A gennaio è stato riferito che il
regista di Andor
Toby Haynes stava producendo un film sulle origini di
Star Trek per la Paramount. Il film sarebbe stato
un prequel ambientato decenni prima degli eventi del remake
Star Trek del 2009 di
J.J. Abrams.
Secondo un rapporto di marzo, il
prequel servirà come storia di origine per la linea temporale
principale del franchise. I dirigenti degli studios si stanno
attualmente concentrando sul ridimensionamento dei budget per i
film di Star Trek, poiché sembra che abbiano
riconosciuto che il franchise non ha il potenziale per avere
ritorni miliardari come il Marvel Cinematic
Universe e Star
Wars.
Il film sulle origini di
Star Trek è stato annunciato ufficialmente dalla
Paramount durante la presentazione al CinemaCon di giovedì.
Toby Haynes sarà il regista e abbiamo anche
ricevuto la conferma che la sceneggiatura è stata scritta da
Seth Grahame-Smith (The Lego
Batman Movie,
Abraham Lincoln: Vampire Hunter).
Quando inizierà la produzione del
prossimo film di Star Trek ?
La produzione del film inizierà nel
corso dell’anno, con una data di uscita prevista per il 2025. I fan
ipotizzano che il film prequel esplorerà come la Flotta
Stellare e la Federazione Unita siano diventate le
potenze dominanti dell’universo, ma questo non è stato ancora
confermato.
Quando arriverà Star Trek 4?
La Paramount ha anche chiarito che
Star Trek
4, con il James Kirk di Chris Pine, lo Spock di Zachary Quito e la Uhura di Zoe Saldana, è ancora in fase di sviluppo. La
reazione dei fan alla notizia del progetto è stata contrastante,
poiché sembra che il film sulle origini arriverà prima di Star Trek
4, la cui uscita è prevista per il 2026, in
concomitanza con il 60° anniversario del franchise.
I trekkisti attendono da quasi un
decennio l’uscita di Star Trek
4 e, mentre si godono l’ondata di nuovi contenuti Trek
su Paramount+, desiderano che la linea temporale
alternativa Kelvin venga chiusa. Un’altra teoria molto diffusa è
che il film prequel/origine potrebbe essere un racconto degli
eventi di Primo contatto, che vede i Borg, una razza extraterrestre
di cyborg che assimila intere civiltà.
Essi viaggiano indietro nel tempo
fino alla storia della Terra, determinati a impedire il primo volo
a curvatura dell’umanità, un momento spartiacque che segna
l’ingresso dell’umanità nel palcoscenico cosmico. In quel film era
l’equipaggio dell’Enterprise-D a tornare indietro nel tempo per
fermare i Borg, ma nella nuova linea temporale, sia l’equipaggio
dei Borg che quello dell’Enterprise-D potrebbero essere sostituiti,
mantenendo la trama generale invariata.
James Gunn ha condiviso su Instagram la prima
immagine dal set della seconda stagione di The
Peacemaker. Il dettaglio della foto mostra il regista
riflesso nell’elmo lucido del costume del personaggio di John Cena.
In merito all’inizio delle riprese
John Cena aveva rivelato “Abbiamo
iniziato a girare un film prima dello sciopero, intitolato Heads of
State con Priyanka Chopra Jonas e Idris Elba“, ha rivelato
Cena. “E poi da lì siamo passati direttamente alla seconda
stagione di Peacemaker, che ci terrà occupati fino a Natale.
Sto incrociando le dita delle mani e dei piedi e il mio cuore, e
forse – forse solo forse – posso dire al mondo di Hollywood di
frenare per un po’ e tornare dalla mia famiglia per un’ultima
volta. Spero, non lo so. Spero, ci sto provando, vedremo cosa
succederà”, ha affermato Cena, riferendosi appunto ad un suo
possibile ritorno in WWE.
Le riprese di The
Peacemaker – Stagione 2 si svolgeranno da quest’estate
e dureranno dunque fino all’inverno, un periodo che dunque renderà
improbabile la partecipazione a questa stagione di James Gunn in qualità di regista. In
precedenza Gunn aveva scritto tutti gli episodi della stagione 1 di
Peacemaker, dirigendone 5 su 8. Egli ha poi rivelato di aver
scritto tutta la seconda stagione, ma in quanto impegnato sul set
di Superman difficilmente sarà in grado di
dirigere qualche episodio se non almeno un paio verso
l’autunno.
Chi ci sarà in The Peacemaker – Stagione 2?
La prima stagione di James Gunn ha visto protagonisti John Cena nel ruolo di Peacemaker,
Danielle Brooks nel ruolo di Leota Adebayo,
Jennifer Holland nel ruolo di Emilia Harcourt,
Freddie Stroma nel ruolo di Adrian
Chase/Vigilante, Steve Agee nel ruolo di John
Economos, Chukwudi Iwuji nel ruolo di Murn,
Robert Patrick nel ruolo di Auggie Smith/White
Dragon e altri ancora. Non è chiaro quali personaggi torneranno nel
prossimo capitolo, ma James Gunn ha già detto che ha intenzione di
stabilire più collegamenti con la DC nel prossimo capitolo, dopo le
apparizioni a sorpresa di Ezra Miller e Jason Momoa nel finale della prima stagione.
Gunn, tuttavia, ha anche affermato che quasi tutto il cast ritornerà nella seconda
stagione.
I film ambientati all’interno di
sottomarini hanno sempre avuto il loro grande fascino e la loro
fortuna al cinema. Da Caccia a Ottobre Rosso
a Kursk,
da Hunter
Killer – Caccia negli abissi arrivando anche al
recente film italiano Comandante,
questi hanno più volte e da più punti di vista diversi narrato le
avventure di eroi spesso invisibili. A questo filone appartiene
anche Black Sea (qui
la recensione), film del 2014 con protagonista Jude
Law e diretto da Kevin Macdonald, regista
anche di
L’ultimo re di Scozia,State of Play e The
Mauritanian.
Per gli appassionati del genere,
dunque, si tratta di un titolo da non perdere, che grazie al suo
passaggio televisivo sarà ora possibile scoprirlo o riscoprirlo. In
questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Black Sea. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è
Robinson, che con un divorzio alle spalle e un
figlio con cui non ha alcun rapporto, si ritrova licenziato dal suo
incarico di capitano di sommergibili per il recupero di relitti.
Preso dalla disperazione, decide allora di mettersi nelle mani di
un miliardario che gli offre di recuperare un immenso carico d’oro
contenuto all’interno di un sommergibile tedesco che giace sul
fondale del Mar Nero dalla seconda guerra mondiale. A bordo di un
sottomarino di fortuna e a capo di un equipaggio poco addestrato,
formato per metà da inglesi e per metà da russi, il capitano parte
per un’avventura che si rivelerà ancora più pericolosa del
previsto.
Ad interpretare il capitano Robinson
vi è l’attore Jude Law, che per per prepararsi al suo ruolo
ha trascorso 3 giorni su un sottomarino britannico. Accanto a lui,
si ritrova l’attore Ben Mendelsohn nel ruolo di Fraser, un
subacqueo che è uno psicopatico, e che è stato dentro e fuori di
prigione. L’attore russo Grigorij
Dobrygin interpreta Morozov, navigatore russo, mentre
Scoot McNairy è Daniels, un rappresentante
del miliardario Lewis che accompagna la spedizione. Nel ruolo di
Lewis, invece, si ritrova l’attore Tobias Menzies.
Konstantin Khabensky, infine, è Blackie, un russo
che aiuta ad organizzare l’acquisto del sottomarino ed è un
intermediario tra il capitano Robinson e l’equipaggio russo.
Il film è una storia vera?
La risposta è: no. Black
Sea non è tratto da una storia vera ma narra anzi eventi
puramente di fantasia concepiti da Macdonald e dallo sceneggiatore
Dennis Kelly. Tuttavia, nello scrivere la storia
di questo film i due si sono ispirati alle tante testimonianze di
relitti del periodo della seconda guerra mondiale che giacciono
ancora inesplorati sui fondali degli oceani, in alcuni dei quali
potrebbero realmente celarsi dei tesori. Nel dar vita a questo
racconto, inoltre, i due hanno svolto alcune ricerche per cercare
di essere il più accurati possibili nel riproporre determinati
aspetti della vita e delle attività in un sottomarino.
Ad esempio, il sottomarino tedesco
appare tutt’altro che arrugginito. Questo perché il Mar Nero
presenta una combinazione di acqua dolce e acqua salata. A causa
della sua maggiore densità, l’acqua salata si trova sul fondo e
rimane per lo più separata dall’acqua dolce sovrastante. Ciò
significa che l’aria acquisita attraverso le onde in superficie non
può mai raggiungere l’acqua salata sottostante. Senza ossigeno,
l’acqua più profonda funge pertanto da conservante naturale per i
metalli. Altro aspetto rappresentato con cura è quello delle tute
di fuga che non causano curve.
Le tute di fuga sottomarine si
riempiono di CO2 per risalire a una velocità di 2 o 3 metri al
secondo. Poiché il sottomarino è stato pressurizzato a un livello
pari a quello della superficie, le curve non sono una minaccia. Ma
l’esplosione dei polmoni potrebbe esserlo. Secondo la legge di
Boyle, quando la pressione diminuisce, il volume deve aumentare,
quindi quando l’equipaggio è emerso – da 350 metri, un aumento di
pressione di 35 volte -, avrebbe dovuto espirare, riducendo la
quantità di aria nei polmoni man mano che questa acquistava
volume.
In ultimo, interessante notare come
nel film un argano da 4 tonnellate si inceppa cercando di tirare
200 lingotti d’oro sul fondo del mare. Questo avviene perché, per
quanto le cose siano più leggere sott’acqua, è vero anche che gli
oggetti più densi sono meno influenzati dal galleggiamento. Tutta
la cura riposta in questi dettagli ha a suo modo contribuito nel
far credere che ci siano state approfondite ricerche su uno
specifico caso, che potesse quindi essere la “storia vera” a cui
Black Sea si ispira, ma ora sappiamo non essere
così e che gli autori si sono semplicemente concentrati
sull’ottenere un certo grado di realismo.
Il trailer di Black
Sea e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Black
Sea grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti
disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Now, Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 13
aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
I Walt Disney
Studios hanno pubblicato il trailer ufficiale di
Young Woman and the Sea, il prossimo film
biografico interpretato da
Daisy Ridley, nota attrice del franchise di Star
Wars.
Il video mostra
Daisy Ridley nei panni di una giovane, talentuosa e
determinata nuotatrice che ha sfidato le probabilità diventando la
prima donna ad attraversare a nuoto la Manica. Il film debutterà
negli USA in alcune sale selezionate il 31 maggio.
Di cosa parla Young Woman and the Sea?
“Il film è incentrato su
un’affermata nuotatrice nata da genitori immigrati a New York nel
1905″, si legge nella sinossi. “Grazie al costante
sostegno della sorella maggiore e degli allenatori, supera le
avversità e l’ostilità di una società patriarcale per scalare i
ranghi della squadra di nuoto olimpica e portare a termine
un’impresa sbalorditiva: un viaggio di 21 miglia dalla Francia
all’Inghilterra“.
Ispirato alla straordinaria storia
vera di Trudy Ederle, Young Woman and the
Sea è diretto da Joachim Rønning da una
sceneggiatura scritta da Jeff Nathanson. È basato sull’omonimo
romanzo di Glenn Stout. Il film è interpretato anche da
Tilda Cobham-Hervey, Stephen Graham, Kim Bodnia,
Christopher Eccleston e Glenn Fleshler. Oltre a guidare il
cast, Ridley è anche produttore esecutivo insieme
a Rønning e John G. Scotti. Il film è prodotto da Jerry
Bruckheimer, Chad Omen e Jeff Nathanson.
Fresca della seconda vittoria
all’Oscar per la sua interpretazione in Poor
Things, Emma Stone sta iniziando a mettere insieme la
sua futura lista di progetti. Secondo Deadline è ora in trattative
per un film senza titolo della Universal Pictures, con Dave
McCary, suo marito, in trattative per la regia.
Patrick Kang e Michael
Levin, produttori supervisori di Young
Rock di NBC e UTV, hanno scritto la sceneggiatura
originale del film. I dettagli sulla trama non sono stati resi
noti. Shawn Levy, Dan Cohen e Dan Levine
produrranno attraverso la loro società 21 Laps.
Trai produttori figura anche Michael H. Weber
produrrà. Emma Stone, McCary e Ali Herting sono in
trattative per produrre attraverso la loro Fruit Tree.
Il Senior EVP Production
Development della Universal, Erik Baiers, e la Creative Executive
Jacqueline Garell supervisioneranno il progetto
per conto dello studio.
Emma Stone è stata impegnata non solo
con il premio Oscar in Poor
Things, ma anche con la sua acclamata interpretazione
nella serie Showtime The
Curse (di cui è stata anche produttrice esecutiva). La
vedremo poi in Kinds
of Kindness della Searchlight, di cui è anche
produttrice esecutiva e che ha appena ottenuto un posto in concorso
al Festival di
Cannes del mese prossimo.
In precedenza, Dave
McCary ha diretto Brigsby Bear ed è stato sceneggiatore e
regista di SNL per cinque stagioni. Kang e Levin sono stati
recentemente produttori supervisori di Young Rock, dopo aver
partecipato a tutte e tre le stagioni per NBC/UTV, e produttori di
due stagioni di Doogie Kamealoha, M.D. per Disney+. In precedenza, hanno lavorato
a Trial & Error, Mighty Ducks e Perfect Harmony. Si sono conosciuti
come assistenti in How I Met Your Mother. Levin è
anche co-conduttore di “The Rights To Ricky Sanchez: The Sixers
Podcast” dei Philadelphia 76ers.
Foto di copertina: Emma Stone cammina sul tappeto rosso del film
‘La favorito’ durante la 75esima Mostra del Cinema di Venezia il 30
agosto 2018 a Venezia . — Foto di Arp via Depositphoto.com
Secondo quanto riportato da
Deadline, la CBS è in trattative con la Warner
Bros. TV per il progetto, che sarà realizzato dalla creatrice della
serie originale Meredith Stiehm. La serie sarà
ambientata 15 anni dopo l’episodio finale della serie originale e
seguirà una nuova squadra di tenaci detective che indagheranno su
casi irrisolti nel sud-ovest.
Al momento non è chiaro se qualcuno
dei protagonisti della serie originale tornerà o meno a causa della
nuova ambientazione del reboot. La Stiehm scriverà anche la
sceneggiatura della serie e sarà nuovamente produttrice esecutiva
della serie, come ha fatto per l’originale. Deadline fa notare che
le trattative sono in corso, ma non è ancora stato raggiunto un
accordo.
L’originale Cold Case è stato un
grande successo
Originariamente uscito nel 2003,
Cold Case seguiva una divisione speciale del Dipartimento di
Polizia di Philadelphia specializzata in indagini su casi
irrisolti. La serie era interpretata da Kathryn Morris, Justin
Chambers, Thom Barry, John Finn, Jeremy Ratchford, Danny Pino,
Sarah Brown e Tracie Thoms. La serie è durata sette stagioni e ha
trasmesso più di 150 episodi.
L’adattamento Prime Video di Fallout
ha riscosso un enorme successo tra i fan e i suoi due creatori
hanno già ventilato la possibilità di una seconda stagione.
Parlando con The Hollywood
Reporter, ai creatori Geneva Roberston-Dworest e
Graham Wagner è stato chiesto quale sia il futuro della
serie e se una seconda stagione seguirà la formula dei giochi di
Fallout,
che spesso presentano nuovi personaggi, storie e luoghi.
“Non vogliamo fare troppi
spoiler, ma stiamo pensando a una potenziale seconda
stagione“, ha detto Robertson-Dworet. “I fan dovrebbero
guardare al finale come un piccolo guizzo verso quello che faremo
con una potenziale seconda stagione“.
Quando gli è stata chiesta la
possibilità di adattare alla serie il gioco Fallout: New Vegas, amato dai fan,
Robertson-Dworest ha ringraziato scherzosamente THR per l’idea, ma
ha detto che sarebbe stato uno spoiler dire altro. All’inizio di
questa settimana, le informazioni fiscali hanno rivelato che una
seconda stagione dello show di successo era già in lavorazione.
Fallout, la serie tv
Il cast della serie Fallout
include, inoltre, Moisés Arias (Il re di
Staten Island), Kyle MacLachlan (Twin
Peaks), Sarita Choudhury (Homeland),
Michael Emerson (Person of Interest),
Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner
(The
Boys), Dave Register
(Heightened), Zach Cherry (Scissione), Johnny Pemberton
(Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead
Ringers – Inseparabili), Annabel O’Hagan
(Law & Order: Unità Vittime Speciali) e Xelia
Mendes-Jones (La
ruota del tempo). La serie sarà disponibile in streaming
in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori in tutto
il mondo.
Basata su uno dei più grandi
franchise di videogiochi di tutti i tempi, Fallout
è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non è rimasto
quasi più nulla. 200 anni dopo l’apocalisse, i tranquilli abitanti
dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare
nell’infernale paesaggio contaminato dalle radiazioni che i loro
antenati si sono lasciati alle spalle e con stupore scoprono che ad
attenderli c’è un universo incredibilmente complesso, allegramente
bizzarro e estremamente violento.
Ella Purnell è
Lucy, un’ottimista abitante del Vault con uno spirito tutto
americano. La sua natura pacifica e idealista viene messa a dura
prova quando è costretta a uscire in superficie per salvare suo
padre. Troviamo poi Aaron Moten nel ruolo di Maximus, un giovane
soldato che ottiene il grado di scudiero nel gruppo armato chiamato
Confraternita d’Acciaio. Farà di tutto per portare avanti
l’obiettivo della Confraternita di ripristinare legge e ordine
nella terra desolata. Walton Goggins interpreta Ghoul, un
cacciatore di taglie di dubbia moralità che custodisce dentro di sé
200 anni di storia del mondo post-nucleare.
Jonathan Nolan e Lisa
Joy sono executive producer per Kilter Films. Nolan ha
diretto i primi tre episodi. Geneva Robertson-Dworet e Graham
Wagner sono executive producer, autori e co-showrunner. Il cast
della serie include Ella Purnell (Yellowjackets), Walton Goggins (The
Hateful Eight), Aaron Moten (Emancipation – Oltre la
libertà). Athena Wickham di Kilter Films è anche executive
producer insieme a Todd Howard per Bethesda Game Studios e James
Altman per Bethesda Softworks.
Amazon e Kilter Films producono in
associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks. Il
cast include anche Moisés Arias (Il re di Staten Island),
Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Sarita
Choudhury (Homeland), Michael Emerson (Person of
Interest), Leslie Uggams (Deadpool), Frances Turner
(The Boys), Dave Register (Heightened), Zach
Cherry (Scissione), Johnny
Pemberton (Ant-Man), Rodrigo Luzzi (Dead Ringers –
Inseparabili), Annabel O’Hagan (Law & Order: Unità Vittime
Speciali) e Xelia Mendes-Jones (La Ruota del Tempo). La serie sarà
disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240
Paesi e territori in tutto il mondo.
In vista della première del terzo episodio nel 2025,
Star Trek: Strange New Worlds di Paramount+ ha ufficialmente ricevuto il rinnovo
anticipato della quarta stagione. L’annuncio arriva dopo che lo
spin-off di avventura fantascientifica aveva concluso la sua
seconda stagione di 10 episodi lo scorso agosto.
Star Trek: Strange New Worlds è interpretato da Anson
Mount, Rebecca Romijn, Ethan Peck, Jess Bush, Christina Chong,
Celia Rose Gooding, Melissa Navia, Babs Olusanmokun, Paul Wesley e
Carol Kane. Si basa sugli anni in cui il Capitano Christopher Pike
ha guidato il timone della U.S.S. Enterprise.
Star Trek: Lower Decks si prepara per la stagione finale
Inoltre, i CBS Studios hanno confermato che la commedia animata
di successo Star Trek: Lower Decks terminerà la
sua corsa dopo la quinta stagione, attualmente ancora in
produzione. Il debutto è previsto per il prossimo autunno su
Paramount+.
Star Trek: Lower Decks è interpretata da
Tawny Newsome, Jack Quaid, Noël Wells, Eugene Cordero,
Dawnn Lewis, Jerry O’Connell, Fred Tatasciore e Gillian
Vigman. La commedia animata è incentrata sull’equipaggio
di supporto in servizio su una delle navi meno importanti della
Flotta Stellare, la U.S.S. Cerritos.
“LOWER DECKS e STRANGE NEW WORLDS sono parte integrante del
franchise di STAR TREK, espandendo i confini dell’universo ed
esplorando nuovi ed eccitanti mondi”, ha dichiarato il
presidente dei CBS Studios David Stapf in un comunicato. “Siamo
straordinariamente orgogliosi di entrambe le serie che onorano
l’eredità di ciò che Gene Roddenberry ha creato quasi 60 anni fa.
Siamo molto grati di lavorare con Secret Hideout, Alex Kurtzman,
Mike McMahan, Akiva Goldsman, Henry Alonso Myers e il cast, le
troupe e gli artisti che realizzano queste storie importanti e
divertenti per i fan di tutto il mondo“.
Ethan Hawke è pronto a tornare nella serie di
film Prima dell’alba se il regista Richard
Linklater lo desidera, come ha recentemente rivelato
l’attore.
Parlando con IndieWire, Ethan Hawke ha detto che sarebbe
“sicuramente” pronto per un quarto film, a patto che sia
Linklater – che ha scritto e diretto tutti e tre i
film – che Julie Delphy tornino per il
progetto.
“Il motivo per cui quei film
hanno funzionato come hanno funzionato è che tutti e tre avevamo la
stessa mentalità. Dovevamo essere tutti e tre a sentire lo stesso
impulso“, ha dichiarato Ethan Hawke.
Ethan Hawke ha recitato nella trilogia di
Before insieme a Julie Delpy, in Prima
dell’alba del 1995, Prima del tramonto
del 2004 e Before Midnight del 2013. La trilogia è
stata ambientata e girata a intervalli di nove anni e racconta la
relazione romantica tra Jesse (Hawke) e Céline (Delpy) in diversi
periodi della loro vita.
In passato si è parlato di un
quarto film di Before.
Linklater, Hawke e
Delpy hanno già discusso in passato della possibilità di
realizzare un quarto film della serie; tuttavia, nel 2021 Delpy ha
dichiarato a Variety che probabilmente il progetto non si sarebbe
realizzato.
“È successo che noi, tutti e
tre, ci siamo trovati d’accordo sul fatto che non saremmo riusciti
a trovare qualcosa di buono per un quarto film“, ha detto.
“È così semplice. Non abbiamo litigato. Non siamo in cattivi
rapporti. Siamo tutti felici… È un dramma per nulla. Semplicemente
non ci è venuta una buona idea“.
Richard Linklater
ha detto a Collider nel 2022 a proposito di un potenziale quarto
film di Before: “Non si dice mai. Penso che abbiamo perso la
nostra finestra. Dovrebbe uscire, o avremmo dovuto… Dovrebbe uscire
ora, ma non l’abbiamo fatto… La grande idea non si è concretizzata.
Credo che l’ultimo ci abbia tolto molto. Non lo so“.
A gennaio abbiamo appreso che la
star di Andor,
Varada Sethu, era salita a bordo del
TARDIS come nuova compagna del Dottore nell’ambito
dell’imminente
rilancio di DOCTOR
WHO da parte di BBC e Disney+.
L’attrice è stata avvistata per la
prima volta nelle foto del set della seconda stagione e in seguito
i tabloid hanno iniziato a riportare la notizia della sostituzione
di Millie Gibson dopo un solo anno di lavoro nello
show. Ora, però, la BBC ha finalmente chiarito la questione
confermando che il Dottore di Ncuti Gatwa avrà due
compagni quando la seconda stagione andrà in onda nel 2025.
Gibson continuerà a interpretare
Ruby Sunday e questa non è certo la prima volta che il
Signore del Tempo va in battaglia con più di un umano al suo
fianco.
“Mi sento la persona più
fortunata del mondo“, dice Sethu, rompendo finalmente il suo
silenzio sull’ingresso nel Whoniverse. “È un tale onore far
parte del Whoniverse e sono così grata a tutta la famiglia di
DOCTOR
WHO – perché è questo che sono – per avermi accolto a
braccia aperte e per avermi fatto sentire così a casa“.
“Non potevo chiedere una
squadra migliore di Ncuti e Millie con cui affrontare questa
avventura, è così divertente!“.
Lo showrunner, produttore esecutivo
e scrittore Russell T Davies aggiunge: “Ho
lavorato per la prima volta con Varada in una produzione della BBC
di Sogno di una notte di mezza estate, ed è una gioia darle il
benvenuto a bordo del TARDIS“.
“In questo momento in studio,
per le riprese del 2025, abbiamo Ncuti, Millie e Varada che
combattono fianco a fianco – abbiamo bisogno di tutti e tre, perché
la posta in gioco è più alta che mai!“.
Sethu è nota
soprattutto per il suo ruolo di Cinta Kaz in Andor e
tra gli altri ruoli ricordiamo Jurassic World Dominion, Annika e
Strike Back.
Non è un segreto che il lavoro su
Doctor Who abbia spesso sopraffatto Davies durante
il suo primo periodo di lavoro sulla serie e questo rilancio gli ha
permesso di avere un vantaggio, il che significa che il lavoro
sulla prima stagione (che debutterà a maggio) è terminato diversi
mesi fa.
Attualmente in produzione, la
seconda stagione di DOCTOR
WHO debutterà nel 2025 su BBC One e BBC iPlayer nel
Regno Unito e su Disney+ negli Stati Uniti e in tutto il
mondo. Guardate una foto di una recente lettura del tavolo nel post
di X qui sotto.
Two for Season Two! ❤️❤️
Here’s a first look behind Season Two as Varada Sethu joins the
Fifteenth Doctor and Ruby Sunday in the second season of
#DoctorWho, airing in 2025. pic.twitter.com/fzT1fBryaa
La controversa autrice di Harry
Potter, J.K. Rowling, ha fatto di nuovo
notizia, questa volta per aver risposto ad alcune delle critiche
che le sue opinioni sui diritti dei trans hanno ricevuto in passato
dalle principali star degli adattamenti cinematografici Daniel Radcliffe ed
Emma Watson.
I post della Rowling hanno fatto
seguito alla pubblicazione di una revisione indipendente dei
servizi per l’identità di genere per bambini e ragazzi forniti dal
Servizio sanitario nazionale britannico. Il rapporto rileva che gli
operatori sanitari e i pazienti “non hanno buone prove sui
risultati a lungo termine degli interventi per gestire il disagio
legato al genere”.
La scrittrice non è stata contenta
della quantità di reazioni a questi risultati, che ha preso come
una rivendicazione delle sue opinioni. “Se sembro arrabbiata, è
perché sono dannatamente arrabbiata“, ha detto in uno dei suoi
post. “Ho letto Cass questa mattina e la mia rabbia è aumentata
per tutto il giorno. I bambini sono stati danneggiati in modo
irreversibile e migliaia di persone sono complici, non solo i
medici, ma anche i portavoce delle celebrità, i media indiscussi e
le aziende ciniche“.
Tra questi “portavoce delle
celebrità” ci sono le star di Harry
PotterDaniel Radcliffe ed
Emma Watson, che in passato hanno chiarito la loro
posizione sul dibattito transgender. “Sto solo aspettando che
Dan ed Emma ti facciano delle scuse pubbliche… sicuri che li
perdonerai“, ha scritto uno dei follower della Rowling nelle
risposte. “Non è sicuro, temo“, ha risposto lei.
“Le celebrità che si sono
accodate a un movimento intenzionato a erodere i diritti
faticosamente conquistati dalle donne e che hanno usato le loro
piattaforme per fare il tifo per la transizione dei minori possono
risparmiare le loro scuse per i detrattori traumatizzati e per le
donne vulnerabili che fanno affidamento su spazi
monosessuali“.
Vale la pena notare che altri
membri del cast di Harry
Potter si sono espressi a favore della
Rowling.
“Voglio dire, posso capire un
punto di vista che potrebbe essere arrabbiato per quello che dice
sulle donne“, ha detto al Times l’attore di
Voldemort
Ralph Fiennes. “Ma non si tratta di un’oscena fascista di
estrema destra. È solo una donna che dice: ‘Sono una donna e sento
di essere una donna e voglio poter dire che sono una donna’. E
capisco da dove viene. Anche se non sono una donna”. Potete
leggere il commento completo della Rowling e il link alla
recensione qui sotto.
These are people who’ve deemed opponents
‘far-right’ for wanting to know there are proper checks and
balances in place before autistic, gay and abused kids – groups
that are all overrepresented at gender clinics – are left
sterilised, inorgasmic, lifelong patients. 2/6
Foto in copertina J.K. Rowling ad una conferenza
stampa per promuovere il suo “Open Book Tour”. Kodak Theatre,
Hollywood, CA. 10-15-07 — Foto di s_bukley via Depositphotos.com
Tobey Maguire tornerà mai per un film da
solista sull’Uomo Ragno che riprenda da dove si era interrotto
Spider-Man 3? I soliti rumor vorrebbero farvi
credere che sia in lavorazione, ma una delle star del film non è
sicura che sia ciò di cui il mondo ha bisogno in questo
momento.
Parlando con IndieWire per
promuovere il suo prossimo film, Civil
War, l’attrice Kirsten Dunst ha dato una risposta
misurata quando le è stato chiesto di tornare a interpretare
Mary Jane Watson in un altro film di
Spider-Man diretto da Sam
Raimi.
“Non credo che ne abbiamo
bisogno. Non lo so“, ha detto Kirsten Dunst. “È stato così tanto tempo
fa. Non so proprio come farebbero, quale sarebbe la storia. Non lo
so. Sembra che… non lo so! Dipenderebbe dal copione e anche, non
so, ti stai mettendo in gioco in un modo che… forse lasciamo le
cose quando erano belle. Capisci cosa intendo?“.
Recentemente, Kirsten Dunst ha rivelato che il
motivo per cui non è apparsa in
Spider-Man: No Way Home è perché non le è stato
chiesto di riprendere il suo ruolo. Tuttavia, se le fosse stato
chiesto, lo avrebbe fatto.
L’altro grande rumor che si sta
diffondendo al momento è che lo Spider-Man di Tobey Maguire apparirà in Avengers
5 e/o Avengers:
Secret Wars. Se non è previsto un vero e proprio
sequel di Spider-Man 3, forse la Kirsten Dunst potrebbe fare un cameo accanto a
Tobey Maguire?
Per quanto riguarda il motivo per
cui Kirsten Dunst sta improvvisamente spuntando su
Internet, parlando di un ruolo che ha interpretato per l’ultima
volta 17 anni fa, è perché è la protagonista di Civil
War di Alex Garland, che è uscito ieri
nelle sale.
Il film sta raccogliendo recensioni
entusiastiche e potrebbe essere un serio candidato ai premi di
quest’autunno. A proposito del suo prossimo ruolo, Kirsten Dunst ha dichiarato: “Questo film
mi sembra una favola, una favola ammonitrice di ciò che accade
quando le persone non comunicano tra loro. Quando nessuno si
ascolta, quando si mettono a tacere i giornalisti, quando si perde
una verità condivisa“.
Civil
War ha attualmente un indice di gradimento del 91% su
Rotten Tomatoes da 85 recensioni, con un punteggio medio di 7,8 su
10. Secondo boxofficepro.com, il film è destinato a un’apertura
domestica tra i 20 e i 30 milioni di dollari e ha la possibilità di
scalzare Godzilla x
Kong: Il nuovo impero dal primo posto tra i film americani di
questo fine settimana.
Opera prima da regista di Paola Cortellesi, da lei anche scritto insieme
a Furio Andreotti e Giulia
Calenda, C’è
ancora domani (qui
la recensione), è stato il film campione d’incassi del 2023 in
Italia, oltre ad aver guadagnato ora un totale di 19
candidature ai David di Donatello. Al di là di questi
traguardi, è questo un film che utilizza un estetica neorealista
coniugata ad un linguaggio contemporaneo per raccontare dell’ieri,
dell’oggi e – di conseguenza – anche del domani. Cortellesi
affronta il tema del ruolo della donna nella società senza
ricorrere a facili stereotipi, i quali non vengono applicati
neanche alle figure maschili.
Si tratta dunque di un film
importante, non perfetto ma capace di suscitare emozioni e
riflessioni sul ruolo che si può svolgere riguardo tali dinamiche,
in quanto è la molteplicità delle individualità a poter fare la
differenza. Sullo sfondo di tutto ciò, c’è una meravigliosa Roma
ferita ma pronta a risollevarsi, che attraverso una serie di
location di grande bellezza offrono a C’è
ancora domani ulteriore valore. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle location. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di C’è ancora domani
Protagonista del film è
Delia (Paola
Cortellesi), moglie di Ivano (Valerio
Mastandrea) e madre di tre figli. Con loro c’è anche
il padre di Ivano, il Sor Ottorino
(Giorgio Colangeli). La famiglia vive in una Roma
divisa tra la spinta positiva della liberazione dall’occupazione
tedesca e le miserie della guerra da poco alle spalle. La vita in
famiglia è però motivo di continue ansie e preoccupazioni per
Delia, divisa tra i colpi che il marito le infligge al minimo
errore e le speranze per la figlia maggiore,
Marcella (Romana Maggiora Vergano),
prossima alle nozze con Giulio (Francesco
Centorame).
L’unico sollievo di Delia è l’amica
Marisa (Emanuela Fanelli), con
cui condivide momenti di leggerezza e qualche intima
confidenza. Con l’avvicinarsi delle nozze, Delia inizia anche a
lavorare all’abito da sposa per la figlia, mentre cerca di far sì
che tutto si svolga per il meglio. L’arrivo di una lettera
misteriosa, però, come anche la notizia della partenza verso il
Nord del suo vecchio amore Nino (Vinicio
Marchioni) riaccenderà in lei il coraggio per
rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro migliore,
non solo per lei.
Le location dove è stato girato il
film
Grande protagonista, oltre agli
attori fin qui elencati, è naturalmente Roma,
raccontata attraverso ambienti diversi che ne esaltano la bellezza
anche nei contesti più difficili. In particolare, molti dei luoghi
del film si possono ritrovare nel quartiere
Testaccio, dove ad esempio si sono svolte le
riprese relative alle scene nel condominio di Delia. Questo si
trova in via Bodoni 98, all’angolo con via
Torricelli e a pochi passi dalla sponda sinistra del
Tevere. Gli interni dell’abitazione della protagonista, invece,
sono stati ricostruiti in uno studio di Cinecittà.
Ancora a Testaccio si ritrova il
posto di blocco dove Delia fa la conoscenza del soldato William.
Questo è stato posto in via Flavio Gioia, a pochi
passi da via Bodoni. In piazza Testaccio è stato
ricostruito il mercato dove Delia fa visita all’amica Marisa. In
ultimo, è in via di Monte Testaccio, nei pressi
del civico 72, che Delia incontra Nino, lì dove si trova la sua
officina. Al di fuori di Testaccio, invece, nel Rione
Monte si trova il vicolo dove Delia e Marisa si concedono
un momento di pausa fumando una sigaretta, ovvero in via
degli Ibernesi.
Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano,
Mattia Baldo e Gianmarco Filippini in C’è ancora domani. Foto di
Claudio Iannone
In una zona totalmente diversa sono
invece state girate le scene flashback dell’innamoramento tra Delia
e Ivano. Queste sono state girate nei vicoli di Trastevere e sempre
a Trastevere si trova anche la Chiesta di Santa Maria in
Cappella, luogo del loro matrimonio. Si trova invece nel
rione Sant’Angelo la chiesa è Santa
Caterina dei Funari, dove Delia e la sua famiglia
assistono alla funzione religiosa prima di scoprire che il padre di
Ivano è deceduto. La gelateria Moretti, appartenente alla famiglia
del promesso sposo di Marcella, è invece situata sempre a
Trastevere, lì dove si trova in realtà lo storico bar Giolitti, in
via Amerigo Vespucci 35.
Altre brevi scene, come quelle
girate nella merceria dove Delia acquista delle stoffe o il negozio
di ombrelli dove si reca a lavorare, sono state invece girate in
via Locchi 4 ai Parioli la prima,
e nel quartiere di Torpignattara la seconda. In
ultimo, la scuola dove Delia si reca ad esprimere il suo voto nel
finale del film, è in realtà l’ex ospedale Carlo
Forlanini, nel quartiere Monteverde. La
scalinata dove Delia si mescola alle altre donne per trovare difesa
da Ivano, invece, era invece un tempo l’ingresso dell’obitorio.
Il trailer di C’è ancora
domani e dove vedere il film in streaming
È possibile fruire
di C’è ancora
domani grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Now e
Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video.
Deadpool &
Wolverine si avvicina rapidamente e, nei prossimi due
mesi, inizieremo a vedere molto di più sul debutto del Mercenario
dalla bocca larga nel MCU.
Un nuovo trailer arriverà
probabilmente in tempo per il debutto nelle sale di Il Regno del Pianeta delle Scimmie, e da lì
inizieremo presto a vedere action figure, promo art ufficiali
(invece dei recenti leak), poster, spot televisivi e altro
ancora. Ora, però, abbiamo un concept art del trequel.
Condivisa dal direttore dello
sviluppo visivo dei Marvel StudiosAndy Park per
promuovere l’uscita di Deadpool & Wolverine: The Art of the Movie,
ci offre il miglior sguardo sul costume di Wade Wilson modificato
dal MCU.
“Guidare il team di sviluppo
visivo qui ai Marvel Studios per il prossimo film
[Deadpool &
Wolverine] è stata una cosa importante per me per
tanti motivi“, spiega. “Una grande ragione è che, come
alcuni di voi sapranno, ho iniziato la mia carriera come
disegnatore di fumetti. E la persona che mi ha dato il mio [primo]
lavoro è stato nientemeno che il creatore stesso di Deadpool [Rob
Liefeld]“.
“Avrò sicuramente altro da dire
una volta uscito il film. Non vedo l’ora! Per ora date un’occhiata
e preordinate questo libro che mostra i concept design e le idee
che il mio fantastico team [e io (e tanti altri fantastici artisti
degli altri dipartimenti) abbiamo ideato per questo film!“
E aggiunge: “Non è la copertina
definitiva, ma mostra il mio concept design di Deadpool“. Non
vediamo l’ora di vedere i disegni delle varianti di Deadpool &
Wolverine e speriamo che la data di uscita anticipata
rispetto al solito non significhi che il libro sarà povero di
spoiler.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
L’eccitazione per Batman v Superman: Dawn of Justice era alle
stelle prima della sua uscita nel marzo 2016, soprattutto perché i
fan dei fumetti attendevano da tempo che le due icone della
DC Comics condividessero lo schermo.
Questo spiegherebbe il suo weekend
d’apertura da record, ma le recensioni negative da parte di fan e
critici hanno visto il film subire un forte calo la settimana
successiva. In definitiva, il film è stato considerato una sorta di
delusione al botteghino e la reazione ha portato la Warner Bros. ha
cambiato rotta con il DCEU (ed è per questo che
Suicide
Squad ha subito cambiamenti così importanti nei mesi
precedenti l’uscita).
Dite quello che volete sui
fallimenti di
Batman v Superman: Dawn of Justice – e sulla
famigerata scena di “Martha” – ma ci sono molti fan che
hanno apprezzato la rivisitazione in chiave live-action di
Zack Snyder de Il ritorno del Cavaliere
Oscuro.
Per coloro che si considerano parte
di questo gruppo, oggi vi segnaliamo qualcosa di molto eccitante.
Hot Toys ha presentato una nuova edizione della sua figura
Armored Batman in scala 1/6, dotata di numerosi
accessori… e sì, potrete ricreare quella scena (a patto di avere un
Superman a portata di mano in modo che il Cavaliere Oscuro possa
chiedere: “Perché hai pronunciato quel nome?!”).
Hot Toys è orgogliosa di
presentare la versione Deluxe della figura da collezione Armored
Batman (2.0) in scala 1/6! Realizzata con cura meticolosa, la
versione deluxe raffigura esclusivamente Batman nella sua armatura
pesantemente danneggiata dalla battaglia, ispirata all’esplosiva
battaglia tra il Cavaliere Oscuro di Gotham e il Figlio di
Krypton.
La figura da collezione,
accuratamente realizzata sulla base dell’immagine di Ben Affleck
nei panni del Batman corazzato del film, presenta una testa
corazzata diecast di nuova concezione con occhi illuminati a LED e
tre facce inferiori intercambiabili che riproducono le espressioni
facciali di
Ben Affleck tuta da combattimento meticolosamente realizzata
con una migliore applicazione della vernice e degli effetti
atmosferici; una selezione di armature in materiali diecast; un
nuovissimo corpo ridisegnato e altamente dettagliato con
articolazioni migliorate; una pistola a rampino e una pistola a
granata dettagliate.
La versione deluxe della figura
da collezione offre un aspetto danneggiato dalla battaglia grazie
agli accessori intercambiabili. Dispone di una testa corazzata
danneggiata dalla battaglia con bulbi oculari rotolanti separati,
un set di armature di Batman danneggiate dalla battaglia, una
lancia di kryponite illuminata a LED e una base per diorama che
consente di fissare la lancia per ricreare le scene più
avvincenti.
Le visualizzazioni delle prime 24
ore del
primo atteso trailer di Joker:
Folie à Deux suggerisce che la Warner Bros.
Discovery possa avere tra le mani un altro successo a
misura di Barbie.
Infatti con oltre 167 milioni di visualizzazioni, i numeri
del primo trailer di Joker:
Folie à Deux superano quelli del primo trailer di
Barbie.
Dato che recentemente è stato
rivelato che il sequel ha ricevuto un notevole aumento di budget,
passando da 60 a 200 milioni di
dollari, la notizia di un significativo interesse da parte
del pubblico dovrebbe far dormire sonni tranquilli ai dirigenti
dello studio.
Tuttavia, Variety
fa notare che i numeri di Joker:
Folie à Deux sono ben lontani da quelli del
primo trailer di Deadpool &
Wolverine, presentato in anteprima durante la domenica
del Super Bowl. Il trailer di quel film ha totalizzato ben 365
milioni di visualizzazioni nelle prime 24 ore, diventando il più
grande lancio di trailer di tutti i tempi.
Le riprese di Joker:
Folie à Deux si sono concluse nell’aprile del 2023 e
le voci ipotizzano che la natura musicale del film sia dovuta allo
spostamento del punto di vista del pubblico dal Joker di Joaquin Phoenix, mentre il sequel sarà
raccontato dalla prospettiva della Harley Quinn di
Lady Gaga.
A quanto pare, questa versione di
Harley Quinn vede il mondo come un grande musical.
Sul palco del CinemaCon, Todd Phillips sembrava respingere l’idea che
il film fosse un musical a tutti gli effetti, affermando: “La
musica è un elemento essenziale. Non si discosta troppo dal primo
film. Usiamo la musica per renderci integri, per bilanciare le
fratture in noi stessi”. Tuttavia, è difficile giungere a una
conclusione definitiva sulla base del primo trailer.
Joker: Folie à Deux, quello che
sappiamo sul film
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC
Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a
Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più
nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad
Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi
musicali”.
Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di
Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente
dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.
Il sequel di Joker
sarà conosciuto come un progetto Elseworlds,
secondo il co-presidente dei DC Studios James Gunn. I film con questa denominazione
sono al di fuori della continuità principale del DCU. Altri progetti
Elseworlds includono The
Batman – Parte II e la serie ThePenguin.
L’uscita in sala del sequel è attualmente fissata al 4
ottobre 2024.
Nell’incredibile episodio di questo
mercoledì di X-Men
’97, abbiamo assistito alla spaventosa distruzione di
Genosha dopo un attacco delle Sentinelle che i
fan dei fumetti ricorderanno probabilmente dall’iconica run dei
New X-Men di Grand Morrison e Frank Quitely.
“Remember It” si è concluso con la brutale morte di
Magneto e Gambit, per non parlare di innumerevoli altri
mutanti.
Da allora i fan hanno teorizzato che
Cable, che viaggia nel tempo, potrebbe rimettere le cose a posto,
mentre ci sono anche molti suggerimenti su chi ha orchestrato
l’attacco. Naturalmente, i lettori dell’opera Marvel di Morrison sapranno che è
stata la sorella gemella del Professor X,
Cassandra Nova, a scatenare l’attacco delle
Sentinelle. Ma questo significa che la sua apparizione in X-Men
’97 è garantita?
“Non spererei che
Cassandra Nova sia un grande cattivo nella nostra
serie“, ha detto il produttore supervisore/regista
capo Jake Castorena a Inverse . “Ma quello che voglio
dire è che non credo che la gente sarà delusa dalle nostre scelte.
Mi piace Cassandra Nova per quello che alla fine si
riduce“.
La regista dell’episodio 5,
Emi Yonemura, aggiunge: “Mi piace
perché rappresenta una sfida per Xavier. Mi piacciono molto le
tensioni che porta, tutto il livello che porta. Adoro anche il suo
character design“.
“Non posso dire dove
andremo a parare, ma penso che la cosa bella di usare la serie
originale e i fumetti come punto di partenza [è che] ci dà così
tante opzioni con così tanti personaggi ricchi come Cassandra con
cui giocare“.
Cosa è accaduto tra Charles e
Cassandr?
Nei fumetti, Cassandra Nova era un
“Mummudrai”, uno spirito che nella cultura Shi’ar è considerato
uguale e contrario a una persona. Tuttavia, dati gli incredibili
poteri mutanti latenti di Charles Xavier, la sua Mummudrai
ha assunto una forma fisica nel grembo materno come sua
“gemella”.
Il piccolo Charles la riconobbe
istintivamente come una minaccia e la battaglia che ne seguì vide
la madre di Charles abortire da quella che sarebbe potuta
diventare la sorella del leader degli X-Men. In seguito si scoprì che era
sopravvissuta come massa di cellule in un muro di fogna (sul
serio), riuscendo a costruirsi un corpo mentre progettava la
vendetta definitiva su Charles.
X-Men
’97 rivisita l’era iconica degli anni ’90, mentre gli
X-Men, un gruppo di mutanti che usa i propri
doni straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme,
vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad
affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato. I primi cinque
episodi di X-Men
’97 sono ora in streaming su Disney+ e le nuove puntate seguiranno
ogni settimana.
All’inizio di questa settimana,
abbiamo condiviso la notizia che la Disney si è
mossa per ottenere l’archiviazione della causa intentata da
Gina Carano.
L’attrice Gina Caranosostiene che
lo studio l’ha ingiustamente licenziata da The
Mandalorian per aver espresso opinioni politiche
personali online, mentre Disney sostiene di aver
avuto il diritto di licenziare l’attrice in base al suo
comportamento online.
Il punto principale del contendere è
un post sui social media del febbraio 2021 in cui l’attrice che ha
interpretato Cara Dune paragonava il trattamento dei conservatori
moderni alla persecuzione di “migliaia” di ebrei nella
Germania nazista (sminuendo uno dei peggiori genocidi della
storia).
Gina Carano, che pare stia cercando di essere
riassunta per i futuri progetti di Star Wars
(non siamo sicuri di come funzionerebbe), è
sostenuta dal proprietario di X Elon Musk e ora ha risposto
all’argomentazione della Disney che aveva il “diritto
costituzionale di non associare la sua espressione artistica al
discorso di Carano“.
Ecco cosa ha detto Gina Carano in un lungo post su X:
La Disney ha confermato quello che si sapeva da
sempre: vi licenzierà se direte qualcosa con cui non sono
d’accordo, anche se per farlo vi dovrà DISTRUGGERE, MALIGNIRE e
MALTRATTENERE.
Ora hanno reso noto a tutti coloro che lavorano per
loro che la Disney coglierà ogni occasione per controllare ciò che
dite, ciò che pensate o tenterà di distruggere la vostra carriera.
Sono lieto di aver chiarito questo punto. Il Primo Emendamento non consente alla Disney di
DISCRIMINARE in modo deliberato, che è ciò che hanno fatto nel mio
caso e che francamente hanno ora ammesso di aver fatto. Se volevate
sapere quali
sono i ‘valori Disney’ di oggi, ve l’hanno appena
detto“.
Gina Carano non si sta tirando indietro,
ma era diventata una figura controversa anche prima dei commenti
che l’hanno fatta licenziare. Aveva condiviso post che esprimevano
opinioni contro le restrizioni del COVID, aveva messo in dubbio la
legittimità delle elezioni del 2020 ed era rimasta coinvolta nel
dibattito sui diritti dei trans.
Per la Disney, il post di Gina Carano – che, in parte, recitava: “La
maggior parte delle persone oggi non si rende conto che per
arrivare al punto in cui i soldati nazisti potevano facilmente
radunare migliaia di ebrei, il governo ha prima fatto sì che i loro
vicini li odiassero semplicemente perché erano ebrei. Che cosa c’è
di diverso dall’odiare qualcuno per le sue idee politiche?“. –
è stata la “goccia che ha fatto traboccare il vaso“.
Sonic – Il film 3
(Sonic the Hedgehog 3) arriva nelle sale proprio in
tempo per le feste e la Paramount Pictures ha
condiviso un primo sguardo al film con i partecipanti al
CinemaCon di Las Vegas ieri sera.
Ill filmato ha dato il via al
ricongiungimento con il malvagio Dr. Robotnik di Jim Carrey e il cattivo, ora molto… più
cattivo di prima, ha detto di avere il “potere supremo nel
palmo delle mie mani e ora me ne sto seduto qui a mangiare
carboidrati“.
Il suo aspetto è stato paragonato a
quello di Bro Thor di Avengers:
Endgame (che ha visto Chris Hemsworth abbandonare il suo fisico
scolpito per una pancia da birra), e anche se la trasformazione
potrebbe essere temporanea, i fan di Sonic
sperano che questo porti a un’interpretazione accurata di
Eggman al centro della scena in questo trequel.
Cosa è stato mostrato di
Sonic 3 al CinemaCon di Las Vegas?
L’agente Stone sta ancora aiutando
Robotnik e la scoperta di Shadow lo sprona a tornare in azione.
Sonic, Tails e Knuckles si scontrano con Shadow in una sequenza
ricca di azione, ma Shadow non parla mai e non sappiamo ancora chi
lo doppierà in Sonic the Hedgehog 3. Il trailer sembra addirittura
suggerire che Robotnik sia il protagonista del gioco. Il trailer
sembra addirittura suggerire che Robotnik e Sonic dovranno fare
squadra per sconfiggere Shadow!
Knuckles, nel frattempo, afferma
che Shadow è un riccio molto più impressionante di Sonic (con
grande disappunto del velocista). Purtroppo, al momento non si sa
quando questo filmato verrà pubblicato online.
“Ci siamo davvero entusiasmati
all’idea di espandere i nostri personaggi e il nostro mondo in
televisione, in particolare, perché ci dà una piattaforma per
studiare davvero i personaggi“, ha spiegato di recente il
produttore esecutivo Toby Asche. “Sapevamo che, con l’arrivo di
Shadow in Sonic 3 e alcune
delle cose più grandi che vogliamo fare, il franchise di Sonic dal
punto di vista cinematografico sarebbe stato un evento del livello
dei Vendicatori”.
“Saranno storie grandi ed
emozionanti con molti personaggi diversi“, ha aggiunto Asche.
“E quello che la televisione ha fatto per noi è che ci ha dato il
tempo di approfondire alcuni dei personaggi di supporto e di
costruirli in modi fantastici”.
Jeff Fowler
tornerà alla regia del threequel Sonic – Il film 3
(Sonic the Hedgehog 3), mentre Ben Schwartz (Sonic the
Hedgehog), Colleen O’Shaughnessey (Miles “Tails” Prower),
Idris Elba (Knuckles the Echidna),
James Marsden (Tom Wachowski), Tika Sumpter (Maddie
Wachowski) e
Jim Carrey (Dr. Robotnik) riprenderanno i rispettivi
ruoli dei primi due film.
Le nuove aggiunte al franchise
includono Krysten Ritter (Jessica Jones), Alyla Browne (Furiosa),
James Wolk (Harley Quinn), Sofia Pernas (Jane the Virgin), Cristo
Fernández (Ted Lasso) e Jorma Taccone (Spider-Man: Across the
Spider-Verse). Knuckles sarà presentato in anteprima su Paramount+ il 26 aprile, mentre Sonic – Il film 3
(Sonic the Hedgehog 3), arriverà nelle sale il 20
dicembre.
L’attrazione principale del panel
della Lionsgate al CinemaCon di ieri pomeriggio
era sicuramente l’attore Henry Cavill, presente per promuovere il
prossimo film dello studio, The Ministry of Ungentlemanly Warfare, che uscirà
nelle sale americano alla fine del mese.
Ma Henry Cavill ha anche accennato brevemente al
prossimo revival di Highlander,
diretto da Chad Stahelski, il regista di John Wick.
“Se pensavate di avermi
già visto fare un lavoro di spada, non avete ancora visto
nulla“, ha detto Henry Cavill, che in precedenza ha recitato in
The
Witcher di Netflix.
Cosa ha detto Henry Cavill sul reboot di Highlander?
Henry Cavill ha lasciato intendere che la
lettura iniziale della sceneggiatura gli ha suscitato qualche
dubbio, poiché è un grande fan del film originale e ci sono alcune
interessanti modifiche al materiale di partenza.
“Sono un amante dei
film originali, nel bene e nel male, ed è una di quelle cose per
cui quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta non ero
molto sicuro di dove volessero andare a parare“, ha
ammesso.
Ma a quanto pare Henry Cavill è stato inizialmente conquistato,
visto che ha anche anticipato come il reboot definirà meglio i
personaggi, aggiungendo: “Ma santo cielo, stiamo
andando in profondità in questi personaggi“.
Questo fa eco a quanto Henry Cavill aveva già dichiarato a febbraio,
quando aveva osservato: “Ero, sono, un fan di
Highlander. Erano film molto divertenti. Ovviamente li ho guardati
quando ero molto più giovane e da allora li ho
rivisti“.
“Ma anche la serie
televisiva. Mi è piaciuta molto la storia che c’è dietro. Il senso
di un guerriero tragico, con una storia da raccontare che non è
solo un ragazzo figo con una spada figa che fa cose fighe. E questo
va ancora più a fondo“.
Highlander
segue una storia fittizia che afferma l’esistenza di immortali
nascosti nella società normale. Essi devono cacciare e uccidere
altri immortali decapitandoli in una gara nota come L’Adunanza, che
vedrà l’ultimo immortale a conquistare il potere finale.
Sebbene le origini della gara non
siano mai state spiegate esplicitamente, il franchise in genere
sostiene che gli immortali esistono dall’alba dei tempi e che la
gara tra loro deve rispettare solo tre regole ferree:
il combattimento sul suolo sacro è proibito
il combattimento deve essere uno contro uno
alla fine, ce ne può essere solo uno.
Non molto tempo fa, la
Warner Bros. Discovery ha annunciato che Henry Cavill non tornerà a vestire i panni di
Superman in seguito alla decisione di rinnovare il
DC Cinematic Universe. Henry Cavill ha anche recentemente abbandonato
il ruolo di Geralt di Rivia in The
Witcher di Netflix, per divergenze creative.
I fan dell’attore sperano che
l’esperienza di Stahleski nel campo dell’azione e l’abilità con la
spada acquisita da Henry Cavill nel ruolo di Geralt portino a una
collaborazione di successo, perché i fan di lunga data dell’attore
vogliono davvero vedere Cavill vincere.
All’inizio di questa settimana è
stata diffusa
la notizia che Tom Hiddleston tornerà a vestire i panni di
Jonathan Pine per altre due stagioni di The
Night Manager, dopo una pausa di otto anni dall’ultima
volta che il thriller di spionaggio è arrivato sui nostri
schermi.
Apparso al Jimmy Kimmel Live! per
condividere la notizia, l’attore è stato inevitabilmente
interrogato sul suo ruolo di Loki
nel MCU. La serie TV Disney+ del Dio dell’inganno si è
conclusa con il suo posto al centro del
Multiverso, alimentando un flusso infinito di linee temporali,
ma condannandosi a un’eternità solitaria.
Questa potrebbe essere la fine di
Loki o un mezzo per renderlo un attore importante nei
prossimi film dei Vendicatori. In ogni caso, Tom Hiddleston è fermo nel dire che non sa
cosa riservi il futuro al cattivo trasformato in eroe.
“Non lo so“, ha ammesso la
star di Loki.
“Non lo so davvero… So che abbiamo raggiunto una sorta di
conclusione narrativa con la seconda stagione, che mi sembra molto
soddisfacente”.
Per quanto riguarda la sua sorpresa
per la longevità del ruolo, Tom Hiddleston ha ammesso che non si aspettava
che
Loki sarebbe durato 14 anni quando si è unito al cast
di Thor nel 2009.
“Non ne avevo idea, e ogni
volta che qualcuno dice che [sono passati 14 anni], mi fa impazzire
perché quando sono stato scritturato nel 2009, avevo 28 anni, e ora
ne ho 43, ed è una grossa fetta della mia vita adulta in cui ho
interpretato questo fantastico personaggio. Ha cambiato
completamente il corso della mia vita“.
LOKI è ancora considerato un cattivo nell’MCU?
L’attore ha inoltre condiviso
alcune considerazioni sul fatto che
Loki possa essere davvero considerato un cattivo.
“Sono consapevole che ha fatto alcune scelte interessanti, che
potrebbero essere accumulate in un quadro che sembra un cattivo, e
una volta, stava facendo alcune scelte sbagliate“, ha spiegato
Tom Hiddleston.
“Sai, cercare di conquistare
New York e i Vendicatori che devono riunirsi per fermarlo, è stata
una brutta giornata in ufficio“. “Mi piace pensare che, 14
anni dopo, stia facendo scelte un po’ più generose, amorevoli ed
eroiche“.
Saremmo scioccati se
Loki non facesse ritorno, soprattutto se le Incursioni
dovessero distruggere il Multiverso che ha contribuito a creare
alla fine della
seconda stagione di Loki. Molti fan
credono che verrà utilizzato in modo simile a Molecule Man
in Secret Wars di Jonathan Hickman, anche se
questo è ancora da vedere. Potete vedere l’intervista completa
all’attore nel player sottostante.
Il falco e il leone sono tornati in
trincea. Questa volta non per combattersi, ma per combattere
insieme. La metafora della giungla, con i suoi dominatori su terra
e cielo, continua a essere la chiave simbolica di
Ambizione 3, dramma
turco di Netflix
creato da Meriç Acemi, anche in veste di
sceneggiatrice. Nella centrifuga del serial, fino ad ora sono stati
versati diversi temi stuzzicanti: dall’invidia divoratrice
all’ambizione più incontrollata, fino a quello scontro
generazionale rappresentato da Lale e Asli, terreno fertile per
raccontare la nera realtà del giornalismo odierno, dove la notizia
non è più figlia della verità ma è frutto di tendenze social il cui
effetto domino diventa uno tzunami impossibile da placare.
Uno dei punti di forza
dello show è stato usare come pretesto l’attualità –
quindi il mal uso di Instagram, X o Tik Tok – per mettere a
confronto due generazioni che sembrano non capirsi, ma che
invece, se si ponessero in condizione d’ascolto l’uno verso l’altro
mettendo al margine diffidenza e superiorità, avrebbero molto da
imparare. Ed è qui che Ambizione 3 arriva, a soli pochi mesi
d’uscita dalla seconda season, determinando – si spera – la sua
conclusione con l’atto finale.
La trama di Ambizione
3
Lo show turco che per due stagioni
ha seguito lo scontro fra Lale, giornalista veternana appartenente
alla Generazione X, e Asli, novella nell’ambiente della Generazione
Z, aveva risolto l’astio fra le due nelle battute finali della
seconda stagione, spalancando le porte a una loro
“collaborazione” in questa terza season. Lale, dopo aver aperto un
suo canale lanciando un format nuovo, viene ingaggiata da un nuovo
network, REDW, a cui capo come CEO c’è Muge, sua vecchia amica che
nutre per lei solo odio, e con la quale aveva lavorato insieme a
Dall’altra parte prima che arrivasse Asli a detronizzarla.
Quest’ultima, però, negli ultimi episodi della stagione precedente
era stata licenziata da Gulbin, a capo dell’azienda, salvo poi
venire richiamata per condurre accanto a Yusuf, ancora una volta,
il programma. Il testa a testa, in questa nuova stagione, avviene
dentro le rispettive aziende, ma il turining point arriva quando,
per un presunto video a sfondo hard di Lale (non vero), questa
viene licenziata da REDW e decide di lasciare Istanbul per sparire
dai radar degli sciacalli del web. Ma sarà proprio Asli a farle
cambiare idea, convincendola a rimanere in Turchia e proponendole
un’alleanza insieme con Dall’altra parte, per farle
ripulire l’immagine e distruggere Muge e il suo impero.
Uno show che ha perso il suo
baricentro
Il problema di alcuni prodotti
streaming è che, forti dei grandi ascolti e della fedeltà del
pubblico, continuano a oltranza non preoccupandosi più della
qualità, che passa in secondo piano. Un ragionamento che
applichiamo anche per Ambizione 3, almeno
in parte. Il primo episodio sembrava contenere un evento
scatenante, incentrato su Yusuf, che avrebbe virato verso altri
lidi tematici, quali i disagi giovanili e l’inadeguatezza verso un
mondo ancora troppo ancorato al passato e ai veterani dei mestieri.
Largo spazio alle nuove generazioni, si sente dire spesso, un eco
che però ad oggi ancora non pare stia facendo smuovere le acque
come dovrebbe. È una tematica calda, questa, sentita da tantissimi,
molti dei quali fra l’altro guardano proprio la serie, che avrebbe
perciò potuto dare allo show una nuova linfa vitale.
Se c’è l’intenzione di andare
avanti, deve esserci anche il coraggio di rinnovarsi e non
fossilizzarsi sull’impostazione contenutistica iniziale, altrimenti
il rischio è la ridondanza e la perdita di valore del prodotto
stesso. Nel caso del dramma turco, l’essere rimasti fermi
sui medesimi precedenti punti non solo ne ha evidenziato la
stanchezza, ma ha anche fatto sì che tornassero
ciclicamente le stesse dinamiche, estremamente speculari a
quanto già visto, scivolando nel ripetitivo. Lale e Asli sono
oramai alleate, e incarnano la prova vivente di un’unione fruttuosa
che può esserci fra Generazione X e Z (si sarebbero potuti fermare
qui), ma nel mirino questa volta finiscono il resto dei personaggi,
proseguendo ancora un discorso già esaurito, senza aggiungere così
niente di ciò che era stato processato.
È solo verso metà racconto che
lo show introduce un nuovo campo di discussione,
quello della pericolosità dei sextape, provando a parlare
dell’importanza di riflettere bene sulle proprie azioni perché
spesso possono arrecare danni irreversibili al prossimo, ma
purtroppo anche questa si riduce a essere solo una parentesi veloce
e soprattutto molto approssimata. Dispiace, indubbiamente,
considerato che Ambizione 3 conserva
comunque alcune scene e dialoghi molto potenti (uno di questi è
contenuto nell’episodio 5) , frutto di una sceneggiatura che si
ricorda – seppur non spesso – di avere un bel potenziale su cui far
leva. Considerato il climax finale e le sequenze in ultima battuta,
lo show sembra però (potremmo dire per fortuna) aver deciso per un
epilogo che metta un punto e non una virgola. Speriamo perciò di
non sentire annunci di rinnovi, a meno che l’idea per una eventuale
quarta stagione non si fondi su un impegno di attuare un
refresh.
Entertainment Weekly ha
condiviso le prime foto ufficiali del film
Captain America: Brave New World, tra cui spicca
quella che offre un primissimo sguardo al generale Thaddeus
“Thunderbolt” Ross di
Harrison Ford. Le immagini sono state diffuse in
concomitanza con la proiezione di un primo filmato del film al
CinemaCon di Las Vegas,
di cui si riporta qui una descrizione. Di seguito, ecco invece
le due foto, con la prima che vede il Sam Wilson di Anthony Mackie nei panni del nuovo Captain
America al cospetto di Ford, e la seconda che ripropone Wilson.
See Anthony Mackie officially headline his
own 'Captain America' movie opposite Harrison Ford in EW's
exclusive first look at 'Brave New World.' https://t.co/FLAEc9PWe8
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da dove si
è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
il film è indicato come uno dei titoli più importanti della
Fase 5.
La Disney ha
presentato molti progetti importanti al suo panel del
CinemaCon, concludendo l’evento annuale in grande
stile. Il franchise di Star Wars
non ha ricevuto aggiornamenti significativi, ma per i fan del
MCU c’è stato molto per cui
entusiasmarsi.
Dopo che Wade Wilson è
stato portato alla TVA in Deadpool &
Wolverine, incontra Mr. Paradox e scopre che, sì, sono
stati proprio i suoi viaggi nel tempo in
Deadpool 2 a metterlo nel loro radar. Tuttavia, non è per
questo che si trova lì.
Il Mercenario Chiacchierone
è stato scelto per uno scopo più alto: salvare la “Sacra Linea del
Tempo” e vendicarla. Paradox potrebbe essere uno degli agenti della
TVA che vogliono distruggere le linee temporali divergenti per
ripristinare l’unica vera versione che conosciamo come
Terra-616?
Qualunque sia il caso, Deadpool
riesce a dare un’occhiata al suo futuro “lontano” (che vede un Thor
in lacrime che piange il mercenario caduto). A questo punto,
l’antieroe decide di entrare nella “più grande linea temporale di
tutte” e dichiara: “Beccati questo, Fox! Vado a Disneyland!”.
Thunderbolts* Titolo
misterioso
Quando la star di Black Widow Florence Pugh ha condiviso
un video dal set di Thunderbolts,
i fan più attenti hanno notato che del film è stato aggiunto un
asterisco (*).
Parlando con i partecipanti al
CinemaCon, il presidente dei Marvel Studios
Kevin Feige ha detto: “Sì, noterete l’asterisco su Thunderbolts.
Questo è il titolo ufficiale di Thunderbolts e non ne parleremo più fino
all’uscita del film“.
Il fatto che lo studio non sia
disposto a parlarne fino a dopo l’uscita del film è estremamente
intrigante e suggerisce che l’asterisco sia uno spoiler e che abbia
un significato importante sia per questo film che per il futuro del
MCU.
A proposito di quei costumi…
Deadpool ha
rinunciato a essere un “supereroe” quando inizia il threequel,
quindi da dove viene il suo nuovo costume colorato? È stato creato
dal sarto della TVA, anche se la sequenza vede uno strano vecchio
barbuto che palpeggia ripetutamente il Mercenario
Chiacchierone.
La clip estesa si conclude conDeadpool &
Wolverine
che viaggiano insieme in auto in costume. Logan non ha la maschera,
ma Wade non è esattamente un grande fan del nuovo look del mutante
artigliato…
“Cos’è questa tuta? Gli
X-Men te la fanno indossare? Quei figli di puttana“, dice.
“Gli amici non fanno uscire di casa gli amici con l’aspetto di
chi combatte il crimine per i Los Angeles Rams”.
Il nuovo look del Presidente
Ross
Avrete notato nei primi fotogrammi
di Captain America: Brave New World che il
Presidente “Thunderbolt” Ross – ora interpretato da Harrison Ford dopo la scomparsa di
William Hurt – non ha più i suoi caratteristici
baffi.
Ford si è comportato da diva?
Onestamente, pensiamo che questo abbia a che fare con la sua
trasformazione in Hulk Rosso. Si può spiegare la scomparsa dei peli
sul viso in un fumetto, ma non così facilmente in un film!
Chiedendo al nuovo Capitan America
di riassemblare i Vendicatori in una clip vista al CinemaCon, Ross
accenna al fatto che ha rinunciato ai sigari (preferendo i
lecca-lecca) e ha un nuovo look perché gli è stato detto che doveva
“perdere i baffi o perdere le elezioni”.
Chi può dire di non avere
assolutamente paura del buio? L’oscurità è da sempre uno dei luoghi
prediletti dove il terrore trova terreno fertile per crescere e
conquistare le sue vittime. Ciò che avviene nel buio è
imprevedibile, inconoscibile e sfugge spesso ad ogni più ferrea
logica del razionale. Al cinema sfruttare tale condizione è
ricorrente, specialmente nel cinema horror. Lo sa bene il regista
David F. Sandberg, che sul buio ha costruito la
sua fama di regista cinematografico. Nel 2016 questi ha infatti
portato sul grande schermo il film Lights Out – Terrore nel
buio (qui la recensione), opera prima
di puro orrore affermatasi come un grande successo.
Il film, scritto da Eric
Heisserer e prodotto da James Wan (noto
per saghe horror quali Saw, Insidious e The Conjuring), è in
realtà l’adattamento in forma di lungometraggio di un corto
dall’omonimo titolo girato nel 2013 dallo stesso Sandberg. Ad oggi
questo, della durata di 2 minuti e 42 secondi, vanta oltre 16
milioni di visualizzazioni. Un successo scaturito dal suo generare
profondo terrore semplicemente ricorrendo al buio, alle ombre e ad
un sonoro quantomai sinistro. In conseguenza a tale successo, le
proposte per farne un film per la sala non tardarono ad
arrivare.
Ad oggi Lights Out – Terrore
nel buio vanta un incasso complessivo di circa 150 milioni
di dollari a fronte di un budget di 5, dimostrazione di quanto
questa tipologia di racconto riesca a far presa sulle paure più
primordiali dell’animo umano. Per gli amanti del genere è un titolo
imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La vicenda ha inizio in un magazzino
tessile, dove Esther intravede l’ombra di una
donna nel buio, ma quando accende le luci, però, la figura
scompare. Lo dice subito a Paul, il proprietario,
ma lui non le crede. Mentre torna a casa, però, viene inseguito e
ucciso proprio da quella stessa sagoma femminile. Il racconto si
sposta poi su Rebecca, la figliastra di Paul, la
quale è affetta da una malattia mentale che le causa una forte
depressione. Anche per questo vive lontana dalla madre
Sophie e dal fratellastro più piccolo di nome
Martin. Quando però quest’ultimo la contatta,
spaventato da alcuni strani comportamenti della madre, qualcosa di
spaventoso inizia ad accadere.
Rebecca e il suo fidanzato
Bret decidono di portare Martin a casa loro,
nonostante le proteste di Sophie. Ciò che sembrava spaventare il
bambino, però, sembra seguirli continuamente. Ben presti, tutti
loro si troveranno a scorgere nel buio l’inquietante presenze, la
quale diventa sempre più minacciosa e violenta. Per scoprire con
cosa ha a che fare, Rebecca si trova a dover indagare nel passato
della sua famiglia, risalendo ad un legame alquanto singolare della
madre con una ragazzina di nome Diana, la quale
era affetta da una grave condizione che le impediva di essere
esposta alla luce. Sembra proprio lei ad essere ora tornata in
cerca di vendetta.
Il cast del film e Diana
Ad interpretare Rebecca, la
protagonista del film, vi è l’attrice Teresa Palmer,
anche nota per i film Point Break e
La battaglia di Hacksaw Ridge. Accanto a lei, nel ruolo
del fidanzato Bret vi è Alexander DiPersia, mentre
il fratello minore Martin è interpretato da Gabriel
Bateman. Completano poi il cast principali gli attori
Maria Bello e Billy Burke,
rispettivamente nei ruoli di Sophie e Paul. Emily Alyn
Lind e Amiah Miller interpretano invece
Sophie e Rebecca da bambina. All’inizio del film si può invece
ritrovare l’attrice Lotta Losten, interprete del
cortometraggio originale, qui nel ruolo di Esther. Diana, invece, è
interpretata da Ava Cantrell da giovane e da
Alicia Vela-Bailey da adulta.
Riguardo proprio il personaggio di
Diana, il mistero intorno alle sue origini e al suo aspetto è stato
tenuto sino all’ultimo, anche tra gli attori del film. Teresa
Palmer, ad esempio, non aveva visto il design di Diana prima delle
riprese, fino a quando non ha girato la sua prima scena con lei su
un set completamente buio. Questa è stata una scelta registica
intenzionale per provocare una genuina reazione di paura alla prima
visione del soggetto. Alicia Vela-Bailey, la donna in costume, era
in precedenza stata la controfigura di Palmer in Sono il numero
quattro, e se la Palmer l’avesse vista prima e l’avesse
riconosciuta, avrebbe perso la sua autentica espressione di
paura.
Una settimana prima che il film
venisse distribuito nelle sale, la New Line Cinema e la Warner
Bros. Pictures hanno ufficializzato la realizzazione di un sequel,
dichiarandosi molto soddisfatti dal risultato artistico di
Lights Out. Per la regia e la sceneggiatura erano poi
stati riconfermati Sandberg e Hesserer, mentre non era stato
affermato nulla circa la trama, la quale presumibilmente vedrà una
storia e dei personaggi inediti. Nonostante il successo economico
del film che sembrava giustificare la realizzazione di un sequel,
ad oggi non sono però state rilasciate ulteriori notizie, rendendo
dunque incerto il futuro dell’annunciato seguito.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Lights
Out – Terrore nel buio grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV e Prime Video e Tim Vision. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 12 aprile alle ore 21:15
sul canale Italia 2.
Al cinema chiunque può diventare un
eroe, tanto l’uomo comune quanto il più pericoloso dei criminali.
Nel 2009, infatti, il celebre regista Michael
Mann, maestro di film d’azione come Insider – Dietro
la vità e Collateral, realizza un lungometraggio dedicato al
celebre John Dillinger, rapinatore di banche
attivo durante il periodo della grande depressione, simbolo del
gangster tipo e nemico numero uno dell’FBI. Le
sue gesta trovano così spazio in Nemico
Pubblico(qui la recensione), opera
che esplora di lui gli aspetti più popolari come anche quelli più
privati. Non si tratta di un esaltazione di questi, bensì di una
ricerca su ciò che egli ha significato per gli Stati Uniti di
quell’epoca, tanto nel bene quanto nel male.
Per la stesura della sceneggiatura
Mann ha collaborato con Ronan Bennett e
Ann Biderman, analizzando e basandosi
prevalentemente sul saggio Public Enemies: America’s Greatest
Crime Wave and the Birth of the FBI, 1933-43. All’interno di
questo, scritto da Brian Burrough, si descrive la
fervente attività dell’agenzia governativa per reprimere la forte
ondata di criminalità data dalla povertà a cavallo tra gli anni
Trenta e Quaranta. Originariamente, il noto gangster avrebbe dovuto
avere il volto del premio Oscar Leonardo
DiCaprio, ma questi abbandonò il progetto per
dedicarsi a Shutter
Island e Mann decise allora di affidarsi a Johnny Depp.
Fondamentale per il regista era
replicare in modo quanto più preciso possibile la vita di quegli
anni. Fondamentale a tal proposito fu l’avere a disposizione abiti,
macchine e luoghi dell’epoca. Una grande ricostruzione che ha
permesso al film di ottenere un look quantomai affascinante. Prima
di intraprendere una visione di Nemico Pubblico,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori, alla
vera storia dietro il film e alle principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Nemico
Pubblico
Il film si svolge nel 1933, nel
pieno della grande depressione. Il criminale più ricercato
d’America, John Dillinger, riesce a far evadere
dal carcere l’amico John Hamilton, e con lui ha
così modo di riformare la propria gang, dando vita a nuove rapine
alle principali banche d’America. Sulle tracce del gangster, però,
si pone l’agente FBI Melvin Purvis. Inizia così
una vera e propria sfida tra i due, nonché una corsa contro il
tempo per evitare che la situazione precipiti inesorabilmente.
Dillinger, infatti, acquista sempre più popolarità e consensi, e il
popolo americano inizia a vederlo come il loro vendicatore. Tra
grandi passioni e imperdonabili errori, le strade dei due uomini si
intrecceranno fino all’inevitabile risoluzione finale.
Il cast del film, da Johnny Depp a
Christian Bale
Per dar vita all’affascinante
criminale John Dillinger è stato scelto l’attore Johnny Depp, il
quale approfondì a lungo il personaggio, che descrisse come una
sorta di moderno Robin Hood. Depp condusse poi numerose ricerche al
fine di poter parlare e muoversi proprio come il vero Dillinger.
L’attore ha infine affermato di essersi particolarmente affezionato
a lui, ritrovando diversi legami tra le loro vite. Il premio Oscar
Christian Bale
è invece l’interprete dell’agente FBI Melvin Purvis. Per prepararsi
al ruolo, questi decise di incontrare il figlio di Purvis,
ottenendo informazioni che gli permisero di risultare realistico
nella sua interpretazione.
Marion
Cotillard, invece, dà vita a Billie Frechette,
cantante dell’epoca che intrecciò una relazione con Dillinger. Come
gli altri, si preparò al ruolo approfondendo la vita privata di
questa e lavorando sul proprio accento. Nemico
pubblico è poi ricco di numerosi altri celebri attori di
Hollywood. Billy Crudup dà
vita a J. Edgar Hoover, il direttore dell’FBI che vedeva nella
cattura di Dillinger il suo più grande obiettivo. Stephen
Dorff, Channing Tatum e
Giovanni Ribisi interpretano Homer Van Meter,
Pretty Boy Floyd e Alvin Karpis, membri della gang di
Dillinger.
Jason Clark è
John Hamilton, amico stretto del protagonista. Questi è stato
fortemente voluto dal regista, che lo considera uno dei migliori
interpreti della sua generazione. L’attore Stephen
Lang interpreta invece Charles Winstead, uomo di legge del
Texas e uno dei principali coinvolti nella cattura di Dillinger.
L’attrice Carey Mulligan
è infine presente nei panni di Carol Slayman, mentre Rory
Cochrane interpreta Carter Baum e Stephen
Graham è Baby Face Nelson. Infine, Branka
Katić interpreta Anna Sage, la donna che tradì
Dillinger e lo consegnò alle autorità.
Nemico pubblico:
la vera storia John Dillinger
Nel portare al cinema lo scontro tra
John Dillinger e l’FBI, il regista cercò di essere quanto più
accurato possibile. Si resero però ovviamente necessarie alcune
rivisitazioni, al fine di concepire una storia più fedele ai canoni
cinematografici. Quella di Dillinger è una storia che ha inizio nel
1924, quando a ventun anni inizia a rapinare le sue prime banche.
Dopo diverse evasioni di prigione, egli iniziò a diventare una vera
e propria icona, anche per via della grande eleganza con cui era
solito presentarsi. Egli acquistò inoltre grande popolarità presso
il popolo poiché ad ogni rapina era solito bruciare i registri
contabili su cui erano annotati i debiti e le ipoteche delle
persone in difficoltà economiche.
Tali azioni lo portarono dunque a
divenire nell’immaginario collettivo un vero e proprio eroe che
combatteva il governo per il bene del popolo. Nel 1934 egli venne
nuovamente arrestato e portato nel carcere di Crown Point in
Indiana. Dopo pochi mesi egli riuscì però ad evadere avvalendosi di
una finta pistola in legno. Nello scappare, però, rubò la vettura
del direttore e attraversò il confine dello Stato. Così facendo
commisse un reato federale, cosa che permise all’FBI di intervenire
in modo decisivo nella sua cattura. A quattro mesi dalla fuga, egli
venne infine identificato e ucciso dopo essere uscito da un cinema
dove vide il poliziesco Le due strade.
A tradirlo fu Anna
Sage, sua accompagnatrice e informatrice segreta per i
servizi segreti. Partecipò all’agguato decisivo anche
Melvin Purvis, giovane G-Man nominato in prima
persona da J. Edgar Hoover per coordinare le
ricerche di Dillinger assieme agli uomini del nuovo FBI, tra cui
l’esperto investigatore Charles Winstead. Purvis
lasciò poi l’FBI un anno dopo la morte di Dillinger e morì a causa
di un colpo partito accidentalmente dalla propria pistola nel 1960,
anche se non si esclude la possibilità che si sia suicidato.
Contrariamente a quanto riportato nel film, le ultime parole del
gangster non sono state “Bye ByeBlackbird“.
Secondo alcuni, infatti, Dillinger pronunciò solo un “Mi avete
preso”.
Il trailer di Nemico
Pubblico e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Nemico
pubblico è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, in base alla
piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno venerdì 12 aprile alle ore
21:00 sul canale
Iris.
Apple
TV+ ha annunciato che la serie Monsterverse “Monarch:
Legacy of Monsters”, di Legendary Entertainment, è
stata rinnovata per una seconda stagione. Sulla scia del suo enorme
successo, Apple
TV+ ha anche stretto un nuovo accordo multi-serie con Legendary
Entertainment che include diverse serie spin-off basate sul
franchise.
«“Monarch: Legacy
of Monsters” ha lasciato un’impronta indelebile
nei cuori, nelle menti e nell’immaginazione del pubblico di tutto
il mondo, guidato dalla brillantezza di Chris, Matt, Kurt, Wyatt e
dal talentuoso cast
e team creativo», ha affermato Morgan
Wandell, responsabile dello sviluppo internazionale di Apple TV+.
«Non potremmo essere più entusiasti che gli spettatori non solo
abbiano la possibilità di provare ancora più emozioni nella seconda
stagione, ma di intraprendere nuovi epici viaggi nel franchise
mentre espandiamo il Monsterverse di Legendary».
Dopo la fragorosa battaglia
tra Godzilla e i Titani che ha raso al suolo San
Francisco e la scioccante rivelazione che i mostri sono reali,
“Monarch: Legacy of Monsters” segue la vicenda di due fratelli che
ricalcano le orme del padre per scoprire il legame della loro
famiglia con l’organizzazione segreta nota come Monarch. Gli indizi
li conducono nel mondo dei mostri e, infine, nella tana del
coniglio dell’ufficiale dell’esercito Lee Shaw (interpretato da
Kurt Russell e Wyatt Russell), in un arco temporale che va dagli
anni ’50 fino a mezzo secolo dopo, quando la Monarch è minacciata
da ciò che Shaw sa. La drammatica saga – che abbraccia tre
generazioni – rivela segreti sepolti e i modi in cui eventi epici e
sconvolgenti possono riverberarsi nelle nostre vite.
La nuova stagione di “Monarch:
Legacy of Monsters” è prodotta dagli showrunner e co-creatori Chris
Black e Matt Fraction, insieme a Joby Harold e Tory Tunnell di
Safehouse Pictures e Matt Shakman, Andrew Colville e Jen Roskind.
Hiro Matsuoka e Takemasa Arita sono produttori esecutivi per conto
di Toho Co., Ltd., la proprietaria del personaggio di Godzilla.
Toho ha concesso in licenza i diritti a Legendary Entertainment per
“Monarch: Legacy of Monsters” come naturale sottoprodotto del loro
rapporto a lungo termine con il franchise cinematografico.
Anatomia di una caduta di Justine
Triet si è aggiudicato il David di Donatello come Miglior
Film Internazionale. Il riconoscimento sarà assegnato venerdì 3
maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta, in
prima serata su Rai 1, dagli studi di Cinecittà e trasmessa per la
prima volta in 4K, con la conduzione di Carlo
Conti e Alessia Marcuzzi.
Già vincitore della Palma d’Oro a
Cannes e dell’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale,
Anatomia di una caduta è un thriller
psicologico che scava nei segreti di una famiglia e mette al centro
un ritratto di donna provocatorio e fuori dagli schemi. Sandra,
interpretata da una straordinaria Sandra Hüller, è
una scrittrice che vive con il marito Samuel (Swann
Arlaud) e il figlio non vedente Daniel (Milo
Machado Graner) in un remoto chalet di montagna sulle Alpi
francesi. Quando Samuel muore in circostanze misteriose, Sandra
viene accusata di omicidio e il processo mette a nudo la relazione
tumultuosa che aveva con il marito, nonché la sua personalità
ambigua. Le cose si complicano quando anche il giovane figlio
arriva al banco dei testimoni.
Nella cinquina dei candidati al
Premio David come Miglior Film Internazionale, accanto ad
Anatomia di una caduta c’erano As Bestas di Rodrigo
Sorogoyen, Kuolleet Lehdet(Foglie al
vento) di Aki Kaurismaki, Killers of the Flower Moon di Martin
Scorsese, Oppenheimer di Christopher
Nolan. Teodora Film ringrazia i giurati dell’Accademia del
Cinema Italiano e la Presidente Piera Detassis per il
riconoscimento prestigioso, che conferma una volta di più il valore
del film di Justine Triet, divenuto anche in
Italia uno dei casi cinematografici della stagione.
Marco
Müller è il nuovo Direttore Artistico della 70° edizione
del
Taormina Film Fest, che si svolgerà quest’anno dal 12
al 19 luglio a Taormina. Lo annuncia il commissario
straordinario della Fondazione Taormina Arte Sicilia,
Sergio Bonomo che con entusiasmo dichiara:
“l’apporto professionale del maestro Müller sarà volano di successi
per il prestigioso evento cinematografico”. Promosso e
organizzato dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia
con il sostegno dell’Assessorato del Turismo dello Sport e
dello Spettacolo della Regione Siciliana, della
Sicilia Film Commission, del Comune di
Taormina e del MiC,Ministero
della Cultura – Direzione Generale cinema e audiovisivo,
il Taormina Film Fest si articolerà fra anteprime nazionali e
internazionali, masterclass, retrospettive e incontri con ospiti di
prestigio dal 12 al 19 luglio 2024.
“Esprimo
soddisfazione e plauso per la nomina di Marco Müller a Direttore
Artistico del Festival del Cinema di Taormina”- commenta
Elvira Amata, Assessore Regionale del Turismo,
dello Sport e dello Spettacolo – “Sono certa che il suo alto
profilo internazionale contribuirà a rafforzare significativamente
le aspettative e la qualità delle scelte da destinare ai contenuti
del Festival che resta, da sempre, un appuntamento fortemente
atteso. Auguro buon lavoro a Marco Müller e alla Fondazione
Taormina Arte Sicilia con il forte auspicio di un’ottima riuscita
del Festival.”
E il Sindaco di
Taormina Cateno De Luca sottolinea: “Il Taormina
Film Fest rappresenta un appuntamento di grande rilievo che
conferisce lustro alla nostra splendida città e ne valorizza il
prestigio culturale. Una tradizione che va avanti da 70 anni e che
ha regalato a Taormina pagine di storia del cinema indimenticabili.
Auspico che il Taormina Film Fest possa essere sempre all’altezza
della sua storia e del brand Taormina. Al maestro Müller, per la
cui nomina non posso che compiacermi, auguro un’eccellente gestione
del Festival, certo che saprà regalarci una prestigiosa
settantesima edizione”.
Produttore,
studioso, docente di cinema e da più di 40 anni fabbricante di
festival, Marco Müller ha guidato fra gli altri la
Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, i festival di Locarno e
Rotterdam, la Mostra di Venezia, il Festival del Cinema di Roma. È
attualmente direttore del Centro di Ricerche sull’Arte
Cinematografica all’Università di Shanghai e Professore emerito
presso l’Accademia del Cinema di Shanghai; in Cina ha creato e
diretto i festival di Pingyao e Macao. Ha scritto e curato più di
una ventina di volumi monografici sul cinema internazionale. I film
che ha prodotto hanno vinto premi alla Mostra di Venezia, ai
Festival
di Cannes, Berlino e Sundance, oltre a un Oscar per il miglior
film straniero.
Nel suo impegno al
Taormina Film Fest, Müller sta lavorando con il contributo di un
prestigioso comitato di selezione, composto da Sandra
Hebron, Enrico Magrelli, Carmelo Marabello, Édouard
Waintrop, a cui si aggiungerà Joumane
Chahine come consulente per le relazioni
internazionali.
“Felice di lavorare
in Sicilia per ritrovare le mie radici – sono nato e cresciuto a
Roma, ma il mio unico quarto di sangue italiano è palermitano”
sottolinea MarcoMüller.
“Ringrazio tutte le persone, nelle istituzioni e fra gli amici del
cinema, che hanno costruito per me questa opportunità di
sperimentare a Taormina il pensiero in movimento di come si può
ancora fabbricare un festival popolareutile. Approfittando
dello straordinario Teatro Antico – che è sempre stato per me fonte
di gelosia quando programmavo la Piazza Grande di Locarno – e del
circuito di sale che stiamo ridefinendo. Purché ci sia la volontà
di capire cosa vuol dire voler davvero “restare al Sud”, ci
sono tentativi di rinnovamento che hanno un senso
preciso.”
IL COMITATO
DI SELEZIONE
Sandra
Hebron ha ricoperto ruoli chiave in vari settori del
cinema, tra cui il finanziamento, lo sviluppo, la formazione e
l’esposizione, specializzandosi nei festival dal 1997. È stata
Direttore Artistico del BFI London Film Festival dal 2003 al 2011 e
successivamente ha lavorato come consulente per diversi festival
internazionali. Attualmente è responsabile delle Screen Arts presso
la National Film and Television School del Regno Unito, dove
gestisce anche un master in studi cinematografici, programmazione e
curatela.
Enrico
Magrelli, giornalista, scrittore e critico
cinematografico, autore di programmi radiofonici e televisivi,
storico conduttore di “Hollywood Party” su Radio Rai3. Per oltre 20
anni ha collaborato con la Mostra del Cinema di Venezia, in veste
di direttore della Settimana della Critica e di membro del Comitato
di selezione. È stato conservatore della Cineteca Nazionale e
consulente della direzione del Bif&st di Bari. Ha scritto o
curato pubblicazioni dedicate alle maggiori personalità del cinema
italiano e internazionale.
Carmelo
Marabello è professore ordinario di Film and Media Studies
all’Università Iuav di Venezia e preside della Venice International
University. Negli anni Ottanta ha curato le retrospettive e gli
eventi speciali del Taormina Film Fest, negli anni Novanta è
stato programming director dello stesso festival con Enrico Ghezzi.
Curatore e autore di Fuori Orario per Rai3 sino ai primi anni 2000,
dopo aver contribuito alla nascita di Rai Cinema si è dedicato alla
ricerca e all’insegnamento universitario in Italia, Svizzera e
Stati Uniti.
Édouard
Waintrop, scrittore, critico cinematografico (per 26 anni
sulle pagine cinema di Libération). È stato Direttore Artistico del
Festival Internazionale del cinema di Friburgo dal 2007 al 2010,
direttore della Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes
dal 2011 al 2018 e nel 2021 primo direttore del Red Sea
International Film Festival a Gedda, in Arabia Saudita. Fra le
molte altre sue esperienze professionali, va ricordata la direzione
delle due sale di cinema della Fondazione Grütli a Ginevra.
Che gli imprevedibili intrecci a cui
le relazioni danno vita siano un suo grande interesse Luca Guadagnino ce lo ricorda sin
dalla prima immagine di Challengers:
un’inquadratura dall’alto di un campo da tennis con le sue linee di
demarcazione che si intersecano tra loro. Sulla volontà di indagare
come le relazioni ci cambiano e cambiano i nostri percorsi di vita
si concentra dunque anche questo suo nuovo lungometraggio, che
arriva a due anni da Bones and
All, con cui Guadagnino ha vinto il Leone
d’argento alla regia alla Mostra del Cinema di
Venezia.
Era quella un’opera a suo modo
incentrata sulla
natura famelica dell’amore, dove i personaggi erano posseduti
da istinti primordiali difficili da dominare. Anche questo suo
Challengers, scritto da Justin
Kuritzkes, si muove a partire da simili considerazioni,
esplorando tale argomento non attraverso il cannibalismo bensì il
tennis, metafora qui del potere e delle dinamiche tra persone che
si appoggiano, forse fin troppo, l’una all’altra. Un po’ come fa
Luca Guadagnino, che si appoggia forse un po’ troppo ad una serie
di manierismi ma riuscendo a costruire oltre questi un racconto con
il suo innegabile mordente.
La trama di
Challengers: game, set, match
Tashi Duncan
(Zendaya)
è un’ex prodigio del tennis diventata allenatrice: una forza della
natura che non ammette errori, sia dentro che fuori dal campo. Ecco
allora che la sua strategia per la redenzione del marito
Art Donaldson (Mike
Faist), fuoriclasse reduce da una serie di sconfitte,
prende una piega sorprendente quando quest’ultimo deve affrontare
sul campo l’oramai rovinato Patrick (Josh
O’Connor), un tempo migliore amico di Art ed ex
fidanzato di Tashi. Mentre il loro passato e il loro presente si
scontrano e la tensione sale, Tashi si ritroverà a doversi chiedere
quale è il prezzo della vittoria.
I “Challenger” sono eventi di
livello inferiore nel mondo dei tornei di tennis professionistici.
Gli “sfidanti” del titolo sono invece Art e Patrick, amici/nemici
nel campo di gioco e nel cuore di Tashi, la cui intera porzione
delle loro vite narrata nel film è una continua partita verso la
conquista del primo premio. Ed è proprio così che Kuritzkes prima e
Luca Guadagnino poi costruiscono il film, come fosse una vera e
propria partita di tennis. Il racconto dei tre protagonisti si
snoda nell’arco di 13 anni, dal 2006 al 2019, con lo spettatore che
viene portato avanti e indietro nel corso di questo tempo proprio
come fosse una pallina da tennis che passa da una parte all’altra
del campo.
Questi salti temporali vengono però
costruiti affinché siano strettamente correlati alla partita che si
gioca nel presente, quasi orientando ciò che viene narrato in base
a chi dei due sfidanti è in vantaggio o svantaggio. Ecco allora che
questo dinamismo giova evidentemente al ritmo e all’atmosfera
generale del racconto, sempre tesi al massimo, quasi a voler
portare lo spettatore a rimanere senza fiato. Tra corse, urla,
colpi di racchetta, sudore che scorre a fiumi, Guadagnino si
riconferma un regista “carnale”, con un’attenzione al corpo che
suscita sempre un certo fascino, che si apprezzi o meno il suo
cinema.
Un modo di raccontare la loro
storia, questo, che di certo la rende più attraente e coinvolgente
di quanto sarebbe potuta risultare se privata di tale struttura.
Perché, alla sua base, il racconto che Challengers
offre non possiede degli elementi poi tanto distintivi o originali
e può capitare in più momenti di avvertire un certo disinteresse
nei confronti delle vicende dei protagonisti. Se a ciò si riesce a
porre rimedio, è però grazie a questa struttura. Certo, una volta
che questo meccanismo si svela nel suo funzionamento, perde anche
un po’ del suo fascino e per certi versi rende anche più
prevedibili determinate evoluzioni del racconto.
Josh O’Connor è Patrick in CHALLENGERS.
A lungo andare e in particolare
nella seconda metà del film, questa struttura sembra farsi troppo
ripetitiva, finendo con l’inficiare proprio su quel ritmo che tanto
accuratamente si era costruito. Ciò avviene anche nonostante la
colonna sonora di Trent Reznor e Atticus
Ross (The
Social Network, Soul)
cerchi di dimostrare il contrario, intromettendosi quasi con
prepotenza nelle inquadrature, come a volerci ricordare che anche
una “semplice” discussione sentimentale può avere la natura feroce
e competitiva di una partita di tennis. D’altronde viene più volte
ribadito che i tre protagonisti – o meglio, Tashi, e per riflesso
anche Art e Patrick – non sanno o non possono vivere
d’altro.
Ma forse è proprio questa loro
ossessione che ad un certo punto sembra porre lo spettatore dinanzi
ad un quesito: “Mi seguirai fino all’ultima battuta?”. C’è
chi accetterà il gioco, chi forse no e si estranierà dal resto del
film. D’altronde, anche per via della struttura poc’anzi accennata,
Challengers gioca continuamente
con un’arma a doppio taglio. Talvolta mettendo a segno i propri
colpi, talvolta rimanendone ferito esso stesso. Difficilmente
lascia indifferenti, ma non sempre per i motivi che ci si aspettava
o ci si augurava.
Un film di eccessi dove la sincerità è oscurata
Il principale problema di cui soffre
Challengers, però, è l’abuso di quei manierismi di
cui si accennava in apertura e che se anche rendono il film
esteticamente gradevole all’occhio, poco o nulla aggiungono al
cuore. Come già avvenuto in Chiamami
col tuo nome, Luca Guadagnino non si risparmia nel dar
vita ad una serie di eccessi – tra virtuosismi di vario genere con
la macchina da presa, pov assurdi e uno smodato uso del rallenty –
ma così facendo manca di dedicare spazio a territori più autentici
e audaci. Ne consegue che le forti passioni provate dai
protagonisti appaiono gridate ma non sentite. D’altronde, tutti e
tre non fanno che mentire tanto agli altri quanto a sé stessi
riguardo ciò che davvero desiderano.
Eppure la storia di questi tre
giovani riesce in un modo o nell’altro a lasciare qualcosa al
termine della visione. Sarà per le riflessioni che tutto sommato
Challengers spinge a fare su di sé e le proprie
amicizie, o sarà perché il modo in cui le relazioni cambiano nel
tempo è un argomento dotato sempre di un certo fascino. Di certo
anche l’interpretazione dei tre interpreti principali aiuta nello
sviluppo di un certo legame, con O’Connor e Faist che spiccano però
rispetto a Zendaya. Peccato solo che il loro racconto non
sia stato affrontato con maggior sincerità. Bisogna pertanto
scavare un po’ per trovare il cuore di questo film e non è detto
che tutti siano disposti ad intraprendere questa ricerca.