influenza distruttiva del tiranno, segnando un passaggio maturativo doloroso. La riconciliazione finale con la famiglia mostra come il rinnovamento non sia imposto da un disegno superiore, ma costruito attraverso scelte difficili e profondamente umane.

Il film ci lascia così con un messaggio che mescola fede, colpa e speranza: la rinascita non dipende dalla distruzione totale, ma dalla capacità di scegliere la compassione quando tutto sembra spingere verso la violenza. L’umanità è fragile e fallibile, ma proprio per questo capace di trasformazione. Noah, pur tormentato, riafferma la necessità di custodire il mondo come un dono e una responsabilità. La benedizione finale del Creatore, simboleggiata dall’arcobaleno, non è la ricompensa per l’obbedienza cieca, ma il riconoscimento del valore delle scelte compiute con cuore umano.

Assassin’s Creed: Netflix ha trovato il protagonista della sua serie live action

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Toby Wallace (Euphoria, Bikeriders) è diventato il primo attore ufficialmente scelto come personaggio fisso nella serie live-action Netflix di Assassin’s Creed, basata sul franchise di videogiochi più venduto di Ubisoft.

Si dice che Wallace interpreterà il ruolo di co-protagonista in Assassin’s Creed, un thriller adrenalinico incentrato sulla guerra segreta tra due fazioni oscure: una determinata a determinare il futuro dell’umanità attraverso il controllo e la manipolazione, mentre l’altra lotta per preservare il libero arbitrio. La serie segue i suoi personaggi, che si dice siano diversi da quelli dei videogiochi, attraverso eventi storici cruciali, mentre combattono per plasmare il destino dell’umanità.

La serie nasce da un accordo che Netflix ha firmato con Ubisoft nel 2020. La produzione dovrebbe iniziare nel 2026 in Italia, che a quanto ho sentito dire fungerà da ambientazione della serie, anche se il periodo storico esatto non è chiaro.

Assassin's CreedRoberto Patino e David Wiener sono gli showrunner. Sono produttori esecutivi insieme a Gerard Guillemot, Margaret Boykin, Austin Dill, Genevieve Jones per Ubisoft Film & Television e Matt O’Toole. Con oltre 230 milioni di copie vendute, il franchise di Assassin’s Creed è una delle serie più vendute nella storia dei videogiochi.

Questo progetto segna il ritorno di Toby Wallace su Netflix, dove in precedenza aveva recitato nella serie drammatica YA The Society del 2019. Ha recentemente terminato le riprese di Euphoria per HBO come personaggio fisso della terza stagione.

Tra i film più recenti di Wallace figurano The Bikeriders di Jeff Nichols al fianco di Tom Hardy, Jodie Comer e Austin Butler, Eden di Ron Howard al fianco di Jude Law e Sydney Sweeney, Inside di Charles Williams con Guy Pearce, così come Last Days di Jusin Lin.

In TV, Wallace ha recitato anche nella miniserie di Danny Boyle, Pistol, trasmessa su Hulu e trasmessa su FX, in cui ha interpretato il chitarrista dei Sex Pistols, Steve Jones. L’australiano Wallace, vincitore del premio AACTA come miglior attore protagonista nel 2020 e del premio Marcello Mastroianni come miglior giovane attore emergente nel 2019 alla Mostra del Cinema di Venezia per Babyteeth, è rappresentato da CAA, 3 Arts, CP Artist Management e Sloane Offer.

La scena post-credits del Dottor Destino ne I Fantastici Quattro finalmente spiegata (e cosa significa per Doomsday)

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I Fantastici Quattro: Gli Inizi ha ripetutamente confermato l’esistenza di Latveria, ma non ha rivelato se la Prima Famiglia Marvel abbia mai incontrato il Dottor Destino.

Nella scena a metà dei titoli di coda del film, girata sul set di Avengers: Doomsday dai Fratelli Russo, siamo stati trasportati cinque anni nel futuro, con il Dottor Destino che si teletrasporta nel Baxter Building. Inginocchiato di fronte al giovane Franklin Richards, il cattivo teneva la maschera in una mano e sembrava toccare delicatamente il braccio del ragazzo con l’altra, dopo aver sollevato la mano di Franklin verso, presumibilmente, il suo volto sfregiato.

Ci ha lasciato con più domande che risposte e non sarà completamente spiegato finché non sarà contestualizzato da Avengers: Doomsday il prossimo dicembre. Tuttavia, potremmo avere ulteriori informazioni oggi, per gentile concessione dello scooper @MyTimeToShineH.

Secondo l’insider, Franklin ricorda a Destino “suo figlio”. Sebbene si possa affermare con certezza che Victor Von Destino sia lì per rapire Franklin – i suoi poteri di creare nuove realtà promettono di essere fondamentali nel piano del cattivo di governare il Multiverso – questo spiega in gran parte perché il momento fosse tanto toccante quanto sinistro.

Possiamo solo fare delle ipotesi su cosa questo significhi per Avengers: Doomsday, ma è comunque piuttosto strano che Destino mostri il suo volto orribilmente sfregiato a un bambino. Tuttavia, visto che Franklin non sembra turbato, e se Destino fosse lì in cerca dell’aiuto dei Fantastici Quattro? E se la maschera fosse solo cerimoniale e il suo volto non fosse sfregiato in questa fase?

Robert Downey Jr.
Robert Downey Jr. sarà Dottor Destino in Avengers: Doomsday. Gentile Concessione Disney – (Photo by Jesse Grant/Getty Images for Disney)

Se la variante Terra-828 del personaggio governa la Latveria con la moglie e il figlio al suo fianco, potrebbe essere per questo che tratta Franklin con tanta cura. Tuttavia, se dovesse seguire uno scontro con i Fantastici Quattro, insieme alla distruzione di questa realtà in un evento di Incursione, allora potremmo teorizzare che questo sia il momento in cui Destino si ritroverà con le sue cicatrici e, in definitiva, con il costume e la maschera molto diversi che abbiamo visto nelle immagini promozionali.

Qualcosa del genere dà anche a Destino un motivo per odiare Reed Richards, dato che la loro relazione nell’MCU non è stata ancora minimamente affrontata. Sebbene questa voce chiarisca alcuni dei nostri più grandi interrogativi riguardanti I Fantastici Quattro: Gli Inizi, è chiaro che c’è ancora molto che non sappiamo con l’avvicinarsi di Avengers: Doomsday.

All’inizio di quest’anno, al regista Matt Shakman è stato chiesto perché il suo film non si collegasse all’anticipazione dei Fantastici Quattro di Thunderbolts*. “Anche quella scena dei titoli di coda è stata creata, sai, relativamente tardi nel mio processo creativo, quindi non era qualcosa che conoscevo perché non era ancora stata creata quando stavo lavorando alla sceneggiatura, capisci?”

Ha aggiunto: “Uso spesso la metafora di una staffetta, sai, giusto? Passi il testimone, percorri la tua parte il più velocemente e con più impegno possibile, fai del tuo meglio con la tua versione dei Fantastici Quattro – Terra 828, questo mondo – e poi passi il testimone, in questo caso ai fratelli Russo.”

Avengers: Doomsday vede ufficialmente la partecipazione di Robert Downey Jr., Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn, Ebon Moss-Bachrach, Anthony Mackie, Xochitl Gomez, Iman Vellani, Dominique Thorne e molti altri.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, con Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn, Ebon Moss-Bachrach, Ralph Ineson, Julia Garner, Natasha Lyonne e John Malkovich.

Avengers: Doomsday uscirà il 18 dicembre 2026, mentre Avengers: Secret Wars è previsto per il 17 dicembre 2027.

Eva Green: 10 cose che non sai sull’attrice

Eva Green è considerata una delle donne più sexy del mondo e una delle attrici più talentuose del cinema. Dopo aver studiato recitazione per anni, ha avuto il suo grande successo internazionale con Bernardo Bertolucci in The Dreamers. Attrice francese e modella, ha costruito una carriera sofisticata e misteriosa, amata anche per la sua riservatezza e il suo fascino dark.

Ecco, allora, dieci cose che non sapevate di Eva Green.

Eva Green: film e carriera

1. Eva Green è un’attrice francese. Il primo film di Eva Green è stato The Dreamers – I sognatori. Dopo il film di Bertolucci, la Green ha preso parte al cast di film come Arsenio Lupen (2004), in Le crociate – Kingdon of Heaven (2005) e Casino Royale (2006), diventando la quinta attrice francese ad interpretare una bond girl. Successivamente recita in La bussola d’oro (2007), Franklyn (2008) e Womb (2010).  Nel 2012 viene scritturata per essere l’antagonista del film Dark Shadows di Tim Burton, con Johnny Depp e Helena Bonham Carter. Ha poi recitato in 300 – L’alba di un impero (2014), Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali (2016), Quello che non so di lei (2017) e Dumbo (2018).

Eva Green ha interpretato Milady nei film I tre Moschettieri – D’Artagnan e I tre Moschettieri – Milady (entrambi del 2023), un altro personaggio di grande fascino nell’immaginario collettivo. Nel 2024 ha recitato in Dirty Angels, film d’azione diretto da Martin Campbell.

Eva Green Film

2. Ha recitato anche per la televisione. La Green si è negli anni dedicata anche alla televisione, recitando da prima in alcuni episodi della serie Camelot (2011), per poi ottenere il ruolo di Vanessa Ives in Penny Dreadful (2014-2016), serie che le permette di ottenere ulteriore popolarità e numerosi premi. Nel 2020 ha invece recitato nella miniserie I Luminari – Il destino nelle stelle. Torna a recitare per la televisione nella serie Liaison. E’ del 2025 la notizia che Eva Green sarà nel cast di Mercoledì – Stagione 3.

3. Ha numerosi progetti in cantiere. L’attrice è coinvolta in nuove produzioni come Diamond Shitter, un titolo dal tono più sperimentale, e Just Play Dead, un thriller dal taglio ironico e dark. Tra i progetti più attesi figura anche Blood on Snow, adattamento del romanzo di Jo Nesbø, che vedrà Eva Green in un ruolo complesso e affascinante. Questi titoli confermano la sua volontà di spaziare tra generi diversi e interpretazioni sempre più intense.

Eva Green partner

Eva Green in The Dreamers

4. Ad Eva Green era stato sconsigliato di girare The Dreamers. Il film di Bernardo Bertolucci del 2003 è stato il debutto cinematografico di Eva Green, film per il quale ha studiato per due mesi con un coach inglese per perfezionare meglio la lingua. Con questo film la Green ha raccolto molti consensi positivi, attirando anche una notevole attenzione dal pubblico maschile per le sue scene di nudo frontale in diverse scene del film. Per il ruolo di Isabelle, la sua famiglia e il suo agente le avevano consigliato di rifiutare, per paura che la sua carriera potesse avere lo stesso destino di quella di Maria Schneider dopo Ultimo tango a Parigi.

Eva Green in Casino Royale

5. Ha ottenuto grandi lodi per il suo ruolo. Grazie a Casino Royale, Eva Green è stata nominata la ventesima donna più sexy del mondo da Maxim. Capelli corvini, occhi chiari, fisico statuario e un tocco di malizia hanno reso Eva Green una delle donne più sexy del mondo. Certamente la sua carica erotica è stata messa in luce da The Dreamers, ma con il corso degli anni è riuscita ad affinarla e ad essere quasi inconsapevolmente hot. Grazie a queste qualità, nel 2007 è diventata testimonial del profumo Midnight Poison di Dior, è stata modella per Armani e Lancôme e nel 2015 è stata scelta come protagonista per il calendario Pirelli.

6. Compare nel film solo dopo molto tempo dall’inizio. Nonostante sia indicata come una dei principali protagonisti del film, la Green nel ruolo di Vesper Lynd compare solamente dopo cinquantotto minuti dall’iinzio del film. Ciò non le ha impedito di affermarsi come un personaggio molto amato e tra i più amati di quelli presenti nei nuovi film. Ancora oggi molti fan non mancano di manifestare una certa nostalgia di lei, dimostrando il grande impatto avuto dal personaggio.

Eva Green in Sin City

7. Non ha avuto problemi con le scene di nudo. A Eva Green è stato chiesto se avesse mai avuto qualche trepidazione a mostrarsi così tanto nuda nel film Sin City – Una donna per cui uccidere. A riguardo, l’attrice ha dichiarato “Qualsiasi attore e qualsiasi attrice è molto nervoso quando dobbiamo fare quel tipo di scena. Il modo in cui il mio personaggio usa la sessualità per ottenere uomini e usa gli uomini non è gratuito, fa parte del suo carattere. Ma è anche non realistico. È arte. Robert lo illumina in questo modo. Mi ha promesso che ci sarebbero state molte ombre e cose e che le cose sarebbero state aggiunte in post. Questo è stato molto importante per me”.

Eva Green: chi è suo marito

8. È molto riservata. Riguardo la sua vita sentimentale, l’attrice è sempre stata il più riservata possibile. Si sa che è stata legata per 5 anni, dal 2005 al 2009, a Marton Csokas, attore neozelandese che ha vestito i panni di Celeborn nella trilogia di Il signore degli anelli e che ha recitato in Le crociate – Kingdom of Heaven, dove ha conosciuto appunto Eva Green, Alice in Wonderland, Sin City e molti altri. Alcuni rumors vociferavano anche di una relazione con Tim Burton, con il quale l’attrice ha lavorato in Dark Shadow, Miss Peregine – La casa dei ragazzi speciali e Dumbo, ma nessuno dei due ha mai confermato né smentito. Attualmente, dunque, non si sa se la Green abbia o meno un partner.

Eva Green è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da un milione di followers. Su questo, con oltre 900 post, l’attrice è solita pubblicare immagini di vario genere. Queste spaziano da momenti di svago in compagna di amici o della sua famiglia sino alla promozione dei suoi progetti cinematografici e televisivi. Seguendo il suo profilo, dunque, si potrà essere sempre aggiornati sulle sue attività.

Eva Green: età, altezza e cognome dell’attrice

10. Eva Green è nata a Parigi, in Francia, il 6 luglio del 1980. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri. Il cognome di Eva non andrebbe pronunciato all’inglese, ma alla svedese in grain/greyne. Il cognome paterno Green deriva alla parole svedese gren che significa ramo d’albero.

Fonti: IMDb

Wicked 3 è diventato molto più probabile dopo il nuovo aggiornamento di Universal

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Un terzo film Wicked potrebbe effettivamente vedere la luce dopo l’importante aggiornamento della Universal. Il primo film Wicked, uscito nel novembre 2024, ha incassato 759 milioni di dollari al botteghino, mentre il sequel, Wicked: For Good, ha guadagnato oltre 223 milioni di dollari in meno di una settimana dalla sua uscita nelle sale.

Il direttore marketing della Universal Pictures, Michael Moses, ha dichiarato in un’intervista a Vulture che lo studio sta attualmente valutando come espandere il franchise di Wicked. Ha affermato: “Grazie al successo di Wicked, ma anche al sostegno dei fan, abbiamo quasi la responsabilità di capire come continuare in questo universo”.

Per quanto riguarda la trama di un potenziale Wicked 3, Moses ha ammesso che si tratta ancora di un grande punto interrogativo. “Abbiamo già trovato una soluzione? No. Ma ci sono cose in corso”, ha anticipato.

I due film Wicked sono stati adattati dall’omonimo musical di Broadway, a sua volta basato sul romanzo di Gregory Maguire del 1995 Wicked: The Life and Times of the Wicked Witch of the West. L’autore ha continuato ad ampliare la sua versione di Oz con tre sequel: Son of a Witch, A Lion Among Men e Out of Oz.

Una volta completata la serie, Maguire ha deciso di non abbandonare ancora quel mondo. Negli ultimi cinque anni ha pubblicato una trilogia ambientata a Oz dopo la serie Wicked, intitolata Another Day, che comprende i libri The Brides of Maracoor, The Oracle of Maracoor e The Witch of Maracoor.

Maguire ha anche esplorato le trame precedenti a Wicked attraverso il prequel Elphie: A Wicked Childhood, e ha appena annunciato che nel 2026 pubblicherà un altro prequel intitolato Galinda: A Charmed Childhood.

Ci sono molte storie esistenti nell’universo di Oz di Maguire che la Universal potrebbe esplorare. Al momento non è chiaro se lo studio stia seriamente valutando l’adattamento di un altro libro di Maguire o se stia prendendo in considerazione un’idea completamente diversa.

Prima dell’aggiornamento di Moses, il compositore, paroliere e produttore esecutivo di Wicked, Stephen Schwartz, aveva già accennato a una nuova idea per una storia che mantenesse vivo l’interesse dei fan per il mondo di Oz. Ha riconosciuto gli altri libri di Maguire su Oz e ha aggiunto che lui e la co-sceneggiatrice del film Winnie Holzman stanno valutando un’altra idea che non sarebbe un sequel.

Sia Schwartz che Holzman sono stati coinvolti in modo integrale nel musical di Broadway, con il primo che ha composto e scritto i testi e la seconda che ha scritto la sceneggiatura (o il libro, come è noto nella comunità teatrale).

I produttori di Wicked, compreso Schwartz, hanno già chiarito che la storia di Elphaba e Glinda è finita, quindi qualsiasi espansione del franchise probabilmente non sarebbe incentrata su di loro, a meno che non decidessero di adattare uno dei prequel e di scritturare attori più giovani per sostituire Cynthia Erivo e Ariana Grande.

I due film Wicked sono stati estremamente redditizi per la Universal, quindi non sorprende affatto che i dirigenti chiedano a gran voce di espandere il franchise, anche se una parte dei fan teme che Wicked 3 possa rovinare ciò che ha reso speciale la storia in primo luogo.

Non sarebbe una continuazione della storia raccontata in Wicked e Wicked: For Good, ma piuttosto un tentativo da parte dei realizzatori di esplorare ancora di più il mondo di Oz e, nel frattempo, guadagnare molti più soldi.

Il tanto atteso sequel de I Peccatori sarà l’ultima cosa che ti saresti aspettato

Probabilmente I Peccatori (Sinners) di Ryan Coogler non avrà un sequel live-action nel prossimo futuro, ma ciò non significa che non possa continuare in un formato diverso. I Peccatori di Ryan Coogler si distingue in un panorama dominato da spettacoli di supereroi e sequel di franchise, offrendo una storia autonoma e completamente originale. Con un solo film, Sinners crea un mondo ricco e pieno di potenziale per storie future.

Ryan Coogler ha scelto di realizzare I Peccatori proprio per prendersi una pausa dalla produzione di film di franchise, dopo le produzioni su larga scala di Creed e Black Panther. Coogler voleva raccontare una storia personale libera dalla costruzione di un universo da parte dello studio. Per lo stesso motivo, un sequel di I Peccatori sembra improbabile nel prossimo futuro. Fortunatamente, l’universo di I Peccatori non ha bisogno di un altro film live-action per continuare a crescere.

Ryan Coogler conferma che un sequel a fumetti di I Peccatori è possibile

Michael B. Jordan in I peccatori
Foto di Courtesy of Warner Bros. – © Warner Bros.

I Peccatori potrebbe continuare in forma di fumetto prima del previsto

In un episodio del podcast ufficiale Heroes Journey di CBR, al regista di I Peccatori Ryan Coogler è stato chiesto se fosse stato contattato per espandere il suo nuovo universo cinematografico. Coogler rivela che, in effetti, non solo ha avviato le prime trattative per un seguito di I Peccatori, ma ha anche preso in considerazione l’idea di espandere il mondo di I Peccatori in forma di fumetto. Coogler dice:

“Molti degli storyboard artist con cui lavoro sono appassionati di fumetti. Uno dei miei artisti mi ha raccontato che qualcuno gli aveva chiesto informazioni al riguardo. Si trattava di Louis (Gonzales). Qualcuno aveva chiesto a Louis… stavano guardando i suoi storyboard e gli hanno detto: ‘Ehi, c’è un fumetto qui?’. Quindi sì, è una domanda che è già stata fatta in passato, questo è certo”.

Anche se I Peccatori non è esattamente il tipo di film che dà vita a un franchise, ha un grande potenziale per storie future. Un sequel diretto che segue i personaggi principali, un prequel che segue i gemelli nella prima guerra mondiale o uno spin-off incentrato su Remmick o sui cacciatori Choctaw sono tutte idee degne di un film che potrebbero funzionare anche in formato fumetto. Franchise come Predator, Godzilla, Supernatural e persino The Rocky Horror Picture Show hanno recentemente fatto il salto nel mondo dei fumetti.

I Peccatori è perfetto per un franchise multimediale

I Peccatori

I Peccatori sembra il tipo di film basato su un fumetto cult

I Peccatori sembra il tipo di film che dovrebbe avere la dicitura “Basato sul romanzo grafico” nei titoli di testa. Come il crudo Sin City, Oldboy o Snowpiercer, I Peccatori possiede le immagini drammatiche e i personaggi moralmente rovinati di un’opera d’arte di Frank Miller o Alan Moore. Poiché possiede già l’identità creativa di un adattamento di un fumetto cult, il passaggio di Sinners ai fumetti sarebbe abbastanza facile da realizzare.

Non tutti i fumetti devono necessariamente eguagliare la portata sconvolgente degli universi Marvel e DC. Alcuni dei fumetti più popolari e acclamati hanno successo proprio perché rimangono con i piedi per terra. Graphic novel come Road to Perdition e A History of Violence hanno dimostrato che una narrazione contenuta, simile a quella di un film, può offrire lo stesso livello di tensione e realismo di un film live-action.

I Peccatori è praticamente costruito per continuare in qualsiasi mezzo grazie al suo mondo suggestivo e alla sua narrazione apparentemente semplice ma profondamente stratificata. I Peccatori, con il suo noir spietato e le sue immagini surreali, è fatto su misura per un prestigioso sequel o prequel televisivo live-action. Altrimenti, una serie televisiva animata per adulti o una miniserie a fumetti di dodici o sei numeri potrebbero ottenere lo stesso risultato.

Mercoledì – Stagione 3: Eva Green per il ruolo di zia Ofelia

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Mercoledì – Stagione 3 ha trovato la sua zia Ophelia: Eva Green che si unisce alla dark comedy Netflix come personaggio fisso nella terza stagione.

Il personaggio era stato accennato negli ultimi istanti del finale della seconda stagione, che mostrava la nuca di Ophelia. Il casting di Green (“Casino Royale”) smentisce le speculazioni dei fan secondo cui il personaggio di Lady Gaga, Rosalyn Rottwood, potesse essere Ophelia.

Ophelia Frump è la sorella di Morticia Addams, interpretata da Catherine Zeta-Jones. Fu internata a Willow Hill dalla madre, Hester Frump (Joanna Lumley), prima di fuggire dall’ospedale psichiatrico. Alla fine della seconda stagione, Wednesday (Jenna Ortega) legge il diario di Ophelia, datole da Morticia, e ha una visione di una donna con lunghi capelli biondi e una corona di fiori. La visione si fa oscura quando si scopre che Ofelia è tenuta prigioniera in una cella nella villa di Hester, dove indossa un abito rosso e scrive sul muro con il sangue: Mercoledì deve morire”.

“Sono entusiasta di unirmi al mondo tristemente contorto di Mercoledì nei panni di Zia Ofelia”, ha dichiarato Green in una nota. “Questa serie è un mondo così deliziosamente oscuro e spiritoso, non vedo l’ora di portare il mio tocco di follia alla famiglia Addams”.

Jenna Ortega in Mercoledì - stagione 2 parte 2
© Netflix

Mercoledì è uno dei più grandi successi di Netflix di sempre, con la prima stagione al primo posto nella classifica TV mondiale. La serie, basata sui personaggi creati da Charles Addams, vede la partecipazione anche di Emma Myers, Hunter Doohan, Joy Sunday, Moosa Mostafa, Georgie Farmer, Isaac Ordonez, Billie Piper, Luyanda Unati Lewis-Nyawo, Victor Dorobantu, Evie Templeton, Luis Guzmán e Fred Armisen.

Scarpetta: serie crime thriller di Prime Video con Nicole Kidman

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Prime Video ha rilasciato le prime immagini di Scarpetta, una nuova serie crime thriller sviluppata e scritta da Liz Sarnoff e basata sui libri bestseller di Patricia Cornwell, incentrati sul personaggio di Kay Scarpetta. Con oltre 120 milioni di copie vendute in tutto il mondo dall’esordio del personaggio nel 1990, questo adattamento segna la fine di decenni di attesa, portando finalmente sullo schermo l’amata patologa forense. Scarpetta debutterà l’11 marzo 2026, in esclusiva su Prime Video in oltre 240 paesi e territori nel mondo. La serie è prodotta da Amazon MGM Studios e Blumhouse Television in collaborazione con Blossom Films, Comet Pictures e P&S Projects.

Scarpetta porta sullo schermo l’iconico personaggio letterario di Patricia Cornwell in un’emozionante serie con Nicole Kidman nel ruolo della “dottoressa Kay Scarpetta”. Con mani abili e uno sguardo penetrante, questo implacabile medico legale è pronto a diventare la voce delle vittime, smascherare un serial killer e dimostrare che il caso che gli ha dato la notorietà 28 anni prima non si rivelerà essere anche la sua rovina. Ambientata nel mondo delle odierne indagini forensi, la serie va oltre le scene del crimine per approfondire la complessità psicologica sia dei colpevoli che degli agenti di polizia. Il risultato è un thriller dalle molteplici sfaccettature che riflette sul prezzo da pagare quando si persegue la giustizia a tutti i costi.

Dalla sceneggiatrice, executive producer e showrunner candidata agli Emmy Liz Sarnoff (Barry, Lost), arriva Scarpetta, un’emozionante serie crime thriller che si svolge su due diverse linee temporali. Questa doppia narrazione esplora il percorso personale e professionale di “Kay Scarpetta” (Nicole Kidman), dai suoi esordi alla fine degli anni ’90 come capo medico legale al presente, quando fa ritorno nella sua città natale per riassumere il suo precedente incarico e indagare su un raccapricciante omicidio. Mentre cerca di ottenere giustizia, Scarpetta dovrà destreggiarsi tra relazioni complicate, tra cui il rapporto conflittuale con sua sorella “Dorothy Farinelli” (Jamie Lee Curtis), affrontare rancori professionali e personali di vecchia data e segreti che minacciano di distruggere tutto ciò che ha costruito.

L’attrice Premio Oscar Nicole Kidman (Expats) è il medico legale “Kay Scarpetta,” mentre la Premio Oscar Jamie Lee Curtis (The Bear) interpreta sua sorella “Dorothy Farinelli”. Nel ruolo del detective “Pete Marino” troviamo il vincitore dell’Emmy Award Bobby Cannavale, mentre il candidato all’Emmy Simon Baker (The Mentalist) è il profiler dell’FBI “Benton Wesley” e l’attrice Premio Oscar Ariana DeBose (West Side Story) interpreta “Lucy Watson”, la nipote di Kay, esperta di tecnologia. La doppia linea temporale della serie è arricchita dalla presenza nel cast di Rosy McEwen (Blue Jean), Amanda Righetti (The Mentalist), Jake Cannavale (The Offer) e Hunter Parrish (Weeds), che interpretano rispettivamente le versioni più giovani dei personaggi di Kidman, Curtis, Cannavale e Baker.

Scarpetta vede, in qualità di executive producer, Nicole Kidman e Per Saari per Blossom Films, Jamie Lee Curtis per Comet Pictures, la scrittrice e showrunner Liz Sarnoff per Sarnoff TV, l’autrice Patricia Cornwell per P&S Projects, insieme a Jason Blum, Jeremy Gold, Chris Dickie, e Chris McCumber per Blumhouse Television. David Gordon Green ha diretto cinque episodi e figura, inoltre, tra gli executive producer insieme ad Amy Sayres. La serie è prodotta da Amazon MGM Studios e Blumhouse Television in associazione con Blossom Films, Comet Pictures, e P&S Projects.

Amadeus: il trailer della nuova serie Sky Original

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Rilasciato il trailer ufficiale della serie Sky Original AMADEUS, con Will Sharpe (Giri/Haji, The White Lotus) nei panni del prodigio musicale Wolfgang “Amadeus” Mozart, Paul Bettany (WandaVisionA Very British Scandal) nel ruolo dell’invidioso compositore di corte Antonio Salieri e Gabrielle Creevy (In My SkinBlack Doves) nel ruolo di Constanze Weber, la moglie di Mozart. La serie, i cui primi due episodi apriranno, l’1 dicembre, la trentacinquesima edizione del Noir In Festival di Milano, arriverà dal 23 dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Basata sull’acclamata opera teatrale di Peter Shaffer, audacemente adattata da Joe Barton (Black DovesGiri/HajiProgetto Lazarus), questa spettacolare rivisitazione in cinque episodi esplora l’ascesa fulminea e la leggendaria caduta di uno dei compositori più iconici del XVIII secolo: il virtuoso, la rockstar Wolfgang “Amadeus” Mozart.

Quando il venticinquenne Amadeus arriva nella vivace Vienna del Settecento, non più un bambino prodigio e alla ricerca di libertà creativa, il suo mondo si intreccia con due figure cruciali: la futura moglie Constanze Weber, pronta a sostenerlo con ostinata lealtà, e il devotissimo compositore di corte Antonio Salieri. Mentre il genio di Amadeus continua a fiorire nonostante i suoi demoni interiori, una reputazione controversa e lo scetticismo della corte conservatrice, Salieri si sente sempre più tormentato da ciò che appare come un dono divino. Amadeus minaccia tutto ciò che Salieri considera sacro: il suo talento, la sua reputazione e persino la sua fede in Dio. Salieri giura di distruggerlo. Ciò che inizia come una rivalità professionale si trasforma in un’ossessione profonda e personale, destinata a durare trent’anni, culminando in una confessione di omicidio e in un disperato tentativo di legare per sempre il proprio nome all’eredità di Mozart.

Accanto a Will Sharpe, Paul Bettany e Gabrielle Creevey, un grande cast corale: Rory Kinnear (The DiplomatSkyfall) nel ruolo dell’Imperatore Giuseppe, Lucy Cohu (Becoming Jane) è Cecilia Weber, Jonathan Aris (The Sixth Commandment) interpreta Leopold Mozart, Ényì Okoronkwo (Renegade NellProgetto Lazarus) è Da Ponte, Jessica Alexander (La sirenetta) è Katerina, Hugh Sachs (Bridgerton) interpreta Von Strack, Paul Bazely (Such Brave Girls) è Von Swieten, Rupert Vansittart (Il Trono di Spade) è Rosenberg, Anastasia Martin (In From The Cold) interpreta Aloysia Weber, Nancy Farino (Masters of the Air) è Josepha Weber, Olivia-Mai Barrett (Invasion) è Sophie Weber e Viola Prettejohn (The Crown) veste i panni della Principessa Elisabetta, mentre Jyuddah Jaymes (Erano ragazzi in barcaHijack – Sette ore in alta quota) interpreta Franz Süssmayr.

AMADEUS è prodotta da Two Cities Television (parte di STV Studios) in collaborazione con Sky Studios. Megan Spanjian è produttrice esecutiva per Sky Studios. Michael Jackson (Patrick Melrose) e Stephen Wright (Blue Lights) sono produttori esecutivi per Two Cities Television. Il produttore esecutivo della serie è John Griffin. Julian Farino (Giri/Haji – Dovere/Vergogna) e Alice Seabright (ChloeSex Education) sono i registi. Barton, Sharpe, Bettany e Farino figurano come produttori esecutivi. Seabright è anche Co-Executive Producer. NBCUniversal Global TV Distribution si occupa delle vendite internazionali della serie per conto di Sky Studios.

AMADEUS | Dal 23 dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW

Zootropolis 2: recensione del film Disney

C’è voluto più del previsto, ma alla fine Judy Hopps e Nick Wilde sono tornati sul grande schermo per Zootropolis 2! Era il 2016 quando Zootropolis (qui la recensione) si affermava come il film animato Disney dell’anno, conquistando il pubblico grazie ai suoi carismatici protagonisti, un’idea narrativa forte e gag entrate ormai nell’immaginario collettivo. Il successo è stato consacrato poi dalla vittoria del premio Oscar come Miglior film d’animazione. Quel film, tuttavia, aveva il merito di reintrodurre una serie di discorsi sociali e politici in un contesto da film per famiglie.

Si parla infatti di differenze di classe e di specie, di soprusi dei più forti e rivincite dei più piccoli. Il mondo popolato da animali antropomorfi concepito in casa Disney ben si presta a questo tipo di tematiche, che vengono così riproposte anche nel sequel, diretto da Jared Bush e Byron Howard. Come avvenuto per Inside Out 2 e Oceania 2, c’è voluto un po’ per poter vedere questo Zootropolis 2, ma l’attesa è ben ripagata da un secondo capitolo che diverte ed emoziona, lanciando nuovi moniti su questioni che trovano corrispettivi molto attuali nel nostro presente.

La trama di Zootropolis 2

Nel nuovo film d’animazione Zootropolis 2, i poliziotti alle prime armi Judy Hopps e Nick Wilde si trovano ora sulle tracce di un grande mistero quando il serpente Gary De’Snake arriva a Zootropolis e mette sottosopra la città animale. Il rettile afferma di voler ristabilire l’onore della sua famiglia, cosa che spinge i due agenti a chiedersi cosa si nasconda nella leggenda della fondazione di Zootropolis. Per risolvere il caso, i due, sotto copertura, sono costretti ad avventurarsi in nuove e inaspettate aree della città, dove la loro continua collaborazione verrà però messa alla prova come mai prima d’ora.

Judy Hopps e Nick Wilde in Zootropolis 2
Cortesia di Disney

Alla scoperta di Zootropolis

Dopo il primo film, la speranza dei fan era che un sequel portasse ad esplorare quegli ambienti così variegati della città che dà il titolo al film e che nel primo erano solo accennati. Era forse anche scontato che il sequel prendesse questa direzione, piuttosto doverosa non solo per mostrare qualcosa di nuovo quanto per aprire ulteriormente la portata del suo racconto. Ci allontaniamo dunque dalle strade della metropoli animale per andare ad esplorare ambienti come quello desertico, quello innevato e quello umido in cui prosperano tutta una serie di nuovi animali, a partire dai rettili.

I due registi e il loro folto team di animatori (guarda la nostra intervista ad Alessandro Jacomini, Lighting Artist del film) si sono così potuti sbizzarrire sul proporre nuovi scenari, che sa da un lato permettono a Zootropolis 2 di poter contare su un effetto novità, dall’altro offrono quella varietà iconografica che permette al racconto di risultare dinamico e non ripetitivo. Aiutano in questo anche una serie di nuovi animali, dal serpente al gatto delle nevi, dal castoro al tricheco, fino al ritorno dei più amati del film precedente (il bradipo Flash su tutti). Ognuno con il proprio momento di gloria, i personaggi continuano a dimostrarsi elemento ben pensato e caratterizzato di questo franchise, proponendo anche stavolta gag particolarmente riuscite e divertenti.

Infine, fa sempre una certa impressione notare quanto l’animazione abbia compiuto passi da gigante anche a pochi anni di distanza. Lo si afferma spesso, ma lo si comprende in modo più incisivo nel momento in cui si guarda l’uno dopo l’altro il primo Zootropolis e questo sequel, che gode di una cura del dettaglio e del realismo che si fa sempre più strabiliante. Ancor più colorato e vivace del film del 2016, Zootropolis 2 è l’ennesima gioia per gli occhi proposta dalla Disney, che riesce qui a non risultare pigra come invece avviene in alcuni altri suoi lavori.

Zootropolis 2 Disney
Cortesia di Disney

Scontro tra popoli

Andando oltre l’impatto visivo, Zootropolis 2 – come si diceva in apertura – ha il merito di non riproporre una copia sia narrativa che tematica di quanto già proposto con il primo capitolo. Si pone invece come naturale evoluzione, spostando l’attenzione dagli stereotipi e i pregiudizi ai soprusi di certe classi sociali nei confronti di altre. Si configura così una convincente allegoria di quei popoli cacciati dai loro territori natii in nome di un espansionismo geografico e di una supposta superiorità etnica portati avanti senza alcun riguardo.

Un argomento spinoso, non solo per gli Stati Uniti e la storia della loro fondazione, quanto ormai per l’intero mondo. Esempi concreti nel nostro presente vengono alla mente in modo piuttosto veloce. Così, ancora una volta il franchise torna a parlare di comunità e coesistenza, di rispetto e uguaglianza, lanciando con il giusto linguaggio tali messaggi sia ai più piccolo che ai più grandi. Gli stessi Hopps e Wilde, qui chiamati a dover lavorare sulle loro differenze, risultano essere i primi rappresentati di quella necessità di riconoscere nella diversità il più grande punto di forza.

Così, ancora una volta la Disney riesce ad trovare una felice coniugazione tra intrattenimento e impegno politico, esplorando come la storia scritta dai “vincitori” non necessariamente sia quella dei buoni né quella da tramandare. Il franchise di Zootropolis, con i suoi animali dotati di vizi e virtù umani, si conferma il terreno più fertile e ideale – tra le tante proprietà Disney di questi anni – per affrontare simili dinamiche. Zootropolis 2 riesce in ciò in un modo ancor più complesso, sottile ed elegante rispetto al precedente film, suggerendo senza mai strillarli i propri livelli di interpretazione, affinché il pubblico possa trovare piacere non solo per gli occhi ma anche per la mente.

Matt Damon: 10 cose che forse non sai sull’attore

Matt Damon è uno degli attori più apprezzati degli ultimi trent’anni. Ma non solo: è anche uno sceneggiatore e produttore di successo. Premiato con i riconoscimenti più prestigiosi del cinema, come l’Oscar e il Golden Globe, ha sempre dimostrato il suo talento con scelte coraggiose e mai uguali tra loro, venendo apprezzato per la sua versalità e l’abilità di fare propri tutti i personaggi che interpreta. La sua lunga e gloriosa filmografia ne è una testimonianza insindacabile.

Ecco, allora, quello che forse non sapevate su Matt Damon.

I film in cui ha recitato Matt Damon

I film di Matt Damon da giovane

1. Ha recitato in celebri film. Nel 1988 debutta al cinema in Mystic Pizza, in un piccolo ruolo. Ottiene la sua prima parte importante per il film Il coraggio della verità (1996). Successivamente recita in L’uomo della pioggia (1997), Will Hunting – Genio ribelle (1997) e Salvate il soldato Ryan (1998), con i quali si consacra. In seguito recita in Il giocatore – Rounders (1998), Dogma (1999), Il talento di Mr. Ripley (1999), La leggenda di Bagger Vance (2000), Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco (2001), Gerry (2022), The Bourne Identity (2022), The Bourne Supremacy (2004), Ocean’s Twelve (2004), I fratelli Grimm e l’incantevole strega (2005), Syriana (2005), The Departed – Il bene e il male (2006), The Good Shepherd (2006), Ocean’s Thirteen (2007), The Bourne Ultimatum (2007), The Informant! (2009), Invictus – L’invincibile (2009), Green Zone (2010), Hereafter (2010), Il Grinta (2010), I guardiani del destino (2011), Contagion (2011), Promised Land (2012), Elysium (2013), Dietro i candelabri (2013) e The Zero Theorem (2013).

I film di Matt Damon oggi

Negli ultimi dieci anni l’attore ha preso poi parte ai film Monuments Men (2014), Interstellar (2015), Sopravvissuto – The Martian (2015), Jason Bourne (2016), The Great Wall (2016), Suburbicon (2017), Downsizing – Vivere alla grande (2017), Le Mans ’66 – La grande sfida (2019), La ragazza di Stillwater (2021), The Last Duel (2021), Air – La storia del grande salto (2023), Oppenheimer (2023), Drive-Away Dolls (2024) e The Instigators (2024). Nel 2026 sarà invece protagonista di Odissea di Christopher Nolan.

Matt Damon in The Bourne Identity
Matt Damon in The Bourne Identity

Matt Damon ha girato un film in Italia

Tra i film di Damon, ve ne è uno che è stato girato in diverse località italiane. Si tratta di Il talento di Mr. Ripley, le cui riprese si sono svolte a Roma, nella Penisola sorrentina, a Marina di Camerota, Procida, Ischia, Casinò di Anzio (per la scena sanremese), Venezia, Napoli (la Galleria Principe e il Teatro San Carlo), Monte Argentario, Livorno e la Chiesa della Martorana (Palermo).

I film con Matt Damon su Netflix

Sono diversi i film con Matt Damon attualmente disponibili su Netflix, a partire da uno degli ultimi da lui girato, il dramma ispirato ad una storia vera La ragazza di Stillwater. Vi è poi Jason Bourne, il quinto capitolo della saga e il quarto con protagonista Damon, i fantascientifici Interstellar ed Elysium, il fantasy The Great Wall e il film di guerra Salvate il soldato Ryan, tra i titoli che hanno contribuito alla sua fama.

I 10 film di Matt Damon che hanno incassato di più

Di seguito, ecco i 10 film dal maggior incasso nella filmografia di Matt Damon: 1. Interstellar ($673 M.) – 2. Sopravvissuto – The Martian ($630 M.) – 3. Salvate il soldato Ryan ($482 M.) – 4. Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco ($451 M.) – 5. The Bourne Ultimatum ($443 M.) – 6. Jason Bourne ($415 M.) – 7. Ocean’s Twelve ($363 M.) – 8. Ocean’s Thirteen ($311 M.) – 9. The Departed – Il bene e il male ($290 M.) – 10. The Bourne Supremacy ($289 M.).

2. Ha lavorato anche come doppiatore. Oltre a recitare davanti la macchina da presa, Damon ha lavorato anche come doppiatore, sia per film animati che per film live action. Ciò è avvenuto per Titan A.E (2000), The Majestic (2001), film con Jim Carrey dove Damon da voce a Luke Trimble, Spirit – Cavallo selvaggio (2002), Ponyo sulla scogliera di Hayao Miyazaki (2008), Inside Job (2010), dove è la voce narrante, Happy Feet 2 (2011), IF – Gli amici immaginari (2024).

Quanti Oscar ha vinto Matt Damon?

3. Vanta molteplici candidature all’Oscar. Il rapporto di Damon con gli Oscar è iniziato subito nel migliore dei modi, quando alla sua prima partecipazione nel 1998 vinse l’Oscar per la Miglior sceneggiatura di Will Hunting – Genio ribelle insieme all’amico Ben Affleck. Quello stesso anno era candidato anche come Miglior attore per il medesimo film. In seguito, Damon è stato candidato altre tre volte: come Miglior attore non protagonista per Invictus – L’invincibile, come Miglior attore per Sopravvissuto – The Martian e come produttore del Miglior film Manchester by the Sea.

The Departed - Il bene e il male Jack Nicholson Matt Damon
Jack Nicholson e Matt Damon in The Departed – Il bene e il male. Foto di © 2006 Warner Bros. Entertainment Inc.

Matt Damon in Sopravvissuto – The Martian

4. Ha recitato in isolamento. Per interpretare l’astronauta Mark Watney in Sopravvissuto – The Martian, il quale si ritrova bloccato su Marte, è stato scelto l’attore Matt Damon. Questi svolse le proprie scene quando tutto il resto del cast aveva già terminato le proprie, e si trovò pertanto a vivere una reale condizione di isolamento. Questa gli ha però permesso di entrare ulteriormente nella mente di un uomo abbandonato alla più totale solitudine su un altro pianeta.

Matt Damon sarà Ulisse per Christopher Nolan

5. Si è allenato molto per il ruolo. Matt Damon sarà Ulisse nel nuovo e attesissimo Odissea di Christopher Nolan, un progetto che promette un approccio realistico ed epico al mito greco. Per interpretare l’eroe di Itaca, l’attore si è sottoposto a un intenso programma di preparazione fisica, con allenamenti quotidiani mirati a sviluppare resistenza e agilità, fondamentali per le numerose sequenze d’azione girate in ambienti naturali. Damon ha inoltre studiato testi classici e consulenze storiche per restituire un Ulisse credibile, più umano e psicologicamente complesso rispetto alle versioni tradizionali.

Matt Damon in Oppenheimer

6. Ha studiato per diventare un credibile militare. In Oppenheimer Damon interpreta il generale Leslie Groves, figura chiave del Progetto Manhattan e responsabile militare dell’operazione che portò alla costruzione della bomba atomica. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha studiato documenti e biografie su Groves, concentrandosi sul suo carattere inflessibile e sulla sua leadership pragmatica. Damon ha raccontato di aver lavorato con un consulente militare per affinare postura, tono di comando e protocollo dell’epoca, così da restituire un Groves credibile e all’altezza della ricostruzione storica voluta da Nolan.

Matt Damon e Ben Affleck

7. Sono grandi amici. L’amicizia tra Damon e Ben Affleck è probabilmente la più celebre nel mondo di Hollywood. I due sono cresciuti insieme e insieme sono andati alla conquista del mondo del cinema, ottenendola grazie all’oscar per Will Hunting – Genio ribelle. Da quel momento hanno collaborato insieme a più progetti, principalmente come produttori ma talvolta anche recitando insieme sul grande schermo, come in The Last Duel e Air – La storia del grande salto.

Will Hunting - Genio ribelle trama
Ben Affleck e Matt Damon in Will Hunting – Genio ribelle. © 1997 Miramax Pictures- all rights reserved

Matt Damon ha una malattia?

8. Ha rischiato di cadere in depressione. Come rivelato dall’attore in una recente intervista, c’è stato un momento della sua carriera in cui ha rischiato di sviluppare una forma di depressione. Ciò si è verificato durante la lavorazione di un film che non lo motivava affatto ma di cui non ha voluto rivelare il nome. Secondo il parere di alcuni fan, il film potrebbe essere The Great Wall. Ad ogni modo, l’attore ha aggiunto che grazie al supporto di sua moglie è riuscito ad uscire da quel brutto momento.

La moglie e le figlie di Matt Damon

9. È sposato e ha tre figlie. Il 9 dicembre 2005 l’attore si è sposato con l’argentina Luciana Barroso, conosciuta in un bar di Miami mentre girava il film Fratelli per la pelle, diventando il patrigno di Alexia, la figlia che la Barroso ha avuto da una precedente relazione. Dall’unione dei due sono poi nate tre figlie: Isabella, nata l’11 giugno 2006, Gia Zavala Damon, nata il 20 agosto 2008, e Stella Zavala Damon, nata il 20 ottobre 2010.

L’età e l’altezza di Matt Damon

10. Matt Damon è nato l’8 ottobre del 1970 a Cambridge, Massachusetts, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,78 metri.

Fonti: IMDb, biography, BusinessInsider

Noir in festival XXXV: ecco le giurie e l’ultimo film in programma

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È il tesissimo noir spagnolo Golpes di Rafael Cobos con Luis Tosar e Jesús Carroza l’ottavo e ultimo titolo del concorso per il cinema alla XXXV edizione di Noir in festival, in programma a Milano dall’1 al 6 dicembre.

Golpes, che esce al cinema in Spagna il 5 dicembre, sarà presentato al Cinema Arlecchino – Cineteca il 3 dicembre alle ore 21.00. Opera prima di un autore molto noto come creatore di serie di successo come Anatomia di un istante, ma anche sceneggiatore di film di qualità come 7 Vergini, La isla minima, Prison 77! e Los Tigres, racconta il lungo viaggio tra legalità e crimine di due fratelli legati da sempre. Figli di un prigioniero politico dell’era franchista, i destini di Migueli e Sabino si dividono già negli anni ’80: il primo finisce in prigione per rapina, il secondo si arruola in polizia. Quando Migueli, scontata la pena, riunisce la vecchia banda tocca proprio al fratello mettersi sulle sue tracce.

A chiudere il festival, il 6 dicembre (Cinema Arlecchino – Cineteca, ore 21.00) sarà invece Primate / Ben – Rabbia Animale diretto dallo specialista Johannes Roberts, un natural horror che promette di diventare il caso dell’anno (dopo l’impatto della critica) e che uscirà in Italia a gennaio per Eagle Pictures insieme all’arrivo sugli schermi americani con Paramount.

“Questi due titoli – sottolinea Giorgio Gosetti – raccontano bene la varietà degli stili della selezione e l’attenzione che rivolgiamo sia agli appassionati del cinema indipendente di qualità che ai gusti del pubblico giovanile, protagonista in questi mesi del trionfale ritorno dell’horror come parte dell’universo noir. Primate infatti non è soltanto un viaggio adrenalinico nella paura, ma un’inquietante e spettacolare metafora sul futuro prossimo”.

Ad assegnare il Black Panther 2025 per il miglior film in concorso sarà quest’anno una giuria guidata dallo sceneggiatore, regista, produttore e scrittore Santiago Amigorena (sua la sceneggiatura del recente I colori del tempo di Cédric Klapisch), e composta dall’attrice e modella Giulia Maenza (The Bad Guy), l’attrice e regista Donatella Finocchiaro (I leoni di Sicilia, L’amore che ho), il musicista e presidente di A.C.M.F. Associazione Compositori Musiche per Film Pivio (Diabolik con Aldo De Scalzi), lo sceneggiatore e regista Paolo Strippoli (La valle dei sorrisi).

“Ritroviamo al festival – dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti – due grandi amici della nostra storia recente come il vincitore dell’ultimo SIAE Music Award per la colonna sonora originale, Roberto Pischiutta in arte Pivio e Donatella Finocchiaro, tra le protagoniste dell’omaggio al maestro Andrea Camilleri per il centenario e applaudita alla Festa del Cinema con Pirandello – il gigante innamorato di Costanza Quatriglio. Salutiamo una giovane e promettente cinefila come Giulia Maenza che è un luminoso volto del giovane cinema italiano e un talento ormai consacrato come Paolo Strippoli, vincitore del Premio Caligari al Noir nel 2022 con Piove. Infine, leggiamo nella storia e nell’opera di Santiago Amigorena quell’unione tra cinema e letteratura che è il nostro marchio di fabbrica e che in lui si divide tra successi di critica come il film Quelques jours en septembre e romanzi amatissimi (Il ghetto interiore, Prix Goncourt – Le choix de l’Italie)”.

Brady Corbet svela dettagli sul nuovo film: 4 ore di durata, pellicola 70 mm e ambientazione anni ’70

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In un’intervista con THR, Brady Corbet, il regista di The Brutalist, ha chiarito alcuni dettagli sul suo prossimo film. Corbet conferma l’intenzione di girare il suo western senza titolo in 70 mm, con la produzione prevista per la prossima estate, e che sarà effettivamente classificato NC-17, o “X”, secondo le sue stesse parole. Tuttavia, sebbene il film sia “ispirato” allo stile dei film degli anni ’70 come Non aprite quella porta, non sarà un film horror.

È vero che il film è vietato ai minori e che è ambientato principalmente negli anni ’70, ma la storia copre un arco temporale che va dal XIX secolo ai giorni nostri; è solo che si concentra prevalentemente sugli anni ’70. Il film è davvero molto ben definito dal punto di vista del genere. Ma è stato riportato che il film ha qualcosa a che fare con “Non aprite quella porta”, il che non è affatto vero. È semplicemente inesatto. Penso che il motivo per cui è stato frainteso sia che stavo parlando di realizzare un film ambientato negli anni ’70”, spiega il regista.

Corbet ha aggiunto che il film affronta “l’economia della California settentrionale”. Attualmente sta conducendo dei test di ripresa, il terzo round, utilizzando “formati davvero rari che di solito sono stati utilizzati per singole riprese nei film, ma mai per interi film”. In precedenza, Corbet aveva detto a Kyle Buchanan del New York Times che il film avrebbe avuto una durata di quattro ore. In un’altra intervista ha anche detto che avrebbe esplorato ancora una volta il processo di immigrazione, questa volta dalla Cina alla California. Inoltre, ha affermato che girerà il progetto con telecamere 65 mm a otto perforazioni, molto rare.

Al momento non sono stati rivelati dettagli sul cast o sulla trama, ma con le riprese previste per la prossima estate verrà nei prossimi mesi fatta chiarezza a riguardo. Questo sarà così il quarto lungometraggio di Corbet dopo L’infanzia di un capo, Vox Lux e il già citato The Brutalist, quest’ultimo candidato a 10 premi Oscar e vincitore di tre, tra cui Miglior Attore (Adrien Brody), Miglior Fotografia (Lol Crawley) e Miglior Colonna Sonora Originale (Daniel Blumberg).

James Cameron ritiene che i film Netflix non dovrebbero competere agli Oscar

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Netflix continua a dominare il panorama dell’intrattenimento con oltre 300 milioni di abbonati, ma il premio Oscar per il Miglior Film rimane ancora fuori portata. Il desiderio dello streamer di vincere il riconoscimento più prestigioso sembra legato alla volontà di legittimare il proprio approccio, in particolare riguardo alla distribuzione cinematografica, spesso ridotta a brevi passaggi in sala. Recenti indiscrezioni confermano inoltre l’interesse di Netflix per l’acquisizione di Warner Bros., promettendo di rispettarne le strategie teatrali. Su questo tema è intervenuto James Cameron, intervistato da Matt Belloni di The Town, esprimendo posizioni molto critiche nei confronti dello streamer.

Penso che Paramount sia la scelta migliore [come acquirente]. Netflix sarebbe un disastro. Sarandos ha dichiarato che i film per il cinema sono morti”. Riguardo alla promessa di Netflix di mantenere la distribuzione in sala, Cameron ha aggiunto: “È solo un’esca. ‘Metteremo il film in sala per una settimana o dieci giorni. Così sarà idoneo all’Oscar.’ Penso che sia fondamentalmente sbagliato. Un film dovrebbe essere realizzato come film per il cinema, e gli Academy Awards non significano nulla se non hanno significato per il cinema in sala. Penso che siano stati cooptati, ed è orribile.

Alla domanda se dunque Netflix dovrebbe essere autorizzata a competere per gli Oscar, Cameron ha risposto: “Dovrebbero poter competere solo se distribuiscono il film in modo significativo, in 2.000 cinema per un mese.” Cameron critica così l’approccio dello streamer, che punta su progetti di prestigio e film candidabili agli Oscar, ma li sottrae presto alle sale cinematografiche. Questa strategia ha sollevato preoccupazioni nell’industria, che teme per il futuro della tradizionale esperienza cinematografica.

Nonostante ciò, Netflix continua a partecipare alla corsa agli Oscar, investendo su titoli come Frankenstein, Train Dreams e Jay Kelly, spesso con una distribuzione limitata a poche settimane e a un numero ridotto di schermi. Secondo Cameron, senza una reale esperienza in sala, il confronto con i film tradizionali rimane parziale e poco significativo. È questa una diatriba che va avanti sin dal 2018, da quando cioè Netflix tento di vincere l’Oscar al Miglior film con Roma e poi nel 2019 con The Irishman, senza però riuscirci. Non resta che scoprire se le cose cambieranno nei prossimi anni.

Odissea: Christopher Nolan ha usato effetti pratici per Polifemo e le creature mitologiche

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Arrivano nuovi dettagli sullo sviluppo di Odissea di Christopher Nolan, attualmente in fase di post-produzione. Come riprotato da Word of Reel, secondo fonti presenti sul set in Grecia durante le riprese estive, le scene con Polifemo e i Ciclopi sono state realizzate mantenendo un approccio il più possibile autentico. In particolare, in località iconiche come la Grotta di Nestore e la spiaggia di Voidokilia, è stato utilizzato un pupazzo antropomorfico meccanico di 6×6 metri costruito all’interno della grotta.

Oltre a possibili ritocchi in post-produzione con CGI, la scelta di effetti pratici conferma la volontà di Nolan di dare realismo alle creature mitologiche. Tra gli esperti coinvolti nel progetto figura Adam Wright, noto per lavori su Frankenweenie, La sposa cadavere, The Legend of Ochi e Fantastic Mr. Fox. Wright, specialista in animatronica e effetti pratici, ha contribuito alla costruzione di macchine e pupazzi fisici e dettagliati, il che lascia intendere che personaggi come Polifemo, Scilla e le Sirene appariranno come creature reali sul set, piuttosto che essere completamente digitali.

Nolan è noto per prediligere effetti in-camera, dove la presenza fisica degli elementi scenici aumenta il senso di autenticità. L’ultimo esempio di questa scelta è Oppenheimer, dove il regista ha ricreato l’esplosione atomica senza CGI, utilizzando miniature e detonazioni controllate per simulare la nube a fungo. L’impiego di animatronica permette agli attori di interagire direttamente con le creature mitologiche, aumentando il realismo e l’intensità delle performance. Il film si prospetta dunque come un ritorno alle tecniche pratiche di Nolan, confermando la sua attenzione a un cinema visivamente tangibile e immersivo.

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Quello che sappiamo sul film Odissea di Christopher Nolan

Il film vanta un ricco cast composto da Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Jon Bernthal, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Himesh Patel, Mia Goth e Corey Hawkins. Per quanto riguarda la trama, questa segue Odisseo, il leggendario re greco di Itaca, nel suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia. La narrazione descrive i suoi incontri con esseri mitici come il ciclope Polifemo, le sirene e la maga Circe, culminando nel suo tanto atteso ricongiungimento con la moglie Penelope.

Ad oggi sappiamo unicamente che Matt Damon interpreta Odisseo, mentre Tom Holland è suo figlio Telemaco e Charlize Theron è la Maga Circe. L’identità dei personaggi degli altri interpreti è ad oggi segreta. Sappiamo inoltre che Nolan ha girato il film interamente in formato IMAX, avvalendosi di nuove tecnologie realizzate appositamente per Odissea. Il regista ha inoltre limitato quanto più possibile l’uso di CGI, con l’obiettivo di ricreare quanto più possibile in modo pratico l’epico mondo descritto da Omero con il suo poema epico.

Odissea sarà distribuito al cinema da Universal Pictures dal 16 luglio 2026.

Harry Potter: Rupert Grint condivide il consiglio dato al nuovo Ron Weasley

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Da quando è stata annunciata la serie TV di Harry Potter della HBO, c’è grande curiosità nei confronti di questo adattamento dei romanzi di J. K. Rowling. Nel cast, a parte Warwick Davis nel ruolo del professor Vitious – trovero tutti nuovi attori nei ruoli dei vari personaggi che compongono la storia, per cui avremo dei nuovi Harry, Ron ed Hermione. Come già rivelato da Daniel Radcliffe (l’Harry Potter del cinema), anche Rupert Grint, il Ron Weasley del grande schermo, ha confermato di aver contattato il suo successore, Alastair Stout.

Durante una recente intervista con la BBC, l’attore ha infatti dichiarato: “Gli ho scritto una lettera, prima che iniziassero, per passare il testimone, per così dire”, ha detto l’attore dell’undicenne. “Era solo per augurargli buona fortuna. Mi sono divertito tantissimo ad entrare in questo mondo e spero che anche lui viva la stessa esperienza”.

Riflettendo sulla sua esperienza con Harry Potter, Grint ha aggiunto: “Ha cambiato tutta la mia vita in poco tempo. Ero un grande fan dei libri, quindi per me è stato come entrare nei libri, ed è stato davvero speciale”. “Ha un significato molto profondo per molte persone della mia generazione, e ancora di più per le generazioni che lo stanno scoprendo ora. È fantastico. Mi rende molto orgoglioso. È stata una cosa enorme“, ha spiegato.

Non credo che riuscirò mai a uscire completamente dalla sua ombra, ma mi sta bene così“, ha concluso Grint. Ciascuno dei giovani attori che hanno recitato nei film di Harry Potter ha infatti dovuto accettare che il franchise li seguirà per sempre. Alcuni lo hanno accolto con favore (Tom Felton è recentemente tornato nei panni di Draco Malfoy a teatro), mentre altri hanno fatto il possibile per andare avanti. Ora, toccherà però ad una nuova generazione assumersi questo importante incarico.

Cosa sappiamo della serie HBO su Harry Potter

La prima stagione sarà tratta dal romanzo La pietra filosofale e abbiamo già visto alcuni altri momenti chiave del romanzo d’esordio di J.K. Rowling essere trasposti sullo schermo. La prima stagione di Harry Potter dovrebbe essere girata fino alla primavera del 2026, mentre la seconda stagione entrerà in produzione pochi mesi dopo. Ogni libro dovrebbe costituire una singola stagione, il che significa che avremo sette stagioni nell’arco di quasi un decennio.

HBO descrive la serie come un “adattamento fedele” della serie di libri della Rowling. “Esplorando ogni angolo del mondo magico, ogni stagione porterà ‘Harry Potter’ e le sue incredibili avventure a un pubblico nuovo ed esistente”, secondo la descrizione ufficiale. Le riprese dovrebbero avere inizio nel corso dell’estate 2025, per una messa in onda prevista per il 2026.

La serie è scritta e prodotta da Francesca Gardiner, che ricopre anche il ruolo di showrunner. Mark Mylod sarà il produttore esecutivo e dirigerà diversi episodi della serie per HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television. La serie è prodotta da Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films.

Come già annunciato, Dominic McLaughlin interpreterà Harry, Arabella Stanton sarà Hermione e Alastair Stout sarà Ron. Il cast principale include John Lithgow nel ruolo di Albus Silente, Janet McTeer nel ruolo di Minerva McGranitt, Paapa Essiedu nel ruolo di Severus Piton, Nick Frost nel ruolo di Rubeus Hagrid, Katherine Parkinson nel ruolo di Molly Weasley, Lox Pratt nel ruolo di Draco Malfoy, Johnny Flynn nel ruolo di Lucius Malfoy, Leo Earley nel ruolo di Seamus Finnigan, Alessia Leoni nel ruolo di Parvati Patil, Sienna Moosah nel ruolo di Lavender Brown, Bertie Carvel nel ruolo di Cornelius Fudge, Bel Powley nel ruolo di Petunia Dursley e Daniel Rigby nel ruolo di Vernon Dursley.

Si avranno poi Rory Wilmot nel ruolo di Neville Paciock, Amos Kitson nel ruolo di Dudley Dursley, Louise Brealey nel ruolo di Madama Rolanda Hooch e Anton Lesser nel ruolo di Garrick Ollivander. Ci sono poi i fratelli di Ron: Tristan Harland interpreterà Fred Weasley, Gabriel Harland George Weasley, Ruari Spooner Percy Weasley e Gracie Cochrane Ginny Weasley.

La serie debutterà nel 2027 su HBO e HBO Max (ove disponibile) ed è guidata dalla showrunner e sceneggiatrice Francesca Gardiner (“Queste oscure materie”, “Killing Eve”) e dal regista Mark Mylod (“Succession”). Gardiner e Mylod sono produttori esecutivi insieme all’autrice della serie J.K. Rowling, Neil Blair e Ruth Kenley-Letts di Brontë Film and TV, e David Heyman di Heyday Films. La serie di “Harry Potter” è prodotta da HBO in collaborazione con Brontë Film and TV e Warner Bros. Television.

Come Jonathan Bailey ha reso ancora più doloroso il momento in cui Fiyero lascia Glinda in Wicked: Parte 2

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Jonathan Bailey non giustifica del tutto le decisioni di Fiyero in Wicked: Parte 2 (Wicked: For Good), affermando che questo approccio rivela le sfumature della storia. Il seguito di Wicked del 2024, entrambi i film diretti da Jon M. Chu, è finalmente arrivato nelle sale il 21 novembre. Wicked: For Good sta battendo i record al botteghino precedentemente stabiliti da Wicked, aiutato dal successo del primo film.

Wicked: Parte 2 (Wicked: For Good) descrive la fine della storia di Elphaba (Cynthia Erivo) e Glinda (Ariana Grande) nel mezzo di una lotta per il futuro di Oz. Oltre a trovarsi su fronti opposti del conflitto, Elphaba e Glinda sono separate dal Fiyero di Bailey, che è fidanzato con Glinda, ma come è abbastanza evidente nella campagna promozionale del film, la lascia per Elphaba a metà film.

La decisione apparentemente impulsiva di Fiyero dopo essere stato con Glinda per anni può essere criticata dal pubblico; inoltre, lui non sembra essere impressionato dal suo nuovo ruolo nella campagna contro Elphaba, ma continua comunque a stare con lei. Bailey ha affrontato questa parte dell’evoluzione del suo personaggio riflettendo sulle sue emozioni contrastanti, ma afferma anche di non aver cercato di “attenuare il colpo”.

Jonathan Bailey 2024
Jonathan Bailey arriva alla premiere di Los Angeles del film “Wicked” della Universal Pictures. Foto di Image Press Agency via Depositphotos.com

Le sfumature e le zone grigie della moralità all’interno di queste relazioni sono ciò che rende Wicked una storia davvero interessante”, dice Bailey in un’intervista a The Hollywood Reporter.Penso che il tradimento sia tradimento, e che l’amore e il perdono siano trasmessi con grande complessità. Non bisogna rifuggire da questo.” Fiyero non ha molto altro da dire a Glinda se non che gli dispiace.

Elphaba è meno dispiaciuta, anche se è arrabbiata con Glinda per altri motivi quando si rivedono dopo il matrimonio rovinato. Ma il film si concentra anche sulla loro riconciliazione, quando sono successe così tante cose brutte che hanno bisogno della loro amicizia più che mai. Nonostante il litigio, Elphaba, Glinda e Fiyero si vogliono bene e si proteggono a vicenda.

Wicked: Parte 2 (Wicked: For Good)ha attualmente un punteggio del 70% su Rotten Tomatoes contro l’88% di Wicked. Nonostante le opinioni contrastanti, la maggior parte dei critici continua a elogiare le potenti interpretazioni di Erivo e Grande, così come la forte performance di Bailey nel suo ruolo secondario. Wicked: Parte 2 (Wicked: For Good) non ha ancora un ruolo definito nella prossima stagione dei premi, dopo che il suo predecessore è stato nominato per 10 Oscar.

Wicked: Parte 2 (Wicked: For Good) rimane comunque un ottimo adattamento del secondo atto dello spettacolo di Broadway, che molti avevano già riconosciuto come problematico per quanto riguarda il ritmo e la trama. Le recensioni di Wicked: For Good sembrano concordare sul fatto che i suoi elementi più forti siano le trame emotive, principalmente tra Elphaba e Glinda, ma Bailey dimostra anche una profonda comprensione del suo personaggio imperfetto che rende la sua trama degna di nota.