A sei mesi dalle sue ultime
dichiarazioni su Eternals 2, Patton Oswalt
chiarisce i suoi commenti confusi sullo sviluppo del sequel del
film di Chloé Zhao. Il film, che ha introdotto una
nuova squadra di eroi e si chiude con un cliffhanger che ha
chiaramente creato lo spazio per un sequel. Ma al momento i
Marvel Studios rimangono silenziosi
su un film successivo, il che rende confuso il commento passato di
Oswalt, che interpreta Pip the Troll, in merito all’entrata in
lavorazione del sequel.
Nell’agosto 2022, Oswalt ha fornito
un aggiornamento di Eternals 2, dicendo che il
sequel era stato annunciato e che Zhao lo avrebbe diretto. Da
allora, i Marvel Studios devono ancora commentare la questione,
nonostante abbiano avuto diverse opportunità per annunciare
finalmente il progetto. Ciò ha messo in dubbio la precedente
dichiarazione dell’attore, e ora Patton Oswalt
riporta il suo commento in una nuova intervista con Empire, dicendo che in realtà
non ne sa nulla. “Se ci sarà un sequel, sarò l’ultimo a
saperlo. Sono stato imbrogliato da Internet.”
Il cast di Eternals
comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il potente
Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
In una recente intervista
con Parade, al
protagonista dei Pirati dei
CaraibiOrlando
Bloom è stato chiesto so fosse disponibile a ritorno
al franchise d’avventura della Disney. Dopo aver avuto la
possibilità di riprendere Legolas ne Lo
Hobbit dopo dieci anni, Bloom ha confermato che gli piacerebbe anche
vedere cosa è successo al suo personaggio Will Turner, che ha
interpretato l’ultima volta in Pirati
dei Caraibi: Ai confini del mondopiù
di quindici anni fa.
“Oh dio, sai, sono tornato
indietro e ho interpretato Legolas in Lo
Hobbit , che è stato 10 anni dopo“, ha
detto
Orlando Bloom. “Ero tipo, ‘Questo è molto
divertente!’ Perché è uno spazio fantastico in cui trovarsi, e
penso che Will—voglio dire che Will è fantastico. Non mi
dispiacerebbe vedere che aspetto abbia Will oggi in qualche modo,
perché era un ragazzo così serio, ma dopo aver brontolato per
l’oceano dopo tutto questo tempo, sarebbe interessante guarda com’è
diventato.”
Il produttore del franchising Jerry
Bruckheimer ha recentemente confermato che ci sono
due progetti Pirati
dei Caraibi senza titolo attualmente in fase di
sviluppo. Uno di questi è il film che vedrà protagonista
Margot Robbie che in precedenza si pensava
fosse stato cancellato. “Abbiamo un’ottima sceneggiatura“,
ha commentato Bruckheimer. “Ne abbiamo
sviluppati due: quello con Margot Robbie e uno con un cast più
giovane. Quello di Margot Robbie ha bisogno di un po’ più di
lavoro. Quello con un cast più giovane è vicino. Speriamo di
prenderli entrambi“.
La terza stagione di
Outer Banksè a poche ore dal lancio su
Netflix. L’apprezzato programma
Netflix mescola avventura, mistero e romanticismo, oltre a
presentare un talentuoso cast di giovani attori. Ecco quando
guardare la prossima stagione.
Netflix pubblicherà la
terza stagionedi
Outer Banks alle 3:00
ET/12:00 PT giovedì 23 febbraio. Creata da Josh Pate, Jonas
Pate e Shannon Burke, la serie segue un gruppo di
adolescenti, conosciuti come i “Pogues”, che vivono negli Outer
Banks della Carolina del Nord. La serie ha ricevuto elogi per
la sua trama avvincente, lo sviluppo del personaggio e la
bellissima rappresentazione delle Outer Banks.
La serie è interpretata da
Chase Stokes,
Madelyn Cline,
Madison Bailey, Jonathan Daviss, Rudy Pankow, Austin North,
Drew Starkey e Charles Esten. Inoltre, Elizabeth Mitchell,
Caroline Arapoglou, Carlacia Grant, Cullen Moss, Julia Antonelli,
Nicholas Cirillo e Deion Smith.
“Dopo aver perso l’oro ed
essere fuggiti dalle Outer Banks, la terza stagione vede i Pogues
arenarsi su un’isola deserta che, per un breve momento, sembra una
casa idilliaca”, si legge nella sinossi. “Ufficialmente
definiti “Poguelandia”, i nuovi abitanti dell’isola trascorrono le
loro giornate pescando, nuotando e godendosi lo stile di vita
spensierato della loro dimora temporanea.
“Ma le cose vanno rapidamente
male per John B, Sarah, Kiara, Pope, JJ e Cleo quando si ritrovano
ancora una volta coinvolti in una corsa per il tesoro, correndo
letteralmente per salvarsi la vita. Sono al verde e lontani da
casa, non possono fidarsi di nessuno, Ward e Rafe sono affamati di
vendetta, e c’è uno spietato Don caraibico che non si fermerà
davanti a nulla pur di trovare la taglia. Il tesoro era mai
alla loro portata? O era tutta una trappola per fermarli una
volta per tutte? Ad ogni modo, sono i Pogue contro il mondo e
l’unica via d’uscita è insieme.
Quello di Jason
Blum è uno dei nomi di prodottori cinematografici più noti
del momento. Il segreto del suo successo è da ritrovarsi nella
realizzazione di film dal grande impatto ma dai bassi costi di
produzione, capaci di spaventare in modo artistico e generare
grandi guadagni. Seguendo delle regole ben precise, Blum è riuscito
a farsi strada nel complesso mondo della produzione hollywoodiana,
ricevendo anche ben 3 candidature agli Oscar per la sua attività in
tale ruolo.
2. Non ha prodotto solo
horror! Oltre ai tanti horror prodotti con la
sua Blumhouse Productions, Blum ha sostenuto anche la
realizzazione di film di altro genere. Tra questi si ritrovano i
drammatici The Reader – A voce alta (2008),
con Kate Winslet, e
Un marito di troppo (2009), la commedia
L’acchiappadenti (2010), il western Lawless (2012), con
Tom Hardy, il
musicale Whiplash (2014), con
Miles Teller,
il western Nella valle della violenza (2016), il
drammatico BlacKkKlansman (2018), di
Spike Lee, il
poliziesco Rapina a Stoccolma
(2018), con Ethan Hawke, e
il supereroistico Glass (2019).
Jason Blum e la Blumhouse
Productions
3. È il fondatore della
nota casa di produzione. Dopo aver lavorato come
produttore esecutivo per i fratelli Weinstein e come produttore
indipendente per la Warner Bros., nel 2000 Blum decide di fondare
la propria casa di produzione, la Blumhouse
Productions. Con questa, si specializzerà nella
realizzazione di film a basso costo ma capaci di affermarsi come
successi particolarmente redditizzi. Ad oggi, la sua casa di
produzione è riconosciuta come un’autentica garanzia, specialmente
nella realizzazione di film horror capaci di sorprendere in modo
sempre nuovi.
4. Ha una serie di regole
per realizzare film a basso costo. Le regole che Blum con
la sua Blumhouse ha stabilito per realizzare un film economico
includono: 1) Limitare la quantità di parti dialogate, perché gli
attori con battute ricevono un compenso aggiuntivo; 2) Limitare il
numero di location (preferibilmente una sola); 3) Pagare gli attori
il minimo legale e offrire loro una percentuale dei profitti
previsti; 4) Non sforare mai il budget, non chiedere più soldi
(anche detto “non comprare la tua via d’uscita da un problema,
ma risolvilo in modo creativo”).
Jason Blum e il film FNAF
(Five Nights At Freddy’s)
5.Produrrà l’atteso film. Uno dei progetti più
attesi tra quelli a cui Blum darà vita prossimamente vi è Five
Nights At Freddy’s, adattamento del celebre videogioco di
genere survival horror ideato da Scott Cawthon. In
questo, una guardia nottura del Freddy Fazbear’s Pizza, locale
famoso anche per gli spettacoli di pupazzi animatroni, si trova a
vivere un vero e proprio incubo quando scopre che di notte tali
pupazzi si animano, trasformandosi per via di elementi soprannatura
in spietati assassini. Dopo una lunga attesa, le riprese sono
infine cominciate nel febbraio del 2023.
6. Lo ha definito un
progetto molto complesso. Era da tempo che si pensava di
realizzare un film basato su tale videogioco, ma a lungo questa è
rimasta solo un’intenzione. Quando Blum si è poi dichiarato pronto
a realizzare il progetto, non ha mancato di definire Five
Night’s At Freddy’s un progetto particolarmente complesso.
“Si tratta di una grande sfida, nonostante ci siano anche libri
e materiale da cui attingere. – ha affermato Blum – Quando
adatti un videogioco trasformandolo in film ci sono sempre molti
buchi da riempire, bisogna scegliere cosa raccontare per prima, è
una sfida”.
Jason Blum e il film
M3gan
7. Ha suggerito alcune
modifiche per il film. Il film M3gan è stato
originariamente girato come un film R-rated, fino a quando Blum e
gli altri produttori non hanno notato, durante il montaggio che era
abbastanza vicino al poter ottenere il PG-13. Hanno dunque deciso
di riprendere alcune scene per attenuare la violenza, convinti
inoltre che il tutto risultasse più efficace in questo modo che non
vedendo effettivamente atti di violenza. Jason Blum ha poi citato
Drag Me to Hell come un horror PG-13 efficace da cui è
stato preso spunto. Le sue convizioni si sono poi rivelate giuste,
considerando l’incasso di quasi 150 milioni di dollari.
Jason Blum è su Instagram
8. È presente sul social
network. Blum possiede un profilo verificato su Instagram,
dove ad oggi vanta circa 40 mila follower. Non essendo un attore o
una personalità costantemente sotto i riflettori, il suo profilo è
però strutturato in modo diverso rispetto ad altri. Qui, con i suoi
oltre 100 post, Blum è solito condividere prevalentemente immagini
relative ai progetti prodotti e a quelli futuri. Non mancano però
di tanto in tanto anche post relativi ad interviste sostenute, dove
dunque si parla sempre di lavoro.
Jason Blum: il suo patrimonio
9. Vanta un ricco
patrimonio. Negli anni Blum si è affermato come un
produttore capace di dar vita a film dai budget contenuti ma non
per questo carenti a livello estetico o contenutistico, che si
affermano poi come enormi successi di pubblico. Grazie a questa sua
consolidata formula, Blum può oggi vantare un considerevole
patrimonio, attestato intorno ai 200 milioni di dollari.
Jason Blum: età e altezza
10. Jason Blum è nato a Los
Angeles, Stati Uniti, il 20 febbraio del 1969. Il
produttore è alto complessivamente 1,88 metri.
Uno dei nuovi attori del DCEU è il
personaggio di Rachel Zegler, che vedremo in azione in
Shazam! Furia
degli Dei nei panni di una delle Figlie di Atlante,
basato sulla mitologia greca. L’ultimo trailer del film ha mostrato
molti dettagli nuovi ma ha continuato a proteggere la vera
identità del personaggio di Zegler.
Adesso però uno spot tv dal film non
solo ci fa vedere per la prima volta Zegler che pronuncia una
battuta, ma conferma anche la teoria secondo cui il personaggio è
vivo da oltre 6mila anni!
Shazam! Furia
degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy
Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“,
si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.
Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam,
Asher Angel nei panni di Billy Batson,
Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman,
Adam Brody nei panni del supereroe Freddy,
Ross Butler nei panni del supereroe Eugene,
Meagan Good nei panni del supereroe Darla,
DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro,
Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary
Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago,
mentre Rachel Zegler,
Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come
cattivi appena creati. Shazam! Furia
degli Dei uscirà il 17 marzo 2023. Il film è prodotto
da Peter Safran.
The
Flash avrebbe dovuto sancire il ritorno di
Michael Keaton nei panni del nuovo Batman del
DCEU. Dopo aver concluso il lavoro su quel film,
l’attore ha girato un ruolo secondario in Batgirl
e un’apparizione cameo per Aquaman e il
regno perduto. Alla fine, avrebbe anche dovuto
recitare in un film di Batman Beyond e in
Crisis on Infinite Earths.
Quei piani erano in evoluzione anche
prima del lancio di DC Studios, e Batgirl è stato
demolito nello stesso periodo in cui Ben Affleck è
stato arruolato per sostituire Keaton come Crociato Incappucciato
di Aquaman e il
regno perduto. Inutile dire che queste idee hanno
generato confusione, ma James
Gunn e Peter Safran hanno tagliato
tutto ciò che non rientrava nei loro piani per il DCU.
Adesso, un insider fidato ha condiviso l’informazione che né
Keaton né Affleck sono presenti in Aquaman e il Regno
Perduto. Non dovremmo essere sorpresi dal fatto che il
DCU sta iniziando da zero con un nuovo Batman, il che significa che
non c’è posto per nessuno dei due attori. Di conseguenza,
The Flash segnerà l’ultima volta che vedremo uno
di loro indossare il mantello e il cappuccio.
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in
Aquaman e
il regno perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori.
Aquaman e
il regno perduto uscirà nelle sale americane il
21 dicembre 2023.
Dopo aver stregato
la critica internazionale e aver vinto numerosi premi, tra cui
Miglior film alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes
2021, Gran premio della giuria al Torino Film Festival 2021,
Miglior film internazionale al Calgary International Film Festival
in Canada e Miglior film ai Roberto Rossellini Awards del China’s
Pingyao International Film Festival, il curioso lungometraggio
Il Capofamiglia (titolo originale
Feathers), nonché promettente esordio alla
regia dell’egiziano Omar El Zohairy, arriverà nei cinema
italiani con Wanted
Cinema dal 16 marzo.
Durante una festa di
compleanno in casa, un incantesimo va storto e il padre di una
modesta famiglia egiziana, un uomo autoritario e brutale, viene
trasformato in un pollo. Tra toni surreali e inaspettati
accadimenti, il film racconta il difficile percorso di
emancipazione femminile nell’Egitto patriarcale, in cui la madre –
la cui vita prima era interamente dedicata all’accudimento del
marito e del figlio – diventa decisiva nel prendere in mano la
situazione e provvedere da sola alla sua famiglia, combattendo
contro una società che non mostra alcuna empatia nei confronti
della sua situazione.
Il
Capofamiglia di Omar El Zohairy, in cui magia e
realtà si fondono per raccontare la vita di una famiglia in Egitto
oggi, è una favola nera moderna che non mancherà di colpire lo
spettatore, grazie anche alla straordinaria e pluripremiata
interpretazione dell’attrice esordiente Demyana Nassar.
Il Capofamiglia diretto da Omar El
Zohairy arriverà nei cinema italiani con Wanted Cinema
dal 16 marzo.
Il
Capofamiglia – la trama
Durante una festa
di compleanno in casa, un incantesimo va storto e il padre di una
modesta famiglia egiziana, un uomo autoritario e brutale, viene
trasformato in un pollo. Una valanga di assurde conseguenze si
abbatte su tutta la famiglia: la madre, la cui vita era interamente
dedicata a marito e figli, deve prendere in mano la situazione e
provvedere alla famiglia. Mentre muove mari e monti per riportare
il marito indietro e tenerlo al sicuro, la donna attraversa una
trasformazione totale.
AMC ha confermato che la produzione del prossimo
spin-off di The Walking Dead dopo
Rick e Michonne è finalmente
iniziata. L’annuncio è arrivato anche con l’uscita delle prime
due foto dietro le quinte dal set del dramma horror, anticipando il
ritorno di Andrew Lincoln e Danai Gurira. La serie è attualmente
programmata per un debutto nel 2024. Dai un’occhiata alle foto
ufficiali dello spin-off Rick e Michonne di The
Walking Dead qui sotto:
Photo Credit: Gene Page/AMC
Photo Credit: Gene Page/AMC
Andrew Lincoln e Danai Gurira riprenderanno i loro ruoli
preferiti dai fan nell’imminente spin-off di Rick e Michonne. Sarà
scritto e prodotto da Scott Gimple, che fungerà anche da
showrunner. Gurira sarà anche accreditato come co-creatore e
co-sceneggiatore per il dramma di sei episodi. Il dramma doveva
inizialmente essere presentato in anteprima quest’anno insieme ad
altri due spin-off, The
Walking Dead: Dead City e The
Walking Dead: Daryl Dixon, entrambi incentrati sui
principali sopravvissuti della serie originale. Entrambi gli
spin-off sono attualmente in produzione, con la serie guidata da
Jeffrey Dean Morgan che sarà presentata in
anteprima a giugno, seguita dalla premiere dello spettacolo guidato
da Norman Reedus entro la fine dell’anno.
“Questa serie presenta un’epica
storia d’amore di due personaggi cambiati da un mondo
cambiato“, si legge nella sinossi. “Tenuti separati
dalla distanza. Da un potere inarrestabile. Dai fantasmi
di chi erano. Rick e Michonne vengono gettati in un altro
mondo, costruito su una guerra contro i morti… E infine, una guerra
contro i vivi. Riusciranno a trovare l’un l’altro e chi erano
in un luogo e in una situazione diversi da quelli che hanno mai
conosciuto prima?”
Basato sull’omonima serie a fumetti
di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie
Adlard, The Walking Dead è
prodotto da Kirkman, Scott M. Gimple, Greg Nicotero, David
Alpert, Joseph Incaprera, Gale Anne Hurd, Denise Huth e
Angela Kang.
Mentre sale l’attesa per veder
tornare al cinema Miles Morales in Spider-Man: Across The Spider-Verse, il
merchandise del film ci offre uno sguardo ravvicinato a quelle che
saranno alcune delle varianti di Spider-Man che vedremo nel film
provenienti da tutto il Multiverso.
Il profilo Twitter di FUNKO ha
diffuso delle immagini dei giocattoli ufficiali realizzati per il
film che mostrano un po’ più da vicino alcuni dei personaggi più
attesi del film. Tra questi spiccano Scarlet Spider, Spider-Woman,
Spider-Punk e anche il nuovo costume di Miles Morales!
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per
dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta
da Phil Lord e Chris
Miller (che tornano anche come produttori insieme a
Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione
con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
A causa di problemi di diritti di
sfruttamento complicati, Sylvester Stallone non è libero di fare ciò
che vuole con il franchise di Rocky, e ciò significa che l’icona di
Hollywood non reciterà mai in un settimo capitolo del franchise di
boxe.
L’attore e regista ha
precedentemente incolpato il produttore Irwin
Winkler, e ha mosso accuse che includono la negazione dei
diritti di sfruttamento del franchise per lui, nonostante quello
che era stato detto in precedenza. Stallone è anche scontento della
direzione in cui
Michael B. Jordan ha portato CREED
3, quindi non lo vedremo più nei panni di Rocky
neanche in quel franchise!
In un post di Instagram ora
cancellato, Stallone ha preso di mira ancora una volta Winkler
e ha condiviso nuovi dettagli su ciò che Rocky 7 sarebbe potuto
essere. Il post includeva dei disegni di Jon Rivoli e la
rivelazione che la storia avrebbe seguito Rocky mentre combatte
“per il quartiere che lo ha creato e che ama ancora”.
Altre rivelazioni includono il fatto
che avrebbe ancora gestito l’Adrian’s Restaurant, un flashback o
una conversazione immaginaria con Rocky che parlava con Adriana, e
il fatto che il pugile più giovane a cui avrebbe dovuto fare da
mentore sarebbe stato probabilmente un 27enne di nome Chucho the
Mutt.
This was the beginning EXCERPTS of
screenplay for ROCKY 7 , sadly, it will never happen, but it’s
something I want to share with the diehard fans. Keep punching.
@john_rivolihttps://t.co/wHHXMajfeJ
“This was the beginning EXCERPTS of
screenplay for ROCKY 7, sadly because certain individuals, it will
never happen, but its something I want to share with the diehard
fans. Always keep punching.” – Sylvester Stallone’s Instagram
pic.twitter.com/p44mEFKzoU
Ospite al Festival di Berlino 2023,
dove riceverà l’Orso d’Oro alla Carriera, Steven Spielbergha dichiarato che il suo
prossimo lavoro sarà dedicato all’adattamento di una sceneggiatura
di Stanley Kubrick intitolata
Napoleon. Sembra che la famosa opera incompiuta
del regista di 2001: Odissea nello Spazio sia ora nelle mani
del regista cher, insieme a HBO si occuperà di produrre la
serie.
Già nel 2016 circolavano delle voci
che volevano lo script nelle mani di Cary
Fukunaga. Nella stessa occasione, il regista ha dichiarato
che la pandemia di coronavirus lo ha costretto a fare i conti con
l’età e la mortalità, riconoscendo che le sue paure sono ciò che lo
ha spinto a realizzare il suo film multi-nominato all’Oscar
The
Fabelmans.
Steven Spielberg è
trai protagonisti della stagione dei premi con il suo ultimo film,
The
Fabelmans, che racconta in maniera romanzata la sua
infanzia e adolescenza e il suo amore per il cinema che è cresciuto
insieme a lui.
Con Il silenzio degli
innocentiHannibal Lecter è diventato uno dei
personaggi più iconici del cinema, merito anche
dell’interpretazione da Oscar di Anthony
Hopkins. Dopo essere apparso nuovamente anche in
Hannibal e Red Dragon, questi è
tornato da protagonista cinema nel 2007 con Hannibal Lecter
– Le origini del male, un prequel che ne ha esplorato la
giovinezza e la formazione come serial killer. Diretto da
Peter Webber, è dunque questo il quinto film
dedicato al personaggio nato dalla penna di Thomas
Harris (il primo era stato Manhunter – Frammenti di un
omicidio).
Questo prequel non è un’opera
originale rispetto ai romanzi di Harris, ma è anzi l’adattamento
del suo libro omonimo del 2006, dove appunto si esplora la genesi
di Lecter. Harris, anche sceneggiatore del film, si è dunque
sbizzarrito nel dar vita ad una fedele trasposizione del suo
romanzo, aggiungendo però alla storia anche elementi possibili solo
grazie ai mezzi cinematografici. Il film, tuttavia, è stato accolto
molto male dalla critica, ma ha invece trovato un buon riscontro
presso il grande pubblico.
Per chi aveva amato il personaggio
del serial killer raccontato nei precedenti film, Hannibal
Lecter – Le origini del male diventa dunque un titolo
imprescindibile. Un viaggio nella giovinezza del personaggio, così
come pensato e voluto dallo scrittore che lo ha ideato. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondirlo
meglio. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al libro da cui
è tratto. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Rhys Ifans e Gaspard Ulliel in Hannibal Lecter – Le origini del
male
La trama di Hannibal Lecter – Le origini del
male
Con il ridefinirsi dei confini
dell’Unione Sovietica, alla fine della Seconda Guerra Mondiale,
alcuni Stati indipendenti dell’Europa dell’Est cadono sotto il
regime sovietico. In Lituania, un adolescente, reso orfano dalla
guerra e muto dagli orrori di cui è stato testimone, si ritrova
chiuso in un orfanotrofio sovietico dove deve fare i conti con le
prepotenze dei suoi perfidi compagni e dove si ribella alla rigida
disciplina dell’istituto. Ma non è un ragazzo come tanti altri: è
il giovane Hannibal Lecter.
Una volta cresciuto, Lecter si reca
in Francia, dove verrà accolto dalla nobile giapponese Lady
Murasaki, la quale lo introduce alle bellezze della
musica, della pittura e del buon cibo. Hannibal, però, non può
dimenticare gli orrori subiti in gioventù e ben presto inizierà a
progettare la propria vendetta. Ma questa ricerca metterà in
pericolo tutte le persone e tutte le cose alle quali tiene e farà
nascere in lui oscuri desideri, che sarà poi costretto ad
alimentare per tutta la vita.
Il libro di Thomas Harris
Dopo aver raccontato le vicende di
Hannibal nei romanzi Il delitto della terza luna (1981),
Il silenzio degli innocenti (1988) e Hannibal
(1999), lo scrittore Thomas Harris ha deciso di
concludere (almeno sino ad oggi) il suo rapporto con il personaggio
rendendolo protagonista di Hannibal Lecter – Le origini del
male (il cui titolo originale è però Hannibal
Rising). Pubblicato nel 2006 il libro è, come già accennato,
un viaggio nelle origini del personaggio. Stando a quanto
dichiarato da Harris, tale quarto romanzo dedicato a Lecter sarebbe
stato scritto unicamente per paura di perdere il controllo sul
personaggio.
Il produttore Dino De
Laurentiis, infatti, lo aveva avvisato che avrebbe
realizzato un film prequel con o senza il suo coinvolgimento.
Inizialmente Harris si sarebbe dichiarato restio all’idea di
raccontare le origini di Lecter, salvo poi accettare di scrivere il
libro (e successivamente la sceneggiatura del film) per non dover
assistere ad un altro scrittore occuparsi del suo personaggio
prediletto. Venne così pubblicato Le origini del male, il
quale pur se accolto da critiche contrastanti ottenne un buon
successo di pubblico.
Gaspard Ulliel e Gong Li in Hannibal Lecter – Le origini del
male
Il cast del film
Per il ruolo del giovane Hannibal
Lecter vennero considerati diversi attori, come Hayden
Christensen, noto per essere stato Anakin Skywalker nella
trilogia prequel di Star
Wars, o Macaulay Culkin, il protagonista
di Mamma ho perso l’aereo!. Ad ottenere il ruolo fu però
infine l’attore francese Gaspard Ulliel,
qui in uno dei suoi primi ruoli da protagonista. Questi aveva
inizialmente esitato nell’accettare il ruolo, per via della
popolarità raggiunta dal personaggio grazie all’interpretazione
data da Hopkins nei precedenti film. Per prepararsi al personaggio,
Ulliel ebbe modo di assistere ad una vera autopsia, così da vedere
di persona come è lavorare su un corpo umano.
Il regista pensava che l’attore
sarebbe rimasto disgustato dall’esperienza, ma Ulliel lo sorpresa
dimostrando un forte interesse per lo studio del corpo umano in
tali circostanze. L’attore, inoltre, studiò attentamente
l’interpretazione di Hopkins, ma evitò di copiarla per dare invece
vita ad una propria versione del personaggio. Accanto a lui, si
ritrovano poi gli attori Rhys Ifans nel
ruolo di Vladis Grutas, Goran Kostic in quelli di
Pot Watcher, detto “Filo Spinato” e Gogn Li in
quelli di Lady Murasaki. Gli attori Dominic West e
Kevin McKidd,
invece, interpretano rispettivamente l’ispettore Pascal Poil e
Petras Kolnas.
Il trailer di Hannibal
Lecter – Le origini del male e dove vederlo in streaming e
in TV
È possibile fruire di
Hannibal Lecter – Le origini del male grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e
Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 21 febbraio alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Con film come (500) giorni insieme, Inception, 50 e 50, Il cavaliere oscuro – Il
ritorno e Snowden, Joseph
Gordon-Levitt si è distinto come uno dei migliori
attori della sua generazione, capace di passare con naturalezza da
un genere all’altro. Egli non si è però solo limitato a lavorare
davanti la macchina da presa, ma ha infatti compiuto il passaggio
dietro di essa per il film Don Jon
(qui la recensione), da lui
scritto e diretto nel 2013. Ad oggi ancora l’unico film da regista
di Gordon-Levitt, è questa una brillante commedia che, tra una
risata e l’altra, trova il tempo di affrontare tematiche molto
importanti.
Con Don Jon, infatti,
l’attore e regista va ad affrontare questioni legate alle dinamiche
di coppia, all’idealizzazione che si può avere di questa e di come
le persone tendano a trattare gli altri sulla base delle proprie
esperienze personali. Inizialmente il titolo del film doveva essere
Don Jon’s Addiction, ma Gordon-Levitt decise di togliere
quest’ultima parola in quanto non voleva che si pensasse che il
tema alla base del film è la dipendenza da qualcosa (in questo caso
il sesso e la pornografia). Per lui, infatti, il film è una
semplice commedia su come uomini e donne si trattano sulla base di
aspettative spesso irrealistiche.
Accolto con grande entusiasmo,
ancora oggi a dieci anni di distanza Don Jon rimane un
film molto apprezzato. Coraggioso nel raccontare determinate
dinamiche di coppia, talvolta ingenuo nella costruzione del
racconto, ma ad ogni modo divertente e ricco di spunti di
riflessione. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Don Jon
Protagonista del film è John
Martello Jr., detto Don Jon, un ragazzo
italo-americano con una vita scandita in maniera particolarmente
rigida tra la palestra, le pulizie maniacali in casa, la cura della
sua bella auto, i pranzi in famiglia e le serate in discoteca con
amici. Durante queste ultime è solito conquistare sempre nuove
ragazze, con tecniche di seduzione ormai collaudate. La più grande
passione di Jon, tuttavia, è il porno, che preferisce anche al
sesso reale in quanto è in grado di dargli un appagamento che non
trova altrove.
Tutto sembra cambiare per lui quando
conosce la bellissima Barbara, con la quale decide
di intraprendere una relazione stabile. Appassionatissima di film
romantici, la donna non vede però di buon occhio la passione di Jon
per il porno, costringendolo a smettere di fruirne. Mentre cerca
dunque di far funzionare questa complicata relazione, Jon conosce,
durante un corso serale per ottenere il diploma,
Esther, una donna più grande e con una complessa
situazione sentimentale alle spalle. Con lei, il ragazzo inizierà a
provare emozioni mai conosciute fino a quel momento.
Don Jon: il cast del
film
Ad interpretare Don Jon,
protagonista del film, vi è lo stesso Joseph
Gordon-Levitt. Originariamente egli voleva affidare il
ruolo all’amico Channing Tatum, per potersi
dedicare unicamente alla regia, ma decise infine di interpretare
egli stesso il personaggio. Il ruolo di Barbara, invece, è stato
scritto appositamente per l’attrice Scarlett
Johansson, la quale decise poi di accettare e di
ispirarsi ad alcune pornostar per rendere provocante al punto
giusto tale personaggio. Nel ruolo di Esther, invece, si ritrova la
premio Oscar Julianne Moore,
la quale torna a recitare in un film che ha a che fare con il porno
dopo Boogie Night – L’altra Hollywood (1997).
Nel film recitano poi gli attori
Tony Danza e Glenne Headly nei
panni dei genitori di Jon, mentre la premio Oscar Brie Larson
interpreta sua sorella Monica. Originariamente l’attrice avrebbe
dovuto avere il ruolo di una delle ragazze sedotte da Jon, ma non
volendo prendere parte a scene di nudo, la Larson chiese di poter
interpretare un altro personaggio, uno che non dovesse fare poi
molto nel film. Gordon-Levitt scrisse così di Monica, la quale, per
accontentare l’attrice, ha solo una battuta in tutto il film.
Infine, compaiono anche gli attori Anne Hathaway e
lo stesso Channing Tatum
nei ruoli dei due attori protagonisti del film che Jon e Barbara
vanno a vedere al cinema.
Don Jon tra porno e amore,
il significato del film
Come anticipato, Don Jon
non è un film esclusivamente o primariamente incentrato sulla
dipendenza da pornografia, bensì un film che attraverso tale
problematica riflette sui rapporti di coppia e sulle dinamiche
interne ad esse. Il protagonista, Don Jon, è un ragazzo che fa un
abuso spropositato di materiale pornografico, tanto da aver
sviluppato attraverso di esso una percezione sbagliata dei rapporti
tra uomo e donna. Per Jon ogni ragazza è dunque un oggetto da
possedere, quasi da collezionare, lasciando da parte ogni possibile
coinvolgimento emotivo. Questa freddezza però lo porta ad essere
perennemente insoddisfatto, in quanto anche durante l’atto sessuale
egli non si lascia mai davvero andare.
Al contrario, Barbara è una ragazza
cresciuta guardando film romantici in continuazione ed ha a sua
volta sviluppato una percezione sbagliata dei rapporti di coppia.
Barbara fa fatica a riconoscere quanto avviene nei suoi film
preferiti come eventi di finzione, basati su necessità narrative e
spesso e volentieri idealizzati e distanti dalla realtà dei fatti.
Anche lei dunque ricerca qualcosa che non trova riscontro nella
realtà, rimanendo dunque sempre insoddisfatta. Quando questi due
personaggi iniziano a frequentarsi, le differenti visioni
dell’amore e del sesso li portano inevitabilmente ad uno scontro
dove solo uno dei due potrà imporsi, mentre l’altro finirà con il
dover sacrificare parte di sé.
La loro, come si direbbe oggi, è
dunque una vera e propria relazione tossica. Solamente quando
incontrerà Esther, Jon potrà ritrovare sé stesso. La donna, più
adulta e con una visione della vita e dei rapporti meno
idealizzata, saprà mostrare al ragazzo la bellezza del lasciarsi
andare, del mostrarsi umani e imperfetti e di guardare a queste
imperfezioni come valori da proteggere. Attraverso i rapporti che
si costruiscono tra questi tre personaggi, dunque, Gordon-Levitt va
a proporre una riflessione sulla necessità di non lasciarsi vincere
dalle irrealistiche aspettative costruite dai media, ma piuttosto
di ricercare un sentimento vero e condiviso.
Il trailer di Don Jon e
dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Don Jon grazie alla sua presenza su una
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile, per il noleggio o l’acquisto, su
Apple iTunes. Per vederlo, basterà aprire un
account sulla piattaforma e acquistare il titolo. Si avrà così modo
di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 21 febbraio alle ore
21:15 sul canale Cielo.
Quello del western è un genere che
nel corso degli anni ha conosciuto un lento ma inesorabile declino,
fino ad essere poco o nulla trattato al cinema se non con sporadici
e coraggiosi lungometraggi. Negli ultimi anni, tuttavia, il fascino
per il western, i suoi paesaggi e i suoi personaggi ha trovato
nuova linfa, arrichendosi di titoli come Hostiles – Ostili, Django Unchained e Quel treno per Yuma. Un
altro film, inizialmente sottovalutato, appartenente a questo
genere è Forsaken – Il fuoco della
giustizia, diretto nel 2015 da John
Cassar, celebre principalmente come regista di molti
episodi della serie 24.
Scritto da BradMirman, il film nasce dalla volta di Cassar e
dell’attore Kiefer Sutherland (protagonista di
24 con il personaggio di Jack Bauer) di realizzare un
western insieme. Nasce così una pellicola che unisce elementi
tipici del genere ad un racconto ricco di vendetta, perdono e
fortemente incentrato sul rapporto padre-figlio. Presentato al
Festival del Cinema di Toronto, Forsaken – Il fuoco della
giustizia è in realtà stato accolto in modo piuttosto tiepido,
passando, come già detto, quasi in sordina. Sono bastati però solo
alcuni anni perché venisse riscoperto e apprezzato, in particolar
modo dai fan del genere.
Tra epici colpi di scena e momenti
di grande emozione, Forsaken – Il fuoco della giustizia è
un western particolarmente affascinante, che rispecchia la volontà
dei nuovi film di questo genere di dar vita a storie più complesse
e attuali, in un cornice che è però quella ben riconoscibile di
quel mondo prima della diffusa civilizzazione. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Forsaken – Il fuoco della
giustizia: la trama del film
La vicenda del film si svolge nel
1872 e ha per protagonista il temuto pistolero John Henry
Clayton. Questi è un reduce della guerra di secessione
americana, al termine della quale si è guadagnato da vivere come
assassino e cacciatore di taglie. Stanco però anche di questa vita,
decide di far ritorno al suo paese natale, nella speranza di
ricucire il rapporto con l’anziano padre, il reverendo
Samuel Clayton. Tornato a casa, però, scopre che
quella che un tempo era una bellissima terra è ora un luogo di
paura e dolore. Il perfido proprietario terriero James
McCurdy, infatti, pur di impadronirsi di tutti i terreni
della zona ha ingaggiato una banda di criminali.
Questi, capitanati da Dave
Turner, seminano il terrore tra gli abitanti, spingendoli
a lasciare quelle terre in cerca di luoghi più sicuri.
Profondamente turbato, John Henry si trova dunque costretto a dover
sopportare le provocazioni dei criminali che circolano nel
villaggio, come d’altronde tutti gli altri cittadini. Anche
Mary-Alice, la donna un tempo amata da John Henry
e ormai sposata, deve sottostare alle prepotenze degli uomini di
Turner. Quando però l’ex pistolero viene quasi assassinato dagli
uomini di McCurdy, decide di mettere da parte i suoi buoni
propositi di non uccidere più e riprende le armi in spalla per fare
giustizia.
Forsaken – Il fuoco della
giustizia: il cast del film
Ad interpretare John Henry Clayton
vi è l’attore Kiefer
Sutherland, che come anticipato spinse molto affinché
questo film si realizzasse. L’attore, infatti, desiderava
realizzare un film che avrebbe potuto fare con suo padre Donald
Sutherland, qui presente nel ruolo del reverendo
Samuel Clayton. Kiefer ha affermato di aver aspettato anni prima
che arrivasse la sceneggiatura giusta, ma con Donald che si
avvicinava agli 80 sentivano che il film che li avrebbe visti
recitare insieme avrebbe dovuto essere girato il prima possibile.
Al momento di girare la loro prima scena insieme, Kiefer era così
agitato da non essere riuscito a dormire la notte prima. Giunto sul
set, scoprì che anche suo padre non aveva dormito per lo stesso
motivo.
Kiefer Sutherland, inoltre, ha
affermato che le riprese di questo film hanno rappresentato la
quantità di tempo più lunga che egli aveva trascorso insieme a suo
padre in tutta la sua vita. Sutherland ha aggiunto che è stato
estremamente soddisfacente e gratificante poter passare del tempo
con suo padre a recitare, cosa che entrambi amano e di cui sono
appassionati. Accanto a loro, nei panni di Mary Alice Watson vi è
l’attrice Demi Moore,
mentre il celebre attore Brian Cox
interpreta James McCurdy, proprietario terriero senza scrupoli.
Sono infine presenti gli attori Michael Wincott
nel ruolo di Dave Turner, il criminale a capo della banda che
terrorizza la città.
Forsaken – Il fuoco dellagiustizia: il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di
Forsaken – Il fuoco della giustizia
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 21 febbraio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Sembra essere un periodo
particolarmente propizio per i lupi mannari, protagonisti di più
progetti tra cinema e televisione in opere come Viking Wolf, Licantropus e il film
d’imminente uscita Teen Wolf: Il film.
Quest’ultimo, in particolare, è il sequel cinematografico
dell’omonima e popolare serie ideata da Jeff
Davis, il quale è ora pronto a guidare anche un nuovo
progetto lupesco. Si tratta di Wolf Pack,
serie in 8 episodi disponibile sulla piattaforma Paramount+ a partire dal 23 febbraio e
che vanta tra gli attori coinvolti la celebre Sarah Michelle Gellar,
ex cacciatrice di vampiri in Buffy
l’ammazzavampiri.
Il racconto, tratto dall’omonimo
libro del 2004 di Edo van Belkom, segue
Everett e Blake, due
adolescenti le cui vite cambiano per sempre quando un incendio in
California risveglia una terrificante creatura soprannaturale: un
lupo mannaro. Morsi da questo, i due iniziano ben presto a
sperimentare drastici cambiamenti nel corpo e nella mente e venendo
per ciò avvicinati dai gemelli Luna e
Harlan, i quali sembrano condividere il loro
stesso segreto. Mentre la detective Kristin Ramsey
indaga per capire cosa stia seminando morte e terrore, i quattro
ragazzi scopriranno di essere ormai legati molto più di quanto
immaginano alla mostruosa creatura.
Wolf Pack, una serie che
ringhia ma non azzanna
Teen Wolf è stata una delle
più popolari serie teen drama con elementi horror degli
ultimi anni. Wolf Pack, che condivide con questa
l’ideatore, presenta le medesime caratteristiche: adolescenti
bellocci seguiti nella quotidianità delle loro esistenze, tra
rapporti sentimentali, conflitti con i genitori e, come in questo
caso, lo scontro con elementi soprannaturali. C’è dunque una prima
barriera all’ingresso con questa nuova serie a tema lupi mannari,
ovvero il fatto che sia pensata per un preciso pubblico, giovane
d’età o fortemente appassionato del genere, nonché disposto a
sospendere molto a lungo la propria incredulità.
Wolf Pack, infatti, va
vista con la consapevolezza di non dover né poter pretendere una
scrittura approfondita dei personaggi, una storia solida e
raccontata senza superflue digressioni o una particolare
realisticità di certe situazioni al di fuori dell’ambito
soprannaturale. Il livello di scrittura è dunque molto basso,
evidentemente concentrato più sul fornire colpi di scena che non
sul pianificare attentamente ogni situazione. Ci si trova pertanto
dinanzi ad un prodotto che sembra arrivare direttamente dai primi
anni Duemila e la natura posticcia della CGI sembra ribadire
ulteriormente tale concetto, rendendo davvero difficile prendere
sul serio questa serie.
Un ulteriore e non indifferente
scoglio è rappresentato dalle interpretazioni dei quattro
protagonisti. Non che quelle dei comprimari siano più convincenti,
ma in quanto personaggi principali le loro contano ovviamente di
più. I giovani Armani Jackson, Bella
Shepard, Chloe Rose Robertson e
Tyler Lawrence Gray, rispettivamente nel ruolo di
Everett, Blake, Luna e Harlan non riescono infatti ad apportare
carisma ai loro personaggi, finendo con il risultare più belli da
vedere che non memorabili in senso psicologico. Cosa che può anche
essere comprensibile nell’economia del teen drama, ma che
di certo non aiuta poi molto la serie.
L’emozionante ritorno di Sarah
Michelle Gellar
Quanto mostrato nei primi due
episodi, sui quali si basa questa recensione, non offre dunque
nulla di nuovo né grandi aspettative verso quanto ancora deve
essere svelato. Eppure, non tutto è da buttare. Jason
Ensler e Joseph G. Genier, registi
rispettivamente del primo e del secondo episodio, sanno di tanto in
tanto sorprendere con qualche idea intrigante, che sia un
particolare movimento della macchina da presa o un punto di vista
insolito sulla scena, con cui conferire all’episodio un certo look
cinematografico. Un look da B-Movie, probabilmente, ma non per
forza da intendere in senso negativo.
Di certo c’è che ad aver destato
molta curiosità nei confronti di Wolf Pack è la presenza
di Sarah Michelle Gellar. Tornata a recitare dopo
un semi ritiro dalle scene, l’attrice non ha qui un’entrata in
scena particolarmente clamorosa, ma la sua comparsa difficilmente
non susciterà un brivido in chi è cresciuto guardandola combattere
contro le forze del male in Buffy l’ammazzavampiri. La sua
presenza in questi primi due episodi è in realtà piuttosto breve,
ma il suo sembra essere più di altri un personaggio dotato di
fascino e mistero, su cui potrebbe costruirsi la fortuna della
serie.
Dopo una gestazione
piuttosto rapida e una produzione lampo, arriva anche in Italia,
dal 23 febbraio su Paramount+, Teen Wolf: Il
Film. A 6 anni dalla conclusione della serie originale, il
creatore dello show di MTv, Jeff Davis, esordisce
al lungometraggio per riproporre una storia che principalmente
sembra rimpiangere il passato, pur essendo ambientata 15 anni nel
futuro, dopo i fatti che hanno tristemente chiuso lo show.
Teen Wolf: Il Film, la
trama
I lupi ululano ancora
una volta, invocando il ritorno di banshee, mannari, segugi
infernali, kitsune e ogni altro mutaforma della notte. Ma solo un
licantropo come Scott McCall (Posey), non più adolescente ma ancora
alfa, può raccogliere nuovi alleati e riunire amici fidati per
combattere quello che potrebbe essere il nemico più potente e
letale che abbiano mai affrontato.
Teen Wolf: Il
Film vede tornare tutti i membri del cast originale, con
l’annunciata eccezione di Dylan
O’Brien: Tyler Posey (Scott McCall),
Crystal Reed (Allison Argent), Tyler Hoechlin (Derek Hale), Holland
Roden (Lydia Martin), Colton Haynes
(Jackson Whittemore), Shelley Hennig (Malia Tate),
Dylan Sprayberry (Liam Dunbar), Linden
Ashby (Noah Stilinski), Melissa Ponzio
(Melissa McCall). Tutti tornano a fare bella mostra di sé con tanto
di poteri e mutazioni che li rendono caratteristici e
indimenticabili per i fan dello show.
Scrivere una
recensione di Teen Wolf: Il Film è però difficile,
dal momento che il film non fa altro che ripetere lo schema della
trama della serie, con la stessa qualità visiva, di messa in scena,
recitativo e drammaturgia. Cambia soltanto il linguaggio nel suo
rapporto con l’economia temporale del racconto, dal momento che
siamo di fronte a un episodio da oltre due ore (o a una nuova
stagione di un solo lungo episodio). Siamo chiaramente di fronte a
un film per la tv, il che non è per forza un male: i fan sanno
quindi cosa aspettarsi e soprattutto vogliono esattamente quello.
In più, l’idea alla base del film se da una parte attinge alla
mitologia della serie e fa sentire al sicuro tutti gli spettatori
che hanno visto la serie, arriva anche in direzioni inaspettate,
per cui nonostante il mondo sia sempre quello e le dinamiche di
branco siano appunto rassicuranti, c’è comunque spazio per la
sorpresa e per qualche salto dalla sedia. Addirittura il film
potrebbe scatenare anche rabbia da parte dei fan, così come è
accaduto negli USA, dove il film è disponibile dalla fine di
Gennaio 2023.
Un grande regalo ai fan della
serie
A conti fatti, sebbene
dal punto di vista cinematografico Teen Wolf: Il
Film non sia degno di nota, è chiaro che l’operazione
nostalgia portata avanti dai filmmaker (Davis firma soggetto e
sceneggiatura), si rivela estremamente efficace per tutti coloro
che volevano ancora delle avventure con protagonisti Scott, Derek e
tutto il variopinto bravo di creature votate alla difesa di Beacon
Hills.
Disney+ ha annunciato che la nuova
serie originale italiana, The
Good Mothers, debutterà il 5 aprile in Europa
sulla piattaforma streaming, con tutti i sei episodi disponibili al
lancio. La data è stata annunciata oggi durante la
conferenza stampa che si è tenuta a Berlino in presenza di
parte del cast e dei filmmaker.
La serie targata Disney+, che racconta la ‘ndrangheta
interamente dal punto di vista delle donne che hanno osato
sfidarla, è infatti in concorso nella sezione “Berlinale Series”
alla 73° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino
dove questa sera, martedì 21 febbraio, saranno presentati in
anteprima mondiale i primi due episodi. È inoltre candidata al
“Berlinale Series Award”, premio istituito quest’anno e il primo
dedicato alla serialità nella storia del Festival.
The Good Mothers è
interpretata da Gaia
Girace (L’amica geniale) nel ruolo
di Denise Cosco, Valentina
Bellè (Catch-22, I Medici) nei
panni di Giuseppina Pesce, Barbara
Chichiarelli (Suburra– La
serie, Favolacce) in quelli di Anna
Colace, Francesco
Colella (ZeroZeroZero, Trust)
in quelli di Carlo Cosco, Simona
Distefano (Il Traditore) nel ruolo di
Concetta Cacciola, Andrea Dodero (Non
odiare) in quello di Carmine e con Micaela
Ramazzotti (La pazza gioia, La
prima cosa bella) nel ruolo di Lea Garofalo.
Questa serie è un’opera corale e
sfaccettata che racconta la storia vera di tre donne, cresciute
all’interno dei più feroci e ricchi clan della ‘ndrangheta, che
decidono di collaborare con una coraggiosa magistrata che lavora
per distruggerla dall’interno. Queste donne dovranno quindi
combattere contro le loro stesse famiglie per il diritto di
sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per se stesse e per i
loro figli.
Basato sull’omonimo bestseller del
giornalista Alex Perry, premiato dalla Foreign
Press Association, e adattato per lo schermo
da Stephen Butchard (Bagdad
Central, The Last Kingdom), nominato ai BAFTA,
il progetto vede la regia di Julian Jarrold,
nominato ai BAFTA e agli Emmy (The
Crown, Becoming Jane) e della
premiata Elisa
Amoruso (Sirley, Chiara Ferragni:
Unposted) ed è prodotto da House Productions
(Sherwood, Il prodigio) e Wildside
(L’amica geniale, Anna), una società del
gruppo Fremantle.
Basata su una storia vera, The
Good Mothers ripercorre le vicende di Denise, figlia di Lea
Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce, tre donne che
osano contrapporsi alla ‘ndrangheta. Ad aiutarle la P.M. Anna
Colace che, appena arrivata in Calabria, ha un’intuizione: per
poter abbattere i clan della ‘ndrangheta, è necessario puntare alle
donne. È una strategia che comporta grandi rischi: la ‘ndrangheta è
nota e temuta per il suo pugno di ferro e il potere insidioso.
The Good Mothers segue Denise, Giuseppina e Maria Concetta
nel loro tentativo di affrancarsi dal potere criminale e
collaborare con la giustizia.
I produttori esecutivi di The
Good Mothers sono Juliette Howell, Tessa Ross e Harriett
Spencer per House Productions e Mario Gianani, Lorenzo Gangarossa
per Wildside, una società del gruppo Fremantle e Alessandro Saba
per Disney+. Anche Stephen Butchard e
Julian Jarrold sono i produttori esecutivi.
Disney+ ha presentato, in occasione di
Berlinale
Series nell’ambito della 73° Berlinale, la
nuova serie originale italiana, The Good
Mothers.
Lo show debutterà il 5 aprile in Europa sulla
piattaforma streaming, con tutti i sei episodi disponibili al
lancio.
La serie targata Disney+, che racconta la
‘ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno
osato sfidarla, è frutto di uno sforzo congiunto tra House
Productions e Wildside, Fremantle company e vede protagoniste
Gaia Girace, Valentina Bellè, Simona Distefano e
Micaela Ramazzotti. A dirigerle, insieme a
Julian Jarrold su sceneggiatura di Stephen
Butchard, c’è Elisa Amoruso.
Basata su una storia
vera, The Good Mothers ripercorre le
vicende di Denise, figlia di Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola
e Giuseppina Pesce, tre donne che osano contrapporsi alla
‘ndrangheta. Ad aiutarle la P.M. Anna Colace che, appena arrivata
in Calabria, ha un’intuizione: per poter abbattere i clan della
‘ndrangheta, è necessario puntare alle donne. È una strategia che
comporta grandi rischi: la ‘ndrangheta è nota e temuta per il suo
pugno di ferro e il potere insidioso. The Good Mothers segue
Denise, Giuseppina e Maria Concetta nel loro tentativo di
affrancarsi dal potere criminale e collaborare con la
giustizia.
The Good Mother è un’opera
corale
Un’opera corale e
sfaccettata che racconta la storia vera di tre donne, cresciute
all’interno dei più feroci e ricchi clan della ‘ndrangheta, che
decidono di collaborare con la magistrata che lavora per
distruggerla dall’interno. Queste donne dovranno quindi combattere
contro le loro stesse famiglie per il diritto di sopravvivere e di
costruire un nuovo futuro per se stesse e per i loro figli.
The Good Mothers è un adattamento dell’omonimo
romanzo bestseller scritto dal giornalista Alex Perry,
premiato dalla Foreign Press Association.
Valentina Bellé,
Gaia Girace, Micaela Ramazzotti, Elisa Amoruso e
Simona Distefano hanno partecipato alla conferenza
stampa di presentazione a Berlino 73, nel corso della quale hanno
commentato non solo il progetto, ma anche il loro approccio a
questa storia di donne che si sono opposte al potere e hanno
tentato di rompere la gabbia a cui erano state destinate sin dalla
nascita.
“Non conoscevo la storia
di questo donne, non conoscevo la storia della ‘ndrangheta – ha
spiegato Valentina Bellè che nella serie è Giuseppina Pesce – Per
me lavorare a questa serie ha significato imparare ad avere a che
fare con una realtà nuova, soprattutto quando sono andata in
Calabria e ho guardato negli occhi le persone che invece sentono
parlare di ‘ndrangheta da tutta la vita. È stato un viaggio
incredibile.”
Ha poi continuato:
“Credo sia interessante il titolo della serie, The Good
Mothers, le buone madri. Ci siamo molto interrogati su cosa volesse
dire esserlo nella realtà, cosa facesse di queste donne delle buone
madri.”
1 di 6
2022_ Wildside s.r.l. –
House productions LTD_ph.Claudio Iannone
2022_ Wildside s.r.l. –
House productions LTD_ph.Claudio Iannone
2022_ Wildside s.r.l. –
House productions LTD_ph.Claudio Iannone
2022_ Wildside s.r.l. –
House productions LTD_ph.Claudio Iannone
2022_ Wildside s.r.l. –
House productions LTD_ph.Claudio Iannone
2022_ Wildside s.r.l. –
House productions LTD_ph.Claudio Iannone
Dismessi i panni di Lila
Cerullo de L’Amica Geniale, Gaia Girace
torna con un nuovo personaggio, Denise Cosco, una delle donne che
si sono ribellate al potere maschile e violento della mafia
calabrese: “La ‘ndrangheta era sempre stata raccontata da un
punto di vista maschile, si parlava di armi e soldi. Ma questa
volta le protagoniste di questa storia sono le donne che in genere
vengono percepite come delle vittime. Costrette a sposarsi a 16
anni anche con persone che non conoscevano, a piegarsi tutta la
vita, a sottostare a un sistema che veniva accettato come un dato
di fatto, ma alcune si sono ribellate e alcune di queste sono state
uccise. Spero che la serie mandi un messaggio di speranza. Il mio
personaggio ha lottato e cercava giustizia, era l’amore di madre
che la spingeva a combattere.”
Le gabbie delle donne della
‘ndrangheta
Elisa Amoruso sottolinea
questo aspetto e continua: “La prospettiva della serie è
completamente diversa, in genere sono gli uomini a comparire in
questo tipo di racconti, a essere messi a confronto con questo
argomento, perché di solito sono loro ad avere il potere. Noi
abbiamo cercato di rimanere vicini ai personaggi, e di raccontare i
loro veri sentimenti.” Queste donne sono state spesso paragonate ad
animali in gabbia, ed è stata propri la gabbia che l’occhio dei
registi ha voluto restituire con lo sfruttamento di molti interni
stretti, di location davvero difficili. “Gli spazi scelti per le
riprese, in Calabria – spiega Amoruso – sono stati molto stretti e
credo che questo ci abbia aiutato a raccontare le gabbie in cui
queste donne hanno vissuto e vivono.”
La
serie, in esclusiva su Disney+ dal 5 aprile, è interpretata
anche daBarbara
Chichiarelli (Suburra– La
serie, Favolacce) in quelli di Anna
Colace, Francesco
Colella (ZeroZeroZero, Trust) in quelli
di Carlo Cosco, Simona Distefano (Il
Traditore) nel ruolo di Concetta Cacciola, Andrea
Dodero (Non odiare) in quello di Carmine e
con Micaela Ramazzotti (La pazza
gioia, La prima cosa bella) nel ruolo di Lea
Garofalo.
La nuova serie FX
Fleishman is in Trouble si presenta come un dramma
modernissimo, con tocchi di commedia, quasi nera, e un poker di
protagonisti mozzafiato, una vera e propria ventata di aria fresca
nel panorama seriale delle piattaforme, saturo di storie e di punti
di vista.
Fleishman Is In
Trouble è la storia di Toby Fleishman (Jesse
Eisenberg), 41 anni, recentemente divorziato, che si tuffa
nel nuovo e coraggioso mondo delle app di appuntamenti ottenendo un
successo che non ha mai avuto in gioventù, prima di sposarsi alla
fine della scuola di medicina. Ma proprio all’inizio della sua
prima estate di libertà sessuale, la sua ex moglie, Rachel
(Claire
Danes), scompare, lasciandolo da solo a badare ai due
figli, Hannah di11 anni e Solly di 9 anni, senza oltretutto
lasciare nessun indizio su dove si sia cacciata. Mentre bilancia la
genitorialità, il ritorno dei vecchi amici Libby (Lizzy
Caplan) e Seth (Adam
Brody), una potenziale promozione in ospedale che sta
arrivando da molto tempo e tutte le donne idonee che Manhattan ha
da offrire, si rende conto che non sarà mai in grado di capire cosa
è successo a Rachel fino a quando non potrà finalmente affrontare
quello che è successo al loro matrimonio in primo luogo.
La storia di una
separazione non sembra particolarmente nuova o accattivante, eppure
l’occhio con cui la storia viene raccontata è davvero valido e
originale, forse perché Taffy Brodesser-Akner,
autrice dell’omonimo romanzo romanzo da cui la serie è tratta, è
anche ideatrice della serie e autrice dell’adattamento. Questo
rende l’opera estremamente coerente e specifica, radicata nel suo
tempo con una precisione chirurgica. Come ci ha tenuto a
specificare lo stesso
Jesse Eisenberg, molto convincente nei panni di Toby
Fleishman, in occasione della conferenza stampa internazionale:
“L’intera serie sembrava, allo stesso tempo, molto
specifico, culturalmente, comicamente e drammaticamente, ma anche
accessibile. È la stessa sensazione che ho provato leggendo il
romanzo, ovvero che la storia fosse qualcosa che sembra
culturalmente molto specifico, un mondo che conosco molto bene, con
cui ho familiarità e in cui sono cresciuto, ma allo stesso tempo,
fosse anche accessibile a qualcuno che è cresciuto in una serie di
circostanze completamente diverse. Questo è il tipo di bellezza
della serie e del libro.”
La signora Fleishman, o
meglio, l’ex signora Fleishman è interpretata da Claire Danes, che più matura come attrice (la
ricordiamo giovanissima in Piccole Donne del 1994) e più regala
performance di altissimo livello, ha raccontato com’è stato
approfondire questa relazione e questo matrimonio che non ce l’ha
fatta: “Ho adorato esplorare questo matrimonio e le altre
relazioni che lo circondano e in qualche modo lo rispecchiano.
Penso che in qualche modo vada a smuovere un’enorme paura che penso
condividiamo tutti, ovvero quanto bene conosci veramente il tuo
partner più intimo? E quanto bene ti conosci? E a volte, la
risposta risiede nel confrontarsi. Quindi sì. E penso che l’ansia
per quella potenziale alienazione nei pressi di questo processo sia
inquietante. E tragico, ma tutti i personaggi della serie lottano
con problemi molto grandi e devono attraversare i loro piccoli
crogioli e affrontare un sacco di disagi. E forse alla fine sono un
po’ più vicini alla verità con se stessi e l’uno con l’altro,
quindi, un po’ più vicini l’uno all’altro.”
Ad interpretare gli amici
di Toby ci sono Adam Brody e Lizzy Caplan che offrono una lettura dei loro
personaggi, Libby e Seth, e una lettura dei 40 anni come ancora un
territorio di mezzo, per alcuni versi non troppo distante dai 20
anni. “Non conosco la solitudine come è descritta nella serie e
nel libro – ha spiegato
Adam Brody-quanto c’è una certa malinconia
nell’intero della storia, e lo capisco. Lo sento riguardo alla
vita, e mi sembra che quando invecchi e hai 40 anni, continui a
farti domande su chi sei e dove vuoi andare, sei ancora a un bivio
e hai ancora un sacco di, non so, lezioni da imparare, cose da
scoprire, non sono dubbi che sono riservati ai ventenni.”
Anche Lizzy Caplan sembra pensarla allo stesso modo,
aggiungendo una componente in più alla conversazione: “Sì.
Penso che ci sia un tipo molto specifico di solitudine che si
avverte quando sei sposato, e penso che esista questa convinzione
non detta che le persone si dicono, dopo il matrimonio, che non si
sentiranno mai più soli. Ho questa persona. Ho la mia persona. E
poi una famiglia. E così, quando inizi a provare quei sentimenti di
solitudine o alienazione all’interno della tua famiglia o del tuo
nucleo familiare, è ancora più destabilizzante perché è come se
qualcuno stesse rinnegando la promessa. L’idea che quando la
persona più vicina a te, tuo marito, nel caso di Libby, è molto
facile puntare il dito a lui quando il resto della tua vita non sta
andando come avevi immaginato che andasse perché lui era lì per
tutto questo.”
Sicuramente
Fleishman Is In Trouble non trova risposte a
domande relative ai rapporti di coppia e al ricostruirsi una vita
sbriciolata da un divorzio, ma cerca di porre con intelligenza le
domande giuste.
Poche parole. Servono
davvero poche parole a Giacomo Abbruzzese per costruire una
storia nella quale è facile vederne così tante altre. Una storia di
fuga e di fantasmi, come era stato nell’America del 2019 (il
documentario che aveva preceduto questa opera prima di segno
diverso), che rappresenta il cinema italiano alla
Berlinale 2023, dove è in concorso. E da dove il suo
Disco Boy dà l’appuntamento agli spettatori per il
prossimo 9 marzo, quando arriverà nelle nostre sale distribuito da
Lucky Red.
Disco Boy: una fuga
verso la vita
Il regista pugliese
sceglie una doppia narrazione, dividendosi nel seguire il giovane
bielorusso Aleksei (il Franz Rogowski di Undine e Freaks Out), che durante una trasferta in Polonia si
sgancia dal gruppo di tifosi con cui viaggiava e con il suo amico
Mikhail tenta di raggiungere Parigi per arruolarsi nella Legione
Straniera e ottenere così il passaporto francese. Una possibilità
che lo storico corpo militare d’élite dell’esercito transalpino
offre a tutti, senza preoccuparsi che siano criminali,
“amministratori delegati” o clandestini.
In parallelo, e prima
che le loro strade si incrocino con quella di Alex, conosciamo
anche Jomo, giovane rivoluzionario a capo di una frangia del
Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger e in lotta contro
le compagnie petrolifere che hanno devastato il suo villaggio. Dal
quale anche la sorella Udoka (l’artista e attivista ivoriana
Laëtitia Ky) sogna di fuggire, verso la Francia,
verso Parigi.
Gli altri siamo
noi
Spesso le storie degli
esclusi trovano spazio al cinema, persone ai margini, costrette
dietro confini – fisici e non – e impossibilitate a riconoscersi, a
essere. Una alterità nella quale si muove Disco Boy
(Abbruzzese ha già diretto un documentario, come detto), una storia
di interessante esordio che che sceglie di affidarci a un
personaggio principale per accompagnarci in una contorta
esplorazione, una riflessione stilizzata e coinvolgente nella quale
il montaggio curato dallo stesso regista e sceneggiatore è
sincronizzato con il ritmo della colonna sonora firmata dalla
stella della musica elettronica Vitalic.
Musica che si conferma
via via elemento sempre più fondamentale del film, sia nella
costruzione della connessione tra i due personaggi, sia
nell’evidenziare tanto la loro ‘normalità’ quanto il bisogno di
trovare una forma di espressione di sé, e magari riconoscersi
simili ad altri altrimenti apparentemente diversi e lontani. Cura
che si aggiunge all’utilizzo da parte del regista di canzoni famose
e riconoscibili, decontestualizzate con un effetto straniante.
Una storia di
fantasmi e di ricerca di sé stessi
Il tentativo di
influenzare il nostro sguardo è evidente sin dal titolo, ma il
ritmo con il quale si procede nel processo di scoperta,
accettazione e superamento del nostro ‘eroe, però,’ è quello
scandito dai suoi lunghi silenzi, e dalle sue assenze. Spazi di
profonda analisi, affidata allo spettatore e suggerita – anche in
modo insistito e ammiccante – dalla messa in scena, più
“sciamanica” che psichedelica, per ammissione dello
stesso Abbruzzese,
che gioca in maniera intrigante con i fantasmi. Quello dell’amico
perduto, e celebrato in maniera grossolana eppure sentita, e quello
della sua vittima – casuale, conseguenza del plagio del miraggio
disumanizzante della Legione Straniera – alla quale Alex finirà per
dare una nuova vita, in qualche modo realizzandone il sogno.
Compagni di solitudine
prima, poi guide nell’affrancamento, i fantasmi sono l’elemento
chiave di una storia di rinunce e rinascita, che passa dal rifiuto
di una identità smerciata, scelta per opposizione, per sfuggire al
giudizio di “nullità” di una società violenta e interessata, a una
liberazione che arriva abbandonando il razionale e affidandosi
all’istinto più profondo. Una storia di passaggio non priva di
qualche manierismo ed eccesso di compiacimento, ma che riesce a far
convivere espressioni vitali e suggestioni intellettuali in una
forma comunque convincente.
Dopo il successo al
box office americano, e i numerosi riconoscimenti già ottenuti, tra
cui le tre nomination agli Oscar – Brendan Fraser candidato
come miglior attore protagonista, Hong Chau
candidata come miglior attrice non
protagonista e Anne Marie Bradley, Judy
Chin e Adrien
Morot candidati nella categoria miglior
trucco e acconciatura,
The Whale, l’ultimo emozionante, attesissimo film
di Darren Aronofsky, arriva nelle sale
italianeil 23 febbraio 2023
distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm
Collection.
In The Whale, Brendan Fraser è
Charlie, un insegnante di inglese che deve confrontarsi con i
propri fantasmi e un amore mai rivelato che lo tormentano da anni,
nonché con un rapporto irrisolto con la figlia adolescente, per
un’ultima possibilità di redenzione.
Prodotto da A24 e
da Darren Aronofsky per Protozoa Pictures,
The Whale è diretto dallo stesso
Aronofsky su una sceneggiatura di Samuel D. Hunter basata sulla sua
omonima opera teatrale. Il film è interpretato da Brendan Fraser (la saga di grande
successo “The Mummy”, “Viaggio al centro della terra”, “Crash –
Contatto fisico”), con Sadie
Sink (protagonista della serie di culto “Stranger
Things”), Hong
Chau (“Downsizing – Vivere alla
grande”) già vincitrice del New York Film Critics
Online Award proprio per The
Whale, Ty
Simpkins (“Avengers: Endgame”, “Jurassic World”, “Iron
Man 3”), Samantha
Morton (“The Walking Dead”,
“Cosmopolis”,“Minority Report”).
Sembra che Aquaman e il
Regno Perduto sia un film molto brutto. Sono
cominciate a circolare le prime voci in merito al film con
Jason Momoa, successive ai Test-Screening di
routine che si fanno per questi grandi blockbuster.
Secondo diversi addetti ai lavori,
il sequel del film DC Comics non è stato accolto molto bene dal
pubblico che ha assistito ai test. In effetti, è stato definito “il
peggior film DC mai visto”, e alla luce di quello che è già uscito
in sala, sembra davvero un’affermazione ardita.
Queste reazioni tendono ad essere
esagerate, ma non sono solo gli “scooper” online a pesare che il
film sia “terribile”. Anche
Jeff Sneider ha anche sentito che Aquaman e il Regno
Perduto è “terribile” e sembra pensare che questo sia
il motivo per cui il protagonista Jason Momoa
lascerà il ruolo principale alle spalle e interpreterà Lobo andando
avanti.
I hear it’s terrible and that’s why Momoa is
gonna be Lobo going forward. But they can’t say that yet because
then it would be a lame duck… and DC is hoping to wring another
billion out of the box office. First one was awful too, so not a
huge surprise. https://t.co/VlbUoqILDm
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in
Aquaman e
il regno perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori.
Aquaman e
il regno perduto uscirà nelle sale americane il
21 dicembre 2023.
Michelle Rodriguez ha scoperto che il suo
personaggio di Fast and Furious, Letty, non era
morta e anzi stava tornando in azione in una maniera davvero
bizzarra.
Dopo che una massiccia esplosione
aveva apparentemente causato la sua morte in Fast & Furious
– Solo Parti Originali, del 2009, viene rivelato alla fine
di Fast Five che la Letty di Rodriguez è effettivamente
sopravvissuta. È stato un momento enorme per il franchise, ma anche
la rivelazione è stata importante per Rodriguez.
Nonostante sia un appuntamento fisso
nel franchise di Fast & Furious, Michelle
Rodriguez non è mai stata effettivamente informata della
sopravvivenza del suo personaggio. Al recente evento per la
premiere del
trailer di Fast and Furious 10 (tramite Insider), la Rodriguez ha
rivelato di averlo scoperto andando a vedere Fast Five al
cinema.
“Te lo giuro, ero a Parigi, e
vado a vedere ‘Fast Five’, ed è allora che l’ho scoperto da sola.
Nessuno me l’aveva detto. Nessuno mi ha chiamato. Nessuno ha detto
niente. Guardo un tag finale che dice: “Credi nei fantasmi?” Ho
subito afferrato il mio telefono. Sono a Parigi. Sono tipo, ‘Oh,
diavolo no.’ Lo scopro andando al cinema, Vin?”
Fast
X
(Fast
and Furious 10) è diretto dal regista di
Transporter Louis Leterrier, che ha assunto
il ruolo di Justin Lin dopo che Lin ha improvvisamente abbandonato
il progetto a causa di differenze creative. Il film è scritto
da Lin e Dan Mazeau, con Lin ancora impegnato come produttore.
Vin
Diesel ,
Tyrese Gibson,
Michelle Rodriguez,
Brie Larson, Ludacris, Nathalie Emmanuel, Sung Kang e Scott
Eastwood riprenderanno i rispettivi ruoli nel film. Il
decimo capitolo includerà anche le aggiunte dei nuovi arrivati in
franchising Jason Momoa (Aquaman),
Daniela Melchior (The Suicide Squad), Brie Larson (Captain Marvel) e Alan
Ritchson (Reacher), con Momoa che dovrebbe interpretare
l’antagonista.
Stando a quanto si comincia a
intercettare trai rumors in rete, l’eroe protagonista di
Avengers: The Kang Dynasty potrebbe essere
Tom Holland nei panni di
Spider-Man. A quanto pare l’interprete di Peter
Parker in carica dovrebbe aver firmato un nuovo accordo super
segreto che potrebbe proprio essere il contratto per metterlo al
centro della scena nel prossimo film degli Avengers.
Spider-Man: No Way Home ha rappresentato senza dubbio
il miglior uso del concetto di Multiverso da quando questo fenomeno
si è affacciato nella saga, quindi forse non dovremmo sorprenderci
che il web-slinger di Tom Holland sarà al centro
di
Avengers: The Kang Dynasty! Almeno questo è quello che
dice l’affidabile insider @MyTimeToShineH.
Su Twitter, l’utente ha affermano
che Holland ha firmato un nuovo enorme accordo “segreto” con i
Marvel Studios per tornare nei
panni di Spider-Man in un quarto film, che dovrebbe uscire prima di
Avengers:
Secret Wars, atteso per il 2026, e per essere il
protagonista di The Kang Dynasty.
Se così fosse, sarebbe una
informazione enorme, e non possiamo fare a meno di chiederci cosa
potrebbe mai portare Peter Parker ad essere così importante per
quella storia. Dopotutto, i suoi compagni Vendicatori non ricordano
più chi c’è sotto la maschera, quindi gran parte della sua storia
condivisa con i più potenti eroi della Terra non esiste più.
Spidey, tuttavia, ha una certa
esperienza nel Multiverso e la sua esistenza nel MCU (che, come
sappiamo, dipende esclusivamente dall’accordo dei Marvel Studios
con la Sony Pictures) potrebbe significare che è una sorta di Nexus
che rappresenta una minaccia inaspettata per Kang. È anche
possibile che la natura di questo film significhi che Spider-Man
sarà in grado di invertire l’incantesimo del dottor Strange…
sicuramente questa è una situazione in cui Kang potrebbe essere in
grado di “aiutarlo”?
Dovremo aspettare e vedere, ma in
base a quanto detto qui, Spider-Man apparirà in
Avengers: The Kang Dynasty prima della sua tanto
attesa prossima uscita da solista.
Dal 23 marzo arriva
al cinema Stranizza d’amuri, il primo
lungometraggio da regista di Giuseppe Fiorello. Attore,
sceneggiatore, produttore, Giuseppe Fiorello porta sul grande schermo una
storia di un’amicizia e di un amore senza tempo, mai consumato e
per sempre ricordato. Ambientato tra Noto, Marzamemi, Ferla,
Buscemi, Priolo e Pachino, il film è interpretato da
Gabriele Pizzurro e Samuele
Segreto. Al loro fianco Fabrizia
Sacchi e Simona Malato nei ruoli delle
rispettive madri.
Stranizza d’amuri è anche
una canzone di Franco Battiato, il titolo del film è un omaggio al
Maestro siciliano la cui musica è grande protagonista del film.
Stranizza d’amuri è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime
del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di
Catania.
Stranizza D’Amuri, la trama
Giugno 1982, in una calda Sicilia
che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due
adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini
lungo una strada di campagna. Dallo scontro nasce una profonda
amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di
buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e
affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle
dicerie e vivono liberamente. Una libertà che gli altri non
comprendono e non sono disposti ad accettare… Stranizza d’amuri è
dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre,
avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.
Una relazione
passeggera – “Quando mi piace qualcuno dico
banalità”. Charlotte, una madre single, e
Simon, uomo sposato con figli, si danno
appuntamento in un locale parigino dopo essersi conosciuti
fuggevolmente a una festa. È l’inizio di una relazione clandestina
che loro stessi definiscono fin da subito passeggera, e priva di
avvenire. La premessa di Una relazione passeggera,
undicesimo lungometraggio di Emmanuel Mouret sembra semplice. Il film però
associa dinamiche ben più complesse soprattutto quando al centro
della storia ci sono i sentimenti. Una relazione passeggera ha come
protagonisti Georgia Scalliet, Maxence
Tual, Sandrine Kiberlain,
Stéphane Mercoyrol, Vincent
Macaigne. La pellicola si trova in sala dal 16
febbraio.
Una relazione passeggera, la
recensione
Charlotte e
Simon sono due opposti. Il giorno e la notte, lei
loquace lui timido. Il
film francese di Mouret mette a nudo i
sentimenti e ci racconta l’amore da un punto di vista diverso, più
adulto, intraprendente e sempre fuori dalle righe. Quando ci sono
in gioco i sentimenti, come in Una relazione
passeggera, la posta in palio è più alta. Ma quando invece
si decide, da entrambe le parti, di vivere una relazione senza
vincoli? È quello che accade a Charlotte e
Simon.
Charlotte è
un’avventuriera, ha avuto il suo matrimonio, ha la sua famiglia e
dalla vita non chiede altro che un po’ di brio e avventura. Odia la
routine, come ammette lei stessa, ma allo stesso tempo si
contraddice perché quella che crea con Simon – ogni giovedì – è una
routine vera e propria. Invece, Simon è l’altra
faccia della luna di Una relazione passeggera.
Taciturno e mai intraprendente, impaurito da questa relazione da
questa donna che sembra sovrastarlo. Meravigliato dalla sua
bellezza e spaventato dalla complicità che a ogni incontro si fa
sempre più forte di prima.
Così, i due protagonisti di
Una relazione passeggera cercano in tutti i modi
di omettere a se stessi i loro sentimenti. Sarebbe tutto troppo
complicato e come i film mentali che fa Simon, il
finale è già scritto perché arriverà un giorno in cui non si
vedranno più. Passano i mesi e questo giorno sembra non arrivare
mai, la coppia consolida sempre più la relazione passeggera.
Basta farci domande e pensare al
futuro
In Una relazione
passeggera assistiamo alla cronaca di un tipo di amore,
maturo e folle allo stesso tempo. Non a caso il titolo originale
francese recita: Chronique d’une liaison passagère. Il
racconto di Simon e Charlotte è
un misto tra gli amori adolescenziali, istintivi e avventurosi e
l’amore adulto consapevole e che sa aspettare. I due protagonisti
incarnano al meglio le caratteristiche di uno e dell’altro.
Simon, per esempio, è un adolescente alle prime
armi, insicuro del suo corpo e delle sue prestazioni tra le
lenzuola che si innamora di una donna che ha carattere. Si, si
innamora. Perché alla fine, come due adolescenti,
Simon e Charlotte non hanno
saputo tenere lontani i sentimenti.
Sentimenti fatti con pochi gesti
eclatanti. Vivono il loro tempo insieme, seppur complici che questo
è un tempo limitato e che gli è stato concesso.
Non sono però in grado di confessarsi il loro amore a vicenda e
vivono di silenzi, di sguardi mancati, e di opportunità sprecate.
Anche la macchina da presa in Una relazione
passeggera ci dà un indizio quando durante una litigata,
la coppia si separa per un po’ e la telecamera fa un balzo in
avanti per mettere il volto dei protagonisti in primo
piano. Come se la verità ci venisse sbattuta in faccia,
prima a loro e poi allo spettatore.
Un’altra cosa che il regista e la
telecamera fanno, o per meglio dire non fanno, è concentrarsi sui
soggetti esterni. Veniamo a conoscenza delle vite esterne a questo
rapporto, che i due vivono come se fossero in una bolla, ma non
conosciamo i personaggi che ne fanno parte. Un espediente per
rimarcare ancora di più la loro relazione segreta
per non creare un ulteriore legame che possa farli soffrire. A
sconvolgere la trama di Una relazione passeggera è
Louise, una donna che la coppia incontra tramite
un sito di appuntamenti.
L’ultima corsa
La cronaca dell’amore di
Simon e Charlotte in Una
relazione passeggera va veloce, come una corsa che fai e
per la quale ti ritrovi senza fiato alla fine.
Louise ha cambiato le sorti della loro relazione
perché, dopo un breve periodo di separazione,
Charlotte confesserà a Simon di
essersi innamorata di lei. Un amore dolce e sensibile che la stessa
Charlotte sceglie, anche solo perché – non ammettendolo a se stessa
– lo trova più facile da vivere. Il loro amore, fatto di sentimenti
repressi e verità taciute, rimane un ricordo vivido nelle loro
menti anche quando finisce.
Questo amore così clandestino;
eppure, vissuto a 360° da i protagonisti arriva al termine e si
porta dietro come un fagottino tutto un bagaglio di non detti che
verranno sviscerati solo alla fine del film. La narrazione stessa
di Mouret non lascia spazio alla tragedia, alle
urla, all’odio ma tutto avviene così come era iniziato, con un
massimo rispetto. Così la fine di Una relazione
passeggera arriva e con lei anche il momento della verità
e delle confessioni. Dopo due anni dalla separazione,
Charlotte e Simon si incontrano
per caso in un cinema.
Dopo due anni è momento di dare
sfogo a quello che il cuore non è riuscito a rivelare in quei mesi
così intensi. Per un attimo, lo stesso spettatore si dimentica di
tutto il contorno ed esistono solo Simon e
Charlotte al centro della scena. Quanto sarebbe
stato più facile mollare tutto e sparire, solo loro due. Quanto
sarebbe stato più facile parlarsi a cuore aperto invece di
minimizzare i sentimenti mascherandoli da avventura. E così ora che
il vaso di Pandora è stato aperto, tutto potrebbe far pensare a una
fuga dei due amanti che coronano il loro sogno/capriccio d’amore.
Invece, ci troviamo ancora sulla pista dell’amore pronti a vivere
l’ultima corsa.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO
CONTIENE SPOILER SU Ant-Man and the Wasp:
Quantumania
Il finale di Ant-Man and the
Wasp: Quantumania ha importanti implicazioni il futuro
della Fase 5 del MCU. Jonathan Majors ha consolidato il concetto di
Multiverso con il suo ruolo prima in Loki
con la sua apparizione come Colui che Rimane, e ora gli dà una
nuova svolta con la sua interpretazione di
Kang il Conquistatore.
Sebbene il terzo capitolo di
Ant-Man si svolga per lo più nel Regno Quantico, i
suoi eventi avranno probabilmente un effetto a catena sull’intero
MCU in Avengers: La dinastia Kang
e Avengers: Secret Wars che riporteranno le
varianti malvagie di Majors. Ant-Man and the Wasp:
Quantumania rivela che Kang ha costruito
un impero all’interno del Regno Quantico del MCU dopo aver distrutto innumerevoli linee
temporali e ucciso innumerevoli varianti degli Avengers.
Kang viene sconfitto in Ant-Man &
The Wasp: Quantumania?
Kang il Conquistatore è un cattivo quasi
imbattibile in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
È abbastanza potente da distruggere intere linee temporali e
sconfiggere da solo gli Avengers degli universi alternativi. Tuttavia,
il villain sottovaluta gli avversari. Dopo aver ottenuto un
vantaggio su Ant-Man e la sua famiglia, Kang
cattura Janet van Dyne – con cui ha un conto in
sospeso. Cassie Lang – interpretata da Kathryn Newton – raduna rapidamente il popolo
libero del Regno Quantico, mentre Ant-Man e
Wasp distruggono l’impero di Kang e cercano di
rompere il suo motore multiversale.
Sarà poi Hank Pym a
ribaltare la situazione. Pym e il suo esercito di formiche
altamente intelligenti – cadute nel Regno Quantico
insieme ad Ant-Man – travolgono gli scudi di Kang.
Il maltrattamento di Kang nei confronti di MODOK si ritorce contro di lui:
Cassie convince MODOK a
ribellarsi e, in un ironico sacrificio, fa saltare le difese di
Kang. Gli eroi fuggono sulla Terra, ma poiché
Kang sta per fare lo stesso, Scott Lang fa esplodere il motore
multiversale, intrappolandosi apparentemente nel Regno Quantico con
Kang. Fortunatamente, Wasp ritorna e rispedisce
Kang nella sua macchina. Non si sa se Kang muoia o
se venga inviato in un altro universo del MCU.
Il dispositivo creato da Cassie
Lang per mandare segnali al Regno Quantico
Gli eventi di Ant-Man and
the Wasp: Quantumania avvengono grazie al dispositivo
creato da Cassie Lang per mandare segnali al Regno
Quantico. Il dispositivo di Cassie ha anche il compito di
interpretare questi segnali, consentendole di dare un’occhiata
all’universo microscopico senza dovervi entrare. Tuttavia, il primo
segnale che invia viene ricevuto da Kang il Conquistatore, che lo usa per
risucchiare la Famiglia Ant-Man nel Regno Quantico. Con la
tecnologia che Kang il Conquistatore si è lasciato alle spalle, è
possibile realizzare un modo sicuro per viaggiare tra i reami ed
evitare di rimanere bloccati nel Regno Quantico per periodi di
tempo indefiniti.
Ma se Ant-Man e gli
Avengers volessero viaggiare ancora nel
Multiverso, avrebbero bisogno delle conoscenze di
Kang sulle dimensioni alternative per trasformare il dispositivo di
Cassie in una macchina per portali multiversali.
Per ora, il dispositivo di Cassie sembra garantire solo l’accesso
al Regno Quantico, il che potrebbe tornare utile
in futuro se gli eroi dovessero mai fuggire dal loro universo
natale. Ma potrebbe anche essere il primo passo verso la creazione
di una tecnologia che aiuterà i Vendicatori a viaggiare tra gli
universi.
MODOK ritornerà?
Mentre Darren Cross è ossessionato dall’idea di
diventare una perfetta macchina per uccidere, la sua trasformazione
in MODOK ha lasciato abbastanza umanità per
entrare in empatia con Cassie Lang e ribellarsi a
Kang il Conquistatore. L’esplosione autoinflitta
di MODOK frigge il suo corpo meccanico, ma
sopravvive abbastanza a lungo per fare ammenda e “morire da
Avengers”.
Ma il temperamento di
MODOK lascia anche immaginare che abbia inscenato
la sua morte per farsi passare per martire, per poi rimettersi in
sesto e tornare alle sue vecchie abitudini. Non lavorando più per
Kang, MODOK potrebbe cercare di eliminare il
popolo libero del Regno Quantico o di conquistarli a proprio
vantaggio. Anche se MODOK sembra morto, è ancora possibile che
ritorni.
Cosa succederà nel Regno Quantico e
al suo popolo?
Dopo aver contribuito a sconfiggere
Kang, il popolo del Regno Quantico potrà costuire questa società
utopica forse guidata da Jentorra, Quaz e Veb. Possono impadronirsi
della tecnologia di Kang e creare i propri meccanismi di difesa per
evitare che futuri invasori prendano il sopravvento.
Traditori come
Krylar di Bill Murray, invece, saranno probabilmente
perseguiti per il loro tradimento. Lo stesso Krylar invece possiamo
considerarlo morto. Una volta fatto fuori Kang, tuttavia, il futuro
sembra luminoso per i Combattenti per la Libertà.
Il futuro di Ant-Man, Wasp e Cassie
dopo Quantumania
L’avventura di
Ant-Man e Wasp nel Regno Quantico aggiunge un’altra vittoria alla
linea temporale del MCU di
Ant-Man, e i due riprenderanno la loro vita
quotidiana di supereroi famosi. Ma il finale di Ant-Man and
the Wasp: Quantumania suggerisce che Scott Lang continuerà
a preoccuparsi degli effetti collaterali che la sconfitta di Kang
avrà sul multiverso, poiché Kang ha chiarito che il suo regno non
sarà mai finito. Proprio come
Tony Stark temeva l’arrivo di Thanos, Scott Lang capisce che
Kang potrebbe tornare prima del tempo.
Fortunatamente, la Famiglia delle Formiche sarà pronta a combattere
quando ciò accadrà.
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania fa un passo avanti verso la formazione dei
Giovani Vendicatori del MCU con la prima
apparizione di Cassie Lang come supereroe. Cassie ha dimostrato il
suo valore come nuovo membro della Ant-Family, anche se non ha
ancora assunto la piena formazione come supereroe. Ora che è
tornata a casa, Cassie può usare la sua tuta e le sue nuove abilità
di combattimento per combattere le ingiustizie. Nei panni dell’eroe
alle prime armi Stature,
Cassie Lang potrebbe incrociare le strade di altri
Giovani Vendicatori come Ms.
Marvel e Kate Bishop. Contribuire a sconfiggere un
cattivo formidabile come Kang il Conquistatore la rende una risorsa
perfetta per i Giovani Vendicatori quando sarà il momento di
riunirsi.
Questa non è la prima volta che
sentiamo questi tipi di rumors, ma un insider affidabile afferma
che Danny Ramirez si vestirà davvero come il nuovo
Falcon dell’MCU in Captain
America: New World Order. Abbiamo incontrato il
personaggio per la prima volta in The
Falcon and The Winter Soldier, ma nonostante
fosse chiaramente uno dei più stretti alleati di Sam Wilson, era
praticamente un non-fattore nella serie. I fan sospettavano
che la sua introduzione potesse essere un modo per gettare le basi
per qualcosa di più grande lungo la linea principale della storia,
e l’ipoteso che l’eroe possa adattarsi al prossimo film di
Capitan America ha senso.
Tuttavia, sarà molto interessante vedere come i Marvel Studios lo
gestiranno. Nei fumetti, Joaquin era un immigrato messicano
che si prendeva cura dei migranti privi di documenti che
attraversavano il confine con l’America. Ciò lo ha portato a
essere preso di mira dai Figli del Serpente, con il malvagio Malus
che ha poi sperimentato sull’adolescente per creare più di un
semplice Falcon in costume. Quando il suo DNA è stato unito al
falco psichico di Sam, Redwing, a Joaquin sono cresciuti ali e
artigli e ha acquisito sensi simili a uccelli insieme a vari altri
superpoteri.
Da un lato, sembra probabile che i
Marvel Studios daranno un costume al personaggio di Ramirez e lo
faranno unire a Sam in battaglia come il nuovo Falcon. Dall’altro,
con The Leader pronto a fare il suo ritorno in Captain
America: New World Order, questo potrebbe suggerisci
che la possibilità che conduca esperimenti su Joaquin per creare un
Falcon molto diverso per l’MCU potrebbe essere
improbabile. Vedremo cosa succede, ma questo si preannuncia come un
film pieno zeppo di avvenimenti e che potrebbe preparare il terreno
per tutti i tipi di spin-off. Captain
America: New World Order uscirà nelle sale il 3
maggio 2024.
Julius Onah dirige Captain
America: New World Order, su una sceneggiatura di
Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
Jake Schreier
dirigerà Thunderbolts e
si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast
dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter
Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent,
Olga Kurylenko come Antonia
Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red
Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost,
e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina
Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà
nei cinema il 26 luglio 2024.
Sono attualmente in corso le
riprese della seconda stagione di ANDOR a
Londra, e alcune nuove foto dal set hanno rivelato la riunione
di Cassian Andor (Diego
Luna) con Bix (Adria Arjona). Nel finale della
prima stagione, Cassian è riuscito a salvarla dall’Impero, ma
il suo vecchio amico è stato messo a dura prova dai suoi
rapitori. Non siamo sicuri che Box si sia ripreso
completamente quando avrà luogo questo incontro, ma sembra
mortalmente seria durante questo incontro con il ribelle.
Mentre il primo lotto di episodi si è svolto in un periodo di tempo
relativamente breve, i successivi 12 copriranno i successivi
quattro anni della vita di Cassian come ribelle prima
degli eventi di
Rogue One: A Star Wars Story.
Con questo da tenere presente, non abbiamo idea di quando si terrà
effettivamente questo incontro! Si ritiene che la Lucasfilm
avesse originariamente pianificato di raccontare questa storia in
cinque stagioni di 12 episodi, ognuna delle quali copriva un anno
nella vita di Cassian. Fortunatamente, ci hanno ripensato, ma
a quel punto i piani erano già in atto per i primi 12 episodio
hanno effettivamente coperto un anno; nella seconda stagione,
riceviamo tre episodi all’anno.
Dati quei salti temporali
pianificati, non c’è niente da dire che questa sia la prima volta
che Cassian e Bix si incrociano dall’ultima volta che li abbiamo
visti. Ad ogni modo, immaginiamo che stia cercando di essere
coinvolta in Luthen Rael’s Rebellion! ANDOR
presenta Star
Wars da una prospettiva diversa, concentrandosi sulle
persone comuni le cui vite sono influenzate dall’Impero. Le
decisioni che prendono hanno conseguenze reali e la posta in gioco
per loro e per la Galassia non potrebbe essere più alta.
Lo spettacolo è stato ampiamente
acclamato come la migliore serie TV di Star Wars su
Disney+ e ha sicuramente fatto
breccia nei fan del franchise. Dai un’occhiata a queste
ultime foto dal set della stagione 2 di
ANDOR andando
su Mail Online.
Attenzione: seguono
importanti spoiler per
l’episodio di questa settimana di The
Last of Us e per entrambi i videogiochi. Il
sesto episodio di The
Last of Us, “Kin”, è stato un episodio un po’ più
leggero dopo i tragici eventi della puntata della scorsa settimana,
quando Joel si è finalmente riunito con suo fratello,
Tommy, e – dopo un acceso scambio – ha consolidato il suo
legame con Ellie.
L’episodio presentava parecchi cenni ai giochi, in
particolare alla Parte II (Shimmer
il cavallo, ecc.), Ma un momento specifico ha attratto l’attenzione
della community portando a molte speculazioni sul fatto che un
personaggio principale potesse essere stato introdotto in una scena
apparentemente casuale. Poco dopo che Joel ed Ellie arrivano a
Jackson, quest’ultima vede una ragazza dai capelli scuri che la
guarda mentre sta mangiando e urla: “che diavolo stai guardando?”.
I fan hanno subito iniziato a chiedersi se questa potesse essere
Dina, che si unisce a Ellie nella sua missione di vendetta nella
Parte II e alla fine diventa il suo interesse
amoroso. Un po’ forzato? Forse, ma ascolta la seguente
clip dal podcast del dopo-spettacolo!
For anyone who isn’t sure. Here’s the
conversation from the creators in the after show podcast. pic.twitter.com/olTYbGrocM
Il personaggio è elencato nei titoli
di coda come “Staring Girl” ed è interpretato dall’attrice 26enne
Paolina van Kleef. Sta chiaramente interpretando
un personaggio più piccolo della sua età, però, e se la seconda
stagione segue i giochi, inizierà dopo un salto temporale di 3
anni.
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray
Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è
Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include
anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn
Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene
nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i
produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione
Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.